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COOPERATIVE E

ENTI NON PROFIT


2017

11-12
Novembre - Dicembre 2017 – Rivista mensile - ANNO 17, n. 11-12 - Direzione e redazione Via dei Missaglia, n. 97, Edificio B3 20142 Milano (MI).

Riforma del Terzo Settore

7 Bilancio, controllo e contabilità nella riforma


21 Relazione di missione, bilancio sociale e valutazione
di impatto sociale
29 Registro Unico Nazionale del Terzo Settore
38 Prime riflessioni sul regime fiscale degli ETS
46 Nuove agevolazioni e forme di sostegno
per gli enti del Terzo Settore
55 Disciplina dell’impresa sociale nel percorso
della riforma
68 Imprese sociali in forma cooperativa
72 Come cambia il 5xmille

AGEVOLAZIONI E FINANZIAMENTI
Cooperazione culturale
Microcredito
5 000002 160172
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Sommario

Riforma del Terzo Settore


Bilancio, controllo e contabilità nella riforma
Il Codice del Terzo settore (D.Lgs. n. 117/2017) ha previsto importanti novità anche per quanto attiene gli
obblighi contabili e il sistema dei controlli in materia.
In particolare, l’art. 13 del Decreto definisce gli obblighi in merito alle scritture contabili e alla redazione dei bilanci
degli enti appartenenti al Terzo settore, specificando che essi devono redigere un bilancio di esercizio composto di
stato patrimoniale e rendiconto finanziario nel quale trovino allocazione, e quindi vengano rappresentati, i proventi e
gli oneri rispettivamente conseguiti e sostenuti dall’ente stesso. È stata poi prevista una semplificazione per quegli enti
con ricavi e proventi di importo inferiore a 220.000 euro; invece per gli enti con ricavi superiori ad 1 milione di euro è
stato previsto l’obbligo di depositare - presso il Registro Unico Nazionale del Terzo settore - il bilancio sociale.
di Marco Gelmetti 7

Riforma del Terzo Settore


Relazione di missione, bilancio sociale e valutazione di impatto sociale
Trasparenza, rendicontazione, informazione verso i diversi soggetti interessati all’operato degli enti costituiscono
elementi fondamentali dello spirito e delle previsioni della Legge delega di riforma del Terzo Settore. Ciò in
relazione non solo agli aspetti economico-patrimoniali della gestione, ma anche alle attività realizzate, al modo di
realizzarle e ai risultati sociali ottenuti. Sulla base di questa prospettiva la Legge delega prevede l’adozione del
bilancio sociale e della valutazione dell’impatto sociale.
In questo articolo si fornisce un quadro di insieme di come le previsioni della Legge delega in questa materia siano
state attuate nei Decreti legislativi e di alcune questioni che andrebbero considerate nell’elaborazione dei futuri
decreti e provvedimenti.
di Giovanni Stiz 21

Riforma del Terzo Settore


Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore
Con l’entrata in vigore del “Codice del Terzo Settore” (3 agosto 2017) si prospetta un lungo periodo di
cambiamenti, evoluzioni, applicazione di regole e procedure nuove.
Uno dei pilastri sui quali la Riforma del Terzo Settore poggia è facilmente identificabile nella volontà di introdurre un
nuovo sistema complessivo di organizzazione, vigilanza e controllo degli enti di Terzo Settore.
La Legge delega (Legge 6 giugno 2016, n. 116) ha ben delineato tale obiettivo allorché, alla lett. m), comma 1 dell’art.
4 ha disposto che il Governo intervenisse, con i decreti delegati, anche a “riorganizzare il sistema di registrazione degli
enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti, secondo criteri di semplificazione e tenuto conto delle finalità e delle
caratteristiche di specifici elenchi nazionali di settore, attraverso la previsione di un Registro unico nazionale del
Terzo Settore, suddiviso in specifiche sezioni, da istituire presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali,
favorendone, anche con modalità telematiche, la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale”.
L’analisi che segue prende in esame proprio la previsione inerente l’istituzione di un Registro Unico Nazionale
degli “Enti di Terzo Settore”, nel quale gli “ETS” dovranno obbligatoriamente registrarsi, ove vogliano fruire dei
differenti e corposi vantaggi contenuti nella nuova legislazione.
di Paolo Alessandro Pesticcio 29

Riforma del Terzo Settore


Prime riflessioni sul regime fiscale degli Enti del Terzo Settore
L’introduzione della nuova figura soggettiva degli Enti del Terzo Settore ha comportato anche la revisione
complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali, con conseguente rivisitazione dei relativi
regimi fiscali.
Non pare, però, raggiunto l’obiettivo individuato dalla Legge delega di definire gli enti del Terzo Settore in funzione
delle finalità di interesse generale perseguite, né quello di razionalizzazione e semplificazione degli aspetti fiscali.
di Paolo Ferri 38

n. 11-12/2017 3
Sommario

Riforma del Terzo Settore


Le nuove agevolazioni e forme di sostegno per gli enti del Terzo Settore
Dal fondo per la promozione dell’attività degli enti del Terzo Settore alle detrazioni per erogazioni liberali, dal
sostegno alle organizzazioni di promozione sociale e di volontariato al social bonus, dai titoli di solidarietà al regime
fiscale agevolato del social lending, dalle detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali agli enti del Terzo Settore alle
misure agevolative per favorire gli investimenti di capitale nelle imprese sociali. Sono queste le principali misure
introdotte dalla Riforma del Terzo Settore e dell’impresa sociale per favorire la promozione e il sostegno del
complesso mondo delle imprese non profit.
di Bruno Pagamici 46

Riforma del Terzo Settore


La disciplina dell’impresa sociale nel percorso della riforma
Ampliamento dei campi di attività; possibilità di ripartire, seppure in forma limitata, gli utili e gli avanzi di gestione;
introduzione di misure fiscali agevolative per chi investe nel capitale sociale delle imprese sociali; possibilità di
accedere a forme di raccolta di capitale di rischio tramite portali on line. Sono alcune delle novità introdotte dal
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112 dedicato all’impresa sociale.
di Roberto Randazzo , Giuseppe Taffari e Emiliano Giovine 55

Riforma del Terzo Settore


Le imprese sociali in forma cooperativa
Con il D.Lgs. n. 112/2017 è stata approvata la nuova disciplina dell’impresa sociale. Si tratta di un provvedimento
atteso che riveste una importanza notevole anche per il settore cooperativo.
Numerose, infatti, sono le norme del Decreto che hanno valenza per le cooperative in genere ed, in particolare, per
le cooperative sociali.
di Sara Agostini 68

Riforma del Terzo Settore


Come cambia il cinque per mille?
Completa il quadro dei decreti attuativi della Legge delega sulla riforma del Terzo Settore il provvedimento volto a
ridisegnare l’istituto del cinque per mille dell’IRPEF.
Le nuove disposizioni sono legate strettamente all’istituzione del Registro Unico del Terzo Settore e, seppur in vigore
da luglio, per diventare pienamente operative attendono l’emanazione di uno specifico Decreto di attuazione. È però
possibile avere fino da ora una prima idea di quali saranno i cambiamenti attesi e che impatto avranno sull’istituto. 72
di Marta Saccaro

Agevolazioni e finanziamenti
Le opportunità
... dall’Europa 76
... dallo Stato 78
... dalle Regioni 83
a cura di Bruno Pagamici

Notiziario AIRCES
Notiziario 90

Agenda
Le scadenze di novembre - dicembre 2017 98

4 n. 11-12/2017
Fisco, contabilità, lavoro e finanziamenti
Coordinamento:
Laura Macrì - Responsabile servizio fiscale Federcoop Nullo Baldini Ravenna - Dottore Commercialista e Revisore Legale
Gian Mario Colombo – Dottore commercialista in Milano
Comitato di Redazione:
Gianni Bragaglia - Presidente AIRCES (Associazione italiana revisori legali dell’Economia Sociale)
Giannino Cascardo - Economista d’impresa
Laura Castaldi - Professore diritto tributario Università Siena
Patrizia Clementi - Responsabile ufficio Avvocatura Curia Arcivescovile Milano
Emanuele Cusa - Professore associato di diritto commerciale presso l’Università di Milano-Bicocca e Avvocato
Sebastiano Di Diego - Dottore commercialista e revisore legale dei conti; Professore a contratto di Economia e gestione delle imprese
presso l’Università degli Studi di Camerino
Laura Iacone - Ministero Sviluppo economico
Guido Martinelli - Avvocato; Professore aggregato presso l’Università di Ferrara di “Legislazione sportiva”
Pier Luigi Morara – Avvocato
Monica Poletto - Presidente di CDO Opere Sociali; Dottore commercialista
Paola Polliani - Avvocato giuslavorista - Socio Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI)
Roberto Randazzo - Avvocato e Professore a contratto presso l’Università Commerciale “L. Bocconi”
Claudio Riciputi - Legacoop - Politiche del lavoro, relazioni industriali e previdenza
Marta Saccaro - Dottore commercialista
Maurizio Setti - Dottore commercialista

Editrice
Wolters Kluwer Italia S.r.l. - Via dei Missaglia, n. 97, Edificio B3 20142 Milano (MI) - http://www.ipsoa.it
Direttore responsabile
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Redazione
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31 luglio 1991. Iscrizione al R.O.C. n.1702

n. 11-12/2017 5
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Bilancio, controllo e contabilità


nella riforma
di Marco Gelmetti

“Revisione legale dei conti”, ed infine in relazione al


L’approfondimento sistema di contabilità fiscale, l’art. 87, “Tenuta e
Il Codice del Terzo settore (D.Lgs. n. 117/2017) ha conservazione delle scritture contabili degli Enti del
previsto importanti novità anche per quanto attiene terzo settore”.
gli obblighi contabili e il sistema dei controlli in Bilancio e pubblicità
materia.
L’art. 13 tratta unicamente del “bilancio”, fatta
In particolare, l’art. 13 del Decreto definisce gli
eccezione per la previsione (art. 13, comma 4,
obblighi in merito alle scritture contabili e alla
redazione dei bilanci degli enti appartenenti al
Cts) che richiede agli Enti del Terzo settore (d’ora
Terzo settore, specificando che essi devono redigere in avanti Ets) che svolgono la propria attività
un bilancio di esercizio composto di stato patrimo- esclusivamente o principalmente sotto forma di
niale e rendiconto finanziario nel quale trovino impresa commerciale di tenere le scritture di cui
allocazione, e quindi vengano rappresentati, i all’art. 2214, c.c.
proventi e gli oneri rispettivamente conseguiti e Il bilancio degli Ets in quest’ambito è messo in rela-
sostenuti dall’ente stesso. È stata poi prevista una zione alle “dimensioni economiche”, come indicato
semplificazione per quegli enti con ricavi e proventi dalla Legge delega (Legge n. 106/2016, art. 4, comma
di importo inferiore a 220.000 euro; invece per gli 1, lett. G), così da includere, con un approccio
enti con ricavi superiori ad 1 milione di euro è stato modulare, disposizioni semplificate per gli enti di
previsto l’obbligo di depositare - presso il Registro minori dimensioni. Sono, a tale fine, distinti, gli Ets
Unico Nazionale del Terzo settore - il bilancio
“non piccoli” da quelli “piccoli”: questi ultimi, in
sociale.
base a quanto contenuto nell’art. 13, comma 2, del
Riferimenti
Cts, sono gli enti “con ricavi, rendite, proventi o
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 entrate comunque denominate inferiori a 220.000
Legge 6 giugno 2016, n. 106 euro”.
Il bilancio degli Ets “non piccoli” dovrebbe, essere
composto da: stato patrimoniale, rendiconto finan-
A seguito della pubblicazione del D.Lgs. 3 luglio ziario e relazione di missione. Nello specifico, la
2017, n. 117 è stato approvato il Codice del Terzo relazione è destinata a illustrare “le poste di bilancio,
Settore (d’ora in avanti Cts), a norma dell’art. 1, l’andamento economico e finanziario dell’ente e le
comma 2, lett. b), della Legge 6 giugno 2016, modalità di perseguimento delle finalità statutarie”
n. 106 (Legge delega). (art. 13, comma 1, Cts). A parere di chi scrive, il
In questo contesto, gli articoli a cui si farà riferimento “rendiconto finanziario” (“rendiconto gestionale”
sono per quanto concerne la rendicontazione finan- nello schema di Decreto) non può che essere un
ziaria, l’art. 13, “Scritture contabili e bilancio”, per rendiconto per competenza economica inerente
quanto riguarda la rendicontazione sociale, l’art. 14,
“Bilancio sociale”, per quanto riguarda il sistema dei Marco Gelmetti - Responsabile Economico-Finanziario -
controlli, l’art. 30, “Organo di controllo”, e l’art. 31, Azienda Regionale Emergenza Urgenza

n. 11-12/2017 7
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

l’attività svolta nella gestione, considerata anche la dallo stesso ente allo scopo di determinare il risultato
previsione di indicare “proventi” ed “oneri”. economico di ciascuna area gestionale.
Il bilancio degli Ets “piccoli” può (rappresenta quindi Il risultato di tutto ciò è stato estremamente negativo,
una facoltà) essere rappresentato dal solo rendiconto in rapporto sia al principio di trasparenza e di com-
finanziario per cassa. Il bilancio di tali enti sembra pletezza dell’informazione di bilancio (soprattutto
privo, perciò, anche dell’informativa qualitativa ove la presenza del volontariato, religioso e laico, è
(relazione di missione). Ad ogni modo, si ritiene stata significativa) sia per la determinazione di un
che anche i piccoli dovranno documentare il carattere corretto risultato dell’esercizio, e della rilevazione
secondario e strumentale delle attività diverse del contributo che ogni singola attività dà al conse-
(secondo quanto previsto dallo stesso art. 13, guimento del risultato complessivo della gestione.
comma 6). Sarebbe importante, invece, stabilire le modalità di
In generale, non sono previste disposizioni tecniche contabilizzazione di tali costi e la loro rappresenta-
di riferimento, in quanto il testo rinvia per intero ad zione nel rendiconto della gestione, pur in assenza in
una successiva modulistica approvata dal Ministero Italia di principi contabili che ne giustifichino a pieno
del Lavoro e delle Politiche sociali, sentito il costi- titolo il loro inserimento nelle scritture contabili,
tuendo Consiglio nazionale del Terzo settore. Il poiché essi non hanno una contropartita in termini
rinvio alla sola “modulistica” sembra richiamare l’in- monetari.
tendimento di avere da parte del Ministero solo degli Prima di proseguire ulteriormente con tale argo-
“schemi di bilancio”. Il riferimento di partenza per la mento conviene fare due precisazioni:
predisposizione dei suddetti schemi potrebbero • le aziende gestite dagli enti non profit sono volte al
essere le raccomandazioni contabili del CNDC o perseguimento di obiettivi metaeconomici in pre-
gli schemi predisposti dall’Agenzia per il Terzo senza di vincoli economico-patrimoniali monetari;
settore (articolate, peraltro, sempre sulle citate • l’equilibrio economico-finanziario della gestione
raccomandazioni). non è un fine, ma una condizione necessaria,
Si deve osservare il carattere pubblicistico del bilan- anche se non sufficiente (in quanto occorre valu-
cio, il quale con la riforma dovrà essere depositato tare anche le qualità del servizio reso), non solo per
presso il Registro Unico Nazionale del Terzo settore il raggiungimento delle finalità istituzionali, ma
(registro ancora da istituire). Invece, le Imprese sociali per la stessa sopravvivenza dell’istituzione nel
depositeranno il proprio bilancio presso il Registro tempo.
delle imprese. Si veda la Tavola n. 1. Poiché in questi enti l’esercizio delle attività di carat-
tere sociale, in condizioni di equilibrio, è strumento
Schemi di bilancio: alcune problematiche per il perseguimento della missione, è di grande
Prima di entrare nel merito degli schemi di bilancio rilevanza, in presenza, tra l’altro, come vedremo, di
può essere utile un richiamo alle problematiche tipi- peculiarità gestionali significative (es. volontariato)
che del settore. rappresentare correttamente il risultato della
Nella prassi contabile del nostro Paese i bilanci degli gestione, tenendo conto di tutti gli elementi che
enti non profit, purtroppo, sono stati più attenti agli concorrono a formarlo.
aspetti fiscali che a quelli civilistici. In effetti, spesso, il Sotto il profilo contabile, un aspetto peculiare nella
bilancio veniva redatto come un documento fiscale, rappresentazione dei costi di gestione è la configura-
cioè come un allegato alla dichiarazione dei redditi. zione dei costi figurativi.
Inoltre, seguendo una prassi contabile discutibile, in Come è noto, le organizzazioni non profit ricevono
uso nel nostro Paese, ma non ad esempio nei Paesi in varie forme erogazioni liberali per lo svolgimento
anglosassoni, questi enti non ritenevano di iscrivere a della loro attività istituzionale.
bilancio i costi (e i ricavi) figurativi, e sono stati spesso Pertanto, nell’economia di tali aziende, oltre ai ricavi
in difficoltà nel redigere il bilancio, allorché si trattasse monetari, non dovranno essere trascurati quelli in
di ripartire i costi comuni alle diverse attività svolte natura e quelli detti figurativi perché non misurati da

8 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

concrete entrate monetarie. Caso tipico sono le pre- invece di essere godute dagli stessi soggetti di azienda,
stazioni di servizi offerte gratuitamente. venissero cedute a terzi o in affitto per i redditi
È stato chiarito in dottrina che “l’attribuzione in figurativi”.
moneta di conto a siffatti redditi avviene, di solito, Nella stessa direzione si muove la Raccomandazione
con riferimento ai c.d. prezzi correnti di mercato per i n. 1 del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Dottori
beni acquisiti in natura ed alle somme che si potreb- Commercialisti per il non profit la quale sottolinea
bero riscuotere se determinate attività patrimoniali, che “la rilevazione delle liberalità non monetarie deve

Tavola n. 1
ETS “impresa
ETS “non piccoli” ETS “piccoli”
commerciale”
Ricavi, rendite,
proventi, entrate
> Euro 220.000,00 < Euro 220.000,00
comunque
denominate
- Stato patrimoniale.
- Rendiconto finanziario
Composizione del (con l’indicazione dei - Rendiconto finanziario Codice civile artt.
bilancio d’esercizio proventi de degli oneri per cassa. 2423 ss.
dell’ente).
- Relazione di missione.
Modulistica definita con Modulistica definita con
D.M., sentito il Consiglio D.M., sentito il Consiglio Codice civile artt.
Schemi di bilancio
nazionale del Terzo nazionale del Terzo 2423 ss.
settore. settore.
Deposito, Registro Unico Nazionale Registro Unico Nazionale Registro delle
pubblicazione del Terzo settore. del Terzo settore. imprese.

Riferimenti per la definizione della modulistica di bilancio da parte del Ministero del Lavoro e
delle Politiche sociali
– Agenzia del Terzo settore - “Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli
enti non profit” (2009).
– CNDC, Commissione aziende non profit - Raccomandazione n. 1 “Documento di presentazione
di un sistema rappresentativo dei risultati di sintesi delle aziende non profit”.
– CNDC, Commissione aziende non profit - Raccomandazione n. 3 “La nota integrativa e la
relazione di missione”.

Ulteriore documentazione relativa al bilancio:


– Tavolo tecnico per l’elaborazione dei Principi contabili per gli enti non profit, Principio n. 1
“Quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio degli Enti non profit”
(2010).
– Tavolo tecnico per l’elaborazione dei Principi contabili per gli enti non profit, Principio n. 2
“L’iscrizione e la valutazione delle liberalità nel bilancio d’esercizio degli enti non profit” (2012).

n. 11-12/2017 9
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

essere effettuata al loro valore normale, inteso come il meccanicamente trasportabili in altri settori del varie-
valore al quale i beni o i servizi possono essere scam- gato mondo non profit, soprattutto quando abbiamo
biati da parti consapevoli e disponibili nell’ambito di un mercato di collocamento del prodotto.
uno scambio paritario. I prezzi di mercato risultano Secondo le indicazioni richiamate sopra, dunque,
solitamente essere la migliore espressione del valore il bilancio di un’organizzazione non lucrativa,
normale delle liberalità non monetarie incluse pubblica o privata, dovrebbe essere costituito dai
le erogazioni di servizi; se essi non sono disponibili, documenti previsti dall’art. 2423 del c.c. Lo stesso
il valore normale delle attività erogate è stimato sulla legislatore ha tuttavia provveduto nei casi in cui
base dei prezzi di mercato di risorse simili o sulla ha disposto la elaborazione di un bilancio-tipo ad
base delle valutazioni effettuate da un perito adottare il contenuto dello stato patrimoniale e
indipendente”. del conto economico, pur mantenendo i principi
Analogo discorso può essere fatto per i costi c.d. generali previsti dal c.c. (unità del bilancio, com-
figurativi. La presenza di questa configurazione di pletezza della informazione, chiarezza, competenza,
costo è assai diffusa nelle organizzazioni non profit. attendibilità, prudenza, neutralità, prevalenza della
Caso tipico è quello delle prestazioni gratuite dei sostanza sulla forma, comparabilità e significatività
volontari, siano essi religiosi o laici; ma, più in gene- dei dati) per alcune importanti attività del mondo
rale, occorre fare riferimento all’uso gratuito, da parte non profit.
della gestione, di particolari fattori produttivi resi Del resto, lo stesso Codice civile contiene la
disponibili dal soggetto (organizzazione non profit) possibilità di deroghe che ci interessano particolar-
che esercita l’attività, di fatto impiegati nel processo di mente; infatti, se necessario:
produzione dei servizi istituzionali. Gli esempi che si • devono essere fornite informazioni complementari
possono fare a questo proposito sono numerosi. a quelle richieste dalla legge (D.Lgs. n. 127/1991 e
art. 2423, comma 3, c.c.) attraverso l’inserimento
Schemi di bilancio previsti dal Codice civile di voci nello schema-tipo;
per le imprese, in quanto compatibili • non devono essere applicate quelle disposizioni del
L’orientamento del legislatore in questo ultimo Codice civile in materia di bilancio che contrastano
decennio, come pure nei principi indicati all’interno con la rappresentazione veritiera e corretta del
della Legge delega, è stato quello di fare adottare bilancio stesso (art. 2423, comma 4).
anche nel Terzo settore le norme civilistiche che, Vale la pena di citare qui il caso delle Aziende del
come è noto, si rifanno alla IV Direttiva CEE in Sistema Sanitario Nazionale, per le quali, a seguito
quanto applicabili. Una scelta del genere è in astratto del processo di aziendalizzazione, è stata prevista
condivisibile in quanto si fa riferimento a una disci- l’adozione di uno schema di bilancio - tipo (art. 5
plina completa della materia, già collaudata a livello D.Lgs. n. 502/1992, integrato dal D.Lgs. n. 517/
operativo. In tal modo, gli operatori avrebbero la 1993), redatto peraltro secondo lo schema previsto
possibilità di avvalersi di regole certe la cui adozione dal D.Lgs. n. 127/1991, dal quale si discosta in alcuni
favorirebbe non solo la redazione, ma anche la solu- punti per aderire maggiormente alle specifiche esi-
zione dei problemi interpretativi che dovessero sor- genze del settore sanitario. Anche per le Aziende di
gere intorno ai documenti di bilancio, data servizi dipendenti dagli enti locali, è stato adottato
l’abbondante dottrina e giurisprudenza che si è andata un bilancio-tipo (D.M. 26 aprile 1995) la cui strut-
formando nel tempo. tura ricalca quella prevista dalla IV Direttiva CEE,
Fino a questo punto, nulla da eccepire. Occorre rinviando, quindi, implicitamente, a quanto previ-
peraltro aggiungere che le indicazioni fornite dal sto in materia di bilancio dal Codice civile. Altri
legislatore, mentre si adattano abbastanza bene alle esempi si potrebbero citare (vedi anche il D.Lgs.
aziende che producono servizi (in quanto gestiscono n. 367/1996 per le fondazioni di enti lirici), dai quali
attività aventi un rilevante contenuto economico, in emerge chiaramente la tendenza del legislatore ad
molti casi in regime di impresa), non sono estendere anche agli enti non profit schemi di

10 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

bilancio analoghi a quelli previsti dal c.c. per le costituiti sotto forma di società di capitali o di società
società, in quanto applicabili. cooperative, individuando concretamente le norme
Occorre pertanto riflettere intorno agli aggiustamenti applicabili:
da apportarsi alle regole ordinarie, in modo da adat- • totalmente;
tarle sia alla specifica natura che alle caratteristiche • parzialmente;
gestionali di un ente non profit. Ciò non riguarda solo • per nulla applicabili,
lo schema della situazione patrimoniale o del conto e note relative a eliminazioni di commi o di parte di
economico, ma anche, ad esempio, la denomina- articoli del Codice civile.
zione delle poste, alcune delle quali dovranno A mero titolo esemplificativo si propone la Tavola
anche essere eliminate, altre meglio esplicitate o n. 2, nella quale si espone l’eventuale applicabilità
integrate. del Codice civile agli enti non commerciali anche
I Decreti attuativi dovranno in particolare fornire alla luce delle modifiche apportate al Codice
indicazioni precise in merito all’applicabilità degli civile dal D.Lgs. n. 6/2003 e del recente D.Lgs.
articoli del Codice civile a quegli enti che non sono n. 139/2015.

Tavola n. 2
CODICE CIVILE - Libro V, Sezione IX (Del Bilancio)
NORME NORME NORME
NOTE:
ARTICOLI APPLICABILI APPLICABILI NON
ELIMINAZIONI - SOSTITUZIONI
TOTALMENTE PARZIALMENTE APPLICABILI
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza
e deve rappresentare in modo veritiero e cor-
retto la situazione patrimoniale e finanziaria
2423 2423 dell’organizzazione ed il risultato gestionale
dell’esercizio
Il comma 3 e 4 risultano integralmente com-
patibili ed applicabili.
2423-bis 2423-bis
2423-ter 2423-ter
Comma 1: si dovrebbe aggiungere alla fine:
2424 2424 tenendo distinte le “attività istituzionali” da
quelle “connesse” o “accessorie”.
ATTIVO: B-I: eliminare il n. 5 Avviamento
(se si ritiene che una ONLUS non possa trattare
un avviamento a titolo oneroso).
B-III: eliminare al n. 1) lett. c) Imprese
controllanti, al n. 2) lett. c).
Verso controllanti ed il n. 4).
Azioni proprie, con indicazione anche
del valore nominale complessivo.
C-II: considerare come ulteriore dettaglio
delle voci di credito le liberalità da ricevere,
i crediti verso le organizzazioni controllate
e filiali ed organizzazioni collegate.
Eliminare il n. 4) Verso controllanti.

n. 11-12/2017 11
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

C-III: eliminare il n. 3) Partecipazioni in


imprese controllanti e il n. 5) Azioni proprie,
con indicazioni anche del valore
complessivo.
PASSIVO: sostituire A) I con Capitale di
dotazione.
Eliminare A) II, A) III, A) IV, A) VI.
Eliminare alla lettera D) il n. 10) debiti verso
controllanti.
2424-bis 2424-bis
C) Proventi e oneri finanziari: eliminare al
2425 2425 n. 16) lett. d) ... e di quelli controllanti; al n. 17)
... e verso controllanti.
2425-bis 2425-bis
2425-ter 2425-ter
Eliminare: ultimo capoverso del n. 5), la
restante disposizione del n. 5) risulta applica-
bile solo alle organizzazioni non profit di
grandi dimensioni mentre è inapplicabile a
2426 2426 quelle di piccole dimensioni dato che non
procedono alle rilevazioni di voci di costo sia
di esercizio che pluriennali; il n. 6) (se si ritiene
che l’avviamento non possa essere acquisito a
titolo oneroso); il n. 7); il n. 12).
Eliminare: dal n. 17) al n. 22) - V. riforma del
2427 2427
diritto societario.
2428 2428 Eliminare: il n. 3) e il n. 4).
Eliminare: gli ultimi due comma.
Applicabile per gli enti di tipo associativo.
2429 2429 2429
Eliminare: ultimo comma.
2430 2430
2431 2431
2432 2432
2433 2433
2433-bis 2433-bis
2434 2434
Eliminare: ultimo comma 1: costituire ultimo
capoverso: depositata presso la sede
2435 2435
dell’Organismo di controllo di cui all’art. 3,
comma 190, della Legge n. 662/1996.
2435-bis 2435-bis

12 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Bilancio sociale natura dell’attività esercitata e delle dimensioni del-


L’art. 14 del Cts introduce, per tutti gli enti del Terzo l’ente, anche ai fini della valutazione dell’impatto
settore, la novità normativa inerente la predisposi- sociale delle attività svolte.
zione del bilancio sociale. Inoltre, gli Ets con ricavi, rendite, proventi o
In particolare, si prevede che gli Ets con ricavi, rendite, entrate comunque denominate superiori a cento-
proventi o entrate comunque denominate superiori ad mila euro annui devono in ogni caso pubblicare
1 milione di euro devono depositare presso il Registro annualmente e tenere aggiornati nel proprio sito
Unico Nazionale del Terzo settore, e pubblicare nel internet, o nel sito internet della rete associativa di
proprio sito internet, il bilancio sociale redatto secondo cui all’art. 41 cui aderiscano, gli eventuali emo-
linee guida adottate con Decreto del Ministro del lumenti, compensi o corrispettivi a qualsiasi titolo
Lavoro e delle Politiche sociali, sentiti la Cabina di attribuiti ai componenti degli organi di ammini-
regia di cui all’art. 97 e il Consiglio nazionale del terzo strazione e controllo, ai dirigenti nonché agli
settore, e tenendo conto, tra gli altri elementi, della associati. Si veda la Tavola n. 3.

Tavola n. 3
ETS “grande” ETS “non piccolo” ETS “piccolo”
Ricavi, rendite,
proventi, entrate < Euro 1.000.000,00
> Euro 1.000.000,00 < Euro 100.000,00
comunque > Euro 100.000,00
denominate
Elaborato secondo le
Linee guida adottate con
D.M., sentita la Cabina di
Bilancio sociale Nessun obbligo. Nessun obbligo.
regia e il Consiglio
nazionale del Terzo
settore.
Deposito e pubbli- Registro Unico Nazionale
cazione del Bilancio del Terzo settore - Sito Nessun obbligo. Nessun obbligo.
sociale internet.
Pubblicazione e aggior- Pubblicazione e aggior-
namento sul sito internet namento sul sito internet
degli emolumenti, com- degli emolumenti, com-
Pubblicazione Nessun adempi-
pensi o corrispettivi a: pensi o corrispettivi a:
compensi mento obbligatorio.
componenti organi di componenti organi di
amministrazione e con- amministrazione e con-
trollo, dirigenti, associati. trollo, dirigenti, associati.

Standard di riferimento per la definizione delle Linee guida per la redazione del bilancio sociale da
parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
– Agenzia del Terzo settore - “Linee guida e schemi per la redazione del bilancio sociale delle
organizzazioni non profit” (2011).
– CNDC, Commissione aziende non profit - Raccomandazione n. 7 “Il bilancio sociale nelle
aziende non profit: principi generali e linee guida per la sua adozione”.

n. 11-12/2017 13
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Standard di riferimento • il “supplemento di settore” dedicato alle organiz-


Le imprese for profit hanno potuto contare su stan- zazioni non profit (2010), che integra le Linee
dard evoluti di rendicontazione sociale, di prove- guida generali, della Global Reporting Iniziative,
nienza nazionale ed internazionale, già a partire il principale ente internazionale nell’ambito della
dalla fine degli anni Novanta, gli enti pubblici circa definizione di standard di rendicontazione sociale.
un quinquennio dopo. Inoltre nel 2009 è stato pubblicato un documento di
Standard riferiti in modo mirato alle caratteristiche ricerca di G.B.S., dedicato ad affrontare le problema-
specifiche, in termini di identità istituzionale c di tiche relative all’adattamento dello standard di base
attività, delle organizzazioni non profit si sono resi G.B.S. alle realtà riconducibili al settore profit.
disponibili solo in tempi più recenti. Particolare rilievo nella realtà italiana hanno avuto,
Infatti, le Linee guida per la redazione del bilancio nel corso degli ultimi anni, le proposte sopra indicale
sociale proposte da G.B.S. (Gruppo Bilancio dell’Agenzia per il Terzo settore, in ragione non solo
Sociale) nel 2001, che hanno costituito un fon- della natura istituzionale della fonte, ma anche del
damentale punto di riferimento per l’avvio della fatto che esse si integrano con le proposte della stessa
rendicontazione sociale nel nostro Paese e che nel Agenzia relative alla rendicontazione economica,
2005 sano state declinate anche in una versione fornendo un quadro completo e coerente per il
dedicata al settore pubblico possono essere solo sistema di bilancio di una organizzazione non profit.
parzialmente utilizzate da parte delle organizza- Ulteriore elemento di forza della proposta
zioni non profit. dell’Agenzia per il Terzo settore è il fatto che essa
In questo primo periodo si rivolgono specificamente prevede due strumenti di rendicontazione sociale: la
al settore non profit solo un documento elaborato relazione di missione, di più agevole realizzazione,
dalla Commissione aziende non profit del Consiglio per gli enti di non grande dimensione - o anche tappa
Nazionale dei Dottori Commercialisti e proposte di intermedia verso il bilancio sociale - e il bilancio
varia natura elaborate da ricercatori e consulenti, non sociale, strumento più complesso e impegnativo sia
sufficienti a fornire un punto forte di riferimento. nel processo sia nei contenuti.
Sviluppi significativi nella definizione di standard di
rendicontazione sociale mirati al settore non profit Il bilancio sociale sulla base delle Linee guida
sono avvenuti a partire nel 2008, attraverso la pub- dell’Agenzia per il Terzo settore
blicazione di: Le “Linee guida per del bilancio sociale delle orga-
• le “Linee guida per la redazione del bilancio di nizzazioni non profit” dell’Agenzia per il Terzo set-
missione e del bilancio sociale delle organizzazioni tore prendono in esame i diversi aspetti fondamentali
di volontariato” (2008) 12, promosse dal relativi al bilancio sociale:
Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio • nozione, finalità, principali;
per il Volontariato (CSVnet), IREF e Fondazione • principi di rendicontazione;
Roma Terzo Settore. Tali Linee guida risultano • struttura;
applicabili non solo alle organizzazioni di volonta- • contenuti;
riato, ma anche a larga parte degli enti non profit; • processo di realizzazione.
• le “Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci Di seguito si presentano le proposte relative a principi
di degli enti non profit” (2008) dell’Agenzia per il di redazione, struttura e contenuti del bilancio
Terza bettole, che prevede che, tra i documenti del sociale.
bilancio di esercizio di una organizzazione non
profit, debba figurare una “relazione di missione”, Principi di rendicontazione
di cui vengono definiti i contenuti generali; I principi di rendicontazione che, secondo le Linee
• le “Linee guida per la redazione del bilancio guida, devono essere rispettati sono i seguenti:
sociale delle organizzazioni non profit” (2010) • chiarezza: esprimere le informazioni in modo
dell’Agenzia per il Terzo settore; chiaro e comprensibile;

14 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

• coerenza: fornire informazioni idonee a r com- prosieguo del bilancio sociale una rendiconta-
prendere agli stakeholder il nesso esistente tra la zione più approfondita;
missione dichiarata, obiettivi strategici, le attività • una nota metodologica che deve fornire le infor-
effettivamente svolte e i risultati prodotti; mazioni rilevanti sulle modalità e metodologie di
• completezza: identificare gli stakeholder che influen- redazione del bilancio sociale, nonché sui suoi
zano e/o sono influenzati dall’organizzazione e tutte eventuali limiti (rendicontazione assente o incom-
le informazioni ritenute utili per consentire a tali pleta su questioni di rilievo per gli stakeholder, al fine
stakeholder di valutare i risultati sociali, economici e di consentire al lettore una corretta valutazione dei
ambientali dell’organizzazione; contenuti del documento.
• inclusione: coinvolgere tutti gli stakeholder rilevanti 2) Caratteristiche istituzionali ed organizzative
per assicurare che il processo e il contenuto del Si tratta di una parte articolata in diverse sezioni:
bilancio sociale rispondano alle loro ragionevoli • identità dell’organizzazione. Deve essere in primo
aspettative e/o esigenze, motivando eventuali luogo delineato un profilo generale e sintetico
esclusioni o limitazioni; dell’organizzazione, che consenta al lettore del
• rilevanza: rendicontare le attività che riflettono gli documento di farsi da subito un’idea di massima
impatti significativi economici, sociali e ambien- delle sue caratteristiche. Deve poi essere esplicitata
tali, o che potrebbero influenzare in modo sostan- la missione dell’organizzazione e gli obiettivi-stra-
ziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder, tegie di medio-lungo termine;
motivando eventuali esclusioni o limitazioni delle • mappa e coinvolgimento degli stakeholder. Oltre
attività; all’identificazione degli stakeholder, si deve dare
• periodicità: la rendicontazione deve essere perio- conto delle attività di coinvolgimento effettuate e
dica, sistematica e tempestiva; degli eventuali interventi di miglioramento realiz-
• trasparenza: rendere chiaro il procedimento logico zati dall’organizzazione a seguito degli elementi
di rilevazione e classificazione delle informazioni; emersi da tali attività;
le eventuali stime o valutazioni soggettive effet- • base sociale. Gli enti dotati di base sociale devono
tuate devono essere fondate su ipotesi esplicite e fornire informazioni sulla consistenza, la composi-
coerenti; zione e l’anzianità associativa dei soci;
• veridicità: fornire informazioni veritiere e verifi- • assetto istituzionale. Oggetto di questa sezione è
cabili, riguardanti gli aspetti sia positivi sia negativi il sistema di governo dell’organizzazione. Si
della gestione. tratta di fornire una serie di elementi informa-
tivi sulla composizione degli organi e sul loro
Articolazione del bilancio sociale effettivo funzionamento, oltre che sugli even-
Le Linee guida suggeriscono una struttura del bilan- tuali compensi percepiti dai membri. Il livello
cio sociale articolata nelle seguenti cinque parti di di dettaglio richiesto è abbastanza significativo e
seguito descritte. prende ispirazione dalle relazioni di corporate
1) Introduzione governance. Di rilievo anche le richieste infor-
È costituita da: mative sulla diffusione di documenti istituzio-
• una presentazione (denominata “lettera agli nali fondamentali e sulla modalità di gestione di
stakeholder”) firmata tipicamente dal Presidente potenziali conflitti di interesse da parte degli
o da altra figura di vertice dell’organizzazione, organi;
che dovrebbe, da un lato, spiegare il ruolo • struttura organizzativa. Gli elementi fondamentali
attribuito al bilancio sociale nel governo, nella della struttura organizzativa devono essere pre-
gestione e nella comunicazione dell’organizza- sentati attraverso un organigramma sintetica-
zione, dall’altro, evidenziare alcuni elementi mente commentato, mettendo in evidenza
fondamentali della situazione dell’organizza- eventuali cambiamenti significativi intervenuti
zione e del suo operato, che troveranno nel nell’esercizio;

n. 11-12/2017 15
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

• personale retribuito. Vanno fornite informazioni eventuali impatti ambientali dei beni prodotti
relativamente ana consistenza e composizione del e/o dei servizi offerti o per promuovere la
personale, alle tipologie contrattuali, alla remune- tutela dell’ambiente.
razione, alla valorizzazione e formazione, alle poli- 5) Obiettivi di miglioramento e questionario di
tiche di pari opportunità, alla salute c sicurezza, agli valutazione
eventuali contenziosi, ecc.; Questa parte dovrebbe contenere:
• volontariato. Anche in questo caso vanno • un quadro di insieme degli obiettivi di migliora-
fomite informazioni su consistenza e composi- mento dell’organizzazione;
zione, su attività di formazione, motivazione e • un questionario di valutazione rivolto ai lettori del
valorizzazione, su aspetti relativi a salute e sicu- bilancio sociale, volto a stimolare e raccogliere i
rezza; inoltre, in relazione a possibili compor- loro giudizi sulla capacità del bilancio sociale di
tamenti di discutibile correttezza, si chiedono soddisfare le loro esigenze informative ed even-
informazioni sulle modalità di gestione dei rim- tualmente anche sull’operato ed i risultati dell’or-
borsi spese; ganizzazione per come emergono, oltre che dalla
• outsourcing. Qualora l’organizzazione faccia ricorso loro diretta, dal bilancio sociale stesso.
a contrarti di outsourcing per lo svolgimento di Deve però essere sottolineato che tale struttura non è
funzioni ed incarichi di particolare rilievo per il vincolante: ogni organizzazione può dare alle infor-
perseguimento della missione e la qualità del servi- mazioni un ordine diverso da quello indicato dalle
zio, deve essere una rendicontazione su ambiti di Linee guida.
responsabilità, modalità di controllo, costi, turnover,
contenziosi. Specifiche informazioni richieste
• partecipazione a reti e collaborazioni. La parteci- A differenza di altre linee guida, che si limitano ad
pazione a reti e la capacità di attivare collaborazioni identificare le questioni rilevanti da sottoporre a
risultano in linea generale fattori di grande rilevanza rendicontazione ed a proporre la logica rendiconta-
ai fini del perseguimento della missione e, in alcuni tiva da adattare, le Linee guida dell’Agenzia per il
casi, della stessa definizione identitaria di un’orga- Terzo settore forniscono indicazioni di dettaglio
nizzazione. Tali aspetti devono quindi oggetto di sulle informazioni che un bilancio sociale dovrebbe
specifica rendicontazione. contenere, per lo meno in termini di contenuti
3) Aree di attività e relativi risultati sociali minimali.
In questa parte del bilancio sociale l’organizzazione Ciò sia per esigenze di uniformità e, quindi, di
rende conto delle attività realizzate per perseguire la comparabilità temporale e spaziale dei bilanci sociali
sua missione e dei relativi risultati ottenuti. sia per facilitarne la realizzazione da parte delle
4) Risultati economici ed ambientali organizzazioni non profit. Evidentemente le
Questa si articola in due sezioni ben distinte: difficoltà connesse a tale obiettivo derivano dalla
• la prima sezione è relativa agli aspetti economici grande varietà esistente nel mondo delle organizza-
dell’organizzazione, alle relazioni contrattuali con zioni non profit, in termini di forme giuridiche
la Pubblica amministrazione e alla raccolta fondi adottate, di settori di intervento; e tipologie di
(efficienza della stessa e coerenza tra l’utilizzo dei attività svolte, di dimensioni e di complessità
fondi raccolti e le dichiarazioni contenute nei organizzativa.
messaggi di raccolta fondi); La soluzione individuata è stata l’adozione di un
• la seconda sezione è relativa alle e alle modalità approccio modulare, che si realizza attraverso schede
di gestione degli ambientali; agli impatti deter- tematiche in cui sono dettagliate - e numerate in
minati in via diretta dall’attività dell’organizza- modo progressivo - le diverse informazioni richieste.
zione (consumo di energia, di acqua, di materie, Ogni organizzazione deve selezionare solo quelle
ecc.) e alle iniziative intraprese per limitare gli schede che sono significative per rappresentare la

16 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

propria realtà, che rispondono cioè alle proprie carat- La previsione costituisce una indubbia significativa
teristiche distintive in relazione a: novità. Non è, tuttavia, chiaro come soggetti non
• natura istituzionale ed organizzativa; qualificati possano espletare attività di controllo di
• ambiti di intervento ed attività specificamente legalità, in taluni casi, anche più complesse e articolate
svolte. rispetto a quelle richieste ai sindaci delle società di
In questa prospettiva le schede sono state suddivise in capitali. Basti pensare che all’organo di controllo degli
due categorie: Ets sono assegnati, con responsabilità analoghe al
• le schede comuni (C), che riguardano aspetti sindaco delle società di capitali (art. 28, Cts), compiti
comuni a tutte le organizzazioni non profit e per- quali: osservanza della legge e dello statuto; rispetto
tanto sono applicabili - in via generale - ha tutti gli dei principi di corretta amministrazione (anche con
enti; riferimento, qualora applicabili, alle disposizioni
• le specifiche (S), che sono quelle che ogni orga- del D.Lgs. n. 231/2001); verifica dell’adeguatezza
nizzazione deve scegliere sulla base delle proprie dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile
caratteristiche distintive. e del suo concreto funzionamento; monitoraggio
A loro volta le informazioni richieste in ogni scheda dell’osservanza delle finalità civiche, solidaristiche e
sono distinte in due categorie: di utilità sociale, avuto particolare riguardo alle dispo-
• informazioni essenziali (E), che rappresentano il sizioni di cui agli artt. 5, 6, 7 e 8; attestazione che il
contenuto necessario che ogni organizzazione è bilancio sociale sia stato redatto in conformità alle
tenuta a fornire; linee guida che saranno emanate dal Ministro del
• informazioni volontarie CV), che possono essere Lavoro e delle Politiche sociali.
fornite qualora un’organizzazione voglia rendere il Altre indicazioni concernenti i poteri/doveri dell’or-
contenuto del bilancio sociale maggiormente gano di controllo sono disseminate lungo il Codice
esaustivo. unico.
Per un quadro di insieme delle schede, con l’eviden- Le disposizioni del Cts inerenti gli obblighi sui con-
ziazione del numero di informazioni richieste, si trolli di natura contabile dovranno essere considerate
rinvia alle Linee Guida complete. in maniera approfondita.
L’art. 30, comma 6, del Cts afferma che l’organo di
Il sistema dei controlli controllo “esercita inoltre il controllo contabile nel
La sezione del controllo introduce importanti caso in cui non sia nominato un soggetto incaricato
novità nel settore. Anzitutto si distingue tra con- della revisione legale dei conti o nel caso in cui un
trollo interno di legalità (art. 30) e revisione legale suo componente sia un revisore legale iscritto nel-
(art. 31). l’apposito Registro”. Il legislatore afferma, poi, che
Le fondazioni e gli Ets con patrimoni destinati (art. l’Ets deve nominare un soggetto incaricato alla revi-
10, Cts) hanno sempre un organo di controllo, anche sione legale iscritto nell’apposito Registro nel caso
monocratico. Gli enti associativi, riconosciuti o non in cui superi per due esercizi consecutivi due dei tre
riconosciuti, hanno un organo di controllo obbliga- limiti indicati nell’art. 31 del Cts (si veda tabella
torio solo al superamento per due esercizi consecutivi sottostante). Il soggetto che espleta l’attività di revi-
dei limiti riportati nella tabella sottostante. sione può essere una persona fisica o una società di
Le caratteristiche dei componenti sono indicate nel revisione.
comma 5 dell’art. 30 in cui si legge che questi devono L’art. 31, comma 1, del Cts dispone, al supera-
essere in possesso dei requisiti di indipendenza di cui mento dei limiti, che “salvo quanto previsto dal-
all’art. 2399, c.c. ed essere scelti tra i soggetti dell’art. l’art. 30, comma 6, le associazioni, riconosciute o
2397, c.c. Nel caso in cui vi sia un organo collegiale non riconosciute, e le fondazioni del Terzo set-
non tutti bensì “almeno uno dei componenti” deve tore devono nominare un revisore legale dei conti
avere i requisiti di professionalità del menzionato art. o una società di revisione legale iscritti nell’appo-
2397, c.c. sito Registro [...]”.

n. 11-12/2017 17
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

La normativa non prevede per gli organi dediti ai 18 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, anche al
controlli di legalità e contabile l’obbligo di predi- di fuori dei limiti quantitativi previsti al comma 1
sporre una relazione finale dell’attività. In ogni caso, del medesimo articolo.
per prassi - si suppone - l’attività di verifica annuale Tali obblighi si considerano assolti anche qualora
non potrà che concludersi proprio con una la contabilità sia composta dal libro giornale e dal
relazione. libro degli inventari, tenuti in conformità alle
disposizioni di cui agli artt. 2216 e 2217 del
La contabilità ai fini fiscali Codice civile.
In conclusione si vuole affrontare il tema della tenuta In deroga a quanto sopra osservato, i soggetti che
e conservazione delle scritture contabili degli enti del nell’esercizio delle attività generali e diverse (di cui
Terzo settore, di cui all’art. 87 del Cts. agli artt. 5 e 6 del Cts) non abbiano conseguito in un
Gli enti del Terzo settore non commerciali (che non anno proventi di ammontare superiore a 50.000 euro
applicano il regime forfetario di cui all’art. 86), a pena possono tenere per l’anno successivo, in luogo delle
di decadenza dai benefici fiscali per esse previsti, scritture contabili, il rendiconto economico e finan-
devono: ziario delle entrate e delle spese complessive di cui
a) in relazione all’attività complessivamente svolta, all’art. 13, comma 2.
redigere scritture contabili cronologiche e siste- Comunque in relazione all’attività commerciale
matiche atte ad esprimere con compiutezza e esercitata, gli enti del Terzo settore non com-
analiticità le operazioni poste in essere in ogni merciali di cui all’art. 79, comma 5, hanno l’ob-
periodo di gestione, e rappresentare adeguata- bligo di tenere la contabilità separata. Si veda la
mente in apposito documento, da redigere Tavola n. 5.
entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio In ultimo si segnala che gli enti del Terzo Settore non
annuale, la situazione patrimoniale, economica commerciali (anche per i soggetti che si avvalgono
e finanziaria dell’ente, distinguendo le attività del regime forfetario) che effettuano raccolte pub-
indicate all’art. 6 da quelle di cui all’art. 5, con bliche di fondi devono inserire all’interno del ren-
obbligo di conservare le stesse scritture e la relativa diconto o del bilancio redatto ai sensi dell’art. 13,
documentazione per un periodo non inferiore entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, un
quello indicato dall’art. 22 del D.P.R. 29 settem- rendiconto specifico dal quale devono risultare,
bre 1973, n. 600; anche a mezzo di una relazione illustrativa, in
b) in relazione alle attività svolte con modalità com- modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese
merciali, di cui agli artt. 5 e 6, tenere le scritture relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o
contabili previste dalle disposizioni di cui all’art. campagne di sensibilizzazione.

