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Il profumo C’è questo in me, non so che cosa sia ma che è in me. Spesso ritorno a quel letto che ci accoglieva
insieme,
Lettore, hai qualche volta respirato, Contorto e sudato, poi il mio corpo diventa calmo e fresco, io dormo, dormo a lungo. e che non ci vorrà mai più vicini,
con pigra ingordigia inebriante, Non lo conosco, non ha nome, è una parola non detta. tocco le tue impronte, la coperta che ti scaldava
quel grano d’incenso che riempie una chiesa, Non è in alcun dizionario, espressione, o simbolo. le membra,
o il muschio invecchiato di un sacchetto? mi lascio cadere sul letto bagnato di lacrime,
Qualcosa lo fa oscillare più di me sulla terra e grido: «In due ci prendevi, riprendici in due!
Profondo, magico incanto di cui inebria Ed è sua amica la creazione il cui abbraccio mi sveglia. Venivamo insieme, perché non ce andammo
Qui nel presente il passato che rivive. Potrei dire più forse. Lineamenti! Io intercedo per i miei fratelli e sorelle. insieme?
Così l’innamorato coglie sul corpo amato Perfido letto, dov’è il mio meglio?»
il fiore squisito del ricordo. Vedete, fratelli? Vedete, sorelle?
Non è caos o morte, è forma, unione, progetto. È vita eterna. È Felicità. (traduzione di Roberto Mussapi)
Dai suoi capelli elastici e pesanti, incensiere da Ars Amatoria
d’alcova e vivo sacchetto profumato, (traduzione di Roberto Mussapi)
mi giungeva un fulvo selvatico sentore, da Foglie d’erba, Garzanti 2016