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I primi attacchi vennero condotti dai giannizzeri, che per� furono respinti dalla
cavalleria veneziana. Vedendo l'inutilit� di questo tipo d'attacco, Lala Mustaf�
decise di cambiare tattica e di far uso dell'artiglieria: con 25 cannoni e 4
basilischi cominci� a bombardare la citt�.
Data la loro colossale inferiorit� numerica, gli assediati, dal canto loro, non
potevano fare altro che resistere con la speranza che da un momento all'altro
giungessero in loro aiuto rinforzi da Venezia. Nel frattempo Bragadin e il
comandante delle truppe Astorre Baglioni seppero sfruttare al meglio le poche
truppe di cui disponevano e il sistema fortificato sul quale si appoggiavano:
riuscirono a resistere per tutto l'inverno, in grazia principalmente della loro
controbatteria e delle incursioni a sorpresa che effettuavano al di fuori delle
mura nell'accampamento degli assedianti.
Tutto questo non fece altro che irritare maggiormente il generale turco, il quale
temeva un'altra rovinosa sconfitta come quella subita durante l'Assedio di Malta
avvenuto cinque anni prima; un altro insuccesso militare avrebbe compromesso la sua
carriera e forse anche la sua stessa vita. Quindi chiese ulteriori rinforzi e dopo
due mesi riusc� a incrementare il proprio esercito assediante raggiungendo le
250.000 unit�.
Agli inizi di aprile l'esercito turco riprese l'attivit� bellica (per tutto
l'inverno non vi furono attacchi militari, ma venne solamente mantenuto l'assedio).
Nel frattempo gli ottomani avevano posizionato nuova artiglieria e scavato nuove
trincee, in tutto 85 cannoni pi� alcuni grossi basilischi di bronzo. Riprese quindi
anche il bombardamento sulla citt�, la quale ormai era ridotta a un cumulo di
macerie.
Verso fine luglio 1571 Mustafa Pasci�, che aveva da poco perso il figlio in
battaglia, ordin� il pi� pesante bombardamento dall'inizio dell'assedio: la torre
nord venne in gran parte demolita. Ormai le mura non erano pi� in grado di
resistere e i soldati, in gran parte feriti, erano rimasti appena settecento,
incapaci di gestire la difesa.
Sembra che Lala Mustaf� si fosse inizialmente adirato con Bragadin e i suoi
capitani dopo aver scoperto dell'uccisione, durante la tregua, di decine di soldati
turchi prigionieri dei veneziani, vicenda testimoniata da alcuni superstiti
fuggiaschi che avevano raccontato l'accaduto. Inoltre Bragadin si era opposto alla
decisione del Pasci� di trattenere a Famagosta uno dei capitani veneziani come
garanzia del ritorno delle imbarcazioni turche al porto. La richiesta di trattenere
un comandante veneto come ostaggio era ragionevole, ma viziata dall'errore di non
essere stata inserita direttamente nel capitolato del 1� agosto. L'ostinazione di
Bragadin aveva scatenato la rabbia di Mustaf�, che a sua volta aveva avuto una
reazione di eccessiva violenza, tanto da guadagnarsi, una volta tornato in patria,
la disapprovazione e il rimprovero da parte dello stesso sultano. Infatti Mustaf�
aveva fatto imprigionare i veneziani sulle galere turche, aveva fatto decapitare i
capitani al seguito di Bragadin e infine quest'ultimo dopo una serie di torture era
stato scorticato vivo. La sua pelle era stata poi riempita di paglia e innalzata
sulla galea del Pasci�, che l'aveva condotta a Costantinopoli
L'eroica resistenza di Famagosta serv� in ogni caso a far guadagnare tempo alle
forze cristiane, tenendo impegnata l'immensa flotta ottomana: a Lepanto, appena un
mese e mezzo dopo, l'armata della Lega Santa ottenne una schiacciante vittoria
sulle forze turche.[