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CORSO DI AGGIORNAMENTO 

PER I LAVORATORI IN MATERIA 
DI SALUTE E SICUREZZA 
NEI LUOGHI DI LAVORO
D. LGS. 81/08 E S.M.I.
ACCORDO STATO‐REGIONI N. 221 DEL 21 DICEMBRE 2011 
E ACCORDO STATO‐REGIONI N. 128 DEL 7 LUGLIO 2016

UNITA’ FORMATIVA: 
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI CHIMICO E 
CANCEROGENO IN AZIENDA 

Gruppo 2G Management Consulting S.r.l.


Largo Re Umberto, 106 – 10128 Torino
Tel. 011/505062 Fax 011/504660
e-mail: gruppo2g@gruppo2g.com - http://www.gruppo2g.com
1. 
IL RISCHIO CHIMICO ‐
GENERALITÀ

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Marzo 2017
2. 
LA CLASSIFICAZIONE CLP

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Marzo 2017
3. 
L’ETICHETTATURA

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Marzo 2017
4.
IL MODELLO 
Al.Pi.Ris.Ch. 

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1. 
IL RISCHIO CHIMICO ‐
GENERALITÀ

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Marzo 2017
COS’È IL RISCHIO CHIMICO

Il rischio chimico in ambiente di 
lavoro è riconducibile all’insieme 
dei rischi per la Sicurezza e per la 
Salute, connessi con la presenza, 
nell’ambito dello svolgimento delle 
lavorazioni, di “agenti chimici 
pericolosi”.

Il RISCHIO CHIMICO viene 
normativamente affrontato in 
maniera organica nel TITOLO IX 
del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
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TITOLO IX D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE
ART. 222 (DEFINIZIONI)
AGENTE CHIMICO
Tutti gli elementi o composti chimici allo stato naturale, sia da soli 
sia nei loro miscugli, ottenuti, utilizzati o smaltiti, siano essi prodotti 
intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.

ATTIVITÀ CHE COMPORTA 
LA PRESENZA DI AGENTI CHIMICI
ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne 
prevede l’utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la 
PRODUZIONE, la MANIPOLAZIONE, L’IMMAGAZZINAMENTO, il 
TRASPORTO o L’ELIMINAZIONE e il TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, o 
che risultino da tale attività lavorativa. Pag. 8 di 69
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TITOLO IX D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE
ART. 222 (DEFINIZIONI)
AGENTE CHIMICI PERICOLOSI:
1. AGENTI CHIMICI CHE SODDISFANO I CRITERI DI CLASSIFICAZIONE COME 
PERICOLOSI in una delle classi di pericolo fisico o di pericolo per la 
salute di cui al regolamento CE 

2. AGENTI CHIMICI CHE COMPORTANO UN RISCHIO PER LA SICUREZZA E LA 
SALUTE DEI LAVORATORI A CAUSA DI LORO PROPRIETÀ CHIMICO‐FISICHE, 
CHIMICHE O TOSSICOLOGICHE e del modo in cui sono utilizzati o 
presenti sul luogo di lavoro, compreso gli agenti chimici cui è stato 
assegnato un valore limite di esposizione professionale di cui 
all’Allegato XXXVIII del D.Lgs.81/08.

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DEFINIZIONI…

elementi chimici e loro composti 
SOSTANZE allo stato naturale ottenuti 
mediante lavorazioni industriali.

miscugli o soluzioni composti 
PREPARATI da due o più sostanze.

sospensione dispersa nell’aria di 
POLVERI materiali solidi

sospensione dispersa nell’aria di 
FUMO materiali solidi e prodotta da processi 
termici e/o chimici
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DEFINIZIONI…
sospensione dispersa nell’aria di 
NEBBIA materiali liquidi e prodotta da 
spruzzatura o ebollizione di liquidi e 
condensazione di gas e vapori. 

sostanze che alle normali condizioni di 
GAS pressione e temperatura (1 bar e 25°C) 
sono in forma gassosa.

sostanze aeriformi che alle normali condizioni 
VAPORI di pressione e temperatura 
(1 bar e 25°C) sono in forma liquida. 

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RISCHI da:
RISCHI di: esposizioni a sostanze 
incendio, esplosioni,  tossiche e/o nocive e, se 
contatto con sostanze  assorbite, con potenziale 
aggressive e/o corrosive  compromissione 
(ustioni chimiche,  dell’equilibrio biologico 
corrosione di materiali e  (intossicazione o malattie 
degrado di impianti, ecc.) professionale).
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PERICOLOSITÀ PER LA SALUTE

 Dal livello, dalla durata, dalle 
modalità di esposizione.
 Dalla dose assorbita.
 Dalle carettiristiche individuali 
dei soggetti esposti (sesso, 
età, patologie,ecc..).

