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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°135
gennaio
MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur � 8,10 - Germania � 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50

TRE GUERRE
E 120 ANNI DI SFIDE
TRA LE CAPITALI

Roma
DEL MARE NOSTRUM

contro
Cartagine
16 DICEMBRE 2017 - MENSILE
� 4,90 IN ITALIA SCANDALI REGALI ESPLORATORI L’ISOLA FANTASMA
LA SAGA DI DUE SORELLE G. C. BELTRAMI, IL UNO STATO INDIPENDENTE
ALLA CORTE DI FILIPPO BERGAMASCO CHE MEZZO SECOLO FA
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona IL BELLO DI FRANCIA PARLAVA AI SIOUX AL LARGO DI RIMINI
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Storia
CI TROVI ANCHE SU:

135
gennaio 2018 focusstoria.it In copertina: un generale
romano e, sullo sfondo, la
città di Cartagine.

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO
La vittoria
romana contro
IN PIÙ...
F urono due Annibale a
superpotenze Zama nel 202
dell’antichità, entrambe
governate da un Senato
a.C. “vista” nel
Cinquecento.
14 IARTEmisteri
di Caravaggio
e da una coppia di magistrati. Ma Perché è stato
più diverse di così non potevano dimenticato per anni?
essere. La prima, città di
mercanti e marinai, la seconda di
agricoltori e soldati. Per tre secoli
18 Piccole
GEOPOLITICA
patrie
e mezzo si scambiarono merci e Le rivendicazioni
ambasciatori, trattati e ultimatum indipendentiste in
Europa.
fino a quando i legionari di
Scipione Emiliano rasero al suolo
Cartagine e garantirono a Roma 20 VITA QUOTIDIANA
Come facevamo
la supremazia sul Mediterraneo. la spesa
Ma come si arrivò a una rivalità Gli acquisti nel passato.
così feroce? La colonia fenicia,
che divenne più potente della
madrepatria Tiro, controllava
26 L’Isola
SOCIETÀ
delle Rose
i mari per arricchirsi. Roma, La micronazione nata
forgiata dalle guerre italiche, nel ’68, davanti a
Rimini.
mirava soprattutto a espandere
LE GUERRE PUNICHE E
i propri territori per guadagnare
potenza e sicurezza. Più terra che
LA NASCITA DI ROMA 70 Fake
CULTURA
news
oro, insomma. Ciascuna sfidò La lunga storia delle
l’altra sul terreno che le era meno “notizie contraffatte”.
familiare. Cartagine mise insieme 32
eserciti formidabili, Roma costruì
dal niente una flotta. E fu lì, sul
E se avesse vinto Cartagine?
Ecco come sarebbe finita se Roma non avesse avuto la meglio.
76 LaMEDIOEVO
Torre di Nesle
campo dell’altra, che le istituzioni Scandalo sessuale
dell’Urbe si guadagnarono la 34 nella Francia del ’300.
vittoria.

Jacopo Loredan
Tutto iniziò coi Fenici
Il popolo che nell’VIII secolo a.C. dominava il mare. E fondò Cartagine. 80 Mala
SOCIETÀ
milanese
La storia criminale
direttore
38 della città lombarda.
Due mondi a confronto
RUBRICHE Dalla politica alla religione, diversità e analogie tra Cartagine e Roma. 86 Scienziate
SCIENZA

4 FLASHBACK
44 nonostante tutto
Geniali ma senza lode.
6 LA PAGINA DEI LETTORI Duello in mare
8 NOVITÀ & SCOPERTE Così Roma riuscì a battere la grande forza navale di Cartagine.
92 L’ultimo
GRANDI TEMI
valzer
10 TRAPASSATI
ALLA STORIA
52 A Vienna il Congresso
che ridisegnò l’Europa.
Eterni rivali
11 TECNOVINTAGE Gli uomini che si sono sfidati nelle guerre puniche.
96 Movente
MISTERO
12 MICROSTORIA
56 oscuro
Nel 1768 il delitto
65 RACCONTI REALI Sardo ribelle Winckelmann.
Nel 215 a.C. Ampsicora guidò la Sardegna contro Roma.
66 DOMANDE & RISPOSTE
68 PITTORACCONTI 60 102 L’uomo
STORIE D’ITALIA
che parlò
coi Sioux
110 AGENDA Gli italiani alleati di Annibale I viaggi oltreoceano di
Capua, Siracusa e Taranto: le città che volevano smarcarsi da Roma. G. C. Beltrami.

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FLASHBACK
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1934
PROFESSIONI

I custodi del tempo


A Reading, nel Berkshire (Gran Bretagna),
venivano riparati gli orologi della Great
Western Railway, la compagnia ferroviaria
(fondata nel 1833 e chiusa nel 1947) che
gestiva i collegamenti tra Londra e il Sud
dell’Inghilterra. Era soprannominata Holiday
Line (ovvero ferrovia delle vacanze), perché
la maggior parte dei passeggeri era diretta
alle località balneari che si trovano
nel Sud del Paese.

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LA PAGINA DEI LETTORI


Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook
(www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o all’e-mail redazione@focusstoria.it

Nel frattempo la mia famiglia emigrò in


Brasile. Un giovane
emigrato italiano
STORIE D’ITALIA
TREVIGLIO Brasile dove mio nonno si sposò, a Tiete di
spara al padrone della
piantagione di caffè. San Paolo, il 14 ottobre 1893, con Amabile
E scoppia un caso
internazionale. Tagliacollo come riporta il certificato (sotto).

UN COLPO Verso la fine del 1899 tornarono in Italia,

DI PISTOLA
dove nacque mio padre. Osservando la
carta geografica del Brasile, ho notato che
le località citate nell’articolo: Araraquara e
T
ra i 510 mila italiani che emigrarono
nelle terre brasiliane dal 1884 al

Campinas, non distano molto da Tiete e tutte


1893, c’erano anche i Longaretti, una
famiglia di un paese bergamasco, che
con le loro sventure rischiarono di far scoppiare
un conflitto internazionale. La famigliola era

e tre fanno parte dello Stato di San Paolo.


arrivata oltreoceano nel 1890 da Treviglio e si
era insediata nell’enorme piantagione di caffè
di Analandia, nella regione di Araraquara, a
nord-ovest di San Paolo. Quelle terre, però, non

Chissà se anche i miei nonni furono vittime


erano di un ricco qualunque: appartenevano
a Diogo Eugenio de Campos Sales, uno degli
undici fratelli di Manoel Ferraz de Campos Sales,
presidente del Brasile dal 1898 al 1902.
Angelo Longaretti, il protagonista della
nostra storia, aveva solo 12 anni quando iniziò
la misera vita dell’emigrante. Il lavoro nella
piantagione era molto duro e poco pagato. Le
degli infami reclutatori e magari sfruttati
meravigliose promesse dei reclutatori italiani
apparvero ben presto per quello che erano: una
truffa. Chi aveva sognato di rifarsi una vita in
Brasile troppo spesso scopriva che non stava
dal medesimo schiavista della famiglia
meglio che in patria: le condizioni dei lavoratori
somigliavano a una moderna forma di schiavitù
(vedi riquadro). Per favorire l’assorbimento dei
nostri emigrati, il governo italiano esercitava
un’inerzia diplomatica che, come scrisse nel
Assassino!
Longaretti. Non ho mai conosciuto mio
Sopra, il manifesto di una
1902 il giornalista Luigi Barzini, “lascia i nostri
connazionali esposti all’arbitrio, al sopruso e alla
brutalità”.
In effetti, i grandi latifondisti brasiliani erano
compagnia di navigazione
che faceva rotta dall’Italia
al Sud America. A lato,
Angelo Longaretti spara a
nonno Michelangelo e i miei genitori mi
hanno raccontato la sua storia di migrante
Diogo Eugenio de Campos
praticamente dei sovrani assoluti e ritenevano di Sales, l’odiato padrone della
avere ogni diritto su centinaia di uomini, donne piantagione di caffè in cui
e bambini per il solo fatto che davano loro un lavorava tutta la famiglia.
A.MOLINO

salario. E talvolta neppure quello, ma solo un 

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S
senza entrare nei particolari più duri, che ho
scoperto grazie a Focus Storia.
Migranti di ieri e di oggi del 1989 fu ucciso nella sua baracca da un Michele Merlin
Leggendo l’articolo “Un colpo di pistola” rapinatore sudanese armato da un caporale
(Focus Storia n° 133), che narra la triste che non ammetteva le sue battaglie civili e
storia del giovane emigrante bergamasco sociali. Ai tempi di Angelo non ero ancora
Angelo Longaretti, ho pensato a quanti nato, nel 1989, quando Jarry morì, ero un
“Angelo Longaretti” originari dell’Africa sub- bambino, oggi ho 35 anni ma purtroppo
sahariana o dell’Asia meridionale ci siano oggi rivedo tanti Angelo e tanti Jarry [...].
in Italia nelle piantagioni di pomodori della Raffaele Scirocco, Messina
Puglia, di frutta della Sicilia, di patate della
Campania, della vite in Piemonte e in Veneto Ancora sui migranti
o nelle fattorie industriali di Lombardia ed Ho letto con molto interesse l’articolo
Emilia-Romagna. “Un colpo di pistola” (Focus Storia
Le rivolte di migranti africani avvenute in n° 133), sugli emigrati italiani in Brasile alla
questi ultimi anni a Vittoria, Castel Volturno, fine del XIX secolo. Ho effettuato delle
Aversa, Rosarno e nelle campagne astigiane, ricerche sulla famiglia di mio nonno,
foggiane, pratesi e bresciane ripropongono le Michelangelo Merlin, residente fino al 1888 a
medesime motivazioni per le quali si ribellò Cerea (Vr), per poi ritrovarla residente di
Angelo Longaretti ovvero sfruttamento, nuovo in Italia, a Boara Polesine (Ro),
violenza, discriminazioni e neo schiavismo. solamente dalla fine del 1899.
Le condizioni politiche sono identiche: i Paesi
di origine dei migranti non muovono un dito
a difesa dei loro cittadini. Basti pensare alla
Nigeria o all’India di oggi che si comportano
Gli strumenti del potere
proprio come faceva l’Italia liberale di ieri. E
le istituzioni locali, come avveniva in Brasile, V olevo fare una precisazione in merito all’articolo sul cannibalismo “Un ospite
a cena” (Focus Storia n° 132). A pagina 25, quella che viene descritta come
una “forchetta per cannibali” (sotto), secondo me, è uno scettro da capo fijiano.
fanno finta di non vedere.
Secondo studi storico-antropologici questi oggetti, che si pensa rappresentino
L’Italia negli anni Ottanta ha avuto il suo
fiocine in miniatura, erano posseduti dai capi tribù come simbolo di potere.
Angelo Longaretti, si chiamava Jarry Essan Con l’arrivo del colonialismo europeo (inglese, nel caso delle Fiji) il significato
Maslo, un ragazzo di origine sudafricana di questi strumenti venne travisato per far passare come limitate e barbare
giunto nel nostro Paese per chiedere asilo queste popolazioni che mangiavano altri uomini. Le famose “forchette
politico (fuggiva dal regime segregazionista dei cannibali” divennero uno degli oggetti più ambiti per le
dell’apartheid di Pretoria). Trovò lavoro come Wunderkammer (“camere delle meraviglie”) dei nobili,
raccoglitore di ortaggi nelle campagne di tanto da venir poi prodotte dagli stessi europei
Villa Literno (Ce) e si distinse perché reclamò e rivendute.
diritti per i lavoratori migranti, contrastando Lorenzo Farč, Bareggio (Mi)
ogni forma di sfruttamento. Jarry fu più
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sfortunato di Angelo. La sera del 24 agosto

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N.27 GENNAIO 2018 d € 6,90

4 NOVEMBRE 2017 d TRIMESTRALE

27
IL GENIO DEI ROMANI d GLI ESERCITI DI CARLO MAGNO d I COMMANDOS d IL GRAN CONDÉ

SOLDATI E BATTAGLIE NEI SECOLI


Sped. in A. P. - D.L. 353/03 art. 1, comma 1 NE/VR

I NOSTRI ERRORI
UNIFORMI
Gli eserciti imperiali
di Carlo Magno periodo 1150-1025 a.C.), Gedeone attaccò di
notte con soli 300 uomini, scelti per volere di
Jahvè tra i più coraggiosi e determinati dei Nell’uscita n° 26 di Focus Storia
suoi 32mila guerrieri, l’accampamento dei Wars, l’articolo intitolato“Il genio
circa 135mila invasori madianiti nella valle di dei Romani”, a pag. 79, nella dida-
Izraeel. Dopo aver diviso i suoi soldati in tre scalia sul faber romano, riporta il
COMMANDOS DAI ROYAL MARINES AI SEAL,
schiere da 100, li dotò ognuno di un corno e
di una grande giara con dentro una torcia. A
termine fabrus. Forse è latino tardo,
ma nel classico non è accettato.
DAL COL MOSCHIN AL
COMSUBIN, LA STORIA, GLI
EQUIPAGGIAMENTI E LE AZIONI mezzanotte al suo comando la quiete della
PIÙ ECLATANTI DELLE
FORZE SPECIALI notte fu interrotta dal suono dei corni, dal Nell’uscita n° 133 di Focus Storia,
IL GENIO ROMANO
l’articolo intitolato “Gli ultimi ro-
rumore delle giare infrante, dal rimbombo del
Dietro il successo delle legioni
c’erano anche gli ingegneri

mani”, a pag. 14, nella didascalia su


grido di guerra “La spada di Jahvè e di Gedeone”
Ezio riporta “di origine sciita” invece
Il padre dei commandos e il cielo venne illuminato dalle torce. Il testo che “scita”.
A proposito del riquadro “I commandos biblico racconta che il panico s’impossessò dei
dell’antichità” (Focus Storia Wars n° 27), Madianiti e che “Jahvè fece rivolgere la spada di Nell’uscita n° 21 di Focus Storia
vorrei considerare che forse anche il capo ciascuno contro il compagno per tutto Collection, l’articolo intitolato “Le
guerriero Gedeone, quinto giudice d’Israele, l’accampamento. L’esercito madianita fuggì”. La Vittorie di Napoleone”, a pag. 116,
potrebbe essere ritenuto un comandante di triplice tattica dei moderni commandos del all’interno riporta erroneamente
forze speciali che utilizzò l’attacco notturno a risveglio violento, del rumore assordante e la dicitura Rivoli (Torino), invece si
sorpresa. Infatti, come viene narrato nei delle luci accecanti per disorientare e tratta di Rivoli veronese presso Affi.
capitoli VI-VIII del Libro dei Giudici (scritto in spaventare il nemico avrebbe perciò questo Qui Napoleone si riunì coi suoi ge-
nerali per valutare la strategia della
Giudea nel VI-V secolo a.C., per raccogliere le illustre precedente.
battaglia del 14-15 gennaio 1797.
precedenti tradizioni orali: si riferisce al Fabio Lambertucci, Roma

Statua di Amenofi II assiso in trono, dal Tempio di Karnak © The Egyptian Museum, Cairo
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NOVITÀESCOPERTE
Tre samurai ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE

RIECCO L’ASTROLABIO
posano in una foto
dell’Ottocento.

È il più antico mai trovato e si trovava sull’Esmeralda,

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GIAPPONE

Le 100 regole
del buon samurai
C ome scegliere il cavallo giusto, che cosa
mangiare in battaglia, come battezzare
un neonato: usi e tattiche dei samurai sono
raccontati in un libro giapponese del 1571, di
recente tradotto in inglese (The Hundred Rules
of War, “Le cento regole di guerra”). L’autore
è probabilmente il leggendario spadaccino
Tsukahara Bokuden, vissuto nel periodo
Sengoku (1477-1576), epoca di grandi
conflitti. Tramite filastrocche, il manuale
insegna ai giovani l’arte della guerra e offre

L’
appunto 100 regole per il samurai che non è esploratore portoghese Vasco da Gama – il primo a raggiungere l’India via mare
mai stato in battaglia. doppiando il Capo di Buona Speranza – lo usò per guidare le sue navi: dal relitto
Pronti alla morte. Yumi, ossia “arco”, è il dell’Esmeralda, al largo delle coste dell’Oman, è riemerso quello che ora è stato
nome ideale per il bebè di un samurai. Ma identificato come il suo astrolabio, il più antico mai pervenutoci, realizzato fra il 1495 e il
anche l’arma che bisogna sapere usare, 1500. L’astrolabio serviva ai marinai per calcolare la latitudine sulla base della posizione e
insieme alla lancia. Il cavallo poi è il bene l’altezza del Sole, e si diffuse nel corso del XVI secolo, quando il modello più diffuso era però
più prezioso: è da codardi non impegnarsi più complesso e pesante di quello ritrovato, che infatti si dimostra essere il più vetusto tra
nell’equitazione, ribadisce il testo. Il guerriero l’appena un centinaio di strumenti simili conservati nel mondo.
deve rispettare il proprio animale e sceglierlo Incisioni. Sul disco di rame – dal diametro di 17,5 centimetri e lo spessore di
bene, né troppo piccolo né troppo grande. 1,5 millimetri – è incisa la cotta d’armi portoghese e la sfera armillare, emblema personale
Prima di andare in battaglia, poi, è necessario di re Manuel I. Scanner laser utilizzati dall’Università di Warwick (Gran Bretagna) hanno
un po’ di alcol: “Il samurai che beve troppo evidenziato i segni di notazioni nautiche. L’Esmeralda salpò da Lisbona nel 1502, parte della
rischia di fare errori, quello che non beve è un flotta della seconda spedizione di Vasco da Gama verso l’India, e naufragò l’anno dopo
vigliacco”. Da mangiare, prugne secche e nell’oceano Indiano. •
fagioli tostati, cibi non deperibili. Ma più di Aldo Bacci
tutto, il guerriero deve coltivare il coraggio e
imparare a morire. (g. l.)

FLASH ANTICA ROMA FLASH SECONDA GUERRA MONDIALE FLASH ANTICO EGITTO

CORRETTO USO CHI HA TRADITO ANNA? CAMERE SEGRETE


Il Disco di Libarna, manufatto del I secolo Un ex agente dell’Fbi ha deciso di usare le Gli archeologi hanno scovato una galleria di
d.C. finora catalogato come peso, è stato nuove tecnologie, compresa l’intelligenza circa 30 metri, finora sconosciuta, all’interno
ora studiato e decifrato e risulta essere un artificiale, per scoprire chi rivelò ai nazisti il della piramide di Cheope. Come? Con uno
orologio astronomico. nascondiglio dei Frank in Olanda. strumento che utilizza i raggi cosmici.
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DI VASCO

UNIVERSITY OF CINCINNATI
nave di Vasco da Gama.

Rarità
Nel relitto dell’Esmeralda,
fiore all’occhiello della flotta GUERRA DI TROIA
dell’esploratore portoghese Vasco da
Gama, il più antico astrolabio marino
mai ritrovato (sopra, i due lati).
Il raffinato gioiello
che anticipa l’Iliade
S embra di trovarsi di fronte a una
scena dell’Iliade, ma stavolta non si
tratta di una raffigurazione posteriore
ispirata ai poemi omerici: quella che
è emersa dalla tomba di un guerriero
(sopra) nell’antica città di Pilo, nel
Peloponneso, è la raffigurazione di un
duello contemporaneo (o forse persino
precedente) ai fatti di Troia e ai relativi
racconti. Trovato due anni fa, quello che
sembrava un medaglione incrostato si è
rivelato un capolavoro.
Si tratta di un sigillo da portare al polso
(proprio come fa l’eroe raffigurato)
con all’interno un’agata incisa con un
disegno che, con dettagli raffinati,
rappresenta due guerrieri in duello
mentre un terzo giace a terra.
Ricchissima dotazione. La tomba,
risalente al 1450 a.C. ospitava un uomo
di 30-35 anni, conosciuto come il
Guerriero del Grifone. Del suo corredo
facevano parte una spada di bronzo
con elsa in avorio ricoperta d’oro,
un pugnale con impugnatura in oro,
uno specchio in bronzo con manici
in avorio e una placca in avorio con
la raffigurazione di un grifone, oltre
a brocche, tazze e catini in argento e
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bronzo, manifestazione di incredibili


ricchezze e potenza. Per gli esperti il
sigillo è forse di origine cretese e per
realizzarlo (forse copiando un affresco)
dev’essere stata usata una lente di
ingrandimento. (a. b.)

FLASH ANTICA OCEANIA FLASH ANTICA CINA FLASH MEDIOEVO

VITTIMA DI UNO TSUNAMI BAGNI DI LUSSO CIMITERO DIMENTICATO


In Papua Nuova Guinea scienziati che In Cina gli archeologi hanno trovato tre Ritrovato il cimitero ebraico medievale di
studiano i maremoti hanno ritrovato i resti lussuosi bagni di 2mila anni fa: adorni di Bologna. Distrutto nel 1569, se ne era persa
della più antica vittima conosciuta di uno preziose piastrelle e mattoni, sono dotati di ogni traccia: con le sue 408 sepolture è il più
tsunami, risalente a 6mila anni fa. impianti per il deflusso delle acque reflue. grande finora noto in Italia.
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NOVITÀESCOPERTE
Il teatro greco di Taormina: nato nel III secolo ARABIA SAUDITA
a.C., fu ricostruito dai Romani.
I cancelli di pietra
del deserto saudita
A ncora una volta l’uso attento
di Google Earth dà una mano
agli archeologi. Sono state rilevate
400 strutture di roccia, ribattezzate
“porte” o “cancelli” del deserto
arabico. Si tratta di costruzioni
angolari e a forma di ruota sparse
nelle aree laviche dell’Arabia Centrale.

GETTY IMAGES/DEAGOSTINI
Alcuni di questi recinti di pietra hanno
muri alti tre metri, altri si estendono
in lunghezza per misure che variano
dai 13 ai 518 metri. Secondo
David Kennedy, l’archeologo della
University of Western Australia che
ANTICA GRECIA
le sta studiando, si tratta di strutture

COME SI SENTIVA costruite dalle popolazioni nomadi


tra i 2 e i 9mila anni fa.

NEI TEATRI GRECI?


Uso oscuro. Nel Nord dell’Arabia
opere simili in pietra, note come
“aquiloni”, servivano per cacciare:
gli antenati delle tribù beduine
Uno studio recente ha messo alla prova l’acustica cercavano di convogliare verso
queste aree le mandrie di gazzelle
del Teatro di Epidauro costruito 2.300 anni fa. che, alla fine della fuga, si trovavano

S
intrappolate. Più difficile sembra ora
i è sempre pensato che i teatri degli antichi Greci avessero un’acustica perfetta. In realtà,
individuare la funzione delle nuove
secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università tecnica di Eindhoven
“porte”, che per gli esperti non era
(Paesi Bassi), le cose non starebbero proprio così.
legata alla caccia, ma nemmeno di
Intuizione. Tutto è iniziato nel 1989, quando Constant Hak, assistente universitario a Eindhoven,
tipo abitativo o funerario. (a. b.)
durante una visita al teatro greco di Epidauro, oggi nella regione dell’Argolide, lesse su una guida
che persino dai gradoni più alti si udivano con precisione i suoni prodotti sulla scena. Incuriosito,
Hak ha effettuato con la sua squadra un esperimento proprio nel Teatro di Epidauro, realizzato nel
350 a.C. Dopo aver collocato 20 microfoni in 12 punti della struttura, sono state raccolte quasi 2.400
registrazioni per calcolare l’intensità del suono nei diversi settori. Risultato? L’acustica era buona, ma
certo non perfetta. Non è vero, per esempio, che i suoni si distinguono da lontano: così il rumore di
una moneta che cade è avvertito come tale solo nelle prime file e un attore, per farsi sentire, deve
parlare a voce alta. •
Simone Zimbardi

TRAPASSATI ALLA STORIA Personaggi sconosciuti che sono stati, in vita, protagonisti. A cura di
Giuliana Lomazzi

JOHN DIDIER RICHARD


MOLLO MOTCHANE GORDON
Costumista Politico Astronauta

Morto a 86 anni l’autore dei costumi di Guerre Scomparsa a 86 anni una delle figure storiche Pilotò il modulo di comando della missione
stellari. Per l’abbigliamento dei protagonisti del partito socialista francese, sostenitore Apollo 12 e restò in orbita intorno alla Luna
della saga (da Han Solo alla Principessa Leila, dell’unità delle sinistre, progetto che portò, tra mentre i compagni scendevano sul satellite;
da Obi-Wan Kenobi a Darth Vader) si rifece alle l’altro, all’elezione di François Mitterrand alla avrebbe dovuto sbarcarvi con la missione
divise della Seconda guerra mondiale. presidenza della Repubblica (1981). Apollo 18, ma la Nasa annullò il programma
Costumi da Oscar. Agli inizi John Mollo fu Logo vincente. Fu Didier Motchane a ideare il dopo il disastro della missione n° 13.
consulente storico per I seicento di Balaklava simbolo della rose au poing (“rosa nel pugno”). Spirito libero. Lasciata la Nasa nel 1973,
(1968) e Barry Lyndon (1975), ma fu Star Wars Il pugno, simbolo di unità e forza usato dai Richard Gordon divenne a sorpresa presidente
che gli valse nel 1978 l’Oscar per i costumi. Un militanti come saluto, stringe una rosa, eredità di una squadra di football americano, di cui
secondo lo vinse nel 1983 per Gandhi. del rivoluzionario maggio del 1968. era appassionato. È morto a 88 anni.

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TECNOVINTAGE [1982]
A cura di Eugenio Spagnuolo

Il Timex
Sinclair 1000,
il computer a
basso prezzo
prodotto negli
Usa.

PERSONAL COMPUTER

IL PRIMO PC A sinistra,
il modulo

A PORTATA DI TUTTI
di memoria
aggiuntivo e,
sotto, la cassetta
attraverso cui
Costava solo 100 dollari e fu un successo. si caricavano i

C
programmi.
orreva l’anno 1982, quando negli Usa si materializzò il primo personal computer low cost
della Storia: il Timex Sinclair 1000. A dare l’annuncio, in pompa magna, fu la copertina della
rivista Popular Science con un titolo emblematico: “Ecco il primo computer a 100 dollari”.
Noto anche come ZX81, il pc collegato alla televisione permetteva di visualizzare testi, disegni e
immagini e anche di programmare, usando il linguaggio BASIC.
Non possedeva un hard disk e i programmi venivano caricati tramite un normale registratore a
cassette, piuttosto lento. Insomma poco efficiente rispetto ai concorrenti, ma più che adeguato
rispetto al prezzo. Chi voleva qualcosa di più poteva acquistare a parte un modulo di memoria da
64k (una quantità che oggi fa sorridere) e una stampante rudimentale.
Conviene comprarlo? Dato il prezzo, la Timex riuscì a vendere in tutto il mondo 500mila
computer di questo tipo solo nell’anno di uscita: non è dunque difficile trovarlo su eBay a prezzi
molto bassi come puro oggetto vintage, perché oggi non avrebbe più senso usarlo. •

E NELLO STESSO ANNO...

EUROPA MONDO ITALIA MUSICA


La Groenlandia va alle urne per L’Argentina occupa militarmente Il banchiere Roberto Calvi viene Esce il disco capolavoro dell’artista
votare se restare o meno nella le Isole Falkland, territorio trovato impiccato a Londra. Le americano Michael Jackson:
Comunità Europea. Vincono i no d’oltremare del Regno Unito, che circostanze poco chiare della sua Thriller. Con i suoi 100 milioni di
col 53% ed è “Groexit”. Ma l’Europa le riconquista dopo una guerra morte saranno oggetto di diversi copie, diventa l’album più venduto
mantiene i diritti sulla pesca. “lampo” di circa 70 giorni. processi. della Storia.

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MICROSTORIA
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli

LA VIGNETTA

LA REGINA DELL’AIA
IL MITO

Medusa
U
I
na delle tre Gorgoni, l’unica
mortale, abitava con le sorelle l 26 agosto 1789, l’Assemblea Nazionale francese approvò la Dichiarazione dei diritti
in una caverna. Fu uccisa da Perseo dell’uomo e del cittadino, uno dei frutti del pensiero illuminista. Al punto 11 si legge: “La libera
mentre dormiva (sotto, una statua manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino
del 1903). Usando l’accortezza di può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà
guardarne il riflesso nello scudo nei casi determinati dalla legge”. E allora via libera a una sterminata produzione di libelli, i tabloid
(le Gorgoni avevano il potere di dell’epoca, riviste che usavano l’inchiostro come arma per deridere l’ancien régime. Prendendo
pietrificare chiunque incrociasse il di mira, in particolare, un bersaglio facile: Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI (vedi articolo sulle
loro sguardo), riuscì a decapitarla. fake news nelle pagine seguenti). Per la verità, la regina non era mai stata molto amata dai sudditi
Dalla ferita uscirono il cavallo alato francesi, che per le sue origini le avevano anche affibbiato l’offensivo soprannome di gallina
Pegaso e il gigante Crisaore, i figli austriaca (in quanto figlia di Maria Teresa d’Austria).
che aspettava da Poseidone. Indigesto. In questa

AKG-IMAGES
Perseo portò con sé la testa di caricatura del 1791, infatti,
Medusa per usarla come arma Maria Antonietta è ritratta
contro i nemici (tra cui il titano con le sembianze di uno
Atlante, trasformato nell’omonima strano animale a metà
catena montuosa in Nord Africa). tra gallina e struzzo (che
Inquietante. La testa di Medusa, secondo la cultura popolare
con il caratteristico groviglio di mangiava di tutto). Il
serpenti al posto dei capelli, è stata volatile ben agghindato
spesso rappresentata nell’arte, (la regina prediligeva
a partire dal VI acconciature stravaganti
secolo a.C. Tra arricchite da piume, fiocchi
i dipinti, i più e perle) e ben vestito (Maria
noti sono Antonietta, fashion victim
quelli del ante litteram, non badava
Caravaggio a spese pur di seguire la
e di Rubens. moda) tiene nel becco una
costituzione che proprio
non le va giù. Il disegno,
già piuttosto esplicito, è
completato da una frase
ironica: “La poule d’Autriche.
Je digere l’or, l’argent avec
facilité. Mais la constitution,
Je ne puis l’avaler”.
(“La gallina/struzzo
austriaca: mangio oro e
GETTYIMAGES (3)

argento senza problemi.


Ma la costituzione proprio
non la digerisco”).

PAROLE DIMENTICATE

-40°
IL NUMERO

P A T A F F I O N E
La temperatura registrata
Di origine incerta, ma forse forma corrotta di durante la battaglia di
Suomussalmi tra l’esercito
epitaffio, indica un sapientone, una persona finlandese e l’Armata

molto colta ma piena di boria, oppure


Rossa (1939-1940).

una persona goffa e grassa.


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CHI L’HA DETTO?


10 TO P T E N

LUOGHI COMUNI SUGLI INDIANI

1
IL TERMINE PELLEROSSA DERIVA DAGLI EUROPEI
Secondo alcuni linguisti, invece, sono stati
gli stessi nativi a coniare questo termine per
indicare con una sola parola tutte le tribù.

2
POTEVANO AVERE PIÙ MOGLI
Sì, ma solo i capotribù o chi era in grado
di accollarsi il mantenimento di tutti i
parenti delle diverse mogli.

3
CACCIAVANO I BISONTI
Ma solo le tribù che vivevano nelle pianure, le
tribù costiere e montane si nutrivano con altri
alimenti e alcune coltivavano la terra.

4
SEPPELLIVANO L’ASCIA DI GUERRA PER FARE PACE
Filippo il Macedone L’ascia era un simbolo importante.
Si seppelliva per la pace ma anche per

Divide et impera sancire la conclusione di un affare.

5
SALUTAVANO DICENDO “AUGH!”

L a frase, che significa letteralmente “dividi e comanda”, Il termine, forse esistente in alcune tribù del
Sud (ma non della prateria), deriva dall’inglese
è attribuita a Filippo il Macedone (il padre di how o howgh, usato come esclamazione.
Alessandro Magno), ma fu utilizzata anche da Luigi XI di

6
Francia e dagli Asburgo. QUELLA DI POCAHONTAS È UNA STORIA D’AMORE
Meglio divisi. Si tratta di un invito a favorire la discordia e Presa in ostaggio quando aveva18 anni per
obbligare il padre a liberare alcuni coloni, poi
la rivalità dei popoli assoggettati in modo che questi non fu costretta a sposare il vedovo John Rolfe.
possano fare fronte comune per ribellarsi contro il potere:

7
in altre parole, i popoli divisi si dominano meglio. FUMAVANO IL CALUMET PER SANCIRE LA PACE
Fumare la pipa simboleggiava il rapporto tra
terra, cielo e le energie dell’universo, per cui si
fumava durante la preghiera e la meditazione.

