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15:06 StefanMakart [Sella/ing.

SUD] coperto dal cuoio bollito dell'armatura leggera,


privo d'elmo, il figuro ciondola assecondando i moti della propria cavalcatura poderosa:
femmina di frisone che , senza particolari ritrosie, avanza al Passo lungo il viale
antistante al varco meridionale del teatro di scontro. Lo sguardo plumbeo vaga a
misurare le vestigia dell'edificio poco lontano per poi scadere alla destra dell'equino
impigrito adocchiando il Figlio di Aule che ne segue l'andatura. Lungo i finimenti ben
assicurato alle fibbie , uno scudo a Mandorla, di foggia insolita, nero come la pece al
centro del quale un cavallo rampante è stato inciso nel metallo, ribattuto con rivetti
d'ottone. La lunga sul lato opposto della bestia e la fida reliquia da mano e mezza,
bastarda uncinata al guardamano, distesa nella Bretella dorsale
15:12 Ohaarn [SUD/Sella] Strattona il terriccio sotto di loro, con le zampe del suo
Cinghiale che al TROTTO segue l’andatura elegante dell’Equino di StefanMakart.
L’Antenato Vivente del Popolo Nanico si porta dietro un’Armatura Completa che gli cinge
in placche di metallo battuto busto e leve, inferiori e superiori. Ai piedi stivali in cuoio
borchiato, alle mani guanti d’arme. Detiene le redini del Cinghiale con la mano sinistra,
mentre la destra scende a tenere salda la MazzaChiodata Sacra, affibbiata alla cintola
d’arme – ella è UL. Alla schiena è allacciato uno Scudo Medio a sua volta sormontato da
una mantella verde con su le Effigi della Santa Cavalleria. Una Mezzaluna sulla fronte
nuda, calva, rovesciata e nera. La pelle è grigia, di cenere, la barba è lunga, bianca,
raccolta in tre trecce. Puzza di Birra, ErbaPipa e sudore. Avanza, in silenzio. Solenne,
come Mille Soldati.
15:14 StefanMakart [ing.SUD] <richiama le redini strettissime comandando al docile
quadrupede di sedare i moti. La femmina assolve scuotendo il testone allungato ai
margini dei legni della palizzata all'uopo destinata. Scolla le terga dalla sella pregiata e,
senza indugi si cala a terra portando le redini oltre il testone della bestia, avvolgendole
sommariamente alla staccionata. La guantata destra riserva una carezza decisa alla
mandibola inferiore del frisone prima di attestarsi al garrese, per iniziare a slegare le
dotazioni d'arme portate al proprio seguito, iniziando a liberare lo scudo Medio dalla
minuziosa imbragatura per il trasporto>
15:21 Ohaarn [SUD/Sella] <Fa da scìa ai movimenti del Giudizio StefanMakart,
traendo a sé le cinghie delle redini e comandando, senza mezze misure, al Suino di
FRENARE. Davanti all’Ingresso Sud dell’Arena di Lot, si posiziona nei pressi delle
staccionate. Dopo che l’Umano suo Superiore di Rango ha compiuto le sue azioni, è la
volta dell’Anziano Duergar che, pesantemente e goffamente, balza al suolo alla destra
del Cinghiale. Spacca la ghiaia sotto i suoi piedi, la stritola sotto il quintale di massa
muscolare appesantito ancora di più dal metallo dell’Armatura Completa e delle Armi. UL
giace in silenzio, quieta, al fianco destro dell’Eletto Assolutore. Lui, intanto, avvinghia le
redini in un nodo preciso, marinaio – per chi può notare quella particolarità – al legno di
un palo. Fa da eco ai suoi respiri, raschiandosi la gola per poche parole.> Parlatemi del
Vostro avversario, Giudizio. Chi è? <Serio.>
15:23 Svein [ Arena ] sosta all'interno dell'Arena, vicino all'ingresso per i combattenti.
Indosso ha un'armatura in metallo pesante che copre le fattezze dell'uomo dalla
struttura muscolare massiccia. Il viso è completamente scoperto, l'uomo mantiene
l'elmo fra il costato sinistro ed il braccio vicino. Vicino alla coscia sinistra c'è uno scudo
medio di metallo che poggia contro la terra dell'arena. In vita è presente una cintura
d'armi ed alla sinistra di quest'ultima è agganciata una spada lunga, custodita nel
rispettivo fodero; dalla parte opposta invece è agganciata una mazza ferrata. Fissa un
punto imprecisato dell'arena mentre fa scorrere della sabbia verso il terreno dalla mano
destra guantata. Ha una postura marziale, ben composta, irrigidita ancor più dal metallo
che indossa. Resta in silenzio in quella posizione.
15:24 StefanMakart [ing.SUD] <adagia in modesta verticale lo scudo poggiandone la
sommità al suolo e il vertice alle terzene della staccionata, fintanto che adempie a
liberare la guaina della Lunga dai finimenti assicurandola alla propria Cintura d'arme
lungo il fianco Sinistro. Fatto ciò gira la testa inquadrando il tozzo Confratello e una vena
di breve sorriso traversa le rime livide della labbra> uh, ricordo che si presentò al varco
della Casa delle Spade di Dio, ciarlando di sue supposte attitudini, ma nel farlo commise
l'errore di usare assai male il dono della parola, sicchè, dopo un breve quanto effimero
scambio di..vedute, si allontanò senza mai più farsi vedere lungo i territori dell'Impero.
Di costui non so altro, se non che stamane uno di noi cadrà nella polvere dell'arena!
<esorta il Nano a seguirlo quindi> ve ne prego.. seguitemi ! < e fa per doppiare
l'ingresso SUD del sedime sabbioso>
15:28 Ohaarn [SUD/Sella] ..Hnfr. <Sbuffa, rigurgita suoni molesti dalle viscere
dell’esofago e poi apre bocca, mentre lascia alle spalle il Cinghiale sellato con cuoio
borchiato su cui è inciso lo Stendardo della Santa Cavalleria Simehtiana. Seguita
StefanMakart in quel tappezzo di terra sabbiosa ch’è l’Arena. Al fianco DESTRO del
Giudizio, dannatamente basso: un metro e dieci, nulla di più. Un costrutto ruvido di
muscoli fibrosissimi, di fasci nervosi tesissimi ed ossa spesse. E’ uno strazio di metallo,
ogni suo passo. Le tre trecce di barba, inanellate da argento e metallo, ciondolano con
veemenza seguendo l’inerzia di quella marcia goffa e pesante.> E perché merita la
Vostra Consacrata? <Rifiata, baciato dall’Astro Diurno che, alto nel cielo del pomeriggio
primaverile, irradia le carni del Duergar disabituate al calore.>
15:32 MOWSHAM [Ing.SUD] <L'animale a cui viene imposto il passo, avanza lento
percorrendo fino al termine il budello dell'ingresso Sud dell'Arena, si distanza dal fratello
di appena una manciata di minuti.l'uomo adorno d'una armatura di cuoio e di un
mantello nero sul cui dorso è inciso lo stemma dal cavallo rampante di famiglia.
Disarciona le terga sollevando la gamba mancina e facendo leva con la destra ancora
salda nella staffa. Ne consegue un piccolo tonfo al calar del peso al suolo. Le redini
vengono sollevate e passate sopra il capo del frisone ed infine lacciate con cura alla
staccionata. Lo scudo a mandorla saldo sulla schiena e coperto dal manto ed una lunga
ora infoderata presente sul fianco mancino completano il tutto che all'avanzare dell'uomo
rilasciano un cupo tintinnare metallico. Gli occhi si posano su Stefan intento agli ultimi
preparativi> A dopo fratello, vi attenderò al varco sud.
15:32 Svein [ Arena ] si china lentamente, facendo dei movimenti quasi meccanici, per
andare a raccogliere con la mano destra lo scudo medio tondo, lo afferra per la
bordatura andando poi a sistemarlo al braccio sinistro al fine di sorreggerlo. Sospira
appena volgendo un'occhiata in favore degli spalti dicendo a tono basso [ Chissà. ] Solo
quelle parole pronuncia poi muovere la mano destra verso il fianco sinistro per andare a
sganciare la mazza ferrata per poi afferrarla. Si muove con passo lento verso la parete
che si trova sulla destra dell'ingresso. Porta con se in ogni movimento un movimento di
ferraglia.
15:33 StefanMakart [Arena- Limite SUD] uhm.. in effetti non so darVi una risposta..
ha deciso di muovere disfida e, ovviamente ho accettato! Null'altro!< lo sguardo scorre
altrove, laddove Svein giace coperto da pesante fardello. Annuisce appena, borbottando
qualcosa. Lentamente la destra incrocia al ventre, liberando il fodero della Lunga che
Porge a favore del Figlio di Aule> abbiatene cura Fratello, questa non servirà quest'oggi!
< si facendo , atteso che il Nano adempia, solleva la mano sinistra la dove svetta la
coppia di Unici che decorano la Guardia della Bastarda> è una disfida all'ultimo sangue..
quindi eviterò di morire per il sudore! grazie! < si volge quindi agli spalti, la dove i
Giudici normalmente presenziano >
*** I duellanti fanno il loro ingresso in Arena ed è a questo punto che l'arbitro si palesa,
uscendo dall'ingresso riservato all'Accademia e prendendo posizione al centro
dell'Arena. L'arbitro è un omone di mezza età grande, grosso e calvo, con una lunga
barba bionda e tre cicatrici bianche sulla guancia destra. Indossa un'armatura completa
di piastre priva dell'elmo che riporta le effigi dorate dell'Accademia sulla corazza e sugli
spallacci, e sopra di essa un lungo mantello cremisi che scende fino alle ginocchia.
Regge una claymore nella mano destra, appoggiata col piatto della lama contro la spalla.
Messosi al centro, tuona, rivolgendosi ai duellanti. "CHE I DUELLANTI SI PALESINO E
PRENDANO POSIZIONE AL CENTRO DELL'ARENA, A TRE PASSI L'UNO DI FRONTE
ALTRO." ***
15:39 Ohaarn [Arena/Spalti] <Non raccoglie la Lunga offertagli, non prima di aver
utilizzato il proprio mantello verde come involucro a due mani. Avvolge la Sacra Lama, di
fatti, senza mai toccarne il metallo. E’ così, ora senza mantello, che mostra ai più la
presenza del suo Scudo Medio avvinghiatogli alla schiena a mo’ di guscio di testuggine.
Poche parole a StefanMakart, mentre detiene quel fagotto di stoffa verde come fosse un
pargolo delicato.> In Nomine Simehtis, Giudizio StefanMakart. Dio è con Voi. AYE!
<Ciancia, solenne e fiero, sputando qualche brandello di saliva in quell’ultimo urlo. Va
poi a dimenarsi affinché possa raggiungere gli SPALTI, lì dove una gradinata piuttosto
vuota porta l’Anziano Duergar a posizionarsi in alto rispetto all’Arena e ai duellanti. Dà le
spalle a tutto, ora che risale le scalinate.>
15:41 Svein [ Arena ] appoggia contro la muratura di fianco al portone la propria
mazza ferrata. Non appena compie quel movimento sente il richiamo dell'Arbitro, compie
un sospiro profondo andando a muoversi in direzione del centro dell'arena. Nel muoversi
va a raccogliere con la mano destra l'impugnatura della propria spada lunga, custodita al
fianco sinistro. Sfodera la lama creando nell'aria un arco immaginario, frutto del braccio
destro che s'apre verso l'esterno. Per consentire libertà di movimento al braccio destro
nello sfoderare il ferro allarga leggermente il braccio sinistro armato di scudo medio.
