I

VIAGGI E VIAGGIATORI NELLE

LETTERATURE SCANDINAVE MEDIEVALI
E MODERNE

a cura di Fulvio Ferrari

I·

. Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche

I
Trento 1995

.
 MARCO BATTAGLIA

IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA. LÀ RI-

CEZIONE DELLA VISIO TNUGDALI NEL MEDIOEVO
SCANDINAVO

Nam in p.raesenti rerum statu prae inetu

& mentis perturbatione mei ipsius oblitus
eram, nec capere poteram, quid de viuis &
loquacibus arboribus flatuendum, nec
quorsum euaderet processio haec; quae lente &
compositis gradibus fiebat.
(Nico/ai Klimii iter subterraneum, 1766, pp. 16-17).

Premesse e nascita del genere 'Visione'

Nel Medioevo europeo, il processo di conversione e di adat-

tamento alla dottrina cristiana ebbe corso lento e contrastato e
in esso si confusero, ineluttabilmente, componenti della vecchia
religiosità pagana. Una religiosità, questa, largamente vitale nella
società occidentale di allora e che, nell'omologazione al dogma
ecclesiastico 'ufficiale', assunse i connotati folklorici della su per-
stizione, inevitabile tributo nell'opera di catechizzazione sem-
pre più profonda di larghe masse. A questo difficile compito
concorse una serie di strumenti dottrinali, resi necessari dal li-
vello culturale generale dei fedeli e delle fasce più basse dello
stesso clero, impossibilitati per varie ragioni ad attingere diret-
76 MARCO BATTAGLIA
tamente il Verbo catecumenale dalle Sacre Scritture .1 Fiorì così
una letteratura parenetica in grado di divulgare la fede cristiana in
maniera semplice, basata su aspetti quotidiani e realistici, rap-
presentata essenzialmente da agiografie, racconti di miracoli,
raccolte omiletiche, exempla, a fianco di manuali pratici per la
confessione e la prescrizione di penitenze ad uso di parroci,
predicatori e missionari. Tra questo genere ampio di lettera-
tura,2 spiccano (tra il VI ed il XIII secolo) racconti, in poesia o in
prosa, relativi a viaggi e visioni in luoghi fantastici (oltretomba,
aldilà, regno dei morti), compiuti da santi, monaci, fedeli, uo-
mini comuni, spesso in sogno3 come in trance.4 Con simili rac-
conti si tendeva a ricreare un'atmosfera magica, rituale e collet-
tiva che, partendo dall'esperienza drammatica del singolo, vi-
sionario o viaggiatore, investiva l'intero auditorio con gli inevi-
tabili messaggi apocalittici, escatologici e dogmatici ad essa cor-
relati. La narrazione di viaggi e visioni5 si ricollega, in realtà, ad
una tematica culturale piuttosto antica, le cui origini si riscon-
trano primariamente già nella tradizione orfistico pitagorica
greca e nell'ambito della letteratura apocalittica ebraica, come
1 A. Gureviè'., Contadini e santi. Problemi della cultura popolare nel
Medioevo, Torino 1986, p. 7.
2 Sulla tipologia di Belebrungspredigt, Musterpredigt, Leserpredigt si
veda A. M. Valente Bacci, The typology of medieval German preacbing, in
AA. VV., De l'Homélie au Sermon. Histoire de la prédication Médiévale,
Louvaine-la-Neuve 1993, pp. 318-24.
3 E proprio attraverso il recupero culturale del sogno si manifesta la
grande fioritura agiografica ( .. Le rève s'accroche à l'hagiographie. Il
authentifie !es étapes essentielles de la marche de Martin vers la sainteté .. ,
J. Le Goff, Les reves dans la culture et la psycologie collective de l'Occi-
dent médiéval, . scolies, Cahiers de Recherches de l'École Normale
Supérieure .. , 1 [1971], p. 128) culminata, nel corso del XII secolo ( ..[ ... ]
époque de reconquète du rève par la culture et la mentalité médiévales",
ibidem, p. 129), con la creazione di un nuovo panorama religioso, nel
quale ..Jes saints remplacent !es élites antiques du reve: !es rais (Pharaon,
Nabuchodonosor) et !es chefs ou héros (Scipion, Enée).., ibidem, p. 129.
4 H. H. Range - T. Gad, Religi"1s digtning, in AA. VV., Kultttrbistorisk
Leksikon far Nordisk Middelalder. Fra vikingetid ti! reformationstid.
Bd14. [rist.]. Kobenhavn, 1980-82, p. 37.
5 Appropriata è l'osservazione di E. Gardiner ed., Visions of Heaven
and Hell Before Dante, New York 1989, p. XXI, a proposito della vaghezza
concettuale e sensoriale espressa da 'visione' rispetto al termine 'viaggio'.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 77
nei testi rabbinici e successivamente nell'oriente pre-islamico,6
senza dimenticare il ruolo di trasmissione operato dalla lettera-
tura evangelica neo-testamentaria ed apocrifa.7 Con il resoconto
della visione (affidato sempre alle abili mani del redattore eccle- ·
siastico, vero 'autore' della visione), l'uomo comune stabilisce
qualcosa di più di un semplice contatto col soprannaturale: que-
sto infatti si manifesta all'eletto in una forma compiuta ed alle-
gorica che presenta notevoli analogie con l'iconografia medie-
vale, vera fonte di 'lettura' popolare delle coordinate culturali
ufficiali del Medioevo. 8 E proprio il linguaggio delle immagini
tradizionali si consolida come il veicolo ideologico prediletto
nella descrizione dell'oltretomba, frutto, quest'ultimo, dell'inte-
grazione tra il dogma dottrinario cristiano e l'apparato mitico-
leggendario della tradizione pagana.9 In Occidente, la visio come
creazione letteraria autonoma nasce ufficialmente con Beda an-
che se l'acme vien~ raggiunto durante l'epoca carolingia, alÌ'ini-
zio dei primi attriti fra Stato e Chiesa, a cui certe visioni sem-
brano riferirsi.1° E necessario altresì ril'evare che questo genere,
6
G. Tardiola, a cura di, I Viaggiatori del Paradiso. Mistici, visionari,
s?gnato.ri alla ricerca dell'Aldilà prima di Dante, Firenze 1993, pp. 10-16.
S1 pensi ali' epos babilonese di Gilgamesh, alla tradizione greca di Ulisse,
<?rfeo, Ercole o all'escatologismo del culto trace di Dioniso e a quella la-
tina dell'Eneide, in cui gli eroi sono spesso stati considerati visitatori del
regno dei morti, dell'aldilà; v. T. Kren - R. S. Wieck, The Visions of Tonda!
from tbe Library of Margaret of York, Malibu 1990, p. 4.
7
I resoconti di viaggi nell'aldilà si moltiplicano con l'avvento del
Cristianesimo, nei Vangeli come in S. Paolo. Ma il ruolo principe è rap-
p.resentato soprattutto dagli apocrifi neotestamentari, la cui preoccupa-.
z10ne della salvezza eterna e il timore dell'inferno danno nuovo impulso ai
racconti sui viaggi nell'aldilà, facendone uno dei luoghi più frequentati del
mondo antico, a partire dal primo secolo, Kren - Wieck, The Visions ... , pp.
4-5, D. Stréimback, Visionsdiktning, in AA. VV., Kulturbistorisk Leksikon
far Nordisk Middelalder. Fra vikingetid ti! reformationstid, Kobenhavn
1980, Bd. 20, pp. 171-72.
8
Gurevi~, Contadini e santi.. ., p. 201.
9
Ibidem, 207; Gardiner, Visions of Heaven .. ., pp. XXIV-XXV.
10
. Gureviè'., Contadini e santi .. ., p. 199. All'VIII secolo risalgono le co-
siddette visioni 'politiche', potente strumento di condanna nelle mani
della Chiesa contro l'ingerenza della dinastia franca. In una seconda fase è
lecito leggervi elementi più variegati, come la reazione dell'alto clero a di-
fesa di certi privilegi economici e quella del basso clero durante le fasi
della riforma degli ordini religiosi.
78 MARCO BATTAGLIA
già parte integrante (ma non autonoma) della tematica dialogica
gregoriana, si sviluppa successivamente in una direzione sempre
più escatologica. Di questa tematica è possibile rilevare la de-
terminazione puntigliosa delle orribili pene inflitte alle varie ca-
tegorie di peccatori, secondo le concezioni penitenziali in ra-
pida evoluzione, e delle ricompense riservate ai buoni cristiani,
le quali comunque rivestono un ruolo certamente più modesto
rispetto ai castighi. Da exemplum isolato in un racconto (come
ancora in Gregorio di Tours, Beda, Willelmus di Malmesbury), la
visione diventa il vero fulcro narrativo, l'unico elemento sul
quale è incentrata l'intera storia, descritta dalla penna di autori
spesso anonimi. Notevole è l'importanza del contributo cultu-
rale irlandese, esercitato attraverso la ricca tradizione pagana dei
viaggi fantastici verso l'ignoto, nonché con il fertile patrimonio
della spiritualità cristiana rappresentato dalla letteratura agiogra-
fica, escatologica e penitenziale.11
La descrizione dell'esperienza estatica del visionario, che di
norma si conclude col ritorno alla vita quotidiana (secondo una
concezione ciclica pagana della storia 12), ricalca gli stilemi clas-
sici del viaggio agli inferi, fatto di prove da sostenere, compia-
cimento del grottesco e una fisicità dei tormenti in opposizione
al senso di liberazione e di beatitudine che connotano i luoghi
degli eletti. Il serrato bipolarismo dell'etica manichea si riflette
senza dubbio in analoghe coppie minime, quali tenebre-luce,
vette-abissi, dannazione-salvezza, inferno-paradiso (il concetto
di 'purgatorio' si afferma stabilmente solo tra il XII e XIII se-
colo), che emergono dalle testimonianze di questo nuovo ge-
nere letterario, rapidamente diffusosi in tutta Europa grazie an-
11
A proposito del tema delle visioni e della felice sintesi culturale ope-
rata in Irlanda, in R. Verdeyen - ]. Endepols, uitg. voor, Tondalus' Visioen
en St. Patricius' Vagevuur I-II Gent 1914-17, I,3 si legge: "[ ... ] Ierland, het
lanci dat de Middeleeuwsche Christelijke letterkunde verrijkte met zoo
menig gewrocht, waarin de heidensche overleveringen uit de dichterlijke
Keltische wereld en het droomerige mysticisme van het jonge
Christendom zich tot eene schoonheid weten te versmelten, [. .. ].., Si veda
inoltre l'interessante summa in G. Tardiola, Atlante fantastico del _
Medioevo, Roma 1991, pp. 9-46 e 179.
12 Rispetto ad una visione storica 'rettilinea', dalla erezione alla fine del
mondo, tipica dell'ideologia cristiana, v. Tardiola, I Viaggiatori del
Paradiso .. ., pp. 31-36.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 79
che al simbolismo semplice, ma forte ed immediato che lo
con~otava. Tuttavia, lungi dall'esser considerate semplici pro-
dotti letterari, le visioni sono recepite come utilissime informa-
zioni sull'aldilà il quale, concretamente suddiviso in una sorta di.
mondo parallelo del bene e del male e connotato da categorie
geografiche proprie, 13 evidenzia la natura immediata del giudi-
zio divino post mortem, senza peraltro palesare un più che
plausibile interesse per il ritorno di Cristo .14
Visio Tnugdali
La storia di Tnugdal, ricco e dissoluto cavaliere irlandese, pro-
tagonista di un viaggio nell'aldilà, è l'argomento della Visio
Tnugdali (= VT), opera latina in prosa, suddivisa in 26 capitolilS e
redatta probabilmente a Ratisbona, intorno alla metà del XII se-
colo. Il testo è tramandato da 184 manoscritti, di cui 149 in la-
13
G. Carozzi, La géographie de l'au-delà et sa signification pendant le
Ha.ut Moyen Age, in AA. VV., Popoli e paesi della cultura altomedievale.
Atti del XXIX Congresso Internazionale di Studi sull'Alto Medioevo
(Spoleto 23-29 aprile 1981), Spoleto 1983, p. 424.
14
Gurevi~, Contadini è santi.. ., p. 219.
15
. Contraddistinti non da un numero, bensì soltanto dal titolo che ne
mt~oduce il contenuto, questi sono: 1) Explicit prologus. Incipit visio
cu1usdam m~litis Hyberniensis ad edificationem multorum conscripta, 2)
De exttu a.n~m_e, 3) De adventu angeli in occursum anime, 4) De prima
pena hom1c1d1arum, 5) De pena insidiatorum et peifidiorum, 6) De valle
et pena superborum, 7) De avaris et pena eorum, 8) De pena furum et
r~ptorum- 9) De pena glutonum et fornicantium, 10) De pena sub ha-
b1tu et ordine religionis fornicantium vel quacunque condicione immo-
derate se coinquinatum, 11) De pena illorum, qui accumulant peccatum
super peccatum, 12) De descenso ad in/eros, 13) De inferno inferiori 14)
De ipso principe tenebrarum, 15) De moderata pena non valde mato'rztm
16) De campo letitice et fonte vite et requie non valde bonorum, 17) D~
Don.acho. et conchober regibus, 18) De Cormacho rege, 19) De gloria
con1ugal1ztm, 20) De gloria martcvntm et continentium, 21) De gloria mo-
nachorum et sactimonialium, 22) De defensoribus et constructoribus ec~
clesiarum, 23) De gloria virginum et novem ordinibus angelorum, 24) De
sanc~o Ruadano .confessore, 25) De sancta Patricio et quattuor notis epi-
scopis, 26) De redttu anime ad corpus.
80 MARCO BATTAGLIA
tino; sono note inoltre versioni a stampa nella letteratura verna-
colare in ben 15 lingue diverse.16
Indifferente ai richiami della Chiesa, avido di danaro e di gioie
mondane, constatata l'impossibilità di poter riscuotere un de-
bito, Tnugdal, in un impeto d'ira, è colto da improvviso malore
e si accascia come morto, anche se una parte del corpo resta
tuttavia calda. La sua anima abbandona, così, temporaneamente,
le spoglie mortali per intraprendere un viaggio nell'aldilà in
compagnia di un angelo guida. Nell'aldilà esperirà i tormenti in-
fernali, che si è guadagnato nel corso di un'esistenza scellerata e
che patisce durante la progressiva discesa verso gli inferi più
cupi. In questa regione, si assiste ad una lunga e compiaciuta de-
scrizione dei tremendi castighi inflitti ai dannati, oltre alla visione
terrificante del principe delle tenebre, secondo i cliché intimi-
datori dell'immaginario collettivo tipico del medioevo cristiano.
Tutto ciò avviene in una sequenza di scene interrotta soltanto dal
paesaggio che si frappone tra i vari luoghi di pena: tali 'in-
terspazi' tuttavia compaiono soprattutto nella parte relativa
all'inferno (due terzi del racconto), secondo un preciso disegno
tendente a sottolineare l'esasperata drammaticità dello stato d'a-
nimo, nella più genuina tradizione allegorica popolare del
Medioevo. Nelle regioni purgatoriali e paradisiache, viceversa, si
assiste ad una incalzante sequenza di mirabilia multiformi ten-
denti, questa volta, ad esaltare le percezioni sensoriali di Tnugdal.
Fin dall'inizio del viaggio si capisce subito come l'autore sia
orientato a favore di un concetto di 'punizione materiale'
esemplare e tragica, secondo quanto già rilevabile dalla tradi-
zione dialogica di Gregorio Magno (V. IV Libro dei Dialoghi): 17 i
16 R. Mearns, Tbe Vision of Tundale. Ed. /rom B.L. MS Gatton Caligula
A Il. Middle Englisb Texte/ 18, Heidelberg 1985, p. 7.
17 V. per tutta la polemica teoretica medievale C. Carozzi, Structure et
fonction de la vision de Tnugdal, in AA. VV., Faire Croire. Modalitée de
la dif.fusion et de la réception des messages religieux du Xl/e au XVe
siècle. Table Ronde organisée par l'École française de Rame, en collabora-
tion avec l'Institut d'histoire médiévale de l'Université de Padue (Rame 22-
23 juin 1979), Rame 1981, pp. 225-34, in particolare per quanto concerne
l'opera di Honorius Augustodunensis e la sua presenza a Ratisbona nella
prima metà del XII secolo. L'autrice sottolinea come le regioni precedenti
l'arrivo al punto più inferiore degli inferi, siano da considerare già purga-
toriali: in effetti le parole dell'angelo ·Omnes, quos vidisti superius, judi-
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 81
dannati patiscono castighi intollerabili in un'alternanza di fuochi
~ fiamme putride, forni, bocche che divorano, visceri che dige-
riscono ed espellono quel che resta delle anime, pronte così per
un nuovo ciclo di tormenti. Guidata dall'angelo, tuttavia, l'anima·
di Tnugdal riuscirà a continuare il cammino attraverso le regioni
purgatoriali 18 fino a raggiungere, sempre· senza cessare di
camminare, 19 il regno dei beati, in un viaggio nel quale incon-
tr~rà al.cune tra le figure più rilevanti della tradizione epica e cri-
°
st_iana irlandese. 2 Con l'arrivo in paradiso, l'anima del protago-
nista deve, seppur di malavoglia,21 rientrare nel corpo che lo at-
cium dei expectant, set isti, qui adhuc sunt in inferioribus, jam judicati
sunt.. , (W: 32)'. non lasciano dubbi che si tratti del purgatorio, sèppur non
ancor~ o~ganica~ente concepito come tramite tra inferno e paradiso.
Tuttavia, 1 luoghi dove Tnugdal incontra i non valde malontm ed i non
valde bonorum possono essere analogamente intesi come una località
imprecisata dello stesso genere, non più inferno e non ancora paradiso.
18
Per la p~irr_ia_ volta nella storia dei viaggi e delle visioni, qui coeren-
temente descntt1 m modo particolare ai capitoli 15 (De moderata pena
non valde malorum) e 16 (De campo letitite et fonte vite et requie non
valde bonorum), v. A. Wagner hrsg., Visio Tnugdali. Lateiniscb und
altdeutscb, Erlangen 1882, pp. 39-40 e 41.
19
Un aspetto_ fondam:nt~le di questa visione è appunto il legame con
la terra, la realta, senza 1! ncorso alle esperienze eteree di molte visioni
'ascensionali' precedenti. Le stesse regioni 'celesti', con alberi e fontane,
sono separate dai 'loca infernalia' da semplici ma robuste mura: ·Le con-
text_e céleste est complètement aboli .., Carozzi, La géograpbie de l'au-
dela .. ., pp. 471-72.
20
Personaggi dell'epos medio irlandese èome Fergus mac R6ig o
Connall Cernach, i 'reguli' Donnchad Mac Carthaigh, il fratello Cormach
e Conchobar O'Briain, i santi Padraig (celebrato dalla chiesa irlandese il
17 mar~o), R~ad~n-Ruan di Lorrha (celebrato il 15 aprile) ed i vescovi
~ehem1ah O Mo1rertach, Mao! Maedhog O'Morgair (Malachia primate
d Irlanda e santo, celebrato dalla chiesa irlandese il 3 novembre), in L.
Fla~a~an, A' Cbron~cle of Irisb Saints, Belfast 1990, pp. 38-40; 48-49; 106-107,
C~nstla~ O Morga!f e Cellach arcivescovo di Armagh e successivamente
d1 Du?Imo (S. Celso, celebrato in Irlanda il 20 agosto, Flanagan, A
Cb~~mcle.. ., P· 79, cfr_. V~rdeyen - En~e~ols~ Tondaltts' Visioen .. ., I,67-69.
Al des1deno d1 nmanere a g101re m paradiso, l'angelo infatti ri-
sponde: "Ist_am [. .. ] non merentur intrare nisi virgines, qui corpora sua a
tactu_ carnahs conc~piscentie custodiunt [... ]. Tu vero noluisti scripturarum
verb1s credere,_ et ideo non poteris hic manere. Revertere ergo ad corpus·
tu~~· unde ex.1eras, et stude abstinere ab his, que ante faciebas.•, Wagner,
Vmo Tnugda_lt .. ., p. 55. Durante la discesa agli inferi, Tnugdal ammette con
franchezza d1 non aver voluto credere alle Sacre Scritture: ..Et quare ego
82 MARCO BATTAGLIA
tende senza vita da tre giorni: tornato in sé, Tnugdal racconta la
sua esperienza, dona tutti gli averi ai poveri e si fa monaco pere-
grino, consolando i virtuosi ed esortando i peccatori a cambiar
vita. Il racconto si pone dunque come una sorta di conversio
metaforica, il cui significato possa servire da modello compor-
tamentale per tutti coloro che, non avendo avuto il dono di par-
tecipare a tale esperienza, sono tuttavia in grado di conoscerne
le vicende grazie al redattore. 22
Autore dell'opera appare essere tale ..frater Marcus", la cui
descrizione oltremodo precisa di eventi e personaggi della sto-
ria irlandese non può non derivare da una diretta conoscenza o
esperienza di quanto narrato. Lo stesso nome del protagonista
rafforza l'ipotesi di un'origine celtica dell'autore: Tnugdal sa-
rebbe da identificare come un composto di tnuth ..furore" e gai!
uferocen e cioè «Che ha furore feroce" (cfr. Tnuthgaile del Book
of Leinster, XII secolo), laddove la testimonianza delle versioni
antico norvegesVislandesi [scil. Duggall chiama in causa un pro-
blema di ricezione onomastica, relativa all'etnonimo conferito
dagli irlandesi ai danesi.23 La medesima matrice celtica sembra
miserrima sanctis scripturis credere nolui? Que me dementia decepit? .. ,
ibidem, p. 34.
22 ·Set nos, quia vitam ejus imitari non possumus, hec saltem ad utilita-
tem legentium scribere studuimus .. , ibidem, p. 56.
23 V. DIL: T, 197-198. Per P. Cahill, Duggals Leiosla. Witb an Englisb
translation, Reykjavick 1983, p. LVIII una naturalizzazione del nome del
protagonista, connessa al probabile successo del nome tra i circoli norve-
gesi legati a re Hakon Hakonarson, come nel caso dell'omonimo re delle
Isole Ebridi. Ad un'indagine un po' più approfondita risulta come in realtà
l'antroponimo Duggal sia da considerare d'origine celtica, secondo una
consuetudine sempre più accettata tra i conquistatori vichinghi. Nome di
uno dei figli del re di Dublino 6laf Kvaran (A. Bugge, Nordisk sprog og
nordisk nationalitet i Irland, ..Aarb0ger for Nordisk Oldkyndighed og
Historie", 15 [1900], pp. 286-87), Dubhgall è da considerarsi composto di
dubb .. nero• (ma forse anche "nuovo, recente•., v. A. P. Smyth, Tbe 'Black'
Foreigners of York and tbe Wbite Foreigners of Du:blin, ..saga-Boo)_( of the
Viking Society•., 19 0974-1977), pp. 106-15) e gal! .. straniero .. , origina-
riamente indicante l'ethnos dei danesi (DIL: D, 426-427), con i quali le re-
lazioni furono sempre molto tese. Una fase intermedia può essere rappre-
sentata dalla forma 'Dubgall di una fonte cronachistica islandese (v. nota
58), con la conseguente assimilazione -bg- > -gg- in Duggal.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 83
distinguere anche la descrizione iniziale dell'isola24 (una serie di
luoghi comuni nella migliore tradizione etnografica greco-latina),
quasi come una riprova di garanzia e di credibilità nei confronti
del lettore. I precisi riferimenti alla casa reale del Munster 25 la~
scerebbero addirittura intendere una provenienza dell'a~tore
proprio da quella regione se non, addirittura, dalla stessa ume-
tropolis [. .. ] precellentissima [. .. ] Caselensis,, 26 cioè Cashel città
natale di Tnugdal. Un riferimento ulteri~re all'isola ·~erde'
dev'essere considerata la menzione dei quattro vescovi locali
ormai defunti, di S. Patrizio e S. Ruadano (unici santi irlandesi
nominati) 27 tutti, è ovvio, collocati in paradiso.28 Una siffatta
celebrazione della fedeltà irlandese alla causa cristiana sembra
determinata dalle esigenze di un periodo caratterizzato'dalla vit-
toria sugli ultimi residui di paganesimo delle colonie vichinghe
nell'isola 29 e dal movimento di riforma interno alla Chiesa che
'
24
•I:Iybernia igitur insula est in ultimo occidentali oceano posita, ab
a~stro m boream porrecta, stagnis et fluminibus precipua, nemoribus in-
sita, frugibus fertlissima, lacte et melle ornnibusque piscationis et venatio-
