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N° 153
M ENSILE
SETTEMBRE 2016
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03 Indice :03 Indice SA 102 25-07-2016 8:56 Pagina 1

N°153
RIVISTA MENSILE - ANNO XV
SETTEMBRE 2016

INdice
AMX 30B2 1/35
6 di Kristof Pulinckx
Humber Mk.IV Armoured Car 1/48
di Luciano Rodriguez
14
22 Panther Ausf. G con Schmalturm 1/35
di Alberto Bertoni
M32 Recovery Sherman 1/48
di Franco Senatore
28
34 Spähpanzer Luchs A2 1/35
di Fabrizio Pincelli
Il Mauriziano 1/35 44
di Fabio Nunnari
50 PHOTOFILE Jagdpanzer 38 (Hetzer)

Autocarro Daimler cisterna 1/35 54


di Paolo Sette
62 Novità

Dizionario dei mezzi militari 65


di Daniele Guglielmi e Mario Pieri
04 abbo:02 abbo 25-07-2016 9:02 Pagina 1

IL MENSILE DEDICATO ALLE


MODERNE MACCHINE DA GUERRA:
I MEZZI CORAZZATI

• INTERAMENTE A COLORI
• I MIGLIORI MODELLI DI MEZZI CORAZZATI
• ARTICOLI DI TECNICA MODELLISTICA,
STORIA E SVILUPPO DEI MEZZI CORAZZATI
• LE NOVITA’ DEL MERCATO
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05 editoriale :05 editoriale SA102 25-07-2016 9:22 Pagina 1

L asciatemi un piccolo, vanitoso spazio per autocelebrarmi. Ho fatto qualche conto e, se non vado errato, mi sembra
proprio che questo sia mio il 100esimo editoriale pubblicato da Steel Art. Eh già…già…già… Quando mi sono lascia-
to convincere a intraprendere questa avventura, nel settembre del 2007, non avrei mai pensato che avrei resistito così
tanto a lungo. All’inizio, a essere sincero, avevo tentennato, anche in considerazione del fatto che le mie capacità non mi
avrebbero mai consentito di preparare editoriali come quelli che venivano redatti all’epoca e cioè come un vero e proprio dettaglia-
to riassunto tecnico di quello che il lettore avrebbe poi trovato nelle pagine della rivista, ma quando il Capo Redattore di allora (che
è lo stesso di adesso) mi disse “sentiti libero di scrivere quello che vuoi” vidi spalancarsi davanti a me le praterie della fantasia e, scia-
guratamente, accettai. Come ben sapete, non butto mai via niente (il ben noto istinto del robivecchi...) e ogni tanto vado a riguar-
darmi gli editoriali che ho scritto (anche per cercare di non ripetermi). Mi accorgo di aver spesso dissertato su un sacco di futilità,
facendomi forte di quella improvvida esortazione, e altrettanto spesso poi, rileggendomi, a distanza di settimane, mesi o anni, mi
sono detto: “ma che c..(bip) avevi in mente quando hai scritto quelle righe?”. Vi assicuro che molte volte ho tentato inutilmente di fre-
narmi, di seguire le disposizioni tassative che mi arrivavano (e continuano ad arrivarmi tuttora) periodicamente dal capoluogo ligu-
re, di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, di parlare più di modellismo e meno di anniversari e ricorrenze, di essere propositivo.
Sono conscio che qualche volta ho calcato la mano, che ho elucubrato su cose che interessavano principalmente forse più il sotto-
scritto che non la platea dei miei piccoli lettori. Ho però la pia illusione che i miei editoriali non vi abbiano annoiato più di tanto e
spero che quello che ho scritto in questi anni sia servito anche a farmi conoscere anche da quelle persone che incontro raramente in
giro per mostre e concorsi. Con il prossimo numero di Steel Art comincerà il secondo centenario di Editoriali su Steel Art: non aspet-
tatevi grandi cambiamenti, ormai sono troppo vecchio per cambiare mentalità. Spero sarete indulgenti. Vi lascio adesso al numero
della rivista che avete fra le mani. Buona lettura, noi ci sentiamo il mese prossimo.
Marcello “the Legend” Marchetti

Sped in A.P. 45% comma 20/B art 2 legge 662/96 Stampa


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Daniele Guglielmi, Marcello Marchetti, Auriga Publishing International S.r.l. responsabilità per i danni derivanti dall’incorretta applicazione delle
tecniche descritte nella pubblicazione.
Fabio Nunnari, Silvia Picucci, Mario Pieri,
Fabrizio Pincelli, Luciano Rodriguez Specificando sulla causale il nome della
Franco Senatore, Paolo Sette rivista, i numeri richiesti, l’indirizzo del
richiedente e recapito telefonico.
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Informazioni: info@aurigapublishing.it
06 a 13 amx:06 a 13 matilda 25-07-2016 9:29 Pagina 6

U n a n n o d o p o la p r im a v e r s io n e e cco la s ca t o la
dell’AMX 30B2 da par t e di Men g. L a v er s ion e des er t ica è
m olt o af f as cin an t e, n on s olo per lo s ch em a di color azion e
m a an ch e per il pot en ziale di in v ecch iam en t o. Il k it h a m olt e
par t i in com u n e con la pr im a v er s ion e, m a ci son o cos e in più
s ia in plas t ica s ia in f ot oin cis ion e.

MENG MODEL TS-013


1/35
di Kristof Pulinckx

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Costruzione occorre prudenza per non Per invecchiare le


cancellare dettagli utili. I cin- bande gommate
Si parte dalle sospensioni: delle ruote si
grazie a un sistema innova- goli devono essere puliti scheggiano i bordi
tivo, le barre di torsione fun- maglia per maglia, per for- con un cutter.
zionano davvero. È possibi- tuna è prevista una dima
le mettere e togliere le ruote per il loro montaggio.
grazie a un cappuccio di
gomma, questo facilita Colorazione
anche la colorazione. Le sal- La base è in Iraqi Sand AK
dature sono state rifatte con Interactive, un colore del set
il Magic Sculp. Gli scarichi dedicato all’Iraq e
e le taniche sono in due all’Afghanistan, combina-
parti, occorre stuccare con zione perfetta per i nostri
la cianoacrilico e carteggia-
re. Le valvole dello scarico
Le sospensioni funzio-
possono essere rappresenta-
nanti consentono di col-
te aperte o chiuse. Le griglie locare il carro su un ter-
sulle marmitte sono fotoinci- reno molto rotto.
se e si piegano con una
dima inclusa.
La torretta ha una linea di
mezzeria che va rimossa
prima del montaggio, ma

Una fessura da stuccare e basta


usare un po’ di Magic Sculp che
diventa un cordone di saldatura
una volta scolpito.
I cingoli di riserva del kit non
sono belli, per fortuna avanzano
alcune maglie singole, che sono
molto più fini.

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Basta usare colla cianoacrilica da


carteggiare poi con cura.

Taniche e scarichi hanno linee di


giunzione da stuccare.

L’apertura della marmitta si affina


con una fresa.

Si aggiunge un cavetto del sistema di comunicazione. Si aggiungono dei bulloni fustellati


con il Punch & Die.

I cavi si aggiungono sulla base delle foto


disponibili.

La protezione antipolvere è in gomma e va


incollata con la cianoacrilica, il risultato è
molto realistico.

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Una linea di mezzeria che corre lungo la torretta va accuratamente rimossa.


Le cambre stampate si eliminano e si praticano dei fori nei quali inserire elementi in filo di metallo.
Per replicare la finitura grezza della fusione in torretta si applica il Mister Surfacer 500 con un pennello rigi-
do.
Le maniglie e gli occhielli sono rimpiazzati da fotoincisioni di recupero.
La parabola del faro si dipinge con lo Steel Vallejo.
Il pannello trasparente va mascherato prima di dipingere.
L’anello dei visori viene dipinto con il blu trasparente Vallejo.
La mitragliatrice del capocarro è stata rifatta usando tubicini della Albion Alloys.

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Ecco le parti necessarie per un cingolo completo, c’è parecchio da pulire.


