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NATURA E SAPIENZA.
Spunti sulla nozione di “natura” presenti in
alcuni scritti di Chiara Lubich
Sergio Rondinara
1
Il termine natura proviene dal latino nasci (nascere), omologo del verbo
greco φύειν (essere generato).Tutte le cose, nascendo, si realizzano sempre secon-
do una loro caratteristica propria e immanente.
2
La potenza di un tale genitivo soggettivo, inteso come un parlare di Dio,
possiamo coglierlo anche nelle considerazioni semantiche riguardanti il fatto che,
mentre nel contesto del pensiero greco il verbo φύω dice un emergere della natura,
un suo fiorire, nella concezione cristiana la natura è in quanto creata, in quanto è
espressione della Parola di Dio (cf. Gen 1), Parola pronunciata dal Padre per mezzo
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del Cristo (cf. Col 1,16). A riguardo Anselmo d’Aosta afferma che: «Nell’unico e
medesimo Verbo Dio dice se stesso e tutto ciò che ha fatto», in questa prospettiva
le cose della realtà naturale, in quanto create, sono «parole nel Verbo divino e ori-
ginate dal Verbo divino» (Monologion, 33 Bompiani, Milano 2002, pp. 139; 143).
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Rapporto Dio/natura
3
Tommaso d’Aquino, La Somma Teologica, I, 8, 2 a 3.
286 Sergio Rondinara
4
A.D. Sertillanges, L’idée de création et ses retentissements en philosophie,
Aubier, Paris 1945, (pubblicato alla fine del 1949), p. 120
288 Sergio Rondinara
5
R. Sabunde, Theologia Naturalis. Sive Liber Creaturarum, 1436.
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«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta
aperto innanzi agli occhi (io dico l’universo), [ ... ]. Egli è scritto in lingua mate-
matica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali
mezzi è impossibile intenderne umanamente parola» (G. Galilei, Il Saggiatore, in
Le opere di Galileo Galilei, Edizione nazionale a cura di A. Favaro, Barbèra Edito-
re, Firenze 1932, VI, p. 232.).
7
La teologia può essere intesa come un sapere scientifico – in quanto sapere
critico del nostro affidarsi a Dio – e allo stesso tempo sapienziale, in quanto pene-
trazione esistenziale del mistero di Dio derivante dalla sua benevolenza e da tale
affidamento.
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coscienza umana verso una unitarietà del sapere e allo stesso tem-
po salvaguardare gli statuti epistemologici e conseguentemente le
autonomie delle varie discipline implicate in tale processo.
In una tale operazione interdisciplinare, le scienze, la filosofia
della natura e la teologia si metterebbero al riparo dal confondere
i propri discorsi e gli oggetti specifici del loro indagare, dall’esclu-
dersi vicendevolmente, e approdare mediante un’accoglienza criti-
ca reciproca ad un’articolazione ermeneutica8 dei saperi.
Qui, l’unitarietà del sapere trova la sua applicazione in prima
istanza proprio nella persona umana che è capace di un molte-
plice approfondimento relativo alla ricerca filosofica e ai saperi
scientifico e teologico e allo stesso tempo capace di raccoglierne e
svilupparne le reciproche provocazioni. È nell’unità della persona
umana che il dialogo interdisciplinare ha le sue condizioni di pos-
sibilità, ed è nelle capacità della stessa che il dialogo può diventare
stile di vita intellettuale in cui l’azione della sapienza anima e fe-
conda i risultati del lavoro scientifico.
Il dialogo, c’insegna Platone, è lo spazio in cui si accende la
scintilla della verità come illuminazione del reale nel suo senso più
profondo. Nella sua Lettera VII così si esprime: «La conoscenza di
tali verità [...] dopo un lungo essere insieme in dialogo su questi
temi, dopo una comunanza di vita, improvvisamente, come luce
che si accende dallo scoccare di una scintilla, essa nasce nell’anima
e da se stessa si alimenta»9.
La centralità della comunanza di vita insieme alla circolarità
tra prassi e pensiero, in una dinamica interdisciplinare dialogica,
sono i tratti caratteristici di quella epistemologia formativa10 della
Lubich che personalmente – insieme ad altri cultori ed esperti di
varie discipline – ho potuto sperimentare a contatto diretto con
8
J. Ladrière, L’Articulation du sens. Discours scientifique et parole de la foi,
Cerf, Paris 1984, p. 78.
9
Platone, Tutti gli scritti, a cura di G. Reale, Rusconi, Milano 1991, pp.
1819-1822.
10
Epistemologia formativa che, pur avviandosi attraverso un dialogo inter-
disciplinare, tende ad una posizione transdisciplinare che può far emergere dal
confronto delle singole discipline l’esistenza di nuovi dati i quali, a loro volta,
faranno da giunzione fra le discipline stesse.
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lei, e che lei stessa ha espresso con chiarezza nel discorso inaugu-
rale11 con cui ha fondato la sua Università: l’Istituto Universitario
Sophia.
Epistemologia formativa in cui la dinamica del dono e dell’ac-
coglienza reciproci della propria intellettualità, con i suoi contenu-
ti e intuizioni, genera un nuovo spazio d’incontro in cui la verità di
tutti i saperi segna fattivamente la via verso la Sapienza.
Questione ambientale
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C. Lubich, Discorso inaugurale della Summer School Sophia “Per una cultu-
ra dell’Unità”, in «Sophia» I (2008-0), pp. 12-18.
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Summary
Cf. (Mt 17, 2): «E apparve trasfigurato davanti a loro: la sua fac-
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