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DRUGA GODINA
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2.
4.
Mio padre, gli unici argomenti che tollerava, erano gli argomenti
scientifici, la politica, e certi spostamenti che avvenivano “in Facoltà”, quando
qualche professore veniva chiamato a Torino, ingiustamente, secondo lui,
perché si trattava “di uno scempio”, o quando un altro non veniva chiamato a
Torino, ingiustamente, essendo persona che lui giudicava “di grande valore”.
Sugli argomenti scientifici, e su quello che succedeva “in Facoltà”, nessuno di
noi era in grado di seguirlo; ma lui, a tavola, informava giornalmente mia
madre sia della situazione “in Facoltà”, sia di quello che era accaduto nel suo
laboratorio; e si arrabbiava se lei si mostrava distratta. Mio padre a tavola
mangiava moltissimo, ma così in fretta, che sembrava non mangiasse nulla,
perché il suo piatto era subito vuoto; ed era convinto di mangiare poco, e aveva
trasmesso questa sua convinzione a mia madre, che sempre lo supplicava di
mangiare. Lui invece sgridava mia madre, perché trovava che mangiava
troppo.
– Non mangiar troppo! Farai l’indigestione!
Tutti noi, secondo mio padre, mangiavamo troppo, e avremmo fatto
indigestione. Delle pietanze che a lui non piacevano, diceva che facevano male,
e che stavano sullo stomaco; delle cose che gli piacevano, diceva che facevano
bene.
Se veniva in tavola una pietanza che non gli piaceva, s’infuriava: –
Perché fate la carne in questo modo! Lo sapete che non mi piace! – Se per lui
solo facevano un piatto di qualcosa che gli piaceva, s’arrabbiava lo stesso:
– Non voglio cose speciali! Non fatemi cose speciali!
– Io mangio tutto, – diceva. – Non sono difficile come voialtri.
6.
Dire al marito che si esce con le amiche e che si farа tardi: è una delle
scuse più classiche che una donna usa se vuole nascondere incontri galanti e
tradimenti. A Gela, un’avvenente donna poco più che trentenne e madre di due
bambini lo ha fatto, ieri sera, dopo le 21, ma con una variante che le è stata
fatale: portarsi dietro il proprio cane da salotto, uno yorkshire sin troppo
vivace. Proprio per questa caratteristica, la fedifraga ha legato l'animale a una
fioriera del centro storico davanti al bar del suo amante. Abbassata la
saracinesca dell'esercizio, ma non totalmente, i due amanti hanno dato libero
sfogo alla loro travolgente passione. Senza cena pronta, l'ignaro marito (un
operaio di circa 40 anni) aveva deciso di recarsi in rosticceria per comprare
pizze e arancini, portando con sé i figli. Il caso però ha voluto che scegliesse un
fast food ubicato a pochi metri dal bar-alcova. All'arrivo del gruppetto il cane
legato alla fioriera si è messo ad abbaiare insistentemente perché ha
riconosciuto i padroni. Uno dei bambini ha fatto notare che quello era il cane
della mamma. Allora, il marito insospettito, si è avvicinato al bar, ha alzato di
scatto la saracinesca e ha scoperto i due amanti in flagrante. La rabbia
dell'uomo tradito si è abbattuta violentemente sull'amante della moglie con una
raffica di pugni e di calci. Nella colluttazione, mobili e suppellettili del locale
sono stati danneggiati. Alcuni passanti hanno chiamato i carabinieri e
un'ambulanza del 118 che ha portato al pronto soccorso il barista pestato a
sangue. Dopo le necessarie cure, è stato dimesso con una prognosi di pochi
giorni. I carabinieri hanno interrogato i protagonisti e si preparano a denunciare
il marito aggressore che ha giа dichiarato di volere divorziare dalla moglie. Lei
si è giustificata dicendo che con le amiche aveva bevuto troppo e che poi aveva
occasionalmente ceduto alle avance del barista. Ma delle amiche non si è
trovata traccia alcuna.
