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COMUNE DI GRIGNO

(PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO)

RISTRUTTURAZIONE DELLE SCUOLE ELEMENTARI DI TEZZE

PROGETTO ESECUTIVO

CALCOLI ESECUTIVI DELLE STRUTTURE


INDICE

RELAZIONE TECNICA ED ILLUSTRATIVA SULLE STRUTTURE ...................................3


NORMATIVE DI RIFERIMENTO .........................................................................................8
PRESCRIZIONI SUI MATERIALI ........................................................................................9
PRESTAZIONI DI PROGETTO, CLASSE DELLA STRUTTURA, VITA UTILE E
PROCEDURE DI QUALITÀ ..............................................................................................16
ANALISI DEI CARICHI E COMBINAZIONE DELLE AZIONI ...........................................17
ANALISI DEI MODELLI STRUTTURALI AGLI ELEMENTI FINITI ...................................61
SINTESI DEI RISULTATI (relazione di accettabilità)......................................................88
VERIFICA DEI SOLAI .......................................................................................................90
VERIFICA DEGLI SBALZI ..............................................................................................131
VERIFICA DELLA BUSSOLA D’INGRESSO .................................................................143
VERIFICHE OPERE DI SISTEMAZIONE ESTERNA......................................................146
RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE §8.4.3..........................................................159
RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI ....................................................176
VALIDAZIONE DEI CALCOLI.........................................................................................197
RELAZIONE TECNICA ED ILLUSTRATIVA SULLE STRUTTURE

Le strutture oggetto della presente relazione costituiscono un ampliamento alle


scuole elementari di Tezze.
Gli edifici del nuovo complesso sono stati suddivisi in tre strutture giuntate sismicamente
(giunto di 10cm), ed una scala esterna, tutte realizzate in c.a. con telai sismo resistenti
costituiti da pilastri e setti. La presenza di telai con travi calate, oltre ad incrementare la
resistenza sezionale e diminuire la deformata, è dettata anche dalla scelta di ridurre al
minimo gli spostamenti di interpiano e altresì di avvicinare il centro di rigidezza della
struttura al centro di massa al fine di ottenere una struttura sismicamente disaccoppiata e
sfruttare al massimo le risorse di duttilità.
Le fondazioni sono superficiali, costituite da travi rovesce di altezza H=1m, collegate tra
loro mediante cordoli, i solai di piano e di copertura sono in laterocemento, mentre per il
piano terra sono previsti precompressi alveolari da 16cm+5cm di soletta di completamento
che si appoggiano direttamente sulle travi.
La struttura della palestra, di seguito indicata come “corpo A”, si sviluppa su un doppio
volume con pilastri perimetrali collegati tra loro in copertura e interrotti ad un livello
intermedio da travi perimetrali di adeguata rigidezza. Il tetto a padiglione prevede la
realizzazione di capriate in c.a. in grado di coprire la luce massima di 12 metri, e sulle
quali si appoggiano i solai in laterocemento da 33cm (pignatte da 28+soletta in c.a. da 5
cm).
Il corpo scuola, denominato “corpo B”, è costituito da un piano terra, un piano primo e un
piano sottotetto su cui verranno posizionati gli impianti. La maglia strutturale,
particolarmente regolare, è costituita da pilastri e travi calate perimetrali, a spessore di
solaio centrali (solai di piano da 33cm, con pignatte da 28cm e soletta di collegamento da
5cm). La copertura a padiglione viene realizzata in c.a., con travi principali di dimensioni
opportune per sostenere i solai in laterocemento da 33cm e cordoli in c.a. di chiusura. Un
abbaino permette l’accesso al sottotetto dal corpo di collegamento.
Adiacente al corpo “B” si trova la scala esterna, giuntata sismicamente, realizzata
interamente in c.a. mediante una soletta rampante da 15cm che scarica su due setti di
sezione 20x150xm, i quali poggiano su due plinti collegati alla trave rovescia di fondazione
perimetrale del corpo “B”.
Il corpo di collegamento, indicato come “corpo C” si sviluppa su due piani con travi calate
al primo livello e a spessore di solaio in copertura, aventi luce costante di circa 4 metri. I
solai di questa struttura sono tutti da 24cm (pignatte da 20cm+soletta in c.a. da 4cm).
La struttura fondale è comune a tutte le strutture e prevede la realizzazione di un graticcio
di travi rovesce e cordoli. I plinti, opportunamente collegati al resto della fondazione, sono
previsti per sostenere la scala esterna adiacente al corpo “B”. Le travi rovesce e i plinti
poggiano su un idoneo spessore di magrone.
Il progetto prevede anche la ristrutturazione del vecchio edificio e in particolar modo, da un
punto di vista strutturale, è stata prevista una chiusura tramite soletta in c.a. del vecchio
vano ascensore e la realizzazione di un vano scale con nucleo ascensore tramite la
demolizione della porzione di solaio esistente. Il nuovo vano ascensore verrà realizzato in
muratura per non interferire con la rigidezza del sistema. La copertura in legno del nuovo
vano scale sarà sostituita da una soletta piena di c.a. Verranno inoltre aperte 3 aperture
nella muratura portante che sono state sostituite da telai in acciaio di egual rigidezza.
L’intervento di ristrutturazione da un punto di vista strutturale è normato al § 8.4.3 delle
nuove NTC “riparazione o intervento locale”.
Tutte le strutture sono state progettate secondo i criteri di antisismica dettati dalle Nuove
Norme Tecniche sulle Costruzioni (DM2008) considerando che il comune di Grigno si
trova in zona sismica 4 e tenendo conto che si tratta di un edificio strategico.
Tutte le strutture sono state modellate con un codice di calcolo agli elementi finiti
utilizzando sia elementi beam per simulare il comportamento dei telai, sia elementi shell
per i setti in c.a. e la soletta del piano terra, quindi si è proceduto ad eseguire una analisi
numerica di tipo dinamico modale al fine di determinare le sollecitazioni e gli spostamenti
sotto l’azione sismica di normativa. Successivamente sono state determinate le
sollecitazioni di inviluppo sia dei carichi verticali sia delle azioni sismiche considerando le
combinazioni di carico come da normativa. Per ogni combinazione sono state effettuate le
verifiche di normativa relative agli stati di sollecitazione e di deformazione.
uzione scala in c.a.
esistente e ricostr
Demolizione solaio
in c.a.
nsore con solaio
Chiusura vano asce

12C40
Esistente

Ø14/10'
40

15

50x60
rip. Ø8/20

c.a. s=2
' Lvar (min= 520, max=
Lvar (min=
Lvar (min=
"

795, max= 660)

1cm
260, max=
11C 40
PLINTO TIPO2

1005)
40
0

330)
C003 30x6 130x130x100

C002 120
10C 40
40

50X60 1 120x100x5

x100x5
C00

alveolar
H=16+5
40

0x40
40

9C

e
60
8C 40 C004 30x
40
C 8 HEA10 Tubo
quadro

0x40
Part. "A" 0 100x10
60

alveolar
C002
C004 30x 0

H=16+5
40
Y

60
40

120x10

30x
e
Y
7C lamiera

05

0
HEA10
C001

C0
e grecata

0x50x4

0
alveolar

HEA10
H=16+5 Part. "C"

120x10

0
HEA100
Tubo
6C quadro

0x50x4
40 Part. "B"
40 100x10
0 C 6
60

C002 120
C003 30x

0
5C 40
40

x100x5
C001 120
alveolare

0x40
H=16+5

x100x5
4C 40
40

0x4
60
C003 30x

0
3

C002
C 40
40

120x10
C001
18A 19A

0x50x4
e
alveolar

120x10
30 A005 30X60
16A 17A 30
60
H=16+5

0
30
2C 40

0x50x4
40
30 A004 120x100x50x40 30
14A 15A 30 30

0
1C 40
40
30 30 A003 120x100x50x40 30
13A 30 30 30 30 B002 120x100x50x40 30 30

A008 120X100x50x40

100
60 60 60

100
alveolare
30 11B 12B 13B 14B 30 15B
H=16+5
A010 30X60

A011 30X60

alveolare
H=16+5
alveolare

A009 120X100
H=16+5

B003 120X100
B001 30X60

B001 30X60

B001 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5
30
A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x10x50x40 30 A001 120x100x50x40
60 60 60
150

150
8A 9A 10A 11A 12A 30
30 30 30
30 60
60 30 B002x 120x100x50x40 30 30
A006 120x100x50x40

30

6B 7B 8B 9B 10B
A007 30X60

A007 30X60

A008 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare

A009 120X100
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5

B003 120X100
B001 30X60

B001 30X60

B001 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5
A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40

30 1B 2B 3B 4B 5B 30
30 30
60 60 60
100

100
60
6A 7A 60 30 B002 120x100x50x40 30 30
A009 120X100
120x100x50x40

150

150
A007 30X60

A007 30X60

A007 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5

S1 S2
A006

20 20

30 30
150

150

60 60 60 PLINTO TIPO1 PLINTO TIPO1


A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 215x120x100 215x120x100

1A 2A 3A 4A 5A

Fig1 strutture fondazione


in c.a.
o esistente e ricostruzione scala
Demolizione solai

nsore con solaio in c.a.


Chiusura vano asce

Ø10/20'' L=200
53

72
68
rip. 2+2Ø8
7

Esistente 40 12 C
Ø14/1 2,5'' (min=390,
16

40
h=24cm
rip. Ø8/20

c.a.

C102
Lvar
Lvar (min=

Lvar (min= max=440)

"

40x50

0
h=24cm

x5
692 ,max
270, max=

c.a.

40 veletta
n.2
11C
16

15x30
=802)

40
330)

40 n.3
40x50 veletta
40 C103 15x35
40
C102

7
atte
zon a pign
h=20cm C110 40x
rip.2+2Ø8
10C
Ø16/25''

ribassate 24
40x50

47
rip. Ø8/2

51
h=24cm
C101

c.a.

pos.C
16

Lvar (min=

40 50
0''

40 Ø10/20'' L=155
H=20+4

Lvar (min=
i=50cm

n.1
9C
40x50

veletta
60x24
220, max=

15x3 0 8C 40 C106
252, max=

Ø10/20'' L=200 40
700)

53 50
h=24cm

40x24

40x
C106
c.a.
Ø16/2

732)

72 7C 40 40
C102

C109
5'' pos.C

trosald.
x24

68
rete elet20
8 60

rip. 2+2Ø8
Ø6 20x
40x50

h=24cm

7
C10

c.a.
C101

16

H=20+4
1142)
i=50cm
40x50

362, max=
6C 40x24
16
Lvar (min=max=780)
40
C105 pos.A
Ø16/50'' Lvar (min=
240,
330)
40 90, max=
pos.A Lvar (min= 1142)
40x 50 Ø16/50'' 16 362, max= 16
C105 ' pos.B
(min= max=780)
240,
5C 40 40 Ø8/50''
pos.B
Ø8/50' Lvar (min=
Lvar (min=
90, max=
330)
Ø8/20''
rip.

H=20+4
C101

C102
40x50

c.a.
i=50cm
h=24cm
40x50

C109
40x24

1c C104
sez.1c-
40
40
40x24
40x 50
C104
40
40
4C
H=20+4

C102
i=50cm

18A 3C
40x50
sez.2c-

16
C101

30 A112 45x33
19A
16A 17A 60
Lvar (min=

Lvar (min=

30
Ø8/50''
2c
40x

L var (min
Ø14/5

30
2C
Lvar (mi

40
60, max=2

75, max=2
50

=30,

pos.A85)
0'' pos.B
n=30,

C103
Ø8/50''

40
max= 135)

sez.3a-3a
Ø14/50''

14A 30
A111 45x33 30
70)
max=13

15A 30 30 A114 40x50


C102
40x50

16
pos.A

5)
16

45x33 1C 40 5''
pos.B

30 30 30 50
40 rip. Ø8/2
c.a. h=24cm 14B 15B
A110 45x33 A110 45x33
13A 30 30 30
sez.2a-2a 45 30 30 B102 45x50x33x30 30 B102 45x50x33x30 30 B102 45x50x33x30
100

60 60 60
A106 45x33

2+2Ø14 st.Ø8/20''

33
100

A113
45x33 H=28+5 11B 12B 13B
2+2Ø14 st.Ø8/20''

30 30
A107 45X33
A104 45x33

i=50cm
2+2Ø14 st.Ø8/20''

H=28+5

H=28+5

H=28+5

H=28+5
i=50cm
A102 45x33

A103 45x33

A103 45x33

A105 45x33

i=50cm

i=50cm

i=50cm

45 45
50 33 33 50
H=28+5 H=28+5 H=28+5 30 30
i=50cm i=50cm i=50cm
B103 60x33

B103 60x33

B103 60x33
B104 45x50x33x30

B104 45x50x33x30

2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20''


rete elettrosald.
Ø6 20x20
sez.1a-1a

A109 30X80 30 A109 30X80 30 A109 30X80 30 A109 30X80


60 60 60
150

150

8A 9A 10A 11A 12A 30


sez.1b-1b

30
30 30 30
30
60 6B B101 60x33 7B 30
B101 60x33 8B 30
B101 60x33 9B 30
B101 60x33
60

30 10B
H=28+5

H=28+5

H=28+5

H=28+5
i=50cm

i=50cm

i=50cm

i=50cm
B104 45x50x33x30
A107 30x80
A101 30x80

45x50x33x30
B103 60x33

B103 60x33

B103 60x33

2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20''


B104
16

16

zona pignatte
130B ribassate h=20cm
2B 3B 4B 30
30 30
33
60 60 60
5B
100

100

2Ø14/50'' L=617cm pos.1

B102 B102 B102 45x50x33x30 B102 45x50x33x30


Ø8/50'' L=601cm pos.2

6A 60
7A
60 45
50
30 30 30 30
2Ø14/50'' pos.1

rip.Ø8/20''
Ø8/50'' pos.2

365

365
A101 30x80

A107 30x80

c.a. h=20cm
520
Ø14/10'' L=922cm

22 2 1 20 19 18 17 16 15 14 13 12
220

220

11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

rip. Ø8/20''
S1 S2
16

16

30 30 c.a. h=15cm
370

c.a. h=20cm veletta n.5


150

16

15x30
2A 60 3A 60 4A 60 5A
150

veletta n.4
1A A108 30X80 30 A108 30X80 30 A108 30X80 30 A108 30X80 15x30

veletta n.4
15x30

7 7
rip. 2+2Ø8 rip. 2+2Ø8
38 33
42 37
53 53

Ø10/20'' L=140 Ø10/20'' L=130

Fig2 carpenteria piano primo


in c.a.
esistente e ricostruzione scala
Demolizione solaio
c.a.
sore con solaio in
Chiusura vano ascen

12C

Ø14/12,5'' (min=390,
Esistente 7

16
40

h=24cm
c.a .
rip. Ø8/20
Lvar
Lvar (min=

Lvar (min= max=440)

C202
50x24
rip. 3+3Ø8 67
4 71

h=24cm
0x2

"

c.a.
46

692 ,max=
270, max=
0 65
C2 40
veletta
n.6 Ø10/20'' L=210
40 15x55

330)

802)
60x24 11C
40 C20 3
40

C202
tte
zona pigna cm 40x2 4
10C h=20

c.a. h=
ribas sate

50x
C201

16

24
40

24cm
40

H=20+4
i=50cm
9C

50x24
40 60x24
8C40

c.a. h=2
60x24
C2 03

40x24
40
40 7C

C202

4cm

24
60x
c.

50x24
H=20+4 h=2 a.

C 201
i=50cm 4cm

50x24
40 40x24

60x24
6C40
C203 4cm

C2 02
40
40 5C c.a.h=2

40x24
50x24
C 201
H=2 0+4

50x24
i=50 cm

c 40
sez.1c-1 40
40x24
60x 24
C203 4C

40x24
40
40

C202
3C

H=2 0+4
i=50cm

50x
sez.2c-
C 201

16
24
30 A112 45x33 60

Lvar (m

Lvar (m
30

Ø8/50 m ax=285)
2c
50x24
18A

Lvar (m
Ø14/50'
30
2C

Lvar (min=30

in=60, m

in=75,
40
19A

'' pos.A
in=30,
ax=270)
C2 03

' pos.B
Ø8/50''
40

m ax=135)
30 30

Ø14/50''
A111 45x33

, max=13
17 A 30 60x24

C2 02
30
16A

50x24

16
5)
pos.A

16
c.a. h=24cm
A113 1C 40

pos.B
'

30 30 30 45x33 Q(estra)=7.07
40 rip. Ø8/25
Q(estra)=7.07 14B Q(estra)=7.07 15 B
A110 45x33 A110 45x33 B203 30x110 B203 30x110 B206 30x110
30 30 30 30 B203 45x33 30 30
15A A113

100
13 A 14A 60 60 60

A106 45x33

2+2Ø14 st.Ø8/20''
Q(estra)=6.31

100
45x33 H=28+5
11B 12 B 13B
2+2Ø14 st.Ø8/20''

30 30
A104 45x33

i=50cm
2+2Ø14 st.Ø8/20''
A102 45x33

A103 45x33

A103 45x33

A105 45x33

H=28+5 H=28+5 H=28+5

Q(estra)=7.07
B204 30x110
i=50cm i=50cm i=50cm rete elettrosald.

B205 30x110
Q(estra)=7.07
B202 60x33

B202 60x33

B202 60x33
Ø6 20x20
2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14
st.Ø8/20''

H=28+5

H=28+5

H=28+5

H=28+5
i=50cm

i=50cm

i=50cm

i=50cm
Q(estra)=6.31
A109 30X80 30 A109 30X80 30 A109 30X80 30 A109 30X80

45x33
60 60 60
12 A
150

150
8A 9A 10A 11A

sez.1b-1b
30
30 30 30
30 30
60 6B B201 60x33 7B 30 B201 60x33 8B 30 B201 60x33 9B 30 B201 60x33
60

30 10 B

H=28+5

H=28+5

H=28+5

H=28+5
i=50cm

i=50cm

i=50cm

i=50cm
A107 30x80

B205 30x110
A101 30x80

Q(estra)=7.07
60x33

60x33

60x33
B204 45x33

2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14 st.Ø8/20'' 2+2Ø14


st.Ø8/20''

B202

B202

B202
30 30
30 30
60 60 60

100
60 60
6A 7A B206 30x110
100

30 B206 30x110 30 B206 30x110 30 B206 30x110


1B 2B 3B Q(estra)=7.07
4B 5B
A101 30x80

A107 30x80

c.a h=20cm

30 30

2A 60 3A 60 4A 60 5A
150

150

1A A108 30X80 30 A108 30X80 30 A108 30X80 30 A108 30X80

Fig3 carpenteria piano secondo-sottotetto

E
EDIFICIO ESISTENT
O COPERTURA
STRALCIO PIAN

Esistente 12C 40
h=24cm

C202
c.a.

50x24

4
x2
h=24cm

4 60
c.a.

C20 40

11C 40 ruzione scala in c.a.


60x24 esistente e ricost
40
40 10C
C203 Demolizione solaio
C202

40x24
c.a.
sore con solaio in
c.a. h=2
50x24
H=20+4

Chiusura vano ascen


i=50cm
C201

40
40
4cm

9C
50x24

60x24 o
solaio in laterocement
40

ne di
8C 40 Rifacimento porzio
c.a. h=2

60x24
C203
40x24

40
40 7C
C202

4cm

x24

c.
50x24

60

H=20+4 h= a.
24
C 201

i=50cm cm
50x24

40 40x24

60x24
6C 40
40 C203 c.a.h=24c
m
40 5C
40x24
C202
50x24

H=20+4
C 201

i=50cm
50x24

40
40x24
60x24
4C 40
40x24

40 C203
40 3C
C202
i=50cm

50x24
H=20+4
C 201

30 A112 45x33
30 60
50x24

18 A 30

30 30
19A Q Z H Y
A111 45x33
30
16A 17 A 30 C203
60x24
A113
30 30 30 45x33 11 B s=15cm s=15cm s=15cm 15B
A110 45x33 A110 45x33 B203 30x33 30x33 B203 B203 B203
100

30 30 30 30 30 30 30

13A 14A 15A30A113 30 30 60 60


A106 45x33

2+2Ø14 st.Ø8/20''

16B
100

12 B 13B 14B
B302 30x50

B303 30x50
30x33

45x33 H=28+5
*
2+2Ø14 st.Ø8/20''

30 30
A104 45x33

B305 30x50
H=28+5
i=50cm

i=50cm
2+2Ø14 st.Ø8/20''

*
A102 45x33

A103 45x33

A103 45x33

A105 45x33

H=28+5
i=50cm

s=15cm
H=28+5 H=28+5 H=28+5
33
30x

i=50cm i=50cm
30
B204

s=15cm
x3

sez.3b-3b
B304 30x50
3

2+2Ø14 st.Ø8/20''
B205

H=28+5
-1b

i=50cm
sez.1b

s=15cm X1 s=15cm s=15cm s=15cm X2


9A 10 A 11A
B302 30x50

B305 30x50

Q=7.07 Q=7.07 Q=7.07 Q=7.07 solaio sez.5b-5b


33

H=28+5
30x50

A207 30x60 A207 30x60 A207 30x60 A207 30x60


150

30 30 30
30

B303

3
30x

x3

i=50cm
x3

60 60 60
30
30x50

3
30x

8A 0
*
33
150

H=28+5 H=28+5 H=28+5 H=28+5 x6 6B


30 i=50cm i=50cm i=50cm i=50cm 30 12A
30
30 30 30 9B 60
30
W
04 B306 B306 30x60 B306 30x60 B306 30x60 B306 30x60 B306 30x60
60

30 30 30
A2 30x60 10B
7B 8B
A206 30x60

B302 30x50

30

*
H=28+5
i=50cm

*
30x50

30
B301

3
x3

*
x3

sez.1a-1a
30
3

30

sez.2b
x33
H=28+5
i=50cm

-2b
A2 *
A203 30x60
A203 30x60

A203 30x60
2+2Ø14 st.Ø8/20''

2+2Ø14 st.Ø8/20''

04 A209 30x33 30x33


s=15cm
30x50

30
x6 H=28+5
0
*
2+2Ø14 st.Ø8/20''

i=50cm
H=28+5

solaio sez.4b-4b

2+2Ø14 st.Ø8/20''
i=50cm

H=28+5
A201 30x60

A206 30x60

i=50cm
B205
Q=7.07

B301

B304

A2
30x50

B302 30x50

B305 30x50

05
30

colmo Q=9.28
H=28+5
i=50cm
H=28+5
i=50cm

x3

A208 30x33 A208 30x33 30 s=15cm


3

x6
sez. 3a-3a

0
rete elettrosald.
Ø6 20x20 30 rete elettrosald. 30
*
2+2Ø14 st.Ø8/20''

2+2Ø14 st.Ø8/20''

A20 Ø6 20x20
100

30 30
4 60 60 60
100

60 30x 60
6A -2a 7A B206 30 B206 30 B206 30 B206
H=28+5
i=50cm
A203 30x60

A203 30x60

A203 30x60

sez.2a 0 60
30
x6 1B s=15cm
2B s=15cm 3B s=15cm 4B s=15cm
5B
A206 30x60

04
A2
H=28+5
i=50cm
H=28+5
i=50cm
H=28+5
i=50cm
H=28+5
i=50cm Q
Q=7.07

Z H Y
c.a h=20cm

NB: TUTTI I CORDOLI DI COLMO E/O COMPLUVIO/DISPLUVIO


30x60
A201

s=15cm
VANNO ARMATI CON 3+3Ø16 STAFFE Ø10/10"
30
sez.1a-1a 30
150
150

A
1A A207 30x60
60
30 A207 30x60
60
30 A207 30x60
60
30 A207 30x60 5A * Travetti armati con 2Ø10 inf+2Ø10sup., lunghezza variabile
s=15cm
Q=7.07 2A Q=7.07
s=15cm
3A Q=7.07
s=15cm
4A Q=7.07
s=15cm

A
X1 X2

Fig4 carpenteria copertura


Distanza tra costruzioni contigue §7.2.2:
La distanza tra costruzioni contigue rispetta i dettami del §7.2.2 delle NTC:

H ag S
d≤ ×
100 0.5 g
Dove:
a g = 0.24 g
S = S s ST
ag
1 ≤ S s = 1.7 − 0.6 F0 ≤ 1 .5
g
F0 = 2.47656
S s = 1 .3
ST = 1
H = 9.35 + 2.08 = 11.43m
11.43 0.24 g × 1.3 × 1
d= × = 0.071m
100 0 .5 g
Avendo lasciato un giunto di 10cm tra le costruzioni si ritiene di aver agito a vantaggio di sicurezza.
NORMATIVE DI RIFERIMENTO

Legge 5 novembre 1971 N. 1086 - Norme per la disciplina delle opere in conglomerato
cementizio armato normale e precompresso ed a struttura metallica.

Circolare Ministero dei lavori Pubblici 14 Febbraio 1974, N.11951 - “Applicazione delle
norme sul cemento armato”.

