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ITC “L.

PALMA” CORIGLIANO CALABRO (CS)


Scuola Polo per la Formzione
Ambito 005 Calabria
Ambito Territoriale 3 - Cosenza

L’innovazione delle Metodologie


Didattiche tra il Flip Learning e gli
EAS
A cura di Enrico De Santo
Che cosa è cambiato?
• Avvento della società digitale
• Nativi digitali
• Necessità di ripensare gli apprendimenti
• Innovazione delle metodologie didattiche
I Nativi Digitali
• Nativo digitale (digital native) è una espressione
che viene applicata ad una persona che è
cresciuta con le tecnologie digitali come
i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3 e in
genere si usa l'espressione per indicare le
persone nate (negli USA) dal 1985.
• L'espressione è stata coniata da Marc Prensky nel
suo Digital Natives, Digital Immigrants pubblicato
nel 2001. In questo articolo, l'espressione viene
utilizzata per indicare un nuovo gruppo di
studenti che accede al sistema dell'educazione
• I primissimi nativi digitali nascono con la
diffusione di massa dei PC a interfaccia
grafica nel 1985 e dei sistemi operativi a
finestre nel 1993
• Il nativo digitale cresce in una società
multischermo, e considera le tecnologie come
un elemento naturale non provando nessun
disagio nel manipolarle e interagire con esse
• Per contro l'espressione immigrato
digitale (digital immigrant) si applica ad una
persona che è cresciuta prima delle tecnologie
digitali e le ha adottate in un secondo tempo.
• Una terza figura è invece quella del tardivo
digitale, una persona cresciuta senza
tecnologia e che la guarda tutt'oggi con
diffidenza.
• Una delle differenziazioni tra questi soggetti è
il diverso approccio mentale che hanno verso
le nuove tecnologie: ad esempio un nativo
digitale parlerà della sua nuova macchina
fotografica (senza definirne la tipologia
tecnologica) mentre un immigrato digitale
parlerà della sua nuova macchina fotografica
digitale, in contrapposizione alla macchina
fotografica con pellicola chimica utilizzata in
precedenza.
Generazione Google
• Con Generazione Google vengono definiti i rappresentanti più
giovani (nati dopo il 1993) dei nativi digitali, cresciuti in un
mondo pervaso dai media digitali e prendono il nome dal
motore di ricerca Google entrato in funzione nel 1998
• Caratteristiche:
– Imparano a usare il computer senza sforzo e per tentativi
– tengono in maggior conto le opinioni dei coetanei
piuttosto che dei maestri
– sono esperti nella ricerca di informazioni
• Generazione copia e incolla
TIC e innovazione scolastica
Interrelazione tra Tic e prassi didattica

• Il problema della collocazione dei nuovi media rispetto ai modelli


didattici tradizionali
• L’esigenza di un’educazione alla consapevolezza critica allo scopo
di evitare un atteggiamento di acquiescenza corriva alle novità
tecnologiche
• L’esigenza di evidenziare il legame tra uso delle Tic e complessità
del concetto di intelligenza
• L’esigenza di un ripensamento complessivo del concetto di
apprendimento-insegnamento in rapporto alle tecnologie
didattiche
• L’esigenza di un ripensamento delle articolazioni disciplinari in
funzione del conseguimento di saperi essenziali, di apprendimenti
cooperativi e di interrelazioni tra discipline
• L’esigenza di consapevolezza dei processi di “Mediamorfosi” cioè
di cambiamento dei media nel loro stesso uso didattico
• Sul sistema scuola le TIC possono agire
soprattutto a livello:
a) dell’interfacciamento tra scuola e sistema
globale
b) della razionalizzazione dei flussi di
informazione e dei processi collaborativi
interni
• La tecnologia oggi consente alla scuola di
uscire dal suo tradizionale isolamento, di
modellarsi in forme diversamente distribuite.
• Questo significa intervenire sul concetto
stesso di scuola e dar vita a nuove possibili
riconfigurazioni spaziali e temporali del
sistema formativo: policentrismo formativo,
scuola distribuita, istruzione permanente, e-
learning.
• Le nuove tecnologie tendenzialmente
favoriscono alcune modifiche generali nel
contesto didattico, che nella loro forma più
tipica si possono così schematizzare:
– spostamento del focus dall'insegnante allo
studente
– spostamento del focus dell'apprendimento sul
fare
– aumento della motivazione degli alunni
– risalto alla cooperazione tra alunni
Spostamento del focus dall'insegnante
allo studente
• L'insegnante riduce la sua centralità, non
appare più come l'unico rogatore del sapere; il
suo ruolo tende ad articolarsi, divenendo ora
"regista", ora coordinatore, ora facilitatore
Spostamento del focus
dell'apprendimento sul fare
• Le nuove tecnologie favoriscono l'apprendere
agendo.
• Che si tratti di un ambiente di scrittura, di una
simulazione, di un ambiente di realtà virtuale,
esse danno enfasi all'agire in situazione.
• In questo non sono molto dissimili da altre
opportunità che comportano attività di atelier o
laboratorio.
• Possono però rendere "attive" anche cognizioni
astratte, che tradizionalmente vengono acquisite
solo attraverso il libro.
Aumento della motivazione degli alunni

