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“LE ISTITUZIONI DI DIRITTO PRIVATO CONTEMPORANEO” CARMELITA

CAMARDI

SCHEMATIZZAZIONE

INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE


Art.12 delle preleggi: due criteri. Interpretazione letterale e ricerca dell’intenzione del
legislatore.
Norma e sentenza: norma enunciato linguistico avente carattere prescrittivo e la
sentenza regola del caso specifico.
Il ruolo del giudice nell’interpretazione della legge: sussunzione

PERSONA FISICA
Art. 1: Capacità giuridica (principio di soggettività giuridica)
Art. 2: Capacità di agire
Art. 404: a difesa delle persone non autonome
Situazioni soggettive: Attive – Fascio di poteri strumentali alla soddisfazione degli
interessi del titolare
(diritti assoluti, relativi e potestativi). Interesse legittimo.
Passive – Figura del dovere, in particolare obblighi e obbligazioni
Art. 3: Indifferenza degli individui, tutti uguali davanti alla legge
Carta di Nizza del 2000: non tutti gli individui sono uguali

PERSONA GIURIDICA
I soggetti di diritto diversi dalle persone fisiche, ma capaci come queste di compiere
atti giuridici e acquisirne gli effetti.
Associazioni e fondazioni: enti costituiti da un fondatore e dotati di un patrimonio
destinato ad uno scopo specifico. Dotate di autonomia
patrimoniale perfetta.
Associazioni non riconosciute e comitati: enti non dotati di autonomia patrimoniale
perfetta.
Enti non profit di diritto speciale: enti di aiuto sociale alla cittadinanza.
Società lucrative

BENE GIURIDICO
Art. 810: nozione di bene giuridico, come oggetto di diritto.
Posizioni: Realistiche – Si considera bene giuridico in senso economico un bene che
presenta l’utilità della cosa e la scarsità rispetto ai bisogni dei
consociati
Formalistiche – Beni giuridici in virtù di una valutazione normativa che li
assuma ad oggetto di una qualche regolazione.
Tipizzazioni: Diretta – Si descrivono i connotati materiali di una risorsa
Indiretta – Criteri evocativi delle caratteristiche astratte o formali che
rinviano alla natura socio-economica della cosa
Principio della patrimonialità: funzione circolatoria e reintegratoria.
Art. 812: dei beni mobili e immobili
Beni fungibili, infungibili, materiali, immateriali – Brevetti e tutela del know-how
Artt. 820-821: Frutti naturali: provengono direttamente dalla cosa
Frutti civili: si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento
che altri ne abbia

OBBLIGAZIONE
È un vincolo giuridico
Art. 1173: Le fonti dell’obbligazione
Art. 1174: il carattere patrimoniale della prestazione dovuta
Si caratterizza su due piani: Soggettivo: debitore e creditore
Oggettivo: prestazione dovuta
Fonti dell’obbligazione: contratto, fatto illecito, legge
L’astrattezza dell’obbligazione: il carattere patrimoniale della prestazione dovuta,
l’obbligazione è vincolante quando si presenta possibile, lecita,
determinata, determinabile e questo permette che l’ambito della
soggezione sia limitato ad un atto. In secondo luogo l’interesse
del creditore può essere non patrimoniale.
Art. 1175: la correttezza permette al sistema di assicurarsi che l’attuazione avvenga
coerentemente al quadro di utilità delineato
Art. 1176: la diligenza è misurata con il criterio del buon padre di famiglia, è la misura
dello sforzo che si concreta nell’osservanza delle regole tecniche
che governano quell’attività
Estinzione dell’obbligazione:
1. Adempimento: l’adempimento si realizza mediante atti e comportamenti svolti
dal debitore o da un terzo, al creditore o a un soggeto da questi indicato, nel
luogo e nel tempo concordati. L’adempimento è l’esatta esecuzione della
prestazione dovuta
2. Prestazione in luogo dell’adempimento (art. 1197): il debitore può liberarsi
eseguendo una prestazione diversa, se il creditore lo consente
3. Novazione (art. 1230): le parti possono estinguere la precedente obbligazione
con una nuova con oggetto o titolo diverso
4. Compensazione legale e giudiziale (art. 1241): due debiti reciproci, liquidi ed
esigibili si estinguono
5. Compensazione volontaria: si opera per accordo tra le parti
6. Confusione (art. 1253): dovuta alla riunione nella stessa persone delle due
posizioni di creditore e debitore
7. Remissione (art.1236): il creditore rinuncia al credito con una dichiarazione al
debitore e da questi non rifiutata
SITUAZIONI DI MORA
Art. 1206: Mora del Creditore: il creditore è in mora quando senza motivo legittimo
non riceve il pagamento offertogli dal debitore o se non compie tutto ciò che è
necessario perché il debitore possa adempiere e liberarsi.
Art.1207: Effetti della mora: il creditore in mora deve affrontare il rischio della
sopravvenuta impossibilità della prestazione non imputabile al debitore, la mancata
percezione degli interessi e dei frutti del bene non ancora in possesso del debitore, le
maggiori spese e i danni derivanti dal prolungamento dei tempi e dall’aggravio dei
costi di conservazione.
Artt. 1208 ss.: Evitano che il debitore approfitti della mancata cooperazione del
creditore
Art. 1218: Il debitore inadempiente deve risarcire i danni causati
Artt. 1219 ss.: Mora del Debitore: si determina ordinariamente a seguito di un atto
formale del creditore. Il debitore è in mora quando è in ritardo nell’adempimento della
prestazione. La mora è fonte autonoma di un’obbligazione risarcitoria e determina lo
spostamento dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione a carico del debitore.
Ciò che il debitore rischia di pagare è superiore a quello che avrebbe sostenuto per un
adempimento puntuale. La mora è un deterrente per i comportamenti inadempienti.
Inadempimento: non sempre decretabile tramite impossibilità sopravvenuta oggettiva
Impossibilità imputabile relativa: è un concetto che si desume dal tipo di rapporto.
Obbligazioni di mezzi: il debitore non può controllare il risultato, ma può controllare
soltanto i mezzi, impiegando al meglio le sue capacità. In questi
casi si valuta l’inadempimento tramite il criterio della diligenza.