7.
Lasciavamo alle spalle il monte Pellegrino, una Palermo tutta detriti e
rovine. Ci inoltravamo nella campagna estiva delle erbe bruciate, i corsi d'acqua
secchi e riarsi.
A ricordare quel viaggio mi si stringe la gola. Perché non ne ho mai scritto
prima? Quasi che a metterla su carta, la bella Bagheria, a darle una forma, me la
sentissi cascare addosso con un eccessivo fragore di lontananze perdute. Una fata
morgana? Una città rovesciata e scintillante in fondo a una strada pietrosa, che ad
avvicinarsi troppo sarebbe svanita nel nulla?
Stavo seduta fra un uomo nel pieno della sua bellezza e della sua
seduzione (ho imparato, poi, quanto possa essere seduttiva e assillante una figlia
innamorata del padre) e mia madre molto giovane, fresca e bella anche lei, quasi
una ragazza. Davanti a me le mie due sorelle: una dalla testa piccola, gli occhi a
mandorla quasi cinesi nelle loro palpebre teneramente gonfie, che sarebbe
diventata musicista, l'altra dalle braccia rotondette, la pelle rossicciatempestata di
lentiggini, che sarebbe diventata scrittrice.
10.
Da La Stampa
13.
16.
Una volta, da qualche parte, ho letto una storia. Parlava di una scimmia e
di uno scorpione. Arrivata sulla sponda di un grande fiume, la scimmia decide
di attraversarlo a nuoto. Ha appena messo una zampa in acqua, quando sente
una vocina che la chiama. Si guarda intorno e, poco distante, vede uno
scorpione. “Senti”, le dice lo scorpione, “saresti così gentile da darmi un
passaggio?”. La scimmia lo fissa dritto negli occhi. “Non ci penso neppure.
Con quel pungiglione, potresti attaccarmi mentre nuoto e farmi annegare”.
“Perché mai dovrei farlo?”, risponde lo scorpione. “Se annegassi tu, morirei
anch’io. Che senso avrebbe?”. La scimmia ci pensa un po’, poi gli dice: “Mi
puoi giurare che non lo farai?”. “Te lo giuro!”. Allora lo scorpione sale sulla
testa della scimmia e la scimmia comincia a nuotare verso l’altra sponda.
Quando è pressappoco a metà, sente all’improvviso una fitta nel collo. Lo
scorpione l’ha colpita. “Perché l’hai fatto?”,grida la scimmia. “Adesso
moriremo tutti e due!”. “Scusa”, risponde lo scorpione, “non ho potuto farne a
meno. È nella mia natura”.
Nel nostro secolo la ricerca scientifica è molto mutata. Non c'è più
Copernico nella sua torre, o Charles Darwin a spasso ogni mattina lungo il
cosiddetto "sentiero dei Pensieri", che girava attorno alla sua casa nel Kent. Gli
psicologi curiosi dei processi mentali che preludono, o consentono, la scoperta,
hanno spesso osservato che un'équipe di ricercatori bene assortita, in cui la
competizione tra i membri sia mitigata da una forte stima reciproca, permette
risultati assai superiori a quelli che potrebbero derivare dalla somma delle
ricerche individuali.
Buona o meno che sia questa idea, anzi questa ideologia, del due più due
fa cinque, sembra che anche fra certi animali l'unione aiuti a risolvere meglio i
problemi. Per esempio, una formica all'interno di un labirinto sperimentale
(pieno di vicoli ciechi e di scorciatoie) mostra delle mediocri capacità nel
trovare il percorso giusto. La folla delle formiche si fa più inventiva. I vicoli
ciechi vengono scartati più rapidamente e le scorciatoie sono scoperte quasi
subito.
da L’Espresso
19.