Tavola n. 4
Organo di controllo (Art. 30) Revisione legale dei conti
(Art. 31)
Totale dell’Attivo dello Stato
Euro 110.000,00 Euro 1.100.000,00
Patrimoniale
Ricavi, rendite, proventi,
Euro 220.000,00 Euro 2.200.000,00
entrate comunque denominate
Dipendenti occupati in media
5 unità 12 unità
durante l’esercizio

18 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Criteri per distinguere nei rendiconti la diversa di vista gestionale si possono individuare ambiti
natura delle poste gestionali più articolati, ed in particolare:
Per quanto riguarda la contabilità, come si è visto, • attività istituzionali: quelle “tipiche” dell’ente,
la riforma definirà criteri che consentano di volte al raggiungimento degli scopi statutari;
distinguere, nella tenuta della contabilità, e dei • attività accessorie: attività di supporto a quella
rendiconti, la diversa natura delle poste contabili istituzionale, strumentali rispetto a quest’ultima;
in relazione al perseguimento dell’oggetto sociale • attività promozionali di raccolta fondi: vanno qui
e definire criteri e vincoli in base ai quali l’attività ricompresi i costi e i proventi relativi allo sviluppo
d’impresa svolta dall’ente in forma non prevalente di attività promozionali di raccolta fondi, mediante
e non stabile risulta finalizzata alla realizzazione le quali l’ente si procura le risorse finanziarie neces-
degli scopi sociali. sarie per lo svolgimento delle proprie attività;
A questo proposito si fa osservare come, nella realtà, la • gestione patrimoniale: comprende l’insieme delle
gestione di questi enti in molti casi appare molto operazioni rivolte all’impiego di patrimoni allo
complessa. scopo di trarne un reddito, da destinare al perse-
Se infatti, in accordo con i criteri fiscali si può dire che guimento delle finalità istituzionali;
le attività svolte dalle organizzazioni non lucrative • gestione finanziaria: ove vengono impiegati i mezzi
possono essere ripartite in attività istituzionali ed monetari eccedenti il normale fabbisogno finan-
attività commerciali ad esse connesse, da un punto ziario della gestione;

Tavola n. 5
Regime forfetario di cui Sono esonerati dagli
all’art. 86 per le obblighi di registrazione
Enti del Terzo settore non e di tenuta delle scritture
organizzazioni di volontariato
commerciali contabili.
e le associazioni di
promozione sociale

Art. 5, attività esercitate in via esclusiva o principale una


Obbligo di redigere scritture o più attività di interesse generale per il
contabili cronologiche e perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche,
sistematiche atte ad esprimere con solidaristiche e di utilità sociale.
compiutezza e analiticità le
operazioni poste in essere in ogni
periodo di gestione, e Art. 6, attività diverse da quelle di cui all’art. 5, a
rappresentare adeguatamente in condizione che l’atto costitutivo o lo statuto lo
apposito documento, da redigere consentano e siano secondarie e strumentali rispetto
entro sei mesi dalla chiusura alle attività di interesse generale, secondo criteri e limiti
dell’esercizio annuale, la definiti con Decreto del Ministro del Lavoro e delle
situazione patrimoniale, Politiche sociali (...), tenendo conto dell’insieme delle
economica e finanziaria dell’ente, risorse, anche volontarie e gratuite, impiegate in tali
distinguendo le attività indicate attività in rapporto all’insieme delle risorse, anche
all’art. 5 da quelle di cui all’art. 6. volontarie e gratuite, impiegate nelle attività di interesse
generale.

Gli obblighi di cui al comma 1, lett. a), si considerano assolti anche qualora la contabilità consti del libro
giornale e del libro degli inventari, tenuti in conformità alle disposizioni di cui agli artt. 2216 e 2217 del
Codice civile.

Gli Ets che non abbiano conseguito in un anno proventi di ammontare superiore a 50.000 euro
possono tenere per l’anno successivo, in luogo delle scritture contabili previste al comma 1, lett. a), il
rendiconto economico e finanziario delle entrate e delle spese complessive di cui all’art. 13, comma 2.

n. 11-12/2017 19
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

• gestione straordinaria: accoglie accadimenti straor- non commerciali avranno l’obbligo di tenere la
dinari (costi e proventi) rispetto alla ordinaria contabilità separata.
gestione. La ratio della norma è quella di distinguere l’attività
Tra le varie gestioni si instaurano poi rapporti di istituzionale da quella commerciale che è fiscalmente
reciproca interdipendenza, nel senso che sono in rilevante, in modo da poter agevolmente individuare
grado di influenzarsi a vicenda. Le gestioni mone- i costi ed i ricavi inerenti al reddito d’impresa e,
taria e finanziaria fungono da “cuscinetto” tra le quindi, il risultato dell’attività commerciale.
gestioni accessorie e la gestione caratteristica, Nel caso nostro la distinzione tra le due attività servirà
mettendo a disposizione di quest’ultima i mezzi a dare un’informativa al lettore sulla consistenza delle
liquidi prodotti dalle prime per il perseguimento due attività, quella istituzionale che è volta in modo
delle finalità istituzionali. Spesso, soprattutto nelle diretto al perseguimento degli scopi statutari e quella
fondazioni, ove la gestione dei patrimoni assume d’impresa che è strumentale rispetto alla prima.
grande rilievo, la gestione complessiva dell’ente si
riduce a mettere a disposizione dei beneficiari le Osservazioni conclusive
rendite del patrimonio e le oblazioni dei bene- In attesa dell’approvazione dei diversi Decreti attua-
fattori. È evidente, in questo caso, non solo lo tivi (schemi di bilancio, linee guida bilancio sociale,
stretto legame tra gestione patrimoniale e gestione criteri per lo svolgimento delle attività diverse rispetto
caratteristica, ma anche l’importanza di quella a quelle generali), sarà indispensabile, quindi, rendere
finanziaria per il raggiungimento delle finalità coerenti il sistema contabile, il piano dei conti e il
istituzionali dell’ente, in quanto da quest’ultima piano delle attività, al fine di poter rispondere in
vengono tratti i mezzi necessari a far fronte agli maniera integrata, sia alla predisposizione dei rendi-
impegni. conti ai fini civilistici, sia alla predisposizione del
Come abbiamo osserviamo in precedenza, ai fini bilancio sociale, sia all’assolvimento fiscale della
fiscali, per l’attività commerciale esercitata, gli enti contabilità.

Tavola n. 6

Sistema contabile Piano dei conti Piano delle attività

COERENZA COMPLESSIVA / INTEGRAZIONE / RACCORDO

Bilancio sociale e Contabilità fiscale e


Bilancio e adempimenti
adempimenti connessi adempimenti connessi
connessi (art. 13)
(art. 14) (art. 87)

20 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Relazione di missione, bilancio


sociale e valutazione di impatto
sociale
di Giovanni Stiz

Tale previsione non comportava automaticamente


L’approfondimento l’introduzione di un obbligo a carico degli enti di
Trasparenza, rendicontazione, informazione verso i redazione e di pubblicità del bilancio sociale (prece-
diversi soggetti interessati all’operato degli enti dentemente esistente solo per le imprese sociali disci-
costituiscono elementi fondamentali dello spirito e plinate dal D.Lgs. n. 155/2006). Obbligo che avrebbe
delle previsioni della Legge delega di riforma del comunque dovuto tener conto di quanto stabilito
Terzo Settore. Ciò in relazione non solo agli aspetti dall’art. 4, comma 1, lettera g, per cui “gli obblighi di
economico-patrimoniali della gestione, ma anche controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza
alle attività realizzate, al modo di realizzarle e ai e d’informazione nei confronti degli associati, dei
risultati sociali ottenuti. Sulla base di questa pro- lavoratori e dei terzi” vanno disciplinati in modo
spettiva la Legge delega prevede l’adozione del differenziato “anche in ragione della dimensione
bilancio sociale e della valutazione dell’impatto economica dell’attività svolta e dell’impiego di risorse
sociale.
pubbliche”.
In questo articolo si fornisce un quadro di insieme di
come le previsioni della Legge delega in questa Le previsioni dei Decreti legislativi
materia siano state attuate nei Decreti legislativi e di I Decreti legislativi hanno introdotto un regime
alcune questioni che andrebbero considerate nell’e- di obbligo di redazione e pubblicità di un docu-
laborazione dei futuri decreti e provvedimenti. mento di rendicontazione sociale differenziato in
parte per volume di entrate/proventi/ricavi e in
Riferimenti
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117
parte per tipologia di ente di Terzo Settore. Tale
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112 differenziazione si attua anche prevedendo due
Legge 6 giugno 2016, n. 106 diversi documenti di rendicontazione sociale: la
relazione di missione, di più semplice redazione,
e il bilancio sociale. Questa gradualità nella ren-
dicontazione sociale era stata introdotta
Rendicontazione sociale: relazione di missione dall’Agenzia per le ONLUS, che nei suoi docu-
e bilancio sociale menti in materia1 aveva previsto sia la relazione

Le previsioni della Legge delega


Giovanni Stiz - Partner SENECA S.r.l.
Il bilancio sociale viene citato esplicitamente solo in un
Nota:
punto della Legge delega - art. 7, comma 3 - che prevede
1 “Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli
che il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali enti non profit” (2008, poi approvato, con qualche leggera modi-
debba predisporre “linee guida in materia di bilancio fica, come Atto di Indirizzo nel febbraio 2009; “Linee guida per la
redazione del bilancio sociale delle organizzazioni non profit”
sociale e di sistemi di valutazione dell’impatto sociale (2010) dell’Agenzia per il Terzo Settore, poi approvato, senza
delle attività svolte dagli enti del Terzo Settore”. modifiche sostanziali, come Atto di Indirizzo nell’aprile 2011.

n. 11-12/2017 21
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

di missione (come documento che accompagna il • gli enti del Terzo Settore con ricavi, rendite,
bilancio di esercizio) sia il bilancio sociale, pre- proventi o entrate comunque denominate
cisando che il primo “per gli enti di minori superiori ad 1 milione di euro devono depo-
dimensioni, può essere sufficiente per rappresen- sitare presso il Registro Unico Nazionale del
tare anche la missione ed i risultati sociali del- Terzo Settore, e pubblicare nel proprio sito
l’ente”, mentre “per le realtà più grandi e internet, il bilancio sociale redatto secondo
complesse” “può essere opportuno integrare l’in- linee guida adottate con Decreto del
formativa con apposito documento denominato Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali,
bilancio sociale”. (...), e tenendo conto, tra gli altri elementi,
Le previsioni fondamentali sono contenute negli artt. della natura dell’attività esercitata e delle
13 e 14 del Codice del Terzo Settore2. Vista la loro dimensioni dell’ente, anche ai fini della valu-
importanza per l’analisi che seguirà, li riportiamo tazione dell’impatto sociale delle attività svolte.
integralmente: (art. 14, comma 1).
• gli enti del Terzo Settore devono redigere il bilan- Ulteriori previsioni del Codice del Terzo
cio di esercizio formato dallo stato patrimoniale, dal Settore, unitamente a quelle del Decreto che
rendiconto finanziario, con l’indicazione, dei pro- disciplina le imprese sociali3, estendono l’obbligo
venti e degli oneri dell’ente, e dalla relazione di a tutte le imprese sociali e a tutti i Centri di
missione che illustra le poste di bilancio, l’anda- Servizio per il Volontariato (indipendentemente
mento economico e finanziario dell’ente e le dalle soglie di natura economica valide per la
modalità di perseguimento delle finalità statutarie. generalità degli enti di terzo settore), e defini-
(art. 13, comma 1); scono alcuni obblighi di contenuto, di attesta-
• il bilancio degli enti del Terzo Settore con ricavi, zione e di pubblicità.
rendite, proventi o entrate comunque denominate Il quadro che ne risulta, fatti salvi alcuni elementi
inferiori a 220.000 euro può essere redatto nella dubbi che verranno evidenziati nel successivo para-
forma del rendiconto finanziario per cassa. (art. 13, grafo, è schematizzato nella Tavola n. 1, di seguito
comma 2); riportata.
• gli enti del Terzo Settore che esercitano la propria
attività esclusivamente o principalmente in forma
di impresa commerciale devono redigere e depo- Note:
sitare presso il Registro delle imprese il bilancio di 2 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 Codice del Terzo Settore, a norma
esercizio redatto, a seconda dei casi, ai sensi degli dell’art. 1, comma 2, lett. b), della Legge 6 giugno 2016, n. 106.
3 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112 Revisione della disciplina in materia
artt. 2423 e seguenti, 2435-bis o 2435-ter del di impresa sociale, a norma dell’art. 2, comma 2, lett. c) della
Codice civile. (art. 13, comma 5); Legge 6 giugno 2016, n. 106.

Tavola n. 1
RELAZIONE DI MISSIONE
Enti obbligati Enti del Terzo Settore con ricavi, rendite, Codice del Terzo Settore,
proventi o entrate comunque denominate art. 13 commi 1, 2 e 5.
uguali o superiori a 220.000 euro.
Sono esclusi gli enti del Terzo Settore che
esercitano la propria attività esclusiva-
mente o principalmente in forma di
impresa commerciale.

22 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Riferimenti per la Deve essere redatta in conformità alla Codice del Terzo Settore, art.
redazione modulistica definita con Decreto del 13, comma 3.
Ministro del Lavoro e delle Politiche
sociali.
Contenuto generale Illustra le poste di bilancio, l’andamento Codice del Terzo Settore, art.
economico e finanziario dell’ente e le 13, comma 1.
modalità di perseguimento delle finalità
statutarie.
Informazioni/conte- Rapporto tra retribuzione annua lorda mas- Codice del Terzo Settore, art.
nuti specifici sima e minima dei lavoratori dipendenti 16, comma 1.
dell’ente - che non può essere superiore ad
otto.
(in alternativa, nel bilancio sociale)
Documentazione da parte dell’organo di Codice del Terzo Settore, art.
amministrazione del carattere 13, comma 6.
secondario e strumentale delle “attività
diverse” di cui all’art. 6 del Codice del
Terzo Settore.
Pubblicità Deposito (in quanto parte del bilancio di Codice del Terzo Settore, art.
esercizio) presso il Registro Unico Nazionale 13, comma 7, art. 48,
del Terzo Settore entro il 30 giugno di ogni comma 3.
anno.
BILANCIO SOCIALE
Enti obbligati Enti del Terzo Settore con ricavi, rendite, Codice del Terzo Settore, art.
proventi o entrate comunque denominate 14, comma 1.
superiori a 1 milione di euro.
Tutti i Centri di Servizio per il Volontariato. Codice del Terzo Settore, art.
61, comma 1, lettera l
Tutte le imprese sociali. Decreto Impresa sociale, art.
I gruppi di imprese sociali sono tenuti a 9, comma 2 e art. 4,
redigere il bilancio sociale in forma comma 2.
consolidata.
Riferimenti per la Deve essere redatto in conformità a linee Codice del Terzo Settore, art.
redazione guida adottate con Decreto del Ministro del 14, comma 1.
Lavoro e delle Politiche sociali. Decreto Impresa sociale, art.
9, comma 2.
Contenuto generale Nessuna indicazione, salvo che debba tener Codice del Terzo Settore, art.
“conto, tra gli altri elementi, della natura 14, comma 1.
dell’attività esercitata e delle dimensioni Decreto Impresa sociale, art.
dell’ente/impresa sociale, anche ai fini della 9, comma 2.
valutazione dell’impatto sociale delle attività
svolte”.

n. 11-12/2017 23
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Informazioni/conte- Rapporto tra retribuzione annua lorda mas- Codice del Terzo Settore, art.
nuti specifici sima e minima dei lavoratori dipendenti 16, comma 1.
dell’ente - che non può essere superiore ad Decreto Impresa sociale, art.
otto. 13, comma 1.
(in alternativa, nella relazione di missione)
Per enti filantropici: Codice del Terzo Settore,
elenco e importi delle erogazioni deliberate art. 39.
ed effettuate nel corso dell’esercizio, con
l’indicazione dei beneficiari diversi dalle
persone fisiche.
Per imprese sociali: Decreto Impresa sociale, art.
forme e modalità di coinvolgimento di 11, comma 3.
lavoratori, utenti e altri soggetti direttamente
interessati alle attività dell’impresa sociale.
Per imprese sociali; fondazioni; associazioni Codice del Terzo Settore, art.
con obbligo di organo di controllo4: 30, comma 7.
esiti del monitoraggio svolto dall’organo di Decreto Impresa sociale, art.
controllo dell’osservanza delle finalità civi- 10, comma 3.
che, solidaristiche e di utilità sociale (per
imprese sociali: finalità sociali) da parte
dell’ente.
Attestazione di Per imprese sociali; fondazioni; associazioni Codice del Terzo Settore, art.
conformità con obbligo di organo di controllo: 30, comma 7.
l’organo di controllo deve attestare che il Decreto Impresa sociale, art.
bilancio sociale sia stato redatto in 10, comma 3.
conformità alle linee guida del Ministero.
Pubblicità Pubblicazione nel sito internet dell’ente/ Codice del Terzo Settore, art.
impresa sociale. 14, comma 1 e art. 48,
Deposito presso il Registro Unico Nazionale comma 3.
del Terzo Settore entro il 30 giugno di ogni Decreto Impresa sociale, art.
anno e, nel caso delle imprese sociali, 9, comma 2.
deposito presso il Registro delle imprese.

Alcune questioni poste dai Decreti legislativi che verrebbe a svolgere sia la funzione di nota
Le previsioni del Codice del Terzo Settore pon- integrativa sia la funzione - suggerita dalla
gono una serie di questioni rispetto alla relazione
di missione e al suo rapporto con il bilancio
sociale. Nota:
In primo luogo si ha la questione dell’identità 4 L’art. 30 del Codice del Terzo Settore prevede l’obbligo di
organo di controllo per tutte le fondazioni, mentre per le asso-
della relazione di missione. Come prima ripor- ciazioni l’obbligo si ha solo se si superano due dei seguenti limiti:
tato, il Codice prevede che debba illustrare “le a) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 110.000 euro;
b) ricavi, rendite, proventi, entrate comunque denominate:
poste di bilancio, l’andamento economico e 220.000 euro;
finanziario dell’ente e le modalità di persegui- c) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 5 unità.
mento delle finalità statutarie”. Si configura La nomina dell’organo di controllo è inoltre obbligatoria quando
siano stati costituiti patrimoni destinati ai sensi dell’art. 10 del
quindi una ‘natura ibrida’ di tale documento, Codice stesso.

24 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

denominazione del documento - di rendiconta- entrate inferiori a 220.000 euro (comma 2)6 e per gli
zione sul perseguimento delle finalità statutarie. enti che esercitano la propria attività esclusivamente o
Ciò diversamente da quanto aveva proposto nei principalmente in forma di impresa commerciale
documenti sopra citati l’Agenzia per le ONLUS, (comma 5). D’altra parte tale interpretazione presenta
secondo cui il bilancio di esercizio deve essere delle criticità. In generale sembra opportuno distin-
costituito, oltre che dallo stato patrimoniale e dal guere tra previsioni relative alla rendicontazione eco-
rendiconto gestionale, dalla nota integrativa e nomica e previsioni relative alla rendicontazione
dalla relazione di missione. Questa duplice fun- sociale. In tal senso, il fatto che gli enti di minore
zione della relazione di missione appare poco dimensione economica abbiano la possibilità di redi-
felice5 e fonte di problemi. gere il bilancio “nella forma del rendiconto finanzia-
Dal punto di vista del “senso” della previsione nor- rio per cassa” non sembra comportare l’esenzione
mativa, ovvero garantire trasparenza a tutti i poten- dall’obbligo di redazione della relazione di missione.
ziali portatori di interesse, si ha un risultato negativo Considerazioni analoghe valgono per gli enti che
in quanto la fruibilità del documento risulta forte- esercitano la propria attività esclusivamente o princi-
mente diminuita dall’integrazione delle informazioni palmente in forma di impresa commerciale. Questi
proprie di una nota integrativa (di carattere più tec- ultimi enti, inoltre, qualora non abbiano assunto la
nico e con un insieme di soggetti interessati ben qualifica di impresa sociale e abbiano ricavi, rendite,
limitato) con quelle di una rendicontazione sul per- proventi o entrate non superiori a un milione di euro,
seguimento della missione (di interesse di un pubblico si troverebbero a non avere l’obbligo di redigere né la
ben più ampio e spesso poco propenso, o privo di relazione di missione né il bilancio sociale. Situazione
adeguate capacità, a leggere una nota integrativa). questa che risulta sia non coerente con le esigenze
Si pone poi un problema di sovrapposizione con il generali di trasparenza sia di immotivata
bilancio sociale. Infatti gli enti del Terzo Settore disomogeneità con gli altri enti. Ulteriore criticità
(salvo quelli che esercitano la propria attività esclusi- che viene posta dall’interpretazione per cui alcuni
vamente o principalmente in forma di impresa com- enti non hanno obbligo né di relazione di missione né
merciale) con ricavi, rendite, proventi, entrate di bilancio sociale è che risulta non attuabile la pre-
superiori a un milione di euro si trovano a dover visione per la quale gli enti devono dar conto del
realizzare sia la relazione di missione sia il bilancio rispetto del parametro sulla differenza retributiva tra
sociale, con evidente duplicazione di contenuti. lavoratori dipendenti, in quanto ciò deve avvenire
D’altra parte la ragionevole previsione che la rela- “nel proprio bilancio sociale o, in mancanza, nella
zione di missione non debba essere redatta in caso di relazione di missione”7.
presenza del bilancio sociale non risulta praticabile, in Rispetto all’obbligo di bilancio sociale si pone una
quanto la ‘componente di nota integrativa’ della questione che riguarda le cooperative sociali. Esse
relazione di missione rimarrebbe non realizzata con sono esplicitamente individuate dal Codice del Terzo
tale soluzione. Tale considerazione è confermata dalla Settore (art. 4, comma 1) come enti del Terzo Settore,
previsione per cui l’organo di amministrazione deve
documentare il carattere secondario e strumentale Note:
delle attività diverse “nella relazione al bilancio o 5 La questione viene sollevata anche da G. Concari, unitamente al
nella relazione di missione”, e non anche nel bilancio non corretto utilizzo del termine “rendiconto finanziario” nel-
l’art. 13 comma 1 del Codice del Terzo Settore. Si veda: www.
sociale. quinonprofit.it/?p=6013.
Ulteriori questioni si pongono in relazione al peri- 6 In tal senso “Informativa Periodica” del CNDCEC – Fondazione
metro degli enti soggetti all’obbligo di redazione della Nazionale dei Commercialisti del 4 agosto 2017 dedicato alla
Riforma del Terzo settore, pag. 9.
relazione di missione. Come si è visto, all’obbligo 7 Ciò vale anche per la norma per cui l’organo di amministrazione
generale previsto dall’art. 13 comma 1 fanno seguito deve documentare il carattere secondario e strumentale delle
“attività diverse” nella relazione di missione, con la differenza
delle previsioni specifiche che sembrano escludere che in tal caso si prevede la possibilità che ciò possa avvenire anche
tale obbligo per gli enti con ricavi, rendite, proventi, nella “relazione al bilancio”.

n. 11-12/2017 25
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

mentre il Decreto sull’impresa sociale stabilisce (art. rendicontazione e di allineamento alle previsioni
1, comma 4) che acquisiscano di diritto la qualifica di delle linee guida accreditate a livello nazionale e
imprese sociali. È stato notato8 che tale previsione internazionale, peraltro in rapida evoluzione.
dovrebbe sottrarle alle norme volte a qualificare le Si tratta quindi di adottare un’altra impostazione,
imprese sociali ed in particolare alla norma che capace di promuovere un processo di progressivo
impone loro la redazione del bilancio sociale. Ciò miglioramento della rendicontazione sociale e di
per le cooperative sociali con ricavi fino a un milione dispiegamento delle sue molteplici potenzialità,
di euro, in quanto il superamento di tale limite rinunciando a una piena uniformità nella struttura
comporterebbe l’applicazione dell’art. 14, comma 1 e nei contenuti dei documenti, ma salvaguar-
del Codice del Terzo Settore, valido per tutti gli enti dando nello stesso tempo la risposta alle esigenze
del Terzo Settore e non connesso alla qualifica delle di trasparenza e la possibilità di effettuare con-
imprese sociali. fronti spaziali e temporali su alcuni informazioni
È quindi auspicabile che su tali questioni i futuri essenziali.
decreti e provvedimenti introducano sia i chiarimenti Un approccio di questo tipo è quello adottato dalla
necessari sia i correttivi atti a far sì che non risultino Direttiva europea sulla “comunicazione di informa-
situazioni di differenziazione degli obblighi non coe- zioni di carattere non finanziario”9 e dal Decreto di
renti con i criteri indicati dalla Legge delega. recepimento nel nostro ordinamento10, che introdu-
cono l’obbligo di rendicontazione su temi sociali e
Nodi critici per le linee guida ministeriali ambientali per imprese di grandi dimensioni con
I Decreti legislativi, salvo qualche puntuale indi- determinate caratteristiche. In tal caso si garantisce
cazione prima illustrata, non entrano nel merito di un’ampia flessibilità nella scelta dello standard da
contenuti e struttura della relazione di missione e adottare al fine di assolvere gli obblighi di rendicon-
del bilancio sociale, che dovranno essere definiti tazione, unitamente ad un’indicazione minima dei
da due distinti documenti di linee guida predi- contenuti.
sposte dal Ministero del Lavoro e delle Politiche In modo analogo le linee guida ministeriali per gli enti
sociali, sentito il Consiglio nazionale del Terzo del Terzo Settore potrebbero rinunciare a definire
Settore (organismo di consultazione degli enti del con precisione struttura e contenuti del bilancio
Terzo Settore a livello nazionale di nuova istitu- sociale, limitandosi a:
zione). In particolare per il bilancio sociale, docu- • porre alcuni principi generali di redazione “di
mento più articolato e complesso della relazione base”, su cui esiste ormai largo accordo;
di missione utilizzato anche nel settore pubblico, • richiedere un numero contenuto di informazioni
cooperativo e for profit, questo passaggio risulta obbligatorie, differenziate sulla base delle caratteri-
particolarmente delicato. stiche istituzionali e operative ed eventualmente
Il precedente del Decreto ministeriale che ha anche delle dimensioni degli enti;
stabilito le linee guida per la redazione del bilan-
cio sociale per le imprese sociali del D.Lgs.
n. 155/2006 non appare, a parere di chi scrive,
da seguire. Queste linee guida impongono sia un Note:
insieme dettagliato di informazioni da fornire sia 8 A. Fici, “La nuova disciplina dell’impresa sociale. Una prima
lettura sistematica”, in Impresa Sociale, n. 9/2017:
una definita e rigida struttura del documento. http://rivistaimpresasociale.it/component/k2/item/183-
Un’impostazione di questo tipo determina una nuova-disciplina-impresa-sociale-prima-lettura-sistematica.
serie di effetti negativi che superano largamente html.
9 Direttiva 2014/95/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio
il vantaggio di disporre di rendiconti uniformi. Infatti del 22 ottobre 2014 recante modifica della Direttiva 2013/34/
spinge un’organizzazione ad adottare un approccio UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di
carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte
burocratico, di pura conformità normativa, e ostacola di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni.
lo sviluppo di processi di innovazione nella 10 D.Lgs. 30 dicembre 2016, n. 254.

26 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

• prevedere che ogni ente scelga uno standard di dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti
rendicontazione tra quelli esistenti, con l’obbligo del Terzo Settore”11.
di dichiararlo chiaramente. Si tratta di un complesso di previsioni che rendono
Un ruolo importante nello sviluppo di modelli di evidente l’attenzione della riforma a promuovere lo
rendicontazione sociale che facciano “da ponte” tra sviluppo dei “risultati” prodotti dagli enti del Terzo
gli standard nazionali e internazionali e la realtà diffe- Settore, in termini non solo di quantità delle presta-
renziata degli enti del Terzo Settore potrebbe essere zioni e qualità dei servizi e delle attività, ma anche di
svolto dalle reti associative di secondo livello. effettivi e dimostrabili “importi delle erogazioni deli-
berate cambiamenti positivi” che questi sono riusciti
La valutazione di impatto sociale a determinare. La Legge delega ha recepito in tal
modo il crescente interesse a livello internazionale
Le previsioni specifiche della Legge delega su questo tema, cui contribuisce in modo particolare
Nella Legge delega sono diverse le previsioni relative il fenomeno del social impact investing, volto a realizzare
all’impatto sociale e alla sua valutazione. La defini- investimenti che generino sia un impatto sociale
zione che ne viene data (nell’art. 7, comma 3) è la positivo sia un rendimento economico, per il quale
seguente: “per valutazione dell’impatto sociale si la precisa misurazione dell’impatto sociale risulta in
intende la valutazione qualitativa e quantitativa, sul molti casi fondamentale.
breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle La positiva spinta all’innovazione espressa da queste
attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto previsioni della Legge delega pongono d’altra parte
all’obiettivo individuato”. La considerazione del- una serie di questioni tutt’altro che banali rispetto alla
l’impatto sociale delle attività/servizi realizzati dagli loro concreta applicazione, che derivano sia dalla
enti del Terzo Settore viene introdotta in due ambiti complessità del tema sia dal fatto che in Italia -
di grande rilievo. Si prevede infatti che: diversamente dal mondo anglosassone - la cultura,
• l’“introduzione di un regime tributario di vantag- le competenze e le prassi in materia sono ben poco
gio” debba tener “conto delle finalità civiche, diffuse.
solidaristiche e di utilità sociale dell’ente, del
divieto di ripartizione, anche in forma indiretta, Le previsioni dei Decreti legislativi e relative
degli utili o degli avanzi di gestione e dell’impatto questioni
sociale delle attività svolte dall’ente” (art. 9, comma La precedente considerazione probabilmente spiega
1, lett. a); il motivo per cui nei Decreti legislativi le previsioni
• debbano essere individuati “criteri e modalità per della Legge delega si sono fortemente ridimensionate,
l’affidamento agli enti dei servizi d’interesse gene- riducendosi a una conferma dell’emanazione di linee
rale, improntati al rispetto di standard di qualità e guida ministeriali in materia di valutazione dell’im-
impatto sociale del servizio, (...) nonché criteri e patto sociale e introducendo una stretta connessione
modalità per la verifica dei risultati in termini di tra quest’ultima e il bilancio sociale. Infatti, come già
qualità e di efficacia delle prestazioni” (art. 4, visto nel primo paragrafo, si prevede che il bilancio
comma 1, lett. o), laddove “efficacia delle presta- sociale sia redatto “anche ai fini della valutazione
zioni” sembrerebbe che si riferisca anche alla valu- dell’impatto sociale delle attività svolte”. Sembra
tazione del rispetto degli “standard di impatto quindi che si ritenga che il bilancio sociale permetta
sociale”. di effettuare la valutazione dell’impatto sociale o che
Anche in attuazione di quanto previsto da quest’ul- questo debba essere redatto in modo tale da
tima previsione (punto importante, come si vedrà
nella successiva discussione), la Legge delega prevede, Nota:
all’art. 7 comma 3, che il Ministero del Lavoro e delle 11 Un’ulteriore previsione è relativa alla Fondazione Italia Sociale,
Politiche sociali predisponga “linee guida in materia che dovrà dotarsi “di strumenti e modalità di verifica dell’effet-
tivo impatto sociale ed occupazionale conseguito” (art. 10,
di bilancio sociale e di sistemi di valutazione comma 5).

n. 11-12/2017 27
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

consentirla. Una tale prospettiva può essere giustifi- prendere in considerazione il complesso dell’agire di
cabile sulla base di una ‘nozione ampia’ di impatto un’organizzazione e deve sottostare a una tempistica
sociale, che è quella già adottata dagli standard accre- rigida. Certamente il bilancio sociale deve contenere
ditati di rendicontazione sociale. Il problema è che la una sintesi dei risultati di eventuali indagini di valu-
definizione di valutazione di impatto sociale che tazione di impatto sociale di attività svolte da un ente;
viene data dalla Legge delega, prima riportata, non ma ciò non può che essere relativo a specifiche aree di
sembra compatibile con questa “nozione ampia”. attività, non essere sistematico e, in alcuni casi, può
Una “valutazione, sul breve, medio e lungo periodo, riguardare attività svolte in anni precedenti a quello
degli effetti delle attività svolte sulla comunità di oggetto di rendicontazione13.
riferimento rispetto all’obiettivo individuato”, con-
Nodi critici per le linee guida ministeriali
nessa a “criteri e modalità per l’affidamento agli enti
La predisposizione di linee guida da parte del
del Terzo Settore dei servizi d’interesse generale,
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali risulta
improntati al rispetto di standard di qualità e impatto
quindi tutt’altro che semplice.
sociale del servizio”, spinge a ritenere che l’obiettivo
Chi scrive ritiene che la considerazione fondante
da considerare non possa essere troppo generale
dovrebbe essere che si tratta di una materia diversificata
(come la finalità statutaria/missione di un ente), ma
e complessa, su cui le esperienze effettuate e le compe-
debba essere ben più circoscritto. In altri termini, che
tenze disponibili nel nostro Paese sono molto limitate e
la valutazione debba riferirsi a specifici servizi/attività
che l’obiettivo primario è quindi promuovere buone
dell’organizzazione, non certo all’insieme comples-
sperimentazioni e un processo di sviluppo progressivo.
sivo delle attività svolte da un ente del Terzo Settore,
Un documento che indicasse specifici modelli di valu-
che in molti casi sono notevolmente diversificate per
tazione o un sistema di “indicatori di impatto” risulte-
tipologia, destinatari, territori, ecc.
rebbe di conseguenza del tutto improprio. Appare
A sua volta l’espressione “effetti delle attività svolte”,
decisamente più opportuno che le linee guida si limi-
se interpretata in modo rigoroso, indica che non ci si
tino a fornire una serie di chiarimenti e indicazioni
debba limitare a misurare i cambiamenti osservati
metodologiche, atte a indirizzare correttamente lo
successivamente all’attività svolta, ma che sia neces-
sviluppo della valutazione di impatto sociale.
sario cercare di isolare gli effetti causati dall’inter-
In particolare, sarebbe importante distinguere con
vento, con tutte le problematiche tecniche che
chiarezza tra le diverse nozioni di “impatto sociale”,
questo (in molti casi) comporta.
anche molto distanti tra di loro, che vengono utiliz-
In particolare ne deriva che misurare gli effetti di un
zate, con relative ricadute sugli approcci e le meto-
intervento limitandosi a usare degli indicatori non è,
dologie di valutazione. Accomunare con lo stesso
in generale, possibile. Come scrive Alberto Martini
termine significati, esperienze e valori conoscitivi
(che usa il termine impatto quale sinonimo di effetto),
completamente diversi non è certo una buona base
“il concetto stesso di indicatore di impatto è un
per un processo di sviluppo capace di rafforzare la
ossimoro, una contraddizione in termini: infatti, se
capacità degli enti di Terzo Settore di ottenere buoni
è solo un indicatore non può indicare un impatto; se
risultati sociali e di migliorare la trasparenza.
indica un impatto, non può trattarsi solo di un indi-
catore”. Volerlo fare significa affrontare “quella che è
un’esigenza conoscitiva assai ambiziosa” “mediante Note:
un apparato metodologico del tutto inadeguato”; “il 12 A. Martini, Una critica degli indicatori di impatto, 2009:
www.prova.org/contributi-metodologici/UNA%
messaggio, confuso quanto diffuso, è che con gli 20CRITICA%20DEGLI%20INDICATORI%20DI%
indicatori si fa tutto” 12. 20IMPATTO.pdf.
Questa ‘nozione più ristretta’ di valutazione di 13 Per una presentazione più articolata delle difficoltà indicate si
rinvia a: “Bilancio sociale e valutazione di impatto sociale”, in
impatto sociale non risulta però compatibile con le AA.VV., Riforma del Terzo Settore, IPSOA, Milano, 2016.
caratteristiche proprie di un bilancio sociale, che deve

28 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Il Registro Unico Nazionale


del Terzo Settore
di Paolo Alessandro Pesticcio

sistema complessivo di organizzazione, vigilanza


L’approfondimento e controllo degli enti di Terzo Settore e nell’im-
Con l’entrata in vigore del “Codice del Terzo Settore” plementazione di una specifica procedura di regi-
(3 agosto 2017) si prospetta un lungo periodo strazione all’interno di un unico grande
di cambiamenti, evoluzioni, applicazione di regole contenitore, seppur suddiviso in sezioni specifi-
e procedure nuove. che, il Registro Unico Nazionale del Terzo
Uno dei pilastri sui quali la Riforma del Terzo Settore Settore (di seguito RUNTS).
poggia è facilmente identificabile nella volontà di L’obiettivo, già previsto nella Legge delega (Legge
introdurre un nuovo sistema complessivo di orga- 6 giugno 2016, n. 116) e definito nella lett. m),
nizzazione, vigilanza e controllo degli enti di Terzo comma 1 dell’art. 4, era quello di “riorganizzare il
Settore. sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti
La Legge delega (Legge 6 giugno 2016, n. 116) ha di gestione rilevanti, secondo criteri di semplifi-
ben delineato tale obiettivo allorché, alla lett. m),
cazione e tenuto conto delle finalità e delle carat-
comma 1 dell’art. 4 ha disposto che il Governo inter-
teristiche di specifici elenchi nazionali di settore,
venisse, con i decreti delegati, anche a “riorganizzare
il sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di
attraverso la previsione di un Registro unico
gestione rilevanti, secondo criteri di semplificazione e nazionale del Terzo Settore, suddiviso in specifi-
tenuto conto delle finalità e delle caratteristiche di che sezioni, da istituire presso il Ministero del
specifici elenchi nazionali di settore, attraverso la lavoro e delle politiche sociali, favorendone,
previsione di un Registro unico nazionale del Terzo anche con modalità telematiche, la piena
Settore, suddiviso in specifiche sezioni, da istituire conoscibilità in tutto il territorio nazionale”.
presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Un’iscrizione, tuttavia, subordinata al possesso
favorendone, anche con modalità telematiche, la di specifici requisiti - cfr. lett. b), c), d) ed e) del citato
piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale”. art. 4 - e obbligatoria solo per gli enti che vorranno
L’analisi che segue prende in esame proprio la pre- avvalersi prevalentemente o stabilmente di finanzia-
visione inerente l’istituzione di un Registro Unico menti pubblici, di fondi privati raccolti attraverso
Nazionale degli “Enti di Terzo Settore”, nel quale gli
pubbliche sottoscrizioni o di fondi europei destinati
“ETS” dovranno obbligatoriamente registrarsi, ove
al sostegno dell’economia sociale o esercitare attività
vogliano fruire dei differenti e corposi vantaggi
contenuti nella nuova legislazione.
in regime di convenzione o di accreditamento con
enti pubblici o, infine, che intendano unicamente
Riferimenti fruire delle agevolazioni previste dall’art. 9 (Misure
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 fiscali e di sostegno economico) della stessa Legge
Legge 6 giugno 2016, 106
delega.
Con il successivo D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 si
è intervenuti a regolare gran parte della materia
Una delle colonne portanti sulle quali poggia
l’intera Riforma del Terzo Settore è senz’altro Paolo Alessandro Pesticcio - Giurista, esperto in legislazione
identificabile nell’individuazione di un nuovo degli enti non profit

n. 11-12/2017 29
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

delegata1. Il citato Decreto ha, infatti, emanato il come “Ufficio regionale del Registro unico nazio-
“Codice del Terzo Settore” intervenendo a regolare, nale del Terzo Settore” e “Ufficio provinciale del
quasi esaustivamente, tutti gli aspetti civilistici, fiscali Registro unico nazionale del Terzo Settore”;
ed amministrativi legati al poliedrico mondo degli, • entro centottanta giorni dalla data di entrata in
ora definiti, “Enti del Terzo Settore” o “ETS”. vigore del Decreto ministeriale che definisce la
Senza indugiare nel delineare la struttura complessiva procedura per l’iscrizione nel Registro unico
del Decreto, aspetto già diffusamente trattato, nazionale del Terzo Settore4 (cfr. art. 53, co. 2),
è opportuno per quanto riguarda tale specifica disa- definire e disciplinare i procedimenti per l’emana-
mina, richiamare immediatamente l’art. 45 (Registro zione dei provvedimenti di iscrizione e di cancel-
Unico del Terzo Settore), che apre il Titolo VI del lazione degli enti del Terzo Settore;
Codice, interamente dedicato al Registro Unico. • entro ulteriori centottanta giorni dalla predisposi-
Invero, il Registro è richiamato diffusamente nel- zione della struttura informatica, rendere operativo
l’intero Codice e, dunque, dopo averne compreso la il Registro.
struttura e la funzione, richiameremo brevemente È alquanto agevole accorgersi che l’ultimo punto indi-
altri singoli aspetti ritenuti di specifico interesse cato, quello inerente l’operatività del Registro, è privo
e presenti al di fuori del citato Titolo VI. di un termine effettivo, rinviandosi tale operatività alla
predisposizione della “struttura informatica” che non ha
Struttura del Registro alcun termine perentorio di implementazione.
Il RUNTS sarà istituito presso il Ministero del Lavoro Inoltre, sempre in una prospettiva di valutazione circa
e delle Politiche sociali, il quale individuerà, nell’am- le tempistiche di implementazione di tale strumento,
bito della dotazione organica, la propria struttura che è essenziale per l’efficacia dell’intera Riforma,
competente indicata come “Ufficio statale del è necessario ricordare che nella seduta del 20 giugno
Registro unico nazionale del Terzo Settore”2. 2017 non era stata raggiunta l’intesa con la
L’art. 53 dispone, in particolare, che il Ministero del Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
Lavoro e delle Politiche sociali, previa intesa in sede di rispetto all’allora schema di D.Lgs. recante il Codice
Conferenza Stato-Regioni, definisca con proprio del Terzo Settore, divenuto poi legge.
Decreto - entro un anno dall’entrata in vigore del Ciò potrebbe non rendere del tutto semplice il dia-
Codice - la procedura per l’iscrizione nel RUNTS, logo Governo/Regioni/Province autonome che,
individuando i documenti da presentare ai fini della invece, è fondamentale sia costruttivo per una rapida
stessa iscrizione e le modalità di deposito degli atti
previsti dall’art. 48 del Codice.
Note:
Dispone, altresì, che siano definite anche le regole per
1 La Riforma del Terzo Settore ha visto l’emanazione complessiva
la predisposizione, la tenuta, la conservazione e la di più Decreti legislativi, sul Servizio Civile Universale,
gestione del RUNTS, al fine di assicurare l’omoge- sull’Impresa Sociale, sul 5XMille e sul Codice del Terzo Settore.
2 Il comma 3 dell’art. 53 individua le risorse necessarie a consentire
nea e piena conoscibilità su tutto il territorio nazio- l’avvio e la gestione del Registro Unico nazionale del Terzo
nale degli elementi informativi del Registro stesso e le Settore in 25 milioni di euro per l’anno 2018, in 20 milioni di
modalità con cui è garantita la comunicazione dei dati euro per gli anni 2019 e 2020, in 14,7 milioni di euro per l’anno
2021 e in 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2022, da
tra il registro delle imprese e il RUNTS con riferi- impiegare per l’infrastruttura informatica nonché per lo svolgi-
mento alle imprese sociali ed agli altri enti del Terzo mento delle attività di cui al Titolo VI e di cui all’art. 93, comma 3.
3 L’art. 45 evidenzia che la struttura territoriale competente (presso
Settore iscritti nel registro delle imprese. le regioni e le province autonome) sia individuarsi entro un anno
Il Registro verrà, poi, gestito su base territoriale e con dall’entrata in vigore del D.Lgs. n. 117/2017, dunque a partire dal
modalità informatiche in collaborazione con ciascuna 3 agosto 2017.
4 Il comma 2 dispone che “Le Regioni e le Province autonome
Regione e Provincia autonoma, alla quale spetterà: entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto
• entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore di cui al comma 1 disciplinano i procedimenti per l’emanazione
dei provvedimenti di iscrizione e di cancellazione degli enti del
del D.Lgs. n. 117/20173, individuare la struttura Terzo Settore; entro sei mesi dalla predisposizione della struttura
competente che sarà indicata, rispettivamente, informatica rendono operativo il Registro”.

