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DISCOGRAFIA

“A night at the opera”: quarto album in studio dei Queen, esce nel 1975 il 21 novembre.

I Queen sono un gruppo musicale rock britannico, formatosi a Londra nel 1970, grazie al chitarrista
Brian May che, studente di astronomina, ha fin da piccolo affiancato a questo studio/passione
anche l’amore per la musica, in particolare per la chitarra (tanto da costruirsene da solo una
elettrica, fatta con materiali di recupero casalinghi, nota come Red Special, che lo accompagnerà
per tutta la carriera). Nelle sue prime esperienze fu affiancato dal cantante Tim Staffell, con il quale
mise su un paio di gruppi. Prima i “1984”, con cui iniziò a suonare in piccoli locali della zona di
Londra, poi gli “Smile” in cui venne reclutato il futuro batterista dei Queen, Roger Taylor. Gli Smile
riuscirono a ottenere anche un contratto discografico, ma il mancato successo del singolo,
pubblicato nei soli Stati Uniti nel 1969, chiuse sogni di gloria. Staffell decise così di ritirarsi ed è qui
che entrò in gioco un suo amico di nome Farrokh Bulsara, Freddie per gli amici. Nel 1970, Freddie
offrì tutta la sua energia creativa e la sua
voglia di palcoscenico a Brian e Roger,
diventando Freddie Mercury, e trovando
anche un nome per la nuova formazione:
Queen. Nel gennaio 1971, Taylor e May,
incontrarono John Deacon, proponendogli
il posto di bassista dei Queen e a fine
febbraio, Deacon, per la sua tranquillità e la
sua conoscenza dell'elettronica, divenne il
quarto membro del gruppo. Da questo
momento ebbe così inizio la brillante
carriera del gruppo che per vent’anni non si
fermerà, alternando registrazioni e
concerti. Nel 1975, dopo la pubblicazione
di tre album, che riscossero il favore del
pubblico e anticiparono le grandi doti virtuosistiche del chitarrista (egli sarà infatti di ispirazione
per chitarristi quali Joe Satriani, Eddie Van Halen e Steve Vai) , i Queen realizzarono e pubblicarono
uno degli album che riscosse più successo: “A night at the opera”.

“A night at the opera” è un album pervaso dall'unione di rock e opera lirica(già presente in alcuni
brani precedenti come Killer Queen). L’album in questione può essere considerato come "una
messa in scena che ricalca, al limite dell'oltraggioso, l'antico teatro musicale dell'operetta
dedicandosi principalmente all'ironia, alla parodia".
Quest'album fu il loro primo successo negli Stati Uniti, dove arrivò al quarto posto nelle charts
degli album, diventando disco di platino.

L’album è composto da 12 brani, di cui, il più famoso, è Bohemian Rhapsody , pubblicato come
singolo il 31 ottobre 1975. Il brano vendette in una sola settimana un numero spropositato di
copie, e si fece amare o odiare senza mezze misure, col suo mescolare richiami operistici col rock
più duro. E’ senza dubbio una composizione innovativa, originale, che racchiude il più puro spirito
dei Queen. La pubblicazione della canzone però, all’inizio risultò difficile e fu solo grazie a Kenny
Everett, un dj amico del gruppo, che il brano venne pubblicato. Dietro consegna,infatti, a Kenny
Everett la canzone venne trasmessa in radio seppur senza consenso degli stessi Queen, ignari del
grande successo che la canzone avrebbe riscosso.
Bohemian Rhapsody è stata composta da Freddie Mercury, ed esprime appieno la personalità
ricca, sfaccettata e ambiziosa del frontman dei Queen. Le parti di testo sono alquanto misteriose:
frequenti sono i termini del Corano che evocherebbero, secondo alcuni, la religione zoroastriana
in cui lo stesso Freddie era stato educato, così come frequenti sono i termini operistici.(Kenny
Everett però, sostiene che Freddie avrebbe rivelato trattarsi semplicemente di una sequenza
casuale di parole!). Nei sei minuti di durata della canzone, possono essere isolate varie parti,
appartenenti a generi completamente diversi, eppure unite con grande abilità, in modo da formare
un tutt’uno. In apertura, si ascolta un coro, ma, in realtà, si tratta di un’unica voce, quella di
Freddie, di cui sono state eseguite varie sovraincisioni. A seguire, una parte, in cui lo stesso Freddie
canta con l’accompagnamento iniziale del solo piano, cui si uniscono gli altri strumenti. Poi, la
celebre parte “operistica”, con le voci che si sovrappongono, e, ancora, il momento hard-rock e,
infine, la conclusione. Per
portare a termine la sezione operistica, pare ci siano volute circa tre settimane, durante le quali
Mercury, May e Taylor eseguirono le loro parti vocali per più di dieci ore al giorno; infatti si dice
che siano state eseguite ben 180 sovraregistrazioni, che, successivamente furono rielaborate. Non
a caso, “A night at the opera”, l’album in cui è contenuto Bohemian Rhapsody, è stato uno dei più
costosi registrati fino a quel momento, se non addirittura il più caro in assoluto.