Circolare Ministero dei lavori Pubblici 25 Gennaio 1975, N.13229 - “L’impiego di


materiali con elevate caratteristiche di resistenza per cemento armato normale e
precompresso.

C.N.R. - UNI 10011-97 - “Costruzioni di acciaio: Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il


collaudo e la manutenzione”.

Norma CNR 10016-2000 - “Strutture composte da acciaio e calcestruzzo istruzioni per


l’impiego nelle costruzioni”.

EUROCODE 2 - “Design of concrete structures”

EUROCODE3 - “Design of steel structures”

EUROCODE8 - “Design of structures for earthquake resistance”

Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 14/01/2008.

Circolare 02 febbraio 2009 n° 617/C.S.LL.PP

* * *
PRESCRIZIONI SUI MATERIALI

ELEMENTI STRUTTURALI IN ACCIAIO

Per le strutture metalliche dovranno essere impiegati materiali aventi le caratteristiche sotto
indicate:

• per Profilati, Piatti e Lamiere con spessori >= 3 mm e <= 100 mm


acciaio tipo Fe 430 grado B secondo UNI-EN 10025 ovvero S 275 JR secondo la notazione
eurocodici, calmato o semicalmato:
tensione di rottura a trazione 410 Nmm-2 <= ft <= 560 Nmm-2 ;
tensione di snervamento 275 Nmm-2 <= fy;
resilienza KV >= 27 J ;
allungamento % a rottura
per lamiere t >= 20 ;
per profilati e larghi piatti t >= 22 ;
ft
> 1,20
fy

• Saldature:
I giunti saldati devono essere realizzati secondo i procedimenti all’arco elettrico codificati
secondo ISO 4063; essi devono essere effettuati con elettrodi di qualità 3 o 4 secondo UNI 5132 e
realizzati con accurata eliminazione di ogni difetto al vertice prima di effettuare la ripresa o la
seconda saldatura.
I saldatori nei procedimenti manuali o semiautomatici dovranno essere qualificati secondo
EN287-1 da ente terzo; gli operatori di procedimenti automatici dovranno essere qualificati
secondo EN1418. Tutti i procedimenti di saldatura dovranno essere qualificati secondo EN2883.
Sono richieste caratteristiche di duttilità, snervamento, resistenza e tenacità in zona fusa ed in
zona termica alterata non inferiori a quelli del materiale base.
Nell'esecuzione delle saldature dovranno inoltre essere seguite le prescrizioni della EN 1011 punti
1 e 2 per gli acciai ferritici e della parte 3 per gli acciai inossidabili. Per la preparazione dei lembi si
applicherà, salvo casi particolari, la EN 29692.
Le saldature saranno sottoposte a controlli non distruttivi finali per accertare la corrispondenza ai
livelli di qualità stabiliti dal progettista nel corso del progetto esecutivo. L'entità ed il tipo di tali
controlli, distruttivi e non distruttivi, in aggiunta a quello visivo al 100 per cento, saranno definiti dal
progettista ed eseguiti sotto la responsabilità del direttore dei lavori, che potrà integrarli ed
estenderli in base all'andamento dei lavori, ed accettati ed eventualmente integrati dal
collaudatore. Ai fini dei controlli non distruttivi si possono usare metodi di superficie (ad esempio
liquidi penetranti o polveri magnetiche), ovvero metodi volumetrici (esempio raggi X o gamma o
ultrasuoni). Per le modalità di esecuzione dei controlli ed i livelli di accettabilità si potrà fare
riferimento alle prescrizioni della EN 12062. Tutti gli operatori che eseguiranno i controlli dovranno
essere qualificati secondo EN 473 almeno di secondo livello.

• Bulloni:
I bulloni dei diametri nominali indicati sui disegni costruttivi dovranno essere composti come segue:
VITI di classe 8.8 materiale UNI EN 20898/1 – riferimento UNI 5712;
DADI di classe 8.8 materiale UNI EN 20898/2 – riferimento UNI 5713;
ROSETTE e PIASTRINE acciaio C50 materiale UNI EN10083-2 temprato e rinvenuto HRC
32-40 – riferimento UNI 5714.
I bulloni devono essere serrati secondo le coppie di serraggio previste dalla norma CNR-UNI10011
per le giunzioni ad attrito.

• per Tirafondi
acciaio tipo S355 JR secondo UNI-EN 10025, (Fe 510 grado B calmato o semicalmato):
tensione di rottura a trazione 490 Nmm-2 ≤ ft ≤ 630 Nmm-2 ;
tensione di snervamento 355 Nmm-2 ≤ fy ;
resilienza KV ≥ 27 J ;
allungamento % a rottura t ≥ 22 .
ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO ARMATO

Per la realizzazione delle pareti verticali, delle travi e solette delle strutture di elevazione dovranno
essere impiegati materiali aventi le caratteristiche sotto indicate:

 CALCESTRUZZO “a prestazione” (UNI EN 206-1) confezionato con sabbia naturale o


artificiale, per frantumazione di pietra calcarea, priva di materie organiche e di adeguata
granulometria, con ghiaia ben assortita a spigoli vivi e con acqua limpida, dolce, esente da
cloruri e da solfati. Il calcestruzzo dovrà avere le seguenti caratteristiche:
• Resistenza caratteristica a compressione a 28gg. Rck = 35 N/mmq.
• Diametro massimo dell’inerte 31.5mm.
• Rapporto acqua/cemento massimo 0,55.
• Classe di consistenza allo scarico (UNI EN 206-1): S5
• Tipo e classe di resistenza del cemento (UNI ENV 197/1): CEM II/A-M – Classe di resistenza
42.5R, cemento portland composito.
Per la struttura in oggetto è previsto l’utilizzo in classe di esposizione “XC3”; per assicurare una
adeguata protezione alle barre di armatura deve essere garantito un ricoprimento di 40mm per
travi, pilastri e pareti, 25mm per solai e solette, tenendo conto che la vita nominale della
struttura è ≥ 100 anni. E’ inoltre vietata qualsiasi aggiunta di acqua in cantiere, il
raggiungimento della prescritta lavorabilità deve essere assicurato con l’eventuale aggiunta di
additivo fluidificante.

 ACCIAIO PER C.A. ad aderenza migliorata del tipo B 450 C (ex FeB44k), saldabile, con le
seguenti caratteristiche meccaniche: fyk≥430 N/mmq, ftk≥540 N/mmq, allungamento uniforme
al carico max esu,k >7,5%.
Dato l’impiego in zona sismica si richiede, inoltre, che l’acciaio rispetti i seguenti limiti:
(fy,eff / fy,nom) <1,25 1,15≤ (ft/fy)medio<1,35

Per la realizzazione delle strutture di fondazione (travi rovesce, plinti e cordoli di collegamento):

 CALCESTRUZZO “a prestazione” (UNI EN 206-1) confezionato con sabbia naturale o


artificiale, per frantumazione di pietra calcarea, priva di materie organiche e di adeguata
granulometria, con ghiaia ben assortita a spigoli vivi e con acqua limpida, dolce, esente da
cloruri e da solfati. Il calcestruzzo dovrà avere le seguenti caratteristiche:
• Resistenza caratteristica a compressione a 28gg. Rck = 30 N/mmq.
• Diametro massimo dell’inerte 50mm.
• Rapporto acqua/cemento massimo 0,60.
• Classe di consistenza allo scarico (UNI EN 206-1): S4
• Tipo e classe di resistenza del cemento (UNI ENV 197/1): CEM II/B-M – Classe di resistenza
42.5R, cemento portland composito - pozzolanico.
Per la struttura in oggetto è previsto l’utilizzo in classe di esposizione “XC2” (UNI EN 206-1);
per assicurare una adeguata protezione alle barre di armatura deve essere garantito un
ricoprimento di 50mm per travi di fondazione, cordoli e plinti, tenendo conto che la vita
nominale della struttura è ≥ 100 anni. E’ inoltre vietata qualsiasi aggiunta di acqua in cantiere,
il raggiungimento della prescritta lavorabilità deve essere assicurato con l’eventuale aggiunta di
additivo fluidificante.

 ACCIAIO PER C.A. ad aderenza migliorata del tipo B 450 C (ex FeB44k), saldabile, con le
seguenti caratteristiche meccaniche: fyk≥430 N/mmq, ftk≥540 N/mmq, allungamento uniforme
al carico max esu,k >7,5%.
Dato l’impiego in zona sismica si richiede, inoltre, che l’acciaio rispetti i seguenti limiti:
(fy,eff / fy,nom) <1,25 1,15≤ (ft/fy)medio<1,35
ELEVAZIONE:
CALCESTRUZZO
DM2008 p.11.2.1
Calcestruzzo Rck= 35 C28/35
Resistenze caratteristiche
COMPRESSIONE fck=0.8Rck 28 Mpa
media fcm=fck+8 36 Mpa
TRAZIONE fctm=0.3fck^(2/3) 2.766262 Mpa per classi<C50/60
media fcfm=1.2fctm 3.319514 Mpa
fctk=0.7fctm 1.936383 Mpa
E=22000(fcm/10)^0.3 32308.25 Mpa
Resistenze di calcolo p.4.1.2 fd=fk/Ym

COMPRESSIONE fcd= ccfck/Yc 15.86667 Mpa


Yc= 1.5
cc=(lunga durata) 0.85
elementi piani(solette etc) fcd=0.8fcd 12.69333 Mpa

TRAZIONE fctd=fctk/Yc 1.290922 Mpa


ACCIAIO per C.A. p.11.3.2.

Fyk: 450 p-11.3.2. MPa


γs= 1.15 p.4.1.2.1.1.3
Fyd= 391.3043478 MPa

FONDAZIONE (travi rovesce, plinti e cordoli di collegamento)


CALCESTRUZZO
DM2008 p.11.2.1
Calcestruzzo Rck= 30 C25/30
Resistenze caratteristiche
COMPRESSIONE fck=0.8Rck 24 Mpa
media fcm=fck+8 32 Mpa
TRAZIONE fctm=0.3fck^(2/3) 2.496101 Mpa per classi<C50/60
media fcfm=1.2fctm 2.995321 Mpa
fctk=0.7fctm 1.74727 Mpa
E=22000(fcm/10)^0.3 31186.57 Mpa

Resistenze di calcolo p.4.1.2 fd=fk/Ym

COMPRESSIONE fcd= ccfck/Yc 13.6 Mpa


Yc= 1.5

cc=(lunga durata) 0.85


elementi piani(solette etc) fcd=0.8fcd 10.88 Mpa

TRAZIONE fctd=fctk/Yc 1.164847 Mpa


ACCIAIO per C.A. p.11.3.2.
Fyk: 450 p-11.3.2. MPa

γs= 1.15 p.4.1.2.1.1.3


Fyd= 391.3043478 MPa

Prescrizioni comuni alle strutture di fondazione e di elevazione:

Controlli in cantiere delle barre d’armatura


3 spezzoni per ogni diametro, entro ciascun lotto dello stesso stabilimento, secondo le indicazioni
del DM 2008 §11.3.2.10.4, per i quali vanno garantite le seguenti prescrizioni:

Qualità dei componenti


• La sabbia deve essere viva, con grani assortiti in grossezza da 0 a 3 mm, non proveniente da
rocce in decomposizione, scricchiolante alla mano, pulita, priva di materie organiche, melmose,
terrose e di salsedine.
• La ghiaia deve contenere elementi assortiti, di dimensioni fino a 16-20 mm, resistenti e non
gelivi, non friabili, scevri di sostanze estranee, terra e salsedine. Le ghiaie sporche vanno
accuratamente lavate. Anche il pietrisco proveniente da rocce compatte, non gessose né
gelive, dovrà essere privo di impurità od elementi in decomposizione.
In definitiva gli inerti dovranno essere lavati ed esenti da corpi terrosi ed organici. Non sarà
consentito assolutamente il misto di fiume. L’acqua da utilizzare per gli impasti dovrà essere
potabile, priva di sali (cloruri e solfuri).
Potranno essere impiegati additivi fluidificanti o superfluidificanti per contenere il rapporto
acqua/cemento mantenendo la lavorabilità necessaria.
Prescrizione per inerti
Sabbia viva 0-7 mm, pulita, priva di materie organiche e terrose; sabbia fino a 30 mm (70mm per
fondazioni), non geliva, lavata;pietrisco di roccia compatta.
Assortimento granulometrico in composizione compresa tra le curve granulometriche sperimentali:
- passante al vaglio di mm 16 = 100%
- passante al vaglio di mm 8 = 88-60%
- passante al vaglio di mm 4 = 78-36%
- passante al vaglio di mm 2 = 62-21%
- passante al vaglio di mm 1 = 49-12%
- passante al vaglio di mm 0.25 = 18-3%
Prescrizione per il disarmo
Indicativamente: pilastri 3-4 giorni; solette modeste 10-12 giorni; travi, archi 24-25 giorni, mensole
28 giorni.
Per ogni porzione di struttura, il disarmo non può essere eseguito se non previa autorizzazione
della Direzione Lavori.

Provini da prelevarsi in cantiere


Viene prescritto il controllo di tipo A, secondo le indicazioni del DM 2008 §11.3.2.10.4, riferito ad
un quantitativo di miscela omogenea non maggiore di 300mc. N° 2cubi di lato 15 cm per un
prelievo ogni 100 mc. Per ogni giorno di getto va comunque effettuato un prelievo.
Le seguenti disuguaglianze devono essere rispettate:
Rck 28< Rm -3,5N/mm2
Rmin> Rck – 3,5 N/mm2
Rm= resistenza media dei prelievi (N/mm2)
2
Rmin= minor valore di resistenza dei prelievi (N/mm )
PRESTAZIONI DI PROGETTO, CLASSE DELLA STRUTTURA, VITA
UTILE E PROCEDURE DI QUALITÀ

Le prestazioni della struttura e le condizioni per la sua sicurezza sono state individuate
comunemente dal progettista e dal committente. A tal fine è stata posta attenzione al tipo
della struttura, al suo uso e alle possibili conseguenze di azioni anche accidentali; particolare
rilievo è stato dato alla sicurezza delle persone. Risulta così definito l’insieme degli stati limite
riscontrabili nella vita della struttura ed è stato accertato, in fase di dimensionamento, che essi
non siano superati.
Altrettanta cura è stata posta per garantire la durabilità della struttura, con la consapevolezza
che tutte le prestazioni attese potranno essere adeguatamente realizzate solo mediante
opportune procedure da seguire non solo in fase di progettazione, ma anche di costruzione,
manutenzione e gestione dell’opera. Per quanto riguarda la durabilità si sono presi tutti gli
accorgimenti utili alla conservazione delle caratteristiche fisiche e dinamiche dei materiali e
delle strutture, in considerazione dell’ambiente in cui l’opera dovrà vivere e dei cicli di carico a
cui sarà sottoposta. La qualità dei materiali e le dimensioni degli elementi sono coerenti con
tali obiettivi.
In fase di costruzione saranno attuate severe procedure di controllo sulla qualità, in particolare
per quanto riguarda materiali, componenti, lavorazione, metodi costruttivi.
Saranno seguiti tutti gli inderogabili suggerimenti previsti nelle “Norme Tecniche per le
Costruzioni”.

Parametri adottati:

Vita nominale VN≥100anni


Classe d’uso IV
Periodo di riferimento per l’azione sismica: VR=VN CU = 100x2=200 anni
ANALISI DEI CARICHI E COMBINAZIONE DELLE AZIONI

La valutazione delle azioni sulle strutture sono effettuate conformemente al D.M. 14-01-2008. In
particolare, i carichi gravitazionali, derivanti dalle azioni permanenti o variabili, sono applicati in
direzione verticale (ovvero – Z nel sistema globale di riferimento del modello). Le azioni sismiche,
statiche o dinamiche, derivano dall’eccitazione delle masse assegnate alla struttura in proporzione
ai carichi a cui sono associate per norma. In particolare l’azione sismica è stata applicata alla
struttura in conformità alle disposizioni del D.M. 14-01-2008 per il sito in esame tenendo conto
delle sue coordinate geografiche. L’azione sismica è calcolata mediante analisi sismica dinamica
modale.
I carichi sono suddivisi in più condizioni elementari di carico in modo da poter generare le
combinazioni necessarie.

CORPO “A” – PALESTRA


Solaio terra
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Alveolare H=16+5 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Isolamento termico 30
Massetto 0,1 1800 180
Pavimento 40
TOTALE 250
Qk (cond4)
Variabile di piano (Palestra) Cat.C3 500
TOTALE 500
SOMMA 1150

Copertura in c.a.(palestra)
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Solaio 28+5 i=50cm*
*nervatura cls 168
pignatte 106,4
soletta 125 400
totale 399,4
TOTALE 400
G2 (cond3)
Controsoffitto + impianti 30
impermeabilizzante+isolante 40
coppi 80
TOTALE 150
Qk (cond5)
Neve DM2008 (vedi calcolo Neve) 130
TOTALE 130
SOMMA 680

Copertura in c.a.(edifici bassi)


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Solaio 28+5 i=50cm*
*nervatura cls 168
pignatte 106,4
soletta 125
totale 399,4 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
massetto per pendenze 0,1 1800 180
Controsoffitto + impianti 30
impermeabilizzante+isolante 40
copertura in lamiera su struttura metallica 50
TOTALE 300
Qk (cond5)
Neve DM2008 (C.3.4.5.6) (vedi calcolo Neve) 355
TOTALE 355
SOMMA 1055

Cornicione
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
soletta piena c.a. 0,15 2500 375
TOTALE 375
G2 (cond3)
impermeabilizzante+isolante 40
coppi 80
TOTALE 120
Qk (cond5)
Neve DM2008 (vedi calcolo Neve) 130
TOTALE 130
SOMMA 625

Tamponatura esterna
h(m) b(m) ρ(KN/m3) daN/m2
G2 (cond3) 350

CORPO “B” – SCUOLA


Solaio terra
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2

G1 (cond2)
Alveolare H=16+5 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Isolamento termico 30
Massetto + impianti 0,1 1800 180
Pavimento 40
Tramezzature 160
TOTALE 410
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 1110

PIANO PRIMO - solaio tipo 28+5 -


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2

G1 (cond2)
Solaio 28+5 i=50cm*
*nervatura cls 168
pignatte 106,4
soletta 125
totale 399,4 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Massetto+impianti 0,12 1800 216
Intonaco 30
Pavimento 40
Tramezzature 160
TOTALE 446
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 1146

SOTTOTETTO
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2

G1 (cond2)
Solaio 28+5 i=50cm*
*nervatura cls 168
pignatte 106,4
soletta 125
totale 399,4 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Intonaco 30
Massetto+impianti 0,1 1800 180
Impermeabilizzante 30
Pavimento 40
UTA 300
TOTALE 580
Qk (cond5)
Variabile (sottotetto accessibile per sola manutenzione) 50
TOTALE 50
SOMMA 1030

Copertura
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Solaio 28+5 i=50cm*
*nervatura cls 168
pignatte 106,4
soletta 125
totale 399,4 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Controsoffitto 30
Intonaco 30
Impermeabilizzante 30
Isolante 10
coppi 80
TOTALE 180
Qk (cond5)
Neve (DM2008) (vedi foglio Neve) 130
TOTALE 130
SOMMA 710

Tamponatura esterna
h(m) b(m) ρ(KN/m3) daN/m2
G2 (cond3) 350

Pensilina a sbalzo
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Soletta a sbalzo 0,2 2500 500
TOTALE 500
G2 (cond3)
Massetto per pendenza 0,05 2000 100
Isolante 10
Lamiera grecata 30
TOTALE 140
Qk (cond5)
Neve (DM2008) (accumulo) 355
TOTALE 355
SOMMA 995

SCALA ESTERNA ADIACENTE AL CORPO “B”


SCALA C.a.
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond1)
Peso proprio soletta 0,15 2500 375
TOTALE 375
G2 (cond2)
gradino 220
Intonaco 30
Pavimento 100
TOTALE 350
Qk
Variabile (cond3) 400
Neve DM2008 (cond4) 130
TOTALE 530
SOMMA 1255
CORPO “C” – CORPO DI COLLEGAMENTO

Solaio terra
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Alveolare H=16+5 400
TOTALE 400
G2 (cond3)
Isolamento termico 30
Massetto 0,1 1800 180
Pavimento 40
TOTALE 250
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 950

Soletta sbalzo piano terra


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
soletta piena s=20cm 0,2 2500 500
TOTALE 500
G2 (cond3)
Isolamento termico 30
Massetto 0,1 1800 180
Pavimento 40
TOTALE 250
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 1050

piano primo
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Solaio 20+4 i=50cm*
pignatte (20x25x38)=9.6Kg/l'una tot8pignatte/mq 76
soletta 0,04 1 2500 100
travetto (senza soletta)x2 0,2 0,12 2500 120
TOTALE 296
G2 (cond3)
Massetto + Impianti 0,12 1800 216
Intonaco 30
Pavimento 40
TOTALE 286
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 882

sbalzi piano primo


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
soletta piena s=20cm 0,24 2500 600
TOTALE 600
G2 (cond3)
Massetto + Impianti 0,12 1800 216
Intonaco 30
Pavimento 40
TOTALE 286
Qk (cond4)
Variabile di piano (scuola) Cat.C3 300
TOTALE 300
SOMMA 1186

copertura
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
Solaio 20+4 i=50cm
pignatte (20x25x38)=9.6Kg/l'una tot8pignatte/mq 76
soletta 0,04 1 2500 100
travetto (senza soletta)x2 0,2 0,12 2500 120
TOTALE 296
G2 (cond3)
Massetto per pendenze 0,1 1800 180
impermeabilizzante+isolante 40
Intonaco 30
Pavimento o lamiera su struttura metallica 50
TOTALE 300
Qk (cond5 e 6)
Variabile (Copertura accessibile per sola manutenzione) 50
Neve DM2008 130
TOTALE 180
SOMMA 776

sbalzi copertura
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
soletta piena s=20cm 0,24 2500 600
TOTALE 600
G2 (cond3)
Massetto per pendenze 0,1 1800 180
impermeabilizzante+isolante 40
Intonaco 30
Pavimento o lamiera su struttura metallica 50
TOTALE 300
Qk (cond5 e 6)
Variabile (Copertura accessibile per sola manutenzione) 50
Neve DM2008 130
TOTALE 180
SOMMA 1080

Soletta sbalzo ingresso


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
c.a. 24cm 0,24 2500 600
TOTALE 600
G2 (cond3)
Massetto 0,1 1800 180
impermeabilizzante+isolante 40
Intonaco 30
Copertura in lamiera su struttura metallica 50
TOTALE 300
Qk (cond6)
Neve DM2008 (C.3.4.5.6) (vedi foglio Neve) 200
TOTALE 200
SOMMA 1100

Bussola d'ingresso
h(m) b(m) i (m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond2)
HEA100 0,9
TOTALE
G2 (cond3)
Isolante 0,9 10
Copertura in lamiera su struttura metallica 0,9 50
TOTALE 60
Qk (cond6)
Copertura accessibile per sola manutenzione 0,9 50
TOTALE 50
SOMMA 110
Accumulo neve copertura parti più basse corpo C e pensilina sbalzo corpo A:

Accumulo neve soletta sbalzo ingresso corpo collegamento:


Azione sismica e combinazioni di carico DM2008

CORPO “A” – PALESTRA

Spettro in accordo con TU 2008


Grigno TN Longitudine 11.6709 Latitudine 45.9911
Tipo di Terreno C
Coefficiente di amplificazione topografica (ST) 1.0000
Vita nominale della costruzione (VN) 100.0 anni
Classe d'uso IVº coefficiente CU 2.0
Classe di duttilità impostata Bassa
Fattore di struttura massimo qo per sisma orizzontale 3.00
Fattore di duttilita KR per sisma orizzontale 1.15
Fattore riduttivo regolarità in altezza KR 0.80
Fattore riduttivo per la presenza di setti KW 1.00
Fattore di struttura q per sisma orizzontale 2.76
Fattore di struttura q per sisma verticale 1.50
Smorzamento Viscoso ( 0.05 = 5% ) 0.05

- TU 2008 SLV H
Probabilità di superamento (PVR) 10.0 e periodo di ritorno (TR) 1898 (anni)
Ss 1.3
TB 0.17 [sec]
TC 0.51 [sec]
TD 2.56 [sec]
ag/g 0.2397
Fo 2.4766
TC* 0.3417
- TU 2008 SLD H
Probabilità di superamento (PVR) 63.0 e periodo di ritorno (TR) 201 (anni)
Ss 1.5
TB 0.16 [sec]
TC 0.47 [sec]
TD 2.01 [sec]
ag/g 0.1015
Fo 2.4296
TC* 0.3000

- TU 2008 SLO H
Probabilità di superamento (PVR) 81.0 e periodo di ritorno (TR) 120 (anni)
Ss 1.5
TB 0.15 [sec]
TC 0.45 [sec]
TD 1.93 [sec]
ag/g 0.0818
Fo 2.4230
TC* 0.2853

- Fattori di partecipazione per il calcolo delle masse:


Condizione Commento Fattore di Partecipazione

1 G1-P.p. elementi c.a. 1.000000


2 G1-P.p. solai 1.000000
3 G2-perma NON strutt. 1.000000
4 Var. palestra cat(C3) 0.600000
5 Neve 0.000000
- Direzioni d'ingresso del Sisma
SLV Direzione 1 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLV Direzione 2 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLV Direzione 3 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLV Direzione 4 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLD Direzione 5 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLD Direzione 6 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLD Direzione 7 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLD Direzione 8 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLO Direzione 9 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLO Direzione 10 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLO Direzione 11 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLO Direzione 12 Angolo in pianta 270.00 [°]

Percentuale della massa di piano utilizzata per la valutazione delle azioni dovute ad eccentricita'
addizionali del centro di massa 100.0%

Tipo di analisi Statica + Dinamica senza condensazione di piano


- Numero di condizioni di carico ... : 5
- Numero di combinazioni di carico . : 31

Condizione
1 p.p.
2 p.elem.strutt.
3 p.elem.NONstrutt
4 Variab. palestra
5 Neve
6 Sisma 0SLV
7 Sisma 90SLV
8 Sisma 180SLV
9 Sisma 270SLV
10 Sisma 0SLD
11 Sisma 90SLD
12 Sisma 180SLD
13 Sisma 270SLD
14 Sisma 0SLO
15 Sisma 90SLO
16 Sisma 180SLO
17 Sisma 270SLO
- Combinazioni di carico:
- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi

Combinazione di carico numero


1 slu1
2 slu2
p.elem.strutt. p.elem.NON Variab. palestra Neve
Comb.\Cond
p.p. strutt
1 1.3 1.3 1.5 1.5 0.75
2 1.3 1.3 1.5 1.05 1.5

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


Combinazione di carico numero
3 Sisma 0 / 90
4 Sisma 0 / 270
5 Sisma 90 / 0
6 Sisma 90 / 180
7 Sisma 180 / 90
8 Sisma 180 / 270
9 Sisma 270 / 0
10 Sisma 270 / 180
p.p. p.elem. p.elem Variab. palestra Sism Sisma 90SLV Sisma 180SLV Sisma 270SLV
Comb.\Cond
strutt. .NONstrutt a 0SLV
3 1 1 1 0.6 1 0.3
4 1 1 1 0.6 1 0.3
5 1 1 1 0.6 0.3 1
6 1 1 1 0.6 1 0.3
7 1 1 1 0.6 0.3 1
8 1 1 1 0.6 1 0.3
9 1 1 1 0.6 0.3 1
10 1 1 1 0.6 0.3 1

- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
11 sle1
12 sle2
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. palestra Neve
11 1 1 1 1 0.5
12 1 1 1 0.7 1

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
13 freq1
14 freq2
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. palestra Neve
13 1 1 1 0.6 0.2
14 1 1 1 0.7

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
15 quasiperma
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. palestra
15 1 1 1 0.6

- Combinazioni agli Stati Limite di Danno


Combinazione di carico numero
16 Sisma 0 / 90
17 Sisma 0 / 270
18 Sisma 90 / 0
19 Sisma 90 / 180
20 Sisma 180 / 90
21 Sisma 180 / 270
22 Sisma 270 / 0
23 Sisma 270 / 180
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. palestra Sisma 0SLD Sisma 90SLD Sisma 180SLD Sisma 270SLD
16 1 1 1 0.6 1 0.3
17 1 1 1 0.6 1 0.3
18 1 1 1 0.6 0.3 1
19 1 1 1 0.6 1 0.3
20 1 1 1 0.6 0.3 1
21 1 1 1 0.6 1 0.3
22 1 1 1 0.6 0.3 1
23 1 1 1 0.6 0.3 1
- Combinazioni agli Stati Limite di Operativita'
Combinazione di carico numero
24 Sisma 0 / 90
25 Sisma 0 / 270
26 Sisma 90 / 0
27 Sisma 90 / 180
28 Sisma 180 / 90
29 Sisma 180 / 270
30 Sisma 270 / 0
31 Sisma 270 / 180
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. palestra Sisma 0SLO Sisma 90SLO Sisma 180SLO Sisma 270SLO
24 1 1 1 0.6 1 0.3
25 1 1 1 0.6 1 0.3
26 1 1 1 0.6 0.3 1
27 1 1 1 0.6 1 0.3
28 1 1 1 0.6 0.3 1
29 1 1 1 0.6 1 0.3
30 1 1 1 0.6 0.3 1
31 1 1 1 0.6 0.3 1
CORPO “B” – SCUOLA

- Spettro in accordo con TU 2008

Grigno TN Longitudine 11.6356 Latitudine 46.0181


Tipo di Terreno C
Coefficiente di amplificazione topografica (ST) 1.0000
Vita nominale della costruzione (VN) 100.0 anni
Classe d'uso IVº coefficiente CU 2.0
Classe di duttilità impostata Bassa
Fattore di struttura massimo qo per sisma orizzontale 3.00
Fattore di duttilita KR per sisma orizzontale 1.30
Fattore riduttivo regolarità in altezza KR 1.00
Fattore riduttivo per la presenza di setti KW 1.00
Fattore di struttura q per sisma orizzontale 3.90
Fattore di struttura q per sisma verticale 1.50
Smorzamento Viscoso ( 0.05 = 5% ) 0.05

- TU 2008 SLV H
Probabilità di superamento (PVR) 10.0 e periodo di ritorno (TR) 1898 (anni)
Ss 1.4
TB 0.17 [sec]
TC 0.51 [sec]
TD 2.49 [sec]
ag/g 0.2223
Fo 2.5049
TC* 0.3443
- TU 2008 SLD H
Probabilità di superamento (PVR) 63.0 e periodo di ritorno (TR) 201 (anni)
Ss 1.5
TB 0.16 [sec]
TC 0.47 [sec]
TD 1.98 [sec]
ag/g 0.0960
Fo 2.4406
TC* 0.3000

- TU 2008 SLO H
Probabilità di superamento (PVR) 81.0 e periodo di ritorno (TR) 120 (anni)
Ss 1.5
TB 0.15 [sec]
TC 0.45 [sec]
TD 1.91 [sec]
ag/g 0.0777
Fo 2.4342
TC* 0.2853
- Fattori di partecipazione per il calcolo delle masse:
Condizione Commento Fattore di Partecipazione
1 p.p. 1.000000
2 p.elem.strutt. 1.000000
3 p.elem.NONstrutt 1.000000
4 Variab. Scuola cat C1 0.600000
5 Neve 0.000000

Analisi dinamica con condensazione di piano ed inclusione delle masse dei nodi liberi
- Direzioni d'ingresso del Sisma
SLV Direzione 1 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLV Direzione 2 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLV Direzione 3 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLV Direzione 4 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLD Direzione 5 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLD Direzione 6 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLD Direzione 7 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLD Direzione 8 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLO Direzione 9 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLO Direzione 10 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLO Direzione 11 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLO Direzione 12 Angolo in pianta 270.00 [°]

Percentuale della massa di piano utilizzata per la valutazione delle azioni dovute ad eccentricita'
addizionali del centro di massa 100.0%
Tipo di analisi Statica + Dinamica con condensazione di piano

- Numero di condizioni di carico ... : 5


- Numero di combinazioni di carico . : 55
Condizione
1 p.p.
2 p.elem.strutt.
3 p.elem.NONstrutt
4 Variab.
5 Neve
6 Sisma 0+SLV
7 Sisma 0-SLV
8 Sisma 90+SLV
9 Sisma 90-SLV
10 Sisma 180+SLV
11 Sisma 180-SLV
12 Sisma 270+SLV
13 Sisma 270-SLV
14 Sisma 0+SLD
15 Sisma 0-SLD
16 Sisma 90+SLD
17 Sisma 90-SLD
18 Sisma 180+SLD
19 Sisma 180-SLD
20 Sisma 270+SLD
21 Sisma 270-SLD
22 Sisma 0+SLO
23 Sisma 0-SLO
24 Sisma 90+SLO
25 Sisma 90-SLO
26 Sisma 180+SLO
27 Sisma 180-SLO
28 Sisma 270+SLO
29 Sisma 270-SLO

- Combinazioni di carico:
- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi
Combinazione di carico numero
1 slu1
2 slu2
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. Neve
1 1.3 1.3 1.5 1.5 0.75
2 1.3 1.3 1.5 1.05 1.5

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


Combinazione di carico numero
3 Sisma 0+ / 90+
4 Sisma 0+ / 270+
5 Sisma 0- / 90-
6 Sisma 0- / 270-
7 Sisma 90+ / 0+
8 Sisma 90+ / 180+
9 Sisma 90- / 0-
10 Sisma 90- / 180-
11 Sisma 180+ / 90+
12 Sisma 180+ / 270+
13 Sisma 180- / 90-
14 Sisma 180- / 270-
15 Sisma 270+ / 0+
16 Sisma 270+ / 180+
17 Sisma 270- / 0-
18 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond
strutt. NONstrutt 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90-SLV 180+SLV 180-SLV 270+SLV 270-SLV
3 1 1 1 0.6 1 0.3
4 1 1 1 0.6 1 0.3
5 1 1 1 0.6 1 0.3
6 1 1 1 0.6 1 0.3
7 1 1 1 0.6 0.3 1
8 1 1 1 0.6 1 0.3
9 1 1 1 0.6 0.3 1
10 1 1 1 0.6 1 0.3
11 1 1 1 0.6 0.3 1
12 1 1 1 0.6 1 0.3
13 1 1 1 0.6 0.3 1
14 1 1 1 0.6 1 0.3
15 1 1 1 0.6 0.3 1
16 1 1 1 0.6 0.3 1
17 1 1 1 0.6 0.3 1
18 1 1 1 0.6 0.3 1
- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio
Combinazione di carico numero
19 sle1
20 sle2
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. Neve
19 1 1 1 1 0.5
20 1 1 1 0.7 1

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
21 freq1
22 freq2
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. Neve
21 1 1 1 0.6 0.2
22 1 1 1 0.7

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
23 quasiperma
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab.
23 1 1 1 0.6

- Combinazioni agli Stati Limite di Danno


Combinazione di carico numero
24 Sisma 0+ / 90+
25 Sisma 0+ / 270+
26 Sisma 0- / 90-
27 Sisma 0- / 270-
28 Sisma 90+ / 0+
29 Sisma 90+ / 180+
30 Sisma 90- / 0-
31 Sisma 90- / 180-
32 Sisma 180+ / 90+
33 Sisma 180+ / 270+
34 Sisma 180- / 90-
35 Sisma 180- / 270-
36 Sisma 270+ / 0+
37 Sisma 270+ / 180+
38 Sisma 270- / 0-
39 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond strutt. NONstrutt 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90-SLV 180+SLV 180- 270+SLV 270-
SLV SLV
24 1 1 1 0.6 1 0.3
25 1 1 1 0.6 1 0.3
26 1 1 1 0.6 1 0.3
27 1 1 1 0.6 1 0.3
28 1 1 1 0.6 0.3 1
29 1 1 1 0.6 1 0.3
30 1 1 1 0.6 0.3 1
31 1 1 1 0.6 1 0.3
32 1 1 1 0.6 0.3 1
33 1 1 1 0.6 1 0.3
34 1 1 1 0.6 0.3 1
35 1 1 1 0.6 1 0.3
36 1 1 1 0.6 0.3 1
37 1 1 1 0.6 0.3 1
38 1 1 1 0.6 0.3 1
39 1 1 1 0.6 0.3 1

- Combinazioni agli Stati Limite di Operativita'


Combinazione di carico numero
40 Sisma 0+ / 90+
41 Sisma 0+ / 270+
42 Sisma 0- / 90-
43 Sisma 0- / 270-
44 Sisma 90+ / 0+
45 Sisma 90+ / 180+
46 Sisma 90- / 0-
47 Sisma 90- / 180-
48 Sisma 180+ / 90+
49 Sisma 180+ / 270+
50 Sisma 180- / 90-
51 Sisma 180- / 270-
52 Sisma 270+ / 0+
53 Sisma 270+ / 180+
54 Sisma 270- / 0-
55 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond strutt. NONstrutt 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90-SLV 180+SLV 180- 270+SLV 270-
SLV SLV
40 1 11 0.6 1 0.3
41 1 11 0.6 1 0.3
42 1 11 0.6 1 0.3
43 1 11 0.6 1 0.3
44 1 11 0.6 0.3 1
45 1 11 0.6 1 0.3
46 1 11 0.6 0.3 1
47 1 11 0.6 1 0.3
48 1 11 0.6 0.3 1
49 1 11 0.6 1 0.3
50 1 11 0.6 0.3 1
51 1 11 0.6 1 0.3
52 1 11 0.6 0.3 1
53 1 11 0.6 0.3 1
54 1 11 0.6 0.3 1
55 1 11 0.6 0.3 1
CORPO “C” – CORPO DI COLLEGAMENTO

- Spettro in accordo con TU 2008


Grigno TN Longitudine 11.6356 Latitudine 46.0181
Tipo di Terreno C
Coefficiente di amplificazione topografica (ST) 1.0000
Vita nominale della costruzione (VN) 100.0 anni
Classe d'uso IVº coefficiente CU 2.0
Classe di duttilità impostata Bassa
Fattore di struttura massimo qo per sisma orizzontale 3.00
Fattore di duttilita KR per sisma orizzontale 1.15
Fattore riduttivo regolarità in altezza KR 0.80
Fattore riduttivo per la presenza di setti KW 1.00
Fattore di struttura q per sisma orizzontale 2.76
Fattore di struttura q per sisma verticale 1.50
Smorzamento Viscoso ( 0.05 = 5% ) 0.05

- TU 2008 SLV H

Probabilità di superamento (PVR) 10.0 e periodo di ritorno (TR) 1898 (anni)


Ss 1.4
TB 0.17 [sec]
TC 0.51 [sec]
TD 2.49 [sec]
ag/g 0.2223
Fo 2.5049
TC* 0.3443
- TU 2008 SLD H
Probabilità di superamento (PVR) 63.0 e periodo di ritorno (TR) 201 (anni)
Ss 1.5
TB 0.16 [sec]
TC 0.47 [sec]
TD 1.98 [sec]
ag/g 0.0960
Fo 2.4406
TC* 0.3000

- TU 2008 SLO H
Probabilità di superamento (PVR) 81.0 e periodo di ritorno (TR) 120 (anni)
Ss 1.5
TB 0.15 [sec]
TC 0.45 [sec]
TD 1.91 [sec]
ag/g 0.0777
Fo 2.4342
TC* 0.2853

- Fattori di partecipazione per il calcolo delle masse:


Condizione Commento Fattore di Partecipazione
1 p.p. 1.000000
2 p.elem.strutt. 1.000000
3 p.elem.NONstrutt 1.000000
4 Variab. scuola C3 0.600000
5 Variab copertura 0.000000
6 Neve 0.000000
- Direzioni d'ingresso del Sisma
SLV Direzione 1 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLV Direzione 2 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLV Direzione 3 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLV Direzione 4 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLV Direzione 5 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLV Direzione 6 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLV Direzione 7 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLV Direzione 8 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLD Direzione 9 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLD Direzione 10 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLD Direzione 11 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLD Direzione 12 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLD Direzione 13 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLD Direzione 14 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLD Direzione 15 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLD Direzione 16 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLO Direzione 17 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLO Direzione 18 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLO Direzione 19 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLO Direzione 20 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLO Direzione 21 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLO Direzione 22 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLO Direzione 23 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLO Direzione 24 Angolo in pianta 270.00 [°]

Percentuale della massa di piano utilizzata per la valutazione delle azioni dovute ad eccentricita'
addizionali del centro di massa 100.0%

- Tipo di analisi Statica + Dinamica con condensazione

- Numero di condizioni di carico ... : 6


- Numero di combinazioni di carico . : 58
Condizione
1 p.p.
2 p.elem.strutt.
3 p.elem.NONstrutt
4 Variab. scuola C3
5 Variab copertura
6 Neve
7 Sisma 0+SLV
8 Sisma 0-SLV
9 Sisma 90+SLV
10 Sisma 90-SLV
11 Sisma 180+SLV
12 Sisma 180-SLV
13 Sisma 270+SLV
14 Sisma 270-SLV
15 Sisma 0+SLD
16 Sisma 0-SLD
17 Sisma 90+SLD
18 Sisma 90-SLD
19 Sisma 180+SLD
20 Sisma 180-SLD
21 Sisma 270+SLD
22 Sisma 270-SLD
23 Sisma 0+SLO
24 Sisma 0-SLO
25 Sisma 90+SLO
26 Sisma 90-SLO
27 Sisma 180+SLO
28 Sisma 180-SLO
29 Sisma 270+SLO
30 Sisma 270-SLO

- Combinazioni di carico:

- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi


Combinazione di carico numero
1 SLUscuola
2 SLUcopert
3 SLUneve
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. scuola C3 Variab copertura Neve
1 1.3 1.3 1.3 1.5 0.75
2 1.3 1.3 1.3 1.05 1.5 0.75
3 1.3 1.3 1.3 1.05 1.5

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


Combinazione di carico numero
4 Sisma 0+ / 90+
5 Sisma 0+ / 270+
6 Sisma 0- / 90-
7 Sisma 0- / 270-
8 Sisma 90+ / 0+
9 Sisma 90+ / 180+
10 Sisma 90- / 0-
11 Sisma 90- / 180-
12 Sisma 180+ / 90+
13 Sisma 180+ / 270+
14 Sisma 180- / 90-
15 Sisma 180- / 270-
16 Sisma 270+ / 0+
17 Sisma 270+ / 180+
18 Sisma 270- / 0-
19 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond
strutt. NONstrutt scuola C3 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90-SLV 180+SLV 180-SLV 270+SLV 270-SLV
4 1 1 1 0.6 1 0.3
5 1 1 1 0.6 1 0.3
6 1 1 1 0.6 1 0.3
7 1 1 1 0.6 1 0.3
8 1 1 1 0.6 0.3 1
9 1 1 1 0.6 1 0.3
10 1 1 1 0.6 0.3 1
11 1 1 1 0.6 1 0.3
12 1 1 1 0.6 0.3 1
13 1 1 1 0.6 1 0.3
14 1 1 1 0.6 0.3 1
15 1 1 1 0.6 1 0.3
16 1 1 1 0.6 0.3 1
17 1 1 1 0.6 0.3 1
18 1 1 1 0.6 0.3 1
19 1 1 1 0.6 0.3 1

- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
20 RScuola
21 RCopertura
22
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab.scuola C3 Variab copertura Neve
20 1 1 1 1 0.5
21 1 1 1 0.7 1 0.5
22 1 1 1 0.7 1

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
23 FScuola
24 FCopertura
25 FNeve
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. scuola C3 Neve
23 1 1 1 0.7
24 1 1 1 0.6
25 1 1 1 0.6 0.2

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
26 QPScuola
Comb.\Cond p.p. p.elem.strutt. p.elem.NONstrutt Variab. scuola C3
26 1 1 1 0.6

- Combinazioni agli Stati Limite di Danno


Combinazione di carico numero
27 Sisma 0+ / 90+
28 Sisma 0+ / 270+
29 Sisma 0- / 90-
30 Sisma 0- / 270-
31 Sisma 90+ / 0+
32 Sisma 90+ / 180+
33 Sisma 90- / 0-
34 Sisma 90- / 180-
35 Sisma 180+ / 90+
36 Sisma 180+ / 270+
37 Sisma 180- / 90-
38 Sisma 180- / 270-
39 Sisma 270+ / 0+
40 Sisma 270+ / 180+
41 Sisma 270- / 0-
42 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond strutt. NONstrutt scuola C3 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90-SLV 180+SLV 180- 270+SLV 270-
SLV SLV
27 1 11 0.6 1 0.3
28 1 11 0.6 1 0.3
29 1 11 0.6 1 0.3
30 1 11 0.6 1 0.3
31 1 11 0.6 0.3 1
32 1 11 0.6 1 0.3
33 1 11 0.6 0.3 1
34 1 11 0.6 1 0.3
35 1 11 0.6 0.3 1
36 1 11 0.6 1 0.3
37 1 11 0.6 0.3 1
38 1 11 0.6 1 0.3
39 1 11 0.6 0.3 1
40 1 11 0.6 0.3 1
41 1 11 0.6 0.3 1
42 1 11 0.6 0.3 1

- Combinazioni agli Stati Limite di Operativita'


Combinazione di carico numero
43 Sisma 0+ / 90+
44 Sisma 0+ / 270+
45 Sisma 0- / 90-
46 Sisma 0- / 270-
47 Sisma 90+ / 0+
48 Sisma 90+ / 180+
49 Sisma 90- / 0-
50 Sisma 90- / 180-
51 Sisma 180+ / 90+
52 Sisma 180+ / 270+
53 Sisma 180- / 90-
54 Sisma 180- / 270-
55 Sisma 270+ / 0+
56 Sisma 270+ / 180+
57 Sisma 270- / 0-
58 Sisma 270- / 180-
p.p. p.elem. p.elem. Variab. Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma Sisma
Comb.\Cond strutt. NONstrutt scuola C3 0+SLV 0-SLV 90+SLV 90- 180+SLV 180- 270+SLV 270-
SLV SLV SLV
43 1 11 0.6 1 0.3
44 1 11 0.6 1 0.3
45 1 11 0.6 1 0.3
46 1 11 0.6 1 0.3
47 1 11 0.6 0.3 1
48 1 11 0.6 1 0.3
49 1 11 0.6 0.3 1
50 1 11 0.6 1 0.3
51 1 11 0.6 0.3 1
52 1 11 0.6 1 0.3
53 1 11 0.6 0.3 1
54 1 11 0.6 1 0.3
55 1 11 0.6 0.3 1
56 1 11 0.6 0.3 1
57 1 11 0.6 0.3 1
58 1 11 0.6 0.3 1
SCALA ESTERNA ADIACENTE AL CORPO “B”

- Spettro in accordo con TU 2008


Grigno TN Longitudine 11.6356 Latitudine 46.0181
Tipo di Terreno C
Coefficiente di amplificazione topografica (ST) 1.0000
Vita nominale della costruzione (VN) 100.0 anni
Classe d'uso IVº coefficiente CU 2.0
Classe di duttilità impostata Bassa
Fattore di struttura massimo qo per sisma orizzontale 1.50
Fattore di duttilita KR per sisma orizzontale 1.00
Fattore riduttivo regolarità in altezza KR 1.00
Fattore riduttivo per la presenza di setti KW 1.00
Fattore di struttura q per sisma orizzontale 1.50
Fattore di struttura q per sisma verticale 1.50
Smorzamento Viscoso ( 0.05 = 5% ) 0.05

- TU 2008 SLV H
Probabilità di superamento (PVR) 10.0 e periodo di ritorno (TR) 1898 (anni)
Ss 1.4
TB 0.17 [sec]
TC 0.51 [sec]
TD 2.49 [sec]
ag/g 0.2223
Fo 2.5049
TC* 0.3443

- TU 2008 SLD H
Probabilità di superamento (PVR) 63.0 e periodo di ritorno (TR) 201 (anni)
Ss 1.5
TB 0.16 [sec]
TC 0.47 [sec]
TD 1.98 [sec]
ag/g 0.0960
Fo 2.4406
TC* 0.3000

- TU 2008 SLO H
Probabilità di superamento (PVR) 81.0 e periodo di ritorno (TR) 120 (anni)
Ss 1.5
TB 0.15 [sec]
TC 0.45 [sec]
TD 1.91 [sec]
ag/g 0.0777
Fo 2.4342
TC* 0.2853
- Fattori di partecipazione per il calcolo delle masse:
Condizione Commento Fattore di Partecipazione
1 G1 1.000000
2 G2 1.000000
3 VariabileQk1 0.600000
4 NeveQk2 0.000000

- Direzioni d'ingresso del Sisma


SLV Direzione 1 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLV Direzione 2 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLV Direzione 3 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLV Direzione 4 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLD Direzione 5 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLD Direzione 6 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLD Direzione 7 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLD Direzione 8 Angolo in pianta 270.00 [°]
SLO Direzione 9 Angolo in pianta 0.00 [°]
SLO Direzione 10 Angolo in pianta 90.00 [°]
SLO Direzione 11 Angolo in pianta 180.00 [°]
SLO Direzione 12 Angolo in pianta 270.00 [°]

Percentuale della massa di piano utilizzata per la valutazione delle azioni dovute ad
eccentricita' addizionali del centro di massa 100.0%

- Tipo di analisi Statica + Dinamica senza condensazione


- Numero di condizioni di carico ... : 4
- Numero di combinazioni di carico . : 31
Condizione
1 G1
2 G2
3 VariabileQk1
4 NeveQk2
5 Sisma 0SLV
6 Sisma 90SLV
7 Sisma 180SLV
8 Sisma 270SLV
9 Sisma 0SLD
10 Sisma 90SLD
11 Sisma 180SLD
12 Sisma 270SLD
13 Sisma 0SLO
14 Sisma 90SLO
15 Sisma 180SLO
16 Sisma 270SLO

- Combinazioni di carico:

- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi


Combinazione di carico numero
1 slu1
2 slu2
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 NeveQk2
1 1.3 1.3 1.5 0.9
2 1.3 1.3 1.05 1.5

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


Combinazione di carico numero
3 Sisma 0 / 90
4 Sisma 0 / 270
5 Sisma 90 / 0
6 Sisma 90 / 180
7 Sisma 180 / 90
8 Sisma 180 / 270
9 Sisma 270 / 0
10 Sisma 270 / 180
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 Sisma 0SLV Sisma 90SLV Sisma 180SLV Sisma 270SLV
3 1 1 0.6 1 0.3
4 1 1 0.6 1 0.3
5 1 1 0.6 0.3 1
6 1 1 0.6 1 0.3
7 1 1 0.6 0.3 1
8 1 1 0.6 1 0.3
9 1 1 0.6 0.3 1
10 1 1 0.6 0.3 1

- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
11 sle1
12 sle2
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 NeveQk2
11 1 1 1 0.6
12 1 1 0.7 1

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
13 freq1
14 freq2
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 NeveQk2
13 1 1 0.7
14 1 1 0.6 0.5

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


Combinazione di carico numero
15 quasiperma
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1
15 1 1 0.6

- Combinazioni agli Stati Limite di Danno


Combinazione di carico numero
16 Sisma 0 / 90
17 Sisma 0 / 270
18 Sisma 90 / 0
19 Sisma 90 / 180
20 Sisma 180 / 90
21 Sisma 180 / 270
22 Sisma 270 / 0
23 Sisma 270 / 180
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 Sisma 0SLD Sisma 90SLD Sisma 180SLD Sisma 270SLD
16 1 1 0.6 1 0.3
17 1 1 0.6 1 0.3
18 1 1 0.6 0.3 1
19 1 1 0.6 1 0.3
20 1 1 0.6 0.3 1
21 1 1 0.6 1 0.3
22 1 1 0.6 0.3 1
23 1 1 0.6 0.3 1

- Combinazioni agli Stati Limite di Operativita'


Combinazione di carico numero
24 Sisma 0 / 90
25 Sisma 0 / 270
26 Sisma 90 / 0
27 Sisma 90 / 180
28 Sisma 180 / 90
29 Sisma 180 / 270
30 Sisma 270 / 0
31 Sisma 270 / 180
Comb.\Cond G1 G2 VariabileQk1 Sisma 0SLO Sisma 90SLO Sisma 180SLO Sisma 270SLO
24 1 1 0.6 1 0.3
25 1 1 0.6 1 0.3
26 1 1 0.6 0.3 1
27 1 1 0.6 1 0.3
28 1 1 0.6 0.3 1
29 1 1 0.6 1 0.3
30 1 1 0.6 0.3 1
31 1 1 0.6 0.3 1
Rappresentazione della direzione di ingresso del sisma di tutte le strutture:

Le direzioni di ingresso del sisma sono generalmente 4 cioè:


- Angolo 0°
- Angolo 90°
- Angolo 180°
- Angolo 270°
La normativa però prescrive di considerare una eccentricità del centro di massa del 5%. Questo significa
applicare per ogni direzione del sisma due momenti torcenti di piano (pari alla forzante di piano sismica
moltiplicata per l’eccentricità).
Come si può notare dallo schema sotto, per ogni “angolo di direzione” di ingresso del sisma si avranno due
differenti azioni, una che considera il torcente positivo e una che considera il torcente negativo.
In totale si avranno perciò non 4 direzioni di ingresso ma 8 direzioni di ingresso.
Queste direzioni di ingresso sono state poi opportunamente combinate tra loro come da normativa (es: Ex +
0.3 Ey) e in totale per ogni stato limite considerato si avranno 16 combinazioni di carico.