nis generibus opulenta [... ].. , Wagner, Visio Tnugdali .. ., pp. 5-6.
25
Regione sud-occidentale dell'Irlanda.
26
Wagner, Visio Tnugdali ... , p. 6. La città era anche sede di un priorato,
fondato nella prima metà del XII secolo da benedettini irlandesi di
Ratisbona; v. R. Krebs, Zu den Tzmdalusvisionen des Marctts und A/ber
·Mittellateinisches Jahrbuch.. , 12 0977), p. 184. '
27
Estesa resta comunque la venerazione dei numerosi santi irlandesi sul
continente ed in particolare in territorio tedesco: da Kiliaan a Colombano
da Brigitta a Gallo, da Alto a Erhard/Albartus, da Patrizio a Brandano, cosi
come testimoniato dalle chiese a loro dedicate, dal culto delle reliquie, dai
Sanctoralia delle diocesi tedesche meridionali, da annali, martirologi e
opere cronachistiche; v. ]. Hennig, Jrisb Saints in Early German Literature,
.. speculum.. , 22 0947), pp. 361-69.
28
Wagner, Visio Tnugdali ... , pp. 53-54.
29
La presenza vichinga in Irlanda, iniziata negli anni 790 (distruzione
della chiesa di Rechru sull'isola di Lambay) e terminata con la battaglia di
Clontarf 0014) e la successiva caduta di Dublino (1170), si concentra so-
prattutto nelle aree costiere. Importanti colonie norvegesi erano località
quali Annagassan, Arklow, Cork, Dublin, Limerick Waterford Wexford e
~icklo~. Alla matrice prevalentemente norvegese CFinn Gaill'.·gli stranieri
bianchi·) della dominazione (regioni del Rogaland e del H0rdaland) ri-
flessa nel toponimo irlandese Locblann per Norvegia, si è affiancata una
minore e più recente presenza danese (Duibb Gaill . gli stranieri neri ..)
P.roveni~n~e dalle coste inglesi. Il lento ma costante processo di integra-
z10ne s1 riflette nell'appellattivo antico irlandese Gall-Gbaedbeal (scii. i
84 MARCO BATTAGLIA
in linea coi capisaldi della riforma cluniacense (fatti propri da
papa Gregorio VII), stava abbattendo i privilegi laici gravanti
sulla vecchia struttura monastica celtica, osteggiata dalla Chiesa
romana.30
Lo status di monaco peregrino portò l'autore a
.. Regensburn.,31 uno dei luoghi tedeschi di maggiore fervore re-
ligioso di allora, laddove, dalle parole di una fonte di poco se-
riore, egli è detto aver composto l'opera entro le mura del con-
Gaeli stranieri), per indicare nuovi raggruppamenti d'origine interetnica
ed interreligiosa, sorti dai matrimoni misti e con un proprio ruolo poli-
tico; v. N. K. Chadwick, Tbe Vikings and tbe Western World, in AA. VV.,
Proceedings of the International Congress of Celtic Studies held in Dublin
(6-10 ]une 1959, ed. by 6. Cuiv, Dublin 1962, pp. 22-32; D. Poli, Protostoria,
lingua e cultura nell'area del Mar del Nord, ·AION - Annali della sezione
Germanica Studi Nederlandesi-Studi Nordici•, 17 (1975), pp. 169-84; Bugge,
Nordisk sprog ... , pp. 279-88.
30 V. F. Kempf - H. G. Beck et.al., Il primo Medioevo. VII-X// secolo, in
Storia della Chiesa 1-10, a cura di H. Jedin, IV voi., Milano 19883, pp. 287-
89 e 515-20. In tal senso, lecite sono le critiche di Mearns, The Vision of
Tundale ... , p. 33 a H. Spilling, Die Visio Tnugdali. Eigenart und Stellung in
der mittelalterlicben Visionslitteratur bis zum Ende des 12. ]abrbunderts
21., Miinchen 1975, p. 129,_ quando questi sostiene che: ·Solche Visionen
[. .. ] haben oftmals politische Hintergri.inde, die der Tnugdali fehlen'. In
realtà, l'estrema incertezza della vita politica e sociale irlandese ed il
relativo isolamento della chiesa locale avevano favorito il proliferare di
talune consuetudini, in contrasto con la chiesa romana. Alla struttura
gerarchica e vescovile di questa, corrispondeva in Irlanda un totale
dominio della struttura monastica, presieduta dagli abati priori al di sopra
degli stessi vescovi. Sempre più spesso la carica di abate era considerata di
appannaggio dei clan ed assegnata, spesso dopo lotte sanguinose, per
discendenza. La riforma interna, con la progressiva romanizzazione della
Chiesa irlandese, fu segnata da una lenta ma costante affermazione nel
corso del XII secolo, in particolare attraverso una serie di sinodi quali
quelli di Rathbreasail (1110/11), Inis Patrick (1148), Kells (1152), Cashel
(1172) e Dublino (1186). Questi stabilivano regole precise sul com-
portamento del clero e ne disciplinavano rigorosamente le attribuzioni li-
turgiche rispetto ai monaci; il clero era infine reso più indipendente dalle
ingerenze esterne attraverso l'introduzione fissa della deciina, cfr. Krebs,
Zu den Tundalusvisionen .. ., pp. 171-74.
31 La più importante sede religiosa tedesca accanto alle antiche arci-
diocesi di Treviri e Colonia e già capitale del regno carolingio. V. F. Shaw,
Karl der Grosse und die scbottiscben Heiligen, ·Medium .IEvum•, 45
(1976), p. 167.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 85
vento di monache di St. Paul.32 Prescindendo dall'assenza di un
simile riferimento diretto in VT, tale indicazione è quantomeno
opinabile data la rinomata presenza in città di almeno due im-.
portanti centri monastici del clero celtico, i cosiddetti
Schottenkloster03 di Sankt Jakob e di Weih-Sankt Peter,34 viva
testimonianza del grande legame che univa da decenni il clero
irlandese a Ratisbona. A questo riguardo, l'eventuale rapporto
che deve aver legato il frater al monastero di St. Paul, resta sol-
tanto una pura ipotesi,35 che trae forza da un riferimento di
Marcus nella Prcefatio:36 è infatti, sotto gli auspici di una non
2
3 In una versione medio alto tedesca di VT, risalente alla fine del XII
sec. e trasposta in versi da un monaco dell'abbazia norbertina di
Windsberg, il bavarese Alber, si informa, con ostentata sicurezza, che ·S'ìt
braht ez ein miinich guot I ze Regensburc in die stat. I do w'ìsete in daz
phat I ze einer samenungen, I da sint vrouwen nunnen, I von sancte Paul
ist ez genant: I da schreip erz mit s'ìner hant•, Wagner, Visio Tnugdali ... , p.
122. .
33 Così venivano chiamati quei monasteri celtici (benedettini o cister-
censi), disseminati sul Continente e che in G12rmania, secondo una bolla
del 1215 ora perduta, erano in numero di dodici, otto dei quali (fra cui i
due già citati) costruiti con certezza prima del 1215, v. Shaw, Karl der
Grosse .. ., p. 181.
4
3 Spilling, Die Visio Tnugdali .. ., p. 11-12. Il priorato di Weih-Sankt Peter,
fondato da Muiredach Mac Robartaig (meglio noto come Marianus Scotus,
successivamente santo) è la più antica colonia di monaci irlandesi in tutta
la Germania: il loro peso nella vita intellettuale e monastica tedesca è
enorme. Il crescente numero di •peregrini• rese indispensabile la
costruzione del secondo monastero, St. Jakob, il quale però, per dissesti fi-
nanziari, nel 1294 passò sotto il controllo del potente vescovo della città;
Shaw, Karl der Grosse... , pp. 170 e 179. Per quanto concerne la testimo-
nianza di una Wibensanctipetri ecclesia in Strasburgo (1089) ed i problemi
dell'agiotoponomastica medievale, si veda fra l'altro M. G. Arcamone,
Nomi medievali di santi e demoni, in AA. VV., Santi e demoni nell'Alto
Medioevo occidentale (secoli V-XI). Atti del XXXVI Congresso
Internazionale di Studi sull'Alto Medioevo (7-13 aprile 1988), Spoleto 1989,
p. 763 e C. A. Mastrelli, Santi e demoni: riflessi linguistici, in AA. VV.,
Santi e demoni ... , pp. 728-30.
35
Spilling, Die Visio Tnugdali .. ., p. 12, intenderebbe il monastero di St.
Paul come un probabile centro di prima accoglienza di monaci peregrini
irlandesi. .
36
•Venerabili ac deo devote domne G., dei dono abbatisse, frater
Marcus sibi devotus famulus utinam tam validum quam paratum servi-
tium ... Eapropter, sacra virga et domna G., caritativam et valde devotam
86 MARCO BATTAGLIA
meglio identificata badessa .. G.", che egli si impegna ad intra-
prendere la sua opera. La religiosa in questione, la cui impor-
tanza sembra riemergere più tardi nella conclusione,37 è pre-
sumibilmente da identificarsi con la badessa Gisela, superiora
del monastero di St. Paul tra gli anni 1140-1160.38 È questione
quanto mai ap.erta, ma oltremodo dubbiosa, se la patrona di
Marcus, poi, possa essere identificata con una delle tre frouwen
collegate in qualche modo a VT, nel riadattamento poetico di
Alber.39 Tuttavia, aldilà della questione secondaria, in questa
sede, del luogo fisico tra le cui mura fu composta l'opera, esiste-
rebbero viceversa motivi di interesse circa l'area geografica, la
località, nella quale il testo fu effettivamente redatto. Questo dato
si ricollega infatti al più complesso problema della lingua origi-
naria della redazione. Nel prologo dedicatorio, Marcus si riferi-
sce implicitamente alle difficoltà insite nel ude barbarico in lati-
num transferret eloquium vestre diligentie,.40; ma proprio per il
carattere prettamente orale di tale eloquium, risulta difficile po-
ter concordare con quella parte di studiosi che congettura una
originaria compilazione irlandese dell'opera41 e la sua successiva
trasposizione in latino. In altri termini, non convince la ragione
di una connotazione celtica del testo, sostanzialmente seconda-
ria, così come la prolungata descrizione dell'isola stessa4 2
bone intentionis vestre petitiunculam vobis negare nequamquam possu-
mus, [. . .]. . , Wagner, Visio Tnugdali ... , p. 1.
37 •Unde nos vestram, o preclara G., humillima et devotissima prece
precamur clementiam, ut nostri licet indigni memoriam in vestris habeatis
orationibus[. .. ]... , Wagner, Visio Tnugdali ... , p. 56.
3 8 Spilling,. Die Visio Tnugdali ... , p. 18, Krebs, Zu den
Tundalusvisionen .. ., p. 170.
39 V. ai versi 66-68: ·die ez schdben hiezen: I daz sint dise frouwen dr! I
Òtegebe, Heilke und Giselda bi;., Wagner, Visio Tnugdali ... , p. 123.
4o L'intera proposizione suona .. p1acuit namque vestre prudentie, quati-
nus mysterium, quod ostensum fuerat Tnugdalo cuidam Hybernigerno,
noster stilus licet ineruditus de barbarico in latinum transferret eloquium
vestre diligentie mitteremus transscribendum•, Wagner, Visio Tnugdali ... ,
p. 4.
4J Per tutta la polemica relativa al problema di una eventuale versione
gaelica originaria del racconto, è conveniente considerare le varie posi-
zioni descritte da Spilling, Die Visio Tnugdali ... , pp. 19-23.
4 2 ·Hybernia igitur insula est in ultimo occidentali oceano posita, ab
austro in boream porrecta, stagnis et fluminibus precipua, nemoribus in-
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 87
(decisamente ridondante per un pubblico irlandese, benché in
essa si possano riscontrare taluni elementi tipici della tradizione
etno-topografica affini alla Thyle di Adamo di Brema43). Sorge
allora legittimo il sospetto di trovarsi di fronte ad un'opera·
'politica' (meticolosamente paludata con gli abiti della tradizione
visionaria e agiografica) e finalizzata ad una platea straniera. Un
simile lavoro potrebbe identificarsi come frutto di quell'intel-
ligencija ecclesiastica irlandese di cultura latina e filo-romana,
fautrice della riforma monastica in opposizione alla vecchia
struttura tribale del clero celtico. Per un verso, ben si com-
prende come il frequente topos letterario di insula sanctorum
(a proposito dell'Irlanda)44 abbia esercitato un indiscusso fa-
scino sulla cultura europea del periodo cortese, ma d'altro canto
i riferimenti all'isola nella tradizione continentale non possono
sita, frugibus fertilissima, lacte et melle ornnibusque piscationis et venatio-
nis generibus opulenta, vinearum expers, set vini dives, serpentium, rana-
rum, bufonum et omnium animalium venena ferentium ita inscia, ut ejus li-
gnum aut corrigia aut cornu aut pulvis omnia vincere noscantur venena; re-
ligiosis viris et feminis satis preclara, [. . .] .. ,wagner, Visio Tnugdali .. . , pp. 5-
6.
43 ·Haec itaque Thyle nunc Island appellatur, a glacie, quae oceanum
astringit. De qua etiam hoc memorabile ferunt, quod eadem glacies ita ni-
gra et arida videatur propter antiquitatem, ut incensa ardeat. Est autem in-
sula permaxima, ita ut populos infra se multos contineat, qui solum peco-
rum fetu vivunt eorumque veliere teguntur; nullae ibi fruges, minima ligno-
rum copia. Propterea in subterraneis habitant speluncis, communi tecto [et
victu] et strato gaudentes cum pecoribus suis. Itaque in simplicitate sancta
vitam peragentes, cum nihil amplius quaerant quam natura concedit, laeti
possunt dicere cum apostolo, 'habentes victum et vestitum, his contenti
simus'. Nam et montes [suos] habent pro oppidis et fontes pro deliciis.
beata, inquam, gens, cuius paupertati nemo invidet, et in hoc beatissima,
quod nunc ornnes induerunt christianitatem. Multa insignia in moribus eo-
rum, precipua karitas [. .. ] Episcopum suum habent pro rege•, B.
Schmeidler hrsg., Scriptores Rerum Germanicarum Magistri Adam
Bremensis Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum. Editio Tertia,
Hannoverae et Lipsiae 1917, pp; 272-73.
44 Qualità corroborata dalla notizia dell'assenza, sull'isola, di qualsivo-
glia veleno e di animali in grado di iniettarlo (v. nota precedente), un to-
pos che troverà la sua piena realizzazione nell'attribuzione a S. Patrizio
della cacciata di serpenti e vermi dall'isola, secondo una tradizione di ma-
trice anglo-normanna; Hennig, Irish Saints .. ., pp. 372-73.
88 MARCO BATTAGLIA
bastare a spiegare la presunta origine letteraria irlandese 45 di
un'opera giustamente indicata come uno dei quattro testi fon-
damentali della tradizione visionaria latina.46 Il vernacolo nel
quale è detto esser stato scritto VT, così come raccontato dallo
stesso Tnugdal ( . Scripsimus autem vobis fideliter, prout nobis
ipse, qui viderat, eandem visionem retulit..),47 deve sì essere in-
teso come irlandese, ma piuttosto in senso narrativo e dramma-
tico, per conferire un ulteriore tocco di veridicità al testo e non
tanto per fornire una connotazione celtica allo scritto, come in-
vece avverrà successivamente. È assai probabile che Marcus
abbia attinto all'esteso materiale aneddotico sulle visioni della
cultura occidentale, apportandovi innovazioni locali tratte dalla
secolare ed ancora vitale tradizione irlandese, la quale, alla fine
del XIII secolo, era connotata da una matrice cristiana di tipo
agiografico in lingua latina.48 Un elemento innovativo potrebbe
essere costituito dall'intento di rendere protagonista proprio
una figura dissoluta e antitetica ai dettami ecclesiastici quali il ca-
valiere Tnugdal, emblema di una classe, le cui ingerenze negli af-
fari religiosi era divenuta, per Roma, insopportabile. La stessa
inconsistenza si rileva nella figura di Tnugdal della parte iniziale49
4S •lt would of course be quite erroneous to apply generally vice versa
this conclusion by saying that works enshrining or pretending to enshrine
such information, by laying the scene of certain episodes in Ireland or by
referring to Irish persons or places, are also literarily influenced by
Ireland ..., Hennig, Jrisb Saints .. ., pp. 358-59; 371-72. Un concetto rafforzato,
seppur da un punto di vista diverso, da Carezzi, Stmcture et fonction .. ., p.
226: ·Il s'agit donc apparemment d'un texte insulaire destiné à l'usage de
la réforme [. .. ] Il faut en déduire que la fonction de cette vision convenait
au milieu pour !eque! elle a été rédigée".
46 Carezzi, La géograpbie de l'au-delà .. ., p. 470.
47 Wagner, Visio Tnugdali ... , p. 6.
48 Successivamente sostituita dal genere folklorico e mitologico attinto
dalla tradizione locale, introdotto dopo la conquista anglo-normanna del-
l'isola. Ad un tale genere è debitrice la tradizione che, fino ai nostri giorni,
fa dell'isola verde una sorta di fantastica wonderland ai confini del
mondo; v. Hennig, Jrish Saints .. ., pp. 359-60.
49 .[. .. ], de qua ortus est quidam vir nobilis nomine Tnugdalus, cujus
crudelitas vel potius in eo quod egit dei pietas nostro huic opusculo mate-
riam dedit. Erat namque vir prefatus etate juvenis, genere nobilis, vultu hi-
laris, aspectu decorus curialiter nutritus, vestibus compositus, mente ma-
gnanimus, militari arte non mediocriter instructus, habilis, affabilis atque
jocundus. Verum, quod ego non sine dolore possum dicere, quanto confi-
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 89
rispetto alla sua raffigurazione nel viaggio, in particolare per la
sezione riguardante il paradiso.SO In effetti, le cordiali relazioni
che lo legano ai vescovi menzionati restano alquanto sospette,
tanto da lasciar pensare ad una innovazione letteraria alternativa
a quelle visioni 'classiche', i cui protagonisti sono per ovvi motivi
santi o monaci. Un elemento non proprio casuale è rappresen-
tato, infine, dalla datazione assai recente di tutte le versioni irlan-
desi dell'opera (XVI-XVII secolo),51 evidenti traduzioni dal te-
sto latino e tutte caratterizzate dalla pedissequa ripetizione dei
topoi geografici introduttivi.
Un ultimo aspetto della discussione generale sul testo di VT
riguarda le supposte incongruenze d'ordine cronologico tra
l'anno in cui sarebbe avvenuta la visione e gli eventi attribuiti a
quella data, il 1149.5 2 I dati sono ulteriormente complicati dalla
menzione riguardante l'organizzazione ecclesiastica irlandese53
debat in forma corporis et fortitudine, tanto minus curabat de anime sue
eterna salute. Nam, ut ipse modo sepius cum lacrimis solet confiteri, grava-
bat ipsum, si quis ei de salute anime aliquid licet breviter vellet dicere.
Ecclesiam dei neglexerat, pauperes autem Christi etiam videre nolebat.
Scurris mimis et joculatoribus pro vana gloria distribuerat quicquid habe-
bat.., Wagner, Visio Tnugdali .. ., pp. 6-7.
so ]. D. Douglas Marshall, Tbree Problems in tbe Vision of Tundal,
..Medium /Evum.. , 44 (1975), p. 19.
si Si noti, fra l'altro, il nome del protagonista nella più recente veste
fonetica di 'Tundal', Spilling, Die Visio Tnugdali .. ., p. 23.
sz •Visa est namque ipsa visio millesimo centesimo quadragesimo nono
ab incarnatione domini anno, qui est annus secundus Chunradi regis
Romanorum expeditionis Hierosolimorum quinque est quartus annus
Eugenii pape II [SIC!] apostolatus, quo anno de Galliarum partibus Romam
est reversus. Ipso etiam eodem anno Malachias Dunensis episcopus
Hyberniensium legatus, cujus vita et doctrina tota occidentalis fulsit eccle-
sia, Romam veniens in Claravalle defunctus est, cujus vitam miraculis ple-
nam Bernhardus Clarevallis abbas satis luculento sermone transscribit. De
quo mFntionem loco suo domino concedente facturi sumus. Nemias etiam
Cluenensis episcopus, vir sapientia et genere et sanctitate preclarus, sanctus
ac venerabilis sehex annorum nonaginta quinque in propria cathedra eo-
dem anno de laborioso hujus vite certamine ad gaudia migravit perpetue
vite•, Wagner, Visio Tnugdali ... , pp. 4-5. .
S3 "Hec ergo insula civitates habet precipuas triginta quattuor, quarum
presules duobus subsunt metropolitanis·., ibidem, p. 6. Marcus parla infatti
di due sedi arcivescovili soltanto, riflettendo apparentemente una situa-
zione anteriore al Sinodo di Kells del 1152, nel quale il numero delle sedi
90 MARCO BATTAGLIA
e le notizie concernenti Bernardo di Chiaravalle, descritto come
ancora intento a scrivere il testo della futura Vita S. Malachice,
sulla vita del vescovo appena deceduto. Dal momento che non
tutti gli avvenimenti riportati si svolsero effettivamente nel-
l'anno .114954 ed escludendo l'eventualità di una datazione ap-
prossimativa, se ne deduce che Marcus faccia riferimento ad una
tradizione calendariale il cui inizio non coinciderebbe con il 1°
gennaio, senza dover necessariamente ricor.rere all'ipotesi di un
errore del copista.55 Ben note sono d'altro canto le diverse tra-
dizioni riguardanti il computo dell'anno, il cui principio era sog-
getto a variare dal 1° gennaio al 1° ·settembre (di origine ro-
mana), dal 25 marzo, al 25 dicembre, dal 1° novembre alla
Pasqua, che come festa lunare era mobile e pertanto poco se-
guita. Dalla metà circa del XII secolo, in Irlanda si comincia ad af-
fermare la prassi dì iniziare l'anno nuovo col 25 marzo, l'An-
nunciazione di Maria, una data che andava ad affiancarsi al tradi-
zionale 25 dicembre delle isole brìtannìche.56 Simile indicazione
sembrerebbe in qualche modo confermata dalle parole dì
Marcus: . vìsa est namque ìpsa visio millesimo centesimo qua~
dragesimo nono ab incarnatione domini anno .. ,5 7 dunque
1149,58 ma a partire dall'Incarnazione di Gesù Cristo. Ora è noto
che nel corso del Medioevo i due principali sistemi per calco-
lare l'anno alla data del 25 marzo prendevano il nome di calculus
Pisanus e calculus Florentinus, a seconda che si partisse rispet-
metropolitane venne ufficiamente esteso a quattro, con l'aggiunta delle
nuove Tuam e Dublin accanto alle tradizionali Armagh e Cashel.
- 54 Malachia morì il 2 novembre 1148 (e già nel 1190 fu canonizzato da
papa Clemente 3Q) presso l'amico Bernardo, a Clairvaux; re Corrado 3°
partì da Regensburg per la crociata nel maggio 1147; papa Eugenio 3° (e
non 22 ) subentrò nel suo incarico il 15 febbraio 1145.
55 Wagner, Visio Tnugdali .. ., p. XXIV.
56 E. Gardiner, A Solution to tbe Problem of Dating in tbe 'Vision of
Tundale', •Medium !Evum., 51 0982), p. 88. Krebs, Zu den
Tundalusvisionen .. ., p. 168, basandosi sulle opinioni di altri storici (fra i
quali Spilling, Die Visio Tnugdali ... , p. 25, ritiene tuttavia il 12 novembre es-
sere la prassi irlandese per l'inizio dell'anno.
57 Wagner, Visio Tnugdali ... , pp. 4-5.
58 Così anche nella tradizione annalistica islandese, nella quale a pro-
posito dell'anno· 1149 è detto: ·1149... Leiòzla Dubgals a Irlandi", G.
J6nsson, Anna/ari og nafnaskra, s.l. 1953, p. 16.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 91
~ìvam~nte dall'anno 1° a.n.e. o dall'anno 1° (n.e). Le dettagliate
1p~te~1 f~rmulate da taluni studiosi59 non bastano comunque a
.chianre m maniera soddisfacente il problema, e ad escludere
definitivamente la possibilità di una 'forzatura' delle fonti ope-
rata dal redattore, considerato il problema generale riguardante