• E' questo forse l'effetto più evidente, secondo


alcuni l'unico vero fattore che tiene in piedi
l'innovazione tecnologica.
• Dovunque si introducano laboratori l'attività
incontra l'interesse degli studenti (per il
carattere di interattività, per la dimensione
multimediale ecc..).
Risalto alla cooperazione tra alunni

• La presenza dei computer nella scuola valorizza


forme di collaborazione e peer tutoring.
• Le tecnologie pongono continuamente problemi,
da quelli stessi legati al funzionamento ad altri
più specifici proposti dal software; invitano
pertanto gli allievi ad appoggiarsi a compagni più
esperti, che possono dare consigli utili; si pensi al
fenomeno dei club informatici giovanili, vaste
catene di mutua assistenza che si creano
spontaneamente oppure alla filosofia "Open
Source".
Evoluzione delle TIC nella
didattica
• Negli anni 70 inizia a diffondersi l’uso dei Mass
Media nella scuola e si usano
prevalentemente proiettori, TV, lavagne
luminose, registratori ecc
• Negli anni 80 si diffonde l’uso del PC
• Negli anni 90 le reti ed Internet
• Più recentemente si e’ diffuso l’uso delle LIM
Didattica tradizionale
vs
Didattica 2.0
DIDATTICA TRADIZIONALE
(Strumenti e metodologie prevalenti )
 Lezioni frontali
 Lavagna tradizionale
 Libri di testo cartacei
 Quaderno e appunti
 Compiti a casa dettati o fotocopiati
 Esercitazioni e verifiche scritte
 Dubbi o argomenti non chiari possono essere
chiariti solo in classe (o a scuola)
 Approfondimenti o ricerche svolte solo a casa
DIDATTICA 2.0

 Assegnazione dei compiti a casa direttamente


in modalità e-learning
 Esercitazioni e verifiche al computer
 Dubbi o argomenti non chiari possono, essere
chiariti dal docente attraverso mail o altre
risorse di Internet (siti web, blog ecc)
 Le lezioni possono essere “riviste” anche da
casa in modalità e-learning
 Approfondimenti o ricerche di contenuti
multimediali disponibili in tempo reale ecc
Perché le TIC a scuola
• Consapevolezza della necessità di applicare,nel
contesto scolastico, una didattica più interattiva e
stimolante per favorire l’apprendimento degli
alunni
• Considerazione diffusione di standard e maturità
di strumenti sw open e free per
l’implementazione di attività e contenuti a
supporto di una didattica ri-mediata
• Constatazione della crescente diffusione presso le
scuole di strumenti multimediali con valenza
didattica, quali le LIM e i Tablet
• Le TIC oltre ad essere un “set di strumenti”
sempre più pervasivi che impattano in ogni
attività e relazione dell'essere umano,
costituiscono il driver fondamentale per
riavviare, ripensare, rimediare ogni processo
di apprendimento nell'arco della vita
dell'individuo (longlife learning)
Tecnologie innovative implicano didattica
innovativa?