30 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

messa a regime del sistema territoriale di registrazione quale l’ente chiede l’iscrizione; solo le reti associative
degli ETS. (cfr. lett. e) dell’art. 46) presentano domanda
Passando all’analisi della struttura del Registro, esso è all’Ufficio statale del RUNTS.
composto da 7 sezioni, l’ultima delle quali residuale. Il Registro, pertanto, opererà di fatto a livello regio-
Le sezioni sono: nale lasciando, a livello centrale, la gestione della sola
a) organizzazioni di volontariato; sezione relativa alle reti associative ed il coordina-
b) associazioni di promozione sociale; mento con le amministrazioni regionali.
c) enti filantropici; All’Ufficio competente è demandata la verifica della
d) imprese sociali, incluse le cooperative sociali; sussistenza delle condizioni previste dal Codice per la
e) reti associative; costituzione dell’ente quale ente del Terzo Settore,
f) società di mutuo soccorso; nonché per la sua iscrizione nella sezione richiesta.
g) altri enti del Terzo Settore. Entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta
Non è possibile, se non per gli enti di cui alla lett. e), l’Ufficio ha la facoltà di:
essere presenti in più sezioni del Registro il quale, con 1) iscrivere l’ente;
Decreto di natura non regolamentare del Ministro del 2) rifiutare l’iscrizione con provvedimento
Lavoro e delle Politiche sociali - sentita la Conferenza motivato;
Unificata - potrà essere modificato con l’aggiunta di 3) invitare l’ente a completare, rettificare o integrare
nuove sezioni o prevedendo sottosezioni. la domanda, anche con invio di documentazione
Una sola precisazione deve essere svolta per l’ultima ulteriore.
sezione; come chiarisce la relazione illustrativa, in Trascorsi 60 giorni dalla presentazione della
essa rientrano in via residuale tutti gli enti che non domanda, o dalla ripresentazione della domanda
presentano caratteristiche univoche che ne consen- completata, rettificata o integrata, vige il silenzio/
tano la riconducibilità in una specifica categoria, assenso e, pertanto, la domanda di iscrizione s’intende
fatta salva la necessità che anche per iscriversi in accolta.
essa resta necessaria la presenza dei requisiti generali Il comma 5 prevede, altresì, che l’atto costitutivo e lo
previsti per gli enti del Terzo Settore. In questo statuto dell’ETS possano essere redatti in conformità a
modo, prosegue la Relazione al Decreto, la libertà modelli standard tipizzati, predisposti dalle reti asso-
organizzativa degli enti non viene ad essere “inges- ciative ed approvati con Decreto del Ministero del
sata”, consentendosi “l’emersione di nuove tipolo- Lavoro e delle Politiche sociali, introducendo, per
gie organizzative al momento difficilmente tale ipotesi, una semplificazione e riduzione dei tempi
individuabili ma in grado, in futuro, di svilupparsi procedimentali. In tal caso, infatti, l’Ufficio del
con caratteristiche originali”. RUNTS, verificata la regolarità formale della docu-
mentazione, entro trenta giorni dalla presentazione
Procedura di iscrizione nel RUNTS della domanda iscrive l’ente nel Registro stesso, ove
Con l’unica eccezione prevista per gli enti che si non valuti esservi ragioni ostative.
iscrivono nel Registro contestualmente alla proce- Contro il diniego di iscrizione nel Registro
dura di riconoscimento della personalità giuridica (cfr. è ammesso ricorso presso l’organo di giurisdizione
art. 22 del Codice), la domanda di iscrizione segue - amministrativa (TAR) competente per territorio.
per tutti gli altri - l’iter previsto dall’art. 47. Oltre che strumento di semplificazione, di verifica e di
In base a tale iter, la domanda di iscrizione è presentata, controllo, il Registro unico si pone anche il fine imple-
dal rappresentante legale dell’ente o della rete asso- mentare e diffondere un nuovo modello di trasparenza
ciativa cui l’ente eventualmente aderisca, all’Ufficio e correttezza, interna ed al contempo esterna, finalizzata
del Registro unico nazionale della Regione o della a dar conto a tutti gli stakeholders del corretto utilizzo
Provincia autonoma in cui l’ente ha la sede legale, delle risorse per i fini istituzionali prefissati.
depositando l’atto costitutivo, lo statuto ed eventuali Il Registro, pertanto, somma le funzioni appena indi-
allegati e indicando la sezione del Registro nella cate a quella di rendere più trasparenti e conoscibili gli

n. 11-12/2017 31
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

ETS, sia da un punto di vista cancellazione dal Registro, con


5
interno che esterno , implemen- Osservazioni le gravi conseguenze che ne deri-
tando una più strutturata “cul- Oltre che strumento di semplificazione, vano (cfr. art. 50, commi 1 e 2).
6
tura dell’accountability” . di verifica e di controllo, il Registro Unico si Il comma 5 dell’art. 48 prevede,
Proseguendo nell’analisi delle pone anche il fine implementare e come suggerito anche dal
disposizioni, l’art. 48 del Codice diffondere un nuovo modello di trasparenza Consiglio di Stato, l’introdu-
sofferma l’attenzione sul conte- e correttezza, interna ed al contempo zione di una specifica
nuto del Registro elencando dap- esterna, finalizzata a dar conto a tutti gli responsabilità in capo gli ammi-
prima, al comma 1, alcune stakeholders del corretto utilizzo delle nistratori dell’ETS che abbiano
informazioni essenziali che risorse per i fini istituzionali prefissati. violato gli obblighi di deposito
devono esservi contenute (la degli atti o di invio delle infor-
denominazione, la forma giuri- mazioni e dei relativi aggiorna-
dica, la sede legale con l’indicazione di eventuali sedi menti previsti dall’art. 487. Prevista, altresì, per i
secondarie, la data di costituzione, l’oggetto dell’attività soggetti di cui all’art. 31, comma 1, di fatto quelli di
di interesse generale di cui all’art. 5, il codice fiscale o la dimensioni maggiori, l’acquisizione dell’informa-
partita IVA se presente, l’eventuale possesso della zione antimafia8.
personalità giuridica ed il patrimonio minimo di cui
Cancellazione o migrazione dal RUNTS
all’art. 22, comma 4, le generalità dei soggetti che hanno
L’ETS può uscire dal RUNTS in seguito a differenti
la rappresentanza legale dell’ente, le generalità dei sog-
eventi. L’art. 49 dispone che il RUNTS accertata,
getti che ricoprono cariche sociali con indicazione di
anche d’ufficio, l’esistenza di una delle cause di estin-
poteri e limitazioni) e successivamente, al comma 2,
zione o scioglimento dell’ente debba darne comuni-
richiamando specifiche informazioni da annotare all’e-
cazione agli amministratori e al presidente del
ventuale loro verificarsi (modifiche dell’atto costitutivo
e dello statuto, deliberazioni di trasformazione, fusione,
scissione, di scioglimento, estinzione, liquidazione e Note:
cancellazione, provvedimenti che ordinano lo sciogli- 5 Da un punto di vista “interno” rispetto a coloro che a diverso
mento, dispongono la cancellazione o accertano l’estin- titolo operino nell’ETS (associati, volontari etc.) e da un punto
di vista “esterno” rispetto a coloro che siano coinvolti dall’attività
zione, generalità dei liquidatori e tutti gli altri atti e fatti la ordinaria posta in essere dall’ETS (destinatari utenti o meno,
cui iscrizione è espressamente prevista da norme di legge fornitori etc.)
6 Usando un termine di derivazione anglosassone s’intende per
o di Regolamento). accountability, la capacità, necessità e volontà di rendere conto delle
Viene, inoltre, previsto il deposito dei rendiconti/ proprie attività a tutti i soggetti, diversamente interessati e/o
bilanci di cui agli artt. 13 e 14 dello stesso Codice, così investiti, dall‘attività dell’ETS. Nel contesto del settore non profit
il “rendere conto” diviene persino più importante giacché in esso
come dei rendiconti delle raccolte fondi svolte nel- sono assenti gli interessi proprietari non esistendo degli “azionisti”
l’esercizio precedente, i quali devono essere deposi- che finanziano la gestione, fatto salvo quando le attività dipen-
dono da specifici rapporti con l’amministrazione pubblica o l’ente
tati al RUNTS entro il 30 giugno di ogni anno. erogatore anche privato.
Entro trenta giorni decorrenti da ciascuna modifica, 7 Si applica, quale diretto rimando, l’art. 2630 del c.c. che dispone
devono essere pubblicate le informazioni aggiornate e “Chiunque, essendovi tenuto per legge a causa delle funzioni
rivestite in una società o in un consorzio, omette di eseguire, nei
depositati gli atti di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 48, termini prescritti, denunce, comunicazioni o depositi presso il
incluso l’eventuale riconoscimento della personalità registro delle imprese, ovvero omette di fornire negli atti, nella
corrispondenza e nella rete telematica le informazioni prescritte
giuridica. Il mancato od incompleto deposito degli dall’art. 2250, primo, secondo, terzo e comma 4, è punito con la
atti (o del loro aggiornamento), così come di tutte le sanzione amministrativa pecuniaria da 103 euro a 1.032 euro. Se la
informazioni obbligatorie previste dall’articolo appena denuncia, la comunicazione o il deposito avvengono nei trenta
giorni successivi alla scadenza dei termini prescritti, la sanzione
citato, entro i termini previsti, comporta una diffida ad amministrativa pecuniaria è ridotta ad un terzo. Se si tratta
adempiere entro un termine massimo di 180 gg. Il di omesso deposito dei bilanci, la sanzione amministrativa pecu-
niaria è aumentata di un terzo”.
decorso del termine senza che l’ente si sia attivato per 8 D.Lgs. n. 159/2011 e D.Lgs. n. 18/2012 e successive modifiche
rispondere alle richieste dell’Ufficio ne determina la ed integrazioni.

32 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Tribunale ove ha sede l’Ufficio del Registro unico Codice civile, ove lo desideri, devolvendo preventiva-
presso il quale l’ente è iscritto affinché provveda ai mente il proprio patrimonio ai sensi del combinato
sensi degli artt. 11 e ss. delle disposizioni di attuazione disposto dagli artt. 9 e 50 c. 2 del Codice9, limitatamente
del Codice civile. all’incremento patrimoniale realizzato negli esercizi in
Chiusa la procedura di liquidazione, il presidente del cui l’ente sia stato iscritto nel Registro.
Tribunale provvede affinché ne sia data comunica- È, tuttavia, ammesso che l’ente migri - previa speci-
zione all’Ufficio del RUNTS per la conseguente fica richiesta e senza soluzione di continuità - da una
cancellazione dell’ente dal Registro. sezione ad altra del Registro quando lo stesso, pur non
Prima di soffermare l’attenzione ai successivi articoli avendo più i requisiti per permanere nella sezione
merita una specifica riflessione quanto è stato appena originaria, li abbia per trasferirsi in altra. Ciò consente,
richiamato in merito alle modalità di estinzione degli di fatto, all’ente di evitare una devoluzione obbligata
ETS. Dalla lettura della disposizione sembra, infatti, di cui al citato comma 2 dell’art. 50.
doversi intendere che tutti gli ETS - anche quelli privi L’art. 51 prevede che, con cadenza triennale, gli
della personalità giuridica di diritto privato - Uffici del RUNTS provvedano alla revisione, ai
dovranno estinguersi attraverso la procedura oggi fini della verifica della permanenza dei requisiti pre-
prevista per i soli enti riconosciuti. visti per l’iscrizione al Registro stesso. La disposizione
La questione merita, senza dubbio, qualche precisa- è assai laconica e non lascia intendere le modalità con
zione (soprattutto dagli organi preposti alla tenuta del le quali tale controllo sarà svolto, facendo però pre-
RUNTS) in quanto l’estinzione della persona giuri- supporre che saranno emanate disposizioni regola-
dica attraverso la procedura delineata dal combinato mentari in materia, con tutta probabilità proprio dai
disposto degli artt. 30 del c.c. ed 11 e ss. delle disp.att. soggetti gestori dei registri (Regioni e Province auto-
c.c. richiede un insieme di operazioni alquanto com- nome), probabilmente di concerto con le ammini-
plesse, sino ad oggi previste per le sole persone giu- strazioni centrali competenti.
ridiche riconosciute. L’art. 52 dispone che “gli atti per i quali è previsto
L’estensione di tale procedura a qualsiasi ETS, indi- l’obbligo di iscrizione, annotazione o di deposito
stintamente dal possesso o meno della personalità presso il RUNTS sono opponibili ai terzi soltanto
giuridica di diritto privato, implica la necessità di dopo la relativa pubblicazione nel Registro stesso” a
riflettere su almeno due aspetti fondamentali: da un meno che l’ente provi che i terzi ne fossero a cono-
lato, in relazione al carico amministrativo ed econo- scenza. Tali adempimenti conferiscono, pertanto,
mico dovrà essere sostenuto anche dagli enti di piccole agli atti “efficacia dichiarativa positiva”, nel senso
dimensioni, per la complessità di tale procedura, dal- che servono a portare a conoscenza dei terzi, e quindi
l’altro, in relazione al carico di lavoro che si riverserà a rendere opponibili agli stessi, gli atti compiuti.
sugli uffici delle volontarie giurisdizioni dei Tribunali, All’opposto, tutto ciò che non sia stato iscritto nel
che sino ad ora si erano occupate solo dell’estinzione di Registro può considerarsi non conosciuto dai terzi10
una fetta, di fatto, esigua di enti del Libro I (associazioni (presunzione relativa di non conoscenza), con
riconosciute e fondazioni). ammissione tuttavia della prova contraria, nel senso
Ciò premesso, la cancellazione dal Registro può avve- che colui che ne abbia interesse potrà dimostrare che
nire per accertamento d’ufficio (provvedimenti della l’atto, pur non essendo stato iscritto all’interno del
competente autorità giudiziaria ovvero tributaria,
divenuti definitivi, dello scioglimento, cessazione,
estinzione dell’ente, perdita dei requisiti necessari Note:
per la permanenza nel Registro) oppure a seguito di 9 Art. 9 “In caso di estinzione o scioglimento, il patrimonio
residuo è devoluto, previo parere positivo dell’Ufficio di cui
istanza motivata da parte dell’ente iscritto (art. 50). all’art. 45, comma 1, e salva diversa destinazione imposta dalla
L’ente cancellato per carenza dei requisiti - o per gli altri legge, ad altri enti del Terzo Settore secondo le disposizioni
statutarie o dell’organo sociale competente o, in mancanza, alla
motivi sopra richiamati - o che, per scelta, abbia abban- Fondazione Italia Sociale (...)”
donato il RUNTS può continuare a operare ai sensi del 10 Efficacia dichiarativa negativa.

n. 11-12/2017 33
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Registro, era stato comunicato al terzo o comunque momento di conclusione delle verifiche di cui al
conosciuto dal terzo. co. 2 del medesimo art. 54.
Il comma 2 dell’art. 52 prevede, tuttavia, un’ecce-
Il RUNTS nel Codice del Terzo Settore
zione all’opponibilità degli atti, pur se trascritti, in
Terminato l’esame dell’articolato, contenuto nel Titolo
quanto recita che “per le operazioni compiute entro il
VI del Codice dedicato interamente al RUNTS, resta
quindicesimo giorno dalla pubblicazione di cui al
tuttavia, essenziale operare taluni collegamenti con altre
comma 1, gli atti non sono opponibili ai terzi che
disposizioni del Codice del Terzo Settore.
provino di essere stati nella impossibilità di averne
E’ stato già evidenziato nella trattazione che l’ETS, ai
conoscenza”. Tale eccezione è stata criticata dal
fini della fruizione di tutte le misure agevolative con-
Consiglio di Stato11, il quale ha evidenziato - chie-
tenute nel Codice, deve essere iscritto nel RUNTS
dendo anche la soppressione del comma - che in tal
(art. 4, c. 1); di tali misure possono fruire anche gli enti
modo si introduce “una sorta di franchigia le cui
religiosi civilmente riconosciuti, i quali acquisiscono la
ragioni non sono perfettamente comprensibili” e
qualifica di “ETS”, se lo vogliano, limitatamente allo
che, peraltro, “tale disposizione rischia di minare la
svolgimento delle attività di “interesse generale” ed a
certezza e l’affidamento su tale strumento di
condizione che per tali attività adottino un regola-
pubblicità”. Il comma è rimasto invariato nel
mento, in forma di atto pubblico o scrittura privata
Decreto approvato ed, invero, è la copia speculare
autenticata, che recepisca le norme del presente
di quanto previsto nell’art 2448 c.c. in relazione agli
Codice e sia depositato nel Registro unico nazionale
effetti della pubblicazione nel registro imprese.
del Terzo Settore14 (cfr art. 4, c. 3). In tale caso è
opportuno notare che si parla di deposito del regola-
Trasmigrazione degli enti dai registri esistenti
mento presso il RUNTS pur non essendo stata prevista
(Odv e APS)
alcuna specifica sezione per gli “enti religiosi ricono-
L’art. 54 del Codice si premura anche di disciplinare le
sciuti”. Inoltre, l’ente religioso deve, per lo svolgi-
modalità12 con le quali gli enti pubblici territoriali
mento delle attività di interesse generale, predisporre
provvederanno a comunicare al RUNTS i dati degli
un “patrimonio destinato” e tenere separatamente le
enti già iscritti nei registri delle organizzazioni di volon-
scritture contabili previste dall’art. 13 del Codice.
tariato e delle associazioni di promozione sociale esi-
Cosa debba intendersi per “patrimonio destinato”
stenti al giorno antecedente l’operatività del Registro
(cfr. anche art. 10 del Codice) lo si può immaginare
unico nazionale degli enti del Terzo Settore. La trasmi-
indagando le numerose ipotesi di separazione patri-
grazione dei dati comporterà una successiva verifica
moniale fatte entrare nel nostro sistema giuridico sia
degli enti da parte del RUNTS che, di fatto, essendo
dal legislatore che dall’autonomia privata. In effetti,
incardinato su Regioni e Province autonome,
riproporrà le funzioni di controllo in capo alle medesime
amministrazioni territoriali.
Note:
Gli Uffici incardinati a livello territoriale, dunque, 11 Parere n. 00927/2017 sullo schema di D.Lgs. recante “Codice
ricevute le informazioni contenute nei predetti regi- del Terzo Settore, a norma dell’art. 1, comma 2, lett. b), della
stri, dovranno provvedere entro centottanta giorni a Legge 6 giugno 2016, n. 106”.
12 A ciò penserà il medesimo decreto ministeriale già richiamato
richiedere agli enti le eventuali informazioni o i nell’art. 53
documenti mancanti ed a verificare la sussistenza 13 Il comma 3 dell’art. 54 dispone che, gli enti iscritti negli attuali
registri APS e OdV, continuano a beneficiare dei diritti derivanti
dei requisiti per l’iscrizione13. L’omessa trasmissione dalla rispettiva qualifica fino al termine delle verifiche di cui al
delle informazioni e dei documenti richiesti agli enti comma 2 dello stesso articolo.
del Terzo Settore ai sensi del comma 2 entro il 14 La norma dispone, in dettaglio, che il Regolamento - in forma
di atto pubblico o scrittura privata autenticata - ove non diversa-
termine di sessanta giorni comporterà la mancata mente previsto ed in ogni caso nel rispetto della struttura e della
iscrizione nel RUNTS. finalità di tali enti, recepisca le norme del Codice e sia depositato
presso il RUNTS. Per lo svolgimento delle attività di “interesse
Il co. 4 lascia salvi i diritti derivanti dall’iscrizione nei generale” deve essere costituito un patrimonio destinato e devono
vecchi registri e dalla qualifica rivestita sino al essere tenute separatamente le scritture contabili di cui all’art. 13.

34 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

ipotesi di patrimoni “destinati” sono sparpagliate nel richiamato nell’art. 10. Se da un punto di vista con-
nostro ordinamento giuridico; basti pensare a talune cettuale possiamo dare una risposta positiva, non è
ipotesi già presenti nel codice civile quali i) il fondo altrettanto scontato che debbano applicarsi i limiti15
comune delle associazioni non riconosciute art. 37 c. previsti dall’art. 2447- bis al “patrimonio destinato”
c. (su di esso, invero, non vi è concordia di opinione del ramo ETS dell’ente religioso. Se così fosse si
circa la sua configurazione come ipotesi di patrimo- sarebbe dovuto richiamare l’articolo del c.c. o rin-
nio “autonomo” piuttosto che “separato”), ii) il viare all’art. 10 del Codice del Terzo Settore.
fondo patrimoniale (art. 167 c.c.), iii) l’usufrutto L’art. 11 impone, invece, una sorta di pubblicità
legale dei genitori sui beni del minore (art. 324 obbligatoria per gli “ETS” simile a quanto è stato
c.c.), iv) l’eredità beneficiata (art. 512 c.c.), l’eredità sino ad oggi previsto per le ONLUS. Per coloro che
giacente (art. 528 c.c.), v) i beni gravati da pegno e otterranno l’iscrizione al RUNTS sarà, infatti, obbli-
ipoteca, i beni fedecommessi nella sostituzione fede- gatorio indicare gli estremi dell’iscrizione nel RUNTS
commissaria (art. 692 c.c.), vi) il fondo speciale di negli atti16, nella corrispondenza e nelle comunica-
previdenza (art. 2117 c.c.), e, a partire dalla entrata in zioni rivolte al pubblico. Vedremo come tale principio
vigore della riforma del diritto societario, vii) l’istituto sarà conciliato con la presenza, per taluni enti, di altri
denominato proprio dei “patrimoni destinati ad uno acronimi (es. le OdV e le APS) e, tuttavia, al momento
specifico affare” previsto agli artt. 2447bis e ss. del c.c. questo è certamente un problema di scarsa importanza
ed esplicitamente richiamato nel Codice all’art. 10. nel contesto delle questioni applicative della novella
Un esempio di patrimonio separato, frutto dell’auto- normativa.
nomia contrattuale è, invece, il Trust. AL RUNTS vanno inoltre depositati, da parte degli
L’esperienza, dunque, ci lascia percepire che con ETS, il bilancio di esercizio e il bilancio sociale, se
l’espressione “patrimonio destinato” il legislatore l’ente abbia proventi superiori al milione di euro (artt.
abbia voluto introdurre la possibilità - per l’ente reli- 13 e 14).
gioso civilmente riconosciuto - di isolare parte del Altra funzione specifica del RUNTS è quella legata
proprio patrimonio per destinarlo ad uno specifico all’art. 22 del Codice, ove si prevede che le associazioni e
affare in modo che, delle obbligazioni contratte per le fondazioni del Terzo Settore possano, in deroga al D.
la realizzazione dello specifico affare, risponda solo il P.R. 10 febbraio 2000, n. 361, acquisire la personalità
patrimonio ad esso destinato, con esclusione del resi- giuridica mediante l’iscrizione nel RUNTS.
duo (non destinato all’affare) patrimonio dell’ente. Si tratta, pertanto, di un ulteriore riconoscimento
Si noti che la costituzione di patrimoni destinati non (seppur con pari effetti) che si somma a quello regio-
realizza una scissione interna, ma solo una sottrazione nale e prefettizio. Sulla procedura, gli effetti e le
dei beni compresi nel patrimonio destinato da quello criticità di questa “nuova” personalità giuridica, si
generale dell’ente; sottrazione che non avviene sul tornerà ad approfondire, successivamente e con spe-
piano della titolarità, ma esclusivamente sul piano cifico contributo, in questa Rivista.
della creazione di un centro di interessi al quale L’art. 56 dispone che le amministrazioni pubbliche
imputare autonomamente le obbligazioni relative possano sottoscrivere con le organizzazioni di volon-
allo svolgimento dell’affare. tariato e le associazioni di promozione sociale, se
Non vi è dubbio, che tale modello introduca una
deroga al carattere universale della responsabilità,
Note:
come fissato nell’art. 2740 c.c., sia al principio della 15 Il c. 2 dell’art. 2447-bis dispone “Salvo quanto disposto in leggi
par condicio creditorum contenuto nell’art. 2741, co.1, c. speciali, i patrimoni destinati ai sensi della lettera a) del primo
c. e questo è anche il motivo per cui i patrimoni comma non possono essere costituiti per un valore complessi-
vamente superiore al dieci per cento del patrimonio netto della
separati, possono realizzarsi unicamente in forza di società e non possono comunque essere costituiti per l’esercizio
una corrispondente volontà di legge. di affari attinenti ad attività riservate in base alle leggi speciali”.
16 Si tenga presente che per le imprese sociali, l’iscrizione nell’ap-
Ciò che dovrà essere chiarito è se il “patrimonio posita sezione del registro delle imprese soddisfa il requisito
destinato” di cui al co. 3 dell”art. 4 sia il medesimo dell’iscrizione nel Registro unico nazionale del Terzo Settore.

n. 11-12/2017 35
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

iscritte dal almeno 6 mesi nel riferimento (provinciale, regio-


Registro unico nazionale del Osservazioni nale, nazionale e in taluni casi
terzo settore, convenzioni fina- Il RUNTS sta generando - sia nel comunale), hanno infatti gene-
lizzate allo svolgimento, in comparto dei professionisti dedicati al rato un intricato sistema di buro-
favore di terzi, di attività o ser- Terzo Settore, sia di coloro che negli enti cratizzazione delle iscrizioni e di
vizi sociali di interesse generale, sono impegnati direttamente - una interpretazione delle norme.
“se più favorevoli rispetto al crescente preoccupazione per la È così accaduto, non di rado,
ricorso al mercato”. difficoltà di coordinare numerosi aspetti che disposizioni identiche fos-
L’art. 101, co. 8 precisa - a scanso legati al momento transitorio. Talune sero interpretate differente-
di equivoci – che l’iscrizione nel disposizioni appaiono, infatti, di non facile mente dai funzionari addetti
RUNTS, con il relativo ed ine- interpretazione e, in qualche punto, alla gestione di una medesima
persino apparentemente contrastanti (si
vitabile abbandono dell’Anagrafe tipologia di registro dislocato
pensi ai commi 2 e 3 dell’art. 101), tanto
Onlus, non integra un’ipotesi di però in territori differenti
da richiedere - invocata da molti -
scioglimento e, pertanto, la un’apposita circolare esplicativa oppure che iscrizioni contestuali
ONLUS non ha alcun vincolo finalizzata a delineare gli aspetti di - e pur possibili - in più registri
di devoluzione del patrimonio transitorietà contenuti nel Codice. fossero rifiutate21, dando luogo a
ai sensi della prescritta lett. f).
c. 1, art. 10 del D.Lgs. n. 460/
199717. La precisazione è ribadita anche per gli enti Note:
17 La lett. f) del citato comma dispone “l’obbligo di devolvere il
associativi di cui al c. 8, art. 148 TUIR (DPR n. 917/ patrimonio dell’organizzazione, in caso di suo scioglimento per
86)18 i quali sono anch’essi soggetti, in caso di sciogli- qualunque causa, ad altre organizzazioni non lucrative di utilità
mento, ad una devoluzione vincolata simile a quella sociale o a fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo
di cui all’articolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996,
prevista per le ONLUS. n. 662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge”.
L’art. 104, co. 2, nell’indicare modalità e termini di 18 La lett. b) del citato comma dispone “l’obbligo di devolvere il
patrimonio dell’ente, in caso di suo scioglimento per qualunque
entrata in vigore del Titolo X del Codice, precisa che causa, ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di
esso si applicherà ai soli “ETS” . Anche il cinque per
19
pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo di cui all’arti-
mille sarà destinato alla nuova categoria degli ETS20 colo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo
diversa destinazione imposta dalla legge”.
(art. 3, c. 1 lett. a) del D.Lgs. n. 111/2017). L’intero 19 Nel Titolo X vi sono, ad es. il regime forfettario degli ETS non
Titolo X, inoltre, sul regime fiscale degli ETS con- commerciali [art. 80], i social bonus per erogazioni liberali a enti
non commerciali per il recupero di im-mobili pubblici inuti-
tiene, come è intuibile, numerosi altri rinvii al lizzati e di beni confiscati alla criminalità [art. 81], le agevolazioni
RUNTS, riservando solo ad essi le agevolazioni in materia di imposte indirette e tributi locali [art. 82], le
previste nel Codice mentre il Titolo XI inerente ai detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali [art. 83].
20 L’articolo 3 del D.Lgs. n. 111/2017 dispone che “Per ciascun
controlli affida il potere di vigilanza sui molteplici esercizio finanziario, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi
aspetti legati all’iscrizione al RUNTS al Ministero del relative al periodo d’imposta precedente, una quota pari al cinque
per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e’ destinata,
Lavoro e delle Politiche sociali. in base alla scelta del contribuente, alle seguenti finalità: a) sostegno
degli enti di cui all’articolo 1 della legge, iscritti nel Registro previsto
Osservazioni conclusive dall’articolo 4, comma 1, lettera m), della medesima legge (cioè la
legge 6 giugno 2016, n. 106); b) finanziamento della ricerca
Soffermandoci sul solo aspetto legato al Registro scientifica e dell’università’; c) finanziamento della ricerca sanitaria;
Unico, non vi è dubbio che l’intento del legislatore d) sostegno delle attività sociali svolte dal comune di residenza del
sia stato quello di porre rimedio ad una frammenta- contribuente; e) sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche,
riconosciute ai fini sportivi dal Comitato olimpico nazionale ita-
zione legislativa ed amministrativa dei differenti regi- liano a norma di legge, che svolgono una rilevante attività di
stri degli enti la cui proliferazione aveva ormai assunto interesse sociale. 2. Le disposizioni di cui al comma 1, lettera a),
hanno effetto a decorrere dall’anno successivo a quello di
livelli davvero preoccupanti. operatività del Registro
Le decine di registri differenti per qualifica soggettiva 21 Cfr. Atto di Indirizzo dell’Agenzia per il Terzo Settore, approvato
e/o per finalità perseguita, moltiplicati a loro volta in con delib. N. 151 del 15.04.2011, - tutt’oggi valido e presente sul
sito del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – in materia di
ragione del differente contesto territoriale di contestuale iscrizione nel registro APS e nell’Anagrafe ONLUS.

36 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

contestazioni derivanti da differenti linee Casi pratici di confusione applicativa si stanno già
interpretative. verificando ed evidenziano le incertezze sull’utilizzo
Una miriade di registri, dunque, gestiti più o meno delle norme transitorie, le quali generano orienta-
correttamente e più o meno differentemente che ha menti differenti da parte delle diverse amministra-
prodotto critiche stratificate da numerosi operatori, zioni. Accade, pertanto, che da un lato, vi siano
professionisti e non, del Terzo Settore. indicazioni di predisporre gli odierni statuti per iscri-
Non è necessario ripetere quanto sia stato invocato, versi negli ormai vecchi registri - ancora operativi - di
negli ultimi quindici anni e con sempre maggiore OdV e APS già con le nuove regole e, dall’altro,
forza, un intervento legislativo finalizzato a sempli- indicazioni diametralmente opposte, giustificate dal-
ficare e razionalizzare la materia legata alla registra- l’assenza del nuovo Registro e di qualsiasi indicazione
zione dei soggetti operanti nel variegato ambito del da parte di atti regionali ufficiali che delineino come
non profit22. Non stupisce, dunque, che l’intervento comportarsi per la verifica di uno statuto ETS al
del legislatore delegato, invero su precisa indicazione momento della sua eventuale presentazione per
della stessa delega, sia stato così deciso nell’accorpare l’iscrizione.
enti, qualifiche e finalità così differenti tra loro cimen- Accade, anche, che vi siano richieste di iscrizione in
tandosi in una poderosa impresa di perimetrazione Anagrafe ONLUS rifiutate - in talune Direzioni
degli enti di Terzo Settore. regionali - per statuti in linea con il Decreto
Da questo lodevole sforzo ne è nata un’architettura ONLUS, ritenuto già oggi, erroneamente, e dunque
che nella sua complessiva visione può certamente abrogato con riferimento ai requisiti formali previsti
essere valutata positivamente ma che, tuttavia, nella per la redazione dello statuto23.
sua pratica attuazione sconta ora - e con tutta Tutto quanto premesso si auspica che l’intervento da
probabilità ancor di più nei prossimi mesi di pratica parte dei soggetti competenti sia non solo immediato
attuazione - la mancanza di una verifica oculata ma anche coordinato e che individui delle linee guida
dell’impatto che un tale cambiamento genererà univoche e comuni in questo periodo di transizione,
sugli enti oggi esistenti. permettendo agli enti già operativi ed a quelli in fase di
Non si tratta solo di una valutazione di impatto delle costituzione di comprendere quale sia la strada cor-
disposizioni che incidono sugli aspetti civilistici e retta da seguire.
fiscali degli enti e che presumibilmente produrranno
effetti nei prossimi anni ma anche, e soprattutto, degli
Note:
aspetti strettamente operativi legati proprio al passag- 22 Si noti che anche la Commissione Europea, a proposito dell’i-
gio degli attuali enti non profit dal presente quadro stituzione di registri amministrativi e di conoscenza statistica,
normativo a quello delineato nel Codice. anche per l’economia sociale, ha raccomandato la necessità di
avere sistemi di registrazione atti a i) generare statistiche affidabili
Il RUNTS è solo un aspetto tra i molteplici e sta e credibili per formulare politiche, per la raccolta e l’assegna-
generando, sia nel comparto dei professionisti dedi- zione dei fondi e per il monitoraggio dei risultati, ii) definire un
quadro metodologico comune per i registri utilizzati a fini
cati al Terzo Settore che di coloro che negli enti sono statistici, iii) migliorare la capacità di comparazione delle stati-
impegnati direttamente, una crescente preoccupa- stiche prodotte attraverso l’adozione di definizioni e descrizioni
zione per la difficoltà di coordinare i numerosi aspetti comuni anche nel campo dell’economia sociale (codici territo-
riali ISTAT; codici ATECO/ICNPO - International
legati al momento transitorio ed anche, in taluni casi, Classification of Non Profit Organizations - per l’attività economica
per improvvide interpretazioni della norma da taluni delle organizzazioni operanti nel non profit), iv) a disporre di
registri interpretabili anche settorialmente e da aggiornare
pubblicizzate. costantemente, v) sviluppare sistemi informativi relazionali
E’ pur vero che alcune disposizioni appaiono di non tematici per conciliare una maggiore conoscenza con una ridu-
facile interpretazione e, in qualche caso, persino zione dei costi e disporre di archivi di base (database) completi
per realizzare censimenti e approfondimenti.
apparentemente contrastanti (si pensi ai commi 2 e 23 Per talune DRE, per l’iscrizione in Anagrafe ONLUS la parte
3 dell’art. 101), tanto da richiedere - invocata da molti inerente i requisiti formali statutari sarebbe ormai desueta,
- un’apposita circolare esplicativa finalizzata a deli- dovendosi pertanto procedere alla stesura di statuti con i requisiti
formali dell’ETS e non della ONLUS.
neare gli aspetti di transitorietà contenuti nel Codice.

n. 11-12/2017 37
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Prime riflessioni sul regime


fiscale degli Enti del Terzo
Settore
di Paolo Ferri

Attività istituzionali non sempre


L’approfondimento decommercializzate
L’introduzione della nuova figura soggettiva degli La qualifica di enti del Terzo Settore (diversi dalle
Enti del Terzo Settore ha comportato anche la revi- imprese sociali) si basa sulle attività poste in essere in
sione complessiva della definizione di ente non via esclusiva o principale, le quali, però, non è suffi-
commerciale ai fini fiscali, con conseguente rivisita- ciente che siano svolte solo con finalità non lucrative,
zione dei relativi regimi fiscali. ma devono possedere caratteristiche di interesse
Non pare, però, raggiunto l’obiettivo individuato generale, vale a dire volte al perseguimento di
dalla Legge delega di definire gli enti del Terzo finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale4. Il
Settore in funzione delle finalità di interesse generale contenuto di queste attività è definito mediante una
perseguite, né quello di razionalizzazione e sempli- elencazione tassativa di quelle che si intende posseg-
ficazione degli aspetti fiscali. gano le suddette caratteristiche, mediante il rinvio a
precise norme che disciplinano l’esercizio di ciascuna
Riferimenti
di esse5.
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117
Legge 6 giugno 2016, n. 106
Per altro, è opportunamente previsto che l’elenco
delle attività considerate di interesse generale possa
essere periodicamente aggiornato con D.P.C.M.
Oltre a fornire una definizione in positivo degli enti
Il recente Codice del Terzo Settore1, oltre ad del Terzo Settore, viene dato, almeno all’apparenza,
introdurre la nuova figura soggettiva degli enti esclusivo rilievo alle finalità perseguite, con l’intento
del Terzo Settore2, definita in funzione delle di superare il condizionamento fino ad oggi determi-
attività di interesse generale svolte in via esclusiva nante derivante dalla natura delle attività svolte. In
o principale, delinea un regime fiscale di favore realtà, al raggiungimento di questo obiettivo larga-
loro riservato. mente auspicato da tutti i principali operatori e stu-
La Legge delega si proponeva lo scopo di perseguire, diosi del settore, osta un limite ben preciso.
fra gli altri, gli obiettivi della revisione complessiva
della definizione di ente non commerciale ai fini Paolo Ferri - Dottore Commercialista e Revisore Legale in Cesena
fiscali, la razionalizzazione dei regimi fiscali e conta- Note:
bili semplificati riservati a suddetti enti e la revisione 1 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117.
della disciplina riguardante le ONLUS3. 2 Sono considerati enti del Terzo Settore anche le imprese sociali,
ma per questa categoria di soggetti attività e regime fiscale hanno
Scopo del presente intervento è quello di effettuare una regolamentazione propria che non è oggetto del presente
una prima analisi del nuovo regime fiscale degli enti intervento. Cfr. D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112.
del Terzo Settore diversi dalle imprese sociali e dei 3 6 giugno 2016, n. 106, art. 9, comma 1, lett. a), e), l).
4 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 4, comma 1.
principali aspetti ad esso connessi. 5 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 5, comma 1.

