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CAPITOLO QUARTO

11 Talismano di Marly-le-Roi
"Ora, poiche ii Vegliardo Saturno e prudente e segreto, i Filosofi di
tutti i tempi, gli hanno data in custodia la Vergine sacra, vero sog-
getto della loro arte occulta e Scienza regale".
( Commento su/ Tesoro dei Tesori di Christo/le de Gamon,
di H. de Linthaut)

"II demiurgo pose dapprima Saturno, e di contra ii piombo, nella


regione piu elevata e prima ".
(ms. di Stephanus M. Berthelot
Introduz ione a/lo studio de/la chimica degli Antichi).

Nel Bulletin du Vieux Marty (n. 3), Mlle G. Guitel, che e professo-
ressa al liceo Pasteur, presenta, per gli innamorati delle cose singolari, un
articolo molto ben fatto, di carattere unicamente matematico, relativo ad
una semplice medaglia di piombo trovata nel vecchio parco del Grand
Roi. Vi descrive perfettamente questo oggetto di cui da la riproduzione
fotografica e che, di forma ovale, misura nella realta 56 millimetri su 17,
con circa 1millimetro di spessore.
E grazie al n. 54 di ATLANTIS, intitolato Helios et Hellade, se pos-
siamo offrire a nostra volta, ai lettori del TRESOR DES LETTRES le poche
considerazioni che seguono. II bollettino di Paul Le Cour ha riprodotto ,
in effetti, le indicazioni principali fomite da Mlle Guitel che dimostra di
essere di natura sincera, sorprendentemente intuitiva e, comunque, di
spirito davvero scientifico, come testimonia la sua nota molto sensata:
"L'essenziale di questa lamina non mi sembra che sia ii quadrato
magico; non e che un attributo di Satumo, cosl come ii piombo non e che
un sostegno".
70 L 'Alchimia

E certo che la medaglia appare di interesse eccezionale a causa dello


stesso metallo in cui fu ritagliata, come pure per la stella a cinque punte e
le cifre enigmatiche, tanto sapientemente disposte, quanto rapidamente
incise. Cosicche il laconico manuale magico, porta il riassunto cifrato del
lavoro ermetico, velato sotto una delle otto orientazioni del quadrato
magico per tre, che e alla base di questa sorprendente aritmetica posizio-
nale.
Suddiviso in nove case eguali, il quadrangolo accoglie i nove segni
numerici che totalizzano 15, invariabilmente, per ciascuna delle otto file,
orizzontali, verticali, o secondo l'obliqua. Perche si rinnovi il prodigio
numerale, e sopravvenga un'altra disposizione, e sufficiente far cadere il
quadrato sul suo lato verticale, ossia farlo ruotare intorno alla divisione
centrale che conserva il 5 voluto dalla quintessenza. Questa rotazione re-
golare, applicazione pratica di una trama indefinita, non puo non ricor-
darci l'occupazione di Penelope, immagine piu precisa di quella della
donna che fila la sua conocchia, che gli autori alchemici utilizzarono
spesso, cosl come l'allegoria dei bambini che si dedicano al loro gioco -
ludus puerorum.
Geroglifico completo della conoscenza esoterica, questa specie di
muriella ne esprime, in modo inusitato e conciso, i tre rami positivi, cioe
l'Alchimia, l'Astrologia e la M agia. Per virtu di queste tre scienze fuse,
riconosciamo, per parte nostra, in questa lamina di piombo, sia un tali-
smano planetario, estremamente benefico, che un pentacolo magico di
influenza divina, o un sigillo alchemico ricco di raro insegnamento.
Tuttavia qui non esamineremo il problema se non alla luce dell'al-
chimia, per non superare i limiti che ci sono assegnati, e ci contenteremo
di esporre molto succintamente il rapporto che questo emblema saturni-
no possiede con la Grande Opera filosofale.

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Se il quadrato tracciato su una delle facce e diviso in nove comparti-
menti nei quali si inscrivono in modo speciale le nove prime cifre della
numerazione; se il quadrato, diciamo, racchiude delle preziose indicazio-
ni, si puo affermare, a buon diritto, che il nome di SATURNO, sottolinea-
to dalla stella a cinque punte e inciso sull'altra faccia, svela, da solo, un
segreto di importanza capitale. Presentato in tal modo, questo vocabolo,
non designa in effetti la chia ve principale della Grande Arte, quel men-
II Talismano di Mar/y-le-R oi 71

struo universale di cui precisa la qualita, cosi come la materia oscura e la


natura primordiale?
"Questa chiave, dice Louis Delbeke, si trova raffigurata nella parte
inferiore del segno astronomico del pianeta Satumo ( tt ). Per coloro che
hanno qualche conoscenza di geroglifici, questo segno forma l'emblema
dei due elementi della grande Opera, il fisso e il volatile... la croce, figura
geometrica che indica la conoscenza dei numeri, e l'emblema dell'ele.:
mento materiale (imperfetto) che pesa sull'elemento spirituale e cerca di
assorbirlo, mentre la parte inferiore, dalla linea parabolica, forma che
non si puo realizzare con squadra e compasso, calcolo geometrico, ma si
crea con uno sforzo dello spirito, e l'emblema dell'elemento spirituale...
"Questa linea parabolica, parte del contomo dell'uovo, fu in tutti i
tempi il segno dell'iniziazione. Questo segno e la bilancia del giudice de-
gli inferi e la fake di Satumo che divora tutto cio che non e Giove, tutto
ciO che in termini ermetici non e volatile" 1 •
Dopo questa citazione, vediamo ora, sulla nostra riproduzione,
un'allegoria disegnata (Tav. XXIV), in cui la sapienza filosofica compen-
sa largamente l'incapacita della mano, e che ci mostra la trasformazione
del soggetto primordiale in quel piombo dei filosofi che da origine, nella
scelta della materia, alla confusione mantenuta volontariamente dagli au-
tori piu rinomati. 11 simbolo di Satumo si costituisce per frammenti nella
sfera del piccolo Mondo dei Saggi, mentre si cancella la stella nera, dap-
prima per meta, poi per tre quarti, sotto il triplice getto dell' alcali celeste,
di cui l'emanatore giovanile e nudo, ritto sulla sua nuvola - Manneken
- Pis di un altro genere - mentre d'altra parte presenta lo stesso segno
satumino, proclama la perfetta identita con il terrestre. Allora il lavoro
del fabbro si associa alla pratica del mago, come vuole spiegare, in questo
prezioso manoscritto della Biblioteca Vaticana, in questo Specchio della
Verita ( Speculum Veritatis) una breve leggenda, in stampatello gotico
come tutte le altre:
"La purgazione della Materia e la riduzione del Generato crudo in
Generatore cotto, affinche la loro urina lavi il Mercurio.
"Purgatio M aterit:e et reductio Geniti crudi in Genitorem coctum ut
Urina sua lavet M ercurium".

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1
Les Clefs de Jerusalem, Ypres, Lambim, 1858, pagg. 3 e 4.
72 L 'Alchimia

Alla base della Grande Opera, tutta la difficolta del problema sem-
bra proprio concentrarsi sulla determinazione della materia prima che e
raffigurata, presso i frammassoni, dalla maiuscola inscritta nel centro del
pentagramma circondato da raggi. 11 valore simbolico della consonante
venerata e tanto considerevole che il catechismo massonico dirige sem-
pre verso quella il desiderio fervente e l'intenzione audace del recipien-
dario. Vi si rilevano la domanda e la risposta seguenti:
"Perche vi siete fatto ricevere compagno?
"Per conoscere la lettera G".
Comprendere la lettera G e esattamente dimostrarsi capace di ag-
giungervi i caratteri che mancano, per formare il nome della materia bru-
ta, nel contempo noto e cercato. Evidentemente vien subito in mente ga-
lena (yaA.fivri, galene, calma def mare, serenita) che designa anche il sul-
furo naturale di piombo, sola miniera valida per il metallo vile che ha dal-
la sua l'opinione dell'antichissimo filosofo Artefio, che leggiamo, nell'ir-
reprensibile traduzione di P. Amauld, sire de la Chevallerie Poitevin:
"L'Antimonio e delle parti di Satumo, avendo in tutti i modi la sua
natura, cosicche questo Antimonio Saturnina conviene al Sole, avendo
in se l'argento vivo nel quale non si sommerge alcun metallo se non
I'oro" 2 •
All'articolo XIV degli statuti che reggevano l'occulta fratemita dei
Filosofi Sconosciuti, si ricorda che colui che avra fatto da padrino a un
recipiendario "gli <lira sottovoce e all'orecchio le parole d'ordine e poi,
nel linguaggio dei saggi, il nome della M agnesia, cioe la vera ed unica
materia dalla quale si fa la pietra dei filosofi" 3•
Magnesia e sottolineato, cosl come lo sono nel catechismo4 che ci e
trasmesso dalla stessa opera, la domanda e la risposta relative alla Stella
fiammeggiante:
"Che cosa rappresenta positivamente?
11 soffio divino, il fuoco centrale e universale, che vivifica tutto cio
che esiste".
2
Le Secret Livre, in Trois Traitez de la Philosophie naturelle non encore imprimez.
A Paris, chez Guillaume Marette, 1612, pag. 8.
3
L 'Etoile Flamboyante ou la Societe des Francs -Marons, consideree sous tous /es
aspects. A L'Orient, chez le Silence, 1810, tomo terzo, pag. 80.
4
Ibidem, pag. 93-139: Cathechisme ou Instruction pour le grade d'adepte ou ap-
prenti Philosophe sublime et inconnu, pag. 94.
II Talismano di Marly-le-Roi 73

Il lungo dialogo di iniziazione si chiude nel segreto e nel mistero:


"Quale e la parola della Magnesia?
"Voi sapete se io posso e debbo rispondere alla domanda, io man-
tengo la parola ".
Ahime, non e sicuro che nelle Logge sia stata mantenuta questa Pa-
rola che sembra piuttosto che vi sia abbandonata, se non perduta; e che
sia diventata ii Verbum dimissum che Bernardo Trevisano uso come tito-
lo del suo piccolo trattato, e di cui forni la definizione sin dalle prime ri-
ghe:
"La prima cosa richiesta nella segreta scienza della trasmutazione
dei metalli, e la conoscenza della materia da cui si estrae l'argento vivo
dei filosofi e il loro solfo, con i quali essi fanno e costituiscono la loro di-
vina pietra" 5 •
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A proposito della stella, abbiamo avuto l'occasione di dire prece-


dentemente che, cosi come guido i magi sino alla .caverna dove riposava
il divino Infante, essa dirige l'alchimista durante una gran parte delle sue
operazioni manuali al fomo6 • Per questa ragione i vecchi autori che desi-
gnavano l'astro minerale con le espressioni di sigillo di Ermete, di sale dei
saggi (sel, sale, gioca cabalisticamente con see!, sigillo) l'hanno anche
chiamata stella po/are. E lo stesso motivo per cui Eireneo Filalete consi-
glia, al discepolo della dottrina, che diriga ii suo cammino grazie alla vi-
sta della stella def nord 7 •
Secondo il Protoevangelo di Giacomo Minore, la stella che apparve
alla nascita di Cristo nel cielo di Giudea, vi oscuro con il suo splendore
tutte le altre. Lo stesso apocrifo ci fornisce un'indicazione preziosa, in
una versione diversa dai vangeli canonici, ma tanto piu parlante e preci-
sa, che il lavoro al laboratorio corrobora in ogni punto, dato che la stella
5
In Trois Traitez de la Philosophie nature/le non encore imprimez. A Paris, par Je-
an Sara, rue S. Jean de Beauvais, devant les Escholes de Decret. M.DC.XVIII, pag. 3.
6
Le Tresor des Lettres, gennaio 1935: Le Symbolisme alchimique de la Galette
des Rois.
7
•• • cursum dirigat per aspectum stellce septentrionalis. (Introitus apertus ad Regis
Palatium. De M agnete Sophorum, IV, II; Entrata aperta al Palazzo del Re. Del Magne-
te dei Saggi).
74 L 'Alchimia

appare molto positivamente sopra la materia, sulla sua stessa superficie:


"E i magi se ne andarono, ed ecco che la stella che avevano visto in
Oriente liguido sino a che essa entro nella caverna, e si fermo sopra l'en-
trata della caverna" 8.
Il traduttore, in una nota relativa a questo brano, ci riferisce che, se-
condo San Crisostomo, "la stella si arresto sulla sommita della casa in cui
stava il Bambino, poi sulla sua testa, e che in seguito scomparve". Ci da,
inoltre, delle indicazioni utili che si aggiungono al valore iniziatico e
all'estrema singolarita del racconto:
"Gregorio di Tours ( de Miraculis, libro I, cap. I) e Aimone, giungo-
no a dire che la stella era caduta in un pozzo a Betlemme, e che ve la si
vedeva ancora. Ad un'ora di distanza da Gerusalemme vi e un pozzo che
si chiama pozzo della Stella o dei Magi".

