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Abstract
1. Introduzione
Nell’ambito della produzione di energia per via fossile, si è assistito, a partire dagli anni ’90, ad un
decisivo aumento dei rendimenti e delle potenze di impianto ottenuti mediante l’utilizzo di nuovi
materiali e l’impiego di tecniche di fabbricazione che hanno consentito l’incremento dei valori di
temperatura e pressione nei generatori di vapore per le centrali termoelettriche. La progettazione
degli impianti di generazione di potenza, in questi anni, si quindi è stabilmente assestata sull’impiego
di processi Ultra Supercritici (USC) allo scopo di massimizzare i rendimenti e ridurre i costi operativi.
Per questo, si è passati da temperature attorno ai 550°C e pressioni di circa 250 bar(g) raggiunte
dagli impianti fino agli anni ’80, ai 600°C e i 300 bar(g) del periodo attuale. Le potenze massime
installate per ciascuna unità sono passate da circa 600MWe ai target attuali che si prefissano la
soglia dei 1000 MWe; i rendimenti sono passati da valori medi attorno al 35% durante gli anni ’80, a
valori attorno al 45% negli anni 2000. Con tali trend e con l’obiettivo di raggiungere i 700°C di
temperatura e i 350 bar(g) di pressione, potenze superiori a 1000 MWe e rendimenti superiori al 50%
entro il 2020, risulta evidente la necessita di
investire nella ricerca e sperimentazione di
nuovi materiali, sempre più performanti che
consentano di accedere a tali condizioni. Per
raggiungere questi target si ha la necessità
anche di migliorare la conoscenza dei range
di applicazione degli stessi e di tutti i
processi produttivi necessari alla
costruzione delle diverse parti di impianto.
Negli ultimi anni, quindi, è diventata sempre
più evidente l’esigenza di un più alto livello
di comprensione e di conoscenza di tutti i
fenomeni legati al comportamento delle
saldature ed in particolare quando le
saldature sono eterogenee e/o dissimili.
Fig. 1 – Coal Fired USC Boiler
Vale la pena segnalare che è proprio grazie allo sviluppo di nuovi
materiali da parte dei più importanti produttori mondiali di acciaio e
alle aumentate conoscenze del comportamento delle giunzioni che
si è dato il maggior apporto al raggiungimento degli obiettivi posti
dai programmi di ricerca e sviluppo per le applicazioni ultra-
supercritiche. A partire dagli anni ’90 vi è stato un fervido sviluppo
di materiali che, partendo dagli acciai al carbonio e dai basso legati
e legati (es.: T/P11, 13CrMo4-5, T/P22, 10CrMo9-10, T/P9), ha
visto lo svilupparsi di materiali di nuova generazione detti CSEF
(Creep Strength Enhanced Ferritic) Steel (T/P23, 7CrWVMoNb9-6/
T24, T/P91, X10CrMoVNb9-1, T/P92, X10CrWMoVNb9-2, etc.) e di
alcuni tipi di acciai inossidabili ad alte prestazioni (Super304H,
HR3C, TEMPALOY AA-1 e A-3) utilizzati per tubi di parete, tubi per
surriscaldatori e risurriscaldatori, nonché per collettori, linee vapore,
tubazioni di collegamento e altre parti del generatore di vapore
sottoposte ad alte temperature e alte pressioni in cicli ultra-
supercritici.
Fig. 2 – Esempio di impianto USC
Oltre alle problematiche che le giunzioni di questi nuovi materiali possono generare in termini di
adeguatezza e durata, mentre per una giunzione omogenea la scelta del materiale d’apporto non
può che ricadere su un consumabile che abbia la composizione chimica e le caratteristiche
meccaniche più vicine possibili al materiale oggetto della giunzione, nel caso delle eterogenee,
l’individuazione del materiale di apporto che meglio si adatta alle esigenze chimico-fisiche e
metallurgiche dei due materiali dissimili (ferritici, da un lato, ed austenitici dall’altro) diventa una
attività complessa, che richiede indagini e informazioni più accurate rispetto a quanto sia possibile
ottenere dalle prove richieste per qualificare il procedimento di saldatura e rispettose degli standard
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e dei codici di applicazione internazionali più comuni (ASME IX o EN 15614-1). Per questa ragione
si è proceduto, nella fattispecie, alla effettuazione di prove per verificare quale tipo di materiale di
apporto fra IN617Co ed EPRI P87 fosse il più adatto per qualificare processi di saldatura fra il
materiale austenitico SA213TP310HCbN e le varie combinazioni di ferritici e ferritico/martensitici
quali SA213T22, SA213T91 e SA213T92.