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RISCHIO DA ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE

CONDIZIONE DI LAVORO per la quale sussiste la POSSIBILITÀ 
CHE AGENTI CHIMICI PERICOLOSI, tal quali o sotto forma di 
emissioni (polveri, fumi, nebbie, gas e vapori) POSSANO ESSERE 
ASSORBITI DALL’ORGANISMO attraverso:

INGESTIONE CONTATTO CUTANEO INALAZIONE

Assorbimento  Assorbimento transcutaneo Assorbimento 


gastrico polmonare

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INGESTIONE
L’agente entra nel cavo orale, come 
contaminante degli alimenti o di 
oggetti portati alla bocca

SOLIDI     frammenti e polveri

LIQUIDI     schizzi e versamenti

Stomach

GAS      non rilevante
CIBO
SIGARETTE
MANI/ LABBRA/BOCCA
SIST. DIGESTIVO ORGANI
GUANTI
OGGETTI Pag. 15 di 69
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CONTATTO

L’agente entra in contatto con pelle o mucose: 
svolge una azione locale o viene assorbito dagli 
strati grassi dell’epidermide
SOLIDI    effetti locali (aggressivi)

LIQUIDI   effetti locali
assorbimento (lipofili)

GAS  non rilevante

PELLE STRATI GRASSI VASI SANGUIGNI ORGANI

EFFETTO LOCALE
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INALAZIONE

L’agente è presente nell’aria e 
trascinato all’interno 
dell’organismo con l’atto 
respiratorio

SOLIDI      polveri e fibre

Stomach

LIQUIDI    nebbie e aerosol

GAS    ogni tipo

ARIA SIST. RESPIRATORIO SIST. CIRCOLATORIO ORGANI


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POLVERI

Particelle solide con diametro fra 0,25 e 500 
micron. Dalla dimensione delle particelle dipende 
la capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. 

Si distinguono tre frazioni:


 INALABILE
 TORACICA
 RESPIRABILE

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ORGANI BERSAGLIO

 APPARATO 
CARDIOVASCOLARE
 SISTEMA NERVOSO
 APPARATO 
GASTROENTERICO
 APPARATO URINARIO
 SISTEMA EMOPOIETICO

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Marzo 2017
PERICOLOSITÀ PER LA SALUTE

ES. IRRITAZIONE TRANSITORIA 
EFFETTI ACUTI O  DELLE MUCOSE CONGIUNTIVALI 
A BREVE TERMINE E NASALI CON FREQUENTE 
CEFALEA, NAUSEA, 
SONNOLENZA. 

Es. LO STIRENE (IDROCARBURO AROMATICO). 
A temperatura ambiente è un liquido oleoso trasparente 
dal caratteristico odore dolciastro; è tossico e 
infiammabile. Insolubile in acqua. Il suo principale 
impiego è nella produzione di materie plastiche tra cui 
abbiamo anche il polistirene (polistirolo).

EFFETTI SUB‐CRONICI E  ES. ALTERAZIONE DEI GLOBULI 
ROSSI NEL SANGUE CON 
CRONICI O A MEDIO – ALTERAZIONE DELLA 
FUNZIONALITÀ EPATICA E 
LUNGO TERMINE SOSTANZA CANCEROGENA 
SECONDO IL DIPARTIMENTO 
STATUNITENSE DELLA SALUTE 
DAL 10 GIUGNO 2011.
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Marzo 2017
PERICOLOSITÀ PER LA SALUTE
 DI TIPO DETERMINISTICO:
 Maggiore è l’esposizione e più gravi sono i danni.
 Tossici, molto tossici, corrosivi, sensibilizzanti,
nocivi, irritanti.
EFFETTI A BREVE TERMINE

 DI TIPO STOCASTICO O PROBABILISTICO:


 Maggiore è l’esposizione e maggiore è la probabilità
che si verifichi un danno.
 Cancerogeni, mutageni, tossici per il ciclo
riproduttivo.
EFFETTI A LUNGO TERMINE
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Marzo 2017
INFORTUNI DA AGENTI CHIMICI

per via nasale, orale, per inalazione
attraverso pelle o occhi
attraverso il sistema digerente, inghiottendo o mangiando
1% 11%

88%

Infortuni da agenti chimici dal 2004 al 2010 (fonte: INAIL)
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Marzo 2017
MALATTIE PROFESSIONALI DA AGENTI CHIMICI

2% 2% TUMORI

24% RESPIRATORIE
40%

DERMATITI

SISTEMA
NERVOSO
ALTRO
32%

MP da agenti chimici dal 2007 al 2009 per tipologia (fonte: INAIL)
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Marzo 2017
PERICOLI
 Esplodono
PERICOLI FISICI  Reagiscono violentemente 
con l’acqua
 Si infiammano facilmente
 Ecc.
 Causano il cancro
 Causano la morte per 
PERICOLI PER LA 
avvelenamento
SALUTE
 Ustionano pelle e occhi
 Ecc.