8
ACCERCHIAVANO GLI AVVERSARI CAVALCANDO
Nel caso di nemici ben armati sarebbe
stato un vero suicidio, preferivano invece
una tattica del tipo “colpisci e fuggi”.

9
FACEVANO MANGIARE I NEMICI DALLE FORMICHE
Non c’è alcuna documentazione su questa
pratica attribuita agli Apache, piuttosto erano
in uso altre forme di tortura rituali.

10
I NATIVI AMERICANI SONO QUASI ESTINTI
Pur privati delle loro terre, i nativi sono il 2%
della popolazione degli Stati Uniti, con 566
tribù che vivono in 325 riserve.
L’OGGETTO MISTERIOSO

A che cosa serviva questo blocchetto


di legno dotato di una cavità centrale VOCABOLARIO
MERENDA
contenente una matassa di filo? Secondo alcuni ha origine dal
latino merìdies (mezzogiorno), un
È stata Paola Angelici di Bergamo a indovinare frugale “pasto meridiano” che si
l’oggetto del numero scorso. È un porta aghi da
maglia da premere in vita nella parte curvilinea, è iniziato a consumare nelle zone
mentre l’estremità opposta ha in punta un industriali in cui non si poteva
incavo per appoggiare un ago da maglia lasciare il lavoro per pranzo.
o un ferro da calza. Per altri deriva dal gerundivo
latino di merere (meritare). Un
tempo, infatti, la merenda per i
bambini non era un pasto dovuto,
Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la località, a: Focus Storia, ma un extra che andava meritato.
via Battistotti Sassi, 11/a – 20133 Milano oppure a redazione@focusstoria.it

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ARTE
Il genio della tavolozza ha avuto una vita violenta e
una morte poco chiara. In più, come artista, è stato
dimenticato per anni. Perché?

I MISTERI DI
CARAVAGGIO

I
l primo mistero, e trionfo della Chiesa
anche il più grande, controriformata», spiega
è perché sia stato Francesca Cappelletti,
dimenticato per oltre docente di Storia dell’arte
due secoli. Oggi Caravaggio moderna all’Università
è l’artista italiano più studiato di Ferrara e autrice di
e seguito nel mondo, una Caravaggio. Un ritratto
“star” che ha spodestato persino somigliante (Electa). In effetti,
Michelangelo: basta un suo quadro nel Seicento, gran parte dell’Italia
per decretare il successo di una mostra. era scaduta a colonia spagnola,
Eppure è andata davvero così: Michelangelo proprio quando Madrid era seconda solo
Merisi, da Caravaggio, ha subìto un autentico alla Roma di Sisto V nella foga di correggere
oblìo dalla fine del Seicento al Novecento coscienze religiose ed esercitare il brutto vizio
inoltrato. E a risuscitarlo negli anni Cinquanta degli abusi di potere. Il rivoluzionario pittore
del secolo scorso è stato un leggendario storico Quanta tristezza lombardo, con i suoi quadri scuri, drammatici e
dell’arte italiano, Roberto Longhi, aprendogli la Il ritratto di Michelangelo la sua vita violenta, rappresentò così bene quel
strada di un nuovo e indiscutibile trionfo. Merisi (1571-1610), secolo di decadenza morale e storica da restare
eseguito intorno al impigliato nel giudizio negativo su quell’epoca.
STORIA DI UNA SFORTUNA. Forse il 1621 da Ottavio Leoni,
E ne fu inevitabilmente danneggiato.
un quotato ritrattista
nostro eroe era nato sotto una cattiva stella. dell’epoca barocca.
Perché ebbe la “ventura” di raggiungere il L’artista ci appare in QUESTIONI DI GUSTO. A spingerlo nel
successo all’inizio del Seicento, un secolo mal questa immagine a dimenticatoio fino al Novecento ci si misero
giudicato dai posteri. Una sorta di buco nero tra carboncino come un in molti, e ogni critica pungente contribuì a
la gloria del Rinascimento, il tempo dei Lumi uomo dallo sguardo questa sorta di moderna damnatio memoriae.
e la lunga stagione del Neoclassicismo, che molto triste. Milano Già poco dopo la morte, avvenuta nel 1610,
celebra l’artista con
celebrava l’antichità greco-romana. «Secondo la la sua fama era in ribasso: veniva considerato
una mostra di grande
storiografia dell’inizio del XX secolo, il Merisi successo: Dentro inferiore al coevo Annibale Carracci, artista
è stato uno dei protagonisti esemplari di un Caravaggio. A Palazzo bolognese all’epoca stimatissimo ma non certo
periodo segnato dall’oppressione politica e dal Reale, fino al 28 gennaio. un gigante come lui, e oggi poco conosciuto dal 
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Son io!
Davide con la testa
di Golia, una delle
opere più celebri del
Caravaggio (1605-1606).
È universalmente
riconosciuto dalla critica
che la testa del temibile
gigante filisteo sia un
ALAMY/IPA (2)

drammatico autoritratto
dell’artista.
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Giovinetto Per i suoi detrattori, Caravaggio era


venuto al mondo per distruggere la
Bacchino malato (1592):
anche in questa tela
il volto è quello di
Caravaggio, ancora
ragazzo e per nulla pittura. E sapeva solo ritrarre gli umili
affermato, che si era
ritratto allo specchio.
grande pubblico. Ma era solo l’inizio. Nicolas

CORBIS VIA GETTY IMAGES


Poussin (1594-1665), artista che ai tempi di
Luigi XIII andava per la maggiore sia a Parigi sia
nella Roma dei Barberini, si spinse a dire che
Caravaggio era venuto al mondo per distruggere 
la pittura. Affermazione esagerata? Agli occhi
dei suoi detrattori il Merisi era capace di ritrarre
soltanto i suoi simili (e cioè la “vile, volgare
umanità”), mentre i veri artisti dipingevano
historia, ovvero scene sacre o gesta di grandi
uomini ed eroi. Per di più, come scriveva
Gian Pietro Bellori, storico dell’arte considerato
quasi un Vasari del tardo Seicento, i suoi quadri
erano “senza attione”: poco movimentati,
diremmo noi, senza un’azione degna di nota.
Eppure, quante Giuditta e Oloferne saranno
state dipinte prima di quella del genio milanese?
Decine e decine. Ma solo la sua sembra
l’istantanea di un delitto. E una volta vista non
la si scorda più.
Nel Settecento, salvo rare eccezioni, si
continuò sulla stessa linea. Un altro stimato
biografo di artisti, Antonio Pellegrino Orlandi,
definì il personalissimo uso del chiaroscuro
dell’artista una “macchia furbesca”. Insinuava
insomma che si trattasse di una tecnica
“veloce” che dava risultati di potente impatto
senza richiedere mesi o anni di esercizio nel
disegno e nella prospettiva, né di faticare
davanti alle statue antiche e ai maestri del
Rinascimento, come invece doveva fare ogni
bravo pittore che rispettava la tradizione. E
per capire lo scarso interesse per Caravaggio
anche nell’Ottocento, bastano due esempi: un
noto spogliatore di tesori altrui, Napoleone
Bonaparte, nel suo ricco bottino di arte italiana
non prese nulla del Merisi; e Goethe, nel celebre
viaggio in Italia, non lo citò nemmeno.

LA NUOVA GLORIA. Finalmente, nel


XX secolo, a salvare Caravaggio dall’oblìo 
arrivarono gli studi di Roberto Longhi, storico
dell’arte e vorace collezionista, che non solo
nel 1920 scovò da un antiquario fiorentino un
Fanciullo morso dal ramarro (1597): rilesse
opere e vita del Merisi e fece piazza pulita dei
pregiudizi. Individuò inoltre in lui il primo
pittore dell’epoca moderna, umano, popolare.
E, quando, nel 1951, riuscì a organizzare una
memorabile mostra al Palazzo Reale di Milano,
con un numero imponente di opere, giustizia fu
fatta: Caravaggio e i caravaggeschi segnò l’inizio
di un successo del rivoluzionario pittore, in
Italia e fuori, che avrebbe stupito anche i suoi
più grandi collezionisti del Seicento.
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ALAMY/IPA
LA MORTE SULLA SPIAGGIA. Ma un salvargli la vita. E non solo loro. A contenderli
altro mistero avvolge la vita, o meglio la morte, ci si erano messi anche il viceré di Napoli e il
dell’artista. Mistero ancora oggi in gran parte Priore dei Cavalieri di Malta.
irrisolto. Siamo nell’estate del 1610. Caravaggio A secoli di distanza, due dipinti mancano
è reduce da un’aggressione a Napoli, davanti ancora all’appello (altro mistero) mentre uno,
a un’osteria, in cui rimase gravemente ferito. il San Giovanni Battista, fu recuperato dal
Ma si riprese abbastanza da tentare il ritorno cardinale, gran collezionista, e ancora oggi può
a Roma, città dalla quale era stato bandito essere ammirato nel palazzo di famiglia, la
perché nel 1606 aveva ucciso un uomo durante magnifica Galleria Borghese di Roma, di cui è Il riabilitatore
una rissa. Si imbarcò quindi su una feluca per una delle più grandi “hit”. A dimostrazione che, Roberto Longhi (1890-
1970), grande storico
Port’Ercole dalla riviera di Chiaia, con alcuni dovunque e comunque sia morto, Michelagelo dell’arte italiano, nel 1951
dipinti destinati al cardinale Scipione Borghese Merisi da Caravaggio, immenso artista a lungo organizzò a Milano la
(due quadri su San Giovanni Battista e una incompreso, è ancora vivo. Vivissimo. • mostra che fece riscoprire
Maddalena in estasi). Le opere sarebbero Irene Merli Caravaggio.
dovute servire a ottenere o ricompensare la
grazia presso papa Paolo V, zio del nobile
prelato. Ma è qui che accadde l’imponderabile.
Secondo ricostruzioni di poco successive ai
fatti, che si trovano sia nelle Vite de’ Pittori,
Scultori e Architetti di Giovanni Baglione
(1642) sia in una lettera del vescovo di Caserta
al cardinale romano, la barca si sarebbe
fermata a Palo, feudo dei principi Orsini a una
cinquantina di chilometri da Roma. Qui l’artista
sarebbe stato arrestato, non si sa esattamente
per quale motivo (a riguardo esistono solo
congetture). Una volta libero avrebbe tentato
di raggiungere la feluca, che era però già
ripartita per Porto Ercole con i preziosi quadri
senza aspettarlo, andando a piedi sulla spiaggia
da Palo sino alla località dell’Argentario. Ma,
sfinito dal caldo e dal sole, sarebbe morto il 18
luglio a Porto Ercole. In effetti l’estate del 1610
fu una delle più torride di quel secolo. Per il
resto, come spiega Francesca Cappelletti, «le
lettere che abbiamo e questa ricostruzione sono
in contraddizione. Tutte le prime narrazioni
che riportano della sua morte parlano solo di
Porto Ercole. Poi anche allora sarebbe stato
impossibile andare a piedi, da Palo a Porto
Ercole, seguendo la spiaggia. Non solo perché il
tratto è lungo e lui era malato: la spiaggia era ed
è ancora interrotta in più punti».
ALAMY/IPA

I QUADRI CONTESI. A questo punto le


uniche ragionevoli certezze sono che Caravaggio
sia morto a Porto Ercole per malattia (ma anche
qui le ipotesi antiche e moderne spaziano dalla
Un furto clamoroso
malaria alla sifilide, dal tifo alla brucellosi,
dall’infezione intestinale all’intossicazione P alermo, 1969, sabato 18 ottobre. Alle
tre del pomeriggio le due custodi
dell’Oratorio di San Lorenzo, nel centro
una porticina difettosa. Per il resto, la
pista più battuta diventò quella mafiosa:
furono alcuni importanti pentiti di Cosa
da piombo...), e che sia stato seppellito nel
storico, entrano in chiesa: devono Nostra a parlarne. Ma a commettere il
cimitero di San Sebastiano, dove venivano
prepararla alla messa del giorno dopo. clamoroso furto potevano essere stati
inumati gli stranieri di pochi mezzi: la località Pochi passi e restano basite: il grande anche professionisti per il mercato
grossetana faceva parte dei Presidi Spagnoli. dipinto sull’altare è sparito. Peccato che clandestino quanto ladruncoli che
Del resto neppure i suoi potenti protettori – il la tela trafugata fosse un capolavoro del si erano trovati in mano un quadro
cardinale Borghese, che lo attendeva a Roma, Caravaggio, la Pala della Natività con i invendibile. Sta di fatto che, a 48 anni
e la marchesa Sforza Colonna, che l’aveva santi Lorenzo e Francesco d’Assisi (sopra). di distanza, il mistero è rimasto fitto, e il
ospitato a Napoli – sapevano cosa gli fosse Mafia fu? Era lì dal 1609, ma da Caravaggio di Palermo compare ancora
quel momento del grande quadro in cima alla classifica delle opere d’arte
successo in quei concitati giorni tra Napoli e (268x197centimetri) è sparita ogni più ricercate del mondo.
Roma. E forse più che alla sorte del povero traccia. E di sicuro si sa solo che non Un libro per approfondire? Il Caravaggio
artista, questi vip dell’epoca pensavano a deve essere stato un furto difficile: per rubato. Mito e cronaca di un furto, di
recuperare i tre quadri che non erano riusciti a entrare nell’Oratorio era bastato forzare Luca Scarlini (Sellerio).
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gran bretagna francia


Bretagna
GEOPOLITICA Galles
Superficie: 20.779 km². Superficie: 27.208 km².
Status: nazione costitutiva del Status: regione.

Piccole PATRIE
Regno Unito. Cosa vogliono: indipendenza
Cosa vogliono: indipendenza dalla Francia. I bretoni persero
dalla Gran Bretagna. Con il l’indipendenza nel 1532, ma si
referendum del 1998 la regione sentono ancora oggi più celti
ha ottenuto la nascita di un go- che francesi. Dagli anni Settanta
verno e un’assemblea locali, ma (fino a una decina di anni fa) la
il potere legislativo resta nelle lotta indipendentista bretone è
mani di Londra. stata portata avanti anche con

Da soli si sta meglio?


attentati terroristici.
gran bretagna

ISOLE
Catalogna, Scozia Cornovaglia francia
Occitania
FÆR ØER e tanti altri grandi Superficie: 3.563 km².
Status: contea inglese dal 1888. Superficie: 72.724 km².
e piccoli conflitti Cosa vogliono: separarsi
dall’Inghilterra. I kornish (abi-
Status: regione.
Cosa vogliono: autonomia
locali hanno messo in tanti della Cornovaglia) non si
sentono inglesi, ma celti.
culturale. Nel Medioevo la
Francia era divisa tra la lingua
evidenza il problema d’oil al nord (da cui il francese) e
la lingua d’oc al sud. Il Pays d’oc
delle rivendicazioni
belgio (Occitania) va dal Piemonte alla
Fiandre e Vallonia Catalogna. La popolazione non
indipendentiste in Superficie: Fiandre (13.522
km²), Vallonia (16.844 km²).
ha mai chiesto la costituzione di
uno Stato indipendente.
SCOZIA Europa. Ecco trenta Status: regioni.
Cosa vogliono: maggior
regioni che hanno delle
spagna
riconoscimento delle minoranze
linguistico-culturali. Il Belgio
Galizia
vertenze aperte nei nacque dall’unione tra valloni di
lingua e cultura francesi e fiam-
Superficie: 29.574 km².
Status: comunità autonoma.
confronti dello Stato a minghi “cugini” degli olandesi. I
due gruppi si dividono il Paese
Cosa vogliono: difesa dell’au-
tonomia culturale.
IRLANDA
DEL NORD
cui appartengono. ma i rapporti sono tesi.
spagna
A cura di Aldo Bacci
Aragona
Superficie: 47.719 km².
Status: comunità autonoma.
Cosa vogliono: una più ampia
GALLES autonomia culturale e fiscale. Il
nazionalismo locale si batte per
LUSAZIA ottenere maggiori finanziamenti
FIANDRE E SLESIA che consentano di valorizzare
VALLONIA il patrimonio linguistico e
CORNOVAGLIA culturale.
BAVIERA

BRETAGNA
SÜDTIROL-
ALTO ADIGE TRANSILVANIA

LOMBARDIA
E VENETO REPUBBLICA
SRPSKA
OCCITANIA

GALIZIA PAESI
BASCHI KOSOVO
CORSICA
CATALOGNA

ARAGONA

SARDEGNA

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italia germania danimarca gran bretagna spagna


Lombardia e Veneto Lusazia Isole Fær Øer Scozia Paesi Baschi
Superficie: 42.270 km² (23.863 Superficie: 1.340 km². Superficie: 1.396 km². Superficie: 80.077 km². Superficie: 7.234 km².
km² e 18.407 km²). Status: fa parte degli Stati fede- Status: nazione costitutiva del Status: nazione costitutiva del Status: comunità autonoma.
Status: regioni. rali tedeschi (Länder) della Sas- regno di Danimarca. Regno Unito. Cosa vogliono: da fine ’800
Cosa vogliono: il referendum sonia e del Brandeburgo per il Cosa vogliono: un referendum Cosa vogliono: indipendenza chiedono una nazione indipen-
per l’autonomia amministrativa 70% e per il 30% della Polonia. (che si terrà in aprile) per una dalla Gran Bretagna. Negli ultimi dente a cavallo tra Spagna e
(22 ottobre 2017) ha spinto il Ve- Cosa vogliono: diventare uno nuova costituzione locale e anni ha ottenuto larga autono- Francia. A partire dalla seconda
neto a chiedere il riconoscimen- Stato autonomo (Libero Stato l’adozione del faroerese come mia, ma allo Scottish National metà del ’900, la guerra indi-
to di regione a statuto speciale. Lusaziano). Tra Brandeburgo, lingua nazionale. Party non basta (nonostante il pendentista dell’Eta (Euskadi Ta
Sassonia, Polonia e Repubblica fallimento del referendum del Askatasuna) ha fatto moltissime
Ceca abitano i Sorbi, di origine 2014). vittime anche tra i civili. Solo dal
italia slava. Nel 1950 ottennero l’au- gran bretagna 2003 l’Eta ha rinunciato ufficial-
südtirol-Alto Adige tonomia linguistica e culturale, Irlanda del Nord mente alla lotta armata.
ma nel 1990 fallì il tentativo di francia
Superficie: 7.400 km². Superficie: 14.130 km².
Status: provincia autonoma fondare un Land lusaziano. Status: nazione costitutiva del Corsica
bosnia
dal 1927. Regno Unito. Superficie: 8.680 km².
Cosa vogliono: indipendenza Cosa vogliono: indipendenza Status: collettività territoriale Repubblica Srpska
o annessione all’Austria. La situa- polonia dalla Gran Bretagna. L’Ira (Eser- dal 2001. Superficie: 24.857 km².
zione dell’Alto Adige è esempla- Slesia cito repubblicano irlandese) è Cosa vogliono: autonomia Status: è una delle due entità
re per la tutela delle minoranze, Superficie: 12.333 km². attivo dal 1919. Solo nel 2005 ha dalla Francia (Partito della che compongono la Bosnia, con
tuttavia il Sud-tiroler Freiheit, Status: regione. Appartiene in rinunciato alla lotta armata. Nel Nazione Corsa) o indipendenza propri organi di governo e strut-
partito che rappresenta la linea gran parte alla Polonia, e in par- 1998, con l’Accordo del Venerdì (Fronte di Liberazione Nazionale tura istituzionale.
oltranzista, propugna la nascita te minore alla Repubblica Ceca e Santo, è stato costituito il parla- della Corsica). Cosa vogliono: l’indipendenza
di un unico Tirolo federale. alla Germania. mento nordirlandese. e/o l’annessione alla Serbia.
Cosa vogliono: autonomia
dalla Polonia. La regione ha una
italia propria lingua e una cultura
Sardegna legata alla Germania fin dal moldavia ucraina azerbaijan
Superficie: 24.090 km². Medioevo.
Transnistria Donbass Nagorno Karabakh
Status: regione a statuto
speciale. Superficie: 4.163 km². Superficie: 25.000 km2. Superficie: 4.400 km².
romania Status: indipendente de facto Status: indipendente de facto
Cosa vogliono: indipen-
Transilvania Status: Repubblica Popo-
denza dall’Italia. Sull’onda del (non riconosciuta dalla comuni- dal 1994.
tà internazionale) dal 1990. Forti lare di Donetsk e Repubblica Cosa vogliono: la popolazione
referendum catalano è stato Superficie: 102.834 km². Popolare di Lugansk (2014).
presentato un disegno di legge Status: regione. tensioni in seguito alla Guerra a maggioranza armena vuole
di Transnistria (1992) e conflitto Cosa vogliono: indipendenza mantenere l’indipendenza. È in
per consentire un referendum Cosa vogliono: autonomia. Gli dall’Ucraina per entrare nell’orbi-
sull’indipendenza. ungheresi in Romania rappre- politico in corso. corso un conflitto cronico tra
Cosa vogliono: autonomia ta russa. Conflitto armato in corso Azerbaijan (che combatte per la
sentano la più grande minoran-
za nazionale d’Europa. Abitano dalla Moldavia. perdita del territorio) e Armenia
germania in Transilvania, regione di cultura (che lotta per l’autodetermina-
Baviera ungherese che fu principato in- georgia zione dei popoli).
ucraina Abcasia
Superficie: 70.550 km². dipendente, assegnata, nel ’900,
alla Romania. Rivendicano an- Crimea
Status: Stato federale tedesco Superficie: 8.660 km²
(Länder). che l’uso della lingua ungherese. Superficie: 26.100 km². Status: indipendente de facto spagna
Cosa vogliono: indipendenza. Status: autoproclamatasi dal 1992.
indipendente nel 2014. Con un Cosa vogliono: l’indipendenza
Catalogna
La Germania è uno Stato fede-
rale in cui le regioni godono referendum è diventata una dalla Georgia per restare nell’or- Superficie: 32.108 km².
di ampia autonomia. Esistono repubblica della Russia. bita russa. Status: comunità autonoma.
però spinte indipendentiste, DONBASS Cosa vogliono: mantenere Cosa vogliono: l’indipendenza
rappresentate fin dal 1946 dal l’annessione alla Russia, non ri- dalla Spagna. Dopo il referen-
Bayernpartei. conosciuta dalla comunità inter- georgia dum del 1° ottobre 2017, Madrid
nazionale e contestata dai non Ossezia ha sospeso l’autonomia catalana.
russi che abitano in Crimea.
Superficie: 3.900 km².
Status: gli osseti del Sud si sono cipro
TRANSNISTRIA autoproclamati indipendenti da Cipro del Nord
Tibilisi nel 1991.
Cosa vogliono: mantenere Superficie: 3.355 km².
CRIMEA l’indipendenza dalla Georgia. Status: Repubblica turca di
Cipro Nord (1983), riconosciuta
solo dalla Turchia.
CAUCASO russia Cosa vogliono: trattative per
Repubbliche caucasiche la riunificazione in corso. L’isola
Superficie: Cecenia (16.600 di Cipro è divisa in due dal 1974,
ABCASIA quando la Turchia inviò le sue
km2) dal 1991, Daghestan
OSSEZIA (50.300 km2) dal 1921 e Ingusce- truppe per uno scontro etnico
zia (2.700 km2) dal 1992. fra greco-ciprioti e turco-ciprioti.
Status: repubbliche della Fede-
razione russa. serbia
Cosa vogliono: portano avanti Kosovo
NAGORNO la lotta per l’indipendenza e per
KARABAKH il riconoscimento della legge Superficie: 10.908 km².
islamica appoggiati anche da un Status: indipendendenza auto-
terrorismo di matrice jihadista. proclamata nel 2008.
Cosa vogliono: l’approvazione
della comunità internazionale al
completo. Lo Stato è riconosciu-
to dall’Ue, ma non da tutti i Paesi
europei (per esempio Spagna,
Grecia, Romania, Slovacchia).

CIPRO
NORD
Rivendicazioni Conflitto solo Situazione
pacifiche politico critica
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VITA QUOTIDIANA
LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

Prima dei supermercati e degli acquisti online, per


fare compere si andava nei fori romani, nelle agorà
greche e nei mercati rinascimentali. Ecco come...

FACEVAMO
LA SPESA
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Shopping
Un mercato
rinascimentale in
un quadro di Pieter
Aertsen (XVI secolo).
A destra, illustrazione
del 1954 che ritrae
due casalinghe con le
buste della spesa.

GETTY IMAGES
N
ell’ottobre del 1957, mentre era
in visita ufficiale negli Stati Uniti,
la regina d’Inghilterra, Elisabetta
II, restò colpita dall’insegna di un
supermarket nel Maryland e chiese di potersi
fermare a visitarlo. Tra gli sguardi curiosi dei
clienti, la sovrana ascoltò attenta il titolare che
illustrava i vari tagli della carne preconfezionata.
Quando lo sguardo le cadde sui piccoli sedili
pieghevoli montati sui carrelli della spesa
esclamò: «Dev’essere proprio carino portare qui i
bambini!».
La sorpresa di Elisabetta era comprensibile:
i grandi negozi di alimentari “self-service”
infatti, diffusi negli Stati Uniti già da qualche
anno, non avevano ancora cambiato le abitudini
degli inglesi e degli europei in genere. In Gran
Bretagna i supermercati erano poche decine,
mentre in Germania e Italia avevano appena
aperto i battenti (v. riquadro pag. seguenti).

AL FORO E ALL’AGORÀ. Prima che si


trasformasse in una parentesi necessaria,
inserita nelle nostre frenetiche giornate, fare la
spesa era soprattutto un’occasione di incontro e
scambio. Fin dall’età antica, infatti, il bisogno di
reperire beni – anche quelli necessari a nutrirsi
– è andato di pari passo con il desiderio di
confrontarsi, avere notizie della propria comunità
e socializzare. Le agorà greche e i fori romani
erano il luogo non solo delle attività politiche ma
anche di quelle commerciali.
Nei territori dell’antica Roma fare compere
era un’esperienza che coinvolgeva uomini e
donne di ogni estrazione sociale: i contadini 

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Fast food
Sopra, una

GETTY IMAGES (2)


ricostruzione di una
rivendita di vini di
epoca romana.
Sotto, a Pompei,
un thermopolium,

AKG/MONDADORI PORTFOLIO
specie di tavola calda
dove veniva servito
cibo caldo in grossi
recipienti di
terracotta, inseriti
nel bancone.
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Nel mondo antico


fare la spesa
era un compito
strettamente
connesso alla vita
di comunità
potevano vendere e scambiare i loro prodotti
e i cittadini, anche quelli più poveri, potevano
trovare qualcosa per sfamarsi. Vi si incontravano
anche le matrone, che pur affidando agli schiavi
la spesa dei beni di prima necessità si recavano
di persona nei mercati per acquistare stoffe,
BPK/SCALA

suppellettili, gioielli, o per commissionare


un’opera a pittori e scultori. La città, grande o
piccola che fosse, offriva possibilità per tutte le
tasche: mercati periodici e permanenti, negozi,
banchine, ambulanti e persino vendite all’asta.

UN BOCCONE E VIA. Se in origine le


attività commerciali si trovavano nel foro,
dopo il III secolo a.C. si spostarono in edifici
appositi come i macella, progenitori degli odierni
mercati coperti. Nelle strade brulicanti della
capitale, che alla fine dell’età repubblicana
raggiunse il milione di abitanti, nobili, schiavi
e gente del popolo si incontravano ogni giorno
nelle tabernae, le botteghe che artigiani e
commercianti avevano sotto i portici dei
fori o al piano terra delle insulae, i palazzi
condominiali dell’epoca. La taberna era un
locale di piccole dimensioni con una grande
porta, dotato di un soppalco, che fungeva da
magazzino o da abitazione del venditore, e
di un bancone che dava, per comodità, sulla
strada. Per rendersi visibili, i commercianti
affiggevano sopra l’ingresso scritte o simboli
per “promuovere” la merce che vendevano,
qualcosa di molto simile alle insegne moderne.
Vi erano tabernae che offrivano generi alimentari
come frutta, pesce e carne (taberna fructuaria,
taberna piscaria e taberne lanienae), quelle IN DROGHERIA. La scomparsa di alcune Al dettaglio
per la vendita di stoffe (taberna vestiaria) e di grandi vie di comunicazione romane e il declino Sopra, vendita di
prodotti artigianali. Alcuni negozi si dedicarono di molte città non impedì infatti, la rinascita beni alimentari in
a bevande e cibi pronti, anticipando di secoli i dei mercati e la fioritura di nuovi centri urbani un mercato, nel
Medioevo. In alto, una
fast food: i thermopolia vendevano pasti caldi in tutta Europa, per esempio Venezia, Londra, delle botteghe dipinte
in grossi recipienti di terracotta o bronzo, che si Parigi. Ma con una differenza rispetto a prima: i nel castello di Isogne
consumavano sul bancone. Quando Roma, nel centri erano più nettamente separati dai villaggi (Valle d’Aosta) nel
suo splendore imperiale, arrivò ad avere enormi di campagna, che offrivano soprattutto prodotti tardo Medioevo.
quantità di merci provenienti da ogni angolo locali. Nel Medioevo la combinazione mercato-
del mondo, vennero istituiti più di 300 grandi botteghe divenne fondamentale per gli scambi
magazzini (horrea), dove era possibile anche con l’esterno e la vita delle comunità, in un
acquistare all’ingrosso. Fu un gigantesco sistema sistema che fu riscontrabile in molti Paesi ancora
commerciale che sarebbe poi rinato, in altre nel XIX secolo e oltre.
forme, dopo la fine dell’impero e il periodo buio I venditori ambulanti giocavano un ruolo
delle invasioni barbariche. importante anche nella diffusione delle notizie. 
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GETTY IMAGES

Freschi e Le drogherie, in cui si trovavano prodotti non


deperibili (spezie, zucchero), erano carissime
confezionati
Una casalinga
americana al
supermercato (1957). “La città del XII secolo vive di scambi, sulla erano come le nostre gioiellerie perché le spezie
A destra, alcune
donne fanno acquisti
piazza del mercato si incontrano artigiani e erano molto costose.
al banco dei prodotti mercanti, il danaro e le idee sono in continua «A Roma i mercati più importanti erano quello
freschi, nel 1960. circolazione. La città è un luogo stretto, ricchi e settimanale di Piazza Navona e quello delle Erbe,
Nell’altra pagina, mendicanti si incrociano per le vie”, scrisse lo i nobili avevano il permesso di far entrare i servi
un supermercato storico Arno Borst in Forme di vita nel Medioevo addirittura prima dell’apertura, per acquistare la
degli Anni ’50 in (Guida Edizioni). merce migliore. Era il periodo delle corporazioni
un’illustrazione. Classi sociali diverse si mescolavano nei dei commercianti, assai potenti. I contadini che
mercati, fiorenti nell’Italia del Trecento: «Nel portavano i loro prodotti ai mercati, invece, li
regno del Sud, meno segnato dagli scambi, dovevano vendere in base ai prezzi fissati dal
era in piedi un vero sistema di fiere e mercati governo», spiega Marina Caffiero, docente di
stagionali, in particolare per la gente che arrivava Storia Moderna all’Università La Sapienza di
dalle campagne per fare acquisti. Ma anche nei Roma.
centri urbani, accanto alle botteghe, c’erano il
mercato settimanale e quello giornaliero di frutta, AI GRANDI MAGAZZINI. Dopo la
verdura e cacciagione, come testimoniano le rivoluzione industriale e lo sviluppo del ceto
logge al coperto che possiamo ancora vedere in medio, nell’Ottocento e nel Novecento in Europa
molte città italiane», afferma lo storico Govanni il concetto di spesa e di tempo libero si fusero
Cherubini, professore emerito all’Università di in un tutt’uno, traducendosi nella pratica nei
Firenze. grossi centri per l’acquisto: nacquero i grandi
A partire dal XVI secolo, in Europa botteghe e magazzini di Parigi, Londra e Milano, i general
mercati si arricchirono di nuovi prodotti in arrivo stores come si chiamavano negli Stati Uniti, o
dalle Americhe. Si diffusero anche le “drogherie”, gli empori dedicati generalmente a prodotti non
negozi che vendevano spezie (droghe), zucchero deperibili. Saranno proprio gli americani, agli
e, di lì a poco, tè, cacao e caffè. Questi negozi inizi del Novecento, a guidare il cambiamento, a
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ALAMY/IPA (2)

unire il fresco con il confezionato e a semplificare mondo hanno smesso di vivere e soprattutto
di colpo la vita delle famiglie, livellando in parte di essere frequentati, a dimostrazione del fatto
le differenze sociali. che quel rito antico della spesa come momento
di incontro e luogo di svago è ancora presente
CASSA E CARRELLO. Tuttavia per vedere nella nostra società. •
la prima drogheria “self-service”, con cestini Arianna Pescini
per la spesa e il personale in divisa, si dovette
attendere il 1916: si chiamava Piggly Wiggly e
nacque a Memphis, nel Tennessee, da un’idea Così l’Italia scoprì il supermercato
dell’imprenditore Clarence Saunders, che ne aprì
altre negli anni successivi.
Il primo vero supermercato, organizzato con
T ra Ottocento e Novecento nel nostro
Paese erano già nati, su modello
di Londra e Parigi, i grandi magazzini
si sviluppò una maggiore attenzione
al tempo libero e la diffusione degli
elettrodomestici, inoltre, influenzò per
casse, reparti e parcheggio fu il King Kullen, capaci di offrire migliaia di metri quadri sempre la vita delle famiglie. Il frigorifero,
aperto nel 1930 a New York. Una rivoluzione di moda, bellezza e accessori per la casa. presente in molte case, rappresentò la
che investì nel secondo dopoguerra anche Ma la svolta nel settore alimentare arrivò vera rivoluzione nell’alimentazione e
l’Europa: «La struttura artigianale e famigliare solo nel 1956, quando il Dipartimento nel modo di fare la spesa: finalmente
dell’agricoltura degli Stati Uniti fece si potevano conservare cibi freschi
del negozio-bottega era destinata a cambiare allestire a Roma l’esposizione di un per qualche tempo e non era più
in poco tempo, segnando l’avvio di una nuova supermarket-tipo americano, con necessario comprarli quotidianamente.
epoca commerciale. Si diffuse in quegli anni commesse che spiegavano come fare la Il cambiamento, comunque, avvenne
una innovativa tipologia distributiva, non più spesa “self-service”. piuttosto gradualmente: nel 1971 i
individuale e sociale; il commercio iniziò ad La prima spesa. L’iniziativa ebbe un supermercati in Italia erano ancora solo
organizzarsi come una vera e propria impresa grande successo di pubblico, tanto che 607, due terzi dei quali situati nelle
un gruppo di imprenditori decise di regioni del Nord.
industriale», scrive Franco A. Fava in C’era una
seguirla e, nel 1957, nacque a Milano il
volta il supermarket (Sperling&Kupfer). primo supermercato Esselunga (foto).
L’esperienza della spesa oggi sta evolvendo Fu proprio in quegli anni che cambiarono
ancora, immergendosi in una nuova infatti per sempre le abitudini di spesa
dimensione, quella virtuale dello shopping degli italiani, con il boom economico
online e della consegna direttamente a e l’influenza dell’american way of life (il
domicilio, ma non per questo i mercati e i modo di vivere all’americana). Le donne
erano entrate nel mondo del lavoro,
mercatini nei paesi e nelle città di tutto il
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L’ISOLA
SOCIETÀ
ISTRIA

CHE
POLA

NON C’È
ISOLA
DELLE ROSE
RIMINI

Mentre nel
mondo scoppiava
il 1968, al largo
di Rimini, in
mezzo al mare,
spuntava l’Isola
delle Rose.