il valore di assegnare una data precisa agli eventi di un'opera let-
teraria. 60 Sì comprende facilmente come il dibattito che ne è
sorto abbia una portata talmente vasta da esuberare i limiti im-
posti al presente lavoro: è perciò opportuno rimandare il senso
specifico della discussione alle fonti critiche più recenti.61
Visio Tnugdali e la letteratura visionaria scandinava
Il periodo che va dal tardo XII al XIII secòlo segna, in area
nordica, l'inizio di un processo incontrovertibile, nel quale l'in-
fluenza dottrinale cristiana, aldilà delle sue contraddizioni strut-
turali, comincia a palesare evidenti segnali di vitalità culturàle. Ciò
è dovuto, in massima parte, alla raggiunta autonomia delle sedi
metropolitane locali, 62 all'espansione della struttura conven-
tuale, ad una evangelizzazione lenta ma sempre più capillare, ma
soprattutto ai sempre maggiori legami che univano il Nord con
la cultura continentale.63 Una vitalità che non tarda a manifestarsi
59
60
Gardiner, A Solution to tbe Problem .. ., pp. 88-89.
Douglas Marshall, Tbree Problems .. ., pp. 17-18.
• ~1 Cfr. Gard~ner, A Solution to tbe Problem ... , pp. 86-90; Spilling, Die
Vmo Tnugda/1 .. ., pp. 25-26; Krebs, Zu den Tundalusvisionen .. ., p. 168;
Douglas Marshall, Tbree Problems .. ., pp. 16-18.
62
Nel 1104 viene istituito il primo arcivescovado autonomo a Lund nel
11~3~1154 a Niòar~ss (Trondheim) e nel 1164 ad Uppsala. Dopo l'ingr~sso
~fficia.le ~el Cristianesimo dell'anno 1000 ( .. 1000. Kristni f log tekin a
Isl~nd1.. , Jonsson, Annalar... , p. 4), due sono le sedi vescovili islandesi:
Skalaholt (1056) e H6lar (1106; con il placet dell'arcidiocesi di Lund del
v;scovo di Skala?olt e, si osservi, .. allra landsrnanna sampykki a islandi . , v.
Jo~sson, 1nrz.a!ar.. ·: ~P· 8; 11), inizialmente sottoposte all'autorità gerar-
chica dell arc1d10ces1 d1 Brema, poi di Lund, per passare infine con l'ele-
zion~ di ~iòar6ss, sotto la giurisdizione ecclesiastica norvege~e, insieme
alle6;s~le 1sol~ Oreadi, Ebri?i e F0rojar. .
E quasi superfluo ncordare la presenza massiccia di scandinavi
presso le università di allora, in particolare Parigi (dove sembra abbiano
stud~ato gl~ arcivescovi Eskil, Absalon e forse lo stesso Saxo), sede di vari
capitula d1 studenti nordici.
92 MARCO BATIAGLIA
anche in ambito letterario, raggiungendo un successo tale da
contrastare, per secoli, la fioritura di forme letterarie di conte-
nuto laico, soprattutto al di fuori dell'Islanda. La continuità della
tradizione pagana non cessò certo di operare all'improvviso, ma
la ricezione del verbo cristiano poté trarre un notevole vantag-
gio dall'abile intervento della chiesa di Roma nel tessuto sociale
della Scandinavia, le cui premesse furono segnate dall'opera di
Adalbert, arcivescovo della diocesi di Amburgo-Brema.64
Superata la prima fase del programma di conversione, due
erano i problemi di maggiore assillo: la formazione di una strut-
tura ecclesiastica stabile, con una rete organizzata ed autonoma
di chierici, e la nascita di una letteratura di sostegno dottrinale.
Nel primo caso, la situazione è diversa a seconda delle varie lo-
calità e le difficoltà sostanzialmente secondarie di Danimarca,
Svezia e Norvegia contrastano con i gravi problemi dell'Islanda.
In quest'ultimo caso, si deve tener presente la situazione del
tutto particolare dovuta ad un insieme di ragioni. Lo scarso con-
trollo da parte della chiesa romana, l'assoluta dipendenza eco-
nomica della chiesa locale dal potere laico e familiare e la parti-
colare natura eterodossa del clero dell'isola, eletto e dipendente
dalle normative secolari, fecero della chiesa islandese una 'terra
di nessuno' per ben due secoli. 65 Nel secondo caso, se in am-
bito nordico occidentale si poteva attingere alla ricchezza del
patrimonio poetico in volgare e alla consumata abilità degli
64 Al quale, non a caso, Adamo di Brema dedica l'intero III libro della
sua cronaca monumentale. .
65 Alla 'pacifica' e conveniente transizione verso il Cristianesimo, non
corrispose una equivalente evoluzione cristiana nel tessuto politico e so-
ciale, ancora dominato dalle consuetudini del libero stato. In questa situa-
zione, l'accettazione della nuova fede resta una scelta sostanzialmente for-
male, lasciando il 'variegato' personale ecclesiastico alla diretta mercé
delle fazioni politiche, almeno fino alla vigilia della dominazione norve-
gese; v. J. L. Byock, Medieval Jceland. Society, Sagas and Power,
Berkeley-Los Angeles 1990, pp. 137-64. Secondo le coerenti osservazioni di
Bekker-Nielsen, quantomeno in materia ecclesiastica, le influenze principali
provenienti dall'esterno devono essere ricondotte soprattutto alla
Norvegia, in considerazione sia della comune sede metropolitana di
Trondheim, che della preponderanza politica e commerciale di Bergen.
Anche dal punto di vista linguistico, le due città rappresentano
storicamente le aree di maggiore affinità dialettale con l'islandese, v. P.
Hallberg, Norrona riddarsagor. Ndgra Sprdkdrag, ANF, 86 (1971), p. 132.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 93
scald.i isla°:desi e norvegesi, non altrettanto si può dire per l'area
nord1c~ orientale, i cui contributi letterari religiosi sono soprat-
tutto di n~tura prosastica e in lingua latina. Un problema, quello
della realizzazione linguistica di nuovi testi, in stretto contatto'
con la creazione di un nuovo linguaggio metaforico destinato a
vei~olare la nuova dottrina cristiana e i dogmi teologici medie-
vali, evitando possibilmente· compromessi con la vecchia tradi-
zione poetica e mitologica.66
Nel suo complesso, l'opera di acculturazione 'cristiana' in
Scandinavia tende a richiamarsi agli stessi stilemi della tradizione
co~tine~tale, con una notevole preferenza verso quelle opere
la~1°:e, di notevole semplicità divulgativa67 (le cosiddette helgar
]Jyoz~gar), la cui traduzione viene considerata prioritaria, dato il
persistente attaccamento locale all'antica fede68 e la difficile ac-
q~i~i~ione_ di concetti etici ancora estranei a quel mondo. Degna
di nlievo e la connotazione epica di certe saghe islandesi e nor-
vegesi relative a santi ed ecclesiastici stranieri o locali nonché
della ristretta letteratura apostolica e cristologica (di t;adizione
apocrifa), il cui esempio più eclatante· resta la Niorstigningar
S~ga, vero e proprio descensus agli inferi di un Cristo più rex
trzumphans che agnus Dei.69 In questo panorama, il tema del
66
Per il problema specifico (in particolare per l'area vestnordisk) vedi
P. Hallberg, Imagery in Old Norse Prose Literature An Outline ANF 102
(1987), pp. 121-22. . , '
67
Gurevit: .. Contadini e santi.. ., pp. 51-52. Si vedano, ad es., i Dialoghi di
p~pa .Gregono, l'Elucidarium di Honorius Augustoduniensis o il De
Vtrt~tt?us et. V~tiis ~l~uiniano. Si annoverano inoltre agiografie, libri peni-
tenz1ah, testi hturg1c1 e raccolte omiletiche, letteratura mariologica ed
exempla.
68
~ p~opr~o tra gli scaldi, intellettuali 'organici' alla oligarchia domi-
nante, il d1sag10 causato dalla nuova fede è più che evidente cfr. su tutti le
parole di Hallfre5r 6ttarsson ·.Yandr::e5askald·, sulla co~suetudine di
c~mporre versi in onore di Odino Ctill hylli 6oins) e quelle di Sigvatr
Por5arson, sulle cerimonie per la fertilità in onore degli alfar (aljabl6t) e
s~lla forte coscienza pagana dei 'tradizionalisti': •erum hei5nir vér" (•noi
sia~o pagani•), in L. Koch, Gli scaldi. Poesia cortese d'epoca vichinga
Tonno 1984, pp. 264 e 278. '
69
C. R. Unger,. udg. af, Heilagra manna sogur. I-II. Fortellinger. og /e-
~en~e.r ?m Helltge Maend og Kvinder. Efter gamie Haandskrifter,
hn~tiama 1877, II, pp. 1-20. Traduzione norrena (anche in versione
poetica antico danese e prosastica antico svedese) dei due testi latini di
94 MARCO BATIAGLIA
sogno e della visione detengono una loro dignità ed autonomia,
anche se sul problema della nascita di questo genere perman-
gono elementi di n'.Jtevole complessità. Resta infatti ancora da
spiegare il rapporto tra visione e sogno, tra revelatio cristiana
ed esperienza estatica e trance pagani: elementi meccanica-
mente non dissimili e già presenti nel sincretismo culturale del
medioevo scandinavo. Il patrimonio dell'Edda poetica offre, in
tal senso, esempi più che interessanti: dai quadri apocalittici (ma
anche dalle vivide immagini dell'aldilà nordico) della VQluspii,
alle visioni profetiche di Kostbera e GlaumvQr nel Carme groen- ·
landese di Attila o al sogno dello stesso Attila nel Secondo
carme di Guòru n, per non parlare di manifestazioni poetiche
seriori, ma estremamente indicative, quali Draumkvceòi,
Leiòarvisan e S6larlj6ò. Sogno e visione si presentano dunque
come anticipazioni escatologiche di un destino ineluttabile, che
fa costantemente breccia nella vita degli esseri umani; ciò che
però distingue le visioni cristiane è innanzitutto una considere-
vole indipendenza tematica, oltre al preciso impianto descrit-
tivo delle località (generalmente ultraterrene) entro le quali agi-
scono i protagonisti della visione.
Dall'esteso patrimonio latino relativo a visioni e viaggi nel-
l'aldilà, solo un numero ridotto è stato oggetto di traduzioni
nelle lingue scandinave, traduzioni che hanno più spesso trovato
spazio all'interno di opere o raccolte di contenuto generale, in
origine greca Gesta (o Acta) Pilati e Descensus Christi ad In/eros. Furono
raccolti nel V secolo, in un primo momento sotto il titolo di Passio
Domini (o Gesta Salvatoris) e successivamente Evangelium Nicodemi,
titolo che si registra per la prima volta nel famoso Speculum Historiale di
Vincentius Bellovacensis, così come nella Legenda aurea di Jacopo da
Varagine; v. K. Wolf, Om en 'tabt' islandsk overscettelse af
Nikodemusevangeliet, ANF, 107 (1992), pp. 167-72; K. Wolf, The Influence
of the 'Evangelium Nicodemi' on Norse Literature: a Survey, "Medi:eval
Studies", 55 (1993), pp. 219-20; 237-42. Si vedano inoltre: H. Bekker-Nielsen -
O. Widding - T. Gad - H. H. Ronge, Religi0s prosalitteratur, in AA. VV.,
Kulturhistorisk Leksikon far Nordisk Middelalder. Fra vikingetid ti/
reformationstid. Bd. 14 [rist], K0benhavn 1980-82, pp. 42-43; S. Einarsson, A
History of Icelandic Literature, New York 1957, pp. 69-70; E. N. Tigersted,
Svensk Litteratur-Historia. Tredje reviderade upplagan, Stockholm 1963,
pp. 39-40; G. Turville Petre, Origins of Icelandic Literature, Oxford 1953,
pp. 126-29.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
95
omelie e nelle saghe. Uno di quei testi che ha riscosso un certo
successo è senz'altro VT, continuata in varia misura nella tradi-
zione locale. La traduzione antico norvegese di VT, dal titolo
Duggals leiòsla Clleizla) (= DL),70 è contenuta nei seguenti ma~
noscritti cartacei islandesi:
-AM 681 a,4° (=A; metà del XV secolo)
-AM 624,4° ( = B; inizio XVI secolo)
- AM 681 b,4° ( = C; 2 frammenti, ognuno di 2 pagine; metà
XV sec.)
- AM 681 c,4° (= D; una pagina risalente agli inizi del XV se-
colo)
I capp. II e III della stessa traduzione71 compaiono fra l'altro
nella Michaels saga (AM 657a,4°, = M) quasi certamerite opera
dell'abate Bergr Sokkason (prima metà del XIV secolo),72 men-
tre al lavoro di J6n Guòmundsson 'l;eròi' Tiòsfordrif (secondo
quarto del XVII secolo) viene attribuita una relazione con DL in
v~rtù ~i ~na sezione sull'Irlanda, molto vicina ad A, e di un ~re­
ciso nfenmento all'esperienza estatica di un tale dugall,73 La tra-
duzione di DL è inoltre presente in altri tre manoscritti cartacei:
70
Scil. •L'estasi (/Il viaggio) di Duggal .. , v. ]. Fritzner, Ordbog aver det
Gamie Norske Sprog. Nytt uforandret optrykk av 2 utgave 1883-1886
Oslo 1_954, II, p. 479. La prima edizione di DL è stata quella di Unger, udg'.
af, .He1lag.ra manna ... , I, pp. 329-58 (mancante della parte finale), una col-
la~1o_ne pn~ttosto ca.suale di tutti i manoscritti ad eccezione di AM 657a, a
cm e segmta, quasi un secolo dopo, la versione critica assai accurata di
Cahill e.d., DulJ!Sals LeilJsla .. .; per le valutazioni di quest'ultima si tengano
pres~ntl tut~avia le osserv~zioni di T. Hill, Duggals LeilJsla. Edited by P.
Cah1l!~ w1th an English translation. Reykjavik: Stofnitn Àrna
Magnussonar, 1983. Pp. xcvi + 148; six facstmiles ·'.)'ournal of English
an~ Germanic Philology.. , 86 (1987), pp. 82-83.
1 Un.ger, udg. af, Heilaf!ra ma.nna... , I, pp. 330-35. '
72
Ib1d.em, I: 676-716, m particolare: 686-89. Si veda inoltre T. Gad - H.
Bekk~r-N1~lsen et al., Mikcel, in AA. VV., Kulturhistorisk Leksikon far
Nord1sk M1ddela!der. Fra vikingetid ti! reformationstid, K0benhavn 1980-
82, Bd. 11, p. 619.
73
Tfosfo;drif è tràdita nel manoscritto autografo AM 727,4° (copia
c?m~leta~a l 8/~/1644) e contiene fra l'altro una raccolta di varie leilJslur.
L a~tnbuz10ne d1 elementi mutuati da DL (da A?) a questa opera (peraltro
var.1a~ente mutila) è ricavata sulla base della testimonianza di altri mano~
scntti cartacei (in particolare JS 404 8° JS 81 4° iB 35 fol NkS 76 f I
sop tt tt S kh I ' ' , ' ., o., ma
~a u o toc _ o m Papp. fol. nr. 64, di cui in special modo stupisce il
capitoletto Um Irlandt hilJ G61Ja, del tutto corrispondente alla descrizione
 MARCO BATTAGLIA
-AM 681 d,4° (= al; copia accurata di A degli inizi del XVIII
secolo)
- T.C.D. MS 1019 (= a2; copia norvegese in 8° di al, del
XVIII secolo)
- NkS 1269 fol. ( = b; copia islandese. di B, seconda metà del
. XVIII sec.).
Secondo quanto dichiarato nella controversa introduzione di
A e CJ4 (peraltro mancante in B), la traduzione sembra essere
sorta sotto gli auspici di un tale re Hakon identificabile, proba-
bilmente, con Hakon Hakonarson 'hinn gamli' (1217-1263). In
tal caso, si potrebbe dunque congetturare una redazione risa-
lente alla prima metà del XIII secolo, anche se dall'insieme delle
fonti manoscritte non è possibile risalire oltre la metà del XIV
secolo, neanche con l'ausilio di eventuali 'spie' linguistiche: 75 il
dell'Irlanda di A) liberamente derivati da AM 727,4°. Il riferimento a
.. dugalf(t) .. , in Stockholm Papp. fol. nr. 64, pag. 48, completa nella fattispe-
cie una delle numerose lacune del testo principale; Cahill ed., Duggals
Leiòsla ... , pp. XLV-XLVIII.
74 Rispettivamente: •pat syner oss pessi bok. Hakon konungr or latinu
tok . e •pat sama syner oss. Hakon k <onung> r j bok sinne er ur latinu
snere,., Cahill ed., Duggals Leiòsla .. ., 2, 3 e 2, 13-14. Il prologo in oggetto
non esclude la possibilità di un'origine più tarda rispetto al testo, al quale
potrebbe essere stato successivamente aggiunto, sulla base dell'indiscusso
prestigio di cui ha goduto Hakon Hakonarson. J. De Vries, Altnordiscbe
Literaturgescbicbte I-II. 2 Aufl., Berlin 1967, p. 186 sembra optare per la
seconda metà del XIII secolo come data di composizione dell'opera, sotto-
lineandone il significato religioso più che genericamente letterario.
75 La complessa situazione linguistica del norvegese odierno trova ri-
scontro in una altrettanto complessa storia politica. Dal periodo di pre-
dominio culturale esercitato (attraverso le sue norme grafiche e linguisti-
che) dalla sede arcivescovile di Niòar6ss/Trondheim (1152), si passa agli
anni della riunificazione del regno e del predominio di Bergen, con lo
spostamento della cancelleria nella nuova capitale, per volere di re Hakon
Hakonarson. Successivamente, i dialetti delle regioni orientali tornano a
giocare un ruolo più importante al tempo del ducato di Hakon Magnusson,
il quale dopo essere divenuto re trasferì la cancelleria ad Oslo, una capi-
tale che tuttavia non impedì a Bergen di restare il vero centro politico e
commerciale dell'area. Le norme linguistiche nord-occidentali di Bergen e
del TnZlndelag continuarono ad esercitare grande influenza rispetto alla
realtà di Oslo e del sud-est, meno legata ad una tradizione intellettuale:
specifiche differenze si cominciano ad apprezzare nel corso del 1400; v. D.
A. Seip, Norwegiscbe Spracbgescbicbte. Bearbeitet und erweitert van
Laurits Saltveit, Berlin 1971, pp. 105-108.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
97
Hakon nominato potrebbe in definitiva essere Hakon Ma-
gnusson, futuro re Hakon V (1299-1319).76 Elementi sintattici e
lessicali di DL lasciano comunque intendere una certa affinità con
una serie di riddarasogur cortesi, tradotte da modelli con-·
tinentali proprio durante il periodo del consolidamento dina-
stico su modelli europei di Hakon Hakonarson e della conse-
guente fioritura c~lturale e apertura verso l'esterno nel periodo
del suo regno ed m quello del figlio Hakon.77 L'inserimento del
nome di Hakon Hakonarson è comunque un elemento non
nuovo nella .tradi~ione letteraria antico norvegese, data l'impor-
tanza oggettiva d1 questo sovrano nello sviluppo politico del re-
gno di Norvegia. Non è escludibile, pertanto, che la presenza
del sovrano nel contesto in esame rappresenti il frutto di una
succe.ssiva. interpolazione, operata per conferire all'opera una
maggiore nsonanza.
Dal punto di vista delle fonti manoscritte le analogie riscon-
trabili tra A e D, da un lato, e tra B e C, dall'~ltro, sembrano de-
porre a favore di una duplice tradizione (*y e *z), a sua volta risa-
lente ad una copia (*x) dell'originale.78
VT c~mpare, in area svedese, in due redazioni reciproca-
~ente d1scor~anti, ma che derivano entrambe dall'originale la-
tino. La redazione A 79 è conservata nei seguenti manoscritti car-
tacei:
76
V. C. Fell, Bergr Sokkasons' 'Micbaels Saga' and its Sources ..saga-
B.ook of the Viking Society.. , 16 (1962-1965), p. 363. La specifica ~estimo­
ruanza d71 prologo. di AM ~81,~ (Cahill, Duggals Leiòsla ... , 1,6-2,8) offre,
per la pnma. volta in Scandmav1a, un esempio di Knittelvers, rima baciata
(o le~ata). S1 tratta del verso continentale che fa della rima l'elemento di
magg10re conn~tazione prosodica e stilistica (4 battute con tesi libere) e
c.he nel Nord s1 presenta. inizi~lmente in forme poetiche di ampia diffu-
sione, non dotte ( ..versus mcult1, male nati") v. H. Lie Knittel in AA vv
Kulturbistorisk
77
Lekstkon ... ' Bd. 8 p 583
J • •
' ' ' . .,
P · . Hallb~rg, Eroder Robert, Tris tram saga ocb Duggals leizla.
An;~cknmgar tzll norska oversattningar, ANF, 88 0973), pp. 64-69.
K Bergr s.okkason sei:n?ra ave.r attinto ad un'altra copia dell'originale; v.
· Wolf, Vtszo Tnugdalz, m Medzeval Scandinavia. An Encyclopedia ed
by P. Pulsiano, New York-London 1993, p. 705 e Cahill Duggals Lez·òsl'a .
pp. XXXVII-XLVIII. ' .. .,
79
. bDal titolo Tungulus, in G Stephens - ]. A. Ahlstrand S. Patriks-sagan
~~~e allande S. Patrik ocb hans jiirtecken, Nicol~us i S. Patrik;
arse/d ocb Tungulus, in Svenska Medeltidens Kloster- ocb Helgona-
98 MARCO BATTAGLIA
- SKB D4a (Cod. Verelianus; al più tardi 1457)
- SKB D3 (Fru Elins bok; del 1476)
- SKB K45,4° (inizio XVI secolo)
- StB Saml. la (Cod. Grensholmensis, fine XV-inizio XVI se-
colo)
- SKB D80 (copia di SKB D3 a cura di Wenna:sius, 1670
circa).
Tra le traduzioni antico svedesi di VT si deve inoltre segnalare
un ulteriore manoscritto (SKB A 58), andato purtroppo per-
duto so Kornhall è incline a stabilire tra i manoscritti un rap-
port~ gerarchico di interdipendenza, che vede in D4a il mano-
scritto che meglio conserverebbe la versione originaria. 81 Non
è azzardato ritenere che la redazione A risalga ad un testo di-
verso e più ridotto rispetto a E, viste le parti espunte o riassunte
in A nel confronto con la tradizione latina. 82 Nel corso della tra-
duzione, invece, sono state tralasciate sia la premessa di Marcus
(con la descrizione dell'Irlanda) che la menzione di santi e ve-
scovi irlandesi, incontrati da Tnugdal durante la sua peregrinatio;
In confronto alle versioni latine (nel loro complesso, formal-
mente piuttosto elaborate), la lingua di questa redazione ha uno
stile asciutto, sintetico ed immediato, 83 non così strettamente
debitore nei confronti del latino come invece lo è E: taluni rife-
rimenti 'classici' dell'originale (come i casi di Acheron e
Bok; en Samling af de aldste pd svenska skrifne Legender och Àfven~Y'.·
Efter gamia Handskrifter I-III, Stockholm 1844, pp. 27-43; v. Wolf, Vist0
Tnugdali .. ., p. 706 e H. H. Range - T. Gad, Tundalus, in AA. VV.,
Kulturhistorisk Leksicon .. ., Bd. 19, pp. 54-55.
80 Dal titolo Tundalus, ok hans syn ok openbarelse e datato 1491;
Stephen - Ahlstrad, S. Patriks-sagan .. ., p. LI.
81 D. Kornhall, Den fornsvenska sagan om Kart Magnus. Handskrifter
och texthistoria, Lund 1959, p. 57.
82 Senza peraltro apportare cambiamenti sensibili, come invece nel
caso dello stile, Stephens - Ahlstrand, S. Patriks-sagan .. ., p. XXIX.
83 Un'osservazione sulla prosa sacra svedese, che è già stata rilevata in
Hallberg, Imagery .. ., p. 167, in relazione allo stile senz'altro più ricercato e
ridondante della i;nedesima tradizione norrena.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
99
Vulcanus) sono stati infatti emendati.84 La redazione E85 è trà-
dita nel ms. SKB A58 (j6ns Buddes bok) ff. 67-85, redatto nel
1491, dunque posteriore ad A e lunga il doppio. La traduzione è
stata verosimilmente compiuta da Jons Budde, nel convento di.
Nadendal sulla base della versione ridotta di VT contenuta nello
Speculum Historiale Cv. nota nr. 88) di Vincentius
Bellovacensis; 86 il manoscritto potrebbe rappresentare una tra-
scrizione o una copia della traduzione originale, con tanto di
firma autografa. 87 Il testo è piuttosto aderente alla versione latina
(addirittura con numerosi riferimenti in lingua), in particolare
nella sfera del lessico religioso, nella sintassi e nella struttura del
periodo.
In territorio danese non è rimasta alcuna traccia di uria tradu-
zione di VT, ma che l'opera fosse conosciuta è testimoniato
dalla presenza del testo in due manoscritti redatti in latino:
1) Yc6,4° (UniversitiUsbibliothek di Halle), risalente al XIII se-
colo e proveniente dal monastero cistercense di L0gumkloster;
2) NKS 123,4° (fol. 27-36), una raccolta di prediche e racconti,
scritta nel periodo 1454-1462 dal sacerdote di Ribe Peder