Esordisce in favore dell'Arbitro e di Stefan [ Elegos. ] Scandisce al meglio quelle parole
poi null'altro.
15:42 StefanMakart [Arena- centro] <annuisce con un cenno del testone, libero da
qualsivoglia protezione, avvicinandosi lentamente al Centro fisico dell'arena ducale.
Pianta le gambe copiando al suolo l'ampiezza delle spalle con gli stivali d'arme> Ludwig
Wulphere Stefan Makart, cavaliere di Dio e Guardia dell'Impero! < china la testa, senza
degnare d'un solo sguardo il corazzato avversario. Lui leggero, cuoio bollito dell'armatura
leggera e unico ferro la Bastarda consacrata che ancora versa lungo la bretella dorsale.
Conserta le braccia poco sotto lo sterno, in attesa paziente di ricevere indicazioni, ma
torna muto come una carpa afasica, con lo sguardo piantato sugli scranni del Giudice
ducale. La litania sacra, liturgica e sommessa, nemmeno esce dalle labbra sottili del
Vingen> In Honorem Simehtis, Regnus MOTus sime! < e tuono stentoreo infine saluta lo
scorpione>
15:42 MOWSHAM [Spalti/ quarto S.E.] S'accomoda facilmente dopo aver risalito le
gradite. Uno sguardo attento all'intorno, alle persone presenti ed infine aggiusta il
manto affinchè non sia d'intralcio alla seduta.
*** L'Arbitro rivolge un'occhiata severa allo sfidante e una altrettanto severa allo
sfidato, mentre i due duellanti prendono finalmente posizione. L'Arbitro si rivolge sia a
loro che alla platea, annunciano col suo vocione stentoreo: "OGGI AVRA' LUOGO IL
DUELLO MORTALE TRA LO SFIDANTE, LO SCORPIONE SVEIN, E LO SFIDATO, IL
CAVALIERE CONSACRATO A SIMEHT LUDWIG WULPHERE STEFANMAKART. QUALSIASI
INTRUSIONE PORRA' IMMEDIATAMENTE FINE ALLO SCONTRO, E CHI AVRA' L'ARDIRE DI
INTROMETTERSI DOVRA' VEDERSELA CON ME. CHE I DUE CONTENDENTI SI METTANO IN
GUARDIA E, SE Eì LORO DESIDERIO, MANDINO UNA BREVE PREGHIERA ALLA PROPRIA
DIVINITA'." ***
15:51 Svein [ Arena ] Una volta collocatosi al centro dell'arena porta il piede sinistro
rivolto con la punta in avanti mentre il destro, posto in diagonale rispetto al gemello,
rivolge la punta verso l'esterno. L'uomo mantiene le gambe flesse sulle ginocchia con il
profilo sinistro avanzato rispetto al destro. Lo scudo medio è chiuso verso l'interno del
corpo a protezione del busto e del fianco sinistro. La spada lunga viene brandita in
diagonale, con la punta della lama rivolta verso il cielo, ma tenuta leggermente in avanti.
Il braccio destro, piegato sul gomito, viene tenuto appena verso l'esterno del corpo.
Svein è coperto da un'armatura completa in metallo pesante che riveste totalmente
l'uomo. Verso l'Arbitro dice [ Grazie. ] Poi si rivolge a Stefan [ Io sono pronto. Elegos. ]
Rivolge un'occhiata al cielo prima di puntare con gli occhi verdi Stefan.
15:52 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] ..Skrad. <Impreca, tra sé, seppur i volumi coi
quali lo fa sono piuttosto udibili e rozzi. E’ ormai lì, a Sud Est, nella porzione di SPALTI
che vede appena accomodatosi MOWSHAM. Si muove verso quell’Uomo mastodontico, se
visto dagli occhi del Duergar, faticando appena per risalire i gradini. Stride di metallo,
strazia di respiri corrotti dal catarro, gronda sudore dalle tempie che pulsano. Morde i
molari, nervosamente, e socchiude le palpebre per combattere i raggi solari che gli
picchiano in testa. Tiene il fagotto di stoffa verde contenente la Consacrata di
StefanMakart a due mani, in grembo. E’ l’Esegesi della selvatica natura di cui è fautore,
seppur pochi particolari decretino quanto in lui ci sia la Nobiltà ferrea di una Vecchia
Scuola di Cavalieri che indurisce, fortifica, dilania.> Giovane, Vi dispiace? <Accenna, col
mento, il posto a sedere al fianco.>
15:52 StefanMakart [Arena- centro] In Nomine Pater, Che ferma sia la mano,
indomito sia lo Spirito, Solida sia la Fede che muove la mia spada! < leva la sua prece
volgendo lo sguardo alla volta celeste, nel mentre Snuda lentamente la Bastarda con la
destra, che oppone fin da subito a favore del Paramano, ne raddoppia la presa con la
sinistra, che chiude il maglio quasi a contatto con il Pomolo decorato, prendendo Misura
di TRE passi dallo Scorpione blindato. Lo soppesa, quasi lo misura, scorrendone
l'armatura pesante dagli stivali allìElmo. Il Norreno offre pienamente il Fianco Sinistro
all'avversario, Sollevando la spada e disponendone il PIATTO per il Terzo medio a
contatto con la NUCA, il gomito sinistro quindi si dispone davanti al proprio Mento. Le
ginocchia appena flesse, il piede Sinistro a ricevere Maggior peso della stazza del
vingen>
15:55 Saulja [Ing.Est/spalti] arriva dall'ingresso posto ad Ovest dell'arena e subito
prende la via per gli spalti. Il giovane, di corporatura media, sale i gradini che
conducono agli spazi dedicati agli spettatori. Indossa abiti semplici: una maglia grigia
sopra dei pantaloni scuri, entrambi usurati dal tempo e dall'uso. Sulle spalle, porta un
mantello leggero, ed alla vita un cinturone d'armi con una spada bastarda nel fodero del
fianco sinistro. Non indossa effigi che riconducano a corporazioni o gruppi organizzati
delle terre limitrofe al Granducato. Non appena la posizione glielo consente, lancia
un'occhiata agli spalti: li osserva meticolosamente, semi-vuoti, soffermandosi per pochi
istanti sui pochi visitatori -Mowsham e Ohaarn- presenti, prima di voltarsi ad osservare
arbitro e sfidanti all'interno dell'arena. Tenendo lo sguardo su questi ultimi, continua a
camminare diretto verso Sud.
*** Dopo che entrambi i duellanti hanno preso posizione, lArbitro annuisce, compie due
passi indietro e proclama: "ORBENE! CHE LO SCONTRO ABBIA INIZIO. ALLO SFIDATO
L'ONORE DEL PRIMO ASSALTO!" ***
15:56 MOWSHAM [Spalti/ quarto S.E.] <S'avvede del giungere del nano Ohaarn al
quale, voltando lo sguardo, regala attenzione. Tace per alcuni istanti studiandolo come
un pezzo di carne arrostita servita sul piatto, odore, colore e solo dopo sapore.
Acconsente con un cenno del capo secco e singolo> Prego. <Sentenzia monosillabico col
tipico tono rauco e gutturale. La mano sinistra semplicemente s'alza ad indicare la
seduta>
16:01 StefanMakart [Arena- centro] <il petto si solleva in un respiro pieno, che
prelude una decisa Apnea. All'udir parola dagli scranni arbitrali il maturo attrezzo
l'attenzione la dedica esclusivamente alla sagoma di Svein. TRE passi la distanza, con il
Piede destro da prima arretrato, s'Allarga appena alla Sinistra dell'avversario, i muscoli
d'entrambe le braccia tesi a richiamare tutta l'energia, il tentativo è quello di Aggirare la
sagoma dello scorpione, mantenendo la stessa identica misura iniziale, null'altro>
16:03 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Aye!> Inveisce a mezz’aria, così, perché gli va.
Una gocciolina di sudore densa gli rotola lungo il centro esatto della fronte, solcando le
linee rugose di quella cicatrice a forma di Mezzaluna Nera rovesciata fino ad arrivare sul
dorso del naso. Lo storce, allargando le narici ed accartocciando il labbro superiore
nascosto dai lunghi baffi bianchi. Tira su col naso e scuote il grosso cranio calvo un paio
di volte, come a scacciar via qualcosa, prima di sedersi, terga sulla pietra degli spalti,
alla DESTRA di MOWSHAM. Fissa davanti a sé l’Arena, i due duellanti e l’Arbitro. Inspira
a fondo, batte un paio di volte le palpebre, e poi infierisce stuprando il silenzio. <Ohàarn
StoneHelmet, Eletto Assolutore della Cavalleria. Voi, giovane, chi siete?> Tiene sempre
in grembo il fagotto di stoffa verde.
16:07 Saulja [Spalti/ quarto S.E.] cammina per una manciata di secondi ancora, fino a
fermarsi a circa dieci braccia di distanza da Mowsham e Ohaarn, alla loro destra. Si
siede, subito dopo, continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il centro dell'arena.
Piega leggermente il capo verso la spalla sinistra, restando per lo più immobile dopo
essersi accomodato.
16:08 Svein [ Arena ] ha il profilo sinistro avanzato rispetto al destro. Segue
attentamente i movimenti di Stefan con lo sguardo. Sbuffa sotto l'elmo in metallo
mentre alcune righe di sudore iniziano a bagnare la fronte dell'uomo. Tenta dunque
d'allargarsi verso la propria sinistra, la destra avversarsia, CERCANDO di mantenere
INVARIATA la propria posizione di guardia. Serra con maggiore forza la presa della spada
lunga nella mano destra mentre verso Stefan borbotta [ Dunque è questa la cavalleria di
Dio, scappa. ] Compie un sospiro profondo mantenendo lo scudo sinistro serrato a
protezione del fianco.
16:08 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Sospira appena, un impercettibile movimento
del sopracciglio destro che si solleva quasi a voler sottolineare l'interruzione di una
concentrazione appena trovata. Si sposta di qualche grado verso il lato dritto ad
inquadrare con lo sguardo il nano al quale rivolge una smorfia che si pone tra un mezzo
sorriso forzato sghembo ed un ghigno abortito e bollito> Ludwig Wulpehere Mowsham
Makart... Guardia dell'Impero e fratello maggiore di Stefan... <sillaba educato scandendo
bene ogni singola parola. Resta immobile con il cranio dalla lunga chioma corvina
fissando ancor meglio, per quanto sia possibile l'Eletto, poi torna pazientemente
all'osservazione della mortale Tenzone in atto>
*** STEFANMAKART rinuncia all'assalto, limitandosi a cercare di aggirare
prudentemente Svein, il quale a sua volta segue i movimenti dell'avversario. La
situazione resta quindi invariata: i duellanti mantengono la guardia e la distanza. A
SVEIN adesso va l'iniziativa. ***
16:14 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Percepisce l’avvicinamento di Saulja, alla sua destra,
e lo accoglie in uno sguardo piuttosto stanco e nervoso che trasuda di puro Caos.