38 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Le attività di interesse generale, infatti, si considerano valore normale delle attività di volontariato e delle
di natura non commerciale (e, quindi, irrilevanti ai erogazioni gratuite di beni e servizi ricevuti11, per
fini fiscali) solo se svolte a titolo gratuito o dietro quanto tecnicamente appaia un controsenso com-
versamento di corrispettivi che non eccedano i costi prendere nel concetto di costi “effettivi” anche
effettivi6. Dunque, mantengono determinante rile- costi figurativi. D’altronde, ciò risulta coerente con
vanza le modalità di svolgimento delle attività, che la previsione di comprendere fra i componenti posi-
possono portare al mutamento della qualifica fiscale tivi le cessioni e prestazioni effettuate a titolo gratuito.
dell’ente. Va precisato che ai fini del suddetto con- Se i corrispettivi così determinati dovessero risultare
fronto dal lato delle entrate vanno considerati anche superiori ai costi effettivi l’ente andrebbe fiscalmente
gli apporti economici da parte delle amministrazioni qualificato come commerciale, oltre tutto con decor-
pubbliche per attività accreditate, contrattualizzate o renza dall’inizio del periodo di imposta in cui si è
convenzionate, ad eccezione di eventuali importi di riscontrata questa prevalenza12.
partecipazione alla spesa previsti dall’ordinamento Nella Tavola n. 1 viene proposto uno schema di
(ad esempio ticket sanitari), mentre non vanno consi- raffronto delle voci da considerare per determinare
derati i proventi derivanti da raccolte pubbliche la qualifica fiscale dell’ente.
occasionali di fondi, i contributi erogati dalle ammi- Va rilevato che il Codice del Terzo Settore precisa
nistrazioni pubbliche per lo svolgimento delle attività che i proventi derivanti da attività di interesse gene-
di interesse generale7, nonché, per gli enti associativi, rale da prendere in considerazione ai fini della deter-
le somme incassate a titolo di quote o contributi minazione della qualifica fiscale dell’ente riguardano
associativi8 e, per le sole Associazioni di promozione le attività svolte in forma di impresa.
sociale, i corrispettivi specifici derivanti da attività Se ciò significa che nello svolgimento dell’attività
svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali a devono essere presenti i tipici caratteri
favore dei propri associati e loro famigliari conviventi dell’abitualità, professionalità ed organizzazione,
oppure nei confronti di associati di altre Associazioni non si vede come questi elementi non possano essere
che fanno parte di una medesima organizzazione presenti in un soggetto collettivo costituito proprio
territoriale9. Oltre a queste voci, non assumono rile- col fine di perseguire specifiche finalità di interesse
vanza nemmeno le liberalità ricevute, poiché in esse è generale. Pertanto, non si capisce la necessità di questa
assente qualsiasi elemento di sinallagmaticità e, puntualizzazione, come se fosse possibile perseguire
quindi, automaticamente al di fuori dell’alveo della le finalità istituzionali dell’ente anche in via
commercialità. Inoltre, vanno considerati anche i occasionale.
proventi derivanti dalle attività diverse da quelle
istituzionali (v. infra), svolte in via secondaria e stru-
mentale rispetto alle attività istituzionali di interesse Note:
generale. In conseguenza di quanto sopra, per veri- 6 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 2. Fanno eccezione
a questo principio le attività di ricerca scientifica di particolare
ficare il rispetto del rapporto fra corrispettivi e costi interesse sociale che, se rispettate determinate condizioni, sono
effettivi, andranno quindi considerati i corrispettivi sempre considerate non commerciali. Cfr. D.Lgs. 3 luglio 2017,
derivanti dalla cessione dei beni e servizi prodotti, n. 117, art. 79, comma 3.
7 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 4.
compreso il valore normale delle cessioni e presta- 8 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 6.
zioni effettuate a titolo gratuito10, e da eventuali altre 9 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 85, comma 1.
10 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 5.
attività secondarie, a fronte dei costi effettivi. 11 Al fine di evitare incertezze, sarebbe opportuno che questo
A proposito di questi ultimi, in assenza di una precisa principio venisse recepito direttamente nella disposizione legi-
definizione, si ritiene che la terminologia utilizzata slativa. Inoltre, si renderà necessario individuare parametri
oggettivi per la valutazione di tali elementi.
richiami i costi diretti e quelli indiretti imputati 12 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 5. Si ripresentano,
all’oggetto di calcolo mediante una ripartizione sog- dunque tutte le problematiche e le incertezze interpretative
evidenziate in relazione alla perdita di qualifica di ente non
gettiva. Inoltre, la relazione illustrativa al Codice del commerciale esistenti nella disciplina antecedente il Codice
Terzo Settore indica che va considerato anche il del Terzo Settore.

n. 11-12/2017 39
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Alla luce di quanto sopra ci si chiede, per altro, come si principio del non distribution costraint, che avrebbe
possa pensare che gli enti del Terzo Settore possano portato all’accoglimento del concetto di ente non
essere gestiti in maniera efficiente e siano in grado di profit, inteso quale ente non lucrativo con finalità
avere uno sviluppo autonomo e duraturo se costretti sociali, non si può dire certo raggiunto15.
ad operare in condizioni di antieconomicità di
Le attività diverse da quelle istituzionali
gestione, potendo ottenere risultati positivi solo gra-
Oltre alle proprie attività istituzionali, gli enti che,
zie a sovvenzioni e contributi pubblici.
secondo i criteri precedentemente illustrati,
La logica pare essere quella di volere orientare gli enti
godano della qualifica di enti del Terzo Settore
in grado di operare in condizioni di autonomo equi-
librio economico verso la figura dell’impresa sociale,
nei confronti della quale si manifesta una evidente Note:
preferenza da parte del legislatore. 13 6 giugno 2016, n. 106, art. 9, comma 1, lett. a).
14 Cfr., fra gli altri, G.M. Colombo, “Enti non commerciali o enti
In definitiva, l’obiettivo della Legge delega per la non profit?”, in questa Rivista,n.7/2016, pag. 14.
riforma del Terzo Settore di definire gli enti in 15 Va evidenziato, per altro, come la disciplina delle ONLUS, che
funzione delle finalità di interesse generale perse- pur tanti problemi interpretativi ed applicativi ha generato, sotto
questo aspetto fosse, invece, perfettamente in linea col concetto
guite13, generalmente interpretato come la volontà di ente non profit, in quanto una volta correttamente individuato
di qualificare gli enti del Terzo Settore in funzione del il settore di attività che dava diritto all’assunzione della qualifica,
non vi era alcun limite relativo ai corrispettivi derivanti dallo
proprio scopo14, dando cioè adeguato rilievo al svolgimento dell’attività istituzionale.

Tavola n. 1 - Raffronto componenti positivi e negativi ai fini della qualifica fiscale dell’ente
Componenti positivi Componenti negativi
Componenti da considerare > • costi diretti;
• da attività di interesse generale; • quota costi indiretti;
• apporti economici della PA per attività accreditate, • valore normale attività di
contrattualizzate o convenzionate; volontariato;
• da attività diverse da quelle di interesse generale, • valore normale erogazioni gra-
secondarie e strumentali; tuite di beni e servizi ricevute.
• valore normale delle cessioni/prestazioni svolte a
titolo gratuito.
Componenti da non considerare
• raccolte pubbliche occasionali di fondi;
• contributi PA per attività di interesse generale;
• importi di partecipazione alla spesa previsti
dall’ordinamento;
• liberalità;
• quote o contributi associativi da parte dei soci (per
enti associativi);
• corrispettivi specifici da attività svolte in diretta
attuazione degli scopi istituzionali a favore dei propri
associati e loro famigliari conviventi oppure nei con-
fronti di associati di altre Associazioni che fanno parte
di una medesima organizzazione territoriale (per
Associazioni di promozione sociale);
• sponsorizzazioni (nel rispetto di quanto previsto da
specifico D.M.).

40 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

possono svolgere altre attività, stesso tempo, considerate le


purché contemplate dal pro- La novità finalità, si è ravvisata
prio statuto, nonché ritenute Indipendentemente dalle previsioni l’opportunità di stabilire un
secondarie e strumentali statutarie, gli ETS assumono la qualifica regime impositivo agevolato.
rispetto alle attività istituzio- di enti commerciali qualora “i proventi
nali di interesse generale16. delle attività di cui all’art. 5, svolte in Imposte dirette
Criteri e limiti secondo cui forma di impresa” e delle attività diverse Ai fini dell’applicazione delle
valutare la secondarietà e (art. 6) superano, nel medesimo periodo imposte sui redditi, dunque,
strumentalità rispetto alle di imposta, “le entrate derivanti da attività risulta necessario distinguere
attività di interesse generale non commerciali”. fra enti del Terzo Settore fiscal-
dovranno essere definiti con mente qualificati come non
apposito Decreto ministeriale, per cui non è commerciali ed enti fiscalmente qualificati come
ancora possibile esprimere una valutazione, ma commerciali.
ci si augura di non cadere nuovamente nelle In quest’ultimo caso tutta l’attività dell’ente viene
difficoltà interpretative ed applicative riscontrate attratta nella categoria del reddito di impresa e,
in relazione alle attività connesse delle ONLUS. quindi, tutti i componenti positivi contribuiranno a
Tuttavia, ciò che al momento appare chiaro è che i formare il reddito imponibile, dovendosi applicare la
proventi derivanti da attività di sponsorizzazione disciplina del T.U.I.R. stabilita per le società e gli enti
19
(purché svolte nei limiti dei criteri che saranno sta- commerciali .
biliti con futuro Decreto ministeriale), le quali evi- In ipotesi di ente fiscalmente qualificato come non
dentemente rappresentano attività diverse da quelle commerciale, fatti salvi i componenti positivi che non
istituzionali di interesse generale, non vanno contem- producono reddito imponibile come descritte in
plate nel raffronto fra entrate istituzionali da attività di precedenza, il reddito complessivo sarà formato dai
interesse generale ed entrate diverse ai fini del man- redditi eventualmente posseduti nelle diverse cate-
tenimento della qualifica fiscale di ente non gorie previste dal T.U.I.R.: fondiari, di capitale, di
commerciale17. impresa e diversi20.
Questa esplicitazione va in ogni caso accolta positi- A proposito dei redditi di impresa eventualmente
vamente, in quanto permette di superare l’assurda prodotti (evidentemente derivanti dalle attività
interpretazione data a suo tempo in relazione alle diverse da quelle istituzionali, svolte nei limiti
ONLUS, che metteva in dubbio la possibilità per descritti in precedenza), il Codice del Terzo
21
questi soggetti di svolgere attività pubblicitaria a Settore propone un regime forfetario , adotta-
favore di terzi mediante l’utilizzo del proprio bile in via opzionale in alternativa a quello ordi-
marchio18. nario, che prevede l’applicazione di determinati
Queste attività diverse da quelle istituzionali coefficienti di redditività differenziati per tipo di
hanno evidentemente la funzione di permettere attività e per scaglioni di reddito ai ricavi
22
all’ente il reperimento di risorse da destinare allo conseguiti .
svolgimento di quelle di interesse generale e,
trattandosi di attività che solo indirettamente con-
tribuiscono al perseguimento delle finalità di inte- Note:
16 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 6.
resse generale, in questo caso pare opportuno 17 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 1.
porre limiti, purché siano ragionevoli e di inter- 18 Cfr. risoluzione ministeriale 14 novembre 2002, n. 356/E.
pretazione non incerta. Inoltre, considerato che 19 T.U.I.R., artt. 81 ss.
20 T.U.I.R., artt. 143 ss.
nella generalità dei casi daranno luogo a reddito di 21 Il vecchio regime forfetario previsto dal T.U.I.R. per gli enti
impresa, se da una parte può essere appropriato non commerciali rimane applicabile ai soli enti non lucrativi che
non si iscriveranno al Registro unico nazionale del Terzo
prevedere delle soglie massime anche per non Settore. D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 89, comma 3.
generare problemi di concorrenza sleale, allo 22 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 80.

n. 11-12/2017 41
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Al reddito di impresa così determinato forfetaria-


mente vanno aggiunti anche i seguenti componenti
Organizzazioni di volontariato e Associazioni
positivi: plusvalenze patrimoniali, sopravvenienze
di promozione sociale
attive, dividendi ed interessi, proventi immobiliari,
Il trattamento fiscale ai fini delle imposte dirette per
determinati secondo le regole previste dal
queste due specifiche figure risulta maggiormente
T.U.I.R.23.
agevolato rispetto a quello riservato alla generalità
La stessa disposizione, inoltre, disciplina le
degli enti del Terzo Settore.
modalità di esercizio e revoca dell’opzione, durata
In primo luogo, vengono previste ulteriori tipologie
della medesima, applicazione del regime in caso di
di attività che risultano decommercializzate, purché
contemporaneo esercizio di prestazione di servizi
le stesse siano poste in essere senza l’impiego di mezzi
ed altre attività, trattamento dei componenti posi-
organizzati professionalmente per fini di
tivi e negativi di reddito precedentemente rin-
concorrenzialità sul mercato.
viati, nonché delle perdite di precedenti periodi di
La vendita di beni acquisiti da terzi a titolo gratuito a
imposta.
fini di sovvenzione e a condizione che la stessa sia
Da ultimo, viene precisato che gli enti del Terzo
curata direttamente dall’ente, senza l’intervento di
Settore non commerciali che optano per il regime
alcuni intermediario, è decommercializzata per
forfetario ai fini delle imposte sui redditi sono esclusi
entrambi gli enti26, mentre per le sole
dall’applicazione degli studi di settore, dei parametri e
Organizzazioni di volontariato sono agevolate
degli indici sistematici di affidabilità.
anche le cessioni di beni prodotti dagli assistiti e dai
Nella Tavola n. 2 vengono riepilogati i coefficienti
volontari, a condizione che le stesse siano curate
reddituali previsti dal regime forfetario introdotto dal
direttamente dall’ente, senza l’intervento di alcuni
Codice del Terzo Settore.
intermediario, nonché le somministrazioni di ali-
Si ricorda, altresì, che, trattandosi di un regime
menti e bevande in occasione di raduni, manifesta-
forfetario, la base imponibile IRAP può essere
zioni, celebrazioni e simili a carattere occasionale27.
individuata aggiungendo al reddito determinato
forfetariamente le retribuzioni sostenute per il
personale dipendente, i compensi spettanti ai col- Note:
23 Cfr. T.U.I.R., artt. 86, 88, 89 e 90.
laboratori coordinate e continuativi, i compensi 24 D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, art. 17, comma 2.
per prestazioni di lavoro autonomo occasionale e 25 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 89, comma 1, lett. c).
gli interessi passivi24. 26 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 84, comma 1, lett. a) e art. 85,
comma 6. Tale previsione risulta una novità assoluta per le
Si precisa, infine, che gli enti del Terzo Settore Associazioni di promozione sociale, mentre per le
non commerciali non potranno applicare il Organizzazioni di volontariato, unitamente alle due fattispecie
successive, vede un precedente nelle c.d. attività commerciali e
regime forfetario di cui alla Legge 16 dicembre produttive marginali. Cfr. D.M. 25 maggio 1995.
1991, n. 39825. 27 D.Lgs.3 luglio 2017, n.117, art. 84, comma 1, lett.b) e c).

Tavola n. 2 - Regime forfetario ai fini delle imposte sul reddito


Prest.servizi Altre attività
Scaglioni ricavi Coefficiente reddito Coefficiente reddito
fino € 130.000 7% 5%
da € 130.001 a € 300.000 10% 7%
oltre € 300.000 17% 14%

42 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Le Associazioni di promozione sociale, come accen- dal regime in caso di superamento in corso d’anno del
nato in precedenza, godono anche della decommer- limite previsto.
cializzazione per i corrispettivi specifici derivanti da Da ultimo, anche in questo caso viene precisato che le
attività svolte in diretta attuazione degli scopi istitu- Organizzazioni di volontariato e le Associazioni di
zionali a favore dei propri associati e loro famigliari promozione sociale che optano per il regime forfe-
conviventi oppure nei confronti di associati di altre tario ai fini delle imposte sui redditi sono esclusi
Associazioni che fanno parte di una medesima orga- dall’applicazione degli studi di settore, dei parametri
nizzazione territoriale, nonché per le cessioni anche a e degli indici sistematici di affidabilità.
terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalente- Si noti che con questa disposizione vengono superati i
mente agli associati e loro famigliari conviventi28. precedenti dubbi interpretativi sulla possibilità da
Infine, viene confermata anche l’agevolazione per parte delle Organizzazioni di volontariato di svolgere
la somministrazione di alimenti e bevande operata a attività commerciali che eccedessero i caratteri pre-
favore dei soci e famigliari conviventi, ma solo per visti per quelle marginali33, mentre in relazione alle
Associazioni di promozione sociale le cui finalità Associazioni di promozione sociale viene sostituito il
assistenziali siano riconosciute dal Ministero regime forfetario di cui alla Legge 16 dicembre 1991,
dell’Interno29. n. 398, non più applicabile.
Inoltre, per entrambi gli enti vengono esentati da
imposizione i redditi degli immobili destinati in
via esclusiva allo svolgimento di attività non Note:
28 D.Lgs.3 luglio 2017, n.117, art. 85, commi 1 e2. Il successivo
commerciali30, in quanto non autonomamente comma 3 elenca alcune attività che, invece, per presunzione di
produttivi di reddito. Si tratta di una positiva legge sono sempre considerate commerciali, anche se in possesso
novità che porta a superare la discutibile inter- delle caratteristiche richieste per la decommercializzazione. Si
tratta sostanzialmente della conferma di quanto fino ad oggi
pretazione a suo tempo fornita dall’Agenzia delle previsto per tutti gli enti associativi c.d. agevolati. Cfr. T.U.I.R.,
entrate in relazione agli immobili posseduti dalle art. 148, comma 3.
29 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 85, comma 4.
ONLUS31. 30 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 84, comma 2, e art. 85,
Infine, a queste due tipologie di enti viene riservato comma 7.
un regime forfetario agevolato per le attività com- 31 Cfr. circolare min. 28 dicembre 1999, n. 244/E; risoluzione
min. 10 gennaio 2002, n. 6/E.
merciali ancora più vantaggioso rispetto a quello 32 Tale soglia è soggetta ad autorizzazione da parte della UE e fino al
previsto per la generalità degli enti del Terzo sopraggiungere dell’autorizzazione, o eventuale armonizza-
zione, sarà applicata in regime di deroga. Inoltre, essa va raggua-
Settore, in quanto stabilisce un unico coefficiente gliata al periodo di imposta.
di redditività a prescindere dall’ammontare dei ricavi, 33 In vigenza della Legge 11 agosto 1991, n. 266, l’orientamento
stabilito nella misura dell’1% nel caso delle prevalente era volto a negare questa possibilità. Cfr. P. Ferri e R.
D’Amore, “Le attività commerciali svolte da organizzazioni di
Organizzazioni di volontariato e nella misura del volontariato”, in Corr. Trib., n. 17/2002, pag. 1513.
3% per le Associazioni di promozione sociale. Successivamente, il D.L. 29 novembre 2008, n. 185, art. 30,
comma 5, convertito dalla Legge 28 gennaio 2009, n. 2, aveva
A tale regime forfetario, però, i suddetti enti possono stabilito che le Organizzazioni di volontariato acquisivano di
accedere solo se nel periodo di imposta precedente diritto la qualifica di ONLUS solo a condizione che esse non
abbiano percepito ricavi non superiori a euro svolgessero attività commerciali diverse da quelle marginali
individuate con D.M. 25 maggio 1995, in questa maniera
130.00032. legittimando, seppur indirettamente, anche lo svolgimento di
Qualora tale limite non venga rispettato, si potrà attività commerciali eccedenti i limiti stabiliti dal Decreto sulle
attività marginali. In questo contesto si inseriva anche l’inter-
applicare il regime forfetario illustrato in precedenza. pretazione fornita dalla Conferenza delle Regioni e delle
La stessa disposizione, inoltre, disciplina le modalità di Province autonome nelle linee guida per la gestione dei
esercizio e revoca dell’opzione, durata della mede- Registri del volontariato, nelle quali veniva espresso l’orienta-
mento di ritenere che le Organizzazioni iscritte nei Registri del
sima, trattamento dei componenti positivi e negativi volontariato non potessero in alcun caso svolgere attività pro-
di reddito precedentemente rinviati, nonché delle duttive diverse da quelle marginali individuate dal D.M. 25
maggio 1995. Per un commento cfr. P. Ferri e R. D’Amore,
perdite di precedenti periodi di imposta, fuoriuscita “Per il volontariato ancora dubbi sui limiti di ammissibilità delle
attività commerciali”, in Enti non profit, n. 7/2010, pag. 38.

n. 11-12/2017 43
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Imposte indirette a altre agevolazioni ritiene necessario evidenziare come il rispetto di


Organizzazioni di volontariato ed Associazioni di tali obblighi sia indispensabile al fine del godi-
promozione sociale che applicano il regime forfetario mento delle agevolazioni fiscali loro riservate, con
ai fini delle imposte sui redditi godono anche di esclusione degli enti che applichino il regime
semplificazioni ai fini IVA. forfetario40.
Infatti, sulle operazioni attive non applicano l’im- Fanno eccezione a quanto sopra anche le
posta, sebbene allo stesso tempo non abbiano Organizzazioni di volontariato e le Associazioni di
diritto alla detrazione dell’imposta sulle operazioni promozione sociale che applicano il regime forfetario
passive34. Inoltre, è previsto l’esonero da tutti gli a loro riservato, in quanto esonerate (ai fini fiscali)
obblighi formali normalmente previsti ai fini IVA, dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture
ad eccezioni dell’obbligo di certificazione dei contabili, fermo l’obbligo di conservare i documenti
corrispettivi, che permane unitamente agli obbli- ricevuti ed emessi41.
ghi di numerazione e conservazione dei docu- Si segnala, altresì, che tutti gli enti del Terzo
menti emessi e ricevuti35. Tuttavia, pur Settore non commerciali che effettuino raccolte
trattandosi di un regime naturale al ricorrerne pubbliche occasionali di fondi, anche se applicano
dei presupposti, è prevista la possibilità di optare regimi forfetari, sono in ogni caso tenuti a redi-
per il regime ordinario oppure anche per quello gere specifico rendiconto relativo ad ogni raccolta
forfetario previsto per tutti gli enti del Terzo fondi42.
Settore36.
Osservazioni conclusive
Gli altri enti del Terzo Settore, così come le
Organizzazioni di volontariato ed Associazioni Nonostante l’approvazione del Codice del Terzo
di promozione sociale che non applicano il Settore abbia portato molte novità positive,
regime forfetario ai fini delle imposte sui redditi, prima fra tutte il tentativo di dare una visione
ai fini IVA non godono di alcuna agevolazione e, di sistema del Terzo Settore, limitando l’analisi
pertanto, si troveranno ad applicare il regime agli aspetti fiscali l’obiettivo della razionalizza-
ordinario. zione e semplificazione certamente non si può
Altre agevolazioni sono previste a favore di tutti gli dire conseguito.
enti del Terzo Settore in relazione all’imposta sulle Non solo, infatti, non è stato realizzato l’intento
successioni e donazioni, alle imposte ipotecaria e di armonizzare le molteplici normative esistenti,
catastale, all’imposta di registro, imposta di bollo, non coordinate fra loro e a volte anche sovrappo-
tributi locali, imposta sugli intrattenimenti, tasse ste, ma addirittura sono state introdotte ulteriori e
sulle concessioni governative37, nonché a favore di molteplici regolamentazioni parallele, mante-
coloro che eroghino liberalità verso enti del Terzo nendo sostanzialmente inalterata la disciplina
Settore38.
Tali agevolazioni saranno oggetto di specifici Note:
commenti. 34 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 86, comma 7. Nello stesso
Infine, viene precisato che le disposizioni normative comma ed in quelli successivi sono disciplinate le situazioni
particolari che si possono verificare nell’ambito dell’applica-
attualmente vigenti riferite alle ONLUS si appliche- zione dell’IVA (operazioni intracomunitarie, passaggio dalle
ranno, in quanto compatibili, agli enti del Terzo regole ordinarie di applicazione dell’imposta al regime forfetario
e viceversa, cessazione del regime forfetario ecc.).
Settore non commerciali, ad esclusione delle imprese 35 Rimane salvo l’esonero dagli obblighi di certificazione previsti
sociali39. dal D.P.R. 21 dicembre1996, n. 696, art. 2.
36 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 86, comma 13.
37 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 82.
Requisiti contabili 38 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, artt. 81 e 83.
Sebbene il commento degli adempimenti conta- 39 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 88, comma 7.
bili previsti per gli enti del Terzo Settore non 40 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 87, comma 1.
41 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 86, comma 5.
commerciali non riguardi il presente intervento, si 42 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 87, comma 6.

44 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

fiscale del T.U.I.R. previgente prevista per gli come non risultino certi i momenti di entrata in
enti non commerciali, tanto che l’esplicito rinvio vigore45 di molte disposizioni e manchi una chiara
all’applicazione di tali norme43 è stato criticato regolamentazione del periodo transitorio.
anche dal Consiglio di Stato, il quale giudica il
suddetto rimando generico e foriero di dubbi e
Note:
problemi applicativi, con relativo possibile con- 43 D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 79, comma 1.
tenzioso, mentre ritiene che sarebbe stato oppor- 44 Cons. Stato, 14 giugno 2017, parere n. 1405.
tuno indicare le norme effettivamente applicabili 45 Si segnala, in particolare, che l’efficacia sia del regime forfetario
previsto per la generalità degli enti del Terzo Settore, che di
o, quanto meno, quelle sicuramente non quello riservato ad Organizzazioni di volontariato ed
applicabili44. Associazioni di promozione sociale, è subordinata all’autorizza-
zione della Commissione europea (D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117,
In particolare, poi, non pare rispettato l’indirizzo art. 101, comma 10) e che, a parte alcune eccezioni, la generalità
di qualificare gli enti del Terzo Settore in fun- delle disposizioni relative al regime fiscale degli enti del Terzo
zione delle attività di interesse generale perse- Settore non entrerà in vigore prima del periodo di imposta
successivo a quello di operatività del Registro unico nazionale
guite, prescindendo dalle modalità di del Terzo Settore (D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, art. 104,
svolgimento delle attività. Infine, va evidenziato comma 2).

n. 11-12/2017 45
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Le nuove agevolazioni e forme


di sostegno per gli enti del Terzo
Settore
di Bruno Pagamici

svolgimento con modalità non commerciali di


L’approfondimento attività di interesse generale (art. 81);
Dal fondo per la promozione dell’attività degli enti • la ridefinizione della disciplina delle detrazioni e
del Terzo Settore alle detrazioni per erogazioni deduzioni per le erogazioni liberali in denaro o in
liberali, dal sostegno alle organizzazioni di promo- natura a favore degli enti (art. 83);
zione sociale e di volontariato al social bonus, dai • la nuova disciplina in materia di finanza sociale
titoli di solidarietà al regime fiscale agevolato del concernente i “titoli di solidarietà”, finalizzata a
social lending, dalle detrazioni e deduzioni per favorire il finanziamento ed il sostegno delle attività
erogazioni liberali agli enti del Terzo Settore alle di interesse generale svolte dagli ETS non com-
misure agevolative per favorire gli investimenti di merciali iscritti nell’apposito registro (art. 77);
capitale nelle imprese sociali. Sono queste le princi- • un regime fiscale agevolato per le attività di social
pali misure introdotte dalla Riforma del Terzo Settore lending svolta dai gestori dei portali on line (art. 78);
e dell’impresa sociale per favorire la promozione e il
sostegno del complesso mondo delle imprese non
• misure per favorire l’assegnazione in favore degli
enti di immobili pubblici inutilizzati, per fini isti-
profit.
tuzionali (art. 71).
Riferimenti: A tali agevolazioni si aggiungono le previsioni di cui al
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117, artt. 72, 77, 78, 81, 83 D.Lgs. n. 112 del 3 luglio 20172, che ha riformato la
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112, art. 18 disciplina dell’impresa sociale, con particolare
riguardo alle misure agevolative tese a favorire gli
investimenti di capitale in tali enti.
Per la promozione e il sostegno degli enti non profit, il L’aumento delle detrazioni fiscali dal 26% al 30%per le
Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 3 luglio 2017, donazioni agli ETS, il social bonusper chi dona agli enti
n. 1171) ha previsto principalmente: che recuperano immobili pubblici inutilizzati e le dispo-
• la disciplina dello specifico Fondo istituito per il sizioni di favore su imposte indirette e tributi locali
finanziamento di progetti e attività di interesse gene- entrano in vigore il 1° gennaio 2018. Tutto il resto
rale promossi dagli enti del Terzo Settore (art. 72); della fiscalità di vantaggio dovrà attendere l’autorizza-
• l’istituzione del social bonus, ossia un credito d’im- zione dell’Unione Europea e l’operatività del Registro
posta per le erogazioni liberali in denaro effettuate Unico nazionale del Terzo Settore (RUNTS).
in favore degli Enti del Terzo Settore (ETS) che
abbiano presentato un progetto per sostenere il Bruno Pagamici - Dottore Commercialista in Macerata
recupero degli immobili pubblici inutilizzati e Note:
dei beni mobili e immobili confiscati alla 1 Pubblicato nella G.U. 2 agosto 2017, n. 179, s.o. n. 43, ed entrato
criminalità organizzata, assegnati ai suddetti enti in vigore il 3 agosto 2017.
2 Pubblicato nella G.U. 19 luglio 2017, n. 167, ed entrato in vigore
per essere utilizzati esclusivamente per lo il 20 luglio 2017.

46 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Il finanziamento di progetti e attività Il sostegno alle attività delle ODV e delle APS
di interesse generale nel Terzo Settore Il Codice del Terzo Settore prevede la concessione di
Il Codice del Terzo Settore disciplina un nuovo contributi per la realizzazione di progettualità da parte
strumento finanziario, il Fondo per il finanzia- delle ODV per fare fronte ad emergenze sociali e per
mento di progetti e di attività di interesse generale favorire l’applicazione di metodologie di intervento
degli enti della galassia del non profit, destinato a particolarmente avanzate. I progetti sperimentali
sostenere lo svolgimento di attività di interesse potranno essere realizzati anche attraverso partena-
generale attraverso il sostegno di iniziative e pro- riati con altre ODV ed in collaborazione con gli Enti
getti promossi da Organizzazioni di volontariato locali, ai fini della maggiore efficacia degli stessi.
(ODV), Associazioni di promozione sociale(APS) Per le APS, in ragione della loro natura, la conces-
e fondazioni comprese tra gli ETS iscritti nel sione dei contributi - oltre che per le iniziative
RUNTS. L’obiettivo è agevolare l’attivazione di progettuali finalizzate alla realizzazione di progetti
sinergie nel quadro di un’organica governance mul- elaborati dalle APS, anche in partenariato tra loro e
tilivello, capace di favorire l’integrazione tra le in collaborazione con gli Enti locali - è destinata
diverse fonti di finanziamento disponibili (comu- altresì alla formazione degli associati e più in generale
nitarie, statali e regionali), da convogliare verso al rafforzamento della capacity building.
priorità condivise. La norma prevede che il Il legislatore ha mantenuto in essere per le c.d. asso-
Ministro del lavoro determini annualmente con ciazioni storiche - tutte persone giuridiche
proprio atto di indirizzo gli obiettivi generali, le
aree prioritarie di intervento e le linee di attività
finanziabili nei limiti delle risorse disponibili sul Note:
Fondo e che in attuazione di tale atto di indirizzo 3 Ex artt. 12 e 15 della Legge n.241/1990.
4 Il Fondo sarà articolato in due sezioni: la prima di carattere
le strutture amministrative del predetto Ministero rotativo, la seconda di carattere non rotativo; per l’anno 2017
individuino, all’esito delle procedure a tal fine la dotazione della seconda sezione del Fondo è stata incrementata
di 40 milioni di euro e di 20 milioni di euro annui a decorrere
necessarie3, i soggetti attuatori degli interventi dall’anno 2018, salvo che per l’anno 2021 per il quale è stata
finanziabili attraverso le risorse disponibili4. incrementata di 3,9 milioni di euro.

Tavola n. 1 - Il Fondo per il finanziamento di progetti e attività nel Terzo Settore


• Il Fondo per il finanziamento sostiene lo svolgimento di attività di interesse generale anche
attraverso reti associative per progetti di ODV, APS e fondazioni iscritte al RUNTS e in
particolare:
– sostegno alle attività delle ODV;
– sostegno alle attività delle APS;
– contributi per l’acquisto di autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali.
Continuano ad essere finanziate le c.d. APS storiche.
Gli obiettivi, le aree di intervento, e le linee di attività finanziabili sono definite dal Ministero del
Lavoro.
• Il Codice del Terzo Settore conferma le disposizioni di finanziamento di particolari tipologie di
organizzazioni, sistematizzandone i criteri.
• Permangono gli obblighi di rendicontazione puntuale per le attività finanziate.
• Annualmente, un atto di indirizzo del Ministro del lavoro determinerà gli obiettivi e le altre
caratteristiche per il finanziamento; entro un anno dall’entrata in vigore del Codice (avvenuta il
3 agosto 2017), un Decreto del Ministro del lavoro statuirà le modalità di attuazione per
ottenere i contributi per autoambulanze, autoveicoli per attività sanitarie e per gli altri beni
strumentali.

n. 11-12/2017 47
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

privatizzate, ENS (Ente nazionale sordi), ANMIL I titoli di solidarietà che possono essere sono:
(Associazione nazionale mutilati invalidi del lavoro), • obbligazioni ed altri titoli di debito, non subordi-
UICI (Unione italiana ciechi e ipovedenti), UNMS nati, non convertibili e non scambiabili, che non
(Unione nazionale mutilati per servizio), ANMIC conferiscono il diritto di sottoscrivere o acquisire
(Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) - il altri tipi di strumenti finanziari e non sono collegati
finanziamento delle attività istituzionali di promo- ad uno strumento derivato;
zione e integrazione sociale degli aderenti, apparte- • certificati di deposito consistenti in titoli indivi-
nenti a categorie particolarmente meritevoli di tutela, duali non negoziati nel mercato monetario.
già disposto ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. a), della Alle obbligazioni ed agli altri titoli di debito si appli-
Legge n.476/1987, nella misura indicata all’art. 1 cano le disposizioni legislative e regolamentari in
comma 2, della Legge n. 438/1998 (si tratta di un materia di strumenti finanziari di cui al D.Lgs.
finanziamento complessivo di 2.580.000 euro da n. 58/1998, e relative disposizioni attuative. Ai cer-
ripartirsi in parti uguali tra tutti i suindicati enti). tificati di deposito, consistenti in titoli individuali non
A fronte di tale finanziamento, dovrà essere trasmesso negoziati nel mercato monetario, si applicano le
all’amministrazione erogatrice del contributo, entro disposizioni in materia di trasparenza bancaria di cui
un anno dalla erogazione, il rendiconto sull’utilizzo al D.Lgs. n. 385/1993.
del beneficio ricevuto per l’anno precedente. Il livello di remunerazione che devono garantire le
obbligazioni e gli altri titoli di debito deve essere pari
I titoli di solidarietà al maggiore tra:
Le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie • il tasso di rendimento lordo annuo di obbligazioni
autorizzate ad operare in Italia, in osservanza delle dell’emittente, aventi analoghe caratteristiche e
previsioni del Testo Unico delle leggi in materia durata, collocate nel trimestre solare precedente
bancaria e creditizia (T.U.B.), potranno emettere la data di emissione dei titoli di solidarietà, e
obbligazioni e altri titoli di debito nonché certificati • il tasso di rendimento lordo annuo dei Titoli di
di deposito, con l’obiettivo di sostenere le attività Stato con vita residua similare a quella dei titoli di
istituzionali degli ETS. solidarietà.
Su tali titoli le banche emittenti non potranno appli- Il livello di remunerazione che devono garantire i
care le commissioni di collocamento, con l’obbligo di certificati di deposito deve essere pari al maggiore tra:
destinare l’intera raccolta effettuata attraverso l’emis- • il tasso rendimento lordo annuo di certificati di
sione dei titoli agli ETS, tenendo conto degli obiettivi deposito dell’emittente, aventi analoghe caratteri-
di solidarietà sociale perseguiti. Una quota pari stiche e durata, emessi nel trimestre solare prece-
almeno allo 0,6% della raccolta potrà essere devoluta dente la data di emissione dei titoli di solidarietà e
a titolo di liberalità agli ETS con assegnazione alla • il tasso di rendimento lordo annuo dei Titoli di
banca emittente, in questo caso, di un credito d’im- Stato con vita residua similare a quella dei titoli di
posta pari al 50% della stessa erogazione liberale5. Gli solidarietà.
interessi, i premi ed ogni altro provento derivante dai Sia con riferimento alle obbligazioni ed agli altri titoli
titoli di cui sopra saranno assoggettati al medesimo di debito, sia con riferimento ai certificati di deposito,
regime fiscale previsto per i Titoli di Stato, ai quali gli emittenti potranno anche applicare un tasso
non si applica la disciplina antielusiva che comporta la
sterilizzazione dalla base di computo dell’Aiuto alla
Crescita Economica (ACE)6. Note:
I titoli inoltre non concorrono alla formazione del- 5 L’efficacia della disposizione concernente il credito d’imposta del
50% a favore degli emittenti titoli di solidarietà, è subordinata
l’attivo ereditario soggetto ad imposta di successione all’autorizzazione della Commissione europea, richiesta a cura del
e non rilevano ai fini della determinazione dell’im- Ministero del Lavoro, previa notifica della misura ai sensi dell’art.
108, par.3 del Trattato UE (come previsto dalle norme di attua-
posta di bollo dovuta per le comunicazioni relative ai zione di cui all’art. 101, comma 10, del Codice).
depositi titoli. 6 Art.1, comma 6-bis,D.L. n. 201/2011.

48 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

inferiore rispetto al maggiore tra i due tassi di rendi- consente l’applicazione delle disposizioni di favore
mento sopra indicati, a condizione che si riduca sinteticamente esposte nella Tavola n. 2.
corrispondentemente il tasso di interesse applicato Il legislatore ha inoltre istituito l’obbligo per gli
sulle correlate operazioni di finanziamento. Le emittenti di comunicare, entro il 31 marzo di ogni
modalità attraverso le quali il minore onere della anno, all’Organismo di vigilanza del Terzo Settore, il
raccolta si riverbera sui minori ricavi degli impieghi, valore delle emissioni di titoli di solidarietà effettuate
dovranno essere precisate nel Decreto attuativo della nell’anno precedente, le erogazioni liberali impe-
norma primaria. gnate a favore degli ETS e gli importi erogati a titolo
Le erogazioni a titolo di liberalità effettuate dagli di liberalità specificando l’ente beneficiario e le ini-
emittenti sono funzionali al sostegno di attività isti- ziative sostenute e gli importi impiegati specificando
tuzionali dell’ente, ritenute meritevoli sulla base di un le iniziative oggetto di finanziamento. Le modalità
progetto predisposto dai richiedenti, che gli stessi attuative delle predette disposizioni verranno stabilite
emittenti devono valutare secondo i parametri che con Decreto del Ministro dell’Economia e delle
verranno specificati nel previsto Decreto attuativo di Finanze di natura regolamentare.
futura emanazione.
Gli emittenti sono inoltre obbligati a destinare Il regime fiscale del social lending
una somma pari all’intera raccolta effettuata attra- Il regime fiscale del c.d. social lending7 è stato disci-
verso l’emissione dei titoli di solidarietà (al netto plinato dal Codice al fine di favorire la raccolta di
dell’erogazione liberale di cui sopra) ad impieghi a capitale da parte degli ETS assoggettando, per il
favore degli ETS, per garantire il sostegno finan- tramite di una ritenuta a titolo d’imposta, la remu-
ziario ad iniziative istituzionali realizzate dagli nerazione del capitale al medesimo trattamento fiscale
stessi enti. previsto per i Titoli di Stato.
Il rispetto delle suddette previsioni, cioè l’erogazione
di una liberalità e l’utilizzo della raccolta al finanzia-
mento delle iniziative istituzionali degli ETS, Nota:
7 Di cui alla sezione IX del Provvedimento della Banca d’Italia,
emanato l’8 novembre 2016, recante disposizioni per la raccolta
del risparmio dei soggetti diversi dalle banche.
Tavola n. 2 - I vantaggi offerti dai titoli di solidarietà
• I titoli di solidarietà non rilevano ai fini del computo delle contribuzioni dovute dai soggetti
sottoposti alla vigilanza della Consob.
• Gli interessi, i premi ed ogni altro provento di cui all’art. 44 del T.U.I.R. e i redditi diversi di cui
all’art. 67, comma 1, lett. c-ter) del medesimo relativi ai titoli di solidarietà quali le obbligazioni
e gli altri titoli di debito, nonché i certificati di deposito, sono soggetti al regime fiscale previsto
per i medesimi redditi relativi a Titoli di Stato, ivi inclusa l’applicazione delle disposizioni di cui
al D.Lgs. n. 239/1996 per le obbligazioni e gli altri titoli di debito (ritenuta a titolo d’imposta
del 12,5%).
• Agli emittenti, è riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% delle erogazioni liberali in danaro
effettuate a favore degli ETS a compensazione della disapplicazione di ogni commissione di
collocamento sui titoli di solidarietà.
• Gli acquisti dei titoli di solidarietà non rilevano ai fini della previsione antielusiva che
comporta la sterilizzazione dalla base di computo dell’ACE, exart. 1, comma 6-bis del D.L.
n. 201/2011.
• I titoli di solidarietà non concorrono alla formazione dell’attivo ereditario soggetto ad imposta di
successione.
• I titoli di solidarietà non rilevano ai fini della determinazione dell’imposta di bollo dovuta per le
comunicazioni relative ai depositi titoli.

n. 11-12/2017 49
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

In particolare, il Codice del secondo la quota capitale e la


Terzo Settore prevede che i sog- La novità quota interessi spettante. In
getti gestori dei portali online, Il Codice del Terzo Settore ha previsto la caso di morosità di uno o più
che intervengono nel paga- tassazione agevolata (12,50%) per chi richiedenti, la società interme-
mento degli importi percepiti presta fondi tramite portali on line di diaria attiva i programmi di
dai soggetti che prestano fondi social lending recupero credito a nome di
attraverso tali strumenti, tutti i prestatori coinvolti.
dovranno operare sugli stessi importi una ritenuta a Attualmente, tra gli investitori non ci sono più solo
titolo di imposta8, con l’aliquota prevista per i Titoli privati: la forma base di P2P (da privato a privato) si è
di Stato (12,5%). andata evolvendo, sia verso forme P2B (da privati a
Inoltre, per i soggetti che non svolgono attività d’im- imprese), sia verso forme in cui a investire sono fondi.
presa, gli importi percepiti attraverso i portali costi-
Le detrazioni e deduzioni per erogazioni liberali
tuiscono redditi di capitale ai sensi dell’art. 44, comma
agli ETS
1, lett. a) del T.U.I.R. Le modalità attuative delle
Il Codice del Terzo Settore, con l’art. 83, ha intro-
predette disposizioni verranno stabilite con Decreto
dotto una disciplina unitaria per le deduzioni e detra-
del Ministro dell’Economia e delle Finanze di natura
zioni previste per chi effettua erogazioni liberali a
regolamentare.
favore degli ETS non commerciali e altresì delle
Il social lending (da to lend, prestare, noto anche in
cooperative sociali, con particolari ed ulteriori van-
inglese come peer-to-peer lending, spesso abbreviato in
taggi qualora l’erogazione sia effettuata a favore delle
P2P lending e in italiano come prestito tra privati) si
ODV. Resta inteso che le erogazioni liberali
definisce un prestito personale erogato da privati ad
dovranno essere esclusivamente destinate allo svolgi-
altri privati su internet (anche se tale canale sta sempre
mento delle attività istituzionali (non commerciali)
più evolvendo come strumento di finanziamento di
degli enti e che una diversa destinazione può con-
micro e piccole imprese). L’operatività si svolge sui
durre a riqualificare l’ente come commerciale nonché
siti di aziende di social lending, senza passare quindi
a verificare i presupposti per la cancellazione dal
attraverso i canali tradizionali rappresentati da società
RUNTS.
finanziarie e banche.
In particolare, il legislatore ha istituito una detrazione
Il social lending, una forma di prestito riconducibile ai
dall’IRPEF pari al 30% degli oneri sostenuti dal
prestiti personali non finalizzati, è una delle tipologie
contribuente per le erogazioni liberali in danaro
più utilizzate di credito al consumo, che non preve-
effettuate con modalità tracciabili o in natura, a favore
dono garanzie a protezione del prestatore contro il
degli ETS non commerciali (art. 79), per un importo
rischio di default.
complessivo dell’erogazione non superiore a 30.000
Con il social lending, chi presta denaro e chi lo riceve
euroin ciascun periodo di imposta. Si tratta di una
mediamente percepisce o paga teoricamente a parità
disposizione che, rispetto a quanto indicato nella
di condizioni, una quota di interessi più favorevole
normativa previgente, incrementa in modo signifi-
rispetto a quella proposta dalle istituzioni finanziarie
cativo il vantaggio a favore dei soggetti che hanno
tradizionali. Ciò è possibile perché i costi di interme-
effettuato erogazioni in denaro a favore delle
diazione sono competitivi, in quanto il prestatore e il
ONLUS, delle iniziative umanitarie, religiose o lai-
richiedente (il contraente del prestito) vengono messi
che, gestite da fondazioni, associazioni, comitati ed
in relazione diretta e le aziende intermediarie, ope-
enti individuati con Decreto del presidente del con-
rando su web con servizi altamente automatizzati,
siglio dei ministri, nei Paesi non appartenenti
hanno costi di gestione ridotti.
Il richiedente restituisce il prestito con una rata men-
sile, normalmente per addebito diretto su conto cor-
Nota:
rente bancario. Sarà poi compito dell’intermediario 8 Secondo le previsioni dell’art. 26, comma 4 del D.P.R. n. 600/
di social lending redistribuire la rata ai prestatori 1973.