In acque libere
Una veduta esterna
dell’Isola delle Rose,
nel 1968: misurava 400
m². Sopra, nella cartina
la posizione della
micronazione, posta
intenzionalmente in
acque internazionali.
CASA EDITRICE PERSIANI (2)

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ALAMY/IPA
U
n sogno di emancipazione,
un’utopia in salsa
romagnola? Di sicuro
l’Isola delle Rose fu
un curioso esperimento politico,
sociale, culturale. Nell’estate del
1968 Giorgio Rosa, un eccentrico
ingegnere bolognese, inaugurò una
struttura in cemento e lamiere in
acque internazionali, a poco più di
11 chilometri dalle coste romagnole.
Nelle sue intenzioni la piattaforma
doveva essere una micronazione
con tanto di presidente, ministeri,
lingua autonoma (l’esperanto) e
inno nazionale (L’olandese volante di
Richard Wagner). Le dimensioni erano
limitate, circa 400 metri quadrati. In
superficie un albergo, una banca, un
bar e attracchi per le barche. Eppure
la Insulo de la rozoj, come fu chiamata
in esperanto, per un’estate tenne sotto
scacco il mondo intero.

MOMENTO INCANDESCENTE.
Vita breve Le piazze occidentali erano occupate
In alto, Giorgio Rosa
(a destra senza cappello) da studenti in rivolta. L’America era
torna sull’isola scortato impantanata in Vietnam e l’Urss aveva
dalle forze dell’ordine: appena mandato i carri armati a Praga
è il 1969 e la piattaforma per reprimere il “socialismo dal volto
è stata occupata umano” di Dubcek. In Italia, intanto, si
militarmente; sperimentavano le gioie del benessere
Giovanni Leone, all’epoca
presidente del consiglio;
e della libertà. Se a Rimini apriva il
il francobollo dell’isola Lady Godiva, primo night dove si
(per la moneta non si potevano vedere bellezze locali a seno
fece a tempo). nudo, il parlamento nazionale se la 

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Non sottostava
a nessuna legge
nazionale. La
lingua ufficiale
era l’esperanto e
l’inno L’olandese
volante di
Richard Wagner
vedeva con un “governo balneare”, un
monocolore Dc durato una stagione e
guidato da Giovanni Leone, il futuro
presidente della Repubblica.

SENZA VINCOLI. In questo


scenario si mosse Giorgio Rosa, un porto franco, svincolato da ogni notte sull’isola in costruzione. Venne
per sua stessa ammissione lontano ostacolo amministrativo, burocratico un temporale che sembrava portasse
da posizioni politiche. L’impresa ed economico. L’Isola delle Rose era via tutto. Ma al mattino tornò il sole,
cominciò alla fine degli Anni ’50. una “città del sole”, il sogno di ogni ogni cosa pareva bella e realizzabile. Poi
Chiesto il permesso alla capitaneria imprenditore: qui si poteva vivere in cominciarono i problemi”.
di porto di Rimini di edificare una libertà, senza leggi restrittive e con
piattaforma in mare, organizzò il negozi, banche e alberghi capaci di TUTTI CONTRO. L’isola in effetti
cantiere. Il progetto prevedeva la essere attrattivi per i turisti e di far ebbe vita breve. Il nuovo Stato fece in
costruzione sulla terraferma di un guadagnare. Anni dopo Rosa disse in tempo a stampare i suoi francobolli e
telaio di tubi in acciaio da trasportare un’intervista: “A essere sinceri, il mio provò a battere moneta, ma il governo
in galleggiamento in mare aperto, progetto iniziale era questo: costruire italiano avanzò subito le sue richieste.
dove poi sarebbe avvenuto il collaudo. qualcosa che fosse libero da lacci e In Parlamento da destra, da sinistra
Il primo tentativo fu un disastro, e lacciuoli e non costasse molto. Sulla e dal centro fu un fuoco incrociato
quella che doveva essere l’embrione terraferma la burocrazia era soffocante. che infiammò l’estate del 1968: il
dell’Isola delle Rose venne travolta da Così mi venne un’idea, durante la Movimento sociale accusò Giorgio
una mareggiata. L’ingegnere però non villeggiatura a Rimini”. E spiegò: Rosa di aver violato il suolo italiano, il
si perse d’animo. Ne costruì un’altra “Volevamo aprire un bar e una trattoria. ministro dell’Interno denunciò senza
e per il 20 agosto 1967 la sua isola fu Mangiare, bere e guardare le navi da mezzi termini il “grave pericolo”
aperta al pubblico. Trieste che passano vicine, a volte anche rappresentato da questa nazione
L’anno successivo, il 1° maggio, ci fu troppo. Il ricordo più bello è la prima al di fuori del controllo del diritto
invece l’inaugurazione ufficiale. Frotte

CASA EDITRICE PERSIANI


di turisti approdarono sulla piattaforma
attratti da quello spazio nell’Adriatico Demolitela!
Febbraio 1969:
che non era più Italia, e nemmeno dopo un primo
Iugoslavia, ma una zona libera da ogni tentativo fallito,
giurisdizione nazionale esistente. I l’isola viene
giornali a questo punto iniziarono a minata dagli
interessarsene, seminando dubbi sulle artificieri della
reali intenzioni di Giorgio Rosa. Marina militare
C’era chi giurava che l’isola fosse una italiana.
casa di prostituzione mascherata, chi
la sospettava di essere un avamposto
della Iugoslavia titina. Altri ancora
immaginarono che potesse ospitare una
radio privata sul modello dell’inglese
Radio Caroline (v. riquadro nell’altra
pagina). La realtà era molto più
prosaica: Giorgio Rosa voleva creare
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Un contesto
turbolento
Due eventi del
1968. Da sinistra: un
elicottero americano
si prepara a caricare
forniture con l’aiuto
delle truppe di terra,
nel Sud del Vietnam,
durante la guerra
contro i Vietcong;
a Praga gruppi di
giovani circondano
uno dei carri
armati sovietici
entrati in città per
occuparla, durante
il breve governo di
Alexander Dubcek.

GETTY IMAGES (2)


internazionale. E se il Servizio segreto
militare sospettò che l’isola potesse
essere una base per l’attracco dei
Radio Caroline
sommergibili sovietici, a sinistra, il
Partito comunista ventilò l’ipotesi che
Q ualche anno prima che Giorgio
Rosa inaugurasse la sua isola
sull’Adriatico, al largo delle coste
(2009), mandava in onda musica 24
ore su 24, contrapponendosi ai seriosi
canali della Bbc, a monopolio statale.
fosse una manovra destabilizzante di dell’Essex, a sud-est dell’Inghilterra, un Il successo fu immediato: a pochi mesi
Enver Hoxha, dittatore dell’Albania. gruppo di “pirati” inaugurava a bordo dall’inizio delle trasmissioni raggiunse
Risultato: l’utopia dell’Isola delle Rose di una vecchia nave danese (la MV Ross ben quattro milioni di ascoltatori,
aveva le ore contate. Il 24 giugno, a Revenge) una delle prime radio libere perlopiù giovani. Successivamente
del mondo: Radio Caroline (sotto, la gli esperimenti di radio pirata si
meno di due mesi dall’inaugurazione,
nave). Quando fu lanciata era il marzo moltiplicarono. In Italia ci furono prima
la piattaforma fu circondata da del 1964 e anch’essa si trovava in Radio Montecarlo e Radio Capodistria,
polizia e carabinieri: i negozi vennero acque internazionali, dove la legge da che trasmettevano all’estero per un
chiusi e i pochi residenti, tre in tutto, osservare era quella del Paese in cui era pubblico italiano. Ma negli Anni ’70
abbandonarono l’isola. stata registrata l’imbarcazione.   comparvero molte radio libere, tra cui
Rosa si rivolse direttamente a Musica libera. Radio Caroline, che ha Radio popolare a Milano, Radio Alice a
Saragat per chiederne la restituzione, ispirato anche il film I Love Radio Rock Bologna e Radio Città futura a Roma.
ma non ebbe alcuna risposta. “Non
avevamo risorse, eravamo soli. Quando

ALAMY STOCK PHOTO


il Consiglio di Stato diede parere
favorevole alla demolizione, non feci
ricorso”, affermò tempo dopo la fine
dell’avventura.
Il 13 febbraio 1969 gli artificieri della
Marina militare minarono i piloni con
la dinamite e l’isola piano piano si
inabissò. E con lei il sogno di Giorgio
Rosa che pragmaticamente archiviò
il progetto, preferendo lavorare come
ingegnere e progettista nel suo studio
di Bologna. “Capii definitivamente che
in Italia è impossibile essere liberi, far
le cose da solo”, dirà qualche anno
prima della morte avvenuta a marzo
2017. Il suo esperimento però non è
stato dimenticato. E oggi alla Insulo de
la rozoj sono dedicati numerosi libri e
documentari. •
Giuliana Rotondi

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historica
© 2017 - Édition soleil/Peru/Leoni/Lorusso/Negrin/torrents

la granDE StorIa narrata


DaI CapolavorI a fuMEttI

I MEDICI
Dall’oro alla CroCE
chi sono i leggendari Medici di Firenze? tiranni o mecenati, papi o assassini? immer-
giamoci nella storia attraversando gli anni del rinascimento italiano, sulle orme
della famiglia che più ha segnato i destini d’Europa. incontreremo cosimo il Vecchio,
Lorenzo il Magnifico e altri straordinari personaggi che, grazie all’arguzia, il fiuto per
gli affari e l’eccezionale visione strategica, diventarono i protagonisti di un’epoca.
i ProtaGoNisti DEL riNasciMENto iN UN’EccEZioNaLE oPEra a FUMEtti

184
pagInE
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PRIMO PIANO

ALAMY/IPA
Lo scontro tra le due superpotenze

GUERRE
dell’antichità: Roma e Cartagine.

PUNICHE

Elefanti sui monti


Ritratto del cartaginese
Annibale e, sullo sfondo,
le sue truppe che
attraversano le Alpi.

■ ■ ■ ■ ■ ■ ■
E SE AVESSE CHI ERANO ROMA VS LO SCONTRO SCIPIONE E SARDEGNA GLI ALLEATI
VINTO I FENICI CARTAGINE ARMATO ANNIBALE RIBELLE ITALIANI
CARTAGINE? pag. 34 pag. 38 pag. 44 pag. 52 pag. 56 pag. 60
pag. 32
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PRIMO PIANO 264 a.C. 241 a.C.
Prima guerra punica

Perché Romani e Cartaginesi si scontrarono? E come

E  SE   AVESSE VINTO   


 CARTAGINE?
L
o scontro tra Roma e Cartagine A diversificare i due mondi, entrambi politica delle loro classi dirigenti:
poteva essere evitato? E come contraddistinti da governi oligarchici, l’elenco delle famiglie di origine latina,
sarebbe cambiata la Storia (non era l’impostazione politica. Cartagine etrusca o campana ammesse in Senato
solo quella del Mediterraneo) restava una polis – simile alle altre città- è infatti lunghissimo, senza dimenticare
se avessero trionfato i Cartaginesi? A Stato del Mediterraneo, come Atene o la presenza delle genti italiche. Tale
queste e ad altre domande risponde Sparta – la cui cittadinanza era riservata assimilazione, ragione stessa della forza
lo storico Giovanni Brizzi, docente di solo a chi ne era originario, mentre la res dell’Urbe, era invece apparentemente
Storia romana all’Università di Bologna publica romana guardava oltre, avviando sconosciuta nello Stato cartaginese, che
e autore di numerosi saggi sui turbolenti un processo di osmosi destinato a risultava quindi più debole. Sul piano
rapporti tra Roma e Cartagine. unificare l’intera penisola. militare, peraltro, le armate cartaginesi
La capacità romana di assimilare erano composte da forze mercenarie,
Innanzitutto, che cosa differenziava il popoli e Stati, riconosciuta anche dagli allontanando i Punici dalla pratica delle
mondo romano da quello cartaginese? avversari, partiva dall’integrazione armi e rendendoli, secondo le fonti
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218 a.C. 202 a.C. 149 a.C. 146 a.C.


Seconda guerra punica Terza guerra punica

sarebbe finita se Roma non avesse avuto la meglio?


classiche, imbelli e poco coraggiosi. destrezza e l’esperienza delle ciurme. guerre puniche. Al tempo della Guerra
Non bastasse, a Cartagine i Anche grazie a loro Cartagine diede vita fredda, Usa e Urss erano le uniche due
comandanti dell’esercito erano guardati a un autentico imperialismo mercantile, vere “superpotenze” in gioco, dotate
con sospetto dall’oligarchia locale, con condizioni di monopolio su molte tra l’altro di armamenti in grado di
timorosa che diventassero così popolari parti del Mediterraneo Occidentale. distruggere il mondo intero.
da aspirare al sommo potere, e la causa Alla lunga, proprio l’abitudine a Al tempo di Roma e Cartagine, invece,
prima di questo atteggiamento va forse tenere sempre d’occhio gli affari ne esistevano almeno altre tre grandi forze
cercata nella vocazione mercantile dei frenò la capacità bellica. teoricamente in grado di sfidare le due
Cartaginesi. rivali d’Occidente: Macedonia, Siria ed
L’epocale scontro tra le due potenze Egitto.
In che modo questo interesse verso poteva essere evitato?
il mare e i suoi commerci si riflesse I rapporti tra Roma e Cartagine Per concludere, che corso avrebbe
sugli eventi bellici? furono a lungo eccellenti, con tanto preso la Storia se avessero vinto i
Cartagine vedeva nella guerra di accordi politici e commerciali. A Cartaginesi?
un’attività antieconomica: la sua rendere ineluttabile lo scontro fu la Innanzitutto va sottolineato che la
durata andava quindi ridotta al minimo vicinanza delle reciproche sfere di sola fase storica in cui Cartagine fu
per non impattare sullo sviluppo influenza nel Mediterraneo, causa di vicina alla vittoria si aprì il 2 agosto 216
commerciale e l’apertura di nuovi inevitabili frizioni. Soprattutto in Sicilia, a.C., quando, presso Canne, si consumò
mercati. D’altro canto, la vocazione luogo del primo casus belli, anche se la più spaventosa disfatta della storia
mercantile diede grande impulso alla all’inizio c’era in gioco solo il controllo romana. Un cataclisma di quella portata
marina, vero vanto dell’apparato di Messana (Messina), non dell’intero avrebbe piegato qualunque realtà che
militare. Le flotte puniche erano Mediterraneo. Ma tutte le guerre sono non fosse per l’appunto Roma, che era
superiori a tutte le altre per la qualità evitabili. impossibile da espugnare sorgendo a
e l’agilità degli scafi nonché per la Sarebbe bastato che nel 264 a.C. cavalcioni del Tevere e potendo quindi
l’Urbe avesse rinunciato a intervenire essere sempre rifornita. Anche per
in Sicilia (come era nelle intenzioni questo Cartagine si mostrò conciliante,
del Senato) per evitare la Prima guerra cercando dei negoziati. Ma i Romani
punica, mentre se nel 219 a.C. Annibale non erano disposti a trattare.
avesse meglio compreso la forza
romana avrebbe forse rinunciato alla Se invece avessero aperto le porte
sua impresa, evitando così il secondo al nemico e il Senato fosse venuto a
conflitto. La Terza guerra punica fu patti?
invece dettata da un eccesso di metus, Escludendo l’ipotesi d’una distruzione
ovvero di “paura” da parte dell’Urbe. della città, è lecito pensare che l’Urbe
L’avanzata di Annibale aveva sarebbe stata relegata a potenza locale
provocato perdite immani e una (mentre sarebbe cresciuto il ruolo
generale sfiducia nei confronti degli di Capua, vicina ai Cartaginesi). Nel
alleati meridionali, traditori, fino al complesso però i mutamenti sarebbero
verificarsi di una sindrome analoga stati meno traumatici di quanto si possa
a quella che seguì il tragico evento immaginare.
delle Twin Towers (degenerata nella Annibale avrebbe verosimilmente
“guerra preventiva” in Iraq, ndr). In lasciato l’Italia per assumere il
tale contesto, la decisione presa da controllo della madrepatria, e Roma
Cartagine di costruire un porto militare, avrebbe così potuto recuperare i legami
destinato a ospitare centinaia di navi, con le aristocrazie italiche, ricucendo
fece temere ai Romani un suo riarmo e magari i rapporti anche con la
li indusse nel 149 a.C. a intraprendere fedifraga Capua.
un nuovo conflitto, evitabile se solo Insomma, avrebbe dovuto sì
Pace mai l’Urbe avesse tenuto a freno i propri ricominciare daccapo a tessere la trama
In un quadro timori. che l’aveva portata a controllare l’intera
dell’800, il console penisola, ma aveva ottime possibilità
romano Marco Questo duello tra superpotenze può di successo. Cartagine era invece priva
Attilio Regolo ricordare eventi analoghi nella storia delle strutture materiali e “mentali” di
fatto prigioniero
dai Cartaginesi: fu recente, come la sfida tra Usa e Urss un grande impero, in fondo incapace
rispedito a Roma all’epoca della Guerra fredda? per vocazione di superare i limiti della
per convincerla alla La similitudine è forzata, ma utile a polis. •
pace, ma disobbedì. definire meglio il contesto globale delle Matteo Liberti
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PRIMO PIANO

Artigiani, navigatori e scrittori, così i Fenici nell’VIII


secolo a.C. dominavano il mare. E fondarono Cartagine.

TUTTO INIZIÒ CON I

FENICI
SCALA (2)

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Le principali rotte
SCITI commerciali dei
Fenici. In marrone,
CELTI i loro territori.
ILLIRI
Marsiglia TRACI
M a r Nero
ITALICI

IBERI Nora GRECI


Mozia
Gadeira Malaga Creta Rodi
Cartagine
M editer ra neo
Cipro FENICI
Siracusa Biblo
Berito(Beirut)
Tiro
lorem!
NUMIDI Sabrath
Spie tedesche prima dellaLebdah (Leptis)
fucilazione in Francia, durante la Prima guerra mondiale..
Nell’altra pagina: un volantino degli alleati che invita i cittadini a non parlare
EGIZI
perché la “tela” delle spie è ovunque. Il “ragno” è l’imperatore tedesco Guglielmo II.

S
econdo le recenti rivelazioni di un animale di legno. Vera o falsa che
un ricercatore italiano, Francesco sia questa interpretazione, una cosa è
Tiboni, il tanto declamato certa: negli anni in cui i poemi omerici
cavallo di Troia non sarebbe vennero messi per iscritto (VIII o VII
stata una costruzione in legno dalla secolo a.C.), i Fenici erano all’apice
forma equina, ma un’imbarcazione di del loro splendore e svolgevano un
tipo fenicio con una polena a forma ruolo strategico all’interno del Mar
di testa di cavallo. Proprio il nome Mediterraneo. Smerciando beni,
dato a queste imbarcazioni, Hyppos esplorando nuovi lidi e fondando città.
(“cavallo” in greco), fu la causa Inclusa Cartagine, che tanto filo da
dell’equivoco che per secoli ci ha torcere avrebbe dato sia ai Greci sia ai
fatto pensare alla bizzarra macchina Romani. Ma quando ha avuto inizio la
da guerra per espugnare Troia come a civiltà fenicia? 

L’arte del
commercio
In una ricostruzione
moderna il trasporto
di tronchi di cedro
nell’antica città fenicia di
Biblo (nell’attuale Libano).
Questo legno molto
resistente era usato per la
costruzione di navi.
A destra, una statua del
VI secolo a.C. proveniente
da Cipro, a lungo
colonia fenicia.
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Per i Greci erano


i “Purpurei” per
i preziosi tessuti
color porpora
che vendevano
LE ORIGINI. Stanziati durante l’Età
del ferro nella fascia costiera compresa
tra l’odierna Siria, Libano e Israele,
i Fenici svilupparono una propria
cultura solo a partire dal 1200 a.C. Il
loro successo andò di pari passo con la
crisi dei grandi imperi – egizio e ittita
– sotto i colpi dei cosiddetti Popoli del
mare, una confederazione di predoni
provenienti probabilmente dall’Europa
Meridionale.
Più i grandi imperi chinavano la
LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO

testa, più le città fenicie, nonostante


qualche distruzione, la alzavano,
svincolandosi dai tributi onerosi che
fino a quel momento avevano dovuto
versare. Tanta libertà si trasformò
in una progressiva fioritura di arti
che durò oltre sette secoli: anni di
commerci e di esplorazioni, di traffici e
colonizzazioni. Dalle coste del Libano Padrona del mondo
La ricostruzione di Tiro attorno al IX secolo a.C.
a Utica (Tunisia), da Cadice (Spagna) a
Furono i suoi abitanti a fondare Cartagine.
Malta, dalla Sardegna alla Sicilia.

MERCATO GLOBALE. L’VIII secolo


a.C. fu il loro momento di gloria:
mentre i Greci colonizzavano le coste
del Sud Italia, i Fenici “puntellavano”
le coste del Mediterraneo, istituendo
ricchissimi avamposti commerciali.
I Greci li chiamavano Phoinikes
(“Purpurei”) per i pregiati tessuti, tinti
con la porpora, che vendevano a caro
prezzo.
Navigavano a bordo di minuscole
SCALA

navi, i Fenici percorrevano distanze per


quei tempi inimmaginabili: secondo
Erodoto superarono addirittura le bussola non era ancora stata inventata, accessibile a cerchie molto più ampie
colonne d’Ercole circumnavigando i marinai guardavano la cosiddetta di popolazione, mercanti in primis.
l’Africa. Di sicuro raggiunsero le coste "Stella fenicia" (la Stella polare),
della Bretagna e della Cornovaglia. Ma veleggiando senza difficoltà anche ALTA MODA. I beni da vendere
anche le Canarie e le Azzorre. in alto mare. Arrivati a destinazione erano di ogni genere: dai manufatti
Potevano permettersi tratte tanto trattavano, senza troppe remore, il in avorio, agli abiti pregiati (e
lunghe perché avevano sviluppato prezzo delle loro mercanzie, potendo costosissimi) provenienti da atelier
tecniche navali e di navigazione mettere nero su bianco i loro contratti fenici, alle ceramiche raffinatissime,
d’avanguardia: si servivano di piccoli commerciali. L’altra straordinaria agli oggetti in vetro soffiato (i Fenici
e scattanti velieri dotati di equipaggi invenzione, che fece grande la furono tra i primi a scoprire come
ridotti, capaci di percorrere in poco cultura fenicia, fu infatti la scrittura lavorarlo). Il tutto era venduto per
tempo grandi distanze, precluse alle alfabetica: oltre a favorire gli scambi, cifre astronomiche. Come spiega lo
pesanti imbarcazioni dell’Età del democratizzò la scrittura, togliendola storico Michael Sommer, per una
bronzo. Per orientarsi, siccome la dalle mani di pochi scribi e rendendola buona ragione: le stoffe tinte di porpora
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Non solo
navigatori L’abc fenicio
A sinistra, il
bassorilievo di una
nave commerciale
S e oggi scriviamo usando
qualche manciata di lettere
e non un numero esorbitante
fenicia del IV secolo di glifi o geroglifici è merito
a.C. Sotto, una dei Fenici: furono loro a
figurina in pasta di inventare intorno al 1050 a.C.
vetro. I Fenici furono l’alfabeto. Già intorno al 1300
tra i primi a lavorare a.C. dalle parti di Ugarit (sulla
questo materiale. costa settentrionale della
Siria), la scrittura cuneiforme
mesopotamica, che
comprendeva circa 600 segni,
era stata soppiantata da una
più snella, basata su 30 segni.
Lingua per tutti. Dopo la
fine dell’Età del bronzo, i
Fenici però la elaborarono
ulteriormente e ricavarono
un alfabeto composto da
22 consonanti (più le loro
varianti, v. schema a destra).
Non solo: diffusero anche
il nuovo sistema di scrittura ad
ampi strati della popolazione
per tutto il Mediterraneo.
I primi ad adottarlo furono
i Greci (che vi aggiunsero
le vocali) e poi i Romani:
furono questi ultimi a
tramandarcelo attraverso
la lingua latina.
ERICH LESSING/CONTRASTO

all’intero bacino del Mediterraneo, Tunisi). In brevissimo tempo divenne


mettendo anche a disposizione una delle città più ricche e potenti del
lavoratori qualificati. Da qui passavano mondo antico. Trasformandosi in una
merci di ogni tipo: partivano carichi del spina nel fianco sia per i Romani, che
famoso legno dei cedri del Libano (il volevano sconfiggerla per aprirsi ai
migliore per costruire imbarcazioni) ma traffici nel Mediterraneo, sia per i Greci
anche carichi di lino e ricami d’Egitto, che anni prima si erano scontrati con
tappeti provenienti dalla Mesopotamia, Cartagine per il controllo della Sicilia.
si ottenevano infatti dal murice, selle di cuoio e pecore d’Arabia, avorio,
un mollusco ben protetto dalla sua scimmie e pavoni d’importazione CATTIVA STAMPA. Non è difficile
conchiglia, e richiedevano una lunga africana. E ancora aromi e pietre allora capire come mai i Fenici non
lavorazione. «Per realizzare 60 grammi preziose orientali, schiavi e bronzi godettero mai di “buona stampa”, né
di colorante era necessario un chilo di provenienti dalle rive del Mar Nero, tra gli autori dell’Antico Testamento, né
secrezione di murice, e per produrre vino e lacca di Siria, cavalli e muli tra Greci e Romani: nessuno vedeva di
quest’ultima si dovevano faticosamente d’Armenia, grano, miele, olio e profumi buon occhio il loro piglio commerciale
prendere vivi con le nasse centinaia della Giudea, ferro, piombo, stagno e la loro capacità di mantenere il
di esemplari che occorreva poi aprire e argento della Spagna, argento e controllo dei mari.
a mano per asportarne le ghiandole; zinco dalla Sardegna e molto altro. Non a caso la guerra contro Cartagine
queste venivano poi pressate mediante «L’Antico Testamento nomina spesso diventò il prototipo di “guerra giusta”
torchi. Il liquido veniva portato a Tiro», aggiunge Michael Sommer. «La contro un popolo feroce, sleale e
ebollizione in caldaie metalliche e cotto città compare sempre nella stessa luce, culturalmente inferiore. Negli anni in
finché non si trasformava in una massa come simbolo di ricchezze favolose, cui si gettava fango sui Cartaginesi,
vischiosa (e decisamente puzzolente) luogo di tentazione e di seduzione. la cultura fenicia però era ormai
che era il colorante vero e proprio. Con Per gli Israeliti, Tiro era un modello in declino. La sua crisi era iniziata
60 grammi di colorante si tingevano ammirato e un simbolo avversato con con l’occupazione di Tiro da parte
300 grammi di lana». la stessa ambivalenza incarnata per di Alessandro Magno nel 332 a.C.
molti oggi dagli Stati Uniti, la maggiore I “Purpurei” dopo quell'invasione
LUOGO DI PERDIZIONE. A potenza economica dei nostri giorni». sopravvissero ancora per alcuni secoli
partire dal IX secolo a.C. a farla da Fu proprio Tiro a fondare la colonia nel costume e nella lingua, ma ormai la
padrona era Tiro. Questo centro per che procurò più grattacapi ai Romani: loro stella era sul viale del tramonto. •
tutto il I millennio a.C. fornì oro Cartagine (nei pressi dell’odierna Giuliana Rotondi

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PRIMO PIANO

SCALA (2)
Una maschera di volto maschile
del V secolo a.C. proveniente
da Cartagine.

Colloquio intimo
L’incontro tra Enea e Didone
in un quadro ottocentesco.
Secondo la leggenda, la
principessa fenicia, nell’814
a.C., fondò Cartagine, dove in
seguito avrebbe trovato rifugio
il troiano Enea, la cui stirpe
gettò le fondamenta di Roma.
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Le origini, la politica, la religione e, infine, le

DUE MONDI
guerre: diversità e analogie tra Cartagine e Roma.

A CONFRONTO

L
e separava un braccio di mare
e neppure mezzo secolo d’età:
Cartagine e Roma, così vicine
eppure così lontane. Due
civiltà, la prima orientale, fondata dai
Fenici e fortemente legata al mare;
la seconda occidentale, composta
da genti autoctone del Lazio antico
e ancorata alla terra. Amiche prima,
acerrime nemiche poi, entrambe
estremamente ambiziose: inconciliabili
nelle loro differenze o solo troppo
simili per andare d’accordo?
«Nascevano da storie diverse e
avevano credenze differenti, ma in
fondo Romani e Cartaginesi non
erano così dissimili», sostiene Sandro
Filippo Bondì, docente di Archeologia
fenicio-punica all’Università di 

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Per gli storici


antichi quello
tra Roma e
Cartagine fu uno
scontro di civiltà
Viterbo. «Gli antichi autori classici
amavano descrivere le guerre puniche
come uno scontro fra due civiltà: quella
romana, considerata superiore sotto
ogni aspetto, e quella cartaginese, vista
come propaggine occidentale delle
civiltà d’Oriente, ritenute “barbare”. Ma
è solo un luogo comune, tramandato
spesso dai vincitori nella storia
mediterranea del I millennio a.C.».