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Quanto al quadrato delle cifre, questi sviluppa, almeno per grandi


linee, il processo della Grande Opera, fornendo con semplici indicazioni
numeriche sia quantitative che simboliche o proporzionali, i corpi che vi
si presentano e le fasi principali e progressive del modus operandi.
I numeri della griglia saranno letti da sinistra a destra, cominciando
dalle caselle dei quattro angoli: 2, 4, 6, 8 e continuando con quelle che
formano i bracci della croce, sui lati del cornpartimento centrale: 5, 7, 9,
3, 1. Seguiremo cosl il cammino rigoroso dell'opera alchemica, e appren-
deremo che occorrono 2 soggetti (agente e paziente) di cui uno, che sara
4, sara unito, per mezzo del mediatore 6, al secondo che dovra pesare
due volte di pill, o 8. Avremo poi la serie delle sublimazioni che Filalete
denomina aquile. Il prestigioso adepto ci assicura che la 5a di queste rei-
terazioni dissolve la luna, la 7a il sole, e ci indica persino di usarne sino
a 9:
"Ma il nostro erninentissimo lavoro e reso perfetto dal numero sette
o nove" 9 •

8
Les E vangiles apocryphes par Gustave Brunet. Paris, 1863, pag. 130.
9
Prcestantissime autem opur perfici septenario numero aut novena. Introitus aper-
tus ad Palatium Regis, op. cit. VII, II
II Talismano di Marly-le-Roi 75

E allora che intervengono le tre soluzioni successive che realizzano il


famoso assioma Solve et Coagula il cui risultato sara spinto dal regime li-
neare della cottura finale all' unita assoluta della Pietra filosofale.
Sarebbe bene qui che lo studioso rivedesse quanta espone Fulcanelli
nella sua prima opera, relativamente alla coobazione, interpretando, a
Notre Dame di Parigi, il medaglione scolpito sul basamento che "ci pre-
senta un cavaliere disarcionato che si aggrappa alla criniera di un cavallo
focoso".
Sul rosone occidentale, la vetrata corrispondente (Tav. XXVI) ci
mostra l'uomo ben saldo sulla sua sella, mentre, trasportato dal suo ca-
vallo a gran galoppo, si volta per fare un marameo beffardo a chiunque lo
segua. Maniera faceta dell'Adepto, sapiente ispiratore del gentiluomo
vetraio, perche fosse sottolineata la difficolta dell'operazione nella quale
le stesse materie assolvono il compito coobatorio. Disegno colorato che il
nostro amico Bernard Roger, architetto, esegul con la massima esattezza.
11 quadrato magico e una replica del labirinto cabalistico nel quale
l'ermetista e l'alchimista, lungo l'oscuro corridoio, devono orizzontarsi
con l'aiuto del filo di Arianna, 0 luce dello Spirito. La somma costante del
numero 15 non e certo la cosa meno significativa. In effetti, non si po-
trebbe insistere piu energicamente sull'invariabile frazione dell'aggiunta
salina, nei riguardi del peso totale dei due protagonisti minerali, che biso-
gna unire indissolubilmente per la generazione giudicata impossibile, del
piu bel bambino degli uomini:
E concepito nei bagni, e nasce nell'aria, ma fatto rosso, cammina
sulle acque, dichiara Michele Maier (Tav. XXV) che aggiunge in epi-
gramma:
I bagni per il concepimento def bambino, !'aria per la sua nascita,
Brillano, e di la, rosso, vede le acque ai suoi piedi.
E diventa bianco sulf a sommita delle montagne,
Lui, che resta l'unica preoccupazione degli uomini sapienti.
E pietra e non lo e, perche nobile Dono def cielo;
Sara fortunato colui che lo ricevera da Dio che lo dona 10•

10
La versione latina di questo testo, da una parte sottolinea in versi e, dall'altra da
ii titolo alla composizione incisa che questa volta abbiamo preso dall' Atalanta Fugiens e
che ci offre tutti i dettagli della generazione minerale, dissimulata sotto ii velo dell'alle-
goria mitoermetica. In primo piano i due luminari, Sole e Luna filosofici, si apprestano
a quella copula che, per la sua estrema scomodita, in piedi e nell'acqua fino agli inguini,
appare poco seducente come qualunque attivita che si allontani dalle leggi della natura.
76 L 'Alchimia

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Sull'enigma di queste curiose combinazioni aritmetiche, si chino a


lungo l'alta fronte di Cornelio Agrippa che tento vanamente di dar loro
un'applicazione pratica. Forse a causa del suo insuccesso, il grande filo-
sofo tedesco, molto avanti per la sua epoca, ma poco tenace nello sforzo,
scrisse la celebre opera: De Incertitudine Scientiarum Declamatio invec-
tiva - Discorso veemente sull'Incertezza delle Scienze. In ogni caso non e
inutile che grazie a lui si conoscano i poteri, buoni o cattivi, del nostro
quadrato magico che e il primo della serie corrispondente ai pianeti, nel
sistema di Tolomeo:
"Si dice che questa tavola, incisa su una lamina di piombo con Sa-
turno ascendente, assecondi il parto, renda l'uomo sicuro e potente, e dia
il successo delle richieste fatte ai principi e alle autorita; ma se questa ta-
vola e fatta con Saturno retrogrado, arresta gli edifici, le piantagioni e le
cose simili; allontana l'uomo dalle dignita, genera le querele e le discor-
die, e disperde le armate" 11 •
Se Paracelso, per parte sua, ci insegna che questo sigillo deve essere
fatto di puro e fine piombo di Villach12 (sigillum hoc fieri debet ex puro
finoque Villacensi plumbo) chiediamogli anche le precisioni che Corne-
lio Agrippa dissimula sotto l'ablativo di circostanza, fortunato Saturno,
cioe il periodo favorevole alla confezione del talismano. Apparendo rela-
tivamente breve, questa esige un procedimento rapido, evidentemente af-
finche in questo modo !'opera si compia piu prontamente (ut nimirum
hoc pacto expeditus opus procedat) : ·

11
Dicunt hanc tabulam fortunato Saturno in lamina plumbea sculptam, adiuvare
partum, reddere hominem tutum & potentem, atque prcestare successus petitionum apud
principes &potestates: si vero infortunato Saturnofiat, impedire cedificia & plantationes
& consimilia hominem deiicere ab honoribus & dignitatibus, gignere rixas & discordias,
& dispergere exercitus. Henrici Corneli Agrippa?, de Occulta Philosophia libri tre. S. 1,
anno 1533, mense Julio, pag. 141. Edizione italiana: La Filosofia Occulta o la Magia,
Edizioni Mediterranee, Roma.
12
11 Cerchia di Villach, che e situato nel centro della Carinzia, in Illiria, racchiude
ricche miniere di mercurio, di ferro e di piombo argentifero. 11 padre di Paracelso vi e
morto, nel capoluogo, verso l'anno 1534.

II Talismano di Marly-le-Roi 77

"Poi attendi sino a che nel giorno di Saturno la Luna entri nel primo
grado del Toro o del Capricorno, e che il pianeta Saturno sia di corsa e
posizione convenienti" 13 •
Del resto questa citazione ci procura il vero piacere di presentare al
lettore il bel ritratto il cui titolo dichiara che non e di altri chi puo essere
suo: - alterius non sit qui suus esse potest ; il bel ritratto, dunque, dell'ira-
scibile tribuno di Basilea, ordinariamente conosciuto con il viso glabro, il
cranio calvo e nudo, salvo per un cappello ridicolo. Ecco dunque, in
un'acquaforte di Fran\:ois Chauveau, l'autore degli Archidossi nei quali,
tra i quadrati isopsefi, si trova chiarito, sul piano magico, il talismano sa-
turnino di Marly-le-Roi; ecco Aureolo - Filippo - Teofrasto Bombast di
Hohenheim detto Paracelso, quale lo dipinse dal vivo ( ad vivum pinxit)
il suo contemporaneo Iacopo Robusti, detto il Tintoretto, che firmo in
questo modo la legenda in latino:
Paracelso generato dalla nobilta di illustri antenati,
Grazie al quale l'antico deserto svizzero brilla sulfa terra,
Cosz mostro gli occhi, cosz i tratti,
Quando fece attraverso numerosi paesi,
La lunga strada dell'apprendere con lo studio. (Tav. XXVII)

LE TRESORS DES LETIRES

Marzo 1935.

13
Deinde attende, quando die Saturni Luna Tauri vel Capricorni gradum primum
ingrediatur, & planeta Saturnus boni cursus & naturce sit. A ureoli Philippi Theophrasti
Paracelsi Bombast ab Hohenheim, Opera omnia, Genevce M.D. CLIIX (sic). Volumen
secundum, fiber septimus. Archidoxis magicce, pag. 716.
CAPITOLO QUINTO

11 Fuoco purificatore e il suo


Messaggero apocalittico

"Perche l'afflizione di quel tempo sara cosl grande, che non se ne e


avuta di simile dall'inizio de! mondo sino ad ora, e non ve ne sara
mai".
(San Matteo, cap. XXIV, v. 21)

Secondo l'interpretazione quasi unanime dei Padri della Chiesa, "il


segno del Figlio dell'Uomo" che apparira nel cielo alla fine dei tempi, sa-
ra la croce SU cui Gesu e morto. Non e la croce, in effetti, a dare il suo si-
gnificato segreto all'abbreviazione INRI messa da Pilato sullo strumento
del supplizio del Salvatore? Queste quattro sigle ordinariamente inter-
pretate con Jesus Nazarceus Rex Iudceorum - Gesu Nazareno Re dei
Giudei - lo sono esotericamente con Igne Natura Renovatur Integra -
La Natura intera si rinnova col fuoco -. Non e dunque senza motivo se i
vecchi alchimisti hanno scelto la croce come simbolo grafico del crogiolo
(antico francese croiset) nel quale la loro materia subisce le purificazioni
ignee, e se la Scrittura ci dice che nel giomo del Giudizio finale, i buoni
saranno separati dai cattivi allo stesso modo con cui per mezzo del fuoco
si estrae l'oro dai metalli impuri.
80 L 'Alchimia