PERICOLI PER  Sono tossiche per i pesci;
 Distruggono l’ozono
L’AMBIENTE
 Ecc. Pag. 24 di 69
Marzo 2017
QUALI SONO LE PROPRIETÀ PERICOLOSE PRESE IN CONSIDERAZIONE? 

PERICOLI FISICI 
1. Esplosivi
2. Gas infiammabili
3. Aerosol infiammabili
4. Gas comburenti
5. Liquidi infiammabili
6. Solidi infiammabili 
7. Liquidi piroforici
8. Solidi piroforici
9. Sostanze che, a contatto con l’acqua, emettono gas infiammabili
10.Liquidi comburenti
11.Solidi comburenti
12.Perossidi organici
13.Gas sotto pressione
14.Sostanze autoriscaldanti
15.Sostanze autoreattive
16.Corrosivi per i metalli  Pag. 25 di 69
Marzo 2017
QUALI SONO LE PROPRIETÀ PERICOLOSE PRESE IN CONSIDERAZIONE? 

PERICOLI PER LA SALUTE 
1. Tossicità acuta
2. Corrosione/irritazione cutanea
3. Danni rilevanti/irritazione oculare
4. Sensibilizzazione respiratoria e cutanea
5. Tossicità sistemica su organi bersaglio a seguito di esposizione singola
6. Tossicità sistemica su organi bersaglio a seguito di esposizione ripetuta
7. Mutagenicità
8. Cancerogenicità
9. Tossicità riproduttiva
10.Tossicità a seguito di aspirazione

EFFETTI SULL’AMBIENTE
1. Pericolosità per l’ambiente acquatico. 
2. Pericolo per l’ozono. 
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Marzo 2017
GIOCO DI RUOLO

1) VERO O FALSO?

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Marzo 2017
2. 
LA CLASSIFICAZIONE CLP

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Marzo 2017
I CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA

Ai fini dell’immissione sul mercato, i criteri per 
IDENTIFICARE, e COMUNICARE, tramite l’etichetta, il 
pericolo chimico, si sono finora basati su 2 strumenti 
legislativi fondamentali: 

1. Direttiva 67/548/CEE e successive modifiche (in Italia


D.Lgs. 52/97)

2. Direttiva 1999/45/CE e
successive modifiche (in Italia
D.Lgs. 65/03)

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Marzo 2017
ESEMPI DI VARIABILITA’ DI ETICHETTATURA

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Marzo 2017
COS’È IL GHS?
Il GHS nasce come un sistema volontario mondiale di 
armonizzazione della Classificazione ed Etichettatura delle 
sostanze e delle miscele.

Nello specifico, con l’obiettivo di stabilire una base comune e 
coerente per il pericolo chimico, che contenesse gli elementi 
fondamentali di:
 Sicurezza per il trasporto delle merci pericolose;
 Prevenzione per la salute e la sicurezza del consumatore, del
lavoratore e dell’ambiente.

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Marzo 2017
REGOLAMENTO CLP (Classification, Labelling and Packaging)

Entrato in vigore il 20/01/09, detta i 
nuovi parametri per la classificazione, 
l’etichettatura e l’imballaggio delle 
sostanze e delle miscele chimiche. 
Il CLP sostituisce in modo progressivo il 
sistema europeo esistente:
Direttiva Sostanze Pericolose – DSP (67/548/CEE)  dal 1/12/2010
Direttiva Preparati Pericolosi – DPP (1999/45/CE)  dal 1/06/2015

Il regolamento prevede la contemporaneità del sistema 
attuale e dei sistemi CLP durante un periodo di 
transizione. 
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Marzo 2017
IL CLP (REGOLAMENTO CE 1272/2008)

Gli obiettivi del regolamento CLP sono:
 armonizzare all’interno della Comunità europea i 
criteri per la CLASSIFICAZIONE delle sostanze e delle 
miscele e le norme relative alla loro ETICHETTATURA
ed IMBALLAGGIO e di assicurare un elevato livello di 
protezione della salute umana e dell’ambiente.
 punta alla LIBERA CIRCOLAZIONE delle sostanze 
chimiche e delle loro miscele, rafforzando la 
competitività e l’innovazione.
 Assicurare la PROTEZIONE DEGLI ANIMALI, riducendo 
al minimo gli esperimenti condotti su di essi.

Pag. 33 di 69
Marzo 2017
IL CLP (REGOLAMENTO CE 1272/2008)

Il CLP SI APPLICA a tutte le sostanze chimiche le miscele, 
compresi i biocidi e gli antiparassitari, senza limiti di 
quantità prodotte per anno.
Sono esclusi:
 i preparati che ricadono sotto altra normativa europea 
(come farmaci, dispositivi medici, alimenti e mangimi, 
cosmetici);
 gli intermedi non isolati;
 le sostanze per ricerca e sviluppo 
non immesse sul mercato;
 i rifiuti.
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Marzo 2017
IL CLP (REGOLAMENTO CE 1272/2008)

Le NOVITÀ introdotte dal CLP sono:
 NUOVE DEFINIZIONI: (es. «categoria di pericolo» è 
sostituito dal termine «classe di pericolo»).
 NUOVE FRASI: frasi H (Hazard Statements) 
sostituiscono le frasi R e le frasi P (Precautionary
Statements) sostituiscono le frasi S.
 NUOVI PITTOGRAMMI: 
i vecchi simboli quadrati con cornice nera 
e sfondo arancione vengono sostituiti 
da rombi con cornice rossa e sfondo bianco.