L’Atarassia della Vecchia Dottrina Cavalleresca riproduce nel nero delle pupille un vacuo
pozzo d’emotività assente. Un rigor mortis spirituale che si ripropone nella voce, in una
timbrica che pare strappata di forza dalle viscere dell’Inferno. <In Honorem Simehtis.>
E’ pragmatico. Ha occhi per l’Arena, e per i primi movimenti sia di Svein che di
StefanMakart. Ha voce per MOWSHAM, senza guardarlo. <Vi manca una carica,
Mowsham Makart, Guardia dell’Impero. Cosa Vi trattiene dal devolvere la Vostra
Esistenza alla Santa Missione?> Tira su col naso, combattendo col suo stesso corpo.
Puzza di sudore, ora chiaramente.
16:15 Melyan [Vicolo Doralia|Sella] procede al passo su Falx, il nero frisone bardato con
le effigi dell'Armata di Tenebre, che riverberano il loro scintilliìo sotto l'astro luminoso
che svetta imperituro nel limpido cielo di primavera. La giovane donna indossa una
camiciola avana, infilata in calzoni di tessuro marrone scuro - entrambi di fattura
maschile - e terminanti, questi ultimi, in degli stivali alti fino al ginocchio. Alla cinta
d'arme la Lunga, a sinistra, e la Mazza Ferrata, a sinistra. Il volto dello Scelto tradisce
l'austerità si cui è portatrice, benchè sia vergato da tre solchi, cuciti e ripuliti, i quali
appaiono occultati agli occhi da altrettante garze appena inumidite con del cicatrizzante.
Proviene dal Lazzaretto, percorrendo il sentiero sud-ovest e delle voci ne riportano
clangore d'armi. Il capo ruota a favore dell'Arena, delineando il perimetro esterno.
16:18 Svein [ Arena ] si muove in avanti nel TENTATIVO di trovare la DISTANZA di
INGAGGIO. Si muove terminando con il piede destro in avanti. Flette leggermente la
gamba sul ginocchio. In quel frangente Svein ruota il busto da destra verso sinistra
cercando di accompagnare il movimento del braccio destro che s'apre sulla propria
destra prima di chiudersi verso l'interno in un movimento diagonale dall'alto a destra
verso il basso a sinistra TENTANDO di COLPIRE Stefan FRA la SPALLA SINISTRA ed il
COLLO. Mantiene lo scudo medio sempre a protezione del fianco; gli occhi verdi puntano
il parirazza.
16:18 Saulja [Spalti/ quarto S.E.] evidentemente percepisce qualcosa, poiché si volta in
direzione di Ohaarn. Squadra il nano seduto poco distante, prima di replicare con un
misurato cenno del capo: il mento si abbassa leggermente fino ad arrivare a sfiorare il
petto. Lo sguardo segue lo stesso destino, abbassandosi per un istante soltanto verso il
basso; lo sguardo del giovane abbandona il nano per un solo breve istante, tornando su
di lui non appena raddrizza nuovamente la testa. <RosaeLux.> replica, lanciando
un'occhiata anche a Mowsham. Torna subito dopo ad osservare l'arena, e i duellanti.
16:21 StefanMakart [Arena-centro] < ne osserva i movimenti, senza alcuna
interruzione, vigile, accorto, ARRETRA di UN passo Scaricando una violenta Rotazione del
Busto a FAVORE di Svein. la spada si scolla dalla Nuca con energia d'entrambe le braccia
che la brandiscono. Il tentativo di Impattare il Terzo MEDIO del proprio ferro con il
DEBOLE della altrui Lunga . L'energia si dissipa sullo Stivale DESTRO piantato sul sedime
polveroso del teatro di scontro. Scarica il respiro rompendo l'apnea . >
16:23 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] Stavolta, si limita a socchiudere stancamente gli
occhi, ha compreso la natura del nano, sa che dovrà convivere con il cozzar delle lame e
con quel vocione petulante. Senza volgere l'attenzione del capo nella direzione
dell'Eletto, sospira silenzioso e risponde con caustica cortesia> Una Guardia
dell'Impero ... già... <solleva appena le terga ricercando postura comoda in quella
seduta rigida> Non ho Sante Missioni da portare come fardello, non ne sento la minima
necessità al momento, come missione mi basta quella di sopravvivere alla stupidità
altrui e credetemi è già mostruosamente arduo, non mi da il tempo per ulteriori
impegni... <pronuncia livellando e modulando il tono non donando alcuna espressività o
emotività>
*** La difesa di STEFANMAKART ha buon esito, favorita dalla distanza tra i due. Il
DEBOLE della spada bastarda di STEFANMAKART impatta contro il DEBOLE della spada di
SVEIN, filo contro filo, deviando verso il basso il colpo dello Scorpione. SVEIN riesce
comunque a trovare l'ingaggio. A STEFANMAKART adesso spetta il contrattacco. ***
16:29 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Issa il mento per un istante, slanciandolo verso
l’Arena e i duellanti. Lo fa, farcendo quel semplice e secco gesto di parole per
MOWSHAM. La pesantezza di quella timbrica si intensifica di contenuti dal fanatismo
fideistico al limite dell’esagerato. C’è la profondità dell’amore di un Fedele verso il Suo
Dio. Verso ciò che rappresenta egli stesso, Mausoleo di Stendardi e Simboli Santi. <Se la
Vostra Fede è in Dio e la Vostra Fedeltà alla Cavalleria, ed alla Sua Chiesa nonché alle
Terre Sante di Mot, non avete scelta. Non dev’essere una necessità, ma un dovere.
Guardate Vostro Fratello morire o vivere per un Ideale. Come lo giudicate?> Devia poi su
Saulja. <Corte di Erik, hnm? Ancora c’è chi serve quel pezzo di carne indoblonato d’oro?
> Scuote il grosso cranio, senza mai staccarsi dall’Arena con gli occhi.
16:30 Melyan [Ingresso Sud|Sella] relega le briglie alle ultime tre dita della mancina, in
quella posa da cavallerizza che svetta la schiena in postura marziale e composta. La
mandritta invece vira all'indirizzo della Mandibola Sinistra, massaggiandola
delicatamente, come a saggiar lo stato di quella slogatura in via di guarigione. [ Mhh. ] -
mugugna in quel sordo suono gutturale che si espande dall'epiglottide fino a raggiunger
il broncio pieno, che vibra malcelando disappunto. La stessa mano ora ricade lungo il
petto, ricercando il Medaglione Pentacolare, simbolo d'appartenenza alle Schiere di
Tenebra ed è delicato quel tocco che ne ripercorre i tratti, in quel disegnar coi
polpastrelli il metallo lucente. Or giunta dinnanzi all'ingresso più a Sud, porta la mancina
sul Pomolo della Sella e fa per scavalcarla con la gamba destra, con l'intento di trovar il
terreno sottostante, agilmente.
16:33 StefanMakart [Arena-centro] <è un istante speso per bloccare la corsa dopo
l'impatto, che assorbe per la doppia presa naturale. Dalla posizione assunta, quindi,
Ricarica il movimento OPPOSTO, da Sinistra a DESTRA, piantando il calzare SINISTRO a
perno della controrotazione del BUSTO in senso Orario stavolta. La spada accellera nel
semicerchio opposto Tentando di Ghermire la gorgiera indossata dal corazzato scorpione,
la dove l'Elmo termina lambendo l'articolazione della Clavicola DESTRA altrui. Arretra
solamente con il Busto, che sposta il baricentro sulla Gamba Sinistra per cercare di
riprendere Misura al colpo, con il Terzo debole della reliquia consacrata. Un breve rantolo
dal naso e nuova apnea rinnovata>
16:36 Saulja [Spalti/ quarto S.E.] alza leggermente il mento, osservando l'assalto di
Svein e la conseguente difesa di StefanMakart. Poggia entrambe le mani sulla seduta,
alzandosi leggermente e sistemandosi più comodamente. Improvvisamente, un mezzo
sorriso storce l'espressione altrimenti seriosa del cavaliere, che continua a fissare il
centro dell'arena, mentre parla: <Qualcuno, sì. Che volete che Vi dica. Ognuno, a questo
mondo, spende il proprio tempo come crede.> fa una breve pausa, mentre si volta verso
il nano. <Nella fattispecie, a me piace essere sicuro di non sprecare il poco tempo che ho
ancora a disposizione> conclude, tornando serio e soppesando Ohaarn per qualche
istante. Subito dopo, torna ad osservare l'arena. Fa appena in tempo ad intravedere
l'attacco di StefanMakart.
16:39 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Prosegue il suo interesse alle gesta belliche del
consanguineo, sia pur con l'udito alle parole idolatranti e al limite dell'ossessivo
dell'Eletto> Vi ammiro Nano, ammiro la pazienza e la fedeltà con cui concupite la verità
delle cose, anche quelle a noi sconosciute e celate...<scuote il capo abbassandolo solo
per qualche istante> io non bevo dallo stesso calice degli stolti, come ho detto poc'anzi,
ci sputo <graffia secco quasi stridulo nel tono> la spiritualità non è un dovere, ma una
vocazione direi, e ad ognuno il suo tempo e le sue scelte... io mi limito per ora, ad
osservare e a tenermi a debita distanza,non dobbiamo trascurare la probabilità che il
costante inculcare la credenza in Dio nelle menti possa produrre un effetto così forte e
duraturo sui cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro difficile
se non impossibile...
16:42 Svein [ Arena ] deglutisce lentamente quando la lama trova impatto con quella
avversaria. La lunga scivola così verso il basso. Inquadra nel proprio campo visivo la
figura del proprio avversario seguendone con gli occhi verdi le movenze. TENTA così di
MUOVERSI verso la PROPRIA SINISTRA in DIAGONALE con il piede mancino seguito
subito dal destro, CERCANDO di OPPORRE la SPALLA DESTRA, ben coperta dall'armatura
pesante, al colpo. Mantiene la lunga bassa sulla propria destra lasciando il COLPO di
Stefan libero di colpire. Sbotta in urlo potente [ AAAAARGH. FORZA! ] Corruga la fronte,
mentre ancora righe di sudore scorrono sulla fronte dell'uomo sotto l'Elmo. Irrigidisce la
muscolatura al massimo delle sue possibilità e con essa anche quella facciale, serrando
di scatto i denti.
16:45 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Sono un Vecchio Duergar duro di comprendonio,
Guardia Makart. E’ l’ErbaPipa o avete definito stolto chi crede in Dio? A cosa Vi riferite,
quando menzionate il Calice degli Stolti?> Rifiata, a corto d’ossigeno. Passa da
MOWSHAM a Saulja, eppur mai guarda né l’uno né l’altro. Fisso sul duello. UL, la sua
Sacra MazzaChiodata giace al fianco destro, intonsa, agganciata ad una fibbia metallica
della cintola d’arme in cuoio duro borchiato. Espira, poi, un quantitativo d’aria che sa’
d’acre, di grasso animale e di Birra. <Cosa rende la Vostra servitù al Conte un guadagno
e non uno spreco? Ho sentito dire che le Armate di Antares pagano meglio.> Tira su,
rumorosamente, e avvinghia con lo sguardo le traiettorie del colpo di StefanMakart.