Madsen, della cui versione di VT si dice "Istud bene est
extractum compilatum et scriptum ex speculo hystoriali... Bs
84 Ri . .
. spett1vamente a1 capp. XVI e XLIV, Stephens - Ahlstrand, s.
Patnks-sagan .. ., p. XXX.
85
Dal titolo Ttmdalus ocb hans syn, in F. A. Dahlgren utg. af Skrifter
tilt Lasning far Klosteifolk efter gamia Handskrif'fer Stockholm l875 pp
213-52. 'J' ' ' .
~6 P. Cahill, Three notes on 'Duggals Leizla', ..saga-Book 'of the Viking
Soc1ety.. , 19 0974-77), p. 443.
87
·Loff ok ara vari gud nw ok auerdeliga Amen 1491
. F~ater johannes rak male scripsit hec .., v. Dahlgren, Skrifter till
Lasnmg.. ., p. 252.
88
Range - Gad, Tundalus .. ., p. 55; Wolf, Visio Tnugdali .. ., p. 706.
Speculum historiale è il titolo di una delle quattro parti (insieme allo
Speculum doctrinale, Speculum morale e allo Speculum naturale) che
compongono la monumentale 'opera enciclop~dica' Speculum maius
opera del domenicano Vincentius Bellovacensis (Vincent di Beauvais'
1190-1264). La suddetta opera, che conobbe un notevole suècesso nell'Eu~
;~pa ?asso medieva~e, contie~e una rielaborazione di VT, probabilmente
~~p~ta attraverso 1! Chronicon del monaco cistercense Helinandus
Fng1d1montis (Helinand de Froidmont, 1160-1229).
 100 MARCO BATIAGLIA
Analisi testuale
L'approccio di ciascuna redazione nordica al testo di VT rap-
presenta il risultato di tradizioni e, forse, sovrapposizioni di
epoche diverse difficilmente controllabili. Dato il problema
eàiz.iòrie. c:.1itiw della mancanza di una vera e propria e, ogni rife-
i-:--. rimento al testo latino unanimemente accettato,89 - già di per
sé collazione dei 5 manoscritti più antichi-, deve quindi inten-
dersi in senso puramente indicativo e non necessariamente vin-
colante. La ricostruzione di una ipotetica traduzione scandinava
originaria, con tutta probabilità mai esistita, non rappresenta
pertanto in alcun modo lo scopo finale del presente lavoro, che
pur tra le evidenti divergenze testuali è teso a sottolineare talune
analogie concettuali nella ricezione di un'opera della cristianità
latina medievale.
Per quanto concerne, infine, il costante riferimento ai mano-
scritti utilizzati, si è scelto di adottare l'edizione critica di Cahi1190
per la tradizione nordica occidentale, citando ogni volta il nu-
mero del manoscritto della Bibliotbeca Arnamagnceana (senza
ripetere la sigla AM) con la segnalazione della pagina di Cahill, in
cui i relativi excerpta sono contenuti.91 Laddove la nota rimandi
semplicemente a DL, si intenda, con ciò, l'insieme delle reda-
zioni nel loro valore complessivo. Le versioni svedesi, invece,
sono quelle risalenti alle edizioni di Stephens (1844) e di
Dahlgren (1875),92 rispettivamente per le redazioni A e E, che
sono mantenute come tali accanto al numero della pagina inte-
ressata. Il testo latino di Wagner (1882) è indicato con la sigla W
· seguito dal numero di pagina.
Considerato dunque il valore non assolutamente probante da
attribuire all'edizione di Wagner, è tuttavia possibile osservare
una serie di elementi, che nelle traduzioni scandinave si distac-
89 Wagner hrsg., Visio Tnugdali ....
90 Cahill ed., Duggals Leiòsla ...
91 Es.: 68la: 24 sta per .. (brano/termine tratto dal) manoscritto AM681a
contenuto alla pagina 24 . (in Cahill, Duggals Leiòsla .. .).
9 2 Stephens - Ahlstrand, S. Patriks-sagan .. ., Dahlgren, utg. af, Skrifter
tilt Lasning ....
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 101
cano dalla redazione latina di riferimento. In particolare, si tratta
di arricchimenti testuali creati allo scopo di rendere più chiaro e
vivido il contenuto e che spesso compaiono in coppie quasi si-
nonimiche, talvolta anche allitteranti,93 in modo speciale nelle.
traduzioni islandesi, mentre in quelle svedesi colpisce la ten-
denza costante a costituire precise classi di peccatori in rela-
zione a ciascuna pena, quasi che si trattasse di un manuale di ri-
ferimento. Similmente, l'allitterazione compare in certe prolisse
descrizioni degli strumenti infernali e delle singole fasi di tor-
tura. Le numerose omissioni rispetto al testo di Wagner sono
viceversa da ascriversi in gran parte a varianti di lettura dei vari
testi latini, sulla base dei quali è stata realizzata la traduzione.
Un'omissione decisamente voluta sembra essere alla base del-
l'assenza o delle semplici parafrasi delle citazioni bibliche, che
compaiono con una certa precisione soltanto in uno dei testi
medio svedesi (addirittura in latino) e la cui ragione deve pro-
babilmente essere ricercata nel desiderio di evitare raffinatezze
stilistiche e figurative eccessive, anche se non si può escludere
tout court la mancata comprensione da parte del traduttore o
perfino dello scriba. ·
Il prologo dedicatorio di DL, contenuto soltanto in 681a e
681c, si apre con una sorta di presentazione al contenuto etico
del racconto. La vita terrena è breve: taluni si comportano se-
condo la parola divina e guadagneranno l'eterna gioia celeste, ma
altri diventano servi del peccato e dovranno patirne le dure
conseguenze. Segue la menzione relativa all'impegno del re
Hakon affinché la traduzione ur latinu venga realizzata per il
bene dei nore_na e la preghiera che Dio, per questo, gli conceda
benevolo "prospera longevità [e) la dignità dei santi nella vita
eterna ... 94 Nel suddetto prologo di 681a, (ma in misura minore
anche in 681c) un aspetto non secondario è costituito dalla sua
93 y ·
. amtas: metnadur ok dramb; mortem: dauda ok pisl; bestias:
kutkendum ok dyrum; pietas: miskun ok milleikur, turbata: brcedd ok
hrygg.
94
•gott langlifi tign heilagra i eilifu lifi. Amen.., 68la: 2.
102 MARCO BATTAGLIA
forma in versi rimati (Knittelvers, v. nota 76), che ne rappresen-
tano l'esempio forse più anticamente attestato in Scandinavia.95
L'inizio del racconto vero e proprio è contrassegnato col ti-
tolo Af einum hird manne: Duggal è dunque presentato come
einn hirdmadur(cfr. lat. nobilis), con un sostantivo che, nella sua
arcaicità,96 sembra esprimere un elevato livello sociale,97 come
9 s 68la: ..Ef ]Ju uillt madur holpin uera/ sa ]Ju nidur ef pu uill upp skera/
allt ]Jat er ]Ju matt got gera/ ok pu ueitz ]Jier berai uer ]Ju skiotur ]Jat at
uinna/ ]la muntu goda ombon finna/ ]letta lif er litid ok skamt/ ok gengr
monnum vant.. (ma cfr., meglio, 68lc: ·ok geingur monnum miog misiafnt/
ein[er) !ifa rettliga/ adrer illa ok syndsamliga .. ). E ancora 681a .. [... ] goda
ombon eigv godir/ fa heitt ok myrkt ok hard hybyli/ ]Jau er til]Jiona ]Jeira
illvilia (ma 68lc: •illvili..)/ par verdr huerr slikr vera/ sem hann uill her ti!
gera,/ allar synder eigu refsingar/ sinna uerka hardar piningar/ alldri meri
pislir i heluiti/ ef ei meri synda uiti./ sa er ann syndvm fa~r bardaga./ En
]Jeir allir er serve! haga/ ]Jiggia af gvdi rikvliga,/ himneska dyrd vendiliga,/
]Jat syner oss ]lessi bok./ Hakon konungr or latinu tok/ ok liet nor:iena ti!
skemtanar/ ok umbota monnum ok hugganar/ at ]Jeir fagni er gott gera,/ en
hiner hr:iediz er misgera./ hier megv badir heyra sinn domi ef ]Jeir fa
skilning ok gott tomi at uera skilvisliga ]Jat skiliandi./ er ]lessi bok er
framteliandi./ Gvd gefi konunginum fyrir sitt starf,/ eilifa dyrd ok
himneskan arf/ epter penna heim gott langlifi/ tign heilagra i eilifu lifi ... ,
681a, C: 1-2.
9 6 Il termine deriva dal sostantivo biro il quale, prestito mutuato dal-
l'ags. b fred e<* b fwrmd .. raggruppamento familiare .. , cfr. germ.* b iwa-
,.famiglia..), esprime il carattere aristocratico di quella associazione guer-
riera (sottoposta al dr6ttinn nordico) sviluppatasi dal comitatus germa-
nico, di cui Tacito informa ai capitoli 13-14 della sua Germania, e basato
sul vincolo della fedeltà. Nel corso del tempo, questo istituto ha subito
un'evoluzione dipendente dalle nuove condizioni economiche e sociali,
nelle quali il ca po dell'associazione militare ha finito per diventare il re
(con nuove attribuzioni e funzioni di carattere civile e amministrativo) ed
il suo seguito si è confuso prima con la guardia personale e poi più in ge-
nerale con nobili e personale di corte ai vari livelli, cfr. le figure dello
Hiròstj6ri, plenipotenziario del re di Norvegia in Islanda dal XIV al XV se-
colo, dello biròbiskup, vescovo appartenente al seguito del re e senza una
sua diocesi, e, analogamente, dello Hiròprestr, v. Fritzner, Ordbog aver
det.. ., I, pp. 820-22.
97 Un'idea rafforzata dalla notazione relativa al pianto degli uomini che
compongono il suo seguito, in occasione dello svenimento (•Hans menn
og sua husbondans gretu og logdu nidur hans lik·., 681a: 11-12). Un'altra in-
dicazione sociale interessante, si evince inoltre dall'esempio del ·rusticus..
affamato e assetato che schiaccia (e non degusta) il frutto in bocca ( .. suo
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 103
peraltro ricordato più avanti (nelle regioni 'purgatoriali') a pro-
posito della figura di re Cormach e della sua 'servitù' .98 La parti-
colarità di una simile scelta è rafforzata dalla presenza, nel lessico
nordico del XIII secolo, del prestito basso tedesco
rfoari/riddari (il riddare delle redazioni svedesi),99 decisamente
più conforme alla società cortese e cavalleresca europea del pe-
riodo in oggetto, alla quale l'impulso culturale di re Hakon si
ispirava. 100 Il dato linguistico, tuttavia, è abbastanza chiaro e po-
trebbe lasciare intendere una vitalità concettuale del resto an-
cora nota nella Danimarca di Saxo e Svend Aggesen. Al prologo
seguono due righe di presentazione dell'opera, nelle quali si nar-
rano le vicende di un nobiluomo rapito dal suo corpo per ve-
dere .. [com'è] la vita dell'altro mondo .. allo scopo di ra·ccontarla
a coloro che vivono in "questo mondo": tutto ciò avviene "in
Irlanda ... Segue la descrizione geografico ambientale dell'Ir-
landa 101 (omessa 'in entrambe le versioni svedesi e nella por-
zione della Mikaels saga, AM657a, in cui si narra parte delle vi-
cende di Tnugdal), e contenuta in varia misura nelle redazioni di
DL: 681a, 681c e 624. Da questa breve presentazione è subito
evidente che la redazione più lunga, 681 a, presenta più forti
analogie col testo latino rispetto a 681c e 624, le quali per parte
loro inseriscono alcuni dati geografici in palese funzione di un
pubblico norvegese ed islandese, 102 ma che soprattutto con-
sem hungradur og ]Jystur akrkarll kreister uinberialog j munne sier.. , 681a:
76).
98
Al lat. ministri di W: 43 corrisponde ]Jionostu menn di 681a, c: 90 e
dei quali è detto che: ·eigi uoro ]Jessir or hird hans•., 68la: 90 ([ ... ] j bird
[. .. ], 681c: 90), laddove con bird si glossafamilia di W: 44. Quest'ultimo
appellativo (in W: 8) è a sua volta reso con ]Jionostu menn dalle tre ver-
sioni di DL: 11.
99
L'analogia tra il senso di 'cavaliere' e di 'nobile' è confermata in B:
215, la quale a proposito di Twndalus/Thundalus lo definisce ·velboren j
slekte•; lo stesso dicasi anche per 681a: 6 .. dyrligur at xtt•, testimoniato
anche negli altri manoscritti.
100
Riddari incontra un notevole successo anche nella letteratura cri-
stiana, della quale esprime al meglio il concetto piuttosto esteso di miles
Cbristi.
101
V. nota 42.
102
. ~fr. 624: 3 "ok er ad <;tt uesturs ok utsudurs at sigla af Noregi wr
B1orgumn.. ( .. [. .. ] ok Biorguinn.. 681c: 3) e cioè in direzione ovest-sud..'.Qvest
104 MARCO BATTAGLIA
sentono (insieme a 681 a) un interessante raffronto con una de-
scrizione affine dell'isola, contenuta in un frammento dei Gesta
Hammaburgensis Ecc!esiae Pontificum, 103 traente origine dalla
Historia Ecclesiastica di Beda CI, 1) .104
Analogamente al testo latino di riferimento, soltanto 68Ja ri-
porta la notizia delle 34 città, ognuna delle quali sede vescovile e
dalla Norvegia e da Bergen; e ancora: 624: 4 •nordr undan Jrlandi liggR
Jsland ok er priggia daga haf j mille .. , 68lc: 4 •nordr undan Irlande liggur
Island ok er prigia daga haf j mille", con la notazione relativa ai tre giorni
di mare che separano le due isole.
10 3 In particolare, nello scolio 19 (20), che è tràdito soltanto nel ms. A
dei Gesta e che sembra quasi certamente trattarsi dell'interpolazione ( ..bis
um 1100..) di un redattore successivo al magister scbolarum di Brema (v.
Schmeidler, Scriptores Rerum Germanicarum .. ., p. XLII). Detto frammento
recita: .[. .. ] Hibernia insula omnium post Brittanniam maxima est, ad oc-
cidentem quidem Brittaniae sita; sicut contra aquilonem est brevior, ita in
meridiem se trans illius fines plurimum pretendens usque contra Hispaniae
septentrionalia", ibidem, p. 81. Rispetto a W: 5-6: ·Hybernia igitur insula est
in ultimo occidentali oceano posita, ab austro in boream porrecta .. così si
esprimono i manoscritti collegati a DL: -Jrland er eyland ok ligr i vestr a::tt
ok horfer annar ender eyiarinnar j sudur enn annar j nordur [. . .] en i nordr
a::tt [. . .] odr<u>megin gegnuart pessari ey liggr Spanland' 681a: 3-4; "En
Irland er eitt eyland [. .. ] ok horfer einn gafl eyiarinnar j suduri<tt en anar j
nordr. enn leingd landzins er austur ok uestur [. .. ] enn odromeigin gagn
uart til ut sudurs. Spanialand.. 68lc: 3-4; "Enn Irland er eitt eyland [. .. ] ok
horfer einn gafl eyiarinnar j sudur enn annar j nordur enn leingd landzins
er austur ok uestur [. .. ] enn odromeigin gagnuert til wtsudurs Spanialand..
624: 3-4. L'isola, dunque, è detta estendersi non da est verso nord (come
nel testo latino), ma da sud verso nord e (soltanto in 624 e 681c) da est
verso ovest se considerata in lunghezza, indicazione peraltro non partico-
larmente esplicativa.
10 4 .. Est. autem Hibernia insula omnium post Brittaniam maxima, ad
occidentem quidem Brittaniae sita; sed sicut contra Aquilonem ea breuior,
ita in meridiem se trans illius fines plurimum protendes, usque contra
Hispaniae septentrionalia, quamuis magno aequore interiacente peruenit."
E più oltre si ricordano le medesime caratteristiche dell'introduzione di
VT, a proposito dell'assenza di serpenti: •nullum ibi reptile uideri soleat,
nullus uiuere serpens ualeat .. , come della ricchezza della sua terra: "Diues
lactis ac mellis insula, nec uinearum expers, piscium uoluerumque, sed et
ceruorum caprearumque uenatu insignis•, v. C. M. A. Plummer ed.,
Venerabilis Baedae Historiam Ecclesiasticam Gentis Anglorum, Historiam
Abbatum Epistola ad Ecgbertum una cum Historia Abbatum Auctore
Anonymo ad fidem codicum manuscriptorum denuo recognovit com-
mentario tam critico quam bistorico instruxit Carolus Plummer, A. M ..
Tomus Prior - Prolegomena et textum continens. Oxonii 1896. 11-12.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 105
due di esse sedi metropolitane:lOS Tikona [sic!] (scil. Armagh)l06
e Kase<l>ensis (scil. Cashel), mentre nelle restanti versioni
islandesi si annoverano soltanto due sedi arcivescovili e delle
quali è menzionata soltanto Kasolensis107, in quanto città natale
di Duggall/Dwggaal!. Con la menzione del protagonista,108 si
aprono quindi le altre redazioni dell'opera, le due antico svedesi
A, B e la parte contenuta nella Mikaels saga, AM657a. La de-
scrizione di Tnugdal risulta abbastanza simile in tutte le versioni
di DL, più breve in 657a ed estremamente essenziale in A la
quale si indirizza subito al ritratto della sua condotta negativa. Del
protagonista, invece, B sottolinea piuttosto la forza fisica,109
mentre le redazioni islandesi pongono l'accento sulla estrema
fiducia che Duggal ripone nella sua forza e in quella del suo clan.
Uomo crudele, vive mondanamente, senza curarsi della salvezza
della sua anima, no.n si reca in chiesa, non aiuta i bisognosi. Ma
ecco che compare l'ombra di Dio, esplicitamente chiamato in
causa (attraverso il divine misericordie di VT) a sanzionare du-
ramente (salvo in B) il comportamento del protagonista, ri-
spetto ad una illusoria 'clemenza' che la raffinata retorica del te-
sto latino potrebbe lasciar presagire.110 Terminati i preliminari
105
·Hec ergo insula civitates habet precipuas triginta quattuor, quarum
presules duobus subsunt metropolitanis .. , W: 6; .. jJessi <ey> hefer fiorar ho-
fut borger ok priatigi ok i ollum byskups stolar i tue<i>m erkibyskups stoU..,
681a: 4-5.
106
Lat. Ardimacbia/Artimacbia, probabilmente risalente alla forma
aggettivale del toponimo, cfr. Celestinum, Artbmacbanum arcbiepiscopum
W: 53-54. La possibilità che si alluda a Tikonum, il vecchio nome di Pavia
la cui università pare sia sorta da una scuola fondata nell'VIII secolo (s~
in~ito. _di Carlo Magno) da tale Dungal, irlandese di Bangor, resta un'ipo-
tesi piu che altro suggestiva.
107
Cashel è inoltre citata all'inizio della Mikaels saga sotto la forma
Cololensis, cfr. 657a: 5.
108
V. nota 49.
109
110
"Herligin j allom lymom ok starkaste man j stridhom., B: 215.
·Set c~m tot malis divine misericordie finem dare placuit, eum,
quando volu1t provocavit·., W: 7. In DL si parla chiaramente di punire
(onyt~) e nella redazione svedese A: 27, Dio non può più tollerare
(stedbue); solo in B (: 215) si afferma che la dolcezza divina non accetta di
?erdere. nessuna anima ma desidera salvarle tutte: "mildaste gud som ·
mgen vili fortappa, vtan alla freisa .., oltre al richiamo, in 681a: 6, alla dol-
~ezza e alla magnificenza divina ( .. guds miskun og milleikur.. , in coppia al-
litterante) per spiegare la straordinarietà dell'evento narrato.
106 MARCO BATTAGLIA
che hanno dato origine alla visio (la riscossione del credito), la
trama si dilunga sui particolari della morte temporanea, dipinti
con grande pathos. In particolare, DL accentua i segni fisici della
morte, confondendoli coi. tratti di una improvvisa vecchiaia
(eclatante il caso di W: 8 crines candent reso in 681a: 11 bar
hans fell, con il lecito sospetto di una errata lezione *cadunt) .111
L'attenzione si appunta ora sul pianto degli uomini del seguito di
Duggal, che danno ordine di suonare le campane in onore del-
l'anima del loro signore, mentre si va lentamente radunando una
folla di chierici e laici. D'altro canto, B (in misura maggiore di
DL) evidenzia l'aspetto drammatico dell'avvenimento, quasi tea-
trale, con la paralisi delle membra, le urla, i servi che accorrono,
il cibo rimosso dalla tavola, i richiami dei cavalieri, i pianti, le
campane, i sacerdoti che sopraggiungono (l'onnipresenza del
personale ecclesiastico è una delle costanti della vicenda) 112 e la
gente che piange il nobile cavaliere.113 La versione A, invece,
111 Giustamente sottolineato da Hill, Duggals Leidsla .. ., pp. 82-83. Anche
624: 11 ( .. har hans fie[l ..) e 657a: 11 ( .. haar hans fell ..) collimano con 68la
e altri segni di morte come "enni roknadi ... uarar bliknudu haka ofan seig",
681a: 11; •uarrer bliknudo. haka ofan seig", 624: 11; "enni hans
hroknaòi ... uaRar bliknvòv haka hans ofann signaòi", 657a: 11, cioè fronte
aggrottata, labbra pallide e mento affossato, sono peraltro interpretabili
come segni di vecchiaia.
112 A tale riguardo, si ricordi come la gran parte dei sostantivi indicanti
le varie classi di religiosi (es. diacn, klerkr, munkr, abati, n6n), che
compaiono in DL come in A e B, sia da ricondurre a prestiti soprattutto
anglosassoni, cfr. Seip, Norwegische .. ., p. 238. Così DL: 13 lcerdra manna
ok oolcerdra, W: 8 clero et papula (cfr. il lceròr eòa ttlceròr per lat. clericus
ve! laicus nella traduzione antico norvegese del De Virtutibus et vitiis (=
DVVl, in cui 'dotto' è ovviamente sinomino di 'religioso', v. Fritzner,
Ordbog aver det .. ., II, p. 592 o leikr nel senso di laicus, nelle leggi norve-
gesi e islandesi, ibidem, III, p. 766.); DL: 12 kennimenn /kennemenn, W: 8
clerus, è simile al kennimannz (DVV) per sacerdotis o all'epiteto paolino
doctor tradotto con kcennande (DVVl, che glossa anche prcedicator. In
questo caso il neologismo potrebbe essere considerato indigeno e con-
nesso con il sostantivo kcenning (DVV), che traduce doctrinam. Stesso di-
casi per 68la: 13 hygnuzstu menn, a cui corrisponde 657a: 13 vitrir menn,
entrambi per W: 8 sapientes.
11 3 .. [ ... ] at han jngelundh kunde hona [scii. syna handh] rara eller ather
til mvnnen dragha Ok ropadhe opp j hi:igt ... thianarene tilflyya, mathen
rykkes aff bordeno, riddarene skrya, budhna gastana graata ... Alla clokkor
ringas Clarika mvnka pk deghna samankoma Aller stadhen ok meena
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
107
non accenna in alcun modo al risveglio e alla narrazione dell'e-
sperie~za estatica, dando così corso immediato al viaggio vero e
proprio.
Presenta~o in questi termini il primo evento prodigioso, ne.
consegue Cm 681a, 624 e 657a) il risveglio altrettanto miraco-
loso, con il resoconto dell'accaduto e delle terribili pene inflitte
a Dugg~l. B: 216 specifica minuziosamente (al pari del latino)
!'are~ di ~empo 114 en~ro il quale si svolge il 'viaggio' ed il pro-
gre~s1vo ~itorn~ alla vita del protagonista, dal primo respiro fino
al nsvegho, un ora dopo. Thundalus accetta di essere comuni-
cato e dopo aver ricevuto ugudz lichames verdogasta sacramen-
tum•115 e sorseggiato un po' di vino,116 inizia il racconto, non
almogen si:irgher ok innerliga bedri:iffwes aff swa adla riddarens swa
bradheligom di:idhe .., B: 216.
114
.. .. fra thy at tyo slo om odhensdagen ok til sama thyma om
~ogherdagen.. , u~b hora quasi decima in quarta feria usque ad eandem
1p.sa~ hora~ m sa~bato•., rispetto a 68la: 12 .. fra midium. degi
~du1kuda~s lill pess hins sama lima laugardags .. e a 657a: 12 ..J:>ria daga og
J:>nar
li na:tr hflavss
· fra miòvikv degi til na:sta lavgar dags na:r rmu1vm
.,... d eg1•0,
·
Ne a menz10~e del. 'sabato', le lingue nordiche presentano dei neologismi
sen_za parall~h ne~h .altri ambiti linguistici del germanico. Al più frequente
Pvattdagr, s1 ~ost:tmsce progressivamente laugardagr (in entrambi i casi
lettera!ment~ ..1] g10rno del bagno .. ): prima in Norvegia (v. il Libro delle
Omelie antico norvegesi, XIII secolo) e poi anche in Islanda s· ·
ll" d · · d . 1 osservi