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Marzo 2017
SCADENZE MISCELE PERICOLOSE

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Marzo 2017
NUOVI PITTOGRAMMI
Simbolo UE Sigla Pittogramma CLP Descrizione Classificazione

C Corrosivo Causano la distruzione di tessuti viventi e/o materiali inerti.

Sostanze o preparazioni che possono esplodere a causa di una


E Esplosivo scintilla o che sono molto sensibili agli urti o allo sfregamento.

F / F+ Infiammabile

Sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o


T / T+ Tossico penetrazione nella pelle, possono implicare rischi gravi, acuti o
cronici, e anche la morte.

Sostanze o preparazioni non corrosive che, al contatto immediato,


Xi Irritante prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose possono espletare
un'azione irritante.

Sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o


Xn Nocivo assorbimento cutaneo, possono implicare rischi, per la salute, di
gravità limitata, non mortali

Il contatto dell'ambiente con queste sostanze o preparazioni può


N Pericolo per l'ambiente provocare danni all'ecosistema a corto o a lungo periodo.

Sostanze che si comportano da ossidanti e che quindi facilitano


O Comburente l'incendiarsi di sostanze combustibili.

Cancerogeno

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Marzo 2017
NUOVI PITTOGRAMMI

NUOVE FRASI H ‐ P
FRASI R FRASI H
R 11 Facilmente infiammabile H225 Liquido e vapori facilmente infiammabili
R 36 Irritante per gli occhi H319 Provoca grave irritazione oculare
R66 L’esposizione ripetuta può provocare H336 Può provocare sonnolenza o vertigini
secchezza e screpolatura della pelle. EUH066 L’esposizione ripetuta può provocare
FACILMENTE R67 L’inalazione dei vapori può provocare
INFIAMMABILE secchezza o screpolatura della pelle
sonnolenza e vertigini INFIAMMABILE

FRASI S
S 9 Conservare il recipiente in luogo ben FRASI P
ventilato P 210 Tenere dalle fonte di innesco. Non
S 16 Conservare lontano da fiamme e fumare
scintille – Non fumare P 261 Evitare di respirare i vapori
IRRITANTE S26 In caso di contatto con gli occhi P403/233 Tenere il recipiente ben chiuso e
lavare immediatamente ed in luogo ben ventilato
abbondantemente con acqua e consultare P305/351/338 IN CASO DI CONTATTO
IRRITANTE CON GLI OCCHI: sciacquare
un medico
S46 In caso di ingestione consultare accuratamente per parecchi minuti. Togliere
immediatamente il medico e mostrargli il le eventuali lenti a contatto se è agevole
contenitore e l’etichetta farlo. Continuare a sciacquare

DIR 67/548/CEE
DIR1999/45/CE Regolamento CLP

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Marzo 2017
CODIFICA DEI CONSIGLI DI PRUDENZA

CODIFICA DELLE INDICAZIONI DI PERICOLO

H X XX

H H (Hazard statement) seguito da 3 cifre

X La prima per il tipo di pericolo


2 – pericoli fisici
3 – pericoli per la salute
4 – pericoli per l’ambiente
XX Le ultime due cifre servono per i pericoli intrinseci
Esplosività : codici da 200 a 210
Infiammabilità : codici da 220 a 230
Etc…

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Marzo 2017
CODIFICA DEI CONSIGLI DI PRUDENZA

Codifica DEI CONSIGLI DI PRUDENZA
P X XX

P P (Precautionary statement) seguito da 3 cifre

X La prima per il tipo di pericolo


1 – consigli di prudenza generali
2 – consigli relativi alla Prevenzione
3 – consigli relativi all’Intervento
4 – consigli relativi allo Stoccaggio
5 – consigli relativi all’Eliminazione

XX Le altre due rappresentano il numero progressivo del consiglio di prudenza

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Marzo 2017
IL CLP (REGOLAMENTO CE 1272/2008)
SOSTANZE CANCEROGENE

CATEGORIA SIMBOLI DI PERICOLO FRASE DI RISCHIO (R)

R45:può provocare il cancro
1 R49:può provocare il cancro per inalazione per sostanze che presentino un rischio 
cancerogeno soltanto per inalazione, ad esempio sotto forma di poveri, vapori o fumi
T o T+, Carc. Cat. 1

R45:può provocare il cancro
2 R49: Può provocare il cancro per inalazione per sostanze che presentino un rischio 
cancerogeno soltanto per inalazione, ad esempio sotto forma di polveri, vapori o fumi 
T o T+ Carc. Cat.2