16:48 Melyan [Spalti| Quarto Sud] assicurate le briglie di Falx ad uno degli steccati,
punta dappirma i larghi occhi verso l'imponente struttura, risalendo celermente verso
l'anello più in alto. Incede verso l'Ingresso Sud, scevra dal clangore solito della propria
Armatura Brunita, mancante, ma con la medesima espressione scevra da qualsivoglia
mortale parvenza. Quei bagliori cerulei, velati di un grigio abissale, scorrono vigili su ciò
che gli si para dinnanzi ed è in primis lo Spiazzo principale a ricadervi, nelle figura di
StefanMakart e Svein, intenti a duellare. Li soppesa, brevemente, saggiando posture e
movimenti dei bracci armati; prima di orientarsi verso destra, guadagnando la Zona Est
degli spalti, in quel silenzio marchiato da rigore e rispetto per lo scontro in atto. Gli
occhi son fissi sul perimetro del duello, mentre incede lentamente senza accorgersi
d'altro.
*** Il colpo portato da StefanMakart è ambizioso ma difficile, e questo gioca a favore di
Svein, che sebbene non riesca a scansarsi per tempo dalla traiettoria del colpo vedrà il
DEBOLE della bastarda di STEFANMAKART cozzare violentemente contro il rialzo dello
spallaccio destro dell'armatura a piastre, preservandolo dal subire ferite. A SVEIN
adesso il contrattacco ***
16:52 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Sospira stavolta con più vigore dando ossigeno
e carburante alla pazienza> E' sicuramente l'ErbaPipa Eletto, lo stolto... <schiarisce la
raucedine imperitura, poi si volta ora accompagnando lo sguardo con la torsione del
busto a favore del nano> lo stolto dicevo, lo è per natura, ahimè non è problema
religioso, spirituale, scientifico od altro... lo stupido E' STUPIDO... <alza di qualche
decibel il tono fissando con occhi penetranti> ...non intendo mescolare il sacro col
profano Eletto, ma normalmente parlo una lingua ai più comprensibile...Non faccio della
religione un'ossessione, altrimenti la mia vita significherebbe nient'altro che un obbligo;
e le mie preghiere non avranno alcun effetto e alcun senso... ora è tutto chiaro? <solleva
entrambe le sopracciglia per qualche istante, poi torna pazientemente ad osservare lo
scontro>
16:52 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] non distoglie lo sguardo dal duello, che osserva con
aria accigliata: strizza gli occhi, corrugando la fronte e socchiudendo le palpebre. <Il suo
scopo, immagino> di nuovo, parla senza guardare il proprio interlocutore.
<Sicuramente, non la paga.> spiega, pacato, al limite del distaccato <Se fosse stata
quella ad interessare Me, o chiunque altro, forse sarebbe stato più intelligente andare
alla Bettola.> si volta verso la propria sinistra: guarda Ohaarn <Non credete?> ma pare
una domanda retorica, a cui di fatto non cede diritto di replica, e prosegue. <Voi fate ciò
che fate per soldi?> e stavolta, sì, si zittisce. Osserva il nano, fin quando il cozzare della
lama di StefanMakart contro l'armatura di Svein non lo fa voltare nuovamente verso
l'arena, di scatto.
16:59 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Strattona la propria gola con una grassa e
rochissima risata che lo fa traballare di un paio di centimetri sul posto. E il metallo
dell’Armatura fa lo stesso, stridendo e cigolando manco fosse da rottamare. Le tre trecce
della barba scodinzolano appena, compatte ed incapaci di seguire l’inerzia dei
movimenti. Storce il labbro poi, quello superiore, facendosi più osceno di quel che già
non appaia. Si dedica a MOWSHAM, a cui già ha dedicato quella risata antologica. <Siete
Guardia di un Impero che ha le sue fondamenta su un Patto Sacro tra Chiesa e
Cavalleria, giovane Mowsham. La Vostra Vita è già nelle mani di Dio, e la Vostra Morte
sarà già monito della Vostra Fede.> Deglutisce catarri e saliva. <Politicanti. Come sta la
Von Wahreith?> Declina poi l’attenzione su Saulja. <Vi va di argomentare, giovane? Lo
scopo. M’interessa.>
17:00 Svein [ Arena ] riesce a muoversi verso la propria sinistra lasciando che la spada
avversaria cozzi contro lo spallaccio destro. Metallo contro metallo produce un rumore
forte, deciso. Sgrana lo sguardo in quel frangente andando a compiere un passo deciso
in avanti con il piede destro. Fa da perno sulla gamba avanzata per muovere il busto da
destra verso sinistra al fine d'accompagnare il braccio, che si trovava in basso a destra,
in un movimento violento, diagonale, dal basso a destra verso l'alto a sinistra mirato a
TENTARE di COLPIRE la COSCIA DESTRA, poco sopra al GINOCCHIO con il MEDIO della
propria spada.
17:00 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] rigira tra i sensi i duellanti, intenti a studiarsi in quelli
che parrebbero i primi scambi di una tenzone sono all'inizio. Si sofferma sulle armi
brandite dai due parirazza e nel farlo si dilatano quei bagliori cerulei, millantando
un'ossessione improvvisa per il metallo che riluce sotto al Sole imperioso. Se ne sazia,
cibandosene, di quel clangore che violenta l'udito e i sensi; mentre il lato destro del
broncio minaccia di raggiunger la gota, in una smorfia celere così come muore. Assorbe,
suo malgrado, la discussione tra Ohaarn e MOWSHAM che par accendersi di concetti e
rivelazioni profonde, tant'è che lo sguardo, di sbieco, vira in loro favore, permanendo
con il volto sui due duellanti, ancora. Stessa sorte capita a Saulja, infine, dal quale dista
in porzione minora rispetto agli altri due. A circa 2 BRACCIA da questi prende posto su
una seduta, più in basso.
17:01 StefanMakart [Arena-centro] <ARRETRA il Calzare destro seguito dal
gemello,richiamando la Bastarda a seguito dell'impatto inutile. Leggero per l'assenza di
presidi di corazze può consentirgli ,madido di sudore che gli imperla la fronte, dall'alto in
basso CALA violentemente la Spada nella perfetta Verticale a copiare la propria stazza
Fendendo l'aria davanti al proprio busto Tentando di Schiacciare a favore del Terreno
l'altrui ferro lungo cercandone il TERZO DEBOLE con il Debole della propria arma,
guadagnando misura di gambe per liberare l'elementare , quanto istantanea difesa. Il
Busto plasticamente si china appena per assecondare l'inerzia del colpo e conferigli
maggiore velocità e Potenza.E' lo stivale DESTRO ora a favore dello Scorpione.Non un
gemito, l'affanno del respiro che monta a causa del sole che soverchia il teatro di scontro
in un pomeriggio senza vento a cullare la pelle>
17:06 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] osserva il centro dell'arena, concentrato. Solo
l'avvicinarsi di Melyan lo distrae, per un attimo. Osserva il Cavaliere Nero, che saluta con
un cenno del capo, prima di tornare a fissare i duellanti. <Voi ed io serviamo una causa.
Ci dedichiamo a qualcosa che riteniamo sia degno di valore> parla, ancora, osservando
l'arena. Stavolta non distoglie pià lo sguardo da lì, per osservare Ohaarn. <Le ragioni
per cui lo facciamo, sono tanto personali quanto soggettive.> conclude, sospirando <Ma
non Mi sembra il luogo, né il momento più adatto ad approfondire la questione.> ...
<Non che disdegni la dialettica, sia chiaro, ma se siete interessato le porte di Minas Erik
sono sempre aperte, per tutti.> termina, stavolta sul serio.
17:07 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Scuote il capo, ha già perso contro il nano, la
speranza è vieppiù una chimera dall'aria scanzonata e beffarda. Annuisce lasciandosi
andare ad un sorriso storto e mal riuscito> siete invincibile Nano... La maggior parte
delle persone non cerca verità che si possono dimostrare. La verità, in molti casi,
comporta sofferenza, e quasi nessuno vuole soffrire, quello di cui le persone hanno
bisogno è una storia bella e piacevole, che renda la loro esistenza almeno un po’ più
significativa è proprio per questo che nascono problemi di incomprensione e le guerre…
<si gira solo un istante in cui fissa l’Eletto, poi torna allo scontro armato>
*** SVEIN porta il suo attacco, avvantaggiato dalla ridotta distanza col suo avversario,
il quale è a sua volta avvantaggiato dal minor peso del proprio equipaggiamento.
STEFANMAKART non riesce a intercettare la lama di SVEIN solo per una manciata di
centimetri, ma riesce a portarsi indietro per tempo in modo da limitare i danni. La spada
di SVEIN colpisce solo di striscio la coscia destra di STEFANMAKART, danneggiando
l'altrui armatura con un taglio poco profondo ma senza infliggergli ferite. A
STEFANMAKART spetta il contrattacco. ***
16:33 StefanMakart [Arena-centro] <è un istante speso per bloccare la corsa dopo
l'impatto, che assorbe per la doppia presa naturale. Dalla posizione assunta, quindi,
Ricarica il movimento OPPOSTO, da Sinistra a DESTRA, piantando il calzare SINISTRO a
perno della controrotazione del BUSTO in senso Orario stavolta. La spada accellera nel
semicerchio opposto Tentando di Ghermire la gorgiera indossata dal corazzato scorpione,
la dove l'Elmo termina lambendo l'articolazione della Clavicola DESTRA altrui. Arretra
solamente con il Busto, che sposta il baricentro sulla Gamba Sinistra per cercare di
riprendere Misura al colpo, con il Terzo debole della reliquia consacrata. Un breve rantolo
dal naso e nuova apnea rinnovata>
16:36 Saulja [Spalti/ quarto S.E.] alza leggermente il mento, osservando l'assalto di
Svein e la conseguente difesa di StefanMakart. Poggia entrambe le mani sulla seduta,
alzandosi leggermente e sistemandosi più comodamente. Improvvisamente, un mezzo
sorriso storce l'espressione altrimenti seriosa del cavaliere, che continua a fissare il
centro dell'arena, mentre parla: <Qualcuno, sì. Che volete che Vi dica. Ognuno, a questo
mondo, spende il proprio tempo come crede.> fa una breve pausa, mentre si volta verso
il nano. <Nella fattispecie, a me piace essere sicuro di non sprecare il poco tempo che ho
ancora a disposizione> conclude, tornando serio e soppesando Ohaarn per qualche
istante. Subito dopo, torna ad osservare l'arena. Fa appena in tempo ad intravedere
l'attacco di StefanMakart.
16:39 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Prosegue il suo interesse alle gesta belliche del
consanguineo, sia pur con l'udito alle parole idolatranti e al limite dell'ossessivo
dell'Eletto> Vi ammiro Nano, ammiro la pazienza e la fedeltà con cui concupite la verità
delle cose, anche quelle a noi sconosciute e celate...<scuote il capo abbassandolo solo
per qualche istante> io non bevo dallo stesso calice degli stolti, come ho detto poc'anzi,
ci sputo <graffia secco quasi stridulo nel tono> la spiritualità non è un dovere, ma una
vocazione direi, e ad ognuno il suo tempo e le sue scelte... io mi limito per ora, ad
osservare e a tenermi a debita distanza,non dobbiamo trascurare la probabilità che il
costante inculcare la credenza in Dio nelle menti possa produrre un effetto così forte e
duraturo sui cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro difficile
se non impossibile...