come ne m 1caz1one e~ ~io.mo della settimana quarta feria sia esplici-
t~mente reso col nome d1 Oòmn nella tradizione svedese (e danese) me-
1
r· dievale, !~~dove ~·a:isl. 6Pinsdagr è stato soppiantato dal miPvikudagr
/; della t~ad1z10ne cnstiana, calco sul lat. ecclesiastico media hebdomas, cfr.
[ aat. mittawecha; H. Falk - A. Torp, Etymologisk Ordborg aver det Norske
8 og det J?anske Sprog 0903-1906), Oslo 1991 p. 507· F Kl
li Etymologzsches. Worter~uch der deutschen Spracbe'. - 21. Attfz. be~~~'.
l van Walther Milza, ~e~lm 1975, p. 483; Seip, Norwegische .. ., pp. 614-16. In
a.non:., le forme cnstlane miòvikudagr/ middikudagr (nel Libro delle
f Omelie), sono continuate nel periodo medio da varianti del tipo
ç. ;~{r~~iadagen/m~ghedagben delle testimonianze diplomatiche. A partire
H ~ a dalla meta del XIV secolo, per influenza danese si comincia a riaf-
f) 1er~are o(de)nsdag, pur continuando a sopravvivere f~rme dialettali ana-
[' 0~0 e. al mo~erno mekedag. La menzione della ricorrenza del
t mii ui~ufasta, m ossequio all'approssimarsi del Natale è ricordata ancora
R ne Dtplom t ·
. . a anum z '
ls andicum (",fra pvi, er vetr kemr skai fastà
~ mi~~~k~fiag /vern ti! j6/a.), v. Fritzner, Orborg aver det .. ., II, p.' 692.
>i
C·hostia a or~a sacramentt.tm della testimonianza medio svedese
~ • gudz hchama .., K. F. Soderwall, Ordbok ofver svenska medeltids-
~
w
~
~
108 MARCO BATTAGLIA
senza ringraziare e benedire il Signore117 per la benevolenza
accordatagli. Nell'ultimo capoverso prima del racconto della vi-
sio si è informati che "sub testamento omnia, que habuit, di-
spersit et dedit pauperibus" (W: 9), ai quali poveri viene però
aggiunta, in tutte le redazioni nordiche esaminate (salvo A), la
santa Chiesa.118
Abbandonato il corpo nella disperazione più completa, l'a-
nima piange e trema, pur sperando nella misericordia di Dio,
circondata ovunque da una "immondorum spirituum moltitudi-
nem,,119 (W: 9), che la oltraggiano e la percuotono, la intimori-
sprdket, Lund 1884-1918, II, p. 298), in DL: 13 fa eco pionostu/-o, sostantivo
'riciclato' dal lessico cristiano (nel senso di officium, corpus domini) e
prestito nordico nell'ags. oeneste e nel lappone norvegese dievnas
"sacramento•>. Nelle testimonianze nordiche occidentali, pionostu glossa
inoltre sacrificium, addirittura sinonimo del pagano hìlsl, anch'esso rici-
clato dalla nuova cultura cristiana. V. Fritzner, Ordhog over det .. ., III, pp.
1027-1028,]. De Vries, Altnordiscbes Etymologiscbes Worterbuch, Leiden
1961, p. 614.
116 Solo in B: 216. L'immagine va direttamente collegata non tanto al
soddisfacimento di un piacere particolare, quanto alla cerimonia eucari-
stica che si evince dal lat. "[. .. ] innuit afferri corpus domini, et cum illud
sumeret et vinum biberet" di W: 8-9.
117 Cfr.: ·drottinn" 681a: 14; .. Drottinn minn" 624: 14; "drottinn gv(I..
657a: 14, rispetto alla ridondanza di epiteti della svedese B: 216, skapare,
domine deus, herre alzualdoger, gud.
118
..helgum [kirkiu]m og fata::kum monnum.. 681a: 14; ..halft kirkium ok
fata::kum monnum• 624: 14; "helgvm kirkivm ok fata::kvm monnvm.. 657a:
14; "kirkiom clostrom ok fatigo folke" B: 216; per contro A: 43 descrive la
scena solo alla fine, con le parole: .. och sidhen gaff han borth alt thz han
atthe fatighe folke·"
11
9 Espressa con direffwulum e dieflenna rispettivamente nelle reda -
zioni svedesi A: 27 e B: 217, alle quali fanno invece eco g 1i
ohreina/ oohreinna anda, vhreinna danda (in speculare concordanza col
testo latino) in DL: 16. Questo tuttavia non nasconde forme del tipo
dioflarner (DL: 22) per glossare Demones (W: 12). Il senso di "diavolo•,
inteso come la massima espressione del male, è reso con il nome stesso di
Lucifero, del quale soltanto in 681a: 73 si dice sia bofut diofli, oltre agli
epiteti anskota mannkyns (.. nemico dell'umanità•., 68la: 74), hofdingi
myrkra (•principe delle tenebre ..) e ouin allz mannkyns ( . nemico del-
l'umanità ..), v. 681a: 75. Altrove, in DL il diavolo è chiamato semplice-
mente "mostro .. oppure ·<bestia.. , data la sua abnorme rappresentazione,
oltre ad identificarlo come hin grimi uargr (·il lupo crudele ..), in 68la: 77.
Sono altresì note in antico norvegese e in a'ntico islandese le forme j}éindi
(•nemico .. , cfr. pegna fiandans, 681a: 77, a proposito dei servitori di
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
109
scono e la provocano con domande imbarazzanti. In paricolare
l'accenno ai peccati carnali del lat. •Quare non adulteras? Quar~
non fornicaris? .., ( W: 10), è palese sia in A che in B, 120 mentre è
acc~~atamente evitato nelle redazioni islandesi. Ormai in preda·
al pm profondo scoramento, l'anima di Tnugdal/Duggall intra-
vede una luce, l'aiuto misericordioso di Dio121 sotto forma di un
angelo, che gli ricorda tutte le sue inadempienze spirituali. In
tale circostanza, il messaggero divino gli annuncia il viaggio
'di~ostrativo' nell'aldilà come admonitio e guida per il prota-
gonista al momento. del suo ritorno alla vita materiale. Le varie
redazioni registrano questo incontro abbastanza fedelmente
salvo che nel caso di A, in cui è palese la mancanza di qualsiasi
rallegramento o rassicurazione benevola dell'angelo a proposito
dell'entità ridotta delle pene che Tnugdal dovrà subirel22 e l'in-
dicazione del misericordioso intervento con il quale Dio dimo-
stra di voler salvare' le sue anime prima del giudizio.123
Lucifero), andskoti ( .. avversario .. ), uvinr, oltre alla testimonianza delle
Heilagra manna sogur: "hinn mikla hval (cioè Leviathan, Millgarllsormr)
pat er sjalfan fjandan .., si veda Fritzner, Ordbog over det .. ., I, pp. 423-24.
Falk _-.Tor~, ~(yn.w!ogisk Ordbog .. ., pp. 104-105 i; ancora beims h6foingi,
f: helvttis hòfoingi ..,[ diavolo .. ; Fritzner, Ordbog over det .. ., I, pp. 771-72.
Ì' ~alogamente, .nella redaz.~one svedese B vengono impiegati diversi epiteti
d1 segno negativo (mankonsens owen Luciferum, "il nemico dell'umanità
1.::.:
r
L..., B: 236.;, heluitislm?rkrenna hoffdinge .. j[ signore dell'in-
~.:.:
E ferno/oscunta•., B: 236; vidherstyggeliga spooket .. spettro abominevole .. ,
B: 237; den gambla mankonsens oven "il vecchio nemico dell'umanità ..
~"
. B: 238; thet ~eedba dyuret ..[a bestia orribile.. , B: 238), senza peraltro mo~
· strare
120
con chiarezza la sua funzione di signore çlelle forze del male.
. "Hwi g~r thu ey nw hoor?" A: 28; "Hwi ligger tu nw ey j hoorndom?
~.:\.' · HwJ ey mz fnbornom frillom? .. E: 218.
~ 121 d t. . 6
fi . " .ro un .. , m 81 a: 18 e 624: 18; "]esvs <Kristr>•., in 65 7a: 18;
·hernn.., m A: 28; .. gud(z}., in E: 218.
[' 122
I; "uertu nu glod og fegin puiat far pislir skalltu pola nu af sua morgum
l sem pu hef<d>er uerit uerdug .. 681a: 21-22; "Ver nu glaud ok feigen puiat
l. faar pijsler skalltu pola af sua morgum sem pw ua::rer uerdug· 624: 21-22;
. ·ve~ nv glavCI ok feghin pviat faar pislir skalltv pola af sva morgvn sem pv
v.enr verllvg .. 657a: 21-22; .. B[iff tha tu nw gladh ok tryygh Tik tilbor naghat
11dha aff th ··k1.. f
. e m~ ~ pynor tu orskuldat hafuer.. B: 219; ..Tantum esto secura
et 1~::· qu1a pat1ens pauca de multis, patereris, [... ].. W: 11 . ·
. "Nu med pu1 at gud la::tur miskun sina yferganga dom sinn pa skalltu
n1ota kllliskunar[ ···] sem pW
" ua::rer uerd ug e f e1· hylp1· p1er
· m1skun
· lausnara
mann ynns .. 681a: 21-22; "nu fyrir att gud la:tur myskun sijna yfer doom
 MARCO BATIAGLIA
110
Nel primo luogo di castigo visitato, «De prima pena homici-
darum., in un fetore opprimente e tra indicibili tormenti ven-
124
gono bruciati e liquefatti ·homicide, parricide, fratricide .. , tra
i quali, le due redazioni di DL in cui questo capitolo è tràdito, an-
noverano anche gli autori di infanticidio.125 Degna di nota, in-
fine, è la redazione svedese B, nella quale si censurano, oltre agli
assassini dei parenti, tutti coloro che a vario titolo partecipano al
misfatto: autori materiali e congiurati.126
Superata la successiva montagna, per metà riarsa da «ignis pu-
tridus" e per metà flagellata da vento; grandine e ghiaccio, nei
sinn. pa skalltu niota hans myskunnar[. .. ] sem pw u:erer uerdug ef ei hlijfde
pier myskun lausnara mannkynnsens" 624: 21-22; ·nv meor pvi at gvo l:etr
miskvn sina fyrir ganga dom sinn. pa skalltv niota miskvnnar hansL .. ] sem
pv verir verovg ef eigi hialpaoi per miskvnn lavsnara mannkynnsins" 657a:
21-22; .An gudz miscundh scal tik varna an tha tu thz forsculdat hafuer" B:
219; ·Set quia deus misericordiam semper prefert judicio, tibi etiam non
deerit indebita ejus misericordia[. .. ] nisi tibi subvenisset misericordia no-
stri redemptoris" W: 11.
124 Ma v. ultra •aut matricida" W: 13.
125 .manndrapa menn fedra og mttdra barna og br:edra" 68la, 624: 26
126 •Ok alla mandrapare eller mordhgorare antigi mz gerning eller
samtykkio" B: 220.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 111
q~ali a turno i dannati 127 sono costretti dai diavoli a gettarsi, 128 si
gmnge alla prova del ponte. Si tratta di un famoso motivo ed an-
tichissi~a metafora della tradizione orientale, già presente in
~regono ~agno, che è descritto come ..Tabula autem longis- ·
s1ma ~· .. ] 1~. modum pontis" sospesa, tra due montagne, e che
.. transire ms1 electus nemo poterat.. (W: 15). Di lunghezza va-
riabile nelle redazioni1 29 sotto esame, il ponte domina una valle
profondissima, densa di fumo putrido di cadaveri, luogo di pena
dei superbi, 13° i quali vi ricadono inesorabilmente. Dopo aver
127 Nel testo latino, come nelle redazioni di DL, a parte il titolo del ca-
p~:olett~. (De. pen_a insi.diatorum et perfidiorum) non è dato a sapere di
pm sull 1dent1ta d1 questi dannati e bisogna attendere il capitolo successivo
(De valle et pena superbontm) per conoscerne il carattere (·ni.ons vero
putridus atque sulphureus pena est insidiatorum• W: 15; .fiallid med
brenn~ steins ~runa er pisl .suikalla manna .. 68la: 31), dunque i •traditòri",
cfr. sv1kall/ svtkull, ags. swicol, aat. swihbul, dalla radice del verbo forte
g:rm.•swTkwian-, vedi. De. Vries, Altnordiscbes Etymologiscbes .. ., p. 569).
Viceversa le redaz10m svedesi identificano subito le anim .
.awundzsiuk:e[. .. ] och haffde wreedhe ti! sin i:emcristin wtan skyldh, oceh
gladdos aff annars manz skadha, och togho ther ey script fare f0r :en the
d0dhe· A: 29 (cfr. isl. 6fund, da., norv. avind, ags. cefest, àat. abunst
F.~tz.~er:. Ordborg aver det ... , I, p. 1080); "thenna pynan tilhorer
forradharom swekfullom ok lyugarom ok bakdantarom• B: 221, con un evi-
d~n.te allarg~me~t~ della categoria, in A, ai malvagi, ai perfidi che odiano
gh mno~entl ~ g101~cono dell'altrui disgrazia e a coloro che non si confes-
sano p~1ma d'. monre, mentre B riporta una sequenza sinonimica del con-
cetto d1 •traditore" (/6rradbarom, prestito dal medio basso tedesco cfr
von:aden, ~at. fi!ratan; swekfullom, oltre a ags. swTcan; lyugarom', co~
strulto su a1sl. ljuga, ags. leogan; bakdantarom, .. coloro che parlano alle
spalle•).
128 Un quadro già rilevato in Beda (Historia Ecclesiastica Gentis
Anglo:um V, 12) a proposito della visio di Dryhthelm: ..[... ] unum latus
flamnus fer~enti~us nimium terribile, alterum furenti grandine ac frigore
[. ·.] C~m em~ un~ fe~u?ris ir_imensi tolerare non possent, prosiliebant mi-
serae m med'.~m ngons mfestl; et cum neque ibi quippiam requiei inuenire
~alerent, res1hebant rursus urendae in medium flammarum inextinguibi-
hu~;9 Pl~mmer, Ven~rabilis Bedae Historiam .. ., p. 305.
•rrulle passus m longitudine, in latitudine vero unius pedis mensuram
h~bebat .. W:. 15; "pushundrat fotspora langt en fetz breit" 681a: 30;
~t us:endh f1:eth langh, och eth fi:eth bredh .. A: 29; ma "iij hundrod
oobtskrefa laangt. enn eigi breidara enn fettz .. 624: 30 e "ena mylo longh an
ey redhara an eens fotes lengdh· B· 221
130 . .
. •metnadar manna .. (dal verbo meta ed il suffisso naòrl-n 'òr cfr
San h
e1p Norw · b J ' •
egisc e.. " PP· 131, 196, 232) in DL: 31; in A: 30 .. h0gf:erdige" ma·
c e co 1oro che, come già in precedenza, muoiono senza confessarsi
112 MARCO BATTAGLIA
assistito al transito incolume di un presbiter peregrinum, anche
l'anima di Tnugdal riuscirà ad oltrepassare la prova per l'ultima
volta senza danni, 131 secondo le parole dell'angelo. Difatti, già
nell'immediata prosecuzione del viaggio, l'anima patisce tor-
menti talmente atroci "da non poter essere descritti da alcuna
lingua umana,,132 ed è costretta ad entrare nelle fauci e poi nelle
viscere spaventose di Acherons133, laddove subirà i morsi di
animali feroci, noti e ignoti, 134 i tormenti dei diavoli, il calore e il
gelo, l'oscurità, il fetore ed il consueto •Stridorem dentium• (W:
18). Si tratta di una sorta di Leviatano mostruoso, con una bocca
capace di contenere .. novem milia hominum armatorum,,, 135
tenuta aperta da due .. parasitos et versis capitibus valde incom-
positos [... ] Vocantur enim Fergusius et Conallus,,l36 (W: 16) tra-
dotti come .. giganti. o "spaventosi guerrieri,., 137 i quali stanno
e
conficcati come colonne alle due estremità dell'orrendo orifizio, ,.
dal quale si sprigionano i miasmi della digestione dei dannati. f
•tagha ther ey script fare, f0r ren the d0•, mentre B: 222 vi annovera
·hogferdoge ok awundzsyuke etc [sic!] .. , quindi nuovamente gli invidi~si.
131 A: 29 •Wtan wadha" conserva l'antico sostantivo per espnmere
·danno, pericolo, difficoltà", attestato nell'aisl. va6i (oggi vofJI), nel dan.,
sv., norv. vdde e noto come prestito scandinavo nel medio ingl. wape, wo-
jJe e in certi dialetti scozzesi moderni, v. De Vries, A ltnordiscbes
Etymologisches ... , pp. 637-38.
132 Testimoniato soltanto nelle versioni di DL, cfr. 68la: 37 •Enn aungar
mannligar tungur kunu nefna ...
133 Attergus in 681a: 34; Athergan in 624: 34, Ach(ron in B: 223 e grympt
diur in A: 30. Il mostro compare inoltre ne:la Visio Pauli e nel De imagine
mundi di Honorius Augustoduniensis.
134 Diversamente dal testo latino, nelle redazioni nordiche è sempre
presente il lupo, il cui antico valore tabuistico non viene abbandonato
dalla nuova dottrina cristiana.
135 W: 16; cfr. le versioni corrispondenti di 68la: 32 ·IX Jm<s>h<un>drud
pioda herkleddra manna", di 624: 32 ·IX M herklreddra manna .. e di ~: 222
. rx tusande men mz fult harnisk·, rispetto ad A: 30 che parla solo d1 6000
anime ·sirex thusandhre sirelre·"
136 Fergus mac R6ig o Connall Cernach, sono personaggi epici irlan-
desi. DL: 35 offre le uniche testimonianze in cui i due nomi sono ricordati
(Fargus e Konall/Chonaall).
137 ·iotnar.. in DL: 32 e •radeligasta ok storsta kempa• in B: 222, la cm
apparente incongruenza lascia presumere un'originaria versione latina
contenente •gigantes, salvo ammettere altrimenti la possibilità di un'ag-
giunta arbitraria piuttosto grottesca, v. Cahill, Duggals Lei6sla ... , p. LXXI.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
113
Dell'immondo animale che divora gli avari (più ricca, come al
solito, è la casistica delle redazioni svedesi)13B è detto, con l'aiuto
delle Sacre Scritture, che "prosciugherà il fiume e che non me-
raviglia il fatto che il fiume Giordano scorra nella sua bocca . :·
un'af~ermazione continuata in DL e in B, con un probabile equi-
voco m 624: 34 tra lordan (il fiume Giordano) e jordin (la terra).
Nella breve quanto arcaica versione A si informa esplicitamente
che l'animale condurrà i dannati direttamente all'inferno.139
Il succes~ivo scenario presenta un insidioso specchio d'acqua
sul quale s1 erge un nuovo ponte, più lungo140 e stretto del
l3B ~ "s~nka menn. (~isl. sfnkr, costruito sul pron. poss. sinn) di 68la:
34 e a1 .. smka menn .. (a1sl. svik "t1aditore, imbroglione•., v. nota 127) di
624: 34 (errore del copista?) corrispondono i ·nidinghe.. di A: 30
I C•'.urfan'.i, inv~diosi"; cfr. ai~l. nf6ingr e perfino l'ags. nl]Jing, prestito nor-
dico) a1 quali Tungulus e associato per aver donato ricchezze al solo
li scopo delle lo~i mondane, ma non ai poveri (·fare werldz rosningh och
ti loff, och ey fatighom fare gudz skuldh ... B: 223 invece annovera fra i da -
t nati •ouergiruga okerkarla falska kopslagara.. quindi contadini avi~i
[j
~'
(ouergiruga costruito su giry, "cupiditas, concupiscientia avaritia amb·-
1··
tio"'. s.odern:all, Ordbok 6/ver svenska .. .,I, p. 401) e mer~anti sen~a scr~­
. P.?h, ~ ~uah .. mz lygn ok ..eedhom selia sith dyrare thom fatiga an rath
vardh1 ar" vendono con 1 mganno e i falsi giuramenti ai poveri le loro
· merci ad. un prezzo più caro del loro valore reale. v. Falk _ Torp,
· Etymologisk Ordborg .. ., p. 550; De Vries, Altnordisches Etymologisches
pp. 409, 477 e 569. .. ·'
139
"?eh swa foor t?z diur nider til heluites .. A: 30, con un sostantivo che,
nell~ ~1~gue german~c~e. nelle q_uali è attestato (v. ags. bellewrte, as.
bel~1wtt1, aat. hella.w1z1, a1~.1. helv1t1) ~sprime al meglio l'aspetto inequivo-
cabtlmente re~.ress1vo del~ mferno cnstiano. Si tratta infatti del composto
del nome dell mferno ( < te. *KEL-) e del sostantivo neutro derivante dal
verbo debole germanico •wrtan > got. fraweitan, aisl. vfta, ags., as. Ufftan
~at. fraUffzzan, .dunque, letteralmente .. punizione dell'inferno .. , un sostan-
tivo anc;ora oggi conservato nelle lingue scandinave; v. Mastrelli, Santi e
, demoni ... , p. 746; M. M. Larusson - L. Carlsson et al. Helvete in AA w
Kulturbi~torisk Leksikon .. ., Bd. 6, pp. 425-29; De Vries, AÙnordi~ch~~
Ety1;;~lo15.1sc.h~s'... , ~· 669; Falk - Torp, Etymologisk Ordbog .. ., p.281.
D.1 ~1fftct!e identificazione è la lunghezza esatta di half rost (scii.
;Q.r:t ".ffilgho ..) n.elle redazioni islandesi 681a: 40 (halfrar rastar, al GenSg.
n 24. 40). co:nspondente ai duo miliaria di W: 19 (ij milor e twa mila
. 11
n~10 e redaz10n.1 svedesi). L'oscillazione delle lingue germaniche va dal mi-
f f romano ai 500 passi della tradizione basso tedesca. Si vedano inoltre ·
a ~rma got. rasta "milion.. oscillante tra i 2200 ed i 4500 '
(cornspondeht d ' d' ' . m
Ver leich d e a .. un ora 1 camffilno, secondo le indicazioni di S. Feist,
g en es Worterbucb der gotiscben Sprache. 3 Aujlage, Leiden
114 MARCO BATIAGLIA
primo, tutto lastricato di chiodi affilatissimi rivolti verso l'alto,
che penetrano nelle carni dei piedi di tutti coloro che vi transi-
tano. Chi cade si ritrova in quel lacum ignitum popolato di be-
stie che nelle traduzioni nordiche sono divenute draghi o ani-
maÙ orrorifici che sputano fiamme.141 Questo è il normale ca-
stigo che spetta alle varie categorie di ladri (delle quali fa parte
anche Duggal). Ciò non esclude, tuttavia, che non si debba patire
una pena ancor più grave, come nel caso di coloro che abbiano
commesso sacrilegio, col furto in una chiesa (isl. kirkio
stuld(u)r) di "libri, arredi e paramenti sacri>-1 42 o quant'altro
consacrato a Dio, ivi comprese .. offerte ed oblazioni" varie
(nella redazione svedese B).143 Anche l'anima di Duggal deve so-
stenere il supplizio del doloroso attraversamento del ponte,
trainando una ..vaccam indomitam•, l44 per espiare il vecchio
furto di una mucca, rubata al proprio padrino (compatris tui, W:
21).145 La difficile prova è complicata dalla presenza di un altro
peccatore che procede in direzione opposta, ma viene comun-
que superata in virtù di un procedimento narrativo semplicistico
e superficiale. 146
1939, p. 394), aat rasta .. percorso, sosta•, ags. rcest/rast .. sosta, letto,
tomba•. V. De Vries, Altnordisches Etymologisches ... , pp. 458-59; Falk -
Torp, Etymologisk Ordborg ... , p. 635.
141 .[. . .] j munn drekanna . , 68la: 41; .[. .. ] diwr, ther eeldh sputadhe", A:
30; .[. . .] j thera radeliga dyuranna mwnna .. , B: 225.
142 ·b::ekur e[da] kalekur e[da] anat suo messofot.., 681a: 42; ·b::ekr edr
messo kl::edi ok kalekar.. , 624: 42
143 .. [ ... ] thz gudhi gifuit ok offrat ar•., B: 225. Nell'altra redazione svedese,
A: 30-31°, si sottolinea ancora come, tra coloro che devono patire questo
tipo di condanna, si annoverino .. all::e tiuffu::e och r0ffuare, wt~n the ti!
scripth ganga fare sin::e synder" dunque coloro che non abbiano poi
confessato il loro misfatto.
144 otamin uxa, 681a: 43; einn uxxa, 624: 43; othama ko, A: 31; othama
koena, B: 225.
145 gudfodur ]Jins, 68la: 43; Gwdfodr ]Jijnum 624: 43; ajf thinom .gudh
fadher, A: 31; ajf synom fadder, B: 225. Si tratta di una figura da '.nten-
dersi con tutta probabilità, con il padrino battesimale piuttosto che 11 pa-
drin~ della cresima sacramento affermatosi in tutta la sua indipendenza
solo molto più t~rdl
146 Sottolineato dal .. nescientes quomodo.. di W: 22, variamente reso
nelle versioni scandinave.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
115
Ma i castighi non si esauriscono certo qui: ecco infatti profi-
larsi la sosta presso Phristinus, l47 la cui dimora è sempre affol-
lata di 'ospiti', cui infliggere tormenti. Introdotto, nel testo la-
tino, dal titolo De pena glutonum et fornicantium, il cammino·
conduce ad una costruzione, imponente e rotondeggiante, con
tutte le sembianze di un forno infernale caratterizzato da altis-
sime fiamme che si sprigionano dall'edificio. Credendo di es-
sere giunta ..ad portas mortis" ( W: 23), l'anima del protagonista
non osa avvicinarsi, ma l'angelo ne sottolinea, fatalmente, la ne-
~; cessità. All'ingresso attende una turba di carnifices, muniti di
rA tremendi strumenti di tortura, la cui descrizione prolissa e
I; truculenta riflette perfettamente lo stile della tradizione
l. repressiva penitenziale, il cui unico scopo è di incutere nel
~,­ pubblico un macabro terrore. Tale descrizione varia a seconda
l delle redazioni1 48 (solo la svedese A non ne parla), senza
~ peraltro prescindere dalle applicazioni di siffatti arnesi:
~
picchiare, tagliare, sgozzare, strappare, mutilare e scorticare,
, con una particolare ricchezza lessicale di compiaciuto gusto
allitterante soprattutto nelle versioni islandesi.149 L'anima di
Duggal è così costretta ad entrare nell'edificio ed affrontare un
nugolo di cani-demoni che la dilaniano e la fanno a pezzi, i quali