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Etteilla, dal vero nome di Alliette (letto al contrario), il singolare


parrucchiere-alchimista di Parigi che, secondo una nota manoscritta
dell'esemplare che possediamo, abitava in via de l'Oseille 48, nel Marais,
insegna la stessa verita filosofica a pagina 14 di questo piccolo trattato di-
ventato rarissimo e di cui possiamo studiare la tavola simbolica con i
chiarimenti originali riportati dall'autore:
"Cosl il mondo, che un tempo perl per l'acqua, deve perire per il
fuoco, e bisogna che i nostri corpi si putrefacciano e siano schiariti dal
fuoco, prima di comparire davanti a Dio" 1 •
L'alchimista mette in pratica la terribile rivelazione dell'apostolo che
rinnego tre volte il Maestro prima che il gallo avesse cantato, secondo lo
stesso comportamento del mercurio, generato dalla Pietra e che non can-
ta il segno che alla terza ripresa:
"Perche pretendono che si ignori questo, che un tempo vi erano dei
1
cieli, e una terra, dell'acqua, e per mezzo dell'acqua confermandosi gra-
zie alla parola di Dio;
per le quali cose, ii mondo di allora perl, inondato dall'acqua.
Ma i cieli che sono ora, e la terra, sono mantenuti da quello stesso
Verbo, e riservati per il fuoco nel giorno del giudizio e della perdita degli
uomini empi" 2•
Certo, non avremmo citato ii celebre cartomante se non avessimo
modificato, nei suoi riguardi, il nostro giudizio relativamente poco favo-
revole, malgrado la nota di Magophon (Pierre Dujols de Valois) che, nel-
la sua brillante ipotiposi al M utus Liber, edito nuovamente nel 1914, gia
1
Les Sept Nuances de l'Ckuvre philosophique-hermetique, suivies d'un traite sur la
Perfection des M etaux mis sous !'Avant-Titre L.D.D.P. (Le Denier du Pauvre -
L'Obolo de!Povero -,ma forse anche, cosa che Etteilla non dice, Le Droit de Passage
- II Diritto di Passo -, che e legato nella Frammassoneria al grado di Cavaliere
d'Oriente o della Spada). Senza luogo, ne data, pag. 23 de!primo opuscolo.
2
Latet enim eos hoc volentes, quad cceli erant prius, & terra, de aqua & per aquam
consistens Dei verbo;
per qure, ille tune mundus aqua inundatus periit.
Creli autem qui nunc sunt, & terra, eoden verbo repositi sunt, igni reservati in diem
judicii, & perditionis impiorum hominum.
Seconda Epistola di san Pietro, capitolo II, vers. dal 5 al 7.
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XVII Figura del manoscritto diA braham Giudeo (la vergine incinta). La Ver-
gine sul punto di partorire - Virgoparitura -che i Druidi venera vano a
Chartres, vicino al pozzo dei Forti, nella cripta sempre inviolata, sotto il
coro della cattedrale.
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Cc GL0 41

XVIII Frontespizio di Gloria Mundi (l 'albero). I metalli opianeti, nobili e volgari, sono
ripartiti sulle fronde dell'albero simbolico, comefrutti simili per natura, ma dif-
ferenti per maturita. Questo, affinche sia compreso che hanno un 'origine comu-
ne, cheprovengono da quel tronco unico di cui, allafin fine, gli autori non hanno
fatto tanti misteri.
XIX La Toyson d'Or di Salomon Trismosin ( 5a figura ).
Portando cosi, su un ramo superiore, un uccello ne-
ro, l'albero simboleggia, ancora piu chiaramente,
quella radice metallica che resiste a mera viglia alpo-
tere di ossidazione e che assicura, nell'armonia, la
nascita def corvo, di quella terra oscura e nettamente
distinta dallaparte sottostante, bianca e volatile. Due
uomini, anziani epieni di esperienza, discutono, vi-
vacemente, sulproblema della cattura per la quale si
richiedono vigore e abilita.
[ H.ENRIDUDEDOCTE
Lll\TTAUT J
XX L 'Aurora di Lintaut (la donna con la stella). La Dama del Cavaliere, il
cui scudo riflette, netsuo specchio, per una chiromanzia da vveropositiva,
la mano destra e non la sinistra, troppo impropria alle esigenza delle ma-
nipolazioni.
XXI Flambeau mysterieux des Philosophes hermetiques (La Fiamma misterio-
sa dei Filosofi ermetici), di un anonimo innamorato della verita. La prima
delle ventuno ta vole. Per maggiore sicurezza, nel secolo X VIII il filosofo
praticante si applica va da se all'estrazione del suo soggetto. Dama Natura
lo consiglia e, mostrandogli l'infante chimico, popola la mente dell'artista
delle scene, della fauna e della flora fantastiche relative alla sua Grande
Arte.
XXII Filosofo Solidonio. Manoscritto ornato da diciotto figure dipinte. Di-
ciassettesima immagine. La fiamma dell'oro, cioe ii fuoco de! solfo, o,
se lo si preferisce, la luce dell'anima. I! sole, che si irradia sull'emble-
ma tricolore, mostra chiaramente che si tratta dell'oro spirituale, e de-
licatamente fissato nel corso della cottura finale. I! nero filosofico e
piu nero del nero -niger nigrius nigro -nel quale sono inclusi i colo-
ri de!pr isma, eccetto il bianco che, anch'esso, li contiene tutti, tranne il
rosso vero o porpora della Pietra Filosofale.
XXIII Hotel Kaiserworth (ilpiccolo uomo-ducato). lncarnazione miserabile
de! soggetto diseredato che, solo, resta capace difornire, a profusione,
l'enigmatico oro di saggi.
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I

XXIV Tavola dello Speculum Veritatis (manoscritto della Vaticana). Quanto


appare rivelatore anche il cassettone dipinto def Plessis-Bourre dove
una giovane, con le gonne rialzate sino all'ombelico, dirige inpiedi un
getto orizzontale, che un uomo, completamente nudo, riceve nel suo
cappello.
II Fuoco purificatore e ii suo M essaggero apocalittico 81

riabilitava, senza dame il motivo, l'alchimista indovino, apparentemente


interessato come il piu avido ciarlatano.
In effetti, qualche anno dopo la lunga esperienza che conducemmo
a nostra volta, ci e venuta l'idea del doppio motivo che spingeva l'astuto
Etteilla a mantenere pazientemente la stessa cottura nel suo retrobottega.
La, in cambio di un biglietto d'ingresso, offriva lo spettacolo vera-
mente meraviglioso, sia per le forme che per i colori, dell'amalgama co-
mune - pieno di seduzione per la via lunga - sottomesso nel pallone
all'azione del fuoco di lampada, dolce, invariabile e continuo! Evidente-
mente l'invito che rileviamo nel nostro piccolo volume, non appare mol-
to in accordo con la tradizionale e rigorosa consegna del segreto assoluto,
riaffermata senza posa da scritti ed immagini:
"I veri curiosi della Grande Opera, cosl come vengono da me per
seguire le variazioni della mia, invece di dare giornalmente 3 lire, preferi-
scono avere lo stato di miei Pensionati, 30 lire al mese; il che permette lo-
ro di condurre sia un Erudito che un Amatore" 3•
Cosicche pensiamo che innanzitutto Etteilla, acquisendo un'imma-
gine di ciarlatano sprovvisto di reale sapere, si metteva al sicuro da qua-
lunque pericolo avrebbe potuto derivargli da una solida reputazione di
alchimista; inoltre, raccoglieva il denaro che gli mancava e che gli era ne-
cessario per proseguire nell'ombra sforzi piu seri, reclamati da quella via
secca che era il soggetto infinitamente discreto dei suoi libretti, velato
sotto l'illuminismo del secolo al suo termine (Tav. XX.VIII).
Si immagina facilmente quale intensa curiosifa suscitasse presso
questi indegni amatori, tanto avidi quanto pigri, quale fascino esercitasse
su loro la lenta successione delle fasi della creazione microcosmica, di
quel caleidoscopio policromo che riproduceva, all'interno del matraccio
di vetro, la fantasmagoria panoramica che si sviluppera al ricominciare
de! mondo:
"Ma noi attendiamo, secondo le sue promesse, dei nuovi cieli e una
nuova terra, nei quali abita la giustizia" 4 •
Dello stratagemma di Etteilla, l'abbiamo detto prima, abbiamo
un'idea molto precisa per avere, nel 1931, condotto l'operazione per

3
Les Sept Nuances de !'Oeuvre, op. cit. pag. 23.
4
Novas vero ca?!os, & novam terram secundum promissa ipsius expectamus, in
quibus justitia habitat. (Petri Epistola secunda, cap. III; vers. 13).
82 L'Alchimia

quattordici mesi e aver ammirato, nel frattempo, lo sviluppo dei fenome-


ni descritti cosi minuziosamente dal Filalete nei suoi regimi.
Cio senza che, alla fine, e malgrado tutta la delusione dello scacco,
ci fossimo permessi di concludere che il tentativo fosse stato l'espressione
ingannevole di una falsa via proposta solo per chiarire, per analogia, la
strada che sarebbe unica e vera.
Su questo punto Etteilla non indica ilsuo pensiero; ma formula sol-
tanto l'osservazione che segue, nei riguardi delle due cause di inciampo
inevitabile, diametralmente opposte, per la loro rispettiva natura, a se-
conda che si tratti dell'una o dell'altra strada, osservazione che svela, co-
munque che il filosofo-indovino perlomeno intraprese i due cammini fi-
losofici, anche se non giunse mai sino alla loro meravigliosa conclusione
comune:
"Nelle due vie, secca e umida, cio che e piu da temere e, nella prima,
il disseccamento delle acque, e nella seconda, il soffocamento delle ac-
que; una brucia e dissecca) l'altra annega o marcisce; e nei due casi la Na-
tura, invece di rendere il soggetto proposto, ne offre un altro che non e
pill l'Opera" 5 .

·Q·
·¢· Q·

Non vi e dubbio che esista una perfetta identita tra il microcosmo


del filosofo ermetico e il macrocosmo di Dio; percio gli Adepti afferma-
no che esiste uno specchio nel quale si vede tutto ii Mondo (" est specu-
lum in quo tofus M undus videtur ") nel quale l'artista puo esaminare tut-
ta la Natura chiaramente. Si ammirera, attraverso questa finestra spalan-
cata, lo straordinario panorama degli arcani della Natura, che ci mostra il
filosofo anonimo Janitor Pansophus, accompagnato dal testo della Tavo-
la smeraldina di Ermete (Tav. XXIX).
Il titolo di un'opera tanto curiosa quanto astrusa, comparsa alla fine
del XVIII secolo, sottolinea, sin dall'inizio, la stretta connessione esisten-
te tra i lavori dell'alchimista e l'attivita della Natura, e la loro sottomissio-
ne alle grandi leggi cosmiche da cui dipende il destino comune degli uo-
m1m:
"II Grande Libro della Natura o l'Apocalisse filosofica ed ermetica.
Opera curiosa nella quale si tratta della Filosofia occulta, dell'Intelligen-
5
Traite sur la Perfection des M etaux ou L.D.D.P., op. cit., pag. 51.
I! Fuoco purificatore e ii suo Messaggero apocalittico 83

za dei Geroglifici degli Antichi, della Societa dei Fratelli della Rosa-Cro-
ce, della Transmutazione dei Metalli e della Comunicazione dell'Uomo
con gli Esseri superiori e intermediari tra lui e ii Grande Architetto. Visto
da una Societa di F..... Sc..... e pubblicato da D. ... dall'anno 1al 1790. A
Mezzogiorno e dalla Stamperia della verita" 6.
L'iniziale indicherebbe Duchanteau come autore probabile di que-
sto erudito trattato, cioe Touzay, di professione pittore, che intraprese la
famosa esperienza, estremamente sconcertante e senza alcun rapporto
con la profonda saggezza del piccolo libro da lui pubblicato.
Quale puo essere la spiegazione di quell'inconcepibile progetto, di
quell'esperienza fisiologica, nella quale Duchanteau si volle, senza ripu-
gnanza e simultaneamente, athanor e coobatorio? L'illuminismo, venuto
dalla Germania e che regnava a quell'epoca nelle assemblee massoniche,
puo fornire molto bene la ragione dell'impresa pericolosa e filosofica-
mente irragionevole. In ogni caso, e cos!che Touzay, alias Duchanteau,
dell'importante loggia Les Amis Reunis, cerco di concentrare, in seno al
proprio liquido escremenziale, quel sale che pensava che fosse I'armo-
niaco dei vecchi alchimisti, e che potesse diventare, per mezzo di questo
riprovevole procedimento, la Medicina universale. Questo assorbendo,
senza discontinuifa e con l'esclusione di qualunque altro nutrimento, la
sola urina delle sue successive emissioni.
Cosa poteva avvenire, se non che, durante lo sviluppo della sua tec-
nica pericolosa, la morte sorprendesse l'imprudente filosofo, il cui corag-
gio e la cui determinazione, entrambe smisurate sino al piu incredibile sa-
crificio furono pari solo all'eccezionale sapere di cabalista sperimentato,
se si ammette che fu l'autore del Grande Libro della Natura?
Ecco quel che dichiara ii nostro autore anonimo, sia stato esso uno
solo o piu di uno:
"III - Scopro i segreti e la saggezza del piu grande dei Re. Le lingue
antiche mi diventano familiari, e arrossisco per l'errore iri cui ero stato si-
no a quel momento".
IIparagrafo successivo, numerato in cifre romane come tutti gli altri
nei nove capitoli, propone una preoccupazione che non avrebbe dovuto

