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III, Edizioni in
Da Kim Il Sung, Risposte alle domande di corrispondenti stranieri
lingue estere, Pyongyang, 1986, pp. 9497:
COLLOQUIO CON IL SEGRETARIO GENERALE
DELL’ASSOCIAZIONE D’AMICIZIA ITALIACOREA
3 settembre 1977
Vi sono grato per avere già visitato più volte il nostro paese, per essere tornati an
che stavolta ed aver fatto così tanto per rafforzare la solidarietà fra il popolo coreano e
il popolo italiano. Sono particolarmente felice di vedervi accompagnato dalla vostra fa
miglia nella presente visita.
Per tramite vostro invio i miei saluti a tutto il popolo italiano, ai quadri dell’Asso
ciazione d’amicizia ItaliaCorea e al Comitato centrale del Partito comunista italiano,
nonché al compagno segretario generale Enrico Berlinguer.
Avete appena affermato di esser stati oggetto della calorosa accoglienza del nostro
popolo, ma per noi è naturale ricevervi con una simile ospitalità, con giusta ragione. O
gni qualvolta una delegazione coreana è si è recata in Italia, le avete sempre offerto la
buona accoglienza riservata in genere ai vostri fratelli e parenti. Ne sono alquanto
commosso, e vi ringrazio ancora una volta. Voi fate veramente del vostro meglio per fa
vorire l’amicizia e la solidarietà fra i popoli coreano e italiano.
Sono lieto di apprendere che il Partito comunista italiano e il compagno Enrico Ber
linguer aderiscono al Chajusong.
In questi giorni certuni attaccano il compagno Carrillo, accusandolo di un preteso
«eurocomunismo» e chissà cos’altro. Di certo non può esistere né un «comunismo euro
peo», né un «comunismo asiatico», né un «comunismo americano». Non c’è che un solo
comunismo per tutti. Dunque la parola «eurocomunismo» è un’invenzione dei capitali
sti, non dei comunisti, penso.
Oggi i partiti comunisti d’Europa — in particolare il PCI, il PCF e il PCE, partiti
attivi nei paesi capitalistici sviluppati, così come quelli di molti altri paesi ancora, —
professano il Chajusong; è cosa buona e giusta, perché a ciascun popolo spetta di deci
dere da sé il destino della rivoluzione nel proprio paese.
Le esperienze acquisite da un paese nella rivoluzione, qualunque esso sia, non pos
sono in nessun caso essere imposte ai partiti degli altri paesi.
La nostra epoca è ben diversa da quella in cui Lenin organizzò la III Internaziona
le. A quel tempo il compagno Berlinguer ed io eravamo entrambi degli scolaretti in te
ma di marxismoleninismo. Ma adesso i nostri capelli sono già bianchi. Noi possediamo
oggi tali ricchezze teoriche e sperimentali che siamo in grado di risolvere da soli i pro
blemi che sorgono nella rivoluzione del nostro paese, e tracciamo la nostra linea di con
dotta rivoluzionaria in piena indipendenza. Abbiamo già attraversato tutte le fasi del
la rivoluzione. E siamo giunti alla conclusione che tutti i partiti sono tenuti a guidare
il movimento rivoluzionario in rapporto alle realtà dei loro rispettivi paesi.
Attualmente il PCI, il PCF e il PCE cercano di portare il movimento operaio a uno
stadio superiore, facendo leva sul vasto fronte unito che hanno formato con parecchi
altri partiti dei loro rispettivi paesi; è molto importante. La formazione di un simile
fronte unito permette alla rivoluzione di non indietreggiare, bensì di avanzare. Per
questo sosteniamo attivamente la linea del vostro partito. La nostra posizione in que
sto campo è stata già trasmessa al Comitato centrale del PCI. Però vi prego di infor
marlo ancora una volta.
Il nostro partito e il PCI si attengono entrambi al Chajusong. Per i partiti comunisti
mantenere il Chajusong significa assumere davvero una posizione tesa a difendere la
purezza del marxismoleninismo. Si tratta di sviluppare il movimento rivoluzionario
nei loro rispettivi paesi ed ottenere così la vittoria della rivoluzione. Ciò costituisce il
principale criterio per sapere se la purezza del marxismoleninismo viene preservata o
no. Per questo riteniamo giusta la politica praticata dal vostro partito.