Usando la dima i cingoli si montano benissimo.
I tacchi di gomma vengono trattati
con una fresa per invecchiarli.

scopi. Con l’aggiunta di


bianco si creano zone di
luce e ombra, poi si passa
alla mimetica miscelando
NATO Brown AK e il colore
di base; è sufficiente seguire
lo schema delle istruzioni. Il
marrone è stato deliberata-
mente schiarito per rispetta-
re l’effetto scala. I cingoli
sono stati spruzzati con il

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Il colore di base è l’Iraqi Army Sand del set AK Interactive.


Con l’aggiunta di bianco si creano chiaroscuri.
La mimetica marrone si ottiene miscelando NATO Brown AK con
la base Iraqi Army Sand.

I cingoli si dipingono spruzzando Dark Tracks AK, un


grigio tendente al nero.
Anche la gomma sui rulli si dipinge con il grigio:
mai usare il nero!
Le decal hanno sempre un film trasparente che con-
viene rimuovere per quanto possibile, usando un
cutter e un righello.

Un lavaggio a smalto DAK di AK crea profondità e ombre sul modello. Le scrostature superficiali si
fanno con la base schiarita e un pennellino. I pigmenti European Earth e North Africa Dust creano
depositi di polvere. Si fissano con il White Spirit.
Gli scarichi ricevono un
lavaggio ruggine e un
chipping con ruggine e
verde.

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I pigmenti European Earth e


North Africa Dust si usano
anche per i cingoli, sempre con
il White Spirit.
La stessa mistura va bene
anche per la parte inferiore del
mezzo.
La schizzettatura crea depositi
davanti e dietro.

Per dare profondità si applica un lavaggio leggero sui pigmenti.


I tacchi di gomma si trattano con un dry-brush usando Rubber Tires
AK per evidenziarli e dare contrasto.
La zona di scorrimento dei cingoli si riprende
con una matita di grafite.

Dove passa l’equipaggio


e dove l’usura è intensa
si aggiunge un chipping
con il verde (il colore di
fabbrica del carro).

Dark Tracks AK mentre per i


tacchi di gomma è stato
usato il pennello con il
Rubber Tires sempre AK. Si
tratta di colori del set dedi-
cato alle ruote e ai cingoli.
Prima dell’invecchiamento è
stata data una mano gene-
rale di trasparente lucido.
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Weathering Con ulteriori pigmenti si trat- Attrezzi, scarichi, cingo-


Intanto mettiamo le decal eli- tano lo scafo inferiore e il li e cavo di traino si
treno di rotolamento. dipingono a parte. Il
minando il film trasparente cavo del kit è stato
in eccesso. Un lavaggio Sempre con i pigmenti si
sostituito con uno di
generalizzato o come filtro creano accumuli di polvere metallo.
dà risalto ai dettagli cam- e terra secca sullo scafo.
biando la resa complessiva. Si montano quindi tutti i det-
Con un pennello sottile si tagli preparati a parte, evi-
passa al chipping con una tando di lasciare impronte
tonalità più chiara della digitali; l’antenna completa
base, sullo scafo si applica il lavoro su questo modello
poi una miscela di pigmenti Meng bello e facile.
European Earth e North
Africa Dust fissati con il
White Spirit; su questa
superficie si creano colature
di acqua e carburante usan-
do i vari prodotti AK. Le
colature sulle fiancate si
ottengono con numerosi toni
della serie Streaking Grime.

La cupola del capocarro; il metal-


lico della mitragliatrice è stato ripro-
dotto con il Gun Metal Metal Wax di
AK: si dipinge e poi si lucida.

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L’Hu m ber Mk .IV è l’u lt im o k it ar r iv at o del cat alogo


Tam iy a n ella scala 1/48. L’Hu m ber Ar m ou r ed Car, in t u t t e
le s u e v ar ian t i, è s t at a im piegat a du r an t e la s econ da
gu er r a m on diale s u l f ron t e it alian o e n or deu ropeo dalle
t r u ppe br it an n ich e e del Com m on w ealt h , dopo il con f lit t o
r es t an do in s er v izio pr es s o alt r i es er cit i. L a Mar k IV,
ar m at a con il pezzo s t at u n it en s e da 37m m , en t r ò in s er -
v izio n el 1943.

TAMIYA
1/48
di Luciano Rodriguez

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Montaggio plesso comprendente i rie per completare lo scafo: Sulla torretta ho scavato la
Il kit è composto solo da semiassi, la trasmissione e 1. Gli occhielli di solleva- canna del pezzo principale
parti in plastica iniettata e lo sterzo. Lo scappamento è mento sono stati rifatti in e della mitragliatrice coas-
non include alcun tipo di separato. I quattro parafan- rame, stessa cosa per le pro- siale. Ho aggiunto i perisco-
metallo, nemmeno come ghi sono molto sottili, i tezioni dei fari, le maniglie pi, la maniglia e il cavo del
zavorra, come in altre scato- paraurti sono anch’essi del motore e quelle laterali; faro, realizzato la sede per
le della serie. Il dettaglio è separati. quelle superiori sono in stri- la lente e tagliato in due il
buono e non vi sono segni Le ruote sono in due parti scia di alluminio. portello del capocarro per
di estrattori sulle superfici a con un buon mozzo e batti- 2. Con piccole sezioni di poterlo aprire.
vista, non ci sono bave e le strada adeguato alla scala, sprue ho dettagliato i vari
linee di mezzeria sono vir- tenuto conto della difficoltà supporti e le luci di posizio- Colorazione
tualmente inesistenti. di stampare la particolare ne anteriori e posteriori. 1 - Generalmente non uso
La costruzione inizia incol- scolpitura degli pneumatici 3. Ho migliorato le taniche primer ma talvolta voglio
lando le parti dello scafo, britannici. Sui parafanghi vi del kit inserendole in una essere sicuro che non vi
basta fare attenzione ai gra- sono molte parti come le rastrelliera autocostruita e siano zone prive di colore,
dini che accolgono le fian- luci, le casse e le taniche, stampandone copie in resi- soprattutto quando le forme
cate, come ben specificato oltre agli attrezzi come na. Sui parafanghi anteriori sono molto complesse e
nelle istruzioni. La parte infe- pala, ascia e piccozza, tutti ho installato cassette di sono stati usati materiali
riore è formata da un com- pezzi separati. munizioni prelevate da un diversi. Due mani leggere di
Poche le aggiunte necessa- set Verlinden. NATO Green XF-69 fungo-
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modo di accentuare la tridi-


mensionalità.
4 - Un poco di polvere si
crea soprattutto sulle superfi-
ci piane con una velatura
diluita di Wooden Deck Tan
XF-78. Uso questa tonalità
anche per creare striature
verticali che in seguito
saranno scurite con altri trat-
tamenti. La foto mostra
come la polvere spenga il
contrasto ottenuto nelle fasi
precedenti.
5 - Le superfici inferiori sono
in Earth Brown XF-72, che fa
da base all’ulteriore invec-
no da primer e creano l’om- chiamento.
bra per la successiva colora-
zione.
2 - Non sono un purista
quando si parla di colora-
zione, l’Humber Mk.IV era
in Dark Green SSC-15 alla
fine della guerra ma sappia-
mo che l’aspetto variava
moltissimo a seconda del-
l’usura, così ho deciso di
partire con una velatura di
British Dark Green XF-81.
3 - Da questa base ho com-
pletato il colore aggiungen-
do gocce di Interior Green
XF-71 spruzzato dall’alto in
modo da creare un effetto
luce naturale sulle superfici
del modello. Non è una
modulazione ma è il mio

6 - Con una miscela di nero


e marrone si accentuano le
ombre dei recessi, degli spi-
goli e dei dettagli. Con lo
stesso colore si accentuano
le striature verticali.
7 - Una mano di trasparente
lucido consente di applicare
le decal. C’è solo un'opzio-
ne nel kit, un veicolo di
un’unità polacca. Volendo
riprodurre un esemplare bri-
tannico ho fatto delle ricer-
che e poi recuperato le
decal adatte. Ho quindi
dipinto i dettagli minori e
sigillato con un’altra mano
di trasparente.

