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1.1 Generalità
La diffusione della metodologia Building Information Modelling, che sta
largamente interessando il mondo delle costruzioni a livello internazionale, ha
subìto una fortissima accelerazione in Europa, da quando la Gran Bretagna, con
la pubblicazione della Government Construction Strategy (2011), ha reso
obbligatorio, a partire dal 2016, l’utilizzo di questo metodo in tutti i progetti
finanziati con fondi pubblici. Sulla scia dell’esempio inglese, la Commissione
europea è intervenuta sulla vecchia Direttiva 2004/18/CE, relativa agli appalti
pubblici, introducendo espliciti riferimenti al mondo del digitale e alla
metodologia BIM. Alcuni paesi dell’Europa settentrionale (tra i quali Danimarca,
Finlandia, Norvegia, e Paesi Bassi) stanno da tempo affrontando queste tematiche,
e i governi di Francia e Germania hanno recentemente istituito dei gruppi
governativi, allo scopo di dare impulso all’adozione del BIM nel comparto delle
costruzioni. L’Italia, invece, sembra ancora indecisa sulla via da percorrere ed è
in ritardo nella definizione di una politica industriale nazionale orientata in questo
verso. Nonostante ciò, non mancano le iniziative volontarie “dal basso”, promosse
dall’industria delle costruzioni e dalle varie organizzazioni preposte a tale scopo,
indirizzate all’introduzione della metodologia BIM nel settore dell’ambiente
costruito.
Mentre sui tavoli di lavoro internazionale e comunitario (ISO e CEN) si sta
lavorando per la definizione del quadro normativo tecnico di accompagnamento
alle legislazioni locali, anche l’Italia ha prontamente intrapreso la stessa strada:
presso l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) il gruppo di lavoro
UNI/CT 033/GL 05 “Codificazione dei prodotti e dei processi costruttivi in
edilizia”, coordinato dal prof. Alberto Pavan del Politecnico di Milano, sta
attualmente rielaborando l’originaria norma di riferimento – UNI 11337:20092 –
con l’obiettivo di regolamentare in ambito nazionale l’utilizzo del BIM, affinché
si proceda verso un’effettiva applicazione di questa metodologia che renda
partecipi tutti i protagonisti del settore delle costruzioni, dal committente fino
all’ultimo subappaltatore della filiera.
1.2 La normativa europea
Come dichiarato dal prof. Alberto Pavan in un articolo apparso sul sito internet
dell’UNI3, in sede CEN (European Committee for Standardization) si sta
attualmente lavorando sul tema del BIM il gruppo di lavoro CEN/BT/WG 215
“Building Information Modelling”, promosso e coordinato dalla Norvegia.
Numerosi sono i paesi ad oggi aderenti al tavolo: Austria; Belgio; Danimarca;
Estonia; Finlandia; Francia; Germania; Gran Bretagna; Italia; Olanda; Portogallo;
Repubblica Ceca; Spagna e Svezia. I quattro esperti che rappresentano l’Italia
sono: Alberto Pavan (Politecnico di Milano); Filippo Romano (Autorità
Nazionale Anticorruzione – ANAC); Fulvio Re Cecconi (Associazione Nazionale
Costruttori Edili – ANCE) e Paolo Odorizzi (Harpaceas S.r.l.).
Il gruppo di lavoro europeo è ancora nella fase iniziale del proprio percorso
normativo, che prevede anche il recepimento di tre norme ISO:
− ISO STEP 10303 – STandard for the Exchange of Product model data;
− ISO 12006-2:2015 – Building construction – Organization of information
about construction works – Part 2: Framework for classification;
− ISO 12006-3:2007 – Building construction – Organization of information
about construction works – Part 3: Framework for object-oriented
information.
− ISO 16354:2013 – Guidelines for knowledge libraries and object libraries;
− ISO 16739:2013 – Industry Foundation Classes (IFC) for data sharing in
the construction and facility management industries;
− ISO 16757-1:2015 – Data structures for electronic product catalogues for
building services – Part 1: Concepts, architecture and model;
− ISO/DIS 16757-2:2014 – Data structures for electronic product catalogues
for building services – Part 2: Geometry;
− ISO 29481-1:2010 – Building Information Modelling – Information
delivery manual – Part 1: Methodology and format;
− ISO 29481-2:2012 – Building Information Modelling – Information
delivery manual – Part 2: Interaction framework;
− ISO 12911:2012 – Framework for building information modelling (BIM)
guidance.
La struttura portante della definenda norma ISO prende spunto da due recenti
proposte di norma britanniche: la PAS 1192-2:20134 e la PAS 1192-3:20145.
Questi due testi, sponsorizzati dal Construction Industry Council (CIC) e
pubblicati sotto licenza di The British Standard Insitution, illustrano le modalità
di produzione e di consegna delle informazioni relative a un’opera, sia essa
edilizia o di ingegneria civile, tramite la metodologia BIM Livello 2,
rispettivamente nelle fasi di progettazione e costruzione e nella fase di gestione e
manutenzione del bene.
La nuova norma, che sarà prima pubblicata come specifica tecnica per una
preventiva verifica sul mercato, sarà composta da cinque parti:
Nella parte 1 della norma sono definiti i seguenti livelli di maturità informativa
digitale del settore delle costruzioni:
Figura 1 - Schema del livello ottimale di maturità digitale del processo (elaborazione dell'autore)
− Identificativo;
− Ambientale;
− Tecnico;
− Economico;
− Programmatico;
− Legale/amministrativo;
− Informatico.
− Soggetti coinvolti;
− Oggetto;
− Quantità;
− Tempi;
− Qualità;
− Ubicazione.
− A1: da approvare;
− A2: approvato;
− A3: approvato con commento;
− A4: non approvato.