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INeque a doctissimis , neque
ab indoctissimis legi volo.
VOCABOLARIO

MILANESE – ITALIANO

DI

FRANCESCO CHERUBINI.

VOLUME PRIMO.
A–C

MILANO
DALL'IMP. REGIA stAMPERIA

1839.
Il presente libro è posto sotto la tutela delle leggi.
vavvºvavavevºvevav Nav-v-v-NAN-N-N-N-v-v-v-v-va-Nºv-vavaveva

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- V, / º

la questo Vocabolario, un cui debole Saggio i miei concittadini


perdonarono già tempo alla mia giovanile temerità, è mio intendi
mento ajutar a voltare l'idioma nostro vernacolo nella lingua scritta
della nazione; dare modo ai non Milanesi di capire noi medesimi se
favelliamo con essi, e i nostri scrittori tecnici, agrari, statutari allor
chè, per desiderio d'essere intesi in paese anche dai men colti, usano
italianate le voci vernacole ; fare conserva di quelle notizie stori
che ed economiche le quali, per essere raccomandate quasi unica
mente al dialetto, sono sfuggevoli com'esso nel rispetto delle voci ;
giovare ai naturalisti nelle loro sinonimie; serbare col comprendi
mento delle voci e dei modi nostrali anche quello delle belle opere
poetiche dettate da ingegni esimi nel nostro volgare; definire mol
tissimi oggetti, o più esattamente o più chiaramente che non siano
stati finora, in sull'occasione di esporne le voci rappresentative ; e
suggerirne definiti ai cultori della lingua nazionale moltissimi altri
pei quali, se io male non osservai, non esiste finora alcun rappre
sentativo nei Vocabolari di essa. º

Tali cose, anche solo in parte adempiute, giova credere siano per
rendere vantaggioso agli studiosi questo libro, come s'hanno gene
ralmente per vantaggiosi i suoi consimili nelle altre province italiane
che quasi tutte se ne sono oggimai a gara provvedute. Non facendo
perciò altre parole intorno all'utile che si possa trarre da questo
Vocabolario, io verrò più tosto discorrendo con qualche larghezza i
modi tenuti nel compilarlo. -

Al mondo poche maraviglie, cred'io, sono superiori a quella


dell'infinita varietà delle parlature umane. Di fatto senza noverare
le migliaia di idiomi formali noti almen di nome ai linguisti,
senza pur dire delle voci e dei modi nostrali che tutti udiamo di
versificarsi in una stessa città, in un medesimo borgo secondo che
ci accostiamo alle diverse porte o ai diversi aditi loro, bastivi
Mi2/ (iſ º dL
VIII

che usai parimente per quelle voci del Varesino, del Lario, del
Verbano, e delle altre parti così dell'Alto come del Basso Milanese
che pei rispetti già indicati mandai nel libro a registro (3).
i È primo scopo di questo libro l'aiutar a voltare in nazionale l'idioma
nostro nel rispetto specialmente delle locuzioni famigliari e delle arti.
È vero che ubbidienti son le parole ove la merce abbonda; ma quelle
parole conviene o aversele appropriate da natura, o procacciarsele
tali dai libri, e specialmente dai vocabolari. Davi ed Eroi è gran
miracolo che ricorrano a queste fonti per ispacciare la merce loro;
non i primi perchè, stanziando quasi sempre in patria, si trovano
da natura in punta di lingua le voci opportune da ciò; non i secondi
perchè, soliti andare spesso a casa altrui, inducono quasi sempre i
visitati a strozzare nella lingua natia del visitante le proprie idee, a
fare quel medesimo che facciamo noi Milanesi allorchè capitandoci un
Toscano a veglia, quasi senz'avvedercene imitiamo quel suo dir na
turale, e fiocchino pure i marroni poco importa. Libri e vocabo
lari servono bensì a chi vuole rappresentar que Davi e quegli Eroi
non essendo nè l'uno nè l'altro, e a rappresentarli per modo che le
idee, o servili od eroiche, siano fatte esprimer loro con vocaboli e
modi spiranti ricchezza nazionale, non municipale strettezza; e come
utile erario di siffatta ricchezza stanno pronti a darne il possesso agli
usatori di essa nelle opere loro, e a chi voglia riconoscerne il va
lore allorchè ne fanno lettura, Valendo però i comuni Vocabolari a
spiegarci bensì le voci a noi già note, ma non già a suggerirci
quelle che ignoriamo, ed essendo le voci famigliari e delle arti in
ispecialità pronte a chiunque nel natio dialetto e non così nella lin
gua illustre nazionale, opportuni suggeritori ne tornano i Vocabolari
come questo mio, nei quali la voce vernacola conosciuta è guida al
ritrovamento dell'italiana ignota. – A voltare il dialetto nostro nella
lingua illustre nazionale primi consultai i Vocabolari di questa ultima,
e primissimo anzi tutti quello dell'Accademia della Crusca. Perchè
però di questa preferenza non mi sia fatto mal viso da chi ricusa
piegarsi a tale autorità solo per averla sentita convinta di fallibilità
da dottissime penne italiane, m'è d'uopo la prima cosa confessare
ai lettori in quale idea siasi fermata questa debole mia mente
altrettanto dotto cultore delle lettere mio buon amico, vale a dire del signor
D. Giuseppe Villa, Rettore dell'Almo Collegio Borromeo in Pavia, il quale,
amantissimo della patria sua e di ciò che le si riferisce, delle voci da me igno
rate o dimenticate va facendo sopraggiunta.
(5) Per le cose dette sopra è chiaro che nel rispetto delle voci agrarie e
tecniche questo vocabolario potrà giovare in buona parte anche a molti Coma
schi, Bergamaschi, Cremaschi, Lodigiani, Pavesi e Novaresi, come pure ai Bassi
Valtellinesi e a molti terrieri del Canton Ticino negli Svizzeri,
IN

riguardo a questa sì contrastata materia della lingua illustre italiana. –


Nel complesso di una nazione è facile cosa che ogni genere d'idee
esista e cerchi voce rappresentativa; non così nelle singole genti che
lo compongono, ne cui diversi parlari devono perciò di forza mancare
parecchi di quel rappresentativi: nel complesso della nazione i dotti e
i colti d'ogni gente di essa sono quelli che procacciano una lingua
unica in cui esprimere le idee d'ogni genere, e specialmente le colte,
scientifiche, dotte d'universale spettanza: nelle genti diverse che lo
compongono, sceveratisi i colti e i dotti colla lingua già detta, ri
mangono i popolari o chi vuol simigliarli contenti a meri dialetti
rappresentatori delle idee tecniche o incolte attinenti ai loro biso
gni e stroppiatori innocenti d'ogni voce dotta o scientifica che non
sia per quelli assolutamente necessaria. È perciò che le lingue,
proprietà generale delle nazioni, si sceverano dai dialetti, proprietà
speciale delle varie genti che le compongono, più che per la di
versità delle inflessioni o dei vocaboli, per la facoltà loro di rappre
sentare idee di ogni genere, incolte e colte, tecniche e scientifiche,
indotte e dotte, e di renderle concambiabili colle lingue vive d'altre
nazioni, colle lingue dotte già spente, e fin con ogni lingua futura. Di
quella lingua colta però d'una nazione, che appunto perchè tale trapassa
poi in lingua scritta, suol essere germe vivo, s'ella pure è vivente,
quello fra i vari dialetti delle sue genti a cui le persone colte e dotte
della nazione stessa accordarono la preferenza quali che ne fossero le
originarie cagioni. Il parlar di Toscana, o i dialetti toscani che si
dicano, proprietà d'una gente particolare d'Italia, e perciò di loro
sola natura incapaci a rappresentare tutte le idee dotte e indòtte di
tutta la nazione, lo diventarono sì tosto che i dotti della nazione in
tiera, riconoscendoli pel miglior germe della lingua ad essi necessaria,
ne adottarono le forme per esprimere l'universalità delle idee, cre
scendo per tal modo quel dialetti speciali a lingua generale nazionale.
Sebbene per avventura i popolari toscani sogliano, anche senza ba
darvi più che tanto, guardar quel germe di lingua con maggiore co
stanza che non usino le altre classi, è certo però che l'educazione
e lo sviluppo di esso appartenne in ogni età alle persone colte e per
eccellenza agli scrittori; tra i quali, sia per reverenza ai maggior
luminari delle lettere italiane rifulsi primi in Toscana, sia per omag
gio alla ragione, di leggieri si riconobbero da tutt'Italia preferibili i
toscani come quelli che ne sono per privilegio di natura in possesso;
perciò tutta Italia si lasciò andare senza più all'autorità della Crusca,
la quale, composta di persone bellamente parlanti per natura, e meglio
ancora scriventi per arte e dottrina, fu stimata secondatrice delle
necessità nazionali suggeritele così da quelle per propria missione,
X

come da quegli altri dotti italiani che, a tal uopo dee credersi,
chiamò talora nel suo seno. Alcune gare di parte, malattia ordi
naria dei corpi morali che la natura induce forse in essi per torli
alla sonnolenza e al torpore, fecero sì che vari Accademici, forse
troppo gelosi della natìa prerogativa, conculcassero oltre il dovere
le scritture di molti non Toscani i quali, agguagliandoli nel pregio
del sapere, riuscirono a sviluppare in alcuna parte quel germe più
rigoglioso che non concedesse talvolta la troppo severa legge dei
suoi educatori toscani. Conculcare e rimbalzo sono causa ed effetto;
e di qui la tendenza in molti Italiani a liberarsi da un'autorità che
essi per lo addietro spontaneamente riconoscevano, e a volere la
lingua illustre libero patrimonio di tutti, e da tutti a benepla
cito comune governata. Alle mani del volgo d'ogni specie non è
libertà la quale non degeneri facilmente in licenza. Perciò il volgo
degli scrittori, non osservato che l' agio suo, venne imbrattando le
scritture d'ogni generazion di vocaboli e modi tutti propri della
patria loro, non mai usciti di quel germe che tutti riconosciamo per
migliore, e ineducati affatto perchè cresciuti da mani inabili al
l'uopo; e perciò pure il volgo dei vocabolaristi, non avendo di
mira che l'utile proprio, ci venne anticipando a diluvio i Lessici
della media e infima Italianità. Non assentirono però mai a tanta li
cenza gli uomini colti ed i buoni scrittori d'Italia, chè anzi e col
l'esempio e colle dottrine sempre sostennero quel comune benepla
cito soggiacere a certe leggi il togliersi alle quali condurrebbe di
leggieri all'anarchia, nè la Repubblica delle lettere aver mai rinun
ziato perchè tale ad essere da mani opportune utilmente governata,
come in ogni altro riguardo, così anche in questo della lingua.
Perciò io mi dò a credere non lontana quella Repubblica dall'ac
cordare all'Accademia tutta quell'autorità che la ragione può con
sentirle pel buon governo della lingua, cioè un'autorità amabile a
tutti se moderata, utile a tutti se avveduta sedula imparziale, rico
nosciuta da tutti come tale se posata sui principi seguenti: Doversi
i vocaboli rappresentativi delle cose torre di preferenza alle bocche
toscane, e quelli fra i toscani preferibili, o fra gli altri d'Italia so
stituibili, ch'essa indicherà pe migliori dovere negli scritti perdurar
sempre quel medesimi, non già tramutarsi a capriccio in quelli
d'ogni minima terricciuola italiana (4); lo stesso doversi fare dei
-

(4) Il pensiero umano è un proteo per eccellenza, dell'infinito suo variare


usciranno sempre forme infinite le quali come sarà sempre difficile di tutte im
primere ne' suoi rappresentatori cioè nei dizionari delle lingue, così sarà male il
sopprimere solo perchè riconosciute mendose in più casi, così falsamente repu
tate tali anche in tutti. Misero però quello scrittore che a mettere in carta il
XI

modi purchè raggentiliti per opera come de buoni scrittori toscani


a preferenza, così anche degli scrittori d'ogni altro paese italiano

proprio pensiero deva per le forme, per le frasi, pei modi idiomatici ricorrere
continuo alle fredde e per lo più tronche ed esclusive indicazioni del dizionario,
e non aversele già stampate nella mente reminiscenze dell'animata e piena e
diffusiva dipintura vedutane nei buoni libri. Nel riguardo di tali forme i dizio
nari sono guide, repertori, concordanze, rammentatori, aiuti, e non dèspoti, e
come tali devono insistere sì con fermezza nelle forme grammaticali propria
mente dette, ma limitarsi a mettere sulla via del ben scegliere nelle forme tras
latizie ed estetiche dirò così del pensiero, nè mai tendere a spegnerne ogni
nuova animosa manifestazione. Que' rammentoni ostinati che della voce già bene
alzata per raddurre alla sustanzialità non sanno fare alcun abbassamento allor
chè altri senza nuocer quella ricorre a modi diversi dai suggeriti per esprimerla,
e que comici che tutta la parte loro hanno a bere dai rammentoni, sono una
morte per chi sta ad ascoltarli, e così i dizionari argini ostinati ad ogni nuovo
allargar di pensiero, e gli scrittori meschini che squadrano ogni loro locuzione
con quelli, sono una morte per chi li viene leggendo. Nelle forme del linguaggio
impertanto sarà facile all'Accademia il mettere d'accordo il proprio Dizionario
col desiderio delle lettere italiane ove non dimentichi essere suo dovere per
questo riguardo il farlo ricchissimo repertorio delle frasi esistenti nei buoni scrit
tori, e guida, rigida sì nelle forme gramaticali e caratteristiche per le quali
si distingue ogni lingua dai vari suoi dialetti e dalle altre lingue, amabile però
e concessiva in quelle altre la cui moltiformità non può che tornar utile all'in
finita varietà del pensiero. – Non così facile invece sarà per riuscirle un simile
accordo nel rispetto dei vocaboli rappresentanti gli oggetti o naturali o tecnici
i quali alla fin fine sono per così dire la materia prima di quelle forme, e come
tali malamente volevansi altre volte escludere dai dizionari, tesori della lingua
scritta in ogni sua potenza. Pure di fermezza e unicità nella lingua scritta io
credo che sia necessità più in questa che in ogni altra parte di essa, poichè
dei modi viziati nell'etica della lingua avrà nocumento sola la condizion sua
letteraria propriamente detta; mentre la viziosa proteità dei vocaboli già nomi
nati riesce dannosa in sommo grado alle scienze ed alle arti, e per conseguenza
a tutta la società, perchè difficolta in sommo grado il comune comprendimento e
quindi anche la generale diffusione ed applicazione d'ogni lor ritrovato (*).
Recando anche alla esagerazione la corruttela che l'instabilità de'modi idioma
tici, e fin anco di quelli più strettamente grammaticali, potesse mai introdurre
nel linguaggio, ne nascerebbe in esso un deterioramento di forme è vero, ma
non tale da renderlo così incomprensibile come bastano a renderlo pochi
(*) Nel Giornale agrario toscano del 1833 (VII, 446) esiste una confessione la quale prova ad
evidenza il bisogno d'unicità in questa specie di vocaboli nella lingua scritta onde ovviare agli equi
voci facili incontrarsi per la moltiplicità loro nella parlata, moltiplicità anche nelle mere lettere
nociva. Di fatto se il Boccaccio nel dare in moglie a Messer Ricciardo di Chinzica una vaghis
sima giovinetta (Giorn. seconda Novella decima) per dipingerla ben diversa dalle pallidicce sue com
pagne avesse trovata a suoi di già stabilita quell'unicità di vocaboli positivi ch'io dico, non l'a
vrebbe detta ben diversa da una lucertola verminara, ma ben diversa da una tarantola o sia da
uno stellione ( lacerta stellio), e avrebbe così sparagnato ai savissimi suoi Annotatori (Ann. Dec.
Bocc. p. 5o) una confessione sempre spiacevole del loro ignorare il senso di quella sua voce napole
tanº sinonima di quell'altre due, fiorentina la prima, dottrinale la seconda.
XII

se per opinion generale buoni usatori o raddirizzatori della lingua,


le voci mancanti in Toscana per mancarvi gli oggetti doversi

vocaboli tecnici di viziata natura. Di fatto se io volessi, pognam caso, insegnar


morale con queste parole così corrottamente esposte: Besogna procura sempre de
esser omm onesto e de ben, io sono certo che questo mio precetto sarebbe
inteso in ogni parte d'Italia, come vi saria stato anche tre secoli fa, e come
vi sarebbe anche fra tre secoli avvenire, e le lettere lamenterebbero, è vero,
quella sgrammaticatura di modi, ma l'intiera società italiana potrebbe approfittare
del precetto con essi additatole. Che s'io invece volendo inculcare altrui la
buona cura delle tele e la buona provvista delle legne dicessi che le tele si
conservano bene in cavezzi, e che a voler avere buone legne è necessario provve
der borra, è cosa certa che i miei precetti, tuttochè esposti con buoni modi
di lingua, intesi nel Milanese o poco più oltre, riuscirebbero enimmatici e per
ciò inutili a tutti gli altri Italiani solo per que Cavezzi e per quella Borra che gli
scrittori hanno ben convenuto di chiamar ruotoli e toppi o pedali. Delle moltis
sime migliaja di simili oggetti, che ogni gente d'Italia nomina per diverso modo,
la lingua scritta nostra invoca tuttora un rappresentativo certo, e tanto più certo
quanto unico, onde non trovarsi anch'essa a rinnovare, come già tra noi così
maggiore tra i futuri, quell'impaccio a che ci troviamo colla latinità di un Plinio
che bella di forme ci è mille volte misteriosa ed inutile in sostanza. Questo è
il servigio maggiore che lettere, scienze ed arti italiane invocano da più secoli
inutilmente, e in questo riguardo è da credere che gli scrittori di tutte parti
d'Italia volentieri riceverebbero legge dall'Accademia s'ella risolvesse un giorno
di proporla loro, quand'anche desse per siffatto riguardo in una esclusiva pre
ferenza. Ed io il dirò pure, ancorchè me ne possa venire accusa di blandizie
per parte di chi non abbastanza mi conosca, se tutti gli scrittori italiani osser
vando il parlare che sentesi nelle terre comprese fra Serchio, Arno e Marecchia
da un lato, e Tevere, Teverone, Nera e Tronto dall'altro essere il più aggra
maticato e il più prossimo alla lingua scrittasi fin qui in Italia, e riconoscendo
non ostante anche in que paesi molta varietà di dialetti, pongonsi a ponderare
imparzialmente le cose, forza è che s'avveggano non potersi uscire di uno dei
tre seguenti principi se vogliasi trovar modo a soddisfare il bisogno già detto
della lingua scritta. – O doversi come rappresentativi delle cose registrare nel
Dizionario tutti i diversi vocaboli pei quali si distinguono ne' vari dialetti di
tutti que paesi o di quelli almeno delle varie province toscane come di buon
germe e meglio d'ogni altro aggramaticati per natura, o doversi scegliere al
l'uopo una voce unica per ogni oggetto, e questa secondo l'opportunità in qua
lunque dialetto toscano, O doversi di buona voglia sofferire che ad uno di questi
dialetti sia accordata la preferenza e da esso ricavati que vocaboli quelli rice
ver legge e da quelli non più dipartirsi, ricorrendo ai dialetti vicini da prima
e poscia anche ai lontani solo ogni volta che quel primo, ignorando gli oggetti,
mal potesse suggerirne le voci rappresentative. – Ora il primo di quei partiti
ci manderebbe assai vicino a quella Torre, come s'ingegnano di mandarci tutti
quelli che si danno al vocabolarista da che l'Accademia da attrice si è fatta
spettatrice del loro correr per vuoto l'arringo, per esso, mentre ignoriamo
venti voci di cassa (V. Cassa in questo Vocabolario), avremmo tosto pronte a
rappresentare l'Altalena almeno dodici voci diverse, cioè questa fiorentina, la
Pisalanca lucchese, la Gittarella garfagnina, la Gioveglica aretina, l'Anitroccolo
XIII

accattare da quelle parti d'Italia che li posseggano, e raggentilite o


dagli scrittori loro compatriotti o dagli Accademici entrar per opera

o l'Ancicroccolo pisano e livornese, l'Arcolino fucecchiese, le Biciancole o le


Biscidicole o la Bisciàngola sanese, chiancianese, volterrana, camerinese, la
Lantola di quei da Pòppi, la Danza anghiarese, la Napola loretana, la Balanza
perugina, il Pendojo colligiano e la Prendifendola o Canapiendola romana. E
con questo tesoro, come ognun vede di tutta bontà per la memoria e di tutta
utilità per la lingua, supereremmo gli esempi già datici pognam caso da Vo
cabolaristi col Grembiale che ci voltano in Grembiule, Zinale e Pancella con tre
voci una fiorentina, una romana, e l'altra perugina (vendutaci per giunta come
aretina da chi lesse male il Redi il quale disse Pannuccia chiamarsi fra suoi Are
tini il nostro Scossàa), e ci traducono il Bricco fiorentino nell'ambigua Caffettiera
di molti paesi italiani (*), nella Cuccuma [cugma] romana e bolognese, e nella
Cogoma veneziana. Questo partito (“) utile solo ai cartaj ed agli stampatori, e una
qualche radissima volta non inutile affatto allo stil famigliare così sciolto come
legato, si dimostra tale di per sè da non meritare pur un pensiero nella scelta.
- A rappresentare quell'uccello che gli ornitologi chiamano Meleagris Gallo
pavo, e i vari popoli italiani venendo dalla Sardegna alle Alpi chi Cappone e chi
Gallo d'India e chi Ghiro, Billo, Toch, Tuchèin, Pit, Piton, Pòll, Polon, Po
lòt, Polin, Dindio, Biro, Biribin, Bibin e Dindòt, si trovano pronte nei nostri
dizionari italiani sei voci: Pollo d'India, Gallo d'India, Tacchino, Gallinaccio,
Gallo pavone e Pollo dindo. La prima e la seconda di quelle voci entrarono
consacrate dal Buonarroti, dal Salvini e dalla Crusca, la terza pure per opera
della Crusca sovra un testo del Salvini d'ambigua accezione, le tre susse
guenti i nostri dizionari se l'ebbero dall'Alberti il quale dell'aver male usata l'au
torità del Magalotti per la prima di esse n'ebbe in punizione da Minerva patavina
la calunnia d'aver fatto il Gallinaccio proprietà esclusiva del contadini, e il bando
al suo Gallo pavone da lui accettato per lettera di cambio dei naturalisti e al suo
Pollo dindo da lui taciuto in Pollo e appena di furto avventurato in Dindo, forse
per quell'àmbito d'universalità che nel rapporto della bontà della lingua scritta
è non lieve difetto nell'esimio lavoro di quel valentuomo. Ora non sono molti
di che alcuni begl'ingegni s” ebbero mattana di muover lite a uno di questi
uccelli avvisatosi d'entrar loro nelle scuole in livrea di Pollo d'India, e strappa
tagli quella livrea indossargli l'altra furtiva di Pollo dindo. Invano i presenti
vollero impedirneli mostrando loro la schiettezza grammaticale ed etimologica di
quella prima livrea, e suggerendo al caso altre migliori fra le più sopra nominate
a chi quella assolutamente abborrisse. Cure vane! L'amor patrio, memore delle
polle dindie anche più sgrammaticate udite mille volte in gioventù, ricusò ogni
(*) Dico ambigua, per cagione che se al Monti parve ridicolo il Cioccolattiere(vaso) del Redi perchè
confondibile con mastr'Ambrogio fabbricator di cioccolata, mentre Braciere, Incensiere, ecc. scemano se
non tolgono a quella voce tutto quel preteso ridicolo, a me sembra che anche Caffettiera e Cioccolattiera
e Profumiera e simifi, che al dir del Monti sarebbero voci nazionali non municipali, pecchino poi d'am
biguità agli orecchi di tutta la nazione come quelli che risvegliano e l'idea dei vasi ch'ei dice e quella
pur comune delle donne fabbricatrici di caffè, cioccolata o profumi, o mogli dei fabbricatori siffatti.
(*) Ad alcuni questa moltiplicità di voci parrà ricchezza; ma nel confondere le ricchezze dei
dialetti con la lingua comune si vuole andare assai cauti diceva ottimamente l'Antologia di Firenze
(1829 p. 1 1 o) ad altro proposito, perchè ne modi dei dialetti sotto un'apparente vivacità ed ab
bondanza si cela spesso l'improprieta.
b
XIV

loro nel tesoro della lingua; non concedersi che siano reputati di
buon conio ogni modo e ogni voce ancorchè viziosi solo perchè

pace finchè il meschinello non fu vestito a Pollo dindo; Dindo che insieme col fran
zese Dindon sarà per avventura entrato nel parlar comune d'altre genti di Toscana
come una di loro se l'ha già da tempo, ma Dindo che gli scrittori adotte
ranno forse difficilmente sia perchè sgrammaticato per più versi, sia perchè,
solito com'è andare in branchi, scambiabile così vestito co quattrini de bimbi,
sia più di tutto perchè non ne veggono ombra nelle opere del maggiore orni
tologo italiano del nostri giorni il quale, pisano com'è, lo volta in Tacchino,
così come Tacchino lo dicono i Fiorentini forse per deferenza al Tuchein del
Bolognese onde verranno loro siffatti pollami, e come Tocco lo dicono altre
genti prossime al Serchio, e alla Tùrrita. Questo fatto mi fu prova recente es
servi da giurare nel secondo partito che per le gare e le opinioni infinite alle
quali darebbe luogo (del che ci è caparra l'esperienza del passato al minimo
rammentar Arno, Serchio ed Ombrone), la scelta terrebbe sospese le decisioni
di chi l'avesse a fare, per modo che noi ci troveremmo tramutato questo bello
e sonante nostro idioma in dio sa qual altro prima che gli sceglitori, niuno
de'quali sarebbe immortale, ci avesse pur una metà di quelle voci somministrata
al bisogno - Ogni ragione quindi pare che induca a quel terzo partito, cioè
al preferire uno dei dialetti toscani, e da quello trarre i vocaboli rappresentatori
degli oggetti. Le cose, o naturali o artifiziali che le siano, in maggior grado
esistono o sono a notizia in que paesi ne quali è maggiore l'attrito sociale, in
que paesi che per esser centro di ricchezze e di popolo fanno per così dire uffi
cio di cuore alle regioni, in quelle città grandi che, tanto nel ripopolarsi, come
sempre avvien loro, d'età in età cogli abitatori delle campagne e delle province con
finanti, quanto nel continuo promuovere a bene proprio ed altrui il traffico d'ogni
genere di cose, vengono in cognizione come di esse così de vocaboli opportuni
a rappresentarle con una facilità e larghezza negata alle città ed alle terre mi
nori. I Dizionari spiegano questa necessaria condizion delle cose a maraviglia,
giacchè aperti in un casolare non trovano chi gl'intenda, in un borgo o in
una cittaduzza appena per uno o due terzi di sè stessi riescono a farsi com
prendere, mentre in una capitale vengono nella totalità loro pienamente intesi.
Perciò non è da vedere irragionevole che il dialetto fiorentino, buon germe della
lingua scritta perchè favella graziosa, e favella d'un luogo che divanza in po
polo, arti, dottrine, e ricchezze tutti gli altri luoghi di Toscana isolatamente con
siderati, sia preferito all'uopo come quello che delle ricchezze locali relative ha
da natura dovizia di voci, e delle ivi inesistenti farà di corto suoi naturali quei
vocaboli che gli altri paesi di Toscana ricchi di quelli sapranno somministrargli,
E se le voci agrarie che ad esso contribuiranno (insieme cogli oggetti) i Pisto
jesi, i Pratesi, i Pisani, i Maremmani, se quelle minerarie che i Sanesi, se
quelle piscatorie e marinaresche che i Livornesi non basteranno al bisogno della
lingua scritta, ove l'Accademia si tenga solo amichevole sua promotrice, ella
saprà di leggieri rintracciare fra le altre genti italiane le voci necessarie, e quelle
somministrarle senza detrimento dell'idioma preferito, e preferito con quella non
ingiusta predilezione per cui tanti dotti Italiani si recano in Firenze e non al
trove a raccorre que vocaboli tecnici de quali è difetto nel vocabolari, fra i
quali dotti merita special menzione l'esimio caval. Carena che pel Vocabolario
tecnico onde siamo da lui speranzati raccolse pure le voci nella deliziosa Firenze,
xV

esistenti nei così detti testi di lingua; volere l'Accademia adope


rarsi efficacemente non già nell'agghiacciare le menti capaci d'ar-,
ricchire la favella, ma sì nell'infrenare la matta licenza di colo
ro che vorrebbero tornar la lingua illustre della nazione a quelle
della Torre di Nembrotte; non tenersi essa da più de'buoni reggi
tori delle nazioni i quali non temono di perdere rispetto allorchè
vengono temperando le leggi secondo la temperie diversa delle età
o confessando nella legge d'oggidì l'errore se dall'errore era stata
dettata la legge di ieri che intendono con quella abrogare, ed essere
perciò animo suo di rettificare gli errori in cui fosse caduta ogni
volta che l'utile della scienza il richieda; corteggio più che legge
alla filosofia della lingua scritta voler essa costituire gli esempi; l'o
pera sua voler essa impiegare acciò che la lingua non rinvilisca
nelle scritture in faccia al mondo per quel mal governo delle voci
dottrinali o derivanti da altri idiomi che suol fare ogni volgo per
aggraziato ch'ei sia, e curare che tali voci s'annestino nella lingua
in modo da piagentarne sì la natura e il ritmo, ma non mai con
trariar bruttamente l'etimologia e la gramatica; voler ella essere
mantenitrice costante dei dettami ortologici, ortografici e gramaticali
d'ogni genere una volta stabiliti, ma accettatrice altresì facile e ar
rendevole del vocaboli e modi novelli utili additatori di nuove utili
idee, e come tali consentiti o dall'opinion generale della colta Ita
lia, o dal diritto che pare si competa a chi arricchisce la Società di
utili trovati d'imporre anche loro i nomignoli opportuni; e per fine
intender essa di farsi introduttrice nel tesoro della lingua di siffatte
nuove ricchezze, purchè degne delle già esistenti, con quella solleci
tudine maggiore che la natura dei tempi sia per domandarle a pro
dei viventi di ciascuna età. Tali principi sembreranno a parecchi
non sufficiente malleveria all'autorità accademica perchè concessori
di alcun diritto a quella della pubblica opinione; ma nel rispetto
della lingua l'esperienza del passato fa portare avviso che questa pub
blica opinione (non tanto difficile a riconoscersi per chiunque abbia
animo imparziale) sia così fatta da volgersi facilmente al bene quan
te volte la mano accademica ve la sappia con gentilezza piegare,
come di dare nel peggio ogni volta ch'ella voglia o despoticamente
dominarla, o per istracchezza e noncuranza abbandonarla onnina
mente a sè stessa. Perciò dove l'Accademia venga accomodando le
proprie vedute ai tempi, e, stendendo a tutta Italia la carità del na
tio loco, ami esserci, più che dominatrice, autorità conservatrice della
favella, v'è da vivere sicuri che il di lei freno sarà riconosciuto
salutare e agevolmente rispettato da ogni uomo ragionevole, perchè
freno tendente a fare sì che la lingua italiana, destinata come ogni
XVI

altra lingua a rappresentare vie via che le si vengono dischiudendo


così le idee triviali illeggiadrite dalle persone colte e dagli scrittori,
come le nobili e dottrinali di loro creazione, si trovi serbata per cura
dell'Accademia alla cognizione di tutti con quella costanza di linea
menti massimi, distrutti i quali sarebbe distrutta la lingua, con quella
varietà di accessorii che ne lasci riconoscere le età, e con quella
unità di vocaboli tecnici, non impossibile d'ora innanzi, che serva
a far divanzare di secoli i progressi sociali.
Conosciuto questo mio sentire in proposito della lingua, non parrà
strano a nessuno che io mi sia di preferenza giovato al mio bisogno
della Crusca, come non parrà strano che io non mi sia nè limitato
ad essa sola per non lasciare troppe delle mie voci patrie senza ri
spondenza italiana, nè fatto cieco adoratore d'ogni sua parola per non
rivendere alcune volte di quegli errori che tengono sempre dietro
nelle faccende umane alle cieche adorazioni. Alla Crusca perciò diedi
compagno indiviso il Dizionario universale enciclopedico dell'abate
Alberti da Villanova, come libro che venne sovvenendo ai bisogni
della lingua con quella ricchezza di voci e modi, e specialmente di
vocaboli dell'arti, che da tanti anni a questa parte tutta Italia de
siderò invano dall'Accademia. Dove sì l'una che l'altro non mi
somministrarono i vocaboli corrispondenti ai milanesi, feci di averli
dai Dizionari universali della lingua italiana di Verona, di Bologna,
di Padova e di Napoli, o da quelli, così della lingua generale come
della particolare d'alcun'arte o scienza, d'altri vocabolaristi che ho
per disteso citati nell'Indice delle abbreviature. Con tali Dizionari
volli andassero sempre di conserva le opere di quel filologi (come
Bergantini, Brambilla, Colombo, Monti, Muzzi, Parenti, Pezzana,
Romani, ecc.) i quali si diedero cura di raddirizzarne gli errori o
d'aggiugnervi ricchezza, e in cima a tutte queste le Voci additate
ai futuri Vocabolaristi da G. Gherardini, opera che il mio dire
non saprebbe mai porre sì alto quanto ella è posta concordemente
dal voto di tutti i letterati italiani. Una lingua è però sì vasta re
gione che sempre concede novità di terre agli occhi di quanti si
fanno a visitarla; e perciò a moltissime voci milanesi io non potei
assegnare le corrispondenti italiane col solo aiuto delle opere già
dette. Obbligato per tale insufficienza a far ricorso o alle opere
degli scrittori o alla viva favella, preferii per le prime i così
detti testi di lingua e le opere dei Toscani bene scriventi, e per la
seconda il parlar di Toscana, stendendomi poi a ogni altro scrittore
italiano o al favellar comune alla pluralità delle genti d'Italia allor
chè mi venne meno totalmente il soccorso di quei primi preferiti.
I lettori adunque ritengano ogni voce italiana contrapposta alla
XVII

milanese doversi trovare in alcuno de'sei dizionari già detti della


Crusca, dell'Alberti, di Verona, di Bologna, di Padova, o di Napoli
s'ella non ha da lato nessuna citazione, e avere per voce che io
reputai di buon conio senza più , perchè in quei dizionari corrobo
rata di definizioni e testi unisoni e soddisfacenti. Alle altre locuzioni
italiane è indicata da lato la fonte ond'elle sono tratte, o per di
steso, o colle abbreviature spiegate negl'Indici ; e se talora è citato
a canto ad esse alcuno de'sei dizionari già detti, lo è per avvisare
i lettori quelle essere raccomandate alla sola fede del citato, perchè
usata o riferita da esso senz'alcun corredo d'esempi e spiegazioni.
Io ho sentito alcuni lamentare nel Saggio di questo libro che
pubblicai giovinetto moltissime voci italiane contrapposte alle mila
nesi non essere quelle comunemente usate in Toscana oggidì, e rap
presentarsi colà gli oggetti con altre voci che colle da me suggerite,
e spesso ancora con voci simili in sostanza alle nostrali. A questo la
mento continuerà a dare luogo in parte anche il libro attuale, perchè
con esso io intendo somministrare modo a voltare il dialetto mila
nese nella lingua scritta italiana, non a tramutarlo nel mero parlare
toscano il quale, come dissi, è di quella lingua germe utile sì, ma
bisognoso d'educazione da parte degli scrittori. Dell'ammissione nella
lingua scritta italiana di quel successivi sviluppi a che un germe
vivo si può di tempo in tempo condurre starebbe appunto all'Acca
demia il darci notizia d'età in età, come da essa dovremmo impa
rare con quali nomi diversi venga chiamato secondo tempi e penne
un medesimo oggetto, o veramente ricever legge che nelle scrit
ture pei rappresentativi delle cose fosse negato alla sinonimia quel
l'adito che è bello concederle pei rappresentativi dei loro aggiun
ti. Ancorchè sin qui l'Accademia non abbia soddisfatto o nell'un
modo o nell'altro questo bisogno della scienza (5), non è bene però
che i vocabolaristi diano di leva primi a quei principi che tendono
a fare d'un idioma sempre oscillante e corruttibile, una lingua scritta
ferma e incorrotta come nelle sue forme cementatrici (del che non
è chi disconvenga) così anche nelle voci rappresentanti gli oggetti,
di quei principi che stabiliti e seguiti leverebbero dal regno del
sapere mille mascherature di cose le quali in esso non arrecano che
danno, senza arrecarvi quel vantaggioso aumento di valori che le
mascherate nomenclature mercantili sogliono arrecare nel commercio.
Per questi motivi adunque io vocabolarista voltai i nomi vernacoli
--

(5) » Antico e legittimo desiderio è che gl'illustri Accademici della Crusca


» si diano ad imitare i saggi loro antecessori nella raccolta diligente di tutte
º quelle voci della lingua parlata che possono nella scritta tornare non che utili
º necessarie (Antologia di Firenze del 1829 tom. xxxr, p. 1o9) »
xVIII -

degli oggetti, di preferenza in quelli suggeritici dall'Accademia come


equivalenti nella lingua scritta. A sedare non pertanto in alcuna parte
la già detta lamentanza, come feci ricorso ad altri vocabolari e scrit
tori quando mi venne meno l'aiuto dell'Accademia, così pure tenni
conto del parlare odierno di Toscana per quanto mi fu noto, e sem
pre più animosamente allorchè ne trovai testimonianza ne libri di
quegli egregi scrittori che onorano anche oggidì quella bella con
trada (6). Di quel parlare però che nei ricapiti de bottegai e nelle

(6) Della condizione de semplici vocaboli suol essere minor gelosia che non
di quella delle forme della favella anche presso chi si studia di conservarla nella
nativa purezza. A veder però ben addentro, sembra che anche in questo riguardo
si vorrìa badare di non dar troppo nello sciolto, giacchè quei vocaboli alla fin
fine sono pur le molecole a così dire di questo corpo che nominiamo lingua,
come le forme ne sono per così dire la forza d'affinità compositrice e conser
vatrice, e se in quelle molecole si verrà, col trapassare di libertà in libertà, a
concedere eterogeneità eccessiva, di forza verrà ad alterarsi tutto il corpo della
favella per lo squilibrio che ne conseguiterà nella forza d'affinità relativa. La
storia della nostra lingua dica se io parli il vero accennando a chiunque più
o men vive in essa le forme della madre sua secondo che più o men vivo fu
in lei il tramutarsi dei vocaboli latini nei celtici, e l'introdursi con arti no
velle o straniere vocaboli stranieri o di conio novello. Io ho veduto ne mano
scritti di poeti degnissimi di tal nome certi rimarietti di nudi vocaboli segnati
al margine aver servito in quelle bozze talvolta ad esporre un'idea precon
cetta, e tal altra a tramutare questa medesima idea in alcuna affatto diversa, ed
ora a sviluppar nuove idee accessorie, ed ora a rivolgere l'idea dominante nel
soggetto per via tutta nuova e da que semplici vocaboli additata. Prova che con
reciproca azione come le idee sforzano la lingua, così la lingua risveglia e sforza
talora le idee, prova che i nudi vocaboli, e specialmente quelli di essi che rap
presentano cose, soli sono le molecole vere della favella, e insieme colle idee
effetto e causa. Questa natura costitutiva delle voci è quella che ci avvisa giusta
l'accusa di traviamento che molti fanno alla poesia italiana odierna perchè
trascende a vestir con vocaboli troppo umili le idee di sollevata natura quali
vogliono essere generalmente parlando le poetiche, e forse questa stessa mo
lecolarità può servire a spiegarci quel singolar fenomeno mentale per cui tanti
poeti degnissimi del nome se scrivono nel proprio dialetto diventano da men che
prosatori insulsi ove scrivano nella lingua illustre nazionale. Per questo riguardo
adunque di non dar troppo nello sciolto io ho posto massima in questo libro di
voltare i vocaboli milanesi in quelli italiani scritti già consagrati ne' vocabolari
migliori italiani, però onde agevolare a miei concittadini anche l'intelligenza di
quelle molte voci che in essi non sono, e che molti scrittori odierni usano nel
l'opere loro traendole dal parlar de' Toscani, alle rispondenze della lingua scritta
già consacrata io ho aggiunto spesse volte quanti sinonimi parlati toscani mi sono
venuti a cognizione. Nel quale proposito sembrerà anzi a qualcuno che io abbia
fin con troppo studio ricercato e nel parlar vivo, e ne molti scrittori famiglia
ri, comici, bernieschi, tecnologici di quella contrada, vocaboli dissimili nella
forma, abbenchè pari di significazione, da quelli registrati nella Crusca, e simi
glianti ai nostrali, e forse taluno m'accuserà di aver voluto con ciò corteggiare
2xIX

fatture mercantili toscane io trovai intarsiato in ogni riga di idiomi


diversi, forse ad oggetto di trovare intenditori in tutti que luo
ghi ne quali son destinati a correre que ricapiti e quelle fattu
re, io non feci uso che nei casi disperati, e accennando sempre la
torbidezza della fonte.

l'opinione di chi sente licenziosamente nelle cose della favella, e insozza le


proprie scritture con quella beatamente facile lingua italiana ch'ei sa comporsi
racconciando capo e coda di voci e frasi vernacole con poca saldatura
del bellissimo nostro idioma. Ma dell'accusa mi salvi presso chi pensa drit
tamente l'osservare altra cosa essere il mostrare che di parecchi vocaboli
sia comune l'uso a due popoli, ed altra l'inferirne conseguenza che la lingua
scritta loro si debba perciò simigliare. Che i contadini toscani, che i popolari
toscani abbiano assai locuzioni similissime alle milanesi, e dissimili da quelle per
eguali significati addotte nel vocabolari, io nol negherò certo; chè anzi potrei a
cento prove dimostrare che il parlar dei contadini di Toscana somiglia anche
oggidi infinitamente a quello dei nostri contadini colligiani, mentre che i cittadini
nostri e quei di Toscana hanno smarrito parte di quelle locuzioni agguagliantisi coi
respettivi loro contadini le quali altre volte erano fra di essi comuni. Ma questo
non importa la conseguenza che la lingua scritta s'abbia a tòrre così alla cieca
nè da quei contadini nè da quei popolari neppure pei vocaboli, chè troppa
sconcezza sarebbe il tòrre tali quali neppur questi da coloro che mandano alla
bella l'agliocriso, il tolilpane e il marciso (Tancia I, 1). Credereste voi che
chi volesse scrivere un milanese da presentare a magistrati lo scriverebbe
tale quale sentesi nelle nostre Bosinate o nel nostro Verzee? E un toscano a
egual fine lo cercherebbero mai i Toscani alla Crezia del loro amenissimo Zan
noni, a quella Crezia che se ne 'mpipa de poeti di pratea e di parchetto? E
gli avvocati veneti, che pur peroravano in dialetto, crediamo noi che usas
sero il fraseggiare de Castellani o dei Niccolotti? L'Avvocato veneziano del
Goldoni parla forse così come il suo Tonin e le sue Chiozzotte? La chiosa
viene come il getto, e così le parole secondo le bocche ond'elle escono, ed
è ciò tanto vero, che anche le idee o inesatte o false o ignobili che dalle
bocche ineducate traggono un pari linguaggio, dalle educate escono senza pur
volerlo fiorite per modo nelle forme ch'e ci vuole del buono a riconoscerle per
quel ch'elle sono nella sostanza. Quel Pietro cittadino che innamorato della Tan
cia contadina (atto I, sc. 5.”) la chiama a sè col suo cantare, ancorchè usi al
l'uopo idee contadinesche, non si fa però a vestirle coll'illustre volgare di Ciapino
o di Cecco, ma le esprime col vero idioma illustre cercando un capo ghirlandato
di nepitella sì, ma non già grillandato di gniepitella. Coloro che pensano ogni
voce purchè parlata esser buona in ogni scrittura avrebbero pure a ricordarsi
che lo stesso Davanzati, usator grande di simili improprietà dettategli da troppo
amore di volgaresimo, confessava però la massima che i modi volgari siffatti
siano da usarsi solo posti in bocca di persone basse per farne più viva di
pintura, e diceva che ogni patria toscana avrebbe dovuto scrivere come favella,
favellando però come usano i nobili di essa (*). Perciò sebbene alla penna
dei bravi scrittori comici e berneschi il parlar dozzinale toscano somministri
(*) Annali di Tacito, libro I postilla 57 – Lettera 61. al Bargagli nelle Prose fiorentine

parte 4 º, vol. 5.”, pag. 123.


MX

Molte voci milanesi, e specialmente voci d'arti, si troveranno


susseguite da vari puntini e spiegate sì, ma sprovviste di corrispon
denza italiana. Queste ritengansi voci alle quali io non seppi tro
vare quella corrispondenza in nessuna delle fonti sovraccennate; ad
alcuni o più diligenti o più avveduti lettori di me sarà facile sosti
tuire a vari di que puntini le locuzioni degli scrittori, agli altri,
potrà chi ha famigliare commercio con i Toscani sostituire con faci
lità quelle voci dell'uso loro che la mancanza assoluta di quel com
mercio e i miei vincoli attuali non mi lasciarono modo di avere da
essi. Ad agevolare altrui l'empitura di siffatte lacune mi studiai di
arrecar della voce vernacola una esattissima definizione e di aiutarla
con quelle voci di altre lingue che mi parvero sue equivalenti, e
volli altresì tutte in carta incollata e da ciò le copie del libro.
Una semplice occhiata data ai nostri Statuti e ai nostri Bandi,
ed ai Trattati agrari, economici o tecnici dei nostri scrittori mila
nesi, basta per farci avveduti degl'infiniti lombardesimi che devono
rendere quelle opere difficili a intendersi per chi non sia milanese,
e perciò meno pregiate fra gli altri Italiani di quel che non s'ad
dica al molto merito loro. Anche i nostri scrittori sogliono in questo
proposito imitare quelli d'ogni altra provincia italiana i quali tutti,
o vuoi perchè trovino deficienza nel dizionari italiani del vocaboli
della loro materia, o vuoi per desiderio d'utilità municipale, sogliono

bellissimi partiti, e vivezze e arguzie graziosissime, non per tanto se ne può in


ferire che quel parlare sia quello da usarsi senza più da tutta la nazione e come
lingua scritta; chè di un tal parlare si vorrà fare inchiesta in ogni caso a quella
parte del popolo toscano che sa raſſinare quel dozzinal favellare e recarlo a
tale degnità. I Francesi ancorchè nella loro Parigi abbiano una plebe non infe.
riore a quella dei Camaldoli in natural briosità di loquela, non perciò stimano
il parlare di quella sia il parlar nazionale e trasportabile alla favella scritta; le
voci, le frasi, le cadenze delle lor donne della Halle e di quanto volgo capita
da tutta Francia a quel mercato non sono già adottate da essi come le odono
uscir di quelle bocche; ma sì cribrate che siano e ripulite d'ogni mondiglia da
quante genti cortigiane novera pure quel fuoco maraviglioso di civiltà, vengono
universalmente ricevute come dagli scrittori così anche dall'Accademia che le
ripone nell'erario della favella illustre nazionale. L'uso vivente vuol essere in
frenato da un altrº uso più vecchio di lui, cioè da quello dei buoni scrittori,
diceva il Salvini (*), il quale maneggiando la sua furia se lo guadagni, e cor
reggendolo senza parer suo fatto l'obblighi, cioè il fermi, il rassodi nello stesso
tempo. Di quei sinonimi dunque che io qui registro come tratti dal vivo par
lare di Toscana si giovi pure chi ha buon senno allorchè il buon senno glieli
dirà ben allogati in alcuna scrittura secondo la specialità dei casi; ma non perda
- di vista nè anco il vecchio consiglio di quello stesso buon senno del non lasciar
la via vecchia per la nuova se non ne ha gravissime ragioni.
(*) Nelle Prose fiorentine parte 3.”. vol. 2 , pag. 97.
XXI

introdurre nell'opere loro mille voci vernacole un cotal poco ag


grammaticate. Allorchè io procacciava locuzioni pel mio Vocabolario
mantovano io trovava lo stesso mendo negli Statuti e nei Trat
tati degli egregi Matematici di quella provincia; e io durava spesso
fatica a comprendere pognam caso nel Mari una voce mantovana che
nello identico significato m'era riuscita misteriosa un dì nel Gallesio
perchè cremonese, un altro nel Guerrini perchè milanese, e un al
tro nel Bevilacqua perchè ferrarese; e tanto più difficile mi riusciva
quanto più l'autore s'era studiato di mascherar la voce alla italiana.
Questa medesima pecca rende fra noi Lombardi meno diffuse e pre
giate che non meritino tante belle opere dei valenti agronomi che
vanta oggidì la Toscana, appunto perchè non intendiamo le diverse
voci dei vari dialetti toscani ch'essi adoperano a denotare talvolta
un medesimo oggetto, e delle quali non troviamo spiegazione nè in
essi perchè, abituati a crederle moneta corrente, la reputano superflua
altrui, nè nei vocabolari speciali dei loro dialetti perchè nessun
Toscano volle sin qui giovarne gli altri Italiani che pur ne sareb
bero desiderosi (7), nè nei vocabolari generali italiani, forse perchè le
reputano, come vernacole, non proprie della lingua generale d'Italia.
Io ho quindi accuratamente registrate tutte quelle voci di simil na
tura che nelle mie letture ho potuto raccogliere, e dato loro l'op
portuna corrispondenza italiana se certo di non errare, o definitele
meglio che seppi v'ho lasciato campo ad allogarvi da canto quelle voci
che si reputassero sostituibili come degne della lingua illustre della
nazione. E mi giova sperare che in questo riguardo potrà questo
libro riuscir utile anche fuori delle patrie mura, perchè dicifratore
delle scritture notarili, ingegneresche, mercantili le quali, ancorchè
(7) a Una cosa, una sola cosa è necessario che i Toscani facciano; dare a
n conoscere agl'Italiani la lingua ch'ei parlano tutta quant'è; in allora si rico
» noscerebbe esser più rara che non si pensi la mancanza in Toscana di voci
» o frasi equivalenti alle men pure che altri usurpano nei rimanenti dialetti
» d'Italia (Antologia di Firenze del 1829 tom. xxxr, p. 11o) – I Toscani pre
» sterebbero importantissimo servigio alle lettere dov'eglino compilassero per
» ciascun dialetto della loro nazione un vocabolario speciale . . . . . chè tutta
-
Italia potrebbe allora farsi proprie le voci loro più belle e più significative,
º
e per tal guisa provvederebbe al bisogno di spiegare le sue idee con parole
º
acconce e da essere universalmente intese m (Gherardini Voc. prefaz. p. 1x). –
Ecco un solo e medesimo desiderio che l'Accademia potrebbe forse meglio di
chiunque appagare soddisfacendo al tempo stesso ai due fini differenti onde
muove; e ciò coll'indicare in un'opera tutta quanta quella lingua, e col proporre
in un'altra, cioè nel Vocabolario, quelle voci di essa che giudicasse le più belle,
più significative e più acconce ad essere universalmente intese; e tali riuscir do
vrebbero, s'io non erro, quelle che si riconoscessero comuni in sostanza al più
delle genti italiane.
XXII

stese con vedute ristrette al raggio municipale, trapassano assai volte


per le transazioni sociali ai lontani, pei quali rimarrebbero in molte
loro parti un mistero senza il presente sussidio.
I nostri letterati solevano per lo addietro fare soggetto dei loro
scritti le glorie nazionali o municipali; oggidì invece molti di essi
amano farsi Cronisti, più o meno eleganti e sinceri secondo che
più o men dotti e imaginosi, delle pecche rimproverabili nelle età
trascorse alle varie nostre genti, e quelle, adornate con mille fiorel
lini municipali e con titoli di singolar gentilezza, presentare quasi
nuovo Principe del Segretario fiorentino a soggetto di meditazione
italiana. Anche per questo lato potrà giovare questo mio Vocabolario
per la cura che io mi sono dato di spiegare in esso, come in sede
loro naturale, tutte quelle voci che rimangono nel parlar nostro a
testimonianza di simili minuzie storiche od economiche municipali
se degne per alcun riguardo di spiegazione, o di rimandare alle fonti
opportune se men che interessanti e vantaggiose.
I nomi vernacoli degli oggetti naturali sono riconosciuti corredo
non inutile nelle opere dei sistematici, e specialmente da che i na
turalisti si sono lasciati andare a denotare assai volte con essi le sot
tovarietà del generi e delle specie loro. Ai Vocabolaristi dei dialetti
delle diverse provincie d'Italia corre special dovere di somministrare
questo corredo per la parte propria ciascuno; e perciò degli oggetti
dei tre regni della natura io ho addotto, come più seppi, tutti quei
nomi vernacoli che se ne sentono nelle varie parti del Milanese, ag
giugnendovi sempre i nomi dei sistematici, e le descrizioni più op
portune per quelli di essi dei quali o non conobbi il nome scienti
fico o dubitai della esatta corrispondenza del nome addotto.
Il dialetto milanese vanta fra propri scrittori nomi illustri in tutta
Italia per altre glorie, come sono quelli dei Lomazzo, dei Ceva, dei
Giulini, de Parini, de Bossi, dei Zanoja, e s'onora anche oggigiorno
di que d'un Grossi che, valente commotor del cuore, lo mostrò atto
ad esprimerne i più teneri affetti, e d'un Raiberti che con bell'ar
dire lo sforzò a mutare in oraziana la propria natura plautina. Il Lar
ghi, il Birago, il Corio, il Balestrieri, il Garioni, il Pellizzoni, il Bel
lati, il Pertusati e molti altri (8), quale per amenità di stile, quale
per facilità di verseggiatura, quale per moralità, e quale per lepore
di concetti, seppero farlo gradita lettura a noi suoi parlatori. Il Maggi
poi ed il Porta stesero fin oltremonti le glorie del nostro dialetto;
(8) Veggansi per disteso ricordati i più conosciuti nell'Indice degli autori.
Di parecchi anonimi, scrittori non invenusti di poesie volanti o di almanacchi,
s'è taciuto per non essere lecito senza loro concessione alzare quel velo sotto
cui amarono celarsi.
XxtII

il primo con usarlo a volgere gli animi a quella filosofia che nel
ben comune ci fa trovare ogni nostro bene particolare, e ciò con
tutta quella schiettezza e pianezza di modi che fanno ritratto del
l'ottimo cuore; il secondo padroneggiandolo a modo suo e obbligan
dolo o a raddurre a quella medesima schiettezza che il Maggi con
naturali pianissimi racconti, o a dipignere con singolar pennello le
veneri della Musa erotica popolare, o con vena lucianesca a sferzare
ogni genere d'erba parasita sociale, e irridere le aberrazioni della
mente umana o le idee credute tali. Nelle scritture di tanti begl'in
gegni s'incontrano locuzioni uscite d'uso oggidì o allusive a fatti la
cui memoria va venendo meno fra noi. Nel registrare perciò in questo
libro tutti i vocaboli e i modi usati dai già detti scrittori ho altresì
posta particolar diligenza in quelli di essi che mi parvero facilmente
bisognosi d'interpretazione o per noi stessi opei futuri Milanesi, e
dichiarandoli meglio che seppi studiai, per quanto fu in me, di ren
dere piana anche alle età venture l'intelligenza di quelle tante bel
l'opere volte all'istruzione o al diletto de' miei compatriotti.
Innegabile testimonio dell'afflato divino nella mente umana è la
possanza sua di penetrare in parte fin nella intima costituzione degl'in
finiti esseri del Creato, e di rendere in gran parte agevolmente con
cepibili a ogni mente compagna tutti quei moti che in essa cagioni
o la vista di quegli esseri e il mirabil partito ch'ella ne sa trarre
a comun pro con mille infinite succreazioni, o la considerazione di
sè stessa e d'ogni minimo suo affetto. Della limitatezza però di quella -

stessa mente fanno pur testimonio e la nebbia che ne ottunde l'acume


sì tosto ch'ella vuole spignersi nella elementarità di quegli oggetti, e
la difficoltà che incontra sia nel dipignere con caratteri unici e infal
libili le varietà infinite per le quali si sogliono distinguere l'un dal
l'altro nelle respettive loro specie, sia nel trovar parole adeguate a
manifestare, così al vivo come sa pur fare una semplice aria di viso,
la singolare oscillarità dei moti che si risvegliano in essa ad ogni in
terna od esterna affezione. In questa difficoltà hanno radice le tante
definizioni errate nei nostri vocabolari, facile querimonia di molti la
quale, nobilitata già dalle venustissime prose del Monti, viene og
gimai in gran parte acchetando il Gherardini con singolare avvicen
damento di venustà e di robustezza fin qui senza pari. A questa
magagna, gravissima per verità ne nostri dizionari italiani, anch'io
ho procacciato secondo mio potere di rimediare ingegnandomi di
meglio spiegare tutti quei vocaboli o modi i quali mi parve trovare
mal definiti nei vocabolari generali della lingua, e di ben definire
quei moltissimi che per non aver voce rappresentativa in quel voca
bolari erano sempre più necessitosi di dipintura a volere che pur
XXIV

un dì sia assegnato loro alcun vocabolo italiano corrispondente, e così


pure tutti que vocaboli e modi che per alcuna ambiguità o difficoltà
d'accezione, riferibile così al dialetto come alla lingua, mi parvero an
che in un vocabolario vernacolo utilmente definiti. Ho omessa ogni de
finizione in quelle voci di universalissima cognizione la definizion delle
quali sarebbe stata inutile perchè non supponibile cercata da nessuno
a un dizionario di dialetto, come sarebbe a dire in Anima, Barba,
Biccér, Coeir, Lègn, Conversazion, Cdpia(gabbia), Nds, Bontàa, ecc.,
“vocaboli che il nome stesso ci definisce assai meglio d'ogni definizio
ne, a quel modo che i nomi di Pietro, Francesco, Giovanni di su
bito ci stampano nella mente l'imagine di que nostri amici che li
portano assai più viva di quel che non saprebbe mai fare altri coll'ef
figiarceli in parole. Si leggeranno invece definiti Balzètta, Balzanètta,
Barbacan, Córs, ecc. con alcuna diversità dai vocabolari della lingua;
ampiamente definiti Amarètt, Aston, Baroccada, Biccer de caccia, Bor
lon, Capètta, Cazzuréra, Cdpia(gerla), ecc. ecc., perchè mancanti di
rappresentativo in que vocabolari, e definiti pure Angeròtt, Biùmm,
Compensa, e simili, per le dubbiezze cui danno luogo, ed a cui è
bene soccorrere immediate senza rimandare i lettori da libro a libro.
Ai vocaboli rappresentanti esseri dei tre regni naturali ho sempre
aggiunta altresì la voce latina dei sistematici, e questa come una
semidefinizione additante altrui la via di chiarirsene pienamente alle
fonti opportune; e senza tramutare il Vocabolario in un Lardellato
di storia naturale trinciata per alfabeto ho pure soggiunta in queste
voci qualche parca descrizione e notizia ogni volta che mi parve as
solutamente necessaria. Nelle voci indicanti i giuochi mi sono allar
gato in descrizioni, come quelle che ne riescono le migliori defini
zioni, giacchè in pratica ho riconosciuto la varietà loro esser tale fra
paese e paese, che ne risulta per essi quel medesimo che per le
misure e pei pesi, vale a dire sotto i medesimi nomi rappresentarsi
valori onninamente diversi.
L'ortografia ha per iscopo di rappresentare quanto meglio si possa
l'accento, il ritmo, l'affetto del parlare e la retta pronunzia delle
voci ond'ei si compone. Nelle lingue illustri delle nazioni gli scrit
tori che le sogliono governare hanno cura che l'ortografia raddirizzi
rove occorre la pronunzia secondo i dettami dell'etimologia in ogni
sua accezione; nei dialetti il popolo, assoluto loro signore, non con
cede a chi s'impaccia di mettere in carta il suo favellare ch'ei si
prenda questa briga ortografica, e, insofferente d'ogni dettame eti
mologico se non è suo indigeno, non altro esige da lui fuorchè la
esatta rappresentazione della propria pronunzia. A obbedirlo in tale
intento chi scrive in un dialetto deve piegarsi anzi tutto all'uso già
i XXV

invalso nella pluralità delle stampe e dei manoscritti, come quello


che tacitamente dichiara per quel verso conseguito lo scopo agli oc
chi dei più, e solo nei casi impacciati o indecisi conformarsi di pre
ferenza alle regole che nei casi corrispondenti si sieguono in quella
lingua illustre alla quale si riferisce il dialetto. Sempre però si vuole
usare questo riguardo di non fare troppo sciàlacquo di segni distin
tivi, perchè, come ogni minuzzame eccessivo finisce in confusione,
così anche una boscaglia di segni ortografici, anzichè aiutare disajuta
il lettore, il quale se è paesano, anche senza troppi segni, ben sa
dalla figura delle voci e dal contesto della sposizione rilevarne e prof
ferirne il valore, e se è straniero come è rado che il sappia mai
bene, così sarà gran miracolo ch'ei nol sappia sempre meno se viene
a dare in quella intricata boscaglia (9). Che se nel rappresentare le
voci, e specialmente quelle equivoche, ambigue, o mandate attorno
sin qui in varia forma secondo i vari cervelli, pare bene a taluno
lo scostarsi pure dall'usanza, e si dee ricordare che il rompere di
fronte ogni uso inveterato in pochi casi è lodevole, in tutti è pe
riglioso e d'esito assai volte infelice; e perciò procacciar d'imitare
la gran maestra delle transizioni, e forse la sola Storica veritiera
dell'uomo, la Moda. Da essa gli conviene imparare, chè s'ella ci
vuol mandare in odio le barbe, non lo fa già tondendo d'un colpo
l'uomo come un monnone, ma sibbene riducendo la barba piena e

(9) Nei libri assai cose voglionsi pur rimettere nella intelligenza dei lettori,
così come nei negozi varie se ne vogliono abbandonare alla fede di chi gli am
ministra; e se in questi riescono utili le prime, e nocive le seconde, terze, quarte
controllerie come le si soglion chiamare, anche in quelli tornano utili i segni
distintivi principali, e disutili gli accessori, moltiplici, intricati. Io ho cono
sciuto un chimico valente il quale, imparando la lingua greca per ben valutare
i neologismi della sua scienza, sentivasi venir meno al dare in quegli spiriti
ch'egli chiamava diavoli greci; ed io stesso, allorchè giovanetto imparacchiava
quattro vocaboli inglesi, cento volte m'incolloriva col Gambarelli per essergli
caduto in mente di tutte tutte accentuar le voci d'un Virgilio tradotto da Dryden
capitatomi alle mani dopo aver servito per istudio a quello sfortunato valentuomo.
Anche nei dizionari, che pur sono libri destinati a momentanea consulta, e non
a continuata lettura, l'eccesso dei segni distintivi ci viene a noia. Nel Vocabo
lario reggiano-italiano per es. le tante zete con accenti circonflessi volti all'insù
o all'ingiù per denotarle dolci o aspre sono davvero una morte, e se il Dizio
nario ortologico inglese del Waker, se quello universale italiano stampato dal
Tramater, se le Regie Parnassi potessero narrarci vivamente il fatto loro, certo
che ci direbbero esser loro toccati pochi ringraziamenti per l'aiuto dato con
que tanti lor segni agli studiosi, e assai più rimbrotti per quei medesimi segni
spesso errati per l'inevitabile fragilità delle stampe, e sempre tormentosi così
agli occhi per la confusione che arrecano nel disteso della stampa, come alle
menti pel continuo obbligarle a riportarsi agl'Indici esplicativi,
XXVI

piumosa alla soggiogaja e alle gote, e questa pure rastremando vie


via alle basette, alla mosca, ed al pizzo perviene a farci gradire
anco gl'imberbi Ganimedi; e s'ella ce le vuol mettere in favore,
non inorsa già d'un colpo que Ganimedi, ma risalendo a grado a
grado per la scala già detta riesce in breve a rimetterci sott'occhio
quei cento barbumi discolori che per l'addietro adorati, in seguito
scherniti, si vogliono oggi ristimare per abborrirli poi nuovamente
col girare delle età. I suddetti principi ho io seguito accuratamente
nel mio libro. Gii arcaismi ortografici che ne rendono quasi miste
riosi i poeti vernacoli nelle edizioni dei secoli sedicesimo e decimo
settimo, e i rimasugli di quegli arcaismi, che nelle edizioni del se
colo scorso rappresentano suoni oggigiorno inuditi fra noi, vennero da
me onninamente abbandonati; e in gran parte ho altresì abbandonate
quelle novità ortografiche le quali all'età nostra s'introdussero in
qualche stampa vernacola senza fortuna di generale sequela (1o). E per
riguardo a quelle voci le quali andarono sinora alle stampe in una
veste ortografica mal conforme alla verità della pronunzia loro, non
so se per caso o se per un malinteso conformarsi all'ortografia della
lingua illustre nazionale, io ho procacciato di rendere omaggio al
vero con quella parcità che sa renderlo tollerabile all'uomo, avven
turando cioè meglio rappresentata la realtà della pronunzia in quei
soli vocaboli che di per sè hanno a sfolgorar veritieri agli occhi
d'ognuno ancorchè avvezzo a vederli scritti diversamente fin qui (11).

(1o) a Nol besogna doncha impiastrà l'ab con noiu leter o tiret da met pa
n ghura al leciò m – a Basse 'l cò, schisce on aeugg, storscì la bocca. m Ecco
in due righe del Biffi e in una del Maggi una buona dozzina d'arcaismi orto
grafici dei quali non si vedrà ombra nel mio libro, giacchè la pronunzia mila
nese odierna, e per conseguenza anche l'ortografia vorrebbero scritte quelle righe
come siegue, conservando pure l'antica natura del parlare: a Nobesogna donca
impiastra l'ab con nauv letter o tirett de mett pagura, ecc. , a Bassee el coo,
schiscee on aeucc, storgii la bocca. » E così in que versi del Balestrieri che an
che nel 1795 si leggevano a Se ona donna l'è bella – La fa on gran catenaj,
La trà a taerra faer, fieugh ecc. m l'ortografia odierna rifiuta quegli ae di taerra
e di faer, e scrive terra e ferr, come lascia solo a qualche contadino i picchae,
ho cercae, ecc. de'versi susseguenti. Questi e simili arcaismi ortografici sono
esclusi dal mio libro non già perchè io ignori quale rispetto sia dovuto anche
per questo lato agli scritti degli antichi generalmente parlando, ma perchè trat
tandosi di opere vernacole, più che alla curiosità dei dotti, pei quali oltracciò
stanno ognora pronte le stampe antiche, si vuole nel mio caso badare alla
utilità generale dei lettori d'oggidì.
(11) Noi Milanesi nel pronunziare il più delle voci polisillabe sogliamo essere
avari di doppie consonanti nelle loro sillabe medie, ammettendole in vece assai
volte nelle iniziali e nelle finali del vocaboli così piani come tronchi. Per lo
che laddove i Toscani e altri popoli della Bassa Italia pronunziano Accordo,
xxVII

In una parola l'ortografia in questo libro sarà tale, da poche cose in


fuora, qual è comunemente nella pluralità delle nostre stampe verna
cole odierne, e quindi rappresentativa dell'attuale, non della passata
pronunzia milanese. Io non fo di questo maggiori parole per non
trarre i lettori in uno spinajo le cui delizie si vogliono tutte riser
vare ai gramatici di professione; che se alcun d'essi, amatore delle
minutaglie ortografiche fin anche ne dialetti, fosse pur vago di en
trarvi, basterà ch'ei dia un occhio alla nota (12) posta in piè di pa
gina per trovar ivi specificate le regole da me professate in proposito.
Carattere, Caratterizzare, Cuccagna, ecc., noi, insieme col più delle genti
cisapennine, pronunziamo, chi ben ne ascolti, Acòrd, Caràter, Carateriza,
Cucàgna, ecc., e dove essi dicono Latte, Bello, Secchio, Cavicchio, Boccia,
Groppa, ecc. anche noi pronunziamo Làcc, Bèll, Sècc, Cavicc, Bòggia, Cròppa, ecc.
largheggiando in simili addoppiature, delle quali non è qui il luogo di esaminare
se l'ammetterle noi o il rifiutarle dipenda piuttosto dal suono delle vocali onde
sono accompagnate che da altra qualunque ragione. A un bell'ingegno veneziano
(Gritti L'Acqua alta pag. 25) pareva già cosa di soverchio pazza ed inutile il
raddoppiare le lettere nelle parole d'un dialetto nelle quali non si pronunziano
doppie; e certo non sarà persona ragionevole che possa dissentire da un tale
avviso. Quella pazzia e inutilità s'introdusse però nella pluralità delle stampe
vernacole milanesi già da oltre due secoli, ed esse non che operar pazzamente
e inutilmente operano anche ingannevolmente, giacchè fanno leggere agli
stranieri le cose nostre con tutt'altro suono ch'elle non s'abbiano in realtà,
Era qui il caso di utilmente innovare nell'ortografia del nostro dialetto, ma,
confesso il vero, io non mi sentii coraggio bastante per abbattere d'un
colpo tutta intiera la pseudografia de'miei antecessori, sia per non inimi
carmi gli occhi di tutti avvezzi a quella, sia per non distruggere quel po'd'utile
che da essa pur deriva nel raddurre le identiche voci alla purezza della lingua
nazionale, e nel contraddistinguere alcuni vocaboli che noi pronunziamo a uno
stesso modo come Car (caro) e Carr (carro), Cor (ceneracciolo) e Corr (correre).
Pure, tirato a forza dal vero, avventurai di metter d'accordo pronunzia e orto
grafia in alcune voci di siffatto genere, scrivendo per es. Barzelètta, Acèss,
Acusa, Capdra, e non come le si veggono per lo più scritte Barzellètta, Accèss,
Accisa, Capàrra, lasciando poi Boggin, Buffon, Cacciaddr e altrettali voci scritte
per tal modo, ancorchè in realtà si pronunziino da noi per Bogin, Bufon, Ca
ciador, ecc. Se questo mio tentativo meriti o no approvazione vedranno i miei
concittadini, intanto però io ho cercato di sovvenire alle loro abitudini col regi
strare ne due modi anche le più strettamente vernacole tra le voci anzidette,
per es. Cervelàa, Cervelde e simili con rimando a Cervellaa, Cervellee, ecc.
(12) L'A ha tre suoni fra noi; rimesso, vibrato, stemperato. Indico il primo
lasciandolo senza segno, il secondo coll'accento grave, il terzo col doppio a.
L'E ora ci suona chiusa, ora aperta, ora stemperata, segno la prima col
l'accento acuto, la seconda col grave, la terza col doppio e, e quando ella
ci suona aperta e stemperata a un tempo la noto colla dieresi.
LI ha tre suoni: rimesso, vibrato, stemperato: il primo si conosce dal non
aver segno alcuno, il secondo dall'accento grave, il terzo dal doppio i.
xxvin
Ad ogni voce milanese ho apposto nella sede alfabetica l'accento
della parola seguendo le regole ortografiche dietro accennate; e
non che alle tronche, sdrucciole e bisdrucciole anche alle piane,
-

Anche l'o ci suona ora chiusa ed ora aperta. Segno la prima coll'accento
acuto, la seconda col grave – Non ignoro essersi praticato diversamente da
altri, e trovarsi anche in qualche stampa milanese così antica come moderna
segnato il primo suono col dittongo franzese ou, ed il secondo coll'accento acuto.
Io però non amai di seguire il primo uso perchè, oltre a cagionar confusione
anche a chi sa di franzese, induce chi non ne sa a profferire il nostro o chiuso
a quel modo che i Bolognesi profferiscono il loro Dotòur; e non il secondo perchè
dove si riſletta essere già uso non mai fin qui violato di segnare coll'accento
grave il suono aperto che ha l'o in varie desinenze del verbi italiani della prima
conjugazione (andò, potrò, può, ecc.), si troverà da chiunque ragionevole il con
formarsi anche nel resto a questo uso così generale – Dell o chiusa sentonsi
pure due altri suoni particolari fra noi: l'uno vibrato, e per lo più ne mono
sillabi, come in Sö (sole), l'altro stemperato come in Soo (io so). Accenno il pri
mo coll'accento circonflesso; il secondo colla doppia vocale. Di questo secondo
parve ad alcuni dare buona rappresentazione scrivendolo dittongato pure alla
franzese, ou. Ma s'e' riguardano al come profferiscono i Francesi la parola
Cou(collo) e a quello con cui noi profferiamo la voce Coo (testa), vedranno in
un subito come la loro maniera sia falsa e da non imitarsi. Altri lo scrissero C6,
ma senza porre mente al suono vibrato già da me detto sopra di S6 e simili, al
quale non si saprebbe poi con quale altro segno soccorrere. Nè si creda che
questo doppio o, trovato nel contesto del libro senza l'accento che gli si appone
nella sede alfabetica, possa essere letto con quello sdoppiamento di vocale che
sentesi nelle voci italiane Eoo, Coo, Coordinato, ecc., giacchè abituati come siamo
a trovare quella sdoppiatura italiana solo nell'o aperta, e a fare quel prolun
gamento di suono milanese soltanto nell' o chiusa, non è da credere così facil,
cosa l'equivocare, come nol può essere nel medesimo contesto il leggere non
accentuato l'o di qualunque suono colla debita pronunzia, giacchè anche nel
l'italiano siamo avvezzi a fare altrettanto.

L'U, ancorchè simile di figura all'u italiana, suona sempre tra noi alla fran
zese; talvolta però rimesso, tal altra vibrato, e tal altra stemperato. Nessun se
gno indica il primo, l'accento grave il secondo, il doppio u il terzo.

Noi abbiamo un suono ignoto alla lingua illustre della nazione, ed è un


misto di o, di e, e di u nostrale, e questo segnai col trittongo franzese (EU,
giacchè si profferisce da noi per appunto come lo profferiscono i Francesi. Ta
luni vorrebbero rappresentare questo suono col semplice dittongo franzese EU;
ma oltrechè questo ha suono più vibrato che non sia quello del nostro EU il
quale trae allo stemperato (per lo che più s'approssima al piemontese a s peul
men che non al milanese parpaeira), oltrechè molti, infin dal Maggi, usarono di
preferenza quel trittongo, a me parve quasi necessario usarlo per non indurre
ambiguità in quei casi ne quali l'EU s'ha a pronunziare disteso, come in Rèuma,
Reussi, ecc. che noi profferiamo Rè-uma, Re-ussì, e non Raeuma, Roeussì –
Questo suono EU poi talora si pronuncia da noi rimesso, e tal altra vibratis
sino, segno il primo coll'accento grave, il secondo col circonflesso.
XXIX

così per renderle in ogni caso distinte da quelle, come per se


gnare anche in esse i suoni chiusi o aperti, rimessi o vibrati, di
stesi o raccolti delle vocali. Quindi Cai, Bazzega, Méda, Cover
ta, Vds, Mizz, Bicòcca, Rocca, Toei, , Toeit, Sciampa, Ghia si

Noi abbiamo dovizia di suoni prolungati nelle sillabe finali delle voci - Alcuni
di questi suoni simigliano quelli che sentonsi in ogni bocca italiana allorchè legge
le esclamazioni Ah! Deh! Doh! Ih! Uh!, e questi io rappresento (insieme al più
dei nostri scrittori vernacoli) col raddoppiare la vocale, poichè l'h anche fra noi
è da riservarsi ad altri uffici. Perciò chi leggerà la voce Miscee (facile pagatore
degli altrui scotti, buon colombo da pelare) avrà a profferirla come s'ella fosse
scritta italianamente Misceh, non come s'intenderebbe italianamente Miscee per
bazzecole. Così per es. nel nostro Vorii (volete) i due i non suonano come quelli
delle voci italiane Restii o Varii, ma come sonerebbero in Vorih se così si
scrivesse. E così la voce Boda (granchio tenero) s'avrà a leggere non col suono
che avrebbe nell'italiano Boa(Boa constrictor L.), nè con quello che avria Boava
se dal latino si trasportasse alla pronunzia contadinesca toscana, ma con quello
che avrebbe italianamente scritto così Boah. Vi fu chi volle segnare questi pro
lungamenti di suoni coll'interporre una lineuzza fra le due vocali, scrivendo
p. e. Misce-e; ma oltrechè in molti casi e si cadrebbe in equivoci, l'esempio
non trovò imitatori, e venne riprovato dall'uso, tiranno se vuolsi, ma tiranno
onnipossente nella provincia ortografica - Altri di siffatti suoni prolungati so
migliano a quello che sentesi nell'italiano Ve, e questi, innascenti da vocali sus
seguite da consonanti, male si distinguerebbero col raddoppiamento della vocale
perchè ne nascerebbe troppa ambiguità. Dicendo noi Oh dèss profferiamo un
suono che scritto Oh des direbbe Oh dieci, scritto Oh de-ss spaccherebbe troppo
bruttamente la sillaba, scritto Oh deess leggerebbesi per Oh deesse cioè Oh dive,
scritto semplicemente Oh dess darebbe a quell'e il suono vibrato che ha nel
l'italiano Tèsso, suono che non è il vero nostrale. Ho quindi indicato questa
specie di suono col segno della dieresi - Altri di tali suoni per fine sono simili
a quelli che sentonsi nelle vocali italiane pronunziate aperte, ma con questo
che dove l'italiano batte il suono sulla vocale, il milanese lo stempera e ne
strascica picciola parte sulla successiva consonante a quel modo che il Toscano, se
io non erro, strascica talvolta l'i susseguente a vocale per formarne quel suono
che l'uso contraddistinse poi nelle stampe col tanto contrastato jota. Così Rana,
sèna, Mina, Suòna, Lina sono da noi profferite con quello stemperamento di
suono che sentesi nei nostri plurali Rann, Minn, Lunn, ecc.; e di qui è invalso
l'uso generale di segnare questo suono col raddoppiare anche nel numero del
meno le consonanti susseguenti a siffatte vocali. Anch'io pertanto scrivo Pappa,
Grecca, Scimma, Euròppa le voci Papa, Greca, Cima, Europa, e Campanna,
Cadenna, Berlinna, Corònna, Vianna le voci Campana, Catena, Berlina, Coro
na, Una, le quali s'hanno poi a pronunziare non già sdoppiando le consonanti
come farebbe l'Italiano, ma facendo sonar la vocale antecedente insieme con
esse a quel modo ch'ei farebbe se avesse a pronunziarne i plurali Campann,
Cadenn, Berlinn, Coronn scritti in questa guisa.

Il C anche fra noi ha i due suoni, dolce ed aspro, che ha in italiano, e per
essi io sieguo l'ortografia italiana, talchè in Càn, Cent, Che, Chi, Cilinder, Cova,
Curlà e simili il C s'ha a leggere a quello stesso modo che si legge in Cane,
d
xxx

troveranno così accentuate nelle sedi alfabetiche, senz'accento nel


contesto del libro. Alle voci milanesi tengono dietro quelle della lin
gua scritta italiana colla indicazione, se non sono usuali, di antiche,
nobili, dottrinali, basse, scherzevoli o di gergo. E siccome venne

Cento, Che, Chi, Cilindro, Covare, Currare. Nel nostro dialetto però il C ha questo
di particolare ch'ei si trova assai volte a contatto col nesso EU; e più spesso
ancora a finire le voci o semplice o addoppiato. Pel primo caso ritengasi senz'al
tri segni che fra noi il C se precede l' EU ha suono duro, e se lo siegue, dolce.
Pel secondo io denoto i C di suono dolce, semplici o doppi ch'ei siano in fin
di parola col lasciarli tali quali senza più, e denoto in essi il suono duro col
l'aggiunger loro un'H. Molti vi sono i quali usano del tutto a rovescio, e vogliono
che il C in fin di voce suoni duro, aggiungendovi apostrofe od altro segno ove
occorra indicarlo di suono dolce; e per avventura fanno questo o in omaggio
alla Latinità che nelle bocche odierne assegna il suono duro al C posto in punta
di voce, o per deferenza ai Franzesi che il proſferiscono cosiffatto. Se io però
non sieguo il loro avviso me ne scusi la dubbiezza in cui un pensiero dato al K
ci lascia sulla dolcezza o durezza che assegnassero i Latini al C in punta di
voce; me ne scusi la certezza del non fare al caso nostro l'esempio de' Franzesi,
come quelli che del C hanno un suono solo, e quello sempre duro, me ne scusi
il compitare e il sillabare di tutta Italia la quale nomina Ci o vero Ce questa
lettera anche in quelle voci nelle quali essa deve suonar dura (per lo che
Bianc e verd sillabato non sonerebbe mai Biank e verd come pare a que così
scriventi), e con sifatto battesimo la dichiara di suono dolce per natura e per
eccellenza, ancorchè combinata con certe lettere torni dura o muta o rotonda
che si voglia dire, me ne scusi finalmente l'uso della più parte delle nostre
stampe vernacole nelle quali Bòcc, Occ suonano bocce, occhi, e Bocch, Occh
bocche, oche, e non a rovescio come leggesi in altre le quali non si curarono
dell'urto che negli occhi dei lettori produce quella loro novità.

Il G è fratel gemello del C anche nel nostro linguaggio. A pari fattezze pari
matura; ciò che dissi di quello si consideri detto anche per questo. Accade però
nel nostro parlare ch ei capiti in punta di voce con un suono che mi pare voglia
a forza compagno l'U, come in Sangu (sangue) e simili. E siccome in questo caso
la voce suol essere contrazione di voce italiana, così in questo solo caso e in
un altro affatto identico l'U ha privilegio di quasi sonar fra noi alla toscana e
non alla franzese. Un nostro bell'ingegno tentò di levargli questo privilegio, ma
riflettendo io che il G finale, o duro o dolce che si voglia far sonare, non avrà
mai così soletto quel suono combinato di G, U, ed E muta che noi sentiamo in
Sangu, non mi soffrì il cuore di vedernelo privo, e scrissi Sangu per indicare
in esso quel suono che avrebbe nell'italiano Sangu alto se così lo scrivessimo.
Nè faccia paura l'equivoco che ne possa nascere colla desinenza gu pronunziata
alla franzese, perchè questa è sì rara fra noi che forse si limita alla sola voce
Ambigu la quale ora soltanto m'accorgo d'avere obbliata nel Vocabolario.

Dell'H si serve anche il nostro dialetto a quel modo che la lingua illustre
della nazione. Segna i suoni interjettivi, inaspra il suono del C e del G, e va
innanzi a quelle uscite del verbo Anda le quali vogliono essere distinte da altre
voci che la somigliano di forma.
XXXI

da molti rimproverata nel Saggio mio primo di questo libro l'o


missione delle locuzioni milanesi non molto dissimili dalle italiane,
in sul rispetto del non potere i lettori star certi alla loro italianità
per la sola omissione, attribuibile assai volte a trascorso di memoria,

Lo J, lettera anfibia e disperazione degli ortografi, forse per le troppe


carezze fattegli da alcuni, è venuto a moltº altri in avversione per modo che un
ingegno valente sì, ma troppo rigido censore di quel meschino, messa in non cale
la diligenza e pazienza grande con cui un dotto nostro filologo si venne studiando
d'indirizzarlo a bene, lo espulse non ha molto dall'alfabeto italiano, dichiaran
dolo affatto inutile ad esso. Gli Accademici [i quali hanno quell'agio che io non
ho di sentire se nelle bocche toscane il Bujo e l'Aja (sciir, era) suonino bilio e
àia o sì veramente bijo e aja con quella schiacciatura colla quale essi c'insegna
rono in capo al C del loro Vocabolario distinguersi da loro in parlando i coc
chi uovoli e i cocchi da corone dai cocchi carrozzel decideranno col tempo del
fatto suo; intanto però io non ho potuto negare a questo misero esiliato J un can
tuccio nel Milanese per dargli incarico di rappresentare quella diversità di suono
che passa verbigrazia fra Mai(giammai) e Maj(maglio), e che la nostra ortografia
non vuole o non sa distinguere con alcuna nota sulla vocal precedente la quale
per avventura è quella che lo sforza a tale suono, ed anzi a fargli meglio com
portare la sua mala sorte gli ho spesse volte dato compagno l'I, più fortunato
suo germano, compagnia che quasi tutti i nostri scrittori vernacoli stimarono
fin qui necessaria per ben rappresentare tutto quello jato a cui noi Milanesi ci
lasciamo andare allorchè profferiamo certe voci come Usij (uccelli), Bij (Bigli)
e simili. Ogni volta adunque che il lettore s'incontri in esso J, figurisi un I
italiano stemperato, stemperatissimo poi se ha da lato il fratello.

Della N, simile in generale all'italiana, due cose a noi particolari si vogliono


avvertire. – Noi abbiamo una N strascicata la quale in certe uscite dei verbi
pare quasi rappresentativa di quel troncamento che sogliamo far loro. Stan, Can
taran (stanno, canteranno) suonano con quello strascico d'enne finale, con una
quasi compagnia di E muta, e non con quella vibratezza che avrebbero in ita
liano le medesime uscite così tronche. San (sano), Sann (sane), San (sanno), ecco
tre suoni affatto diversi, l'ultimo de'quali male si rappresenterebbe, come fece
alcuno, col raddoppiare l'A, e forse peggio col segnarlo d'accento circonflesso
come fecero altri. Se io avessi trovato nelle casse dei nostri tipografi l'ii degli
Spagnuoli, io avrei chiesto licenza a quelle valorosissime genti di usarla ancorchè
ad ufficio diverso, ma un secolo di non vederci ha fatta scomparire quell'enne
dalle nostre tipografie, e perciò io lascio tutta ai lettori la cura di rilevare dal
contesto la necessità di così profferirla, ancorchè non distinta, in quelle maniere
di dire nelle quali ella cntri anche in questo Vocabolario. – Del resto la N
scempia finale nostra suona sempre alla franzese, e non mai con quella vibra
tezza che suol avere l'N scempia finale italiana. Pan, Men, Vin, Bón, Nissin
suonano tra noi, non come sonerebbero così tronchi in italiano, ma così come
pronunciano i Francesi Milan, Bien, ecc. Alcuni usano porre l'accento circon
flesso sulla vocale precedente quell'enne per indicar tale suono; io l'ometto in
sul riflesso dell'essere questo il suo suono naturale, e distinguersene il vibrato
colla doppia enne, come in Sann, Rènn, ecc.
XXXII

così nel presente Vocabolario ho registrato tutte quante le locuzioni


del parlar milanese indistintamente, con questa differenza però che
dove nelle diverse dalle italiane ho abbondato in definizioni e
spiegazioni, nelle simili, dalle voci o dalle frasi dei due linguaggi

Del Q altro non è da dire se non ch'esso pure, come il G, quando è in


punta di voce vuole per usanza essere scritto anche tra noi coll'u dietro, e
coll'u profferito alla toscana. Dico per usanza, poichè il Q in simil caso potrebbe
per avventura fare a meno di quel compagno senza indurre pericolo di falsa
pronuncia, come accadrebbe al G per la proprietà sua connaturale di perdere
dolcezza innanzi certe lettere e non la perdere innanzi cert'altre; proprietà che
il Q non ha punto. Di fatto se io sillabo queste voci così scritte Vag anima,
Vag oro, Vag uomo, la natura del G me le fa profferire nel vero senso di Anima
vaga, Oro vago, Uom vago, ma se mi si dessero a sillabare così male scritti
Vag iride, Vag estro, la natura del G me le farebbe profferire Vagiride, Vagestro,
non Iride vaga, non Estro vago. Invece a qualunque Italiano siano dati a silla
bare così scritti Cinq anni, Cing olmi, Cing usci v'è da giurare che di quei Q
egli caverà sempre un medesimo suono come da quegli altri che venga proffe
rendo nel sillabare Cinq inni, Cinq estri se fossero così scritti; e quel suono
terrà sempre più di Cu (Q) che non di C o di K. Non ignoro che altri la pen
sano a rovescio, in sul fondamento che la lettera Q considerata da sè non ab
bia ad avere altra articolazione che di C o di K; ma, se io non m'inganno
troppo, quel fondamento ha poca saldezza. In primo luogo è da dubitare assai
della verità di quell'assioma che dice essere il Q la stessa cosa che il Ce quindi
ottenere le stesse proprietà, poichè, se così fosse davvero, scrivendo io Cinq in
ni, Cing estri ognuno dovria leggermi Cincinni, Cincestri per la proprietà co
mune secondo l'assioma a quei due segni C, Q di sonar dolci innanzi all'I ed
all'E; e pure è da scommettere mille contrº uno che a nessun Italiano, come a
nessuno degli Accademici assertori di quell'assioma, verrebbero così pronunziate
quelle voci scritte a quel modo, e che a nessun d'essi poi darebbe l'animo di
scriverle per Cingh inni, Cingh estri onde coll'aggiunta dell'h indurarne il suo
no. In secondo luogo è da dubitar pure dell'altro assioma che dice essere il c.
il Q, e il K un solo e medesimo suono rappresentato da tre segni diversi, poichè
se ciò fosse que segni avrebbero poteri medesimi a quel modo che V e 5, solo
e medesimo numero, benchè rappresentato da segni diversi, ha sempre mede
simissima potenza. E pure la cosa non è tale, giacchè a quell'assioma degli En
ciclopedisti danno di leva l'Accademia e Wailly dicendo essere naturalità dell'i
dioma francese il ricusare al Q (da quando è finale in fuora) il potere di rap
presentare la propria articolazione se non ha l'U per compagno, e accordando
gli il suo vero suono di cou (pronunziato alla franzese) in diverse voci come
equateur, in-quarto, ecc. E più danno di leva a quell'assioma i medesimi En
ciclopedisti allorchè dicono il Q non essere altro che il C duro, dicendo quindi
in un medesimo periodo essere il Q una cosa medesima col C, e poi negandolo
coll'avvertire diversità di suoni, e poco importa il dirli accidentali o no, fra
l'uno e l'altro segno. In terzo luogo quella natura o quel genio di lingua come
se lo dicono i Francesi è appunto quello che spiega l'enimma e la poca sal
dezza del fondamento detto più sopra. I nomi, se io non isbaglio, s'impongono
alle cose per distinguerle l'una dall'altra, e chi ha buon giudizio, se ha facoltà
d'imporli, gl'impone tali che s'adattino bene alla natura dell'oggetto ch'e'
- XXXIII

in fuora, non ho aggiunta pur sillaba altra qualunque, compene


trando anzi in una sola voce, se non ne risentivano danno, le due
o più significazioni ch'essa importasse, come sarebbe per es. in
Contralt, Convegni, ecc. Per questo modo, senza dare al libro più

debbono rappresentare. Ora il nome di questi tre segni C, K, Q suona, s'io non
erro, Ci o vero Ce, Ca o Cappa, Cu in italiano, e Tse, Ca, Cou in franzese. E
que nomi (che pur è da credere siano stati imposti da uomini letterati e di
buon senno) coll'appoggiarsi a vocali tutte diverse, e accordanti specifico im
mutabile suono all'articolazione, non indicano essi di per sè che la natura delle
due lingue, non si contentando d'un segno per esprimere certi suoni o suoi o
accattati, sforzò gli scrittori a ricorrere a segni diversi per ben distinguere la
varietà di que suoni? Che se questo non fosse, e reale sussistesse l'assoluta me
desimezza del Q col C, per lo che un solo e medesimo suono profferissimo e noi
e i Franzesi leggendo Cujus e Qujus (il che non mi sembra), in allora parrebbe
naturale che al Q, più che a quel meschinello dello J, fosse stato intimato l'esilio
già da secoli a utile semplicità degli elementi della lingua – Checchè sia però
dei diritti reali o usurpati di questa lettera, ritengasi averla io scritta qu senza
più anche in punta di voce, appunto perchè non erri chi sa di franzese prof
ferendo pognam caso Cink come Cinq alla franzese, e non Cinqu all'italiana
come se fosse da leggersi in Cinqu'anni o nel Cinquantà la rizza che anche a
me pare d'aver fatto sinora nel parlare di questa benedetta lettera anatrina.

La S anche noi facciamo sentire ora sibilante ora no. Nei casi ambigui ho
accennata per disteso questa diversità a canto alla voce nel metterla per alfabeto –
Abbiamo altresì dovizia di S susseguite da c e G così in principio come in fine
di voce. Talora questa Sc o Sg suona dolce o molle, talora sibilante, talora
aspra. A distinguere questi diversi suoni ho adottato il partito di scrivere sem
plicemente Sc e Sg quando hanno a profferirsi molli, d'interporre un'apo
strofe fra quelle due consonanti (S'c, Sg) quando s'hanno a profferire sibilan
ti, e d'appiccarvi un H finale quando hanno a sonare aspri. Alcuni usarono
diversamente negli ultimi due casi scrivendo l'Sc e l'Sg sibilanti a questo modo
S-c, S-g- e lasciando l'Sc aspra così sola, ma nel primo caso il segno è
fonte d'ambiguità in parecchie occasioni; nel secondo le ragioni già da me dette
più sopra parlando del C danno il torto a così scriventi i quali non s'avvedono
che, seguendo quella loro falsa dottrina sul suono primitivo e naturale del C,
ci vendono gatti per mosche, licci per lische (mosc per mosch, lisc per lisch),
e altre simili gentilezze.

Anche della z, come già si è detto per la S, noi pure abbiamo i due suoni
aspro e dolce ai quali gli antichi avevano assegnati speciali caratteri nelle stampe
italiane (sz aspro, f 3 dolci) perchè comuni alla lingua illustre nazionale; ma
l'uso proscrisse que tipi, e si rise di chi volle rinnovarne il valore sott'altra
veste o intarsiando le identiche lettere di pari forma corsive nel tondo o
tonde nel corsivo; ed a quell'uso facendo io pur reverenza, nei soli casi on
ninamente equivoci accennai per disteso tale suono, lasciando le esse e le zite
lunghe alle tipografie dei secoli scorsi per amor di pace con quelle del secolo
corrente, e affidando in generale al buon giudizio de lettori la distinzione dei
suoni relativi che quasi sempre suole svegliarsi in essi al solo aspetto della voce.
xxxIV

estensione che non convenisse, ho cercato di soddisfare al non erro


neo sentire de'miei concittadini in proposito, e dato altresì agl'in
vestigatori delle proprietà glossiche alcun pascolo erudito col metter
-

Delle altre lettere non occorre specificare checchessia; esse hanno comuni le
regole colle loro consimili italiane. - Due cose però sono da avvertire. – La prima
che riguardo alle lettere affini, adoperate talora da alcuni promiscuamente ed anche
con improprietà per noi che tutti sappiamo o dobbiamo sapere la lingua italiana,
io ho usato sempre scrivere le voci con quelle lettere che le rappresentino come
sogliono essere anche in italiano, a meno che tutta la famiglia loro non esigesse
altrimenti. Quindi per es. Eav, Vend, Quànd, Viagg, Mostacciono da me scritti
così, ancorchè altri, per l'affinità del V, del T e del G coll'F, col D e col C,
usino talora scriverle (Rif, Vent, Quànt, Viàcc, Mostagg; e ciò perchè scritte a
quel primo modo si ravvicinano alla lingua illustre senza tradire la pronunzia
vernacola. Did invece scrivo io e non Dit come fanno altri, e questo perchè sti
pite di Didin, Didon, Didaa, Didèlla, ecc. che nessuno scriverebbe mai per T
fra di noi; Coeigh e non Coeilch, perchè n'escono Caeiga, Coghin, Coghètt, ecc.
Lo stesso dicasi di Gaeiubb, Ròbb, ecc. che male scrivesi da alcuni Gaeipp,
Ròpp, ecc. ecc. – La seconda che quantunque alcune lettere ed alcune com
binazioni sillabiche italiane sembrino voltarsi in lettere e in suoni diversi nelle
voci vernacole simili alle italiane (come C che voltiamo in Z dicendo Zèner la ce
nere, Gli che voltiamo in I o in J dicendo gli uomini I bmen e Marmàja la
marmaglia, ecc.), pure non succedendo in ogni caso una tale permutazione, è
mio avviso che torni cosa più semplice il riconoscere la diversità nella natura della
voce considerata come nostra indigena e quindi nota fra noi con quel suono, an
zichè il cercarla in quella delle lettere considerandole come cambiatecisi in bocca
nel ricever quelle voci come esotiche dallo italiano.
È noto che i nostri verbi milanesi hanno la proprietà di assumere molte
e svariate accezioni susseguiti che siano immediate dalle diverse preposizioni.
Così Mètt unito a Sà, Giò, Via, Faeira, ecc. muta la positiva accezione di Met
tere in quelle di Indossare, Deporre, Riporre, Esporre, ecc. Quella susseguenza
di preposizione al verbo (che le sole voci affermative Pròpri e Minga hanno
facoltà d'interrompere) mi parve necessario segnare con una lineuzza che unisse
le due voci, scrivendo sempre Mett-sù, Mett-giò, Tegni-sù, ecc.; e ciò per diffe
renziarla da quella in cui la preposizione si riferisca non al verbo ma ad altra
parte del discorso, come p. es. fra El me ten su la corda e Tegnem-sù quella corda.
E a questo spinajo sia fine una volta col riassumere le cose fin qui dette,
dalle quali risulta che
. . . . . . . . . suona rimesso. . . . . . . . . Sta, Ciama. Questa, chiama.
suona vibrato. . . . . . . . . Stà, Pd. Stare, padre
- - - - - - -
suona rimesso . . . . . . . . Me, De. Mi, di.
- - - - - - - -
segna e chiusa . . . . . . . . Asee, Stee. Aceto, stajo.
segna e aperta . . . . . . . . Mè, Tasè. Mio, tacere.
segna e aperta prolungata . Oh déss. Ohibò.
- - - suona rimesso . . . . . . . . Mi. A me.
--
suona vibrato . . . . . . . . . Mi, Sì, Dì. Io o Me, sì, di.
segna o aperto . . . . . . . . Còr, Or. Coro, oro.
- - - .- segna
o chiuso . . . . . . . . Doldr, Ondr Dolore, onore
segna o chiuso vibrato . . . Sd. Sole.
XXXV

loro sott'occhio la curiosa proprietà dell'adottare i dialetti ora tutti


ora alcuni soltanto fra i molti vocaboli d'una medesima famiglia
della lingua illustre, come per es. Orid e Oridezza che noi adottiamo
unici, ricusando tutti gli altri vocaboli italiani derivanti da Orrido.

u . . . . . . . . . suona rimesso . . . . . . . . Comunal. L'u del franz. Communal,


i . . . . . . . . . suona vibrato. . . . . . . . . Virtù. Come il franzese Vertu.
aeu ed aei. . . . . segnano suono misto d'o, e, ed u rimesso e pronunziato
alla francese. Bonaur, I toeil. Sorte, i tuoi.
celi . . . . . . . . il medesimo suono vibratissimo. Taeli. Togli, to', prendi.
aa, ee, ii, oo, uu segnano suono prolungato o stemperato che si dica, chiuso
nell'e e nell'o, alla franzese nell'u. Andaa, Andee, Trii,
Sentiroo, Veduu. Andato, andate, tre, sentirò, veduto.
bb, cc, dd, e sim. segnano suono prolungato parimente nelle vocali cui sono an
nesse, senza però che siegua sdoppiamento di consonante.
c, cc in fin di voce suonano dolci . . . . . . . . Fanc, Bocc. Fanciulli, bòcce.
ch, cch finali . . suonano duri Manch, Bocch (mank, bok). Manco, bocche.
c e cc innanzi aeu suonano duri . . . . . . . . . Coeur (koeur) come nel franzese.
c e cc dopo au . suonano dolci . . . . . . . . Boeucc (come l'inglese Much).Buco.
g, gg in fin di voce suonano dolci. . . . . . . . . Ragg, Sagg. Raggio, saggio.
gh in fin di voce suona duro, meno però del c. Rangh, Laeugh. Rango, luogo.
g e gg innanzi aeu suonano duri . . . . . . . . . Gaeubb(come nell'ing.Gur). Gobbo.
g e gg dopo au suonano dolci . . . . . . . . Baeuggia. Buca.
gu finale . . . . . suona come sonerebbe in . . Sangu'alto così scritto italianam.
h . . . . . . . . . suona aspirata in . . . . . . . Eh, Ih, Oh e sim. come in italiano.
= . . . . . . . . . è muta in . . . . . . . . . . . Hoo, Ha, Han, ecc. Ho, ha, hanno.
j . . . . . . . . . suona per due i raccolti . . Bej. Begli, bei, beii.
ij . . . . . . . . . suona lo stesso ma più stemperato. Gaijnna, Trij. Gallina,
trito – Talora stemperatissimo, perchè altro suono noi prof
feriamo dicendo Formajtrij (cacio trito), ed altro – quasi
triij – dicendo Mi trij-giò el formaj (io trito il cacio).
qu finale . . . . . suona come sonerebbe in . . Cinqu'anni, cinqu inni all'italiana.
sc, sg innanzi a, o, u suonano duri come in it. Scala, Scorta, Scura. Scala, scorta,
scura. Sgabèll, Sgonfi, Sgussà. Sgabello, sgonfio, sgusciare.
= = innanzi e ed i suonano molli o dolci come in italiano. Scempi, Scialò. Scempio,
scialare. Sgenee, Meresgiàn col suono franc. di Jenee, Jean.
= = finali e susseguenti a qualunque vocale suonano sempre dolci come il ch o
il j franzesi. Omàsc, Infese, Risc, Cóscia, Lisc, Croeisc. Omac
cio, impiccio, riccio, cuccia, luccio, crocchio – Gàsg, Pesg,
Rösg, Rùsg, Maeisg. Gazzere, peggio, gore, rugge, moggio.
s'e, s'g iniziali, medie o finali suonano sempre sibilanti. S'cera, Scirla. Schiera;
S gelà, S'giandà. Disgelare, schiantare – Ras'c, Mès'c,
Mis'c, Mus c. Raschio, meschio, mischio, muschio – Tiras giaffº
Des gelà. Disgelare, ecc.
sch, sgh iniziali, medie o finali suonano sempre aspre o dure, Sch come se fosse
scritto sk. Schènna, Schiva, Peschera, Baltreschin, Fiasch,
Rèsch, Lisch, Mösch, Ilùsch equivalgono a Skènna, Shivà,
Peskera, Baltreschin, ecc. – Sgh come nella voce ital, Sgherro.
XXXVI

Le voci simili di figura e diverse di valore sono registrate in quel


l'ordine che la natura loro come parti del discorso suggerisce, cioè
a dire prima le voci sustantive, poi le identiche aggettive, indi le
stesse verbali, avverbiali e simili.
Onde agevolare il ritrovamento delle locuzioni proverbiali e delle
frasi d'ogni genere, che ho registrate sempre sotto i sustantivi en
tranti in esse o in mancanza di questi sotto quell'altra parte del
discorso che in esse formi idea predominante, ho adottato il sub
ordine alfabetico. Così fra qualche centinaio di frasi che vanno a
registro sotto Coeir, nascendo bisogno, pognam caso, di cercare
Quattà el coeur, non occorrerà leggere tre pagine per dare a sorte
in quella frase, ma basterà un'occhiata alla serie alfabetica delle
frasi stesse per ritrovarla di subito verso il Q. Io mi sono studiato
di registrare simili modi in tutte le sedi di tutti i sustantivi ch'en
trano a comporle, con rimando a una sola di esse per le versioni e
spiegazioni occorrenti. Pure se in alcuno di que sustantivi io gli
avessi talvolta omessi; non pesi al lettore ricorrere agli altri, chè in
alcuno ne troverà notizia. M'avveggo per esempio or ora di non aver
registrata in Cuu la frase Vess col cuu sul veli. Chi la cercasse in
Cuu non ve la trovando perdoni questa dimenticanza, in me com
patibilissima, e ne faccia inchiesta a Velà che ne avrà la debita sod
disfazione.
Assai voci abbiamo noi Milanesi affatto simili alle italiane per ri
spetto alla figura e diversissime nel significato; vero lecco per quei
tanti Ser accomoda ai quali piace tramutare la lingua illustre nazionale
in un gergo provinciale a forza di rabberciare alla italiana le locu
zioni del loro paesani intarsiandole poi con questi vocaboli camaleon
teschi, coi quali verbigrazia essi vi raffermano in un ufficio allorchè
ve ne vogliono escludere (13). In questa specie di voci ho sempre
indicata la varietà del significato, onde mettere in guardia chi scrive
intorno ai gravi errori che nascono dal credere italiana una voce ver
nacola allorchè per le mere desinenze o per la sola material forma,
e non per l'intrinseca significazione, s'avvicina ad altra consimile
della lingua illustre.
La relatività, unica misura d'ogni convenienza di quaggiù, ci ad
dita la perfezione ne dialetti in quel punto medesimo che è imper
fezione nelle lingue, giacchè quanto più una sconciatura è tale,
tanto più ella è perfetta. Ora chi rimproverasse a questo libro il
(15) Rifermà appo noi Milanesi vale sospendere, questi rabberciatori che
fanno eglino? lo traducono o per Rifermare o per Raffermare secondo che se
l'allacciano alta più o meno ; ed ecco un'idea non quella benchè afline nel
primo caso, un'idea aſfatto falsa nel secondo.
XXXVII

suo rimandare per la spiegazione di certe voci un po' colte an


corchè in parte vernacole alle loro sinonime vernacole spiattellate,
gli farebbe rimprovero della sua medesima esistenza. E appunto per
chè apparisca integro il dialetto io soglio rimandare, per la spiega
zione delle voci incivilite Abori, Abordà, Abortì, Droghér, Dopra e
simili, alle vere vernacole Borì, Borda, Borti, Fondeghée, Drovai, ecc.
Dei vocaboli che la lingua illustre della nazione può forse ricer
care al nostro dialetto per essere rappresentatori di oggetti o esclu
sivi o in maggior fiore tra noi che non in altre provincie italiane,
io ho procurato di mettere un prospetto ragionato sotto la voce
primaria a cui hanno relazione; e perciò in Seda, Formij, Prda, ecc.
si troveranno, conforme a ciò che dissi io medesimo altrove in
questo proposito (14), esposte le voci rappresentanti fabbriche, fab
bricatori, utensili, imperfezioni inerenti a tali oggetti. Le donne brian
zuole andate in Toscana per la trattura della seta diedero vita colà
a quei Riccioni, e a quelle Guidane o Ciudane, ecc. che a casa loro
chiamano Resciott e Ghindann, ecc., a quel modo che i contadini
lombardi chiamati dai Granduchi toscani nelle cascine pisane vi natu
ralizzarono insieme cogli oggetti le voci lombarde Cascina, Mascherpo
ne, ecc. Quelle voci però, o male espresse da quelle bocche, o mal
rilevatene da orecchie straniere, si presentano nelle stampe toscane
quasi misteriose a noi medesimi che le abbiamo formate, perchè tra
vestite in esse sull'andare di alcuna di quelle or ora accennate.
Questo Vocabolario, col riportare tutte le simili voci sotto la pri
maria già detta, porgerà facile modo ai Toscani di meglio valutarle,
e meglio dirozzate nelle loro bocche oſferirle alla lingua scritta senza
travestimenti dannosi alla loro realtà.
A maggiore comodità degli studiosi ho registrato sotto i primari
sustantivi rappresentanti oggetti composti i nudi altri nomi rappre
sentatori delle parti loro, come per es. sotto Boffett i nomi di Ciapp,
Lenguètta, Canna, ecc. che ne sono le parti componenti; e questi
ho poi registrati colla opportuna spiegazione nella respettiva sede
alfabetica.

Per le voci proprie delle arti, le quali ho con amore specialissimo


raccapezzate fra i nostri artigiani in quel modo medesimo che esposi
nel primo Saggio di questo lavoro (15), riosservando sempre che le
sono pronunziate in vario modo da vari artieri, ho ripetuto le va
rianti nelle sedi respettive, amando meglio incorrere la taccia di

(14) Biblioteca italiana d'agosto 1856, pagg. 161 e segg.


(15) Prefazione, pag. XIII nota,
xxXVIII

troppo minuzioso, anzichè arrischiare, nell'annotarne alcune con


una sola scrittura forse meno che esatta, di deludere i lettori nelle
loro ricerche.
Anche molte voci vernacole proprie del parlare di chi affetta col
tura e della lingua janadattica o gerga io ho mandate a registro;
siffatti favellari e parecchi idiotismi vernacoli che pure ho registrati
s'avranno forse da alcuni per borra; ma essi possono venire in
taglio secondo penne e argomenti; e il Vocabolario non li doveva
dimenticare.
Il giusto amor di patria farà trovare a qualcuno dispiacevoli certi
nomignoli onde i volgari d'un paese sogliono anche fra noi prover
biare quelli d'un altro. Prima però d'accusarmi con troppa seve
rità del mio averli registrati vogliano i lettori osservare quanto io
ne dico nel Vocabolario sotto la voce Buseccón.
Ho accennato le etimologie de vocaboli nostrali allorchè mi par
vero di qualche utilità, non istiracchiate, naturali; e, quantunque
io non conosca di greco che quanto basta per poter consultare un
dizionario, pure anche di quelle voci che si presentano come origi
narie rimanenze fra noi del parlar degli Orobj ho voluto far cenno,
correggendo altresì come meglio seppi le moltissime sgrecizzature
date al mio primo Saggio di questo lavoro dal Varon milanes. In
sieme con quelle indicai più etimologie che spontanee derivano
dalla Latinità e dalle lingue che ne nacquero, dagl'idiomi di ori
gine celtica, o da altri dialetti italiani.
Di molte voci italiane delle quali potrebbe venir bisogno a chi
scrive mancano le equivalenti nel nostro dialetto; queste, per quanto
mi bastò la memoria, procurai di allogare sotto quelle voci princi
pali alle quali si possono riferire. Esempi se ne veggono nelle voci
Barba, Bev, Bianch, ecc. Chi però desiderasse in altrettali voci
un consimile sussidio, e non vel trovasse, pensi fra sè stesso che
il non esservi è probabile indizio dell'avere quelle voci il loro luogo
in altra sede, cioè sotto una qualche voce corrispondente del dialetto
nostro, e, quella tornatasi alla mente, a quella per esse ricorra.
Assai volte l'onestà delle locuzioni ritrova sua misura nella mente
di colui al quale si presentano. Comunque sia però, sapendo io che
ai nostri giovanetti più che ad altri potrà tornar utile il volgere
di frequente le pagine di questo vocabolario, ho avuto massima di
omettere ogni frase dipintiva che possa menomamente appannarne il
candore, e registrar le semplici voci necessarie (talora suggerite altrui
per inoneste dagli anni) in modo come inintelligibile agl'immocenti e
perciò innocuo, così non aggiugnitore d'alcun fuoco agli adulti.
XXXIX

Non è raro il sentire qualche straniero compiangere noi Milanesi


perchè da tre secoli in qua ci mostriamo sempre fratelli di quell'uno
che ci fu descritto da quel bizzarrissimo ingegno del Cellini (16),
dire che ne facciamo ritratto nel nostro parlare perchè doviziosissimo
di traslati attinti la più parte a due fonti, la cucina e la chie
sa, e chiamarci irreverenti a quest'ultima perchè soliti dipingere
idee triviali e ridicole con idee e voci ad essa attinenti. Capaci di
tornar uomini non indegni di tutte le magnanime idee di Gianga
leazzo Visconti, e di colorar quindi il linguaggio con altri traslati
che non i soli già detti, ne testimoniarono abbastanza i primi lustri
del secolo attuale, al cui solo bagliore arricchimmo il nostro dia
letto di mille e mille voci ignote affatto per l'addietro al pari delle
idee per esse rappresentate; della colpa dei tempi torni dunque il
compianto a cui spetta, e ci racconsoli il vedere quanti fermano
stanza fra noi aiutarci a comportarla imitandoci appieno ; della pre
tesa irreverenza stia la colpa in coloro che ci resero troppo fami
gliari colle cose celestiali travolgendole a eccessiva terrestrità. Ogni
popolo trae i suoi traslati e le sue maniere di dire dalle idee sue
abituali; e a quel modo che il popolo trionfatore dell'universo al
civile In grazia de' suoi padri ha sostituito il misero Famme sta carità,
indottovi cred'io dal commercio continuo coi pellegrinanti, allo stesso
modo noi Milanesi, col tramutare già tempo gli elmi e i tornei in cap
pucci e discipline, più d'ogni altra gente italiana datici esclusivamente
alle abitudini che ne derivano, più d'ogni altra colorammo il parlare
colle voci e co modi che loro si riferiscono. A me vocabolarista era
quindi impossibile il far buon ritratto del nostro dialetto senza regi
strare tali modi e tali voci; chi mi facesse colpa di quel ridicolo che
talora ne sorge confesserebbe una di queste due necessità: doversi sop
primere o almeno diversamente intitolare i dizionari se tacitori delle
dizioni, o doversi cangiare abitudini a quel popolo infinite dizioni
del quale fosse bello tacere. Però l'esempio di altri vocabolari venuti
in luce anche ultimamente o per autorità o per opera de più rispet
tabili custodi della disciplina ecclesiastica, e ammettitori di varie
consimili dizioni che altri popoli italiani hanno comuni con noi (17),
mi fa sperare che la necessità mia in questo proposito sarà compatita;

(16) Vita, tom. II, pag. 121. - -

(17) Veggansi le voci Basamadònn, Gavòt, Mnacarì, Papa, Dio, Mòrt, Cu


ròuna, Sant, Crèst (cioè Crist nell'Appendice), ecc. ecc. nel Vocabolario bolo
gnese del 1855, e le voci Monicon, Cesa, Beòt, Beèta, Canònich, Pèpa (cioè
Papa), Mèssa, Prèt, Pretazzòl, Mèrtir, Cèrgh, Diaol, ecc. nel Vocabolario reg
giano del 1832.
XL

come spero lo sarà altresì per le avvertenze che ho usato porre


nelle locuzioni di questo genere, sempre se per ricondurre i lettori
alla venerazione dovuta alle istituzioni divine, assai volte se per
avvisarli dell'innocenza degli scherzi che il popolo suol trarre dalle
istituzioni umane qualunque le siano, o volte al bene generale della
Società, o dirette all'utile particolare di alcuna sua famiglia.
Al pubblicare del primo Saggio di questo mio libro io pregai chi
vi riconoscesse difetti e omissioni ad avvertirmene. Sole quattro per
sone con ispontanea cortesia risposero a quell'invito: gli esimi G. Ghe
rardini e F. Bellotti facendomi copia di alcune postille delle quali
fregiarono l'esemplare di quel Saggio da essi posseduto, l'egr. Rettor
D. Giuseppe Villa e l'on. Ingegn. Gaetano Biffi comunicandomi alcune
osservazioni sul medesimo. A questi io godo rendere qui testimonianza
di gratitudine, come amo renderla all'ab. Romani di chiara memoria
per quelle censure onde onorò quel mio Saggio nel rispetto delle sino
nimie (18); censure che misi a profitto se esatte come in Aggiustare,
Attonito, ecc., o donai alla non piena cognizione del nostro dialetto e
alla urbanità dell'esporle se inesatte come in Accecare, Augurare, ecc.
Oggidì questo Vocabolario, a chi ben guardi ogni cosa, verrà di
leggieri creduto ricco, qual è realmente, in sei doppi più che il
mio primo Saggio di esso, e ricco di voci e modi necessari, non
già di nozioni accessorie e superflue, agevole preda dei farraggi
natori di moda. Ad onta però di tale dovizia, ad onta che io abbia
talvolta noncurato fin l'ordinatezza per non lasciarmi fuggire di vista
le locuzioni, delle quali sono meno da sperare i pazienti indagatori
che gli abili ordinatori successivi, pure io sono di là da certo che
migliaia di dizioni mancheranno tuttora in esso ; e ciò per quel
curioso ma comunale fenomeno del trovarsi le voci meno pronte
alla memoria allorchè le vuol chiamare a rassegna, che non alla lin
gua allorchè senza uno sforzo al mondo le sbalza di bocca tumul
tuarie a una col pensiero dell'animo. A rimediare in parte a questa
mancanza verrò aggiugnendo ad ogni volume un'Appendice delle
voci corsemi alla mente a stampa innoltrata ; e queste singole Ap
pendici dirò così interine rifonderò da ultimo in una sola Giunta
stesa nel carattere medesimo del Vocabolario, in cui troveranno il loro
luogo altresì quelle più locuzioni che vengono a me stesso in me
moria ogni dì (19), e quelle che altri cortesi fossero per ricordarmi
al pubblicarsi dei volumi successivi.

(18) Nel suo Dizionario de Sinonimi. Milano, Silvestri, 1825. -

(19) Anche a questi ultimi giorni, dopo stampata l'Appendice del presente
primo volume, mi si sono affacciate alla memoria le seguenti voci che troveranno
XLI

Ho esposto in quale modo io mi sia governato nel condurre questo


lavoro; mi si conceda ora che io chiuda il mio dire con parole che ri
sicheranno la taccia di prosontuose escusatrici della mia dapochezza,
ma che troveranno facile perdono in chi abbia tocca pur solo d'un dito
questa benedetta croce della Lessigrafia. Dizionario così perfetto da
accontentar pienamente gli studiosi non ne sarà forse mai alcuno.
Di ciò molte sono le ragioni; ne addurrò solo alcune delle principali. –
Il Dizionario è opera d'intelletto, e d'intelletto tanto più maturo ed
esperto quanto meglio composto. Maturità d'intelletto e forza di me
moria, intelletto addottrinato dall'esperienza e operosità, rade volte
sogliono trovarsi congiunti in un solo individuo; ed è perciò che fra
mille dizionari dieci a mala pena sono degni veramente di lode,
perchè in mille appena dieci lasciano conoscere che i loro autori

luogo nell'Appendice finale insieme con varie locuzioni italiane aggiugnibili alle
già registrate nel libro. Queste Appendici, che ho impresse in caratteri minuti
a maggiore economia, compiuta la stampa dell'opera si faranno scomparire nel
rilegarne i quattro volumi, e saranno lieve perdita di tre fogli tutt'al più,
compensata dal profitto che se ne potrà cavare pendente la stampa dell'intiero
Vocabolario.

Acquètta. Pioggetta. Pioggerella. in Càn ag. ove dice Avegh manca on can
in Alz ag. Rialzo(“fior.). che l' è on can in d'on besogn. Non
in Andà ag. Fà andà-sù a l'asta. Far aver alcuno che faccia per sè(Compar.
andare in paradiso. Mandare a prezzi Pelleg. I, 1).
stravaganti(Pr. fior. IV, 1, 62). Canettàda. Tocco di lapis. Tocco di
in Ann ag. Tutti ann en passa vun. matita.
Ogni anno vuol dir uno(Pros. fior. in Canocciàl ag. Parì on canoccial (parl.
III, II, 1o5). d'uomini) Parere un digiuno coman
Articol. Derrate. dato; (parl. di cavalli) Essere il ca
Articol. In verbo(Magliab. in Pros. ſior. val dell'Apocalisse.
IV, 1, 112). Articol sonitt l'è el sò. in Cantinna ag. Pinol de cusinna e de
In verbo sonetti è il suo forte. cott de cantinna. V. in Decòtt.
in Articolètt. ag. Articoletto (Gior. Agr. in Caraterin ag. Caratterino(Pr. fior. IV,
tosc. XIII, 1 oi). 1, 59).
Beàt diconsi dai pastori quelle bisciole in Càrlo ag. Del temp de Carlo U. –
o tenie epatiche le quali dai nostri Cose dal tempo antico quando si bal
agnella j sono chiamate Lumaghitt. V. lava coi guanti e col fazzoletto(Intr.
Bigattéra. Bacaja(Giorn. Georg. XVI, Pel. II, 6).
515). Donna che governa i bachi. Castèll de inguri. Midollone(Pros. ſior.
Boccon d'obbiaditt. V. in Obbiadin. III, II, 49). -

in Cadenàzz ag. Dà-giò o Tirà-giò el in Cercà ag. Cercà o Fà cercà ona tosa...
cadenazz. Dispestiare(Intr. Pel. V, 1). Richiedere o Far richiedere in mo
Dà-sù tanto de cadenazz. Mettere tanto glie una fanciulla. -

di chiavistello nella porta(Pros. fior. in Cervelléra ag. Pizzicagnola (Buom


III, II, 55). mattei in Pr, fior. III, II, 41).
in Camisa ag. A costo de impegnà la Chiffèn. Chiffel(*fior).
camisa. Bisognasse impegnar la cami in Color verd botteglia ag. Color ver
cia(Magliab. in Pr. fior. IV, 1, 99). done bottiglia(Savj Ornit. II, 317).
XLII

possedessero in buon dato tutte tre quelle doti il cui concorso è in


dispensabile all'uopo; come è perciò che parecchi non sanno ancora
tòrsi giù di speranza d'un buon dizionario per opera d'un'Accade
mia che vivida gli consacri e il senno dei molti onde ha tesoro
sempre crescente d'età in età, e l'operosità dei molti che d'età in età
può obbligare ad arricchirci di quel senno. – Il Dizionario è dipintura
del popolo che parla il linguaggio onde ei tratta; questo popolo muta
faccia come la muta l'uomo nelle sue varie età, senza però mai perdere
quelle maggiori lineature le quali in ogni fase della vita distinguono
non per tanto l'un uomo dall'altro. Ora il Dizionario non può tutte
ritrarre quelle fasi e quel mutar di facce, e perciò riesce oggi discreto,
domani cattivo ritratto di quel popolo; o se pure si studia di ritrarle,
ne fa quadro imperfetto, discolore, confuso. – Bastagio e non di
zionarista è da dirsi chi o registra le voci non definite, o le riporta
definite così come le trova da altri, senza esaminare se bene o no.
Il ben definire è scoglio a cui rompono, per fiacchezza di mente co
mune a tutti in certi soggetti, anche i più dotti scrittori; e a questo
scoglio non è dizionarista che non rompa delle sei volte l'una per
l'impossibilità di tutta adocchiare ad ogni nuovo istante una nuova va
stissima piaggia onde riconoscere se quel luogo ond'ei parla al momento
sia da lui dipinto per modo che non si possa mai confondere con ve -
run altro dei mille che gli si possono in quella simigliare. – Il Di
zionario può fino a un dato limite presentar le dizioni nei diversi
aspetti ne'quali è facile antivederle desiderate dai lettori; ma non le
può mai presentare in così tanti quanti ne occorrerebbero per anti
venire i troppo vari modi secondo i quali le varie menti umane pos
sono considerare e afferrare le idee e i loro rappresentativi. – Il Di
zionario è mero indicatore e spiegator delle voci per mezzo d'al
tre voci: ora buona parte degli oggetti che per quelle s'intendono
rappresentare sono tali che non si possono così apertamente mettere
in iscritto come si possono vedere coll'occhio (2o), ed è perciò che
oggidì si va ravvivando l'uso d'ajutare la lingua tipica colla grafica,
aggiugnendo i disegni alle voci rappresentative degli oggetti. Oltrac
ciò anche le voci astratte sono scange maravigliosamente secondo che
elle vengono aiutate dal fiato che le spigne, dalla bocca che ve le
dice ora spiattellate ora sbiadate ora morte, dalle braccia che o le
vorrebbero addurre sino a voi o le vorrebbero a mezza via ratte
nere, dal viso che le accompagna, e fin dai capelli e dagli omeri

(2o) Così diceva ben a ragione il Crescenzi nella sua Agricoltura (III, 18)
parlando dei freni che trovava difficile di potere specificare per modo da non
lasciare ambiguità alcuna nei lettori.
XLIII

che lor ſanno corteggio. Ora, tutta questa codazzeria, tutta questa
musica del linguaggio non è dizionarista che la possa trasfondere nel
suo lavoro, chè appena appena ai sommi scrittori è dato di gettarne
alcun ombra nelle opere loro. Le voci che con quella musica e con
quel codazzo riescono oggi argentine, domani senza quelli tornano
scure o appannate; e questa iridescenza non si può dal dizionarista
rifondere nell'opera propria se vuole non tradire il suo nome e lasciare
alcun posto agli altri libri nelle biblioteche. – I Dizionari furono
detti dannosi o utili al vero sapere secondo che se ne faccia uso
esclusivo per acquistarlo o ausiliario per ricordarlo; ciò con tutta
ragione, perchè il dizionarista, notomizzando ogni idea, ogni corpo,
ogni arte, ogni scienza, e discomponendole in mille parti, e ana
lizzandole fin ne' minimi loro elementi, disperge in mille sedi dis
parate quelle parti e quegli elementi. E così come nel trinciare non
è cui non accada di cincischiare, così come nell'analizzare e nel di
spergere sempre v'ha del perduto, così anche nel mandare in tante
minime parti i complessi vari dello scibile umano non è dizionarista
il quale possa operare a capello per modo da concedere altrui di ri
comporre quel complessi con quelle parti senza alterazioni e mancanze.
Che se impresa gravissima fu detto esser quella del descriver
fondo all'universo esaminandolo vie via tal quale ci si presenta,
impresa oltre ogni forza d'uomo pare a me quella che osa il dizio
narista del descriverne ogni minimissima parte isolata, circoscriven
done tutti que punti pe'quali si rattacca a quel complesso. – A tutto
questo s'aggiunga per ultimo il dizionarista esser uomo; a qualunque
uomo esser impossibile padroneggiare tutte le cognizioni umane in
guisa da poterne informare altrui in brevissime parole con quella
certezza che pochi riescono a darcene con moltissime per ciascheduna
di esse cognizioni; nessuno essere tal signore della propria penna
da potere in ogni momento sporre con essa in carta certe idee come
la mente ce le pone chiarissime dinanzi; pochissimi uomini essere
talmente padroni della loro memoria in ogni tempo, che al nominar
oggi d'un vocabolo in una lingua si trovino pronto il corrispon
dente nell'altra, come che trovato un mese dopo quel corrispon
dente s'abbiano immediate la ricordanza di quel primo; pochi uo
mini trovarsi così imperturbati nell'intralcio delle cure sociali che
possano con mano sempre eguale reggere le fila infinite di quel
l'ordinamento che è principal fregio di questa specie di libri; po
chi avere tempo libero quanto basti per potere colla continuità del
lavoro rendere la mente alacre afferratrice d'ogni utile idea e d'ogni
felice espressione e vivida ricordatrice d'ogni sinonimia in ogni sede,
come anche per poter ricorrere prontamente alle fonti opportune
MLIV

intanto che sono ancora fresche le idee relative; pochi così padroni
di mezzi quanti ne occorrerebbero al dizionarista, più che ad altri,
a voler rendere non sull'altrui fede, ma sulla propria, sicura ragione
del suo dire; pochissimi finalmente quelli che, vantaggiati di tante
prerogative, vogliano, come diceva il Salvini, di maestri di bottega
farsi fattori, e metter amore saldo in opera ingloriosa sempre, e spesso
tanto meno lucrativa quanto più sudata. Tra questi pochi io non veggo
strada a noverarmi se pur non fosse per l'amore che io porto alle
opere di questa specie; e, ciò che è il più , immerso da venti
anni nelle cure pratiche dell'istruzione elementare (cure nelle quali
ogni furto di tempo e diligenza è danno sociale), appena pochi
dì feriati mi è dato consagrar di proposito ad altro; e questi di,
ricorrenti a interstizi come e sono, male si prestano a quella rego
larità di lavoro che in questo genere di scritture è condizion prima
a volere che riescano ordinate, concatenate, d'un getto. Si donino
adunque le mancanze, che pur molte saranno anche in questo Voca
bolario, come alla natura sua, così anche alla pertinacia colla quale
io l'ho condotto a tollerabile forma benchè sfavorito da più circo
stanze, e al qualche utile che saranno per ritrarne stiano contenti gli
studiosi e i discreti miei compatriotti.
IND IC E
D E GLI AUTORI

FREQUENTEMENTE CITATI PER ABBREVIATURA IN QUESTO LIBRo.

Ae. fr. Académie francaise (Diction in lingua milanese. Milano, per Gio.
naire de l'). Paris, 18o2, chez Mou Battista Bianchi, 1772 – Lagrime in
tardier et Leclere. morte di un Gatto. Milano, pel Ma
Adim. Sat. Satire del marchese Lodovico relli, 1741 – Rimm milanes in 4.”
Adimari, patrizio fiorentino, ecc. Milano, pel Ghisolfi, 1744 – Rime
Amsterdam, 1764. toscane e milanesi, 6 vol. in 8. Mi
Alb. bass. Alberti (di Villanova, abate lano, dal 1774 al 1779 – Rime mi
Francesco). Grande Dizionario italiano lanesi, in 8.º grande. Milano, 1795.
francese. Bassano, Remondini, 181 1. Bart. Mis. Cosimo Bartoli gentil huomo
Alb. enc. Alberti (di Villanova, abate et accademico fiorentino, Del modo
" Dizionario universale cri di misurare, ecc. Venezia, per Fran
tico enciclopedico della lingua italia cesco Franceschi, Sanese, 1564.
na. Lucca, presso Domenico Mare Bell. Ar. – Stud. Rim. Bellati (direttor
scandoli, il 1797 al 18o5. Francesco). El primm cant de l'Or
Alg. Op. Algarotti (conte Francesco). Ope land furios de l'Ariost tradott in len
re Cremona, per Lorenzo Manini, 1784. guace de buseccon, ecc. Milan, 1775 –
Alleg. Rime e Prose di Alessandro Al Studi per un Rimario milanese. MSS.
legri, ecc. Amsterdamo, 1754. Cito Bern. Rim. Rime di M. Bernia. Usecht,
la pagina. al Reno, 1771 – Per le altre sue opere
Ann. Decam. Annotationi et discorsi so mi sono servito dell'edizione milanese
pra alcuni luoghi del Decameron, ecc. de Classici ital., e dell'edizione vene
Fiorenza, Giunti, 1574. ziana 1855 per alcune lettere famigliari.
Ant. Diz. Antonini (abate). Dizionario Bir. D. Per Men. Sen. – Men. Capus.
italiano e francese. Venezia, 1745. Birago Girolamo (sotto al nome ana
Aret. Cort. – Ipocr. – Maresc. – Fil. – grammatico di Molarigo Barigo). Don
Talant. – Rim. (Aretino messer Pie na Perla. Milano, pel Nava, senza
tro). La Cortigiana – Il Filosofo – data – Meneghin a la Sena vra, mss.
Lo Ipocrito – Il Marescalco – La – Meneghin faa capuscin, mss.
Talanta (Per le prime tre cito l'ediz. Borgh. Am. fur. – Don. cost. – Rip.
del Teatro italiano antico di Londra, L'Amante furioso. Commedia di Rafael
Masi, 1788; per le altre l'edizione lo Borghini (fiorentino). Vinegia, Ses
milanese dei Classici italiani) – Rime. sa. 1597 - La Donna costante. Ivi,
Arid. Aridosio. Commedia del sig. Loren 1589 – Il Riposo (Cito l'edizione
zino de' Medici. Firenze, Giunti, 16o5. milanese de Classici italiani).
Art. Poet. – Avar. – Art. ered. L'Arte Borl. impas. La Borlanda impasticciata
poetica di Quinto Orazio Flacco espo (Credesi del clietro Verri) Milano, 1751.
sta in dialetto milanese dal dottor Bos. Raccolta di Bosinad esistente nel
Giovanni Raiberti. Milano, 1856 – l'Ambrosiana (Vedi la voce nel Voc.).
L'Avarizia Satira prima di Q. o. Flac Brand. Bad. Men. – Cang Bad. – Spass.
co, ecc. dello stesso. Milano, 1857 – – Men. Gamb. – Baltr. – Spos. Lug.
L'Arte d'ereditare, dello stesso. Mi – Men. Boltr. – Cam. Men. Brandaua
lano, 1859 (Poemetti ne quali più o sia Raccolta di tutti gli opuscoli dati
che in ogni altro dei tempi odierni in luce in occasione della disputa in
sono da riconoscere le molte muta sorta sui Dialoghi della lingua toscana
zioni nate nel nostro dialetto nel corso pubblicati dal barnabita P. Branda,
di questi primi anni del secolo 19.”). di cui si può vedere la storia diffusa
Baldi Congr. Baldi Cammillo. Congressi all'art. Branda della Biblioteca degli
civili. Firenze, Vangelisti, 1681. scrittori italiani del conte G. Maria
Bald. Lam. Francesco Baldovini. Il La Mazzucchelli – La Badia di Meneghitt
mento di Cecco da Varlungo, colle – El Cangeler de la Badia di Me
note del Marrini. Firenze, 1817. neghitt – Spassatemp del Tizziroeu
Balestr. Ger. – Gatt. – tim. Balestrieri e del Mennapaes. ecc. (tutti del Ba
Domenico. La Gerusalemme travestita lestrieri) – Meneghin Gambus del
XLVI

Poslaghett a la Badia – Baltramina Chamb. Enc. Dizionario universale delle


(di Carl Andrea Oltolina) – Sposa arti e scienze di Efraimo Chambers,
Luganega, miee de Gambus a Baltra traduzione dall'inglese. Venezia, 1749.
mina – Meneghin Boltriga, del Borgh Cini Des. e Sp. Desiderio e " Fan
di Goss, a la Badia – La Camaretta tastichi. Commedia tropologica di De
di Meneghitt (del Balestrieri). Tutti siderio Cini. Venezia, Decombi 16o7.
stampati in Milano nel 176o. (Miniera di modi e voci pistojesi).
Buonar. Oper. Buonarroti Michelagnolo. Col. Op. mil. Collezione delle migliori
Rime e Prose. Milano, Silvestri, 182 1. opere scritte in dialetto milanese. (In
Buoni Prov. Del Thesoro degli proverbi questi dodici volumi, da me pubbli
italiani di Tomaso Buoni cittadino cati nel 1816 coi tipi del Pirotta in
lucchese. Venetia, Ciotti, 16o6. Milano, esistono poesie dell'Albano,
Burch. Rim. Burchiello. Rime. Firenze, del Varese, del Lomazzo, del Larghi,
Giunti, 1658 – Vedi anche sotto Don. dell'Oltolina, dell'Imbonati, del But
Caland. La Calandria. Commedia di M. tinoni, del Simonetta, del Supensi,
Bernardo Divizia da Bibbiena. Londra, del Zanoja, del Zanella, del Ceva,
1788 (La cito per atti e scene ). del Corio, del Giulini, del Bossi, del
Cant. Carn. Tutti i Trionfi, Carri, Ma Parini, e d'altri, dalle quali pure ho
scherate o Canti carnascialeschi andati tratta qualche voce per questo Vocab.)
per Firenze del tempo del Mag. Loren Comp. Pellegr. – Lad. Comparini Lo
zo de' Medici. Cosmopoli (Lucca), 175o. renzo (fiorentino). Il Pellegrino e il La
Car. Apol. – Com. – Lett. fam. – Lett. dro Comedie. Venezia, Giolito, 1554.
neg. – Stracc. – Am. past. Caro (com Cors. Torracch. Corsini Bartolomeo. Il
mendator Annibal). Apologia degli Ac Torracchione desolato, ecc.Leida, 1791.
cademici di Banchi di Roma contra Coss. Comp. Cossa Angelo. Componimenti
M. Lodovico Castelvetro da Modena. – Milano, Visaj, 1858 (Cito la pa
Parma per Seth Viotto, 1558 – Com gina delle commedie milanesi).
mento ad alcuni versi del Molza. Bal Cr Vocabolario della Crusca. Napoli,
dacco, 1787 – Lettere famigliari. pel Porcelli, 1746.
Padova, Comino, 1749 – Lettere Cr. anon. Vocabolario della Crusca;
scritte a nome del Farnese, ivi, Co esemplare della terza edizione che io
mino, 1765 – Gli Straccioni, com posseggo, in cui sono parecchie giun
media. Firenze, Giunti. te e note marginali d'un anonimo il
Carl. Svin. Carli P. F. La Svinatura. quale, per la natura medesima di esse
Firenze, 1816. note e per la maniera che usa così nel
Cast. Cort. Castiglione c. Bald. Il Libro definire le voci che trae esclusivamente
del Cortegiano. Padova, Comino, 1766. da alcune opere del Galileo, del Segne
Cast. e Flat. Diz. Castelli e Flathe. Nuovo ri, del Magalotti, e dell'Allegri, come
Dizionario ital. e tedesco. Lipsia, 1782. nello spiegare occasionalmente alcuni
Cat. Prat. Matem. Pietro Cataneo Senese. "; toscani mancanti nel Dizio
Le Pratiche delle Due prime Matema nario, mi pare un Toscano e Accade
tiche, ecc. Venezia, Griffio, 1567. mico esso pure stato deputato a spo
Cecch. Masch. – Sam. – Prov. Cecchi gliar quelle opere per arricchirne la
Gio. Maria. Le Maschere e il Samari quarta impressione del Vocabolario,
tano Commedie. Firenze, Pagani, 18 18 Crud. Op. Crudeli (dottor Tommaso) Ri
(Per le altre sue commedie cito l'ediz. me e prose. Parigi, Molini, 18o5. -

del Teatro comico fiorentino antico). Dat. Lep. – Lett. Lepidezze di spiriti
Cecchi Pell. – Diam. – Hiv. – Sciam. – bizzarri, e curiosi avvenimenti de
Mart. Cecchi Gio. Maria Le Pellegrine scritti da Carlo Roberto Dati (colle note
– Il Diamante – I Rivali – 1 Scia del Moreni). Milano, Sonzogno, 1829
miti – ll Martello (Pezzi di tali com – Lettere. Firenze, Magheri, 1825.
medie inseriti nel libro intit. Dei Pro Davanz. Itagn. Davanzati Bernardo. Del
verbj toscani. Milano, Silvestri, 1858). modo di piantar e custodire una ra
Cecchi Prov. Dichiarazione de Proverbi gnaja ecc. Firenze, Toſani, 179o.
di Gio. Maria Cecchi inserita nel libro Daz. Merc. Dati e Tasse diverse di quello
intitolato : Dei Proverbi toscani, ecc. si doverà pagare per le mercantie e
Milano, Silvestri, 1858. robbe sottoposte al pagamento del Da
Cell. Vit. Vita di Benvenuto Cellini, ecc. tio della Mercantia " Città di Mila
Milano, Bettoni, 182 1 – (Dell'Ore no, ecc. Milano, 1786.
ficeria cito l'edizione milanese dei Dict. prov. Dictionnaire provençal. Mar
Classici italiani). seille, 1785, chez Jean Mossy.
Ces. Cr. Cesari Antonio. Vocabolario della Diz. art. Dizionario d'artiglieria de'ca
Crusca ristampato in Verona nel 1896. pitani Carbone e Arno, Torino, 1855.
XLVII

Diz. bol. Dizionario della lingua italiana. Font. Diz. econ. Fontana (P. Glicerio).
Bologna 1819, fratelli Masi e C. Dizionario universale economico-rusti
Diz. mil. Dizionario militare italiano di co. Milano, per l'Agnelli, 1764.
G. Grassi. Torino, 2." edizione, 1855. Forc. Lev. Forcellini. Lexicon totius la
Diz. mus. Dizionario della Musica del tinitatis. Padova, 1826 al 1854.
dottore Pietro Lichtenthal. Milano, per Franc. Voc. Franciosini. Vocabulario e
Antonio Fontana, 1826. spannol-italiano Venezia, Barezzi, 1645.
Diz. nap. Vedi Voc. un. Fren. Espres. Frencia (prete Giuseppe).
Diz. parm. Dizionario parmigiano-italiano Espressioni naturali e famigliari cor
di Ilario Peschieri. 2.* edizione. Borgo " da altre metaforiche o figurate.
san Donnino pel Vecchi, 1856-58. Torino, Reycends e Soffietti, 1792.
Diz. ſi Dizionario domestico pavese Gagl. Voc. Vocabolario agronomico ital.”
italiano. Pavia, Bizzoni, 1829. di G. B. Gagliardo. Napoli, Trani, 1815.
Diz. sac. Magri Dom.° Notizia de vocaboli Gall. Pom. It. Pomona Italiana di Gior
ecclesiastici. Venezia, Baglioni, 1752. gio Gallesio. Pisa, Capurro, 1817-59.
Diz. sar. Dizionario sardo-italiano del Galliz. Ist. bot. Istituzioni botaniche di
sac. Vincenzo Porru. Cagliari, stam G. Gallizioli. Firenze, Daddi, 1812.
peria arcivescovile, 1852-54. Gar. Bat. – Tob. Garioni (P. F. Alessan
Diz. ven. Dizionario del dialetto vene dro). La Batracomiomachia d'Omero
ziano di Giuseppe Boerio. Venezia, parafrasata in ottave milanesi. Mila
per Andrea Santini, 1829. no, pel Motta, 1795 – Il Tobia,
Don. Zuc. – Com. Burch. – Libr. – Marm. l" in sesta rima milanese. Mi
Doni (Antonfrancesco, fiorentino). La ano, Pirotta e Maspero, 18o8.
Zucca. Venezia, Farri, 1592 – Rime Gel. Er. – Spor. Gelli L'Errore. – La Spor
del Burchiello comentate dal Doni. ta. Commedie. Firenze, Giunti, 16o2.
Vinegia, Marcolini, 1555 (libro che Gh. Enc. – Voc. Gherardini (dottor Gio
merita resurrezione) – La Libraria. vanni). Enciclopedia domestica, ecc.
Vinegia, Giolito de Ferrari, 1557 – traduzione dal francese. Milano, per
I Marmi, Venezia, Bertoni, 16og P. E. Giusti, 1826 (Cito la voce) –
(Nella Zucca, a p. 11o, il Doni si di Voci e Maniere di dire italiane ad
chiara quasi che libertino in fatto di ditate ai futuri vocabolaristi. Milano,
lingua, ma realmente egli non è tale per G. B. Bianchi, 1858 (Cito la voce).
che ben di rado, e non pare di ul Gigli Reg. – Don Pil. – Sorell. – Voc.
tima autorità nel rispetto di essa). cater. Gigli Girolamo. Regole per la
Duc. Gloss inf. lat. Ducange, Glossa toscana favella. Roma, de Rossi, 172 1
rium ad scriptores media et infimae – Il Don Pilone, Commedia – La
latinitatis. Venetiis, Coleti, 1756. Sorellina di Don Pilone, Commedia
Encycl. Encyclopédie francaise. Livour – Vocabolario cateriniano.
ne, 1772 (Ho fatto uso anche del Gior. agr. Giornale agrario toscano. Fi
l'edizioni di Berna e di Losanna). renze, Pezzati, 1827-8-9-5o-1-2-5 = e
Encycl. pop. Encyclopédie populaire ou Giorn. Georg. Continuazione degli atti
Les sciences, les arts et les métiers dell' I. e R. Accademia economico
mis à la portée de toutes les classes. agraria dei Georgofili di Firenze. Fir.
Paris, Audot éditeur. Piatti, 1818-9-25-25-27-28 - ivi, Pez
Fab. Par. Son. Fabio Varese. Sonetti MSS. zati, 185o-1-2-3-4 = ivi, tipog. Galile
Fac. Piov. Arl. Scelta di ſacetie, motti, jana, 1855-56-57-58-59 (Di questi due
burle et buffonerie del Piovano Ar giornali cito le sole scritture di To
lotto et altri, ecc. Piacenza, Baza scani, o le voci asseverate d'uso tosca
chi, 1594. no dagli scrittori che non sono tali).
Fag. Com. – Rim. Fagiuoli (G. Batti Giul. Mem. Giulini (conte Giorgio).
sta, fiorentino). Commedie. Venezia, Memorie spettanti alla storia, i
go
pel Geremia, 1755 – La Fagiuolaja verno ed alla descrizione della città
o Rime facete. Amsterdam, 1759. e della campagna di Milano ne secoli
Ferr. Orig. Octavii Ferrarii Origines bassi. Milano, pel Bianchi.
lingua italicae. Patavii, 1776. Goz. Op. Opere ai conte Gaspare Gozzi.
Fiacchi Lez. Dei Proverbi toscani. Le Cito pagina e volume dell'edizione
zione di Luigi Fiacchi, ccc. Milano, veneziana 1812 del Molinari.
Silvestri, 1858. -
Grisel. Diz. Grisellini Fr. Dizion. delle
Fir. Trin. – Luc. Firenzuola – La Tri arti e mestieri. Venezia, Fenzo, 1768.
nuzia – I Lucidi. Commedie. Firenze, Gros. Fug. – Piog. – Visc. – Rim. Grossi
Giunti 1552. Per le altre opere di (avv. Tommaso). La Fuggitiva – La
questo autore mi sono servito del Pioggia d'oro – Gio. Maria Visconti
l'ediz. pisana di Capurro del 1816. – Altre Rime milanesi o edite o mss.
2KLVIII

Guadag. Poes. Raccolta delle Poesie gio Merl. Coc. Poesie di Merlin Cocajo o
cose del dottor Antonio Guadagnoli Teofilo Folengo, Amsterdam, 1771.
d'Arezzo. Italia, 1855. Mich. Petri Antonii Micheli Nova planta
Guar. Idrop. La Idropica com. del cav. rum genera. Florentiae, Paperini, 1 729.
Battista Guarini. Firenze, Giunti. Min. Dizionario della lingua italiana.
Intr. Giuoch. – Pellegr. Bargagli Giro Padova, tipog della Minerva, 1827-5o.
lamo sanese (sotto il nome accad. di Mitterp. El. Mitterpacher. Elementi d'a
Materiale Intronato). Dialogo del giuo gricoltura. Milano, 1794.
chi che nelle vegghie sanesi si usano. Monig. Giovannandrea Moniglia. Poesie
Venezia, 1581 – La Pellegrina, Co drammatiche. Firenze,Vangelisti, 1698.
media. Siena, Bonetti, 1589. Cito scene, atti e titolo dei drammi.
John. Dic. Johnson. Dictionary of english Monos. Angeli Monosinii Floris italicae
language. London, 1755. linguae libri novem. Venetiis, apud Jo.
Lal. En. Lalli Gio. Battista. L'Eneide di Guerilium, 16o4 (Cito la pagina. Il
Virgilio travestita. Venezia, Zatta, 1796. Monosini era toscano, e i dettati che
Lanc. Voc. crem. Saggio di Vocabolario egli registra leggonsi per la più parte
cremonese, MSS. di Vincenzo Lancetti nei comici fiorentini ancorchè i dizio
gentilmente donatomi dal ch.. autore. marj italiani gli abbiano dimenticati).
Last. Op. Corso d'agricoltura pratica, ecc. Moroz. Cas. cont, Morozzi Ferdinando,
del Lastri. Firenze, pel Pagani, 179o. Delle case de contadini.
Lip. Malm. Lorenzo Lippi. Il Malmantile Mosc. Poesie mss. milanesi del curato
racquistato. Milano, Classici ital. 18o7. Mosca esistenti nell'Ambrosiana.
Lor. Med. Poes. – Canz. Poesie del M. Lorº Nel. Com. Nelli (dot. Jacopo Angelo, sane
de' Medici. Bergamo, Lancellotti, 1765. se). Commedie. Milano, Agnelli, 1762.
– Canzoni a ballo. Firenze, 1568. Neri Art. Vetr. L'Arte Vetraria distinta
Mag. Cons. Men. – Baron Birb. – Manc. in libri sette del R. P. Antonio Neri,
– Fal. fil. – Conc. Men. – Rim. Fiorentino, ecc. Venezia, Batti, 1665.
Maggi (Carlo Maria). I Consigli di Me Nesi Diz. Nesi (ab. Lorenzo). Dizionario
neghino, il Baron di Birbanza, il Man ortologico pratico della lingua italia
comale, il Falso Filosofo, il Concorso na. Pavia, Bizzoni, 1825.
de Meneghini, Rime. Milano, 17o1. Nov. aut. fior. Novelle di alcuni autori
agal. Oper. – Let dilet. – Let. ateis. fiorentini. Londra, Bancker, 1795.
Magalotti conte Lorenzo. Operette va Nov. aut. san. Novelle di autori sanesi.
rie. Milano, Silvestri, 1825 – Lettere Londra, Bancker, 1796-98. (Cito tomo
dilettevoli. Venezia, 1825 – Lettere e pag. – Ho però scelto da questi scrit
famigliari, ecc. Milano, Silvestri, 1825. tori le sole voci di buon conio e man
Magr. Diz. sac. V. Diz. sac. canti affatto di corrispondenza nei
Man. Vegl. Le Veglie piacevoli, ecc. di dizionari, omettendo sempre i sane
Dom. Maria Manni Venezia, Zatta, 1762. sismi non necessari, come salettiera
Mart. Lett. Il primo libro delle Lettere per saliera e simili, o i franzesismi in
di Nicolò Martelli. Firenze, 1546 – sanesati come soglioso per sucido, ecc.,
(Questo scrittore non fu annoverato o le frasi di mal conio, come Guidarla
fra i testi di lingua dagli Accademici torta e sim., o i dettati men che onesti).
forse, più che per altro, per quanto Ol. Uc. L'Uccelliera, ecc. di Pietro Olina.
disse a pag. 67, 72, 82, 85 e 9o di Milano, tip. Motta di M. Carrara, 1858.
questo suo libro. Egli però fu tra i Onom. rom. Onomasticum romanum del
fondatori dell'Accademia fiorentina Felici. Venezia, Baglioni, 17o5.
che l'ebbe a consolo più volte, ed usa Ors. Mon. Storia delle monete della Re
lingua piana e di buon conio. Anche pubblica Fiorentina data in luce da
la lettera ch'egli scrisse al Firenzuola Ignazio Orsini Accademico Fiorentino,
perseguitato, e che leggesi nell'opere Apatista, ecc. Firenze, Viviani, 176o.
di quest'ultimo a p. 275 e seg. del tomo Pac. Vita e avventure di Marco Paci
II, prova che egli era di merito gran ni, ecc. Milano, Stella, 183o-51 – Si
de, ma tale da non piacere ai più). cita per canti e sestine.
Martig. Met. Martignoni. Nuovo Metodo Pac. Arit. – Div. Prop. Summa de Ari
per la lingua italiana. Milano, 1745 thmetica Geometria Proportioni e Pro
(Quest'opera ignorò o mostrò d'igno portionalità, ecc. Venezia, 1494 –
rare l'Alberti nel promettere la sua Della divina proporzione. Venezia,
Tavola sistematica; e questa poco fe per Paganino dei Paganini, 15o9 (Che
licemente imitò il picciolo Dizionario queste opere siano di fra Luca Pa
sistematico stamp. in Brescia nel 181o). ciolo dal Borgo San Sepolcro, o che
Men. Orig. Menagio Egidio. Origini della da lui siano state involate al pittore
lingua italiana. Ginevra, 1685. Pietro della Francesca pure di quel
XLIXt

borgo, e pubblicate per sue come dice proverbial, ecc. par Philibert Joseph
il Vasari a pag. 56o e 565 delle sue Le Roux. Amsterdam, 175o.
Vite di pittori, e come a pag. 25 della Sacc. Rim. Saccenti (Gio. Santi, da Cer
Div. Prop. pare che questo frate con reto). Rime piacevoli. Roveredo, 1761.
fessi egli stesso, poco monta al mio Sans. Pall. La Villa di Palladio Rutilio
scopo. Esse in ogni modo sono di scrit Tauro Emiliano tradotta per Francesco
tore toscano, e ricche di molte voci Sansovino (fiorentino). Venezia, 156o.
della scienza mancanti nei dizionarj). Sar. Alb. Sartorelli. Degli alberi indigeni
Pan. Poet. – Viag. Barb. Il Poeta di ai boschi dell'Italia superiore. Milano,
Teatro, romanzo poetico di Filippo Baret, 1816.
Pananti da Mugello. Milano, Silvestri, Savj Orn. tosc. Savj (dottor Gaetano).
1817 (Col primo numero indico il Ornitologia toscana. Pisa, 1827 al 1851.
canto, col secondo la sestina) – Viag Scap. Op. Opera di M. Bartolomeo Scappi,
gi in Barberia. Milano, Stella, 1817. cuoco secreto di Papa Pio Quinto. Ve
Paol. Op. Opere agrarie del sac. Ferdi nezia, Vecchi, 16o5 (Dove sta Scap.
nando Paoletti. Firenze,Cambiagi, 1789. Op. fig. intendasi esistere la voce in
Passav. Spec. Pen. Lo Specchio di vera calce alle figure annesse a quell'opera).
penitenza di fra Jacopo Passavanti. Schrev. Ler. Schrevelii Lexicon graco
Venezia, Bortoli, 1741. latinum. Patavii, 1687.
Pauli. Sebastiano Pauli. Modi di dire Som. Men. Sommaruga. Il Meneghino criti
toscani ricercati nella loro origine. co. Almanacco contin. dal 1775 al 1789.
Venezia, per Simone Occhi, 164o. Spad. Pros. P. Placido " Pro
Pecor. Il Pecorone di ser Gio. Fiorenti sodia italiana. Bologna, 17o4.
no. Milano, Silvestri, 1815 (Col primo Stat. Statuta Mediolanensia, 1552.
num. indico il vol., col secondo la pag.). Stat. Par. Statuti dei Paratici (cioè delle
Pelliz. Poes. Poesie in dialetto milanese capitudini dell'arti) milanesi esistenti
di Carlalfonso Pellizzoni. Milano, 1855. nell'Ambrosiana.
Pertus. Rim. Rime milanesi del conte Strat. Dizionario di marina di S. Stra
Franc. Pertusati. Milano, Pirotta, 1817. tico. Milano, Stamp. Reale, 1815-16.
Poes. var. mil. Poesie varie milanesi, Tac. Dav. Ann. – Stor. – Vit. Agr. –
taccuini, commedie di anonimi, ecc. Caus. Perd. Eloq. – Post. Tacito vol
Pol. Ingan. – Diz. Adriano Politi Sanese. garizzato da Bernardo Davanzati, cioè
Gli Ingannati degl'Intronati (La cito per Annali – Storie – Vita d'Agricola –
atti e scene; l'edizione che io posseggo Delle Cause della perduta eloquenza
è senza paginatura e manca del primo – Postille. Venezia, Storti, 1658.
foglio A; mi pare del 1557, e aldina). Tan. Poes. Tanzi (Carl'Antonio). Alcune
Porta Rim. Carlo Porta. Rime milanesi. poesie milanesi ec.Milano,Agnelli, 1766.
Cito l'edizione mia del 1814 (tomo Tar.fir. Tariffa delle gabelle per Firenze.
XII della Collezione delle migliori In Firenze, Cambiagi, 1781.
opere scritte in dialetto milanese), Targ. Ist. – Diz. Targioni Tozzetti (dot
quella di Vincenzo Ferrario, Milano, tor Ottaviano). Istituzioni botaniche.
182 1, quella delle Poesie inedite, Ita Firenze, 1815. – Dizionario botanico
lia, 1826; e per ultimo le Poesie non italiano. Firenze, 18og. -

mai pubblicate che ho io. Targ. Viag Targioni Tozzetti (dottor


Pr. fior. Prose fiorentine. Venezia, Re Giovanni). Relazione d'alcuni viaggi
mondini, 1751-4(cito parte, vol. e pag.) fatti in diverse parti della Toscana.
Pr. merc. Liv. Prezzi mercantili di Livorno. Firenze, Stamp. Imperiale, 1751.
Faz. Bal. – Gost. La Balia – La Gostanza, Tass. Secch. Tassoni Alessandro. La Sec
Commedie di messer Girolamo Razzi. chia rapita. Modena, Soliani, 1744.
Firenze, Giunti, 1564-5. Tom. Sin. Nuovo Dizionario dei Sino
Re Ann – Ort. Re (cav. Filippo) An nimi della lingua italiana di N. Tom
nali dell'agricoltura del regno d'Italia. maseo. Firenze, Pezzati, 185o.
Milano, pel Silvestri – L'Ortolano Trin. Ag. L'Agricoltore sperimentato di
dirozzato. Milano, pel Silvestri, 181 1. Cosimo Trinci pistoiese. Venezia, 1785.
Redi Op. Redi dottor Francesco. Opere. (Non ne cito che le pagg. 1 a 265,
Napoli, Stasi, 1778. stante che le altre sono evidentemente
Ric. fior. Ricettario fiorentino. d'autori diversi non toscani). -
Rom. Op. Romani (ab. Giovanni). Opere. Vanz. Dizionario della lingua italiana di
Milano, Silvestri, 1825-27. Carlant. Vanzon. Livorno, 1826 al 1857.
· Ronc. Diz. Ronconi Ignazio (fiorentino). Var. Erc. – Suoc. Varchi (mes. Benedet
Diz.d'agricoltura Venez. Sansoni, 1771. to). L'Ercolano, Dialogo. Padova, pel
Roua Dict. Dictionnaire comique, saty Comino, 1744. – La Suocera. Firenze,
rique, critique, burlesque, libre et Sermartelli, 1569 (Cito atti e scene).
L

Par mil. Ignazio Albani (o, secondo Voc. piac.Vocabolario piacentino-italiano


altri, Giuseppe Milani). Varon mila di Lorenzo Foresti. Piacenza, fratelli
nes de la lengua de Milan e Prissian del Majno 1856, e Appendice 1858.
de Milan de la parnonzia milanesa. Voc. piem. Cap. Dictionnaire i"
Milano, Como 16o6, e Marelli 175o. francais par le comte Capello de San
Pas. Le Vite de' più eccellenti architetti, franco. Turin, Bianco, 1814.
pittori e scultori italiani, ecc. di Gior Voc. piem. Pip.Vocabolario piemontese(di
gio Vasari. Firenze, Giunti, 155o. Maurizio Pipino).Torino,St. Reale, 1785.
l’esp. Lett. Vita e Lettere di Amerigo Voc. piem. Pon. Vocab.º piemontese del
Vespucci raccolte e illustrate dall'abate sac. Michele Ponza, Torino, 185o-55.
Angelo Maria Bandini. Firenze, 1745. Voc. piem. Zal. Dizionario piemontese
Vieri Trat. Trattato di m. Francesco italiano latino e francese ai prete Ca
de Vieri cognominato il Verino Se simiro Zalli. Carmagnola, Barbie, 185o.
condo cittadino fiorentino nel quale Voc. reg. Vocabolario reggiano-italiano.
si contengono i tre primi libri delle Reggio. Torreggiani e C. 1852.
metheore ecc. Fiorenza, Marescotti, Voc. sic. Vocabolario siciliano dell'ab. G.
1582 (Libro di ottimo conio per chi Pasqualino.Palermo-Stamp.Reale, 1785.
ama scriver bene nelle scienze naturali). Voc. ven. pad. Vocabolario veneziano e
Voc. aret. Vocabolario di alcune voci padovano (dell'abate Gaspare Patriar
aretine fatto per ischerzo da Francesco chi). Padova, Conzatti, 1796.
Redi Aretino. MSS. – (L'illustre Pro Voc. ver. Embrioni di Vocabolari vero
fessore dell'I. R. Università di Pavia, nesi stamp. a Verona del 1815 e 1821.
D. Vittorio Aldini, di cui la Repubblica Voc. un. Vocabolario universale italiano
letteraria apprezza le erudite Lezioni compilato a cura della Società tipograf.
d'archeologia e i dotti Compendi di Tramater e c., Napoli, 1829 al 1859.
diplomatica e numismatica stampati dal Vol. Stag. Volonteri Carlo. I Stagion.
Fusi in Pavia nel 1858, possiede, come Milano, Pirotta, 1822.
molte monete e medaglie antiche le Zan. Sch. com. – Gel. Cr. – Rag. van. –
quali ha esposte a utile pubblico nel Cr. rinc. – Ritr.figl. Saggio di scherzi
gabinetto numismatico dell'Università comici del Zannoni: cioè Le Gelosie
ticinese, così molti pregevoli mano della Crezia – La Ragazza vana e
scritti greci, latini e d'altri idiomi e civetta – La Crezia rincivilita – Il
italiani del buon secolo. Fra questi Ritrovamento del figlio. Firenze, 1825.
ultimi è anche il Vocabolario aretino Zanob. Nuovo Dizionario portatile della
del Redi del quale mi fece copia il dot lingua italiana compendiato da Gio.
tissimo professore). Cito la voce. Zanobetti. Livorno, 1827-57.
Voc. berg. Vocabolario bergamasco ita
liano fi di G. B. Angelini. MSS. = Per tutti i così detti testi di lingua
Voc. bol. Bum. Vocabolista bolognese di non ispecificati per esteso qui sopra
Gio. Antonio Bumaldi (detto Ovidio e citati nel mio lavoro, se ai luoghi
Montalbani). Bologna, pel Monti, 166o. delle citazioni non è indicata l'edizione,
Voc. bol. Ferr. Vocabolario bolognese di si debbe intendere essersi fatto uso di
G. Ferrari. Bologna, alla Volpe, 1855. quella milanese de Classici italiani.
Voc. bresc. Vocabolario bresciano e to = Pei passi estratti dalle Commedie
scano. Brescia, pel Pianta, 1 59. del Cecchi, del Lasca, dell'Ambra,
Voc. bresc. Melch. Vocabolario bresciano del Salviati, e dalla Tancia del Buonar
italiano di Pietro Melchiorri. Brescia, roti, cito per atti e scene il Teatro co
Franzoni, 1817, e Appendice 182o. mico fiorentino pubblicato in Firenze
Voc. cast. Vocabolario castigliano, ecc. nel 175o, senza nome di stampatore
Madrid, Hierro, 1726. = Dove è detto Rime o Poema d'un au
º" Vocabolario ferrarese-italiano tor pisano s'intenda di quel poeta che
dell'ab. Francesco Nannini. Ferrara, Tenne sempre la destra in esercizio
Rinaldi, 18o5, e Appendice 1815. Sulla vile ignoranza e l'empio vizio.
Voc. mant. Vocabolario mantovano di z= Dove è detto Poema d'un autor cor
Franc.Cherubini. Milano, Bianchi, 1827 tonese intendasi di quello che cantò
Voc. march. Raccolta di voci romane e Gli uomini di mala inclinazione

marchiane, ec. Osimo, Quercetti, 1768. Con prediche ridotti al pentimento.


Voc. nap. Vocabolario delle parole del = Per le molte altre opere citate,
dialetto napoletano, ecc. Napoli, 1789. ualora non sia specificata l'edizione,
Sta nei tomi 26 e 27 della Collezione s'intenderà o l'originale o la più co
di tutti i poemi in lingua napoletana. nosciuta comunemente.
- T A V O LA
-

DELLE ALTRE ABBREVIATURE.

ab. o abus. o abusiv. abusivamente. reg. registrato.


ac. o accr. o accresc. accrescitivo. sost. sostantivo.
ad. addiettivo. sch. o scherz. scherzevole.
ag. aggiunto o aggettivo. seg. seguente.
A. M. o Alt. Mil. Alto Milanese. sen. senso, sentimento.
ant. antico, anticamente. sig. o signif significato.
ass. o assol. assolutamente. sing. singolare.
av. avverbio. sp. o spag spagnuolo.
avvil. avvilitivo. stan. stanza.
barb. barbarico. superl. superlativo.
B. M. o Bas. Mil. Basso Milanese. T. Termine, e così T. de For., T. degli
br. o brianz. brianzuolo. Stamp., Termine de'Fornaj, Termine
cant. canto.
degli Stampatori, ecc.
ch. chiaro. ted. tedesco.
conn. comunemente. V. Vedi.
comic. comicamente. V. Voce,
cont. o contad. contadinesco. v. ant. voce antica.
dett. dettato. v. a. del Var. mil. voce antica del Va
dim. diminutivo. ron milanese.
dis. disusato. v. b. voce bassa.
diz. o dizion. dizionario. v. br. o v. brianz. voce brianzuola.
esag esageratamente. v. cont. o v. contad. voce contadinesca.
escl. o esclam. esclamazione. v. dell'A. M. voce dell'Alto Milanese.
f. o fem. femminino. v. dis, voce disusata.
fam. famigliare o famigliarmente. verb. verbo.
fig. figurato o figuratamente. vez. vezzeggiativo.
fr. frase. v. g. o v. gr, voce greca.
franc. o fr. francese. v. l. o v. lat. voce latina.
freq frequentativo. voc. o vocab. vocabolario.
ger. gergo. volg. volgare, volgarmente.
gr. greco. volg. it. o ital. voce di uso comune in tutta
id. o idiot. idiotismo. Italia per quanto si rileva non dagli
ingl. inglese. autori, ma dagli avvisi, dai foglietti, ecc.
it. o ital. italiano. (“aret.) voce dell'uso aretino.
L. nome linneano.
(*fior.) voce dell'uso fiorentino.
lat. latino. (*lucch.) voce dell'uso lucchese.
m. o masc. mascolino.
(*pist.) voce dell'uso pistoiese.
man. maniera.
(*rom.) voce dell'uso romano.
m. b. modo basso.
(“san.) voce dell'uso sanese.
met. metaforicamente. (*tosc.) voce dell'uso toscano in genere.
mod. moderno. ? voce dubbia.
or o orig originaria, originariamente. . . non fu trovata la voce italiana.
p. e o p. es. per esempio. Le iniziali majuscole d'una voce ripetute
peg. peggiorativo. dopo di essa e seguite dal punto indi
pl. plurale. (mente. cano ripetizione della stessa voce. Così
Prov. proverbio, proverbiale, proverbial in Mandorla galetta, M. premice quel
Provenz. provenzale, l'M. s'ha a leggere ripetendo Mandorla.
voCA B o LA RIo
MILANESE – ITALIANO.

ABA A BE

A. Prima lettera dell'alfabeto. Noi la Abaaghicc. Chiericuzzo. Chericuzzo. Nome


vogliamo sempre maschile: l'Italiano denotante abbiezione nelle persone di
pure dice per solito Un A grande, questa classe. I Nap. direbbero uno
Gli A minuscoli; ma talvolta fa questa Scolagarraſelle, cioè, come noi di
voce di genere femminile dicendo per remmo, Scolaorzau.
es. La A è la prima fra le cinque Abàcch. T. arit. Abbaco.
vocali, sottintendendovi lettera, e per Abachin. Librettine. s. f.pl. Libretto che
questo appunto non usandola così che insegna i primordi dell'abbaco.
nel solo numero del meno. Abadin, Abatuzzo. Abatino.
A per Eglino dicono i contadini: p. es. Abadón. Abatone. -

A mangen. Mangiano o Essi mangiano. Abandón, ecc. V. Bandón, Bandonà, ecc.


À. Eh. Questo à o ha, pronunziato con Abàss. Abbasso – Notisi che noi pure in
certa forza e strignendosi nelle spalle, vece di Abass diciamo Abasso (in via
vale per atto di sprezzo o d'impa di esclamazione imperiosa, e come se
zienza, e corrisponde al fr. Tarare; ci mettessimo sul grave col parlare
con esso mostriamo beſſarci di quello grammaticalmente), ma solo ne teatri
che altri dice, o non prestarvi cre o altrettali luoghi quando vogliamo
denza. Vale ancora per No. V. Off. che si cali il sipario, o che altri si
Aàn o Ahn. Ah. Interiezione usata da cavi il cappello o si segga per lasciarci
chi mostra rammemorarsi di qualche libero il prospetto, o vero che si
cosa. Aan sì. Ah sì. taccia chi sta altercando.
Aàn. Eh. Si usa per interrogare. Abastànza. Abbastanza. A bastanza.
Abàa. Abate. Abbate. Abàtt. Abbattere.
Mandà a l'abaa Fossaa. . . . . Di Abattimént. s. m. Abbattimento.
ciamo scherz. per Buttare in un fosso Abattùu. Abbattuto – Sentiss abattuu.
cani, gatti, e simili bestie. Sentirsi accasciato, affranto, infiac
Respond i fraa come ha intonaa chito, aggravato delle membra.
l'abaa. V. Fràa. Abdicà. Abdicare. Fare abdicazione o
Abàa. Consolo. Capo e magistrato d'un'ar rinunzia abdicativa.
te (badia) – L'abaa di oreves. Il Abecée. Abbiccì. L'alfabeto.
consolo dell'arte degli orefici – Dalla Savè nanca l'abecée. Non sapere l'ab
nota che leggesi alla stanza 26.º can biccì. Essere più grosso che l'acqua
tare terzo del Malmantile pare che - de'maccheroni. Essere ignorantissimo.
anche in Toscana si usasse Abate per Abel. Abile.
capo o consolo di un'arte – Anche Abelli, ecc. V. Belli, ecc. -

a bagni di Pisa i bagnajuoli creavano Abet. Abito – Noi però usiamo la voce
un capo e lo chiamavano Abate(Editto Abet solo in sig. di quella veste od
toscano 12 giugno 1597). assisa con cappuccio che s'indossano,
I cl. I. l
A BO (2) ACE
i fratelli delle confraternite del San Abondanzids v. Bondanziòs.
tissimo o simili. In altro sig. diciamo Abondra. Per tempo. La mattina a buona
Vestii. V. ora o di buon'ora.
Vess scritt in l'abet. . . . . Essere A tutt'abonora. V. Abonorissima.
ascritto a una confraternita. Abonorissima. Per tempissimo (Boccac.
Abet de la Madonna. s. m.pl. Scapolare. Giorn. V, nov. 5.º in principio, e Sac
Abitino di devozione. Si chiamano così chetti II, 11o). Ad assai buon'ora.
due pezzetti di panno attaccati a due Abonoròtta. V. Ora.
nastri da portar appesi al collo in Abordà, ecc. V. Bordà, ecc.
onore della B. Vergine del Carmine. Aborri, ecc. V. Borri, ecc.
Vess scritt in di abet. Aver l'abitino Abòrt. Aborto. Sconciatura.
di devozione. -
Abortì. Abortire – Freggiare(“fior.) si usa
Abezedàri. Abbecedario. Abbiccì; e bass. parlando delle bestie.
Abbiabbè. Libricciuolo col quale s'in Abòzz. V. Sbòzz.
segna l'alfabeto. Abrèj. V. Ebrèj.
Abezée. Abbiccì. L'alfabeto. Abresgé (in). Compendiosamente. Dal fr.
Abièzz. Abete, e antic. Abezzo. Il Pinus En abrege.
abies dei bot. – V. anche Pèscia. Abreviadùra. Abbreviatura – Titolo.
Abiglià. Abbigliare. -
Absénzi. . . . . Liquore assenziato, cioè
Abigliàa. Abbigliato. con infusovi l'assenzio, erba amaris
Abigliamént. Abbigliamento. sima, che è l'Artemisia pontica Linn.
Abilitàa. Abilità. Per es. El gh'ha di gran Abùs. Abuso, e ant. Abusione o Misuso. Mal
abilitàa. Egli ha di molte abilità, di uso – On gran brutt abus. Abusaccio.
molte doti. - -

Abusà. ) Abusare. Abusarsi, e antic.