16:42 Svein [ Arena ] deglutisce lentamente quando la lama trova impatto con quella
avversaria. La lunga scivola così verso il basso. Inquadra nel proprio campo visivo la
figura del proprio avversario seguendone con gli occhi verdi le movenze. TENTA così di
MUOVERSI verso la PROPRIA SINISTRA in DIAGONALE con il piede mancino seguito
subito dal destro, CERCANDO di OPPORRE la SPALLA DESTRA, ben coperta dall'armatura
pesante, al colpo. Mantiene la lunga bassa sulla propria destra lasciando il COLPO di
Stefan libero di colpire. Sbotta in urlo potente [ AAAAARGH. FORZA! ] Corruga la fronte,
mentre ancora righe di sudore scorrono sulla fronte dell'uomo sotto l'Elmo. Irrigidisce la
muscolatura al massimo delle sue possibilità e con essa anche quella facciale, serrando
di scatto i denti.
16:45 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Sono un Vecchio Duergar duro di comprendonio,
Guardia Makart. E’ l’ErbaPipa o avete definito stolto chi crede in Dio? A cosa Vi riferite,
quando menzionate il Calice degli Stolti?> Rifiata, a corto d’ossigeno. Passa da
MOWSHAM a Saulja, eppur mai guarda né l’uno né l’altro. Fisso sul duello. UL, la sua
Sacra MazzaChiodata giace al fianco destro, intonsa, agganciata ad una fibbia metallica
della cintola d’arme in cuoio duro borchiato. Espira, poi, un quantitativo d’aria che sa’
d’acre, di grasso animale e di Birra. <Cosa rende la Vostra servitù al Conte un guadagno
e non uno spreco? Ho sentito dire che le Armate di Antares pagano meglio.> Tira su,
rumorosamente, e avvinghia con lo sguardo le traiettorie del colpo di StefanMakart.
16:48 Melyan [Spalti| Quarto Sud] assicurate le briglie di Falx ad uno degli steccati,
punta dappirma i larghi occhi verso l'imponente struttura, risalendo celermente verso
l'anello più in alto. Incede verso l'Ingresso Sud, scevra dal clangore solito della propria
Armatura Brunita, mancante, ma con la medesima espressione scevra da qualsivoglia
mortale parvenza. Quei bagliori cerulei, velati di un grigio abissale, scorrono vigili su ciò
che gli si para dinnanzi ed è in primis lo Spiazzo principale a ricadervi, nelle figura di
StefanMakart e Svein, intenti a duellare. Li soppesa, brevemente, saggiando posture e
movimenti dei bracci armati; prima di orientarsi verso destra, guadagnando la Zona Est
degli spalti, in quel silenzio marchiato da rigore e rispetto per lo scontro in atto. Gli
occhi son fissi sul perimetro del duello, mentre incede lentamente senza accorgersi
d'altro.
*** Il colpo portato da StefanMakart è ambizioso ma difficile, e questo gioca a favore di
Svein, che sebbene non riesca a scansarsi per tempo dalla traiettoria del colpo vedrà il
DEBOLE della bastarda di STEFANMAKART cozzare violentemente contro il rialzo dello
spallaccio destro dell'armatura a piastre, preservandolo dal subire ferite. A SVEIN
adesso il contrattacco ***
16:52 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Sospira stavolta con più vigore dando ossigeno
e carburante alla pazienza> E' sicuramente l'ErbaPipa Eletto, lo stolto... <schiarisce la
raucedine imperitura, poi si volta ora accompagnando lo sguardo con la torsione del
busto a favore del nano> lo stolto dicevo, lo è per natura, ahimè non è problema
religioso, spirituale, scientifico od altro... lo stupido E' STUPIDO... <alza di qualche
decibel il tono fissando con occhi penetranti> ...non intendo mescolare il sacro col
profano Eletto, ma normalmente parlo una lingua ai più comprensibile...Non faccio della
religione un'ossessione, altrimenti la mia vita significherebbe nient'altro che un obbligo;
e le mie preghiere non avranno alcun effetto e alcun senso... ora è tutto chiaro? <solleva
entrambe le sopracciglia per qualche istante, poi torna pazientemente ad osservare lo
scontro>
16:52 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] non distoglie lo sguardo dal duello, che osserva con
aria accigliata: strizza gli occhi, corrugando la fronte e socchiudendo le palpebre. <Il suo
scopo, immagino> di nuovo, parla senza guardare il proprio interlocutore.
<Sicuramente, non la paga.> spiega, pacato, al limite del distaccato <Se fosse stata
quella ad interessare Me, o chiunque altro, forse sarebbe stato più intelligente andare
alla Bettola.> si volta verso la propria sinistra: guarda Ohaarn <Non credete?> ma pare
una domanda retorica, a cui di fatto non cede diritto di replica, e prosegue. <Voi fate ciò
che fate per soldi?> e stavolta, sì, si zittisce. Osserva il nano, fin quando il cozzare della
lama di StefanMakart contro l'armatura di Svein non lo fa voltare nuovamente verso
l'arena, di scatto.
16:59 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Strattona la propria gola con una grassa e
rochissima risata che lo fa traballare di un paio di centimetri sul posto. E il metallo
dell’Armatura fa lo stesso, stridendo e cigolando manco fosse da rottamare. Le tre trecce
della barba scodinzolano appena, compatte ed incapaci di seguire l’inerzia dei
movimenti. Storce il labbro poi, quello superiore, facendosi più osceno di quel che già
non appaia. Si dedica a MOWSHAM, a cui già ha dedicato quella risata antologica. <Siete
Guardia di un Impero che ha le sue fondamenta su un Patto Sacro tra Chiesa e
Cavalleria, giovane Mowsham. La Vostra Vita è già nelle mani di Dio, e la Vostra Morte
sarà già monito della Vostra Fede.> Deglutisce catarri e saliva. <Politicanti. Come sta la
Von Wahreith?> Declina poi l’attenzione su Saulja. <Vi va di argomentare, giovane? Lo
scopo. M’interessa.>
17:00 Svein [ Arena ] riesce a muoversi verso la propria sinistra lasciando che la spada
avversaria cozzi contro lo spallaccio destro. Metallo contro metallo produce un rumore
forte, deciso. Sgrana lo sguardo in quel frangente andando a compiere un passo deciso
in avanti con il piede destro. Fa da perno sulla gamba avanzata per muovere il busto da
destra verso sinistra al fine d'accompagnare il braccio, che si trovava in basso a destra,
in un movimento violento, diagonale, dal basso a destra verso l'alto a sinistra mirato a
TENTARE di COLPIRE la COSCIA DESTRA, poco sopra al GINOCCHIO con il MEDIO della
propria spada.
17:00 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] rigira tra i sensi i duellanti, intenti a studiarsi in quelli
che parrebbero i primi scambi di una tenzone sono all'inizio. Si sofferma sulle armi
brandite dai due parirazza e nel farlo si dilatano quei bagliori cerulei, millantando
un'ossessione improvvisa per il metallo che riluce sotto al Sole imperioso. Se ne sazia,
cibandosene, di quel clangore che violenta l'udito e i sensi; mentre il lato destro del
broncio minaccia di raggiunger la gota, in una smorfia celere così come muore. Assorbe,
suo malgrado, la discussione tra Ohaarn e MOWSHAM che par accendersi di concetti e
rivelazioni profonde, tant'è che lo sguardo, di sbieco, vira in loro favore, permanendo
con il volto sui due duellanti, ancora. Stessa sorte capita a Saulja, infine, dal quale dista
in porzione minora rispetto agli altri due. A circa 2 BRACCIA da questi prende posto su
una seduta, più in basso.
17:01 StefanMakart [Arena-centro] <ARRETRA il Calzare destro seguito dal
gemello,richiamando la Bastarda a seguito dell'impatto inutile. Leggero per l'assenza di
presidi di corazze può consentirgli ,madido di sudore che gli imperla la fronte, dall'alto in
basso CALA violentemente la Spada nella perfetta Verticale a copiare la propria stazza
Fendendo l'aria davanti al proprio busto Tentando di Schiacciare a favore del Terreno
l'altrui ferro lungo cercandone il TERZO DEBOLE con il Debole della propria arma,
guadagnando misura di gambe per liberare l'elementare , quanto istantanea difesa. Il
Busto plasticamente si china appena per assecondare l'inerzia del colpo e conferigli
maggiore velocità e Potenza.E' lo stivale DESTRO ora a favore dello Scorpione.Non un
gemito, l'affanno del respiro che monta a causa del sole che soverchia il teatro di scontro
in un pomeriggio senza vento a cullare la pelle>
17:06 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] osserva il centro dell'arena, concentrato. Solo
l'avvicinarsi di Melyan lo distrae, per un attimo. Osserva il Cavaliere Nero, che saluta con
un cenno del capo, prima di tornare a fissare i duellanti. <Voi ed io serviamo una causa.
Ci dedichiamo a qualcosa che riteniamo sia degno di valore> parla, ancora, osservando
l'arena. Stavolta non distoglie pià lo sguardo da lì, per osservare Ohaarn. <Le ragioni
per cui lo facciamo, sono tanto personali quanto soggettive.> conclude, sospirando <Ma
non Mi sembra il luogo, né il momento più adatto ad approfondire la questione.> ...
<Non che disdegni la dialettica, sia chiaro, ma se siete interessato le porte di Minas Erik
sono sempre aperte, per tutti.> termina, stavolta sul serio.
17:07 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Scuote il capo, ha già perso contro il nano, la
speranza è vieppiù una chimera dall'aria scanzonata e beffarda. Annuisce lasciandosi
andare ad un sorriso storto e mal riuscito> siete invincibile Nano... La maggior parte
delle persone non cerca verità che si possono dimostrare. La verità, in molti casi,
comporta sofferenza, e quasi nessuno vuole soffrire, quello di cui le persone hanno
bisogno è una storia bella e piacevole, che renda la loro esistenza almeno un po’ più
significativa è proprio per questo che nascono problemi di incomprensione e le guerre…
<si gira solo un istante in cui fissa l’Eletto, poi torna allo scontro armato>
*** SVEIN porta il suo attacco, avvantaggiato dalla ridotta distanza col suo avversario,
il quale è a sua volta avvantaggiato dal minor peso del proprio equipaggiamento.