• L’innovazione didattica non si raggiunge automaticamente né


con l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici, né con l’uso
diffuso di elementi multimediali.
• “Il miglioramento avviene nella misura in cui l’insegnante è
capace di reagire alle dinamiche di classe, movimentando la
lezione, cambiando gli stili di insegnamento, mantenendo viva
l’attenzione” (Wood, Ashfield, 2007)
• Le possibilità offerte dalla multimedialità (contenuti) e dall'
interattività (strumenti) devono condurre ad un approccio più
partecipativo degli studenti, favorendo nuovi stili di
insegnamento e nuove modalità di apprendimento.
La Flipped Classroom
Setting formativo
• Spazio
• Tempo
• Regole
• Attori
• Canali comunicativi
Che cos’è flipped classroom?

• «Flipped classroom» comporta il


capovolgimento dei momenti classici
dell’azione didattica:
– Lezione – studio individuale
– Rielaborazione – approfondimento
• «Flipped classroom» significa «classe capovolta»
Lo studente non ascolta le lezioni in classe , ma a
casa, sfruttando le TIC.
• Le lezioni, assegnate dal docente, possono
essere audio, video, testi elettronici In classe si
approfondiscono gli argomenti studiati a casa e si
avviano discussioni sui temi proposti.
• Viene innescato un processo di padronanza per
raggiungere conoscenze attive, pratiche condivise
• La classe diventa una «comunità di pratica»
• Il modello propone di spostare i due momenti
classici dell’azione didattica, la lezione in aula
e lo studio a casa, portando la lezione frontale
fuori dall’aula e in aula la rielaborazione dei
contenuti.
 Il corredo tecnologico minimo di una classe “digitalmente
aumentata” e dove praticare il metodo della Flipped
Classroom comprende uno strumento di
presentazione/rappresentazione video quale la LIM o un video
proiettore (interattivo o no), un notebook o un tablet per
l’insegnante, che funga da “cruscotto” di gestione del processo
didattico e almeno 4 o 5 tablet o notebook per gli allievi che
permettano loro di svolgere le attività in piccolo gruppi.
 L’interazione docente/studente si trasforma radicalmente dal
momento che si riduce molto il tempo della “lezione frontale”
e aumenta proporzionalmente il tempo dedicato al problem
solving cooperativo
Tradizionale vs Flipped
 Tradizionale  Flipped
 L’insegnante spiega  L’insegnante predispone i
 Gli alunni prendono appunti materiali per lo studio a
 Gli studenti seguono le casa da parte degli studenti:
indicazioni dell’insegnante video, letture podcast…
 Gli studenti svolgono i  Gli studenti lavorano in
compiti a casa assegnati classe: approfondiscono la
dall’insegnante comprensione dei concetti e
delle connessioni tra i
 L’insegnante verifica contenuti
 Ricevono supporto e
sostegno quando ne hanno
bisogno
• Il flip teaching è una metodologia didattica
che sta prendendo campo all'estero negli
ultimi anni.
• Le classi coinvolte in questa metodologia,
dette flipped classroom, sono protagoniste di
una inversione delle modalità di
insegnamento tradizionale in cui il docente è il
dispensatore del sapere e l'allievo recepisce,
esercitandosi prevalentemente a casa.
 Le attività avvengono in modalità blended e, di
conseguenza, è fondamentale l'uso delle nuove
tecnologie per fornire le adeguate risorse agli allievi al
di fuori del contesto classe.
 Infatti, gli allievi hanno a disposizione una ingente
quantità di materiali didattiche, che possono
condividere, annotare, modificare o addirittura creare
in maniera collaborativa.
 Fondamentale è il ruolo dei forum di discussione, in
quanto si permette all'allievo di imparare in maniera
costruttiva e di raggiungere diversi obiettivi trasversali
afferenti all'area delle relazioni
 Si utilizza il termine "flip" in quando viene ribaltata la
modalità in cui vengono proposti i contenuti e i tempi utili
per l'apprendimento.
 In una flipped classroom la responsabilità del processo di
insegnamento viene in un certo senso "trasferita" agli
studenti, i quali possono controllare l'accesso ai contenuti in
modo diretto, avere a disposizione i tempi necessari per
l'apprendimento e la valutazione.
 L'insegnante diventa quindi un supporto alla comprensione
di quanto appreso a mano a mano dagli allievi e dovrà
impiegare il proprio tempo in questo processo di passaggio
dall'ampliamento delle conoscenze all'acquisizione di
capacità e competenze.
Come funziona?
 L’insegnante assegna per casa ai propri studenti alcuni video
da seguire su un dato argomento, prima di trattarlo in
classe. In questo modo, poiché gli studenti hanno già
un’infarinatura generale dei contenuti da affrontare, si può
dedicare il tempo a disposizione a scuola per dare
chiarimenti, effettuare delle esercitazioni e qualsiasi altra
attività funzionale ad una migliore comprensione.
 Ciò richiede, da parte del docente, un’attentissima selezione
delle risorse video che devono essere catalogate all’interno
di un apposito corso on line creato per gli studenti. Questi
ultimi, infatti, collegandosi nello spazio virtuale, hanno
sempre disposizione i materiali didattici che il docente ha
selezionato e/o creato proprio per loro e possono utilizzarli
in qualsiasi momento della giornata.
• Il vantaggio del flip teaching sta proprio nella
possibilità di utilizzare in maniera diversa le ore di
