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D.D.L Cirinnà
La regolamentazione delle Unioni Civili
Corso per Operatori Sociali, Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria
Nuove Famiglie
Le famiglie arcobaleno, le famiglie formate dalle coppie gay e lesbiche e dai loro (eventuali) figlie e
figli non hanno bisogno di un riconoscimento del Legislatore per essere apprezzate come famiglie.
Famiglie lo sono al di sopra ed al di la della volontà dei parlamentari, poiché l’essere famiglia attiene
ad una realtà pregiuridica, che il diritto può solo riconoscere.
Non si può non evidenziare, comunque, come nella legge la natura familiare delle famiglie gay e
lesbiche venga oggi espressamente e formalmente riconosciuta, attraverso l’univoco uso
dell’espressione “vita familiare”.
È evidente che le coppie gay e lesbiche formano famiglia, che adesso lo dica anche un disegno di legge
segna certamente un passaggio storico che non può essere sottovalutato o ignorato.
Conclusioni
Il Senato ha votato quella che è senz’altro la più importante riforma del diritto di famiglia dopo quella
del 1975.
tutelare sempre l'interesse superiore del minore, anche fuori dai casi tassativi indicati alle lettere
A, B e C dell’articolo 44.
L’interpretazione diretta a permettere l’adozione in casi particolari da parte di coloro che abbiano
col bambino una stabile relazione di cura è stata riconosciuta dalla Corte costituzionale con sentenza
del 7 ottobre 1999, n. 383 e da numerose decisioni di merito ([1]).
[1] Fra cui vedi: Tribunale per i minorenni di Roma, sentenza dell’8 gennaio 2003 (in Giurisprudenza
di merito, 2003, 1123); Tribunale per i minorenni di Perugia, sentenza del 5 luglio1999 (in Diritto di
famiglia e delle persone, 2000, 638); Tribunale per i minorenni di Genova, sentenza del 14 ottobre
1995 (in Famiglia e diritto, 1996, 346); Tribunale per i minorenni di Torino, 28 dicembre 1985 (in
Diritto di famiglia e delle persone, 1986, 172).
Genitore Sociale
Seguendo tale indirizzo, dunque, il Tribunale per i minorenni di Milano con sentenza n. 627 del 2007 e
la Corte d’appello di Firenze con sentenza n. 124 del 2012 hanno ritenuto di disporre l'adozione da
parte della convivente (di sesso diverso) del genitore biologico.
Più di recente, quale conseguenza obbligata di tale maggioritario indirizzo giurisprudenziale, è stata
disposta l’adozione anche se il genitore sociale è dello stesso sesso del genitore biologico.
Consentire, infatti, di tutelare l’interesse superiore del minore in caso di convivente di sesso diverso e
negare tale tutela in caso di convivente dello stesso sesso, configurerebbe un’inammissibile
discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, vietata espressamente dall’art. 21 della Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (per cui «è vietata qualsiasi forma di discriminazione
fondata, in particolare, sul … l'orientamento sessuale»), oltre che dall’art. 3 della Costituzione italiana
e dall’art. 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali
Nella specie, peraltro, vittima della discriminazione non sarebbe la persona omosessuale, ma il
bambino (si tratterebbe dunque di cd. discriminazione per associazione).
Per conseguenza, la giurisprudenza è oggi orientata nel senso di disporre l’adozione da parte del
partner gay o lesbica del genitore biologico, ai sensi della lettera D.
Il Tribunale per i minorenni di Roma con sette diverse sentenze (di cui due edite, Tribunale per i
minorenni del 30 luglio 2014 e Tribunale per i minorenni 22 settembre 2015, pubblicate in
numerosissime riviste scientifiche) ha disposto dunque l’adozione da parte della co-mamma.
Non riconoscere la piena genitorialità di entrambe le mamme equivarrebbe ad aderire ad un
«convincimento diffuso in parte della società, esclusivamente fondato su pregiudizi e
condizionamenti cui questo Tribunale, quale organo superiore di tutela dell’interesse superiore
del benessere psico-fisico dei bambini, non può e non deve aderire stigmatizzando una genitorialità
“diversa” ma parimenti sana e meritevole di essere riconosciuta in quanto tale».
La prima di tali decisioni (la sentenza del 30 luglio 2014) è stata già confermata anche dalla Corte
d'appello di Roma, sezione minorenni, con un’ampia ed articolata sentenza del 23 dicembre 2015.
Tale indirizzo, inoltre, è stato espressamente ripreso e confermato anche da una recente decisione
della Corte d'appello di Milano del 16 ottobre 2015.
[1] Vedi Corte europea dei diritti dell’Uomo E. B. c. Francia, 22 gennaio 2008; Corte europea dei
diritti dell’Uomo, 21 dicembre 1999, Salgueiro da Silva Mouta c. Portogallo; Corte di Cassazione,
sezione prima, 11 gennaio 2013, n. 601; oltre a numerosissima giurisprudenza di merito: Tribunale per
i minorenni di Catanzaro, decreto del 27 maggio 2008, per cui ai fini dell’affidamento del figlio
naturale assume rilievo…anche la manifesta omofobia del padre, …; tale dichiarazione non può che
destare serie preoccupazioni … genitore, il quale deve educare il figlio verso la tolleranza, la cultura
della diversità e l’avversione verso ogni forma di odio razziale, motivo di censura non solo nelle sedi
civili ma anche penali.
La Corte europea dei diritti dell’Uomo, in particolare, ha già deciso espressamente che è illegittimo
discriminare tra conviventi eterosessuali ed omosessuali nell’accesso all’adozione del figlio del
partner con la notissima sentenza del 19 febbraio 2013, X e altri c. Austria
In conclusione
L'adozione in casi particolari a norma dell'articolo 44 della Legge Adozioni è diretta a tutelare
esclusivamente l'interesse superiore del bambino.
È infatti interesse del bambino che il genitore che ha assunto di fatto la responsabilità genitoriale, sia
obbligato anche giuridicamente a mantenerlo, assisterlo, a trasferirgli i beni in caso di morte.
I giudici devono valutare se nel caso concreto l’adozione corrisponda all’interesse superiore del
bambino, che rappresenta ratio e limite della fattispecie.