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8 - Ulteriori depositi di pol- fine esalta i dettagli appiatti-
vere si creano a pennello ti dalla polvere.
con gli smalti. Conviene 10 - Ulteriore sporcizia si
miscelare il Buff XF-57 con il crea con il Dark Brown
Khaki XF-49 per non avere Wash con applicazioni
una tonalità troppo chiara. mirate soprattutto nella
9 - Un lavaggio mirato nero parte bassa, dove si posso-
eseguito con un pennello no ottenere interessanti effet-

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9 10

11 ti di fango umido. testa Tamiya. La base è stata


11 - Le ruote ricevono gli realizzata in fretta senza
stessi trattamenti, in questi particolari aspettative se
mezzi gli pneumatici gioca- non quella di presentare il
no un ruolo importante nella mezzo nel suo ambiente
resa finale e conviene cura- operativo.
re particolarmente il loro
aspetto. Conclusione
Il capocarro è un pezzo Questo kit ha un numero di
della GasoLine modificato, parti inferiore allo standard,
combinato con l’eccellente ma la qualità è la solita

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Tamiya. Penso che l’Humber


sia un ottimo soggetto, il
montaggio è piacevole,
adatto al principiante oppu-
re all’esperto che vuole un
rilassante weekend project.

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TAMIYA- FM DETAIL
1/35
di Alberto Bertoni

I due kit che hanno permesso di realizzare questa particola-


re versione del carro. A sinistra il vecchio Panther G Late
Version Tamiya e a destra, il set in resina e fotoincisioni FM
Detail. Negli anni novanta quando ho comprato il set non
c’erano ancora i paper tank in plastica come oggi!

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Dopo l’abbandono del progetto Panther II venne ripreso in consi-


derazione un nuovo aggiornamento sul già avviato programma
che prevedeva per il carro una nuova torretta ridotta, leggera e
più economica da produrre.

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Sopra l’esploso della scatola FM Detail


che si concentra sulla torretta. Le altre
foto sono le poche immagini storiche
esistenti del carro con questa particola-
re torretta e il visore notturno.

Iniziato il progetto nel 1943 A guerra terminata alcuni que a metà degli anni
senza mai arrivare alla pro- esemplari furono prelevati Novanta, quando i produt-
duzione in serie, i progettisti dagli angloamericani e tori dei kit in plastica non
tedeschi tentarono di far impiegati come bersagli per avevano ancora preso in
adottare almeno la nuova prove valutative di tiro; al
torretta sul nuovo Panther giorno d'oggi rimangono
Ausf. F. pochi esemplari nei musei,
Alcune torrette furono termi- con ancora i segni dei pro-
nate e montate su scafi di iettili.
Ausf. G come prototipi,
anche se pare che fossero Il modello
sprovviste degli organi di Questo mio progetto nac-
sparo e movimento.

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Quel che resta di una vera


Schmalturm conservata in
un museo.

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considerazione questi Dalle immagini in bianco e di rulli gommati con altret- bei contrasti.
paper tank, costringendo nero si intuisce lo stacco dal tanti in metallo. Qualche Ho volutamente presentato il
noi poveri modellisti all’ac- nuovo al vecchio, cosi presi Schürze malamente posizio- modello su una basetta mini-
quisto di set in resina a volte a fantasticare per decidere nata crea l’idea di modifi- malista tutta nera, per dargli
anche molto costosi. A quei la livrea del mio modello. che aggiunte all’ultimo il massimo risalto.
tempi l'ungherese FM Detail Per personalizzarlo ulterior- minuto.
produsse un trans kit dedica- mente ho realizzato diversi I cingoli in metallo Friul
to a questa versione. tipi di colorazione per sug- hanno sostituito quelli in vini-
Come si vede dalle immagi- gerire un assemblaggio le del kit.
ni, il set è composto da due disordinato di quello che La colorazione ha subito
parti che raffigurano la tor- sarebbe diventato un proto- vari interventi nella fase di
retta, la cupola e il mantel- tipo da visionare per le valu- avanzamento lavori; la resa
letto del cannone in resina, tazioni del caso; per sottoli- è un poco forzata se voglia-
la canna in metallo bella neare quanto l’industria mo, ma modifica notevol-
pesante tanto da costringer- tedesca fosse avanti nei mente l’aspetto del modello
mi a zavorrare la base della tempi, ho inserito anche dei rendendolo a mio parere
torretta e alcune parti in visori notturni all'infrarosso; più interessante.
fotoincisione. questo innovativo sistema Come base ho utilizzato gli
Come spesso accade, que- tecnologico era già in uso smalti Humbrol, che ben si
sto progetto è rimasto a su alcuni carri. prestano per i trattamenti
lungo sullo scaffale in attesa Partendo dal bel kit Tamiya con gli immancabili colori a
dell’ispirazione giusta, fino dedicato al panther Ausf. G olio.
a che non ho trovato alcune “late” come base per ospita- Il modello ha ricevuto una
immagini di due prototipi re la nuova torre, non ho modulazione di colore
con lo scafo Ausf. G “late” effettuato grandi modifiche seguita da un invecchiamen-
molto vissuto sul quale spic- a parte l’aggiunta di piastre to a olio tirando il colore
ca molto vistosamente una per la protezione del motore scuro verso il basso e chiaro
torretta nuova di pacca! e la sostituzione di un paio verso l’alto, per ottenere dei

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La scala 1/48 si è ricavata negli ultimi anni un suo spazio ben


preciso, dopo l'abbandono di Bandai che negli anni Ottanta
aveva proposto molti kit è rinata grazie a un forte investimento
Tamiya.

I
produttori di aftermarket I pezzi che compongono dettagli nonostante la gros- sfacente.
in resina e fotoincisioni si questo set di dettaglio in sa botola sul cielo completa- Il modello, una volta finito e
sono dati da fare a loro verità sono abbastanza sod- mente aperta. Il dilemma arricchito dei figurini della
volta, mettendo in commer- disfacenti per quel che con- quindi è stato se chiudere Calibre 48, copiati palese-
cio appositi set di miglio- cerne la parte esterna. I par- tutto con un telo riprodotto mente da quelli Royal
ria. La base di partenza di ticolari sono curati e ben con stucco epossidico oppu- Model in 1/35 e quindi
questo articolo è proprio proporzionati nel classico re cimentarsi nell'autocostru- semplicemente fantastici, è
una conversione per lo stile CMK. Tutto molto bello zione delle parti visibili. stato colorato e posizionato
Sherman M4 Tamiya realiz- a eccezione della parte Considerando che in su un diorama che riprodu-
zata da CMK per ottenere interna della torretta, che entrambi i casi bisognava ce il suolo francese. Per rea-
il carro recupero M32. infatti si presenta priva di intervenire, tanto valeva rim- lizzare la vegetazione sono
boccarsi le maniche e cerca- state usate le piante già
re di fare un lavoro soddi- pronte della Mininature, che
occorre solo adattare al ter-
reno al momento di incollar-
le.

TAMIYA-CMK
1/48
di Franco Senatore

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Traendo spunto delle bellissime foto presenti


sul libro “Heavy Wrecker” di David Doyle, ho
riprodotto il sedile dell’operatore dell’arga-
no, la carrucola per il passaggio del cavo
d’acciaio, i vari contenitori e casset-
te presenti nella torretta.

Gli interni sono stati dipinti e pesan-


temente invecchiati con gli oli e
i prodotti a solvente già pronti
reperibili in commercio.

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Il mezzo disponeva di una grossa botola


centrale, sulla quale vi era una mitraglia-
trice calibro .50 con relativo supporto
che le permetteva di ruotare a
360°. Questo supporto è
stato completamente rico-
struito in plasticard e la
stessa mitragliatrice
ha subito un
duro lifting per
renderla il più
simile all’ori-
ginale.

Ho aggiunto
le saldature ripro-
dotte con stucco epos-
sidico testurizzato con una
lama di bisturi e i numeri di
fusione sia sullo scafo sia sui car-
relli delle ruote, ricorrendo alle decal
della Archer.

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La cassa portaoggetti posteriore in resina piena è stata


sostituita con una costruita ex novo in plasticard in
versione open, riempita successivamente con oggetti
vari.

Il modello è stato dipin-


to con colori Tamiya ad
aerografo sfumando
diversi toni partendo dal
verde XF-13.