CITTÀ NUOVE. Alla fine del VI


secolo a.C., all’epoca del loro primo
trattato di alleanza (v. riquadro nelle
pagine successive), Roma, ancora chiusa
entro i confini della Penisola, cercava
di difendere la propria posizione di
Fondazione mitica
maggior centro latino dagli agguerriti In un affresco del ’600,
italici, mentre Cartagine si batteva Romolo traccia con
contro i Greci che minacciavano l’aratro i confini di
il suo monopolio commerciale sul Roma. Era il 21 aprile
Mediterraneo. Regina dei mari: questo del 753 a.C. e iniziava il
era il ruolo che la principessa fenicia mito della Città eterna.
Elissa immaginò per la propria città,
quando, secondo la leggenda, la fondò
nell’814 a.C., su un promontorio
proteso nell’odierno Golfo di Tunisi. si sarebbe sviluppato rapidamente, il piercing ad anello al naso. A detta
La chiamò Kart-Hadasht (Carthago per proprio come Cartagine, grazie alla degli antichi, navigando in lungo e in
i Latini), cioè “città nuova”, mentre posizione favorevole e alla capacità di largo con l’aiuto delle stelle, questi abili
gli indigeni ribattezzarono lei Didone, imporsi sui vicini. mercanti, degni discendenti dei Fenici,
“l’errante”: per arrivare fin lì, la donna avevano reso Cartagine una delle città
aveva infatti navigato a lungo verso RICCHI E POVERI. Entrambe, più ricche del mondo. L’opulenza del
occidente, in fuga dalla città fenicia nel III secolo a.C., erano ormai due grande centro mercantile africano
di Tiro (odierna Sur, sulla costa del affollate metropoli dell’antichità: ma, strideva con la severità e i costumi
Libano), dopo che il re Pigmalione, mentre Roma era cresciuta sulla terra, frugali della futura nemica italica.
suo fratello, l’aveva resa vedova. Il puntando più che altro alle attività Gli sfarzi degli imperatori erano
suo destino si sarebbe incrociato con agricole, fu il feeling con il mare a ancora di là da venire e i Cartaginesi, di
quello di Roma quando l’esule troiano rendere Cartagine potente e temibile. ritorno da un’ambasciata, si divertirono
Enea approdò a Cartagine. I due si Grazie alla propria flotta, nonostante la a raccontare della meravigliosa intesa
piacquero parecchio, ma, racconta concorrenza di Etruschi e Greci, la Città che regnava tra i senatori romani: i
il poeta latino Virgilio, tra l’amore Nuova africana diventò la capitale di nobili dell’Urbe condividevano infatti lo
e il senso del dovere, Enea scelse il un vasto impero commerciale, formato stesso vasellame d’argento e se l’erano
secondo: abbandonò Didone e compì da città alleate e colonie, molte di passato, di casa in casa, ogni volta che
il suo destino, dando origine nel Lazio origine fenicia, sparse su buona parte li avevano invitati a pranzo.
a un’illustre discendenza, da suo figlio delle coste e delle isole lambite dal Mar Quando si trattava di eserciti, però,
Ascanio fino ai due famosi gemelli Mediterraneo oltre che dall’Atlantico. i Cartaginesi avevano poco da ridere:
allattati dalla lupa, Romolo e Remo. Quando un romano pensava a un cresciuti a pane e battaglie, dopo una
Merito del primo aver tracciato il tipico cartaginese, se lo immaginava gavetta di 400 anni di conflitti con
solco sacro delle mura di Roma: quel su una nave rapida e leggera, con le popolazioni circostanti, i Romani
villaggetto di capanne sorto nei pressi l’alito che sapeva dell’aglio di cui i si erano specializzati nell’arte della
del Tevere il 21 aprile del 753 a.C. suoi connazionali andavano ghiotti e guerra.
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Tiro, “madrepatria” dei Cartaginesi


Il profeta ebreo Ezechiele (VI secolo a.C.)
la definì una “nave di perfetta bellezza,
che estende i suoi domini nel cuore dei
economico di un mercato compreso tra
la Mesopotamia e l’Atlantico, ma, dopo
l’apogeo dell’VIII secolo a.C., andò in crisi
mari”. Sul mare e sulle sue navi, infatti, per discordie interne e per la minacciosa
Tiro, uno dei centri fenici più antichi e presenza degli Assiri.
importanti della costa libanese, fondò la Assediata. Tiro fu in seguito costretta
sua ricchezza: costruita su due isolette a fronteggiare il re babilonese
prospicienti la costa, unite nel X secolo Nabucodonosor (573 a.C.) e i Persiani
a.C., la città prosperò grazie al commercio (538 a.C.). Ma a farla capitolare fu
su lunghe distanze, reso possibile dalla Alessandro Magno: il conquistatore
fondazione di scali e colonie (come macedone espugnò l’isola nel 332 a.C.,
Cartagine) lungo le rotte mediterranee, dopo mesi di assedio, collegandola alla
sia a Oriente sia a Occidente. Fu il centro terraferma con un terrapieno.

Com’era
La città di Tiro “vista”
nell’800. In basso,
una statuetta
(IV secolo a.C.)
di Baal Hammon,
divinità suprema di
Cartagine.
SCALA (3)

ABBASSO LE ARMI. Il loro potere e alle tasse, esose al punto da


stava tutto nella forza delle legioni, permettere ai cittadini cartaginesi
composte, in epoca repubblicana, di esserne esonerati. Anche Roma
quasi esclusivamente da cittadini ben pretendeva dalle confederate lealtà e
addestrati, oltre che dagli ausiliari truppe, ma in cambio concedeva loro
forniti dalle popolazioni sottomesse. E parte dei frutti delle vittorie. Insomma:
i Cartaginesi? Alle battaglie preferivano per quanto possibile, cercò di includere

GETTYIMAGES
la diplomazia. «L’attività militare tanto nel suo sistema di potere parte delle
enfatizzata dalle fonti classiche fu un popolazioni sottomesse, mentre
tratto tutt’altro che preminente nella Cartagine trattò i popoli assoggettati
civiltà cartaginese. La capitale punica come sudditi. «Questa fu una
controllava il Mediterraneo soprattutto delle ragioni della sua disfatta,
con finalità commerciali e grazie alla quando venne in conflitto con
sua flotta, ma non si era espansa grazie Roma: mancava al mondo punico
all’esercito», spiega Bondì. «L’esercizio il senso di una coesione interna,
bellico non era una sua priorità: per sicché, nel momento decisivo del
questo non si preoccupò mai troppo confronto con i Romani, molte città
di organizzare una leva tra i suoi passarono dalla parte della sua
cittadini». A prendere le armi per loro, nemica», dice l’esperto. Nonostante
ci pensavano i mercenari e i soldati ciò, gli antichi ammiravano la
provenienti dai territori controllati. metropoli di Didone per la gestione
La richiesta di uomini per la guerra della sua politica interna. La
era uno dei must dell’amministrazione costituzione di Cartagine fu
dell’impero punico. Insieme alle forti l’unica, tra le non greche, a
limitazioni nella libertà di commerciare rientrare nella raccolta di 
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Su sponde
opposte
La città di Cartagine
con il suo porto in
una ricostruzione
moderna. In basso,
la Dama di Elche
ritrovata in Spagna:
risale al V secolo a.C.
ed è forse di origine
cartaginese.

Quella dei sacrifici di bambini vivi gettati nel fuoco dai


Cartaginesi è solo una leggenda. Creata per screditarli
Aristotele, insieme a quella di Creta, Non c’erano, per esempio, tribuni e
Sparta, Atene e Tebe. nessuna divisione della popolazione
Il filosofo greco la catalogò come una in tribù con alcuni poteri deliberanti,
“costituzione mista”: era cioè convinto come avveniva invece nell’Urbe»,
che contenesse i migliori elementi delle precisa Bondì. Persino i sacerdoti
costituzioni monarchiche, aristocratiche venivano scelti fra i ricchi: costituivano
e democratiche. Ma, in realtà, all’epoca un ordine potente e numeroso, regolato
le costituzioni miste rappresentavano da una rigida gerarchia dominata
più che altro governi oligarchici, retti dal sommo sacerdote, una specie
dall’aristocrazia. Era questo il caso di pontifex maximus romano, che
sia di Cartagine sia di Roma: nella controllava l’intera attività religiosa
città punica c’erano due magistrati della città. «La religione cartaginese era
supremi (i sufeti), eletti tra i membri di matrice fenicia. Il pantheon era assai
delle famiglie più ricche e potenti, e, simile a quello di Tiro e degli altri centri
tra gli altri organi di governo, un della madrepatria orientale, ma, al pari
Senato composto da 300 membri di quella romana, la religione punica si
dell’élite dei proprietari terrieri e aprì anche all’accettazione di divinità
dei mercanti; allo stesso modo “d’importazione”: come quando accolse
a Roma governavano due il culto di Demetra e Kore», prosegue
consoli (dotati, però, anche l’esperto. Cartagine abbracciò le due
di poteri militari) e il Senato, divinità venerate nella Sicilia greca per
composto da aristocratici. Ma espiare il sacrilego saccheggio del loro
le corrispondenze finivano qui. santuario, compiuto nel 396 a.C. dalle
truppe del generale Imilcone, durante
RICCHI E PII. «Nonostante l’assedio di Siracusa.
le somiglianze, lo Stato punico Non c’era da stupirsi: i Cartaginesi
era organizzato diversamente erano noti nell’antichità per il loro
da Roma: il governo a intenso sentimento religioso. Nel V
Cartagine era l’espressione secolo a.C., le star del loro pantheon
delle sole classi più abbienti. erano due: Baal Hammon, signore della
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Quando ancora si
facevano accordi
C ol cuore spezzato dalla partenza di
Enea, si dice che prima di suicidarsi
Didone gli scagliò addosso una
maledizione: “Non vi sia mai fra i due
popoli né amicizia né alleanza. […] Essi
e i posteri abbiano guerra!”. In realtà
l’anatema funzionò solo in parte:
prima delle Guerre puniche, per più di
due secoli Roma e Cartagine ebbero
intensi rapporti diplomatici, sanciti
da ben quattro trattati. Il motivo?
Nessuna delle due aveva interesse
a contrastare l’altra: Roma era
impegnata a conquistare l’egemonia
nella Penisola, Cartagine, invece, a
combattere i Greci per mantenere il
monopolio sul Mar Mediterraneo.
La reciproca tolleranza si estinse con
l’espansione di Roma: ignorarsi era
diventato impossibile. Lo dimostrano
i loro ultimi 4 accordi: labili tregue fra
una guerra e l’altra.

I (509 a.C.) Siglato, pare, per volere


di Cartagine, definì le rispettive
aree di influenza: a Roma l’egemonia
sul Lazio, a Cartagine quella sul
Mediterraneo.

II (348 a.C.) Stabilì l’intoccabilità


delle rispettive alleate e accentuò
i limiti alla navigazione per Roma. Che
però ottenne l’appoggio navale di
Cartagine.

III (306 a.C.) Roma accettò di non


intervenire in Sicilia per aiutare
Siracusa e Cartagine fece altrettanto
Vista mare nella penisola italica, con i nemici di
Si assiste a una parata di navi Roma.

IV
in un quadro dell’800. Roma
cominciava a guardare allo (279-278 a.C.) Fu un’alleanza
sviluppo marittimo. contro Pirro, il re dell’Epiro (tra
le odierne Albania e Grecia), chiamato
città, e la sua compagna Tanit, dea della di Tanit e Baal ci finissero i bambini in Italia dalla colonia greca di Taranto.

V
fertilità. I Greci riconobbero in Baal morti alla nascita o per cause naturali. (241 a.C.) Chiuse la Prima guerra
il crudele titano Crono, una divinità In quei casi, a nulla era servito pregare punica: Cartagine, sconfitta,
molto antica, famosa per aver divorato i Eshmun: questo dio, che i Romani mantenne l’indipendenza, ma fu
propri figli, che, cacciata dalla Grecia, si chiamavano Esculapio, si occupava costretta a ritirarsi dalla Sicilia.

VI
sarebbe rifugiata nel Lazio con il nome della salute e della guarigione dei
di Saturno. Ma perché una similitudine devoti. A lui, i Cartaginesi dedicarono (237 a.C.) Sancì l’annessione
romana di Corsica e Sardegna,
del genere? La spiegazione starebbe il tempio più bello della città,
avvenuta senza colpo ferire, mentre
nella “leggenda nera”, ormai da molti sull’acropoli. E proprio lì, nel 146 a.C., Cartagine cercava di domare una rivolta
storici considerata una fantasia, sui si arroccarono per un’ultima inutile dei mercenari.
sacrifici di bambini. resistenza contro le truppe di Scipione

VERSO LA FINE. Gli antichi


Emiliano: dopo quasi sette secoli di
vita, Cartagine, con la sua storia e le VII (226 a.C.) Stretto tra i Romani
e il generale cartaginese
Asdrubale, pose sul fiume Ebro il limite
ricordavano la crudeltà dei Cartaginesi sue biblioteche, morì tra le fiamme.
dell’espansione punica in Spagna.
che, durante particolari riti, avrebbero Narra Polibio che allora Scipione

VIII
gettato nel fuoco giovanissime vittime pianse: in quello spettacolo aveva visto, (201 a.C.) Segnò la fine
strappate alle famiglie nobili come ultima analogia con la storica rivale, la della Seconda guerra
offerta agli dèi. Oggi, però, si è più possibile fine di Roma. • punica. Cartagine perse per sempre la
propensi a credere che tra le braccia Maria Leonarda Leone Spagna e fu ridotta a cliente di Roma.
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PRIMO PIANO

DUELLO
Come ha fatto una potenza di terra qual era Roma a
STANLEY MELTZOFF/NATIONAL GEOGRA
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IN MARE
battere la più grande forza navale del Mediterraneo?

Asso nella manica


Una nave romana getta
il suo “corvo” contro una
nave cartaginese: con
questo ponte girevole,
inventato dai Romani
durante la Prima guerra
punica, si arpionavano le
navi nemiche.
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Inarrestabili
In un quadro dell’800
l’assedio di Agrigento
del 210 a.C.: la città
diventa romana.
In basso, corazza
punica in bronzo del
III secolo a.C.

RMN/ALINARI
Per ampliare la propria flotta, Roma copiò una
quinqueremi cartaginese catturata e ne costruì cento

R
oma-Cartagine 3-0. Questo il aperte appena un quindicennio dopo.
risultato finale delle Guerre Cartagine aveva sviluppato un potere
puniche, il più grande, epico essenzialmente marittimo e al contrario
conflitto che Roma abbia mai di Roma, la cui espansione era in ascesa,
combattuto. E la lotta ultrasecolare era una potenza consolidata. La Storia
tra Romani e Cartaginesi nell’arco sarebbe potuta andare diversamente
di tre round è una delle sfide se l’Urbe avesse conservato la sua
chiave della Storia, come vocazione terrestre e Cartagine quella
quelle precedenti tra marittima ma, una volta entrata in
Grecia e Macedonia, contatto con la Magna Grecia, Roma
Sparta e Atene, non poté arrestarsi alla punta dello
Macedonia e Persia. Stivale: c’era ancora la Sicilia, e l’isola
La posta in palio? Il era in gran parte nelle mani dei Punici.
dominio sul bacino Qualcuno, nel 264 a.C., finì per chiamare
mediterraneo. i Romani: furono i Mamertini, mercenari
A guadagnarselo campani che si erano impadroniti di
ci aveva provato Messina e che si sentivano minacciati
anche Pirro, il re dall’invadenza sia dei Cartaginesi sia del
epirota che, nel tiranno di Siracusa, Gerone.
281 a.C., aveva
tentato l’avventura TERRENO OSTICO. Roma non
nella Penisola solo per valutò alla leggera la proposta di quella
raccogliere sterili vittorie. soldataglia; in Senato sapevano bene
Lui l’aveva detto, dopo che avrebbero pestato i piedi ai Punici
aver terminato la sua e che il terreno di scontro era a favore
inefficace campagna degli avversari: l’Urbe era priva di
LESSING/CONTRASTO

siciliana: “Quale campo marina e i suoi soldati si sarebbero


di battaglia per Romani e trovati isolati, una volta sullo scacchiere
Cartaginesi lascio dietro di me!”. siculo. Il Senato si mosse pertanto
E le ostilità, infatti, si sarebbero con circospezione, assicurandosi
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Ticino
218 a.C.
Trebbia
218 a.C.

Passo Massilia
di Perthus
Trasimeno
217 a.C.
CORSICA
Aleria
Pyrgi

Sagunto BALEARI Olbia ROMA Canne


216 a.C.
Capua
Siviglia SARDEGNA
Ibiza
Toscanos Alicante
Cadice Sexi

Tangeri Malaga Cartagena


Abyla Abdera
Lixus Crotone
Egadi
Hippo 241 a.C. Palermo
Rusaddir Hippo

l e 203 a.C.
Diarrhytus Mozia
Regius
Utica SICILIA
Siracusa
Domini cartaginesi Vittorie cartaginesi CARTAGINE Clupea

ba
Perdite cartaginesi Vittorie romane Cossyra

ni
Zama (Pantelleria) Melita An
dopo la Prima guerra Itinerario di Annibale 202 a.C. Susa (Malta)
o di
punica (241-237 a.C.) Leptis Perva R itorn
Itinerario di Scipione l’Africano
Conquiste cartaginesi Primo sbarco romano (256 a.C.)
in Spagna
Piccola Sirte

P. GHISALBERTI
Leptis Magna

La spedizione di
Annibale includeva
15mila cavalli e 37
elefanti.
A.MOLINO

SUCCESSI DI ROMA
Milazzo 260 a.C.
l’alleanza di Gerone e limitandosi alla avanti allontanando le mani, e a iniziare Isole Egadi 241
conquista di Agrigento, sperando poi e a cessare i movimenti secondo gli ordini
in una risoluzione diplomatica con del capo-voga”. Siracusa 213-12
la spartizione dell’isola. Ma nel 262 E se ci sono ancora dubbi sul genio Cartagena 209
a.C. il comandante punico Amilcare dei Romani, bisogna aggiungere che
Barca recuperò le posizioni perdute. trovarono anche il modo di dotare le loro
Becula 209
Abbandonare la Sicilia non si poteva navi di un arnese per rendere gli scontri Metauro 207
più, ma per mantenerla bisognava navali più simili a quelli terrestri, dove Ilipa 206
fare una solida “campagna acquisti”, non avevano rivali: si chiamava “corvo”,
per rinforzare soprattutto il reparto ed era un ponte girevole di 11 metri Campi Magni 203
marittimo. terminante con un uncino, che veniva Zama 202
In breve tempo l’Urbe, che disponeva lanciato sulle tolde delle navi nemiche
di sole 20 triremi, si dotò di 100 per arpionarle e favorire l’arrembaggio. Cartagine 149-46
quinqueremi, più veloci e potenti,
mutuate da una nave cartaginese FUORI CASA. Il primo tentativo di
catturata. Furono inoltre addestrati affrontare i Cartaginesi sul loro stesso
SUCCESSI CARTAGINESI
30mila vogatori secondo il metodo terreno fu però fallimentare. Il console Bagradas 255 a.C.
descritto da Polibio: “Fatti sedere sui Scipione, cui era stata affidata la flotta,
banchi dei rematori disposti in terra gli si dovette arrendere a Lipari con 17 Ticino 218
uomini secondo lo stesso ordine dei sedili navi, meritandosi il soprannome di Trebbia 218
sulle navi stesse, e posto in mezzo a loro “Asina”. Ma in seguito il mare regalò a
il capo-voga, li abituavano a inclinarsi Roma quasi esclusivamente vittorie, da
Trasimeno 217
all’indietro tutti insieme portando le Milazzo nel 260 a.C. fino alle Isole Egadi Canne 216
mani verso di sé e poi a spingersi in nel 241 a.C., che pose fine al primo 

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I Romani vincono
La battaglia
forte di 200 navi, anticipò l’avversario
raggiungendo Favignana, la più orientale
alle Egadi... delle Egadi: si dispose su un’unica fila
di Zama fu la 10 marzo 241 a.C. e sbarrò la strada al nemico, che fu
costretto a combattere. La battaglia fu

Waterloo di L a Prima guerra punica fu decisa da


una battaglia navale al largo della
a senso unico: gli uomini migliori tra i
Cartaginesi erano con Amilcare.

Annibale e ne
Cartagine perse la metà delle navi, tra
Sicilia. Una flotta punica di 250 navi al
cui 70 catturate con tutti gli equipaggi,
comando di Annone aveva raggiunto
mentre i morti furono migliaia, i
sancì la sconfitta
Marettimo, nelle Isole Egadi, con
prigionieri da 10mila a 32mila. Annone si
scorte di grano destinate all’esercito
salvò fuggendo, ma poi fu crocifisso per
definitiva
di Amilcare Barca impegnato a Erice.
incompetenza dai suoi connazionali. Era
Ma la flotta romana di Lutazio Catulo,
nato il potere della Repubblica sul mare.

conflitto. Nel mezzo, l’atroce disfatta


di Marco Attilio Regolo, che provò La trappola di Annibale a Canne
a portare la guerra in Africa ma finì
sconfitto inaspettatamente proprio sul
10 marzo 241 a.C. A cura di Anita Rubini

fronte terrestre, a Bagradas, mentre la


flotta veniva distrutta da una tempesta I due consoli romani, Emilio Paolo
e Terenzio Varrone, credono di
avere vita facile contro un nemico
sempre più in profondità da un
intenzionale arretramento della
fanteria cartaginese, che poi si chiude
dalla quale si salvarono solo 80 navi su
numericamente inferiore (84mila progressivamente sui loro fianchi
364. Le ostilità però si erano chiuse alla contro 50mila) e attaccano. Annibale, ormai scoperti.
fine a netto vantaggio dei Romani. allora, schiera il suo esercito Attacco mortale. Convinti di aver
Un popolo che, fino ad allora, aveva mettendo la fanteria, schierata a sfondato, i Romani non si rendono
combattuto solo contro contadini, mezzaluna, con la cavalleria ai lati. I conto, se non troppo tardi, di essere
montanari e pastori aveva vinto un tiratori punici e i numidi privano la circondati e perdono, oltre al console
confronto sul mare; e dopo aver perso fanteria avversaria della protezione Emilio Paolo, dai 45 ai 70mila uomini,
oltre 700 navi in vent’anni, per della cavalleria sui fianchi: i oltre a 10mila prigionieri, contro i
legionari sono costretti ad avanzare 6mila caduti cartaginesi.
giunta. Ma tra due potenze
imperialiste confinanti la pace non
è mai duratura. E non lo fu neppure Forze in campo
per Roma e Cartagine, che nel 219 L’esercito di Annibale, in netta inferiorità numerica,
a.C. erano di nuovo ai ferri corti per le era “multinazionale”: era composto da Celtiberi
provenienti dalla Penisola iberica (1), Balearici dalle
frizioni in Spagna, dove i Punici avevano
Baleari (2), Cartaginesi (3), Galli (4), Libici fenici (5)
investito per compensare la perdita delle e Numidi (6).
isole seguita al primo conflitto. Iniziava
1 2
il secondo match, ovvero la Seconda
guerra punica.
Tuttavia, forse non ci sarebbe stata
battaglia, almeno lì e in quel momento,
se non fosse stato per il nuovo
“allenatore” cartaginese, il comandante
Annibale Barca, il figlio di Amilcare. Fu
lui a provocare i Romani, assediando
una cittadina, Sagunto, che pur essendo
in territorio cartaginese era sotto il
protettorato capitolino; e fu ancora lui
a rompere la tradizione della sua città,
belligerante sul mare, sorprendendo il
4 5
nemico con una rapida marcia terrestre
e valicando dapprima i Pirenei e poi le
Alpi, per aggredire l’Urbe direttamente
in casa. Le parti si erano invertite.

BRACCIO DI FERRO. In due anni,


Roma collezionò una serie di batoste
sulla terraferma, dal Ticino alla Trebbia,
dal Trasimeno a Canne: le sue peggiori
di sempre. Quelle disfatte costarono
all’Urbe e alla confederazione che
guidava oltre 100mila uomini. Ma un
altro dei segreti di Roma era la grande 

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... e a Zama travolse la cavalleria privando così di

LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO
copertura i fianchi della fanteria nemica.
18 ottobre 202 a.C. Iniziò un logorante corpo a corpo tra le
prime due schiere di fanteria dei due

U ltimo atto della Seconda guerra punica


fu la resa dei conti tra Publio Cornelio
Scipione, alla testa di 45mila uomini, e
eserciti. Alla fine la terza schiera romana
avanzò e ne seguì l’accerchiamento
dell’ultimo baluardo punico, i veterani
Annibale (50mila). Quest’ultimo poteva delle guerre italiche. Infine, la
contare sugli elefanti (a destra), anche cavalleria romana e numida di Scipione
se la loro carica fu vanificata dai Romani, completò l’accerchiamento attaccando
che schierarono i propri manipoli in i Cartaginesi. Per Annibale e i suoi fu
colonna, in modo da creare dei corridoi un’ecatombe (oltre 20mila i morti) e
nei quali finirono i pachidermi. Fu il l’inizio del declino di Cartagine, costretta
caos. Contemporaneamente Scipione a chiedere la pace.

SOL90IMAGES
Fischio d’inizio A B
Lo scontro tra l’esercito di Annibale e quello Annibale schiera a mezzaluna Le legioni respingono la
Esercito cartaginese romano iniziò la mattina del 2 agosto del i soldati celtici e iberici, coperti fanteria celtiberica finché la
216 a.C. in prossimità della città di Canne, dalle truppe leggere puniche. linea flette in senso opposto.
in Puglia. La cavalleria è più indietro. Lungo il fiume, la cavalleria
Esercito romano
All’inizio la fanteria pesante e le celtiberica si apre però un
legioni romane fanno flettere la varco: le legioni si trovano
Avvolgente mezzaluna. la fanteria pesante libica sui
L’idea di Annibale fianchi e sono circondate.
A
era di creare un B
blocco “elastico” di
fanterie che flettesse
assorbendo l’urto del
nemico e arretrasse
senza spezzarsi
ma invischiando
le legioni romane.
L’avvolgimento del
nemico doveva essere
completato dalla
cavalleria. Le legioni romane
Canne fu la più grande
sconfitta della storia di furono circondate dalle
Roma e la più grande falangi nemiche e infine
3
vittoria di Annibale. attaccate alle spalle dalla
cavalleria.

Annibale perse “solo” 6mila


I Romani furono così uomini, 10 volte meno
compressi da non poter dei Romani. Morì lo stesso
nemmeno usare le armi. console Emilio Paolo.
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All’ultimo sangue

G. RAVA (2)
A Zama nel 202
a.C. la carica degli
elefanti cartaginesi fu
respinta dai Romani
che terrorizzarono gli
animali con grida e
trombe. Nella pagina
accanto, in alto, la
cavalleria romana
parte all’assalto e, in
basso, l’assedio finale
di Cartagine nel 146
a.C. in un quadro
ottocentesco.
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LA QUARTA “PARTITELLA”
C i fu anche una quasi
ignorata guerra-lampo, che
ebbe come teatro i mari tra
fronteggiare le rivolte dei suoi
mercenari in Africa, fomentate
dai Romani.
invadere Corsica e Sardegna.
I Cartaginesi furono colti di
sorpresa e cedettero quasi
I riottosi isolani ottennero
l’aiuto segreto di Cartagine,
ma con la Seconda guerra
Sardegna e Corsica. Nel 241 Attacco a sorpresa. Roma, subito, perdendo il controllo punica (218-202 a.C.), e poi
a.C. Cartagine era padrona approfittandone, inviò nel delle isole, che nel 227 a.C. con la Terza, fu sancito il
delle due isole, ma dovette 238 a.C. alcune legioni a divennero province romane. controllo romano. (a. r.)

Cartagine fu
assediata per
due anni: cedette
nel 146 a.C.
tolleranza con cui trattava i suoi alleati,
i cosiddetti socii italici: Annibale, che
contava di isolare Roma facendo passare
dalla sua parte gli alleati dell’Urbe a
suon di successi, dovette accorgersi che
ben pochi si sognavano di cambiare
casacca.
La sua imbattibilità, quindi, servì
solo a esaltare la tenacia dei Romani
e dei loro condottieri. Fu la strategia
di Scipione l’Africano a costringere
Annibale, dopo 16 anni di sterili vittorie
in Italia, a sgombrare il campo per
tornare a difendere la propria patria, e
a portare a una delle battaglie epocali
della Storia. A Zama nel 202 a.C si
misuravano due dei più grandi generali
mai esistiti. La spuntò il più giovane,
che batté il più anziano con la stessa
tattica (la cavalleria attaccava la fanteria
sui fianchi dopo averla privata della
copertura dei cavalieri) con cui Annibale
aveva inflitto tante sconfitte ai Romani.

ASFALTATA. Era la fine? Niente


affatto: c’era ancora spazio per un
“tempo supplementare”, oltre mezzo
secolo dopo. Nonostante Cartagine fosse
stata ridotta a poco più di una città-
Stato, faceva ancora paura e in Senato
c’era chi, come Catone il Censore,
iniziava ogni intervento, su qualunque
questione, pronunciando la celebre
frase: “Carthago delenda est”. Eppure,
Roma impiegò un triennio, tra il 149 e
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il 146 a.C., per avere ragione delle sue


difese; al drammatico assedio risolto
da Scipione Emiliano seguì l’ordine del
Senato di distruggere la città fino alle
fondamenta e di spargere il sale sul
terreno perché non crescesse più nulla. •
Andrea Frediani

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PRIMO PIANO

I due protagonisti delle Guerre puniche e gli altri uomini

ETERNI
che si sono sfidati per oltre un secolo.

RIVALI
Publio Cornelio Scipione
(236-183 a.C.)

D etto “Africano” per la vittoria su


Annibale, Publio Cornelio Scipione
era figlio e nipote di consoli che avevano
combattuto ed erano stati sconfitti
dal cartaginese. Tra i due quindi c’era
un conto aperto. Giovane ufficiale,
Scipione prese parte alla tragica disfatta
di Canne (216 a.C.) e fu tra i pochissimi
che riuscirono a “ricostruirsi una carriera”.
Tre anni dopo, prima dell’età minima
prevista, fu eletto magistrato edile a
furor di popolo. Nel 211 il padre e lo zio
di Scipione furono sconfitti e uccisi dai
Cartaginesi in Spagna, dove avevano
portato la guerra. Publio fu quindi
nominato comandante generale per
l’Iberia, dove non solo risollevò una
situazione disperata, ma sottomise quasi
l’intera penisola.
Clemente. La sua prima impresa fu la
più audace: conquistò Nova Carthago,
capitale punica nella penisola iberica, e si
impadronì dei suoi immensi magazzini.
Nell’occasione Scipione manifestò anche
quella clemenza che diventò il suo tratto
distintivo. In Spagna Scipione perfezionò
le manovre di aggiramento imparate
proprio da Annibale. Conquistata la
Spagna (206 a.C.), Scipione tornò a Roma
dove fu eletto console e gli fu affidata
la Sicilia. Da qui organizzò lo sbarco
in Africa, contro il parere del Senato.
L’operazione fu un successo e Annibale
dovette rientrare dall’Italia. Il confronto
fra i due giganti avvenne a Zama, dove
l’allievo romano superò il maestro
cartaginese e pose fine alla guerra.
Scipione continuò però la sua carriera
politica e morì a Literno, in Campania,
dove si era rifugiato amareggiato dopo
un’accusa riguardo a un bottino di
guerra, ritenuta ingiusta.
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Scipione e Annibale, generali


abilissimi e arditi strateghi,
combatterono su fronti opposti,
anche copiandosi le tattiche.
Ecco chi erano e come si
affrontarono.
A cura di Aldo Bacci

Annibale Barca
(247-183 a.C.)