Applicando il marxismoleninismo in maniera dogmatica non si può risolvere nes
sun problema. La rivoluzione socialista d’Ottobre ha di per sé grande importanza. Tut
ti i comunisti sono unanimi nell’esaltare ed approvare l’alto merito avuto da Lenin i
naugurando l’era della rivoluzione socialista. Tuttavia un’esperienza vecchia di ses
sant’anni non può più essere applicata pari pari nell’odierna lotta rivoluzionaria di
tutti i paesi, per ovvi motivi. Lenin aveva tracciato una linea rivoluzionaria che valeva
soprattutto per la sua epoca.
Lo stesso dicasi per Marx ed Engels. Poiché avevano analizzato il problema della ri
voluzione in base a ciò che osservavano vivendo in un paese capitalistico altamente
sviluppato, essi credevano che le rivoluzioni socialiste stessero per scoppiare l’una do
po l’altra e trionfare rapidamente su scala mondiale. Dunque consideravano breve il
periodo di transizione dal capitalismo al socialismo. Quanto a Lenin, egli ha intrapreso
la rivoluzione in un paese capitalistico arretrato, non in un paese sviluppato; perciò ri
teneva che questo periodo di transizione fosse un po’ più lungo di quanto avevano pen
sato gli stessi Marx ed Engels.
Ai giorni nostri invece non si può nemmeno contemplare un periodo di transizione
così breve, giacché la rivoluzione si svolge nei paesi sottosviluppati. Non dobbiamo in
tendere il marxismoleninismo come un sistema meccanico. Per questo mi è capitato di
tenere una conferenza sul problema del periodo di transizione dal capitalismo al comu
nismo per i nostri quadri. Bisogna esaminare ogni cosa in funzione della pratica della
rivoluzione nel proprio paese. La realtà dimostra che l’applicazione dogmatica del mar
xismoleninismo non è una soluzione.
Attualmente voi e noi ci opponiamo al dogmatismo. È un atteggiamento giustissi
mo. Non possiamo che trionfare perché siamo sulla buona strada. Per il partito di ogni
paese attenersi al Chajusong e risolvere i problemi della rivoluzione conformemente
alla propria realtà nazionale significa restar fedele all’internazionalismo proletario e
alla causa del comunismo.
Speriamo che in futuro i rapporti d’amicizia tra i popoli coreano e italiano si svilup
pino e si rafforzino ulteriormente in base al principio del Chajusong.
Oggi eviterò di parlare a lungo dei problemi teorici con voi. Tuttavia li ho appena
menzionati per evidenziare che la solidarietà fra noi è tanto più profonda in quanto ri
solviamo tutti i nostri problemi in completa indipendenza.
Quest’anno il nostro paese ha ottenuto un raccolto abbondante. Per vivere l’uomo
ha bisogno di che mangiare e vestirsi. L’alimentazione e l’abbigliamento sono i proble
mi essenziali nella vita quotidiana. Il nostro popolo non si preoccupa più né dell’una né
dell’altro.
In questo momento preparo una sessione plenaria del Comitato centrale del partito,
che si aprirà dopodomani. Ho scritto alcune Tesi sull’insegnamento socialista e conto di
presentarle a questa sessione plenaria. Ai giorni nostri i paesi socialisti non riescono a
dare una risposta esatta al problema dell’insegnamento. Per la classe operaia al potere
è molto importante educare nel modo opportuno la generazione emergente. Noi consi
deriamo la sua educazione come un problema fondamentale. Non appena la prossima
sessione plenaria del Comitato centrale del partito avrà approvato le mie Tesi sull’in
segnamento socialista, ve ne farò spedire una copia.
Non siamo ancora riusciti a riunificare la nostra patria. Il nostro compito è sma
scherare completamente la natura reazionaria dei fantocci sudcoreani e le manovre
aggressive degli imperialisti americani agli occhi del mondo intero e riunificare la no
stra patria. Pertanto ci auguriamo che continuiate a sostenere la lotta del nostro popo
lo per la riunificazione della patria. Quanto a noi, faremo del nostro meglio per la no
stra riunificazione.
Ancora una volta vi auguro un caloroso benvenuto nel nostro paese e vi ringrazio di
cuore per la vostra promessa di adoperarvi sempre a favore dell’amicizia e della solida
rietà fra i popoli di Corea e Italia.