Abilitàa. Ardire. Ardimento. Temerità. Abusàss. ! anche Soprusare.
Audacia. Per es. El gh'ha avuu l'abi Abusiv. Abusivo.
litàa de negàmel. Osò negarmelo – Abusivamént. Abusivamente.
V. anche Belitàa. Aca. Acca. Lettera dell'alfabeto – No
Abinàss. Adunarsi. Unirsi. Concertarsi. varì on'aca. Non valer un'acca. V.
Accordarsi. -

Sgiaffa.
Abiss. Abisso. Precipizio. Acadèmia. V. Cadèmia.
Abitànt. Abitante. Abitatore – Abitatrice. Acàr. V. Car.
Aboccà. V. Boccà. -
Acasgiò. Acagiù(Targ. Ist. in Cassuoium
Aboccàa. Ad. di Vin. V. pomiferum). Legno bianco dell'ana
Aboè idiotismo per Oboè. V. cardio occidentale di cui si fanno
Abominà, ecc. V. Bominà, ecc. mobiglie. Comunemente però chiama
Abonà. Bonificare. Menar buono, far
no così anche il legno di maogani
buono, cioè mettere in conto i danari vecohio e perciò assai colorito. V.
pagati o il credito che si pretende. Mòghen – Altri confondono sotto que
Abonia. s. m. Appaltato(Zan. Diz.). Chi sto nome qualche altro legno di color
gode dell'appalto(abonament). rosso cupo.
Abonamént. Appalto. Convenzione di pa Accentà, Accèss, Accòrd, Accùsa, ecc.
gare in una sola volta o Pagamento ecc. V. Acentà, Acèss, Acòrd, Acùsa,
º così fatto d'una somma per godere a ecc. ecc.,

tempo fisso di cosa soggetta a paga Acciùmm. V. Stranudà.


menti periodici – Abbonare e Abbo Acént. Accento – Segnaccento.
namento nei diz. valgono Approvare, Acentà. Accentare (Gher. Sp.), Accentuare.
aver per buono un conto, ecc. Acèss. . . . . Quella stradetta che dalla
Abonàss. Appaltarsi. Parlandosi di teatri via comune mette alla casa, all'aja,
e simili vale l'agare una data som al podere, ecc. In alcuni luoghi di
ma una volta a fine di avervi ingres Toscana si dice il Callare(Tom. Sin.,
so libero per tutto un corso di recite p. 98) – Per Acess intendiamo anche
o per tutta una stagione teatrale.
Strada privata, purchè non sia co
Abondanza, ecc. V. Bondanza, ecc. mune a più di cinque compossessori.
ACQ (3) ACQ
Acessià. . . . . . . Poco bella voce dei Acqua, Acqua, e con v. a. disus. Aigua.
nostri ingegneri e legali che vale Acqua corenta (e fra i Brianz. eo
Dare accesso. Mettere a un luogo. riva). Acqua corrente. Acqua di vena
Acessista... ... Il minore degl'impiegati corrente. Acqua viva. -

civili subalterni con paga: forse così Acqua de rapinna. Torrente.


detto dal latino Accessor, qui accedit. Acqua e praa, e el speziee l'è bell
Iniziato agli uffizii. e faa. V. Spezie.
Acessòri. Accessorio. Acqua grassa. Acqua crassa,
Acetosa. T. degli Acquaced. Suzzàcchera, Acqua in giazz. Diacciatina. Acqua
e ant. Ossizacchera – L'Acetosa dei gelata.
diz. vale quell'erba che fra noi chia Acqua lava. . . . . . Modo di dire
masi Sanzera. V. che usiamo per iscusarci dell'avere
Acettà. Accettare, e redupl. Riaccettare. imbrattata alcuna cosa.
Acettànt. Accettante. Accettatore – Accet Acqua morta. Acqua morta. Stagno.
tante d'una cambiale dicono i nego Acquamorta. fig. Acqua cheta. Uomo
zianti Colui che accetta la cambiale cupo, o che, benchè stia cheto e nol
per pagarne il valore alla scadenza. dimostri, intenda a far male. Quest'ac
Acettaziòn. Accettazione. que chete rovinano i ponti (dice ſig. il
Aciàcch. Acciacco. Malsania. Magagna. Fag. ne Gen. cor. dai loro fig. III, 12).
Pati di acciacch. Aver degli acciac Acqua per i gonzi. fig. Orpello.
chi. V. Malingher. Orpellamento. Orpellatura. Inorpella
Aciaccos. Malaticcio. V. Malingher. mento. Inorpellatura. Invernicatura.
Acid. Acido. Apparenza di bene, colore.
Acidént. Accidente. Acqua pura. Acqua schietta, cioè
Per acident. Per accidente. A un non acconcia.
bel bisogno. A caso. Per avventura. Acqua salada. Acqua salsa.
Eventualmente. Acqua spessa. Acqua torbida o fan
Acidént (on). Un demonio. On acident gosa. L'acqua lacustre o fiumatica
d'on omm. Un demonio d'uomo. ch'è talvolta torbida per l'agitamento
Acidént. Colpo. Apoplessia – Paralisi. che sommuove la terra del fondo.
Acidentàa. Paralitico. Affetto da paralisi. Acqua sporca. Sciacquatura. Broda
Acidentàa. Apopletico. Affetto da apo – In altro sig. V. a pag. 6.
plessia. -
Acqua tevedinna. Acqua tiepidetta
Acidentalitàa. Eventualità. Caso. Acci o tepidetta o tiepidetta anzi che no.
dentalità. Acqua torbera d'on fium.Acqua alba.
Acidentalmént. Casualmente. Eventual Acqua torbera no fa specc. . . . .
mente. Proverbio il quale ci avvisa che dove
Acidia. Accidia – Omm pien d'acidia. è imperfezione non può essere buon
Accidioso. Accidiato. modello, ed anche non essere schiet
Acòlet. T. eccl. Accòlito. tezza in chi ha cera, parole e maniere
Aconsc acónsc. v. a. Pian piano. misteriose.
Acòrd. Accordo e ant. Accòrdio. Con A quell'acqua che no me bagnano
venzione, accomodamento. -
ghe badi. Tant'è il male che non mi
Andà d'acord. Essere d'accordo. nuoce quant'è il ben che non mi giova.
Star d'accordo. Andare d'accordo. Di quel che non mi cale non ne dico
Concordare – Essere d'accordissimo nè ben nè male. Dicesi di cosa per
dicesi in superl. nello stile famig. noi indifferente.
Andà d'acord in di prezi o in del Andà contr'acqua. V. Andà.
prezi. Essere concordi nel prezzo. Andà in acqua, Dighiacciare. Dicesi
D'amor e acord. D'accordo. Di con di ghiaccio che si sciolga in acqua.
cordia. Concordevolmente. Ad un animo. Andà per acqua i nivol. V. Nivol.
Acqu. s. f. pl..... Malore nelle gambe A sti or foeura de l'acqua? V. Ora.
cui vanno soggette le vacche, le tac Avè o Vess cont on pè a moeuj e
chine, ecc. l'olter in l'acqua. Esser tra l'incudine
ACQ (4) ACQ
e il martello. Pericolare per ogni verso. l'uso di annacquare il vino, e così
Bev domà acqua. V. Bev. i beoni per ischernire gli astemi.
Cagg in acqua. V. Cagg. Lassà andà l'acqua dove la va o
Campee di acqu. V. Campée. per el sò canal o dove la vocur. La
Cavà l'acqua. Attignere acqua. sciar andare l'acqua alla china o
Chi è staa scottaa de l'acqua col all'ingiù. Lasciare che le cose cam
da, se guarda de la freggia. Chi è minino naturalmente senza pigliar
scottato una volta, l'altra vi soffia sene briga.
su. Chi dalla serpe è punto ha paura Lassass vegnì l'acqua adoss. Ri
delle lucertole. Al tempo delle serpi dursi all'olio santo. Lasciarsi sopraf
le lucertole fan paura. fare dalla piena. In proposito di ciò
Corr l'acqua in bocca. Venir l'ac fu detto che E mal per chi ha tempo
qua in su l'ugola. Venir l'acqua o e tempo aspetta, Chè mentre piscia
l'acquolina in bocca. La gola gli fa il can, la lepre sbietta.
come un saliscendo. La gola gli fa Lavorà sott'acqua. Lavorar sott'ac
lappe lappe. Venir voglia. qua o di nascosto. Far fuoco nell'orcio.
Dà l'acqua. Dare l'acqua(così l'Alb. Adoperarsi in checchessia di nascosto.
bass. in ondoyer). Battezzare un bam L'è volt i acqu. La marina è tur
bino fuor di chiesa, dargli l'acqua bata o gonfiata. Dicesi fig. di chi sia
battesimale senza le solennità consue in collera. -

te; il che si fa, anche da persone non L'oeuli el sta dessoravia de l'ac
ecclesiastiche allorchè il bambino lasci qua. La verità sta sempre a galla.
temere della vita, o da chi ne ha il Mett acqua. fig. Metter bene tra al
diritto quando per altre cagioni se cuni. Rappacificare, contrario di Giu
n'abbia a protrarre a lungo il bat gnere o Metter legne al fuoco.
tesimo formale. Mojà in l'acqua. Tuffare. V. Mojà.
Dà l'acqua ai praa, a l'ortaja, ecc. Nol ten pù nè vin nè acqua. La
Inacquare. Adacquare. Irrigare. Dare camicia non gli tocca il culo. Non
acqua ai prati, all'orto, ecc. tocca terra. Non può star ne panni, e
El giugarav in l'acqua. Giocherebbe valgono, Egli è in estrema allegrezza.
sui pettini da lino. Egli ha l'asso nel Omm che bev domà acqua. Bevi
ventriglio. Dicesi di chi è appassio lacqua. Astemio.
natissimo pel giuoco. Omm che va sott'acqua. Palombaro.
El sangu l'è minga acqua (che an Perdes o Negà in d'on cugiaa d'ac
che dicesi El sangu el sporg). Il san qua. Affogarsi in un bicchier d'acqua
gue tira. Dicesi del risvegliarsi alcuna o ne' mocci o alla porticciuola. Rom
inclinazione da natural simpatia, so pere il collo in un fil di paglia. Aom
miglianza o congiunzione di sangue. brare o Inciampare ne'ragnateli. In
Fà acqua in barca. Fare acqua. En ciampar nelle cialde o ne' cialdoni.
trar l'acqua per una falla, cioè per Morir di fame in Altopascio o in un
qualche apertura, in barca. forno di schiacciatine o in una nave
Fà on boeucc in l'acqua. Fare un di biscotto o in una madia o in un
buco nell'acqua. Andare per acqua forno di schiacciate cotte.
cql vaglio, e bass. Fare una vescia. Pestà l'acqua in del mortee. Bat
Riuscir male nel proprio disegno. tere o Pestare o Diguazzar l'acqua nel
Fà vedè in che pè d'acqua s'è. V. Pè. mortajo. Fare cosa inutile.
Fà vegnì l'acqua ai dent. Far ve Pian barbee che l'acqua la scotta.
nire l'acquolina in bocca. Pian, barbier, che il ranno è caldo
Gioeugh d'acqua. V. Gioeügh. o il ranno cuoce.
L'acqua la fa marscì i fondament Scappà comè el diavol de l'acqua
o L'acqua l'è bonna de lavass i pee. santa. Fuggire come il diavolo la croce.
L'acqua rovina e rompe i ponti. L'ac Scriv in l'acqua. Seminar nell'arena.
qua fa marcire i pali. Così dicono i be Sincer comè l'acqua del Lamber.
vitori di vin pretto, come per dannar V. Làmber.
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Stà dessoravia de l'acqua. Galleg Andà o Vess tutt in d'on'acqua. Tra
giare. Stare a galla. sudare. Esser tutto molle di sudore.
Stà lontan come el dianzen de l'ac Stillarsi dal caldo.
qua santa. V. sopra Scappà. S'cioppà l'acqua..... Nelle incinte
Tirà l'acqua al sò molin. V. Molin. prossimissime al parto dicesi dello
Trà foeura l'acqua de la barca o sgorgare l'acque dell'amnio, che è
di foss. Aggottare. una delle tuniche nelle cui acque
Trass a l'acqua. Scorrere la caval nuota il feto. Sgorgar le acque dice
lina. Darsi buon tempo. Ruggieri nel Diz. di chirurgia. Il Voc.
Vegni, a l'acqua ciara. Vedere in di Bologna registra l'Acqua dell'am
quant'acqua si peschi. Cavar la volpe nio e l'Acido amnico.
fuori della buca. Vegni foeura l'acqua d'ona vessi
Venna d'acqua. Rampollo. Vena. ghetta. Scoppiare una bollicina acqua
Vess dò gott d'acqua. V. Gótta. fuola.
Vorè rivà a l'acqua ciara. Voler Vegni giò l'acqua di ceucc. Uscir
vederne l'acqua chiara. acqua dagli occhi, cioè uscirne l'u
Acqua. Pioggia. Acqua piovana o di mor lagrimale.
pioggia. Piovana ass. Vegni l'acqua ai ceucc. Imbambolare.
Acqua de vilan che la passa el ga- | Acqua. Acqua in senso di acqua artifi
ban. Acquerugiola. L'acqua assuppa
ciata o liquore cavato da erbe, fiori,
viddani dei Siciliani.
ecc. per infusione, distillazione, ecc.
Ciel ross, o vent o acqua. V. Ciél. Acqua amara. . . . . Così chiamasi
El sol sui oliv, l'acqua sui ciapp. ogni acqua in cui siano infuse una o
V. Olìva. più erbe amaricanti, che si dà a bere
Gioven come l'acqua. V. Gióven. per rimedio. In Toscana usano Acqua
L'acqua dopo san Bartolomee l'è di vette così detta antonomasticamente,
bonna de lavà i pee. V. Bartolomée. e vale Acqua di vettarelle, cioè di
La prima acqua che ven l'è quella ramuscoli d'arancio.
che bagna. Ogni acqua (lo) immolla. Si Acqua caffettada . . . . Acqua con
dice di chi è in istato che ogni mi infusione di caffè.
nima cosa gli dia il tracollo. Acqua con l'asée. Acqua acetata.
La prima acqua d'agost la porta Bevanda d'acqua mista ad aceto.
via on sacch de pures e on sacch de Acqua cont el mel. Idromele. Acqua
mosch. V. Agost. melata.
Quand el só el se volta indree, Acqua d'acetosa. V. Acetosa.
la mattina l'acqua ai pee. V. Só. Acqua d'agher de zeder. P. Agher.
Quand l'acqua la fa sonaj, torna Acqua de Cològn. Acqua di Colonia.
indree, mett giò i strivaj. V. Sonàj. Acqua de fambròs. Acqua di lam
Stà-sù l'acqua. V. Stà. poni(Gher. Enc.).
Acqua. Acqua in sig. di Orina. Acqua de la barba. Ranno. Quel
cºvº l'acqua. Cavar l'orina. l'acqua calda con cui s'insapona la
Dà l'acqua ai oliv o Trà via on poo barba per raderla.
d'acqua. Far acqua. Orinare. Acqua de la reginna. Acqua della
Acqua. Acqua. Limpidezza nelle gioie – regina(Min., Voc. un.). Spirito di vino
Sto diamant el gh'ha ona bell'acqua. stillato con ramerino e fior d'arancio.
Questo diamante ha una bell'acqua. Acqua de limon. Limonea.
Acqua. Acqua. Umore del corpo dell'a Acqua de malba. Acqua malvata?
nimale; sudore, sierosità; ecc. Acqua de marenn . . . . . . Acqua
Andà in acqua. . . . . . Dicesi di con conserva di marasche.
una torta di latte che per aver dato Acqua de milafloeur. Acqua di mil
un bollore si dissolve in acqua sie lefiori (Magal. Od.).
rosa, e simili. Abbiamo nei diz. An Acqua de ròs. Acqua rosa o rosata.
dare in broda; forse potrebbesi per Acqua de sparti. V. Acquafòrta.
analogia dire Andare in acqua. Acqua dolza. Acqua acconcia.
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Acqua d'orz. Orzata. Bevanda di Acquaroeü. V. Acquiroeü.
orzo cotto, -

Acquaròzz. Pitùita? Flemma? Nome ge


Acqua imperial. Acqua imperiale nerico degli umori quasi acquei che
(così l'Alb. enc. in Acqua). Soluzio imbarazzano lo stomaco e le prime
me di cremortartaro in acqua con vie, i quali inducono in noi quel
sugo di limone e zucchero. senso di tendenza al vomito che i
Acqua matrical. Acqua di matricaria medici chiamano Vomiturizione, e che
(Ric. fior). Acqua con infusione di rigettati si direbbero forse bene Gèt
matricale, cioè camamilla. tito di flemma. Gli Acquòri onde parla
Acqua panada. Acqua panata, cioè il Nelli (III, 175) sono per avventura
acqua cotta con infusione di midolla il nostro Acquaròzz.
di pane abbrostito. Acquasànta. Acqua santa. Acqua bene
Acqua sporca (sch) o dolza. Acqua detta.
acconcia. Acqua concia. Acquasanta che me bagna,
Acqua tengiuda. Acqua avvinata, Spiritusant che me compagna,
ed anche Pisciancio. Pisciatello. Vino Brutta bestia va via de lì,
molto adacquato e debole. Spiritusant ven chì con mì.
Acqua vulneraria. Acqua vulneraria È una delle cantilene che altre volte
(così l'Alb. enc. in Acqua). le balie e le fantesche insegnavano
Fà fà l'acqua ai cocumer, ai zuc dire ai ragazzi quando andavano a
chett, ecc. . . . . . Insalare le zuc letto; oggidì in Milano queste nenie
chette, i cetriuoli e simili affettati e non usano quasi più, a Cremona però
crudi, e lasciarli per alcun tempo in devono esser vive pei lagni che ne
quiete finchè abbiano deposto l'umore fa l'Apporti. A ogni modo siffatte
acqueo che avevano in sè. nenie non disgiovavano forse tanto
Vess battezzaa con l'acqua di spi quanto crede quel dotto; e se dege
nasc o di bojocch o cont el zuccher. nerarono in idiotismi, è da avvertire
Esser di poco sale. Esser battezzato in che anche le canzoni migliori avran
domenica, cioè in tempo che non si no sempre ugual sorte in bocca del
vende sale, e dicesi di uno sciocco. popolo nato fatto per voltar voci,
Voeutt on'acqua? Vuoi tu un'acqua? canzoni, cantilene a modo suo.
(cioè un'acqua acconcia). Robb de benedì con l'acquasanta.
Acqua! o Acqua de belegott! o Acqua . . . . . Cose di poco momento, che
pader! o Acqua pader, ch'el con non rilevano più che tanto, da non
vent el brusa! Cattera! Sp. d'escla ne far conto, da non se ne prendere
mazione. V. Nèspola. briga, pensiero o accoramento.
Acqua-e-latt..... Il Lait coupe dei Fr. Acquasantin. Pila. Vaso di marmo, pie
Acquafòrta. Acquaforte. Acqua forte. Ac tra o metallo, di più grandezze, che
qua da partire, e chimic. Acido nitrico. contiene l'acqua santa nelle chiese.
Acquamorta. V. in Acqua. Acquasantin. Secchiolino. Piletta (“fior.).
Acquaràsa. Olio essenziale o Essenza di Vasetto per l'acqua benedetta che si
trementina. mette da capo del letto nelle case.
Acquarèlla. T. dei Diseg. Acquerella. Acquàscia. Acquaccia.
Acquerello – L'acquerello molto an Acquavitée. Acquavitajo. Voce non re
nacquato, e perciò scolorato, dicesi gistrata dai diz., ma usata dall'Alga
Acquerelletto. rotti nei suoi Viaggi di Russia, ove
Dagh d'acquarella. Schizzare o Toc dice: E quegli erano i bei tempi della
car d'acquerello. Russia, sostengono gli acquavitaj di
Acquarellà. Acquerellare. Danzica. . . . . (vol. VI, pag. 102).
Acquarellàa. Acquerellato. I Fr. hanno Brandvinier, e i Ted.
Acquarellista. . . . . Nelle nostre scuole Brandweinschenk.
braidensi di belle arti chiamano così Acquéri. Acquazzone. -

chi stà esclusivamente imparando a Acquètta. Acquetta. Specie di veleno così


toccare d'acquerello i disegni. detto dalla sua limpidezza.
ADE ( 7) ADR
Acquìnna. . . . . Voce che usiamo per teresse atto I, sc. 8 verso il fine).
vezzo o per lezio coi bambini; per L'è lì adess. Lo stesso che L'è aj
es. Bev on poo d'acquinna. Su via; bella. V. Ajbèlla. -

bevi questa po' d'acquicella? Sì adess! ironic. e come per negare


Acquiroeü e Acquaroeü. Acquajo. Scola con certa enfasi. Appunto! Per es. Sì
tojo. Condotto nelle case per cui si adess, la plebaja la ghe voeur giust
dà l'esito alle sciacquature ed altre guardà lee a sti robb! Appunto, ti so
acque immonde che si gettano via, e dire che il popolo se ne cura di questo!
si dice comunemente del luogo stesso Adio. Addio e A Dio. Modo di salutare.
ov'è la pila che riceve l'acqua cui Adio bell temp. V. Temp.
si vuole dar esito pel condotto – L'Ac Dà on caro adio. Mettere in ab
quajuolo o Acquaruolo dei diz. vale bandono.
venditor d'acqua – V. anche Lavandin. Adorà. Adorare,
Canna. Bottino. Pozzo nero. Adorà. Dorare. Indorare – L'Adorare dei
Acquiroeü. Ad. di Mèrla. V. diz. vale Venerare, quasi idolatrare.
Acquist. Acquisto. Si usa nelle frasi Fa Adoràa. Dorato. Indorato – L'Adorato
on acquist e Robba de bon acquist e dei diz. vale Venerato, ecc.
Robba de mal acquist. V. Ròbba. Adòss. Addosso. In sul dosso.
Acrimònia. Acrimonia. Qualità di ciò Andà adoss a vun. Scendere sopra
ch'è acre, acredine, mordacità. uno. Scagliarsi addosso a uno. Avven
Acùnt. s. m. A buon conto. P. es. Damm on tarsi sopra ad alcuno.
acunt. Dammi alcuna somma a buon Dà adoss a vun. Dare alle gambe
Conto. d'alcuno. Perseguitarlo, attraversar
Acùsa. Accusa. gli i negozii, ed anche Lacerare la
Acusà. V. Cusà. fama d'un assente.
Adacquatòri. Adacquabile. Dagh adoss a on lavorà. . . . . . .
Adàmm. Adamo. Lavorare con impegno; sbrigare un
Vess de la costa d'Adamm. . . . . . lavoro.
Esser de protetti, de favoriti, in qual Dà adoss a vun. Reprimere uno.
che modo Essere il buono e il bello Rintuzzarlo, tenerlo a freno.
appresso d'alcuno. Fassela adoss. Cacarsi sotto. Scon
Adàsi. Adagio; e con voce ant, usata cacarsi; e bass. Empiersi i calzoni.
da Fra Guitton d'Arezzo e Francesco Mangià adoss. V. Mangià.
da Barberino ne'Doc. d'Amore, Adasio. Mett adoss. Addossare.
Andà adasi. V. Andà. Mettes adoss. Addossarsi. Recarsi
Adattà. Adattare. - addosso. Incaricarsi di checchessia.
Adattàa. Adattato. Mettes adoss on vestii. Vestire un
Adattàss. Adattarsi. abito.
Adequàa. s. m. Valuta comune (così nelle Mettes adoss tutt quel che se gua
Lettere di negozio d'Annibal Caro). dagna o tutt i sò danee. . . . . . . .
Aderénza. Attenenza. Attegnenza. Appar Spendere ogni cosa in abbigliamenti.
Adottà. Adottare.
tenenza. Relazione di amicizia o di pa
rentela. Avè di gran aderenz. Aver mol Adottiv. Adottivo.
te attenenze, cioè parentele, amici – Adovàa. v. de'Panieraj brianz. Addo
L'Aderenza dei diz. ha altri significati. gato. Allistato. Dicesi de lavori fatti
Adèss. Adesso. a schegge ingraticolate.
Adess come adess. m. avv. Ora come Adquid. V. Quid.
ora. Per es. Pretendi minga de ma Adrée (e Drée). Addietro. Dietro.
ridalla con magott, ma adess come Andà adree colle frasi dipendenti
adess poss minga di cossa ghe daroo. veggasi in Andà.
Non pretendo (è Ciapo contadino che Avegh adree ona roba. Avere seco
parla) di maritalla a ufo; ma ora checchessia –Te ghe l'et adree? L'hai
com'ora non posso dire tanto nè quan teco? e così cogli altri pronomi.
to (Fag. Un vero amore non cura in Criàgh adree. V: Crià.
ADU (8 ) AFA
Chì adree. Qui presso. Quinc'intorno. Advént. Avvento.
Dormigh adree. Dormire. Operare Chi se sposa in advent ſinna a la
trascuratamente. Talora anche vale mort s'en sent. V. Mòrt.
per Non curare. Per es. Mi baj bäj, e Afabètt. idiot. per Alfabètt. V.
lu el ghe dorma adree. Io grido, ed Aſabil. Affabile.
egli non mi abbada nè punto nè poco. Aſabilitàa. Affabilità. v
Fass vardà adree. Dar da dire o Afàcc. Affatto.
da parlare di sè. Dar che dire. Dar Aſacc aſaccisc. m. cont. dell'A. M.
che dire alla brigata. Far dire di sè Affatto affatto.
o de fatti suoi. Far dire altrui o la Fà afacc. Far del resto. Vale ro
gente. Farsi scorgere. vinare aſfatto, consumar ogni cosa.
Là adree. Colà presso. Là oltre. Vess foeura aſacc. Lo stesso che Vess
Lì adree. Ivi oltre. -
foeura de la grazia de Dio. V. Dio.
Lì adree. La. All'incirca. Circa. In Afaccisc. V. in Afàcc.
quel torno. Lì adree ai duu ann. Di Afamàa. Affamato.
due anni o in quel torno. Lì adree Afare. Affare. Negozio. Faccenda. Bisogna.
a l'aurora. Là ver l'aurora. Afare de poch. Affare di poco conto,
Mori adree. Fare il cascamorto. di poco rilievo.
Spasimar per alcuno; bas. Esserne cotto. Afare adattaa per mi, per lu. Terren
Ridegh adree. Non darsene pen da miei, da suoi ferri. fig., cioè tale
siero – Ridersi di alcuno. da poterne uscire a onore.
Stagh adree a vun. Sollecitare o Afare balord o cattiv o infesciaa.
Stimolare alcuno. Essere o Stare alle Affaraccio. Affare o Negozio intrigato,
spalle d'uno. Serrare il panno o i panni imbrogliato, implicato, complicato.
addosso ad alcuno. Esser alle costole Avè di gran afari. Affogar nelle
d'alcuno. Assediare uno, detto fig. faccende. Aver più faccende che un
vale Esser sempre attorno ad alcuno mercato. Aver più che fare che a un
per conseguire che che sia, importu pajo di nozze. Essere in faccende.
nare – Lusingare. Allettare con false Essere tenuto faccendoso. Essere affac
o finte o dolci parole per indurre a cendatissimo.
checchessia. -
Fà ben i sò afari. Accomodare o
Tegni adree a vun. Tener dietro Acconciare il fornajo. Assettare o Ac
ad uno, vale seguitarlo camminan conciar le uova nel panieruzzo o pa
do – Codiare alcuno. Tener dietro ai nieruzzolo o paneruzzo. fig. Accomo
passi d'alcuno, vale Osservare i suoi dare benissimo i fatti suoi.
andamenti – Tegni adree ai nemis. Fà di afari. Far faccende. Far delle
Ormare l'inimico, seguirne le tracce. faccende. Spacciare molta mercanzia,
Trà adree la robba. Gittar via. Dare molta roba.
o vendere le cose per manco ch'elle L'afare l'è andaa maa in sul pù
non vagliono. bell. Appunto ci è caduta la gragnuola
Vegni minga adree. V. Vegni. nel far della ricolta fig. Il negozio
Vess adree a quai cossa. Lavorare. si è guastato in sul buono, della con
Andar facendo checchessia. Essere clusione.
nell'azione del fare o del lavorare. L'aſare el va ben. Abbiamo o Te
Viv adree. V. Viv. niam buono in mano metaf., cioè l'af
Adrèss. Soprascritta. Indirizzo. Voce fare è in buono stato.
pretta francese denotante intitolazio L'afare l'è minga desperaa. Il dia
ne d'una lettera o simili. vol non è brutto o nero com'e' si dipi
Adriènn. Andrienne. gne. Chi vede il diavol daddovero, lo
Adrittùra. Addirittura. vede con men corna e manco nero.
Adsedèss. Lo stesso che Dessadèss. V. L'è afare fenii. È affar fatto. È
Adulator. Adulatore. posta ferma. È negozio concluso. È
Adulatora. Adulatrice. punto accordato; e in sig. met. È aſ
Adulazion. Adulazione. fare fritto. Ella è spacciata.
AGII (9) AGO
L'è l'afare d'on'ora; On afare de d'agher de zeder. Un'acqua cedrata
tre lir, ecc. Un coso d'un'ora. Un di limone. -

coso di tre lire o Qualche tre lire. In agher de zeder. fig. V. Zéder.
Vegnì ben on afare. V. Vegni. Aghi (i). s. m. pl. . . . . . . . Nome che
Aſarètto. Affaruccio. Interessuccio. Fac si dà a quella rotella d'ottone in
cenduola. Affare poco importante. cui sono le varie puntine d'oro cor
Afaròn. Grande affare, cioè d'importan rispondenti ai vari gradi di bontà che
za o di lucro – Affaraccio è pegg. hanno ad avere le monete. Di questi
Aféda. Affè di Dio. Per verità. Affededieci. aghi, detti toucheaux dai Francesi,
Afettàa. Affettato. si servono i saggiatori di zecca per
Afin. Aveghen mai afin o aſfin. V. in Fin. saggiare le monete.
Afittànza. Affitto. Allogagione; e con v. Agitàa. Agitato.
for. Locazione. Fra noi dicesi de soli Agitazion. Agitazione.
poderi di campagna. Agn. v. cont. Anni. V. Ann.
Afond. Profondo. Agnàa. Agnato.
A forziòri. V. Forziòri. Agnavùn. v. cont. br. Ognuno.
Africa. Africa. Affrica. Agnèll. Agnello. V. Bè.
Animal de l'Africa. fig. Animalone. Ogni agnell gh'ha el sò prajell. V.
Animalaccio. in Cavagnoci.
Africànna. Ad. d'Uga. V. Agnellin. V. Berin.
Afrónt. Affronto. Adontamento, oltraggio. El signor el creja l'agnellin cont
Agata. Agata. Pietra preziosa nota. el sò pascolellin. V. in Cavagnocù.
Agént. Agente – Amministratore. Agnésa. Agnese. Nome proprio – Il Lasca
Agenzia. Attoria – Amministrazione. nella Gelosia scrive sempre Agnesa.
Agevolèzz(Usà di). V. Cortesia. A sant'Agnesa corr la luserta per
Aggio. T. comm. e monet. Ricrescimento la scesa. . . . . . Vale che di gennajo
(Orsini Mon. p. xv11), con voce mo incomincia talora a raddolcirsi la sta
derma Aggio; e corrottamente Agio. gione.
Avegh aggio. Ricrescere(Orsini ivi). Agnus o Agnùss o cont. Agnussìn. Bre
Aggio(Dà). Dare agio. Dar campo. ve. Brieve. Piccolo involto con entro
Aggiònt. Aggiunto. reliquie od orazioni che portasi al
Aggiustadór. V. Giustador. collo per divozione. Francesi e Pro
Aggresgià. v. a. Affrettare, e ant. Avac venzali dicono Agnus in questo senso.
Ctare. Il Coltellini, traducendo il Dizionario
Agher. s. m Agrifoglio. Alloro o Lauro dei culti religiosi dal francese, usò
spinoso. Pianta non rara nelle nostre Agnusdei, voce che leggesi anche nel
colline che è l'Ilex aquifolium de bot. Naso di Guadagn. sest. 6 e in alcune
In città la diciamo com. Lavor che Novelle di altri scrittori toscani.
spong; ma gl'impiallacciatori, i tor Agón. Agone. Pesce noto che è il Cypri
niaj, ecc. la dicono Agher; i contadini nus agone di Scopoli. Se non erro, è
la dicono Bruscon e Lavor salvadegh. detto Stacchetta appena nato, Antesin
Agher. s. m. Lo stesso che Acqua d'agher novellino, Agon adulto.
de zeder. V. Agher de zeder. Cott come on agon. V. Còtt.
Agher. ad Agro. Fà la mort di agon: V. Mòrt.
Pù agher di limon. V. Limón. Agonin. Agoncino.
Agher. Vetrino. Aggiunto di metallo cru Agord. Copioso. Buono. Grosso. Vantag
do, che è di frattura granulare. giato. Avvantaggiato. Esuberante. Ag
Agher bianch o de montagna. Acero giunto dimostrante grande, oltre il
fico o falso o bianco. Testucchio quer mediocre, maggiore dell'ordinario,
cino. Bell'albero che è l'Acer pseudo superiore alla giusta misura. Per es.:
platanus dc bot. Pes agord. Buon peso. Negozi agord.
Agher de zeder. Agro di cedro – Agro Negozione. Buon negozio – E da no
di limone acconcio e bollito con zuc tarsi che i diz. hanno il sostantivo
chero, ecc. On àgher o vero On'acqua Ingordezza e l'aggettivo Ingordo in
l'ol. I, 2.
AJ ( Io ) AJD
significato alquanto affine riferiti che Coronna d'aj. Resta d'aglio.
siano a prezzi, pesi, misure e simili Fà mangià aj. ſig. Far mordere o
quando sono troppo rigorosi ed ecce rodere il freno o le mani o i chiavi
dono il giusto e 'l convenevole. stelli. Muovere a collera, ad ira.
Agóst. Agosto – V. anche Faravost. Mangià aj. fig. Rodere o Mordere il
La prima acqua d'agost la porta freno o le mani o i chiavistelli. Rugu
via on sacch de pures e on sacch de mare. Stiacciare come un picchio. Vale
mosch . . . . . E vale che la pioggia aver grand'ira e non poterla sfogare.
agostina rinfresca in un subito l'aria. No se compra on coo d'aj con cent
Agostànna. V. Ostànna. cuntee. Un sacco di pensieri non paga
Agozzin. Aguzzino e idiot. Auzzino, Lauz mai un quattrin di debiti. Dicesi per
zino. Noi però conosciamo questi no modo di consolazione a chi si affligge,
mi, più che nei sensi positivi di guar o da chi non vuol prendersi fastidio
daciurma o guardaschiavi, in quello dei debiti.
traslato di chi abbia per costume il On cozzin d'aj. Un aglietto. L'aglio
percuotere malamente chiunque gli è che incomincia appena ad essere ca
soggetto – Il Zan. Diz. registra queste pitato e spicchiuto.
voci per Uomo crudele, tiranno. Tutt i coss vegnen a taj, finna i
Agra (che anche dicesi Majèstra). . . . . ong de perà l'aj. . . . Vale doversi te
Il siero rappreso che avanza alla ri ner conto d'ogni minima cosa perchè
cotta, e che posto in una tinozza si Ogni prun fa siepe. Ogni acqua immolla.
lascia inacidire e si serba specialmente Vatt a fa impieni el cuu d'aj. Va'
per fare i così detti mascherponi. in malora. Va al barone.
Agràff. Affibbiaglio. Fermaglio. Dal fr. Aj de lòſf. Cipollaccio. Cipolle canine
Agraffe. o di serpe o selvatiche(Matt. e Targ.).
Agramàn. Agrimani al pl. (Adimari Sat. II V. Ajoeù.
p. 57, e Tariffe fiorentine). Dicesi di Aj de loſ (altro). Latte di gallina. Pianta
una sp. di galloni traforati a merletto bulbosa, comune nei campi e negli
che usavano già le donne nelle loro orti, che fa il fiore candido interna
vesti e i ricchi in sulle tappezzerie. mente e verde al di fuori. È l'Orni
Agramàn. Cortesia. Piacere. Dal franc. thogalum umbellatum dei bot.
Agrement. Aj matt.... L'Allium angulosum dei bot.
Agravàa. Aggravato. Aj scialò. V. Scialò. -

Agravàa de famiglia. Grave in fa Aja. Ahi. Esclamazione di dolore – Noi


miglia, cioè che ha famiglia numerosa. pronunziamo questa voce Aja come
Agràvi. Gabella. Aggravio. Gravamento. se fosse scritta Alija.
Imposta. Noi lo usiamo specialmente Ajada. Agliata. Savore infusovi dentro
al pl. per Imposte; e di qui il dett. dell'aglio in certa quantità.
Vess giò di agravi . . . . . Essere Ajada. fig. Cipollata. Sciocca stravagan
sessagenario (e perciò esente dal te za. V. anche Cialàda – Notisi che nei
statico); ed anche Essere uomo or diz. Fare un'agliata o una grande
mai inetto a lavori di mano, invali agliata valgono fare una cicalata o
do, impotente, da nulla. gridata lunga o nojosa.
Agrós. Ad. di Latt. V. Ajbella. Voce usata nella frase L'è aj
Ahja. V. Aja. bella (che anche diciamo L' è lì adess
Ahn. V. Aàn. o L'è lì bella). Egli è buon tempo,
Airón. Airóne, volg.tosc. Sgarza o Ciuſ cioè egli è un pezzo, è già corso
fetto; e con voci forse meno da usarsi molto tempo – Nel Juras in questo
perchè idiotiche o equivoche Aghi significato dicono Il 9 a belle lurette.
rone e Arione. Uccello che è l'Ardea Ajdùcca.Aiduca(Gher.Sp). Propriamente
majorLin. nome di una popolazione ungherese
Aj. Aglio. (Heiduken), passato a denotare fra noi
Coo. Capo – Fesa. Spicchio - Coa una specie di servitore con livrea
o Sgaùsc, Coda. simile al vestire di quella gente. Nella
A JU ( I1 ) ALA
corte arciducale milanese del secolo Ala. Ala; e al pl. Ale o Ali; ant. Ale an
scorso si videro alcuni soldati pro che al sing. – Poetic. Vanni – L'Ala
cedenti dalle così dette città degli si divide in Ala. Ala prop. detta – Alet
Aiduchi in Ungheria (Heidukenstädte); ta. Aletta – Alerón o Zimion o Scimion
e da essi venne la moda e la voce o Scimostón. Sommolo – I colti fra
fra noi. Oggidì è pressochè ignota. noi dicono Ala; il volgo dice Ara e
Nelle rime del Balestrieri è frequente; i Ar.
e mi si dice che a suoi giorni si usasse Cascià i al. Metter l'ale.
vestire a l'aiducca anche i fanciulli, Cocò ! ét vist l'usell? questa l'è
come li vediamo talora per capriccio l'ala. Oh castra questa. To questo ma
abbigliare anche oggidì all'ussera, nichetto. Modi villani co quali si nega
alla polacca, ecc. altrui checchessia.
Ajoeù. Aglietto. L'aglio novellino, non Fà ala. Far ala, largo, spalliera.
ancora capitato nè spicchiuto. Sbassà i al. fig. Abbassare il cimie
Ajoeù. Muscari. Cipolla di cane o di serpe. ro o la cresta. Deporre l'orgoglio,
Cipollaccio. Cipolla salvatica. Erba co la superbia.
mune nei campi e detta Horacinthus Sbatt i al. Dibatter le ali.
comosus o Muscari comosum dai bot. Slargà i al. Spandere o Stendere o
Ajoeù. Pancacciuòlo. Spadacciuòla. Gla Spiegarle ale; e fig. Uscir di pupillo,
diolo. Monacucce. Erba a fiore rosso ſare a modo suo, e anche fig. Alzar
roseo, comune tra le biade. È il Gla le corna o la cresta o il cimiero.
diolus communis dei bot. Smoccià o Tajà i al. Tarpare le ali;
Ajoeù. Sp. d'ulivo. V. Oliva. e fig. Tarpare, cioè scemar potere
Ajoeiù salvadegh. V. Aj de loſf. ad alcuno. -

Ajon. Aglio serpentino o tamburino o ma Ala. Ala(“tosc. e nell'Amore e Musica


schio. Aglio non a spicchi e d'un solo del Guadagnoli sestina 66); con vo
bulbo. L'Allium victorialis dei bot. ce dottrinale Lobo. Parte del fegato e
Airàda. Ajata. Lo stesso che Eriada. V. del polmone (coradella) nelle bestie.
Ajròsa. Caròla? Trescone? Messeratica? Per es. Hoo faa coeus tutt dò i al de
Ballo tondo? Sp. di ballo sollevato, oggi sta coradella de porscell, e hoo las
uscito d'uso in città. Non sarebbe im sàa indree i alettin. Ho cotte ambe
possibile che la nostra voce traesse l'ale di questo polmone di majale, e
origine dal tedesco Heu-Rose, giacchè ho lasciate le alette – V. Ròsc – I
-

il ballo era ed è frequente tra i foresi. Sicil. dicono Pinna di fegatu – In


Ajutànt. Ajutante. Toscana sono modi volgari Ci ho ri
Ajutant de cusinna .... Voce usata messa un'ala di fegato, Mi fece spu
per mettere il garzon di cucina più su tare un'ala di polmone per significare
del fattorino e più giù del sottocuoco. IIo avuta gran rabbia, Mi fece sfiatare.
Ajutanta. Aiutantessa. v. scherz.(Fagiuoli, Ala. T. de Sell. Coperta. Nome delle due
Il Traditor fedele I, 16). falde della sella.
Ajùtt. Ajuto. Soccorso. Ala. T. d'Agr..... Così chiamasi ognuno
Ajutt de costa. Ajuto di costa. Rin di que piani dolcemente inclinati nei
calzo (Fag. Rim. IV 95). Soccorso di quali è diviso un prato marcitoio.
danaro od altro straordinario che diasi D'ordinario hanno una larghezza di
ad alcuno. dieci in dodici braccia milanesi.
Ajùtt. Ajuto. Serviziale. Lavativo. Montà i al ..... Dare il pendio
Ajùtt! e Ajutt san Rocch! e Ajutt ajutt necessario ai piani rettangoli d'un
ch'el maal'è bruttº Domine ajutami! prato marcitoio detti al gettando col
Domine aiutaci ! Specie di esclama badile la terra occorrente dal punto
zione che mette chi è sorpreso da de fossatelli di scolo verso i fossati
spavento o da pericolo. maggiori del prato stesso.
Ajùtt. Vadane che vuole. Altra esclama Ala. T. d'Agr. . . . . . Nei nostri prati
zione di ch. sig. marcitoi e nelle risaje è anche detto
Aiutt, o ben o maa vuj svoja el goss. (Dal Rim.) così uno de canaletti di scolo minori.
ALB ( 12 ) ALE
Ala. Visiera. Quella che si mette ai ber Albéra. Canapiglia. Specie d'anatra che
retti ed agli caakos de'militari per è l'Anas strepera degli ornitologi.
guardia della vista. Albéra. Lo stesso che Bianchéra (uga). V.
Ala. Tesa. Vento. Piega. Il giro inferiore Albioeü. V. Elbioeü.
del cappello. E Provenzali e Spagnuoli Albioeü. T. di Cart. Draganetto. Cassetta
dicono pure Ala in questo sign. che serve a mandar l'acqua nella
Ala. T. de'Cioccol. V. Casson. pila (in del föll).
Ala. T. de Sart. Finta. Quella parte che Albioeiù. Truogo. Truogolo. Vaso che
forma il finimento delle tasche. serve a tener il mangiare pei polli.
Ala de mur. Cortina. Alia. Lato. Probabilmente dall'Alveolus de Lat.
Ala de scuffia. Ala (così l'Alb. enc. in Nel contado toscano è ancora rimasta
la voce Albio.
Cresta).
Alabàrda. Alabarda. Labàrda. Arme nota. Albioeü. Beccatoio. Vasetto nelle gabbie
Pientà l'alabarda. fig. Lo stesso che che serve a tener il cibo degli uccelli.
Andà a tirà la roeuda. V. Roeüda. Albiùmm. Alburno. V. Biùmm. ,
A-la-bella-mej. Alla meglio. Albor. Albero. V. Pianta e Erbol.
Alabràs. Lo stesso che Labràs. V. Albor.T. gen. di Mecc. Albero. V. Èlbor.
A-la-contra. V. Cóntra. Albor. T. de' Calzet. Albero(Gris. Diz.).
Alamàr. V. Alemàr. La verga mobile superiore deretana
Alàri. Voce usata nelle seguenti maniere: del telajo di ferro da far calze.
Andà alari. Andare all'aria, a sog Albor. T. de'Torniai. . . . Quel pezzo
quadro; e anche Andare a monte. che va da coscia a coscia del banco
Avè el coo alari. Essere traviato o o tavolato d'un tornio a cui è attac
sviato. cata una ruota che dà il moto al tor
Mandà o Trà alari. Mandare o Met nio stesso. Non si confonda col Fuso
tere a soqquadro o all'aria. Dissesta che il Diz. d'art. chiama Arbre.
re – Scioperare – Mandare a monte. Albora. V. Arborèlla.
Vess alari come on mull. V. Mull. Alboràa. Arborato. Coperto d'alberi,
Alàrma. s. m. Allarma(Fag. I Genit. cor. vestito d'alberi, che produce alberi.
dai loro figl. II, 1o). Alborée. V. Arborée.
Alarmàa. Allarmato. Alborèlla. V. Arborèlla.
Alarmàss. Allarmarsi. Prendere sospetto Alborètt. T. de Calzet. . . . . . . Nome
o timore. Mettersi in apprensione; e d'ognuna di quelle due verghe del
ciò per novità impensata e da cui telajo da far calze che, poste sulla
temiamo alcun male. sbarra dagli aghi, tengono in guida
Alarmista. Colui che diffonde no il telajo stesso nel suo montascendi.
tizie, per lo più false, di perdite di Alborin. V. Erborin.
battaglie, fortezze e simili in odio del Alborinna. V. Arborèlla.
governo. Alchèrmes. Alchèrmes.
Alàscia. Alaccia. Aliaccia. Grand'ala; e Alchimista. Alchimista.
noi lo diciamo specialmente al fig. par Fà el guadagn di alchimista. V.
lando di ale assai grandi nelle cuffie. Guadàgn.
A-la-via. V. Via. Aleànder. Lo stesso che Leander. V.
Albarèll. Alberello. Vasetto da unguenti, Aleàtegh. Aleatico. Liatico. Vino e uva.
colori, ecc. Alefànt. Elefante. Quadrupede noto – Di
Albarèll (gergo). Pillola di cucina. Uovo. questo scambio dell'e in a che fanno
Albaròtt. Lo stesso che Beolin. V. gl'idioti, come fra noi così anche in
Albàs. Ad. di Quadrèll e Medon. V. Toscana, veggasi la voce Alimento
Albera per Aria (albagia). V. nell'Alb. enc., il quale registra anche
Albera. Tremula. Trémolo. Alberella. l'idiotismo toscano d'Allifante.
Pioppo conosciutissimo che è il Po Alegàa. Documento. Carta che si allega
pulus tremula Lin. – L'Albera dei diz. e unisce in prova d'alcuna scrittura.
corrisponde al Populus albaLin., cioè Potrebbesi dire anche la Carta alle
alla Tavernella dell'Oltrepò pavese. gata o inchiusa, o assol. l'Alligata.
ALE ( 13) ALI

Alégher. Allegro. Gajo. basi delle colonne e negli abbachi


Fà stà alegher con pocch. V. Pòcch. dei capitelli da vani che lasciano il
Gh'è pocch de stà alegher. Non toro e i fogliami sovra e sotto stanti
v'è sciali. Non v'è sfoggi. ai medesimi. Forse così li dicono per
Omm alegher el ciel le jutta. V. )mm. chè in alcune antiche colonne usava
º Alégher. Vivace. Vivo – Foeugh ale no coprirli con fogliami ad alia che
gher. Fuoco vivo. Buon fuoco. dal toro stesso riuscivano sur essi.
Alégher. Avvinazzato. Cotticcio. Brillo. Alètta. Aletta. Alietta. Dim. d'Ala.
Alticcio. Alto. Altetto. Alto dal vino. Alètta. Pinna. Alietta. Aletta. Pennuzza.
Avvinato – Antonio Pucci in un suo Ala (Magalotti II. 3) – La prima voce è
sonetto usa in questo senso Chiaretto. dottrinale; le altre dello stil comune –
Vess alegher o a mezz'aria. Esser Complesso di reste ossee o cartilagi
alto dal vino, brillo, cotticcio, ecc. nose, collegate da una membrana,
Alegher(Andà giò o Andà là). Allar che sono l'organo del moto nei pe
gar la mano in checchessia, e spec. sci. Le pinne si distinguono in petto
in ispese, mance, camangiari, ecc. rali, ventrali, dorsali, anali, caudali,
Alégher. avv. Addio. V. Ciàvo. secondo che sono inserite nel petto,
Alegramént. Allegramente. nel ventre, sul dorso, all'ano, nella
Andà là alegrament. Allargare la coda. Dagl'ittiologi si chiamano an
mano in checchessia. V. Alégher. che Natatoje, e in certi pesci, come
Alemànda. Allemanda e Alemanna(“fior). nei pleuronetti, Barbette.
Specie di danza, di aria allegrissima, Alètta(uccello). V. Alina.
detta Allemande anche dai Francesi. Alètta per Patelettinna. V.
Alemàr (e Alamàr). Alamàro. Sp. di af Alètta. Aletta? Ala piccina delle cuffie.
fibbiaglio che ha figura di uliva bis Alètta. Aletta (Savi Ornit.). Gruppo di
lunga, ha un riscontro o un allaccia penne impiantato sul pollice posto
tura, e ſa ufficio di bottone. La voce dietro l'angolo dell'ala degli uccelli.
è d'origine spagnuola. Alettin. s. m. e Alettinna. s. f. Dim. di
Alemàr(ne'libri). Bruco. V. Olivètta. Aletta; picciola aletta.
Alemarin e al pl. Alemaritt. Dim. di Alettin. Aletta? Lobetto. V. Ala(lobo).
Alemàr. V. Alév. Allievo. Alunno.
Alerón dicono alcuni con vocabolo fran Alév. Allievo? Dicesi di quel parto di
cese (aileron ) il sommolo dell'ala, vacca che non si manda novellino a
detto più ordinariamente Zimión. V. macello, ma che si rileva per averne
Alèst. Lesto. Pronto. Che usa prontezza bestia fatta. Dell'asinino fu detto so
nell'operare. stantivamente Allevando.
Alètt. Alette(Milizia I, 157). Quelle cor Alév (che i contadini dicono anche Lèv).
tinette o pilastrate che formano quasi Pianta matricina. Pianta giovane più
dire gli stipiti di un'arcata d'inter vegnente la quale nelle tagliate si
colonnio. Il così detto Pedritt è com lascia di riserva per allevarla e averne
posto di queste Alett e dello spazio albero fatto. Noi comprendiamo sotto
occupato dalla colonna intermedia. questo nome generico gli alberi da
Alètt. Orecchiuòli (così leggesi nel Barg. palina, i bronconi e i virgulti. V.
Giuoc. piac. a pag. 158.). Quelle liste Pianta. Mi sembra che in parte corri
che veggonsi in certe berrette per uso sponda al così detto Baliveau de Franc.
di ricoprirsi con esse gli orecchi. Alevitt. . . . . Foggia di vestito andato
Alètt. Copertine. V. Contràl. in disuso. Forse dal franc. Allez-vite.
Alètt. T. de Fab. d'org. . . . . . Sp. d'alie Alfabètt. Alfabeto – E anche quella te
che si appiccano ai due lati della così letta su cui è a puntiscritto l'alfabeto.
detta bocca delle canne maggiori chia Andà per alfabètt. Seguire l'ordine
mate d'accordatura in un organo. alfabetico.
Alètt. . . . . . Alcuni tagliapietre, mar Aliam via. V. Andà e Via.
morini e simili danno questo nome Alina (che anche dicesi Alètta e che al
a que triangoletti che risultano nelle tri dicono Scimaroeü o Tricchtracch
ALO ( 14 ) ALT
dal suo verso). Pigliamosche. Aliuzza? Chi tardi ariva el malann le alog
Uccello che è la Muscicapa rubecola gia. V. Malànn.
degli ornit. – Sotto lo stesso nome Alón. V. Allôn.
d'Alina o Alètta intendiamo anche Alp. Lo stesso che Alpée. V.
l'Aliuzza maschio di color bianco, Alpa idiot. per Arpa. V.
cioè la Muscicapa albicollis di Tem Alpadór. Alpigiano? Così chiamansi i
minck; e la Boccalepre o Grisettina o pastori soliti andare ai così detti alp.
Grisola, cioè la Muscicapa grisola Lin. Alpée. Alpe. Montagna, ma fra noi de
L'albicollis è comune in agosto e set nota singolarmente quel punto di un
tembre nelle nostre pianure; la gri alto monte su cui sorge un fabbricato
sola in estate e nel primo autunno, o sia una cascina dove si conducono
ma va a svernare altrove. Sono tutti nell'estate i pastori colle loro mandre
uccelletti che si cacciano a civetta. perchè godan dei pascoli ivi esistenti,
Alizzàri. V. Robbia. e donde, dopo aver fabbricato burri,
Allamanée. è v. a. Grido di allegrezza con caci, ecc., scendono sull'avanzar del
Allaminée. cui altre volte i ragazzi e -
l'autunno per tornarsi alla pianura.
la plebe salutavano le spose novelle Alt. Alto. Elevato dal piano. All'it. Alto
al loro uscire dalla chiesa, quasi vo corrisponde sovente il milanese Vòlt
lendo dire all'imeneo, all'imeneo. Si o Avòlt; ma pure anche il volgo usa
vegga su questa voce il Giul., part. II, Alt nei modi seguenti:
p. 15. Dall'ant. Allaminee è prove Alt o Alt i bocch o Alto là. Alto ll.
nuto il dettato Sbragià allaminee, ov Fermo lì. Piano. Alto.
vero Fà la minee. V. Minée – Oggidì Avè di alt e bass. V. Bass.
anche nelle campagne dell'Alto Mil. Calzà alt. Imporla troppº alto.
alla voce Allamanee furono sostituite Fà alt e bass. Far alto e basso. Po
quelle di Benis Benis, eioè a dire Da ter negoziare e conchiudere a suo
teci confetti. senno; e per lo più Fare man bassa.
Allon. Alle mani. Animo. Via. Su. Dal fr. Operare a capriccio, dispoticamente
Allons. Voce colla quale si sollecita – Fig. e scherz. El fà alt e bass come
altrui a camminare o a far checches el vocur lù. Camminando pare ch'ei
sia. Il Fag. (nel suo Marito alla moda dica Quà è mio e quà vorrei (così nel
I, 8) ha Alò per animo, via, su; e Malmantile). Ei cioncola. Dicesi di chi,
Alò ha pure il Cecchi (nell'Assiuolo zoppo, va per via arrancando o a
IV, 5 e altrove). Egli è desso; alò; quasi dire altalenando.
la serva vi accenna. Trattà d'alt in bass. Malmenare.
Allóra. Allora. Da noi però è usato an Bistrattare. Soperchiare. Aspreggiare.
che in sig. di In tal caso. Quando Stancheggiare. Straniare. Straneggiare.
ella fosse stata così, e simili. Per es. Quello che Seneca (De Vita beata)
S” el l'avess savuu, allora el le ſava disse Er alto cum aliquo agere.
minga. Quando egli l'avesse saputo Vardà d'alt in bass. . . . . . Mirare
non avrebbe fatto ciò. altrui con isprezzatura.
Allumà. T. de Tint. Alluminare. Dare Alt. Ad. di Carnevàa e Pàsqua. V.; e
l'allume ai panni innanzi tingerli aſ vale Che dura o ricorre più innol
finchè ricevano il colore. Quest'azione trato fra l'anno. Anche i Fr. dicono
dicesi Alluminatura. Haut in questo significato.
Almanàcch.Almanacco. Taccuino. Lunario. Alt. Ad. di Tila, Stòſſa, Pann, ecc. V.
Almànca. Almeno. Almanco. Le persone educate dicono Alt; i vol
Alògg. Alloggio – Vess d'alogg in d'on gari Avòlt in questo significato.
loeugh. Alloggiare in alcun luogo – Altalènna. T. d'Ag. Mazzacavallo. Legno
Noi diciamo anche on Alògg, di Alògg bilicato sopra un altro che si abbassa
per denotare uno o più militari allog ed alza per attigner acqua da pozzi.
giati nelle case private. Per es. Gh'avii Altapàga. T. mil. Caposoldo. Capisoldo.
di alogg? Avete militari in alloggio ? Quello che s'aggiunge al soldato be
Aloggià, V. Loggià, nemerito sopra la sua paga.
ALZ ( 15) AMA
Altàr. Altare; e poet. Ara. la scarpa più agiata. Corrisponde al
L'è comè a roball in su l'altar. V. fr. Hausse ed al piem. Aussa.
Robà. Alzà. Alzare.
Quell ch è sò se va a toeull anch Alzà ben i pee. fig. V. Pè.
su l'altar. . . . . . . Il suo va rido Alzà el coo. I Coo.
mandato a chiunque. Alzà i corni. fig. Alzare le corna.
Ohibò el par on altàr. V. Parì. Alzare o Rizzare la cresta. Levare il
Altarin. Altarino. Altaretto. Tabernacolo. capo o in capo. Venire in superbia.
Tabernacoletto. Noi per lo più inten Alzà sù. Sollalzare. Sollevare.
diamo per Altarin quegli altaretti che Alzà. met. Aizzare. Istigare.
i fanciulli fanno in casa o per le vie. Alzà. met. Alzare il gombito. Caricare
Squajà i altaritt. fig. Scoprire gli l'orza al fiasco. Bere molto.
alta i o un embrice. Alzad. s. m. pl. T. de Sarti. . . . . . . .
Altéa. Altea. Pianta che è l'Hibiscus Quelle specie di biette di panno che
palustris Lin. si mettono nei calzoni fra le parti
Altéa. Malvarosa. Rosoni. Altea. L'Alcea dette chiappe e la serra(falzetta).
rosea Lin. Alzada. Alzata. Alzamento. Alzatura. Ele
Alter. Altro – Tra noi i volgari dicono vazione. Elevamento. Innalzamento.
Olter; le persone educate Alter. Dà l'alzada. met. Cavare un cal
D'alter. m. avv. Altro. Nient d'al cetto. Cercar di trarre di bocca un
ter. Null'altro. segreto, cercar di risapere checches
Alter e Alterchè. avv. Di certo. Di si sia da alcuno.
curo. Indubitatamente. Per es. a chi Dà l'alzada a on uss. Mettere a leva
mi dice Ghe vet? io rispondo Alter; un uscio. Dicesi del far uscire di gan
e vale come a dire Ci vai tu? . . . . gheri le imposte di una porta.
Si, certamente. V. anche Naturalmént. Alzada. Pianta (così l'Alb. enc. in Scalino).
Alter che di o che fà o sim. . . . . Negli scalini (basej) è quella parte
Tutt'altro che. Per es. Alter che stà che ne forma l'altezza o la fronte e
sù! l'è borlaa giò come on asen. Non che sta sotto alla pedata (pedanna).
ne voler sapere? tutt'altro! V incappò Alzàda de scala. V. Pedànna.
come un merlo. Alzada d'ingegn. Trovato. Invenzione.
Senz'alter. V. Senza. Astuzia.
Alteràa. Alterato. Alzamàntes . . . . . Congegno, che sta a
Alteràss. Alterarsi. destra della tastiera di un organo,
Alterazion. Alterazione. il quale tirato a sè da chi s'accinge
Altèrch. Altercazione. a sonarlo avvisa il tiramantici ch'egli
Alterchè. V. Alter(avv.). abbia a dar dentro in essi e mandar
Altéria. Arteria. l'aria alle canne. I diz. hanno accol
Altertant. Altrettanto. to Tiramantici; non potrebbe in essi
Altezza. Altezza. tenergli compagnia Alzamantici?
Altèzza. Telo(coll'e stretta). Pezzo di tela Alzapè. Saliscendo. Nòttola.
o stoffa, in larghezza del suo essere, Cagnoeu. Monachetto - Cambretta.
e lunghezza arbitraria, che cucito con Staffa - Paletta o Manetta. Linguetta.
altri somiglianti compone lenzuola, Alzapè. Scalella? Specie di lacciuolo ad
vestiti, paramenti e simili. È quello uso di prendere uccelli.
che in Sicilia dicesi Farda. I Brianz. Alzapè per Zappèll o Tornèll. V.
con voce più italiana dicono Ona tila. Alzètta. s. f. Sessitura. V. Sambrùcca.
Fà on vestii de quattr'altezz. V. Alzón. T. de Calzet. . . . . . Parte del
Vestii. -

telajo da far calze, ed è quel ferro


Alto. avv. Alto – Su via. Più com. Alto che sostiene di peso tutta la gabbia.
donca, fenimmela. Finiamola una volta. Amà. Amare.
Altón . . . . . Sp. di stoffa. Chi ama Dio, ama i socu Sant. Chi
Alz. T. de Calzol. Alzo(Zanob. Diz.). ama me, ama il mio cane. Chi ama
Cuojo che mettesi sulla forma per fare noi, ama le cose nostre, e ne ha cura.
AMB ( 16) AMI

Chi sprezza ama. V. Sprezzà. Omm de quij de sant'Ambroeus o de


Amalàa. Ammalato. Malato. quij del temp de sant'Ambroeus (che
Andà giò amalaa. Cader ammalato. anche dicesi Bon Ambrosiàn o Ambro
La s'è amalada. È sopra parto. Eu sianón). Zazzerone. Uomo alla buona
femismo de nostri contadini ai quali o casalingo. Uno del popol grasso e
parrebbe immodestia il dire L'è an leale di santo Ambrosio disse M. Paolo

dada in lett a parturì. Giovio in una sua lettera posta a


Quand stranuda l'amalàa cascell via pag. 48 della Raccolta dell'Atanagi.
de l'ospedaa . . . . Modo di dire che Ambrosian. Ambrosiano.
denota buon augurio nello sternutire. De bon Ambrosiàn. Ambrosiana
Ran ran, l'amalàa porta el san . . . mente disse M. Paolo Giovio in una
Suol dirsi quando alcuno è obbligato sua lettera registrata a pag. 58 della
a soccorrere chi è meno malato di sè. Raccolta di lettere dell'Atanagi. (V.
Oh hin amalàa. Gli han fritto. anche Ambroeus). Da buon pastricciano.
« Ma se schiven al pu de vess fis'ciaa, – » In Ambrosianon. V. Ambroeus.
quanto al fass onor oh hin amalaa. (Art.poet.33). Amed. Amido.
Trass amalaa . . . Fingersi malato. Donetta de l'amed. V. Donètta.
Amalastànt. A mala pena. Appena. Amed. Salda. Acqua in cui sia stato dis
Amàr. Amarc. Amàr come el tossegh. Più fatto amido, e serve a tener distesi o
amaro che non è il fiele. Amarissimo. incartati i pannilini fini, le trine, ecc.
Dà l'amed. Insaldare. Saldare. Dar
Amareggià. Amareggiare. Attossicare.
Amarètt. . . . . Confetto rotondo e un la salda.
po' spugnoso, fatto di mandorle amare Amcda. zia. La voce Ameda, prove
o di semi di pesca tritati, impastati gnente dal lat. Amita, è ora quasi che
con zucchero e chiara d'uovo e bi morta in città: in campagna però, e
scottati nel forno. Alle mandorle o ai spec. in Brianza, è tuttora viva, ivi
semi già detti alcuni sostituiscono le dicono anche Amedin, e com. Medina –
avellane trite, e in allora questo con In Milano il volgo suol dire Mè ameda
ſetto, non amarognolo ma dolce, è chia e Mè ameda la guercia per accennare
mato Spumino dai Fiorentini e da altri. o chiamare a sè copertamente alcuno.
Amarètt. Amarògnolo. Amaruccio. Ama Nel caso di accennare un tale direb
Amarèzza. Amarezza. (retto. besi ital. Quell'amico. V. Scirésa.
Amàss. Ammasso. Ammassamento; e se Amedà. V. Inamedà.
condo i casi Mucchio. Fascio. Fastel Amedin. V. Ameda.
lo. Affastellamento. Amen. Amen. Noi usiamo questa voce
Amatista. Amatista. Gioja nota. in particolar senso remissivo; p. es.
Amatór (che i cont. br. dicono Amatos). L'hoo minga poduda spontà... amen!
Dilettante. El Cecch l' è amator de Non la potei vincere o sgarare; pa
caccia. Il Cecco è appassionato per la Amera. V. Amola. (zienza!
caccia, si diletta o è dilettante di caccia. Amiànt. Amianto.
Ambàa. Inclinato. Obbliguo. Bieco. Sghem Amicizia. V. Messizia.
bo. Pendente. Piegato. Amigh per Amis è usato da noi soltanto
Ambi. T. di G. di Lotto. Ambo. per amor di ritmo nel seg. dettato :
Ambiètt. Dim. di Ambi. V. A l'amigh peregh el figh, al ne
Ambizion. Ambizione, mis peregh el persegh. V. Figh.
Ambizionètta. Ambizioncella. Amis. Amico.
Ambiziòs. Ambizioso. Amis come can e gatt. V. Can.
Ambiziosètt. Ambiziosetto. Amis de capell. Amico da sternuti.
Ambiziosén. Ambiziosaccio. Talora anche Amico sospetto, incerto.
Ambra. Ambra. Amis del Lella. Amico da bonaccia,
Ambràa (I musegh de l'). V. Mùsegh. cioè Amico di nessun conto ad una
Ambroeüs. Ambrogio. Nome proprio. necessità; conoscente, non amico.
Bev in la tazza de sant'Ambroeus. A sto mond ghe voeur di bon amis.
fig. V. Tazza. Chi non ha amici non fa gran fortuna.
AMO ( 17 ) AMO
De amis ghe n'è pocch. Chi vuole Amor de fradell, amor de cortell.
amici assai, ne provi pochi; e vale che V. Fradèll.
alla prova pochi riescono veri amici. Amor de gatt o de pajsan. V. Gatt.
Fass amis de vum. Amicarsi uno. Andà in amor. Entrar in amore(Savi
Guadagnar uno. Ornit. II, 2oo). Andar in amore o
I amis se conossen in d'on besogn. in caldo. Venire in caldo. Si dice delle
Calamità scopre amistà. bestie in generale. Parlandosi di pe
L'amis sciresa. V. Scirésa. sci direbbesi Andare in fregola. Par
L'è mej on amis che des parent.... lando di piante direbbesi Essere in
Dett. che dimostra quanto l'elezione succhio o in sugo. In modo esagera
prevalga al caso. tivo dicesi Aver uzzolo o la foja.
Se vorii vess bozzaraa andee di Avè amor. Tendere. Inclinare. In
amis a comprà . . . . Dett. in cui la chinare. Per es. El gh'ha amor domà
voce amis è presa nel senso generico, a andà soldaa. Inclina alle armi. Il
non nel genuino. volgo usa questo modo anche par
Servi d'amis o Dà ona robba d'a lando di cose materiali: per es. Sta
mis. Servire o Dar checchessia dal pianta l'ha amor a vegnì in foeura.
l'amico. Questo albero inclina a uscir di riga.
Vess amis de vun. Dirsi con uno. Bocca che fa l'amor cont i orecc.
Amisa. Amica. V. Bocca.
Amiscioeü. Amo; e per idiotismo Lamo. Canzònet o fet l'amor? . . . . Suole
Amison. Amicone(“fior.). Amico intrinse dirsi da noi a chi farnetichi operando
co, intimo. Fratel giurato. Amicissimo. o parlando, o a chi narri cose poco
Amisònna. Amica grande, intima, ecc. degne di fede, o a chi operi troppo
Amist. T. de Pellicc . . . . . . Pelliccia a rilento. Nel primo dei casi suddetti
di colore traente a quello del noce, potria tradursi per Che armeggi tu?
la quale si cava da quell'animaletto Che vai tu abbacando? : nel secondo
che i naturalisti hanno fatto ora to per Motteggi tu?: nel terzo Guarda di
po, ora ghiro, ora marmotta, e che non ti scagliare o vero Che musi tu?
oggidì, se altro non accade, s'è fermo De amor e acord. V. Acòrd.

a questa specie col nome di Marmotta De bon amor. Di buon grado. Di


cricetus tolto ai Boemi, che lo dicono buona voglia.
Sskrecek dal suo stridere, o ai Stras El Dio d'amor. V. Dio.
borghesi che lo chiamano Cricet; e Fà l'amor. Far all'amore. Amo
il nostro popolo imitò la parte sua i reggiare. Far l'amore o da innamorato.
maggiori con più innocenza voltando Fà l'amor a ona robba. Uccellare
in Amist quell'Hamster che presso i ad alcuna cosa, bramarla avidamente.
Tedeschi è il nome comune di tale Fà l'amor conti ceucc. Fare agli occhi,
bestiuola. -
La Dea d'amor. V. Dea.
Amm . . . . Voce imitante l'azione di chi L'amor el boffa in la lumm a la
addenta o inghiotte checchessia. V. reson. Affezione acceca ragione.
anche Gnamm. L'amor el ven de l'amor. Amore
Amola e ant. Amera. Ampolla. Dal lat. chiama amore. Chi vuole servigi ne
Hamula. faccia, chi vuol cortesie sia cortese,
Amoliént. Ammolliente. Emolliente. chi larghezza sia liberale. Il Si vis
Amolin. Ampolle. Ampolline. Si pren amari ama di Seneca in atto.
dono com. per que due vasetti data L'amor la ſa fà del tutt. Amor non
vola in cui tiensi l'olio e l'aceto da sente fatica – Gl'innamorati trovano
condire insalate e simili, e che i Fr. cose dell'altro mondo(Fag. L'Astuto
distinguono in Vinaigrier ed Huilier. balordo III, 14).
V. anche Portamolin. L'amor, la famm e la toss hin
Amór. Amore. (Il nostro volgo lo vuol tre coss che se fa cognoss. Amor nè
femmina dicendo L'Amor l'è orba o tosse non si può celare. Il fuoco,
l'è cecca.) l'amore e la tosse presto si conosce.
/ ol. I, 5
AMP (18) ANC
L'amor la passa el guant. L'amore respirazione. Forse corrotto dall'ital.
passa il guanto. Fra veri amici le Vampa.
apparenze sono un di più. Ampi de vòmit. Conato di vomito. Sforzi
L'amor l'è cecca o orba. Affezione inutili del vomito (Pasta Voc. med.).
acceca ragione. Amore è cieco. Amplamént. Apertamente. Schiettamente,
No gh'è sabet senza sol, no gh'è e per maggior enfasi A lettere di
donna senza amor, no gh'è praa scatola, fuori di metafora. Per es.
senz'erba, e no gh'è camisa senza Ghe l'hoo ditt amplament. Gliel'ho
merda . . . . . Dett. di ch. intelligenza detto apertissimamente. L'Amplamente
che si sente anche in bocca dei Luc dei diz. vale per largamente.
chesi i quali v'aggiungono altresì An. V. Aàn.
Non v'è monaca senza baffi, e non An sincope di Anca o Anch. V.
v'è gatto che non isgraffi. Anàda, ecc. V. Annàda, ecc.
O per amor o per forza t'ee de fall. Anàlisi. Analisi. Voce usata fra noi solo
A questo fiasco bisogna bere, o affo nei modi seguenti:
gare. Fà l'analisi. T. delle scuole. Fare
Oh per amor ! ed anche Oh per l'analisi grammaticale.
amor del ciel! Oh vatti con Dio! In ultima analisi. Da ultimo. All'ul
Esclamazione di maraviglia. timo. All'ultimo degli ultimi.
Per amor. Per amore. Per rispetto. Analizzà. Analizzare.
A motivo. A o Per cagione. A causa di, Ananàss. Ananàsso. Anànas. Il frutto
ed anche Colpa il come Per amor della Bromelia ananas Lin.
del cativ temp. Colpa il mal tempo. Anben. V. Ancabén.
Per amor di cinqu piagh. V. Piaga. Anc (o Ancia). T. mus. Linguella. Lin
Perd l'amor a ona robba. Caderci guetta. Lingua. Quella cannuccia o
dell'amore o di stima o di grazia chec sampognetta con cui si dà fiato ad
chessia. Venirci in dispregio chec alcuni strumenti musicali. I Fr. pure
chessia. dicono Anche. -

Personna senz'amor. Disamorato,che Anca. Anche. Ancora. Ancorchè


non conosce amore nè benivolenza. Ancabém (e Anbén). Ancorchè. Sebbene.
Quell che d'amor no ven ballà no Quantunque.
se pò ben. V. Ballà. Ancamò. Ancora. V. Anmò.
Toeuss d'amor . . . . Sposarsi per Ancasì o Anca sì. Oltracciò. Inoltre.
innamoramento senza più. Per es. Luis Boss l'era bon pittor,
Vess o No vess corispost in amor. bon scrittor, e bon poetta anca sì.
Essere o Non essere riamato. Luigi Bossi era buon pittore, egregio
Amór. . . . . . Fra noi si aggiunge tal scrittore, e oltracciò buon poeta.
volta al nome proprio di un tale a Anch. Anche.
cui si volga il discorso, per denotare Anch quant. Ancorchè. Sebbene.
benevolenza, amicizia, famigliarità Anchèn. Tela anchina.
che s'abbia con esso, ma le più volte Anchètta. Coscia (Savj Ornit.). Parlando
per ironia; così per es. si dirà: No di polli e uccelli vale quella prima
el mè Cecchin d'amor; Sì el mè Gio porzione delle loro estremità che s'ar
vann d'amor; e vale come a dire No ticola col tronco in alto, e colla tibia
mio bel Cecchino; Sì mio caro Gio o gamba (garon) abbasso. On'anchet
vanni; Sì mio bell'amico. ta d'aneda. Una coscia di anatra –
Amoredèi. V. Gràtis. L'Anca dei diz., se non è male spie
Amoròtt. Calenzuolo. Verdone. Verdello. gata, non pare ben riferibile agli uc
Uccello noto, detto dottrin. Cloride; celli, la Lacca e la Lacchetta si rife
la Loria chlorisLin. riscono ai soli quadrupedi. On an
Amortizazion. Ammortizzazione. chetta de porscell. Una lacca di porco.
Ampj. Afa. Noja. Fastidio, inquietudine Ancia. V. Anc.

provegnente da gravezza d'aria, o Ancònna. Tabernacolo. Custodia di le


da soverchio caldo che impedisce la gno, dentro a cui sia rinchiusa qualche
AND ( 19 ) AND
sacra imagine; ed anche Nicchia da Andà a pollee. Appollajare. Appol
statue sacre, o Cappelletta aperta lajarsi. L'andare che fanno i polli a
nelle vie pubbliche ove siano imagi dormire, e si dice anche traslativa
ni sacre. Forse dal prov. Ancono o mente degli uomini – In campagna
dal Celtico Ancona per sinuosità. dicono più volentieri Anda a mason.
Ancònna (v. del Varon mil.). Ancona. Andà a Roma senza vedè el papa.
Tavola o Tela su cui sia dipinta V. Papa.
qualche imagine. Andà a scondes. Andare a riporsi.
Anconnètta dicesi da alcuni per Scap V. Scònd.
paràtt. V. Andà a sloffen. Andar a dormire;
Ancora. Ancora. Le sue parti sono Ci e sch. a pollajo, o a far conto col
cala o Ghirlanda, Fusto o Asta, Boz capezzale, o a trovar domani, o a
za, Occhio, Marre, Patte. cercar di domattina. Il nostro Sloffen
Ancòva. Arcòa. V. Arcòva. pare corrotto dallo Schlafen de Ted.
And ... In campagna, e spec. in Brianza, Andà a spass. Andare a passeggio,
chiamano con tal voce ogni lista di a sollazzo, a spasso, a diporto. Di
vangata, di zappata, di lavoro che portarsi.
due o più contadini facciano o ab Andà a strusòn, V. Struson.
biano fatta da un capo all'altro d'un Andà a tavola a son de campanin.
campo; e sogliono dire Incau emm Andare a tavola apparecchiata. Vale
faa on and, duu and, ecc. – L'Andan non aver briga di pensare al proprio
na de fen (V) è affine a questo And nodrimento.
che altri pronunziano Ant, e tutti al Andà a toeü vun. Andare a levare
dim. Antèll. Così pronunziato avreb uno, e talora Andare per alcuno.
be qualche affinità col lat. Antes. Andà a travers. V. Travèrs.
Pientà lì l'and e el camp. V. in Andà adasi, . . . . . . . Progredire
Fusèlla. lentamente il mosto nel riuscire vino,
Andà. sost. m. Andare. Andamento. An il latte nel diventare cacio, e simili.
datura – Marcia – Passo. Il lat. In Andà adrée. Seguire. Seguitare. An
CeSSIMS, dare dietro. Per es. Vègnem adrée.
El gh ha on cattiv andà. Egli ha Sieguimi. Vieni meco. Viemmi dietro.
una cattiva andatura. Andà adrée. Imitare. Andar dietro.
Andà. Andare, e anche Ire. Gire. Seguire gli altrui modi.P.es. El va adrée
A longh andà. A lungo andare. a tutt i balòss. Imita ogni malvagio.
Andà a barilott. Andare in tregen Andà adrée. Andar dietro. Conti
da. V. Barilòtt. nuare. Insistere. Per es. El va adree
Andà a Biassonn. fig. V. Biassònn. a rid. Continua a ridere. Va ridendo.
Andà a cà del diavol colzaa e vestii. Andà adrée. Corteggiare. Accompa
Andare a sua posta a casa il diavolo gnare. Andà adrée ai mort. Accom
in pianellini e in peduli a calze solate. pagnare alla fossa i morti. Andare
V.l'Alb. en. in Pianellina negli esempi. al morto.
Andà a cagà. Andare al cesso o a Andà adrée a cantà, a scriv, a legg,
sella. Andare. ecc. Andare cantando, scrivendo, leg
Andà a corp. v. cont. e br. Andare gendo, ecc.
al morto. Assistere ad un funerale. Andà adrée col pianorin. V. Pia
Andà a farsi minere o a fass benedì. norin.
Andare alla banda o in rovina o alla Andà al cagaratt. V. Cagaràtt.
malora o in perdizione. V. anche Andà al de là. Trascendere. Ecce
Bozzarà. dere.
Andà a fraa (e così Andà a pret, a Andà al de sott. Andare a capo rotto
monega, a soldaa, ecc.). Andar frate. o col capo rotto. Andar perdente. An
Farsi frate, ecc. dare al di sotto o a di sotto. V. Sòtt.
Andà a grattasoeuj. V. Grattasoeùj. Andà al nas. V. Nas.
Andà a onza a onza, V. Onza. Andà a la vitta, V. Vitta.
AND (2o) AND
Andà a risc. Arrischiare. Risicare. Andà drizz in del tajà. Tagliare
Correr rischio di per filo o di filo, o filo filo.
Andà a toeü. V. in Toeü. Andà foeura. Andare di fuora o di
Andà attorna. Andare in volta. fuori o fuori. Andare in campagna.
Andà attorna el coo. Avere il gira Andà foeura. T. di Giuoco. V. Foeiùra.
Andà foeura. Versare – Andà foeura
capo.
Andà attorna i ceucc o la vista. Ab a pissaroeula o come ona fontanna.
bagliare. Versare come un paniere.
Andà a tutt'andà. Andare a spron Andà foeura de cà. Andar fuora o
battuti. -
fuori, cioè uscire di casa – fig. Uscir
Andà a tutt'andà. Bollire a ricorsoio. di tema o di proposito. Perdere il filo
Andà a tutt' andà. Avviarsi per le del ragionamento, o non rispondere
poste(a morire). a proposito – In sign. corrispondente
Andà a tutt'andà. Andare a ruotoli. a Andà foeura de la grazia di Dio. V.
Esser per le fratte. Avviarsi a rovina, in Dio.
a fallimento; andare in perdizione. Andà foeura de sit. Spostarsi.
Andà ch'el diavol el le porta. An Andà foeura de la grazia di Dio.
dare a briglia sciolta, a dirotta, a V. Dio.
spron battuti. Andare via di vela. Il Andà foeura del birlo. Lo stesso che
Sacchetti (II. 4) ha N'andò come se Andà foeura de la grazia di Dio. V. Dio.
mille paja di diavoli l'avessero portato. Andà foeura sossenn danee. Spendere
Andà consc o aconsc. Andar lento, assai. M'è andaa foeura on scud in
a rilente, adagio. liber. Ho speso uno scudo in libri.
Andà cont i pitt a l'aria. V. Pitt. Andà foeura i acqu. Straripare.
Andà contr'acqua. Andare contrº ac Andà foeura i dent. Cadere i denti.
qua. Si usa al pos. e al fig. così da Andàgh lontan. Scostarsi, e fig. Er
noi come in ital. Nel senso positivo rare. Non apporsi.
però talora può tradursi per Rimon Andàgh vesin. Accostarsi. Avvici
tare il fiume, il canale, ecc. narsi, e parl. d'indovinare checches
Andà contra vun. T. leg. V. Contra. sia Quasi che apporsi.
Andà de Dio. V. Dio. Andà giò. Scadere. Decadere.
Andà de gamba. V. Gamba. Andà giò. Smontare. Dicesi dei co
Andà de gnugn. V. Gnùgn. lori che perdono bellezza e vivacità
Andà de mezz. V. Mèzz. – In generale poi Anda giò vale
Andà de picciura. Andare o Stare Perdersi, Struggersi, Consumarsi, e
dipinto. Quella scarpa la ve va de si traduce spesso colle particelle di
picciura. Quella scarpa vi sta dipinta, struttive dis o se coi verbi rispettivi.
cioè vi calza acconciamente. Per es. Gh'è andaa giò el color. Si
Andà de sò pè. Correre pe suoi è scolorato, si è stinto – Gh'è andaa
piedi. Correre – V. anche in Pè. giò l'indoradura. IIa perduta la do
Andà de là de tutt'i montagn. V. ratura (il s'est dedore dei Franc.) –
Montàgna. Ghe va giò el pel. Perde il pelo. Si
Andà del corp. Fare i suoi agi. dipela – Gh'è andaa giò i cavij. Ha
Andare del corpo. Cacare. Andare. perduto i capelli – Te va giò i colzon.
Andà del maa o de maa. V. Màa. Ti cascano le brache – Gh'è andaa
Andà dent. Entrare. Andar dentro, giò la colcina. S è scalcinato. Si è
V. anche Dénter. scrostato,
Andà dessoravia. Riboccare. Tra Andà giò amalaa. Cader ammalato.
boccare. Versarsi; comic. Ridere; latin. Andà giò col sò. fig. V. Só.
Esondare. Andà giò de corda. V. Còrda.
Andà drizz. Andare a diritto, al di Andà giò de strada. Uscire di strada
ritto, a dirittura, affilato. maestra, e talora Darla pei campi.
Andà drizz o dritt in del scriv. Andà giò d'ona strada. Andare per
Regger la linea, una tale strada.
AND ( 21) AND
Andà giò de post. Uscir di carica. indree comè in di studi. Non che pro
Andà giò (del sò). Tramontare. De fittare, ha perduto negli studi.
clinare. Andar sotto. Abbassare. Col Andà ingiò. Andare in giù, alla
carsi. Calare. china, all'ingiù. Le genti dell'Alto
Andà giò el balón. Sbonzolare. Milanese dicono Anda ingiò assol. per
Andà giò el cuu. Sfondarsi. V. Cùu. Andare a Milano, e così Anda in sù
Andà giò la vos. Affiocare. Affio per ritornare a loro paesi.
chire. Perder la voce per raucedine. Andà insèmma. Andare insieme, di
Andà giò per i fopp de Vall'Am conserva, di compagnia, a compagnia,
broeusa. Lo stesso che Andà giò per a una, ad una, di brigata.
la melga. V. Mélga. Andà insemma. Cagliarsi. Dicesi del
Andà giò per i scal. Scendere le scale. latte, destinato a bevanda o a cibo
Andà in . . . . . Andare in . . . . non caseoso, allorchè per troppo bol
per Sciogliersi, Tramutarsi, Conver lire o per altro motivo si viene rag
tirsi, Finire in . . . . come nelle frasi grumando.
Andà in scendera, in acqua, ecc. Andà insemmai onz, i paroll, i
Andà tutt in d'on inguent, in d'on fil...... Non reggere gli occhi a ri
sudor, ecc. V. Scéndera, Acqua, ecc. conoscere distintamente i segni delle
Andà in amor. V. Amór. once nelle stadere, le lettere nello
Andà inanz. Innoltrarsi. Andar oltre. stampato, i fili in una tela, e simili.
Andà inanz. Precedere. Andare in Andà insemma la vista. Abbagliare.
nanzi o avanti; e fig. Crescere in grado. Avere l'occhibagliolo.
Venire in grado. Andà là. Progredire, e alle volte
Andà inanz. Proseguire. Campacchiare.
Andà in bestia. Lo stesso che Andà Andà là. Esser passabile o compor
foeura de la grazia di Dio. V. Dio. tevole o mediocre o discreto.
Andà in bissa. Andare a spinapesce. Andà là come on fass de squell.
Andà in canònega. V. Canònega. V. Squèlla.
Anda in crist. Lo stesso che Andà Andà lirón liràn. Andare giò giò.
foeura della grazia di Dio. V. Dio. Andar pian piano e a passo lento.
Andà in di vott, in di noeuv, in Andà lù de per lu. Andare a sua
di des ann, ecc. . . . . . . . Entrare posta, da sè, da per sè, cioè cammi
negli otto, nove, dieci, ecc. anni, nare senz'ajuto d'altri. V, anche Lù.
cioè incominciar per uno l'ottavo, Andann foeura conton scud, con
il nono, il decimo anno d'età. Un pocch (e simili). Non ispendere più
che uno scudo in checchessia. Venir a
poeta pisano disse
« Entrata già nel nono mese ell'era ». capo di checchessia con pochi quattrini.
Andà in d' on sit dove pò andà Andà marabbiand. V. Marabbiànd.
nissun per num. Andare dove nè papa Andà per aliam via. V. Via.
nè imperadore può mandare ambascia Andà per consonzion. V. Conson
dore. Andare al cesso. Z10Il,

Andà in duu. V. Duu. Andà per cunt de vun. Andare a


Andà in furia. V. Fùria. conto di chicchessia.
Andà in malora. Andare in malora. Andà per i vott, nocuv, des ann,
Rovinarsi. Consumare tutto il suo. ecc. Per es. El va per i vint ann de
Andà in nagott. V. Nagòtt. che gh'è pù el Regno d'Italia. Va
Andà in polverde boccaa. V. Boccàa. pe venti anni da che cessò il Regno
Andà in strusa. Andare a zonzo. d'Italia. Siamo nell'anno ventesimo da
Girandolare. V. Strùsa. che cadde il Regno d'Italia.
Andà in su l'assa. V. Assa. Andà per la strada del carr. V. Carr.
Andà indrée. Indietreggiare. Andare Andà per ona robba. fr. cont. An
addietro o a retro. dare per checchessia, cioè andare a
Andà indrée. fig. Decadere. Scapi pigliare checchessia. Per es. Andà
tare in checchessia. Per es. L'è andaa per fonsg, Andà per pattusc, e simili.
AND (22 ) AND
Andare per funghi, per istrame, ecc., Andagh del sò (e così del mè, del
o anche Andare a cogliere funghi, tò, ecc.). Andarne il suo, il mio, il tuo,
a raccogliere strame, ecc. ecc., cioè risicar l'avere o l'onore.
Andà sora l'esemplar con l'incio Andèmm inanz che venni in domm.
ster . . . . . Segnare colla penna tinta V. Dòmm.
nell'inchiostro le lettere abbozzate A tutt'andà. A tutto andare. Al più.
dal maestro colla matita, metodo ma A fare assai (Magal. Esp.).
teriale riprovato dai buoni maestri di Come vala? Come va la salute? Co
scrittura. me state di salute?
Andà sù. Montare. Salire. V. Sù. Con l'andà del temp. In processo
Andà sù. Rincarare. Ritoccare. di tempo. Col tratto di tempo.
Andà sù. Venire in fiore, in istato. Dervii foeura, lasséla andà. V. Dervi.
Andà sù per i scal. Salire le scale. Dove ghe n'è gh'en va. Chi è in
Andà sù sossenn. Fare gran debito. tenuta, Dio l'ajuta.
Andà sù. T. di Giuoco. V. Sù. E che la vaga ! E facciam bella
Anda sù. Andare in prigione. Andar festa! Esclamazione colla quale si al
su (Quest'ultima frase leggesi nella lude a chi profonde, e specialmente
Nov. 145.º di Franco Sacchetti). in conviti, feste, bagordi, ecc. –
Andà sù bella. Andare di rondone. Chi non è in forno è in sulla pala
Andà sù i interess. Correre i frutti, verrebbe in acconcio a chi volesse
il censo, gl'interessi. dire un E che la vaga a persona che
Andà sù per sù. V. Sù. fosse in sul rovinare e in sul fallire.
Andà sù tropp. Eccedere nell'offe E va che te va. E vai e vai.
rire all'asta. Fà andà. Cuocere. Cucinare. Per es.
Andà sù la predega, la spiegazion Fà andà a less. Lessare. Fà andà a
del vangeli, e simili . . . . . Si dice rost. Arrostire. Cuocere arrosto.
del montare in pulpito il predicatore. Fà andà. Fermare le carni. Rifare
Andà sul cinque desdott. V. Desdòtt. le carni. Per noi questo Fà andà
Andà sul sò drizz. V. Drizz. dicesi delle carni da arrostire, chè
Andà tropp inanz. Andare o En per quelle da lessare diciamo Fagli
trar troppo innanzi. Eccedere. Uscir trà on buj. V. Bùj.
de' termini. Fà andà on negozi. Accudire a un
Andà tutta in cavrioeü. V. Cavriocù. negozio. Amministrare un negozio. Far
Andà tutt in d'on sudor. V. Sudor. andare una bottega.
Andà via. Partirsi. Andare via. Falla andà e Falla andà a la ricca.
Andà via a la franzesa. V. Franzés. Tenere gran vita. Trattarsi alla gran
Andà via cont el coo o col coo. de; e in senso peggiore Sbraciare.
Vacillare. Farneticare, e ant. Vagel Sbraciare a uscita. Scialacquare.
lare. In senso più moderato Andare Lassà andà. Lasciar andare. Tras
o Stare sopra fantasia. Essere sopra andare. Trascurare. Negligere. Far le
pensiero. Vagar colla mente; e nello viste di non vedere. -

stesso sign. ma comicamente Avere gli Lassà andà. Spetezzare. V. anche


occhi a nugoli. Porre una vigna. Per Lassà corr in Còrr.
es. In del scriv me va via el coo. Lassà andà on sgiaffon o simili. La
Mentre scrivo mi si sparge la mente. sciar andare un ceffone, un colpo, ecc.
Andà via impalaa o insteccaa. Cam Lassass andà e Lassass andà giò.
minare impettito. Trasandarsi. Trascurarsi negli abiti,
Andà via. T. di Giuoco. V. Via. nel vestire.
Andà via. Andarne. Andarsene. Sva Lassass andà del mangià. Perdere
nire. Il cancellarsi delle macchie. Per il cibo. Cibarsi poco.
es. Fà andà via i macc. Cavar le L'è andàa. È morto; per eufemismo
macchie. Sta maggia chi la va minga Ne andò. S'addormentò; e comic. An
via se no se strascia la robba. Questa dò a fare i fatti suoi. Andò di là o
macchia non ne va se non col pezzo, fra que più o a babboriveggoli,
AND (23 ) AND
Mangia bev e caga, e lassa che la Ghe va tant? Ci vuol tanto?
vaga. V. Lassà. Andà. Costare. -

No andà nè inanz nè indree. fig. Cosse ghe va? Quanto costa?


V. lndrée. El par che gh'en vaga a lu.....
Savè fà a andagh adree a vun. Saper Pare che abbia ragion da vendere.
andare a verso ad alcuno. Il suo opposto Andà. Correre. Dicesi, parlando di de
dicesi Andare a contrappelo, a ritroso. nari o monete, dell'esser ricevute o
Se la va la va, se no la va, pa spenderecce. El tal danee el va o nol
zienza. S'ella coglie coglie, se no a va. La tal moneta corre o non corre.
patire, o vero se non coglie, non Andà. Andare per passare, succedere.
m'importa, me la rido – Il Sacchetti Per es. La va insci. Va così.
nella sua Novella 74.º verso il fine Andà on orolog, on molin, ecc. Andare.
dice in questo significato. «Il mondo Andà on negozi. Andare. Dire. Per es.
è venuto a tanto.... che molti dicono: Sto negozi el va a cunt di creditor.
Io non posso altro che acquistare; se Questa ragione dice nei creditori. I
non se n'avvede io me la abbo, e se creditori fanno andare questa bottega.
se n'avvede, me la gabbo. Andà si usa in moltissime altre frasi;
Se la va a ciaccer, l'ha reson là. si vegga sotto ai sustantivi o ai verbi
A chiacchiere egli è quel desso che ha co quali è in quelle frasi accoppiato.
ragione – Se la va a pugn, el foo Andàa. Andato.
stà. A pugni egli la perde meco. Andàa. met. Perduto. Rovinato. Andato.
Semper insci no l'andarà. Sempre Andàda. Dirittura.
non istà il mal dov ei si posa. Andadóra. Andito. Corridoja – Androne.
Su quell'andà. A quella foggia. Di Andadorètta. Anditino.
quell'andare. Su quella taglia. Andadùra. Andatura. Il modo dell'andare.
Va on poo a càga. Escimi d'attor Andamént. Andamento. Corso.
no. Vanne via. Vattene. Va via, va', Andànna. Pedata.
gocciolone che sei. Andànna per Andadùra. V.
Va on poo via, e per lo più Oh Andànna. met. Andamenti. Andatura.
va on poo via. Oh vacci scalzo! Oh Condotta, modo di procedere, azioni.
non può essere! Andànna (Fen in). V. Fen. Dal fr.Andain.
Andà (che i cont. dicono per lo più Andànt. T. di Musica. sost. m. Andante.
Andà in voculta, e noi Andà attorna). Andànt. ad. Andante. Facile.
Camminare. Andare in volta. Dicesi Andant. ad. Mediocre. Mezzano. Per es.
de bambini che cominciano a cam Pass andant. Passo mediocre, cioè nè
minacchiare. Per es. Quell bagaj el affrettato nè tardo. Robba andanta.
comenza a andà attorna. Quel bambino Roba grossolana.
zampetta o incomincia a camminare, Andàssen. Andarsi. Partirsi. Andare via.
a andare in volta. Andarsene. Andar con Dio. Farsi con
Andà. Convenire. Bisognare. Voler esse Dio; e com. Pigliar l'ambio. Ambulare.
re. Per es. Andarav che mi l'avess Andegh. Andito.
ditt. Se io l'avessi detto, pur pure. Andeghée. Zazzerone. Il Guadag. Poes.
L'andarav faa. Vorrebbe esser fatto. II. 184 dice in questo sig. Medaglione.
Anda. Compensare. Andare (Bocc. nella Chi va all'antica – Fà l'andeghée.
nov. della Belcolore). Per es. Vaga Anticheggiare.
vun per l'olter. L'uno compensi l'al Andeghée per Endes. V.
tro. Stia l'uno per l'altro. Vada l'uno Andeghéra. Anticaglia.
per l'altro. Andeghètt. Anditino.
Andà. Vestire. La va in ton. Veste alla Andèmm. Andiamo. Voce del verbo An
moda. dare usata a mo' d'interjezione per
Andà. Appartenere. Spettare. Esser di Su via. Alto. O via, ed anche come
dovere. Per es. La ghe va propri. Gli voce di rimprovero che impone o
spetta. Gli è dovuta. silenzio o moderazione. Andèmm e
Andà. Volerci. Andemm nén. Finiamla. Sta forte –
ANE ( 24) ANE
Se in luogo di Andèmm dicesi e scri Anèll . . . . Quella parte d'un torchio
vesi Andemm, vale per Andatemi; di zecca la quale conforma il cordone
p. es. Andémm foeura di pee. Toglie (contorno) della moneta che si sta
temivi d'innanzi. Uscitemi d'attorno. coniando.
Andrèja. Andrea. Nome proprio. Anèlla. s. f. . . . . . Sp. di dolce, per
Andreja stee su la preja. V. Prèja. lo più con rosolio, che ha figura di
A sant'Andreja monta el fregg in campanella o sia di cerchiello bislungo.
cardeja. V. Frègg. Anèlla. s. f. T. degl'Innbiancatori. . . . . .
Andrié. Andriè. Andrienne. Veste don Cerchiatura di fumicina rinforzata che
nesca disusata da assai tempo. serve a tenere annodato alla pertica
Aneda. Anitra. Anatra. il pennellone (penèll de bianch).
Aneda faraòna. Anatra casarca ? Anelléra. T. d'Oref. Misura degli anelli
Aneda foppana. Anatra domestica. (*tosc.) Cerchiello d'argento, ottone
Così detta fra noi dallo starsi ne' cavi o rame, al quale sono raccomandati
(fopp) presso le case ov'è comune. parecchi cerchielletti mobili dello
Aneda salvadega. Germano reale. stesso metallo, di grandezze diverse
L'Anas boschas degli ornit. numerate per gradazione, ed un pa
Aneda stelòna. Anatra allettajuola. rallelepipedo chiamato Tessera indi
Sotto questa specie corrono anche i cante la scala delle varie estensioni
varj Garganej, l'Arzadegh, il Morett, di metallo necessarie per formare
il Moretton, il Cazzuron, il Coross, il anelli corrispondenti in grandezza ai
Coll longh, il Lagan o Germanott, ecc. cerchielletti sopraccennati. Gli orefici
V. queste varie voci ai loro luoghi. se ne servono per prendere la mi
Aneda. ger. Naneròttolo. V. Sciabalón. sura delle dita di chi commette loro
Anedàscia. Anitraccia. alcun anello.
Anedin. Anatrella. Anitrino. Anitrella. Anellin. Anelletto. Anellino.
Anedòtt.Anatrotto, Anitroccolo. Anitraccio. Anellin de tenda. Campanellina?
Anedòtt. ger. Naneròttolo. V. Sciabalón. Anellitt. s. m. pl. Magliette. Quelle a
Anedòtt. scherz. Anèddoto. cui si attacca la cigna di un fucile.
Anèll. Anello. Anellón. Campanella. Orecchino d'oro o
Anell a grana. Anello granellato? anche d'argento, pendente nel grande.
Anella la russa. ... Anello di moda L'Inauris latina.
recente che si diversifica dai comuni Anellon. Anellone di ferro, bronzo, ecc.
per la molta larghezza e convessità Campanellone(Targ. Viag.).
della lastrina circolare ond'è fatto. Anellón per Asén di campann. V.
Anell de spos. Anello matrimoniale Anellon6n . . . . . . Grandissimo orec
o sponsalizio. Fede? chino. V. Anellon.
Anell faccettaa. Anello affaccettato. Anema o Anima. Anima.
Dà l'anell. Dare l'anello. Sposare. A l'anema. Fino all'anima. Grandis
Giugà ai settanej. . . . . . Fare a simamente, estremamente. Vorè ben
sfilare da sette anelli di ferro intrec a l'anema. Voler bene fino all'anima.
ciati fra loro una verghetta di ferro Rincress a l'anema. Dispiacere infino
che è inviluppata nei medesimi. al cuore. Dolersi fino all'anima.
Anèll. Campanella. Cerchio a ſoggia Andà a l'anima. Toccar il cuore.
d'anello che s'appicca all'uscio per Anem de carton o che no gh'han
picchiare. V. anche Battiroei. nè legg nè fed. Gente di scarriera.
Anèll. Campanella. Quel cerchietto di Uomini presti a mal fare – In altro
fil di ferro ch'è attaccato alle tende, senso Anema de carton si dice a Per
portiere, ecc. per farle scorrere. sona crudele, dura, rozza, feroce.
Anell avert o de fà passà. Campanella Anima di leccio (“lucch.). Anima di
aperta(“tosc., Diz. artig). sambuco (Pan. v1. 1o).
Anell. Cattivello. Gruccia. Quella specie Anem del purgatori. Anime purgan
d'anellone a cui è raccomandato il ti – Pari on'anema del purgatori....
battaglio nella campana. Dicesi di una donna che per dolore,
ANE (25 ) ANG
rabbia, disperazione sia scapigliata Trà sù l'anema. Recere l'anima o
e sciamannata – Paren i anem del il cuore. Avere vomito gagliardo.
purgatori. . . . . Così diconsi le im Anema. Midollo. Midolla. Il centro del
biancature a strati irregolari, mal legno. -

connessi, macchiosi, e così anche le Anema..... Disco sottile di legno che


dipinture cattive; e così le persone si mette a galleggiare in quel secchio
cui per timore o disperazione siansi me pieno di latte che si carreggia o
rizzati i capelli in capo. trasporta da luogo a luogo, a oggetto
Anema d'òra. Ben mio. Cuor mio - che il latte stesso di guazzi meno che
Dicesi anche in senso di Persona di sia possibile e non versi. I nostri lat
ottima natura. Perla. Coppa d'oro. tivendoli lo chiamano comunemente
Anema negra o persa. V. Négher. Assa; e ne hanno anche di piccioli
Avegh de l'anima. Aver petto. che mettono per ugual fine ne' sec
Avegh sett anem e l'animin. V. chiolini entro a quali portano il latte
Animin. alle case, e a questi danno il parti
Cantà cont anima. Cantare con ani colar nome di Tobbièll. Per rispetto
ma(Diz. mus.) o con espressione. allo scopo va compagno al Pajaei,
Dà l'anema a Dio. Render l'anima, delle brente. V.
cioè morire. Anema de botton. Fondello. Anima.
Dà l'anema al diavol. Dar l'anima al Anema de la cassetta de scoldassi pee.
nimico o al diavolo, cioè disperarsi. Padellina(così l'Alb. enc. in Cassetta).
Dà l'anema e el corp per vun. Anema di cann d'orghen. V. Animètta.
Dar la vita per alcuno. Anema di ferr de soppressà. Anima.
Dio ghe daga del ben a l'anema soa. Anemin o Aneminna. Animetta. Animuc
Dio gli faccia pace all'anima ove egli cia. V. Animin.
e. Dicesi nominando qualche defunto. Anes. Anice. Anicio. Anace.
Duu corp e on anema sola. Essere Anesitt. Anici in camicia. Anici imbrat
due anime in un nocciolo. Esser ani tati. Gli amici coperti di zucchero o
ma e corpo d'uno. Si dice di due confetti – Pizzicata d'anici.
intrinseci amici. Anèss e con èss. Annessi e connessi.
Mangiass l'anema. Arrapinarsi. Stri Anfibi. Anfibio.
tolarsi. Rodersi il cuore. Scoppiar di Anfitejàter. Anfiteatro.
rabbia. Angalètt. T. de Falegnami. Augnatura.
Mè pader bon'anema. Mio padre Ugnatura. Aunghiatura. Intaccatura a
di buona memoria, cioè defunto. ugnatura – Dicesi Augnare o Ta
Mettegh de l'anima. Operare con gliare a quartabuono il tagliare l'e
forza. - stremità di due pezzi di legname a
No se sent on anema. V'è un ta piano inclinato, a schisa, in tralice,
cere, un silenzio profondo. Non si per modo che, congiunti, facciano
sente un zitto – No è restaa in cà un angolo retto, una squadra. La
on anema. Non è rimasto in casa nè nostra voce Angalett sembra corrotta
cane nè gatto – No passa on anema. dal francese Onglet di pari significato
Non passa anima viva, nessuno. o dall'italiano Angoletto, o fors'anche
Omm che gli ha de l'anema. Uomo da Angol retto.
che ha coraggio, cuore in petto, ecc. Angaria. Angheria.
Pensà a l'anema. Acconciarsi del Angarià. Angheriare. Angariare.
l'anima. Prepararsi alla morte. Angarón . . . . . Specie d'ebano rosso
Senz'anema. Inanimato. cupo, noto agl'intarsiatori. Credo che
Sonà cont anima. Sonare con anima sia detto Sandalo rosso dai Toscani
(Diz. mus.) o con espressione. per confusione col vero sandalo rosso
Sonà senz'anima. Sonar ciondolone. (legno del Pterocarpus santalinus Lin),
Tornà l'anema in corp. Tornar che è però di un rosso meno cupo.
l'anima in corpo; e bass. Pisciare la Mi si assicura che a Marsiglia sia
paura. Ripigliare il coraggio smarrito. detto Moison.
l'ol. I.
ANI (26) ANN
Anger. Angelo V. Angiol. Animàl. Animale – Bestia.
Angerln. Angiolino. Angioletto. Animal de l'Africa. V. Africa.
Andà in angerin . . . Dicesi dell'an Animal del presèpi. V. Presèpi.
dare uomini e donne a processione Animàl per Porscèll(majale). V.
cantando il Pange lingua e precedendo Animalàsc e Animalòn. Animalone.
il clero nella festa del Corpusdomini. Animètta. Pala. Animetta. Quadrello di
Angeròtt. Bambocciotto. Bamboccio gros biancheria finissima insaldata di che
sotto e fresco. Il nostro Angeròtt si si copre il calice nel celebrar messa
estende anche a denotare ogni bella dall'offertorio alla comunione.
creatura bofficiona, paffuta. Animètta. Lunetta. Il reggiostia di un
Angerottèll. Bambòcciolo, ostensorio.
Anginna. Angina. Animètta. T. de Fabbricat. di organi.
Angiol. Angelo. Anima (Diz. mus.). Quel pezzuolo den
Andà d'angiol. Andar a capello, tellato inferiormente che nell'interno
appuntino, a pennello, a corda, a della canna d'un organo viene con
dramma, cioè nè più nè meno. trapposto alla parte inferiore della
Andà d'angiol. Andar di rondone. bocca di essa e dà forma al suono.
Andar bene, a seconda. Animìn e Animinna. Animetta. Animuccia.
Angiol sgraffignon. V. Sgraffignòn. Avegh sett anim e l'animin (che i
Cantà d'angiol, Ballà d'angiol, ecc. contadini dell'Alto Mil. dicono Avegh
Cantare come un angelo, ecc. sett vitt e poeiù el vittin). Aver le sette
Lavorà d'angiol. Lavorare con tutta curatelle (Leggesi nell'Allegri a p. 1o6).
squisitezza. Dicesi di chi non muore sì facilmente,
Pan d'angiol. V, Pan. e le più volte si suol dire delle donne,
Pissa d'angiol. V. Pissa, Animo. Su via V. Andèmm.
Pitturà d'angiol. Dipingere col fia Anin anin. Ani ani. Voce con cui si
to – L'è disegnaa d'angiol. È un di chiamano a sè le anitre.
segno finito col fiato, Anmi. Anch'io. Io pure.
Vestii d'angiol. Vestito ad angelo. Di Anmò o Ancamò. Ancora. Anche. Per
cesi di fanciullo vestito a quella foggia es. Dammen anmò. Dammene ancora,
che si sogliono dipingere gli angioli Dammene dell'altro – In senso di
custodi; ciò che si fa in occasione di Tuttora. Tuttavia. Per es. Vanzi anmò
a processioni, mortori di fanciullini, ecc. on sold de ti. Vo tuttavia creditore d'un
– E fig. in modo basso per Ciócch. V. soldo da te. Per on sold sont annò
Angiolin. Angioletto. Angiolino. Angeletto. quell o mi. Per un soldo son tuttora
Angeluccio; e parlandosi di donna lo stesso (e per questo modo di dire
Angeletta, Angioletta, Angiolella, vedi la voce Quell ) – In senso di
Angiolin... Sp. di tura usata nelle risaje Pur pure. Via là. Passi e simili. Per
e ne' prati marcitoi. V. sotto Incaster, es. Se l'avess ditt inscì, vorev anmò
Angiolitt. V. Puvionitt(sàmare), scusall. Se avesse detto a questo mo
Angiolo là. Lo stesso che Angiolin, V. do, vorrei pur pure scusarlo.
Angiolòtt. Bambocciotto. V. Angeròtt. Ann. Anno, e ant, Annea.
Angonia. Agonia. -
Ann de la discrezion. V. Discrezion.
Sonà l'angonia. Sonare a agonia, Avè di ann calcaa. Lo stesso che
Vess in angonia. Agonizzare. Essere Avè i sò annitt. V. Annètt.
in agonia di morte. Avè i ann de la bajla, e poeiù i
Angonia de la fera, V. Féra. scalin del Domm. . . . . Si usa dire
Angùria. V. Ingùria. a coloro che vogliono farsi più gio
Angustiàss. Angustiarsi, vani ch e non sono,
Anim, Animo, Avè i ann de Noè. Aver più anni di
Anima, V, Anema. Noè (Monos). Esser assai vecchio.
Anima! esclam, Capperi! Cospetto! Avè minga di ann per nagott. Non
Animà, Animare, Inanimire, esserci vissuto invano (Boccac. Giorn.
Animaa, Animato, 6 proemio). Così suol dire chi vuol
ANN (27) ANT
persuadere altrui intorno a checches Scampà i ann de Noè. V. Noè.
sia in forza della propria esperienza. Anna. Anna. None proprio.
Chi fa a sò moeud scampa des ann La dotta de sant'Anna. . . . . . .
de pù. V. Moeüd. Così dicesi tra noi il piovere entro
Dà el bon capp d'ann o el bon i nove di susseguenti a quello in cui
prencipi d'ani. Dare il buon capo si celebra la festa di sant'Anna.
d'anno o il capo d'anno. Peritt de sant'Anna, V. Perin.
El sarà la bontaa de quindes ann. Persegh de sant'Anna. V. Pèrsegh.
V. Bontàa. Uga sant'Anna. V. Uga.
Fann e no fann l'è on tant l'ann. Annàda. Annata. On'annada de soldo. Lo
. . . . . . Così sogliono rispondere i stipendio d'un anno. V. Mezz'annada.
poltroni a chi li rimproveri del loro Annavojànd (che anche dicesi Innavo
poco lavorare. jànd o Inagojànt o Inagojantemént,
Giugà i ann. V. Giugà. voci morte in città, ma tuttora vive
I ann van come van. . . . . . . Le nel contado). Disavvedutamente. Invo
amnate corron triste. lontariamente – Alla cieca. A tastone,
In d'on ann en pò inscì nass di Annètt. Annuccio.
fonsg (che i cont. br. dicono In d'on El gh' ha i sò annitt (che anche
ann se ne pò voltà di foeuj). . . . . diciamo El gh ha di ann calcaa). Ha
Bisogna dar tempo al tempo; tempo qualche annuccio. E non è come l'uo
viene chi può aspettarlo; col tempo vo fresco nè d'oggi nè di jeri. Si
e colla paglia maturano le nespole. dice di chi è uomo d'età.
Tutte frasi affini al nostro volgare, Anni annòrum. V. Ann.
ma non a capello Il tempo adduce Anniversàri. s. m. Anniversario. Annuale,
novità, Il tempo dà luogo a mille Anodin. V. Liquór.
mutazioni come vale il nostro dettato. Ansa (Dà). Dar campo ed anche Dar ar
L'ann che ven. L'anno futuro o dire, rigoglio, baldanza, ovvero Dar
venturo. L'anno che viene (Caro Let. appicco o occasione di far checchessia,
neg. II, 144). Ansietàa. Bramosia.
L'ann del duu, el mes del mai. Ansiós. Bramoso. Desideroso,
Alle calende greche. A revedess l'ann Ansiós. Trepidante. Ansio.
del duu, el mes del mai. A rivederci Ant per And. V. And e Antèll.
alle calende greche. Anta. Imposta. Intelajatura, per lo più
L'ann de quest ann... ... Nell'anno di legname, che bilicata o inganghe
corrente, nell'anno in cui siamo. rata serve a chiudere usci o finestre.
L'è anni annorum che no v'hoo Anta scura. V. Scur.
vist o parlaa o simili. Son anni Do Ant religaa . . . . Così chiamansi
mini che non vi ho parlato, visto, ecc. certe imposte addoppiate,
Ogni ann en passa vun. Ogni di Ant snodàa. . . . I Venez. le chia
ne va un di. mano Imposte a libro.
On ann con l'olter. Un anno per Dà ai ant o Dà l'anta. fig. Tirar le
l'altro. Di rimbuono. calze. Morire. V, Cagaràtt.
On ann l'è longh e l'è curt. . . . . Anta. Sportello. L'imposta di un armadio.
Modo di dire col quale consoliamo Ant di orghen. Sportelli. Portelli,
noi medesimi od altrui, parlando di Ale. Alie.
cosa che abbia a durar l'anno e che Anta (Rivà a l'). Invecchiare, e pro
si reputi o sia dannosa. E di fatto la priamente Toccare i quarant'anni.
durata del tempo ci sembra maggiore « . . . . . . . la stanta
o minore secondo il più o meno ac » A fà parì de vess rivada a Tanta;
corarsi che un faccia in tali casi. Il » La je porta insci ben tucc quarantun,
nostro volgare finisce quindi nel con » Che no ghen casca on marcadett de vum. »
( Bal. Son. )
cetto che il tempo Fugace ai lieti è
per gli afflitti eterno. -
Antàna. T. di Cac. Ilagna. Sorta di
Portà ben i sò ann. V. Portà. Antanella, rete da uccellare,
ANT (28) ANT
Antavegilia. Antivigilia. Fà fà anticamera . . . . . . . Fare
Anteàtt. T. ſor. Atto anteriore o antece aspettare altrui nell'anticamera, e
dente. Scrivono taluni Si unisca agli anche fig. Far aspettare checchessia.
anteatti, e vale S unisca agli atti an Servitor d'anticamera. . . . . . . .
tecedenti, ovvero al processo. Quel servo che ha particolare in
Antecipà o Antezipà. Anticipare. cumbenza di badare all'anticamera,
Antecipàa o Antezipàa. Anticipato. (ne. annunziare le visite, ecc.
Antecipazion o Antezipaziòn. Anticipazio Vessegh minga anticamera pervun.
Antecoeür. Anticuore. In Brianza questa Non esser tenuto porta ad alcuno.
voce dicesi per imprecazione: Oh l'an Aver facoltà d'entrare ancorchè non
tecoeur ! Oh diamine! Oh malanno ! annunziato. In questo sig. il Bracciol.
Antecrist per imprecazione detto a per (Sch. falsi Dei Xv, 7) disse A te non
sona. Lo stesso che Cristón. V. si ritien portiera, e il Guadagnoli (nel
Antefiss. . . . Nome di quegli ornatini Naso, sest. 15) Vo per tutto, per me
in sulla cornice dei cippi sepolcrali, non c'è portiera.
dei quali ne corrono tre o più per | Anticamerètta o Anticamarètta. . . . . .
ogni fronte di cippo – Il Forcellini Anticamera poco spaziosa. Il Lasca usò
in Antefira li chiama Capitegole – Anticameretta, ma in sig. di Gabinetto.
Quando gli Antefiss sono due soli per l Anticipa, ecc. V. Antecipà, ecc.
ogni fronte diconsi dai nostri mar- | Antifona. Antifona.
morini Orecc. Antifonàri. Antifonario.
Antegràss. V. Grass. Antigamént. Anticamente.
Antèll. Dim. di Ant cioè And. V. And. Antigh. Antico – Antiquato – Antigh come
Antènna. Pennone. el cagà abrasc. Più antico del brodetto.
Antènna. T. de Costr. Stile. Abetella. | Antighitàa. Antichità.
Abete rimondo e intero che serve Antighitàa. Anticaglia. Nome generico
alle fabbriche per formar ponti. V. di cose antiche.
Speron o Pè. Calcio - Smuss. Smus- | Antigòtt. Attempatotto. Antico anzi che no.
satura o Tagliatura. Antimòni. Antimònio.
Antepònn. Anteporre. Preferire. Antin. s. m. e per lo più al pl. i Antin
Antesin, e per lo più al pl. Antesitt. . . . . . . Telajo di legno sportellato
Agoncini di Como. Il pesce detto Cy che si mette alle finestre onde chiu
prinus lariensis o Cyprinus agone, no derle con vetri, carta o tela per di
vellino, che s'imbandisce misaltato o fendersi dal freddo o dal sole senza
fresco. Forse così detto dal lido di abbujare la stanza – Antin de cristall
Antisito sulla riviera di Lecco, se o de veder. Invetriata. Invetrata. Ve
però, come lascia dubbio il Cantù, il trata. Vetriata – Antin de carta o
lido non trasse il nome dal pesce. Il de tila o de stemegna. Impannata.
Porcacchi nella sua Nobiltà di Como | Antinna. Sportelletto. Dim. di Anta. V.
(p. 157) li chiama Agoncelli. - Antipast. s. m. pl. Antipasti. Le prime
Anticàmera. Anticamera. Nome della pri vivande che si mettono in tavola, le
ma stanza negli appartamenti dei be quali in Toscana diconsi Cominci dal
nestanti, o delle prime stanze in quelli volgo, e dalle persone civili Principii.
de grandi e nelle corti, ove si sta ad Antipàtegh. Antipatico.
aspettare ammissione o udienza, e ri- | Antipatia. Antipatia.
cetto de famigliari o dei cortigiani. | Antipòrt. . . . . Specie d'imposta leg
Secondo l'Alb. enc. potria dirsi con giera che serve ad appartare l'una
voce inesatta Antiporta e fors'anco Ri dall'altra le stanze di una casa e a
cetto, del che vedi la parola Antibagno difenderle dal vento. Talora anche
nell'Alb. medesimo. all'uscio da scala, che pur suol avere
Fà anticamera. Fare anticamera. imposta a bandelle e catenaccio, si
(Zanob., Vanz., Voc. un.). Stare in an antepone o si pospone un antiport
ticamera aspettando d'essere intro con impostatura o tutta di tavole o
dotto a udienza, e fig. Aspettare. dal mezzo a terra di tavole, e dal
ANZ (29 ) API
mezzo all'insù a vetriata. L'Antiport, Anzànna. Ad. di Stràa. V.
e specialmente quest'ultimo, è da Anziàn. Anziano – Per Lanziàn. V.
dirsi Usciale o Paravento coi diz.; Anzianitàa. Anzianità.
ma il Tom. ne' Sin. p. 96 ne fa gran A diſf. V. Off,
de richiamo, e vuole che nel par Aoppà. T. de Cacciat. . . . . . Fare il
lare odierno dei Toscani non si co grido a-oup per chiamare a sè i com
noscano più que nomi in così fatto pagni di caccia. Dicono anche Oppa.
significato. Quel passo de Sin. però Apàlt. Appalto.
non è piano affatto, quindi i lettori Apaltà. Appaltare.
se la intendano di prima mano con Apaltàa. Appaltato.
esso – L'Antiporta dei diz. vale Ve Apaltadór. Appaltatore. Imprenditore.
stibolo, atrio o stanza che s' inter Aparàti. s. m. pl. V. Revestii.
pone fra scala e scala – V'è chi mi Apartamént, Apartamentin. V. Parta
assicura che i Fiorentini d'oggi di mént, ecc.
cano la Porta così come i Francesi Apèll. T. mil. Chiamata. Cerca – Nei diz.
chiamano Portes-vertes quelli che noi Appello è ter, del giuoco di pallamaglio.
chiamiamo Antiport de bajetta. Fà l'apell. Far la chiamata dei sol
Antiportin. Dim. di Antipòrt. V. dati. Far la cerca. Chiamarli tutti ad
Antiquàri. Antiquario. Colui che attende uno ad uno, per riconoscere se ne
allo studio delle cose antiche – Me manca alcuno.
daglista dicesi chi raccoglie e studia Vess present a l'apell. Trovarsi
medaglie antiche. alle cerche.
Antiquàri. fig. Zazzerone. V, Andeghée. Apertura. Ernia – Apertura al bombo
Antón. Accr. di Anta nel primo sig. V. rin. Ernia ombellicale – Apertura in
Antón. Porte. Portoni(Alb. enc. in Soste d'on varch. Ernia inguinale.
gno). Que tavolati d'un sostegno(conca) Apetì. Appetire. Appetere.
i quali chiusi imbrigliano le acque Apetitt. V. Petitt.
d'un canale navigabile, e aperti danno Guzzà l'apetitt. Accendere l'appetito.
loro il passo, le cateratte dei sostegni. L'apetitt l'è la salsa pu bonna
Antòni. Antonio. Nome proprio. che ghe sia. Appetito non vuol salsa.
A sant'Antoni on'ora bonna. P. Ora. Api. Ad. di Pòmm. V. -

D'on sant'Antoni fà on sant'Anto Apiàn. Piano. V. Piàn (avverbio).


nin. Far d'una lancia un zipolo o un Chi va apian va san. Pian piano
punteruolo. Ridurre il molto al poco. si va sano o ben ratto. A passo a passo
Pocch danee pocch sant'Antoni. V. si va a Roma.
Danée. Àpis. Lapis. Matita. Amatita. Noi distin
Vess minga sant'Antoni . . guiamo i lapis anzi tutto in Apis e
Non poter fare cose al di là delle Pontinn (per queste ultime si veda la
forze naturali dell'uomo. voce). I primi poi si suddistinguono in
Antonin. Antonino. Nome proprio. Apis con legn. . . . . . . . . Lapis
D'on sant'Antoni fà on sant'Anto fermi in cannucce quadrate o tonde,
nin. V. Antòni. lisce o in verniciate, alcune delle quali
Antresòl . . . . . Quel mezzado o mez tutte d'un pezzo, ed altre dette
zanino che è fra il pianterreno e il Apis a coliss... ... che hanno il
primo piano de palazzi. Dal fr. En lapis in una listerella di sè, mobile,
tresol. V. Mezzanin. che s'allunga e accorcia a piacere;
Anualitàa. Tributo o Fitto annuale. Quo e di questi ne sono
ta annua. Rendita o Peso annuo. Pen Apis a coliss sempi. . . . . con un
sione annuaria. lapis solo, ed
Anzànna. Alzaja. Fune che attaccata ai Apis a coliss doppi. . . . . con due
navicelli serve a condurli contr'acqua listerelle mobili, l'una con lapis nero,
– Colui che a piedi o a cavallo tira l'altra con lapis rosso.
la fune così detta viene altresì chia Apis senza legn . . . . . . . Matita
mato Alzaja o Elciario o Bardotto. semplice qual viene dalle cave o dalla
APR (3o) APR
fabbrica, di vari colori, come bianchi, si usano più particolarmente parlan
neri, ecc., e specialmente do di cappelli e di tele.
Apis carbonzin. Matita nera. Spe Aprettà. Rincartare. V. Aprett(Dà l').
cie di grafite i minerale. April. Aprile.
Apis piombin. Matita piombina; April dolce dormir. . . . . Dett. di
di composizione. chiaro sig. e d'antica data. Di fatto
Apis ross. Sanguigna. Matita ros anche in un taccuino volante stampato
sa; minerale. in Milano per l'anno 1555 da magi
Apis de legnamee. . . . Specie di stro Vincenzio da Meda che stava per
matita con entro la piombaggine, e mezzo il campanil de san Setro (Sa
assai più grossa dei lapis comuni. tiro) leggesi sotto il mese del Tauro:
Canna d'apis. Matitatojo. Toccalapis. « Io son aprile del dolce dormire
Aplicà. Aspirare, e col Fag. nell'Amante » Fra fronde e ſiori e belli veelli
esperim. III, 15 Applicare – Talora al dire (cioè udire), o
anche Esibire. Profferire. April gnanch on fil, Magg adag,
Aplicàss. Applicarsi a checchessia. Giugn poeu fa quell che te voeu.Quando
Aplicazion. Applicazione. Applicatezza. il giuggiolo si veste e tu ti spoglia,
Apògg(Cadrega d'). Sedia a bracciuo e quando e si spoglia e tu ti vesti –
li. V. Poltrònna. Anche i Provenz. dicono En Abriou
Apòline(Mangià in ). Stare in Apolline ti delouges pas d'un fioeu, che vale
o in Apollo. Mangiar lautamente e di In aprile non ti spogliar d'un filo.
buon gusto. - April n'ha trenta, e se piovess
Apónt. Appunto. Per l'appunto. A ca trentun, farav dagn a nissun. Aprile
pello. Di certo. Come di pepe. Giusto. una cocciola per die. April piovoso,
Oh apont! Sul proposito. A tal pro maggio ventoso, anno fruttoso(Monos)
posito. Ora che mi risovviene. Oh non Prov. denotante che d'aprile l'acqua
me ne ricordava. Per l'appunto. è sempre giovevole alla campagna.
Apontamént. Appuntamento. V. Randevò. Abriaeu a trento; quando plauria trento
Apontamént. Assegnamento. Onorario. ct un, farie maul en degun dicono
Paga. Salario. anche i Provenzali.
Após. Dietro. Dopo. Quasi dal Post Aprocùf o Aproeùv. v. cont. Appresso.
de Latini. Per es. Apos a l'uss. Dietro Aproeuv a pocch. Presso a poco.
l'uscio. Dopo l'uscio – Nella Valle di A un dipresso (propemodo) – Notisi
Rovagnate e in qualche altra parte però che il nostro Apraeuv, comune
della Brianza pronunciano Apaeis. anche ai contadini bresciani, berga
L'è minga chì apos a l'uss. E non maschi, genovesi, cremonesi, ecc.,
è la via dell'orto. non ha mai il significato di Dietro
Apòsit. Opportuno. Acconcio. (post) che parmi abbia nel verso 95.”
Apositamént. Apposta. A posta. Apposta del canto 12.º dell'Inferno di Dante,
tamente. V. Pòsta. il modo avverbiale A pruovo (per ap
Apòsta. V. Pòsta. presso, apud) che la Crusca di prima
Apòstol. Apostolo. Appostolo. edizione registrò per rispetto al gran
Aprensión. Apprensione. Apprendimento. poeta. Quel verso potrebbe sì essere
Quasi timore. Mett in aprension. Dare tradotto dai nostri contadini per Denn
apprensione. Mettere in apprensione. vun di voust che podem nagh adree,
Mettes in aprension. Stare in appren ma non Denn vun di vaust che podem
sione. Apprendere. Sospettare. nagh apraeuv, poichè non a fianchi di
Aprètt. Cartone. Lustro che si dà ai Nesso ma dietro lui è cosa naturale
cappelli, alle tele, ai pannilani, ecc., che s'avessero ad avviare Virgilio e
così detto fra noi dal francese Apprct. Dante se avevano a camminare per la
Dà l'aprett. Dare il cartone. Rin sicura. Ora l'A pruovo di Dante pºr
cartare. mi sì traduzione lombarda dell'italia
Senza aprett. Senza cartone. Senza no Appresso, ma nel solo significato
colla. Senza gomma. Gli ultimi due traslato di Dietro, Indi, Poi come sta
ARA (31 ) ARA
nel provenzale Aprob, non in quello Ara belara
del latino Prope da cui veramente De ses e cornara
pare ereditato il nostro contadinesco De l' or e del fin
Aproeuv che in alcune parti, come Del comarin (o del cont Marin)
nel Bustese, è detto Da proeugo con Strapazza bordocch,
anche maggiore affinità coll'A pruovo Dent e foeura trii pitòcch,
di Dante. Trii pessitt e ona mazzoeura;
Aprovà. Approvare. Quest'è dent, e quest'è foeura;
Aqua, Aquarèlla, Aquist, ecc. V. Acqua, e alternando un verso per ragazzo,
Acquarèlla, Acquist, ecc. additano, nel dire l'ultimo, quale dei
Aquila. Aquila. Uccello noto. due debba andare a nascondersi e
- Castell, aquila e lcon hin arma per quale ricercarne. Se sono in più di
tutt i canton . . . . . Dett. che si usa due sostituiscono all'Ara belara que
per indicare come siano comuni a st'altra cantilena:
moltissimi gli stemmi gentilizj nei Pan vun, pan duu,
quali entrano tali figure. Pan trii, pan quatter,
Fasoeu de l'aquila. V. Fasoeà. Pan cinqu, pan ses,
L'è minga on'aquila. met. . . . . . Pan sett, pan vott,
Cioè non ha grandissimo ingegno, è Panigada e pancott.
di mediocre ingegno. Mi si assicura che i ragazzi lucchesi
Sgarì o Vosà come on aquila. Gri nella medesima circostanza dicano a
dare a testa. Anche i Francesi dicono questo modo:
Crier comme un aigle. Pan uno, pan due,
Aquilin. Ad. di Nas. V. Pan tre, pan quattro,
Ara (e com. al pl. i Ar) per Ala. V. Pan cinque, pan sei,
Ara per Arla. V. Pan sette, pan otto,
Arà. T. d'Agricolt. Arare. Lavorare il Casca in terra, e fa un botto
terreno coll'aratro – L'arare prende Come un bel salsicciotto ;
vari nomi secondo i modi e i tempi Cenci cenci rattoppati
in cui si fa, cioè a dire: L'arare per Comperati in stracceria,
la prima volta dicesi Fendere. Rompe Comperati in pelleria,
re. Dissodare. L'arare per la seconda Comperati in beccheria,
volta Riscuotere(Lastri). L'arare per Salta fuori o ladro o spia.
la terza volta Terzare. Rifendere. L'a La nostra Ara belara de ses e corna
rare per la quarta volta Inquartare. ra (enimmatica per tutti noi, e forse
L'arare incrociando i solchi già fatti anche pel nostro Porta che perciò
Intraversare. Il passar l'aratro sulle egregiamente la sostituì al dantesco
coste o sui lati della porca dove fu Pape satan Pape satan aleppe) trovò
la semente l'anno prima Costeggiare un illustratore nel ch. Defendente Sac
o Arare in costa. Il tornare ad arare chi il quale ne fece una briosa No
l'arato Riarare. L'arare col coltro vella per un almanacco del 1852, da
Coltrare, cui il sig. Gio. Ventura trasse sog
Aràa. Aràto. getto d'un Dramma che intitolò Ara
Aràa. Aratro; idiot. e cont, Aràtolo; e ant. ecc., o sia il Ravvedimento del conte
Aràto. Strumento col quale si ara la Tommaso Marino. Milano, presso Car
terra. L'aratro nostrale è più com. lo Vermiglio, 1855.
ad un orecchia sola, e dicesi da noi | Arabolàn. v. br. . . . . . Sp, d'uccello”
Scilòria. Vedi sotto questa voce i no- Aragósta, Aliusta. Astaco. Locusta di mare.
mi delle parti ond'è composto. Quel gambero di mare grandissimo
Ara belàra . . . . . . Voci usate dai ra che è detto Cancer astacus da sist.
gazzi in alcuni loro giuochi come | Aralda, Erba nalda o aralla (Targ. Ist.).
segue: l'er es. nel giuoco di capo a Erba detta Digitalis purpurea da bot.
nascondere qualora siano in due soli Aràs. Colmo, Straboccante. Anche gli
recitano questa cantilena: Spag. dicono in questo senso Arrasado
ARB (32 ) ARC
– Parlandosi di misure A raso, cioè Imperiale tournée, Imperiale que l'on
a misura rasa, spianata, pareggiata. fait tomber, ecc.
Aras aras o Pien aras. Pinzo. Pieno Arbosèll. v. cont. br. Alberetto. Arbo
e pinzo, e col Fag. nel Conte di Bu scello. Arbucello. Arbuscella. Arbusco.
cotondo III, 15 Pieno pinto. Arcipie Arbascula. Arbitsculo – I contadini
nissimo. brianzuoli usano anche Arbosèll per
Aratòri. Lavoratio. Lavorativo. Lavora Castagnuolo. V. Èlbor.
tojo. Aggiunto di terreno, campo, Arbusèll. Albero della barca. È voce dei
podere che si usi lavorare coll'aratro. nostri laghi, e special. del lariense.
Arbarèlla. Alberello? Specie di vaso di Arca. Arca.
vetro ritondo e di più grandezze ad Parì l'arca de Noè. . . . . Si dice
uso di tenerci dolci, frutta in con per ischerzo di quella casa i cui pa
serva e simili. droni amino vedersi intorno quantità
Arbaroeüla. Ciriegiuolo. Ciregiuolo. La d'uccelli, cani, gatti, ecc. I Fr. di
pianta così detta Prunus avium dai cono C'est l'arche de Noè, il y a toute
bot. di cui la specie duracina dicesi sorte de betes di quella casa dove al
Ciliegia duracina o morajola. In qual loggino parecchi pigionali, e anche
che parte dell'Alto Mil. la dicono tra noi si sente usare da taluni in
anche Galbinna (nome che altri ser questo senso il dettato medesimo.
vano pel frutto di essa), e la pon Vess l'arca di mincion. Essere l'ar
gono tra i filari delle viti a sostegno. cigranellone, l'arcicotale, un arcigoc
Arbaròtt. V. Beolin. ciolone. V. Badée.
Arbèj. Così dicono nell'Alto Milanese e Vess on'arca de virtù, de sapien
sul Verbano i Piselli. V. Erbion. za, ecc. Essere un'arca di scienza
Arbicòcch. Albicocco. Albercocco. Armel (Fag. L'ast. bal. III, 12 ; Guad. nel
lino. Albero che produce le albicocche. Naso, sest. 16). Essere sapientissimo
È il Prunus armeniacaLinn. o scienziatissimo. Essere grandissimo
Arbicòcch. Albicocca.Bacocca. Albercocca. savio in molte scienze. Essere virtuo
Moniaca. Armeniaca. Frutto dell'albi sissimo.
Arbij. V. Erbiòn. (cocco. Arca. Arca sepolcrale, p. es. L'arca de
Arbioeù. V. Albioeiù. -
san Peder marter in sant'Eustorg.
Arbiòn. V. Erbiòn – In sig. di Tàccola. V. L'arca di san Pietro martire nella
Arbitràri. Di arbitrio. Di capriccio. chiesa di santo Eustorgio.
Arbitràss. Agire ad arbitrio. Torsi licenza. Arcàda. Arcale. Arco. V. Arch.
Arbitri. Arbitrio. Capriccio. Arcada. Arcovàta. Serie di più archi.
Pan d'arbitri. V. Pan. Arcàdi. Chiasso. Romore. Si usa anche
Toeuss di arbitri. Operare a capric in senso di Spuòll. V.
cio, di sua volontà, ad arbitrio, e Arcàngiol. Arcangelo.
sch. di propria cortesia. Arcàno. sost. m. Segreto. Arcano.
Arboràri. V. Erboràri. Arcàri. Lo stesso che Arcàdi. V.
Arborée (o Alborée). . . . . . Sp. di rete Arch. Arco. Arcàle. V Arcada – L'al
che si adopera nella pesca di quel tezza massima di esso dicesi Rigoglio
ciprino che chiamiamo Arborèlla. V. o Sfogo; la curvità Sesto; la curvità
Arborèlla (che anche dicesi Alborèlla o interna ne ponti Imbotte.
Alborinna o Albora). Pesce argentino. Arch intregh. Arco di tutto sesto o
L'Able o Ablette de Francesi. Il Cr intero o di mezzo tondo o di punto
prinus albor dello Scopoli. Pesciolino fermo. Quello che ha per corda il
che, cotto, ha dell'amarognolo. diametro del cerchio intiero; arco di
Arborinn per Erborinn. V. mezzo cerchio.
Arbor imperial (Giugà a). . . . . Specie Arch acùtt. Arco acuto o composto
di giuoco, oggidì poco usato, che o in quarto acuto. Quello risultante da
si fa colle carte da picchetto. I Fr. due archi scemi che nel congiungersi
chiamano questo giuoco l'Imperiale, intersecandosi fanno un arco nella
e ne distinguono più specie, come sommità.
ARC (33 ) ARE
Arch zopp. Arco scemo. Quello che Architràv. Architrave. -

ha una corda minore d'un diametro Architravada. Ad. di Cornis. V.


del cerchio, quello che è meno di Architt. s. m. pl. T. de Carrozz. Archi.
mezzo cerchio. Quei pezzi di legno che sono posti per
. . . . . . Arco a rottura. Quello che la lunghezza del cielo delle carrozze.
si fa nello strombare un muro aper Archivi. Archivio.
tosi e che ivi rimane nascosto. Mett in archivi. Archiviare.
- . . . . . . Arco affogato. Archiviètt. Dim. d'Archivi. V.
Arch. Arco. Arco trionfale. L'Arch del Archivista. Archivista.
Sempion. L'Arco del Sempione. Arcidiacon. Arcidiacono.
Arch di zij. Arco o Arconcello delle ciglia. Arciducca. Arciduca.
Archètt. Cassetta. Arcuccio. Quel sottalzo Arciduchèssa. Arciduchessa. -

di vimini che si mette nella cuna ai Arciduchessinna ... ... La figlia dell'ar
bambini per difenderli. Nelle culle di ciduca fin che è ragazza, e così
ferro è detto più com. Boffètt o Bof Arciduchin . . . . . Il figlio dell'arciduca.
fettin. V. Arciprét. Arciprete. -

Archètt. Saeppolo. Arco da pallottole. Arcivèscov. Arcivescovo.


Archètt. Arco. Archetto; e poet. Plettro. Arcivescovàa. Arcivescovado. -

Bacchetta di legno sodo ma elastico Arcobalènno. Arcobaleno. Iride. Arco.


da cui due capi è teso un fascetto di Arco celeste. -

circa cento crimi di cavallo, col quale Arcoi s. m.pl. Lo stesso che Falcor. V.
si suona la viola, il violino, il bas Arcón. T. de Fornaj. Arca. Quella specie
setto ed altri strumenti da arco. di gran madia in cui tiensi il pane
Sedol. Setole = Becch. Nasello. – cotto o la farina. V. Marnón.
Impugnadura. Bietta. Arcòva. Arcòa. Alcòva. Alcòvo; e talora
Archètt. T. d'Agric. Mergo. Così chia anche Camerella? -

masi quel tralcio di vite che, a modo Ardént. Ardente. Veemente. Violento. Fie
d'arco, mezzo si lascia sotto, e mezzo ramente commosso. -

sopra terra – Propaggine. Ardént. Focoso. Impetuoso. Ardente. Im


Archètt. Archetto. Così chiamano gli arte paziente dicesi del cavallo.
fici una spranghetta di ferro o d'ac Ardentèll. Ardentello. Ardentetto.
ciajo o d'osso di balena immanicata, Ardenza. Ardenza. Ardore. Veemenza. Fà
alla cui estremità è fermata una corda mett in ardenza. Levar in ardenza.
di minugia con cui si fa girare la Mettes in ardenza. Levarsi in ardenza.
saetta del trapano. Ardimént. Ardire. Ardimento.
Archètt. Archetto. L'arco del così detto Tremà d'ardiment. V. Tremà.
Violino degli Scultori. V. Viorin. Ardimentos. Ardito. Audace. Temerario;
Lama. Spranghetta-lame (fr.) = Ma e talora anche Ardimentoso.
negh. Manico-poignee(fr.) = Vit. Vite Ardion. Ardiglione. Quel ferruzzo appun
= Mascarizz. Corda o Maschereccio. tato che è nelle fibbie per serrarle.
Archètt (e più comunemente al pl. Ar In ardion. In assetto. In arnese. In
chitt). Archetto. Bacchetta o Bastone ordine. In appunto. A concio. In concio.
piegato a modo d'arco, nel quale da Mettes in ardion. Mettersi in assetto,
una parte si ferma una verga nella in appunto, in arnese, in ordine.
cui fessura si pone l'esca per pigliar Aréd. Voce (affine di sig. all'aostana
uccelli – È una specie d'archetto Curaré, ed anche se vuolsi alla Reda
anche quel lacciuolo che più parti ital.) la quale è usata fra noi soltanto
colarmente chiamiamo Spiringon. V. nelle seguenti frasi:
Mett giò i architt. Tendere gli ar Avè o Fà pocch ared. Rendere poco.
chetti agli uccellini. Avè o Fà ared o sossenn ared. Ilen
Archibusà. Archibugiare. Giustiziare ar dere molto. Tornare copioso, abbon
chibugiando. dante. La me fa arcd. Mi profitta.
Architètt. Architetto. Architettore. Avè manch ared. Render mcno. Frul
Architettira. Architettura. lar meno. - -

Vol. I, 5
A RG (34 ) ARI
Arèlla. Graticcio. Canniccio. Dicesi da cialmente nelle cave di Viganò ove è
alcuni fra noi alle tavole da bachi detta anche Sass argentin e Cornetton
più com. chiamate Tavol per i cavalér. bianch – La Pietra serena dei Toscani
Arènna (e più com, fra gl idioti la Ren è affine a questa nostra arenaria che
na). Arena. Anfiteatro. Questa voce en è una vera Pietra cerulea plumbea o
tra anche a comporre il nome d'una plumbaria – V. anche Moléra.
contrada della nostra città, cioè Via Argentin. sost. m. T. de Coronaj. Sal
renna, così detta perchè antichissima taleone. Filo. Quello in cui s'infilano
mente ivi era un arena. le avemmarie, i paternostri, ecc. di
Arént (e cont. Aprocùv). Rasente. Presso. una corona. Alcuni fra noi lo chia
Appresso. Da presso. Vicino. Da vicino; mano anche Fil de Bologna.
e con v. a. dis. A randa. A randa a Argentin. ad. Argentino. Arzentino –
randa. Pare sincopato da Aderente. Vos argentinna. Son argentin. Voce
Ares. v. cont. Làrice. V. Làres. argentina. Suono argentino – Color
Arèst. Arresto. Presura. Cattura. argentin. Colore argentino.
Arestà. Arrestare. Staggire. Catturare. Argentviv. Argento vivo. Mercurio.
Arestàa. Arrestato. Staggito. Catturato. Avegh l'argentviv adoss. fig. Aver
Arètigh. Idiotismo per Erètegh. V. l'argento vivo addosso; e parl. di fan
Aretràa. s. m. pl. Arretrati. Frutti de ciulli anche Essere un nabisso, un
corsi e non pagati, i Reliqua latini. frugolo, cioè non istare mai fermo.
Aretràa (Vess in ). . . . Avere di molti Il Morelli nel suo Gentiluomo istruito
conti, di molti lavori o di molte scrit usò Essere mercuriale in questo sig.,
ture che aspettano spedizione; averle, e l'Alb. enc. notò la frase, ma essa
per così dire, buttate dietro le spalle. mi sembra poco felice.
Argàn o Argànt. Lume argan (*ſior.). Spe Arghen. Argano. Ve ne sono d'orizzon
cie di lume così detto, io credo, dal tali e di verticali, quello della prima
– nome del suo inventore. specie mi si assicura detto volg. in
Arganin o Argantin. Dim. d'Argàn. V. Toscana, e spec. a Lucca, Omo morto.
Argen. P. Argin. - Voreghi argin per fà quajcossa. fig.
Argenin. . . . . Il ciglione delle porche Volerci gli argani a far checchessia.
nelle risaje, e la ripa dc fossatelli dei (Fag. Mar. alla moda II, 1). Far chec
i prati marcito). chessia tirato coll'argano o a forza
Argént. Argento. d'argani. -

Argent brusàa. Calia. Arghenòn. . . . . . Grand'argano.


Argent matt. Argento falso. Argin (idiotismo). Argano V. Arghen.
Argent negher. V. Négher. Argin. T. de Pastaj. Arganello. Cilindro
Argent plaché. V. Plaché. (cio. col quale il pastaio, girandolo, stri
Argent tilaa. Canutiglia. Argento ric gne le paste nelle loro forme.
Argént. Moneta bianca. Dicesi della mo Argin. Argine – Per Argenin. V.
neta d'argento, a distinzione di quel Arginà . . . . . Assettare le ripe de fos
º la di rame o d' oro. satelli d'un prato marcitoio in modo
Argentéri. Argento. Argenteria. Gli argenti. che l'acqua possa traboccar pari co
Argentin. sost. m..... Specie d'arenaria me velo a inacquare ogni parte del
(molera) di colore turchiniccio. Predo prato stesso – In gen. Arginare.
- mina in essa il calcario e n'è base il Arginadùra. . . . . Livellazione de ſos
i quarzo; scarse sono le parti micacee e satelli adacquatori dei prati marcito;
sabbiose. È diversa dall'arenaria comu – In gen. Arginatura.
ne (molera o cornetton ross): serve co Argomént. Argomento,
me quella per modanature di fabbriche; Arguì. Arguire. Argomentare. Inſerire.
- ma in parte è anche lavorata in coti Ari Aria. V. Aria. Questa voce così
da affilare i ferri, le quali riescono di tronca è da noi compenetrata in una
buona tempra e molto ricercate: se ne sola voce avverbiale, cioè in Alari. P .
fanno pure canapè da giardino, cippi, – I Brianzuoli l'usano nelle frasi
capitelli, ecc. Molta se ne trova spe Coeur content e strasca l'ari, i Strasc.
A RI (35) ARI
Perd l'ari. Perdere l'orizzonte. P. es. h
Calà i ari. Cagliare. Aver paura del
El gatt l'ha pers l'ari e el se ved pù. l'avversario.
Il gatto s'è sviato e non si rivede più. Cassa d'aria. V. Càssa.
Vess giò d'ari. Aver perduto l'oriz Castej in aria (Fà di). Favellare in
zonte. aria. Fondarsi in aria. Far castelli
Aria. Aria in aria.
Aria colada. Aria colata. Che aria tira? Dove il trovi? Si suol
Aria d'acqua. Ventipiovolo (se però dire fig. per chiedere di qualumore
è ben interpretato dai diz.). sia una persona in quel dato punto
Aria de bell o de bell temp. Aria di che si domanda.
di bel tempo. Ciappà on poo d'aria. Pigliar aria
Aria de brutt. Aria da mal tempo. od asolo. Asolare.
Aria del paes. Aria nativa. Color d'ari. Color aerino o aferino.
Aria de filidura aria de sepoltura. Dà aria a ona stanza. Dare un poco
Aria di finestra colpo di balestra. Così d'aria ad una stanza.
nell'Alb. enc.; ma con più rigore di Fà aria. Far vento col ventaglio.
corrispondenza Aria di fissura aria Fà andà in aria el balon. Mandare
di sepoltura(“lucch.). Dett. di ch. sig. in aria il pallon volante.
Aria dolza. Aere aprico, temperato. Giugà a trà in aria. Giocar a santi e
Aria fina. Aria sottile, elastica, pura. cappelletto, o a palle e santi. V. Crós.
Aria grossa. Aria grossa. Indolziss l'aria. Raddolcirsi l'aria.
Aria remondinna. Aria secca, che Metta l'aria i pagno Fà ciappà aria
rinetta il corpo da mali umori. ai pagn. Mettere in bell'aria i panni.
Aria superba. Aridna. Aria sanissima. Mettin d'on sit de no vedè pù aria.
A mezz'aria. Pelle pelle. m. avv. Mandare alle bujose. V. in Preson.
Vale poco addentro e in superficie. Mett per aria di robb. Mettere in
Lasciam queste cose corporali che ba mezzo o Mettere in campo checchessia.
sta sol toccarle pelle pelle – I dizio Mudà aria. Cambiar aria. Statare.
nari registrano a A mezz'aria, modo No savell nanch l'aria. V. Savè.
» avverbiale per esprimere il mezzo Parlà per aria. Aprir la bocca e
m della maggiore e minor altezza, soffiare, cioè parlare senza fonda
» non troppo alto, nè troppo basso. » mento, il che anche direbbesi Tirare
A mezz'aria. Brillo. Alto dal vino. in arcata o Favellare in aria.
Cotticcio. V. Alégher. Pientà lì per aria. V. Pientà.
Andà a ciappà on poo d'aria. An Portà via per aria la robba. Rac
dare a pigliar aria. corre per aria la roba.
Andà coi pitta l'ari o al'aria. Andare Robba che fa scurì l'aria o che
o Cascare o Cadere a gambe alzate o bissa l'aria. Cosa che fina l'aria, cioè
levate. Tomare. Mazzaculare. Tombo pessima, obbrobriosissima.
lare. Capitombolare. Mazziculare. S'cioppettà l'aria. Fare scoppio o
Andà coi pitt a l'ari o a l'aria. sbracio o scialo o sfarzo o sfoggi.
met. Andar a patrasso o a babbo Slargass l'aria. Incominciare a riscal
riveggoli. Lo stesso che Andà al ca darsi l'aria. Raddolcirsi l'aria. Quand
garàtt. V. cominciarà a slargass l'aria. Per il
Andà in aria el balon. Andar per tempo dolce. All'entrata di primavera.
l'aria il pallon volante. Quel che i Lat. dicevano Vere ineunte.
Avegh semper el venter per aria. Stà buttaa giò cont el venter per
Essere incinta frequentemente. aria. Giacere colla pancia all'aria.
Besogna semper avegh la vos in Tirà aria cattiva . . . . . Esser mal
aria. V. Vös. andare in alcun luogo; corrervisi per
Brusà per aria o Portà via per aria ricolo di male. Un poeta pisano disse
la robba. Raccorre per aria la roba « Ah qui corpo di Bacco è cattiv'aria,
(Fag. nell'Amante esper. III, 5). An » Una fuga mi sembra necessaria. » e altrove
dar via a ruba checchessia, «Andiamo via che qui non v'è buon'aria »
ARI (36 ) ARI
Tirà aria calda . . . . . . Dicesi del Aria de la pissa . . . . . Aria o in
l'esser pericolo di colpi d'arme da differente o spiacevole, al cantarsi
fuoco in alcun luogo. della quale molti fra gli spettatori si
Tirà manca on freguj d'aria o on boſſ riservano a uscir di teatro per fare
d'aria. Non tirar aria. Non soffiar aria. acqua. Il Diz. mus. le chiama Arie
Trà in aria el cuu. V. Cuu. del sorbetto o Arie delle seconde parti
Vedè in aria. Vedere in o per l'aria. – Dicesi anche di quell'aria, onde
Veder vicino l'effetto di checchessia. incomincia il secondo atto d'un me
Vedè l'aria. Veder la luce. lodramma, che è cantata da una se
Vess in ari. Essere in campo, o in conda parte intanto che gli uditori
Vmezzo,
sono tuttora fuori del teatro per l'a
A tutt i fiasch gh'è don Basili in ari, gio avutone nell'intervallo fra atto
Refugium peccatorum di impresari. ed atto, e forse fuori per loro biso
Vessegh di guai in aria. fig. Esser gni corporali.
turbato il cielo. Esser turbata o torbida Aria obligada. Aria obbligata. Quella
o gonfiata la marina. in cui il cantante è obbligato a se
Vessegh di novitàa per aria. ſig. Es guire il suono.
serci novità in corso. Ariàa per Riàa. V.
Vessegh in aria o per aria on ne Arian. Arriano. V. Bestemmà.
gozi o simili. Bollire in pentola un Arianna dicono alcuni per Riànna. V.
negozio o simili. Vale trattarsi un ne. Ariàscia. Ariaccia. Aria cattiva, malsana,
gozio, esserne segreta negoziazione. e secondo i casi Aria grossa, crassa,
Viv d'aria o de pan e spua. Vivere umida, infetta, corrotta, ecc.
di limatura. Stiracchiar le milze. Ariàscia. Aria da mal tempo. -

Aria! Sgombra! Esclamazione colla quale Ariètta. Aura. Auretta. Zefiro. Favonio -
ordiniamo altrui che ci esca d'attorno. Gh'è sù on'arietta fresca fresca. Brez
Aria met. Albagia. Superbia, Boria. Fa zeggia.
sto. Spòcchia. Soffioneria. Altura. Fava. Ariètta. T. mus. Arietta. Dim. d'Aria.
Fummo. Muffa. Vanagloria. Baccale Ariettinna. Zefiretto.
ria. Chiella. - Ariettinna. T. mus. Ariettina.
Avè de l'aria. Stare in sul mille. Arièzza. Lo stesso che Aria nel senso
Aver gran fava. Aver della chiella, metaforico. V.
cioè aver albagia, boria, fasto. a Merda ai vost ariezz,
Bassà o Mett giò i ari. Chinar le corna. » Marcanaggia pajasc de forestée,
Dass de l'aria. Imporla troppº alto. m Fénela sta reginna di ſinezz,
Fà dà giò o Fà calà o Fà balcà i ari. » Andénn foeura di pee. »
Cavare il ruzzo del capo. Cavare il ruz (Porta Rime.)
zo. Sbaldanzire. Far chinare le corna. Arion. T. mus. Arione. Aria accompagnata
Far abbassare il cimiero o la cresta. da piena orchestra e di grande effetto.
Vale fare star a segno e in cervello. Arios. Arioso. Stanza ariosa Stanza ariosa.
Vess sui ari. Imbaldanzire. Imbaldi Arios. Fummoso. Vanaglorioso. Superbo.
re – Esser baldo o in ruzzo. Borioso. Fastoso.
Aria. T. mus. Aria. Arios. Arioso (Grazzini nella Gelosia).
Aria de baull . . . . Aria prediletta Scialoso.
da un cantante ch'e vorrebbe intro Aristocràtegh. Aristocratico.
dotta in ogni spartito ancorchè im Aristòtel.Aristòtile. Nome di filosofo notis.
pertinente, l'aria per così dire inter El dis Aristòtel: se te poeil avè
calare di un cantante. Il Diz. di mu del ben, tòttel. Sciocco è chi non dà
sica la chiama Aria di baule – V. al pallon che balza (V. il testo del
anche Quaresimal. l'Allegri in Pallone). Fortuna dà e
Aria de bravura. Aria di bravura. toglie. Bisogna còrre la rosa per tempo.
Quella per la quale il cantante può E vale per modo consigliativo a non
dare saggio brillante della voce e del si lasciar scappare di mano ie occa
l'arte che possiede. sioni di buona sorte,
ARM (37) ARMI
Aritmètega. Arimmetica. Aritmetica. Port d'arma (cl) . . . . . La polizza
A rivà. V. Rivà. che dà licenza di portare le armi.
Chi tard ariva el malann le allog Renonzià i arma a san Giorg. Rinun
gia. V. Malánn. ziar l'armi a Giove (Lippi nel Malm.
Arizzón. Ricciaja. Certa acconciatura st. 54, cant. 1).
de” capegli, così detta forse dal volg. Arma. Stemma. Arma.
Herisson dei Francesi. Castell, aquila e leon l'è arma per
Arla o Ara. T. de'Manisc. Travaglio. tutt'i canton. V. Aquila.
Ordigno in cui mettonsi le bestie fa Fà arma visconta. Andare a spina
stidiose e intrattabili per medicarle pesce, a onda, a croscio, barcolloni,
o ferrarle. barcollone. Barcollare. Tracollare. Ba
Arlecchin e Arlecchin batòccio. Arlec lenare. Ondeggiare. Traballare. Ten
chino. Zanni. Trappolino. Mezzettino. tennare – Gaspare Gozzi disse Cam
Truffaldino. Nome d'una maschera no minare come si dipingono le saette.
tissima. – Lo stemma gentilizio dei nostri
Parì on arlecchin. Essere una figura Visconti, cioè la biscia a zigzag col
da cembali. Essere ridicolo. fanciullo ignudo, ha dato luogo al
Tappée a l'arlecchinna. V. Tappée. dettato milanese.
Vestii d'arlecchin. fig. . . . Abito Arma (che anche dicesi Armella o Ar
ridicolo o per varietà eccessiva di co metta e al plur. i Armi o i Armei).
lori o per troppi fronzoli o per es Seme. Granello. Nell'Alto Milanese,
sere disadatto o male indossato. e spec. in Brianza, si dicono Armi i
Arlecchin. Mascherina. Arlecchino(*ſior.). semi teneri delle cucurbitacee, i quali
Giardino(*rom.). Spezie di sorbetto nel Basso Milanese diconsi Gandollitt
che trae il nome dalla varietà del co (de zucca, de cocumer, de melon,
lori che vi si veggono per essere com d'inguria), a differenza degli ossi o
posto di due o più gelati diversi. nuclei delle frutta che in tutto il
Arlecchinàda. Scalata. Lazzo. Gesto da Milanese, e quindi anche in Brianza,
arlecchino. (frivola. diconsi Gandoll. V. Qualcuno, per
Arlecchinàda. Zannata. Cosa da zanni, quanto ne fui assicurato, fa distin
Arlecchinàda. . . . . Mascherata di ar zione fra Armèll e Armètt, assegnando
lecchini. il primo nome ai semi di popone,
Arlecchinna. Ad. di Erba. V. cetriuolo, ecc., e riservando il se
Arlia. Ubbia. Opinione superstiziosa. Su condo ai semi di zucca esclusivamente.
perstizione. Follia. Forse da Ariolo (v. Armà. Armare.
or. lat. IIariolus) che vale Indovino; Armà bulia. V. Bùlia.
e ognuno sa come chi fa professione Armass de santa pazienza. Armarsi
d'indovino non può lasciare d'esser di sofferenza o di pazienza.
spacciatore di follie e superstizioni. Armàa. Armato.
Avè domà di arlij. Essere ubbioso. Vess armaa come on can o come
Arma. Arme. Arma, e al pl. Arme e Armi. on sbirr o come on lader o come on
A l'arma a l'arma. All'arme. Il san Giorg. Esser armato di tutto punto»
grido che si fa per dare all'arme. e sch. Aver tutta Brescia addosso.
Arma bianca. Arma bianca. Armàa. Ad. di Trav. V.
Arma de fough. Arma da fuoco. Armàda. sost. f Esèrcito.
Arma de taj. Arma da taglio e Ar Armàda. Ad. di Cadréga. V.
ma da punta. -
Armàda (A man). Arnata mano.
Bassà i arma. Porre giù l'arme. Armadùra. Ponte. Bertesca. Palco su cui
Arrendersi. stanno i muratori a murare e i pit
Per onor di arma. Per onor di lettera. tori a dipingere. Se è volante, dicesi
Per apparenza, per riguardi sociali. Grillo – V. anche Pont.
Piazza d'arma. . . . . Noi diciamo Armadùra. Armatura. Armato. Fortezza
così al Campo da esercizi militari – d'un lavoro; sostegno di manufatture.
Piazza d'arme nei diz. vale Castello. Mett l'armadura. Armare.
ARM (38) A RN
Toeù via l'armadura. Disarmare. Armètt. V. Arma (seme). (lizio.
Armadùra. Armatura. Armadura. Centi- | Armètta. Armetta. Piccolo stemma genti
natura. Armètta. Nome che alcuni danno a quella
Armadùra. Cavallatura. V. Cavriàda. moneta francese che è detta più co
Armadùra di ret. Armadura. munemente Luis. V.
Armafodritt. Ermafrodito. Maschifemmina | Armi. V. Arma (seme).
Armàndola. Mandorlo. Albero che pro- | Armiroeù. Armajuolo. Fabbricatore o ven
duce le mandorle; l'Amygdalus com ditore di armi. Oggi noi diciamo com.
munis dei bot. Armiroeit; in passato dicevasi Armoree,
Armàndola. Mandorla. Mandola. Frutto e n'è fede il nome volgare odierno
del mandorlo. Ne sono di dolci e di di quella contrada che pure è scritto
amare; e di più specie, cioè Man degli Armorari, e nella quale erano in
dorle di santa Caterina o della Cate antico gli armajuoli propriam. detti.
rina o della Catera, M. gallette, M. Il Diz. d'artig. suddistingue l'arma
grosse nostrali, M. maggiori di tutte, juolo in varie classi secondo le varie
e M. premici o stiacciamani. operazioni che per la fabbricazione
Armandola la perlinna. Mandorle o riparazione delle armi vengono af
arrostite? Mandole confettate(*fior.). fidate a particolari artefici nelle fab
Mandorle tostate (dice poco ital, l'Alb. briche d'armi grandiose. Ed oltre al
bass. in Praline). Mandorla fatta ab Brunitore, al Gettatore, al Rassettatore,
brostire nello zucchero. al Trapanatore, al Torniajo, artefici
Armandola armellinna o d'armelin. di notoria denominazione e incum
Mandorla piccola amara. benza generica, annovera l'Arrota
Armandolètta. Mandòla. Sp. di liuto con canne (cioè colui che sgrossa e as
sedici minuge binate, più panciuto sottiglia alla ruota le canne), il Bac
del mandolino. V. Armandolin. chettiere (che fa le bacchette), il Ba
Armandolètta. T. de Past. Semolino. jonettiere (che fa le bajonette), il Di
Semoletta. Ghianderino. Sorta di pasta rizzatore (che dirizza le canne), il
ridotta in granellini piccolissimi, che Fabbro degli acciarini, quello delle
cotta si mangia in minestra. canne, quello dei fornimenti, l'Incas
Armandoletta bianca. . . . . . Il se satore (che fa le incassature per
molino di pasta schietta. l'armi da fuoco, e le monta in esse),
Armandoletta gialda ... Il semolino il Limator degli acciarini, lo Spadajo,
di pasta zafferanata o di pasta d'uova. e il Vitatore (che fa le viti alle canne).
Armandoletta (a). A mandorla. Dicesi di | Armistizi. Armistizio.
lavori, ricami, ecc. ammandorlati. Armònega. Armonica(Diz. mus.).
Armandolin. Mandolino. Sp. di mandòla Armònega a mantes ..... Strumen
che tra noi ha sei corde e suonasi tino da fiato, per lo più da fanciulli,
con pennuzza o taccone. fatto a forma di soffietto, che mosso
Roeusa. Fiore. Rosa – Captast. Cor come quello manda un suono pasto
diera. Ciglietto. Capotasto = Tastadura. rale alquanto melanconico.
Tastiera e Scagnell. Ponticello - Ca Armònega sempia ... Strumentino
dènn. Anima. da fanciulli, diverso nella forma e
Armaria. Armeria. Arsenale. simile nel suono al suddetto, il quale
Armelin. Armellina, ed anche Armellino si suona a bocca come la ribela (zan
o Ermellino. Pelliccia preziosa che si fòrgna).
trae dal quadrupede d'ugual nome, Armonia. Armonia – Più comunemente
cioè dalla Mustela herminea Lin. Col noi usiamo Armonia per Concordia:
nome solo d'Armelin i nostri pellic per es. Andà de bonna armonia. Es
ciaj intendono la pelliccia d'ermellino sere a un animo. Essere concordi.
bianco, e con quello di Armelin chines | Armorée. V. Armiroeu.
la listata di nero detta di Boronsky. | Arnés. Arnese.
Armelin. V. Armàndola. Avè semper i socu arnes a l'orden.
Armèll. V. Arma (seme, granello). Aver sempre ago e filo.
A RS ARZ
(39 )
Arnica. Arnica. L'Arnica montana L. detta Arsonà. T. de Cappell. Battere all'arco.
Arsùra. Arsura. Ardura.
anche da alcuni Tabacch de montagna.
Arpa. Arpa. Arpe, e al pl. Arpi. Stru Artefàa. Artefatto.
mento musicale noto di più specie, co Artesàn. Artiere. Artigiano. Artegiano.
me Arpe scempia, A. doppia, A. d Eolo, Artefice. No gh'è che artesàn. Non v'è
Arpanetta, Arpinella, Arpone, ecc. che gente artiera. Hin tutt tosann d'ar
Cologna. Colonna-Bordion di pedal. tesan. Sono tutte fanciulle artigiane.
Vergucce dei pedali = Corp. Corpo – Artètica. Ad. di Gotta. V.
Tavola armonega. Animella? e Sordin Articiòcch. Carciofo. Carciòfano. Boccia
na. Sordina = Mésola. Arco = Biroeü. edule del Cynara scolymus Lin. Anche
Pironi = Zappett o Zoccolitt. Semituoni i Francesi dicono Artichaut, e i Tede
= Captast. Capotasti = Bottonitt. Bot schi Artischocke – La pianta del car
toncini – Mecanismo. . . . . - Mastèll. ciofo ricoricata dicesi Gobbo – L'Ario
Piede?(Cuvette fr.) e Pedàl o Pedaler. sto, forse pel solo bisogno di rima
Pedali = Pè o Pescitt. Peducci ? sdrucciola, usò anche Carciòfola, vo
ce comune nella Bassa Italia.
Arpegà. Erpicare. Spianare coll'erpice.
Arpégg. Arpeggio. Articiòcch de scimma Carciofo vet
Arpeggià. Arpeggiare. tajuolo. Pedone(“rom.).
Arpia. fig. V. Avarón. Articiòcch fioron. Carciofo mador
nale? È il carciofo nostrale decuma
Arpin. V. Ghitàra a arpin.
Ars. Voce usata nelle seg. frasi: no, di foglie più consistenti, di calice
Ars de la sét. Assetato. Assetatissi più grosso e di picciuolo più edule.
mo. Assetito. Che pate l'arsione o Articiòcch. fig. Babbione. V. Badée.
l'asciugaggine della sete. Articiocchéra. Carciofaja. Carciofoleto.
Avè la bocca arsa. Aver l'asciugag Luogo piantato di carciofi.
gine in bocca. Aver la bocca asciutta Articiocchin. Carciofino. Dim. di Carciofo.
Articioccon. Accresc. di Articiòcch. V.
come una pomice.
L'ars el cria adree al brusaa. Lo Articol. Articolo.
sbandito corre dietro al condannato. Articol. . . . . Nelle gazzette e ne fogli
La padella dice al pajuolo: Fatti in letterari si chiama così ogni scrittura,
là, che tu mi tigni. Dicesi ad uno che breve o lunga che sia, la quale tratti
riprenda altri d'alcun vizio del quale di una sola materia.
sia macchiato egli stesso. Articol si usa anche da noi in questi
Arscionàa. T. de Barcaiuoli verbanensi. modi: Articol sonitt l'è el sò; Arti
Cerchj del copertino della barca (così col scriv stemm maa; Articol fianch
l'Alb. enc. e lo Strat. in Copertino). stemm bcn. In quanto a sonetti è nella
V. anche Scérsc e Scerscèll. sua beva; Per rispetto allo scrivere ei
Arsenàl. Arsenale. vale poco; A fianchi sta bene.
Avegh adoss l'arsenal o l'arsenal Articolètt. . . . . Scritturetta breve di
de Venezia.... Avere un monte di gazzetta o di foglio letterario.
roba indosso, e dicesi di vesti , ori Articolon. . . . Lunga, e talvolta anche
e simili che abbia intorno una donna - o pedantesca o magistrale scrittura
le quali cose diano nel troppo. di gazzetta o di foglio letterario.
Arsènegh. Arsenico. Artifizial. Ad. di Foeigh. V.
Arsgiàn. Danaro. Corr. dall'Argent dei Artigliaria. Artiglieria.
Francesi. Diciamo pure corrottamente Artista. Artista. Chi esercita le arti del
dal franc. Arsgian fa tò. Il danaro disegno. Così noi esclusivamente; tal
è il nervo d'ogni faccenda. volta lo estendiamo anche a coreo
Arsón(con s dura). T. de' Cappel. Arco. grafi, maestri di musica e virtuosi.
Quell' ordigno con cui si accordella Artista per Artesàn. V.
o sia sfioccasi il pelo da far cappelli. Arùsc. V. Rusc.
Non simiglia male a un archetto da Arvi. V. Dervi.
violino. La sua corda si dice canterel Arzàdegh. Arzagola. Arzàvola. Anatra
la. Dal fr. Argon, Argonner, Argonneur. marzajuola. Uccello di color bianco
ASA (4o) ASC
mischio ch'è della famiglia di quelle Asa. Bandella. Lastra di ferro, inchiodata
anatre che noi chiamiamo Garganèj, o invitata nelle imposte degli usci e
ed è l'Anas crecca degli ornitologi. delle finestre, la quale finisce in un
Arzèlla. Nicchione. Nella cupola interna anello che, impernato mobile sul gan
di varie chiese le figure dei quattro ghero, dà modo all'uscio di sosten
evangelisti sporgono spesso fuor di tarsi e girare.
quattro nicchioni (arzell). As o Asett e rampin. fig. Lo stesso
Arzèlla. Guscio. Nicchio. Conca. Conchi che Sciampa de gajnna. V. Sciampa.
glia, e dottrin. Valva. Quella cortec Mett as e rampin. fig. Menare il can
cia calcarea in cui vivono e dimorano per l'aja. Mettere in musica. Porre diffi
abitualmente que vermi che chiaman coltà o impedimenti: mandare in lungo.
si Testacci appunto da questa loro Asa. Laccetto (*fior.). Maglietta. Ganza
specie di casa che i Latini dicevano (“lucch.). Quel nastro che mettesi alla
Testa – Noi chiamiamo specialmente sinistra davanti del cappello a tre
Arzella ognuno dei due gusci ne quali pizzi, entro cui si pone la coccarda.
si divide il nicchio dei testacei bivalvi, Asa per Antènna. V. in Vèll.
ma per estensione intendiamo sotto Asàa. Ad. di Grópp. V.
quel nome anche ogni altra specie di Asca. Senza contare . . . . . Oltre. Giunta.
nicchio, e vedendo per es. sur un Di più. Per es. El gh ha mila lirasca
camminetto lepadi, telline, turbini, i provecc. IIa mille lire e i provecci
echini, murici ivi posti a galanteria giunta. Senza dir de provecci ha mille
diremmo Oh quanti bei arzell! Solo lire. Ha mille lire e oltracciò o per
dei gusci delle chiocciole e delle ostri di più i provecci – Dal latino Absque
che (unici testacei ben noti a noi come dice, non senza apparenza di ragio
mangerecci) non diremmo Arzèll, ma ne, il Var. mil.
Guss – I nostri fanciulli chiamano Ascadisc. Pigro. Poltrone.
anche specialmente Arzella la Tellina Ascàss. Avventurarsi. Osarsi. Ardirsi. Ar
cornea e il cosiddetto Nicchio dei pit rischiarsi. V. Volzà.
tori, ma non mai l'Arsella dei diz. Ascendént. Voce usata nella frase
ital. che è la Chama la vis d'Aldro Avè on gran ascendent sora vun.
vandi detta anche Jàttola. Aver ascendente sopra uno, cioè po
Arzèlla . . . . . Pastiglia medicinale così tere molto sul di lui animo, domi
detta dalla sua forma che si assomi narne la volontà, avere superiorità
glia a quella d'un nicchiolino. sul di lui spirito. Comic. Avere dato
Arzellinna, Nicchiolino. Dicesi di quelli la zampa della botta ad alcuno.
che si legano in anella; e fra noi an Fà on gran ascendent. Venire in
che di certi dolci foggiati a nicchio. istato. Crescere di posto, di dignità.
Arzellònna. Nicchione. Ascendònica. T. di St. Ascendònica. Ca
Arzij. v. br. Mugherino. Mi è sembrato rattere da stampa che sta di mezzo
il fiore del Lilium convallium de bot. fra il Testo e la Palestina. I Fr. lo
Arziprét. Arciprete. chiamano Petit-Parangon.
Fà l'arzipret. fig. Far lo gnorri. Ascètta. Matassina.
V. Indian. Ascia. Matassa. Certa quantità di filo,
Arziroeü. T. de Forn. Ardenti. Pezzuoli seta, lana, e simili che si avvolge sul
di legno accesi alla bocca del forno l'aspo o sul guindolo per dipanarli –
per servir di lume all' interiore. Molti Accia, secondo i dizionari, significa
dicono anche Lusirai – Il Facchiaro soltanto Termine collettivo dei filati
delle ferriere è in qualche modo un'al o de tigli da filarsi, cioè lino, stop
tra specie di Arziroeit. pa, ecc., a quel modo che Civaje
As.T. de Ferr. Anclli. Quei ferri nei quali comprende fagiuoli, fave, ecc. -
cntra il bastone d'un chiavistello. Il capo della matassa onde s inco
Asa. Cappio. Annodamento che tirato mincia a dipanarla, e che le serve di
dall un de' capi
si scioglie. legame, dicesi Dandolo. I . anche in
Fà gropp e asa. V. Gropp. Strigòzz.
A SE (41 ) A SE
Ascia ingarbiada.met. Matassa scom Mett i penser sul barl de l'asee.
pigliata o imbrogliata. Matassata. Vi Attaccare i pensieri alla campanella
luppo. dell'uscio. Non darsi pensiero, non
Cattagh l'ascia. Rinvergare la ma curarsi di cosa al mondo.
tassa. Trovare l'inchiovatura o la stiva Mett sul bari de l'asee. fig. Ad
o il filo. Trovar il bandolo della ma dormentare checchessia, cioè non ne
tassa. Trovar la via, il modo, il verso parlare altro; ed anche Far il pianto a
in checchessia d'intrigato; trovar il checchessia. Dar una cosa per perduta.
fondamento di una cosa. Negoziant d'asee. Acetaro? (“tosc.)
Compì l'ascia. fig. Dar compimento Chi traffica d'aceto. Il Vinaigrier dei Fr.
a checchessia; ed anche Colmare il Rend asee per vin. Rendere pan per
SolCCO. focaccia. Ricambiare.
Fà el bander in l'ascia. fig. Con Vassell che ha ciappaa l'asee. Botte
chiudere, ed anche Rinvergar la ma acetata, che ha preso odore d'aceto.
tassa. Ravviare il bandolo. Asen. Asino. Somaro. Somiere. Ciuco.
Fà-sù in ascia. Ammatassare. Ridurre Bricco. Miccio. Giumento; e scherz.
in matassa. Rusignuolo d'Arcadia o Chinea di Ba
In coo de l'ascia o In fin de l'ascia. laam. L'Equus asinus Lin. – L'asino
met. Alla fin del fatto. Al levar delle salvatico dicesi Onagro – Asino emis
tende. sario dicesi l'asino da razza – Asi
Ingarbiass l'ascia. Arruffarsi la ma najo è il condottiere degli asini.
tassa. A fregà i asen se deventa muj. V.
Vess in coo de l'ascia. met. Essere Mull. -

al far del gruppo. Esser alla callaja, Andà a fass dà l'asen. m. cont. V.
al termine, alla fine di qualche cosa. sotto in Ligà l'asen. -

Ascioeü. Matassina. Matassetta. Banch de l'asen. V. Biàsim.


Asciorin. Dim. di Ascioeü. V. Cascià-sù vum come on asen. V. in
Ascoltànt..... Così chiamansioggidi gli Cascià.
alunni giudiziari addetti ai tribunali Cercà l'asen e vessegh a cavall. fig.
di prima istanza e d'appello. . . . . Cercare ciò che si ha in mano o
Asée. Aceto, e antic. Vinagro. addosso. Anche i Fr. dicono Chercher
Asee de sò pè. Aceto radicale. son dine et y étre dessus(Roux Dict.).
Asee di quatter lader. Aceto dei Chi baratta el mornee baratta l'asen.
quattro ladri(Gher. Enc.). Sp. di aceto V. Mornée.
medicato. Conti asen ghe vocur el baston. ſig.
Asee rabbiaa. Aceto che arrabbia, Asin duro, baston duro, cioè a sga
mordace, acre, piccante, possente. rare un ostinato ne vuol essere un
Asee romategh. Aceto medicato - altro; ed anche L'asino non va se non
Aceto rosato (Fag. Amor non opera a col bastone, e dicesi di chi non si muo
caso II, 24). ve a operare se non è spinto a forza.
Amolin de l'asce. L'ampollina dal Dà d'intend che i asen volen. Dare
l'aceto. Il Vinaigrier de Francesi. ad intendere che gli asini volino o che
Andà in asee o Ciappà de l'asee o il male sia sano, cioè far credere
Deventà come l'asee. Acetire. Inacc - cose impossibili.
tire. Inforzare. Inagrare. Dà la spezia in bocca ai asen. fig.
Dolz come l'uga in l'asce. V. Uga. Confettar uno stronzolo. Gittar le mar
E poeiù dopo gh han miss-sù la saa, gherite o la treggea ai porci.
l'asee e l'oli d'oliva, e la panzanega Fà come quell ch'è borlaa giò de
l'è bella e fenida. V. Panzanega, l'asen, ch'el diseva ch'el voreva
Fà stà in l'asce. I . Stà. -
desmontà. V. Desmontà.
La mader o mamma de l'asee. La Fà l'asen. ſig. Asineggiare, e anche
madre dell'aceto. - -
Poltroneggiare.
Mett giò in l'asce. Inacctare. Con Ghe n'è insci di asen che se so
ciare. meja. . . . . Si suol dire a chi per
I 'ol. I. 6
ASE (42 ) ASE

somiglianze di nomi o di figure si dini ripetono alla grossa la nota sen


ostina in equivoci di persone o cose. tenza che fino alla morte non si può
Equivale al fr. Il 9 a plusieurs dnes recare perfetto giudizio dell'uomo.
d la foire qui s'appellent Martin. Ongia d'asen. V. Ongia.
Giugà a cascià l'asen. V. Giugà ai Quand el patron el voeur bev, zif
bocc a ſornera in Bòggia. fola l'asen. fig. Dà bere al prete che il
Incoeò se scanna o se mazza l'asen.... chierico ha sete. Dicesi quando alcuno
Suol dirsi in ischerzo per accennare chiede per altrui quello che e' vor
che nel giorno in discorso ricorre rebbe per sè.
la sagra parrocchiale, la festa patro Quand ghe n'è pù, creppa l'asen
nale d'una parrocchia. e quell che è su. fig. Chi ultimo arriva
In mancanza de cavaj se fa trottà trova il diavol nel catino. Di rapa
di asen. fig. A tempo di carestia pan sangue non si puo cavare.
veccioso. A tempo di guerra ogni caval Sentenza d'asen no va in ciel. Ra
lo ha soldo, e vale che nella scarsità glio di asino non arrivò mai in cielo.
bisogna tòrre quel che si può avere. Te credet che gh'abbia l'asen che
L'è mej on asen viv che on dottor caga zecchin? V. Zecchin.
mort. . . . . Dettato di filosofia pol Asen. fig. Asino. Somaro. Dicesi di per
tronesca al quale corrisponde nel più sona ignorante, o zotica e scortese.
dei casi il dett. franc. Chien en vie Asen de natura che no conoss la
vaut mieux que lion mort. soa scrittura V. Scrittùra.

Lengua de asen. V. Léngua. Asen drizz in pee o Asen grand e


Ligà l'asen . . . . . In campagna, e gross. Pezzo d'asino. Asinone. Asi
spec. in Brianza, chi tra vicini finisce naccio. Buaccio. Castronaccio. Igno
prima un lavoro, va a ligà l'asen a rantaccio, e per iron. Pezzo d'uomo.
chi v'è ancora dietro, e lo fa raunando Asen fottuu o porch o senza crean
un mucchio di stoppia o di grano o za o calzaa e vestii. Asinaccio. Tale
di legne, e mettendovi alcun bastone che pare nato nella Falterona.
in mezzo, secondo che il lavoro arre Car el mè asen. Zucca mia da sale.
trato del vicino era di mietere, le Zucca al vento. Dicesi a persona vana
gnare ecc.; e di chi ha da patire lo e senza abilità.
scherzo dicesi che se non affretta il Pezza d'asen. Pezzo d'asino. Asi
lavoro El va a fass dà l'asen. naccio. Asinone. Tocco d'asinaccio.
Ligà l'asen dove vour el padron. Te see on bell'asen. Sei una zucca
fig. Legar l'asino dove vuole il padro da sale, una zucca al vento.
ne. Accomodarsi senza più a quanto ci Asen. v. cont. Asino?(Zanob. Diz.). Palo
viene ordinato, obbedire ciecamen lungo 4 metri circa, a un terzo del qua
te – Talvolta per beffa si dice Liga le è conficcato un cavicchio(ficcaroeu).
el padron dove vaur l'asen, il che Fatta una massa di paglia, il contadino
disse anche il Lalli nell'En. trav. ficca in essa questo palo, solleva in
« Ma poi per obbedir dicono ancora aria ogni cosa, e trasporta essa paglia
» Chesi leghi il padron dove vuol l'asino. verticalmente come sur un forcone,
No se pò pretend confett (o benis) appoggiandone il peso alla spalla, chè
d'on asen che ſaga spos. Chi asino ivi è rattenuto dal cavicchio – Tal
nasce, asino muore o è sempre asino. volta il palo colla carica della paglia
Come asino sape, così minuzza rape. che attraversa è portato pei due capi
La botte non può dare se non del da due contadini, ed anche a questa
vino ch'ella ha. Prov. di chiaro sig. foggia è detto Asen.
Ognidun cascia el sò asen. ſig. . . . Aserón. Aceto possente.
Ognuno dal canto suo procura di Asètt. T. de Fabb. s. m. pl. Piegatelli.
vantaggiarsi. A un di presso il fr. Ferretti che abbracciano e tengono
Chacun veut avoir son compte. in guida la stanghetta della serratura
Omm, asen e porch se pesen dopo per modo che possa scorrere libera
mort. . . . . Prov. col quale i conta mente nel chiudere e nell' aprire.
ASP (43) ASS

Asètta. Cappietto. -
tassine(filzai). Forse è da dirsi Aspata
Asètta. Femminella. Maglietta in cui o Scagno coll'Alb. enc., ma con qualche
entra il gangherello(rampinett) posto diversità nel numero delle matasse.
ai vestiti per affibbiarli. Aspàrt. avv. Asparte. In disparte. Ap
Asett e rampin. V. Asa e Sciàmpa. partatamente. A parte.
Asevée. Fabbricator d'aceto – Venditor Aspèrges. Aspersorio. Spruzzetto. Stru
di aceto. I Francesi hanno in una pa mento ad uso di sparger l'acqua be
rola sola Vinaigrier, cioè il volgare nedetta. Anche i Provenzali dicono
toscano Acetaro. I Tedeschi Essig in questo senso Asperges. Il volgo fio
bauer – fabbricatore – ed Essighandler rentino, e con esso il Fag. Rim. VI,
– venditore d'aceto. 78, dice Asperge.
Asfor. V. Zaffranòn. Aspèrt. Esperto. Sagace. Scegliato.
Asiós e Asiott. v. cont. Agiato. V. Còmod. Aspètt. Aspetto.
Asma. Asma. Asima. Ambàscia. A prim aspett. Nel primo aspetto.
Asmàtegh. Asmàtico. Aspètt (Quart d'). T. mus. Pausa. Posa.
Asna. Asina. Miccia. Somara. Ciuca. Respiro. Dicesi di quel segno musicale
Asnàda. Asinaggine. Azione asinesca. Trat che fa arrestare il suono. Ve ne sono
to asinesco. di più specie: consistono però sem
Asnàda . . . . Fascio di paglia o strame pre in una linea o in una linea ed
portato su quel palo che i contadini un sette segnati variamente secondo
dell'Alto Milanese chiamano Asen. V. le varie pause.
Asnaria. Asineria. Asinità. Aspètta. Dim. d'Aspa. V.
Asnaroeü (voce antica che leggesi nelle Aspirà. Aspirare. Agognare. Ambire. Ab
nostre Gride del 166o). Asinajo. boccare. Per es. Ghe aspiri minga.
Asmin. Asinello. Asinetto. Asinino. Ciu Ciò non ambisco. Non agogno a ciò.
chino. Somarello. Bricchetto. Aspirànt. Aspirante.
L'è ona trottada d'asnin. met. Trotto Asquàs. Quasi.
d'asino poco dura. Ass. T. di Giuoc. Asso.
Asnin. ad. Asinino, e per isch, Somarino. I duu ass mennen a spass . . . . .
Toss asninna. Tosse coccolina. Tosse Dicesi nel giuoco di primiera per di
cavallina(*fior.). V. Tóss. - mostrare pericolosa la combinazione
Asninna. Asinella. di due carte di quella specie.
Asnón. pos. e fig. Asinone. Asinaccio. Sbris (o Sutt o Succ o Secch) co
Asmon porch del Monferraa (disse me l'ass de picch. Povero in canna.
per esagerazione il Porta). Asino della Tritone. Uomo sommamente povero.
Marca. Somaraccio. Asino colle costole Ass (l') de ferr. Ascia. Accia. Azza.
a quattro larghezze disse il Fag. nel Assa. Asse e al pl. le Assi. Tavola –
Sordo fatto sentir per forza II, 5. V. anche in Trav.
Asnonſin. Acc. di Asndin. Re degli asini? Ass de mercanzia . . . . . . Diconsi
Asón. Bandellaccia. V. Asa (bandella). quelle grosse dalla mezz'oncia fino
Asdn. s. m. pl. T. di Stamp. Ganozze ai tre quarti d'oncia del braccio mi
del timpano o del torchio (così l'Alb. lanese, cioè da 25 a 57 centimetri.
bass. in Couplets e Charnières). Ass de mezza mercanzia... Quelle
Asón. s. m.pl. Trecce. Manichi. Quelle grosse meno di mezz'oncia e più d'un
parti della campana che s'incassano quarto, cioè da 15 a 24 centimetri.
nel mozzo per tenerla sospesa. Ass de imballador. Scandorle (“san.,
Aspa. Naspo. Aspo. Strumento notissi Morozzi Delle case del contadini ).
mo per uso di annaspare. V. Bicòcca. Qurelle dal quarto d'oncia addietro,
Pè. Toppo - Pientànn. Ritti = Tra cioè grosse meno di 12 centimetri.
vers. Verghe e Cornucc. Bracciuoli. Ass de solee. Panconcelli. Assi sot
Aspa de filanda. Tavella. tili assai colle quali cuopronsi le
Aspàda .... Quantità di seta o simile impalcature.
posta sul naspo a dipanare, e composta Ass de stagn. Assi di faggio sode
di quattro matasse(asc) o quattro ma o sane o intatte.
Ass (44) ASS
Ass de sterla. Assi di faggio o di poterli comodamente stirare senza che
castagno fesse o screpolate o che danno s'increspino.
indizio d'avere a riuscir tali fra breve. Assa de stua, e com. al pl. Ass de stua.
Andà in su l'assa. fig. Morire. V. . . . . Quelle assi sulle quali i ciam
Cagaràtt e Colzètta. bellaj distendono i dolci.
A assa brutta. Erabrupto. Assa del telar . . . . . . Il sedere su cui
Casée de l'assa. V. Casée. si posa il tessitore quando sta lavo
Chi no resega no fa ass o Chi no rando al telajo.
- resega no rosega. fig. Chi non s'arri Assa di formaggitt...... Quel taglie
schia non acquista. rino su cui si posano i cascini (quac
Fà a assa brutta. Far sui due piedi. ciraeu) entro a quali sta il latte qua
Pianta d'ass o bonna de fà ass. gliato che ivi s'insala per conformarsi
Albero segaticcio. in caciuole(formaggitt), e ponsi in
Vegni a assa brutta. Venire a mezza clinato per dare modo al siero d'uscir
lama. Pigliar di filo. Strignere fra dai cascini e scolare. È affine al Sa
l'uscio e il muro. lador. V.
Vess a l'assa. Essere al verde o alla Vardà su l'assa di formaggitt. fig.
macina o in fondo. Essere all'estremo V. Formaggin. - -

o al fine di checchessia. Assa di pagn o de lavà i pagn. Vassoio.


Vess in su l'assa. fig. Esser sulla Tavoletta de panni da lavare.
bara, cioè morto. Assa di piatt. Stovigliaja(*ſior.). Quel
Assa de coccer. Pedana. Quella parte l'asse con varie incanalature sulla
della serpe di una carrozza su cui quale mettonsi le stoviglie o i piatti
i cocchieri posano i piedi. a colare e asciugarsi. Il Dressoir dei
Assa de la carna. Tagliere. Legno piano Francesi e la Vascellea de Genovesi.
su cui si taglia la carne. Assa di segg del latt. V. Anima.
Assa de la còmoda . . . . . . Il sederino Assa per tajà focura. . . . . . . . Quella
della sedia per uso d'andare del corpo. specie di tagliere sul quale il calzo
Assa del camer.... Il sederino, o fisso lajo ritaglia le pelli onde fa i tomai
o mobile, dei cessi. delle scarpe, ecc.
Assa (e com. iAss) del ciccolatt . . . . . Assàa (che anche dicesi la Sàa.) Sala. Asse.
Asse di legno, rigirata da un sottilis Quel legno ch'entra ne mozzi delle
simo orletto pure di legno alto dai ruote di carri, carrozze o simili, in
tre ai quattro centimetri, sulla quale torno alla estremità del quale esse
si mettono le pallottole di pasta da girano. Nella Sala si osservano, se
cioccolatte calda che, seguitandosi a condo il Diz. art., il Corpo, i Denti,
dibatter l'asse, si distendono in bo i Fusi, le Spallette. - -

gli. D'ordinario ognuna di queste Assàda. Assito. Tavolato. Tramezzo d'assi


assi è capace d'una quarantina di conmesse insieme, fatto in vece di
bogli che distesi si fanno scivolare parete o chiusura. - -

su altre tavole a freddare operando Assafétida. Assa fetida. Assia fetida e


sì che escano per quello dei lati in idiot. Zaffètica o Zalfetica. Gomma che
cui l'orletto è mobile. si trae dalla Ferula assa faetidaLin.
Assa de la colla. . . . . . . Quella sulla Assàgg (Pezzètt d'). V. Pezzètt.
quale i falegnami impastano con ac Assaggiadir. T. di Zecca. Saggiatore.
qua e calce viva il cacio sciocco per Quello tra i zecchieri che ha per uſ
farne mastice. ficio di saggiare le monete e le paste
Assa del lett.... Ognuna di quelle assi d'oro o d'argento per riconoscerne
che costituiscono il fondo della lettiera. la bontà. I diz. accennano che par
Assa del pan. Asse. Quella ove si mette landosi di chi saggia le monete si usa
il pane a lievitare. meglio dire Saggiatore che non As
Assa de soppressà i vestii de donna .... saggiatore; e noi Milanesi, a quali non
Quella tavola che le stiratrici intro basta l'animo di dire Assaggiù, ma
mettono negli abiti da donna per che siamo costretti dall'uso a dire
ASS (45 ) AST
Saggià, siamo poi astretti dall'uso Assòlt. Assolto. Assoluto.
medesimo a dire Assaggiador piuttosto Assolutissimamént. Risolutamente. Asso
che Saggiador. luto. Assolutamente.
Assàlt. V. Assaltamént. Assoluzion. Assoluzione. Proscioglimento
Assaltà. Assalire? Aggredire. Assaltare. da peccati. -

Assaltàa. Assalito. Assòlv. Assolvere. Proscioglier dai peccati.