I l generale Amilcare crebbe il figlio


Annibale insegnandogli le arti militari
e inculcandogli un feroce odio anti-
romano. Da giovane, Annibale partecipò
alle conquiste cartaginesi in Spagna agli
ordini prima del padre e poi del cognato,
alla cui morte nel 221 a.C. fu acclamato
comandante dall’esercito punico. Due
anni dopo pose l’assedio alla città di
Sagunto, alleata di Roma. Quando
scoppiò il conflitto contro la nemica
giurata, Annibale ideò l’ardito piano di
raggiungere l’Italia via terra attraverso
Pirenei e Alpi. Superando ostacoli
logistici, politici e militari, portò in Italia
un esercito di 50mila fanti e cavalieri e 37
elefanti. Il generale punico era convinto
che le comunità italiche si sarebbero
affiancate a lui insorgendo contro Roma:
lo fecero i Galli del Nord Italia e alcune
città del Meridione, ma nel complesso
l’assetto statale romano resse. Roma era
pronta a contrattaccare, persino dopo
Canne (216 a.C.), capolavoro tattico.
Senza vie d’uscita. Il cartaginese,
incapace di sfruttare lo slancio di Canne,
rimase impantanato in Italia Meridionale
per più di 10 anni, in attesa di rinforzi
che non arrivarono mai. Nel 203 a.C. fu
richiamato a Cartagine per difenderla
dall’attacco delle legioni di Scipione:
a Zama , avvenne la sua sconfitta
definitiva, che però non troncò la sua
carriera politica. Annibale per un periodo
amministrò la sua città con acume, poi
nel 195 a.C. fu esiliato e si rifugiò dal re
seleucide Antioco III, anche lui in guerra
contro Roma. Quando i Romani ebbero
la meglio contro Antioco (189 a.C.),
Annibale chiese ospitalità al re di Bitinia,
nell’attuale Turchia. Braccato dai Romani,
scelse di suicidarsi nel 183 a.C.
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GLI ALTRI
PROTAGONISTI
Hanno combattutto (e si sono
distinti) dalla parte dei Romani (in
rosso) o dei Cartaginesi (in verde).
O sui due fronti...

Gaio Duilio
C onsole nel 260 a.C., pur non essendo
di famiglia aristocratica esercitò il
comando all’inizio del conflitto fra Roma
Marco Attilio Regolo
e Cartagine. Fu lui a far costruire la flotta
romana e fu sempre lui ad avere l’idea
di attrezzare le navi con i “corvi”, ponti
D urante la guerra con Cartagine fu eletto console per la
seconda volta (256 a.C.) e guidò l’esercito romano: arrivò a
un passo dal far capitolare la città nemica, ma i Cartaginesi si
mobili per arpionare e stabilizzare i ripresero e sconfissero Regolo. Il romano fu fatto prigioniero
vascelli nemici, annullando i vantaggi e, secondo la leggenda, mandato a Roma per convincerla alla
dei più abili marinai cartaginesi e pace. Regolo consigliò invece al Senato di continuare la guerra.
favorendo i più forti fanti romani. A Compiuta la missione, tornò prigioniero a Cartagine, dove i
Milazzo fu il primo romano a vincere una Punici, stando alla versione romana della storia, lo uccisero
battaglia navale. facendolo rotolare in una botte imbottita di chiodi.

Archimede
M atematico, fisico e
inventore, Archimede
fu protetto dal tiranno di
Siracusa, Gerone II, che
ricambiò costruendo per lui
e per la città macchine per
l’epoca rivoluzionarie: da una
gigantesca nave regalata al
faraone d’Egitto ai macchinari
bellici che contribuirono a
difendere Siracusa, specie
durante l’assedio romano del
212 a.C. Fra questi, gli specchi
ustori, uncini per afferrare le
navi e gigantesche catapulte.
Ma dopo la caduta della città fu
ucciso da un soldato.

Massinissa
S ovrano berbero di Numidia, si alleò prima con
Cartagine contro Roma ma poi passò dall’altra
parte, contribuendo alla sconfitta di Annibale a Zama.
In seguito approfittò della debolezza di Cartagine
per estendere il suo regno. Finì per provocare la Terza
guerra punica, durante la quale morì, prima che Roma
imponesse la propria presenza in Africa.
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Amilcare Barca
Il padre di Annibale si era
guadagnato il soprannome
di Barak (“fulmine”) per la
sua abilità militare. Nel 247
a.C., in un momento critico
della Prima guerra punica, gli
fu affidato il comando delle
forze cartaginesi in Sicilia.
Sull’isola Amilcare non subì
mai sconfitte, tanto che i
Romani gli concessero l’onore
delle armi. Abile tattico, fu
anche astuto stratega, e fu lui
a propugnare l’espansione
di Cartagine in Spagna in
funzione anti-romana. Allevò i
tre figli “per la rovina di Roma”,
e fece giurare ad Annibale
Quinto Fabio Massimo “odio eterno per Roma”.

C onsole per 5 volte, fu nominato dittatore nel 217


a.C. e decise di contenere Annibale, logorandolo e
temporeggiando, e guadagnandosi il poco onorevole Publio
soprannome di cunctator (“temporeggiatore”). La Storia
però gli diede ragione: salvò da fine certa il troppo Cornelio
impetuoso collega Minucio Rufo, ma quando, scaduto il Scipione
suo incarico, i consoli scelsero di attaccare Annibale, si
arrivò alla débâcle di Canne. Contrario alla spedizione di Emiliano
Scipione in Africa, morì prima del trionfo di Zama.
F u lui a vincere
la Terza
guerra punica
distruggendo
Cartagine (146
a.C.). In seguito
rafforzò il
dominio romano
sulla Spagna
attaccando la
città iberica di
Numanzia (133
a.C.). Fu poi
protagonista
della politica
romana ma si mise
di traverso alle
riforme popolari
di Tiberio Gracco.
Scomparve
improvvisamente
con una morte
considerata
misteriosa fin
dall’antichità.

Gerone II Gaio Terenzio Varrone


F u tiranno di Siracusa dal 270 al 215 a.C. Quando
i Romani occuparono Messina per difenderla dai
Cartaginesi, Gerone intervenne contro Roma, e fu
C ontestò la tattica prudente di Quinto Fabio
Massimo e nel 216 a.C. fu eletto console. Per
gli storici antichi fu sua la responsabilità della
sconfitto. Si alleò allora con gli stessi Romani, e divenne sconfitta disastrosa di Canne. Sopravvissuto,
il signore della Sicilia Sud-orientale. Fu solo dopo la sua a Roma si decise di non metterlo sotto accusa,
morte che Siracusa ruppe il patto con i Romani, pagando ma di lodarlo per non aver abbandonato la
la scelta con il sacco perpetrato da Marcello nel 212 a.C. speranza.
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PRIMO PIANO

SARDO
Nel 215 a.C. Ampsicora guidò la Sardegna

Irriducibili anche la Corsica, nacque la provincia


Il principe sardo Ampsicora che guidò romana Sardinia et Corsica, con
la rivolta contro Roma: l’aumentata capoluogo Caralis, odierna Cagliari. La
pressione fiscale aveva scatenato il popolazione dell’isola, però, era ormai
malcontento degli isolani.
permeata dal Dna fenicio-punico: anche
se Roma aveva il controllo formale del
A partire dai maggiori centri, come territorio sardo, non fu impresa facile
Tharros (a ovest) e Nora (a sud), iniziò assumerne il reale governo.
quindi un processo di integrazione Le rivolte erano sempre dietro
tra la civiltà fenicia e quella nuragica, l’angolo, e a peggiorare le cose fu lo
preesistente sull’isola. Con il crescere scoppio della Seconda guerra punica,
dei commerci aumentò tra l’altro il quando per far fronte alle spese belliche
numero delle famiglie fenicie che – l’Urbe aumentò le imposizioni fiscali,
in fuga dalle terre d’origine per via scatenando nuovo astio nelle genti
della pressione dell’Impero assiro sarde. E così, appena digerito il disastro
– si trasferirono nella regione di Canne, i Romani dovettero fare i
costruendo nuovi centri di cui conti con la ribellione che consegnerà
GIORGIO ALBERTINI

vi è tuttora traccia (v. cartina). alle cronache il nome di Ampsicora,


Lo stesso nome “Sardegna”, “di gran lunga il più importante tra i
o meglio “Srdn”, appare per principes sardi” a detta dello storico
la prima volta su una stele Tito Livio.
sepolcrale di attribuzione fenicia,
databile tra il IX e l’VIII secolo a.C. e RIBELLIONE VANA. Di origini

A
rinvenuta a Nora. Insomma, Fenici e numidiche (cioè del Nord Africa),
lla batosta subita a Canne Sardi impararono alla fine a convivere, Ampsicora era esponente della nobiltà
(216 a.C.), seguirono per i mescolando pacificamente le loro di Cornus, roccaforte poco a nord
Romani mesi di smarrimento culture e le loro tradizioni artigianali. dell’attuale Oristano. Da qui, prima
e angoscia, durante i quali A mettere gli occhi sull’isola fu che l’intrepido condottiero prendesse
Annibale ne approfittò per dilagare poi la potente Cartagine, città-Stato le redini dell’insurrezione, partì
nel Meridione, in cerca di alleanze di fondazione fenicia sedotta dalle un’ambasceria per avvertire il Senato
con i locali popoli italici (v. articolo). risorse minerarie e dalle fertili pianure cartaginese che i Sardi, stanchi dei
Non bastasse, dalla Sardegna giunse della regione. Dalla costa meridionale tributi dell’Urbe, erano appunto sul
per Roma una nuova gatta da pelare. i Punici penetrarono all’interno piede di guerra. I senatori, dopo aver
Stavolta non a causa di Annibale, ma dell’isola scontrandosi con i Nuragici, saputo della vittoria di Annibale a
di un altro valoroso combattente del pronti a mettere in atto vere operazioni Canne, decisero quindi di puntare alla
fronte cartaginese: Ampsicora, sardo- di guerriglia. Solo a metà del IV riconquista della Sardegna attraverso
punico che nel 215 a.C. capeggiò secolo a.C. la situazione poté dirsi un corpo di spedizione di oltre
una rivolta antiromana sostenuto normalizzata, con la Sardegna che 10mila uomini, affidato al condottiero
dalle genti locali. L’isola, d’altronde, divenne a tutti gli effetti un possesso Asdrubale il Calvo. A Caralis giunse
era oggetto di contesa tra Romani e punico (riconosciuto dalla stessa Roma nel frattempo una flotta romana al
Cartaginesi da oltre un secolo, dopo in un trattato del 348 a.C.) vedendo le comando di Tito Manlio Torquato, che
essere stata a lungo approdo prediletto sue città, prima autonome, trasformarsi aveva già combattuto in Sardegna e
dei navigatori fenici. in propaggini di Cartagine. che disponeva di oltre 20mila soldati,
incluso l’esercito di stanza nell’isola.
INTEGRATI. Provenienti dalle terre INTROMISSIONE ROMANA. La La flotta cartaginese di Asdrubale il
dell’odierno Libano, i primi mercanti secolare presenza fenicio-cartaginese in Calvo dovette fare rotta verso le Baleari
fenici giunsero in Sardegna attorno Sardegna terminò nel 238 a.C., dopo la per una tempesta, e così Torquato poté
al IX secolo a.C. e continuarono nei fine della Prima guerra punica, quando raggiungere agevolmente il territorio in
decenni a colonizzarne le coste attirati l’isola fu conquistata dalle forze di mano ai rivoltosi, mentre Ampsicora,
dalla posizione strategica dell’isola, nel Roma. L’anno successivo, dopo che in cerca di nuovi alleati tra i Nuragici,
cuore del Mediterraneo Occidentale. l’Urbe ebbe strappato ai Cartaginesi si spingeva verso nord, affidando il
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RIBELLE
contro Roma. Che reagì ferocemente.

comando delle operazioni al figlio Osto.


Osto fu però soverchiato dai Romani Insediamenti
e Tito Livio lo archiviò così: “Fiero per
giovinezza, non temendo la battaglia, la
in Sardegna...
iniziò, fu sconfitto e messo in fuga”.
I ribelli cercarono rifugio a Cornus,
P rima i Fenici e poi i
Cartaginesi si stanziarono
in molte zone costiere d’Italia,
mentre Asdrubale sbarcava finalmente concentrandosi in particolare
sulla costa occidentale dell’isola. Lo ALGHERO
in Sardegna e in Sicilia, dove
scontro decisivo avvenne nel territorio si trovano numerose eredità
a nord di Cagliari, presso l’odierna archeologiche del loro
passaggio. Nella cartina, i siti
Decimomannu, con le forze romane
più rilevanti presenti nelle isole
che, meglio addestrate e armate, si sarda (a sinistra) e siciliana
Città fenicia
imposero senza troppi patemi. Seguì di Tharros (sotto).
una carneficina, con circa 12mila
CABRAS
vittime tra Cartaginesi e Sardi. Morì
anche Osto, il figlio di Ampsicora: ORISTANO
quando questi lo scoprì si tolse Città fenicio-punica
di Neapolis
... e in Sicilia
la vita in preda al dolore,
A
GUSPINI
nche la Sicilia vanta forti
portando con sé l’ultima legami con la civiltà fenicio-
speranza di una Sardegna Tempio punico
di Antas punica. Prima che nell’VIII
libera dal giogo romano. • FLUMINIMAGGIORE secolo a.C. vi fiorissero le poleis
Tempio punico di
Matteo Liberti Genna Cantoni (area IGLESIAS greche, molti marinai fenici
archeologica di CAGLIARI giunsero infatti sull’isola per i
Matzanni) loro commerci, scambiandosi
CARBONIA
mercanzie in porti utilizzati anche
SANT’ANTIOCO
DOMUS DE MARIA PULA
dai Greci. Uno degli approdi più
Abitato fenicio- Necropoli punica frequentati sorse sull’isoletta di
punico di Monte di Tuvixeddu
Sirai CHIA
San Pantaleo, dove ancora oggi
sono ben evidenti i resti della
Santuario e città fenicia di Mozia.
necropoli fenicia Insediamento
Fiore all’occhiello. I coloni fenici
di Sulky fenicio-punico si stabilirono esclusivamente
di Bithia sulle coste occidentali dell’isola,
Quartiere punico
di Nora fondandovi importanti centri
Mura puniche
e necropoli come la stessa Palermo. La città
Città fenicia di
sorse tra il VII e il VI secolo a.C. e il
Mura Abitato punico suo primo nome era Mabbonath
Mozia (Isola di puniche
San Pantaleo) di Solunto (“alloggiamento”), poi divenuto
Zyz o Sys (“fiore” in fenicio) e
infine Panormos (unione di
TRAPANI
PALERMO
“tutto” e “porto” in greco). Qui,
come nel resto dell’isola, le tracce
ERICE
dell’eredità fenicia e punica
MARSALA
sono state distrutte o coperte
CASTELVETRANO dal passaggio di altri popoli
(Greci, Romani, Bizantini, Arabi,
Normanni).
I primi rivali dei Cartaginesi
Città fenicio- AGRIGENTO furono proprio i Greci delle poleis
punica di Lilibeo
orientali, a partire da Siracusa.
Aree sacre e Alla fine, a prendersi l’isola fu
dimore puniche di l’Urbe, che nel 241 a.C., al termine
Selinunte
della Prima guerra punica, ne
Insediamento punico di fece la sua prima provincia.
Monte Adranone

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IL PRESENTE,
LO SPECCHIO DEL PASSATO

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PRIMO PIANO

GLI ITALIANI
ALLEATI DI
Sedotti
Uno schieramento di
guerrieri italici alleati
di Annibale in una
ricostruzione.
A sinistra, il cartaginese
in un ritratto moderno.
A. MOLINO

U
n’ultima cena bagnata da vino
avvelenato. Fu così che nel 211 a.C.
alcuni senatori della città di Capua si
tolsero la vita. Il motivo? La cittadina
campana, già controllata dall’Urbe ma alleatasi
di recente con Annibale, stava subendo
l’assedio delle forze romane, e piuttosto che
patirne la vendetta i senatori decisero di farla
finita. L’alleanza con il condottiero cartaginese
non deve stupire: furono parecchie le città e
i popoli del Sud Italia che si legarono a lui, e
ancora oggi in numerosi centri del Meridione
ci si può imbattere in vie che ne portano il
nome. Le ragioni di questo sodalizio risiedono,
oltre che nella pressione militare esercitata
da Annibale, nel fatto che alcuni popoli italici
speravano, tramite il cartaginese, di affrancarsi
dalle ingerenze di Roma.

MARCIA VERSO SUD. Valicate le Alpi nel


218 a.C., allo scoppio della Seconda guerra
punica, Annibale era giunto trionfalmente
G. RAVA

fino in Puglia, dove il 2 agosto 216 a.C.,


presso Canne, aveva inflitto all’esercito di
Roma la storica batosta. Dopodiché, anziché
attaccare l’Urbe, cominciò a eroderne il potere 

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Per Capua, Siracusa e Taranto, allearsi con Annibale


era soprattutto un modo per smarcarsi da Roma.
Ma non tutto andò come previsto.

ANNIBALE
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sottraendole alleanze tra i popoli del Meridione,


dove avrebbe scorrazzato per ben 13 anni, più di
quanto avesse mai vissuto in Africa.
«I trionfi di Annibale portarono molte genti a
schierarsi con lui, anche se non per simpatia,
bensì perché in quel momento, semplicemente,
appariva come il più forte», spiega lo storico
dell’antichità Giovanni Brizzi. «Ad appoggiare
il cartaginese furono i Campani del territorio
di Capua, gran parte degli Apuli in Puglia e
dei Sanniti (stanziati tra Abruzzo, Molise e
Campania), tutti i Bruzi (Calabria) e i Lucani
(Basilicata)». Sulle maggiori città di questi
territori, ex fiorenti centri della Magna Grecia, la
mano di Roma si era allungata da decenni, ma
dopo Canne il danno d’immagine per l’Urbe fu
tale che le defezioni iniziarono a fioccare.

CAPUA, L’ACCOGLIENTE. «Il primo


importante alleato a schierarsi con Annibale
fu la ricca Capua, che ambiva a subentrare
a Roma alla guida della “nuova Italia” che
avrebbe teoricamente preso forma con il dominio
cartaginese», racconta l’esperto. I Capuani
accolsero festanti Annibale già nel 216 a.C.,
subito dopo Canne, dietro l’allettante promessa
di una piena indipendenza e di un ruolo di
primo piano nel futuro scacchiere della penisola.
I Cartaginesi trascorsero a Capua tutto l’inverno,
riscaldandosi col vino Falernum e beneficiando
delle comodità del luogo (la sua pianura era per
lo storico greco Polibio “la più rinomata d’Italia
per la fertilità, la bellezza, i comodi porti”).
Stando allo storico romano Tito Livio, furono
addirittura “corrotti dall’eccessiva comodità e dai
piaceri”, tra “sonno, vino, banchetti, prostitute”.
Ozi a parte, Annibale fece della città il suo

La prima importante città


quartier generale: da lì poteva espandersi nel
resto del Sud Italia, forte, a partire dal 215 a.C.,

ad allearsi con Annibale fu


di un nuovo alleato di prestigio, Siracusa. Il
principale centro della Sicilia (dove Annibale

la campana Capua: diventò il


non andò mai personalmente) era da tempo
legato ai Romani, ma quando quell’anno morì il

suo quartier generale in Italia


tiranno Gerone II – che di questa alleanza era il
principale artefice – i suoi successori, smaniosi
di svincolarsi da Roma, ritennero utile giocarsi il
jolly cartaginese.

SCAPPATELLA TARANTINA. Intanto, al giogo di Roma e pronti a tradirla. Furono


sul “continente”, il nuovo obiettivo di Annibale loro, poco tempo dopo (212 a.C.), ad aprirgli
divenne Taranto, già potente polis magnogreca le porte della città eludendo la guarnigione
e terzo centro italiano più importante dopo di controllo. Anche la “perla dello Ionio” era
Roma (da cui era stata conquistata nel 272 a.C.) così conquistata, a eccezione della rocca che
Tracce
In alto, guerrieri sanniti
e la stessa Capua. Il suo porto era ideale per controllava il porto. In compenso Annibale in un affresco del IV
accogliere rinforzi e approvvigionamenti dal espugnò altri tre centri della costa ionica: secolo a.C. proveniente
mare, e così, giunto in terra salentina dopo aver Eraclea, Metaponto e Turii. da Paestum, in
tentato invano di conquistare i centri campani Nello stesso anno i Cartaginesi videro però Campania. A destra, un
di Cuma, Napoli e Nola (ma riuscendo a oscurarsi il proprio avvenire in Italia: i Romani loro elmo in bronzo,
prendere Locri Epizefiri, sulla Calabria ionica), il ripresero infatti Siracusa dopo un prolungato ritrovato in Molise.
cartaginese si stabilì nel 213 a.C. vicino alla città, assedio (nel 210 a.C. la stessa sorte sarebbe
in attesa del momento propizio per attaccarla. toccata ad Agrigento, anch’essa schieratasi con
L’occasione giunse quando da Annibale si i Cartaginesi) e, soprattutto, misero nel mirino
presentarono alcuni nobili tarantini insofferenti Capua.
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scelsero di darsi la morte con calici avvelenati.


Rivela ancora Livio che uno di loro esclamò:
“Annibale saprà quali alleati valorosi egli abbia
abbandonato”.
Da parte sua, Fulvio Flacco si fece consegnare
i senatori ribelli superstiti e li fece decapitare
a colpi di scure, noncurante di una lettera
ricevuta dal Senato romano in cui si chiedeva
clemenza. Fece quindi incarcerare centinaia di
nobili campani e deportare schiere di cittadini.
Annibale, in situazione di stallo, aveva intanto
lasciato la campagna romana per tornare a
marciare verso sud, ma nulla lo avrebbe più
risollevato dalla resa di Capua. Si narra che
confessò: “Capua è la mia Canne”. «Quella
della città campana fu una perdita importante
sul piano psicologico», conferma Brizzi. «Pur
senza grandi risvolti strategici, la sua caduta
dimostrò a tutti che Annibale non era in grado
di difendere i suoi alleati, mentre l’Urbe era
pronta a riprendersi le città perdute e a castigare
i fedifraghi».

PATTI EFFIMERI. Annibale dovette presto


dire addio anche a Taranto, Roma se la riprese
nel 209 a.C. dopo l’ennesimo tradimento,
stavolta a danno dei Cartaginesi. Ad aprire le
porte della città furono i Bruzi che avrebbero
dovuto difenderla, i quali, annusata l’aria, si
erano venduti ai Romani. Gli uomini di Annibale
furono massacrati e Taranto subì un pesante
saccheggio che risparmiò solo i templi. “Lasciate
che questo popolo se la veda con i suoi irati dèi”,
disse il console Quinto Fabio Massimo.
Rispetto a Capua non si registrarono
regolamenti di conti contro la nobiltà locale,
anche se la popolazione fu in parte resa
schiava. Annibale scoprì quindi come le
alleanze con i popoli italici fossero effimere,
vedendoli tornare uno dopo l’altro tra le braccia
di Roma.
Non bastasse, nel 204 a.C. l’esercito romano
attaccò i Cartaginesi in Africa, trasferendo lì
il teatro di guerra. A quel punto ad Annibale,
accampatosi presso Crotone dopo altre scorrerie
in Calabria, non restò che il ritorno a casa. E
così, nel 203 a.C., fatte affiggere sul tempio di
“LA MIA CANNE”. Mentre Hera Lacinia (Capo Colonna, in provincia di
Roma avviava le operazioni Crotone) delle tavole di bronzo riportanti le
di assedio della cittadina sue gesta, prese il mare salutando per sempre
campana, Annibale era ancora l’Italia, mentre i Romani recuperavano gli ultimi
impegnato nella spedizione centri sfuggiti al loro controllo.
tarantina: quando nel 211 a.C. «A detta dello stesso Annibale, furono circa
accorse per difenderla, ebbe la 400 le città riconquistate dai Romani, molte
peggio. Ormai i Capuani erano alla delle quali vennero messe al sacco, conobbero
fame, e a quel punto il condottiero tentò deportazioni di massa e videro requisito parte
una mossa inaspettata: marciare verso l’Urbe del loro territorio, confluito nell’ager publicus,
per distogliere l’attenzione dell’esercito romano. il demanio di Roma», conclude l’esperto. Si
Le cose non andarono però come sperato e infransero così i sogni di gloria del cartaginese
Capua venne espugnata dal proconsole Quinto e di chi aveva visto nell’alleanza con lui
Fulvio Flacco. Fu allora che 27 senatori capuani, un’ultima occasione di riscatto. •
già sconfortati per la lontananza di Annibale, Matteo Liberti

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PRIMO PIANO

SAPERNE DI PIÙ

SCONTRO

DEA PICTURE LIBRARY


Il console romano Marco
Attilio Regolo (III secolo a.C.),

FRA TITANI
in partenza per Cartagine, si
congeda per l’ultima volta
dalla sua famiglia.

Chi erano i Cartaginesi e come riuscirono


a tenere testa ai potentissimi Romani?
I Fenici le guerre puniche, alla fine
Michael Sommer (il Mulino) delle quali questa fiorente
Commercianti metropoli commerciale, con
scaltri e abili un’organizzazione statale efficiente
navigatori, i Fenici e preparata e una vivace vita
stabilirono una culturale, scomparve per sempre.
serie di fiorenti Di quei fasti oggi sono rimaste solo
città-Stato come le rovine, che si trovano a pochi
Biblo, Sidone e Tiro chilometri da Tunisi, e quello che
in Asia Minore e arrivarono a ci hanno tramandato gli storici
espandersi fin sulle coste antichi.
dell’Africa, della Sardegna e della
Sicilia. Ma chi erano veramente Annibale
questi indiscussi protagonisti del Giovanni Brizzi Mediterraneo. Ma il suo genio sull’andamento della guerra:
Mediterraneo del I millennio a.C.? (Il Mulino) militare, e il suo valore di stratega analisi di uno degli scontri più
Come vivevano? Qual era la loro Ritratto del grande rimane ancora oggi indiscusso. importanti della Storia, vero
religione? Risponde Sommer, condottiero capolavoro tattico ancora oggi
docente di Storia antica cartaginese che La rivolta studiato nelle accademie militari.
all’Università di Liverpool. dette filo da di Ampsicora Tuttavia i Romani riuscirono a
torcere ai Romani, nella Seconda Maurizio far tesoro di quella sconfitta e
Cartagine guerra punica (218-202 a.C.), e fu Corona prepararono la vittoria di Zama,
Werner Huss artefice della loro grande disfatta (Akademeia) che avrebbe poi portato al
(Il Mulino) a Canne (in Puglia), nel 216 a.C. La cronaca della declino di Cartagine.
La grande rivale di Roma, Dopo 14 anni però, Annibale fu prima grande
Cartagine, aveva origini fenice. sconfitto, su territorio africano a insurrezione sarda, passata Scipione l’Africano.
Tuttavia per noi rimane legata a Zama, da Scipione, e così l’Urbe alla Storia come la rivolta di L’invincibile che rese
una vicenda bellica particolare, si avviò verso il predominio sul Ampsicora e avvenuta nel 215 grande Roma
a.C., in piena Seconda guerra Gastone Breccia
punica. Fu infatti proprio la (Salerno
guerra la causa del malcontento Editore)
dei Sardi, perché Roma dovette Chi era davvero
incrementare le imposizioni Publio Cornelio
La Storia raccontata in queste pagine rivive anche in tv. fiscali nelle sue province e Scipione, il grande
quindi anche in Sardegna. Il rivale di Annibale,
Ti presento mai esistiti. Perché, anche se nel latifondista sardo Ampsicora e come fece, così inesperto, a
l’Impero romano 476 d.C. è caduto, è stato così si mise a capo dei rivoltosi
importante per il nostro Paese da vincere i Cartaginesi? Merito
Tra Spagna, Egitto, Scozia, che insorsero contro queste
segnarne non solo il passato, ma forse della sua determinazione.
Tunisia e Grecia, la storica Mary imposizioni e si schierarono con i
Beard ci accompagna in uno anche il futuro. Riuscì infatti prima a ottenere il
nemici dei Romani, i Cartaginesi comando nonostante la poca
straordinario viaggio alla scoperta Sabato 23 dicembre dalle 19:20
che mandarono Asdrubale in esperienza e la giovane età,
dell’antica Roma e dei
Sardegna. e in seguito a sconfiggere un
suoi conflitti (il primo
episodio è anche nemico molto insidioso, come
sulle guerre puniche). Canne. La sconfitta il generale cartaginese, nella
Si esploreranno le che fece vincere Roma battaglia di Zama. Raccolse
teorie più dibattute Giovanni Brizzi così l’eredità del padre ucciso in
che riguardano la fine (Il Mulino) battaglia e si conquistò il titolo
dell’Urbe, sfatando Il contesto storico in cui maturò di ultor patriaeque domusque,
alcuni luoghi comuni
la battaglia, la composizione “vendicatore e della patria e della
e raccontando uno
dei più grandi imperi delle forze in campo, lo svolgersi famiglia”, come lo definisce il
dello scontro e le conseguenze poeta Silio Italico.
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RACCONTI REALI
A cura di Francesco De Leo
Accerchiato
Riccardo III
(al centro)
fu l’ultimo
sovrano inglese
a perdere la vita
in battaglia.
INGHILTERRA

NON C’È PACE


PER RICCARDO
I
I mattino del 22 agosto del 1485, da Ambion Hill, una collina a sud di Bosworth,

ALAMY/IPA
Riccardo III partì all’attacco delle guarnigioni di Enrico Tudor, conte di Richmond, suo
nemico giurato. Il piccolo borgo di Market Bosworth nel Leicestershire fu teatro della
più importante battaglia della Guerra delle Due Rose (detta Bosworth Field) tra i Lancaster
e gli York. Riccardo III, ultimo dei Plantageneti, morì in combattimento: dopo essere stato
costretto ad abbandonare il suo cavallo impantanato, venne circondato e trafitto senza
pietà da spade nemiche. Il suo corpo fu deturpato e sepolto senza onori funebri.
La fine della guerra civile segnò l’ascesa al trono di Enrico VII, fondatore della dinastia Tudor,
terzo incomodo nella lotta tra i due casati. “Le brame per la Corona, il suo possesso, la sua CHI? DOVE? QUANDO?
perdita e la sua riconquista, sono costate più del doppio del sangue inglese versato in occasione
della vittoria dei francesi”, disse Henry Stafford (1455-1483), secondo Duca di Buckingham, Riccardo III
confrontando la Guerra delle due rose con la Guerra dei cent’anni (1337-1453) .
Fu l’ultimo re d’Inghilterra
Bottino di guerra. Quello che fu il campo della battaglia di Bosworth Field oggi è
appartenente alla casa di York e regnò
minacciato da ladri di antichità. La polizia della vicina città di Leicester ha lanciato l’allarme:
dal 1483 fino alla sua morte nel 1485.
“Siamo preoccupati: ci sono individui che in piena notte scavano buche profanando un
Faceva parte della casata medievale dei
sito leggendario”. Quella radura, dove più di cinque secoli fa 20mila soldati si affrontarono
Plantageneti divenuta regale con
duramente, oggi si presenta piena di fosse. Gli abitanti del luogo si sono organizzati per
Enrico II, figlio di Goffredo V d’Angiò.
vigilare: “Arrivano al buio, con sofisticati rilevatori di metalli, alla ricerca di antichi cimeli”,
raccontano. “Il terreno in passato”, dice il capo della polizia, “è stato già battuto dagli
archeologi. Quello che è stato rinvenuto è al sicuro, nel vicino museo, ma se dovessero Market Bosworth
essere sottratti ulteriori reperti, sarebbe un grave danno dal punto di vista storico”. Piccolo borgo abitato da poche
Riabilitazione post mortem. Intanto Riccardo III, dopo che i suoi resti, nel 2012, sono migliaia di persone nel Leicestershire
stati ritrovati proprio sotto un parcheggio di Leicester, riposa dal 2015 nella cattedrale (una contea nella regione delle Midland,
della città, ma non senza un’infinità di polemiche. Dopo il rinvenimento proprio nel centro dell’Inghilterra), è
del cadavere, i più estremisti arrivarono a sostenere che in quanto re passato alla Storia per essere stato il
d’Inghilterra, denominazione scaduta nel 1707 con la nascita della leggendario campo della battaglia
Gran Bretagna, non avrebbe avuto diritto ai funerali di Stato. di Bosworth Field.
Una volta appurato che il sovrano in effetti meritava un estremo saluto
degno del suo rango, si è accesa una disputa sul luogo della nuova
sepoltura. C’era chi sosteneva gli spettasse un posto a Westminster
La fine
Abbey insieme ai suoi pari, e chi invece lo voleva riportare a York, del Medioevo
sua città natale. Accanto alla tomba, oggi, a dispetto di William La morte di Riccardo III segnò
Shakespeare che lo disegnò come uno spietato assassino (nella il termine dell’era medievale e
tragedia che porta il suo nome il sovrano uccideva moglie, fratello l’ascesa della dinastia gallese dei
e due nipoti per arrivare al trono), c’è scritto: “Riccardo III fu l’ultimo re Tudor, che governò sul regno
inglese a morire da guerriero conducendo le sue truppe in battaglia”.• d’Inghilterra e sulla signoria
d’Irlanda dal 1485 al
1603. Il simbolo fu la
In memoria rosa Tudor, ricavata
A sinistra il luogo dall’unione
in cui Riccardo delle due rose
III (a destra) di Lancaster
morì durante (rossa) e di York
la battaglia di (bianca).
Bosworth Field.
GETTY IMAGES
ALAMY/IPA

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DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono aperte a soddisfare le curiosità dei lettori, purché i quesiti siano di interesse generale.
Non si forniscono risposte private. Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o all’e-mail redazione@focusstoria.it

Baia infernale
La nave West Virginia
brucia dopo l’attacco
alla base di Pearl Harbor
nel dicembre 1941.
In basso, una scena
del film Pearl Harbor di
Michael Bay del 2001.
ALAMY STOCK PHOTO (2)

SECONDA GUERRA MONDIALE

I GIAPPONESI SI ISPIRARONO
A UN ATTACCO INGLESE
PER PREPARARE
PEARL HARBOR? Domanda posta da
Valerio Gallo.

