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Didattica in rete e didattica in presenza

l'integrazione possibile

Pierfranco Ravotto
pfr@tes.mi.it
docente ITSOS Marie Curie, Cernusco sul Naviglio
coordinatore progetto SLOOP (Sharing Learning Objects in an Open Perspective)

Abstract

All'ITSOS "Marie Curie" di Cernusco sul Naviglio l'integrazione fra didattica in


presenza e didattica in rete è ormai qualcosa di più di un'esperienza episodica. Nel
2004/2005 al 50% di gruppi classe corrispondeva un equivalente virtuale. In alcuni
casi le "classi virtuali" erano solo l'iniziativa di un docente in un breve periodo
dell'anno. In altre sono state momento di lavoro continuativo in più discipline.
Ma come si è arrivati a quel punto e, soprattutto, quali indicazioni se ne possono
trarre?
La situazione attuale deriva da due diverse iniziative, entrambe emblematiche di una
strategia per l'innovazione centrata sulla valorizzazione degli spazi di autonomia
dell'istituto scolastico e sulla ricerca di collaborazioni con altre istituzioni, scolastiche
e non.
La prima di queste è la realizzazione, nei primi anni '90 di una rete telematica
dell'ITSOS - T&S, Telematica e Scuola - che da allora fornisce a studenti e docenti un
indirizzo internet, uno spazio web individuale ed un ambiente condiviso di forum. Da
subito la rete interna è stata integrata con quella di altri nodi scolastici milanesi
producendo la rete SiR - Scuole in rete - strumento di comunicazione e, in prospettiva,
di condivisione di materiali didattici e di corsi.
Nel 1995, in corrispondenza con l'abolizione degli esami di riparazione, l'ITSOS si è
posto il problema del "recupero" anche attraverso modalità didattiche non in presenza.
Il riferimento è stato all'Open Distance Learning, un ambito su cui il Cork Institute of
Technology di Cork, partner dell'ITSOS in progetti di mobilità e scambio di giovani,
deteneva una significativa esperienza. Come svolgere un lavoro di ricerca? Come
reperire le risorse per confrontarsi in ambito nazionale ed europeo con istituzioni
portatrici di know how o con gli stessi probemi?
Il '95 era l'anno del primo bando del Programma Leonardo da Vinci: l'ITSOS presentò
il progetto SOFIA - Sistema Organizzativo Flessibile Insegnamento Aperto - che fu
approvato. Il lavoro di ricerca venne proseguito con altri progetti, sempre finanziati da
Leonardo: Sofi@net e SOLE.
Nel corso di un decennio, l'ITSOS ha avuto così la possibilità di confrontarsi con
scuole, università, centri di ricerca italiani, irlandesi, finlandesi, francesi, belgi, greci e
rumeni. Progressivamente l'attenzione si è spostata da materiali cartacei per un auto-
apprendimento individuale all'eLearning.
Ed è qui che il lavoro di ricerca è entrato in sinergia con la realizzazione della rete
SiR/T&S grazie alla quale erano disponibili un'infrastruttura tecnologica e l'abitudine
- da parte di docenti e studenti - al suo utilizzo: dunque un ambiente favorevole alla
sperimentazione di quanto eleborato nei progetti.
E', quest'ultimo, un modello di formazione in rete di matrice costruttivista, che vede la
formazione quale costruzione collaborativa e non in termini di semplice trasmissione
del sapere. Di qui il privilegiare gli aspetti relazionali, e dunque l'ambiente di
apprendimento, rispetto ai soli oggetti didattici da fruire in autoformazione.

Ecco perchè non ci limitiamo a inserire in rete materiali didattici - cui gli studenti
possano fare ricorso a seconda delle specifiche necessità e nei tempi da loro preferiti -
ma sviluppiamo classi virtuali, in cui docente e studenti comunicano, estendendo il
rapporto fuori delle mura scolastiche e fuori dell'orario scolastico.