Obbligazioni di risultati: il debitore ha il controllo del risultato e dipende da lui
produrlo. In questo caso il criterio di valutazione
dell’inadempimento sia quello dell’impossibilità.
Obbligazione di fare: la legge richiama il criterio della diligenza
Obbligazioni di dare: nella disciplina del trasferimento di cose generiche (art. 1378)
questo si verifica nel momento dell’individuazione, cioè nel
momento in cui vengono specificate in funzione della consegna al
creditore.
Art. 1228: il debitore che si avvale dell’operato di terzi nell’adempimento delle proprie
obbligazioni risponde dei fatti dolosi o colposi di costoro.
Art. 1223: risarcimento del danno a causa di inadempimento. Vi è la risarcibilità dei
danni che siano conseguenza diretta e immediata dell’inadempimento.
Il creditore può ottenere due risultati:
1. Danno emergente: il ripristino dei valori perduti e quindi il
risarcimento
della perdita subita
2. Lucro cessante: il risarcimento per il mancato guadagno, del
quale guadagno l’obbligazione era strumentale
Art. 1225: limita il risarcimento ai danni che potevano prevedersi al momento in cui è
sorta l’obbligazione.
Criterio della prevedibilità: permette di non sottoporre il patrimonio del debitore ai
rischi che un operatore mediamente prudente non avrebbe potuto prevdere.
Art. 1227: concorso del fatto colposo del creditore
Art. 1226: valutazione equitativa del danno
Responsabilità contrattuale: rimedi alla mancata realizzazione di un programma
negoziale al quale il danneggiato affidava l’acquisizione di un certo assetto
patrimoniale, oggetto della prestazione del debitore.
Responsabilità extracontrattuale: rimedi alla distruzione di ricchezza già acquistata dal
danneggiato, provocata da un’illecita interferenza del danneggiante.
Obbligazioni pecuniarie: transazioni che si presentano suscettibili di essere
predeterminate in una somma di denaro.
Moneta: strumento di scambio e mezzo universale di cambiamento
Interessi: equivalente della disponibilità nel tempo del denaro altrui.
1. Interessi corrispettivi: collegati alla naturale fecondità del denaro.
2. Interessi moratori: aventi funzione risarcitoria e decorrenti dal
giorno di mora
3. Interessi legali: previsti dal giorno di mora in mancanza di
previsioni pattizie
Art. 1283: Anatocismo, fenomeno consistente nella imputazione degli interessi a
capitale.
Altri modelli di obbligazioni:
1. Obbligazioni alternative: il debitore può liberarsi eseguendo una
delle due prestazioni previste
2. Obbligazioni solidali: presenza di più creditori o debitori
3. Obbligazioni divisibili o indivisibili

PROPRIETÀ PRIVATA
Art. 832: Contenuto del diritto. Il proprietario ha la facoltà di godere e disporre delle
cose oggetto del suo diritto in modo pieno ed esclusivo.
Diritto di godimento: diritto di trarre dalla cosa tutte le utilità di cui essa è capace
Diritto di disposizione: l’insieme di facoltà che consentono al proprietario modificazioni
volontarie in ordine al diritto e che si esprimono al massimo
nel’esclusione di se medesimo attraverso la cessione del diritto.
Esclusività: designa l’inammissibilità di interferenze esterne che possano tradursi in
pretese di controllo circa l’uso che il proprietario fa del suo potere.
Limiti: i limiti del contenuto del diritto si esprimono per lo più attraverso divieti senza
determinare compressioni originarie. Assumono quindi la forma del divieto di un
certo comportamento, o del pati, il non poter impedire che altri tenga un certo
comportamento. Sono limiti esterni e negativi.
Art. 833: Atti emulativi. Determinare l’esistenza di uno scopo a quell’atto e
determinare una valutazione comparativa tra l’interesse del soggetto e quello
del terzo a non subire il pregiudizio.
Criterio dell’utilità: è lo strumento più idoneo a distinguere l’atto illecito da quello
lecito, considerata in riferimento al bene.
II Criterio: fondato sulla comparazione tra il vantaggio realizzato dal proprietario e il
pregiudizio subito dal terzo.
Art. 844: Immissioni. Possono essere rapporti tra proprietari o tra proprietari che
esercitano un’attività produttiva.
Normale tollerabilità: la soglia oltre cui scatta il ripristino della pienezza ed esclusività
del godimento turbato. Diversa tollerabilità nelle zone
industrializzate e in quelle non industrializzate. Se immissioni
produttive superano la normale tollerabilità sono accettate se
provengono da un’attività produttiva.
Art. 834: Espropriazione per pubblico interesse. L’espropriazione è il trasferimento
coattivo del bene da un soggetto privato ad un soggetto pubblico, per la
pubblica utilità del bene, tramite un’indennità pari al valore del bene al
proprietario espropriato. Solo in questo caso, la condizione del presupposto
(utilità pubblica) funziona da misura compensativa del sacrificio del singolo.
Art. 838: norma d’ispirazione fascista. Lo strumento espropriativo appare configurato
alla stregua di sanzione per il mancato adempimento di un dovere da parte
del proprietario.
Art. 922: modi d’acquisto della proprietà. Sono: occupazione, invenzione, accessione,
specificazione, unione o commistione, usucapione, effetto di contratti,
successione a causa di morte e altri modi stabiliti dalla legge.
Acquisti divisi in:
1. A titolo originario: si hanno quando l’acquisto del diritto sia indipendente da
precedenti vicende di titolarità: il titolare acquista un diritto assolutamente
libero
2. A titolo derivativo: si hanno quando il diritto si acquista da un precedente
titolare, o per effetto di un contratto traslativo o per vicenda successoria.
Art. 934: esprime un principio in termini di accessione, il diritto di proprietà di una
cosa detta principale si estende alle altre cose od opere che siano state
incorporate o unite e che non si possano separare senza danno per la cosa
principale.
Artt. 935-937: dove la separazione non sia possibile e il nuovo bene isa incorporato al
suolo, il proprietario del suolo diventa proprietario delle nuove opere, egli
dovrà tuttavia indennizzare il proprietario dei materiali.
Principio dell’accessione: si conferma la logica espansiva della proprietà privata ai
frutti come alle nuove opere comunque derivanti dalla cosa
detta “madre” o “principale”.