Omm assaltaa l'è mezz mort . . . . Assón. Pancone. Fra noi l'Asson è pro
Oltre che al senso positivo questo det priamente quella tavola che è grossa
tato si usa per indicare che l'uomo da un'oncia ai cinque quarti d'oncia,
colto alla sprovvista è posto agevole cioè dai 5o ai 62 millimetri.
mente in imbarazzo e superato. Assón . . . . . Rotella di legno pesante,
Assaltamént. Assalto. Assalimento. Assal grande quanto una forma di cacio
tamento. Aggressione? Assassinamento. lodigiano, cioè larga circa settanta
Assassinio. Assassinatura. Attentato cinque centimetri ed alta circa dieci,
di spogliare altrui alla strada. che si sovrappone alla forma stessa
Assàscia. Assaccia. per gravarla quando è posta ad as
Assassin. Assassino – Scheràno. sodarsi sul così detto Spersor. Alcuni
Assée. Assai. Molto. Dimolto. la chiamano Tondèll. V.
Assée. Abbastanza. A bastanza. Assai. Assónt. Assunto. Incarico. Incumbenza.
Ghe n'hoo assee. Nº ho abbastanza. Assortidór de seda. Assortitore? Colui
Ne ho assai. Dal franc. Assez. che separa le diverse specie di sete
Daghen a vun tant che sia assee. per farne gli assortimenti. I diz. re
V. Tant. gistrano Assortitore per chi fa lo stesso
Assègn. Assegnamento. ufficio in fatto di coralli.
Assegnàa. Assignato(Alb.bass.inAssignai). Assortii. Assortito.
Polizza di debito dello Stato pagabile Assortii. Fornito. Provveduto.
con beni nazionali. Assortimént. Assortimento. Fornimento.
Assénsia. V. Sénsia. Assossènn. Assai. Molto. Dimolto; e sch.
Assentà. Accertare. Dar per certo. Assi Dimoltone. V. anche Sossènn.
curare. Spacciare. Asseverare. Assueffà, ecc. V. Sueffà, ecc.
Assentàa. Asseverato. Assicurato, ecc. Asta. Asta? I calligrafi intendono per
Dà per assentaa. Dar per certo. questa voce ogni linea del carattere
Assentadamént. Accertatamente. Per cer o media o discendente o ascendente,
to. Sicuramente. Al sicuro. Di sicuro. la quale sia larga quanto il così detto
Assessor. Assessore. piè di penna; i diz. intendono per
Assètt. s. f.pl. . . . . Due corti regoletti aste solo quelle linee dei caratteri che
di legno che posti fra dita e dita escono per disopra della riga. V. Pen
della destra e dibattuti l'un contro dént – Vess ai ast . . . . Dicesi di
l'altro per moto della destra stessa, chi incomincia appena a imparare a
mandano quasi quel suono che altri scrivere segnando le prime aste.
cavano dalle nacchere o castagnuole. Asta. Stilo. Fusto. Dicesi del fusto di
Assètta. Assicina. Assicella. Asserella. bilancia, stadera o simili.
Asserello. Asta. Tacca. Per es. Ona bell'asta d'omm
Assettin. s. m. e Assettinna. s. f. Asserello. o de donna. Una bella tacca d'uomo
Assettino u.s. m. ... . Dim. di Assettin. V. o di donna. Una bella taglia di uo
Assidov. Assiduo. Diligente. mo. Un bel taglio d'uomo. -

Assist. Assistere. Asta. Incanto. V. Trómba nel 2.” sig.


Assistént. Assistente – Assistent de ſi Asta. T. de Panier. . . . . . . Ognuna di
landa. V. Filànda. quelle gretoline che in linea diagonale
Assisténta. s. f. Assistente. o spirale si vanno incrociando fra i
Assisténza. Assistenza. così detti cors e il così detto pientaa
Associàa. Associato. d'un paniere. Le aste determinano la
Associàss. Associarsi. quantità dei corsi, perchè finita ogni
Associazion. Associazione. asta ricomincia un nuovo corso.
ATT ( 46 ) ATT

Asta per Astón. V. Boeugna fà on att de fed. V. Fed.


Asta de fontanin. V. Fontanin. Fà i att a vun. Procedere giudicia
Asta del pendol. T. degli Orol. Verga riamente contro alcuno.

del pendolo? Retegni come on att de fed . . . .


Asta del temp. T. d'Orol. Asta del tempo. Credere per certo, fermamente. Il
Astegniss. Astenersi. croit tant ce qu'on lui dit comme un
Astegnùu. Astenuto. article de foi dicono i Francesi.
Asterisch. Asterisco. Attaccatrice. Ad. m. e f. Appiccaticcio.
Asti. Astio. Aschio. Livore. Per es. Pien Contagioso. Attaccaticcio. Questo idio
d'asti. Astioso. Aschioso. Avè de l'asti tismo è comunissimo a nostri giorni,
con vun. Astiare. Adastiare alcuno. e ſu consacrato da un nostro egregio
Astinna .... Ognuno di quel bracciuoli poeta in que” versi:
d'una cassa (incassadura) da occhiali « Ch'el sàn de Peppa e Nice e Doralice
che molleggiando assicurano gli oc » Che quest l'è propri on mal attaccatrice. »
chiali stessi alle tempie di chi li porta. Moltissimi sogliono anche fra noi strop
Astón(sul Verbano). Pennone della vela. piare stranamente certe voci, altre al
Astón (che anche dicesi Asta) . . . . . lungare, altre frangiare. Per es. fra
Gelso di tre anni cresciuto a diametro mille dei nostri anche non affatto idioti
di circa mezzo decimetro, quale si i quali vogliano dirvi d'aver sofferto
suol levare dai vivai e trapiantare un'Encefalitide o un Angina, certo più
colà dove ha da vivere. di novecento vi dicono Gh'hoo avuu
Astorìa. v. a. Traviato. Sviato. ona Cefalitica a la testa, o on'Angina
- Al ghe la da tant larga, in gola, stroppiando e al tempo stesso
» Che el gioven astoraa favellando collo strascico benchè per
» Voreva andà soldaa.» (Magg.Cons.Men.). altro modo dal comune, e forse la col
Astracàn. T. de Pellic. . . . . . . . . Pelle pa non è tutta loro, come non è sem
agnellina d'Astracan, detta anche dai pre tutta di chi grecheggia a dirotta.
Francesi Astracan. Di strascicature siffatte molte altre ne
Astracàn ondaa ... ... La pelle sud abbiamo anche per cose notissime,
detta nera. p. es. I làvor de la bocca, I zij di
Astracàn ordinari .... Pelle agnel aeucc, e simili, che le più volte di
lina nera tinta Kalmutzky. ciamo così e non semplicemente i là
Astracàn rizz .... Pelle agnellina vor, i zij come pur si dovrebbe, non
d'Ucrania nera riccia. usando noi queste voci in altri sensi
Astracàn zenerin .... Pelle agnel traslati come le adopera l'italiano.
lina di Crimea bigia. Attàcch. av. Accanto. Allato. Presso. Vi
Astràtt. Astratto. cino. Accosto. (vicino.
Astraziòn. Astrazion di mente. Attacch attacch. Allato allato. Vicin
Patì l'astrazion. Patir d'astrattag Stà attacch. fig. Stare ai fianchi.
gine o sbadataggine. Tener ricordata altrui alcuna cosa.
Astregh o Astrich. V. Làstregh. Attàcch. s. m. Amoretto. Amoruccio.
Astùzia. Astuzia; il trovato di chi è Attempàa e deriv. V. Tempàa, ecc.
astuto: in senso di Astutezza o sia Attént. Attento – Stà attent (in m. im
facoltà di trovare astuzie non è in per.). Bada. Statti avvertente.
uso fra noi. Attenzion. Attenzione.
Atem Attimo. Attenziòn. Finezza. Qfficio. Qſſiciosità.
Su l'àtem. Subitamente. In un attimo. Cortesia. Riguardo. Piacere – Anche
Atergà, Atént, Aténzion, Atìv, ecc. V. i Franc. dicono Avoir des attentions
Attergà, Attént, ecc. pour quelqu'un, nello stesso senso in
Att. Atto. cui noi diremmo Usà di attenzion a vun.
Ai att. Lectum. Agli ordini. Formola Attergà . . .. . Attergare una decisione
o soscrizione legale de rescritti, che ad un ricorso.
vale : Non se ne faccia altro. Attergàa. s. m... ... La decisione scritta
Att de fed. Atto di fede. da tergo ad un ricorso.
AUT (47) AVA
Atlestà. Attestare. vale Infra hyemem, cioè all'autunno
Attestàa. s. m. Attestazione innoltrato, all'entrar del novembre.
Attiv. Attivo. Ava. V. Avi.
Attivà. Attuare. Porre in atto. Mandare Avàll.Avallo. Sp. di malleverla cambiaria.
ad effetto. Avàll. V. Vall.
Attivitàa. Attività. Speditezza. Prontezza. Avàna. Tabacco d'Avana.
Vivacità nell'operare. Avanìa. Avanìa. Angheria.
Attivitàa. s. f. Debito attivo. Credito. L'at Avantàcc. T. di Stamp. Vantaggio. Quel
tivitaa l'è cent, e la passivitaa hin l'asse che ha una piccola sponda da
milla. Ha credito cento e debito mille. capo e dai due lati, sopra la quale
Attivitàa. T. degli uffizj. Azione. il compositore assetta le linee dopo
Mett in attivitaa. Mettere in azione, che le ha composte. L'assicella incana
in lavoro, in opera. Adoperare. Ta lata nel vantaggio si chiama Balestra
lora è Mandare ad effetto. così in milanese come in toscano.
Vess foeura d'attivitaa. Non essere Avantàcc(Vesseghen d'). Lo stesso che
più adoperato. Vesseghen d'avanz. V, in Avànz.
Attór. Attore. Avànti. Avanti. Innanzi. Avante. Nanti.
Attórna. Attorno. Intorno. Noi però l'usiamo in questi soli modi:
Andà attorna. V. in Anda. Avanti! Entri. L' Herein dei Tede
Attorna attorna. Tutt' all'in giro. schi detto a persona che sentiamo
Mandà attorna. Mandare attorno, in bussarci all'uscio, per accennarle fa
giro, or qua or là. coltà di entrare.
Fass portà attorna. fig. V. Portà. Avanti! Trana; cioè sbrigati, cam
Attrassàa. Arretrato. mina, va innanzi, il Perge dei Latini.
Attriz. Attrice. Avànz. Avanzo.
Auge(Vessin). Essere in auge(Fag. Conte Avanz de Troja. Carogna fig.
di Buc. I, 2). Essere nell'auge suo, cioè Fà l'avanz de Carlin matt o di
al colmo della felicità, degli onori, ec. alchimista. V. Alchimista.
Aulich. Aulico. I avanzi di Troja. sch. Rosumi.
Muna. Auna. Rilievi. Gli avanzi della mensa.
Auròra. Aurora –. L'aurora l'indòra. Vesseghen d'avanz o d'avantacc.
L'aurora ha l'oro in bocca. Dicesi Esservene d'avanzo o di vantaggio o
per denotare il vantaggio che si ri da vantaggio. Esservene oltre il biso
trae dall'alzarsi per tempo di letto. gno o il dovere.
Autàut. O bere o affogare. V. Fenèstra. Avàr. Avaro. V. anche Esds e Tegnón fig.
Autàut; o on ziſfol, o on flaut. Uscian Deventà avar. Gettarsi all' avaro.
ne una volta; o Cesare, o Niccolò. Inavarire.
Autoritàa. Autorità – Usato com. al pl. Fà l'avar. Avarizzare.
dicesi per Persone in carica. Puttost avar. Avaretto.
Autorizzà. Autorizzare. Vess avar minga mal. Esser avaro
Autorizzàa. Autorizzato. la parte sua.
Autorizzazion. Autorizzazione (Alb. bass. Avaràsc. Avaraccio. Avarone.
e Voc. un.). Avarizia. Avarizia. V. Tegnarìa.
Autorón. Autorone (Guadag. Poes. I, 6). Creppa l'avarizia, e s'cioppa la lus
Scrittore di gran vaglia. suria. E muoja l'avarizia!(Fag. Ingan.
Autùn. Autunno. Temp d'autun. Tempo lod. III, 15). Talora voi lo dite a chi
autunnale. volendo mostrare di darvi molto, vi
Autunin. T. teatr. . . . . Così chiamasi dà poco; e talora lo dice quel mede
da noi quella stagione teatrale che simo che dall'avaro si trae improv
corre dal finir d'ottobre al dicembre viso al liberale.
innoltrato. In riguardo a tempo que Dass a l'avarizia. Gettarsi all'avaro.
sto nostro Autunin corrisponde alla Inavarire.
Fraìma de pescatori chioggiotti e alla Avarón. Avarone, V. Tegnón fig.
Farnima del contadini bellunesi che Avaronon. Avaronaccio.
AVE (48) AVE
Ave. Ave. Avemmaria. Aventór. V. Pòsta.
On pater e on ave segond el so Avèrt. Aperto. Schiuso.
let. Eccoci alla canzon dell'uccellino. A brasc avert. A braccia aperte,
E non sa fare il latino che per gli A coeur avert. Con cuore aperto.
attivi. Dicesi di chi non sa variare Avèrt. Svegliato. Sagace – Sturato (La
il suo parlare, di chi vi ripete sem sca nov. 5."). Di fino intendimento.
pre quel medesimo. Avèrt. Aperto. Acceso. Per es. Partida
Avè. Avere. averta. Partita aperta. Conto acceso.
Avegh del matt, del ciall, ecc. Piz Avèrt. Allentato. Crepato. Ernioso.
zicar di pazzo, di sciocco, ecc. Aver Avèrt. Scoperto. Sit avert. Luogo aperto.
del moccicone (Tancia V, 5.). Avèrt. Sbocciato. Fior avert. Fiore sboc
Aveghela o Avella-sù convun. Averla Avèrta. Ad. di Céra. V. (ciato.
con uno. Avere il baco con uno. Aver Avèrta. Ad. di Förma (formaggia). V.
tarlo con uno. Esser adirato, aver Avèrta. s. f. Aprimento. Per es. A l'averta
rabbia, aver ira con qualcuno. de la bottia. All'aprirsi della bottega.
Avegh on poo del tal. Aver l'aria d'un A l'averta del dazi.All'aprir delle porte.
tale. Arieggiare un tale, somigliargli. Avèrta (A l'). m. avv. All'aperto.
Avegh queicòss. Possedere. Avere Averti. Avvertire. Ammonire.
facoltà, rendite, patrimonio. Essere Avertii. Avvertito. Ammonito.
in tenuta; e parlandosi di beni stabili Aves. s. m. . . . . . Quel punto più o
Aver al sole. men braccia sotterra ove trovi acqua
Chi ghe n'ha ne god, e chi no che rampolla dalla ghiaja. La mede
ghe n'ha se gratta. V. Grattà. sima voce nel numero del più (i aves)
Chi n'ha avuu n ha avuu. Chi ha indica per estensione il letto o livello
tenga, e chi n'è ito peggio, suo danno. delle acque sotterranee della pianura
Chi s'ha s” abbia. E vagliono la cosa milanese. I Brianzuoli chiamano Naves
è fatta; stia come ella si trova. I Nap. tutte quelle scaturigini che dalla vetta
e i Sic. dicono in questo senso Ac o dal dorso dei colli scendono in val
qua passata non macina molino. le. Ora quel Naves (probabilmente
Gh hoo d'avè del tal on scud. Ho discendenza del greco poet. yxo scatu
ad avere dal tale uno scudo. Vo cre rio, fluo) mi pare che ci avvisi l'Aves
ditore d'uno scudo dal tale. essere la vera Vena naturale dell'ac
Quell che no poss avè va che tel qua o Vena dell'acqua nativa, come
doni. Farsi onore del sol di luglio? la chiama il Capra nella sua Architet
Il Nondum matura est, nolo acerbam tura famigliare nel lib. II, cap. 1x. –
sumere che diceva dell'uva la Volpe Acquitrino, Polla, Alveo furono usati
della favola. da vari per Aves; e d'Alveo parve a
Vorii avella o no! Volete aver pa taluni di riconoscer buona autorità nel
zienza? Che fretta avete? Piano che Diz. econ. del Fontana e anche più in
non si levi polvere! quel passo della Notte ove Parini disse
Avè. Avere in sig. di Sentire, provar - . . . . . Al par di secchi
dolore, pena, ecc.; p. es. Cosse gh'et » Che scendano e ritornino piangenti
che te fee quij smorfi? Ora che hai, » Dal cupo alveo dell'onda . . . . . » ,

che fai cotal viso? ma di quelle tre voci le prime due mi


Avegnì (Per l'). Per l'avvenire. pajono infelici, e l'ultima non così
Avèll. V. Navèll. - specifica da ben soccorrere in tutte le
Avemaria. Ave Maria. Avemmaria. Prece. frasi che riporterò più sotto. Forse la
In d'on avemaria. In men d'un'ave. voce Sorgiva (registrata dall'Alb. enc.
Avemaria. Avemmaria. Ognuna di quelle e dalla Min.) è la più corrispondente al
pallottoline da corona delle quali ne nostro Aves, benchè in quel dizionari
corrono dieci fra pater e pater. esposta con una spiegazione alquanto
Avemaria infilzada. fig. Ipocritino. diversa dal valore che la voce stessa
Quietino. Mozzina – e anche Viso di importa nei testi ivi addotti. Ma se fran
stecco. Mummia. - - - camcnte dirci Sorgiva l'Aves dei pozzi,
AVE (49 ) AVI
non così liberamente chiamerei Sor I aves hin alt. metaf. Egli ha gran
give gli Aves in generale della nostra fava. Egli ha della chiella, cioè alba
pianura milanese – Il cav. Manetti gia, orgoglio.
nella sua Relazione sui pozzi artesiani Moeuves i naves . . . . Il mandar
parla d'Acque di sorgente, di Scatu acqua delle scaturigini per innanzi
rigini e di Strati acquiferi, tutti, e esauste.

specialmente gli ultimi, similissimi al Sbassass i aves. . . . . Calare, sce


nostro Aves, ma non riporta alcuna marsi, abbassarsi le acque sotterranee.
voce popolare toscana che gli corri Sugass i naves. . . . . Mancare af
sponda. Mi si assevera che in Toscana fatto, seccarsi le scaturigini.
si dica volgarmente Arrivare all'acqua Trovà l'aves. Trovar l'acqua? Il
quello che noi diciamo Riva a l'aves, e Machiavelli nell'Arte della guerra (li
me lo fa credere un passo del Machia bro VII, pag. 279) dice: « Il rimedio
velli che riporterò più sotto in Trova (alle cave, cioè alle mine, facili a
l'aves: ma ancorchè alcuni incomincino farsi dove le fortezze siano poste in
ora a chiamare Prim, Segond, Terz, luoghi rialti) è edificare in piano, e
QuartAves i vari strati acquiferi che si fare il fosso che cinge la tua città
ritrovano interposti a diverse distanze tanto profondo, che il nemico non
fra strati terrei, calcarei, argillosi, ecc. possa cavare più basso di quello, che
quantunque non siano rampollanti non trovi l'acqua, la quale è sola
dalla ghiaia, pure la nozion comune, mente nimica di queste cave. »
generale dell'Aves compenetra in que Avi e Ava. Ape. Pecchia; e cont. Lap
sta voce non l'acqua sola, ma l'acqua pia. L'Apis mellifica Lin. – In città
mista alla ghiaja o al sabbione; e parmi che si dica Avi così al sing.
perciò Rivà a l'aves, frase importante come al pl.; in campagna, e sp. nel
idea composta, non è tradotta a ca l'Alto Mil., dicono Ava al sing. e Avi
pello con Arrivare all' acqua frase al pl. – Alcuni Lariensi dicono Avicc.
che importa idea semplice. Per ultimo Avi salvadegh (o Mattaròn o Mat
è da avvertire che siccome noi, tro tell e al pl. Mattèj). Fuco. L'Apis fucus
vato l'Aves e prosciugatolo, ivi get degli entom. Alcuni con voci ambigue
tiamo le fondamenta degli edifizi, diconlo Bordone o Falso bordone.
così parrebbe che il Pancone toscano Avon. V. la voce.
-

si potria da uno scrittore far equi Bisoeu. V. la voce.


valere in potenza relativa, ma non Camola di avi. V. Càmola.
in natura, al nostro Aves; giacchè in Carsenza. V. la voce.
Toscana quando trovi quella terra No è semper san rugà in di avi.
gialliccia e saponacea che dicono Pan Prov. pressochè equivalente all'altro
cone, tu posi con sicurezza le fon No è ben resegà i corna ai boeu.
damenta d'un edificio; mentre in Mi P. Boeu.

lano le posi all'Aves da prima ra Avicc per Bisocù. V.; per Ava. V. Avi.
sciugato; in Brianza quando giugni al Avid. Avido.
Cepp, cioè al sasso, al macigno; in Aviditàa. Avidità.
Romagna quando giugni al Vergine, Avigg (o Avicc). V. Avi e Bisocù.
cioè, cred io, alla terra non mai toc Avilii. Avvilito. Sbigottito. Caduto o Per
ca – È un riscontro singolare quello duto d'animo.
dei mulini dell'Avesa e dell'Avesella Avilimént. Avvilimento. Abbiettezza. Ab
in Bologna, per amor dei quali forse biezione.
il Ferr. si calò a dire con poca for Aviliss. Avvilirsi. Sbigottirsi. Perdersi
tuna che la voce Aves proviene dal d'animo. Cader d'animo; ed esag.
latino Abyssus. Allibire. Costernarsi.
Alzass i aves. . . . . Crescere, al Avis. Avviso. Ragguaglio.
zarsi le acque sotterranee. Stà su l'avis. Stare sull'avviso o
I aves hin alto hin bass... Il livello sull'intesa. Stare avvertito o avvisato.
dell'acque sotterrance è alto o è basso. Avisador. T. teatr. Avvisatorc.
l ol. I.
7
AZI (5o) AZZ
Avocàtt. Avvocato. Azion. Tiro. Tratto. Trista o Mala azio
Avocatt di caus pers o del lella. ne. Mal tratto. Per es. El m ha faa
Dottor de'miei stivali. Dottor da nulla. on aziòn, o pure El m'ha faa ona gran
Dottorello. Dottoretto.Dottoruccio.Schic azion. Mi fece un tiro, un mal tratto.
cheratore. Stazzonalibri. Salamistro. Aziòn. T. commerc. Voce. Messa, e con
Scioperalibraj. Frugascannelli. Presun vocab. moderno Azione. Quella somma
tuosello. Saputello. Saccentino. Sciolo. che contribuisce ogni azionista per
Impiastrascartabelli. Schiccheracarte. un'impresa sociale – Dicesi Azion
Letteratuzzo. Saccente. Saccentuzzo. Ser anche il biglietto di credito per tale
S0In Irla.
Appuntino. Sacciutello.
Fà l'avocatt. Avvocare; e fig. lo Azion (in) . . . . . . Con questa voce
stesso che Avocattà. V. gl'idioti e i contadini denotano il
Avocattà. Salamistrare. Fare il saccente o soprapparto. Forse essi vogliono di
il ser saccente. Forse dall'it. Avvocare. re in nassion, cioè in nascimento,
Avocattìn. Dim. e vez. di Avocàtt. V. come altri lo dicono della semente
Avocattòn. Accr. semplice e più spesso de bachi da seta allorchè si sta svi
anche encomiastico di Avocàtt. V. luppando – La vacca l'è in azion.
Avocatùra. Avvocazione, e con v. a. Av La vacca è sopra parto. La vacca sta
vocherìa e Avvocaria. L'esercizio di partorendo.
patrocinare le cause altrui. Azionista. T. commerc. Azionista. Azio
Avòli. Avòrio – V. anche (Eùria. nario. Associato. Chi ha voce in una
Avòlt. Alto – V. anche Alt. impresa insieme con parecchi altri.
Avón. Pecchione, e con voce ambigua Azùr, Azzurro – Parlandosi di quella
anche Vespone. L'Apis violacca degli vernice azzurra che si dà ai vasi di
entomologi. -
terra direbbesi Invetriatura o Inver
Avóst. v. cont. per Agºst. V. nicatura, e Dà su l'azur Invetriare
Avril. v. cont, per April. V. o Invetrare o Invernicare,
Avùu. Avuto. – V. anche Biùu. Azzàa. " Il Diz. art. distingue
Chi n'ha avuu n ha avuu, V. in Avè. Azzal. l'acciaio in Acciajo naturale o
Azacà. v. a. Attaccare. di fucina o di Germania, Acciajo di
Azacà. Azzeccare. cementazione o Acciajo fuso, e Acciajo
Azàrd, ecc. V. Azzàrd, ecc. di Damasco.
Azèrb. Acerbo – Aspro o Crudo dicesi Azzal de cassetta. Acciajo sodo?
del sapore delle frutta acerbe; Agro Quello di cui si fa uso per inacciajare
di quello delle non maturissime; Afro il ferro.
di quello delle aspre come le pere Azzal de marmorin. Acciajo. . . . .
cotogne, Agresto o Forte di quello Acciaio più sottile di quello detto de
degli agrumi; Brusco di quello non ponta,
dispiacevole al gusto di certe frutte; Azzal de ponta. Acciajo in verga?
Acido di quello delle frutte mezze; (Tar tosc.). Quello in bastoncini ot
Acre di quello corrodente di esse frutte tangolari onde si fanno scalpelli da
mezze; Austero di quello delle frutte tagliapietre, ecc.
men dolci. Azzal de seghezz. Acciajo piano?
Azèrb, Ad. di Vin. Immaturo. Quello Azzal in borella. Acciajo sodo? Ac
che i Francesi dicono I ert. ciajo in pezzi grossi quanto la coscia
Azerbin. Acerbetto. d'un uomo, di cui si fa uso pei cion
Aziénda. Azienda. Zienda. Negozio. coni da distendino (i bocch di maj).
Aziòn. Azione. Atto. Toeù giò de l'azzàa. Dato nelle vec
Dà cunt di sò azion . . . . . . Non chie. La frase nostrale è brianzuola
rimanere con debiti, non oltrepassare e vivace, paragonandosi chi dà nelle
la propria facoltà nello spendere, vecchie a un coltello o simile che
soddisfare ai propri impegni; non ar per lungo uso e arrotio abbia perdu
ricchire ma non impoverire, starsi to la parte inacciajata della lama e
terra terra, ma onorato e senza debiti. siasi stremato al solo ferro,
AZZ (51 ) AZZ
Azzalà. Inacciajare. Rinacciajare. Dare Azzalin bressan. fig. . . . Fra molti
al ferro la tempra dell'acciaio per vale a un di presso come S'ciopp fig.
renderlo più forte, più tagliente, ecc. Azzalin. Acciajuolo. Focile. Battifuoco.
Azzalàa. Inacciajato. Anche Acciajato in Fucile. Acciarino. Ordigno d'acciaio
questo sign. si ode tuttodì in Toscana, con cui si batte la pietra focaja per
quantunque i diz. nol registrino in trarne faville di fuoco che accendano
certo modo che come termine medico l'esca.
corrispondente al dottrinale calibeato. Batt l'azzalin. fig. Batter l'acciarino
Azzalin. Piastra. Lastra che porta il cane (* tosc.). Arruffar le matasse. Andar
e lo scodellino a canto al focone della di portante. Portare i polli. Pettinarsi
canna delle armi da fuoco, sul quale all'insù. Fare il lenone.
scodellino si pone la polvere d'ine Batt l'azzalin. Battere il fuoco. Di
scatura – Il Gr. Diz. mil. e il Diz. cesi del percuotere la pietra focaja
art. vogliono che l'Azzalin si chiami pel fuoco, sebbene non si batta il
Acciarino, e che Piastra sia voce im fuoco ma la pietra; e così fra noi
propria. L'Acciarino dei diz. però dicesi Batt l'azzalin, quantunque non
vale quella foglia d'acciaio che stava il focile, ma la pietra con esso si batta.
sulla tavola della martellina degli ar Azzalin. Acciarino. Acciajuolo. Acciaino.
chibugi antichi. Cilindro di ferro con un po' di capoc
Cartella. Cartella – Bassinett e an chia di cui servonsi i pizzicagnoli, i
che ambiguamente Fogon. Scodellino – beccaj, i calzolaj, ecc. per aſſilare i col
Quart o Coverc. Fucile. Martellina = telli. I conciatori di pelle hanno essi pu
Molla del quart. Molla della martel re per questo uso il loro Azzalin ingles.
lina = Can. Cane – Stanghetta. Scatto Azzalin. T. de Fabbriferr. Piegatello. Ac
= Molla de la stanghetta. Molla dello ciarino. Nome generico di quei pezzi
scatto – Passarin o Scrocchin. Grillet di ferro ripiegato che si conficcano
to. Sottoscatto e Gioeugh o Nos. Noce - ne lavori per legatura, sostegno o
Braga o Staſſa de la nos. Castello della guida. Così chiamansi Azzalitt quei
noce = Vit. Viti ( Veggansi Cartèlla, Piegatelli che mettonsi a sostegno o
Fogón, Quàrt, Càn, Stanghètta, Pas guida in varie parti dei carri; Azza
sarin, N6s per le loro parti). litt quei due ferri ripiegati che veg
Azzalin a capsùll . . . . Piastra in gonsi infissi nella cassa del tritatojo
cui il cane, fatto per così dire a boc (triapaja) per tenere in riga il fal
ciuolo, porta in sè il polverino, e cione, ecc. Se l'acciarino ha due ri
scoccando lo manda acceso nel baci volte dicesi con particolar nome Esse.
netto, e dà fuoco al fucile. Col Manual Azzalin e com. al pl. Azzalitt . . . . . .
dell'Artificiere di Quaglia si avrebbe Specie di perline d'acciaio, d'ottone
a dire Piastra a cappellozzo, e secon o simili che s'interseriscono nelle
do altri Piastra a cane percotente. maglie dei borsellini fatti ad ago per
Azzalin bressan . . . . . Piastra in dar loro più vaghezza.
cui il mollone è collocato interna Azzàrd. Ilischio. Risico. Zara; e con vo
mente, ed in cui il cane, quando è ce mod. Azzardo.
armato affatto o come diciamo noi Azzardà. Arrischiare. Cimentare; e con
a tutta monta, ha minore facilità di voce mod. Azzardare.
scattare inavvertito perchè rattenuto Azzardass. Arrischiare.
in due tacche. Azzardòs. Zaroso. Pericoloso.
Azzalin roman . . . . Piastra in cui Azzardòs. Arrischiato; e in senso più
vedesi il mollone al di fuori, ed in esagerato Avventato. Inconsiderato,
cui il cane è più geloso e scattativo Precipitoso.
allorchè è al tutto punto. Azzidént. V. Acidént.
B

Balso. Bau bau. Verso che si fa ai Tapp o Ferol o Ferolòtt, cioè dalle
bambini per intimorirli. schegge piatte che si traggono dalle
Brutto babao. Figura da cimbali. mazze più grosse de castagnuoli, del
Mascheron da fogna. Ceffautto. Cef le betule, degli ontani, ecc.
fautte. Bertuccione. Demonio. Viso con Bacchètt de la bicocca. Còstole. Coste.
traffatto. Dal greco B2 3xtz;, dice il Bacchètt del pian del torc. T. di Stamp.
Varon de Milan. Lastrine del dado del pirrone (così
Babào. Bazza. Sorte. Fortuna. l'Alb. enc. in Dado ).
Babbi. Muso; e con v. a. e della sola Bacchètt del telar o de la tila o di coo.
poesia Labbia. T. dei Tessit. Compastoj. Canne o
Bell babbi. Viso ghiotto. Bel visino regoli che s'interpongono fra ordito
– Talora si usa iron. per Figura da e trama per tenerli sollevati e dare
cimbali. Bertuccione. V. Babào(Brutto). il passo alla spuola.
Ghe voeur olter babbi. Ci vuol altra Bacchètt di lisc (dette anche da altri
barba che la tua(*tosc.). Basgeritt o Lisciaroeü). T. dei Tessit.
Babbi ant. usavasi per Babbo come da Licciaròli. Lunghi regoli di legno che
Andà al babbi. Andar a babboriveg reggono le licciate.
goli. V. Andà al cagaratt in Cagaràtt. Bacchètta. Bacchetta. Verga. Scuriscio.
Bàbbi per Pàbbi(rospo). V. Sciàtt. Scudiscio.
Bàbbi. Minchione. Babbione. V. Badée. Comandà a bacchetta. V. Comandà.
Babilònia. s. f. Babilonia. Confusione. Fà passà per i bacchett. T. mil. Bac
Tumulto; e parlandosi di cicaleccio chettare. Punire un soldato facendolo
confuso si direbbe Passerajo. Chiuc andare tra due file di commilitoni che
chiurlaja. Moscajo. Pissi pissi. lo battono colle bacchette.
Baboin. Babbuino. La Simia sphyna Lin. Passà per i bacchett. T. mil. Essere
Baboin e Faccia o Figura de baboin. bacchettato. Passare per le bacchette?
Bertuccione. V. Babào(Brutto). Bacchètta. Gretola. Ognuno de vimini
Babuàs. Babbeo. Babbuasso. V. Badée. d'una gabbia da uccelli o d'una rocca.
Baccalà. Baccalà. Baccalare. Pesce basto Bacchètta. Camato. Vetta. Quella verga,
ne. Il Gadus morhuaLin. per lo più di corniolo, con cui i ma
Baccalà. Merluzzo. Nasello. Baccalà più terassaj battono la lana sul graticcio.
piccino detto Gadus merlucius da Lin. Bacchètta. Camato. Così dicesi quella
Savè de baccalà. Puzzar di baccalà. verga con cui si battono i panni.
Baccàn. Baccano – Se è per allegria Bacchètta. T. di Fin. Staza? Staglia?
dicesi anche Gazzarra o Gazzurro. Asta sottile e tonda di ferro che usano
Fà baccan o Fà del baccan. Lo i gabellieri per misurare i liquidi,
stesso che Baccanà. I . riconoscendo per essa l'altezza, la lun
Baccanà. Sbaccaneggiare. Far baccano o ghezza e la circonferenza delle botti.
baccanalia o baccanerìa. Bacchètta. Bacchetta. Verga tonda di
Baccanéri. Baccanerìa. Baccano. acciaio, legno od osso di balena che
Bacch. Bacco – Parì Bacch a cavall dcl serve a calcare la carica nelle canne
vassell. V. Vassèll. delle armi da fuoco portatili, ed an
Bacchètt. Marza. Sòrcolo. che a ripulire le canne stesse. Le sue
Bacchètt. s. m. sing. Fuscello. Ramuscel parti (secondo il Gr. e il Diz. art.)
lo. Frusco. Friscolo. sono Capocchia o Battipalle, Collo,
Maa del bacchett. V. Màa. Asta, e Punta, o terminata in Cava
Bacchètt. Spoletto. stracci, o vitata per innestarvi il ca
Bacchètt. s. m. pl. T. de'Panierai. Stec vastracci medesimo.
che. Vincigli. Vimini rotondi, intieri Bacchètta. Bacchetta (Alb. enc. in Arma
o dimezzati, che servono per fare re). Nome di ciascuno di que rego
ceste, cestoni, ecc. Sono diversi dai letti di ferro coi quali si sprangano
BAC (53 ) BAD
le invetriate in ognuno di que luoghi Bacchettòn per Beat. V.
ove sono le laminette di piombo nelle Bacchettònna. Mazza.
quali furono incassati i vetri. Bacchettònna per Beata. V.
Bacchètta de vesch. Panione. Vergone. Bacco baccon(Per bio). V. in Bio.
Verga inveschiata con cui si pigliano Baciàccia. I Cónca(acquajo).
gli uccelli, uccellando colla civetta. Baciàccol.s. m.pl. Bozzacchioni. Bariglioni
Bacchètta del morinell. T. di Stamp. cascanti. Si dice scherz. per Poppe
Pernio del torchio (Chamb. Enc.). Ver di donna ſlosce, vizze, cascanti.
ga di ferro che è l'anima del rullo Baciàccol. s. m. sing- Baggeo. V. Badée.
de torchi da stampa, detta dai Franc. Baciaccolà. Tattamellare. V. Bajaffa.
Broche du rouleau de la presse. Baciòcca. Ganza. V. Morósa.
Bacchètta del temp. T. degli Oriuol. Bacioccà. Sciaguattare.
Asta del tempo. Fusto con due palette Bacioccà. Tentennare.
Baciòcch. Bambòccio.
e due punte, una delle quali entra in
un foro fatto nella potenza, e l'altra La mia cara baciòcch. Cuor mio.
in quello del bracciuolo dell'orologio. Speranza mia.
Bacchètta del va-e-ven di molin de Baciòcch e Bon baciòcch. Bonaccio. Buon
seda . . . . . . Cilindretto che regge pastricciano – Per Ciàll. V.
il moto del valico da seta. Baciocchin. Bamboccino.
Bacchettà. Scurisciare. Scudisciare. Nei Baciocchin. Speranzina, e col Machiavelli
diz. Bacchettare è soltanto term. milit. nella Mandragora V, 2 Naccherino.
Bacchettà. T. di Fin. Stazare? Dicesi per vezzo a un bamboccino.
Bacchettàda. Bacchettata. Baciocchin de fraa. Aristolochia. Aristo
Bacchettadùra. T. di Fin. Stazatura. logia clematite. Stralloggi volg. di Tar.
Bacchettée. Bacchettone? (Minucci Nota Tozz. Sorta di pianta che è l'Aristo
al Malm. II, 1). Uomo armato di verga lochia clematitesLin.
che si va aggirando pei contorni della Baciocchinna e Bacioccocò. Speranzina.
chiesa nell'ora che vi s'insegna la Voci vezzeggiative.
dottrina cristiana, per impedire ai « Balborin speranza d'ora,
fanciulli od altri di fare chiasso, e per » Caramor, bell bacioccocò. - (Porta Rims.)
avviarli alla dottrina stessa; talora, Bacioccòn. Bamboccione.
fra borghigiani e i contadini ha pure Bacioccòtt. Bambocciotto. Bamboccione.
l'incarico di fare da Svegliarino con Bàcol o Bàcquel (che anche a maggior
chi dorme in chiesa. V. Bacchettéra. forza d'espressione diciamo Bacol de
Bacchettée. Ramarro. Secolare che fa da Saregn.) Baggiano. Baccellone. Baccel
regolatore delle processioni. Il Bac da vedove. V. Badée.
chitteri dei Siciliani. Bàcol. Membro; con voce dottr. Pene; e
Bacchettéra. . . . . . . Nelle chiese di con voce scherz. o pedant. Mentula.
campagna è detta così quella donna Bacolaria. Baggianata. Scempiaggine.
che ha incarico di risvegliare le com Bàcquel. V. Bàcol. -

pagne qualora sonnecchino, o acquie Bàcquela. Baggea.


tar le ragazze se fanno chiasso toccan Bacucca. V. Vèggia.
dole più o men forte con uno scuriscio. Bacùcch per Möff. V.
Bacchettin. Fruscolino. Fuscellino. Fu Badà. Socchiudere. Rabbattere. Parlandosi
scelluzzo. Bruciàglia. di usci o finestre vale semichiuderne
Bacchettinna. Bacchettina. Bacchettino. le imposte in modo che rimanga per
Bacchettuzza. Vergella. Verghetta. esse alcun po' d'apertura, sempre
Bacchettinna de vesch. Paniuzza. Pa però minore di mezzo il vano. I con
miùzzola. tadini dicono Vess in bada o in ba
Bacchettòn. Mazza. diraeula o in polliroeula parlandosi
Bacchettòn del vesch. Vergello. Mazza d'usci. Pare che questa voce venga
intaccata nella quale si ficcano le pa da Bada, Badare, Badiglio, giacchè il
niuzze (i bacchettinn) per uccellare a così rabbattere le imposte si fa le più
ClVetta. volte dai foresi per la loro naturale
BAD (54 ) BAG
curiosità di abbadare senz'essere ve Badia. Arte. Opera. Magistrato che già
duti ad altrui. È singolare che i Pro tempo matricolava gli artisti e rende
venzali dicendo Badier o Badiero in va loro ragione, ed anche il Luogo
tendono spalancato: così presso di loro ove si adunava tale magistrato.
Pouerto badiero vale Porta spalancata. Passà badia. Matricolarsi, cioè su
Bàda(Vess in). Essere socchiuso. V. an bire gli esami per ottenere il diritto
che Busiroeüla. -
di esercitare un arte. Ella è matri
Badàa. Socchiuso. V. anche Busiroeüla. colata gioielliera. Berni Rime.
Badalàcch e Badalucchéri.Baccano. Chias Badiàl. Badiale. Stupendo.
so. Bordello. Gargagliata. Pispillòria. Vess badial e loffi. P. Lòffi.
Romore – Dai diz. Badalucco è re Badila. Lo stesso che Bajra. V.
gistrato soltanto nei significati di sca Balòss de badila. V. Balòss.
ramuccia o divertimento. Badilon. Voce usata nella frase Godes
Badàn. Bambòcciolo. Bon badan. Buon fi sela a badilon. Darsi tempone. V. Fà
gliolaccio. Bonaccio. Buon pastricciano. goghètta in Goghètta.
Badàn. Campanone. Battaglione? El ba Badin . . . . . Nel Basso Milanese chia
dan de Monscia. Il campanone della mano per tal nome que contadini
Cattedrale di Monza. dell'Alto Milanese che in alcune sta
Badée. Baggeo. Babbeo. Babbione. Bab gioni scendono ad aiutare nei lavori
baleo. Bretto. Ignocco. Babbuasso. Bab agrari della pianura. -

baccio. Babbano. Babbaccione. Buac Badinà. Scherzare. Celiare. Motteggiare.


cio. Baccellaccio. Baccellone. Baccel Piacevoleggiare.Voce pretta fr.Badiner.
da vedove. Bacchillone. Baccellone da « Ma l'è ben ch'el le tocuja,
sgranar con un'accetta. Bachiocco. Ba » Come femm nun, smorbiand,
» Ridend e badinand . . . » (Brand. Spas.)
ciocco. Badalone. Baggiano. Baggia
naccio. Balògio. Balocco. Baloccone. Badinna. Voce usata nelle frasi seg.
Barbacheppo. Barbagianni. Barlacchio. Avè scuccaa badinna. È lo stesso
Baseo. Fagiuolo. Navone. Pascibieto che Avè sonaa el zucchell. V. Zucchèll.
la. Pascigreppi. Pisellone. Pisellaccio. Badinna e badò, berta e grugnolò.
Sermestola o Ser Mestola. Cenato. Co Ciccheri ciaccheri. Modi di dire che si
gliluva o Cogliluvio. Fantoccino. Nuo usano per esprimere non essere con
vo granchio. Nuovo pesce. Nuovo o chiusione in quello a che si riferiscono.
dolce grappolo o grappola. Bescio. Badinna. Piuma. Vettarella. Per es. On
Fantoccio. Gocciolone. Bietolone. Gna capell conti badinn. Cappel donnesco
tone. Marmocchio. Ghiandone. Galeone. colle vettarelle. -

Moccicone. Moccolone. Lavaceci. Lasa Badiroeüla (Vess in ). Essere socchiuso.


gnone. Ignatone. Leccapestelli. Pacchia V. Badà e Busiroeüla.
no. Pappacchione. Palamidone. Zugo. Baſf. Voce usata nella frase No di nè
Nibbiaccio. Uccellaccio. Mazzamarro biſf nè baff. Non far nè motto nè totto,
ne. Mangiamarroni. Merlotto. Mellone. nè uti nè tuti. Vale star cheto cheto.
Mestola. Tulipano. Arfasatto. Chiurlo. Baffi. Lo stesso che Barbis. V. – Cont i
Ceppo. Ciocco. Decimo. Tempione. Uc baſſi. fig. Squisito. Esimio. Eccellente.
cellone. Uccello. Zoccolo. Zufolo. Cor Baffi. met. Barbassòro. Caporione.
bellone. Bombero. Brachierajo. Pappa Baffiètt. Basettino.
lardo. Pappalasagne. Scempione. Moc Baffion. Acc. di Baffi. V. in Piaseron.
cione. Pioppo. Tambellone. Pollebbro. Baffion. Basettone. Chi ha gran basette.
Bighellone. Scipito. Scimunito. Bagà. Sbevazzare. V. Sbagascià.
Badée. s. m. pl. (gergo). Granelli. Bagàgg. Bagàglio; e al pl. Bagàgli. Ba
Sgonfià i badee o i menus. V. Menùs. gaglie. Bagàglia – Il suo dimin. è
Badèssa (e più com. Mader badessa). Bagagliòle – Una brigata di bestie
Abbadessa. Badessa. da soma cariche di bagaglie è detta
Pari ona mader badessa. Star gonfia Salmeria – Que che portano o con
pari pari o Starsi badiale parlandosi ducono le bagaglie militari sono chia
di donne, e scherz. Esser una basoffia. mati Bagaglioni, Saccardi, Galuppi.
BAG (55) BAG
Fà bagacc. Far fagotto. Far le balle. suo con franchezza, ed anche Ram
Prepararsi a partire. Il Plier bagage pognare uno senz'alcun riguardo.
de Francesi. Scartà bagatt. fig. Cavar fuori il
Bagaggèlla chiamano in varie parti del limbello. Sciorre i bracchi. Sciorre la
l'Alto Milanese la Rana arborea. V. bocca al sacco. Dare fuoco alla bom
Ranna de san Péder. barda. Cominciare a dir male di alcuno.
Bagaggéri. Bagagliume. Squajà bagatt. ſig. Scoprire gli al
Bagàj. Fanciullo. Ragazzo. Rabàcchio. tari. V. Altarin.
Marmòcchio; plebejam. Citto. Cittolo; Bàgher . . . . . Specie di carrozzetta di
e ant.Fantino. Fantello. Fante. Fancello. cui V. in Lègn – Il Bàghero dei diz.
Bagaja. Fanciulla. Ragazza, e pleb Citta. è una specie di moneta.
Cittola – Bagaja nei diz. vale Ossia Baghètt o Manteghètt . . . . . . Questa
canta sorta di frutice spinoso. voce, che è il dim. della voce ber
Bagajàda. Ragazzata. Bambinaggine. Pue gamasca Baga (otre, otro), è usata sul
rilità. Fanciullaggine. Fanciullezza. Fan lago di Como per indicare quegli
ciulleria. Fantocciata. Fantilità. Fan otricelli od otri di pelle di cane o
tocceria. Fà di bagajad o Fà el bagaj. di capretto enfiati che i pescatori
Fanciulleggiare. Bambineggiare. mettono ai capi di certe reti perchè
Bagajn o Bagain. Fanciullino. Ragazzetto. servano a tenerle galleggianti.
Ragazzino. Ragazzuccio. Ragazzuolo. Bagiàn. Baggiano. Baggeo. V. Badée.
Rabacchino. Rabacchiuolo. Cittolello. On bon bagiàn. Semplicione.
Cittino. Fantolino. Bagianàda. Baggianata. Bessàggine. Bes
Bagajnna. Fanciullina. Ragazzina. sezza. Scioccheria. -

Bagajoeü. Fanciullino. V. Bagajn. Bagianón. Baggianaccio. Babbaccione.


Bagajon. Bamboccione. Bambolone. Fan Bagn. Bagno – Così chi va a bagnarsi,
toccione? come chi serve coloro che si bagnano
Bagajòtt. Bambocciotto. chiamasi indistintamente Bagnatore e
Bagarin e Bagarinètt. Dim. di Bagher. V. Bagnaiuolo; e Bagnatrice la donna –
Bagascià. Sbevazzare. V. Sbagascià. Il bagnarsi e la stagione da ciò diconsi
Bagàssa Bagascia. Bagnatura – La stanza che precede
Bagassón. Bagascione. quella del bagno a uso delle persone
Bagatèlla. Bagattella. Inezia. Chiappola. di servizio dicesi Antibagno – Quella
Ciuffole. Chiappoleria. Frascheria. Cosa destinata a posarvi i panni de ba
frivola, di poco pregio – Beccatella. gnatori Spogliatoio – Le cose perti
Cosellina – Ciammengola – Balocco. nenti a bagni diconsi balnearie.
El sarà la bagatella de vint ann Bagn a vapor. Bagno da sudare o
che ghe lavori adree. V. in Bontàa. vaporoso. Stufa. Il Sudatorium dei La
Si ! ona bagatella! Eh ! la non è tini – Stufajòlo, Stufarsi, Stufatura,
cosa da pigliare a gabbo. Stufa secca, Stufa umida sono voci
Bagatèlla. T. di Stamp. Bottello. Lavoro inerenti a questa specie di bagno.
minuto. I bottelli sono quei lavori di Fà on bagn de vin cold a ona
settimana che si fanno in gran nume man o simili. Fare un bagnuolo di
ro, come avvisi, cedole, sonetti, ecc. vin caldo a una mano – Farsi un
Bagatt. Ciabattino. Ciabattajo. bagnuolo – Dare un bagnuolo.
Bagàtt. T. di Giuoco di Tar. Papuno? Parì in d'on bagn a vapor. V. Vapór.
Il primo dei tarocchi. Alberto Lollio Toeiù on bagn, des bagn, ecc. Pren
ne suoi versi sul Tarocco lo chiama dere un bagno, dieci bagni. Pigliare
il Bagattella. una bagnatura, ecc.
Scartà bagatt. fig. Votare il sacco. Bagn. T. de Tint. Bagno. Liquore im
Dire tutto ciò che un sa d'altri. pregnato d'allume, orina e sostanza
Scartà bagatt. fig. Dar sulla voce. colorante che è nella caldaja o nel
IDarla a mosca cieca. Abbassar visiera vagello per ammollarvi i panni che
(Machiav. Op. IX, 156). Sciogliere Gior si vogliono tingere.
dano(Fag. Rime III, 155). Dire il fatto Bagn campusc, Tinta di campeggio,
BAG (56) BAI
Bagn frust. Bagno stracco o usato. | della camicia a uno; e talora anche
Broda. Quello in cui, per avervi già per Di cheto – I Brianz. (che dicono
tinto, restan poche sostanze coloranti. A bajmaria) l'usano anche in senso
Bagn guaa. Tinta di guado. attivo Fa a bajmaria, cioè Far chec
Bagn oriana. Tinta oriana. chessia destramente o lentamente.
Bagn pastella. Tinta scarlatta. Bagnò . . . . . . . Quel manovale che
Bagn roza. Tinta di robbia. attende esclusivamente alla cola (al
Bagn scocuden. Tinta di scotano. bagna i ) della calcina.
Bagn vascell. Tinta turchina. Bagnocù. T. de Mur. Cola. Quella spezie
Dà l'ultem bagn. Dare l'ultimo ba di bagno ove si fa la calcina.
gno. Dare l'ultima mano. Vale colorire. Ramadinna. Grattugia = Canalin. Ca
Bagn. Bagnetto. Bagno. Tinozza, e in Bagno è per Bagnò. V. (naletto.
istile nobile Lavacro. Vasca di legno, Bagnuscià. . . . . Frequentativo di Bagnà
di metallo o di marmo nella quale coniato sulla foggia di Basottà ed altri
un si bagna, in cui si sta a prendere simili. In qualche caso si potrebbe vol
un bagno. La Baignoire de Fr. – Ha tare nella frase Far lagume o guazzo.
gradi o sedili per adagiarvisi. Bàgol. Pecorina. Sterco pecorino.
Bàgna. Intinto. V. Moeüja. Bagolà. Scacazzare.
Bagnà. Bagnare; e con voce più inten Bagolà. Batterla borra. Bubbolare. Tremar
siva Imbagnare. dal freddo o dalla paura. P. Barbellà.
Bagnà dò, tre camis del sudor. Bàgola(Fà la ). . . . . . Verso il Lodi
Sudare due, tre camice. giano vale il granire del lino.
Bagnà el becch. V. Bècch. Bagón. Lo stesso che Sbagasción. V. –
Bagnà el nas. V. Nas. Dal Bacchus de Latini dice, non senza
Bagnà el rost. Pillottare. apparenza di ragione, il Var. mil.
Bagnà i pagn. . . . . . Aspergere, Bagórdi (l'usiamo solo al pl.). Crapula.
cospergere d'acqua le biancherie, Bagordo – Fà bagordi. Bagordare.
ruzzare l'acqua
q sur esse per disporle Bagòttera. Cocciuòla. Enfiatura cagionata
alla stiratura. da morsicatura di zanzare o simili.
Bagnà itinn, i vassej, ec. V. Indaquà. Bah. Pah ! Interjezione di maraviglia
Bagnà la bocca. Bagnarsi la bocca. mista d'ironia e dileggio.
Bev on gott tant per bagnà la bocca. Bai. Badile – Il Badile (bai) è stretto e
Bere un sorso per bagnarsi la bocca. appuntato, ma con punta ottusa. La
Bagnà la bugada. Dimofare. Pala(bajra) è larga ed ha il lato fo -
Bagnàla colcinna. Intridere la calcina. diente riquadrato.
Bagnà la penna. Intingere la penna. Baloss de bai. Palajuolo. Spalatore.
Bagnà la suppa. Inzuppare. Ammol Bai de praa. . . . . . Specie particolare
lare il pane col brodo. di badile che ha la pala assai larga.
Bagnàa. Bagnato. Bai per celia dicesi dalla forma la Mitra.
Bagnàa come on poresin (o con fr. Bai. met. Forca. Capestro. Morbetto.
br. come on lavarin). V. Poresin. Baira, ecc. V. Bajra, ecc.
agnàda. Bagnamento. Bàit. V. Casànza.
Bagnadinna. Leggier bagnamento. Bàita. Carbonaja. V. Carbonéra.
Bagnaroeù. Bagnaiuolo. V. in Bagn. Bàita. Giaciglio. Giacitojo. Casella. Ca
Bagnàss. Bagnarsi. panna da montanari, e specialmente
Bagniffa. Intinto. V. Moeüja. da carbonari montanini.
Bagnmaria. Bagnomaria. Bàita. Sin. di Carbonin. V.
Tirà dent a bagnmaria. met. . . . . Bàita. Casotto? Specie di capanno che i
Indurre altri a checchessia un po' per cacciatori si fabbricano ne paduli e
volta e si destramente ch'egli faccia ne laghi per istarvi nascosti ad aspet
il voler tuo senza pur avvedersene tare i germani e simili uccelli acqua
se non in sulla conclusione. In certi tici. Il Savi (Ornit. III, I 15) descrive
casi potrebbe tradursi per Carruco la nostra Baita sotto il nome di Ca
lare uno; in altri per Trarre il filo sotto, e più innanzi nello stesso luogo
BAJ (57) BAJ
accenna anche la Botte sfondata da Bajla quella donna che dà il latte al
capo che interrata nel padule serve suo figliolino.
al medesimo scopo. Avè i ann de la bajla e poeü i sca
Bàj Bajo. Aggiunto di mantello di ca lin del Domm. V. Ann.
vallo o mulo; e, secondo che questo Dà a bajla o Dà via a bajla o Mett
colore cannellino languido ha diffe via a bajla. Dare a balia. Dare ad
renze, dicesi Bajo chiaro, scuro, ca allattare i figliuoli ad altrui fuorchè
stagno, focato, lavato, bruciato, do alla madre.
rato, acceso, maltinto. Dà a bajla o Dà via a bajla o Mett
Bàja. Burla. Baja. via a bajla. met, Porre o Mettere o
Di de baja. Dir da beffe (Varchi Tenere a piuolo. Tenere a loggia o
Ercol. I, 9). a disagio. Vale far aspettare uno più
Fà de baja. Far da burla, da scher del dovere.
zo. Celiare. Toeiù ona bajla. Prendere o Torre
Giugà de baja o a nient. V. Giugà. una balia.
Mennà baj. Scherzare. Divertire. Far Vess via a bajla. Essere a balia.
per divertimento, per ispassatempo. Bajlètta. Dim. e vezzeg. di Bàjla. V.
Bajà. Abbajare. Latrare. (min. Bajli. Nutrire. Allattare, e con voci ant.
Bajà sotta la cappa del camin. V. Ca Balire. Bolire.
Se no baja vun baja l'olter. . . . Bajlidùra. Baliatico. Prezzo che si dà
Si suol dire quando abbiamo facoltà per allattare un bambino.
di valerci di più partiti in alcuna cosa. Bajlòtt. Balio. Marito della balia.
Bajà. fig. Gridare. Sgridare. Schiamaz Bajlòtt. . . . . Così chiamasi dal balio
zare. Brontolare. il padre di quel fanciullo che viene
Bajada. Gridata. Rabbuffo. Canata. Rin allattato dalla balia sua moglie.
canata. Rinceſſo. V. Felipp. Bajlòtta. Baliona. Balia fresca e grassa.
Bajad de lira. Rabbuffi dell'ottanta. Bajlottèll. ) Allievo(Fag. For. Rag. I, 12
Bajadinna. . . . . . Leggier rabbuffo.
Bajaffà. Anfanare. Anfaneggiare. Ciara
Bajlottin ( e Alb. Bass. in Nourrisson).
Bajlottinna . Così chiamansi dal balio e
mellare. Tattamellare. Cicalare. Con dalla balia il fanciullo o la fanciulla
viene dire che Bajaffà e Bajaffon sia dati loro a balia. Si potrebbero anche
no di vecchia data, giacchè il Varchi voltare, ma solo nello stile sostenuto,
riprova come poco belle le voci Sba in Alunno, Alunna.
jaffatore, Sbajaffare e Sbajaffoni, in Bajón. V. Bajaſfón.
senso di cicalatore, cicalare, cicaloni, Bajonètt. T. dell'arti. Gangheri. Due ferri
che usavansi a que tempi, se non infilati in un ago pure di ferro per
in Firenze, in Toscana o in Italia potersi piegare. Corrispondono alle
(Ercol. I, 146). Fiches rampantes dell'Encicl.
Bajaſſàda. Affoltata. Orsata. Bajonètta. Bajonetta. Arme le cui parti,
Bajaffée. Ciaramella. Anfanatore. Chiac secondo il Diz. artig., sono
Bajaffón. chierone. il Braccio. . . . . . fr. Branche coudce
Bajalón (che anche direbbesi Bajón).
Gridatore. Schiamazzatore. la Ghiera. e le Orccchielle Rosettes
Bajaſfònna. Chiacchieratrice. Bague ºil Gambetto
o Virole ( la Vite
Arrétoir
l is
Bajètta. Bajetta. Sorta di pannina leg
giere con pelo accotonato. -
il Dorso Dos
Bajetton. Bajettone. Specie di sottigliume la Lama. i Filetti o le Coste Aretes
di lana. Lame la Punta Pointe
Bajla. Balia; con voci di stile più sol gli Sgusci Gouttières
levato Nutrice. Lattatrice. Allevatrice:
il Cordoncino Bourrelet
e con v. a. Baila – Fra noi Bajla è
nome reciproco: le contadine chia il Manico. V il Piuolo Etouteau
mano così la madre del bambino che Douille , il Ponticello Pontet

esso allattano, come questa chiama lo spacco Fente.

Pol. I. 8
BAL (58 ) BAL
Batt i bajonett o Avè i bajonett ai Asta. Stilo. Fusto - Giudes o Pollez.
fianch. met. Essere scannato dalla Bilico. Bilancio. Ago. Lingua, e dottri
fame. V. Sérc. nalmente Raggio pesatore e Forcella
Mett bajonetta in canna. Armare la del giudes. Trutina = Squell o Squel
bajonetta. lott. Coppe. Gusci = Segn. Tacche.
Bajonettàda. Bajonettata(Zanob.Diz.). Col Mett in balanza. Porre in bilancia.
po o ferita di bajonetta. Bilanciare pos. e fig.
Bajra o Baira o Baj-ra. Pala. Pala bre Stà in balanza. Stare in bilancio; e
sciana. Pala di ferro. V. Bai. fig. Stare sulla gruccia, in ponte, fra
Bajràda. Palata. Quanto cape sur una le due acque, in forse, in pendente,
pala o sur un badile. in tra due, tra 'l sì e il no, cioè col
Bajràda. . . . . . Colpo di badile. Per l'animo sospeso, irresoluto, perplesso.
analogia s'avrebbe a poter dire Pa Tegni in balanza. Tenere in ponte
lata; ma nei diz. ital. non si trova. o in sulla corda o sulla gruccia, cioè
Bajrèssa. . . . . . Sp. di badile di pala coll'animo sospeso.
larga assai e riquadrata. Balànza. Bilancia. Rete quadra da pesca
Bajrètta . . . . . Specie di badile assai – Sferzina dicesi la corda che la regge.
più picciolo della pala(bajra) e del Balànza. T. de Carroz. Bilancia. Pezzo
badile(bai), del quale si servono i di legname fermato sopra il timone
nostri ortolani pei loro lavori d'orto. delle carrozze, sostenuto da due pun
Bajrón. Cucchiaja. Specie di pala di toncini di ferro, a cui sono racco
ferro ricurva, con orlo a cassetta da mandati i bilancini ai quali si attac
tre lati, e inastata in un manico di cano le tirelle.
legno un po' elastico e lungo oltre Balanzin. Bilancino. Bilancetta. Bilancina.
sei metri, di cui si fa uso per cavare I bilancini de saggiatori diconsi pro
sabbia nelle cave nostrali di sabbio priamente Saggio, Saggiuolo, Saggia
ne, e ne fiumi, e anche per cavar tore, Bilancette da saggi; quelli degli
fango, ecc. È detta Drague dai Fran aggiustatori (quii che mett de pesi
cesi e Antenèla dai Veneziani. tondin) diconsi Bilancette da aggiu
Bajron. . . . . . Così dicesi quel mano statore e dai Fr. Ajustoirs; quelli co
vale che scava sabbia colla cucchiaia muni che diciamo Balanzin de l'oro
(cont el bajrdn). Somèll, Bilancini e dai Fr. Trebuchets.
Bala. V. Balla. -

Balanzin erroneamente per Casson de


Balabiòtt(insetto). V. Pizzocù. cupol. V.
Balabiòtt(uccello). V. Lorócch. Balanzin. . . . . . . Così chiamasi quel
Balabiòtt. Baccellone. Baggeo. V. Badée. congegno di due cassoncini con entro
Balabiòtt. Tritone. Biotto. Meschino. Pe rena, calce, pietre da murare, ecc., i
lapiedi. quali per forza di funi si fanno salire e
Balan. V. Balin. scendere alternativamente a mo' delle
Balandra. Mancator di parola. Fedifra secchie in quelle parti d'una fabbrica
go – Per Balandràn. V. Badée. ove i muratori stanno lavorando.
Vess ona balandra. Portar la fede in Balanzin. T. de Carr. Bilancino. Ognuna
grembo. Esser facile a mancar di parola. di quelle traverse tonde alle quali sono
Balandràn. Palandrano. Palandrana. Gab attaccate le tirelle delle carrozze.
bano. I Provenz. lo scrivono come noi. Vess vun a stanga e l'oltr'a balan
Balandràn. fig. Sciocconc. V. Badée. zin. fig. Essere ambedue macchiati di
Balandrànna. Sciocca. Scimunita. una pece o d'una stessa pece. Cioè
Balanz. s. f. pl. ( Le bilance. aver due persone i medesimi difetti.
Balanza. s. ſ.sing. Bilancia: poet. Lance. Balanzinée. Bilanciajo. Staderajo.
Parlando di bilance gelose, cioè esat Balanzon. Staderone.
tissime, quello che in lingua semifran Balanzon (Dottor). V. Dottor.
cese noi diciamo Essere sensibile ec., il Balauster. Balaustro. Specie di colonnet
Magal. Lett. scient. II, 157 dice Tirare ta che unita a molte altre sur uno
a un quarantottesimo(o simile) di grano. stesso ordine, forma il balaustrato.
BAL (59 ) BAL
Balaister. s. m.pl. (gergo). Masserizie. Balin o Balin de s'ciopp e al pl. Balitt.
Romp i balauster. V. Rómp. Pallino, e al pl. Pallini.
Balaiùstra. Balaustrato. Ordine, fila di Balin (che anche dicesi Casin). T. di
balaustri. Giuoco di Bigl. Grillo. Lecco, e in Fi
Balb. Barbio. Pesce noto che è il Cy renze volg. Pallino.
prinus barbio degl'ittiologi. Balin (che anche dicesi Boggin). T. del
Balcà. Calmare. Desistere. Cessare. La Giuoco delle Pallot. Grillo. Lecco.
nostra voce Balca pare che abbia qual Andà a balin. . . . . Cercar d'av
che fondamento nel greco x 3xxéo; vicinarsi al grillo; e figur. Perdersi.
(quietamente); anche i siciliani usano Andare in fumo. Andare smarrito.
in questo senso Abbarcari e i Sardi Avè balin in man. metaf. Avere
Abbacài. la palla in mano. Essere in grado di
Balcà l'acqua. Restar di piovere. far correre il giuoco colla sua mestola.
Spiovere, e talora anche Spruzzolare. Aver la mestola in mano. Avere in
Balcà l'ari. Calmarsi il vento. sua podestà checchessia.
Baldinna. Ad. di Terra. V. Ciappà o Taccà balin. fig. Mettere
Baldòria. Baldòria. il becco o la lingua in molle. Attaccare
Balducchin. Baldacchino. - -

un mercato. Appiccar ragionamento.


Balducchinètt . . . . Picciol baldacchino. V. Taccà balla in Balla.
Balducchinòn . . . . Gran baldacchino. | Balin per Tombon de galett. V.
Balduvinna. Coperchiella. Balin. Balletta (di merci). Ne dizionari
Balée (che anche dicesi Balista o Pan Ballino nº è l'invoglio.
zaneghée). Carotajo. Carotiere. Para- | Balin. Canile. Cattivo letto. Fra noi è
bolano. Sballone. Bubbolone. Favolajc. più propriamente quello de prigioni;
Favolone. Cronicaccia. Scaricamiracoli. e benchè il dizionario non accenni
Panurgo. Canile in questo preciso senso, esso
Balènna. Balena. Cetaceo noto – Il ma leggesi però nella Novella antica del
schio fu detto Baleno; il parto gio Grasso legnajuolo: Il Grasso (pri
vane Balenotto. gione nelle Stinche) cenò con loro
Al de balènna. Barbe di balena (altri prigioni giunti nelle Stinche),
(Alb. bass. in Fanon ). Barbiglioni e cenato ch'egli ebbono, uno di loro
(Blumenbach versione Malacarne). gli prestò una prodicella di un suo
Bacchett de balenna (per i ombrell). canile, dicendo, ecc. – Potrebbe an
Asticciuole d' ossa di balena. che dirsi Paglione, Saccone, Lettuc
Ferr de balenna. V. Fèrr. cio, Trapunto a tenor delle grada
Oss de balenna. Ossa di balena. zioni del meglio o del peggio – Il
Stecca de balenna (de petturinn). Saccenti usò Poltriccio in questi versi:
Stecca di ossa di balena per busti. « Il camerier lo mena con creanza
Vess in cà balenna. Essere cotto. » Su sopra certi palchi polverosi
Aver pigliato l'orso o la bertuccia. » Dove gli mostra più d'un buon poltriccio
V. Ciòcca. Forse il nostro dettato ha » Che viva il ciel vi dormirebbe un miccio.»

origine dall'ital. Arcobaleno. Balin balàn. Ciccheri ciaccheri.


Baléra. Fem. di Balée. V. Balista. V. Balée.
Balèstra. T. di Stamp. Balestra. L'assi- Ball. Ballo. Danza – I balli sono o
cella incanalata nel vantaggio. V. in piani o sollevati. Fra i primi contansi
Avantàcc. - - - - il Minuetto, la Contraddanza, ecc., fra
Balestréra. Feritoia. Archibugiera. i secondi il Brando, la Gagliarda, la
Balestréra.T. d'Archit. Balestriera? Sorta Corrente, il Trescone, ecc. – Aretine,
di finestruccia. Caròle, Messeratici, Roegarze sono al
Balètta, Girella. tre specie di balli – Vedi anche Ale
Balètta di cavij. Ceretta (*fior. Zanob. mànda, Airòsa, Contradànza, Gigot
Diz.). Cera da capegli. tasù, Valz, Corénta, Minuè, Insala
Balètta di scarp. Ceretta(*fior. Zanob. tinna, Cadènna, Monfrinna, Forlàna,
Diz.). Cera da scarpe, Gavòtt, la Russa – V, pure Pass.
BAL ( 6o ) BAL
Ball del basin o franzes. V. Basìn. Rimetter la palla, Rompere il tempo,
Ball de l'ughetta. V. Ughètta. Romper la palla, Trinciar la palla,
Dà el ball del pienton. fig. Dare Data o Rimando, Rovescione, Rimessa,
acqua di piantaggine. Piantare uno, ecc. di cui noi non abbiamo quasi no
abbandonarlo. tizia nel nostro dialetto. In opposito
Fà el ball del retorna. V. Retorna. poi i dizionari non hanno voci cor
Festa de ball. Ballo. Veglia. Ve rispondenti alle nostre Campis e Cam
glione. Andà a la festa de ball. Andare panin che vagliono quando colla rac
al ballo. Andare al veglione. chetta od altro si dà alla palla in modo
Mett in ball. fig. Far entrare in che si sollevi sempre diritta ad un'al
ballo o in danza. Far entrare in un tezza grandissima, e a piombo rica
maneggio, in un'impresa. da quindi al posto stesso donde fu
Paris e Vienna che van al ball in mandata in alto.
semma. V. Paris. Vess de balla. Aver temperata la
Pientà in ball. V. Pientà. cetera con uno. Essersi indettati. Es
Quand s'è in ball besogna ballà. ser di ballata. Vale essere d'accordo.
Chi è in ballo ha da ballare. Chi si Il Fagiuoli nel suo Marito alla moda,
trova in alcun impegno debbe insi att. III, sc. 5 ha in questo senso: E
stervi finchè ne esca a onore. costoro che son di balla.
Ball. Ballo. Ballo figurato. Azione panto Balla de bàrber. Peretta.
mimica con musica e danza. Balla de butér. Pane di butirro.
Ball buſf. Ballo buffo(Diz. mus.). Balla de canon, de pistolla, de s'ciopp.
Ball de mezz caratter. Ballo di Palla, e Pallotta (col Caro Lett. fam.
mezzo carattere(Diz. mus.). III, 228). Il Diz. d'art. chiama Palle
Ball grand. . . . . Gran ballo figura i projetti sferici di ferro fuso che si
to, così detto dall'essere diviso in più scagliano dalle artiglierie; e Pallottole
parti, e a distinzione dal balletto. quelli di piombo co quali si caricano
Ball seri. Ballo serio(Diz. mus). le armi da fuoco portatili: distingue
Ball. Ballo. Veglione. Veglia. le prime in Palle da 4, da 8, da 16, da
Ball masché. Ballo con maschere. 24, da 52, ecc., cioè da libbre 4 ecc.,
Dal fr. Bal masqué. e in Palle a due teste, Palle da fuoco,
Ball. s. m. pl. (gergo). Granelli. Palle fasciate, soffoganti, incatenate,
Andà foeura di ball. Uscir dattorno. incendiarie, luminose, messaggere, ra
Avè gnanch per i ball. V. in Cojón. mate, roventi, sciolte, vuote, e le se
Scior di mee ball. Signor di maggio. conde in Pallottole da 8, da 2o, ecc.,
Seccà o Romp i ball. V. Rómp. cioè tali che ne abbisognano otto,
Balla, Palla. venti, ecc. per fare un chilogramma.
Chi no gl'è terra de fà ball. V.Tèrra. Fà domà ball de s'ciopp. fig. Far
Balla. Palla da giocare. sole caccole. Essere stitico.
Balla de coeur. Pallalesina. No avegh pù nè polver nè ball.
Ciappà la balla al vol. fig. Intendere V. Pölver. -

le cose per aria – ed anche Cogliere Balla o Ròtol de cartapegor. . . . . . . .


la palla al balzo. - Ruotolo di pergamene gregge. I Fran
Dagh a la balla. Dare alla palla. cesi dicono Une botte de parchemin.
Giugà a la balla. Giocare o Fare Balla de ballottazion. Pallottola. Ballotta.
alla palla. Specie di giuoco notissi Balla . . . . . Nome d'ognuna di quelle
ino. Nei diz. si hanno moltissime di mele che sono a ciascuno dei due capi
ioni ad esso relative, come Andare della stanga del torchio da coniare
ai la palla, Battere la palla, Giocare monete.
dal mio e dal tuo. Mandare, Palla e Balla. Balla. Involto di merci – Ball de
caccia, Palla a corda o Pallaccorda, lana. Balle di lana. Il canovaccio in
Pallajo, Palleggiare, Pallata, Pallare, cui per solito sono involte si dice
Palleggio, Pallottolajo, Chi giuoca di Ballino – Robba fada-sù in balla. Ro
piede paga di borsa, Rimbeccare, ba abballinata.
BAL (61 ) BAL
Balla. . . . . Luogo dove si vende il bur Taccà balla. Attaccar l'arpione. In
ro; il mercato del burraj – Andà in nanomorarsi,

Balla.... Andare al mercato del burro. Taccà balla o Ciappà balin. Tenere
Balla. fig. Lo stesso che Ciòcca. V. il campanello (Cr. in Campanello S vini).
Balla.T. d'Or, Cavaoro, ec.... Quella pal Attaccar l'ampolletta(“tosc.). Entrare
lottola d'oro o d'argento ec. che si rica in un ragionamento e non lo finir
va dalle calie o dagli ori di cornice ma mai; ed anche Cavar fuori il limbello.
cinati e depurati per forza di mercurio. Appiccar ragionamento. Mettere il bec
Fà la balla. . . . . Aver compiuta co o la lingua in molle. Dar fuoco alla
la macinazione delle calie, ecc. e ve bombarda. Rompere lo scilinguagnolo.
nirne al ricavo. Taccà ona balla. V. Taccà.
Balla. T. di Bigl. Palla. V. anche Biglia. Vend di ball. Ficcar carote.
Ciappà la balla. Cogliere. Balla. . . . . . . . I lavoratori del cacio
Mettes con la balla. Achittarsi. Dar lodigiano chiamano così quel po' di
l'achitto. caglio appallottolato che tengono in
Aver la pro
Vess in balla. . . . . serbo (a quel modo che si fa del
pria palla parallela con quella del lievito pel pane) come norma della
l'avversario. dose da impiegarsene ogni volta che
Vess in balla. Essere in palla (così ne fabbricano una forma, però coi
per analogia col dett. fig. che la Crusca dovuti riguardi di svario che la quan
registra senza parlare del positivo del tità e la condizion del latte viene di
giuoco della palla da cui debbº essere volta in volta esigendo.
nato). Non fallir colpo, cogliere ad Perd la balla in gergo. . . . . Dicesi
ogni colpo, essere in buona disposi di quel burrajo (casee) che smarrisce
zione per giocare al bigliardo (così il buon ordine del fare il cacio.
esclusivamente franoi). Ballà. Ballare. Danzare. Carolare – P.
Balla. T. de Ramieri . . . . . Nome del Pass – Cessar dal ballo ſu detto dal
complesso di quelle ciotole gregge di Lippi per ischerzo Sballare.
rame che vengono dal maglio accar Ballà bell. . . . . Si dice per ischerzo
tocciate l'una sull'altra a mo' di ci di una danzatrice che balli poco bene,
polle, che poscia si svolgono per la ma sia applaudita per la sua avvenenza.
vorarne utensili di varie grandezze. Ballà la veggia. V. Vèggia.
Balla. T. delle Cave d'arenaria di Viganò. Ballà la vista. Abbagliare. Dicesi del
Arnione? Lo stesso che Bòggia. V. non reggere la vista al vedere distinta
Balla. fig. Panzana. Carota. Per esage mente le cose in leggendo o far altro,
razione diconsi anche Ball romann, Ballà su la corda. Ballar sulla fune.
Ball de ſà buj, Ball de dì sott a la Ghe pò ballà dent i ratt. V. liàtt.
cappa del camin. Frottole da dire a Quand che d'amor no ven ballà
vegghia. Carote tanto fatte. no se pò ben . . . . . . Dicesi per
Bassee el coo, lassee passà sta bal denotare che nelle cose fatte disamo
la. Ammanna ch'io lego. Detto ironico ratamente lo stentato dà in fuora;
per chi s'affolta a contar qualche chi non fa una cosa di buona gana
gran meraviglia con iperboli grandi. non può mai bastantemente velare il
Cascià ball. Far le paroline o le suo malumore; le cose fatte contrav
parolozze. Amoreggiare. voglia non hanno mai bella cera.
Dà d'intend di ball o Pettà o Cascià Quello che Seneca (de Tranquil. VI
ball. Piantare o Ficcare o Cacciare ca in fine) disse Malc respondent coacta
rote, bozze, panzane, baggiane. Ca ingenia – Reluctante natura irritus
rotare. Sballare. Imbubbolare. Dar labor est.
paroline o pasto. Lanciare. Via la gatta balla i ratt. V. Ratt.
Dà la balla. Sojare. Dar la soja. Ballà. Essere in campo, in mezzo, in
Di ball! Le zucche marine! ballo. Dicesi di persona, arnese, roba,
In temp de guerra ball come terra. argomento che sia sempre tirato a
V. Tèrra. così dire per i piedi. Per es. Già chi
BAL (62 ) BAL
balla l'è lu. Eccolo in iscena. Egli è rocchi in due, in tre, in quattro ed
in ballo. Eh lo sapete pure! egli è anche in sei.
quel che dà le mosse ai tremuoti. Balòcch. Balordo. Balocco. Sciocco. V.
Ballà. Dindolare. Tentennare. Ballare, Badée.
Scrollare. Dicesi di tavola, scranna, ec. Balòcch ... . Arenaria fragile che s'in
che crolli, e di ogni cosa che non istia contra nei massi di quella pietra che
forte o non combaci dove dovrebbe. si traggono dalle cave di Viganò, e
Ballà dent in di scarp. Guazzare. talora vi è commista colla così detta
Ballà dent in d'on vestii. Disaccolare. Marsciura. I pezzi da lavorarsi vo
Ballà i dent. Crollare i denti. gliono essere ripurgati da questi ba
Ballà. T. dei Giuoc. di calabrache, della lòcch; e chi ordina allo scarpellino
balocca, di tresette scoperto ecc.. . . . di ciò fare suole dirgli Taei-sù quell
Dicesi del pericolare alcuna carta. balòcch; e vale Togli via, scarpella via
Ballàbil. Ballabile. -

quella magagna d'arenaria da quel


Ballabontémp. Perdigiorno. Perdigior maSSO.

nata. Scioperato. Ozioso. Crocchione. Balòcch(a). A bizzeffe. A fusone. A ri


Ballaràn. V. Orazion. fuso. A cafisso. A biscia. A micca. A
Ballarin. Ballerino. Danzatore. Ballatore. bacchio. V in Cavàll.
Ballarin. met. Girandolino. Fraschettuola. Avè robba a balòcch. V. Ròbba
Ballarin de corda. Ballerino da corda. Baloccon. Balordaccio. -

Funambolo. Andatore sul canapo. Gio Baloeüs. v. cont. dell'Alto Milanese. Sic
colatore sul canapo. - - ciole. Ballòtte V. Castègn a less.
Ballarinètta. Dim. e vezz. di Ballarinna. V. Balón. Pallone. Palla grande di cuoio
Ballarinna. Ballatrice. Ballerina. Danza di vario diametro, d'ordinario però
Ballarinna per Bovarinna. V. (trice. non maggiore di 4o centimetri, che
Ballàscia. Carotaccia. Favolaccia. gonfiata si manda in aria per giuoco.
Ballascià. Arciballare. Ballare a stracca. Giugà al balon. Fare al pallone.
Ballonzolare. Ballonzare. I hoo trovaa Giocare colla palla suddetta – Quelli
che ballasciaven. Li trovai in balleria. cui uffizio è di gonfiare questi pal
Ballavó. v. brianz. Ballatoio. - loni chiamansi Pallaj. Lo strumento
Balle! Zucche fritte! Esclamazione ch con cui si gonfia il pallone vien detto
dimostra non si dover prestare fede Gonfiatoio o Schizzatoio. Quella ma
o aver riguardo a ciò che altri dica. mica di legno dentata, della quale
Ballètt. Balletto. s'arma il braccio per giocare, si chia
Ballètt. T. di Teat. Balletto (Diz mus). ma Bracciale – Battere il pallone
Breve azione pantomimica con musica dicesi del primo che gli dà – Caccia
e danza di genere semplice, pastorale dicesi quel luogo dove finisce il pri
o comico. Tra noi è l'ultimo degli mo balzo del ballone – Dar di posta»
spettacoli teatrali che si avvicendano vale dare al pallone prima ch e toc
in una medesima sera. chi terra – Fallo dicesi il non cac
Ballètta. Palletta. Pallina. ciare oltre la linea mediana il pal
Ballètta. . . . . Ciascuna di quelle pallot lone o il cacciarlo fuor delle linee
toline numerate colle quali si giuoca laterali del giuoco, e simili – Ogni
allottino, alla rollina, al biribisso, ecc. fallo è mezza caccia per lº avversa
che i Francesi chiamano Olive. rio – Colui che manda il pallone a
Ballettin. Ballettuccio. chi primo dee batterlo dicesi Man
Ballettinna. Pallòttola. Pallottolina. datore (Alb. enc. in Pallottolajo) –
Ballin, Ballon, ecc. V. Balin, Balón, ecc. Chi segna le cacce è detto Segnato
Ballocùra per Ballarinna. V. re – Vada è l'invito – Oltre queste
Baloàr. T. de Cappel. Passacordone. È voci, tutte registrate dai dizionari, si
corrotto dall'Avaloir dei Francesi. trovano in alcuni trattatisti di questo
Specie di caffettiera.
Baloàrd . . . . . giuoco le voci seguenti che non paio
Balòcca. A sei tocchi? Sorta di giuoco no affatto da disprezzare, cioè: Batti
che si fa colle minchiate o sia coi ta tore che è quel primo che batte il pal
BAL (63) BAL
lone mossogli contro dal Mandatore; trovansi parecchi esempi fra i Pro
Postiere che è quello che dall'angolo venzali, come Balourdiso, Nettisi, Te
parallelo al Battitore sta per dar di stardisi, ecc. che noi pure diciamo
posta al pallone rimandato dalla squa Balordisia, Nettisia, Testardisia, ecc.
dra avversaria; Mezzo che è ciascuno Anche presso i Francesi vº hanno esem
di que” giocatori che stanno verso pj della stessa desinenza in ise.
la linea mediana del giuoco per ri Balordón. Capogiro. Giracapo. Capogirlo.
battere il pallone; Un di sopra che Vertigine. Scotomia. Le prime due
è il battere il pallone oltre la linea voci sono di tutti, la terza del popo
terminale delle squadre; Dama che lo; la quarta dei più colti, la quinta
è l'ultima partita del giuoco. dottrinale, e importa vertigine tene
Balon. T. di Zecch. Oref. ecc. Storta. brosa. - - -

Balón. Pallon volante; e con voce dot Balordón. Idatide. Vertigine. Specie di
trinale Areòstato. malattia nelle pecore. -

Andà in aria el balon. Andare per Balordón. Pazzia stupida? Specie di ma


l'aria il pallon volante. lattia nel cavallo. -

Mandà in aria el balon. Mandare Balordon. Spranghetta. V. Sfrison.


per l'aria il pallon volante. Balòres. Voce che si sente in quelle parti
Vess andaa in del balon de Mon dell'Alto Milanese che sono vicine al
cucch. fig. V. Moncùcch. Bergamasco come rappresentativa di
Balón. Lanternone(“fior. rom.). Pallon quell'insetto che gli entomologi chia
cino di carta con entro candela o mano Melolontha vitis. Vedi Carugola.
moccolo acceso di cui si fa uso nelle Balòres. In qualche altra parte dell'Alto
luminarie. Il Voc. bresc. ha esso pure Milanese chiamasi così lo Scarabeo
Lanternone. In Firenze, nell' ottavo stridulo dei naturalisti. Vedi Garzèlla
giorno di settembre d'ogni anno, la e Vacchètta. - - -

plebe usa vagare per città con questi Balòss. Barone. Furfante – Paltoniere.
lanternoni in cima all'aste, e li chia Balòss . . . . . Così chiamansi per anto
ma Rifigolone. . - nomasia nel Basso Milanese que va
Balón. Rottura. Ernia. Allentatura. Cre gabondi che si presentano sul far della
patura. - - - notte alle cascine chiedendo alloggio
Andà giò el balon. Sbonzolare. e vitto, certi d'ottenerlo pel timore
Che te vegna o Che te possa vegnì che incutono facilmente a cascinaj abi
el balon. Che ti venga la rabbia o la tanti in luoghi pericolosi perchè isolati
contina. Che tristo o dolente ti faccia Balòss. s. m. pl. Ossa. Ossi. - -

Iddio. -
Balòss. T. di Cucina. V. Balossitt.
El va ch'el par ch'el gh'abbia el Balossàda. Baronata. .
balon.E pare una piedica, cioè cam Balossadèlla. Tiro da bricconcello.
mina largo come i crepati. Balossàja. Canaglia. Ciurmaglia. Furfan
Balonin. Palloncino da giocare. terìa (vedi il primo testo addotto dai
Balonin. . . . . . Dim. di Balón in senso diz. in questa voce).
di Lanternone. Balòss de badila o de bajra o de bai.
Balonista. Aeronauta. Colui che regola Spalatore. Palajuolo. Così chiamasi in
un areostato e va in aria nella navi generale chi fa lavoro colla pala(bajra);
cella pendente dal medesimo. fra noi si dà tal nome anche più par
Balonista. sch. Allentato. Crepato. Ernioso. ticolarmente a chi lavora con essa
Balonista per Balée. V. - -
pala intorno alle strade o nel cavare
Baldird. s. m. Balordo. Sbadato. V. Badée. fosse da fondamenta.
Balórd. ad. Balordo. Sbalordito. Balossètt. Furfantello – Baroncio.
Pader sont balord. I Pader. Balossètta. Furfantella.
Trà balord. Fare o Dare per balordo. Balossitt. Ossetti. Ossicini. Osserelli.
Balordinna. gergo. Ora. Balossitt. T. di Cucina. Costereccio? Vi-,
Balordisia. Balordaggine – Di questa de vanda composta di ossicini di porco,
sinenza in isia, non molto tramutata, di vitello, ecc. Dicesi anche Baloss.
BAL (64 ) BAL
Balossòn. Furfantaccio. Furfantone. Ri arginetti di pietra, talvolta anche
baldone. Ribaldaccio, e col volg. tosc. ordinati a vari piani, i quali si ſer
d'un poeta pisano Tocco di briccone. mano attraverso all'alveo del fiume
Balossònna. Furfantona ? dove ne è maggiore la correntia per
Balòtt. Ballone(*tosc. e Tom. Sin. 54). chè v'incappino i pesci e vi riman
Balla di lana, di cenci o altra mer gano prigionieri.
canzia abballata in un canovaccio o Baltrèsca. Bicocca. Altana. Loggia aperta
simile in forma quasi rotonda. Sta di sul tetto di una casa o sopra un edifizio.
mezzo fra la Balla e la Balletta. Baltrescà. Lo stesso che Sabettà. V.
Balòtta. Voce usata nelle frasi - Baltreschin. Dim. di Baltrèsca. Forse non
Vecc balotta. Vecchio barbogio o ba sarebbe mal detto Altanetta.
rullo o cucco. Frannònnolo. Barbògio. Avè el sò sul baltreschin. V. Sò.
Veggia balotta. Vecchia barbogia, Baltreschin. T. di Stamp. . . . . . . Asse
e Barbògia assol. (tito. confitta nelle due cosce del torchio da
Balottà. Ballottare. Mandare a voti, a par stampa, che mette in mezzo e tiene
Balottà. fig. Pallare uno. Fare alla palla equilibrata la bussola, ch'è quel pezzo
d'uno. Buttarlo qua e là a guisa di di legno riquadrato e incavato entro
palla. Il Baloter o Turlupiner de Fr. cui scorre il fusto della vite che batte
Balottàa. Ballottato. sul dado del pirrone. Questa specie
Vess balottàa. fig. Essere vagliato di palchetto (che al pari della bus
o pallato. V. Balottà fig. sola non è più ammesso nei torchi
Balottazion. Ballottazione. Scrutinio. Squit di moderna fabbricazione) viene detta
tinio fatto colle pallottole colorate, Tablette dall'Enc. e Bricke dagli scrit
o noverate o denominate. tori di materie tipografiche tedeschi.
Balottéra. Bòssolo. Quello in cui si met Baltrescon e Baltrescònna. . . . . Ampia
tono le pallottole da scrutinio. altana.
Balottéra. gerg. Scròto. Baltrescon. Ciancione. Cicalone.
Balottin. Aggiratore. Fantino. Farabutto. Baltrescònna. Cicalona.
Truffatore. Imbroglione. Gabbamondo. Baltròcca. Zambracca. Baldracca.
Barattiere. Baro. Traforello. Traffu Marz fioeu d'ona baltrocca. V. Marz.
rello. Sottile ingannatore. Bindolo. Baltroccà. Lo stesso che Sabettà. V.
Balottinàda. Bindoleria. Abbindolatura. Baltroccà. Far la baldracca o la baldacca.
Abbindolamento. Meretricare.

Balsamin (od anche Erba balsaminna). Baltroccaria. Lo stesso che Sabettàja. V.


Erba di san Giovanni. Perforata. Pila Baluàrd. Baloardo. Bastione.
tro. Iperico Ipericon. Pianta arvense. Balugan. Scioccone. V. Badée.
Bàlsem. Balsamo. Balsimo. Ombria baluganna. Spettro.
Balsem de la Mecca. Balsamo della « Me compariva on'ombria baluganna,
Mecca o vero o orientale o bianco. Opo » E questa in fin di fatt l'eva mia mader. -
balsamo. (Bal. Ger.).
Balsem del Copàj. Balsamo di Copahu. Balza. Pastoja. Legaccio che ponsi a piè
Deventà on balsem. Imbalsamire. delle bestie per impastojarle.
Imbalsimire. Noi lo diciamo parlando Balza. gergo. Piazza.
di vino che si lasci invecchiare molto. Balzamin (che anche dicesi Balzemin o
Baltràmm (e Baltramm de Gasgian). Zaz Barzemin ). Marzimino. Marzemino.
zerone. Dicesi di chi va vestito troppo Marzomìno. Uva canajuola? Spezie
all'antica. di vitigno.
Andà là de Baltramm. Andare al Balzanètta. T. de Sart. Pedana. Rinforzo
l'anticaccia; e ſig. Procedere scioc di panno più ordinario che mettesi
camente, a casaccio. - intorno intorno da piede alle sottane
El gippon de Baltramm. l . Gippón. (vest) degli ecclesiastici.
Baltravèll. I”. Bertavèll. -
Balzanètta . . . . Sp. di nastro di filo
Baltravelléra Edifizio da pesca o filosello di cui si fa uso special
consistente in un complesso di molti mente per ſortezzare gli abiti.
BAN (65) BAN
Balzànna. Balzana. Rinforzo di tela o Bànca. Banco. Desco. Botteghino posticcio
bindella che mettesi da piè delle sot in sui muricciuoli o per le vie – Mett
tane e simili. giò banca. Metter banco. Metter desco.
Balzemin. V. Balzamin. Bànca. Panca da chiesa.
Balzètta. Calza. Quel legaccio che met Schenàl. Spalliera - Parapett. Ap
tesi alle gambe de polli vaganti per poggiatoio - Brella. Inginocchiatoio.
riconoscerli. V. anche Colzètta. Bànca. Pancaccia. Panca alle botteghe
Bambanà. Frottolare. Ficcar carote. dove si adunano gli uomini a cicalare.
Bambanadór. Lo stesso che Balée. V. Bànca. Banco. Fà di aſari in banca. Te
Bambànna. Carota. Farfallone. V. Balla. ner banco. Fare il banchiero. La Banca
Bambanon. Carotiere. Carotajo. V. Balée. de Francia. Il Banco di Francia.
Bambin. Bambino. Bambolo. Fanciullino. Banca. T. di G. Banco. Tegni banca. Te
Bambo. Bamboccio. Bambòcciolo. nere il banco, cioè giocare contro tutti.
Bambin del loff. Bambino da Ra 3ànca (de vit). V. Bancaa sig. 4.º
venna. Semplice di Val di Strulla. Per Bancàa . . . . . Quel pancone che si fa
sona che finge l'innocente e il sem appoggiare da un capo alla barca e
plice ed è finto e furbo. dall'altro alla sponda, e su cui vanno
Bambinna. Bambina. coloro che sbarcano mercanzie od
Cavij a la bambinna o a la Ninòn altro dai navigli in terra. È la Falan
. . . . . Dicesi de capegli della nuca ga dei Siciliani – Quella coppia di
lasciati scorrere per le spalle secondo travi sulle quali in simile caso si vol
loro naturale crescenza, e di quelli tolano botti, balle, ecc. è detta Scalo.
della fronte ravviati e raccolti presso Bancaa. . . . . . . Travi di rovere che
le orecchie. nelle cave di pietra si sottopongono
Petten a la bambinna. V. Pètten. ai massi per lavorarli, smuoverli,
Vestii a la bambinna. . . . . . Sp. aggirarli, e sono detti Bancarèj i tra
d'abito donnesco riquadrato ne petti. vicelli minori usati al medesimo fine.
Bambò. Bambù. Mambù (*volg tosc. e Bancàa. Trasto. Tavola nelle barche su
Targ. Toz. in Bambusa arundinacea). cui sedono i remiganti a vogare.
Canna che si trae dalla Bambusa già Bancàa o Bancàl. . . . . . Nelle viti a
detta o sia dall'Arundo bambos di altri pergola è chiamata così ognuna delle
bot., della quale si fanno mazze da traverse componenti la pergola.
appoggio. Bancàa o Banch o Bancàl. Ceppo. Il ta
Bambòcc. Bamboccio. volato del tornio detto dai Francesi
Bamboliv. v. cont. per Bomborin. V. Etabli du tour avec ses jumelles(cosce).
Bamborin . . . . . Verghetta di bambù Bancàa o Bancàl. Cassapanca.
che si tiene in mano per ispasso in Bancaràus (Dà el). Mettere a panca;
vece di mazza o bastone. cioè dare un determinato numero di
Ban. Mai. Mai più. mazzate a que soldati che si vogliono
« Tei mo: di chi la cognosseva ban.» (Tan. Rim.). punire d'alcun mancamento. La no
Banàstra . . . . . Così chiamasi dai dro stra voce è una corruzione del tedesco
ghieri quella particolare specie di ce 23ant 5crattº (fuori la panca) che è
sta intessuta di grossi vimini, quadra il detto con cui s'intima tale castigo.
ta, e di varie grandezze, nella quale Bancarèll. Dim. di Bancàa. V.
ci suol essere portato il zucchero di Bancaròtta. Banco fallito. Fallimento.
commercio. Dallo spagnuolo Banasta. La nostra voce trae origine dal franc.
Bànca. Panca. I non Toscani dicono Bangueroute, e fu usata nel Codice di
com. Banca. commercio del cessato Regno d'Italia.
Fà bancarotta. Fare banco fallito.
Pann de quattà la banca. Pancàle.
Stà lì a scoldà i banch e nient ol Vend a bancarotta. Abbacchiare.
ter. Starsene a culattar le panche, cioè Fare un abbacchio (Tom. Sin. P. 564).
Banch. Banco.
ozioso, scioperato. Noi lo diciamo
specialmente di chi va alle scuole e Caregà in banch. V. Caregà.
Ferr de banch. V. Fèrr.
non ne trae profitto.
l ol. I. 9
BAN (66 ) BAN
Banch de scoeula. Panca. Banchètta per Cóntra. V.
Pian. Sedile = Lettorin. Scrittojo = Banchettin. Panchettino.
Schenal. Dossale. (sim. Banchettinna. Panchettina.
Banch de l'asen o del biasim. V. Bià Banchettinna. Asserello de piccioni.
Banch de la lode o de l'onor. V. Lòde. Banchettòn. T. archit. . . . . . Lastrone
Banch del torno. Ceppo. V. Bancàa sig.5.” che serve di soglia fra plinto e plinto
Banch di becchee. Desco. Tavola su cui negl'intercolunnj.
si taglia la carne nei macelli. Banchfallii. Banco fallito(così il Biscioni
Banch di copp. . . . . Quella sp. di ca nelle Note alle Rime del Fag. VI, 5o).
valletto su cui si plasmano gli embrici. Giugà a banchfallii. Fare a banco
Banch di legnamee. Pancone. Quella fallito. Istituito un capo a vicenda il
panca grossa sulla quale i legnajuoli quale tiene il banco, egli mescola le
appoggiano i legnami per lavorarli. carte, e ne ſa tanti monti quanti sono
Le sue parti sono: Gioeugh e Carrell. i giocatori; questi pongono sopra qual
Banch di oreves. Tavolello. Banchetto monte piace loro quanta moneta vo
dove lavorano gli orefici. Ha Brasc, gliono (il che dicono caricarli) la
Pondabrasc, Stocch, Pell e Cassettera. sciando un monte scarico al capo; ciò
Banch per i post. T. di Cart. . . . . . fatto, questi alza il suo monte, ne
Quella tavola su cui si posano le mostra la carta che toccava la tavola
poste all'uscire dello strettojo. e la confronta colla consimile carta di
Banch! . . . . . . In via esclamativa è tutti gli altri monti, e di quel monte
avviso che si dà dai fattorini della bot che l'ha minore o simile alla propria
tega a chi tiene il banco di trovarsi trae a sè i danari, a quello che l'ha
al suo posto per riscuotere i danari superiore compensa la posta, e così
dagli avventori. continua finchè non viene a perdere
Banchér. Banchiere. Banchiero. Chi fa con tutti i giocatori, nel quale caso
commercio di tratte e rimesse di da dichiara il Banco fallito.
naro o ecc. Banchin. . . . . . Quei banchi posticci
Banchér. Banchiere. Colui che tiene il di libri usati, de'quali se ne veggono
banco, cioè che giuoca contro tutti. parecchi in varie parti della città –
Banchér . . . . . Ministro che tiene il In Toscana suol dirsi Comperare libri
banco nelle botteghe. sui muricciuoli il comperarli su tali
Banchètt. Deschetto. Panchetto(ha il Brac banchin, perchè d'ordinario i ven
ciolini Sch. de falsi Dei VIII, 55). ditori di libri usati li mettono in mo
Banchètt e al pl. Banchitt . . . . Antica stra sui muretti che stanno innanzi
mente que botteghini ne quali i mer alle porte delle case o alle logge,
canti d'oro e gli orefici cambiavano le colà detti muricciuoli.
valute o negoziavano d'oro in pasta. Banchinàtt. ) . . . . . Colui che vende
Nelle gride milan. del secolo 15. è vo Banchinée. libri usati sui muricciuoli o
ce comune e denota un traffico vietato. su banchi posticci, detto forse Bouquini
Banchètt de perucchee. Telajo. V. Telàr. ste o Etaleuro Bouquinier da Francesi.
Banchètt de sciavattin. Bischetto. Deschet Banchinna . . . . . Quel travicello che
to. Tavolino a cui lavorano i ciabattini. s'inchioda orizzontalmente di abetella
Banchètta. Panchetta. in abetella(antenn) onde assodarle fra
Banchètta. Muricciuolo. Murello. Sedile loro e dare sicurezza ai ponti delle
di pietra o di cotto affisso ai muri di fabbriche. Sotto esso travicello a mag
nanzi alle porte delle case. giore fermezza inchiodansi i beccatelli
Banchètta. Manganella. Panca ne cori di o ascialoni(gattèj).
chiesa fissa al muro, che s'alza e abbassa. Bancon. Bancone.
Banchètta. T. di Cart. per Scàgn. V. Bancón. . . . I fornaciaj chiamano così
Banchètta. T. agr. . . . . Filarata o Corso quelle larghissime e grossissime assi
di pertiche poste orizzontalmente per sulle quali da terra salgono alla fornace
raffermare tra loro le viti piantate a per introdurvi i materiali da cuocere.
filari – Vit a banchetta. V. Vit. Sono una specie di Bancaa. V.
B AN (67) BAR
Caregà a bancón. V. Caregà. Bandiroeò . . . . . Il pesce persico (Per
Bancon de la scoeula. Desco. Tavola nelle ca fluviatilis Lin.) novellino, nato di
chiese ove seggono i capi delle con fresco. Forse fu chiamato così perchè
fraternite de laudesi. altre volte n'era bandita o sia proi
Bancorin (che anche dicesi Ranèlla). T. bita la pesca.
di Cart. . . . . . . Nome proprio di Bandiroeula. Banderuola. Ventaruola. Ro
ciascuno di que” piumacciuoli che reg sta di metallo che si volta a tutti i
gono il puntone(pòlez) dello stile venti e che è posta sulle cime de cam
(de la staffetta) che fa muovere i panili, delle torrette da cammino, ec.
mazzi nelle pile(in di foll). Bandiroeüla. Banderuola. Quella sp. di
Bànda. Banda. Suono. fiamma, fatta di carta e inastata a una
Banda militar. Banda militare. Com cannuccia, che i fanciulli riportano
pagnia di suonatori che suonando dalle sagre, ecc.
precede i reggimenti e ne fa parte. Bandiroeùla. fig. Banderuola da cam
Vess in la banda. fig. Essere al panile. Giràndola. Carricola. Volan
verde. Esser povero in canna. dolino. Farfalla. Cervel che vola o
Banda Ferro stagnato(Tar. fir). V. Tòlla. fatto a oriuoli. Dicesi di persona vo
Bànda. Fusciacca. Cintura per lo più lubile, leggiera, incostante.
di seta che usano le donne per or Fà la bandiroeula. Volgersi ad ogni
namento, e i fanciulli che vestonsi vento. Voltar casacca ad ogni vento.
all'usanza inglese. Prima del 1796 Essere nel numero delle Girouettes
era tra noi distintivo degli scolari, francesi tanto celebrate a nostri giorni.
e in ispecialità di quelli che frequen Bandista . . . . . Ognuno di que” sona
tavano il Ginnasio Arcimboldi. tori che compongono la banda.
Bànder. Bändolo. Comàndolo. V. Ascia. Bandò. Benda?(veggansi gli es. nei diz.).
Fà el bander in l'ascia. V. Ascia. Fascia che mettesi per lo più la notte
Bandéra. Bandiera. Insegna. Vessillo. in luogo del cuffiotto per tener asset
Stendardo. Ha infule(manchettes franc.) tati i capegli della fronte, detta Ban
dette Nappe da un poeta pisano. deau o Serre-tete dai Francesi.
Andassen conti banderin del sacch. Bandoléra(a). Pendoloni. Penzoloni. Cion
fig. Andarsene colle trombe nel sacco. doloni.
Bandera strasciada onor del capi Cont i brasc giò a bandolera. Colle
tani. Bandiera vecchia fa onore al braccia pendoloni, e met. Colle mani
capitano. Così dice chi ha le robe o alla cintola. A man giunte, cioè senza
far nulla.
gli arnesi propri assai logori, mutando
in vanto la scusa. Il Fag. nel Conte Bandonà. Abbandonare.
di Bucotondo, I, 15, disse: Più ha ban Bandonàa. Abbandonato.
diera è vecchia e stracciata, più fa Bandònna. Cèlia. Burla. Baja.
onore al capitano. Dà la bandonna. Dar dei monnini.
Fà bandera. Far bandiera. Dicesi Celiare. Far celia. Burlare. Scherzare,
del furare che fanno i sarti. Faire Bandòria. Baldòria. -

etendart dicono anche i Francesi. Fà bandoria. Far baldoria. Vale


Quell che fa i bandér. Bandierajo. stare allegramente, darsi bel tempo,
Maestro di far bandiere. consumare il suo in bagordi e allegrie.
Portà via la bandera. fig. Ripor Banfà. Ansare.
tare o Guadagnare la palma. Banfàda. Ansamento.
Voltà bandera. fig. Voltar bandiera. Banfadinna . . . . . Lieve ansare.
Cangiar mantello. Voltar casacca. Ri Baolà (del frecc). V. Bagolà.
voltar frittata. Cangiare sentimento. Bara . . . . Chiamasi così (forse dalla
Bandii. Bandito. Sbandito. Esiliato. Pro forma del suo letto lunga e stretta)
scritto – In sig. di Proclamato noi lo una specie di carrettone, sorretto da
usiamo nel solo det. Fà cort bandida. fortissime sale con ruote macchinose,
Tener corte bandita o corredo bandito. e tirato da più cavalli accodati l'un
Far di gran conviti, di gran feste. l'altro, che serve per trasportare
BAR (68) BAR
quantità grandissima di merci. Le Baraccà. Andare a zonzo. Andar gironi;
bare maggiori carreggiano fin anco ed anche Gozzovigliare. Darsi tempone.
ottanta quintali. Far baccanella.
Bàra (Giugà a). Fare a toccaferro(“tosc. Baraccàda. Stravizzo. Gozzoviglia. Gozzo
e nelle Rime d'un poeta pisano). Fare viglio. Buontempo. Bagordo.
alla barriera? o al pome? Giuoco che Baràcch (de carr.). V. Baracca.
si fa dai fanciulli sulle piazze o in Baracchée. Compagnone. Uomo di buon
altri luoghi ampi e spianati. Segnata tempo – Il Baracchiere dei diz. vale
una linea in terra, e schieratisi da quanto Vivandiere.
una parte e dall'altra altrettanti gio Baracchètta. Baraccuzza.
catori, si vanno ad assalire, e nel Baracchin . . . . . Picciola cazzeruola da
battersi e divincolarsi, quello de'gio zuppe, di fondo largo e bocca angusta,
catori che rimane prigioniero è per in cui gli osti sogliono allogare le po
dente. Anche i Francesi chiamano sate intanto che le vanno ripulendo.
questo giuoco Barres. L'Alb, bass. lo Baracchista . . . . . . Chi sta nelle ba
traduce Barriera. racche; e perciò il Porta chiamò Ba
Bara-a-lottón. T. de Calzet. . . . . . . . racchist i burattini.
Congegno di due regge di ferro te Baraccòn. Lo stesso che Baracchée. V.
nute divise da due forcelle (forscètt) Baraccònna. Donna di buon tempo.
nel quale stanno le così dette onde Baradór. Barattiere. Truffatore. Giunta
del telajo da far calze. tore. Baro. Ingannatore. V. Balottin.
Bara-a-platinn. T. de Calzet. . . . . . . Baramàn. T. de' Calzet. . . . . . . Quella
Lastrone che va da un capo all'altro parte del telaio da far calze che s'im
della così detta gabbia del telajo da pugna dal lavorante per far avanzare
far calze, e sul quale posano i così e retrocedere la così detta gabbia e
detti stagn a platinn. mandare innanzi il lavoro. E la Barre
Baracàn. Baracane. Specie di stoffa fatta d-poignee dei Francesi.
di pelo di capra. Bara6nda. Impiccio. Impaccio. Intrigo.
Baracanàa . . . . . Aggiunto di stoffa Viluppo; ed anche Follia. Capriccio.
lavorata a uso del baracane. Frascheria. Dallo spag. Barahunda.
Baràcca. Baracca. (carsi. « E poeu parchè portà sti baraond
Pientà i baracch. Baraccare. Barac » A quell'ora d'attend
Baracca de Romanin o Baracca di » Ai negozi tremend de l'olter mond. -
magattej. Castello da burattini. Quella (Maggi Fals. Fil.).
macchina movibile in cui sta il bu « Che in quell cervell de tante baraond
rattinajo a far ballare i burattini. Mai no ghe possa intrà
Baracca de Romanitt. fig. Babilonia. » On minem penserin de fagg de cà. -
Compagnia di gente sconcorde.
Bararia. Baratteria. Giunterìa.
(ld. Inter. 1).
i
Baracca. . . . . . Diciamo d'ogni roba
sconnessa, scompaginata, malassetta, Baràtt. Baratto. Cambio. Scambio. Per
che pende a rovina. Per es. Ona ba muta, e in senso avvil. Bazzarro.
racca d'ona cà. Una topinaja. Una Baratt e barattee se pò pù tornà
casaccia. Ona baracca d'on orologg. indree. V. Indrée.
Un oriuolo sconcertato o scassinato. Barattà. Concambiare. Cambiare. Accam
Baràcca. Fedifrago. V. Balàndra. biare. Permutare. Barattare.
Baràcca. Randàgio. Fà la baracca. Lo A barattà el mornee se baratta l'a
stesso che Baraccà. V. sen. V. Mornée.
Baràcca Trabacca. Così chiamano il co Andà a Monscia a fass barattà. V.
perchio de'barocci(volantin). Mónscia.
Baràcca (ed anche Baràcch ). . . . . ll Barattà ben. Barattar bene, e pro
complesso di quelle assi che talvolta verb. Barattar galla a muschio.
si fanno rigirare verticalmente ai lati Barattà i fioeu in la cunna. V. Cùnna.
e alle testate d'un carro per farne una Barattà i pastizz in tanta polt. V.
specie di cassa carreggiabile. Pólt.
BAR (69) BAR
Barattà i paroll. Entrare in parole. Farla di quarta. Farla in barba o alla
Barattà i scud a tre lira l'un. V. barba, cioè in onta, o in ischerno o
Lira. a mal grado d'alcuno.
Barattà maa. Barattar male, e pro Insavonà vun ben ben per ſagh la
verb. Barattar muschio a galla. barba. V. Insavonà.
Vessegh nanca on can de barattà La gh'ha tanto de barba. Sapevam
ona parolla. Non esserci persona colla celo, disson que da Capraja. Tu non
quale dire verbo. -
avrai le calze. È notizia vecchia.
Barattà. V. Cambià (danee). No gh'è barba d'omm che ghe le
Barattamestée. Scopamestieri. possa fà. Egli è putta scodata. E non
Barattòzz. Bazzarro. Dicesi d'una per gli crocchia il ferro. V. Fiòla.
muta imbrogliata, in cui alcuno deb Pezza de la barba. Bavaglino.
ba averne la peggio: si usa anche Servì de barba vun. Radere il tale.
per esprimere in senso avvilitivo la Servì de barba e perucca. fig. Lo
frequenza del baratti. stesso che Conscià per i fest. V. Fèsta.
Baravàj. s. m.pl. Masserizzuole. Miscee. Servì de barba e perucca. fig. Ser
Bazzicature. Ciabatterie. Coserelle di vire di coppa e di coltello, cioè pun
poco pregio. tualmente, a dovere in ogni cosa.
Baravàj. s. m. pl. (gergo). Masserizie. Servitor de barba e petten . . . .
Seccà i baravaj. Lo stesso che Romp Cameriere che abbia incumbenza di
la gloria o la scuffia o simili. V. Rómp. radere e pettinare il padrone.
Bàrb per Bàlb. V. - Stà in barba de gatt. V. Gàtt.
Bàrba. Barba – La barba rada molto si Tegni el bascì a la barba. V. Basci.
dice Barba spiovuta; la lunga e larga Toeù via la barba. Radere.
assai Barba a spazzola; la lunga, Vess in barba. Riboccare. Nel Basso
folta e rabbuffata Barba d'Oloferne; Milanese vale lo stesso che Vess pien
la bipartita come pingesi ne profeti aras parlandosi di vasi di liquidi.
Forfecchina; l'incolta, intrigata, su Bàrba . . . . . . I legnajuoli dei colli
dicia Barba piattolosa; la poca e corta briantini danno questo nome a quella
Barbetta; la poca e corta arricciata in smussatura, o augnatura che sia, la
sè stessa Barbetta a cavolo; la barba quale ſanno a mensole, travi o travi
di prima lanugine o poco forte Barba celli da cavallature, ecc.
folle. Chi ha la barba dicesi Bar Bàrba (voce del volgo e del contado).
bato; chi non l'ha per anco dicesi Zio, e ant. anche Barba e Barbano.
Imberbe; chi l'ha rasa Sbarbato; chi Ela robba del barba? Ch'è roba di
l'ha piccina, rada, spelazzata Barbu rubello? Si dice quando uno strapazza
cino; chi l'ha fitta e forte Barbuto qualche cosa, e mandala a male –
e Barbone. I superstiziosi dicono che Robba del barba diciamo anche ciò
Poca barba e men colore sotto il ciel che a noi non costa nulla, e si spreca
non è il peggiore. A chi va in là con senza riguardo.
gli anni si usa dire Trovà el barba. Lo stesso che Trovà
Alle barbe che vengon fiorite el fittavol. V. Fittàvol.
Non più gonne, ma sugo di vite. Bàrba. met. Oste. -

Acqua de la barba. V. Acqua. Barbabicch (che in varie parti del Mila


Barba ben insavonada l'è mezza nese dicesi anche Erbabicch e Basa
fada . . . . . . Barbe bien etuvee est bicch). Barba di prete. Barba di bec
di-demi rasee dicono i Francesi – In co. Scornabecco. Sassèfrica. Tragopò
senso figurato. V. Insavonà. gono. Sorta d'erba nota, cioè il Tra
Ciappà vun per la barba. Prendere gopogon pratense dei botanici.
per la barba (Boccac. Nov.) Barbabòvis. scherz. Lo stesso che Bovis
Desfà o Fà la barba. Radere la in ambi i sig. V.
barba. Far la barba, e ass. Radere. Barbacàn. Barbacane. Sp. di contram
Falla in barba o Faghela stà in muro a scarpa che si fa negli edifizi
barba. Barbarla. Accoccarla ad uno, a sostegno della fabbrica.
- BAR ( 7o) BAR
Barbacosàcch. Cappa di frate? Ad. di Barbèlla. Facciuola. Dicesi di que due
Colore che trae al castagnino scuro, pezzetti di tela che pendono dal col
al lionato scuro, al tané. È voce pro lare a cui sono attaccati. Quelli dei
pria dei mercanti di stoffe. collari quadrilunghi direbbersi popo
Barbagiàcom. } Barbagianni. Barbalac larmente le Braciuole.
Barbagiàn. chio. Baggiano. V. Badée. Barbellà. Abbrividare. Abbrezzare. Batter
Barbagiòve . . . . . Dal sommo Giove la borra o la diana o le gazzette. Bubbo
il nostro popolo ha tratto i dett. Se lare. Batter marina; e ant. Dringolare.
Barbagiove no me jutta. Se Iddio non Barbellamént Brivido Capriccio di freddo.
m'ajuta; No gh'è Barbagiove che tegna. Barbellament di ocucc. Occhibagliolo.
Da volere a no debb'essere così; ecc. Barbellàtt. Bargigliuto.
Barbàj. Lo stesso che Buscàj. V. Barbellàtta. Matrona – Spertissima.
Barbajàda. T. degli Acquac. . . . . . . Barbellàtto. fig. Barbassoro. Baccalare, e
Sorta di bevanda ch'è un misto di scherz. un Barba a spazzola – Vale
fior di latte e cioccolata. In Toscana anche per Spertissimo in checchessia.
la chiamano Bavarese con nome equi Bàrber. Barbero. Barbari. Cavallo che
voco per noi. V. Bavaresa. corre il palio. V. Córsa.
Barbaritàa. Barbàrie. Ferità. Crudeltà. Barbéra. Barbiera.
Barbarossa. Pettirosso. Uccello noto. V. Barberin alcuni chiamano la Sprèlla. V.
anche Piccètt. Barbètt. Barboni. Sp. di malattia della
Barbàscia. Barbaccia. Fra noi però la bocca nel cavallo. (buzza.
voce Barbaiscia è usata le più volte Barbètta. s. f. Barbuccia. Barbetta. Bar
in senso meno cattivo che non im Barbètta. s. f. Radicchio bianco (così il
porti la Barbaccia dei diz. Le donne Targ. Toz. nel Diz. bot.). Sp. d'insalata
e i ragazzi, a quali accada d'essere invernale che l'ortolano ottiene dalle
accarezzati col viso da alcun barbuto, radiche della cicoria dalle quali ta
sogliono rimproverargli la barbascia gliatone tutto il verde, legate in mezzo
ancorchè sia ben regolata e colta e e sepolte nell'arena in cantina, me
odorata; e s'ella pugne, tanto più. diante il tepido del sotterraneo sbuc
Barbée. Barbiere; e con voce pedant. e ciano certe barbe bianco-giallicce e
scherz. Barbitonsore – E perchè una delicate, lunghe quasi un palmo. Fra
volta i barbieri solevano esercitare le noi chiamasi anche Biobiò dal grido
funzioni di cavar sangue, applicare con cui la vanno annunziando per la
coppette, clisteri, ecc., così Barbce città i venditori – I Fr. la chiamano
intendesi anche talora per Flebòtomo. Barbe de capucin.
Bottega del barbee. Barbieria. Barbètta. v. cont. Guaime. L'erba che
Pian barbee che l'acqua la scotta. rinasce dopo la prima segatura, così
V. Acqua. detta finchè ella si conserva tenerina.
Robà cl lesign al barbee. V. Robà. Barbètta. s. m. ſig. Cosacco.
Secrett che fa per el barbee. V. Barbètta. s. m. fig. Confortatore. Quell'ec
Secrètt. clesiastico che suole accompagnare al
Bàrbel. Farfalla. - patibolo i condannati alla morte e
Fà el barbel. Sfarfallare. venirli confortando. Il Barbadhino
Bàrbel. Punteruolo. Tonchio. (V. Alb. dei Portoghesi – Il Fagiuoli (Rime
enc. in Intonchiare). Insetto noto che IV, 551) usa Barbetta in significato
è il Curculio granariusLin. di Cappuccino se pur non isbaglio; e
Barbelà. Barberare. Dicesi del girlo (birlo) noi dicemmo Barbètta i Confortatori
quando gira ineguale e va a salti e appunto perchè per solito i Cappuc
non unito. cini, allorchè le loro corporazioni
Barbèlla. Bargiglio. Bargiglione. Quella esistevano in Milano, erano trascelti
carne rossa che pende sotto il becco per tale ufficio.
ai galli. Barbettìnna. Barbettino. Barbuccia.
Barbella di caver. Tèttola. V. Pen Barbin. sost. Can barbone o barbino. Il
dellin. Canis aquaticus dei sist.
BAR (71 ) BAR
Barbinna. Cagna barbona(“tosc). Barbón. Barbone. Barbuto.
Barbinèll. Barboncino(*tosc.). Picciolo Barbottà. Borbottare. Bronfiare. Stronfia
can barbone. re. Brontolare. Bufonchiare. Bofon
Barbinòn . . . . . Can barbone de' più chiare. Fiottare. Bollire.
grossi e di pelo più folto. Barbottà i busecch. Gorgogliare il
Barbirà (v. a. usata dal Maggi). Sbarbare. corpo. Bruire. Cigolare. Borbottare.
Barbis. Baffio. Basetta. Mustacchio. For Sboglientare. Quel romoreggiare che
tiguerra nel Ricciardetto e Parini nel ſanno gl'intestini per flatuosità o de
Discorso sulle Caricature (III, 13) usa pravata triturazione del cibi, il quale
rono anche Barbigi. Un poeta pisano al sost. direbbesi Borbottio. Gorgoglio.
disse pure Io me la rido sotto i barbigi. Rugghiamento.
Alzà o Tirà-sù i barbis. fig. Alzare S el barbotta, e ti lassa ch'el bar
la cresta – Talora Allacciarsela vie botta e mangia. Lascia brontolare e
sù. Affibbiarsi o Allacciarsi alta la mangia. Boccon rimproverato non af
giornea, cioè presumere più del do fogò mai nessuno.
vere – Talora Stare in sul tirato. Im Barbottàda. Borbottamento. Borbottio.
porla troppo alta, cioè chiedere trop Brontolio.
po alto prezzo della propria merce. Barbotta dinna. .. . Lieve borbottamento.
Gh” è de onciscià i barbis. Lo stesso Barbottafasoeiù. sost. sch. Brontolone.
che Gh'è de fà grass i verz. V. Vérz. Barbottin (Ris in). V. Ris.
Mett o Mostrà i barbis (che anche Barbotton. Lamentone(“tosc.). Brontolone.
dicesi Mostrà el zuff). fig. Mostrare il Borbottone. Borbottatore. Querulo. Fiot
viso o i denti. Fare faccia o testa. tone; e in sign. più rimesso Boſon
Barbis. v. dell'Alto Milanese. Fungo ca chino. Bufonchino. Bufonchiello.
stagnuolo(Vittadini). Io non l'ho ve Barbottònna. Borbottona; e in senso più
duto, ma fummi assicurato per autun rimesso Bufonchiella.
nale, non frequente, frastagliato, di Barbòzz. s. m. sing. Mento – I dizionari
color soricigno, di gran peso, e vege hanno Barbozza per quella parte della
tante a preferenza presso i castagni. testa del cavallo dov'è il barbazzale,
Barbis (che anche diciamo Còrni). An e per quella parte della celata che
tenne degl'insetti. (beri. para le gote e il mento.
Barbis di gamber. Antenne de gam Fà duu barbozz. Avere la soggio
Barbis de la scoa. Chioma. Quella parte gaja o un po' di soggiogo.
di una granata colla quale immedia On pugn sott al barbozz. Sommo
tamente si scopa, e più precisamente molo. Sergozzone. Sorgozzone.
le vette della chioma. Tegni el bascì sott al barbozz. fig.
Barbis del forment. v. cont. Ariste o Reste Tener il bacile alla barba.
del grano. V. Formént. Barbòzz. s. m. pl. per Ganass del can
Barbis di roeus (voce propria dei Fab de l'azzalin de s'ciopp. V. Ganàss.
bricatori di fiori finti). Cirri delle rose. Barbozzàa o Barbozzàl. Barbazzale. Ca
Barbisin. Basetlino. tenella che va attaccata all'occhio dritto
Barbisin . . . . . . Uomo che ha basettini. del morso della briglia, e si congiu
Barbisin (che anche dicesi Fonsg barbis o gne col rampino ch'è all'occhio manco,
barbin). Riccione. È fungo mangereccio dietro alla barbozza del cavallo.
detto Hydnum erinaceus da Bulliart. Barbozzin. Dim. di Barbòzz. V.
Barbison ..... Baffione, gran baffio. Bàrca. Barca.
Barbison. Basettone. Uomo che porta Coverta. Copertino = Arscionaa o
basette grandi e folte. Scersc. Cerchj = Sterno. Fondo =
Barbisònna. . ... . Donna che ha baffi; Sgorbi. Coste. Costole - Guarnacc (e
e fig. Matrona e Donna spertissima. nei barcon Pala). Timone. Governale =
Barboeüra. Voce usata nella frase Andà Arbusell. Albero e Trimion. Scalmiere
in Barboeura . . . . Credo che valga = Poppa. Poppa - Poncia o Poncin.
quanto Andare in tregenda. V. Striòzz. Prora. Prua. Becchetto - Cassott o Cas
Barbojà. Barbugliare. sett. Coverta? = Magnocula del guarnacc
BAR (72 ) BAR
Manovella – Tenda o Vell. Vela e Mu il fondo d'un'arte, ecc. Averne pe.
son(nelle gondol.). Rostro? = Bancaa. scato a fondo. Aver l'arco lungo.
Trasto = Acquarocu. . . . Tegnì drizza la barca. Mantenere
Andà dent in barca. Montare in la barca. Reggerla. Tenerla diritta.
barca. Tegnì drizza la barca. fig. Mante
Aveghen di barch o Vesseghen di nere o Tenere la barca diritta. Gover
barch. Averne a barella, a bigonce, a nar bene, avere buona regola, buon
josa, a balle, a sacca, in chiocca, governo nelle cose di famiglia, di ne
a isonne, a bizzeffe, a biscia, a fu gozio, di Stato – Vale anche Vivere
sone, e ant. a cafisso, cioè in ab assegnato, reggersi con economia.
bondanza, a profusione. Vegni foeura de barca. Scendere
Barca a vapor (che anche dicesi ass. della barca.
Vapór). Barca a vapore(volg. ital.). Vess la barca di mincion. Essere
Giugà a la barca. È lo stesso che l'arcicotale. Esser uomo da condursi
Giugà al sett in barchett. V. Barchètt. a veder a pescare colla gatta. Esser
Juttà la barca. fig. Fare spalla. Far corrivo o corribo.
peduccio. Dare braccio. Ajutare. Sov Vess minga la barca di mincion.
venire. Talvolta vale Secondare. Piag Non essere il saracino di piazza?
giare. Andare alla seconda o a versi. Non esser uomo da esser fatto fare.
La barca de Padova . . . . . . Da Bàrca . . . . Specie di carrozzone assai
quella barcata di enti d'ogni natura lungo, imitante nella forma della cassa
e qualità che Padova e Venezia si (scòcca) un barcone, che tutto dipinto,
sogliono ogni di ricambiare colle cor inghirlandato, ecc. serve per masche
riere giornali è venuto l'uso di as rate in tempo di carnevale.
Barcàda. Barcata. Navicellata.
somigliare ogni babilonia di genti e
di cose che muovasi da luogo a luogo Barcàda... Tutte le maschere che stanno
a quella barcata. S'ha a fare bacca nella così detta barca da mascherate.

nella fuor di porta, nessuno ha da ri Barcellònna. Pistolese? Specie di coltello


manere a casa in città; uomini, don o bajonetta che s'inasta sui fucili da
ne, vecchi, ragazzi, bambini coi loro cacciatore.
balocchi, canini, ecc. s'avviano alla Bàrch. Tettoja. Sp. di stalla aperta sui
baccanella, vuoi brulicame pedestre monti, in qualche modo il Chalet de
o vuoi incarrozzati a viluppo, ecco gli Svizzeri.
la barca de Padova che la va. Bàrch . . . . . . . Tettoja aperta verso
Pari ona barca. Essere tanto fatto. nord dove nelle nostre pianure stal
Parere una badia. Dicesi di cosa che lano le bestie bovine nell'estate e in
eccede la convenevole misura secon parte dell'autunno.
do la propria condizione. La gh'ha sù Barcheggià e Barcheggiàlla. Barcheggiare.
on capell ch'el par ona barca. Ha un Destreggiare. Reggersi con destrezza
cappellone tanto fatto(Cecchi Dote). in checchessia.
Passà minga per la barca di mincion. Savella barcheggià (che anche dicesi
Non si lasciar levare in barca, ecc. Savè de barca menandi). Saper bar
Passà per la barca di mincion. La cheggiare. Saper di barca menare.
sciarsi levare in barca. Cavalcar la ca Barchètt. Barchetto. Barchetta. Per le
pra. Lasciarsi ferrare comunque siasi parti V. Bàrca.
o senza trar calci. Lasciarsi cacar sul Andà al barchett. fig. Lo stesso che
naso o pisciare addosso o menar pel Andà al cagaratt. V. Cagaràtt.
naso. Lasciarsi còrre la berretta. Andà a Vigeven in barchett. V.
Savè menà la barca. fig. Saper con Vigéven.
durre bene la sua barca. Saper bar Giugà al sett in barchett (che an
cheggiare o destreggiare. Sapere ma che dicesi Giugà a la barca) . . . . .
neggiarsi con destrezza. Specie di giuoco, in parte simile a
Savènn di barch. Poter leggere in quello dell'oca V., nel quale chi coi
cattedra di checchessia. Aver toccato dadi fa il numero sette, vince la posta.
BAR (73 ) BAR
Parl el barchett de Boffalora. Essere Bardèlech. Ciarliero. Pettegolo.
una basoffia? Dicesi di una donnaccia - E chi ha mai ditt che tucc i noster donn

molto grassa, d'una fantocciona badia » Sien tanc bardelech e tucc tapponn? »
Barchètta. Barchetta. (le. (Brand. Sp. Lug.).
Faa a barchetta. Ellittico. Bardòcch (Passà per). Frase usata dal
Giugà a la barchetta. E lo stesso che Var. mil., alla quale forse corrispon
Giugà al sett in barchett. V. Barchètt. de il Passar per bardotto dei diz. ital.
Barchètta... Sp. di carrozza. V. in Lègn. Barée. . . . . . . Condottiere di quella
Barchettin. Barchettino. specie di carrettone che ha il parti
Barchettinna. Barchettina. colar nome di bara. V.
Barchetton . . . . . Sp. di carrozza. V. Barèlla. Barella. Arnese composto di
in Lègn. due stanghe formanti quattro manichi,
Barchiroeü. Barcajuolo. Barcarolo. Na e di tre o quattro staggi o traverse in
vicellajo – Colui che tira la barca chiodatevi sopra formanti un piano,
coll'alzaja dicesi Bardotto. sul quale pongonsi i materiali o le robe
L'è tra barchiroeu e marinar. fig. La che si vogliono trasportare da luogo a
è tra barcajuolo e marinaro, tra corsa luogo. Questo arnese, portato a braccia
le e corsale, tra 'l rotto e lo stracciato. da due persone, è detto anche Scivera
Barcón. Barcone. Questa voce accresci nel nostro contado – Il portare con
tiva generica ha per noi un valore barella dicesi Barellare; una piccola ba
speciale, e denota quelle grandi bar rella Barelletta; una grande Barellone.
che senza coverta che hanno pala Barèsg. . . . . Stoffa di lana, o di lana e
invece di guarnacc, e che dai laghi seta, od anche di cotone, poco dissi
vengono pei canali in città cariche di mile dal crespone. Nel Giornal com
combustibili, materiali da fabbrica, ecc. merciale di Firenze è scritto Barrege
Con voce ambigua questi Barcon sono per quanto assevera il ch. Peschieri
anche detti Borcèj o Bruccèſ sui laghi. nella sua Appendice al Voc. parm.
Bardà. Bardamentare. - Barètta. Berretta.
Bardàa. Bardamentato. Baretta a la spagnocula. Montiera.
Bardadùra. Bardamento. Bardatura. Baretta a guss d'oeuv. Berretta ar
Bardagna, ec. Lo stesso che Bardassa, ec. V. rovesciata ?
Bardanon. Farfaraccio. Farferiigine. Far Baretta del pecc o col pecc. Berret
ferigio, e con nomi dottrinali Petasite ta a lucignoletti. Quella berretta a più
o Tossilaggine maggiore (Targ. Diz. colori che suol essere delizia de'con
bot.). Sorta d'erba arvense che è la tadini. (trata?
Tussilago petasites de botanici. Baretta a la marinara. Berretta fel
Bardàssa (che anche dicesi Bardàgna). Ra Baretta deindorador a foeugh. Buffa.
gazzaccio – Nei diz. Bardassa signi Baretta de viagg. Pappafico.
fica ragazzo di malaffare, e propria Giugà a foresetta baretta. È lo stes
mente il Bardache de Francesi. so che Giugà a foresetta. V. Foresètta.
Bardàssa. Mariuolo. Gognolino. Forchetta. Barètta. Digrumàle. Favo, e con voce
Talvolta si usa anche in senso vez dottrinale Rimine. I nostri beccaj e
zeggiativo, come p. e.: Che car bar il volgo chiamano Barètta, dalla sua
dassa. Che caro bimbo.
forma, questo primo stomaco degli
Bardassàda. Ragazzata. Fanciullezza. Il animali ruminanti, che è quello il
Cecchi ne Dissimili usa Giovanezza quale dopo avere alquanto ritenuto il
quasi nello stesso senso, ove fa dire cibo leggermente masticato, lo rimanda
a Filippo a E lo lasceresti per l'av alla bocca per essere rimasticato.
» venire far qualche giovanezza or Barètta. Dim. di Bara(carrettone) V.
» che l'età gnene comporta. » Barettàda . . . . . Quanto cape in una
Bardassaria e Bardassaria menudra. Ra berretta, una berretta di checchessia.
gazzaglia. Ragazzame. Fanciullaja. Barettàda . . . . . Colpo dato con una
Bardasson. Accr. di Bardassa. V. - berretta. -

Bardelecà. Lo stesso che Dottora. V. Barettàda. Sberrettata. Il ſar di berretta.


l ol. I. Io
BAR ( 74 ) BAR
Barètta-e-cappèll . . . . . . Chiamiamo Baricocchèlla. Gherminella. Frode. Ingan
così colui che sotto al cappello porta Barila. fig. Stizza. (no.
anche una berretta della quale lascia Barilètt. Barletto ?
cadere il lucignolo e il sommolo per Barilètt. T. degli Strum. . . . . . Quel
di sotto al cappello stesso. Il Figaro pezzo della chiarina (clarinett) che
e il Ballafandango de Viaggi del Ba tiene dietro immediatamente al bec
retti sono un Baretta-e-cappell. Fra cuccio e che serve a innalzare o ab
noi questo nome ha valore assai pros bassare il tuono fondamentale dello
simo a quelli di Bulo, Bravo, Faci strumento. E chiamato a questo modo
noroso, perchè i nostri uomini siffatti per la sua figura di barlettino, ed
usano portare la berretta e il cappello è il cosiddetto Corps du milieu supe
a tale modo. Talora si tradurrebbe riore dei Francesi. Neppure nel Diz.
per Barigello(Cecchi Dote III, 5). di mus. è dato alcun nome speciale
Barettàscia. Berrettaccia. a questa parte della chiarina.
Barettin. Berrettino. Barilòtt. Barlòtto.
Barettin de pret. Berretta a spicchi Barilòtt. Stregheria. Luogo dove si dice
o al croce.
per celia andare a convegno le streghe.
Fà on barettin. fig. . . . . Dare in Fà barilott o Andà in barilott. An
testa ad alcuno con checchessia di dare in tregenda o in stregheria. Il
soggetto a rompersi nell'attrito. P. es. Berni in un suo sonetto dice in que
Gh hoo tolt la ghitara e gh'hoo faa sto senso Andare in istriazzo, frase
on barettin. Presagli la chitarra, gliene non registrata dai diz. ital.
diedi in testa. Nel Malm. XI, 58 leg Barioeü. V. Barriocò.
gesi in questo sig. Con uno sbaraglino Barisèll. Bargello. Il capo de'birri.
far una casa in testa a un tale. Barisellin. Bargellino. Bargelluzzo.
Barettinée. Collettajo. Chi fabbrica o Barlafùs (che anche dicevansi ant. Ber
vende colletti da preti e simili. nafùs). s. m.pl. Tresche. Ciarpe. Mas
Barettinéra. . . . . La moglie o la figlia serizzuola. Sferra. Miscea. Ciscranna.
del collettajo, o la bottegaja che vende Ciabatta. Arnesi, e per lo più vili e
colletti, ecc. vecchi, stracci, bazzecole. Una quan
Barettinna. Berrettina. Berrettuccia. tità di barlafus si direbbe Ciarpame.
Rarettinna. Ad. di Camàja, Prèja, Zùcca. V. Barlafùs. s. m. sing. Uomo a casaccio.
Barettino è. Berrettucciuòla. Barlaſàs. s. m. pl. (gergo). Masserizie.
Baretton. Berrettone. Barlassinna. Nome di paese lontano da
Baretton de viagg. Pappafico. noi dodici miglia al nord, quasi a
Barettonée. Berrettajo. metà via fra Milano e Como.
Bargàt. V. Capia(gerla). Corr la posta de Barlassinna. scherz.
Bargniff. Nibbiaccio. Uomo accorto e ma . . . . . . Correre la posta degli asini,
- lizioso. andare sull'asinello. Il dettato ha ori
Bargniff. Demonio. V. Barlicch. gine dal ritrovarsi in sulla via di
A ca de bargniſ o de barlicch. A Barlassina frequenti asinelli sui quali
casa maledetta o del diavolo. Al mal o per bizzarria o per istanchezza
mondo. montano i viandanti pagando qualche
Brutto bargnif. Brutto viso. Visaccio. monetuccia a chi ve li tiene per farne
Bargniſla o Bagniſſa. Intinto. V. Moeüja. quel po' di guadagno.
Bargnillin. Visuccio contraffatto. Dottor de Barlassinna. Dottor de'miei
Bargnifin. Ceffatto. Visaccio. In tutte stivali. Scherzo allusivo agli asinelli,
queste voci Bargniff, ecc. sentonsi gli tra quali vogliasi annoverare alcun
antichi vocaboli toscani Niſſa, Niffo, laureato.

Niffolo, Nifo per grifo, muso, ecc. Barlèffi. Viso. Mostaccio. Muso. I Tosca
Bari. Barile. Ha doghe, fondi e cerchj. ni dicono Sbarleffe, Sberleffo e Sber
Mett i penser sul barì de l'asee. leffe in senso di stregio sul viso, e
V. Asée. di certo atto o gesto che si fa per
Baricocchella. Controvèrsia. ischernire altrui.
BAR (75) BAR
Barlicch. Demonio. Diavolo. Farfarello. che sono da dirsi Gambuli, o vero col
Il Casti nel Re Teodoro disse Varchi Cosciali soppannati.
a Qual Berlicch, qual Asmodeo Omm di barolè. fig. Zazzerone. Uo
» Mi sa dir che diavol è ». mo che va all'antica.
Barlicch barlòcch..... I diz. ital. hanno Seccà i barolè. Lo stesso che Seccà
a Berlich berloch » voci di niun signi o Romp i ball. V. Rómp.
ſicato che si usano accoppiate col ver Baròmetro. Baròmetro.
bo fare, e valgono scambiar le carte. Baromètta. Merciadro. Merciajuolo.
Presso noi però significano più comu Barón. Barone.
nemente voci finte adattate per chia Baronàda. Baronata. Bricconeria.
mar i demonj, come in quel verso Baronàja. Baronia. Quantità di monelli,
- Pesg che i strion coi sò barlicch barlocch. » furfanti o baroni.
( Bal. Ger.).
Baronin. Baronetto. Dim. di Barone, gra
Barliffi e Brutto Barliſſi. Mascheron da do di nobiltà.
fogna. Babbuino. V. in Babào. Baroninna. . . . . La moglie del baronetto.
Barlòcch. V. Barlicch. Baronscèll. Gognolino. Forchetta.
Barloeüggia. V. Sbarloeüggia. Baronscellin. Dim. di Baronscèll. V.
Barloggià, ecc. V. Sbarloggià, ecc. Baròzza. Biroccio? Carro non tanto gran
Barloggiòn, ecc. V. Sbarloggiòn, ecc. de con due ruote sole, tirato da
Barlùmm. V. Berlumm. buoi. La voce Barozza è comune a
Barlùsch. Losco. Dal Greco Baxio; dice tutto l'Alto Mil., il Varesino, ecc.
il Var mil. assai infelicemente. Le sue parti sono:
Barlusént. Lucente. Splendente. Risplen Lecc. Letto - Timon. Forca = Piu
dente. Dilucciante. Lucciante. Micante. mascioeü. Traverse – Scalin. Cosce. Ri
Lampeggiante. doli = Passon. Sala = Roeud. Ruote. V.
Barlusi. Luccicare. Licere. Riliacere. Splen Roeuda Corlètt. Carro.
dere. Risplendere. Lampare. Lampeg L'omm de la barozza. Barocciajo?
giare. Barozzàda . . . . . Quanto cape in una
Barnabà. v. cont. Barnaba. Nome pro così detta barozza.
prio d'uomo. Barozzètta. Dim. di Baròzza. V.
A san Barnabà segra e mej in terra Barozzin. Biroccino?
va. . . . E vale che a mezzo il giugno Parozzin. Barocciajo? Il conduttore del
d'ordinario si mietono segale e migli. la così detta barozza.
Barnàsc. V. Bernazz. Barozzinna. Dim. di Baròzza. I .
Barnasciàda. V. Bernazzàda. Barriceti. v. a. Berrettino. Foggetta, e
Barnés. Cotto. Brillo. V. Ciócch. con voce antica e disusata Barriuola –
Baroccada. . . . . Nelle belle arti, e in Le voci milanesi antiche s'avvicinano
quanto ha relazione con esse vale assai alle toscane antiche, come ve
Oggetto che indica depravazione di diamo in questa voce barriceu, har
gusto, bizzarria eccessiva, fantasia sre riuola, e in bajlì, balire; barba, barba
golata, invenzione tracotante, scosta per zio; bega, bega per briga, im
mento da ogni regola consentita dal piccio; boffetton, buſfettone per guan
buon gusto comune. ciata : fancitt, fancelli per ſanciulli;
Baròcch. Barocco (Miliz.). Eccessivamente faeusgia, ſoggetta per cercine, ed
ridicolo, bizzarro in grado superla altre molte.
tivo dice lo stesso Milizia. Bartabèll o Bartavèll. V. Bertavèll.
Barocchismo. . . . Lo stato delle Bartavèlla. Bertovello? Cestella? Reticina
cose barocche; il gusto barocco; la di forma quadra, e anche più spesso
tendenza al barocco. triangolare, montata sur un telajo
Baroccon. Di là da barocco. adattato che i Fr. chiamano Rafie, e
Barolè. Barulè. Foggia antica consistente di cui si fa grand'uso fra noi per la
in un'avvoltatura fatta insieme del caccia dei passeri. È portata e ma
l'estremità delle calze e de calzoni, neggiata da un solo eacciatore, intanto
sotto o sopra il ginocchio. Fors an che altri spaventano e ſugano verso
BAS (76) BAS
di essa rete gli uccelli addormentati Basà. T. dell' arti. Combaciare. Dicesi
nelle siepi, nelle macchie o in sugli dell' esser ben congiunti legno con
alberi. legno, pietra con pietra, ecc. – Ga
Bartegojà. v. a. Lo stesso che Tapellà. V. spare Gozzi parlando di usci scrisse
Bartólla. Baggeo. V. Badée. Affrontarsi in questo senso.
Bartolamée. Bartolomeo. Nome proprio Basàa. Ad. di Pàn. V.
d'uomo. Basabicch. Lo stesso che Barbabicch. V.
Inanz indree Bartolamee. . . . Modo Basalisch. Basilisco. Basilischio.
di dire per denotare uno scioperarsi Basamàn. Baciamano.
in continue andate e tornate inutili e Basamùr. Santinfizza. V. Beat.
superflue, ed anche il dire ora una Basàss e Basass-sù. Baciarsi.
cosa e poi ridirsene, o il fare e dis Basàss. Fondarsi. Aver per base. Per es.
fare: è quel che il Caro nell'Apologia Mi me basava su quella ch'el fuss lu.
(p. 49) dice O venga la corriggiuola Io mi fondava in su questo ch'ei fos
che faremo un bel dentro e fuori – se quel desso. Io aveva per base, per
Vess semper inanz indree Bartolamee. fondamento che fossegli per appunto.
Essere un continuo andirivieni. Bascì. Bacino. Bacile.
L'acqua dopo san Bartolamee l'è Tegni el bascì a la barba. V. in Tegni.
bonna de lavà i pee. . . . . . . Dett. Basciamèll . . . . . . Sp. di salsa fatta
agrario di piana intelligenza. con farina, uova, prezzemolo ecc.
Bartolàscia. V. in Féver. Dal franc. Bechamel.
Barùffa. Baruffa. Zuffa. Bascira. V. Bazzila.
Taccà baruffa. Far baruffa. Mettersi Basegà (ed anche Basegà in del manegh).
in un baruffo. Acciuffarsi. Oscillare. Essere dubbioso.
Baruffà. Abbaruffarsi. Accapigliarsi. Az El baséga, ma el sta in pee. Quel
zuffarsi. Far baruffa. Accapellarsi. che ciondola non cade.
Barzegà (che anche dicesi Barzigà). Baz Basèll. Gradino. Grado. Scalino. Scaglio
zicare. Capitare alle volte o anche ne. Dal greco Bzot;, dice il Var. mil.;
sovente in alcun luogo. Per es. El ne e forse meglio dal greco Baryo (ascen
barzéga de spess per cà. Ci bazzica do) – Le sue parti sono:
sovente per casa. Pedanna o Pian. Pedata = Alzada.
Barzelètta. Barzelletta. Motto. Alzata.
Di sù di barzelètt. Motteggiare. Andà in-sù on basell. fig. . . . . .
Pien de barzelètt. Motteggevole. Mot Dare un passo innanzi; Essere pro
teggioso. Faceto. Scherzevole. Sollaz mosso d'un grado.
zevole. Tutto facezie. Fà cuntà i basij. . . . . Chi muore
Barzelettà. Barzellettare. Buffare. Mot in miseria suol esser dalle soffitte o
teggiare. Tratteggiare. Frottolare. Ber da piani più alti della casa, ove abi
golinare. Dire delle barzellette. tano siffatti poveri, recato a terreno
Barzigà. Bazzicare. V. Barzegà. involto in un lenzuolo, onde poi es
Bàsa(Dà la). V. Bàssa(Dà de). sere collocato nel cataletto comune che
Bàsa per Bàsgia(manipolo). V. ivi sta ad aspettarlo. Nello scender le
Basà. Baciare. scale si suppone che i becchini con
Basà la man. V. Man. poco riguardo lascino che al cadavere
Basà la stola. fig. Baciare il manipolo. penzoli il capo, e che questo dia su
Bàsemel. To' castrami questa. vari gradini. Da quest'uso, che è vero
El dovarav basà la terra dove el in pieno, ma che giova credere falso
mett i pee. . . . . . Dicesi parlando nell'ultima sua parte, il nostro po
di persona che abbia grandi obbli polo ha tratto il dettato Gh han faa
gazioni con un'altra, ed equivale al cuntà i basij quando vuol asserire
franc. Il devrait baiser tous les pas d'alcuno che morì povero, e per lo
par oi il marche (Roux Dict.). più galantuomo.
Et mai vist? basa quist. V. Quist. Fà el prim basell met. Fare il primo
Podè basà el did. V. Did, -
- passo. Iompere il guado o il ghiaccio.
BAS BAS
(77)
Fallà el prim basell (fig. che anche Bàsgier o Bàsgiaro Bàzzol. Bilico(“lucch.).
dicesi Fallà el prim botton). Dar male Sp. di bastone lungo poco più di un
i primi passi. Vale sbagliare alla pri metro e un quarto, più o meno arcuato
ma, fallare il primo passo, e corrispon a piacere, il quale nelle due testate
de al francese Avoir mal engrene. ha una tacca che serve a rattenere i
Sabbia de basell. V. Sàbbia. secchi o le corbe che vi si appen
Basellin. Scaglioncino. dono per portarli bilicati (e pieni
Basellin. T. de'Car. Predellino (così l'Alb. d'acqua, d'uva, di panni, ecc.) in
enc. in Contrappredellino, in Paletta, sulle spalle l'uno per davanti e l'altro
in Montare, in Montata, ecc.). dietro al portatore. I Fr. lo chiamano
Basellin a duu o trii pass o passad Palanche, i Piemontesi Subrì, i Ve
o staff. Predellino a due o tre montate neziani Bigòlo. L'Alb. bass. lo traduce
o battenti o palette. Spranga, e il Voc. pad. Arconcello;
Basellón. Scaglione. ambidue poco felicemente, se non erro.
Basèn. Basino. Stoffa di filo di cotone, Dal Bajulum dei Latini dice il Var. mil.
talora mista anche con filo canapino, Vess giò de basgier. ſig. Abbio
che ha qualche simiglianza col fru sciare. V. in Còrda.
stagno, ma n'è più fina e più forte Bàsgier. Baggiano. Baggeo. V. Badée.
di molto. I Fr. la chiamano Basin e Basgioeü. Bacino. Bacinella.
anche Bombasin. On basgioeu o On carr d'obbliga
Bàsger. V. Bàsgier. zion. V. Càrr.
Bàsgia. . . . . . . Rotellina di minuge Basgioeù. Stuolo. Drappello. Torma. Trup
d'agnello o simili preparate per in pa. Frotta.
saccarvi salsicce, salami, ecc. « La ve farà on basgioeu de ſancitt» (Gar. Tob.).
Bàsgia. Mazzo. Quel covone che si fa della Basgiòtt. Bazzòtto. Sommoscio. Umidotto.
canapa e del lino quando si segano. Basilegh. Basilico. Ozzimo. Bassilico. Er
Bàsgia. Manna? Manipolo? Gargiuolo? ba nota che è l'Ocymum basilicum Lin.
e nell'Urbinate Mannella. Il manipolo Basin. Bacio. Baciare; e con voci anti
di lino già scotolato e ammannito per che o idiotiche Bagio e Paggino.
la vendita. Dò basg de lin. Due man A basin. T. di G. . . . . Nel giuoco
nelle di lino = Verso il Pavese dicono delle bocce vale Accosto accosto, e
Basa, e riferiscono la voce anche alle dicesi di due o più pallottole che si
cipolline, all'insalata, ecc. combacino affatto affatto.
Bàsgia mi si assicura dicasi in alcuni Basin de Giuda.... Bacio o carezza
luoghi per Ròsc (penzolo d'uva). V. che ti fa chi vuole tradirti. Anche
Basgiàn. Baggiano. V. Badée. i Francesi dicono Un baiser de Judas.
Basgiànna. Fava vernina. Legume notis Basin de mort. . . . . Talora ci ac
simo. Dal lat. Bajana. Gli Aretini chia cade di trovarci in alcuna parte del
mano Bagiane le fave fresche sgusciate. corpo una specie di succio che prima
Basgiànna. . . . . Sp. di pelle di cui la turchiniccio va poscia ingiallendo fino
grande direbbesi Bazzana, la piccola a che scompare affatto, e ce lo tro
Bassetta o Pelle agnellina. viamo senza saperne la causa o aver
Basgianoeira. Fava minuta. La Vicia faba vi data occasione. Questo ristagnuzzo
minor dei botanici. di sangue, che cagionato da una per
Basgiaràda. . . . . Propriamente colpo cossa sentita diciamo Boll, trovato così
dato col così detto Bàsgier. V., e per per percosse inavvertite o per chec
estensione. Bastonata. Legnata. chessia altro è quello che noi diciamo
Basgiaràda . . . . Quanta roba o acqua Basin de mort, per le solite ubbie
o altro liquore si porta in una volta delle visite de morti ai vivi che ne la
nelle corbe o nei secchi appesi al così sciano loro memoria in siffatti lividi.
detto Bàsger. V. Basin s'ciasser o de massera. Ba
Basgiaradèlla. Dim. di Basgiaràda nel se ciozzo. Bacio che fa scoppio. Bacio
condo sig. specialmente. V. sodo ed appiccante.
Bàsgier per Bastón. V. Ball del basin. Ballo della pezzuola?
BAS (78) BAS
Fà on basin a la franzesa. Baciare Baslettàda . . . . Quanto cape sur una
alla franciosa o alla francese, cioè basletta, cioè sur una tafferia.
prendendo gentilmente colle dita ambe Baslettin . . . . Ragazzo che ha la bazza.
le gote di alcuno e appiccandogli così Baslettinna . . . . . Piccola bazza.
un paio di baciozzi. I Francesi dico Basletto è . . . . . Piccola bazza.
no Baiser d la rincelle. È il solito Basletto ura . . . . . Piccola bazza.
complimento che molti vi fanno fare Basletton . . . . Uomo che ha gran bazza.
da loro bambinelli con un monte di Baslettònna.... Donna che ha gran bazza.
smancerie e di deliziari bamboccevoli Baslin o Baslina. v. cont. Dim. di Bàsla
per giunta. in sig. di Vaso spaso di terra cotta.
Fass on basin de ſogn. Baciarsi Basloeü. Ciotolino. Ciotolina. Ciotoletta.
alla sfuggita. Baslòtt. Conca. Catino. Vaso di legno o
Fà on basin su la bocca. Baciare di terra cotta per servizio di cucina,
in bocca. ad uso di lavare le stoviglie, ecc.
Mangià vun in di basitt. Appiccare o De grossi salci si fanno assai catini.
Dare o Imprimere mille baci; ed an La nostra voce è corrotta dal Vas
che nello stil famigliare Mangiar uno luteum de Latini, dice il Var. mil.
da baci col Zan. Ritr. fig. I, 5. Baslòtt. Ciòtola. Ciotola da danaro. Quel
Tirà i basitt lontan cent mia. V. Mia. la coppa di legno in cui i banchieri l
Basin . . . . Dicesi di quell'ammacca e i mercanti tengono i danari.
tura che resta in un pane in quella Baslòtt e Baslottèll dicono i Brianzuoli
parte che ne ha toccato un altro, o alle castagne fallite che i nostri fan
il forno. I Francesi hanno Baisure in ciulli di città chiamano Cazzùu. V.
questo senso. Baslottéc. Voce dell'Alto Milanese. Cati
Basinoeü. Baciuzzo. Baciùcchio. najo. Fabbricatore di ciotole, conche,
Basinón. Baciozzo. Bacio che fa scoppio. catini, mestole, secchj, zangole, ecc.
Basinòtt. Baciozzo. In città questi arnesi sono fatti e ven
Bàsla. Catino. Ciòtola. Vaso grande e duti dai così detti Fuserocch. V.
spaso così di terra cotta come di le Baslottèll. Catinetto. Dell'edere arboree
gno. I contadini brianzuoli però in grosse fannosi ottimi catinetti.
tendono solo di terra cotta. Baslottèll. Ciotolino. Ciotolina. Ciotoletta.
Baslètta. Tafferia. Sorta di vaso di legno Dim. di Ciotola; coppettino o scodel
spaso e con orlo naturale, sul quale lino d'un pezzo per diversi usi, si
si mondano i legumi, il riso, ecc. che mile a quello che i marinai chiame
s' hanno a cuocere poi in zuppa, ecc. rebbero Gavetta. Ed anche Parte di
Verso il Novarese è detto Stafania. alcun lavoro in forma di ciotola; co
Salamm de basletta. . . . . . Ogni sicchè quel vano circolare che sporge
rifiuto di salame o di carne porcina fuori del parapetto del carruccio da
esposto in vendita nelle botteghe dei bambini (torna o serc del strenciroeu)
pizzicagnoli ammonticchiato alla rin che vien detto Baslottin o Baslottell del
fusa sopra una tafferia. I compratori strencirau, sarebbe da tradursi il Cio
dicono anche assolutamente Scià duu tolino del carruccio; e così pure quella
sold de basletta per richiedere tanto di pissidetta che sta in cima di quasi
que rifiuti quanti valgano due soldi. tutti i nostri arcolaj (da noi chiamata
Baslètta. Bazza. Mento allungato e un Baslottell de la bicocca) si potrebbe
po'arricciato. La maschera del Panta con proprio nome chiamare Ciotolino
lon veneziano ha la bazza esagerata. o Ciotoletta dell'arcolajo.
Baslètta. ger. . . . . . Tra noi chi la Basorgnà. V. Basottà.
vora e anche chi traffica di cacio Basorgnón. Baciatore.
chiamano così la forma di cacio lo Basottà. Baciucchiare. Baciuccare. Dare
digiano spiattellata, cioè assai larga piccoli e frequenti baci. Il fr. Baisotter.
e poco alta, per allusione alla taſſe Bass – No savenn mè in buss nè in
ria (che diciamo basletta) la quale è bass. V. Savè.
così fatta. Bàss. sost. m. T. music. Basso.
BAS (79 ) BAS
Bàss. sost. m. Lo stesso che Bass'ora. V. Bàssa (Dà de). Scavalcare. Cavallare, Da
Domande bass. Domani a ora bassa. re il gambetto. Quasi simile all'altro:
Bàss, ad. Basso. Trà de scagn. V. in Scàgn.
Avè di alt e bass. fig. Essere ba » Appenna se introdus ona usanza, che ven
lestrato dalla fortuna. Incontrare casi ona reforma a dagh de bassa. » (Bal. Rim.).
diversi di fortuna. Andar soggetto alle Dagh de bassa a vun (che altri
ingiurie e alle percosse della fortuna. disse Dà la basa a vun). Porre a se
Coo bass. V. Cdo. dere uno. Levar uno di posto.
De bass. Da basso. A basso. Bassà. Bascià.
Dormi a bass de coo. Tenere il capo Bassà. met. . . . . . . . . . Prepotente,
su guancial basso. despoto, che esige obbedienza cieca,
Fà alt e bass come se vocur. V. Alt. che non vuol sentire ragioni.
Fà pari bass o Fà restà bass. fig. Bassà. Abbassare. Chinare.
Smaccare. Avvilire. Svilire. Bassà el coo. Chinare il capo.
Gent bassa o Bassa gent. Bassa Bassà el coo. fig. V. Cóo.
gente, Gente di bassa mano, di vile na Bassàa. Participio di Bassà. V. Ghe s'è
zione, di basso affare, di basso stato. bassaa el cervell. Ha perduto il lume
Messa bassa. V. Mèssa. dell'intelletto.
Ör bass. Oro basso o di bassa lega. Bassacàssa. Cassettino delle lettere basse.
Paesi bassi. scherz. Parti da basso. Quella parte della cassa da stampa
Deretano. Preterito; ed anche Angui che contiene le lettere minuscole.
maglia. In quest'ultimo senso sono Bassass. Scendere a . . . . Degnarsi di
affini alle Basses marches dei Francesi. . . . . . Per es. El s'è bassaa a an
Prezzi bass. Prezzo basso, poco, vile. dagh. Si degnò andarvi. El cred de
Restà bass. Riuscire basso; e ſig. bassass. Crede avvilirsi.
Restare scaciato, smaccato, svergo Bassàss-giò. Chinarsi.
gnato. Rimanere al di sotto. Bassètt (Sto). frase cont. Verso sera. Sul
Tegnì bass vun. fig. Tener uno corto, far della sera. Intorno a vespro.
cheto, a segno, in soggezione. Non Bassètta. Bassetta.
lasciare che uno stenda o allarghi Giugà a la bassetta. Fare a chia
l'ale. Tener tarpate l'ali ad alcuno. mare e alzare. Fare alla bassetta. V.
Trattà d'alt in bass. V. Alt. Fara6n.
Vardà d'alt in bass. V. Alt. e agg. L' è on gioeugh de bassetta. fig.
Quello che i Fr. dicono Regarder par È un fungo di rischio. È cosa fortu
dessus l'epaule o de haut en bas. nevole, pericolosa, rischiosa, d'esito
Vess bass de tacch. V. Tàcch. assai incerto.
Vess bass de vista. V. Vista. Bassignàna (Cà). V. in Cà.
Vcss bass el vassell. Aver del basso. Bassinètt. V. Fogón.
Essere al basso. Dicesi del vino o si Bassinètt. T. d'Arm. Scodellino. Parte
mile quando sta per finire nella botte. della piastra o sia dell'acciarino di
Vess vegnuu al bass. Avere consu un'arme da fuoco ove mettesi il pol
mata l'asta e il torchio. Essere ridotto verino e che si copre colla martellina.
al basso; e parlandosi d'un siffatto Dal fr. Bassinet. Il Diz. artig. lo chia
uomo si dice anche Le acque son basse. ma anche Scudetto, e dice che è com
Bàss. Ad. di Pann, Tila, ecc. V. posto di Bacinetto (la parte incavata
Bass. Ad. di Carnevàa e di Pasqua, e ove si mette la polvere), Brachetta,
vale che durano o ricorrono poco Brachetta con foro per la vite della
innoltrati nell'anno. martellina, e Spondella dette in fr.
Bàssa. Fondura. Bassata. Noi diciamo Fraisure, Queue, Bride e Garde-feu.
La Bassa assolutamente per tutta la Bassiroeü . . . . . I colligiani dell'Alto
parte piana dello Stato; il Basso Mi Milanese, e specialmente della Brian
lanese, il Pavese, il Lodigiano sono za, danno questo nome a que loro
compresi sotto un tal nome. compatriotti che in certe stagioni
Vun dc la bassa. Pianigiano. dell anno abbandonano il paese per
BAS (8o) BAS
recarsi nella nostra pianura (a la Bastardèlla. . . . Sp. d'asse di pioppo.
bassa) a buscar guadagno nei lavori Bastardon. Bastardaccio. Pegg. di Ba
agraria quali non bastano i pianigiani. stardo.
Bass'6ra. Bassa ora. Ora bassa. Dì basso. Bastardón. . . . . Ramo di vite che ha
Voce contad. per denotare sul tardi, le gemme piatte.
sull'imbrunire. Bastardòtt... . Sp. di travicello. V. Tràv.
Bass'oràda. v. cont. Vesperata. Tutto il Bastée. Bastajo. Bastiere. Chi fa i basti.
di basso, tutta l'ora bassa quant'ella Bastévol. v. dell'Alto Milanese. Durevole.
dura. Bastevole. Bastabile. Dicesi di roba,
Bassrilév. Basso rilievo. specialmente mangiativa, che sia di
Bàst. Basto. Arnese che a guisa di sella durata e casereccia.
s'impone alle bestie da soma. Basti. Bastare. Fare. Serbarsi. Parlan
Fust o Scenten. Fusto = Arch o Ar dosi di carni, frutta o simili, vale
són o Urcion o Assètt. Arcioni - Pell Conservarsi, mantenersi, durar lun
o Quattadura. Cojame = Guarnizion. gamente.
Guarnizioni = Copp. Arco? = Sedée. Basti. T. d'Agric. Far piede. Dicesi delle
Sedere? = Ferradura. Ferri. piante quando ingrossano.
Avegh pocca paja in bast. fig. Es Bastin dicono i cont. br. per Bastinna. V.
sere sburrato, cioè snervato, debole. Avè di piagh sott al bastin. V. Piaga.
Guggia de bast. V. Gùggia. Bastinna. Bastina. Spezie di basto leg
Lassass andà el bast sott a la pan giere senza arcioni, senza coſame,
scia.fig. Cacarsi sotto. Perdersi d'animo. senza ferri.
Mangiass la paja ſoeura del bast. Portà la bastinna o el bast. fig.....
Mangiarsi l'erba e la paglia sotto Portare il peso, il carico di checches
(Alb. enc. in Erba). Consumare il sia. Quasi il Porter l'endosse dei Fr.
patrimonio o il guadagnato senza più Bastinna. Bardella. Sp. di sella quasi
oltre industriarsi, il che è sempre spianata di cui usano i mulattieri, i
male per chi non è ricco molto o di contadini, ecc.
quattrini o di apatia. Bastinna. . . . . Così chiamasi in varie
Mett el bast. Imbastare. parti del Milanese quella spezie di
Portà el bast. fig. V. in Bastinna. giaco da torcolatori e brentatori di
Toeù giò el hast. Sbastare. vino che le genti montanine e di
Bàst. met. . . . . Livrea, divisa, assisa. Brianza chiamano Zacch. V.
Bastà. Bastare. Essere assai. Essere a Bastion. Bastione. Da noi però la voce
bastanza. Esser sufficiente. Bastion indica ciò che toscanamente
Basta basta. Basta, ed anche Basta direbbesi Le mura. P. es. Ho ſaa el gir
basta. de tutt i bastion. Ho percorso tutte le
Bastard. Bastardo. Spurio. Illegittimo – E mura. I bastion de Milan e quij de
met. Bastardo. Degenere. Tralignante. Lucca se somèjen. Le mura di Lucca
Bastard. Ad. di Remolàzz. V.
sono quasi simili a quelle di Milano
Bastardàa. Bastardato. Tralignato. Imba – I nostri Bastion si dividono in Ba
stardito. Dischiattato. Imbastardito. stion. Cortina, e Valetta. Baloardo.
Bastardass. Tralignare. Dischiattare. Im Bastón. Bardellone. Basto grande,
bastardire. Degenerare. Baston. Bastone. Mazza.
Bastardèll. Ad. di Remolàzz. V. Andà cont el baston. Andare a
Bastardèlla. T. de Carr. . . . . . Sorta mazza, cioè appoggiato alla mazza.
di carrozza la quale, se non erro, è Bastón de cadrega. Cavigliuoli da
quella che i Fr. chiamano Dormeuse seggiole (“tosc. Tom. Sin.).
– Nei diz. Bastardella trovasi col Baston de cassia. Bocciuolo di cassia.
solo sign. seguente Baston de ciccolatt. Bastoncello?
Bastardèlla. T. di Cucina. Bastarda. Ba Bastoncino? Pezzuolo? Panetto? Rotella?
stardella. Vaso di rame stagnato chiuso Baston de collanna. V. Collanna.
per cuocervi entro carne, per pur Baston de pajee. V. Pajée.
gare zuccheri, ecc. Baston de la cros. Asta della croce.
BAS (81 ) BAS
Baston de la polenta chiamasi da Bastón de la festa. Maestro di sala –
vari contadini dell'Alto Mil. quella che Maschera del teatro( fior.). Nelle ve
noi diciamo Canella V., con questa di glie de privati è regolatore dei balli
versità però che dove la Canella è un quel primo, come n'è il secondo nei
vero cilindro liscio, il Baston è un vero veglioni pubblici. Come poi l'uomo
randelletto ricurvo nella testata di fon allegro per cccellenza, l'eccitatore
Baston del balducchin. Aste. (do. all'allegria siasi tramutato da noi in
Baston de l'ombrella. Bastone (così un Bastone è cosa singolare, ma non
l'Alb. enc. in Ombrello). difficile a intendersi. O egli fu detto
Baston de pastor. Vincastro. Pedo. così perchè mentre tutti sono in ballo,
Baston di pastore. egli solo sta fermo come perno dei
Baston de zirott. Maddaleone? Roc balli medesimi, o fu così chiamato per
chio di cerotto ? quella figura d'imperiosità che l'un
Baston di orbitt. Batocchio. Batac uomo volle mostrare all'altro nel ba
chio. Baston da ciechi. stone di qualsivoglia forma o figura.
Baston di soldaa. Giannetta. Bastonà e Bastonà-sù. Bastonare. Abba
Baston di tend . . . . Ai palchetti stonare. Sonar colpi col bastone.
(genèff) de nostri padri, ch'erano La prima se perdònna, la segonda
pesanti e incomodi, si sono sostituiti se bastònna. . . . . . Modo di dire
certi bastoni a capo de'quali inastansi col quale ci mostriamo scusatori di
frecce o mele o altrettali ornamenti una prima colpa, e negatori di per
dorati, e in questi bastoni si ficcano dono a una seconda. Allorchè noi
quelle bullettine che fanno officio di usiamo questo modo di dire a rim
rattenere i drappelloni che soprador provero di seconde nozze mal fortu
nano le cortine d'una finestra, ecc. nate si potrebbe sostituirgli il dett.
Baston tutta gropp. Bastone nodo ital. Chi ha o toglie una moglie me
so, noderoso, ronchioso, nocchieruto, - rita una corona di pazienza; chi due,
e anche pannocchiuto. Mazzero. una di pazzia.
Cont i asen ghe voeur el baston. Bastonàa. Bastonato.
V. Asen. (Lègn. El par che m'abbien bastonaa. Pajo
Fà corr on legn per on baston. I . bastonato. Sono abbacchiato. Dicesi da
Insegnà cont el baston. fig. Inse chi si sente spossato o abbattuto dopo
gnare a rodere i ceci. Mostrare l'er una febbre o altro male qualunque.
rore col castigo. Vess becch e bastonaa. Aver avuto
Bastón. T. di Giuoco. Bastoni. polazzo eccetera(Fag. Av. pun. III, 15).
Fà correl re de baston. fig. Cascare Bastonàda. Bastonata. Bacchiata. Batac
a bastoni (Fag. Cicisbeo sconsolato III, chiata. Iandellata.
8). Far passare sotto un ponte di legno Dà via bastonad de orb o de lira.
(Fag. Un vero amore non cura interes Dare mazzate o bastonate sudice, vec
se III, 5). Dar l'asso di bastoni(Fag. chie, strane, di cieco, da ciechi. Tam
Av. pun. III, 16). Sonare a catasta. burare. Zombare. Maculare. Dare co
Mandare a Legnaja. Far trionfare ba me in terra. Spianar le costure. Sonare
stoni. Bastonare. -

a martello. Sonar le campane a dop


Bastón. T. de Confett. . . . . . . Can pio. Percuotere a mal modo col ba
nellini confetti a foggia di bastoncini stone. V. anche Lira.
con entro rosolio o rhum. Paga de bastonad. Dar bastoni in
Bastón. T. de Ciambell. . . . . . Sp. di vece di danari. Saldarsi i conti dal
panetto dolce fatto a bastoncello. solito maestro di casa.
Bastón. T. de'Torn. Appoggiatoio? Le Vess duu orb che fa ai bastonad.
gno lungo sul quale i torniaj s'appog V. Duu.
giano nel tempo che torniscono. Bastonadinna. Bastonatina. Qualche poe
Bastón. T. de Faleg. Bastone. Sp. di ta tosc. mod. usa anche Bastonatella.
pialla colla quale si fa il guscio. Bastonaggia. Pastinaca, e con voce ant.
Mczz baston. V. Mèzz. Baucia – Da alcuni usasi anche per
l ol. I. 1 I
BAT (82). BAT
Carota. V. Gniff – Ed anche per Pa Batt a la porta. fig. Essere la can
stinaca o Carota salvatica o Capobian dela al verde. Trovarsi in checches
co, cioè pel Daucus carota srlvestris
de” bot. che i contadini brianzuoli chia
| sia agli estremi.
Batt a martell. T. d'Argent. Battere
mano Ronzon o Radisetta, e di cui a mazzetta.

mangiano la radice cotta col burro Batt a passon . . . . Nelle risaje si


o in insalata. - chiama così il trebbiare il riso attac
Bastonàss. Bastonarsi. Fare alle bastonate. cando i cavalli che hanno a trebbiarlo
Bastonin. Bastoncino. Bastoncello. ad un perno fitto nel centro dell'aja
Bastonin. T. de Faleg. Bastoncino? Sp. sulla quale è disteso per mezzo di
di pialla. funi che si allungano e si scorciano
Bastonin. Bastoncello? Specie di dolce. a tenor del bisogno.
Bastonscèll. Bastoncello. Bastoncino. Batt cassa . . . . Così dicono gli
Bastonscellin. . . . . Picciolo bastoncino. operaj quando ricorrono, prima del
Bastròzz. Baratto. Barazzo. Permuta, tempo in cui v'hanno diritto, al pro
cambio di cosa con cosa; però sem prietario della bottega per avere una
pre in senso avvilitivo. qualche anticipazione sulla loro paga;
Bastrozzà. Barattare. Barazzare. ciò che i Francesi dicono Demander
Bastrozzò. Barattiere. Barattiero. sa banque.
Bastürlo e Basturlòtt. v. c. br. Scempione. Batt de lì. Battere in otra checchessia.
V. Badée. Esser vicinissimo, esservi differenza
Batàcc, ecc. V. Battàgg, ecc. insensibile. La batt de lì. Ella batte.
Batàr. . . . . Sp. di carrozza che nel Voc. Batt el gran su l'era. V. Era.
parm. è tradotta Carrozza bastarda? Batt el lin. Amagliare. Percuotere
Batàrd. s. f. T. de Callig. . . . . . Sp. di il lino col maglio prima di scotolarlo
carattere così detto dal fr. Baitarde. per diromperlo.
È quasi quel medesimo che noi chia Batt el nemis. Batter l'inimico.
miamo Posato o Formato. Batt el pajoeiù. Battere il vigliuolo
Batarèll. Randello. Bastoncino. Baston o il pagliuolo – Il ribattere la paglia
cello. Da Bat e Batuo dice il Var. mil. già battuta mentre che viene ripresa
Bataria, Batèlla, ecc. V. Battaria, Bat scompigliatamente colla forca dicesi
tèlla, ecc. Fare la batterella ( fior.). V. Rebàtt.
Batiron. V. Battirón. Batt el pols, el coeur, ecc. Battere
Batista. Batista. Nome proprio usato il polso, il cuore, ecc.
nelle frasi seguenti: Batt el sass. V. Sàss.
Avè del Batista e talvolta anche Avè Batt el sò. Sferzare o Battere il
pussee del Giovann che del Batista sole in un luogo.
Aver del baggeo. Esser dolce di sale. Batt el tambor. Batter la cassa.
Avè la vista che fa batista. V. Vista. Batt o Batt-foeura i pagn. V. Pàgn.
Batizza. Agg. di Tila usato anche a mo Batt-foeura. Battere : per es. Batt
do di sostantivo. Batista. Battista. foeura el ferr, el ramm, ecc. Battere
Batizzàa. Battistato(“ fior.). Agg. di Tela o Martellare il ferro, il rame, ecc.
ridotta a foggia di tela batista. per ispianarli, assottigliarli, lavorarli.
Batòsta. Carpiccio. E fig. Rovescio. Si Batt i botton a la turca. V. Bottón.
nistro – La Batosta dei diz. vale con Batt i brocchett. V. Brocchètta.
tesa di parole. Batt i castegnocur. V. Castegno ura.
Batostèlla l.... Leggier sinistro, lieve Batt i man. Battere o Picchiar le
Batostinna º disgrazia, sciaguretta. mani. Applaudire.
Bàtt. Battere. Dare percosse, colpi, pic Batt i matarazzo la lana. Divettare.
chiate. Batt i or. Battere le ore. Scoccare
A battipagn comparla stria. V.Stria. le ore. Suonar le ore.
Andà a batt el pess. V. Pèss. Batt in di fianch. V. Fiànch.
Batt a la larga o Battela a la larga. Batt la cattolega. V. Cattòlega e
Tenere il largo. Farsi dalla lunga. Batteghela.
BAT (83) BAT
Batt la lunna. V. Lùnna. Battàgg. Batacchio? Bacchio? Grosso e
Batt la pattoja. V. Pattoja. -
corto bastone che mettesi al collo delle
Batt la retirada. fig. V. Retiràda. bestie bovine viziate perchè levan
Batt la strada. Battere la strada o dosi in ardenza sbatacchiate da quello
il cammino. Scorrerli. s'acchetino.
Batt l'azzalin. V. Azzalin. Battàgg. met. Babbione. V. Badée.
Batt sodo. V. Sòdo. Battaggià. Scampanare. -

Chi no po batt el cavall batt la Battàja. Battaglia. Mischia – Anche noi


sella. V. Cavàll. diciamo Battaglia nella frase Vess el
La batt de li. Ella batte. V. dietro. sò cavall de battaglia. V. in Cavàll.
Bàtt. Insistere. Seguità a batt. Insistere. Fà battaja. Battagliare. Combattere.
Durare. Perseverare. Non si ristar di Far battaglia o mischia o battagliata.
fare, dire, ecc. Ritoccare alcuno. Ser Battajon. Battaglione.
rare il basto addosso a uno. E batt A battajon. fig. A fusone. In chiocca.
che te batt. Tocca e ritocca. Si dice per denotare gran quantità
A forza de batt se otten. Lo im parlandosi di esseri animati.
pronto vince l'avaro. Battarèll. Randello. V. Boridór (de rocol).
Bàtt. Battere (Fag., Gr. Diz. mil., Diz. art.). Battaria. Batteria. Due o più pezzi d'ar.
Percuotere colle artiglierie le mura tiglieria riuniti sotto un comandante.
dei forti per mandarle in rovina, farvi Vi sono Batterie di cannoni, d'obizzi,
entro breccia, ecc. – Battere a dirit di mortaj, di bombe, di petrieri. Bat
tura, a piombo, di riflesso, di came terie a o in barba o barbetta, a can
rata, di costiera, di ficco, di fronte, noniere, a cavaliere, a ridosso, a sca
d'infilata, di rimbalzo, di schiancio; glioni, Batterie d'assedio, da breccia,
in breccia, in croce, in rovina, ecc. da campagna, di battaglia, di costa,
tutte varie maniere di battere delle d'infilata, di montagna, di piazza, di
quali veggasi il Diz. art. posizione, di rimbalzo, di briccola, e
Batt el castell. Battere la fortezza. Batterie galleggianti, interrate, piane,
Bàtt. Abbattere. Vincere. Sconfiggere. Su volanti, ec., di cui veggasi il Diz. artig.
perare. Si usa parlando di giuoco, Mudà battaria. fig. . . . . Cangiar
di battaglia, di contesa, ecc. modi o parole per ottenere quello che
Bàtt. T. de Cappel. Accordellare. Cor non ci riuscì colle parole o coi mezzi
dellare. Battere all' arco o a corda. usati prima. Il fr. Changer de batterie.
Battere e sfioccare il pelo da far cap Pettà lì tutta la battaria. fig. . . . .
pelli, il che fassi coll'arco (arson). Schierare attrezzi o utensili, o Mettere
Bàtt. T. di Stamp. . . . . . Il tignere in mostra quantità di robe, merci, ecc.
che fa uno dei due lavoranti al tor Battaria. Batteria. Il luogo in cui sono
chio le forme di stampa coi mazzi disposte le artiglierie in atto di battere.
pregni d'inchiostro onde distribuirlo Battaria. T. de Foch. Gazzarra.
pari pari sulle lettere. Non sarebbe Battaria. T. degli Orolog. Soncrìa.
forse mal detto Inchiostrare la forma. Battaria de cusinna. Stoviglie. Stovigli.
I Francesi hanno Toucher. In Toscana Attrezzi di cucina. Quei che i Latini
i più diceano pure Battere e Battitore, dicevano Vasa coquinaria. Anche i Fr.
Oggidì quasi tutti usano in luogo dei dicono Batterie de cuisine. Stoviglie si
mazzi i cilindri o rulli di melassa; possono dire anche i vasi non di terra.
e perciò alla voce Batt è quasi che Bàttaro.... In Busto chiamano così quella
sostituita quella di Rolà. V. tavola su cui sfioccano la bambagia.
Bàtta. s. f. Coreggiato. V. Vérga. Bàtteghela (che anche dicesi Battla catto
Battà. v. cont. br. Battere le biade. lega). Pregare d'amore. La nostra frase
Battàda. v. c. . .. . Colpo di coreggiato. è triviale: l'italiana sostenuta e nobile.
Battàgg. v. br. Mazza sorda. La spiga Bàttela. Essere su per gli usci a accattare.
della tifa palustre. V. Gosée. (Fag. Gen. cor. I, 12). V. anche in
Battagg. Battaglio. Batocchio. Il suo bat Cattòlega – Frecciare. Richiedere uno
tente dicesi Pera o Materozza. di danaro in prestito.
BAT (84) BAT
Battèlla. Battello. Sul lago di Como è Battezzàa. Battezzato.
detta così una sp. di barca lunga, Bon battezzaa. Cristianone. Bonaccio.
stretta e senza cerchj, della quale C'est un bon baptise dicono i Fr.
fanno uso soltanto per viaggi lesti e vess battezzaa con l'acqua di spi
per le così dette regatte. nasc o di bojocch. V. Acqua.
Battelmàtt. s. m. . . . Formaggio vaccino Battibùj. Tafferuglio. Tafferugia. Bolli
pochissimo insalato, che trae il nome bolli. Buglio.
dall'alpe di Betalmat nella Val Formazza Batticópp. ger. Piccione. V. Puvion.
in Isvizzera, dove si fabbrica. Ad imi Battidor. T. di St. . . . . . Così dicesi,
tazione di questo Battelmatt sono fatti a distinzione di quello che tira la
anche i caci dolci della Valtellina. mazza, quell'altro lavorante al tor
Batténda. v. cont. e spec. br. Battitura. chio, la cui incumbenza è d'inchio
L'epoca, il tempo in cui si battono strare la forma, e che i Tedeschi
le biade – A la battenda. Sotto la chiamano Cornut. Il Voc. ven., forse
vetta. Alla battitura. Per la battitura. appoggiato all'uso fiorentino, lo dice
Battént per Battùda. V. Battitore. V. Bàtt.
Battént. V. 6nza d'acqua. Battidor. T. di Fin. Stradiere. Colui che
Bàtter. Voce usata nella frase In d'on ferma le robe per le quali dee pagarsi
batter d'oeucc. In un batter d'occhio. la gabella.
In un subito. In un attimo. In un Battidor de balón. Datore. Colui che
bacchio baleno. In un succio. Detto manda il pallone agli avversari.
fatto. A un punto preso. Mantenente. Battifoeüj. . . . . . Forse ant. i battista
Bàttes. Battersi. Duellare. gno in foglie, e per estens. Battiloro.
Battésem. Battesimo e poet. Battesmo. Battilòr. Battiloro.
Fà on battesem. Dare il battesimo. Battimàn . . . . . Plauso fatto battendo
L'è vera come l'è vera che gh'hoo palma a palma. -

el battesem adoss. V. Véra. Battìn. T. di Caccia. E lo stesso che


Tegnì a battesem. Tenere a battesi Cascin, V.
mo. Levare dal sagro fonte. Battiroei. Battitore. Campanella. Martello.
Bàttessela. Battersela. Còrsela. Irsene. Ferro, foggiato in diversi modi, che
Battere il taccone o la calcosa. Par serve per bussare alla porta.
tirsi in fretta. Ogni porta gh'ha el sò battiroeu.
Battezzà. Battezzare – V. anche Acqua. fig. Ogni casa ha cesso e fogna. Ognuno
Battezzà el vin . . . . . Vale inac ha il suo impiccato all'uscio. Non è
quarlo. Il Pananti usò in questo si famiglia senza guaj o senza tristi.
gnificato Fino battezzato, e un poeta Battiroeti. T. di St. Battitoia. Alcuni lo
pisano disse degli osti che sono il dicono anche Sbattitoia. Legno qua
vino a battezzare usati. Anche Mon dro e spianato con cui si pareggia
taigne ne' suoi Viaggi (tom. I, p. 52), la forma prima di stampare.
usa Baptiser in questo senso. Dà-sù el battiroeu su ona forma.
Battezzà i campann . . . . . Bene Pareggiare una forma colla battitofa.
dire le campane, cioè consagrarle al Battiroeu (o Battiroeul). Magliuolo? Sp. di
culto divino colle cerimonie e pre mazzuolo di legno col quale si dirom
ghiere d'uso. pono il lino, la canapa e simili. È più
Battezzà per mincion. Canonizzare piccolo del maglio (de la mazza. V.).
per scimunito. Battiroeü. T. d'Agric. . . . . Così chia
Battezzà sott a condizion. . . . . . masi quel bastone che in cima ha un
Dattezzare esprimendo che si dà il pezzo di tavola, e con cui si spiana
battesimo a condizione che non sia la terra artatamente sovrapposta a
già stato conferito. qualche terreno.
Battezzà vun. scherz. Battezzare. Far ca Battiroeü. . . . . Battitoia di legno colla
valiere bagnato. Bagnare alcuno, but quale i pizzicagnoli o lardajuoli che si
targli acqua addosso, e specialmente dicano pestano le costole delle schiene
in capo. (mezzenn) di lardo per ispianarle e
BAU (85) BAV

renderle più appariscenti per quando Manett. Maniglie - Laster. Cantonate


le sono schierate a mostra nelle loro = Retegn. Fermi.
Andà in d'on baull e tornà in d'ona
botteghe. -

Battiroeü. Pestone. Così chiamasi quel ba cassa o in d'ona valis. fig. V. Valis.
stone con cui si dibatte il latte nella Baùll. gergo. Tafanario. V. Cùu.
zangola(penaggia) per fare il burro. Bauscént. Scombavato. Imbavato. Bavoso.
Battiroeu per Tirànt de resega. V. Baùscia. Bava. Noi però chiamiamo Bai
Battiroeü. Stella(“tosc. Diz. artig.). Ruota scia la sola bava umana la quale no
dentata di legno commessa all'asse miniamo Bava unicamente allorchè si
del burattello d'un frullone la quale riferisce a sintomo di stizza e di rab

nel farlo aggirare romoreggia. bia; quella delle bestie e ogni altra è
Battiroeul. P. Battiroeu(magliuolo). detta anche da noi Bava come in ita

Battiroeula, che anche dicesi Spiàttola. liano. Lo stesso s'intenda per le voci
T. di Cuc. . . . Specie di paletta di di respettiva derivazione. -

ferro, massiccia e pesante, colla quale Bauscià. Imbavare. Scombavare.


si spiana, assottiglia e infrollisce quella Bauscinna (e cont. Bausciòtt o Bavaroeula).
carne di cui si voglion fare polpette. Bavaglino. Bavaglio. V. Onestinna.
Battiroeüla. T. de'Tint. . . . . . Sp. di Mett la bauscinna. Imbavagliare -
battitoia di legno colla quale i tintori Toeù-via la bauscinna. Sbavagliare.
battono le robe tinte per lavarle o Bausción. Bavoso.
quelle da tignere per predisporle alla Bausciònna. Bavosa.
tintura, facendone uscire la polvere Bausciòtt dicono in vari luoghi del nostro
e il sudiciume. - contado per quello che in città si dice
Battirón (d'acqua). Rovescio. Acquazzone. Bauscìnna e Onestìnna. V.
Pioggia grande. Baùtta. Bautta. Sp. di roccetto di seta
Battistòcch. . . . . Nome di uno sciocco nera e con trine a uso di maschera.
vissuto a tempi andati che si trasporta Bàva. Bava. Sbavatura – V. anche Baùscia.
a denotare un ignorante qualunque. Bava de la seda. Bava o Sbavatura
Pascibietola. Babbeo, V. Badée. de'bozzoli?
Battistràa. Battistrada. Bava del fil de la lana. Bordiglione?
Battò. . . . . Sp. di mazzeranga da orti. Bava del lin. Bava del lino?
Battò . . . . In Busto è il nome che si Bava di gitt. Carico. Bocca. Bocca
dà all'accotonatore della bambagia. glia. Sbavatura.
Ivi con egual nome chiamano quello Bava di metaj. Bava. Bavetta?
che noi diciamo Battin o Cascin. V. Vegni la bava a la bocca. Fare la
Battòcc. Battaglio. Batocchio. bava. Soffiare o Sbuffare come un toro.
Battéja dicono alcuni per Vérga. V. Fremere di cruccio, essere invelenito.
Battùda. T. dell'arti. Battente. Quella par Bàvara (che anche dicesi Bavarésa). Scudo
te dell'imposta che batte nello stipite, di Germania. Specie di moneta nota, e
come anche Quella parte dello stipite o in particolare dicesi di quegli scudi

della soglia che è battuta dall'imposta. di convenzione che hanno improntato


Battùda. T. del G. della Palla. Mandata. lo stemma del regno di Baviera.
Battùda. Ad. di Stràda. V. Bavarés.s. f.pl.T. de Sart. Mostreggiature.
Battudinna. Battutella. Dim. di Battuta. Bavarésa. T. d'Acquaccd. . . . . . Sorta
Battùu. Battuto. di bevanda ch'è fior di latte con giu
Battuu del sò. Soleggiato. Assolato. lebbe per lo più riscaldato. Anche i
Assolinato. Francesi dicono Une bavaroise au lait;
Tegni battuu. Insistere. Incalzare. e Grand d'Aussy (nella Histoire de la
Baulètt. Dim. di Baùll. V. – Talora vale vie privee de François 1. , tom. III,
per Stipetto o Cofanetto da gioie. p. 118) dice che fu così nominata
Baulcttin. Dim. di Baulètt. V. perchè i Principi Reali di Baviera,
Baùll. Baùle. Forziere o cofano, spesso trovatisi a Parigi ne' primi anni del
ferrato, che serve per trasportarle sccolo 18.”, desiderarono una bevan
robe de viaggiatori sulle carrozze. da così fatta. In Toscana chiamano
B AZ (86) BEA
Bavarese quella che noi diciamo Bar Bazzilin. Bacinella? Dim. di Bacino.
bajada. M. Bazzilón. Tegghia. Arnese di rame di
Bavarésa. V. Bàvara. superficie convessa, sostenuto da piedi
Bavarin . . . . . Bavero picciolo. di ferro, sopra di cui, postovi sotto il
Bavarinètt. . . . . Picciolissimo bavero. fuoco, si distendono i collari e simili.
Bavaroeùla. Bavaglio. V. Bauscinna. Bazzòffi. Grasso bracato. Basoffione.
Bavarón . . . . Gran bavero. Bazzòffia. Basoffia. Basina. Minestra gros
Bavèlla. Bavella. Borra di seta. solana.
Bàver. Bàvero. Collare di mantello, abi Bàzzol in qualche parte del contado per
to, ecc. che scenda più o meno sul Basgier. V.
petto e sulle schiene. Andà giò di bazzol. Lo stesso che An
Bavos. Ad. di Lin, ec.... Malfilato, peloso. dà foeura de la grazia de Dio. V. Dio.
Bavósa. gergo. Seta. Bazzolón. Minestrajo? Così chiamasi nel
Bazàr. s. m. . . . . Voce orientale, si Basso Milanese quel contadino che
gnificante mercato, fattasi volgare tra prepara anche il mangiare pei com
noi da che i nobili Luigi, Vitaliano, pagni. In certo modo equivale al
Pietro e Gio. Batt. Decristoforis con Ranciere del soldati. Forse dal latino
generoso ardimento e più che priva Bajulo, perchè d'ordinario egli stesso
ta splendidezza abbellirono Milano di porta(bajulat) il cibo ai compagni.
quella vaghissima Galleria che porta Bazzòtt. Bazzotto. Fra duro e tenero,
il loro nome. È una nuova specie di fra solido e liquido.
Via coperta a vetriate che diresti Be. Bi. La seconda lettera dell'alfabeto.
Merceria se non fosse la magnificenza Bè (che anche dicesi Bèbèe). Agnello.
d'ogni sua parte che ti fa scrupolo di Pecora, e con v. a. Bèrbice. Noi dicia
così specificarla, e t'obbliga senz'av mo Bè parlando dell'OvisLin., e di
vedertene a dirla Galleria, nome che ciamo Agnell met., e quindi Mansuett
va assumendo anche tra l volgo. come on agnell chi non ha fiele, chi
Bàzza. Bazza. Buona detta. Buona sorte. è di natura dolcissima.
Avegh ona gran bazza. Avere tre Andà adree o Vegnì adree come
pani per coppia. on bè. Venir dietro come un cagno
God la bazza. Godere buon tempo. lino(Tancia IV, 1) o come un canino
Lavorare poco o nulla – Godere il (Fag. Mar. alla moda II, 2). Seguire
papato. Stare in barba di micio o di altrui pianamente, non ricalcitrare.
gatta. Stare a o in panciolle o a piè Fà on bè. met. Mettere a leggere.
pari. Star paffuto. Stare con tutti i Mandar al zio (I Fior. chiamano sch.
suoi agi e in delizie. Zio l'uffiziale del presto). Impegnare,
Gh'è minga sta bazza. Non v'è sfoggi. mettere in pegno checchessia, quel
Bàzzega. Bàzzica. Giuoco notissimo. che i Venez. direbbero Far on moscon.
Comod. Matta = Gelee. Giulè e Ge Bè bè. Il bebù(Menz. Rime). Voce imi
leron. Giuleone = Tre coss. Cricca, e in tante il belato delle pecore.
volg. ſior. Bazzicotto o Bazzicone = Beàt. s. m. Bigotto. Bacchettone. Collotor
L'aver in mano sette carte andanti to. Santinfizza. Baciapile. Baciapolvere.
dall'uno al sette è detto in volg. fior. Graffiasanti. Stropiccione. Picchiapetto.
Aver pantraccolone. Torcicollo. Ipocrito. Coronciajo. Schio
Bazzega gelerada. Bazzica gigliata. dacristi. Pinzochero. Beghino. Pappa
("ſior.). Bazzica con giulè. lardo. Bizzoco. Gabbadeo. Gabbaddeo.
Bazzega! . . . . Interiezione colla quale Gabbasanti. Bighino. Bighiotto. I Tosc.
ci rivolgiamo a chi d'improvviso esce dicono anche volg. Don Pilone e Don
fuora con qualche rutto, come per Pilogio. Il falso devoto che i Francesi
rimproverarlo copertamente della sua pure dicono Beat. Il Fagiuoli (Rime
inciviltà. IV, 551 ) usa anche Beato in pari sig.
Bazzeghin.... Dim. e vezz. di Bazzega. V. Beàta. s. f. Bacchettona. Santessa. Spi
Bazzila. Bacile. Guantiera. Bacino. golistra. Bizzoca. Bizzocca. Beghina.
Bazzilètta. Dacinella? Dim. di Bacino. Pinzochera. Pizzochera. Bizzochera.
BEC (87) BEC
Graffiasanti. Bigotta. In questo senso Beccaria. Scannatoio. Ammazzatoio. Quel
i Francesi dicono une Béate, e gli luogo dove i beccaj, i pizzicagnoli e
Spagnuoli una Beata. simili ammazzano buoi, porci, ecc.
Beatà (ed anche Beatozzà e Beatoccà). Nel parlar comune noi chiamiamo
Spaternostrare. Scoronciare. Grattare Beccaria e la bottega ove si vende
i piedi alle dipinture. Aver dato in la carne macellata e la stanza ove si
bacchettone o in bacchettona( tosc.). macella, ma i bottegai di siffatta specie
Beatèll e Beatin. Beghinello. Ipocritino. fanno distinzione tra luogo e luogo,
Beatinna. Beghinella. Ipocritina. e chiamano Bottega la prima, e Bec
Beàto. ad. Beato. caria la seconda. Alcuni beccaj hanno
Beata la faccia. V. Fàccia. la beccaria attigua alla bottega, altri
Beato chi te ved. Tu sii il ben trovato. no; e quel pizzicagnoli che non hanno
Beato chi ghe n'ha. Chi è in tenuta beccaria sogliono fare pochi guadagni.
Dio l'ajuta. A la beccaria ghe va pussee vedej
Vitta beata. Vita sbracata o conso che manz. Più capretti ed agnelli vanno
lata, cioè senza brighe, senza pensieri. in beccaria che pecore e becchi (così
Beato porch. V. Pòrch. il Buoni ne Prov. II, 29). E suole
Beatòcca. Beghina. V. Beata. dirsi a consolazione di chi dubita del
Beatoccà. Lo stesso che Beatà. V. viver suo per essere attempato, e a
Beatòcch. Beghino. V. Beat. rabbia contro chi per essere giovine
Beaton. Pinzocherone. Stropiccione. si pensa di non aver mai a morire.
Beatònna. Pinzocherona. Bacchettona. L'Alb. enc. avvisa come in Toscana
Beatozzà. Lo stesso che Beatà. V. usano dire che N è ito prima l'agnel
Bebèll. v. infantile. Ninnolo. V. Belée. che la pecora quando il figlio muore
Bècca. Bàtolo. Sp. di mantellino per lo prima del genitori.
più nero, e talora anche pagonazzo, Beccariàscia. Macellaccio.
foderato di verde, che portano sulle Beccàsc. Beccaccio. Gran becco d'uccello.
spalle e sopra la cotta i piovani o Beccàzza e Beccazzinna. V. Galinàzza e
curali. In Roma è detto Cornetto – Sgnèppa, ecc.
La Becca dei diz. vale una certa spe Bècch. Becco. Il rostro degli uccelli.
cie di bandoliera. Fà el becch a l'occa. fig. Far il becco
Beccà. Beccare; e met. Ciuffare. Beccare. all'oca. Dar compimento a checchessia.
Becca. fig. Dar sù di becco a checches Mojà o Bagnà elbecch. fig. Immollare
sia(Caro Apol. 174), cioè censurare. il becco. Tenere o Mettere o Porre il
Beccàa. Sbezzicato. Beccato, becco in molle. Diconsi scherz. per
Beccaa di varoul. V. Carpògn. Bere vino, specialmente alla taverna.
Beccàda. Beccata. Imbeccata. Colpo di Bècch. met. Becco. Bozzo. Quegli cui
becco. la moglie fa fallo. Un poeta pisano usa
Beccadinna. Beccatina. Beccatella. spessissime volte Pecoro in questo sig.
Beccadora. Beccatoio. Becch content. Becco agevole, scià
Beccadùra. Beccata. vero, indiano, zucco, cornuto. Dicesi
Beccafigh. Beccafico. Uccello noto che è di ogni sciaurato il quale per danaro
la Motacilla ficedula degli ornit. – conceda che la moglie gli faccia fallo.
Noi però sotto questo nome confon Becch e bastonaa. V. Bastonàa.
diamo uccelli che appartengono anche Bècch. Nasello (così l'Alb. enc. in Arco).
a tutt'altre famiglie. - La punta dell'arco da sonare il vio
Beccafighin . . . . Picciol beccafico. lino. Il Diz. di mus, la dice Naso.
Beccaria. Macello. Beccheria. Bècch de la molla del cadenazzocu d'ona
De beccaria. Macellesco. saradura. Becco, , :
No vanza mai carna in beccaria, fig. Bècch de sciguètta. Becco di civetta. Lab
V. Vanzà. -
bro dicesi dai Legnajuoli il canto dei
Beccaria. fig. Beccheria. Macello. Strage. tavolini smentato a becco di civetta,
- l'à beccaria, fig. Far carne. Am e così anche la Pialla colla quale si
mazzare, far uccisione. leva il canto vivo medesimo.
BEL (88) BEI, -

Becchée. Beccajo. Macellaio. Macellaro. Vecchioni del suo Diz. ec. rust., dice
Colui che macella gli animali bovini che sono chiamate Belegòtt perchè fra
per uso di mangiare. noi i venditori le gridano così, quasi
Becchée. met. Beccajo. Vago di sangue, volessero dire marroni begli e cotti.
che fa macello d'uomini. Acqua de belegòtt. V. Acqua.
Becchéra. Beccaja. La moglie del beccajo. Beleràtt . . . . . Venditore di balocchi
Beccherinna . . . . . Giovine beccaja. o ninnoli pei fanciulli.
Becchigno-ù. Beccuccio ? Belerin. Ciancetta. Ciancerella. Ciance
Becchin. Beccuccio. Dim. di Becco. rulla. Ciancolina. Bazzecola.
Becchin. Beccuccio. Canaletto adunco on Belerinèll. Ninnoletto.
d'esce l'acqua de vasi da stillare o sim. Beliètt. Biglietto. Viglietto. Letterino.
Becchin. Becchino. V. Sotterrò. Beliètt. Polizza. Cedola – Beliett de rilfa.
Becch-in-crós. Crociero. Crociere. Sorta Beneficiata. Beliett d'ingress al teater.
d'uccello che corrisponde al Bec-croise V. Bollettin.
dei Fr., ed alla Locia curvirostra Lin. Beliettin. Vigliettino.
È forse anche il Becco di forbice che Beliettin. Polizzino. Bollettino.
l'Alb. enc. in Becco ha notato con V. Ri Belin. v. a. Bambino.
gopsalia, voce che lasciò di registrare. Belitàa (Gros. Visc.). Abilità.
Beccofotrist. Becco coll'effe. Gran mo Belitàa. Temerità. Ardire. Imprudenza,
nello. Cavezza. Forca. Per es. L'ha avuu la belitaa de dim
Beccon. Beccone. Acc. di Becco in tutti i mel in faccia. Fu temerario a segno
Redòja. V. Bidòja. (suoi sig. di dirmelo sul viso.
Bèggia. s. f. T. de Vetraj . . . . Sp. di Belittràn o Belittrón. Baggeo. Babbione.
coltello d'osso col quale si pareggiano V. Badée. I Fr. hanno in questo senso
i piombi che incatenano i vetri delle Belitre. Dal lat. Balatrones dice il Var.
vetriate. Parmi che sia il Lustroir dei Bèll. ad. Bello. Aggettivo che si usa anche
Fr., e forse non sarebbe impropria da noi a quel modo che il Fagiuoli(Rime
mente detto Liscino. IV, 2o6 e 2o7) dice usarsi in Toscana:
Beghinaria. Bacchettoneria. Bacchettoni « L'epiteto di Bello è spesso unito
smo. Santocchierìa. » A una cosa non buona e di rifiuto:
Beghinna. V. Beata. » E di taluno dire io ho sentito,
Bèh! Poh ! Interiezione esprimente nau » Poh! colui egli è pure il bel minchione,
sea, disgusto, disprezzo. - Il bello sciocco, il bello scimunito.

