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Cosʼè il PAT?
Abbiamo visto, in una prospettiva teorica basata sulla funzione cogente del
medium, come una delle polarità in cui si oggettiva in musica lʼopposizione scritto
Vs orale. (CAPORALETTI 2005, p. 98)
Ad esser immune dallʼazione di questo medium è la musica che poggia le sue radici culturali
nel medium2 della notazione scritta; la produzione di tale musica non vede nella corporeità un
fattore determinante per la funzionalità formale del “suono” e dello “strutturarsi” del fenomeno, ma
il corpo è vuotato dalla sua funzione mediologica e funge da semplice strumento esecutivo.
Lʼattività creativa ex tempore delle culture orali si svolge allʼinterno del precario
1 In Italia è stato emanato un decreto ministeriale in cui è attestata la validità scientifica del modello della Formatività
Audiotattile (Il Decreto Ministeriale 483 del 22/01/08 del Ministero dellʼUniversità e della Ricerca).
Successivamente a questo decreto si sono istituiti corsi ad in varie Università che prendono il nome dalla
categorizzazione delle Musiche Audiotattili. I termini impiegati nellʼapparato teoretico della TFA sono entrati a far
parte di un linguaggio accademico che viene spesso usato per lʼanalisi del jazz e musiche ad esso connesse.
2 Medium inteso nellʼaccezione tecnica che viene ad assumere nella tradizione di studi mediologica; cioè come
induttore di cognitività/percezione e formatore di esperienza.
equilibrio tra mantenimento della forma e spinta alla sua modificazione […]. (Ivi.)
Alla luce di queste considerazioni, assumono posizione del tutto specifica, sotto il profilo
dellʼantropologia del testo, tutte le produzioni musicali della cultura elettronica che vengono
trasmesse attraverso il medium di Registrazione/Riproduzione Fonografica (sotto le forme
differenziate e derivate di disco in vinile, nastro magnetico, cd e formati digitali). In esse agisce il
Pat?
Codifica neoauratica
In linea di principio, lʼopera dʼarte è sempre stata riproducibile. Una cosa fatta
dagli uomini ha sempre potuto essere rifatta da uomini. […] la riproduzione tecnica
dellʼopera dʼarte è invece qualcosa di nuovo […]. Anche nel caso di una
riproduzione altamente perfezionata, manca un elemento: lʼhic et nunc dellʼopera
dʼarte - la sua esistenza unica è irripetibile nel luogo in cui si trova. […] Lʼhic et
nunc dellʼoriginale costituisce il concetto della sua autenticità. […] Ciò che vien
meno è insomma quanto può essere riassunto con la nozione di “aura”; e si può
dire: ciò che vien meno nellʼepoca della riproducibilità tecnica è lʼ“aura”
dellʼopera dʼarte. (BENJAMIN 1936, pp. 21-23)
In tal modo, si conferisce agli esiti dellʼimpatto del PAT lo status di tangibili
riferimenti formali, rendendoli costitutivi della forma sonora, ma anche prioritari
rispetto ai tradizionali parametri melo-ritmici, storicamente preminenti nella
musica occidentale. (CAPORALETTI 2005, p. 122)
Gli “esiti dellʼimpatto del PAT” sarebbero proprio quegli elementi materico-timbrici e
microritmici propri delle musiche di tradizione orale che, originalmente, smettevano di esistere col
terminare dellʼesecuzione; grazie alla possibilità di riproduzione, invece, questi elementi
acquisiscono uno statuto ontologico.
Nelle musiche trasmesse con il medium della RRF, quindi, il PAT è uno dei valori fondanti
che agisce trasversalmente ad ogni singola unità ritmica, sonora, timbrica, materica e gestuale,
poiché si son conservate appieno tutte le sfumature che rendono le musiche di tradizione orale così
intimamente legate al corpo e alla corporeità.
Tutte le musiche in cui sia il PAT, sia la CNA trovano valore costitutivo verranno definite
come Musiche Audiotattili.
Cʼè da precisare che questa classificazione non ha nessun tipo di valore assiologico, ma
esclusivamente valore tassonomico. Attraverso lʼidentificazione dei principi costitutivi e fondanti di
ogni atto performativo possiamo sviluppare una metodologia di analisi formulata ad hoc per ogni
campo, che risulti il meno fraintendibile e il più rigorosa ed esatta possibile sul piano scientifico.