Principio dell’arricchimento ingiustificato: si sancisce la regola del giusto compenso
all’altrui attività, quando i vantaggi della stessa
si riversino non sul soggetto che l’ha svolta, ma a
favore di un terzo.
Unione e specificazione: riguardo la creazione di beni mediante l’utilizzazione
combinata di beni mobili diversi o materie prime e lavoro, il
codice attribuisce la proprietà della nuova opera al proprietario
della cosa mobile che si possa ritenere principale.
Azioni a tutela della proprietà:
1. Azione di rivendicazione (art. 948): intesa ad accertare il diritto del proprietario
che la esercita a seguito dello spossessamento della cosa nei confronti di
chiunque la possieda e ad ottenere la restituzione.
2. Azione negatoria (art. 949): intesa a far dichiarare l’inesistenza di diritti
affermati da altri sulla cosa. È un’azione imprescrittibile.
3. Azioni di confine (artt. 950-951): ciascun proprietario di due fondi confinanti può
chiedere al giudice di determinare il confine certo tra i due fondi o, se è certo,
che siano apposti a spese comuni i segni di riconoscimento dei confini.
4. Azioni di nunciazione (artt. 1171-1172): la loro finalità è tipicamente di natura
cautelare,in quanto mirano a prevenire un danno o un pregiudizio che può
derivare da una nuova opera o dalla cosa altrui, in attesa che successivamente
si accetti il diritto alla proibizione.
Art. 41 Costituzione: L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in
contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività
economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Art. 42 Costituzione: La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono
allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla
legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di
assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata
può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi
d’interesse generale. La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione
legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.
Art. 44 Costituzione: Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di
stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera
privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove
ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione
delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone
provvedimenti a favore delle zone montane.
ALTRI DIRITTI REALI
Diritti reali minori: diritti su cosa altrui limitati.
Servitù prediali: il peso imposto sul fondo servente a favore del fondo dominante. Il
codice privilegia il fondo detto dominante, consentendo allo stesso di
pretendere ogni misura idonea a introdurre o ristabilire nel fondo le
migliori condizioni di produttività.
Diritto di superficie (artt.952 ss.): determina la separazione formale delle unità che il
bene può fornire tra proprietario del suolo e superficiario titolare del
diritto di costruire. L’uno conserva l’utilità legata al valore del suolo
e costituenti la rendita del medesimo, l’altro acquista il diritto di
appropriarsi dei nuovi beni prodotti a seguito degli investimenti
effettuati, senza affrontare i costi dell’acquisto del suolo.
Opponibilità: è uno dei tratti caratterizzanti i diritti reali, ed è la facoltà di opporre a
terzi il medesimo diritto. È realizzata mediante la trascrizione, cioè
mediante l’annotazione dell’atto costitutivo del diritto nei pubblici registri
immobiliari.
Principio del numero chiuso: i diritti reali sono a numero chiuso, poiché la tutela dei
diritti reali non può essere estesa a situazioni diverse da quelle nominate,
create dall’autonomia privata.
Art. 1100: Multiproprietà: il godimento turnario di un bene immobile da parte di più
titolari. Per permettere che il diritto del multiproprietario non fosse in
collisione con la pienezza del diritto di proprietà, si è configurata la
situazione come più che una divisione della quota ideale del bene, una
frazione spazio-temporale del godimento.
Art. 978: Usufrutto: consistente nella facoltà di godimento di un bene uti dominus
(utilizzandolo per il proprio vantaggio, potendo percepirne anche i frutti),
limitata solo dal non poterne trasferire la proprietà principale ed al rispetto
della destinazione economica impressavi dal proprietario.
I DIRITTI REALI DI GARANZIA
Diritti reali di garanzia: sono mezzi attraverso cui il creditore costituisce sui beni di
proprietà del debitore un diritto reale, consistente nella facoltà di
soddisfarsi sullo stesso con esclusione di tutti gli altri creditori, e pure se
frattanto il debitore ha alienato il bene a terzi o vi ha costituito altri diritti.
Patto commissorio: accordo fra creditore e debitore mediante il quale si conviene che,
in mancanza di puntuale pagamento del debitore, la proprietà della cosa
ipotecata o pignorata passi al creditore. (art. 2744)
Ipoteca: si costituisce su beni immobili o sui diritti indicati nell’art.2810. Si costituisce
mediante iscrizione del diritto e del relativo titolo giustificativo nei pubblici
registri immobiliari.
Pegno: si costituisce su beni mobili o crediti (art. 2800). Si costituisce mediante un
contratto reale tra creditore e debitore, il bene mobile viene consegnato al
creditore o a persona designata, di modo che il debitore non ne possa più
disporre.

IL POSSESSO
Art. 1140: Possesso: è il potere sulla cosa che si manifesta in un’attività
corrispondente all’esercizio della proprietà o di altro diritto reale. È una
situazione giuridica che gode di rilevanza autonoma:
• Può ricorrere in capo al legittimo proprietario della cosa che
esercita su di essa il potere corrispondente
• Può ricorrere in capo ad un soggetto diverso, realizzandosi
così la separazione fra titolare e possessore
• Il possesso può essere diretto o indiretto. Il possesso
indiretto si definisce detenzione, e non produce gli stessi effetti del
possesso.
Caratteri del possesso:
1. La relazione materiale con la cosa
2. Animus possidenti, cioè l’intenzione di possedere la cosa come propria
Effetti del possesso
Art. 1148-1152: il codice regolamenta la spettanza della nuova ricchezza prodotta dal
possessore. Si istituisce attraverso la buona fede soggettiva il criterio di attribuzione
dei frutti e di soluzione del conflitto appropriativo fra proprietario e possessore,
mentre si riconosce comunque a quest’ultimo il diritto al rimborso delle spese e ad
un’indennità per i miglioramenti.
• Al possessore di buona fede si riconosce il diritto ad un’indennità
corrispondente all’aumento di valore del fondo dovuto ai miglioramenti
effettuati o alle addizioni, che il proprietario deve ritenere, in tal modo si
riconosce al possessore di buona fede il rpofitto netto dell’iniziativa.