6
Questa opera e stata riedita nel 1910, con una Introduzione di Oswald Wirth, da
Pierre Dujols, cioe Magophon che doveva redigere la sua notevole Ipotiposi al Liber
M utus, quando stava nella sua Libreria de! M eraviglioso, ahime! ben presto chiusa a
causa della partenza senza ritomo dello sfortunato Thomas per l'ecatombe epica de!
1914.
84 L 'A/chimia

permettere il tentativo insensato, terminato ben presto nella pii:t cupa tra-
gedia:
"IV - Alcuni anni passarono nello studio e nel silenzio; ilmio Genio
non mi aveva abbandonato. Era tempo di tornare alla pratica; ma occor-
reva qualcosa di pii:t per poter rientrare nel laboratorio senza correre ilri-
schio di perdervi la vita".
La cabala e davvero per l'ermetista uno strumento prezioso d'inve-
stigazione e di controllo, e si e in diritto di credere che i discepoli di Cri-
sto abbiano avuto a loro disposizione, sotto l'egida del loro divino Mae-
stro, le molteplici risorse del Verba illuminatore. D'altra parte, secondo
la relazione <lei quattro evangelisti, essi usavano un linguaggio molto par-
ticolare, che li segnalO all'attenzione <lei testimoni del loro apostolato
predestinato:
" E unpo' dopo, coloro che erano la si a vvicinarono, e dissero a Pie-
tro: 'E veramente tu sei di quelli, perche ii tuo linguaggio tifa riconosce-
re' " 7 •
·¢·
·¢· ·¢·

L'Apocalisse, che e proprio il libro cabalistico per eccellenza e di cui


si possono vedere, alla Sainte-Chapelle, i diversi capitoli rappresentati in
scene multicolori sui compartimenti del grande Rosone, sembra avere il
suo geroglifico scultoreo in una nobile e severa statua equestre. Questa e
eretta sotto un'arcata a tutto sesto che si trova sopra ilportico nord della
chiesa di Saint-Hilaire, a Melle, dipartimento di Deux-Sevres -il Metal-
/um della Gallia romana.
11 soggetto, davvero impressionante, avrebbe dovuto ergersi a sud,
per essere esposto ai raggi del sole pii:t caldo, manifestando chiaramente
che il cavaliere mistico (cavaliere o cabaliere) annunciato da San Giovan-
ni, deve giungere nella pienezza della luce e sorgere dal fuoco come un
puro spirito:
" E io vidi, ed ecco un ca vallo bianco, e colui che lo montava aveva
un arco, e gli Ju data una corona, e parti trionfante per vincere " 8•
7
Et post pusillum accesserunt qui stabant, & dixerunt Petro; Vere & tu ex i/lis es;
nam & /oquela tua manifestum tefacit. Sanctus M atthreus, cap. XXVI, 73.
8 Et vidi, & ecce equus a/bus, & qui sedebat super ilium, habebat arcum, & data est

ei corona, & exivit vincens ut vinceret. Santi Joannis Apocalypsis, cap. VI, 2.
II Fuoco purificatore e ii suo M essaggero apocalittico 85

II giustiziere dell'Apocalisse dunque porta l'arco e la corona, in


mezzo all'ineffabile gloria divina, il cui splendore folgorante consuma
tutto cio che illumina, e se, nell'immagine che qui ci interessa, non mo-
stra piu l'arma simbolica, appare tuttavia coronato. L'attitudine rigida,
quasi ieratica, e l'alta statura, annunciano la potenza, mentre la fisiono-
mia sembra segnata da una certa tristezza. I tratti del volto lo avvicinano
singolarmente a Cristo -il Re dei re e il Signore dei Signori -a quel Fi-
glio dell'Uomo che, secondo Lentulus, non si vide mai ridere, sebbene lo
si fosse visto spesso piangere.
Etemo inviato del Padre, non e in effetti se non con profonda me-
lanconia che torna quaggiu, nei luoghi della sua Passione, per imporre al
mondo pervertito l'ultima prova e "mietere" inesorabilmente l'umanita
vergognosa e matura per la punizione suprema? Quell'umanita colpevo-
le, che raffigura il personaggio rovesciato e calpestato dal cavallo, senza
che il conduttore manifesti la minima preoccupazione.

·¢·
·¢· ·¢·

Ai discepoli che lo interrogavano preoccupati sui segni delta genera-


zione dei giorni venturi, il Salvatore dette la lunghissima risposta che fu
conservata nell'apocalisse etiopica, detta Fekkare Iyasous (Spiegazione
di Gesu), alla quale la Chiesa rifiuto il beneficio dell'autenticita e da cui
estraiamo queste poche parole:
"O fratelli, tenetevi in guardia. In quel giorno vi saranno numerose
ingiustizie... Gli uomini venderanno per niente i compagni, i fratelli e i
parenti ... CiO che avranno detto la sera, non lo ripeteranno il mattino; cio
che avranno detto al mattino non lo ripeteranno la sera.
"Fratelli, tenetevi in guardia. In quel tempo nasceranno seduttori ed
astuti che faranno amicizia con i geni come cattivi cristiani, dicendo: ver-
ra un tempo felice. Non credetelo e dite: Io non voglio...
"Fratelli, tenetevi in guardia ... In quei giorni gli uomini saranno
sconvolti dalla vista e dall'udito. Coloro che vedranno e sentiranno non
lo riterranno nella loro mente.
"Fratelli, tenetevi in guardia... In quei tempi vi saranno due soli e
due lune; la terra sara sconvolta dalla violenza del fuoco. Poi l'inverno si
mescolera all'estate e piovera da un anno all'altro... La benedizione del
86 L 'Alchimia

nutrimento sara ridotta ad un terzo; tutto diminuira ogni giorno e ogni


anno..." 9 •
Eireneo Filalete assegna al numerario ammaliatore, questo sostegno
della bestia anticristiana (fulcrum hoc bellua: antichristiana:) tutta la re-
sponsabilita del male e dichiara in un brusco slancio, generoso quanto il
suo libro:
"Credetemi giovani apprendisti, e voi vecchi, perche il tempo e alle
porte...
"Annuncio queste cose al mondo come un profeta, per non essere
seppellito inutile all'umanita. Sia, il mio libro, il precursore di Elia
(HA.we;, Elios, sole), che prepara il cammino regale del Signore! " 10
E il discepolo prediletto, nella profezia di Pathmos, giustifica la pre-
dizione del misterioso alchimista, aggiungendovi il dolce balsamo della
consolazione e della speranza:
"E vidi un cielo nuovo e una terra nuova. In effetti il primo cielo e la
prima terra sono scomparsi, e ormai non vi e piu il mare" 11 •

ATLANTIS

Febbraio 1936.

9
Cfr. Rene Basset, Apocryphes ethiopiens, XI. Paris, Libraire de I'Art Indepen-
dant, 1909.
10
Creditejuvenes tyrones, credite patres, quia tempus adest ad fores ... cecprcemitto
in mundum prcecoconis instar, ut non inutilis mundo sepeliar. Esto Liber meus prcecur -
sor Elice, qui paret viam Domini Regiam! (lntroitus apertus ad occlusum Regis Pala-
tium - Entrata aperta al Palazzo chiuso de/ Re - cap. XIII, par. XXXII e XXXIII) .
11
Et vidi ccelum novum, & terram novam. Primum enim ccelum, & prima abiit, &
mare jam non est. Apocalypsis, cap. XXI, v. I.
CAPITOLO SESTO

11 Toson d'Oro

"II valore degli Argonauti non puo essere distolto dalla lorn celebre
impresa dalle Sirti pericolose che Ii dovevano frustrare della fortuna
della lorn conquista, cosicche non la perseguissern ai limiti della co-
stanza, per la quale la lorn virtu si rese immortale".
( fl Toson d'Oro o ii Fiore dei Tesori, di Salomon Trismosin)

Se, come pensiamo, la spedizione del Toson d'oro, senza nulla per-
dere della sua parte di autenticita, si fonda sull'insegnamento segreto del-
la sua allegoria, crediamo inoltre che qualunque spiegazione se ne voglia
tentare, questa non potra che essere pill soddisfacente, e forse avere suc-
cesso, soltanto alla luce della scienza ermetica. Sebbene l'inimmaginabile
prodezza abbia ricevuto le piu diverse interpretazioni, dottamente perse-
guite da numerosi autori, antichi o moderni, restiamo convinti che biso-
gna scartare risolutamente quelle che si legano troppo rigorosamente alla
storia ed alla cronologia. Allo stato attuale delle conoscenze storiche e
mitologiche e davvero difficile, per esempio, assegnare come punto di
partenza della finzione mitica di Colchos, un'impresa militare le cui mol-
teplici circostanze appaiono spesso contraddittorie, nel tempo e nei luo-
ghi, e comunque impossibili ad accordarsi ed a spiegarsi1 •

1
Eustazio, arcivescovo di Tessalonica. Studi su Dionigi Periegete.
, 88 L 'Alchimia

Del resto qui non intraprenderemo ne lo studio ne la critica delle


differenti tesi che furono architettate sulla prodigiosa avventura di Gia-
sone; cosa che ci trascinerebbe hen al di fa dei limiti che ci siamo gia trac-
ciati, senza accrescere, per il cercatore, l'interesse gia considerevole che si
sviluppa dal rapporto che stiamo per stabilire tra l'epopea degli Argo-
nauti e il processo della grande Opera, grazie all'infallibile interpretazio-
ne della cabala fonetica.

