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CAPITOLO 19: SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO:

RISOLUZIONE: La parola rivoluzione significa scioglimento. La risoluzione tocca il rapporto fra i


contraenti, ossia la situazione giuridica che si crea dopo la stipulazione.

Esistono due tipi di scioglimento:

1. RISOLUZIONE VOLONTARIA: Dipende dal mutuo dissenso delle parti. Talora però il potere di sciogliere il contratto
spetta solo a una delle due parti poiché la legge concede il recesso unilaterale. Si tratta di un diritto potestativo il cui
esercizio richiede una dichiarazione rivolta alla controparte

2. RISOLUZIONE LEGALE: E’ prevista dalla legge per i contratti a prestazioni corrispettive dove avviene uno scambio
fra prestazioni e quindi ogni parte è soddisfatta dalla esecuzione della prestazione altrui e nello stesso tempo deve
fornire all’altra la propria prestazione.

SINALLAGMA —> è il legame che intercorre fra due prestazioni ed è tale per cui se una delle prestazioni viene a
mancare o diviene sproporzionata rispetto all’altra l’operazione di scambio
programmata dalle parti non ha più senso e il contratto si risolve per legge.

1. INADEMPIMENTO: Fa nascere il diritto di chiedere l’esecuzione se la parte ha interesse a ricevere la prestazione che
gli era stata promessa.

- E’ comunque un illecito quindi da luogo al risarcimento.

- Nei contratti a prestazioni corrispettive quando si profila il rischio di un probabile inadempimento la legge predispone
dei rimedi preventivi:

1. Se mutano le condizioni patrimoniali della controparte in modo tale da rendere pericoloso il conseguimento della
prestazione, al contraente è consentito SOSPENDERE L’ESECUZIONE (Art. 1361).

2. Se un contraente chiede all’altro la prestazione dovuta, ma dimostra a sua volta di non essere pronto ad adempiere,
chi ha ricevuto l’intimazione può valersi dell’ ECCEZIONE DI INADEMPIMENTO, ossia la difesa che il contraente
può opporre rifiutando l’adempimento (Art. 1460).

—> L’eccezione di inadempimento NON è opponibile in 3 casi:

- Se vi sono termini diversi tra le due prestazioni stabiliti dalle parti o dalla natura del contratto;

- Se il rifiuto di adempiere è contrario ala buona fede;

- Se è stata inserita nel contratto la clausola “solve et repete”, cioè una clausola che rende inopponibile le
eccezioni (art. 1462). Solo le eccezioni di invalidità del contratto, cioè di nullità, annullabilità e
rescindibilità sono sempre opponibili nonostante tale clausola.

—> Nel contratto a prestazioni corrispettive se un contraente non ha più interesse a ricevere la prestazione che gli
spetta, di fronte all’inadempimento dell’atra parte può richiedere la RISOLUZIONE PER
INADEMPIMENTO.

Il contraente può scegliere fra risoluzione e adempimento, una colta scelta la risoluzione non potrà più cambiare idea e
chiedere l’adempimento e alla controparte non è consentito di adempiere. Se invece il contraente scegli l’adempimento
può cambiare idea e chiedere in seguito la risoluzione.

Il presupposto per poter chiedere la risoluzione che vi sia un inadempimento GRAVE, infatti il contratto non si può
sciogliere se l’inadempimento è di scarsa importanza avuto riguardo all’interesse del creditore (art. 1455).

—> I modi per ottenere la risoluzione per inadempimento sono 4:

1. DOMANDA GIUDIZIALE: Procedimento più lungo che chiede l’instaurazione di un processo, il quale si conclude
con una sentenza costitutiva. La risoluzione si produce per effetto della sentenza.

2. DIFFIDA AD ADEMPIERE (Articolo 1454): Consiste in una richiesta scritta in cui al debitore è richiesto di
adempiere entro un congruo termine e che decorso tale termine il contratto si ritiene risoluto ipso jure.

3. CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA (Articolo 1456): Può essere inserita dalle parti nel contratto, in tal caso si
prevede la risoluzione nel caso in cui una prestazione non venga adempiuta nel modo corretto. La parte che vuole
sciogliere il contratto deve dichiarare di volersi avvalere della clausola.

4. TERMINE ESSENZIALE: Un termine di adempimento è definito “essenziale” se la prestazione ha natura tale per cui
dopo la scadenza l’altra parte non ha più interesse a ricevere l’adempimento. Se il termine è essenziale il contratto
si risolve di diritto, salvo che il creditore non dichiari entro 3 giorni di voler ricevere la prestazione ugualmente.

La risoluzione per inadempimento ha effetto retroattivo tra le parti ossia viene eliminato ogni effetto che il contratto ha
prodotto fin dall’inizio.

Nei contratti a prestazioni continue o periodiche la risoluzione non colpisce le prestazioni già eseguite.

2. IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA: Nei contratti a prestazioni corrispettive lo scambio viene meno se una delle
prestazioni diviene impossibili. In questo caso la legge impedisce ad un contraente di approfittare della prestazione
altrui se egli non può più eseguire la propria obbligazione.

IMPOSSIBILITA’ ORIGINARIA (Articolo 1346): Manca un requisito del contratto (impossibilità dell’oggetto) quindi il
contratto è nullo.

Se le prestazioni sono possibili al momento della conclusione può essere che una divenga impossibile
successivamente.

In caso di impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore l’obbligazione si estingue e il debitore è
liberato (Articolo 1256). —> in tal caso però un contraente sarebbe tenuto ad adempiere mentre l’altro no.

RISOLUZIONE PER IMPOSSIBILITA’ SOPRAVVENUTA: Il contraente liberato non può chiedere la


controprestazione e deve restituire quanto ricevuto fino a quel momento (se il creditore è in mora deve eseguire
comunque la prestazione in quanto sopporta il rischio dell’impossibilità della prestazione altrui).

IMPOSSIBILITA’ PARZIALE (Articolo 1256): Non risolve il contratto, determina una riduzione della
controprestazione e solo se il creditore non ha interesse a ricevere un adempimento parziale può chiedere la
risoluzione.

IMPOSSIBILITA’ TEMPORANEA (Articolo 1258): Determina una sospensione dell’obbligazione, poiché il debitore
non è responsabile del ritardo nell’inadempimento. Se l’impossibilità perdura e toglie l’interesse al creditore o
vincola eccessivamente il debitore, l’obbligazione si estingue per impossibilità sopravvenuta.

Nei contratti traslativi (quei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata ovvero trasferiscono o
costituiscono diritti reali (Art. 1465) ), l’impossibilità sopravvenuta di effettuare la consegna della cosa non
determina la risoluzione del contratto poiché l’acquisto avviene con il consenso l’acquirente ha già ottenuto la
prestazione principale quindi la contro prestazione è SEMPRE dovuta, anche se la cosa perisce prima della
consegna.

ECCESSIVA ONEROSITA’ (ARTICOLO 1467): Riguarda i contratti a prestazioni corrispettive, ma anche i contratti
con obbligazioni di una sola parte.

- Contratti a prestazioni corrispettive: l’eccessiva onerosità viene valutata come squilibrio tra le due opposte
prestazioni.

- Contratti con obbligazioni di una sola parte (Art. 1468): lo squilibrio verrà apprezzato considerando la diversa
onerosità che assume la stessa prestazione per il contraente obbligato prima e dopo gli eventi in questione.

- La risoluzione sarà pronunciata dal giudice e avrà effetto solo fra le parti.

- La risoluzione non può essere domandata se la sopravvenuta onerosità rientra nell’alea del contratto (alea:
rischio inerente ad ogni operazione contrattuale/negoziale, relativo alle variazioni di costi e valori delle
prestazioni.).

- La parte contro cui è richiesta la risoluzione del contratto può evitarla offrendo di modificare
equamente le condizioni del contratto.

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