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Esistono diverse forme tecniche di erogazione del variabile (Bonus, MBO, Stock options, etc.) e le
scelte della forma da adottare avrà ricadute importanti sull’organizzazione, in termini sia di
performance che di composizione della forza lavoro ad esempio.
Per questo motivo la progettazione dei piani di ricompensa deve essere intrecciata alle strategie
competitive e di gestione delle risorse umane.
BENEFIT
La riforma dei meccanismi dello stato sociale da la possibilità alle aziende di riempire alcuni vuoti
nell’area previdenziale, sanitaria ed assicurativa attraverso le politiche di gestione dei benefit,
permette delle differenziazioni ed individualizzazioni dei pacchetti retributivi attraverso componenti
non monetarie ed intangibili che affiancano quelle monetarie.
Anche queste politiche vanno valutate in funzione degli obiettivi strategici e non solo delle
opportunità fiscali.
Alcune di queste politiche sono:
in particolare in Italia uno dei trend più seguito è quello di offrire piani pensionistici
integrativi ai propri dipendenti
benefit assistenziali di vario esempio per spese mediche o infortuni
beni o servizi di cui il personale può avvalersi immediatamente e che possono essere
utilizzati sia come strumenti di lavoro che anche fuori dall’ambito lavorativo
approcci flessibili per permettere al dipendente, quasi come se fosse il cliente di un
ristorante, di scegliere i benefit che preferisce all’interno di un “menù” offerto dall’azienda,
potendo così personalizzare i benefit secondo le proprie esigenze
IL PROFITSHARING
Nel profitsharing le ricompense sono legate al risultato economico dell’azienda nel suo
complesso e non cerca, quindi, di premiare il lavoratore per specifiche attività che migliorano
produttività ed efficienza.
Offre 2 vantaggi potenziali:
può stimolare i dipendenti ad assumere una prospettiva di pensiero simile a quella dei
proprietari
consente di ridurre automaticamente i costi del lavoro nei periodi di difficoltà economica e
di condividere la prosperità nei periodi favorevoli
2
Può sollevare una serie di problemi:
basso impatto motivazionale sui comportamenti se è elevata la distanza tra il contributo
individuale ed il risultato dell’azienda
è uno strumento rigido (non consente di mobilitare risorse per altre forme di incentivazione,
ad esempio correlate a comportamenti individuali o di gruppo)
bassa flessibilità strategica (non permette la focalizzazione su altri obiettivi)
presenta limitate possibilità di controllo (ad esempio sulle determinanti del profitto)
rischio di orientamento al breve periodo (se i comportamenti cercano solo di massimizzare i
profitti annuali)
Questa formula ha però maggiori probabilità di successo quando:
elevata interdipendenza tra le unità organizzative che hanno in comune un certo flusso di
risorse
l’azienda si trova in fasi di avvio o di sviluppo o quando persegue una strategia di
anticipazione
quando in imprese che operano in mercati turbolenti
in imprese in grado di offrire un mix di incentivi individuali e collettivi.
IL GAINSHARING
È un sistema di ricompense basato sulla prestazione di un gruppo o di una unità produttiva anziché
sui profitti aziendali. Non tende a premiare i comportamenti individuali ma a promuovere la
collaborazione fra i lavoratori.
Alcune volte viene confuso con il profitsharing ma differisce da questo per 2 aspetti:
1. non considera la prestazione a livello di profitto aziendale ma questa è misurata a livello di
gruppo o di unità produttiva (questo la rende più controllabile da parte dei dipendenti)
2. gli incentivi sono erogati più frequentemente e senza dilazioni.
I problemi legati a questa formula possono essere:
basso impatto motivazionale che lascia spazio a fenomeni di free riding, se è elevata la
distanza tra contributo individuale e risultato d’impresa
rigidità delle formule di distribuzione del premio (possono indurre trascurare tutti quei
fattori non inclusi in tali formule)
difficoltà a comprendere che la produttività non è l’unico parametro significativo per un
risultato economico soddisfacente
rischio di premiare chi partiva da una situazione di inefficienza e di frustrare chi già operava
in maniera molto efficiente
Questa formula ha però maggiori probabilità di successo quando:
vincoli tecnologici che permettono recuperi di efficienza
l’impresa persegue strategie di razionalizzazione in un ambiente stabile
le unità organizzative non stanno operando al massimo della loro efficienza potenziale
la cultura organizzativa favorisce la condivisione della conoscenza
LE STOCK OPTION
Per stock option si intendono dei piani che offrono ai manager la possibilità di acquistare o
sottoscrivere titoli (opzioni) rappresentativi del capitale di rischio dell’impresa.
Queste opzioni permettono al manager in questione di acquisire la azioni in un dato intervallo di
tempo (periodo di esercizio) e ad un dato prezzo (prezzo di esercizio).
VANTAGGI:
Allineamento degli interessi dei manager e azionisti
Incentivazione alla creazione di valore nel medio-lungo periodo
3
Permettono di attrarre e trattenere i manager
Identificazione del manager con l’impresa
Alcuni aspetti che vengono fissati quando un’azienda vuole attuare un piano di stock option sono:
Le categorie di personale incluse nel programma (broad based se destinate a tutti i
dipendenti o piani di stock option veri e propri se destinati ai manager)
La relazione tra quantità e prezzo (cioè deve essere un’offerta interessante ma non deve
richiedere una spesa eccessiva per il manager che decida di acquistare i titoli)
Se il prezzo di esercizio deve essere quello del mercato o scontato
La durata.