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Abruzzo interno: Europa?

Diciamocelo: siamo quattro gatti. Per di più in


disaccordo su tutto, pure su un casello autostradale
fantasma...
Intanto, oltre l'orizzonte di queste montagne
ed in tempi come questi, in cui i soldi per gli
investimenti devi andarteli a cercare, altri territori non
sprecano le occasioni e le risorse per valorizzare le
loro vocazioni.

Regione dello Jutland, Danimarca. Le


risorse del Fondo Sociale Europeo non si
disperdono in mille microprogetti: vengono impiegate tutte in un'unica direzione, quella di formare e qualificare
il capitale umano per un progetto complessivo di territorio leader nelle prestazioni sanitarie e nella fornitura di
servizi agli anziani.
Abruzzo interno, Italia. Se fossimo capaci, almeno, di copiare, cosa mancherebbe ad un nostro
distretto del benessere? Non certo natura, arte, storia, capitale umano, infrastrutture, ricettività (anche un
bello stabilimento termale da resuscitare!). Ce le vedreste compagnie di arzilli pensionati norvegesi svernare,
scorazzando, da queste parti? O, d'estate, frotte di dirigenti inglesi, con famiglie al seguito, soggiornare nella
Pelignashire e, tra un pecorino e un Montepulciano, godersi il nostro sole?
Vogliamo chiamarlo turismo "di nicchia", "sostenibile", "di qualità"? Chiamiamolo come ci pare; una cosa
è certa: oggi i detentori di reddito disponibile sono queste categorie e, per ogni euro che spendono, se ne
producono uno e mezzo!

È solo uno tra i possibili modi di generare processi virtuosi (pur nella consapevolezza che il turismo, da
solo, non basta).

Da queste considerazioni nascono, però, una lezione e due domande.


La lezione: non disperdere le risorse finanziarie disponibili (leggasi Fondi Strutturali, programmi
nazionali e regionali) in mille progetti, ma impiegarle in un progetto unitario; non dimenticando che esistono i
fondi sovrani, coi loro bei tanti soldini da investire.
La prima domanda: i nostri amministratori stanno elaborando una strategia comune? Qualcuno
ha chiamato a raccolta i rappresentanti istituzionali di questo territorio?
L'altra domanda: la Regione Abruzzo, da parte sua, è in grado di assecondare le politiche
comunitarie per il turismo come motore di sviluppo? Sta svolgendo azioni di marketing territoriale su scala
(per lo meno) europea? A che punto è la programmazione 2007-2013? (ma qui la domanda è retorica...).

Resta pure un dato di fatto: l'unica via per uscire da questo pantano è stare insieme. Purché si
abbia, a monte, un progetto comune da realizzare.

Fare rete nei fatti, non a parole (come c'insegna la desolante vicenda del Consorzio di Alta
Formazione): dimostriamo (a noi stessi) di esserne capaci con un bel progetto condiviso!

Alla fin fine, siamo solo quattro gatti...

Sulmona, 6 ottobre 2010

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