Bej-donn. Belle donne. Begliòmini bian » Sicchè quel Bello . . . . .


» .... al bene o al mal ch'ei venga aggiunto,
chi (Targ. Diz. bot.). Pianta e fiore » O mette in stima o mette in derisione. »
-

noto che è la Impatiens balsamina


flore albo de botanici. E perciò il Porta fece dire:
» Che bell coion! sont minga on scoldalett. -
Bej–òmen. Begliòmini. Begli uomini(Targ.
id.). Fiore del balsamino o sia della A la bella mej. Alla meglio. Meno ma
Impatiens balsamina de'bot. Ve ne sono le che un possa, come meglio un possa.
di rossi, porporini, screziati, doppi, cc. Andà-sù bella. Andar di rondone.
Belatrarij. Chiappolerie. Balocchi. V. Belée. La te va-sù bella eh ? La ti va di
Belée. Ninnolo. Balocco. Ciancia. Don rondone eh?
dolo. Crepunde. Il latino bellaria, da Andà via sul pù bell. Partirsi in
cui il Fer. vorrebbe derivato il belee sul far del nodo al filo, cioè nel me
milanese, significava confetti, pasticci glio della cosa. -

e simili o anche vini dolci. Il Par. Avegh el sò bell de fa. Aver che
mil. poi trae Belee da 3h).o; (astro), fare più che a un pajo di nozze. Aver
facendo diventar gli astri tanti belee !! molto da fare.
Belee de stagn. Stagnini (così il Ballà bell. I . Ballà.
Caro nell'Apol. a pag. 52). Bej donn e Bej omen. V. Bej-donn
Belegòtt (e cont. Bescoeicc). Anseri. Vec e Bcj-òmen.
chioni. Castagne bislessate col guscio Bell in fassoeura, brutt in cami
e mezze secche. Il Fontana, alla parola soeura. P . Fassoeura.
BEL (89 ) BEL
l
Bella come el sol o come ona stella. Fann de bej o Fann vuna bella.
Un occhio di sole. Una bella. Una Farne di quelle coll'ulivo. Farne di
Venere. Una beltà che rapisce. marchiane o solenni o sonore.
Calà in sul pù bell. Cadere il pre Fassbell. Farsi onore. El voeur ſass
sente in sull'uscio. Cader la grandine bell de quell che no ghe partocca. Vuol
sul fare la ricolta. Precipitare o sviare farsi onore di cosa che non gli pertiene.
un affare appunto in sulla fine. Fass bella. Azzimarsi. Rinfronzirsi.
Cantà bell. V. Cantà. Allindirsi. Rassettarsi. Farsi bella. Li
Chi bella vocur parì gran dolor sciarsi. Strebbiarsi. -

boeugna soffrì. V. Dolor. I bei gh han la dotta con lor. Chi


Cossa gh'ét de bell lì? di benis? è bella non è del tutto poverella(Fag.
Che hai tu costi? confetti? Gh'hoo di Av. pun. II, 1o).
bej benis, o Sì, di bej benis! hin sassitt. La sarav bella! Di certo ! Ci s'in
Oh io ho i confetti belli' sono pietruzze. tende ! Ben s'intende ! Gli è dovere !
Cossa gh'è de bell? Che c'è di Non v' ha dubbio l Debb'essere così.
nuovo? Che novità abbiamo? L'è bella del mè Togn quand ch el
Cossa gh'è de bell, che vedi a se insegna. V. Insognàss.
corr tutta la gent? Che c'è di bello, L'è bell e faa, L'è bell e ditt. Tienlo
ch'io vedo tanto popolo? (“tosc.). fatto. Sia per già detto. Detto fatto.
Descorr a coo pù bell. V. Cóo. L'è el sò bell . . . . Gli è quel che
Deventà bell. Abbellire. Abbellare. ci volea; questo per appunto ci volea.
Rimbellire. Usati neutralmente. L'è lì bella. Lo stesso che L è aj
Dinn de bej. ironic. Dir di belle bella. I . Ajbèlla.
cose(Caro Apol. p. 154). L'ha bell dill o fall o sim., e el va a
Dove sii inviaa de bell ? o Dove dill o a fall no. Avea pure il destro o
andee de bell? Dove sete voi inviato ? campo o modo a dirlo, o farlo, ec., e
(Lasca Sibilla III, 6). nol disse, ec. Potea pur farlo e nol fece.
El bell dì de Natal, e simili. A Na No è bell Fiorenza, ma è bell Pia
tale per appunto. In sul bell mezzoſi. senza. ſig. Non è bel quel ch'è bello,
Di bel mezzo giorno. ma quel che piace.
El bell trà. Il bello. Il destro. Vale Oh bella! O questa sì ch'è bella
la congiuntura, l'occasione. (Caro Apol. p. 2 17). Buon per mia fè.
El se cred bell. È un bel cesto. Si Oh che bella bolgira! V. Bolgira.
dice per beffa a chi si reputa un Adone. l'assà de bell. Lo stesso che Andann
Fà bell. Abbellare. Abbellire. Rab foeura per la bella. l . Bella (5.º sig.).
bellire. Rimbellire. Imbellire. Perchè te see bell. Hai tu l'osso nel
Fà bella lettera. I . Lèttera. bellico ? Ribobolo che si usa beſſando
Fa bell lu a parlà. Egli può parlare altrui, nel ricusar di accordare una
a sicurtà perchè ec.(Cavalca Spec. Croc. domanda, dando ad intendere a quel
15): e così Fà bell lu a di, a fa, ec. Egli tale ch'egli non merita la cosa chiesta.
può dire, fare, ec. a sicurtà perchè... Perd el sò bell. Sfiorire (neut.).
Fà bell vedè. Esser appariscente. Pientà in sul pù bell. Partirsi in
Far bella mostra o bella vista. sul far del nodo al filo.
Fa de bell. V. più sotto Tegni bell. Questa ch'è bella! Curiosa davvero!
Fà de bell a vuna. l agheggiare. Buon per mia fe! V. sopra Oh bella.
Amoreggiare. Corteggiare. Se l'è mai bell! l . in Se.
Fa el bell. Farc il bello, il vezzoso, Tegni bell (che anche dicesi Fà bel
il galante. Vagheggiare. Brandirsi. lin bellin). Accarezzare. Confettare uno.
Pavoneggiarsi. Lisciare. Piaggiare. Andare alle belle
Fà la bella con tucc. Essere una ci o ai versi. Abbellare. Andar colle belle.
vetta, un'accattamori,la pila dell'acqua. Fare il bello bellino. Far billi billi.
Falla bella. Farla di quarta. Per es. Compiacere uno per proprio interesse
El ghe l' ha fada bella. Gliela fece di o per giovamento che se ne speri.
quarta, cioè gli fece cosa da scottargli. Tirà bell. Iiabbellirc.
I ol. I. -
I2
BEL (9o) BEN
Tiragh bell. Approssimarsi. Andar Beltràmm. V. Baltràmm.
presso – Quasi che apporsi – Aspirare. Bemòll. Bimmolle. Accidente musicale.
Vegnl via bell. Andar colle belle. Bén. s. m. Bene – Benone. Benaccione acc.
Voress fà bell. Voler farsi onore In tutteoss gh'è el sò ben e el sò
di checchessia. maa. V. Màa.
Bèll. s. m. per Bèllo. V. No savè che ben fà. Non sapere
Bèlla. s. ſ. Ganza. Amante. Manza. Brac che si risolvere. Non sapere a quale
ciata(Lor. de Med.). partito appigliarsi. Stare in fra due.
Bèlla. s. f. Imposto. Compito. Quel do Tutt coss a fin de ben. A fine di
vere che gli scolari portano al maestro meglio ogni cosa(Cecchi Assiuolo V, 2).
scritto al pulito. Bén. s. m. Bene. Amato. Car el mè ben.
Fà in bella . . . Scrivere al pulito. Mio caro. Ben mio. Cuor mio. Amormio.
Bèlla. s. f. Dama?(“tosc.). Fà la bella. Bén. s. m. Bene. Amore. Affezione.
Far la dama? cioè a dire fare l'ulti Se voeurem pur anch ben num. V.
ma partita in un giuoco. in Trovà.
Andann foeura per la bella. Passar Vorè ben a vun. Voler bene ad alcu
per bardotto. Passarsela liscia. Non no – E iron. Volere altrui quel bene che
patir danno, scapito o spesa. vuole il cane alle cipolle. Essere amico
Menà per la bella. V. Menà. ad alcuno come il cane del bastone.
Bellbèll e A bellbèll. Bel bello. Pian piano. Vorè on ben a l'anema o on ben
Bell-bellin , e iterativamente Bellbellin matt o on ben de no dì. Voler bene
Bellbellin. Pian pianino. fino all'anima – Mi vuoi tu bene?...
Bellètt. Belletto. Cento sacca e tutte senza fondo(Fag.
Bellèzza. Bellezza. Beltà. Av. pun. I, 5).
Bev i bellezz de vun. . . . Bere l'ab Bén. s. m. Devozione. Prece. Suffragio,
beveraticcio altrui, cioè quel centellino e in volgare toscano Bene.
che altri lascia nel proprio bicchiero. Di del ben per i mort. Recitare il
Ona gran bellezza. Una beltà che ben pei morti, disse un poeta pisano.
rapisce, che innamora. Un occhio di Fà del ben. Far del bene, cioè far
sole. Una Venere. devozione in chiesa (Fag. Cav. par. I, 4).
Bellèzza. Quantità. Infinità. Anche i diz. Fagh di del ben . . . . Far suffra
registrano la frase Fare del ben bel gare alcun defunto.
lezza per fare assai. Fà el sò ben. Far le sue devozioni.
Bellezzìnna. . . . . Dim. di Bellezza in Lassà che ne disen del ben. Lasciar
sig. di Beltà, di Donna bella, a cui i per l'anima (Nov. ant.). (cio.
dizion. ital. non hanno corrispondente. Bén. s. m. Bene. Utile. Giovamento. Benefi
Bellin. Belloccio. Fà bellin bellin. Fare A ſà ben a comun se fa ben a 3
il bello bellino(“tosc., Fagiuoli nel nissun. V. Comin.
Traditor fedele, sc. 5). V. in Bèll. A fà ben a vilan se troeuva cagaa
«Quanc che ve fan sul volt bellin bellin, in man. V. Vilàn.
» Hin i pu traditor appos ai spall.» (Bal. Rim.). Besogna fà del ben perchè l'è ben,
Bèllo. Il Guasto (Cecchi Assiuolo IV, 1o). minga per speccià ben. Bisogna fare
Ganzo. Amante. Drudo. Vagheggino. i benefici per farli, e non per cavarne
Belloeiù. Bellina. frutto (Varchi traducendo il Non fru
Bèllora. Dònnola. Mustella. Animaletto ctum beneficiorum sequi, sed ipsa di
noto, chiamato Belette anche da Fr. e Seneca De benef. I, 1 in fine).
parmi Bèllora dai Lucchesi. È la Mu El dis Aristòtel: se te poeu avè del
stela vulgaris Lin. ben, tòttel. V. Aristòtel.
Bell'umor. Bellumore. Bell'umore. Diccsi Fà a fin de ben. Fare per bene,
d'uomo o fantastico o che voglia far Fare con buon fine o a fine di meglio.
l'ardito e sopraſſare, o ricalcitrare. Fà ben al stomegh, ai oeucc, e
Per es. Con mì gh'è minga de fà el simili. Far buono allo stomaco, agli
bell'umor. Anderai un po' a rilente occhi, ecc. Essere benfacente, profit
nel fare il bell'umore con me. tevole allo stomaco, agli occhi, ecc.
BEN ( 91 ) BEN
Fà minga ben lor, e vorè minga Benedètt. s. m. Benedetto. Nome di pers.
lassà ſà len ai alter. Fare come il can Seguità la regola de san Benedett,
dell'ortolano che non mangia la lat cont i colzon e la socca in su del
tuga e non la lascia mangiare altrui. lett . . . . Frase che sembra indicar
La grassa l'ha mai ben fin che la rilassatezza eccessiva nei regolari, ma
magra no la ven. V. Gràssa. che in realtà s'usa per beffarsi coper
Lassà minga avè ben. Non lasciar tamente delle persone che affettano
ben avere. Crucciare. Nojare. Perse castità, o per negar fede a chi dice
guitare. Infastidire. di volersi monacare o serbar celibe.
Podè fà nient de ben. . . . . Non Benedètt. ad. Benedetto.
poter fare cosa che vaglia. L' è on benedett omm . . . Modo di
Vessegh minga de fà ben. Non es dire col quale indichiamo onestamente
sere terreno da porci vigna – Non la ritrosia o la fantasticheria altrui.
essere tale da farne capitale. Benedi. Benedire. Benedicere – Crociare
Bén. s. m. Roba. Quantità di averi. è benedir colla croce. Trinciar benedi
Avegh del ben di Dio. Avere macca, zioni è benedir largamente. Ribenedire
abbondanza, copia, magona. o Soprabbenedire è tornar a benedire.
Bén. avv. Bene. Appunto. Acconciamen Andà a fass benedì. fig. Andare alla
te. A maraviglia. banda o in rovina o in chiasso.
A andà ben ben. A dir buono buono Benedì cont el manegh del scovin
(Fag. Non bisog. in am. cor. I, 1o). o con la scova. V. Scovìn e Scòva.
A fà nient se sta ben. La poca Dann o Toeunn-sù de benedì on
fatica è sana. vescov. V. Vèscov.
Andà ben. Andare di rondone. V. Dio. Fass benedì contel manegh de la
Ben ben. Bembè. Bene bene. cros. V. Crós. (buon'ora.
Ben faa. Benfatto. V. Fàa. Mandà a ſass benedì. Mandare in
Ben on corno. V. Còrno. Robb de benedì con l'acquasanta.
Ch'cl staga ben finna a mezzoi, V. Acquasanta ed anche Peccàa.
finna a sta sira. Frase cont. br. . . . Va, ch'el Signor te benediga. . .
A rivederci a mezzodì; A rivederci Modo d'accomiatare altrui, usato le
stanotte. È come dire Addio fino a più volte allorchè siamo in procinto
mezzodì, cioè Dio vi salvi e faccia di dare in impazienza.
che io vi rivegga sano a mezzodì. Vatt a ſà benedi. E vattene là(“fior.,
Chi sta ben no se mouva. V. Moeüves. Carena Osserv. 27).
Fa bell fass vorè ben con quell di Benedizion. Benedizione.
olter. Della pelle altrui si fanno le A camp tempestaa no var benedi
corregge larghe. zion. V. Camp.
Quand o Quell che d'amor no ven Dagh la benedizion o la soa santa
ballà no se pò ben. V. Ballà. benedizion o la benedizion papala.
Se vorii inscì ben con ben , se de Dare la benedica. Rinunziare affatto
no amen. Se vi piace così, così sia; a checchessia, o dare checchessia per
in se no, non se ne faccia altro. perduto; ed anche Lavarsi le mani
Stà ben a la cera, o simili. Adat di checchessia; ed anche Far finito
tarsi. Tornar bene. checchessia. Farla finita, ed anche
Stà minga ben. Disdire. Sconvenirsi. Dare una assolve assolvendo generale
Non istar bene. (buono. (Cecchi Servig. IV, 1o). -

Voregh quel che sta ben. Volerci del Benefizi. Benefizio. Beneficio.
Bén. Ebbene. E be”. Per es. Ghe n'è Benefizi. T. eccles. Benefizio – Prebenda.
cinquanta ? ben deghen cinquanta Benefizi sempliz metaf. . . . . . .
para. Sono in cinquanta? ebbene da Impiego di mero lucro e di nessun
tene loro cinquanta paja. incomodo e occupazione pochissima
Benbén. Assai. Molto. o nessuna. La metafora è tolta da
Béne. Voce usata nella frase Bene qui que benefizi ecclesiastici che l'isti
dem. l . Quidcm. tutore non gravò d'alcun obbligo.
BEO (92 ) BER
Benefiziàda. s. ſ. . . . . . . . I cantanti coi nomi semplici qui detti intendesi
ed altre genti di teatro chiamano così parlare della Betula alba Lin.
quella sera in cui tutto il danaro che Béola. Selce di Beola (l'aese posto sul
si ritrae dai concorrenti allo spetta Verbano). Pietra nota.
colo rimane di loro assoluta proprietà. Beolètta. Marmetta di selce di Beola.
Benfàa. Renfatto. Beolin (che anche dicesi Beolòtt o Al
Béni. s. m. pl. Averi. Poderi. Tenute. baròtt o Arbaròtt o Farinèll) . . . .
Possessioni. Nomi che si danno nell'Alto Milanese
Bcniamin. Cucco. V. Caroeü. a varie specie di betulla, come alla
Benis. Confetto. ovata, alla pelosa, alla nana, ecc.
Benis de gess. Coriandro - con dent Beolitt. V. Fónsg.
i anes o i anesitt. Anacino = con dent Beolòtt. Lo stesso che Beolin. V.
la cannella. Cannellino. Bèp bèp . . . . Voci imitanti il guaito
Benis de spos. V. in Spös. de cagnolini.
Pretend i benis d'on asen che ſaga Bequader. Biquadro. Bisquadro. Acciden
spos. V. Asen. te musicale notissimo.
Vestii de benis, e così Scarp de Bèra. v. cont. Pecora. Agnella.
benis, Fazzolett de benis, ecc. . . . . Berà (collº e aperta come in Bè). v. cont.
Così diconsi quegli abiti o quelle robe Belare. El bè el bèra. La pecora bela.
che, data la fidanza delle nozze, s'in Bergamasca (la). Est. Levante. Così chia
dossano dalla fidanzata ne' di solenni masi sul lago di Como e in Brianza
antecedenti a quello delle nozze mede il vento di mattina. V. Vént.
sime, nel quale dappoi ne indossa altri Bergamin . . . . Nome di que proprie
che diconsi de spos, cioè abiti nuziali. tari di mandre numerose di vacche i
Benis. Fiori (così il Melchiorri nel suo quali, dalla provincia di Bergamo spe
Diz. bresc. ital. in Colombine, senza cialmente, ed anche da altre parti
però che ne citi la fonte). Quelle gra submontane attigue al Milanese calano
nella del grano turco le quali messe nel Basso Milanese, nel Pavese, nel
nel fuoco scoppiano e mandano fuora Lodigiano a svernare le loro vacche
per la crepatura la farina bianchiccia. coll'erbe sempre vivide de prati mar
Benisitt. Confettuzzi. Treggea. citoj.
Benissem. Benissimo. Bergamin. . . . . Quel famiglio che ac
On poo per la gesa e on poo per cudisce alla mandra detta bergaminna.
el santissem se tira là benissem. V. Bergaminna. Mandra. Mandria. Gregge.
Gésa. Greggia. Armento. Mandra numerosa
Benissem. Bene sta. Bene. Sibbene. Così di vacche così in genere, come nello
sia. Ho inteso. Modo d'approvare il spec. sig. di Bergamin. V.
detto altrui. Bergamòtt. Ad. di Pér. V.
Bènna (che anche dicono Brènna). v. Bergamòtt. Bergamotto. Sorta di lumia
cont. . . . . . . La rastrelliera della (lima) fra i vari limoni odorosissima.
greppia, ai cancelli della quale si rac Bergellana. V. Uga.
comanda il fieno che le bestie ne van Bèrgna. v. cont. dell'Alto Milanese. Noc
no via via strappando per cibarsene. chio o Bernoccolo ne castagni.
Bennitt. v. cont. per Ridoj. V. Bèrgna. met. Capaccio.
Bendin. av. Benone. Arcibene. Benissimo. Bergnòtt. v. cont. dell'A. M. Cappellaccio.
Benonòn. Arcibenissimo. Bèrgom. Bergamo. Nome di città che vol
Bempientàa. V. Pientàa. tiamo in Birgom in alcuno dei det. seg.
Benservii. Benservito. Licenza che si dà Secondom Birgom. A punti di luna.
altrui per iscrittura, con attestazione A volte di cervello. Secondo che ci
del buon servigio ricevuto. va per la fantasia, secondo che ne
Bentivòglio (La cà del). V. Ca. tocca il capriccio.
Benvorè. Voler bene. Amare. Vess de Bergom. fig. Essere Barto
Béola o Biolla. Bètula. Betulla. Pianta lomeo da Bergamo. (Còmm.
nota di più specie. In generale però Vun a Bergom e l'oltr a Comm. V.
BER (93 ) BER
Bericchin. Monello. Ragazzo birbone, che non fra essa e il Varie linguare
discolo. Bericchin de piazza. V. Rabòtt. muratoriano.

Bericchin (per vezzo). Furbettello. Mo Berlingàtter. ) Farfallini. Dìnderli. Din


nello. Molto monello. V. Scapùsc metaf. Berlinghitt. (derlini. Cincigli. Fronzoli.
Bericchinàda. Monclleria. Azione da mo Cianciafruscole. Ciammengole. Bricioli.
nello – Talvolta anche è da noi usato Ornamenti vani e leggieri detti forse
in sig. di Mariolerìa. Giunteria. Barat Berlinghitt perchè Trappole di berlin
terìa. Trufferia. ghe o di quattrini. Negli abiti delle
Bericchinadèlla. Sboccatura. Giovinezza. donne i Berlinghitt sono que frastagli
Pazziuola giovanile. di ornati, quelle guernizioni frasta
Bericchinàja. Ciurmaglia. Gentaglia. gliate che i Fr. chiamano Pretintailles
Bericchìnna (solo per vezzo). Furbettella. – Tra noi il volgo se vede una donna
Bericchinon. Birbone. Furfante. tutta fronzoli e cirimonie suole appic
Berin (e cont. Bescin). Agnellino. Pecorino. carle il titolo di Sura Cecca di Ber
Berinà. . . . . . Tagliare il fieno e am linghitt, e aggiugnere anche
montarlo colla falce fienaja nell'atto La sura Cecca di berlinghitt,
medesimo del taglio facendone non La mattina la fa i gattitt,
già tante maragnuole, ma tutto un La podisnaa la ghe dà de tetta,
La reverissi sura Cecca.
mucchio di filo e a di lungo. È voce
solenne tra i nostri contadini piani Chi bramasse maggiori notizie di co
giani allorchè hanno fretta di lavoro. tali Cecche legga la Novella che ne
Berinée. Agnellajo(“fior.). Venditor di ha scritto il ch. Defendente Sacchi
carne d'agnelli. nelle Appendici della Gazzetta di Mi
Berinna. Pecorina. Agnelletta. lano de giorni 2 e 5 maggio 1854. Nello
Beritt o Bezzitt chiamansi dai fanciulli Scherno degli Dei(VIII, 56)leggesi Ber
di qualche parte della Brianza gli linghino per chiaccherio dopo mensa.
amenti del nocciuolo, del noce, ecc. Berlinna. Berlina.
Bèrla. V. Càpia (gerla). Giugà a la berlinna. Fare alla berli
º
Berlénga. Berlinga. Moneta d'argento, na("ſior. lucch.). Specie di giuoco usa
Berlinga. d'origine forestiera e pro tissimo farsi nelle veglie. Messo uno
babilmente veneziana, introdottasi co dei giocatori in un angolo della stanza
me tale nella nostra città verso i primi designato per luogo di berlina, un
anni del secolo decimosesto, come si altro va a chiedere in segreto a cia
può rilevare da una Grida milanese scuno dei compagni di giuoco per quale
del 14 giugno 15o8, che la fa equi motivo credano essi che il tale sia alla
valente a soldi nostrali d'allora quat berlina; indi, raccolto ch'egli ha il
tordici e mezzo. In seguito, coniata sentire di tutti, va a dirlo ad alta voce
anche fra noi, passò a rappresentare al primo ch'è in berlina, senza però
la lira di venti soldi, e se ne vede nominare persona, quegli, uditi i mo
menzione ne pubblici bandi fin verso tivi addotti da compagni, ordina che
la metà del secolo decimosettimo e si metta alla berlina in luogo suo
non più. Ne erano di due specie: quel tale che ha messo in mezzo il
l'una collo stemma del ducato, l'altra motivo che più gli scottò; il racco
coll'effigie d'un sant'Ambrogio a ca glitore de pareri nomina allora colui
vallo. La Berlinga era propria anche che addusse il motivo in quistione, e
delle zecche di Mantova e del Mon questi è obbligato a sottentrare all'al
ferrato; e di essa rimase un ultima tro nella berlina ; e così ricomincia
memoria sino alla metà del secolo il giuoco, il quale si continua a pia
scorso presso i Bresciani nel loro Ber cimento,

lingòt, moneta già reale e poscia di Mett in berlinna vun. Mettere alla
venuta ideale e sinonima di lira. Una berlina; e fig. Battere la cassa ad
grida milanese del 16o2 la dice Bar dosso a uno, cioè sparlarne.
linga. Forse tra la famiglia del Ber Berlinna . . . . Sp. di carrozza a quattro
lingaccio e le Berlinghe è più affinità ruote che ha la cassa raccomandata
BER (94) BER
a due cignoni assai forti di cuoio e ce ne convince l'esempio portato dal
tesi per modo da levare ogni inco l'Alberti enc. alla voce Pergoletta. V. –
modo di scosse a chi v'è dentro. Dal L'Inferr. App. descrive il bersò quando
fr. Berline. dice: «Aveva oltr'a ciò in questo
Berlòcca(Battla)... . Batter la cassa per p
giardino per di molte parti viali
chiamare i soldati al rancio. » diritti e belli coperti da graticolati
Berlùmm. Barlume – Avèghen on ber » volti a botte, sopra i quali cammi
lumm.Averne una tintura. Avere super » navano diverse piante di verzura
ficiale notizia o perizia di checchessia. » e di viti. » V. Alb. enc. in Grati
Bernafùs. V. Barlafùs. colato e Cupola – Il Soderini lascia
Bernàrda. Voce di gergo che vale Notte. credere che possa dirsi anche Rosta;
Bernardón. Baggèo. V. Badée. e a nostri giorni pare che alcuni To
Miser Bernardon. . . . . . . Dicesi scani dicano volg. Cerchiata, chè ce
di chi sia pien di mali, d'un pove lo fanno presumere la ch. Milesi Mo
raccio tutto magagne, d'una Rozza jon nel suo Vocabolarietto da fanciulli
dell'Apocalisse direbbe il volgo tosc. annesso all'opera dell'Edgeworth, e
Bernardón. Catorzo(Gagl. Voc. agr.). Mes il Gagliardo nel Vocab. agronomico.
sa di vite più vigorosa la quale, ben Bersorin. Dim. di Bersò. V.
cresciuta sul tronco dell'anno prima, Bèrta. Cecca. Taccola. Putta. Mulacchia.
è allontanata dal filare e tesa da un Gàzzera. Uccello noto che è il Corvus
gabbiuolo all'altro, o raccomandata monedula Lin. Dalla loquacità di questo
pe suoi vari rami a pali forti e rami uccello siam passati a dire Berta a un
ficati a foggia d'alberi. Questa messa linguacciuto, e Berta la ciarla, ed
così disposta, se non riesce troppo anche la lingua stessa che dà in ciarle.
aduggiata, frutta di molta uva. Mctt la berta in sen. fig. Ammutolire.
Bernazz o Barnàsc. Paletta. Pala da fuoco. Fà mett la berta in sen. fig. Chiu
Ferro noto che s'adopera nel focolare. der la bocca. Far tacere e convincere.
Dal lat. Prunatium dice il Var. mil.; Bèrta. Vesciona. Svesciatrice. Vesciaja.
ma forse meglio dallo svizzero Ber Donna che ridice tutto quello che
nase o Bernaase. sente dire. Presso noi dicesi medesi
Bernazzàda o Barnasciàda . . . . Quella mamente Berta anche ad un uomo di
quantità di checchessia che si prende tal carattere. In questo significato pare
in una volta colla paletta da fuoco. usata la voce Ghiandajone dal Buo
Bernazzin. Palettina. narroti nella Fiera (IV, 4, vers. 2).
Bernazzìn de cuntéra. V. in Cuntéra e Pàla. Bèrta. Giarda. Natta. Beffa. Fà la berta.
Bernazzin per Spazzalimaja. P. Fare la giarda o la beffa. .
Bernazzon . . . . . Gran pala di ferro, Bèrta. Bertuccia. V. Scimbia.
con risalti alti un quarto di metro da Bèrta. gerg. Tasca. Sacca. Saccoccia.
tre lati, di cui il fornaciajo si serve Mett in berta. Intascare.
per estrarre le brage dalla bocca della Bèrta. Berta. Nome proprio.
fornace e buttarle a freddare nella L'è minga pù el temp che Berta
sciuga (foppa). filava. Non è più il tempo che Berta
Beròtt. Agnellotto. filava. Non è più il tempo di Barto
Beròtt. V. Ghindanna ed ilza. lomeo da Bergamo. E finita la vignuola
Berottèll. Agnelletto. o la cuccagna. Altri tempi altre cure.
Bersàj. Bersaglio. Berzaglio. Luogo dove E vale che i tempi sono mutati.
si va a colpire a segno colle armi Bertà. Sbertare. Svertare. Svesciare. Ridire
da fuoco per esercitarsi al tiro. quanto un sente dire.
Bersò. Pèrgola. Pèrgolo. Pergolato. Dal Bertagnin. Baccalà. Baccalare. Merluzzo.
fr. Berceau. Che Pergola si possa dire V. Merlùzz. -

non che d'ingraticolato di viti, d'ogni Bertavèll (o Baltravèll o Bartabèll o Bar


sorta di fiori o piante a quel modo tavèll). Bertorello. Cestella e corrot.
foggiati, oltre all'uso com. di questa Bertabello. Sp. di rete armata su quat
parola tra i Fiorentini in tale senso, tro cerchi di legno, fatta a imbuto e
BES (95) BES
col ritroso (la borsetta) per cui en Bescantà. Biscantare. Biscanterellare. Can
trato il pesce non può più uscirne. tacchiare.
V. anche Baltravelléra e Bartavèlla. Bescantàda(Dagh ona). Fare un biscanto
Bertegojà. Lo stesso che Bettega. V. o un biscanterello. Biscantare.
Bertegora- v. a Limbello. Lingua. Beschizi. Capriccio.
« Tucc dan sù a la pesg – » Mennen la Beschiziàss. Pigliare o Montare o Saltare il
bertegora a coo pu bell.» (Mag. Fal. Fil.). grillo. Entrare in valigia. Inciprignire.
Bertinna. Ad. di Vàcca. V. -
Scorrubbiarsi. Imbuzzire. Intronfiare.
Bertoci(Consolà). Alzare il fianco. Man Beschiziòs. Piccoso. Schizzinoso. Scorrub
giare. Pacchiare. bioso. Tenero. Permaloso. Fastidioso.
« Desporu che tugg han consolaa bertocu Capriccioso. Facile a entrar in valigia.
» E lentaa el sgroffolà.... » (Mag. Fal. Fil.). Bescin. v. cont. V. Berin.
Bèrtola. T. di Giuoc. Cartaccia. Nome Bescoeücc in alcune parti del contado
di ciascuna di quelle carte che non per Belegòtt. V.
fanno giuoco. Nelle carte da tressette Bescòtt. T. de Cast. Quasi lo stesso che
p. es. le carte segnate coll'otto, col Belegòtt. V., con questa diversità che
nove, col dieci sono cartacce (bèrtol). i Bescòtt non sono mai vizzi come
Bertóla. Baggeo. V. Badée. talora diventano i Belegòtt.
Bertón. Voce che sul lago di Montorfano Bescòtt e Bescottin. T. de Ciambell. Bi
è sinonima di Pesspèrsegh. V. scotti. Biscottini. Di questi dolci si
Bertonà. Zucconare. Il Giul. lascia luogo hanno fra noi le specie seguenti:
a credere che questa voce provenga Bescott . . . . Sono quadrilunghi,
da Bretonare, cioè dall'uso introdot larghi, alti, e di sola pasta con uova.
tosi in Italia di radere la barba ad Bescottin fin o d'amalàa o de No
imitazione de Bretoni, di cui il papa vara. . . . . Sono sottili, bislunghi,
Gregorio x1 mandò in Italia un eser ovali, e di sola pasta con uova.
cito. Forse, dice l'esimio Felice Bel Bescottin d'ànes . . . . . Si fanno
lotti in alcune sue postille al mio diz. a pani così come il marzapane e la
gentilmente comunicatemi, Bertonà pastaspagna, e dai pani si ritagliano
proviene dal Bertone ital. in senso di questi biscottini che rassomigliano
cavallo colle orecchie tagliate. tanti listelli quadri e non più grossi
Bertonàa. Zucconato. Tagliato. Bertone. e larghi che un dito. Sono di pasta
Dicesi di chi ha tagliati sino al vivo con uova ed ànaci.
tutti i capelli. Bescott secch. Biscottin biscottato?
Bertonadùra. Zucconatura. Zucconamen Bescòtt (Pan). Pane biscotto. V. Pàn.
to. Il Zucconare. Bescòtta. Ad. di Càrta. V.
Besàsc. s. m. Cencio. Straccio. Bescottà. Biscottare.
Besàsc. s. m. Dappoco, ed anche Cattivo. Bescottàa. Biscottato.

Besàsc. s. m. di gergo. Pene. Mentula. Bescottaria . . . . . Nome collettivo dei


Besàsc. add. Logoro. Cencioso. dolci appartenenti alla famiglia dei
Besascént. V. Sbesascént. biscottini.
Bcsascètt. V. Besascin. Bescottin. Biscottino. V. Bescòtt.
Besascia. Donnaccia. Donna di nessun Bescottin de Carsenzàgh . . . . . I
conto, ed anche Donna di mal affare. ciottoli mal pari negli acciottolati sono
Besasciada. Corbelleria. Scempiata. così detti per ischerzo da chi li trova
Besasciaria. Chiappoleria. incomodi camminandovi sopra a pie'
Besascin (che anche dicesi Besascètt e o in carrozza.
Besascioeiù). s. m. Cencetto. Cencerello. Dama del bescottin. . . . . Tra le
Besascioeü. V. Besascin. opere di pietà a cui si danno molte
Besasción. Malbigatto. Bindolo. Malvagio. nobili patrizie della nostra città è
Besasciònna. Donnaccia. Donna cattiva. quella di visitare gl'infermi nello
Besbilli. Bisbiglio. Mormorio. Spedal maggiore per esortarli alla
Besbilli. Frigolo. Frugolino. Fanciullo tolleranza, confortarli, soccorrerli. E
che non istà mai fermo. dall'arrecare che fanno loro in tale
BES ( 96 ) BES
occasione alcun biscottino per aiutarli l'orazione della scimia o della ber
a passar la nausea de medicinali, il tuccia. Tirar giù. Attaccarla a Dio o
volgo venne a denominarle con siſ ai Santi. Attaccarla al ciel del forno.
fatto appellativo. Bestemmà come on can o come on
Mantegnì a freguj de bescottin. V. Arian. Bestemmiar da Turco disse un
Fregùja. poeta pisano.
Bescottin con rosoli. T. de'Confett. . . . Bestemmà. fig. . . . . . Chieder prezzo
Sp. di biscottino regalato di rhum o sim. troppo alto della propria mercanzia.
Bescottin. met. . . . Per es. Rispetta lu, Bestemmàda. Bestemmiamento.
lee l'è on bescottin. A petto a lui essa Bestemmadór. Bestemmiatore, e al pegg.
è uno zucchero (Fag. Forz. Rag. I, 4.) Bestemmiatoraccio.
– El provarà che pocch bescottin. Bestemmadora. Bestemmiatrice.
Proverà qual suzzacchera! V. Nèspola. Bèstia. Bestia – I mee besti per antono
Bescottinaria . . . . . . Nome collettivo masia rappresentano i cavalli al coc
sinonimo di Bescottarìa. V. chiere, i buoi al barocciajo, le vacche
Besèj. Frizzo – Pugniticcio. al mandriano, i porci al porcajo, ecc.
Cascià foeura el besej. Mostrare i Andà in bestia. Entrare o Saltare
denti. Farsi vivo. Risentirsi. o Andare in bestia, cioè in gran collera.
On besej d'ona donna, d'on fioeu, Bestia d'ongia spartida. Animale bi
d'on omm. Una donna stizzosa o ri sulco o fissipede o dal piè fesso.
spondiera; un fignolo (V. Pèsta); un Bestia de latt. Lattonzo. Lattonzolo.
uomo stizzoso o rispondiero. Besti de nodrumm. V. Nodrùmm.
Besèj. Cocciuola. Enfiatura cagionata da Bestia de sòma. Bestia somaja.
puntura di zenzare o simili insetti. Bestia morta a sò lecc. Bestia mor
Besejént. Frizzante. Mordicante. Pungente. ticina, cioè morta di morte naturale.
Besejón. Acc. di Besèj. V. Conoss l'umor de la bestia. V. Umor.
Besià. Pugnere. Appinzare. Mosche, tafani Falla de bestia. Bestialeggiare. Far
e simili insetti besìen, cioè pungono checchessia bestialmente.
col rostro o colla proboscide. Giugà a l'omm e la donna e la
Besià. Frizzare. Mordicare. Pugnere. Eſ bestia. V. in Òmm.
fetto delle cose di sapor frizzante. Il Bèstia o Bestia bolgironna o Gran bestia.
vino generoso el besìa, cioè frizza. Bestia. Bestiaccia. Bestia incantata.
Besiàa. Punto.
Detto per ingiuria alle persone.
Besiadùra. Enfiatura. Cocciuola. Bestiàl. Bestiale. Ferino. Feroce – Be
Besijént. V. Besejént. stievole. -

Besinſi. Enfiato. Gonfio. Enfio. Bestialitàa. Bestialità. Qualità di bestia.


Besiòs. V. Besejént. Carlo Porta disse Bestialitàa. Sproposito da cavallo.
anche (Eucc besios. V. (Eùcc. Bestiàmm. Bestiame. Dividesi in grosso
Besògn. Bisogno. V. Bisògn. e minuto, cioè in buoi, vacche, ecc.
Besognà. Bisognare. V. Bisognà. e in capre, pecore, ecc. Il bestiame
Besonc. Bisunto – Onc e besonc. Unto porcino dicesi contad. Bime.
e bistinto. Bisuntissimo. Bestiàscia. Bestiaccia.
Besonciaria. Untume. Bestioeü. Bestiuòlo. Bestià lo.
Besorà . . . . Così dicesi nell'Alto Mi Bestioeüra. Bestiuola. Besticciuola.Bestiòla.
lanese quello che noi in città diciamo Bestiolin. s. m. Bestiolino. «

Storà. El besòra. Olezza soavemente. Bestiolinna. Bestiolina. Bestioluccia.


Pare tratto dal latino Bis olet. Bestión. Bestione. Bestiaccio. Animalaccio.
Bestèmma. Bestemmia – Delle bestemmie Bestionna. Restiaccia ? “
è proverbio ch'elle fanno come le Bestionòn. s. m. Bestionaccio.
processioni, che ritornano là donde Bestirà. Ritirare. Tira e bestira. V. in Tirà.
elle escono, cioè ridondano in danno Bestirà. l oce contadinesca corrispondente
di chi le pronunzia. alla frase milanese Menà dent. V.Menà.
Bestemmà. Bestemmiare; con voce idiot. Bestirass. Protendersi. V. Destirà.
Biastemmare; e comic. Dire o Cantare Besturlo. Lo stesso che Bastürlo. V.
BEV (97) BEV
Bètta. Elisabetta. Andà a bev on gott insemma. An
Capì Betta per Boeus. V. Boeüs. dar a fare una combibbia. -

Bettéga. v. sost. a. Balbo. V. Bettegoj. Bev a bocchèll. V. Bocchèll.


Bettegà. Balbettare. Scilinguare. Tarta Bev adree. Bere sopra (Redi Let
gliare. Trogliare. Balbezzare. Balbuz tere e Consulti passim). Per es. Se
zare. Balbuzzire. Balbotire. Balbutire. toeu el purgant e se ghe bev adree i
Barbugliare. Balbussare. Linguettare. broeud. Si prende la purga e le si be
Ciancicare. Cincischiare. Parlare in go vono sopra i brodi. È quello che i
la. Dal greco Birro, dice il Var mil. Latini dicevano Superbibere.
Bettegàda. Tartagliata. Bev a on tant al fiaa. Bere a tirate.
Bettegoj. Balbettatore. Balbo. Balbettante. Bere per convento? Nelle annate di
Tartaglione. Balbuziente. Borbigi. Bi vendemmia abbondante usava tra noi
Bettegoja. Balbettatrice. (sciòla. vendersi il vino (portato a spacciare in
Bettegojà. V. Bettegà. città imbarcato sulle acque de'canali
Bettegojàda. Tartagliata. navigli) a un soldo o a un mezzo
Bettegon. Balbettatore. V. Bettegoj. soldo la tirata. Chi così beveva solea
Bettegònna. Balbettatrice. bere a boccale alzato per ingollarne
Bèttola (e anche Boeucc). Bettola. Ta il più possibile senza ripigliare fiato.
verna. Ai des or besogna lassà la Questa usanza, morta fra noi dopo
bettola. Alle dieci è forza stavernare. che l'aumento della popolazione e
Bettolà. Frequentar le taverne. Esser ta del commercio ha fatto rincarare i
Bettoladór. V. Bettolinàtt (vernajo. vini, esisteva forse anche in Toscana
Bettolin. Bettola. Taverna. allorchè vi s'introdusse la frase del
Bettolinàtt e Bettoladór. Bettolante. Bet Bere per convento che io propendo a
toliere. Taverniere. Tavernajo. Che credere equivalente a Bere per prez
ama di frequentare le taverne. zo convenuto alla tirata, e non male
Bettolinètt. Bettoletta. assorellata dai dizionari coll'espres
Bettona. Lo stesso che Bettònega. V. sione Bere a garganella, cioè a boc
Bettònega. Bettonica. Brettònica. Erba cale alzato o a tire-larigot come di
che è la betonica officinalis Lin. cono i Francesi, perchè solo a questo
Vcss cognossuu come la bettonega. modo si può avere sicurezza della
Esser più conosciuto che la mala erba. esecuzione del convenuto; ciò che
Bév. Bevere. Bere – Il bere poco alla togliendo a questa espressione il mar
volta dicesi Bere a scosse; il bere chio di furfantina appiccatole da quel
pochin pochino alla volta Zinzinare, la grande fantasia del Monti la rido
Zinzinnare, Centellare, Sorsare, Bere nerebbe onesta alla lingua illustre
a sorsi, a zinzini, a centelli, a cen della nazione come gliel'aveva appro
tellini; il bere a sorsi assaporando vata quel grande intelletto del Redi –
vivamente il vino è Farci lo scop Uno scrittore pisano dipinge a mara
pietto con le labbia; il bere a boc viglia questo bere a garganella o
cale alzato Bere a garganella o per senza rifiatare nelle ottave 56 e 57.”
convento o Abboccare la zinna del fia del canto IV d'un suo poema.
sco; il bevere sino al fondo Sbevere; Bev come on Turch. F. Tùrch.
il tornar a bere libere, Ricioncare, Bev cont el palmo de la man. Bere
Bere col colpettino; il bere oltre il colle giumelle.
bisogno Cioncare, Trincare, Tracan Bev dent in d'on biccer, ecc. Be
nare, Bombettare, Bombare, Sbombet re in un bicchiere, ecc.
tare; e comic. Far la zolfa per bim Bev domà acqua. Non bere che acqua.
molle o Armarsi; il bere vino la mat Essere astemio, e comicamente col
tina per tempo dicesi comicamente volg. tosc. Bere a sciacquabudelle.
Incantar la nebbia. Ciò ch'è grade Bev-giò. Tracannare. Imbottare. Ber
vole a bere dicesi Bevareccio. Il bere grosso o a cannella o a chiusº occhi.
in compagnia è Fare una combibbia, Bev i bellezz de vum. Bere lo abbe
o nobilmente un simposio. vcraticcio altrui. V. Bellèzza.
l vl. I. I )
BEV ( 98 ) BEV
Bev in bianch. Stare a beverone? Pù che bev e mangià no se pò fà.
Il dare alle vacche acqua tiepida V. Mangià.
con entro crusca o ſarina di segale Toeuj per bev. Eccovi per beverag
o di linseme, onde riaverle se mala gio. Anche i Fr. dicono Pour boire.
ticce, o farle più produttive di latte Vin che se lassa bev. V. Vin.
se sane, è quello che dicesi Fai bev in Vojà-giò de bev. Mèscere.
bianch. Il che si usa anche coi cavalli, Bevascià. Sbevazz tre.
co buoi, ecc. specialm. per rimedio. Bevasción. Beone. Trincone.
Bev in la tazza de sant'Ambroeus. Bévera. s. f. (v.brianz.). Beveratoio. Ab
V. Tàzza. beveratoio – In Brianza dicesi Bevera
Bev-sù. Sorbire. Per es. Bev-sù i per eccellenza quel fiumicello formato
oeuv. Bere uova. Sorbir le uova. dagli scoli dei monti di Nava che cor
Chi pù bev manch bev. Chi più beve re tortuosamente da est a ouest e si
meno beve (così il Guadag. nelle sue getta nel Lambro poco lungi da Bren
Poesie II, 164). Poco vive chi molto no. Da esso ha nome la Madonna d'Im
sparecchia. Verità poco osservata la bevera (cioè Madonna in Bevera), san
quale è passata in proverbio per esor tuario di poca appariscenza, ma assai
tare a temperanza in ogni materia. frequentato dai Brianzuoli ne giorni
Dà de bev. Dare bere. Dar da bere. sagri a M. V. SS., e l'8 di settembre
Dare a bere. anche da molte persone del bel mon
Dà de bev ai besti. Abbeverare do delle città di Milano, di Bergamo
le bestie. e di Como, le quali v'accorrono per
Dà de bev ai fior, a l'insalatta e quella specie di festa di cui il ch.
simili scherz. Abbeverare? Annaffiare Ces. Cantù ha diffusa la celebrità colla
i fiori, l' erbe da insalata, ecc. sua Madonna d'Imbevera. È da notarsi
El bevarav anca el Navigli. Farebbe però che ne colli e ne'monti briantei
a bere coi nugoli. dalla Bevera antonomastica già detta
El l'ha bevuda-sù. L'ha gabellata; passarono a denominare Bevera e Be
cioè l'ha creduta. verètta vari altri rivi e torrenti pur
Fà a chi più bev. Gareggiare a chi chè poveri d'acque, a tal che quel
più imbotta o tracanna. nome specifico è quasi passato fra
Fà bev o Fà bev-sù quejcossa a vun. quelle genti in generico.
Dare bere o Dare a bere checchessia Beveràgg. Beveraggio. Mancia per bere.
ad uno, cioè fargli credere ciò che Beverètta. V. Bévera.
non è, dargli ad intendere il falso. Beverón. Beverone. Intriso d'acqua e fari
Fà bon bev. v. cont. Dar buon bere. na che si dà a cavalli e a buoi affaticati
Quello che noi in città diciamo Fà o malaticci. V. Bev in bianch sotto Bév.
somejà bon el vin. V. Somejà. Beverón . . . . . Miscuglio di paglie di
I pàver mennen a bev i occh. V. grano e di ſoglie di granoturco sec
CCa. che, trite e intrise in acqua calda e
La bevi minga sù vè. Oh non la crusca, che serve di cibo invernale
beo. Non ci sto. Non la calzo Non alle bestie bovine. Egual nome si dà
la gabello. Non l'infiasco. Questo piè alle stiacciate o panicce di sansa di
non mi va da questa gamba. Cioè non lino o ravettone polverizzate, impa
credo ciò che tu vorresti darmi a state e servite alle bestie in pari
credere. modo. E nella prima e nella seconda
Lassass menà a bev. fig. Lasciarsi specie di beveron s'introducono anche
infinocchiare. scorze di zucche, foglie di cavoli, .
Mangia, bev e caga, e lassa che d'insalate, o altri rifiuti di verdure;
la vaga. V. Lassà. e ambedue s'intridono talora nella
Menà a bev vun. fig. Infinocchiare. lavatura de piatti la quale come più
Ingarabullare. è crassa così più peggiora la condi
N"occorrziſfolà s'el cavall nol vocur zione saporosa del latte che dà po
bev. V. Ziiiolà. che ore dopo quella vacca che se ne
BIA (99 ) BIA
ciba – La Pagliata dei diz. non cor Biàcca. Biacca. Dà-sù labiacca. Imbiaccare.
risponde pienamente a questo nostro Biàda. V. Biàva.
Beveron; meglio si tradurrebbe, se Biàdegh. Nipotino. Figlio del proprio
non erro, colla voce Mescolo, che figlio. Il Ferrari dice che la nostra
suppongo fiorentina e che è usata dal voce possa provenire dal lat. feud.
Gallizioli (Istit. bot. III, 257) in senso ex avo, aviaticus, abbiatico.
affine di molto; o forse ancora meglio Biadètt. Biadetto. Sp. di color azzurro.
si volterebbe in Pastone, voce ch'egli Bianca. T. di Stamp. Bianca. Cartabianca.
stesso usa in tale significato nel me Così chiamasi quella parte di un fo -
desimo luogo poche righe più sotto. glio da stampa che si tira per la
Beverón . . . . . Vetrai e vasai danno prima, e in cui per ordinario stanno
questo nome a quell'antenitorio o le pagine 2.º e 5.”, e chiamasi così
sia a quell'orciolino di vetro con bec perchè il foglio resta bianco nella
cuccio, del quale si fa uso per dare parte posteriore finchè non siasi stam
a bere a quegl'infermi che non pos pata anche la volta – I Franc. dicono
sono bere da sè, e ciò per via di Seconde, Cóte de deux et trois, Deux
quel beccuccio che s'introduce loro et trois, Prime, Papier blanc, e i Ted.
nella bocca. Forse è da dirsi coi diz. Schöndruck.
Beccuccio, e forse Bevuta (ambedue Biànca de pes. voce di gergo. Nulla.
in sig. di vasi). Biànca (La sura). in gergo. . . . . Neve.
Bevidór. Beone. Gran bevitore. Bianca.Ad di Pàgina,liga, Arma, Càrta.V.
Bevidóra. Beona. Biancaria. Biancheria.
Bevidorón. Beonaccio. Trincone. Bevitor Biancaria de tavola. Biancheria da
solenne. Pecchione. Trinca. Cioncatore. tavola.
Trincatore. Cinciglione. Biancaria operada. Biancheria tes
Bevidorònna. Beona solenne. suta a opera.
Beviroeü. Abbeveratoio. Beveratoio. Va Biancaria solia. Biancheria liscia.
setto che si tiene pieno d'acqua agli Biancaria de Fiandra. Biancheria
uccellini nelle gabbie, e ai polli nei damascata.
truogoli, affinchè vi si possano abbe Biancaria che ha ciappaa el giald.
verare.
Biancheria imporrata.
Bevirolin . . . . . Picciolo beveratoio. Biancaria a uso de Fiandra. Bian
Bévola dicono alcuni per Béola. P. cheria tovagliata.
Bevùda. Bevuta – Bevimento, Bevizione, Donna che lavora in biancaria. V.
Bevitura, Bibita sono pur voci affini. Lavorà.
Dagh o Fà ona bevuda impiccada. Fa Biànch. s. m. T. d'Oref, Arg., ecc. Bian
re una beveria o due tirate da Tedesco. chimento. Composto d'acqua, taso e
Bevudinna. Bevutina. sale a uso di bianchire. V. Sbiànca.
Bèzza. v. cont. br. per Bèra. Pecora. Biànch. s. m..... Quel vano che lasciasi
Bèzza. s. ſ. v. cont. . . . . Quella coda in un rametto per incastrarvi una let
di capegli assai lunga e fasciata che tera iniziale d'opera o di capitolo
nel secolo scorso era di gran moda d'opera. Il Passe-par-tout dei Francesi.
tra ragazzi di città e che oggidì è Bianch de guss d'oeuv. Bianco di guscio.
rimasta a quelli del contado i quali Biànch de l'oeucc. Albuggine.
spesso chiamano anche Bezza la Biba. Biànch de l'oeuv. Albume.
P. La voce probabilmente ci è ve Biànch de l'ongia. Lunetta(nell'uomo).
nuta dal Piemonte ove chiamano Be Tuello(nelle bestie).
scia d'cavej una ciocca di capegli. Biànch(de sbiancà). Bianco.
Bezzin. v. cont. br. per Berin. V. Penell de bianch. V. Penèll.
Bezzin. v. cont. Trecciuola. Quella me Biànch di oss. Tenerume.
desima treccetta di capegli che altri Biànch. Bianco – Ciò che è molto bian
dicono Bibìn. V. co dicesi in senso avvilitivo Biancoso,
Bezzitt. V. Beriti. e in huon senso Albo o Candido. Ciò
Bia. Lo stesso che Bio. V. Dinna. che è poco bianco dicesi Bianchetto.
BIA (Ico) BIA
- Bianchiccio. Biancuccio. Albiccio. Sot Bianch. Ad. d'Argent, Or, e simili. T.
tobianco. Albino.Albicante. Albeggiante. di Zecca e Oreſic. . . . . . Vale già
Ciò che trae al bianco Biancastro o bianchito, ripulito dall'imbratto della
Biancolino. Fare bianco dicesi Bian fusione.
care o Inbiancare. L'uom troppo Biànch. Ad. di Fiör, Pàn, Pés, ecc. V.
bianco dicesi un Biancone o Bianca Bianchéra(detta da altri Albéra). Treb
strone. Con voci poet. e ditir. chi ha biana. Sorta d'uva che forse è l'Al
braccia candide è detto persona Bian biglio dell'Alberti.
chebraccia, e Biancovestito chi in Bianch-e-róss. sost. m. Trombettiere. Ban
dossa abiti bianchi. ditore. La bandiera municipale mila
Bev in bianch. V. Bév. nese è di due colori, bianca e rossa;
Bianch come on liri o come el le assise de banditori municipali imi
lacc o come la nev o come on gius tano la bandiera, e di qui tal loro
sumin. Candido. Lattato. Bianco come nome fra il nostro popolo.
un panno curato o come la neve o Bianchètt. Gesso da sarti.
come il latte. Bianchètta. Camiciuola. Farsettino di
Bianch de latt. Bianco lattato. pannolino, bambagino o lano che si
Bianch e ross come el latt e vin. porta sotto gli altri abiti per difen
Di latte e sangue. -
dersi dal freddo. Alcuni l'usano di
Coeus in bianch. Lessare, e parlan pannolano rosso, e in allora lo chia
dosi di pesci, Trotare. mano la Rossetta. Per gli uomini è giub
De pont in bianch. Per appunto. boncello; per le donne vesticciuola.
Nel punto in bianco. Nè più nè meno, Bianchettin. s. m. Dim. di Bianchetta. V.
Biancònna. Ad. d' Ùga. P .
nel suo vero punto.
Deventà bianch come on pann lavaa. Biancùmm. ger. Argento.
V. in Pànn. Biancùsc. Biancore. Biancume.
Fà bianch. Bianchire. V. Sbiànca. Biassà. Biasciare. L'iniziativa del ma
Lassà in bianch. Lasciare in bianco, sticare, o il masticare stentato.
cioè Lasciar lacune nelle scritture. Andà adree a biassà. Biascicare. An
Lassà in bianch. fig. Lasciar uno in dar biascicando.
difetto di checchessia. Per es. El m'ave Biassà i paroll. Biasciare le parole,
va promiss de damm quel liber, e poeü cioè profferirle stentatamente.
el m'ha lassaa in bianch. Avea pro Biassà patèr. Digrumare paternostri
messo di prestarmi quel libro, ma poi (così l'Alb. enc. in Coroncione). Spa
me ne lasciò in difetto. ternostrare, e per estensione Biasciare
Lassà in bianch . . . . . . . Frase avemmarie.
Biassà la bria. V. Bria.
propria del foro criminale e di buon
E biassa che te biassa. Biascia e
governo (polizia), e vale Dimettere
alcun processato a processo aperto biascia. E via va biascicando.

per mancanza di prove sufficienti; o Foresetta che biassa. Forbice che


condannarlo a tempo indefinito in via trincia, cioè che non taglia netto.
di buon governo a precetto o deten Biassà. Boccheggiare. Mangiucchiare.
zione per mancanza di prove squisite. Biassàa. Biasciato – fig. Trinciato.
Lavorant in bianch. V. Lavorànt. Biassàda. Biasciamento.

Mett del bianch in d'ona pagina. Biassadinna .... Un po'di biasciamento.


T. di Stamp. . . . . Spazieggiare una Biassagazzètt. s. m. . . . . Un che biascia
pagina, allargarne le righe. gazzette, a quel modo che dicesi
Mett el negher sul bianch. fig. V. biasciar musica, avemmarie, ecc.,
Négher. -
cioè uno che legge e rilegge conti
Oeuv cott in bianch. V. (Eùv. nuamente i foglietti pubblici.
Tirà al bianch. Albeggiare. Bian Biassapatèr. s. m. Labbreggia paternostri
cheggiare. Tendere al bianco. (Ruspoli). V. anche in Biassà.
Vorè provà ch'el negher el sia Biassarosari. Coronciaio. La nostra è una

bianch. l . Négher. bella voce coniata dal Porta nelle sue


BIB ( 1 oi ) BIC
Terzine in morte del consiglier di stato lutifere – La Bibita dei diz. vale
cavalier Stanislao Bovara. Chi biascia Bevuta, bevimento. -

rosari, chi recita del continuo corone. Bibliotecàri. Bibliotecario – Gli Animali
Biassònn. Nome proprio di paese che parlanti del Casti hanno resa comune
s'usa nella seguente frase: Andà a questa voce, e nel nostro dialetto
Biassonn (che anche diciamo Fà dent e ne volgari di quasi tutta Italia, nel
la tomma, o Mangià sora) Appiccar significato metaforico di Topo.
alle mani. Far agresto. Approvecciarsi. Bibliotècca. Biblioteca. Libreria pubblica.
Fare una vindemmia anticipata. Dicesi Bicc (che anche scrivesi Bigg). Ceppo.
di quell'avanzo illecito che fa taluno Pedale. Il tronco dell'albero dalla ra
nel fare i fatti altrui, o quando man dice alla forcatura, che i Brianz. di
dato a comprar roba, dice di avere cono Toeir, e i Verbanensi Bora.
speso più di quello che non ha realm.° Biccér. Bicchiere, e in gergo Bòssolo –
Biàva. Biada. Vena. Avena. Cereale noto, Chi fa bicchieri dicesi Bicchierajo –
cioè l'Avena sativa Lin., il cui grano I bicchieri di forma imitante altri
si dà a mangiare alle bestie da soma. arnesi sono detti Bicchieri a foggia;
Noi intendiamo per Biava la sola Vena tali sono i Malinelli, gli Spilli, i Bor
o in erba o in grano, e non estendia bottoni, i Buffoncini, i Zampilletti, ecc.
mo la voce, come i diz. ital., a ogni Rocca. Bocca - Cuu. Fondo = Orlo.
specie di cereali – Il campo semi Labbro = Panscia. Mascelle (Bino Rime).
nato a biada dicesi imbiadato. Biccera caliz. Bicchiero a ferrajuolo,
Biava seguenta . . . . Biada di bel Calice (V. Alb. enc. in Calice).
l'aspetto. Biccer col labro d'or. Bicchiere
La menestra l'è la biava de l'omm messo a Oro,

. . . . . . . Dettato che avvisa cibo Biccer cont el collarin o senza el


utilissimo all'uomo la zuppa: è un collarin. V. Collarin.
tacito confronto dell'uomo colla bestia Biccer de caccia . . . . . . Sp. di
da soma; a questa fieno e biada, al piccolissima navicella fatta di cuoio
l'uomo pane e zuppa, che noi dicia che i cacciatori si tengono in tasca
mo minestra ogni volta che non è ripiegata, e di cui si servono, aperta
pane in brodo, ma riso e legumi che l'abbiano, per cavare da una
cotti nel brodo. -
fonte o da un rivolo l'acqua da dis
Biàva salvàdega. Paleo. Erba graminacea setarsi. È la Tasse pliante de cuir dei
che Targ. Toz. chiama anche Fora Francesi, la Bolsa turca degli Spag.,
sacco peloso. È il Bromus mollis de'bot. e fors'anche il Bicchier di cuoio del
Biava salvàdega per Erba guzza. V. Bino(nelle Rime del Berni II, 224).
Biavaroeü. Biadajuolo. Biccer de cristall molaa. Bicchiere
Biba (o Bèzza). v. cont. . . . . Quell'in martellato? Bicchiere di cristallo ar
rotato.
trecciatura de capegli deretani che
si direbbe Coda se fosse fasciata con Biccer de tavola . . . . . Bicchiere
nastro, e che invece è legata nelle di mezzana grandezza come usa alle
sole estremità con una semplice fu mense ben costumate. -

nicella, e le più volte ha il corredo Biccer de veder. Bicchiere di vetro.


dei così detti bibitt. V. Bibin. (Bino Rime).
Bibin v. c. . . . . Quell'acconciatura di Biccer de vin forestee . . . . Bic
capegli nelle ragazzine che si direbbe chiere la metà grande che non siano
Biba se fosse più ricca di capegli, gli usuali da tavola: tiene il mezzo
ed anche Ciascuna di quelle treccio fra questi e i bicchierini da rosolio.
line che dal capo della trecciuola o Biccer lavoraa. Bicchier lavorato
della treccia si bipartono e vengono (Bino Rime). Di siffatti bicchieri altri
alle tempie, le quali diconsi Cornitt diconsi lavorati a costole, altri a can
se siano povere affatto di capegli. toni, altri a liste, altri a reti o reti
Bibita. Bevanda. Ciò che si bee, e spe celle, altri a nodi, ed altri dipinti,
cialmcnte parlandosi di bevande sa profilati, ecc.
BIC ( 1o2 ) BID

Biccer panaa. Bicchieri diacciati(Ma staggi = Biroeü. Naso – Baslottell. Cio


gal. Lett. scient. II, 171). Quelli che toletta. Ciotolino.
ad arte sono appannati e scabri quasi Bicocca de sarà-sù. Arcolajo che si
a similitudine di ghiaccio. ripiega. Quello che non ha crociere,
Biccer pien a ras o senza collarin. ma sibbene sole costole congiunte
Bicchier pieno. fra loro per le estremità, le quali si
Biccer sòli . . . . . Bicchiere non allargano e si ripiegano a piacere.
lavorato. Mett l'ascia su la bicocca. Agguin
Cuu de biccer. fig. Pietra di Vetralla. dolare. Accomodare la matassa sul
Così dicesi per ischerzo una gemma di guindolo o sia sull'arcolajo.
vetro, e in generale ogni gemma falsa. Streng e slargà i coss come se fa
a S'avvide che colui che fece l'anello cont i bicocch. Come i mantici, una
» guastò un candellieri, e che la prie volta sì e una volta no. Dicesi di chi
» ta era stata trovata nelle montagne è instabile e or vuole or disvuole,
» di Vetralla - dice il Firenzuola nella ora dice ora disdice una cosa.
nov. 8.” Da un poeta pisano siffatte Bicoccà. Barcollare. Scrollare. Tenten
gemme sono dette Gemme o Diamanti nare – Dal gr. Mixoxèo dice il Var.
di Murano, per allusione alle fabbri mil. del 16o6; dal gr. Bixox è o quello
che di conterìa che sono in quel paese. del 175o; in ambi i secoli però con
El biccer de la staffa. V. Staffa. induzione strana e con grecità tratta
Biccér. Bicchiero. Quanto liquore cape non so donde.
in un bicchiero. Bicoccà. ger. Arcolajarsi. Balenare. V.
Biccerin. Bicchierino. Bicchieretto. Bic Fà arma visconta in Arma.
chieruolo. Dim. di Bicchiere. Per es. Bicoccàda. Barcollamento. Dagh ona bi
Biccerin de rosoli. Bicchierino da roso coccada. Barcollare. Dagh bicoccad
lio – Talvolta è semplicemente vez de lira. Andare barcollon barcollone.
zeg. Per es. Béven on biccerin. Bé Bicocchin. Dim. di Bicòcca. V.
vine un solo bicchiere. Bevine solo un Bicocchin (Fà). Girare in tondo(“fior).
bicchierino. Far bindolo(“lucch.). Certo giuoco
Biccerón. Bicchierone. Bellicone. Tonfàno. che si fa prendendosi in due per le
Calicione alla tedesca. mani e girando al tondo precipitosa
Bicceròtt. Bicchierotto. Acc. di Bicchiere. mente. Forse non sarebbe detto male
Bicciolàn. Bozzolào. Bracciatello. Brac anche Far mulinello o Arcolajarsi.
ciatella. Ciambelletta. Sorta di pasta Bicòrnia. Bicòrnia. Specie d'ancudine
dolce. In Vercelli si ſanno del biscot a due corna lunghe e non tanto gros
tini i quali diconsi Biciolàn: forse la se, l'uno conico, l'altro piramidale,
voce nostrale è venuta di là. di cui servonsi gli artefici per lavo
Bicciolàn. Fuseràgnolo. Uom lungo e rar di tondo que metalli affocati che
magro – In sig. di Badee. V. male potrebbero attondare sulle corna
Bicciolàn. gergo . . . . . Il dito indice tozze delle ancudini ordinarie. Tal
della mano. -

volta la Bicornia è anche parte di


Bicciolànna. Ad. d' Ùga. V. queste ultime ancudini.
Bicòcca. Arcolajo. Bindolo. Guindolo. Bidàn. Badile. Scarpello augnato o a
Strumento noto – Su la bicocca se scarpa. Alcuni dicono anche viziata
ſa-giò el reſ; cont l'aspa el se fa-sù. mente Pedano trattivi dal francese
Coll' arcolajo si dipana; col naspo Bec d'aine che noi voltammo in Bi
s'ammatassa. S adopera l'arcolajo per dan. Scalpello parallelepipedo a due
aggomitolare o incannare il filo am sbiechi di cui gli " fanno uso
matassato; s'adopera il naspo per per avviare i cavi da calettatura, ecc.
mettere il filo in matasse – Ne diz. Ne ha di più specie e grossezze, come
Bicòcca significa un forte, una terra, Bidan de trii o de quatter pont.
un luogo di poca importanza. . . . . . . Badile grosso 3 o 4 punti
Pè. Toppo. Base. - Ferr. Fuso - Bidàn di bajonètt de uss. Badile
Bacchett. Costole = Travers. Crociere. da incassar ferri.
BIE ( 1o3) BIG
Bidé . . . . Mobile di moderna inven Mett dent in la biella. Integamare.
zione, che consiste in un lavamane Bièlla dicesi anche di quella specie di
a scaſa, con entro una catinella pure terra di cui sono composti i vasi così
scafoidea, retto da quattro peducci e detti bièll o biellitt, ecc.
coperchiato. Se ne servono spec. le « A part gh'è ona panéra
donne per la pulizia. Dal fr. Bidet. » Con sora ona peltrera
Bidèll. Bidello. » Tutta de piatt de biella.» (Bal. Rim).
Bidèlla . . . . . . Dopo l'introduzione Bièlla (Franzés de ). V. Franzés.
delle scuole elementari femminili è Biellàda. Tegamata.
nata fra noi questa voce per deno Biellàscia . . . . . . Tegame ampio ma
tare la servigiale di quelle scuole. brutto; tegamaccio.
Bidòja. v. cont. e spec. brianz. . . . . . Biellàtt . . . . . Fabbricatore o vendi
Specie di polenta molliccica fatta con tor di legami.
farina di granoturco cotta nell'acqua, Biellin. Tegamino.
insalata, e regalata di fagiuoli, foglie Biellón e Biellònna .. . . . Gran tegame.
di cavolo, e simili. Nella Vallassina Dì Biellòtt. . . . . Tegame più fondo che
la bidoja vale dire il rosario, forse per spaso.
chè sogliono dirlo la sera intanto che Biffstècch (che nell'Art. Poet. è scritto
aspettano si cuoca la vera bidoja. Bistècch.) . . . . . Filetto di manzo,
Bidòja (Fà). Far baldòria. tagliato in fettoline sottili, messo per
Bidón . . . . . . Nome di que vasi di qualche istante ad arrostire sulla gra
latta bassotti, assai larghi, tondi, tella, che s'imbandisce quasi verde
ellittici o poligonj, usati per conte mezzo. Dall'inglese Beefsteaks che
nere dai dodici ai venti boccali di vi suona Braciuole di manzo. Al filetto
no, aceto, olio, ecc. per nso de soldati. alcuni sostituiscono fette di groppa di
La voce francese, anzi parigina, d'ori culaccio assottigliata a battitoia, che
gine si va oggi giorno dimenticando. inoliate, insalate, impepate o altri
Biéda. Bieta. V. Erb. mente condite arrostiscono pure sulla
Biedràva. Barbabietola. Pianta e radice gratella. -

nota, che è la Beta rubra vulgaris Biga. Biga. La corsa di bigh. La corsa
de'bot. Il Targ. Tozz. la dice anche delle bighe. Col moderno Anfiteatro,
Ravastroni e Barba semplicemente. sorto in questo secolo nella nostra
Noi la diciamo Biedrava forse dal fr. città, il dialetto acquistò anche la
Betterave; i venditori la gridano anche voce Biga.
al pl. Biedrà, Biedrà cott. I contadini Bigàtt. Lo stesso che Cavalér. V.
idioti dell'Alto Milanese chiamano Ca Bigattée. . . . . . Colui che accudisce
ròtola la nostra Biedrava e Gniff la di professione ai bachi da seta. Mol
Caròtola, forse perchè originariamente tissimi Brianzuoli emigrano a ogni
non conobbero che la bietola gialla. aprile e vanno per tutta Lombardia
La specie ordinaria è la già detta: e anche altrove a fare il bigattée.
se ne conoscono però anche le seg. Bigattéra . . . . Luogo disposto esclu
Biedrava bianca. Barbabietola mo sivamente pel lavoro dei bachi da
scadella o bincaa (Targ. Toz. Ist.). La seta. Sono volgari nell'Alta Italia i
Beta pallide virens major del Bauhin. nomi di Bigattiere e Bigattiera.
Biedrava bislonga. Barbe de Cap Bigattéra . . . . . Donna che accudisce
puccini (Targ. Toz. Istit.). È la Beta di professione ai bachi da seta.
rubra radice rapae del Bauhin. Bigavò. Voce bergamasca usata in Brian
Biedrava gialda. Bietola caròta. Bie za per Cór (ceneracciolo). V.
tola gialla (Targ. detto). È la Beta lu Bigg. V. Bicc.
tea major del Baulin e del Tourneſort. Bighèzz. . . . . . . . Sp. di rete quasi
Bièlla. Tegame. Vaso di terra piatto con simile affatto al Riazzocu. V.
orlo alto, per uso di cuocere vivande. Bigia capellée. V. Migia capellée.
Forse dal Biellese donde per avven Bigià. Marinare. Inforcare. Fare forche.
tura ci vennero la prima volta. Bigià la messa, la scoeula, Marinare la
BIG ( I c4 ) BIG
messa, Inforcare la scuola. Il Caro gazioni ne' luoghi rispettivi. Al bi
nell'Apol. a pag. 22o dice Fuggire la gliardo si giuoca in vari modi, cioè:
scuola. Il Guadag. (Rime I, 24) ha A casin. A pallino ( fior). Questo
Salar la lezione. -

giuoco si fa con tre palle, una delle


Bigià in senso fig., cioè di sottrarsi a quali assai più piccola delle altre ch'è
checchessia. Per es. Te la biget minga il così detto casin o balin, e chi pri
vè! t'ee de dimmel. Non fuggi la mo fa sedici punti mediante certe de
scuola ve (Caro Apol a pag. 22o); terminate leggi, esce vincitore. I ter
me l'hai a dire. mini di questo giuoco sono Fa casin
Bigiàda . . . . . . . L'atto del fuggire e Fa casin de quatter. -

scuola, messa, ecc. Ai è men. Ai birilli (* fior). Questo


Bigiadinna . . . ll fuggire scuola, mes giuoco è simile al precedente, colla
sa, ecc. in senso remissivo, escusatorio. sola circostanza di più che nel mezzo
Bigiadór. s. m. l . . . . . Chi per abi del bigliardo si mettono per ritto
º
Bigiadóra. s. f. tudine fugge scuola, cinque cosettini di legno, d'avorio o
messa, ecc., od anche Chi ha per abito simile (detti birilli a Firenze e omen
di promettersi e non mantenersi. tra noi) i quali sono prezzati tanti
Biglia o Bilia e al pl. i Bili. Palla(“tosc.). punti, e chi più ne atterra colla palla
Biglia (col franzesismo del giocatori). dell'avversario, talchè primo giunga
Quelle palle d'avorio colle quali si in complesso a far ventiquattro punti,
giuoca al bigliardo. chè a tanti va il giuoco, quello rie
Bigliàrd. Bigliardo. Quella gran tavola sce vincitore. Termini di questo giuo
quadrilunga cinta di sponde, e tutta co sono Fa i omen e Fa filott.
foderata di panno verde, sulla quale A la carolinna. Alla carolina (“fior).
si giuoca colle palle d'avorio scagliate Questo giuoco si fa con cinque palle,
a mazza l'una contro l'altra. due delle quali bianche, una rossa,
Sponda.Mattonella-Busa.Biglia.Buca. una turchina o verde, ed una gialla,
Fà bigliard. Ambigliardare (così nel e tutte queste palle sono prezzate il
l'Alb. bass.). Dicesi allorchè battuta valore di tanti punti, cosicchè il giuo
colla nostra la palla dell'avversario co consiste nel mandarle con certe
accada che ambe le palle corrano determinate leggi nelle buche del bi
parallele a una meta. gliardo, e chi primo tante ne manda
Giugà al bigliard (che da alcuni quante arrivino ai quaranta punti, ai
vien anche detto Giugià al trucch). Gio quali d'ordinario va la partita, quegli
care al bigliardo o al trucco a tavola. I riesce vincitore – Jouer di la caroli
termini di questo giuoco sono nel no ne dicono anche i Francesi.
stro dialetto i seguenti: Busa, Bricolla, A la carambòla. Alla carambola
Biglia, Stecca, Strusa, Curt, Mezz, (*fior). Questo giuoco si fa con tre
Longh, Longhissem, Mettes, Mettuda, palle, due delle quali bianche, ed
Imballà, Imballadura, Colla o Colleg, una rossa, ed ha quasi le stesse leggi
Mett, Cascià, Mandà e Vess a colla, dell'altro detto a pallino. Termini di
Fà la biglia, Fa partidon, Perdes, questo giuoco sono Stà dent de la
Andà-sù, Perdita, Anda in busa, Saltà stacchetta, e Fa carambola o Caram
faeura, Scappa la stecca, Saltà, Vess bolà – Anche i Francesi dicono Jouer
in balla, Fa bigliard, Filà, Giuga sott d la carambole.
gamba o sott man o manzin, Anda A la pòl. Alla corda(“fior.). Que
giò, Batt, Battuda, Toccà, Fà balin, sto giuoco si fa da molti giocatori
Fall, Colp fals, Anda-sott, Passà el insieme, i quali tutti portano un nu
mezz, Ciappà on quart de biglia o mero progressivo, e tirano la loro
mezza biglia, Batt o Ciappa de fac palla un dopo l'altro, e continuano
cia o in faccia, Batt o Ciappa de cuu, così fin tanto che avendo tutti per
Giugà de cuu, Andai a rost, Zucche duto i punti convenuti da prima,
rin, Ternari, Repicch, Rcdoppi, Bi l' ultimo rimane vincitore di tutta la
gliardee, de quali si leggono le spic posta. Si fa anche questo stesso giuoco
BIG ( Io5 ) BIN
da più insieme e con due sole palle – Bigottisma. Bacchettonerla. Bacchettoni
Termine di questo giuoco è A morì – smo. Santocchieria. Il Cesarotti nel
Anche i Francesi dicono Jouer d la Saggio sulla filosofia delle lingue usò
poule – Fà ona pól. Far una corda anche Bigottismo.
(“fior.), cioè fare una partita al giuoco Bigottón. Pinzoccheróne.
così detto della corda. Bigottònna. Pinzoccheróna.
Bigliardée . . . . . Colui che sta a no Bij. Plur. di Bèll. Begli. Be'. Bei. Belli.
tare i punti ne giuochi venali di bi Bila. Bile.
gliardo – Dal fr. Billarder. Bilds. Bilioso – Adiroso. Stizzoso.
Bigliardée . . . . . Chi tiene giuoco di Biloeu. Billo? Lo stesso che Poresìn. V. –
bigliardo. I diz. hanno Billi billi voce per chia
Bigna. Voce usata nella frase Vess de mare i pulcini, ecc.
cocch e de bigna. Essere un tecomeco, Biloeü biloeu. V. Bloeubloeü.
un tamburino, cioè doppio, finto. Bimestràl in forza di sost. m. . . . . . .
Bigné. . . . . . . . Specie di frittella di Negli uffizi pubblici è quell'impie
pasta tenera, condita con uovo, zuc gato che si assume ad aiuto per un
chero e burro, e molto rigonfiata. bimestre, il quale, continuando il bi
Dal fr. Beignet di pari significato. Tra sogno, continua nel suo incarico con
Frittella e Bigne corre specialmente assegno e obblig. reciproca bimestre.
questa diversità che dove la prima Binà. v. a. per Sbignà. V. Dal gr. Bryxo
è cotta nell'olio, il secondo è cotto dice il Var. mil. coll'ord, sua grecità.
nello strutto o nel burro. -

Binà. Accoppiare. Ne diz. Binare è rife


Bigné de pomm. . . . Le frittelle rito solo alle gemellipare.
suddette regalate con qualche fetta Binà la seda.Addoppiare. Accoppiare
di mela. due fili di seta, dipanandoli uniti sur
Bigné de pomm de terra. . . . Le un solo rocchetto, onde poterli poi
frittelle suddette nelle quali la pasta torcere.

è di patate sfarinate. Binadóra. Addoppiatoio. Macchina per


Bigné de ris . . . Le frittelle sud addoppiare la seta. V. anche Crós.
dette con pasta di riso. Binàsch. Binasco. Nome proprio di un
Bignocùla per Brognocòla. V. villaggio il quale, per essere a metà
Bignògna. Bignònia catalpa – Bignònia strada fra Milano e Pavia, diede luo
d'America. Piante non infrequenti og go alla frase figurata
gidì nei nostri giardini, e sono la Bi Vess a Binasch. Essere a mezzo di
gnonia catalpa e la B. radicans dei bot. una cosa. Essere a mezza strada o via.
Bignón per Bugnón. V. Binda. Benda. Fascia che s'avvolge al
Bigolin, che più com. occorre nominare capo, che copre gli occhi, o simili.
in pl. Bigolitt. Diavolini(“fior.). Bachi Binda. Benda, e poet. Sacra benda. Velo
(“san). Nodetti(“lucch.). Cilindruoli di di che le monache si coprono il capo.
bambagia avvolta sul fil di ferro e fer Binda. Benda. Striscia.
matavi con filo di cotone arrotolatovi Binda. Fascia. Lenza. Fascia lina. Binda
sopra, grossi un mezzo dito mignolo, di solass. Fasciuola.
lunghi il doppio e alquanto affusati, Binda. Brandello. Brano. Strambello.
sui quali si avvolgono i capegli per Andà a bind o a bindon o tutt a
formare i ricci. I Tedeschi li chiama bind. Essere sbrandellato. Strambella
no Haarrolle(cilindri da capegli), i re. Sbrandellarsi.
Fr. Roulets, e i Venez. Rolò. Gasparo Binda. fig. Bindolo. Baro, raggiratore.
Gozzi nel suo Capitolo in lode del Bindèll. Nastro Bindella. Fettuccia.
Tuppè li chiamò Lucignoletti, e disse Bindell appenna nassuu. Sterlino.
alla veneziana Stoppinare quello che Nastrino che è della massima strettezza.
noi diciamo Fà-sù i bigolitt. Bindell de coton. . . . . Nastro di
Bigolòtt. Merciajuolo. Merciadro. filo di cotone.
Bigòtt. Bighino. Bigotto. V, Beat. Bindell de fil . . . . Nastro di filo.
Bigotta. Spigolistra. V. Beata. Dindell de ſirisell. V. Frisa.
Vol. 1. 14
BIN ( Io6) BIO
Bindell de lana. Nastro di stame. | Bio. Voce usata per onestà in luogo di
(Buonarrotti Tancia IV, 5). Dio nelle esclamazioni Giura bio, Per
Bindell de rens ... Nastro di rensa. bio, Corpo de bio, e per maggior enfasi
Bindell d'Olanda . . . . . . Nastro Corpo de bio bion. V. in Dinna.
di filo d'estrema finezza. Per bio bacco baccon. Per dio bac
Bindell franzé.... Nastro frangiato. chissimo(“tosc. e nelle Rime di un
Bindell lustrinaa . . . . . . Nastro poeta pisano). - - -

imitante il lustrino. Bi òbiò. Lo stesso che Barbètta. V.


Bindell operaa. Nastro a opera. Biolca. Bifolca. Bubulca. Jügero. Bubul
Bindell rasaa o satèn. . . . . . Na cata. Còrba. Misura agraria.
stro imitante il raso. Bi (ilch. Bifolco. V. Bölch.
Bindell soli. Nastro puro o piano | Bidlla. Betulla. Bètula. Pianta nota. V.
o non a opera. Béola.
Bindell stampaa... Nastro indianato. | Bion (Corpo de bio). V. in Dinna.
Bindell taſftà . . . . . Nastro imi- ll Biond. Biondo; e poet. Flavo – Bion
tante la seta taffettà. dezza è la qualità di ciò che è biondo,
Bindell velaa. . . . . . Nastro imi Bionda è la lavanda colla quale rim
tante il velo. biondansi i capegli.
Fà bindell . . . . . È quell'agitare Biond scur. Biondo carico.
circolarmente alcun tizzoncello info Deventà biond. Imbiondire.
cato, il quale così tramenato dà idea Fà biondi cavij. Rimbiondirsi i ca
d'un nastro fiammeggiante più o men pegli.
largo secondo che è maggiore o mi Trà al biond. Biondeggiare.
nore la parte di esso tizzone infocata. De là de biond. Biondissimo.
In qualche modo esso è la Cidole dei A l'ultimo biondo o A quell biondo.
Friulani. Pare che in Toscana non si A tutta parigina(“tosc. e nelle Rime di
usi frase corrispondente, almeno con un poeta pisano). A tutta usanza (Fag.
generalità, perchè il Bandini (nel suo Ast. bal. II, 1 1). All'ultima moda o ga
Disc. econ. sulla Mar. di Siena p. 141 lanteria. Di tutto garbo o buon gusto.
ediz. mil. Econ. ital) descrive sì il no- | Bi 6nda (gergo). Imbriacatura. V. Ciòcca.
stro Fà bindell, ma non usa voce o Bi ondin. Biondello. Biondetto.
frase corrispondente, allorchè dice Biondinètt. Vez. di Biondin. V.
a Succede dell'oro nel commercio, Bi ondón. Biondaccio. Accrescitivi di
» come di una fiaccola in mano d'un Biondo che hanno in sè alcun che
» fanciullo che pare che faccia un di spregiativo; è come a dire Biondo
m cerchio continuato di fuoco se ven smaccato, -

» ga raggirata con velocità. o Bi òtt. . . . . Ne contorni di Soma mi si


Bindellazz . . . . Nastro lungo e largo. dice così nominata una specie d'al
Bindellée. Nastrajo. Fettucciajo. locco dal verso biòt biòt ch'esso fa.
Bindelléra. Nastraja(“fior.). Bi òtt. Nudo, Gnudo. Ignudo, Ne'diz. Biotto
Bindellin. Nastrino. vale povero. Dal gr. poet. Bioros, si
Bindellin appenna nassuu. Stertino. gnificante vita, e quindi Biott chi ha
Bindellin . . . . . Sp. di diorite o sia soltanto la vita: così il Var, mil.
di marmo allistato a più colori che si Biott biottisc. V. Biottisc.
- trova in più luoghi dei nostri monti, Biott come l'è nassuu o come ona
e spec. nell'alveo del fiume Varrone rana. Ignudo nato. Nudo nudello.
in Valsassina nella provincia di Como, Biott ma grass )Che stracciato sia il
Bindellinna, Ad. di Erba. V. Grass, biott e S mantello e grasso
Bindin. Bendella. Benderella. Fascetta. maldevott. il piattello.
Fasciuoletta, Vestii de biott. Semignudo(Diz. Bol.).
l'indoléra (a). A brandelli. A brani. Rim Mezzo nudo – Stracciato. Male in ar
brencioloso. nese. Dicesi di persona che non abbia
Bindón. Rimbrenciolo. Brandello, Brano. quasi vestito.
Strambello. Bi ottisc. Voce usata nella frase seg.
BIR ( 1o7) BIR
Biott biottisc. Nudo nudello. Ignudo Birbinètt. Biroccino.
nato. Ignudissimo. Del tutto ignudo. Birbo. V. Birbon.
Il ted. Fingernacht. Birbón. Birbone. Furfante. Briccone. Ba
E vedi biott biottisc quell car sur Dio (Cupido). rone. Birbon solenne. Briccon solenne.
(Tanzi Rime). Birbon. Birbone. Furbo.
Biottón. Ignudo nato. Del tutto ignudo. Birbònna. Briccona.
Biottón . . . . . Dicesi in gergo d'un Birbonòn. Furfantone.
Cappuccino. Birbonònna. Solenne briccona.
Bira. Birra. Liquore che s'ottiene per Birbonscèll. Furfantello. In senso tristo
fermentazione da cereali misti coi lup Birbonscellìn. Furbettello. (e buono.
poli. Cervogia è birra di vena, d'or Birbòtt. Birbone.
zo, o grano misto con appio, menta Birée. Birrajo. Chi fabb. o vende birra.
o altre erbe; Melichino di mele; Si Biréra . . . . . . La moglie del birrajo,
dro di pere. o la donna che ha fabbrica o vendi
Bira de marz. Birra marzolina. torio di birra.
Bira doppia. . . . . . . Quella che Birgom. V. Bèrgom.
gl'Inglesi chiamano Strong-Beer e i Biribàra. Giuoco del biribara dove chi più
Fr. Bière forte o Double Bière. vede manco impara (Salviati Granchio
Bira piccola. Piccola birra(Gh. Enc.). V, 5), e met. Viluppo. Imbroglio.
Quella che gl'Inglesi chiamano Small Biribira. Fraschetta. Chiappolino. Uomo
Peer e i Francesi Petite-Bière, cioè in di poca considerazione.
qualche modo l'acquerello o la posca « A decciarà dottor sti biribira.» (Mag.Manc.).
della birra. Il Boerio nel suo Diz. ven. Biribiss. Biribisso. Il tavoliere del giuo
la chiama Birretta senza però addurne co di pari nome.
autorità. Figura de biribiss. met. V. Figùra.
Bira él . . . . . Birra dolce, Birra Giugà al biribiss. Fare o Giocare
con pochi luppoli. Dall'inglese Ale al biribisso. Sp. di giuoco di sorte
(che si pronuncia el) di pari signifi che si fa sopra un gran tavoliere qua
cato. Questa specialmente direbbe drato che ha negli angoli quattro ova
Cervogia il Gh. nell'Enc. tini dipinti a grottesche e in giro
Bira Pòrter. Birra di Porter(Diz.tec.). trentadue caselle ognuna delle quali
Biràga. Forse nome proprio di donna ri va distinta per numeri dall'1 al 52.
masto in grand'uso nel nostro dialetto In un sacchetto posto in capo al ta
come antonomastico di pazzia e di vo voliere stanno altrettante pallottoline
lubilità nelle seguenti frasi o simili: con figure e numeri corrispondenti.
Oh che matta biraga d'on omm! Dopo che i giocatori hanno caricato
Oh qual pazzo a bandiera! d'una o più monete quelle caselle
Oh che matta biraga d'on temp! Oh che loro aggrada, chi tiene il biri
incostanza di tempo! bisso, o vogliam dire il banchiere,
Biraria . . . . Il Luogo dove si fabbrica fa uscir del sacchetto tante pallotto
la birra, e la Bottega ove si vende. line quante sono le poste, per quelle
Birba. Birba. Birbone. Fantino. Barattiere. che escono corrispondenti alle caselle
Batt la birba. Birbantare. Viver di caricate paga 52 volte la posta al
birba. Baronare. Birboneggiare. Pal giocatore, delle poste non benefiziate
toneggiare. Andare alla busca o al tira a sè il danaro. Lo stesso giuoco
l'accatto o all'accattolica. fassi anche per altri modi, come per
Birba si usa talora in senso quasi vezzeg esempio con 7o caselle, sei delle
giativo. Monello. V. Birbonscèll vezz. quali a pro sicuro del banchiere, e
Birbàda. Birbonata. V. Birbaria. Nelle Ri 7o pallottoline di sorte, pagate 64
me d'un poeta pisano leggesi Birbata. volte la benefiziata, o vero con ac
Birbantarìa. Birbonata. cordarsi al banchiere tre sole caselle
Birbaria. Birboneria. Guidoneria. Fur di pro sicuro, e pagar esso posta sem
fanteria. Monelleria. Azion da birbante. plice ai vincenti, e così secondo usi
Birbin. Birba. Biroccio. Sorta di calesso. ed accordi – V. anche Cavagnosilla.
BIR ( 1o8) BIR
Biribissànt . . . . Giocator di biribisso. Birlo chines. . . . . Paleo che aggirato
Nell'Intermezzo italiano intitolato Il su d'un tavoliere ove stanno per
Pozzo di san Patrizio (che credo del ritto vari birilli figurati, va a dar
Maggi) leggesi Biribissante. dentro in essi per farli cadere; e se
« El magonna, el sta lì sora de là, condo usi ed accordi fa vincere o
» Come on biribissant ch'abbia perduu. » perdere i giocatori che lo fan roteare.
(Magg. Inter. II, 285.) Birlo. Fusajuolo. Fusajolo. Rotella. Pic
Bi ricchin, ecc. V. Bericchin, ecc. col cono, e talora anche Cerchiello,
Bi ridoeü. Farfalla. Farfallino. Girando di legno o di terra, che le filatrici o
lino. V. Ciribira. torcitrici mettono, a mo' di pendolo,
Bi ridoeura. Fem. di Biridoeü. V. in fondo al fuso perchè roti con moto
IBì rla. V. Birlo. facile,equabile, e senza che il filo scatti.
Birlà. Rotare – Trottolare – Girare. Biròcc. Biròccio. Cesta? Specie di carrozza
Carta de birlà. V. Càrta. a quattro ruote con carrino, sterzo e
Birlént. V. Imbirlént. cassa a due soli luoghi, la quale vie
Birlin (de strenciroeü). V. Zirlin. ne guidata da quello che vi siede den
Birlinghitt per Berlinghitt. V. tro. Era molto in uso anche prima
Birlo (che in alcune parti dell'Alto Mil., dello Sterzo nel secolo passato, e
come a Merate, dicesi Calimón). Paleo. serviva tra noi per le gite di cam
Stornello. Fattore. Quel cosetto conico pagna specialmente ai colli di Brianza
di legno che i fanciulli fanno aggirare e del Varesino. Oggidì è quasi uscito
percotendolo con una sferza. Secondo d'uso affatto e ha ceduto il posto alla
l'Alb. bass. (in Toton e Pirouette) Timonella che gli somiglia grande
avrebbe anche a dirsi Girello o Girlo, mente – L'Alb. enc. fa sinonimi Birba
la quale ultima voce parmi aver sen e Biroccio e li vuole scoperti. Io du
tito anch'io in Toscana allorchè vi bito di qualche errore, forse la Birba
ſui giovinetto per pochi giorni. deve corrispondere al nostro Birbin. V.
Andà foeura del birlo. Dar ne lumi Biroccin. Biroccino. Picciolo biroccio.
o nelle stoviglie. V. Dìa. Biroeü. Bischero. Legnetto che si ficca
Andà giò del birlo. fig. Cascar di ne buchi del manico di un leuto,
collo. Scadere di grazia. El m'è andaa d'una chitarra o d'altro simile istru
giò del birlo. Mi è uscito di grazia. mento, per attaccarvi e strignere od
Oramai l'ho sul libro verde. allentare le corde a quello avvolte.
Giugà al birlo o al birla. Fare o Biroeü. met. Leccatagliere (Fag. Ast. bal.
Giocare al paleo o al fattore o allo II, 15), cioè Servitore, fante.
stornello; e secondo le varietà che Biroeü. T. dell'arti. Mastiuolo(“tosc., Diz.
si vedranno più sotto Fare alla trot artig). Caviglia. Perno. Piuolo. Pirò lo?
tola o al trottolone, ecc. Pirone? Caviglietta di legno che serve
Bi rlo (che in varie parti dell'Alto Mil. per congegnare i vari pezzi di un
dicesi Tirapàga). . . . . . . . Specie lavoro. Corrisponde al fr. Cheville.
di paleo poligonio, fatto d'osso o di Biroeü. T. de Calz. . . . . . Bulletta di
avorio, co numeri sulle facce e con legno che serve per congegnare la
perno su cui gifa. È trastullo daderesco. solettatura d'una scarpa. Il Voc. ven.
Bìrlo. Tròttola. Trottolone. Cono di le non so con quale autorità dà per nome
gno con un ferruzzo in cima, e con it. corrispondente a questo Stecca.
alcune strie nel corpo, che i fanciulli Biroeü v. cont. per Legnocù. V.
fanno girare per trastullo mediante Biroeü . . . . . Ognuno di quei mani
una cordicella avvoltagli intorno in poluzzi in che si manda un manipolo
torno in quelle strie. (basgia) di lino per cardarlo. Due
Bìrlo. Trottolino(“tosc.). Quel paleo che di questi, cardati che siano e intrec
a così dire s'improvvisa introducendo ciati, formano un lucignolo(elza).
uno stecco in un fondello o in un Biroeü. s. m. pl. Pironi. I piuolini di
bottone, e facendolo rotare colle dita ferro sui quali si avvolgono le corde
sur un piano qualunque. ne pianforti, nell'arpe, ecc.
BIS ( Io9 ) BIS
Birón (o Birón de Ciavenna). . . . Specie dal peso totale dell'assortimento, e ciò
di birra assai possente. in compenso della roccia che riveste
Birorin. Bischerino. Bischerello. Bische ogni forma, la quale tolta via monte
ruccio. Bischerellino. rebbe a non meno di tanto. Questo
Birorin. Pernetto. Caviglietta. diffalco è quello che da tali negozianti
Bis. Bircio. Balusante. chiamasi Biscav o Biscavezz.
(Eucc bis. Occhi appannati. I ma Biscavèzz. V. Biscàv.
laticci, le incinte di fresco, le pros Biscià. Arricciare. Increspare. Inanellare.
sime al parto hanno i deucc bis. Dare il riccio, far prendere il riccio
Vess bis. Aver gli occhi tra i peli. ai capegli col ferro caldo.
Essere ancora tra l sonno. Biscioeü. Ricciutello. Ricciutino.
Bìs. met. Incollerito. Tinto. Bisción. . . . . . Dicesi di persona che
Bisa . . . . . Imbiancatura che i pittori da natura abbia crespissimi i cape
teatrali danno alle tele già dipinte gli, un ricciutone se mi è lecito dirlo,
per sdipignerle e servirsene per nuove une Tete moutonnee direbbero i Fr.
dipinture – Dà de bisa. Imbiancare. Bisciorin. Dim. di Biscioeü. V.
Bisabòsa. Guazzabuglio. Impiastro. Dalla Bisciorinètt. Dim. di Bisciorin. V.
Bisa de pittori teatrali detta più so Biscòcca per Scòcca (altalena). V.
pra viene forse questa nostra Bisa Biscol. V. Martelètt.
bosa, voce che si estende a denotare Biscòtt. V. Còtt.
come ogni lavoro d'impiastratore anzi Bisgió. Giojello. Giojetta. Anello, vezzo
chè di pittore, così anche per esten o altro lavoro che serve di ornamento.
sione ogni cosa manchevole, confusa, Le voci Bisgió, Bisgiottaria, Bisgiot
e in cui non siano ben congiunte e tier sono tolte di peso dal francese.
temperate unità e varietà, cardini del Bisgiò. met. Giojello(Buonar.TanciaIV, 1).
bello in checchessia. Quindi abbiamo Ogni cosa che abbia in sè pulizia, ag
Ona bisabòsa d'on quader. Un dipinto giustatezza, bellezza, garbo, galante
sgraziato. Ona bisabosa d'on disegn. ria; in quel medesimo sig. met. che ha
Un disegno sciocco.Ona bisabosa d'ona la voce Bijou in francese. Per es. Quel
scricciura. Uno scrittaccio. Una scrit la bottega l'è on bisgiò. È una galante
turaccia. Certi bisabos de romanz. Ro bottega. È una vaghezza di bottega.
manzi stravaganti ed alla moda che Nett come on bisgiò. Netto di specchio.
non se ne rinvien capo nè coda. Ona L'è disegnaa come on bisgiò. È un
bisabosa d'on discors. Una tiritera, disegno finito col fiato. L'è lavoraa
un'affoltata. Ona bisabosa d'on sonett. come on bisgiò. È lavorato con som
Un sonettuccio sgraziatello, e simili. ma finitezza. El gh'ha on bisgiò d'on
Fors'anche la Bissabova de Venezia gabinetto El gh'ha on gabinettin che
ni, ch'equivale a Turbine, Scionata, l'è on bisgiò. Ha un gabinetto ch'è
Tifone, cioè confusion di venti, diede una vaghezza o un gioiello. I contrari
origine alla nostra Bisabosa. di questa voce Bisgio sono Bisabòsa,
Bisbètegh. Bisbetico. Umorista. Aroma Miscmasc, Sciavattindala, ecc. V.
tico. Stravagante. Fantastico. Lunatico. Bisgiò. iron. Malbigatto. Mal soggetto.
Bisbeùtt. Bisbetico. Che bell bisgiò. ir. Buona roba dav
Bisc. Ricciuto. Riccio. Crespo. vero ! – Bel cesto ! – Sì in verità che
Bisc. Lucignolato. la gioia è vaga (Lasca Strega II, 4).
Biscà. Rodersi. Marinare. Dispettare. Stiac Bisgiò. T. di St. Regoletto. Nome di
ciare come un picchio. Arrovellarsi. que legni che si collocano nel telajo
Rodere il freno. Aver grand'ira e non tra le facce di stampa e gli estremi
la potere sfogare. di esso per tenerle separate, ben as
Biscàv (che anche dicesi Biscavèzz). . . . settate e strette. Voce corrotta, per
Allorchè il negoziante di cacio lodi quanto pare, dal Biseau de Francesi.
giano ne compera da chi lo fabbricò Bisgiorèll (che anche dicesi Bisgiottèll).
un intiero assortimento(ona sòrt. V.) Giojellino? Dicesi di persona elegante,
suole dibattere dodici libbre grosse vaghetta, galante; e talvolta per ironia
BIS ( 1 Io ) BIS
del suo rovescio. Per esempio parlan Chi ha bisogn cerca o se sbassa
dosi d'alcun ragazzo già adulto che o slonga la man. Chi ha bisogno s'ar
pretenda farsi portare in braccio di renda. Abbàssati e acconciati.
remmo: Che caro bisgiottell de toeü Fà de bisogn. Occorrere. Necessitare.
sù in brasc! Caro quel bambocciolo Fà minga bisogn. Non occorrere.
da portare a braccia! Per es. Per inscì fava minga bisogn
Bisgiottaria. Minuteria. Minutaglia. Ore ch'el parlass. Fin qui non occorreva
rie se d'oro. Lavori gentili d'oreficeria. ch'e' parlasse.
Il Cellini usò anche Bordelleria. Guaja a avè de bisogn. Chi per
Bisgiottèll. V. Bisgiorèll. man d'altri s'imbocca tardi si satolla.
Bisgiottiér. Giojelliere. Minutiere. Ore Vess in d'on gran bisogn. Essere
fice che fa lavori gentili, come sono in povertà, in necessità, in urgenza,
- anelli, orecchini e simili gioielli. nell'indigenza.
Bislàcca (A la). A casaccio. A vanvera. Bisògn e com. al pl. i Bisògn. Gli agi del
Alla babbalà. Alla sfatata. Cioè ne corpo. Fà i sò bisogn. Fare gli uffici
gligentemente. di sotto o i suoi agi o il mestier del
Bislàcch. Tangòccio? Uomo alla carlona corpo. Nello spiegar quest'ultima frase
o a caso o a casaccio. I diz. regi l'Alb. enc. usa Bisogno naturale, ma
strano Bislacco solo in sig. di Bisbe nol registra poi ad alfabeto.
tico, fantastico, stravagante. Podè nanca fà el sò bisogn del gran
Bislaccòn. . . . . Uomo negligentissimo, lavorà. Aver che fare fin sopra i ca
che non bada a nulla, che opera di pelli. Non aver tempo di rifiatare. Es
là da casaccio. I diz. registrano Bi sere occupatissimo nel lavoro.
slaccone nel solo sig. d'Uomo somma Bisognà. Bisognare. Abbisognare. Fare
mente fantastico. o Esser bisogno. Fare o Essere di
Bislóngh. Bislungo. Oblungo. bisogno o d'uopo. Venir bisogno. Da
Bislonghin . . . . . Alquanto bislungo; noi Bisognà si usa spesso in sensi
che tende all'oblungo. diversi da quello che importa la sua
Bismòtt. Bismuto. nozione primitiva, alcuni dei quali
Bisnòno. Bisnonno. Bisdivo. Bisavolo. Proa si traducono anche in italiano per
vo. Il padre del nonno. Bisognare, ed altri per diversa ma
Bisoeü. Sciame. Sciamo; con voce meno niera come i seguenti:
usata Esciame; e con voce latina Bisogna ch'el ghe voress ben. È da
appena concessa in poesia Esame. credere che l'amasse. È da supporre
Quella moltitudine di api che abita o Conviene supporre o credere che gli
no o vivono insieme. In alcuni luoghi volesse bene. È da dire che lo amasse.
dell'Alto Milanese dicono On rosc Bisogna minga fà inscì. Non si dee
d'avi – Il ridursi a sciame, il fare fare a questo modo.
sciame dicesi Sciamare. Bisogna stà savi. Devi star quieto.
Bisoeiù. Arnia. Alveare. Alveo. Alveario. Hai a stare quieto.
Melario. Coviglio; con voci ant. Co Bisogna vedè. Va veduto.
piglio e Compiglio; poet. Camerella; Bisognòs. s. m. di gergo. Pene.
se fatta di tavole Cassa o Cassetta da Bisòn. Bigione. V. Pannòs.
pecchie; se di vimini intrecciati Bugno « Barba longa, on bison de soravia,
o Bignolo. Cassa in cui si fa in modo » Ma sott contra sgenee ben a la via »
che le api fabbrichino il mele, la ce (Mag. Cons. Men. III, 7.)
ra, ecc. In alcuni nostri paesi è detta Bisòrgna dicono nell'Alto Milanese per
Avicc, in altri Vassèll o Vassèlla. Pisòrgna. Sonnolenza. La voce è an
Bisògn o Besògn. Bisogno. Uopo. Occor cora viva in città in quella specie
renza. di rammanzo che si grida dietro ai
A on bisogn. A un bisogno. A un ciabattini, cioè
bel bisogno. Orgna, bisorgna,
Avè el sò bisogn. Avere l'occor Soeula de carton, tomera de palpee,
rente. Avere la tornata di casa. Gran sciavattin per roba danee.
a
BIS ( 111 ) BIS
Bisquìnci (Andà in). Andare a onde. V. dente sembra A serpicella; però an
anche Andà in bissa sotto Bissa. che A zigzag può corrispondergli per
Biss. Pidocchio. -

estensione, come per estensione di


Andà a biss. Impidocchiare. Impi ciamo noi pure Bissà l'aria che equi
docchire. vale a Fender l'aria come fa la saetta,
Diss. Biscia. Serpe. Guizzare per l'aria come saetta, ab
Frecc comè on biss. V. Frècc. benchè tale guizzo sia le più volte
Sangua o Corpo d'on biss. Corpo a zigzag cioè per continua diagona
del diavolo. Corpo di me. Corpo del lità, e non per continua anfrattuosità
mondo. cioè a serpicella. Quindi Scriv tutt
Soltà-sù pesg che nè on biss. V. in bissa. Scrivere tortuosamente. Ona
Soltà e Bissa. piantella tutt in bissa. Un tortiglione
Biss – Domenega in del Biss per Dome di pianticella. Pover diavol! l'è tutt'ona
nega in Albis disse il Maggi (Rime bissa. Poveraccio! è tutto torto. Stra
VI, 12o), forse per bisticcio col nome da tutta in bissa. Via tortuosissima;
di qualche taverna de' suoi tempi so e quindi anche gli altri modi regi
rella dell'odierna intit. del Bisson. strati quì sopra, nei quali il milanese
« Se la Pasqua ve pari on basamur, voltasi nell'italiano con parole di
» Sont on scrocch la Domenega in del Biss. » meno geometrica significanza.
Biss . . . . . Interjezione famigliare ai Mettes la bissa in sen. fig. Allevarsi
teatranti, colla quale domandano sia la serpe in seno. Pagare il boja che
replicato dagli attori o dall'orchestra ci frusti.
alcuna parte d'un'azione scenica, Ogni bissa gh'ha el sò velen. fig.
d'una sinfonia, ecc. È il latino Bis, Non è si picciol pelo che non abbia
usato come a sclamare Da capo ! Di la sua ombra.
nuovo! Un'altra volta! Quattrin de la bissa. V. Quattrin.
Bissa. Biscia. Revoltass come ona bissa. Indra
Andà in bissa o Andà tutt in bissa. gare. Indracare. Invelenirsi. Far fac
Andare a sciacquabarili. Cioncolare. cia, rivoltarsi ad uno.
Dicesi di quegli zoppi che vanno a Saltà-sù come ona bissa. Rispondere
gambe larghe, e pare che vogliano con viso indragonito. Insorgere con
con un piede andare in un luogo, e parole insolentissime, rispondere al
coll'altro in un altro, e dicesi così trui arrogantissimamente.
perchè fanno lo stesso moto colla Sta voculta la bissa l'ha morduu
persona che fa uno il quale sciacqui el ciarlatan. L'uccellatore è rimasto
un barile. preso alla ragna. L'ingannatore è
Andà in bissa. Andar a onde o a rimasto a piè dell'ingannato. A questa
spinapesce o alla banda. Dicesi di chi volta la civetta ha impaniato. Il pulcino
per ubbriachezza od altro nel cam saltò in capo alla chioccia? La ber
minare vada in qua e in là quasi tuccia ne porta l'acqua. Quest'ulti
serpeggiando. È simile all'altro Fà mo dicesi allorchè vediamo altri por
arma visconta. V. Arma. tar via il guadagno ingiustamente
Andà in bissa. Andar tortiglione. fatto da alcuno. (bissa.
Torticchiare. Andare serpeggiando con Vess tutt'ona bissa. V. contro In
idee meno positive dei due registrati Bissa met. Donna indragonita, inser
più sopra. pentita, indiavolata.
In bissa. A serpicella (V. Dannare Bissa d'acqua. Biscia acquajola. Vipera
nei diz.); e per estensione A zigzag. acquajuola, e dottrin. Natrice. Sp. di
A spinapesce, ed anche A onde. Il serpe che è il Coluber natrix Lin.
moto orizzontale della biscia e la sua Bissa de ſueugh. T. de Razza). Serpe. Sp.
movenza verticale sono da noi ado di razzo che va serpendo per l'aria.
perati a rappresentare ogni anda Bissa ranéra dicono in alcune parti del
mento serpeggiante di qualsivoglia l'Alto Milanese, del Varesino, ecc. la
cosa. Perciò il vero suo corrispon Bissa d'acqua. V.
BIS ( 1 12 ) BLI
Bissa scudelléra. Testiggine. Tartaruga. fatta sul Naviglio della Cascina de'Po
Testuggine scudaja; e con voci ver mi da alcuni dilettanti veneziani.
nacole toscane Botta scudaja o scu Bissòtta. . . . . Specie di bossolo in cui
dellaja o scodella ja. Bizzùca. Bizziga. è un tubo a serpicella (in bissa) nel
Cucchiara. Cucciàra. La testuggine eu quale si getta una palla numerata
ropea o comune o terrestre o d'acqua nelle varie sue facce: palla che, ag
dolce, detta Testudo orbicularis o lu girandosi per le spire di quel tubo,
taria dai sist., la sola che si trovi finisce a una finestrella che è da pie
da noi, e che i Veneziani dicono con de, ed ivi mostra in una delle sue
particolar nome Gagiandra, per distin facce il numero benefiziato.
guerla da quella marittima ch'essi han Giugà a la bissòtta. ... Stare a ta
no e dicono come noi Tartaruga. V. voliere e metter posta per ottenere al
Scampà o Viv dedree di biss scu cuna benefiziata di quelle su descritte.
deller. Andar in là cogli anni. Vivere Bister. Bistro (volg. ital. fra disegnatori
vita lunghissima, invecchiar molto. e dipintori). Fuliggine stemperata e
Bissà. Attoscare. Avvelenare. Attossicare; preparata per colorire acquerellando.
ma sempre per similitudine come nelle Dal fr. Bistre. Fosse mai il Brunino
frasi seguenti: delle Tar. daz. tosc. poco esattamente
Bissà coi oeucc. Spirare torvità. Guar interpretato dall'Alb. enc.?
dar torvo; cioè atterrire collo sguardo. Bistocirla. Lo stesso che Storbalùnna. V.
Robba che bissa l'aria. V. Aria ed Biùmm (che anche dicesi Albiumm). Al
anche In bissa sotto Bissa. burno. La parte più esteriore e meno
Bissacàn. V. Pissacàn. colorata del legno degli alberi che
Bissàcca. Bisaccia. Bisacca. Le bisacce. trovasi immediatamente sotto la cor
Quella de frati mendicanti si dice teccia, e che in assi facilmente in
Sacca. fracida e intarla.
Bissacchin. Taschino. Biùu e Bùu. v. cont. per Avùu. Avuto.
Bissaroeüsa per Corùzzola o Scercaria. V. L'ant. ital. Abbiuto o Abuto. È voce
Bissètta. Bisciolina. Dim. di Biscia. viva tra i contadini dell'Alto Milanese,
Bissètta. Anguilletta. Ciecolina. Il Bisato e specialmente della Brianza. Una
dei Veneziani. volta era viva anche in città, come
Bissètta. fig. Serpicella? Riga qualunque si raccoglie dal Maggi che la mette
stampata, incisa, ricamata, disegnata, spesso in bocca del suo Meneghino;
tratta di penna, ecc. fatta tortiglione. p. es. Al varà biuu da fa! (Fal. fil. II, 5).
Bissin. Dim. di Biss in sig. di Pidocchio. Bivaccà o Vess al bivacch. T. mil. Sere
Bissoeü (Coo). Capo a cantoni. V. Cóo. nare. Alloggiare a ciel sereno.
Bissoeüra. Bisciolina. Bivàcch... Alloggiamento a ciel sereno.
Bissón. Biscione. Gran biscia. Fra noi Bizzàrr. Fioraliso. Il fiore del Ciano mi
indica anche per eccellenza lo stem nore, cioè del Cranus segetum Lin.,
ma ducale de Visconti. pianta comunissima fra l grano.
Bissón. . . . . . Nome di varie monete Bizzarr. Scapigliate. Scarmigliate. Fan
antiche milanesi fatte battere le pri ciullacce. Scompigli. Streghe(Targ. Ist.).
me volte da Luchino e Giovanni Vi Il fior. dell'anigella, Nigella damascena
sconti, e poscia dai duchi susseguenti Bizzarrin. Bizzarretto. (de'bot.
fin verso il secolo 16. Furono così Blandùra. Piacevolezza. Evidentemente
dette dallo stemma visconteo che ave dalla Blanditia de Lat. Anche i Sicil.
vano nel rovescio, e in ispecialità hanno Blandura per Lenitas e simile.
nelle gride monetarie si prendono Blanmansgé. Bianco mangiare. Farina e
per le lire d'argento di quei tempi. zucchero cotti nel latte.
Bissôn. Accr. di Biss in sig. di Pidocchio. Bleu. Turchino. Azzurro. Color noto.
Bissònna . . . . . Barca lunga, stretta, Bleu sièl. Celeste. Cilestro. Cilestrino.
buona corridoja e da regatta. Voce Blicter (che anche dicesi Blitter). Fantino.
e barca veneziana che imparammo Uomo raggiratore – Talvolta anche
a conoscere nel 18o2 per una corsa semplicemente Banderuola. Bergolo
BO ( 1 13) BOB
Fraschetta. Chiappolino. Uomo volu che semplicemente Ricco sfondato.
bile, leggiero, ecc. – Parini nel Di Traricco o sia il Croesus dei Latini.
scorso sulle caricature disse Ridurre Bò varó.... Bue nostrale, indigeno.
ogni cosa al blictri per Mandare ogni Caga pussee on bò che cent ron
cosa in balocchi, in ciammengole, in den. V. Rondena.
picciolezze – Forse la voce fu da noi L'etaa del bò o del be-o-bo. . . . .
tolta al fr. Belitre o al lat. Bliteus. L'età sessagenaria. Freddura tratta
Notisi però che Siciliani, Ferraresi, dall'ambiguità che di prima giunta
Piemontesi, ecc. dicono tutti Biltri o può nascere in chi legga scritta la
Blictar o Blitri per un nulla, un zero. parola bo confondibile col numero 6o.
Blitter. V. Blìcter. (Eucc de bò. V. (Blùcc.
Bloccà. Bloccare – Bloccà vun. Cogliere, Per compagnia vum l'ha mangiaa
Arrestare, Fermare, Affrontare alcuno. on bò. Per un compagno s'impiccò un
Blòcch. Blocco. tratt'uno (Buonar. Tancia IV, 1). Modo
Bloeü bloeü. v. cont. br. Billi billi. Verso col quale esortiamo altrui a compia
per chiamare i pulcini e le galline. cenza sociale. Par compagnie on se
Blónda. Biondina? Blondina? Specie di fait pendre dicono anche i Francesi.
merletto di seta fatto a tombolo(borlon) Se no l'è on bò, el sarà ona vacca.
che si lava e si monta egualmente V. Vàcca.
come i merletti ordinari di refe. Ga Specciabò ch'erba cressa. V.Speccià.
sparo Gozzi (Opere II, 2) dice che Vess come a strappagh on pel a on
a suoi dì si nominava Merletto biondo. bò. Essere come cavar un pelo al bue.
Blös o Blösc. Lo stesso che Blùsc. V. Essere spesa o danno di poco mo
Blózzer . . . . Sp. di moneta svizzera mento a confronto dell'altrui potere.
di cui ne vanno settanta per fiorino. Bòa. s. m. . . . . . Il nome di questo
Ha una croce da una parte, e dall'al serpe (Boa constrictorLin.) è passato
tra lo stemma del zecchiere. Gli Sviz fra noi a indicare quel ruotolo arte
zeri la dicono Blutzger come leggesi fatto di pelliccia, lungo due o tre
nel bellissimo Idiotikon di Francesco metri, di cui le donne si ricingono
Giuseppe Stalder. a più doppi il collo per difesa dal
Blùsc (che anche dicesi Blös o Blösc). . . . freddo o per galanteria.
Sp. di spolverina o di camiciotto estivo Bòa dicono alcuni nei monti di Nava
che, proprio una volta dei soli carret per Scighéra, Nèbbia. V.
tieri, passò nel 1828 agli eleganti, Boàa. Granchio di scorza tenera, cioè
agli uomini toti de capsula della città, colto in tempo che sta mutando la sca
e poi fu redato dai ragazzetti pei quali glia. Forse il Molleca del Bergantini.
è assai comodo. È un vero camiciotto, Boàa o Boara o Boaròn. Voci che s'usano
ricinto a mezzo il corpo con una cin da giocatori nella frase El gh'ha boa
tola, fatto di tele cotonine o line in ra, ecc. Egli ha incinghiata la mula o
dianate o allistate o scaccheggiate a ha pieno il ſuso, e vale ha gran giuoco.
vari colori. I Francesi e i Piemontesi Boarèscia. Armento di buoi.
lo chiamano la Blouse; e questi ultimi Boarinna, Boaròtta, Boàscia, ecc. V.
ne ebbero forse il tipo dalla Blaude Bovarinna, Bovaròtta, Bovàscia, ecc.
o Souquenille dei loro Brentatori. Boàtt, Boàtta, Boatton, ecc. V. Bovàtt,
Blùsc. V. Sblùscia. (cane. Bovàtta, Bovatton, ecc.
Bó bó.. . . . Voci imitanti l'abbajar del Bobàa e Bobarin. Bua. Nomi che nel par
Bò. Bue. V. anche Boei – Per le parti lar bambinesco equivalgono a malo c.
del bue macellato Vedi in Mànz. Da Bo).xi dice il Varon mil.; ma forse,
Bò de mazza. Bue da macello, cioè meglio che da Bo), 2 (partus dolores),
nodrito espressamente per essere poi dal fr. e prov. Bobo di ugual sign.
macellato. V. anche Nodrùmm e Gràssa. Bòbba. Bigutta(“Voc. aret.). Zuppa. Mi
Bò d'or. ſig. Asino coronato o col nestra. Anche i Romani dicono Bobba
pelo d'oro. Ricco scortese o ignorante: nel nostro sig., e Napoletani e Are
il Veau d'ordci Francesi – Vale an tini in quello di Poltiglia medicinale.
Vol. I. 15
BOC ( 1 14) BOC
Bobó. Bombo. Voci bambinesche per Bere. a mezza bocca. Besogna parlà ciar,
Fà bobó. Bombare. Bere. minga inscì a mezza bocca. Bisogna
Sciscia bobó. V. in Sciscià. spiegarsi bene, non rispondere così a
Bòcc. plur. di Bòggia. V. mezza bocca (Fag. Amor non opera a
Fortunna de bocc. V. Fortùnna. caso. III, I 1).
Giugà ai bocc. V. in Bòggia. Andà in bocca al loff. fig. Andare
Bòcc. s. f. pl. . . . . Le capsule del lino in bocca al lupo o al diavolo. Andare
sono dette così dai nostri contadini. in perdizione, in rovina, in mano
Bócca. Bocca – Chi muove e dimena di nemico o di cui mandi a male.
la bocca dicesi Boccheggiante; chi ha Avè el venter o la panscia in boc
bocca dicesi sch. Boccato, e pure sch. ca. V. Pànscia.
diconsi Boccheresche le cose pertinen Avegh la bocca amara o cattiva.
ti alla bocca, e Boccuto chi ha gran Avere amarezza di bocca. Sentirsi ama
bocca – V. anche Làver, Ciél, ecc. rore di bocca per indigestione o ma
Bocca a la bonna o Bonna bocca. lore qualunque.
Abboccato. Contento a ogni cibo. Avegh la bocca piscininna e i pa
Bocca a squella o che fa zerimoni rolasc grand. A un di presso lo stesso
conti oregg o granda come el forno che Vess ladin de bocca. V. Ladin.
del Prestin di Scansc. V. Bocca sfo Avegh semper quella parolla in
gonada più sotto, e Boccàscia. bocca. V. Paròlla.
Bocca d'inferno. Lingua serpentina Chi ha lengua in bocca va finna a
(Ambra Furto III, 4). Dicesi a per Romma. V. Ròmma.
sona di lingua maledica, bestemmia Chi l'ha in bocca l'ha appos a la
trice, satirica, oscena. coppa. V. Cóppa.
Bocca d'offell. Bocchino da ciambel Colla a bocca. V. Còlla.
le (Fag. For. Rag. I, 9). Chi fa il di Con la bocca in giò. Bocconi.
licato quando poco prima era grosso. Cuntà i boccon in bocca. V. Boccon.
Bocca ſinna. . . . . Persona di pa Dà la spezia in bocca ai asen. V.
lato assai dilicato; la Petite bouche o Asen.
l'Homme qui se connait en bons mor Dal faree no tocca, dal speziee no
ceaux de Francesi. mett in bocca. V. Speziee.
Bocca fresca. . . . . Comunemente Dervì la bocca e lassà che parla la
intendesi per dilicato nel mangiare, desgrazia. V. Desgràzia.
di palato fino; altri lo dicono anche Dervi manch bocca. Non aprir bocca.
in sig. di Abboccato. Diluvione. Man Non fiatare. Non alitare. Non rifiatare.
gione. Che piglia il pollo senza pestare. Non far verbo. Non dir fiato.
Bocca sfogonada. Bocca svivagnata. El parla perchè el gh'ha la bocca.
Bocca da forno. Bocca da mangiar Bocia in fallo. Apre la bocca e soffia.
fichi piattoli. I Fr. dicono Bouche o Parla al bacchio, a caso, a casac
Gueule fendue jusques aux oreilles. cio, a fata, a vanvera, a gangheri,
A bocca. A bocca. Per bocca; e alla burchia, alla carlona, natural
con voce dottr. Oralmente. mente. Dicesi di coloro che voglionsi
A cavall donaa no se ghe guarda intromettere in alcun ragionamento
in bocca. V. Cavall. o negozio, senza saper nè che si di
A mezza bocca. Alla trista. Fred canonè che si facciano, e in generale
damente. Mollemente. Per es. El m'ha di chi favella inconsideratamente.
invidaa a zenna a mezza bocca. M'in Fà bocca de piang. Far greppo.
vitò a cena così alla trista. Far la bocca brincia. V. Cazzùu.
A mezza bocca. A mezza bocca. Co Fà bocca derido Fà bocchin. Sogghi
pertamente. Senza lasciarsi ben inten gnare. Sorridere. Far bocca da ridere.
dere. Per es. Negà, negaven minga; Fà la bocca finna ai oregg. Far boc
ma el diseven a mezza bocca. Non che fino agli orecchi (Fag. Cav. parig.
negavano per appunto, ma risponde III, 16). Mandarsi la bocca agli orec
vano freddamente, o vero lo diceano chi(“tosc. e Rime d'un poeta pisano).
BOC ( I 15 ) BOC
spalancare tanto di bocca per ridersi coppia o uova e pippioni o latte di
d'altrui, o per isparlarne con qual gallina. Avere quanto può chiederbocca.
che fondamento. No dervì bocca. Non aprir bocca.
Fà la bocca storta. Far bocca bieca. V. dietro Dervi manch bocca.
Fare scorci di bocca nel cantare – Parlà per bocca de vun. Dire chec
In altro sig. V. sotto Stortà la bocca. chessia per bocca d'uno, cioè per
Fà tanto de bocca . . . . Mostrare averla sentita da lui; ed anche Par
contentezza del danno altrui o di lare indettato; p. es. Se capiss ch'el
notizie dannose per altrui. parla per bocca de Peder. Nelle sue
Fass de bella o de bonna bocca. parole si conosce l'indettatura di Pietro,
Farsi onore del sol di luglio. Vantarsi Per bocca . . . . Parl. di medicinali
di ciò che non accadde per volontà vale che sono da usarsi internamente.
od opera nostra; vantarsi di chec Per fà bonna la bocca . .
chessia ingiustamente. Dicesi dello sbocconcellare checches
Giontagh de bocca. Metter di bocca. sia, e specialmente cose dolcigne e
Dire in favellando più che non è. saporose per ingannare la fame. Pour
In bocca ciusa no gh'entra mosch. la bonne bouche dicono i Francesi.
fig. In bocca chiusa non entrò mai Pettà on oss in bocca. V. Oss.
mosca. Chi non chiede non ottiene. Altri Popò de mettegh el didin in bocca
non può essere inteso senza parlare. o de dagh el tettiroeu in bocca. V.
La bocca e el fogoraa ciappen quell Popò.
che ghe ven daa. V. Fogoràa. Regordass minga del nas a la bocca
Ladin de bocca. Di bocca larga. V. . . . . . . Avere memoria labilissima,
Ladin. debilissima, infedele affatto; uscir
La n'ha ditt-sù pur anch de quella tosto di mente ogni cosa. V. Gàtt.
bocca . . . . . . . Ella ne disse pur Restà a bocca succia. fig. Rimanere
tante; da quella bocca se ne senti a denti secchi o asciutti. Non conse
rono di marchiane. guire ciò che si desiderava.
Lassà la bocca bonna. Lasciare a Robà la parolla focura de bocca.
bocca dolce pos. e fig. Romper l'uovo in bocca. Furare o
Lassà la bocca cattiva. Lasciare ama Rubare le mosse. Vincere del tratto.
rezza di bocca. Positivamente dicesi Sbatt la bocca in del mangià. Masti
di bevande o cibi che non diano buon care strepitando (Casa Galateo, 19).
bere o mangiare, e al figurato La Scappà de bocca. Uscir di bocca.
sciare a bocca amara? cioè scontento, Scappar detto inconsideratamente.
sconsolato. Scur come in bocca al loff. V. Lóſf.
Lavass la bocca. Empiersi la bocca di se gh'è on bon boccon, el va in
checchessia. Vantarsi di checchessia. bocca al loff, o anche I bon boccon
« Ch'el se voeur lavà la bocca
tocchen de spess ai pù poltron. Ai
» Anch de quell che no ghe tocca. » più tristi porci vanno le migliori pere.
(Bal. Rim.).
Ai porci cadono le migliori pere in
Mett a la bocca. Abboccare? bocca. Dicesi di lucri, avviamenti,
Mett la bocca. Dar di becco o di impieghi, premi che talora danno
bocca. Por bocca ad una cosa. Met alle mani di chi li merita meno.
tersi a parlar di checchessia, parlar Slargà la bocca. fig. Sbraciare. Sbra
ne, ragionarne. ciare a uscita. Largheggiare di parole.
Mettes a la bocca on peston, on Empiersi la bocca di checchessia. Mil
biccer, ecc. Abboccare un fiasco, un lantare.
bicchiere, ecc. Stà con la bocca averta. Stare a
Nettass la bocca. met. Appiccare o bocca aperta.
Attaccar le voglie all'arpione o al Stoppà la bocca a vun. Dar sulla
chiodo. Sputar la voglia. bocca. Far tacere uno, metter uno in
No avè che di Bocca cosse te vou. sacco, dirgli cose che lo facciano
Aver la pera mezza o tre pani per zittire.
BOC ( I 16 ) BOC
Stortà la bocca. Far la bocca mu Bocca de dama. Bocca di dama. Specie
cida (Fag. Gen. cor. I, 12). di dolce notissimo.
Tajass el nas per impiastrass la Bócca de la pientanna del manegh d'aspa. -

bocca. V. Nàs. . . . . . Incavo che è in un dei ritti


Toeù-foeura de bocca. Diboccare. del naspo per riceverne il manubrio.
Toeuss el pan foeura de bocca . . . Bocca del stòmegh. Forcella. Arcàle –
Levarsi checchessia dello stretto ne La Bocca dello stomaco registrata dai
cessario per sovvenirne altrui. diz. è l'orifizio dello stomaco pro
Vedegh minga del nas a la bocca. priamente detto. Noi in vece intendia
Non vedere la bufala o un bufalo nel mo per bocca quella regione esteriore
la neve. Essere di vista cortissima, del petto che corrisponde alla carti
aver mala vista; e fig. Avere gli occhi lagine ensiforme, cioè l'arcale.
tra i peli. Avere pochissima perspi Bócca de sora d'on fornell . . . . . . .
cacia, non esser punto punto anti Quella dove posano i vasi entro i
veggente. quali si cucina o riscalda checchessia.
Vess de bonna bocca. Pigliar il pollo Boccà. Abboccare.
senza pestare. Avere aguzzato il mulino. Boccà tusscoss. Tirare a un luì. Es
Esser sano e mangiare con appetito. sere avidissimo, tirare a ogni cosa,
Vess la bocca de la veritaa. Essere non ne lasciar scappare una.
la bocca della verità(Mach.Comedia III, Boccàa. Boccale. Tra noi è misura dei
4; e Op. IX, 29). Dicesi di chi è veritie liquidi, e vaso di vetro della capa
ro, ed anche per ischerzo o per ironia cità d'una novanzeesima parte della
di chi non ne dice una di vere, o se brenta, corrispondente in peso a once
dice cosa vera, la dice a contrattempo. ventotto milanesi ed equivalente a otto
Vess largh de bocca e streng de coppi di soma decimale. È metà della
man. Largheggiare di parole. Il Chre pinta e dividesi in due mezzi o quat
stologum esse dei Latini. tro zaine – Il Boccale dei dizionari
Vess on ratt in bocca al gatt. V. Ràtt. è quello di terra cotta che noi chia
Bócca (per similitudine). Bocca; per es. miamo propriamente Boccarinna. V.
Bocca del camin, del canon, del Chi sa fà i boccaa je sa desfà. fig.
forno, del sacch, del sºciopp, ecc. Chi fa il carro lo sa disfare. Chi sa
Bocca del cammino, del cannone, dare sa torre.
del forno, del sacco, del fucile, ecc. L'è on boccaa rott. fig. Lo stesso
Alt i bocch. Fermo lì. V. in Alt. che L è on carr rott. V. Càrr.
Bócca. Abboccatoio. Bocca. Nelle fornaci Mort on fraa, rott on boccaa. V. Fràa.
da mattoni, tegoli, ecc. è il nome Toeiù el vin a boccaa. Bere all'arpio
di ciascuna di quelle volticelle per ne. Imbottare all'arpione. Comperare
le quali il fornaciajo introduce il fuoco il vino a minuto di giorno in giorno.
sotto la cotta. Le fornaci grandi ne Vess come el boccaa di poveritt.
hanno più d'una. I Francesi le chia Essere come l'orciuolo de poveri, cioè
mano Gueules o Bouches. sporco e sboccato.
Bócca. . . . . . . Nelle forme di cacio Boccàa. Urinale. Orinale.
lodigiano è chiamato così quel loro Andà in polver de boccaa o Andà
lato più convesso che è l'ultimo a a fà terra de boccaa. Andare a bab
formarsi nella caldaja; lato che per boriveggoli. V. Cagaràtt.
tale convessità, posata che sia in piano Boccàa per Boccàmm. V.
la forma, riesce il superiore. Boccàda. Boccata. Quanto cape in una
Böcca. T. de'Fab. d'org. . . . . . Quel volta in bocca.
vano quadrilungo che vedesi di faccia Anda a ciappà ona boccada d'aria.
tra la canna e il piede d'una canna di Andare a prendere un po' d'asolo.
organo, dal quale vano esce il suono. Boccagnòcch. Lo stesso che Infiragnòcch.V.
Böcca. T. idr. Bocca. Imboccatura. Sbocco. Faccia de boccagnocch. Viso di te
IFoce.
game(Buonarroti Tancia IV, 1). Viso
Bocca modellada, V. Onza d'acqua. sfocacciato e senza punto d'anima.
BOC ( 117 ) BOC
Boccalà e Boccarà. Cioncare. Trincare. Bev a bocchell. Bere a garganello
Sbombettare. V. Sbagascià. Parola de o a cannella. Vale bere coll'otro al
scrittiva che vale bere molti boccali. zato, tracannare a canna aperta, e
I Francesi da Pinte hanno Pinter nel come si dice senza rifiatare. V. Bév.
medesimo senso. Bocchèll. Palla. Bocchetta. Pioggia? La
Boccalàsc. Boccalaccio (Fag. Av. pun. III, parte dell'annaffiatoio tutta buche
15). Accr. e pegg. di Boccale. rata ond'esce l'acqua.
Boccalètt. Boccaletto. Boccalino. Noi lo Bocchèll. Luminello. Lucciola? Quel ca
usiamo come vezzeg. di Boccaa. Per es. malino insaldato nel corpo della lucer
Andà a beven on boccalett. Andarne na a mano (la lumm) verso il beccuc
a bere un mezzettino (Ambra Cofana cio, nel quale sta lo stoppino disteso,
ria VI, 1o). Andare a bere alquanto. uscendone per da capo quella parte
Boccàmm o Boccàa. T. de'Gitt. di caratt. che accesa manda luce.
Coda. Quella porzioncella di piombo Bocchellin. Bocciolino.
ſuso che ha empiuto l'imbutino della Bocchètt per Bocché. V.
forma da gettar caratteri, e che dopo Bocchètt. v. ant. per Bocchètta o Bocca
aperta la forma si spicca dalla let (sbocco, foce). Di questa voce antica
tera alla quale è accodato. È il Jet abbiamo fede in quella casa che an
dei Francesi. che oggidì nominiamo Monestee Boc
Boccarà. V. Boccalà. chett. Ancorchè il Giulini (VII, 131)
Boccaràda . . . . . Bevuta, hevimento, parlando di quella casa, già monastero
bevizione, trincamento, cioncata. di Dateo, che poi si disse di Bocheto
Boccàrda. Ad. di Fórma (formaggia). V. indi di Bocchetto, non abbia voluto
Boccarèssa . . . . . Vaso di cui fanno esporre le sue congetture su tal nuovo
uso le donne che soffrono inconti nome di Bocchetto, pure la piscina
nenza d'orina. che avea da fronte ne indica abba
Boccarinna. Boccalino, Boccaletto. Piccolo stanza l'origine e assicura il signifi
boccale. cato della voce.
Boccarinna. Boccale. Vaso di terra cotta Bocchètta. T. di Pesc. Bertovello. Spezie
verniciata, di majolica, e anche di di rete. V. Bertavèll.
stagno o simile, che tiensi nelle can Bocchètta. . . . . . . I carbonai danno
tine, ecc. per bere, assaggiare vini, ecc. questo nome all'anima per così dire
Boccàscia. Gola in cui entrerebbe un pane della carbonaja, cioè al congegno di
di sedici ruzzoloni (Fag., Ing. lod. quei tre pali che piantano in mezzo
III, 4). Boccaccia. Pegg. di Bocca; alle legne da carbonizzare onde vi
fra noi si usa specialmente in senso formino un po' di vano, entro al quale
di Bocca ond'escono male parole. introducono il fuoco che ha ad info
Bócch de leon. Bocche di leone? Notis care tutta la carbonaja.
simo fiore dell'antirrino (Anthyrrinum Bocchètta. Bocchino. Fascia di metallo
majus Lin). che strigne l'estremità delle canne
Bocché. Mazzo di fiori. Mazzetto. Mazzo nelle casse de fucili, delle pistole, ecc.
lino. Dal fr. Bouquet. Si trasporta qual Mira. Mira e Canalin. Imbuto della
che volta anche a cose diverse. bacchetta. Sbacchettatura?
Bocchèll. Bocciuolo. Bocchètta. T. de Fabr. d'org. . . . . . .
Bocchèll. Turacciolo, e parlandosi di Quella cassuccia innestata nel porta
calamaj anche Pennajuolo. vento d'un organo, per la quale il
Bocchèll per Bocchètta. V. fiato passa alle canne.
Bocchèll. Abboccatura (Magal, Diz. bol., Bocchètta (che anche dicesi Bocchèll).
Voc. un.). L'orlo dei vasi da bere Chiudetta (secondo il Voc. piac. che
quando è labiato e perciò comodo a però non adduce autorità). Pertugio
prendersi colle labbra per bere; il che si fa ad ogni chiusa delle fosse dei
quale s'è adunco dicesi Becco o Bec prati marcitoi o ne rialzi delle risaje
cuccio, e se piano affatto Bocca. a fine di porgere modo all'acqua di
Bocchell de botteglia, Bocca. venirsi dilatando misuratamente,
BOC ( 1 18) BOC
Bocchètta. T. dei Faleg. . . . . . . Tas dire Boccacci queste pustolette, ma
sello che s'annesta presso al vano di non mi sovvien bene se a Firenze, a
una pialla ogni volta che non le si Pisa, a Lucca o a Livorno, paesi ap
vuol rimettere l'intiero suolo. pena veduti di volo in mia gioventù.
Bocchètta. T. dei Fabbroſer. . . . . . . Boccoeü. Boccuccia. Bocchino.
Lastrina fermata nello stipite d'una Bóccol. T. de'Fab. d'org. . . . . . Spe
porta o d'un armadio, e simile, o nella cie di bocciuolo da canne d'organi.
cornice de'cassettoni, nel cui pertu Bóccola. Campanella. Sorta d'ornamento
gio entra il catenaccio della toppa che pongonsi nelle orecchie le donne.
per chiuderne il serrame. Boccola mezzanella. Campanellotta.
Bocchètta . . . . . Ne' forni da pane è Boccola. Ad. di Tenàja. V.
quella finestrucola con serrame di ferro Boccolinna. Campanellina.
dalla quale il fornajo, senz'aprire il Boccolònna. Campanellona.
chiusino, spia se il pane cuoce; nelle Boccon. Boccone. A boccon. A bocconi.
stufe è il chiusino. Boccon che farà minga pro. Mal
Bocchètta. Bocchetta. Bocchino. Scudetto. boccone è quel che affoga.
Piastrina, per lo più d'ottone ed an Boccon de pitocch o de poveromm
che di bronzo od altro metallo, la o de pret o de dama o prelibato.
quale si conficca a fortezza ed ornato Boccon ghiotto, scelto, squisito. Buon
sul foro delle serrature dei cassettoni, boccone. Vivanda regalata. Camangiare
degli armadj, delle credenze, ecc. È appetitoso. Boccone da non rifiutare.
traforata secondo la figura della canna Ghiottornia. Boccon da ghiotti (Ma
e degl'ingegni della chiave alla quale chiav. Op. V, 341).
deve dare il passo. Delle Bocchette ne Boccon in pee o ala forscètt. Desco
sono di più qualità, come Bocchette molle. Un po' di desco molle(Fag. Ciap.
contornite, a mandorla, a mostacciuo tut. III, 1 1).
lo, a oliva, a rosa, traforate, ecc. Boccon per boccon. A boccone a
Bocchettòn. T. d'Archib. Bocchetta. Cer boccone. A pezzo a pezzo.
chietto col quale talora si ricigne Chi gh'ha di fioeu, tutti boccon
per ornamento la bocca di una canna hin minga sou. V. Fioeü.
d'arme da fuoco. Cuntà i boccon in bocca .
Bocchin. Bocchino. Boccuccia. Cioè far fare vita stretta a uno. Per es.
Bocchin de giulepp (per vezzi). Boc El me cunta i boccon in bocca. Mi
ca di miele. Bocca d'oro. fa piatire il pane, ed anche Mi rim
Bocchin de pippa. Bocchino da pipa provera i bocconi – On me compte les
(*fior., Guadagn. Poes. II, 187). morceaux dicono i Francesi.
Bocchin de popòla o de pigotta o de Dà ona legnada e on boccon de
monega. fig. Bocca da sciorre aghetti. pan. fig. Dare il pan colla balestra.
Bocchin d'offell. Bocchino da ciam El boccon de la vergogna . . . . .
belle (Fag. Forz. della rag. I, 9). Quell'ultimo boccone che resta sul
Fà bocchin de rid. Fare un riso piattello, e che certuni non vogliono
lino o un ghignetto. Sorridere. mangiare per non essere tenuti lecconi
Bocchin. T. di Strum. Bocchina. Bocchetta. e ingoiatori d'ogni cosa. I Fr. lo dico
Cannuccia di metallo che s'applica no Morceau honteur come noi, i Ro
in capo ai ritorti (potences fr.) dei mani e i Marchigiani lo chiamano con
corni, delle trombe, ecc. per intonarli. maggior verità Boccone della cerimonia.
Il franc. Bocal – Dicesi anche della I bon boccon piasen a tucc. fig.
Bocchetta da chiarine, oboe, ecc. Ogni uccel conosce il grano. Il buono
Bocchiroeüla . . . . . . . Pustoletta che è conosciuto da ognuno.
talvolta viene altrui sulla bocca, e I bon boccon tocchen de spess ai
precisamente negli angoli delle lab pù poltron. Ai porci cadono le migliori
bra, che i Provenzali volgarmente pere in bocca. Ai più tristi porci vanno
dicono Bouchero e i Tedeschi Mund le migliori pere. E vale che il premio
faule. In Toscana parmi aver sentito talora tocca a chi manco merita.
BOC ( 1 19) BOE
L'è minga boccon per ti. fig. Non Bocconinètt. Morselletto. Bocconcellino ?
è boccone da te. Bocconott. . . . . . Così chiamansi fra
Levaa a boccon. Tirato su a im noi certe specie di tortelli (ravioeu)
beccatelle. Dicesi degli uccelli nidiaci che si mangiano fritti.
che si crescono in casa, e fig. si usa Bodée. Bozzacchiuto. Buzzone; e par
parlando di Chiunque venga nodrito landosi di donna Una buzzona.
come suol dirsi con latte di gallina; e Bodésg. . . . . . . . La furia di grassa
più comunemente in cattivo sign. di cucina. V, anche Boésg.
Mala scheggia che ritragga da mal Bodesgià. . . . . . . . Affoltarsi per far
ceppo, di Figliuolo addottrinato al grassa cucina, essere tutt'in faccende
male da genitori. per far di molte e piuttosto grosse
Mangià in d'on boccon. Abbocco che squisite vivande.
nare. Far di checchessia un boccone. Bodesgión... Chi s'affaccenda in cucina.
Tajà giò o Trà a boccon. Abbocco Bodesgiònna . . . . Donna che s'affolta
nare. Appezzare. a far di molta e molto grassa cucina.
Toeiù el boccon foeura de bocca. fig. Bodin. Voce franc. che si comincia ad
Torre il boccone fuor della bocca o usare da molti per Busecchìn. V.
giù del piatto o giù della forchetta – Bodin. Puddingo (Algarotti Lettera all'ab.
Aver la gambata o Essere gittato giù Gaspare Patriarchi). Podino(Targ. Toz.
di sella vale essere abbandonato dalla Ist. in Dioscorea sativa, se pur non è
propria dama per alcun altro. errore di stampa). Budino(Pan. Viag.
Tossegà quell pocch boccon. Rim II, 169). Vivanda composta di riso,
proverare i bocconi? Nojare altrui mollica di pane, uva passa, zucchero
nell'ora del mangiare. e midolla di manzo, ed anche d'altre
Vanzà i boccon cattiv in ultem . . . maniere. Dall'ing. Pudding.
Ridursi a mal partito, condursi a pa Bodrié. Budriere. Bodricre.
timenti o a miseria nell'estremo della Bodrié . . . . . Qualità di corame assai
vita. Il Burchiello(Son. 228) disse: forte così detta dal farsene budrieri.
« In tua vecchiezza proverai il saccone Bo-e-ſoeùra. Eufemismo per Bolgirón. V.
» Con poca paglia, e quella fia ben trita - « No ve slonghee o becchi bo-e-focura. -
Boccón. Brano. Brandello. Frusto. Pez Boésg e Bodésg. Schiamazzo. Chiasso.
zuolo. Strepito. Tumulto. Da Boi, dice il Var.
Trà a pezz e boccon. Mandare in Boésg e Bodésg. Guazzabuglio.
brani o in brandelli. Sbrandellare. Boésg, Bodésg e der, diconsi anche per
Boccón. T. di Spez., Med. Bocconcino. Paffuto, Buzzone, ecc.
Bocconcello. Morselletto. Pillola. Boètta. Cartoccio da tabacco. Specie di
Boccón . . . . . . . Quelli che i Franc. bossolo posticcio quadrato, fatto di
dicono Goppes, e sono paste avve una sottilissima ſoglia di piombo ri
lenate per ammazzare i topi. coperta esternamente di carta, nel
Boccona. Sbocconcellare. Rosecchiare. quale si vende il tabacco a libbra.
Dentecchiare. Denticchiare. Il Lippi Piomb de boetta. V. Piomb.
accenna anche Strameggiare. Boètta . . . Ognuna di quelle due bus
Bocconà, Bocconada fig. per Mangia solette del torchio da coniare monete
ria, ecc. V. che anche i Fr. chiamano Boites. Ser
Bocconàda. Boccata. Morso. La prima vono a tenere in sè i conj. L'infe
voce significa propriamente quanto riore tiene per solito il conio dello
tieni alla volta in bocca; la seconda stemma , la superiore quello della
tanto pane o simile quanto ne spicchi figura.
dalla massa co denti in una sola volta. Boètta. T. de Torn. V. Bùssola.
Bocconin. Bocconcino. Bocconcello. Mor Boettazion. T. delle Fab. di Tab. . . .
sello – Bocconitt diciamo anche i Tutto il lavoro del mettere in car
Buon bocconi, i Bocconi squisiti. tocci (imboettà) il tabacco.
Bocconin che mett petitt. ſig. Buona Boettinna. Cartoccino da tabacco.
roba. Bella roba. Boetton. Cartoccione da tabacco.
B(EU ( 12o) BOF
Boeò. Bue. Bòve; e antic. Bò e Bu. Al pl. Avoir plus grands reur que grande
Buoi – Il bue salvatico dicesi Bis panse dicono i Francesi.
sonte – V. anche Bò. Podè minga fa boeucc. Non potere
Alto là con quij boeu magher. Zuc far colpo. Non poter riuscir nell'intento
che marine. Zucche marinate. Zucche Trovagh el boeucc. fig. Trovare la
sfritte. Zucche. Modi bassi che s'usano gretola, la congiuntura, il modo, il
dire quando non si mena buono ad verso, la via. -

uno il suo discorso, o simili. Varda che te foo sett boeucc in del
Chi prega asen deventa boeu. V. in coo . . . Specie di minaccia scherzevole
Mùll, che si fa co'bimbi, a quali non basta
Mett el carr inanz ai boeu. fig. ancora la mente di capire che que sette
Mettere il carro innanzi a buoi. buchi se gli hanno già da natura. Ti
No è ben resegà i corna ai boeu. manderò scalzo a letto dicono per
Non convien destare o svegliare il can quasi consimile minaccia in Toscana.
che dorme. Non conviene stuzzicare il Ziſfol de sett boeucc. V. Ziſſol e Badée.
formicajo o il vespajo. Non ischerzar Boeucc. s. m. T. di Zecca . . . . Quel
con l'orso se non vogli esser morso. fondo in cui sta il torchio da coniare
E non è bene stuzzicare i calabroni. le monete, e nel quale sta seduto
Scappaa i boeu sarà la stalla. fig. Ser l'operajo che sottopone al torchio i
rar la stalla perduti i buoi o quando - piastrini (tondin) da coniarsi. Da Fran
son persi i buoi. Usare guardia e ri cesi è detto la Fosse.
medio dopo avuto il danno. Boeiùcc. Taverna. Bettola. Cànova.
Boeü. fig. Bue (Fag. Ciapo tutore I, 1 1. Boeùcc gergo per Oncia. On tant al
« Fu il primo e l'ultimo maestro, boeucc. Un tanto l'oncia.
» perchè e lo licenzionno per non Boeüden. Giuoco forse sim. al Tànghen. V.
m aggravare il Comune; sicchene in « E vui olter cruschee, sguatter, staffer
n questo paese ora noi sarem buoi » Giughee a la mora, al boeudem, lanzinett. -
» per rispiarmo»). Sciocco, ignorante. Boeiùggia. Buca. (Brand. Men. Gamb.)
Avegh del boeu ch'el consola. Esser Boeüggia. T. de Fab. Sdffice. Quel can
un bue di panno. Aver del bue. Dar nel none o dado di ferro traforato che si
Boeùcc. Buco. (bue. mette sotto ad un pezzo di ferro in
Boeucc del copin. Collottola. focato che si vuol bucare.
Cadreghin de boeucc. V. Cadreghin. Boeügna. Bisogna. È d'uopo. Occorre,
De sto boeucc t'ee de passà. . . . . Boeugna fall. Bisogna farlo.
IIai a passare per questa gretola; a Boeüs. Ambrogio. Nome proprio.
questo passo devi a forza ridurti; qui Capì Betta per Boeus. Frantendere.
devi darmi nelle unghie, ed anche Intendere a rovescio. I Lucchesi di
Tu l'hai a cavalcare questa chinea cono volgar. Prender Betta per Nena.
(Salv. Spina II, 6), cioè devi farlo. Toſela Boeus (o Ziſfola Boeus che
D'on boeucc fà on scarpon o D'ona passa el dord come dicono i Br.). Le
brossola fà on bugnon. V. Bròssola. zucche marine. Zucche fritte.
Fà boeucc. Fare colpo. Vale conse Boeùsma. Bòzzima.
guire quello che si desidera, riuscire Cavà la boeusma. Sbozzimare.
in checchessia. Boeusmaroeü. v. a. Daz. Merc. Pennella
Fà boeucc e scarpon . . . . . . . . da imbozzimare?
Mandare a male a dirotta; mandare a Böff. Soffio. Soffiamento. Soffiare. L'Al
male gli affari, non ne fare una bene. berti enc. registra Buffo per soffio
Formagg senza boeucc e vin che non continuato e fatto ad un tratto.
solta ai oeucc. V. Formàgg. In d'on boſf. In un soffio. In un
Lassagh el boeucc del gatt. fig. La succio. In un attimo.
sciare una gretola. sto mond l'è on boſſ. V. Mónd.
L'è pussee grand l'oeucc ch' el Böff. Piscialletto. Capo di frate. Coccola
boeucc. . . Dicesi degli avidi a quali a pappo del Leontodon tararacum Lin.
pare sempre d'aver meno il bisogno. Böff. Cuſiotto. Sp di cullia oggidi disusata.
BOF ( 121 ) BOC.
B6ſf. T. del G. di Dama. Vatti ! Vocaboli Boffalòra. Nome di vari paesi del nostro
che si usano a mo' di esclamazione contado, uno dei quali entra nel det
per intimare all'avversario la perdita tato: Parì el barchett de Boffalora.
di una pedina o dama. V. Boffà. V. Barchètt.
Boff quella pedinna! Patti quella Boffanèlla (che altri dicono Zuccoria sal
pedina (Sacchetti Nov. 165). vadega). Dente di leone. Erba che è il
Bóff (Giugà al). Fare al soffio (Lasca Leontodon taraxacumLin. V. Zenzelión.
Strega, II, 1). Fare a soffino? Boffànt.Soffione. Gonfianugoli. VSgonfiòn.
Boffa. Soffiare. I Provenzali dicono Bu Boffantón. Pallonaccio. V. Sgonfiòn.
far all'azione di soffiar colla bocca. Boffètt. Soffietto. Arnese notissimo. Forse
Notisi che Buffare ne'diz. dicesi sol dal provenz. Bouffet – Quella pazza
tanto del soffiare nel giuoco dei noc specie di soffietto che usano in cam
cioli, del fare la spia e dello spetezzare. pagna, cioè una canna smessa d'ar
Boffà cont el mantes. Mantacare. chibugio, forata e bidentata da piede
Boſfà in la lumm. Spegnere la lucer dicesi Soffione o Trombone a bocca;
na, e met. Esalare il fiato. V. Cagaràtt. e Soffionetto se non tanto lunga.
Boffà in su la fava. V. Fàva. Ciapp. Anime. Palchi. – Pell. Pelle
Boffà paroll in l'oreggia. V. Orèggia. = Lenguetta. Animella – Canna. Can
Boffà sui did. Far pepe o pizzo. V. nella. Canna.
Pignocù. Fà la part del boffett. fig. Aizzare.
Boſſà via on stee de crusca. V. Stée. Rinfocolare. Intizzare. Metter male.
El pò boffamm dedree. Rincarimi Boffètt. met. La bronzina. Le artiglierie;
il fitto. Mi dia di naso in cupola o e fra noi in gen. le bocche da fuoco.
negli orecchi o in tasca. Detti plebei Boffètt. gergo. Cocchiume. Deretano. V.Cùu.
usati per mostrare ad uno la poca Boffètt. T. de Sart. Culatta. Pezzo trian
stima che altri fa dell'autorità sua, golare ch'è nella parte più alta del
della sua bravura, ecc. didietro de calzoni. -

No boffà. Non zittire. Boffètt. Mantice. Soffietto. Coperta dere


Boffà. Soffiare. Andar superbo, tronfio, tana de calessi che s'alza e abbassa
pettoruto, colla testa alta o levata. a piacimento.
Boffà. Zufolare. Soffiare nella vetriola. Moll. Lieve – Crespin. Rosta.
Far la zolfa per bimmolle. Voci di Boffett. T. de' Parruc. . . . . . . Fiocco
gergo denotanti il bere. da polvere fatto a soffietto, cioè il
Boſfà. Buffare. Soffiare. In gergo vale così detto Poudrier à soufflet dci Fr.
Far la spia. Boffètt de cunna. V. in Archètt.
Boſſà. Posare. Requiare. Rifiatare. Per es. Boffètta. V. Micca.
Te melasset manch boſfà. Non mi lasci Boffettée. Manticiaro.
pur rifiatare. Lassem almanca boffà. Boffettin. Soffionetto. Manticetto.
Lasciami posare. L'è vora de boffà. Boffettìn. T. de Fab. di carrozze. Sof
È ormai tempo che ci posiamo alquanto. fietto? Sp. di secondo mantice che s'at
Boffà. Alchimiare. Soffiare. tacca al vero mantice (boffett) delle
Boſfà. V. in Fórma (formaggia). carrozze per parar l'acqua e il sole.
Boſſà. T. di Giuoco. Soffiare(“fior.). Di Boffettin de cunna. V. in Archètt.
cesi nel giuoco di dama Soffiare una Boffettinna. V. Micca.
pedina, una dama, quando si por Boſfettòn. Manticione.
tano via per non avere l'avversario Boffettòn. v. a. Buffettone. Guanciata.
mangiato con quelle le pedine o dame Boffettònn (ganass).Gote da fattore(Gua
che per inavvertenza o appostatamen dag. Poes. I, 25). Gote tonde, rilevate.
te erano soggette ad esser mangiate. Boffiòtt. s. m. Bofficione? Chi ha le ma
Boſfada. Soffio. Soffiamento. Soffiatura. scelle assai carnose e per così dire
Soffiare. tronfie. Il Bucco o Malacticus dei La
Boffadinna: Un lieve soffio; e met, per tini; il Buffulutu o Muſſulutu o Ma
Bevudinna. V. scidduta dei Siciliani.
Bollador. Soſhatore, e ſig. Alchimista. Boggètta. Boccetta. Dim. di Boccia.
l ol. I. 16
IBOG (122 ) BOG
Boggettin. Dim. di Boggètta. V. L'amor el fa deventà guzz anca i
Boggettin d'acqu d'odor. Bottone. bocc.Amore assottiglia l'ingegno. Amor,
Vasetto di cristallo da porvi essenze quand'entra in un cervello insegna sem
o liquori preziosi in picciola quantità. pre qualcosa di bello(Buon. Tancia I, 1).
Boggettin. T. de Confett. . . . . Sp. di Loeugh de giugà ai bocc. Pallotto
conſetto foggiato a mo' di bottone da lajo("ſior.).
liquori preziosi, regalato di rosolio. Bòggia. T. geol. Arnione.
Boggetton. Boccione. Bòggia. Boccia, Bottiglia,
Bòggia (in genere). Palla. Bòggia de butér. v. a, Daz. Merc. . . . .
Bòggia. Palla. Quella da pallamaglio. Forse anticamente anche fra noi pia
Bòggia. Palla Pallottola. Boccia. nigiani il burro non s'appanava come
Giugà ai bocc. Giocar alle pallottole oggidi, ma s'appallottolava come fanno
(Vocab. bres.). Giocar a bocce (Alb. tuttavia i montanari co loro burri, di
enc.). Giocare a palle secondo il Ba qui l'antica Boggia in luogo del Pan
retti nella Lettera ventesima sesta del odierno il quale però paga tuttora la
suo Viaggio da Londra a Genova in tassa di procedenza alla Balla.
fine. Specie di giuoco che si fa in due, Bòggia del fus. F. Bòtta.
in tre o in più persone con cinque Bòggia de la colonna. Entasi. Ventre.
o con sette pallottole o sia palle di Boggià. T. di Giuoc. Trucciare. Truc
legno, fra le quali una più piccola chiare. Truccare.
(detta tra noi Balin o Boggin, e pro Boggià. met. Fare ad apporsi.
babilmente Lecco o Grillo in toscano) Boggià giust. fig. Dar dentro in chec
a cui chi più s'avvicina colle pro chessia (Fag. Avaro punito I, 5).
prie pallottole vince il giuoco, avuto Boggià. met. Tentare. Dar un colpettino.
riguardo a chi primo vince l'ultimo Provarsi. A bon cunt boggia. Il ten
de punti convenuti. Quel giocatore tar non nuoce.

che abbia due delle sue pallottole Boggià, e per mag. enfasi Boggià a stà
più vicine al grillo di quelle dell'av a segn. m. br. Bubbolare. Carotare.
versario vince due punti, e tal com Bugiare. Dar bubbole o pastocchie o
binazione dicesi fra noi Falla de dò; bozze. Cacciare o, Ficcar carote.
mandandone una sola vicina al grillo, Boggiàda. Pallottolata(Spadafora Prosod.).
vince un punto solo, e dice Falla Colpo di pallottola (boggia).
de vunna. Termini milanesi di questo Boggiadinna. Dim. e vezzeg. di Boggiàda.V.
giuoco sono pure Brusa-via la bog Boggiadór. . . . . . . Quel giocator di
gia, Boggià, Anda-sù, Bon gioeugh, bocce che ha molta abilità nel truc
De rigoron, e A basin. V. Brusà, ecc. ciare le pallottole.
– Si giuoca in partita, ed anche Boggiàtter. Bucone.
A fornera (e da alcuni A cascià l'asen) Boggin. Buchetto. Buchino. Bucolino.
Al paga l'oste(“lucch.). Giuoco affine Boggin (o Balin, e fra i contadini del
alla così detta Pdl del bigliardo, che l'Alto Milanese Bolin). T. di Giuoco. Lo
si fa colle pallottole come sopra, e stesso che Balin. V. Corrisponde preci
in cui ognuno dei giocatori, che pos samente al fr. Cochonnet, e all'ing. Jack,
sono essere in qualunque numero, ha Tegni el boggin o Avè in man bog
una pallottola sola, e tira più vicino gin. Lo stesso che Avè balin. V. Balin.
che può al grillo, chiamando dopo Bogginètt e Boggineò. Bucherello.
di sè il compagno, e l'ultimo di essi Boggion. Bucone.
gridando Fornera (e a Lucca Venga Boggiònna. Bucaccia.
l'oste), e chi non dà questo avviso Boggitt. s. m. pl. Pozzette. Quei buchi
perde un tanto a seconda di quanto si o avvallamenti che si fanno nelle gote
è da prima convenuto fra i giocatori. nel ridere, detti Fossettes dai Fran
Guzz come ona boggia. Capo qua cesi e Bachengribchen dai Tedeschi.
dro. Tondo di pelo. Mestola. Oca. De Boggitt (s. m., pl.). v. cont, Galle o Galloz
stro come una cassapanca, Il fr. Fin zole di quercia.
comme une dague deplomb; un grosſin. Bògh, Bove, Duove. Ceppi.
BOJ ( 123 ) BOL
Bógher. Barone. Briccone. Dal plebeo Bojaccàda. Intriso ? V. anche Boisàda.
volgare francese Bougre. Bojacchée. Lo stesso che Bois. V.
Bogherètt. Ragazzaccio. Bojàda. Abbajo. Abbajamento. Latrato.
Bogherètta. Ragazzaccia. Latramento. Abbafatura.
Bógol. gergo. . . . . . L'oriuolo. Bojadinna. Leggiere abbajo,
Bòja, Boja. Carnefice. Manigoldo. Giusti Bojént. V. Sbrojént.
ziere. Giustiziero. Bojmént. V. Bujmént.
Boja malprategh. fig. . . . . . Così Bojòcch (che anche dicesi dai contadini
diciamo per ischerzo un chirurgo im Bolgion o Bolgiòtt). Rapa lunga del
perito, un barbiere cattivo raditore, Mattiolo e di Targ. Toz. Specie di rapa
e qualunque adoperatore di ferri da fusiforme che è la Rapa sativa oblon
taglio il quale, non sapendo maneg ga o faemina o il Rapum oblongius
giarli a dovere, intacchi la pelle. de'bot. Gl'Inglesi la dicono Torneps
Fà el boja scuriee. Simile all'altro o Knolles. Da noi però assume il no
Fà el cavall del Ghinella. V. Cavàll. me di Bojòcch o Bolgiòtt soltanto al
Gioja de fà brillantà per man del lora che è stata cotta sia nell'acqua,
boja. V. in Màn. sia sotto la cenere, sia nel forno.
La miee del boja. Bojessa. Vess battezzaa con l'acqua di bo
L'è la miee del boja che lava i jocch. V. in Acqua.
pagn. fig. . . . . . . Si suol dire da Bojòcch. fig. Lo stesso che Borlòtt. V.
noi quando piove mentre fa il sole. Bois. Pasticciere. Vendarrosti. Barullo.
Mandà al boja.fig. Mandar al diavolo. Bois. Ciabattino. Chi fa le cose male.
Pagà el boja perchè el ne frusta. fig. Boisàda. Lo stesso che Sciavattinàda. V.
Pagare il boja che ci frusti. Pettinar Bòita. . . . . . Il ventre rigonfio degli
tigna. Ugnere il cavicciule che ci ha a uccelli nidiaci.
dinoccolare. Allevarsi la serpe in seno. Bòita. Seno? « Asca i zoi da mett al
Toccà de fà l'impiccaa, el boja e m coll, gh'en voreva anch per la
el garzon del boja. fig. Aver a fare m boita . . . . » (Bal. Rim.)
il podestà di Sinigaglia; cioè dover Bólch. Bifolco. Boaro. Precisamente quel
comandare e fare poi ogni cosa da sè. contadino a cui è affidata la cura dei
Va al boja. Va al boja, alle forche, buoi ne poderi del Basso Mil. Chi ha
al diavolo, alla malora, al bordello. molte paja di buoi suol avere anche
Bòja (al fem.). Bojessa. un primo boaro detto Capbolch, un
Bòja (per ingiuria), Boja. Forca. secondo detto Sotteapp, ed anche un
Bòja. T. dei Taglialegne. . . . . . Quel terzo detto Regacce, ed un quarto
ciocco o legno grosso che si posa detto ..... Tutti gli altri boari poi
traversoni per terra come una soglia, corrono sotto il nome generico di Bolch.
e sul quale si appoggia ognuno di Bolcògna. Bubulca? Bifolca?
que legni o tronconi che si vogliono Bolcognàda. Bubulcata. Il complesso di
tagliare o spaccare. più bubulche(bolcògn). La nostra voce
Bojà. Abbajare. Latrare. Bolcògna deriva da Bolch(bifolco).
Can che bojano mord. fig. V. Càn. Boldinèlla. V. Bondinèlla.
Fass bojà adree di can. Essere ab Bolètta,Bolettìn,ec. V.Bollètta,Bollettin,ec.
bajato da cani. Bolgègn. Lo stesso che Bolgènna. V.
Bojà. met. Abbajare. Mormorare. Bolgènna. Morchiajo. Sp. d'ulivo.
Bojàcca. Poltiglia. Brodiglia. Melma.Mota. Bolgènna. Coreggiuolo. Altra sp. d'ulivo.
Bojàcca. Intinto. Intriso. V. Moeüja. Bolgètt. Strafatti. Mezzi. Dicesi di frutti
Bojàcca. T. de'Murat. Rinzaffo. Il primo quasi presso a infracidare per ecces
getto di malta che si dà ai muri per ce. siva maturità.
mentarne bene bene l'ammattonatura. Bolgètta. Palla di neve. Da Boli jactus
Bojàcca..... Quel miscuglio di calce e dice il Var. mil.
matton pesto inumiditi con cui i pa Fà ai bolgett o Tirà bolg tt. Fare
vimentaj(solin) appiastrano i mattona alla neve - Fà-sù bolgett. Appallot
ti per ragguagliarne le commessure, tolar la neve.
BOL (124) BOL
Bolgettà. Fare alla neve. l'aria la bolgira! Dice che ingrassa
Bolgettàda. Pallata di neve. Il Lasca nella per cagion dell'aria. . . . . ma l'aria
Nov. p. 6o usa assolutamente Pallata. di vero ! (Gigli D. Pil. I, 2.) – L'è
Bòlgia. Bolgia. Ferriera. Bisaccia di pel sicur su la mia conscienza. . . . . Eh
le da tenervi chiodi, strumenti di conscienza la bolgira! È sicuro in
ferro, ecc. -
coscienza. . . . Eh coscienza m' in la
Gh'è da fà tant per la bolgia che (Fag. Avaro punito III, 9 e passim)
per el magnan. V. Magnàn. – Gh'hal polizia? Polizia la bolgira,
Bòlgia. Borsa. ghe voeur di soldi. Ha civiltà? Eh ci
Bòlgia. Fiore. Ornamento nella briglia. viltà mi piacque: voglion essere quat
Bolgin e Bolgiòn. V. Bolgiòtt fig. trini(Fag. Gen. corr. I, 1). Io per me
Bolgiòn e Bolgiòtt per Bojòcch (rapa). V. lo tenevo un fantoccio. . . . Un fan
Bolgiòtt. fig. Grizzolo. Danaro ammassa toccio? Mi piacque ! un fantoccio è
to a poco a poco – Postema. Borsa o chi gli crede (Salviati Granchio I, 2) –
gruppo di danari che si tenga nascosto. Comasch? ... Comasch la bolgira. Co
Avè i bolgiott o i bolgion o i ro masco?... Comasco appunto, cioè non
gnon gross fig. V. in Rognon. tale(Monig. Tac. ed Am. III, 11 e 21).
Fà bolgiott o bolgin o bolgion. Rag Mezza bolgira. Sin. di Carognètta. V.
granellare. Raggruzzolare. Accumular | Bölgira. Viluppo. Imbroglio. Guajo.
danaro. Oh la bolgira! o vero Oh che bella
Bölgir. Bordelletto. Cosetto. Cosellina. bolgira ! Oh cocoja! Vedi guajo !
Oggetto piccino. Ona quej bolgira gh'è sott. Gatta
Bólgir. Omiciattolo. V, in Omètt. ci cova. Qualche diavol c'è sotto, qui
Bólgira . . . . . Voce di significazione v'è mistero o inganno ascoso. V. in
assai vaga, ma però tale da indicar Cantinna.
sempre magagna, difetto, vizio. Di Vuj on poo stà a vedè dove la va
cesi anche Böltrega o Böltriga o Böz a feni sta bolgira. Vo' vedere che via
zera; e così pure è de molti suoi deri pigli quest'acqua (Machiav. Op. VII,
vati, dicendosi egualmente Boltrigado 571). Vo' vedere a che debba riuscire
e Bozzarado per Bolgirado, Boltrigà il giuoco, cioè come vada a terminare
e Bolgirà, ecc. per Bozzarà o Boz la faccenda della quale si parla.
zirà, ecc. ecc. Tutta questa famiglia | Bólgira. Ciammengola. Bazzicatura. Cian
però ci ha faccia scurrile e quasi che ciafruscola. Bazzecola. Cosa da nulla.
irreligiosa profferita che sia colle due | Bólgira. Anfania. Pappolata. Pastocchiata.
zz, e le persone ben costumate, alle Pippionata,
quali il dialetto fa pur forza di usar- | Bölgira. Bubbola. Fola. Favola. Bozza.
la, non dicono già Bozzaron, Boz Corbelleria. Baja. Inezia. Frascheria.
zarònna, ecc., ma più tosto Bolgiron, Alter che bolgir. Altro che giuggiole!
Bolgirònna, ecc. – I Fiorentini dicono cioè sono cose grandi.
anch'essi volg. Buggera, Buggerare, Avegh domà di bolgir per el coo.
Buggerone, e talvolta anche in gergo. Avere de farfallini o de grilli o delle
Avè nanca per la bolgira. Avere in farfalle. Girandolare.
non cale o a non calere o in non Di o Cuntà-sù di bolgir. Dire fan
calere. Stimare uno come il terzo pie faluche. Canzonare.
de. Non curare alcuno, non ne far Bölgira. Erroraccio. Marrone. Strafal
conto , non averne tema. -
cione. Scompiscione. Arrosto. Scerpel
Avegh olter per la bolgira. Non lone. Svarione – Vescia.
aver pelo che pensi a checchessia. Ave Avè ona bolgira grossa per el coo.
re altra fantasia, cioè avere il capo Avere un cocomero in corpo.
a cose di maggior importanza, avere Che bolgir te diset? Che pazzie
tutt'altro per il capo. parli tu? (Salviati Spina, II, 2).
La bolgira. . . . . Esclamazione di Dì bolgir de cavall. Dire passerotti,
negazione e disapprovazione; per es. farfalloni, cipollate, cioè cose spro
El dis che l'ingrassa per l'aria, ... . positate. V. in Cavàll.
BOL ( 125 ) BOL
Fà bolgir sora bolgir. Imbottare Dove set staa a fatt bolgirà fin adess?
sopra la feccia. . . . . . . . Dove fosti sinora? Dove
Fà ona bolgira o di bolgir. Darc in sei stato fitto sinora?
frittura, in ciampanelle, in ceci, in Vatt a fà bolgirà. Vatti con Dio! Si
cenci o in budella. Fare una corbel suol dire in via esclamativa allorchè
leria, una castroneria, un passerotto, ci scappa di mano alcuna cosa che cor
un passo falso, una minchioneria – re pericolo di rovinarsi nella caduta.
Hoo faa ona gran bolgira. Ho fatto un Vatt a fà bolgirà. Va alle forche,
grande arrosto, una gran corbelleria. in malora, al diavolo, al boja.
L'è minga poca bolgira. Non è una Bolgirà. Fare. Mestare. Trescare. Tra
buccia o una fronda di porro. Non è mestare. Rovistare. Rovigliare. Per es.
una baja o una favola. Cosse bolgiret (o Cosse te bözzeret o
L'è ona bolgira o ona bolgira grossa bozzàret o bozziret). Che fai tu? Che
questa. È cosa malfatta questa. È uno mesti? Che armeggi? Che annaspi ?
strafalcione solenne, uno scerpellone, Bolgiràa. Frodato. Bubbolato. Sbirbato.
uno sproposito madornale, un grosso O bolgiron o bolgiraa. V. Bolgirón.
arrosto, un errore da pigliar colle molli. Restà bolgiraa. Rimanerci. Rimaner
Questa sì che l'è ona bella bolgira! preso, gabbato, ingannato, frodato.
Questa ch'è una taccola o una tresca! Se vorii vess bolgiraa, andee di
Questa è di pezza o col manico o amis. . . . Con cui guadagnerò s'io nol
coll'ulivo o marchiana! Buon per Dio! focoll'amico? L'inimico non mi verrebbe
Buon per mia fe”: cioè questa è cosa mai alla bottega dice il Burch. Son. I 17.
strana, stravagante, curiosa. Bolgiràa. Rovinato.
Bólgira. Bizza. Stizza. Bizzarria. Broncio. Restà tutt bolgiraa. Rimanere ferito,
Collera. Fierezza. Voglia matta, ecc. rovinato, perduto della persona.
Avegh la bolgira. Aver le lune a ro Sia bolgiraa ! Gavòcciolo a . . . . !
vescio, il cimurro, il broncio, rabbia, Ti dia nel naso ! Esclamazione d'im
mattana.
pazienza, d'ira, di sdegno.
Cascià-via la bolgira. Cacciar le Bolgiràda. Cica. Acca. Straccio. Nulla.
passere. Passar mattana. No capì ona bolgirada. Non ne in
Cont el vin se cascia-via la bolgira. tendere straccio o bocciata o boccicata.
Vino spegne collera (Fag. Av, pun. II, 2). No indaghen ona bolgirada. Non
Fà vegnì la bolgira. Mettere a leva curarsene. Avere in non calere.
alcuno. Far entrare in valigia. Savenn ona bolgirada. Non ne sa
Vegnarav la bolgira a on sant. Sal per nulla o cica o straccio.
terebbe la bile a un marmo(Fag. Avaro Stimall ona bolgirada. Stimare uno
punito in versi III, 1o). come il terzo piede o come una foglia
Vegnì la bolgira. Montar in sulla di porro. -

bica. Entrar in valigia o in collera. Bolgiràda (esclam.). Corbezzoli! Cospetto!


