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Nella PROGETTAZIONE degli edifici gli architetti del Seicento inventarono soluzioni fantasiose e animate, quali
l’utilizzo di FORME SINGOLARI, dove non solo i volumi sembrano modellati come fossero sculture ma anche struttura
e decorazione formano una inscindibile unità.
Anche le PIANTE diventano complesse, spesso per la coesistenza dell’impianto centrale con quello longitudinale. Nel
Barocco, dove trionfa il principio del movimento e della sorpresa, viene ripetutamente adottata la pianta ellittica.
Il dinamismo delle architetture si basa anche sull’ASIMMETRIA e criteri proporzionali rispondenti a una logica nuova
che punta sulla sorpresa e sull’immaginazione. Una nuova sensibilità cromatica si palesa negli interni, dove vengono
utilizzati i materiali più vari per suscitare particolari sensazioni.
Per sostenere le CUPOLE, dalle forme più ardite, si predispongono impianti sofisticati realizzati dai progettisti in base
a complicati calcoli geometrici. Per alleggerire le pareti, che devono flettersi, rientrare, assottigliarsi o acquistare
spessore, si sperimentano nuovi sistemi e si sviluppano le tecniche costruttive degli architetti del ‘500.
Chiese, palazzi, ville presentano FACCIATE originali, vivaci, fortemente realizzate, in quanto devono testimoniare la
ricchezza e il movimento dell’interno dell’edificio. Per le facciate del Seicento vengono usati materiali diversi e che
anche per edifici importanti è adoperato il MATTONE, interpretato con fantasia e originalità. Inoltre, ampiamente
utilizzati sono elementi non prettamente strutturati, come piastrini, sculture, fregi, modanature.
FRANCESCO BORROMINI
Lavorò inizialmente come collaboratore di Bernini, anche se successivamente iniziarono delle rivalità tra i due,
dovute sia ai caratteri diversi, sia alle differenti concezioni artistiche. Borromini aveva un animo malinconico e
diffidente e spesso le sue opere riflettono questa sua inquietudine.
La sua prima importante commissione fu la CHIESA DI SAN CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE. Il CHIOSTRO si
compone di 2 ORDINI di colonne, quello superiore sostiene una trattazione continua, Mentre in basso si alternano un
arco e un muro pieno. La pianta a forma di un rettangolo con gli angoli smussati, ovvero un ottagono allungato,
conferendo ritmo è movimento al piccolo spazio del chiostro.
La CHIESA presenta una PIANTA ELLITTICA con terminazioni absidate, frutto di un’unione tra uno schema
longitudinale e l’impianto a croce greca. All’interno, una serie di colonne corinzie di ordine gigante sottolinea
l’andamento sinuoso del perimetro dell’edificio, nel succedersi the di rientranze. L’effetto è quello di uno spazio
continuo e fortemente dinamico. La CUPOLA OVALE è sostenuta da una continuazione del colonnato decorato con
delle rosette. Nella cupola si alternano decorazioni ad esagono e ottagono con la croce in stucco (simbolo dell’ordine
trinitario). La luce delle finestre si riflette sugli intagli della cupola e si proietta sul vano sottostante.
La FACCIATA è impostata su un alto zoccolo ed è divisa orizzontalmente da un cornicione in due ordini di uguale
dimensione. Verticalmente, invece, la facciata è divisa in tre ordini da colonne. La parte centrale ha un andamento
convesso, mentre le due sezioni laterali dormano delle linee concave, dando movimento alla struttura che evidenzia
la perfetta interazione tra interno ed esterno della chiesa.