sono successivamente gettati nel fuoco. Dopo questo
' 147
Fustinus/Prisinus/Picstinus nelle varie redazioni.
148
•L. .] med boloxum og breidoxum og marxskonar hornrum og
JJ_exlum o.g suerdum og allzskonar tolum med nofrum puorum og sogum
s1g~um ham og grefum med tueggiudum handoxum og iarnrekum og
kesmm og margfolldum goddum og geirum og allzskonar tolagerdum [. .. ]..,
681a: 48; .[. .. ] med bolauxxum ok breid oxxum. med suerdum ok
saxhnijfum. )Jexlum ok allzskonar pislar talgu tolum hogg uopnum ok med
nofrum ok )Juorum ok sogum sigdum. liam grefium med knifum iarnlokum
ok rekiarnum ~ed spiotum ok kesium stai goddum stijlum ok marg folldum
goddum og ge1rum ok allz konar tolagiordum [. .. ]•, 624: 48; •>ffiZ yxom ok
knyfwom ok twiaggadhom swerdom handhyxom naffrom skarom ok
~vassastom jarntangom, jarnspadom ok alla handa androi'n okunnogh
Jnstru.menta reedscapp [. .. ].., B: 228. Si confronti la lezione di W: 23: ·cum
s~cunbus et cultris et sarmentis et bisacutis cum dolabris et terebris et fal-
cib~t9 acutissimis, cum wangiis et fessoriis et cum ceteris instrumentis [. .. ]...
•at fla og at skera hoggua og rifa myrda og meida beria og briota
bo~a og ellta•, 681a: 48; ·at fla ok halskera. hoggua ok hamla. rista rijfa
f1eida ok neyda beria ok bijta bora ok kliufa.., 624: 48; .. excoriare ve! decol-
are ve! findere ve! truncare.. , W: 23.
116 MARCO BATTAGLIA
trattamento l'anima deve subire ancora fame, sete, pianto,
dolori e bru~iori, specialmente di quei verendorum locorum, P~~
di ogni altro responsabili di crimini peccaminosi:l50 tutto cio
conferma la supposizione di un preciso attacco alla sfera
sessuale, ampiamente documentata nei trattati peni~enziali a
partire dal VII secolo. Vivida è l'immagine del_ bruci~re dell~
sfrenata passione, che tutto imputridisce e nduce ~n pezz~
(sundur slitin), traboccanti di vermi. A questo punto, i dannati
sono costretti a subire la penetrazione, nei rispettivi genitali
peccaminosi, di "bestie,, che li divorano dall'inte_rno, con un
certo arricchimento del dato 'zoologico' nella versione svedese
B.151 Interessante è l'informazione a proposito della condanna
di uvirorum ac mulierum non solum seculariumn, ma uquod est
gravius", di coloro che .. sub religionis habitu,,l5Z. si _macch~ano
dei medesimi peccati, senza che nelle redazioni nordiche
compaia esplicitamente l'indicazione dell'aggrava~te o del
riferimento vero e proprio all'abito monastico, come mvece nel
testo latino. Il testo svedese A presenta delle caratteristiche del
tutto particolari, per quanto concerne il suddetto capit~lo. In
sintonia o, forse, per una collazione con il focus successiv~, l~
scena descritta è del tutto a sé stante e suddivisa in due sezioni
narrative. In una casa "oscura,., l'anima di Tungulus intravede un
gran numero di anime appese per il collo, le ma?i, i piedi o la
lingua, al di sopra di un fuoco, per non parlare di ~alun~ donn~
appese ed avvolte da serpi o di altre appese per i se~i o_ per _i
capelli. Alcune di esse partoriscono serpenti infuocati dai _sem'.
altre hanno il collo trafitto da forconi. 153 Altre categone di
150 All'esplicito riefrimento alle parti del corpo corrispondenti ai ge~i­
tali di 68la: 51 ( .. sem skop peira hofdu uerit•) e 624: 51 ( .. sem skaup pe1ra
hofdu uerid..), l'altra versione islandese 68lb: 51 ( .. j peim stavdvm likams
peira er er glc.e per hofdv verit,,) accentua la natura particolarm~_nte pec-
caminosa di 'certi' organi, cfr. aisl. glmpr . colpa, crimine", asv. gl6pa-orp.
151 ..!iffuandes orma ok andra leedha ok fulasta matka", B: 229; "enu
grimuzstu dyr .. , 681a: 51; "hinn grimozsto dyr•o, 624: 51; "env grimmvztv
dyr•, 681b: 51.
152w: 24.
153 ·hon saa ther hengx vsla sixlx owan a gl0dh, iij saman: sommx
hengdo mz halsen, somma mz hender, och sommx mz foter, och. sommx
med tunghone. och saa hon ther qwinnor hxnghx, som ware g1ordhade
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 117
dannati affollano, inoltre, il luogo: papi, cardinali, re, vescovi,
preti, monaci, cavalieri e scudieri, dame e damigelle,154 rap-
presentanti di classi sociali elevate non di rado 'colpite' da certe.
visioni di tipo 'politico' .155 Successivamente viene introdotto un
nuovo edificio, nei pressi del quale l'anima e l'angelo giungono:
si tratta, questa volta, di un vero e proprio forno (da pane, "en
bagare wggn•., A: 32), quasi analogo a quello descritto nelle altre
versioni, senza la descrizione truculenta delle pene, ma con la
ripetizione di personaggi colpiti, fra i quali monaci e monache,
re e regine cavalieri e scudieri, coloro che non hanno mantenuto
fede ai propri doveri per così dire 'istituzionali', come vergini,
vedove e coniugi.156 Estremamente esaustiva è, di seguito, la
descrizione, caso per caso, il motivo per il quale· ciascun
personaggio si trova a patire in quei luoghi. Si scopre pertanto
che le persone appese per i piedi erano solite prendere parte
ad eventi proibiti quali danze e veglioni ( .. dantz och
wakumetter·., A: 33), le donne appese ed avvolte da serpi si
erano macchiate di infanticidio (uthe som barn myrdh;:e .. , A: 33;
un'allusione, forse, a gravidanze non desiderate?), quelle appese
per i seni si erano atteggiate a vergini senza esserlo più (uthe
gingo som jurnfrvr, och ware ey•., A: 33). Le persone di rango,
con grandi responsabilità di fronte alla pubblica opinione, ven-
gono qui condannate a causa dei loro giudizi sbagliati ed ingiusti
e sono puniti, per contrappasso, nel modo più duro, senza mi-
sericordia alcuna (uthe pin::es wtan all miskund.., A: 33), allo
stesso modo delle vedove, che senza rispetto per il marito
morto, si gettano tra le braccia della mondanità o come quei
coniugi, i quali per aver gioito di piaceri proibiti sono ora co-.
stretti a patire senza gioia alcuna. A questa nutrita schiera vanno
aggiunti anche, nel passo successivo, funzionari e uomini di stato
mz hugorma; och sommx hengdo mz thera spenom, och somma mz thera
har; och somma qwinnor foddo gl0dingha hugorma aff thera spenom, och
the ware allx brinnandhe, och haffde ixrnkroka ower sinx halssa .. , A: 31.
154
·pawa, cardenales, konunga, biscopa, Prestx, munka, riddare och
swena, frvr och jurnfrvr.. , A: 32. .
155
V. Tardiola, I Viaggiatori del Paradiso ... , p. 192.
156
·kloster mxn •1Ch kloster frvr, konunga och dr0tninge, riddara och
swenna, the som ey haffdo sith xmbitx rxtteligx forstandhet, och saa hon
ther jurnfrvr, enkior och hionalagh .. , B: 32.
118 MARCO BATTAGLIA
(.. lekare och la::nzmen;en.., A: 34), 157 che hanno danneggiato la.
gente con una cattiva esecuzione dei loro compiti, con leggi
sbagliate, al pari d~ coloro che non hanno osservato le pratiche
di digiuno, che non hanno sfamato gli affamati, che non si sono
recati in chiesa per pigrizia e che mangiavano prima della messa
domenicale ( . them som ey wildho til kirkio gaa far la::thi158
skuldh, och atho for a::n ma::ssa::n sagdes om sonnedaghen•., A:
34). Nelle versioni islandesi, dopo aver a lungo patito nell'oscu-
rità e nelle tenebre della morte, Duggal ritrova finalmente l'an-
gelo, il quale celebra un lungo sermone omiletico riguardante i
concetti di misericordia e soprattutto di giustizia divina, senza il
timore della quale nessuno si comporterebbe con rettitudine.
Questo lungo epilogo, puntigliosamente dettagliato nelle reda-
zioni islandesi, è registrato (ma in misura minore) soltanto nella
versione svedese B (: 229).
La prosecuzione del viaggio conduce anima ed angelo di
fronte ad un uccello mostruoso ed imponente, con becco ed
artigli di ferro, che strazia, ingoia ed espelle le anime dei dannati
in un lago putrido e ghiacciato. Dallo specchio d'acqua, le sud-
dette anime riemergono gravide e destinate (tanto gli uomini
che le donne) a partorirvi dolorosamente rettili uncinati dalle te-
ste di fuoco, che divorano dall'interno le viscere e i genitali dei
peccatori nei modi più raccapriccianti, tanto che i lamenti dei
dannati sono .. udibili per tutti gli inferiu.159 Uomini e donne
sono pertanto accomunati nel parto contro natura di orribili
creature, giacché la nascita avviene non soltanto attraverso le
membra deputate naturalmente allo scopo, bensì anche "per
157 Interpretati rispettivamente .. rattstjenare, exekutor" e •ambetsman,
konungens tjansteman" in Soderwall, Ordbok ofver svenska ... , I, pp. 749 e
800.
158 Aisl. leti, sv. liJttja, dall'aggettivo latr •pigro .. , sv. lat, da. lad Cada.
lcedjes ·diventar pigro ..), got. lats, ags. lcet (cfr. late, last), aat. laz (cfr. lass,
letzt), nonché lat. lassus •Stanco"; v. De Vries, Altnordiscbes
Etymologiscbes .. ., pp. 346, 353; Falk - Torp, Etymologisk Ordbog .. ., p. 439.
159 .. clamantes replebant inferos ululatibus•, W: 28; •Op peira kueinan og
grat matti heyra um allt heluiti•., 68la: 59; •roopa the swa at alt heluitit
opfylles mz n>'ì'.a frogdh·, B: 230.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 119
brachia simul et per pectora [. .. ].. (W: 28)160. La terribile pena è
inflitta alla classe dei "monachorum, canonicorum, sanctimonia-
litim ceterumque ecclesiasticorum ordinum. (W: 29), i quali.
hanno mentito a Dio addirittura «Sive per tonsuram sive per
habitum". Nelle testimonianze islandesi, tali concetti vengono
esplicitamente allargati ai religiosi che non abbiano mantenuto
fede ai rispettivi voti, 161 nonché a quei chierici consacrati al ser-
vizio divino 162 i quali, oltre che col taglio dei capelli e con i ve-
stiti propri dei laici, 163 abbiano rotto la loro promessa a Dio at-
traverso pratiche perverse ed indecenti.164 Tuttavia, sono desti-
nati a questo genere di castigo non soltanto coloro ..qui se dicunt
religiosos esse et non sunt.. , ma più in generale ..qui immoderata
luxuria se maculant.. ( W: 29) .165 Delle due versioni svede'si solo B
(: 231) si sofferma con una certa dovizia di particolari sulla pena
(per A tuttavia si ve.da quanto esposto precedentemente) e dopo
aver fatto riferimento ai chierici interessati, 166 vi aggiunge tutti
coloro che parlano alle spalle altrui, bestemmiano o che insudi-
ciano i propri corpi dedicandosi ai più immondi piaceri.
Il successivo luogo viene raggiunto attraverso un viaggio sem-
pre più arduo in una continua e faticosa discesa nell'oscurità, che
160
·leggi og fa:!tur um bak ok hendur•, 68la: 60 (le altre versioni islan-
desi presentano lacune); .. [... ] arma bryst hander ok foter., B: 230, tutte
dunque con una esplicita quanto disgustosa estensione del concetto.
161
•munka og allzskonar hreinlifis manna sua karla sem kuenna ef peir
ba:!ta eigi pat er pau misgerdu j heitum sinum uit gud·, 681a: 62.
162
•og suo anara la:!rdra guds [manna] er uigder eru til guds pionostu . ,
681a: 62; •ok suo annara la:!rdra manna er uigder ero ti! guds pionostu .. ,
624: 62.
163
·med leikmannz harskurdi og kla:!dabunadi .. , 68la: 62; •[med] leik
manna harskurde ok kla:!dabunade.. 624· 62
164
•og margskonar odrum olidligu~ o~ illum uerkum., 681a: 62; ·ok
margskonar odrum ohattum og illum uerkum., 624: 62.
165 ·ali " .
ra pe1ra er me d o h rem
. l'1gum og omundanghgum
. ha:!ti saurlifis
saur~a sig-,. ~8la: ?3; "ÌJ.eirra allra er med oha:!filigum ok omundangligum
ha:!tu saurl1fis spilla s1er•, 624: 63. Per la sostanziale sinonimicità di
obcefiligr e omundangligr (..smodato, sfrenato•) cfr. Fritzner, Ordbog aver
det... , III, pp. 760 e 780.
166
·a~l~m renlifues menniskiom, mvnkom nvnnom aff huat helzt kon.
~er ord1rubus sv.:a ok allom prestom Canekkom ok hulke helzt renleffnat
fua lofuat gudh1 ok thz ey holda, vtan mz einsaman kladhebonaden. , ma
senza alcuna condanna per il taglio dei capelli.
120 MARCO BATTAGLIA
conduce in una valle dalle molte fucine, dalle quali si levano urla
terrificanti. Ivi regna Vulcanus (Uilcanus/ Dilkanus, solo nelle
redazioni islandesi), che con i suoi empi inganni tormenta tutti
coloro che ne hanno seguito l'insegnamento: i fabbri-demoni
sono descritti nell'atto di riforgiare le anime dei dannati (i tradi-
tori),167 in questo luogo orrendamente martoriati. L'immagine di
Vulcano e delle fucine sotterranee ricalca un tonos classico, che
colloca nel cratere l'ingresso dell'inferno stesso~valga su tutti la
figura di Teoderico re dei Goti, nella descrizione di Gregorio
Magno e della Kaiserchronik (verso 1491) fino alla sua rappre-
sentazfone iconografica in S. Zeno a Verona. L'anima del prota-
gonista sperimenta, per l'ultima volta, la terribile entità dei casti-
ghi, i più duri mai sopportati fino a questo momento: al culmine
dell'annichilimento totale l'angelo riappare per comunicare al-
l'anima la fine dei tormenti ed anticiparle il prossimo arrivo al
luogo della morte eterna, dove i dannati sono stati già definiti-
vamente condannati.168
Il viaggio dunque prosegue, ma all'improvviso un nuovo e
tremendo senso di terrore, di freddo e di fetore pervade l'a-
nima di Tnugdal, nuovamente abbandonata dall'angelo nel buio
più insidioso; la terra trema e l'anima non riesce più neanche a
parlare. Ancora una volta a sé stante è la versione 'ridotta' di A(:
35), in cui il viaggio dell'anima avviene sempre in compagnia
dell'angelo, che esprime con precisione la località raggiunta:
•Ecco l'inferno, chi vi entra non ne esce più ... 169 Lo spettacolo
di orrore e raccapriccio che appare all'anima è, di nuovo, consi-
derato indescrivibile; le anime che salgono e scendono nell'aria
sono come eruttate, insieme a fumo e fiamme, da una cavità po-
167 Di cui solo A: 35, con la solita immediata chiarezza, ne esprime l'i-
dentità: .al/CE falske gerninges mt:En, oc}J the som swikt:E sin it:Emcristin i
rt:Ettt:E tra...
168 .. omnes, quos vidisti superius, judicium dei expectant, set isti, qui
adhuc sunt in inferioribus, jam judicati sunt•, W: 32, a cui fa eco ·Allar er
pu hefer enn seet bida doms guds En pessir er j nedrum pislum eru ero
d::emder• di 68la: 69 e "aller peir er enn hefer pw sied bida guds doms. [... ]
nedsta helvitis. puiat peir ero aller fyrir d::emder er par eru•, in 624: 69.
Analogamente, B: 234 recita: . Alle the sieler tu her ti! seet hafuer the bidha
an gudz doom An the som nidhermere aru, the aru redha dompde ...
169 -thz ;:er heluite; hwo ther komber in, han komber aldrik th::eden•.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 121
il
~ sta più in basso. Al centro della cavità, che ha la forma di un
f.
f:.;
pozzo, domina l'immagine di Lucifero, dal cui movimento re-
~ spiratorio dipende il flusso ascendente e discendente delle
~ anime dei condannati in eterno. La descrizione del luogo e dei
~ personaggi che lo affollano è affrontata nei testi nordici in ma-
fÌ niera diversa. La redazione A (: 35), come di norma, illustra su-
~ bito e concisamente la figura del principe delle tenebre, nero
f come un corvo, dalle molte mani ( . non minus mille manibus"
I_: W: 36), tutte dotate di artigli lunghissimi, e con un becco altret-
tanto lungo e affilato.17° Si trova legato, prono, ed è torturato dal
fuoco sottostante, tenuto acceso dai suoi stessi servitori.171 La
descrizione procede sui tormenti che lo stesso Lucifero infligge
ai dannati. La redazione B si sofferma sul dialogo preliminare
con i demoni e sull'impossibilità di •salvarsi dai castighi meri-
tatiu172 per chiunqµe entri in quel luogo, una condizione che
acuisce il terrore di Tnugdal in corrispondenza della momenta-
nea assenza del suo angelo, alla cui ricomparsa riprende l'avvici-
namento verso il demonio. La tradizione islandese è, in questo
passo, lacunosa ed è affidata soprattutto' a 681a, piuttosto pro-
lissa ed in diversi punti analoga alla svedese B. Il dialogo con i
demoni è ampliato sulla base del latino, con l'aggiunta della du-
rata eterna della pena, similmente a •set semper in cruciatu vi-
vens ardebis" (W: 34). 173 La redazione 68Ja sembra essere l'u-
nica a testimoniare, coerentemente col testo latino in esame,
170
·han haffde manga hender, och hwar hand x spanna langh och x
spanna bredh;:e, hans kl0r waro swa langha, som glaffuio staka, hans n::eff
war swa lankt och i::emmerlig;:e hwast•.
171
·han ligger sielffuer bundhen a gruffuo, hans ti::enist;:e m;:en the
bl::es.;:e och ry~t:e hans eeldh wnder honom•, laddove con a gru.ffuo si
esprime la pos1Z1one prona; cfr. aisl. a gn1fu (cfr. 681a: 76 "aa grufu· e 624:
76 ·aa grwfo•), norv. a gnwa, sv. dia!. à gnwe/gruva, ada. pa gru(ve), da.
nt:E~egrus; l'~spressione è nota, come prestito, in medio inglese e nei dia-
letti scozzesi sotto la forma on grozife e nel verbo inglese moderno to
grave! ·chinarsi in avanti... È inoltre noto l'avverbio medio inglese
groveltng(es), forse dipe.ndente da una forma danese del tipo gntvliggend-;
v. Falk -Torp, Wvmologtsk Ordbog .. ., p. 253 e E. Biorkmann Scandinavian
Lo~~;Words in Middle-Engltsb, 1-11, Halle 1900-1902, p. 21Z. .
. .. •Nw ok her effter scal tu see pynor the som thynom gerningom
Ulhora wr hulkom tu alder fralsas.. B: 236
173. '. .
. par skalltu ;:e og ::e uera og hfa og par ;:e brena kuik utan enda•, 68la:
73
122 MARCO BATIAGLIA
una descrizione degli spiriti maligni, in particolare per l'esplicito
riferimento ucaudas habebant ut scorpiones" (W: 35), conside-
rati anch'essi sorta di serpenti in grado di iniettare veleno ·con la
coda, anziché attraverso la lingua [sic!] come tutti gli altri ser-
penti.174 Proseguendo nel viaggio nelle profondità infernali,
ecco apparire la spaventosa immagine del principe delle tene-
bre, nemico dell'umanità: tormentare e tormentato a sua volta,
arreca dolori strazianti alle anime vicine alla griglia incandescente
(elemento questo di conservazione rispetto alla redazione A già
descritta), sulla quale è legato prono.175 Nonostante la grandezza
smisurata del corpo e delle innumerevoli membra, il suo
aspetto è comunque modellato sulla figura umana ( .. habens for-
mam humani corporis a pedibus usque ad caput•., W: 36); 176 le
dimensioni generali, tuttavia, vengono registrate con maggior
'precisione' dalla versione E, la quale si sofferma dt: t... gliata-
mente su ciascuna misura (v. B: 237), in analogia al testo latino
(W: 36). Una nota di particolare interesse concerne la menzione
stessa di Lucifero, mai considerato direttamente come il dia-
volo, 177 ma nominato spesso attraverso epiteti di evidente na-
tura tabuistica. Primo essere creato da Diol78 e dunque già frui-
tore delle delizie del paradiso,179 si trova adesso legato agli in-
feri, poiché se fosse libero ucelum simul ac terram et usque ad
inferos cuncta conturbabit.. (W: 37), una considerazione in varia
174 ·halar peira sem orma peira sem skorpiones heita pessir ormar hafa
ogurligt eitur og hogga med holum en adrir ormar med tungum•, 681a: 73-
74.
175 •pétta et ogurliga dyr la aa grufu aa iarngrilli underligiandi glodum.,
68la: 76; ·Thz vidherstyggeliga spooket ligger pa eeno brinnande jiirn
haastre, vnder hulket otalliga diefla blasii mz theres smidhio biilgiom ok
oppeholda iiuerdeligan eeldh.., B: 237; ·lacet itaque illud horribile specta-
culum pronum super cratem ferream suppositis ardentibus prunis [. .. ].. , W:
36.
176 •epter mannz skepnu likams fra fotum ti! hofuds .. , 68la: 75; .[. .. ]
swarter som swartaste korper hafuandes menniskionne ham ok liknilse fra
fotherne ok til hoffudhet•, B: 237.
177 V. sopra nota 24.
178 ·Thenna ar Lucifer forste ophoff ti! ali creatwr som gud hafuer sca-
pat•., B: 238.
179 ·hann uar upp hafdur og bio i Paradisar yndi·., 681a: 77; .[. .. ] som s1k
frogdiidhe j paradisi kraslighet•., B: 238.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
123
misura modificata nelle uniche due redazioni scandinave che ne
recano traccia. 180 Tra la moltitudine dei suoi accompagnatori si
registrano in parte ..angeli [. .. ] tenebrarum et ministri Sathane ...
(W: 37),181 in parte molti discendenti di Adamo immeritevoli di
misericordia, in quanto miscredenti, e coloro che non rispet-
tano i voti fatti a Dio o che si comportano al pari di quelli che lo
ripudiano, come i vari . adulteri, homicide, fures, latrones,182
superbientes, penitentiam dignam non agentes . (W: 38), ma so-
prattutto come quei uprelati et potentes seculin (W: 38), contro i
quali la tradizione penitenziale cristiana si era ripetutamente
scagliata (uPotentes potenter tormenta patiuntur.. , W: 38) e che
lo stesso Marcus sembra attaccare con un certo compiacimento
letterario. Nelle traduzioni scandinave, è possibile co~statare
l'assenza totale del brano in A, mentre in E (: 239) si rileva so-
prattutto l'interesse nel sottolineare la condanna dei cattivi
amministratori del potere uspirituale e temporale.. in termini
forse ridondanti, 18 3 ma più conformi al testo latino di riferi-.
mento, rispetto al quale 681 a e la frammentaria 624 mostrano
una maggiore libertà, 184 nonché l'espunzione del termine prela-
180
·Hulken om han !aster varder hymme! ok jordh ok alt thz ti! iir scal
han ~orderfwa ok nidher mz sik ti! heluitis dragha .. , B: 238-239, questo es-
sere immondo e malvagio sarebbe dunque in grado di corrompere il cielo
e la terra per poi trascinarli con sé fino all'inferno. Nel caso, invece, di
68~a:. 77: •Nu .ef. ~ann u~ri laus pa mundi hann angra fyrir fara allan
he11nmi: og h1mmm og allt heluiti .. , reca l'indicazione esplicita che (il
Demomo] potrebbe sconvolgere non solo cielo e terra ma (notizia di non
immediata comprensione) addirittura lo stesso inferno'.
• ~
81
~eingl.ar myr~a er menn kalla diofla og pegna fiandans•, 681a: 77 e
~~~~ ·diavoli e servi del demonio .. ; più generica è la lezione ·diefla• di B:
18 2
. Cfr: la.redazione islandese 681a: 78, che esprime ancora una volta un
t~.rrm.ne .md1cai:ite coloro che si macchiano di omicidio, .. mordingiar..,
L md1~az.10ne d1 .queste classi di peccatori è completamente assente nelle
redaz1om svedes1.
183
:Her pynas alle ondhe prelate hoffuetzmen badhe andelige ok
verldzhge Aff hulkom scrifuit iir Potentes potenter tormenta paciuntur The
~~~e ok mektoge varo j ver!dena 'sculu her lidha mektoga pyno [. .. ].., B: .
184
