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Chiesa cattolica
In questo periodo, mancando un potere centrale che governasse su tutti, prese sempre più
potere la chiesa cattolica, i papi cominciarono sempre più ad amministrare beni e terre.
L’inizio del potere temporale della chiesa si può far risalire a papa Gregorio Magno (590-604)
Longobardi
I longobardi scendono in Italia nel IV sec. Guidati dal re Alboino e occuparono nel giro di pochi
anni l’Italia centro-settentrionale e successivamente anche alcune regioni del meridione.
Dopo essersi convertiti al cristianesimo, per intrattenere buoni rapporti con il papato,
donarono alla chiesa alcuni territori e dalla donazione di Sutri (728) nascerà il primo nucleo
dello stato pontificio.
Alcuni anni dopo, il papa chiamò nuovamente in suo soccorso il regno franco, questa volta però
guidato dal figlio di Pipino, Carlo, poi detto Magno.
Propose u tipo di governo unitario, divise i territori in marche e contee, le prime erano regioni
di confine, mentre le seconde le regioni interne all’impero ed erano governate da marchesi e
conti.
Due volte l’anno veniva convoca una dieta (assemblea) della nobiltà ecclesiastica e laica per
approvare le sue decisioni, leggi e spedizioni militari.
Istituì i Missi Dominici, dei suoi funzionari che avevano il compito di vigilare che nell’impero
non ci fossero abusi di potere e che tutti rispettassero le decisioni dell’imperatore.
Inoltre Carlo si preoccupò anche di curare l’istruzione intellettuale e spirituale dei ceti
dominanti, fondò la Scuola Palatina, favorì la circolazione di libri, la riproduzione di
manoscritti amanuensi, avviò l’impulso al commercio, all’industria e alle arti, avviando la
rinascita culturale nota come “rinascita carolingia”.
Con lui cominciò a nascere il sistema sociale che caratterizzerà tutto il medioevo, il
feudalesimo.
Secondo questo sistema, il re concedeva una porzione di terra a un suo sottomesso, il vassallo
che in cambio gli donava fedeltà e obbedienza.
Il vassallo faceva altrettanto con un suo sottomesso, il valvassore che a sua volta poteva
compiere lo stesso con il valvassino.
Dopo la morte di Carlo (814), e dopo un periodo di lotte per la successione, nell’843 con il
trattato di Verdun, l’impero venne diviso tra i suoi 3 figli e venne diviso in: Italia e
Lotaringia, Germania e Francia.
Nell’885 Carlo il Grosso riuscì a riunificare le terre per un breve periodo, finché 2 anni dopo
si ebbe il definitivo smembramento dell’impero e si formarono i primi regni feudali.
Il Feudalesimo
Il feudalesimo è l’organizzazione sociale, politica ed economica che caratterizzerà il
periodo dal X al XIII sec.
Dopo Carlo Magno i sovrani istituzionalizzarono la concessione delle terre ai loro collaboratori,
che avveniva con un rito (investitura) nel quale il beneficiario del feudo dichiarava fedeltà e
obbedienza al sovrano dichiarandosi vassallo.
Nell’877 con il capitolare di Quierzy, Carlo il Calvo sancì l’ereditarietà dei feudi maggiori e
dopo l’anno 1000 anche i feudi minori diventeranno ereditari.
Questo causò un indebolimento del potere centrale, poiché ogni inferiore si sentiva obbligato
solo nei confronti dei suoi immediati superiori e non del sovrano, per questo i sovrani
cominciarono a battersi per riavere la loro autorità contro le prerogative feudali.
Società feudale
La società nel periodo del feudalesimo era divisa in: nobiltà, borghesia e contadini.
La nobiltà era divisa in due sotto categorie, quella laica (grandi, piccoli e medi feudatari) e
quella ecclesiastica (abati e vescovi).
La classe della borghesia era formata da commercianti, artigiani; loro vivevano nelle città,
mentre i feudatari nei castelli.
La classe più bassa era quella dei contadini, loro vivevano in condizione di semi-schiavitù,
lavoravano gratuitamente e pagavano ugualmente le tasse, diversa invece era la sorte dei
liberi coloni, che anch’essi coltivavano la terra che però veniva loro affittata in cambio del
pagamento di una tassa che generalmente avveniva con una parte del raccolto.
Economia
In questo periodo era difficile procurare prodotti dall’esterno del feudo, i commerci erano
praticamente inesistenti e nel feudo si tendeva a produrre tutto ciò di cui si aveva bisogno, da
qui viene chiamata economia curtense (curtis = agglomerato cittadino).
La curtis era generalmente divisa in pars dominicia (parte del signore) e pars massaricia
(parte dei contadini).
Generalmente facevano parte della pars dominicia le terre migliori, in essa si trovava il
castello o l’abbazia dove risiedeva il signore che veniva affiancato da suoi collaboratori per la
coltivazione della terra e per i lavori manuali.
Della pars massaricia invece facevano parte i terreni affidati ai contadini che poi dovevano
pagare o con soldi o, più frequentemente con una parte del raccolto al proprietario.
Inoltre i contadini avevano l’obbligo di prestare alcune giornate di lavoro gratuite (le corvees)
nella pars dominicia.
Tutti gli abitanti del contado però vivevano in condizioni di miseria, la percentuale di mortalità
era molto alta e a causa di diversi fattori, primo fra tutti le frequenti carestie dettate
dall’arretratezza