Al colore
di base ho
aggiunto delle
striature sfuma-
te, più chiare dal-
l'alto verso il basso
e più scure dal
basso verso l'alto.
Dopo l'invecchia-
mento il risultato
è stato soddisfa-
cente. Occorre tener
conto che i passaggi
intermedi della colora-
zione difficilmente sono
veritieri.

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In commercio non ho trovato dei cavi


da traino per questa scala, per cui ho
rifatto tutto con tubicino e fili di
rame saldati.
Molti di questi carri recupero
erano forniti di una morsa
posta sui parafanghi per
lavori sul campo.
Il plasticard ha fatto
al caso mio per
riprodurla.

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Il mezzo, una volta terminata la fase di invecchiamen-


to, è stato completato con il capocarro (adattato alla
torretta e dipinto con colori acrilici) e riempito di
numerosi carichi esterni come riscontrato dalle innu-
merevoli foto dei mezzi reali.

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TAKOM
1/35
di Fabrizio Pincelli

Il Luchs è un veicolo tedesco 8x8, corazza-


to, anfibio, destinato alla ricognizione
(Spähpanzer) e in servizio dal 1975; conta
in totale 408 esemplari distribuiti ai batta-
glioni esploranti dell’Esercito Tedesco. È
stato sviluppato dalla Daimler-Benz tra il
1968 e il 1974, sostituendo il carro legge-
ro M41 e il trasporto truppe
Schutzenpanzer SPz 11-2 Kurz.
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I
l Luchs possiede una tra- suo basso rumore di funzio- visione termica e un nuovo con qualche area umida
zione integrale realizzata namento. Fino a 50 km/h apparato radio Sem dovuta al carburante e alle
dalla Thyssen-Henshel, tutti e quattro gli assi sono 80/90, portando alla macchie di lubrificante
ora Rheinmetall. È ben pro- sterzanti. Come caratteristi- nuova denominazione di nella zona del motore, nel
tetto, possiede un sistema ca speciale, il veicolo è SpPz 2 Luchs A2. contempo creando zone
NBC e si caratterizza per il dotato di una postazione di polverose sulle piastre oriz-
guida posteriore, per il Progetto zontali. Alla fine il risultato
quarto uomo dell'equipag- Ormai si sa che i carri ottenuto mi ha convinto,
gio. Fino al primo aggior- armati sono la mia passio- consentendomi di avvici-
namento del 1986, il Luchs ne, ma questi anfibi coraz- narmi sempre più alla real-
era completamente anfibio zati devo dire che mi stan- tà che è lo scopo di ogni
e poteva superare ostacoli no affascinando parecchio, mio lavoro.
d’acqua rapidamente e in soprattutto quelli moderni,
modo indipendente, utiliz- belli per le loro forme squa- Kit e costruzione
zando due eliche nella drate e sfuggenti. Questo in Takom sforna kit uno
parte posteriore e una particolare mi piace molto. meglio dell'altro e questo
paratia anteriore ripiegabi- La sua forma mi affascina e Luchs non è da meno. La
le per la correzione dell’as- costruirlo è stato veramente qualità della plastica è otti-
setto. L'armamento era soddisfacente. Il prossimo ma, senza ritiri e bave.
composto da una mitraglie- che costruirò sarà il traspor- L'unico neo sono le stampa-
ra 20 mm Rheinmetall to truppe ruotato Boxer, te, un po’ troppo grosse e
MK20 Rh 202 e da una anch'esso meritevole per la
mitragliatrice MG3 da sua inconsueta forma e
7,62 mm esterna. l'ampia possibilità di invec-
L’aggiornamento del 1986 chiamento delle sue ampie
ha incluso la sostituzione piastre verticali.
del visore notturno a infra- Tornando al Luchs, dopo
rossi con un sistema di aver esaminato molte foto
del veicolo impegnato a
uscire dal fango in qualche
campagna tedesca, il mio
obiettivo è stato quello di
simulare il fango secco,

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costruzione 2 3

1
1 Per riprodurre le maniglie ho usato del filo di rame piegato con delle pinzette a becchi lisci.
2 Con una punta da 0,5 mm creo la sede di ancoraggio delle maniglie.
3 Con un filo di rame sottilissimo applico la colla cianoacrilica attorno ai punti di saldatura delle piastre.
4 Con un punzone e un piccolo martello creo i rivetti sui pezzi fotoincisi.
5 Prima dell'incollaggio arrotondo i bordi con una lima fine.
6 Per piegare i pezzi piccoli uso una piegatrice e un paio di pinzette.

4 5 6

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Varie viste del modello completo


prima della colorazione.

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colorazione
7 8

9 10

11 12

13 14

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7 Dopo aver rimosso dal modello polvere e residui di plastica, applico uno strato sottile di primer per uniforma-
re la superficie prima della pittura.
8 Il colore base della mimetica è il verde applicato ad aerografo su tutto il modello.
9 Il secondo colore della mimetica è il nero. Ho cercato di rispettare il più possibile le forme delle macchie, guar-
dando la foto fornita con il kit.
10 L'ultimo altro colore è il marrone, seguito da uno strato di vernice opaca trasparente.
11 La mimetica NATO è completa.
12 Con il prodotto Ammo eseguo un lavaggio selettivo nei recessi e negli angoli per dare profondità al model-
lo.
13-14 Ecco il modello prima di ricevere l'invecchiamento.
15 Creo una miscela con i prodotti Ammo in parti ugua-
li, diluita con il white spirit, e la applico su tutta la
parte bassa del modello.
16 Quando il colore è ancora fresco applico uno
strato sottile di sabbia finissima per dare volu-
me al fango.
17 Usando la tecnica dello stecchino
adopero la stessa miscela usata
in precedenza per simulare
gli schizzi di fango
secco nella parte
superiore del
modello.
18 Per simulare
la polvere sulle
piastre verticali
diluisco al 60% il
prodotto usato in
precedenza e lo
applico con un pen-
nello.

15 16

17 18
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19 Con il prodotto Ammo comincio a simulare le


zone umide attorno ai portelli e ai ganci porta
attrezzi.
20 Al prodotto Ammo aggiungo il colore a olio Buff.
In questo modo creo delle zone più chiare che vanno
a variare le tonalità del fango.
21 Inizio a creare colature di carburante con il pro-
dotto Ammo dedicato.
22 Attorno ai portelli motore applico il Fresh Engine
oil.
23 Con il Cristal Black simulo lo specchio dei visori.
24 Il Cristal Orange mi serve per il lampeggiante di
emergenza.

19 20

21 22

23 24

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26 27
ruote
25
25 Dopo aver pulito le ruote dai residui di resina applico il colore Ammo su tutta la superficie.
26 Successivamente applico il colore verde NATO sui cerchi.
27 Ecco gli ingredienti per simulare il fango secco sui cerchi: colori Ammo, diluente e sabbia finissima.
28 La miscela di colori a smalto è composta in parti uguali, leggermente diluita e applicata con un pennello
su tutta la superficie.
29 Quando il colore è ancora fresco applico la sabbia in maniera casuale, lasciando delle zone scoperte per
creare diversi spessori di fango.
30 Con il colore Dry Light Soil vario le tonalità del fango secco ed evidenzio i piccoli bulloni e la parte ester-
na del cerchio.
31 Ora procedo a simulare il fango umido, creando una mistura di colori Ammo dedicati: Wet Mud, Wet Effects
e Fresh Mud. Anche in questo caso è composta in parti uguali, diluita al 50% con diluente.
32 Applico la miscela creata in precedenza, anche nella parte esterna della ruota.
33 Il colore Turned Earth diluito è quello che serve per simulare il fango umido attorno al cerchio.