S
ì, l’attacco giapponese alla base navale americana nelle isole Hawaii del 7 dicembre 1941
fu influenzato da un’incursione inglese, compiuta un anno prima, a Taranto. Nella notte
tra l’11 e il 12 novembre 1940 la Royal Navy attaccò infatti la flotta italiana, di stanza nella
città pugliese, con aerosiluranti partiti dalle portaerei. Giocando sull’effetto sorpresa gli inglesi,
in 90 minuti, misero fuori uso la metà delle navi italiane e causarono la morte di 58 persone.
La cosiddetta “notte di Taranto” mise in evidenza l’importanza strategica dell’aviazione nelle
operazioni belliche marine (prima si pensava che i fondali delle basi navali fossero troppo bassi
per gli aerosiluranti). I giapponesi, che stavano già pensando a un attacco, mandarono sul posto
un addetto militare dell’ambasciata e, grazie anche alle informazioni raccolte sull’accaduto,
l’ammiraglio Isoroku Yamamoto riuscì a sferrare l’offensiva alla base Usa nell’oceano Pacifico. (e. v.)
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GETTY IMAGES (2)

Senza Maria e Giuseppe ECONOMIA


Rappresentazione a Greccio del primo
presepe (vivente) del 1223, voluto da san
Francesco (davanti al bambin Gesù) e Perché fu
autorizzato dal papa (Onorio III).
introdotta
la zigrinatura
delle monete?
Domanda posta da
Christian Vitale.

L a zigrinatura sui bordi


delle monete nacque per
rendere difficile l’abitudine
di appropriarsi del metallo
prezioso con cui erano
fatte. Ad introdurla fu il
matematico, astronomo e
fisico Isaac Newton (1642-
MEDIOEVO 1727), che ricoprì dal 1699
Domanda posta da
Qual è il presepe più antico? Serena Morelli.
la carica di direttore della
Zecca reale di Londra (vi era
entrato come guardiano
È quello che san Francesco d’Assisi realizzò nel 1223 a Greccio (Rieti), rifacendosi
alle raffigurazioni sacre della Natività e di cui non rimangono tracce perché era un
presepe vivente. Fu una rappresentazione particolare perché non c’erano Giuseppe e
nel 1696). All’epoca le
monete, il cui valore era
determinato dal metallo
Maria. In prima fila c’era lui, san Francesco, che pregava davanti alla mangiatoia (in latino prezioso (oro o argento)
praesaepe), dove sulla paglia dormiva un neonato in carne e ossa “scaldato” da un bue e di cui erano costituite,
un asino reali. Per vedere il primo presepe inanimato invece si dovette aspettare il 1290, venivano “tosate” o meglio
quando lo scultore Arnolfo di Cambio ne creò uno nella basilica di Santa Maria Maggiore limate lungo il bordo per
a Roma su commissione di Niccolò IV, con lo scopo di celebrare le reliquie (i resti della ricavare la polvere di oro
mangiatoia e le fasce che avvolsero Gesù), conservate, secondo la tradizione, nella o argento. L’operazione
basilica. La cappella del presepe di Arnolfo, nel quale erano presenti Maria, Giuseppe, truffaldina, che diminuiva il
i re magi, il bue e l’asino, fu distrutta per fare spazio alla Cappella Sistina (XV secolo): le peso delle monete fino alla
figure superstiti sono oggi nel museo della basilica. (a. b.) loro totale inspendibilità, fu
contrastata con la zigrinatura
che rese le monete
ALAMY STOCK PHOTO

OTTOCENTO
“tosate” immediatamente
Chi erano i globetrotter? riconoscibili, poiché ne
veniva alterato il disegno sul
Domanda posta da
bordo. (e. v.)
Domenico Ruggiero.

F urono viaggiatori-avventurieri che, tra


’800 e ’900, si cimentarono in imprese
estreme, come il giro del mondo, a piedi o
con mezzi di fortuna, per diventare famosi
o per stabilire qualche record, finanziandosi
spesso con la vendita di cartoline dei loro
viaggi. Uno dei primi “giramondo” della Storia
fu l’americano Edward Payson Weston (a
sinistra) che si guadagnava da vivere con
camminate transcontinentali: nel 1861 compì
a piedi un percorso di 769 chilometri in soli
10 giorni e all’età di 74 anni percorse 2.500
chilometri in 51 giorni. Tra i globetrotter ci Sterline inglesi
furono anche alcune donne: la giornalista Oggi alcune monete hanno la
Elizabeth Jane Cochran (Nellie Bly) che, nel zigrinatura per essere riconoscibili
1889, dagli Stati Uniti arrivò in Giappone da al tatto, per i non vedenti.
sola, in 72 giorni. (s. z.)
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PITTORACCONTI
PIETER BRUEGHEL L’AVVOCAT0 DEL VILLAGGIO

IN CODA DA
AZZECCA
GARBUGLI
Nel Seicento, per la gente
semplice era difficile avere
giustizia: serviva l’avvocato. 1
Il suo onorario? Uova e polli.

È
difficile non pensare all’Azzecca garbugli
manzoniano di fronte al dipinto di Pieter
Brueghel il Giovane. Come nel celebre episodio
dei Promessi sposi – il romanzo è ambientato nel XVII
secolo, in anni prossimi a quelli del quadro – si assiste
all’incontro di due mondi all’epoca molto distanti tra
loro: quello popolare incolto e quello delle professioni
intellettuali. E così come l’umile setaiolo lombardo
Renzo entra nella casa dell’avvocato pieno di speranze,
di soggezione e di quattro bei capponi per pagare la
consulenza, allo stesso modo i contadini fiamminghi
si accalcano di fronte alla scrivania dell’uomo di legge
del villaggio, con reverente fiducia e con un ampio
campionario di generi alimentari come onorario.
Poca giustizia. Il soggetto dell’opera ebbe grande
fortuna, tanto che il pittore ne eseguì una ventina di
versioni. Probabilmente agli occhi dei contemporanei
era solo una scena di genere trattata con vena
ironica, ma la tela affronta quasi in presa diretta un
tema cruciale, quello trattato due secoli più tardi
anche dallo scrittore italiano: la grande difficoltà per
la gente semplice di trovare giustizia in una società
in cui il potere era ancora fortemente centralizzato,
appannaggio di ristrette élite politiche ed economiche.
In questo contesto, e soprattutto nelle aree rurali,
l’avvocato rivestiva un importante ruolo di mediazione,
anche se il pennello dell’artista non gli risparmia tratti
grotteschi che sembrano mettere in dubbio la capacità
di risolvere i problemi dei suoi assistiti.
SCALA

Edoardo Monti

1 Sulla scrivania del


segretario si vedono
un grande calamaio e una
2 Polli, uova e frutta
servivano per pagare
l’onorario. Il termine deriva
3 Le pratiche sono sparse
ovunque nella stanza.
Molte sono semplicemente
4 Gli abitanti del villaggio
reggono semplici
cappelli a calotta con tesa
6 La scena potrebbe
svolgersi tra
settembre e ottobre, come
ciotola, che conteneva dal latino honorarium, piegate per la lunghezza e stretta, probabilmente fatti indicherebbero i grappoli
probabilmente il polverino, la donazione onorifica trattenute con lo spago, altre in feltro di lana per far fronte d’uva e l’abbigliamento dei
composto di sabbia o spontanea conferita nel sono raccolte in sacchetti al clima autunnale. personaggi: non leggero ma
segatura fine da spargere mondo romano agli avvocati, di canapa etichettati, un neppure pesante per il clima
sui fogli per favorire
l’asciugatura dell’inchiostro.
le cui prestazioni erano
formalmente gratuite.
sistema di archiviazione in
uso ancora alla fine del ’700. 5 I prodotti portati come
onorario rispecchiano
quella che era considerata
delle Fiandre.

una dieta corretta per i


delicati stomaci di nobili,
borghesi e clero: carni
bianche, uova, frutta.

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10
3 9
8

4
11

6
2
5

7 La clessidra posta sul


tavolo permetteva
all’avvocato di misurare il
8 Il nero berretto
dottorale veniva
conferito alla conclusione
9 Alle spalle dell’uomo
di legge è affisso un
almanacco. Il termine,
10 L’almanacco affisso
è in francese, non
in fiammingo. L’avvocato
11 Anche se non
veste in modo
particolarmente curato,
tempo che poteva mettere a degli studi universitari. In di derivazione araba, dimostra così la conoscenza il personaggio dietro la
disposizione per ogni cliente. questo contesto sottolinea indicava i calendari di una lingua allora molto scrivania non è un contadino.
la differenza di stato tra dell’epoca, che oltre ai diffusa tra gli intellettuali e i Da come osserva la scena
l’avvocato e i suoi clienti, che giorni dell’anno riportavano ceti dirigenti. sembrerebbe un uomo
con deferenza si levano tutti indicazioni astronomiche di fiducia dell’avvocato,
il cappello. e meteorologiche utili per i chiamato a tenere sotto
lavori agricoli. controllo il gruppo dei clienti.
.

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CULTURA
Le “notizie
contraffatte”
vengono da
molto lontano:
già gli Spartani
diffondevano
informazioni
false per
manipolare
l’opinione

FAKE
pubblica.

Imbrogli ad hoc
Una macchina per
scrivere e, in alto,
un’illustrazione
del 1894 dove i
giornali in copertina
hanno notizie fake
(“contraffatte”) o
humbug (“disoneste”).
Il sensazionalismo non
è un fenomeno solo
moderno.
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È
grazie a loro se, secondo molti analisti, secondo Umberto Eco, i social avrebbero dato
Donald Trump è diventato presidente voce, le cronache del passato sono piene di
degli Stati Uniti. È grazie a loro se sensazionalismi a buon mercato, razzismo e
molti sono convinti che i richiedenti morti illustri, usati per screditare potenti o trarre
asilo facciano vita da nababbi in alberghi di vantaggi personali.
lusso. Ed è ancora grazie a loro se c’è chi crede
all’esistenza delle sirene, alla terra piatta o alla LA CONDANNA DELL’EROE. Agli efori,
presunta morte (e relativa sostituzione con un i magistrati spartani, fu sufficiente una lettera
sosia) di uno dei Beatles, Paul McCartney. A per liberarsi dell’odiato generale Pausania nel
chi dobbiamo tutto questo? Gli amanti degli 469 a.C. Nella missiva, mostrata al popolo dopo
anglicismi le chiamano fake news ossia “notizie la sua morte, l’eroe della guerra ai Persiani
contraffatte”, inventate e diffuse ad arte per un chiedeva al suo acerrimo nemico, il Gran Re
profitto che, in genere, è di tipo economico o di Persia Serse, un’alleanza matrimoniale
politico. in funzione antigreca. Il testo segnò la sua
Purtroppo il fatto di non essere vere non le condanna, anche se, dicono oggi gli storici, era
rende meno capaci di manipolare l’opinione di inverosimile sotto vari aspetti: non ultimo il
milioni di persone, anzi: in genere rafforza il fatto, noto all’epoca, che le figlie del Gran Re di
loro potere, perché spesso raccontano proprio Persia sposavano solo notabili persiani.
ciò che una fetta di lettori vuole sentirsi dire. Imprecisioni e anacronismi permisero anche

NEWS
“Colpa dei social”, direte. Eppure questa piaga al filologo e umanista Lorenzo Valla di bollare
non è una prerogativa dei nostri giorni: prima come falsa, nel 1440, la cosiddetta Donazione
di Facebook e delle “legioni di imbecilli” a cui, di Costantino. Il documento, datato 30 marzo 

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Invettive mirate
Il poeta anticlericale Pietro Aretino 315 d.C., riproduceva l’ipotetico editto
ritratto da Tiziano intorno al 1545. con cui l’imperatore romano
Sulla statua del Pasquino a Costantino I avrebbe sancito la
Roma (sotto, in un’illustrazione giurisdizione civile del pontefice
dell’800) fece affiggere
rime taglienti contro
su Roma e sull’Impero romano
tutti i candidati al soglio d’Occidente. Un segno di
pontificio. Tranne uno. gratitudine del sovrano nei
confronti di papa Silvestro,
che, dice la leggenda, lo aveva
guarito dalla lebbra e spinto
alla conversione. Il documento,
che secondo Valla sarebbe
stato redatto nell’VIII-IX secolo,
probabilmente da un uomo di chiesa,
ebbe ripercussioni enormi: legittimò infatti
per secoli i possedimenti del pontefice in Italia e
la superiorità del papa sull’imperatore.
Ma, come dice il noto proverbio, chi la fa
l’aspetti: nel 1522 toccò al clero subire, ma
senza grandi contraccolpi, versi faziosi, inventati
su commissione dal poeta Pietro Aretino per
pilotare l’elezione del successore di papa Leone
X. Il toscanaccio ne ebbe per tutti i candidati,
a eccezione del vescovo Giulio de’ Medici,
membro della famiglia dei suoi protettori
fiorentini. In pieno conclave, sul busto del
cosiddetto Pasquino, il torso mutilo di una
statua di marmo cui i romani affidavano le loro
invettive contro i potenti, comparvero rime
infuocate: “Non ti maravigliar, Roma, se tanto
/ s’indugia a far del papa la elezione […] La
cagion è che sempre ha moglie accanto / questo,
e quel volentier tocca il garzone […] Uno è
falsario, l’altro è adulatore […] Chi è di Spagna e
chi di Francia spia / e chi ben mille volte a tutte
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l’ore / Dio venderebbe per far simonia”.

SCONTENTO POPOLARE. E anche se


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all’Aretino, costretto a lasciare Roma dopo


l’elezione di papa Adriano VI, andò male, le
notizie contraffatte furono sempre il mezzo
migliore per colpire i sovrani. Complice, come
accade ancora oggi, lo scontento popolare. Lo
sapeva bene la povera regina di Francia, Maria

Dalle crociate alle trincee Antonietta: nel XVIII secolo, le fake news furono
per lei pane quotidiano.

U sate per far breccia nella fragile


psiche dei soldati, le fake news si
diffusero spesso anche nelle trincee
1009, a opera del califfo egiziano
musulmano al-Hakim.
Più recentemente il neopresidente
Protagonista di innumerevoli libelli
scandalistici, le furono attribuiti amori lesbici
con le dame di compagnia e la complicità in una
e sui campi di battaglia. E non solo Usa Lyndon Johnson diede inizio al famosa truffa milionaria (quella della collana
durante le due guerre mondiali conflitto in Vietnam con una notizia di diamanti) di cui invece era stata vittima. Ma
del secolo scorso, quando vennero inventata. “Il 5 agosto 1964 dei siluri
usate come arma psicologica vietcong hanno colpito una nave anche la celebre frase, “Se non hanno pane, che
per demoralizzare gli avversari e statunitense nel golfo di Tonchino”, mangino brioche”, diretta al popolo affamato,
convincerli ad arrendersi. dichiarò al Congresso. Solo allora pronunciata invece, pare un secolo prima, dalla
Ingannati. Nel 1095, per motivare i rappresentanti del popolo lo moglie del re Luigi XIV, o da qualche altra non
la partenza della prima crociata, autorizzarono a cominciare quella meglio precisata dama.
papa Urbano II fomentò i “pellegrini lunga guerra. Sette anni dopo, Finì anche su un canard, un foglio
armati” con una notizia contraffatta: il quotidiano New York Times
che “starnazzava” (come l’anatra, canard in
le terribili persecuzioni patite dai sbugiardò l’ormai ex-presidente,
cristiani in Siria. Avvenute, certo, pubblicando le carte segrete del francese, da cui prendeva il nome) notizie
ma quasi un secolo prima: nel Pentagono che svelavano l’inganno. sensazionali e fasulle. In prima pagina, una
grande immagine acchiappalettori raffigurava
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Maria Antonietta con il corpo a scaglie, ali di Nel 1814 fu fatta circolare la
voce che Napoleone era morto
pipistrello e coda di drago.

e le sue guerre finite. Non era


VIVI, ANZI NO. In mezzo a tanta dannosa
creatività, capitava persino che qualcuno

vero ma la Borsa inglese volò


tentasse di far passare per false le notizie che
non lo erano. Avete presente quelle news in
cui si legge che Hitler, Elvis o Michael Jackson
sono ancora vivi? Ecco: in passato le star da
resuscitare erano i sovrani. Nel XVI secolo, in furono spediti a Londra per dare la meravigliosa
Russia, ben tre falsi Dimitri si presentarono a notizia: le guerre napoleoniche erano state
corte nei panni del figlio di Ivan il Terribile, lunghe e difficili e nella capitale gli investitori
negando il suo assassinio (1591). Uno di loro fecero sentire il proprio entusiasmo in Borsa.
regnò persino: era il cosiddetto “zar impostore”, L’allegria scemò quando si venne a sapere che
Pronto a tutto?
probabilmente un monaco di nome Grigorij l’imperatore dei francesi godeva di ottima salute: Il generale spartano
Otrepev, che rimase in carica meno di un si trattava di qualcosa di molto simile ai finti Pausania invoca
anno (1605-1606), prima di fare la stessa fine necrologi di personaggi famosi che ogni tanto gli dèi prima della
dell’uomo che diceva di essere. spuntano sui social. Ma in questo caso era tutto battaglia con cui
A volte, però, mandare qualcuno all’altro inventato da uno speculatore (secondo alcuni il sconfisse i Persiani
mondo era più proficuo che tirarcelo fuori. Il parlamentare britannico Thomas Cochrane), per (Platea, 479 a.C.).
Il nome dell’eroe
21 febbraio 1814, un uomo con un’uniforme da manipolare il mercato finanziario. greco fu infangato
ufficiale britannico si presentò in una locanda Dei politici c’era poco da fidarsi: trentadue dopo la sua
sulla costa inglese, annunciando che Napoleone anni prima, aveva tentato di approfittare della morte dagli stessi
era stato ucciso e che la guerra dell’Inghilterra credulità britannica persino uno dei firmatari magistrati spartani.
contro la Francia era dunque finita. Due corrieri della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati  Come? Con una
finta lettera in cui
Pausania veniva a
patti (matrimoniali)
con il nemico.

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Uniti d’America (1776), il poliedrico Benjamin diceva l’editore James Gordon Bennett senior,
Franklin. “I nativi americani sono stati assoldati che nel 1835 aveva fondato il New York Herald.
dalla Corona per raccogliere gli scalpi dei La sua testata faceva parte della neonata
coloni”: più o meno era questo il succo di un penny press, la categoria di quotidiani da un
lungo e cruento articolo creato e pubblicato dal penny, più economici ma molto meno rigorosi
diplomatico su una finta edizione del Boston delle tradizionali pubblicazioni da 6 centesimi.
Independent Chronicle. Il suo scopo, mentre la Proprio su uno di questi giornali, il New York
Burla lunare
Sotto, nel tondo, il guerra con l’Inghilterra stava per concludersi, Sun, il 25 agosto 1835, comparve la prima di sei
giornalista del New era mostrare la crudeltà della Corona e attirare puntate sull’incredibile scoperta della vita sulla
York Sun Richard le simpatie degli europei e del popolo britannico Luna. Grazie a un enorme e potente telescopio
Adams Locke: nel per i rivoluzionari americani. Ottenne, invece, installato al Capo di Buona Speranza, vi si
1835 pubblicò una l’unico effetto di amplificare l’odio degli leggeva, il famoso astronomo britannico John
storia a puntate in statunitensi per i nativi. Herschel era riuscito a vedere foreste e piramidi
cui raccontava la vita
sulla Luna con tanto di quarzo lilla, fiumi, spiagge e creature anfibie,
di illustrazioni (in C’È VITA LASSÙ. Franklin non era nuovo uomini pipistrello e un unicorno blu.
basso, una di queste a invenzioni di questo tipo e neppure gli Fu un boom di vendite. Ma, due mesi e mezzo
in cui si vedono le altri Padri fondatori. D’altra parte fu proprio dopo, il redattore Richard Adams Locke venne
strane creature che la in quell’ultimo scorcio del Settecento che, smascherato come l’autore della great moon
avrebbero abitata). complice la circolazione più massiccia della hoax (“la grande burla della Luna”). Nessuno
carta stampata e il tentativo di attirare lettori con si indignò e le vendite non crollarono: era
notizie clamorose, le fake news cominciarono a la filosofia del giornalismo sensazionalistico
invadere i quotidiani. La funzione del moderno americano, il cosiddetto “giornalismo giallo”, dal
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giornale “non è istruire, ma stupire e divertire”, nome sprezzante con cui la stampa concorrente

Creature anfibie e uomini


pipistrello sulla Luna: secondo
un giornalista sarebbero state
viste nell’800 da un telescopio

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definì il The New York World di Joseph Pulitzer


(proprio l’uomo che istituì l’omonimo,
prestigioso premio giornalistico americano) e il
New York Journal. I due quotidiani erano noti
sia per la loro feroce rivalità a chi la sparava
più grossa, sia perché pubblicavano entrambi
le vignette del famoso Yellow Kid (da cui il loro
nomignolo, v. Focus Storia n° 134), un ragazzino
con i capelli rasati e la maglietta gialla nato nel
1895 dalla matita dell’illustratore Richard Felton
Outcault.

VOLGARE È MEGLIO. “Il male è cresciuto


al punto che gli editori, in tutto il Paese,
cominciano a pensare che forse il pubblico
potrebbe davvero preferire la volgarità”, notò Cattive reputazioni
amareggiato, nel 1889, Lorettus Metcalf, Uno dei padri fondatori degli Usa
l’editore del Florida Daily Citizen. Oggi molti Benjamin Franklin (a destra) mise
in circolazione un finto articolo

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giornali ne sembrano davvero convinti. E chi
(sopra) dove sosteneva che i
invece preferisce leggere la verità, come può reali inglesi assoldavano i nativi
salvarsi? Come il giornalista: dubitando sempre. americani per raccogliere scalpi di
Ma non di questo articolo... • coloni. Voleva screditare la Corona
Maria Leonarda Leone ma non ci riuscì.

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Speculatore
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Nel 1814 il parlamentare


britannico Thomas Cochrane
(a destra) fu sospettato di aver messo
in giro la notizia (falsa) della morte
di Napoleone Bonaparte. Lo scopo?
Manipolare le speculazioni finanziarie
della Borsa di Londra (sopra).
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MEDIOEVO
Tre principesse troppo vivaci portarono
scompiglio alla corte francese. Finì in tragedia.

LA TORRE DELLO
SCANDALO
A
lla metà del Quattrocento a Parigi
circolava una storiella curiosa e
inquietante: una regina, che viveva
rinchiusa in un’antica torre, uccideva
i suoi giovani amanti gettandoli nella Senna.
Solo una leggenda popolare, certo; eppure,
dietro al macabro racconto si celava uno
scandalo sessuale realmente accaduto
nel 1314 e noto come “affare della Torre
di Nesle”. La vicenda finì tragicamente non
senza aver infangato per bene il prestigio
della famiglia reale francese.
Protagoniste della piccante avventura furono
infatti nientemeno che le nuore del re di
Francia, Filippo IV soprannominato Filippo il
Bello (1268-1314).

FATTI E CONSEGUENZE. Filippo aveva


quattro figli: una femmina, Isabella, che andò
ALINARI

in sposa al sovrano d’Inghilterra Edoardo II;


e tre maschi, Luigi, erede al trono, Filippo e
Carlo. Per la sua blasonata progenie il re voleva
ovviamente mogli all’altezza, cioè nobildonne
appartenenti all’alta aristocrazia. Così, nel
1305, fece sposare Luigi con Margherita, figlia
del potente duca di Borgogna; Filippo e Carlo,
invece, convolarono a nozze qualche anno dopo
con due sorelle, rispettivamente Giovanna e
Bianca di Borgogna, che discendevano per parte
di madre dalla famiglia reale.
Agli inizi del Trecento la corte di Filippo
il Bello, che viveva al Louvre (diventerà un
Nella leggenda museo solo durante la Rivoluzione francese),
Sopra, le tre principesse
non brillava per vivacità; ma l’arrivo delle tre
accusate di orge e
tradimenti in una principesse portò una ventata d’aria fresca e
acquaforte del 1842. l’austera dimora del re iniziò ad animarsi di feste
A destra, la locandina di e balli. Proprio in una di queste occasioni le
una rappresentazione vivaci sposine conobbero due aitanti cavalieri,
teatrale de La Tour i fratelli Filippo e Gualtiero d’Aunay.
de Nesle di Alexandre Questi non ci misero molto a conquistare le
Dumas (1889).
Nell’altra pagina: la ragazze: Bianca divenne l’amante di Filippo,
Torre di Nesle nel XV Margherita di Gualtiero. Giovanna, invece,
secolo, in un’incisione rimase fedele a suo marito, anche se ovviamente
ottocentesca. era al corrente di tutto. 
RMN/ALINARI

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Fu l’unica figlia femmina


Per qualche anno la tresca andò avanti in
segreto. Secondo alcune fonti, sarebbe stata la

del re, Isabella, a scatenare


regina d’Inghilterra Isabella a rendersi conto per
prima di quello che stava accadendo.

l’inferno con i suoi sospetti


In visita a Parigi nel 1314, durante una
cerimonia Isabella notò qualcosa di strano:
i fratelli d’Aunay indossavano alla cintura le
stesse identiche aumônières (le borsette tipiche
del Medioevo) che lei stessa aveva regalato
Bello ma
vendicativo alle cognate. Com’era possibile? La donna
Filippo IV di Francia, detto ne parlò subito al padre, che dopo qualche
il Bello: la sua vendetta tentennamento (mettere tutto a tacere o
sui responsabili del indagare, a costo di uno scandalo?) decise di
tradimento fu atroce. aprire un’inchiesta e... si scatenò l’inferno.
Ma non servì a niente:
nessuno dei suoi figli
ebbe eredi in grado di IL DISONORE. Filippo e Gualtiero vennero
portare avanti la dinastia. arrestati e, messi sotto tortura, confessarono:
da tre anni avevano una relazione con Bianca
e Margherita. Per il sovrano fu un affronto
indicibile: le sue nuore, le prime donne di
Francia, adultere! Un’offesa tanto più grave per
le potenziali conseguenze dinastiche: i figli che
le due “peccatrici” avevano avuto dai loro mariti
(Margherita una femmina, Bianca un maschio
e una femmina) potevano essere dei bastardi.
Una principessa aveva il dovere di essere al
di sopra di ogni sospetto e, dato che il trono
si trasmetteva di padre in figlio, con queste
premesse la legittimità dell’intera dinastia reale
era messa in discussione.
Lo scandalo non restò confinato nelle mura
del palazzo: si diffuse a macchia d’olio anche
fra il popolino che ovviamente sulla questione
non lesinò sarcasmi e battute sui principi
cornificati e gli appetiti delle consorti. Come
scrive Jean Bouin, autore del Memoriale
historicum e contemporaneo agli eventi, questo
ALINARI

IN PRIVATO

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affare “provocò il più grande disonore al regno


di Francia”. Furioso per l’affronto subito, il re La maledizione dei Templari
Filippo non ebbe alcuna pietà per i colpevoli
Del resto, quanto a crudeltà non era ultimo a
nessuno: è a lui che si deve la soppressione
L o scandalo delle principesse
scoppiò in un momento delicato:
nel 1307 Filippo il Bello aveva infatti
nascita. A Luigi successe Filippo
V, che come il fratello non ebbe
maschi. L’ultimo a regnare fu Carlo
dell’ordine dei Templari col relativo massacro di dato inizio alla persecuzione dei IV: riprese moglie due volte dopo
migliaia di monaci-cavalieri. Templari; la condanna a morte l’annullamento delle nozze con
I fratelli d’Aunay furono trasferiti a Pontoise, di Jacques de Molay, Maestro Bianca (1322), ma il tanto atteso
poco lontano da Parigi. Qui vennero prima dell’Ordine, fu eseguita appena un figlio morì appena nato; quando il
mese prima di quella dei fratelli re si spense nel 1328, la linea diretta
picchiati e scorticati vivi; poi furono evirati e il
d’Aunay. Dopo questi fatti di sangue dei Capetingi si estinse. Filippo il
loro pene gettato in pasto ai cani; infine vennero sembra che i figli di Filippo (morto a Bello e la sua famiglia sono anche i
marchiati a fuoco, legati a dei cavalli e trascinati novembre 1314) siano stati vittime protagonisti della saga dei romanzi
per le vie della città prima di essere decapitati, dalla malasorte: nessuno di loro storici I re maledetti, di Maurice
si spera per loro ormai morti, sulla pubblica riuscì ad avere un figlio maschio. Druon, basata su una presunta
piazza. Senza eredi. Luigi X, marito di maledizione lanciata al sovrano e
Margherita, si risposò dopo la ai suoi discendenti dal Maestro dei
morte della moglie, ma il suo unico Templari Jacques de Molay prima di
PUNIZIONE ESEMPLARE. Alle principesse bambino morì a quattro giorni dalla salire sul rogo.
fu invece risparmiata la vita, se così si può
dire. Arrestata in un primo tempo assieme
alle cognate, Giovanna fu liberata perché LA TORRE CHE NON C’È. Questa storia
riconosciuta estranea alla vicenda. Margherita di sangue e morte viene ricordata come “affare
e Bianca, invece, furono rasate a zero – era la della Torre di Nesle”, eppure né le cronache
punizione riservata alle adultere – e rinchiuse medievali né le varie leggende che nacquero
nella fortezza di Gaillard, in Normandia. Le attorno alla vicenda la citano come luogo degli
condizioni della prigionia erano durissime e, per adulteri. Torrione medievale di Parigi, abitato
Margherita, probabilmente fatali: internata in per qualche tempo da Giovanna di Borgogna
Brutta fine
una cella esposta ai quattro venti, morì dopo un e demolito nel 1663 per costruire la Biblioteca Sotto, incisioni
anno di detenzione, di malattia. Mazzarino, fu associato agli incontri clandestini ottocentesche che
C’è però anche un’altra ipotesi. Visto di Bianca e Margherita solo nel Seicento. La ripercorrono le tappe
com’erano andate le cose, al marito tornava torre non mancò di ispirare artisti e letterati, dello scandalo. Da
molto più utile una moglie morta di una viva tra cui Alexandre Dumas, che nel 1832 scrisse sinistra, le principesse
benché in prigione. La vedovanza gli avrebbe un’opera drammatica sul caso: La Tour de Nesle. (Margherita, Bianca e
Giovanna) con i loro
infatti consentito di risposarsi per avere un Da allora, nell’immaginario popolare, questa
amanti durante una
erede. Da qui il sospetto che Luigi abbia lugubre torre divenne il teatro di quello che festa privata e a cavallo;
ordinato l’assassinio della donna. Quanto a ancora oggi è considerato uno dei più grandi il presunto assassinio di
Bianca, fu liberata solo verso il 1320; si chiuse scandali sessuali della storia francese. • Margherita nella fortezza
allora in convento e morì ancora giovane. Simone Zimbardi di Gaillard.

IN PUBBLICO IN PRIGIONE
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SOCIETÀ
1957
ARCHIVIOGIANCOLOMBO

Controlli di polizia
in piazza Duomo.
Nella città pre-
boom economico
era ancora l’epoca
della ligera,
malavita di piccoli
criminali che si
univano solo per
fare il colpo.

La storia criminale della città, tra gli


anni Quaranta e gli Ottanta. Dai piccoli
delinquenti del Dopoguerra a Vallanzasca.

MILANO
E LA
80
S
MALA A cura di Irene Merli
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ARCHIVIOFARABOLA

1968
Una festa al
Number One di
Milano: il playboy
Beppe Piroddi
e l’attrice Odile
Rodin sembrano
un gangster e la
sua pupa. I banditi
milanesi, in effetti,
erano affezionati
frequentatori di
night club e bische.
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ARCHIVIOPRIVATO

1979
Renato Vallanzasca
con Francis
Turatello, il re
delle bische, suo
testimone alle
nozze (celebrate
a Rebibbia) con
Giuliana Brusa.
Il “bel Renè”, in
carcere, riceverà
per anni centinaia
di lettere di
ammiratrici.