50 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

all’OCSE (nella previgente normativa di riferimento comunque onere del soggetto erogante, in via pre-
l’aliquota di detrazione era del 26%) o erogazioni a ventiva rispetto alla fruizione della detrazione o dedu-
favore di fondazioni operanti nel settore musicale e zione, verificare presso il RUNTS se l’ente
delle associazioni di promozione sociale (per le quali beneficiario abbia prodotto la citata dichiarazione o
nella previgente normativa era prevista un’aliquota acquisire da quest’ultimo un’attestazione in tal senso.
del 19%). I soggetti che effettuano erogazioni liberali con le
La detrazione è, peraltro, elevabile al 35% per le modalità sopra indicate non potranno cumulare la
erogazioni a favore delle ODV iscritte nell’apposita deducibilità o detraibilità con ogni altra agevolazione
sezione del RUNTS. fiscale prevista a titolo di deduzione o di detrazione di
È stata inoltre prevista una deduzione nei limiti del imposta da altre disposizioni di legge, a fronte delle
10% del reddito complessivo dichiarato da enti e medesime erogazioni.
società o da persone fisiche. La disposizione si ricol- Dall’imposta lorda si potrà detrarre un importo pari al
lega alle erogazioni liberali in danaro effettuate con 19% dei contributi associativi per un importo supe-
modalità tracciabili ed a quelle in natura. In questa riore a 1.300 euro versati dai soci alle società di mutuo
circostanza la disposizione assegna un vantaggio ulte- soccorso che operano esclusivamente nei settori di
riore rispetto a quanto indicato all’art. 14 del D.L. cui all’art. 1 della Legge n. 3818/1886, al fine di
n. 35/2005 che limitava l’erogazione a 70.000 euro. assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di
Nel caso in cui la deduzione sia di ammontare supe- impotenza al lavoro o di vecchiaia, ovvero, in caso di
riore al reddito complessivo dichiarato, diminuito di decesso, un aiuto alle loro famiglie.
tutte le deduzioni, l’eccedenza potrà essere compu-
tata dal donante in aumento dell’importo deducibile Il social bonus
dal reddito complessivo dei periodi di imposta suc- Il legislatore della Riforma ha previsto un credito
cessivi, ma non oltre il quarto, fino a concorrenza del d’imposta pari al 65% e al 50% a favore rispettiva-
suo ammontare. Questa disposizione assolve allo mente, di persone fisiche ed enti o società, che
scopo di salvaguardare la possibilità di mantenere il effettuano erogazioni liberali in denaro eseguite
beneficio conseguente all’erogazione liberale per con modalità tracciabili a vantaggio degli ETS non
quei soggetti che non presentano un reddito capiente commerciali che hanno presentato al Ministero del
rispetto all’importo donato nel periodo d’imposta in Lavoro un progetto per sostenere il recupero degli
cui avviene l’erogazione liberale. immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili e
Le tipologie dei beni in natura che daranno diritto alla immobili confiscati alla criminalità organizzata, asse-
predetta detrazione o alla deduzione d’imposta, gnati ai suddetti ETS. Il bene oggetto del bonus deve
nonché i criteri e le modalità di valorizzazione delle essere fruito in via prevalente per l’esercizio delle
predette liberalità, verranno individuati con apposito attività istituzionali dell’ente (di cui all’art. 5 del
Decreto del Ministro del lavoro, di concerto con il Codice).
Ministro dell’Economia e delle Finanze. In relazione a tali erogazioni non è possibile il cumulo
Con riferimento a tutte le suddette erogazioni, il con le disposizioni del Codice che prevedono detra-
Codice (art. 83) richiede che l’ente beneficiario zioni e deduzioni per erogazioni liberali (art. 83) o
dichiari, al momento dell’iscrizione nel RUNTS, con agevolazioni fiscali previste a titolo di deduzione
di qualificarsi come ente non commerciale (sono o detrazione di imposta da altre disposizioni di legge.
escluse da questo obbligo le cooperative sociali). La Il social bonus spetta per le erogazioni a favore di ETS in
perdita dei requisiti relativi a questa qualifica deve senso ampio, ricomprendendo quindi anche le
essere comunicata dal rappresentante legale dell’ente imprese sociali. Al fine di evitare profili di
presso il suddetto registro entro 30 giorni dalla chiu- incompatibilità comunitaria, l’assegnazione del
sura del periodo di imposta in cui detta circostanza si è beneficio fiscale viene assoggettato alla condizione
verificata, a pena di un’apposita sanzione ammini- che l’immobile sia dedicato in via esclusiva allo
strativa di natura tributaria da 500 a 5.000euro. Sarà

n. 11-12/2017 51
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

svolgimento di attività di interesse generale di natura erogazioni liberali ricevute nel trimestre di riferi-
non commerciale. mento. I beneficiari dovranno altresì dare pub-
Relativamente ai soggetti eroganti si prevede che il blica comunicazione di tale ammontare, nonché
credito può essere fruito da enti o società, senza fare della destinazione e dell’utilizzo delle erogazioni
riferimento alla loro soggettività ai fini dell’IRES, in stesse, tramite il proprio sito web istituzionale,
modo tale da assicurare il beneficio anche alle società nell’ambito di una pagina dedicata e facilmente
di persone e agli altri enti tassati per trasparenza. individuabile, e in un apposito portale, gestito dal
Il credito d’imposta spettante va ripartito in 3 quote medesimo Ministero, in cui ai soggetti destinatari
annuali di pari importo ed è riconosciuto alle persone delle erogazioni liberali sono associate tutte le
fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% informazioni relative allo stato di conservazione
del reddito imponibile ed ai soggetti titolari di reddito del bene, gli interventi di ristrutturazione o riqua-
d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui. Il lificazione eventualmente in atto, i fondi pubblici
bonus, che può essere utilizzato in compensazione assegnati per l’anno in corso, l’ente responsabile
(art. 17, D.Lgs.n. 241/1997) sia dai titolari del reddito del bene, nonché le informazioni relative alla
di impresa, sia dalle persone fisiche e degli enti che fruizione, in via prevalente, per l’esercizio delle
non esercitano attività commerciali, non rileva ai fini attività istituzionali.
della base imponibile delle imposte sui redditi e
dell’IRAP. Le misure fiscali e di sostegno economico
Il legislatore ha prescritto degli obblighi a carico per le imprese sociali
dei soggetti beneficiari delle erogazioni liberali In sintonia con quanto previsto dalla delega, l’art. 18
effettuate per la realizzazione di interventi di del D.Lgs. n. 112/2017 ha introdotto importanti
manutenzione, protezione e restauro dei beni misure fiscali e di sostegno economico volte alla
stessi, i quali devono comunicare trimestralmente promozione e allo sviluppo dell’impresa sociale,
al Ministero del Lavoro l’ammontare delle

Tavola n. 3 - Il social bonus


Credito d’imposta per persone fisiche e aziende per recupero da parte di ETS di
immobili pubblici inutilizzati e beni mobili e immobili confiscati alla
Cos’è
criminalità organizzata e da questi enti utilizzati per lo svolgimento delle
attività di interesse generale con modalità non commerciali.
Credito di imposta:
- del 65% per le erogazioni liberali effettuate da persone fisiche nei limiti del
15% del reddito imponibile;
Misura
- del 50% per le erogazioni effettuate da soggetti IRES nei limiti del 5 per mille
dei ricavi annui.
Il credito di imposta deve essere ripartito in 3 quote annuali di pari importo.
Obblighi e divieti Obbligo di rendicontazione e di aggiornamento dello stato di avanzamento
degli interventi sui beni.
Entrata in vigore A partire dal 1° gennaio 2018.
Cosa manca alla Occorre attendere il Decreto del Ministro del lavoro, di concerto con il
norma per essere Ministro dell’interno, il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministro
operativa dei beni e delle attività culturali e del turismo che individuerà le modalità di
attuazione delle agevolazioni e le procedure per l’approvazione dei progetti
di recupero finanziabili.

52 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

colmando in tal modo le lacune emerse dall’applica- quello dell’esercizio sociale in cui gli utili e gli avanzi
zione della normativa previgente9. di gestione sono stati prodotti.
Poiché quella di impresa sociale è una qualifica nor- Inoltre, l’impresa sociale che deve svolgere in via
mativa che può essere assunta da diverse tipologie di stabile e principale, ossia pari almeno il 70% dei ricavi
enti, di conseguenza i relativi redditi sono determinati complessivi, un’attività d’impresa di interesse gene-
secondo le norme tributarie ordinariamente applica- rale nei settori indicati dalla normativa. Da ciò con-
bili alle diverse tipologie di enti che possono assumere segue che l’ente in questione potrà finanziarsi anche
la qualifica di impresa sociale. mediante lo svolgimento di attività diverse da quelle
Le imprese sociali sono caratterizzate da alcune di interesse generale, purché i relativi ricavi non
peculiarità di cui si deve tenere conto per delinearne eccedano la soglia del 30%. Al riguardo, va precisato
il trattamento fiscale, considerato che dopo la che anche questi proventi sono esclusi dalla tassazione
Riforma la nuova disciplina fiscale si presenta più ai fini delle imposte dirette, nella misura in cui l’im-
articolata rispetto a quella precedente. presa proceda a reinvestirli nelle suddette modalità.
Un altro elemento caratterizzante, tutt’altro che
Le detrazioni a favore delle persone fisiche
secondario, riguarda l’obbligo dell’impresa sociale
Il legislatore ha previsto una serie di misure agevola-
di destinare i propri utili o avanzi di gestione allo
tive a vantaggio delle imprese sociali, volte a favorire
svolgimento dell’attività statutaria o a incremento del
gli investimenti di capitale, per evitare di penalizzare
patrimonio, con una limitata possibilità di distribu-
eccessivamente tali enti rispetto alle società lucrative
zione ai soci.
che non soggiacciono ai limiti di remunerazione del
capitale10.
La detassazione degli utili e degli avanzi
La disposizione è rivolta sostanzialmente ad incenti-
di gestione
vare gli investitori delle imprese sociali con agevola-
Gli utili e gli avanzi di gestione delle imprese sociali
zioni fiscali. Infatti, è previsto che dall’imposta lorda
non costituiscono reddito imponibile ai fini delle
sul reddito delle persone fisiche si detrae un importo
imposte dirette qualora vengano destinati, con chiaro
pari al 30% della somma investita dal contribuente nel
riscontro dalle scritture contabili obbligatorie, ad
capitale sociale di una o più società, incluse quelle
apposita riserva indivisibile in sospensione d’imposta
cooperative, che abbiano acquisito la qualifica di
in sede di approvazione del bilancio dell’esercizio in
impresa sociale successivamente alla data di entrata
cui sono stati conseguiti e risultino effettivamente
in vigore del D.Lgs. n. 112/2017 e siano costituite da
destinati - entro il secondo periodo d’imposta suc-
non più di 36 mesi dalla medesima data.
cessivo a quello di conseguimento - allo svolgimento
L’ammontare, in tutto o in parte, non detraibile nel
dell’attività statutaria o a incremento del patrimonio,
periodo d’imposta di riferimento può essere detratto
nonché al versamento del contributo per l’attività
nei periodi d’imposta successivi, ma non oltre il terzo.
ispettiva (art. 15 del Codice). Seppure in linea di
L’investimento massimo detraibile non può
principio siano pertanto imponibili gli utili e gli
avanzi di gestione distribuiti sotto qualsiasi forma,
Note:
tale regola, per effetto delle disposizioni introdotte
9 Anche se le agevolazioni fiscali di cui all’art. 18 non costitui-
dal legislatore della Riforma, prevede un’eccezione scono Aiuti di Stato poiché motivate da evidenti profili di
in quanto viene stabilito che non concorrono alla simmetria fiscale tra divieto di distribuire utili e non
determinazione del reddito imponibile, ai fini delle imponibilità degli stessi, sono state tuttavia prudenzialmente
subordinate all’autorizzazione della Commissione europea,
imposte dirette, gli utili e gli avanzi di gestione richiesta a cura del Ministero del Lavoro ai sensi dell’art. 108,
destinati ad aumento gratuito del capitale sociale, paragrafo 3 del Trattato UE.
10 L’individuazione delle modalità di attuazione delle agevolazioni
sottoscritto e versato dai soci, nei limiti delle varia- previste dai commi 3 (detrazioni IRPEF), 4 (deduzioni IRES) e
zioni dell’indice nazionale generale annuo dei prezzi 5 (disposizioni a favore delle fondazioni) dell’art. 18 è stata
demandata a un Decreto del Ministro del Lavoro, da adottare
al consumo per le famiglie di operai e di impiegati, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 112/
calcolate dall’Istatper il periodo corrispondente a 2017 (avvenuta il 20 luglio 2017).

n. 11-12/2017 53
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di “queste ultime hanno con maggiore facilità (stante
1 milione di euro e, per assicurarne la stabilità, la la base personale che, al pari delle società, le con-
norma prevede che lo stesso debba essere mantenuto traddistingue) la possibilità di acquisire per trasforma-
per almeno 3 anni. zione la forma societaria qualora intendano avvalersi
L’eventuale cessione, anche parziale, dell’investi- di capitale di rischio, e usufruire delle agevolazioni in
mento, prima del decorso dei 3 anni, comporta la esame”.
decadenza dal beneficio e l’obbligo, per il contri-
La disapplicazione di norme tributarie
buente, di restituire l’importo detratto, insieme agli
Alle imprese sociali non si applicano le norme in materia
interessi legali.
di società di comodo (art. 30, Legge n.724/1994) e di
Le deduzione a favore dei soggetti IRES società in perdita sistematica (art. 2, commi da 36-decies a
L’investimento nel capitale delle imprese sociali è 36-duodecies del D.L. n. 138/ 2011, convertito dalla
incentivato anche nei confronti dei soggetti IRES, Legge n.148/2011), gli studi di settore (art. 62-bis del
attraverso la previsione di una deduzione dalla base D.L. n. 331/1993, convertito dalla Legge n.427/1993),
imponibile. i parametri (art. 3, commi da 181 a 189, della Legge
La norma, infatti, stabilisce che non concorre alla n.549/1995), nonché gli indici sintetici di affidabilità
formazione del reddito dei soggetti passivi dell’impo- (art. 7-bis, D.L. n. 193/2016, convertito, con modifi-
sta sul reddito delle società il 30% della somma inve- cazioni dalla Legge n.225/2016).
stita nel capitale sociale di una o più società, incluse Le suddette disposizioni, costituendo norme di carat-
quelle cooperative, che abbiano acquisito la qualifica tere antielusivo e di valutazione della normale
di impresa sociale successivamente alla data di entrata capacità economica per soggetti che agiscono con
in vigore del D.Lgs. n. 112/2017 e siano costituite da finalità lucrativa, non sembrano infatti adattabili alla
non più di 36 mesi dalla medesima data. situazione di soggetti che agiscono con una logica
L’investimento massimo deducibile non può ecce- economica, improntata però a finalità di interesse
dere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di 1,8 generale, la salvaguarda delle quali è già affidata ad
milioni di euro e deve essere mantenuto per almeno 3 altre norme più calibrate alla fattispecie (si pensi, ad
anni. L’eventuale cessione, anche parziale, prima del esempio, alle presunzioni di indiretta distribuzione
decorso di tale termine, comporta la decadenza dal degli utili).
beneficio e il recupero a tassazione dell’importo
Le altre agevolazioni
dedotto. Sull’imposta non versata per effetto della
Sempre con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle
deduzione non spettante sono dovuti gli interessi
imprese sociali, il legislatore ha apportato una serie di
legali.
significative modifiche al Testo Unico in materia di
Le disposizioni a favore delle fondazioni intermediazione finanziaria (D.Lgs. n. 8/1998), in
Per non determinare una disparità di trattamento tra modo che:
le imprese sociali costituite in forma societaria e quelle • le imprese sociali possano accedere alla raccolta di
costituite in forma non societaria, il legislatore ha capitali di rischio attraverso portali telematici;
esteso le agevolazioni previste per le persone fisiche • le imprese sociali vengano inserite nel novero dei
e i soggetti IRES anche alle imprese sociali costituite soggetti per i quali le offerte al pubblico, condotte
in forma di fondazione. esclusivamente attraverso uno o più portali per la
Tali benefici, invece, non si applicano alle imprese raccolta di capitali, possono essere finalizzate attra-
sociali costituite in forma di associazione. verso la sottoscrizione di strumenti finanziari
L’esclusione è giustificata dalla circostanza che emessi dai suddetti soggetti.

54 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

La disciplina dell’impresa
sociale nel percorso
della riforma
di Roberto Randazzo, Giuseppe Taffari e Emiliano Giovine

ex lege, la possibilità, per l’imprenditoria sociale ita-


L’approfondimento liana, di intraprendere un nuovo percorso nell’am-
Ampliamento dei campi di attività; possibilità di bito del Terzo settore. Tanto è durata la fase di
ripartire, seppure in forma limitata, gli utili e gli applicazione e di metabolizzazione delle criticità
avanzi di gestione; introduzione di misure fiscali insite nel D.Lgs. n. 155/2006, emerse con chiarezza
agevolative per chi investe nel capitale sociale delle dalla marginalità delle imprese sociali ex lege all’in-
imprese sociali; possibilità di accedere a forme di terno del mondo del Terzo Settore, visto il noto
raccolta di capitale di rischio tramite portali on line. esiguo numero all’interno dei registri speciali istituiti
Sono alcune delle novità introdotte dal D.Lgs. 3 luglio presso le Camere di Commercio2. Le ragioni dello
2017, n. 112 dedicato all’impresa sociale. scarso successo dell’impresa sociale ex lege sono
diverse ed ampiamente commentate3. Ciò che in
Riferimenti questa sede preme evidenziare sono, da un lato, gli
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112
aspetti che, in sede di lavori preparatori e Legge
Legge 6 giugno 2016, n. 106
delega, hanno alimentato forti speranze di cambia-
mento e, dall’altro, l’applicazione concreta di tali
aspetti in fase di decretazione.
L’impresa sociale all’interno del percorso Il testo della delega tratteggiava i principi di una
di riforma1 riforma che avrebbe interessato, sotto diversi aspetti,
Il D.Lgs. n. 112/2017 sulla “Revisione della disci- la complessa galassia del Terzo Settore con particolare
plina in materia di impresa sociale, a norma dell’art. 2, riferimento a: (i) la revisione della disciplina del titolo
comma 2, lett. c) della Legge 6 giugno 2016, n. 106” II del libro primo del Codice civile, (ii) il riordino
rappresenta indubbiamente uno dei passaggi più della disciplina speciale e delle altre disposizioni
attesi, ma anche più dibattuti della riforma del vigenti relative agli enti del Terzo Settore, compresa
Terzo Settore. Prima di analizzarne gli aspetti salienti
e provare a comprenderne la concreta portata inno- Roberto Randazzo - Avvocato (R&P Legal -Milano)
vativa, soprattutto a fronte dell’ormai abrogato D. Giuseppe Taffari - Avvocato (R&P Legal -Milano)
Emiliano Giovine - Avvocato (R&P Legal - Torino)
Lgs. n. 155/2006, vale la pena tratteggiare breve-
Note:
mente il percorso di riforma all’interno del quale si 1 Alla redazione del presente contributo ha partecipato anche
inserisce la nuova disciplina sull’impresa sociale. l’avvocato Anna Daina, dello Studio R&P Legal
Con l’approvazione della Legge n. 106/2016 2 Come emerge dal rapporto di Iris Network, L’impresa sociale in
Italia: identità e sviluppo in un quadro di riforma del 2014, a cura di
“Delega al Governo per la riforma del Terzo P. Venturi e F. Zandonai, le imprese sociali ex lege iscritte nei
Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del registri speciali delle Camere di Commercio, al 31 dicembre
2013, erano 774.
servizio civile universale”, si concretizza, a distanza 3 R. Randazzo, G. Taffari, “Impresa sociale: che fare?”, in
di un decennio dall’introduzione dell’impresa sociale Cooperative ed Enti non Profit, n. 6/2013.

n. 11-12/2017 55
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

la disciplina tributaria, (iii) la revisione della disciplina all’utilizzo di questa qualifica, quali ad esempio la
in materia di impresa sociale, (iv) la revisione della ricerca scientifica.
disciplina in materia di servizio civile nazionale. Altra tematica che ha generato non poche discussioni -
Il legislatore dedica un intero articolo alla disciplina e che ha visto fronteggiarsi nel corso degli anni i
dell’impresa sociale all’interno del testo della legge, sostenitori delle diverse argomentazioni - è il tanto
precisando quali sono, i principi ed i criteri di cui si annoso tema della distribuzione dei dividendi. Il
dovrà tener conto in sede di approvazione dei Decreti D.Lgs. 155/2006 concepiva, infatti, l’impresa sociale
legislativi. come un soggetto caratterizzato da un divieto assoluto
Vedremo ora, nei paragrafi successivi, come i segnali di distribuzione degli utili, sia diretto che indiretto, a
espressi in sede della Legge delega sono stati poi prescindere dalla forma giuridica assunta dall’impresa.
concretamente messi in pratica in sede di Decreto Sul punto, l’art. 3 non lasciava spazio ad alcuna inter-
legislativo. pretazione in quanto stabiliva come “l’organizzazione
che esercita un’impresa sociale ha l’obbligo di destinare
Profili applicativi e criticità emerse gli utili e gli avanzi di gestione allo svolgimento
Prima di entrare nel merito delle previsioni contenute dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio”.
nel D.Lgs. n. 112/2017 è opportuno effettuare una, Ciò impediva chiaramente la possibilità di attrarre
seppur breve, analisi introduttiva al fine di eviden- investimenti privati, aprendo dei canali di finanzia-
ziare le ragioni che hanno fatto emergere la necessità mento alternativi; nel corso degli anni è tuttavia
imprescindibile di una riforma che desse finalmente maturata la consapevolezza che tale divieto potesse
una ragion d’essere all’impresa sociale ex lege. essere attenuato considerato che, alla luce dei nume-
È vero che il contesto all’interno del quale ci si rosi presidi che tutelano la struttura e le finalità delle
muove è mutato rispetto al 2005 - anno di imprese sociali, non vi era il rischio che l’impresa
approvazione della Legge 118 - ma è altrettanto potesse prendere delle derive di carattere capitali-
vero che gli argomenti che hanno alimentato in stico-finanziario.
questi anni il dibattito sull’impresa sociale sono Il Decreto tiene conto delle istanze emerse, dando
sempre stati i medesimi, ovvero: (i) settori di seguito anche alle indicazioni contenute nella Legge
attività, (ii) distribuzione degli utili e della remu- delega che stabiliva come dovessero essere introdotte
nerazione del capitale, (iii) governance, (iv) fiscalità, “previsione di forme di remunerazione del capitale
(v) adempimenti. sociale che assicurino la prevalente destinazione degli
Quanto al primo punto è noto come il legislatore, utili al conseguimento dell’oggetto sociale, da assogget-
mutuando il sistema utilizzato per la perimetrazione tare a condizioni e comunque nei limiti massimi previsti
dei settori di attività delle ONLUS - e nel Codice del per le cooperative a mutualità prevalente, e previsione
Terzo Settore - identifichi con precisione quelli che del divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione per
debbano considerarsi “beni e servizi di utilità sociale” gli enti per i quali tale possibilità è esclusa per legge,
andando ad elencare una serie di settori, quali ad anche qualora assumano la qualifica di impresa sociale”.
esempio l’assistenza sociale, l’assistenza socio-sanita- Sul punto c’è da dire che erano emersi dei dubbi con
ria, l’educazione, la formazione, la tutela dell’am- particolare riferimento alla posizione del socio rece-
biente e dell’ecosistema, fino ai servizi strumentali dente o escluso, aspetti che sono stati chiariti dalle
alle imprese sociali. nuove disposizioni normative, come si vedrà meglio
Sembra di poter dire che una perimetrazione precisa nei paragrafi successivi.
ed analitica dei settori di attività non abbiano di certo Quanto al tema della governance, osserviamo come la
agevolato lo sviluppo di nuove imprese sociali, sia per precedente disciplina sanciva un espresso divieto per
problematiche di carattere interpretativo legate alla imprese private con finalità lucrative ed
natura dell’attività che poteva essere realizzata sia Amministrazioni pubbliche di esercitare attività di
perché obiettivamente non erano ricompresi degli direzione e detenere il controllo all’interno di un’im-
ambiti che sarebbero potuti essere funzionali presa sociale. Si trattava evidentemente di una

56 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

previsione volta a “proteggere” l’impresa nei con- universale”. Il nuovo Decreto, abrogando espressa-
fronti di soggetti con finalità diverse, considerato che mente la disciplina precedente contenuta nel D.Lgs.
in alcun modo i soggetti nominati da imprese lucra- n. 155/2006, regolamenta così l’impresa sociale.
tive ed enti pubblici potessero rivestire cariche sociali. Il primo aspetto da considerare riguarda la colloca-
Ciò in qualche modo ostacolava possibili relazioni zione: l’impresa sociale è un “Ente del Terzo
delle imprese sociali con il mondo degli enti pubblici Settore”, questo è l’assunto da cui iniziare partendo
e lucrativi, cui anche in questo caso la riforma ha dall’art. 4 del Codice del Terzo Settore, introdotto dal
cercato di porre rimedio. D.Lgs. n. 117/2017, che la include all’interno di
Altro tema di grande rilievo era quello relativo alla questa nuova categoria di enti insieme alle associa-
fiscalità, in quanto - da questo punto di vista - l’as- zioni di promozione sociale, alle organizzazioni di
sunzione della qualifica di impresa sociale aveva un volontariato, agli enti filantropici, alle reti associative,
effetto essenzialmente neutro. Questo sia per gli enti alle società di mutuo soccorso ed “agli altri enti del
del Libro V, che rimanevano soggetti alla fiscalità Terzo Settore5”. Tuttavia, alle imprese sociali le
ordinaria, che per gli enti del Libro I in relazione ai disposizioni del Codice si applicano solo se compa-
quali l’art. 17 del D.Lgs. n. 155/2006 stabiliva sem- tibili con le disposizioni del nuovo Decreto e, in
plicemente come “le organizzazioni non lucrative di
utilità sociale e gli enti non commerciali di cui al
decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, che Note:
acquisiscono anche la qualifica di impresa sociale, 4 Al riguardo è emblematico il caso di due pronunce che non
tenevano conto di tale assunto, facendo emergere una potenziale
continuano ad applicare le disposizioni tributarie incompatibilità tra le due figure. L’Agenzia delle entrate -
previste dal medesimo decreto legislativo n. 460 del Direzione Regionale della Toscana e successivamente anche la
1997, subordinatamente al rispetto dei requisiti sog- Commissione Tributaria Provinciale, hanno negato l’iscrizione
all’Anagrafe delle ONLUS ad una associazione che si era costituita
gettivi e delle altre condizioni ivi previsti”4. come impresa sociale evidenziando come “la qualifica di impresa
Inoltre non era previsto alcun tipo di agevolazione sociale e quella di Onlus attengono a due branche giuridiche
diverse tra loro, essendo, infatti, la prima una categoria propria del
specifica, né per le imprese né per gli aderenti (siano diritto civile e, la seconda, una qualifica tributaristica. Differenza,
essi soci, associati, investitori), elemento che di certo quest’ultima, da cui consegue la non necessaria coincidenza tra le
non ne ha aiutato una piena affermazione. Se a ciò si due fattispecie, l’impossibilità di una loro totale sovrapposizione
e, quindi, la necessità di individuare i caratteri precipui e le relative
aggiungono gli ulteriori oneri previsti dalla norma, differenze”. A questo punto, basta leggere l’art. 17 del citato
quali ad esempio la redazione del bilancio sociale, è Decreto - “Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale e
gli enti non commerciali di cui al decreto legislativo 4 dicembre
facile trarre le conclusioni. 1997, n. 460, che acquisiscono anche la qualifica di impresa
Nel concludere questa parte introduttiva, si può sociale, continuano ad applicare le disposizioni tributarie previste
osservare come ciascuno di questi aspetti sia stato dal medesimo decreto legislativo n. 460 del 1997, subordinata-
mente al rispetto dei requisiti soggettivi e delle altre condizioni ivi
tenuto in debita considerazione dal nuovo Decreto previsti” - per comprendere come la sovrapposizione fra le norme
che ha cercato di porvi rimedio - in alcuni casi in civilistiche e quelle tributarie generi, spesso, delle contraddizioni
che necessitano addirittura dell’intervento dell’autorità giudizia-
maniera molto efficace - prendendo spunto anche da ria. Per un approfondimento si veda M. Tagliabue, “Un ente può
provvedimenti esistenti. essere contemporaneamente Onlus ed Impresa Sociale? Secondo
la Commissione Tributaria Regionale della Toscana no ... “, in
www.nonprofitonline.it.
La “nuova” impresa sociale 5 L’art. 46 del Codice del Terzo Settore di cui al D.Lgs. 117 del 3
Come evidenziato nei precedenti paragrafi, la pubbli- luglio 2017 stabilisce come “Il Registro Unico Nazionale del
Terzo Settore si compone delle seguenti sezioni: a)
cazione in Gazzetta Ufficiale del D.Lgs. n. 112/2017 - Organizzazioni di volontariato; b) Associazioni di promozione
“Revisione della disciplina in materia di impresa sociale; c) Enti filantropici; d) Imprese sociali, incluse le coope-
sociale, rappresenta una delle novità più attese della rative sociali; e) Reti associative; f) Società di mutuo soccorso; g)
Altri enti del Terzo Settore. 2. Ad eccezione delle reti associative,
recente riforma del Terzo Settore avviata con l’appro- nessun ente può essere contemporaneamente iscritto in due o più
vazione della Legge 6 giugno 2016, n. 106 rubricata sezioni. 3. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali può, con
“Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, decreto di natura non regolamentare, sentita la Conferenza
Unificata, istituire sottosezioni o nuove sezioni o modificare le
dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile sezioni esistenti”.

n. 11-12/2017 57
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

mancanza e per gli aspetti non disciplinati, con le formulazione del Decreto, neanche le società costi-
norme del Codice civile e le relative disposizioni di tuite da un unico socio persona fisica, potranno
attuazione concernenti la forma giuridica in cui l’im- acquisire la qualifica di impresa sociale.
presa sociale è costituita6. Rimane immutata la disciplina prevista per gli enti
Con riferimento all’art. 1 occorre preliminarmente religiosi civilmente riconosciuti - in relazione ai
sottolineare come l’impresa sociale si basi sempre e quali la disciplina dell’impresa sociale si applicano
comunque sul principio di “neutralità” della forma limitatamente allo svolgimento delle attività di cui
giuridica, in quanto rimane fermo il principio che tale all’art. 2 - tuttavia non è più sufficiente che per tali
qualifica può essere assunta sia dagli enti del Libro V attività adottino un apposito regolamento, ma è
che dagli enti del Libro I del Codice civile, e come necessario che venga costituito un patrimonio desti-
rimanga in ogni caso una veste giuridica finalizzata a nato e siano regolarmente tenute le scritture conta-
costituire uno strumento di unione per due categorie bili previste dal Decreto.
di enti giuridici in apparenza dicotomici e ad impor- Le cooperative sociali e i loro consorzi acquisiscono
tare il concetto di imprenditorialità quale elemento di diritto la qualifica di imprese sociali, previsione per
strutturale degli enti senza scopo di lucro7. la verità contenuta all’interno dell’art. 17 del D.Lgs.
Ovviamente, presupposto fondamentale ai fini del- n. 155/2006, oggi ulteriormente rafforzata dalla pre-
l’acquisizione della qualifica rimane lo svolgimento in cisazione che ciò avviene “di diritto”. A questi sog-
via stabile e principale di una attività di impresa di getti, le disposizioni del Decreto si applicano nel
interesse generale; sul punto vale la pena rilevare rispetto della normativa specifica delle cooperative
come, rispetto alla formulazione precedente, viene ed in quanto compatibili, fermo restando l’ambito di
ulteriormente esteso lo spettro delle finalità in quanto attività di cui alla Legge n. 381/1991, cosi come
il legislatore - in maniera analoga a quanto previsto modificata dal Decreto. Di fatto le cooperative sociali
dall’art. 3 del Decreto che ha introdotto la definizione continueranno ad essere disciplinate dalla Legge
di “Ente del Terzo Settore”8 - precisa come l’attività n. 381/1991 ed è comunque all’interno di tale nor-
di impresa debba essere perseguita, ovviamente, senza mativa che va ad innestarsi la nuova disciplina.
finalità di lucro per “finalità civiche, solidaristiche e di Occorre tener conto del fatto che la nuova disciplina
utilità sociale, adottando modalità di gestione respon- estende gli ambiti di intervento delle cooperative
sabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvol- sociali, in quanto l’art. 17 comma 1 prevede come
gimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti accanto ai servizi socio-sanitari ed educativi, siano
interessati alle loro attività”.
Le finalità di interesse generale, di cui all’art. 1 del
Note:
D.Lgs. n. 155/2006, trovano anche una declinazione
6 Per un approfondimento si veda anche A. Fici, “La nuova
di carattere civico e solidaristico, aspetto che ha anche disciplina dell’impresa sociale. Una prima lettura sistematica”,
una sua valenza “strategica” e che può consentire alle in http://www.rivistaimpresasociale.it/rivista/item/183-
nuova-disciplina-impresa-sociale-prima-lettura-sistematica.
imprese sociali di presidiare dei nuovi ambiti di html.
attività, anche grazie all’integrazione dell’elenco con- 7 R. Randazzo, “Aspetti giuridici dell’impresa sociale: lettura e
tenuto all’art. 2 che come si vedrà all’interno del cenni”, in G. Fiorentini, Impresa Sociale e sussidiarietà, Milano,
2006.
paragrafo successivo estende sensibilmente gli ambiti 8 L’art. 4 comma 1 del D.Lgs. n. 117/2017 definisce quali enti del
di operatività delle imprese sociali. Terzo Settore “le organizzazioni di volontariato, le associazioni di
promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse
Rimane fermo il divieto per le Amministrazioni le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo
pubbliche - di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le
30 marzo 2001, n. 165 - di acquisire la qualifica di fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle
società costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di
impresa sociale e per gli enti i cui atti costitutivi finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo
limitino, anche indirettamente, l’erogazione dei svolgimento di una o più attività di interesse generale in forma
di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o
beni e dei servizi in favore dei soli soci o associati. servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi,
Da segnalare come, sulla base della nuova ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo Settore”.

58 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

previste anche le attività relative agli interventi ed ai figura pensata proprio per valorizzare la dimensione
servizi sociali di cui all’art. 2, comma, 1 lett. a) del imprenditoriale di quelle attività di interesse generale
Decreto, agli interventi ed alle prestazioni sanitarie e volte al perseguimento di finalità civiche, solidaristi-
socio-sanitarie, alle attività di educazione, istruzione che e di utilità sociale.
e formazione professionale, nonché quelle culturali di Ai fini di cui al comma 1, si intende svolta in via
interesse sociale con finalità educative e relative alla principale l’attività per la quale i relativi ricavi siano
formazione extra-scolastica, finalizzata alla preven- superiori al 70% dei ricavi complessivi dell’impresa
zione della dispersione scolastica e al successo scola- sociale, secondo criteri di computo definiti con
stico e formativo, alla prevenzione del bullismo ed al Decreto del Ministero dello Sviluppo economico,
contrasto della povertà educativa oltre che i servizi di concerto con il Ministro del Lavoro e delle
finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mer- Politiche sociali.
cato del lavoro dei lavoratori e delle persone svan- Ovviamente tali attività devono essere volte in via
taggiate o con disabilità sulla base di quanto previsto “stabile e principale”, considerandosi come tale
dall’art. 2, comma 4). l’attività per la quale i relativi ricavi siano superiori
Prima di entrare nel merito delle previsioni contenute al 70% dei ricavi complessivi dell’impresa sociale,
nell’art. 2 che disciplina le “attività di impresa di secondo criteri di computo definiti con Decreto del
carattere generale”, occorre fare una premessa di Ministero dello Sviluppo economico, di concerto
carattere generale; l’esercizio di attività di carattere con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
economico da parte degli enti senza scopo di lucro è Con riferimento all’elencazione riportata all’interno
sempre stato un tema dibattuto. dell’art. 2 del Decreto si registra, comunque, un
La disciplina del nostro Codice civile, sul quale la interessante ampliamento dei settori di attività e l’in-
riforma è intervenuta solo marginalmente, racconta troduzione di un meccanismo interessante per la loro
di enti senza scopo di lucro che non possono svolgere modifica.
alcun tipo di attività economica e, men che meno, L’elenco delle attività d’impresa di cui al comma 1
attività imprenditoriale. Solo dopo parecchio tempo, può, infatti, essere aggiornato con Decreto del
, dottrina e giurisprudenza hanno iniziato a far breccia Presidente del Consiglio dei Ministri da adottarsi, ai
in questa granitica posizione, per dare avvio ad un sensi dell’art. 17, comma 3, della Legge 23 agosto
procedimento di interpretazione e di adattamento del 1988, n. 400, su proposta del Ministro del Lavoro e
diritto al contesto sociale di allora (inutile dirlo, ben delle Politiche sociali, di concerto con il Ministro
diverso da quello che conosceva il legislatore del dell’Economia e delle Finanze, previa intesa in sede di
1942), vale a dire aprendo al concetto di esercizio Conferenza Unificata, acquisito il parere delle com-
di attività economica da parte degli enti senza scopo di missioni parlamentari competenti, che si esprimono
lucro.9. entro trenta giorni dalla data di trasmissione del
Questa lunga premessa per rappresentare come l’in- Decreto, decorsi i quali quest’ultimo può essere
tera riforma sembra aver preso atto della dimensione comunque adottato.
imprenditoriale del Terzo Settore ed a tal fine si veda In particolare si osserva come mentre i settori “tra-
l’art. 11 comma 2 del Codice del Terzo Settore ove dizionali” rimangono tendenzialmente immutati,
viene precisato come “gli enti del Terzo Settore che con qualche precisazione di carattere puramente
esercitano la propria attività esclusivamente o princi- normativo - quali ad esempio interventi e servizi
palmente in forma di impresa commerciale sono sociali, interventi e prestazioni sanitarie, prestazioni
soggetti all’obbligo dell’iscrizione nel registro delle
imprese”, legittimando di fatto lo svolgimento di tali
attività in maniera esclusiva. Nota:
È evidente come mentre per gli enti del Terzo Settore 9 R. Randazzo, “Impresa sociale, quegli abbagli su distribuzione
degli utili ed agevolazioni fiscali”, in www.vita.it/it/article/
ciò rappresenti una opzione, per l’impresa sociale è 2015/05/14/impresa-sociale-quegli-abbagli-sudistribuzione-
invece un obbligo considerato che si tratta di una degli-utili-e-agevolaz/134177/.

n. 11-12/2017 59
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

socio-sanitari, educazione, istruzione e formazione nazionali ed internazionali, in modo da permet-


professionale, gli interventi e servizi finalizzati alla tere ai lavoratori di condurre un’esistenza libera e
salvaguardia e al miglioramento delle condizioni del- dignitosa, e di rispettare i diritti sindacali, nonché
l’ambiente, interventi di tutela e valorizzazione del di impegnarsi per il contrasto del lavoro infan-
patrimonio culturale e del paesaggio, formazione tile”, che potrebbe aprire degli scenari interessanti
extra-scolastica, universitaria e post-universitaria - per quei soggetti operano in questo ambito.
l’elenco viene completato con delle integrazioni Da segnalare anche l’introduzione del social hou-
che si ritiene possano aiutare le imprese sociali ad sing12 - e delle attività di carattere residenziale
esprimere meglio il proprio potenziale. temporaneo diretta a soddisfare bisogni sociali,
Di grande rilievo l’introduzione del settore della sanitari, culturali, formativi o lavorativi - dell’a-
“ricerca scientifica di particolare interesse sociale”, gricoltura sociale13, dell’organizzazione e gestione
grande assente all’interno del precedente Decreto di attività sportive dilettantistiche e le attività
dove si faceva esclusivamente riferimento a “ricerca legate alla riqualificazione di beni pubblici inuti-
ed erogazione di servizi culturali”; la formulazione lizzati o confiscati alla criminalità organizzata.
sembra essere stata mutuata da quella del D.Lgs. n. Molto interessante anche l’apertura verso il micro-
460/1997, oggi abrogato, in quanto non fa generi- credito, che consente ora anche alle imprese sociali, di
camente riferimento alla ricerca scientifica, bensì a porre in essere le attività disciplinate dall’art. 111 del
quella di “particolare interesse sociale”10. D.Lgs. 1° settembre 1993, n. 385 (il Testo Unico
Il tema dell’imprenditoria culturale viene valorizzato Bancario)14.
sotto diversi profili in quanto viene fatto espresso
riferimento ad attività artistiche, ricreative e culturali Note:
di interesse sociale, ad attività editoriali, di promo- 10 La formulazione sembrerebbe far riferimento all’art. 10, comma
zione e diffusione della cultura e della pratica del 1, lett. a), n. 11 dove con riferimento alle attività all’interno delle
quali possono operare le organizzazioni non lucrative di utilità
volontariato, all’organizzazione e gestione di sociale si fa riferimento a “ricerca scientifica di particolare
attività turistiche di interesse sociale, culturale o reli- interesse sociale svolta direttamente da fondazioni ovvero da
gioso, fino alla radiodiffusione sonora a carattere esse affidata ad università, enti di ricerca ed altre fondazioni che la
svolgono direttamente, in ambiti e secondo modalità da definire
comunitario. con apposito regolamento governativo emanato ai sensi dell’art.
Le imprese sociali potranno operare inoltre nel set- 17 della Legge 23 agosto 1988, n. 400”.
11 Tale inserimento sembrerebbe allineare la disciplina dell’im-
tore della cooperazione allo sviluppo11, oltre che presa sociale con le previsioni della Legge 11 agosto 2014, n. 125,
accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei che all’art. 26 “Organizzazioni della società civile ed altri sog-
migranti. getti senza finalità di lucro” ricomprende fra i soggetti della
cooperazione allo sviluppo anche le imprese cooperative e
Una novità ulteriore è quella relativa alle attività sociali In particolare l’art. 26 prevede come “ L’Italia promuove
“commerciali, produttive, di educazione e infor- la partecipazione alla cooperazione allo sviluppo delle organiz-
zazioni della società civile e di altri soggetti senza finalità di lucro,
mazione, di promozione, di rappresentanza, di sulla base del principio di sussidiarietà.
concessione in licenza di marchi di certificazione, 12 Ai sensi del Decreto del Ministro delle Infrastrutture 22 aprile
svolte nell’ambito o a favore di filiere del com- 2008.
13 Ai sensi dell’art. 2 della Legge 18 agosto 2015, n. 141, e
mercio equo e solidale, da intendersi come un successive modificazioni.
rapporto commerciale con un produttore ope- 14 L’art. 111 del Testo Unico Bancario prevede in particolare come
“In deroga all’art. 106, comma 1, i soggetti iscritti in un apposito
rante in un’area economica svantaggiata situata, elenco, possono concedere finanziamenti a persone fisiche o
di norma, in un Paese in via di sviluppo, sulla base società di persone o società a responsabilità limitata semplificata
di un accordo di lunga durata finalizzato a pro- di cui all’art. 2463-bis Codice civile o associazioni o società
cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro auto-
muovere l’accesso del produttore al mercato, e nomo o di microimpresa, a condizione che i finanziamenti
che preveda il pagamento di un prezzo equo, concessi abbiano le seguenti caratteristiche: a) siano di ammon-
tare non superiore a euro 25.000,00 e non siano assistiti da
misure di sviluppo in favore del produttore e garanzie reali; b) siano finalizzati all’avvio o allo sviluppo di
l’obbligo del produttore di garantire condizioni iniziative imprenditoriali o all’inserimento nel mercato del
di lavoro sicure, nel rispetto delle normative (segue)

60 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Quanto al tema dei lavoratori disabili e/o svantaggiati organizzazioni e fondi che operano con l’obiettivo
la norma circoscrive ed amplia il perimetro dei sog- di generare un impatto sociale misurabile e compa-
getti tutelati prevedendo come si consideri comun- tibile con un rendimento economico”.
que di interesse generale l’attività di imprese nella Il tema è proprio quello del rendimento economico,
quale, per il perseguimento delle finalità previste dalla in quanto fino ad oggi le imprese sociali ex lege erano
norma sono occupati, lavoratori molto svantag-
giati15, persone svantaggiate o con disabilità16
nonché persone beneficiarie di protezione interna-
Nota:
zionale17, persone senza fissa dimora18, le quali ver-
(segue nota 14)
sino in una condizione di povertà tale da non poter lavoro; c) siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari
reperire e mantenere un’abitazione in autonomia. di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati. 2.
Al fine di contestualizzare meglio i nuovi beneficiari L’iscrizione nell’elenco di cui al comma 1 è subordinata al
ricorrere delle seguenti condizioni: a) forma di società per
dell’attività dell’impresa si consideri, ad esempio, azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata e
come, ai sensi del Reg. UE 651/2014 della cooperativa; b) capitale versato di ammontare non inferiore a
quello stabilito ai sensi del comma 5; c) requisiti di onorabilità dei
Commissione, per essere qualificato come “lavora- soci di controllo o rilevanti, nonché di onorabilità e
tore molto svantaggiato” è necessario essere privo da professionalità degli esponenti aziendali, ai sensi del comma 5;
almeno 24 mesi di impiego regolarmente retribuito d) oggetto sociale limitato alle sole attività di cui al comma 1
nonché alle attività accessorie e strumentali; e) presentazione di
oppure lavoratore, che appartiene a una delle cate- un programma di attività. 3. I soggetti di cui al comma 1 possono
gorie di “lavoratore svantaggiato” di cui al medesimo erogare in via non prevalente finanziamenti anche a favore di
persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità eco-
Regolamento, privo da almeno 12 mesi di impiego nomica o sociale, purché i finanziamenti concessi siano di
regolarmente retribuito. importo massimo di euro 10.000, non siano assistiti da garanzie
Rimane immutata anche l’attività legata ai servizi reali, siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di
bilancio familiare abbiano lo scopo di consentire l’inclusione
strumentali alle imprese sociali o ad altri enti del sociale e finanziaria del beneficiario e siano prestati a condizioni
Terzo Settore, che deve essere in ogni caso resa da più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato. 3-bis. Nel caso di
esercizio dell’attività di cui al comma 3, questa attività e quella di
enti composti in misura non inferiore al 70% da cui al comma 1 devono essere esercitate congiuntamente. 4. In
imprese sociali o da altri enti del Terzo Settore19. deroga all’art. 106, comma 1, i soggetti giuridici senza fini di
L’art. 3, introduce invece una grande novità per le lucro, in possesso delle caratteristiche individuate ai sensi del
comma 5 nonché dei requisiti previsti dal comma 2, lettera c),
imprese sociali di matrice societaria: la possibilità di possono svolgere l’attività indicata al comma 3, a tassi adeguati a
distribuire seppur limitatamente dividendi. Prima di consentire il mero recupero delle spese sostenute dal creditore.
5. Il Ministro dell’Economia e delle finanze, sentita la Banca
entrare nel merito dell’argomento occorre tuttavia d’Italia, emana disposizioni attuative del presente articolo, anche
effettuare una doverosa premessa. disciplinando: a) requisiti concernenti i beneficiari e le forme
Non si può negare come il Terzo Settore, quanto- tecniche dei finanziamenti; b) limiti oggettivi, riferiti al volume
delle attività, alle condizioni economiche applicate e all’am-
meno una parte significativa degli enti che lo com- montare massimo dei singoli finanziamenti, anche modificando
pongono, si muova con delle dinamiche di natura i limiti stabiliti dal comma 1, lettera a) e dal comma 3; c) le
caratteristiche dei soggetti che beneficiano della deroga prevista
prettamente imprenditoriali volte alla produzione ed dal comma 4; d) le informazioni da fornire alla clientela. 5-bis.
allo scambio di beni e servizi, nell’ambito di un L’utilizzo del sostantivo microcredito è subordinato alla con-
perimetro vede come stakeholder principali la cessione di finanziamenti secondo le caratteristiche di cui ai
commi 1 e 3”.
collettività, soggetti meritevoli di tutela e l’utilità 15 Ai sensi dell’art. 2, numero 99), del Reg. UE 651/2014 della
sociale in genere. Commissione, del 17 giugno 2014, e successive modificazioni.
16 Ai sensi dell’art. 112, comma 2, del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50.
È altrettanto vero come sia sempre più pressante la 17 Ai sensi del D.Lgs. 19 novembre 2007, n. 251.
necessità di trovare fonti di finanziamento alternative 18 iscritte nel registro di cui all’art. 2, comma 4, della Legge 24
o quantomeno complementari al grant; ciò ha inne- dicembre 1954, n. 1228.
19 R. Randazzo “La revisione della disciplina in materia di impresa
scato un dibattito sul c.d. impact investing che rappre- sociale”, relazione presentata in occasione del convegno La
senta - come evidenziato nel report della Social Impact Riforma del Terzo Settore, Milano, 2017.
20 Cfr. rapporto Italiano della Social Impact Investment Task
Investment Task Force istituita in ambito G820 - Force, istituita in ambito G8, La finanza che include: gli investimenti
“un’attività di investimento in imprese, ad impatto sociale per una nuova economia.

n. 11-12/2017 61
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

caratterizzate da un divieto assoluto di distribuzione investitori privati ha accompagnato costantemente il


degli utili, sia diretto che indiretto, che non consen- dibattito sul fallimento dell’impresa sociale ex lege.
tiva in alcun modo la remunerazione del capitale. Un Continuando con l’analisi della nuova disciplina si
aspetto che ha di certo rappresentato un limite, ovvia- può rilevare come gli artt. 4, 5 e 6 ricalchino, seppur
mente non l’unico, per lo sviluppo dell’ecosistema con qualche minima variante redazionale, il conte-
dell’imprenditoria sociale, che oggi con la riforma si nuto della disciplina precedente.
cerca di superare. In particolare, quanto alla struttura proprietaria e alla
L’art. 3 del Decreto, pur mantenendo inalterato il disciplina dei gruppi (art. 4), il legislatore - oltre a
divieto sia diretto che indiretto21 di distribuzione rinviare alle disposizioni codicistiche che disciplinano
degli utili, genera un’apertura nei confronti delle l’attività di direzione e coordinamento - presume che
imprese sociali costituite in forma societaria preve- si abbia attività di direzione e coordinamento ove il
dendo come le stesse possano destinare una quota soggetto detenga la facoltà di nominare la maggio-
inferiore al 50% degli utili e degli avanzi di gestione ranza dei componenti dell’organo amministrativo
annuali, dedotte eventuali perdite maturate negli dell’impresa sociale. Ciò posto, le modifiche sostan-
esercizi precedenti ad aumento gratuito del capitale ziali concernono da un lato, l’assimilazione
sociale sottoscritto e versato dai soci, nei limiti delle dell’attività di direzione a quella di coordinamento,
variazioni dell’indice nazionale generale annuo dei dall’altro l’estensione del divieto di direzione e
prezzi al consumo per le famiglie di operai e di
impiegati, calcolate dall’Istituto nazionale di statistica
Nota:
(ISTAT) per il periodo corrispondente a quello del- 21 In particolare ai sensi dell’art. 3, comma 2, Ai sensi e per gli effetti
l’esercizio sociale in cui gli utili e gli avanzi di gestione di cui al presente comma, si considerano in ogni caso distribu-
sono stati prodotti, oppure alla distribuzione, anche zione indiretta di utili: a) la corresponsione ad amministratori,
sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi indivi-
mediante aumento gratuito del capitale sociale o duali non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità
l’emissione di strumenti finanziari, di dividendi ai assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a
quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi
soci, in misura comunque non superiore all’interesse settori e condizioni; b) la corresponsione ai lavoratori subordi-
massimo dei buoni postali fruttiferi, aumentato di due nati o autonomi di retribuzioni o compensi superiori del 40%
punti e mezzo rispetto al capitale effettivamente rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti
collettivi di cui all’art. 51 del D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, salvo
versato. comprovate esigenze attinenti alla necessità di acquisire specifi-
Inoltre, tali importi potranno comunque essere desti- che competenze ai fini dello svolgimento delle attività di inte-
resse generale di cui all’art. 2, comma 1, lett. b), g) o h); c) la
nati ad erogazioni gratuite in favore di enti del Terzo remunerazione degli strumenti finanziari diversi dalle azioni o
Settore diversi dalle imprese sociali, che non siano quote, a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finan-
fondatori, associati, soci dell’impresa sociale o società ziari autorizzati, in misura superiore a due punti rispetto al limite
massimo previsto per la distribuzione di dividendi dal comma 3,
da questa controllate, finalizzate alla promozione di lett. a); d) l’acquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza
specifici progetti di utilità sociale. valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore nor-
male; e) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, a condizioni
Di fatto è stato implementato un meccanismo ana- più favorevoli di quelle di mercato, a soci, associati o parteci-
logo a quello previsto per le cooperative a mutualità panti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di
prevalente, facendo riferimento al comma 1 dall’art. controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organiz-
zazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni
2514 del Codice civile che prevede appunto “il liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo
divieto di distribuire i dividendi in misura superiore grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonché alle società
da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate,
all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi, esclusivamente in ragione della loro qualità, salvo che tali ces-
aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale sioni o prestazioni non costituiscano l’oggetto dell’attività di
effettivamente versato”. Si tratta di una innovazione interesse generale di cui all’art. 2; f) la corresponsione a soggetti
diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di
di grande rilievo considerato che il tema legato alla interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori
distribuzione dei dividendi ed alla possibilità per le di quattro punti al tasso annuo di riferimento. Il predetto limite
può essere aggiornato con Decreto del Ministro del Lavoro e
imprese sociali ex lege di remunerare - con dei limiti delle Politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia
ben precisi - il capitale messo a disposizione da soci ed e delle Finanze.