Il primo giorno nella nuova scuola conosco la mia maestra che porta gli
occhiali molto spessi e scuri e (...) non ride mai. La prima cosa che dice è: Tutti
in piedi. Seconda cosa: Ora diciamo le preghiere. Terza cosa: Ora seduti. Dice:
Adesso facciamo l’appello e man mano che vi chiamo, voi vi alzate in piedi e
dite il mestiere che fa vostro padre e da quale regione italiana provenite. (...)
Quando chiama la Raffaella Rapetti e lei dice: Mio papà fa l’ingegnere
edile e ci ha molti uomini sotto ai suoi comandi e siamo di origine genovese
ma la mamma è piemontese, io vedo la maestra che per la prima volta fa un
sorriso e le dice: Tu cara spostati al primo banco.
Quando l’appello è finito, la maestra batte le mani sulla cattedra e dice:
Bene. Adesso tutti quelli che indico dovranno mettersi da una parte.
Così succede che ci ritroviamo io, Aldo e Daniela in un angolo in fondo
alla classe.
Io mi domando perché succede questo e subito la maestra come se
avesse intercettato il mio pensiero da vera maestra spiega: Vedete bambini quei
vostri tre compagni nell’angolo in fondo? Essi provengono dalla Sicilia,
Campania e Calabria. E indica sulla cartina geografica le regioni. E aggiunge:
Essi sono dunque meridionali.
La moda italiana
22.
Da La Stampa
23.
24.
Perdere un parente o un amico in un incidente stradale è una cosa
tremenda. Ritrovarselo vivo e vegeto in chiesa, mentre si è seduti davanti ad
una bara occupata da qualcun altro, risulta tuttavia altrettanto sconvolgente. Ѐ
questo è di fatto quanto accaduto alla famiglia di Ademir Jorge Goncalves, un
muratore di 59 anni residente in Brasile. Goncalves era uscito assieme agli
amici per una serata all’insegna del divertimento più sfrenato. Dopo aver
passato molte ore con loro, e aver bevuto una quantitа non meglio precisata di
superalcolici, il gruppo si è separato: ognuno è tornato nella propria abitazione,
ma non il muratore. L’uomo, stando a quanto da lui stesso raccontato, è salito a
bordo del proprio mezzo e, prima di far rientro, si è concesso qualche altro
bicchierino. Il suo tasso alcolemico doveva esser molto elevato e alla fine è
crollato, addormentandosi come un sasso sul sedile. Il destino ha voluto che,
mentre lui dormiva, si verificasse un incidente mortale proprio lungo la stessa
strada che avrebbe dovuto percorrere per tornare a casa. Le auto coinvolte, e i
relativi conducenti a bordo, erano irriconoscibili. Riuscire a comprendere
pertanto se si trattasse di lui o di un altro malcapitato, considerando anche che
la prova del Dna richiede troppo tempo e denaro, e il fatto che in Brasile
èconsuetudine celebrare i funerali il giorno successivo al decesso, era
ugualmente impossibile.Tutti i famigliari e gli amici di Goncalves, addolorati
per l’improvviso e inaspettato trapasso, non hanno potuto far altro che
organizzare in fretta e furia la cerimonia funebre e dire così addio al proprio
amato. Durante la cerimonia, tuttavia, una sorpresa, sicuramente piacevole ma
sconvolgente: Ademir è entrato in chiesa, ma non in posizione orizzontale. Il
muratore ha varcato l’uscio con le proprie gambe e si è diretto immediatamente
verso i parenti lasciandoli senza parole.Un lieto fine, ma un morto vero c’era.
Dopo i dovuti chiarimenti, la cerimonia è stata interrotta, anche perché il corpo
all’interno della bara non era quello ipotizzato. La famiglia di Goncalves ha
ricontattato la polizia locale che, dopo una più attenta ricerca, ha scoperto
l’identitа della vittima dell’incidente, consegnandola stavolta alla vera
famiglia.
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