• Il possessore di mala fede ha diritto di essere indennizzato sia delle spese
sostenute per la produzione e il raccolto dei frutti, sia di quelle sostenute per le
riparazioni ordinarie e straordinarie; gli spetta poi un’ulteriore indennità per i
miglioramenti recati alla cosa.
Acquisto della proprietà di beni mobili e immobili:
Art. 1553: Usucapione istantaneo: chi riceve in buona fede il possesso di beni mobili
sulla base di un titolo astrattamente idoneo a trasferire la proprietà, ne
acquista istantaneamente e volontariamente il titolo. Efficaci in virtù della
norma citata e in particolare produttive dell’acquisto a titolo originario di un
diritto libero da pretese altrui non risultanti dall’atto.
Usucapione: o prescrizione acquisitiva, è la circostanza che il decorso del tempo
produce contestualmente la perdita del diritto in capo al titolare inerte e
l’acquisto del medesimo diritto in capo al possessore.
Art.1558: la proprietà e gli altri diritti reali di godimento sui beni immobili si acquistano
in virtù del possesso continuato per vent’anni, a prescindere dalla buona o
mala fede del possessore.
Art. 1559: acquisto di un immobile in buona fede da venditore non titolare: dieci anni.
Art. 1160: acquisto di universalità di mobili in buona fede e in forza di titolo idoneo:
dieci anni.
Art. 1161: acquisto di beni mobili in buona fede e in forza di titolo idoneo: dieci anni.
Art. 1162: acquisto di beni mobili registrati da non titolare: tre anni.
Art. 1163: il possesso per usucapire dev’essere pacificamente acquistato e
palesemente esercitato.
Art. 1664: il possesso a titolo di usufrutto o di altro diritto reale non consente
l’usucapione.
Azioni a tutela del possesso:
Art. 1168: Azione di reintegrazione: azione di spoglio nell’ipotesi in cui egli abbia
subito violentemente o clandestinamente lo spossessamento. (tutti i beni) –
Possessore e detentore
Art. 1170: Azione di manutenzione: intesa a far cessare molestie e turbative o ad
ottenere la reintegrazione nel possesso in caso di spoglio non violento o
clandestino. (beni immboli o universalità di mobili) - Possessore
Art. 1171-1172: Azioni di nunciazione: la loro finalità è tipicamente di natura
cautelare,in quanto mirano a prevenire un danno o un pregiudizio che
può derivare da una nuova opera o dalla cosa altrui, in attesa che
successivamente si accetti il diritto alla proibizione.
Universalità di mobili: è un complesso di beni mobili a cui il proprietario abbia
conferito una destinazione unitaria. Esempio: collezione.

IL CONTRATTO
Momenti della vita giuridica del soggetto:
1. Statico: comprensivo delle situazioni giuridiche che definiscono le forme di
utilizzazione dei beni
2. Dinamico: comprensivo delle situazioni alle quali l’ordinamento riconduce un
effetto di circolazione dei diritti sui beni.
Atti con cui i privati si autodeterminano:
• Contratti
• Atti unilaterali
• Negozi familiari
• Manifestazioni di ultima volontà
• Determinazioni dei soggetti collettivi
Negozio giuridico: denota l'atto di autonomia privata (dichiarazione di volontà) diretto
ad uno scopo pratico riconosciuto dall'ordinamento e ritenuto
meritevole di tutela, cui l'ordinamento ricollega effetti giuridici
conformi, idonei a proteggere ed assicurare il raggiungimento dello
scopo pratico.
N.B. I SOGGETTI PRIVATI HANNO IL POTERE DI PORRE IN ESSERE I PRESUPPOSTI PER
LA CIRCOLAZIONE DEI BENI. SI ESPRIME TRAMITE L’AUTONOMIA PRIVATA.
Art. 1321: Nozione: il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o
estinguere rapporti giuridici di carattere patrimoniale
Art. 1322: Autonomia contrattuale: il potere di determinare liberamente il contenuto
del contratto.
Autonomia contrattuale privata: è il principio che sancisce il potere di
autodeterminazione dei privati, il contratto è lo
strumento attraverso cui tale potere si esercita.
Contratti atipici: schemi contrattuali nuovi, regolati nella maniera più conforme alla
soddisfazione degli interessi perseguiti.
Contratto: è l’istituto a partire dal quale si realizza l’ordine sociale e al tempo stesso
una misura di valutazione dei comportamenti privati.
• Autonormativa: funzione del contratto che è legge tra le parti
(art.1372)
• Regola pattizia: ordina e distribuisce la ricchezza sociale
• Regola legale: riconosce il contenuto della regola pattizia, che dal
momento in cui è validamente concordata è legge tra le parti
• Impegnatività: impossibilità di disvolere ciò che si è voluto, se non
con un ulteriore reciproco accordo.
L’INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO
Artt. 1362 ss. Non è dato al giudice di scrivere o riscrivere il contratto in luogo delle
parti.
Vi sono due regole di interpretazione:
1. Soggettive: tracciano un percorso di indagine che assume ad oggetto il
materiale contrattuale per ricostruire quale sia stata la comune intenzione delle
parti. Le norme fanno si che il giudice escluda le interpretazioni individuali dei
contraenti per far posto all’interpretazione fondata su una comune intenzione, e
ciò in ossequio alla configurazione normativa del contratto come accordo.
2. Oggettive: si utilizzano se con i criteri soggettivi il giudice non riesce ancora a
dare un senso giuridicamente compiuto al contratto. Il giudice deve procedere
secondo buona fede, continuare alla luce di un principio di conservazione,
interpretando il materiale disponibile. Due sono i possibili risultati: il giudice ha
fatto luce sul senso del regolamento contrattuale, così vincolando le parti; il
giudice non è riuscito a portare a termine l’operazione, quindi il contratto viene
dichiarato nullo.
MODELLO E FISIOLOGIA DEL CONTRATTO
Art. 1325: indicazione dei requisiti: i quali sono: l’accordo delle parti, l’oggetto, la
causa e la forma.
L’accordo delle parti : è la dichiarazione della volontà comune, l’esplicitazione
dell’intento di impegnarsi per un certo programma, per la
produzione di certi effetti.