28 29 30

31 32 33

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che potrebbero danneggia- e le ruote della Def Model. nali. Con piccoli lavoretti si pennello. Devo dire che gli
re i pezzi più piccoli duran- Queste ultime sono davvero può ottenere un modello acrilici Ammo si prestano
te il taglio. Le istruzioni ottime sia per la qualità dettagliato che farà risalta- bene allo scopo, essendo
appaiono chiare, dettaglia- della resina sia per l'effetto re il risultato finale. molto coprenti e tenaci,
te e divise per consentire di peso che riproducono. Tutte permettendo di raggiunge-
costruire le versioni A1 e le maniglie e le protezioni re il risultato in una sola
Verniciatura
A2. Bisogna fare attenzio- dei fari sono state riprodot- applicazione. Il segreto è
Su questo modello ho volu-
ne al complesso sistema di te con filo di rame rispettan- quello di lasciare il colore
to sperimentare la realizza-
sospensioni, sterzo e trazio- do le misure di quelle origi- all’aria per un minuto in
zione della mimetica a
ne perché l'assemblaggio modo da far evaporare il
mano libera, usando solo il
risulta molto difficoltoso. liquido, dopo di che la con-
Nonostante l'ottima quali-
tà, ho voluto dettagliare il
modello il più possibile,
aggiungendo il set Voyager

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sistenza del colore aumen-


ta consentendo un potere
coprente maggiore, senza
sbavature. Dopo l'applica-
zione si applica uno strato
di vernice trasparente
opaca per uniformare il
tutto.

Conclusioni
I mezzi ruotati sono appe-
na entrati nella mia colle-
zione ma penso che presto
raggiungeranno un’alta
percentuale, prendendosi il
posto che meritano nel
panorama bellico mondia-
le. Ora vi lascio alle foto
che descrivono passo-
passo le fasi principali di
questo lavoro. Spero vi
piaccia e vi spinga a
rischiare di più nei lavori,
in modo da ampliare il
vostro bagaglio di espe-
rienza in questo fantastico
hobby.

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DRAGON-TAMIYA
1/35
di Fabio Nunnari & FRIENDS

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Dopo il trittico sulla tragedia della guerra dedicato ai soldati ita-


liani (“Penne e Piume” in Africa, “Under fire” con l’ombra dell’ae-
reo e “Homo homini lupus” per la ritirata di Russia), abbiamo
voluto rendere omaggio alla nostra città, Reggio Emilia, rappre-
sentando il momento in cui gli alleati stanno per entrarvi, il 24
aprile 1945.

A
bbiamo consultato va un carro Sherman e una
varie fonti e fotogra- jeep Willys e siamo partiti
fie, ma abbiamo nella nostra impresa.
preferito scartare un'am- La scena rappresenta
bientazione cittadina per- un'ipotetica sosta del carro
ché avrebbe richiesto la e della vettura: gli occupan-
costruzione di edifici molto ti sono scesi dai mezzi e
alti rendendo il diorama stanno parlando con alcuni
troppo voluminoso. civili, mentre altri osserva-
La scelta è caduta su un no la scena da breve
tratto della via Emilia in distanza. Qualche bambi-
direzione Modena (direttri- no gioca o riceve dolciumi
ce sud da cui proveniva la dai soldati e alcune ragaz-
colonna dei mezzi statuni- ze si avvicinano al carro
tensi), dove si trova un arco armato per ascoltare la
molto caratteristico della musica che proviene da un
nostra città, detto “del grammofono. La jeep è
Mauriziano”. carica di vettovaglie e
Presso un istituto di ricerca oggetti personali (tra questi
storica di Reggio Emilia, anche una mazza da base-
l’ISTORECO che ringrazia- ball) che i soldati americani
mo, abbiamo reperito alcu- si portano dietro nel viag-
ni fotogrammi tratti dal gio lungo la nostra peniso-
Combat Film americano la.
che rappresentano la Non si tratta di una scena
colonna proprio in transito di euforia per la liberazio-
di fronte a questo arco. ne ma di una semplice
Abbiamo pertanto focaliz- sosta della colonna che sta
zato una scena che include- per entrare in città.
Il diorama ci ha richiesto
ben quattro anni di lavora-
zione: la spiegazione della
lunghezza della lavorazio-
ne risiede soprattutto nel
tempo impiegato per
A destra il solda-
to statunitenze
Roque J. Riojas in
una foto d’epoca.
Tornò nella città
di Reggio il 25
aprile 2012 dopo
esservi entrato il
24 aprile con il 34
Infantry Division,
denominato “Red
Bull”

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costruire l’arco del Primo gruppo


Mauriziano. È vero che in Mauro Bedogni:
molti diorami si rappresenta- Assemblaggio del carro e
no edifici, ma il più delle della jeep con autocostru-
volte si tratta di costruzioni zione di alcuni particolari e
piccole e quasi sempre di componenti di dettaglio.
fantasia; in questo caso Arco del Mauriziano: mon-
abbiamo invece un edificio taggio di tutti i coppi; sago-
reale rappresentato in matura e montaggio del
scala, che tra l’altro ha alcu- rivestimento in piombo della
ne difficoltà aggiuntive per- vasca in copertura; incisio-
ché, ad esempio, presenta ne dei mattoni.
una base romboidale e non Giuseppe Berselli:
rettangolare. Montaggio e pittura dei sol-
I mattoni sono stati incisi datini; lavorazione della
sulla struttura e le tegole base, stampaggio dei
sono state colate sulla base coppi.
di uno stampo acquistato in Fabio Nunnari: Modifica e
Inghilterra e posizionate pittura dei soldatini e degli
una alla volta. accessori dei mezzi, pittura
Un’ultima ma molto impor- di dettagli dell’Arco del
tante nota riguarda il solda- Mauriziano e dei muretti.
to che fuma a capo scoper- Arturo Santi:
to: si tratta di un personag- Collaborazione alla costru-
gio esistente e ancora viven- zione dello Sherman; colo-
te: Roque J. Riojas, che razione della jeep e del
tornò nella città di Reggio il carro; realizzazione e pittu-
25 aprile 2012 dopo esser- ra del terreno e dell’Arco
vi entrato il 24 aprile con la del Mauriziano.
34th Infantry Division “Red Pierpaolo Santi:
Bull”. Avendolo conosciuto Costruzione dell’arco del
personalmente non poteva- Mauriziano in legno e di
mo ometterlo nel nostro dio- tutti gli accessori; costruzio-
rama e abbiamo ricavato ne delle biciclette.
un suo ritratto dalle foto
d’epoca.
Secondo gruppo
Giuseppe Basile: Modifica
La squadra è cresciuta e la
del soldato americano che
ripresentiamo in stretto ordi-
offre la cioccolata al bambi-
Il ne alfabetico, indicando nel
monumen- no. Scultura del bimbo che
primo gruppo i partecipanti
to è stato rea- riceve la cioccolata. Studio
lizzato in legno
sempre presenti e nel secon-
generale delle uniformi.
per la facilità della sua do quelli che hanno collabo-
Scultura dei vasi del
lavorazione e poi stampato rato più saltuariamente in
in resina. La cancellata è stata Mauriziano.
base alle proprie possibilità:
realizzata in ottone saldato. Guido Burani: Pittura dei
soldatini e in particolare dei
visi, scultura di accessori.
Paolo Ferrari:
Collaborazione al montag-
gio della jeep e dello
Sherman.
Luca Incerti: Collaborazione
al montaggio dello Sherman
e dei cingoli.
Andrea Iotti: Preparazione
degli accessori, pittura del
carrista appoggiato alla
jeep, correzioni al figurino

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Molti modellisti e figuri-


nisti hanno collaborato
a questo diorama.
A destra possiamo
vedere il Mauriziano
dopo la colata in resina
del master in legno.
Sotto il figurino del
bambino modificato da
Mariano Numitone per
adattarlo alla scena.

del contadino con il forco-


ne.
Stefano Rompianesi:
Collaborazione al montag-
gio della jeep e al posizio-
namento dei coppi.
I cameo di questa avventura
sono stati moltissimi e di pro-
venienza da svariati Paesi:
Schizzo generale del diora-
ma: Keith Rocco (USA).
Prima impostazione del
bambino che riceve la cioc-
colata: Mariano Numitone
(I).
Ritocchi alla pittura del bam-
bino seduto sulla bicicletta:
Mariano Numitone (I).
Pittura del viso del bambino
seduto sulla bicicletta: Mike

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Lo Sherman M4A3 della Dragon è stato dettagliato interamente con resine della CMK.