62 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

coordinamento di imprese sociali non solo ad enti rappresentasse adeguatamente la situazione patrimo-
aventi scopo di lucro e amministrazioni pubbliche ma niale ed economica dell’impresa, l’attuale formula-
anche a società unipersonali. Inoltre, il divieto di zione prevede il medesimo obbligo per il bilancio
detenzione del controllo - si viene ora a prevedere d’esercizio precisando che quest’ultimo dovrà essere
espressamente - vale per qualsiasi forma esso possa redatto, a seconda dei casi, ai sensi degli artt. 2423 e
assumere, anche “analoga, congiunta o indiretta”. seguenti (redazione del bilancio), 2435-bis (bilancio
Il legislatore, conferma poi l’annullabilità (ed in forma abbreviata) o 2435-ter (bilancio delle micro-
impugnabilità nei successivi centottanta giorni) imprese) del Codice civile. Non più quindi un gene-
delle decisioni assunte in violazione del divieto. rico documento, bensì un vero e proprio bilancio di
Quanto alla costituzione (art. 5), viene confermata la esercizio con i requisiti e le caratteristiche previste dal
disciplina in virtù della quale l’impresa sociale si Codice. Anche con riferimento al bilancio sociale
costituisce con atto pubblico, mantenendo inalterati vengono mantenuti i requisiti di pubblicazione di cui
gli obblighi inerenti al deposito della documenta- al precedente Decreto con la novità dell’obbligo di
zione societaria presso il registro imprese compe- pubblicazione sul sito internet di ciascuna impresa
tente. La denominazione dell’impresa dovrà sociale.
necessariamente riportare la locuzione “impresa Sui requisiti di contenuto del bilancio sociale spetterà
sociale” e tale obbligo si estende non solo alla deno- invece al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
minazione sociale ma anche agli atti ed alla corri- oltre che al costituendo Consiglio nazionale del
spondenza dell’impresa. Terzo Settore pronunciarsi e fornire indicazioni più
L’art. 7 prevede invece come possano essere riservati a precise e circostanziate. Come già in altri ambiti
soggetti esterni all’impresa sociale la nomina di com- interessati dalla riforma del Terzo Settore anche il
ponenti degli organi sociali, anche se in ogni caso, la bilancio sociale diventa strumento di rendiconta-
nomina della maggioranza dei componenti dell’or- zione e valutazione dell’impatto sociale generato
gano di amministrazione è riservata all’assemblea dall’impresa sociale. Per valutazione dell’impatto
degli associati o dei soci dell’impresa sociale. Il sociale il legislatore intende “la valutazione qualita-
comma 2 dell’art. 7 introduce una innovazione inte- tiva e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo,
ressante e, superando il precedente divieto, ammette degli effetti delle attività svolte sulla comunità di
come soggetti nominati da enti pubblici o lucrativi riferimento rispetto all’obiettivo individuato” così
possano assumere cariche sociali, ma non la presi- come definito dall’all’art. 7 comma 3 della Legge n.
denza dell’impresa. 106/2016.
Per quanto invece concerne ammissione ed esclu- Per quanto concerne il controllo interno dell’impresa
sione di soci ed associati (art. 8) resta fermo il principio sociale, l’art. 10 detta, in prima battuta, una disciplina
di non discriminazione e la necessità di determinare le applicabile a tutte le imprese sociali in generale,
regole di ammissione all’interno dell’atto costitutivo facendo salve “le disposizioni più restrittive relative
o dello statuto “tenendo conto delle peculiarità della alla forma giuridica in cui l’impresa sociale è costi-
compagine sociale e della struttura associativa o socie- tuita” (si pensi, ad esempio, alla più esaustiva disci-
taria e compatibilmente con la forma giuridica in cui plina del collegio sindacale delle società per azioni).
l’impresa sociale è costituita”. Ciò posto, a prescindere dalla forma giuridica pre-
Sempre nell’ottica di voler ricondurre ad un regime di scelta e dai parametri dimensionali dell’impresa, il
maggiore certezza ed uniformità aspetti precedente- legislatore impone ora l’obbligo di nominare uno o
mente lasciati ad una più flessibile e non sempre più sindaci in possesso dei requisiti e privi di cause di
agevole interpretazione, anche l’art. 9, in materia di ineleggibilità e decadenza secondo la normativa codi-
scritture contabili, introduce, alcune significative cistica - la previgente disciplina prevedeva che tale
novità. Se in precedenza era previsto un generico obbligo fosse imposto solo ove l’impresa sociale
obbligo di redazione e pubblicazione, presso il regi- avesse superato due dei limiti, ridotti della metà,
stro delle imprese, di un documento che previsti dall’art. 2435-bis c.c. e relativi a totale

n. 11-12/2017 63
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

dell’attivo dello stato patrimoniale, ricavi delle ven- utenti, anche tramite loro rappresentanti, all’assem-
dite e delle prestazioni, media dei dipendenti occu- blea degli associati o dei soci, (ii) nelle imprese sociali
pati durante l’esercizio. che superino due dei limiti indicati nel comma 1
Oltre ai doveri tipici del ruolo stabiliti dall’art. 2403, dell’art. 2435-bis22 del Codice civile ridotti della
comma 1, c.c., e parafrasati dall’art. 10 in discorso (i.e. metà, la nomina, da parte dei lavoratori ed eventual-
vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto, mente degli utenti di almeno un componente sia
sull’osservanza dei principi di corretta amministra- dell’organo di amministrazione che dell’organo di
zione, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, controllo.
amministrativo e contabile e sul suo concreto funzio- Quanto alle operazioni straordinarie, l’art. 12 pre-
namento), il legislatore aggiunge delle funzioni di vede come in ogni caso le operazioni di trasforma-
monitoraggio proprie dell’organismo di vigilanza ai zione, fusione, scissione, cessione d’azienda, etc.
sensi del D.Lgs. n. 231/2001. Ai sindaci viene inoltre debbano realizzarsi preservando, oltre che l’assenza
attribuito il compito di vigilare sull’osservanza delle dello scopo di lucro - come già previsto dalla previ-
finalità sociali dell’impresa nonché di attestazione gente disciplina in materia - anche i vincoli di desti-
della conformità del bilancio sociale alle linee nazione del patrimonio ed il perseguimento delle
guida. I risultati di questa attività di monitoraggio attività e delle finalità civiche solidaristiche e di
dovranno risultare dal bilancio sociale stesso (in appo- utilità sociale - come da ultimo introdotto dall’esa-
sita sezione o con separata relazione da allegarsi). minando D.Lgs. n. 112/2017.
Quanto al controllo contabile esterno, qualora ven- Analogamente, la cessione d’azienda (o di ramo
gano superati per due esercizi consecutivi i limiti d’azienda, relativo allo svolgimento dell’attività di
previsti dall’art. 2435-bis c.c., la revisione legale dei impresa di interesse generale) deve essere realizzata
conti deve essere esercitata da un revisore o da una in modo da preservare il perseguimento delle attività e
società di revisione legale, o da sindaci iscritti nel- delle finalità da parte del cessionario. La cessione in
l’apposito registro dei revisori legali. discorso - aggiunge ora il legislatore - può tuttavia
Proseguendo, l’art. 11 prevede disposizioni dirette a perfezionarsi previa relazione giurata di un esperto
favorire il coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti designato dal Tribunale nel cui circondario ha sede
e di altri soggetti direttamente interessati alle attività l’impresa sociale, attestante il valore effettivo
dell’impresa di riferimento. A tal riguardo, è interes- dell’impresa.
sante rilevare come la nuova disciplina in materia Quanto alla forma, gli atti devono essere posti in
sembri voler valorizzare maggiormente la natura essere in conformità alle emanande linee guida del
multi-stakeholders dell’organizzazione dell’impresa Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, sentito il
sociale. Consiglio nazionale del Terzo Settore. Con riguardo
Le menzionate modalità di coinvolgimento devono a tali atti, l’organo amministrativo dell’impresa sociale
essere individuate dall’impresa sociale tenendo notifica al Ministero l’intenzione a procedere, alle-
conto, tra gli altri elementi, dei contratti collettivi, gando la dovuta documentazione. In ogni caso, per
della natura dell’attività esercitata, delle categorie di perfezionare le operazioni in discorso è necessario
soggetti da coinvolgere e delle dimensioni dell’im- acquisire preventivamente l’autorizzazione del
presa sociale, in conformità a linee guida adottate con Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che si
Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche
sociali, sentito il Consiglio nazionale del Terzo Nota:
Settore. Delle forme e modalità di coinvolgimento 22 Il comma 1 dell’art. 2435-bis prevede come “Le società, che non
deve farsi menzione nel bilancio sociale di cui all’art. abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, pos-
sono redigere il bilancio in forma abbreviata quando, nel primo
9, comma 2. esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non
Vi sono tuttavia delle previsioni obbligatorie che abbiano superato due dei seguenti limiti: 1) totale dell’attivo
dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro; 2) ricavi delle vendite e
dovranno essere contenute negli statuti: (i) i casi e delle prestazioni: 8.800.000 euro; 3) dipendenti occupati in
le modalità della partecipazione dei lavoratori e degli media durante l’esercizio: 50 unità”.

64 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

intende concessa per silenzio assenso decorsi novanta tale procedura di liquidazione che per la nomina,
giorni dalla richiesta. contestuale o successiva, del commissario liquidatore.
In modo più preciso e dettagliato, il legislatore con- Si tratta di una novità significativa che, attraverso il
ferma che in caso di scioglimento volontario o di coinvolgimento proattivo dell’autorità vigilante sul-
perdita volontaria della qualifica di impresa sociale, il l’impresa sociale, mira a rafforzare, nell’ambito del
patrimonio residuo - dedotto, nelle imprese sociali procedimento della concorsualità, i presidi a tutela
costituite in forma societaria, il capitale effettivo delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sottese
versato dai soci, eventualmente rivalutato e aumen- all’attività dell’impresa sociale.
tato - e i dividendi deliberati e non distribuiti nei Con lo stesso spirito è prevista altresì l’emana-
limiti previsti dalla stessa normativa in esame, è devo- zione di un Decreto interministeriale (Ministero
luto ad altri enti del terzo settore ed operanti da del Lavoro e delle Politiche sociali e Ministero
almeno tre anni o al “Fondo per la Promozione e dell’Economia e Finanze) per l’individuazione
lo Sviluppo delle imprese sociali”. delle modalità e dei criteri di remunerazione dei
Un breve approfondimento va effettuato anche con commissari liquidatori. Infine, al comma 5 del-
riferimento alla disciplina dei lavoratori e dei volon- l’art. 14 viene introdotta una innovativa destina-
tari; con riferimento a questi ultimi se con il D.Lgs. zione del patrimonio residuo al termine della
n. 155/2006 l’impiego de dei volontari era ammesso procedura concorsuale, non solo ad altri enti del
“nei limiti del cinquanta per cento dei lavoratori a Terzo Settore, ma ai fondi promozione e sviluppo
qualunque titolo impiegati nell’impresa sociale”, nel- delle imprese sociali di cui all’art. 16.
l’attuale formulazione è previsto che il numero degli L’art. 15 riafferma la centralità del Ministero del
stessi non possa essere superiore alla totalità dei dipen- Lavoro e delle Politiche sociali attribuendo a
denti. A tale apertura fanno però da contraltare gli quest’ultimo una funzione di raccordo con le
obblighi, per le imprese sociali, di tenere un apposito altre Pubbliche amministrazioni, il Consiglio
registro dei volontari impiegati e di assicurare i mede- nazionale del Terzo Settore e le parti sociali.
simi contro gli infortuni e le malattie connessi allo L’attuale formulazione sottolinea altresì la
svolgimento dell’attività stessa, nonché per la titolarità, in capo allo stesso, dei poteri di con-
responsabilità civile verso terzi. trollo sulle imprese sociali che si sostanziano in
L’articolo ribadisce inoltre il principio della non una serie di competenze di vigilanza ed ispezione
inferiorità del trattamento economico e norma- sull’operato delle imprese sociali di cui viene
tivo dei lavoratori dell’impresa sociale rispetto a fornita una puntuale disamina. In particolare,
quanto previsto dai contratti collettivi, introdu- l’art. 15 disciplina il procedimento ispettivo pre-
cendo però anche un presidio normativo per vedendo, in caso di accertata violazione del
contenere il divario salariale tra i lavoratori dipen- Decreto, un meccanismo sanzionatorio ispirato a
denti dell’impresa sociale. Sulla base della retri- criteri di gradualità e proporzionalità e che dalla
buzione annuale lorda, tale divario non può essere diffida a regolarizzare comportamenti illegittimi
superiore di uno ad otto. entro un congruo termine passa, nel caso di
Anche la disciplina delle procedure concorsuali e le inottemperanza alla diffida od ostacolo allo svol-
previsioni in materia di monitoraggio, ricerca ed ora gimento dell’attività ispettiva, alla nomina di un
anche controllo nel settore delle imprese sociali, commissario ad acta che affianchi gli organi del-
viene trattata, rispetto a quanto previsto dal D.Lgs. l’impresa sociale e provveda all’adempimento
n. 155/2006, con maggiore rigore. Se l’impresa richiesto.
sociale era semplicemente assoggettata, in caso di In ultima istanza è infine prevista la perdita della
insolvenza, a liquidazione coatta amministrativa, qualifica di impresa sociale, nel caso di irregolarità
con l’art. 14 del D.Lgs. n. 112/2017 viene aggiunta non sanabili o non sanate e, a titolo di sanzione
la previsione di un apposito Decreto del Ministero del ulteriore, la devoluzione del patrimonio residuo del-
Lavoro e delle Politiche sociali sia per l’attivazione di l’impresa sociale al fondo specificamente destinato

n. 11-12/2017 65
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

allo sviluppo e alla promozione dell’impresa sociale di imposta successivo a quello in cui sono stati conse-
cui all’art. 16 o alla Fondazione Italia Sociale23. guiti, (i) allo svolgimento dell’attività statutaria, (ii) ad
Con riferimento alle misure agevolative e di sostegno incremento del patrimonio dell’impresa, nonché (iii)
vale la pena far riferimento a tre passaggi; in partico- al versamento del contributo per l’attività ispettiva di
lare: (i) l’introduzione del “Fondo per lo Sviluppo cui all’art. 15 e l’impiego delle menzionate risorse
delle Imprese Sociali”, (ii) la previsione di specifiche deve risultare dalle scritture contabili25.
misure fiscali, (iii) la possibilità per le imprese sociali di Inoltre, non concorrono alla determinazione del
raccogliere capitali attraverso piattaforme di reddito imponibile ai fini delle imposte dirette gli
crowdfunding. utili e gli avanzi di gestione destinati, ai sensi dell’art.
Quanto al fondo, l’art. 16 prevede come le imprese 3, comma 3, lett. a) del Decreto in esame, ad aumento
sociali possono destinare una quota non superiore al gratuito del capitale sociale sottoscritto e versato dai
3% degli utili netti annuali, dedotte eventuali perdite soci nei limiti indicati per il periodo corrispondente a
maturate negli esercizi precedenti, a fondi istituiti quello dell’esercizio sociale in cui gli utili e gli avanzi
dagli enti e dalle associazioni di cui all’art. 15, di gestione sono stati prodotti.
comma 324, nonché dalla Fondazione Italia Sociale, Fin qui le agevolazioni per l’impresa. La norma
specificamente ed esclusivamente destinati alla pro- introduce inoltre delle agevolazioni in favore dei
mozione e allo sviluppo delle imprese sociali attra- soggetti che intendono effettuare degli investimenti
verso azioni ed iniziative di varia natura, quali il nel capitale delle imprese sociali prevedendo come
finanziamento di progetti di studio e di ricerca in dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche si
tema di impresa sociale o di attività di formazione dei detrae un importo pari al 30% della somma investita
lavoratori dell’impresa sociale, la promozione della successivamente alla data di entrata in vigore del
costituzione di imprese sociali o di loro enti associa- presente Decreto e siano costituite da non più di
tivi, o il finanziamento di specifici programmi di trentasei mesi dalla medesima data. Si noti come
sviluppo di imprese sociali o di loro enti associativi. l’ammontare, in tutto o in parte, non detraibile nel
Da segnalare come tali versamenti siano deducibili ai periodo d’imposta di riferimento può essere portato
fini dell’imposta sui redditi dell’impresa sociale in detrazione dall’imposta sul reddito delle persone
erogante.
Molto consistenti le misure fiscali, considerato che -
contrariamente a quanto previsto dalla disciplina pre- Note:
23 La Fondazione Italia Sociale è un ente, istituito tramite un
cedente che sostanzialmente non conteneva alcuna apposito D.P.R. del 28 luglio 2017, con lo scopo di sostenere,
misura di carattere agevolativo - introduce ora delle mediante l’apporto di risorse finanziarie e di competenze gestio-
previsioni che di certo possono rendere questa qua- nali, la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da
parte di enti del Terzo Settore, caratterizzati dalla produzione di
lifica maggiormente attrattiva per quei soggetti che si beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e
muovono nell’ambito di dinamiche prettamente rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti maggiormente
svantaggiati.
imprenditoriali. 24 L’art. 15, comma 3, fa riferimento enti associativi riconosciuti,
cui aderiscano almeno mille imprese sociali iscritte nel registro
Le agevolazioni previste delle imprese di almeno cinque diverse Regioni o Province
autonome, e delle associazioni di cui all’art. 3 del D.Lgs. 2 agosto
Un focus va dedicato alle misure agevolative intro- 2002, n. 220 “Norme in materia di riordino della vigilanza sugli
dotte dall’art. 18. Il comma 1 prevede, ad esempio, enti cooperativi, ai sensi dell’art. 7, comma 1, della Legge 3 aprile
2001, n. 142, recante: “Revisione della legislazione in materia
una “defiscalizzazione” di utili ed avanzi di gestione, cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del
prevedendo come non costituiscano reddito impo- socio lavoratore”.
nibile ai fini delle imposte dirette qualora vengano 25 Si rileva come ai sensi dell’art. 9 del Decreto “L’impresa sociale
deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari in
destinati ad apposita riserva indivisibile in sospensione conformità alle disposizioni del codice civile applicabili, e
d’imposta in sede di approvazione del bilancio del- deve redigere e depositare presso il registro delle imprese il
bilancio di esercizio redatto, a seconda dei casi, ai sensi degli
l’esercizio in cui sono stati conseguiti e risultino artt. 2423 e seguenti, 2435-bis o 2435-ter del codice civile, in
effettivamente destinati, entro il secondo periodo di quanto compatibili”.

66 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

fisiche nei periodi d’imposta successivi, ma non oltre dell’approfondimento oggetto del presente con-
il terzo. tributo è legato alla possibilità per queste ultime,
L’investimento massimo detraibile non può ecce- sulla base di quanto previsto dall’art. 30 del citato
dere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di provvedimento, di raccogliere capitali di rischio
euro 1.000.000 e deve essere mantenuto per almeno tramite portali on line, debitamente autorizzati da
tre anni e l’eventuale cessione, anche parziale, del- Consob sulla base di un apposito Regolamento26.
l’investimento prima del decorso di tale termine, Si tratta di quello che nel linguaggio comune
comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo per viene definito il crowdfunding equity based, che va
il contribuente di restituire l’importo detratto, uni- ad aggiungersi alle altre tipologie esistenti (es.
tamente agli interessi legali. donation, lending, etc.).
Per quanto riguarda i soggetti passivi dell’imposta sul Perché questa tipologia di crowdfunding interessa le
reddito delle società, non concorre alla formazione imprese sociali? Perché sulla base delle modifiche
del reddito il 30% della somma investita nel capitale introdotte dall’art. 18, comma 8, del Decreto, ven-
sociale di una o più società, incluse società coopera- gono ora ricomprese (insieme alle PMI, definizione
tive, che abbiano acquisito la qualifica di impresa che ai fini del menzionato Regolamento nel tempo
sociale successivamente alla data di entrata in vigore ha inglobato quella di start-up innovativa e di PMI
del presente Decreto e siano costituite da non più di innovativa), tra gli “emittenti”, ovvero i soggetti che
trentasei mesi dalla medesima data. L’investimento possono raccogliere capitali di rischio attraverso le
massimo deducibile non può eccedere, in ciascun menzionate piattaforme, aprendo di fatto un nuovo
periodo d’imposta, l’importo di euro 1.800.000 e canale di finanziamento per il mondo dell’imprendi-
deve essere mantenuto per almeno tre anni. toria sociale.
L’eventuale cessione, anche parziale, dell’investi- Da segnalare comunque, come rispetto alle menzio-
mento prima del decorso di tale termine, comporta nate agevolazioni fiscali, si attende il benestare della
la decadenza dal beneficio ed il recupero a tassazione Commissione Europea che - tuttavia - in casi analo-
dell’importo dedotto. ghi non è mai stato negato.
L’aspetto molto interessante è rappresentato dall’e-
stensione di queste disposizioni anche in favore delle Osservazioni conclusive
fondazioni. Il comma 5 dell’art. 18 prevede infatti Dall’analisi effettuata emerge molto chiaramente
come le disposizioni di cui ai commi 3 e 4 si applicano come il legislatore abbia effettuato un intervento
anche agli atti di dotazione e ai contributi di qualsiasi trasversale cercando da un lato di superare le
natura, posti in essere successivamente alla data di criticità emerse del corso di questi anni e dall’altro
entrata in vigore del presente Decreto, in favore di di offrire un ulteriore strumento agli imprenditori
fondazioni che abbiano acquisito la qualifica di sociali in grado di valorizzare maggiormente la
impresa sociale successivamente alla medesima data dimensione imprenditoriale delle loro attività. Il
e siano costituite da non più di trentasei mesi dalla provvedimento va letto chiaramente all’interno del
stessa. percorso complessivo della riforma, ancora per la
In questo contesto va sicuramente inserita anche verità in corso di definizione, in quanto solo al filtro
la possibilità per le imprese sociali di raccogliere dell’applicazione pratica si potrà essere in grado di
capitali attraverso delle piattaforme web. Sul punto valutare la reale efficacia della nuova architettura
occorre effettuare un passo indietro. Con l’appro- normativa.
vazione del D.L. n. 179/2012 poi convertito con
modificazioni dalla Legge 17 dicembre 2012, n.
Nota:
221, sono state introdotte nel nostro ordinamento 26 Si fa riferimento al Regolamento sulla raccolta di capitali di
le c.d. start-up innovative, su cui ovviamente non rischio tramite portali on line adottato con delibera n. 18592 del
ci si soffermerà. L’aspetto da considerare ai fini 26 giugno 2013 e successive modifiche.

n. 11-12/2017 67
Riforma del Terzo Settore Cooperative

Le imprese sociali in forma


cooperativa
di Sara Agostini

istituzionali e di quelle connesse, fermo restando il


L’approfondimento vincolo di non prevalenza delle attività connesse e il
Con il D.Lgs. n. 112/2017 è stata approvata la nuova divieto di distribuzione, anche indiretta, degli utili o
disciplina dell’impresa sociale. Si tratta di un prov- degli avanzi di gestione e fatte salve le condizioni di
vedimento atteso che riveste una importanza note- maggior favore relative alle organizzazioni di volon-
vole anche per il settore cooperativo. tariato, alle cooperative sociali e alle organizzazioni
Numerose, infatti, sono le norme del Decreto che non governative (art. 9, lett. m).
hanno valenza per le cooperative in genere ed, in Con il D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 1121, è stata approvata
particolare, per le cooperative sociali. la revisione della disciplina in materia di impresa
sociale, mentre con il D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 1172
Riferimenti
ha visto la luce il Codice del Terzo settore.
Legge 6 giugno 2016, n. 106
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 112 Cooperative sociali: imprese sociali di diritto
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 117 L’art. 1 del D.Lgs. n. 112/2017 indica gli enti che
Legge 8 novembre 1991, n. 381 possono acquisire la qualifica di impresa sociale: una
larga platea di enti privati, incluse le società costituite
nelle forme previste dal Libro V del Codice civile, e,
La nuova normativa sulle imprese sociali quindi anche le cooperative.
La Legge 6 giugno 2016, n. 106 ha attribuito la Delega Tutte le imprese sociali devono:
al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’im- • esercitare in via stabile e principale un’attività di
presa sociale e per la disciplina del servizio civile impresa di interesse generale;
universale, ha indicato una serie di criteri direttivi • tale attività deve essere svolta senza scopo di lucro e
che coinvolgono anche le cooperative. per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;
I principi cardine della riforma, per quanto attiene il • l’attività deve essere realizzata, adottando modalità
rapporto con il mondo cooperativo, sono: di gestione responsabile e trasparente e favorendo il
• l’acquisizione di diritto della qualifica di impresa più ampio coinvolgimento di lavoratori, utenti e
sociale da parte delle cooperative sociali e dei loro altri soggetti interessati alle attività stesse.
consorzi (art. 6, lett. c); In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge delega,
• la previsione di forme di remunerazione del capi- per le cooperative sociali, si dispone l’acquisizione di
tale sociale che assicurino la prevalente destina- diritto della qualifica di impresa sociale (art. 1)3.
zione degli utili al conseguimento dell’oggetto
sociale, da assoggettare a condizioni e comunque
Sara Agostini - Giurista d’impresa
nei limiti massimi previsti per le cooperative a
Note:
mutualità prevalente (art. 6, lett. d); 1 G.U. n. 167 del 19 luglio 2017.
• la revisione della disciplina riguardante le organizza- 2 G.U. n. 179 del 2 agosto 2017.
zioni non lucrative di utilità sociale, in particolare 3 Le cooperative sociali, prima della riforma del Terzo settore, erano
considerate di diritto ONLUS. Con il D.Lgs. n. 117/2017 sono stati
prevedendo una migliore definizione delle attività aboliti, a partire dal 3 agosto 2017, gli artt. 10-29 del D.Lgs. n. 460/

68 n. 11-12/2017
Cooperative Riforma del Terzo Settore

La generale disciplina delle cooperative sociali, con- successive modificazioni, ed interventi, servizi e
tenuta nella Legge n. 381/1991 permane, dal prestazioni di cui alla Legge 5 febbraio 1992, n. 104,
momento che a tali enti le norme del D.Lgs. e successive modificazioni, e di cui alla Legge 22
n. 112/2017 si applicano a due condizioni: giugno 2016, n. 112, e successive modificazioni;
1. nel rispetto della normativa specifica delle b) interventi e prestazioni sanitarie;
cooperative; c) prestazioni socio-sanitarie di cui al Decreto del
2. in quanto compatibili con tale normativa. Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 feb-
Giova ricordare che le cooperative sociali sono disci- braio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
plinate non solo dalla Legge n. 381/1991, ma anche n. 129 del 6 giugno 2001, e successive
dalle disposizioni del Codice civile e da una serie di modificazioni;
norme di carattere fiscale e previdenziale ad esse d) educazione, istruzione e formazione professio-
dedicate. nale, ai sensi della Legge 28 marzo 2003, n. 53,
L’attribuzione della qualifica “di diritto”, comporta e successive modificazioni, nonché le attività
che le cooperative sociali (e i loro consorzi), diversa- culturali di interesse sociale con finalità
mente dalle altre tipologie di enti, si considerano educativa;
imprese sociali a prescindere dalla verifica in concreto l) formazione extra-scolastica, finalizzata alla pre-
del possesso dei requisiti di qualificazione posti dal venzione della dispersione scolastica e al successo
Decreto4. scolastico e formativo, alla prevenzione del bulli-
smo ed al contrasto della povertà educativa;
Le modifiche all’art. 1 della Legge n. 381/1991 p) servizi finalizzati all’inserimento o al reinseri-
Il D.Lgs. n. 112/2017, in vigore dal 20 luglio 2017, ha mento nel mercato del lavoro dei lavoratori e
apportato una modifica al comma 1 dell’art. 1 della delle persone di cui al comma 4.
Legge n. 381/1991: ciò al fine di garantire il tratta- Come è possibile notare, gli ambiti di intervento non
mento paritario di questa forma di impresa sociale ope sono particolarmente mutati, in quanto si riferiscono
legis rispetto alle altre imprese sociali, in particolare sempre al settore socio sanitario ed educativo, tranne
sotto il profilo delle attività di interesse generale che per i servizi di cui alla lettera p) che, invece, mirano
esercitabili. ad un supporto per il reinserimento del mondo del
L’art. 1, comma 1, della Legge n. 381/1991, ora, lavoro di lavoratori e persone svantaggiate.
risulta come segue:
Le misure fiscali e di sostegno economico
“Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire
applicate anche alle cooperative
l’interesse generale della comunità alla promozione
Il D.Lgs. n. 112/2017 ha previsto una serie di misure
umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso:
fiscali e di sostegno economico ad hoc per le imprese
a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educa-
sociali che possono essere applicate alle società coo-
tivi, incluse le attività di cui all’articolo 2,
perative e, quindi, anche alle cooperative sociali.
comma 1, lett. a), b), c), d), l), e p), del
Decreto legislativo recante revisione della
disciplina in materia di impresa sociale, di
cui all’articolo 1, comma 2, lett. c), della
Nota:
Legge 6 giugno 2016, n. 106;
(segue nota 3)
b) lo svolgimento di attività diverse - agricole, indu- 1997(Riordino della disciplina tributaria degli enti non com-
striali, commerciali o di servizi - finalizzate all’in- merciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) e,
serimento lavorativo di persone svantaggiate.”. di conseguenza, il legislatore ha ritenuto di collocarle tra le
imprese sociali e di attribuire loro tale qualifica di diritto.
Le attività indicate nelle lett. a), b), c), d), l), e p), comma 4 La gerarchia delle fonti in materia di impresa cooperativa prevede
1, dell’art. 2 del D.Lgs. n. 112/2017 sono le seguenti: l’applicazione, innanzitutto, della normativa propria delle coo-
perative sociali, poi il D.Lgs. n. 112/2017 e, poi, le disposizioni
a) interventi e servizi sociali ai sensi dell’art. 1, commi contenute nel D.Lgs. n. 117/2017 relative al Codice del Terzo
1 e 2, della Legge 8 novembre 2000, n. 328, e settore.

n. 11-12/2017 69
Riforma del Terzo Settore Cooperative

L’art. 18 ha introdotto due incentivi interessanti5: a) enti associativi riconosciuti, cui aderiscano
a) una detrazione dall’IRPEF di un importo pari al almeno 1000 imprese sociali iscritte nel registro
30% della somma investita dal contribuente nel delle imprese di almeno cinque Regioni o
capitale sociale di una o più società, tra cui anche le Province autonome;
cooperative, che abbiano acquisito la qualifica di b) associazioni nazionali di rappresentanza, assistenza
impresa sociale successivamente alla data del 20 e tutela giuridicamente riconosciute, ai sensi del
luglio 2017 e siano costituite da non più di 36 mesi D.Lgs. n. 220/2002.
dalla medesima data. Le imprese sociali saranno soggette ad una vigilanza
Tale importo può essere portato in detrazione nei annuale e dovranno versare un contributo apposito6.
periodi di imposta successivi, se non è detraibile nel Il sistema delle ispezioni sulle imprese sociali ricalca
periodo di imposta di riferimento. quello vigente sul sistema cooperativo e, quindi, si
L’investimento massimo detraibile: poneva il problema di non sovrapporre, per le
– non può superare l’importo di 1.000.000 di euro imprese sociali costituite in forma cooperativa, due
in ciascun periodo di imposta; tipologie di ispezioni; pertanto, con Decreto del
– deve essere mantenuto per almeno 3 anni; Ministero dello Sviluppo economico, di concerto
– non può essere ceduto prima del decorso dei 3 con il Ministro del Lavoro, saranno stabilite le
anni, pena la decadenza del beneficio e la norme di coordinamento necessarie per assicurare
restituzione della detrazione, oltre gli interessi unicità, completezza, periodicità ed efficacia delle
legali; ispezioni.
b) mancato concorso alla formazione del reddito dei
Le cooperative edilizie a vocazione sociale
soggetti passivi ai fini IRES del 30% della somma
Le cooperative edilizie di abitazione e i loro consorzi
investita dal contribuente nel capitale sociale di
possono costituirsi come imprese sociali e sviluppare
una o più società, tra cui anche le cooperative, che
le attività previste dall’art. 2, comma 1, lett. q), del
abbiano acquisito la qualifica di impresa sociale,
D.Lgs. n. 112/20177.
successivamente alla data del 20 luglio 2017 e
In tal caso tali cooperative possono iscriversi all’Albo
siano costituite da non più di 36 mesi dalla mede-
nazionale delle società cooperative edilizie di abita-
sima data.
zione e dei loro consorzi, istituito, ai sensi dell’art. 13
L’investimento massimo deducibile:
della Legge n. 59/1992, presso il Ministero dello
– non può superare l’importo di 1.800.000 di euro
Sviluppo economico8.
in ciascun periodo di imposta;
– deve essere mantenuto per almeno 3 anni;
– non può essere ceduto prima del decorso dei 3 Note:
anni, pena la decadenza del beneficio ed il recu- 5 Le modalità di attuazione di tale disposizione saranno individuate
pero a tassazione dell’importo dedotto, oltre gli con Decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali di
concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il
interessi legali. Ministro dello Sviluppo economico.
6 Con apposito Decreto del Ministro del Lavoro saranno definite:
Il regime di controllo sulle imprese sociali 1) contenuti e modalità delle ispezioni; 2) la determinazione del
contributo per le ispezioni che devono versare le imprese sociali;
e l’impatto sulla revisione mutualistica 3) il modello di verbale sulla base del quale deve svolgersi l’ispe-
Il nuovo Decreto n. 112/2017 ha attribuito al zione; 4) criteri, requisiti e procedure per il riconoscimento degli
enti associativi che possono svolgere attività ispettiva.
Ministero del Lavoro il compito di svolgere una 7 L’attività è l’alloggio sociale, ai sensi del Decreto del Ministro
attività ispettiva nei confronti delle imprese sociali, delle Infrastrutture 22 aprile 2008, e successive modificazioni
al fine di verificare che esse rispettino la normativa nonché ogni altra attività di carattere residenziale temporaneo,
diretta a soddisfare bisogni sociali, sanitari, culturali, formativi o
loro propria; le ispezioni sono svolte dall’Ispettorato lavorativi.
nazionale del Lavoro. 8 I riferimenti web del Ministero dello Sviluppo economico per
contattare l’Albo
Il Ministero, tuttavia, può anche avvalersi per le http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/impresa/
ispezioni di: cooperative/albo-delle-societa-cooperative-edilizie.

70 n. 11-12/2017
Cooperative Riforma del Terzo Settore

Norme che non si applicano n. 267/1947. Il provvedimento


alle imprese sociali in forma SOLUZIONI OPERATIVE che dispone l’avvio della proce-
cooperativa Le cooperative sociali e i loro consorzi, ai dura concorsuale è il Decreto del
Il D.Lgs. n. 112/2017 ha specifi- sensi dell’art. 1 del D.Lgs. 3 luglio 2017, Ministro del Lavoro, quale
cato, di volta in volta, quali norme n. 112, acquisiscono di diritto la qualifica autorità che vigila su tali
del Decreto non si applichino alle di impresa sociale. Ad esse continua ad liquidazioni.
imprese sociali che hanno scelto la applicarsi la normativa specifica delle Anche le società cooperative
forma cooperativa. cooperative e, in quanto compatibili, le sono sottoposte alla liquidazione
disposizioni previste per le imprese sociali coatta amministrativa, ai sensi
Devoluzione del patrimonio e per gli enti del Terzo settore.
Le imprese sociali che si pongono dell’art. 2545-terdecies c.c., ed
L’art. 1 della Legge n. 381/1991 è stato essa è disposta con Decreto del
in scioglimento volontario o che ampliato, al fine di coordinare meglio le
perdono in modo volontario la Ministero dello Sviluppo
attività nel settore socio sanitario ed
economico.
qualifica di impresa sociale (art. educativo.
12), nonché in caso di perdita Dal momento che il controllo
della qualifica di impresa sociale a seguito di ispezione sulla liquidazione delle coope-
che abbia evidenziato irregolarità sanabili o non sanata rative è già esercitato dal Dicastero dello Sviluppo
(art. 15), sono tenute a devolvere il patrimonio residuo economico, non vi era motivo per modificare tale
ad altri enti del Terzo settore o ai Fondi costituiti per la situazione e, pertanto, l’art. 14 del D.Lgs. n. 112/
promozione e lo sviluppo delle imprese sociali9. 2017 non si applica alle cooperative.
Tali disposizioni sono applicabili anche alle cooperative, Osservazioni conclusive
salvo quanto specificamente previsto per tali società10. Nel presente contributo si sono evidenziate le norme
del D.Lgs. n. 112/2017 applicabili anche alle società
Coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri cooperative e l’impatto che esse hanno sugli enti
soggetti
mutualistici.
Le imprese sociali devono prevedere che nei propri
L’aver incluso le cooperative sociali, di diritto, nel
statuti o regolamenti aziendali siano inserite adeguate
grande alveo delle imprese sociali, evidenzia come,
forme di coinvolgimento di lavoratori, utenti e terzi
nonostante queste società rientrino nella grande fami-
direttamente interessati alle loro attività.
glia degli enti del Terzo settore, siamo imprese,
Le modalità con cui l’impresa intende coinvolgere le
seppure a vocazione sociale.
suddette categorie devono far riferimento a quanto
Il Decreto ha anche il pregio di definire, di volta in
indicato nei contratti collettivi, alla natura e dimen-
volta, quali siano le normative non applicabili al
sione dell’impesa sociale e alle Linee guida sull’argo-
sistema delle imprese cooperative, al fine di evitare
mento, adottate con Decreto del Ministro del Lavoro.
sovrapposizioni o interferenze nelle competenze già di
L’art. 12 del D.Lgs. n. 112/2017 stabilisce che la
pertinenza del Ministero dello Sviluppo economico.
norma sul coinvolgimento di lavoratori, utenti e
terzi non si applica alle imprese sociali costituite in
forma di cooperativa a mutualità prevalente. Note:
Ciò, con ogni probabilità, perché in questa categoria 9 I Fondi per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali
possono essere costituiti dalle associazioni di imprese sociali,
di enti, con particolare riferimento alle cooperative di riconosciute con Decreto del Ministro del Lavoro, dalle associa-
lavoro e sociale, i lavoratori dell’impresa sono anche zioni di rappresentanza, assistenza e tutela del Movimento coo-
soci e, quindi, sono già coinvolti nella gestione perativo giuridicamente riconosciute e dalla Fondazione Italia
Sociale (art. 16).
aziendale. 10 Queste ultime norme prevedono l’attribuzione delle risorse in
oggetto al fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo
Procedure concorsuali della cooperazione oppure, qualora la società in questione non
aderisca ad alcuna associazione riconosciuta ovvero aderisca ad
Le imprese sociali sono assoggettate, in caso di insol- un’associazione che non abbia un fondo mutualistico, al bilancio
venza, liquidazione coatta amministrativa, di cui al R.D. dello Stato.

n. 11-12/2017 71
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

Come cambia il cinque


per mille?
di Marta Saccaro

rivisti anche alla luce delle novità apportate dal D.Lgs.