G G

0- 0+
0

NB: Ha senso spostare il centro di massa solo nei solai che vengono considerati infinitamente rigidi perché
la massa è concentrata nel baricentro. (Non ha senso spostare un centro di massa che non è stato possibile
definire, infatti nel caso di solai non rigidi la massa è concentrata in ogni nodo in base all’incidenza dei
carichi).
ANALISI DEI MODELLI STRUTTURALI AGLI ELEMENTI FINITI

I calcoli sono stati condotti secondo i criteri della Scienza delle Costruzioni assumendo i carichi di
normativa e valutando le sollecitazioni per via numerica. L’analisi strutturale viene eseguita per
mezzo di un elaboratore elettronico dei dati utilizzando un codice di calcolo del tipo “SAP” basato
sul metodo degli elementi finiti, concettualmente riconducibile al metodo degli spostamenti.
L’analisi di tipo numerico è stata realizzata mediante il programma di calcolo ENEXSYS (Ditta
produttrice: En.Ex.Sys. s.r.l. - Via Tizzano 46/2 - Casalecchio di Reno, Bologna – N° di serie 2003GMSRVZ
versione 2010 028). E’ stata utilizzata un’analisi lineare dinamica nel rispetto delle norme indicate in
precedenza. Le procedure di verifica adottate seguono il metodo di calcolo degli stati limite ultimo
e di esercizio. Il solutore individua le sollecitazioni per ogni nodo e quindi i post processori nella
verifica delle aste determinano le sollecitazioni per ogni sezione delle stesse.
La struttura e il suo comportamento sotto le azioni statiche e dinamiche sono state adeguatamente
valutate e trasferite nel modello che si caratterizza per la sua impostazione completamente
tridimensionale. A tal fine ai nodi strutturali possono convergere diverse tipologie di elementi, che
corrispondono nel codice numerico di calcolo in altrettante tipologie di elementi finiti. Travi e
pilastri, ovvero componenti in cui una dimensione prevale sulle altre due, vengono modellati con
elementi “beam”, il cui comportamento può essere opportunamente perfezionato attraverso alcune
opzioni quali quelle in grado di definire le modalità di connessione all’estremità. Eventuali elementi
soggetti a solo sforzo normale possono essere trattati come elementi “truss” oppure con elementi
“beam” opportunamente svincolati. Le pareti, le piastre, le platee ovvero in generale i componenti
strutturali bidimensionali, con due dimensioni prevalenti sulla terza (lo spessore), sono stati
modellati con elementi “shell” a comportamento flessionale e membranale. I vincoli con il mondo
esterno vengono rappresentati con elementi in grado di definire le modalità di vincolo e le rigidezze
nello spazio. Questi elementi, coniugati con i precedenti, consentono di modellare i casi più
complessi ma più frequenti di interazione con il terreno, realizzabile tipicamente mediante
fondazioni, pali, platee nonché attraverso una combinazione di tali situazioni. Il comportamento del
terreno è sostanzialmente rappresentato tramite una schematizzazione lineare alla Winkler,
principalmente caratterizzabile attraverso una opportuna costante di sottofondo, che può essere
anche variata nella superficie di contatto fra struttura e terreno e quindi essere in grado di
descrivere anche situazioni più complesse. Nel caso dei pali il comportamento del terreno implica
anche l’introduzione di vincoli per la traslazione orizzontale.
I parametri dei materiali utilizzati per la modellazione riguardano il modulo di Young, il coefficiente
di Poisson, ma sono disponibili anche opzioni per ridurre la rigidezza flessionale e tagliante dei
materiali per considerare l’effetto di fenomeni fessurativi nei materiali.
Il calcolo viene condotto mediante analisi lineare, ma vengono considerati gli effetti del secondo
ordine e si può simulare il comportamento di elementi resistenti a sola trazione o compressione.
La presenza di diaframmi orizzontali, se rigidi, nel piano viene gestita attraverso l’impostazione di
un’apposita relazione fra i nodi strutturali coinvolti, che ne condiziona il movimento relativo.
Relazioni analoghe possono essere impostate anche fra elementi contigui.
Si ritiene che il modello utilizzato sia rappresentativo del comportamento reale della struttura. Sono
stati inoltre valutati tutti i possibili effetti o le azioni anche transitorie che possano essere
significative e avere implicazione per la struttura.
E’ stata impiegata un’analisi dinamica modale in campo lineare con adozione di spettro di risposta
conforme al DM2008. Agli effetti del dimensionamento è stato quindi impiegato il metodo degli stati
limite ultimo e di esercizio.

Gli elementi del modello numerico

I NODI

La struttura è individuata da nodi riportati in coordinate. Ogni nodo possiede sei gradi di libertà, associati alle
sei possibili deformazioni. I gradi di libertà possono essere liberi (spostamenti generalizzati incogniti),
bloccati (spostamenti generalizzati corrispondente uguale a zero), di tipo slave o linked (il parametro
cinematico dipende dalla relazione con altri gradi di libertà). Si può intervenire sui gradi di libertà bloccando
uno o più gradi. I blocchi vengono applicate nella direzione della terna locale del nodo.
Le relazioni complesse creano un legame tra uno o più gradi di libertà di un nodo detto slave con quelli di un
altro nodo detto master. Esistono tre tipi di relazioni complesse. Le relazioni di tipo link prescrivono
l’uguaglianza tra gradi di libertà analoghi di nodi diversi. Specificare una relazione di tipo link significa
specificare il nodo slave assieme ai gradi di libertà che partecipano al vincolo ed il nodo master. I gradi di
libertà slave saranno eguagliati ai rispettivi gradi di libertà del nodo master.
La relazione di piano rigido prescrive che il nodo slave appartiene ad un piano rigido e quindi che i due
spostamenti in piano e la rotazione normale al piano sono legati ai tre parametri di roto-traslazione rigida di
un piano. Il Corpo rigido prescrive che il nodo slave fa parte di un corpo rigido e tutti e sei i suoi gradi di
libertà sono legati ai sei gradi di libertà posseduti dal corpo rigido (i gradi di libertà del suo nodo master).

I MATERIALI
I materiali sono individuati da un codice specifico e descritti dal modulo di elasticità, dal coefficiente di
Poisson, dal peso specifico, dal coefficiente di dilatazione termica.

LE SEZIONI
Le sezioni sono individuate in ogni caso da un codice numerico specifico, dal tipo e dai relativi parametri
identificativi. La simbiologia adottata dal programma è la seguente:
• Rettangolare piena (Rp);
• Rettangolare cava (Rc);
• Circolare piena (Cp);
• Circolare cava (Cc);
• T (T.);
• T rovescia (Tr);
• L (L.);
• C (C.);
• C rovescia (Cr);
• Cassone (Ca);
• Profilo singolo (Ps);
• Profilo doppio (Pd);
• Generica (Ge).

I CARICHI
I carichi agenti sulla struttura possono essere suddivisi in carichi nodali e carichi elementari. I carichi nodali
sono forze e coppie concentrate applicate ai nodi della discretizzazione. I carichi elementari sono forze,
coppie e sollecitazioni termiche.
I carichi in luce sono individuati da un codice numerico, da un tipo e da una descrizione. Sono previsti carichi
distribuiti trapezoidali riferiti agli assi globali (fX, fY, fZ, fV) e locali (fx, fy, fz), forze concentrate riferite agli
assi globali (FX, FY, FZ, FV) o locali (Fx, Fy, Fz), momenti concentrati riferiti agli assi locali (Mx, My, Mz),
momento torcente distribuito riferito all'asse locale x (mx), carichi termici (tx, ty, tz), descritti con i relativi
parametri identificativi, aliquote inerziali comprese, rispetto al riferimento locale. I carichi in luce possono
essere attribuiti solo a elementi finiti del tipo trave o trave di fondazione.

GLI ELEMENTI FINITI


La struttura può essere suddivisa in sottostrutture, chiamate gruppi.

ELEMENTO TRUSS (ASTA RETICOLARE)


L’elemento truss (asta reticolare) rappresenta il modello meccanico della biella elastica. Possiede 2 nodi I e
J e di conseguenza 12 gradi di libertà.
Gli elementi truss sono caratterizzati da 4 parametri fisici e geometrici ovvero:
1. A Area della sezione.
2. E. Modulo elastico.
3. ρ. Densità di peso (peso per unità di volume).
4. α. Coefficiente termico di dilatazione cubica.
I dati di input e i risultati del calcolo relativi all’elemento stesso sono riferiti alla terna
locale di riferimento indicata in figura.

ELEMENTO FRAME (TRAVE E PILASTRO, TRAVE DI FONDAZIONE)


L’elemento frame implementa il modello della trave nello spazio tridimensionale. E’ caratterizzato da 2 nodi
principali I e J posti alle sue estremità ed un nodo geometrico facoltativo K che serve solamente a fissare
univocamente la posizione degli assi locali.
L’elemento frame possiede 12 gradi di libertà.
Ogni elemento viene riferito a una terna locale destra x, y, z, come mostrato in figura. L’elemento frame
supporta varie opzioni tra cui:
1. deformabilità da taglio (travi tozze);
2. sconnessioni totali o parziali alle estremità;
3. connessioni elastiche alle estremità;
4. offsets, ovvero tratti rigidi eventualmente fuori asse alle estremità;
5. suolo elastico alla Winkler nelle tre direzioni locali e a torsione.
L’elemento frame supporta i seguenti carichi:
1. carichi distribuiti trapezoidali in tutte le direzioni locali o globali;
2. sollecitazioni termiche uniformi e gradienti termici nelle due direzioni principali;
3. forza concentrata in tutte le direzioni locali o globali applicata in un punto arbitrario;
4. carichi generici mediante prescrizione delle reazioni di incastro perfetto.
I gruppi formati da elementi del tipo trave riportano, in ordine, i numeri dei nodi iniziale (I), finale (J) e di
riferimento (K), la situazione degli svincoli ai nodi I e J (indicate in legenda eventuali situazioni diverse
dall’incastro perfetto ad entrambi i nodi), i codici dei materiali e delle sezioni, la situazione di carico nelle otto
possibili condizioni A, B, C, D, E, F, G, H: se è presente un numero, esso individua il coefficiente
moltiplicativo del carico corrispondente.

I gruppi relativi all'elemento trave di fondazione riportano informazioni analoghe;


le condizioni di carico sono limitate a due (A e B); È indicata la caratteristica del
suolo, la larghezza di contatto con il terreno e il numero di suddivisioni interne.
Per la trave di fondazione il programma abilita automaticamente solo i gradi di
libertà relativi alla rotazione intorno agli assi globali X, Y e alla traslazione
secondo Z, bloccando gli altri gradi di libertà. Ogni trave di fondazione è suddivisa in un numero adeguato di
parti (aste). Ogni singola asta interagisce con il terreno mediante un elemento finito del tipo vincolo elastico
alla traslazione verticale tZ convergente ai suoi nodi (vedi figura), il cui valore di rigidezza viene determinato
da programma moltiplicando la costante di sottofondo assegnata dall’utente per l’area di contatto con il
terreno in corrispondenza del nodo.
I tipi di carichi ammessi sono solo di tipo distribuito fZ, fV, fy. Inoltre accade che:
Vi=Vf; di=df=0, ovvero il carico è di tipo rettangolare esteso per tutta la lunghezza della trave.

ELEMENTO SHELL (GUSCIO)


L’elemento shell implementa il modello del guscio piatto ortotropo nello spazio tridimensionale. E’
caratterizzato da 3 o 4 nodi I, J, K ed L posti nei vertici e 6 gradi di libertà per ogni nodo. Il comportamento
flessionale e quello membranale sono disaccoppiati.
Gli elementi guscio/piastra si caratterizzano perché possono subire carichi nel piano ma anche ortogonali al
piano ed essere quindi soggetti anche ad azioni flettenti e torcenti.
Gli elementi in esame hanno formalmente tutti i sei gradi di libertà attivi, ma non posseggono rigidezza per la
rotazione ortogonale al piano dell’elemento.
Nei gruppi shell definiti “platea” viene attuato il blocco di tre gradi di libertà, uX, uY, rZ, per tutti i nodi del
gruppo.
Ogni gruppo può contenere uno o più elementi (max 1999). Ogni elemento viene definito da questi
parametri:
1. elemento numero (massimo 1999 per ogni gruppo);
2. nodi di riferimento I, J, K, L;
3. spessore;
4. materiale;
5. pressioni e relative aliquote dinamiche;
6. temperatura;
7. gradiente termico;
8. carichi distribuiti e relative aliquote dinamiche.

ELEMENTO PLANE (STATO PIANO DI TENSIONE, STATO PIANO DI DEFORMAZIONE,


ASSIALSIMMETRICO)
L’elemento plane implementa i modelli dell’elasticità piana nelle tre classiche varianti degli stati piani di
tensione, di deformazione e dei problemi assialmsimmetrici, per materiali ortotropi nello spazio
bidimensionale. E’ caratterizzato da 3 o 4 nodi I, J, K, L posti nei vertici e 2 gradi di libertà per ogni nodo.
Gli elementi in stato piano di tensione, di defromazione o asialsimmetrici sono
elementi piani quadrilateri (4 nodi) o triangolari (3 nodi) bidimensionali,
caratterizzati da due dimensioni dello stesso ordine di grandezza, prevalenti sulla
terza dimensione, che individua lo spessore. Vengono utilizzati per
rappresentare strutture bidimensionali caricate nel piano: sono nulle le tensioni
ortogonali al piano dell’elemento.
Gli elementi in Stato Piano di Deformazione sono elementi per cui è nulla la deformazione ortogonale al
piano, ma non la tensione relativa. Vanno obbligatoriamente analizzati nel piano YZ e si assume uno
sviluppo unitario sulla terza dimensione (lungo X). Hanno attivi i due gradi di libertà relativi agli spostamenti
nel piano YZ.
Gli elementi Assialsimmetrici rappresentano solidi simmetrici, ottenuti per rotazione intorno all’asse verticale
Z e simmetricamente caricati; sono individuati dalla loro sezione nel piano YZ. Anche gli elementi
assialsimmetrici vanno studiati nel piano YZ e hanno attivi i gradi di libertà relativi agli spostamenti in questo
piano.
Il programma analizza il loro comportamento per uno sviluppo angolare di un radiante.
Ogni gruppo può contenere uno o più elementi (max 1999). Ogni elemento viene definito con questi
parametri:
1. numero elemento (massimo 1999 per gruppo);
2. nodi di riferimento I, J, K, L;
3. spessore;
4. materiale;
5. carichi (o pressioni) e relative aliquote dinamiche;
6. temperatura.

ELEMENTO BOUNDARY (VINCOLO)


L’elemento boundary è sostanzialmente un elemento molla con rigidezza assiale in una direzione specificata
e rigidezza torsionale attorno alla stessa direzione. E’ utile quando si vogliono determinare le reazioni
vincolari oppure quando si vogliono imporre degli spostamenti o delle rotazioni di alcuni nodi (cedimenti
vincolari).
I parametri relativi ad ogni singolo vincolo sono:
1. il nodo a cui è collegato il vincolo (o i vincoli, massimo sei);
2. la traslazione imposta (L) o la rotazione imposta (radianti);
3. la rigidezza (per le traslazioni in F/L, per le rotazioni in F*L/rad).

ELEMENTO PLINTO
Il plinto viene modellato mediante vincoli elastici alla traslazione e alla rotazione. Il nodo I è il nodo di attacco
del plinto e generalmente corrisponde con il nodo al piede di un pilastro. Si suppone, implicitamente,
l’esistenza di un nodo J posizionato sopra I, sulla sua verticale (vedi figura). Il
nodo K consente, assieme a I e J, di orientare il plinto nello spazio. Valgono al
riguardo considerazioni analoghe a quelle fatte per i pilastri. L’asse locale x è
diretto da I verso J, l’asse locale y è ortogonale a x e punta verso K, l’asse
locale z forma, con x e y l’usuale terna cartesiana destrorsa.
La sezione del plinto è quella orizzontale in pianta, esclusivamente
rettangolare. La base della sezione si misura parallelamente all’asse locale z,
l’altezza si valuta secondo y.
L’altezza h del plinto si misura in verticale (secondo l’asse globale Z).

I metodi di calcolo

ANALISI STATICA LINEARE


L’analisi statica lineare è la più comune e tradizionale delle analisi strutturali possibili. L’aggettivo statica
sottintende che i carichi applicati non dipendono dal tempo o più esattamente variano molto lentamente tra
l’istante iniziale di applicazione t0 e l’istante finale di osservazione tf (carichi quasi-statici).
Ipotizzando inoltre che la forza di reazione interna dipenda linearmente dagli spostamenti, attraverso una
matrice di rigidezza costante K e che le forze esterne siano costituite da carichi indipendenti dallo
spostamento, si ottiene l’equazione di equilibrio classica per i problemi quasi statici lineari
KU = F
dove K è la matrice di rigidezza, U è il vettore delle deformazioni nodali, F è il vettore dei carichi.
E’ bene ricordare che la linearità della risposta strutturale deriva da almeno due grandi semplificazioni:
l’ipotesi di elasticità lineare del materiale (linearità materiale) e l’ipotesi di piccolezza degli spostamenti e
delle deformazioni (linearità geometrica).
Nell'analisi sismica con il metodo statico equivalente, le corrispondenti forze inerziali vengono
automaticamente aggiunte agli altri carichi eventualmente presenti sulla struttura.
Note le deformazioni vengono calcolate le sollecitazioni.

ANALISI DINAMICA MODALE


ll programma effettua l'analisi dinamica con il metodo dello spettro di risposta.
Il sistema da analizzare è essere visto come un oscillatore a n gradi di libertà, di cui vanno individuati i modi
propri di vibrazione. Il numero di frequenze da considerare è un dato di ingresso che l'utente deve
assegnare. In generale si osservi che il numero di modi propri di vibrazione non può superare il numero di
gradi di libertà del sistema.
La procedura attua l'analisi dinamica in due fasi distinte: la prima si occupa di calcolare le frequenze proprie
di vibrazione, la seconda calcola spostamenti e sollecitazioni conseguenti allo spettro di risposta assegnato
in input.
Nell'analisi spettrale il programma utilizza lo spettro di risposta assegnato in input, coerentemente con
quanto previsto dalla normativa. L'eventuale spettro nella direzione globale Z è unitario. L'ampiezza degli
spettri di risposta è determinata dai parametri sismici previsti dalla normativa e assegnati in input dall'utente.
La procedura calcola inizialmente i coefficienti di partecipazione modale per ogni direzione del sisma e per
ogni frequenza. Tali coefficienti possono essere visti come il contributo dinamico di ogni modo di vibrazione
nelle direzioni assegnate. Si potrà perciò notare in quale direzione il singolo modo di vibrazione ha effetti
predominanti.
Successivamente vengono calcolati, per ogni modo di vibrazione, gli spostamenti e le sollecitazioni relative a
ciascuna direzione dinamica attivata, per ogni modo di vibrazione. Per ogni direzione dinamica viene
calcolato l'effetto globale, dovuto ai singoli modi di vibrazione, mediante la radice quadrata della somma dei
quadrati dei singoli effetti. E' prevista una specifica fase di stampa per tali risultati.
L'ultima elaborazione riguarda il calcolo degli effetti complessivi, ottenuti considerando tutte le direzioni
dinamiche applicate. Tale risultato (inviluppo) può essere ottenuto, a discrezione dell'utente in tre modi
distinti, inclusi quelli suggeriti della normativa italiana e dall'Eurocodice 8.

Lettura dei risultati dell’elaborazione

DEFORMATE
Per ogni combinazione di carico e per tutti i nodi non completamente bloccati il
programma calcola spostamenti (unità di misura L) e rotazioni (radianti). Viene
anche rappresentata la deformata in luce dell’asta che riproduce il comportamento di una funzione
polinomiale di quarto grado. Gli spostamenti sono positivi se diretti nel verso degli assi globali X Y Z, le
rotazioni positive se antiorarie rispetto all’asse di riferimento, per un osservatore disteso lungo il
corrispondente semiasse positivo (vedi figura a lato).
Viene anche determinato il valore massimo assoluto (con segno) di ogni singola deformazione e il valore
massimo dello spostamento nello spazio (radice quadrata della somma dei quadrati degli spostamenti).

ASPETTI PARTICOLARI DELL’ANALISI DINAMICA


Nella stampa degli autovettori vengono riportati i relativi risultati, pertinenti ad ogni nodo.
Nel calcolo della risposta spettrale vengono determinate, per ogni verso del sisma, le deformazioni relative ai
vari modi di vibrare e la corrispondente media quadratica. Tali risultati vengono successivamente combinati
e danno luogo ad uno o più inviluppi in relazione a quanto imposto dall’utente nella fase iniziale di
intestazione del lavoro.
Nel caso dell’applicazione dell’Ordinanza 3431 (ex 3272) vengono anche determinate le deformazioni allo
stato limite ultimo, che risultano amplificate per effetto dei fattori di struttura q rassegnati alle due direzioni
orizzontali e a quella verticale.