. . •Matuge r menn pOi. l · · 681a: 79 (in cui margar esprime
a margar p1shr·
piuttosto una qua t't' h '
79· ·Megtuger menn pota margar pijsler•. un modo); stesso dicasi per 624:
. n 1 a c e non una qualità,
124 MARCO BATTAGLIA
tes. 18 5 Difficile è dire se l'appan;nte lacuna debba essere impu-
tata a una svista, ad una generalizzazione o a una consapevole
'rimozione' da parte del traduttore di personaggi ecclesiastici
eventualmente implicati in vicende imbarazzanti. L'itinerario in-
fernale si conclude con l'amara visione di parenti e amici soffe-
renti in questo luogo di non ritorno.
Il viaggio prosegue, da questo momento, in un'atmosfera di
progressiva liberazione, attraverso il passaggio in quelle regioni
purgatoriali non ancora tipologicamente definite. Se è vero, in-
fatti, che tutti i luoghi visitati, fino alla visione finale del diavolo
esclusa, sono da considerare come settori di attesa del giudizio
definitivo, risulta evidente una certa incongruenza nella rappre-
sentazione geografica dell'aldilà, per via della faticosa colloca-
zione di un concetto (il purgatorio appunto) ancora mal delimi-
tato nella sua connotazione teologica. Nella raffigurazione di VT
e delle sue traduzioni scandinave, ciò che colpisce subito è l'as-
senza del fetore insopportabile e la ricomparsa della luce, al cui
chiarore si dipana un mondo del tutto nuovo. Il purgatorio186 è
concepito come un settore diviso in due parti da un alto
muro, 187 al di qua del quale una moltitudine di anime affamate e
assetate soffre sotto la pioggia e il vento, i .. mali, set non valde,
honeste quide se observare studuerunt, set bona temporalia
pauperibus non sunt largiti• (W: 40). Si tratta dunque di coloro i
quali, pur mantenendosi casti non hanno provveduto ad elargire
i propri beni: il concetto è reso abbastanza fedelmente nelle
traduzioni in esame, con una espressione neutra (meda!
18 5 •Hier koma illir hofdingiar heimsins•, 681a: 78.
186 Peraltro mai espresso, nelle traduzioni scandinave, con il calco d'o-
rigine cristiana skirslareldr/skarslaelder da ignis purgatorius; cfr. analo-
gamente skirijJ6rsdagr (skiridagr)/ skar(a)jJorsdagher (skardagber), col
suo riflesso mingi. schere jJursday (dall'XI secolo, ·Sheer-Thursday..), per
indicare il giovedì santo. Si veda, sul problema, C. M. Edsman - E. Molland,
Skarseld, in AA. VV., Kulturhistorisk Leksikon ... , Bd. 16, pp. 109-13. V. an-
cora]. Le Goff, La nascita del Purgatorio, Torino 1981, pp. 212-15.
187 Nella versione latina di Wagner, Visio Tnugdali .. ., pp. 39, 41, due
sono i capitoletti che indicano la località (De moderata pena non valde
malorum e De campo letitie et fonte vite et requie non valde bonorum),
ai quali corrisponde soltanto B: 240, con il titolo globale: Aff theres staat
som j media mattho ey fullelica godhe ok ey alzstinges ondhe Sequitttr.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 125
menn)188 che, in islandese e norvegese, non specifica attributi
spirituali o materiali specifici, 18 9 mentre dalle versioni svedesi
emerge una definizione negativa di poco più esplicita, quantun-
que ancora generica. 19° Chiara, in tutte le redazioni, è invece la ·
colpa di non aver diviso parte delle proprie ricchezze coi po-
veri, un peccato che obbliga questa categoria di peccatori a sof-
frire alle intemperie per un certo periodo. In questo senso, la
redazione A (: 36) si distacca dalle altre nell'esprimere la con-
danna, per Tungulus, a scontare la pena per un periodo indefi-
nito, (•swa lenge gud wil . ). Segue una sorta di predica finale sui
terribili ed indicibili tormenti ai quali i peccatori vanno incon-
tro, e dai quali può liberare solo Gesù Cristo, figlio di Dio,
Signore del cielo nei secoli dei secoli.191 Il discorso è diretto alla
platea di ascoltatori e si colloca geograficamente alla fine della
s~zione sull'~nferno~ spezzando così in due la regione purgato-
nale e sottolmeandone, ancora una volta, la sua incerta conce-
zione. Attraverso una porta aperta, anima e angelo accedono al-
l'altra parte del muro, dove lo scenario è del tutto diverso, nel
•campum pulchrum, odoriferum, floribus insitum, lucidum et
satis amenum· (W: 41), in cui il sole non tramonta mai e dove
s~orga una sorgente d'acqua fresca, fonte di vita eterna, 192 dove
vivono allegramente uomini e donne ·boni non valde", 193 che
8
:: V. D~ 84, seguito dall'indicazione •eigi goder og eigi illir•, 681a: 84.
~ V. Fntzner, Ordbog aver det.. ., II, p. 666.
19 •thz war onth folk·, A: 36, dunque i cattivi, i malvagi in genere·
·Thenne vare ondhe ·an ey alzstingis", B: 241 cioè i malvagi ma non del
tutto tali. ' '
191
•Nw haffuin j ~0rt alla:: the pinor, ther m::enniski::en haffuer fare sin::e
shn.der, ther om0ghehget aff at sighi::e; aff hwilkom pinom fr::elsse os ihesus
e nstus, gu~h son, som styrer och radher j himmerike ee for wtan endh::e
A M E N• [sic], A: 36. ·
192
•Fans . quoq. ue h'1c, quam v1'd es, vocatur vivens: si quis gustaverit ex
h
d'iac aqua ' .v1vet, m. eternu m nec s1t1et
· · u Itra .. , W: 41, un'indicazione precisa
d ~ortahtà tradita soltanto nelle due redazioni islandesi 681a· 87 ( ..sa er
ree ur af jJessu uatni skai ;:e og ;:e !ifa og alidi deyia·) e 681b: 87 e
dreckr af pessv vat k [J'f l . . . · "sa er
versioni svedesi A ~e; a.1 I a. e1hfhga ok alldreigi optar jJysta..)' laddove le
cità d1' d' t . (nspett1vamente: 37 e 241) si limitano alla sua capa-
1sse are m eterno.
193
·peir er eigi uoro at oli .
g oder· 681b· 86· h u goder. , 681a: 86; "Peir er eigi varo at avllu
' · , •t e war::e godh::e ' e ey u go dh ;:e.. A: 37· •godhe
0 h f I
menniskio .. f Il ·
r an ey u ehga godhe . , B: 241. ' '
 126 MARCO BATIAGLIA
pur avendo espiato le loro colpe, non sono ancora degni di
unirsi al consorzio dei santi (degli angeli, in A: 37).
Il cammino procede adesso sempre più speditamente, in un
processo topog:;afico di percezione e di acquisizione imme-
diato, senza indulgere più lungamente nella descrizione anticipa-
toria del luogo di pena, già osservata agli inferi. "Et procedentes
paululum" ecco approssimarsi, "notos sibi laicos,,l94 (W: 42) al-
tre due anime, quelle dei due re 'storici' Donach e Conchobar195
(v. nota 19), con la succinta storia della vita di entrambi, dap-
prima reguli violenti e nemici, ma successivamente penitenti
devoti. La loro proverbiale ostilità incuriosisce non poco l'anima
di Duggal delle redazioni islandesi, come della svedese B, l 96
I nelle quali si chiede quale possa essere stato il motivo che abbia
permesso loro di trovarsi in quel luogo. Nella redazione A non
\ compare invece alcuna menzione circa la loro vita spietata e
l
crudele. Si sottilinea, viceversa, che essi sono stati "amici buoni e
giusti durante la loro esistenza terrena•., 197 ricordando di
konkaber la lunga malattia e il desiderio di farsi monaco, mentre
di donatus la generosità nel donare, prima della morte, gran
parte delle ricchezze ai poveri, alle chiese e ai conventi: di questi
due ultimi istituti, le fonti islandesi non recano alcuna traccia.
Ancora una volta, la svedese B mostra una certa tendenza all'e-
stensione e alla digressione narrativa: la storia della rappacifi-
cazione dei due reguli e del loro sincero pentimento sembrano
inesoraoilmente passare attraverso le rispettive 'punizioni' di-
vine della lunga malattia (Conchober) e della prigionia 198
(donatus).
l94 L'unica testimonianza che conferma laicos è data da leekmen, in B:
24t
195 •tuo konunga anan Kabanum enn anan Danakaum• (ma si veda oltre
Kabarum e Danakum), 681a: 87; "tvo konvnga. Konkabrvin ok Danakum-
(ma si veda oltre Konabivm e Donatus), 681b: 87; ·ij konunga; annar heth
donatus och annar het. konkaber•, A: 37; ·ij konunga Conchober ok dona-
tus .. , B: 242; Conchober et Donacus reges .. , W: 42.
196 ..p<a> undradi han .. , 681a: 87; •pa vndradizt hvn.. , 681b: 87; ..Thenne
vare ganzska grame men altidh kiffuandes siin j mellan", B: 242, allud9no
alla crudeltà e alla malevolenza reciproca di enti.ambi.
197 •godh;e r;etferduge vinj j jorderike.. , A: 37.
198 "i thbrn ok hektilse .. , B: 242, endiadi per •prigione, galera•, èfr.
Soderwall, Ordbok 6fver svenska ... , I, p. 547.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
127
Lo stretto legame con la Chiesa è, nuovamente, alla base della
rappresentazione di un altro noto sovrano irlandese: quel
Cormach Mac Carthaigh, l99 il quale è detto risiedere in una casa
riccamente ornata •cujus parietes et omnis structura ex auro·
erant et argento et ex omnibus lapidum pretiosorum generibus ..
eW: 42) e irlcredibilmente splendida •ac si non dico unus sol set
quasi multi ibi splenderent ·soles" (W: 43), notizla, quest'ultima,
confermata soltanto dalle fonti svedesi. 200 Il re viene riverito e
fatto oggetto di doni preziosissimi· da un innumerevole stuolo di
servitori, oltre a •sacerdotes et l~vite vestiti sollempniter sicut
ad missam• (W: 43),;0l che colpiscono la fantasia di Duggal.
L'anima del protagonista non ricorda, tuttavia, di aver mai visto
simili dipendenti quando il re era ir1 vita, un'osservazione che nei
testi islandesi è resa con il riferimento al numero senz'altro ple-
torico di tale servitù, mentre il solo testo svedese B si sofferma
piuttosto sulla sconosciuta identità di tali personaggi. 202 Dalle
parole dell'angelo si ricava che costoro non avevano mai fatto
parte del biro di Cormach, ma rappresentavano tutti coloro che
il re aveva aiutato e beneficiato, segnatamente i pellegrini e i po-
:eri di Dio, ai quali si aggiungono (nelle redazioni svedesi) gli
immancabili religiosi, in B nominati gerarchicamente al primo
posto. 20 3 L'indiscussa gloria di cui il sovrano gode, non è co-
munque sufficiente a conferirgli la patente di santità, dovendo
199
·Kor.i_nak ko?:'ng., 681b: 89 e "Konung Cormarchum.. , B: 242, ai quali
fanno eco_ 1 genenc1 ·koronadan konung•, re incoronato, di 681a: 89 e .. en
kontng.
200
di A: 37. Sul personaggio, si veda sopra la Nota 20.
•ther war swa liust innan som en soli., A: 37; ·Ok swa lywst var thz
ynnan201
som flere soler
.
hafdethz
.
oplyst• ' B·. 242 .
. •pre.star og_ d1~kn~r· . m DL: 89; •presta ok andre vigde men.., B: 242;
A. ;:i-38 ncorda md1scnmmatamente . folk [. .. ] j m;ess;e kl;edhom•.
·huadan pessum konungi koma suo marger pionustu menn en eingi af
tessum_ollum Jiionadi honum medan hann lifdi", 68la: 90; ·hvadan pessvm
?nvngi koma sva marger pionvstv menn. enn eingi af pessvm avllvm
~~~n~_dkv honv~ ~edan peir lifdv ..., 681b: 90; ·aff allom thom hanom her
u=na203
enner
•
1ak mgan. ' B·. 243 . .
A· 38 . ·f~~-'~~;e m;en waro, och pilgrim;e och andra gudz ti;enist;e ffi:Iln•
243 _ ' ·c an e presta ok mvnka L.. ] ok pylagrima ok annat fatikt folk", B;
 r
128 MARCO BATTAGLIA
e
anch'egli ..cotidie per trium horarum· W: 44) 20 4 patire le peni-
I IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
tenze corrispondenti a due gravi misfatti che non gli sono stati
perdonati. Pertanto, è tenuto ad immergersi nel fuoco uusque ad
205
umbilicum, quia legitimi conjugii maculavit sacramentum• e 624: 92. 208
. ab umbilicum sursum patitur cilicium, quia jussit interficere
comitem juxta sanctum Patricium et prevaricatus est jusjuran-
dum• eW: 44-45): quasi una riprova della maggiore attenzione ti-
pologica dedicata alla lotta contro il concubinato (purificato col
fuoco), che non alla repressione stessa degli omicidi (la pena del
cilicio). La menzione di S. Patrizio è ingannevole: il santo è te-
stimoniato soltanto in due redazioni più recenti (l'islandese 624:
92 e la svedese B: 38), mentre nelle altre due versioni che fanno
riferimento all'accaduto, si parla di un assassinio a tradimento 206
e di un omicidio in spregio della norme giuridiche. 20 7
Controversa resta la presenza del santo e non si può del tutto
204 Unica eccezione alle tre ore, confermate nelle altre traduzioni nor-
diche è costituita da A: 38: •swa lenghe en m:ess:e•.
205 Il sacramento del matrimonio è espresso nei testi islandesi attra-
verso il composto bjftskapr (v. anche bj(tn-1 bj6n-), dipendente dalla ra-
dice ie. • KEI-, ( .. \uogo chiuso, recinte, etc.•), che a sua volta, ~on !_'ado-
zione di suffissi di varia natura (v. per es. in beim), compone d1vers1 ele-
menti lessicali nella sfera della comunità familiare e dell'abitazione, cfr.
aisl. bybylilbybceli .. casa, abitazione, servitù, famiglia" (si veda lo stesso
prologo di DL), norv. bibbel, sv. bybble, dan. bybel, da by(* hTw_a-
,,famiglia..) e b61 ( .. appezzamento, proprietà, territorio•, di notevole im-
portanza nel lessico giuridico nordico); bji'tn, bj6n •per~ona ~ppartenente
alla comunità familiare; pi. coniugi•., <* b"iwan (a.dan. h;on/ h;fiJn, a.goti. hT
skepr, sv., norv. bjon), forma nordica comune, i cui paralleli. s~no facil-
mente riscontrabili nella cultura germanica: ags. bTwen ·farrugha, comu-
nità•., h1wcund, ·domestico•; got. beiwa-jrauja •capofamiglia•; a.sass. sin-
b1wun .. coniuge•; aat. b1(w)un •coppia; domestico·., hTwo •sposo.. , h1U:~
. sposa•. Si veda, inoltre, la forma bfski, un neutro indicante la co~un.1t~
familiare (anch'esso presente nel lessico germanico occidental,e), d1 CUI e
fatta menzione nei due mss. islandesi di DL a pag.: 94. Cfr. A. Johannesson,
Jslandiscbes Etymologiscbes W6rterbucb, Bern 1956, pp. 195-97; De Vries,
Altnordiscbes Etymologiscbes .... pp. 48; 233; 274; Fritzner, Ordbog aver
det .... I, pp. 833-34; II, p. 151; Falk - Torp, Etymologisk Ordbog ..... P: 2~4. Le
fonti svedesi di VT attestano invece il composto bionalagh, d1 CUI s1 veda
in Soderwall, Ordbok 6fver svenska .... I, pp. 493-94.
206 . hann lei drepa iall [scii. iar!J einn j trygdum., 68la: 92, e cioè ap-
profittando della fiducia (aisl. trygo, ags. triewo, treowo, aat. gitriuwida)
della vittima.
207 ·han badh dr:epa en riddare moth landz laghom., A: 38.
escludere la possibilità del riferimento ad un misfatto com-
129
messo presumibilmente in un luogo consacrato o nelle sue adia-
cenze, secondo la lezione "i ba: heilax Patrisker j trygdum• di.
Il viaggio procede ancora fino ad un umurus argenteus . eW:
45), divenuto .. d'oro• in due versioni scandinave209 e che segna
l'ingresso nel paradiso vero e proprio. Qui, in una cornice di
profumi, colori e beatitudine splendidi, cori di santi cantano le
lodi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e vi si celebrano le
glorie di coloro i quali hanno vissuto rettamente il sacramento
del matrimonio, senza macchiarsi del peccato di adulterio di
coloro che hanno saputo amministrare adeguatamente la ~ro­
pria comunità familiare, che hanno aiutato con i loro beni i po-
veri e sostenuto la Chiesa di Dio. Rispetto al testo latino, le re-
dazioni islandesi ribadiscono il concetto di vita coniugale ..con le
proprie moglin, 210 mentre emendano la nozione di peregrinis
accanto ai poveri da aiutare, aggiungendo invece i chierici, quali
beneficiari, accanto all'istituzione ecclesiastica in generale, delle
offerte. 211 Tra queste offerte, genericamente espresse dal verbo
latino tribuebant eW: 46)' si specificano ule decime ed oboli ade-
guati di altra natura·.. 212 I testi svedesi differiscono leggermente,
208 Come dativo di btt, il primo sostantivo indicherebbe l'abitazione la
casa ed eventualmente l'edificio religioso, ma allora anche pe; ·i
trygdum• (continuato in entrambi i manoscritti islandesi) si dovrebbe
pensare a un significato completamente diverso, nonostante la fin troppo
generica e già citata testimonianza di 681a: 92.
209 •)lesse ueggr war allr af hino skijrazta gulle . , 624: 92· .. en gyltan mwr..
A:38. ' '
210 •med e1gm.. k onum smum
. . , 681a: 9 4 · •med eigenkonum si1'num.. 624·
94. ' ' .
211 ·helgar kirkior og kenne<menn»., 681a: 94; "heilaga kirkiv ok kenne
menn•, 624: 94.
212
. . •med retum tiundargerdum og odrum s:emligum hlutum og
Ulrdu.hgum•, 681a: 94-95; •med riettum tiundargiordvm ok avdrum
s.:emhgum hlutum., 624: 95. Al concetto generico di 'offerta' del testo la-
~m.o, non sfugge, al traduttore islandese, l'opportunità di ricordare il nuovo
istituto della decima, introdotto nell'isola a partire dal 1097 e registrato nel
Konungsannall, come unico avvenimento rilevante sotto questa data:·
·1~~7. ~u~dar~jald .i ~og tekit a fslandi", v. J6nsson, Annalar.. ., p. 10. Dal
P to _di vista lmgu1st1co, al sostantivo aisl. tfund (e al verbo che ne conse-
gue ttunda), si affianca il composto tfundarjé, che si riferisce al paga-
130 MARCO BATIAGLIA
aggiungendo al già incantevole quadro iniziale l'assenza _di ~olore
e pianto, malattie e morte,213 auspicando il timore di ?io_ nel
governo della casa,214 ma soprattutto sottolineando nell unione
matrimoniale l'import~nza della figura dei figli, ai quali insegnare
la via della vita nel segno di Dio. 215 Interessante (in A) il rilievo
conferito all'astensione dalla fornicazione negli edifici consa-
crati, con probabile riferimento al personale eccles~astico,
216
nonché la menzione del versamento della "giusta decima" (solo
in A).217 Il punto centrale resta tuttavia la fedeltà coniu~ale, ri~
cordata poco più avanti quasi a conclusione ideale de~ pnm~ ~e~
luoghi connotati dalla purezza: al ·<Magnum est enim leg1t1m1
conjugii sacramentum• del testo latino di riferimento (W: 46), le
traduzioni islandesi ne rafforzano la portata con la 'certezza'
della ·grande ricompensa" spettante a chi conserva "la _santit~
del matrimonio... 218 Alla richiesta di Duggal di poter terminare il
viaggio in questa sede, per stabilirvisi definitivame~te, l'a~gelo
ne rileva l'impossibilità, promettendo al protagonista. di m~­
strargli gioie ancor più sublimi "sebbene tu non l'abbia meri-
tato", come precisano le redazioni islandesi. 21 9 In questa sede, la
sola redazione svedese A anticipa, per la prima volta, la conclu-
sione del viaggio di Tungulus, con il ritorno finale al proprio
corpo. 220
mento in beni, in naturalia, della tassa ecclesiastic_a e r~co~dato nel~a rac-
colta giuridica islandese che va sotto il nome d1 Gragas; V. ~ntzner,
Ordbog aver det ... , III, p. 706. Per l'asv. si osservino le forme tion~bce, .
tiandbce, tyandbe, tighende, tinde etc., v. Soderwall, Ordbok òfver.
svenska ... , Il, p. 659. A 39
213 .. ~eh aldrik sorgh, [. ..] och aldrek grater, [. .. ] och aldrik d0der", : ;
·ther var alder naghor soot eller krankdoiner", B: 244. . nel nome di Dio o della sua giustizia.
214 ·ok siin bam ok andra syna thianara vall regerado ok styrde ul gudz
reddoga", B: 245. . .
215 •och kendho thera bamom, huru the skuldo liffu:I! j gudz t1:I!Il!St•, A:
39.
216 •och hioldho h0rsemio j the helg:I! kirkio•., A: 39.
217 .. 0 ch giordho sin tiondha! ra!tt:I! och godha!", A: 39.
21s •)mi at mikil er ombun heilax hiuskapar•, 68la: 95; •at miche! er
avmbon heilax hiuskapar•, 624: 95.
219 ·poat pu hafer eigi til pionat•., 68la: 96; •poat pu hafer ei til pionat•,
624: 96.
220 .[. .. ] och sidhen skalt thu ater til kroppen·, A: 39.
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 131
La scena seguente propone un quadro del tutto simile al luogo
appena abbandonato, con un altro muro, questa volta "de auro
purissimo• (W: 47), 221 aldilà del quale si ripete la scena dei santi.
(circondati ovunque da gemme ed oro con cui sono fatti sedie e
leggii, miniature dei libri ed i loro stessi capelli), che cantano le
lodi del Signore: si tratta di tutti i martiri che hanno dato al pro-
prio corpo una morte terribile •pro testamento dei" (W: 48), un
concetto ampliato nelle traduzioni nordiche.222 Ancora una
volta la virtù della castità è posta in adeguato risalto, attraverso la
condotta dei suddetti martiri i quali, dopo un breve periodo di
assolvimento dei doveri connessi al matrimonio, si sono astenuti
da qualsiasi tipo di fornicazione, una notazione che non com-
pare nei due testi svedesi. La castità ed il servizio di Dio vengono
raggiunti combattendo i peccati del corpo attraverso una severa
censura di istinti e. desideri, 22 3 coerentemente espressa nelle
redazioni islandesi ed in B, laddove la più breve A si limita ad una
generica ripetizione di buone azioni, rafforzate dal richiamo fi-
nale alla continenza.224
Il passaggio alle successive località celesti avviene sempre più
rapidamente, senza cura per i passaggi intermedi, e le stesse de-
scrizioni diventano asfittiche e stereotipate, con una disomoge-
neità evidente nel rapporto con la materia 'infernale', certa-
mente più nota al pubblico e più stimolante. Ecco che si legge,
nel capitolo seguente, dell'agglomerato di preziose tende225 dal
221 Al quale 681a: 97 aggiunge anche l'argento: .. siJfri og gulli smidadr...
222 •fyrir retrar truar saker og astemdar guds", 68la: 98; •fyrir saker
riettrar truar ok guds aast.. , 624: 98; ..fare gudz nampn skuld .. , A: 40; ,fare
gudz rathviso•, B: 246; dunque per la causa cristiana e per amore di Dio,
223 ·L .. ) sive semet ipsos cum vitiis et concupiscentiis crucifigentes•, W:
48; ·!.. .J og peir er krosfestu likami sina med margskonar meinl:I!ti", 681a:
99; •L .. ) enn peir er krossfesto lijkame sijna med margskonar meinl:I!tum.,
624:. 99; ·L .. ] ok sik sielfua korssfestandes manliga stridde mooth alla synder
ok h~am_e?s astu~dan., B: 246: alla genericità dei molteplici peccati delle
redaz10m 1slandes1, questo testo svedese tiene a sottolineare anche l'amore
per il corpo.
~~: .[. .. ) och b~ndo sik sielffua fra werldz !usta!•, A: 40.
•L ·.] quasi castra et papiliones plurimas, purpura et bisso, auro
quoq~e et argento et serica mira varietate confectas .. , W: 48; .. [. .. ] morg
landuolld af purpura pellum og huitu silki uit gull ofin og silfur og uit
132 MARCO BATTAGLIA
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA
133
gusto decisamente cortese, con l'unica eccezion~ del testo sve- nordico Ce non). Con questa i . . .
dese A, il quale ripropone il topos del muro. All'interno delle dazioni di DL h . . mmagme si interrompono le re-
' e e continua mvece fino ali f Il
tende (o, secondo A, aldilà del muro), tra i suoni più dolci e soavi svedesi Coloro eh · a me ne e redazioni

