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Futurismo e Fascismo http://italpag.altervista.org/5_futurismo/futurismo17.

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MARINETTI FILIPPO TOMMASO


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OGNI GIORNO UN MESTIERE DIVERSO!
Buon pomeriggio!
Oggi è il giorno INEGUALISMO E ARTECRAZIA
14 ottobre 2007 (pubblicato dal «Resto del Carlino» il 1° novembre 1922)

B. Brugia
Sull'intricatissimo groviglio dei problemi sociali e politici che
Webmaster
agitano il mondo, volli consultare il Mare, mio consigliere
preferito.
© 1998-2007 Prima gli parlai dall'alto, ritto al parapetto di una terrazza
"Pagina delle Idee" navigante, quasi aerea tanto strapiomba a picco sulla risacca
turbolenta.
Dominavo il mio consigliere: un mare ad arco azzurro
immenso equivalente ad un terzo della circonferenza
terrestre. Agavi, cactus, palme e camerus si sporgevano con
me per abbracciare la distesa marina solcata da scie, deserto
solcato da carovaniere.
Il mare mi rispose partorendo motoscafi veloci simili a ferri
da stirare fra trine liquide e onde ricamate. Piroscafi irti di
gru metalliche come moli staccati e viaggianti. Vele pezzenti
che mendicavano il vento. Barche da pesca gambute di remi
sudati e stillanti.
Poco soddisfatto da queste risposte sibilline, scesi fra le
rocce e mi tuffai nella schiuma friggente del mare, come il
pensiero di un ubriaco in una coppa d'asti spumante.
Giù a capofitto conobbi l'inegualismo dei pesci dei granchi
delle meduse delle alghe, le gare artistiche dei raggi e dei
riflessi, le altalene infantili dei risucchi, le pompe instancabili
dell'acqua sulle vene e sui muscoli del mio corpo guizzante, e
tutti gli odori ardori aspri freschi amari che rissano
coll'acredine zuccherina vellutatissima dei fichi cotti dal sole.
Il vento eccita il mio palato, e nuotando pregusto a bocca
aperta il grappolo splendido d'un veliero vele gonfie
sull'orizzonte. Nuoto. S'ingrandisce. Nuoto più in fretta.
Giganteggia il veliero dominando con una solennità di

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cattedrale il comunismo di onde che forma l'arco marino.


Apparente comunismo di poche idee-leggi che pesano sul
torturato torturante stiracchiamento di mille mille mille
nuove idee nasciture.
Raggiungo il veliero e mi arrampico sull'albero maestro
oscillante. Fra le vele più alte, acrobatico mozzo, curo gli
anelli di rame, la carrucole gementi e le pieghe della tela
ruvida. Guardo dall'alto il popolo delle vele gonfie:
mammelle di balie, pance impazzite, mazzi di paracadute.
Ambizioni, idropisie, gravidanze?
Non so. Me ne infischio e fischio su questo maremoto,
terremoto di vele, cupole di mille religioni crollanti.
Un fulmine, gotico monaco di bragia, s'inginocchia davanti a
loro sul mare.
Ma i venti lo beffeggiano giuocando con le vele tonde palle
d'avorio del più squilibrato biliardo verde.
Io canto, come un mozzo spensierato:
Abbasso l’eguaglianza!
Abbasso la giustizia!
Abbasso la fraternità!
Sono sgualdrine, o Libertà,
Piantale e sali con me!
Non scenderò per pulire il ponte. Le onde lo spazzano e
lavano meglio di me. Ho ben altro da fare!
Non sento fraternità per le onde. Nessuna giustizia fra di noi!
Sono un semplice mozzo, è vero; ma provi il capitano — se
vuole — a comandarmi di ammainare le più alte vele.
Mettono in pericolo l'equilibrio della nave, lo so! Io le voglio
larghe e gonfie! Gioia, gioia, gioia di rullare a destra, a
sinistra, pericolando, giù, giù!
Abbasso l’eguaglianza! Infatti, non sono l'eguale di nessuno.
Tipo unico. Modello inimitabile. Non copiatemi, voi. Nuvole
plagiarie! Basta! conosco tutte le vostre forme. Sono tutte da
me catalogate. Originalità! Fantasia!
Abbasso la giustizia! Sono il solo giudice distratto dello
smisurato tribunale marino. Volete forse che io condanni le
onde schiave dei Venti, o i Venti che le spadroneggiano? No,
no. Oscillo sull'albero come l'Ingiustizia.
Ecco ho già sedotto i Venti grondanti e salati. Sbraitano
spruzzando di ritornelli entusiasti la mia canzone.
Io canto:
Abbasso l’eguaglianza!
Abbasso la giustizia!
Abbasso la fraternità!
Sono sgualdrine, o Libertà,
Piantale e sali con me!
I Venti rispondono:
Viva l’eleganza!
Viva l’originalità!