lezione settimanali dedicate all’insegnamento di
una data disciplina, permettendo anche gli
studenti di costruire il proprio sapere e di testare
in qualsiasi momento le proprie competenze.
• Il ruolo del docente sarà quello di “guida” che
incoraggia gli studenti alla ricerca personale e alla
collaborazione e condivisione dei saperi appresi.
 Non esiste un unico modello di insegnamento capovolto,
anche se nel modello standard la classe capovolta è vista come
un ambiente di lavoro in cui gli studenti sono indirizzati verso
l’uso di selezionati materiali didattici.
 Tra questi rientrano anche i quiz online per testare il livello
raggiunto, con particolare uso dei quiz con feedback, per
permettere di imparare dai propri errori.
 Gli studenti possono inoltre collaborare e in classe si possono
avviare diverse discussioni tra loro, che permetteranno di
chiarire meglio determinati concetti importanti appresi
autonomamente.
 Il docente potrebbe anche suddividere gli studenti in piccoli
gruppi e attribuire loro alcune specifiche situazioni
problematiche da trattare.
 Le attività in stile flipped possono essere facilmente
realizzate, ma è altrettanto semplice fare un uso
sbagliato di questa metodologia. Infatti, essa richiede
una particolare attenzione nella fase di
programmazione delle attività e di selezione dei
materiali didattici da sottoporre ai discenti. Inoltre, la
registrazione delle lezioni richiede molto tempo e la
capacità di utilizzare gli strumenti adeguati per la
realizzazione di podcast.
 Di contro, gli studenti abituati al costante supporto del
docente, potrebbero sentirsi smarriti quando utilizzano
i materiali online e si potrebbe generare un fenomeno
di dispersione delle conoscenze.
• La maggior parte della letteratura sulle flipped
classroom si concentra su come "capovolgere
l'aula" nel senso strettamente tecnico, senza
spiegare cosa dovrebbe essere programmato
in quel tempo che si guadagna grazie alla
natura di questa nuova metodologia.
 Capovolgere, non vuol dire soltanto propinare video e schede di
lavoro, ma va effettuato un lavoro di programmazione a monte che
sia orientato più verso la scoperta del curricolo, piuttosto che verso
la trattazione sequenziale e sterile dello stesso.
 I docenti che iniziano l'anno scolastico senza pensare alla possibilità
di attività di tipo flipped, programmano secondo le modalità
tradizionali, facendo prevalentemente riferimento ai libri di testo.
 Qualora dovesse decidere di optare per l'opzione flipped, cambierà
completamente il suo modo di progettare, in quanto deve avere ben
chiari gli obiettivi finali, gli esiti desiderati e quindi sceglie le più
opportune metodologie e risorse per far sì che gli studenti
raggiungano nel modo migliore gli obiettivi prefissati.
• Il modello di programmazione flipped è
quindi composto dalle tre seguenti fasi:
1. Identificazione dei risultati desiderati
2. Determinazione delle prove
3. Pianificazione delle esperienze e delle
lezioni utili per l'apprendimento.
• Come si nota, la prima cosa da identificare è
ciò che alla fine gli studenti devono sapere e
saper fare, ponendosi delle domande che
funzionino da indicatori per gli esiti attesi e
stabilendo quale possa essere il modo per
verificare l'acquisizione delle conoscenze e
delle abilità coinvolte.
 La maggior parte delle nozioni e dei contenuti possono
essere forniti grazie al suggerimento di video reperibili
in rete o creati ad hoc dal docente, consolidati grazie
alla somministrazione di attività di lettura o di
comprensione del testo.
 Il docente potrà comprendere se gli studenti hanno
realmente appreso quando questi saranno in grado di
sintetizzare i contenuti da varie fonti e produrre, per
esempio, un nuovo documento. In questo modo i
discenti hanno la possibilità di discutere, confrontarsi,
produrre congetture, argomentare e insegnare ai propri
compagni quanto letto e compreso.
• Diverse sono le operazioni che gli studenti
possono fare in classe durante le lezioni e volte a
fissare meglio quanto hanno avuto modo di
vedere e comprendere a casa.
• Per esempio, dovrebbero essere in grado di
riferire le conoscenze acquisite e quindi si può
lavorare sul miglioramento del lessico specifico,
oppure dovrebbero essere in grado di produrre
dei testi chiari e, quindi, saranno in grado di
rispondere ad eventuali domande poste dal
docente.
• La gestione di questi momenti, però, richiede
un minuzioso intervento di pianificazione da
parte del docente, che si troverà di fronte alla
possibilità di utilizzare in maniera molto più
proficua il tempo che ha a disposizione in
classe con gli alunni.
 Per garantire la conservazione delle informazioni e del pensiero a un livello
superiore, è necessaria una combinazione della tassonomia di Bloom con le
strategie didattiche di Marzano.
 Robert J. Marzano è un autore, trainer e speaker che ha trattato argomenti come
l'istruzione, la valutazione, la scrittura e l'attuazione di norme, la cognizione, la
leadership efficace e gli interventi scolastici.
 In un suo testo Marzano individua 9 strategie didattiche che favoriscono la
conservazione delle informazioni e la comprensione da parte degli studenti.
 Sembra importante guardare a queste strategie in collaborazione con tassonomia
di Bloom, tenendo inoltre conto di un modello di classe capovolto.