1.Trattative e responsabilità precontrattuale: le parti negoziano il contenuto del
contratto, ne mettono a punto le varie clausole ed effettuano ciascuna le relative
valutazioni di convenienza.
Recesso ingiustificato delle trattative: si verifica allorchè un contraente, senza
alcun motivo plausibile rifiuti la conclusione del contratto. Il recesso implica a
risarcire i danni che la perdita dell’affare abbia causato nel contraente che aveva
ragionevolmente confidato nella conclusione del contratto.
Dovere di fornire informazioni: trova fondamento nella buona fede, e viene esteso
anche a quelle notizie in possesso di uno dei contraenti le quali, impediscono la
piena realizzazione del contratto. Ciascuna parte deve provvedere a procurarsi le
informazioni necessarie ad una consapevole valutazione dell’affare, non sono
obbligate le parti a cedere gratuitamente informazioni che si sono procurate
effettuando investimenti specifici.
Danno risarcibile: è l’insieme negativo, costituito dalle spese sostenute per le
trattative ed in vista del contratto poi non concluso e dai vantaggi che si
sarebbero ottenuti se non ci si fosse impegnati in quelle trattative.
2.La conclusione del contratto: il contratto è concluso solo nel momento in cui si
realizza la congruenza delle dichiarazioni.
Vi sono diverse tecniche di conclusione del contratto:
• Contemporanea presenza di entrambi i contraenti, che si scambiano
dichiariazioni conformi.
• I contraenti possono scambiarsi una proposta e un’accettazione, per stabilire
che il contratto è concluso nel momento in cui il proponente ha conoscenza
dell’accettazione dell’altra parte.
• Per prestazioni che vanno eseguite senza preventiva risposta, il contratto è
concluso nel tempo e nel luogo nei quali ha avuto inizio l’esecuzione.
• Per obbligazioni solo a carico del preponente, la proposta è efficace giunta al
destinatario, il quale può rifiutarla. In mancanza di rifiuto il contratto è concluso.
• Proposta, accettazione, revoca sono conosciute nel momento in cui giungono
all’indirizzo, salvo casi in cui il destinatario dimostri l’impossibilità di averne
notizia.
3.Formazione del contratto e contratto preliminare: si può scandire e dilazionare
nel tempo la produzione degli effetti.
Art. 1329: Proposta irrevocabile: dichiarazione unilaterale, per cui se il
proponente si impegna a tenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca
è senza effetto.
Art. 1331: Opzione: è un contratto a sua volta, quando una delle parti resta
vincolata alla sua proposta e l’altra può accettarla o meno, allora la proposta
della prima è una proposta irrevocabile.
Contratto preliminare: le parti si obbligano a concludere entro un certo termine
un secondo contratto, detto definitivo. L’effetto del preliminare è l’obbligo
reciproco di concludere il definitivo. Il contratto preliminare dev’essere redatto in
termini corrispondenti alla forma del definitivo.
Art. 2645 bis: Trascrizione di contratti preliminari
1. I contratti preliminari devono essere trascritti se risultano da atto pubblico o da
scrittura privata con sottoscrizione autenticata, sì da renderli opponibili ad
eventuali terzi acquirenti.
2. Se entro tre anni non viene concluso il contratto definitivo, l’effetto prenotativo
cessa.
Rischi: Se il venditore è anche costruttore del bene, nel rischio di fallimento, nella
stipula del preliminare per trasferimento del diritto di proprietà (legislativo n.122
del 2005) , il promittente costruttore deve rilasciare all’acquirente una polizza
fideiussoria, in modo che l’acquirente possa recuperato quanto versato.
La causa del contratto: è la funzione economica dello scambio.
 La causa è la giustificazione degli effetti complessivamente riconducibili al
contratto, la ragione giustificativa del programma al quale le parti intendono
vincolarsi e la giustificazione degli spostamenti patrimoniali, delle attribuzioni di
ricchezza che con il contratto si determinano.
 La causa deve delineare l’operazione economico-patrimoniale nella quale ciò che
ciascuna acquista o perde trovi la sua giustificazione nel costo sopportato o nel
vantaggio patrimoniale acquisito.
 La causa è un elemento attraverso cui il sistema sinteticamente prescrive le
condizioni in presenza delle quali i regolamenti privati hanno accesso
all’ordinamento e valgono giuridicamente come contratti.
 Il contratto si scioglie di diritto se una delle due prestazioni non è più in rapporto di
corrispettivo con l’altra. La causa assolve ad una funzione di controllo del carattere
economico, cioè direttamente o indirettamente produttivo di ricchezza
nell’operazione concordata dalle parti.
 È nullo il contratto la cui causa sia illecita, cioè contraria a norme imperative,
all’ordine pubblico e al buon costume.
 Distinzione fra causa e motivi del contratto, la causa è un requisito oggettivo del
contratto, i motivi sono gli scopi e le ragioni soggettive individuali, che hanno
indotto ciascun contraente alla conclusione del contratto.
 Contratti onerosi: contratti per i quali le parti si obbligano a sostenere un sacrificio
patrimoniale, cioè per ottenere un vantaggio reciproco e corrispettivo.
 Contratti liberali o gratuiti: soltanto una parte effettua una prestazione
patrimoniale, l’altra ne trae beneficio. La donazione è il prototipo di contratto
liberale (art. 769), dove una parte detta donante, arricchisce la controparte detta
donatario, disponendo di un suo diritto o assumendo nei suoi confronti
un’obbligazione. Sono imposti a pena di nullità la forma solenne dell’atto pubblico
notarile e la presenza di due testimoni. Spirito di liberalità, causa della donazione,
nel caso non vi sia spirito di liberalità la donazione viene dichiarata nulla, o se vi è
un interesse economico che sorregge l’attribuzione il contratto è valido, ma non più
in forma liberale, ma in forma onerosa.

L’oggetto del contratto: rappresenta l’insieme dei comportamenti ai quali le parti si


vincolano con il programma contrattuale. L’oggetto dev’essere
possibile, lecito, determinato e determinabile.
La forma del contratto: il principio generale è la libertà delle forme del contratto, ma
taluni contratti richiedono una forma specifica. Sono forme l’atto
pubblico e la scrittura privata. La forma diviene così un onere,
che non limita la libera esplicazione.