;.
. e vivono sotto i frondosi r . I .
di svariati strumenti, vi è umonachorum et sanctimonialium re- se non i costrutton,· 1· d evott. e 1. dife · d li am1 .a tn non sono ·
quies" (W: 49), i cui corrispondenti nordici si soffermano, natu- la cui santità hanno abbandonato 1::~~~ ~ Ch1ef a .ste~sa, per
ralmente, sull'aspetto loro più caro e cioè la castità.226 Dedicate secondo la lezione di B 248 I u 1~1 seco an, vivendo,
le loro vite all'obbedienza ai superiori e all'abbandono della Da . I . "castamente ed m modo pio" 229
qu1, ange o e anima si sposta . .
propria volontà, sono persone •<Qui celestia, dum sunt in cor- muro, il più alto perfetto . no per gmngere ad un altro
' e prezioso mai visto e
pore" (W: 49)227 e pertal\to ben si capisce come l'ingresso sia cemento» (W: 51) 230 che li . J on uaurum pro
interdetto a Tnugdal. L'elemento misterico è per di più eviden- luce abbaci~ante' e d ne a versi.on~ A è connotato da una
ziato dalla condizione che, al pari della clausura, chi vi entra non Oltrepassata I _a un merav1gl1oso profumo [sic'] 23 I
a costruzione si entra nel I C ..
ne possa mai più uscire, in ragione della visione costante del scrivibile), in cui si celebra~o "De I . .u~go peraltro inde-
consesso dei santi e della SS. Trinità (in A: 40 si trovano al co- dinibus angelorum. (W: 51) e . g ona vrrgmum et novem or-
spetto di Dio), alla cui presenza sono ammessi soltanto coloro i degli spiriti beati 232 int~rp t :~ po.sson? scorgere i nove ordini
quali uabbiano conservato la propria verginità ... 228 in mod0 . ' re a t net testi svedesi (A: 41· B: 249)
genenco nella categoria d · . . '
La scena che segue non rievoca neanche più il minimo senso analogia all'intestazi~ne latina re et. "nove con degli angeli•, in
dello spostamento fisico e della distanza: ad un cenno dell'an- sublime dei santi... 233 All'anim~ di s;n~ B c~n udella condizione
gelo, l'anima di Tnugdal scorge un meraviglioso e rigoglioso al- sione di ogni cosa d . . , . ~dal e ora concessa la vi-
., ' e ms1eme 1onn1sc1enza sì h ,, . ,
bero, ricco di fiori, frutti e di vita animale, una rappresentazione nece~s1ta di porre domande all'angelo-guida.' e e non e e pm
della Chiesa universale densa di memorie dell'antico paganesimo Pnma della conclusione del via . . . .
di due capito!' . . . ~g10, m VT s1 nleva la presenza
Ruadano co t' ~ngmanamente pmttosto importanti, De sancta
nJ esso re e De sancta Patr. .
allzskonar himneskum hagleik", 681a: 99-100; •[ ... ] maurg landtiolld af pur-
pura pellum ok huitw silki uit gullofin med allzkonar himneskum hagleik·, e
episcopis W: 53) . icio et quattuor notis
spiritualità i~land~~ ~~:~~ ce ;ebr~tivi di quel~a Chiesa, di quella
624: 99-100; ..[... ] eeth arligaste sloot ok kringom thz otalligen pawlwm el!er
landz tialdh., B: 246.
1
l'opera sembra, quantomen~ f:/ .orma ~lu~iac~nse, ~Ile q.uali
I ~ltro.' ispirarsi. Detti capitoli
226 .. [ ... ] munka og allra hreinlifis manna og kuena [ ... ] j gegnum [... ]
sono tuttavia complet t
naudgun heimsins" , 68la: 100-101; . [ ... ] mwnka ok allra hreilijfis manna
una breve menzione ;;:e~ e. omessi n~1 testi svedesi, fatta salva
kalla ok kuenna [. .. ] j g[egnum] freistijng heimsins•, 624: 100, dunque in en-
trambe le redazioni netta è l'opposizione dei puri alle tentazioni mondane; figura di Malachia 234 S , (.
25
?) ~~dic:. loro e soprattutto alla
________._ _:_-=_e_e:::_amm1ss1btle I ignoranza relativa a S.
..[... ] gode ma::n och jumfrvr [ .. .] forlotho sin eyghin wilia och werlz !usta",
A: 40; ..[. . .] allom renliffues personom mvnkom nvnnom conuersorum som 229 [ l 1·
230 " . . . ren iga ok gudeliga liffde ...
aru leekbroder eller syster Canonicorum regularium hulke som flyendes .[. .. ] kalk bandh syntes
verldena jngafwo sik j closterliga lifuernes stranghet•, B: 246-47. 231 •Huru myket liuss och g~~~f1~~ v:;ahan dyrasta gullet•, B: 248.
227 ·Sliker hafa hug sinn og ahyggio a hirnneskum hlutum medan peir
232 •angelos, archangelos virtut u a. t. em murenom gik·, A: 41.
eru j daudligo lifi.., 681a: 101; ..sl[ij]ker hafa hug sinn j himnesku lijfe thronos, Cherubin Seraphin'. W· 5e2s, pnnc1patus, potestates, dominationes
hlutum medan peir eru j davdligum likam., 624: 101; . Thenne an varandes j 233 Mf .. • • · . •
234 "Th hogxta helgra manna staat etc• B· 248
lichamenom, mz alla theres akt ok astundan boo ok byggja j himmeriki·., B:
247. Nessun riferimento specifico in A.
" er saagh ok Thundalus iii' h 1 '
hafde i verldena Aff hulkom
b' ·
I J. e ~a iscopa hulka han seet ok kant
228 .[. .. ] nema hann hafi gi;:et meydoms sins•, 68la: 102; .[. .. ] nema opbygde aff syno eighno ok %an~ch1~ a.~~.hebiscoper var then yterste Han
hann hafi ga::t meydoms sijns", 624: 102; .. jumfrvr magho ther jn komma•., beggers kons renlifues erson era e.. ll!J ok xl closter ok i thom jnsatte
A: 40; ·[.. .] vthan kanske at hon eller han ar reen jumfm., B: 247. Cfr. W: 49 nodtorfft Mf the andra iiJPva lerkok thko~ alla ophult ok foresagh til alla
.[. .. ] nisi forte virga fuerit". sce 1a preminenza di Mal reh' an ( t at s nfua·• B·· 250· In sostanza si ribadi-
ac ia non ancora chiamato santo), a motivo
134 MARCO BATIAGLIA
Ruadano, nondimeno colpisce l'assenza di S. Patrizio nel conte-
sto religioso e culturale scandinavo, nel quale il patrono d'Irlanda
compare stabilmente 'soltanto' a partire dal 1519, segnatamente
nel Missale Nidrosiense dell'arcivescovado di Ni5ar6ss
(Trondheim). Considerata la sua assenza nei breviari e nei
messali della Scandinavia mèdievale,235 si evince un ruolo
sostanzialmente secondario del santo, la cui assenza in DL (fatta
salva la menzione controversa in 624: 92)236 non deve quindi
stupire.
L'ora del ritorno al corpo, per Tnugdal, è purtroppo giunta e
l'anima del protagonista ridiventa triste, constatando l'impos-
sibilità di rimanere in quei luoghi di gioia per tre ragioni sostan-
ziali:
a) perché deve assolvere la missione di pubblica utilità a lui
predestinata ( . Debes [... ] ad corpus tuum redire et omnia que
vidisti, ad utilitatem, proximorum memoriter retinere•., W:
55);237
b) perché . Jstam [... ] non merentur intrare nisi virgines, qui
corpora sua a tactu carnalis concupiscentie custodiunt et aduri
magis pro tanta ac tali gloria, quam coinquinari turpis concupi-
scentie volutabris malunt•., W 55;238
della sua opera di fondatore e sostenitore di agglomerati conventuali di
monaci e suore, mentre degli altri vescovi si preferisce tacere per motivi
apparentemente di spazio.
235 Quali quelli medio svedesi di Uppsala, Linkoping, Strangnas, Skara,
Vaxjo, Vasteras, in quelli medio danesi di Aarhus, Hafnia, Lund, Odense,
Roskilde, Slesvig o nel breviario islandese di H6lar; v. S. O. Jansson - L.
Gjerkiw et al., Kalendariu.m 1-11, in AA. VV., Kulturbistorisk Leksikon ... ,
Bd. 8, pp. 112-47.
236 "Ì bx heilax Patrisker j trygdum..
237 .. [ .. .] thu skalt ater j likamen igen, och thu skalt predika och kunnogha
alt thzta, thu haffuer seeth, badhx pino och glxdi", A: 42; ·Tu scal ather ti!
thin kropp ok alt thz tu seet hafuer allom kungora ti! hugnat ok forvarilse",
B: 250.
23s •ther skai enghen man wara, for wtan then rxttelighx liffuer j
iorderike, och the som troligx tixnx gudhi j kirkionx, och the som gernx
h0rdhe gudz ordh, och the som latha sighix mxsso j gudz hedher, och
psaltarx for sin;e forxldra sixlx, och for allx cristnx sixlx, och gaffuo
fatige folke aff sith gotz . , A: 42; ..yn the glader du seet hafuer ar jngen
verdoger koma eller jngaa vtan reena jumfrur the som sin lichama ather
holda ok goma aff alla oloffliga hannan ok atagilse ok siin hierta ok hoog
IL VIAGGIO COME ESPERIENZA VISIONARIA 135
c) perché "Tu vero noluisti scripturarum verbis credere, et
ideo non poteris hic manere", W 55,239
Il ritorno sulla terra è contraddistinto da una svolta di vita: di-
stribuiti i suoi averi tra Chiesa e poveri, Tnugdal inizia la predi-
cazione della parola divina, una vera e propria conversione resa
possibile soprattutto grazie all'esperienza fantastica vissuta, al-
l'intervento di Dio Padre onnipotente, Figlio e Spirito Santo, se-
condo le parole di B: 252 e testimoniata dalla croce cucita per
sempre sugli abiti di Tnugdal, secondo la consuetudine dei peni-
tenti nel Medioevo. Degna di nota è la conclusione (autografa)
che emerge in B: 252: a metà strada tra il commento finale e la
predica 24o ed il cui indirizzo etico non può che essere conside-
rato un'appendice inserita autonomamente dal compilatore del
manoscritto, tale Prater johannes rak. Analogamente interes-
santi sono i versi241 che concludono le versioni Ce D del ms. A
aff alla lasteliga astundan ok helder vilia sik Iatha opbrenna fore tolka ara
an besmitta Iatha sin lichama j oloffligom !usta", B: 251, con una più che
evidente aderenza di B al testo latino in esame, rispetto ad A, diversa-
mente manipolato.
239 .[ ... ] och for thy at thu giorde enkte aff godgerninghom, thy ma thu
ey warx, wtan far nw ater ti! likamen . , A: 42; "Nu fore thy tu thin lichama ey
hafuer swa renan holdet tilbor tik ather koma ti! thin lichama ok
atherholda tik aff thy lifuerne tu her ti! hafuer holdet.. , B: 251. In questo
caso, è evidente, entrambe le redazioni recepiscono tradizioni diverse.
240
·Her lyktas eens syndogx mandz openbarilse Thungulus aat nampne
Akte huar cristen menniskia ok serdeles renlifues personer munka ok
nvnnor hwar sith lifuerne ok huar syna aterlon j ondhom eller godhom
gerningom For thy swa som jngen ey the minzsta godgerningh blifuer vtan
aterlon j aronne Swa ok ey minzsta syndh vtan hempdh j pynona Loff ok
ara vari gud nw ok auerdeliga Amen 1491. Frater johannes rak male scripsit
hec•, B: 252, •Qui finisce la rivelazione di un peccatore di nome Tungulus.
Ogni cristiano e in particolare ogni creatura pia, monaci e monache, fac-
cia bene attenzione alla propria condotta e alle relative ricompense per le
buone e per le cattive azioni. Poiché neanche la più piccola buona azione
resta senza giusta mercede, così neppure il più modesto dei peccati rimane
senza il suo castigo. Sia onore e gloria a Dio ora e sempre. Amen. 1491.
Frater johannes rak male scripsit hec·"
241
·bidhen for then som boken monde scriffue
ath gudh matthe honum sin;e nadher giffue
och matthe d00 j christeligx troo
epther d0den j himmerike boo
Thet wnne oss gudh allom saman
j himmerike liffue for wtan gaman
136 MARCO BATTAGLIA

preso in esame e che costituiscono l'unica reale differenza nei

confronti di quest'ultimo, dal punto di vista formale. Il richiamo
alla grazia di Dio, che conceda la vita eterna all'autore del libro,
lascia intendere, in qualche modo, le parole finali con le quali lo
stesso Marcus chiede alla badessa 'G.' di essere ricordato nelle
sue preghiere.242 La similitudine, tuttavia, non esclude la possi-
bilità di una formula beneaugurante di menzione divina e di con-
seguenza non è sufficiente a costituire una comprovata testi-
monianza di continuità, in Scandinavia, per un'opera dalle varie-
gate premesse tematiche come VT.

[i himmerike leffua ffor vtan ende amman, 'D'l•, Stephens -

Ahlstrand, S. Patriks-sagan .. ., p. 48.
242 V. sopra nota 37.