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Blank (S). Uniformi Militari della FIGUR INI


Impostazione del soldatino Seconda Guerra Mondiale - - Soldati: Mini Art “Jeep Crew and MP” n. 35046 - Dragon Carristi (trat-
che rappresenta Roque J. Mollo Mc Gregor - Roma ti dal kit dello Sherman) - New Model World n. NWM35044 - Verlinden
US Tanker n. 844, U-Models. Due carristi US – Master Box
Rojas e in particolare del 1979 - Teste: Dragon, Alpine, Hornet
viso: Mike Blank (S). Finito! 1945 L’avanzata - Equipaggiamento soldati (sacche, zaini e accessori): Tamiya n.35206
Pittura del viso del carrista degli americani nella valle - Verlinden US Infantry gear (backpacks for figures) n. 1154 - Verlinden
n. 216 - Plus Models - Rucksacks and bags n. 042 Verlinden Rucksacks
appoggiato alla jeep: Mike Padana e la resa dei tede-
for figures n. 368
Blank (S). schi - Ezio Trota - Modena - Civile: Model Victoria. Bambini: Rascals Andrea Miniaturas n. SG
Pittura del viso dell’ufficiale 2008 A36/ Running children Dough’s original n. 35001. Ragazze – Master
americano che porge la The US Army 1941-1945 - Box
CAR R O AR MATO
cioccolata: Pepe Gallardo P. Katcher - C. Collingwood
- Carro Sherman: Dragon M4A3 n. 6255
(E). - Oxford 1978 Driver’s set – Czech Master’s Kits (CMK) n. 3026
Scultura di una gamba del The World War II GI - R. Interior set – CMK n. 3027
carrista appoggiato alla Windrow - Marlborough Carichi: Legend Sherman Stowing set n. LF 1116
Proiettili: RB n. 35R21
jeep: Diego Fernandez 2008 J EEP
Fortes (E). Cassino - K. Ford - M. - Jeep Willys: Tamiya MB n. 219
Scultura del braccio del sol- Chappel - Marlborough Trasferibili per il cruscotto: Archer n. 35308
(Gran Bretagna) 2001 Fotoincisioni: Eduard n. 35347
datino che rappresenta
Canna della mitragliatrice Browning: RB n. 35882
Roque Rojas: Riccardo The Allied Force in Italy ACCESSOR I NEL DIOR AMA
Ruberti (I). 1943-1945 - G. Rosignoli - - Bicicletta: Model Victoria Taurus Mod. 25 n. 4090
Pittura del viso del carrista Farnham (Gran Bretagna) - Bicicletta: Tamiya n. 240 con fotoincisioni Voyager n. 35256
- Casse di legno: Wooden box 1 Plus Models n . 291 e Verlinden
con l’accendino, del pro- 2009
- Fusti di olio RB 35D21 e di benzina RB 35D20:
sciutto sulla jeep, della cioc- La Campagna d’Italia - R. - Tegole: Roof tiles da noi prodotte con stampo Diorama debris
colata Hershey: Aleksander Roggero - Parma 2005 - Vettovaglie Verlinden
Michelotti (I). Sherman - Osprey - Grammofono : Andrea Miniaturas
- Erbe - Sintetiche di varie marche – Arbusti: Best soldiers
Pittura del viso del vecchio
seduto: Mike Blank (S).
Pittura del viso del bambino
che corre: Mike Blank (S).
Pittura del viso di Roque J.
Rojas: Diego Fernandez
Fortes (E).
Pittura del viso del fante
Verlinden, vari ritocchi sui
colori carne e grado del ser-
gente della Mini Art: Luca
Olivieri (I).
Pittura del viso e degli incar-
nati della ragazza che
ascolta il grammofono:
Massimo Pasquali (I).
Pittura del contadino con il
forcone: Mike Blank (S).
Un ringraziamento speciale
a Lorenzo Bonafini, che ci
ha prestato la macchinetta
che magnetizza l’erba sinte-
tica e permette di incollarla
dritta.
Referenze bibliografiche: su
internet abbiamo trovato
molte fotografie d’epoca
che sono state incessante
fonte di ispirazione.
Inoltre abbiamo consultato i
seguenti volumi:
Le Uniformi delle due
Guerre Mondiali - Yannis
Milonas - Milano 1977
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50 a 53 hetzer:28 a 29 photofile 25-07-2016 10:20 Pagina 50

JAGDPANZER 38 (HETZER)

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JMP
1/35
di Paolo Sette

L'autocarro Daimler cisterna


del 1914 è il soggetto
principale del diorama.

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54 a 59 sette cisterna:06 a 13 matilda 25-07-2016 10:24 Pagina 55

Q
uesto ottimo kit in resi- Consultando le foto d'epoca
na gialla della JMP, ho aggiunto qualche picco-
anche se datato, non lo particolare in plasticard e
è certo di qualità inferiore alla filo di rame.
media. Non ci sono parti sver- A parte la cisterna, il kit è
golate o bolle, una gran cosa stato totalmente assemblato
quando si ha a che fare con la prima della verniciatura.
resina, se poi le dimensioni
generali sono corrette è una La verniciatura
pacchia. Prima di tutto occorre deter-
gere bene il modello per
Il soggetto è stato montato liberarlo da polvere, grasso
quasi da scatola, usando delle mani e residui di
soprattutto colla bicompo- distaccante della resina, poi
nente 5 minuti. Visto che il si passa al primer bianco
telaio appoggia su ruote, ho Vallejo in bomboletta.
rafforzato i punti di giunzio- Anche se non è male, devo
ne con dei perni in metallo dire che preferisco quello
invisibili a lavoro finito. Ho Tamiya. Ho riscontrato la
realizzato dei piccoli fori formazione di qualche bolla
con il trapano e usato degli che poi mi ha costretto a
innesti in metallo, una graf- carteggiare qualche punto.
fetta stirata va benissimo. Su questa base ho steso ad
Ho autocostruito i cuscini aerografo alcuni toni verdi
dei sedili in pelle usando lo del range AK Interactive; si
stucco bicomponente tratta di acrilici simili ai
Milliput bianco, che è molto Vallejo e che ora vanno Il kit JMP in
fine e non lascia grumi. La tanto di moda. Nel dettaglio resina e metallo.
pedana superiore della ho usato come primo colore Il secondo kit in resi-
cisterna è in vero legno, l’Olive Drab Base del set US na è della Plusmodel che
rappresenta un carretto minu-
sfruttando l'infinita scelta Olive Drab Special to di una particolare botte.
che offre il modellismo nava- Modulation - AK131, segui-
le. to dal Light Base Olive Drab

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54 a 59 sette cisterna:06 a 13 matilda 25-07-2016 10:24 Pagina 56

Il kit è in resina, le balestre invece


sono in metallo per irrobustire la
struttura. Alcuni particolari persi
nella realizzazione nelle zone più
esposte sono stati rifatti con il
plasticard. La scaletta è stata
realizzata con del filo di rame.

La passerella sulla cisterna era stata rifatta in plasti-


card ma alla fine è stata sostituita con listelli di
legno per modellismo navale.

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54 a 59 sette cisterna:06 a 13 matilda 25-07-2016 10:24 Pagina 57

I cuscini dei sedili sono stati fatti in stucco


bicomponente Milliput per dare la trama della
cucitura e dei bottoni. Anche le leve delle
marce e del freno a mano sono stati rifatti in
plasticard per via dello svergolamento delle
parti originali in resina, il piantone dello ster-
zo è stato sostituito con un tubolare in ottone.