La presente memoria sintetizza i risultati delle prove svolte da IIS PROGRESS in collaborazione con
la Società AC Boilers allo scopo di caratterizzare le proprietà di giunti saldati eterogenei tra tubi in
acciaio SA 213 TP310HCbN e tubi in acciaio SA 213 T92, SA 213 T91 ed SA 213 T22.
Le prove avevano lo scopo di caratterizzare il comportamento dei giunti saldati in modo comparativo.
2. Simboli ed abbreviazioni
WM Weld Metal (Zona Fusa)
PM Parent Material (Materiale Base)
HAZ Heat Affected Zone (Zona Termicamente Alterata)
CGHAZ Grain Coarsened Heat Affected Zone (ZTA a grano ingrossato)
SHT1 Simulated Heat Treatment 1
SHT2 Simulated Heat Treatment 2
RT Radiographic Test (Esame Radiografico)
MT Magnetic Particle Test (Esame con Particelle Magnetiche)
PT Penetrant Testing (Esame con Liquidi Penetranti)
VT Visual Test (Esame Visivo)
HV Vickers Hardness
3. Riferimenti
[1] UNI EN ISO 3452-1:2013 Prove non distruttive - Esame con liquidi penetranti - Parte 1:
Principi generali (*)
[2] UNI EN ISO 17636-1:2013 Prove non distruttive delle saldature - Controllo radiografico -
Parte 1: Tecniche a raggi -X e gamma mediante pellicola (*)
[3] UNI EN ISO 6892-1:2009 Materiali metallici - Prova di trazione - Parte 1: Metodo di prova a
temperatura ambiente (*)
[4] UNI EN ISO 6892-2:2011 Materiali metallici - Prova di trazione - Parte 2: Metodo di prova a
temperatura elevata
[5] UNI EN ISO 6507-1:2006 Materiali metallici - Prova di durezza Vickers - Parte 1: Metodo di
prova (*)
[6] UNI EN ISO 17639:2013 Prove distruttive sulle saldature di materiali metallici - Esame
microscopico e macroscopico dei giunti
[7] Technical Report “Repair Methods for Dissimilar Metal Welds - Development, Weldability,
and Properties of EPRI P87 Solid Wire Filler Metal”
In particolare:
- le prove di resilienza (quando previste) si riferiscono alla sola caratterizzazione del materiale
base;
- le “prove di caratterizzazione” sono state svolte tanto su provette allo stato di fornitura dei
campioni (as welded o con SHT1), quanto dopo SHT1, dopo SHT2 e dopo trattamento di
aging, qualora previsti;
- le “prove integrative” sono state svolte su provette allo stato SHT2+A.
I trattamenti termici sono stati svolti quando previsti secondo quanto di seguito specificato.
- Il trattamento SHT1 è stato effettuato per 1 ciclo di due ore alla temperatura di 750°±10°C
per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T92 o T91 e per un ciclo di un’ora alla
temperatura di 725°±5°C per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T22;
- Il trattamento SHT2 è stato effettuato per 3 cicli di due ore alla temperatura di 750°±10°C
per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T92 o T91 e per 3 cicli di un’ora alla
temperatura di 725°±5°C per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T22;
- Il trattamento di invecchiamento è stato eseguito per un ciclo della durata di 500 ore alla
temperatura di 704°±10°C per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T92 o T91 ed alla
temperatura di 725°±5°C per i coupon in cui sia presente l’acciaio grado T22.
5. Prove distruttive
5.1. Prova di trazione a temperatura ambiente
I risultati ottenuti sono sintetizzati nella successiva Tabella 1.
il primo, per una fascia avente un’estensione complessiva di circa 1000 m, a cavallo della
linea di fusione, in prossimità della superficie (face) al diritto dei giunti saldati;
il secondo, per una fascia avente un’estensione complessiva di circa 250 m, a cavallo della
linea di fusione, in corrispondenza di ½ T rispetto allo spessore dei giunti saldati.
Il profilo di durezza è stato rilevato trasversalmente alla linea di fusione tra la zona fusa (WM) ed il
superiori (attorno a 240 HV) e sembra evidenziare allo stato invecchiato una certa tendenza
all’incremento dei valori, per una fascia prossima alla linea di fusione estesa per circa 150 m,
raggiungendo localmente massimi di circa 290 HV. Per contro, in ZTA ed a 50 mm dalla linea di
fusione, si assiste ad un lieve effetto di softening, con una diminuzione di circa 35 HV rispetto alla
zona immediatamente adiacente.