1949
L’8 ottobre la

Durante la
banda Dovunque
viene sgominata

guerra la
dalla polizia.
E a casa di un

malavita aveva
imputato, Ugo
Ciappina, si trova

imparato a
un vero arsenale
da guerra.

combattere con
nuove armi.
Così, negli anni
Cinquanta,
comparvero
i mitra per
svaligiare
gioiellerie e
portavalori.
Come a Chicago
ARCHIVIOGIANCOLOMBO

82
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1977
La seconda cattura,
a Roma, di Renato
Vallanzasca, il
violento boss
della Comasina.
Alla fine della
sua sanguinosa
carriera totalizzerà
4 ergastoli e sarà
accusato di 7
delitti, 4 commessi
di sua mano.

ARCHIVIOFARABOLA (4)
1949
Il 1° ottobre la
banda Dovunque,
chiamata così
per la velocità
di spostamento,
rapina la gioielleria
superprotetta
di via Donatello
(la strada nella
fotografia).

ARCHIVIOGIANCOLOMBO
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ARCHIVIOFARABOLA (4)
1958
La mattina del
27 febbraio, in
via Osoppo, 7
malviventi in tuta
blu da operaio
speronano con
un camioncino il
furgone blindato
portavalori della
Banca Popolare di
Milano. Poi, senza
sparare, disarmano
le guardie e si
dileguano con un
bottino clamoroso.

L’abilissima banda di via Osoppo


fu catturata grazie all’etichetta
delle tute, lasciate su un greto

1958
Nel tondo: il 1° di
aprile i giornali
escono a titoli
cubitali con la
notizia dell’arresto
dei banditi di via
Osoppo. A lato: alla
conferenza stampa
il questore De Rosa
mostra una delle
armi della “rapina
del secolo”.

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1949
Ezio Barbieri in
“gabbia“ al suo
processo. Detto il
bandito dell’Isola
(quartiere ad alto
tasso di ligera),
Barbieri era il
capo della banda
dell’Aprilia nera, la
veloce Lancia con
cui fuggiva dopo i
colpi.

LA MOSTRA
F ino all’11 febbraio nelle splendide
sale di Palazzo Morando è allestita
l’esposizione Milano e la Mala. La storia
dei boss come Turatello, Epaminonda
e Vallanzasca, che agivano invece in
una metropoli in rapida e forte ascesa
Luciano Lutring, i dadi delle bische, le
armi che la polizia usava contro il crimine
meneghino nelle sue varie fasi evolutive.
criminale della città, dalla rapina di economica. Al “bel Renè“ e alle sue feroci In mostra ci sono anche le storie di chi
via Osoppo a Vallanzasca. Il percorso gesta è dedicata una sezione intera. ha tentato di contrastare bande, banditi
della mostra, organizzato in senso Guardie e ladri. Il visitatore è condotto e boss, come il commissario Nardone, il
cronologico, ricostruisce quarant’anni nel viaggio dalla ligera al racket grazie commissario Zamparelli, detto Maigrette,
di vita e malavita della capitale morale, a 140 fotografie (tra cui tutte quelle il leggendario maresciallo Oscuri e i
dalle prime rapine del Dopoguerra, presenti in questo servizio), video, questori Agnesina e Serra.
quando Milano era ancora affamata documenti e “strumenti del mestiere” Palazzo Morando, Milano: info: 02
e da ricostruire, ai crimini più efferati come la celebre custodia del mitra di 8056685; www.mostramalamilano.it

85
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SCIENZA
A caccia di scheletri
La paleontologa inglese
Mary Anning in un
ritratto. A destra, un
acquerello del 1830
basato sui fossili ritrovati
dalla scienziata.

ALAMY STOCK PHOTO (2)


MARY ANNING
(1799-1847)
Paleontologa

LA CENERENTOLA
DEI FOSSILI
D iversamente da altre scienziate, Mary
Anning era di famiglia povera ed
ebbe una scarsa istruzione. Nacque a
Lyme Regis, nell’Inghilterra Meridionale,
in una zona di scogliere ricche di fossili,
che i locali vendevano ai visitatori. Fu
il padre a insegnarle a cercarli e, morto
lui (1810), la giovane proseguì l’attività.
Nel 1811 scoprì il primo scheletro di
ittiosauro, un rettile marino, seguito poi
dal primo plesiosauro, da uno pterosauro
(primo rettile volante d’Inghilterra) e
nuove specie di fossili di pesci.
Ispiratrice. Riuscì a ricostruire un intero
scheletro, imparando l’anatomia dalle
dissezioni di seppie e pesci e studiando
articoli scientifici che chiedeva ai
visitatori. Ebbe grandi intuizioni,
come quella della natura dei coproliti
(feci fossili), e il suo rigore scientifico
influenzò molto la paleontologia,
disciplina allora nascente.

Intraprendenti, anticonformiste e molto più in gamba


di certi colleghi maschi. Ma spesso queste studiose

SCIENZIATE
sono rimaste senza cattedra né riconoscimenti.

NONOSTANTE TUTTO
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MARIA CUNITZ
(1610-1664)
Astronoma
STELLA NASCENTE DI SLESIA

N ata in Slesia (oggi


Polonia) in una
famiglia colta, a 5 anni
semplificava le teorie
di Keplero (suo
contemporaneo),
sapeva leggere, a 10 correggendone
parlava sette lingue. gli errori. Scritto in
Appassionata di latino, lingua della
astronomia, studiò tra scienza, e in tedesco,
l’altro con il medico equiparato a lingua
Elias von Löwen, che scientifica solo a fine
sarebbe poi diventato secolo, il libro ebbe
suo marito. molta risonanza. Nel
Eredità. Nel 1650 1655 un incendio
pubblicò a proprie le distrusse casa e
spese Urania propitia, appunti. Ma Maria
in cui proponeva Cunitz non fu
nuovi metodi di scordata: a lei sono
calcolo e tavole dedicati un cratere su
astronomiche, e Venere e un asteroide.

La Storia ci ha tramandato raramente il nome di


scienziate. D’altronde gli studi superiori sono stati
preclusi per secoli alle donne, alle quali le convenzioni
sociali lasciavano poco spazio. Eppure, in tante ce
l’hanno fatta, lottando contro la famiglia e la società,
ALAMY STOCK PHOTO

anche se di rado hanno avuto grande risonanza perché


rimaste all’ombra degli uomini. Eccone alcune.
A cura di Giuliana Lomazzi

ALAMY/IPA
M. GAETANA AGNESI LAURA BASSI
(1718-1799) (1711-1778)
Matematica Fisica
PIA DIVULGATRICE LA PRIMA DOCENTE

N ata a Milano da una famiglia ricca, era


tanto brillante che il padre, docente
di matematica all’Università di Bologna,
B olognese, fu la seconda laureata
d’Europa. Versata in tutte le materie,
studiate a casa, fu accolta nel 1732
le fece dare un’istruzione privata. Dopo all’Accademia delle scienze. Lo stesso anno
aver imparato sette lingue passò ad discusse all’università bolognese due
altri interessi, sfoggiando le proprie tesi, ottenendo una cattedra onoraria di
competenze nel salotto culturale di casa. filosofia per 500 lire annue – ma poteva
Capolavoro. A 17 anni pubblicò il primo insegnare solo in certe occasioni.
saggio, ma l’opera summa arrivò nel 1748: “Casalinga”. Famosa in tutta Europa,
Instituzioni analitiche ad uso della gioventù intraprese studi di fisica sperimentale
italiana. Scritta in italiano (non in latino, e matematica con il medico Giuseppe
com’era d’uso), fu tradotta in inglese e Veratti, che sposò nel 1738. Con lui
francese. Era il primo libro di matematica organizzò in casa un laboratorio di fisica
di una donna e la prima opera divulgativa sperimentale newtoniana e un salotto
del genere: in mille pagine Maria Gaetana culturale, e qui dal 1749 iniziò a insegnare
Agnesi esponeva i principi base di algebra la disciplina a universitari, aggirando il
e geometria analitica, calcolo differenziale divieto per le donne; l’ateneo le raddoppiò
e integrale. E descriveva, per prima, la lo stipendio. Ogni anno la Bassi teneva
versiera, un tipo di curva matematica. A un dissertazioni all’Accademia delle Scienze
certo punto, però, accantonò gli studi per sugli argomenti più svariati. Nel 1766 ebbe
dedicarsi alla beneficenza. infine una cattedra, questa volta effettiva.

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Software d’annata
Un ritratto del 1836
La prima donna a
di Ada Lovelace. Figlia
del poeta Byron, è ricevere il Nobel
considerata la prima
programmatrice di fu Marie Curie nel
1903: inizialmente
computer al mondo.

doveva essere
conferito solo al
marito Pierre. Poi il
bis, nel 1911

IPA
CÉCILE VOGT
(1875-1962)
Neurologa

ADA LOVELACE LA “MAMMA”


GETTY IMAGES

(1815-1852) DELLE NEUROSCIENZE


Matematica

LA NERD
D i origine francese, Cécile Mugnier fu
tra le poche laureate in medicina a
Parigi. Intraprese poi studi di neurologia
DEI COMPUTER all’Ospedale di Bicêtre dove conobbe

N ata a Londra, era figlia Per lui tradusse un testo in il futuro marito, il tedesco Oskar Vogt,
del poeta Byron e di cui l’ingegnere italiano Luigi con cui proseguì le ricerche a Berlino per
una nobile studiosa di Menabrea illustrava le proprie sessant’anni. I due volevano capire le basi
matematica, che però non teorie per lo sviluppo della dei processi della coscienza e dei disordini
formarono mai una coppia. macchina. Ada aggiunse mentali come nevrosi e psicosi.
Temendo “derive poetiche” molte brillanti note. Descrisse Vedova. Verso fine carriera la coppia si
della figlia, la madre la avviò un algoritmo per il calcolo dei concentrò sulla terapia genica – ancora
allo studio della matematica. numeri di Bernoulli, il primo oggi all’avanguardia. Cécile svolse inoltre
Geniale. A 17 anni la Lovelace programma informatico della ricerche di neuropatologia avanzata e fu
(il cognome è del marito, che Storia. Ebbe l’intuizione che una pioniera nella neuroanatomia del
avrebbe sposato nel 1835) in futuro la macchina non talamo, una struttura del cervello.
conobbe Charles Babbage, avrebbe fatto solo calcoli ma Ebbe però riconoscimenti limitati.
che lavorava a una macchina anche, tra l’altro, “composto” Per una ventina d’anni ottenne un posto
analitica per svolgere musica. Nel ’79 le fu dedicato ufficiale come insegnante retribuita al
qualsiasi tipo di operazioni. il linguaggio informatico Ada. Kaiser Wilhelm Institut.
Dopo la morte del marito non le vennero
più riconosciuti meriti scientifici.
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Caroline Haslett D’altri tempi

IPA
In un quadro del 1901
(1895-1957) la matematica, filosofa
Ingegnere e astronoma Ipazia che
visse in Egitto
(IV-V secolo d.C.).
LADY DINAMO

N ata da una modesta famiglia inglese,


mentre lavorava si dedicò a studi di
ingegneria elettrica a Londra. L’intento era
liberare le donne dalla schiavitù dei lavori
domestici, permettendo loro di coltivare
i propri interessi fuori casa. Vide lontano:
la corrente elettrica doveva ancora
raggiungere le case, ma già era presente
nell’industria. Così aprì alle donne un
campo, quello dell’ingegneria, fino ad
allora prerogativa maschile.
Elogiata. Cominciò nel 1919 come prima
segretaria della Women’s Engineering
Society; in seguito fondò e diresse
due riviste di ingegneria femminile e
varie associazioni di categoria. Dopo la
Seconda guerra mondiale, unica donna,
fu l’esperta della sicurezza in un comitato
di 20 professionisti incaricati di valutare le
necessità per le istallazioni elettriche nelle
case. Ebbe anche incarichi governativi,
e rappresentò l’Inghilterra all’estero. Le
andò meglio che ad altre donne: cambiati i
tempi, i riconoscimenti non le mancarono.
LE ALTRE DONNE DI SCIENZA
Ipazia (IV-V secolo): la prima matematica lei, il Massachusetts fu il primo Stato Usa
e astronoma di cui abbiamo notizia. Fu a introdurre standard qualitativi per le
la prima donna a capo della scuola neo- acque e moderne fognature.
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platonica di Alessandria d’Egitto. Grazie Rosalind Franklin (1920-1958): fisica e


a lei fu migliorato l’astrolabio e inventato chimica britannica, intuì per prima che il
l’idroscopio. Fu uccisa da monaci cristiani. Dna era costituito da due catene distinte.
Loredana Marcello (XVI secolo), detta I colleghi Francis Crick e James Watson, al
la “dogaressa erudita”: sposò un doge, corrente dei suoi studi, presentarono un
lasciò un’opera di botanica (perduta) modello del Dna, aggiudicandosi il Nobel
che fu usata per curare gli appestati a per la medicina nel 1962.
Venezia. Lise Meitner (1878-1968): fisica atomica
Elena Cornaro Piscopia (1646-1684): austriaca, studiò la radioattività con
veneziana, fu la prima laureata d’Europa Otto Hahn e fornì per prima l’esatta
(e forse del mondo), nel 1678 a Padova. interpretazione del processo di fissione
Maria Sibylla Merian (1647-1717): nucleare. In lizza 3 volte per il Nobel,
naturalista e illustratrice tedesca, studiò non lo ottenne perché ebrea: questo le
(e disegnò) la metamorfosi del bruco impedì di continuare a lavorare con Hahn,
in farfalla. I suoi lavori ebbero tardi il quale ricevette il premio nel 1944 per la
riconoscimenti perché scritti in tedesco e scoperta della fissione nucleare.
non in latino. Maria Goeppert-Mayer (1906-1972):
Caroline Herschel (1750-1848): tedesca, fisica tedesca naturalizzata Usa, studiò
fu la prima donna a scoprire comete (ne il nucleo atomico di cui propose un
individuò otto) e a ricevere prestigiose modello. Per questo ricevette il Nobel nel
onorificenze scientifiche. Lavorò con il 1963 insieme a Hans D. Jensen. Prima di
fratello William, noto astronomo. ottenere la cattedra in fisica, lavorò per
Sofia Kovalevskaya (1850-1891): fu la anni senza stipendio.
prima laureata in matematica d’Europa Grace Murray Hopper (1906-1992):
e la prima fisica russa. Nel 1889 le fu pioniera della programmazione
assegnata a Stoccolma una cattedra informatica, questa matematica
universitaria. Fu anche tra le prime americana lavorò con il primo computer
scienziate a collaborare con una rivista digitale della marina, il Mark I.
scientifica. Margarete Schütte-Lihotzky (1897-
Ellen Swallow Richards (1842-1911): 2000): seconda donna austriaca a
chimica statunitense ed ecologista ante laurearsi in architettura e prima a
litteram, fu la prima donna a entrare al svolgere un’attività professionale.
Massachusetts Institute of Technology di Pioniera dell’edilizia popolare, per prima
Boston. Si occupò di questioni sanitarie ideò una cucina ergonomica e una
e della qualità di aria e acqua. Grazie a lavanderia centralizzata.
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I GRANDI TEMI LA RESTAURAZIONE

GETTY IMAGES

Talleyrand
Uno...
Il principe di Talleyrand,
rappresentante della Francia, detto
il “diavolo zoppo” per il suo difetto
fisico e per la sua propensione alle
astuzie politiche. A destra,
i partecipanti al Congresso, che si
tenne a Vienna dal 1º novembre
1814 al 9 giugno 1815.

Al Congresso di Vienna le potenze europee tentarono di


riportare indietro l’orologio della Storia, senza riuscirci.

L’ULTIMO
90
S
VALZER
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BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO (2)


von Metternich
... contro l’altro
Il principe austriaco von
Metternich che si mise in luce
durante i lavori del Congresso
e nel 1821 divenne Cancelliere
dell’impero. Aveva come
principale obiettivo contrastare
lo spirito rivoluzionario che
dilagava in Europa.

P
er più di venticinque anni riunivano in congresso a Vienna il 1° guanto, facendo e disfacendo nazioni.
uno spettro si era aggirato per novembre 1814 per rimettere le cose a All’apertura del Congresso si presentò
l’Europa, togliendo il sonno a posto. Nelle cancellerie europee, infatti, al castello di Schönbrunn una folla di
re e imperatori e terrorizzando in quei giorni la parola d’ordine era duecento delegazioni, in rappresentanza
una generazione di parrucche “restaurazione” e l’obiettivo era riportare di Stati e Staterelli, ciascuna pronta a
incipriate. Questo spettro si chiamava le lancette della Storia a prima della perorare la propria causa.
“rivoluzione”, un sconvolgimento che Rivoluzione francese, come ha scritto
si era allargato a macchia d’olio in tutta lo storico Franco Della Peruta: “I teorici PARTITA A QUATTRO. Il Congresso
Europa a partire dal fatidico 14 luglio più intransigenti della controrivoluzione “assomiglia a una fiera in un piccolo
1789, quando il popolo parigino aveva restauratrice coltivavano l’ideale di paese, in cui ognuno dà una lucidata al
dato l’assalto alla Bastiglia. E con il un ritorno integrale al passato, di una dorso del proprio bestiame per venderlo
tempo aveva prodotto anche un mostro, cancellazione totale dei cambiamenti e barattarlo”, scrisse, in quei giorni, un
Napoleone, che con le sue baionette introdotti nella società civile e politica dignitario prussiano, Gebhard Leberecht
aveva messo a ferro e fuoco il Vecchio europea sotto il regno dei principi dell’89 von Blücher, e in mezzo a tanto clamore
Continente. Ora però il peggio sembrava e con la forza delle armate di Napoleone”. poche erano le voci che contavano
alle spalle e il “Piccolo caporale” aveva Più facile a dirsi che a farsi, dato che veramente. “A Vienna i due Stati guida
come impero personale solo l’isola Napoleone e le sue armate avevano furono la Russia e l’Inghilterra, le due
d’Elba, mentre i potenti d’Europa si rivoltato il continente come un potenze che più avevano contribuito al 

91
S
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Regno
di Norvegia Helsinki
Oslo
Impero russo
Stoccolma

Regno
mare del Nord
Impero d’Austria di Svezia
Mosca
Regno
di Danimarca
Copenhagen
Confine della Regno
di Gran Bretagna Regno
Confederazione e Irlanda dei Paesi Bassi Danzica
germanica sia
Londra Prus
o di
Amsterdam Regn Berlino
Varsavia Impero
russo
Regno
Parigi di Polonia
Confederazione Praga
germanica

I m pero d ’Austria
Monaco Vienna

Regno Svizzera
di Francia Budapest

Milano Lombardo Regno


Veneto d’Ungheria
Torino
Venezia Belgrado
Regno Istria
Da
di Portogallo Gr. lm
Stato az
Nuovi equilibri Lisbona Madrid Regno
Modena della
chiesa
ia

Nella cartina, il Regno


di
Sardegna
Gr. Roma
Toscana
continente come di Spagna Istanbul
Napoli
uscì dal Congresso, Im
per
diviso tra le maggiori Gibilterra
(Gran Bretagna) Cagliari
Regno o ott
omano
delle Due
potenze europee. Sicilie
Sotto, Lord Castlereagh mar Mediterraneo Palermo
Atene
(1769-1822), di origine
irlandese, all’epoca della
conferenza ministro Malta
degli Esteri del Regno (Gran Bretagna)

Unito.

Dopo anni di guerre, i nobili volevano


riassaporare la bella vita di una volta
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

crollo di Napoleone, la prima con le sue pagine seguenti). Tra i quattro, a cui si
inesauribili riserve di soldati, la seconda aggiungeva Karl August von Hardenberg
con la sua supremazia navale”, scrive (1750-1822), plenipotenziario di una
Della Peruta. A rappresentarle, lo zar Prussia sempre più in ascesa, si giocò
Alessandro I (1777-1825), personalità per mesi una partita a scacchi in cui
impulsiva, imprevedibile, impregnata di ognuno controllava innanzitutto gli
misticismo religioso, e Lord Castlereagh avversari prima di far qualsiasi mossa.
(1769-1822), freddo e realista ministro
degli Esteri di sua maestà britannica. DALLE DANZE... La Restaurazione,
Lo zar mirava ad assumere la guida in fondo, poteva attendere qualche
di tutta l’Europa come un grande mese, anche perché dopo decenni di
padre depositario della volontà guerre e lotte l’aristocrazia aveva voglia
divina. Castlereagh mirava invece di riassaporare la bella vita.“Il Congresso
a evitare proprio un’egemonia in danza ma non avanza”, scrisse in una
Europa di qualsivoglia potenza. missiva al principe de Talleyrand il
Tra queste opposte visioni si quasi ottuagenario Charles Joseph de
inserì l’azione delle due menti Ligne, militare e scrittore, che morì
più raffinate della diplomazia prima di vedere la fine di quello storico
dell’epoca, l’austriaco principe congresso. E Vienna in quei giorni

Lord Castlereagh di Metternich e il principe di


Talleyrand, rappresentante
sembrava fatta apposta per danzare.
«Trionfava una gioiosa spensieratezza,
di Luigi XVIII, fratello del condita da uno straordinario sfoggio
sovrano decapitato dai di eleganza e di lusso e animata da
rivoluzionari nel 1793 e re intrighi sentimentali che coinvolsero
di Francia dopo la cacciata di tutti i protagonisti del Congresso»,
Napoleone (v. riquadro nelle spiega Vittorio Criscuolo, docente di
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La Santa Alleanza gendarme d’Europa


L’ ordine stabilito a Vienna
venne mantenuto grazie
alla polizia, alla censura e agli
rivolte. Su proposta dello zar
Alessandro I, tra Austria, Russia
e Prussia nacque la Santa
insurrezioni durante i moti
carbonari e liberali degli Anni
’20 e ’30 dell’Ottocento.
di origine divina contrario
ai principi della monarchia
parlamentare inglese.
eserciti. Fu inoltre deciso il Alleanza (ottobre 1815), detta Dentro e fuori. Nell’alleanza Anche il papa non appoggiò
principio in base al quale, se santa perché “voluta” da Dio per entrò nel 1822 anche la Francia, la Santa Alleanza poiché a
uno Stato aveva problemi preservare l’ordine costituito. Il mentre ne rimase fuori la essa partecipavano, oltre
di carattere rivoluzionario, mutuo aiuto in caso di rivolte Gran Bretagna, per la quale alla cattolicissima Austria, la
le altre potenze potevano interne fu uno strumento il patto rappresentava una Russia, ortodossa, e la Prussia,
intervenire per sedare le efficace per reprimere le riaffermazione dell’assolutismo protestante.

Congresso
danzante
A lato, un momento
di svago durante
la conferenza. Gli
aristocratici non si
fecero mancare feste
e danze anche in
quei giorni, in cui si
decidevano le sorti
di Stati e popoli
d’Europa.
In basso a destra,
Alessandro I, zar di
Russia dal 1801
al 1825.

GETTY IMAGES (2)


Storia moderna all’Università Statale efficientissimo sistema di spionaggio: in
di Milano. In effetti di Metternich si pratica tutti i membri delle delegazioni
disse che trascorreva tre quarti della e tutti i personaggi di rilievo presenti al
sua giornata tra feste e danze e lo zar Congresso furono seguiti e controllati
Alessandro venne descritto nei dispacci costantemente».
ufficiali come un “accanito ballerino”. Di queste divisioni seppe in un
primo tempo approfittare con astuzia
... AI DUBBI. Non fu però un’assise il “diavolo zoppo”, come gli avversari
da operetta, quella di Vienna, perché chiamavano Talleyrand per il suo difetto
sotto la patina di festa aleggiava la fisico e la sua luciferina propensione
preoccupazione tra teste coronate e all’intrigo. Riuscì a far passare la
dignitari di corte. Preoccupazione che Francia non come nazione sconfitta
la rivoluzione riprendesse fiato e che ma come vittima della Rivoluzione
la borghesia, sempre più ricca con prima e di Napoleone poi. Bisognava
l’industria e i commerci, non se ne quindi restaurare il potere legittimo
stesse buona buona in un cantuccio rappresentato da Luigi XVIII e non
mentre l’aristocrazia riprendeva in mano imporre punizioni al Paese.
le briglie del potere. Preoccupazione che Il principio di legittimità, cioè il
le rivendicazioni di liberali e patrioti, che ritorno al governo delle autorità che
già aleggiavano nell’aria, prendessero avevano esercitato il potere prima della
forza sulle ali del nuovo gusto romantico Rivoluzione, divenne così uno dei
con il suo amore per le passioni, cardini del Congresso anche perché era
la libertà e gli eroismi. A questo si un punto di partenza solido e
aggiungevano i sospetti tra le grandi ancorato ai bei tempi andati.

Alessandro I
potenze che danzavano nella stessa Castlereagh, e soprattutto Metternich,
sala ma ognuna a tempo della propria erano però troppo intelligenti per non
musica. Prova di tanta diffidenza capire che non era possibile far tornare
erano le spie, di cui Vienna era piena, indietro di 25 anni il corso della Storia.
come conferma sempre Criscuolo “La Restaurazione non poteva essere
quando racconta che il governo una pura e semplice reazione. Essa
austriaco «organizzò un capillare ed andava invece vista come il tentativo 

93
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ALINARI
Ultimo atto
A lato, i “big” d’Europa si spartiscono
il continente a Vienna, in una stampa
satirica anonima. Sotto, il registro
dei lavori e le decisioni prese alla
fine dell’assise, in calce le firme
dei rappresentanti dei cinque Stati
principali (Francia, Austria, Prussia,
Russia e Gran Bretagna).
ALAMY/IPA

Con la Restaurazione si crearono


equilibri che, tra alterne vicende,
Talleyrand vs durarono fino al 1914
Metternich di creare un nuovo equilibrio politico dopo mesi di discussioni, vennero in
e sociale che, pur fondandosi sui realtà prese in tutta fretta dopo che
Il Congresso di Vienna fu anche uno valori dell’antico regime, teneva si era diffusa la notizia della fuga di
scontro di personalità, ciascuna decisa
conto in qualche misura delle Napoleone dall’isola d’Elba (26 febbraio
a ottenere vantaggi maggiori per la
propria nazione. Tra questi vi erano il esigenze di rinnovamento affermatesi 1815). Cominciava l’ultima avventura
principe di Talleyrand, delegato per dopo il 1789 nel campo legislativo, napoleonica, quella dei Cento Giorni, e
la Francia, e Klemens von Metternich, amministrativo, economico e sociale”, non era più tempo di battibecchi tra le
plenipotenziario dell’Impero d’Austria. ha scritto Della Peruta. La Rivoluzione grandi potenze. Bisognava unirsi ancora
Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Napoleone avevano creato leggi una volta per fronteggiare il nemico di
(1754-1838) era un abile trasformista. efficaci, una burocrazia efficiente e un sempre. Alla chiusura del Congresso, il
Diventato vescovo, senza vocazione, nel
1789, aveva poi aderito alla Rivoluzione esercito moderno. Non aveva senso 9 giugno 1815, pochi giorni prima della
francese e in seguito era entrato al rinunciarvi. L’importante era che non resa dei conti definitiva con Napoleone
servizio di Napoleone. Nonostante ciò, si parlasse più di assemblee, sovranità a Waterloo, diplomatici e dignitari
nel 1814 sedeva con le potenze europee popolare e uguaglianza. erano comunque convinti di aver posto
a ridisegnare l’Europa per riportarla una pietra tombale sulla Rivoluzione.
indietro nel tempo, a prima della EQUILIBRISMI. Quanto alla Fu un’illusione, come dimostrarono
Rivoluzione. legittimità, doveva essere dominata da gli eventi successivi fino alle rivoluzioni
Opposti. Il principe di Metternich
(1773-1859), invece, per tutta la vita un sano realismo basato sul principio del 1848, che spazzarono via la
dell’equilibrio, cioè sull’idea di evitare Restaurazione. Tuttavia il Congresso

S+
ebbe un unico obiettivo: contrastare
lo spirito rivoluzionario e ripristinare che uno Stato potesse stabilì per la prima volta
l’ordine, assicurando la pace all’Austria primeggiare sugli altri. APERNE il concetto di equilibrio
DI PIÙ
e all’Europa. Fu sempre al servizio degli E per mantenere questo tra le 5 potenze maggiori,
Asburgo: iniziò come ambasciatore a equilibrio il Congresso di che resse il continente
Dresda e a Parigi e in seguito, durante
Vienna ridisegnò la carta Il Congresso di europeo, cuore della
gli anni delle guerre napoleoniche,
tentò, da ministro degli Esteri, di del Vecchio Continente, Vienna, Vittorio politica mondiale,
contenere le ambizioni del Còrso. Il ma senza tenere conto Criscuolo, Il Mulino. garantendo un secolo di
Congresso di Vienna rappresentò la degli interessi dei popoli. L’Ottocento, relativa pace. Più prosaico
sua consacrazione politica e gli aprì la L’Austria ebbe il Lombardo- Franco Della Peruta, il giudizio degli avversari
strada, nel 1821, alla carica di Cancelliere Veneto e l’egemonia sul Nord Mondadori. della Restaurazione, come
dell’Impero d’Austria. Indro Montanelli Italia, la Russia si allargò Metternich, Luigi dimostra l’epitaffio scritto
ben sintetizzò le loro antitetiche Mascilli Migliorini,
personalità: “Talleyrand non credeva a in Polonia, la Prussia verso Salerno Editore. dal poeta liberale Byron
nulla e quindi era sempre pronto a tradire Occidente nelle terre renane alla morte di Castlereagh:
Alessandro I.
chiunque. Metternich rimase sempre e la Francia mantenne il suo Lo zar della “Qui giacciono le ossa di
specchiatamente fedele al suo Paese e status di potenza. Alla Gran Santa Alleanza, Castlereagh: fermati, o
al suo sovrano, credeva in ciò che faceva Bretagna rimase il dominio Henri Troyat, viandante, e piscia”.
anche se era sbagliato”. sui mari. Queste decisioni, Bompiani. Roberto Roveda

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INTANTO NEL MONDO


EUROPA MONDO SOCIETÀ E CULTURA

1812 1812
Fallimentare spedizione in Russia di Napoleone. Inizia la guerra anglo-americana.

1813
Napoleone è sconfitto a Lipsia; la coalizione
anti-francese inizia l’invasione della Francia.

1814 1814
Le potenze europee occupano Parigi e George Stephenson collauda con successo la
costringono Napoleone all’esilio sull’isola d’Elba. prima locomotiva a vapore.
In Francia sale al trono Luigi XVIII mentre si apre
il Congresso di Vienna.

1815 1815
Sconfitta definitiva di Napoleone, fuggito Negli Stati Uniti viene varata la prima nave da
dall’Elba, a Waterloo. Si chiude il Congresso guerra alimentata a vapore.
di Vienna. Nasce la Santa Alleanza tra Russia,
Prussia e Austria.

1816 1816
Nasce il Regno delle Due Sicilie. Viene rappresentato per la prima volta a Roma
1818 Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini.
Indipendenza del Cile.
1819
1820 Walter Scott pubblica Ivanhoe.
Moti carbonari e liberali in Spagna, Portogallo
e a Napoli.

1821 1821
Moti liberali in Piemonte (sotto, Carlo Alberto Simón Bolívar guida il Venezuela
di Savoia). all’indipendenza dagli spagnoli. Gli Stati Uniti
ottengono la Florida dalla Spagna.
Indipendenza del Perù.

1823
Il presidente Usa James Monroe proclama la
“Dottrina Monroe”: non ci devono più essere
interferenze dell’Europa nelle Americhe.

1824 1824
Nasce la Repubblica del Messico. Prima esecuzione della Nona Sinfonia di
Beethoven.
1825
L’Uruguay diventa indipendente.

1830 1830 1830


In Francia scoppia la “rivoluzione di luglio” che Le truppe francesi iniziano la conquista Stendhal pubblica Il rosso e il nero.
porta sul trono Luigi Filippo d’Orléans, detto il dell’Algeria sottraendola al controllo degli
“re borghese”. Ottomani.

1834 1834 1834


Nasce l’Unione doganale degli Stati tedeschi Inizia il Great Trek, la lunga migrazione dei Louis Braille mette a punto il sistema di lettura
(Zollverein), che porterà all’unificazione della Boeri dalla colonia del Capo verso le regioni per i ciechi, il Codice Braille.
Germania. dell’Orange e del Transvaal.