3 R40: Possibilità di effetti cancerogeni – Prove insufficienti
Xn, Carc. Cat. 3

SOSTANZE CANCEROGENE SECONDO CLP
CATEGORIA SIMBOLI DI PERICOLO INDICAZIONE DI PERICOLO (H)

H350: Può provocare il cancro (indicare la via di esposizione se è accertato che 
1A nessun’altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo) oppure 
H350i: Può provocare il cancro se inalato
Carc. 1A

H350: Può provocare il cancro (indicare la via di esposizione se è accertato che 
1B nessun’altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo) oppure 
H350i: Può provocare il cancro se inalato 
Carc. 1B

H351: Sospettato di provocare il cancro (indicare la via di esposizione se è accertato che 
2
nessun’altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo)
Carc. 2
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Marzo 2017
I PREPARATI

CLASSIFICAZIONE  CLASSIFICAZIONE PREPARATO 
SOSTANZE  CONCENTRAZIONE  FRASI R 
R45 o R49 
Cancerogene Categoria 1, 2  ≥ 0,1% Cancerogeno Categoria 1, 2 
obbligatoria 
Cancerogene Categoria 3  ≥ 1% Cancerogeno Categoria 3  R40 obbligatoria 
Mutagene Categoria 1,2  ≥ 0,1% Mutageno Categoria 1, 2  R46 obbligatoria 
Mutagene Categoria 3  ≥ 1% Mutageno Categoria 3  R68 obbligatoria 

LIMITI DI CONCENTRAZIONE CHE DETERMINANO LA 
CLASSIFICAZIONE DELLA MISCELA 
CLASSIFICAZIONE 
SOSTANZE  CANCEROGENO/  CANCEROGENO/  CANCEROGENO/ 
MUTAGENO  MUTAGENO  MUTAGENO 
CATEGORIA 1A  CATEGORIA 1B  CATEGORIA 2 
Cancerogene/Mutagene 
≥ 0,1% 
Categoria 1A 
Cancerogene/Mutagene 
≥ 0,1% 
Categoria 1B 
Cancerogene/Mutagene 
≥ 1%
Categoria 2 
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Marzo 2017
QUALI SONO LE PROPRIETÀ PERICOLOSE PRESE IN CONSIDERAZIONE? 

Il CLP prevede 9 PITTOGRAMMI, di cui 5 per i pericoli fisici, 3 per i pericoli per la 
salute e 1 per i pericoli per l’ambiente. ALCUNE CLASSI E CATEGORIE NON 
PREVEDONO L’USO DI UN PITTOGRAMMA.

PERICOLI 
FISICI

PERICOLI PER 
LA SALUTE

PERICOLI PER 
L’AMBIENTE Pag. 43 di 69
Marzo 2017
NUOVI PITTOGRAMMI

SOSTANZE O MISCELE INFIAMMABILI
 GAS INFIAMMABILI
 AEROSOL INFIAMMABILI
 LIQUIDI INFIAMMABILI
 SOLIDI INFIAMMABILI
 SOSTANZE O MISCELE AUTOREATTIVE
 LIQUIDI PIROFORICI
 SOLIDI PIROFORICI
 SOSTANZE E MISCELE AUTORISCALDANTI
 SOSTANZE E MISCELE CHE A CONTATTO CON L’ACQUA 
EMETTONO GAS INFIAMMABILI
 PEROSSIDI ORGANICI
INDICAZIONI di PERICOLO: H220, H221, H222, H223,H204, H205, H224, H225, H226, H228, 
H241, H242, H250, H251, H252, H260, H261
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Marzo 2017
NUOVI PITTOGRAMMI

Sostanze o miscele COMBURENTI 
 GAS COMBURENTI ‐ gas o una miscela di gas capace, in 
genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire 
più dell’aria la combustione di altre materie. 
 LIQUIDI COMBURENTI sostanza o miscela liquida che, pur 
non essendo di per sé necessariamente combustibile, può 
causare o favorire la combustione di altre materie.

 SOLIDI COMBURENTI sostanza o 
miscela solida che, pur non 
essendo di per sé 
necessariamente combustibile, 
può causare o favorire la 
combustione di altre materie. 
INDICAZIONI di PERICOLO: H270, H271, H272
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NUOVI PITTOGRAMMI

GAS SOTTO PRESSIONE

 GAS COMPRESSI; 
 GAS LIQUEFATTI;
 GAS LIQUEFATTI REFRIGERATI;
 GAS DISCIOLTI

INDICAZIONI di PERICOLO: H280, H281

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NUOVI PITTOGRAMMI

Sostanze o miscele CORROSIVE 

 CORROSIVE PER I METALLI, possono attaccare o distruggere i metalli. Categoria 
di pericolo 1. 
 CORROSIVE PER LA PELLE, sostanze o miscele che provocano distruzione del 
tessuto cutaneo, dopo un’esposizione della durata massima di quattro ore; 

 sottocategoria 1A (reazioni dopo al massimo tre minuti di 
esposizione e al massimo un’ora di osservazione); 
 sottocategoria 1B (reazioni dopo un’esposizione compresa 
tra tre minuti e un’ora e osservazioni fino a 14 giorni); 
 sottocategoria 1C (reazioni dopo esposizioni comprese tra 
una e quattro ore e osservazioni fino a 14 giorni). 
 EFFETTI IRREVERSIBILI SUGLI OCCHI/GRAVI LESIONI 
OCULARI (categoria 1).