Figura 6a – Esame al SEM con dettaglio dell’evoluzione microstrutturale in WM e HAZ, lato grado 22, dallo
stato come saldato (in alto) a quello invecchiato (in basso) con consumabile EPRI P87
Figura 6b – Esame al SEM con dettaglio dell’evoluzione microstrutturale in WM e HAZ, lato grado
22, dallo stato come saldato (in alto) a quello invecchiato (in basso) con consumabile 6170Co
Diversa appare invece la situazione oltre la linea di fusione, in zona fusa, nella quale si osserva allo
stato come saldato ed in entrambi i casi la presenza di isolati fenomeni di precipitazione di carburi:
allo stato invecchiato, invece, si assiste alla nascita di una fascia (di ampiezza stimabile in circa 20
m, nel caso del consumabile 6170Co) caratterizzata da precipitazione di carburi più fini rispetto a
quelli descritti nella CGHAZ, aventi una morfologia soprattutto allungata, verosimilmente riconducibili
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ai cosiddetti carburi Tipo II (sebbene la formazione di questi ultimi sia di norma meglio riconoscibile
per mantenimenti in temperatura più lunghi).
6. Conclusioni
Data l’ampiezza dell’argomento e del piano prove condotto, le conclusioni risultano articolate e
riportiamo di seguito solo una loro sintesi, rimandando gli interessati ad eventuali approfondimenti.
In particolare, si ritiene che i risultati maggiormente significativi siano stati forniti dalle prove di
durezza e di tipo metallografico.
La prova di durezza ha messo in evidenza risultati ovviamente fortemente variabili con lo stato
considerato:
nel caso dei giunti contenenti il grado T92, si assiste a partire dallo stato as welded ad una
contenuta diminuzione dei valori in materiale base ed una marcata diminuzione in HAZ; con
una progressiva diminuzione dei valori di durezza. In zona fusa, i valori relativi al consumabile
6170Co appaiono mediamente maggiori allo stato saldato rispetto al consumabile tipo EPRI;
per entrambi, gli stati trattati evidenziano una lieve tendenza all’incremento dei valori di circa
20 HV;
nel caso dei giunti contenenti il grado T91, come nel caso precedente, la diminuzione delle
durezze dallo stato as welded a quelli trattati appare contenuta, mentre risulta importante
quella relativa alla HAZ. In zona fusa, i valori relativi al consumabile 6170Co appaiono
mediamente maggiori allo stato saldato rispetto al consumabile tipo EPRI P87; per entrambi,
gli stati trattati evidenziano una tendenza all’incremento dei valori di circa 30 HV;
nel caso dei giunti contenenti il grado T22, la diminuzione delle durezze dallo stato as welded
a quelli trattati appare modesta, mentre si conferma importante quella relativa alla HAZ. In
zona fusa, i valori relativi al consumabile 6170Co si confermano maggiori allo stato saldato
rispetto al consumabile tipo EPRI P87; dopo i trattamenti, si assiste ad una tendenza
all’incremento dei valori maggiori per il consumabile tipo 6170 Co (circa 30 HV) rispetto
all’EPRI P87 (circa 20 HV).
finale medio dello stato invecchiato di circa 150 HV). La zona fusa, per contro, appare
caratterizzata allo stato come saldato da valori medi di 175 HV, che aumentano
progressivamente sino a circa 270 HV in prossimità della linea di fusione allo stato invecchiato.
Allo stato invecchiato, non si presentano fenomeni di softening all’interno della ZTA;
per i giunti contenenti il grado T22 saldati con 6170Co si è confermata la medesima tendenza
alla progressiva diminuzione delle durezze in HAZ dallo stato come saldato, nei vari stati
trattati, che risulta tuttavia accompagnata (agli stati SHT2 ed invecchiato) da valori
mediamente più alti vicino alla linea di fusione rispetto al resto della HAZ considerata (con
differenza anche di 40 HV). La zona fusa (con valori medi attorno a 225 HV allo stato come
saldato) aumenta la propria durezza media già a partire dagli stati SHT1 ed SHT2 (a valori di
circa 260 HV), con una marcata tendenza all’hardening in prossimità della linea di fusione,
dove si sono riscontrati valori massimi di 300 HV allo stato SHT2 e di quasi 360 HV a quello
invecchiato, vicino alla superficie del giunto, che arrivano a 400 HV nel profilo rilevato ad 1/2
T).