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Gudea, sovrano della città di Lagash, con ampi poteri di fatto
in tutta la Mesopotamia centro-meridionale dal 2144 al 2124
a.C., fece costruire il tempio del dio Ningirsu, nel quale ci sono
molte iscrizioni, alcune delle quali confermerebbero questa
ipotesi:
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Questi, nel 1904, era in esplorazione
presso l’altipiano del Sinai, sul monte
Horeb, cioè il monte in cui – secondo la
Bibbia – Dio diede i dieci comandamenti a
Mosè. Oggi il monte è conosciuto col nome
di Serabit El Khadim. Fu qui che egli
ritrovò i resti di un antico tempio egizio
Sir Flinders Petrie dedicato alla dea Hator, risalente
by Philip Alexius de László probabilmente al 2.600 a.C. circa.
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ed è possibile che il suono di questa parola ricordi il rumore
generato dal metallo nobile quando viene trasformato in polvere.
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Così fecero i figli d'Israele e ne raccolsero chi più chi meno.
Misurarono poi il recipiente del contenuto di un'omer; ora colui
che ne aveva molto non ne ebbe in superfluo e colui che ne aveva
raccolto in quantità minima non ne ebbe in penuria; ciascuno
insomma aveva raccolto in proporzione delle proprie necessità”
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Queste testimonianze sono tutte accomunate dal fatto che
tale polvere sembra essere commestibile, ed avere proprietà
misteriose, forse medicamentose. Forse si trattava di una sorta
di elisir di lunga vita. La manna era il cibo del Signore, la shem-
an-na e l’mfkzt erano pane bianco, ingerito da antichi popoli
mesopotamici e da faraoni.
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La seconda alchimia (quella orientale) deriva probabilmente dal
Ts'an T'ung Ch'i ( 142 a.C.). Si tratta di un commentario al Libro
delle Mutazioni, in cui l'autore (Wei Po-Yang) afferma che i
contenuti del libro stesso, delle dottrine taoiste e dei
procedimenti alchemici, siano variazioni di un'unica materia con
nomi diversi.
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L’alchimia è, secondo una definizione di H. Sheppard: "l'arte
di liberare parti del Cosmo dall'esistenza temporale e di
raggiungere la perfezione che per i metalli è l'oro, per l'uomo la
longevità, poi l'immortalità e infine la redenzione".
“Sappi, o Re, che i sapienti misero nelle loro opere molte cose e
molti modi di procedere, come ad esempio: il dissolvere, il
coagulare e molti vasi e pesi; ciò fecero, per accecare gli ignoranti
e per dichiarare solo agli intelligenti il loro Opus.
E nota, o Re, che i sapienti hanno rivelata l’Opera con poche
parole, sebbene ve ne abbiano aggiunte molte altre, affinché
fossero compresi se non dai sapienti. Ed i sapienti, in verità, dissero
che la pietra è una sola, ed è composta da quattro nature; queste
quattro nature sono: il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra.
Immagine: www.abc.net.au/radionational/programs/artworks/john-of-rupescissa/3287210
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Prima ancora era stato Ruggero Bacone (1214 circa –1294)
a parlare dell'oro alchemico come inesauribile fonte di ricchezza
per la cristianità, ma anche come medicinale capace di
prolungare la vita.
Egli stesso disse che, nel XIV secolo, venne in possesso del
“Libro di Abramo l’Ebreo”, che lo avrebbe ispirato ad
intraprendere la sua ricerca sui segreti dell’alchimia. Grazie
all’aiuto di tal Maestro Chances, di Lione (morto poco dopo), egli
sarebbe presto giunto a comprendere i segreti di quel libro. La
legenda vuole che Flamel riuscì nella trasmutazione
del piombo in argento nel gennaio del 1382, e poco dopo in
quella del piombo in oro. Analoga trasmutazione sarebbe poi
riuscito a compierla con la sua anima. Non si conosce con
certezza la data né la circostanza della morte di Flamel, e si crede
infatti che egli avesse per primo raggiunto il massimo obiettivo
dell’alchimia: creare la pietra filosofale, che dona l’immortalità.
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Nicolas Flamel, immagine wikipedia.
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Introitus apertus ad occlusum regis palatium (Amsterdam, 1667)
che:
“La nostra pietra non è altro che oro assimilato al più alto
grado di purezza e sottile fissazione […] Il nostro oro, non più
volgare, è lo scopo ultimo della Natura”.