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Viva l’esagerazione!
Io canto:
Abbasso la democrazia!
Abbasso il suffragio
universale!
Abbasso la quantità!
Sono sgualdrine, o Libertà!
Piantale e sali con me!
I Venti rispondono:
Viva la sproporzione!
Viva la qualità!
Viva la poesia rara!
Io canto:
Abbasso la politica!
Abbasso il parlamento!
Abbasso il comunismo!
Sono sgualdrine, o Libertà!
Piantale e sali con me!
I Venti rispondono:
Gloria alle Differenze! Viva la Distinzione! Essere tipico!
Unico! Il più forte! Il più veloce! Il più colorato! Record di
fuoco! Record di colore! Record d'entusiasmo!
Io incendierei le vele per gareggiare coi fuochi scarlatti del
tramonto.
Il tramonto è un pittore pazzo, lo so, lo so!
E il mare è la sua pazza tavolozza, lo so, lo so!
Il tramonto finge dipinge illude, lo so, lo so!
Viva l'Arte che illude, differenzia valorizza il mondo! Arte,
unica ricchezza, unica regina d'ogni Varietà! Unica divinità!
Morte al genere comune! Morte alla monotonìa! Varietà,
varietà, varietà! Viva l'Inegualismo, succo divino della Terra,
arancia che io, mozzo bambino sospeso all'unico gancio della
vela più alta, lancio lancio lancio alle Stelle bambine.
Intanto i Venti laceravano le vele a brandelli, e con destrezza
di mulinelli le mutavano in carta, cosicché volarono,
innumerevoli giornali stampati in rosso a lettere cubitali.
Si leggessero finalmente così da un polo all'altro le nuove
verità:
Aumentate le ineguaglianze umane.
Scatenate dovunque e esasperate l'originalità individuale.
Differenziate valorizzate sproporzionate ogni cosa.
Imponete la varietà nel lavoro.
Ad ogni uomo, ogni giorno un mestiere diverso.
Liberate i lavoratori dalla massacrante monotonìa
dell'identico lavoro grigio e dell'identica domenica vinosa.
L'umanità agonizza di quotidianismo uguagliatore.
L'Inegualismo solo può, moltiplicando contrasti, chiaroscuri,
volumi, estro, calore, e colore, salvare l'Arte, l'Amore, la

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Poesia, la Plastica, l'Architettura, la Musica, e l'indispensabile


Piacere di Vivere.
Distruggete, annientate la politica, che opaca ogni corpo. È
una lebbra-colera-sifilide tenacissima!
Isolate presto tutti gl'infetti!
Bruciate e seppellite le vecchie idee logore sudice di
Uguaglianza, Giustizia, Fraternità, Comunismo,
Internazionalismo.
Imponente dovunque l'Inegualismo, per liberare ogni parte
dal tutto opaco massiccio pesante!
Il veliero oscillava portando la sua velatura cartiera
redazione, e i Venti diffondevano in cerchio, a tutta velocità,
l'Inegualismo dinamico che consegnerà il mondo alla futura
prossima immancabile Artecrazia.
(1924)

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