La tassonomia di Bloom è uno dei modi di formalizzare le fasi di acquisizione e familiarizzazione con insiemi di informazioni o teorie.I settori della tassonomia di Bloom fanno
riferimento ai vari obiettivi che gli educatori dovrebbero definire per i loro studenti; essa divide gli obiettivi in tre dominî: cognitivo, affettivo e psicomotore (a volte semplificati
rispettivamente in 'conoscere/testa', 'sentire/cuore' e 'fare/mani'). All'interno dei dominî il passaggio al livello successivo è pregiudicato dall'acquisizione delle conoscenze a
abilità che precedono. Uno degli obiettivi della tassonomia di Bloom è quello di motivare gli educatori a concentrarsi su tutti e tre i dominî, creando un approccio educativo
più olistico
 Le strategie individuate da Marzano sono le seguenti:
 prendere appunti e sintetizzare;
 identificare analogie e differenze;
 provare e riconoscere;
 effettuare compiti a casa ed esercitazioni;
 favorire l'apprendimento collaborativo;
 effettuare rappresentazioni non verbali;
 identificare gli obiettivi e fornire feedback;
 formulare ipotesi;
 porre domande con suggerimenti e organizzatori avanzati.
Quanti tipi di Flip?
 Capovolgimento Tradizionale (Traditional
Flipped), che si configura come quello più
utilizzato in aula dai docenti.
 In questo caso gli studenti guardano un video
della lezione, la imparano a casa e svolgono i
classici compiti in classe insieme agli altri
compagni, sotto la guida del docente.
 Alcuni insegnanti mantengono questa tipologia di
capovolgimento come una costante negli anni,
mentre altri preferiscono effettuare altri
esperimenti che si rivelano ancor più efficaci.
 Il Flipped Mastery si può considerare come la naturale
evoluzione del capovolgimento tradizionale.
 In questo caso gli studenti lavorano individualmente e
non in gruppo, rivedono la lezione a casa e utilizzano le
ore in classe per effettuare esercizi alla presenza
dell'insegnante che attribuisce loro una valutazione.
 Quando almeno l'80% degli studenti ha raggiunto una
valutazione positiva, è possibile passare all'obiettivo
successivo, altrimenti è necessario soffermarsi
ulteriormente su quanto trattato, fornendo magari altri
materiali di studio.
 La Peer Instruction Flipped Classroom prevede invece che
gli studenti studino i materiali di base forniti dal docente al
di fuori della classe, mentre dibatteranno in classe circa i
nodi concettuali appresi, cercando di convincere i propri
compagni sull'esattezza di quanto sostenuto.
 In questo dibattito continuo, il docente modera e valuta
l'apprendimento dei concetti.
 Gli studenti in questo modo possono anche aiutarsi a
vicenda, in quanto spesso i concetti più complessi hanno
richiesto una maggiore concentrazione anche da parte di chi
li ha successivamente compresi e quindi, alla luce delle
difficoltà superate, possono rendersi più disponibili verso
chi ha ancora il loro stesso problema.
• La Problem Based Learning Flipped Classroom
prevede invece l'esplorazione di un problema e il
confronto delle strategie risolutive tra gli studenti.
• Gli studenti possono lavorare singolarmente o in
team, consapevoli del fatto che le loro strategie
dovranno essere discusse in una fase successiva in
classe.
• Il docente si porrà quale moderatore del processo e
valuterà quanto svolto dagli studenti. Si fa notare che
in questo caso gli studenti non guarderanno alcun
video a casa.
• Il metodo più usato per le discipline è quello
dell'Inqury Flipped Classroom. In questo caso gli
studenti possono chiedere di guardare un video su un
argomento che li incuriosisce, usare il tempo di classe