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Johann Helvetius tentò l’esperimento
davanti alla moglie e ai figli, seguendo le
istruzioni dello sconosciuto alchimista. Riuscì a
produrre oro autentico. L’ispettore della zecca
olandese Porelius fece valutare l’oro dal
gioielliere Brechtel, il quale dichiarò che l’oro in
questione aveva una caratura perfino maggiore
Helvetius, Imm. Wikimedia dell’oro naturale.
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Secondo un’altra leggenda Fulcanelli sarebbe l’attuale nome
assunto da Flamel stesso, evidentemente ancora vivo.
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2) Il 9 maggio a Torino si tiene un molto pubblicizzato seminario
di Alchimia e Spagyria, in gran parte incentrato proprio
sull’oro monoatomico e sulle sue incredibili proprietà.
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La fantastica e affascinante storia fin qui esposta potrebbe
essere raccontata da un differente punto di vista, se solo ci
proponessimo di mettere sotto la lente di ingrandimento ciò che
sembra non quadrare.
Allora cosa?
Immagine: mysteriousworld.com
Che è citata come pane del Signore. Non come polvere d’oro.
Del resto nella Torah, la manna è paragonata ad una pietra di
cristallo, e in altri casi al Coriandrum sativum, pianta dai fiori
bianchi con frutti aromatici che in antichità trovò impiego come
pianta medicinale, ed è stata anche raffigurata in alcune tombe
egizie come offerta rituale.
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una fitta rete di suggestioni del sapere tradizionale di stampo
orale”.
Immagine: www.summagallicana.it/lessico/a/alchimia.htm
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Citando Enrico Galavotti:
Immagine: wikipedia
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Interpretazioni legittime ma opinabili, che non costituiscono
affatto prova. Leggende più che altro. Come quella secondo la
quale l’oro di queste monete dovesse essere necessariamente
trasmutato.
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Filalete dovrebbe essere letto come un serio contributo
alla alchimia occidentale”.
Chi è costui?
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consiglia il parere del medico prima di assumerlo anche solo
come coadiuvante dietetico.
In una società meno moderna, come può essere quella
medievale, in cui non esiste l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, né associazioni di consumatori, né NAS, né Guardia di
Finanza, difficile dire l’impatto che avrebbero avuto le
dichiarazioni di Hudson.
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del teletrasporto. E così via, parafrasando Silvano Fuso, di
vaneggiamento in vaneggiamento.
Secondo Wikipedia:
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sensu con l’argomento qui preso in esame (la polvere bianca
degli alchimisti) è sostanzialmente a latere. Sul primo nulla c’è da
aggiungere al fatto che fosse un rispettabile alchimista. Non
sappiamo neppure chi si celi dietro questo pseudonimo, e
addurre ch’egli abbia raggiunto l’immortalità ci sembra
evidentemente opera di fede incondizionata nelle libere, gratuite
e inconfutabili (perché prive di ogni riscontro) dichiarazioni di
Eugene Canseliet e Julien Champagne.
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Di Leonardo Dragoni
Per “Cropfiles.it”
© 2012
FONTI:
- (Ebrei 9:4;).
44
- Reading Egyptian Art, Follower Sign, shemset, T18 p. 186-187
45
- Elias Ashmole, Theatrum Chemicum Britannicum, Kessinger
Publishing Co, 1992.
46
- Michael S. Heiser, Il Mito di un 12esimo Pianeta: Una
Breve Analisi del Sigillo Cilindrico VA 243
(http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.120
- www.cicap.org/new/articolo.php?id=272939
- http://www.filosofiaedintorni.eu/alchimianelmedioevo.htm
- http://flashdesmond.blogspot.it/2011/04/il-testamento-di-
nicholas-flamel.html
- http://www.spiritual.it/cultura/alchimia-alchimisti-ed-oro-
potabile,4,26050
- http://www.rexresearch.com/ormes/ormes.htm
- http://www.themystica.org/mystica/articles/a/abraham_the
_jew.html
- http://educate-
yourself.org/cn/monoatomicgoldthinktwice15aug05.shtml;
- www.xstreamscience.org/Sompting/Sompting_1.htm
- http://dimensionalchemist.com/alchemy-recipes-
potions/white-powder-gold/
- http://digilander.libero.it/gogmagog/Alchimia/intro.htm
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