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18:23 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Si alza senza batter ciglio, uno sguardo
rapido al Duergar ed infine una decisa discesa delle gradinate in favore dell'arena> Vado
a prendere i resti di mio fratello... <rivolgendosi all'Eletto>
18:29 Melyan [Ingresso Sud] ( è lesta a lasciare gli spalti, in quell'andatura che non
perde di elegante marzialità. Anticipa di qualche passo Saulja di cui sente il vociare non
molto distante da lei. Gli dona le spalle, così come al resto del presenti, ora non donando
più attenzione allo scontro. Ma voce che ricerca l'udito di Ohaarn, si. ) Tenebre Calino sui
Vostri Passi. ( ribadisce, più come un monito che un vero intento cordiale, che non
sporca d'espressione il volto, così come le labbra che serra con cipiglio austero. Rifila
un'occhiata, solo adesso, alla salma di StefanMakart, virando poi a favore di Svein in un
cenno di assenso velato. Discende i gradini e così sparisce alla vista dei presenti in
Arena, andando a ricercare la cavalcatura di Falx, che trova li fuori. Una carezza
all'altezza del garrese e fa per montare in sella. )
18:29 Svein [ Arena ] muove la propria lama con forza e decisione. Quello sforzo
massimo produce l'attacco finale che fa crollare a terra il proprio avversario davanti ai
propri piedi. Non abbassa la propria spada macchiata di sangue, un pò come la propria
armatura. Borbotta a tono sommesso [ Finita, ha la pelle dura questo Stefan Makart. ]
Rivolge uno sguardo in direzione degli spalti verso i quali alza la propria spada. Compie
un mezzo inchino per quanto la stanchezza possa concedergli, ma soprattutto il metallo
che ha indosso. Il respiro è affannato e l'uomo cerca di regolarizzarlo con un paio di
boccare d'aria abbastanza ampie. Socchiude gli occhi per qualche attimo restando in
silenzio.
18:33 Ohaarn [Bordo Arena] ..Non toccate le sue Lame. N e s s u n o tocchi le Lame
del Giudizio. <Inveisce contro l’ARBITRO, contro i barellieri e contro MOWSHAM stesso.
Calpesta per la prima volta quella sabbia pregna di sangue, ora che il corpo di
StefanMakart crolla senza vita al suolo. Un’occhiata fredda va a Svein, a cui viene mosso
poco.> Onore a Voi, Uomo. <Devia quindi sul proprio Superiore in grado e sulle sue
Lame Consacrate. Si CHINA lì dov’è, di poco, facendo ‘sì che i metalli Sacri del defunto
vengano raccolti all’interno delle stoffe verdi del proprio mantello, assieme alla Lunga
finora custodita gelosamente. C’è rispetto, c’è Fede, c’è accortezza in ogni gesto. Una
volta recuperato l’Armamentario Sacro, lascia a MOWSHAM gli oneri del corpo.> Onore
al Giudizio. Onore a Vostro Fratello, Guardia Makart. Le sue Lame saranno custodite a
Deus Irae. <E va via.>
18:35 MOWSHAM [Arena] <Solo uno sguardo in direzione dello Scorpione, nessuna
empatia, nessun messaggio obliquo, niente, torna subito con l'attenzione ai resti di
Stefan occupandosi repentinamente della salma> Motus Regnus Sime Eletto..fate ciò che
dovete.
18:40 Svein [ Arena ] inspira profondamente dal naso cercando di incanalare quanta
più aria possibile per espirare poi dalla bocca. Scuote un paio di volte il cranio coperto
dal metallo dell'elmo mentre verso Ohaarn dice con tono serio [ Grazie. Elegos. ] Solo
questo dice in favore del Khaza poi rivolge lo sguardo verso Mowsham prima di prendere
ad incamminarsi verso l'uscita dell'Arena con un passo molto blando, seppur sia
cadenzato, trascina con se la spada rivolta con la punta verso il terreno. Abbassa lo
scudo medio lungo il fianco. Lentamente si lascia inghiottire dalla struttura sparendo così
in breve tempo dalla vista dei più.
18:40 Melyan [Vicolo Doralia|Sella] pone il piede sinistro nella staffa del medesimo lato
del destriero infernale e poste entrambe le mani sul Pomo della Sella si fa lo slancio
necessario a permetter alla gamba destra di scavalcare la bardatura ed infilare il piede
gemello nella staffa, anch'esso. La mancina assicura tra le dita le redini e quel colpo di
reni, da cavallerizza consumata, intima alla cavalcatura l'andamento, dapprima, al trotto
e poi al galoppo; in quell'appiattirsi fisico sul garrese dell'equino, e grazie alla virata
scattosa delle redini in direzione del Monti. Uno scalpitìo concitato e rapidi sbuffi dalle
narici dell'animale, ne sanciscono l'allontanamento dall'Arena.