STEFANMAKART non riesce a intercettare la lama di SVEIN solo per una manciata di
centimetri, ma riesce a portarsi indietro per tempo in modo da limitare i danni. La spada
di SVEIN colpisce solo di striscio la coscia destra di STEFANMAKART, danneggiando
l'altrui armatura con un taglio poco profondo ma senza infliggergli ferite. A
STEFANMAKART spetta il contrattacco. ***
17:14 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Se V’invitassi a Deus Irae, invece, ragazzo?>
Imbecca, verso Saulja. <Potreste tornare con me, oggi istesso, quando la Volontà di Dio
si sarà conclusa nella sabbia dell’Arena. Vi vedo solo, qui, dunque deduco abbiate la
Libertà di muoverVi in giro per le Terre senza bisogno di supervisione. Vi offro Birra
Nanica, ErbaPipa e leggende del Passato. AYE!> Sbraita, in concomitanza al rumore
metallico delle Lame dei duellanti che s’incrociano. Espira, senza mai mostrare
apprensione o emotività nei riguardi del Duello in atto. Dedica poi attenzione a
MOWSHAM. <Io ho giurato Fedeltà Eterna all’Onnipotente non perché credo, ma perché
so, Guardia Mowsham. Ho toccato con mano la Verità di Themis, e quella di Simeht. E ho
prove, che potrei mostrare a Voi e al ragazzotto qui che serve un Conte lontano dai suoi
Sudditi.> Poi su Melyan, perentorio. <Tenebra è qui.>
17:15 StefanMakart [Arena-centro] <un breve ringhio , al contatto pur blando alle
dotazioni di CUoio Bollito. nella misura quindi, Avanza di UN passo con il piede Sinistro,
rompendo le attese per sfiancare l'avversario con scherma blanda. Finisce la Corsa della
Bastarda uncinata e da che il debole raggiunge la verticale della propria Anca destra, il
norreno, un quintale per due metri scarsi, Scatena la perfetta verticale Opposta, dal
BASSO in ALTO, deviando con lo stivale Sinistro di mezzo passo alla propria Sinistra,
liberando il colpo quasi perfettamente Verticale che si leva dirigendo impietosamente e
senza attese all'ASCELLA DESTRA di SVEIN, imponendo alla traiettoria una effimera
deviazione Diagonale per volgere il tagliente del TERZO debole all'arto armato dello
scorpione. La mano destra dona potenza, la sinistra precisione. una guida essenziale>
17:17 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] ricambia il saluto di Saulja con un composto e silente
cenno del capo e prende posto. Poggia le mani ai lati della seduta che ora la ospita e alza
il mento per goder da quella postura lo scontro entrato nel vivo. Le cicatrici che reca sul
profilo sinistro - retaggio del torneo sui Monti - con punti ancora vivi, benchè coperti,
pizzicano a ritmi alternati, lasciando che i lineamenti dello Scelto si contraggano, di
tanto in tanto. Il vociare dei tre che occupano gli spalti, insieme a lei, ne devia i pensieri
sugli argomenti che paion trattare con enfasi, in quel confronto acceso e ruota il capo in
favore di MOWSHAM, istintivamente. E' lenta quella movenza, quanto sfuggente
all'austerità dello Scelto, che la da in pasto ai più, senza troppi complimenti. Ma sono le
parole di Ohaarn a far cadere, rovinosamente, quei bagliori chiari sul Nano. [Siano
Eterne!], chiosa.
17:19 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] anch'io Eletto, anch'io... non ho alcuna necessità
che mi si mostrino verità incontrovertibili, nonostante mi abbiate simpaticamente
apostrofato come: "giovane..." lo sono relativamente, e la mia lunga esperienza
v'assicuro... <lo fissa per istanti che sembrano interminabili a sottolineare la serietà e
sincerità delle parole profferite> mi ha donato la possibilità di discernimento... felice per
voi, ripeto, per le scelte fatte e per le certezze acquisite... <torna per l'ennesima volta
alla tenzone poggiando il mento sui palmi, mentre i gomiti ora, fanno base sulle
ginocchia serrate>
17:20 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] trattiene il respiro per qualche istante, per poi
cominciare a far dondolare la testa a destra e a manca. <Aye> ripete, voltandosi verso
Ohaarn. <Era tanto che non sentivo questa parola.> commenta, ignorando in prima
istanza tutto il resto della conversazione. <Non ho bisogno di balia, no.>...<Ma oggi, in
ogni caso, non potrei tornare con Voi. Né sono sicuro che sia una buona idea farlo, anche
in futuro: a quanto ricordo, ma sono anni che non metto piede nelle Vostre terre, chi non
abbraccia la Vostra fede va incontro all'Assoluzione.> ... <O sbaglio?> riporta lo sguardo
sull'arena, infine. <Se così non fosse, potrei prendere in considerazione l'idea di venire a
far visita alla Vostra, di Torre, nel futuro prossimo>
17:24 Svein [ Arena ] muove la propria lama in avanti in diagonale, si limita a far
proseguire la traettoria della propria spada verso l'alto nel chiaro TENTATIVO di
SPOSTARE l'OBIETTIVO di STEFAN. Per compiere al meglio quel movimento nel muovere
la spada verso l'alto compie una rotazione sulla spalla destra, un movimento fluido,
proseguimento della traettoria precedente d'attacco - per quanto possa esserlo fatto in
armatura completa. Il sudore bagna la fronte dell'uomo. Pianta il piede sinistro a terra
calcando al meglio il terreno cercando di accompagnare il movimento della propria spada
al meglio anche con il braccio, non solo con la spalla.
17:26 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <L’Assoluzione, ragazzo, cade sulla testa di chi il
Mio Dio lo offende o, nelle Terre del Granducato, non ci sarebbero esseri viventi ma solo
teste mozzate e cadaveri in fiamme.> Sorride, in quel che è un sorriso piuttosto osceno.
Uno stupro ai dipinti dell’emotività che un volto normalmente possiede. Latore
dell’orrido e del rozzo, si fa Mausoleo di Fede e di Solennità. La calma degli Antichi
Generali di Caos Sit, la fermezza di Mille Soldati in Guerra. Era per Saulja quel fraseggio,
e ancora continua. <Ci raccontano come sanguinari, alla Torre di Erik, hn?> Rifiata.
<Tranquillo, non siete nemmeno lontanamente degno della mia MazzaChiodata.> Dedica
poi il peso delle parole a MOWSHAM. <Sia, giovane Guardia. Tutto è giovane, davanti ai
Secoli che mi porto addosso, Makart.> Chiude su Melyan. <StoneHelmet, Eletto
Assolutore.> Deglutisce. <Voi?> Fissa lo scontro.
17:29 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] ritorna a fissare MOWSHAM, socchiudendo dapprima
lo sguardo, prima di alternarlo ancora fra i tre e quindi tornare a dedicarsi allo scontro.
In quegli scambi fatti più di scarti e posture che si trovar di lame, si perde
nell'espressività di StefanMakart e Svein, più e più volte. Inclina il profilo destro - quello
che dona a Sauljia, Ohaarn e MOWSHAM - verso la spalla, osservando con più interesse
lo scorrere della tenzone che scema d'intensità; tant'è che una smorfia increspa le
labbra piene dello Scelto, per meri istanti. Le mani arpionano la seduta, mentre lo Scelto
fa per scrocchiare la muscolatura della schiena, anchilosata da quella sosta prima del
ritorno sui Monti, dopo giorni di degenza al Lazzaretto. Porge il profilo destro ad Ohaarn,
adesso. [ Melyan Valàr Herùvë, Cavaliere Scelto di Tenebra. ] laconica, osservandolo
istanti, prima di tornare al duello.
*** Il colpo di STEFANMAKART, pur rimarchevole nella tecnica, non riesce preciso e
pulito come dovrebbe. Svein non riesce a intercettare la spada di STEFANMAKART con la
sua solo per pochi istanti, ma il DEBOLE della lama di STEFANMAKART va a cozzare
contro il fianco destro della corazza di SVEIN, mancando il suo bersaglio di pochi
centimetri. I combattenti si trovano a circa un passo l'uno di fronte all'altro mentre lo
scontro raggiunge il culmine della sua intensità. A SVEIN l'iniziativa adesso ***
17:33 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Si volta appena in direzione di Melyan
regalandole uno sguardo intenso> Tenebre Scelto... <china il capo appena accennando
un saluto donando ancora preziosi istanti alla serva di Tenebra, infine torna alle gesta
del fratello>...
17:34 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] sorride, di nuovo, ma senza replicare ad Ohaarn.
<Sono avulso, alle questioni di Fede> si stringe nelle spalle, mentre lo confessa <E, Vi
dirò, non conosco il Vostro Ordine, se non per sentito dire.> ... <A Minas, sopratutto in
questo momento, ci sono questioni più importanti di cui occuparsi in questo momento.>
infine si volta nuovamente verso il nano. <Ma sono felice di sapermi al sicuro!>
conclude, sollevando l'angolo destro delle labbra in un sorriso storto. Si volta quindi
verso Melyan, osservandola per tutta la durata della sua presentazione, prima di tornare
a guardare in direzione dell'arena.
17:36 Svein [ Arena ] subisce il colpo di Stefan che impatta contro il fianco destro.
Serra le mascelle stringendo i denti, irrigidisce la muscolatura facciale. Ha la spada alta,
da quella posizione tenta di muovere il PIEDE DESTRO in AVANTI con un PASSO deciso.
Accompagna quel movimento con il braccio destro che viene completamente disteso in
avanti sfruttando la rotazione del busto da destra verso sinistra per TENTARE di colpire
di PUNTA il PETTO di Stefan nella ZONA ALTA, poco sotto la gola. Per scaricare al meglio
quel colpo flette maggiormente il ginocchio destro in avanti accompagnando il colpo di
spada. Sbotta [ FACCIAMOLA FINITAAA! ] Urla in faccia al proprio avversario.
17:38 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Elfico, dei Boschi se non erro. Sa’ di Sindarin il
Vostro nome, Cavaliere Scelto. Eppure non vedo in Voi i tratti di quella natura.> Espone i
suoi pensieri con la dialettica costantemente stuprata dal catarro che gli ribollisce in
gola pedissequamente. Anche quando tace, l’Antenato Vivente della Fara StoneHelmet
non è che un coacervo di rumori, rigurgiti e fetori di intensa natura. Sudore, Birra ed
ErbaPipa, in un miscuglio che sa’ di Montagna e Tradizioni Antiche. Va poi a parlare per
Saulja, e gli occhi si assottigliano quando il Duello sembra crescere d’intensità. Sfiata
appena. <Mi seguirete a Deus Irae, dunque, ragazzo? Sono un Duergar, non Vi conviene
farmi aspettare. Venite e andate: il tempo necessario per vedere coi Vostri occhi ciò che
ignorate. Garantisco per la Vostra incolumità.> Annuisce, paterno. Sputa poi, al suolo.
<PER SIMEHT!>
17:40 StefanMakart [Arena-centro] <sfilato Svein dalla Sua DESTRA, Blocca sul piede
DESTRO il cammino, disponendo il maggior peso della propria stazza proprio sullo stivale
dritto che funge da Perno ad una repentina rotazione Oraria, che prelude al Blocco della
traiettoria di risalita della Bastarda. La LUNGA altrui, dalle gambe, si leva al busto e
quindi nuovamente a tentare di offendere l'Eletto da Simeht, il quale , rinsaldata la
presa, per un frammento di secondo sembra soppesare la figura interamente metallica
che ha innanzi. La spada ha la Punta rivolta a favore del cielo e li giace al termine della
sua precedente evoluzione iperbolica. Da li, Arretra MEZZO passo per dare agio all'arma,
che Scarica violentemente sul pesante Scorpione, dall'ALTO in BASSO, Tentando di farla
convergere sul il TERZO DEBOLE altrui, per deviarne semplicemente la traiettoria
Puntuale a favore del Suolo
17:41 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] aggrotta quel pensiero tra le pieghe della fronte e
rifila un'occhiata a MOWSHAM, quando la Guardia le restituisce il saluto delle Nere
Schiere e torna, ancora, a ricalargli su quello sguardo imperscrutabile; nel frangente in
cui il parirazza torna a rimirar lo scontro. E se avverte l'attenzione visiva di Saulja, che
tiene d'occhio grazzie alla vista foveale, è su Ohaarn che orienta, nuovamente,
l'attenzione. L'Urlo di SVEIN la coglie di sorpresa, nonostante non deturpi
quell'espressione marchiata di rigore e posatezza. Un aborto di sorriso prende forma
però. [ Si entra nel vivo, finalmente. ] - biascica in quel levare che dell'Eldar che fu,
accentuato dalla slogatura ancora presente della Mandibola Sinistra. Ma su Ohaarn è
ancora l'attenzione. [ Elfico. Fui Primogenita per più di trecento anni, Mastro
StoneHelmet. ] annuisce, in un flebile colpo.