Montare la bizzarria ad uno. Entrare Bolgiradàzzo (o Bolgironàzz). Scaltritac
in bizzarria. Venire o Montare o Sal cio. Dirittaccio. Furbaccio. Furbo in
tare la stizza o la mosca o il mosche cremisi. Bagnato e cimato.
rino o la muffa o la senapa o la mo Bolgiràdo. Scaltrito. Mascagno. Furbo.
starda al naso. Pigliare il broncio. Bolgirattà. Mestare. Trescare. Tramestare.
Bolgirà. Giuntare. Frappare. Trappolare. Bolgirètt. Cosetto. Bordelletto. Un ogget
Bolgirà. Danneggiare. Rovinare. to piccino. -

Andà tuttooss a ſass bolgirà. An Bolgirètt. Omicciuolo. Piccinaco. Piccinà


dare ogni cosa a bioscio, all'ingiù, colo. Piccin piccino; se giovine Scric
a catafascio, a brodetto, in rovina, ciolo; se ragazzo Marmocchio. V. O
in malora, per le fratte, a bue, al mètt, Omettin, Chignocù e simili.
bordello, in conquasso. Bolgirètta. Piccinàccola. Piccinaca. V.
Bolgirass lu de per lu. Cercare di Triiquattrin.
farsi male in pruova (Machiav. op. Bolgirón. sost. m. Scaltritaccio, e anche
V, 184 e altrove). Infilzarsi da sè. Lamaccia, Liela spesa. Cavezza. Forca.
BOM ( 128) BOM
Bóm! Scaglia! (Cecchi Assiuolo IV, 7). Bombasinna. Bambagino. Tela bambagina.
Esclamazione irrisoria che si getta in Bombasinna. gergo. . . . . . La carne,
viso ai millantatori, e così pure e specialmente quella vaccina.
Böm bom bóm. Ukukuja ukukuja. Bombasinna. gergo. Chiaro. Il vino.
("ſior. Pan. Poet. Il XxIv, 4o). Suoni, Bombason. Pastricciano. Bonaccio.
non parole, che si mettono per bur Bombé. s. m. . . . . . Carrozza ch'era
larsi delle minacce di un Rodomonte o di gran moda anni sono e che oggidi
di chi fa lo smargiasso in qualunque ha dato fra le vecchie. Chiamavasi
maniera. Nell'Alb. enc. trovasi regi così dalla forma della cassa (scocca)
strato Bom come interiezione fami ch'era molto arcuata e convessa in
gliare usata da chi approvi per beffe. ogni sua parte. Dal fr. Bombe.
Böm . . . . . Voce imitante lo scoppio di Bombé. gergo. Tafanario. V. Cùu.
un'arma da fuoco o il suono che fa Bombé. Ad. di Bottòn, Strivàll, ecc. Con
un grave cadendo nell'acqua e simili. vesso; e se convesso in testa Copoluto.
Bómba. V. Bömbola. Il Voc. parm. registra un infelice Bom
Bómba. gergo. . . . . . Bottone. bato tolto non so donde.
Bombanàdegh. Bulimacòla. Arresta bue. Bomberin. gergo. Culetto.
Resta bove. Intriga barba. Serpentina Bómbola. Bomba. Gran palla cava di
(Targ. Istit.). Bònaga. Bonagra, e ferro fuso che si scaglia col mortaio o
con voce dottr. Anònide. E l'Ononis o col cannone da bomba. Ne sono di più
Anonis arvensis o spinosa dei botanici. specie, vale a dire (secondo il Diz.
Bombardà . . . Scagliar bombe contro un art.) Bombe cieche o da inganno, da
forte o una terra. I diz hanno Bom breccia, incendiarie, fumifere, soffo
bardare per atterrar coll'antiche bom canti, ecc. Hanno un bocchino che
barde; e il Diz. art. non si attentò a si tura colla spoletta. Lo strepitar
registrar Bombardare nel nuovo senso della bomba dicesi Bombare.
che si può dir volgare in Italia. Bombolòtt. Tonfacchiotto; e col volg.
Bombardamént . . . . . . Il fatto dello tosc. Tombolotto.
scagliare quantità di bombe contro Bombolòtta. Tonfachiotta. Tombolotta.
un forte o una terra. Bombardamento (“tosc.).
è volgare in Italia, ma sin qui non Bombón. Dolce. Chicca. Confetto. Confet
registrato dai dizionarj. tura. Probabilmente dal franc. Bonbon.
Bombardée. Bombardiere. Bombardiero. Insalatta de fraa, bombon de mo
Bombàs. Bambagia. Bambagio. È il co negh fan semper dori el stomegh. V.
tone lavorato – Imbambagiato vale Stòmegh.
Pieno di bambagia. Imbambagellato I tropp bombon regnen i vermen
vale Morbido come bambagia. Baston o fan vegnì i vermen. V. Vèrmen.
della bambagia dicesi quello col quale Se l'era on bombon (o on pomm),
gli accotonatori della bambagia la l'era milaa per un . . . . . Dicesi a
vengono sfioccando. colui che ci fura le mosse in un di
Bombas filaa. Bambagia. Filato. scorso, a colui col quale c'incontria
Bombas in fiocch. Bambagia in falde. mo a prendere o a dire al tempo
Dormi in del bombas. fig. Tenere il medesimo la medesima cosa. Nous au
capo o Dormire fra due guanciali. rions fait un pape dicono i Francesi.
Vale star sul sicuro, star bene. Bombón. fig. Una vaghezza. Un gioiello.
Vess in del bombas. fig. Stare im Missa come on bombon. Tutta attilla
bambagiato o soppannato di bambagia. ta. Abbigliata vaghissimamente.
Stare nell'oro o in sul grasso. Essere Bombón. fig. Uno zucchero. Rispett a lù
avvezzo o tenuto nella bambagia. Avere leel è on bombon. Appresso a lui essa
ogni consolazione di corpo. Stare in è uno zucchero. V. Bescottin ſig.
delizie e in morbidezze. Bombonàtt. v. cont. dell'Alto Milanese per
Bombàs di pobbi, ecc. Lanuggine. Pe Bombonée. V.
litria. Pappi dei semi del pioppo e Bombonee. Confortinajo. Bericuocolajo.
di simili piante. Confettiere. Confettatore.
BON ( 129 ) BON
Bombonéra.. ... La moglie del conſor Bon de fà come se sia. Uomo da
tinajo, o donna che vende confortini. bosco e da riviera. Lieta spesa.
Bombonera. Confettiera. Scatola per lo Bon de mett a on pass dove passa
più fatta a specchio a cristalli, nella nissun. V. in Pàss.
quale si ripongono i confetti o i dolci. Bon de nagotta. Un buono a nulla.
Dal francese Bonbonnière. Un da nulla. Chiurlo. Uom da succiole.
Bombonin. Confettuzzo. Una sferra. Un dormi. Un dappoco.
Bombonin. met. Profumino. Zerbino. At Disutilaccio. Pan perduto. Non buono
tillatuzzo – Parlandosi di donna At da porsi la mano alla bocca. Non atto
tillatuzza. Tutta lindura. a cavare un grillo da un buco o a rac
Bombònna. Ad. di Càrta. V. cozzare tre pallottole in un bacino.
Bomborin. Bellico. Umbilico. Umbelico. L'è el sò bon. Simile all'altro L'è
Bus del bomborin. Gangame. quell che Dio fece. V. in Dio.
Bomborin. T. de' Macell. . . . . Quella L'è giust l'ora bonna. Per appunto
parte d'una bestia macellata che ne è l'ora da ciò. In buon'ora per ap
comprende e circonda il bellico. punto. Lo scritturale Hora bona, cioè
Bón. Buono. Voce che, significando ogni adattata, opportuna. -

specie di pcrfezione, si prende in ambi No vess bon de fà olter che de


gl'idiomi in molti sensi, come a dire: mangià e bev. Non essere da niuna
Bón. Buono. Contrario di Malvagio. cosa più avanti che da saper mangiare
A sto mond patiss el bon per el e bere. Essere uno sparapane.
cattiv. In questo mondo patisce la Vess bon de fall. Esser uomo ca
pena il giusto pel peccatore (Cecchi pace di farlo; e com. Esser cece da
Dote II, 5). Un fa male a cento(Burch. far quello – L'è bon de fà quest e
Son. 202). Anche i Francesi dicono olter. È cece da far questo e peggio
Les bons patissent pour les mauvais. – V. anche Domàn.
L'innocent pdtit souvent pour le cou Vess bon de fa ruff. Esser venuto
pable, le bon pour le mauvais (Roux al mondo sol per far letame.
Dict.). Dettati che, oltre al senso loro Bón. Ag. merc. Buona detta. Buon paga
naturale, hanno altresì quello di no tore. Avè o No avè per bon vun. Avere
strare come si giudichi male d'alcuni o Non avere per buona detta. Reputare
per essere già stati ingannati da altri. o no alcuno buon sodatore o pagatore.
Bon come el pan o Bon come el Bón in frase per Serio. Vero. Sodo. Reale.
bon pan. Migliore che il pane. Uno Del bon. Di buon senno. Di vero.
zucchero. Tutto dolcezza. Tutto bontà. Di de bon o Parlà de bon o del
La stessa bontà. bon. Favellare in sul saldo o di sodo
Bon ſa bon. Con l'eletto sarai eletto o sul sodo. Dir sul sodo o di vero.
(e ti pervertirai col perverso) Cr. in Fà bon. Fare o Menar buono. Com
Pervertire; parl. di donne è lo scrit putare. Dar credito altrui di somme.
turale Buona moglie fa buon marito. Fà minga bon quell ch'el dis vun.
Debon e bon. Di pace e d'accordo Non gabellare o Non passare a uno
(Cecchi Assiuolo V, 2). Di bel patto quello ch' egli dice.
(Lasca Pinzoc. III, 2). Di buon accordo. Giugà o Fà de bon. V. in Giugà.
Amichevolmente. A buono a buono. A Lavorà de bon. Fare con alcuno a
buon concio. ferri puliti (Machiav. Op. VI, 1 16).
Passà per bell e per bon. Essere te Far di buono o di bene in diritto.
nuto il buono e il bello (Bib. Cal. V, 7). Mettes dent del bon in dona robba.
Essere reputato innocente in alcuna Mettersi in checchessia coll'arco del
faccenda, ottener fede d'integrità, di l'osso o della schiena. Far daddovero
sapere, ecc. senza meritarla in fatto – o daddoverissimo o del vero senno, o
In alcuni casi vale anche Uscirne a man scherz. del maladetto senno.
salva, cioè passarla impunemente. Sul pù bon. In sul bel del conchiu
Pocch de bon. V. Pocch-de bón. derc(Ambra Cof, II, 4). Nel buono. In
Pon buono. Atto. Idoneo. Abile. Acconcio. sul buono. -

Pol. I. 17
BON ( 13o) BON
Sul pù bon l'ha faa fiasch. V. Fiasch. dare mai una di vinta. Non gliene
Tegnì bon. Accordarsi con altri risparmiare una maledetta. Non gliene
in checchessia. Assentire. Approvare. passare una.
Dar mano – Vorè minga tegni bon. Faghi bonn a vun. Andare ai versi
Disconvenire. Quand l'è staa proget ad uno. Secondare. Condiscendere.
taa el Foro Bonapart, gh'è staa quij Faghi tutt bonn. Dargliele tutte
che ha minga voluu tegnì bon, e el vinte.

Foro l'è restaa in disegn. Del pro Tegnì bon vun. Confettare uno.
getto del Foro Bonaparte vi fu chi di Fargli cortesie, vezzi, carezze per
sconvenne, e il Foro si rimase disegno. averlo benevolo.
Vess al bon. Essere al punto. Toeiù coi bonn. Andar colle buone.
Voregh del bell e del bon. Volerci Far buon viso. Far vezzi.
del buono, e com. Esserci da ugnere, Tornà in bonna con vun. Tornare
cioè Occorrere molta opera o spesa in grazia ad alcuno. Ripigliare alcuno.
o fatica o tempo per fare checchessia. Vess in bonna con vun. Essere bene
Bón. Buono. Docile. Tranquillo. con uno. Essere d'accordo, in pace.
Sia bon! Sii buono o savio. Sta buono. Vess in bonna. Essere in buona,
Bón. Buono. Grande. Molto. Avvantaggiato. di buon animo, di buon umore, in
Vantaggiato. Largo. buona tempera, e perciò disposto a
A dighela in bon milanes. In buon compiacere,
linguaggio ella è così (Magalotti Let. Bón. Buono. Prospero. Favorevole.
scient. XIX, 1, 557). A parlarvi in El Signor ne le manda bonna. Dio
latino(Monig. Ser, nob. III, 5). Voglio ce la mandi buona (Cecchi Dote II, 5).
dire in buon linguaggio che ecc.(Mo No aveghen vunna de bonn. Aver
nig. la I ed. III, 1o). la maledizione addosso. Andare tutto
A faghela a bon mercaa. A farla a rovescio, aver tutte le cose che
a buon mercato. vadano male.
Bon gioeugh. V. Bongioeügh. Bón. Buono. Gustoso.
Daghi bonn. Dar delle buone, cioè Bon bonent. V. Bonént.
forti busse – Deghi bonn, tappellé El bon no l'è faa per i pover
ghi menuder. V. in Tappellà. omen. L'orzo non è per gli asini.
La soa bonna ciav. È lo stesso che El fà-bon. V. Fà.
La soa brava ciav. V. in Bràvo. Savè de bon che consola. Saper di
L'è on'ora bonna. È una buon'ora. mille odori. Dicesi di cose fragrantiss.
È un'ora e più. Bón. Buono. Bonario. Semplice. Dolcione.
Bón. Buono. Utile. Vantaggioso. Andee là che sii pur bon o che
Te gh' ee de bon ch'el te ved sii ben bon o che sii pur anch bon.
minga. Capitale che non ti vede. Buon Siete pur dolce di sale. Siete pur buono
per te che non ti vede. (Fag. Cav. par. I, 9). Siete dolce più
Bón. Buono. Piacevole. Giocondo, che lo zucchero (Monig. Ser. nob. III,
Con certa gent ghe voeur i bonn. 5). Siete pure il dolce intingolo (Mo
A dura incudine martello di piume. nig. la Ved. III, 28). Vous étes bon
Co cervelli ostinati voglion essere le de croire à gà dicono anche i Francesi,
buone per isgararli. Bon cojon o Bon dò vocult. Scioccone.
Cont i bonn se otten tutteoss. Alle Dolce di sale. Sdolcinato, V. Badée.
piacevoli parole non si può mancare. Bon, va ben, ma minga bon dò
(Ambra Cofanaria IV, 5). Il mele si voeult. Questi tanto buoni son tenuti
sfa leccare perchè è dolce. Le mosche poi sciocchi(Ambra Bernardi I, 5).
si prendono col mele. Il cane s al Bón. Buono. Semplice. Schietto,
letta colle carezze. Andà a la bonna o a la bonna de
Faghelabonna a vun. Menar buono Dio. Andare alla buona, alla carlona,
checchessia a uno. alla grossa, all'apostolica, alla ba
Faghen mai vunna bonna o vero No lorda, ed anche alla naturale (col
ſaghen vunna de bonn, Non gliene Bartoli). Andare sprezzato.
BON ( 131 ) BON
omma la bonna, Genta la bonna. ona gran bondanza vè. Sei pure la
Uomo alla buona. Gente alla buona, lieta spesa! cioè tu sei pur tristo.
cioè schietta, senza malizie, e anche Bondanzios. Abbondante. Abbondevole.
più frequentemente senza etichette, Copioso. Abbondoso.
alla piana, ecc. Bondiàna. . . . . . I macellai chiamano
Vestiss a la bonna. Andare sprez così quel budello delle bestie bovine
zato – Il vestir sodo, ma più su che che altri dicono Muletta?
sprezzato, dicesi Andare alla positiva. Bondinèlla. | Bandinella. I pannajuoli
Bón. ironic. , Buono. Bondinna. chiamano così la tela che
Avè a che fà coi bon. Non aver a invoglie le pezze di panno. I Dati
mangiar i cavoli coi ciechi. daz. merc. la dicono Boldinella, e la
Bon lavò. Buona-pelle(“tosc. e Guad. nominano come tela di Germania di
Rime I, 71 e passim). Lieta spesa. due specie, greggia e bianca.
L'è giust el bon. Appunto so dirti Bondioeüra. s. f. . . . . Specie di salame
ch'egli è il buono. noto che è detto Ossocolo a Venezia,
Taccass al bon, Appigliarsi al buono. ed è forse la Bonzora dei Lucchesi.
Bón in frase per Contento. Lieto. Bondón. Cocchiume. Foro della botte per
Fàtegnì debon. Fare che alcuno se ne cui s'imbotta. Dal francese Bondon o
tenga. Operare sì che altri speri bene di dal provenzale Boundoun di pari sig.
checchessia, o si rallegri di cosa in fieri. Boffà via la scuma del bondon. Sof
Tegniss de bon. Tenersene (Fag. fiare in bocca ad una botte(Dav. Colt.).
Avaro punito II, 15). Tegni a man de la spinna e lassà
Tegniss de bon. Sperare. Fondarsi. andà del bondon. Lo stesso che Tegni,
Ritener fatto. (solarsi. a man i guggiad e trà-via i remissej.
Tegniss de bon. Rallegrarsi. Con P. in Guggiàda. -

Bón. s. m. . . . . . Ricevuta di viveri Bondón. Tappo(Paol. Op. II, 1o9). Zaffo


o robe somministrate. Voce fr. Bon, che tura il cocchiume propriamente
usata specialmente in affari militari. detto, I dizionari però chiamano Coc
Rón. T. del Giuoco di Pallamaglio. . . . . chiume anche questo tappo.
Quel segno nell'anello da pallamaglio Bondón. Spina fecciaja. V. Borion.
che fa buona la giocata. Bondón. Zaffo. Turacciolo di quel foro
Mettes in bon. . . . . . . Metter la dei tini donde si svina.
propria palla dal buon lato. Bondonéra. T. de Bott. Cocchiumatoio.
Bón. av. Buono ve ironic. (Fag. Gl'Ing. Sgorbia colla quale si fa il cocchiume
lod. I, 11). Buon per Dio. (bondon) alle botti.
Bonamént. Bonariamente. Con bonarietà. Bondussuria o Bondissuria. Buon di a
Alla buona ; e anticamente Bonaere vossignoria. -

mente. Senza malizia. Nei diz. Bona Boné. Lo stesso che Bonètt. V. -

mente vale da senno. Bonént. Voce brianz. usata nella frase


Ponariamént. Alla buona. V. Bonamént. Bon bonent. Trabuono. Di là da buono.
Bonàsc. Bonaccio. Buon pastricciano o Donètt. Berretto. La nostra è voce tolta
pasticcione o pastaccio. Bonario, e con di peso dal franc. Bonnet. Girolamo
voce di conio forastiero e poco gar Ruscelli però nel suo Capit. sopra lo
bata Dibonaire. sberrettare ha: «Che bisogna ogni po',
Bonàzza. Bonaccia. Ogni buona fortuna. far di bonetto. ” , , , ,
Bonbòn e deriv. V. Bombòn e deriv. Bonètt. T. di Cucina. . . . . . Vaso di
Boncristiàn. Ad. di Pér. V. rame stagnato, imitante alla grossa
Bondant. Abbondante. V. Bondanziòs. un berretto, nel quale si fanno cuo
Bondànt. Vantaggiato. Buono. Dò lira cere i pasticci. Dal francese Bonnet.
bondant. Due libbre buone. Bonètt. T. de Confett. .. . . Sp. di mar
Bondanza. Abbondanza. Copia. zapane così detto dalla figura che
Bondanza de mej. V. in Mèj. assume perchè cotto nel vaso chia
Bondànza. ironic. Lieta spesa. Lamaccia. mato Bonètt. V.
Mala zeppa. Mala giarda – Te set Boneur. V. Bonoeur.
Bon ( 132 ) BON
Bongioeügh. . . . . Esclamazione usata in Bonnascóa (Michelangiol). Il Pittor Gra
parecchi giuochi, e sempre in signifi nata(*fior. e Pan. Poet. I, 22 e 12, II
cato di domandare facoltà di scostarsi 25 e 47). Pittor da chiocciole o da
in qualche parte dallo stretto rigore boccali o da sgabelli o da fantocci.
delle leggi proprie di ciascun d'essi Pittorello. Dipintoruzzo. Fantocciajo.
giuochi. Per es. nel giuoco delle pal Cattivo pittore.
lottole(bocc) io dovrei trucciare colla Bonn-fèst. Buone feste – Dà i bonn-fest.
mia pallottola quella dell'avversario Augurar buone feste.
senza scostarmi più che tanto dalla Bonn-fèst. Strenna. Mancia. V. Defèsta.
schiera de' giocatori: sclamo Bon Bonoeùr. Sorte. Ventura. Dal fr. Bonheur.
giough, e, consentito ch'e sia, io mi A la bonour. Via là. Passi. Alla
posso dilungare a piacere dalla schie buon'ora. San Pier la benedica.
ra, e trucciare di dove meglio mi A la bonocur de Dio. Alla carlona.
torna. Se giochiamo a capo a nascon Alla sciamannata. All'apostolica. Alla
dere e solamo Bon gioeugh, chiedo grossa. -

a compagni del giuoco di non essere Bonomia. Dabbenaggine. Bonarietà. Bo


fatto prigioniero ancorchè acchiappato. narità. Dal francese Bonhommie.
Bongùst. Buongusto. Buon gusto – Vess Bon-Omm o Gran bon-Omm. ironic. Bo
de bongust, Avè bongust. Essere di nario. Semplice. Dolcione. V. Badée.
buon gusto, Avere buon gusto. Saper Bonorìv (che anche diciamo Temporii).
scegliere il bello e il buono. Buon levatore, cioè usato a levarsi
Bonin. Bonino. per tempo la mattina. Così spiega con
Bònis (Avè de). Lo stesso che Avè de la ogni apparenza di ragione il Monti
bella robetta. V. in Robetta. nella Proposta citando quel passo dei
Bònis (Mangià de). Nodrirsi lautamente. Bernardi dell'Ambra (atto I, sc. 1)
Far buona cera. Sguazzare. ove si legge
Bonmercàa. Buon mercato. Buona der « . ... fin da giovinezza fui sollecito
» Ed un buon levatore -
rata. Buon prezzo – Vend o Dà a
bonmercaa. Far buona derrata. Dare I Franc. dicono Matineur – Pare che
per non molto prezzo. il Tasso in que versi della Gerusa
El bonmercaa el strascia la borsa. lemme (II, 2)
V. in Börsa. « Ed uom che lento a suo diporto vada
Bònna (In). modo avv. In buona. In buo » Se parte mattutino a nona giunge -
na tempera – D'amore e d'accordo. abbia in qualche modo designato il
S'el catti in bonna l'è fada. S'io lo nostro Bonorio con quel Mattutino.
carpo in buona è cosa fatta (Cecchi Bon-pro-fazza. Buon pro. Buon pro vi
Dote I, 2). faccia. Parola colla quale s'augura
Bònna che modo avverb. Fortuna. Buon bene ad altrui, specialmente allorchè
per me. Buon per te, ecc. Bonna per mi egli sta bevendo o mangiando. Il la
che l'è staa quiett. Fortuna o Buon per tino Bene tibi sit.
me che e' sistette cheto. V. anche in Bön. Bonsciór. Monsignore. Il Balestrieri, a
Bonnamàn. Mancia. Paraguanto – Ben indicare Monsignor della Casa, disse:
andata – Strenna. « Ma lassee quell Bonscior
Bonnamesùra. Buona misura (Moniglia » Che insegna la creanza. »
Pod. di Cologn. III, 26). Buona der (Brand. Cang. Bad.)
rata? Arroto? Vantaggio? Giunta? So Bontàa. Bontà.
prammercato? Quel dito di roba oltre Bontàa. Mescolanza. Minutine. Quell'er
all'ultimo braccio che i pannajuoli so bucce odorifere di cui si fa insalata o
gliono dare o finger di dare al compra che si mescolano nell'insalata minuta.
tore. Dicesi Event dai Francesi; dice Bontàa usasi pure in questa frase: El
vasi Epimetron dai Latini e dai Greci. sarà la bontaa de quindes agn o de
Bonnànima. Buonanima (“lucch.). Usasi vott mes, ecc. Sarà un bordello, o
parlando dei defunti. Mè zio bonna un coso, o un negozio, o la povertà di
nima. Mio zio buonanima. quindici anni o d'otto mesi, ecc., e
BOP ( 133 ) BOR
dicesi famigliarmente quando si vuol Bór. Soldo, e in ger. Quattrini. Denari.
indicare uno spazio di tempo grande V. anche Böro.
o in fatto o in relazione alle circo Bór per Borì. V.
stanze nelle quali si usa. Per esempio Bór. Fòderi. Zàttere. -

Sarà la povertà di tre o quattro mesi Bór (s. m.pl.) nelle barche. V. in Travètt.
ch'ei si tiene quel mio libro. Bóra. Pedale. Toppo. -

Bontàa nelle Zecche per Titol. V. Bóra. Marame. Scegliticcio. La peggior


Bonvivàn. Buon vivente(*tosc.). Buon com parte di checchessia. V. Taròcch.
pagnone. Goditore. Compagnone. Buon Bòra. Rovajo. Tramontano. Tramontana.
compagno. Borea.

Bontavós. v. cont. brianz, per Ponàsc. Bòra. v. cont. dell'A. M. per Bòria. V.
V. È l'antico italiano Bontadioso ri Bóra. Borra. Stoppa o simile che si calca
masto, come altre voci antiche ita nelle bocche da fuoco per premere
liane, nelle nostre parti montanine. la carica. -

Bontémp. Buon tempo. Boradór. Bòzza. La prima forma non


Avegh el bontemp del merlo. Darsi ripulita nè condotta a perfezione,
tempone. Stare in barba di micio o di l'abbozzo d'una scrittura o simili –
gatta. Far feria. Oziare. Starsi in pan Gli stimatori di fondi chiamano Bo
ciolle. Stare a grattarsi la pancia. rador de campagna la bozza delle
El bontemp el le mazza o el le stime nella quale scrivono sui luoghi
coppa. Egli affoga nella bonaccia. le loro note.
Vess l'omm del bon temp. Essere Boradór. T. di St. Bòzza. Prova. Foglio
buon compagnone o godente. Far tem di prova. Quel primo foglio che si
pone. Darsi tempone o buon tempo. stampa per prova e che serve al
Sguazzare. Stare in allegria o in giò correttore per le correzioni da farsi.
lito. Pigliare il mondo come viene. Anche gli Spagnuoli dicono in questo
Bontempàsc. Buontempone. senso Borrador.
Bontón. Buon tuono (Guad. Rim. I, 1o 1). Boràgen. V. Boràsgen.
Gentilezza(Sacchetti Nov. 214). Moda. Boraginna. T. de'Cac. Fiaschetta. Corno
Buon gusto – De bon ton. Galante. Di da polvere – La Borracina dei diz.
moda – Sciora de bon ton. Cortigiana. vale Musco.
Bontonista. V. Tomista. Boràina. v. cont. per Boràsgen. V.
Bónza...... Specie di botte lunga, atta Boràs. Borrace. Nitro fossile usato dagli
a contenere e trasportare il vino sulle artefici per saldare e liquefare più
carra. Ve ne sono di rotonde o cilin facilmente i metalli.
driche e di ovali schiacciate. La più Boràsca. Burrasca. Procella. Turbine.
parte sono capaci di otto in dieci Boràsca. fig. Picchiata(Monig. Ser nob.
brente di vino. I Piemontesi la chia III, 5). Fortuna. Mala fortuna. Av
mano Botala carera, cioè botte da versa fortuna. Infortunio. Calamità.
carreggiare. Disgrazia. Procella. Grave malattia, ec.
Bonzén. v. cont. dell'A. M. per Bronzin Passà ona borasca . . . . Superare
de stadera. V. alcun infortunio; passare sfortuna;
Ogni stajera gh'ha el sò bonzen. vincere una grave malattia, e simili.
V. in Stadéra. Boraschètta. Burraschella(Prose fior.).
Bonzètt. s. m. e Bonzètta. s. f. . . . La Boràsgen (o Boràgen o Boraina). Borràg
bonza piccina, la quale per lo più suol gine. Borrana. Borrace. La Borrago
essere capace di cinque brente di vino. officinalis Lin., erba che si adopera
Pari on bonzett. Essere un tonfac per abbellire le insalate e in segno
chiotto o un tomboletto. Essere un bu di allegria,
tale direbbero gli Aretini. Borasin. Borraciere. Scatoletta in cui gli
Bonzón. Accr. di Bönza. V. artefici tengono il borrace polveriz
Böp bóp. Bù bit. Bau bau (Rime d'un zato pronto per le saldature.
autore pisano). Voci imitanti il la Borcèll. Guscio(Targ. Viag. 195). Bur
trare de can grossi. chiello? Burchio? Barchetto. Barchetta.
POR ( 134 ) POR
Borcèll. Voce usata ambiguamente sui no Bordesoà. . . . . . Sp. di stoſa di lana
stri laghi come sinonima di Barcón. V. e seta. Dal fr. Bord de soie.
Borcèlla per Borcèll. V. Bordiglion. V. Bordion,
Borcellètt. , Battelletto ? Barchettina ? Bordin. Frangetta. Filetto,
Borcellin. º Burchielletto? Sottile navi
Borcelloeü. D cellino o barchettino.
Bordinètt. Dim. di Bordin. V.
Bordinettin. Dim. di Bordinètt. V.
Bòrd. Bordo. Frangia, lista, ricamo o Bordioeü (che anche dicesi Bordin). Cia
simile di che si fregiano od orlano ramella? Sciaramella?(*aret.). La larva
le vesti, gli arazzi, ecc. rossa della Cetonia stictica Lin. che è
Bordà. Avvicinare. Affrontare uno (Am un bruco molto infesto alla radice
bra Cofan. II, 9) semplicem. Fermar dei cereali, e specialmente a quella
uno per parlargli. Dal franc. Aborder. del granoturco. I Modanesi lo chia
Bordà. Orlare. Gallonare. Trinare – Fi mano Cascamorto e i Bearnesi Aire.
lettare. Dal francese Border. Bordion (che altri dicono Bordiglion).
Bordàa. Orlato. Gallonato. Trinato, Fil di ferro grosso – Ne dizionari
Bordegà. Imbrattare. Lordare. Sucidare. Bordiglione significa soltanto un certo
Sporcare. Insozzare. Bruttare. Sozzare. difetto di filatura.
Macchiare. Insudiciare. Contaminare. Bordion di pedal d'on'arpa. Vergucce
Insucidare. Intridere. Imbrodolare. de pedali dell'arpa? Quelle verghette
Insozzire. Lerciare. Imbruttare. Im di ferro che dai pedali d'un arpa
pacchiucare. passano pel voto della colonna e met
Bordegassi man per nagott. V. Màn. tono in moto il meccanismo armonico
Vorè fà, dì e bordegà. V. in Fà. dello strumento.
Bordegàa. Bruttato. Imbrattato. Sozzato. Bordionin. . . . . . Sottile fil di ferro.
Bordegascént Lercio. Su dicio. Sucido. Bòrdo. Voce usata nella frase
Brutto. Sporco. Lordo. Sozzo. Bruttato. Scior d'alto bordo. Signore di prima
Bórdegh voce ant. per Bordegascént. V. riga, del primo rango, d'alto paraggio.
Bordeghisia. Sudiciume. Sozzura. Lor Bordòcch. Piattola, e con voce dottrinale
dura. Bruttura. Lordezza. Lordizia. Blatta. La Blatta orientalis Lin. In
Sporcizia. Immondizia. Lordume. setto che trae al grillo domestico, di
Bordeléri. Bordello. Chiasso. Fracasso. corpo schiacciato, comunissimo nelle
Fracassio. Frastornio. Frastuono. Fra case vecchie, umide, sudicie. La notte
stuolo. Baccanàlia. Busso. Tramazzo. esce a torme infinite, il dì s'appiatta.
Trambusto. Baccaneria. Bordòcch. Baco, e con nome dottrinale
Bordeléri. Fucinata. Barbaglio. Nuvolo. Ninfa – Semininfa – Crisalide. Nome
Gran quantità di checchessia. Bordeleri proprio degl'insetti nel secondo stato
de gent. Un brulicame. Un nuvolo o di loro trasformazione. Per es. l'in
Una fucinata o Un barbaglio di genti. setto così detto Baco da seta, prima
Bordeleri de gentaja. Bordaglia. è Cavaler (baco), poi Bordòcch (baco
Bordèll. Rovina. -
rinchiuso, bacaccio?, crisalide), e da
Andà a bordell. Andare alla banda, ultimo Parpaj (farfalla del baco da
a Scio, per la mala via, in rovina – seta) – Notisi però che non cono
Talora anche semplicemente Andare scendosi bene da tutti la triforme
a monte. Sconcludersi. naturalità degl'insetti, spesso nella
Tirà a bordell. Condurre alla schiac lingua comune i più confondono le
cia, nelle forbici, nella ragna, nella idee, chiamando bachi o bruchi così
rete, ne'lacci, a rovina; In senso mo le larve come le ninfe, e appena in
derato Mettere in sul filo, sul curro, alcuni casi distinguendo con apposito
sulle carrucole, in ballo. nome l'insetto perfetto, come ne pa
Bordèll per Bordeléri(quantità). V. pilioni, negli scarabei, ecc. che nomi
Bordellamént. Lo stesso che Bordeléri. V. nano farfalle, calabroni, ecc.
Bordeloeü. Bordelletto. Cosettino. Bordòcch. gergo . . . . . . Prete.
« On chiccherin, ma propi on bordeloeu, Bordòcch. Battuto. V. Scuriée – Deſen
» Da servì a on canalin per bevirocu. »Bal, Rim. dente Sacchi nella sua Novella Ara,
BOR ( 135 ) BOR
bell'Ara ecc. dice che nel 1555 il Boriàn (Can). V. in Càn.
conte Tommaso Marino fu chiamato Boricch. Bricco. Asino. Ciuco. Ròzza. So
dai Milanesi Strapazza-bordòcch, cioè maro. Il francese Borrique. Avverte
l'esimio Felice Bellotti in alcune sue
conculcatore della gente divota rap
presentata da questi battuti (bordòcch). Postille al mio diz. gentilmente comu
Bordocchin. Bacheròzzolo. nicatemi che anche gli Spagnuoli di
Bordoccòn. Piattolone. Accr. di Piattola cono Borrico, e che queste voci prob.
(Blatta orientalis Lin.). provennero dall'infimo latino Buri
Bordoeù. Baco. Befana. Biliorsa. Versiera. chus o dal Boueixo; dell'infima grecità.
Tregenda. Trentavecchia. Aversiera. Boricch. Stefano. Otre. Ventre. Avè pien
Trentancanna. Verola. Orco. Breusse. el boricch. Aver pieno lo stefano.
Lupo mannaro. Ebreusse. Borida. . . . . . L'atto dello scovare,
Fà bordoeu. Far baco o Far baco del dar sotto, dello scacciare, del
baco. È un certo scherzo che si fa coi frullare. V. Borì.
Can de borida. V. in Càn.
bambini coprendosi il volto e dicendo
Baco baco o Bau bau, e fra noi: Bor Boridón. Ragia. Busbaccheria. Busberia.
daeu, sett, e ciò perchè n'abbiano un Inganno che si cerca di fare altrui
pò di pauriccia da burla. con bugiarde e finte invenzioni –
Bordoeü. Befàna. Versiera. Orco. Donna Talora in senso più moderato Carota.
assai brutta. Fola. Panzana. Bugia. Fandonia.
Bordón. Voce usata nella frase Pientà on boridon. Busbaccare. Usar
Tegnì a bordon. Tener il sacco, o busbaccheria, e più moderatamente
mano, o di mano; e col volg. toscano, Piantare una carota. Dar baggiane.
che leggesi anche in un poema d'un Boridonista. Parabolano. Busbo. Busbac
autore pisano, Reggere il venti. co. Busbaccone. Busbino.

Bordón per Bordioeü. V. Boridór. T. di Cacc. Ramata. Randello?


Bordùra. Bordo. Frangia. Nome di quel bastoncelli corti che si
Borèja . . . . . Sp. di ballo a quattro. usano negli uccellari (roccol) lancian
Borèja. Sciagura. Malanno, ed anche in doli verso gli uccelli di passo per
generale Intrigo. Imbroglio. Viluppo. farli dare nelle reti.

P. Bólgira e Boràsca. Boriggioeiù. . . . . . . Così chiamasi dai


Borèlla. Rotella. Padella. Patella. L'osso contadini brianzuoli la siliqua del
tondo che copre la giuntura del gi ravizzone (brassica napus Lin.), e in
nocchio – Dà la borella in di ge generale anche ogni altra siliqua glo
noeucc. V. Genoeücc. bosa come quella, ogni pericarpio
Borèlla. T. di Giuoco. . . . . Pallottola cassulare globoso.
che si adopra al giuoco del rulli (di Borin. Capezzolo. Zezzolo. Tettola. Capi
oss) per darvi dentro e farli cadere. tello, e dottr. Papilla. Fuor del solito
Borella (Azzalin). V, Azzàl. parmi che saviamente rifletta il Fer
rari derivando la nostra voce dal
Bórgh. Borgo. Sobborgo.
Borghés. . . . . . . I militari chiamano latino Uberinum.
così chi non è militare come essi, e Vess senza borin. Avere il capez
dicono Vestiss de borghes il vestire zolo cieco, cioè occulto.
abiti non militari, Borinéri. v. dell'Alto Milanese. Turbine.
Borghesan, Borghigiano. Abitator di borgo Uragano. Bufera. Procella. Tempora
Borghètt. Borghetto. Picciol borgo. laccio. Lo Spadafora nella sua Pros.
Borgogna o Borgognin. V, in Uga. it. registra Spurino e Spurinata in
Borì (Cons. Men. 46). Abborrire. questo medesimo significato – La no
Bori. T. di Cac. Levare. Scovare. Dar stra voce trae al siciliano, ed ha an
sotto. I Fran, quasi nello stesso senso che molta affinità colla Buriana regi
hanno Bourrer. Negli uccellari (roccòl) strata dai diz. come vento assai pro
sarebbe Scacciare. Il Savi (Ornit. II, celloso.
575) usa Frullare. Boriòn. v. cont. brianz. Spina fecciaja.
Bòria. Bòria. Boriosità. Vanità. Tappo dei secchi da bucato.
BOR ( 136 ) BOR
Borlà. Rotolare. Ruzzolare. -
Vess pussee de borla che de corr.
Appenna borlaa-giò del lecc. Ap Essere un tomboletto, un tonfacchiotto.
pena caduto in terra. Appena alzato, Dicesi anche nel significato seguente:
al primo uscire del letto la mattina Borlà. gerg. Cascar di fame o della fa
dopo aver dormito. Au saut du lit me. Allampanare. Sentir suonare la
dicono anche i Francesi. lunga. Avere la picchierella.
Borlà adoss. Andare, Venire o Dare Borlàa. partic. pass. di Borlà. V.
addosso ad uno. Investire uno. Borlànd. s. m. Pillorone(Targ. Viag. V,
Borlà ai spall a vum o Borlà adoss. 28o). Ciottolone. Grosso sasso bislun
Cogliere, Raggiugnere, Sopraggiungere, go o ritondo di fiume. I minori sono
Arrivare uno inaspettato, improvviso. detti Fròmbole, Pillore o Ghiajòttoli
Borlà-dent o denter. Incappare. (Targ. Viag.V,551, I, 3o7, II,39o e pas)
Borlà-dent a dì, a fà, ecc. Lasciarsi Borlànda. Fròttola. Tantafera. V'è un
andare a dire o fare checchessia. Son libro intitolato Borlanda impasticciata.
borlaa-dent a dill. Mi scappò detto. Oh che borlanda impastizzada! Vedi
Borlà-foeura a dì, ecc. Scappar detto. viluppo! Ve pasticcio ! Vedi matassa
Venir detto. Incappare a dire, ecc. arruffata o scompigliata!
Borlà-giò. Cadere. Stramazzare. Ab L'è ona borlanda mai pù fenida.
biosciare; e bas. Dar del culo in terra. L'è una lunga mena, una tresca, una
Borlà-giò. Darsi vinto. Dar nel lac trescata, e secondo casi anche un
cio. Par. d'innamorati cader ad amare. taccolo; ed anche un'intemerata; ed
Borlà-giò a tocch. Cascare a brani. anche un viluppo, un intrigo.
Non se ne tener brano – Cascare al Borlandòtt. T. di Fin. Stradiere. A distin
trui le vestimenta di dosso – Rovi zione dei gabellieri fissi(daziee) chia
nare. Diroccare. mansi così que gabellieri ambulanti
Borlà-giò con la faccia inanz. Ca che si oppongono ai frodi sulle strade
der boccone o supino o rovescione o pubbliche. Forse dal piem. Berlandot.
rovescioni o a rovescio. Dare del ceffo Borlazion. Sagratina. Picchierella.
in terra. Borléra dicono in qualche parte del con
Borlà-giò contel coo in giò o a tado per Penaggia. V.
coo inanz. Andar giù capolevato o Borlin. Coccola. Bacca. Orbacca. Frutto
capovolto o capodisotto o capopiede dell'alloro, del ginepro e simili.
o caporovescio. Tomare. Fare un tomo. Borlin. Pallino.
Borlà-giò cont i gamb dedree (parl. Borlìn. Curlo.
di cavalli). Accosciarsi. Borlin. Tomboletto – Tomboletta.
Borlà-giò de cavall. Cadere da ca Borlinètt. Dim. di Borlin. V.
vallo. Votare la sella. Borliroeü. . . . . In alcune delle nostre
Borlà-giò in pee. V. in Pè. cascine formali (cason) è un congegno
Borlà-via ass. o Borlà-giò o Borlà per fare il burro. In due ritti, col
via del sogn. Cascardi sonno; e scherz. legati con una traversa da capo, viene
Legar l'asino. Legar la giumenta, cioè inastato a due terzi di altezza un cur
addormentarsi. V. in Sògn. ro in cui sono infisse due aste delle
El gh'è borlaa-dent. È rimasto alla quali una è mozza, e l'altra va a
stiaccia o al calappio o nella trappola. metter capo in una zangola (penag
Il topo è cascato nell'orcio. È stato gia) che è interrata sotto al piantato.
giunto al boccone. -
Due manubri inastati nell'asta mozza,
Fà borlà-foeura vun. Fare uscire che viene chiamata sajetta, servono
uno. Cavare i calcetti a uno. Dare a smuovere il curro, e con esso an
sotto ad uno per modo di cavargli che l'asta lunga la quale fa diguaz
di bocca ciò che se ne vuol sapere. zare il fior di latte nella zangola fino
Lassà borlà in terra. V. in Tèrra. a tanto che sia divenuto burro.
Son borlaa-giò de la paura. Mi è Börlo (Toeù el). Lo stesso che Toeü-sù
cascato il cuore o la curatella dalla el duu de copp. V. in Dùu.
paura. Borloeü. Lo stesso che Triquattrin, V.
BOR (137) BOR

Borlòj. Cacherello. Pillola di gallina. quali servono per macinare le foglie


Così chiamasi in gergo l'uovo sorbile. da tabacchi.
Borlón (in genere). Cilindro – Ruòtolo, Borlonà. Rotolare. Ruzzolare.
Ròtolo – Rullo. Borlonà. T. d'Agric. . . . . . Lavorare
Fass-sù in d'on borlon. Raggruzzo i terreni col rullo(borlon).
larsi. Rannicchiarsi. Borlonàda. Un ruotolo.
Borlonin. Cilindruolo. Rotoletto.
Manegh a borlon. V. in Mànega.
Borlón. T. d'Agric. Rullo. Pezzo di legno Borlorin. Tomboletto, V. Triquattrin.
tondo, lungo due metri circa e della Borlòtt (che anche diciamo Bojòcch ).
dimensione di sei decimetri in giro, Tonfacchiotto. Persona piccola e grassa.
e talvolta dentato, che strascinato da Borlùsch. gergo. . . . . . Lo stradiere
cavalli o simili giova a spianare le (borlandòtt. V.).
zolle d'un campo. Viene inastato in Borni, Bormidòr, ecc. V. Imbornì, Im
un telajo di legno che gli serve di bormidór, ecc. -

carro. Nelle pianure del Lodigiano Bornis. Cinigia. Cenere calda, cenere
viene anche detto Rigol. Corrisponde che conserva il calore, o che ha del
al Brisemotte o Rouleau dell'Enciclo fuoco. Il Fontana nel suo Diz. econ.
rust. ſa derivare la nostra voce dal
pedia e al Cassemotte dell'Alb. bass.
Nel Voc. agr. ital. del sig. Gagliardi latino Prunicium ch'egli asserisce di
è detto Ruzzo. pari significato.
Borlón. Rullo. Dicesi anche uno stru Drova la sciampa del gatt per tirà
mento simile al su descritto con cui foeura i castegn de la bornis. fig. Ca
si rompono le capsule dei legumi per vare il granchio dalla buca colla man
cavarne i semi. Quando è scanalato, d'altri. Ottenere il proprio intento
chiamasi Tribolo a detta del signor col pericolo altrui.
Gagliardi nel suo Vocab. agr. it. Fà i omitt in la bornis. V. Omètt.
Borlon (A). modo avv. Rotolone. Ruz Perdes per la bornis o in la pol
zoloni. Rotolando. ver. V. Pölver.
Borlon . . . . . Sp. di cercine fatto di Pocca bornis no fa levà el buj. fig.
cuojo imbottito, di cenci, o altro Al primo colpo o per un colpo non
simile, in cui s'intromette una delle cade o non va in terra l'albero o la
gambe di quel cavallo che pecchi di quercia. Chi vuol conseguire perseveri.
tagliarsi (d'intajadura). -
Bòro (o Bòr o Bòrr). gergo . . . . . .
Borlón. Burattello. Nel frullone (buratton) Soldo. Nol gh'ha on boro. Non ha un
è un corpo pentagono rivestito d'un che dica due(Fag. Cont. di Bucot. I, 9).
velo per cui si viene cribrando la Boroeùl. v. cont. dell'A. Mil. per Maron
farina. a rost. Bruciate.
List. Aste e Travers. Costole e Cros. Borolàda. v. dell'Alto Mil. . . . . Quantità
di bruciate arrostite in una volta,
Razze – Vell. Stamigna.
Borlón. . . . . . . Negli abiti donneschi Borolètta. v. dell'Alto Milanese. Brucia
è una specie di gonfietto continuato tella(*tosc. e Rime d'un poeta pisano).
che rigira da piede tutto l'abito e lo Boromée. . . . . Dicesi d'ogni lanaggio
aiuta a staccar meglio dal corpo. ordinario, come quasi fatto di borra.
Borlòn. Tombolo. Cuscino da ricamare. Boromètta. Lo stesso che Baromètta. V.
Borlón. . . . . . Sp. di capezzale cilin Borón. T. de Calzett.. . . . . Specie di
drico da letto o da sofà; se ne mette cavicchio di ferro che in grossezza
uno da capo e uno da piè. pareggia il vano della campanella
Borlón. . . . . . . . Grosso cilindro di dell'alzon e delle pendule del telajo
pietra fermato in una specie di telajo da far calze. -

con manico, di cui si fa uso per ap Bórr, Bórra, Borràs, Borrasin, Borro
pianare i pavimenti marmati (a sca mètta, ecc. ecc. I . Bòr, Bóra, Boràs,
joeula) o a mosaico. Borasin, Boromètta , ecc. ecc.
Borlon. s. m. pl. . . . . . Specie di ci Bórs(Avè). Avere scovato o levato la le
lindribinati, dentati e a riscontro, i pre. V. Bori.
Vol. I. 18
BOR ( 138 ) BOS
Bórsa. Borsa. Borsaria..... Nome collettivo di borse.
Andà a comprà con dò bors...... Lavorà de borsaria. Lavorar di borse.
Dicesi di chi afferma d'avere speso Borsèlla. T. de Gioel. ed Oref. Pinzetta.
in alcun oggetto meno di quel che Molletta. La nostra voce Borsella ha
non abbia realmente. È frase fami molto della lat. Volsella di pari sign.
gliare specialmente fra le donne. Borsètta. Borsetta. Borsello. Borsiglio.
Avegh la borsa de vun. Maneggiar Borsètta. T. de Confett. . . . . Confetto
la borsa d'uno. Poter disporre de'da imitante un borsiglio, e regalato le
nari di un tale. più volte di rosolio o di rhum.
Avegh la borsa fodrada de pell de Borsètta. Il ritroso. Nelle reti è quel
diavol. V. in Diàvol. raddoppiamento che hanno alla bocca
Bonna borsa o Borsa grossa. Buona ridotto a entratura strettissima, pel
borsa. Borsa sorda. quale entrati gli uccelli, non trovano
Chi fa o giuga de caprizzi paga più la via di tornare addietro.
de borsa. V. in Caprizzi. Borsgioà. Cittadino. Borghese. L'opposto
El bon mercaa el strascia la borsa di Militare. In borsgioà. Alla borghese.
(che anche dicesi El bon mercaa el Borsin. Borsellino. Borsellina. Borsetta.
manda l'omm a l'ospedaa). Le buone Borsiglio.
derrate vuotan la borsa, cioè il poco Borsin. Taschino. Quello che sta nel cal
prezzo alletta a comperare, e fa sciu zoni per allogarvi l'oriuolo.
pare i quattrini e impoverire. Borsinée. Borsajo – La nostra contrada
Fà domà ona borsa. Far borsa(Sac detta dei Borsinee trae il nome più che
chetti Nov. 98). Raccogliere più sorti, da borsaj dalle borse che i prigionieri
più capitali, più danari in uno; far mandavano fuor delle inferriate delle
borsa comune. -

carceri ivi anticamente esistenti per


Falli con la borsa in del goubb pregare di limosina i passeggieri.
in la s'cenna. Fallir col sacco o col Borsireò. Borsajuolo. Tagliaborse. La
sacchetto(*tosc. e poema d'un aut. pis.). dro di calca; e scherz. Toccapolsi.
Giontagh de borsa . . . . . Rimet Bors6n. Borsotto? Gran borsa, e fig.
terci di capitale, lasciarvi del pelo. Borsa sorda. Il fungo detto italiana
Vegni nagott o nient in borsa. V. mente Borsone debbe aver tratto il
Nagòtt. - - nome da Borsone accresc. di Borsa.
Bórsa. Borsa. Coglia, e dottr. Scròto. I diz. però non l'hanno registrato.
Bórsa. T. di Cac. . . . . . . L'atto di Borsòtt. Zafferano falso o bastardo o
scovare, di levar la lepre, di dar salvatico. Pianta perenne di prato, che
sotto al selvaggiume. è il Colchicun autumnale dei botanici.
Bórsa. T. merc. Borsa. Piazza. Bósa. s. f . . . . I caciaj chiamano con
Börsa. T. eccl. Borsa. La custodia del questo vocabolo lodigiano e piacen
corporale. tino quelle bollicine che gorgogliano
Börsa dicono alcuni per Pizzocù o Mal sul latte quando e si sta riscaldando
bècch (insetto). V. º per diventare cacio e che viene agita
Bórsa. Paniaccio. Panidicciolo. La custo to fortemente, tanto maggiori quanto
dia delle panie(di bacchetton de vesch). maggiore è il grado di ebullizione,
Bórsa. Borsa. Specie di sacchetto di seta bollicine dalle quali il caciajo trae
nera a più ſogge in cui si raccoglieva regola nel suo operare allorchè sta
a già tempo la coda dalle persone civili. riducendo il latte a cacio lodigiano.
Bórsa. Sacca. Nelle reti da frasconaja, Bòsa chiamano alcuni campagnuoli verso
da ragnaja e simili sono quelle parti Pioltello la Bottarànna. V.
nelle quali vanno a intricarsi gli uc Bosàrd. Bugiardo. Mentitore. Menzognere.
celli, stando in esse pendenti. Menzognero. Menzoniere. Menzoniero.
Fà i bors. Far le sacche. Mendace. Mentiero. Menzognatore.
Bórsa. Sacchetta. Taschetta. Saccuccio Ai bosard se ghe cred minga nanca
raccomandato a una pertica per uso quand disen la veritaa. Al menzogne
di raccogliere elemosine in chiesa, ro non si crede quel ch'è vero.
Bos ( 139 ) BOS
Bosard comè ona stria o comè on Bösch. Bosco. Frasca. Capannucce di
lader o simili. Bugiardo come un gallo. ginestra, scopa od altro che si usa
V. Bosardon. Menteur comme un ar fare pe bachi da seta. È diviso in
racheur de dents o comme un epitre Casell. Casellini? = Scalon. Ritti?
dedicatoire, o comme un panegyrique = Scés o Scesitt. Siepicine(“tosc.).
o comme un epitaphe dicono i Francesi. Andà al bosch e Andà-via. Andare
Chi è bosard è lader. V. Làder. al bosco o alla frasca, e anche ass.
L'è pussee facil a cattà on bosard Andare. L'avviarsi dei bachi da seta
che on zopp. V. Zòpp. a fare il bozzolo sulla frasea.
Trà bosard. Smentire. Dimentire. I cavaler lavoren ben o tacchen
Sbugiardare. Dare una mentita. ben a bosch. I bachi ragnano bene.
Bosàrd. Add. di Pér. V. I bachi hanno ragnato bene (*tosc.).
Bosàrda. Bugiarda. Mentitrice. Menzo Boschètt. Boschetto.
gnera. Mendace. Boschettin. Boschettino.
Bosardà. Bugiardare. -
Boschi. Tortire. Modi bassi e di gergo
Bosardaria. Bugia. V. anche Bosia. che valgono Cacare.
Bosardàsc. Bugiardaccio. Boschinètta. Macchiarella.
Bosardèll. Bugiardello (Gigli Sor. IV, 7). Boschinna. Macchia. Macchione. Fratta.
Bugiardino (Monig. Ser. nob. I, 2 1 ). Terreno boscato ad arboscelli, o bo
Bugiarduolo. Malsincero. sco per fresco taglio macchioso.
Bosardèll. gergo. . . . . L'orologio. Dal Salvadegh de boschinna. Selvaggiu
mio falso oriuolo Poco tempo è ch'io me macchiajuolo. (chiarsi.
fui messo a piuolo dice il Machiavello Scondes in la boschinna. Immac
nella sua Commedia in versi IV, 5). Boschiroeù e Boscaroeü. Macchiajuolo.
Bosardón. Bugiardaccio. Bugiardone. Fa Agg. di Persona, Bestia o altro che
volone. Bugiardissimo. Più bugiardo frequenti le macchie (i boschinn).
che un gallo. Di là da bugiardo. Boscin. V. Buscìn.
Boscà i cavaler. Mandar alla frasca i ba Bosción. Turàcciolo. Zaffo. Turaccio.
chi da seta. Preparare loro la frasca. Dicesi esclusivamente di quello su
Boscaroeü. v. dell'A. M. Catastajo? Chi gherino. Dal fr. Bouchon.
prende in appalto le tagliate de bo Boscionà. Zaffare. Turar con zaffo (di
schi, o Chi traffica delle legne che se
sughero). Dal fr. Bouchonner.
ne traggono. -
Boscionin. Turaccioletto (di sughero).
Boscaroeü per Boschiroeù. V. Boscón. Frasconaja. Uccellare. Ristretto
Bösch. Bosco. V. Pianta e Gabbaria. di piante selvatiche con certo ordine
Bosch de lader. metaf Bosco. Nido per uso di pigliare alla pania gli uc
di barattieri. Per es. Semm minga in celli, e in particolare i tordi.
d'on bosch de lader. Oh fossimo noi Bosée. v. a. . . . . Cosa bella in appa
al bosco ! (Salv. Spina V. 1) – Un nido renza, ma di poco valore; ed anche
di ladri dicevasi fra noi El bosch de Vestito che dà nell'occhio per colori
la Merlada. troppo taglienti. V. anche Bosorgnà.
Bosch de tajà. Bosco ceduo. Bosia (che anche dicesi Bosardaria). Bu
Bosch pelaa o biott. Bosco diserto. gia. Menzogna. Mentimento, e con
Fà i bosch. Tagliare. Tagliare i voce pedantesca Mendacio. -

boschi, - - (Lègna. Cattà in bosia. Sbugiardare. Con


Foeura del bosch a fà legna. V. vincere di bugia.
Gronda de bosch. V. Grónda. Dì bosii a la ricca. Dire o Compor
Ong vun cont on poo de scionsgia re bugie in ciocca o scoccolate.
de bosch. V. Fà corr el re de baston Dì di bosardarij. Mentire. Bugiare.
in Bastón. E daj con sti bosij. Le bugie sono
Scarpà bosch. V. in Scarpà. lo scudo dei dappochi.
Ughetta de bosch. V. Ughètta. Ghe se ved la bosia in faccia. La
Usell de bosch. Uccello boscherec bugia gli corre su pel naso. Gli si
cio; e fig. Ladro, V, in Usèll. legge la menzogna in sul viso.
BOS ( 14o) BOT
I bosardarijo i bosij gh'han curti cialmente ogni poesia vernacola; ma
pee. Bugia zoppa. La bugia ha corta dai bei versi del Balestrieri e del Tan-.
via. Le bugie hanno le gambe corte. zi, dalle inimitabili poesie del Maggi
Sù bosij a monton. Su bugie colla e del Porta, e da quelle bellissime del
pala (Fag. Am. non vuol avar. II, 4). Grossi e del Raiberti a questa specie
Bosia. Sessitura. Basta. Ritreppio. Lo stesso di vere Bosinad e vi corre quella di
che Sambrùcca. V. versità che ognun vede.
Bosia. Bugia. Arnese a uso di piattellino | Bosion. Bugiardone. Bugiardaccio. Il Bu
con bocciuolo per adattarvi una can gione dei diz. vale gran bugia.
dela, che usano specialmente i pre- | Bosiònna. Bugiardaccia. Mentitrice.
lati nelle sagre funzioni per veder Bosiós. Bugiardo agg.
lume in leggendo. Bosorgnà. Acciabattare – A ciabattini
Bosia. . . . . . . Ognuno di que punti per ischernire le loro fatture, assai
bianchi i quali ci si veggono talora volte appiastricciate con semplice ap
in sull'unghie, e che i Latini dice parenza di bontà (bosee), noi diciamo
vano Nubeculae. anche (in luogo dell'esposto sotto
Bosiàscia. Bugione. Accresc. di Bugia. Bisòrgna), Orgna bosorgna, ecc.
Bosiètta. Bugiuola. Bugiàcola(Pac. 1). Bòss. Voce che s'usa nella frase
Bosin. . . . . . . . Mezzadro, contadino Andà o Mandà a parlà col ducca
dell'Alto Milanese. Noi diciamo anche Boss. V. in Parlà.
Sul Bosin per indicare In su quel di Botéga. V. Bottéga.
Saronno, di Varese, ecc. Bòtt. Colpo.
Bosin. Così chiamansi fra noi quegli Bòtt lì. E finisce lì (Magal. Let. 6.”
uomini che vanno per la città can sui bucch.).
tando o recitando quelle composizioni Bott lì. Alto là. Fa bott lì. Far alto.
che sono dette Bosinad. V. – Anche In d'on bott. A un colpo – Il Ro
ai nostri poeti scrivendo in linguag sini ha In un botto.
gio vernacolo è piaciuto di assumere L è on bell bott a vess. Lo stesso
il titolo di Bosin. che Fà bell ess. V. in Bèll.
El le vedaravanca Bosin orb. V. Ôrb. Stà a bott. Durare. Reggere. Resistere.
Bosinàda. . . . . Composizione in versi Bastare. Per es. Chi è che pò stà a
vernacoli milanesi, la quale per lo bott con quell sò fà? Chi può durarla
più viene gridata e recitata per città a quel suo fare? – Sto cortell chì
dai così detti Bosin. È grandissimo el sta minga a bott. Questo coltello
il numero di queste Bosinad; nell'Am non regge – Pò dass che sto puj el
brosiana n'esiste una decina di volu staga a bott; ma gh'hoo paura de no.
metti e più. La maggior parte sono Può essere che questo pollo basti; ma
scritte male; ma non pertanto s'han hammi cera di no.
no il pregio così di diffondere la Tutt in d'on bott. Di botto. Di butto.
buona morale tra 'l popolo, come di In un colpo. Ad un tratto. Improvvisa
far vivo ritratto delle mutazioni che mente.

d'età in età va sopportando il dia- | Bòtt. Volta. Fiata.


letto, e di conservare memoria delle ogni tre botti dò. Botto botto. Lolò.
costumanze e degli aneddoti del paese. Ad ogni piè sospinto. Vale spessissimo.
Carlo Tanzi nelle sue Rime a p. 86 Bòtt. Istante. Momento. Tratto,
fa grande encomio di questa specie di Voo on bott a cà. Vo un momento
componimenti, e ne cita come primi a casa. Vo un tratto a casa.

sorittori Bernardo Rainoldi, Girolamo | Bòtt. Straglio. Taccio. Fà on bott. Fare


Maderna, Scipione Delfinoni, Pietra un taccio, uno straglio ed anche un
santa, Domenico Francolini, Paolo impiastro. Contrattare, vendere o com
Majnati, Giuseppe Abbiati e Gaspare perare in corpo, a un colpo, senza
Fumagalli - Il nostro popolo però suol ponderare partitamente il valore dei
chiamare Bosinad anche ogni altra vari oggetti formanti soggetto del con
scrittura in dialetto milanese e spe tratto, - -
BOT ( 141 ) BOT
Bòtt. Tocco. Rintocco. Certo suono delle In botta. Di botto. Di posta. Di
campane – Sonà a bott. Rintoccare. presente. Issoffatto.
Bòtt. Scocco. Il batter delle ore – Al Levà la botta. Riparare il colpo.
bott di dò. Allo scocco delle due ore. Restà in botta. Restar attonito.
Bòtt. Còttimo. Lavoro dato o pigliato a Stà a botta. Tener saldo o mano
ſare non a giornate, ma a prezzo o il sacco.
fermo, di modo che chi piglia il Stà a botta de martell. Reggere o
lavoro, il pigli tutto sopra di sè, e Stare o simili a martello.
chi lo dà sia tenuto a rispondergli Stà sald a la botta. Tener sodo al
del convenuto prezzo, terminato che macchione.
sia il lavoro. Bòtta. Corno. Bernoccolo fattosi nel capo
Comprà a bott. V in Comprà. in cadendo.
Toeü a bott o Fà lavorà a bott. Bòtta. Danno. Scapito. Perdita. Toeü-sù
Fare o Pigliare o Dare in cottimo ona botta. Toccare uno scapito. Avere
O ln Sormanna,
una picchiata. Restar di sotto in chec
Bòtt. Coccio. Còcciolo (Modi di dire to chessia.
scani Pauli “lucch.). Nocciolo o noce Bòtta. Botta. Concettino. Motto. Arguzia.
che si adopra da fanciulli per tirar Zaffata. Fiancata. Bottone. Cinghiata.
negli altri noccioli quando giuocano. Piccino alla mano. Fardata. Aculeo.
Bòtt. s. f. pl. Busse. Percosse. Picchiate, La Pointe de Francesi.
e scherz. Nespole. Frutte di frate Al Botta e risposta. Botta risposta. Botta.
berigo. Noci. Pesche; e al diminut. Motto. Mottuzzo di rimando. Rimesse.
(secondo il Tom. ne' Sin.) Pacchine. Bòtta. Ticchio. Mania. Smania, p. es. El
Pacchettine. Picchiettini. Picchiettolini. gh'ha la botta devorè savè tutteoss.
Cattà-sù di bott. Toccar delle busse. Egli ha il ticchio di essere onniscio.
Dà-via di bott. Battere. Mandare i Bòtta. V. Bottinna.
battuti inanzi alla croce (Salv. Gran Bòtta. Uzzo. Il ventre, l'entasi, la gon
chio II, 4). V. Stroggià. fiezza nel mezzo delle botti. La Bouge
l o Ventre de Francesi.
I bott despiasen anca ai can. Il
giocar di mani dispiace infino ai cani. Dà de la botta sossenn al vassell.
I bott se sta minga lì a cuntaj. I Dare uzzo. Levare a uzzo.
colpi non si danno a patti. Vassell con sossenn botta. Eotte

L'ha tolt-sù pussee bott che nol uzzata.

gh'ha cavij in coo. L'ha tocco più Bòtta. v. cont. Uzzo. Bottaccio? L'entasi
picchiate che non ha peli addosso o il ventre della conocchia, cioè
(così il Voc. in Piattellata). quella parte di essa sulla quale si
Matarazz di bott. V. Mataràzz. avvolge il lucignolo (l'elza) della ma
Scorlì-giò i bott. Scuoter le busse. teria che si vuol filare.
V. in Scorlì. Bòtta. v. cont. Uzzo. Bottaccio? Il ventre
Toeiù-sù di hott. Toccarne. del fuso, la parte di mezzo ov'esso
Bòtta. Botta.
riesce corpacciuto.
Botta in terra. Cimbotto. Cimbòttolo. Bòtta (traslato dalla Botta di cui so
Tonfo – Stroscio o Stoscio dicesi il pra). Tronfiezza. Albagia.
colpo della caduta; Tonfare il romo Ciappà de la botta. Pigliar gambone,
reggiare di essa. ardire, baldanza, orgoglio.
Ciappà vun a botta salda. Pigliaruno Bòtta (Forma de ). V. Fòrma averta.
di filo. Stringere fra l'uscio e il muro. Bottà e Bottàgh dent. Abbacchiare. Fare
Dà la botta del sogn. Addormentare. un abbacchio(“tosc., Tom. Sin. p. 564).
Assopire. Stagliare. v. cont. Fare uno staglio,
Dà ona botta al serc e l'oltra al un taccio. P. es. Coss emm de bottagh
vassell. V. Vassèll. dent? In monte quanto si ha a spen
De botta salda. Di brocco. Di colpo. dere? Questa voce Bottà viene da Bòtt
Improvvisamente. Tutt'a un tratto. A (còccio, còcciolo). V. Noi diciamo in
gitto. città Fa on bòtt.
BOT ( 142 ) BOT
Bottaggin. Trippa. Ventre. Propriamente v” è una voce sola, come Pellicceria,
quello delle bestie bovine che cuci Libreria, Forno, Caffè, Calzoleria, Dro
mato dicesi da noi più comunemente gheria, ecc.; per altre no, come Bot
Busècca. V. – Per Potaggin. V. tega da rigattiere, di pescivendolo, ecc.
Bottàl. Bottale(*aret). Sp. di botte lunga. Bottega inviada. Bottega avviata.
Bottàn. Otro. Ventre. V. Bottàsc. Gioven de bottega. Ministro. Fat
Bottarànna. Girino. Cazzuola. Animaletto tore. Fattorino.
tondiccio con codetta stiacciata, di In bottega no ghe voeur scaldabanch.
color nerastro, che si vede natante La bottega non vuole alloggio, cioè
nelle acque palustri, il quale non è non vuole crocchioni, non vuole gen
altro che l'embrione nato dall'uovo te che vi si fermi a ciarlare.
della rana, involto in una mucilag Mett a bottega. Acconciare uno a
gine malamente denominata da farma bottega.
ceuti sperma di rane. In alcuni paesi Mett bottega. Aprir bottega.
del contado è detto Bottrisa con nome Patron de bottega. Padron di bot
equivoco; in altri Bòsa; in altri Co tega. Bottegajo.
màzz o Cozzon; e nell'A. M. Mazzacò. Sarà bottega. Lasciare la bottega
Bottàrda. Bottàrica. Buttarga, e mala o il negozio. Chiudere il negozio; e
mente Bottarga o Buttagra. Uova di ſig. Farla finita. Non ne far altro.
pesce salate e seccate al sole o al fumo. Sarà-sù la bottega. Chiudere la bot
Bottàrda . . . . . . Noi intendiamo per tega; e scherz. . . . . . . Rabbotto
questo nome anche gli uovicini fre nare la toppa (patta di colzon).
schi che trovansi in vari pesci, e Spazzà ona bottega. Schiavare una
specialmente nell'aringa femmina, in bottega con grimaldelli e con lime sorde.
volti in una sottilissima pellicola che Bottegàr. Bottegajo.
serve loro d'ovaja. Bottegàra. Bottegaja.
Bottàsc. Stefano. Otro. Ventre, e scherz. Botteghin. Botteghetta. Botteghina. Bot
Messer Gherardo Ventraja (Sacchetti teghino. Botteguccia.
Nov. 98). La pelle di questo ventre Fà on botteghin. fig. Far bottega o
è detta Ciappa dai nostri macellai. mercato sopra di una cosa. Trarne
Avè pien el bottasc o el bottan. utilità propria contro il dovere.
Aver pieno lo stefano o l'otro. Bottèglia. Bottiglia. Boccia. V. Peston.
Bottàsc. Pancione. I nostri ragazzi per Cuu. Fondo = Panscia. Ventre –
deridere quel loro compagno che sia Coll. Collo =Bocchell. Bucciuolo. Bocca.
panciuto, gli sogliono dire: Peder, Botteglia bianca. Bottiglia di vetro
Gamba de veder, Gamba de strasc, bianco. -

Peder bottasc. Botteglia schiscia. . . . . . Bottiglia


Bottàsc. gergo. Fiasco. con ventre piriforme compresso.
Bottascéra. Uva mostaja. V. in Ùga. Botteglia sciatta. . . . Sp. di bottiglia
Bottàscia. Ad. di Uga. V. tozza, o sia quadrata o sia cilindrica.
Bottasción. Pancione. Buzzone. Botteglia scura. Bottiglia di vetro nero.
Bottasciònna. Buzzona. Destoppà o Desboscionà la botte
Bottasciùu. Bottacciuolo. Panciuto. glia. Sturare la bottiglia.
Bòtta-veggia. Soprapposta? Una delle Mett in botteglia. V. Imbotteglià.
mascalcie de cavalli. Trà-via el primm gott de la botte
Bottéga. Bottega – Bottega a vento o glia. Sboccare la bottiglia.
posticcia dicesi quella che si fa di Verd botteglia. V. Vérd e Colór.
giorno in giorno su pei canti delle Bottegliarìa. Caffè.
vie o in sulle piazze. Bottegliér. Diacciatino. Caffettiere. Acqua
Avè la bottega averta. . . . . . Si cedratajo – Il Bottigliere dei diz. suo
dice in ischerzo di chi ha sbottonata ma Soprastante ai vini della mensa.
la toppa de calzoni (la patta). Bottegliéra. Caffettiera. Così credo che
Bottéga de (col nome dell'artiere in si possa dire la moglie del caſſettiere.
seguito). Bottega da o di. Per alcune V. in Ziléra.
BOT ( 143 ) BOT
Botteglierinna. Dim. e vezz. di Botte Botton a la turca (Voce ant. del
gliéra. V. Dat. Daz. Merc.).
Botteglietta. Boccetta. Botton bombe. Bottone convesso o
Botteglin.
copoluto. -

Bottegliònna. Bottiglione? Botton con stella. . . . . . Bottone


Bottegon. Bottegone. Bottega grande, stellato.
ampia. Botton cont el cavallin. ... Bottone
Bottegon. Magona. Bottega di gran traffico. così detto dalla figura in esso impron
Bottéra. . . . . . Sp. di rete da pescar tata; e in su questo andare sono al
ghiozzi (bòtt) e altri simili pesciolini, tre fogge moltissime di bottoni se
che si manda in acqua con sassi e condo figure, impronte ecc., come
piombi. Bottoni a cece, a giuggiola, a oliva ece.
Bottia. Bottega. V. anche Bottéga. Botton de camisa. Bottone da cami
Bottiàtt. Bottegajo coi diz., e forse meglio ciuola – Nel contado verso il Pavese
Bottegante col volg. tosc. e colle Rime mi si assicura che questa medesima
d'un autore pisano. voce rappresenti (come certo rap
Botticc per Bottàsc. V. presenta nel Bresciano) una specie di
Bottiggètta. Bottaccino. Barlettino. conſetto di coriandolo, dubito non
Bottiggia. Borraccia. Fiaschetto da li sia forse per analogia col turbine di
quori per viandanti. egual nome.
Bottiggia. Bottaccio. Barletto. Vaselletto Botton de recalch (Voce del Dat.
pien di vino ch'è regalia del condut Daz. Merc.). Botton d oricalco?
tori del vino stesso. Botton del Lapoff. . . . . . Quella
Bottiggia. Mozzo della vite? Così chia maschera pulcinellesca la quale chia
masi il pezzo più grosso e non a pani miamo con particolar nome Lapdf
d'una vite da torcolare da vino, nel ha al suo giubberello bottoni grossi
quale sono i fori per ricevere gli più che una noce, copoluti, flosci,
stanghetti che fanno leva alla forza penduli. Il nostro Portali cita lagnan
premente. dosi del panetti da un soldo così pic
Tòrc de bottiggia. V. Tòrc. cini che non agguagliano
8 in gros
Bottiggio u. v. cont. br. Càpsula. Il guscio sezza cotali bottoni
in cui stanno i ceci , ecc. a Cribbi cribbi che pan piscinin!
Bottigion. Pancione. Trippone. Buzzone. » Hin pù grand i paroll de la metta,
» Hin pù gross i botton del Lapóff!
Uomo di pancia grossa.
(Brindes 1815).
Bottinà. Saccheggiare. Far bottino. Ab
bottinare. Nella Tancia del Buonarroti (Inter
Bottinna (che anche dicesi Bòtta). Ghiozzo. mezzo de' Segatori) trovasi l'opposto:
Jozo. Pesciuolo di poca bontà detto « Lodato il cielo, un giorno
Cottus gobio dagl'ittiologi. » Noi faremº come balle grandi i pani. -
Bottinna. Frittura. Pesce minuto da frig Botton faccettaa. Bottone aſfaccettato,
gersi. Botton fonduu. Coppella (Sacchetti
Bottinna. Ad. di Sàres. V. -
Nov. 157.").
Bottón. Bottone. Ne sono di filo, di pel Batt i botton a la turca. Mostrare
di capra, di crine, di seta, di bavella, il viso o i denti. Tirar giù la buffa.
d'oro, d'argento, dorati, ecc. Faa a botton. Bottonato.
Fondin. Fondello. Anima - Gam Fallà el primm botton. Lo stesso che
betta, e in alcune specie Aselta. Pic Fallà el primm basell V. in Basèll.
ciuolo. Gambo. -
Slongà i botton a la gippa. Far
Botton a balla. . . . . . Sp. di bot cotenna. Ingrassare.
tone appillottato. -
Smollà i botton fig.... Dovere sdi
Botton a la mara (Voce ant. del lacciarsi per avere troppo scorpacciato.
Dat. Daz. Merc.). Forse Alemàr. V. Bottón. T. de Fab. d'org. . . . . Specie
Botton a la zemina (Voce ant. del di tappo traforato al quale è annessa
Dat. Daz. Merc.). la gussetta che si sottopone alle canne
BOV (144) BRA
da organo fra esse e il somiere, per Bovarinna (che anche dicesi Boarinna,
quelle canne, cioè, che debbono ser Fratinna e per confusione Ballarinna).
vire agli strumenti di linguella. Cutrettola. Strisciàttola, e coll'Alb.
Bottón. . . . . Nelle molle da fuoco sono enc. anche Boarina. Uccello notissimo
chiamate così quelle due specie di pal che è la Motacilla alba degli ornitologi.
lottole che per vaghezza di lavoro ne Bovarinna (altra detta anche Ballarinna).
interrompono a mezzo le due gambe. Cutrettola. La Motacilla boarula degli
Bottón de fior. Bottone. Boccia. ornitologi.
Bottón de foeugh. Bottone di fuoco. Stru Bovaròtta, Cutrettola gialla. Uccello noto
mento chirurgico noto. - che è la Motacilla flava Lin.
Bottón d'or. Spilli d' oro o Margheri Bovàscia. Bovina. Buina. Vaccina. Meta.
tine. Specie di ranuncolo che nasce Sterco di bue.
lungo le fosse delle strade, e colti Bovasciòn. Buaccio.
vasi anche ne giardini, detto dai bo Bovàtt. Buaccio. Bufolaccio. Bufolone,
tanici Ranunculus bulbosus. Detto per improperio a uomo.
Bottón d'or. . . . . . . Agg. di colore Bovàtta. Buessa. Detto per improperio
che sta fra 'l rancio e il giallo. a donna.
Bottonà. Abbottonare. Bovattèll. Bovattello (*Voc. aret.). Buac
Bottonà. fig. Fare il collo. Tenere alti o ciòlo. Dim. di Bue, e dicesi propria
sia cari i prezzi. mente di fanciullo sciocco e d'inge
Bottonàa. fig. Abbottonato(Pan. Viag. I, gno ottuso, che anche direbbesi Ca
64). Cupo – Di chi risponda sì ma in stroncello.
guisa da non voler lasciar conoscere Bovattòn. Buaccio. Al pos. e al fig.
quale sia il suo vero sentimento si suol Bovée.
Boattiere. Boaro.
dire ch' ei risponde chiusamente – Boviroeù.
Anche i Fr. dicono Homme boutonne. Bòz.v.a. Buacciòlo. Fanciul di poco senno.
Bottomadùra. Bottonatura. V. Bottonera. Bòzz. Ad. di Ciòd e Stacchètta. Tozzo.
Bottonàtt. Bottonajo. V. in Ciòd.
Bottonàtta. Bottonaja. Bòzza. Storta. Vaso che gli orefici ado
Bottonéra. Bottonatura. Abbottonatura. perano per purgare le calie, sfumarle,
Affibbiatura. Affibbiatoio. amalgamarle.
Bottonìn. Bottoncello. Bottoncino. Bozzà, ecc. per Sbozzà, ecc. V.
Bottonin. Bottone. Gli artefici chiamano Bozzà. Tentare. Fare ad apporsi. Dare
così quella parte del loro lavori che un colpettino. Bozze diconsi i sotter
abbia qualche affinità co bottoni da fugi, le scappatoie, il dire una cosa
affibbiare o per figura o per uso. con idea che stia per un'altra: così il
Bottoninoeü. Bottoncellino. Moniglia nel Pazzo per forza, III, 2r
Bottorüu. Convesso. Copoluto. fa dire ad Anselmo
(Eucc bottoruu. V. in (Eùcc. « ... ... Non mancar mai

Bottrisa. Chiozzo? Ghiozzo? Quel pesce » Ai mercanti parmiei gretole e bozze. ”


che è detto Gadus lota dagl'ittiologi, che ha in sè qualche ideuccia più che
Meunier dai Fr., e Bottatrice da vari non la voce bugia, carota, com'egli
naturalisti ital, e dallo Spadafora il spiega.
quale nella sua Prosodia lo registra Bozzadinna. Bòzza. Colpettino,
pure coi nomi di Botrice e Bottatrigia, Bozzadór. . . . . . Chi ha per abito di
soggiugnendo (e così dice anche l'Alb. tentare, di fare ad apporsi(bozzà).
enc.) che a Roma è detto Marzone o Bozzarà, Bózzera e deriv. V. Bolgirà, ecc.
Capogrosso e a Lucca Carcobiso. Bozzaréndena! Cappital Canchita ! V.
Bottrisa dicono alcuni con vocabolo equi Bolgiróssa.
voco la Bottaràuna. V. Bràcch. Bracco. Can bracco – La fem
Bottùmm. T. de Mur. Cocci. Rottami, e mina dicesi Bracca; l'indagare che ſa
con voce di stile sostenuto Rüderi. il bracco dicesi Braccare e Braccheg
Boùrlo (v. a. reg. dal Varon mil. e af giare e Braccheggio; molti bracchi
fatto fuori d'uso). Butirro, V. Buttér. insieme diconsi Braccheria, chi guida
BRA ( 145 ) BRA
i can bracchi è detto Bracchiere o mesco Brachesse e Braghesse. Calzoni,
Bracchiero – Bracchetto e Bracchetta e propriamente i corti e larghi.
sono diminutivi – I Bracchi sono di Anca ai bravi ghe casca la braga.
più specie, cioè da ferma, da leva, Chi ne ferra ne inchioda. Chi fa fal
da acqua, da punta, da sangue, da sla. Egli erra anche il prete all'altare.
penna, da ripulita, ecc. A tutti accade pure una volta di com
Bradil. Bardiglio. Specie di marmo. mettere errore,

Bràga. T. de'Lib. Braca. Striscia di carta Lassà giò i bragh. fig. Calar le bra
che si salda sopra un foglio straccia che. Darsi per vinto, cedere.
to , così dicono i dizionari italiani; Bràgh. s. f. pl. Grappe. Quelle armadure
ma fra noi più comunemente nome che tengono in guida la mozzatura
di quelle liste di carta che s'appa delle campane.
stano su quel fogli isolati che non si Braghée. Brachiere.
potrebbero ridurre a quadernetti e Braghée. met. Bracalone. Brachierajo.
cucire a correggiuoli senza tale aiuto. Bracone. Pentolone. Bacheca. Bacheco.
Bràga. . . . . . . Nome proprio di una - Gran, dappoco.
specie di telajo per lo più quadrato Braghée.met. Faccenda. Affare. Bega. Bri
che serve a tener ferma la pevera ga. Impiccio. Intrigo. Impaccio. Fastidio.
º o sia l'imbottatojo nel cocchiume del Avegh milla braghee. Aver più fac
le botti affinchè si possa imbottare il cende che un mercato.
vino senza pericolo di spanderne. È Braghée dicono le donne volgari per
un vero Portapevera. I Mantovani lo Pànn(pezza). V.
chiamano Scanèll. Braghée. Traversi delle abetelle. Quelle
Bràga. Staffa. Spranga. Ferro che sostie fortezze con cui si concatenano e asso
ne o rinforza o tiene collegato chec dano le antenne de ponti da fabbriche.
chessia, ed è di forma le più volte Bragheràda. Bracheria. Stiticheria, no
quadra, ma talora anche curva. ja, seccatura.
Bràga. T. de' Valig. e Carroz. Braca. Im Bragherista. Brachierajo. Chi fa brachieri.
braca. Parte del finimento del cavalli Bragherón. Bracalone. V. Braghée met.
da tiro che pende sotto la groppiera Braghètta. Brachetta.
e investe le cosce. Peccaa de braghetta. V. in Peccàa.
Bràga. Geto. Coreggiuolo di cuoio onde Braghètta. T. de'Lib. . . . . Una braca
si fa legame a piè degli uccelli allet corta e stretta. V, in Bràga.
tajuoli, come della civetta, ecc. per Braghètta. Calza. Panno che si lega alle
attaccarvi poscia la lunga (la corda). gambe dei polli per contrassegnarli
Bràga. Scarpa da carrozze. o per impedir loro il volare.
Mett la braga . . . . . Mettere alle Braghètta. Geto. V. in Bràga.
carrozze la scarpa; l'Enrayer dei Fr. Bragià. V. Sbragià. Dal greco 3pxvx3o,
Bràga. T. de Vasaj. Cappellina. Vaso quasi dal gran gridare si diventi rau
di terra cotta, foggiato a imbuto, chi, dice il Var. mil.
che serve a raccorre in un medesimo Bragón. Braconi. Acc. di Brache.
doccione gli scoli di più altri in esso Brama. . . . . . . Malattia nella quale
inſluenti. incorrono le vacche allorchè hanno
Braga a gombed. Cappellina ricurva. pasciuto trifoglione in erba maturo,
Bràga per Braghètta. V. e perciò d'umori sommamente adden
Braga. Brachetta (Diz. art.). Quella parte sati. Ne è sintomo il vederle avida
dello scodellino dell'armi da fuoco mente appetire tutto ciò che in sè ha
che i Francesi chiamano Bride. salsuggine o nitro. Ne è rimedio il
Braga. Castello della noce. V. anche Staffa. pascerle così malate con foraggi secchi.
Braga per Tenaja a braga. V. in Tenàja. Bramà. v. cont. br. per Gremà. V.
Bragacùu. Budriere. Bodriere. Bramà-adree. voce cont. del Basso Mil.
Bragasción. Bracalone. Quegli a cui ca Gridare. Notisi che i Siciliani dicono
scano le brache sino alle ginocchia. Bramari, Abbramari, Brami e Bramitu
Bragh. s. f. pl. Brache, e nello stil ber il mugghiare delle bestie bovine.
I ol. I. 19
BRA ( 146 ) BRA
Braméra Voci del contado, come Brànch. s. m. . . . . . . Quella specie
Bramerón (i) º nel Vigentino, a Ope - d'alberetto di metallo con sonagliera
ra, ecc. . . . Quel gelicidio che vedesi che s'impianta per ornamento nella
sulle piante in tempo degli stridori collana delle bestie da soma.
invernali. I Brianzuoli lo dicono la Brancosìn. Ranuncolo. Erba arvense che
Ghiba. è il Ranunculus repens de botanici.
Brànca ed anche Stàffa. T. de Parruc Brandenàa o Brandinàa o Brandinàl.
chieri. . . . . . . Sp. di ferro di cui Alare. Capifuoco. Capitone. Arnese
fanno uso per tener fermi i capegli da - da cammino per lo più di ferro, e
tessere allorchè li stanno arricciando. con ornamenti di ottone, bronzo od
Brancà. Abbrancare. Brancare. Afferrare. altro metallo, ad uso di tener sospese
Agguantare. - - - le legne ed anche lo spiedo per l'ar
Brancà cont i sgriff. Ghermire. A rosto. Fra noi gli alari da camminetto
ghermire. Agghermigliare. Artigliare. sono più particolarmente detti Cunin.
Adunghiare. Il nostro Brandinaa deriva forse dal
Brancà cont i zanch. Grancire. Un provenz. Brandon che significa tizzone.
cicare. Aggrancire. Brandinalón. . . . . . Alare assai grande
Brancà per el coll. Aggavignare. con parecchi uncini atti a reggere più
Brancà per el corp, per i brasc, ecc. spiedi contemporaneamente. Il Contre
Avvinghiare. Avvinchiare. Avvincere. dtrier dei Francesi.
Brancà per i pagn. Aggrappare i Brandòria. Baldòria.
panni d'uno. Branzin. Nasello. Pesce che è una spe
Brancà (e Rancà). Dar di piglio a chec cie di labro detto Brancin anche dai
chessia. P. es. L'ha brancaa el s'ciopp Veneziani da quali facilmente ci venne
e el l'ha coppaa. Diè di pigio al e il pesce e il nome. Alcuni chiamano
fucile e lo uccise – L'ha brancaa el Branzin anche il Lupo (la Perca pun
sciabol e el l'ha ferii. Mise mano ctata degl'ittiologi), perchè talvolta
alla sciabola e lo ferì. ci viene anch'essa con siffatto nome
Brancà. Suggellare (Lasca Gelosia I, 5). da Venezia, ed altri anche il Ragno,
Abinare (Vocab. aret.). Combaciare, altro pesce di mare che è la Perca
addossarsi, investire appuntino. labrax degl'ittiologi.
Brancàa. Brancato. Abbrancato. Afferrato. Branzinètt. Dim. di Branzin, V.
Agguantato. Aggavignato. Avvinghiato. Bràsa. Bragia.
Avvinchiato. Avvinto. Ghermito. Aggher Ross come oma brasa de focugh. V.
mito. Agghermigliato. Artigliato. Adun in Róss. - - -

ghiato. Uncicato. Aggrancito. Grancito. Scottà come ona brasa. .


Aggrappato. Aggrampato. Ingriffato. Dicesi per lo più dell'ardenza della
Brancada. Brancata. Manata; e con voce febbre. Il brile comme du charbon
antica, forse non bene interpretata dicono i Francesi.
dai diz. e in ogni modo equivoca e Tirass la brasa sui pee. Lo stesso
come tale da schivarsi, Menata. che Dass la zappa sui pee. V. Zappa.
A brancad. A brancate. A manate. Brasà (e Brascà). Abbraciare. Abragiare.
Brancadèlla.
Manatella. Manatina.
Bràsc. Braccio, e al pl. Bracci, e più
Brancadinna. com. Braccia, nei due sig. di membro
Brancadon. Giumella. Giomella – Dà on derivante dalla spalla dell'uomo, e
brancadon de queicoss. Darne una di misura. In ogni altro sig. il pl. è
giumella. Ciò che i Latini dicevano comunemente Bracci, come Bracci dei
Aliquid geminis manibus dare, cioè rotelloni; Bracci di mare, ecc. – Fra
accozzate le mani e fatto dei due noi le persone civili dicono più vo
palmi ciotola piena di checchessia, lontieri Brazz in gran parte dei det
farne copia altrui. -
tati seguenti.
Brancàl. T. de Car. Poltroncina? specie Anda-giò i brasc. fig. Cascare le
di calesso da viaggio assai molleg braccia o il fiato o il cuore. Perdere
giante. il cuore. Cader d'animo. Cader di
BRA ( 147 ) BRA
cuore; e scherz. Cascar le budella in Tegni in brasc. Rilevare al sagro
un catino. Disanimarsi. -

fonte. Tenere a battesimo.


Antigh come el cagà a brasc. V. in Tirà-giò i brasc o simili. Tirar giù
Antigh. - le braccia (Monig. Ser. nob. III, 55).
Avegh i brasc longh. fig. Aver le Dicesi dell'effetto di cose oltremodo
braccia lunghe. Avere autorità, pos - pesanti su chi le porta o solleva.
sanza grande. Trà i brasc al coll. A braccia aperte
Brasc al coll e gamba in lett. . . . avvinchiare il collo ad uno (V. Alb.
Dettato che ci avvisa come regolarci enc. in Avvinchiare). Abbandonarsi
nelle malattie degli arti. Le lit est nelle braccia d'uno ? Il donner l'ac
l'echarpe de la jambe dicono i Fr. colade de Francesi.
Cagà a brasc. V. Cagà. Trà-via brasc de per tutt. Armeg
Ciappà el brazz o el brasc. Rice giare. Dimenare mani e braccia a
vere il braccio. guisa di burattino.
Ciappà in brasc. Prendere nelle brac Bràsc. . . . . . Ciascuna delle quattro o
cia. Ilecarsi in braccio. Ilicevere in cinque palette arrotondate nelle quali
braccio. finisce il desco di vari artefici, e spe
Ciappà sottbrasc. Prendere a braccio. cialmente quello degli orefici. Tra
Dà de brazz o Dà el brazz o el paletta e paletta è l'insenatura asse
brasc. Dar di braccio. Dar braccio. gnata a ognuno dei quattro o cinque
V. in Brazzér. - che lavorano al medesimo desco.
D'on did fà on brazz. fig. Far d'una Bràsc per Stanga de frangia. V. Stànga.
mosca un elefante. Bràsc. . . . . Indicator viale; palo con
Guadagnass el pan conti sò brasc. cartella in alto indicante ove condu
Vivere o Campare delle braccia. ca una strada.
L'è el sò brasc drizz. È il suo Bràsc. Bracciuolo. Nome degli appog
braccio destro. È il suo primo aiuto, giatoi delle braccia che hanno le se
è quello di cui quel tale onde si parla die così dette a bracciuoli (poltronn).
si serve in ogni sua cosa. Il est son Bràsca. Bragia spenta. Tra noi però Bra
bras droit dicono anche i Francesi. sca si prende in senso lato anche
Mett i brasc in cros. Fare delle per Bragia; e perciò Carlo Porta disse
braccia croce. Oeucc de brasca Occhi di bragia. In
Morì i brasc. Cader d'animo. Ca campagna, e specialmente nell'Alto
der di cuore. V. più sopra Andà-giò Milanese, Brasca è la Bragia accesa.
i brasc. Tirass la brasca sui pee. V. in Pè.
Predicà a brasc. Predicare a brac Bràsca. Carbonigia.
cia. Fare una sciabica, cioè una pre Brasca (da altri detto Sottàna). Peverac
dica improvvisata, non istudiata. Chi cia. Peverone. Sp. di fungo che trae
predica così impremeditato è detto al sapore del pepe, ed è l'Agaricus
Sciabicante. controversus di Persoon. Alcuni nostri
Pregà a brasc avert. Pregare colle contadini lo mangiano insieme coll'A
braccia in croce, e vale suppliche garicus exsuccus di Otto che è quello
volissimamente. Volendosi portare l'i che i Gardesani chiamano Brigold.
dea della supplicità al superlativo Brascà. Abbraciare. Abragiare. Ridurre
dell'umiliazione potrebbesi dire col in bragia, infocar come bragia. I for
Machiav. (Op. V, 156 e segg.). Sup naciaj e i contadini brianzuoli dicono
plicare con la coreggia al collo. Brascà; chiunque altro Brasà.
Recità a brasc. Dire o Recitare a Brascà e Brascà-scià. T. de Fornaciaj. . . .
braccia. Rinettare il piano della fornace dalle
Sott brasc o Sotta brazz. A braccio. brage traendole e ammontandole per
Strappà ſocura di brasc. Strappar lato o verso la bocca col ferro da ciò.
di braccio. Ferr de brascà. V. in Fèrr.
Tegni in brasc. Tenere in braccio Brascàa o Braschée. . . . . I fornaciai di
o in collo o stretto nelle braccia, calce danno un tal nome a quel loro
BRA ( I 48 ) BRA
ferro col quale rammassano le brage Braserètta. , Bracierino. Picciolo bra
nella fornace. Corrisponde nell'ufficio Braserin. ! ciere.
al Tirabrasca del fornaj, ma ne è al Braseron e Braserònna.... Gran braciere.
quanto diverso per la forma. Brasi. Polverino? V. in Carbon. Forse
Brascià-sù. Abbracciare. dal fr. Fraisil.
Brasciàda. Abbracciamento. Abbracciata. Quell del brasì. . . . . Chi vende
L'ital. antico di pari senso Bracciata polverino.
non si userebbe più ai di nostri. Brasil. Brasile. Nome della pianta detta
Brasciàda. Bracciata. P. es. Una brac Nicotiana rustica dal Linneo, e del
ciata di legno, di fieno, ecc. tabacco che sc ne trae il quale anche
Brasciàda. T. di Cart. Presa. Numero dicesi Monocos.
di tre o quattro copie (cobbi), cioè Brasil. Brasil rosso. Fernambucco. Ver
d'una quindicina di fogli di carta zino(Targ. Ist.). Legno noto agli eba
quand'è in lavoro. nisti che si trae dalla Caesalpinia echi
Brasciadinna (e contad. On brascioeü). nata Lin. – Brasil dicono i nostri per
Bracciatella. confusione anche il Brasiletto, legno
Brascìn. Braccetto. Bracciolino. Cont i della Coesalpinia bahamensis; e il Ver
soeu brascitt. Colle sue braccioline. zino di Santa Marta, cioè il legno della
Brascin. Monchino(“lucch.). Uomo difet Coesalpinia Sappan; e qualche altro.
toso per avere uno dei bracci od Brasceùla. Braciuola. V. Bruscella.
ambedue più corti del dovere e quasi Bravàda. Palazzata (“tosc., Poema d'un
rattratti. poet. pis.).
Brascioeü. s. m.pl. T. de Costr. Puntoni. Bravamént. Bravamente. Con bravura.
Quelle travi di un cavalletto (cavria Bràvo. Bravo. Valente.
da) che dai lati vanno ad unirsi nel Anca ai bravi ghe casca la braga.
mezzo, formando angolo ottuso. V. in Bràga.
Brascioeü. s. m.pl. T. de Faleg.... Quei Bràvo s'usa anche per enfasi come ag
due regoli che formano il telajo della gettivo al modo seguente, simile a quel
sega, detti Travers dall'Encyclopédie. lo con cui un poeta pisano disse Con
Brascioeü. v. cont. Bracciatella; per es. una brava striscia di sugatto,
On brascioeu de legn. Una bracciatella El gh'ha molaa on bravo scud in
di legne. di man. Gli mise nelle mani uno scudo
Brascioeü. T. dell'Arti. Bracciuolo. Ogni lampante.
regolo sporgente che nei lavori abbia L'era lì pondaa col sò bravo cuu
forma e uffizio di braccio. Brascioeü a a l'uss. . . . . . Appuntellava l'uscio
mezza luna. . . . Bracciuolo ricurvo. con tanto di sedere.
Brascioeü snodaa.... Bracciuolo snodato. Bràvo. Specie d'esclamazione. Bravo.
Brasción. Braccione. Oh bravo! O garbato. O così sta
Brasciorà. . . . Il frequente portare in bene – Dicesi anche per beffa.
braccio bambini o fanciulli, il rimenar Bravùra. Bravura. Bravurìa.
seli e trasportarli qua e là sulle braccia. Aria de bravura. V, in Aria.
Brasciorin (che anche dicesi Robb de fà Bràzz. Braccio. V. Bràsc.
bianch.). Calderotto da bianchire. Ar Bràzz. Braccio. Misura lineare rispon
nese proprio degli orefici in cui ten dente fra noi a 67 centimetri. La di
gono la materia che adoprano per vidiamo in dodici once (onz), ognuna
bianchire. delle quali in tre punti (pont) di
Brasciòlt. Bracciotto. Braccio carnoso, dodici atomi l'uno. Più largamente
pienotto. dividesi anche in tre terz e in quattro
Brasciottà-sù. Abbracciare. Far le ab quart, cioè tre terze o quattro quarte
bracciate. parti di braccio; mercanti e donne,
Brascón. V. Fèrr de brascà. che più comunemente usano tal di
Braséra. Braciere. visione, scendono anche alla mezza
Fà la brasera.... Allestire il braciere terza e alla mezza quarta, cioè al
ponendovi carbonella e brage il bisogno sesto e all'ottavo di braccio.
-
BRA ( 149 ) BRA
Brazz de ass. . . . . . . Il braccio Ingannass a brazz de pann. Ingan
considerato nella larghezza delle ta narsi a partito.
vole e traente seco quattro braccia I omen se mesuren minga a brazz.
di lunghezza nelle medesime. Una Il far de cavalli non istà nella grop
tavola larga un braccio e lunga quat piera. Dell'uomo non bisogna giudi
tro, o due tavole che affilate raggua care mai per le apparenze esterne.
glino un braccio di larghezza, e ambe Il ne faut pas mesurer les hommes di
sian lunghe quattro braccia mi dan l'aune dicono i Francesi.
no un braccio da asse. Mesurà i olter cont el sò brazz. fig.
Brazz de fabrica.... Braccio lineare Misurar gli altri colla sua canna o
minore di un oncia o poco più o col suo passetto.
meno del nostrale secondo arbitrio Stimà i robb a on tant al brazz.
di drappieri, setajuoli, ecc. Giudicare in arcata (Vettori nelle Ope
Brazz de fuga o de terra. Braccio re del Macchiavello VII, 1 o 5).
a terra (Magalotti Lett. scien. 235). Brazzà-sù. Abbracciare.
Braccio andante? Il miglio toscano è Brazzadùra. . . . . Quantità delle braccia
tremila braccia a terra. di roba occorrenti per checchessia.
Brazz de pann. Braccia a panno? Brazzàl. Bracciale. Quello che s'adopera
(Targ. Viag. I, 7). Per noi è lo stesso per giocare al pallone.
che Bràzz longh. V. Vegni sul brazzal. fig. Ralzar la
Brazz de tila o de pann o Brazz palla in mano. Venire in taglio o a
longh. . . . . Braccio diviso in tredici taglio. Venir l'occasione opportuna.
once e mezzo, cosicchè vantaggia Brazzalètt. Braccialetto. Armilla. Girello.
d'un'oncia e mezzo il braccio no Bracciuola.
strale comune. Nel contado è ancora Brazzalètt. T. de'Pianet. Braccialetto.
usato da alcuni per misurare le tele. Drappo che riveste il bracciuolo di
A brazz de pann. A braccia quadre. un ſaldistoro, d'una seggiola e simili.
Vale moltissimo, largamente ; ed an Brazzér, Bracciere. Quegli che dà brac
che A braccia andanti, cioè senza cio altrui quando cammina, e si dice
considerar la larghezza del panno più specialmente di chi dà di braccio
(Monig. Tac. ed Am. I, 8 note). alle signore. Mezzo secolo fa i grandi
A dagh de la libertaa per on dida usavano nodrire un famigliare da ciò.
el se ne toeu on brazz. . . . . Dicesi Brazzètt.Braccetto. Diminutivo di Braccio.
per denotare come taluno sia facile A brazzett. A braccio. Quello che
a prender per così dire l'abbrivo su i Francesi dicono Bras dessus bras
di noi e ad abusare d'ogni menoma dessous.
larghezza o indulgenza che gli si usi. Brazzètt. Passetto. Sorta di braccio no
Anche i Fr. dicono Si on lui en donne to, ch” è la metà della canna.
un doigt, il en prend long comme le Brazzett de saccoccia. Braccio ta
bras (Roux. Dict.). Si vous lui donnez scabile? Braccio snodato ? Listerella
un pied, il en prendra quatre. In senso di legno tornito e a più ripiegature
affine il Machiavello (Op. VII, 255) su cui è rappresentato il braccio o
disse Se farà verso di me dimostra il metro colle sue divisioni.
zione di amore quanto è un nero d'u Brazzètt. Gancio. Gancio da cammino.
gna, io ne farò un braccio. Bracciuolo di ferro ricurvo che s'in
Andagh dent in d'on vestii tante gessa nei lati del cammino per assi
brazza de robba. . . . . . Occorrerci curarvi le molle, la pala da fuoco, ecc.
tante braccia di stoffa per una tal veste. Brazzètt. Viticcio. Certo sostegno quasi
Fà i robb on tant al brazz. fig. Far braccio, che fatto uscire da corpo
checchessia a un tanto la canna. Ope di muraglia o simile, serve per so
rare a casaccio. Far checchessia alla stener lumi, cortine, od altro.
sfatata, alla babbalà, a vanvera. Brazzètt. T. de Cappel. . . . . . . Stru
Fà-sù a brazz de pann. Ingannare, mentino d'ottone, composto di due
Frappare, Giuntare a partito. aste, una delle quali graduata rientra
BRE ( 15o ) BRE
nell'altra, accorciandosi e allungan Brellin. . . . . Cassoncino, poco dissimile
dosi a piacere. È la misura della qua da una picciolissima biga, in cui le la
le si serve il cappellaio per ricono vandaje s'accosciano ginocchioni per
scere che la testa d'un cappello con lavare i panni alla pietra. È allogato
venga in diametro con quella di chi sul margine di quel fossato ove stanno
ne deve far uso. lavando.
Brazzètt. Bracciuolo. Nome di ciascuno Brellònna. Predellone.
di que sostegni d'una sedia a brac Bremà. Soppestare. Rompere in parti
ciuoli, d'un faldistoro ecc. dove chi grossette, e non ridurre in polvere
vi siede posa le braccia. come nel pestare. Fra noi non si dice
Brèccia. Macigno da macine. Sasso for che parlando del riso, e vale dargli
mato da infiniti sassolini unitisi in una prima brillatura per levarne la
sieme per forza di tempo e di com corteccia più grossa.
binazioni atmosferiche e terrestri, con Brènn per Ridoj. V.
una materia dura quanto il sasso, la Brènn per Brègn. V.
cui base per lo più è quarzo. Se ne Brènna e Brennitt dicono alcuni per
fanno mole da macine. - Bènna e Bennitt. V.
Brèccia. T. mil. Breccia. Brénta.... Recipiente di legno, fatto a
Fà breccia. ſig. Fare breccia o col conoide rovescia, capace, pieno che
po o impressione. Persuadere. sia, di oltre 15o boccali, di cui si ser
Bregàda. Brigata. Quantità di gente, che vono i vinaj per tramutare il vino
dicesi Brigatella se non molta e ami dalle bonze o simili nelle botti, e per
cale, e Brigataccia se numerosa e mal trasportarlo a misura convenuta da
vagia. luogo a luogo – Forse la nostra voce
Bregàda (Nome franzese usato fra noi proviene dal greco, o vero dal sar
ne primordi del secolo attuale e ca do Brenti che suona ventre; di fatto
duto in disuso col cadere della Re la brenia nella sua faccia è ventricosa
pubblica italiana). Reggimento. – La Brenta misura si divide in
Mezza bregada.... Mezzo reggimento. tre staja (stee); ogni stajo in
Bregàda. Squadriglia. Syuadra. due mine (minn); ogni mina in
Bregada de giandarmaria. . . . . . due quarti (quartee); ogni quarto in
Squadriglia di quattro o più gendarmi. quattro fiaschi (pint); ogni fiasco in
Bregadiér..... Quel caporale che comanda due boccali (boccaa); ogni boccale in
una squadra o brigata di gendarmi, due mezzine (mezz); ogni mezzina in
il caposquadra di gendarmeria. due fogliette (zajn); e ogni foglietta
Bregaminna per Bergaminna. V. pesa 7 once nostrali. Ogni brenta conta
Brègn (che anche dicesi Brènn).... Doc 96 boccali e corrisp. a circa 8 decalit.
cione di legno aperto nella sua parte Cuu. Fondo? = Serc. Cerchi? = Stac
superiore per cui dalla benaccia (na chett. Misure? = Palènn o Spallènn o
vascia) si fa colare immediatamente Manècc o Barèll. Manichi?
nel tino l'uva già pigiata in quella. Chi tropp studia matt deventa, e chi
Usando il bregn l'uva riceve doppia no studia porta la brenta. V. in Matt.
pigiatura: l'una da chi ammosta nella El maa el ven a brent e el va via
benaccia sovrapposta al carro che a quart. V. in Màa.
arrecò l'uva dalla vigna alla tinaja, Fà brenta. . . . . . . Compiere col
l'altra da quel lavorante che stando liquido di cui sia discorso la intiera
a mezzo il bregn per agevolare la misura della brenta.
colatura del mosto nel tino, ripigia Brentà. . . . Versare il vino nelle brente;
anche in quel punto l'uva che gli si svinare non ne mastelli o in altri vasi,
viene affacciando. Forse non sarebbe ma nelle brente – Per Fà brenta. V.
mal tradotto Cola, toltane licenza dalla Brentàa. s. m. . . . . . Il numero delle
così detta che si usa per la calcina. brente. P. es. El brentaa di mee vas
Brèlla. Predella. Inginocchiatoio. sij in la mia catoppia d'Oliva l'è
Brellin. Predellino. quaranta brent. Nella mia catapecchia
BRE ( 151 ) BRE
d'Oliva ho tante botti quante rispon Bressanèlla. T. di Cac. Ragnaja? Boschet
dono a quaranta brente – Sta tinnal'è to? Specie d'uccellare diverso dal
del brentaa de vint brent. In questo Roccol in questo che dove quello è
tino cape una ventina di brente. Questo circolare e con capanno alto, esso
tino dà venti brente di vino. Svino è quadrato ed ha capanno basso.
venti brente di questo tino. Bretèlla, e per lo più al pl. Bretèj. Strac
Brentadór. . . . . Chi fa professione di cali("ſior., e Zan. Cr. rinc. I, 1). Ci
trasportar vino o simili nella brenta. V. gne. Tiranti(“lucch). Cinghie o strisce
Brentèll. . . . . Vaso simile affatto alla di canapa, filo, cuoio o simili da
brenta, ma più piccino di essa, e tener sù le brache. I Tedeschi le
capace soltanto di mezzo il contenuto chiamano Hosenhebe e Hosentràger;
nella brenta medesima. i Francesi Brettines.
Brentinna. . . . . . Brenta minore della Bretellée. . . . . . . Chi lavora o traf
milanese; è voce di relazione par “fica di straccali. -

landosi di vini stranieri. Bretelléra... Donna che lavora straccali.


Brentón. . . . . . Accresc. di Brenta, a Bréva. . . . . . . . In generale questo
cui però si attribuisce lo special Va nome indica fra gli abitatori dell'Alto
lore di una misura di capacità ideale Milanese, e sui Laghi Maggiore, di
nel modo seguente. Nelle contratta Como, di Pusiano, d'Annone, di Va
zioni del vino svinato di fresco si rese, ecc. ogni vento grecale e sciroc
suol accordare a chi lo compera o lo cale che spiri da Greco-levante a Mez
riceve effettivo in mezzadria la brenta zodì o sia da Est-nord-est a Sud. Per
crescente d'un quarto (quartee) pel ciò Breva si tradurrà in genere Vento
vino crovello, e di due per quello orientale, o Levante, e secondo inter
di stretta, cioè s'accorda l'aumento stizi di rosa Greco-levante; Levante;
d'un dodicesimo di brenta pel primo Scirocco-levante; Scirocco o Scilocco;
e di un sesto di brenta pel secondo. Ostro-scilocco; ed Ostro; o vero con
Questa brenta così aumentata chiamasi voci poetiche Cecia o Ellesponzio;
il Brenton, e s'accorda per quel calo Apelioia o Sussolano; Vulturno o Eu
di posatura e di travaso che rispet ro; Noiapeliota o Euroaustro; Fenicio
tivamente succede nei vini dall'im o Euronoto; e Noto o Austro; o vero
bottatura in poi. In Brianza questo con voci marinaresche moderne Est
Brenton chiamasi anche Brenta mdtta nord-est; Est; Est-sud-est; Sud-est;
o vestida, e la sua opposta Brenta Sud-sud-est: e Sud. V. in Vént – Il
guzza o guzzad . V. in Guzzà. P. Allegranza in una sua memoria sul
Andà giò col brenton. fig. Confessar Montivo, inserita nel foglio n. 24 della
senza corda – In altro sign. simile così detta Raccolta Milanese, dice che
a Guardà minga de menuder. V. in la Breva si chiama così corrottamente
Menùder. da Brivio, paese onde spira alle col
Bréra. Brera. Nome di un reputatissimo line briantee. Altri potrebbe dire che
ginnasio fra di noi che ha dato luogo proceda dal greco ºpeo, giacchè le
al dettato -

piogge son mandate da siffatto vento


Vess fornii Brera. Aver fritto. Vale a paesi già detti; tra quali prima di
aver finito, rovinato il negozio, es Brivio sta Imbressago che gli Orobi
ser finita per uno. latinizzati nominarono forse così da
Brerista. . . . . . . Alunno del Ginnasio Imbres agere; altri che ha origine
di Brera. dal greco 3peto; (inſans), perchè è
Brèssa. Brescia. Nome di città che si vento che spira in genere da levante
registra perchè dà luogo alla frase donde quotidie oritur sol infans, se
Fà come i lader de Bressa. V. in pure i barcaiuoli comaschi non op
Làder. ponessero che la loro Breva soffia di
Bressan. Ad. di Azzalin. V. regola verso mezzodì.
Bressanèll. Ad. di Ciòd. V. Brevagg. s. m. Levantiera. Levante che
Bressana. Ad. d'Uga. V. duri a spirar forte assai.
BRI ( 152 ) BRI

Brevaggéri. s. m. Terribile levantiera. Biassà la bria. fig. Appicoar le vo


Levante che tragga all'uragano. glie all'arpione – Rodere il freno.
Brevètt. Brevetto. Rescritto col quale Giugà a cavall e bria. . . . . Specie
l'Autorità suprema dello Stato confe di giuoco che si ſa da ragazzi, uno
risce i gradi e gl'impieghi d'uffiziale dei quali si sottopone a far da caval
ai militari. Da noi s'estendeva anche lo, e l'altro imbrigliatolo con qualche
a denotare la Prova scritta dell'es funicella lo va stimolando al corso.
sersi matricolato. Mett la bria. Imbrigliare. In frenare.
Brevètt. T. forense. . . . . . Scritta alla Mollà la bria. Allentare o Lascar
breve e senza troppe formule che si fa la briglia. Rallentare il freno.
stendere al notaio pei contratti di non Senza bria. Sbrigliato. Sfrenato.
grande importanza. Il francese Brevet. Strappon de bria. Sbrigliata. Sbri
Brevettà. . . . . . . . Nominar uffiziale gliatura. Sbarbazzata.
con brevetto, graziare di brevetto. Tirà la bria. Raccogliere il freno.
Brevettàa..... Agg. di militare che ha Tragh la bria sul coll a vun. Dare
brevetto, che vien graziato di brevetto la briglia in sul collo a uno (Mach.
Breviàri. Breviario. Breviale. Libro in Op. VI, 1 12) – I Francesi dicono
cui leggonsi le ore canoniche e tutto Donner la bride laiche o vero anche
l'uffizio divino. Mettre la bride sur le col d quelqu'un.
Studià el breviari. fig. . . . . . . Bria. Briglia. Ognuno
so di que
l coreggiuoli
sos

Andare per le corte, per le brevi, che tengono in guida il trapano, e


compendiare, trattar per compendio servono a farlo girare.
o compendiosamente o in via com- | Bria. ger.... Nastro del cencio (pann).
pendiosa o compendiaria. Br icch. Voce usata nella frase No vo
Coverta de breviari. V. Covèrta. renn bricch. Non ne volere punto.
Bria. Briglia. Fra noi chi non è sellajo | Br icché. . . . . . Sp. di sciabola corta,
o cocchiere per Brij intende comu breve daga, daghetta. Dal fr. Briquet
nemente le redini, chi è tale, tutta che probabilmente sarà stato preso a
l'infrenatura, cioè testiera, morso e prestanza dal turchesco Sbrig.
redini, le cui parti principali sono | Briccol o Bricquel. Bricche. Dirupi. Bal
denominate come segue: zi. Trarupi – Andà su per i briccol.
Mors. Morso. Freno - Reseghetta. Arrampicarsi per dirupi, per balze –
Seghetta – Asta del mors. Guardia - Su per i briccol. Per boschi e bricche
Barbozzaa. Barbazzale = Zanforgn del e per balze e per macchie.
barbozzaa. Voltoj ? Ess del barbozzaa. | Briccol (Giugà ai) o Giugà a la briccola.
Esse = Canon del mors. Imboccatura. Fare a mattoncello? Questo giuoco si
Cannone = Musiroeula. Museruola = fa piantando ritti in terra tre mattoni
Soratesta. Testiera. Sopraccapo= Fron o sassi, al primo dei quali si dà il
taa. Frontale = Oggiaa o Occiaj. Pa valore di quindici punti, al secondo
raocchi - Ganassin. Sguancia e Porta quello di dieci, e al terzo quello di
mors. Portamorso = Sottgola. Soggolo cinque. Il giuoco va ai cento punti,
e Stricch. Filetto – Capètt. Ciappe = e chi primo fra i giocatori atterra o
Passett. Passanti e Fibbi. Fibbie = tutti in una volta o tante volte alcu
toson o Rosett o Bolg. Fioroni o Bor no de'tre sassi che arrivi al numero
chie o Scudicciuoli = Reden. Redini = de cento punti, riesce vincitore, e
Sguinzaa o Sguinzalo Guinzal. Guide tirato un sasso a quella distanza che
o Linguette di riscontro delle redini può maggiore, fin là si fa portare a
– Altre parti minori o inerenti se cavalluccio dal perdente.
condo fogge diverse di finimenti, l Briccolada... Così è detto in alcuni cditti
come Testera, Forcella, Cordon, ecc. milanesi del secolo scorso quel lavoro
si vedranno nelle rispettive sedi al di pane che facevano i fornaj al sabato,
fabetiche. Bricòlla. T. di G. di Big. Mattonella.
Cavà i brij. Sbrigliare. Cavare o Avè, Savè, Sentì, cc. de bricolla. Ave
Levare la briglia. re, Ilisapere, ec. di balzo o rimbalzo,
PRI ( 153 ) BRO
De bricolla. fig. Per istorno (Malm. Oh che siza!; e cogli Aretini Oh che
V, 4o). Di balzo o rimbalzo. Per fianco, bruzza! Oh qual bruzzarella!
cioè incidentemente, indirettamente. Brisa. T. de'Macell., Pizzic. Stomachino?
Giugà de bricolla. Far mattonella. Animella attaccata a quella parte delle
Dare di colpo obbliquo in vece di bestie da macello che dicono Rècc.
diretto; e met. Agir per fianco. Salaa come ona brisa. Amaro di sale.
Bricquel. Bricche. V. Briccol. Brisca. . . . . . Sp. di carrozza di cassa
Bridòn. Bridone (Alb. bass.). Briglione? alquanto bislunga e con luoghi di pari
Sp. di filetto detto anche dai Fr. Bridon. larghezza in ambo i lati. V. in Lègn.
Briètta. Briglietta. Dim. di Briglia. Brischètt.... Voce lodigiana, se non erro,
Briga. Briga. Noja. Molestia. Impaccio. che vale specie di Panetto biscottato.
Brigà. Brigare. Fare broglio. Imbrigare? Briscola. . . . . . Specie di giuoco so
Brigàda, ecc. V. Bregàda, ecc. lito farsi colle carte da tressette a
Brigànt. Brigante. Brigatore. Chi fa bro due a due o a quattro a quattro.
glio. Intrigante. -
Data una carta scoperta in tavola, e
Brigànt. Sedizioso. Rivoltoso. Borghese in dichiaratala briscola, briscole si di
arme contro chi ha autorità nello cono pure tutte le carte del suo seme.
stato; chi guerreggia senza averne Su quel trionfo si posa il mazzo dopo
autorizzazione pubblica. averne stribuite tre carte a ciascun
Briganton. Accr. di Brigant nel primo giocatore, e del mazzo ogni giocato
significato. V. re si va pigliando di bazza in bazza
Brighèlla. Brighella. Maschera nota. Tal una nuova carta in fin che si venga
volta si dice per ischerzo a chi nel alla stessa briscola. Di poi noverati i
vestire o nell'agire o nel parlare punti di ciascuno si riconosce chi vin
tenga del zanni o di quello che i ce. Briscola e Caregh sono termini di
Francesi dicono Fagotin. questo giuoco detto anche in fr.Brisque.
Brighellàda. . . . . Azione che abbia del Brisètta. Brezzolina. Bruzzarella.
mascherato e dello sciocco a un tempo. Brisin. Cichino. Micolino. Pocolino.
Brighellin. . . . . Si dice per ischerzo Brisón dicono alcuni per Brigh. V.
a un fanciullino, come a dire Mar Brissà dicono alcuni cont, per Scarligà. V.
mocchio, Rabacchiuolo, e simili. Brobrò. Barattiere. Barattiero. Baratto.
Brighellinna.... Lo stesso detto a femmina. Baro. Scrocchiante.
Brignòccol per Brugnòccola. V. Brobroràda. Baratteria. Baratto. Scroc
Brij. pl. di Bria. V. chio. Guadagneria. Bararia.
Brilànt. Brillante. Bròcca. Mesciroba. Specie di boccale di
Brilantà. Brillantare. Sfaccettare. Affac terra o metallo col quale si mesce l'ac
Brill. Brillo. (cettare. qua da lavarsi le mani – Brocca, e
Brio. Brio. dottrin. Idria o Urna, è il Vaso me
Brio è usato anche nel modo avv. Per brio; desimo per uso più lato, come di be
ed è simile all'altro Per bio. Può fare re, ecc. – Ha piede, corpo, bocca e
il gran diavolo. V. in Bio e in Dinna. beccuccio – Il Targ. ne Viaggi V, 52
Brión. Briglione. Accr. di Briglia. ha anche il diminutivo Mescirobina.
Brión. T. de Macell. . . . . . Taglio di Bròcca. Secchio. Vaso in cui si raccoglie il
manzo che fa parte dell'altro così latte nel mugnere, e di qui prob. Lacc
detto Canètta. V. in brocca il Latte caprino così gridato
Briòzz. Brigliozzo. Cavezzone. da capraj che lo vendono in città.
Brisa. Brezza. Vento che anche gli Spa Bròcca (che anche dicesi Ciòd o Vid se
gnuoli dicono Brisa e i Francesi Brise. è fatto a vite o a capocchietta vitata).
Gh' è-sù ona brisa che la me taja T. de Coltell. . . . . . Quel chiovo che
la faccia o la me fa andà-via el coo. tiene unite le due lame di una forbice.
È un'aria sì sottile che par che mi Brocca. Bulletta. Cocomerino. Anche gli
si fenda la testa (Lasca Gelos. IV, 1 1). Spagn. dicono Broca in questo senso.
Quest'aria mi fende la testa pel mez Brocch a stella. . . . . . . Bullette
zo (Gelli Errore I, ) – Oh che brisa! stellate da basti.
l ol. I. 20
BRO ( 154 ) BRGE
Bròcca. Rama(“aret. Voc. aret.). Ramo borra o marina o diana. Batter la bor
scello. Ramuscello. Ramicello. Rami ra o le gazzette. Tremare dal freddo.
cella. Rametto. Ramucello. Virgulto, Brocchètta. Bullettina. Dim. di Bulletta
Andà in brocca. V. Imbroccàss. in senso di Stacchetta. V.
Andà-sù per i brocch, frase fig. Bròccol. sost. m. Cavolo broccolo – Broc
cont. equival. a Andà in fumm. V.Fùmm. colo nel dizionari vale tallo del cavo
Cavalier o Scior che ne sta cent lo, della rapa o simili, ma il Targ.
su ona brocca. Signor di maggio. Toz. nelle Ist. III, 24 e nel Diz. usa
Fasoeò de brocca. V. in Fasoeiù. Broccoli assol. per Cavolo broccoluto.
Usellà a la brocca. V. in Usellà. Broccol roman. Cavolo romano.
Usij de brocca. V. in Usèll. Broccòn. T. de Calz. Bullettone. Chiodo
Bròcca. Ramaglia('aret. Voc. aret.). L'ag grosso col capo quadro con cui si con
gregato delle nuove messe delle piante. gegnan insieme i talloni delle scarpe.
Comprà o Vend a brocca secca. .. . Brodàja. Broda. Peverada.
Comperare o vendere nel verno o al Brodin. Brodetto ? Brodino?
primo germinar de gelsi la foglia che Brodin pel Colì dei Cuochi. V.
- hanno a mettere per l'epoca della Brodinètt. Dim. di Brodin. V.
bacatura, pagandola un dato prezzo Bròdo. Brodo. La voce Brodo si usa da
qualunque sia per esserne la riuscita; noi soltanto nella frase figurata
e così del frutto d'altre piante. Brodo longo. Lungherie. Lungagno
Pelà brocca. Fare la frasca o la fron le. Lunghezze – Broda. V. in Broeüd.
da(Baldov. Lam. ottava 6.”, vers. 8.”). In ogni altra frase usiamo Broeüd. V.
Bròcca (e più comunemente Bròssola). Brodón. . . . . Brodo succulento, corto,
T. dei Ricam. Bròzzola. Piccolo ar grosso, savoroso – Brodone nei diz.
nese di legno fatto a tornio che serve vale solo una specie di spallaccio, di
a tener l'oro svoltato dai rocchetti. fascia umerale onde s'adorna il sajo.
L'Enc. lo chiama Broche. Brodós. Brodoso. Abbondante di brodo.
Broccàa. s. m. Ramaglia(“aret.). Nelle Di-sù robba brodosa. fig. V. Ròbba.
piante il complesso delle ramora. Broètt e Broettin. V. Brovètt e Brovettin.
Broccàa. Broccato. Drappo broccatino. Broeü. Frutteto – Si estende anche da
Stoffa di seta intessuta a oro, argento,ec. parecchi, benchè impropriamente, a
Broccàa. ad. Ramoruto. Ramoso. Che ha significare Brolo o Verziere, orto dove
di molti rami(bròcch). On scerr ben è verdura, come accenna l'Alb. enc.
broccaa. Un cerro ramoruto – Talora, nella voce Bròlo – Dal Lat. Brolum.
e secondo piante, il nostro Broccaa Broeüd. Brodo ; e scherz. Peverada o
vale anche Ramusculoso. Sugo della pentola – Brodo di cap
Broccadèll. º Broccatello. Broccatino.Sp. pone, di pesce, di vipera, ecc.
Broccadin. di stoffa nota imitante il Broeud che sa de nagotta o ch'el
broccato, e usata fra noi per coperte, par acqua o bon de lavà i pee. Bro
cortine dozzinali, ecc. do sciocco o dissavoroso; e scherz.
Broccàj. T. dell'Arti. Allargatoio. Broc Acqua pazza.
cajo. Strumento con cui si segnano Broeud de scisger. scherz. Acqua di
i buchi e s'allargano. È usato spe baloge (Vocab. aretino in Balocio che
cialmente pel ferro. cita i seguenti versi del Bellincioni
Broccaj. s. m. sing. Ramo. (pame, « Ma or ch' e marzapan tornan frittelle
Broccaj. s. m.pl. Sterpi. Sterpame. Stir » E acqua di baloge la vernaccia » )
Broccajoeù. Ramoscello. Sorcoletto, V. Brodo di cece? (Alb. enc. in Brodo).
anche Mèrza.
Così chiamiamo per ischerzo la cioc
Brocchètt (voce propria del Comasco e colata, e specialmente quella cattiva
di qualche paese dell'Alto Mil.) . . . . o troppo dilavata. Dicesi anche del
Canangiare composto di ricotta (ma caffè nero cattivo e annacquato.
scarpa) combinata col fior di latte. Broeud in tavolettinn. Tavolette di
Brocchètta. Dim di Bròcca per Virgulto. I . brodo (Gh. Enc.). Brodo assodato sì
Batt brocchetta o i brocchett. Batter per arte da esser secco e friabile.
BR (E ( 155 ) PRO
Broeud longh. Brodo annacquato o. Fraa broeuda. Torzone. Minestrajo.
lungo; e fig. Lungheria. Lungàgnola: Broeùda. met. Sangue.
per es. Hin broeud longh che nome Trà broeuda. Far sangue per le na
piasen on bell nagotta. Gli è giulebbo rici. Rompersi il sangue del naso.
lungo che mi sa amaro (Cecchi As Uscir il sangue dal naso.
siuolo II, 6). L'indugio piglia vizio. Broeüda. fig. Broda. Brodiglia. Fanghiglia.
Broeud ristrett. Brodo corto o grosso. Broeüden. Lo stesso che Perètt. V.
Broeud tiraa. Stillato. Quel che si trae Bròſ. V. BròV. .
dal consumato di cappone ed altri Bròja. V. Imbròja.
ingredienti posti a stillare insieme. Brojént. V. in Brugnocù.
Andà in broeud de scisger o Andà Bròjo (Fà). Brigare. Far broglio o brolo.
tutt in broeud d'aerborinn, come disse Brogliare.
il Maggi Cons. Men. 145. V. in Scisger. « E in brojand el latin cont el toscan
Gaijnna veggia fa bon broeud. fig. » El fa brojo, e 'l despensa
V. in Gaijnna. » Senza saveghen tant el sò orvietan. »
Lassà stà o Lassà coeus vun in del - - (Brand. Bad. Men.)

sò broeud. fig. Non cavare altri della Broncà. v. cont. dell'Alto Mil. Gridare.
sua beva. Lasciare che altri si cuocia Schiamazzare. Fare schiamazzio.
nel suo brodo. Broncà. Abbrancare. V. Brancà.
Negà in del broeud. V. Negà. Broncón. v. brianz. Gridatore. Schiamaz
Portaa per el broeud. Ghiotto del zatore. Schiamazzante.
brodo. Vago del brodo, e per ischerno Brontolà, Brontolamént, Brontolon, ecc.
Brodajo. Brodajuolo. Lo stesso che Barbottà, Barbottàda,
Pù spess del broeud di gnocch. Barbottón, ecc. V.
Grosso quanto l'acqua de maccheroni? Brónz. Bronzo.
Densissimo, che tien della poltiglia. Avè on temperament de bronz o
Tirà-sù el broeud. fig. Succiare. At de ferr. Essere un uomo di ferro,
trarre a sè il fiato allorchè si soffre cioè di tempera robustissima.
o dal freddo o da alcuna percossa. Memoria de bronz. V. in Memòria.
Vess in del sò broeud. Essere nella Vess on bronz. . . . . . Dicesi di
sua beva. Essere a nozze. Ciò che i cosa qualunque assai forte.
Francesi dicono C'est mon vrai fait, Brönz in qualche parte del contado per
c'est mon vrai balot, c'est en quoi je Caldàr. V. -

triomphe, c'est mon fort. Brónz. Mortajo di bronzo.


Vess minga come a bev-sù on broeud. Man del bronz. V. Màn.
fig. Non essere come a sorbine un uovo. Brónza. s. f. Campanaccio. V. Ciòcca.
Non essere cosa da farsi a casaccio, Brónza. s. f. fig. Viso da pallottola. Fac
o così facilmente, cia tosta.
Vorè stà in del sò broeud. Cuocersi Bronzà. . . . . . Dar colore di bronzo
nel suo brodo. Fare come gli spinaci. Dal fr. Bronzer. -

Broeùd. v. cont. V. in Sùppa. Bronzàa. . . . . Che ha colore di bronzo.


Broeüd. T. de Macell. . . . . Ne macelli Bronzètt. V. Bronzin (botte).
questa voce rappresenta o Gambe o Bronzin. Mortajo. Vaso di bronzo in
Testa o Ossa delle bestie macellate. cui si pestano le materie per far la
Ona lira de broeud. . . . . Una lib salsa e 'l savore. I dizionari chiamano
bra di ossami siffatti. mortajo questo vaso, o ch'ei sia di
Broeùda. Broda. Peverada. Pappolata. bronzo, o ch'e sia di marmo o simi
Andà-giò la broeuda. Sbrodolare. le; noi all'opposto diamo un nome
Andà in broeuda. Andare in broda. particolare al mortaio a seconda della
Spapolare. Spappolare. Disfarsi, non materia di cui è fatto, e lo chiamia
si tener ben insieme. mo Mortee s'è di marmo, Bronzin
Andà in broeuda. met. Andare in s'è di bronzo, e Pirotta s'è di legno.
broda o in broda di succiole o in Bronzin. Romano. Piombino. Sagoma. Il
succhio. Imbietolire. V. in Scisger. contrappeso della stadera.
BRO ( 156 ) BRO
Bronzin o Bronzètt dicono fig. i contadi Bròssora per Sbròsciora. V.
ni brianz. a una Botte di doghe grosse Bròv (o Bròf o Bròvo). . . . . . Questa
e perciò saldissima. voce sentesi ne'colli briantei; venisse
Bronzin. add. Tosto. Abbronzato. mai con tutta la sua discendenza dal
Faccia bronzinna. Faccia tosta. Viso gr. 3pvoy musco (teppa)?
da pallottola. Il diz. ha Faccia bron Robba de brov. . . . . . Merce di
zina per faccia abbronzata, ulivastra. bella apparenza ma di poca o catti
Bròsc. T. de Calzett. . . . . . . Lungo va sostanza; quasi a dire merce che
pernio di ferro che entra pe fori liscia, che piaggia le genti e le svan
della bara-a-lotton e delle onde d'un taggia come ogni altra piaggeria.
telaio da far calze, il quale serve a Bròva. . . . . . Nei contorni di Varese
facilitarne i movimenti. equivale a ciò che in altre parti del
Brosciùra. Infilzatura(“fior., Zanob. Diz.). Milanese si chiama Tovo, Sovenda,
Nome di quelle stampe di pochi fogli Tracciù, Voga. V. quest'ultima voce.
i quali soglionsi cucire insieme con Brovà. Accarezzare. Piaggiare. Insapo
un solo punto, e che perciò molti nare. Muinare. Lisciare. Ligiare.
dicono anche Puntata. Brovà. Giuntare. Frappare. V. in Bolgirà.
Vestì su l'aria di brosciur ſranzes, Brovà. Pulire.
fu detto per Scrivere con disinvoltura. Brovà. Inumidire.
E vui, se poss, sti vers in milanes Brovà. T. de Vignajuoli. . . . . . . Ri
Vestii su l'aria di brosciur franzes. (Bal. Rin.) pulire la vite da ogni seccume. Come
Brosciùra (In). Alla rustica. Dicesi di li in primavera si ripulisce la vite dai
bro legato senza raffilarlo nelle mar germogli inutili col Mognà Ripulire o
gini. Dal francese Brochure. Ripigliare o Riprendere e Remognà
Bròssa. T. de Cappell. Brusca? Spazzola. Ripulire per la seconda volta, così
Arnese col quale si ripulisce il pelo nell'invernata si ripulisce(bròva) dai
ne cappelli. È di più specie: le prin tralciuzzi, surculi, viticci secchi che
cipali sono: dannosamente la ingombrino – In
Brossa dura. . . . . . Spazzola che qualche parte dell'Alto Milanese per
viene adoperata da quel lavorante Brova intendono anche Potare. Così
che dà forma al cappello (dal pro per es. a Montorfano hanno per det
prieur) per avviarne il pelo uscito tato che Chi gh'ha la vigna sova in
che sia della lisciva. È quella che i tra marz e april la brova, cioè è in
Francesi dicono Brosse rude. tempo a potarla in que due mesi.
Brossa molla. . . . . Spazzola fatta Brovà. Rifar le carni. Lo stesso che Fà
con setole di cignale che viene ado trà on buj. V. in Bùj.
perata per dar lustrore al cappello. Brova la seda. v. br. Sbroccare. V. in Cóo.
È la Brosse di lustrer dei Francesi. Brovador. Moiniere,
Bròssa v.cont.dell'Alto Mil.per Bròssola.V. Brovadór. Giuntatore. Frappatore.
Brossajoeiù e Brossajoeüla. Bollicina. Bol Brovadóra. T. de Setajuoli.... Ordegno
licella. Bollicola. da sbroccare(brovà) la seta.
Tutt a brossajoeiù. Bollicoso. Brovadùra. . . . . La broda de cavoli,
Brossajolin. Bolliciàttola. l'acqua in cui bollirono i cavoli.
Bròssera (che i cont. br. dicono Còttola). Brovazz. v. br. proveniente da Braeiù
Bròssola º Bruzza. Bolla. Brozza, e più (brolo). Frutteto.
spesso Brozze nel numero del più. Brovazzoeiù. v. br. . . . . Picciol frutteto.
Cosso. Piccolo enfiatello cagionato per Brovètt. Broletto. Così chiamasi il palazzo
lo più da umori acri. comunale della nostra città. Forse dal
Fà d'ona brossola on bugnon. fig. lat. Brolum, perchè ivi fosse antica
Far di una bolla acquajuola o di una mente un qualche frutteto o verziere.
bolla un canchero o un fistolo. Vale Anche oggidì si tiene mercato di ce
di un picciolo disordine farne uno reali, castagne, ecc. nel maggiore
grandissimo. dei cortili di questo antico palazzo
Bròssola.T. de Ricam, Bròzzola, V. Bròcca. del Carmagnola.
BRU ( 157) BRU
Brovètt. met. Subisso. Diluvio. Nuvolo. Brùgna. Prugna.Susina. Frutto del susino.
Mercato. Gran quantità. V. Sfragèll. Brugna andada in erbion.Bozzacchio.
Bròvo e Robba de brovo. V. in Bròv. Brugna azerba. Susina strozzatoia.
Brùcc. Bricco. Ciuco. V. Asen. Brugna catalanna. Susina simiana
Coo de brucc. fig. Capo d'assiuolo. o semiana. Frutto del Prunus done
Capo di bue. Capo di castrone. V. in Cóo. stica maximianaLin.
Brùcc. Cavallo. Ronzino. Brugna de la reginna o Brugna
Brùcc. A Como è sinonimo di Quattràss. V. reginna. Susina claudia.
Bruccèll o Borcèll, e al pl. Bruccèj... Brugna del pret. V. in Prét.
Nome che si dà sul lago di Lecco, e Brugna gialda. Susina giallina. Tra
nelle vicinanze a quelle navi che noi noi è tondetta e non tanto grossa, e
in città chiamiamo Barcón. V. viene a maturanza sul finire del giugno.
Brugaroeüla. Ad. d Erba. V. Sanguinèlla. Brugna grassinna.... Sp.d'amoscina.
Brùgh (che in alcune parti del contado Brugna guggella. v. br. Susina diac
è detto anche Brison). Scopa o Stipa ciola o campana? Il frutto del Pru
in genere, e dottrin. Erica. Il nostro nus domestica clava effigie Mich.
Brugh comune però è propriamente Brugna massinna. Susina amoscina,
la Scopa meschina. Grecchia. Crecchia. o ass. Amoscina. Frutto del Prunus do
Surcelli. Pianta che cresce nelle terre mestica damascena, e fra noi per ec
incolte e sterili, detta dai Fr. Bruyère cellenza l'Amoscina nera, cioè il frutto
e dai bot. secondo le varie sue specie del Prunus domestica hungarica Desfont.
Erica vulgaris, E. purpurascens, ecc. È tonda, di buccia nera col fiore, e
– S'adopera da alcuni in vece della matura sul finire di giugno – Ve ne
frasca pei bachi da seta. ha anche una varietà di buccia bianca.
Brughéra. Scopeto. Stipeto. Terra sterile Brugna mirabolanna. Susina mira
ed incolta dove fanno le scope o le bolana.
stipe(eriche diverse). Anche i Fr. la Brugna pernigonna. Susina pernico
dicono Bruyère. Vari nostri scrittori na? Sp. di susina grossa, tonda, nera,
di statistica ed economia usano la che non vien a maturità sulla pianta.
voce Brughiera; ma a quanto parmi Brugna reginna. V. più sopra.
senza necessità, giacchè le due voci Brugna salvadega. Susina salvatica.
toscane su riferite corrispondono ap Specie di susina tonda, nera, che
pieno alla nostrale, se pur non fosse si raccoglie di settembre.
che negli Stipeti del Lucchese e d'al Brugna sanclò. Susina della regina
tri paesi di Toscana cresce la Stipa Claudia detta la rotonda. Susina clau
alta, cioè l'Erica arborea, la quale dia grossa, rotonda, quasi simile alla
non fa, per quanto io sappia, nelle meliaca, e di color roseo chiaro.
nostre Brughiere; ma quella diversità Brugna sangiovann. Susina sangio
negativa non esclude l'eguaglianza vanni? Susina sampiera? È tonda,
positiva dell'esistere le scope o stipe gialla, e matura in giugno.
in queste e in quelle – Gli scopeti Brugna sciresa. Susina ciliegia o
in cui sono radissime le scope si ciriegia? Fra noi è tondetta e nera,
possono anche dire Lande. matura in luglio.
Lassà andà a brughera (on terren). Brugna spinna. Susina agostina ?
Lasciare a sodaglia. Trasandare. La Frutto del Prunus domestica augu
sciare insalvatichire. piccioletta,
stana Caes. Tra noi è nera,
Parì o Vess ona brughera. Essere una e viene a maturità nell'agosto.
grillaja. Dicesi di terreni trasandati. Brugna verdazza. Susina verdacchia.
Te podet andà, o vero Va on poo Specie di susina così detta dal suo
su la brughera de Gallaraa. Al diavol colore verdastro, cioè la Prunus do
t'accomando? Esclamazione che usia mestica viridacea Caes.
mo cogl'indiscreti d'ogni genere. Cervellaa de Monscia. . . . . Sp. di
Brùgna. Prugno. Susino. L'albero che susina giallognola, grossa, bislunga,
fa le susine. Il Prunus domestica Lin. assai carnosa e di dolcissimo sapore –
BRU ( 158 ) BRU
Oltre alle quì nominate i Toscani an Spuzzà o Savè de brugna. Puzzar
noverano molte altre specie di susine, di becchino (Gigli Reg. 579). Avviarsi
come Susina albicocca, amorosa, ja per le poste. Essere via là via là.
copa, moscada, mirabella, maglia Brugnòcca. Bernòccolo. Bitòrzolo.
nese, sanese, ecc., le quali credo Brugnòccola. Ronchio.
poco o nulla conosciute fra noi. Brugnòcquera.
Avegh ona brugna al cuu. fig. Ave Brugnocù. Prignola. Frutto del prugnolo.
re una pollezzola di dietro o al fo Brugnou (Spin). Prignolo. Susinello.
rame. Avere una cusoffiola. Avere un Pianta detta Prunus spinosa da Lin.
porro dietro via. Avere il fuoco al Brugnocù. Ad. di Pòmm. V.
culo – In senso più rimesso direbbesi Giugà a fresch i pomm brugnou
Avere un o Stare con un cocomero in (che altri dicono Giugà a questi pomm
corpo, cioè in dubbio, in pensiero, ecc. brojent). . . . . Specie di giuoco che
Taccà ona brugna al cuu. fig. Fic per lo più si fa come segue: varie
care un porro dietro via, o al fora fanciulle si uniscono e formano un
me. Dare una cusoffiola. Ficcare una cerchio; in mezzo a questo vanno
cusoffiola o una pollezzola di dietro. due di esse, e facendo più salti, si
Arrecare alcun pregiudizio; e tra noi mettono a canterellare una loro can
anche Citare in giudizio al criminale. zoncina che per lo più suol essere
In senso meno esagerato Mettere o Cac Quest i pomm brojent,
ciare un cocomero in corpo ad alcuno. Maridaremm la bella fia,
Brùgna. Camposanto. Così chiamasi negli Se ghe mett on did in bocca,
spedali quella sala in cui si depongono Le fa mal i dent,
i morti per tenerveli sino al momento Quest i pomm brojent.
in cui vengono trasferiti al cimiterio, Finito il canto, tutto il cerchio si
ed alla quale per lo più è annessa dà a correre; le due cantatrici pro
qualche stanza ove si fanno le sezio curano di prender posto fra quelle
ni anatomiche de cadaveri. A prima del cerchio; e quelle altre due fan
giunta la voce Camposanto contrap ciulle che in vece loro rimangono di
posta alla nostra Brugna non parrà fuori all'arrestarsi del cerchio stesso,
corrispondente per l'equivoco che ne vengono messe in mezzo, e ricomin
nasce con camposanto in senso di ci ciano il giuoco.
mitero; ma io posso assicurare d'a Brugnón. Susina asinaccia? Sp. di pru
vere ocularmente osservato che quella gna rossa, grossa, bislunga, atta a
stanza che nello Spedale di Santa Ma seccarsi come la provenzale.
ria Nuova di Firenze chiamasi Campo Brugnon. Musorno. Crojo. V. Rustegon.
santo, corrisponde precisamente per Brugnon. Buzzurro(“fior, Pan. Poet. xxxv,
ogni rapporto alla nostra Brugna; ed 9, e Pac. V, 28). Nome di disprezzo
a corroborare questa mia asserzione che si dà agli osti, ai castagnaj ed ai
concorrono i testi seguenti: vinajoli tra noi quasi tutti forestieri.
« Polmoni affetta, e fegati sbaraglia Nella Guida dell'Educatore di maggio
» Il macellaro. Andiamo in Camposanto 1857 (pag. 8o Letture) trovasi Bozzurro
» E vedrem se il chirurgo a lui si agguaglia. »
(Sacc. Rim.) in questo significato e come voce di
« La sera del 16 aprile 1773 nel Campo origine straniera. Ne pochi dì ch'io fui
» santo di Santa Maria Nuova aprimmo il ca a Firenze mi parve sempre udir Buz
» davere di una donna morta di male can zurro; e la testimonianza del Pananti
» ceroso nel petto. » e del Rosini m'indurrebbero quasi a
(Nannoni, trad. di Sharp nella nota alla p.1 o 1). credere che il mio orecchio non sia
Andà a la brugna. Andare a Pa andato errato (se non fosse che le
trasso o al cassone. V. in Cagaràtt. stampe da me viste di que loro poe
Faccia de brugna. Viso o Faccia mi furono eseguite fra noi), e a cre
da morto – Avegh ona faccia de bru dere che la voce Buzzurro sia d'ori
gna. Mostrar nel viso pallidezza di gine toscana e derivata da Buzzo, co
morte. Esser cadaveroso o cadaverico. me Peccione da Peccia, ecc.
BRU ( 159 ) BRU
Brugolósa. v. brianz. Lingua di bue. Bor dursi o Giungere alla sgocciolatura o
rana salvatica. Erba di due sp. detta all'olio santo. Essere sul tavolello o
bot. Anchusa italica, e A. officinalis. sull'ultimo tegolo.
Brulé (o Vin brulé). Ippocrasso? Nettare? Brusà. Bruciare. Abbruciare,
Vino bollito con entro zucchero, can Brusà come on foeugh. V. Foeügh.
nella e altre droghe. Brusà de la vergogna. V. Vergògna.
Brùlla. Biodo. Giunco da stuoie. La voce Brusà del caldſ per iperbole). Ab
è moderna fra noi, e ci venne dai Ve bruciare dal caldo.
neziani i quali chiamano Brule o Bru Brusà el pajon. V. in Pajón.
lini tutte quelle cannucce che i botanici Brusà el stomegh. Avere incendito.
distinguono per Stipa tenacissima, Brusà ginée o sginée o sgenée. V.
Arundo arenaria, Scirpus palustris, ecc. Sgenée (cioè gennajo).
Brùna. V. Bernàrda. Brusà i oeucc. V. in GEùcc.
Brùna. . . . . . . Sp. di cuoio di capra Brusà i pignatt. V. in Pignàtta.
o di vitello lavorato in nero. Il Cuir Brusà ona cà, o sim. Metter fuoco
bronzé dei Francesi che usa per iscarpe. a una casa. Incendiare una casa.
Brunèll. Brunellino. Sp. di stoffa a man Brusà via. Andar via a ruba. Dicesi
dorla, di cui si fanno panciotti, ecc. di merce od altro che abbia grande
ed anche scarpini gentili per le donne. spaccio. I Brianz. dicono Portà per
Brunéngh. add. Bruno. Buiccio. Cioè non ari o Brusà per ari.
illuminato da luce. Aria brunenga, Brusà via la boggia..... Trucciare una
Ora brunenga. Aere bruno o Aura fo pallottola con tanta maestria che spa
sca, Ora bruna o buiccia. risca come un lampo dal posto dov'era.
Brùs. Bruciaticcio. Abbruciaticcio. Brusass i pagn. Infuocolare.
Savè de brus o Ciappà el brus. Brusass i pel. Abbrustiarsi. Abbru
Sentir di bruciaticcio o di leppo. ciacchiarsi.
Brùs met. Baco? Amorazzo. V. Bruseghin. Giacchè la cà la brusa, scoldem
Toeü-sù on brus pervuno pervunna. mes anca nun. V. in Cà.
Cuocersi, Gocciolare. Girare. Ingattire. L'è on sò che brusa. È un sole
Intabaccarsi. Innamorarsi fieramente che abbronza o che arrostisce.
di alcuno. V. anche Còtt e Cottura. Robba che brusa via. Caustico e
Brùs. . . . . . Nome di due malattie del ant. Arsivo.

riso in vegetazione procedenti da trop Brusà. Alidire. Arrabbiare. Dicesi di bia


pa grassezza del terreno, da scilocchi da, grano od erba che siano ancora
notturni, da mancanza di pioggia ai sopra la terra e si secchino prima del
tempi opportuni, dagli alidori estivi. tempo debito per nebbia o caldo.
Brùsa. . . . . . Ognuna di quelle com Brusà. Frizzare. Mordicare. Cuocere. Di
messure o di quelle linee trasversali cesi del dolore che cagionano le materie
che segnansi a certe distanze nel Mont corrosive poste sugli scalfitti e simili,
Brusà. Arder di brama.
o in altri simili giuochi.
Giugà a la brusa. Fare a verga(“fior) - Brusi anni, per di el coeur giust,
Giuoco che si fa gettando in aria delle » De vegni a la conclusion. » (Porta Rime).
monete, le quali cadendo sopra un Brusà (che anche dicesi Dorì el venter).
mattonato, vince colui la cui moneta Cuocere. Scottare. Dispiacer molto, do
è più lontana dalle commessure dei lere assai checchessia. Oh questa la
mattoni, le quali chiamansi Brus; e me brusa. Oh questa mi cuoce o mi
il cadere della moneta su queste com scotta – Se la ve brusa, mettigh ona
messure dicesi fra noi Anda in brusa. pezza. Chi l'ha per mal, si scinga.
Restà in brusa. fig. Rimanere sca . in Pèzza. V. anche in Brüsch.
ciato o smaccato. Brusàa. s. m. Inarsicciato. Innarsicciato.
Vess in brusa de fà, dì, o simili. Segno d'arsione.
Esser in bilico o sul curro o a tocca Brusàa. T. d'Oref. s. m. Calia.
e non tocca. Essere in sul crollo della Brusàa. Bruciato. Abbruciato, e in istile
bilancia, ed anche Indugiarsi o Iii sublatino Inusto. Arso dal fuoco.
BRU ( 16o) BRU
Avè i làvor brusaa del frecc. Avere Brùsch. Brusco. -

le labbra abbrustolite. Avere i ragani Compagnia brusca. V. in Compagnia.


alle labbra. I brusch. Le brusche. Le maniere
Brusàa. Afato. Agg. di Frutto rovinato brusche; i castighi corporali. Se no
dalle nebbie o dal soverchio caldo. var i bonn, drovaremm i brusch.
Brusàa. Arrabbiato. Agg. di Vivanda Se non otterrem colle buone, ricorre
cotta in fretta e con troppo fuoco. remo alle brusche.
Brusabócca. Erba pepe. Cuociculo (Targ. Somejà brusch. Parere agro od ostico
Ist.). Il Polygonum hydropiper de'bot. o crudo. La me somega brusca. La mi
Brusacantón. fig. Tagliacantoni. Sgherro. pare agra. Non la so mandar giù. Mi
Bravo; e in gergo Bresciano. è un agrume. Non la so inghiottire.
Brusacóa. T. de Manisc. Abbruciacoda. Bruschètt per Fonsgin(male). V.
Bruciacoda (Diz. art.). Ferro rovente Bruscitt. s. m.pl. ... I Bustesi chiamano
che s'applica alla coda de cavalli dopo così un certo loro intingolo di carne
che fu tagliata per istagnarne il san vaccina minuzzata e condita con bu
gue. È il Brilegueue de Francesi. tirro, aglio, spezie, finocchio e vino.
Brusàda (e secondo paesi anche Brusà Bruscon. . . . . . . Quegli agrori (per
va o Chizzocà). v. cont. Stiacciata. dirla con una voce che parmi aver
Schiacciata. Pane soccenericcio. Pane udita in Toscana) che si sentono
fatto di pasta di grano turco abbru sullo stomaco per effetto di troppo
stolata in pochi minuti e le più volte lenta e malagevole digestione.
mal cotta. Nella pasta intridono spesso Bruscén. v. cont. br. Cardo asinino.
finocchio, cipolle, uva o simili. La Cardo latteo. Cardo macchiato(Targ.
Brusada di grano è detta con parti Diz. bot.). Quella pianta che i bot.
colar nome Fugàscia o Fugascinna in chiamano Carduus marianus maculatus.
campagna, e in città Carsenza. Bruscon. Agrifoglio. Alloro o Lauro spi
Brusada con dent i ſigh (voce e noso. V. in Agher.
usanza brianzuola). Pan ficato. Bruscon per Spongiaràtt. V.
Brusadèll. ) v. cont. Stiacciatina. Quac Brusècc (che altri dicono Mànna). Melume.
"
Brusadin.
cino. Soccenericcio. Panelli
no sull'andare della stiac
Spruzzaglia o Pioggia adusta che cade
talora nei tempi caldi e riesce un ve
Brusaèll. N ciata cotto sotto la cenere. leno pei prodotti della campagna nei
Brusadizz dicono verso il Lodigiano per quali induce la malattia detta Rug
Imbrascadùra. V. gine e latinamente Rubigine.
Brusadònna. Stiacciatona (Tancia IV, 9). Brusècc. Siccità. Seccore. Arsura. Alidore.
Brusadùra. Bruciatura. Secchericcio. Mancanza di pioggia.
Brusajoeü per Brusadèlla. V. Brusècc. v. c. br. pel nostro cittadinesco
Brusalàsen. Stoppione. Astone. Scardiccio Brusor de stòmegli. V.
ne. Scardaccioni (Targ. Ist.). Sp. di car Bruseghin. Cociore – Fòmite. Fomento –
do campio ch'è la Serratula arvensis L. Passione. Amoretto. Amorazzo. Il bru
Brusapajón. Gabbaloste (Lal. En. trav. cior dell'amore. Il calabron d'amore.
IV). V. Mangiacapàra. Brùso. Voce usata nelle frasi seguenti:
Brusapignàtt. Guattero. Guatteraccio. Hoo ciappaa on bruso. Nulla ebbi.
Brusascés. V. in Parascioeüla. Non ne cavai una vil ghiarabaldana.
Brusattà. Abbrustiare. Abbronzare; e an Nanca on bruso (o Nanca on pelo).
che Strinare(“tosc., e Tomas. Sin. p. 12) Nè lisca nè calia. Nulla affatto.
– Abbruscare è l'abbruciacchiare con No daghen on bruso d' ona cossa.
fuoco di paglia i peli vani di un Non ne dare un frullo, un lupino,
cappello. una stringa, uno straccio, un'acca.
Brusattàa. Abbronzato. Strinato – Abbru Nol darav via on bruso. E non
scato – Inarsicciato. Innarsicciato. darebbe del proferito. E non darebbe
Bruscà-sù. Rampognare. Trattar dura fuoco al cencio o bere a secchia.
mente o brusco. Anche i Francesi di Brusoeüla. Lo stesso che Cotelètta. V.
cono in questo senso Brusquer. Cortèll de brusoeula. V. in Cortèll.
BRU ( 161 ) BRU
Brusón. . . . . . Malattia del riso a cui Falla brutta. Farla brutta o sporca.
soggiace in tempo della spigatura, Fare altrui un'azion poco lodevole.
Biroli la chiama Ruggine. E detta Ca L'è poeu minga sto brutt. Non è il
rolo nelle risaje ostigliesi e veronesi. diavolo. È manco brutto che non isti
Brusòr. Bruciore, Cociore. Arsura, e con malva,

voci antiche Arsione e Ardura. Dolo Mettela brutta. Mettere nel pensa
re che è cagionato dalla scottatura. tojo alcuno. Cacciare un cocomero in
Brusór. Frizzo. Frizzore. Dolore in pelle corpo ad uno – Ridurre a mal partito.
che cagionano le materie corrosive. Vedella brutta. Trovarsi a mal par
Brusòr. Cocimento. Frizzamento. Dolo tito. Essere in cattivi termini.
retto cui dà origine il troppo grat Vedessela brutta. Vedere la mala
tarsi – Pizzicore n'è il grado mo parata. Prevedere d'aver a correre
derato. alcun grave pericolo.
Brusór de stomegh. Incendito. Acidume, Vegnì ai brutt. Venire alla peggio
I cont. br. dicono Brusècc. o alle peggiori del sacco, cioè al
Brusór d'orinna. Ardor d'orina. Frizzore. maggior segno di discordia o rottura.
Brusorént. Bruciante. Abbruciante. Cau Brùtt. Brutto. Bruttato. Sucido. Sporco.
stico, e anticamente Arsivo. Imbrattato. Insudiciato. Sozzo. Sozzato.
Brùsti. s. m. T. d'Oref. Setola. Spazzo I pagn brutt. V. in Pàgn.
lino di fili metallici che usano per Sta tapezzaria l'è pur anch bella;
ripulire i lavori d'oro, d'argento, ccc. peccaa che la sia inscì brutta. È pur
Brùstia. Brusca. Bussola. Spazzola da bella, è pur vistosa questa tappezzeria;
cavalli che anche i Provenzali chia peccato ch'ella sia cotanto imbrattata.
mano Brusti. In una Novella il Sacchetti parla di
Brùstia di pagn. V. Scovètta. lenzuola domandate bianche e date
Brustià. Bussolare(Gior. agr. VIII, 156). sucide che hanno affinità col nostro
Ripulir colla brusca i cavalli. Anche i ambiguo brutt per sucido. (che.
Prov. dicono in questo senso Brustiar. Brùtta (la) s. f. Minuta delle belle scolasti
Brustià. T. d'Oref. Setolare. Fà la brutta. Fare il disegno, la
Brustiàda. Colpo o Ripassata di brusca minuta, l'abbozzo.
o bussola. Fà el dover in brutta. Fare la mi
Brustiàda. met. . . . . . Malanno, cala nuta, l'abbozzo del còmpito di scuola.
mità, sinistro qualunque a cui alcuno L'è anmò in brutta affacc. È appena
vada soggetto. V. Boràsca. abbozzaticcia.
Brustin. Spazzolino. Bruttacòpia. Minuta. Bozza di scrittura
Brustolì. Abbrustolire. Brustolare. Abbru da mettersi poi in pulito.
stolare. Abbrostire. V. Tostà, Bru Vess brutta copia de vun. . . . . .
sattà, ecc. Scimmiare malamente alcuno.
Brustolidtira. Abbrostitura. Incòtto. Bruttebón. V. Pér.
Brustolii. Brustolato. Abbrustolito. Ab Bruttin. Bruttuccio (Mon la Ved. I, 9).
brustolato. Abbrostito. Arsicciato. Riar Bruttacchiòlo. Alquanto brutto.
so – e parl. di Terreno confetto. Bruttinèll. Bruttacchiòlo anzi che no.
Brùtt. Brutto. Deforme. Làido. Contr. di Bruttinna. Bruttacchiòla.
Bello – Divenir brutto dicesi Imbrut Bruttmàa. V. in Màa.
tire, Rimbruttire; lo stato è Bruttezza Bruttom. s. m. Bruttissimo uomo.
o Bruttura, e con voce ant. Bruttore. Brutton e Bruttònna (per improperio).
Avè el cuu brutt. fig. V. in Cùu. Sozzaccio. Laidaccio, e simili.
Brutt come el diavol o come el Bruttònna. Bruttissima donna. Beſanaccia.
peccaa mortal o Brutt de coeur o del Bruttura. Lo stesso che Bruttmàa. V. in Màa.

ver coeur. Più brutto che il peccato Fà vegnì la bruttura. Far svegliare
(Lasca Spirit. III, 2). i vermini(“tosc.). Incutere gravissima
Brutt maa. V. in Màa. paura. Un poeta pisano disse:
Brutta de per tutt. Bruttissima. Be « In così dir si torvo le rimira,
fana Befanaccia. Brutta per sei befane. » Che quasi a tutte i vermi si svegliaro. »
Vol. I. 2I
BUD ( 162 ) BU F
Bruttùra. . . . . . Malsania abituale a venutaci d'Inghilterra per la Francia,
cui vanno talora soggetti i bambini, propria già della sola zienda dello
per la quale ingrossa loro il ventre, Stato, e passata poi nello stil famiglia
ingialliscono, e indozzano malamente, re e scherz. anche alla zienda privata
restando come inerti e mal atti a Buèll. Budello; e in istil nobile o dot
muoversi e andare in volta. Nell'Alto trinale Intestino. Al plur. I buij. Le
Mil. i contadini la dicono Poltrògna, budelle. Le budella. Gl'intestini. Le
e scioccamente la credono stregatura, intestina, e anticamente Le intestine.
mentre altro non è che eſfetto di latte Dividonsi in crassi e tenui. Il retto,
malsano, o di troppi o cattivi cibi. il cieco, il colon sono de primi; il
Bruttura per Guàld(carbone dei grani). V. duodeno, il digiuno, l'ileo dei secon
Brutùss (A la) . . . . . Specie di moda di. Gli anatomici conoscono così gli
nella capellatura, e vale all'usanza intestini dell'uomo; tra noi chi non
di Bruto. Melch. Gioja nella Scienza è anatomico non conosce che il retto
del povero Diavolo, p. 1o5, usò Alla sotto il nome antonomastico di Buèll;
Brutus – Nel secolo scorso coda, beccaj, pizzicagnoli, ecc. li conoscono
borsa, parrucca in tutta Europa; nel tutti, ma sotto altri nomi, dei quali
secolo attuale gli abitanti di quasi vedi in Budèll e Busècca.
tutta l'Europa hanno confinati nella Vess el scisger di sceu buej. Essere
pettiniera tutti quegl'impacci, e com il cucco d'un tale, e recipr. Aver tenero
pariscono tosoni, o sia pettinati alla il budello per alcuno. V. in Caroeü.
Brutus, ora zucconati e bertoni, cioè Buèll (per antonomasia). Il retto. Intesti
rasi al vivo, ora colla fantasia, coi no retto, con voce scherzevole Budèl
ciuffi e coi cerfuglioni. culare (Burch. Son. 228); e con voce
Bùba. Biubbola. Uccello cappelluto, di antica Logaone. I contadini brianzuoli
color tanè, che è l'Upupa epops Lin. lo dicono la Busecca mastra.
Bucòlega. scherz. Buccòlica. Boccòlica. Andà giò el buell. Cascar le budella.
Il mangiare. Avè el buell invers. fig. Aver la
Budèll. Budelle. Budella parlandosi di luna a rovescio. Aver le paturnie.
quelle delle bestie da macello, le Indrizzass el buell e Indrittura de
quali budella si vendono fra noi a buell. V. Indrizzàss e Indrittùra.
misura di Spazz V.; i nomi che si Vess scisger e buell. fig. Esser co
danno loro sono: me pane e cacio, come passeri e co
Budell drizz o dritt o Salsizzon o lombi, come carne ed unghia.
(nelle vitelle) Budell gentil. Il Retto, Buellin. Budellino. Dicesi parlando di
e con v. a. Logaone bestioline piccine, come uccellini e
Culatta . . . . . . " simili. Quelle tenui delle pecore, dei
Bondiana o Muletta. Il cieco ( ". porci, ecc. diconsi Basgiett.
CraSSI,
Crespon. Il colon Bùff. s. m. Buffo. Personaggio che nelle
Budell stort o tòrt rappresentazioni sceniche fa il buffone.
Sottorespon? comune - - - Nelle commedie chiamasi volg. Servo
Scorzon ? duodeno intestini sciocco, nelle opere buffe Parte buffa,
Filzetta ? digiuno tenui.
Buffo, Primo Buffo, Secondo Buffo.
Basgietta ? ileo Fà el buff. . . . . . . In generale
V. anche Buèll e Busècch. dicesi di chi nel vestire, nel cammi
Budell de bè o Basgiett. Minugia. nare, nel gestire, nel ſavellare esce
Minugio; al pl. le Minuge. ad arte per qualche modo dal far
Budell del bomborin. V. Imbrazzàa. comune, e riesce sguajato, disadatto,
Budell gentil. Lampredotto. Così di svenevolone – Talora anche a colui
cesi l'intestino retto delle vitelle, che metta checchessia in canzona, e
quando è ridotto vivanda. ciò artatamente per ischermirsi dal
Ona motta de budej. Budellame. l'agire o rispondere da senno, dicia
Bùdget (o Budsgé). . . . . . . Conto di mo: Voi, fa minga el buff nén . Vedi
rendita e spesa presupposto. Voce sotto Buffon.
BUG ( 163 ) BU C.
Buffè. Buffetto? Credenza? Desco molle? Bugàda. Bucato. Venisse mai questa voce
Tavola su cui sono imbandite le vi dal Bugà (romoreggiar bollendo) affine
vande da servirsi a mensa; le più al detto dianzi? Le poco belle etimo
volte si dice delle imbandigioni di logie datene dal Tassoni e dal Ferrari
vivande fredde usate nelle veglie, lasciano ancor luogo a siffatto dubbio.
ne balli, ecc. Bagnà la bugada o Sbatt-foeura i
Buffon. Motteggiatore. Burlone. Burliero. pagn. Sciacquare il bucato. Dimoiare
Beffatore. Corbellatore. Berteggiatore. – I contadini, che sogliono avere
Beffeggiatore; e in gen. anche Buffone. i panni assai sporchi, dopo la sciac
Fà el buffon. Fare azioni buffone quatura usano far loro un po' di prima
sche, ridicole. Far lo scurra. Agir lisciva che dicono Fagh-sù la mojetta.
buffonescamente. Buffoneggiare. Destend i pagn de la bugada. Ten
Fà minga el buffon o el buff vè. Non dere il bucato. Stendere un bucato.
mi fare il buffone ve”, Bada a quel Fà bugada. fig. Far bucato o il bu
che fai, Non la mettere in burla, Non cato. Bollire un bucato ; e fig. Fare
pensare che questo sia uno scherzo ve”. il bucato. Imbucatarsi. Spazzar l'or
Buffon. Sguajato. to, cioè ripulirsi, lavarsi, nettarsi.
Buffonà. Buffoneggiare, e ant. Buffonare. Fà la bugada al lin. . . . . Ripur
Buffonàda. Buffonata – Sguajataggine. gare il lino dalle fecce bollendolo
Buffonaria. Lo stesso che Buffonàda. V. colla cenerata.
Buffonescamént. Buffonescamente. L'è fornida sta bugada. E fatto
Buffònna. Buffona – Sguajata. questo pateracchio! Sia ringraziato
Buffonòn. Burlonaccio.Più buffon d'una Iddio; questo affaraccio è finito.
bertuccia. Resentà i pagn (de la bugada). Ri
Buffondin. Sguajataccio. sciacquar il bucato.
Buffonscèll. Buffoncello – Sguajatuccio. Robba de bugada. Roba di bucato,
Bùfol. Bufalo. Bufolo. Il Bos bubalus L. non adoperata da che fu imbucatata.
che per noi Mil. è esotico; ne cono Sugà ona bugada. fig. Ripescar le
sciamo però le ossa lavorate in pet secchie. V. anche Peniténza.
tini – Bifola, Bufolata, Bufolaccio, Vess mai capitaa la pesg bugada
Bufolone v. di regola. Il giovane è a vun. . . . . . Non avere mai avuto
detto Bufalotto dal Last. Op. IV, 155, alle mani peggio affaraccio.
Bugà. v. brianz. . . . . . Il brontolare Bugada. Pampanata. Quella che si fa
di que temporali che minacciano gra alle botti per levar loro ogni sito.
gnuola: il rugghiar dei tuoni, e pre Bugadin. Bucatino.
cisamente quel rugghiare che è rug Bugadin. . . . . . Picciola pampanata.
ghio continuo senza scoppio, quello Bugadin(per antonomasia) . . . . . . La
che i Veneziani dicono Ruzar, e i Si lavanda del cadavere che precede il
ciliani Truniari cubbu cubbu. È non suo allogamento nella cassa mortuaria.
lo strangolarsi del tuono, come dice Bugadò o Bugavò o corrottamente Biga
il Voc. sic., ma il cupo o sordo ro vò dicono i contadini brianz. per Cór
moreggiare del tuono de'nostri poeti. (colatoio da bucato). V. Cór.
Forse non si direbbe male Baturlare Bùgn o Bùgna. Bugne(Vas. Vit. Pit). Boz
o Rubbolare; la prima delle quali za. Bozze – Delle bugne ne sono di
voci è aretina contadinesca, e la se più specie, cioè rozze o rustiche, a
conda, sanese per avventura, leggesi guancialetto, a punta di diamante,
nell'Alb. enc., ma forse debb'essere punzecchiate, incerte, piane, ecc.
letta per Bubbolare come sta nel Nelli Bugnàa. Bugnato. Muro a bozze.
III, 155 – La Gazzetta provinciale di Bugnón. Bubone. Bubbone. Ciccione. Fi
Como n.° 14 del 1858 vuole che questo gnolo. Ascesso. Furàncolo.
Bugà provenga dall'illirico buga (ro Fà d'ona brossola o brossera on
more); senza esser grecomano lo bugnon. V. in Bròssola.
crederei più volentieri figlio del gre Guarì el bugnon a reson de malba
co Biaray(procella) o Bvazve(buccina), o de butter. V. in Màlba,
BUI ( 164 ) BUJ
Tirass al cuu on bugnon. fig. Ta Buì. . . . . Quando l'erbe tagliate e sec
gliarsi addosso le legne. Cercare il cate già al sereno trovansi poi am
male come i medici. Vuj minga tiramm mucchiate e compresse al coperto nei
al cuu on bugnon. Non vo' aspettar fienili, per quel po' d'umidore che
di dreto questa pollezzola. tuttavia rimase in esse si vengono a
Bugnonscèll. V. Carbonscèll. riscaldare e fermentano. Allorchè le
Bui e Bùj. Bollire – Il romor del bollire sono in tale stato i nostri contadini
forte dicesi Croscio e Crosciare o Scro dicono ch'el fen el buj.
scio e Scrosciare – Quasi bollire dicesi Buì. T. di Zecca . . . . . . I saggiatori
Sboglientare – Il cominciar a bollire dicono che el pezzett d'assagg el bui
Grillare o Grillettare – Il bollire leg allorchè repentinamente si fa vedere
germ. Sobbollire – Lo scaturir bollente nella coppella luccicante, scintillante,
dell'acque termali Bulicare. Brulicare. ciò che i Fr. dicono Faire l'eclair.
Buì a la desperada. Bollire a scro Buì. T. d'Arg., Oref., ecc. Bianchire.
scio o a ricorsoio, nel maggior sommo. Buida. Bollitura. Bollimento.
Buì come on, calchera. V. Calchéra. Buida. Stufa(Crusca in Pampanata). Acqua
Buì el sangu. Bollir il sangue. bollente che mettesi nella botte per
Cossa vocutt savè ti cossa buj in la chè rinvenga. º
pignatta di olter ? o vero Nissun sa Buida. T. dell'Arti. Bollore. Dagh ona
polit cossa buj in la pignatta di olter. buida a on ferr per giontall. Dare un
V. in Pignàtta. bollore a un ferro per saldarlo.
Falla buj come se vour. fig. Farla Buidinna. Bollorino.
bollire e mal cuocere. Bùj. Bollore – Bulicame e Brulichio di
Luj la terra buj. V. in Lùj. cesi il ribollire dell'acque termali –
Ognidun sa cossa buj in de la soa Bollichio o Bollicamento è l'agitio
pignatta. fig. Ognuno sa dove la scarpa d'un fluido a mo' di bollore.
lo stringe. Ognuno sa i propri affari. Andass a fà trà on buj. Andare a
Savè cossa buj e Fà vedè a tucc farsi friggere. Andare a bioscio.
cossa buj in la pignatta. V. Pignàtta. Buj d'acqua che nass. Bulicame.
Buì. Giravoltare. Impazzare. V. in Bùi. Falla coeus in d'on buj. Non la per
Bui. Bollire. Far la luna. Vale esser in gran der per corta. Vale far presto, sol
collera. La ghe buj. E fa la luna. lecitarsi, non mettere tempo in mezzo.
Bui. Bollire. Dare un caldo o una bol Fà trà on buj. Far dare un bollo
litura. Massellare. Arroventare ferro re. Bislessare. Incuocere. Fermare. Ri
o acciaio per annestarne due pezzi. fare. Si dice del dare una prima cot
Buì. Bollire. Grillare. Dicesi del bollir tura alle carni, quando sono vicine
del vino nel tino e nella botte. a patire, perchè si conservino. La
Buì. Bollire. Aver gran caldo. frase milanese vale soltanto per le l
L'è on cold che se buj. Fa gran carni da lessare; per quelle da ar
caldo o caldana o calura. rostire dicesi Fa trasmortì. V.
Bul. Scottare(*fior.). Allorchè tu hai in In duu buj l'è cotta. fig. In un
potere alcuna roba mangiativa, e in bacchio baleno ella è fatta.
luogo di serbarla per cibartene a suo Pocca bornis no fa levà el buj. V.
tempo, la vai leccando, sbocconcel in Bornìs.
lando, mangiucchiando, noi diciamo Trà el buj. Spiccare il bollore(“lucc.).
che quel camangiare el te buj, e lo Levar il bollore. Cominciar a bollire.
diciamo specialmente coi fanciulli par Trà on buj. fig. Mangiare il cervel di
lando di dolciumi – Quell bombon gatto. Dar ne gerundi o nelle girelle.
el te buj; quella tavoletta de toron Uscir del seminato. Dare il cervello a
la te buj. Quel confetto, quel man rimpedulare. Dar la volta. Dar la volta
dorlato ti scottano eh ! – Talora lo al canto. Andare o Mandare il cer
diciamo anche d'altre cose, per es. vello a zonzo. Perder le staffe del
Quij danee te bujen eh ! In tasca i cervello. Avere spigionato il pian di
danari scottano(ſior., Salvad. 65). sopra. Aver fatto il latino pe gerundj.
BUL ( 165 ) BUR
Aver dato il cervello al cimatore. Im fior rosso, che si distingue poi in
pazzare. Avere il fodero in bucato. due specie dette Bullètta e Bullon. V.
Insanire. Infollire. Girare. Giravoltare. Bullètta. . . . . Così chiamano nell'Alto
- Trà on buj. Incerconire. Volgersi. Milanese il Trifoglio vegeto di pianta
Dicesi del vino che si guasta pel cal esile e ſoglioline assai picciole che
do od altro. nel primo anno produce di molto fieno.
Bujént. Bollente. V. anche Sbrojént. Bullón..... Nell'Alto Milanese è il Tri
Bujmént. T. d'Oref., Arg. Bianchimento. foglio assai più rigoglioso della Bul
V. anche Sbiànca. letta che vegeta in pien vigore nel
Bujmént (Dà el). T. di Zecca. . . . . . secondo anno.
Mettere i piastrini (tondin) nel catino Bullón. Loppa. Il guscio del riso.
ove è la mistura da bianchire e farli Bullór. Bollore. Scarmana.
in essa bollire per bianchirli. Donner In del bullor de la gioventù. Nel
le bouillitoire de Francesi. bollore della gioventù.
Bùla, Bulètta, ecc. V. Bùlla, Bullètta, ecc. Bùlo. Bravo. Bravaccio. Bravazzo. V.
Bulàda. Squartata. Spaventacchio. Brava Spaccòn.
ta. Tagliata. Spauracchio – Soprav Fà el bulo. Fare il bajardino o il
vento, Soperchieria e Superchieria sono fantino o il bravo o il bravaccio o il
bravate con oltraggio. bravazzo o il bravazzone o il Mangia
Bulardée. , Baccano. Chiasso. V. Bor o il Giorgio o il crudele o il viso
Bulardéri. deléri. dell'arme. Mangiarsi le lastre. Cagneg
Bularìa. Braverìa. Smargiasseria. giarla. Bravare. Smargiassare. Squar
Stà su la bularia. Fare il Mangia. tare. Braveggiare.
V. anche Bùlo. Bùlo. Bravo. Cagnotto. Lancia. Quell'uo
Bulàzz. Bravaccio. Bravazzone(*tosc., e mo che prezzolato serve di difesa al
Rime d'un poeta pisano). trui. Parlando di buli a parole, di
Bàlbera (che altri dicono Bùrba o Bùr Tagliaricotte come li chiamava il Tas
bora o Bùlghera o Bùlbora). Bürbera, soni(Secch. III, 55) si dice Can da
e corrottamente Bilghero. Strumento pagliajo abbaja e sta discosto. Alla
di legno con manichi di ferro im macchia ognun si ficca. Ei brava a
permati in un cilindro posto orizzon credenza. È bravo come un lampo o
talmente, intorno a cui s'avvolge un come una cimice. Quando la palla bal
canapo, per uso di tirar in alto pesi za ognun sa darle. Fa delle bravure
per le fabbriche, attigner acqua dai cogli scoppietti delle fave fresche. Pia
pozzi, ecc. no che non si levi polvere. Can ringhio
Bùlgher. Vacchetta. Specie di cuoio noto so e non forzoso guai alla sua pelle.
che il Voc. pad. tosc. chiama Cuojo Tegnì el capell a la bula. V. in
di Bulgheria. Il Bulghero dei diziona Capèll.
rj vale Burbera, specie d'argano. Una Bùra. Ad. di Tèrra. V. Terra magra in
specie di vacchetta è detta Morlacco. Tèrra.