per esplorare i concetti in esso contenuti e cercare di
dare le più opportune spiegazioni dei fenomeni
• Tuttavia, essi potranno avere ancora qualche idea
confusa, quindi l'insegnante interverrà per eliminare
ogni dubbio di sorta. Anche in questo caso, gli studenti
non guarderanno alcun video a casa.
Punti di forza e di debolezza
 Come per tutte le metodologie didattiche, anche il flip teaching
presenta punti di forza e punti di criticità.
 Di certo tale modalità di insegnamento favorisce
l'individualizzazione e la personalizzazione dei percorsi di
insegnamento, in quanto gli insegnanti possono dare delle precise
indicazioni agli allievi su come muoversi e sulle risorse che ciascuno
di loro può utilizzare.
 Verranno certamente penalizzati i rapporti interpersonali, in quanto
l'allievo avrà un contatto molto stretto con il computer sia a scuola
che a casa!
 Inoltre, gli insegnanti saranno costretti a riflettere su come
strutturare e proporre i contenuti, rischiando di focalizzare
l'attenzione sul contenuto, piuttosto che sull'apprendimento.
In sintesi…
 Faccio studiare prima della lezione:
 I ragazzi arrivano a lezione con delle domande
 Si ripete la spiegazione solo a chi non ha capito
 Diminuisce il tempo per la lezione frontale per…
aumentare il tempo in classe
 Seguo i ragazzi
 Do il tempo di imparare
 Lascio sperimentare
 Lascio creare
 Lascio lavorare in gruppo
Gli Obiettivi
• Rende i ragazzi indipendenti nello studio
• Consente l’apprendimento significativo
• Permette ai ragazzi di esprimere la loro
creatività da soli e in gruppo
• Il docente e l’ambiente guidano
l’apprendimento
Condivido le regole
• La classe capovolta prevede delle modalità di
lavoro diversa e un maggior uso del
computer/internet a casa.
• Avviso le famiglie
• Verifico l’accesso a internet
• Risolvo i problemi
• Verifico le loro capacità
• Trovo una modalità di comunicazione
 Cosa serve a casa?
 Un computer e una connessione ad Internet
 Cosa serve a scuola?
 Un tablet, uno smartphone, un quaderno ad anelli, …
 Dove trovo informazioni?
 Nei siti, email, ecc…
 Quando si lavora a casa?
 Spiega come preparare il lavoro
 Come si lavora a scuola?
 Spiega le modalità del lavoro in gruppo, singolo, le
verifiche…
Perché le lezioni online?
• Visto dallo studente…
• Sono consultabili da ogni luogo e in qualunque
momento
• Permettono ai ragazzi di studiare alla loro
velocità
• Permettono a chi è assente di recuperare
• Meglio se sono semplici e coinvolgenti
Perché le lezioni online?
• In più, visto dal docente:
• Perché possiamo essere tranquilli che se uno
studente perde una lezione non dobbiamo
ripeterla
• Perché nessuno studente può più dire
– io non c’ero
– nessuno mi ha detto niente
– non sapevo
• Perché l’anno dopo abbiamo già tutto pronto
• Stiamo seguendo un corso. I nostri pensieri:
– E’ possibile avere le diapositive?
– Ho perso la lezione, dove posso trovare gli
appunti?
– E’ possibile avere gli appunti prima, così li stampo
e annoto direttamente lì?
– Sto perdendo tempo, il docente non aggiunge
nulla al libro, sarebbe meglio stare a casa a
studiare per i fatti miei.
– Ma non ci può dire esattamente quello che vuole?
Dove metto il materiale?
• Moodle
• Wordpress
• Altervista
• Google sites
• Blogspot
Vedranno il video?
• Abbiamo preparato il terreno perché ne
conoscano l’importanza?
• Se sì allora chiediamogli qualcosa:
– Questionario sul video o sul materiale
– Verifica con un esercizio
– Assegno un piccolo compito
Cosa facciamo a scuola?
• Storia/Filosofia
– Video: Definizioni, sequenze di eventi e storie
– In classe: Analizzare le storie, discutere e dibattere