∗ Contratti che realizzano un’attribuzione liberale – Si spiega
poiché è un’operazione non mercantile.
∗ Contratti per la circolazione dei diritti reali sugli immobili – Si
spiega tramite il regime di pubblicità cui è sottoposta la
circolazione degli immobili.
INVALIDITÀ DEL CONTRATTO
L’invalidità del contratto si identifica con l’inidoneità di questo a produrre gli effetti
previsti. Il contratto invalido non ha valore per l’ordinamento e pertanto è inefficace.
N.B. Un contratto invalido è inefficace, un contratto inefficace non è detto sia invalido.
L’invalidità si esplica in due figure: nullità e annullabilità.
Nullità del contratto: è il rifiuto di tutela in via assoluta e definitiva del contratto non
conforme a legge. È privo di qualsiasi effetto. La nullità è una sanzione. La nullità
può essere fatta valere da chiunque ne abbia interesse.
Motivi di nullità del contratto:
1. Quando è contrario a norme imperative
2. Quando manca uno dei requisiti essenziali
3. Se la causa è illecita
4. Se sono illeciti i motivi
5. Se l’oggetto non presenta i requisiti di liceità, possibilità, determinabilità
6. Se risulta immeritevole di tutela
7. Una singola clausola è nulla, ma fondamentale per la conclusione del contratto
8. Quando uno dei contraenti ha esercitato violenza fisica sull’altro per concludere
il contratto
9. Negli altri casi previsti dalla legge
Nullità di protezione: figure contraddistinte dai caratteri della parzialità e
relatività. L’azione di nullità può essere proposta soltanto dalla parte a favore
della quale è prevista e produce effetto limitatamente alla specifica clausola o
patto cui è riferita, restando il contratto efficace.
L’annullabilità del contratto: il contratto produce i suoi effetti, ma questi possono venir
meno con un’azione del soggetto la cui volontà è viziata, diretta ad ottenere
l’annullamento del contratto. È un’azione a cui il titolare può rinunciare
convalidando il contratto. L’annullamento determina la rimozione degli effetti già
prodotti. Non può essere opposto a terzi che in buona fede abbiano acquistato
diritti a titolo oneroso sulla base di un contratto annullabile. L’annullabilità si
verifica in caso di vizi della volontà o contratti stretti da incapaci.
I vizi della volontà
1. Dolo: il dolo può essere determinante o incidente. Determinante
quando una parte ha indotto l’altra a concludere il contratto con l’inganno,
usando artifici, raggiri o menzogne. Incidente quando i raggiri non sono
stati determinanti per la conclusione del contratto, benché senza di essi si
sarebbe concluso a condizioni diverse.
2. Violenza: si può distinguere in minaccia e timore reverenziale
(poiché la violenza fisica è causa di nullità). La minaccia è il far impressione
su una persona sensata, facendole temere un male ingiusto e notevole, è
causa di annullabilità solo se è diretta ad ottenere vantaggi ingiusti. Il mero
timore reverenziale non è causa di annullabilità.
3. Errore: è definito come falsa conoscenza della realtà o ignoranza di
situazioni, fatti o rapporti. È la divergenza fra la dichiarazione dell’atto e
l’effettiva determinazione. Può determinare l’annullamento. L’errore
dev’essere essenziale e riconoscibile. Essenziale cioè ricadere sulla nature
del contratto, sull’identità o quantità dell’altro contraente, sulle qualità
giuridiche dell’oggetto della prestazione. Riconoscibile cioè che sia
riconoscibile con l’uso della diligenza ordinaria. È irrilevante l’errore sui
motivi. Attraverso l’errore la disciplina permette che lo scambio
programmato nel contratto corrisponda allo scambio percepito.
L’irrilevanza dell’errore sui motivi imputa a ciascuna parte il rischio che lo
scambio perseguito e programmato non sia idoneo a soddisfare i bisogni
(motivi) che hanno mosso il dichiarante.
Principio di tutela della volontà: garantisce che ogni contratto sia impegnativo ed
efficace solo se effettivamente voluto.
Principio dell’affidamento: garantisce la stabilità dei vincoli contrattuali sui quali è
stato riposto un legittimo affidamento da parte dei destinatari della dichiarazione.
Incapacità: è annullabile il contratto concluso da chi è legalmente incapace, o da
chi si trovava in stato di incapacità di intendere e volere.
LA RESCISSIONE DEL CONTRATTO
Rescissione: in caso di contratti conclusi in stato di bisogno o in stato di pericolo, il
rimedio è la rescissione, produttiva della rimozione degli effetti contrattuali.
La sua ratio è disincentivare i comportamenti negativi estremi sul piano della
correttezza.
Art. 1448: se vi è sproporzione tra la prestazione di una parte e quella dell’altra e tale
sproporzione dipende dallo stato di bisogno di una parte, il contratto può
essere rescisso, su domanda di chi si è obbligato, a condizione che: l’altra
parte abbia approfittato dello stato di bisogno per trarne vantaggio; la lesione
ecceda la metà del valore che la prestazione della parte danneggiata aveva al
tempo del contratto. La rescissione può essere evitata se l’altra parte offre
una modificazione del contratto sufficiente a portarlo ad equità.
Art. 1447: il contratto può essere rescisso se una parte ha assunto obbligazioni inque,
per la necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un grave danno alla
persona. Si può assegnare alla controparte un’indennità per l’opera comunque
prestata.
Art. 1451: esclude la convalida del contratto rescindibile.
GLI EFFETTI DEL CONTRATTO
Efficacia del contratto: il contratto ha forza di legge tra le parti e non può essere
sciolto che per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge.
Recesso unilaterale: può essere esercitato finchè il contratto non abbia avuto un inizio
di esecuzione. Può essere liberamente esercitato anche dopo l’inizio
dell’esecuzione nei contratti a esecuzione continuata o periodica
conclusi a tempo indeterminato. Per il recesso convenzionale può
essere previsto il pagamento di un corrispettivo. Vi è il diritto di
recesso irrinunciabile ove il contratto con il professionista sia stato
concluso a distanza fuori dei locali commerciali.