INDICAZIONI di PERICOLO: H290, H314, H318

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NUOVI PITTOGRAMMI

Sostanze o miscele ESPLOSIVE 

Sostanza solida o liquida (o miscela di sostanze) che può per


reazione chimica sviluppare gas a una temperatura, una
pressione e una velocità tali da causare danni nell’area
circostante. Sono compresi:

 Esplosivi instabili
 Esplosivi delle divisioni 1.1, 1.2, 1.3, 1.4
 Sostanze e miscele autoreattive
 Perossidi organici

INDICAZIONI di PERICOLO: H200, H201, H202, H203, H204, 
H205, H240, H241

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NUOVI PITTOGRAMMI

PERICOLO PER LA SALUTE

 SENSIBILIZZAZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
 TOSSICITÀ SPECIFICA PER ORGANI BERSAGLIO 
(ESPOSIZIONE SINGOLA)
 TOSSICITÀ SPECIFICA PER ORGANI BERSAGLIO
 (TOSSICITÀ PER LA RIPRODUZIONE
 TOSSICITÀ IN CASO DI ASPIRAZIONE
 MUTAGENICITÀ SULLE CELLULE GERMINALI
 CANCEROGENICITÀ

INDICAZIONI di PERICOLO:
H304, H334, H340, H341, H350, H350i*, H351, H360, H360D*, H360dF*, 
H360F*, H360FD*, H360Fd*, H361, H361d*, H362, H370, H371, H372, H373
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NUOVI PITTOGRAMMI

PERICOLO PER L’AMBIENTE ACQUATICO 
 PERICOLO ACUTO PER L’AMBIENTE ACQUATICO ‐ Sostanze 
e miscele capaci di causare danni ad un organismo 
acquatico sottoposto ad un’esposizione di breve durata. 
 PERICOLO A LUNGO TERMINE PER L’AMBIENTE ACQUATICO 
‐ Sostanze e miscele capaci di provocare effetti avversi su 
organismi acquatici durante esposizioni determinate in 
relazione al ciclo vitale dell’organismo.

INDICAZIONI di PERICOLO: H400, H410, H411, H412, H413

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3. 
L’ETICHETTATURA

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QUESTA SOSTANZA È PERICOLOSA?

IL PRODUTTORE 
Prima di vendere la sostanza deve 
studiarla approfonditamente, con 
dei TEST DI LABORATORIO, per 
capire se presenta una delle 
proprietà che abbiamo appena 
elencato. 

Il problema 
dell’identificazione del 
pericolo chimico è una 
materia COMPLESSA e 
in EVOLUZIONE.
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QUESTA SOSTANZA È PERICOLOSA?

L’UTILIZZATORE come fa a capire se una 
sostanza è pericolosa?
 Dall’aspetto? 
 Dal colore? 
 Dall’odore? 

 Dall’etichetta
 Dalla scheda di sicurezza

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COMUNICAZIONE DEL PERICOLO CHIMICO: L’ETICHETTA

L’etichetta deve contenere le seguenti INFORMAZIONI:
1. nome, indirizzo e numero di telefono del fornitore o dei 
fornitori;
2. quantità nominale della sostanza o miscela contenuta nel collo 
messo a disposizione;
3. identificatori di prodotto (nome e numeri);
4. eventuali pittogrammi di pericolo;
5. avvertenze, se ve ne sono;
6. indicazioni di pericolo, se ve ne sono;
7. eventuali consigli di prudenza (max 6);
8. informazioni supplementari, se necessarie.
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COMUNICAZIONE DEL PERICOLO CHIMICO: L’ETICHETTA

Chi immette sul mercato una sostanza o una miscela pericolosa 
ha l’obbligo di apporvi un’etichetta che dia informazioni circa la 
sua pericolosità.
CARATTERISTICHE DELL’ETICHETTA:
 L’etichetta va apposta SALDAMENTE su più facce dell’imballaggio 
che contiene la sostanza o miscela e deve poter essere LETTA
ORIZZONTALMENTE quando l’imballaggio è posto in condizioni 
normali.
 I pittogrammi devono risultare CHIARAMENTE VISIBILI.
 Le informazioni contenute devono essere 
facilmente LEGGIBILI ED INDELEBILI.