• Scienze
– Video: Definizioni, procedure e concetti
fondamentali, panoramica degli esperimenti che si
faranno in laboratorio.
– In classe: Esercizi e esperimenti in laboratorio
• Matematica/Informatica
– Video : Definizioni, procedure, problemi risolti
– In classe: Problemi avanzati e complessi anche da
svolgere in gruppo

• Inglese
– Video: Definizioni, grammatica, video e strategie per
parlare e scrivere
– In classe: Gruppi di scrittura, discussione,
realizzazione di ricettari, video e presentazioni
Perché lavorare a scuola?
• Visto dallo studente:
• Venire a scuola conviene perché si imparano a
risolvere gli esercizi
• Si può lavorare in gruppo
• Se ho qualche problema qualcuno mi aiuta
• Posso sperimentare senza avere paura di
sbagliare
• Niente più lezioni lunghe e noiose
• Visto dal docente
• Piace vedere i ragazzi impegnati che lavorano
• Piace sentirsi fare delle domande intelligenti
• Piace vedere i ragazzi che «ci arrivano» e
risolvono gli esercizi.
• Piacciono i loro occhi che si illuminano
• Si può dedicare più tempo ai ragazzi in difficoltà
• «Incredibile! I miei ragazzi si impegnano tutto il
tempo!»
Perché lavorare a scuola?
• Immagino di seguire un corso
• Finalmente si fa qualcosa, non ce la facevo più
adascoltare e basta
• Ho capito la teoria ma non si potrebbe
provare un esempio?
• Vediamo se ho capito…

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