Parsiphal sussurra a Syrial
io dalla mia precedente evoluzione iperbolica mi sarebbe venuto mal di schiena
17:46 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] Resta silente e concentrato sullo scontro, cerca di
leggere i primi segni di spossatezza sul volto dello Scorpione addobbato da quella
pesante attrezzatura completa di metallo... gli occhi fissi sui colpi che si susseguono
senza tregua
17:47 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] rimane in silenzio per un po'. Fa in tempo ad
osservare l'assalto di Svein e la nuova, conseguente, difesa di StefanMakart prima di
replicare al nano. <Verrò a cercarVi, ma non Vi seguirò. Non oggi, almeno.> replica, alla
fine, voltandosi verso il nano <Sebbene, Eletto, non capisca il perché del Vostro rifiuto al
Mio invito.> Il discorso di Melyan, evidentemente, attira la sua attenzione. Nuovamente,
la osserva e la ascolta senza dir nulla prima di riportare l'attenzione verso il centro
dell'arena e sullo scontro in atto.
17:49 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Ha la calotta cranica madida di sudore, alla mercé
del Sole che picchia imperterrito, stimolando l’epidermide dell’Anziano Duergar. Quella
pelle è grigiastra, insofferente a quella esposizione continua, ed è per questo che inizia
ad irritarsi mostrando le prime forme di rossore che, a contatto col sudore del Khaza
Grigio, brucia. Stimoli che l’Eletto tiene per sé, indurendo i muscoli del collo taurino.
<Facciamola finita.> Fa da eco all’urlo di Svein, lì nell’Arena. Deglutisce, ancora. Pare
assetato. Ha tra le mani la Spada Lunga del Giudizio dell’Assoluzione, avvolta dalle
stoffe verdi del proprio mantello di Rango. Al fianco destro UL, la MazzaChiodata Sacra,
alle spalle lo Scudo Medio e addosso l’Armatura. Per Melyan. <Puah. Secoli sprecati a
baciare alberi.> A Saulja, poi. <Perché verrei a parlarVi di ciò che a Minas Erik non è
dimostrabile.>
*** Stavolta, complice la minore distanza che si è venuta a creare tra i due e la
maggiore rapidità del colpo di punta, l'attacco di SVEIN va a buon segno. La spada dello
Scorpione colpisce di punta il torace del Cavaliere Consacrato e perfora la sua corazza di
cuoio bollito, affondando di qualche centimetro e infliggendogli una ferita GRAVE prima
che la lama di STEFANMAKART impatti col FORTE contro il MEDIO della spada dello
Scoprione, ribattendo l'arma verso il basso prima che termini del tutto la sua traiettoria
e scongiurandolo dal subire una ferita ancor più grave. Le prime gocce di sangue
macchiano la sabbia dell'Arena, ma lo scontro non è ancora concluso: il Consacrato
infatti, nonostante la gravità della ferita, ha ancora le forze per proseguire lo scontro. A
STEFANMAKART l'iniziativa adesso. ***
17:51 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] replica le fattezze dei tre, ripassandoli tra i sensi
visivi ancora una volta. Ne misura gli intenti e li soppesa, nel tentativo di trovarli
mancanti o meno al proprio insindacabile giudizio. La Guardia e poi Sauljia, di nuovo,
incrociandone e sostenendone dapprima lo sguardo, per poi sfilarlo su Ohaarn, ancora.
[ Qualunquismo da Taverna, Mastro Nano. Ciò non vi fa onore, vi confesso. ] - e se le
sopraciglia prendono il volo, palesando quell'ovvietà nel pesiero appena palesato, lo
Scelto si concede un altro scambio tra StefanMakart e Svein, tornando a rimirarli, con
scarso interesse invero. Le braccia si sollevano fino ad incrociarsi poco sotto al petto,
facendo ricadere il Medaglione dell'Armata sugli avambracci velati dalla leggera stoffa
della camiciola di fattura maschile.
17:52 StefanMakart [Arena-centro] < Un dolore istantaneo e intenso quindi ma in un
semplice quanto repentino Passo Laterale lo consuma come fosse un torero alle prese
con il suo toro, sfilando alla destra di SVEIN e nel farlo richiama l'arma con la presa
d'entrambe le mani davanti al proprio MENTO ed il debole a favore del cielo. Carica la
rotazione Oraria del busto per accompagnare una Diagonale Dall'ALTO al Basso, da
Sinistra a DESTRA, incurvando il busto a favore del suolo per dirigere meglio il TERZO
debole sull'articolazione ESTERNA del Ginocchio Destro dello Scorpione, il piede destro è
il perno del movimento effimero, meccanico, la mano destra confersice debita Potenza,
la sinistra guida la traiettoria ancora, il Cuoio Bollito che lo veste stride sotto gli sforzi
che perdurano, oramai da minuti>
17:55 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] sostiene lo sguardo di Melyan, per tutto il tempo in cui
lo incrocia. Infine, mentre sta già osservando l'arena, annuisce <E' quasi ora> borbotta,
a mezza voce, osservando il duello. Poi lancia una rapida occhiata a Ohaarn. <Questo
perché, evidentemente, date per scontato il fatto che io abbia bisogno di qualche
dimostrazione. Ma non ho motivo, ora, di dubitare del Vostro codice e credo, quindi, alle
Vostre parole.> ... <Ciò che Mi incuriosisce, piuttosto, è il Vostro scopo. Le Vostre
motivazioni, se vogliamo. Come Vi dicevo, sono estraneo alle faccende di Fede, ma non
per questo la teologia non Mi affascina> conclude, tornando ad osservare lo scontro.
17:55 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] Resta sorpreso dall'efficacia del colpo dello
Scorpione, cercando ancora di carpire segni di stanchezza nell'uomo, l'armatura
indossata è notevole e di sicuro non agevole da sopportare per lungo tempo e per sforzi
prolungati
17:58 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] <Duergar, Cavaliere. Non Nano. Differenza
sostanziale.> Imbecca, sovrano. <E lasciate l’Onore fuori da questa discussione. Non
tollero si giudichi il mio Onore con tale leggerezza.> E’ acido, deprecabilmente
animalesco, alla volta di Melyan alla quale poi incalza con uno sguardo vuoto, arido,
amorfe d’umanità o finanche di ricordi di vita. Nuovi fraseggi intersecati fra loro da
respiri rotti in gola dalla raucedine, per Saulja. <Avremo modo di discuterne, quando
solcherete le Mura di Cinta di Sacra Mot. Come debbo chiamarVi?> Devia poi
completamente l’attenzione al Duello, all’Arena, a quella lama che trafigge il petto di
StefanMakart. Stringe i denti, appena, e le mani attorno alla Consacrata del Giudizio che
ha in grembo a mo’ di neonato. <Padre, guida Tuo Figlio, affinché la Sua Vita o la Sua
Morte sia Manifesto della Tua Grandezza. Accompagnalo alla Gloria Tua.>
18:01 Svein [ Arena ] affonda la spada nel petto del proprio avversario fin quando la
lama di Stefan non trova impatto contro la propria spingendola verso il basso. Non fa
altro che cercare di far proseguire la traettoria dal basso verso l'alto per aprire la propria
spada verso destra. In quel frangente TENTA di avanzare il piede sinistro per CERCARE
di FLETTERE maggiormente la gamba destra sul GINOCCHIO nel tentativo di
CONTRAPPORRE la parte laterale del QUADRICIPITE DESTRO al colpo avversario. Con
quel momento cerca di spostare il peso del corpo sulla gamba sinistra. Solleva
leggermente lo scudo medio aprendolo verso l'esterno.
18:01 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] indugia, dischiude tra le labbra quella sorta di sorriso
pantomimico e si rivolge, visibilmente, ad Ohaarn, mentre fa sue le parole che gli
destina Saulja. [ Fate reclutamento a Mot, StoneHelmet? Pensavo che la Fede venisse
dispensata non alla stregua di un'arma con cui irretire o ammaliare le menti. Per quanto
ciò lo trovi particolarmente interessante, come concetto... ] - e se lascia cadere quella
frase, altro non fa per lo sguardo di Saulja che ricerca, senza mutare quel sorrisetto da
perfetta faccia da schiaffi. Poi su Ohaarn, con quel guizzo negli occhi che ne accende
financo quel muscolo centrale mortale. [ Interessante, Duergar. ] - china il capo,
accogliendo quel redarguire del Simethiano, ma incalza. [ Suvvia, non siate così
perentorio. Non è l'occasione adatta, vi ripeto. Ma se volete, vi sarà. L'Onore è un'altra
cosa, credete a me. ] - sciorina, seria.
18:05 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] lancia un'altra occhiata di sbieco ad Ohaarn.
<Ragazzo Vi ha stancato?> lo pungola, ironico, per un istante. <Saulja Ar'Rashid.>
replica infine, laconico. Sposta poi l'attenzione su Melyan. Le risponde con un mezzo
sorriso, scuotendo il capo. <Vi assicuro che non augurereste nemmeno al Vostro peggior
nemico di reclutare uno come me> si alza, quindi. Osserva per pochi altri istanti lo
scontro, restando fermo, impassibile.
18:05 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] Fisso sui contendenti, le parole che volano e
s'intrecciano non sembrano scalfirne l'attenzione, gli occhi sono per l'arena
18:09 Ohaarn [Spalti/Quarto S. E.] Allarga le narici e sbuffa aria alla stregua di una
fiera stanca, affaticata, sfiancata dal caldo e dal nervosismo che gli ruba fiati ed attimi
cardiaci. Ascolta le parole di Melyan prima, e di Saulja poi, dedicando però l’interesse
focale su StefanMakart e i suoi movimenti. Le labbra si muovono in silenzio, in una Prece
che s’eleva alla volta del Dio di cui egli è Fedele e Braccio Armato. Con come Capostipite
il Santo Decalogo e le Virtù Cavalleresche, l’Antico Duergar strappa via dalla gola poche
parole alla volta di Melyan. <Proselitismo, Cavaliere Nero Scelto. E’ la Mia Missione
sradicare l’Eresia dal Mondo. Mostro la Via. Volete forse insegnarMi come si fa?> Slabbra
un basso ringhio che poi s’acquieta, quando parla a Saulja. <Hnf, non immaginate
nemmeno quante siano le cose capaci di stancare un Duergar, ragazzo.> Torna allo
scontro.