ASTE RETICOLARI
Per ogni elemento e per ogni combinazione di carico statica vengono calcolate:

2
tensione unitaria (F/L );
• forza assiale (F).
Il segno positivo indica trazione.
Nell’analisi dinamica, per ogni direzione sismica e per ogni asta, viene indicato il modo che dà luogo al
massimo effetto e il relativo valore, nonché l’effetto risultante calcolato in base al criterio SRSS o CQC come
scelto dall’utente.
Nella stampa degli inviluppi viene riportata la tensione e lo sforzo assiale Fx calcolato secondo la modalità
scelta dall’utente nella fase di input riguardante l’assegnazione dell’intestazione e dei parametri iniziali.

TRAVI, PILASTRI E TRAVI DI FONDAZIONE


Il programma calcola ai due nodi estremi di ogni elemento e per ogni
combinazione di carico sei sollecitazioni, riferite agli assi locali (come
indicato nella figura a lato):
• Fx = forza assiale nella direzione locale x;
• Fy = taglio nella direzione locale y;
• Fz = taglio nella direzione locale z;
• Mx = momento torcente attorno all’asse locale x;
• My = momento flettente attorno all’asse locale y;
• Mz = momento flettente attorno all’asse locale z,
con le seguenti convenzioni sui segni:
• forze positive se concordi con gli assi locali (F);
• momenti positivi se antiorari rispetto gli assi locali, per un osservatore disteso lungo il
corrispondente semiasse positivo (F*L).
Tali convenzioni sono caratteristiche dei codici di calcolo numerico e sono mantenute soltanto nelle stampe
globali. Nelle rappresentazioni grafiche e nelle stampe delle verifiche di sicurezza vengono invece adottate
le convenzioni tipiche della Scienza delle Costruzioni.
In caso di analisi sismica con il metodo statico equivalente viene riportato un prospetto riguardante il peso
sismico del gruppo, le coordinate baricentriche relative, il coefficiente di distribuzione globale del gruppo
funzione della sua quota, il coefficiente globale ricavato dal precedente in base ai parametri sismici, la forza
sismica relativa.
Nell’analisi dinamica vengono calcolate le medesime sollecitazioni per ognuna delle tre azioni sismiche
previste (Z eventuale). Viene evidenziato il modo di vibrazione che dà luogo all’effetto massimo, il valore di
tale effetto (con segno), la risultante dovuta alla combinazione di tutti i modi di vibrazione mediante il criterio
prescelto dall’utente.
Per le travi di fondazione il programma calcola ai due nodi estremi della trave e in tutti i punti intermedi
generati per effetto della suddivisione della trave di fondazione, per ogni combinazione di carico:
• Fy = taglio nella direzione locale y (F);
• Mx = momento torcente attorno asse locale x (F*L);
• Mz = momento flettente attorno asse locale z (F*L);
• UZ = spostamento lungo Z (L);
• rX = rotazione intorno X (rad);
• rY = rotazione intorno Y (rad);

2
pressione sul suolo (F/L ).

GUSCI
Il programma propone i risultati al “centro” di ogni elemento. Per ogni elemento e
per ogni combinazione di carico statica vengono evidenziate:

2
Sxx (F/L );

2
Syy (F/L );

2
Sxy (F/L );
• Mxx (F*L/L);
• Myy (F*L/L);
• Mxy (F*L/L);
• σidsup (F/L );
2

• σidinf (F/L ).
2

• Sxx, Syy, Sxy rappresentano le tensioni membranali (vedi figura)


• Mxx rappresenta il momento flettente (per unità di lunghezza) che produce tensioni in
direzione locale x; analogamente per Myy;
• Mxy rappresenta il momento torcente (sempre per unità di lunghezza).
Le tensioni ideali σidsup (al bordo superiore, ovvero sul semiasse positivo dell’asse locale z) e σidinf sono
calcolate mediante il criterio di Huber-Hencky-Mises. I momenti flettenti generano ai bordi dell’elemento delle
tensioni valutate in base al modulo di resistenza dell’elemento. Le tensioni da momento flettente Mxx si
sovrappongono alle tensioni Sxx, con segno positivo al bordo superiore, con segno negativo al bordo
inferiore (analogamente per Myy e Syy). Gli effetti tensionali da momento torcente vengono sovrapposti a
Sxy.
Le convenzioni sui segni dei momenti sono caratteristiche dei codici di calcolo automatici e sono mantenute
solo nelle stampe dei risultati conseguenti all’elaborazione strutturale, nelle rappresentazioni grafiche e nelle
stampe dei postprocessori vengono invece adottate le convenzioni tipiche della Scienza delle Costruzioni.
Nell’analisi dinamica, per ogni direzione sismica e per ogni elemento, viene indicato il modo che dà luogo
all’effetto massimo, la risultante per sovrapposizione modale per Sxx, Syy, Sxy, Mxx, Myy, Mxy.
Nel calcolo degli inviluppi viene effettuata la sovrapposizione. Anche in questo caso vengono calcolate le
tensioni ideali.
Nell’analisi statica e negli inviluppi dinamici, fra i risultati, alla fine di ogni gruppo vengono riportati i massimi
delle tensioni (comprese quelle ideali) e dei momenti, nonché il numero dell’elemento e la combinazione di
carico relativa.

ELEMENTO IN STATO PIANO DI TENSIONE, STATO PIANO DI DEFORMAZIONE, ASSIALSIMMETRICI


Il programma calcola le tensioni (F/L2) al centro di ogni elemento.
Per ogni elemento e per ogni combinazione di carico statica vengono evidenziate:
• S11;
• S22;
• S33 (sempre nullo per l’elemento in stato piano di tensione);
• S12;
• Smax;
• Smin;
• Angolo.
Per il significato di S11, S22, S12 si osservino le figure successive. La tensione S33 è ortogonale al piano
dell’elemento ed è, per definizione, nulla per l’elemento in stato piano di tensione. La tensione è positiva se
diretta verso l’osservatore (che vede i nodi
dell’elemento susseguirsi, da I a L, in verso
antiorario).

Le tensioni Smax e Smin rappresentano le


tensioni principali. L’angolo riportato fra i risultati
rappresenta l’angolo in gradi sessagesimali
compreso fra l’asse locale 11 e la direzione di
Smax. In questo modo le tensioni principali sono
completamente note, in valore, direzione e verso.

Nell’analisi dinamica, per ogni direzione sismica e per ogni elemento, vengono riportate le tensioni S11, S22,
S33, S12 nei punti desiderati (a seconda dell’opzione di stampa scelta), specificando altresì il modo di
vibrazione che dà luogo all’effetto massimo, il valore di tale effetto (con segno), la risultante dovuta a tutti i
modi di vibrazione (secondo il metodo SRSS o CQC scelto).
Per ogni gruppo, per l’analisi statica e per gli inviluppi dinamici, in stampa viene riportato un prospetto
riepilogativo riguardante i valori massimi negativi e positivi delle tensioni, nonché gli elementi e le
combinazioni di carico interessate.

VINCOLI
In stampa vengono fornite, per ogni nodo vincolato, le reazioni corrispondenti ai vincoli assegnati. Per
quanto concerne i versi si tenga presente che è stata adottata la convenzione tradizionale. In generale le
forze vincolari (unità di misura F) sono positive se vanno nel verso dell’asse di riferimento, i momenti (F*L)
sono positivi se antiorari per un osservatore disposto lungo il corrispondente semiasse positivo; tali
sollecitazioni tendono a contrastare deformazioni di segno opposto.
Per quanto concerne i vincoli comunque disposti nello spazio vale la stessa regola: se uno spostamento è
positivo tende ad allontanare il nodo N da I; la conseguente reazione è di segno opposto, cioè negativa.
Nell’analisi dinamica, per ogni direzione, per ogni nodo vincolato, viene indicato il modo che dà luogo
all’effetto massimo e il relativo valore; viene anche indicato il risultato complessivo calcolato a partire dai
singoli effetti modali. Nella stampa degli inviluppi viene calcolata la risultante obbedendo alla modalità scelta
dall’utente.

PLINTI
La procedura calcola le rigidezze del plinto e le assegna come avviene per un elemento “vincolo” disposto
secondo le direzioni globali X ,Y ,Z. Pertanto i risultati per un plinto corrispondono a quelli proposti per
l’elemento “vincolo”. Nelle verifiche vengono invece riportati i risultati secondo le direzioni locali, come più
consueto.
La rigidezza alla traslazione verticale del plinto viene calcolata moltiplicando l’area del plinto per la costante
di sottofondo.
Le rigidezze alla rotazione rispetto ai due assi locali x e y vengono calcolate moltiplicando il relativo
momento d’inerzia flessionale per la costante di sottofondo. Tali rigidezze alla rotazione vengono quindi
riportate agli assi globali X e Y con le usuali regole di trasformazione, perché il programma tratta i vincoli
come se fossero assegnati secondo le direzioni globali.
Le due rigidezze alla traslazione secondo gli assi globali X e Y, nonché la rigidezza alla rotazione intorno
l’asse globale Z vengono automaticamente poste ad un valore elevato, che dà luogo a deformazioni
trascurabili. Si assume infatti che il plinto non possa spostarsi nel piano orizzontale e ruotare intorno all’asse
verticale Z.
Verranno riportati di seguito gli schemi assonometrici delle strutture modellate, riportando solo le
sollecitazioni e gli spostamenti più significativi. Tutti i controlli e le verifiche numeriche sono riportate a parte
nell’allegato.

CORPO “A”- PALESTRA:

SCHEMA ASSONOMETRICO

PRIMO MODO DI VIBRARE: (T=0.39s)


SECONDO MODO DI VIBRARE: (T=0.37s)

TERZO MODO DI VIBRARE: (T=0.26s)


INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M12 [kNm]:

INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M13 [kNm]:


INVILUPPO TAGLIO V12 [kN]:

INVILUPPO TAGLIO V13 [kN]:


INVILUPPO SFORZO NORMALE [kN]:

DEFORMATA STATICA [spostamenti in cm]:


CORPO “B”- SCUOLA:

SCHEMA ASSONOMETRICO

PRIMO MODO DI VIBRARE: (T=0.54s)


SECONDO MODO DI VIBRARE: (T=0.53s)

TERZO MODO DI VIBRARE: (T=0.34s)


INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M12 [kNm]:

INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M13 [kNm]:


INVILUPPO TAGLIO V12 [kN]:

INVILUPPO TAGLIO V13 [kN]:


INVILUPPO SFORZO NORMALE [kN]:

DEFORMATA STATICA [spostamenti in cm]:


CORPO “C”- CORPO DI COLLEGAMENTO:

SCHEMA ASSONOMETRICO

PRIMO MODO DI VIBRARE: (T=0.39s)


SECONDO MODO DI VIBRARE: (T=0.34s)

TERZO MODO DI VIBRARE: (T=0.33s)


INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M12 [kNm]:

INVILUPPO MOMENTI FLETTENTI M13 [kNm]:


INVILUPPO TAGLIO V12 [kN]:

INVILUPPO TAGLIO V13 [kN]:


INVILUPPO SFORZO NORMALE [kN]:

DEFORMATA STATICA [spostamenti in cm]:

SCALA ADIACENTE AL CORPO “B”


Si rimanda al relativo fascicolo di calcolo.
SINTESI DEI RISULTATI (relazione di accettabilità)

Le immagini del comportamento strutturale delle pagine precedenti non vogliono in alcun modo
sostituire i tabulati di calcolo e le verifiche, ma presentare “qualitativamente” i risultati dell’analisi
strutturale agli elementi finiti.
Le strutture sono state analizzate separatamente e hanno mostrato tutte un buon comportamento
sia sotto l’azione dei carichi verticali (che per alcuni elementi è la combinazione di carico più
importante) sia sotto l’azione sismica. Sebbene le strutture ricadano in zona sismica 4, per cui non
sarebbe necessario il controllo agli SLO secondo l’attuale normativa (§7), si è scelto comunque di
verificare entrambi gli SLE sismici (SLD e SLO) in quanto si ritiene di fondamentale importanza il
controllo degli spostamenti di interpiano per evitare il danneggiamento delle strutture secondarie.
Tutte le strutture hanno mostrato un buon comportamento sismico, i modi torsionali hanno tutti un
periodo piuttosto basso con delle masse partecipanti esigue e la percentuale di massa
partecipante totale supera l’85% ai primi modi di vibrare. I diversi edifici hanno il centro di massa
circa coincidente con il centro di rigidezza così da risultare torsionalmente disaccoppiati e
presentare un comportamento sotto l’azione sismica di facile interpretazione (come si evince dalle
deformate modali). Anche laddove non sia stato possibile far coincidere esattamente il centro di
massa al centro di rigidezza nei vari impalcati per la presenza di elementi di irregolarità in altezza,
come nel caso del corpo di collegamento, si ritiene comunque di aver raggiunto un discreto
risultato avendo garantito il raggiungimento di una rigidezza torsionale elevata (KZZ).
I solai da 33 cm hanno permesso di poter avere delle travi a spessore idonee alle verifiche sia in
termini di resistenza sia di deformabilità.
Sono state rispettate tutte le indicazioni in merito ai dettagli costruttivi in termini di limitazioni
geometriche e di armatura, ai sensi del §7.4.6 del DM 2008.
La fondazione di tipo superficiale è unica per tutte le strutture in quanto le travi rovesce e i plinti
che competono ai diversi corpi sono efficacemente collegate. Sono state dimensionate le opere in
modo da trasmettere una tensione quanto più uniforme al terreno e soddisfare le verifiche
geotecniche e strutturali. Particolare attenzione è stata posta alle zone in corrispondenza dei giunti
in quanto le sollecitazioni che vi si trasmettono derivano da due modelli di analisi differenti.
Per evitare possibili effetti nella sovrastruttura indotti da spostamenti relativi del terreno di
fondazione le sottostrutture sono state collegate tra loro in modo da scongiurare cedimenti
differenziali.
Giudizio di accettabilità: i risultati dei modelli strutturali sia in termini di spostamento sia in termini di
sollecitazione rispondono esattamente a quanto ipotizzato e calcolato a mano dallo scrivente in
fase di predimensionamento. In particolare, le sollecitazioni agli SLU, derivanti dai carichi verticali,
degli elementi strutturali più significativi risultano coerenti con i risultati di calcoli semplificati
(utilizzando gli schemi statici di travi semplicemente appoggiate, telai piani… ), mentre per quanto
riguarda l’analisi sismica è stato fatto un controllo relativamente al calcolo delle masse sismiche,
dei tagli di piano e delle rigidezze di piano, nonché dei massimi spostamenti, confrontando i
risultati del software con quelli ottenuti da analisi lineari statiche su telai piani.
Nel tabulato di calcolo che verrà allegato alla seguente relazione, verranno riportate tutte le
verifiche effettuate dal software e gli input e output di tutti i modelli effettuati; più esattamente per
ciascuna struttura, verranno consegnati:
- Input modello strutturale.
- Output modello strutturale
- Analisi modale
- Verifiche per ciascun elemento in SLV-SLE
- Verifiche in SLD-SLO

Tutte le strutture risultano verificate secondo le attuali NTC2008.


VERIFICA DEI SOLAI

VERIFICA SOLAI IN LATERO-CEMENTO:


I solai sono stati verificati con i momenti massimi in campata e in appoggio, determinati combinando i carichi
secondo i coefficienti SLU in modo da massimizzare le sollecitazioni nelle sezioni di interesse. Il carico,
pertanto, è stato disposto secondo lo schema a “scacchiera”, che viene schematicamente riportato di
seguito:

Appoggio 2
1.4Gk+1.5Qk 1.4Gk+1.5Qk 1.4Gk+1.5Qk
Gk

1 2 3 4

Appoggio 3
1.4Gk+1.5Qk 1.4Gk+1.5Qk
Gk Gk

1 2 3 4
Appoggio 4
1.4Gk+1.5Qk 1.4Gk+1.5Qk
1.4Gk+1.5Qk Gk

1 2 3 4
Campata1-2
1.4Gk+1.5Qk
1.4Gk+1.5Qk Gk Gk

1 2 3 4
Campata2-3
1.4Gk+1.5Qk 1.4Gk+1.5Qk
Gk Gk

1 2 3 4
Campata3-4
1.4Gk+1.5Qk
1.4Gk+1.5Qk Gk Gk

1 2 3 4
I momenti di picco agli appoggi vengono opportunamente spuntati per considerare la presenza della trave
che costituisce un appoggio distribuito per il travetto. Alle estremità vengono considerati dei momenti di
2
semincastro fittizi (pari a ql /16). In corrispondenza degli appoggi intermedi, invece, vengono aggiunti
spezzoni in grado di assorbire una trazione pari al taglio nella sezione.
Corpo A - Palestra
I momenti di inviluppo sono stati ricavati combinando i carichi secondo il metodo agli SLU, disponendoli in
modo da massimizzare le sollecitazioni nelle sezioni di campata e di appoggio.

Solaio lato Nord a quota +3.33m:


rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +3.33 rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20''

2Ø10 L=570cm 2Ø10 L=430cm 2Ø14 L=530cm 2Ø14 L=230cm


540 15 15 400 15 15 500 15 15 200
15 15

2Ø10 L=300cm 2Ø10 L=420cm 2Ø10 L=370cm 2Ø14 L=520cm

15 15
15 15 15 15 15 15 15 15
100 200 330 400 100
1Ø10 L=230cm 1Ø10 L=360cm 2Ø14 L=430cm
1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm

sez.1a-1a

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +3.33 rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20''

2Ø10 L=180cm 2Ø14 L=530cm 2Ø14 L=230cm


150 500 200
15 15 15 15
15 15

2Ø10 L=420cm 2Ø14 L=570cm

15 15
15 15 15 15
120 400 100
1Ø10 L=150cm 2Ø14 L=430cm 2Ø14 L=130cm

sez. 2a-2a

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +3.33

2Ø14 L=230cm 2Ø14 L=230cm


200 15 15 200
15 15

2Ø14 L=570cm

15 15
15 15
100 100
2Ø14 L=130cm 2Ø14 L=130cm

sez.3a-3a

Sollecitazioni di calcolo:
momenti spuntati agli appoggi
Mpicco Msx (22,5) Mdx (22,5) Mm M*
12,88 10,5 9,4 9,95 11,415
11,11 7,7 10,2 8,95 10,03
12,07 10,7 8,5 9,6 10,835
10,36 7 11,8 9,4 9,88
28,38 24,1 21,2 22,65 25,515

momenti fittizi appoggi estremità


app1 5,52 kNm
app7 17,76 kNm

tagli massimi
app1 app2 app3 app4 app5 app6 app7
9,8 16,13 17,46 16,92 9,5 11,95 17,56 18,08 1,62 26,37 26,79 17,64

Verifiche agli Stati Limite:


- sezioni maggiormente sollecitate:
- sezioni mediamente sollecitate:
Solai copertura:
rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20''
A

2Ø10 L=200cm 2Ø10 L=330cm 2Ø10 L=440cm 2Ø10 L=330cm 2Ø10 L=200cm
170 15 15 300 15 15 410 15 15 300 15 15 170
15 15

2Ø10 L=370cm 2Ø10 L=445cm 2Ø10 L=445cm 2Ø10 L=370cm

15 15
100 15 15 160 15 15 160 15 15 160 15 15 100
1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=190cm 1Ø10 L=190cm 1Ø10 L=190cm 1Ø10 L=130cm

sez. 1a-1a
sez.AA

/20''
t.Ø8
14 s
itr. 2+2Ø m
romp 230c
0 L= 15
2Ø 1 200

+7.07
15

m 15
445c 15
rip. 1+1Ø8/25'' 0 L=
2Ø1 305
15 100
m 30cm
500c 1
4 L= 0 L=
120 2Ø1 2Ø1
5

15
15 100 30cm
1
0 L=
2Ø1

*
80cm55
0 '' L=3 2
Ø8/5
120
5
*questi ferri vanno sistemati in corrispondenza delle file
di pignatte, alternati ai 2Ø10 disposti all'interno dei sez.2a-2a
travetti

1Ø10 L=190cm 1Ø10 L=190cm


160 160
15 15
15 15

1Ø10 L=370cm

15 15
15 15
120 120
1Ø10 L=150cm 1Ø10 L=150cm

sez. 3a-3a

Sollecitazioni di calcolo:
momenti spuntati agli appoggi
Mpicco Msx (22,5) Mdx (22,5) Mm M*
12,88 10,5 10 10,25 11,565
4,38 4 4 4 4,19

momenti campata
M12 8,29
M13 2,77

momenti fittizi appoggi estremità


app1 6,83 kNm
app3 6,83 kNm

tagli
T12 13,17
T13 4,53

Verifiche agli Stati Limite:


Il progetto delle armature è stato svolto considerando le sezioni soggette a flessione retta, ma le verifiche
sono state condotte considerando le sollecitazioni effettivamente agenti, e cioè a flessione deviata.

- solaio più campate:


Verifiche flessione deviata:
-solaio unica campata tipo 1:
Verifiche flessione deviata:
- solaio unica campata tipo 2 (flessione retta):
Corpo B - Scuola
I momenti di inviluppo sono stati ricavati combinando i carichi secondo il metodo agli SLU, disponendoli in
modo da massimizzare le sollecitazioni nelle sezioni di campata e di appoggio.

Solai piano primo:

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +2.86 rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20''

2Ø14 L=250cm 3Ø14 L=520cm 2Ø14 L=250cm


220 490 220
15 15 15 15
15 15

2Ø14 L=545cm 2Ø14 L=545cm

15 15
15 15 15 15
100 220 100
1Ø10 L=130cm 3Ø14 L=250cm 1Ø10 L=130cm

sez.1b-1b
Verifiche agli Stati Limite:
- sezioni maggiormente sollecitate:
- sezioni appoggio estremità:
Solai sottotetto:
+7.07

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +6.31 rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20''

1Ø10+1Ø14 L=250cm 1Ø10+2Ø14 L=520cm 1Ø10+1Ø14 L=250cm


220 490 220
15 15 15 15
15 15

2Ø14 L=570cm 2Ø14 L=570cm

15 15
15 15 15 15
100 220 100
1Ø10 L=130cm 2Ø14 L=250cm 1Ø10 L=130cm

sez.1b-1b

Verifiche agli Stati Limite:


- sezioni maggiormente sollecitate:
- sezioni appoggio estremità:
Solai copertura:

+9.35

/20 '' romp


4s t.Ø8 itr. 2
+ 2Ø1
+ 2Ø1 4 st.
itr. 2 Ø8/2
romp 0 ''
m
230c
4 L= 400
2Ø1
+7.07 +7.07

15 15
rip. 1+1Ø8/25'' rip. 1+1Ø8/25''
m 2Ø1
465c 15 15 0 L=
0 L= 46
325 5cm
2Ø1 325 15 15
m 2Ø1
620c 180 0 L=
0 L= 180 620c
2Ø 1 m 2Ø1 m
210c 0 L=
120 15 0 L= 210c 15 120
5 2Ø1 m
5

15 15

100 30cm 1Ø1 10


15
1 0 L= 0 15
0 L= 130c
1Ø1 m

m* Ø8
380c 255 255 /50'' L=3
0'' L= sez.1b-1b 80cm
Ø8/5 *
120 120
5 SOLAIO STRUTTURA "Scuola" copertura scala 1:50 5
*questi ferri vanno sistemati in corrispondenza delle file *questi ferri vanno sistemati in corrispondenza delle file
di pignatte, alternati ai 2Ø10 disposti all'interno dei di pignatte, alternati ai 2Ø10 disposti all'interno dei
travetti travetti
2Ø1
0 L=18 +7.07
15 155 5cm

15
15 2Ø1
0 L= rip. 1+1Ø8/25''
44
305 5cm
15
100 15 1Ø1
0 L= 120
1Ø1 360c 5
0 L= m
130c
m
15
1Ø1 10
0 L= 0 15
130c
m

Ø8
250 /50'' L=3
75cm
*
120
5
sez.2b-2b *questi ferri vanno sistemati in corrispondenza delle file
di pignatte, alternati ai 2Ø10 disposti all'interno dei
travetti

+9.16

+8.48

2Ø1
0 L=44
200 200 5cm

15 15
15 15

240 m 24
15 0c 2Ø1 0 15
0 L=
10 L=27 27 0cm

sez.3b-3b

+8.47

+7.07

rip. 1+1Ø8/25''
cm 140
L=530
2Ø10 0
36 15
2Ø1
0 L=
15 40
260 0cm
15
15 15
120
2Ø10
L=360 5
190 cm
2Ø10 15
L=220
400 cm cm
L=430
15 2Ø10 15

2Ø10 100 15
L=130
cm

Ø8/
sez.4b-4b 250 50'' L=3
75
cm*
120
5
*questi ferri vanno sistemati in corrispondenza delle file
di pignatte, alternati ai 2Ø10 disposti all'interno dei
travetti

+7.07
0cm 15
0 L=20170
2Ø1 15
15
m
130c
0 L=
2Ø1
100 15
510 0cm
0 L=54
15 2Ø1
15

sez.5b-5b
Verifiche agli Stati Limite:
- sezioni maggiormente sollecitate:
Corpo C – Corpo di collegamento
I momenti massimi sono stati calcolati secondo il metodo agli SLU, per lo schema di trave semplicemente
2 2
appoggiata (ql /8), applicando alle estremità un momento di semincastro (ql /16).