Così facendo non correremo lʼerrore di attribuire, ad esempio, alle musiche di tradizione scritta (o
viceversa) proprietà estetiche e meccanismi di produzione segnica estranei alla loro logica
fenomenologica.
Spesso, nel passato, si è incappati nellʼerrore metodologico di voler classificare e studiare
stilemi musicali non appartenenti alla cultura occidentale (fortemente permeata del medium della
scrittura) ricorrendo alla notazione musicale scritta come unico strumento dʼindagine; purtroppo si è
rivelata incapace di restituire i caratteri peculiari di tali musiche (ad es. tradizioni del gamelan e
raga) e quindi di trascrivere gli aspetti microritmici e diastematici che scaturiscono la produzione
di groove e swing 3.
[…] fondamentali componenti formali nella musica afroamericana (ad es. lo swing
e il groove nel Jazz) sono modellizzabili solo a partire dalla teoria del Principio
Audiotattile […]. (Ibid., p. 100)
Concetto di Opera
Nelle specifiche modalità di espressione si agisce sui singoli plessi energetici che
permettono la modificazione del risultante sonoro.
Nel livello macrostrutturale, invece, troviamo unʼinterazione diretta tra il PAT e la totalità
della materia sonora, con sua conseguente organizzazione e modificazione.
Con lʼestensione di queste primarie attività arriviamo alla formulazione di due concetti
basilari, e per alcuni versi contraddittori, nella pratica di personalizzazione delle forme musicali:
quello connesso al fenomeno dellʼestemporizzazione e, distintamente, dellʼimprovvisazione.
Estemporizzazione:
Ancora una volta ci si ripresenta con chiarezza la dicotomia cultura scritta- cultura
audiotattile richiedendoci esplicitamente un trattamento metodologico differente nel momento in
cui si vuole inquadrare culturalmente il concetto di improvvisazione. Per la musica impostata su una
matrice culturale di carattere oralistico, non facendo parte del bagaglio lessicale degli insiders il
concetto di composizione, non può esistere un termine corrispondente allʼoccidentale idea di
improvvisazione.
Come prima analizzato, però, troviamo congiunto allʼagire del PAT, che permette il
trattamento dei materiali musicali che non hanno vincoli di fissità materica ben precisi, unʼidea di
trattamento di un modello o referente comune non scritto. Questo tipo di emanazione del PAT la
chiameremo estemporizzazione.
Non esaurendosi solo allʼinterno di culture orali, lʼestemporizzazione si riverbera anche
attraverso le culture mediate dalla RRF, in forme differenti e pertinenti alle singole produzioni.
Improvvisazione:
Lʼidea e la pratica dellʼimprovvisazione può aver luogo solo tra individui che si son formati
allʼinterno di una cultura in cui un medium ha opportunamente sancito lo statuto fenomenologico
dellʼopera (tramite la notazione scritta o RRF) ed in cui sia i ruoli interpretativi che quelli esecutivi
siano stati già fissati e stabiliti.
Nel tempo, il significato del termine, si evolve e acquista valori diversi ogni qual volta la
pratica richiede dei cambi di orizzonte necessari al paradigma dominante dellʼepoca.
Una definizione che riguarda da molto vicino questʼesigenza è stata delineata dal prof.
Caporaletti:
[…] nella seconda metà dellʼOttocento, gli elementi ideologici che nella cultura
occidentale si erano andati configurando col concetto di arte e di creazione poetica,
con le prerogative di individualità creatrice, originalità formativa e le nozioni
sacrali di genio ed aura artistica -che in musica facevano capo allʼintangibilità del
dettato semiografico, allʼatteggiamento devozionale nei confronti della partitura-,
raggiungono le estreme conseguenze e la piena attuazione. (Ibid., p. 121)
4 « […] un bambino in un qualsiasi contesto dellʼOccidente moderno è circondato da una tecnologia visiva, astratta ed
esplicita, di tempo e spazio continui ed uniformi in cui ogni causa è efficiente e sequenziale, le cose si muovono e
accadono su piani singoli in ordinata successione.» (MCLUHAN 1962 , p. 62)