Quali sono le potenzialità nell'integrare la didattica in rete con la didattica in


presenza? Quali le possibilità, nella scuola attuale, di operare tale integrazione? Quali
le condizioni per farlo?
Iniziative di didattica in rete possono essere attuate nelle ore scolastiche, in
laboratorio. In questo caso i vantaggi risiedono nei seguenti fattori:
- lo strumento informatico generalmente attrae i giovani e quindi può favorire la
motivazione,
- in rete, se i materiali didattci sono interativi e se esistono forum in cui intervenire,
lo studente è obbligato ad un assumere un ruolo attivo chefavorisce
l'apprendimento e, contemporaneamente, agisce come ulteriore stimolo alla
motivazione,
- il lavoro in rete, in quanto svolto individualmente, permette sia il rispetto dei tempi
individuali di apprendimento, sia l'individualizzazione e personalizzazione dei
percorsi, anche in questo caso con aumento dell'efficacia formativa e della
motivazione,
- il software può permettere simulazioni utili all'apprendimento per scoperta,
permettendo ad ogni studente di provare e riprovare, attività impossibili in classe e
spesso anche in laboratorio.
Ma, ovviamente, la didattica in rete non richiede che gli studenti siano
contemporaneamente nello stesso luogo. E' per sua natura asincrona e quindi supera
barriere di tempo (mattina, pomeriggio, sera - giorni di scuola e giorni festivi) e di
spazio (scuola - biblioteca - casa).

Oggi è quasi scontato che gli studenti abbiano accesso a un computer, quasi sempre
con una connessione internet, spesso veloce.
Generalmente la familiarità degli studenti con il computer è elevata.
Non sempre si può dire lo stesso degli insegnanti ma esiste una fascia ampia per cui è
uno strumento abituale di lavoro.
Dunque sussistono le due condizioni soggettive indispensabili per prevedere un
massiccio ricorso alla didattica in rete a sostegno e integrazione della didattica in
presenza.
Sussistono anche quelle tecnologiche sia nel senso che sono disponibili efficienti
sistemi per la realizzazione di ambienti di apprendimento in rete - molti sono
opensource e quindi non gravano nemmeno sui bilanci scolastici - sia nel senso che le
scuole hanno, in genere, un'infrastruttura hardware sufficiente per avviare il processo.

Gli ostacoli sono piuttosto due. Il primo è rappresentato da quelle che potrei chiamare
le "cattive prassi" dell'eLearning. Molti insegnanti sono stati coinvolti in esperienze
di formazione con forme di didattica in rete fatte di materiali "cartacei" da scaricare
accompagnati da forum "vuoti" o pieni solo di chiacchiere da caffè. Difficile
convincerli che la didattica in rete possa essere vera didattica, con un sistema di
relazioni e un ruolo del docente analogo - con le dovute differenze - a quello
abitualmente svolto in classe.
Il secondo ostacolo è relativo ai materiali didattici. Per quanto fondata sulle relazioni
e sulla costruzione collaborativa di conoscenza, la didattica in rete richiede materiali
di partenza specificamente prodotti per la rete, per sfruttarne le potenzialità
multimediali, di interattività, di simulazione.

E produrre tali materiali costa energia, tempo, fatica. Troppo per un singolo docente
ma anche per una scuola. Ma perchè non mettere in condivisione free/open learning
object in un ambiente/repository cui i docenti possano liberamente accedere per
cercare, scaricare, modificare materiali didattici e per metterne a disposizione di
nuovi?
SLOOP - sharing learning objecs in an open perspective - è il nuovo progetto in cui
siamo attualmente impegnati, ancora finanziato dalla Comunità Europea nel
Programma Leonardo da Vinci).
Obiettivo del progetto - acessibile all'indirizzo www.slooproject.eu - è la realizzazione
di un free Learning Object management system, freeLOms, e di alcune prime
collezioni di LO. LO free/open in quanto ne è concessa la libertà d'uso e in quanto ne
sono messi a disposizione i file sorgente per permetterne modifiche.
Lo sviluppo di un tale repository di LO, liberamente utilizzabili, non dipende,
ovviamente, dal solo partenariato SLOOP. Si svilupperà se altre scuole e singoli
docenti lo riterranno uno strumento utile, se attorno ad esso si realizzerà una comunità
di pratiche.
I primi segnali, a progetto ancora in corso, sembrano incoraggianti.

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