L’approfondimento 3 luglio 2017, n. 117, che ha definito la categoria degli
Completa il quadro dei decreti attuativi della Legge Enti del Terzo Settore (ETS).
delega sulla riforma del Terzo Settore il provvedi- Nello specifico, secondo l’art. 3 del D.Lgs. n. 111/
mento volto a ridisegnare l’istituto del cinque per mille 2017, il contributo del cinque per mille potrà essere
dell’IRPEF. destinato a:
Le nuove disposizioni sono legate strettamente all’i- a) ETS iscritti nel Registro Unico del Terzo Settore;
stituzione del Registro Unico del Terzo Settore e, b) finanziamento della ricerca scientifica e
seppur in vigore da luglio, per diventare pienamente dell’università;
operative attendono l’emanazione di uno specifico c) finanziamento della ricerca sanitaria;
Decreto di attuazione. È però possibile avere fino da d) sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di
ora una prima idea di quali saranno i cambiamenti residenza del contribuente;
attesi e che impatto avranno sull’istituto.
e) sostegno delle associazioni sportive dilettantisti-
che riconosciute ai fini sportivi dal CONI, che
Riferimenti
D.Lgs. 3 luglio 2017, n. 111
svolgono una rilevante attività di interesse
Legge 6 giugno 2016, n. 106 generale.
In relazione a quest’ultimo aspetto, è verosimile
attendersi, come già avvenuto in passato, una preci-
sazione volta a meglio definire la tipologia di enti
Tra i provvedimenti di attuazione della Legge 6 sportivi dilettantistici cui si riferisce l’agevolazione1.
giugno 2016, n. 106 (Legge delega per la riforma Il “nuovo” elenco dei destinatari sarà effettivo solo a
del Terzo Settore), rientra anche il D.Lgs. 3 luglio partire dall’anno successivo a quello di operatività del
2017, n. 111, di riordino dell’istituto del cinque per Registro Unico del Terzo Settore.
mille dell’IRPEF. Oggetto del Decreto in com-
mento, come si legge nell’art. 2, è la previsione di
norme di completamento della riforma strutturale Marta Saccaro - Dottore commercialista e pubblicista
dell’istituto del cinque per mille dell’IRPEF (iniziata Nota:
con la legge di bilancio per il 2015), nel rispetto delle 1 In particolare, nella formulazione precedente (e attualmente in
vigore), con il D.M. 16 aprile 2009, n. 88, come modificato dal D.
esigenze di razionalizzazione e revisione organica del M. 16 aprile 2009, è stato specificato che possono essere desti-
contributo. natarie del contributo del cinque per mille solo quelle associazioni
nella cui organizzazione è presente il settore giovanile e che sono
Il provvedimento inoltre disciplina la destinazione affiliate a una Federazione sportiva nazionale o a una disciplina
del contributo in base alle scelte espresse dai sportiva associata o a un ente di promozione sportiva riconosciuti
contribuenti. dal CONI. Inoltre, le associazioni devono svolgere prevalente-
mente una delle seguenti attività: avviamento e formazione allo
sport dei giovani di età inferiore a 18 anni; avviamento alla pratica
I “nuovi” ammessi al beneficio sportiva in favore di persone di età non inferiore a 60 anni;
avviamento alla pratica sportiva nei confronti di soggetti svan-
La prima novità del provvedimento è la ridefinizione taggiati in ragione delle condizioni fisiche, psichiche, economi-
dei potenziali destinatari del contributo, che vengono che, sociali o familiari.

72 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

Nell’attesa valgono le disposizioni previgenti conte- sottoscritta dal soggetto che non risulta più essere il
nute nell’art. 2, comma 4-novies, lett. a) del D.L. n. rappresentante dell’ente.
40/2010, di recente riformulate ad opera del D.P.C. La scadenza per l’invio dell’autocertificazione è la
M. 7 luglio 2016. stessa prevista per l’invio della dichiarazione sostitu-
tiva per chi si iscrive per la prima volta: il 30 giugno. I
Le regole attuali moduli di autocertificazione sono differenti in un
A questo proposito, si ricorda che, in forza del caso e nell’altro e sono reperibili sul sito internet
Decreto da ultimo ricordato (attuativo del disposto dell’Agenzia delle entrate.
dell’art. 1, comma 154, della Legge n. 190/2014), dal Questo adempimento non può essere omesso, pena
2017 l’istituto del cinque per mille ha registrato l’esclusione dalla lista dei beneficiari, né considerato
un’importante novità: è stato infatti istituito l’elenco assorbito dall’invio della comunicazione della varia-
dei soggetti beneficiari del contributo “a regime”, zione all’Agenzia delle entrate con il modello AA5/6
che non dovranno in futuro (a meno di cambiamenti per in soggetti non titolari di partita IVA ovvero con il
sostanziali) ripetere la procedura di iscrizione per modello AA7/10 per i titolari di partita IVA. Anzi,
l’accesso al beneficio. proprio perché l’Agenzia è a conoscenza dei dati del
Come chiarito dall’Agenzia delle entrate nella nuovo rappresentante legale è presumibile che li
circolare n. 5/E del 31 marzo 2017 da quest’anno riscontrerà con quanto indicato nell’autocertifica-
si considerano regolarmente iscritti in maniera zione per confermare o meno la sussistenza dell’ente
permanente gli enti del volontariato, gli enti nell’elenco dei destinatari del contributo.
della ricerca scientifica e dell’università, gli enti Gli enti di nuova costituzione, quelli che non si sono
della ricerca sanitaria e le associazioni sportive iscritti negli anni precedenti o che comunque che non
dilettantistiche che, nel corso dell’anno prece- risultano nell’elenco pubblicato sul sito internet
dente, hanno espletato le procedure previste per dell’Agenzia delle entrate se vogliono partecipare al
ciascuna categoria per l’inserimento negli elenchi riparto del contributo devono invece effettuare
dei possibili destinatari del contributo. Per quanto l’iscrizione telematica, utilizzando l’apposito software
previsto dal DPCM 28 luglio 2016 il beneficio è messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate
riconosciuto anche per il finanziamento e le secondo le modalità ormai consolidate e descritte
attività di tutela, promozione e valorizzazione nel D.P.C.M. 23 aprile 2010.
dei beni culturali e paesaggistici. Come anticipato, quelle sopra sinteticamente evi-
La circolare fa presente che l’inserimento nell’elenco denziate rimangono ancora le regole operative da
vale ai fini dell’iscrizione dell’ente al riparto del cin- seguire. Le nuove modalità e i termini per l’accesso
que per mille ma non anche quale ammissione al al riparto del cinque per mille dell’IRPEF nonché le
beneficio: anche a seguito dell’iscrizione permane modalità e i termini per la formazione, l’aggiorna-
quindi l’ordinaria attività di controllo del possesso mento e la pubblicazione dell’elenco permanente
dei requisiti prescritti e la successiva conseguente degli enti iscritti e per la pubblicazione degli elenchi
pubblicazione degli elenchi degli enti ammessi e di annuali degli enti ammessi dovranno infatti essere
quelli esclusi. stabilite da un apposito Decreto che dovrà essere
Nonostante l’ente risulti compreso nell’elenco per- emanato entro 120 giorni dall’entrata in vigore del
manente, gli adempimenti relativi al cinque per mille D.Lgs. n. 111/2017 (avvenuta il 19 luglio 2017). La
possono poi ugualmente non essere esauriti. scadenza - chiaramente ordinatoria e non perentoria -
Nello specifico, se, rispetto all’esercizio precedente, è quindi il 16 novembre 2017.
risulta variato il rappresentante legale sarà necessario
Che cosa cambierà con le nuove regole?
trasmettere l’autocertificazione di sussistenza dei
In relazione alle novità apportate dal nuovo Decreto
requisiti, sottoscritta dal nuovo titolare. In questo
si segnala che il D.Lgs. n. 111/2017 stabilisce inno-
caso, infatti, si considera evidentemente decaduta,
vativamente il divieto, per i beneficiari del
per l’esercizio in corso, l’autocertificazione

n. 11-12/2017 73
Riforma del Terzo Settore Enti non profit

contributo, di utilizzare le nei termini (e non, quindi, di


somme ricevute per coprire le La novità quelle tardive, integrative o
spese di pubblicità sostenute per Il D.Lgs. n. 111/2017 stabilisce integrative a favore).
campagne di sensibilizzazione innovativamente il divieto, per i
sulla destinazione della quota beneficiari del contributo, di utilizzare le Più attenzione al rendiconto
del cinque per mille stesso e somme ricevute per coprire le spese di Con l’art. 8 del D.Lgs. n. 111/
demanda al richiamato provve- pubblicità sostenute per campagne di 2017 vengono infine introdotti
dimento attuativo il compito di sensibilizzazione sulla destinazione della obblighi di pubblicità delle
definire i criteri di riparto della quota del cinque per mille stesso risorse erogate, attraverso un
quota del contributo, stabilendo sistema improntato alla traspa-
l’importo minimo erogabile a ciascun ente delle renza, con la previsione delle conseguenze sanziona-
somme risultanti sulla base delle scelte effettuate dai torie per il mancato rispetto degli oneri imposti.
contribuenti e le modalità di riparto delle scelte non Nel dettaglio, si mantiene l’obbligo di predisporre il
espresse dai contribuenti. rendiconto entro un anno dalla ricezione delle
In riferimento a quest’ultimo aspetto non si può non somme con modalità che dovranno, però, essere
fare a meno di segnalare la “delicatezza” e la rilevanza definite. In linea generale, è previsto un obbligo
che avrà l’intervento che, modificando gli attuali duplice (e più oneroso rispetto a quanto attualmente
criteri di ripartizione delle somme destinate dai con- richiesto):
tribuenti, rischia di penalizzare non poco alcuni sog- • in primo luogo, infatti, i beneficiari dovranno redi-
getti beneficiari del contributo. Attualmente, infatti, gere il rendiconto, entro un anno dalla ricezione
la parte del contributo relativa alle scelte “indistinte” delle somme e trasmetterlo (non è più prevista, per
(cioè senza l’indicazione espressa di uno specifico questo adempimento, una soglia minima di contri-
soggetto) fatte dai contribuenti viene ripartita all’in- buto, attualmente 20.000, al di sotto della quale non
terno di ciascuna categoria in proporzione alle per- è richiesto l’invio del modulo) entro i successivi 30
centuali delle scelte espresse. giorni all’amministrazione erogatrice insieme alla
Modificare questo criterio - prevedendo, ad esempio, relazione illustrativa, che descriva la destinazione e
un sistema di redistribuzione flat, per tutti i parteci- l’utilizzo del contributo percepito, secondo canoni
panti- potrebbe determinare, per qualche soggetto, di trasparenza, chiarezza e specificità;
una significativa, e probabilmente non motivata, • in secondo luogo, i beneficiari del contributo
riduzione di gettito rispetto alla situazione attuale dovranno pubblicare, sul proprio sito web, entro
che, di fatto, segue un principio di gradimento 30 giorni dalla scadenza del termine di cui sopra, gli
degli enti presenti in elenco da parte dei firmatari importi percepiti ed il relativo rendiconto, dan-
della dichiarazione degli enti. done comunicazione entro sette giorni all’ammi-
Il Decreto attuativo dovrà inoltre fissare le nistrazione erogatrice.
modalità per il pagamento del contributo e i Nel caso di violazione degli obblighi di pubblicazione
termini entro i quali i beneficiari devono comu- è previsto che l’amministrazione erogatrice diffidi il
nicare alle amministrazioni erogatrici i dati neces- beneficiario ad effettuare la pubblicazione, asse-
sari per il pagamento delle somme assegnate al gnando un termine di 30 giorni e, in caso di inerzia,
fine di consentirne l’erogazione entro il termine irrogando una sanzione pari al 25% del contributo
di chiusura del secondo esercizio finanziario suc- percepito.
cessivo a quello di impegno. Gli obblighi di pubblicazione competono inoltre alle
L’inadempimento comporterà la perdita del diritto a amministrazioni erogatrici che, entro 90 giorni dalla
percepire il contributo per l’esercizio di riferimento. erogazione del contributo, devono rendere noti sul
Per accelerare le procedure per l’erogazione del con- proprio sito internet gli elenchi dei soggetti a cui sono
tributo l’art. 6 del D.Lgs. n. 111/2017 prevede che si state corrisposte le somme, con l’indicazione del
dovrà tenere conto solo delle dichiarazioni presentate relativo importo nonché, nel termine di 30 giorni

74 n. 11-12/2017
Enti non profit Riforma del Terzo Settore

dall’acquisizione delle informazioni di cui sopra, il economici con le pubbliche amministrazioni” di


collegamento al rendiconto pubblicato sul sito internet pubblicare entro il 28 febbraio di ogni anno, nei
del beneficiario. Sono previste sanzioni per le ammi- propri siti o portali digitali, le informazioni relative a
nistrazioni inadempimenti. “sovvenzioni, contributi, incarichi retribuiti e
La rendicontazione delle somme ricevute, quindi, comunque a vantaggi economici di qualunque
acquista un ruolo sempre più importante. genere ricevuti dalle medesime Pubbliche ammini-
A questo riguardo è doveroso ricordare, in conclu- strazioni e dai medesimi soggetti nell’anno prece-
sione, che l’adempimento connesso alla rendicon- dete”. In proposito si tratterà quindi di capire se il
tazione è stato di recente ribadito anche nella recente contributo del cinque per mille rientra tra quelli
legge sulla concorrenza (Legge 4 agosto 2017, n. oggetto di attenzione ai sensi della Legge n. 124/
124) dove, all’art. 1, comma 125, è imposto l’ob- 2017 e come (e se) si possono conciliare i diversi
bligo, per alcuni enti che “intrattengono rapporti obblighi di rendicontazione.

Tavola n. 1 - 5xmille in sintesi

Accesso al 5 per mille


con l’iscrizione
nel Registro Unico del Terzo Settore

Procedure di erogazione dei


contributi più rapide

5xmille Soglie minime dell’importo


erogabile sulla base delle scelte
dei contribuenti

Trasparenza
sulle informazioni relative
all’utilizzo dei contributi ricevuti

n. 11-12/2017 75
Agevolazioni e finanziamenti

Le opportunità
a cura di Bruno Pagamici

... dall’Europa
(Programma “Europa Creativa”, Sottoprogramma “Cultura”; Bandi EACEA 32/2017 e
EACEA 35/2017,pubblicati sul sito https: //eacea.ec.europa.eu/creative-europe/funding/
support-european-cooperation-projects-2018_en)
(Scadenza presentazione domande:
- 22 novembre 2017, per il bando EACEA 35/2017 per progetti di cooperazione sul
2018 Anno europeo del Patrimonio culturale;
- 18 gennaio 2018, per il bando EACEA 32/2017 per progetti di cooperazione europea)
Progetti di Nell’ambito del programma “Europa Creativa”, l’Agenzia esecutiva EACEA ha
cooperazione culturale pubblicato i seguenti bandi:
• bando EACEA 32/2017 per il sostegno di progetti di cooperazione europea
(piccola e larga scala), con una dote di 40 milioni di euro, di cui 15,2 milioni
riservati ai progetti di cooperazione su piccola scala;
• bando EACEA 35/2017 per il sostegno di progetti focalizzati sul 2018 Anno
europeo del Patrimonio culturale, del valore di 5 milioni di euro.

Enti non profit Per entrambi i bandi, la partecipazione ai progetti è aperta a tutti gli operatori (pubblici
e privati) attivi nei settori culturali e creativi. Il capofila di progetto dovrà essere
legalmente costituito da almeno 2 anni alla data di scadenza del bando (22 novembre
2017, per il bando EACEA 35/2017, ovvero 18 gennaio 2018, per il bando EACEA
32/2017).

Progetti ammessi Il bando EACEA 32/2017 agevola le seguenti 2 tipologie di progetti:


• progetti di cooperazione di piccola scala, ossia progetti che coinvolgono almeno 3
partner (il capofila di progetto + almeno 2 partner) provenienti da almeno 3 diversi
Paesi partecipanti al sottoprogramma Cultura;
• progetti di cooperazione di larga scala, ossia progetti che coinvolgono almeno 6
partner (il capofila di progetto + almeno 5 partner) provenienti da 6 diversi Paesi
ammissibili al sottoprogramma Cultura.
I progetti dovranno rispettare e sviluppare al massimo 3 delle seguenti 5 priorità:
• mobilità transnazionale di opere culturali e creative, di artisti e/o operatori culturali
e creativi al fine di promuovere il dialogo interculturale, la comprensione della
diversità culturale e l’inclusione sociale. I progetti orientati a questa priorità
dovranno sviluppare una concreta strategia di mobilità transnazionale, che potrà
prevedere, per esempio: capacity building agli operatori culturali coinvolti nel
progetto per lavorare in un’ottica transnazionale e internazionale; creazione e
produzione; ampliamento di competenze professionali e training anche per

Bruno Pagamici - Dottore Commercialista in Macerata

76 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

migliorare l’apprendimento tra pari; opportunità di lavoro per artisti in termini


transnazionali e internazionali; accesso a nuovi mercati; creazione di opportunità di
networking; raggiungimento di nuovi pubblici; dialogo inter-religioso e rispetto per
tutte le espressioni culturali, miglioramento della situazione dei rifugiati;
• Audience development (AD) come strumento per stimolare l’interesse delle persone
nei confronti delle opere e del patrimonio culturale europei e migliorare l’accesso
ad essi. L’Audience Development punta ad avvicinare le persone e la cultura,
richiede di impegnarsi in modi nuovi e innovativi con il pubblico, sia per
diversificare o costruire un nuovo pubblico, raggiungendo anche gruppi sottorap-
presentati, sia per migliorare l’esperienza del pubblico esistente e approfondire il
rapporto con esso. Una strategia di AD potrà essere quindi rivolta all’ampliamento,
alla diversificazione del pubblico o all’intensificazione della relazione col pubblico
fidelizzato/esistente (o a una combinazione di questi aspetti);
• capacity building, ovvero aiutare gli operatori culturali a sviluppare le loro compe-
tenze e internazionalizzare le loro carriere, sia per facilitare l’accesso alle opportunità
professionali, che per creare le condizioni per la circolazione transnazionale di opere
culturali e creative e il networking. Tale priorità è declinata in 3 aspetti:
– digitalizzazione. I progetti che contemplano questa priorità dovranno andare
oltre la mera digitalizzazione dei contenuti e prevedere una strategia analitica e
innovativa;
– creazione di nuovi modelli di business culturale.
– istruzione e formazione, ossia ampliamento di competenze culturali e/o
artistiche.
Per entrambe le tipologie di progetti, la durata massima dovrà essere di 48 mesi, con
inizio:
• tra maggio e dicembre 2018, per i progetti di piccola scala;
• tra giugno e dicembre 2018 per i progetti di larga scala.
Il bando EACEA 35/2017 sostiene progetti attinenti con i seguenti obiettivi specifici
dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale:
• rinforzare il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo. I progetti
dovranno evidenziare come il patrimonio culturale europeo sia il risultato del-
l’interazione tra espressioni culturali di diverse civiltà che hanno abitato il conti-
nente o che si sono incontrate grazie al commercio e ai viaggi. Il patrimonio
culturale, quindi, dovrà essere inteso come un insieme di valori comuni, memoria,
conoscenza, identità e dialogo per l’Europa, che insieme contribuiscono a rinfor-
zare il senso di appartenenza a uno spazio comune europeo. Questi progetti
potranno consistere, ad esempio, in:
– cooperazione tra organismi culturali (musei, biblioteche, archivi, teatri, festival,
orchestre, archivi cinematografici ecc.), stakeholder del settore del patrimonio e
popolazioni locali per sviluppare e diffondere strumenti di mediazione/inter-
pretazione inclusivi, che evidenziano l’importanza europea delle loro collezioni,
oggetti o pratiche, con l’obiettivo di stimolare narrazioni innovative e transna-
zionali per il patrimonio culturale;
– collaborazioni tra organizzazioni culturali di diversi Paesi per sviluppare, in
particolare nelle giovani generazioni, un senso di responsabilità comune per il
patrimonio culturale tangibile e intangibile di importanza europea. Ciò include
la promozione del dialogo interculturale/intergenerazionale;
– cooperazione tra differenti tipi di organizzazioni e/o altri stakeholder del patri-
monio culturale per sviluppare azioni volte ad accrescere la conoscenza e a

n. 11-12/2017 77
Agevolazioni e finanziamenti

rafforzare la consapevolezza della storia comune dell’Europa. Le azioni dovreb-


bero aiutare le organizzazioni del patrimonio culturale a dare una dimensione
europea alle proprie attività, a sviluppare una cooperazione sostenibile con nuovi
partner in altri Paesi e raggiungere un pubblico più ampio;
– programmi culturali e/o esposizioni e/o spettacoli, portati in diversi Paesi e
Regioni europee, focalizzati sull’esplorare, documentare, diffondere e valoriz-
zare gli aspetti poco rappresentati del patrimonio culturale europeo, nonché
attività volte a promuovere valori positivi quali la riconciliazione, il rispetto
reciproco, il dialogo e la comprensione interculturale;
• promuovere il patrimonio culturale quale fonte di ispirazione per la creazione
artistica contemporanea e l’innovazione e rafforzare l’interazione tra il settore del
patrimonio culturale e gli altri settori culturali e creativi. I progetti in questo ambito
dovranno:
– promuovere e sviluppare lo scambio di buone pratiche sulla cooperazione
intersettoriale in un contesto di sperimentazione creativa e dialogo tra il settore
del patrimonio culturale e altri settori culturali e creativi;
– incoraggiare e sviluppare il riutilizzo innovativo del patrimonio culturale,
anche per la creazione contemporanea, gli interventi nell’ambiente storico
e l’utilizzo dei contenuti del patrimonio culturale digitale da parte dei
settori creativi;
– promuovere e potenziare l’uso della cultura e della creatività per meglio
preservare, presentare e interpretare il patrimonio culturale, capitalizzando il
potenziale delle industrie creative per migliorare la fornitura di servizi culturali
attraverso nuovi servizi ad alto valore aggiunto.
I progetti dovranno:
• coinvolgere almeno 3 partner (il capofila di progetto + almeno 2 partner) provenienti
da 3 diversi Paesi ammissibili al sottoprogramma Cultura;
• avere una durata massima di 24 mesi, con inizio tra gennaio e settembre 2018.
Misura del contributo Con riferimento al bando EACEA 32/2017, il contributo comunitario coprirà:
• per progetti di cooperazione di piccola scala: fino al 60% dei costi totali ammissibili
del progetto, per un massimo di 200.000 euro;
• per progetti di cooperazione di larga scala: fino al 50% dei costi totali ammissibili del
progetto, per un massimo di 2.000.000 euro.
Con riferimento al bando EACEA 35/2017, la sovvenzione dell’UE sarà concessa
fino al 60% dei costi totali ammissibili del progetto, con un massimo di 200.000 euro.

Presentazione Dovrà essere presentata per via telematica utilizzando il Sistema elettronico di
domanda presentazione del Portale Partecipanti (accessibile dalla pagina web
http: //ec.europa.eu/education/participants/portal/desktop/en/home.html) entro il:
• 22 novembre 2017 (ore 12: 00, ora di Bruxelles), per il bando EACEA 35/2017 per
progetti di cooperazione sul 2018 Anno europeo del Patrimonio culturale;
• 18 gennaio 2018 (ore12: 00, ora di Bruxelles), per il bando EACEA 32/2017 per
progetti di cooperazione europea.

... dallo Stato


(Decreto del Ministero dello Sviluppo economico 17 luglio 2017, Gazzetta Ufficiale 18
settembre2017,n.218:criteriperlaconcessionedicontributiafondoperdutoinformadivoucher

78 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

a favore delle PMI; Decreto direttoriale 18 settembre 2017: modalità operative e termini per la
richiesta dei voucher per l’internazionalizzazione)
(Scadenza presentazione domande: 1° dicembre 2017)
Voucher Ammontano a 26 milioni di euro le risorse messe a disposizione dal Ministero dello
internazionalizzazione Sviluppo economico, attraverso il bando “Voucher internazionalizzazione”, per la
realizzazione di programmi di penetrazione e crescita sui mercati esteri.

Cooperative Potranno richiedere i voucher le cooperative di piccola e media dimensione, le reti di


imprese tra PMI (sia rete-soggetto che rete contratto) e i consorzi, operanti in tutti i
settori di attività, ad eccezione della produzione primaria di prodotti agricoli, che
abbiano conseguito un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno
a 500.000 euro, con riferimento all’ultimo esercizio contabile chiuso (nel caso di rete
dovrà essere considerato il fatturato cumulato di tutte le imprese facenti parte
dell’aggregazione per effetto della sottoscrizione del contratto di rete). Tale vincolo
non sussiste nel caso di start-up innovative.

Progetti finanziabili Sarà finanziata l’acquisizione di servizi di Temporary Export Manager (TEM) - figura
specializzata capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati
esteri - erogati (per effetto della sottoscrizione di un contratto di servizio) da una
società di Temporary Export Management scelta tra quelle inserite nell’apposito elenco
che sarà pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo economico entro il 20
dicembre 2017.
I servizi di supporto all’internazionalizzazione oggetto del contratto di servizio - da
stipulare successivamente alla pubblicazione sul sito del Ministero dello Sviluppo
economico dell’elenco delle società di Temporary Export Management - potranno
prevedere la messa a disposizione di uno o più TEM soltanto laddove necessario ai fini
di una maggiore rispondenza ai fabbisogni di affiancamento dell’impresa sottoscri-
vente il suddetto contratto.

Misura del contributo Il sostegno ministeriale sarà concesso, in regime de minimis, sotto forma di:
• contributo voucher early stage, di importo pari a 10.000 euro (ridotto 8.000 euro per le
imprese già beneficiarie della prima edizione del voucher), a fronte di un contratto di
servizio con la società di Temporary Export Management di importo almeno pari (al
netto dell’IVA) a 13.000 euro e di durata minima di 6 mesi;
• contributo advanced stage, di importo pari a 15.000 euro, a fronte di un contratto di
servizio con la società di Temporary Export Management di importo almeno pari (al
netto dell’IVA) a 25.000 euro e di durata minima di 12 mesi. È prevista la possibilità
di incrementare l’importo del contributo con ulteriori 15.000 euro, a fronte del
raggiungimento, anche con il concorso del TEM messo a disposizione dalla società
fornitrice, dei seguenti obiettivi in termini di volumi di vendita all’estero:
– incremento del volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi esteri
registrato nel corso del 2018, ovvero nel corso del medesimo anno e fino al
31 marzo 2019, rispetto al volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi
esteri conseguito nel 2017, deve essere almeno pari al 15%;
– incidenza percentuale del volume d’affari derivante da operazioni verso Paesi
esteri sul totale del volume d’affari, nel corso del 2018, ovvero nel corso del
medesimo anno e fino al 31 marzo 2019, deve essere almeno pari al 6%.

n. 11-12/2017 79
Agevolazioni e finanziamenti

Domanda di
agevolazione
Dovrà essere presentata dal 28 novembre 2017 (ore 10.00) al 1° dicembre 2017 (ore
16.00), tramite la procedura informatica disponibile nella sezione “Voucher per
l’internazionalizzazione” del sito internet del Ministero dello Sviluppo economico
(www.mise.gov.it). La compilazione on line delle domande potrà essere effettuata a
partire dalle ore 10.00 del 21 novembre 2017.
Il Ministero dello Sviluppo economico procederà all’assegnazione dei voucher secondo
l’ordine cronologico di ricezione delle domande e nei limiti delle risorse disponibili.

... dallo Stato


(Legge21novembre2000,n.342,art.96,integratodall’art.20delD.L.30settembre2003,
n. 269, convertito nella Legge 24 novembre 2003, n. 326; Decreto del Ministro del Lavoro e
dellePolitichesociali14settembre2010, n.177,GazzettaUfficiale30ottobre2010,n.255:
approvazione Regolamento)
(Scadenza presentazione domande: 31 dicembre 2017)
Acquisto di ambulanze Fino al 31 dicembre è possibile presentare al Ministero del Lavoro e delle Politiche
e beni strumentali sociali la richiesta di contributo per gli acquisti di autoambulanze e beni strumentali
effettuati nell’anno 2017.

Enti non profit Le domande potranno essere presentate da:


• associazioni di volontariato, costituite in forma di associazione o nelle forme
previste dall’art. 3 della Legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritte nei registri di cui
all’art. 6 della medesima legge;
• organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) in possesso dei requisiti di
cui all’art. 10 del D.Lgs. 4 dicembre 1997, n. 460, iscritte all’anagrafe unica delle
ONLUS.

Progetti ammessi Il contributo sarà erogato a fronte degli acquisti, anche mediante contratto di leasing,
effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017, di:
1) autoambulanze;
2) beni strumentali, utilizzati direttamente ed esclusivamente per attività di utilità
sociale, che per le loro caratteristiche, non sono suscettibili di diverse utilizza-
zioni senza radicali trasformazioni;
3) beni da donare a strutture sanitarie pubbliche.
Saranno esclusi gli acquisti di beni immobili e di altri beni strumentali utilizzati
esclusivamente per l’organizzazione ed il funzionamento dell’ente beneficiario.
I beni oggetto di contributo (ad esclusione di quelli di cui al punto 3), per un periodo di
almeno 5 anni dalla data del contratto di acquisto del bene o dalla data di sottoscrizione
del contratto di leasing, non potranno essere venduti o ceduti a terzi e dovranno essere
utilizzati direttamente ed esclusivamente dai diretti beneficiari del contributo e non
potranno essere, per alcun motivo, utilizzato per attività diverse da quelle di utilità
sociale o ceduto a terzi.
La vendita del bene o la cessione del contratto di leasing potranno essere effettuate,
prima dei 5 anni dalla data di acquisto, solo in favore di organizzazioni di volontariato o
in favore di ONLUS, iscritte nell’anagrafe unica delle ONLUS di cui all’art. 11 del D.
Lgs. n. 460/1997. Tale vendita o cessione dovrà essere preventivamente autorizzata

80 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il corrispettivo della vendita o della
cessione non dovrà essere superiore alla differenza tra il valore di mercato del bene
ceduto ed il contributo ricevuto per l’acquisto dello stesso.

Misura del contributo La misura percentuale di contributo sarà determinata dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali sulla base delle domande di contributo dichiarate ammissibili e delle
risorse disponibili.
Il contributo non sarà cumulabile con altri contributi, concernenti il medesimo bene,
erogati dalle amministrazioni pubbliche, ed è alternativo e non cumulabile con la
riduzione del 20% del prezzo complessivo applicata dal concessionario al momento
dell’acquisto di autoambulanze o di veicoli antincendio, secondo quanto disposto
dall’art. 20 del D.L. n. 269/2003 (convertito in Legge n. 326/2003).

Presentazione Dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2017 al Ministero del Lavoro e delle
domanda Politiche sociali (Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale
delle imprese - Divisione III - Via Fornovo, 8 - Palazzo C, 00192 Roma).
Le domande dovranno essere compilate utilizzando l’apposito modello di domanda
pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro (www.lavoro.gv.it),
ponendo particolare attenzione alla documentazione da allegare e seguendo le
istruzioni di compilazione in esso dettagliatamente indicate.

... dallo Stato


(Legge 27 dicembre 2002, n. 289, art. 66, comma 1, come modificato dall’art. 10, comma 5,
della Legge 14 maggio 2005, n. 80; Legge 3 febbraio 2011, n. 4, art. 1; D.L.24 gennaio
2012, n. 1, convertito dalla Legge 24 marzo 2012, n. 27, art. 63; Decreto Ministro delle
Politiche agricole alimentari e forestali 8 gennaio 2016, Gazzetta Ufficiale 11 marzo 2016,
n. 59: criteri, modalità e procedure per l’attuazione dei contratti di filiera e di distretto; Decreto
Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali 3 agosto 2016, Gazzetta Ufficiale 16
settembre 2016, n. 217: condizioni economiche e modalità di concessione dei finanziamenti
agevolati per i contratti di filiera e di distretto; circolare del Ministero delle Politiche agricole
alimentari e forestali 10 agosto 2017, n. 60690: modalità di presentazione delle domande di
accesso ai contratti di filiera e di distretto)
(Scadenza presentazione domande: a sportello, a partire dal 27 novembre 2017)
Contratti di filiera Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, con circolare n. 60690 del 10
e di distretto agosto 2017, ha definito le modalità e i termini per la presentazione delle domande di
accesso ai contratti di filiera e di distretto.

Cooperative I contratti di filiera e di distretto potranno essere proposti da:


• società cooperative agricole e loro consorzi, consorzi di imprese, organizzazioni di
produttori agricoli ed associazioni di organizzazioni di produttori agricoli ricono-
sciute ai sensi della normativa vigente, che operano nel settore agricolo e
agroalimentare;
• società costituite tra soggetti che esercitano l’attività agricola e le imprese com-
merciali e/o industriali e/o addette alla distribuzione, purché almeno il 51% del
capitale sociale sia posseduto da imprenditori agricoli, società cooperative agricole e

n. 11-12/2017 81
Agevolazioni e finanziamenti

loro consorzi o da organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi della normativa


vigente;
• associazioni temporanee di impresa tra i soggetti beneficiari di cui ai successivi punti
da 1) a 3), già costituite all’atto della presentazione della domanda di accesso alle
agevolazioni;
• reti di imprese che hanno già sottoscritto un contratto di rete al momento della
presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni;
• rappresentanze di distretti rurali e agro-alimentari individuati dalle Regioni ai sensi
dell’art. 13 del D.Lgs. n. 228/2001, individuati dalle Regioni.
I suddetti soggetti (soggetti proponenti) sono i soli interlocutori con il Ministero delle
Politiche agricole alimentari e forestali.
I soggetti beneficiari (ossia i soggetti che sostengono le spese) sono:
1) le società cooperative e loro consorzi, le imprese, in forma consortile, nonché le
imprese organizzate in reti di imprese, che operano nel settore agricolo ed
agroalimentare;
2) le organizzazioni di produttori agricoli e le associazioni di organizzazioni di
produttori agricoli riconosciute ai sensi della normativa vigente;
3) le società costituite tra soggetti che esercitano l’attività agricola e le imprese
commerciali e/o industriali e/o addette alla distribuzione, a condizione che
almeno il 51% sia posseduto da imprenditori agricoli, cooperative agricole e loro
consorzi o da organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi della normativa
vigente. Il capitale delle predette società potrà essere posseduto, in misura non
superiore al 10%, anche da grandi imprese, agricole o commerciali.

Progetti ammessi Il contratto di filiera è il contratto tra i soggetti della filiera agroalimentare e/o agro
energetica e il Ministero delle Politiche agricole alimentarie e forestali finalizzato alla
realizzazione di un programma integrato a carattere interprofessionale, che, partendo
dalla produzione agricola, si sviluppi nei diversi segmenti della filiera. Il contratto di
filiera dovrà interessare un ambito territoriale multi regionale, e cioè gli interventi
dovranno essere distribuiti sul territorio di due o più Regioni o Province autonome
(nel caso di interventi su due o più Regioni, gli interventi massimi per una Regione
non potranno superare l’85% del totale).
Il contratto di distretto, che si basa su un accordo sottoscritto tra i diversi soggetti operanti
nel territorio del distretto, deve favorire processi di riorganizzazione delle relazioni tra i
differenti soggetti della filiera del distretto, al fine di promuovere la collaborazione e
l’integrazione fra di essi, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire
prioritariamente ricadute positive sulla produzione agricola. Il programma presentato, che
dovrà svilupparsi nell’ambito di una o più filiere di qualità certificata e tutelata e/o di
produzioni tradizionali o tipiche, dovrà essere articolato in diverse tipologie di interventi
ammissibili in relazione all’attività svolta dai soggetti beneficiari e dimostrare l’integra-
zione fra i differenti soggetti in termini di miglioramento del grado di relazione
organizzativa, commerciale e in termini di distribuzione del reddito.
Nell’ambito del progetto presentato, saranno ammesse all’agevolazione le seguenti
tipologie di investimento:
• investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi
alla produzione agricola primaria;
• investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e per la commercializzazione
di prodotti agricoli;

82 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

• investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti non


agricoli;
• partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure
promozionali a favore dei prodotti agricoli;
• progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo;
• partecipazione a fiere;
• produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’importo complessivo delle spese e dei costi ammissibili degli investimenti non dovrà
essere inferiore a 4 milioni di euro né superiore a 50 milioni di euro, mentre
l’investimento minimo per beneficiario è fissato a 400.000 euro (ridotto a 100.000
euro nel caso di investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende
agricole connessi alla produzione agricola primaria effettuati da PMI).

Misura del contributo Le agevolazioni saranno concesse nella forma di contributo in conto capitale e di
finanziamento a tasso agevolato (pari al 0,50% nominale annuo), variabili a seconda
della localizzazione, della tipologia di interventi e della dimensione dell’impresa.
Il finanziamento agevolato potrà avere una durata compresa tra un minimo di 4 anni e
un massimo di 15 anni (comprensivo di un periodo di preammortamento commi-
surato alla durata del progetto di investimento e, comunque, non superiore a 4 anni
decorrenti dalla data di stipula del contratto di finanziamento).
Al finanziamento agevolato dovrà essere associato un finanziamento bancario, non
inferiore al 50% dell’ammontare complessivo del finanziamento (agevolato+banca-
rio), concesso dalle banche convenzionate con Cassa depositi e prestiti.
Per gli investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria e
per gli investimenti nel settore della trasformazione di prodotti agricoli e della
commercializzazione dei prodotti agricoli e agro-alimentari, l’ammontare dei
mezzi apportati dal soggetto beneficiario non potrà essere inferiore al 25% degli
investimenti ammissibili (a tal fine, verranno considerati tutti i mezzi di copertura
finanziaria esenti da qualunque elemento di aiuto, compreso il finanziamento
bancario).

Presentazione Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere inviate a partire dalle ore 10
domanda del 27 novembre 2017, esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata (PEC)
all’indirizzo saq3@pec.politicheagricole.gov.it.
Alla domanda dovrà essere allegata tutta la documentazione richiesta, tra cui l’atte-
stazione resa dalla banca finanziatrice del singolo soggetto beneficiario della
disponibilità a concedere allo stesso un finanziamento bancario per la copertura
finanziaria degli interventi oggetto della richiesta di agevolazioni.
Le domande saranno istruite e valutate con procedura a sportello, secondo l’ordine
cronologico di arrivo.

... dalle Regioni


(Friuli Venezia Giulia)
(Decreti 27 settembre 2017, n. 2626, 29 settembre 2017, nn. 2684, 2685, 2686:
approvazione bandi per imprenditoria femminile, giovanile, aggregazione in rete e per
l’autoimprenditorialità cooperativa da parte di lavoratori colpiti dalla crisi)
(Scadenza presentazione domande: varie)

n. 11-12/2017 83
Agevolazioni e finanziamenti

Contributi a sostegno La Regione Friuli Venezia Giulia ha pubblicato i seguenti 5 bandi a favore dello
del sistema produttivo
sviluppo dell’economia del territorio:
• bando “Imprenditoria giovanile”;
• bando “Imprenditoria femminile”;
• bando “Contributi per l’autoimprenditorialità cooperativa da parte di lavoratori
colpiti dalla crisi”;
• bando “Progetti di aggregazione in rete”;
• bando “Master di alta formazione manageriale”.
Cooperative I soggetti beneficiari sono:
• per il bando “Imprenditoria giovanile”: le cooperative giovanili (ossia la cui
maggioranza dei soci è formata da giovani di età non superiore ai 35 anni) dei
settori dell’artigianato, dell’industria, del commercio, del turismo e dei servizi,
iscritte da massimo 36 mesi presso CCIAA al momento della presentazione della
domanda o da costituire nei 3 mesi successivi la scadenza di presentazione della
domanda;
• per il bando “Imprenditoria femminile”: le micro, piccole e medie cooperative
femminili (ossia la cui maggioranza dei soci è composta da donne) dei settori
dell’artigianato, dell’industria, del commercio, del turismo e dei servizi, con sede
legale o unità operativa oggetto dell’investimento in Friuli Venezia Giulia, iscritte
da massimo 36 mesi presso CCIAA al momento della presentazione della
domanda;
• per il bando “Contributi per l’autoimprenditorialità cooperativa da parte di
lavoratori colpiti dalla crisi”: le cooperative del settore manifatturiero e terziario,
costituite a partire dal 1° gennaio 2014, nelle quali la maggioranza assoluta numerica
dei soci è costituita da lavoratori colpiti dalle crisi, ossia i soggetti che al momento
dell’instaurazione del rapporto associativo:
– risultavano aver perso la loro occupazione ed essere disoccupati a seguito di:
licenziamento collettivo; licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
risoluzione, per decorso del termine o della durata pattuiti, di un rapporto
di lavoro a tempo determinato; interruzione, intervenuta in anticipo rispetto al
termine o alla durata pattuiti per cause diverse dalle dimissioni volontarie del
lavoratore o dalla risoluzione consensuale del rapporto, di un rapporto di
lavoro a tempo determinato; dimissioni per giusta causa del lavoratore, deter-
minate dalla mancata corresponsione della retribuzione o di ogni altra somma o
indennità dovuta in relazione al rapporto di lavoro, dalla mancata regolarizza-
zione della posizione contributiva o dall’omesso versamento dei contributi
previdenziali;
– risultavano aver prestato, nei 12 mesi antecedenti, attività lavorativa in imprese in
stato di liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali;
– risultavano sospesi dal lavoro o posti in riduzione di orario, con ricorso alla Cassa
Integrazione Guadagni Straordinaria, alla Cassa Integrazione Guadagni in
Deroga o ai trattamenti erogati dai fondi di solidarietà previsti dalla vigente
normativa ovvero di quelli spettanti a seguito della stipulazione di un contratto di
solidarietà difensivo;
– risultavano posti in distacco ai sensi dell’art. 8, comma 3, del D.L. n. 148/1993;
• per il bando “Progetti di aggregazione in rete”: le micro, piccole e medie coope-
rative che partecipano ad un progetto di aggregazione in rete, con sede legale o unità
operativa/e, presso cui è realizzato il progetto, nel territorio regionale;

84 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

• per il bando “Master di alta formazione manageriale”: le micro, piccole e medie


cooperative che alla data di presentazione della domanda hanno la sede legale o
l’unità operativa cui si riferisce l’iniziativa nel territorio del Friuli Venezia Giulia,
dove svolgono la propria prestazione i soggetti che partecipano ai programmi
master.

Progetti ammessi Il bando “Imprenditoria giovanile”, che ha una disponibilità di 2 milioni di euro,
mette a disposizione contributi a copertura degli investimenti e delle spese di
costituzione e di primo impianto collegati all’avvio e al primo periodo di attività
della cooperativa giovanile presso la sede legale o l’unità operativa situate sul territorio
regionale.
Attraverso il bando “Imprenditoria femminile, del valore di 1,5 milioni di euro,
saranno finanziati investimenti e costi collegati all’avvio e al primo periodo di attività
della cooperativa femminile.
Con riferimento al bando “Contributi per l’autoimprenditorialità cooperativa da
parte di lavoratori colpiti dalla crisi”, le iniziative finanziabili sono:
1) acquisizione di consulenze specialistiche necessarie a valutare la fattibilità del
progetto di costituzione della cooperativa e l’attivazione delle relative procedure
di supporto previste dalla normativa nazionale e dal sistema cooperativo;
2) acquisizione di consulenze specialistiche, anche nella forma di manager a tempo,
per l’affiancamento e l’accompagnamento della cooperativa per la gestione nella
fase di avvio, per il periodo massimo di 24 mesi;
3) costituzione della cooperativa;
4) primo impianto della cooperativa. Saranno ammesse le spese sostenute per:
l’adeguamento o la ristrutturazione edilizia di immobili adibiti o da adibire
all’esercizio dell’attività economica nel territorio regionale, costi per la proget-
tazione e la direzione dei lavori (entro il limite del 10% del totale della spesa
ammissibile); la realizzazione o l’ampliamento del sito internet (nel limite di spesa
massima pari a 5.000 euro); la locazione dei locali adibiti ad esercizio dell’attività
della cooperativa nel territorio regionale (per un periodo massimo di 26 mesi e
una spesa massima di 15.000 euro); l’acquisto di materiali e servizi concernenti
pubblicità e attività promozionali legate all’avvio della cooperativa comprese le
spese per l’eventuale insegna, creazione del logo e dell’immagine coordinata
dell’impresa (nel limite di spesa massima di 5.000 euro);
5) accesso al credito della cooperativa. Gli incentivi saranno concessi con riferi-
mento alle spese per il premio e l’istruttoria per: l’ottenimento di garanzie, in
forma di fideiussioni o di garanzie a prima richiesta, rilasciate nell’interesse della
cooperativa beneficiaria da banche, istituti assicurativi e confidi (nel limite di
spesa massima pari a 2.000 euro) in relazione a operazioni di finanziamento
bancario dell’attività aziendale nel territorio regionale; gli oneri finanziari relativi
all’effettuazione di operazioni di finanziamento bancario dell’attività aziendale
nel territorio regionale con riguardo agli interessi passivi e alle spese di istruttoria e
di perizia (nel limite di spesa massima pari a 1.000 euro);
6) realizzazione di investimenti da parte della cooperativa. Saranno ritenute ammis-
sibili le spese sostenute per: l’acquisto e la locazione finanziaria di impianti e
macchinari, attrezzature, stampi, arredi, dotazioni d’ufficio, nuovi di fabbrica o
usati; l’acquisto di diritti di brevetto, di licenze, di know-how, di conoscenze
tecniche non brevettate, di diritti di utilizzazione di nuove tecnologie produttive
e programmi informatici.

n. 11-12/2017 85
Agevolazioni e finanziamenti

Il limite minimo di spesa ammissibile è pari a 5.000 euro.