Contratto e terzi: inefficacia e inopponibilità ai creditori degli atti di disposizione di
beni compiuti dal debitore in frode alle ragioni creditorie
Conflitto di diritti: nel conflitto fra più acquirenti del medesimo diritto occorre stabilire
chi ne diventi titolare. Si manifesta quando il titolare trasferisca due
volte lo stesso diritto a due acquirenti diversi. Si risolve il conflitto con:
priorità di trascrizione per i diritti sugli immobili, priorità del possesso
per i diritti sui mobili e priorità del godimento o dell’atto per i diritti
personali di godimento.
Contratto a favore di terzi: art. 1141: le parti del contratto, dette prominente e
stipulante, concordano che il diritto a fruire della prestazione
posta a carico del promittente e pagata dallo stipulante sia
acquistata da un terzo beneficiario. Quest’ultimo acquista il
diritto come effetto immediato della stipulazione a suo favore.
Integrazione degli effetti: art. 1374 presuppone una fattispecie contrattuale nella
quale le parti abbiano omesso di regolare elementi non essenziali
nell’economia del contratto. Il presupposto è un regolamento
contrattuale lacunoso. Si possono collegare al contratto effetti
non previsti, derivanti dalla legge, dagli usi o dall’equità.
L’integrazione è una regola di completamento di un contratto
lacunoso e serve a sviluppare la logica regolamentare che le parti
hanno impresso al contratto per regolare quanto esse non hanno
regolato. Il giudice è autorizzato a vestire i panni dei contraenti.
Effetti reali: consistono nel trasferimento o costituzione di un diritto reale o nel
trasferimento di un altro diritto.
Effetti obbligatori: consistono nell’impegno di tenere un certo comportamento, di
effettuare una certa prestazione.
Principio consensualistico: Art. 1376: nei contratti ad effetti reali gli effetti si
producono in virtù del semplice consenso delle parti
legittimamente manifestato.
ELEMENTI ACCIDENTALI DEL CONTRATTO
Termine: si utilizza per delineare la durata del contratto, per libera scelta o perché alla
parti non è consentito impegnarsi indeterminatamente.
Modo: è uno strumento con cui orientare l’utilizzazione della ricchezza. Nelle donazioni
è un profilo di corrispettività
Condizione: (art. 1353) le parti possono subordinare l’efficacia o la risoluzione del
contratto ad un evento futuro e incerto. La condizione è l’evento ignoto al
momento della conclusione, la cui ricorrenza però rende effettivo ed attuale
l’interesse delle parti al contratto, o lo estingue definitivamente. I contraenti
formulano due programmi ipotetici: un programma in relazione alla
produzione di un certo evento, l’altro programma alla mancata produzione del
medesimo evento.
LA RAPPRESENTANZA
Rappresentanza: è la possibilità che gli atti compiuti dal soggetto (rappresentante)
che agisce in nome e per conto di un altro (rappresentato) producono i
loro effetti direttamente nel patrimonio del rappresentato.
Rappresentanza legale: il potere di rappresentanza è conferito dalla legge; prevista
nell’interesse specifico delle persone incapaci o temporaneamente
non abilitate alla gestione del proprio patrimonio.
Rappresentanza volontaria: il potere di rappresentanza è conferito dall’interessato. Si
realizza mediante procura o contratto.
Giustificazione: momentanee esigenze del rappresentato o stabile esigenza.
Stabile esigenza: se il rappresentato ha stabile esigenza di essere rappresentato si
può dividere in due rapporti la rappresentanza: l’atto di conferimento
dell’agire al rappresentante; il rapporto base, destinato a regolare una
complessa serie di relazioni.
Procura: è un negozio unilaterale e pertanto è efficace in quanto ricevuta dal
destinatario. Deve avere la forma del contratto e deve contenere le istruzioni
necessarie alla stipula del medesimo. Al terzo bisogna: fornire o giustificare la
procura, informare le modifiche e l’eventuale estinzione.
Art. 1394: si disciplina l’ipotesi del conflitto di interessi che si ha se il rappresentante
conclude in nome del rappresentato affari che sono convenienti per lui. In
questo caso il contratto è nullo.
Art. 1395: se il rappresentante conclude il contratto con se stesso, il contratto è
annullabile, a meno che il rappresentato non abbia dato istruzioni a riguardo.
Art. 1398: se vi è eccesso o carenza di potere del rappresentante, l’atto viene
dichiarato temporaneamente inefficace, in modo che il rappresentato possa
meditare sulla convenienza del contratto ed eventualmente ratificarlo.
Rappresentanza indiretta: o interpolazione di persona, il rappresentato conferisce al
rappresentante il potere di compiere atti per suo conto e nel
suo interesse, ma non di spendere il suo nome. Il
rappresentante dovrà trasferire i beni e i diritti tramite un altro
contratto. Permette la dissociazione tra titolarità sostanziale di
un interesse economico e titolarità formale del diritto. Include il
rischio che il mandante perda beni sperati.
Art. 1707: si protegge il mandante dalle aggressioni dei creditori sui beni intestati al
mandatario ma acquistati in esecuzione del mandato e perciò destinati ad
entrare nel patrimonio del mandante. La situazione si risolve con il criterio
oggettivo della pubblicità della situazione di interesse del mandante come
situazione già esistente prima del pignoramento.
LA SIMULAZIONE
Simulazione: con un primo contratto, detto simulato, le parti concordano e rendono
apparente un assetto di interessi, con un secondo contratto, detto
dissimulato, esse accordano e mantengono segreto l’assetto opposto, o
parzialmente diverso.
Simulazione assoluta: il contratto simulato non produce effetti tra le parti, perché la
sua efficacia è paralizzata dal contratto dissimulato, anch’esso non
efficace.
Simulazione relativa: produce effetti tra le parti il contratto dissimulato, se possiede i
requisiti a ciò necessari.
Art. 1415: tutela il ragionevole affidamento che i terzi ripongono aull’apparenza di
talune situazioni giuridiche sulla base di elementi inequivocabili. I terzi
contro interessati possono far valere la simulazione contro le parti ove
questa pregiudichi i loro diritti.
Principio dell’autoresponsabilità: ciascuno è tenuto a sopportare tutte le conseguenze
che scaturiscono dalla consapevole emanazione di
dichiarazioni negoziali.
Art. 1416: si risolvono i conflitti fra contraenti e i creditori e fra creditori di ciascuna
parte.