Il modello ha ricevuto una mano di primer


bianco Tamiya.

al centro dei pannelli per Per i fari in ottone ho usato Invecchiamento via con un panno inumidito
schiarirli; per finire ho usato la pasta metallizzata AK su È stato realizzato completa- di acquaragia. Ovviamente
l’High Light Olive Drab. Dei base nera. Si tratta di una mente con i colori a olio occorre eseguire l'invecchia-
sei colori proposti dal set ne pasta estremamente densa messi su un cartoncino per mento dopo aver imbastito
ho usati solo tre. Non è ser- che va stesa con un baston- rimuovere un po’ di la base, in modo da poter
vito utilizzare il diluente per- cino cotonato e poi sfumata. medium. Prima si inumidisce ottenere un tono simile
ché sono già pensati per Dà un perfetto effetto metal- con acquaragia il modello e anche sul terreno.
l'uso ad aerografo. lizzato senza lasciare trac- poi con l’olio si applicano le
Le ruote, l'abitacolo e i vari cia di pennellate o rilievi; sporcature usando principal- La casetta
particolari sono stati dipinti ovviamente mi sono servito mente toni terrosi. Si può Realizzata in cartongesso
con altri colori acrilici spa- del tono Brass. I fanali sono partire da una base grigia da 1 cm di spessore, è stata
ziando dal range Vallejo, stati montati sul kit dopo le (realizzata con bianco e costruita sulla base di un
AK, Lifecolor fino agli fasi di invecchiamento, per nero) e aggiungere Terra di disegno realizzato sul car-
Ammo, perché a pennello non rovinarli. Siena, Terra di Siena toncino. Le singole pareti
tutti questi colori sono misci- Bruciata e Nero di Paine. In ritagliate con un seghetto
bili tra loro senza problemi. caso di errore il tutto si lava sono state private della

Dopo il primer bianco sono stati spruzzati ad aerografo diversi toni Olive Drab acrilici in sovrap-
posizione per accentuare la tridimensionalità.

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54 a 59 sette cisterna:06 a 13 matilda 25-07-2016 10:24 Pagina 58

carta di protezione e quindi plasticard ritagliato per La finestra è fatta con profi- della cucina il metallo lavo-
incise con estrema facilità. simulare la classica ardesia lati Evergreen, la porta inve- rato.
Per non fare troppa fatica e molto utilizzata in nord ce è stata realizzata con i Anche la casa è stata dipin-
nuvole di polvere occorre Europa. profilati di legno navale. Le ta con i colori Vallejo, senza
avere l'accortezza di Per ottenere l'effetto pietra grondaie sono state ripro- usare fondo perché il gesso
bagnare il cartongesso sulle tegole ho bagnato il dotte con un foglio di ottone fa aggrappare bene il colo-
prima di inciderlo. plasticard con colla Tamiya tagliato e ripiegato a "U"; re per via della sua porosi-
Il tetto è un foglio di plasti- tappo arancione e poi ho trattandosi di ottone crudo, tà.
card di base sormontato testurizzato la superficie con per fargli tenere la piega ho I figurini sono della Master
dalle tegole realizzate in un vecchio pennello. riscaldato sopra un fornello Box in plastica: una scatola

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di francesi della prima guer- I sacchi di sabbia sulla chini per i denti e rametti
ra mondiale ovviamente. Le scena sono stati realizzati intrecciati di saggina presa
teste sono della Hornet in con il Das. Gli accessori da una scopa. Il tutto è stato
resina, ottime per forma, sono della Plus Model per la trattato con colori a olio
dettaglio ed espressioni del resina e Historex per la pla- facendo solo assorbire il
viso. Anche le mani sono stica: si tratta forse dei colore al legno senza rovi-
della Hornet, molto valide migliori produttori di ele- narne l'intensità naturale.
per caratterizzare il figurino menti di arredo per scene di
durante una qualsiasi azio- campagna. I ciuffi d'erba
ne sul diorama. che vedete sul diorama
I figurini sono stati dipinti a sono della Mininature,
pennello con i colori Vallejo, come gli alberi nella parte
usando la tecnica della luce posteriore. La recinzione in
zenitale. legno è fatta con degli stec-

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60 a 61 smm:66 a 67 smm4 25-07-2016 10:28 Pagina 26

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Le fotografie di soggetti reali immortalati in situazioni particolari sono


da sempre un grande stimolo creativo per il modellista.
Talvolta la sfida consiste nella fedele riproduzione della scena
fotografata, spesso viene invece raccolto lo spunto, sviluppato in
un contesto parallelo, diverso ma comunque plausibile.
Il diorama, come la fotografia, trasmette all'osservatore
il messaggio di un momento definito.
Il lato artistico deve fondersi con quello dell'esperienza modellistica
per arrivare al risultato e risolvere problemi ed imprevisti che distinguono
la riproduzione di una scena reale ad un mero adattamento.
Anche questo libro è improntato allo spirito della collana Static Model
Manual essendo l'approfondimento di argomenti già esplorati in
precedenza. Il volume guida il lettore lungo un percorso di
apprendimento delle tecniche base, seguite da quelle di
media difficoltà per terminare con le più

Disponibile
complesse.
Come sempre lo scopo è quello di presen-
tare uno scenario di possibilità
il più ampio possibile che consenta la
ricerca di uno stile personale, utilizzando in modo
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MINIART

SU-122 Initial Production, Interior Kit


Scala 1/35 Art. 35175
Distributore Pamatrade

Il SU-122 è un obice semovente sovietico messo in linea dal novembre del 1942. Il mezzo
era stato progettato per distruggere fortificazioni, postazioni di artiglieria e carri armati.
Il kit comprende 828 parti (729 in plastica) per più di un etto di materiale e soprattutto... pro-
pone gli interni COMPLETI! Non come il T-44 uscito in precedenza, questa volta non manca
nulla, dal motore alla postazione di manovra passando per la casamatta col cannone.
Questo interesserà sicuramente anche gli appassionati del T-34 visto che il motore è in
comune. I dettagli in plastica sono superbi e c’è anche l’opzione per i più pigri, basta osservare la rete
di smaltimento di calore sul motore, sia in plastica sia in fotoincisione. Come anticipato, non mancano le fotoincisio-
ni: un foglio ben studiato senza ammennicoli inutili che spesso servono solo a fare numero sul foglio in ottone. Le decal sono
riferite a sei mimetiche distinte, una in bianco invernale con i rami degli alberi stilizzati (un classico!), cinque monocromatiche in verde.
Ovviamente non manca un esemplare catturato dai tedeschi con le croci sulle fiancate. Che dire, un buon kit, il primo di una serie ovvia-
mente.
A.B.

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ITALERI

T-55 IRAQI ARMY - GULF WAR 25th ANNIVERSARY


Scala 1/35 Art. 6540
Distributore Pamatrade

Il T-55 è stato uno dei carri più prodotti e utilizzati nella storia. Realizzato in diverse versioni, è stato adot-
tato da molti Paesi posti sotto l’influenza del blocco sovietico. È stato utilizzato da parte delle truppe
corazzate irachene nella guerra contro l'Iran del 1980-1988 e durante la guerra in Kuwait nel gennaio e
febbraio del 1991. Il kit Italeri è una vecchia conoscenza del catalogo
AMT/ERTL e ancor prima Esci. Estremamente semplice, pur soffrendo la sua età rimane molto carino nelle
linee fondamentali. Le parti in gioco sono veramente poche e i cingoli a settori sono una giusta via di mezzo
per non diventare matti nelle fasi di assemblaggio. Sicuramente questo soggetto è da prendere in conside-
razione per un diorama ambientato durante la prima guerra del Golfo. Il piccolo foglio decal è abbastanza
generico e la colorazione di tutti i carri iracheni dell’epoca era in giallo sabbia.
Osservando i particolari della stampate si rimane ancora stupiti di
come potevano essere ben curati, anche se non propria-
mente perfetti, alcuni kit prodotti 20 o più anni fa!
A.B.

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62 a 64 new 153:base steel art 4 colonne 29-07-2016 12:44 Pagina 64

DRAGON

M60 Patton
Scala 1/35
Distributore Pamatrade

Arriva finalmente l’M60 (MBT) in 1/35. Una grande


famiglia questa, che comprende e comprenderà molte
versioni. Il carro, che derivava dall'M-48, è stato il
mezzo di punta degli Stati Uniti durante la
Guerra Fredda dopo la sua introduzione in
servizio nel 1960. Equipaggiata con un pezzo
da 105 millimetri, la
serie

degli M60 è stata in servizio attivo per


quattro decenni ed è tuttora impiegata da
diverse nazioni, quindi avremo modo di vedere
tante versioni nel prossimo futuro da parte di
Dragon.
Oltre al cannone più grande del 90 mm dell'M48, il kit fornisce le ruote specifiche per questo
carro. Un altro “pezzo” che contraddistingue l’M60 è la complessa e arrotondata cupola del comandan-
te. Il kit quasi inspiegabilmente propone le decal solamente per un soggetto del 2nd Battalion, 64th Armor Regiment nel 1964. Dentro
alla scatola troverete il cavo di traino in metallo e un piccolissimo foglio fotoinciso. La canna è in un unico pezzo in plastica. I cingoli
sono in gomma morbida DS con ottimo dettaglio come la copertura antipioggia sul cannone.
A.B.