 Le indicazioni sulle DIMENSIONI
dell’etichetta sono contenute 
nella tabella 1.3 dell’allegato I del 
Regolamento CLP. Pag. 55 di 69
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SCOPO DELL’ETICHETTA

 L’etichetta ha lo scopo di permettere a chiunque venga 
in contatto col prodotto possa identificarlo 
immediatamente ed essere al corrente dei rischi.
 In caso di necessità potrà servire anche al medico o 
alle squadre di primo soccorso.
 Ogni recipiente contente un prodotto pericoloso deve 
essere etichettato da chi lo ha riempito.
 Se il prodotto viene travasato 
l’etichetta deve essere riprodotta 
e applicata sul nuovo recipiente.

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COMUNICAZIONE DEL PERICOLO CHIMICO: L’ETICHETTA

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4.
IL MODELLO 
Al.Pi.Ris.Ch. 

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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
A seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 81/08 e 
dal nuovo sistema di classificazione ed etichettatura 
delle sostanze pericolose si è ritenuto necessario 
procedere ad una revisione del modello di valutazione 
del rischio da agenti chimici della Regione Piemonte.

Si è voluto quindi rispondere alla necessità di fornire 
indicazioni operative, dunque immediatamente 
applicabili per ottemperare a quanto previsto in materia 
di valutazione del rischio.
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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.

Per il rischio da agenti chimici si ritiene opportuno che la collaborazione del


medico competente sia concretamente richiesta e garantita anche nella fase di
avvio del processo valutativo.

Nel momento in cui la collaborazione del medico competente divine obbligo, lo


stesso deve anche fattivamente partecipare alla:
 Ricerca della possibile sostituzione degli agenti chimici pericolosi e dannosi
 Predisposizione di un piano di monitoraggio ambientale e biologico
dell’esposizione
 Individuzione D.P.I
 Definizione procedure di primo soccorso
 Definizione programma di informazione, formazione e addestramento

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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.

La nuova metodologia prevede un percorso di valutazione


sia per il rischio inalatorio che per quello cutaneo. Per
quanto concerne il rischio inalatorio sono possibili una
valutazione di tipo stimato ed una di tipo misurato.

Il nuovo sistema di valutazione prevede la possibilità di


applicare un “cut off”, effettuare una valutazione del “rischio
stimato” e, quando possibile, valutare il “rischio misurato”
attraverso i dati derivanti da indagini ambientali e
biologiche.

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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
METODOLOGIA SEMPLIFICATA (CUT OFF)
Per poter applicare il CUT OFF occorre siano soddisfatti i requisiti previsti al punto A1 + C oppure 
A2 + B + C + D.
A) Presenza nel ciclo lavorativo solo di:
1. sostanze non classificate come pericolose o miscele non classificate come pericolose (e che non
hanno evidenza di sostanze classificate pericolose);
2. oppure sostanze classificate e miscele classificate con H302, H319, H315, EUH 066 o con R22,
R36, R38, R66, o classificati pericolosi per l’ambiente.
B) Sostanze o miscele caratterizzate da BASSA disponibilita, ovvero:
1. solidi – sostanze sotto forma di granulato (pellet) che non hanno tendenza a rompersi;
2. liquidi – con temperatura di ebollizione maggiore di 150°C.
C) Assenza di elementi che favoriscano la dispersione o la generazione di intermedi di processo
pericolosi:
1. senza apporto di energia meccanica;
2. senza apporto di pressione;
3. senza apporto o sviluppo di energia termica.
D) Quantitativi utilizzati per sostanza o miscela inferiori a 100 grammi al giorno per addetto.