Bùlghera. Birbera. Lo stesso che Bùl Buràtt. T. mer. Stamigna(Caro Apol. 171).
bera. V. Buratto. Sorta di drappo rado e tras
Bùlia. Chiella. Spoccia. Superbia. Bravura. parente – Oggi di specie di Saja – V'è
Armà bulia o Menà bulia. Menar anche il Burattino che equivale a Sajetta.
romore. Fare il bravo, ed anche sem Buràtt. Burattello. Quella parte del frul
plicemente Andar tronfio o superbo. lone, ricoperta di buratto o sia di
Bùlla. Pula. Loppa. Lolla. Guscio delle stamigna, in cui si mette la farina da
biade che rimane in terra nel bat abburattarsi.
terle – Pula dicesi anche quel tri Buràtt. Carpiccio. V. Burattòn.
tume che rimane in luogo dove sia Burattà. Abburattare. Burattare. Cernere
stato ammontato del fieno – Nettar la farina dalla crusca col frullone –
le biade dalla pula dicesi Spulare. Notisi che Abburattare è anche si
Bùlla nell'Alto Milanese equivale a Tri nonimo di Strapazzare, malmenare,
foglio, e specialmente a Trifoglio dal quasi nello stesso senso del nostro
BUR ( 166 ) BUS
Burattà-sù – Chi abburatta dicesi Ab Burètt (che altri dicono Gambiroeü). Bura.
burattatore e col volg. fior. l'Abbu Bure. Prop. quella parte dell' aratro
rattina – La stanza dove s'abburatta che gli serve da timone.
dicesi Buratteria. V. Scimaria. Burètta (Tèrra). V. Terra magra in Tèrra.
Burattà. fig. Rimugginare – Ventilare. Burinéri. V. Borinéri.
Burattàa. Abburattato – Ventilato. Bùrla. Burla. V. Baja, Rid, ecc.
Burattà-sù. Abburattare(Sacchet. Nov. 84). Burlà. Burlare.
Lo stesso che Stroggià. V. Soo ben ch'el burla. Ella si fa
Burattàda. pos. e fig. Abburattamento. giuoco di me. La vuol la baja.
Burattàda. fig. Scossa. Dimenamento. Agi Se la va la va, se de no burlava.
tamento. S e coglie colga: s'e' non vorrà, a
Burattinàda. Burattinata (*tosc., e Rime dargnene (Cecchi Servigiale I, 2). V.
d'un poeta pisano). anche in Anda.
Burattòn. Buratto. Abburattatojo. Frul Burlètta. Burletta. Farsa, commedia tri
lone. Macchina di legno notissima con viale, l'antica Favola atellana.
cui si cerne la farina dalla crusca. Andà a la burletta. fig. Andare a
Il suo verso è detto il Torototò del Patrasso. Morire. V. in Cagaràtt.
buratto. Consta di Fann ona burletta. Prendersi tra
Buratton (propriamente detto). Cas stullo di checchessia. Far le risa grasse
sone = Buratt. Burattello e Borlon. d'alcuna cosa. Farne le maggiori risa
. . . . . - Battiroeu. . . . . . e Canal. del mondo. Mettere in canzona.
Canale (Diz. art.) = Bocca. Canaletto Vess la burletta d'ona conversazion,
(Alb. enc.) = Cassett. Cassetta. e sim. Essere la favola, il zimbello,
Parì un buratton. Essere una tabella. il giuoco, il trastullo, l'uccello.
Aver più parole che un leggio. Dar Burlètta per Irlètta. V.
parole a un leggio. Si dice di chi Burlettée. v. cont. br. Ciarlatano.
non rifinisce mai di cicalare. Burò. Scrittojo. Dal fr. Bureau. Lassà-giò
Burattòn. fig. Rivellino. Zombamento. el burò. Chiudere lo scrittojo.
Carpiccio. Rifrusto. Dirotta. Burò. Ufficio. Cancelleria. Burò(“tosc e
Dà-via o Toeiù-sù on buratton (o Poema d'un autor pisano).
on buratt o ona sgionsgiuda o el foj Burocràtegh(neologismo francese). Segre
de gatt). Dare o Toccare delle busse o tariesco. Cancelleresco. Aggettivo di
botte o percosse, un rivellino, un zom stile, ecc. usato negli uffici.
bamento, ecc. Zombare. Suonar le Burón. Voce cont. idiot. per Durdn. V.
nacchere. Dar le frutta di ser Alberigo. Burorin. Dim. di Burò (scrivania). V.
Burattòn. Albagio. Grosso pannolano. Bùs. Buco. Foro. Pertugio; con voci di
Burattòn. Cassone (Diz. art.). Propria dial. tosc. Bugio e Furo; e con un
mente quella parte del frullone che lombardismo usato dal Berni Buso.
ha chiuso in sè il burattello. Bus negher o Bus di erb. Forame.
Burattòn dicono in varie parti della cam Bossolo delle spezie. V. Cùu.
pagna milanese per Bazzolón. V. Cercà per tutt i bus. Cercare di
Burattonée. Fabbricatore e venditor di checchessia col fuscellino.
, frulloni. Dimm anca Bus negher. Dimmi la
Bùrber. Carpione (pesce). V. Càrpen. maggior villania che sai.
Bùrba e Bùrbora per Bùlbera. V. Fà bus. fig. Fare colpo.
Bùrc. . . . . . . Sui laghi d'Annone e Fà on bus in l'acqua. V in Acqua.
d'Isella chiamansi così le barche da Fà vedè per el bus de la gratti
vivajo, quelle che i Latini chiamavano roeula. V. in Grattiroeüla.
Vivaria naves, e i Veneziani dicono Forma de bus. V. Fórma (formaggia).
Buregozzi o Burchi. La voce Burc si Passà per el bus de la ciav o de
legge anche nella Grida milanese 4 la grattiroeula. V. in Grattiroeüla.
febbrajo 1662 e nei Daz. Merc. Reſà i bus. T. de Fabb. Ribucare.
Buré. Ad. di Pér. V. Toeiù o Medegà el bus del cuu per
Buréngh, ger. . . . . . Il cacio. ona piaga, V, in Piàga.
BUS ( 167) BUS
Trovà el bus de dove ven foeura el Bùs. Arido. Vuoto. Senz'anima. Dicesi
ratt. fig. Trovare l' inchiovatura o il de frutti con guscio inani.
bandolo della matassa. Trovare donde Nos busa. Noce vuota.
procede la cosa. -
Pianta busa. Pianta vota. V. Piànta.
Vardà dent d'on bus o per el bus Bùs. Ad di Gran o Formént. Intignato
de la ciav. Guardare per un fesso o (Sacchetti).
un pertugetto. Bùsa. Buca. V. Fòppa.
Vegni i ragner sul bus del cuu. Bùsa de la colcinna. Calcinajo (Caro
V. in Ragnéra. Apol. p. 225; vedi chi parla).
Vess tutt a bus. Esser bucherato, Bùsa. Taverna. Bettola.
bucheraticcio, bucherellato, forami Bùsa. Buca. Ognuna di quelle buche le
noso, foracchiato. quali veggonsi ai quattrº angoli e a
Bùs. Ripostiglio. Nascondiglio. Latibolo. mezzo le due mattonelle più lunghe
Bùs. Apertura. Opportunità. Occasione. d'un bigliardo – Fà busa. Far biglia.
No gh'è on bus. Non v'è vacazione. Cacciar la palla in una delle buche.
Bùs. T. pittor. . . . . . L'ultimo tocco Bùsca. Bruscolo. Brusco. Busco. Fuscello,
degli scuri. e ant. Busca.

Bùs. Fogna. Coccio. V. Soradór. Avè i busch in di ocucc. fig. Aver


Bùs de la bacchetta d'on s'ciopp. Sbac le traveggole o le travvegole.
chettatura. Dà a tutt i busch. Tirar l'ajuolo.
Bùs de la ciav (per antonomasia). Il Tirare a un luì. Bere d' ogni acqua.
buco dell'uscio. Fa-giò i busch. fig. Insaponare. Piag
Bùs de l'acquiroeù. Il buco dell'acquajo. giare. Ligiare. V. in Savon.
Bùs del figh. Bellico. Quel buco onde Ogni busca per lu l'è on carr de
lagrima il fico. fen. V. in Càrr.
Bùs del foghee. Buco del focolare. Pocca busca! Ell è una fava. Can
Bùs del fornell. Braciajuola. cheri. V. Mincioni !
Bùs del gatt. Gattajuola. V. Polliroeüla. Savè fass i busch foeura di ocucc.
Bùs del nas. Cavernette. Buchi. – Nei fig. V. in (Dùcc.
cavalli Froge. Tegni a man i busch e trà-via i
Bùs de passà in disces. Varco. Adito. tràvoi. pr. br. V. in Guggiàda.
Calla. Callaja. Trà i busch in di ocucc. fig. Far
Bùs di erb. Forame. Bòssolo delle spezie. venire le traveggole.
Così chiamasi per ischerzo il sedere. Vess foeura di busch. fig. Aver la
Bùs di frut. Bellico. Quel buco che ri sciato il pappo e il dindi o Essere
mane in quelle frutta là dove si spic uscito della balia(Monos. 69). Essere
carono naturalmente dal picciuolo. ogginai grandicello; più intensiva
Bùs di pont de murador. Covile. mente Essere oggimai fra gli adulti;
Bùs di ratt tappon e simili. Cunicoli. e comicamente Aver saltato la grana
Bùs di ustrument. V. Roeüsa. ta. Esser uscito di pupillo.
Bùs. ad. Bucato. Forato. Bugio. Buso. Bùsca. . . . . . Il rimasuglio della spica
Vòto. Vacuo. Pertugiato. del riso che rimane dopo la ventilatura.
Andà bus o busa. Andar fallito o Buscà. Toccar delle busse. Essere percos
vòto. Venir corto. Ber bianco. Tendere so. Il Buscare dei diz. vale procacciar
nello spianato. Riuscir bianco - L' è si, ottener checchessia con industria.
andada busa. Questa lenza non tirò Buscà-sù quejcoss. Buscare o Buscarsi
sù nulla. La pania non tenne. checchessia.
Man bus, Oss bus, Pont bus, ecc. Buscàa. Buscate. Nome d'una terra del
V. Man, Oss, Pönt, ecc. nostro contado usato nella frase fig.
Pignatta busa o Zucca busa o Coo Andà a Buscaa. Toccarne. Toccar
bus. Zucca vota. Zucca da sale. Zucca delle busse. Esser chioccato.
al vento. Testa busa. Dicesi di per Buscaj (s. m. usato per lo più al pl.).
sona vana e che non abbia in sè sa Bruciaglia (Salvini note alla Perf.
pere, abilità o prudenza, Poes. del Murat. III, 361 ediz. mil.
BUS ( 168 ) BUS
Clas. it. 182 1). Trucio. Truciuolo. Bru Busècca, e com. al pl. f i Busècch. Bu
ciolo. Fuscello. Tacchia. delli. Budella. V. anche Buèll e Budèll.
Dà a tutt i buscaj. Tirare a un luì. Andà-giò i busecch de la famm.
Buschètt. Bruschette. Buschette. Giuoco. Lo stesso-che Andà-giò i serc. V. Sérc.
Giugà ai buschett. Giocare alle bru Andà i busecch in procession o in
schette o alle buschette. Pigliar tanti fonzion. Gorgogliare il corpo.
fuscelli o fili di paglia non eguali, Avè i busecch largh assee. Aver
quanti sono i concorrenti, e tenerli bulimo o appetito canino.
accomodati in modo che non si veda Barbottà o Crià i busecch. Gorgo
se non una delle due testate, dalla gliare il corpo.
qual parte ognuno cava fuori il suo, Busecca mastra fra contadini brianz.
e vince chi toglie il fuscello maggiore è lo stesso che El Buèll. Il retto. V.
o minore, secondochè da prima si Fà trà-sù anca i busecch. Far rece
è stabilito. Il Fortiguerra (Ricc. XIII, re gli occhi o le budella o il cuore; e
88) disse Fare a lunghe e corte paglie. parl. dell'eſſetto di cose stomachevo
Tirà-sù i buschett. . . . . . Trarre li Farebbe stomacare o recere i cani.
checchessia a sorte, quello che i Fr. Mettegh i busecch al coll a vune
dicono Tirer au court fetu o di la fann ona colanna. Cavar l'anima dal
courte paille. Vedi sopra Giugà. guscio. Ammazzare uno.
Buschètta. Bruscolino. Bruscoluzzo. Bu Perd i busecch. Non se ne tener
scolino. Fuscellino. Fuscelluzzo. brano. Cascare a brani.
Buscìn e Boscin. Giovenco. Vitello. Boc Sentiss a rescià-sù o a streng-sù i
cino, e col Baldovini Bucello. Torello. busecch. Sentirsi agghiacciare il cuore.
Vend o Comprà la vacca col buscin. Se s'accorg i busecch, poverti. . . .
V. in Vacca, Si dice per ischerzo a chi fa il la
Buscinàtt (che anche dicesi Vedellatt). mentone per un qualche taglietto da
Venditor di vitelli. nulla o per alcun male da biacca. I
Buscinna. Vitellina. Francesi dicono Sites boyaux sortent
Busción. Turàcciolo di sughero. Dal fr. par là, tu en mourras(Roux. Dict.).
Bouchon. Saltà-via el buscion. . . . . Sgurà-giò i busecch. Far buona
Balzare il turacciolo da qua a là. Slargà i busecch. cera. Fare
Sauter le bouchon de Francesi. Smorbà i busecch. buon fianco.
Buscionin. Turaccioletto di sughero. Cavar il corpo di grinze. Cavar di
Busècca. Trippa, e ant. Ventre. Il ventre pan duro. Alzare il fianco.
delle bestie grosse, come vitella, Sonador che fa rescià i busecch.
bue, ecc., che tratto da loro e ben . . . . . Dicesi del pessimo sonatore
purgato e condito usasi per vivanda. che col continuo stonare lacera gli
Busecca de coradella. Picchiante orecchi di chi ha la sciagura di udirlo.
(“tosc.)--I diz. dicono che il Picchiante Il Racleur de boyaux de Francesi.
è manicaretto fatto di carne battuta, Tirà la caroccia coi busecch. Esser
ma io sono assicurato da vari Toscani un gentiluomo riarso (Dav. Tac. Ann.
che sotto questa voce essi intendono II, p. 65). Essere tutto titoli disunti.
assolutamente il pasto, cioè il polmo Quello che Seneca(De beneficiis II, 27)
ne delle bestie bovine minuzzato e disse aver paupertatem sub honore
ridotto a pietanza. nobilitatis laborantem.
Busecca rizza o franzesa o ala fran Busècch. s. m. sing. Busecchio. Busecchia.
zesa. Budella di vitello? Il centopelle Budellame.
ridotto vivanda. Busecchée. Trippajuolo. V. Busecchéra.
Fà busecca. ſig. Far macello. Far Busecchéra. Trippajuola. Ventrajuola.
polpette e cervellata. Far carne. Fe Venditrice di trippa. Presso noi questi
rire. Ammazzare. -
ventri vendonsi dai busecchee, cioè
Busècca (scherz.). Musica, e specialmente dai Trippajuoli o Ventrajuoli.
di chiesa. Il Buonarroti nella Tancia Busecchin. Sanguinaccio. Vivanda fatta
scrisse in sig. affine al nostro Museca. di sangue di porco, ſior di latte,
BUS ( 169 ) BUS
cipollina, burro, strutto, cacio grat Galliani nel Voc. nap. e il Monosini
tato e drogherie imbudellate. Fra noi per le ragioni da essi addotte, e
si vendono, allacciati e acciambellati, specialmente dall'ultimo a pag. 558.
a lazz; per solito ogni lazz è com Busée. Tavernajo. Taverniere. Bettoliere.
posto di due ciambelle (aeucc.). Colui che frequenta le taverne.
Busecchin. Saltamindosso. Voci scherz. Busegàtter. Bugigattolo. Stanzibolo.
denotanti un vestito misero e scarso. Busilles(Chì l'è el). Qui sta il busillis. Qui
Busecchinna. Budellino. è dove giace Nocco, cioè la difficoltà.
Busecchinna (la)... Dicesi per vezzo del Busin. Buchino. Bucolino. Dim. di Buco.
pasto ridotto vivanda, cioè a picchiante. Busiroeüla. Bucherattolo. Fessolino.
Buseccón. Trippone. Conti oeucc in busiroeula. A occhi
Buseccón. . . . . . . I provinciali nostri socchiusi. V. anche (Eùcc.
circonvicini regalano questo nome a Dervi in busiroeula. Tenere a fes
noi Milanesi credendoci oltre il vero solino( tosc e Rime d'un poeta pi
ghiottissimi della trippa ridotta a vi sano) – Fra Badà o Tegnì in bada o
vanda che ne sentono chiamare bu badaa o in badiracula e Tegni in bu
sècca, non mai in quel senso che siroeula corre lieve differenza. I primi
danno gli Aretini al loro Busicone o significano chiudere, il secondo apri
Busiconaccio, vale a dire di Persona re, però sempre in modo che vi
che pensa per sè sola e vada il mon rimanga un ſessolino. Dicesi anche
do in carbonata (Voc. aret.). Anzi i Lassà o Mett l'uss in polliraeula.
Bergamaschi ci chiamano più comune Sarà-sù in busiroeula. Socchiudere.
mente Bagià in quel senso remissivo Rabbattere. Tener socchiuso.
che è sinonimo del nostro Bon Am Busiroeula. Gattajuola. Buco nell'imposta
brosian (uomo alla buona, casalingo), dell'uscio da passarvi il gatto.
del quale non è chi non vorrebbe Busiroeüla. Graticcia. Quella dei confes
menar vanto. Questa specie di sopran sionali o simili. V. Grattiroeüla.
nomi, tratta dalle vivande che questa Busnàgh. è
Busnàsc. ) v. a. Sedere. Deretano. V. Cùu.
o quella gente predilige, è comune
fra i popoli d'Italia. Perciò sentiamo Busnasciàda. v. a. Sculacciata.
nominare Magniafoglie o Cacafoglie o Busoeiù per Bisocù. V.
Magniamaccheroni i Napoletani; Ca Bùss. Voce che s'usa nella frase
cafoglie e Mangiafagiuoli i Fiorenti Nò savenn nè in buss nè in bass.
ni e i Cremonesi, Mangiapattona o Esser dotto in Buezio. Sapere o Aver
Mangiapolenta i Lucchesi; Mangiazuc imparato due h. V. Savè.
che i Ferraresi; Mangiarane i Pratesi; Bùssera. Bussola. Quella specie di pa
Panunti gli Abruzzesi; Bagnon i Par ravento che si fa davanti agli usci, e
migiani, Mangialasche i Perugini, spec. alle porte delle chiese e altri
Cipollaj i Sanseverinati e i Comaschi, edifizi pubblici, per riparar dal freddo.
e simili. Tali nomignoli anzichè avan Bùssera. Bossolotto. Vaso da raccorre
zi d'odj municipali, sono più presto l'elemosine.
da considerarsi gare carnascialesche Andà ai busser. Far acqua da occhi.
e scherzi innocenti ogni volta che Mandà ai busser. Condurre al la
escano di bocche o penne non mos strico. Ridurre in povertà.
se da animo malvogliente. In ogni Bùssera de la posta. La Buca(Redi Lett.).
tempo, dicono i Deputati alla corre Cassetta(Alb. bass. in Boite). Specie di
zion del Boccaccio, furono certi detti, tanbura pubblica sempre aperta alle
parole e pronunzie proprie de paesi lettere scevre da tassa d'impostazione.
delle quali si vanno poi fra loro mor Bùssera de la saa. Scodella da sale ?
dendo per piacevolezza i vicini, e così (Risoluto Son. fra le Op. del Burch.
pure si vuol dire di questi nomignoli 7 e 8). Zucca dal sale. Cassetta del
da condonarmisi ogni volta che per sale(“fior). Saliera(Alb. bass. in Salie
ragion dell' opera mi è forza addurli, re). Corrisponde al tedesco Salzehnehel
come se li sperarono condonati il e al francese Salour o Saunière o Sa
l'ol. I. 22
BUS ( 17o ) BUS
lière. Pare che si possa dir anche donne si tengono a cintola quando
Bossolo, se vogliamo star alla defini stanno filando per immollarvi la punta
zione che ne dà l'Alberti bass. in Sa delle dita. Questo scodellino vien
lière. È quel vaso di legno che soglia detto volgarmente Mouilloir da Fr.
mo tenere sul cammino di cucina con Busserinna. Ad. d'Anima. Propriamente
entro il sale d'uso giornaliero. Anima busserinna è da dirsi quel
Bùssera del fen. . . . . . Quell'incana verguccio nudo di scorza ch'esce del
latura d'asse che dal fienile risponde bocciuolo procurato per innesti o zu
alla stalla o alla scuderia e per la foli. E perchè sia il cavargli la buc
quale si manda il fieno alle mangiatoie. cia intatta, sia l'adattarne una parte
Gli Udinesi la dicono Trombe dal fen ad anima di zufolo sono affari scon
e i Reggiani Tromba d'la tezza (che trosi che fanno talora dare in impa
il Voc. regg. volta poco felicemente zienza, così dal gridargli dietro il
in Abbattifieno dal fr. Abatfoin). In nome a mo' di corruccio siamo venuti,
Toscana non usa comunemente, e do cred io, a sclamare altrettanto contro
ve esiste parmi sia detta Tromba. chiunque non faccia o faccia male ciò
Busserée. Scaccino (“fior.). Mandatario che gli si è chiesto, ogni volta che
(“rom.). Servo di chiesa, forse così per amore di persona o d'onestà non
detto fra noi dalla bussera ch'è quel vogliamo dare in peggio parole.
bossolotto ch'e porta per ricercar la Busseròtt. T. de Carr. Piatto. Cerchio
limosina, e Scaccino da Fiorentini per piano, infilato alla sala, che spiana il
lo scacciar ch'esso fa di chiesa i cani. mozzo delle ruote e lo ripara. L'Eura
Bedeau, e i Tedeschi Messner o Kir dei Latini. Fermasi colla Vite o Madre
chendiener – Quando lo Scaccino va vite o Dado o Galletto della sala chè
È quello che i Francesi chiamano così credo dir si potrebbe, chiaman
cercando l'elemosina direbbesi Cer dola anche i Francesi Ecrou d'essieu.
catore. V. in Cercòtt. Busseròtt. . . . . . . Arnesetto rotondo
Busserée. Ramarro. Quello fra gli scac di legno che per lo più ha puntine o
cini che fa il regolator di processioni. merletti da una parte, per uso di far
Busserèll. Bocciuolo. Cannello. lavoretti di maglia. L'Alb. bass. in
Insed a busserell, Fà-sù a busse Fuseau contrappone la voce italiana
rell. V. in insed, e in Fà. Trafusola; ma parmi con errore, chè
Busserin. Bòssolo. Vasetto di latta o si Trafusola intendesi, credo, soltanto
mile che s'usa da poveri, e spezial per una specie di matassa di seta.
mente dai ciechi, per raccor l'elemo Busseròtt. Bòssolo. Bossolotto, Acetabolo.
sina che vien loro fatta alla giornata. Busseròtt. . . . . . Ognuno di que due
Busserin. Alberellino (º fior)? Bossoletto? come zoccoletti ne quali sono inastati
Si dice spec. di quel vasetto di legno i due ritti del telajo da tessere cape
più piccolo della Bussera in cui si tiene gli per parrucche.
il sale più fino per uso della cucina. Busseròtt o Bussolòtt. Palmone? Sp. di
Busserin. Bocciuolo. Cannello. bossolo che si mette in cima al ver
Insed a busserin. V. in insed. gello (bacchetton), ne fori del quale
Busserin. . . . Arnesetto di bossolo o di
s'infizzano i panioni(bacchett) e le pa
cuojo, del quale usano le donne per niuzze(bacchettinn) da acchiappare gli
estrarre i capezzoli allorchè piatti di uccelli a civetta.
soverchio, lasciano per così dire cieca Busseròtt. . . . . . . . Sp. di congegno
la poppa, e difficoltano l'allattamento. per cogliere le talpe.
È fratello di quel che il Gior. agr. Busseròtt. . . . . . . Specie di cartoccio
XI, i 49 chiama Cappelletto con ca coll'orlo inveschiato, e inescato nel
pezzolo artificiale. Il Poppatoio dei fondo, che s'usa inſizzato nelle nevi
diz. è a diverso uso.
per far caccia di corvi. -

Busserin. . . . . . . Ciotolino o scodel Busseròtt. . . . . . . . Assito che si fa


letta di latta o simile in cui è una
dinanzi a quell'imposta d'una porta
spugnetta inzuppata d'acqua, che le da strada che si voglia tenere il più
BUS ( 171 ) BUT
del tempo chiusa. È una specie di Bust-e-socca. Busto e gonnella(Fa
risalto che finisce superiormente a giuoli Rime, P. IV", capit. 51). Cor
barbacane giugnendo solo a mezze risponde al Cass o Cassètt dei Friu
le imposte. Serve a empiere il vano lani e al Casso degli antichi Veneziani,
della porta dal mezzo in giù e pareg di cui veggasi l'App. al Diz. ven.
giarlo agli stipiti, impedendo così che Bùst. s. m. pl. Busti? Quei ritratti di
altri faccia di quel vano pisciatoio o santi aureolati o mitrati sculti in me
cesso, e dando tuttavia campo d'a tallo che mettonsi sugli altari inter
prire la porta a un bisogno. secati da candelabri o dai reliquiarj.
Busseròtt. Bocciuolo. Quel cannello che Bùsta. Busta. Guaina grande da posate
per la codetta s'inasta sull'ago(su la o Custodia da libri.
spinna) dei candellieri da chiesa, e Bustìnna. Bustino. V. in Fassètta.
nel quale si pianta la candela. Bùtt. Germoglio. Germe. Rampollo. Messa.
Busseròtt o Bussolòtt. Bossolotto. Messiticcio. Gettata. -

Giugà ai busserott. Giocare di mano Bùtt. v. cont. Motta.

o di bussolotti o di bagattelle. l'utt. v. cont. Sciame.


Giugador de busserott. Bagattelliere. Bùtt. Occhio. Gemma. La prima messa
Giocatore di bagattelle. Giocolare. delle piante – Cacchio delle viti –
Bùssola. Boccaglia. La parte più grossa Mignolo dell'olivo – Turione delle
delle corna toltane la punta. radicacee – Bottone dei fiori. – Ai bo
Bùssola. Bussola (dell'ago calamitato). tanici Svernatoio.
Bùssola (o anche Tàzza) . . . . . Porta Andà-via i butt. Ammutolire. Acce
punzoni da conio. È di bronzo e serve care (neutro).
per incidere i conj. Tirà-via i butt. Accecar le piante, le
Bùssola per Bùssera. V. viti, ec. Troncarne gli occhi, le messe.
Bùssola del center o Boètta. T. de'Torn. Bùtt(Dass de). V. in Dà.
Bussola? Dado da tornio? Buttà. Buttare. In generale però noi in
Bussolòtt. Bocciuolo. vece di Buttà usiamo il verbo Trà
Insed a bussolott. V. in insed. colle varie preposizioni. V. -

Bussolòtt . . . . . . I manifattori di ta Buttà foeura l'acqua di barch. Ag


bacco danno questo nome al cartoccio gottare.
allestito per ricevere il tabacco(boetta) Buttà-là. Slanciare. Buttà-là ona pa
finchè esso è voto. rolla. Slanciare una parola.
Fà-sù i bussolott. . . . . . . Accar Buttass-foeura o Trass-ſoeura. VinTrà.
tocciare i piombi pel tabacco. Buttass-giò sul lett o sim. Coricarsi.
Bussolòtt per Busseròtt in tutti i suoi sig. V. Corcarsi. Colcarsi. Accorcarsi – Vatt
Bussorin per Busserin in tutti i suoi sig. V. a buttà-giò on poo. Vatti corica –
Bùst. Busto. Nome proprio di paese. Se semm buttaa-giò su l'erba. Ci
Vess de Bust. Esser tondo di pelo gittammo stanchi sull'erba – El s'è
o grosso. V. Badée – I Crespi, i Bonsi buttaa-giò come on asen o on porch.
gnori, i Bossi, gli Alberti danno però Sabbiosciò. S'appanciollò. Si sdrajò.
solenne mentita a questo dettato per Buttella-sù, via. Ditelo mai più
Busto, come altri Valenti la danno per (Fag. Av. pun. I, 5).
molti altri paesi soggetto di pari celie. Buttà-giò (parl. di grani). Allettare.
Parì el Dominé de Bust. V. Dominé. Buttà-sù. Recere. V. Trà-sù.
Bùst. Busto. Imbusto, e dottr. Tordice. Buttà. Accadere. Quel che butta butta.
Fra noi Bust si conserva in questo Succeda che vuole. Quel che vien viene.
sig. solo tra i pizzicagnoli che io sap Buttà. Mettere. Germogliare. V. Cascià.
pia, dicendo essi Bust de porscell. Buttà. Verbo che fra i contadini dell'Alto
Imbusto di porco? Milanese tiene luogo per lo più del
Bùst. Busto – Bust cont i stecch. Busto verbo Essere e di molte diciture che
steccato (Fag. Pod. spil. III, 11). nell'italiano e anche nel parlar nostro
Bust-de-ferr. Corazza, ed anche cittadinesco hanno tutt'altra veste, non
chi lo porta Corazziere. Corazza. ci essendo rimasto che il Buttà invers
BUT ( 172 ) B UV
e il Buttà a bon cunt. Ne soggiugnerò Buttér (o Butér). Butirro. Burro.
quì alcune delle più usuali: Butter bus. . . . . . . Butirro per
Buttà bell temp. Far bel tempo. difetto di latte o di lavorazione oc
Buttà brutta. Esser brutta. chiuto e non bene appastato.
Buttà cold. Far caldo. Butter de cason. . . . . . . Quello
Buttà giald, negher, ross. Esser che si fa nelle cascine formali, in
giallognolo, nericcio, rossastro. gran quantità, assai grasso e di na
Buttà lì sott. Parer lì sotto. tura sua di color pagliato carico.
Buttà sempi, savorii, ecc. Riuscire Butter de montagna. ... Quello che
sciocco o insipido, saporito, ecc. si fa dai montanari, ed anche quello
Buttà stracch, ecc. Essere stanco, ecc. che fa ogni contadino da sè in poca
El ghe butta quij d'Oliva. Vi capi quantità, magro, bianchiccio, acquo
tano, vi si trovano, ivi convengono so, scoppiettante quando si frigge.
gli uomini d'Oliva. Butter gittaa. Burro cotto (così nelle
Buttà. v. cont. Sciamare. Tar. fior.). Quel butirro che fu strutto
Buttàa e Buttaa-giò. V. in Buttà. a solo fine di serbarlo per lungo
Buttàda. Gettata. Messa. Pollone. V. Bùtt. tempo senza ch e si guasti.
Buttàda. Sfucinata. Infornata. Quantità, Butter stantii. Burro vieto.
gran numero a un tratto. Avè el cuu in del butter. fig. Nuotar
Buttàda, e per lo più Bonna Buttàda. nel lardo. Stare in sul grasso.
Buona detta, e vale Buon avviamen Grass come on butter. Grasso bra
to, buona occasione. cato. Raggiunto. Arciraggiunto.
Buttàda. Gittata. Gettata. Tiro. Guarì el bugnon a reson de malba
Buttàda. fig. Ondata. A buttad. A riprese. o de butter. V. in Malba.
La va a buttad. Va a sbalzi o balzi. L è on pan de butter. V. in Pàn.
Buttafoeura. T. de Comm. Buttafuori. Man Nodà in del butter. Stare in panciolle.
dafuora. Scenario. Il Mandafuora è Stà fresch come el butter stantii.
alquanto differente dallo Scenario, ma V. in Frèsch.
spesso si pigliano uno per l'altro: Buttér dicesi anche d'altre cose ridotte
propr. però il Mandaſuora o Buttafuori a consistenza burrosa, Butirro o Burro,
è Colui che avverte gli attori di quan come Butter de cacao. V. Cacào e sim.
do hanno ad uscire sul palco, e lo Buttér. Ad. di Pér. V.
Scenario (che alcuni dicono Tabellin) Butterée. Burrajo. Chi fa o vende burro.
è la Distribuzione delle scene appic Butteréra. Burraja? Moglie di burrajo, o
cata alle pareti per regola comune. Donna che vende burro. V. in Ziléra.
uttalà. Abborracciatore. Acciarpatore. Butterón. . . . . . Burro sostanzioso di
Ciarpiere. Uomo a casaccio, cioè in molto, il Beurre gras de Francesi.
consideratissimo; e forse fra noi ven Butterós. Burroso. Che ha del burro.
ne così detto dalla moneta parmigiana Butterùsc. . . . . Butirro vieto o cattivo.
dello stesso nome stata sbandita più Bùtti. Voce usata nelle frasi
volte, e da ultimo verso il 165o. Avegh o Sentiss i butti. Sentir suo
Fà i robb de buttalà. Far le cose nare la lunga. Aver fame. V. Fàmm.
alla babbalà, a babboccio, alla sfa Scoeudes i butti. Torre una satolla.
tata, alla sciamannata. Ciarpare. Cavare il corpo di grinze. Sfamarsi,
Vess on buttalà. Essere un via là vie e scherz. Stramarsi.
loro(Machiav. Op. IX, 166). Esser Buttindòss. V. Buttandòss.
uomo a casaccio, negligentissimo. Button. Urto. Urtone. Spinta.
Buttandòss o Buttindòss. Saltamindosso? Buttonàda. Urtone. Spintone.
Spezie di veste. Buttonass. Far agli urtoni. Darsi spintoni.
Buttavàn. Cacciabotte. Ferro da fare gli Buvij. v. a. Tritoni. Bruchi. Uomini po
sfondi d'intaglio. Dal fr. Boute-avant. verissimi, abbietti, mal in arnese.
C. Ci. La lettera C. Vedi Ce. ed è come dire: Abbilo, ma sovvengati
Cà. Casa. Abitacolo. Abitazione. Abituro. di renderlo. Abbilo, ma ch'e' sia dei
Abitanza. Abitagione; in istil poet. Ma Tornabuoni o de'Tornaquinci con un
gione, e ant. Ca e Abitaggio – Di luogo modo che io avventuro traendolo da
pien di case, dicesi ch'è bene acca cognomi toscani. -

sato; e di qui Accasare i poderi, ecc. Avè anmò de mett on pè foeura


A cà. fig. A bottega(Monig. Pod. di de cà. Non aver cavato piè di soglia.
Colog. III, 1o). E di quì Tegni el coo Avè on cuu grand come ona cà.V.Cùu
a cà. V. più innanzi. Cà che la gh'ha tutt i sò comod.
A cà de Barlicch. A casa maledetta. Casamento agiato. Casa agiata.
A casa calda. A casa del diavolo. Cà che la par ona catatomba. Una
A cà de Dia. Nelle France marem tomba d'uno stanzibol bujo. Casa bu
me. In Orinci. In Chiarenna. In Chie ja, oscura, tetra, da piattole.
radadda. Vale in lontanissimi paesi. Cà che va in ruvinma. Casalone. Ca
A cà mia. fig. A casa mia(così il Berni solare. Casa cadevole, diroccata.
nell'Orlando innamorato XXVIII, 4), Cà de campagna. Casa di villa, di
cioè Secondo me, A mio dire o vole campagna, campereccia.
re – A cà mia s'usa inscì. A casa Cà de carton. . . . . Casa pochis
mia la è così. Nel mio sì, la cosa sta simo solida; casa con mura troppo
così. La voglio così. Così voglio. Così sottili; casa che ha più il modo da
debb'essere. Voglio risolutamente così. parer fatta di carta che di pietra, come
A la cà di can. V. in Càn. dice il Vas. Vit. Pit. Proem. p. 45, seb
Andà a cà del diavol calzaa e ve bene con qualche diversità di valore.
stii. V. in Diàvol. Cà de corezion. Casa di correzione.
Andà a stà de cà in d'on sit. Pren Prop. luogo dove si tengon chiusi a
der casa in alcun luogo. correzione i discoli, da noi però oggidì
Andà a toeü saa, e portà a cà pever. Casa di forza o Ergastolo o Ergastulo.
V. in Péver. Cà de lader. Casa da confinarvi as
Andà foeura de cà. . . . . . Spartirsi sassini. Spelonca. Casaccia, quasi ri
dal ceppo della famiglia; chi s'è così cettacolo di malandrini, cioè pessima.
spartito dicesi dai contadini toscani Cà de matt. Una mano di pazzi.
Fuor-uscito(Gior. Geor. XIII, 168). Cà de Pilatt. V. in Pilàtt.
Andà foeura de cà. Uscire; e fig. Cà de pison. . . . . Casa da pigione
Uscire di solco o del seminato. Andar per quel contadino che non avendo
fuori di strada. Darla pei chiassi. terre da coltivare con casamento as
Uscir di tema, d'argomento. segnato per giunta di mezzadria, dee
Avè el pan in cà. fig. . . . . Aver ricorrere a una stanza ad affitto.
checchessia sotto le mani; talora s'usa Cà d'industria. . . . . . Casa ove
in senso di Non è più bell amar che dal pubblico si somministra lavoro e
in vicinanza, o vero Non è più bello sostentamento ai poveri.
amar che la vicina perchè veder si Cà di matt. V. Senavra. -

può sera e mattina(Gelli Err. I, 2). Cà di pitt. Bossolo delle spezie.V. Cùu.
Avegh la cà in coo. Aver niente Cà di pover mort. Casipola. Casa
che sia al sole. Non poter dire come buja, tetra, disamena, malassetta.
il nibbio mio mio. Non aver che perdere. Cà di sett vent. Spazzavento. Casa
Avegh minga la cà in coo. Aver mal fornita di coperto e impostami
del suo al sole. Non esser un tritone. dove il vento può far di grandi prove.
Avegh a nomm torna a cà. . . . . Cà casca, cens cessa, teren ten. Chi
Aver ad essere restituito. Nel prestare ha casa e podere può tremar ma non
altrui checchessia taluno dice: Te”, ma cadere (Monos. 55o = Buoni Prov. II,
varda che l'ha a nomm Torna a cà; 169). A dimostrare la preminenza in
CA (174) CA
genere dei poderi, ed anche a signi Dà el foeugh a la cà. fig. Sbraciare.
ficare esser bene limitarsi nella casa al Sbraciare a uscita. Scialacquare.
bisogno e stendersi pei fondi fin dove Dà noeuva de cà. fig. Riscaldare gli
si può aggiugnere colla propria vi orecchi a uno. Lo stesso che Dà on
gilanza vale altresì un proverbio vol felipp. V. in Felipp.
gare toscano che dice Casa quanto Dà-via on usell per tirà a cà on
capi, terreno quanto vedi. I Sanesi in porscell. V. in Porscèll.
vece hanno un proverbio il quale dice Dinn ona cà. Votare il sacco. Scuo
che Il censo ha il vantaggio che non tere i pellicini del sacco. Dire altrui
vi piove sopra (Bandini Discorso ecc. tutto quel più che un sa.
sulla Maremma di Siena, p. 155, ediz. Donna de cà. Donna casalinga, buona
mil. Econ. ital.); proverbio compro massaja, masseriziosa, risparmiante.
vante l'avvilimento agrario in cui Dò nos in d'on sacch e dò donn
era in andato quella provincia. in d'ona cà fan on gran ciass. V.in Nós.
Cà faa e fond desfaa. Casa fatta e El ghe mettarav la cà in coo. Gli
terra sfatta (Lastri Prov. V, 269). Casa darebbe il cuore. Dicesi per dinotare li
fatta, possession disfatta (Monos. 582). beralità somma d'uno verso alcun altro.
Dettato con cui si vuol denotare l'av Fà andà in ca on teren, ona vi
vertenza da aversi nel comperare beni gna, ona possession. Fare a sua mano.
stabili, poichè le case fatte si danno Far lavorare a sua mano (Last. Op.
sempre per meno di quello che co II, 66). Metter le terre a mano o Col
starono in fabbricarle, e i poderi ro tivare a mano (Gior. Georg. XII, 187).
vinati si hanno per poco e da chi Far coltivare i poderi a opere gior
s'intende d'agricoltura sono ben pre naliere o annuali; non gli allogare a
sto fatti rifiorire e messi in grado di fitto o a mezzadria.
fruttare assai al loro compratore. Fà cà. Aprir casa. Reussì a fà cà
Cà fenida o pientada. . . . Casa ben lor de per lor. Ridursi a stare da sè.
fornita, che ha tutto il suo bisognevole. Esser liberi di sè (Lasca Spir. IV, 1).
Cà fittada. Casa appigionata o allo Fà el pan in cà. fig. V. in Pàn.
gata a pigione o data ad affitto. Fà i ſacc de cà. V. in Fàcc.
Cà minga mala. Una buona casotta Fà stà lì de cà. fig. Far stare al
o casoccia.
filatoio. Far filare. Tenere in cervello
Cà senza sò. Casa a bacio, all'ug o in tuono.
gia, al rezzo. Casa ove non batte sole Fava mej con quii danee a andà a
o che non vede sole. cà de l'offellee. V. in Offellée.
Cà soa e poeiù pù. Casa mia, casa Fitt de cà. Pigione, e met. V. in Fitt.
mia, per piccina che tu sia, tu sei Giacchè la cà la brusa, scoldem
sempre casa mia – ed estensivamente mes anca nun. Se Camaldoli va a sacco,
Scalda più il fumo della patria che il vo qualcosa anch'io (Fag. Ast. bal. I, 2).
fuoco altrui – Il pane altrui sa di S ei butta il suo, ne vo avere anch'io.
sale – e per affinità Tristo a quell'uc In cà soa ognidun è padron de
cello che nasce in cattiva valle. fà quell che el voeur. In casa stia
Cà voeuja o desaflittada. Casa spigio ognuno è padrone (Monos. 25o).
nata, vuota, disabitata. La cà granda. gergo... L'ospedale
Chi è mincion staga a cà soa. V. – Ed anche La casa dei ceppi(“fior.
in Minción. Salvad. p. 6o). Le carceri.
Chi è staa a cà del diavol, sa cossa La cà la brusa, demmegh el foeugh.
ghe fan. fig. Chi vien dalla fossa, sa fig. La rovina non vuol miserie. Siamo
che cosa è il morto. già carichi di debiti, non la guar
Chi no sa fà foeugh no sa fà cà. diamo a buttare sempre più.
V. in Foeügh. La va la va, la tira adree la cà.
Chi sbianca la cà, le vocur fittà.fig.Chi La si porta la casa appresso. Dicesi
imbianca la casa la vuol appigionare. della lumaca perchè si porta seco il
Chi si liscia e s'adorna vuol piacere. guscio in cui è chiusa.
CA ( 175 ) CA
La gaijnna che va per ca l'impiss Sant in gesa e diavol in cà. V. Diàvol.
el goss che nissun le sà. V. in Gaijnna. Scova nocuvascoa ben la cà. V.Scóva.
L'è la cà del Bentivoglio... È casa Stà de cà in ... Stare a casa in ...
in cui tutti sguazzano, in cui il pa Abitare. Stà de cà e de bottega in
drone fa continuo scialo, ove il matto l'istess sit. Stare a casa e bottega,
fa la festa e il savio la gode. Stà de cà finna a cà del diavol.
L'è la cà del Mancatutto de la Mi Abitare in Chiarenna o in Orinci o in
seria... È la casa del Bisogno, della Chieradadda, in luogo lontanissimo,
Penuria, ove è difetto d'ogni cosa. Stà de cà in di Tegnon. V. Tegnón.
L'è la cà del Signor. È la casa del Stà lì de cà. fig. Stare contento al
l'abbondanza (Gigli lag. 577). Ella è quia (Sacch. Nov. 161). Cagliare.
-

una dogana. E una casa come un mare. Strappà cà. Disfare la casa.
L'ingannel va a cà de l'ingannador. Tant gh'è de cà soa a cà mia, co
V. in Ingànn. me de cà mia a cà soa. fig. Tanto è
Mandà a cà de Steven. Freddare. l'erta alla fin quanto la china (Adimari
Uccidere. V. Fà frecc in Frècc. Son. fra i burchiell. 275). Alla fine
Mangiass anca i ciod de la cà. Sbra tanto è da casa tua a casa mia quanto
ciare a uscita. Dar fondo alle sostanze. da casa mia a casa tua. Dicesi per
Ridursi o Condursi in sul lastrico o sul indicare volontà di stare sulla sua,
mattonato. Consumare, scialacquare di esigere che altri ci mostri osse
tutto il proprio avere. quenza calandosi primo a noi, o per
Mett el coo a cà. Metter la testa mostrarsi (come dice il Varchi) da
a partito. Rinsavire. quanto gli avversari.
Mettegh-sù cà a vun. Allestir casa Tegnì lì de cà. met. Far cagliare.
ad uno. Tenere in cervello o in tuono.
Ne sa pussee on matt a cà soa che Tegnì el coo a cà. fig. Avere il cer
on savi a cà di olter. V. in Màtt. vel seco. Star a canna badata. Porsi o
No avè nè cà nè tecc. Non aver Star a casa e bottega. Badare a negozio.
casa nè tetto (Alb. enc. in Masseria). Tegnì i man a cà soa e la lengua
Non aver terra ferma. Non aver più dent di dent. V. in Léngua.
luogo nè fuoco. Essere rovinato inte Te see lontan de cà. fig. Più su sta
ramente: non aver luogo ove poter monna luna, cioè T'inganni, mal
dimorare; dover andar ramingo. t'apponi. V. anche in Montòn.
Oh de la cà de legn.... Dicesi nel Tirà a cà. T. di Giuoco. Riscattarsi.
bussare a un uscio diacciato, a una Rifarsi. Rivincere il perduto.
porta donde non ci venga risposta. Tirà nissun per ca. Non si mettere
Omm de cà. Massajo. Uomo casalin persona in casa.
go, risparmiante, masserizioso, buon Tirass a ca. . . . . . Ravvicinarsi
economo – Uom che bada alla casa. a casa, ed anche Attenersi al colom
Ona cà che cria foeugh. Casaccia. bajo. Mettersi al sicuro, o anche
Casalonaccio. Casa cadevole. Tornare al pentolino. Tornare a casa
Ona donna l'è la ruvinna e la for a queste stiacciate, cioè Tornar a go
tunna d'ona cà. La savia femmina dere i comodi della propria. casa.
rifà la casa, e la matta la disfà. Toeiù cà. Prender casa, cioè pren
Ona miseria d'ona cà o On tocchell derla a pigione per abitarvi.
de cà. Non so che poco di casuzza. Toeiù la cà a vun. Scasare uno. Ob
Patron de cà. Capo di casa – Pa bligarlo a lasciar casa sua.
dron della casa. Tornà a ca. fig. Tornare a casa.
Pè de cà. V, in Pè. (Firenz. nov. 1o.”). Tornare all'ergo.
Pientà cà. Far casa. Aprir casa. Tornare donde ci partimmo(Monos.75).
Quand vu andavev a scoeula mi Ritornare a bomba, all'argomento, a
vegneva giamò a cà. V. in Scocòla. proposito, in chiave, alla callaja,
losc de cà. Ceppo di case. Aggre Trà adree la cà e el tecc. Spendere
gato di molte case, il cuore e gli occhi in checchessia.
CA ( 176 ) CAB
Tremà la cà di pitt. Fare il cul seto(Cini Des. e Sp. V, 9). Esser chioc
lippe lappe. Avere una battisoffiòla o cato. Toccarne – Mandà in cà Busca.
una cusoffiola. Aver gran timore. Sonare a catasta. Chioccar uno. Man
Vaga la cà e el tecc. Pigliatevi il dare a Busseto.
sacco e le cipolle(Monig.Serv.nob.II,51). Cà o Casa Gambaranna (fig. da Gàm
Vess a cà. fig. Essere a cavallo. Di ber). Ròzza. Brenna. Cavallaccio. Bic
cesi di chi sia al disopra e con van ciùghera. Fà corr cà Gambaranna....
taggio – In giuoco vale Essersi rifatto. Farsi scarrozzare in vetture venali,
Vess de cà o tutt de cà. Essere di orarie, e tirate dal caval dell'Apocalisse
casa più che la granata. Cà Legnanna (fig. da Lègn). Messer
Vess foeura de cà. Esser fuori; e fig. Batacchio (Sac. Nov. 86). Il bastone –
Essere in due paesi. L'uno dire una Andà in cà Legnanna. Andare a Le
cosa, e l'altro rispondere a sproposito gnaja. Esser bastonato – Mandà in cà
o non apporsi – Esser fuori di strada. Legnanna. Dare il podere a Legnaia
Vess giò la cà e el tecc. fig. Essere (Tancia III, 1). Mandare a Legnaia.
alle peggiori del sacco. Bastonare – De cà Legnanna... di
Vess in cà balenna. V. in Ciòcca. consi quegli utensili che alcuno ab
Vessegh la cà del diavol. Fare un bia di legno mentre gli agiati sogliamo
parapiglia. Essere un trambustio, un averli di metallo.
rovistio, un rovinio, un bolli bolli. Cà Painna (fig. da Paja).... e di qui
Vun de cà. Un ch' è di casa. Una Andà a dormì in cà Painna. Andare a
bazzica. Un famigliare. dormire sulla paglia. V. anche Painàrd.
Cà. La Casa(“tosc. e Mor. Case cont.). Tra Cà Passiranna. fig. Fattura del Passi
i contadini dell'Alto Milanese e quelli gnano (Fag. Ast. bal. II, 8).
di Toscana queste voci significano la Cà Tegna o Cà Tegnos, e quindi Avè
Cucina; chè le altre stanze le dicono a che fà a Cà Tegna o a Cà Tegnos
Camere – Poderante, v'ho assegnato o a Tegnon o Stà de cà in di Tegnon.
una cucina e due stanze, direbbe in Esser tignamica, avaro. V. Tegnón fig.
Toscana il cittadino; e il contadino Ona bonna cà. V. in Casànna; e
risponderebbe Ritengo una casa e due fra noi anche in genere Casa ricca.
camere – L'è in cà là in la cà. È in Vess de bonna cà o d'ona cà bonna.
cucina. È in casa, eccolo in cucina. Esser di legnaggio gentile. Esser di
Cà. Casa di negozio o di commercio – buon casato, bennato.
Dervi cà. Aprire una ragione. Cà del maj. Cartiera (per anton.) Quella
Cà. Casa. Casato. Legnaggio. Lignaggio. stanza in cui sono i maglio mazzi da
Schiatta. Famiglia. Stirpe – Ca in que pestare gli stracci per farne carta.
sto significato noi applichiamo volen Cà di cord. T. de Fab. d'amido . . . .
tieri con preposizione semplice ai soli Stanza con tavole a funicelle ove asciu
casati illustri del paese, per es. L è gar l'amido fabbricato di recente.
de Cà Busca o simili. In contado in Cà di foll. T. delle Cartiere. . . . Quella
vece estendesi con preposizione arti stanza ove sono le pile. -

colata a ogni specie di casato, p. es. Cà di tinn. . . . Stanza ove sono i tini.
L'è de la ca del tal che voltano anche Cabaré o Gabaré. Vassoio. Guantiera.
in L'è vun di tal – Noi usiamo anche Nappo. Quella specie di baciletto su cui
spessissimo Cd in alcuni modi nei si posano le chicchere del caffè, della
quali non fu mai nè è alcuna tristizia cioccolata od altro. Dal fr. Cabaret.
d'allusioni, ma si bene una mera Cabaré de tavoletta. Vassoi da toelette
specie di bisticcio suggeritoci dalla (“tosc. e poema d'un aut. pis.).
simiglianza di alcuni vocaboli cogno Cabareràda. . . . . . Pieno un vassoio.
minali con altri comuni, e sono: Cabarerin. Vassoino. Picciol nappo.
Cà Bassignanna(De). fig. da Bass.... Càbbi. Cappio. Cabbi corò o corent.
Dicesi per ischerzo di chi è piccinaco. Cappio corsoio o scorsoio.
Cà Busca (fig. da Buscà). Andà in Cabbià. Accappiare. Fare il cappio.
r
cà Busca o a Buscaa. Anulare a Bus Cablòtt per Fonsg ferree. V. in Fonsg.
C AC ( 177 ) CAC
Cabriolé o Gabriolé. Cesta. Biroccio? Sp. Caccia del speggett. Caccia con lo
di calesso notissimo, ed è voce tratta specchietto(Savj Orn. tosc. II, 65).
di peso dal francese Cabriolet. Caccia riservada. Bandita. Caccia
Cabròssol (che altri dicono Cabròssen, bandita. Luogo ove è proibito il caccia
Cavròssen, Cavròscen, Cambròssen, re; e fig. Femmina tenuta alla bandita.
Crabòss e Cambròsten). Ligustro. Ligu Andà a caccia. Cacciare. Andare a
stico. Luistico. Levistico. Ruischio. Ru caccia. Far caccia.
vistico. Ruistico. Cambrossène. Il Li Dà la caccia. Dare caccia o Dare la
gustrum vulgare L., comune nei colli caccia. Metter in caccia. Far fuggire,
dell'Alto Milanese. È quell'arbusto che Fà la caccia a quei coss. Uccellara
i Latini dicevano Oleastellum, e che una cosa. Andar a caccia di checchessia.
i Padovani dicono Conostrèlla. Faa apposta per andagh dent a
C: cào. Cacao. Caccao. Caccaos. I nostri caccia. Copioso di caccia. Veramente
droghieri e cioccolattieri conoscono disposto a cacciagione.
il Cacao Lisbona, il Cacao Caracca, Vess matt per la caccia. Prendere
il Cacao del Maragnon, il Cacao Vaja grandissimo diletto nelle cacce.
chill (cioè Guayaquil) e il Cacao di Isol. | Caccia. Caccia. Cacciagione. Presa. La
Butter de cacao. Burro o Butirro di preda fatta a caccia.
caccaos. Fà bonna caccia. Far buona presa.
Cacào! Cacalocchio! Cacasego! Cacasevo! | Càccia. Caccia(Diz. Inus.). Pezzo di mu
Capperi! Corbezzoli! V. Càspita. sica esprimente ciò che indica il nome.
Càcc. Caglio. Gaglio. Coagulo. V. Càgg. | Càccia real (Giugà a la). . . . Imagina un
Càcc. Plur. di Caccia usato nella frase tavoliere a cassetta con cerchi rispon
Notà tucc i cacc. Raccorre i bioccoli. denti per di sotto a caselline di testata
Osservare fin le minime azioni di noverate dall'1 al 5, e con un campa
chicchessia. nellino nel cerchio di mezzo. Chi vi
Càcca. Cacca. Merda. giuoca scocca per un fuciletto di legno
Faccia de cacca. V. in Fàccia. ad arco una pallottola, e vince punti se
Pien de cacca. Merdoso. Merdellone. condo casellina in cui quella si muore.
Cacheroso? Che ha a schifo ogni cosa | Cacciadór. Cacciatore. Cacciante.
perchè sente troppº alto di sè. Cacciador de s'ciopp, de lazz, ecc.
Cacchin voci usate per vezzi coi V. in S'ciòpp, Lazz, ecc.
Cacchinna fanciullini. Cacca. Cacciaddr. Cacciatore. Soldato armato
Càccia (che i contad. dicono Càscia). alla leggiera, vélite.
Caccia. Per le varie specie di caccia, Cacciadór. Cacciatore(“tosc. e Guad. Poes.
oltre alle notate quì sotto V. Archètt, I, 1 14). Sp. di servitore che indossa
Bressanèlla, Làzz, Tés, Ròccol, ecc. un abito verde a trine d'oro e molto
Caccia a restell. Tela. Serraglio. Spe sfarzoso, con piume nel cappello a
cie di caccia che si fa attorniandosi tre punte, e con paloscio ad arma
da molti cacciatori un bosco, e re collo. I Tedeschi lo chiamano Kam
stringendo vie via il loro cerchio, onde merlakey, cioè Lacchè da camera.
obbligare il salvaggiume a dar nelle | Cacciadóra. Cacciatrice, e latin Venatrice.
reti che sono tese in un dato luogo | Cacciadóra (Ala). Alla cacciatora. Alla
o a passar sotto il tiro de'cacciatori; foggia de'cacciatori. -

e questo è il Traquer de Francesi. Mangià a la cacciadora. Trovarsi


V, anche la parola Cascin. o Stare a desco molle, cioè Fare un
Caccia ai fossitt. Caccia all'acqua o po' di pasto alla sprovvista, all'in
all'abbeveratoio(Savj Orn. tosc. I, 91). fretta, sparecchiatamente. Faire un
Specie di caccia che si fa appostando repas de chasseur dicono anche i Fr.
gli uccelli lungo i fossati. Messa a la cacciadora. V. in Mèssa.
Caccia con la paletta. Caccia a fru- | Cacciadorèll. V. in Parascioeüla.
gnuolo. La Pinsonnette dei Francesi. Cachèttich. Cachettico. Da noi però chi
Caccia con la sciguetta. Caccia con non è medico l'usa solo in sig. di Stitico,
la civetta. Cacapensieri, Dubitoso, Cancheroso,
Vol. I 25
CAD (178) CAD
Cadàver. Cadavere. Cadavero. Cadenàzz d'orghen. Catenacciatura (così
Cadavérich. Cadaveroso. Cadaverico. Cadenazzadùra. º nel Diz. Zanob.).
Cadèmia. Accademia. Il complesso di quel ferretti disposti
Cademia del liber desligaa. V. Liber. in linea, diagonale e scalare i quali
Cademia de matt (o anche semplic. corrispondono nella loro parte infe
ona Cadèmia). Una mano di pazzi. riore ai tasti d'un organo, e nella su
Cademicamént. Accademicamente. periore alle animelle del somiere (che
Cadèmich. Accademico. il Diz. Zanob. chiama Soniere appunto
Cadenàa. T. de Str.... Che ha nella parte in questa voce Catenacciatura ma forse
interna del coperchio la così detta ca erroneamente), e che nell'organo fanno
tena. V. Cadènna. Mal cadenaa.... Che quell'ufficio medesimo che le calcole
sta male a catena, mal fornito di catena. de'martelletti ne gravicembali.
Cadenàl. . . . . . Quel legno o ferro i Cadenazzoli. Paletto – Chiavistellino (Voc.
cui capi sono confitti nei due muri ven.). Chiavistelletto (Diz. art.). Dà-sù
laterali d'un cammino, ed al quale el cadenazzocu. Inanellar il paletto.
sono raccomandate le catene da fuoco. Cadenazzocù, Stanghetta. Così chiamasi
Varj diz. vernacoli in Cadenillo chia un ferro lungo che è nella toppa delle
mano col Diz. sist. dell'Arrivabene serrature e serve per chiuderle. Ha
Secco stile, ed anche Catenaccio. Cova. Codetta ? e Tacch. Gambetto.
Cadenazz. Chiavistello. Chiavaccio. Cate = Cava . . . . – Mandada. Mandata.
naccio. Gli Aretini lo dicono Catorcio; V. Spagnoletta. -

i Sanesi Peschio o Pestio. Cadenazzon. . . . . Gran catenaccio.


Bolzon. Boncinello – Maggetta. Na Cadenèlla. Catenella. Così chiamasi quella
sello = Manetta o Maneggia. Maniglia catenuzza d'oro, acciaio o simile a
= Oggioeu, Anelli - Cadenazz. Bastone. cui si attacca l'oriuolo da tasca.
Cadenazz a bolzon. Catenaccio a bon Cadenella de Venezia (che anche dicesi
cinello. V, in Maggètta. Manin).... Sp. di catenuzza d'oro a
Cadenazz a carilion. V. in Carilion. maglie finissime che si fabbrica in Ve
Cadenazza la genovesa. Paletto. (Ne nezia, della quale si fanno smanigli ec.
sono di più specie, come Paletto con Cadenin. Catenina. Catenella. Catenuzza.
piastra, con campanella, con gamba, Diminutivo di Catena.
colla staffa e le punte, a traverso, con Pont a cadenin, V. in Pönt.
pallino, a molla, a pallino da aprirsi Cadènna, e contad. Cajènna. Catena.
dentro e fuori, ecc.). (lètta. Cadenna del cammin. Catena da
Cadenazza la spagnoura. V. Spagno fuoco. Quella che si tiene nel cam
Cadenazz de maggetta. Catenaccio mini per attaccarvi i pajuoli, ecc.
a nasello. V. in Maggètta. Cadenna de l'orelogg. Catena (Alb.
Cadenazz sempi. Catenaccio alla enc. in Gancio). Quella specie di ca.
piana, privo di nasello e boncinello. tena che dalla piramide d'un'oriuo
Da-sù el cadenazz o el ciod. Cac lo si scarica sul tamburo e finita
ciare o Ficcare o Mettere il chiavistello di scaricarsi lascia inerte l'oriuolo
(Monig. Ser nob. II, 54). Inanellare se non è rimontata. Dai due capi ha
il chiavaccio. Incatenacciare. Inchia fissi in se i due ganci o gancetti da
vistellare. Inchiavardare = Dall-giò. catena, detti specificamente l'uno
o Tirall-giò. Schiavacciare. Gancio da piramide, l'altro Gancio
Dà-sù tanto decadenazz. Mettere un da tamburo – Per Cadenella. V.
braccio di chiavistello. Iperbole gra Mangià o Mastegà cadenn. Lo stesso
ziosa usata dal Magalotti (nella 12.” che Mangià aj. V. in Aj.
delle sue Lettere scientifiche p. 256). Me ten manca i cadenn. Tutte le
Ficcar tanto di bietta nell'uscio(Razzi pene, tutte le catene e tutte le sbarre
Balia III, 1). Chiudere risolutamente. del mondo non mi terrebbono che io
Ong i cadenazz, fig. Ugner le car non faccia o simili(Lasca Strega II, 1).
rucole. Far correre danari per otte Non è ritegno che vaglia a distòrmi
nere l'intento, uguer la mano, dal fare o dire una tal cosa,
CAD ( 179 ) CAD
Mett a la cadenna. Incatenare. Met Cadrega armada. l Sedia a brac
tere o Porre in catena; e fig. Mettere Cadrega i" ciuoli – Stuhl
alle strette o al segno o al quia. mit Aermen dicono i Tedeschi, cioè col
Vess ligaa come on can a la ca - le braccia sporgenti dalla spalliera.
denna. V. in Càn. Cadrega de comoda o de camera,
Cadènna. Collana. Catena. Ona cadenna e anche Cadrega assol. . . . . Prop.
d'or. Una catena d'oro. -
Seggiola con sedere ad armadio con
Cadènna. T. di Fab. di mobili. Quel re tenente il cantero; e per estensione
golo che divide cassetta da cassetta nei Seggetta. Predella. V. Còmoda.
canterani, e che quando le cassette sono Mett el cuu in cardega. fig. Mon
serrate forma faccia insieme con esse. tare in sedia o in iscanno. Venire in
Cadènna. T. degli Strumentaj. Sbarra auge, in istato, avvantaggiarsi; e ta
(Grisel. Diz. e Diz. ven.). Catena(Diz. lora anche Allungare i denti. Stendere
mus. in Istrumento). Negli strumenti vie più le braccia, vale a dire Cre
da tasto è quel legnetto lungo, stret scere in forza, in autorità.
to, ritondato che è incollato dietro il Vess a la cadrega. Essere a sedere
coperchio sotto il ponticello dalla ban sulla predella. Essere alla seggetta.
da delle corde ramate, a fine di reg Vess in cardega. fig. Essere in auge,
gere alla loro pressione. Dicesi anche Cadréga. T. de'Macell. Culaccio. È lo
di ognuno di que regoletti di legno stesso che Ciàv in genere. V.
che si mettono per fortezza nel fondo Culatta. Mela di culaccio = Ciav.
d'una chitarra, d'un violino, ecc. Groppa di culaccio?
Cadendin e Cadenonna. Catenone. Cadreghée e Cardeghée.Seggiolajo(“fior).
Cadént. Cadente. L' è on vecc cadent. Colui che fa le seggiole e che dai
È un vecchio cadente o decrepito. Tedeschi è detto Stuhlflechter – Seg
Cadénza. Cadenza (semplice, composta giajo, se non erro, fu usato in questo
finta, sfuggita, ecc.). -
senso dal Burchiello
Cadètt. Cadetto (agg. e sust.). « Mieffe chesto sentì Bartol Seggiajo. »
Cadin. Catinella. Vaso più piccolo del Figura de cadreghee. V, in Figùra.
catino (baslòtt) ad uso per lo più di Vos de cadreghee. V. in Vös.
lavarsi le mani. Cadreghée. met. Zazzerone, ed anche
Cadin. Acquajo. Lavamane. Lavamani. Pentolone. Brachierajo. -

Luogo ove i religiosi vanno a lavarsi Cadreghée . . . . Quell'uomo che nelle


le mani. V. anche Lavàbo., chiese dispensa le seggiole per prezzo.
Cadin. T. de Chir. Pelvi. Bacino. La parte Cadreghètta (o Cardeghètta). Seggiolina,
più bassa della cavità dell'addome. Cadreghin e Cardeghin. Seggiolina.
Cadinètt. Catinelletta. Catinellina. Cati Cadreghin de boeucc. Seggettina.
nelluzza. Picciola catinella (cadin). Sorta di picciola sedia per uso d'an
Cadinôn. Catinone(Burch. Son. 176, an dar del corpo i bambini.
corchè in bisticcio scherzevole). Maestra de cadreghin de boeucc
Cadò. Dono. Regalo. Presente. Voce pretta . . . . . . Maestra di custodir bimbi.
franzese (Cadeau) che anni sono era in Mett-giò cadreghin o Fà cadreghin.
gran voga, e oggidi sentesi più rado. Dommeare? Dicesi di due o più per
Cadoeü. v. dell'Alto Milanese. . . . . . . sone le quali, incominciata fra loro
Vaso di terra cotta senza manico per conversazione, non la sanno più finire.
uso di tenervi il fuoco; veggio sma È diverso dal nostro Pientà on mercaa. In
nicato(marì senza manegh). questo è conversar romoroso; in quello
Cadréga e Cardéga. Seggiola. Scranna. è conversar piano, civile; ambo sono
e con v. a. Seggiolo. Sedia dozzinale quasi simili nel rapporto della durata,
impagliata o ingiuncata. Forse dal ma dissimili in quello dell'intensità –
greco Karedpa o dal prov. Cadiero. Da noi dicesi anche parlando di chi
Schenal. Appoggiatoio. Spalliera – mandato per alcuno o per qualche
Pientaa. Ritti = Cuu. Sedere = Baston. cosa non ritorna mai. Siamo ad aspet
Cavigliuoli = Sbarrett. Itegoletti. tare il corbo,
CAF ( 18o) CAG
Portà a cadreghin dicono i conta Caſettéra. Caffettiera. Vaso in cui si fa
dini dell'Alto Milanese pel nostro cit bollire il caffè polverizzato.
tadinesco Portà a scagnellin. V. Cafettéra. Caffettiera. Dicesi anche quel
Cadregón e Cardegón. Seggiolone. Se la specie di brocca d'argento, di
dione(“lucch.). porcellana, di majolica, ecc. nella
Cadùch o Cadùtt. V. in Màa e Màl. quale si porta il caffè in tavola.
Cadùu per Succedùu. V. Caſettéra è anche semplicemente femm.
Cafè, Caffè. Droga nota che si trae dalla di Cafettée. V.
pianta detta Coffea arabicaLin. Tutti Cafetterin, Cafetterinna. Dim. di Caſettéra
conosciamo il Cafè Levant e i Cafè Caſetterinma. Vezz. di Caſettera (donna).
Martinica, Moca, Avana, Demerari, Cafetterònna. Accr. di Caſettéra, V.
San Domingh, Giava e de Lissandria; Caſſin. Lo stesso che Micchin. V.
i nostri droghieri conoscono altresì Cafiétro dicono per ischerzo i più, e
il Cafè del Rio, e i Cafè Giamaica, scioccamente alcuni per Caffè, credendo
Surinam, Portoricch, Santiago, Brasì, con quell'allungamento di toscanizzare
Guadaluppa, Berbice, Borbon, La Cagà. Cacare; con modi più civili Eva
guajra, Sumatra e Rio Janeiro. cuare. Andare del corpo. Ir di corpo.
Cafè e ord. Cafè ner. Caffè. Bevanda nota. Andare di sotto. Fare i suoi agi. Sca
Cafè e latt. Caffè mesciuto col latte ricare il ventre; in gergo Tortire.
(Iast. Op. IV, 59). A fà ben a vilan se troeuva cagaa
Cafè a mitaa. . . . . Caffè mesciuto in man. V. in Vilàn.
con latte e fiore di latte. Antigh come el cagà abrasc. V.Antigh.
Caſè ciccolattaa. Un chiaroscuro Cagà a brasc. . . . . . . Dicesi in
(“lucch.). Caſfè misto colla cioccolata. modo basso del fare gli agi del corpo
Cafè e panera. . . . . . . Caffè me all'aria aperta, quello che i Latini
sciuto con fior di latte puro. dicevano Cossim cacare. Il Voc. pad.
Cafè-e-panera. . . . . . . Così chia ven. del Patriarchi traduce il nostro
masi una specie di tabacco artefatto o modo con Cacare al muro o al fresco
stermutatorio composto d'un terzo di o contadinescamente tre presso d'un
caffè macinato impalpabile e di due palo; il Diz. venez. Cacare all'aria;
terzi di radice di ghiaggiuolo(Iris flo ambi però senza citarne autorità.
rentina Lin.) pure ridotta impalpabile. Cagà de menuder. Essere un caca
Dilettant de cafè. Caffeista. stecchi. Fare a miccino. Tenere la
Fazzolitt del cafè. V. in Fazzolètt. borsa stretta. Andare a mano stretta.
Cafè. Caffè. Bottega dove si vende il Andare stretto di mano.
caffè in bevanda. Cagà dur. Cacar sodo.
Stà sul cafè, Vess semper su per Cagà-giò (per dispr) Cacare. Sciori
i cafè. Frequentare i caffè. nare. Cagà-giò sonitt. Sciorinar sonet
Cafè per isch. Lo stesso che Felipp fig. V. ti. Cagà-giò fioeü. Sciorinare o Cacar
Cafeaus. . . . . Sp. di capanno o frascato figliuoli – Cagà-giò scrittur. Aver la
o casuccia elegante postale più volte cacajuola nella penna.
su poggetti o in mezzo a laghetti ar Cagà i busecch o l'anima. Cacar le
tifiziali nei giardini, ove dopo il pranzo curatelle. Aver la cacajuola.
i convitati si raccolgono a prendere Cagà in del seggion o in del ma
il caffè. È voce d'orig. ted. Caffeehaus stell. Essere in luogo che il sole ti
(casa da caffè). faccia lo scacchiere. Vedere il sole
Caferin. Vez. di Cafè bev. usato coi bimbi. a scacchi. Essere prigione, l'italiano
Caſerin. s. m. . . . . . . Picciol caffè, ha occhio alle ferriate della prigione;
botteghino da caffè, un caffeuccio. il nostrale al secchione o al mastello
caferin. agg. v. cont..... Color caffè. che i carcerati han per cesso.
Cafettàda. Ad. d'Acqua. V. Cagà in lett. Cacarsi sotto.
Cafettaria. Caffè. Bottega da caffè. Caga-in-l'olla. Pentolone. Brachie
Caſettée. Caffettiere. Il padrone di una rajo. La nostra è voce lasciataci pro
bottega da caffè. babilmente dagli Spagnuoli fra i quali
CAG -( 181 ) CAG
Cagalaolla era una maschera ridicola Cagadór. Culattario. Tafanario.
che seguiva le processioni danzando. Vess alt de cagador. . . . . Dicesi
Cagà e pissà di besti. Stallare. delle persone di statura alta.
Caga pussee on bò che cent ron Cagadùbbi. Cacapensieri. Uomo dubito
den. V. in Róndena. so, stitico, che in ogni cosa pone
Cagass adoss. Sconcacarsi. Cacarsi difficoltà, scettico esagerato. Finimon
sotto; e fig. Pisciarsi sotto. Dare in done se timidissimo, se un Penedemo.
cenci o in budelle o in ciampanelle, Abbenchè il Cesari saviamente avver
cioè Non riuscire nella impresa. ta che i testi addotti dalla Crusca
Cagass adoss de la paura. Scacaz in Cacapensieri indicano il rovescio
zarsi di paura. Cacarsi sotto. della definizione, pure nell'uso essa
Chi ha mangiaa i candir caga i pare voce a doppio viso, l'un dei
stoppin. V. in Stoppin. quali stia colla definizione, l'altro
Chi vivsperand moeur cagand. Chi coi testi, e l'Alb. enc. riferendo la
vive a speranza muore cacando (Lippi prima e omettendo affatto questi ul
Malm. XII, 5). Chi vive a speranza timi conferma la cosa.
matore a stento. Caga-in-l'olla. Pentolone. V. in Cagà.
Dove te caghet te lasset el stronz. Cagaràtt. Cacatojo – Fogna.
P. in Strönz. Andà al cagaratt (che anche dicesi
El l'ha cagaa el diavol quand el Tirà el reff, Tirà l'anta, Tirà i colzett
gh'aveva i dolor de venter. V. Diàvol. e simili). Andare a ingrassare i peton
Gh'ha cagaa-sù el moscon su quella ciani o a patrasso o a babboriveggoli
carna. Quella carne è cacchionosa. o tra più o tra que più. Tirar le calze
Lassass cagà adoss o sul muso. o il calzino o i panni o l'ajuole o l'a
Lasciarsi schiacciare le noci in capo. fuola o minze. Dar le barbe al sole.
Comportare ogni gran villania. Pigliar l'alloppio. Tirare o Trar alle
Mangia, bev e caga, e lassa che anitre. Andar a rincalzare un cimitero.
la vaga. V. in Lassà. Far l'ultimo passo. Fare una buca in
Mangià de benedett e cagà de ma terra. Andar a Buda o a Volterra. Ser
ladett.... Dettato che mostra come la rar le pugna. Scacchiare. Farfagotto o
grassa cucina sia mal sana, chi man gheppio. Andare a vedere ballar l'orso.
gia vivande molte e ghiotte dà male Andare di là o nel mondo di là. Chiu
putentissime fecce. dere o Serrar gli occhi. Far la calata
No mangià per no cagà. V. Mangià. verso Volterra. Dare il crollo o l'ulti
Te caghi adoss o sul muso varda. mo crollo. Andar a dar beccare ai polli
Tho in cupola. T'ho nel bossolo delle al prete o del prete. Andare a fare i
spezie. Tº ho a carte quarantotto. fatti suoi. Cascar di pollajo. Tirare.
Cagà. Svertare. V. Cantà fig. Battere la capata. Andare a far terra
Cagabiccer. scherz. Spilungona. Donna da cavolini (Monos. I 1). Andare a
lunga, fuseragnola. guardar l' oche al prete (Monos. 57).
Cagàda. Cacata, e dottr. Evacuazione. Andare al cassone. Uscir del secolo.
Egestione. Il cacare. (volta. Trapassare. Andare a piè di Dio. An
Cagàda. Sterco. Meta. Il cacato in una darne al criatore (Dav. Post. Tac.
Cagàda. fig. Cacata. Impresa mal riuscita. p. 629). Morire.
Cagàda. fig. Cacheria. Lezio. Leziosag Cagarèlla (che anche dicesi Caghètta,
gine. Smorfia. Affettazione – Caccabal Mòssa e simili). Cacajuola. Cacaja.
dola. Incaccabaldolatura-Grazianata. Cacacciuola. Cacasangue. Soccorrenza.
Pien de cagad. Cacheroso – Lezioso. Scorrenza. Andata. Andataccia. Diar
Cagàda. Freddura. Gioggiata. rea. Diarria. Flusso. Menagione. Mal
Cagàda. Frullo. Miseria. Pidocchieria. di pondi. Andata o Smossa di corpo.
Inezia. Cagionuzza. Vari ona cagada. Che te vegna la cagarella! Cacastec
Non valer due lupini. chi ti venga. Ti venga il cacasangue.
Cagadinna. Cacatina. Dim. di Cacata. Fonsg che metten la caghetta. Fun
Cagadór Cacalojo. V. Camer. ghi cacherelli.
CAG ( 18a ) CAG
Spuzzà anmò de cagarella o demer sia del pecc, El sangu foeura di venn
i da. fig. Avere il guscio in capo. Esse a la longa el caggia. Il latte munto
re novizio, sòro, inesperto. che sia, e il sangue uscito delle vene
Cagaròtt (Vessel). v. cont. br. Avere il - conviene che caglino. e a

mellone. Essere l'ultimo, il più dap Caggià focura. . . . . Cagliare por


poco in checchessia. La voce pare zione di latte in alcun recipiente di
bergamasca, chè da quelle genti è verso da quello in cui sta quaglian
detto Cagaròt l'ultimo nato, il caca dosi una massa di latte, e ciò per
i nidu de Siciliani. a e º a
deficienza di spazio in quest'ultimo.
Càgg o Càcc. Caglio. Gaglio. Coagulo – Caggiass el latt in di tett ai donn.
Presame. Presura si dice specialmente Quagliarsi il latte. È malattia che si
il caglio animale. i chiama Cacità.
Càgg in acqua. . . . . I lattivendoli Caggiass el metall. T. dei Gettat.
e per fare le caciuole che usano in città - Fare migliaccio. È il freddare e rap
adoperano un caglio composto della pigliarsi del metallo già fuso.
parete interna del ventriglio dei polli Caggiàa. Cagliato. Quagliato. Rappreso.
o della vescica orinaria de' vitelli Coagulato. Congelato – Condensato –
enfiate, seccate, tagliuzzate e infuse Rassodato – Assevato.
per otto o dieci di nel siero insalato. Sangu caggiaa. Sangue aggrumato.
Questa specie di caglio è quella che Caggiàa. Ammucchiato. Calcato. Pien cag
essi chiamano Cagg in acqua. giaa. Pieno zeppo. Calcato. Per es. Ona
Cagg in pan. Felcello(*aret. Voc. robbioeula pienna caggiada de cagnou.
aret.). . . . . . . . . . I manipolatori Una caciuola calcata di vermi.
che fanno traffico di caglio tagliano Caggiàda. Quagliamento. Quagliatura
in pezzettini le membrane degli sto . (*fior.). Rappigliamento. Per es. Cont
machi del vitelli lattanti che hanno ona bonna caggiada el formaggin l'è
fatto seccare, e le mescolano colla a cà. Buona quagliatura, e la caciuo
parte caseosa che s'è indurita in essi la è fatta. - .

stomachi, con sale, polviglio di per Vess in caggiada. Essere in cera. V.


pe, farina, cacio grattugiato di mala Fà lacc in Làcc. -

sorte e già divenuto ammoniacale, e Caggiàda. Latte quagliato (così il Magal.


rammollita ogni cosa con aceto, ne Let. scient. ottava, p. 1o6). Latte dei
fanno un impasto in cui talora me pentolini? Felciata? Fra i nostri con
schiano anche a frode un po' di rena tadini dell'Alto Mil. vale non già il
perchè pesi e frutti loro sempre mag latte quagliato ad arte, ma quello che
giormente alla vendita. Questo è il i si lascia tanto in riposo quanto basti
così detto Cagg in pan. - perchè cagli da sè e sfiorato per aver
El foeugh el mangia el cagg. . . . . ne il burro lasci il mero latte inacidito
Dettato dei nostri caciaj col quale in a pietanza per essi molto gradita. È
tendono ammonire del non troppo l'ory gala dei Latini – In Brianza
affocare la caldaja al momento in cui danno talora lo stesso nome anche al
si va cagliando il latte destinato a Latte sfiorato, ancorchè non sia per
farsi cacio. ancora quagliato.
Càgg. Lampredotto, che i macellai chia Caggiàda chiamasi anche il latte qua
mano Molletta. Intestino delle vitelle gliato onde si fanno gli stracchini.
che si riduce a vivanda. Cagliata(Mattioli)?
Caggià. n., e Caggiàss. n. pas. Cagliare. Caggiada. . . . . . Nel Basso Milanese
Quagliare. Accagliare. Rappigliarsi. chiamasi così il latte sì tosto che per
Coagularsi. Rapprendersi. Compigliar effetto del caglio incomincia a qua
si – Rassodarsi – Strignersi. L'asso gliarsi, cioè a perdere la sua natu
darsi d'un liquido o naturalmente o rale liquidità – La Caggiada dell'Alto
per forza di caglio o presame o di Mil. in vece è il latte quagliato da sè.
freddo, e dicesi in ispecialità del Voltà la caggiada . . . . . . River
latte e del sangue – El latt foeura ch'el sare e tramestare colla così detta
CAG ( 183 ) CAG
panmarola la superficie di quel latte i il sellaio, ficcatolo per lo più in una
che per effetto del caglio ha inco panchetta, stringe il cuoio che vuol
minciato a rapprendersi cucire. È chiamato Pince dall' Enci e
Caggiadùra. Quagliamento. V. Caggiada, Morsa dai Voc. ven., parm. ed altri.
Caggiadùra. . . . . . Il porre nel latte Càgna. T. dei Faleg. . . . . . . Sp. di
il presame per quagliarlo. , o - sergente(strenció) le cui parti sono:
Caggiass. Assevare. Rassegare. Dicesi del o Cavalètt Cavalletto - Sguansg. Guan
. burro, del brodo grasso, del sego, ecc. ce = Tirant. Tirante, i
allorchè freddando si rappigliano e Càgna. Nasello, V. Tavèlla.
fanno grumo o lastra v . ) Cagna... In alcune parti del Mila
Caggiòtt. Grumo. Coàgulo di sangue o di -inese, come a Pioltello, mi si dice
º latte quagliato. Il Caillot de Francesi. - che chiamino così una particolare
i Andà in caggiòtt, Aggrumarsi. Coa specie di rastrello a denti di ferro
- gularsi in grumi. I tº -1, i assai fitti, una linea dei quali sopra,
Caggiòtt per disprezzo dicano i conta il e l'altra sotto la costola. Di esso fan
dini brianzuoli a persona che li noi, usò per rammassare i pagliuoli del
che tentenni nell'operare, che mostri o grano in sull'aja. i -a

a dappocaggine, e simili. Càgna (o Cagno è o Cagnon). Costola.


Caggiottin. Acc. di Caggiòtt nel senso Mi si assicura che i Leccensi chiamino
disprezzativo suddetto. i e così quelle traverse che formano come
Càgher. Càccola. Cacatura. i il costato dello scafo delle barche. In
Cagher de bèe. Ciccola. Cacherello. genere Cagna vale Costola, in ispecie
Cagher de mosch o de moscon. Piana, cioè il fondo di tutta la co
Cacchioni. Cacature. º stola, chè i ritti dai lati diconsi Ca
Cagher de ratt, de legor, de co gnaeu, e Cagnon se con orecchio
nigli. Cacherello. i uscente dal bordo. - -

Caghètta. Lo stesso che Cagarèlla. V. Càgna. T. di Tint. Torcitoio. Ordigno


Caghètta. s. m. Lo stesso che Spuzzètta. col quale si spremono di su le cal
V. ma il più sovente in significato di daje le robe tinte nelle medesime.
Farfanicchio. Farfanicchiuzzo o vero, Cagnà. . . . . Il rastrellare con quella
- di Saccentino. Saccentuzzo. Presontuo specie particolare di rastrello che
i sello. Arrogantuccio. Arrogantello. Mer viene denominato Càgna. V.
dellone. Merdoso. Giovine che fa il Cagnàda. Lo stesso che Cagnaria. V.
filosofino, il letteruto, lo sputasenno, Cagnard. Canile. Letto cattivo. V. Balin.
lo sputasentenze. - I « Inscambi de duu lecc -

Cagià, Cagiòtt, ecc. V. Caggià, Cag » Gh è duu cagnard con sott domà el pajasc.»
giòtt, ecc. . . . . (Bal. Rim.).
Càgna. Cagna – Cagna calda, Cagna a Cagnaria. Chiappola. Bagattella. Corbel
cane o in caldo. leria. Cosa da nulla – Cagionuzza.
Càgna. Cagna, e poet. Fera. Dicesi di Cagnazz. Cagnaccio. Canaccio.
Donna crudele, traditoraccia, ecc. Cagnètta. Cagnina. Cagnuola. Cagnolina.
Càgna. Trama. Fà la cagna. Far la trama. - Cagnetta calda. fig. Cagna a cane?
«Anzi el gh'è vun de qui ch'han faa la cagna.» Si usa anche in qualche altro senso
(Bal. Ger.) figurato. - -

Càgna. met. Carota. Fiaba. Favola – Cagnètta. T. de Tessiti Cagna. Dente


Vend di cagn. Piantar carote. V. Balla. che impedisce al subbiello del telajo
Càgna. T. de Car. Cane? Quello stru di smuoversi da sè. -

mento che serve per adattare i cer Cagnettéra. Canile. Il covile de cani.
chioni alle ruote, cui l'Enc. dà il Cagninna. Ad. di Tóss. V.
nome di Diable o Baiton. - Cagnitàa. Crudezza leonina. Crudeltà.
Cagna. T. de Bott. Cane. Strumento per Cagnocù. Cagnuolo. Cagnolino.
imboccare i cerchi sulle botti. No avè nè fioeu nè cagnocu, V. Fioeiù.
Càgna. T. de Sell. . . . . . . Strumento Vess come san Rocch e el sò ca
di legno che ha due guance col quale gnoeu. V. in Rocch. -
CAI (184) CAL
Cagnoeü. Monachetto. Quel ferro in cui poeta questo Caijn dei cani d'ogni
entra il saliscendo (alzapè) e l'acca parte del mondo suonò aita aita!
valcia per serrar l'uscio. Caijn. Crudele. Cane.
Cagnoeü. Còstola. V. in Cagna (de barch). Caijn. Lo stesso che Rabbin. V.
Cagnocù. fig. Crudelotto. - - -
Faccia de Caijn. V. in Fàccia.
Cagnocù o Cagnolin.... Nelle Cave di Vi Cajroei (che nell'Alto Mil. dicono Cariocà).
ganò si chiamano con questo nome i Tarma. Tarlo. Dal latino Caries.
fessi trasversali naturali nell'arenaria, Andà a cajroeu. Intarlare. Tarlare.
purchè siano nell'altezza del filare. Polver del cajroeu. Tarlatura. Tarlo.
Cagnolitt. . . . . . . In campagna sono Cajroeü. Polvere del cacio (così il Bo
alcuni bivi o trivj o quadrivi di val nomi nella sua Memoria intorno ai
le o di bosco dove se voi avventu pellicelli della rogna nelle opere del
rate un passo di notte, vi danno Redi). Tarlatura del cacio, prodotta
tra piedi certi batufoletti, come chi da quel bacherozzolo che gli ento
dicesse pennecchi di stoppa, i quali mologi chiamano Acarus siro il quale
ora diventano piccini piccini ed ora si genera nella crosta del cacio e ro
si fanno grandi grandi e mandano dendolo lo riduce in polvere. Sudi
continui guaiti canini (bèp bèp). Guardi ciume, putrescenza, fermentazione
il cielo a toccarli! ne avreste graffia danno origine a tale difetto,
ture e morsi in mal dato: i cagnolitt Cajroeù. V. Formiga(Maa de la).
vanno rispettati. Ecco una delle tante Cajrolàa. Tarlato. Intarlato.
frottole che hanno spaccio tuttavia Caifass, sciocco scherzo per Caffè.
nel 1858 in que luoghi dove i furbi Cal (che pronunciamo come se fosse scritto
vogliono frodare i semplici. Càll). Calo. Scemamento, diminuzione.
Cagnón. Cagnaccio. Fà el cal o Calà. . . . . . Diconlo
Cagnón. Baco. V. anche in Gattinna. i fornaciaj quando veggono andarsi
Andà in cagnon. Bacare. abbassando nella fornace la massa
Ris in cagnon. V. Ris. de'materiali postivi a cuocere; il che
Cagnón (ed anche Camolòn).... Nell'Alto è segno di cottura condotta a termine.
Milanese si chiama così più partico Càl. Calo. Scarsità. Mancanza di valsente
larmente la larva di quello scarabeo o di peso in una moneta paragonata
rodivite che nominiamo Carugola. V. mente alla bontà legale. Dai Francesi
Cagnon (che anche dicesi Can e Cagnocù). dicesi Echarsete.
Tonchio. Gorgoglio. Gorgoglione. Calà. neut. Calare. Scemare. Mancare,
Cagnón. . . . . . Specie di malattia del Calà el pù. Mancar il verbo prin
gelso per l quale impiaga e rovina. cipale (Monos. 282) o il meglio.
Cagnon. Còstola. V. in Càgna(de barcon). Calà i ari. V. in Ari.
Cagnón. fig. Crudelaccio. Calà in man. V. in Màn.
Cagnònna. fig. Crudelaccia. Calà la terra sott ai pee. V. Tèrra.
Cagnorìn. Cagnolino. Calà on ett o pocch. Essere a un
Cagón. Merdellone, capello o a un filo. Mancar poco.
Cagón. Cacainbrache. Cacacciano. Vigliac Lassass calà magotta. Stare in sul
co. Pusillanime. Poltrone. Da poco. grasso. Far buona pasciona. Tener
Pauroso. Anche gli Spagnuoli dicono buona tavola. Non la guardare a spese
Cagon in pari significato. - per viver bene e agiatamente.
Cagònna. Vigliacca. Torna a calà. Ricalare.
Cagonscèll. Dim. di Cagón che si usa tra Calà. neut. Rinviliare. Scendere. Scemare
per vezzo e tra per rabbia coi bimbi. di prezzo, e anche assolutamente Sce
Cajenàl, Cajenin, Cajènna, ecc. dicono i mare e Calare. Per es. El vin el calla.
cont, dell'Alto Milanese per Cadenàl, vino scema o vero scema di prezzo.
Cadenin, Cadènna, ecc. L'è insci calaa el forment. Il grano
Caijn. Guajo. Guaito. Gagnolio. ha scemato di molto.
Fà caijn caijn. Guaire. Il gagnolar Calà. att. Tarare. Ridurre a meno o al
del cane. Alle orecchie d'un nostro giusto il prezzo che altri ci richiede
-
CAL ( 185 ) CAL
per alcuna cosa e che è o ci pare so Calabresèlla. Calabresella(Alb. enc. che
verchio. Per es. Cali pocch, trenta la dà per voce quasi romanesca). Sp.
lira. Tara lire trenta. di giuoco di tressetti che si fa in tre.
Calà pocch. . . . . . Ironicamente Calàda. . . . . . Il passo che si fa nella
se un mi chiede sei soldi di chec neve caduta di fresco. I Lucchesi, per
chessia e io dico Cali pocch, on sold, quanto mi si assicura,la dicono Spalata.
io coll'ambiguità di quel mio pocch Fà la calada. Fare la spalata(*lucch.).
lascio credere che diffalchi dal prezzo Spaiare la neve per farsi la via –
un soldo, mentre ne diffalco cinque Far la pesta nella neve, cioè Calcarla
ed offero uno. V” è un Poco meno appena caduta passandovi primi, co
nell'opera del Monig. intit. la Vedova sicchè assodata regga al passaggio
II, 2 1 che letto in fonte riesce, se d'altre persone.
non erro, il vero corrispondente del Fà la calada. fig. Fare il passo. Aprir
nostro Cali pocch. la via. Far la strada. Stradare. Quello
Calà (parlandosi di tele o di panni). Rien che i Fr. dicono Frayer le chemin.
trare. Per es. La tila in del sbiancalla - - - - - - - l'ha faa lù la calada

la calla; El pann a levagh el luster » Sul bon sentee, ma ti t'ee voltaa strada. -
el calla. La tela rientra alla cura; Il (Bal. Figl. prod.)
panno rientra se lo delustri. Calàda. Scalo. Via per giugnere al piano
Calà. V. Fà cl cal in Càl. dell'argine d'un fiume – Calata. Il
Calà (parlandosi di vento). Cessare. Cal pendio per arrivar all'acqua.
marsi. Sedarsi. Calàda(del sò). Il calar de'raggi del sole.
Calà (parl. del sole e della luna). Ca «Quando vede il pastor calare i raggi
lare. V. in Calàda. In del calà de la » Del gran pianeta. . . . . - (Petr.)
lunna. A luna scema. -
Càlam. T. de Droghieri. Erba cannella.
Calà. Scadere. Essere scarsa. Non avere Acoro vero. Càlamo aromatico o odo
la moneta il suo giusto peso. rato. Pianta esotica, detta Acorus ca
Calàa. Calato. Scemato. Mancato. lamus dai bot., che ha foglie e radice
Calaa. s. m. pl. . . . . . Quelle rastre di sapore aromatico.
mature di maglie che si fanno nelle Calamàndria. Durante. Nome di una sp. di
calze per adattarle convenientemente pannolano lustrato da una parte come
alla forma delle gambe. È il contrario il raso, detto Calmande anche dai Fr.
di Cressuu. In qualche libro ho letto Calamandria a brocchètt. Durante
i Cali in tale significato. broccato ? Durante a fiorellini.
Calabràgh. Calabrache(“tosc. e poet.pis.). Calamandria fiorada. Durante da
Giugà a calabragh. Giocare a cala mascato. Durante a fiorami.
brache. Specie di giuoco che si fa Calamandria giardinada. Durante a
colle carte da tressetti in più perso opera? Durante screziato.
ne. Messe in tavola quattro carte del Calambór. . . . Sp. d'enimma fatto con
mazzo, e distribuite le restanti ai due o più vocaboli. Dal fr. Calembourg.
giocatori, ciascuno piglia dal tavoli Calamità. Calamitare. Stropicciare un
no quelle carte a cui ne ha di simili, ferro sulla calamita per magnetizzar
come chi ha un sette piglia il sette lo, o Far passare la calamita sur un
se è in tavola, o un cinque e un corpo. Gli orefici per es. calamitano
due se vi siano, e in fin del giuoco la mondiglia o spazzatura che si dica
si contano le carte che ciascuno ha prima di darla ai mulini per estrarne
in mano, e chi più n'ha, quello rie l'oro, e ciò a fine di rinettarla dalle
sce vincitore. Questo giuoco è quello parti ferrigne onde per solito è piena.
che i Francesi dicono volgarmente Calamitàa. Calamitato. Part. da Calami
Jouer a cu-bas – Appartiene a questa tare.

specie di giuoco quell'altro che si fa Calamitta. Calamita, e dottrin. Magnete


colle carte da tarocchi, e che fra noi – V'è anche la Calamita bianca(Targ.
viene detto della Balocca ; e vi ha Viag II, 569) che è una specie d'ar
affinità anche la Briscola. V. gilla con vene marziali.
Vol. I. 24
CAL ( 186 ) CAL
Calamitta Bussola. Quella scatola che ha Andà attorno cont i calcagn. An
in sè l'ago declinatorio. Toeiù-sù tavo dare in calcagnini ? Camminare ap
letta, calamitta e nivell. Prender seco poggiandosi tutto sulle calcagna, il
tavola pretoriana, bussola e livello. che è difetto rimproverato spesso
Calancà. Calancà. Calancar. Calencàr. dalle madri ai fanciulli.
Sp. di tela stampata a fiorami e figure. Andà l'amor, el mangià, e sim. finna
Calandra. Allodola cappelluta. Cappel in fond di calcagn. V. in Fónd.
laccia. Uccello noto che è l'Alauda Andà la vocuja in di calcagn. Uscire
cristata degli ornit. Notisi che la Ca il ruzzo o la voglia V. in Voeüja.
landra dei dizionari è un tutt'altro Settass sui calcagn. Accoccolarsi.
uccello che la nostra Calandra, cioè Stare o Essere coccoloni o coccolone
a dire ch'essa è quello che noi chia o a sedere sulle calcagna.
miamo Re de loder o Loderon. Tirà-sù el fiaa del fond di calcagn.
Calànt. Scarsa. Addiettivo di moneta V. in Fiàa.
che non sia di giusto peso. Calcagn. Calcagno. Calcagnetto. Calca
Calàster. s. m.pl. Sedili. Que cavalletti gnino. Quella parte di una scarpa che
su cui posano le botti. Il Diz. Zan. corrisponde al tallone del piede. Og
registra anche le Calastre. gidì questa parte è da noi detta più
Mett in calaster. T. de Murat., Scar comunemente Talon così per le scarpe
pellini, ecc. . . . . . Mettere a gia da uomo come per quelle da donna
cere colonne o lastre di pietra o di Allorchè erano di moda i calcagnini
marmo su due travicelli o su due alti nelle scarpe da donna, la voce
fascetti di vimini o simili, equilibrati Calcagn era tra noi esclusiva per tali
per modo che i pesi estremi che avan scarpe, e chiamavamo Calcagnitt anche
zano per di quà e per di là dai due i più gentili fra questi oggi detti Talon.
travicelli corrispondano al medio, aſ Alt de calcagn. . . . . . Dicesi di
finchè il marmo o la pietra non s'ab scarpa con calcagno alto.
biano a spezzare nel mezzo. Bass de calcagn. . . . . . Dicesi di
Calàster. s. m. pl. . . . . . Ne'torcolari scarpa con calcagno basso.
da vino sono que travicelli che s'usano Calcàgn. Calcagno (V. Alb. enc. in Calza).
per ajuto di pressione di mano in mano Dicesi nelle calze e ne peduli quella
che le vinacce scemano di volume. parte che deve coprire il calcagno
Calastria. v. cont. Carestia. V. Carestia. del piede – Mett i contraffort ai cal
Calastritt. . . . . Piccioli sedili da botti. cagn. Fortezzare le calcagna.
Càlca. Calca. Folla. Frotta. Frotto. Fu Calcagnàtt. . . . Lavorator di calcagnini,
ria. Popolo. Pressa. Turba. Torma. chi ſa tacchi da scarpe, zoccoli, ecc.
Calcà. Calcare. Premere. Aggravare. Calcagnin. . . . . Calcagno di zoccolo.
Calcà la penna. V. in Pènna. Calcagnin. Ad. di Nas. V.
Calcaghela-sù. fig. Carotare. Pian Calcatrappola. . . . . . . . Ignoro quale
tare una carota. V. in Pettà. oggetto rappresenti da vero questo
Calcaa. Calcato. Fitto. Ristretto – Oh nome, se pure, atteso il latino Cen
l'è calcaa, El gh ha di ann calcaa. tumcapita, non vogliam credere che
E non è come l'uovo fresco nè d'oggi, abbia affinità colla Calcatreppola o col
nè di jeri. E dicesi di persona in sul Calcatreppolo dei dizionari, abbenchè
l'età. Il lat. Quem dereliquit juvenilitas nè funghi nè eringii credo siansi mai
– Parl. di donne V. in Polanchètta. veduti nel luogo ove pone la calcatrap
Calcàda. Calcatura. Calcamento. Premitura. pola quel nostro volgare che dice:
Calcada de penna. Acciaccatura. Sul campanin de sant'Eustorg
Calcadinna. Calcatella (Caro Stracc., III, Ghe sta ona calcatrappola
1). Leggier calcatura. Con cent trii calcatrappolitt,
Calcàgn. Calcagno, e al pl. i Calcagni o Calca pussee la calcatrappola
le Calcagna – Le calcagne disse Dante Che tutt i cent trii calcatrappolitt.
per la rima – La parte deretana del È certo però che questo volgare s'usa
piè cui è sostegno l'osso detto Tallone, specialmente co fanciulli per iscioglier
CAL (187) CAL
loro la lingua invitandoli come per Calcinètt per Calcinàzz (malattia degli
giuoco a profferire sveltamente questo uccelli e dei bachi da seta). V.
dettato in cui le intrigate combina- | Calciniroeü (che altri dicono anche Cal
zioni sillabiche tra tri gli obbligano cinaroeiù, Varoeùla o S'cioppiroeüla).
a scioglier bene la lingua per tutte Sbullettatura. Quel getto che fanno
e prestamente pronunziare le voci. gl'intonachi di calcina d'una porzion
Calcedònia. V. Calcidònia. cella di lor superficie per lo più di
Calchéra. Calca. Pigio. Folla. Dal greco figura tonda, simile al cappello o alla
xxpxxipo dice il Varon de Milan. testa d'una bulletta o d'un chiodo.
Calchéra. v. dell'A. M. Calcdra. Fornace | Calcinna (che il popolo dice più comu
da calcina, e dottr. Forno calcinatorio. nemente Colcinna). Calcina. Calce. So
Nel Basso Milanese diciamo Fornas de stanza minerale notissima, detta così
colcinna. La voce latina Calcaria è anche allora quando mescolata con
quindi vegeta e viva, come altre voci acqua e rena si usa per murare. La
latine moltissime, solo nei nostri monti. calce mescolata con troppa rena di
Nelle vicinanze di Pescate poco lungi cesi Calcina magra; quella con man
da Lecco è un casolare intitolato co rena che occorra Calcina grassa;
Calcherin, cioè Fornacetta da calce. quella non ancora bagnata Calcina
Calcheràtt (che altri dicono Calcinàtt o viva; bagnata che sia Calcina spenta;
Colcinàtt) v. dell'A. M. . . . . Padrone, bianca e pastosa molto Calce slattata
Conduttore o Lavoratore di calcara, o Grassello; la più scelta e meglio
Fornaciajo da calce. spenta e lavorata Fior di calcina o
Calchin per Scarcasciàtt. V. Calcina colata (Targ. Viag. IV, 15)
Calcidònia. Calcedonio. Calcidonio. Cal che i Francesi dicono Lait de chaux.
cedonia. Gemma e Pietra note. Calcinna forta o de Geradadda.
Calcidònia. T. delle Arti. . . . . Specie Calcina forte (Targ. Viag. I, 287 e
di brunitoſo che ha la capocchia di passim). Roccia calcarea.
calcidonia – Quello de'cartaj è un' Calcinna dolza. Calcina dolce(Targ.).
asta cilindrica nella cui cima è ina Busa o Foppa de la calcinna. Cal
stata una calcidonia o una simil pietra cinajo.
augnata, colla quale bruniscono a Fà la calcinna. Intridere la calce.
freddo i loro lavori, le legature dei Sass de calcinna. V. in Sàss.
libri, ecc. Smorzà la calcinna. Spegnere la calce,
Calcinaro è. V. Calciniroeù. Tocch de calcinna tropp cott. Pezzi
Calcinàtt per Calcheràtt. V. di calcina sferruzzati. Quelli che co
Calcinàzz. Calcinaccio. Rottame di calce cendo eccessiv.º assumono color ſerri
secca già stata in opera nelle mura gno come i matton ferrigni(fariaei.V.).
glie, mista con frantumi di mattoni. Càlcol. Calcolo.
Calcinàzz. Tàrtaro. Calcinaccio. Chi si Fà calcol sora ona cossa. Fare di
lascia fra denti quel pattume o quella segno o assegnamento sopra checches
poltiglia che dicasi la quale vi s'in sia. Pensar di valersene – Vale an
crosta dopo il mangiare, va col tempo che Pormente. Fare attenzione a chec
soggetto a questa sp. di calcinaccio. chessia. Badare. Aver occhio.
Calcinàzz. Calcinaccio(Diz. Zanob.). Spe Tegni a calcol. . . . . . Tener pre
cie di malattia negli uccelli che è sente l'esibizione altrui per valersene
una costipazione con rassodamento a un bisogno. La frase Tenere a cal
dello sterco. colo è spiegata dai diz. in altro sig.
Calcinàzz(Maa del). Calcinamento. Il di- | Calcol. s. m. Calcolo. Renella.
ventar di gesso(*fior.). Malattia mor- | Càlcol. s. f. pl. V. Càlcor.
tale dei bachi da seta, la quale si | Calcolà. Ragionare (Prat, della mercatura
riconosce a certo muſſore bianchiccio di F. Balducci Pegolotti nella Decima
che ne ricopre il corpo – Il dottore fiorentina del Pagnini). Calcolare. Sott
Agostino Bassi di Lodi la chiama il sora el calcoli cent lira. Sotto sopra
Calcino. -

lo ragiono o lo calcolo cento lire,


CAL ( 188 ) CAL
Calcoladór. Calcolatore, d'un aut. pis). Pigliarsela a un quat
Calcón. Stoppaccio. Stoppacciolo. Quella trin la calata. Proceder lentamente,
stoppa o carta o borra che si calca freddamente, da pigro, tranquillarsela.
sulla carica posta ne fucili, nelle pi Caldànna.Calda.Scarmana. V. Scalmanòzz.
stole, ecc. per tenervela ferma e in Caldànna. Smalto (Last. Op. III, 554 ).
sesto. Ne cannoni, mortaj, ecc. si Battuto? Quel suolo di cemento che
chiama Boccone; e i Bocconi si di si stende sull'ultima impalcatura delle
stinguono in Stoppacci, Sfilarze, e case per sempre più assicurarle dai
Bocconi di fieno, secondo che sono danni dell'acqua che mai penetrasse
batuffi di stoppa, di cordami rotti, o pel tetto. È quello che i Latini dice
di fieno. Il Diz. d'art. li dice anche vano Barbarica o Subtegulanea.
Stoppagli, Sfilacce e Foraggi, senza Caldànna de forno. Smalto(Gior. Georg.
però addurne autorità accettate. XV, 277). Cemento onde si ricopre
Calcón. . . . . . Tappo da mortaletti. la volta de forni.
Calcón. Ammostatojo. V. Folador. Caldànna.... Alcuni fornaciai chiamano
Càlcor (o Càlcol). Càlcole. Regoli appic così quella terra onde coperchiano la
cati con funicelle ai licci del pettine pel cotta in sulla fine; altri fanno questo
quale passa la tela, in sui quali il tes nome sinonimo di Piana de fornas. V.
sitore tiene i piedi, e ora abbassando Caldàr. s. m. Caldaja e ant. Caldajo.
l'uno, ora alzando l'altro, apre e serra Noi per Caldàr intendiamo sempre
le fila della tela, e formane il panno. vaso da cucina di rame , i Toscani
Càlcor. Calcole. Diconsi anche quelle per Pentola intendono e questo nostro
del telajo de calzettaj, del tornio vaso e quel di terra che noi diciamo
de'torniaj, ecc. Le Pedales de Franc. Pignatta, e Caldaja chiamano volen
Càlcora. T. de Tessit. Calcola. V. Càlcor. tieri il grande caldajo di rame che
Calcoritt. Calcolini. Regoletti mobili ri noi diciamo Coldera.
spondenti alle calcole. V. Càlcora. Tenc come on caldàr. Nero quanto
Càld (che il volgo e i contadini dicono un corvo ?
più volentieri Còld). s. m. Caldo. Cal Caldariglia. v. a. sp. Caldano. Caldanino.
dezza. Caldura. Calore. Caldarin. Calderotto. Calderuola. Calda
Calà el cald. Allenare o Scemare o Caldarinoeò. Calderottino. (juola.
Scadere o Allentarsi il caldo. -

Caldaron. Caldajone. Calderone.


Cald e fredd. Alternativa di ealdo Mett in del caldaron o Mett tutt
e freddo. coss in del caldaron. Fare un cumbru
Fà on cald de no dì. Essere un caldo gliume('aret. Vocab. aret). Fare d'ogni
stemperato, grande, ardente. erba fascio. Mettere tutto in uno. Fare
Lavorà per ciappà cald. V. in Lavorà. strada d'ogni prato. Mescolare, con
No fà nè cald nè frecc. V. in Frècc. fondere molte e diverse cose insieme.
Càld. ag. Caldo. Caldarón. met. Miscuglio. Guazzabuglio.
A sangu cald, e Vess cald de sangu. Caldéra, ecc. V. Coldéra, ecc.
V. in Sàngu. -
Calderón. V. Caldaròn.
Cald cald. Caldo caldo (Fag. Sordo Caldin. s. m. Calduccio. Caldo moderato.
fatto sentir per forza ll,8). In fragranti. Caldin. ag. Caldetto. Calduccio
Cald come on forno o come ona Caldinètt. s. m. Caldicciuolo. Calduccio.
Stua. . . . . S'applica a luogo assai Caldón. Caldaccio. Afaccia. Gran caldura.
caldo. Il 9 fait chaud comme dans Caldùra. Caldura. Gran caldo. Calore di
un four dicono i Francesi. stagione. San Lorenz la gran caldura,
Cald come on ratt. V. in Ràtt. san Vincenz la gran freggiura, vunna
Tirà aria calda. V. in Aria. e l'oltra pocch la dura. V. Vincénz.
Toeussela calda. Pigliarsela (Gua Calénd. Calende. Calendi. Calen. Capo
dag. Poes. I, 76). Riscaldarcisi. In mese. Il primo giorno del mese. La
fervorarsi. Rinfocolarvisi. voce Calend è affatto sconosciuta in
Toeussela minga calda. Prendersela città, ma in campagna, e specialmente
a sei quattrini il braccio(“tosc, e Rime nell'Alto Milanese, è tuttora vivissima,
CAL ( 189 ) CAL
Per es. i cont. ivi dicono A calend Andà o Mandà in Calicutt (che an
o caren d'magg vegnaroo a trovav. che diciamo finna giò a cà de Dia o
Verrò a vedervi a calen di maggio finna a cà del diavol). Andare o Man
o il calen di maggio o alle calendi o dare in finibus terre (Sacch. Nov. 217)
alle calende di maggio. Per calen di o in Orinci o in Chieradadda o in
maggio sarò a vedervi. Chiarenna o nelle France maremme,
Calendàri. Calendario. Direttorio. Diario cioè in luogo lontanissimo.
ecclesiastico. Fra noi più comune Càlid. Calido. V. Calorént.
mente si usa in significato di Disuti Calimón o Calmón. Paleo. In alcune
laccio, Cero, detto però sempre a per parti dell'Alto Milanese, e special
sona grande, spilungona, fuseragnola. mente a Merate, vale quello che noi
Stà-lì in pee drizz come on calen in città diciamo Pirlo o Birlo(palèo).
dari. Starsi impalato come un cero. V. – La voce ha fisonomia greca, se
El podeva pur tiramm foeura di pur non si vuol dire veneziana (cal
oeucc quell calendari. E poteva pur mon per bastardone nesto).
levarmi dinanzi quel cero. Calissoar. T. d'Or. Allargatoio. Broccajo.
Calepin. Calepino. Ve n'ha di grandi, mezzani e piccini.
Calèss. Calesso. Voce poco usata e fra Calissôn. Colascione. Specie di liuto a
i soli vetturali o nella frase due sole corde e collo lungo, uscito
No vessegh calessi de ritorno(Porta d'uso fra noi, e solo rivivente in oc
Rime inedite). Non trovar cavalli di casione di mascherate pulcinellesche.
ritorno (Monig. Teseo I, 5). Non po Calissôn. Ossaccia senza polpe.V.Calossón.
tersi retrocedere da alcun luogo. Càliz. Calice.
Caliber. T. de Calzettaj. . . . . . Stru Pè o Pedestall. Pianta – Botton.
mento che fra noi aggiugne a circa Nodo = Culett o Foeuja o Coppin.
otto centimetri, e per mezzo del qua Coppettino = Coppa o Vas o Tazza.
le si viene in conoscenza del numero Vasetto, Coppa.
a cui appartiene qualunque telajo da Càll. Calo. V. in Càl.
far calze, cioè a dire di quale finez Càll. Càllo. Vegnì sù el call. Incallire.
za esso le lavori. Divenir calloso.
Caliber di tondin. T. di Zecca. . . . . . Fagh dent el call. fig. Incallire.
Quel modello che serve a riconoscere Farci il callo.
la giustezza del diametro dei piastrini Calmée o Calmér o Calméri. Tariffa.
(tondin) da coniarsi monete. Determinazion di prezzo o sim. V.Mètta.
Calicc. v. ant. dell'A. M. Casale. Casa Fà-sù tant calmeri su ona robba.
lino. Casalone. Casalonaccio (Targ. . . . . . . . Ventilar eccessivamente
Viag. III, 29, VI, 29). Casetta rovi checchessia o farne gran casi.
nata e disabitata che sorga ne'boschi, Calmon. V. Calimón.
o ne prati, o ne vigneti montanini o Calmùcch. Calmouck. Pelone. Panno lano
colligiani a tenervi luogo di capanno di pelo lungo, specie di carpita ma
per rifugio momentaneo ai contadini. fine, e forse una sola cosa coll'an
Nelle nostre scritture latine de bassi tico Cammucca.
tempi leggesi spesso la voce Caligium Calònegh. v. cont. br. Calònaco. Idio
che rappresenta questo Calicc fratello tismo comune ai Veneziani, ai conta
forse del Chalet delle Alpi, e affine dini di Toscana e a que dell'Alto Mi
al latino Parietinae. lanese in luogo di Canonico.
Caliccò. . . . . Specie di tela di cotone Calor. Riscaldamento. Sudamini. Pruzza.
finissima vergata e colorata in più Ribollimento. L'Ebullition de Francesi.
guise, che forse ci venne le prime volte Chiamansi così in complesso quelle
di Calicut, detta anche dai Francesi bollicine minute e rosse che vengono
Calicò. Il Gior. agr. IX, 5 scrive Calicot. in pelle per troppo calore. V. anche
Calicutt. Calicut. Nome di città asiatica Espulsion.
usato fra noi per esagerazione nei Calor straportaa. . . . Riscaldamento
dettati seguenti: ribattuto dalla cute ad alcun viscere.
CAM ( 19o ) CAM
Cascià calor. Riscaldare. Essere ca Camaijn. Cammeo. Onice. Onichino. Ni
loroso o calido. Indurre caldo. chetto. Niccolino.
Parlà con calor. Parlar con calore, Camamèlla. Camomilla. Camamilla. Erba
con veemenza, con fervore. nota che è la Matricaria camomilla L.
Caloràsc. . . . . . Gran ribollimento, Càmara . . . . . . . . Nel contado e in
Calorént. Riscaldante. Caloroso. Brianza ha il senso esclusivo di Ca
Calorètt o Calorin. Caloruccio. mera da letto, Stanza da letto.
Calòss. Calòcero. Nome proprio. Camaràda. s. m. Camerata. Compagno –
Calossén e Calisson. Ossaccia senza polpe. Fra i contadini, e specialmente fra
Si dice per ischerno a persona so i Brianzuoli, el Camarada vale più
verchiamente magra. particolarmente per Paraninfo. Amanti
Calòtta. . . . . . . . Nome proprio del e fidanzati non usano que contadini
celebre pittor delle Tentazioni di andar a visitare da soli l'amante o la
sant'Antonio usato nella frase fidanzata: essi debbono aver seco il
Figura del Calotta. Figura da cem paraninfo.
bali. Figuraccia. Camaràda. s. f. Camerata di collegi e sim.
Calòtta. . . . . . . . . Sp. di berrettino Camaràscia. Cameraccia.
simile al cupolino de preti (teologia) Camarér, ecc. V. Camerér, ecc.
con questa diversità che dove quello Camarerin. Camerierino.
ricopre la sola chierica, la calotta ri Camarètta. Cameretta. Camerella. Came
copre tutta la zucca, ed è fatta a vol ruzza. Stanzetta. Stanzuccia. Stanzolino;
ta poco elevata dal centro – Dicesi e scherz. Stanzibolo.
anche di quel cupolino di carta su Fà camaretta. Far crocchio. Far sedu
gante che mettesi sotto la parrucca. ta (e per lo più ristretta e segreta),
Calòtta. Calotta. Negli orologi da tasca ed anche Tener consiglio o consulta.
è quella specie di cappelletto che Camarètta. Fascina; e propriamente fa
serve di custodia al movimento. scina composta di legne un po' gros
Calottinna. Dim. di Calòtta (berrettino). V. sette e confortate da una stiappa.
Calùnia. Calunnia, e ant. Calogna. Camarin. Camerino. Stanzino – Secondo
Calunià. Calunniare, e ant. Calognare o usi diversi hanno diversi nomi: così
Accalognare. (tore. il camerino dagli agiamenti è detto
Caluniadór. Calunniatore, e ant. Calogna Camerino o Cameretta; quello da spo
Calùsgen. v. cont. brianz. per Carisna. V. gliarvisi Spogliatoio; quello da lavo
Calvàri. . . . Si dice di persona smunta, rarvi di penna Scrittojo o Studio;
malescia, disparuta, impolminata. quello presso le guardie da depositarvi
Càlz. Calcio. Piè di lancia, fucile, ecc. gli arrestati Camerino; quello da razza
Calzà. V. Colzà. di colombi Appajatojo; quello da in
Calzà alt. Imporla troppº alto. grassar uccelli Serbatoio; quello da
Calzàa. Calzato. Vess on asen calzaa e serbar le frutte Fruttajo; quello da
vestii. V. in Asen. seccarle Seccatoio; quello da nave in
Calzadór. T. de Calz. Calzatoja. Anche genere per dormirvi gli uffiziali Ca
gli Spagnuoli dicono Calgador. panna; il consimile nelle navi d'alto
Calzètta, Calzettàscia, ecc. V. Colzètta, ecc. bordo Rancio; il simile nelle galere
Calzettée. Calzettajo. Calzajuolo. a uso dell'aguzzino Escandola; ecc.
Calzettéra. Calzettaja. Camarin del barchett. Copertino.
Calzolàr. Calzolajo. Quella stanzuccia nelle barche cor
Calzolarìn. Calzolajuccio (Zan. Rag. vana riere nella quale i viaggiatori sono al
I, 1). Calzolaretto. coperto dall'aria e dalle piogge. È una
Calzolarinna. Fem. di Calzolarin. V. sp. di felze delle gondole veneziane.
Calzolarón. . . . . . Calzolajo che fa di Camarin d'estaa chiamano alcuni
molto lavoro nell'arte sua. quello che propriamente dicesi più co
Calzón, ecc. V. Colzón, ecc. munemente Caséra del latt. V.
Calzonitt. Calzoncini (Fort. Ric. XXI, 9). Camarin d'inverna dicono alcuni quel
Camaijn Ad, di Pér. V. - lo che più com. si nomina Casiroeula V.
CAM ( 191 ) CAM
Camarin di ughett scherz. per Cà Cambiavalùtt. ) Cambiator di monete. Il
mer(cesso). V. Cambista. º Cambista dei diz. equi
Camarinètt. Stanzinuccio. Stanzerella. vale al nostro Banchér. V.
Camarón, Camarònna e Camaròtt. Ca Càmbra. Camera. Ferramento di forma
merone. Stanzone. -

quadra o tonda, e talora inginocchia


Andà o Mett in camarott. Andare o to, che si mette ne lavori a saldez
Mandare in cameraccia. V. in Presdn. za, a ritegno, a guida di alcuna loro
Camàtta. T. di Fort. mil. Casamatta. parte; e secondo scopo dicesi Camera
Camàtta. Stamberga. Casalonaccio. Ca di ritegno, di rispetto, di mira, ecc.
saccia. Edificio o stanza ridotta in Per es. Càmbra de l'arbusell di barch.
pessimo stato sì che appena vi si Camera. Scassa.
possa abitare. Cambrà i oeuv. V. in GEùv.
Camàtta. Stanza dove e si può giocar di Cambrajón. Cambraja, e forse l'antico
spadone. Stanza assai vasta, e spoglia Cambragio. Tela nota.
d'ogni masserizia. Cambrajón(Mag. Fal. fil. I, 28) . . . . .
Càmber. s. f. pl. . . . . . . . Que ferri La cambraja grossa.
che collegano le cosce(vergen) d'uno Cambrajée. Venditor di cambraja.
strettojo da olio o da vino col letto Cambrètta. Camerina (Diz. art.). Dim. di
(dormion). V. Càmbra, Cambrètta, ecc. Càmbra. V. -

Cambi. Cambio. Scambiamento. Scambio. Cambrètta. Staffa. Stanga. Spranghetta.


Càmbi. T. merc. Cambio. Ferro confitto nelle imposte dell'uscio
Segonda de cambi. V. in Segond. per reggere il saliscendo(alzapè).
Càmbi. T. de Carroz. Passo? Facoltà di Cambrì. Cambri(Lamb. Lett. p. 26). Sp. di
passaggio contemporaneo in una me tela di cotone rada come velo, e meno
desima sezione di strada a due o più fine e men fitta della garza, usata il
vetture moventi a mete inverse. Gh è più per fodera a cappellini donneschi.
minga el cambi. E non v'è il passo Cambrón. Camerone (Diz. art.). Accr. di
per più vetture. Càmbra. V.
Càmbi (che anche dicono com. Supplént).
. . . . . Chi libera altrui dal servire " per cabrosol r
soldato, militando in suo luogo. Camèll. Cammello. Le cose pertinenti a
Càmbi. . . . . . . Risoluzione effettiva questo Camelus bactrianus Lin. diconsi
d'una specie maggiore di moneta Cammelline. Noi spesso confondiamo il
nelle sue specie minori. Dromedario sotto il nome di Camèll.
Cambià (preso assolutamente, e così an Camèll o Camèllia Camelia (Targ. Toz.
che Barattà). Cambiare (Gelli Sporta in Camellia japonica). Pianta e ſiore
II, 2). Risolvere, col danaro effettivo, venuti così di moda fra noi oggidì
in ispecie minori una specie maggiore che anche il volgo li conosce e al suo
di moneta. Per es. Gh hoo cambiaa solito li stroppia in Camèll. Il Cossa
on scud in tanti soldon. Gli ho dati (Com. p. 22) ha Camèllia.
tanti soldi per uno scudo. Gh' hoo Camelòtt. Cammellotto (Gior. Geor. X,
minga de cambià. Non ho spiccioli per 285). Ciambellotto. Cambellotto. Cam
darvi resto. Noi non usiamo comun. mellino. Tessuto di pel di capra d'An
Cambia per Cangiare, ma sì Mudà. V. gora notissimo.
Cambiàl. Cambiale. Lettera di cambio. Camelott moellaa. Brussellino? Ciam
Trà ona cambial. Trarre lettera di bellotto ondato?
cambio (Raf. Borgh. Am. fur. III, 5). Camelòtt. Occhio di bue(Targ. Ist.). Leu
Assegnare un pagamento a pro d'al cantemo. Erba ch'è una spezie di
cuno per mezzo di lettera di cambio camamilla detta dai Pavesi Margaritin
scritta sur un nostro debitore. bianch o Fior grand, e dai Lodigiani
Cambialètta. . . . . . Lettera di cambio Margarita.
per poco valsente. Camelottin. T. merc. Camojardo. Stoſ
Cambiament. Cambiamento. Cambiament fetta mista di pelo e seta, fatta a fog
de scenna. V, in Scenna. gia di ciambellotto,
CAM (192 ) CAM
Caméo. Cammeo. Pietra dura con figure Caminà. Camminare. Noi l'usiamo solo
intagliatevi sopra,incastrata in anelli,ec. nel sig. di affrettare il passo, altra
Càmer. Agio. Cesso. Privato. Cacatojo. mente diciamo sempre Andù – Camin
Agiamento. Luogo comune. Destro. La na donch ! Studia il passo! Esci di
terina. Comodità. Necessario. Came passo! Vai di buon passo! Cammina
retta. Zambra. Culattaro. Culattario. forte! e comic. Mettiti la via tra piedi!
Camerotto da destro. Mena quelle seste! Spaccia il terreno !
Canna. Gola = Canon. Doccioni = Caminà. T. de Caciaj. ... Allorchè il latte
Scisterna. Bottino. Pozzo nero = Tajee. si coagula prestamente i caciaj usano
Cariello. Carello - Inglesa.... = Assa.... dire ch'el latt el camminna, così come
Andà al camer. Andare a camera, dicono ch'el va adasi nel caso contrario.
a sella, a zambra, alla cameretta. Caminàda. Camminata.
Càmer. met. Cessame. Parola di scherno, Caminadór. Camminatore.
e denota qualità di cose o di persone Caminéra. Camminetto. Spera da cammi
di poco pregio, luride, brutte. netto(“fior.). Specie di sopraornato dei
Càmera. V. Càmara. La voce Camera per camminetti da sala consistente in uno
Istanza s'è fuggita di città lasciandoci specchio contornato da ampi lavori
solo memoria di sè nelle sue corti di quadro di altezze diverse, ma di
giane la Cadrega de camera e la Ve larghezza sempre pari a quella del
sta de camera. V. Isolata sentesi nel cammino a cui si sovrappone. Il Voc.
sig. di Mercanzia, o sia come diciamo regg. dice che i Fior. chiamano Cami
Camera di commercio. Portà in came niera lo specchio posto sul cammino.
ra i cambial. Protestare le cambiali. Caminètt. Camminetto. Picciol cammino.
Cameràl. Camerale. Caminettin. . . . Picciolissimo cammino.
Camerér. Cameriere. Servitor di camera, Caminón. . . . . Gran cammino.
ant. Cubiculario. Cubicolario – Anche Camisa. Camicia.
i fattorini dell'osterie sono detti Ca Pedagn. Falda. Lembo - Manegh.
merér. Camerieri (Saccenti Rime). Maniche - Tassellitt del pedagn. Qua
Cameréra per Donzèlla. V. dreletti da piede – Fessitt del pedagn.
Camerista. Camerista. Cameriera di prin Spari da piede - Fessa (se da uomo).
cipessa. Se la Camerista è di schiatta Sparato da collo – Scalf del coll (se
gentile e giovine la diremmo Damigella. da donna). Scollo – Fessitt di manegh.
Camerlaccài.... Voce prestataci dai Ted. Spari delle maniche - Tasselitt di ma
(Kammerlaquai), e vale Lacchè di ca negh. Quadreletti degli spari delle ma
Càmes. Càmice. (mera. niche - Listin. Polsini. Solini delle ma
Camin. Cammino. niche = Manezzin. Manichini - Coll.
Fogoraa. Focolare e Preja o Pos Solino da collo e Ghed. Gleroni = Co
foeugh. Frontone. Pietra da cammino = rin. Coricino = Portinna. Gala. Digiuna.
Torrin. Fusto. Fumacchio. Fumajolo, Lattuga - Spalla o Spallin. Spalletta -
e modern. Torretta - Cappa. Cappa. Tassèj o Chigno u di spallitt. Quadre
Capanna-Canna. Gola. Tromba. Rocca. letti delle spallette – Tasse; de l'en
Negher come la cappa del camin. trada di manegh. Quadreletti. (Vedi
V. in Négher – Robb de dì sott a Camicia nel Diz. encic. d'Alberti).
la cappa del camin. V. in Càppa. Avegh i camis. fig. Avere o Toccare
Vess bon de bajà sott a la cappa la gambata. V. più sotto Dà i camis.
del camin. fig. Essere bravo come un Avegh la camisa de torg. La cami
lampo. Pigliare leoni in assenza e te cia gli si sarebbe torta. Dicesi di per
mere de topi in presenza. V. in Bülo. sona tutta in sudore.
Camin. Cammino. Il lavoro di quadro che Avegh la camisa netta denanz e
risalta nella stanza a ornato del vero dedree. fig. Aver nette le mani. Avere
cammino, ed ha Spall. Stipiti = Archi la coscienza netta.
trav. Piano o Architrave. Avegh nanca camisa adoss, o No
Mett in opera on camin. Murare un avè camisa de quattass el cuu. Non
Cammino, aver panni per indosso(Monos. 18).
CAMI ( 193 ) CAM
Non aver cencio da coprirsi. Esser Mezza in camisa. Discinta.
povero in canna. I Francesi dicono
No gh'è sabet senza sol, no gh'è
N'avoir pas une chemise sur son dos. donna senza amor, no gh'è praa
Avegh ona camisa adoss e l'oltra senz'erba, e no gh'è camisa senza
al foss. . . . Oltre al senso positivo, merda. V. in Amor.
che è quello di possedere due camicie Perd anch la camisa. Fare a perder
sole, questo dettato ha il senso figura colle tasche rotte. Straperdere in giuoco
to d'indicar Bruco, Sbricio, Brullo, Restà in camisa. Restarne in camicia
Tritone colui al quale viene applicato. fig. (Sacch. Nov. 216). Rimanere in
Botton de camisa. V. in Botton. giubbone (Machiav. Op. V. 3o4). Ri
Cavà anch la camisa a vun. fig. maner brullo, povero in canna.
Trarre il filo della camicia ad uno. S'avess de giontagh anch la camisa,
Chi lavora gh'ha ona camisa, e chi vuj fall. Vadane il mosto e l'acque
no lavora (o fa festa) ghe n'ha dò. rello, il vo' fare.
Chi fila ha una camicia, e chi non Scior mezza camisa. Messerino. Si
fila n'ha due. Se vieni primo al la gnor di maggio.
voro, resti secondo al pagamento. Se Toeiù-foeura la camisa o Trass in cami
più merti, manco ottieni (Mon. Am. e sa. Spogliarsi in camicia. Scamiciarsi?
Tac. Il, 16). Chi lavora dà le spese a Trà in camisa vun. fig. Ridurre al
chi si sta. Il Fagiuoli(Rime IV,286)disse: lastrico. Fare che altri rimanga in
« Che quei che cuce ha una camicia sola, giubbone o ne resti in camicia, rovi
» E due chi l'ago non pigliò nemmeno. » nar uno, mandarlo mendico. Mettre
Ciappà i camis. fig. . . . Essere il quelqu'un d la chemise dicono i Fr.
matrimoniaio, averla senseria di nozze. Trass in camisa per vun. Sbracarsi.
Dà i camis. fig. Dare la gambata. Spararsi per alcuno. Fare ogni possa
Licenziar l'amante. in servigio d'alcuno.
Donna che fa camis. Camiciara (vo Vess come cuu e camisa. V. in Cùu.
ce romanesca registrata dall'Alb. enc.). Camisa. T. degli Uff. Sopraccarta? Co
Fà come el dottor Isacch ch el stra perta. Sopraccoperta. Quel foglio di
sciava i camis per giustà i sacch. V. carta che sovrapponsi per custodia
Isàcch. ad atti d'ufficio, con brevissima in
In manega de camisa. In camicione? dicazione esterna del loro contenuto.
Trass in manega de camisa. Spogliarsi Camisoeù, Camisin e Camisinna. Cami
in camicione ? Levarsi l'abito e rima cetta. V. Camisocura.
nere in camicia e panciotto, o anche Avegh nanmò sutt el camisoeu o
colla sola camicia fino alla cintura. Avegh anmò brutt de merda el ca
La camisa no la ghe tocca el cuu. fig. misceu. fig. Aver appena levato la bocca
È più lieto che lungo (Sacchetti Nov. dal latte (Raf. Borgh. Am. fur. I, 1).
125). La camicia non gli tocca il culo Non aver ancora rasciutti gli occhi.
o l'anche. Non cape in sè stesso o nella Avere il latte alla bocca o il guscio in
pelle o nel cuoio. È a nozze. Non può capo. Vale esser ancor giovane, soro,
stare ne' panni. Dicesi di chi dimostra novizio, non aver giudizio perfetto.
soverchia contentezza di checchessia. Camisceùra. Camicetta. La Camiciuola dei
L'è pù inanz la camisa ch'el gip diz. pare che valga solo per quegli
pon. V. in Gippon. oggetti che noi diciamo Gipponin o
Levà-sù con la camisa inversa o Bianchetta. V.

Avè miss-sù la camisa inversa. fig. Bell in fassoeura, brutt in cami


Aver messo la rete torta (Ambra Furto soeura col suo rovescio Brutt in fas
III, 5). Dicesi a chi è di mal umore soeura, bell in camisoeura. . . . . . .
e brontolone più del solito. I Fr. Dettati famigliari alle donne colle quali
dicono Il s'est leve le cul devant, vogliono inferire che la esperienza ha
le cul le premier (Roux Dict.). provato loro riuscir bello da giovane
Mett-sù la camisa. Mettere o Indos chi era brutto da bimbo, e i bei bimbi
sare la camicia. Incamiciarsi? tornare assai volte brutti giovani.
/ ol. I. 2 a
CAMI ( 194 ) CAM
Con la guggia e la pezzoeura se ten Càmp. Campo. Piaggia(Gior. Georg. III,
in pee la camisoeura. . . . . . . Non 289). Fra noi in generale intendesi
isparagnando fatica nel racconciare a per piano coltivato a grani e gelsi ma
tempo le cose d'uso si fa buona figura non avvitato, a differenza del Loetigli
senza bisogno di ricorrere botto botto che ha anche viti. - - -

a nuove compre, e a continui sborsi Camp de biava. Campo imbiadato.


rovinosi per l'economia famigliare. Camp de fav. Favule. Il Manni nelle
Camisorin. . . . . Picciolissima camicetta. Vegl. tosc. IV, 25 ha anche Baccellaio.
Camisòtt. Camicione? Il Camiciotto dei Camp de pastura. Campo compascuo.
diz. pare che valga solo per gonnella De camp. Cumpio – Camporeccio.
- o sottana. Noi usiamo Camisott spec. Campereccio. Campestre. Campestro.
per Camicia da scuderia collo sparato Pientà lì l'and e el camp, o Pientà-li
da tergo, la sottana de beccaj diciamo socch e sacch e fusella. V. in Fusèlla.
propriamente Guarnascia, quella dei Semm chi nun al camp di cinqu
carrettieri Blusc, la gabbanella de mi pertegh. Qui è dove giace Nocco.
litari Sarò, quella degli archivisti in Camp (Dà). Dar campo, tempo, spazio.
uffizio e de preti viaggianti Spolve Càmp.... Ognuno di que” ſilari di canne
rinna, ecc. V. che veggonsi di faccia negli organi
Cammàster. V. Cappmàster. divisi dai colonnini dell'armadio.
Cammìn, Camminà, ecc. V. Camin, Ca Càmp. T. mil. Campo. Da noi si conobbe
minà, ecc. e usò questa voce dopo l'Attendamento
Càmola (in genere). Baco. Bruco. fatto in settembre 1858 nelle vicinanze
Frut con la camola. Frutto bacato di Milano, che nominammo Campo.
o bruciolato o bacaticcio. Campà. Campare. Voce usata solo in
Càmola. Tignuola. Turma. Tarlo. Insetto Campà a l'ussara. V. Ussàra.
che rovina i panni, i libri, ecc. È la Campassela. Godere. Darsi tempone
Tinea sarcitella di Linneo. o festa o buon tempo – V. in Passà.
Andà a camol. Intignare, Campàda. Campo. Ogni largura vistosa di
Bus di camol. Tignuole. Intignature. superficie che s'abbracci ne lavori di
Càmola. Baco della farina. Baco di crusca. quadro, nelle pareti, nelle dipinture.
Insetto che sussiste nella farina am Campàda. . . . . Nelle strade si chiama
montata, ed è cibo graditissimo dei così lo spazio compreso fra piuolo e
rusignuoli. È la larva del Tenebrio piuolo(tra paracarr e paracarr).
molitor di Linneo. -

Campàda. Campata. Passina (Diz. art.).


Càmola o Camolètta. . . . . . . Insetto Spazio compreso fra pila e pila nei
che perseguita le api, detto Phalaena ponti. -

tinea cerella dagli entomologi, Campada. . . . . Quella stanza sfondata


Càmola. . ... Verso il Lodigiano la lar che è serbatoio del sale presso le Ga
va di quell'insetto cui gli entomologi belle del pubblico. È detta così anche
danno il nome di Falena dispari. nelle altre province di Lombardia.
Càmola. Baco del cacio Zecca del cacio. Campagna. Campagna. Fra noi è voce
Insetto noto che è l'Acarus syro degli generica la quale comprende Camp,
entomologi. -
Laeugh, Vigna, Ronch, ecc. V.
Camolàa. Bacato. Bacaticcio. Bruciolato. Quand i nivol van a la montagna,
Dicesi delle ſrutte guaste dagl'insetti ciappa la zappa e va in campagna.
in genere. V. in Nivol.
Camolàa. Tarmato. Intignato. Sorbett de campagna. V. Sorbètt.
Camolètta dicono nell'Alto Milanese la Usell de campagna. fig. . . . Uomo
Càmola di avi. V. libero di sè. V. anche in Usèll.

Camolon lo Campàgna. Villa. El gh ha ona bella


Camolòtt) brianz. per Cagnòn(baco). V. campagna. Ha una bella villa.
Camosciàda. Ad. di Pèll. V. Campàgna. Villeggiatura. Fà bonna cam
Camózz. Ad. di Cavalér. V. pagna. Villeggiar bene. Anda in cam
Camozzinna. Ad. di Galètta. V. pagna. Andare in villa,
CAM ( 195 ) CAMI
Campàgna. T. d'Agrimens. . . . . . . . Campanèlla. Campanella. Campanetta.
Quello spazio di tempo in ogni an Campanin. Campanile. Torre. Quella
nata nel quale attendesi ai lavori torre su cui stanno le campane –
geodetici sul terreno. Quell'arcuccio che s'innalza sul muro
Campàgna. T. mil. Campagna. A tempi d'una chiesuola ed ove si bilicano una
andati valeva tutto il tempo di cia o due campanette al più, dicesi dagli
scun anno in cui si solea guerreggiare, Architetti Campanile a vela.
e comprendeva Primavera, Estate ed Fà campanin (che altri del contado
Autunno, dicendosi particolarmente dicono anche Fà campanna). Far quer
Far campagna d'inverno se mai ciò ciuolo o querciuola o quercia. Posato
accadeva. A nostri di si estese a de il capo in terra mandar le gambe al
notare tutto il tempo d'una guerra. l'aria dilatate, e fare a così dire al
La prima guerra punica sarebbe stata bero del proprio corpo, giochetto dei
pei militari odierni una campagna. fanciulli che i Reggiani dicono Gambe.
Andà in campagna. Uscire alla cam No gh'è magher campanin che no
- pagna? Uscire alla guerra. daga pan e vin. . . . . . . . . Non è
. Stà in campagna. Battere la cam parrocchia, per meschina che sia, la
pagna? Militare. Guerreggiare. quale non dia modo al paroco di viver
Campàgna. Sbirraglia. Birreria. Vale il bene, e anche in generale La condi
corpo del birri, e tra noi singolar zion del prete non lascia mai misero.
mente si diceva di quelli contraddi Rar come i campanin in di sces.
stinti col nome di campagnaeu perchè i È come i campanili di contado(Monos.
solevano uscir di città per arrestare p. 4o9). Dicesi di cosa non frequente,
i ladri infestatori del contado. come sono i campanili in contado che
Campàgna.... Fra i vetturali orari detti ivi s'affacciano più radi rispetto al
. Fiacristi vale Scarrozzata assai breve. bosco che se ne vede nelle città.
Campàgna! Lo stesso che Coi fiocch o Campanin. Campanello, e con voci ped.
A quell Dio. V. Fiòcch, Dio. e scherz. Tintinnabolo o Tintinnabulo.
Campagnàda. Scampagnata(“tosc. Rosini Andà a tavola a son de campanin.
Signora di Monza). Breve gita a di fig. V. in Tàvola.
porto in campagna. Dovè mandà a cercà cont el cam
Campagnètta. Villino. Villetta. panin. Volerci un almanacco per trova
Campagno è. Sgherro. Birro. Zaffo. Sa re uno (Mon. la Ved. I, 7). Volerci la
tèllite. V. più sopra in Campàgna. Il carta da navigare. Dicesi per mostrar
Capo di questi Campagnou era quello difficoltà di rinvenire chicchessia, al
che il Caro (Let. fam. III, 285) chia ludendo alla costumanza ch'era tra noi
mava Bargello di campagna. di mandare a suon di campanello in
Campagnon. Campagnone (Targ. Viag. traccia dei fanciulli perduti col pub
V, 121). Gran campagna. blicarne ad alta voce gl'indizj.
Campagnòn. Capoprante? (Gior. agrar. Campanin. Giacinto. Jacinto. Granbret
tosc.). Nel Basso Mil. è detto così quel - tagna. Fiore notissimo.
campagnuolo che ha per unico officio Campanin. Convolvolo arcense. Sorta di
il rivedere i lavori campestri, e invi pianta e fiore che anche i Proven
gilare perchè siano eseguiti a dovere. zali chiamano Campanetti. V. Velùgora.
Campagnon e Campagnon d'on omm Campanin salvadegh o de praa. Giacinto
(modo brianz. forse corr. dall'ital. stellare ceruleo. Scilla bifolia.
Compagnone). Omaccione. Campanin per Campis. V.
Campanà e Campanà-giò. Scampanare. Andà-sù a campanin. Far colonnata
Campanà. fig. Sonare il campanello un (così nell'Alb. bass. in Pointe). L'in
miglio lontano (Don. Zuc. 2o5 retro). nalzarsi verticalmente verso il cielo
Sonare il corno. Sonare. Ammorbare. o di volo o di getto. a

Allezzare. Scompuzzare. Puzzare. Putire Campanin. v. di gergo mercant.... Allor


fieramente. Essere carne stracca. chè un mercante vi dice se intendete
Campanatt. Campanajo, Campanaro, comperare le sue tele, i suoi panni, ecc.
CAM ( 196 ) CAM
col campanin o senza, egli vi domanda ricordo consonante col dett. volg.
se li volete col bollo delle pubbliche Buon giudice spesso udienza, raro
gabelle o no; se vi parla di Campanin credenza(Monos. pag. 584).
fiammantintende nominarvi quel bollo Dà la campanna a on serc. V. Sérc.
contraſlatto; e se vi ricorda Campa E daj con sta campanna. E dagli
nin rimess, v” indica un bollo legale con questa canzone o con questa favola
sì ma stato tolto da altra merce e dell'uccellino? che viene a dire Voi
rappiccato a quella di cui fa parola. fate sempre un medesimo verso, voi
Campaninàda. Scampanellata("ſior). So dite sempre quel medesimo, io ne so
nata di campanello. no ristucco.
Campaninoeiù. Campaniluzzo. Fabricator de campann. Campanajo
Campanitt (o Fèrr). T. de Mugn. s. m.pl. disse con voce ambigua il Cellini.
Ferri. Que ferri che sono posti nelle Gettatore o Fonditore di campane.
macine perchè quando non è più gra Fà campama. Far querciuolo. V. in
no fra quelle risonando sur esse diano Campanin(primo sig.).
avviso al mugnaio di rifornirle di gra Faa a campanna. Accampanato –
no. Sono i Claquets o Cliquets dei Fr. Campaniforme – Campanulato. Colz a
Campanìtt. s. m.pl. Bucaneve (Targ. Ist.). campanna. V. in Còlz. Pantalon a cam
Nell'Alto Milanese, e specialmente nella panna. V. in Pantalon.
Brianza, chiamano Campanitt il fiore Mangià-nò fin che no sonna i cam
di questa pianta che è il Galanthus pann. Fare il digiuno delle campane.
nivalis di Lin. Fo avvertire che ai (Fag. Rime I, I 16). Starsi digiuno il
caratteri botanici di questo fiore pen sabato santo finchè non si sente scam
dulo si può aggiugnere questo idio panare il resurressi.
tico che nella punta esterna di ciascun Sonà a campann doppi. ſig. Sonare
petalo di esso si osserva una mac a catasta. Sonar le campane a doppio.
chiuzza verde. Percuotere uno con replicati colpi.
Campanitt. s. m. pl. Padiglione chinese Sonà campanna e martell. V. in
(Diz. mus.). Specie di cappelluccio Martèll.
d'ottone con assai campanelli nella Sonee i campann. Sonate un doppio.
orlatura che, fatto roteare intorno Bisogna far campanone o sonar le
all'asta che gli è centro e maniglia, campane o fare un segno nel muro.
o scosso a cadenza, serve ad accom Quasi atto d'ammirazione quando ta
pagnare il suono d'una banda. luno ha fatto una cosa che non si
Campànna. Campana, e con v. ant.Glogga. reputava mai dover fare.
Ason. Trecce. Manichi - Battuda. Tirà-giò a campann doppi. fig. Bat
Testa o Testata = Coronna. Bordo. ter la cassa addosso a uno. Tagliar
Curva. Curvatura = . . . . . . Fasce. gli le legne addosso. Dargli il cardo.
Fascette. Cordoni. Cornicette – . . . Appiccargli sonagli. Sonargli dietro
Cagnuolo - . . . . . Fungo - Batacc. le tabelle o le predelle. Lavargli il
Battaglio = Anell de taccà-sù el ba capo coi ciottoli o coi ciotti. Bandirgli
tacc. Cattivello. Gruccia ovvero Colla o Gridargli contro la croce. Graffiargli
rini con viti e madreviti = Pè. Soste i calzari o gli usatti. Sparlarne assai.
gni – V. Sciòcch, ecc. Tirà in pee i campann. Sonare a
Besogna sentì tutt dò i campann. fig. distesa. Dar nelle campane traendo
All'udir una campana e non udir l'al sì vigorosamente le funi da far che
tra non si può giudicare. Odi l'altra mosse descrivano un semicerchio e
parte e credi poco. V. anche Besogna il battaglio lavori a rotta.
minga loggià a la prima ostaria in Campànna (per antonomasia). . . « « a

Ostaria – Il Fagiuoli diede questo Quella che suona ogni dì alle tre ore
bel ricordo nelle sue Rime (I, 56o) di notte il verno, alle due l'estate,
“ Chi giudica e chi regna abbia due orecchi, per intimare a vinattieri, tavernie
» E non un solo, e quello lungo e duro, ri, ecc. la chiusa delle loro botteghe.
» Non creda a niuno e senta pur parecchi. » Se un dice Ela sonada la campanna?
CAMI ( 197 ) CAM
e non più, noi intendiamo di questa, un famigliare agrario a cui si affida
sorella in qualche modo della Cam no molte delle funzioni di fattore per
pana dell'armi dei diz., ma non essa minor prezzo e con minori diritti. In
per appunto. vigila sulle operazioni campestri, bada
Campànna di vintidò. V. in Vintidò. a conti giornali d'opere e mezzadri,
Campànna. Campana(da stillare). Ha Fon ha cura del palazzo e del giardino
do e Fornello. padronale come usa il fattore, ma
Campànna . . . . . . . Rete che usa in non la come esso così estesa ammi
quella specie d'uccellare che nominia nistrazione, e lavora anche in cam
mo particolarmente Bressanella. V. pagna, ciò che quello non suol ſare.
Campànna. T. de'Pastaj. Campana. Quella È un fattore economico, una specie
parte dell'argano, accampanata e di di Casant agrario mantovano.
bronzo, nella quale si pone la pasta da Campée..... In ischerzo, e per gergo
lavorarne vermicelli, cannoncini, ecc. vale Strönzolo. -

Campànna. Campana. Vaso di cristallo Campée. Fondaccio di bottega. Rifiuto. Ro


o simile, le più volte accampanato, ba che difficilmente si possa spacciare.
che sovrapponsi agli oriuoli a pen Campée. Lucietta? Sp. di Cantharis, in
dolo, ai vasi di fiori finti, ecc. per setto che va saltellando sulla super
difenderli dall'aria e dalla polvere. ficie di certe acque, e che fa sua stanza
Campànna. . . . . . Coperchio d'alaba tra le conſerve e simili piante acqua
stro o sim., accampanato, che si so tiche. Alcuni lo chiamano anche con
vrappone alle lucerne perchè il lume nome equivoco Saltamartin.
si spanda dolce ed equabile. Campée di acqu. Caterattajo. Chiavicante.
Campanón. Campanone. Acquajuolo. Colui che ha in custodia
Giugà a campanon o ascaregabarì. le acque d'irrigazione e che le viene
Fare a scaricabarili. V. Scaregabari. distribuendo alle risaje, ai prati, ecc.
L'è sonaa el campanon. fig. Suona Vale anche Custode delle cateratte
il corno. V. Campanà fig. di un fosso naviglio. -

Campanon dicono alcuni parlandosi di Campèll e Campètt. Campetto(Last. Op.


musiche il Vocion maggiore. IV, 8o – Giorn. Georg e Agr. pass.).
Camparia. . . . . . . Ciò che pertiene Campicello. Campitello. Campicciuolo.
al campajo. Spes de camparia. Spese Camperello.
campajuole? Spese di guardia? Campéra. . . . . . . La moglie del così
Campée. Campajo. Custode de frutti dei detto Campee. V.
campi. Volgarmente in Toscana lo di Campion. Campione. Mostra. Saggio. Cam
cono il Guardia, e se ne hanno esem pion de caratter. Mostra di caratteri.
pi così frequenti nel Giornale agrario Campiòn. . . . . . . . Quella moneta o
toscano da non lasciar dubbio alcuno quel peso che serve agli aggiustatori
su questa sgrammaticatura nel parlar di zecca per aggiustar le monete col
comune, ancorchè nel tom. I, p. 496 peso. È quello che i Francesi chia
sia detto anche la Guardia. mano Deneral.
Bon de fà el campee in d'on sit Campion. Campione. Paladino. Eroe. Al
dove no passa nissun. V. in Passà. femminile Campionessa.
Ciamà pegn al campee. Levarsi avanti Campion. Sentinella.
per dimostrare che la ragione sia sua Campion (in senso dispreg.). Rifiuto.
(Cini Des. e Sp. I, 7). Far le none. Campis (che alcuni dicono anche Cam
Cantar le none. Sonar le none. Vale panin). Colonnata?(Alb. bass. in Pointe).
prevenir la domanda che uno s'im Il getto di sotto in su a vertice della
magina avere a essergli fatta con pi palla. V. Giugà a la balla in Bàlla.
gliare scuse e anticipar la negativa. Fà campis o campanin. Far colon
Fà el campee in d'on sit. fig. Re nata? Scagliare una palla a vertice
stare a piuolo. Far mula di medico. sì che venga a ricadere nel punto
Campee.... Nome che particol. nell'Alto medesimo donde fu scagliata.
Mil, rappresenta subidea speciale. E Campsànt. Cimitero. Cimiterio. V. Capsant.
CAN ( 198 ) C AN
Campùcc. ) Campeggio. Legno dell'Hap Can de presa. Dogo. Alano. Molosso.
Campusc. t" campechianum L. Can de quaj. Cane o Bracco da leva
Camùff add. Mortificato. Abbacchiato, o da quaglie.
ed anche Scaciato. Smaccato. Can de red. Cane da seguito?
Restà camuff. Rimanere mortificato Can de tòr. Mastino. Il Canis la
– Rimanere scaciato o smaccato. nienus de sistematici.
Camùſf sost. m. Voce ora disusata che fu Can de tòr. fig. Crudelaccio! Ani
adoperata dal Balestrieri nelle locuzio mo canino ! Fiera canina!
ni seg. affini al Camuffo ecc. de diz. Can de tòr! Al corpo e al sangue!
Dà el camuff Dar l'esca. Adescare. Corpo di me ! Escl. di braveria.
Aescare. Allettare. Can ingles. Can di pelo lungo. Quel
« Prima col sò trattà, coi sò descors, lo che i Piemontesi chiamano Can cra
» Quella mozzinna la gh'ha daa el camuff.» (Rim.) vin perchè ha pel lungo come capra.
Dà el camuff. Camuffare? Ingan Can livree o de legor. Veltro. Le
nare. Illudere. Condurre in inganno vriero. Can da giugnere. Il Canis le
il cacciatore o il can da fermo. porarius de sistematici.
Se la legor corrend per dà el camuff (Ger.) Can maltes. Can mignone. Cagnoletto
Giugà al camuff. . . . . . . Giuoco maltese. Il Canis ma liteus de sistem.
di carte di cui oggidì si conosce poco Can pomer. Cane lioncino. Il Canis
più che il nome. lupiformis de sistematici.
Camuscion. Cameraccia(Dav. Post. Tac. Can saus. Cane segugio. Il Canis
p. 649). Carbonaja. Segreta. Burella. sagax o venaticus de sistematici.
Prigione appartata in cui non si con Can tanin. Bassotto. Cane inglese.
cede a niuno di comunicare col reo. Il Canis vertagus de sistematici.
Camuscion. fig.Stamberga. Stambergaccia. Ai can che rogna se ghe va minga
Càn. Cane – Le cose de'cani diconsi attorna. fig. Quando il pentolin bolle,
Canine. Cagnesche. Cagnazze – Chia non lo stuzzicare(Monos. 27o). Alla
mare a sè i cani dicesi Allettarli – pignatta che bolle le mosche non si
Pei gridari ch'e fanno V. in Vèrs. approssimano. Non istuzzicare il ve”
Can barbin. Can barbone. Can da spajo. Non ischerzar coll'orso se non
acqua. Il Canis aquaticus dei natur. vogli esser morso. - -

Can bolognin. Canino di Bologna Ai can marsc ghe va adree i mosch.