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +2.68 +2.68

2Ø10 L=230cm 2Ø10 L=230cm 1Ø10 L=200cm 1Ø10 L=200cm


200 15 15 200 170 15 15 170
15 15 15 15

2Ø10 L=445cm 1Ø10 L=345cm

15 15 15 15
15 15 15 15
100 100 100 100
1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm

sez.1c-1c sez.2c-2c

rompitr. 2+2Ø14 st.Ø8/20'' +5.92 +5.92

2Ø10 L=230cm 2Ø10 L=230cm 1Ø10 L=200cm 1Ø10 L=200cm


200 200 170 170
15 15 15 15
15 15 15 15

2Ø10 L=420cm 1Ø10 L=320cm

15 15 15 15
15 15 15 15
100 100 100 100
1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm 1Ø10 L=130cm

Verifiche agli Stati Limite:


- solaio di piano e di copertura L=3.90m:
- solaio di piano e di copertura L=4.90m:
VERIFICA DEGLI SBALZI

Corpo A - Palestra

Cornicione:
Corpo B - Scuola

Cornicione:
Soletta pensilina sbalzo lato sud:
Soletta pianerottolo scala sbalzo lato sud:
Corpo C – Corpo di collegamento

Soletta a sbalzo di fondazione lato Nord:


Soletta a sbalzo lato sud piano primo:
Soletta a sbalzo lato sud piano primo:
Soletta a sbalzo lato sud copertura:
Soletta a sbalzo lato nord piano primo:
Soletta a sbalzo lato nord copertura:
Soletta pensilina parte sud:
Soletta pensilina parte nord:
VERIFICA DELLA BUSSOLA D’INGRESSO

La bussola di ingresso è realizzata da quattro travi in acciaio HEA100 che si collegano tramite apposite
piastre in acciaio ai pilastri 6c e 8c del corpo di collegamento e a due tuni quadri 100x100. Le travi sono
calcolate secondo lo schema statico di trave semplicemente appoggiata e sono state svolte le verifiche allo
SLU, nonché è stato eseguito il controllo della deformabilità allo SLE.

Travi

Analisi dei carichi e dimensionamento delle travi principali

Verifiche allo SLU:


- travi principali:
- travi secondarie:

Pilastri in acciaio:

Tubi quadri 100x100

Pilastri in c.a.:

L’incremento di sollecitazioni dovuto alla presenza della bussola di ingresso è stato considerato nel modello
del corpo di collegamento, a cui la bussola si collega. Per le verifiche dei pilastri 6c e 8c, pertanto, si rimanda
al fascicolo di calcolo del corpo di collegamento.

Collegamenti:
VERIFICHE OPERE DI SISTEMAZIONE ESTERNA

- SOLETTA E MURO IN C.A. PER REALIZZAZIONE MARCIAPIEDE PROSPETTO NORD-EST EDIFICIO


ESISTENTE

Tra le opere di sistemazione esterna si ha una soletta e un muro in c.a. che vengono realizzati dietro la
scuola esistente, a ridosso del muro di sostegno della via Nazionale (prospetto nord-est edificio esistente).
Nel progetto si prevede la demolizione della gradinata esistente, posta in aderenza alla parete in c.a. al di
sotto della strada, per cui non è richiesta la realizzazione di particolari opere di sostegno aggiuntive
dell’infrastruttura. Per sostenere il marciapiede che viene progettato al lato della via Nazionale si realizza
una soletta in c.a. che sbalza da un muro anch’esso in c.a., giuntata rispetto al muro di sostegno esistente
mediante un giunto tecnico di 5cm. Si riporta una sezione caratteristica dell’opera:

rip. 1+1Ø8/20''

+2.81

rip. 1+1Ø8/20''

muro esistente
da mantenere

0.00

-0.67

rip. 1+1Ø8/20''

Fig. Sezione caratteristica del muro in c.a.

Schema statico e analisi dei carichi:


Si riporta lo schema statico adottato per il calcolo delle sollecitazioni sull’opera e l’analisi dei carichi agenti.
Le verifiche vengono condotte agli SLU.
q

pp muro

Verifica soletta marciapiede:


Verifica sezione più sollecitata muro:
Verifica sezione solettone base:

Per ogni stato limite ultimo le strutture in oggetto soddisfano le verifiche.


Verifica muro di sostegno

Si ipotizza di realizzare l’opera introducendo un efficace sistema di drenaggio tale da non consentire la
presenza d’acqua a tergo del muro. Si prevede inoltre di poter accettare
. degli spostamenti del muro in modo
tale da poter considerare la condizione limite di spinta attiva. Il progetto viene eseguito in modo conforme
alle “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni” - DM 14/01/2008.
Il capitolo 6 della normativa è quello che si occupa della progettazione geotecnica. Il punto 6.2.3.1 del DM
prevede che per ogni stato limite ultimo deve essere rispettata la condizione E d ≤ R d dove Ed è il valore di

progetto dell’azione o dell’effetto dell’azione e dove Rd è il valore di progetto della resistenza del sistema
geotecnico. La verifica della suddetta condizione deve essere effettuata impiegando diverse combinazioni di
gruppi di coefficienti parziali, rispettivamente definiti per le azioni (EQU, A1 e A2), per i parametri geotecnici
(M1 e M2) e per le resistenze (R1, R2 e R3). I diversi gruppi di coefficienti di sicurezza parziali sono scelti
nell’ambito di due approcci progettuali distinti e alternativi. Nel primo approccio progettuale (Approccio 1)
sono previste due diverse combinazioni di gruppi di coefficienti: la prima combinazione è generalmente più
severa nei confronti del dimensionamento strutturale delle opere a contatto con il terreno, mentre la seconda
combinazione è generalmente più severa nei riguardi del dimensionamento geotecnico. Nel secondo
approccio progettuale (Approccio 2) è prevista un’unica combinazione di gruppi di coefficienti, da adottare
sia nelle verifiche strutturali sia nelle verifiche geotecniche.
Nel punto 2.5.3 vengono specificate le combinazioni delle azioni da utilizzare nelle valutazioni ai vari Stati
limite, quelle di maggior interesse in questa sede sono:
− Combinazione fondamentale, generalmente impiegata per gli stati limite ultimi (SLU):
γG1⋅G1 + γG2⋅G2 + γP⋅P + γQ1⋅Qk1 + γQ2⋅ψ02⋅Qk2 + γQ3⋅ψ03⋅Qk3 + …
− Combinazione sismica, impiegata per gli stati limite ultimi e di esercizio connessi all’azione sismica
E
E + G1 + G2 + P + ψ21⋅Qk1 + ψ22⋅Qk2 + …

I coefficienti parziali γF relativi alle azioni sono indicati nella Tab. 6.2.I. riportata di seguito:

Nella valutazione della combinazione delle azioni i coefficienti di combinazione ψij devono essere assunti
come specificato in Tab. 2.5.I.
Il punto 6.2.3.1.1 del DM 2008 impone che il carico di acqua e terreno vengano considerati come carichi
permanenti strutturali, la loro classificazione risulta importante nella scelta dei coefficienti amplificativi o
riduttivi delle azioni.
Il valore di progetto della resistenza R d viene determinato in modo analitico, con riferimento al valore

caratteristico dei parametri geotecnici del terreno diviso per il valore del coefficiente parziale γ M specificato

nella successiva Tab. 6.2.II.

Le opere di sostegno vengono trattate nel punto 6.5 e la parte relativa ai muri di sostegno si trova al punto
6.5.3.1.1. La normativa specifica i meccanismi di rottura rispetto ai quali è necessario effettuare le verifiche,
questi sono:
− SLU di tipo geotecnico (GEO) e di equilibrio di corpo rigido (EQU)
− stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno;
− scorrimento sul piano di posa;
− collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno;
− ribaltamento.
− SLU di tipo strutturale (STR)
− raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
La normativa impone che la verifica di stabilità globale del complesso opera di sostegno-terreno venga
effettuata secondo l’Approccio 1, Combinazione 2: (A2+M2+R2) tenendo conto dei coefficienti parziali
riportati nelle Tabelle 6.2.I e 6.2.II per le azioni e i parametri geotecnici, e nella Tabella 6.8.I per le verifiche
di sicurezza.

Le rimanenti verifiche possono essere effettuate scegliendo uno dei seguenti approcci:
Approccio 1:
− Combinazione 1: (A1+M1+R1)
− Combinazione 2: (A2+M2+R2)

Approccio 2:
(A1+M1+R3)
tenendo conto dei valori dei coefficienti parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I, 6.2.II e 6.5.I.

Nelle verifiche viene trascurato a favore di sicurezza l’effetto benefico legato alla spinta passiva data dal
rinterro a valle del muro come previsto al punto 6.5.3.1.1 del DM.
La normativa consente quindi in più casi di decidere il tipo di approccio da utilizzare nelle verifiche.
La parte normativa riguardante la valutazione dei sistemi geotecnici nei confronti dell’azione sismica è
contenuta nel punto 7.11 e le indicazioni specifiche per le opere di sostegno sono contenute nel punto
7.11.6. In questa vengono stabilite le condizioni per la valutazione dell’azione sismica attraverso metodi
pseudostatici alla cui categoria appartiene anche il metodo di Mononobe-Okabe. Come previsto nel punto
7.11.6.1 è necessario eseguire le verifiche sismiche nei confronti degli stessi SL considerati per le condizioni
non sismiche. In queste verifiche è necessario porre in conto anche l’azione sismica ma il coefficiente
amplificativo per le azioni vale sempre 1 come specificato al punto 7.11.1.
Il calcolo delle azioni viene condotto seguendo la formulazione di Coulomb per quanto riguarda le spinte in
condizioni statiche e di Mononobe-Okabe per le spinte in condizioni sismiche.
Muro n1

Muro di sostegno - DM 2008-

Dati:
s= 0.2 m
L1= 0.6 m
L2= 0.2 m
L3= 0.4 m
L= 1.2 m
H= 1.7 m
h= 0.3 m
β= 0 °
θ= 0 °
δ=(2/3)Φ= 20 °
3
Υ(cls)= 25 KN/m
Larghezza= 10 m

Terreno omogeneo incoerente senza falda:


3
Υ= 18 KN/m β
Φ'= 30 °
2
c'= 0 KN/m
θ
W

H
Carico variabile a monte:
Qk= 2.5 KN/m
2 φ' δ
R SA
α
Coeff. azione sismica
ag= 0.239 g
F0= 2
Tc*= 0.34 sec
Ss= 1.3 tab.3.2V NTC
St= 1 tab.3.2 VI NTC

Categoria di sottosuolo

Valutazione azioni statiche:


Peso proprio muro G1:

P1= 7 KN/m
P2= 0 KN/m
P3= 9 KN/m
R= 16 KN/m
dr= 0.64375 m
Peso proprio terreno G1:
W= 15.12 KN/m
dw= 0.3 m
Peso variabile Qk:
Q= 1.5 KN/m
dq= 0.3 m

Spinta attiva(G2) S2 (secondo la teoria di Coulomb)+Spinta Orizzontale del Variabile(Qk) S1:

cos 2 (φ ′ − θ )
Ka =
sen (δ + φ ′ )sen (φ ′ − β ) 
2
Con coefficiente M1 tabella 6.2.II 
cos 2 θ cos (θ + δ )1 + 
Y Φ= 1  cos (θ + δ ) cos (θ − β ) 
Φ'= 30 °
Ka= 0.2973139
S2= 7.7331334 KN/m
S1= 1.2635839 KN/m
S= 8.9967173 KN/m
ds= 0.6064607 m
Con coefficiente M2 tabella 6.2.II
Y Φ= 1.25
Φ'= 24.791281 °
Ka= 0.3637302
S2= 9.4606227 KN/m
S1= 1.5458534 KN/m
S= 11.006476 KN/m
ds= 0.6064607 m

Spinta sismica calcolata con metodo Mononobe-Okabe:


Valutazione azioni sismiche:NTC §7.11.6.2.1
a max
kh = βm
g
amax=SsStag= 0.3107 g
β m= 0.31 tab. 7.11.II

Kh= 0.096317
ψ = tan−1 k h (1 − k )
 v 
Kv=0.5Kh= 0.0481585
Ψ= 5.7781015 °

K =
cos 2
(φ − θ −ψ )
sen (δ + φ )sen (φ − β − ψ ) 
AE 2

cos ψ cos 2
θ cos (δ + θ + ψ )1 + 
 cos (δ + θ + ψ ) cos (β − θ ) 

P AE =
1
γH 2
(1 − k v )K AE
2

Spinta attiva in presenza di sisma secondo combinazione M1:


KAE= 0.3668354
PAE= 9.0818887 KN/m
dPAE=ds= 0.5666667 m (muro libero di traslare o ruotare intorno al piede)
Spinta attiva in presenza di sisma secondo combinazione M2:
KAE= 0.4420379
PAE= 10.943708 KN/m
dPAE=ds= 0.5666667 m (muro libero di traslare o ruotare intorno al piede)
Forza d'inerzia del muro:(FE=βm m amax)
β m= 0.24 E' possibile non ridurre l'accelerazione ponendo βm=1
FE1= 0.521976 KN/m
FE2= 0 KN/m
FE3= 0.671112 KN/m
FE= 1.193088 KN/m
dFE= 0.521875 m
Forza d'inerzia del terreno:(FW=βm mw amax)
FW= 1.1274682 KN/m
dw= 1 m

VERIFICHE IN CONDIZIONI STATICHE:


Verifica a scorrimento sul piano di posa approccio2 comb (A1+M1+R3)
Coefficienti sulle azioni A1
favorevole Sfavorevole
Υg1= 1 1.3
Υg2= 0 1.5
Υqi= 0 1.5
μ=tanΦ= 0.5773503 Coeff. Attrito
R3= 1.1
δ=(2/3)Φ= 20 °
Azioni destabilizzanti
Fdest= 11.22787 KN/m
Azioni stabilizzanti
Fst= 17.96714 KN/m
Fs= 1.600227
VERIFICA

Verifica a ribaltamento comb (EQU+M2+R2)


Coefficienti sulle azioni EQU
favorevole Sfavorevole
Υg1= 0.9 1.1
Υg2= 0 1.5
Υqi= 0 1.5
R2= 1
δ=(2/3)Φ= 16.527521 °
Momento ribaltante
Mrib= 7.5430005 KNm/m
Momento stabilizzante
Mstab= 20.2572 KNm/m
Fs= 2.6855626
VERIFICA

Verifica a collasso per carico limite dell'insieme fondazione-terreno approccio2 comb (A1+M1+R3)

Nult= 42.706 KN/m


dr= 0.7325762 m
M= 6.8670962 KNm/m
H= 11.22787 KN/m
Applicando N al centro avremo:
Mult= 1.2052962 KNm/m
Nult= 42.706 KN/m
e=M/N= 0.0282231 m
La base secondo Brinch-Hansen, sulla quale fare la verifica risulta:
B'= 1.1435538
2
qes= 37.344986 KN/m
Calcolo qlim attraverso la formula di Brinch-Hansen
c= 0
Nq= 18.401122
NΥ= 22.402486
m= 1.8928571
iq= 0.5613508
iΥ= 0.4137656
2
qlim= 151.17951 KN/m
R3= 1.4
Fs= 4.0481876
VERIFICA

VERIFICHE IN CONDIZIONI SISMICHE:


Verifica a scorrimento sul piano di posa approccio2 comb (1+M1+R3)
Coefficienti da normativa sulle azioni (1) in base alla comb sismiche
favorevole Sfavorevole
Υg1= 1 1
Υg2= 0 1
Υqi= 0.6 0.6
μ=tanΦ= 0.5773503 Coeff. Attrito
R3= 1.1
δ=(2/3)Φ= 20 °
Azioni destabilizzanti
Fdest= 11.567168 KN/m
Azioni stabilizzanti
Fst= 18.486756 KN/m
Fs= 1.5982093
VERIFICA

Verifica a ribaltamento comb (1+M2+R2)


Coefficienti da normativa sulle azioni (1) in base alla comb sismiche
favorevole Sfavorevole
Υg1= 1 1
Υg2= 0 1
Υqi= 0.6 0.6
R2= 1
δ=(2/3)Φ= 16.527521 °
Momento ribaltante
Mrib= 8.3131241 KNm/m
Momento stabilizzante
Mstab= 23.318 KNm/m
Fs= 2.8049623
VERIFICA

Verifica a collasso per carico limite dell'insieme fondazione-terreno approccio2 comb (A1+M1+R3)

Nult= 32.02 KN/m


dr= 0.7282324 m
M= 7.1917125 KNm/m
H= 11.567168 KN/m
Applicando N al centro avremo:
Mult= 3.0857125 KNm/m
Nult= 32.02 KN/m
e=M/N= 0.0963683 m
La base secondo Brinch-Hansen, sulla quale fare la verifica risulta:
B'= 1.0072634
2
qes= 31.789102 KN/m
Calcolo qlim attraverso la formula di Brinch-Hansen
c= 0
Nq= 18.401122
NΥ= 22.402486
m= 1.8928571
iq= 0.4280766
iΥ= 0.2734347
2
qlim= 98.067279 KN/m
R3= 1.4
Fs= 3.0849339
VERIFICA
CALCOLO SOLLECITAZIONI SULLE TRE SEZIONI DEL MURO
VERIFICHE IN CONDIZIONI STATICHE
Verifica di raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali(STR) App.2 (A1+M1+R1)

S2= 7.7331334 KN/m


S1= 1.2635839 KN/m
R= 16 KN/m
W= 15.12 KN/m
Qk= 1.5 KN/m
δ=(2/3)Φ= 20 °

Mult= 6.8670962 KNm/m


Nult= 46.79261 KN/m
dN= 0.4790023 m
Applicando N al centro avremo:
M*= 1.2052962 KNm/m
e=M*/Nult= 0.0257583 m
4
J= 0.144 m
Se e<=B/6 la pressione sul terreno vale
2
σmax= 44.015909 KN/m
2
σmin= 33.971775 KN/m
2
σB= 38.993842 KN/m
2
σC= 40.667864 KN/m
Se e>B/6 la pressione sul terreno vale:
u= 0.5742417 m
2
σmax= 54.323939 KN/m
2
σB= 41.71045 KN/m
2
σC= 35.403706 KN/m
MA= 4.0165868 KNm/m
MB=M1-M2 1.5055565 KNm/m Considerato come incastro, ma è meglio armare come MA
M1= 7.9218 KNm/m
M2= 6.4162435 KNm/m
MC= 3.4319915 KNm/m
VERIFICHE IN CONDIZIONI SISMICHE
Verifica di raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali(STR) App.2 (1+M1+R1)

PAE= 9.0818887 KN/m


S1= 1.2635839 KN/m
R= 16 KN/m
W= 15.12 KN/m
Qk= 1.5 KN/m
Fw= 1.1274682 KN/m
FE= 1.193088 KN/m
δ=(2/3)Φ= 20 °

Mult= 7.1917125 KNm/m


Nult= 35.385492 KN/m
dN= 0.4839637 m
Applicando N al centro avremo:
M*= 3.0857125 KNm/m
e=M*/Nult= 0.0872028 m
4
J= 0.144 m
Se e<=B/6 la pressione sul terreno vale
2
σmax= 42.345045 KN/m
2
σmin= 16.630774 KN/m
2
σB= 29.48791 KN/m
2
σC= 33.773621 KN/m Per il calcolo di MA occorre ricalcolare:
Se e>B/6 la pressione sul terreno vale: h= 1.4 m
u= 0.5127972 m S1*= 1.0405985 KN/m
2
σmax= 46.003227 KN/m PAE*= 6.1593432 KN/m
2
σB= 34.041845 KN/m FE*= 0.521976 KN/m
2
σC= 28.061154 KN/m FW*= 1.1274682 KN/m
MA= 4.2663199 KNm/m dFE*= 0.7 m
MB=M1-M2 2.3910325 KNm/m Considerato come incastro, ma è meglio armare come MA
M1= 6.156 KNm/m
M2= 3.7649675 KNm/m
MC= 0.5400254 KNm/m
INVILUPPO MOMENTI
MA= 4.2663199 KNm/m
MB= 2.3910325 KNm/m
MC= 3.4319915 KNm/m
RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE §8.4.3

Primo intervento:
Realizzazione del vano scala previa demolizione del vecchio solaio in laterocemento.
Si dimostra facilmente che i carichi in fondazione non vengono incrementati più del 10%
nella sola zona di intervento, mentre per quanto riguarda la rigidezza globale dell’edificio
questa non viene alterata in quanto il nucleo ascensore è costituito da muratura poroton
che appoggia direttamente sui cordoli della soletta rampante. La rigidezza della soletta
della scala è approssimabile alla rigidezza del vecchio solaio in laterocemento.
Analisi dei carichi stato attuale:

PIANO tipo solaio esistente


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
Peso proprio solaio
Solaio 24+4:
*nervatura cls 144
pignatte 91.2
soletta 100
totale 335.2 335.2
TOTALE 335.2
permanente portato
Massetto 0.12 1800 216
Intonaco 30
Pavimento 40
Tramezzature 120
TOTALE 406
Variabile di piano
Variabile di piano 400
TOTALE 400
SOMMA 1141.2
Copertura

Gk:
Peso proprio travi in legno 20
Travetti secondari 0.04 305 12.2
Pianelle 50
Strato impermeabilizzante 30
Manto di malta 0.03 1800 54
Coppi 60
TOTALE 226.2
Qk
Neve (vecchie normative DM'96 e precedenti)) 150
TOTALE 150
SOMMA 376.2

Somma carichi totali in fondazione:


Area di interesse 30mq
Carico in fondazione=(1141.2x3+376)x30=114000Kg
Analisi dei carichi di progetto:

SCALA C.a.
3
h(m) b(m) ρ(daN/m ) daN/m2 daN/m B=1.5m daN/m B=1.8m
G1 (cond1)
Peso proprio
soletta 0.2 2500 500 800 900
TOTALE 500 750 900
G2 (cond2) 0 0
gradino 220 330 396
Intonaco 30 45 54
Pavimento 100 150 180
TOTALE 350 525 630
Qk 0 0
Variabile (cond3) 400 600 720
SOMMA 1250 1875 2250

nuova copertura in c.a.


h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1 (cond1)
Peso proprio soletta 0.2 2500 500
TOTALE 500
G2 (cond2)
isolante+impermeabilizzante 40
malta di allettamento 0.05 1500 75
coppi di copertura 60
TOTALE 175
Qk
Variabile Neve(cond3) 130
SOMMA 805

Somma carichi totali in fondazione:


Area di interesse 30mq (copertura), 24mq(scala)
Ascensore= carico di circa 10400Kg (compreso il carico dinamico)
Carico in fondazione=10400+3x1250x24+805x30=124500Kg
Rapporto: 124500/114000=1.09<10%
Verifiche locali della scala:
STRUTTURA “SCALA C.A.”

MODELLAZIONE E ANALISI DEI CARICHI

Per la scala in c.a. si considera lo schema statico di soletta rampante, a vantaggio di


statica, calcolata facendo riferimento ad un elemento trave continua appoggiata e
trascurando il comportamento bidimensionale.