*** L'attacco di StefanMakart, pur poderoso, è comunque in parte fiaccato
nell'esecuzione dalla ferita subita dall'umano. Nonostante il cambio di guardia operato
da SVEIN, il colpo di STEFANMAKART non va a segno nel quadricipite destro del proprio
avversario, ma neanche all'articolazione del ginocchio: il DEBOLE della bastarda di
STEFANMAKART si infrange infatti contro lo schiniere destro dello SCORPIONE,
ammaccandolo leggermente nella parte colpita. A SVEIN adesso il contrattacco. ***
18:11 Melyan [Spalti|Quarto S.E.] sbuffa sonoramente, issandosi sulla schiena e
alzandosi, ma è già con gli occhi puntati sullo scontro. [ La Strada per i Monti è lunga. E
questo Duello fin troppo noioso. ] - la schiettezza è parte di quell'essere dicotomico e
così la rivela ai presenti. Spolvera con entrambe le mani le proprie vesti, specie i calzoni
e il fodero della Lunga d'Ordinanza risuona sordo nel cozzare con la seduta appena
abbandonata; mentre la Mazza Ferrata oscilla prima di acquietarsi. Risponde a Saulja ma
non lo osserva, adesso. [ Ar'Rashid, so riconoscere ciò che ha valore da ciò che ne
millanta il luccichìo senza possederne la caratura. ] - di sottecchi, cerca di inquadrare
l'espressione di Saulja e poi ricade su Ohaarn, lentamente. [ Sia mai, Eletto di Simeth.
Ad Ognuno il Suo. ] - solleva le spalle, lieve. [ Tenebre a chi resta! ] e riprende la strada
del ritorno.
18:14 Saulja [Spalti/Quarto S.E.] si rivolge a Ohaarn con un sorrisetto. <Oh, no,
credetemi: ho un'idea molto chiara invece.> Rimane in piedi ed osserva così l'attacco di
StefanMakart andare a vuoto. Distoglie poi l'attenzione dall'arena, rivolgendosi a
Mowsham, Ohaarn e Melyan. <Signori, Vi auguro un buon proseguimento.> Si sofferma
poi sul nano. Schiude le labbra, ma poi si volta verso il centro dell'arena. Osserva per un
istante i due contendenti, poi richiude la bocca. <RosaeLux> si avvia, quindi, in
direzione dell'uscita ad Est. Melyan lo precede per pochi attimi; lui procede con calma,
osservando distrattamente ciò che avviene al centro dell'arena mentre si allontana dagli
spalti e prende a sua volta la strada per il ritorno.
18:15 Svein [ Arena ] incassa l'ennesimo colpo. Il fisico inizia a sentire la fatica dovuta
al combattimento, alle contusioni, ma soprattutto all'armatura che indossa. Stringe i
denti, la fronte è madida di sudore sotto l'elmo. Gli occhi verdi puntano l'avversario con
lo sguardo che viene sgranato. Ha la spada alta verso destra. Non fa altro che chiuderla
verso l'interno in un colpo diagonale dall'alto a destra verso il basso a sinistra.
Accompagna quel colpo con una rotazione del busto nel medesimo verso del colpo di
spada, ma soprattutto TENTA di colpire un ulteriore passo in AVANTI con il DESTRO così
da TENTARE di colpire la BASE SINISTRA del COLLO di Stefan con il MEDIO della propria
spada lunga. Sbotta furioso [ CREPAAAA ] In quell'urlo sbava sotto l'elmo colto dallo
sforzo massimo che viene scaricato in quel colpo.
18:16 StefanMakart [Arena-centro] <boschi di latifoglie nella mente del norreno,
brezza invernale a carezzarne la pelle, che risente della perdita di Agilità e Forza. Il
sangue sgorga defluendo di sotto il Cuoio bollito. Davanti agli occhi il corazzato figuro,
stanco, la mente deviata dalla perdita di concentrazione. Si ferma adorante il Creato,
divarica appena le gambe che copiano al suolo l'ampiezza delle spalle. Libera la Bastarda
dalla presa della mano Sinistra disponendola al fianco destro, trattenuta con l'effimera
forza che gli è rimasta. Lo scorpione, una volta ancora, lo raggiunge nelle sue attese e il
colosso dei Ghiacci eterni sembra sorridere delicatamente> In Honorem Simehtis..
Regnus Motus sime.. Per la Gloria di Dio Padre.. < fiata e sul Colpo altrui esala >
18:16 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] Solleva appena la mano destra come cenno di
saluto, restando imperterrito e fisso sul combattimento
18:22 Ohaarn [Bordo Arena] ..In Honorem Simehtis. <Lascia l’Inno a risuonare
nell’aria priva finanche dei Fiati del Vento. E’ un suono che sigilla l’epitaffio a discapito
dei dialoghi con Melyan e Saulja, ma che avvolge anche le sorti del Duello in Arena. Il
crollo fisico e mentale di StefanMakart è chiaro a chi sa leggere quegli avvenimenti ed il
Vecchio Duergar non fa che issarsi sulle sue leve inferiori tozze e borchiate di metallo,
andando a muoversi giù per gli SPALTI, lentamente. Si lascia alle spalle persino
MOWSHAM a cui lascia l’eco delle uniche tre parole dette in quel frangente. Si dipinge
d’intensità fideistica e di serietà animalesca. In volto c’è una sorta di quiete imperiale,
sovrana di ogni lembo di pelle grigia e sudata dell’Anziano Eletto. CERCA di
RAGGIUNGERE il bordo dell’Arena, il confine tra SPALTI e sabbia.> In pace, ed in Gloria,
nel Nome di Dio, Giudizio. <Sussurra, tra sé.>
*** L'ultimo assalto di SVEIN va a segno, lasciando STEFANMAKART caduto, col collo
squarciato. L'Arbitro tuona, dopo che l'ultimo colpo va a segno: "ALT!". Detto questo si
avvicina alla sagoma imponente di StefanMakart, chinandosi appena per poi rialzare la
testa e annuire convinto. "IL DUELLO E' TERMINATO. LO SFIDANTE PUO' RITIRARSI.
QUALCUNO VENGA A RECUPERARE LA SALMA DELLO SFIDATO." Alle parole dell'arbitro
due barellieri escono solerti all'ingresso accademico e si muovono a recuperare la salma
di STEFANMAKART, che verrà portata verso il bordo dell'arena a disposizione dei suoi
compagni d'arme. Il duello è concluso. ***

18:23 MOWSHAM [Spalti/Quarto S.E.] <Si alza senza batter ciglio, uno sguardo
rapido al Duergar ed infine una decisa discesa delle gradinate in favore dell'arena> Vado
a prendere i resti di mio fratello... <rivolgendosi all'Eletto>
18:29 Melyan [Ingresso Sud] ( è lesta a lasciare gli spalti, in quell'andatura che non
perde di elegante marzialità. Anticipa di qualche passo Saulja di cui sente il vociare non
molto distante da lei. Gli dona le spalle, così come al resto del presenti, ora non donando
più attenzione allo scontro. Ma voce che ricerca l'udito di Ohaarn, si. ) Tenebre Calino sui
Vostri Passi. ( ribadisce, più come un monito che un vero intento cordiale, che non
sporca d'espressione il volto, così come le labbra che serra con cipiglio austero. Rifila
un'occhiata, solo adesso, alla salma di StefanMakart, virando poi a favore di Svein in un
cenno di assenso velato. Discende i gradini e così sparisce alla vista dei presenti in
Arena, andando a ricercare la cavalcatura di Falx, che trova li fuori. Una carezza
all'altezza del garrese e fa per montare in sella. )
18:29 Svein [ Arena ] muove la propria lama con forza e decisione. Quello sforzo
massimo produce l'attacco finale che fa crollare a terra il proprio avversario davanti ai
propri piedi. Non abbassa la propria spada macchiata di sangue, un pò come la propria
armatura. Borbotta a tono sommesso [ Finita, ha la pelle dura questo Stefan Makart. ]
Rivolge uno sguardo in direzione degli spalti verso i quali alza la propria spada. Compie
un mezzo inchino per quanto la stanchezza possa concedergli, ma soprattutto il metallo
che ha indosso. Il respiro è affannato e l'uomo cerca di regolarizzarlo con un paio di
boccare d'aria abbastanza ampie. Socchiude gli occhi per qualche attimo restando in
silenzio.
18:33 Ohaarn [Bordo Arena] ..Non toccate le sue Lame. N e s s u n o tocchi le Lame
del Giudizio. <Inveisce contro l’ARBITRO, contro i barellieri e contro MOWSHAM stesso.
Calpesta per la prima volta quella sabbia pregna di sangue, ora che il corpo di
StefanMakart crolla senza vita al suolo. Un’occhiata fredda va a Svein, a cui viene mosso
poco.> Onore a Voi, Uomo. <Devia quindi sul proprio Superiore in grado e sulle sue
Lame Consacrate. Si CHINA lì dov’è, di poco, facendo ‘sì che i metalli Sacri del defunto
vengano raccolti all’interno delle stoffe verdi del proprio mantello, assieme alla Lunga
finora custodita gelosamente. C’è rispetto, c’è Fede, c’è accortezza in ogni gesto. Una
volta recuperato l’Armamentario Sacro, lascia a MOWSHAM gli oneri del corpo.> Onore
al Giudizio. Onore a Vostro Fratello, Guardia Makart. Le sue Lame saranno custodite a
Deus Irae. <E va via.>
18:35 MOWSHAM [Arena] <Solo uno sguardo in direzione dello Scorpione, nessuna
empatia, nessun messaggio obliquo, niente, torna subito con l'attenzione ai resti di
Stefan occupandosi repentinamente della salma> Motus Regnus Sime Eletto..fate ciò che
dovete.
18:40 Svein [ Arena ] inspira profondamente dal naso cercando di incanalare quanta
più aria possibile per espirare poi dalla bocca. Scuote un paio di volte il cranio coperto
dal metallo dell'elmo mentre verso Ohaarn dice con tono serio [ Grazie. Elegos. ] Solo
questo dice in favore del Khaza poi rivolge lo sguardo verso Mowsham prima di prendere
ad incamminarsi verso l'uscita dell'Arena con un passo molto blando, seppur sia
cadenzato, trascina con se la spada rivolta con la punta verso il terreno. Abbassa lo
scudo medio lungo il fianco. Lentamente si lascia inghiottire dalla struttura sparendo così
in breve tempo dalla vista dei più.
18:40 Melyan [Vicolo Doralia|Sella] pone il piede sinistro nella staffa del medesimo lato
del destriero infernale e poste entrambe le mani sul Pomo della Sella si fa lo slancio
necessario a permetter alla gamba destra di scavalcare la bardatura ed infilare il piede
gemello nella staffa, anch'esso. La mancina assicura tra le dita le redini e quel colpo di
reni, da cavallerizza consumata, intima alla cavalcatura l'andamento, dapprima, al trotto
e poi al galoppo; in quell'appiattirsi fisico sul garrese dell'equino, e grazie alla virata
scattosa delle redini in direzione del Monti. Uno scalpitìo concitato e rapidi sbuffi dalle
narici dell'animale, ne sanciscono l'allontanamento dall'Arena.

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