(Magal. Let scient. XI, pag. 195 – V. in Mosca. -

Fag. Rime I, 52o), e col volg. tosc. A la cà di can. Il più il più (Cec
Moffolino. Arlecchino. Mascherin da chi Assiuolo). Alla più fracida (Lasca
Bergamo. Il Moufflard de Francesi. Gelosia V, 2). Al peggior partito (Sal
Can bracch. Cane da penna (Savi viati Spina III, 2). Del mal del male
Ornit. II, 557). Bracco. V. Bràcch. (Buonar. Tanc. IV, 2). Almanco al
Can cors. Can corso(Fag. cit. dal manco (idem). Po' poi (Fag. Amor non
l'Alb. enc. in Cagnaccio). vuole avar. II, 1). Alla peggio de'peggi.
Can danes. . . . . Sp. di can tigrato; Al peggio de' peggi. Alla più trista.
il Cani pintulinu dei Sardi. Per es. Se te la tuſevetti, a la cà di
Can de borida. Cane da leva. Bracco can l'avarev poduda vedè quej voculta.
da leva. Il Canis earcitans de sistem. Se tu l'avessi avuta tu a sposare, del
Can de caccia. Cane da caccia, e mal del mal l'are' vista talvolta. A
per anton. Bracco. Can da seguito. la cà di can se vegnarà via quatter
Can de corsa? Can corridore. gnocch, soo dove metti. Due picchiate
Can de guardia. Can guardiano. ho dove porle se verran po' poi.
Can de loff o de pastor. Can ma A man a man come fa i can. To qua
stino o di pastore. Il Canis pecuarius. e dà qua. Pesa e paga (Monos. 295).
Can de pajee. Can da pagliajo. Guar Si dice in maniera proverbiale quando
dapagliaio. Il Canis villaticus de sist. si tratta con persone di poca fede.
Can de posta. Can da fermo, da Amis come can e gatt. Amico come il
punta, da impuntare. Bracco da ferma, can del bastone(Mou. p. 3). V, innanzi.
CAN ( 199 ) CAN
Andà adree come on can barbin gia mai carne di cane(“tosc. e poema
o come on bè. V. in Bè. Suivre quel d'un poeta pisano). Corvi con corvi
qu un comme un barbet dicono i Fr. non si cavan gli occhi. Lupo non man
Andà de can. Andare le cose a bioscio, gia lupo. Il lupo mangia ogni carne e
alla peggio – Sentirsi malissimo. lecca la sua. Tra furbo e furbo non
Andà-via come on can scottaa. V.Gàtt. Su Canall ſi a . - - -

A stà coi can s'impieniss de pures. Can no pò trattà che de can. La


V. in Pures. -

botte non può dare se non del vino


Avegh nanca on can che faga per che ella ha. Ciascuno fa azioni con
lor. Non aver persona che sia per sè formi a sè stesso.
(Ambra Furto II, 5). Non trovare nè Chi vour coppà el sò can troeuva
can nè gatta che abbai per sè (Fir. la scusa. Chi il suo can vuole ammaz
Lucidi IV, 1). zare qualche scusa sa pigliare.
Avè ona famm de can. Aver una Daj al can che l'è rabbiaa. A nave
- .fame da lupo. Veder la fame in aria. rotta ogni vento è contrario.
Diciamo anche Avè ona set de can, Dent de can. V. in Dént.
Avè on frecc de can, Avè on cald de Desgrazia del can fortunna del loff.
can, Avegh on maa de can e simili .... Spesso quella cosa medesima ch'è
per Aver gran sete, Avere freddo, danno per uno è profitto per altri,
caldo, male grandissimo. V. le voci. i volg. lat. Mors tua vita mea. Ortus
Can che boja no mord. fig. Cane unius alterius interitus. Bona nemini
che assai abbaja poco morde (Cecchi hora est ut non alicui sit mala. Talora
Dissimili II, 1). Can che abbaja poco può tradursi Chi per sè raguna per
morde. Il can che abbaja poco avvien altri sparpaglia (Mon. 1 o8), talora per
che morda. Can da pagliaro abbaja e Tutto il mal non vien per nuocere.
sta discosto. Abbaja il cane più quanto Dottor di can. . . . . . Chi attende
più teme. Il can che morder vuole rare a curar cani e simili bestie famigliari,
volte abbaja o rigna. E valgono Chi veterinario.
minaccia vendetta caccia. Chi vuol far Drizz come la gamba d'on can. V.
non dice. Chi far di fatti vuole suol in Drizz.
far poche parole (Monos. 2 18) = Can El can foreste e cascia el can de
che abbaja non prese mai caccia. Chi pajee. Viene asin di monte, e caccia
troppo abbaja empie il corpo di vento. caval di corte. Vien l'asin di montagna,
Can e borian . . . . Frase che s'usa e caccia il caval di stalla (Mon. 27o).
per denotare gente ignota, estrana e Prov. di frequente applicazione nelle
anche malvagia. Si direbbe, per es., città grandi ove si suol prediligere
La tal robba l'è andada a feni in tutto quello che non è indigeno.
man de can e borian. La tal cosa andò El mè can l'ha ciappaa ona mosca.
in bocca a cani (Dav. Tac. St. I, 1 o8). V. in Mosca.
Essa fu de'cani. Essa finì in man Fà facc de can. Fare visi cagneschi.
di cani (Petrar.). E ciò per dire che Far mal viso. Far viso di cane.
una tal cosa cadde in poter di gente Fà vitt de can. Stentar come un cane.
perversa, di gente straniera, scono Far vita dura, travagliosa, penosa.
sciuta, di Barbari, di Vandali, di Goti. Mener une vie de chien dicono i Franc.
Non è da tacere come Buriana sia fra Fà i robb de can. Acciabattare. Ar
i marinari il nome d'un vento assai rocchiare. Abborracciare. Fare chec
procelloso; il che darebbe forse al chessia abborracciatamente.
cuna spiegazione al nostro volgare. Fà ona fadiga de can. Durare una
Can gross. fig. Pesci grossi. Persone fatica da cani. Cacar le curatelle.
grandi, ricche, potenti, famose. Faccia de can o de can bolognin
Canno mangia can, o vero Tracan o de can barbin. Faccia di cane(“fior.
e can se morden mai, o vero I can e Rime d'un poeta pisano). Visaccio.
gross se morden minga tra de lor. Cane I bott despiasen anca ai can. Il gio
non mangia cane o Il cane non man car di mani dispiace infino ai cani.
C AN (2oo) C AN
Inrabbiss come on can. Incagnire. disfare a tutti, e perciò Conscientiae
Rincagnarsi. Far viso di cane che satis fiat: nil in famam laboremus ;
ringhia. Arrovellare. Stizzirsi. sequatur vel mala, dum bene merearis
Lassà stà i can che dorma. fig. Non (Seneca De Ira III, 41).
bisogna destare il can che dorme. Non Vess can e gatt. fig. Essere o Stare
istuzzicare il vespajo o il formicajo. amici come cani e gatti. Stare come
Lavorà come on can. Durare una capre e coltellacci. Essere continua
mente un contrasto.
fatica di cane.
Lengua de can (fungo). V. in Léngua. Vess fortunaa come i can in gesa.
Lu de per lu o Mi de per mi, o Essere affortunato come cane in chiesa.
simili come on can. Solo solo. V. in Sól. Esser de cani. Chi gli dà, chi gli dona
Molà i can. Sguinzagliare i cani. e chi gli avventa.
Lasciar i cani. Molà i can adree a Vess ligaa come on can a la cadenna.
vun. Accanare o Accaneggiare uno. Non aver tempo di rifiatare. Essere oc
Nè can nè vilan no sara uss Vin Uss. cupatissimo, non aver minuto che sia
No avè on can che ne guarda. Non suo. Etre comme un chien a l'attache
aver un cane che abbaj a sè (Mon la dicono i Fr. Essere come uno schiavo
ved. I, 1). Esser noncurato da tutti. alla catena. Essere in gran soggezione.
No vessegh manca on can. Non es Vess on can de pajee. fig. Essere
serci nè cane nè gatta. cane che abbaja e poco morde.
Parì el lecc di can. Essere un ca Vorè drizzà i gamb ai can. Voler
nile. V. in Balin. fare andar addietro la piena del rio
Pissà de can novell. fig. Avere il (Fag. Zing.). Voler dirizzare il becco
guscio in capo o il latte alla bocca. allo sparviere o le gambe a cani.
Non aver ancora rasciutti gli occhi. Torre a pettinar un riccio o a lisciar
Essere novizio, inesperto. V. Camisocù. una spugna o a dar un pugno in cielo.
Portà respett al can per el patron. Voler metter regola, sesto dove per
ſig. Chi ama me ama il mio cane. natura delle cose non si può.
Quand la legora l'è in pee, tucci Càn (per ingiur). Cane. Barbaro. Crudele.
can ghe dan adree. V. in Légora. Con mi l'è on can. Meco è acanino.
Quell che fa ballà i can. Aggirator Fà el can. Cagneggiare. Trattare
di cani. cagnescamente. Essere acanino, cane,
Ruzà come cani. Batostarsi. canibale. Trattare crudelmente.
Sangua de quell can! Al corpo e al Falla de can. Trattare cagnesca
sangue! Poffare il gran diavolo! mente – Operare da tristo.
Se no l'è loſf el sarà can, o Se no L è on can de Dio. È un canaccio.
l'è merda el l'ha cagada el can. Se Tas lì can ! Taci cane!
non è lupo, è can bigio (Pan. Av. 19). Càn. Baco. Verme. V. anche in Gattinna.
v. anche Lóſf – In altro significato Andà a can. Bacare.
Ella è tutta fava. Ella non è merda, Càn (o Cagnon). . . . Verme o Baco del
ma il can la cacò(Monos. 52o). Tanto cacio – Si sviluppa dalle uova della
zuppa come pan molle(ivi). mosca detta Musca atroglabra oculis
Sentiss de can.... Sentirsi malissimo. ferrugineis femorum basi pallida Lin.
Senza nanch di Ciavo can. Senza Càn. Cane. Quella parte della piastra
dirci a Dio nè a diavolo (Boccac. dell'armi da fuoco portatili che tiene
Giorn. VIII, Nov. 5.º). Insalutato. la pietra focaja. Le sue parti sono:
Tutt i can mennen la coa, e tutti Spinna. Cresta - Cuu Culo = Coeur.
matt o i mincion voeuren dì la soa. Cuore = . . . . Dosso = . . . . . Gola
Non si possono tenere le lingue che o Sottomascella e Barbozz de sott. Ma
non ciarlino (Gigli Don Pil. I, 1). Chi scella inferiore = Barbozz de sora o
fa la casa in piazza, o la fa alta o Ganassa. Mascella superiore - Quader.
la fa bassa. E non si lega bene la Quadrantes-Sponda. Spondella – Fond.
bocca se non a sacchi. Ognuno dice I entre – Vidon. Vite – Vid de la nos.
la sua. E vale che non si può sod Vite della noce.
CAN (2o1 ) CAN
Càn. T. de Bott. Cane. Strumento da Canàl. Canna. Cannello.
imboccar i cerchi sulle botti. Canalètt. T. d'Oref per Canalin. V.
Càn. T. de'Cavad. Cane. Tanaglia. Canalin. Canalino. Canaletto – Tròscia.
Càn. T. d'Orolog. Grilletto. Specie di Stròscia. V. Riànna.
leva da sonerie. Canalitt di laghitt o padù. Viag
Càna pronunziamo noi per Cànna. V. giòli(“marem. Gior. agr. X, 266).
Canà (v. a.). Ciance. Dal greco Kavè o o Canalin. T. archit. Glifo.
da xxv a dice il Varon de Milan. Canalin. Canarino. Candrio. Passere di
Canàa (che anche dicono Canalin). T. dei Canaria. Uccellino gentile di color
Fabbriferraj. . . . . Ordigno di ferro giallo che canta dolcissimamente, così
riquadrato, e con una codetta per detto dall'Isole Canarie donde fu por
la quale si ficca nel foro dell'incu tato in Europa. È la Fringilla cana
dine, che ha in sè una scanalatura riaL. Una varietà detta dal suo colo
entro cui si va assottigliando la così re Canalin verd o de montagna è il
detta tondinella di ferro. Canario spurio nato da passera ca
Canàda. V. Cannàda. naria e cardellino o da passera ca
Canàj. T. d'Oref Canali. Strumento, che naria e calenzuolo. Ve n'è anche
alcuni dicono anche Cucchiaia, ad uso una specie mascherata la quale dicesi
di fondere oro, argento o altro metallo Mascherino.
per gettarlo in verghe o in pretelle. Cantà come on canalin e Cantà come
Canàja. s. f. Canaglia, Canagliume. Gen on canalin de montagna. V. in Cantà.
taglia. Bordaglia. Bruzzaglia. Cana Canalin. Beccuccio (de vasi, utelli, ecc.).
gliaccia. Ribalderia. Schiuma di ri Canalin.T. de'Fab. Lo stesso che Canàa. V.
baldi. Feccia di popolo. Tondinella tirada a canalin. V. in
Canàja. s. f. Ribalda. Briccona. Tondinèlla.
Canàja. s. m. Canaglia. Furfante. Birbone. Canalin. . . . . . . Lamiera foggiata a
Barone. Briccone. Ribaldo. Scellerato. grondaja, del diametro di circa mezzo
Mariuolo. Indegno; e in sig. minore decimetro o vero d'un'oncia del brac
Ghiottone. Gaglioffo – Talvolta si usa cio milanese, o d'anche meno.
anche in significato vezzeggiativo. Te Canalin od anche Canalètt. T. d'Oref.,
see on gran canaja ve”. Forcuzza for Zecch. e sim. Verguccio?(Cellini Trat.
cuzza! Sei forche bene ve ! (tina. Oreficeria p. 15). Forse l'Echoppe
Canaja bolgirossa. Canaglia berret de Francesi.
Canajàda. Ribalderia. Bricconata. Canalin. Ad. di Carbòn. V.
Canajaria. Ribalderia. Schiuma di ribaldi. Canalinna. Passera canaria(Fag. Rim. I,
Canajàscia. Sciaguratone. Fuſantaccio. 87). Passera di Canaria. La femmina
Canajón. 3 Ribaldone. del canarino.
Canàl. Canale; dott. Dutto. Veicolo. Meato. Canalinna, Ad. di Erba. V.
Canàl de fontanin. V. in Fontanin. Canalon. . . . . . Ogni lamiera foggiata
Canal de la menestra. sch. Canal delle a grondaja, che sia superiore in dia
pappardelle. Il canal dei tozzi(tosc. e metro al decimetro o sia alle once
Poem. d'autor pisano). Il gorgozzule. due del braccio milanese.
Canàl. fig. Via. Verso. Modo. Mezzo. Canalon (che altri dicono Canellòn). I
Savè ona cossa de bon canal. Saper canali delle bocche da fornace entro
checchessia di buon luogo. (vatura. cui ficcansi le legne per mandarle
Trovà el canal giust. Trovar l'inchio poi al centro,
Canàl. Doccia. Doccione. Quel dei tetti. Canapè. Canapè. Canopè. Sp. di sedile
Canal. T. de Fab. d'org. Portavento. quadrilungo mobile, capace di due o
Quel tubo che porta l'aria nel somiere tre persone, con appoggiatoio e brac
d'un organo, e da questo nelle canne. ciuoli, e talora con cuscini mobili. Si
Dicesi anche Conduttor d'aria. distingue dal Divàn perchè ha sedile
Canal. . . . . . Lamiera foggiata a gron più alto, e struttura più svelta, e dal
daja, del diametro di circa un deci Sofà perchè non ha materassa nè cu
metro o due once del braccio milan. scini da raddoppiarla a un bisogno.
Vol. I. 26
CAN (2o2 ) CAN
Canaperin. Dim. di Canapè in genere; e Canastrèj. V. Perètt.
in ispecie Quel picciolo sediletto non Canattér. Canattiere.
già rotondo come i tamburetti, ma Canàvra. . . . . . . . Serrame di ferro
foggiato a canapè, su cui le signore che mettesi al collo delle vacche per
posano i piedi allorchè stanno sedute. fermarle alle mangiatoie nelle stalle.
L'era settada sul canapè e la gh'aveva È affine alla Gambisa nello scopo ,
el gatt sul canaperin dessoravia di pee. ma è di materia e forma diversa. Se
Canaperón. . . . . . . Gran canapè; e non erro è il Frion dei Francesi.
si suol dire specialmente a canapè Canavùsc. Canapillo. V. Canevùsc.
antichi con sedere e appoggiato di Cancanin (che anche dicesi Canchenin)
bulghero e con cuscini mobili o fissi Gangherino(Fag. Non bisogna ecc. III,
a piacere. 2). Arpioncino. Arpioncello.
Canarèlla. . . . . . . Nome specifico dei Cancanòn. . . . . . . Gran ganghero.
doccioni di legno che servono alle Cancarin. Sconciaturina (Alleg. 124).
irrigazioni o alle macchine mosse Cancarinètt. ) Verme. Tristanzuolo.
dall'acqua. Cànchen. Arpione. Ganghero. Cardine.
Canarèlla. T. di Cart. Trincarello. Doc Le sue parti sono:
cia o cassetta di legno che conduce Spinna. Ago o Perno = Gamba.Piano.
l'acqua in varie parti della cartiera. Canchen a parpaj. Arpione con alia.
Canaroeü. v. cont, dell'Alto Milanese. Canchen a rizz. Arpion con cartoccio.
Canaletto. V. Canalin. Trà-giò de canchen. Disgangherare.
Canarùzz. Gorgozziale. Strozza. Strozzile. Sgangherare, e colla Min. Scardinare.
Gorga. Gòrgia. Gargozza, Gargatta. Vess giò de canchen. Esser fuor
Gorgozzuòlo, e per ischerzo Condotto de'gangheri o sgangherato; e fig. Es
delle pappardelle o de singhiozzi e ser malaticcio o cagionevole. Stare tra
Cannellone. Gli Aretini lo dicono Ca il letto e il lettuccio. Crocchiare.
neggiola e Caneggela(“Voc. aret.). Cànchen. sch, met. . . . . . . Sigaro o
Avegh el canaruzz ſodraa de tòlla Pipa, specialmente se corte.
o de coramm. Essere una gola lastri Canchenin. Lo stesso che Cancanin. V.
cata (Doni Com, Burch. p. 28). Dicesi Cancrènna. Cancrena. Gangrena.
di chi inghiotte ogni cosa bollente Andà in cancrenna. Gangrenarsi.
senza mostrarsene offeso , cui anche Candelidèst . . . . . . Stranissimo idio
i Francesi chiamano Gosier pave o tismo di alcuni contadini dell'Alto
Gueule ferree(Roux Dict.). In qualche Mil. per Cantaridess, cioè Cantaridi.
caso si potrebbe usare la frase italia Càndid. Candido.
na Mettersi giù per la gola checchessia Càndid. Ad. di Zùccher. V.
come se l'andasse giù per un pozzo Candidà o Candità. Candire.
(Sacchetti Nov, 124), abbenchè ella Candidàa o Canditàa. Candito,
abbia più precisa affinità colla nostra Candidamént, Candidamente. Schietta
le Vess on acquiraei. mente. Con candore. Con sincerità.
Canarùzz. T. de Macell. Cannellone? Il Candila, Candilée, Candilètta, ecc. Lo
gorgozzule delle bestie che dall'ani stesso che Candira, Candirée, Candi
mellata della lingua va a finire nel rètta, ecc. V.
polmone(coradella). Ne macelli suol Candila. Candela. Candelo (Bottari Note
esser dato agli avventori per rigaglia al Vasari). Dicesi quel trave lungo
dei cani, de gatti, ecc. che si metta per ritto a puntello di
Canaruzz del coeur. . . . Quel tratto solaj, tetti, ecc. minaccianti sfonda
di canna che immette nel cuore. mento o rovina.
Canaruzz de la coradella, Canna Candila. Bracciuolo? (Gag, Voc. agr.).
del polmone; e dottr Asperarteria o Nome di quel rigagnoli o canaletti ar
Trachea, - tefatti che circondano e attraversano
Canàster, . . . . . . Specie di tabacco le praterie artificiali per irrigarle.
da fumo assai grossolano e mordente, Candila Liajestra. . . . . Nome de'ri
Parmi il francese Canasse, gagnoli principali da cui derivansi lo
CAN (2o3) C AN
acque per adacquare. Di questi i verti trebbe in questo caso porre il pro
cali diconsi Candil in pee; gli orizzon verbio tosc. Con un par di polli si
tali Candil a travers. Se ne può vedere compra un podere (Last. Prov. V, 271).
la figura nelle Opere del Trinci II, 27o. In fatto d'amori si potrebbe talora
Candilerón. Candelabro - Doppiere – Vite. dire Il podestà nuovo caccia il vecchio.
Candir o Candil. s. f. pl. . . . . Verso Nè donna nè tila a lumm de can
il Lodigiano chiamano per questo no dila. Nè donna nè tela a lume di candela.
me que due legni mobili posti l'uno No foo nè firi, e la candira la brusa.
da fronte e l'altro da tergo del carro V. in Firà.
per sostenervi sù il fieno senza che On terren de candir. . . . Il disteso
occorra strignerlo colle funi. di quelle candele che altre volte riu
Candira o Candila. Candela. sciva il pizzicagnolo a fabbricare a
Candir a uso de Francia. . . . Can mano in un dì. Era prova di matricola.
dele fine imitanti quelle delle buone Portà la candira o el candiree, e
fabbriche francesi. più com. Portà el ciar. V. in Ciàr.
Candir de calzolar (che anche di Spianà i candir. Pianar le candele.
consi Mezz-candir e Moccolòtt). . . . Stà e Fà stà in candira. V. in Tirà.
Candelotti la metà o poco più lunghi Tutti santvoeuren la soa candila.fig.
delle candele comuni. Ogni santo vuol la sua candela. Senza
Candir de forma. . . . . . Candele premio non si direbbe un paternostro
gettate in forme. (Ambra Bern. III, 4).
Candira de la Zerioeura. Candelora? Candira. v.br. Ghiacciuolo. V. Cornàggia.
Candela dipinta a vari colori con suvvi Candira. fig. Moccio. V. Naricc. Avè giò
l'imagine della Madonna che bene la candira. . . . . Moccicare.
detta si dispensa il dì della Candellaja. Candirée o Candilée. Candelliere.
Candil de zila. Candele di cera. Pè o Cuu. Base. Pianta - Canna. Fu
Candir de stearinna. Candele di so = Tollin. Piattello - Fond o Busse
stearina (neologismo volg. ital.). rott. Bocciuolo - Ne'candellieri grandi
Candir de tavola. . . . . Candelotti. da chiese: Pè de leon o Pè o Pescitt.
Candir nostrann. Candele nostrali. Peducci e Pedestall. Base. Pianta -
Candir frust. Cere o Candele arsiccie. Sorapè.... = Vas. Vaso = Foeuja....
Banch di candil(in gesa). V. in Zèst. f= Fusella. Fuso e Canin. ... = Padel
Chi ha mangiaa i candir caga i stop linna. Padella – Spinna. Ago. Punta -
pin, o Dopo mangiaa i candir se caga Tolla. Piattello.
i stoppin. Chi ha mangiato le noci Candiree de la settimana santa.Saetta.
spazzi i gusci (Monos. 245). Tu rice Andà o Montà sul candiree, fig. Ve
verai dattero per fico(Dant. Inf. 35 – nire in istato. Far sorte. I Francesi
Monos. 412). Tu cacherai le lische. dicono Mettre quelqu'un sur le chan
Deslenguà come ona candira. V. in dellier per innalzarlo a dignità.
Deslenguà. Chi ha danee fa danee, e chi no
Fà el cuu ai candir. Acculare. Far ha danee pò fà scusà el cuu per on
tondo il culo delle candele col col candiree. La roba va alla roba(Monos.
tello cosi detto da acculare. p. 525). Chi ha è. Chi non ha nulla
Falla vedè in candira. Farla vedere è nulla. Chi non ha non sa. Chi ha
in candela. Fare che succeda alcuna danari signore è chiamato. Quei ch'han
cosa contro il desiderio altrui. ducati signor son chiamati.
Mortona candira se pizza ona tor Portà el candiree o Servì per can
cia. fig. . . . . . La perdita di alcun diree. Servire per candelliere. Più co
bene spesso è riparata da un ben munem, dicesi Portà el ciar. V. in Ciàr.
maggiore. Dettato che in bocca di Stà lì come on candiree. Star come
molti mezzo è millanteria e mezzo un cero o ritto come un palo.
illusione consolatoria. In bocca d'un Vess sul candirce. fig. Essere sul
contadino cui si volesse far dire essere candelliere. Essere in grado eminente,
facile il trovar nuovo padrone si po in favore, in auge ,
CAN (204 ) CAN
Candirètt. Spàzzole. Così chiamansi i Canèlla. T. de Pastai ed Off. Matterello
più sottili fra gli sparagi domestici. Spianatojo. Cilindro su cui s'avvolge
Candirètta. Candeletta. Candelina. Can la pasta per ispianarla ed assottigliarla
deluzza. Canèlla. Rasiera. Cilindretto di legno con
Candirètta. Candela. Lista di panno lino cui si leva dalle misure di capacità
incerata o diversamente impiastrata, dei solidi il colmo che sopravanzi.
ridotta in cilindro solido, che s'intro Dà la canella. Radere.
duce nel canale dell'uretra, per aprire Mesura con la canella. Misura rasa
il passo all'orina. Canèlla. T. de Parrucch. . . . . Nome
Candirètta, fig... Moccio. V. Naricc. di ciascuno di quei due cilindri verti
Candirètta. fig... Ghiacciuolo. (luzza. cali a quali i fabbricatori di parruc
Candirìn. Candelina. Candeletta. Cande che raccomandano i capelli che stanno
Candirón. Fuseràgnolo. Fastellaccio. Uom intrecciando sul telajo.
lungo e magro. Canèlla. Matterello(*fior). Dicesi certo
Candiròtt. Candelotto. spianatoio con che si tramesta la pu
Canditàa o Candidàa. Candito. lenda(la polenta). V. anche Bastón.
Quell che vend robba canditada. Canellà. Radere. Levare il colmo alle
Canditajo(Zanob. Diz.). misure colla rasiera.
Cànef o Cànev. V. Cànov. Canellàa. Ad di Amed. V. l'Appendice.
Canèff. T. de Cuochi.... Sp. di picciolis Canellàa. Cannellato. Misto a cannella.
sime polpettine fatte d'ingredienti di Canellin. Cannellino.
versi e assai volte di polpicine di pesci. Pont a canellin. V. in Pont.
Canèll. Cannello. Cannoncino. Sifoncino. Canellin. T. di Confet. . . . . Specie di
Canèll. T. de Tessit. Cannello. treggea fatta con cannella, confettuzzo
Canèll. T. de Fab. d'org. Sopraccanna? cannellato. Il Cannelas de Francesi.
Bocciuolo di riporto, o di piombo o Canellinna. . . . Specie di droga volgar
di latta, che ponsi alle canne dell'or mente detta in Italia Cannellina di Goa.
gano per sostegno. Canellón. Riccione. Ciocca di capegli in
Canèll de la gora. s. f. pl. Canne. genere.
Canella. Cannella. La cannella più or Canellon. Ciocchetta. Cernecchio. Fiac
dinaria, l'infima si dice fra noi Sca cagote. Cerfiglio. Ciocca di capegli
vezzon, e altrove Cannelloni. separata dal resto della capelliera, e
Canella de la reginna. Cannella re pendente dalle tempia. Al dire del Redi
gina. Cinnamòmo. Cinnamo. Cènnamo. nel Vocab. aret. quelle grosse cioc
Corteccia aromatica del Laurus cin che di capegli che si lascian crescere
namomum Lin. dai due lati della capellatura molto
Canella in spolett. V. in Spolett. più lunghe che non essa dicevansi
Canella. . . . . . . Cannellina. Can già a Firenze il Riccio e ad Arezzo
nella del Coromandèl. Corteccia aro la Fantasia. Questa foggia, uscita d'uso
matica men dolce del cennamo che già a tempi del Redi, è rivissuta fra
si trae dal Laurus cassia o dalla Cas noi oggidì.
sia lignea de botanici. Camellón. V. Canalòn.
Canella. . . . . . . Cannella garo Canèster. v. br. Canestro. V. Cavagnocù.
fanata. Pepe garofanato cipressino. Canestrellin (voce usata dal Maggi In
Color canella. V. in Colór. term. II, 3o5). Panierizzolo.
Canèlla. Ruòtolo (Alb. enc. in Cioccolat Canestrin. v. br. Canestrino.
tiere). Cilindro di granito, lungo cin Canètt. s. m. Voce brianz. Cannuccio.
que decimetri e del diametro d'otto Cannellino – I canitt de la rocca. I
centimetri, con cui si passa alla pie cannucci della conocchia. Que'boc
tra il cioccolatte. cioletti che si mettono nell'interno
Canèlla. T. de'Fab. d'org. . . . Nome del ventre della rocca per saldezza
di quella specie di calcola motrice delle liste in cui fu rifessa la canna
de pedali che talora si sostituisce ai di essa conocchia in quella parte do
così detti cadenazz negli organi. ve fa uzza.
CAN ( 2o5 ) CAN
Canètta o Cannètta. Cannuccia. Canna nido nel canneti. Il Parus caudatus
di padule. Cannuccia palustre. Spazzola palustris o P. polonicus o pendulinus?
di padule. L'Arundo phragmites Linn. I nostri contadini, lamentatori non
Plafon de canett. V. in Plafón. del tutto ingiusti della propria con
Canètta (o Cannètta o Cannìn). Cannuc dizione, sogliono dire che questo uc
cia. Canin de pippa, de portazigar, cello, con quel suo particolar modu
ecc. Cannuccio da pipa, ecc. lare di voce che ha, va gridando Chi
Canètta. Bacchetto(Zanob. Diz.). Bac l'è che fa la robba? i poveritt: Chi
chetta(“lucch. fior) Stecca(“altri tosc). l'è che god la robba? i ricch i ricch.
Cannonetto(“rom.). Quel legnetto che Canettéra. Canneto.
usano aver a fianco le donne per Canettin. Cannuccina.
sostegno de ferri nel lavorio delle Canettin. V. in Colzètta.
calzette, chiamato Mazzariello da Na Canetton d'apis. . . . . . . Quel lapis
poletani, Canon da Veneziani, Caviòt grosso che usano i falegnami per se
o Canèt da Piemontesi, e Affiquet o gnare il lavoro sull'assi, ecc.
Porte-aiguille da Francesi. Talora per Cànev (che altri dicono Cànov). Canapa.
difetto di meglio s'usa un bocciuolo La Cannabis sativaLin., pianta di cui si
di canna che da un capo ha il nodo trae filo simile al lino, ma di minor
che il tura e dall'altro no ed è aperto, finezza, col quale si ſanno corde, tele,
questo direbbesi cogli Aret. Bibbolo. ecc., detto anch'esso Canapa o Ca
Canètta. Cannello. Quel sifoncino, o napa soda. La canapa più fina dai
diritto o ricurvo, che si sovrappone mercanti è detta Garzuolo, e la più
alla canna da serviziale. grossa Canapone. Il luogo in cui è
Canètta. T. de Macell. . . . . . . Nome seminata la canapa dicesi Canapaja,
di ciascuna delle lacchette anteriori e colui che assetta la canapa, Cana
del bue, chè ognuna delle posteriori pajo. La semente è detta Canapuccio.
dicesi Cossin. V. La canapa si raccoglie a Steja. Ma
Canètta . . . . . . . . Nella Cava d'are nata = Peja. Covone?
naria di Viganò è così detta ogni Càneva. Cànova. Cantina. Bettola.
sfenditura longitudinale che si fa per Canevà e Canevàsc e Canevàzz. Canavac
cavar del monte quella saldezza che cio. Canovaccio. Terrone.Tela gross. da
vuolsi; sfenditura di cui si vede la far modelli di puntiscritti, tappeti, ec,
fine in una seghettatura che rimane Canevà de seda. Canovaccio di seta.
nel pezzo cavato. V. anche Tèsta. Stoffa di seta per uso di ricami, ecc.
Canètta. Pennajuolo. V. Penniroeü. Canevaroeùla. Beccafico canapino? Uc
Canètta. V. in Colzètta. cello; la Motacilla hippolais di Lin.
Canètta d'apis. Matitatojo. Toccalapis. Canevàsc. Canovaccio. V. in Canevà.
Canètta de butter de cacao. . . . Cannel Desira canevasc per tira. V. in Tila.
lina di burro di caccaos. Canevàscia (pegg. di Càneva per Canti
Canètta de saldà. Cannello da saldare. na). Bettolaccia? ; ed anche Stanzac
Canètta de zila de Spagna. Bacchettina di cia. Cameraccia a terreno.
ceralacca(Cr. e Alb. enc. in Ceralacca). Canevàzz. Canovaccio. V. in Canevà.
Canettà. Arroccettare(Zanob. Diz.). Sti Canevéra, Barba, e botanicamente Radi
rare le biancherie a piegoline minu chetta o Radicula. Nome delle ultime
tissime per mezzo di ordegni da ciò. barboline delle piante, dei vasi ca
Canettàa. Arroccettato? pillari delle radici. È l'estrema fra
Canetté. Vergola?(*pist., Cini Des. e Sp. le tre parti in cui il botanico suole
III, 8). Sp. di tela di cotone o di suddividere la radice delle piante. Il
lino, e Sp. di stoffa di seta così dette nome vernacolo è dipintivo, come
perchè tessute a minutissime righette. quello che suona Filamento di canapa.
Canettée o Canettéra o Cannée. Canneto. El moron l'ha de sentì i canever
Canettée. Cannerone. Usignuolo di pa di radis. V. in Morón.
dule. Codibugnolo di palude? Uc Canevètta. Voce oltrepad.” usata dal Daz.
cello palustre così detto dal fare il Merc.... Nastro di canapa e filo lino.
CAN (2o6) CAN
Canevètta. Cantimplòra. Cànn. s. f. pl. Cannelli. Bocciuoli di canna
Canevin. Canapajo. Chi assetta la canapa. sui quali si formano i gomitoletti di
Canevosa. Canapuccia. Canapuccio. Seme filo, diversi in grossezza dai canon V.
di canapa. La Chanevis dei Francesi. quasi come la rocchella dai rocchetti.
Canevùsc o Canavùsc. Canapilo. Il gam Cànna (in gen.). Canna. Tubo. Sifone.
bo, lo stelo o sia il cannello della Cànna. Canna. La canna comune o do
canapa dipelata o dirotta. mestica, l'Arundo Donax Lin., che
Cànfora. Cànfora. s'adopera a far conocchie, cannoni,
Canforàa. Canforato. imperticate, ecc. – Chiudere con can
Cangelaria Cancelleria. Cancellarla. ne dicesi Incannucciare, la chiusa siſ
Cangelér. Cancelliere. fatta Incannicciata o Canniccio, i luoghi
Cangeléra... La moglie del cancelliere. pieni di canne Canneti o Luoghi cannosi,
Cangelerón... Cancell. di grande statura. le tavole o i vasi di canne Cannaj.
Cangiànt. Cangiante. Cangio. V'è un Gropp. Occhio di canna. Cannoc
drappo che dal color cangiante si chio. Nodo. Uovolo. Barbocchio -
dice Scangè; così avvisa il Varchi. Canon. Bocciuolo. Bucciuolo. Interno
Canimél. . . . . Certa pastiglia di varie dio. Bubbolo = Pellesinna. Cartilagine?
forme, fatta di zucchero cotto, che Cànna busa. fig. Zucca vota. Cer
volg. chiamasi anche Caramella. Ne'diz. vel voto. Vano più che una canna.
Cannamele significa canna da zucchero. Cànna d'India. Canna d'India. Il Ca
Canimel con gust..... La stessa pa lamus scipionum de botanici che lavo
stiglia regalata con essenze odorifere. rato secondo il valore del suo aggiunto
Canin per Canètta. V. latino si dice Mazza. Canna. Giannetta.
Canin di candiree. V. in Fusèlla. Mett-sù sui cann. Incannare.
Canin. T. de Castag. Castrino(Alb. enc. Tirà-giò di cann. Scannare. Levare
in Castagnajo). Quel coltellino con d' in su le canne.
che si castrano le castagne per arro Cànna(Cassia in ). Cassia nei bocciuoli
stirle senza offesa di chi vi accudisce. (così l'Alb. enc. in Bocciuolo).
Canin. add. Pagliato. In qualche parte di Cànna. Gola. Doccione. Così chiamasi il
Toscana dicon anche Canarino.V.Colór. canal del cesso e dell'acquajo che
Canìppa. Nappa. Nasorre. V. Nasòn. finisce nel Bottino o Pozzo nero.
Canizza. T. de Cappell. . . . . . Quella Cànna. Gola. Dicesi di quella del cam
tavola sulla quale si batte coll'arco mino e del pozzo.
il pelo da fare i cappelli. Cànna. Cerbottana. Dicesi di quella da
Cann. s. f.pl. Bacchette(Alb.emc.inStecche). strologhi.
Le cannucce in genere de ventagli. Cànna. Gamba(Alb.bass. in Tige). La parte
Cànn. s. f. pl. T. de'Tint. . . . . Quelle dello stivale che veste la gamba dal
canne di padule delle quali i tintori piede fino al ginocchio o lì presso.
si servono per istendervi sopra a Cànna d'apis. Toccalapis.
prosciugarsi o a ordinare le matasse Cànna de levativ. Canna da serviziale.
di lana o di seta tinte o da tignere. Cannon da argomenti. Quello stru
Cànn de vesch. Foderi da panioni(Alb. mento con cui si danno i cristei.
enc. in Canna). Bucciuoli di canne nei Canna. Canna - Cannetta. Cannello
quali si custodiscono i panioni o ver = Vidon. Fondello e Capellett. Coper
goni (bacchett) e le paniuzzole (bac chio = Manegh. Bossolo = Stopporon.
chettinn) quando le non sono infitte Stoppaccio.
sul vergello(bacchetton). Cànna del nas. . . . . L'ossatura del
Cànn stort o Sighignocùl.s. f. pl.... Sifoni naso compreso il setto.
ricurvi o ripiegati dai capi per mezzo Cànna. Cannoncino.Canna? La parte della
de quali si fanno passare i fluidi da penna che si tempera per iscrivere.
un recipiente in un altro. Tali sono Cànna. Canna.Tubo di piombo e stagno, o
quelli dei fabbricatori d'amido, ecc. di solo stagno, latta o legno dond'esce
Metti cann storta on seggion. . . . il suono dell'organo. Dividonsi in
Munir di sifoni ricurvi un secchio. Cann a anima. Canne d'anima.
CAN ( 2o7) CAN
Cann a ancia o Instrument. Canne Canon. T. di Cart. Cannella. Picciolo ca
a lingua. nale de condotti, di piombo o di terra.
Cann stopp. Canne chiuse. Canon. Cannone. Pezzo, e per estensione
Le parti delle canne sono: Canna. Pezzo d'artiglieria. Bocca di fuoco. Noi
Corpo – Pè. Piede - Bocca. Bocca - Milanesi, che potemmo già gloriosa
Scud. Labbro = Anima o Animella. Ani mente nominare con voci vernacole
ma = Sòffegh. Compressore (Diz. mus.). ogni minima parte della picca, della
Avè di fioeü che vegnen via come spada e di simili altre armadure, non
i cann de l'orghen. V. in òrghen. possiamo oggidì parlar di cannoni
Cànna.T. de Fab. d'org. Corpo(Diz.mus.). che per le bocche d'altri, e perciò
È propriamente una delle due parti non abbiamo nomi volgari vernacoli
principali delle canne da organo, per denotare nè le specie nè le parti
cioè quella che è superiore alla bocca. di questo padrone delle genti. Il Diz.
Cànna. Canna. Quel tubo d'un'arma da d'art. però ci fa conoscere che i
fuoco portatile in cui si ficca la ca Cannoni, i quali anticamente dice
rica. Le sue parti sono: vansi secondo la loro forma e portata
Bocca. Bocca e Culatta. Culatta – Sagri o Sagretti, Falconi o Falconetti,
Fond. Anima - Fogon. Focone = Vi Draghi o Draghetti o Draghignazzi,
don. Vitone = Scud de culatta. Facce Serpenti, Smerigli, Colubrine, ecc.,
o Faccette della culatta e Tacch. Fer oggidì si distinguono dal peso della
mo da bajonetta - Voeuj. Vano. palla che scagliano, e diconsi Cannoni
Canna a torcion. Canna di tortiglione da 4, da 8, da 16, da 24, da 52
(Gior. agr. IX, 5). Canna a tortiglione libbre di palla, e aggiugneremo an
(Gris. – Diz. Artig.). Canna a spire. che da 6o. Ci spiega distinguersi pu
Canna rigada. Canna rigata. Canna re in Cannoni da muro, da campo,
scanalata. da montagna, da batteria, da bomba,
Cànna del foeugh. Soffione. Trombone a calibrato, corrieri, doppi, incamera
bocca; e se piccino Soffionetto.V.Boffett. ti, accampanati, petrieri, seguenti, ec.
Cànna canna (Fà). Lo stesso che Fà la Ci avverte le loro parti essere no
forca. V. in Förca. minate: Anima o Canna, Bocca, Bot
Cannàda. Cannata. Colpo di canna. tone, Codone, Collo del codone, Tu
Cannée. Canneto. Luogo pieno di canne. lipano, Collare o Collo del tulipano,
Cannèll, ecc. V. Canell, ecc. Corpo, Culatta, Cul di lampada, Fo
Cannètta, Cannin. V. Canètta. (pio. cone, Grano del focone, Gioja, Ma
Canocial. Cannocchiale. Occhiale. Telescò niglie, Orecchioni, Volata, Zoccoli;
Veder. Lenti. Cristalli. Vetri –Canna. e le modanature loro dirsi Astragalo,
Tubo. Canna. Cannone. Fascia di mira, Listelli, Ovolo della
Canocialin. Occhialetto? Cannocchialetto? bocca, Listello del codone, Plinto e
Cànola. Doccia. Scarpello a doccia. Sgor Rilievo di culatta, e Sguscio o Guscio
bia da bottaj. Ferro, quasi simile a o Cavetto del plinto.
un tassell grande da caciaj, con cui Quand l'è rabbiaa l'andarav contra
il bottajo fa nei tini e nelle botti a on canon. Quand'e's adira non è
que fori nei quali s'ha da intromet cosa ch'ei non facesse; egli andrebbe
tere le cannelle. È il Pergoir dei Fr. incontro agli spiedi(Gelli SportalV,ult.).
Canon (in genere). Cannone. Tubo. Sifone. Canon. . . . . . . . Nel Varesino danno
Canon. Cialdone. Spezie di pasta con questo nome alla trappola da talpe.
fetta con zucchero o mele, condotta Canón. . . . . . Nelle viole garofanate
sottile come l'ostie, ed attorta e ri (garòſol) è il Gambo, lo Stelo.
dotta a guisa di cartoccio. Canon. Doccione. Sifone. Cannone. Can
Canon. T. di St. Cannone. Canone. Il mag nellone; se di terra Cannella.
giore fra i nostri caratteri da stampa Canón. Bocciuolo. Bucciuolo; e in istil
usato solo per messali, cartelli, ecc. dottrinale Internòdio. Quella parte
Canon. Stecche. Le due principali bac delle canne, de sagginali, ecc. che è
chette (cann) d'un ventaglio, tra l'un nodo e l'altro. Il bocciuolo
CAN (2o8) C AN
col nodo da un lato e dall'altro no Canonegònna. Tristaccia. V.Canònegh ſig.
si dice Bibbolo dagli Aretini. Canonér. Cannoniere.
Canon. Cannone. Cannetto ? Bocciuol di Canonin, e al pl. Canonitt. Dim. di
canna su cui s'incannano seta, lana, Canon (guernizione). V.
filo, ecc. nel dipanarli. Canonzin. T. di Stamp. Cannoncino. Ca
Canon e Canonitt. Cannoncini. Specie di rattere da stampa che è di mezzo fra
guernizioni tubulari delle cuffie e il cannone e il parangone.
delle vesti. V. anche Borlon. Canòtt. Canòa? Battel tondo senza cerchj.
Canón (che anche dicesi Fèrr de borlón) Canov. Voce contad. per Cànev, ed
. . . . . . . . Ferro tondo, fermo in anche assol. per Tila de cànev. V.
un manico di legno, del quale si ser Canov matt (che anche dicesi Ca
vono le stiratrici per istirare le guar novètt). Canapone?
nizioni dette cannoncini. Canovètt per Cànov matt. V. in Cànov.
Canon. . . . . . Involucro delle spighe Cansà. v. br. per Scansà. V.
del grano. Fà el canon. Spigare Cantà. Cantare – Cantare legato o por
Canón del mantes di fusinn. Bucolare. tato o di portamento – Cantar di
Canon di penn. Pennajuolo. maniera – Stracantare – Cantar di
Canonà. Cannoneggiare. Scannonezzare. gala.
Canonè. fig. Sbombardare. Spetezzare. A cantand. . . . . Frase denotante
Camonàda. Cannonata. buona e facile riuscita. La va a can
Camonàda. fig. . . . . Spetezzamento. tand. La va di rondone. El foo a can
Canonada. fig. Sparata. V. Sparàda. tand. L'ho come bere un uovo. Non
Canònega. Canonichessa; ma noi la usia ha spina nè osso. È un giuoco di po
mo solo in sig. di Buona lametta, che tavole.
Forcuzza, Cavezzuòla detto a donna. Andà unii o d'accord in del cantà.
Canònega. Canonica, e con v. cont, Calo Stare in tuono pos. e fig.
naca. Calonica. Abitazion de canonici. Cantà a la destesa. Cantare a ricisa
Canònega (Andà in ). Sfiorire. Sfiorare. (Rusticali f. 18). In alcuni casi Spip
Parl. di piante vale Perdere il fiore. polare; p. es. El cantava sestinn a la
Canonegàa. Canonicato. destesa. Spippolava sestine.
Canonegàa, met. . . . Impiego di poco o Cantà a oreggia. Cantare a orec
nessun lavoro, paga morta, sinécure. chio o ad aria.
Canònegh. Canonico. Cantà bell. . . . . . Dicesi di can
Canonegh stobbiroeü. . . . . . . . . tatrici che quantunque cantino poco
Così chiamasi per ischerzo quel se bene pure siano applaudite per la
colare che canta insieme coi preti loro avvenenza. Questo modo ha af
in coro. E siccome alcuni bottegai finità col Ballar saporito in cui il Da
di città vanno talora alle sagre a fare vanzati voltò il Diserte saltare di Ta
per vino e pacchia questo cantare cito nelle Cause della perd. elog. p. 61o.
imitando i buoni contadini che hanno Cantà come on canalin de monta
per abito di fare ciò gratuitº ogni gna o come on canalin che mangia i
festa, così tali imitatori sono detti giand. fig. Cantare come un rosignuolo
Stobbiraei, dai loro modelli Stoppiajuoli. d'Arcadia o come un canerin di mag
Canònegh. fig. Capestro. Forca. Cecino. gio? Cantare stridevolmente, sgrazia
Buona lametta. Cavezza. Uomo da bosco tamente, come un ciuco.
e da riviera. Buona spesa. Secondo che Cantà come on gri o come on merlo
si usa trae un po' più, un po' meno al o come on canalin o come ona se
tristo, al malizioso, ed anche sempli renna. Cantare come una calandra.
cemente allo scaltrito, al mascagno. Spippolare – Cantare come una sirena
Canoneghin. Capestruzzo. Capestrello. o come un usignuolo.
Forcuzza. Impiccatello. Tristerello. Im Cantà de falsett, de sopran, de
piccatuzzo. Cavezzuòla. Tristuzzo. contralt, ecc. Cantare in quilio o in
Canonegón. Impiccato. Gran forca. Gran voce falsa. Cantare in soprano, ecc.
mascagno. Tristaccio. È forche bene, Cantà ginée o sgenee. V, in Sgence.
CAN ( 2o9 ) CAN
Cantaghela giò a la destesa o giò guetta e spuittisce, la ghiandaja pi
ciara e netta, o anche semplic. Can gola, il gufo gufeggia, il nibbio,
taghela. Cantare il fatto suo ad alcu la pernice, la quaglia stridono, l'oca
no. Fare ad alcuno una cantata liscia, gracida e stride, il pappagallo squit
chiara, senza ritornelli nè passaggi. tisce e cinguetta, la passera pipila o
Dire altrui checchessia a buona cera. pigola e in brigata fa pissi pissi, la
Dare le carte scoperte o alla scoperta. rondine pispissa, lo sparviere chioc
Dire l'animo proprio liberissimamente. cia, il tordo zirla o trutila, la tortora
Cantalla foeura di dent. V. in Dént. geme – Gli uccelli svernano in prima
Cantà messa bassa. V. in Mèssa. vera, piano innamorati, garrono o gar
Cantà miseria. fig. V. in Miséria. riscono al vedere lo sparviere, ecc.
Cantà ona canzon de indormentà i Cantà. ſig. Cantare. Accusare il punto
fioeu. Cantilenare. Far la ninna nanna. giusto. Accusare o Confessare la ronfa
Cantà roman. fig. Cantar da ciechi. giusta. Dante disse anche in questo
Dicesi di filastroccola lunga lunga significato Abbajare. Manifestare ciò
senza sugo o sapor alcuno. che si voleva o doveva tacere.
Cantà semper sott vos. Canterellare. Cantà come on merlo. Sgocciolar
Canticchiare. Cantillare. Cantacchiare. bene bene il barletto. Dire tutto quel
Cantà vittoria de Poricinella. V. in che un sa d'una cosa.
Vittòria. Fà cantà vum. Cavare i calcetti a
Carta canta e vilan dorma. V. in uno. Far uscire uno. Dare intorno alle
Vilàn e in Càrta. - buche a uno. Tirar le calze a uno.
Chi viv sperand mour cantand. Scalzare uno. Cavar di bocca il se
IV. in Morì. greto a uno, cavargli di bocca artata
Fà cantà in gallesch. V. Gallèsch. mente quello ch ei non vorrebbe o
No cantassen pù nè gall nè gal non dovrebbe dire.
linna. V. in Gall – No cantassen. Non Cantà. Crocchiare. Dicesi dei ferri dei
farsene menzione. Non esserne trattato. cavalli quando sono smossi, e romo
Non essere quistione di checchessia. reggiano cigolando.
« Gerusalemm l'è in nan di Turch, eel quest Cantà. Sgretolare. Scrosciare. Dicesi di
» El sò impegnehe de tueulla no s'en canta?» quel suono che fanno il pan crostoso
(Dal. Ger.). e anche il fieno, la paglia ecc. secchi,
Se pò minga cantà e portà la cros. il filo ben rasciutto, e simili.
Non si può cantare e portar la croce. Cantà sottai dent. Scrosciare il pane.
Intanto che s'è al bosco e non si può Fà cantà i danee. Diguazzare i da
esser sull'aja(Fag. Zingana). Non si nari. Far chioccare i danari nel bor
possono fare due mestieri a un tratto. sellino. E di chi non ha modo a farlo
V. anche in Màrta. si dice E non ce ne canta uno.
Cantà (parlandosi di grilli). Grillare. Stri Fà cantà i did. V. in Did.
dere. Far cri cri, ed anche Cantare. Cantacucùu. v. cont. br. Gheriglio. V.
Cantà (parlandosi di rane). Gracidare. Grioeù.
Cantà (parlandosi di cicale). Stridere, Cantàda. s. f. Cantata.
ed anche Cantare. Cantàda. Ad. di Mèssa. V.
Cantà (parlando d'uccelli). Cantare. L'a Cantadinna. . . . Un breve canterellare.
nitra schiamazza, l'aquila e il pavo Cantadór. Cantatore. Cantajuolo. Canta
ne trombettano, l'assiuolo chiurla, la jolo. Canterino. Uccello che s'alleva
cicogna glotera, la civetta squittisce per alletta;uolo. V. anche Cantarell.
o coccuveggia, il colombo geme o Cantànt. s. m. Cantante. Cantatore. Can
mormora o tuba, il corvo gracchia o tore. Canterino. Quest'ultima voce è
crocida o crocita e cinguetta, il cu usata anche volentieri in sig. scherz.
culo cuculia, il fringuello sfringuella, di chi canta volentieri e spesso.
la gallina gracida, schiamazza, chioc Cantànt. ad. Ditta cantant. Ragion can
tante.
cia e croccia, il gallo, il dindio e -

l'usignuolo cantano, la gazza cin Cantànta. Cantatrice. Cantrice. Cauterina.


V ol. I. 27
CAN (2 Io ) CAN
Cantarà. Stipo? Cassettone. Mobile con Cantarinna.Canterina.Cantatrice.Cantrice.
sistente in due, tre, quattro cassette Cantascià. Cantazzare. Cantar frequente
(cassetton) che si tirano fuori per mente e male.
dinanzi dal guscio in cui sono inca Cantégora. Voce usata dal Porta Lam.
strate l'una sovra l' altra ad uso di March. p. III, p. 159 in sig. se non
riporvi biancherie, vestimenta e sim. erro di Essere alle buiose, cioè car
che si voglion tenere custoditi. L'Alb. cerato, perchè in tale stato viensi
enc. registra anche Canterano ma co agli esami ne quali s'ha a cantare la
me voce lombarda. V. pure Cumò. ronfa giusta.
Cantarànna. Fognone(Gior. Georg. XIV, Cànten. Cantero. Pitàle. Vaso da seggette.
148 e altrove). Caterattone? (Targ. Cantenin. Canteretto. Cantaretto. Canta
Viag. II, 185). Chiavica. Cloaca. Fo rello. Canterello. Picciol pitale.
gna. Sull'origine della nostra voce si Cantilènna. Cantilene. Nenia.
legga il Giul. Mem. IV, 446 e seg. – Fo Cantin. Cantino. Canto. La corda del
gnajuolo dicesi chi attende a spurgarla. violino e d'altri stromenti che viene
Spuzzà come ona cantaranna. Puz ultima ed ha il suono più acuto.
zare come una carogna. Allezzare. Am Toccà on cantin o ona corda. ſig.
morbare. Toccare un tasto. Ritoccare una cor
Spuzzà el ſiaa come ona cantaranna. da. Rammemorare cosa che non sia
V. in Fiàa. per andare a genio di quel tale a cui
Cantarànna per isch. e deris. . . . . . . si parla.
Cattiva cantatrice, quasi paragonan Cantinàa. A volta? Aggiunto di stanze
dola a una rana gracidante. terrene, e dicesi di quelle che per
Cantarèj. Le senici (Salv. Buon. Fier. 477). avere sotto di sè volte o cantine
Sorognoni (Coltellino 4). Grumi di san riescano pregiate per asciuttezza.
gue assai duri vicini al polso che si Cantinée. Cantiniere. Cantiniero. Cana
usa schiacciare con freghe fortissime. vajo. Canovajo; e con voci antiche
Romp i cantarej. Schiacciare le senici. Cellajo, Cellario, Celliere, Cellerajo.
Cantarèll. Fistierella? Allettajuolo da Coeugh franzes e cantinee todesch.
pernici; se è una starna dicesi Can . . . . . . Si suol dire per denotar
terella, se un tordo, Schiamazzo. V. l'eccellenza delle genti delle due na
anche Cantador. zioni nella cucina l'una, nel giudi
Cantarèlla (e per lo più Cantarèll. s. f. zio de vini la seconda.
pl. che altri dicono Cantaridèss). Can Pader cantinee. Canovajo.Cellerario.
taride. Insetto noto. Cantinèlla. T. di Teat. . . . . Nome di
Cantàri. s. f. pl. Doppieri. Nome di am ciascuna di quelle lunghe stanghe che
bo quei candelieri in sui quali si hanno confitti in sè vari lumini, e
portano le candele accese intorno alla che si appiccano alle scene laterali
croce, quando è in atto di proces (quint) per illuminarle.
sione o attuale o prossima. L'Alb. enc. Cantinéra. . . . . . . Quella donna nelle
dice che si chiamano anche Viti. Il famiglie che ha l'incarico di spillare
Magri Diz. sac. e il Ducange Lex. inf. la botte per dare il vino in tavola.
lat. li chiamano Canthara dal greco È voce scherz. più che positiva, è
7.x,òxpo;, e dicono Canthara cerostrata come dir la Vinaja, abbenchè le in
questi doppieri se intarsiati. La nostra cumbenze di Vinajo di loro natura
voce Cantari si estende talora anche non siano per le donne.
a denotare quella specie di lampadi Cantinin. Volticciuola ? Cantinetta. Pic
inastate che anche il Magri Diz sac. ciola cantina in genere, ed anche la
chiama Canthara, le quali specialmen Volticciuola dai vini squisiti, dalle
te in campagna fanno l'ufficio di dop bottiglie di serbo.
pieri mettendo in mezzo la croce Cantinna. I blta. Cantina. Quelle volte
quando è portata a processione. sotterranee sulle quali vengono alza
Cantaridèssa. v. br. Cantaride. V. Can te le case, e che noi destiniamo a
tarèlla. canove, leguaje, ecc.
CAN ( 2I1 ) CAN
Cantinna de la legna. Legnaia. La Cantir. Colonna? Nelle pergole da viti
volta dalle legne nelle case private. è il nome de'ritti maggiori che le
Cantinna del vin. Canova. La volta sostentano nelle testate: chè i minori
dal vino nelle case private. e di corpo diconsi Scarion. V.
Cantinna de vin. Canova. Luogo Cantir. . . . . . . Nome speciale di quei
dove si vende il vino a minuto. travicelli che dal comignolo scendono
Andà la vos in cantinna. Affiocare. fin sul tirante di un tetto e sui quali
Affiochire. Arrocare. Perder quasi la s'inchiodano le scandole (codeghett).
voce per raucedine; e talora semplic. È il Chevron de Francesi, il Canthe
Abbassare, dibassare il tuono, la voce; rius de Latini.
parlar con voce sommessa e appena Ciòd de cantir. V. in Ciòd.
udita; fare una vocina languida. Cantiràda. Lo stesso che Cantiréra. V.
A tegni bon el vin ghe vour can Cantirèll.... Quel ramo d'albero che è
tinna bonna. La buona cantina fa il grosso un po più del palone e un po'
buon vino (Paol. Op. II, I 15 – Last. meno del tondone(cantir). V. in Trav.
Prov. V, 265). Cantiréra o Cantiràda. Abetaja? Bosco
Brevis orazio penetrat in cantinna. che è governato per modo da cavar
. . . . . . Dicesi scherz. per racco ne copia di tondoni (cantir). V.
mandare brevità nei discorsi in ge Cantirètt. Dim. di Cantir. V. in Tràv.
nere, e specialmente nelle domande, Cantirón. Accr. di Cantir. V. in Tràv.
nelle suppliche, nelle preghiere, nelle Cantón. Cantone. Canto. Angolo.
quali vuol esser fervore, non lunghe Cà de canton, Finestra de canton,
ria. Anche i Francesi dicono Une e simili . . . . . . . Casa, Finestra e
courte prière penètre dans les cieux. simili posta sul canto fra due vie.
Gh è sott cantinna. Gatta ci cova. Capell de trii canton. V. in Capèll.
Trama c'è sotto (Bib. Calandra V, 5). Dà on canton in pegn. Dare un canto
Io dubito che non ci sia altro sotto in pagamento. Cioè non pagare, scan
(Machiav. Cliz. II, 5). E ci cova sotto tonare i creditori.
altro che favole (ivi III, 1). Trama Fà canton. Farcantonata(ManniVeg.
c'è(Amb. Furto V, 1 ; Bib. Caland. I, tosc. III, I 1 – Bandini Vita Vesp. XI).
4 in fine). C'è sotto magagna(Firenz. Giugà ai quatter canton. Lo stesso
II, 125). C'è sotto cacca(Monos. 512). che Giugà a foresetta. V. in Foresètta.
C” è mistero sotto (Tac. Dav. Ann. II, Lassà in del canton del ruff. Lasciar
21). Qui c'è del bujo(Pan. Av. I, 15). nel dimenticatoio. Negligentare, tras
Qualche imbroglio c'è sotto(Fag. Aver curare checchessia.
cura di donne è paz. II, 1). C'è sotto Stà semper in canton del foeugh.
materia (Fag. Ast. bal. II, ult. e Nobil Essere confinato al canto del fuoco
tà ecc. III, 6). C'è sotto ragia (Salv. (Gior. agr. X, 1o6). Starsi a far ce
Spina II, 5). La cosa non è chiara. nere intorno a buone legne secche
Omm de cantinna. Vinajo (Fag. I (Nicc. Mart. Let. 6o). s

gen. cor. dai loro fig. I, I 1). Chi at Stà-sù per i canton a vend, cantà e
tende a regolare i vini nella cànova. sim. Star su pe canti. Esser cantoniere.
Cantinon.
Cantinònna.
º l'oltone? Gran cantina.
Tirass in d'on
ciarsi.
canton. Iiincantuc

Cantir. Tondone (Gior. agr. tosc. I, 575). Tutt a canton. Angoloso; e con
Nome di quel ramo d'albero che per voci ant. Canteruto e Cantucciuto.
la sua grossezza tiene il mezzo fra il Vess in del canton di noeuv mes.
palone e il travetto, ed è denominato V. in Més.
così tanto rozzo all'uscir della pianta Cantón. Cocca(“tosc., Tom. Sin. p. 1o6).
quanto asciato per usarne nelle co L'angolo che fanno i panni ripiegati,
struzioni. V. in Tràv. l'estremità acuta delle vesti là dove
Cantir. Stile. Abetella. Legno lungo, ton il panno sia addoppiato, e dove suole
do, diritto per ponti da ſabbriche. V. accalcarsi la polvere e il rosume in
Autènna. terno della stolla,
CAN ( 212 ) CAP
Cantón. Cantone. Parte d'uno Stato. El Canzonà. V. Mincionà.
Canton Tesin. Il Canton Ticino nella Canzonà la fera. V. in Féra.
Svizzera – Cantone nella breve am Canzònet o fet l'amor? V. in Amòr.
ministrazione italiana de primordi del Canzonàscia. Canzonaccia.
secolo fu detto l'aggregato di vari Canzonètta. Canzonetta. Canzoncina. Can
comuni, e Cantonale ogni cosa che zoncino. Canzonina. Canzonuccia.
vi si riferiva. Càos. Càos, e al pl. Caòssi. Scompigliu
Cantón. s. m. pl. Cocche (“tosc.. Tom. me. Confusionaccia.
Sin. pag. 1o6). I quattrº angoli della Càpa.... Guida, duce, guidatrice, prin
pezzuola, o sia d'un fazzoletto – cipale, primaria, caporale. La capa
Ciappà per i quatter canton on faz de tutt i bolgironn disse il Porta per
zolett con dent de la robba. Accoccar Arciribalda (Aret. Talanta I, 13), Ar
la pezzuola(“tosc.). cibriccona.
Cantón (e Cantonin). Cantonata. Gli ar Capàlla o Capellinna. Bica. Massa di
tigiani chiamano per siffatti nomi covoni(caeuv).
quelle lastrucce di metallo onde ar Capàra. Caparra. Arra – Caparramento.
mano gli angoli acuti degli stipetti, Arrata l'atto del caparrare – S'usa
degli scrigni, delle cassette e simili no anche Arra e Caparra per Pegno,
onde abbiano maggiore saldezza. Sicurtà, Segnale in genere.
Cantón. Ad. di Pòmm. V. Cattiva capara. . . . . . Mal segno,
Cantonàda. Cantonata. mal indizio, mal segnale.
Cantonàl. Stracantone. Cantoniera(Zanob. Càpari! Lo stesso che Càspita. V.
Diz., fior.”). Specie d'armadio trian Caparón. Cappero grosso. V. Càper.
golare, talora d'un pezzo, talora bi Capascée in alcune parti del Basso Mil.
partito, che si alloga ne cantucci, per Spazzacà, Sorée. V.
negli angoli delle stanze. È quello Capàzz. Capace.
che i Siciliani chiamano Cantoni, i Restà capazz. Frase cont. br. Restar
Francesi Encoignure, e i Tedeschi capace. Restar capacitato. Rimanere
Eckkasten o Broffet Cornerkablet – persuaso. -

Poco felicemente è detto Stipetto dallo Capbanda, Capbólch, Capcason, ecc. V.


Algar, nel Neutonianismo dial. 1. , p.46. Cappbànda, Cappbólch, Cappcasón, ec.
Cantonin. Cantuccio. Angoletto. Capciùra. V. Captùra.
Cantonin per Cantón (saldezza angola Capèll. Cappello, e con v.lat. Pileo. V. an
re). V. che Capellinna, Clàcch, Schiscètta, ecc.
Cantonscèll. Cantuccio. Cantoncello. Ala. Tesa. Vento. Piega. Falda e
Cantonscin. Cantoncino. Capellett. Fondo. Testa - Cuu. Cu
Cantonscellin. Cantuccino. cuzzolo - Cordonin o Galon o Bindell
Cantoria. Cantoria. o Bordin. Ghiera (Fag. Pod. Spil. Ill,
Vess giò de cantoria. fig. Non aver I 1) = Foeudra. Fodera.
voce in capitolo. Non aver credito, Capell a gabriolé. . . . . . Foggia
non essere stimato fra i colleghi – di cappello pestellino, cioè con testa
Talora equivale anche a Vess giò de alta e per così dire strozzata a metà.
corda. V. in Còrda. Capell a pan de zuccher. ... Cap
Canzón. Canzone, e ant. Canzona e Can pello a testa conica, a cono tronco.
tilena. Una raccolta di canzoni dicesi Capell a stuin. . . . . Cappello che
Canzoniere. ha la testa copoluta, convessa.
Canzon del Gipponatt o Gipponasc. Capell a la corera. Montiera.
V. Gipponàtt. Capell cont el pel longh. Cappello
Canzón. Bastone. Randello. Bilia, e per orsone (“tosc. ? così ha il Voc. Sardo
lo più al pl. Bilie. Nome di quei ran in Cappeddu pilurzu). Cappello peloso.
delletti arcuati che attraversano il Capell cont i piumm. Cappel piu
verricello de carri e servono a farlo mato o con piuma.
volgere per istringere le funi che Capell d'ala granda. Cappello di
tengono e legano i carichi sulle carra. gran tesa.
CAP (2 13 ) CAP
Capell de castor, de felpa, de la Fà de capell. Cavarsi il cappello.
na, de mezz castor, de strazza, ecc. Scappellarsi; e fig. Dar la mano o il
Capel di pelo di castoro, di felpa, passo. Cedere – Guatare e lasciar stare.
di feltro, di pelo di lepre e castoro, Mett-sù o Mett in coo el capell.
cappello peloso di seta. Incappellare. Mettere il cappello.
Capell de donna. Cappellino. L'era Robba de ſagh de capell. Cosa da
in capell. Era in cappellino. darle del messere. Vale cosa grande,
Capell de paja. Cappel di paglia o e per ironia anche cosa dispregevole.
di treccia. A Firenze si distinguono Scatola del capell. Cappelliera. Por
(come leggesi passim nel Gior. agr.) in tacappello.
Cappelli del numero 4o di prima, Senza capell in coo. Scappellato.
di seconda, di terza sorte; Taccà-sù el capell. V. in Taccà.
Cappelli del numero 5o; Tegni el capell foeura di ocucc, o
Fioretti da 21 quattrini di brac Podè andà cont el capell foeura di
cio, cioè con testa del diametro di oeucc, o Portà el capell foeura di ocucc.
circa due decimetri; Andare a faccia scoperta (Fag. Ast. bal.
Figliette da 19 quattrini; II, 8). Poter andare col viso scoperto.
Figliettine da 16 quattrini; Tenere il capo alto e mostrare la
Ragazzi da 14 quattrini. faccia (Fag. Pod. Spil. I, 1). Andare
Capell de trii canton (che anche a fronte scoperta, cioè senza temer
dicesi Capell montaa). Cappello appun di vergogna; e a chi si consigli ad
tato (“fior.). Cappello col pippio (per agire così da poterlo fare dicesi Pi
quanto si può rilevare dal testo del scia chiaro e fatti beffe del medico.
Ricett. fior. addotto dal Diz. in Pippio). Coscienza pura non teme. Avoir les
Cappello a tre pieghe(*tosc.). Cappello mains nettes dicono i Francesi. Il
a tre punte, a tre acque, a tre venti, Cecchi nel Servigiale I, 6 ha il suo
arricciato. - contrario dicendo di un cattivo
Capell martin. . . . . . Così chia « E so che tu puoi ir con la berretta
mano in Brianza quella specie di » In su gli occhi per tutto. »
cappel tondo con tesa assai larga e Tegnì inciodaa in coo cl capell.
testa bassissima c copoluta che usano Tenere in zucca. Detto scherz. per
per lo più i colligiani di Montavec denotare villania o innocente o vo
chia. Perchè anche qui si verifichi la lenterosa usata con alcun superiore
dottrina dell'attiguità degli estremi è al quale non parliate a cappel basso
da notarsi che tali cappelli somiglia prima ch'ei si degni con un Copra
no nella forma a quelli cardinaleschi sparagnarvi un malanno.
e vescovili. Tirà-sù on capell. Risaldare o In
Capell tond. Lo stesso che Capel formare un cappello.
linna. V. Toeù-giò el capell. Scappellare. Ca
Amis de capell. V. in Amis. vare il cappello.
Cavà el capell. Far di cappello. Capèll per antonomasia. Cappello. Di
Scappellarsi. Cavarsi il cappello. gnità cardinalizia. « Ragionasi qual
Cont el capell su ona oreggia o stort » che cosa d'un cappello pel pro
o a la bulla. Col cappello alla scrocca » tonotario. » (Mach. Op. V, 5oo).
(*tosc. e poem. aut. pis.). Col cappello Tirà o Fà l'amor a on capell.
alla sgherra (Goz. Op. X, 5o5), cioè scherz. Tendere a incappellarsi.
a sghembo come usano alcuni per Capèll. Intestazione. Introduzione. Titolo.
imitare i militari e i bravacci. I Sici (voce comunis. nelle nostre stamperie).
liani dicono Purtari lu cappeddu o la Capell.... Quella crosta che le vinacce
birritta a la chimera. Portà el capell fanno al mosto mandate che siano alla
stort o a la bulla. Aver la berretta superficie per forza del suo bollire nel
torta (Pan. Viag. I, 54). tino. Min. citando il Gagl. Voc. agr.
El Signor el dà la tegna e el capell registra Cappello, voce da cui ebbero
de quattalla. V, in Tègna. origine Rincappellare, ecc.
CAP (214 ) CAP
Alzà o Fà-sù o Fà el capell. Leva Capèlla. Sul Lago Maggiore verso Bris
re un capo. sago e altri paesi vicini chiamano così
Sbassass el capell. . . . . L'abbas quel fungo che i bot. dicono Phallus
sarsi che fa la crosta delle vinacce impudicus, cioè il Lumacone ignudo.
nel tino vie via che va scemando di Capèlla. s. m. . . . . Le contadine chia
bollire il mosto al quale sovrasta. mano così i cappellini gentili delle
Capèll. . . . . . Cencio a più doppi che signore, il cappello delle ſemine, per
si pongono sotto al sedere gli stuc diversificarlo da quello da uomo o
catori di pavimenti ei lastricajuoli per dai loro cappelli grossolani che chia
istar meno scomodi al lavoro; così mano propriamente Capell. Forse il
detto perchè cencio succedaneo a un Cappel tondo, oggidì d'uso comune
cappel logoro soppannato di cui per per tutti i maschi, era altre volte
solito si servono allo stesso fine. V. riservato alle sole donne, e perciò
anche Scagnèll e Piumascioeü. ha ritenuto fra noi la faccia femmi
Quel lastrone di ferro nile di Capellina, voce ringentilita da
che sta fra la cicogna da campane questa Capèlla delle nostre contadine.
propriamente detta e il suo contrap Capèlla. T. eccl. e music. Cappella.
peso, per esso passano le staffe assi L'è mudaa el majester de capella,
curatrici del contrappeso e i tiranti ma la musega l'è semper quella . . .
fermatori della campana al ceppo. S'applica ad ogni cosa che continui
Capèll ed anche Capelètt. T. degli Ombr. ad essere la medesima ancorchè go
Cappelletto. Cerchiello di tela incerata, vernata da mani diverse, e dicesi per
ermisino o simile che si mette in cima lo più in segno di poca soddisfazione,
agli spicchi da capo dell'ombrello. in quel senso che ci trae talora di
Capèll. T. d'Agric. Gombina. Pelle che bocca un Peggio non è mai morto.
attacca la vetta (voltura) al manfanile Majester de capella. Maestro di cap
(manegh) del coreggiato(verga). pella.
Capèll. T. di St. Cappa. Cappello. La Capellàda. Scappellata. Anche i Provenz.
parte superiore del torchio da stam dicono Capelado come noi Milanesi
pa e che gli fa come dire tetto. in significato di saluto.
Capèll. met. Lo stesso che Ghignon. V. Capellàda. Cappellata(“fior). Quanto può
Ciappà capell. Pigliare il grillo. contenere un cappello.
Montare in sulla bica. Imbronciare. Avè guadagnaa di capellad d'or.
Aversi a male d'una cosa. Aver guadagnato un pozzo d'oro (Mo
Capèll del pozz. V. in Pözz. nos. I 1).
Capèll de pret. T. de'Confett. Cappel Misurà i danee a capellad. Misurare
letto?(“tosc.). Sp. di confetto così no i danari a staja (Monos. 1o6). Es
minato dalla sua figura d'un nicchio. sere ricchissimo.
Capèlla. Cappello. Dicesi alla parte su Capellàda.... Colpo dato con cappello. I
periore de funghi fatta quasi come dizionari non hanno voce corrispon
un cappello. dente, ma si potrebbe dir corretta
Capèlla. Cappelletto. Caperozzolo. Ca mente cappellata, imitando scaccata,
pocchia. Cappello. Capo di chiovo. tegamata, panata, e singolarmente
Dicesi alla parte superiore di un piattellata che valgono colpo di scac
chiodo o d'una bulletta fatta a foggia co, tegame, pane e piattello, tutte
di cappello. È di più forme, cioè a voci da essi registrate. Fà corr a ca
fungo, a fungo schiacciato, a cieca o pellad. Fugare a colpi di cappello.
accecato, a faccette, dl gruccia, spia Capellàsc. Cappel cencioso. Cappellaccio,
nato, tondo, quadrato, ecc.(Diz. art.) e in qualche caso anche Cappelluccio.
Capèlla de ciod. fig. Cappel d'aguto Capellée. Cappellaio. Chi fabbrica o chi
(Dav. Tac. Post. p. 627). Ogni mone vende cappelli. Il cappellaio che fa
taccia rovinata, cattiva, tosa. V.Ciànfer. cappelli ha fra noi vari nomi secon
Capèlla. Fava. Ghianda. Glande. Fava do la diversità dei lavori ai quali
gello. Falla. Caperòzzolo. accudisce, come Lavorant in bianch,
CAP ( 2 15) CAP
Proprio ur, ecc., e le donne Rasaeura, Capellin. Cappellino. Cappelletto. Cap
Pinsoeura, Guarnisceura; nomi i quali pelluccio.
veggansi nella respettiva sede alfa Capellin a la Bolivàr, ecc.... Fog
betica. ge speciali di cappellini donneschi.
Le sa anca el Migia o Bigia capel Capellin de donna. Cappellino per
lee. V. Migia. antonomasia,

Capellée . . . Nome che si applica per Capellinètt. . . . Picciolo cappelluccio.


ischerzo ai Permalosi, stiticuzzi, sde Capellinna. . . . . . . Fra noi significa
gnosetti, schifi, teneri, facili ad aver esclusivamente il cappello tondo colle
per male ogni cosa (a ciappa capell). tese a gronda non a pieghe, a diffe
Capelléra. Cappellaia. Moglie di cappel renza di quello a tre venti più pro
lajo o venditrice o lavoratrice di priamente detto Capell. Nel secolo
cappelli. scorso appena s'usava per viaggio o
Capelléra de viagg. Tamburo. Specie in campagna dalle persone civili,
di valigia. oggidì è di tutte le condizioni.
Capellètt. T. de Capp. Testa del cappello. Capellinna. T. de Sellaj. . . . . Quella
Capellètt. . . . . . . . Voce usata dagli parte del finimento che è composta
stampatori i quali chiamano i capel di due cuscinetti i quali posano sulla
lett l'i, cioè la vocale i quando ha vita del cavallo, un per parte.
l'accento circonflesso. Capellinna (fungo). V. in Fónsg e Tob
Capellètt. Coperchio (Alb. enc. in Coper biètta.
chio). Quel pezzo di una canna da Capellinna. . . . . . . . Il tetto del pa
serviziale che serve a turarne la boc gliajo, del mucchio del fieno e sim.
ca, e da cui esce il cannello. Capellinna. Dica. V. Capàlla.
Capellètt. T. de Cuoc. . .. Certa specie Capellinna dicono in alcune parti del
di tortelli. V. in Ravioeü. contado e verso il Lodigiano quel
Capellètt. T. de Fabbriſer. Coperchio. mucchio di fieno che più comunemente
Cassetta. Quella piastra con suoi lati si dice Maragnocù o Castellinna. V.
rilevati in cui sono compresi gl'in Capellitt. Cappelletti(*tosc. Tomas. Sin.
gegni di una toppa o serratura. p. 1 1 1). Paste che fanno i vermicella;
Capellètt (Giugà a). Giocare a santi e e confortinaj, così dette dalla forma
cappelletto. Messi i danari in un cap che hanno di cappel tondo o più
pello e rivoltatolo coprirli e fare a comunemente di un nicchio o cappel
indovinare s'e'sian volti per palle o da preti a tre punte.
per santi (cros o lettera ) ; o pure Capellon. Cappellone.
versatili sur un piano ricoprirli colla Capellòn. V. in Fónsg còcch.
mano e fare ad apporsi come sopra. Càper. Càppero. Pianta detta Capparis
Capellètt. v. a. . . . Pare che fosse nome spinosa dai botanici, di cui in città i
di quei conciatetti che si radunavano più conoscono appena il bottone del
per lo più in Porta Vercellina. Nella fiore che si mangia concio in sale e
grida 24 gennaio 1679 il governato aceto, e che pure si dice Càppero,
re conte di Melgar chiamava a sè i e per lo più al pl. Capperi.
Capelletti entro un'ora per iscaricare Càper. fig. Zacchera. Pillacchera. Cac
la neve dai tetti del suo palazzo. cola – Spillaccherare è levar tali cac
Capellètt. T. degli Ombrell. Cappelletto. cole, cioè sterco o altre sporcizie at
V. in Capèll. taccate in sulla lana delle pecore,
Capellètt. s. m. pl. Cappelletti. Malore delle capre e d'altri dalle parti de
che viene nelle ginocchia ai cavalli. retane. V. Càgher.
Capellètta. Cappelletta. Cappellina, e dottr. Capèster dicono nell'Alto Mil. e verso
Sacello – Talora Oratorio privato, il Comasco per Tirapée. V.
Chiesina privata. Capètt iron. Capetto(“tosc., Rime Aut.
Capellètta. . . . . . . Custodia di carta pis., Gigli D. Pil. I, 1). Mala lanuzza.
che si fa ai santini o simili. È detta Impiccatello. Capestrello. Capestruzzo.
anche Portamajstàa. V. Forcuzza. Bella gioia. V. Canònegh fig.
CAP (216) CAP
Capètta. Cappino. Picciola cappa, che di Mett in capia. Ingabbiare e Toeiù
rebbesi Capperuccia se logora e misera. foeura de capia. Sgabbiare.
Capètta. Mantellina? Ferrajolino(*fior). | Càpia. v. contad. . . . . . . Nome che
Mantelletta di seta ripiegata per lo si dà a una particolare specie di gerla
lungo dietro all'abito corto da prete. di ſondo strettissimo e di bocca e ven
Mettes in capetta. Vestire abito corto. tre larghissimi. Differisce dalla gerla
Capètta. . . . . . . Specie di picciola sgor propriamente detta nell'essere lar
bia da torniaj molto simile a quella ghissima non solo di figura, ma an
che i Francesi chiamano Echoppe. che di rete, e serve perciò a porta
Capètta. T. de Sellaj. Ciappa. Addop re gran fasci di quelle sole robe che
piatura fatta a cigne o simili parti si tengono insieme da sè, come paglie,
di finimenti, valige, ecc. che viene fieni e simili, di gran volume e poco
a formare come una campanella (on peso e di altissimo colmo. In alcune
anell) per passarvi e stabilirvi una parti affini al Comasco è detta Berla,
fibbia o simile. e sul Lago di Como (a Menaggio) Bargàt.
Capezzàl. v. dell'Alto Mil. Capezzàle. Càpia de gaijnn. Corba da pollami?
Capì. Capire. Comprendere. Intendere; | Càpia de puj. Gabbiata? Tanti polli
e in gergo Ammascare. quanti ne stanno in una gabbia.
Capì a la mej o per discrezion. | Càpia. fig. Gabbia. Domo Petri. Bujose.
Intendacchiare. Intendere per discre Prigione. V. Preson.
zione, superficialmente. Itaccapezzare. Mett in capia. fig. Rinchiudere in
Capì al vol. Comprendere di volo, gabbia. Mettere in Domo Petri. Carce
prontissimamente, in un attimo, in rare. Anche i Francesi dicono Mettre
un subito. Intendere per aria. Esser en cage (Roux Dict).
uomo penetrativo, d'ingegno pronto, il Capiàtur. Ordine di cattura. Mandato
acuto, sottile, d'intelletto penetrevole. d'arresto.
Capì la scrittura o el caratter. Rac- | Capiée. Gabbiajo. Facitor di gabbie.
capezzar lo scritto. Capiètta. Gabbiuòla. Gabbiòla. Gabbiuzza.
Capi on liber. Intendere un libro. | Capiètta. Scotitojo. Reticino o vaso bu
Attignere l'intendimento d'un autore. cherato in cui si mette l'insalata o
Chi vocur capì capissa. A buon altro per iscuoterli dall'acqua.
intenditor poche parole. A buon inten- | Capii. Capito. Inteso. -

ditore il parlar corto - Talora Chi | Capilèr. Capelvenere. Capilvenere, e ant.


si sente a scottar tiri a sè i piedi. Capelvenero. Capello delle fontane o
El le capiss ogni fedel mincion. di fontana. Coriandro del pozzo. L'A
La vedrebbe un cieco o Cimabue che dianthum capillus veneris dei botanici.
avea gli occhi di panno. Se n'avve- | Capilèr. T. degli Acquac. Acqua di ca
drebbe Nanni cieco o il mio bue. pelvenere. Dal Capillaire de Francesi.
No capì nè legg nè ſed. V. in Légg. Conserva de capiler. V. Consèrva.
Nol capiss on corno o ona sverza. Capilvèner. Capelvenere. Noi se parliamo
Intende che è un recere(Ambra Cofan. collo speziale chiediamo Capilvèner,
IV, 8). Non annoda. Non ha com se col caffettiere Capilèr. V.
prendimento o intendimento o compren | Capin. T. de' Pian. Cappuccio. Parte del
sione, e sch. Non ha comprendonio. piviale che a guisa di semicerchio
Càpia. Gabbia. sta pendente dietro alle spalle.
Bacchett. Gretole (se di ferro), Staggi | Capin. Cappuccio. La capperuccia d'er
(se di legno) = Us'cioeu. Usciolino - mellino che fa parte della cappa dei
Beviroeu. Abbeveratoio. Beveratoio – prelati.
Cassetta. Beccatoio - Legnett. Posatojo | Capin. T. degli Spazzacammini. Cappe
= Assa. Assicella di suolo = In Gabbia rone? Capperuccia. Capperuccio. Scap
l'Alb. enc. novera anche le cassette, peruccio. Sp. di cappuccio grossolano
gli stanzini o appajatoj, i saltatoj e di cui gli spazzacammini sogliono far
le cupolette o i vasi, come parti od difesa al capo nel lavorare in su la
ornati di alcune specie di gabbie. gola del cammino,
CAP (217) CAP
Capioeù. Gabbiuola. Gabbiòla. Gabbiuzza. Fà o No fà capital de vum. Fare
Capioeü. Gabbia. Museruola. V. Musiroeù. o Non fare capitale o stima d'alcuno.
Capioeù. . . . . . . Alcuni chiamano così Avere o Non avere a capitale alcuno.
quella specie di rocchetto meccanico Stà in capital. Essere a capo salvo.
che altri dicono Lanternin o Lanterna Stare in capitale. Non iscapitare.
e i Fr. Lanterne. È una ruota cilin Trà insemma on capital de viv.
drica vuota, a più fusi o tondini ritti Fare un capital da vivere.
ed equidistanti fra loro ne quali in Capitàl o Capital mort o Bon capital o
granano i denti delle ruote dentate Capitalon. fig. Buona spesa(Razzi Balia
o a corona. Quando questa specie di II,7). Mala zeppa olanuzza. Mal bigatto.
rocchetto è schiacciata, spasa, e per Con certi capitai gh'è nagotta de
così dire più orizzontale che verti guadagnà. Dal travagliar coi tristi
cale, è detta da parecchi Cariòta. non se ne cava frutto nessuno.
Fra Capiau e Rocchett corre questa Capitalètt. Capitaluccio(“fior. Salvad. p. 9).
diversità che il primo è vacuo, e il Capitalètt. fig. Mala lanuzza. V. in Capital.
secondo solido e coi denti, o coll'alie Capitalista. Capitalista (Gior. agr. VII,
che dicansi, ritti, sportati e innascenti 151, X, 145 e passim). Chi possiede
dal proprio corpo. parte del capitale o del corpo delle
sostanze sociali in danaro o altro rap
Capiön. Gabbione. Gabbia grande.
Capiön. . . . Nome di quelle alte e gran presentativo circolante. È voce di
dissime ceste romboidali, conoidi o relazione. Nelle imprese commerciali
quadrate, fatte di ferule, vimini e è Capitalista chi somministra il da
salci, nelle quali gli ortolani carreg naro, per opposizione a chi presta
giano le verzure dalla campagna alla l'industria, nelle condizioni sociali è
città. Ne'diz. Capione è T. mar. o leg. Capitalista chi vive sol del frutto dei
Capiorin. Gabbiolina. Picciola gabbiola. danari dati altrui a fruttare veramente.
Capiòtt. Gabbione. Tra Capidn e Capiòtt Capitalin. V. sopra in Capital ſig.
è questa diversità che il primo è più Capitàni. Capitano – Pei Capitani delle
bislungo ed alto che non il secondo. porte, Capitani delle pievi, Capitani
Capiòtt. Gabbia. Sp. di cesta a ritroso del popolo e Capitani in genere che
da pigliar pesci. avemmo anticamente si legga il Giulini.
Capità. Capitare. Arrivare. Giugnere. El Capitani de giustizia. . . Magistra
pò stà pocch a capità. Non può star tura milanese esistita dal 16oo al 18oo
che non giunga. la quale era un vero pretor crimina
Capità in bonn man. V. in Màn. le. Anche oggidi molti dicendo Menà
Capità. Succedere. Accadere – Il Maggi al Capitani de giustizia intendono
scrisse Capitta come altrove Meritten, Condurre al Tribunal criminale.
Merittet per Capita, Meriten, Meritet; Capitàni di formigh. V. in Tògn.
e quella maniera di pronunzia è viva Capitània. . . . Moglie di capitano – Ca
anche oggidi fra i contadini brianzuoli. Pitana e Capitanessa valgono Donna
De pesg n'en càpita. V. in Pésg. che ha capitananza.
Ghe n'è anmò de capità? Ne abbiamo Capitèll. T. archit. Capitello.
a veder altre? Anche di queste ci manda Capitell. T. de'Legat. di lib. Capitolo.
la sorte? S ha a veder di peggio? ed anche Capitello. Coreggiuolo che
Capitàa. Part. di Capità – Mal capitaa sta cucito su le teste dei libri.
e pesg imbattuu. V. in Imbattùu. Mett el capitell ai liber. Accapitolare.
Capitàl. Capitale. Fondo. Sorte. Messa Capitol. Capitolo. Capo. I titoli si sud
di voce. Corpo. dividono in capitoli.
Capital mort... Capitale infruttifero. Capitol. T. eccl. Capitolo.
Capital social. Corpo. Il lat. Sors. Avè minga vos in capitol. fig. Non
Che capital! Che capitale ! Capitale! avere voce in capitolo. Valere come il
E vale E un'inezia, è cosa da poco. fio nell'abbiccì moderna (cioè italiana
Fà capital su ona cossa. Fare asse dove non entra. Allegri 195). Non es
gnamcnto su checchessia. sere stimato, considerato.
Vol. I. 28
CAP ( 218 ) CAP
Ciamà capitol. Convocare il capitolo. Capón. Menno. Privo de'membri genitali.
Pensieri a capitolo! . . . . . Dicesi Capón... Dicesi scherz. dei musici castrati.
da chi abbia a rientrare in sè, a Capón. Ad. d' Èrba. V.
raccogliersi, a internarsi, a profon Caponà. Capponare. Castrare i polli.
darsi in riſlessioni, a pensare a casi Caponà. Pottinicciare. Rimendare mala
suoi, a dare le spese al suo cervello. mente, e dicesi più in particolare
Capitolazion. Capitolazione; e parlando delle calze. Il Tomaseo ne Sin. p. 552
del servigio militare Ferma. nota che in Toscana quest'ultimo
Capmàster (che per amor di dolce pro Caponà dicesi famigliarmente Rinfrin
nuncia, comune a tutti i popoli d'Ita zellare, e l'operazione Frinzello.
lia, sentiamo dire più spesso Cammà Caponà. fig. Imbrogliare. Gabbare. Giun
ster). Capomaestro. Il sovrastante ai tare. Cogliere. No te me caponet d'ol
muratori in una fabbrica, il capo dei ter. Non mi ci cogli più.
manovali. -

Caponàssela. Battersela. Alzare il tac


Capnégher. Capinero. Capnegher fem cone. Cogliersela. Andarsene, partirsi,
mena. Capinera. Caponera, e ai Fior. fuggirsene.
Bigiola. Uccello noto il cui canto è Caponéra. Cesta dei capponi (Machiav.
Cirici. È la Motacilla atricapilla L. Clizia IV, 7). Stia. Capponaja.
Capnégher de brughera. Capinera nera. Caponéra. Le bujose. Luogo dove si vede
Occhio rosso. Occhio cotto (Savi Orn, I, il sole a scacchi. Voci di gergo che
968). Uccello silvano frequentatore valgono prigione.
degli scopeti, ed è la Motacilla me - Mett in caponera. fig. Mettere alle
lanocephala di Gmelin, bujose. V. in Preson.
Càpo. l in Càpp. Caponéra. . . . . Nome scherzevole di
Capodòpera. Capo d' opera(Targ. Viag. quell'andito a cancelli nel palazzo
VI, 22) – Capolavoro: e ironicamente del Monte di pietà dove i bisognosi
detto di persona Capetto. V. Capètt. stanno ad aspettare i ministri che
Capon. Cappone – Capon ben caponaa. diano loro danari per pegni.
Cappon diritto (Voc. aret.) – Capon in Caponerin. . . . . Picciola capponaja.
grassa, Cappon di stia o in istia – Capònna. Ad. d. Èrba. V.
Capon mal caponaa o Galoeus o Galòs. Caponòn e Caponòtt. ... Cappon grosso.
Gallione, Caponòtt. . . . Grumo di cavolo cotto
Fà vegnì-sù la pell de capon. Far e condito.
fare la pelle accapponata a uno(“tosc. Caponscèll. Capponcello. -

Rim. d'un aut. pis.) V. più sotto. Caponscellin. . . . . Picciol capponcello.


L'è mej ona magra gainna incoeu Caporal. Caporale.
che on capon o on grass capon do Caporal o Caporalin polpetta. . . .
man. V. in Gainna. Nome di scherno applicabile o a un
Sentiss a vegnì-sù la pell de capon. tozzo di caporale o ad alcun bravo
Sentirsi accapponar la vita("tosc. Rim. a credenza.
di un aut. pis). Sentirsi arricciare e Caporal (ed anche Caporalàsc o Solda
tutti i capelli addosso. Non aver pelo ràsc). fig. Femina comandatrice. Sgher
addosso che non sia arricciato. Sen ra. Spavalda – Camarlingona. Donna
tirsi tutto arricciar li peli. Arricciare grande, forte e che abbia una certa
la carne e ciascun pelo. Aggrezzarsi. aria ardita; donna che i Francesi di
Raggrezzarsi. Arruvidarsi. Rizzarsi i rebbero Gendarme. V. Sbirrèssa.
bordoni. Raccapricciarsi. Accapricciar Fà el caporal con vun. Fare il gallo
si, e ant. Caporicciare. Avere un ca ad uno("tosc. Poem, d'un aut. pis).
poriccio, Capricciare. Rizzarsi i peli Fare il sopraccapo, dominare altrui.
per subitaneo spavento o per freddo. Caporàl. Caporale. Caporione, e antic,
I Francesi hanno Venir la peau de Caporano. Principale, capo.
poule, la chair de poule. Caporal de cusinna. Lavacarne(Alleg. 67).
V css rollba de ſa rid i capon o i l olgiarrosti (id. 68). Il Galopin dei
pollin, V. in Pollin. Francesi, cioè Guatterino che bada ai
a
CAP ( 2 I9 ) CAP
girarrosti, e corre in qua e in là se Capp de bandii. Capobandito.
condo i bisogni della cucina. Forse Capp de cà. Capo di casa. Il prin
non sarebbe mal detto anche Fatto cipale della casa, che in contado si
rino di cucina. dice Resgiò. Capoccia.
Caporalàsc. Sgherraccia (Ingann, I, 5), Capp de cor. Primicerio. Capicerio.
V. in Caporal. Capp de lader V. in Làder.
Caporalètt. fig. . . . Persona che ha dello Capp di locc. V. in Lòggia.
sgherro, del comandatore, e quasi Bon capp d'ann. Buon capo d'anno.
che della forcuzza, dell'impiccatello, De capp. Da capo. Di nuovo,
Caporalin. . . . . . . Caporale di pic De capp e pè. Dal capo a piè(Ambra
ciola statura o di poco valore. Però Furto I, 1). Da capo a piè. Dal capo
siccome nella vacuità del mondo al piè. Da capo a piedi. Vestì vun de
l'uomo fa le cose come le cose fan capp e pè. Rivestire dal capo alle piante.
l'uomo, e così l'uomo nobilita i vo In capp de tavola. In capo di tavola.
caboli, come i vocaboli nobilitano Tornà de capp. Rifarsi da capo.
l'uomo. Ora questa voce per sè ten Càpp. Grascia. Derrata. El butter l'è
dente all'ignobile è oggi mai storica on capp che dà minga de guadagn
mente nobile dachè fu affibbiata al al cervellee. Il burro è grascia che
maggior capitano del secolo, dachè non dà frutto al pizzicagnolo.
diventò come a dir soprannome di Càpp. Capitolo. Capo.
Napoleone Bonaparte. Capp primm. Anzi tutto. La prima
Caporion. Caporione. Caporale. Capipò cosa. Primamente. Primariamente. Pri
polo. Capipopolare. Guidapopolo; e mieramente; al superl. Primierissima
ant. Caporano. mente; e ant. Primajamente – Capp
Vess el caporion. Andare o Essere primm ghe voeur salut. La prima cosa
il primo a far checchessia. Esser ca vuol essere buona salute,
porale sopra checchessia. Càpp. Suppellettile. Arnese. Masserizia.
Caporion. Sin. di Caporàl nel senso fig. V. A capp per capp. Per singulo. Sin
Caporiònna. Sin. di Caporalàsc. V. in gularmente. Cosa per cosa.
Caporal. Capp rar. Capo o Cosa sbracata; e
Marì badee e Miee caporionna. iron. Bella gioia o vero Capo a cantoni.
Marito sciocco e moglie comandatrice. Sì che lu l'è on bell capp! Sì,
V. anche in Colzón. ch'egli è delicata roba! (Bib. Caland.
Capòtt. s. m. Cappotto. Sp. di ferrajuolo. I, 2). Invero che la gioia è bella!
Il Bardocucullo dei Bardi era una Càpp. Il Cappa. La lettera K.
specie di cappotto. Càppa. Cappa. Specie di veste nota.
Capòtt. s. m. T. di Giuoco. Dà capott. Per on pont Martin l'ha persla
Dare cappotto. Vincere tutte le bazze. cappa. V. in Martin.
Capòtt. s. f. V. Capottinna. Segond el fraa se ghe fa la cappa,
Capottin. Vezz. di Capòtt in ambi i suoi sig. V. in Fràa.
Capottinna (che anche dicono Ona ca Cappa. Cappa. Capanna; e in alcuni dial,
pòtt). . . . . . . Sp. di cappello don tosc. Nappa(Fag Rime Parte IV, cap. 5).
nesco fatto con istoffa di seta o con Quella parte del cammino che imme
mussolo o con velo, tutto a guaine. diatamente dal focolare riceve il fumo
Capottón. Accr. di Capòtt ne due suoi sig. e va fino alla gola.
Capottón. La Cappotta (Guad. Poes. I, Cappa del camin. fig. Nappa. Nap
95). Sp. di cappotto donnesco con pone. Nasòrre V, Nappi.
maniche, le più volte di stoffa di seta. Cappa che dà in focura. Gola a pa
Càpp. Capo. Noi non diciamo Capp iso diglione(Targ Viag. VI, 51).
latamente in sig. di Testa, ma solo Negher come la cappa del camin.
nei sig. fig. o metaf seguenti: V. in Négher.
Capp o Capo raro. Bella gioia, cioè tobb de dì sotta la cappa del camin.
mal uomo, o pure Capo a cantoni. Cose da dire a vegghia. Fòle. Canta
Uomo fantastico, favole, Cose ridicole, non credibili,
e

CAP (22o) C AP
Cappaebaùtta. Bautta. Bauta. Mantellino Capp-puvialin. V. in Puvialin.
di seta o velo o retino con picciol Cappsant. V. Capsànt.
cappuccio, di color nero ad uso di Capp-sepoltò. º ... Il capo de'becchini.
maschera. Già da molti anni ha quasi Capp-sotterrò.
del tutto ceduto il posto al Dòmino. V. Capptast. V. Captàst.
Cappamàgna. Cappa. Specie di mantello Capriòla. Capriola. Cavriuola. Cavriòla
con cappuccio(capin) e strascico(cova) – Tagliare o Trinciare o Far capriole.
che s'usa dai cardinali, dai vescovi Capriolare – Al dim. Caprioletta.
e dai canonici di varie cattedrali. Caprizzi. Capriccio. V. anche Nös fig.
Cappanéra. . . . . Specie di cameriere Caprizzi de matt. Capricciaccio. Cer
di alta portata. vellaggine. Ticchio. Arzigògolo.
Capplànda. Capobanda(Diz. mus). Il capo Chi giuga o fa de caprizzi paga de
o direttore d'una banda musicale, borsa. ... I puntigli e i capricci sono
quello che i Tedeschi chiamano Ka sempre dannosi, le cose fatte per
pellmeister, cioè maestro di cappella. capriccio tornano sempre a male. Parl.
Cappbólch. V. in Bólch. di donne malcapitanti per colpa di
Cappcàccia. Capocaccia. amore potrebbesi dire Povera inca
Cappcasón. . . . . Nome di chi è pro priccita lascia sempre la vita all'ospe
prietario d'una cascina formale (ca dale(Monig. Serva nob. I, 21).
son), e fabbrica il cacio lodigiano Faccia de caprizzi. V. in Fàccia.
così col latte che trae dalla propria On caprizzi l'è mai car. Una vo
mandra come anche con quello che glia non è mai cara.
gli viene venduto da que proprietari Romp i caprizzi. Scapricciare.
di vacche che non hanno cascina. Scoeudes o Toeuss o Cavass on ca
Cappciél. Sopraccielo? Nome particolare prizzi. Scapriccirsi.
di quella specie di baldacchino che, Capriziitt. s. m.pl. Capestrerie? Ostina
raccomandato con fune a una volta, zioncelle. Noi lo diciamo specialmente
si fa pendere, isolato da essa, a co parlando de'capricci dei fanciullini.
prire l'altar maggiore d'una chiesa, Capriziòs. Capriccioso. Cerebroso. Biz
e talvolta anche gli altari minori delle zarro. Fantastico – Ritroso.
varie cappelle di essa. Caprizios6n. Ritrosaccio. Tutto capric
Cappcòmich. Capocommediante e dottr. ciacci.
Archimimo. Il Choragus dei Latini. Capsànt (o Campsànt). Campo santo.
Cappcòr. Magiscòro. Te podet fall fabricà in Capsant. Bi
Cappcustòd. . . . Il capo de'carcerieri. sognerà dipignertene uno se questo non
Cappmàster. V. Capmàster. ti contenta(Varchi Suoc. II, 1). Dicesi
Cappàzza(Mag. tom. VI, 57). . . . . . . agl'indiscreti, e a chi non sa con
Gran cappa(abito). tentarsi del compagno quando gli è
Cappèll, Cappètta, Cappin, ecc. V. Ca capitato di buona natura. Noi alludia
pèll, Capètta, Capin, ecc. mo alle officine di scultura prossime
Capp-pajsàn. Capoprante(*tosc.). Nel al nostro Duomo nel luogo detto Cam
Basso Mil. è chiamato così il capo po santo.
squadra, il caporale del contadini. Capstorna. Capogiro. Capogirlo. Vertigine.
Corrisponde in qualche modo al Ca Capstórna. Pazzia stupida(Bonsi) – Paz
poral di risaja dei Mantovani. zìa. Nome di due malattie del cavallo.
Capp-partidor. . . . . . . Il capo degli Capsùll. s. m. . . . . Pillolina d'inesca
operaj di zecca detti partitori. tura fulminante.
Capp-pòst. . . . Ufficiale o sottufficiale A capsùll. A percussione o Percotente
che ha il comando d'un posto o d'una (Diz. art.). Dicesi de cani da fucile
posta che dicasi, cioè d'una compa montati per innescatura fulminante.
gnia o d'una squadra posta a guardia Captàst. Capotasto. Ciglietto. Listello
d'alcun luogo. Il Diz. ven. contrappo congegnato in capo al manico degli
ne Capoposto senz'autorità, voce che strumenti musicali da arco, ne cui
manca perfin nel Diz, mil. del Grassi. solchetti equidistanti riposano le corde
CAP (22 I ) CAR
senza toccarsi fra loro. Nei dizion. Càr. Carro. V. Càrr..
leggesi anche Cordiera in questo si Càr. Caro.
gnificato, ma per isbaglio; chè la Avè de car o Avenn a car o acàr
Cordiera è senza dubbio quell'asse o Savè de car. Aver caro. Aver a caro.
rello o listello da piè dei medesimi Me sa de car. Ho caro.
strumenti a cui come a caposaldo sono Cara carogna. V. in Carògna.
con un nodo raccomandate le corde. Oh cara (e anche superl. Cara ca
Fà captast. Far capotasto. Col pol rascia). O garbato. Detto a modo d'e
lice della mano sinistra far l'ufficio sclamazione, vale O così sta bene,
del vero capotasto in quella parte ed è termine che esprime il contento
della tastiera dove per trasposizione che si ha che una cosa succeda se
di ottave riesca così più facile l'e condo che si desidera.
secuzione d'alcun passo musicale. Quell che s'ha minga a car per
Captùra. Cattura, lor s'ha minga d'avè a car nanca
Vess semper o in preson o in cap per i olter. Non fare agli altri quel
tura (o capciura) . . . . Esser sem che non vuoi per te.
pre in guai giudiziali; e fig. Aver uova Vess la cossa pù cara che se gh'
o pulcini (Monos. 28, 29). Esser sem abbia. Non avere altro occhio in capo.
pre o incinta o coi bimbi alla poppa. Càr. Caro. Costoso – Car come el dia
Capùsc. Cappuccio – Bacucco – Cappe vol. Caro come il sangue(Gelli Sporta
ruccia. Capperuccio. Scapperuccio – IV, 4).
Cucullo – Capperone. Il Cappuccio Càr detto a persona vale Che fa pagar
degli antichi era staccato da mantelli, cara la sua mercanzia.
serviva come a dire di turbante, e Càra. s. f. Carezza. Vezzo. Forse dal gre
aveva Mazzocchio, Foggia, e Becchet co xxpx faccia.
to : se ne vede la forma nel ritratto Fà cara o Fà cara cara. Careggiare.
del Burchiello esistente nell'edizione Accarezzare. Vezzeggiare. Far muine.
del 1555 da me citata. Carabinàda. . . . . . Colpo di carabina.
Tirà-giò el capusc. Scappucciarsi. Carabinér. Carabiniere.
Tirà-sù el capusc. Incappucciarsi. Carabinna o Carubinna. Carabina. Sp.
Capusc de vicciurin o a la mari di fucile con canna corta.
nara. Capperone. Caràcco. Voce d'orig. spag usata nella
Capuscin e Fraa Capuscin. Cappuccino. frase No vari on caracco. Non valere
Vess capuscin. fig. . . . Non aver uno sputacchio (Alleg. 58). Non valer
danari in tasca, non ne aver uno per un frullo. Non valere un cece col
medicina, non ce ne cantar uno. buco (Monti Prop. III, II, 258).
Capuscinna. Cappuccina. Caràcco! escl. Cattera ! Cospetto! V.
Monega, capuscinna, toeü marì, Càspita.
stà cossì. V. Stà cossì in Stà. Caracò. . . . . . Sp. di giubba donnesca.
Capuscinna. Ponticello. Ne fucili è il Caracòll. Caracollo, con voce moderna
Guardagrilletto. Ha.... Curvatura- . . . Conversione?, e contad. Garagollo.
Nodo davanti = . . . Nodo di die Caracollà. Caracollare, e cont. Garagol
tro = . . . Pallina o Bottone o Dente. lare.
Capuscinna. . . . . Specie di corridoja Caradà. Caradà. Specie di tabacco.
fatta per disimpegnare varie stanze: Caradà fior. Caradà fiore.
è interna o esterna; e se esterna Caradà fojetta. Caradà foglietta.
tutta chiusa con assiti, ingraticciate, Caradòr, Caradùra. V. Carrador, Car
vetrate, ecc. radùra. -

Capùzzola (v. d'alcune parti del con Caràffa. Tazza. La Caraffa dei diz. ital.
tado come verso Soma e lì presso). vale quanto il nostro Fus (di vetro).
Allodola o Lodola cappelluta o cappel Caraffa. Sbombettare. Trincare: V. Sba
laccia ed anche secondo il Savi Orn. gascià.
II, 64 Gracchiellaccia. Cappellaccia. Caraffinna. Caraffino? Caraffina ?
Uccel noto che è l'Alauda cristata Lin. Caraſſònna, Caraffone? Guastada?
CAR' ( 222 ) CAR
a
Caragnà. Sbietolare. Specorare. Belare. Carater formaa. Carattere formatello.
Piagnucolare. Piangere a distesa. Carater menuder. Carattere minuto.
Caragnà per nagotta. Fare una quat Carater redond. Carattere polputo.
trinata di pianto. Caràter. Carattere. Le lettere da stampa.
Chi sprezza ama e chi catta-sù ca Per distinguere la grandezza dei
ragna. V. in Sprezzà. vari caratteri della forma comune si
Lassà ch'el cuu caragna. V. in Cùu. danno loro i seguenti nomi ascenden
Caragnàda. Piagnisteo. Piagnistero. Pian do dai minimi ai massimi :
Caragnént. Piangente. (to. Belo. Milaninna... (Eucc de mosca. Nom
Caragnòn (che anche met. diciamo Pan pariglia minore. Mompariglia. Nom
cold). Piagnistone. Pecorone. Belone. pariglia maggiore. Mignonna. Mignona
– Anticamente era in Milano una (così l'Alb. bass. in Mignonne). Testin.
festa così detta dei Caragnoni. Testino. Gagliarda o Garamonzin. Ga
Carambòla. . . . . . . Sp. di giuoco di ramoncino. Garamon. Garamone. Filo
cui vedasi in Bigliàrd. sofia. Filosofia, e ant. Anticomune. Ci
Carambolà. T. di Giuoco di Bigliar. . . . . cero o Lettura. Lettura e ant. Comune.

Toccar colla propria biglia ambedue Santagustin o Silvi. Silvio. Sorasilvi.


le altre che stanno sul bigliardo. Soprassilvio. Test. Testo. Test d'Ald.
Caramèlla. T. de Confett. . . . . . Zuc Testo d'Aldo. Parangon. Parangone.
chero cotto di cui si brillantano marro Ascendonica. Ascendonica. Palestinna.
- - -
-

ni, spicchi d'arancia e sim. e si fanno Palestina. Canonzin. Cannoncino. Ca


pastiglie e confetti. Il Caramel de Fr. non. Cannone. Trismegist Trismegisto.
Carampànna. V. Garampànna. I caratteri di forma fuor della co
Carantàn(che altri dicono Cràizer). Ca mune distinguonsi in
rentano (Domenichi Facezie pag. 166). Inglesa. Inglese = Gotich. Gotico =
Moneta di rame tedesca detta Kreu Finanziera. Finanziera e American.
tzer, 6o delle quali danno un fiorino. Americano.

Carapòtt. v. a. Catenaccio. Vale grande I caratteri lavorati, che si dicevano da


sfregio sul viso. noi Carater miniaa perchè anticamente
Carapòtt per Brugnòccola. V. si solevano miniare, distinguonsi in
Caràsc. v. contad. Broncone? Specie di Gotich ombré. Gotico ombreggiato -
palo, che i Fr. dicono Echalas, il quale Perlaa. Carattere punteggiato? - Egizian
si dà per sostegno alla vite coltivata ... = Lapidari... = Pigmeo gravé... =
a poggio (a ronch) sino a che non Ombré.Caratterombreggiato?- Glassé...
ha acquistata la sua maggior forza. Le lettere d'ogni carattere hanno
Dal lat. Charax – Vinea characata. Pè. Piede – Tacca. Tacca = Corp.
Quand'io era in Ostiglia sentii spesso Corpo = (Eucc. Occhio - Spalla. Spalla.
dire Carazz le canne adoperate a (Diz. tip. mio).
ugual uso dai confinanti Ferraresi. Carater grass. Carattere grasso(Diz.
Caràscia. V. in Càr. tip. mio). Quel carattere che pecca
Caratànt. v. dell' uso mercant. . . . . . di tozzo e slarga assai.
Chi ha parte di capitale in un'im Carater magher. Carattere fitto o
presa di commercio. Il Bazzarini nella serrato o magro(Diz. tip. mio). Quello
sua Ortografia scrive Caratante – Nelle i cui tipi traggono al bislungo e oc
cose di mare direbbesi Partecipante cupano meno luogo nello stampato.
e alla Levantina Parzionario. I Fr. lo chiamano Caractère approche.
Caràter. T. di Callig. Carattere. V. Rònd, Carater majuscol. Carattere maju
Batàrd, ecc. scolo.
Bell-carater. Calligrafia. Scriv con Carater majuscolett. Carattere ma
bell carater. Scrivere di bel carattere. juscoletto. Quello che i nostri antichi
Carater calcaa calcaa. Carattere fit dicevano Maggioretta e che i Fran
to, stretto. cesi chiamano Les petites capitales.
Carater de can. Carattere malfatto, Carater minuscol. Carattere minu
confuso, offuscato, secco. scolo o di bassa cassa,
CAR (223) CAR
On carater. Un corpo (Diz. tip. mio). Carbon de feree. Carbone da fabbri
L'aggregato di tutte le lettere d'una (Lastri Opere II, 115 – Alb. enc. in
sola specie di carattere sì corsivo che Ciocchetto). Quel carbone fatto di
tondo, come Un corpo di lettura, ecc. legne di castagno che serve special
Caràter. Carattere. Maniera. Natura.Costu mente per le fucine de fabbriferraj
me. Genio.Temperamento. Inclinazione. e scoppietta forte. La Galencia de Sicil.
Avegh on bell carater. Esser di Carbon de sass. Carbon fossile o
buon naturale, di buon carattere. minerale.
Comedia de carater. V. in Comédia. Carbon dolz. Carbon dolce (Biring.
El gh'ha on carater tutt sò! Così 156, Targ. Viag. IV, 158). Carbon di
e fatta la natura di lui. Ha il cer legne dolci come di pioppo, ontano, ec.
vello fatto a oriuolo? È un caporotto Carbon fort. Carbon forte (Biring.
o un cervel balzano. È un cervelletto 156, Targ. Viag. IV, 159). Carbon di
così fatto. legne di castagno, quercia, ecc. Il
Mezz carater. V. Mezz-caràter. carbone più forte è detto in Toscana
Omm de carater. Uomo di conto o Carbon di stipa perchè fatto con tron
di garbo o da bene o d'onore o di chi di stipa, cioè d'erica arborea.
reputazione. Esser uomo o un uomo. Andà tutt in d'on carbon. Incar
Omm senza carater. Uom da bosco bonire. (carbone.
e da riviera. Tecomeco. Fà brasà el carbon. Abragiare il
Vess in carater. Serbare il costume. dobba de notà cont el carbon bianch.
Il Sibi constare d'Orazio, il Corrispon Gli è cosa da sonar le campane, da far
dere a tempi, a luoghi, ad abiti, a campanone, da fare un segno nel muro,
costumi, il Favellare, agire, com da fare un segno col carbon bianco.
portarsi o esser fatto favellare ed | Carbón per Negron(malattia del grano) V.
agire in modo pienamente conforme | Carbonée. Carbonajo. Chi ſa, chi vende,
alla natura della persona rappresen chi trasporta carbone.
tata – Talora Esser così fatto, cioè Carbonèlla che i più dicono Carboninna
Colle proprie parole od azioni dar de prestinee. Brace? È diversa dalla
indizio della propria natura, serbare Carboninna: questa è preparata a
il carattere proprio. mo del carbone, la carbonella in
Carateràsc . . . Carattere mal leggibile. vece è la brace di forno spenta.
Carateràsc. Naturaccia. Cassetta de la carbonella. Braciajo.
Caraterin. Caratteruzzo – Carattere minuto. Quell de la carbonella. Braciajuolo.
Caraterista. T. teatr... Comico che rap- | Carbonéra (che altri dicono Bàita). Car
presenta le parti di carattere spiegato. bonaja. Quello spianato nei boschi do
Caràto. T. Merc. Parte ? Interesse ? ve si fabbrica il carbone. La carbo
Caratùra. Voce. Messa. Sorte.
naja ha
Caravée. v. cont. br. Macereta (Micheli Carbonin o Spiazzoeu o Spiazz. Piazza
in Targ. Viag. VI, 297). Macia. Sas = Canna. Canna? = Bocchetta. Bocca ?
seto. V. anche Muracchée. Fra noi coprono la bocca di pellicce
Carbón. Carbone. Il carbone si divide di terra, di musco, e sim.; altrove la
Secondo grossezza in chiudono con biette: biette che dai Si
Carbon in tocch. Bracione. Trippa ciliani sono dette Camurchi da caicuni,
(*tosc. Gior. agr. V, 75). cioè Biette da bocca di carbonaja –
Carboninna. Carbonella. Brace. Perchè poi il vento non turbi la re
Brasi. Polverino. Carbonigia. golar cocitura del carbone, in Toscana
Secondo qualità distinguesi in usano fare alla carbonaja un riparo
Carbon canellin e per idiot. canalin. di fastella, e lo chiamano la Paraventa
Carbone in cannelle(*tosc. Giorn. agr. per quanto asseriscono il Giorn. agr.V,
V, 72). Carbone fatto co'rami mez 7o ed il Tomas. ne Sin. p. 96 nota 2."
zani degli alberi, non coi madornali – Sommondare(Gior. agr. V, 74) è il
o coi toppi, e che battuto in terra levare le prime pellicce di terra dal
manda bel suono. piè della carbonaja quando il carbone
CAR (224) CAR
è cotto – Rabboccare la carbonaja Cardéga, Cardeghée, Cardegón, ecc. V.
(Gior. agr. V, 71) è continuar a gettare Cadréga, Cadreghée, Cadregón, ecc.
piccioli pezzi di legno nel vuoto della Cardegòtt. . . . . . . Sedia tozza.
carbonaja per mantenervi fuoco vivo Cardénza. Credenziera. Credenza. Arma
– Scarbonatura(Gior. agr. V, 74) di dio dove si ripongono le cose da
cesi il levare il carbone dalla carbo mangiare. La Credenza dei diz. ital.
naja – La cavalla (Gior. agr. V, 68) corrisponde però più partic. a quella
è una specie di forcon di legno a due che noi chiamiamo Panadora. V.
rebbj in cui allogati i querciuoli da Cardénza. Credenza. Nelle case de grandi
far carbone trasportansi a spalle d'uo quella stanza dove si lavorano e ser
mo alla carbonaja – Cavallare(Gior. bano le diacciatine, i gelati, i con
agr. V, 68) è il trasportare alla car fetti, le paste dolci, e simili.
bonaja i querciuoli in sulla cavalla. Bors de cardenza. Borse di cre
Carbonin. Carboncello. Carbonetto. Car denza(Scappi Opera p. 122 ſig.).
boncino. Picciol carbone. Robba de cardenza. . . . . . Nome
On carbonin de focugh. Un car collettivo dei dolciumi e gelati che
boncello o un carbonetto acceso. Un si lavorano nelle credenze.
carboncino di brace acceso. Cardénza (met.). Stomacone.
Carbonin(ed anche Spiazzoeü o Spiazz). Anda a la cardenza, Cercà la car
Piazza(Gior. agr. V, 69). Il piano va denza... Dicesi per metafora de'bam
cuo, poco dominato dal vento e ri bini lattanti quando ricercano la poppa.
cinto da una fossetta acquajuola nel Trà in cardenza. Lo stesso che Trà
cui mezzo si pianta la carbonaja , in castell. V. in Castèll.
l'aja per così dire, o il focolare Cardénza. T. eccl. Credenza. Quella che
della carbonaja; lo spazio tutto che si apparecchia da lato dell'altare nelle
essa occupa; il colmo stesso ove ba solenni celebrazioni degli uffici di vini
sa, o la buca in cui si pianta. co vasellami e paramenti vari che vi
Carboninna. Carbonigia. Brace. Carboni Occorrono,

di legne minute spenti. Cardénza. T. eccl. . . . . . Armario su


Carboninna de prestinee. V. Car cui s'apparecchia da lato dei batisteri
bonèlla. il vasellame di necessità e d'apparato
Carbonscèll. Carboncello. Carbùnculo. pei battesimi.
Enfiatello. Cardenza intrega. . . . . L'armario
Carbonscin per Negron(mal. del grano). V. anzidetto ricchissimamente apparato.
Carbonzin. Ad. di Apis. M. Mezza cardenza. ... Lo stesso arma
Carcaninn. s. f. pl. . . . . . . Nome di dio men ricco di vasellami d'apparato.
alcune religiose. Cardenzér. Credenziere. Colui che ha
Carcàss. Carcame. Tutte l'ossa di un cura della credenza, e nelle case
animale morto, tenute insieme dai de grandi chi fa gelati, paste dolci,
nervi, e scusse di carne. confetti, ecc. detto pure Credenziere
Carcàss. Catriosso. Ossatura del casso o come ha l'Alb. enc. in Guglia.
cassero de polli o uccelli, scussa di Cardenzéra. Credenziera. Così credo che
Cal'Ile,
dir si possa la moglie del credenziere.
Càrcer. s. f. pl. Casellini. Luoghi dove V. Ziléra.
si tengono i barberi alle mosse per Cardenzin. Dim. di Cardénza. V.
correr il pallio. La voce Carcer, tratta Fà el cardenzin tirafoeura. Farcaselle
dal lat. Carceres, è nata fra noi col per apporsi. V. anche in Tirafoeiùra e
sorgere dell'Arena fabbricata ne prin in Cantà ſig.
cipj del secolo. Cardenzón. (
Credenzone(Scappi Opera
Carceràa. Carcerato. Cardenzònna. p. 122 fig.).
Protettor di carceraa. V. Protettòr. Cardin. T. de Cappel. Cardo? Specie
Carcéribus (in). In domo Petri. Latinismi di spazzola che in luogo di setole
usatissimi per denotare In prigione. ha tanti aghi di ferro, e s'usa per
V. in Preson. lustrare le tese dei cappelli.
CAR (225 ) CAR
Cardinàl, Cardinalin, ecc. V. Gardinàl, nella fornace i quadrucci da cuocersi
Gardinalin, ecc. ponendoli per ritto l'un sovra l'altro.
Cardinalètt (insetto). V. Scibignocù. Caregà a pilastrin o a pilastrej.
Cardón. Cardo. Cardone. Pianta detta . . . . . Assestare i quadrucci nella
dai bot. Cynara cardunculus. Il luogo fornace a quattro a quattro, ma sem
posto a cardi è chiamato Cardeto. pre alterni, cioè quattro ritti e so
L'infilera di cardon disse con arº pravi quattro a giacere, e così vie via.
dito ma grazioso traslato il Porta nelle Caregà a scajon o a gambetta. . .
Desgrazi de Giovanin Bongee per una Allogare nella fornace i quadrucci da
Filattera di fucili inastati. cuocersi per ritto e per iscacchiere.
Cardonin. Carduccio. Cardoncello. Caregà i moeul. T. de Mugn., de'Fab.
Cardonòtt. . . . . . Cardo ben cestuto, d'amido, ecc. . . . . Metter il grano
ma che trae al tozzo, riescendo più sotto le macine per isfarinarlo.
massiccio che lungo. Caregà la rocca. Appennecchiare. Arroc
Carècc. Voce dell'Alto Mil. Giuncaja. care. Inconocchiare. Metter sulla rocca
Giuncheto. Luogo pien di giunchi o materia da filare.
carici o caretti che si dicano, il Ca Caregàa. Caricato. V. Càregh ad.
rectum dei Latini. Fra Renate e Bruscò Caregaa come on mull. Stracarico.
in Brianza è un Carecc vastissimo; in Stracarco. Tracarco. Che ha un carico
Valcuvia vedesi un Carecc che una che spiomba. Anche i Francesi dicono
nostra gazzetta d'agosto 1854 voltò Charge comme un mulet.
bravamente in Carreggio. Caregadùra. s. f. Smorfia. Lézio. Lezio
Càrega. Carica. Carico. Caricamento. Ca saggine. Smanceria.
ricatura. Soma. Incarica; e poet. Car Caregadùra. sost. f Smorfioso. Lezioso.
co. Incarco. Smanceroso. Smanzeroso. Affettato. Af
Carega de mull o de facchin. So fettatuzzo. Sdilinquito – Talvolta At
prassoma. Carico che spiomba. tillatuzzo. Ganimeduzzo. Profumatuzzo
Ona carega d'omm. . . . – Talvolta Schizzinoso. Schifiltoso –
Quanto può portare un uomo. e parl. di donna Preziosa – La Cari
Càrega. Carica. Munizione che si mette catura dei diz. vale Uom contraffatto
in un'arma da fuoco per isparare o nano o Ritratto ridicolo.
un colpo. Mezza caregadura. Cacaspezie(Aret.
Caregà. Caricare. Tornà a caregà. Ri Talanta Prol.). Chi trae allo schifilto
caricare. so, allo smanceroso, allo schizzinoso.
Caregass de legna verda. V. in Lègna. Caregadùra. Disegno di caricatura. Di
Caregass el stomegh, la conscienza, segno di colpi caricati.
ecc. V. in Stòmegh, Consciénza, ecc. Caréggia. V. Carénsgia.
Caregà. Caricare. Metter la munizione Càregh. s. m. Carico. V. Càrega.
nelle armi da fuoco. Caricare a palla, Caregh de conscienza. V. Conscénza.
a sola polvere, a schegge o scaglia, a Càregh. s. m. T. del Giuoco così detto di
metraglia, a pallini, ecc. Briscola..... Nome di quelle carte che
Caregà per figura. Caricare a secco fanno le prime bazze, dei mattadori
(Diz. d'art.), cioè per sola esercitazione. per dir così del giuoco; e sono asso
Caregà. T. de Vetturali. . . . . . Levar e tre di qualunque palo, tranne quello
di casa chi ha a fare viaggio – Ta che è trionfo del giuoco (o briscola).
lora Assestare o Acconciare le some. Càregh. ad. Carico. Caricato; poet. Car
Caregà. . . . . . I fornaciaj dicono così co , anl. Cargo, e altre volte Carcato.
l'assestare nella fornace i materiali Càregh. Ad. di Colór. V.
che voglion cuocere. Per es. Avii fenii Caregnà, Caregnon, ecc. dicono alcuni
de caregà la fornas? La fornace è ella del contado per Caragnà, Caragnòn, ec.
a ordine perchè vi si metta fuoco? È Carèll, ecc. V. Carrèll, ecc.
quello che i Fr. dicono l'Enfournage. Carén. v. cont. Le Calende. Le Calendi,
Caregà a bancom o in banch o in e abbreviat. Il Calen. Il primo giorno
cass o a casson. . . . . . . Assestare de'mesi. V, anche Calénd.
Vol. I.
29
CAR (226) CAR
Caren ciar mes torbor, caren tor Carezzàa. Carezzato. Accarezzato.
hor mes ciar. . . . . Prognostico con Carezzinna. Carezzina.
tadinesco il quale vuole che i giorni Carezzós. Carezzevole. Piacevole. Acca
d'ogni mese abbiano ad essere il rezzevole. Lusinghevole.
rovescio del primo di loro. Càrga, Cargà, Cargàa, ecc. dicono in
Caren d' magg. Calen di maggio. alcune parti del contado come i poeti
Carénsg. s. f. pl. T. di St. Spade. Liste nostri dicono o dicevano Carco e Car
di ferro scanalate su cui scorre il go, Carcare, Carcato per Carico, Ca
carro del torchio da stampa. ricare, Caricato, ecc.
Carénsgia (o Caréggia o Carésgia). Ro Cargò. T. de Mugn. Caricatore? Nome
taja. Ruoteggio. Orbita. Quella pesta di quel lavorante d'un mulino che
che vien fatta sulle strade dalle ruote attende soltanto a caricare e scaricare
delle carrozze, dei carri e simili, e le sacca del grano e della farina.
dalla quale si può riconoscere la car Cargos chiamano alcuni il Cabròssol. V.
reggiata di tali vetture. Cariada. Doccia da mulino. Gorella. Il
Andà focura de carensgia. Uscir di fossato che dalla gora riceve l'acqua
o della carreggiata – E met. Uscir necessaria per dare il moto alle ruote
della pesta o dal seminato o fuor del del mulino.
seminato o di tema, ed anche Perdere Caricch. V. Chirie.
la tramontana o la scrima. Carilion (Orelògga). V. in Orelògg.
Stà in carensgia. Tenersi nella car Carilion (che anche dicesi Cadenazz o
reggiata – E met. Andare pel filo Cadenazzocù a carilion).... Vero sali
della sinopia. Andar per la pesta. An scendo a cui si dà moto per una ro
dar diritto o retto. Arar diritto. Vale tella centrale che aggirata dalla chiave
condursi regolarmente. fa smuovere in senso inverso le due
Carénsgia. Carreggiata. La larghezza di lamine inferiore e superiore del chia
una vettura tra ruota e l'uota. Legn vistello o paletto che dicasi.
largh o strett de carensgia. Carrozza Carimàa. Calamajo.
larga o stretta di carreggiata, Bocchell. Pennajuolo = Sabbijn. Pol
Caresgia. V. Carénsgia. verino = Strazza. Stracci.
Carestia (che il volgo dice Calastria). Carimàa. T. di St. . . . . . . Tavoletta
Carestia. posta alla banda destra di un torchio
La carestia la ven in barca. Anno da stampa, e sostenuta da un po'di
.fungato anno tribolato. Anno pieno palcuccio, sulla quale si mesta l'in
granajo vuoto dicono i cont. toscani chiostro da tignere le forme. Encrier
(Gior. agr. XII, Io2). Guai a quel presso i Francesi, Farbenstein o Far
l'anno in cui il piccione non fa danno benbret presso i Tedeschi, Ink-blok
(Gior. agr. III, 58o), cioè quand'è presso gl'Inglesi.
asciuttore la sementa men fonda e men Carimàa. Occhiaia. Certo lividore che
coperta è in maggior preda a piccioni, vien sotto gli occhi. Al Monti questa
e vale che l'annata umida è cattiva. Occhiaja non parve confermata a suſ
Regnà calastria. Cantare il miserere. ficienza dai testi che v'apposero i diz.;
Temp de calastria. Tempo carestoso. si potrà quindi a cautela dir come
Carètt. Caruccio (“tosc.). Alquanto di desimi testi Occhiaja livida o vero
spendioso. Livido o Lividume o Lividore agli occhi.
Carètta, Carcttin, ecc. V. Carrètta, Car Carimàa. Tocco? Per isch. dicesi così una
rettin, ecc. specie di berretto conico con falde
Carèzza. Carezza. Vezzo. Amorevolezza. rialzate e arroccettate di cui facevano
Carezz d'asen o de vilan. Carezze uso i nostri vecchi. Se n'ha esempio
rusticane o svenevoli. Carezzocce. in quella incisione che per solito
Carèzza. Caro. Disorbitanza di prezzo. vedesi in fronte alle Avventure di
Carezzà. Careggiare. Accarezzare. Vez Robinson Crosue la quale rappresenta
zeggiare. Carezzare. il padre di lui che lo sconsiglia dal
Carezzà. fig. Accarezzare. Leccare. viaggiare. Il padre ha in capo un
CAR (227) CAR
carimaa. Quando questa medesima Fà duu mort o duu corp in don
specie di berretto è bianca noi la di carlee. Fare una via o Far un viag
ciamo pure per ischerzo Guss d'aeuv. gio e due servigi. Pigliar due colombi
Carimarada. Colpo di calamajo. a una fava. Maniera prov. che vale
Carimaràda. . . . . . Quanto può con Coll'istessa operazione condurre a fine
tener d'inchiostro un calamajo, p. es.: due negozj.
El gh'ha traa adoss ona carimarada Mazzass per fà onor al carlee (Maggi
d'incioster. Gli gettò addosso pieno Op. II, 216). Fare la panata al dia
un calamajo d'inchiostro. volo. Gittare il giacchio in sulla siepe.
Carimaréra. Scrivania(“fior.). Specie di Far cosa vana e dannosa.
vassoino, ordinariamente d'argento od Carlètta. Ad. di Lima. V.
altro metallo, che ha in sè calamajo, Carlin di vacch, Carlin matt. V. in Vàc
polverino e pennajuolo. ca e in Màtt.
Carimarìn. Dim. di Carimàa in ambo i Carlinètt inversione di Clarinètt; voce che
sig. V. – Calamajo da tasca. alcuni usano scambiando per ischerzo
Carimarón. Accr. di Carimàa in ambi i la scioccheria.
sensi. V. Carliroeü (che anche diconsi Carlitt).
Carìn. Caruccio. Carino. . . . . . Così chiamiamo que bambini
Cariòta. V. in Lanternin e Capioeò nel lattanti che le balie foresi portano
sig. meccanico. alle madri in Milano nel dì che ri
Carisna (che i Brianz. dicono Calùsgen). corre la festa del nostro san Carlo
Fuliggine. Filiggine. On camin pien de Borromeo.

carisma. Un cammino filigginato. Color Carlisèpp. Carlo Giuseppe.


de carisma. Fuligginoso. Filigginoso. Vestii de Carlisepp. Vestito all'an
Caritàa. Carità. ticaccia, alla carlona.
La prima caritaa l'è per lor. . . . Càrlo. Carlo. Nome proprio usato nelle
Charité bien ordonnée commence par seguenti frasi: -

soi-méme dicono i Francesi. V. in Toeu. El par ch'el gh'abbia el tesor de


Andee in pas che la caritaa l'è san Carlo. V. in Tesòr.
fada. Addio ser Ugo che la paglia è El sur Carlo. . . . . . I quattrini.
data, cioè Siete arrivato tardi, ed Avè faa pussee che Carlo in Franza
anche Chi tardi arriva trova il diavol Aver fatto più che Carlo in Francia
nel catino, cioè il piatto vòto. (Doni Com. Burch. p. 15, e Libr.p.165).
Caritaa fiorida (ona). Un'opera di Aver fatto più che non fece Carlo in
carità fiorita (Fag. Av. pun. II, 7). Francia (Raf. Borgh. Am..fur. III, 1 o).
'Caritaa pelosa. La carità di Giovanni Galante de Carlo U. Ganimede del
da san Giovanni(“fior. Dat. Lep. 95). l'uno (Fag. Av. pun. III, 1). Vecchio
Amor del tarlo. La carità di mon'An damerino, il Galant suranne de Fr.
gela. La carità di mona Candida che Carlon. V. in Formént.
biasciava i confetti agli ammalati per Carlònna (Ala). Alla carlona. Alla libe
levar loro la fatica – Oh tu sei carita ralona(Agr. 42).
tivo! Oh tu hai la gran pietà di me! – Carmagnòla. Carmagnola (così l'Alb.bass.
Carità pelosa, cioè interessata, usu nel Supplimento). Sorta di aria, di
raja; e da noi dicesi anche più spe ballo, di vestito e di rapporto fatto
cialmente del bene che si faccia altrui nel seno della Convenzione nazionale
per viste carnali. di Francia.
Cercà la caritaa. Limosinare. Carmeli. Carmelitano. Digio. Specie di
Càrla. V. Carlo. colore detto Carmelite anche dai Fr.
Carlée. Carnajo. Sepoltura comune di Carmelitànna. Ad. di Sàja. V.
spedali ed altri simili luoghi. Da noi Carmin. Carminio. Color noto.
però Carlee si usa più comunemente in Càrna. Carne – Parlandosi di carni ci
senso di Cataletto, Bara, e per gergo barie è prov. Carne al sole e Pesce
Il cocchio a quattrº uomini (Alleg. 155); all'ombra, cioè doversi scegliere le
e di qui i dettati parti superiori ne'mammali e le sottane
CAR (228) CAR
tane nei pesci – La stanza ove si Insedi tra carna e pell. V. Insedi.
ripongono i carnaggi, o sia le carni In su la carna. A carne.
morte (se non è ghiacciaja) dicesi Car La carna attacch a l'oss l'è la pù
najo – Carnuto e Carnoso dicesi chi bonna. pos. e fig. La carne più vicina
ha carne intorno; Carnacciuto e Car all'osso è più saporita (Monos. 216).
naccioso chi m'ha molta , Carnivoro La reson del becchee che a comprà
chi si ciba di carne, e specialmente la carna ghe vocur i danee. V. in
chi ne fa grand'uso. -
Reson.

Assa de la carna. Tagliere. L'è anch lu de carna compagn de


Carna che cress mangia de spess. nun. . . . . . . . Dicesi per esortare
. . . Dicesi degli adolescenti ai quali a riguardi dovuti a ogni nostro simile.
occorre più cibo che non agli adulti. Il est de chair et d'os comme nous.
Carna che dà al dent o che trà È diverso dal Semm tucc de carna
sangu. Carne verdemezza, cioè tra che riporterò più sotto, quello scusa
cotta e cruda. la carnalità; questo esorta all'amor
Carna che deslengua in bocca. Carne del prossimo.
ben ben frollata e cotta arcibenissimo. L'è pussee la gionta che la carna.
Carna che letiga. Carne viscida. fig. È più o prima la giunta che la
Carna de porch. Carne porcina – derrata. È più l'accessorio che il
Carnesecca. Carnesalata. principale.
Carna frusta. V. sotto Carna vanzada. Mett troppa carna a focugh. V. in
Carna gremegnosa. Carne panicata Foeügh.
(“tosc. volter.). V. Gremègna sig. 2.” Mettes in carna. Impolpare. Rimpol
Carna mastra. . . . . Carne di manzo pare. Rincarnare. Rimetter la carne.
o di vitello. Impor carne. Ingrassare. Rimettersi in
Carna matta. Carne morta, ammor Carºle,

tita, mortificata. Carne che ha per No gh'è carna senz'oss. . . . . . .


duto ogni senso, ch'è resa insensibile. Lo dicono i macellai a chi vorrebbe
Carna patida. Carne stracca o stantia. polpa e non ossa. Il n'y a point de
Carna slegneda. Carne tigliosa, ti viande sans os – fig. si trasferisce
rante, dura. V. in Slègned. a significare che in ogni cosa è la
Carna sobbattuda. Carne livida e Slla parte di difetto. Ognuno ha il
percossa dice il Sacchetti nella Nov. suo impiccato all'uscio. Non è uovo
71. Dicesi della carne quando è assai che non guazzi.
rossa, il che succede nelle bestie che No savè se l'è carna o pess. Non
toccarono molte percosse prima d'es sapere s'ei sia carne o pesce. Dicesi
ser macellate. d'uom cupo di cui non si conoscono
Carna sorianna. Carne vaccina. bene costumi, genio, impiego. Ne
Carna tarlucca. savoir s'il est chair ou poisson dicono
Carna vanzada. Carne giostrata o anche i Francesi.
rifatta o rifritta – e fig. Carne stracca. No vanza mai carna in beccaria.
Carne di giovedì parl. di donne viete. V. in Vanza.
Carna venada. Carne vergata di Pagà carna salada. Costar salato o
grasso? insalato. Lasciarvi del pelo o il pelo.
Color de carna. Carnicino. Quand gh'è la festa se tacca-sù el
Costà carna salada. Costar salato. caldar de la carna de per tutt. Chi
Saper di sale. festeggia carneggia.
De carna. Càrneo. Robba de carna. Carnaggio.
Drovà carna salada per scocud la sed. Semm tucc de carna. Ognuno è di
Cavarsi la sete col prosciutto. Cavarsi carne(Monos. 61). Tutti siamo di carne
un capriccio con proprio danno. o di carne e d'ossa. Tu vedrai noi,
Falla pagà carna salada. Insalarla. d'una massa di carne, tutti la carne
Me l'han fada pagà carna salada. Ella avere. Cioè tutti siamo carnali, fra
m'è stata insalata, gili, soggetti a errare.
CAR (229 ) CAR
Tocch de carna de coll. V. in Còll. Carnèlla (che nell'Alto Mil. dicono più
Tra carna e ongia besogna minga sovente Carnisèlla o Carnina o Code
mettes de mezz. Tra carne e unghia sèlla, ed altri anche Carnètta). Lingua
nessun vi punga. Quel che i Francesi (di castagno rossa buona). Specie di
dicono Il ne faut pas mettre le doigt fungo di colore sanguigno e d'odore
entre le bois et l'ecorce. vinoso, e mangereccio quando è no
Tra carna e pell. In pelle. Pelle vellino. I Francesi lo chiamano Foie
pelle. In pelle pelle. Tra pelle pelle. de boeuf Schaeffer lo nomina Boletus
Trovà carna per i sò dent. Esser hepaticus, e Fries Fistulina hepatica.
proprio pasta da suoi denti (Prologo Carnevàa. Carnevale. Carnovale. Carna
ai Dissimili del Cecchi). sciale – Il penultimo giovedì di car
Vaga la carna per no avegh la nevale dicesi Berlingaccino; l'ultimo
gionta. Non si lasciar costrignere a Berlingaccio; l'ultimo di del carne
mangiare la carne secca col pesce vale Carnasciale.
d'uovo? Rinunziare ad alcun vantag Avè paricc carnevaa sui spall. Aver
gio per non trovarsi alle prese con qualche annuccio. V. anche Spàlla.
accessori o conseguenze spiacevoli. Carnevaa alt. . . . . . . Carnevale
Vess carna e ongia con vum. Essere lungo, che dura innoltrato fra l'anno.
anima e corpo d'uno o carne e ugna Il fr. Carnaval haut o recule.
con uno. Essere pane e cacio, camicia Carnevaa bass. . . . . . Carnevale
e farsetto, anima e cuore, passere e breve, meno innoltrato nell'anno.
colombi, due anime in un nocciolo. De carnevaa l'è lecit tutt coss. Di
Vess in carna. Essere in carne o carnevale ogni scherzo vale(Fag. Ast.
carnuto, e al superlativo Essere car bal. III, 18).
nacciuto o carnaccioso. Fà carnevaa. Carnevaleggiare. Car
Vess minga carna per i sò dent. novaleggiare, e ant. Carnascialare.
Non essere osso da suoi denti(Caro Sberlingacciare.
Apol. 148). Non essere cosa da otte I carnevaa l'han bozzaraa o I ann
nersi così facilmente da quel tale a l'han miss giò. Le golpi l'hanno giunto.
cui s'applica il dettato – Talora vale (Salv. Granchio I, 2).
anche Non essere terreno da suoi ferri, Pesà i carnevaa. . . . . . . Sentire
cioè Non essere cosa ch'ei possa fare. il peso degli anni.
Vess minga carna venduda. . . . . Carnevàa sch. . . . . . Dicesi ad uomo
È come dire non essere schiavo, non o donna deforme – ed anche a Per
esser persona comperata al mercato, sona arciraggiunta, pocciosa, paffuta,
non voler assoggettarsi a capricci, che alcuno disse per isch. Stenuata
opere, servigi disorbitanti. come un carnevale. -

Vess on diavol in carna. V. Diàvol. Carnevàa. sch. . . . . . dicesi anche a


Càrna l'usiamo solo al pl. per Carna checchessia rovinato logoro.
gione. Carnato. La gh'ha pur anch On vestii ch'el par on carnevaa.
di bej carna. Ha pur bella carne! Uno straccio d'abito.
Ei gh'ha i carna endegh. È moricino. Carnevalin. Carnovaletto – Noi diamo
Carnagion. Carnato(Targ. Viag. III, 428). questo nome anche ad ogni po' di
Carnagione. Incarnagione. Carnatura. ricreazioncella, ad ogni cosa che ci
Carnàscia. Carname. Molta carne. Man serva come il carnevale a rimetter
già sossenn carnascia. Carneggiare. l'animo in tuono, e in questo signi
Carnàscia. Carnaccia. Carne cattiva. ficato può trovar luogo in ogni tempo
Carnascia. Mollame. Carnaccia. Mollume. e in ogni condizion di persone.
Carnume. Carnevalön. Semplice accr. di Carnevàa.
Carnée. T. de Cacc. e Pesc. Carniero. Carnevalone.
Carnajuolo. Carniere. Carniera. Fog Carnevalön. Carnevale di santo Ambro
gia di tasca da riporvi la preda. gio. Fra noi significa più particolar
Andà in verzee a impì el carnee. mente lo spazio di tempo che corre
V. in Verzée. fra il mercoledì delle ceneri e la pri
CAR (23o) CAR
ma domenica di quaresima, tempo ninnolo manuale ai fanciulli, come
che per un uso speciale della no di quelli più grandetti ne quali si
stra città, a nessun'altra comune, si lasciano scarrozzare i bimbi – Lo
passa qui in divertimenti carnascia diciamo anche in sig. vezz. per Car
leschi; cosicchè laddove il berlin rozza in generale: per es. On poo de
gaccio de Toscani (ch'è il giovedì caroccetta l'è ona gran comoditaa.
grasso degli altri Lombardi) precede La carrozza è un gran comodo?
le Ceneri di cinque giorni, il nostro Caròccia. Carrozza. Cocchio. Legno. Sorta
giovedì grasso tien dietro ad esse di vettura che prende vari nomi a
immediate. Anticamente questo no seconda delle fogge sempre mutabili.
stro carnevale comprendeva anche Vedi sotto Lègn le varie specie.
tutta la prima domenica di quaresi Scocca. Cassa. (V. Scòcca per le
ma, e di tal uso vediamo reliquia sue parti) = Carr. Carro. (V. Carr
nello sfarzosissimo Corso che in que sig. 5. per le sue parti).
sto giorno è quasi dire una mostra Andà in caroccia cont el timon
di carrozze sostituita alle Maschere dedree. V. in Timón.
fatte uscir d'uso in questo dì verso Caroccia di pover mort. Carrozza
la ſine del 15oo. dell'Apocalisse(“tosc. e poet.pis.I, 212).
Carninna. Vezzeg. di Carne, simile al Carrozzaccia malconcia.
provenz. Carnetto, che usiamo co fan Caroccia intrega. . . . . . Carrozza
ciulli. Per es. Mangia la pappa che a due cavalli, così detta per distin
te daroo la carninna. Se mangerai la guerla da quella a un caval solo che
pappa avrai la carnuccia? diciamo Mezza caroccia. -

Carninna. Lo stesso che Carnèlla. V. Dottor mezza caroccia. V. in Dottér.


Carniroeü. v. a. Daz. Merc. Carnierino. Fà caroccia (che i contadini dicono
Quello da sparvieri. Cioccà). fig. Portare i frasconi. Croc
Carnùzz. Carniccio. Propriamente la ban chiare. Essere crocchio. Essere mala
da di dentro della pelle degli animali, ticcio; e dicesi così dei volatili come
ed anche quella smozzicatura che se dell'uomo.
ne leva quando si fa cartapecora. La vit in caroccia la manda el pa
Càro. Caro. Carino. Cuor mio. tron a pè. V. in Vit. -
Caro ti! Deh ! Di grazia. Inter. Mett via la caroccia. Rimettere(Dati
eccitativa usata anche per amara iro Lep.55).Ritirar il cocchio nella rimessa.
nia. Caro ti ven con mi. Deh vieni Mezza caroccia. V. Mezzacaròccia.
meco. Di grazia vieni meco – Caro Pettà el cuu in caroccia. V. in Cùu.
ti va on poo foeura di pee. Deh vat Scior de caroccia. V. in Sciór.
tene via. Di grazia escimi d'attorno. Se po'minga andà in paradis in ca
Vess el sò caro. V. in Caroeu. roccia. Non si può andare in paradiso
Caròba. Carruba. Guainella. Il frutto della in cocchio(Adimari Son. fra i burchiell.
pianta detta dai bot. Ceratonia siliqua. 272) o col guancialino(Diz ven). Non
Carobbi. v. a. Crocicchio. Noi abbiamo si può avere la rosa senza le spine.
un piazzaletto che per antonomasia Tirà la caroccia coi busecch. Esser
porta il nome di Carobbi. Vedasi che tutto titoli disunti. V. in Busècca.
ne dica il Giulini, tom. II, p. 521. Toeiù on viorin per ona caroccia.
Caròbi. Cantera ? La trivella massima V. in Viorin.
del bottajo. Caròccia dicesi altrui sch., e per modo
Caroccee. Carrozziere, Cocchiere, e poet. meno inurbano, in luogo di Carògna. V.
Auriga. Caroccià i busecch. Gorgogliare il corpo.
- Caroccèe. Ad. di Cavàll. V. V. in Busècca.
Caroccera. Cocchiera? La moglie del Carocciàda. Carrozzata. Cocchiata. Le
cocchiere. V. in Ziléra. persone tutte che sono in una stessa
Caroccètta. Carrozzino. Dim. di Carrozza Carrozza,

che noi usiamo anche parlando così Caroccin. Carrozzino.


di quel carrozzini che si danno per Carocción e Carozzon, Cocchione,
CAR (231 ) CAR
Caroeò (voce che noi usiamo parlando quelli, ma ha fondo, ed oltracciò n'è
così di fanciulli come di fanciulle). più alto e men largo. Per le caciuole
Figliuol di vezzi. Cucco. Figlio predi quadre s'usa la Carotola che è bossolo
letto dal padre o dalla madre. I To quadro, per le ricotte s'usa il Caro
scani dicono volgarmente Beniamino, tolin che è bossolo circolare poco
come Benjamin dicono anche i Fr. diverso da un quartuccio. Anche i
Caroeiù (in genere). Mignone. Mignoncello. Parmigiani dicono Carotle questa spe
L'era el sò caroeü. Era il fico del cie di bossoli quando sono di legno,
l'orto di sua madre (Buonar. Tancia e Cavagnacul quando sono fatti di
III, 13). vinchi. I Piacentini le chiamano For
Carògna. Carogna. Fetido cadavere d'a me e Formette, ed anche Carotte e
nimale. Carottein.
Cara carògna. . . . . . Improperio Caròtola. Ad. di Pèrsegh. V.
volto in ischerzo che con ironia più Carotolón. Carotaccia. Accr. di Carota.
civile direbbesi Caro carissimo. Carotolin. V. in Caròtola (de mascarpon).
I mosch van adree ai carogn. V. in Carotolinna. Dim. di Caròtola. V.
Mósca. Caròzza, ecc. V. Caròccia, ecc. -

Carògna. Ròzza. Bestia piena di guida Carozzàbil. Calessabile(Targ. Viag. I, 2).


leschi. Che può esser percorso dalle carrozze.
Carògna. Carogna. Per ingiuria ad uomo. Carozzin, ecc. V. Caroccin, ecc.
Carògna. Conca fessa. Che ha più mali Carpanèll (che altri dicono anche Ni
che il caval della carretta. Malescio. Carpanèssa º sciorin). Carpinello. Quel
Cachettico. Impolminato. l'albero che è detto Carpinus orien
Carognàscia. Carognaccia. talis dai bot. che ha foglie quasi simili
Carognètta. s. f. met. Carognuola. Roz a quelle del carpine, e legno bianco
zetta. Scriatello. Tisicuccio. Affama al par del nocciuolo, sodo, e utile
tuccio. Sparutino. Tristanzuolo. Maleo. per impiallacciature.
Malescio. Afato. Afaticcio. Afatuccio. Carpanètt. Carpinetto. Dim. di Càrpine.
Male impastato. Mal ammannato. Càrpen. Carpine. Càrpino. Quell'albero
Carognètta. Buona spesa. Lieta spesa. che dai bot. è detto Carpinus betulus,
Mala lanuzza. Dicesi per ingiuria a e di cui si fanno comunemente siepi,
donna e ad uomo. spalliere, viali, cerchiate(bersò), tea
Carognón. Carognaccia. Pegg. di Caro tri giardineschi, e simili.
gna, per lo più detto a persona per Per spinna de carpen. V. in Pér.
improperio. Càrpen. Carpione. Quel pesce che gli
Carolinna (Giugà a la). V. in Bigliàrd. ittiologi chiamano Cyprinus carpio.
Carosèll. Carosello. Garosello. Carpenàda.... Siepe o Viale di carpini.
Caròtola (che nell'Alto Mil. e spec. in Carpenèssa. V. Carpanèssa.
Brianza dicono Gniff). Caròta. Sìsaro. Carpià. Velarsi. Il primo primo grado
Radice fusiforme della pianta detta dell'assevare o rappigliare de liquidi.
dai bot. Daucus carota, di cui si fa Carpià l'acqua. Velare(Redi Let.
molto uso nelle cucine. VI, 2o). -

Carotola rossa o Carotola dicono i Carpià del sogn. Assonnare. Pigliar


Brianzuoli per Biedràva. V. il sonno (Somnum carpere).
Cascià carotol. fig. Far le parolozze. Carpiàa. Velato. El broeud l'è apenna
Amoreggiare – Vale anche Ficcar carpiaa. Il brodo è a mala pena velato.
capra per mannerino. V. in Balla. Carpiàa. fig. . . . . . Infreddato.
Caròtola. . . . . . . Specie di bossolo o Carpiadùra. Velo. Agghiacciamento su
formetta alta otto centimetri e larga perficiale dei liquidi.
dieci, assai cupa, in cui i cascinaj Carpiadùra. fig. Imbeccata. Infreddalura.
mettono il fior di latte per farne Carpionà. Carpionare. Accarpionare. Soſ
caciuole e ricotta (mascarpon). È di friggere e tener in molle in aceto il
verso così dal Quacciraei, come dalla carpione o altro pesce per farne cibo
Passera, perchè non è vano come serbatoio.
CAR (232 ) CAR
Carpionè. fig. Intabaccare. Cuocere. In vettura, detto Forca, ha letto stretto
namorare. e due sole ruote.
Carpionàa. Carpionato. Accarpionato. Andà per la strada del carr. Andar
Carpionàa. in isch. . . . . . Infreddato. per la pesta o colla corrente. V. Strada.
Carpionadùra. . . . . . L'accarpionare. Fass dà el carr per el cuu. V. in Cùu.
Carpionadùra. Imbeccata. Infreddatura. Ghe voeur olter carr a menamm
Carpionàss. in gergo. Pigliare un'im via. Questa carota non entra, o non
beccata. Infreddarsi. la gabello o non l'infiasco. C'è am
Carpògn. sost. m. Pottiniccio. Cucitura mattonato, le non s'attaccano, o le
o rimendatura mal fatta. carote non s'attaccano. I cordovani
Carpògn. Stopposo. Agg. di ramolaccio sono rimasti in Levante. Dettato che
il cui sugo sia inaridito. Il Voc. regg. suol dirsi da chi non passa o non
nota che i Fior. dicono Radice borosa ammette una frottola, cioè cosa che
(forse porosa). altri gli racconti per agguindolarlo.
Carpògn. add. Butterato. Tarmato, e Mett el carr inanz ai boeu. Mettere
ant. Butteroso. Segnato dal vajuolo. il carro innanzi ai buoi. Far innanzi
-

Carpognà. Pottinicciare. Rinfrinzellare. ciò che si dovrebbe fare dopo.


Far un pottiniccio, e fra noi spec. parl. Tirà el carr. fig. Tirar la carretta
di una cattiva rimendatura di calze. (Caro Lett. – Pezz. – Min.). Sopportar
Carpognadùra. Pottiniccio. V. Carpògn. il peso di un lavoro, d'un incarico.
Carpognin. . . . . . Quasi vezzeggiativo Tirà-là el carr. Ajutar la barca –
che usiamo parlando di chi sia tar Ed anche Campacchiare. Vivacchiare.
mato dal vajuolo e non ci sia in ira; Tira-là pussee on carr rott che on
è come dire Tarmaticcio. carr noeuv. fig. Basta più una conca
Carpognón e Carpognònna. . . . . Vil fessa che una salda. I malaticci per
lania che diciamo per ira o dispregio abito s'hanno più riguardo e perciò
a chi è tarmato dal vajuolo. campano spesso più che i sani troppo
Càrr (che noi però pronunciamo Càr). larghi spenditori di loro vivida salute.
Carro. Vettura a quattro ruote per Toeü la volta o Fà la voltada del
uso di trasportare robe e mercanzie. carr. Volgere largo o lesto ai canti,
Roeud. Ruote – Saa o Assaa. Sala cioè Starsi avveduti – Ed anche Far
= Scagnej. Scannelli - Contraffort. la girata del can grande, cioè Pigliar
Contrascannelli. Coscialetti = Pignett. le cose per la più lunga.
Balestre? = Rangon. Stanghe del letto Vegni per oltra strada che per
e Lecc. Letto – Ass di part o Sca quella del carr. Passar per le finestre
lin o Scarin. Cosce o Ridoli = Assa e non per l'uscio – Il fiume non rin
de mezz . . . – Ass de travers. Tra grossa d'acqua chiara.
verse = Cova o Covin. Coda e Per Vess l'ultema roeuda del carr. V.
sell o Curlett. Verricello – Paradega in Roetida.
o Sterza. Volticella - Fassa. Contra Vess on carr rott. Essere una conca
volticella – Mas c. Mastio = Timon. Ti fessa. Star sulle cigne. Crocchiare. Es
mone o Forca =.. Cosciali =.. Pannelli. ser crocchio. Essere malsaniccio.
Specie varie di carri sono: fra i Vess rott i squell e stravaccaa el
campagnuoli il Carr, la Barozza e il carr. Lo stesso che Vess giò la cà e
Volantin; fra i militari il Carriagg e el tecc. V. in Cà.
il Forgon; fra i manovali la Carretta, Vess stracch de tirà el carr. Essere
il Carrettin e il Carretton; fra i mer stanco sott'al fascio delle cure antiche.
canti la Carrettella, la Carriagginna Non saper più sostenersì gran fascio.
e la Bara. Gli ant. avevano la Basterna. Vorè cercà cinqu roeud in d'on
Fra il Carr e la Barozza corrono queste carr. V. in Roeiùda.
principali diversità che il Carr ha Càrr. Carrata. Traino? Quanto può in
volticella, letto largo e quattro ruo una volta portare un carro; il carico
te, la Barozza non ha volticella, ha d nn carro. On carr de fen. Una car
il timone che va da sommo a imo della rata di ficho.
CAR ( 233 ) CAR
Di adree on carr de bestemm. Dire Sieber pel trasporto de'bronzi e delle
altrui un carro di villanie. Ingiuriare colonne dell'Arco del Sempione.
malamente alouno. Carr-màtt. Versiera. Tregenda. Biliorsa.
El maa el ven a carr e el va via Trentavecchia. Trentaneanna.
a onz. V, in Màa. Carr-màtt o Carr di stell. V. in Stèlla.
Ogni busca per lù l'è on carr de Carrador. . . . . . Chi guida il carro.
fen. Ei fa d'ogni mosca un elefante. Il carrettiere guida la carretta, il
On carr d'obligazion, On carr de carrador il carro.
rispett e simili. Mille obbligazioni, Carradùra. Carreggio (Lastri IV, 151.
Mille rispetti. Targ. Viag.). Il viaggio che si fa con
º Vessegh attorna di carr de fen, e una carrata di checchessia. I carradur
sim. V. in Fén. costen. I carreggi son cari.
Càrr. T. de Carrozz. Carro. La parte Carré. T. de Sarti da donna. . . . . . .
d'una carrozza che serve a sostener Così dicesi nelle vesti la larghezza del
la cassa(scocca). - dorso presa da spalla a spalla e un
Roeud. Ruote (V. Roeüda per le sue po'anche più su. La Carrurc de Fr.
parti) = Lecc de dedree. Sottopiede Carrèll. Carrette. Dim. di Carro.
= Forcella. Forchetto - Assa de coc Carrèll. T. de'Carroz. Carretto.
cer. Pedana = Scerpa. Serpe - Cas Carrèll. . . . . . . Fra noi dicesi pro
sett. Cassetta (V. Cassètt per le sue priamente a quello su cui i pittori
parti)= Rompicoll o Cadenazz. Giogo di carrozze posano la cassa (scocca)
= Ruzellon. Rotelloni (V. Ruzellón per per dipingerla. Altri fanno uso per
le loro parti) = Timon, Timone = ciò di un arnese detto Trespolo, il
Sajett de pedanna. Braccetti. quale è bilicato in modo da poterlo
Càrr. T. di Stamp. Carro del torchio. girare per qualunque verso.
Propriamente quel complesso di cassa, Carrèll. T. di Zecca. . . . . . Specie di
marmo, timpano e fraschetta che si tavola a griglia di ferro con gambe
fa scorrere innanzi e indietro sulle a rotelle la quale si fa appressare alla
spade del torchio da stampar libri; bocca dei forni ove arroventansi i
l'idea madre dirò così delle vetture tondini da far monete per ricevere
spinte sulle rotaje di ferro. I pratici le padelle nelle quali sono detti ton
e i trattatisti però intendono anche dini allorchè si ritirano dal fuoco.
per questo Carro tutta la macchina Carrèll. T. dei Tessitori. Carrette. Con
di tali torchi, e lo dividono in ante gegno mobile nel telajo da tessere al
riore e posteriore. Nel primo com quale sono raccomandati i licci.
prendono quanto si fa correre sulle Carrèll de fà-giò. Filatoio. Strumento
spade, cioè cassa, marmo, timpano, di cui si fa uso per dipanare.
ccc.; nel secondo, che riceve in sè Carrèll de torg. Torcitoio. Strumento di
l'anteriore al passar che fa sotto il cui si fa uso per torcere filo, ecc.
pirrone, comprendono cosce, somieri, Carrèll del cuu. Codione. Codrione. L'e
palco, ecc. stremità delle reni appunto sopra l'ano.
Carr. Omo morto(“lucch.). Aspo. Argano Carrellòtt o Carrellin. . . . . . Seconda
orizzontale. È diverso dal verticale ruota piana che affiggesi allo scud del
(argen) e dalla burbera. fusolo de'mulini.
Càrr de prej o de trav. Barricola. Ha Carrètta. Carretta. Picciol carro a due
un solo asse e due ruote. -

ruote le cui parti veggansi in Càrr.


Carr-màtt. Carromatto(“lucch., Zanob. È di due specie, vale a dire
Diz.). Carroleva(Zanob. Diz.). Barrù Carretta de man. Carretta da mano.
cola. Specie di carretta ferrata da Carretto a due ruote con letto senza
trasportare gravissimi pesi come sal stanghe nè sponde o ridoli che si
dezze di marmi, travi, ecc. che i La traina dagli uomini per trasportare
tini dicevano Chamulcus. Uno inge robe di poco peso e di poco volume.
gnosissimo ne vedemmo pochi anni E quello che i Francesi dicono Tom
sono ideato dal celebre meccanico bereau à main.
Vol. I. JO
CAR (234) CAR
Carretta de tir. Carretta. Carretta Carrettiér. . . . . . Soldato che guida
a due ruote con istanghe per un ca le carra attinenti alle artiglierie e alle
vallo. È la Charrette o il Tombereau munizioni, il vetturale delle bagaglie.
dei Francesi. Negli eserciti del cessato Regno d'Ita
Carrètta. Carriuola (Sacchet. Nov. 166). lia dicevasi frequentemente Soldaa
Carruccio (Soderini Coltiv. Vite 55). del treno – V. anche in Carrettò.
Carretto (Biring. Pirotec. in fine dell'in Carrettin. Carrettino. Picciolo carretto.
trod. ove se ne vede anche la figura). Carrettin de sabbia. Carrettata di rena?
Specie di veicolo manuale con due Carrettin. Lo stesso che Birbin. V.in Lègn.
come dire stanghe, rette per una parte Carrettinàda. . . . . . . Una cocchiata.
in testa dalla sala dell'unica ruota Tanta gente quanta è scarrozzata a
che sta sotto la testata nel suo mez un tempo medesimo in un medesimo
zo, e per l'altra dalle mani della per cocchio di quella specie che diciamo
sona che la spigne innanzi. È quella Carrettin o Birbin.
che i Fr. dicono Brouette, e s'usa non Carrettò. Uom dalla carretta. Carrettiere.
per le sole fortificazioni e per l'agri Carrettajo. Colui che guida la carretta
coltura come dice Min., ma per ogni conducendo calcinacci, rena, matto
genere di lavori d'artigiani. Talora ni, ccc. Noi non useremmo indiffe
- ha il letto senza sponde laterali e con rentemente Carretti, Carrettee, Car
un solo dossale in testa a leggio, e rettier e Carrador; ognun d'essi è da
talora ha il letto con isponde. Le sue noi usato esclusivamente nel senso
parti sono della respettiva definizione.
Stangh. Stanghe - . . . . . . Tra Carretton. Carrettone. Carretta grande
verse = . . . . Pee. Gambe - . . . . tirata da un caval solo e a due ruote.
. . . . . . . . . Ritti = Lecc. Letto o Ne sono di coperte e scoperte. Fra le
Cassa, e se Cassa Cuu. Fondo = . . . prime sono notissime quelle che ser
Spalliera o Dossale = Spond. Fian vono per trasportar da luoghi lontani
cate = Assa de denanz. Sportello - all'ospedale gli ammalati, o portare
. . . . . . Correntini = Roeuda. Ruota al cimitero i morti degli ospedali, ecc.
(o piena o a razze) = . . . . . Chia El carretton di mort. Carro funebre.
varde = . . . . . Dadi - . . . - Ro Carriàgg. s. m., pl. T. milit. I carri da
sette = . . . . . Sproni della spalliera bagaglio. Le carra dalle salmerie.
= . . . . . Frontali delle stanghe - Specie di carri leggieri a quattro
. . . . . . Perno e chiavetta di ruota. ruote, assai bislunghi, con cancellate
Carrètta. . . . . . Piena una carriuola. molto alte per isponde, che tengono
Carrettàda. Carrettata. Piena una carretta. dietro agli eserciti per caricarne le
D'ona carrettada de sabbia en ven bagaglie – Ona trincera de carriagg.
i foeura cinqu o ses carrett. In una car Carrino, e con v. ant. Carriaggio.
rettata s'hanno cinque o sei carriuole Carriagginna. . . . . Specie di carretta
di sabbia. quali simile alla Carrettèlla, ma più
Carrettée. Carrettiere. Quel vetturale che leggiera, e così detta dal simigliare
conduce mercanzie nelle carrette o in picciolo le grandi carra da baga
carrettelle. V. anche in Carrettò. glie usate fra i militari.
Carrettèlla. . . . . Specie di carretto a Carrioeü. Trebbia. Trebbiatoio? Carro
quattro ruote e due stanghe assai bis da trebbiare il grano in luogo di bat
lungo, con isponde cancellate, con terlo col coreggiato.
sederino a due luoghi, e spesso con Carsènt. Lievito. Fermento.
una per così dire copriroba di cuoio Carsénza. Favo. Fiadone, Fiale. Parte
nella parte deretana. È una specie di di cera dove son le celle delle pec
veicolo ibrido, in grand'uso tra chi chie e dove esse ripongono il mele.
frequenta i mercati, il cui terzo an Carsénza. Focaccia. Schiacciata; in dia
teriore ha faccia di sediola, e i due letto fiorentino Stiacciata; in dial,
altri terzi di carretta da trasportar fior cont. Caſaccia. Ne sono di più
rolie. qualità, vale a dire:
CAR (235) CAR
Carsenza de pan. Focaccia. Schiac tina. Focacciuola. Focattola; fiorent.
ciata. Propriamente quella specie di Stiacciatina; contad. Cofaccetta. Co
pane in figura di rotella schiacciata che faccina. Diminutivo di Focaccia.
si fa della pasta comune, però men ri Fà in don carsenzin. Scofacciare.
menata, per regalo a così dire d'infor Schiacciare a similitudine di focaccia.
natura, e a delizia di fanciulli, vecchi, I diz. registrano solo Scofacciare che
donne, ecc. Si distingue dal Pane non pur sembra idiotismo come la Cofac
solo per la forma, ma anche per l'es cia da cui deriva; ragion vorrebbe
sere cotta leggermente per modo da però che non escludessero Sfocac
potersi affaldare come l'affaldano i ciare, voce esatta procedente dalla
bimbi per darsi ad intendere di man voce pur esatta di Focaccia.
giar così pane e pietanza. Questa spe Carsenzoeüra. V. Carsenzin.
cie di focaccia madre è sorella citta Carsenzoeüra (scherz.). . . . . Seulacciata.
dina della Brusada campagnuola V.; Carsenzoeùra per Pandemein. V.
ma sorella casalinga: ed alla volta Carsenzònna. Stiacciatona (Buon. Tancia
sua ha per sorella nobile la IV, 9). Tanta di stiacciata (Assetta III,
Carsenza de bombon. Focaccia dolce 4). Grande stiacciata, gran focaccia.
che si suol mangiare principalmente Càrt. s. f. pl. Carte, e in gergo Le Sfo
per Capo d'anno e per Befania, e che gliate(Caro Stracc. II, 5), o le Fogliose,
è di più specie, cioè o alla cont. pist. le Fogghiose traditore
Carsenza de pasta dura. Focaccia (Cini Des. e Sp. I, 9). Le carte da giuoco.
dolce di pasta soda(*fior.). On mazz de cart. Un mazzo di carte.
Carsenza de pasta frolla. Focaccia Cart alt. . . . . . Carte che segnano
di pasta frolla. -
i punti maggiori e quindi di poco
Carsenza de pasta levada. V, in conto nelle carte da tresette, di molto
Pàsta. (gliata. in quelle da tarocchi.
Carsenza de pasta sfojada. Sfo Cart bass. . . . . . . Carte che se
Carsenza de mezza pasta. V. in gnano i punti minori, e diconsi Carte
Pàsta. di conto ne mazzi da tresette perchè
Carsenza in padella. Tondone? Cre con esse vinconsi le bazze, e non
sentina? Specie di focaccia che si fa così in quelli da tarocchi ove sono
cuocere nel burro o nell'olio. di più conto le rovesce.
Fà el pan tutt in carsenza. Vale Cart sorafinn, finn, ordinari. Carte
quanto Fà tucci pont dor o d'or. v, Or. squisite, sottili, sode.
Se el pan el vour minga coeus, la Cont i cart bonn san fà tucc o hin
carsenza hala de brusà? V. in Pàn. bon tucc a veng. fig. Ognuno par che
Carsénza. Raveggiuolo fresco? Specie di giuochi bene quando gli dice buono
cacio affine a quello detto Stracchino, (Gelli Sporta III). Fortuna e dormi.
diverso però in questo che dove lo Dà foeura i cart. Dar le carte. Dà
stracchino è o tondo ed alto, o quadro foeura i cart copert. Dar carte basse.
e bassotto ed oltracciò serbatoio, la Dà foeura i cart scopert. Dar le
crescenza in vece è tonda, sfocacciata carte scoperte o alla scoperta.
sì che non imita male una gran focaccia Fà i cart. Far le carte. Fà i cart o
lattea, alta mezzo decimetro o poco Fà el gioeugh di cart. Far le carte
più, e tale che vuol essere mangiata (Zanob. Diz.). Divinazioni erotiche
freschissima e non altramente. delle donnicciuole.
Carsenzàgh (Bescottin de V. in Bescottin. Fà i cart con vun o con vunna.
Carsenzètta. V. Carsenzin – fig. Il cupolino fig. . . . Far all'amore, amoreggiare,
sacerdotale che noi diciamo Teologia.V. far le parolozze. (teggiare.
« Quist chi che gh'han sul coo la carsenzetta Giugà ai cart. Fare alle carte. Car
» Hin propri pappa, pret e gardinal. » Giugà ona bella carta o ona gran
(Porta Frani. Dante ined.) carta. Tirare una grandissima posta
Carsenzin (che anche dicesi Carsenzètta (Vedi i testi addotti dal diz. in Posta
e Carsenzoeura). Focaccina. Schiaccia T. di giuoco). Tirare un gran punto?
CAR (236) CAR
(Dav. Tac. Germ. in fine). Tirare un È detta così dall'impronto di controllo
gran dado. Vale aver una gran sorte in filigrana metallica posto sulla for
o scampare da un gran pericolo. ma con cui si fabbrica.
Mes'cià i cart. Scozzar le carte. Carta tutta in d'on pezz o ſada con
Mett insemmai cart.Accozzar le carte. la macchina o a la macchina. Carta
Mudass i cart. fig. Voltarsi le carte. d'un pezzo? Specie di carta la quale
Preparà i cart. Apparecchiar le carte non si trae già foglio per foglio dai
per giocare, e in senso cattivo Falsi tini come si fa della comune nelle
ficare o Accozzar le carte. Bricconeria cartiere a mazzi, ma sibbene va senza
usata dai giocatori di vantaggio. discontinuazione uscendo d'una delle
Ris'cià o Giugà tutteoss su ona macchine a cilindri adottate in questo
carta. Mettere tutto il suo in una posta secolo nelle cartiere di Francia e d'In
(V. i testi dei diz. in Posta T. di giuoco). ghilterra, ed anche fra noi in quella
Scannà i cart. V. in Màzz. dell'industre sig. Paolo Molina presso
Sforzà i cart. . . . . Passare troppo Varese. Questa carta, che i Francesi
in là o troppo innanzi, eccedere. Ta chiamano Papier continu o sans fin ,
lora significa anche Dare il suo mag va da sè continuamente ripiegandosi
giore. Dar le trombe, cioè fare l'ultimo sovra sè stessa come il pannajuolo
sforzo, quello che i Latini dicevano farebbe delle pezze del panno, sin che
Res rediit ad Triarios. il fabbricatore non ne tronca la con
Tegni-sù i cart. met. Non farsi tinuità per poi esporla a prosciugarsi.
scorgere. Far giuoco coperto. Tener Essa compensa in economia di tempo
su le carte. Dar carte basse. e braccia e in quantità e qualità re
Trà insemma i cart ... Ir a monte. Iativa la ragguardevole spesa delle
Càrt. s. f. pl. . . . Nome generico degli macchine da ciò, le quali si possono
attestati presentabili ai magistrati in vedere nelle tavole 14, 15, 16 e 17
prova specialmente di nascita, do del Manuel du fabriquant de papier di
micilio, condotta, ecc. Le Normand.
Càrta. Carta. Composto di cenci di lino, Carta velinna. Carta velina(“tosc.)
cotone, lana, ecc., e talora anche Carta fatta colle forme coperte supe
di scorza d'albero, di luppoli, d'alga, riormente con tela a velo d'ottone,
di paglia, di pelle pecorina, ecc. e e senza impronto alcuno di vergoline
perſino d'amianto, macerati, triti e o colonnini.
ridotti in foglia sottilissima per di Carta velinna a vergell. Carta ve
versi usi, e principalmente per uso lina a trecciuola? La carta velina di
di scrivere e di stampare. cui sopra coll'impronta delle vergo
TE. Nel linguaggio de fabbricatori line(vergell), e più comunemente con
e dei cartolaj la carta di ogni specie quella dei soli colonnini (pontesei).
si distingue, anzi tutto, per riguardo - Ogni carta originariamente rie
alle forme con cui si fabbrica, in sce, secondo la qualità degli stracci
Carta a vergell. Carta a filato o a onde si compone,
trecciuola. È questa la carta comune, Azura, Turchina. Il fr. Papier azure.
così detta dall'essere fatta con forme Bianca. Bianca.
le quali sono tessute di fili d'ottone Brunella. Bigia. Il fr. Papier bulle.
che lasciano improntate su di essa – si distingue in
nel verso della larghezza quelle ver Carta con colla. Carta incollata.
goline o riguzze che sono dette in Carta con mezza colla... Carta stata
francese Vergeures. immersa in un'acqua di colla dilavata.
Carta con filigranna. . . . . Carta Carta senza colla. Carta non incollata.
che ha in sè impronti di riscontro o – e si riunisce in quinternetti, quin
controllo che vogliasi dire, in luogo terni e risme, nelle quali i fogli pos
delle marche ordinarie (enseignes dei Sono essere

Fr.), perchè destinata ad essere mone Destes. Distesi; cioè quando il fo -


tata, bollata, usata per cambiali, ecc. glio è in tutta la sua larghezza,
CAR (237 ) CAR
Piegaa. Ripiegati; cioè quando il Carta de disegn. Carta da disegno.
foglio è ripiegato in due parti, rad Carta de musega o ass. Mùsega.
doppiato in sè stesso. Carta di musica. Carta la quale rigata
- Quasi ogni carta poi si suddi che sia si distingue per punti di rigo.
stingue Carta de lucidà. Carta da lucidare.
– Per rispetto alla consistenza, Carta trasparente, fabbricata col ti
bontà e bellezza propria, in glio della canapa, che si usa per ri
Fioretta. . . . . . Carta di squisi copiare a riscontro di luce i disegni.
tissima lavorazione. Carta de stemegn o ass. Stemègna.
Soraſinna. Sopraffina. Carta da impannate o da finestre (Targ.
Finna. Fine. - -
Toz. Modo di far gli erbari nelle Ist.
Terza o Terzotta. Cantino? Carta bot. I, 54o).
di qualità scadente. - Carta de tapezzarij o de plafon.
Sgresgia o Brunella o Brunell, Bigia. Carta da tappezzerie?
Mezzapasta. Di mezzo tiglio? Quella Carta d'involt. Carta da invogli? o
carta che è di mezzo fra qualità e qua da involtare? (cio.
lità delle sovra dette. Carta frusta. Cartastraccia o di strac
– e dicesi anche Carta pegora, Pergamena. Carta di
Carta de bomna pasta. Carta di buon pecora. Cartapecora. Cartapecorina.
tiglio. Carta buona. Carta pecorina. Carta pergamina.
Carta incartada o che canta. Carta Carta raminna o sedagna o seda
che suona, che è stagionata. rinna. Carta setina o setacea? Carta
Carta sostegnuda. . . . . . . Carta così detta perchè rassomiglia la seta
che ha nerbo maggior dell'ordinario. in sottigliezza, liscezza, lucentezza.
– E per rispetto ai difetti in Carta suga. Carta sugante o succhia.
Carta che suga o che passa. Carta Carta di cui si fa uso principalmente
che succhia o che bee. Quella che per per rasciugare lo scritto senza impol
essere male incollata non regge, ma verarlo. -

succia e beve l'inchiostro o in tutto - Ognuna di queste specie di carta


o in parte del foglio. si suddistingue nel modo seguente:
Carta crespa, o ass. Crèsp. Carta – La Carta comunna si distingue
orlata. Zàzzere. Carta disuguale, in in commercio coi nomi che verrò in
crespata, ragnata, ecc. dicando, ai quali corrispondono le
Carta mal lavorada o mal scimos dimensioni e il peso decimali che
sada. Carta magagnata. riferirò per ciascuna di esse, della
Carta segnada de la corda. . . . . cui notizia vo debitore ai signori Gio.
Quella in cui s'è asciugata di subito Battista Bianchi e Comp. nei quali la
l'incollatura per tutto fuorchè nel gentilezza è pari alla consumata spe
punto di contatto colla funicella su cui rienza in siffatto ramo di commercio.
era stesa; o quella che ha in sè l'im S'avverta però che le dimensioni me
pronta delle legature di risma e balla. desime sono da intendersi in via d'ap
Carta senza corp o flossa. Carta prossimazione, e che lo stesso è da
dilegine. - ritenere specialmente in riguardo al
Carta zernaja, o ass. Zernàja. Mez peso di ciascuna carta per ogni risma;
zetto. Cosi chiamansi i fogli strappati, come pure che l'altezza sta pel verso
rotti, sporchi che non si ammettono dell'impronta de colonnini (pontisei),
nelle risme comuni. e la larghezza per quella delle ver
- La carta poi si suddivide, per goline(vergell) di ogni foglio spiegato.
riguardo agli usi che se ne fanno, in Grand'Aquila o vero Papàl o Pa
Carta comunna. Carta. Quella di cui palon . . . Specie di carta alta circa
si fa uso comunemente per iscrivere 76 centimetri, larga circa un metro
e stampare, ecc. e quattro centimetri, e del peso di
Carta de covert o colorada. Carta circa libbre nuove decimali 61 per
colorita? – Carta dipinta. ciascuna risma,
CAR (238 ) CAR
Elefànt o Imperial Elefant o Impe Leònna.... Carta alta centim. 57,
riàl roman. Carta marchigiana impe larga 49, del peso di lib. 6 f..
riale?(Alleg. 125) Specie di carta alta Leònna doppia . . . . . Carta così
centimetri 61, larga 9o, del peso di detta dall'avere dimensioni e peso
lib. nuove decimali 49 f.. quasi che doppi della precedente.
Imperial. Carta imperiale. Specie Leònna boetta . . . Carta nella sua
di carta alta centim. 57, larga 8o, specie assai consistente, alta centim.
e del peso di lib. 55 f.. 56, larga 48, e del peso di lib. 8 ſs.
Sottimperiàl. . . . Specie di carta Leonzin de colla o Leonzin spartii
alta centim. 51, larga 74, del peso od anche Leonzinna. Leonina? Leonci
di lib. 26 f.. na?(Targ. Toz. Modo di far gli erbari
Quadrònna per tavoletta . . . . . nelle Ist. bot. I, 54o.) Carta alta cen
Specie di carta così detta per l'u tim. 57, larga 48, del peso di lib.5 ſs.
so che ne fanno i disegnatori sten Pellegrin o Pellegrinna, o come la
dendola sulle tavolette pretoriane o dicono anche a Bergamo Mezzànna . . .
da disegno. È alta centim. 62, larga Carta alta centim. 52, larga 44, del
77, e del peso di lib. 58. peso di lib. 5 f.. Alcuni la chiamano
Reàl. Carta reale (Targ. Viag. III, anche Protocòll perchè sogliono ser
45). Carta della quale si fa grande virsene a stendere le così dette spe
uso specialmente in quaderni o mastri, cies facti che parecchi dicono pro
musica, protocolli (per lo che alcuni tocolli e più comunemente processi
la dicono anche Protocòll), ecc.; alta verbali. Nel Bresciano e nel Manto
centim. 48, larga 66, del peso di lib. vano è detta Comuna e Scriver.
15 f.. Pellegrin doppi. . . Carta che nel
Real Brambilla. . . . . . Specie di Bergamasco, nel Bresciano, nel Man
carta reale alta centim. 5o, larga 66, tov.°, nel Venez.° è detta Comuna o
del peso di lib. 1o f.. Mezzana doppia o Scriver doppio: alta
Real tre lunn. . . . Carta così no cent. 41, larga 61, del peso di lib. 9.
minata per esservi improntate tre mez Olandés o Olandésa . . . Carta alta
zelune, la quale suol essere comu centim. 4o, larga 54, del peso di
nemente spedita in Levante. lib. 7 ſ.. -

Real mezzan o Realin grand . . . . Trii Capèj. . . . Carta quasi simile


Carta alta centim. 45, larga 61, del all'altra detta Leonna, dalla marca in
peso di lib. 15. fuori che è quella di tre cappelli.
Realin o Realin piccol. . . . Carta Notaril. Carta dei frati? Carta cosi
alta centim. 4o, larga 55, e del peso detta fra noi in origine perchè della
di lib. 1o. misura voluta dalle leggi per le scrit
Spéra o Spiéra o Spiéra veneta ... ture de' notaj, alta cent. 28, larga 59,
Specie di carta così detta dall'essere e di quasi 4 libbre decimali di peso
stata fabbricata originariamente per per ogni risma.
le impannate(spere), ed oggidì molto Olandinna ... Carta alta 27 centim.,
usitata per le stampe. È alta centim. larga 4o, del peso di lib. 2 ſ..
46, larga 6o, e del peso di lib. 9. Quadròtta. . . . . Carta assai usata
León o Leon spartii o Leon de per lettere mercantili, alta centim. 27,
colla ... Carta alta centim. 44, larga larga 44, del peso di lib. 5.
54, del peso di lib. 8. Quartin. . . . . Carta da viglietti
León Pavia . . . . . . Carta assai che consiste quasi sempre in mezzi
usitata per le stampe, alta centim. fogli della carta così detta Quadrotta
44, larga 58, del peso di lib. 8 fs. ripiegati a imitazione di foglio intiero.
León doppi. . . . Carta simile al Vacchètt. Carta da vacchette, cioè
l'altra detta Leon in tutto, fuorchè da libri di ricordo, quaderni di sa
nella consistenza o sia nel peso che grestie, stracciafogli, ecc. che ha figu
giugne spesso alle 1o o 11 libbre ra di parallelogrammo, oggi di uscita
nuove decimali per risma. quasi d'uso,
CAR (239 ) CAR
Bislönga. . . . . Carta d'uso eco Brunellòtt. Fioretto? Specie di carta
nomico per le stampe, alta 42 centim., non tanto bianca che è quasi sempre
larga 68, del peso di libbre 9. una carta reale di qualità mezzana
Bastàrda . . . . Nome generico di per uso come sopra. -

quella carta la quale o nelle dimen Carta de lira o Carta d'ona lira o
sioni o nel peso si diversifichi nota Carta per zuccher d'ona lira. . . . .
bilmente dalle specie su nominate Specie di carta di color blò cupo,
raffrontata che sia con quella qua così detta perchè i droghieri se ne
lunque di esse alla quale si possa servono per incartocciarvi lo zucche
per qualche verso riferire. ro, ritagliandola in mezzi fogli ognun
Tajadinna. Carta rastremata? Nome de quali ne contiene una libbra.
generico di quella carta che fu rita Carta de dò lira o Carta per zuc
gliata per essere difettosa negli orli, cher de dò lira . . . Carta simile alla
e così ridotta a minor dimensione che suddetta ma di maggior dimensione,
non fosse la sua originaria. cosicchè ogni suo mezzo foglio può
– La Carta pegora si suddistingue contenere due libbre di zucchero.
in Carta pecorina, cioè fatta di pelle Carta de fa-sù la seda. . . Specie
di pecora, e in Carta di capretto o di carta, che d'ordinario suol essere
caprina, cioè fatta di pelle di capretto. una carta imperiale di color cele
– La Carta suga si suddistingue stognolo e molto sottile, della quale
in azzurra, bianca, rossiccia. si fa uso per involtare le sete.
– La Carta de stemegn, che alcuni Carta de papigliott. Carta scura da
preparano talora colla resina e quindi ricci. Carta che, lavorata a perfezion
chiamano anche Carta resinada, si d'arte, si suol trarre dalle sfilarze
suddistingue nelle seguenti specie: delle reti logore trite, macerate, ecc.
Spéra. . . . Quella medesima carta come i cenci comuni da carta.
che fu nominata più addietro. De coeüs . . . Specie di carta, fatta
Stemègna. Carta da impannate o da con istracci grossolani, che si sud
finestre. distingue in De coeus spartii, e De
Stemègna doppia. . . . Così detta caeus con colla. La prima più rozza
perchè grossa più della prima. serve a incartocciare e involgere robe
– La Carta de lucidà dividesi in e grasce d'ogni specie, la seconda,
Carta de colla de pess. Foglio fatto più levigata e più soda s'usa per in
di colla di pesce unto con olio(Borgh. volger grasce e robe macchiose.
Riposo I, 166). Palpelàr. Carta nera. Nome ora quasi
Cartapegora oliada. Carta di capret disusato di carta nerastra da involti,
to unta con olio(Borgh. Rip. I, 165). altrevolte usata anche pei bachi da
Carta sedana oliada. Carta unta con seta, fabbricata con istracci di lana
olio. colorati. Forse dal francese Paperal.
– La Carta d'involt dividesi in Real per zila. Carta reale da invo
Argentin o Milanés. . . . . Sp. di glier le cere? Specie di carta molto
carta da incartocciare, di colore cele consistente, di color blò cupo, in cui
stognolo perchè ſabbricata con istrac droghieri e cerajuoli sogliono involtar
ci di pari colore. Si suddistingue in le cere.
Battuu, cioè passata al maglio e quindi Sacchetton. . . . Carta così detta
alcun po levigata, e in Minga battuti, dall'essere adoperata per fare sac
cioè non passata al maglio e perciò chetti da contenere seccumi, droghe,
rozza e floscia o dilegine che dicasi. erbe secche, ecc.
Brunèll o Brunèlla. Fioretto da in Stemegnón. Carta da linajuoli(Targ.
voltare(Targ. Tozz. Modo di far gli Tozz. Modo di far gli erbari Ist. bot.
erbari nelle Istit. bot. I, 54o). Carta I, 555). Specie di carta di color bi
bigerognola, quasi sempre o imperiale gio, rozza, bitorzoluta, sfilacciosa,
o reale di qualità scadente, di cui si che si fabbrica con istracci ordinari
fa uso per involtare le merci. e serve per involtare robe grossolane.
-

CAR (24o) CAR


Stemegnonin. . . . . . Carta simile masi quella carta su cui furono messi
alla precedente, ma di minor dimcn a cuocere nel forno i biscottini, gli
sione e manco nerbo. -

spumini e simili dolci, e che per es


– La Carta de tapezzarijo de pla servi rimasto qualche po' dei dolci
fon si trae dalle carte medesimi viene talvolta ricercata e
Comunna. Comune, che si toglie masticata dai ragazzi.
per lo più dal Pellegrin doppi o dal Carta de battilor. Carta di buccio.
Leon con colla già detti sopra. Quella specie di carta che è fabbricata
Tutt'in d'on pezz. D'un pezzo. con intestini di bue, e nella quale si
– La Carta de covert o colorada mettono le foglie d'oro per batterle.
prendesi fra le qualità descritte nella Carta de birlà. . . . . Sp. di carta
Carta comunna, e si suddistingue in sottilissima colla quale si ricoprono i
Carta lavorada. . . . . Carta lavo gambi de' fiori finti arrotolandovela sù.
rata, o sia improntata, cioè Carta de cavalér. Carta da bachi ?
argentada. Carta argentina. Carta rozza, di quella detta da noi
damascada. Carta a opera o ope stemegnon, che si distende sulle tavole
dora. Carta dorata. (rata. de bachi da seta. -

marocchinada. . . . . Carta imi Carta de filtrà. Carta emporetica.


tante la grana del marrocchino. Carta de imborni. Carta da brunire.
rasada... Carta levigata come raso. (così il Boer. Diz. ven. senza però ad
velutada. Carta vellutata. durne autorità). Quella specie di carta
Carta tinta in folla. Carta colorita. intonacata di smeriglio colla quale si
Il Papier coloré en pdte dei Francesi. brunisce l'acciaio.
Carta colorada a man. Carta dipinta Carta de letter. Carta da lettere?
o alluminata? Il Papier enlumine dei Fr. (Targ. Toz. Modo di far gli erbari
a vari color. Scherzosa. nelle Ist. bot. I, 547).
fiorada a color. Carta indianata. Carta de letter col fil o cont el
marmorada. Carta marizzata, a filett d'or. Carta dorata nella tondatura.
marizzata, amarezzata, e ant. mari Carta de memorial. Carta da sup
zata. Carta tinta a onde con fiel di pliche o da memoriali(“tosc.).
bue, e colori da una banda sola. Carta de minutt. Carta da bozze o
moghen. . . . . Carta imitante il da minute(“tosc.).
maogani. (a onde. Carta de pes o de stadera. Carta
ondada. Carta ondata, cioè fatta da peso o da acciughe ?
radica.... Carta imitante il cuoio Carta de strasc de coton. Carta
a mare ZZO, bambagina(Borgh. Riposo I, 165).
spruzzada. Carta spruzzata(Redi). Carta morella Carta turchina.
stellada. Carta stellata, cioè tutta Carta rigada. Carta rigata.
pinta a stelle. Carta sgresgia. Carta rozza.
– La Carta raminna o sedagna O Carta solia. Carta liscia, non rigata.
sedarinna si suddistingue in Sedagna Carta strascia o usada o frusta. Carta
da rami, Sedagna da stoffe, Sedagna straccia o di straccio o da viluppi?
da fiori, secondo che s'entropone Carta tajada. Carta tondata o riton
fra le incisioni annesse ai libri e lo data ?
stampato, o fra stoffe e stoffe, come Carta de rost. . . . . . Quella che
velluti, broccati e simili, perchè non s'adopera per cuocere certe vivande
si sciupino nel contatto, o secondo A la carta. T. de Cuochi. . . . . Di
che s'adopera nei fiori finti. ciamo Fa andà a la carta o Caeus a la
: Nel linguaggio generale poi vi carta il Cuocere alla gratella il filetto
sono altresì le seguenti denominazioni: di manzo, le costoline, le polpette,
Carta argentinna. Carta argentina. ec. involte nella carta spruzzata d'olio.
Carta bollada. Carta bollata. Carta bianca.fig. Foglio bianco(Mach.
Carta bombònna (che anche dicesi Op. IX, 115 – Clizia V, 4). Carta
Carta bescòtta) . . . . . . Così chia bianca (Fag. Un vero amore ecc. III, 2).
CAR (241 ) CAR
Dà carta bianca. Darfoglio bianco. Don Cartavòlta. T. di Stamp. V. Vòlta.
ner carte blanche dicono anche i Fr. Cartée. Cartolajo. Cartajo. Cartaro. Co
Carta che canta. fig. Carta che canti. lui che vende carta e libri da scrivere.
Carta che canta. Prova scritta. Cartelàmm. Cartilagine. Tenerume. Fra
Carta canta. Carta canta (Fag. Ast. noi si usa quasi esclusivamente nel
bal. II, 21) – Carta canta e vilan dor sig. di Pellicola o Pellicula o Pelli
ma. V. in Vilàn. cella o Pellicina o Pellolina dell'uovo.
Carta de sicurezza. V. in Sicurèzza. (Euv del cartelamm o del carlamm
Facciada de carta. Cartata. Pagina. o del cartamm. V. in (Eùv.
Mett in carta. Stendere in carta; e con Cartèll. Cartello. Foglio stampato o scrit
voce antiquata Incarteggiare. Scrivere. to, e per lo più incollato su cartone,
Càrta diciamo noi ass. per Carta mone che s'appicca in alcun luogo per av
tata. Girava domà carta. Correvano visar checchessia al pubblico.
sole cedole. Cartèll. s. m. T. eccles. Cartella. Quella
Càrta. Foglio. Quello che s'appasta sulle che s'appende sulla porta delle chie
stecche dei ventagli. Un poeta pi se a indizio di benedizioni, indul
sano disse genze, ecc.
« Sebben molte alla vista fero imbroglio Cartèll. s. f. pl. T. de Gitt. di carat. Pia
» Col rado delle stecche e non col foglio. » stre. Grosso pezzo di ferro che riceve
Càrta. Grossa. Determinata quantità d'a i diversi pezzi componenti la forma.
ghi. Ona carta de gucc. Una grossa Cartèlla (nelle arti in genere). Piastra.
d'aghi. V. anche in Gùggia. Cartèlla. T. degli Spad. Coccia. Guardia
Càrta (Ciappà la) parlandosi di gelsi. V. della mano posta sotto l'impugnatura
Incartàda e Foeüja. della spada.
Cartabiànca. T. di Stamp. V. Biànca. Cartèlla. Luogo di monte. Vale credito
Cartabón. T. degli Artig. Quartabuono. di somma determinata in un monte.
Squadra di legno di più grandezze. V. Tom. Sin. p. 1 15.
Cartabon a angalett. Quartabuono Cartèlla T. de Magn., Carroz., ecc. Pa
ad angol retto. letta Ferro che entra nei denti del
Cartabon di cov de rondena. Squa rotellone (ruzellon) delle carrozze per
dra zoppa? impedire che non dia indietro.
Cartapégora. Pergamena. Cartapecora. Cartella. T. degli Stamp. Carta. Ogni
Cartapecorina. Carta pecorina. Carta carta dello scritto di un autore, da
pergamina. comporsi per la stampa, che consta di
Cartasùga. Carta sugante. V. in Càrta. pagina retto e verso.
Cartasùga. fig. Una conca fessa. Persona Cartella. Piastra. Quella lastra di ferro
che ha pochissima salute. Lo stesso sopra di cui sono incastrati gli altri
che Impolla fig. V. pezzi d'una serratura.
Cartatòccia. T. mil. Cartoccino (Alb. ene. Cartella. Cartella. Cartolare e Cartolaro
in Cartocciere). La carica delle armi (Zanob. Diz.). Custodia o Coperta da
da fuoco portatili disposta a mo' di carte, scritti, disegni, ecc. consistente
cilindruolo del diametro corrisponden in un cartone raddoppiato che talora
te alla bocca di dette armi. Grassi nel ha anche dorso e risvolta a lucchetto.
Diz. mil. e il Diz. art. vorrebbero che Cartèlla. T. de Fab. di Carte da giuoco.
fosse detta Cartuccia per distinguerla Cartella. Ognuna delle divisioni della
dal Cartoccio che riservano alle cari così detta Stampa delle carte da giuo
che delle artiglierie ; ma con loro co; e talora anche la stessa Stampa,
pace il diminutivo dell'Alberti mi pa che è quell'asse di bossolo in cui sono
re più esatto, più corrispondente al intagliate le figure delle carte divise
positivo maggiore Cartoccio ed al suo in varie cartelle.
continente Cartocciere (patrònna), e Cartella. Cartagloria, e al pl. Le carta
meno usurpatore di significato , chè glorie. Quelle poste su gli altari e
Cartuccia è invoglio piano in carta; contenenti il Vangelo di san Giovan
Cartoccio è invoglio cilindrico. ni, il Gloria in excelsis e il Lavabo.
Vol. I, d I
CAR ( 242 ) CAR
Cartèlla. Piastra? Nel torcoletto da ton Cartinètta (fig. e anche Cartinna o Cartin
dar carte e libri (castelett) è quella na de Franza). . . Persona tutta moda,
piastra di ferro liscio di cui è fode attillatezza, lindura, e talora anche
rato il primo ceppo di quello, i Fran leggiadria nel vestire. Pari ona cartin
cesi la chiamano Boite. na.... Essere l'attillatura in persona.
Cartèlla. T. d'Armajuoli. Cartella. Quella Cartinna. T. di Giuoc. spec. di taroc. . . .
lamina di ferro in cui posano i pezzi Carta che dai in tavola quasi tu avessi
dell'acciarino dell'armi da fuoco por seguenza di giuoco, mentre non hai
tatili. Le sue parti sono: altre carte dello stesso palo; ciò che
Spond o Daa. Appoggio dello sco alle volte ſassi per ingannare, alle
dellino = Coa. Coda – . . . . . Contraſ volte per necessità o per isvista.
forte - Ponta. Dinanzi. Fronte – In Cartinna. Cartina (così il testo del Baldi
cassa dura. Incastro per lo scodellino. nucci poco felicemente usato dai diz.).
Cartèlla. Cartella tosc.). Ognuna di quelle Carta. Rame o sia stampa incisa incor
- cartelline in cui sono stampati saltua niciata e comunemente difesa da un
riamente vari dei novanta numeri en cristallo, della quale si fa ornamento
tranti nel giuoco della tombola. alle pareti delle stanze, come si fa
Cartelén. Cartellone. rebbe coi quadri o dipinti.
Cartéra. Cartiera. Edifizio dove si fab Cartinna e Cartinna de Franza. V. in
brica la carta. Si divide in Cartinètta fig. -

Magazzin di strasc. Stracceria? Cartón. Cartone. Fra noi la voce Carton


Cà di foll. . . . . . Il Pourrissoir importa anche l'idea del Cartone la
dei Francesi. vorato con pasta di stracci che i Fr.
Cà del maj. Cartiera per antono dicono Carton en paite a distinzione
masia. Il moulin à maillet dei Franc. di quello fatto con più fogli di carta
Cà di tinn. Stanza dei tini? La Cham incollati l'un sopra l'altro. Oltre al
bre de cuve dei Francesi. -

l'esservene di ordinari, fini, sopraſ


Senat o Stendidor o Tendavò. Span fini, ne sono altresì i seguenti:
ditojo. Stenditoio. Carton l'attuu. . . . . Cartone pas
Sala. . . . La Salle o Salle d'appret sato al maglio e quindi levigato.
dei Francesi. - Carton de cavaler sforaa. . . . . .
I lavoranti nelle cartiere si chiama Cartoni incollati per bachi da seta.
no in genere Foladin o Folador, e si Carton de cilindrà. . . . . Cartoni
distinguono in - velini o inverniciati che si entropon
Piaſoeuja. . . . L'Apprenti de cuve gono tra fogli e fogli o stoffe e stoffe,
o Vireur dei Francesi. ecc. quando si hanno a cilindrare.
Ponavò o Ponidor. Ponitore. Il Cou Carton de colla... Cartone con colla.
cheur dei Francesi. Carton de corda. . . . . . Cartone
Levadin o Travaijn. Levadore. Il che ha molto nervo perchè fabbricato
Leveur de feutre dei Francesi, colle sfilarze di funi vecchie trite,
Lavorani de tinna. Lavorante al tino. macerate, peste come si fa per la carta.
L'Ouvreur o Plongeur dei Francesi. Carton de piega. Cartone senza colla,
Donna de tend. Spandente. sottile, non passato al maglio, che
Lavorant de sala. . . . . . . I così non ha nervo e si ripiega colla mas
detti Sallerans o le Sallerantes dei sima facilità.
Francesi – Veggansi tutte queste voci Carton de pizz. . . . Cartoncino in
ai loro luoghi. collato e colorato da farvi su merletti.
Cartera. Cartolaja? La moglie del car Carton impastaa o Cartonzin. Car
tolajo, o la donna che fa profession toni incollati, cioè fatti con vari fogli
di cartolajo. - -
di carta incollati l'uno sopra l'altro.
Cartinàtt. T. di Giuoc. . . . Quegli che Quelli che i Francesi chiamano Car
è solito giocando a fà cartinna. V. tons de pur collage.
Cartinètta. . . . . Picciola cartina, pic Carton metallich. . . . . Carton di
ciola stampa incisa. V. in Cartìnna. colla levigatissimo e preparato si che
CAS ( 243 ) CAS
presenta nella superficie una leviga Al cas che. Caso che. In caso che.
tezza quasi metallica. In ogni caso che. Qualora. Posto che
Carton minga battuu.. . . Cartone Dato che. Se il caso si darà che.
non passato al maglio, e rozzo. Fà on cas. Far d'una mosca un
Carton per disegnà. . . . . Carton elefante. V, anche Spuèll.
da disegno. Fassen cas. Maravigliarsi di chec
Anima de carton. F in Anema. chessia.
Cà de carton. V. in Cà. No vessegh cas de ſagh fà o di....
Legg i liber dessoravia del carton. Non esserci via nè verso di far fare,
V. in Liber. -

dire, ec. Non poter venire a capo di, ec.


Savè legg el carton di liber. V. in On gran cas. Casaccio. Caso stra
Liber. no. Avvenimento insolito e cattivo.
Cartón. Cartella. Guardia di scritture. Segond i cas. Secondo il caso. Se
V. anche Cartella sig. 7.” condo il vento. Secondo che.
Cartonéra per Scàtola de capell. V. Supponemm el cas. Facciam caso
Cartonzin. Cartoncino. º
ipotetico o suppositivo. Poniam caso.
Carùga e Carùgola (che in varie parti Te see on gran cas. V. in Casètt.
dell'Alto Milanese dicesi anche Gaj Vess foeura del cas. Non si ritrovare
nètta de la Madònna). Eruca. Sorta in quelle peste – Fà bell là a vess
d'insetto dannosissimo alle uve ch'è foeura del cas. A chi non duole bene
il Melolontha vitis di vari entomol. e scortica. A chi non pesa ben porta –
che dal consigliere Scopoli fu chiamato A chi consiglia non duole il corpo.
Scarabaeus ampelophagus, cioè Scara Vess o No vess in cas de fa, di
beo mangiaviti: parmi sia quello che ccc. . . . Avere o Non avere possi
i Francesi chiamano percoquin. bilità di fare, dire, ecc.
Carùgol. s. m. . . . . . Rullo scanalato Vess in cas de fà, dì e sim. . . .
con un manubrio a stella dall'un dei Esser per fare, dire, propendere
capi, dei quali si servono que del quasi a fare, dire; essere in procinto
contado milanese che confinano col di fare, dire, e simili.
Lodigiano in luogo di coreggiato per Vess propri el sò cas. Essere il
battere i grani, e ciò facendovelo caso o il casissimo.
strascicare sopra a furia di cavalli. | Cas. T. gramat. Caso.
È trebbia diversa dalla macchina in Andà maa in gener, numer e cas. fig.
glese da ciò. Scordare in genere, in numero e caso.
Carùgol. v. cont. del Basso Mil. (Fag. Pod. Spil. III, 7). Essere cosa
Trebbiatoio a mo' di carro a quattro di là da sconveniente o di là da mal
ruote col quale battesi il grano. V. fatta o da mal combinata – Talora
Carrioeù. vale anche Andare alla peggio. Esser
Carùgola per Carùga. V. dei cani.