Il bando “Progetti di aggregazione in rete”, che ha un budget di 2 milioni di euro,
agevola progetti di aggregazione in rete aventi ad oggetto, alternativamente:
• lo sviluppo di una rete d’impresa già formalmente costituita;
• la stipulazione di un contratto di rete entro 6 mesi dalla data di concessione
dell’incentivo.
I progetti dovranno prevedere sempre la partecipazione di piccole imprese e/o di
microimprese.
Potranno essere oggetto di contributo le seguenti 3 diverse fasi di sviluppo di
aggregazione in rete:
• fase propedeutica di orientamento, formazione e creazione della rete. Saranno
ammesse le spese sostenute per l’acquisizione di servizi di consulenza e formazione
concernenti la partecipazione di almeno un rappresentante per ogni PMI parteci-
pante al progetto di aggregazione in rete alle sessioni di lavoro, promosse e realizzate
dagli organismi di supporto, aventi ad oggetto l’orientamento, la formazione e la
creazione della rete;
• fase di predisposizione del progetto di aggregazione. Per tale fase, saranno ritenute
ammissibili:
– le spese per l’acquisizione di servizi di consulenza specialistica volta a definire le
azioni da realizzare attraverso il progetto di aggregazione in rete;
– le spese relative all’onorario notarile sostenute per la costituzione della rete e per
la formalizzazione del relativo contratto (per le sole reti d’impresa non formal-
mente costituite al momento di presentazione della domanda);
– le spese relative all’onorario notarile sostenuto per il mandato collettivo di
rappresentanza;
– le spese sostenute per l’asseverazione del programma comune di rete;
• fase di realizzazione del progetto di aggregazione. Con riferimento a tale fase,
saranno ammesse:
– le spese per l’acquisto e la realizzazione di materiali promozionali e informativi
relativi al progetto di aggregazione in rete;
– le spese per la partecipazione a fiere, esposizioni, manifestazioni economiche,
incontri con imprese;
– le spese per l’acquisizione di servizi di consulenza specialistica volta a sviluppare,
gestire, standardizzare i processi produttivi, le procedure di qualità, il rispetto
della pertinente normativa;
– le spese per l’acquisizione di servizi diretti allo sviluppo commerciale nazionale
ed internazionale della rete d’imprese, quali ricerche di mercato e piani di
marketing strategico;
– le spese per l’acquisizione di servizi diretti allo sviluppo e all’ideazione di brand e
design di prodotto, alla comunicazione ed al marketing della rete;
– le spese per l’acquisizione di servizi di consulenza gestionale, assistenza tecno-
logica, trasferimento di tecnologie, nonché in materia di acquisizione, prote-
zione e commercializzazione dei diritti di proprietà intellettuale e di accordi di
licenza ovvero volta all’ottenimento delle certificazioni ISO;
– le spese per l’acquisizione di servizi relativi a banche dati, biblioteche tecniche,
ricerche di mercato, etichettatura, test e certificazione di qualità, finalizzati
all’innovazione;
– le spese per l’acquisizione di brevetti e diritti di licenza;
– le spese per l’acquisto di macchinari, attrezzature, nonché hardware e software;

86 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

– il compenso lordo a carico della PMI partecipante spettante al manager di rete,


preposto alla conduzione, al coordinamento e alla gestione delle attività della
rete, con durata contrattuale per lo svolgimento delle relative attività, non
eccedente i 12 mesi.
Potranno essere ammesse anche le spese relative ad operazioni di microcredito
effettuate dalle microimprese partecipanti alla realizzazione del progetto di aggrega-
zione in rete.
Infine, il bando “Master di alta formazione manageriale”, con una dotazione pari a 130
milioni di euro, supporta la partecipazione a programmi master di alta formazione
manageriale e imprenditoriale accreditati dall’associazione italiana per la formazione
manageriale o da equivalenti organismi europei. Saranno ritenute ammissibili le
seguenti spese, al netto dell’IVA, sostenute a partire dal giorno successivo alla
presentazione della domanda:
• spese d’iscrizione a programmi master per i titolari della PMI, per gli amministratori
della PMI e per il personale della PMI;
• spese per l’acquisto di testi connessi alle spese di cui al punto precedente.
Il limite minimo di spesa ammissibile è pari a 1.500 euro.

Misura del contributo Per tutti i bandi, il sostegno regionale si sostanzia in un contributo in conto capitale.
Con riferimento al bando “Imprenditoria giovanile”, l’intensità del contributo, di
importo compreso tra 5.000 e 40.000 euro, sarà pari:
• al 50% della spesa ammissibile, nel caso di livello di valutazione alto;
• al 45% della spesa ammissibile, nel caso di livello di valutazione medio;
• al 40% della spesa ammissibile, nel caso di livello di valutazione basso.
Con riferimento al bando “Imprenditoria femminile”, il contributo regionale,
compreso tra un minimo di 2.500 euro ed un massimo di 30.000 euro, sarà pari al
50% della spesa ammissibile.
Con riferimento al bando “Contributi per l’autoimprenditorialità cooperativa da
parte di lavoratori colpiti dalla crisi”, il contributo varia a seconda dell’iniziativa
realizzata. In particolare, in relazione alle iniziative di cui ai punti 1), 2), 4) e 5) nonché,
nel caso in cui l’aiuto sia richiesto ai sensi del regime de minimis, in relazione alle
iniziative di cui al punto 6), l’intensità del contributo sarà pari al 50%della spesa
ammissibile, salvo che l’impresa abbia richiesto un’intensità minore. In relazione alle
iniziative di cui al punto 6), l’intensità massima dell’incentivo concedibile, salvo che
l’impresa abbia richiesto un’intensità minore, sarà:
• qualora l’aiuto sia concesso ai sensi dell’art. 17 del Reg. UE 651/2014: pari al 20%
della spesa ammissibile nel caso di microimprese e piccole imprese e al 10% della
spesa ammissibile nel caso di medie imprese;
• qualora l’aiuto sia concesso ai sensi dell’art. 14 del Reg. UE 651/2014: pari al 30%
della spesa ammissibile nel caso di microimprese e piccole imprese, al 20% della spesa
ammissibile nel caso di medie imprese e al 10% della spesa ammissibile nel caso di
grandi imprese.
In relazione alle iniziative di cui al punto 3), l’aiuto sarà pari al 50% dell’ammontare del
capitale sociale della cooperativa che risulta sottoscritto al momento della presenta-
zione della domanda, nell’importo massimo di 40.000 euro e salvo che l’impresa abbia
richiesto un’intensità minore.
Il bando “Progetti di aggregazione in rete” prevede un contributo pari al 50% della
spesa ammissibile, con un massimo di 150.000 euro.

n. 11-12/2017 87
Agevolazioni e finanziamenti

Il bando “Master di alta formazione manageriale” concede un contributo pari al 50%


delle spese ammissibili e comunque non oltre 2.000 euro.

Presentazione Dovrà essere compilata ed inviata entro i seguenti termini:


domanda • per il bando “Imprenditoria giovanile”: entro le ore 16.30 del 5 dicembre 2017 alla
Camera di Commercio della Provincia nella quale è stabilita la sede legale o l’unità
operativa presso cui è realizzato il progetto;
• per il bando “Imprenditoria femminile”: entro le ore 16.30 del 28 novembre 2017
alla Camera di Commercio della Provincia nella quale è stabilita la sede legale o
l’unità operativa presso cui è realizzato il progetto;
• per il bando “Contributi per l’autoimprenditorialità cooperativa da parte di
lavoratori colpiti dalla crisi”: entro le ore 16.30 del 29 dicembre 2017 a mezzo
PEC al Servizio commercio e vigilanza sulle cooperative;
• per il bando “Progetti di aggregazione in rete” entro le ore 16.30 dell’11 dicembre
2017 alla Camera di Commercio della Provincia nella quale è stabilita la sede legale o
l’unità operativa dell’impresa capofila, o del soggetto capofila, presso cui è realizzato
il progetto;
• per il bando “Master di alta formazione manageriale”: entro le ore 16.30 del 30
aprile 2018 alla Camera di Commercio della Provincia nella quale è stabilita la sede
legale o l’unità operativa dove è fissato il luogo della prestazione dei soggetti che
partecipano ai programmi master.

Toscana
(PORFESRToscana2014-2020,LineadiAzione3.5.1,Subazionia1)ea2);Decreto31
agosto 2017, n. 12603, Supplemento n. 129 al B.U.R. 13 settembre 2017, n. 37:
approvazionebando“Microcreditoasostegnodellanascitadinuoveimpresegiovanili,femminili
e dei destinatari di ammortizzatori sociali nei settori manifatturiero, commercio turismo e
terziario”)
(Presentazione domande: a sportello)
Microcredito alle neo La Regione Toscana concede finanziamenti in microcredito a favore delle nuove
cooperative cooperative giovanili, femminili e di destinatari di ammortizzatori sociali.

Cooperative ed enti L’intervento agevolativo si rivolge:


non profit • alle micro e piccole cooperative, anche sociali, giovanili, femminili e di lavoratori
destinatari di ammortizzatori sociali, costituite da non più di 2 anni dalla data di
presentazione della domanda;
• alle persone fisiche che, entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda,
costituiranno una micro e piccola cooperativa, anche sociale, giovanile, femminile
o di destinatari di ammortizzatori sociali.
Le cooperative dovranno esercitare nel territorio della Regione Toscana un’attività
identificata come prevalente rientrante in uno dei seguenti codici ATECO ISTAT 2007:
B; C; D; E; F; G (con esclusione delle seguenti categorie: 45.11.02, 45.19.02, 45.31.02,
45.40.12, 45.40.22 e del gruppo 46.1); H; I; J; M; N; P (limitatamente al gruppo 85.52); Q
(ad eccezione del gruppo 86.1); R; S (limitatamente alle divisioni 95 e 96).
Per cooperative giovanili si intendono le cooperative i cui rappresentanti legali e
almeno il 50% dei soci lavoratori che detengono almeno il 51% del capitale sociale non
abbiano un’età superiore a 40 anni al momento della costituzione.

88 n. 11-12/2017
Agevolazioni e finanziamenti

Per cooperative femminili si intendono le cooperative i cui rappresentanti legali e


almeno il 50% dei soci lavoratori che detengono almeno il 51% del capitale sociale
siano donne.
Per le imprese cooperative di destinatari di ammortizzatori sociali si intendono le
cooperative i cui rappresentanti legali e almeno il 50% dei soci lavoratori che
detengono almeno il 51% del capitale sociale delle società cooperative siano soggetti
che abbiano usufruito di ammortizzatori sociali per un periodo minimo di 6 mesi nei
12 mesi precedenti la data di costituzione della cooperativa.
L’assunzione di partecipazioni nel capitale sociale dei fondi mutualistici per la
promozione e lo sviluppo della cooperazione, di cui agli artt. 11 e 12 della Legge
n. 59/1992, non è preclusiva all’accesso all’agevolazione.

Progetti finanziabili Saranno agevolati progetti relativi alla creazione e allo sviluppo di nuove cooperative
e, in particolare, le spese relative a:
• investimenti materiali: impianti, macchinari, attrezzature e altri beni funzionali
all’attività di impresa, opere murarie connesse all’investimento (quest’ultime nel
limite del 50% delle stesse);
• investimenti immateriali: attivi diversi da quelli materiali o finanziari che consi-
stono in diritti di brevetti, licenze (esclusa l’autorizzazione a svolgere l’attività),
know-how o altre forme di proprietà intellettuale;
• capitale circolante nella misura del 30% del programma di investimento ammesso:
spese di costituzione così come definite dal Codice civile, spese generali (utenze e
affitto), scorte.
Saranno ritenute ammissibili le spese sostenute successivamente alla presentazione
della domanda ed entro 12 mesi dalla data di comunicazione della concessione
(eventuali proroghe dei tempi di realizzazione possono essere richieste con istanza
motivata una sola volta e per un massimo di 3 mesi).
Il costo totale ammissibile del progetto presentato dovrà essere compreso tra un
minimo di 8.000 euro ed un massimo di 35.000 euro.

Misura del contributo L’agevolazione sarà concessa nella forma del microcredito, attraverso un finanzia-
mento agevolato a tasso zero e senza richiesta di garanzie personali e patrimoniali, per
un importo pari al 70% del costo totale dell’investimento ammissibile, fino ad un
massimo di 24.500 euro. La durata del finanziamento è di 7 anni (84 mesi di cui 18 di
preammortamento) e il rimborso dovrà avvenire in rate trimestrali posticipate
costanti.
Le cooperative beneficiarie potranno usufruire di un servizio di tutoraggio da parte del
soggetto gestore (Toscana Muove), diretto a fornire:
• supporto alla definizione della strategia di sviluppo del progetto finanziato e
all’analisi di soluzioni per il miglioramento dello svolgimento dell’attività;
• supporto all’individuazione e diagnosi di eventuali criticità dell’implementazione
del progetto finanziato.

Domanda Dovrà essere presentata esclusivamente tramite il portale www.toscanamuove.it,


di agevolazione previa registrazione.
Lo sportello agevolativo resterà aperto fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

n. 11-12/2017 89
Notiziario AIRCES

AIRCES accreditata dal MEF per la formazione obbligatoria dei revisori


legali
AIRCES il 22 settembre u.s. è stata formalmente riconosciuta dal
MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) quale ente formatore
titolato alla formazione continua dei revisori iscritti all’apposito
Registro.
La notizia si è diffusa rapidamente tra gli associati ad AIRCES, ma anche fra i
revisori ed i commercialisti che operano nell’ambito del Movimento
Cooperativo, non solo dell’Emilia-Romagna.
Grande è stata la soddisfazione per l’accreditamento da parte della
Presidenza, della Responsabile della Segreteria e dei consiglieri, sindaci e
collaboratori di AIRCES; numerose sono state le attestazioni di compia-
cimento, di felicitazione e di augurio di buon lavoro da parte di revisori,
soci e non, ma anche da dirigenti del Movimento Cooperativo, e non solo
di Legacoop.
Il riconoscimento di AIRCES quale ente formatore da parte del MEF
effettivamente era atteso dalla Presidenza e dai soci più attivi; dopo
oltre venti anni di attività per favorire la riqualificazione, l’aggiorna-
mento e la formazione dei sindaci, dei revisori e dei commercialisti
che operano in ambito cooperativo, il riconoscimento era dato per
scontato, anche se i requisiti richiesti dal MEF per gli enti formatori
erano numerosi, complicati e impegnativi.
A tal proposito tutta l’AIRCES si unisce alla Presidenza per espri-
mere riconoscenza e gratitudine a quanti hanno collaborato perché
tale obiettivo venisse perseguito; un grande grazie va alla Presidenza
di Legacoop Nazionale e Regionale per il supporto prestato e
agli amici di Ria Grant Thornton e in primis all’amico Marco
Cevolani, il quale ci ha assicurato il supporto tecnico per la pro-
gettazione degli eventi formativi dei prossimi mesi e al Presidente
Luca Saccani per la messa a disposizione dei numerosi docenti tutti
qualificati e sperimentati nelle numerose esperienze formative degli
anni passati.
A questo punto va da se che tutti gli eventi formativi che andremo ad
organizzare, aperti a soci e non soci, a partecipazione gratuita o con un
contributo di iscrizione, saranno tutti accreditati dal MEF e dall’ODCEC, e
ciò ci inorgoglisce e ci stimola a dare il meglio.

90 n. 11-12/2017
Notiziario AIRCES

Programma eventi formativi del quarto trimestre 2017


Questo il programma predisposto da AIRCES e accreditato dal MEF per i
mesi di ottobre-dicembre 2017.
Tutti gli eventi avranno luogo a Bologna presso la Torre Legacoop e con la
collaborazione di Ria Grant Thornton, LaBase Revisioni e UNILAB
Consulenze Aziendali.
Riteniamo inoltre che tutti gli eventi saranno accreditati dall’ODCEC di
Bologna.
Alcuni eventi sono a partecipazione gratuita; di norma è richiesto il
versamento di un modesto contributo differenziato per soci e non soci.
In totale si tratta di 10 eventi (pari a 14 workshop più 1 ripetuto) per
complessive 58 ore in aula, di cui 39 ore relative a materie del Gruppo A
(si veda la Tavola 1).
Formazione continua on line per i revisori
Fin dal momento in cui abbiamo lavorato alla preparazione dell’istanza da
presentare al MEF per l’accreditamento di AIRCES come ente formatore,
ci siamo posti il problema dei soci residenti in aree extra Regione Emilia-
Romagna, dacché tutti gli eventi in programma avevano sede a Bologna.
Da subito abbiamo pensato ad una soluzione on line, di e-learning, posto che
il MEF la prevedeva.
Di seguito riportiamo le proposte delle due soluzioni.
• Formazione continua: al via la formazione on line sul portale dei
revisori legali.
Dallo scorso 5 ottobre sono presenti, nel sito dedicato ai revisori legali
sette corsi on line, predisposti dal MEF ai fini dell’assolvimento dell’ob-
bligo formativo, previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39.
Sono moduli di un’ora e dei sette, sei riguardano materie caratterizzanti
(Gruppo A) ed uno argomenta sul Diritto Societario (Gruppo C).
Nella pagina iniziale è presente un video dell’Ispettore generale di finanza
nel quale annuncia l’avvio di questo importante supporto per i revisori.
I sette moduli pubblicati riguardano:
A.2.12 Principio di revisione internazionale (Isa Italia) 300 - La piani-
ficazione della revisione contabile del bilancio.
A.2.17 Principio di revisione internazionale (Isa Italia) 450 - Valutazione
degli errori identificati nel corso della revisione contabile.
A.3.2 Disciplina normativa della revisione legale dei conti.
A.2.2 Principio internazionale sul controllo della qualità ISQC (Italia) 1.
A.3.15 I controlli di qualità.
A.2.6 Principio di revisione internazionale (Isa Italia) 230 - La docu-
mentazione della revisione contabile.
C.2.1 Funzioni e caratteristiche generali delle società.
Ne abbiamo visionati due (guadagnando, così i primi due CFP ...) e sono
decisamente efficaci e di facile fruibilità, le slides sono ben impostate. Al

n. 11-12/2017 91
Notiziario AIRCES

In totale si tratta di 10 eventi (pari a 14 workshop più 1 ripetuto) per complessive 58 ore in aula, di cui
39 ore relative a materie del Gruppo A (si veda la Tavola 1).
PROGRAMMA EVENTI FORMATIVI DEL 4° TRIMESTRE 2017
GRUPPO N. CREDITI
12 OTTOBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
1 Workshop: Il prestito da soci nelle società cooperative: A 4
inquadramento normativo e tecniche di revisione.
Relatori: Mauro Iengo - Pierluigi Morara - Marco Cevolani
N.B.:Il workshop sarà ripetuto il 9 Novembre (ore 14-18)
immutati sede, programma, relatori e CF
17 OTTOBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
2 Workshop: Il sistema di controllo interno e l'impatto sulla revisione. A 4
Relatore: Marco Cevolani
24 OTTOBRE 2017 - BOLOGNA
3
3.1 MATTINO (ore 9,00-13,00)
Workshop: Il MOG ex D.Lgs. 231/2001 e il rapporto tra collegio A 4
sindacale e l'ODV 231
Relatori: Dino Bogazzi - Paolo Maestri
3.2 POMERIGGIO (ore 14,00-18,00)
Workshop: I vari attori del controllo interno nei vari modelli di A 4
amministrazione e controllo delle società. I rapporti tra i vari attori.
Relatore: Pierpaolo Sedioli
25 OTTOBRE 2017 - BOLOGNA
4
4.1 MATTINO (ore 9,00-13,00)
Workshop:Le attività preliminari al conferimento dell'incarico di
A 4
revisione e l'indipendenza del revisore.
Relatore: Gaspare Insaudo
4.2 POMERIGGIO (ore 14,00-18,00)
Workshop: La revisione legale: la pianificazione, la valutazione dei A 4
rischi, le risposte ai rischi identificati e valutati.
Relatore: Silvia Fiesoli
7 NOVEMBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
5
Workshop: La revisione legale: gli elementi probativi, procedure di
analisi comparativa e il compianamento. A 4
Relatore: Michele Dodi
14 NOVEMBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
6
Workshop: Il bilancio d'esercizio e la revisione legale: le principali
analisi dello stato patrimoniale e del conto economico. B 4
Relatori: Diego Bassi - Pierpaolo Sedioli
21 NOVEMBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
7
Workshop: I principali strumenti finanziari delle imprese e i mercati
mobiliari. Presentazione di un modello di organizzazione e controllo
C 4
dell'area finanza.
Relatore: Gianfelice D'Alonzo
28 NOVEMBRE 2017 - BOLOGNA (14,00 - 18,00)
8
Workshop: Il rendiconto finanziario e l'impairment test
B 4
Relatore: Marco Cevolani
12 DICEMBRE 2017 - BOLOGNA (9,30 - 13,00 E 14,00 - 17,30)
Giornata di Studio: La fiscalità delle società cooperative, con
9
particolare riferimento all'Imposta dul Reddito (IRES) e all'Imposta
Regionale sulle Attività Produttive (IRAP).
Relatori: Roberto Chiusoli - Lorella Piazzi
C 7
N.B.:Questa giornata sarà organizzata congiuntamente all'ODCEC
di Bologna
19 DICEMBRE 2017 - BOLOGNA (9,30 - 13,00 E 14,00 - 17,30)
10
Giornata di studio: La revisione legale: eventi successivi, continuità
aziendale e reporting A 7
Relatore: Marco Santi

Tutti gli eventi sono accreditati dal MEF e… dall'ODCEC


Per i revisori legali, dei 20 CF richiesti almeno 10 dovranno essere acquisiti partecipando a
corsi su materie del Gruppo A

92 n. 11-12/2017
Notiziario AIRCES

termine della visione si acquisisce direttamente un credito, tuttavia c’è la


possibilità (non obbligatoria) di rispondere a dieci domande (a risposta
chiusa) per “autovalutazione”. Nelle FAQ, infatti si trova questa risposta:
”Il credito verrà assegnato al revisore non appena completato l’intero
modulo, in modalità multimediale o in modalità testuale.
La partecipazione ai quiz è volontaria ed è finalizzata a censire, per finalità
statistiche, le competenze dei revisori legali che utilizzano la piattaforma
MEF come strumento per acquisire i crediti formativi.
I crediti verranno pertanto assegnati al completamento di ciascun
modulo indipendentemente dalla partecipazione o meno ai quiz.”.
I 7 moduli finora pubblicati, saranno integrati, con due successivi rilasci a
partire dalla fine del mese di ottobre, con quelli necessari a colmare
l’intero debito formativo.
Per accedere ai corsi di formazione sarà sufficiente seguire il link del sito
dedicato alla revisione legale
http: //www.revisionelegale.mef.gov.it/opencms/opencms/
Revisione-legale e da lì entrare nel proprio “login area riservata” e seguire
il link “formazione” che ci farà entrare in una pagina nella quale potremo
verificare i crediti maturati. In calce della pagina si trova il tasto “accesso
alla formazione” che reindirizzerà alla piattaforma di e-learning della
RGS. Da lì si potranno scegliere i corsi da seguire.
• Formazione continua: anche il CNDCEC offre agli iscritti corsi
e-learning.
Dal 12 ottobre i commercialisti iscritti all’Ordine avranno a disposizione
venti corsi on line per il raggiungimento dei crediti formativi obbligatori
per il 2017.
è circolata in questi giorni, infatti, l’Informativa n. 46/2017 del 6 ottobre
dove viene annunciata la pubblicazione dei corsi, che saranno gratuiti per
gli iscritti.
Il corso è stato articolato in 20 ore e conterrà le materie caratterizzanti per
la revisione legale (Gruppo A); ed anche in questo caso sarà suddiviso in
moduli di un’ora ciascuno che consentiranno di acquisire un credito
formativo.
Al fine di maturare i crediti formativi sarà necessario visualizzare l’intero
filmato del corso e rispondere alle domande di un questionario finale che,
se non superato, sarà comunque possibile ripetere. Al partecipante
verranno, inoltre, poste delle domande intermedie di verifica della
effettiva presenza ed attenzione al corso. Al termine di ogni modulo e
dopo il superamento del questionario finale, il sistema attribuirà un
credito formativo e genererà un attestato di partecipazione.
Seguendo il link:
http: //www.commercialisti.it/Portal/Documenti/Dettaglio.aspx?
id=c812e2bf-819f-4a3d-aeaa-c2e7ea5f2779 si potrà accedere all’infor-
mativa completa degli argomenti trattati nei 20 moduli.

n. 11-12/2017 93
Notiziario AIRCES

La cancellazione dal registro non è automatica


Numerosi revisori che non sono iscritti ad Ordini professionali, che hanno
superato una certa età e che non ricoprono incarichi in Collegi Sindacali o
di Revisione, di fronte all’obbligo della formazione continua stabilita dal
MEF hanno deciso di ritirarsi, ovvero di rinunciare all’iscrizione al RRL.
Molti però pensano che sia sufficiente non versare il contributo annuo
obbligatorio di euro 26.85 (entro il 31 gennaio di ogni anno) per ritenersi
liberi e cancellati.
Ebbene così non è!
Occorre seguire una specifica procedura, ovvero richiedere la cancella-
zione prima on line e poi mediante invio per posta A/R della copia del
modulo RL-91 in bollo da euro 16.00.
Chi è interessato a procedere alla cancellazione può consultare il sito del
RRL al seguente link:
https://www.revisionelegale.mef.gov.it/opencms/opencms/
Revisionelegale/registroRevisori/cancellazioneDalRegistro/.
Da segnalare infine un aspetto poco noto, ma sicuramente interessante,
ovvero la possibilità pe un revisore che si è cancellato volontariamente di
presentare una nuova istanza di iscrizione. Si tratta di una norma che di fatto
riconosce il c.d. revisore in sonno.

Riforma del Terzo settore: seminario a Bologna


Lo scorso 2 ottobre si è tenuto a Bologna presso la Torre Legacoop un
interessante seminario su “La riforma del Terzo settore e l’impresa sociale”
organizzato da Legacoop Bologna.
Alle due relazioni in programma, la prima presentata da Rita Ghedini,
Presidente di Legacoop Bologna su “L’impatto della forma di impresa
sociale sul sistema cooperativo: una visione d’insieme” e la seconda da
Mauro Iengo Responsabile dell’Ufficio Legislazione di Legacoop
Nazionale su “Impresa Cooperativa e Impresa Sociale: un’analisi
comparata, quali possibili vantaggi e quali minacce”, hanno fatto
seguito due interventi sugli aspetti fiscali e giuslavoristici di Barbara
Pangaro e Manfredi Matacena di Legacoop Bologna.
Al seminario hanno partecipato circa 100 persone tra cui numerosi soci
AIRCES e alcuni membri del Gruppo di Lavoro AIRCES per il Terzo
settore, tra cui il responsabile Michele Romano di Milano.
Nel merito è emerso che la riforma del Terzo settore è solo all’inizio, infatti
molti aspetti significativi e importanti sono rinviati ai 40 decreti ministeriali
che saranno promulgati in tempi non brevi.
Una particolare attenzione è stata dedicata al confronto tra le dispo-
sizioni che regolano la società cooperativa e l’impresa sociale, con
specifico approfondimento a quelle di carattere fiscale, e alle varie
agevolazioni.

94 n. 11-12/2017
Notiziario AIRCES

Per quanto riguarda il sistema dei controlli non dovrebbero essere apportate
modifiche di rilievo rispetto a quanto già previsto, ovvero:
• per le fondazioni ci deve essere sempre l’organo di controllo, anche
monocratico;
• per le associazioni l’obbligo scatta allorché si superano per due esercizi
consecutivi due dei seguenti limiti: euro 110.000 dell’attivo patrimo-
niale, euro 220.000 di ricavi e n. 5 occupati (in media).
L’obbligo della revisione legale scatta per le fondazioni e le associazioni
allorché si superano per due esercizi consecutivi due dei seguenti limiti:
euro 1.100.000 di attività patrimoniale, euro 2.200.000 di ricavi e n.12
occupati (in media).
Tutto lascia prevedere che su il Terzo settore e sull’impresa sociale ci sarà
molto da lavorare, ma ci saranno anche importanti opportunità per i
revisori legali.

Workshop sul prestito sociale: primo evento di AIRCES come ente


accreditato dal MEF
Si è svolto a Bologna, lo scorso 12 ottobre, il primo degli eventi organizzati
da AIRCES in qualità di ente accreditato dal MEF per la formazione
continua dei revisori iscritti al registro dei revisori legali.
Ed è stato un successo!
Oltre 120 i partecipanti per un argomento molto dibattuto in questi ultimi
tempi: “Il prestito sociale delle società cooperative: inquadramento nor-
mativo-tecniche di revisione” questo il titolo del workshop che ha visto
come relatori: Mauro Iengo (Responsabile Ufficio Legislazione di
Legacoop Nazionale), Pierluigi Morara (Studio Legale BLF Bologna) e
Marco Cevolani (Partner Ria Grant Thornton).
L’incontro, organizzato in collaborazione con Legacoop Emilia-
Romagna, è stato introdotto da Giovanni Monti, Presidente di
Legacoop E.R. al quale hanno seguito le comunicazioni che vertevano su:
• il quadro normativo;
• la regolamentazione endosocietaria alla luce del Regolamento di
Legacoop;
• le procedure di valutazione del rischio di revisione;
• cenni sul controllo interno amministrativo contabile;
• le procedure di verifica in risposta ai rischi valutati;
• la documentazione a conclusione del lavoro.
Tutti argomenti esposti dai relatori in maniera particolareggiata e che,
grazie alla loro capacità comunicativa, ormai collaudata, hanno catturato
l’attenzione dei partecipanti per tutta la durata dell’incontro.
A causa del grande numero di iscritti, che fin dai primi giorni dell’emissione
della circolare informativa ha superato la capienza della sala, il workshop sarà
ripetuto il prossimo 9 novembre. Tuttavia anche le iscrizioni per quella data
sono chiuse perché, nuovamente, si è raggiunto in pochissimi giorni il
completo riempimento della sala.

n. 11-12/2017 95
Notiziario AIRCES

il workshop, oltre ad essere accreditato per i revisori, era valido ai fini della
formazione continua dei commercialisti e degli avvocati.

Approvata in via definitiva la Legge delega per la riforma della crisi


di impresa
Lo scorso 11 ottobre è stata approvata dal Senato, in via definitiva, la Legge
delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e
dell’insolvenza.
La novità che riteniamo più interessante che scaturisce da questa legge
è l’introduzione di un processo di “allerta e di composizione assistita
della crisi, di natura non giudiziale e confidenziale, finalizzate a
incentivare l’emersione anticipata della crisi e ad agevolare lo svolgi-
mento di trattative tra debitore e creditori”, nel tentativo di prevenire
la crisi, piuttosto che, come avvenuto finora, arrivare alla decozione
prima di intervenire.
Un ruolo particolarmente importante lo avranno gli organi di controllo
societario che, in presenza di segnali che prefigurano una possibile crisi,
dovranno allertare dapprima l’organo amministrativo e, nel caso di omessa
o inadeguata risposta, informare tempestivamente un apposito organismo
che assista il debitore nella procedura di composizione assistita della crisi
istituito presso le CCIAA.
L’importanza che attribuiamo a questa legge è collegata ad alcuni fattori che
vedono direttamente coinvolti gli organi di controllo societari:
• l’estensione dei casi in cui è obbligatoria la nomina dell’organo di
controllo, anche monocratico, o del revisore, da parte della società a
responsabilità limitata, in particolare prevedendo tale obbligo quando la
società per due esercizi consecutivi ha superato almeno uno dei seguenti
limiti:
1) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 2 milioni di euro;
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 2 milioni di euro;
3) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 10 unità;
• prevedere che l’obbligo di nomina dell’organo di controllo o del revisore
cessa, per la società a responsabilità limitata, quando per tre esercizi
consecutivi non è superato alcuno dei limiti di cui sopra;
• prevedere che, se la società a responsabilità limitata, in tutti i casi in cui è
obbligata per legge, non nomina l’organo di controllo o il revisore entro
il termine previsto dall’art. 2477, comma 5, del Codice civile, il
Tribunale provvede alla nomina, oltre che su richiesta di ogni interessato,
anche su segnalazione del conservatore del registro delle imprese;
• determinare i criteri di responsabilità del collegio sindacale in modo che,
in caso di segnalazione all’organo di amministrazione e all’organismo di
composizione assistita, non ricorra la responsabilità solidale dei sindaci
con gli amministratori per le conseguenze pregiudizievoli dei fatti o delle
omissioni successivi alla predetta segnalazione.
Queste nuove norme richiedono ai revisori una particolare specializza-
zione sulle tecniche di prevenzione delle crisi aziendali ed in tal senso

96 n. 11-12/2017
Notiziario AIRCES

AIRCES intende essere un valido punto di riferimento per gli associati ed i


revisori in genere nell’organizzare adeguati eventi di formazione.
Degni di nota sono anche i risultati della ricerca effettuata dalla Camera di
Commercio che contano in circa 175.000 le società, oggi prive dell’organo
di controllo, che dovranno nominare il collegio sindacale (anche in forma
monocratica) o il revisore legale, ampliando, quindi, le possibilità di accesso
a nuovi incarichi.

n. 11-12/2017 97
Agenda

Le scadenze di novembre -
dicembre 2017
a cura di Marta Saccaro e Luca Trambajolo

15 novembre 2017 mercoledì


Contribuenti IVA
– Emissione di fatture differite per cessioni di beni effettuate nel mese
precedente, la cui consegna o spedizione risulti da un documento di
trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali
è stata effettuata l’operazione.
– Termine per l’annotazione, con riferimento al mese precedente, del
documento riepilogativo relativo alle fatture emesse di importo inferiore a
euro 300.
Associazioni sportive dilettantistiche
Annotazione delle operazioni effettuate nel mese precedente.
Enti non commerciali in regime contabile
supersemplificato
Annotazione delle operazioni effettuate nel mese precedente.
Tutti i contribuenti
Ultimo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte e
ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16
ottobre 2017 (“ravvedimento breve”).

16 novembre 2017 giovedì


Sostituti d’imposta
Versamento ritenute alla fonte e rate di addizionali da conguaglio.
Committenti di collaboratori coordinati e continuativi
Versamento dei contributi previdenziali relativi ai compensi pagati nel
mese precedente.

Marta Saccaro - Dottore commercialista in Bologna


Luca Trambajolo - Dottore commercialista in Bologna

98 n. 11-12/2017
Agenda

Committenti di prestatori di lavoro autonomo


occasionale
Versamento dei contributi previdenziali relativi ai compensi pagati nel
mese precedente ai prestatori che hanno superato la soglia di 5.000 euro
annui di compenso.
Datori di lavoro
Versamento dei contributi previdenziali sulle retribuzioni di competenza
del mese precedente.
Aziende del settore dello spettacolo e dello sport
Scade oggi il termine per il versamento dei contributi INPS ex ENPALS
relativi al mese precedente.
Soggetti che esercitano attività di intrattenimento
Versamento dell’imposta sugli intrattenimenti relativi alle attività svolte
con carattere di continuità nel mese precedente.
Contribuenti IVA mensili
Versamento dell’IVA dovuta per il mese precedente.
Contribuenti IVA trimestrali
Versamento dell’IVA dovuta per il terzo trimestre 2017.
Associazioni e società di capitali sportive dilettantistiche
che hanno optato per il regime speciale previsto
dalla Legge n. 398/1991
Versamento dell’IVA relativa al terzo trimestre 2017.
Contribuenti IVA che versano il saldo 2016 a rate
a decorrere dal 16 marzo 2017
Versamento dell’ultima rata del saldo IVA 2016 maggiorata dello 0,33% per
ogni mese di differimento.
Contribuenti titolari di partita IVA che versano il saldo
e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 30 giugno
Versamento della sesta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
dell’1,50%
Contribuenti titolari di partita IVA che versano il saldo
e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 31 luglio
Versamento della quinta rata di imposte con la maggiorazione dell’inte-
resse dell’1,17%, considerando la preventiva maggiorazione dello 0,40%
sull’intero importo da rateizzare.

n. 11-12/2017 99
Agenda

Contribuenti titolari di partita IVA che versano il saldo


e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 20 luglio
Versamento della quinta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
calcolato al 4% annuo.
Contribuenti titolari di partita IVA che versano il saldo
e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 21 agosto
Versamento della quarta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
calcolato al 4% annuo, considerando la preventiva maggiorazione dello
0,40% sull’intero importo da rateizzare.

17 novembre 2017 venerdì


Tutti i contribuenti
Primo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte
e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro
il 16 novembre 2017 con la sanzione dello 0,1% per ogni
giorno di ritardo fino ad un massimo di 14 giorni (“ravvedimento
sprint”).

20 novembre 2017 lunedì


Imprese iscritte al CONAI con obbligo di dichiarazione
mensile
Scade oggi il termine di presentazione al CONAI della dichiarazione
relativa al mese di ottobre 2017.

27 novembre 2017 lunedì


Operatori intracomunitari con obbligo mensile
Presentazione in via telematica elenchi INTRASTAT delle presta-
zioni, cessioni e/o acquisti intracomunitari effettuati nel mese di
ottobre 2017.

30 novembre 2017 giovedì


Contribuenti non titolari di partita IVA che versano il saldo
e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 30 giugno
Versamento della sesta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
dell’1,65%.

100 n. 11-12/2017
Agenda

Contribuenti non titolari di partita IVA che versano il saldo


e l’acconto delle imposte ratealmente a decorrere
dal 31 luglio
Versamento della sesta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
dell’1,32%, considerando la preventiva maggiorazione dello 0,40% sul-
l’intero importo da rateizzare.
Contribuenti non titolari di partita IVA che percepiscono
redditi di partecipazione imputati per trasparenza
e che versano il saldo e l’acconto delle imposte
ratealmente a decorrere dal 20 luglio
Versamento della sesta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
calcolato al 4% annuo.
Contribuenti non titolari di partita IVA che percepiscono
redditi di partecipazione imputati per trasparenza
e che versano il saldo e l’acconto delle imposte
ratealmente a decorrere dal 21 agosto
Versamento della quinta rata di imposte con la maggiorazione dell’interesse
calcolato al 4% annuo, considerando la preventiva maggiorazione dello
0,40% sull’intero importo da rateizzare.
Tutti i contribuenti
Termine di versamento della seconda o unica rata di acconto delle imposte
sui redditi e dell’IRAP per l’anno 2017. Per i soggetti IRES l’acconto è
dovuto entro l’undicesimo mese dell’esercizio.
Contribuenti IVA
Scade oggi il termine per l’invio della comunicazione dei dati delle
liquidazioni IVA relative al terzo trimestre 2017.
Titolari di contratti di locazione
Versamento dell’imposta di registro sui contratti di locazione nuovi o
rinnovati tacitamente con decorrenza 1° novembre 2017.
Datori di lavoro
Presentazione del Mod. DM10 in via telematica relativo al mese di
ottobre 2017.
Datori di lavoro e committenti di rapporti
di collaborazione coordinata e continuativa
Termine per la trasmissione telematica all’INPS del modello EMens
contenente i dati retributivi per il calcolo dei contributi del mese di
ottobre 2017.
Aziende del settore dello spettacolo e dello sport
Termine per la trasmissione telematica all’INPS (gestione ex
ENPALS) della denuncia delle somme dovute riguardanti il mese
precedente.

n. 11-12/2017 101
Agenda

Imprese che utilizzano mezzi di trasporto


Scade oggi il termine per l’annotazione mensile del numero dei chilometri
sulla scheda carburante.
Enti non commerciali che nel mese di settembre 2017
hanno effettuato acquisti intracomunitari nell’esercizio
di attività istituzionali per i quali è dovuta l’IVA
Presentazione in via telematica della apposita dichiarazione sul Mod.
INTRA 12, versamento dell’imposta relativa al mese precedente e anno-
tazione delle fatture ricevute nel secondo mese precedente sull’apposito
registro.

15 dicembre 2017 venerdì


Contribuenti IVA
– Emissione di fatture differite per cessioni di beni effettuate nel mese
precedente, la cui consegna o spedizione risulti da un documento di
trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali
è stata effettuata l’operazione.
– Termine per l’annotazione, con riferimento al mese precedente, del
documento riepilogativo relativo alle fatture emesse di importo inferiore ad
euro 300.
Associazioni sportive dilettantistiche
Annotazione delle operazioni effettuate nel mese precedente.
Enti non commerciali in regime contabile
supersemplificato
Annotazione delle operazioni effettuate nel mese precedente.

18 dicembre 2017 lunedì


Sostituti d’imposta
Versamento ritenute alla fonte e rate di addizionali da conguaglio.
Committenti di collaboratori coordinati e continuativi
Versamento dei contributi previdenziali relativi ai compensi pagati nel
mese precedente.
Committenti di prestatori di lavoro autonomo
occasionale
Versamento dei contributi previdenziali relativi ai compensi pagati nel
mese precedente ai prestatori che hanno superato la soglia di 5.000 euro
annui di compenso.
Datori di lavoro
Versamento dei contributi previdenziali sulle retribuzioni di competenza
del mese precedente.

102 n. 11-12/2017
Agenda

Aziende del settore dello spettacolo e dello sport


Versamento dei contributi ex ENPALS relativi al mese precedente.
Soggetti che esercitano attività di intrattenimento
Versamento dell’imposta sugli intrattenimenti relativi alle attività svolte
con carattere di continuità nel mese precedente.
Contribuenti IVA mensili
Versamento dell’IVA dovuta per il mese precedente.
Datori di lavoro
Versamento dell’acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) per l’anno 2017.
Proprietari di immobili
Versamento del saldo IMU e TASI per l’anno 2017.
Tutti i contribuenti
Ultimo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte e
ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16
novembre 2017 (“ravvedimento breve”).

19 dicembre 2017 martedì


Tutti i contribuenti
Primo giorno utile per la regolarizzazione dei versamenti di imposte
e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro
il 18 dicembre 2017 con la sanzione dello 0.1% per ogni
giorno di ritardo fino ad un massimo di 14 giorni (“ravvedimento
sprint”).

20 dicembre 2017 mercoledì


Imprese iscritte al CONAI con obbligo di dichiarazione
mensile
Scade oggi il termine di presentazione al CONAI della dichiarazione
relativa al mese di novembre 2017.

27 dicembre 2017 mercoledì


Operatori intracomunitari con obbligo mensile
Presentazione in via telematica elenchi INTRASTAT delle presta-
zioni, cessioni e/o acquisti intracomunitari effettuati nel mese di
novembre 2017.
Contribuenti IVA mensili o trimestrali
Versamento acconto IVA di dicembre o del IV trimestre 2017.

n. 11-12/2017 103
Agenda

31 dicembre 2017 domenica


ONLUS e organizzazioni di volontariato
Presentazione al Ministero del Lavoro e della solidarietà sociale della
richiesta di contributo per gli acquisti di ambulanze, beni strumentali o
beni da donare a strutture sanitarie pubbliche effettuati nel corso del 2017
(art. 96, Legge n. 342/2000 e D.M. 28 agosto 2001, n. 388).
Imprese che utilizzano mezzi di trasporto
Scade oggi il termine per l’annotazione mensile o trimestrale del numero
dei chilometri sulla scheda carburante.
Dichiarazione per riduzione base imponibile ritenuta su
provvigioni
Scade oggi il termine per presentare ai propri committenti, anche via pec, la
dichiarazione di avvalersi in via continuativa di dipendenti o terzi colla-
boratori, al fine di ottenere la riduzione dal 50% al 20% della base
imponibile di commisurazione della ritenuta d’acconto. La dichiarazione
è valida fino a revoca ovvero fino alla predita dei requisiti da parte del
contribuente.

104 n. 11-12/2017
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