GRUPPO INTERNATIONAL PLASTIC


In collaborazione
con il
MODELLISTICO
SESTESE
MODELLERS’ SOCIETY
Italian Branch - Sezione Italiana
Organizzano la
mostra-concorso a partecipazione gratuita aperta a tutti i modellisti nell’ambito di

venerdì 23 - sabato 24
venerdì 23, sabato 24, domenica 25 settembre 2016
domenica 25 settembre 2016
organizza la
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Milano / Linate Aeroporto v
40 mostra-concorso IPMS 2016
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64 153/16
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Testi: Mario Pieri e Daniele Guglielmi


Dizionario tecnico dei veicoli militari Disegni: Silvia Picucci e Mario Pieri
Gruppo Plastimodellismo Fiorentino
© Auriga Publishing S.r.l. Genova, 2016

continua dal numero precedente


T
Trincea (Trench) Trincea superabile
Fossato realizzato attraverso un lavoro di scavo, Come termine di misura, indica la larghezza
molto diffuso nelle opere difensive. Quando si massima di una cavità del terreno (fossato, trin-
riduce a una buca per proteggere o nascondere ceramento, cratere, ecc.) che un veicolo è in
uno o due soldati, in inglese si dice fox-hole condizioni di oltrepassare senza ausili.
(tana di volpe); una postazione interrata che Fa parte delle specifiche tecniche di un mezzo
alloggia un’arma da fuoco (mitragliatrice, militare ed è espressa in metri e frazioni (o piedi
mortaio) è invece detta weapons pit (buca per e pollici nel sistema imperiale). Ad esempio, per
armi). il veicolo cingolato anfibio LVTP-7, usato
Nota storica. Nella guerra di trincea era comune anche dall’Esercito e dalla Marina Militare italia-
utilizzare tre linee di trinceramenti poste una ni, è dichiarata una trincea superabile di 8 piedi
dietro l’altra e a una certa distanza fra loro: quel- (poco più di 2,40 m).
la detta “di prima linea”, che ospitava le truppe Nota storica. Già i primi tank britannici dovette-
pronte a difendersi dagli assalti nemici o a sfer- ro risolvere i problemi dati dagli ostacoli anti-
rare un attacco; quella “di appoggio”, sede di carro; in particolare si impiegarono grosse
altre truppe che potevano dare sostegno a quel- fascine di rami di legna che venivano gettate nei
le di prima linea, in attacco o in difesa; infine, fossati e nelle trincee per agevolare il loro supe-
quella “di riserva”, nella quale i soldati potevano ramento. Il metodo fu ripreso nella seconda
ritirarsi fra un’azione bellica e l’altra. Dietro l’ulti- guerra mondiale, mentre al contempo entravano
ma linea erano collocate le artiglierie, i deposi- in servizio mezzi più adeguati come i carri get-
ti e gli altri servizi. Le tre linee di trincee erano taponte. Altro elemento utile ai primi carri
collegate da camminamenti. La zona compresa armati per superare le trincee era la coda.
fra le due prime linee nemiche era detta “terra di Vedi anche: gradino e pendenza.
nessuno”.
In genere le trincee vengono scavate a zig-zag, Tropicalizzato (Tropicalized)
per minimizzare l’effetto delle schegge di gra- Veicolo, velivolo, arma, apparecchiatura o stru-
nate che esplodano all’interno dello scavo. mento adattato per poter operare adeguatamen-

Profilo di una trincea esemplifi-


cato in un manuale degli anni
Trenta.

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65 a 66 dizionario:65 a 66 dizionario 25-07-2016 10:33 Pagina 66

te in zone tropicali o, in senso lato, dove i valori Unificato


climatici (temperatura, umidità) sono molto Tipo di autoveicolo civile costruito da diversi fab-
superiori a quelli standard. bricanti seguendo precisi standard, in modo da
Un mezzo militare tropicalizzato può, ad esem- poter essere utilizzato in campo militare senza
pio, disporre di un motore modificato, filtri del- alcuna modifica o quasi e, possibilmente, con-
l’aria speciali e un radiatore potenziato (tale da sentire l’impiego di ricambi universali. Gli stan-
permettere un efficiente raffreddamento anche dard possono riguardare il peso, la portata, il
con il forte calore ambientale) o dotato di con- motore, la velocità massima su strada e fuori
densatore di vapore per il recupero dell’acqua strada, il numero di assali, ecc.
evaporata. Nota storica. In Italia la fabbricazione di auto-
__________________________________ mezzi unificati fu imposta da un decreto del
luglio 1937 in vista di una probabile espansione
U delle attività belliche (era appena terminata la
guerra d’Etiopia ed era in corso quella di
UAV (Unmanned Aerial Vehicle) Spagna), che avrebbe reso preferibile contare
Velivolo senza pilota, a controllo remoto o sulla disponibilità di un parco di veicoli civili, da
dotato di guida autonoma. Detto altresì requisire alla bisogna, poco variegato e adatto
Remotely Piloted Aircraft - RPA o Remotely agli impieghi militari. È possibile che la decisio-
Piloted Vehicle - RPV, è sempre più utilizzato in ne del ministero della Guerra, per quanto di per
compiti civili e militari (specialmente per la rico- sé logica, si sia ispirata all’analogo programma
gnizione e il rilevamento a distanza, ma persino dell’alleato germanico che, poco tempo prima,
per attacchi armati contro strutture, uomini e aveva imposto regole per la produzione di vei-
mezzi anche corazzati). Può essere di piccole coli di tipo Einheits (in tedesco, standard). Alla
dimensioni, apparentemente simile a un radio- fine del decennio nacquero così automezzi uni-
modello (mini o micro UAV), a volte lanciabile ficati (automobili e autocarri, soprattutto, ma
dalle mani di un operatore. Gli UAV sono sem- anche rimorchi e motocicli) che ebbero ampia
pre più diffusi e permettono di compiere opera- diffusione durante la seconda guerra mondiale e
zioni, anche molto rischiose, senza mettere a negli anni seguenti, come gli autocarri Fiat 626
repentaglio il personale che lo utilizzi. e 666 (rispettivamente di tipo medio e pesante),
Nota. Un velivolo di questo tipo viene abitual- Bianchi Miles (medio) e Lancia 3RO (pesante).
mente chiamato con il nome inglese drone (cioè Le caratteristiche unificate non prevedevano
fuco, maschio dell’ape), la cui pronuncia è però la trazione integrale, nonostante le richie-
“dróun” (drəʊn) e che nel parlare comune è stato ste da parte delle truppe, né una vera standar-
semplicisticamente italianizzato in “drone” (e dizzazione degli organi meccanici e dei pezzi di
“droni” al plurale). ricambio, vanificando così in parte l’intento del
Nota storica. L’origine dell’impiego del termine decreto.
anglofono drone si fa risalire a un esperimento
degli anni Trenta del secolo scorso nel quale la
marina britannica utilizzò un biplano DH82, in
quel frangente soprannominato “Ape regina”,
come bersaglio mobile a controllo remoto Un autocarro italiano Fiat 666 con al traino un rimorchio a
durante esercitazioni contraerei. Anni dopo, gli volta corretta, entrambi di tipo unificato.
statunitensi vollero realizzare un velivolo simila-
re che, in omaggio al capostipite, ebbe l’appella-
tivo di “Fuco”, rimasto in vigore per gli esempla-
ri successivi. Verosimilmente, a favore del nome
giocò anche l’essere associato a un mezzo non
dotato di armi né capace di portare carico utile
(come nel caso dei fuchi, rispetto alle api). In
seguito, i velivoli destinati a essere bersagli tele-
guidati (target drone) si differenziarono, anche
come denominazione, da quelli utilizzabili in
azioni belliche (assault drone). segue sul prossimo numero
66 153/16
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