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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Tabella 3AI ‐ Classi di gravità
LAVORAZIONE ‐
INDICAZIONI DI PERICOLO LIMITE DI
SCORE INTERMEDI DI
REG. (CE) N. 1272/2008 e smi ESPOSIZIONE
LAVORAZIONE (*)
H302 Tossicità acuta (per via orale), cat. 4 ‐ Nocivo se ingerito ≥ 100
1
H319 Gravi lesioni oculari/irritazione oculare, cat. 2 ‐ Provoca grave irritazione oculare mg/m3
H301 Tossicità acuta (per via orale), cat. 3 ‐ Tossico se ingerito
H312 Tossicità acuta (per via cutanea), cat. 4 ‐ Nocivo per contatto con la pelle
H318 Gravi lesioni oculari/irritazione oculare, cat. 1 ‐ Provoca gravi lesioni oculari ≥ 10 <100
2
H332 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 4 – Nocivo per inalazione mg/m3
H335 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 3 – Può irritare le vie respiratorie
H336 Tossicità specifica per organi bersaglio SE cat. 3 Narcosi ‐ Può provocare sonnolenza o vertigini
H304 Pericolo in caso di aspirazione, cat. 1 ‐ Può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle 
vie respiratorie
H311 Tossicità acuta (per via cutanea), cat. 3 ‐ Tossico per contatto con la pelle
≥ 1 <10
3 H331 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 3 ‐ Tossico se inalato
mg/m3
H317 Sensibilizzazione della pelle, cat. 1 ** ‐ Può provocare una reazione allergica cutanea
EUH070 Tossico per contatto oculare
EUH071 Corrosivo per le vie respiratorie
H300 Tossicità acuta (per via orale), cat. 1 e 2 ‐ Letale se ingerito
H334 Sensibilizzazione delle vie respiratorie, cat. 1 ** ‐ Può provocare sintomi allergici o asmatici o difficolta 
respiratorie se inalato
H361 Tossicità per la riproduzione, cat. 2 ‐ Sospettato di nuocere alla fertilità o al feto ≥ 0,1 < 1
4
H362 Tossicità per la riproduzione, cat. supplementare — Effetti sull’allattamento o attraverso  mg/m3
l’allattamento
H371 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 2 ‐ Può provocare danni agli organi
H373 Tossicità specifica per organi bersaglio RE, cat. 2 ‐ Può provocare danni agli organi
H310 tossicità acuta (per via cutanea), cat. 1 e 2 ‐ Letale per contatto con la pelle.
H330 Tossicità acuta in caso di inalazione, cat. 1 e 2 ‐ Letale se inalato
H341 Mutagenicità sulle cellule germinali, cat. 2 ‐ Sospettato di provocare alterazioni genetiche
< 0,1
5 H351 Cancerogenicità, cat. 2 ‐ Sospettato di provocare il cancro
mg/m3
H360 Tossicità per la riproduzione, cat. 1A e 1B ‐ Può nuocere alla fertilità o al feto
H370 Tossicità specifica per organi bersaglio SE, cat. 1 ‐ Provoca danni agli organi
H372 Tossicità specifica per organi bersaglio RE cat. 1 ‐ Provoca danni agli organi Pag. 63 di 69
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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
INDICE DI RISCHIO FINALE
Nel caso siano contemporaneamente presenti 
per la stessa mansione un rischio cutaneo e uno 
inalatorio si ottiene un indice di rischio 
complessivo a cui corrisponde una 
classificazione:

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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
Se la valutazione individui un livello di rischio irrilevante, come definito 
dall’articolo 224, co 2 del D.Lgs. 81/08, sarà sufficiente adottare le seguenti 
misure di prevenzione e protezione dal rischio:

1) Progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro;
2) Forniture di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure 
di manutenzione adeguate;
3) Riduzione al minimo de numero dei lavoratori che sono o potrebbero essere 
esposti;
4) Riduzione al minimo della durata e dell’intensità dell’esposizione;
5) Adozione di misure igieniche adeguate;
6) Riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in 
funzione delle necessità della lavorazione;
7) Metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la 
sicurezza nella manipolazione, nell’immagazzinamento e nel trasporto sul 
luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono 
detti agenti chimici.
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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
Quando al contrario la valutazione si collochi ad un
livello uguale o superiore alla seconda classe di rischio
è necessario adottare le misure specifiche di riduzione
dello stesso, come richiesto dall’art. 225 comma 1 del
D.Lgs. 81/08 e smi:

1. Il datore di lavoro, sulla base dell’attività e della


valutazione dei rischi, provvede affinchè il rischio
sia eliminato o ridotto mediante la sostituzione,
con altri agenti o processi che, nelle condizioni di
uso, non sono o sono meno pericolosi per la salute
dei lavoratori. […]
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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
2. Il datore di lavoro, periodicamente ed ogni qualvolta sono
modificate le condizioni che possono influire sull’esposizione,
provvede ad effettuare la misurazione degli agenti che
possono presentare un rischio per la salute.
3. Quando sia stato superato un valore limite di esposizione
professionale stabilito dalla normativa vigente il datore di
lavoro identifica e rimuove le cause che hanno cagionato tale
superamento dell’evento, adottando immediatamente le
misure appropriate di prevenzione e protezione
4. sulla base della valutazione dei rischi e dei principi generali di
prevenzione e protezione, il datore di lavoro adotta le misure
tecniche e organizzative adeguate alla natura delle operazioni,
compresi l’immagazzinamento, la manipolazione e
l’isolamento di agenti chimici incompatibili fra di loro; […]
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MODELLO Al.Pi.Ris.Ch

Modello Al.Pi.Ris.Ch.
5. Il datore di lavoro mette a disposizione attrezzature di lavoro 
ed adotta sistemi di protezione collettiva ed individuale 
conformi alle disposizioni legislative e regolamentari 
pertinenti. […]
6. Il datore di lavoro adotta misure per assicurare un 
sufficiente controllo degli impianti, apparecchi e macchinari. 
[…]
7. Il datore di lavoro informa i lavoratori del superamento dei 
valori limite di esposizione professionale, delle cause 
dell’evento e delle misure di prevenzione e protezione 
adottate e ne dà comunicazione, senza indugio, all’organo di 
vigilanza.

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

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