FIDUCIA E ATTI DI DESTINAZIONE
Negozio fiduciario: consistente nell’operazione contrattuale mediante la quale una
parte trasferisce effettivamente all’altra un diritto, ma con il vincolo
per l’acquirente di ritrasferirlo o di venederlo ad un terzo individuato,
o di farne uso specifico. Il disponente si dice fiduciante e l’acquirente
fiduciario, giacchè la vera ragione del contratto è costituita proprio da
quel vincolo, che limita l’autonomia del fiduciario. Se il fiduciario viola
il patto di fiducia, il fiduciante ha solo l’azione di risarcimento del
danno.
Negozi di destinazione: è possibile destinare taluni beni ad uno scopo meritevole di
tutela, separandoli dal resto del patrimonio del conferente.
L’ESECUZIONE DEL CONTRATTO
Esecuzione: è l’attuazione complessiva di tutti i comportamenti necessari a rendere
effettivo quel regolamento di interessi nella realtà materiale.
Art. 1375: il contratto deve essere eseguito secondo buona fede. In sede di esecuzione
il dovere di buona fede sembra riconducibile all’esigenza di garantire
l’acquisizione e la conservazione delle utilità previste nel contratto.
Obblighi di protezione: aventi il contenuto di preservare il contratto e impedire che la
sua esecuzione giovi ad un contraente e danneggi l’altro. Per la
violazione di tali obblighi il contraente danneggiato ha a
disposizione il rimedio del risarcimento del danno.
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
Risoluzione: rimedi per i vizi della fase di esecuzione, vizi funzionali, per reagire cioè
alle ipotesi in cui il programma contrattuale non risulta concretamente
attuabile per il mutamento delle condizioni di fatto in relazione alle quali il
programma era stato concordato.
Inadempimento: il vincolo contrattuale può essere sciolto ove una delle parti non
effettui l’attribuzione prevista a suo carico. Si può:
∗ Chiedere la risoluzione del contratto e nella stessa sede anche il
risarcimento del danno subito.
∗ Chiedere l’adempimento coatto ed eventualmente anche il risarcimento
del danno.
Interesse contrattualmente garantito: è il parametro utilizzato dal giudice, la cui
natura e i cui termini risultano dall’insieme delle regole contrattuali che delineano
l’operazione economica quale essa risulta dalla corretta interpretazione del
contratto.
Art. 1454: offre al contraente fedele che subisce il ritardo della controparte
nell’adempimento lo strumento della diffida ad adempiere, atto mediante il quale
si intima di adempiere entro un congruo termine, trascorso il quale il contratto è
risoluto di diritto.
Art. 1455: è una norma che vuole impedire che il creditore faccia un uso
improprio della buona fede, approfittando di un inadempimento che per nulla
compromette la realizzazione dell’interesse contrattuale dedotto.
Art. 1456: contempla il caso della clausola risolutiva espressa, tramite cui, già
nella conclusione del contratto si può convenire che l’eventuale inadempimento
di una determinata prestazione potrà provocare la risoluzione automatica del
contratto.
Art. 1457: configura l’ipotesi che l’esecuzione di una delle parti debba
necessariamente effettuarsi entro un termine essenziale, decorso il quale il
contratto è risolto di diritto.
Art. 1460: ciascun contraente può rifiutare l’adempimento della prestazione se
l’altro non offre contemporaneamente la propria.
Art. 1461: ciascun contraente può sospendere l’esecuzione della prestazione se le
condizioni patrimoniali dell’altro contraente sono tali da porre in evidente pericolo
il conseguimento della controprestazione.
L’eccesiva onerosità sopravvenuta: se la prestazione di una parte è divenuta
eccessivamente onerosa per cause straordinarie e imprevedibili, questa può
chiedere la risoluzione del contratto. Alla parte eccessivamente onerata è
concesso il rimedio della risoluzione, a meno che l’altra parte riesca ad evitarla
offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto. Lo squilibrio deve
presentarsi eccessivo e la causa che lo origina deve potersi ricondurre ad
un’alterazione sopravvenuta oggettiva e generale delle condizioni del mercato.
Dev’essere un evento che nessun contraente mediamente prudente avrebbe
potuto prevedere.
Principio dell’autoresponsabilità: ciascuno è autonomo nella scelta dei mezzi
idonei a realizzare i propri fini e ne risponde con le proprie forze, non potendo
trasferire su altri le conseguenze negative della propria incapacità di
organizzazione.
Art. 1469: non è applicabile ai contratti aleatori, cioè ai contratti che
strutturalmente includono il rischio che almeno una delle prestazioni non venga
mai ad essere dovuta, o che lo sia in misura variabile.
Art. 1467: non è applicabile se la sopravvenuta onerosità rientra nell’alea
normale del contratto, cioè se il contratto è diretto a regolare affari che si
svolgono in una mbito o settore di mercato normalmente soggetto ad oscillazioni
di valore.
Impossibilità sopravvenuta: quando l’evento sopravvenuto rende definitivamente
impossibile una delle prestazioni contrattuali. L’impossibilità definitiva di una
prestazione priva di giusta causa la controprestazione, pena la realizzazione della
circolazione ingiustificata di una quota di ricchezza.
Principio consensualistico: determina l’immediata produzione dell’effetto reale,
con l’acquisto conseguente in capo al beneficiario di tutte le facoltà che sono
proprie del titolare di un diritto reale a prescindere dalla consegna della cosa.
Art. 1464: sopravvenuta impossibilà parziale della prestazione, concede alla
controparte la scelta fra la riduzione proporzionale della controprestazione, o il
recesso del contratto.
Impossibilità temporanea: il contratto non si risolve subito.
LA PRESUPPOSIZIONE
Presupposizione: sfasatura tra il raggiungimento di uno scopo ulteriore a quello
proprio del tipo contrattuale e l’impedimento di questo verificarsi
d’evento. Dove una sopravvenienza renda impossibile la realizzazione
del programma di utilizzazione incluso nell’oggetto, l’efficacia del
contratto viene meno, pur se materialmente è ancora possibile
l’esecuzione delle due prestazioni.
I LIMITI DELL’AUTONOMIA PRIVATA
Obbligo a contrarre

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