·¢·
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Dobbiamo innanzitutto risalire all'origine del racconto, dove trovia-


mo un personaggio di cui nome ed atti ci sottolineano il ruolo capitale, in
conformita con l'illustre nascita e la dignita superiore. Figlio di Eolo, Dio
def vento, Atamante, re di Orcomeno, in Beozia, ci indica subito, con la
sua estrazione divina, quale agente principale incama in seno alla Gran-
de Opera. Nel loro linguaggio immaginifico, tutto pieno di perifrasi, di
metafore e di allegorie oscure, gli alchimisti hanno spesso ripetuto, nei ri-
guardi di questo corpo, le stesse parole di Ermete nella sua Tavola di
Smeraldo: II vento lo ha portato nel suo ventre (Tav. XXX).
Come si potra verificare sull'immagine2, e esattamente quello che
dichiara Michel Maier, e che da il titolo al suo primo emblema seguito
dall'epigramma latino che traduciamo:
L 'embrione che e racchiuso nel ventre di Borea gonfio d'aria,
Una volta che ti sia nato vivente in questa luce,
Solo puo superare tutte lefatiche degli Eroi,
Grazie all'arte, l'industriosita, la forza corporate e la mente.
Che non ti sia Cesone 3, ne inutile aborto,
2
L'abbiamo presa dallo Scrutinium Chymicum per oculis et intellectui - La Ri-
cerca chimica per mezzo degli occhi e dell'intelletto - cioe, la riedizione (meno le parti
in notazione musicale) dell'Atalanta fuggente ilcui esemplare a colori e conservato nel-
la Reserve de la Bibliotheque nationale. E da questo bel volume che oggi estraiamo
l'emblema iniziale.
Raymundi Lullii Codicillus, seu Vade mecum, aut Cantilena, Colonire, 1572,
cap. 32 & 47: Lapis est ignis deportatus in ventre reris - La Pietra e ilfuoco portato nel
ventre dell'aria. Vide idem in Johannre-Jacobi Mangetis Bibliotheca chemica curiosa,
vol. I.
3
Qui "creso" matris utero natus est (che e nato dal ventre "tagliato" della madre.
Plinius, lib. 7, cap. 9). Da fa e venuto il termine cesareo che designa l'isterotomia addo-
minale.
II Toson d'Oro 89

4
Ne Agrippa , ma generato sotto una buona stella.
Su questo punto si potra completare utilmente l'indicazione, rife-
rendosi a quanto insegna Fulcanelli sul vocabolo"Aoaµac;, Adamas, nella
sua seconda opera5 • Foneticamente Attaµa£, Athamas, e la medesima
parola che Adamas, il "delta" sostituendosi al "theta" nel dialetto eolico
della Beozia. Atamante dunque rinnova la personalita potente dell'Ada-
mo primordiale, di colui di cui parla san Paolo, per opporlo al secondo, e
che sarebbe stato fatto di terra rossa da Dio. E ciO che ci conferma l'eru-
dito Ambrosius Calepinus nel suo Dictionarium a proposito del sostanti-
vo greco Adam, scomparso dai lessici della nostra epoca: "Idem est quad
Ruber, quoniam a rubra terra factus est ". Quello stesso che e rosso, per-
che e stato fatto di terra rossa.
Quanto a noi, in qualita di solo discepolo di Fulcanelli, avemmo un
tempo l'inestimabile privilegio di contemplare con comodo, presso il
Maestro, questa sostanza rugginosa e grassa; del resto dobbiamo a que-
sto esame meravigliato ed alle considerazioni verbali che l'accompagna-
rono, il fatto di aver recentemente isolato il limo prezioso, salato e vi-
schioso, della Genesi biblica.

·¢·
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Alla sposa di Atamante, Nefele, che simboleggia lo stato primordia-


le caotico e nebuloso del soggetto dei saggi, si sostituira la rivale Ino, per
indicare allora il lento progresso della stessa materia verso il grado di ulti-
ma perfezione caratterizzato dalla pelliccia tanto ambita. Ora, se ilnome
di NEcpEAfl, Nephele, posiede il significato di nuvola, di nube, che sottoli-
nea bene tutto il mistero che avvolge il suo matrimonio, o la sua congiun-
zione, serve inoltre per designare una specie di reticolo molto fine, una
reticella, una rete. Questo non manca di ricordare l'esattissima allegoria
mitologica degli amori di Marte e Venere sorpresi da Vulcano, frequen-
temente usata dai filosofi ermetici per esprimere il ruolo del loro mercu-

4
Agrippa, in medicina antica, significa: di parto difficile ( ab i:egro partu); si dice di
coloro che nascendo , sono usciti non con la testa, ma con i piedi avanti: dicitur quorum
nascendo, non caput, sed pedes primi exierunt.
5
Les Demeures Philosophales . Paris, Jean Schemit, 1930, pag. 108. Ried . chez
Jean-Jacques Pauvert . (Edizione italiana: Le Dimore Filosofali, Edizioni Mediterranee,
Roma, 1973).
90 L 'Alchimia

rio, denominato magnesia o magnete, che trattiene l'acciaio, come una


rete che cattura il pesce.
Se poi queste indicazioni non fossero sufficienti, la follia di Nefele,
scatenata da Bacco (Dioniso), basterebbe da sola ad indicare la qualita
volatile del soggetto rappresentato, cosl come l'aggiunta salina nata dal
vino generatore di ogni ebbrezza. Ma e proprio lui, quel soggetto dei sag-
gi, che e il matto della Grande Opera, quello che si ritrova in testa alle
ventidue lame del tarocco, simboleggiante senza numero il segretissimo
mercurio, cioe il reale artigiano del lavoro. Ecco d'altra parte, perche
questa figura del gioco e anche chiamata il filosofo o l'alchimista.
A Bourges, il grande camino del Palazzo Jacques-Creur e omato da
un matto scolpito, facilmente riconoscibile grazie al cappuccio che copre
le orecchie, che ha la grande singolarita di mostrare, con l'indice, la boc-
ca chiusa da un catenaccio. La scena, dal significato molto trasparente,
mira dunque direttamente all'artista, l'alchimista che, seguendo il consi-
glio di san Paolo, si e fatto matto per diventare saggio. Preoccupato che
egli osservi, piu rigorosamente ancora, il suo voto di silenzio, il grande
argentiere di Carlo VII non esita a suggerirgli, umoristicamente, questa
spietata ma efficace precauzione:
"in chiusa bocca non entra mosca".
Frutto dell'unione di Atamante e di Nefele, Frisso ci svela l'aspetto
del composto filosofale al momenta della sua nascita, e quale strano e
misterioso parto minerale si compia sotto la superficie ribollente del ba-
gno incandescente. Phrixos, <I>gG;o£, viene da Phrix, <I>gLI;: brivido, fre-
mito di una superficie che si arriccia, flutto, onda. Da quel momenta Ne-
fele scompare per cedere ilposto a Ino che sostiene il ruolo del mercurio
mondato dalle sublimazioni. In effetti, lo scopo di queste operazioni, che
Filalete ha chiamato aquile volanti, ci e indicato dal termine greco corri-
spondente a /no: Ivaw, Inao, vuotare, far evacuare, purgare. Quell'aqui-
la impressionante che si nota tra le chimere delle gallerie esterne di No-
tre-Dame di Parigi, e la cui testa e ricoperta da un cappuccio, potrebbe
benissimo riferirsi allo stesso fenomeno della scienza filosofica.
Se ci si puo stupire, a buon diritto, del fatto che Nefele sia sprovvista
di genitori mitologici, per trame, riflettendo, qualche prezioso insegna-
mento, non si deve mancare di soffermarsi, con profitto, sull'istruttiva
parentela della seconda moglie di Atamante: Ino era figlia di Cadmo e di
Armonia, identificandosi in alchimia, presso tutti i buoni autori, il primo
alla loro cadmia (terra nera) il secondo al loro sale armoniaco, al quale il
lavoro filosofale deve il fatto di essere stato chiamato arte di musica e
II Toson d'Oro 91

senza ii quale non e possibile nessuna unione nell'Opera. La sesta tavola


incisa delle D,odici Chiavi della Filosofia, dovute a Basilio Valentino,
simboleggia ii ruolo e l'azione di questo sale d'armonia detto, cabalistica-
mente, sigillo, con la figura di un vescovo mitrato, che consacra ii matri-
monio filosofico del re e della regina. Allo stesso modo del prete che uni-
sce due sposi, questo sale in effetti, che alcuni tra gli alchimisti hanno
chiamato ii leale servitore, interviene in qualifa di mediatore nell'amalga-
ma della Grande Opera, e non resta nella composizione.
Su due delle sue figure dipinte l'alchimista Solidonius espresse ii ca-
talizzatore, che unisce la coppia protagonista della Grande Opera, con
un ramo vegetale. Questo, che e verde per ii primo matrimonio del Re,
diventa giallo per la sua seconda unione. II sovrano e un vecchio robusto,
e la giovane regina una delicata vergine (Tav. XXXI e XXXII).
Ritroviamo ii nostro sale armoniaco che non si deve identificare con
ii sale ammoniaco o cloruro di ammonio, ancora personificato da un pre-
lato, nella scena in cui Michele Maier fa intervenire lo stesso Alberto Ma-
gno che, rivestito della mitra, munito del pastorale e coperto con l'ampia,
ricca e pesante cappa, indica, col braccio destro teso, lo strano essere, of-
ferto come simbolo dell'unione delle due correnti, dei due individui, nel
REBIS filosofale. Ecco dunque l'incisione, presa tra i Simboli d'oro della
tavola delle dodici nazioni (Symbola aurea mensce duodecim nactionum)
(Francofurti, 1617), che e sormontata da questa legenda:
"Tutti si accordano in uno che e diviso in due" (Tav. XXXIII)

·¢·
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Giunto al grado di purificazione richiesta, ii dissolvente universale


porta in se l'embrione di un nuovo essere minerale; percio Ino da vita al
figlio Learco ii cui nome, altamente rivelatore, e formato da due sostanti-
vi greci Aea, Lea, pietra, e 'agxiJ, arche, inizio, principio. L'assassinio di
questo bambino, che Atamante fece a pezzi gettandolo contro una pietra,
rinnova l'allegoria, molto semplificata, del massacro degli innocenti, di
cui si e servito ii pio Nicolas Flamel nel suo Libra delle Figure Geroglifi-
che e che nasconde un punto molto segreto della pratica.
Del resto, e l'amore colpevole di Ino per ii figliastro Frisso a provo-
care ii dramma e a spingere ii giovane a fuggire ii risentimento di questa
donna che egli ormai aborre. Cosl come durante ii lavoro alchemico si
vede la parte pura del composto separarsi dalla massa putrefatta, allonta-
92 L 'Alchimia

narsi da ogni pericolo, e innalzarsi alla superficie, trasportata da un corpo


nuovo, di complessione sottile e simile a lei per quanto riguarda la perfe-
zione. Cosicche Ermete, nella Tavola Smeraldina, si rivolge al figlio delta
dottrina e gli consiglia di operare:
"Tu separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente,
con grande attenzione".
L'immagine di questa separazione ci e offerta dall'ariete Crisomel-
lo, la cui spoglia meravigliosa doveva risvegliare piu tardi la bramosia de-
gli Argonauti e deciderli al loro audace progetto. Esaminiamo, innanzi-
tutto, il nome dell'animale favoloso; la scomposizione etimologica si ef-
fettua nel modo seguente: XQuo6t;, Chrysos, oro, e µflA.ov, melon, che
indica tanto un montone quanto un porno. Ora, questo ci spinge a fare
una constatazione che non e priva di interesse, dato che i pomi d'oro del
giardino delle Esperidi non potrebbero esprimere altro se non questa
stessa sostanza di cui la ricca lana del famoso ariete e il simbolo traspa-
rente:
"11 Toson d'oro (dichiara la Grande Enciclopedia) e la materia im-
piegata per l'Opera filosofale e il nome simbolico della pietra filosofa-
le" 6 •
Se e degno di nota il fatto che l'ariete Crisomello sia stato il frutto
degli amori di Nettuno (Posidone) e di una vergine la cui bellezza era in-
comparabile, e che il dio muto in pecora, dopo che lui stesso aveva preso
la forma dell'animale maschio, non e ancora pill significativo il fatto che
questa bella giovane si fosse chiamata Teofania ? Questo vocabolo non ci
dimostra a sua volta molto chiaramente, che si tratta di una rivelazione
celeste, di una nascita divina, di una manifestazione miracolosa? In effetti
sappiamo che la festa dell' Epifania, o dei re magi, anticamente si chia-
mava Teofania. 11 sostantivo 8Eocp6.vaa, theophaneia, significa l'appari-
zione della divinita sotto una forma umana, cioe, per noi, la sua emana-
zione luminosa e ignea in un corpo materiale e tangibile. Cosl, per lo me-
no, ci e sufficientemente precisata la natura acquosa e mercuriale di que-
sto ariete, generato dal dio dei mari, cosl come la sua vitalizzazione da
parte dello spirito universale, il cui segno luminoso e stellare apparira al-
lo sguardo dell'artista, al momento della realizzazione manuale, e qui, ai
nostri lettori attenti, sul secondo disegno allegorico dello Specchio delta
6
Si legge nell' Esodo che ii tabernacolo era coperto da pelli di ariete, tinte di rosso.
XXVI, 14; XXXVI, 19.
II Toson d'Oro 93

verita ! Tale, all'inizio del millenario, si mostro la stella miracolosa agli


occhi meravigliati dei magi, illuminando con tutto il suo splendore ilcielo
notturno della Giudea (Tav. XJQCIV)
"Nel linguaggio degli Adepti (ha precisato Fulcanelli) si chiama To-
son d'oro la materia preparata per l'opera, come pure il risultato finale".
11 trofeo di Giasone diventa, insomma l'alfa e l'omega del grande la-
voro di cui simboleggia la materia messa in opera all'inizio, cosl come la
rappresenta, giunta al sublime stato di Medicina, alla fine delle operazio-
ni. Questa e l'agente fisico di rigenerazione che assicurera al nuovo
Adepto, il triplice appannaggio della conoscenza, della salute e della ric-
chezza. Ecco perche i poeti greci riferiscono che Zeus, secondo alcuni,
Ares, secondo altri, aveva promesso una totale e costante prosperita, e
immense ricchezze, a chiunque fosse abbastanza fortunato da possedere
il Toson d'oro.