Bohemian Rhapsody è un brano che può essere


considerato una rapsodia, ovvero una
composizione musicale a un solo movimento, di
carattere molto libero e variegato. Non segue
uno schema fisso, ma si presenta come un
insieme di spunti melodici, anche molto diversi
tra di loro per ritmo e armonia, che conferisce
toni quasi improvvisativi alla composizione. Poiché si presenta come una sequenza di diversi
episodi musicali, la rapsodia si presta facilmente ad avere un contesto tematico fisso, i cui
molteplici aspetti sono presentati dai brani in essa contenuti.
Il brano è celebre per la sua particolare struttura musicale, composta da cinque diverse parti
principali: un’introduzione corale cantata a cappella, un segmento in stile ballata che termina con
un assolo di chitarra, un passaggio d’opera, una sezione di hard rock e un altro segmento in stile
ballata che conclude su una sezione solo piano e chitarra.

 La parte d’opera inizia dal Verse2..


[Verse 2]
I see a little silhouetto of a man
Scaramouche, Scaramouche,
will you do the Fandango?
Thunderbolt and lightning,
very, very fright’ning me

..questa parte fase di furore, tormento e inquietudine nel mezzo della canzone. Da molti vista
come un “random nonsense” in realtà vuole proprio dare l’idea di come una mente complessa e
una personalità profonda diventano insane in seguito a situazioni paradossali, che tra l’altro hanno
tormentato Mercury per tutta la sua vita, come il tema di questo brano, per poi ritornare ad una
melodia più quieta, con una conclusione finale, scopo appunto della rapsodia in generale.

 I due versi che sono forse quelli più aperti ad interpretazioni diverse e dispute sono il 33 e il
34:

(Galileo.) Galileo. (Galileo.) Galileo.


Galileo figaro magnifico-o-o-o.

Per alcuni si tratta di un’analogia con il Barbiere di Siviglia, in cui si ripete Figaro per cinque volte, egli ripete
Galileo per cinque volte forse per ricollegarsi all’opera, di cui era molto appassionato.

Ma A Night at the Opera, non è solo Bohemian Rhapsody; ci sono anche gli esperimenti della
chitarra di Brian May, che gioca a essere uno strumento diverso, come in Good Company e in
Seaside Rendezvous; le ardite armonie vocali di The Prophet Song, di May, ottenute ancora tramite
sovraincisioni e, infine, l’altissima qualità compositiva dei brani. "A Night
At The Opera" resterà il capolavoro del gruppo e va ancora oggi considerato come uno dei dischi
più importanti della storia del Rock.

Quando però, il punck iniziò a diffondersi ,e anche se i Queen ressero bene “l’onda d’urto del
fenomeno distruttivo”, con News of The World, del 1977, abbandonarono momentaneamente il
loro stile più barocco, per avvicinarsi a sonorità meno complesse, di cui sono esempio i due
celeberrimi inni We Are The Champions e We Will Rock You (scritti rispettivamente da Mercury e
May), che rappresentarono un omaggio agli spettatori dell'ultima tournée.
In un’alternanza pressoché continua di album e di concerti in giro per il mondo, i Queen entrarono
negli anni Ottanta. In questo periodo, la band, iniziò ad utilizzare i sintetizzatori, inserendoli per la
prima volta nell’album “ The Game”. In particolare, in questo periodo divennero successi planetari
alcune delle canzoni composte dal bassista del gruppo John Deacon (ricordiamo ad esempio
Another One Bites The Dust).
Nel 1970 Deacon entrò a far parte del
gruppo. Era il più giovane dei quattro
componenti della band e, prima di unirsi al
gruppo, terminò gli studi in elettronica al
Chelsea College, condotti molto seriamente.
John era l'unico dei quattro a non saper
cantare: nei concerti infatti il suo microfono
era sempre tenuto a volume ridotto, in modo
che potesse solo contribuire ai cori, e la sua
voce fosse poco udibile. Essendo un esperto
ingegnere elettronico, tuttavia, costruì spesso
componenti per gli strumenti della band. Tra
l’altro, realizzò con parti prelevate da un
giradischi Philips e con una cassa hi-fi in
massello, il Deacy Amp, un piccolo
amplificatore artigianale che veniva saturato
da un Dallas Rangemaster, uno dei primi
treble booster per ottenere il caratteristico
sound che si può apprezzare soprattutto
nell'album Queen II. la sua tecnica era nella
media dei bassisti rock degli anni sessanta-
settanta. All'inizio della sua carriera suonava principalmente con le dita, ma successivamente in
alcuni brani utilizzò anche il plettro.
(Il basso elettrico principale usato da Deacon è stato un Fender Precision Bass).
Nel 1997 Deacon lasciò il gruppo, e si ritirò dal mondo della musica dopo sei anni dalla morte, a
soli 45 anni, di Freddie Mercury.

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