1839 1839
Scoppia il conflitto anglo-cinese conosciuto Viene inaugurata la prima linea ferroviaria
1844 come Prima guerra dell’oppio. italiana, la Napoli-Portici.
Fallisce il moto dei fratelli Bandiera.

1848 1848 In California inizia la corsa all’oro. 1848


Moti rivoluzionari in tutta Europa. Prima guerra Pubblicato a Londra il Manifesto del Partito
d’indipendenza in Italia. La Francia diventa Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels. Nello
una repubblica e Metternich è costretto alle scritto si analizza la Storia come lotta di classe
dimissioni da cancelliere dell’Austria. Finisce ed è proclamata la necessità di una rivoluzione
l’età della Restaurazione. che porti alla dittatura del proletariato.

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MISTERO
A Johann Joachim Winckelmann dobbiamo la storia

MOVENTE
Ma l’amore per la bellezza non lo salvò da una morte

Libri e antiche mura


Il ritratto di Johann Joachim
Winckelmann, su un
paesaggio classico, di un
pittore anonimo (1760).
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dell’arte, il Neoclassicismo, l’archeologia moderna.

OSCURO
orribile e, ancora oggi, con un...

C
inque fendenti mortali: così,
250 anni fa, moriva in una
locanda triestina una della
menti più brillanti e ammirate
del XVIII secolo. Storico dell’arte e
“padre” del Neoclassicismo, a Johann
Joachim Winckelmann (1717-1768)
il mondo è debitore per l’enorme
contributo che diede all’archeologia
e alla cultura. Ma che sia morto così,
assassinato in una stanza d’albergo,
pochi lo sanno. E tra quelli che lo
sanno, in tanti hanno ancora oggi
più di un dubbio. Lo accoltellò un
ladruncolo, Francesco Arcangeli, ma
le certezze finiscono qui. Perché sul
movente i dubbi sono più di uno:
davvero si trattò di una rapina finita
male? E se non fu così, c’era forse un
mandante dietro l’omicidio? A queste
domande prova a rispondere il libro Il
delitto Winckelmann. La tragica morte
del fondatore dell’archeologia moderna
(Metamorfosi Editore), che la storica
dell’arte Paola Bonifacio ha scritto
seguendo le tracce dello studioso
tedesco e ricostruendone soprattutto
gli ultimi giorni e le ultime ore.
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

ROMA VAL BENE UNA MESSA.


Fu proprio grazie alla sua solida cultura
che, nel 1755, Johann coronò uno
dei suoi più grandi sogni: trasferirsi
a Roma. Il nunzio apostolico in
Polonia, il cardinale Alberico Archinto 
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AKG/MONDADORI PORTFOLIO
SCALA
Dove studiò
La Vecchia Chiesa
della Santa Croce a
Dresda, dipinto di
Canaletto (1721–
1780).

Heinrich Graf
von Bünau
Il conte Von Bünau: nella sua
biblioteca si perfezionò la formazione
culturale del giovane studioso.

Una volta a Roma, forse l’archeologo si lasciò


coinvolgere in giochi di potere più grandi di lui
(residente a Dresda, dove Winckelmann della Chiesa sia nel Napoletano. Ma, come sottolinea Bonifacio, forse
si era trasferito), gli propose di «A Roma», scrive Paola Bonifacio, Winckelmann si lasciò coinvolgere in
accompagnarlo nella Città eterna «era stato accettato dalla comunità giochi di potere più grandi di lui. Giochi
previa conversione alla fede cattolica. erudita italiana che aveva qui il suo che tirano in ballo l’Ordine dei Gesuiti e
Gli iniziali dubbi di Winckelmann si punto di riferimento»: la fama di la Vienna imperiale di Maria Teresa.
diradarono presto e lo studioso partì Winckelmann iniziò a diffondersi
alla volta di Roma il 18 novembre 1755 nei palazzi del potere romano, SALVARE I GESUITI. «I Gesuiti
col certificato di battesimo in tasca tanto che, oltre ad accompagnare erano malvisti un po’ dovunque», scrive
e una pensione pagata dal principe papa Clemente XIII nelle visite alle Paola Bonifacio, «venivano accusati
ereditario tedesco Federico Cristiano, scoperte archeologiche, divenne di tutto, anche di malversazione e
affinché lo tenesse informato sulle anche responsabile della biblioteca addirittura di sedizione». Il fatto è che
scoperte archeologiche sia nello Stato del cardinale Alessandro Albani. l’Ordine era molto potente e gli Stati
laici di un’Europa travolta dalle idee
illuministe e anticlericali non vedevano
l’ora di cancellarne tutti i privilegi.
Perché ha lasciato il segno Ma dovevano vedersela con Roma:
la Chiesa riconosceva nell’attacco
W inckelmann è stato un grande
innovatore. Fu il primo a dare
una veste scientifica alla storia
come documenti in grado di fornire
informazioni sulle civiltà e sulle
culture precedenti, e non come
ai Gesuiti un attacco al suo potere
temporale. L’Ordine andava difeso
dell’arte, rivoluzionata dal suo semplici curiosità antiquarie. e, secondo alcuni prelati, l’obiettivo
saggio più importante: La storia Neoclassicismo. Diede vita inoltre a si poteva raggiungere attraverso
dell’arte nell’antichità (1763). un sistema di datazione delle opere l’imperatrice Maria Teresa d’Austria.
L’impostazione di Winckelmann, fondato sullo studio del loro stile, Maria Teresa, per quanto “illuminata”
basata sulla ricostruzione dell’arte sull’osservazione diretta e il confronto e altalenante nei suoi rapporti con
antica attraverso lo studio delle con le fonti letterarie. La fortuna delle Roma, era pur sempre una devota
fonti e l’analisi stilistica delle opere, sue teorie contribuì alla nascita e alla
sancì anche la nascita della moderna diffusione della corrente artistica cattolica e soprattutto una convinta
archeologia: grazie a lui, infatti, i del Neoclassicismo, che si ispirava sostenitrice dell’Ordine. L’Austria,
monumenti antichi vennero studiati appunto alle antichità greche e dunque, rimaneva forse l’ultimo
come opere d’arte in se stesse e romane. baluardo cattolico contro la marea laica
e illuminista che dilagava in Europa. 

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Città eterna
GENTILE CONCESSIONE WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA ROMA DEL SETTECENTO Il quadro Veduta
pittoresca del
Campidoglio, con
la statua equestre
di Marco Aurelio,
del pittore parigino
Hubert Robert
(1733-1808).

Alberico
AKG/MONDADORI PORTFOLIO

Archinto
Il cardinale Archinto (1698-1756):
fu lui che portò Winckelmann nella
Città eterna.
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GETTY IMAGES (2)


Il movente Il luogo del

della rapina
delitto
Piazza San Pietro
(oggi Piazza Unità
finita male non d’Italia), a Trieste:
qui c’era la Locanda

regge: tutta Grande, teatro


dell’omicidio di

l’azione era stata


Winckelmann.
Dipinto di Giuseppe

premeditata
Bernardino Bison
(1762-1844).

Ma Winckelmann cosa c’entrava in


tutto questo? In teoria poco, in pratica
molto. Con la sua autorevolezza e la
sua fama di erudito, era la persona
giusta a cui affidare documenti
importanti e riservati da consegnare
direttamente a Maria Teresa d’Austria:
col suo nome poteva entrare in
qualunque palazzo del potere senza
destare sospetti.
Fu così che il 10 aprile 1768 partì da
Maria Teresa Roma. Ufficialmente per uno dei tanti
d’Austria viaggi che spesso compiva in Europa,
L’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo in pratica per nascondere tra i suoi
(1717-1780): poco prima di morire bagagli le carte che avrebbe dovuto
Winckelmann andò in missione da lei. recapitare a Vienna. Nella capitale
austriaca Winckelmann avrebbe
ricevuto altri documenti da portare
a Roma: era in gioco la stabilità del
potere ecclesiastico, religioso, ma anche aiutare Winckelmann nella ricerca di un
In mostra a Roma politico ed economico della Chiesa. imbarco. Ma i giorni passavano senza

P er celebrare gli importanti che lo studioso riuscisse a lasciare


anniversari winckelmanniani MISSIONE FATALE. Il viaggio Trieste. Decise quindi di informarsi
del 2017 (300 anni dalla nascita) e di Winckelmann fu un successo: personalmente al porto e solo allora
del 2018 (250 anni dalla morte), a l’incontro con l’imperatrice e con capì che Arcangeli stava prendendo
Roma sarà visitabile fino al 22 aprile il potente ministro von Kaunitz si tempo. Ma per quale ragione? Dubbi e
2018 la mostra Il Tesoro di Antichità. concluse con la consegna di alcune sospetti andavano chiariti.
Winckelmann e il Museo Capitolino preziose medaglie d’oro e d’argento e, L’8 giugno 1768, i due si trovarono
nella Roma del Settecento. Promossa
da Roma Capitale, Assessorato alla soprattutto, di una serie di documenti uno di fronte all’altro nella stanza
Crescita culturale – Sovrintendenza riservati che dovevano essere portati dell’archeologo; ma la situazione
Capitolina ai Beni Culturali e a cura di immediatamente a Roma. Ma quel precipitò. Prima discussero
Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, carteggio non arrivò mai a destinazione. animatamente, poi l’italiano estrasse
con l’organizzazione di Zètema Lungo il viaggio di ritorno, infatti, dalla camicia un laccio e cercò di
Progetto Cultura, la mostra racconta lo studioso tedesco dovette fermarsi strangolare Winckelmann.
gli anni cruciali che hanno portato, nel
a Trieste (allora porto dell’Austria) Lo studioso reagì energicamente,
dicembre del 1733, alla fondazione
del Museo Capitolino, il primo museo in attesa di un imbarco per Ancona, così l’assassino decise di portare a
pubblico d’Europa. Presenta inoltre da dove avrebbe poi proseguito alla termine l’opera con il coltello e colpì
le sculture capitoline sotto una volta di Roma. Giunto in città il 1° per cinque volte il petto della vittima.
luce diversa, ovvero attraverso le giugno 1768, Winckelmann trovò Mentre l’assassino si dava alla fuga,
intuizioni, spesso geniali, del grande una stanza, la numero 10, presso Winckelmann spirava.
Winckelmann. Arricchita da una la centrale Locanda Grande: 6 lire La fuga di Arcangeli non durò molto:
selezione di 118 opere, Il Tesoro di
Antichità si sviluppa in tre sedi per vitto e alloggio. Nella stanza arrestato, venne immediatamente
diverse: le Sale Espositive di Palazzo accanto, la numero 9, alloggiava processato e condannato a morte
Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra invece Francesco Arcangeli, 28enne mediante il supplizio della ruota
del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo nativo di Campiglio (Pistoia), giunto davanti alla Locanda Grande.
Nuovo. Per maggiori informazioni da Vienna dopo una condanna per L’esecuzione dell’assassino pose la
www.museicapitolini.org. furto e alla ricerca di un lavoro in città. parola fine al giallo che aveva sconvolto
Immediatamente Arcangeli promise di tutta l’Europa: secondo la versione
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Visse d’arte
W inckelmann dedicò la sua
vita interamente alla cultura
con un’abnegazione senza eguali.
Nacque il 9 dicembre 1717 a
Stendal, in Prussia, da una famiglia
di umili origini: il padre, mastro
calzolaio, e la madre, figlia di un
tessitore, non potevano certo
assecondare gli slanci culturali
del figlio. Si iscrisse all’università,
ma le ristrettezze economiche lo
costrinsero a guadagnarsi da vivere
come precettore privato.
Erudito. La passione per l’arte
e la storia non accennavano a
diminuire e il ragazzo dedicava ogni
momento libero alla lettura dei
testi classici. In breve la sua fama
di erudito si diffuse e, su consiglio
della Soprintendenza di Stendal,
trovò un lavoro come bibliotecario
presso il conte Heinrich von Bünau
a Nöthnitz, a sud di Dresda. Nella
fornitissima biblioteca (40mila
volumi!) “conobbe” illuministi come
Voltaire e Montesquieu; mentre
nella Galleria Reale di Dresda,
uno dei musei più importanti del
Settecento, approfondì la sua
conoscenza della pittura italiana del
Rinascimento. In pochi anni divenne
una personalità di spicco nel mondo
culturale dell’epoca.

COURTESY MOSTRA WINCKELMANN A MILANO, BIBLIOTECA BRAIDENSE


ufficiale, infatti, Winckelmann venne E qui si apre un altro mistero:
ucciso mentre Arcangeli tentava di nell’accuratissimo inventario dei
rubargli le monete ricevute a Vienna. beni della vittima vengono citati
involucri intatti di cui non è dato
I DUBBI. Eppure il movente della conoscere il contenuto e di cui Vienna
rapina regge poco. Lo stesso Arcangeli richiese immediatamente l’invio.
al processo sostenne che, se realmente Chi beneficiò della morte dello
avesse voluto impossessarsi dei beni studioso? Che cosa contenevano
dell’archeologo, avrebbe potuto farlo in i documenti che ne causarono
sua assenza poiché ne conosceva bene l’assassinio? Il mistero
le abitudini. Un’altra ipotesi riguarda resta. •
l’omosessualità di Winckelmann: Fabio Dalmasso
può darsi che fra lui e l’assassino sia
scoppiato un diverbio a causa di un
approccio sessuale finito male.
Eppure, aggiunge Bonifacio, «quella
che si è conclusa con l’omicidio era
evidentemente un’azione a lungo
premeditata: l’assassino infatti si
procurò con ampio anticipo il laccio,
che predispose a nodo scorsoio, e il
coltello». Ma fanno riflettere anche le
strane e pressanti richieste provenienti
da Vienna e da Roma subito dopo Johann Joachim
l’uccisione: «Le lettere intercorse Winckelmann
testimoniano chiaramente una certa L’archeologo in un ritratto del 1768
volontà di chiudere al più presto la (l’anno in cui morì, a quasi 51 anni)
questione con la restituzione di ogni del pittore Anton von Maron.
oggetto appartenuto a Winckelmann».
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STORIE D’ITALIA
BERGAMO
A.MOLINO
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Nato a Bergamo, Giacomo Costantino


Beltrami arrivò in America nel 1823,
socializzò con gli indiani e scoprì
le fonti del Mississippi.

L’UOMO
CHE PARLÒ
COI
SIOUX
N
ello Stato del Minnesota ancora l’invasione dell’esercito napoleonico (1797).
oggi c’è una contea che porta il Dalle poche notizie certe sull’infanzia di
suo nome: la Beltrami County. E Beltrami sappiamo che imparò con facilità
non solo: ci sono anche la cittadina il francese, cosa che si sarebbe poi rivelata
Beltrami (nella Contea di Polk), il quartiere molto utile. Quando Napoleone conquistò
Beltrami a Minneapolis e la riserva naturale Bergamo, infatti, Beltrami non ebbe difficoltà
Beltrami Island State Forest. Insomma Giacomo a essere impiegato in varie mansioni: attratto
Costantino Beltrami da Bergamo ha lasciato da quella forza dirompente e rinnovatrice
ampiamente il segno nella leggenda del West. che lo tsunami napoleonico portava con sé,
Vissuto a cavallo tra ’700 e ’800, fu «patriota dopo alcuni incarichi di supporto all’esercito
italiano, soldato napoleonico, giudice, francese, Beltrami intraprese una rapida carriera
letterato, e anche scienziato in vari campi, che lo portò a ricoprire ruoli come cancelliere
dalla storia e dalla lingua degli Aztechi fino di giustizia e giudice nelle Marche, dove avviò
alla botanica», spiega Luigi Grassia, autore anche una tenuta agricola. Fedele agli ideali
L’arrivo di Balla coi Sioux. Beltrami, un italiano alle napoleonici, non esitò a usare la mano pesante
In una ricostruzione, sorgenti del Mississippi (Mimesis Editore). «Lui nella repressione delle rivolte contadine
Giacomo Costantino però si considerava soprattutto un esploratore, che periodicamente si scatenavano contro
Beltrami sulle sponde e lo scopritore delle sorgenti del Mississippi. l’imperatore d’Oltralpe.
del Julia Lake: era il
Questo è stato il capolavoro della sua vita». Un Vicino alla carboneria e alla massoneria,
1832 e l’esploratore
italiano credeva che traguardo che però non diede a Beltrami fama e dopo la caduta del regime napoleonico e la
quello fosse il luogo gloria a casa sua, in Italia. morte del suo grande amore, Giulia de’ Medici
d’origine del fiume Spada, fu accusato di aver preso parte a una
Mississippi. La sua SOTTO L’ALA NAPOLEONICA. Giacomo rivolta antiaustriaca: costretto all’esilio si
fu un’esplorazione Costantino Beltrami nacque nel 1779 da una rifugiò a Firenze per poi ottenere il permesso
geografica ma anche famiglia abbiente: suo padre, Giovanni Battista di ritornare nella sua tenuta marchigiana, ma
etnologica alla
era doganiere della Repubblica di Venezia in come sorvegliato speciale. Una situazione
scoperta delle tribù
native. una città che si apprestava a vivere uno dei insostenibile per Beltrami che decise di lasciare
momenti più importanti della sua storia con l’Italia. «Dopo il crollo del Regno napoleonico 
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Beltrami lasciò
l’Europa anche
deluso dalla
caduta del regime
napoleonico

Visti da vicino d’Italia, su cui aveva fondato tutta la sua vita,


Un’illustrazione dalle speranze politiche a quelle personali,
ottocentesca di un Beltrami si mise a girovagare per l’Europa, ma
guerriero sioux. Il
ogni Paese che visitò gli apparve come il regno
bergamasco fu tra i primi
occidentali a socializzare della reazione», spiega Grassia. Il Nuovo Mondo
con le tribù native poteva aprirgli orizzonti alternativi.
americane, spinto dalla
sete di conoscenza. SENZA PREGIUDIZI. Il viaggio che portò
Beltrami prima in Inghilterra e poi negli Stati
Uniti aveva uno scopo preciso: “Raccogliere
lungo il percorso l’esperienza e la storia dei
popoli stranieri più degni di ammirazione,
studiate nei luoghi stessi dove la libertà aveva
trionfato, per farle conoscere in Italia in modo
che il Paese ne traesse ispirazione per la sua
propria libertà”. Con questo spirito Beltrami
salpò da Liverpool presumibilmente alla fine
di ottobre del 1822 per sbarcare, il 21 febbraio
dell’anno dopo, a Filadelfia.
Da lì prese il via il suo tour americano:
Baltimora, Washington e poi una lunga e
avventurosa esplorazione verso il cuore
selvaggio dell’America, quella frontiera a Ovest
che gli avrebbe riservato sorprese e incontri
con i nativi americani. Proprio nel rapporto con
queste popolazioni Beltrami dimostrò di essere
GETTY IMAGES

un «pioniere della multiculturalità, un termine


che alla sua epoca non esisteva nemmeno,
per come ha saputo entrare in contatto con gli
indiani d’America senza pregiudizi da bianco
colonizzatore o conquistatore», aggiunge
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Esploratore
Sotto, Giacomo
Costantino Beltrami
in un quadro del ’900.
A sinistra, il Lago
Itasca, dove inizia il
Mississippi. Beltrami
pensò di aver trovato
le sorgenti del fiume
nel poco lontano
Julia Lake, chiamato
così in memoria
dell’amata Giulia de’
Medici Spada
(nel tondo, in un
disegno).

ALAMY/IPA

Grassia. «Ma anche senza il mito letterario del


buon selvaggio, troppo facile da coltivare in
Europa, con un oceano in mezzo».

RICORDI DI VIAGGIO. Aggregatosi a una


missione militare di ricognizione, Beltrami
salpò dalla confluenza fra l’Ohio e il Mississippi
il 21 aprile 1823 a bordo del battello a pale
Virginia. Ad attirare l’attenzione del viaggiatore
italiano fu Grande Aquila, capo del popolo
dei Sauk e fiduciario dell’esercito americano
presso la propria tribù. Tra i due nacque subito
una sincera amicizia, suggellata da un dono
originale: Beltrami ricevette infatti lo scalpo di
un sioux che Grande Aquila portava appeso
alla cintola. Fu il primo di una serie di
souvenir che collezionò nel suo girovagare
tra le tribù indiane: entrando in contatto con
i Winnebago, con i Sioux e altre popolazioni
di nativi, il bergamasco entrò in sintonia con
gli autoctoni e raccolse moltissimi oggetti che
sono oggi esposti al Civico Museo di Scienze
naturali Caffi di Bergamo e nel Palazzo Luchetti
Gentiloni di Filottrano (An).
Si tratta di reperti rari come la bella ed
MUSEO DI SCIENZE NATURALI E. CAFFI/BERGAMO

elaborata “borsa da medicina” (il medicine man


era lo sciamano guaritore) che Beltrami barattò
per una bottiglia di whisky: si tratta della pelle
intera, compresa la testa, di un grosso mustelide,
liberata dai peli e svuotata di tutti gli organi
interni così da formare una sacca decorata con 
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Gli altri pionieri made in Italy


N ell’800 migliaia di
italiani, oltre a Beltrami,
attraversarono l’oceano e,
Missouri alla California con una
carovana di carri, o almeno il
primo a raccontarla. Lo scopo
Qualcuno fece fortuna invece
con caramelle e cioccolatini:
fu il caso di Domenico
In pace e in guerra. In tutto
il West non mancarono
nemmeno missionari arrivati
invece di fermarsi nella già principale del viaggio? “Fare Ghirardelli di Rapallo (Ge) a convertire i nativi alla fede
promettente New York, si personalmente dei rilevamenti che, in piena febbre dell’oro, cristiana: il romano padre
spinsero oltre il corso del ferroviari”. Aveva visto giusto: vendeva dolciumi da una città Mengarini (1811-1887) in
Mississippi e del Missouri. la corsa delle compagnie mineraria all’altra. Nel 1852 Oregon fu considerato fra i
Tra di loro c’era Leonetto ferroviarie verso il Pacifico impiantò a San Francisco una maggiori esperti della lingua
Cipriani, origini toscane, che nella seconda metà dell’800 fabbrica di liquori e cioccolato, degli indiani Flathead.
nel 1853 fu il primo italiano diventò uno degli affari più la Ghirardelli Chocolate Durante la Guerra civile
a compiere la traversata dal remunerativi della frontiera. Company che esiste tuttora. americana (1861-1865) alcuni

Sotto, un ritratto di
Falco Nero (1767-
Beltrami scrisse il vocabolario di lingua
1838), un capo tribù
dei Sauk, uno dei sioux (il primo di sempre) mentre cercava
la fonte del Mississippi
popoli con cui venne a
contatto Beltrami.

pitture rituali e aculei di porcospino privati parte della sua lunga avventura americana il 9
della punta, ammorbiditi, colorati e intrecciati. agosto 1823: da solo, facendosi amici gli indiani
Beltrami raccolse anche tamburi da sciamano, Chippewa che incontrava, ormai vestito solo
stoffe decorate con figure geometriche, di pelli e corteccia di betulla, si orientò in un
mocassini in pelle, gambali, zufoli di puzzle di aquitrini, laghi, fiumi, valli (“perché
legno, flauti da corteggiamento e quasi tutto il Paese [...] galleggia per così dire,
una racchetta da lacrosse, un gioco sull’acqua”, annotò nei suoi appunti); il 31 dello
praticato dai nativi che consisteva stesso mese giunse a quelle che lui ritenne le
nel raccogliere e lanciare una palla uniche fonti del grande fiume: in realtà erano
verso la porta avversaria. Ma il solo quelle più settentrionali, quelle del Julia
pezzo più pregiato è il giaccone Lake, così battezzato da Beltrami a perenne
d’alce creato appositamente per Beltrami ricordo del suo grande amore, Giulia de’ Medici
da Woascita, figlia di Tempo Coperto Spada. Ma si sbagliò di poco: il fiume nasce dal
della tribù dei Chippewa presso i quali vicino Lago Itasca. Cinque anni dopo fece un
il viaggiatore italiano divenne molto resoconto dettagliato arricchito da una mappa
noto acquisendo fama di grande (v. nella pagina accanto) del corso del fiume dal
combattente. Lago Winnipeg (Canada) al Golfo del Messico,
tra Tennessee, Louisiana, Alabama, Mississippi
L’ABC DEI SIOUX. Deciso e Kentucky.
a scoprire le sorgenti del Ma non fu solo un’esplorazione geografica:
Mississippi, Beltrami iniziò l’ultima Beltrami mise insieme anche il materiale che

I souvenir

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italiani imbracciarono America rimase, come


anche le armi, come Carlo Camillo di Rudio,
Adolfo Farsari, vicentino, bellunese classe 1832, che
che militò nell’esercito diventò ufficiale del 7°
nordista: entrò nel 12° Cavalleggeri (quello del
Cavalleggeri anche generale Custer) e il 25
allettato dalla buona paga. giugno 1876 era sul campo
Dopo la Guerra civile, di battaglia di Little Big
proseguì la sua avventura Horn, la più grande vittoria
al di là del Pacifico, in dei nativi contro l’esercito
Giappone. Ma c’è chi in Usa. (a. r.)

sarebbe divenuto il primo dizionario della


lingua sioux della Storia. «Durante la parte più
avventurosa del suo viaggio, nella valle del
Mississippi alla ricerca delle sorgenti, Beltrami
si portava dietro un taccuino su cui appuntava
tutte le nuove parole sioux che scopriva man
mano, in modo da ricordarsele e poterle
utilizzare in seguito», spiega Grassia. Il Sioux
Vocabulary 1823 di Beltrami è stato pubblicato
negli Stati Uniti nel 1995 da un’autorevole casa
editrice di testi sioux.

PROFETA ALL’ESTERO. Ormai 58enne, Il viaggio


Beltrami rientrò in Italia dopo un lungo
peregrinare tra Messico, Haiti, Inghilterra, La mappa del corso del
Francia e Germania: il 6 gennaio 1855, all’età Mississippi, dal Canada
al Golfo del Messico,
di 76 anni, morì a Filottrano lasciando dietro di realizzata da Beltrami
sé la fama di viaggiatore e scopritore attento, nel 1828: ricostruisce
curioso e lungimirante. In un’epoca in cui dettagliatamente l’alto
gli indiani venivano trattati come nemici da Mississippi, dove si spinse
uccidere, Beltrami vide in loro esseri umani da alla ricerca delle sorgenti
conoscere, anche attraverso i loro oggetti di uso del fiume. In basso, due
oggetti collezionati da
quotidiano o quelli impiegati in rituali. Una
Beltrami: un tamburo da
sensibilità rara per l’epoca che fece di Beltrami sciamano che raffigura
un personaggio unico, più famoso e celebrato un demone e un paio di
negli Stati Uniti che in Italia come dimostra mocassini decorati.
anche la Beltrami County. •
Fabio Dalmasso
MUSEO BELTRAMI DI FILOTTRAMO (ANCONA) (2)
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AGENDA
A cura di Irene Merli

MOSTRA ROMA

BERNINI
SUPERSTAR
Nella Città Eterna, culla del suo genio, la più grande
antologica sul massimo rappresentante del barocco.

G
alleria Borghese, luogo unico al mondo stanza, in dialogo con lo spazio architettonico.
per fusione di museo e opere, celebra L’esposizione Bernini, articolata in 8 sezioni,
l’arte di uno dei suoi primi e più dà quindi un ritratto a tutto tondo dell’artista
prestigiosi “ospiti”: Gian Lorenzo Bernini. (sopra, in un autoritratto giovanile): dalla sua
A tutto tondo. Non poteva che svolgersi collaborazione con il padre Piero fino agli
qui la più ampia mostra monografica sul ultimi marmi, dai restauri di statue antiche, a
grande scultore secentesco. Perché fu proprio bozzetti, dipinti e disegni prepatori per una
il cardinale Scipione Borghese il suo primo statua equestre di Luigi XIV. Per chi ama il
committente e volle da lui, per quella che allora grande artista napoletano o vuole scoprirlo,
era una sfarzosa villa, gruppi marmorei per ogni un’occasione da non perdere.

Fino al 4/2/2018. Galleria Borghese. Informazioni e prenotazioni (obbligatorie):


068413979, www.galleriaborghese.beniculturali.it

A sinistra, Apollo e Dafne. Sotto, dall’alto,


dettaglio dello stesso gruppo scultoreo;
particolare del Ratto di Proserpina.
©MIBACT-GALLERIABORGHESE

©MIBACT-GALLERIABORGHESE

A destra, David. Bernini rappresentò l’eroe


biblico nel momento in cui accumula forza per
scagliare la pietra addosso al gigante Golia.

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©HENRICARTIERBRESSON/MAGNUMPHOTO
2018: UN ANNO IN MOSTRA
MILANO

Frida Kahlo.
Auguste Oltre il mito
Rodin, Colei Una grande retrospettiva dedicata all’artista
che fu la Belle messicana. Per mostrarne la figura autentica,
Heaulmière, al di là delle leggende, con prestiti di opere FOTO PALERMO
(1880-83). mai arrivate in Italia.
Dall’1/2 al 3/6/2018. Museo delle Henri Cartier-Bresson
culture (Mudec). Info: www.mudec.it Fotografo
140 fotografie, scattate in tutto il mondo, per
GENOVA immergersi nel mondo del maestro francese
dell’immagine e scoprire la ricchezza umana
Picasso. Capolavori dal di ogni suo scatto (sopra, Prostitute. Calle
Cuauhtemoctzin, Città del Messico, 1934).
Museo Picasso di Parigi
In esposizione tutte le opere più care al Fino al 25/2/2018. Galleria d’arte
grande Pablo (50 tra dipinti e fotografie), moderna. Info: www.mostracartierbresson.it
quelle da cui non si volle mai separare fino
alla morte avvenuta nel 1973.
Fino al 6/5/2018. Palazzo Ducale. EVENTO CASTELFRANCO (TV)
Info: www.mostrapicassogenova.it
Le trame
TREVISO
FERRARA
del Giorgione
Auguste Rodin A partire dalla Pala del Duomo, primo
(1840-1917) Courbet e la natura capolavoro del Giorgione. Un percorso
di ritratti veneti del ’600 di grandi autori,
80 opere del grande artista francese, A cinquant’anni dall’ultima grande rassegna corredato da velluti, ricami e broccati che
tra cui ben 50 sculture e 30 disegni. Tra italiana dedicata al padre del realismo, vestivano i protagonisti della Serenissima.
loro, capolavori celeberrimi come Bacio nella città degli Estensi arriveranno 60 oli su
e Pensatore, e grandi bozzetti dei gruppi paesaggi e animali, sua principale ispirazione, Fino al 4/3/2018. Museo Casa Giorgione,
monumentali, come I Borghesi di Calais. dai musei di mezzo mondo. altre sedi. Info: www.letramedigiorgione.it

Dal 24/2 al 3/6/2018. Museo civico di Dal 22/9/2018 al 6/1/2019. Palazzo dei ANNIVERSARI
Santa Caterina. Info: www.lineadombra.it Diamanti. Info: www.palazzodiamanti.it

BERGAMO

Raffaello
e l’eco del mito
La mostra illustra il percorso del Sanzio dalla
gioventù alle soglie della maturità, gli autori
che lo influenzarono e la fascinazione che
ebbe in particolare sugli artisti dell’800 e sulle
Avanguardie di inizio ’900, sino a oggi.
Dal 27/1 al 6/5/2018. Accademia
Carrara. Info. www.raffaellesco.it

Sopra, Gustave
Courbet, La
volpe nella neve
(1860).
A lato, Dionigi La dura verità
Faconti,
Raffaello che, La drammatica realtà della gente
rapito da una comune di Pietrogrado, a un
bellissima donna anno dalla Rivoluzione d’Ottobre
con due bimbi, e durante la guerra civile.
immagina il Raccontata da un testimone.
quadro della
Madonna della Cronache dell’anno 1918,
Seggiola. Isaak Babel’, Skira editore, 16 euro

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Hanno collaborato a questo numero:
A. Bacci, F. Dalmasso, F. De Leo, M. Erba, A. Frediani, M. L. Leone, M. Liberti, G. Lomazzi,
E. Monti, A. Pescini, G. Rotondi, R. Roveda, E. Spagnuolo, D. Venturoli, E. Vitaliano, Periodico associato alla FIEG Accertamento Diffusione Stampa Codice ISSN:
P. Vozza, S. Zimbardi. (Federaz. Ital. Editori Giornali) Certificato n. 7151 del 14/12/2011 1824-906x

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