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·¢· ·¢·

La Fuga di Frisso, trasportato con sua sorella attraverso l'aria


dall'ariete dal toson d'oro, si applica alla fase operativa che si conclude
con l'elixir (fi/...w<;, elios, sole e U;t<;, ixis, arrivo), che scopre ii sole nasco-
sto sotto la stella - latet sol in sidere - pill positivamente isola il grano
fisso del metallo. La qualita essenzialmente spirituale, ignea e sulfurea di
questo e attestata dalla caduta di Elle durante il loro lungo viaggio aereo.
Con Elle (E/...oc;, Elos, piana liquida, mare) sorella di Frisso, scompare
tutto cio che restava ancora di grossolano e di adustibile in seno al rebis
filosofale che, passato allo stato di medicina del secondo ordine, appare
liberato dall'eccedente acquoso, sempre caduco, e che si oppone alla sua
esaltazione.
Questo spirito metallico, intimamente legato ad un corpo nuovo,
vetroso e translucido, vero cristallo nel quale si sviluppa la gamma sono-
ra e colorata dell'ultima cottura; questo spirito, diciamo, distrugge e ri-
getta la maggior parte del suo sostegno per non conservarne che un invo-
lucro quintessenziato, ricettacolo idoneo della sua virtU affatto divina.
Abbiamo avuto l'invidiata fortuna di contemplare prematuramente,
presso il forno del nostro Maestro, questo vetro attra verso ii quale, spet-
tatore commosso ed entusiasta, abbiamo osservato la lenta successione
delle insensibili sfumature del prisma filosofale. Simultaneamente abbia-
94 L 'Alchimia

mo constatato, nello stesso crogiolo, e questo e di non poco interesse,


quanta sia relativamente bassa la temperatura di fusione di questa so-
stanza, di questo sale di Cristo (XQLfft6u, Christou, e &./..r;,, als, - Cristal ),
di cui si parla tanto sapientemente a pagina 82 delle Demeures Philoso-
phales7.
·¢·
·¢· ·¢·

Il sacrificio dell'ariete Crisomello, offerto a Giove da Frisso al suo


arrivo in Colchide, e una giustissima allegoria della fine del gigantesco la-
voro che abbiamo appena esposto brevemente, ed e completato dal gesto
del giovane che appende il prezioso Toson d'Oro ai rami di una quercia,
sulla riva del fiume Fasis (<I>amr;,, Phasis, azione di mostrare, di indicare;
visione, apparizione). La quercia simboleggia il minerale grezzo e nero
dell'inizio, che gli antichi amavano rappresentare con i tratti di Lucifero,
con la bocca smisuratamente aperta, mentre il ricchissimo pelame -l'ab-
biamo detto prima -esprime l'agente miracoloso, che costituisce il tan-
to sperato frutto del lavoro di alchimia8• Eil caso qui di avvicinare cabali-
sticamente al suo omonimo francese chene (quercia) non sibilato in lin-
gua d'oil, il termine greco Xf]v, chen, che indica 1'oca e il cui radicale

7
Paris, Jean Schemit, 1930. Questo libro con ii precedente intitolato Le M ystere
des Cathedrales, contengono tutte le note manoscritte consegnate dal nostro m1£stro al
momenta della sua partenza, eccetto alcune che appartenevano all'opera Finis Gloria:
M undi, che doveva a sua volta completare la trilogia dei Fulcanelli. Ried. da Jean-Jac-
ques Pauvert . (Edizione italiana: II Mistero de/le Cattedrali, Edizioni Mediterranee,
Roma, 1972).
8
La stessa idea di riunione de! materiale iniziale con la gemma ultima de! nero col
rosso, esisteva un tempo a Notre-Dame di Parigi. Si vedeva sul portale di sinistra, dal Ja-
to della via du Cloitre, un corvo scolpito che fissava con lo sguardo un angolo molto se-
greto all'interno dell'edificio. La, in un nascondiglio, peraltro ignoto, sarebbe stato mes-
so un certo frammento di pietra filosofale, secondo la tradizione medioevale che impo-
neva che la chiesa che doveva essere costruita, fosse eretta in questo modo sulla verita
positiva della religione di Cristo: "E io ti dico che tu sei Pietro, e che su questa pietra io
erigero la mia Chiesa...". (san Matteo, XVI, 18) - "E lo condusse da Gesu, Gesu aven-
do guardato, disse: Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa, cioe Pietro".
(San Giovanni, I, 42). Questo accostamento del nome Cefa che viene da XE<:pa/..ij, ke-
phale, che significa testa, con quello de!primo apostolo, e sottolineato nella prima epi-
stola di san Pietro, capitolo II: "..., la pietra che hanno scartato coloro che costruirono e
diventata la testa della costruzione,. ..".
9
Si sa che i filosofi hanno qualche volta preso questo volatile come emblema de!
mercurio (II segreto Libro dell'antichissimo filosofo Artefio), ed e noto ii nobile gioco
II Toson d'Oro 95

Xafvw, chain6, significa aprirsi, schiudersi (la vecchia quercia cava di


Nicolas Flamel) essere spalancato, a vere la bocca spalancata.
Cosi come dobbiamo ricordarci di quel che riferisce Fulcanelli su
quella testa di diavolo che si vedeva a Notre-Dame di Parigi, che il popo-
lo chiamava M aistre Pierre du Coignet 10 e che apriva una bocca enorme,
fornendo, all'angolo del coro, il geroglifico impressionante del caos pri-
mordiale, destinato da Dio sulla terra agli "uomini di buona volonta".
Ecco perche l'equivalente greco di caos, Xaoi;, che procede anch'esso
dalla radice chain6, vuol dire non soltanto mescolanza confusa degli ele-
menti, oscurita, tenebre, ma anche larga apertura, abisso; e fa stanno, ·
inoltre, la causa segreta, la spiegazione nel contempo misteriosa e razio-
nale della nativita notturna, al riparo di una profonda caverna, del picco-
lo bambino di Betlemme di Giudea.

Esaminiamo ora la stessa spedizione, di cui lo sviluppo, gli eroi e le


peripezie ci permetteranno di completare l'insegnamento esoterico delle
condizioni e degli avvenimenti preliminari, richiesti e suscitati dall'ovino
eccezionale e dalla sua lana metallica. Se con quelli, abbiamo seguito le
reazioni degli attori presenti e le vicissitudini della materia filosofale, ora,
in compagnia di Giasone, seguiremo le fasi essenziali del modus operandi
lineare; i mezzi propri a regolare la forza e a dirigere l'azione degli agenti
chimici messi in opera, a calmare i loro furori e a contenere i loro eccessi.
Notiamo innanzitutto che il termine ionico 'Iaw, Iaz6 (la I pronun-
ciandosi come una J) possiede due significati molto diversi; significa par-
/are ionico 11, chiacchierare, ma anche, avere una tinta violetta. Mentre ci
riserviamo di sviluppare piu avanti la seconda accezione, il lettore ci per-
metta di attirare la sua attenzione sulla prima e, a questo proposito, di in-
sistere su quanto ha il diritto di attendersi dall'applicazione giudiziosa e
prudente della cabala fonetica, principalmente innestata sull'idioma gre-
co primitivo, come pure dall'esercizio, davvero magico, dell'antica arte di
M edea (McbEwv, M ede6n, che ha bisogno di, che regna su e sostantiva-
mente, capo, maestro).
dell'oca dove si rilevano il pozzo, l'osteria, il labirinto, la morte, la prigione, che hanno
tutti un significato ermetico.
10
La maitresse pierre du coin, o la pietra angolare.
11
E il dialetto che utilizzo Omero e ii pill antico che si conosca.
96 L 'Alchimia

Senza i consigli e l'aiuto della figlia di Eeta, re di Colchide, Giasone


non sarebbe giunto al termine del suo progetto, come Teseo, senza il soc-
corso di Arianna, non sarebbe potuto uscire dal labirinto di Creta. In ef-
fetti e grazie a Medea che l'eroe acquisisce le conoscenze indispensabili, e
nel contempo riceve da lei quell'acqua risolutiva e ignea che si ritrova alla
base del rituale templare, con il bafometto, secondo Fulcanelli, il battesi-
mo di M etea, Mirw;, Metis, saggezza, artificio.
11 rosone occidentale di Notre-Dame di Parigi mostra questo simu-
lacro magico sulla vetrata, sui colori della quale vale la pena di soffer-
marsi (Tav. XXXV). Altra fotografia delle dodici che ricevemmo dall'ec-
cellente ermetista Bernard Roger.
Comunque, le prove del figlio di Esone non mancano di assomiglia-
re stranamente al sogno che ci descrive il virtuoso Cyliani nel suo piccolo
trattato tanto colmo di saggezza. Oppresso dalle sue disgrazie, il romanti-
co alchimista, addormentato ai piedi di una grande quercia e, anche lui,
guidato e protetto da una donna dal potere sovrannaturale; una ninja
che, dapprima nascosta nell'albero, gli si rivolge in questi termini:
"Non aggiungero alcuna riflessione per non aggravare le tue disgra-
zie, io posso addolcirle. La mia essenza e celeste, tu puoi anzi considerar-
mi una deiezione della stella polare. La mia potenza e tale, che io animo
tutto: Io sono lo spirito astrale, dono la vita a tutto ciO che respira e vege-
ta, conosco tutto. Parla: cosa posso fare per te?" 12 •
Come Medea, questa creatura celeste fa scivolare nella tasca di Cy-
liani un boccale turato, contenente il liquido necessario per distruggere la
serratura del tempio dove i due vasi sacri sono custoditi da un drago. No-
tiamo, a questo proposito, che gli antichi chiamavano chia ve qualunque
liquido o menstruo capace di realizzare la dissoluzione di una base e che,
di conseguenza, il segno grafico del vitriolo filosofico prendeva il suo di-
segno esattamente dall'oggetto metallico che apre le serrature:

Facenda meglio dell'amante di Giasone, la ninfa di Cyliani non tra-


scura di fornire al suo protetto il procedimento completo della nostra pri-
ma opera, per la quale, gli autori appaiono unanimi nel sottolineare l'ese-
cuzione difficile, penosa, persino pericolosa. Infatti, prima di lasciarlo, gli
consegna la lancia con cui dovra uccidere il drago, raccomandandogli di
12
Hermes devoite, Paris, Chacornac, 1915, pag. 15.
100 E M B L E..M A XXX IV. De [ecrttu N.tt11-r4.
In balneis concipitur,&in aere nafcitur,rubeus ve·
ro fa6l:us graditur fi1per aquas.