Analisi dei carichi:


SCALA C.a.
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2 daN/m B=1.5m daN/m B=1.8m
G1 (cond1)
Peso proprio
soletta 0.2 2500 500 800 900
TOTALE 500 750 900
G2 (cond2) 0 0
gradino 220 330 396
Intonaco 30 45 54
Pavimento 100 150 180
TOTALE 350 525 630
Qk 0 0
Variabile (cond3) 400 600 720
SOMMA 1250 1875 2250
CALCOLO SOLLECITAZIONI:

MODELLO STRUTTURALE

Sollecitazioni di inviluppo:
Nsd: (kN)
Vsd: (kN)

Msd: (kNm)
Msd: RARA (kNm)

Msd:FREQUENTE e QUASI PERMANENTE(kNm)


VERIFICA SOLETTA:
Verifica della nuova copertura in cemento armato.
Si andrà a realizzare la copertura in cemento armato con soletta piena di spessore 20 cm.
Di seguito verranno riportate le verifiche locali:

Analisi dei carichi:


nuova copertura in c.a.
h(m) b(m) ρ(daN/m3) daN/m2
G1
Peso proprio soletta 0.2 2500 500
TOTALE 500
G2
isolante+impermeabilizzante 40
malta di allettamento 0.05 1500 75
coppi di copertura 60
TOTALE 175
Qk
Variabile Neve(cond3) 130
SOMMA 805

Schema statico n1 utilizzato:

F
Q
Schema statico n2 utilizzato:
Q

Dove:
Q= 1.3 G1 + 1.5 G2 + 1.5 Qk= (1.3x500) /cosα +(1.5x175) /cosα +(1.5x130) =1230daN/mq
q=1230x1=1230daN/m

F=reazione vincolare della copertura considerata appoggiata solo su due lati a vantaggio
di sicurezza:
F=QxL/2=1230x2.36/2=1450daN/m
f=1450x1=1450daN

Sollecitazioni n1:
Msd: (kNm)
Vsd: (kN)

Sollecitazioni n2:
Msd: (kNm)

Vsd: (kN)
Il cordolo perimetrale permette un buon collegamento con la muratura ed inoltre elimina la
spinta (seppur modesta, circa 20kN/m) che la copertura inclinata genera.
Ulteriori verifiche sulla copertura risultano superflue.
Secondo intervento:
Ripristino della rigidezza della parete in muratura con un portale d’acciaio:
L’intervento prevede l’apertura per una porta in una parete muraria al piano terra e piano
primo e il ripristino della sua rigidezza tramite un opportuno telaio in acciaio.
La rigidezza del muro è data da un contributo tagliante più un contributo flessionale, per
ricavare la rigidezza totale del muro occorrerà sommare lo spostamento tagliante con lo
spostamento flessionale.
F = Kδ
δ = δ M + δT
3EJ
KM =
h3
GA
KT =
1 .2 h
Fh 3 1.2 Fh
δ= +
3EJ GA
G = modulo di elasticità tangenziale della muratura, come indicato dalla Circ.Min.LL.PP.
n21745 del 30.70.81; nella formula viene anche utilizzata, per la muratura, la relazione
E=6G.
Fh 3 1.2 Fh F
+ =
18GJ GA Ktot
18GJA
Ktot =
Ah + 1.2 × 18hJ
3

L = 2.3m
s ( medio) = 0.8m
h( media ) = 2.3m
G = 220 N / mm 2
A = 1.84 x10 6 mm 2
0 .8 × 2 .3 3
J= = 0.81 × 1012 mm 4
12
18 × 220 × 0.81 × 1012 × 1.84 × 10 6
Ktot = = 94238 N / mm
1.84 × 10 6 × 2300 3 + 1.2 × 18 × 2300 × 0.81 × 1012

Rigidezza portale in acciaio:


Consideriamo la rigidezza di un singolo pilastro come una media aritmetica tra un doppio
incastro e una mensola:
 3EJ 12 EJ 
 3 + 3 
Kpil = 
h h  7.5 EJ
=
2 h3
Avendo perciò quattro pilastri la rigidezza sarà:
7.5EJ
Kpil = 4 ×
h3
Uguagliando la rigidezza della muratura alla rigidezza del portale avremo:

7.5 EJ
94238( N / mm) = 4 ×
h3
h = 2300mm
94238( N / mm) × 2300 3 (mm 3 )
J= = 18200cm 4
4 × 7.5 × 210000( N / mm )
2

Affinchè sia ripristinata la rigidezza della parete in muratura verrà eseguita una cerchiatura
con pilastri HEB300 i quali hanno un momento d’inerzia di: Jxx=25166cm^4.
Si ripete lo stesso calcolo per l’apertura sulla parete del vano scala a nord, con i seguenti
dati:

F = Kδ
δ = δ M + δT
3EJ
KM =
h3
GA
KT =
1 .2 h
Fh 3 1.2 Fh
δ= +
3EJ GA
G = modulo di elasticità tangenziale della muratura, come indicato dalla Circ.Min.LL.PP.
n21745 del 30.70.81; nella formula viene anche utilizzata, per la muratura, la relazione
E=6G.
Fh 3 1.2 Fh F
+ =
18GJ GA Ktot
18GJA
Ktot =
Ah + 1.2 × 18hJ
3

L = 1.3m
s ( medio) = 0.6m
h( media ) = 2.3m
G = 220 N / mm 2
A = 0.78 x10 6 mm 2
0 .8 × 1 .3 3
J= = 0.146 × 1012 mm 4
12
18 × 220 × 0.146 × 1012 × 0.78 × 10 6
Ktot = = 26933 N / mm
0.78 × 10 6 × 2300 3 + 1.2 × 18 × 2300 × 0.146 × 1012
Rigidezza portale in acciaio:
Consideriamo la rigidezza di un singolo pilastro come una media aritmetica tra un doppio
incastro e una mensola:
 3EJ 12 EJ 
 3 + 3 
Kpil = 
h h  7.5 EJ
=
2 h3
Avendo perciò quattro pilastri la rigidezza sarà:
7.5EJ
Kpil = 4 ×
h3
Uguagliando la rigidezza della muratura alla rigidezza del portale avremo:

7.5 EJ
26933( N / mm) = 4 ×
h3
h = 2300mm
26933( N / mm) × 2300 3 (mm 3 )
J= = 5200cm 4
4 × 7.5 × 210000( N / mm 2 )
Affinchè sia ripristinata la rigidezza della parete in muratura verrà eseguita una cerchiatura
con pilastri HEB200 i quali hanno un momento d’inerzia di: Jxx=5696cm^4.
RELAZIONE GEOTECNICA E SULLE FONDAZIONI

SITUAZIONE GEOMORFOLOGICA E INQUADRAMENTO GEOLOGICO

L’area di indagine si trova a valle della strada comunale, al raccordo tra il fondovalle e la parte
distale di una delle ridotte conoidi detritico-alluvionali create alla base del versante dai modesti
corsi d'acqua provenienti dalle pareti del Col de le Mandre. In questo punto della valle si può
schematizzare la situazione morfologica in questo modo:
a) pareti rocciose subverticali: situate a nord e nord-est, sovrastano e delimitano il fondovalle;
hanno elevata pendenza e altezza variabile che può raggiungere diverse centinaia di metri. Le
pareti sono spesso attive e determinano il rilascio di frammenti rocciosi che si accumulano al piede
dando forma a falde detritiche. Queste ultime si presentano come aree acclivi (28° - 34°), spesso
solcate da incisioni in genere di piccole dimensioni, percorse periodicamente da acque di
ruscellamento.
b) conoidi detritico-alluvionali : si raccordano all'apice con fasce detritiche sottostanti le pareti; a
causa della frammentazione delle rocce presenti, i corsi d'acqua hanno la possibilità di trascinare a
valle abbondante materiale litoide, creando allo sbocco delle vallecole del versante nella valle
principale dei depositi a forma conoidale che possono raggiungere dimensioni elevate. L’area di
intervento si trova nella porzione distale di un cono, al raccordo con il fondovalle.
c) area pianeggiante di fondovalle: data dai depositi alluvionali del fiume Brenta che hanno creato il
riempimento del fondovalle, interdigitati con il materiale proveniente da monte presso le pareti del
versante.

Lo schema geologico locale presenta le seguenti unità litostratigrafiche:


1) substrato roccioso costituente le pareti ed i dossi ad est del sito studiato;
2) depositi superficiali olocenici costituenti le coltri detritiche e le conoidi detriticoalluvionali alla
base del versante;
3) depositi olocenici alluvionali di fondovalle.
Nell’area sono quindi presenti le seguenti formazioni:
− alluvioni fluviali attuali e recenti: costituiscono il riempimento dell'incisione valliva principale. Tali
depositi sono stati sedimentati dalle esondazioni del corso d'acqua principale e sono costituiti da
ghiaie e sabbie con matrice sabbioso-limosa, con stratificazione gradata e ben distinta. All'interno
si possono rinvenire spesso lenti e livelli di sabbie limose, limi ed argilla, talora con spessori di
notevole entità;
− falda detritica e conoidi detritico-alluvionali: questi depositi, costituiti nella parte basale da
frammenti calcarei e dolomitici, per lo più di forma angolosa, con granulometria riferibile a ghiaie in
matrice sabbiosa con frazioni limose, sono stati prodotti dallo smantellamento delle rocce
soprastanti ad opera degli agenti meteorici, dell'azione disgregatrice dei cicli di gelo e disgelo,
dell'azione della forza di gravità sulle singole particelle e su volumi rocciosi unitari isolati dai
sistemi di fessurazione di origine tettonica intersecantisi. La loro disposizione in livelli subparalleli,
inclinati verso valle, è legata essenzialmente all'azione della forza di gravità e per le conoidi, delle
acque di ruscellamento concentrate;
− substrato roccioso: le formazione presenti sono essenzialmente la Dolomia Principale (Carnico -
dolomia bianca, grigia o rosata, talora saccaroide, stratificata o massiccia, alternata a dolomia con
stratificazione millimetrica) ed i Calcari Grigi di Noriglio (Lias - calcari microcristallini grigi a
stratificazione ben distinta, con intercalazioni di livelli marnosi).

SITUAZIONE IDROGEOLOGICA
Si fa riferimento alla relazione geologica.
SITUAZIONE STRATIGRAFICA E PARAMETRAZIONE GEOTECNICA DEL TERRENO

Per definire puntualmente la situazione litostratigrafica locale e per caratterizzare dal punto di vista
geotecnico il sottosuolo dell’area interessata dell’intervento in progetto, nel mese di marzo 2010 la
Società Landservice S.c.r.l. ha realizzato sotto la supervisione del dott. Paolo Passardi una
campagna di indagini geognostiche che ha comportato l’esecuzione di n° 2 sondaggi meccanici a
carotaggio continuo. Essi sono stati posizionati in corrispondenza dell’impronta dell’edificio in
progetto e sono stati spinti a profondità pari a 15m.
La caratterizzazione stratigrafica e geotecnica del sottosuolo dell'area in oggetto è stata elaborata
sulla base delle osservazioni dirette eseguite in sito, sulla base di dati stratigrafici e geotecnici
rilevati nel corso degli studi precedentemente effettuati, nonché sui dati della campagna
geognostica sviluppata.
Per caratterizzare da un punto di vista geotecnica il materiale sciolto sono state eseguite prove
S.P.T. (Standard Penetration Test), ovvero prove penetrometriche dinamiche. Le metodologie
utilizzate per la caratterizzazione geotecnica del terreno è stata esaurientemente illustrata nella
relazione geologica.

L’esecuzione dei sondaggi meccanici ha permesso di localizzare in superficie un livello di


materiale di riporto di differente natura, con spessore variabile da 1 m (sondaggio 1) a 2 m circa
(sondaggio 2); tale materiale è stato evidentemente posizionato al fine di consolidare il terreno per
la realizzazione del piazzale, disponendo materiale per lo più grossolano con elevata permeabilità,
al fine anche di evitare risalite capillari possibili nel sedimento limoso originario ivi presente.
Le stratigrafie dei due sondaggi effettuati sono riportate nella relazione geologica.

CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL TERRENO DI FONDAZIONE:

Per la caratterizzazione sismica del terreno di fondazione si fa riferimento alla relazione geologica.

FONDAZIONI:
Le fondazioni adottate per i diversi corpi strutturali sono travi rovesce collegate da cordoli di adeguata
rigidezza al fine di evitare cedimenti differenziali. Il solaio del piano terra è un prefabbricato alveolare che
appoggia direttamente sulle travi. Ciascun elemento viene dimensionato a seconda del carico che riceve in
maniera da avere pressioni sul terreno il più omogenee possibili. Sotto le travi verrà realizzato un idoneo
strato di magrone atto a sostituire il terreno superficiale soffice con scadenti caratteristiche meccaniche che
caratterizza i primi 2 metri a partire dal piano campagna.
Bonificata in questo modo la porzione superficiale del sottosuolo, grazie alla presenza di sedimenti
sabbioso-ghiaiosi naturali o riportati, la scelta delle fondazioni superficiali è stata possibile.
12C40
Esistente

Ø14 /10'
15
40

50x60
rip. Ø8/

c.a. s=
' Lvar
Lva r (mi
Lva r (min
(min =79
20"

21cm
n=260,
=520,
5, max
11C 40

max =33
max =66
PLINTO TIPO2

=1005)
40
60
C003 30x 130x130x100

C002 12
0)
0)
10C 40
40

50X60 120x100x50

0x
100x50
C001

alveolar
H=16+5
40

x40
40

9C

e
60
8C 40 C004 30x
40

x40
x60

alv eolar
C0 02 12
C0 04 30

H=16 +5
40

0
40

x6
30
e
0x100x
7C

05
C001

C0
e
alveo lar

50x40
H=16+5

120x100x50
6C 40
40

x40

C002 12
x60
5C 40 C003 30
40

0x100x5
C001 12
e
alveolar
H=16+5

0x40
0x100x50
4C 40
40

x40
60
3C C003 30x

C0 02 12
40
40

0x100x5
C001 12
18A 19A e
30 A005 30X60 alv eolar

0x40
0x
17A H=16+5
60
16A 30

100x5
30
2C 40
40

A004 120x100x50x40

0x40
30 30
14A 15A 30 30
1C 40
40
30 30 A003 120x100x50x40 30
13A 30 30 30 30 B002 120x100x50x40 30 30
A008 120X100x50x40

100
60 60 60

100
alveolare
H=16+5
30 11B 12B 13B 14B 30 15B
A010 30X60

A011 30X60

alveolare
H=16+5
alveolare

A009 120X100
H=16+5

B003 120X100
B001 30X60

B001 30X60

B001 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5
30
A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x10x50x40 30 A001 120x100x50x40
60 60 60
150

8A 9A 10A 11A 12A 150


30
30 30 30
30 60
60 30 B002x 120x100x50x40 30 30
A006 120x100x50x40

30

6B 7B 8B 9B 10B
A007 30X60

A007 30X60

A008 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare

A009 120X100
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5

B003 120X100
B001 30X60

B001 30X60

B001 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5
A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40 A002 120x100x50x40

30 1B 2B 3B 4B 5B 30
30 30
60 60 60
100

100
60
6A 7A 60 30 B002 120x100x50x40 30 30
A009 120X100
120x100x50x40

150

150
A007 30X60

A007 30X60

A007 30X60
alveolare

alveolare

alveolare

alveolare
H=16+5

H=16+5

H=16+5

H=16+5

S1 S2
A006

20 20

30 30
150

150

60 60 60 PLINTO TIPO1 PLINTO TIPO1


A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 30 A001 120x100x50x40 215x120x100 215x120x100

1A 2A 3A 4A 5A

Fig1 – Fondazioni superficiali


CRITERI DI VERIFICA NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE ULTIMI (SLU; SLV)

Per ogni stato limite ultimo deve essere rispettata la condizione


Ed ≤ Rd
dove Ed è il valore di progetto dell’azione o dell’effetto dell’azione

Effetto delle azioni e resistenza sono espresse in funzione delle azioni di progetto γ F Fk , dei parametri di

progetto Xk /γ M e della geometria di progetto ad .

L’effetto delle azioni può anche essere valutato direttamente come Ed = γEEk . Nella formulazione della

resistenza Rd, compare esplicitamente un coefficiente γ R che opera direttamente sulla resistenza del
sistema. La verifica della suddetta condizione deve essere effettuata impiegando diverse combinazioni di
gruppi di coefficienti parziali, rispettivamente definiti per le azioni (A1 e A2), per i parametri geotecnici (M1 e
M2) e per le resistenze (R1, R2 e R3).
I diversi gruppi di coefficienti di sicurezza sono scelti nell’ambito di due approcci progettuali distinti e
alternativi. Nel primo approccio progettuale (Approccio 1) sono previste due diverse combinazioni di gruppi
di coefficienti: la prima combinazione è generalmente più severa nei confronti del dimensionamento
strutturale delle opere a contatto con il terreno, mentre la seconda combinazione è generalmente più severa
nei riguardi del dimensionamento geotecnico. Nel secondo approccio progettuale (Approccio 2) è prevista
un’unica combinazione di gruppi di coefficienti, da adottare sia nelle verifiche strutturali sia nelle verifiche
geotecniche.
COEFFICIENTI DA APPLICARE AI PARAMETRI GEOTECNICI (M1, M2)
Il valore di progetto della resistenza Rd può essere determinato: in modo analitico, con riferimento al valore
caratteristico dei parametri geotecnici del terreno, diviso per il valore del coefficiente parziale γ M specificato

nella successiva tabella e tenendo conto, ove necessario, dei coefficienti parziali γ R ; in modo analitico, con

riferimento a correlazioni con i risultati di prove in sito, tenendo conto dei coefficienti parziali γR ; sulla base

di misure dirette su prototipi, tenendo conto dei coefficienti parziali γR .


COEFFICIENTI DA APPLICARE ALLE RESISTENZE CARATTERISTICHE PER FONDAZIONI
SUPERFICIALI (R1, R2, R3)
Nelle verifiche di sicurezza devono essere presi in considerazione tutti i meccanismi di stato limite ultimo, sia
a breve sia a lungo termine. Gli stati limite ultimi delle fondazioni superficiali si riferiscono allo sviluppo di
meccanismi di collasso determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della
resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione stessa.
Le verifiche devono essere effettuate almeno nei confronti dei seguenti stati limite:

SLU di tipo geotecnico (GEO):


- collasso per carico limite dell’insieme fondazione-terreno
- collasso per scorrimento sul piano di posa
- stabilità globale

SLU di tipo strutturale (STR):


- raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali
La verifica di stabilità globale deve essere effettuata secondo l’Approccio 1.

- Combinazione 2 (A2 + M2 +R2)


tenendo conto dei seguenti coefficienti parziali per le resistenze globali: γR= 1,1

Le rimanenti verifiche devono essere effettuate seguendo almeno uno dei due approcci:

Approccio 1:
- Combinazione 1: (A1 + M1 + R1)
- Combinazione 2: (A2 + M2 + R2)

Approccio 2:
- (A1 + M1 + R3)
tenendo conto dei seguenti coefficienti parziali per le resistenze:

PORTANZA DELLA FONDAZIONE SUPERFICIALE


L’analisi del sistema terreno-fondazione segue le indicazioni dei capitoli 6 e 7.11 del DM 14.01.2008; in
particolare, la norma prevede la verifica secondo uno dei due approcci indicati al punto 6.4.2.1.
1) Combinazione 1: A1 + M1 + R1
2) Combinazione 2: A2 + M2 + R2
con la simbologia conforme a quanto esposto nella suddetta normativa tecnica.

CONDIZIONE STATICA:
La verifica in condizioni statiche viene condotta secondo l’Approccio 1
costituito dalle seguenti combinazioni:
1) Combinazione 1: A1 + M1 + R1
2) Combinazione 2: A2 + M2 + R2

CONDIZIONE DINAMICA:
Il punto 7.2.5 del DM 14.01.2008 prescrive che nell’analisi della fondazione in condizione sismica le azioni
sollecitanti da assumere siano quelle minime tra:
1) la forza assiale negli elementi strutturali verticali associata al concomitante valore resistente del momento
flettente e del taglio;
2) le sollecitazioni provenienti dalla sovrastruttura amplificate di un coefficiente γRd pari a 1,1 in CD”B”;
3) le sollecitazioni derivanti da un’analisi elastica della struttura in elevazione eseguita con un fattore di
struttura q pari a 1.
CALCOLO DELLA PORTANZA:

Nel calcolo della capacità portante è stata considerata la situazione stratigrafica più sfavorevole, ovvero
quella relativa al sondaggio meccanico n°1 (vedi re lazione geologica: strato sabbioso-ghiaioso superficiale
per uno spessore di un metro, limi argillosi fino a 2.8 di profondità, cui segue una serie di depositi incoerenti
più o meno grossolani fino ad almeno 15m dal piano campagna). Poiché la quota di impostazione delle travi
rovesce è -2.08m e viene posto uno spessore di magrone di circa 2m al di sotto, la stratigrafia a cui far
riferimento per il calcolo della portanza diventa:
- da -4.15m a -5.5 limo argilloso
- da -5.5m a -8.4m sabbia limosa grigia con ghiaia spigolosa poligenica
- oltre -8.4m ghiaia calcarea.
Per il corpo “C”, poiché troppo distante dal sondaggio meccanico
Il problema viene trattato in condizioni di deformazione piana per cui si può considerare ai fini del calcolo il
seguente schema di fondazione in pianta di striscia indefinita:

Si ricorda, che, l’assunzione di problema piano è giustificata quando la larghezza B della fondazione sia non
maggiore di un quinto della lunghezza L, il piano di posa della fondazione e la superficie del terreno siano
orizzontali.
Il terreno compreso tra il piano di posa della fondazione e la superficie del terreno, (tra le profondità 0 e D),
viene considerato come un vero sovraccarico pari a gr * D, e pertanto interessa solo conoscere il peso
dell’unità di volume gr, mentre se ne trascura la resistenza.
Il terreno sotto il piano di posa della fondazione, è caratterizzato, oltre che da un peso dell’unità di volume g ,
da una coesione c’ e da un angolo di attrito f.

La formula adottata per il calcolo del carico limite, è la seguente:


qlim= gr * D * Nq * sq * dq * iq + c' * Nc * sc * dc * ic + 0,5 * B’ * g * Ng * sg * dg * ig

I parametri che compaiono nella suddetta formula sono:

gr = peso dell’unità di volume del terreno di riporto;


D = approfondimento della fondazione;
Nq – Nc – Ng = coefficienti di fondazione calcolati con il metodo di Meyerhof;
Sq – Sc – Sg = fattori di forma (Meyerhof);
dq – dc – dg = fattori di profondità (Meyerhof);
iq – ic – ig = fattori di inclinazione del carico (Meyerhof).
Si ricorda che la soluzione presentata si riferisce a condizione di sottosuolo omogeneo. Tale situazione si
presenta assai di rado nella realtà; tuttavia spesso è possibile ricondursi ad essa, semplificando la situazione
reale con criteri cautelativi ed eventualmente analizzando in alternativa diverse possibili schematizzazioni ed
adottando i risultati meno favorevoli.
La formula sopradescritta calcola la capacità portante del substrato di fondazione considerando il terreno
omogeneo ed isotropo nell’ipotesi di rottura generale, assumendo un comportamento del terreno di tipo
rigido plastico a lungo termine (condizioni drenate).
Tutto quanto specificato sopra, è valido come principio di calcolo, non solo per le fondazioni nastriformi, ma
anche per il calcolo dei plinti e delle platee.

Calcolo del carico limite con il metodo di Meyerhof in presenza di falda acquifera
La formula (1) per il calcolo del carico limite esprime l’equilibrio tra il carico applicato alla fondazione
e la resistenza limite del terreno.
Come sempre, in meccanica dei terreni occorre però tenere conto della natura multifase del mezzo e
quindi imporre l’equilibrio in termini di tensioni totali oppure in termini di tensioni effettive.
In pratica, l’approccio in termini di tensioni effettive è il più razionale, e risulta anche il più
conveniente quando la rottura avviene in condizioni drenate, essendo note le pressioni neutre. Se invece la
rottura avviene in condizioni non drenate, risulta più conveniente calcolare il carico limite in termini di
tensioni totali.

In particolare, si consideri il seguente schema:

Il temine gr D, che moltiplica Nq nella (1), va inteso come il valore della tensione effettiva verticale

litostatica agente alla profondità del piano di posa.

A) Se il pelo libero della falda si trova quindi nella posizione della precedente figura, l’espressione
del carico limite diviene:

qlim= Nq [gr*(D - a)+g’r*a] * sq * dq * iq + c' * Nc * sc * dc * ic + 0,5 * B’ * g’ * Ng * sg * dg * ig + gw * a

La presenza della falda, oltre che nel primo termine a secondo membro, si fa risentire nel terzo
termine con l’uso del peso dell’unità di volume del terreno immerso, e nella considerazione della sottospinta
(ultimo termine a secondo membro).
B) Se il pelo libero della falda si trova proprio alla profondità D, nel primo termine a secondo membro
si assume il valore gr, mentre nel terzo termine si assume il valore g’. Ciò si ottiene peraltro dall’espressione

sopra riportata ponendo a = 0.

C) Se il pelo libero della falda si trova ad una profondità compresa tra D e D+B, il valore di g

introdotto nei calcoli è ottenuto per interpolazione lineare tra i due casi precedenti. Cioè:

qlim= Nq * gr * D * sq * dq * iq + c' * Nc * sc * dc * ic + * Ng [g’ + (g – g’) * d/B] * 0,5 * B’* sg * dg * ig

con d = distanza tra il piano di posa della fondazione e il pelo libero della falda.

D) Se il pelo libero della falda si trova ad una profondità maggiore di D+B, la presenza della falda
potrà essere trascurata.

Si riporta di seguito il calcolo della portanza della fondazione nastriforme per la stratigrafia di riferimento
dedotta dal sondaggio n°1: poiché la falda si trova a circa 2m dal piano campagna, ma può subire
oscillazioni durante il corso dell’anno, si considera a vantaggio di sicurezza che la profondità della falda
coincida con quella del piano campagna, per cui si ricade nel caso B).

Il valore q ottenuto deve essere ridotto mediante il coefficiente parziale R3 per il calcolo della capacità
portante che nel caso di fondazioni superficiali è γR =2,3.
2 2
La capacità portante di progetto della trave rovescia è pari a 37,16 t/m = 3,716 kg/cm .
2
La verifica è ampiamente soddisfatta in quanto le massime pressioni registrate sono di 3,3 kg/cm per i corpi
2
“A”e “B” e di 3,6 kg/cm per l’edificio “C”.