., , E PI GR A M MA X X XIV.
"Alnea conceptu pueri , nataliiu air
B Splendet, d:J' hinc r11ezu fob pede cernit aquttJ*
Pitque foper montana cacumina candidus iOe... ,
S<!!i remanct doBu unica cura rviru.
Ell lapu , rJ:J" non efl , uzli 9uod no6ile Donum >
Dante DE Ofil ix,ji quu hahe6it , erit.
Ho-

XXV Atalanta Fugiens ( emblema X X X IV ). Che sia nel crogiolo della via secca o
nel matraccio della via umida, laparte spirituale epura, sempre pronta a libe-
rarsi, si innalza verso iiluogo della sua origine, che i Filosofi chiamarono loro
Cielo.
XXVI Scena della vetrata che chiude il rosone e che si illumina al tramonto.
Disegno colorato da Bernard Roger. L 'estrema difficolta della subli -
mazionefilosofica e qui espressa dal gesto del ca valiere ii quale, ben sal-
dosulla sella, si volge a salutare con un gesto beffardo della mano chiun-
que lo segua.
ALTERIVS N O N SIT Q,VI SV V S Jt: S S E l'O T E S T

. f

® ®

·. AB HOHENREJM, DICTVS P.ARACELSVS.


,rtunmate nnb1li11.m,9e1tihu PAR.ACEL SVS 'L'tfb_'a. runum d mcdtiun :l'tflrc ante
QJLl'Jrum Lulkrum.
Qua vdu.r Hduetia d.nrt:t .Ere11UJ.r humo, Ppfl.qta aws 4tflrofan.c/JU, ErtUnu, rq'f'?J..
c.ft& ocuio.r JU- ora tu/it, cum pb.t1•ima U»19um Astra 71tater./'ena JeptemJr,:, lua JtilnUu:
.Di.tceniU'Jlu.di.o p er loca J'ecir il:er . .. 0.r.ra.fdfijhwt;ga:· mvnc ,..U:n.eru91u: dacmt .
I . :n:rm•7Vl aJ 1•1i1111n p/r urit . F r!iauu.·:111 .fcu!p.rir.

XXVII Ritratto di Paracelso. M olto diverso da quelli solitamente diffusi, ecco


ii ritratto dell 'alchimista cui la scienza medica de! nostro tempo deve ii
meglio de/la sua terapeutica.
_Pag.$8 du 2 .o lw.
hd ! - --

2
XXVIII Frontespizio de Les Sept Nuances de !'Oeuvre (Etteilla).
HA! Ecco ii gran tesoro che non e mai stato divulgato.
1. Fortunato colui che mi scoprira .
2. Preparazione della materia.
3. Io sono quella Vergine che vi nutre.
4. Non riferitevi troppo al co/ore
5. Ha data meno rugiada ai suoi, ma Ii ha pagati .
6. Io Ii guido e rispondo con l'eguaglianz a, all'impero che e
stato loro data sugli Elementi.
7. E cosi per la Materia.
8. 1o indurisco con la mia umidita, ef ondo col mio calore.
9. Io raffermo e coloro.
10. Quando saro stato esaltato dai dodici segni, cambiero
tutto e guariro i Mala ti.
Queste sentenze erano in lingua Latina sul "Quadro origina-
le" che Etteilla stima va fosse stato dipinto "piu di un secolo
prima", chegli apparteneva edi cui senza dubbiofece lui stes-
so eseguire questa copia incisa. Non ci ha conservato ii Latino
originale, ma la suddetta traduzione che definisce Libera, sen-
za precisare chi ne sia stato l'autore. Ecco dunque tutta una
serie dipiccole immagini ermetiche che milita decisamente a
fa vore di una giusta e solida riabilitazione de! celebre carto-
mante.
·----·----

.v;....o n·,,,rnl 'FtP.MA'tt SuNT CoEu,E-r SP;Jt.ITU 011. rs Ejus OMNU


ExEACITUS Eol\Ui.t,Pfaf .JS· siu .ITUS F· IN1 REPL£VIT ·oiuEMIT1t1t. AJt"uM rO!ioOUA-S.f'rf.'utf
8oNJTATE TuADOMJNE:AVEA T£ NTE T£fACJ£M, TUR.BANTUJl:AunEkSSPJRtTuMEoRuM,ET De.F1c1u.w-r ET h-1 PuLV £JUM SuuJ.iR£VEJt.TUNTu1t.:EM1TTIS SPIR I TUM
TuuMETCR.EANTUK. :Sic R£Nov ... .sFAc1EM. TERR£ :GLOAIA TUAIN SECUJ.UM. Pf:llm.io4.

SM.AR.A GD/ N A HER/IJETJS TAB//L.A.


Erumifine mcndaci , crcum vcrd'iumm:od cft infcrius.cft licucquod cl\ Supcrius,& uod ell: .supcrius cfl ficur: quod eftinfcrius .:1 crpccranda iracul:i Rei Unius. r:cutomncsRc:sfu ..
V crunab Un, cmmonc 1uu,s :S1c.omncs Rcsnatzfucrunt ab b:icUmi Re Ad.tpt monc. Pater E,uscll So1,M'cr EJUS Lun:i. Porravtt dlu.d Vcimsm Vcntr fuo. umxc.:1us crracll:.Parer
?1ms Tclcfm1roaus mu.nd1ell:111 . V1sCJUS uugra cft, G_verfafuerit in cerram. Separabis Tcr am ab J.gnc.fubtiJc !ifpiffo, fuavicr cum1.n:azno mgcm_o. Afcndlt acrr.J. C:«lum, 1ccrumqucde...
cndicm Terram, Ee ccJplt V 1mSucr1omm &: Jnfcnorum . Sic h!lbcs Glori201 cotius Mundi. Ideo fugict a tcomn.is obfcuriras. H1c ell: touu s formud1ms fomcudo fortr.s qu1a .vmcctomncm rem fub..
alem •.omncmqucfohd•ml";nct" b"'SIC .MUNDUS.CREATUS EST. Hi11ccruntAd,pmioncsmirabilcs, <zuarum modushicc!l. lro<ju<vomus Cum Hcrmc• Trilhlcg.tlus, lubcn• Trcspar-
ce. Pbilofophiz •onus Mund1. Complctum ell quoddixi de Oecmionc Solis.

XXIX Janitor Pansophus (tavola e testo delta Tavola di Smeraldo). Trasposizione


iconografica, positivamente veritiginosa, de! testo latino delta Tavola di Sme-
raldo di Ermete, che costituisce il compendia piit perfetto delta Grande Opera
alchemica.
l:.M BLE M A I. De flt>'tftS Natar,. 1

Portavit eu1n ventus in ventre fuo.

I. P I G R A M M A I.
Eft.ib)10 <V entosa '71oreee qri ci.tuditur lvo 1
Iii-vu& in/;cmc lucemftfemelortiu ertt ;
Umu is Heroum rnnCJ os fu perare latores
Arte , manu,forti corpore , mente ,potejl.
Ne tilifl t CrxJO, nee aborteu inutzlis iUt. ,
Non Agrippa , 6ono fydere, fed genit1u.
A

XXX Atalanta Fugiens (emblema / ). Il vento e ii movimento dell'aria, di cui la luna


e ii motore. La spiegazione scientifica dei venti, stabilita unicamente, sino al
secondo quarto di questo X X secolo, nella densita variabile dei mari e dei
continenti, sarebbe immensamente divertente, se non rattristasse negli stessi
limiti. D 'altraparte non meno della teoria, relativa al nucleo centrale efluidi-
co de/la terra, secondo cui una insensibile estinzione ci conduce, ineluttabil-
mente, verso quella morte bianca e gelata di cui la luna, nelle notti belle, ci
presenta l'immagine invariabile e sorridente .
I
I

XXXI Quattordicesima figura di Solidonio. Incremento def verde per mez-


zo dello spirito vegetativo dell 'universo, durante le purificazioni de/-
la prima opera, le quali sono generatrici def sale verde o vitriolo dei
filosofi.
II Toson d'Oro 97

farla rossa con il fuoco volgare, prima di affondarla profondamente nel


corpo del mostro.
11 dragone, l'acqua magica, e la lancia, rappresentano dunque i tre
attori prescelti di questo imeneo chimico - femmina, mediatore e ma-
schio - cui seguira, ontogenesi insospettata, la piu strana delle procrea -
zioni.

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Iacopo da Voragine, nella Leggenda Aurea, attribuisce a santa Mar-


ta un periplo seguito da una coraggiosa impresa, che dobbiamo riferire
perche, l'uno e l'altro, presentano una reale e sorprendente somiglianza
con il mito profano che stiamo analizzando:
Marta, suo fratello Lazzaro, sua sorella Maddalena e il beato Massi-
mino, si erano imbarcati, senza provviste, su una nave che non a veva ve-
le, ne remi, ne timone 13 , guidati dal Salvatore approdarono a Marsiglia.
Ora c'era in un bosco della riva sinistra del Rodano un drago la cui bocca
era munita di enormi denti 14 e che aggrediva tutti i viandanti. Sebbene
colpisse a morte tutto cio che lo toccava, Marta entro nel boschetto, af-
fronto il mostro e, aspergendolo d'acqua benedetta gli presento la croce.
11 drago divento allora dolce come un agnello, si fascia legare e il popolo
venne ad ucciderlo a colpi di lancia.
Questa leggenda cristiana non richiede commenti e la sua concor-
danza con le favole pagane di origine ermetica e innegabile; d'altra parte,
persino il nome della bestia catturata da colei che ospito Gesu, evoca giu-
stamente la fase operatoria considerata (Tav. XXXVI). Chiamata, in ef-
fetti, Tarasca, dalle genti di Tarascona e di Beaucaire, si ritrova nella lin-
gua degli Elleni il vocabolo che corrisponde al suo nome: TaQasL£, Ta-
raxis, con il significato di confusione, di agitazione che abbiamo gia se-
gnalato al momenta della nascita di Frisso. Citiamo a questo proposito

13 Il vascello degli Argonauti non e meno singolare; costruito con le querce par/an-

ti della foresta di Dodona, certi autori antichi arrivano sino a dire che era rotondo. Non
potrebbe essere che il sigillo dei Templari, che assicurava la supremazia e il potere del
Gran Maestro e che si chiamava il globo, fosse proprio il vasello, la quercia ca va, il pic-
colo mondo che si ritrova, come attributo di possanza regale, nella mano del Padre
Etemo e dei grandi monarchi?
14
Da accostare ai denti del drago, che Giasone ebbe l'incarico di seminare nel
campo consacrato al do Marte.
98 L 'Alchimia

un opuscolo rarissimo che conserva la biblioteca Mazarino e che e intito-


lato: Del Leno Santo 15• E dovuto a Francesco Delicado (1525) ed e or-
nato da un bel frontespizio inciso su legno, dove sono rappresentati, da
entrambi i lati di un albero sormontato dalla figura della Vergine, santa
Marta (hospita Christi) e san Giacomo Maggiore. La sorella di Maria
Maddalena tiene una pa/ma che termina in una piccola croce, mentre la
famosa Tarasca, che e sdraiata ai suoi piedi, divora un piccolo bimbo che
si intravede nella sua bocca.
Guarda, studioso neofita, con l'autore indeterminato - auctor in-
certus - guarda quale perla (margarita) puo uscire dal nostro dragone
viride, dal nostro soggetto grezzo, industriosamente "reincrudato":
"Io, ho scelto questa ricerca della Pietra dei Filosofi, che mi e fami-
liare, e che chianio spesso l'unica Minerva, e soprattutto la perla superio-
re di tutta la Filosofia nascosta, o della Magia (non, in verita, superstizio-
sa, ma naturale)".
"Ego hanc Lapidis Philosophorum indaginem mihi familiarem se-
legi, eamque scepius appello, totius Philosophice occultce, aut Magice
(haud quidem,superstitiosce, sed naturalis Minervam unicam, atque M ar-
garitam prcecipuam ) 16.

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Torniamo ora a Giasone che dopa aver tagliato la testa de! drago,
doma, servendosi sempre della potente acqua avuta da Medea, i due tori
scatenati contro di lui. Dati in dono a Eeta da Vulcano queste terribili
fiere, come quella che Ercole addomestico nell'isola di Creta, avevano i
piedi e le coma di rame, e lanciavano fuoco dalle narici e dalla bocca. E
con questi tori, aggiogati ad un aratro, che Giasone lavora il campo di
marte (Ares) nel quale poi seminera i denti presi al drago. Cosi come
dobbiamo aprire profondamerite la nostra terra minerale, con l'aiuto del
doppio fuoco, volgare e filosofico, per includervi il germe sulfureo che si
nutrira e si sviluppera nel suo seno. Lo sradicamento dei denti del mostro
vela l'estrazione delicata della semenza metallica che, vera salamandra,
resta incombustibile in mezzo alle ceneri, generate da una viva calcina-

15 E da notare che questo titolo in spagnolo si traduce sia con Del tronco (d'albero)

santo, che con Del vascello santo; avendo ii sostantivo Leno i due significati.
16 Liber de arte chemica. Caput VII.
II Toson d'Oro 99

zione. Inoltre, scopriamo nella rassomiglianza che l'alchimista presenta


con i lavori campestri, il motivo per cui fu designata anche con la perifra-
si di agricoltura celeste.
Quanto ai soldati in armi che nascono da questa singolare semina-
gione, e che si uccidono immediatamente l'un l'altro con rabbia, rappre-
sentano con sufficiente eloquenza, l'effervescenza prodotta, perche noi si
veda, nel furore di questi belligeranti, la necessita che il filosofo usi pre-
cauzione e prudenza.
Ristabilita la calma, Giasone entra in possesso del Toson d'oro il cui
colore variabile, bianco o rosso, corrisponde ai due stati definitivi della
Pietra Filosofale. Non torneremo, dopo Fulcanelli, sulle virtu terapeuti-
che e sugli effetti fisiologici di questa meravigliosa panacea; tuttavia ri-
porteremo, per il sesso debole e bello, questo passaggio di un eccellente
artista, relativo all'azione rinnovatrice della Medicina "al bianco", sul vi-
gore, sulla freschezza e la bellezza femminili:
"Questa medicina ha altre virtu anora piu incredibili. Quando e
all'elixir al bianco, ha cosl tanta simpatia verso le dame, che puo rinnova-
re e rendere il loro corpo robusto e vigoroso come era nella loro giovi-
nezza, cosicche non sembra che abbiano piu di diciannove anni.
"A questo scopo innanzitutto si prepara un bagno con numerose er-
be odorifere, con cui debbono strofinarsi bene; poi entrano in un secon-
do bagno, senza erbe, ma nel quale si siano sciolti tre grani di elixir al
bianco in un boccale di spirito di vino, che poi si e gettato nell'acqua. Re-
stano un quarto d'ora in questo bagno, dopodiche, senza asciugarsi, si fa
preparare un gran fuoco per far seccare questo prezioso liquido. Esse si
sentono allora cosl forti in se stesse, e il loro corpo e diventato cosl bian-
co, che non potrebbero immaginarselo, senza averlo sperimentato" 17•
In verita questo non e senza rapporto con il potere magico che pos-
sedeva Medea di ringiovanire il corpo umano, mettendolo in un bagno
caldo di erbe aromatiche e di cui si servl per Esone e per lo stesso Giaso-
ne. E vero che la figlia di Eeta prima faceva a pezzi il paziente e che que-
sta distruzione preparatoria, puramente allegorica, si riferisce allora nel-
la Grande Opera, alla dissoluzione, secondo l'apoftegma ermetico che
vuole che "chiunque ignora il mezzo per distruggere i corpi, ignora
anche quello di perfezionarli". E quel che simboleggia la figura 10
(Tav. XXXVII) del celebre trattato di Salomon Trismosin - indicato

17
Cailleau. Clef du Grand Ckuvre ou Lettres du SANCELRIEN tourangeau. Paris
1777, pag. 54.
100 L 'Alchimia

sulla pagina del titolo, con evidente metacronismo -come precettore di


Paracelso - dove si vede un cadavere fatto a pezzi esangue che i flutti
stanno per inghiottire 18 •
Lo ripetiamo, e al termine della sublimazione, che segue obbligato-
riamente la soluzione radicale, che il corpo resuscita rigenerato e glorio-
so; cosl come dobbiamo anche insistere sul color violetto che questo pre-
senta, dopo la sua liberazione da un involucro imperfetto e caduco, irri-
mediabilmente votato alla distruzione. Ecco perche il nome stesso di
Giasone ricorda questa tinta composta dai due colori estremi dell'opera,
il blu e il rosso; ilprimo, emblematico del mercurio, il secondo del solfo.
Ricordiamo, a questo proposito, che l'umile violetta delle nostre re-
gioni temperate, fiorisce in prima vera, e che questa pianticella che rap-
presenta il rebis alchemico, porta dei fiori ermafroditi. E con il dono di
una violetta d'oro fino che il Concistorio dei sette sostenitori def gaio sa-
pere, che sotto Luigi XIV diventO l'Accademia dei giochi Floreali, ricom-
pensava il vincitore del suo torneo ermetico disputato nel mese di mag-
gio 19.
Cosl come non abbiamo parlato del viaggio degli Argonauti a Col-
co, lasceremo da parte le periperie del loro ritorno. Bisognava limitare le
proporzioni di questo studio, dedicato unicamente allo stesso Toson
d'oro, cioe alla sua origine, al suo destino movimentato, e alle prove e
agli sforzi del suo valente beneficiario. Percio abbiamo esposto la con-
quista efficiente in ambito piu circoscritto e la pratica piu segreta della
via secca o del crogiolo, che ci e molto familiare, ha guidato il nostro
sforzo e lo ha conseguentemente reso pill facile.
Del resto non abbiamo ritenuto di dover riprendere la lunga e minu-
ziosa spiegazione che Dom Antoine-Joseph Pernety fornl nei suoi due
sapienti libri sul periplo della nave Argo 20 • La via umida seguita dall'eru-
dito Benedettino nel corso di questa navigazione pericolosa, mostra tut-
tavia delle notevoli analogie con la via breve di cui gli Adepti si mostrano
tanto gelosi, e che velano molto spesso sotto la prima.
18
La Toyson d'Or ou La Fleur des Thresors. Paris, Charles Sevestre, 1612.
19
L'autore di un trattato antico non ha mancato di ricordare con i due nomi della
sua firma, ildoppio arcano alchemico della quercia di Flame! e de! prezioso piccolo bot-
tone di cui Fulcanelli ha precisato che e violetto nella frattura: DU CHESNE, Sieur de la
VIOLETTE. Recueil des plus curieux et rares secrets touchant la medecine metallique et
minerale. Paris Pizet, 1648.
20
Les Fables egyptiennes et grecques devoilees reduites au meme principe, avec une
Explication des Hieroglyphes, et de la Guerre de Troye. A Paris, chez Delalain l'aine, li-
braire, rue Saint-Jacques, n. 240. M.DCC.LXXXVI.
II Toson d'Oro 101

·¢·
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Allo stesso miracolo fisico, alla stessa antica tradizione, l'ordine del
Toson d'oro dovette la sua creazione, e i suoi caratteri principali di eccel-
sa ca valleria, anche se ci si e dati tanta pena per trovargli un'altra origine.
Oltre alle allusioni all'ardore amoroso di Filippo il Buono, perche aver
spinto l'assurdita, se non la cattiva fede, sino a stabilire un rapporto con i
notevoli guadagni che il principe avrebbe realizzato nel commercio della
lana? Tenendo conto inoltre che l'incostanza del valoroso duca di Borgo-
gna non potrebbe spiegare il suo misterioso motto, che sarebbe allora
piuttosto contraddittorio: Aultre n'auray (non ne avro un'altra). Se que-
sta breve affermazione fu pronunciata nei riguardi di una dama, sembra
proprio che concema la piu bella di tutte, la stessa Vergine Maria.
In effetti, non e forse sotto l'invocazione della Madre del Salvatore e
di sant'Andrea che Filippo il Buono creo l'ordine piU celebre della cri-
stianita, la cui insegna21, nel suo esoterismo certo, ci mostra il combatti-
mento del cavaliere e del drago, vicino alla pa/ma cara alla leggenda cri-
stiana?
Quest'albero che si dice <l>o(vt , Phoinix, in lingua greca, la cui fo-
glia e consegnata al vincitore; la palma diciamo, ricorda l'uccello favolo-
so che rinasce etemamente dalle ceneri preziose del suo rogo. Ne diamo
ora l'immagine completa (Tav. XXXVIII) che e dipinta a guazzo e che
costituisce il paradigma nel contempo piU conciso e piu completo della
Grande Opera. Fa da frontespizio alle Opere di Eireneo Filalete diverse
dall' Introitus, nel bel manoscritto del XVIII secolo che ci fu offerto da
Michel Renaud de la Faverie, grande bibliofilo e specialista dell'Ordine
del Tempio.
Sara facile, per lo studioso laborioso, stabilire la corrispondenza tra i
dettagli iconografici di questa composizione tanto armoniosa e le diverse
21 In una bella vetrata del XVI secolo attribuita a Enguerrand le Prince -la secon-

da a sinistra entrando dal portale laterale - la chiesa di Montmorency (Seine-et-Oise)


ci mostra un esempio molto evidente di questo gioiello ermetico. L'imperatore Carlo V
vi e rappresentato in piedi, il collo adomato dal sontuoso collare de! Toson d'Oro, nella
mano destra una spada enorme, sproporzionata alla statura del personaggio, e nella ma-
no sinistra ii globo de/ mondo. Questo gran principe, cosl prudente in politica, a cui un
cervello, perfettamente sano ed equilibrato, permetteva un severo autocontrollo, grazie
ad una rara volonta, era molto lontano dal giustificare le idee false, per lo piu accettate
ai nostri giomi, nei suoi riguardi, e che naturalmente Voltaire non manco di accreditare
esagerandole ulteriormente.
102 L 'Alchimia

fasi della Grande Opera, quali le presentano i Fulcanelli e le nostre stesse


opere.
Il motto latino che, sul collare, sottolinea l'impresa cavalleresca e
rinnovata da Ercole in epoca mitologica, la spiega di conseguenza e assu-
me, al suo contatto, tutto il suo senso alchemico:
ANTE FERIT QUAM FLAMMA MICAT
Colpisce prima che brilli la fiamma
In effetti, e Sotto il colpo della spada, cioe del ferro, che il drago vo-
mita le sue fiamme, che la luce si separa dalle tenebre.
Noteremo che questa sentenza fu scelta, all'inizio del XVI secolo
dall'ufficiale Sebastien de Corbion che invento la pistola. Arma che rico-
nosciamo sul soffitto di Dampierre-sur Boutonne, dove e accompagnata
dall'esergo:
SI.NON.PERCUSSERO.TERREBO ...
Se non a vro ucciso, spa ventero
A proposito di che bisogna, naturalmente, riportarsi alla spiegazione
di Fulcanelli, nel tomo secondo delle Dimare Filosofali (Edizioni Medi-
terranee, Roma, 1973), pag. 107.
Una seconda sentenza: Pretium laborum non vile, ci dice che la spo-
glia dell'ariete, posta come pendente, costituisce ilpremio non disprezza-
bile dei lavori, di cui un angelo, nella seconda incisione di Sabine Stuart
de Chevalier, sta deponendo il triplice alloro sul capo, gia coronato,
dell'alchimista vincitore, grazie alla spada, del dragone a tre teste
(Tav. XXXIX).
Questo risultato, per quanto ci concerne, lo stimiamo giustamente
senza eccessivo entusiasmo ne sterile fretta, e saremmo felici se, in queste
poche pagine, avessimo potuto raggiungere lo scopo di segnalarne tutto il
valore inestimabile e la sovrana trascendenza.

ATLANTIS

Giugno 1936.

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