Si riporta il calcolo della capacità portante per i plinti di fondazione della scala esterna adiacente al corpo
“B”, considerando la stratigrafia di riferimento descritta precedentemente:

Il valore q ottenuto deve essere ridotto mediante il coefficiente parziale R3 per il calcolo della capacità
portante che nel caso di fondazioni superficiali è γR =2,3.
2 2
La capacità portante di progetto del plinto è pari a 41,92 t/m = 4,192 kg/cm .
2
La verifica è ampiamente soddisfatta in quanto le massime pressioni registrate sono di 1,2 kg/cm .
Si riportano i diagrammi di inviluppo allo SLU-SLV delle pressioni sul terreno nei diversi modelli:

CORPO “A” - INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO ALLO SLU [kg/cm2]:

CORPO “B” –INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO ALLO SLU [kg/cm2]:
CORPO “C” – INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO ALLO SLU [kg/cm2]:

Per completezza si riportano le massime e le minime pressioni sul terreno per le diverse combinazioni agli
SLU e agli SLV, per i diversi modelli:

CORPO “A” - PALESTRA


Pressioni massime sul terreno
- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 16 17 2 -2.5
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 26 18 2 -0.8

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 2 1 10 -2.8
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 2 1 5 0.4

CORPO “B” - SCUOLA


Pressioni massime sul terreno

- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 9 10 1 -3.3
Max Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 11 6 2 -1.2

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 6 1 17 -2.7
Max Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 6 1 8 0.5

CORPO “C” – CORPO DI COLLEGAMENTO


Pressioni massime sul terreno
- Combinazioni agli Stati Limite Ultimi
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 7 10 1 -3.2
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 8 9 2 -0.8

- Combinazioni agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 7 10 12 -3.6
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 8 9 12 -0.2

Per ogni stato limite ultimo la condizione Ed ≤ Rd è rispettata per le strutture in oggetto.
CALCOLO DEI CEDIMENTI IN FASE DI ESERCIZIO:

La stima dei cedimenti subiti dalla fondazione risulta imprescindibile per valutare la loro compatibilità con i
requisiti prestazionali della struttura in elevazione.
Nel caso in esame, in cui il terreno di posa della fondazione è di natura incoerente, i cedimenti attesi sono
esclusivamente di natura elastica e per questo motivo si svilupperanno in gran parte al momento della
realizzazione della struttura.
Come prescrive il D.M. 14.01.2008 (par. 6.2.3.3), i cedimenti devono essere verificati per ciascun stato limite
di esercizio.
Il metodo di calcolo scelto per la stima dei cedimenti è quello proposto da Burland e Burbidge (1985).
Il cedimento stimato è compatibile con la struttura in elevazione e non induce sulla struttura stessa
distorsioni significative.
Si riportano i diagrammi di inviluppo agli SLE delle pressioni sul terreno nei diversi modelli:
CORPO “A” - INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO AGLI SLE [kg/cm2]:

CORPO “B” – INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO AGLI SLE [kg/cm2]:
CORPO “C” – INVILUPPO DELLE PRESSIONI SUL TERRENO AGLI SLE [kg/cm2]:

Per completezza si riportano le massime e le minime pressioni sul terreno per le diverse combinazioni agli
SLE, da cui è stato ricavato il carico applicato alla fondazione, per i diversi modelli:

CORPO “A” – PALESTRA


- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 16 17 12 -1.8
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 26 18 12 -0.6

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 16 17 13 -1.7
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 26 18 13 -0.5

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 16 17 15 -1.6
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 26 18 15 -0.5

CORPO “B” – SCUOLA


- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 9 10 19 -2.4
Max Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 11 6 20 -0.9
- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 9 10 22 -2.2
Max Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 11 6 21 -0.8

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 9 10 23 -2.2
Max Trave di fondazione Sez. 2 Nodi: 11 6 23 -0.8

CORPO “C” – CORPO DI COLLEGAMENTO


- Combinazioni RARE Stati Limite di Esercizio
p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 7 10 20 -2.4
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 8 9 21 -0.6

- Combinazioni FREQUENTI Stati Limite di Esercizio


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 7 10 23 -2.3
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 8 9 24 -0.6

- Combinazioni QUASI PERMANENTI Stati Limite di Esercizio


p
Elemento Combinazione
[kg/cm²]
Min Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 7 10 26 -2.3
Max Trave di fondazione Sez. 1 Nodi: 8 9 26 -0.6
VALIDAZIONE DEI CALCOLI
Frequenze naturali di vibrazione di una trave appoggiata Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 001 - Frequenze naturali di vibrazione di una trave appoggiata


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 001

Fonte: Ray, W. Clough, Joseph Penzien - Dynamics of Structures; Mc Graw-Hill Book


Company, cap. 18
Tipi di analisi: dinamica modale
Descrizione schema statico: trave a sezione costante isostaticamente vincolata con due
appoggi semplici soggetta al solo peso proprio.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare i primi tre modi di vibrare.


Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
a = 30 [cm]
L = 10 [m]
Pp = 706.5 [Kg/m]

Modello: La trave reale viene modellata con 20 elementi finiti di uguale lunghezza. I nodi di
estremità vengono vincolati in modo da lascire libera solo la rotazione Y. Per tutti i nodi
restanti si lascia libera la rotazione Y e le traslazioni nel piano XZ.
File dati: Test 001

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Frequenze naturali di vibrazione di una trave appoggiata Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
ω1 [rad/s] 43.79 43.74 0.999
ω2 [rad/s] 175.16 174.34 0.995
ω3 [rad/s] 394.11 389.96 0.990

Fig. 3 Prime tre forme modali

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Frequenze naturali di vibrazione di una trave a mensola Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 002 - Frequenze naturali di vibrazione di una trave a mensola


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 002

Fonte: Ray, W. Clough, Joseph Penzien - Dynamics of Structures; Mc Graw-Hill Book


Company, cap. 1
Tipi di analisi: dinamica modale
Descrizione schema statico: trave a sezione costante con un estremo incastrato e l'altro
libero soggetta al solo peso proprio.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare i primi tre modi di vibrare.


Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
a = 30 [cm]
L = 10 [m]
Pp = 706.5 [Kg/m]

Modello: La trave reale viene modellata con 20 elementi finiti di uguale lunghezza. Il primo
nodo di estremità viene vincolato completamente in modo da bloccare tutti i gradi di libertà.
Per tutti i nodi restanti si lascia libera la rotazione Y e le traslazioni nel piano XZ.
File dati: Test 002

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Frequenze naturali di vibrazione di una trave a mensola Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
ω1 [rad/s] 15.60 15.57 0.998
ω2 [rad/s] 97.76 97.00 0.992
ω3 [rad/s] 273.76 269.52 0.985

Fig. 3 Prime tre forme modali

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Frequenza naturale di vibrazione di un oscillatore semplice Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 003 - Frequenza naturale di vibrazione di un oscillatore


semplice
Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 003

Fonte: W. T. Thomson - Vibrazioni Meccaniche Teoria ed applicazioni; Tamburini editore


Milano
Tipi di analisi: dinamica modale
Descrizione schema statico: sistema dinamico ad un solo grado di libertà formato da una
molla con un estremo vincolato connessa nell'altro estremo ad un massa. La molla è
considerata priva di massa e con rigidezza K.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare il periodo proprio del sistema.


Dati:

K = 857.18 [Kg/m]
w = 1.13 [Kg] (2.5 [lb])
g = 9.81 [m/sec2]

Modello: Per simulare la molla si è impiegato un elemento pilastro (in direzione Z) con
rigidezza assiale EA/L pari a quella della molla. La lunghezza L della molla è arbitraria. Il
primo nodo di estremità viene vincolato completamente in modo da bloccare tutti i gradi di
libertà. L'estremo opposto ha un solo grado di libertà libero nella direzione di traslazione Z.
La massa è modellata con una forza concentrata Pz in testa al pilastro pari a w.
File dati: Test 003

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Frequenza naturale di vibrazione di un oscillatore semplice Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
ω1 [rad/s] 86.085 86.120 1.0000
Ulteriori parole di ricerca:
Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Trave piana con estremi incastrati Pagina 1 di 3

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 004 - Trave piana con estremi incastrati


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 004

Fonte: Timoshenko - Strength of Material, Part I, Elementary Theory and Problems, pag.
26, problem 10
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: asta prismatica di sezione costante incastrata agli estremi e
soggetta alle azioni assiali F1 ed F2 in corrispondenza di due sezioni intermedie.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare le reazioni vincolari R1 ed R2 trascurando il peso delle aste.


Dati:

E = 2068428 [Kg/cm2]
L = 24.5 [m]
a = b = 0.3 L = 7.62 [m]
A = 100 [cm2]
F1 = 2.0 [t]
F2 = 0.45349 [t]

Modello: I nodi vengono inseriti in corrispondenza delle estremità vincolate e dei due punti
di applicazione delle forze F1 ed F2.
File dati: Test 004

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Trave piana con estremi incastrati Pagina 2 di 3

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
R1 [Kg] 408.23 408.23 1.000
R2 [Kg] 272.15 272.15 1.000

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Trave piana con estremi incastrati Pagina 3 di 3

Fig. 3 Diagramma sforzo normale nelle aste: asta 1-2 compressa, asta 3-4 tesa

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Sistema piano di aste sospese Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 005 - Sistema piano di aste sospese


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 005

Fonte: Timoshenko - Strength of Material, Part I, Elementary Theory and Problems, pag.
10, problem 2
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: struttura simmetrica costituita da due aste inclinate connesse
sull'asse di simmetria e vincolate sulle due estremità rimanenti (vedi Fig. 1). Le aste sono di
acciaio con lunghezza L e sezione trasversale pari ad A. Il carico concentrato F agisce sulla
sezione di simmetria.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare il valore della tensione σ in ciascuna delle aste e lo spostamento δ


della sezione di simmetria trascurando il peso delle aste.
Dati:

E = 2068428 [Kg/cm2]
L = 457.20 [cm]
θ = 30 [°]
A = 3.23 [cm2]
F = 2267 [kg]

Modello: La distanza tra i nodi di estremità è calcolata pari ad a= 2L cos θ. La freccia con cui
posizionare il nodo intermedio vale b= L sin θ.
File dati: Test 005

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Sistema piano di aste sospese Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
σ [Kg/cm ]
2
689.5 701.86 1.018
δ [mm] 3.048 3.103 1.018

Fig. 3 Deformata

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Stato tensionale di una trave inflessa Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 006 - Stato tensionale di una trave inflessa


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 006

Fonte: Timoshenko - Strength of Material, Part I, Elementary Theory and Problems, pag.
98, problem 4
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: trave isostatica di luce L con due sbalzi di luce a soggetti al
carico distribuito di intensità w. La trave ha sezione a doppio T con sezione trasversale pari
ad A.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare nella sezione di mezzeria il valore della tensione σmax e dello
spostamento verticale δ trascurando il peso delle aste.
Dati:

E = 2068428 [Kg/cm2]
L = 609.6 [cm]
a = 304.8 [cm]
h = 76.2 [cm]
A = 326.77 [cm2]
J = 328488 [cm4]
w = 14.88 [t/m]

Modello: I due nodi di estremità e quello in posizione mediana sono liberi. Il primo nodo
nella posizone del primo vincolo ha un solo grado di libertà libero (rotazione Y) mentre il
nodo in corrispondenza del secondo vincolo ha due gradi di libertà (rotazione Y e traslazione
X).
File dati: Test 006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Stato tensionale di una trave inflessa Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
σ [cm ]
2
786 802 1.020
δ [mm] 4.620 4.725 1.023

Fig. 3 Deformata

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Stato tensionale di una trave inflessa Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 007 - Stato tensionale di una trave inflessa


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 007

Fonte: Cremonesi - Manuale Ingegneria Civile, ESAC, SEZ. I, pag. 82


Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: trave€ con incastro sul primo estremo e carrello sull'estremo
opposto. La trave con sezione trasversale circolare con diametro d e luce L è soggetta al
carico uniformemente distribuito q su tutta la campata.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare nella sezione incastrata il valore del momento flettente Ma e nella
sezione opposta il valore del taglio Vb. Si trascura il peso delle aste.
Dati:

E = 2068428 [Kg/cm2]
L = 50.8 [cm]
d = 3.81 [cm]
q = 1.784 [t/m]

Modello: La trave viene modellata con due aste in serie. Il nodo sulla prima estremità viene
incastrato (zero gradi di libertà), quello in posizione mediana è totalmente libero, il nodo
sull'estremità opposta ha due gradi di libertà liberi(rotazione Y e traslazione X).
File dati: Test 007

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Stato tensionale di una trave inflessa Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
Ma [tm] 0.057 0.057 1.000
Vb [Kg] 340.19 340.17 1.000

Fig. 3 Deformata

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Sistema piano di aste sospese Pagina 1 di 3

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 008 - Sistema piano di aste sospese


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 008

Fonte: W. Nash, Strength of Material, pag. 28, prob. 2.3


Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: una barra orizzontale infinitamente rigida, caricata con due
forze concentrate F, è sospesa in tre punti con le aste verticali descritte in Fig. 1. Le due aste
più esterne sono in acciaio mentre quella intermedia è in rame. Nel punto di sospensione le
tre aste sono incastrate.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare lo sforzo assiale in ciascuna delle tre aste. Si trascura il peso delle
aste.
Dati:

E.acc = 2068428 [Kg/cm2]


E.rame = 1172110 [Kg/cm2]
L1 = 213.36 [cm]
L2 = 304.80 [cm]
A.acc = 3.2258 [cm2]
A.rame = 9.6774 [cm2]
F = 5.44 [t]

Modello: Il sistema simmetrico è descritto con 8 nodi di cui 3 nei punti di sospensione delle
aste verticali, 3 nelle intersezioni delle aste verticali con la barra orizzontale e 2 nei punti di
applicazione dei carichi F. Tra i suddetti nodi si connettono 7 aste con le relative
caratteristiche. I tre nodi di sospensione sono completamente vincolati (zero gradi di libertà).
Tutti gli altri nodi posso spostarsi nel piano X-Z e ruotare intorno ad Y. La barra infinitamente

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Sistema piano di aste sospese Pagina 2 di 3

rigida è simulata assegnando un modulo elastico di quattro ordini di grandezza maggiore


rispetto agli altri.
File dati: Test 008

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
R6=R8 [t] 2.94 2.99 1.017
R7 [t] 4.98 4.90 0.984
R5, R6 ed R7 sono le reazioni verticali nei rispettivi nodi. Tali valori eguagliano gli sforzi
normali nelle corrispondenti aste.

Fig. 3 Diagrammi degli sforzi normali

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Sistema piano di aste sospese Pagina 3 di 3

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Trave a mensola soggetta a momento torcente concentrato Pagina 1 di 3

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 009 - Trave a mensola soggetta a momento torcente


concentrato
Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 009

Fonte: NAFEMS, Background to Benchmarks, 1993, test LE5


Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: trave€ con incastro sul primo estremo e libera sull'estremo
opposto. La trave con sezione trasversale a Z di spessore t e luce L è soggetta in
corrispondenza della sezione sull'estremità libera ad una coppia torcente generato dalla
presenza di due forze di taglio S concentrate sulle ali.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare nel punto A la tensione normale σx nella sezione trasversale


condotta in x=2,5 m dall'incastro. Si trascura il peso della trave.
Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
ν = 0.3
L = 10 [m]
t = 0.1 [m]
S = 0.6 [MN]

Modello: La trave viene modellata con una mesh uniforme di 24 elementi piani connessi a 36
nodi. I nodi per x=0 sono tutti incastrati (zero gradi di libertà) mentre i rimanenti risultano
totalmente liberi.
File dati: Test 009

ms-its:C:\Documents and Settings\All Users\Dati applicazioni\EnExSys\InForma\Bnk... 29/03/2010


Trave a mensola soggetta a momento torcente concentrato Pagina 2 di 3

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
σx [MPa] 107.9 103.8 0.962

Fig. 3 Il valore puntuale nel nodo 30

Ulteriori parole di ricerca:

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Trave a mensola soggetta a momento torcente concentrato Pagina 3 di 3

Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Telaio piano Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 010 - Telaio piano


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 010

Fonte: Timoshenko, Strength of Material, Part I, Elementary Theory and Problems, pag. 188
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: Portale incastrato alla base dei ritti e caricato nella mezzeria del
traverso con un carico concentrato P. Lo schema è staticamente indeterminato.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare le reazioni verticali alla base dei ritti. Si trascura il peso delle aste.
Dati:

E = 2068428 [Kg/cm2]
L = 3.04 [m]
h = 2.54 [m]
A.rit = 25.80 [cm2]
A.trav = 51.61 [cm2]
P = 0.45 [t]

Modello: I due nodi alla base del portale vengono vincolati in modo da lasciare libera solo la
rotazione Z. I nodi rimanenti sono completamente liberi. Il carico P viene applicato al nodo
inserito in mezzeria del traverso.
File dati: Test 010

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Telaio piano Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
R1 = R2 [t] 0.225 0.225 1.000
Ulteriori parole di ricerca:
Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Trave reticolare piana Pagina 1 di 3

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 011 - Trave reticolare piana


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 011

Fonte: Timoshenko, Strength of Material, Part I, Elementary Theory and Problems, pag.
188
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: La trave reticolare piana è formata da 9 aste di legno ed è
vincolata esternamente con una cerniera ed un carrello. I vincoli interni tra le aste sono
cerniere. La struttura è soggetta ai carichi esterni Pz e Px.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare gli spostamenti nodali associati alla configurazione di carico


assegnata. Si trascura il peso delle aste.
Dati:

E = 141900 [Kg/cm2]
L = 6.096 [m]
h = 4.572 [m]
A = 929.03 [cm2]
Px = 8.90 [t]
Pz = 4.45 [t]

Modello: Il nodo 1 ha un solo grado di libertà libero (rotazione Y). Il nodo 4 ha due gradi di
libertà liberi (rotazione Y e traslazione X). I nodi rimanenti sono vincolati a spostarsi nel piano
X-Z (Ux, Uz, Ry liberi).
File dati: Test 011

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Trave reticolare piana Pagina 2 di 3

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


Ux nodo Soluzione teorica WinStrand rapporto
1 [mm] 0.00 0.00 1.000
2 [mm] 0.45 0.46 1.022
3 [mm] 0.90 0.91 1.011
4 [mm] 1.12 1.14 1.018
5 [mm] 0.91 0.92 1.011
6 [mm] 1.09 1.11 1.018
Tab. 1 Spostamenti Ux

Uz nodo Soluzione teorica WinStrand rapporto


1 [mm] 0.00 0.00 1.000
2 [mm] -1.33 -1.35 1.015
3 [mm] -0.76 -0.77 1.013
4 [mm] 0.00 0.00 1.000
5 [mm] -1.33 -1.35 1.015
6 [mm] -0.63 -0.64 1.016
Tab. 2 Spostamenti Uz

Fig. 3 Deformata

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Trave reticolare piana Pagina 3 di 3

Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Controllo dell'analisi condotta considerando il comportamento monolatero degli ele... Pagina 1 di 3

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 012 - Controllo dell'analisi condotta considerando il comportamento monolatero degli elementi
biella - trave
Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 012

Fonte: Test interno EnExSys


Tipi di analisi: statica non lineare (effetti dovuti al comportamento monolatero delle aste)
Descrizione schema statico: Trave reticolare tipo Monier vincolata isostaticamente esternamente e soggetta a 10 kN per ogni nodo del corrente
superiore.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: Confrontare i risultati ottenuti nei due schemi statici: controllare che i risultati ottenuti in una struttura staticamente determinata ed in
una iperstatica coincidano.
Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
Area correnti estradosso = 45.33 [cm2]
Area correnti intradosso = 45.33 [cm2]
Area diagonali = 38.85 [cm2]
Area montanti = 38.85 [cm2]
Carico nodali applicato = 10 [KN] nodo per un totale di 90 [KN]

Modello: La trave reale viene modellata con elementi finiti tipo biella. Le travi sono vincolate a muoversi nel piano x-z globale e sono esternamente
isostatiche (nodo in basso a sinistra vincolato alla traslazione globalmente e nodo in basso a destra libero di spostrsi solo in direzione X).
File dati: Test 012

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Controllo dell'analisi condotta considerando il comportamento monolatero degli ele... Pagina 2 di 3

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


Soluzione teorica (semplice modello isostatico):

Reazione vincolare, sforzo nel primo montante: (9 x 10kN / 2) = 45 [kN]


Sforzo assiale in un corrente in mezzeria: (10 x 45 - 8 x 10 - 6 x 10 - 4 x 10 - 2 x 10) / 2 = 125 [kN]
Sforzo nel primo diagonale: 45/cos(45o) = 63.639 [kN]

Fig. 3 Aste oggetto del confronto

WinStrand WinStrand
Soluzione
Sforzo assiale Modello Modello rapporto
teorica
Isostatico Iperstatico
Nell'asta centrale del corrente
125 125 125 1
superiore [kN]
Nell'asta centrale del corrente
125 125 125 1
inferiore [kN]
Nel primo montante a sinistra [kN] 45 45 45 1
Nel primo montante a destra [kN] 45 45 45 1
Nel primo diagonale a sinistra [kN] 63.639 63.639 63.639 1
Nel primo diagonale a destra [kN] 63.639 63.639 63.639 1
Spostamento del nodo centrale
-6.786 -6.786 -6.786 1
[mm]

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Controllo dell'analisi condotta considerando il comportamento monolatero degli ele... Pagina 3 di 3

Fig. 4 Diagramma dello sforzo assiale

Fig. 5 Deformata

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Aste piane e carico termico Pagina 1 di 2

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 013 - Aste piane e carico termico


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 013

Fonte: R. D. Cook, D. S. Malkus, M.E. Plesha, Concepts and applications of finite element
analysis, III ed., J. Wiley & Sons, pag. 57
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: Tre aste uguali in serie formano un sistema incastrato alle
estremità con luce pari a 3L. Solo le prime due aste sono soggette ad una variazione termica
uniforme DT.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare lo spostamento orizzontale della sezione 3 e lo sforzo assiale N12, N23,
N34 in ciascuna delle tre aste.
Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
ν = 0.33
L = 100 [cm]
A = 25 [cm2]
α = 0.000012 [1/°C]
DT = 833.333 [°C]

Modello: I nodi 1 e 4 sono incastrati (zero gradi di libertà) mentre gli altri intermedi risultano
totalmente liberi. Il carico termico è applicato alle aste 1-2 e 2-3.
File dati: Test 013

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Aste piane e carico termico Pagina 2 di 2

Fig. 2 Modello

Analisi dei risultati:


Sforzo assiale Soluzione teorica WinStrand rapporto
u3 [cm] 2/3 0.67 1.000
N12, N23, N34 [t] 350.0 350.0 1.000

Fig. 3 Diagramma sforzo normale nelle aste.

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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Flessione in una piastra circolare Pagina 1 di 4

EnExSys InForma Forum - Benchmark

Test 014 - Flessione in una piastra circolare


Giovedì 09 Novembre, 2006 - Benchmark 014

Fonte: Cremonesi - Manuale Ingegneria Civile, ESAC, SEZ. II, pag. 114
Tipi di analisi: statica lineare
Descrizione schema statico: Piastra circolare sottile di raggio a e spessore t soggetta a
diverse condizioni di vincolo sul contorno e di carico.

Fig. 1 Schema statico

Obiettivo: determinare l'abbassamento w del centro della piastra, trascurando il peso della
piastra, nei sequenti casi:
a. carico uniformemente distribuito qo su tutta la piastra e contorno
incastrato;
b. carico concentrato P applicato nel centro della piastra e contorno
incastrato;
c. carico uniformemente distribuito qo su tutta la piastra e contorno
appoggiato.
Dati:

E = 2100000 [Kg/cm2]
ν = 0.3
a = 1.50 [m]
t = 3 [cm]
qo = 10 [t/m2]
P = 2 [t]

Modello: La piastra viene modellata nei tre casi sempre nello stesso modo e cioè con una
mesh di elementi piani a 4 nodi. Nella direzione radiale sono presenti 8 intervalli mentre
lungo il perimetro sono presenti 20 intervalli per un totale di 150 elementi finiti.

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Flessione in una piastra circolare Pagina 2 di 4

File dati: Test 014 A, Test 014 B, Test 014 C

Fig. 2 Modello

Caso A - carico uniformemente distribuito qo su tutta la piastra e contorno


incastrato

Fig. 3 Schema del caso A

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
w [mm] 15.20 15.25 1.003

Fig. 4 Deformata del caso A

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Flessione in una piastra circolare Pagina 3 di 4

Caso B - carico concentrato P applicato nel centro della piastra e contorno


incastrato

Fig. 5 Schema del caso B

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
w [mm] 1.725 1.722 0.998

Fig. 6 Deformata del caso B

Caso C - carico uniformemente distribuito qo su tutta la piastra e contorno


appoggiato

Fig. 7 Schema del caso C

Analisi dei risultati:


€ Soluzione teorica WinStrand rapporto
w [mm] 61.96 61.88 0.999

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Flessione in una piastra circolare Pagina 4 di 4

Fig. 8 Deformata del caso C

Ulteriori parole di ricerca:


Creazione: Giovedì 09 Novembre, 2006 Ultima Revisione: Giovedì 09 Novembre, 2006

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