Carùgola chiamasi da alcuni contadini | Càs è anche usato scherz. come troncatura
idioti dell'Alto Milanese la Cantaride. del latino Inducas nel modo seguente:
Carùspi (che nell'Alto Milanese dicono Nol ghe n'ha nè in me nos nè in
anche Resi o Cavall). Torso. Ciò che duu cas. È un pezzo di carne con gli
rimane di pera, mela o simili dopo occhi (Monos. I 1o). Egli è un vie là
averne levata intorno intorno la polpa. vie loro. È quadro. È vano più che
Carùspi e Caruspiètt. met. Rozzetta. Lo una canna. E un capo quadro. Dicesi
stesso che Raspiùsc. V. d'uno scimunito, d'un dolcione, di
Càs. Caso. Successo. Accadimento. Avve uno che i Latini avrebbero accusato
nimento. Evento. d'aver in corpo un popone in luogo
A cas pensaa. A partito preso. Pre di cuore.
meditatamente. Appensatamente. A po- Càsa. Casa. Noi diciamo quasi sempre
sta fatta. Meditatamente. Studiatamente. Cà in vece di Casa; questa ultima
Al cas. A un bisogno. A un bel bi voce però usiamo talora o nel nomi
sogno. nare i casati illustri (Casa Busca, Casa
CAS ( 246 ) C AS,
Casciavit. T. dell'Arti. Cacciavite. Piccolo Casèll. V. Cassèll s. f. pl.
strumento da invitare o svitare viti. Casèlla. Casellina? Casellino? Spazio qua
Cascin, T. di Caccia. Paratore?(Savj Orn. dro. Partizione. Scompartimento.
II, 258). Bracchiero. Bracchiere. Colui Casèlla. Cella. Celletta. Cellina. Cèllula.
che guida i bracchi ad appostarla fiera. Così chiamansi i buchi de'fiali delle
Cascin (che altri dicono anche Battìn). pecchie. -

T. di Caccia. . . . Così chiamansi coloro Casèlla, e per lo più al pl. I casèll. ... .
cui ufficio è di circondare un bosco, Le sezioni della frasca da bachi da seta.
e battere fortemente tra le piante per Casèlla. . . . . . ll manipolo che si fa
così far levare le lepri o altre cac del lino al primo raccoglierlo.
ciagioni e farle andar nelle reti o alla Caséra (o Caséra del formaj o anche Ca
volta del cacciatore che sta in agguato són) . . . . Grandissima stanza fatta
ad aspettarle – Questo nostro Cascin a corridoia in cui per ordine rigo
corrisponde precisamente al volgare roso di età si vengono vie via collo
franc. Traqueur come sta registrato cando a convenienti distanze le forme
nel Supplimento dell'Alb. bass. con di cacio lodigiano provegnenti dalle
proprietà di linguaggio il Cascin è cascine formali (cason). Ivi i negozianti
Chi fa la scacciata, l'Alator dei La le tengono in serbo e fanno stagionare
tini, e serve per la pianura; il Battin per poscia venderle a chi ne dee far
è quello medesimo pel bosco. - consumo o traffico minuto. Corsico,
Cascioeü. v. cont. brianz. Tenerume. La paesetto lontano tre miglia da Milano,
vettarella de'polloncelli nelle piante. ha fama quasi europea per molti ma
Casciòtta. Caciuola. gazzini siffatti che vi esistono; ma
Casée. . . . . Quel contadino che accu gazzini i quali pare s'avessero a dir
disce alla fabbricazione del cacio lo Formaggiare col Diz. di Zanob., e For
digiano ed anche del butirro nelle maggerie col Gior. Georg. VII, 147
cascine (cason), e che ne governa le – ove sembra versione del fr. Fro
forme insino a che non sono conse magerie, ma dove è per appuntino
gnate ai negozianti di simile cacio. corrispondente al nostro vocabolo.
Come fabbricator del cacio direbbesi Caséra. . . . . . Quello stanzone della
Cascinajo (col Gior. agr. X, 512 e cascina formale(cason) in cui si con
coll'Alb. enc. in Caciaja); come fab serva il cacio lodigiano fabbricato di
bricator del butirro più propriamente fresco fino a che si leva di lì per
direbbesi Burrajo, quantunque l'uso consegnarlo alle formaggiare (caser)
generale di Toscana dica Burraj in dei negozianti.
generale. Caséra del latt. . . . . . Quella stanza
Casée de l'assa. . . . . . Colui che go d'una cascina formale(cason) in cui
verna il cacio lodigiano nel magazzini si ripone il latte all'estate.
di chi ne fa traffico, ne sa ricono Caséra del saa . . . . . . Quella stanza
scere la bontà dalle apparenze este d'una cascina formale (cason) in cui
riori, dal suono che mandano mar si insala il cacio. -

tellate, ecc. Caséra. Caciaja. Moglie del cascinajo o


Casegg àa. Edifizio. Casime(“tosc.). Il maestra di far cacio.
complesso d'una casa piuttosto grande Caserin.... Picciola formaggiara(casera).
o che ha più diramazioni. Casèrma. Caserma. Dal francese Caserne.
Casèll. Ammazzatoio. Macello. Precisa Quel casamento nelle città o terre che
mente quella stanza o quel luogo in serve stabilmente per alloggio delle
una beccheria dove il beccajo am soldatesche. La Caserma è diversa dal
mazza i buoi, ecc. Quartiere così per esserne molto più
Casèll. s. m. Bottino(Lastri Op. V, 9). grande, come per non essere stanza
Per lo più steccato a sereno dov'è di guardia attiva come suol essere
il fornello in cui allogasi la caldaja quello. Molti però fra di noi usano
nella quale si bolle il latte per farne indistintamente Quarter e Caserma in
cacio lodigiano. un medesimo significato,
CAS (247) CAS
Casermagg... Ogni spettanza di caserma. cinque, cioè il Cason propriamente
Effett de casermagg. Mobili di caserma. detto, vale a dire il Bottino che è la
Casermér. . . . . . Custode di caserma. stanza del fornelli sui quali cuocesi
Caserméra. . . . . . La moglie del cu il cacio, la Casera del latt, la Casi
stode di una caserma. raeula, la Casera del saa, e la Casera
Casètt. Accidentuccio. - -
del formaj o semplicemente Casera,
Oh che bell casett! Odi caso da per le quali veggansi le sedi rispettive.
dar nel naso (Salviati Granchio I, 1). Butter de eason. V. in Buttér.
Casètt. Squasimodeo? Dicesi altrui per Casòtt. Casotto. -

motteggiare: Te see pur anch on gran Podè ſass vedè in d'on casott. Pa
caso on gran casetto on casett mira rere una bertuccia in zoccoli. Essere
bel. Oh tu sei pur singolare o ridicolo. uno squasimodeo, un nuovo pesce, un
Oh tu sei pure il nuovo pesce o nibbio. nuovo nibbio, un uccellaccio.
Casètta. Abitazioncella. Casina. Casuccia. Casòtt. T. di Cacc. Capanno. Capanna
Magioncella. Casetta, Casella. Case fatta di frasche o di paglia dove si
rella – Casoccia – Casinina. Casuc nasconde l'uccellatore per pigliare
cina. Caserellina. gli uccelli al paretajo o alle reti
Casgnoeiù. V. in Fónsg. aperte. -

Casimir. Casimir. Specie di pannina finis Casòtt de Romanin. Lo stesso che Baràcca
sima di più qualità e di vari colori. de Romanin. V. in Baracca.
Casimir liscio, rigato, stampato, ecc. Casottèll. . . . . . Picciol casotto.
Casin. Casino. Casina. Picciola casa. Casottèll. T. di Cacc. Capannuccia.
Casin. Casino. Ritrovo. Ridotto – Ri Casottèll di puj. . . . . . Frascato mobile
trovio segreto. ove si radducono a un bisogno i pul
Casin. Casino di campagna. Villino. cini e il pollame vaganti nei campi.
Casin vojaborsin. . . . . . Dettato Caspetìnna. V. Caspitinna.
che avvisa i villini, e specialmente i Càspi. Lo stesso che Torciàdegh. P. –
villini suburbani che i Franc. dicono Forse la voce Caspi è corruzione
Videbouteilles, soler essere occasione dell'italiano Graspi.
di spesa più che di rendita. Càspi. Stretta? Tutta la stretta d'una
Casin. Chiasso. Bordello. Lupanare. Po volta. Per es. Jersira al mè torcett hoo
stribolo; e con voce nob. Meretricio. faa sett caspi. Jersera col mio picciol
Forse da Casa, voce di pari signifi torcolare diedi sette strette di vinaccia.

cato presso gli Spagnuoli. Caspià. Lo stesso che Torcià. V.


Vess de casin. Essere di bordello Càspita (che anche dicesi Càtto, Cattera,
(Bib. Calandra II, 6). Viver d'amore o Catto mò, Càttera mo , Cattaloeüra, e
di guadagno. Cattaloeura mia nocura). Cappita. Cap
Casin. T. di Giuoc. di Big. Lo stesso che peri. Cazzica. Cànchitra. Cancherusse.
Balin. V. Cagna. Cacasego. Cacasangue. Caca
Casiroeüla. . . . . . Quella stanza d'una sevo. Cacalocchio. Cànchigna. Cappizzi.
cascina formale (cason) nella quale si Cappucci. Affogaggine. Ell è una fava;
insala il cacio lodigiano. Altri più pro e fior. Cucùja(Fag. Amor non opera
priamente la dicono Casera del saa. a caso I, 4). Anche i Sardi dicono
Casiroeüla. . . . . . Quella stanza di una Càspita e Caspitina, e i Provenzali
cascina formale(cason) in cui si pone Caspi e Caspitèlo.
il latte all'inverno. Caspitin e Caspitinna. Cappiterina. Dimi
Casloeü. Castellina. V. Gasloeü o Gaslètt. nutivi dell'esclamazioni di cui sopra.
Casón. Cascina formale(”volg.tosc.). Bur Càss. s. f. pl. per Fórm. V.
raja(Gior. egr. VIII, 227). L'aggre Càss. s. f. pl. . . . . . I monti di mat
gato di quelle stanze nelle quali il toni o tegoli colti accatastati senza
burrajo o caciajo che si dica mani interstizj al sereno diconsi Cass, a
pola il latte per fabbricare il cacio differenza delle Pign che sono i me
lodigiano, ed anche il burro, la ricot desimi posti sotto tettoja o al chiuso.
ta, ecc. Tali stanze sogliono essere Cass(Caregà a). V. Caregà.
CAS (248) CAS
Càss. s. m. Barca? Tra noi i fieni soglionsi Ammanch de cassa. Manco o Diffalta
custodire appena avuti dal prato am di cassa? Danaro che dovrebbe secon
montati o abbarcati che si dicano nelle do bilanci esistere in cassa e màncavi.

cascine quasi a foggia di pagliajo qua Batt cassa. V. in Bàtt.


drato o sotto alle tettoie aperte o Controloeur de cassa. . . . . Chi fa
anche fuor d'esse, ma disposti per da scontro o scontratore al cassiere.
modo da non lasciar adito all'acque Fà el cunt de cassa. . . . . Scon
trare o riscontrare o rivedere i conti
piovane. Il Bassi nella sua Aritmetica
chiama Cassero il Cass trasportando della cassa per riconoscerne lo stato.
l'idea del continente (casser voce pia Fond de cassa. . . . . Danaro che

centina per tettoja) al contenuto. si ha in serbanza nella cassa per usarne


Càssa. Cassa. a bisogni straordinari – Fond (o Resi
Andà in d'on baull e tornà in d'ona dov) de cassa. . . . dicesi anche quel
cassa o in d'ona valis. V. in Valis. danaro che rimane disponibile in cassa
Avè manch per la cassa. Aver uno in dopo averne diffalcate le somme pagate
quel servigio o in cupola. Spregiarlo. – fig. Scegliticcio. Marame. Avanzu
Romp la cassa o la scuffia o la boz glio, e s'applica anche alle giovani
zera o la devozion. V. in Rómp. che trovino difficilmente collocamento.
Gir de cassa. . . . . . Lo scrivere
Càssa.T. di St. Cassa. Quella in cui stanno
le varie lettere dei caratteri da stampa. in quaderno di cassa partite senza
Bassa cassa. Cassettino delle lettere sborsi o riscosse reali di danaro.
basse o minuscole - Cassettin. Cassetta. La cassa di incert. . . . . Cassa a

Càssa. T. di Cart. Cascio. Il coperchio cui si rimettono le robe o i danari


della forma da far la carta. trovati per caso.
Càssa. Il cassone a canto al letto (Aret. La cassa di mort. . . . Cassa donde

Talanta V, 19). Cassa da riporvi bian si trae il danaro pei suffragi ai defunti,
cherie, vesti, ecc. La cassa quadri e scherz. Cassa di pover mort. . . . .
lunga accosto al letto fu ed è ancora Cassa di poco valsente.
per moltissimi nostri contadini e per Liber de cassa. . . . . Quaderno di
vari poveri della città l'unico riposti cassa, cioè libro in cui si registra in
me delle loro vesti, biancherie, ecc. debito e credito quanto danaro entra
Andà sul cuu o sul fond de la cassa. in cassa e quanto n'esce.
fig. . . . . Metter fuora il suo meglio, Mett a cassa.... Registrare nel qua
come fa chi, tenendo le sue robe più derno di cassa riscossioni e pagamenti.
preziose nascoste per così dire sotto Nettà-sù la cassa. . . . Votar la cassa,
ogni altra roba in fondo al cassone che fare tanti pagamenti da non vi lasciar
gli serve per tutto stipo e canterano e più che pochi o nessuni danari.
armadio, non suole metterle fuora e Omm de cassa. . . . Facchino che
adornarsene che nei dì più solenni. sbriga i trasporti del danaro di cassa.
Càssa. Cassa. Custodia. Specie di coppa Partida de sassa. Partita della cassa
in cui si chiude tutto il meccanismo (Pac. Arit. 2o2 verso).
dell'oriuolo da tasca. Ha Provent o Incert o Util de cassa.
Cuu. Fondo. Culo – Battuda. Bat . . . . . Utili risultanti in cassa dal
tente = Borlin. Pallino = Molla. Molla l'attrito delle riscossioni e dei paga
= Sercett. Cerchio di sopra – Veder. menti fatti in ispecie diverse di mo
Cristallo. Vetro - Zainera. Cerniera nete e con aggi temporari diversi.
- Passett. Cannelle di cerniera. Tegni la cassa. Tener la cassa.
Càssa. Cassa; e alla latina Erario. Quella Viv su la cassa di pover mort.
cassa per lo più di ferro a vari serrami Campare a ufo. V. anche Mòrt.
in cui si custodiscono i danari o gli Càssa. Stagnata. Cassetta di latta nel cui
effetti equivalenti – Cassa diciamo an piano posa la cote da rasoj.
che il danaro che altri ha a sua dispo- | Càssa. Feretro. Cassa da morti.
sizione in cassa ; – e Cassa la stanza | Cassa. Sacca. Quella parte della rete in
in cui il cassiere riscuote e paga. cui affonda il pesce.
CAS (249 ) CAS
Càssa. Cassetta? L'intelaiatura o base Cassa de risparmi. Cassa di risparmio
del torcoletto da tondar carte e libri (Gior. agr. V, 192 e passim – Gior.
nel cui fondo cadono le tondature(re Georg. II, 568).
mondur); quella che i Francesi chia Càssa de tajà i cornis. T. d'Ebanisti....
mano Portepresse o Ane. -
Ordigno consistente in un legno con
Càssa. Cassa. Dicesi nei gravicembali l'os varie scanalature nelle quali si fer
satura contenente la tavola armonica, mano que regoletti che hanno a ſor
le minuge, ecc. – Custodia quella in mar cornici per farvi regolari le
cui s'imballano i gravicembali stessi. augnature (i angalett). -

Càssa. Castone. Quel telaino per così Cassabànch. Cassapanca.


dire in cui si lega una gioia. Cassée. . . . . Quella specie di scaffalino
Càssa. T. di Cart. Cascinotto. Cassinotto. continuato che sta appeso lungo via
Nome di que truogoli in cui si fiorisce tutto il banco degli osti, bettolieri, ecc.
il pesto delle prime pile con fior di Cassèll (che altri dicono Casell o Cassètt).
calcina perchè si consumi il sudiciume Erba raperina. Borsa pastore. Tlaspi.
dei cenci. Le Piles affleurantes dei Fr. Erba detta Talapsus bursa pastoris dai
Càssa. T. di Cart. . . . . . . Nome di botanici che alla primavera si mangia
ciascun scompartimento dello span tenerella nelle zuppe di riso ed erbe.
ditojo (senat) formato dai pilastrini Cassér. Cassiere. -

(tendon) e dalle pertiche(tendiroeu). Casséra. . . . . La moglie del cassiere;


Càssa. T. d'Organ. Armadio (così l'Alb. o scherz. Donna che tiene la cassa.
enc. in Organo). Quella specie di scaf Cassètt. Cassetto. Cassetta.
ſale sportellato che è guardia alle can Cassètt. Cassetta, Cassetto. Il sedile del
ne e al congegno fonico dell'organo. cocchiere nelle carrozze.
Cassa. T. de Tess. Cassa. Intelajatura Pienton de pigna. Bracciatelli. Ba
mobile che serve a colpeggiare o a lestra. Traverso di parata – Cascada
battere il ripieno attraverso all'aper Copertone – Assa de coccer. Pedana.
tura delle fila dell'ordito per fare Montà o Stà a cassett. Andare a
la tela. E divisa in cassetta. Stare a cassetta sulla carroz
Cassa. Travone = Cassett. Coperchio za o per guidare i cavalli o per altro.
= Stasg o Stasgett. Staggi = Portalisc. Cassètt. T. de Tess. Coperchio. Quella
Portalicci? = Portacassa. Portacassa? travetta orizzontale della cassa del te
Càssa. T. de Tess. Travone. Quella parte lajo da tessere che insieme col tra
della cassa del telajo da tessere che vone(cassa) tiene obbligato il pettine.
serve a tenere obbligato il pettine. Cassètt per Cassòtt. V.
Cassa. . . . . L'intelaiatura del falcione Cassètt per Cassèll(tlaspi). V.
da fare il segato (triapaja). Cassètta. Cassetta.
Càssa. Cassa. Il legno in cui posano le Azzal de cassetta. V. in Azzàl.
canne e gli acciarini dell'armi da fuo Cassett de nasturzi. V. in Nasturzj.
co portatili. Cassètta. . . . Nelle botteghe del nostri
Càssa d'aria. . . . . Nome di ogni conge pizzicagnoli ha il significato speciale
gno che ne cammini o nelle stufe o di picciolo serbatoio d'ogni rosume e
negli strumenti o nelle macchine sia d'ogni guastime di cacio, e special
destinato serbatoio dell'aria da distri mente di cacio lodigiano, che si suol
buirsi secondo il bisogno. vendere per pochissimi quattrini a
Càssa del cappell. Cappelliera. chi per meschinità qual ch'ella sia
Càssa de l'oeucc. Cippo. Occhiaja. ne fa incetta – Vale anche i rosumi
Cassa del pastizz. Crostata. Cassa di pasta. stessi, per es. On sold de cassetta.
Càssa matta. V. in Màtt (falso). . . . . . Tanti rosumi di cacio quanti
Càssa del tambor. Cassa. ne vanno per un soldo.
Cassa de ordidora. T. di Tess. Cannajo. Cassètta. Beccatoio. Specie di cassettina
Panca. Panchetta – Filatoio. Arnese quadrilunga nelle gabbie dove si dà
che porta i rocchetti e contiene i go da mangiare agli uccelli.
mitoli carichi di filo per l'ordito, Cassetta, Cassetta a uso di sputacchiera.
Vol, I. o2
CAS (25o ) CAS
Cassètta. . . . Quella specie di truogolo Pomm. Pallino - Manetta o Maneg
in cui sta l'acqua da bagnare la mola gia. Maniglia = Bocchetta. Scudetto,
da torniaj, arrotini, ecc. Il fr. Auge. e presso alcuni anche Bocchetta.
Cassètta. . . . . Dicesi di quel peculio Cassetton. T. de Pitt., Archit. . . . No
particolare che non fa parte dell'ave me degli scompartimenti o sfondi dei
re generale della casa. Lo spillatico rosoni nei palchi a lacunare e simili.
per es. è cassetta. Ghi i ha daa de Càssia. Cassia. Frutto della pianta detta
la soa cassetta. Lo pagò del suo par Cassia fistula dai botanici.
ticolar peculio. Cassia in canna. Cassia in bastoni
Cassètta. Ceppo. Quella dalle mance. An (così Targ. Ist. in Catarthocarpus fi
che quella dalle limosine nelle chiese stula). Cassia ne bocciuoli o in bac
è detta Ceppo e Cassetta. celli o in canne ?
Cassètta. Botteghino. Il cassettoncino che Fior de cassia. Fior di cassia. Cas
portano attorno o ad armacollo o in sia tratta. Cassia monda. Polpa di
ispalla i merciaj, barometraj, ecc. cassia tratta dalle canne.
con entro le loro mercanziuole. Cassinàgg... Aggregato di casali(cassinn).
Cassètta de decrotteur. . . . . Specie di Cassinàsc. Casalonaccio.
armadiolo a leggio con un rialzo nel Cassinàtt è - - - - Abitatore di cascine,
mezzo foggiato a suolo di scarpa sul Cassinée º cioè di casolari isolati per
quale posa il piede chi vuole farsi la campagna e dipendenti dalla terra
ripulire i calzari dai lustrastivali più vicina.
(decrotteur). È detta Sellette dai Fr. Cassinètta. . . . . Dim. di Cassinna. V.
Cassètta de immazzettà o per i matell. Cassinna. Cascina.
T. de Filatoiaj di seta. . . .. Arnese in Cassinna. Casale.
cui si allogano l'una dopo l'altra le tra Per santa Caterinna se menna i
fusole della seta (i matell), onde fattine vacch a la cassinna. Per santa Cate
più suoli formarne il così detto mazzo. rina manicotto e cassettina (“lucch.).
Cassètta de lampeditt. Portalumini? V. in Caterinna.
Cassètta del foeugh. Cassettina (“lucch.). Cassinna. Capanna (Gior. Georg. VIII,
Cassetta. Scaldatoio di legno, d'otto 2o4). Pagliajo (Targ. Toz. Viag. VI,
ne, ecc. con anima di ferro, ed anche 58). Quella specie di tettoja, talora
talora di tutto ferro, che parecchie murata da due o tre lati, che s'erge
donne usano mettersi fra piedi, come le più volte sopra la stalla, dove si
fanno del veggio(marì) le contadine, ripongono fieni, paglie, strami, ecc.
per iscaldarsi rovinandosi così avve Dormi ammò su la cassinna. . . . .
nenza e salute. Esser nubile parlandosi di giovani
Cassètta de reliqui. V in Reliquia. contadini, e ciò per l'uso quasi ge
Cassètta de viagg. V. Sciatoglia. nerale in essi di dormire, insaccati
Cassettéra. . . . . Nome di quella gran o no, sugli strami nelle capanne fino
cassetta che rigira per di sotto tutto a che una moglie non rechi loro in
il tavoliere degli orefici; o il com dote un letto.
plesso dei piccioli tirato che ivi sono. Cassinòtt. Capanna. Capannotto. Capan
Cassettéra. . . . . . . Quella particolare none?
qualità di stipo che i Francesi chia Cassinòtt. Tettoja. L'Hangard dei Fran
mano Serre-papiers, cioè Serracarte, cesi. Ricovero aperto da ogni lato,
Guardascritture. come per es. quello che nella nostra
Cassettin. Cassettino. città porta il nome di Cassinott de
Cassettin. T. di Stamp. Cassetta. Ognu l'Ospedaa.
na di quelle cellette in cui è scom Cassinòtta. . . . . . Dim. di Cassinna. V.
partita la cassa da caratteri. Cassón. Cassone.
Cassettin. Cassetta. Nome di quella specie Mett in del casson. fig. Abbujare
di gran tirato tre o più de quali for checchessia.
mano il così detto cassettone (cantara Predega del casson. V. in Prèdega.
o cumò). Casson(Caregà a) V in Caregà.
CAS ( 251 ) CAS
Cassón. Grillo? Ponte pensile? Quella Casta-Susànna. V. Susanna. -

specie di gran cassa quadrata senza | Castègn. s. f. pl. T. de Fabbrifer. . . .


coperchio che raccomandata a funi Nelle molle da fuoco si chiamano
ed argani si cala dalle guglie, cupo così quelle due come a dire mascelle
le, ecc. con entrovi la persona che che hanno dai capi per agguantare
deve ripulire quelle volte e muraglie i tizzoni, e che spesse volte stanno
sublimi dove male s'aggiugnerebbe in forma di cucchiaino come per con
colle scale. Alcuni fra noi la chia tenere in sè, chiuse che siano, al
mano anche con voce ambigua e di cuna bragia.
rei quasi erronea Balanzin, Castègna. Castagna. Frutto del castagno.
Cassón. Frullone. Quella specie di cas º anche Belegòtt, Boroeil, Mardin,
sa in cui sta il burattello. Il Diz. d'art. Peladèj, Veronési, Cùni, Farù, ecc.
la dice anche Casson del frullone, Risc. Riccio. Cardo = Gussa o Pell
Cassón. fig. Cassa. Il cavo del petto a o Dova o Dovanna, Guscio – Rusca
cui è difesa il costato. o Gea. Peluja. V, anche in Marón.
Cassón. T. de Cioccol. . . . . . Piede Castegn o Maron a rost (che nel
stallo per così dire della pietra da l'Alto Mil. dicono Boroeùl). Bruciate.
cioccolatte. È di legno senza fondo: Castegn bianch chiamano i Brianz.
su esso posa la pietra: e dai lati ha quelle che noi in città diciamo Castegn
due risalti mobili(al) sui quali po pest. V. più sotto.
sano la conca piena di cacao o di Castegn che se lassa in di risc.
pasta, la paletta, ecc.; sotto mettono Castagne di ricciaja (Gior. agr. IV,
il braciere(copp) col fuoco. 245). Quelle castagne che dopo ab
Cassón del pozz. Tino da pozzo, bacchiate lasciansi ammontate ne ric
Cassón de munizion. Cassone da muni ci, come migliori e serbatoie, per
zioni(Diz. art. che impiega quasi due venderle quando che sia fresche e
pagine nel riferire la sola nomencla più facili a cuocersi.
tura delle parti onde è composto). l

Castegn crodell e anche assoluta


Cassòit. v. cont. br. Capanno. V. Casòtt. mente I Crodell, v. dell'Alto Milanese,
Cassòtt o Cassètt. Pagliuolo? Ripostiglio de Verbanensi, ecc. Castagne di casco
a poppa nelle barche. o Castagne fogliaiole (Gior. agr. IV,
Castàn. s. m. Castagno. Albero moto. 245, VI, 288). Castagne cascaticce o
Legn de castan, Carbon de castan, cascherecce (V. in Maron). Quelle ca
Vassell de castan. Legno di castagno, stagne di qualunque specie che giunte
Carbon di castagno, Botte di legno a maturanza precocemente cadono
di castagno. dell'albero di per sè, e così caduche
Castàn. Ad. di Colore. Castagnino. Casta da natura non riescono serbatoie.
gno. Capellino. CEucc castan. Occhi Castegn gemell. . . . . . . Quelle
castagnini. che si trovano bine in un guscio
Castanèll. Castagnuolo. Castagnòlo(Lastri solo, ma ognuna con peluja da sè.
Op. V, 22). Picciol castagno. Castegn pest (che altri dicono Ca
Castanèssa. . . . . . Alberetto che par stegn bianch). . . . . . Le castagne
mi una specie di castagno salvatico. diricciate e lasciate seccare nel gu
Castanil (in genere). Luogo selvato a scio, poi spogliate anche di questo a
castagneto(Last. Op. II, 1o8). V. Sélva. forza di picchiate, le quali cotte rie
Castanil (in isp.). Castagnoleta per la scono di color carnicino e lasciano
palina (Last. Op. II, 2o4). Castagneto una broda di pari colore. Scherz si
per palina (idem II, 128). Bosco da direbbero Confetti di montagna.
palina o Boscaglia a palina (idem V, Castegna a less. Sicciola. Ballotta.
95 e altrove). Palaja o Vernacchiaja Castegna a less de cattiv savor per
o Polloneto di castagni (Trinci Agr. I, l'umed. Succiola diacciuola (Burch.
181). Castagneto di porrine o virgulti Son. 6).
di castagno che si coltiva per averne Castegna amara. V. Castegua d Iu
pali da palare le viti. dia qui appresso,
CAS ( 252 ) CAS
Castegna d'India o Castegna amara. l'uno con l'altro piede(Cresc. III, 25).
Castagna d'India. Il frutto dell'AEscu Quel tagliarsi che fanno talora alcuni
lus hippocastanum de botanici simile cavalli urtando co' piedi postcriori
a una castagna, ma non mangereccio. negli anteriori; vizio che i Francesi
Castegna garavinna. . . . . Specie dicono Se fourcher du cheval.
di castagna. Fà i castegno ur. Far le fiche o le
Castegna ostanna. Castagna prima castagne o le castrafiche. È quell'atto
ticcia? (Targ. Toz. Diz.). che colle mani si fa in dispregio al
Castegna rossera. Castagna dossola trui, messo il dito grosso tra l'indice
o grossola(Targ. Toz. Diz.). Rossolo? e il medio.
(Lastri Op. V, 88). Specie di casta Castelànz. s. f. pl. Le castella. Gli abita
gna che simiglia al marrone, ma ne coli de'castellani dipendenti da alcun
è più piccina, ha il guscio di colore paese grosso. Vares e i sò castelanz.
rossigno, ed ha sapore dolcissimo. Varese colle sue castella, e forse anche
Castegna salvadega. Castagna salvº colle sue castellanie o castellanerie.
Castegna settembranna. Castagna Castelètt. T. di Giuoco. Le castelline.
V. in Nos.
primaticcia(Targ. Diz). Castagna pre -

coce, detta settembrina fra noi dal Castelètt. T. di Cart. Castelletto (V. Alb.
maturare in settembre. Una varietà enc. in fine di questa voce). Quel con
ve n'ha detta Castagna primaticcia gegno che tiene in guida le stanghe
rossa dal Targ. Diz. dei mazzi da pila. V. anche Tremèzz.
- Castegna speronna. Castagna from Castelètt. T. de Leg. di lib. . . . Quella
bola(Targ. Toz. Diz.). Fronzola(Lastri parte del torcoletto da ritondar la
Op.). Quella che il Mich. chiama Ca carta e pareggiare le carte dei libri
stanea vesca sativa seminibus obliquis che ha in sè il ferro e s'impugna
rostratis; almeno così mi è sembrata. dal legatore per eseguirla tondatura,
Castegna varisella. Castagna pasti quella che i Fr. chiamano Fit à rogner.
nese? (Targ. Toz. Diz.). Castagna giug Guid. Guide? = Vit. Vite? = Scioc
giolana?(“fior. e Gior. Georg. IV, 2 16). chitt? Cepperelli? = Cartella. Piastra?
Fra noi è tondetta, piccina e di gu = Ferr. Ferro.
scio sottilissimo. Castelètt. T. di Giuoco del lotto . . . .
Drovà la sciampa del gatt per tirà Metodo di registrazione di tutte le
foeura i castegn de la bornis. V. in Gàtt. giocate di qualche momento per mez
Castègna o Castegnocùra. T. dei Razz. zo del quale si viene a preconoscere
Salterello. Castagnola. Marrone arti quante di esse potrebbero uscir cumu
ficiato (Diz. art). Spezie di fuoco arti lativamente benefiziate pei giocatori ,
fiziato notissimo. - registro che, basato sulla tavola delle
Castegnàtt. v. cont. brianz. Succiolajo. combinazioni binarie, ternarie, qua
Castagnaio. Chi vende le succiole, dernarie possibili fra i 9o numeri del
cioè le castagne lesse. giuoco, serve di norma economica a
Castegno è. Ad. di Fönsg. V. chi tiene il banco.
Castegno ir. s. f. pl. ger. Ferri. Bove. Castelettà. T. di Giuoco del lotto . . .
Boghe. (stagna. Riconoscere i limiti delle eventualità
Castegnocùra. Castagnuzza. Picciola ca di benefiziate cumulative col registro
Castegno ura. Castagnetta. Sorta di stru detto Castelètt. V.
mento noto da suono. Castellettazion. T. di Giuoco del lotto...
Castegno ura. Salterello. V. Castègna. La ricognizione di cui in Castelettà. V.
Castegnocùra. Peretta. Pallottola di me Castelinna. Maragnuola. V. Maragnocù.
tallo fornita di varie punte che si Castèll. Castello.
mette sul dorso de'barberi per ec Castell, aquila e leon ghe n'è per
citarli al corso. tutt i canton. V. in Aquila.
Castegnoeira. V. Pradiroeü. Fà castij in aria. Far castelli o ca
Castegno tura è usata anche in stellucci in aria o su pc nugoli. Far di
Batt i castegnosur. Andando toccar segni vani, lavorar di fantasia.
CAS ( 253 ) CAT
Trà in castell. fig. Mettere in castello Castorin de Polonia. . . . . . Specie di
(Lippi Malmantile I, 9 – Zanon Rag. pelliccia che si trae dal pervizky
vana p. 126). Fare fianco. Alzare il fian (amstero turco).
co. Vale mangiar bene e bere meglio. Castrà. Castrare. Parlando d'uomini si
Castèll. Castelli(Gior. Geor. II, 5o 1). L'in dice anche Assettare. Aggiustare; par
telajatura della frasca de'bachi da seta. lando di porci, montoni, vitelli Sa
Castèll. Castello. Le due cartelle d'un nare. Conciare. Governare; parlando
oriuolo che fermate coi colonnini ne di polli Capponare.
contengono tutto il meccanismo. Castrà (i castegn). V. Scannà.
Castèll. . . . . . . Il midollo intimo dei Castrà. fig. Mutilare. Mozzare parl. di libri.
cocomeri (inguri) che si succhiella con Castrà. fig. Cimare. Spuntare. Pizzicare.
un tubo di latta detto Tolla del castèll Arrestare.

e si vende più caro della restante Castrà. fig. Castrare, Tarpare. Levar forza
polpa qual parte più ghiotta di tale altrui.
frutto. Questo medesimo midollo nelle Castràa. ad. Castrato. Menno. Scogliato;
e zucche dicesi da noi il Mollàsc. V. nob. Evirato; scherz. Smaschiato.
Castèll.Mozzatura. Il complesso delle parti Castràa. s. m. Castrato. Castrone. Agnello
componenti il mozzo delle campane. grande castrato.
Castèll. Palco. Ossatura delle rame(Trinci Castràa per Mùsegh. V.
Agric. I, 97). Negli alberi, e special Castràa. fig. Mutilo. Mozzo. Spurgato parl.
mente ne gelsi, è la ben ordinata di di libri. Il Castratus libellus de Latini.
ramazione di que tre o quattro rami Castradinna (Dà ona). Fare una castra
ne” quali si partisce il tronco alla sua tura. Castrare – e fig. Pelare. Tar
inforcatura per cui si forma quasi pare. Castrare – e parl. di libri Mu
paniera dell'albero. Ne gelsi alcuni tilare alquanto.
tra noi lo dicono Ròccol Cappellaccio Càsua idiotismo per Càusa. V.
(Gior. agr. V, 2 15 e altrove). Catafalch. Catafalco. Arca dei funerali
Castellànz, Castellètt, Castellinna. V. – Fig. noi diciamo Catafalch anche
Castelànz, Castelètt, Castelinna. ogni cosa macchinosa oltre il giusto.
Castigà. Castigare. Gastigare. Punire. Catalànna. Ad. di Giustizia. V.
- Castigà in la gola, V. in Góla. Catalànna. Ad. di Brùgna. V.
Castigàa. Castigato. Punito. Catalètt. Cataletto. Bara, e per isch. Il
Restà castigaa. Rimanervi. cocchio a quattro uomini (Allegri 155).
Castigamàtt. Castigamatti(Lalli En.trav.). Cataloga. Scrivere o Porre o Mettere a
Conciateste. Colui che può mettere al catalogo. Besogna catalogaj tucc. Biso
trui il cervello a partito. gna scriverli tutti a catalogo. Di tutti
Castigh. Castigo. Gastigo. Punizione. Ga convien tessere catalogo.
stigazione. Gastigatura. Gastigamento. Catàlogh. Catalogo. Fà el catalogh. Tes
Gastigagione; e scherz. Gastigatoia ser catalogo.
e col Lasca (nov. 8, pag. 7o). Casti Mett a o in catalogh. V. Cataloga.
gatòria. Cataloghètt. . . . . . Breve catalogo.
Mett in castigh. . . . . . Assegnare Catàlpa. V. Bignògna.
alcuna punizione ai fanciulli. Catapùzza. Catapuzia. Specie di pianta
Vess in castigh. . . . . . . Essere ch'è l'Euphorbia latyrus de botanici.
in pena, sotto la sferza del gastigo. Cataràtta. Cateratta.
Castighètt. Punizioncella. Catastrin. Catasto. Libro in cui sono
Castitàa. Castità. descritti minutamente i fondi stabili
Castón. Castone. V. Càssa a pag. 249. del paese colla indicazione d'estimo,
Castòr. Castòro. Castòre. Bevero. Bivaro. confini, misura, valore, numero di
Il Castor fiber Lin. -
mappa e nome di chi li possiede.
Castòr marin. . . . . . Pelle di foca di Catastrìn. . . . . Dicesi anche di quello
cui si fanno pellicce. estratto del Catasto che ogni estimato
Castorada. Ad. di Sàja. V. ha diritto ad ottenere dalle autorità
Castorin. . . . . . Spccie di stoffa. per quella parte per cui vi è inscritto.
CAT (254) CAT
Catatómba. Catacomba, e ordinar. al pl. Fà el cativ. Caneggiare.
Le Catacombe. I cativ. s. pl. f. Le brusche. V. ira
Cà che la par ona catatonba. Casa Brùsch.
che pare una sepoltura de viventi. Casa Minga cativ. Non brutto. Bello anzi
sepolta, bassa, cupa, oscura, a bacio. che no. Belletto. Belluccio. Belloccio –
Catatòppia. V. Catòppia. Che trae al buono. Discreto. Minga
Càtedra. Cattedra. cattiva robba. Merce discreta. Minga
In catedra pestilenzie. V. Pestilénzia. cativa donna. Donna belloccia.
Legg in catedra. Poter leggere in I Cativàsc. Cattivaccio.
cattedra d'alcuna cosa, cioè esserne | Cativéria. Indocilità. La Cattiveria dei
informatissimo, spertissimo. diz. vale malvagità.
Montà in catedra. Salir in cattedra. Il Cativèll. Cattivello. Cattivuzzo.
Categàn (de la coa). . . . Borsettina o | Cativón. Cattivaccio.
spezie di cipolletta che si soleva fare | Catòppia e Catatòppia. v. br. Trabiccolo.
de'capelli della coda annodati con un Casolaraccio.
nastro. Anche i Provenzali la chiamano. Il Catramonàccia. Malumore. I Venez. usano
Categan; e Cadogan i Fr. È usanza questa nostra medesima voce (che pare
morta fra noi già da mezzo secolo. I d'origine greca Karadvvo;) in altro
Piemontesi invece per Catogan inten significato, cioè in quello di malia.
dono i Capelli ammazzolati a spire in Càtt. Oh catta(“tosc e Rime d'un poet.
sulla nuca e ivi legati per lo mezzo. pis. I, 2o5). Capperi! V. Càspita.
Caterinètt. Cateriniane. Monache di s.Cat.º Avegh manca temp de dì catt. Non
Caterinètt. ſig. Pappi. Quella lanuggine aver tempo di diri Mesci.
che si vede nella parte superiore del Senza manch di catt che tan pocch.
seme di alcune piante, la quale al Senza pur rifiatare – Non istare a
menomo soffio si spicca e va svolaz dire che ci è dato.
zando per l'aere e impelando i vicini. Càtta. T. degli Ortolani. Còlta. Ricolto.
Caterinètta. v. dell'Alto Mil. . . . . . . Insalatta de prima catta. Insalata di
Grama vacca da macello. prima colta? Dicesi di quell'erba da
Caterinin di costajoeur. La Secca(*ſior. insalate che come prima pullula così
Zan. Ritr. ſig. pag. 264); cioè la Morte. si coglie, voce di relazione per rispet
Caterinna. Caterina – Andà a S. Caterina to a quell'altra erba la quale si va
a la roeuda. V in Roeüda. cogliendo di mano in mano che va
Santa Caterinna la porta on sacch ripullulando.
de farinna, o vero A santa Caterinna | Cattà. Cogliere. Probabilmente dal lati
ven-giò i vacch a la cassinna, o vero no Captare. Nei diz. italiani Cattare
Per santa Caterinna se menna i vacch vale solo per procacciarsi checchessia.
a la cassinna. Per santa Caterina ma Cattà adoss. Cogliere.
nicotto e cassettina(ºlucch.). Per santa Cattà-foeura (ed anche semplicemente
Caterina la neve alla collina(*tosc. Cattà). Rinvenire. Trovare. Ritrovare.
Last. Prov. V, 259). Cattà-foeura. Scegliere.
Catìv. Cattivo. Delà de cativ. Cattivissimo, Cattà-foeura del mazz. V. in Màzz.
Cativ come la pesta. Tristo. Masca Cattà-foeura el bell e el bon. Rica
gno. Più tristo che un famiglio d'otto. pare. Sfiorare?
Noi però usiamo Cativ in senso di Cattà formenton. Spannocchiare.
Frugnolo. Nabisso. Demoniuzzo par Cattà galett. Sbozzolare. Sfrascare.
lando di fanciulli. Cattà-giò. Cogliere. Carpire. Cattà
Cativ finna in del venter de soa ma giò i figh. Corre i fichi.
der. Cattivo di nido. Cattivo insin nel Cattà-sù. Toccar delle busse. Toc
l'uovo o nel guscio. Tutto cattivanzuole. carne. Esser percosso o picchiato.
Deventà cativ. Incattivire-Rincattivire Cattà-sù. Ricogliere. Ricòrre. Catta
Fà el cativ. Buttarsi al cattivo (Fag. sù i castegn, i giand, i nos. Iiicorre
Il Pod. spil. I, 1). Fare l'ostinato, il le castagne, le ghiande, le noci.
renitente, lo scompiacente. Cattà vun sui ceuv. V. in (lùv.
CAT (255) CAU
Vattel a catta. Diavol trova(Aret. Ta Cattasù. Voce che si usa in questa frase:
lanta IV, 15). Indovinala grillo(“tosc. Dà-via di cattasù. Far come i pifferi
l'Italiano istruito stampato in Milano di montagna.Andar per dare e toccarne.
del 1766). Suole dirsi da chi non sa Càtter e Càttera d'ora. Oh cattera (Fag.
dar notizia o ragione di checchessia. Cavalier parigino III, 11 e altrove
Un bolli bolli. Babilonia. passim). Lo stesso che Caspita. V.
i"" Schiamazzo. Romore. Con Cattincùstra e simili. Me ne incaco.
"buj.
d
fusione, ed anche Cabala. Per es. Cattincustra a là, s'el voeur
Viluppo. Intrigo. minga vegnigh. Io ne lo incaco, s'ei
Cattàda. Còlta (Lastri Opere I, 298). non ci vuol venire. Specie d'esclama
Cattadinna. . . . . Dim. e vezz. di Cat zione cui corrisponderebbe anche l'ita
tàda. V. Dagh ona cattadinna de ma liana Oli m'intasca, secondo il testo
gioster. Fare un po' di colta di fra portato dall'Alb. enc. in Mammina.
gole. Coglier quattro fragole. Cattiv, Cattivèria, ecc. V. Cativ, ecc.
Cattadór. Coglitore. Cogliluva. Càtto e Catto mò. V. Càtt.
Cattafigh. Brocca. Strumento noto per Cattòlegal (Viva la). Accattare. Limosi
coglier fichi. V. anche Cattaroeü. Cattòlica ) nare. V. Cercà-sù in Cercà.
Cattafigh. sch. e fig... La borsa da capelli. Batt la cattolega. Andare all'accatto.
« Che fa inscì bell vede Càusa, che gli idioti dicono talora Càsua
» Con cipria, cattaſigh, spada e baston. » Cagione. Causa. Motivo.
(Bir. D. Per. ). Domà causa de fà, dì, ccc. In punto.
Cattafigh. scherz. e fig. ... I manichini. In appunto. In assetto – In procinto.
Cattafira (A) disse il Porta per A fusone. Per causa mia, toa, ecc. Per cagion
In chiocca. In quantità grande. mia, tua, ecc. A cagioni mie, tue, ecc.
Cattafira (In). In fila. Allato allato. Càusa (che il Maggi dice spesso Pia
Cattaſognà. . . . . Far imbrogli segreti. desc o Chaevesa). T. leg. Causa. Piàto.
Cattaloeüra o Cattaloeüra mia nocura. Lo Avocatt di caus pers. V. in Avocàtt.
stesso che Càspita. V. Oltre al senso ivi esposto, questa frase
Cattamejànna. . . . . Strumento agrario, ha pure fra noi quello d'indicare ogni
assai simigliante a quelle reti che persona la quale entri a discorrere
diconsi vangajuole (guada), col quale di cose frivole e inconcludenti o di
radendo la cima di quella specie di cose non pertinenti ad essa, o a
panico che è detto Panicum crus galli parlare di checchessia in modo in
(mejanna) se ne raccolgono i semi nel concludente, sciocco o inopportuno.
sacchetto conico pendente dall'asta A andà a cercà tanti caus persse
cerchiaja che impugna il contadino. fa pù nagott. Chi la guarda in ogni
Cattanàj. Divecchiamento. Ciarpa. Ciabat nuvolo non fa viaggio. Chi pensa a
ta. Rigaglia. Robe vecchie. V. Barlafùs. tutto quello che può intervenire non fa
Cattaroeü..... Specie di brocca (diver mai nulla (Varchi Suocera II, 1). Chi la
sa però dalla comune detta Cattafigli) guarda in ogni penna non rifà il letto.
della quale servonsi i contadini per Càusa pia. . . . . . Nome per così dire
cogliere pere, mele, pesche, e simili. forense e comunissimo fra noi per
È una paletta di legno, inastata sur indicare ogni fondazione pia, di be
una lunga pertica, nel cui piano è inſis neficenza, di carità. Ci venne dal
sa una specie di cestellino di vinchi o latino de bassi tempi Ad causas pias.
rotondo o ellittico, da cui orli escono Causèssa. . . . . . Causa o lite meschi
a guisa di denti vari sprocchi aguzzi na, di poca entità. Talora vale anche
tra quali rimane prigioniero il frutto per Causa spallata.
cadendo poscia nel cestello. Nel Voc. Càut. ad. Cauto. Cautelato.
reggiano esiste una Cavagnola o Burga Càut. s. m. Cauzione. Pegno.
gnola inesplicata che ai due nomi so Col caut in man. Col pegno in mano.
spetto equivalente al nostro Cattarau. Càut. V. Caved.
Pertega. Palo? = Paletta, Paletta? Cautà. Far cauto,
= Zestin. Cestellino = Dent. Sprocchi? Cautaa Cauto. Assicurato di non perdere.
CAV (256 ) CAV
Càv. Cavo. Scavo – Cava. l'estremo ha alcuni incavi per guida
Cav de sabbia. Cava di sabbione. del manico della cucchiaia(bajron) che
Càva. Miniera. Cava. si cala in acqua ad estrarre la rena
Cava del ferr. Ferriera-del marmor. Cavaſòrma. . . . . . . Ferro ricurvo e
Lapidicina = del zoffregh. Solfanaria fermo in un manico orizzontale del
Solfatara - de l'argent. Argentiera - quale si servono i calzolaj per levare
del ramm. Cava del rame = del lumm le forme dalle scarpe e dagli stivali.
de rocca. Allumiera. Lumiera. Cavàgn. s. m. Corbello. Paniere. Nei diz
Càva, e com. al pl. I cav.... Quelle con italiani Cavagno vale Cesta o Cestone.
cavità che ha il caval vecchio sopra V. anche Cavàgna.
le sopracciglia dette dai Provenz. les Fond o Cuu. Fondo ? Culo? = Cros
Salieros, e da veterinari ital.le Conche. del cuu.... = Cors del cuu ... = Pien
Càva. T. de Calz. Fiosso. Fiocco. La taa... = Cors... = Asta... = Orlo. . .
parte più stretta della scarpa e del = Manegh. Manico? = Stramezza. Tra
piede vicino al calcagno. mezza? = Asett. . . = Ferolotto Tapp
Càva per Moléra. V. . . . = Bacchett o Goritt. Gretole.
Càva. Incavo. Cava de la coa del cade Cavàgna. Cesta. Canestra. Paniera. Zana.
nazz di saradur. Incavo da stanghetta Fra Cavagn e Cavagna corre questa
di toppa. diversità che di regola il primo è più
Cavà. Cavare. Noi però adottiamo in piccino della seconda, non è mai
poche frasi la voce Cavà, e le sosti quadro come ne sono parecchie delle
tuiamo Tirà-foeura o Tirà-via; p. es. seconde, spesso è coperchiato, il
Tirà-ſoeura i strivaj, Tirà-via la ma che non suol essere nelle seconde.
schera, e sim. Cavarsi gli stivali, Ca Cavagna d'uga. Zana d'uva(Lastri).
varsi la maschera o Smascherarsi, e sim. Fà cavagna d'ona robba. fig. Goder
Cavà el capell. V. in Capèll. ne a guerra rotta. Farne scorpacciate.
Cavàghela. Trovarci l'utile, il conto. Fass toeü dove comenzen i cavagn.
Cavàghela a vun o Cavàghen. Spiccarne Far sì che altri ci abbia in cupola,
(Alleg. 58). Trarne vantaggio per sè. in tasca, in quel servizio.
Cavàssela. Sculettare. Cogliersela, L'ha faa on oeuv foeura de la ca
Cavàssela. Uscir di checchessia. Li vagna o del cavagnoeu. fig. . . . . .
berarsi da checchessia. Dicesi di chi fa una cosa fuor del
Cavà. V. Desbalà. -
suo costume o che non ha mai fatta
Cavà. T. de Setajuoli. Accavigliare. Tor in vita sua, e in tale caso si dice di
cere la seta sul cavigliatoio perchè lui che Ei vuol morire.
prenda maggior lucentezza, e farla Romp la cavagna. Lo stesso che
in trafusole(matell). Romp la torta. V. in Rómp.
Cavabusciòn. V. Tirabuscion. Vantet cavagna ch'el manegh l'è
Cavàda. Ricavo. Rendita. Frutto. rott. Che se ne predichi. Hai fatto
Mett on teren in o a cavada. Met assai, scrivi al paese. Si suol dire
tere a frutto o a rendita una terra? per derisione quando altri ha fatta
Cavadin. T. di Ferriera. Gavaino. Specie un'azione da lui stimata grande e
di tanaglia colla quale si tengono saldi bella, che in effetto non è poi tale,
i grossi ferri nel fabbricarli. Pei gros anzi è tutta il contrario – Lodatevi
sissimi s'usa a pari fine la Gavaìna. V. cesto, che avete bel manico. Lodati
Cavadinna. T. mus. Cavatina. Aria breve cesto che il manico hai bello. Dicesi
senza riprese e seconda parte. proverbialmente a chi loda sè stesso.
Cavadinna. Scappata? Scappatella. Scher Cavagnada. . . . . . Quanto cape in un
mo. Discorso con cui destramente un paniere o in una zana.
si schermisce da un'accusa o dal dire Cavagnàda. . . . . . Colpo dato in un
il vero, o dal rispondere a proposito. paniere o con una zana.
Cavadóra. . . . . . Quella tavola sulla Cavagnàsc. Canestraccio.
quale sta il renajuolo a cavar la ghiaja Cavagnée. Panierajo. Cestaruolo.
e la sabbia nelle cave di rena. Nel Cavagnéra. Cestarola?
CAV (257) CAV
Cavagnètta. Cestella. Panierina. Cavagnòtt. v. dell'Alto Mil. Cestotta?(Caro
Cavagnin. v. brianz. per Cavagnée. V. Mattacc. 8). Corbello. Cofino. Quello
Cavagninna per Cavagnéra. V. fatto a popone di cui si fa uso per
Cavagno-ù. Canestrello. Canestrino. Ca raccogliere la ſoglia dei gelsi. Nella
nestretto. Canestruccio. Canestruolo. nostra pianura usano per ciò le sac
Canestruzzo. Panieretto. Panierina. Pa ca: nelle nostre colline i cavagnott
nierino, Panerina. Panerino. Panieruz o i cavagnottei (corbelli, corbellini).
zo. Picciolo canestro. Cavagnottèll. Corbellino. -

Cavezzà i oeuv in del cavagnogu. V. Cavalànt. Barocciajo. Cavallaro. Guida


in (Euv. di cavallo da carico o di baroccio, che
Fà cavagnou. Far masserizia. Te i Romani chiamano Bittero, e che fra
sorizzare. Metter da banda. Far gruzzo noi è anche una specie di Procaccio
o gruzzolo. Raggranellare. Raggruz campestre e borghigiano. Nel Basso Mi
zolare. lanese oltre a tale idea importa in
Fà on oeuv foeura del cavagnocù. qualche modo quella del Cavallajo o
V. in Cavàgna. Buttero de cavalli della Maremma sa
Ogni fioeu porta adree el sò cava nese, cioè a dire significa quel Con
gnocù (che in campagna dicono Ogni tadino che accudisce ai cavalli, per
agnell gh'ha el sò prajell o vero El opposto al Famej che accudisce alle
Signor el creja l'agnellin cont el sò vacche, e al Bolch che accudisce ai bovi.
pascolellin). . . . . . Dettato con cui Cavalantin. Cavallajo(“sanese maremm.
si vuol indicare Lastri Op.). Buttero de cavalli. Man
Che per noi Provvidenza alta infinita driano de cavalli. V. in Cavalant.
Veglia, e questi conforta e quei provvede, Cavalaria. Cavalleria.
E tutti ascolta, e porge a tutti aita Squadra de cavalaria pesanta o
come scrisse il Filicaja, e si dice spc greva. Schiera di cavalli grossi.
cialmente a consolazione di chi si Squadra de cavalaria leggiera. Schie
lagni de'figliuoli troppo spesso sorve ra di cavalli leggieri.
gnenti. Talora si potrebb anche dire: Cavalarizza. s. f. Cavallerizza, e dottr.
Dio manda il gielo secondo i panni. Ippodromo. Il luogo dove s'impara a
Cavagnoeiù. T. de Confett. . . . . Sp. di cavalcare. Cavallerizza dicesi anche
dolce fatto in figura di canestrellino. l'arte stessa del cavalcare.
Cavagnocùla. Canestrina. Fà fà la cavalarizza a on cavall.
Giugà a la cavagnocula. . . . . . . Volteggiare un cavallo.
Giocare a quella specie di biribisso Cavalarizza. s. m. Cavallerizzo, e dottr.
che è così detta dalla canestrina o L'Ippocomo.
urnetta ond'escono le sorti del giuoco. Cavalasc. Cavallaccio. Alfana.Buscalfana.
Fra il Biribisso propriamente detto e Cavalàsc. fig. Camarlingona? Donna gran
la Cavagnacula corre quella stessa di de e mal messa della persona.
versità che è tra bassetta e lanzinett, Cavalàsc. Nabisso. Dicesi a ragazzo o a
cioè che il primo frutta sempre a ragazza quasi che spiritati. -

chi tiene il banco che è sempre una Cavalàsc(usanza antica). l . Mosgètt.


medesima persona, e la seconda può Cavalcà. Cavalcare. V. anche in Cavàll.
fruttar più e meno secondo sorte a Cavalca a schenna biotta. Cavalcare
tutti i giocatori, a ognun de quali è a bardosso o a ridosso. -

in arbitrio il farsi alla volta sua ban Cavalér (e in qualche parte del contado
chiere come gli altri. La Cavagnoula Cavalée). Baco. s. m. usato quasi sem
ebbe la sorte d'essere descritta dal pre al plur. Bachi. Bachi da seta.
nostro Parini nella Notte verso il fine Filugelli. Bachi filugelli. Bigatti; con
(I, 22o edizione milanese del 18o 1). voce dottr. Bombici, e meglio Bom
Cavagnon e Cavagnònna. Cestone? bici del moro – Nello stato di larva
Cavagnorin. Canestrettino. Panierizzola. noi li diciamo Bigatt o Cavaler (bachi),
Panerùzzola. Paneriazzolo. Panieraz in quello di ninfa o crisalide Bordòcch
zolo. Panieroncino. Picciolo canestrino. o Gattòzz (bacacci, vermocchi), in
Vol. I. -
5
CAV (258 ) CAV
quello d'insetto perfetto Parpàj (far Cavaler terzolaa o terzoraa. . . . -
falle, farfallini). Per le malattie alle Bachi sguagliati, altri grossi, altri
quali vanno soggetti veggansi anche mezzani, altri piccini, quali vegnen
ai loro luoghi Maa del segn, Gialdon, ti, quali intristiti, perchè o proce
Calcinazz, ecc.; pel seme veggasi So denti da semi diversi, o non nati a
menza, ecc. I Provenzali chiamano un tempo, o nodriti variamente.
questo prezioso insetto Magnan, con Gattinn o Gattèll. . . . . Nomi di
nome così singolare per le nostre que'bachi da seta i quali, o per esser
orecchie, come è singolare la etimo usciti di mal seme, o per essere stati
logia di Magna nens o Magnus nens tenuti troppo affollati nella prima età,
(gran filatore) che qualche dotto pro si rimangono, quasi albini e cretini
venzale ne arreca in mezzo. della specie, piccini, tristi, e non
Cavaler bianch. Bachi bianchi. Bachi fanno bozzolo, o lo fanno di pessima
nostrali che fanno il bozzolo bianco, qualità, o muoiono tisici in sui primi
ma d'un bianco sudicio diverso da giorni del nascer loro, o si buttan via.
quello niveo de'bachi cinesi. Gialdón. Bachi gialli(“Gior. Georg.
Cavaler de la Chinna. Bachi della I, 277). Vacche. Bachi intristiti pel
China (Gior. agr. IV, 422). Bachi i così detto mal del giallo, V. in Maa
quali appena nati hanno intorno al del gialdón.
collo una collana di peli bianchi, e i Andà in gialdon o Ciappà el
piedini callosi deretani assai bianchi; gialdon. Invacchire (Gior. agr.
fanno un bozzolo del candor della neve. tosc. I, 542). Contrarre il male
Cavaler camozz o camozzin. Bachi così detto del giallo. V. in Màa.
pestellini (Gior. Georg. IV, 422). Bachi Lusiroeù. Chiarelle o Chiaretti(*fior.).
che fanno il bozzolo piccolo e strozzato Lùccioli (Gior. Georg. II, 428). Bachi
nel mezzo, vivono assai meno giorni idropici a quali riluce la pelle per
dei comuni, ma però fanno quattro un umor biancastro corrotto che la
mute, e danno bava assai gentile, distende. V'è chi non li vuole idro
Cavaler moscardin. Gessi o Calci pici e li reputa così conci per alte
nacci (*fior, e Targ. Mem. sulle ma razione nelle funzioni digestive.
lattie de bachi da seta negli Ann. Marsciòn. . . . . Bachi da seta an
d'Agr. XI, 7o). A Verona sono detti neriti e imputriditi per ribollimento,
Zuccarini; in Linguadoca Muscardins; mal governo, ecc.
in altre parti della Francia Dragees. Orbon. . . . . . Bachi da seta più
Cavaler quartin o indian. Bachi di grossi dei comuni, e privi di quelle
quattro volte? Bachi da seta che mu granella dure lucide e a corona che
tano quattro volte, i filugelli comuni, il volgo reputa occhi dei bachi,
Cavaler terzino terziroeu. Bachi di Resción o Resciòtt, Frati, Bachi in
tre volte? Il Gior. agr. tosc (tom. I, fratiti(Gior. agr. tosc. I, 544). Que'ba
pag. 195) li dice Bachi di tre mute, chi da seta che per troppa frescura
però a bocca di scrittore non toscano. di ambiente non lasciando scorrere
Que'bachi da seta i quali mutano molle quanto basta la lor seta si stec
solo tre volte, hanno vita più breve chiscono incrisalidando sulle stuoie,
de comuni, ne sono più piccioli, e non salgono alla frasca, e vanno a
fanno il bozzolo minore d'un terzo male. I dizionari coll'autorità del Bi
a paragon del comune. E forse per scioni definiscono la cosa non affatto
chè questi per meno tempo espon così; ma nel Gior. agr. tosc. I, 254
gonsi ai pericoli che accompagnano e nel Gior, Geor. II, 517 è rettificata
la bacatura, il Lastri (Opere I, 299) l'idea. Quest'ultimo li chiama anche
dice Bachi di tre volte quelli che si Riccioni tratto in inganno dal Dandolo
rimettono a seconda famiglia in estate, che toscanizzò così erratam. l'idiotico
rimessa che fu tentata una volta in nostro Rescion – Infratire è il con
picciolissima quantità a Monticello di trarre il male – Una specie dei nostri
Casirago in Brianza. Resciòtt sono anche i Bachi costoloni
CAV (259) CAV
(Gior. agr. tosc. I, 546), cioè quelli Cavalètt. T. de Sel. Arcione. La parte
che per aver ricevuto troppo cibo arcuata del fusto di una sella o d'un
negli ultimi giorni della loro quinta basto.
età riescono troppo pingui e stecchiti Cavalett de denanz, Cavalett de
non si votando facilmente, e mal ma dedree. Arcione anteriore, Arcione
turando o anche ammalandosi. posteriore.
S'cioppitt. Lustrini(*fior). Sono quel Cavalètt. . . . . Nelle barche del nostri
medesimo che le chiarelle (lusiraeiù) laghi è quella specie di forcella in
allorchè letti umidi e foglia umida o cui si fa punto di leva al timone
immatura fanno sì che l'idrope scop (guarnagg).
pii, e screpolata la pelle si muoiano. Cavalètt. Bietta. L'impugnatura dell'ar
Avegh i cavalerin sul bosch. Avere co col quale si cava il suono dagli
i bachi alla frasca(Buon. Tanc. I, 26). strumenti da arco.
El cavaler faa che l'abbia la ga Cavalètt. . . . Arnese alquanto diverso
letta, el deventa bordocch. Il baco dal cavalletto comune, consistente in
da seta abbozzolato ch'ei sia, è ba una specie di telajo concavo, portato
caccio, e di poi vermocchio. da quattro ritti, e destinato a reggere
Mandà-via i cavaler. Mandare alla alta da terra una botte di poca tenuta,
frasca i bachi. Cavalètt . . . . Specie di capra di cui
Pell che ha lassaa-giò el cavaler. fanno uso i venditori di legne al mi
Scoglia? Spoglia? nuto per pesarle.
Somenza de bigatt o de cavaler. Stanga. Stanga? = Travers. Tra
Seme di bachi. V. in Soménza. verse = Gambetta. . . . . . . - Ferr
Tegni i cavaler. Fare i bachi(Targ. de la stanga o Portastanga, . . . . -
Viag. VI, 65) – La bacatura(“tosc.). Cavicc. Piuoli.
Cavalér (barisell). Cavaliero. Cavalètt. T. de'Mattonaj. V. Cavàll.
Cavalér. Ad. di Pér. V. Cavalètt o Càvra. Fattore. Quello pei
Cavalerin. Bachino (Gior. Georg. XV, fabbri che è pei legnajuoli il Can
295). Picciol baco da seta. delliere.
Cavalètt. T. de Bott. Cavalletto(Diz. Gri Cavalètt o Càvra. T. de'Tint. . . . Nome
sell.). Panca cavalcioni alla quale il di quell'ordigno che sostiene i torni
bottajo rassottiglia e lavora col col (tornèj) de quali si fa uso per far
tello a due manichi le doghe ed altre ben intignere le pezze nelle caldaje.
assi da botti. È quello che i Francesi E nome di quegli altri ordigni sui
chiamano Selle di tailler. quali si mettono a prosciugare le robe
Cavalètt. Cavalletto. tinte o si posano le robe da tignere.
Gamb, Ritti = Travers. Traverse = Cavalètt.T. de'Conciat. Capra. Strumento
Sajett. Puntoni = Travett. Banchina? sul quale si ragguagliano le pelli, di
Canteo? verso da quello detto all'inglese, e
Cavalètt. Forcella. Forcina. che corrisponde, se non erro, al Che
S'ciopp a cavalett. V. in S'ciòpp. valet de bois dei Francesi.
Cavalètt. T. de' Pitt. Leggio. Strumento Cavalètt ingles. T. de'Conciat. Capra
di legno a triangolo verticale con una all'inglese.
delle sue gambe mobile, per mezzo Cavalètt. . . . . Ne” carrettini del baroc
della quale si può abbassare e solleva ciai detti Volantini è una specie di
re, di cui si servono i pittori per reg bilico fatto a V con da piede una
gere le tele o tavole che dipingono. rotella, posto sotto il letto presso
Cavalètt. T. de Mur. Capra. Arnese ad alle stanghe, il quale regge in bilico
uso di regger ponti o palchi posticci il carro ancorchè non sia attaccato il
per chi dipigne mura o fa altro la cavallo a reggere le stanghe. È di
voro intorno agli edifici. verso dal Servitor. V.
Cavalètt. T. de'Pettin. Panca. Arnese su Cavalètt a la romanna. T. dei Faleg. Pie
cui si lavorano i pettini. dica. Pietiche. Strumento di legname
Coperta. Torchio, simile a un par di seste spalancate»
CAV ( 26c) CAV
il quale serve a tener salde e sollal Fà el mestee del cavalier del dent.
zate le travi o i panconi mentre si Sciovernarsi quà e là.
segano, ed anco ad altri usi. Cavalierin. . . . . Giovane cavaliere.
Cavalètt a staffa. I Cavaletton. Cavaliermàn. Disinvoltamente. Dal franc.
Cavalètt de ferrà. . . . . Posapiede di Cavalièrement.
legno fatto come un treppiè con una Cavalin e Cavallin. Cavallino. Cavalletto.
delle gambe più lunga delle altre Poltracchio. Ronzino. Poledro. Puledro.
due, sul quale si fa posare il piede Giugà a pimpin cavallin. Fare a
al cavallo in tempo che gli si spiana sbricchi quanti. V. in Pimpin.
la ferratura. Cavalin. Voce del Basso Milanese, verso
Cavalètt di cav. T. de Faleg. . . . . . il Pavese Cavalletta. V. Saltamartin.
Quello da strignervi entro le assi in Cavalinètt. Puledrino. Puledruccio. Pole
cui s” hanno a fare gl'incavi. druccio. Poltruccio. Poltracchino. Pol
Cavalètt di pèner. T. de Faleg. . . . . tracchiello.
Quello messo a giacere in pianater Cavalinna. Ronzina.
ra, in cui si fermano le assi dove Cavalinna o Cavallinna. Ad. di Erba,
s' hanno a fare le pèncre. Tila, ecc. V.
Cavalètt (Giugà al). . . . . Quel giuoco Cavalitt pl. di Cavalètt. V.
che i Francesi chiamano Cheval fondu Cavàll. Cavallo, e con voce poet. ant.
e i Provenzali Chivalètto o vero Chi l'Afferrante (che forse era da dire Af
valoun chivalet, e consiste nel saltar ferante, cioè mangiafieno in erba, dal
che fanno più ſanciulli un dopo l'altro prov. Afferage di pari sig.). Al plur.
a cavalcioni sulla schiena d'un com Cavalli, Cavai, Cava – Le cose per
pagno il quale se ne sta incurvato tinenti per natura ai cavalli diconsi
come fosse cavallo ad aspettarli. Cavalline; quelle per arte Cavalle
Cavalètta. Ingambatura (Mach. Op. IX, recce o Cavalcheresche – I cavalli non
185). Cavalletta. Fà ona cavaletta. Fa mansi vivono in armenti o mandre cu
re altrui una cavalletta. Parlandosi di stoditi dai cavallari o giumentieri.
dame rubate altrui e sposate sul viso - Nel Cavallo si osservano tre
di chi le amoreggiava direbbesi la parti principali, cioè il
gambata. Denanz. La parte dinanzi.
Cavaletta (che secondo parti del conta Corp. Il corpo. La cinghiatura.
do è detta anche Staffètta e Cavall Dedree. La parte di dietro.
de coeuv). Cavalletta. Crocetta? Muc – Nella parte dinanzi veggonsi
chio di circa trenta o quaranta co Coo. Testa = Orecc. Orecchie - Zuff.
voni(coeuv) di grano accavallati l'un Ciuffo o Ciocca - Gnucca. Nuca =
l'altro a foggia di tenda campale, con El Front. La Fronte - . . . . Fron
molti dei quali mucchi poi si fanno tale = I Cav. Fossette. Conche – Pal
le barche o biche(med) allorchè s'ab per. Palpebre = Zij. Sopracciglia = . . .
barcano i grani. Zigoma. Giugale = (Eucc. Occhi –
Cavalètta. Vedi in Giromètta. Pols. Tempia = Ganass o Ganasson.
Cavaletton (che anche dicono Cavalètt a Ganasce – . . . . Stanghette. Barre –
staffa o Màchina de resegà). Piedica? Mascell. Guance - Nas. Naso = Naris.
Pietiche? Ordegno diverso dalla pie Canali del naso – Pell di naris. Le
dica de falegnami del quale si ser Froge o Frogi. Il Moccolo del naso.
vono i venditori di legne al minuto e Bocca. Bocca = Muson o Musel
per segare pedali, toppi, ecc. la. Il Musello. Muso - Lavor. Labbra
Cavaliér. Cavaliere. Cavaliero – Al fem - Barbozz. Mento = Baslètt. Barboz
minile Cavaliera e Cavaleressa – Ca ze = Lengua. Lingua - Dent. Denti
valierato dicesi la dignità del cavaliere. (Dent denanz. Incisivi – Scheion.
Cavalier del dent. Parasito. Scrocco Scaglioni o Piane – Ganassal. Ma
ne. Scroccatore. – Cavalier d'industria. scellari – Dentin. Il primo morso –
Cavalier servent. Cavalier servente. Dent de mezz. Denti di mezzo – Fa
Cavalier d'amore. Cav. d'alcuna donna. .
soci. Fagiuoli, V. anche in Dént). =
CAV (261) CAV
Coll. Collo (Incolladura. Filo del col pensarono meglio schivar briga e
lo. Cannone del collo. Crinile – sotto un Asinus equus riunire tutte le
Ciomma. Criniera. Chioma – Cana specie. I commercianti però distin
ruzz. Gola – Foppell. Fossetto o Ca guono le razze secondo paesi, e per
naletto) = Spall. Spalle e Cros. Il ciò noverano Cavalli arabi, tartari,
Garrese. La Croce e Stomegh. Petto turchi, barbareschi, normanni, gin
= Stomegh in foeura. Punta di petto netti o giannetti, gianettoni, villani,
= Gamb de denanz. Gambe dinanzi andaluzzi, inglesi, fregioni o frigio
(. . . . Braccio – . . . . Antibraccio ni, sardi, olandesi, prussiani, un
– el Ce. Falce? Gomito – Genoeucc. gheresi, ecc. ecc.
Ginocchio – Call. Callo. Ugnella – Cavall bass de quart. . . . . Cavallo
Schinca. Stinco o Cannone – Gion che ha piè largo e basso di muraglia.
tura. Nocca. Nodello – Gnerv. Ten Cavall bizarr. Cavallo tostano e
dine – Speron. Speroni o le Cornelle movente(Cresc. III, 25 e altrove).
– Fiocch. Fiocco. Barbetta – la Pa Cavall bon de dà a Ciocchin. Ca
stura. Pasturale – Coronna. Corona rogna. Cavallo incarognito. Cavallo da
– Pasturèll. . . . ) = Pè. Piede (. . . mandarsi alla Sardigna.
Punta – Quart. Quarti – . . . . Tal Cavall caroccee. V. sotto Cavall
lone. Calcagno – Corno. Muraglia. In0CC.

Parete – Ongia. Unghia – Fetton. Cavall che marsciss in stalla. Ca


Fettone, e con voci ant. Bulesia o Bu vallo stallio.
lesio – Soeula. Suola – Tuello). .. . . Cavall che mord. Cavallo mordace,
– Nel corpo o nella cinghiatura morditore, che morde.
S'cenna. Dorso - Renn. Lombi. Reni Cavall che se butta giò per terra.
= Cost. Costole - Voeuj o Fianch. Cavallo che si prostende a terra.
Fianchi e Panscia. Ventre –... Vergel Cavall che se drizza sui pee de
la. Verga -... Fodero=... Scroto. Borsa. dree. Cavallo che s'inalbera o che
– Nella parte di dietro si veggono s'impenna.
Croppa. Groppa = Coa. Coda e Cavall che s'ingenoeuggia o minga
Mocc de la coa o Codon. Tronco della franch in di gamb denanz. Cavallo
coda - Culatt e Scagnej. Natiche – che casca.
Pont di scagnej. Punte delle natiche Cavall che trà. Sparacalci. Cavallo
t= Garon. Anche - . . . Cosce = Gras griccioloso, calcitroso, che calcitra -
sell. La Grasciuola = I Gamb de dree. che tira calci a coppia.
Le Gambe deretane (con Giarett. Gar Cavall che va ben de contrapass.
retto – Guzza del giarett. Punta del Cavallo ambiante. Chinea. Che cam
garretto). V. sopra Gamba e Pee. mina bene di portante,
– Pei vari colori di pelame dei Cavall che va de traina o trainanà.
cavalli veggasi Mantèll. Ubino. Cavallo che va di traino o
Pei diversi camminari si vegga Con anchetta o spalletta.
trapàss, Galòpp, Pàss, Strapàss, Sàlt, Cavall de balanzin. Cavallo del bi
Traina, Travàrga, Tròtt, Trottin, ecc. lancino. Il cavallo sinistro che sta in
Pei segni V. Mascarin, ecc. coppia a quello che è sotto le stan
Per le malattie del cavallo veggansi ghe del calesso. Anche il cocchiere o
Bóls, Borsin, Capstórna, Ciappon, vetturino che lo guida si dice Bilan
Crepazz, Doeuja veggia o Botta veggia, cino. I Francesi lo dicono Porteur.
Gall, Galetton, Giavard, Inciodadùra, Cavall de bara. V. sotto Cavall de
Lunna, Mal del tir, Pontinna, Stran stanga.
gojón, Vertigen, Vivol, ecc. Cavall de barca o de barchiroeu.
È cosa singolare che i zoologi, così Cavallo che tira la barca; e fig. l'Asi
facili spicciolatori di varietà e sotto no, cioè chi dura gran fatiche.
varietà negli altri esseri animali, non Cavall de caroccia. Cavallo da coc -
abbiano fatto lo stesso col Cavallo; chio o da carrozza.
forse trattandosi di cosa notissima Cavall de scorsa, Barbero, Corridore.
CAV (262 ) CAV
Cavall de fittavol. . . . . . Cavallo Cavall paisan. Caval rustico. Caval
deputato ai lavori campestri. rustico a vedere(Cresc. III, 15, 25, e
Cavall de montagna. . . . . L'acheta altrove). Cavallo che ha la testa lunga,
da soma de Sardi. il collo procidente, l'aspetto brutto.
Cavall de parada. Cavallo di ri Cavall perteghin. Trapelo. Il cavallo
spetto (Fag. Rime I, 156); e fig. . . . terzo da tiro quando è attaccato pa
Uom da figura e non da fatti. rallelo agli altri due. È il Mullier o
Cavall de posta. Cavallo per la po Bricolier o Bricole de Franc. Quando
sta – Cambiatura. Caval di rilasso. è attaccato in testa dei due aggiogati
Cavall de rampeghin. . . . . Quel immediatamente al calesso dicesi con
cavallo che solo precede gli altri due particolar nome Troisième dai Fr. e
accoppiati immediatamente sotto al da noi de rampeghin. V.
carro o al calesso. V. anche sotto Ca Cavall quiett come on bè. Cavalman
vall perteghin. so o mansueto o umano o sofferente.
Cavall de ritorno. Cavallo di rimeno Cavall restin o che patiss el restìn.
o di ritorno. Caval restìo o ritroso. Bicciùghera.
Cavall de sella. Destriere. Destriero. Cavall sboccasciaa o sboccaa. Caval
Corsiero. Palafreno. Pallafreno. Cor sboccato. Che non sente freno, che
siere. Corrente. Cavallo corridore o da non cura morSO,

maneggio, cioè bello, nobile, ecc. Cavall sbriaa. fig. Sfrenato. Sbri
Cavall de stanga o Cavall de bara. gliato. Persona disordinata.
. . . . Quello che sta sotto le stanghe. Cavall senza cuu. Cavallo sgroppato
Cavall de tir. Cavallo da traino – Cavall senza fianch. Cavallo sfian
Cavallo da basto – Cavallo da soma cato.
o da carico. Cavall sutt de fianch. Cavallo sca
Cavall de truppa. Cavallo da guerra. rico di fianchi.
Cavallo deputato ad arme o milizia Cavall suttil decollo fin de gamba.
(Cresc. III, 19). Cavallo scarico di collo o di gamba.
Cavall de vicciura. Caval vetturino Cavall tiraa-sù in di fianch o senza
o da vettura o da nolo. fond. Cavallo scarico di ventre.
Cavall de vitta. Ronzone. Caval A cavall donaa no se ghe guarda
quartato, corpacciuto , membruto. in bocca. fig. A caval donato non si
Cavall dur de bocca. Bocchiduro. guarda in bocca. Il donativo s'ha a
Duro di bocca. Che sente difficilmente gradire, perfetto o no ch'ei sia nella
il morso. propria specie. A caval donato non
Cavallinsellaa. Cavallo sellato, cioè si guarda il dente o non si mira il
che ha la schiena che piega troppo pelo aggiunge il Diz. ven. senz'ad
verso la pancia. durne autorità.
Cavall intregh. Cavallo intero, non A ferr de cavall. V. in Fèrr.
castrato, che destinato alle razze di Andà a cavall. Cavalcare. Ghe pias
cesi Stallone. Emissario. Copritore. a andà a cavall. Gli piace cavalcare.
Guaragno. Cavallo da monta. Cavallo El va a cavall a schenna biotta. Ca
da coprire. Cavallo di guadagno. valca a bardosso o a bisdosso.
Cavall ligaa in di spall. Cavallo at Andà sul cavall de san Franzesch
trappato, cioè che non ha moto libero. o Andà a cavall de la cusidura di
Cavall matt. . . . . colzon. Andare sul cavallo di san Fran
Cavall mocc, e in passato Cavall ca cesco. Spronar le scarpe. Viaggiar pe
roccee. Codimozzo se ha mozza la doni. Essere scarpatore(“san. e Gior.
sola coda; Cortaldo se coda e orec agr. X, Io7), cioè pedone.
chie; Bertone se le sole orecchie. Avè de man on cavall. Menare a
Cavall morduu del loff. Cavallo al mano un cavallo.
lupato. Aveghen de fà lecc ai cavaj. Averne
Cavallombrios. Caval ombratico, om a barelle, a sacca, a bigonce, a balle,
broso, che ombra, o aombra o adombra. a carra, a ciocche, a fusone, a iosa,
CAV (263 ) CAV
a bussa o a busso, a stranianza, a di scherzo verso chi si vanti di sbri
sbacco, a bizzeffe, a cafisso, a biscia, gare checchessia prestamente senza
a micca, a bacchio o da far piazza. esserne da tanto.
Cioè aver grandissima quantità di L'oeucc del padron l'ingrassa el
checchessia. Ghe n'è de fà lecc ai cavall. L'occhio del signore o L'occhio
cavaj. Elle si battono pel capo. del padrone ingrassa il cavallo. A
Chi no pò batt el cavall batt la ben governare il fatto suo vuol essere
sella. Chi non può dar all'asino dà presenza di persona.
al basto. Proverbio di ch. significato. Maistrà i cavaj. Scorgere cavalli
Credes de vess a cavall e vess (Sacch. Nov. 155). Domar cavalli. Scoz
nanch a pè. fig. Creder d'essere su un zonare. Ammaestrare.
cavallo bardato e restare a piedi. Tro Matt comè on cavall. Matto da sette
varsi le mani piene di vento. cotte, o spacciato, o spolpato, o matto
Danee paga e cavall trotta. . . . . tredici mesi dell'anno. V. in Màtt.
Si usa fig. per indicare che chi ha Matt per i cavaj. Cavallajo.
danari ha modo a tutto, che pagati Mett la bria al cavall. Imbrigliare il
siamo al servigio altrui, che i quat cavallo – la sella. Insellare – el bast.
trini domandano il lavoro. Il franc. Imbastare – i forniment. Bardare.
Argent fait tout. Moccià on cavall. Scodare un cavallo.
Desmontà de cavall. Smontar del ca Montà a cavall. Montare a cavallo.
vallo o del ronzino. Smontare a piede. Montare in sella. Salire sul cavallo.
Scendere del cavallo. Dismontare del Salir sulla groppa del cavallo. Mon
destriere. Dismontar da cavallo, ed tare in groppa.
anche Scavalcare, il qual vocabolo N occorr ziſfolà s'el cavall nol voeur
però ha cera di verbo continuativo bev. V. in Ziſfolà.
in senso negativo come l'ha il suo No vess nè a pè nè a cavall. V. in Pè.
fratello Cavalcare in senso positivo, Ongia de cavall. V. in Ongia.
e, se non erro, vale Abbandonare il On rozz d' on cavall. Brenna. Al
cavallo per non breve fermata. fana. Cavalluccio. Buscalfana. Ròzza.
Di bolgir de cavall. Dir cose da Cavallaccio. Bicciùghera.
bastone(Fag. Rime I, 277), V, anche in Pari on cavall marin. Parer l'alfana?
Bölgira e Ciòd. Noi conosciamo solo un così detto Ca
Fa bolgir de cavall. V. sotto Spro val marino d'imaginazione che si con
posit de cavall. fonde coi lioncorni e coi cavalli fan
Fà el cavall de vicciura, fig. Essere tastici degli stemmi ne'quali talora se
caval vetturino. Esser l'asino. Durar ne scorge un pajo reggere gli scudi
molte fatiche. blasonici; e siccome di questi molti
Fà el cavall matt. Scorrere o Correre se ne vedevano sugli sportelli delle
la cavallina. Fare o cavarsi ogni suo carrozze, così il nostro popolo, che
piacere senza freno o ritegno, come novera moltissimi carrozzai e carroz
fanno i cavalli che non sono imbri zieri, ferito nella fantasia da quel
gliati. Faire le cheval echappe dice l'aria di collo e da quei crimili partico
Montaigne ne suoi Saggi al lib, 1. lari di un così da lui nominato caval
cap. 8.”, in fine. marino, passò ad applicare la simili
Fà stomegh de cavall. V. in Stòmegh. tudine specialmente alle donne fuse
Fever de cavall. V. in Févera. ragnole, di collo assai lungo, con
Girà el cavall. Volgere il freno, acconciatura di capo stravagante o a
Giudes del cavall. V, in Giùdes, gran piume e camminanti impalate
Giugà al cavall marsc, V. in Giugà. come ceri. Fors'anche la similitudine
Giuga a cavall e bria. V, in Bria. entrò nel dialetto per gli sfarzi caval
In mancanza de cavaj se ſa trottà chereschi di Tommaso Marino, come
di asen. V, in Asen, a dire Questa donna sembra uno dei
Intant che ona mosca la mangia on palafreni impiumati e altieri di Tom
cavall l'è ſada. . . . . . Si dice a mo' maso Marino,
-
CAV (264) CAV
Saltà-giò de cavall. Balzar da ca legno quadrato e biforcuto augnata
vallo. Salir giù del palafreno. mente, nella cui biforcatura si ſa
Sproposit de cavall. Spropositi o passare la canapa per divettarla col
Errori da cavallo. Spropositi che non mazzuolo e diliscarla prima di pas
li farebbe un cavallo, cioè solennis sarla alla maciulla(frantoja).
simi, bestiali. Cavàll. T. de'Carraj. Trespolo. Arnese
Tegnì in bria on cavall. Frenare. forato pel lungo e intelaiato su quattro
Affrenare. piedi per uso di collocarvi dentro le
Vegni a pè i cavaj. (idiot.).... Ve ruote onde sian ferme allorchè se ne
nire i cavalli sciolti, digiogati, non serrano i quarti(i gavij).
insellati nè aggiogati a cocchio. Cavàll o Cavalètt. T. delle fornaci di
Vess come el cavall del Gonella o mattoni. . . . . Specie di capra con
Ghinella. Esser l'asino. Vale esser sistente in una travetta sorretta da tre
aggravato di fatiche. gambe sottili in mezzo della quale è
Vess el cavall de Ciocchin. Avere un truogoletto (navell o marnin) e da
più mali che il caval della carretta. capo un piano inclinato(spianadora) su
Vess el sò cavall de battaglia. fig. cui il mattonajo spiana i mattoni.
- - - - - . Essere il suo maggiore, il Cavàll. T. di Giuoco. Cavallo. Negli
caval di rispetto, il suo forte. scacchi Cavallo e Cavaliere.
Vess servitor a pè e a cavall. V. in Pè. Cavàli. T. de Pastaj. . . . . . Reggetta
Ziffolà per fà bev i cavaj. Fare il di ferro la quale sorregge la forma
zufolino ai cavalli. delle paste nella campana.
Cavàll (A). m. avv. A cavalcioni. A ca Cavall. T. de Sart. Fondo. Quella parte
valiere. V. in Cavalön. de calzoni e simili che corrisponde
Cercà l'asen e vessegh a cavall. alla forcatura del corpo umano.
V. in Asen. Cavàll. T. di St. Cavallo(Doni Libr. p.6o).
Pont a cavall. Punto allacciato. Lo Cavalletto. Quel legno a cui il com
stesso che Pont-sora. V. in Pönt. positore accomoda lo scritto da com
Scala a cavall. V. in Scàla.
porsi e stampare per poter leggere
Stà a cavall al foss. fig. V. in Fòss. comodamente, ed è il Visorion de Fr.
Vess a cavall. fig. Esser a cavallo. Cavall, e con parola men bassa Pànn. V.
Lo stesso che Vess a cà. V. in Cà. Cavall. ſig. e sch.... Bastone, pedone.
Vess a cavall de la muletta. V. in Cavall e Cavall a cunna. Cavalluccio ?
Mulètta.
Trastullo da fanciulli per fare all'al
Vess semper a cavall al foeugh, V. in talena, alla chintana, ecc.
Foeügh e Canton. Cavall. . . . . . Quel piantato pirami
Cavàll. Forcatura. Inforcatura. Forcata. dale di tre paloni dal quale per una
Parte del corpo umano dove finisce fune pende verso il mezzo il vaglio
il busto e cominciano le cosce. o crivello in cui s ha a crivellare il
Cavàll. Catriosso. Arcale del petto. grano in sull'aja.
Cavàll. Cavallo. Castigo, detto atroce da Cavall chiamano in alcune parti del con
un poeta pisano e che meglio era da tado quello che in città nominiamo
dirsi inonesto e indecente, che altre Carùspi. V.
volte si usava nelle scuole facendo Cavàll. Ad. di Pér. V.
alzare a cavalluccio gli scolari da pu Cavall de coeuv. V. Cavalètta.
nirsi e percotendoli nel deretano a Cavàll de frisa. T. milit. Cavallo o Ca
sferzate. valiere di frisa o Frisia(Diz. mil.).
Toeiù-sù o Dà-via on cavall. Toccare Cavàll de la pesa. V. in Pésa.
o Dare una spogliazza o un cavallo. Cavàll de la nos (che altri dicono con
On cavall a cu u biott. Un cavallo voce svizzera Cros). Concamerazione o
a brache calate (Alleg. 255). Una spo Dissepimento della noce. Ciò che i
gliazza. Franc. chiamano Zeste e i Tedeschi
Cavall. T. d'Agr. . . . . Ciocco fitto su Nusssattel. Il Peschieri nel Diz. parm.
tre piedi, dal quale esce un grosso dice parergli che l'abate Colombo
CAV (265) CAV

volesse chiamarlo Frullo; ma la defini Scappa scappa, che ven el cavalén.


zione ch'ei dà di questo torso per così Via via, bada al cavallo.
dirlo del gheriglio della noce mi pare Cavalön (A). A cavallo. A cavalcione. A
errata per modo che dubiterei anche cavaliere. A cavalcioni. Cavalcando. Ac
della voce columbiana se non trovassi cavalciando. Stando su checchessia con
nell'Alb. bass. la voce Frullo usata una gamba da un lato e coll'altra
dall'altro.
pure come equivalente di Zest.
Cavàll del ri. . . . . . . Quel piantato Andà a cavalon de la cusidura di
di due pali incrocicchiati da capo e colzon. Andare sul cavallo di san
collegati da piede con una traversa, Francesco. Spronar le scarpe. Viag
al quale il contadino appoggia la gerla giar pedestre.
in cui carica il letame, la terra, ecc. Giugà a cavalon. Fare a andar
che vuol trasportare a spalle quà e là cavalcioni alla mazza(*fior). spezie
pel podere. di giuoco che fanno spesse volte i
Cavàlla. Cavalla – Ronzina. fanciulli, prendendo un bastone e
Cinqu e cinqu des, la cavalla l'è mettendoselo fra le gambe, e così
nostra. . . . . Dettato comune fra noi camminando a cavalcioni sopr esso,
quando si vuol esprimere reciproco come se fossero sopra un cavallo. Il
accordo, alludendo con ciò all'atto di Dict. provenc. fa menzione di questo
toccarsi la mano, che sui nostri mer giuoco detto anche fra i Provenzali
cati di cavalli ed altri bestiami è segno Aller a chivalon – Talvolta dicesi
del vicendevole consenso sul prezzo anche del Prender un fanciullo a ca
pattuito fra il compratore ed il ven valcioni a una coscia, e tentennandola
ditore. In vari scrittori leggesi spesso mostrare di farlo cavalcare.
un dettato che non mi pare molto Cavalòtt o Cavallòtt. Cavallotto (Lasca
diverso dal milanese, ed è: La vacca cena 1° nov. 1. p. 75). Poltracchio.
è nostra, e vale noi siamo sicuri del Puledraccio. Puledrotto. Bidetto. Ca
fatto, la cosa è fatta, è ferma. « Come vallo corpacciuto, ma che ha del
noi siamo così, la vacca è nostra o tozzo e del manso più che altro. -

(Cecchi la Moglie, p. 3o). « Così, la Cavalòtt. T. delle Arti. . . . . Pezzo di


vacca è nostra » (Lasca l'Assiuolo, metallo che si sovrapponga ad uno
p. 65, 94). Anche il Lalli l'usa più strumento o ad una macchina qua
d'una volta nella sua En. trav.; ed lunque, e che in certa guisa l'acca
è modo proverb. comune ai Napole valci. Così nei torchi da stampa di
tani, come può rilevarsi dal Voc. nap. moderna fabbricazione, in luogo del
La vache est di nous dicono anche i Fr. cappello, che anticamente si metteva
L'è orba la cavalla. V. in Orb. come per finimento del torchio stes
Quand la cavalla l'ha desegnaa de so, si è sostituito un lavoro di ferro
zoppass se ghe va a mett el ciod guernito d'ottone o bronzo a cui si
giust in sul pass. Quando il diavol dà il nome di Cavalott. -

vuol andare a procissione, non gli Cavalòtt. T. di Zecca. . . . . . . Quella


mancano mai le croci(Lasca Gelos. II, 4). specie d'alari sui quali si posano ad
Chi ha a rompere il collo trova la arroventire le lastre onde hanno a
strada al buio. E vale che ai disgra farsi le monete. -

ziati le disgrazie corrono dietro. Cavalòtt. Ad. di Pér. V.


Cavallada. v. a. Daz. Merc. Soma. Quan Cavamàcc. Cavamacchie. Macchiajuolo.
ta merce porta una bestia da soma, Colui che esercita l'arte di cavar le
e specialmente un cavallo. macchie.
Cavallin, Cavallinna, ecc. V. Cavalin, Cavaòr. Lavorator d'oro vecchio (Gior.
Cavalinna, ecc. Geor. II, 4o). Quell'artefice che fa
Cavalön. Cavallone. Ronzone. Roncione. professione di raccattar l'oro dalle
Gran cavallo. Noi però lo usiamo più cornici di legno vecchie, dagli stuc
comunemente come voce bambinesca, chi smessi e da ogni oggetto stato
sinonima del positivo cavallo, per es. già messo a oro. La macina (el molin)
Vol. I. 54
CAV (266), CAV
ch'egli adopera per ciò si vede di lasciarvi libertà di passo e carreggio;
pinta a pag. 142 della Pirotecnia del è il latino Versura, cioè la testata
Biringuccio. che rinserra tutte le porche d'un
Cavastacchètt. T. dell'arti e di Stamp. campo. Acquajo, Solco acquajo e Pon
Cavabollette. Strumento di ferro o tojo non sono punto la nostra Cave
simile rifesso in una testata ad uso dagna, e male usanli alcuni in tale
di cavar bollette. significato., come male gli usai io me
Cavastràsc. Cavastracci. Ferro a spire desimo nella prima edizione di questo
inastato sulla bacchetta dell'armi da mio libro. Brunetto Latini nel suo
fuoco portatili per trarne la borra, Tesoro VIII, v., 2 ha certi Viottoli e
la carica, ecc. Il cavastracci da can Andamenti che molto si rassomigliano
noni, infisso sur una lunga asta, è alle nostre Cavedagne; e il Davan
detto Garagòlo dall'Alb. enc. con voce zati nella sua Coltivazione toscana
i ricusata dagli altri diz. e fin anco da certe Latora delle quali si può dire
quello d'artiglieria perchè accennata altrettanto. Proda e Semitiero, regi
veneziana dallo Stratico nel suo Diz. strati nei nostri dizionari, non ne
di marina, ancorchè omessa nei diz. dissomigliano gran che, e vi ha gran
veneziani del Patriarchi e del Boerio. de affinità anche il Capezzale de fos
Cavastrivàj. Camerierino, e da alcuni sajoli pisani registrato dall'Alb. enc.
anche Cavastivali. Arnesetto per uso Mi si assicura che in alcuni paesi
di cavarsi gli stivali. di Toscana è detto dove Viuzza, dove
Cavaverdùra. T. de Cuochi. . . . . . . Ciglione, e dove anche Capezzagna
Specie di cucchiaino, con palla da o Capitagna. La prima di queste voci
ambo i capi a orli taglienti, del quale parmi adottata anche dal Monti(Prop.
i cuochi e gli scalchi si servono per III, II, 69); e le ultime due mi si
cavare dalle radiche fusiformi od altre rendono credibili sia per quella Ca
di certe verzure varie galanterie per pezzata che nel Giorn. Georg. IV,
l addobbi da mensa, come stelluzze, 294 mostra questo nome usato ab
fiorellini, ecc. È diverso dal Rigaver antico in Toscana nel significato di
; diura. I . . - - --
ciglione, sia per quelle Capitagne
Cavavidón. T. degli Armajuoli . . . . . che riporta il Gior. agr. tosc. III, 612
Ferro di cui si fa uso per estrarre le quali ancorchè ivi dicansi poste a
il vitone dalle canne delle armi da seme hanno però sempre faccia di
i fuoco portatili. lembo campio di testata. Il Gallo nella
Càve, s. m. T. del G. di Pallamaglio . . . sua Agric. la chiama senza più Cave
Da cave. . . . . È il trucciare colla dagna, e il Gagliardi nel Vocab. agr.
tua palla quella dell'avversario per Capezzaggine senza però citarne au
ispignerla oltre la linea di confine torità – Capiczana per lembo dicono
i assegnata dal giuoco. Anche i Sicil. i Siciliani; Cavaion e Cavalunari Fer
dicono Cavu. -
raresi per argine o chiusura di fiu
Càved. v. cont. dell'Alto Mil. Guardiano. mi, gore, canaletti qualunque, Cav
Tralcio novello o dell'anno nella vite don o Capitoni molte genti di Lom
e che si suol tagliare a due occhi, ed bardia per alari, tutte idee impor
è quasi riserva e custodia di essa; tanti chiudimento, serrame, come la
custos come lo dicevano i Latini. Cavedagna serraporche e serrasolchi
Cavedagna. Testata («Senza museruola – Io credo volentieri questa voce
» il bove aratorio ſarebbe guasto alle un rimasuglio di bassa latinità; Cave
» viti o quando è per voltare sulla dagna da Capitanea, qua est in ca
, testata, o quando lavora presso la pite, cioè che sta in capo del cam
» proda del campo » Giorn, Georg X, po, e così ritengo Testata per voce
555 – idem XII, 85, 89 e altrove – che le risponde a capello. Molti però
Lastri Op. I, 126). E quel lembo di fra noi vogliono che sia così detta
terra nella testata de'campi che si ab da Cave damna, quasi lista che guardi
bandona senz'arare o assolcare onde il campo dai passaggi importuni e
CAV (267) CAV
dai danni che ne conseguitano. A in una pentola; indi li mette a ra
questi così opinanti pare che diano sciugare in istufa; rasciuttili gli av
qualche ragione 1.” L'affinità di valore volge infarinati con farina di segale
che scorgesi fra la voce Cavedagna e in una gran carta, e li mette in forno
il Caved de vit che a noi suona ramo a perdere ogni minimo umidore (el
servatore, ramo guardiano di essa ghe fa el pastizz); dopo di che li viene
vite; 2. Quella Capitania che leggesi lavorando – Lo stesso parrucchiere
in significato di Capitale sicuro nello considera il capello diviso in
Specchio de'Confessori a pag. 26 del Ponta. Punta (pointe) = Testa. Testa
l'edizion veneziana del 1558 per il Ses (tete) = Cavell. Capello.
sa; 5. E più ancora l'accostarsi che Cavej anellaa. Capelli inanellati.
fa loro il Maggi nel suo Intermezzo del Anelli. Anellotti. Anelli de'capelli.
Riso (Raccolta d'Interm. tom. II, p. 514) Cavej canellàa. V. Canellon.
dove parlando di coloro che soglion Cavej che paren lanna. Lana. Il
ridere repressamente dice che danno capello simile a quello de mori, cor
indizio d'essere Persone caute più che to, riccio, duro.
le cavedagne. - Cavej de denanz. Capelli della fronte.
Cavedagna. . . . . . Ne prati marcito; Cavej de dree. Capelli della nuca
è quello spazio largo due metri o o della cuticagna. -

poco più che si lascia tra le fosse Cavej de la coppa. Capelli della
minori e la fossa maggiore per darvi collottola = A tirà i cavij de la coppa
il passo a buoi, alle carra, ecc. fan dervì la bocca (dicono con rima
Cavéden dicono alcuni dell'Alto Milan. da pari loro le nostre donnicciuole).
per Cavezzàl. V. La collottola è gelosa; se ne snodi
Cavedin. v. brianz. Stoppa di filaticcio. un capello fai guaire.
Cavelèra. Capillatura. Capillizio. Capel Cavij drizz in pee. Capegli irti.
lizio. Capellatura. Capelliera. Capella Cavej fin. . . . . Capelli assai sottili.
mento. Chioma. Capigliara: al peggior. Cavej giò per i spall. Capegli spar
Capellieraccia(Lasca Nov. II, 6, p. 512). pagliati. Capelli sparsi; in senso spreg.
Cavèll; e al plurale Cavèj e bass. Ca Capellacci sparsi.
vij. Capello; e al plurale Capegli, Cavej gross. Capelli ruvidi, aspri.
Capelli, Cape, Capei, ed anche Cave Cavej ingarbiaa. Capelli scompigliati,
gli come scrissero anticamente Fran scarmigliati, rabbaruffati, avviluppati.
cesco Sacchetti, Cecco Angiolieri, il Cavej remiss. Capelli posticci o ap
Sicolo e Francesco da Barberino nei positicci.
Doc. d'Amore ecc. – La ciocca dei Cavij tiraa. Capelli distesi. Capelli
capegli cadente e negletta dicesi Cer pendenti. Chiome distese o passe; quelli
fuglio o Cernecchio, e Cerfuglione al che i Lat. chiamavano Cedentes crines.
pegg. – Chi ha tali ciocche dicesi Avè el sangu in di cavij. V. in Sàngu.
Incerfugliato – Chi ha molti capelli Avegh i cavej biond, castan, ecc.
dicesi Capelluto; chi non ne ha Calvo; Avere i capelli biondi, ecc. Essere di
chi pochi Presso che Calvo. La parte pelo biondo, ecc. È da notarsi questo
del capo coperta di capelli dicesi Ca capriccio nel nostro dialetto che men
pellata o Capillata o Capelluta – Il par tre diciamo indifferentemente El gh'ha
rucchiere che vuol adoperare capelli i cavej negher, ross, o pure L'è ne
per tesserne capellature posticce da gher de cavej, L'è ross de cavej, non
prima li fa bollire per disugnerli potremmo dire L'è castan de cavej,
(desgrassaj), poi li ragguaglia da ra L'è gris de cavej, ma si diciamo El
dice per riconoscerne la diversità di gh'ha i cavej castan o i cavej gris.
lunghezza(je tira per testa), indi li Ciappasso Tirass per i cavij o Dass
trasceglie e appaja secondo lunghezze ona caviada. Accapigliarsi. Accapel
(je tira per ponta), poi gli arriccia larsi. Fare a capelli. Pigliarsi a ca
col ferro (je rizza con staffa e roc pelli. Pettinarsi. Spellicciarsi. Rabbuf
chett); avvoltili sui rocchetti li ribolle farsi. Scarmigliarsi. Rabbaruffarsi.
CAV ( 268 ) CAV
Con giò i cavij. Con capellacci sparsi. Suttil o Fin come on cavell. Capil
Coo de cavij. V. in Cóo. lare.
Fà vegnì biond i cavij. Rimbiondi Tegni regolaa i cavej. Tener rav
re i capelli. viati i capelli.
Guardet ben de toccagh on cavell. Tirass i cavij foeura di ocucc, e ta
Guardati dallo snodargli pure un ca lora anche Tirass i cavij in di ceucc.
pello. Bada di non torcergli un capello. Mandar giù buffa. Abbassar visiera.
L'ha tolt-sù pussee bott che nol Agire alla libera, senza riguardi, sen
gh'ha cavij in coo. L'ha tocco più za timore. V. anche in Bagàtt.
picchiate che non ha peli addosso(V. Vegni-giò i cavij a mazz o a fil
il testo del Lasca addotto dal diz. in zoeu. Cascare i capegli a cespo a
Panata). cespo (Buonar. Tancia V, 2).
Lassà andà giò i cave per i spall Vess lì per i cinqu cavij o Calà
o Smollà i cavij. Lasciar svolazzare on cavell a fà ona cossa. Esser a un
soluti su per gli omeri i capelli. pelo di far checchessia. Vale esser
Mettes i man in di cavij. fig. Met vicinissimo, sul punto di far qualche
tersi le man ne capelli. Dicesi per cosa,

segno di grave dispiacenza e quasi Cavèlla. T. de' Calz. . . . . Punta dello


disperazione, sottintendendovisi met spago ridotta ad un filo solo per in
tervele per arruffarli, stracciarsegli, ec. filarvi sopra la setola.
Perd i cavij. Incalvare. Incalvire. Cavellin. Capelletto. Capelluzzo.
Per i cinqu cavij. A un pelo. Per es. Cavellina, voce antica per Firisèll usata
Sont staa lì lì per i cinqu cavij de nel Daz. Merc. V. Firisèll.
no di ona bolgira. Sono stato a un Cavellón. Capellaccio. Gran capello.
pelo per dire una mala parola o una Cavèrna. Caverna. Luogo cavo assai.
corbelleria o una scempiaggine. Cavèzz, sost. m. Ruòtolo. Volume di tela
Pettenada in cavej. In capelli, cioè che s'avvolge egualmente da due ca
senza cuffia o capellino o altra co pi. Il Bellini ne suoi discorsi anato
pertura in capo, ma con capegli ac mici descrive precisamente il nostro
conciati a festa con fiorellini, piu Cavezz quando dice: Fra i muscoli
me, nastri, ecc. Coiffee en cheveux degli uomini ve n'è degli avvoggolati
dicono i Francesi. sopra sè stessi come i ruotoli delle tele.
Portalla foeura per i cinqu cavij. Forse dalla misura lineare bresciana
Salvarsi per una gretola – Avella por e cremonese d'ugual nome. Duu ca
tada foeura per i cinqu cavij. Averla vezz de tila finna. Due ruotoli di pan
scappata bella. Averla avuta a buon no fino(Gigli Sorell. IV, 6).
mercato, e inversamente Essere stato Cavèzz. add. Assettato. Assestato. Ac
a un pelo di rimanerci. concio. Assetto.

Robba che fa drizzà i cavij in coo. Andà in preson cavezz cavezz. An


Cosa che fa arricciare i capelli, cioè darne al bargello ripiegati ripiegati
che fa inorridire, qui fait dresser les (Cecchi Assiuolo III, 5).
cheveux d la téte dicono anche i Fr. Andà-via cavezz cavezz. Camminare
Se pò nanch toccagh on cavell. raccolto. Muovere raccolta la persona.
Non comporta che gli sia torto un Procedere in sè ristretto.
capello o un pelo. E non se gli può Vestii cavezz. Veste assettata.
toccare il naso. Cavèzza. Cavezza. Fune o sovatto che
Senza cavij. Calvo. s'usa per legar le bestie da soma in
Spartì i cavij. Scrinarsi i capelli. luogo d'imbrigliarle – Il Capestro, il
Stà in pee per i cinqu cavij. Reg Canapale, le Cavezzine e il Cavezzone
gersi a gran pena. sono specie particolari di cavezze.
Strappass i cavij del coo de la Dormì su la cavezza. fig. Baloccarsi.
rabbia, o simili. Pelarsi il capo o Pe Indugiare. Dadare.
larsi i capelli del capo. Stracciarsi i Ligà con la cavezza. Incavezzare.
capelli per rabbia, dolore, ecc. Incapestrare,
CAV (269) CAV
Molà la cavezza. fig. Allentar le Avè on gran cavicc. Aver la lucer
briglie. -
tola a due code. Esser nato vestito.
Trà-via la cavezza. Scavezzarsi. Aver la pera mezza. Esser uomo affor
Tragh la cavezza sul coll a vun. fig. tunatissimo.
Lasciare o Abbandonare le briglie sul Var pussee on tocchell de cavicc
collo ad uno. che tutta la sapienza de sto mond.
Cavezzà. Accomodare. Assestare. Asset Pal più un'oncia di sorte che una
tare. Acconciare. libbra di sapere. Fortuna e dormi.
Cavezzà i oeuv in del cavagnocu. Cavicc. . . . . Caviglietta di legno ap
Assettare o Acconciare l' uova nel pa puntata colla quale si tura un buco
nieruzzo o nel panieruzzolo, e vale fattosi in un tino o in una botte per
Accomodar bene i fatti propri. V. assaggiarne il vino di straforo, o per
anche in (Eùv. altro motivo. I Fr. la chiamano una
Cavezzàda. Assettamento. Conciatura. Broche e anche un Dusil o un Fausset.
Acconciamento. Acconciatura. Cavicc di mazz. s. m. pl. T. di Stamp.
Cavezzàda. Cavezzata. Colpo di cavezza. . . . . Caviglie infisse nella coscia de
Lo cavalca il piccin come un Orlando, stra dei torchi da stampa sulle quali
Gli dà una cavezzata, e il ciuco sbietta. si posano i mazzi da chi ne fa uso
(Sacc. Rim.). per inchiostrare la forma.
Cavezzadinna. Un po' d'assetto. Caviéra. Capelliera. V. Caveléra.
Cavezzàl (che nell'Alto Mil. altri dicono Caviggée. Cavicciule? Cavicciuolo. La no
Cavéden ). Cavedine. Pesce noto che stra voce rappresenta ai macellai quel
è il Cyprinus capito dello Scopoli. trave in cui sono più fori ne quali
Cavezzin. Assettatuzzo. si ficcano le caviglie che sostengono
Cavezzocà. Sommòmmolo (Zanon Crez. pendenti i buoi, vitelli, ecc. al tempo
rinc. III, 4). Scampolo. Avanzo della del macellarli dopo ammazzati. Agli
pezza parlandosi di pannilani, tele, ec. ammazzatori de porci un travicello
Fà cavezzoeu. (Magg. Inter. II, 525). di forma ed uso eguali. Ai pizzica
Far gonnella – Filarla sottile. gnoli, beccaj ed altri bottegai quella
Cavezzon. Cavezzone. specie di rastrelliera posta al di so
Tegnì el cavezzon a vun. met. Te pra de loro banchi in cui sono molte
ner in briglia. Tenere a freno. caviglie dalle quali pendono le grasce,
Cavezzorin. Scampoletto. Scampolino. le carni appezzate, le candele, ecc.
Caviàa. Caviale Pastume d'uova di sto – Nei diz. italiani setajuoli e tintori
rione insalate che ci viene in cara hanno a loro disposizione il Caviglia
telli da mari del nord ed anche da tojo che ha affinità col nostro Cavig
Costantinopoli. gee; i bottegai detti sopra non l'hanno.
Caviàda. Scapigliatura. Accapigliatura. Caviggia. Caviglia. Cavicchio.
Accapigliamento, e ant. Capellia. Caviggia. Noce. Quell'osso che spunta in
Dà o Dass ona caviada. Lo stesso fuori dall'estremità anteriore dell'osso
che Ciappass per i cavij. V. in Cavèll. della tibia nella gamba dell'uomo, e
Caviàda. . . . . Pasta dolce fatta a ſog che anche i Fr. chiamano Cheville.
gia di trecce. Caviggia. T. di Cart. Catello. Quella
Cavicc. Cavicchio. Caviglia. parte che serve a tenere incatellate le
Cavicc. Piuolo. stanghe de mazzi nelle pile da cenci.
Cavicc ingessaa in del mur. Zin Caviggia. T. de' Tint. Parrucello. Nome
goncello. di quel bastoni sui quali si ligia la seta.
Cavicc. fig. Detta. Sorte. Fortuna. Per ben Caviggia. T. de' Tint., Setajuoli, ecc.
conoscere tutta la famiglia di questo Caviglia. Cavigliatoio. Cilindro di le
proteo (come Caviggin, Incaviggià gno incastrato da un capo in un mu
da, ecc. ecc.) leggasi il graziosissimo ro o a dente a terzo in una tavoletta
Ricorso al Cavicc nelle Poesie di Carlo o simile e finito dall'altro in una
Porta aventi la data 1826. Vedasi an testata di legno tonda per torcervi
che in questo mio vocab. Caviggion. sù la seta. -
CAV (27o) CAV
Caviggia de manegg. T. de'Tint. Càvra. T. mecc. Capra. Macchina com
Torno. Legno lungo e rotondo il quale posta in sostanza di tre travicelli a
nello avvolgervi e svolgerne i panni piramide della quale si fa uso per
gira. Serve per torcere la seta in ma sollevare verticalmente oggetti assai
tasse o per ordinarla alla tinta. pesanti. Noi confondiamo colla vera
Caviggia stabil. T. de'Tint. Caviglia. Capra anche la Grue. Se ne veggano
Mett in caviggia. T. de'Macell. Ap le parti nel Diz. art.
piccare alla caviglia, e Appiccare as Càvra. T. de Pettin. Capra. Legno su
sol. (Sacchetti Nov. Io2). Incavigliare cui si fissa l'osso che si vuole spia
sul cavicciule pei garetti posteriori mare col parone (ferr de raspà).
le bestie macellate. Càvra. T. de Carr. Capra. Strumento
Caviggiàda. . . . . Colpo che si batta nella per acconciar le ruote.
noce del piede. Hoo tolt-sù ona cavig Càvra. T. de Tint. V. Cavalètt.
giada. Ho toccato un colpo nella noce. Càvra. T. de Fabbri. Fattore. V. Cavalètt.
Caviggioeü. Cavicchietto. Cavra. Ad. d'Èrba. V.
Fraa del caviggioeu. V. in Fràa. Cavrée. Capraro. Caprajo. Il Caro (Am.
Caviggioeira. . . . . . Quel maschio di past. lib. III) usa anche Guardacapre.
ferro che s'infizza nella testata del Cavrètt. Capretto.
timone dei carri contadineschi per L'è desligaa el cavrett. fig. Gli fu
fermarvi i lacci giogali (i giongher). levata la cavezza. Egli ha saltato la
Caviggion. Cavicchiotto. granata, ed anche Egli ha sciolto il
Caviggion. Sortaccia. Un domeneddio. freno o Egli è sguinzagliato, è uscito
Gran ventura, gran sorte, gran fortuna. de pupilli o di donzellina. Dicesi di
Caviggiòn. Uom della fortuna? Uomo persona che arrivi in istato di potere
affortunatissimo. Uom nato vestito. scorrere la cavallina a suo talento,
Caviggiòn voce antica per Badée. V. di fare a modo suo e per lo più a
Caviggion. Ad. di Pér. V. danno suo. (pra.
Caviggiòtt T. de'Tint. Cavigliatoio. Cavrètta. Capretta. Picciola o giovin ca
Caviòn. Zazzerone. Cavrètta. Maniglia. Capitello. Quella par
Caviòn.... Soldato con elmo a criniera, te del segone per cui i segatori lo
Càvol si usa da noi solo in Varì on impugnano.
càvol o ona sverza. V. in Svèrza. Cavriàda. Cavallo. Cavalletto. Cavalla
Cavolfior. Cavolo fiore. tura. Foggia d'armatura da tetti co
Cavollàtt (che altri dicono Latt a la nosciutissima.
crèmm). Cavo di latte. Crema – Pap Radis o Fond. Asticciuola. Tirante.
pina. Composto di fior di latte, tuorli Prima corda - Brascioeu. Puntoni (coi
d'uova, droghe e zucchero dibattuti loro ferramenti e palettatura) = Omett.
insieme e rappresi al fuoco; e dicesi Monaco - Sajett. Razze. Monachetti.
Crema di cioccolata, di caffè, ecc. se Monachini = Colma o Colmegna. Comi
condo il sapore o l'odore predominante gnolo = Terzer. Travette – Travers de
degl'ingredienti che vi son mescolati. gronda. Seggiola = Cantir. Correnti e
Càvra. Capra. Dante la disse anche Ze Codeghett. Scandole.
ba. La Capra hircus L. Cavriada a fond doppi o a trii
Cavra salvadega. Stambecco, e dottr. omitt. Cavalletto a doppia catena o a
Ibice. La Capra iber L. doppia asticciuola. In questa oltre alle
Pendellin o Barbell. Tettole. parti ordinarie di cavallatura già dette
El corr adree anca a ona cavra sopra hannosi anche
purchè la gh'abbia el pattell in coo. Ong del fond. Tacche? = Tirant.
Andrebbe dietro a un lucerniere sino Palettatura = Staff. Staffe? = Staffon.
in Fiandra purchè egli avesse uno Staffoni?
sciugatoio dattorno (Fir. Lucidi II, 1). Cavrioeù. T. d'Agric. Viticcio. Cavicolo.
Quel che i Franc. dicono Cet homme Cirro. Caulicolo. Cartoccio. Capriuolo?
aimerait une chèvre coiffee. Capreolo? Ricciolino o Filamento, per
Salvà la cavra e i verz. V, in Vérz. lo più a spirale e ramoso, ch'esce del
CAZ (271 ) C AZ
sermento della vite e col quale essa Cazzoeüra. T. de'Mur. Mestola. Cazzuola.
cerca d'avviticchiarsi ai corpi vicini. Cucchiaja. Strumento che serve per
Il botanico riconosce il viticcio anche maneggiar la calcina nel murare, in
in altre piante, chi non è tale, non lo tonacare e arricciare.
riconosce che nella vite. Forse dal la Cazzoeura. T. de'Cuochi. Cibreo. Mani
tino Capreolus dello stesso significato. caretto fatto per lo più di colli e
Andà in cavriceù. Andarsene in pam curatelle di polli. Anche i Sicil. la
pani. Spighire? (Gior. agr. tosc. VI, chiamano Cazzoligghia e i Sardi Cas
162). Dicesi della vite quando riesce sòla. Forse è voce rimastaci dopo il
tutta pampinosa ed ha molti viticci governo di Ferrante Gonzaga.
e poc'uva. Cazzoeiùra. Lucerna. V. Lùmm.
S'el pioeuv a san March o a san Cazzuràda. Mestolata. Colpo dato con
Grighoeu l'uga la va tutta o la de mestola.
venta in cavrioeu. . . . . Proverbio Cazzuràda. . . . . . Piena una mestola
agrario dei nostri colligiani briantei di checchessia. Per es. Ona cazzurada
di piana intelligenza. de menestra. Una mestola di zuppa.
Cavriocila dicono alcuni la Vinèrbola. V. Cazzuréra. . . . . . Verguccia di ferro a
davrón. Caprone. cui s'appiccano in cucina le mestole.
Parì on cavron. . . . . . Aver una Cazzuréra. T. di Casearia. . . . . Specie
barba da Oloferne, una barbaccia; di mestola di rame, di forma assai
essere barbuto o barbone. diversa dalle comuni, cioè quadrata,
Cavròscen sforacchiata nel fondo e larga circa tre
Cavròssen º per Cambròssen. V. once del braccio nostrale (15 centi
Càzz. Pene. metri) colla quale i fabbricatori del
Di cazzi! modo basso. Finocchi! cacio lodigiano schiumano la ricotta
Zucche fritte ! Zucche marinate ! Le bollente e la traggono del siero. Se
zucche marine! Esclamazione usata da ne vegga la forma nella tavola an
chi, non menando buono il detto al nessa al Caseificio del Cattaneo.
trui, ha che dire in contrario. Cazzurètt.
Càzza per Tazza de tenció. V. in Tàzza. Cazzuri n.
! Mestolino. Dim. di Mestola.

Cazzàda. è Frascheria. Leggerezza – Ine Cazzurón l o Collvérd). Mestolone. Pa


Cazzaria.) zia. Frullo. Miseria. Cazzuròtt º lettone. Cucchiaiòlo. Anatra
Che gran cazzada verament! Una così detta dal suo becco terminante a
gran cosa! Che gran cosa! – Che palla di cucchiaio. È l'Anas clypeata
pesce piglia egli? degli ornitologi.
Guadagnà ona cazzaria de magott. Cazzùu. Mestola. Cazza. Strumento di
Far l'avanzo del Cazzetta. cucina che si adopera a mestare e
Hin ona cazzaria de magott. Sono tramenare le vivande che si cuocono
un asciolvere. o le cotte, a scodellare le zuppe, ecc.
Cazzaroeüla e Cazziroeüla. T. dei Cald. Avè mangiaa el giudizzi o el cer
Casserola. Vaso di cucina noto. vell o l'ingegn cont el cazzuu. Avere
Cazzavèlla. Velia, e propr, la Velia gros studiato in Buemme. Esser dotto in
sa detta Averla, Verla o Castorchia Buezio. Sapere o aver imparato due h.
grossa da vari Toscani (Savi Ornit.). Avere studiato il pecorone. Aver il
Uccello che è il Lanius excubitor Lin. cervello nelle calcagna. Essere un cerº
Cazzin. Cazzatello. Un piccinaco, una vel di gatta. Aver meno cervello d'un
personcina. grillo o d'un'oca. Avere il cervello so
Cazzincoeüra e sim. V. Cattincùstra. pra la berretta. Essere dolce di sale.
Cazziroeüla. V. Cazzaroula. Per cosiffatti cervellini V. Badée.
Cazzirolin. Dim. di Cazziroeüla. V. Avegh el cazzuu per el manegh.
Cazzirolon. Accr. di Cazziroeüla. V. Lo stesso che Avegh el cortell per
Cazzmàtt. Zugo. V. Badée. el manegh V. in Cortèll.
Cazzoeüla. V. Cazzocura in tutti i suoi sig. Fà cazzuu. . . . . . Così dicesi di
Cazzoeura Cazzuola. que piccioli sgonfi, di quel gonfietti
CED ( 272 ) CEN
che rilevano nelle cuciture ove sia Cédola. Cedola. Carta monetata.
rimasto vòto alcun punto. Cedràa, Cedrón, ec. V. Zedràa, Zedrón, ec.
Fà el cazzuu o Fà cazzuu. Raggrep Cedùu. Ceduto. Cesso.
parsi(Caro). Nicchiare (Pan). Far grep Cél. V. Ciél.
po. Far la bocca brincia. Imbambo Cémbol. Cimbalo. Cembalo. Cembolo. Sp.
lare. Quel raggrinzar la bocca che di tamburello intorniato di sonagli e
fanno i bambini quando vogliono co di girelline di lama d'ottone che si
minciar a piangere. suona premendone colle dita il fondo
Menà el cazzuu o Menà el cazzuu ch'è di cartapecora e agitandolo e
a sò moud. Tenere il mestolo (Pan. picchiandolo. Oggi dì è andato in dis
Poet. XXVI, 6). Mestare nel governo uso, e appena si vede in mano alle
di checchessia (Targ. Viag. V, 514). maschere. Chi lo suona dicesi Cern
Avere il baston del governo (Berni Orl. bolante (Alleg. 255).
VII, 55). Far correre il giuoco colla Cémbol. Buonaccordo in genere; Gravi
sua mestola. Far le minestre, che no cembalo, Cembalo, Spinetta, Pianforte,
bilmente direbbesi Timoneggiare. Vale Cimbalo, Clavicordio, Clavicembalo
comandare, governare, e specialmente in ispecie. Oggi di comunemente noi
Aver nelle mani il maneggio di casa intendiamo per Cembol il Pianforte,
(Monig. la Vedova III, 34). specie di clavicembalo particolare che
Cazzùu. Castagne che non han fatto l'a in luogo di salterelli ha martelletti.
nima(Lastri Op. V, 17o). Ghiungulini Gamb. Gambe? = Cassa. Cassa -
(aret.)? Quelle castagnuzze inani e Tavola armonica. Tavola d'armonia =
. . . . . Sbarra de' salterelli – Ponte
scusse di polpa che trovansi nel ric
cio in due o più a far compagnia alla sej. Cavalletti d'accordatura = . . . .
vera castagna. A noi cittadini la loro Somiere = Tastadura. Tastiera – Re
forma parve quella d'una palla da gister. Registri - . . . . Salterelli o
mestola, e le dicemmo Cazzùu; ai Martelletti = Tast bianch. Tasti bian
contadini brianzuoli quella d'un ca chi = Tast negher. Tasti neri = Banda.
tinetto, e le dissero Baslottèj; ambo Soneria? - Pedal. Pedali = Pedalera.
traslati quasi identici. Pedaliera.
Ce. Ci. Terza lettera dell'alfabeto italiano. Cembol a coa. Pianforte a coda
Ce coetta o Ce con la coa. T. di (Diz. mus.). Quello che fa triangolo
Stamp. . . . . . . Così chiamasi quel scaleno e imita per appunto anche
c che ha sotto di sè una specie di nella cassa un'arpa a giacere.
virgola arrovesciata, come il seguente Cembol a orghen. Cembalo organi
c, e che si usa soltanto nelle stampe stico? (Diz. mus.).
spagnuole e francesi nelle quali è de Cembol a tavolin. Pianforte a ta
notato col nome di C cedille. volino(Diz. mus.). Quello che ha la
Fà ce o Fà on ce. Fare una curva. forma d'un rettangolo, e chiuso ha
Descrivere una curva. faccia di tavolino.
Parla per cè. Parlar per tale e quale Cembol de quatter, cinq, ses ottav.
(Noz. di Maca, Prol.). Parlare pel filo Pianforte a quattro, cinque, sei ottave
della sinopia o per punta di forchetta. (Diz. mus.).
Usar parole appuntate o un parlare Cembolin. Spinetta.
appuntato, cioè ricercato, affettato. Cembolón. . . . . Gran pianforte.
Il Cultiparlar degli Spagnuoli. I Ge Céns. Censo. Rendita, merito de'capitali
novesi dicono Parlare sull'a. dati a frutto.
Cecè. V. Cicè. Cà casca, cens cessa, terren ten.
Céd. T. degli Archit. Far avvallamento o V. in Cà.
cedimento. Non trovo esempio nei Céns. Censo. Allibramento.
dizion. del verbo Cedere in tal senso. Censi. Allibrare. Censuare. Accensare
Cédola. Cartello. Monitorio. Cedola ? Accatastare. Catastare. Addecimare.
L'assai grande, cioè il Cedolone, noi Censii. Allibrato. Censuato. Accatastato –
sogliamo dirla oggidì Placàrd. V, Sopportante – Estimato?
CEN ( 273 ) CEN
Censór. Censore. Nel nostro dialetto Cen Centenée (preso assolutamente come sim,
sor è conosciuto in due significati di Quintale). Centinajo (Lor. de'Med.
soli, cioè in quello di Revisor dei Simposio canto IV, terz.º 2 1. Esser
libri, e in quello di Capo del Con debbono dieci centinaja). Fra noi in
servatorio musicale. Negli altri sensi contado usano contare dopo il migliaio
non è comunemente usato. per vundes, dodes, tredes centenee, ec.
Censuàri. ad. Censuale. Il Censuario dei Centènna, s. f. Centinajo. Un cento di
diz. è sostantivo sinonimo di Livellario. checchessia. -

Censùra... L'uffizio di revisione dei libri. Cénter. V. Céntro.


Cént. Cento; al pl. Centi (Vas. 957). Nel Centfoeüj. Millefoglie. Erba detta Achil
nostro contado dicono alla francese la a millefolium dai botanici.
dopo il mille Vundes cent, Dodes Centfeiùj per Fojoeü. V.
cent, ecc. (Onze cents, Douze cents), Centinböcca. Avannotti. Nonnati. Bian
non mai Milla e cent, Milla e du chetti. L'Alberti enc. in Bianchetto usa
sent ecc. come noi esclusivamente anche il nome di Cento in bocca per
diciamo in città. denotare questa specie di picciolissi
Avegh el noranta per cent de sicur mi pesciolini per non dirli bacolini
d'ona cossa.... Esser quasi certo di di mare.
checchessia – Credere checchessia a Centpée. Centogambe. Insetto noto che
quindici soldi per lira (Vett. nelle Op. i Latini chiamano Centipes.
del Mach. VII, 69), cioè avere il set Centpée per Vin di foresètt. V.
tantacinque per cento di certezza che Central (la). . . . . È usato a modo di
una cosa debba accadere. sustantivo per denotare certe magi
Cent per vun. Centuplo. Rend cent strature, certi uffizi, come Congrega
per vun. Centuplicare. zion Central, Cassa Central, e simili,
Ciod de cent. V. in Ciòd. ed anche per indicare le città capo
Festa che se fa ogni cent ann. Festa luoghi di provincia. Se un del con
secolare. tado pavese dice Voo a la Central è
L'è cent ann che no se vedem, come se dicesse Vo a Pavia; se Voo a
che no ghe scrivi, o simili. È un scoeud a la Central, è come se dicesse
secolo che non ci siam visti. Mi par Vo a esigere alla Cassa governativa di
cent'anni da che non ci scriviamo o Milano; se Voo a parlann a la Central,
è come se dicesse Vo a farne parola
simili. Cioè è gran tempo, è lunghis
simo tempo. alla Congregazione Centrale in Milano.
Centenaro è. . . . . . . v. cont. L'uovo Central. ag. Centrale.
Ona cà central. . . . . . Una casa
centesimo che fa una medesima gal
lina. Quest'uovo, che anche i Venez. posta nel cuore, nell'interno del
chiamano Vovo centenin, mi fu assi paese, della città.
curato da varie donne del contado, Centralizzà. Fare centro. Ridurre al centro.
Céntro e Cénter. Centro.
della Brianza, del Bergamasco e del
Fà centro. . . . . . Con una punta
Bresciano, riuscir sempre la metà più
picciolo dei comuni. Però una galli delle seste far punto fisso per deli
ma che a bello studio nodrii in casa neare coll'altra alcuna figura.
Foeura del center. Eccentrico.
dall'aprile al novembre 1856 con ani
mo di verificare la cosa mi fece cen Guardia del centro. l in Guardia.
totto uova, senza che nel centesimo Mettes in centro. Accentrarsi. Con
fosse diversità alcuna dai comuni. centrarsi.
Ben debbo dire due cose; l'una che Vess nel sò centro. fig. Essere nel
suo centro o nella sua beva o nella
costantemente ogni terzo uovo riusci
va più picciolo dei primi due; l'altra sua piscina. . .
che all'ottantanovesimo la sperienza fu Vess focura del sò centro. fig. Esser
interrotta dalla muta. Veggano il vero fuor del suo centro, cioè fuori del
altri più fortunati e pazienti di me. luogo dove s'ama stare, dove si ha
Centence. V. Centènna, perizia, ecc.
Vol. I.
CER (274) CER
Céntro. Centro? Intendiamo noi per l'in Cera scura. Cera cupa, fosca, brusca.
terno, il bellico della città. Andà a Fà cera. Far buon viso o buona cera
stà in del centro. Andare ad abitare Fà cera brusca. Aggrottarle ciglia
nel cuor del paese – I cà in del Accigliarsi. Far ceffo.
centro hin car. Le pigioni nel cuor Fà pocca cera. Far magra cera.
della città sono costose. Ghe sarà on piatt de bonna cera
Cèpp. Cheppia. Laccia. V. Ceppin. . . . . . . Dicesi per iscusar le poche
Cepp, Ceppéra e der V. Scèpp, Scep o poco pregevoli vivande che un in
péra, ecc. vitato sarà per trovare da noi, al che
Ceppin e per lo più al pl. Ceppitt. La l'invitato, se è cortese, risponde
schettini (Bellincioni in un suo sonetto Var pussee on piatt de bonna cera
fra quelli del Burchiello a pag. 257). che tutt i pitanz de sto mond. La
Cheppie. Lacce. Pescetto detto Clupea vivanda vera è l'animo e la cera.
Alosa o Thryssa dai Latini. Vess giò de cera. Avere mala cera.
Ceppitt. s. m. pl. . . . . Nelle cave di Essere sparuto.
Viganò è il nome di un'arenaria ros Cérca (voce che noi usiamo solo par
signa schistosa, che si trova a un lando di regolari mendicanti). Cerca.
terzo di cava, frangibile e a pezzetti Accatto. Accatteria. Accattamento. Men
o a filaretti interrotti. dicanza, e mod.” Questua – Andà a la
Ceppitt master. . . . . Le arenarie cerca. Andare all'accatto, e sch. all'ac
di cui sopra che coperchiano a così cattolica. V. anche Cercà-sù in Cercà.
dire la cava. Cerca. Cercare. Ricercare – Tracciare.
Céra. Cera (con e larga). Andà a cercà! . . . . Frase che è
A la cera. Alla cera. All'aria. Al specie di modesta reticenza in bocca
- viso. Al sembiante. di chi vuol dirvi che non è persona
Avegh bella cera. Aver buona o bella da quanto lui in quello di che si
Cerut, tratta senza nominarsi per appunto
Avegh bonna cera ma cattiv stop I meno modesti poi aggiungono anche
pin. Essere fatto come la castagna che un mi, Anda a cercà mì! quasi di
fuori è bella e dentro ha la maga cessero Per cercar che facciate non
gna. La nostra è una freddura tratta troverete chi sia da quanto me; in
dall'equivoco di cera (zila che noi fede mia io sono il casissimo a ciò
non diciamo mai cera) con cera – In generale diciamo anche Anda a
viso, per indicare che altri abben cercà ' per Oh non mai! Che dite mai!
chè abbia buon viso ha dentro chi Non può essere!
la pesta, è malsamiccio. Anda a cercà chi l'ha rotta. De
Avegh brutta cera. V. sotto Vess stare il can che dorme. Stuzzicare il
giò de cera. vespajo. V. Dessedà.
Cera a monton, e foeura di min Andemm minga a cercà chi l'ha
cion.... Buon viso a tutti, famigliari rotta. Non vogliamo cercare più in
tà con nessuno – Buon viso e guarti. nanzi(Guarini Idropica IV, 2). Ragio
Cera averta. Cera lieta, ilare, di niamo d'Orlando. Parliamo di Fiesole.
lettosa, gioiosa, gentile, umana. Ario Favelliamo de moscioni. Non tuffemus
na. Cerozza. in aqua turba(Varchi Ercol. I, 185).
Cera de pancott o de pett o de Cercà i pistoll ai fraa. V. in Fràa.
pomm cott o d'ospedaa. Cera pallida. Cercà-sù o Cerca i tocch. Mendica
Cera da malato. Viso da interriato. re. Limosinare. Tapinare. Accattare.
Cera da impolminato. Tozzolare. Pitoccare. Andar alla cerca
Cera d'imperator o simili. Cerona. o a domandita. Far la cerca. Far ac
Cerozza. Bella cera. Ariona allegra. catteria o l'accattone. Andar all'ac
Lo stesso che Cerottòn. V. catto o all'accattolica o alla chicchera,
Cera moscatella. Cera giuliva, ri Andar pezzendo o accattando, cercan
dente, gioviale. V, anche in Cérin. do limosina o carità. V. anche Tirà
Cera sbattuda. Cera sparuta. de spada in Spada,
CER (275) CER
Cercà vun per mar e per terra. pizzacandir fioeu d'on sbir. Cheri
Andar ratio. Cercare per mari e per cuzzo. Chiericastro.
monti. Cercare per ogni buco? Fiutare Cereghin. Chierichetto.
ogni uscio? Cereghitt. s. m. pl. Uova fritte.
Chi cerca troeuva. Chi cerca trova Cereghitt. s. m.pl. scherz. Mammelline.
(Adim. Son. proem. – “tosc. – Guadag. Poppelline. Quelle che i Franc. dico
Rime II, 12 ) – In senso cattivo Chi no Pompons. -

cerca rogna rogna trova – Chi cerca Ceriſoràri. V. Zeriforàri o Ziffolàri.


quel che non dovrebbe trova quel che Cerin. Cera. Cerozza.
non vorrebbe. Cerin mostos, che anche dicesi Cera
Senza olter cercà nè bianch nè moscatella. Cerozza allegra, gioviale.
negher. Senza più. Senza cercar più V. anche Faccia de caprizzi in Fàccia.
innanzi. Fà cerin. Far buon viso o buona cera.
Te vet a cercà tropp robb. Tu pensi Cerniéra. Mastietto. Cerniera. Ha can
a troppe cose la metà(Salv. Spina II, 2). nelli o cannellini e perno o pernetto.
Vun che cerca-sù. Accattone. Ac Cerós. Affabile. Giojoso. Ilare. Umano.
cattatore. Accattapane. Accattatozzi. Manieroso. Gioviale. Piacevole –- Nei
Mendico. Mendicante. diz. Ceroso vale di cera(de zila).
Cercaria (che altri dicono Scercaria). Ceròtta. Cerozza. Cerona. Accrescitivo
Salamandra vera o terrestre. Lucertola di cera, ed è volto, sembianza, fac
salamandra. Rettile di color giallo cia piena e gioviale. -

chiazzato di nero che trae mezzo al Cerottòn (che anche diciamo Ona cera
rospo e mezzo alla lucertola, il cui d'imperator). Ariona. Cera giovialona.
apparire è tenuto presagio di piog Cèrt. Certo,
gia. È la Lacerta salamandra L. che Lassà el cert per l'incert. Lasciare
in alcune parti del contado chiamano il proprio per l'appellativo; al quale
Taràntola, nel Varesino Bissaroeusa, proposito convien ricordarsi del pro
a Como Roeusa marinna, sul Lario verbio francese Qu'il ne faut jamais
Corizzola, verso il Piemonte Piova quitter le certain pour l'incertain.
na, ecc. Molti la credono velenosa ; Certificà. Certificare,
io ne ho maneggiate parecchie, e le Certificàa. Certificato.
ho sempre trovate innocue. Certosa. Certosa.
Cercòtt. Cercante. Cercatore. Certosin. Certosino. (tàda.
Fà el fraa cercott. V. in Fràa. Frittada a la Certosinna. V. in Frit
Cérega. Chierica. Che rica. Tonsura, Ra Cerùsegh. Chirurgo. Cerùsico.
sura, e sincop. Cherca – Chi ha la Cerusia. Chirurgia. Cerusia.
chierica dicesi Chiericato. Chericato. Cerusisca. Spianuccio (Last. Op. I, 12 1).
Tonsurato. Chiericuto. Chercuto. Quadrato da ammannire, cioè da spia
Avegh la cerega. fig. esch. Dar nella nare la terra dopo la costeggiatura.
pelatina. Dar nel calvo. V. Piàzza fig. Cervelàa, Cervelée, ecc. V. Cervellàa,
Fà la cerega a vun è lo stesso che Cervellée, ecc. -

Rompegh la ceregada. V. in Ceregàda. Cervèll. Cervello. Celabro. Cerebro e


Ceregàda. Chierica. Dal basso latino Cleri scherz. Cellòria. Noi usiamo Cervèll
cata (Ducange Lex. inf. Lat.) – Questa più volontieri nel significato morale
vocc Ceregada non si sente più tra noi che nel fisico; in questo diciamo più
fuorchè in quella canzone che dice comunemente Zinivella, Scinivej, Sci
« Se gh'han rott la ceregada, nivij. V. L'è on omm de cerveil. È
» Mirinton mirinton leranlela, ecc. persona di senno. E un buon cervello.
cioè gli han rotta la chierica o sia L'è chi l'omm con la zinivella. È quà
la testa. il fante colle cervella. Ghe se vedeva
Céregh. Chierico. Cherico, e sinc. Cherco. i scinivij. Apparivano le cervelle. An
Ceregh scopazzagatt. Chericastro. che in italiano si suol dire Cervello
Cercghett. Chierichetto. Cherichetto. Chie e Cervelli nel senso morale, e più
richino – Cereghett pizzamocchett comunemente al pl. le Cervella o le
CER ( 276 ) CER
Cervelle nel fisico. Frittura de zini tunque simigli di viso la nostrale,
vella. Fritto di cervella. pure la dissimiglia per valore se
Andà-via el cervell. Fendersi il capo guardasi alla definizione che ne danno
dal freddo, e fig. Non avere il cervel i dizionari generali della lingua. Essi
seco. Perdere il cervello. la fanno una Salsiccia composta di
Aria o frecc che porta via el cer carne e cervella di porco, cioè on
vell. Aria che fende la testa pel mezzo. nimamente il rovescio della nostra
V. in Brisa. Cervellata. Anche il Targ. Toz. nei
Avè mangiaa el cervell cont el Viaggi tomo VI, pag. 251, parago
cazzuu. V. in Cazzùu. nando le così dette Pietre cancanute
Avegh el cervell sora el capell. Avere (ciottoli spugnosi e nei loro buche
il cervello sopra la berretta. rattoli incrostate di sostanze diverse
Cervell de gatt o leggier. Cervel di per mo' di rappresentare marezzo) a
sughero (Monig. Con. di Cut. III, 4). quel composto di carne di majale che
Cervel di gatta. Cervel di borra come dir si suole cervellata, conferma la
le palle. Cervellino. Dicesi di chi è definizione dei diz. già detti e prova
tutto cervellaggine e commette cer la diversità di valore fra le due voci
vellinaggini, cioè azioni da cervellino toscana e vernacola. A ogni modo
o ccroello sventato. qualora si dicesse Cervellata alla mi
Cervell de matt. Cervellone. Pazzo lanese con miglior ragione che non
cittadino. Cervellaccio. Cervel vago, comporti la definizione dei diz. sud
balzano, eteroclito. Uomo stravagante. detti, la cosa camminerebbe per la
Lambiccass el cervell. Beccarsi o piana. Forse in antico usarono i no
Stillarsi il cervello. Ghiribizzare. Mu stri padri far entrare nei loro Cer
linare. Dar le spese al cervello. vellaa anche le cervella porcine, e
Perd el cervell. Dar le cervella a di quì nacque il nome all'oggetto,
rimpedulare. Perdere il cervello. Uscir ma in ogni caso convien dire o che
di cervello. appena ne li regalassero per ornato
Portà foeura de cervell. Dicervellare. e bizzarria, giacchè troppi majali
Torre il cervello. Trar di cervello, sarebbe stato necessario ammazzare
Cavar di cervello. Discervellare. Far per farne di proposito con poche e
girare il capo. Mettere in confusione. sì piccine cervella quegl'infiniti Cer
Torre in cervello. vellaa pei quali la cucina suol fare
Senza cervell. Dicervellato. Mente ricorso al pizzicagnolo, o pure che
catto,
altre volte pochissimi ne usassero le
Vess de pocch cervell. Avere cer cucine, cosicchè in tutti quei pochis
vel di gatta. Aver men cervello d'un simi potesse l'esistenza delle cervella
grillo o d' un'oca. Avere il cervel porcine giustificarne il nome.
nelle calcagna. Avere poca levatura. Cervellaa de Monscia. V. in Brùgna.
Essere di poca o picciola levatura. Fà o Mostrà ziſf e zaff e cervellaa.
Cervèll per Front. V. V. Zàff.
Cervellàa. s. m. Cervellata? Composto On paes dove se ghe liga i sces
di grascia porcina e di grascia d'ar cont el cervellaa. Paese ove si trovano
nione di manzo, scusse affatto di le vigne legate colle salsicce; cioè dove
carne, triturate minutissimamente, si nuota nelle dovizie d'ogni cosa.
insalate e regalate d'aromi e di cacio Cervellàa chiamasi nel Basso Milan, il
lodigiano trito , il quale composto Maj(citiso). V.
s'usa come condimento di brodi da Cervellaria. Pizzicheria. Grasce da pizzi
zuppe o come ripieno d'altre vivande, cagnoli.
e si vende insaccato in budelle tinte Cervellasc. Cervellaccio.
in giallo collo zafferano e strozzate Cervellée. Pizzicagnolo, Pizzicarolo. Piz
a lunghezza di spanna come i salsic zicaruolo. Pizzicheruolo. Lardaruolo.
ciuoli comuni. Ho segnato con º la Frasch e palpee hin l'ajutt del
l

voce italiana Cervellata perchè, quan cervellee. . . . . . . Coll'abbondare


CHE (277 ) CIII
in pampani e carta nell'involger le giungere al primo verbo positivo il
grasce la bilancia presto trabocca, secondo reduplicativo. Biascia e ribia
e la cassetta impingua. scia, Bevi e ribevi.
Cervelléra. Pizzicaruola? Lardaruola? Con che. Con che. A patto che (Fag.
V. in Ziléra. Av. pun. II, 11). A condizione che.
Cervellerinna. Dim. vezz. di Cervelléra. V. De chè. Da che. Dal tempo che.
Cervellin. Cervelletto (così nei diz. ove De che n'è. Che ne è. Per es. E
il testo del Caro Lett. II, 2o7 è ben sto scior de che n'è? E cotesto si
diverso dalla definizione). Cervellino. gnore che ne è? (Cecchi la Moglie I,
Bell'umore. (data. 2). Vedi anche i testi addotti dalla
Cervellotegamént. All'impazzata. Alla sba Crusca in Che interrogativo.
Cervis a Montorfano per Palètta busa. V. L'è-lì ch'el mangia. È lì che mangia.
Cesàda. Assito. Tramezza. L'è ona personna che possminga
Cesàj. s. m. pl. T. di Zecca. . . . . . . digh de no. È persona che io non oso
Nome delle raffilature che escono delle negare.
monete nel lavorarle. La Cisaille de'Fr. L'è on bell chè. È un bel che, cioè
Cesolfaùt. T. mus. Cissolfaut. è cosa vantaggiosa, pregiata, e sim.
Cèssit (el) dicono i cont. per Accèss. V. Pocch de chè. Poco. Poca cosa.
Céto. Ordine. Classe (di persone). Il Diz. Che. . . . Fra noi è prepositiva neces
di Nap. registra anche Ceto sull'au saria nelle terze persone degl'impe
torità (non addotta testualmente) di rativi dei verbi. Ch'el vaga, Che sta
Bottari e Pistolesi. ghen. Vada, Stiano.
Cétra. T. de Confett. . . . . . Confetto Chè(per reticenza pron.° strascicatamente
così detto dalla sua forma di cetera, come a dire Chè-è-è). Che cosa? Che?
spesso regalato di rosolio. Chè! Eh via! Oh non mai! Oh no!
Che. Che – Per Quale pronome. I oeucc Checcin. T. de Battil. Scacciata. V. Re
che te gh'ee. Gli occhi che hai – chèccia. -

Per Quanto. El soo domà mi che do Chèrsa. T. de Conciat. . . . . . Pietra di


lor senti. So io che dolore provo – cui fanno uso i cuoiaj che radono i
Per Quale agg. Che omm l'è? Che cuoi per raffilare il ferro da radere.
uomo è? De che color eel? Di che Probabilmente dal franc. Queurse o
colore è? – Per Da che. Quanto temp Quiosse di pari significato.
l'è che note ballet? Quanto tempo è Cherubinna. Carabina.
che non balli? Chi. Chi. Colui che. Chi le dis l'è matt.
Alter che si traduce talvolta italia Chi lo dice è pazzo – Per Alcuno che.
namente col ripetere in superlativo la Credet che ghe sia minga chi te veda?
voce positiva asseverata con tale frase. Credi tu che non vi sia chi ti vede?
Per es. Sicchè te la fet sposa? ... – Per Chiunque. Vegna chi vour.
Alter che. Sicchè la fai sposa? . Venga chi vuole.
Sposa sposissima (Fag. Mar. alla Moda Chi. Chi. Quale. Chi sét? Chi sei? –
I, 7) – Alter che donna. Donnissima Chi interrog. è da noi pronunz.” Chi-i.
(Fag. For. Rag. II, 5). De chi eel o De ci eel? Frase co
Che sappia mi l'è mai staa ditt o munissima tra i contadini brianzuoli
simili. Non fu mai detto che io sappia. equivalente a Di qual famiglia è egliº
Che te. . . . . Queste voci noi con Dei quali è?
giungiamo spesso colla terza persona Chì. Quì. - (centro,
singolare dell'indicativo dei verbi a Chi-dent. Quidentro. Quicentro. Quin
mo” d'iterazione. Per es. E rid che Chi-inscì. Qui stesso (Al. Gir.9).Quici.
te rid. E ridi e ridi (Sacchetti Nov. 75), Chi-sù. Quassù.
e così d'ogni altro, come E biassa che De chi fin chi. Per filo e per segno.
te biassa, E bev che te bev, ecc. Dall'a alla z.
Questo modo si può tradurre e col De chì inanz. V. Inànz.
l'iterare congiunzione e verbo come De chi indree. V. Indrée.
nell'esempio del Sacchetti, e coll'ag Di chi. Ve qua. To'. Toh.
CHI (278 ) CHI
Ghe n'è tant come chì (e si accenna Cuneolus – Quel lavoro che fanno gli
il palmo della mano). ... ... È nudo scarpellini in un masso per ficcarvi
brullo, ei non ce ne canta uno; non più comodamente i lor cunei e spez
ne ha un per medicina. zarlo, in volg. fior. è detto Coniera
No me movarev de chi e lì. Non Chignocù. Cogno. Nelle calzette è quella
ne volterei la mano sossopra. V. Moeüv. parte fatta a cuneo che giace fra la
Pien finna chì (e s'accenna il gor staffa e il sovrappiede, nascendo là
gozzule). Pieno pinzo. dove le maglie del giro spartite danno
Quell che gh'hoo chì, gh'hoo chì. luogo a questo cuneo destinato a co
Quel ch'ho nel cuore l'ho sulla lin prir la noce(caviggia) del piede cal
gua (Fag. Ast. balor. II, 8). Il mio lab zata che sia la calza.
bro non mentisce i sensi del mio cuo Chignocù. . . . . Ogni pezzo di roba che
re. Non so mentire; dico il vero: noi sia fatto abietta, e figuri quadrante,
spieghiamo il detto additando al primo sestante, ottante, ecc. di disco.
chi il cuore, ed al secondo la bocca. Insed a chignoeu. Innesto a scudic
Tirà in chi. Accostare – Tirass in ciuolo, a scudetto. V. insed.
chì. Accostarsi – Tira in chi quell Chignocù. Spicchio. Dicesi di quella pic
tavol. Accosta quel tavolino (Fag. Gl'In ciola parte di cacio, pane o simili che
gan. lod. I, 11) – Tiret in chi. Acco si tagli a foggia di cuneo come sopra.
stati. Fatti in qua. Grand come on chignocu de formaj,
Toeiù de chì per mett deli, sim. a Toeü o ass. On chignocu de formaj. Uno
de coo per mett de pee. V. in Cóo. scricciolo. Un fantino (Razzi Balia I,
Voj! i boeu hin chì. Io ho i buoi 6). Persona piccina piccina.
nella scarsella, cioè i danari ricavati Chignocù. T. de Faleg. Bietta. Quella che
dalla vendita del buoi (Monos. 2 o5). serve a fermare il ferro nella pialla.
Chicchera. Chicchera. Tazza. – Le chic Chignocù. Profime? Scheletro ? (Gior.
chere da caſſè senza manico si chia Georg.). Legno che si caccia in un foro
mano dai Provenzali con voce arabe della bure (burett) dell'aratro per
sca Finjans. assicurar l'orecchio e la stiva col
Chicchera. Gala. Attillatezza. Attillatura. resto dello strumento.
Fà la chicchera o Andà in chic Chignocò. Bietta. Conio (Soder. Colt. Viti).
chera. Vestir assettato, attillato, in Mazzetta a cuneo che s'adopera per
gala. Si noti che l'ital. Andare alla tener aperto lo spacco negl'innesti a
chicchera vale per l'appunto il contra spacco.
rio, cioè limosinare, andar pezzendo. Chignocù. s. m. pl. Fondi(*fior). Chiavi
Chicchera, Chiccheràda, Chiccherin, (*tosc. e Tom. Sin. p. 29o). Quelle
Chiccherón, Chiccherònna, ecc. Lo pezze che si mettono al fondo(cavall)
stesso che Stòcch, Stoccarìa, Stoc de calzoni quando è rotto.
chin, Stoccòn, ecc. V. Chignòga. V. Chilòga.
Chicchera in gergo per Schiscètta. V. Chignolètt. Tagliuolo di cacio a cuneo.
Chiccherin. Dim. di Chicchera(tazza). V. Chignolin per Chignorin. V.
Chiccherinètt. Dim. di Chiccherin. V. Chignolón. . . . . Gran taglio a cuneo
Chiccherón. Chiccherone. Gran chicchera. di cacio, spicchione di cacio.
Chiccheròtt. . . . . Chicchera di molta Chignorin. Tagliuolo di cacio a cuneo.
contenenza ma tozza. Chignorin. Dim. di Chignocù nel sig. 8.”
Chichingen. Alcachengi. Accatengi. Pianta Chilo. Chilo. Meno i dotti, gli altri fra noi
detta Physalis alckekengi dai bot. che usano questa voce più comunemente
nel suo fiore ranciato rinchiude una nella frase Fà el chilo, la quale in
bacca dolcigna, giallastra e grossa sè vale Chilificare, ma a noi rappre
quanto un lazzeruolo. senta un mezzo poltronesco da ciò,
Chiffen. Pansemello? Semel?(“fior e Zan. cioè a dire lo starsene consolato ve
Cr. rinc. p. 154 e 155). -lando l'occhio e sonneferando più che
Chignocù. Cineo. Conio. Bietta. Zeppa. Cesare non solesse, con animo di far
La nostra voce è tutta di viso latino, buon chilo e dare quel più al feretro.
CIA (279) CIA
Chi-lò ) (che anche dicono Chignoròga vivace, l'attitudine al ciarlare, la viva
i o Chignòga). v. cont. Quici. loquacità. El gh'ha ona gran ciaccera
Quì, in questo luogo. Anche i Sardi o vero A ciaccera el sta ben. Egli ha
hanno in questo sig. Inòghe. buona ciarla. Ha buona parlantina.
Chimm. Comino. Cumino. Sorta d'erba Giàccera. Ciarla. Ciancia. Cicalio. Cica
ombellifera, odorosa, detta dai bot. lamento. Il parlar molto – E siccome
Cyminum cuminum e dai Tedeschi il moltiloquio è prossimo al vanilo
Kimmel. Pan col chimm. Pane rega quio fatto o per vizio o per ingan
lato con cumino. nare altrui, così -

China. China. Chinchina. Chinachina Ciàccera, e per lo più al pl. Ciaccer,


Corteccia della Chincona officinalis L. per Chiacchiere. Ciarle. Ciance. Fole.
che i farm. dicono Cortex peruvianus Favole. Frottole.
I nostri droghieri conoscono varie Dà di ciaccer. Dar ciance. Tenere
specie di china che chiamano China a bada. Intrattenere. Intertenere –
del Perù, China bassa, China in sort, Dà domà di ciaccer. Largheggiar in
China mezzanna, China Loja, China parole. Esser largo di promesse. Assai
coronna, China canolada, China ros romore e poca lana. Assai parole e
sa, China gialda, China filosa, China poche lance rotte. Gran chiesa e poca
de duu color, China Calisaya in sort festa. Molte penne e poca carne. Molto
e piatta, China de Naeuva Selva (beffa mena e poco fila.
o filosa), ecc. Domà ciaccer. Borrevolmente. Cian
Chincòsta per Scòcca (altalena). V. ciosamente.
Chinètta. . . . . . Specie di stoffa. Fà ciaccer o Fà quatter ciaccer.
Chinin. . . . Estratto o solfato di china. Crocchiare. Stare a crocchio. Far cian
Chirio Chirie. Carrick. Specie di pastrano cia, e in senso di spregio Fare il
assai quadrato, non molto lungo e crocchione. -

con maniche attillate. Oggigiorno una Ghe voeur olter che ciaccer. I fatti
foggia quasi identica è quella del pa son maschi e le parole femmine. Il
strano detto Paltòss. voto senza l'opera non basta. Biso
Chirie. Chiriello. Al ſig. dicesi di cosa gna far di fatti. Vogliono esser fatti.
lunga e noiosa. Non voglion esser ciance, ma fatti,
Chiscioeüra. v. cont. per Brusàda. V. quattrini, o sim.
Chissessia. Chiunque. Qualunque. Qual Giò vin e sù ciaccer. Vin dentro,
sisia. Chicchessia. Chi che sia. senno fuori (Monos. 125). Buon vino
Chit chit.... Voce da chiamare i pulcini. favola lunga (idem 555).
Chittà (voce der, dal fr. Quitter). Ri I ciaccer hin ciaccer, e i danee
nunziare al servigio, all' impiego. hin danee. V. in Danée.
Chiver. . . . . Parte del corno inglese. Mi ai ciaccer ghe credi minga. Io
Chiviv. T. mil. Chi viva(Caro Eneide IX, non mi lascio prendere alle grida.
588 – Sacch. Nov. 152.º). Grido con Se la va a ciaccer! A grosseggiar
cui le sentinelle domandano il nome. con parole! . . . . Vale più con le
Stà sul chiviv. Stare all'erta, sul parole che coi fatti (Vas. 4o4).
l'avviso, in guardia. Ciàccera. Chiacchiera. Vescia.Baja. Chiap
Chizzocù dicono ne paesi del Milanese pola. Mormoramento. Chiacchierata.
finitimi al Bergamasco la Brusàda. V. Chiacchieramento. Voce sparsa, ma
Ci dicono i cont. brianz., spec. ne colli falsa, in proposito delle quali voci è
alti imitando i Friulani, per Chì. V. necessario aver sempre a memoria il
Cià dicesi talora per Scià. V. precetto antico Rebus rumorem demere.
Ciàccer. Dispute. Quistioni. Litigi. Piati. Ciàff e Ciàffeta . . . . . . Voce con cui
Fà di ciaccer. Quistionare. si vuol esprimere quel suono che fa
Ciàccer! Canzone! (Tac. Dav. Post. p.626). una cosa che percota nell'acqua.
Frottole! Esclamazione negativa. Ciſf ciaff. V. Ciſſ.
Ciàccera (La). La Chiacchiera (Gigl. Reg. Ciaſfolètt. Barbariccia. Barbanera. Far

578). Parlantina. Ciarla. La loquela Ciaffolin, farello, Nomi ideali di diavoli.


CIA (28o) CIA
Cial o Ciàll. Baggeo. Scimunito. V. Badée. cianfer d'on omm. Un uomo inetto. Ora
Cialàda. Baccelleria. Fagiolata. Fagiuo cianfer d'on cortell. Un coltello che
lata. Scimunitaggine. Sciocchezza. Scioc taglia come e' cuce. On cianfer d'ora
cheria. Pappolata. Babbuassaggine. danee. Lo stesso che Tenaja met. V
Cianforlin. Piccino – Mammolino.
Gioggiata. Ciocciata. Granelleria. Ine
zia. Freddura. Cianforlinna. Piccinaca – Mammolina.
Cialin. Chiappolino. Scimunitello. Ciào per Ciàvo. V.
Gialinna. Scimunitella. Ciapètti. V. in Salsa.
Ciall. Sciocco – Eccone le gradazioni : Ciapòtt. Bamboccio. Bambolo. Mammolo.
Cialin. Sciocchino; Cialon. Scioccone; Bambocciotto. -

Cialon6n. Arcisciocco. Re degli scioc Ciapòtt. Bazzecola. Ciarpame.


chi. Cialonscèll (vezzeg.). Scioccherello; Ciapòtt. Imbratti? Medicinali non ne
Cialonscellin. Scioccherellino – V. an cessarj. El toeiù domà ciapott. Imbotta
che Badée. medicine.
Fà el ciall. Fare il semplice (Gelli Ciapòtt. Imbratti? Cibi mal misti, pattumi
Sporta I, 5). di cibi. Forse dal sicil. Cippottu che
L'è de ciall. L'è di Bernardo (Am è una vivanda di tonnina, cipolle, ecc.
bra Bernardi prologo). Ciapottà. Bambineggiare.
Vess on pover ciall. Essere un via Ciapottà. Brancicare. V. Mastinà.
là vie loro (Machiav. Opere IX, 166). Ciapottà. Lavoracchiare. V. Vessigà. In
Ciàlla. Baggea. Scimunita. Sciocca. ambedue questi sensi anche i Prov.
Ciallamaeda. v. a. Armeggiamento(Doni dicono Chipoutar ed i Franc. Chipoter.
Lib., p. 185). Frottola. Fanfaluca. Ciapottà. . . . Quello sguazzare e tra
« Sta vosta ciallamaeda l' è compagna mestar nell'acqua che fanno sovente
» Di sces de ciarvella.» (Brand. Cang. Bad.) i fanciulli, corrisponde precisamente
Cialén. Baggianaccio. Scioccone. al Gargouiller de Francesi.
Ciamà. Chiamare. Richiedere. Domanda Ciapottassel stomegh.V. in Stòmegh.
re. – Chiamar con piana voce si dice Ciapottàda. Bambinaggine. Bambineria.
Socchiamare; con forte Bociare uno; Bambocceria. Fà di ciapottad. Dare
chiamare addietro Richiamare. in chiappolerie, in cenci, in piattole,
Andà o Mandà a ciamà vun. An in ciampanelle.
dare o Mandare per alcuno. Ciapottaria. Bambinaggine. Bambineria.
Ciamà a vun ona cossa. Richiedere Bambocceria.
alcuno di checchessia. Ciapottaria. Bazzecola. Inezia.
Ciamà gesa, Ciamà pegn al cam Ciapottin. Trottolino (Pac.). Mammolino.
pée, ecc. V. in Gésa, Campée, ecc. Mammoletto. Naccherino. Vale ragaz
Ciamà. Chiamare in giudizio. Citare. Ri zetto vezzoso, e fra noi estendesi an
chiedere. Fà ciamà vun. Far richie che a denotare Donna di bell'aspetto
dere uno. Convenire uno in giudizio ma di forme delicate.
– Chi è così chiamato o convenuto Ciapottinna. Mammoletta. Fanciulletta.
può alla volta sua Riconvenire chi Ciapottón. v. a. Castrone. Pottiniccio. Cu
fece richieder lui. citura o rimendatura mal fatta.
Ciamàda. Richiamo. Chiamata. Nelle scrit
Ciapottón . . . Colui che volontieri ma
ture è quel segno che si fa per in neggia acqua od altro con mal garbo.
dicare il luogo dove s'ha a intro Ciàppa. Chiappa. Natica.
durre aggiunte, annotazioni, corre Battes i ciapp. Battersi l'anca. Mo
zioni; nelle stampe anteriori al nostro strare di sentir duolo o dispiacere
secolo era quella prima parola d'una di alcuna cosa.
pagina che si soleva mettere in calce Menà i ciapp. Sculettare, e pro
alla pagina anteccd.º per filo di lettura. priamente quel che i Latini diceano
Ciamór e Ciumór. Cimurro. Malattia nota Cevere parl. d'uomini, Crissare parl.
de cavalli. V. Ciumór. - di donne.
Cianfer.... Voce denotante imperfezio Menà i ciapp. ſig. Uscir di passo o
me nell'oggetto a cui si applica. On del manico. Lavorare, affaticarsi molto.
CIA ( 281 ) CIA
Menà i ciapp. Menar le seste. Cor della coperta d'un libro che sono
rere assai. collegate col dorso; quelle che i Fran
Podè battes i ciapp, cui talvolta cesi chiamano Les plats.
s'aggiunge e toeli via el segn. Potere Ciappa. T. de Trippajuoli e Macell.
sputare la voglia o appiccar le voglie Trippa? La pelle del ventre(bottasc)
all'arpione; e vale Dover dimettere della quale ripulita si fa la vivanda
la speranza di ottenere checchessia. detta anch'essa trippa.
Sen battre les fesses dicono i Franc. Ciàppa de ris . . . . Ognuno di quei
Ciàppa, e per lo più al pl. Ciàpp, che piani circondati da arginetti ne quali
anche diconsi (Euv in ciapp. Uova af suddividesi una risaja. I Mortaresi la
fogate. Uova cotte e sommerse nel dicono Stanza.
l'acqua bollente. In Toscana però si Ciappà. Pigliare. Prendere.
chiamano volgarmente Uova sode. Andà a ciappà tenchett o pescaria.
Fà coeus in ciapp. Assodare(Targ. ſig. V. in Pescaria.
Viag. III, 9). Chi vour tropp ciappa nagott. Chi
El sol sui oliv, l'acqua sui ciapp. tutto vuole tutto perde (Sacch. Nov.
V. in Oliva. 198). Proverbio che esorta a mode
Ciàppa, e per lo più al pl. Ciàpp. T. razione nelle pretese anche giuste
de Calzol. Quartieri. Quelle liste, che chiunque non sia così testereccio da
circondano il piè della scarpa fino alla voler essere o Cesare o niente.
guiggia. V. l'Alb. enc. in Guardione, Ciappa(che anche dicesi Toeü-sù o
e l'Alb. bass. in Quartiers. Porta via o Tò dagn). Sette tuo. Tal sia
Ciàppa. Coccio. Greppo. Rottame di vasi di te. Tuo danno. Il lat. Quod nactus
di terra cotta. es, habe; cape praemia facti.
Andà in ciapp. Andare in cocci. Ciappà capell. V. in Capèll.
Fà ciapp o Trà in ciapp. Fare in Ciappa ch'el gh'è. L'è qui covata.
cocci. Ironia per indicare che una cosa la
Ciàppa, e per lo più al plurale Ciàpp. non c'è.
T. de Pizzicag. . . . . Nome delle due Ciappà de lontan ona robba. Farsi
parti in cui si fende la testa d'un da lungi. Incominciare o Farsi dalla
majale quando se ne vogliono cavare lontana. Pigliarla larga. Pigliar lar
le cervella; quelle che i Sardi chia gamente – Talora anche L'antifona
mano Concalis de porcu. è più lunga del salmo.
Ciàppa, dicono i cont, brianzuoli per Ciappà el pess per la gora. V. in Pèss.
Tazzinna. V. Ciappa fiaa, coragg, gust, ecc. ecc.
Ciàppa. Anima. Palco. Ognuna di quelle V. in Fiàa, Coragg, Gùst, ecc. -

due assicine sulle quali è inchiodata Ciappà in man. Pigliare. Prendere.


la pelle ne soffietti. Prendere in mano – Impugnare. Bran
Ciàppa . . . . . . . Ferro, della figura dire. Imbrandire. Stringere.
d'un cappel di fungo, inastato in un Ciappà in parolla. V. in Paròlla.
toppo piombato, sul quale le stira Ciappalla come la ven. Pigliare il
tore danno la salda alle cuffie. Forse mondo come ei viene.
è da dirsi italianamente Cucchiara, Ciappà la ciocca V. in Ciòcca. A
e forse Fungo a imitazione d'un ar Ciappà la montagna, Ciappà la sca
nese molto simigliante che usano gli la, e sim. Prendere il monte, Pigliare
oriuolaj e che ha questo stesso nome. la scala, ecc., cioè Avviarvisi.
Ciàppa per Cèpp o Ceppin (pesce). V. Ciappà la porta, e sim. Imboccare
Ciappa dicono i Sellai per Cròppa. V, la porta, l'uscio, il balcone, ecc.(“tosc.
Ciàppa. T. de Calzet. . . . . . Così di e Poema d'un autor pisano).
cesi ognuna delle parti in cui è di Ciappa quist! (e facciamo le corna
visa la cerniera del così detto Alzon o battiam le natiche facendo ala colla
del telajo da far calze. destra). Di codesto avrai(“tosc.). Je m'en
Ciappa, e per lo più al pl. Ciàpp. T. bats les fesses fa dire simil. Scarron
de Leg. di lib. . . . . Le due facce al re Latino nel suo Virgile travesti.
Vol. I. 36
CIA (282 ) CIA
Ciappà ronchett o sogn. V. in Sògn. L'è ciappaa. fig. È un tritone. A
Ciappa-sù. Togliti-si (Caro Apol. povero in canna. Dicesi di chi è cen
a og). Per es. Ciappa-sù del legn e cioso e tapino. Talvolta si usa anche
lavora. To del legno e fa tu (Caro parlando di Un abito logoro in sommo
Apol. 142). grado, o d'Una persona e special
Ciappà temp. V. in Témp. mente d'una donna uscita di gioventù
E vunna e dò e tre, ciappa ch'el Ciappa-ciàppa. ger. Sgherro. Zaffo. P .
gh'è . . . Dizione usata in certi giuo Sbirr.
chi, per es. a meglio al muro, a terra Ciappa ciàppa (Fà a). Fare alla ruffa
del mio monte e simili, in cui corsa raffa o alla ruffola raffola. Fare alla
la moneta si fa accostare alla meta grappiglia(Caro Vers. Let. Sen.). Di
collo spignervela contra con tre col cesi di molti che siano intorno alla
pettini di dito o di piede. E siccome medesima cosa.
in qualche giuoco ciò si fa a piè zop Ciappée dicono i Brianz per Majoleghée
po, così talvolta la dizione s'usa per o Piattée. V.
accennare copertamente d'alcuno ch'ei Ciappèll. Coccio. Greppo. Breve coccio.
zoppica, o che una cosa non è per Rottame di vaso di terra.
ottenersi. Giugà ai ciappej. Fare a ripiglino
Maa che se ciappa. Male contagioso o a sbrescia. Giuoco così detto dal
o attaccaticcio. ripigliare colla mano opposta alla
Ciappà. Guadagnare. Per es. Cosse ciap palma de cocci di terra o simili che
pet al dì? Quanto guadagni al diº si siano tirati all'aria.
Hin i primm che ciappi. V. in Primm. Lacca in ciappej. V. in Làcca.
Tant quant ne ciappa tant quant Ciappin. Demonio. Diavolo. Farfarello.
ne spend. Tanto guadagna tanto spende Barbariccia. Fistolo. Scarmiglione.
(Monos. I 1). A cà del ciappin. A casa maladetta.
Ciappà. assolut. Pigliar l'ingoffo o il A casa calda. A casa il diavolo.
sapone o il boccone. Esser preso al Ciappin e Ciappitt per Ceppitt. V.
boccone. Ciappinètt. Demonietto. Frugnolino.
Fraa Ciappa el sta in convent ; Ciappinna. Diavolessa, e ſig. Demonietto.
fraa Dà l' è ſocura de cà. V. in Fràa. Ciappitt. V. Ceppin (pesce).
L'è de quij che ciappa volentera. Ciappon. . . . Ne cavalli è un soprosso
E piglierebbe per san Giovanni. Dicesi che talora viene loro tra l'unghia e
di coloro che volentieri pigliano pre il pasturale.
senti. Ciàr. s. m. Lume – Luce – Chiaro.
Ciappà. v. cont. Raccogliere. Per es. Mett Avegh minga on bell ciar o Vess
sott quell vas a la gronda per ciappà a on ciar fals. Non aver buon lume
- l'acqua piovanna. Metti sotto la gronda (Vasari 955).
quel vaso per ricogliervi la piovana. Ciar che inorbiss. Bagliore.
Ciappà. Catturare. Acciuffare. Far pri Ciar de lunna. Lampaneggio. Lume
gione. Pigliare. di luna.
Ciappà. Cogliere. Colpire. Acchiappare. Ciar fals. . . . Quello che i Fran
Investire – Imbroccare. Imberciare. cesi dicono Contre-jour, cioè lume
Dar nel brocco. che sbatte sur un oggetto per modo
Ciappà al vol. V. in Vol. da farlo apparire svantaggiato.
Ciappà in sbiess. Cogliere a schian Fà ciar. Far chiaro. Rendere o Dare
cio o a stiancio o a schiso. o Far lume. Illuminare.
Ciappà. Raggiungere. Arrivare. Giunge Fà ciar. Far lume o luce o chiaro.
re. Sopraggiungere. Fà ciar o Tegnì el ciar o Portà el
Ciappà. Tenere. Occupare. Distendersi. ciar. Tenere il lume. Servir per lucer
Estendersi. Stendersi. Per es. Ciappà niere. Intervenire in checchessia per
d'on sit a l'olter. Pigliar da un luogo utile, servigio, o comodo altrui e non
all'altro(Targ. Viagg. II, 41 o). proprio; ed anche Cuocer bue. Esser
Ciappaa. Part, pass. di Ciappa, V. pergola. Trovarsi a dover sentire
CIA (283) CIA
discorrere di cose delle quali non s'ab Ciàr. Chiaro. Evidente. Manifesto,
bia alcuna contezza, o a dover essere Ciar come el so. Chiaro o Spec
presente in conversazioni ma ozioso to chiato come l'ambra palpabile. Come
talmente – gergo. Far da candelliere quattro e quattro otto. Più chiaro che
(Rime d'un aut. pis.) e si usa più par non il sole di mezzodì. E va in istam
ticolarmente nelle cose di amore. pa. E passato in giudicato.
Fà ciar ai mort. V. in Mòrt. Ciar come l'acqua del Lamber. V.
Fass ciar. . . . . Aver modi a so in Làmber.
stenere i propri impegni, aver modi Ciar e lampant. V. in Lampànt.
a spendere. Per es. Chi no gh'ha de L'è ciara che l'è inscì. Ella è così
part que;coss el pò minga fass ciar chiaramente,
a l'occorrenza . . . Chi non ha spa Ciàr. Chiaro. Non roco, non fibco. Vos
ragnato si trova in asso a bisogni. ciara, Son ciar. Voce chiara,Suon chiaro.
Portà el ciar. V. sopra Fà ciar. Ciàra. Ad. di Forma (formaggia). V.
Primm ciar inanz dì o Primm ciar Ciarént. Voce usata nella frase
de la mattinna. Splendore antelucano. Ciar ciarent (Porta Rime inedite).
Primm ciar o Ultem ciar del di. Chiarissimo. Evidente. Di là da chiaro.
Crepuscolo. Bruzzo. Brizzolo. Ciàr d'oeuv. s. m. Chiara. Albume.
Tra el ciar e el scur. Tra luce e Ciarèll. Agnellin grasso? Radicchino di
scuro. Tra lume e bujo. Tra giorno seconda o terza colta, che diciamo
e sera (Monig. Note alla scena 27 Ciarèll perchè ripullula men fitto,
atto II del suo Pazzo per forza). Al più rado (ciar, voce straniera usata
barlume. Al buiccio. Abbagliatamente. in alcune parti del contado ).
Vedegh ciar. Veder chiaro. Esser Ciarèlla. Ostrica. Ciabattino. Sputacchio.
chiaro di checchessia. Fà corr a ciarell. V. Córr.
Vedegh minga ciar. Esser bujo pe Ciarèlla. La Chiarella. Nome di paese
sto per uno alcuna cosa. Non la ve poco distante da Binasco fra Milano e
der liscia. Pavia, che diede luogo al dettato Pari
Vegnì al ciar d'ona cossa. Chiarirsi el Diavol de la Ciarella. V. in Diàvol.
di checchessia. Restar chiarito di chec Ciar-e-sciir. Chiaroscuro. Monocròmato.
chessia. Lo scuro e chiaro.
Vegni ciar. Far giorno. Aggiorna Ciarètt. Ad. di Vin. V.
re. Sorgere il dì – Comenzà appenna Ciarfojà, Ciarfojàda, Ciarſojón, ecc. Lo
a vegni ciar. Albeggiare. stesso che Farfojà, Farfojada, ecc. V.
Ciàr. T. de' Pitt. Chiaro. Ciarificà. Chiarire.
Ciàr. agg. Chiaro. Ciarificà. Chiarire. Soffiar nella vetriuola.
Ciar ciarisc. Chiarissimo. Di là da Voci che in istil furbesco valgono
chiaro. quanto bere.
L'è minga ciara sta faccenda. La Ciarisc. V. in Ciàr agg.
non è liscia. -
Ciarlatàn. Ciarlatano. Cerretano. Can
Ciàr. chiaro. Sereno. Per es. El temp tambanco. Ciurmatore. Ciurmadore.
l'è ciar. E tempo chiaro. Ciurmante. Ciccantone. Ceriuolo –
Ciàr. Chiaro. Limpido. Puro. Per es. Sto Cantoniere – Empirico,
vin l'è ciar. Questo vino è puro. Ciarlatàn. met. Ciarlatore. Frappatore.
Chi le voeur ciara vaga a la ſon Favoleggiatore. Giuntatore.
tanna. . . . . A voler ben conoscere Ciarlatanà. Ciurmare. Il Charlatanner
checchessia bisogna vederlo in fon de Franzesi.
te, bisogna andare al fonte. Ciarlatanàda. Cantambancata. Atto o modo
Ciàr. Chiaro. Intelligibile. Piano. da cantambanco, cioè da ciarlatano.
Ciar e nett. A lettere grosse(Sacch. Ciarlatanaria. Ciarlataneria. Ciurmeria.
Nov. 138). Alla svelata (Micheli in Ciarlatanna. Cantambanca.
Targ. Viag. VI, 224). Alla scoperta. Ciarlatanon. Cerretanone.
Sto pass l'è ciar. Questo passo è Ciaron. Chiarore. Gran chiarore.
chiaro. Ciarùsc. Gran chiarore.
CIA (284) CIA
Ciàsma. V. Ciàsmo. Ciàv. T. de'Mur. e Arch. Catena. Lunga
Ciasmàsc . . . . . Chiaror eccessivo. e grossa verga di ferro la quale si met
Ciàsmo e Ciàsma. Chiarore. Bagliore. Se te da una muraglia all'altra per te-
condo il Giulini, dal greco Kat ux. nerle collegate insieme e render saldi
Il signor Lancetti nel suo Vocabolario e fermi i loro recinti, e specialmente
cremonese dice che la voce ci fu data le fiancate delle volte. Si congegnano
dai Francesi i quali pure dicono Cha fortemente tali catene con alcuni pezzi
sma, intorno a che assevera meri di simigliante verga di ferro chia
tevoli d'esser lette le osservazioni mati Paletti(tirànt) che si fanno pas
dell'Accademia franzese nel vol. 6.” sare per un Occhio(Pucc) posto alle
delle sue Memorie. loro testate, il che si dice Incatenare.
Ciàss. Chiasso. Fracasso. Baccano. Ro – Quel pezzo di rame o ferro con
more. Fà ciass. Far chiasso. cui negli edifizi si tengono unite insie
Ciàv. Chiave. me pietre con pietre si chiama Arpese.
Canna. Fusto. Canna - Porin o Bot Ciàv (che anche dicono Cadréga) T. dei
ton. Pallino. Bottone = Anell. Anello. Macell. . . . Uno de tagli delle bestie
Capo - Contracc. Ingegni - . . . . . bovine macellate che comprende Cu
Mulinella (museau fr.). latta e Ciav. V.
Ciav femena. Chiave femmina. Quella Ciàv da sè comprende Trevèrs, Filètt,
forata che riceve in sè l'ago della Cost-fals e Scàlf. V. – Questo taglio
toppa. confina colla Culatta, coll'Oss bus,
Ciav mas'cia. Chiave mastia (Fag. colla Lonza. V.
Amore non opera a caso II, 2o). Ciàv. Chiave. Ordignetto che dà la via
Quella solida terminante a pallino. all'acqua ne tubetti delle fontane,
Ciàv a duu contracc. . . . . Chiave de bagni, ecc.; quello che i Fr. di
la quale ha doppi ingegni, gli uni cono Robinet e i Lat. dicevano Epi
dall'uno e gli altri dall'altro capo, stomium.
servendo così a due serrami. Alcune Ciàv. T. delle arti in genere. Chiavarda.
chiavi si fatte sono snodevoli e si ri Grosso perno di ferro invitato e con
piegano a mezza canna. anello da capo – Il fermare chec
El mazz di ciav. Fascio delle chiavi? chessia con chiavarde si dice Inchia
Fà vedè per el bus de la ciav. fig. vardare. Chiavardare.
Mostrar per limbicco, cioè con gran Ciàv (o Oss de la ciav). Ischio. Osso scio
difficoltà, gelosia, riserbo. – Chi pate di dolore forte a questo
Legn de la ciav. Materozzolo. Quel osso ha una Sciàtica, e dicesi Sciatico
randello a cui si raccomandano certe o Infermo di gotta sciatica o passione
chiavi, e specialmente le grosse. sciatica.
Mett la ciav sott a l'uss. V. in Uss. Ciàv. fig. Contraccifera.
Passalla ſocura per el bus de la ciav. Avegh la ciav de tutti affari. Avere
fig. Trovare una gretola. Trovar modo l'alfabeto per ogni partita. Aver la
a campar di pericolo. chiave del negozi.
Sarà solt ciav. Chiudere a chiave. Ciàv. . . . . Vite che nel tondatojo da
Mettere sotto chiave. libri guida, ferma, strigne il ferro da
Toeù ona ciav de palch . . . Pren tondare.
dere ad affitto un palchetto di teatro Ciàv. s. f. pl. T. dei Tessit. Traverse.
per una sera o per un tempo con Quelle assi che attraversano e colle
Venuto, gano i ritti (pienton) del telajo da
Ciàv. T. mus. Chiave. Segnatuono. tessere.

Ciàv. Chiave. Ferro da volgere i bi Ciàv comunna. T. d'Orolog. . . . . Cer


scheri e i pironi degli strumenti mu chiello di metallo dalla cui periferia
sicali da corde. escono parecchie chiavicine da orolo
Ciàv. Licciajuola. Chiave da allicciar la gio di varie misure, onde servirsene
sega. Ferro col quale si torcono i denti a seconda della varia grossezza dei
alle seghe. perni di monta.
CIC (285) CIC
Ciav inglesa. T. de'Cavad. chiave. Chiave Cicciadinna. Bevutina. Dagh ona ciccia
all'inglese. Strumento da cavare i denti. dinna. Pigliarsi una buona bevuta di
Ciavà. Chiavare. Verbi vivissimi in con vino.

tado ma disusate in città in sig. di Cicciarà. Chiacchierarc. Lingueggiare. Ber


Chiudere o Serrare a chiave. lingare. Ciancicare. Linguettare. Cian
Ciavàda . . . . . Il serrare a chiave. ciare. Ciangolare. Cinguettare. Ciara
Ciavàda . . . . . Percossa di chiave. mellare. Chiacchillare – In buon sen
Ciavadinna.. . . . Un leggier chiudere so Confabulare.
a chiave. Cicciaràda. Chiacchieramento. Chiacchie
Ciavadinna... Lieve percossa di chiave. rata. Ciarlata. Cianciamento.
Ciavèll. s. ſ. pl. T. di Stamp. Chiavette. Fà ona bonna cicciarada. Far come
Que'mastiuzzi di ferro che passati per la putta al lavatoio (Varchi Ercol. I,
le ganozze(ason) del carro del torchio 125). Votare il sacco.
da stampa e del timpano di congiun Cicciarée. Lo stesso che Cicciaròn. V.
gono insieme; e anche quegli altri Cicciaréra.Cinguettiera.Ciaramella.Chiac
consimili che passati per le ganozze chieratrice.
superiori(oggiali) del timpano e per Cicciarètta. s. m. Taccolino. V. Cicciarin.
quelle della fraschetta congiungono Cicciarètta. s. f. Cicaloncella (Gigl. Reg.
l'uno coll'altra. 578). Cicaluzza.
Ciavèlla. Arpese. Cicciarino Cicciarètta. Chiacchierino. Tac
Ciavèlla. Caviglia. colino. Cianciosello. Cicalino.
Ciavètt. Pironi. Così chiamansi ne cla Cicciarinna. v. brianz. . . . Sp. d'uccello.
vicembali e nell'arpe que” ferruzzi che Cicciaròn. Chiacchierone. Taccola. Chiac
vi si conficcano per avvoltolarvi in chieratore.Ciancione. Cianciatore. Cian
torno le corde. -
ciero. Ciarlone. Tattamella. Cinguet
Ciavètta. Chiavetta. Chiavicina. Dim. di tiere. Ciarpiere. Che toglie la volta alle
Chiave; e specialmente quella da mon cicale. Berlingatore. Taccolato. Tacco
tare l'oriuolo da tasca. lino. Gracchione. Parolajo. Tabella.
Ciavètta . . . . Specie di zipolo fatto a Cicciaròn. Rinvesciardo.
chiave con cui si serra la cannella Cicciaronón. Cicalonaccio(Monig. Pod.
della botte. di Colog. III, 24).
Vin de la ciavetta. V. in Vin. Ciccin. V. Cicin.
Ciàvo. Addio. Salve. Dio ti salvi. Fatti Ciccio . . . . Nome che sogliamo im
con Dio. Ben possa stare. Bene stia porre a quegli uccelletti che tengonsi
il tale. Buon di. Buon giorno. Buona in gabbia a diletto, e specialmente
sera. Ti saluto. Tu sia il ben venuto. ai merli.
La voce Ciavo pare corrotta da Schia Ciccio per Ciùccio o Cicción. V.
vo, noi di fatto diciamo anche Ciavo Cicciolàttsch.per Cicolàtt sig. 1.",2. 5.” V.
suo ; cioè schiavo suo, servitor suo. Cicción. Dolcione. Baggeo. Scimunito. V.
Ciavo obligato. V. Obligàto. Badée. Anche i Sicil. dicono Ciuciuni
Ciavo suo o Ciavo signori. Vi son e Ciociu in questo significato.
servitore (Magalotti Lett. Ateismo II, Cicción. Cucco. Beniamino.
581) e vale E fritta, non ne facciam L'era el ciccion de la mamma. Era
nulla, e simili. il fico dell'orto di sua madre.
Senza manch di Ciavo can. V. in Càn. Ciccion del pa. Il cucco del babbo.
Ciavón. Chiavaccia. In questi due significati però il Cucco
Ciber per Ziber. V. (Cicin. si riferisce sempre a ragazzo dolcia
Cicc(on). Un pochino. Un micolino. V. to, scempio, stupido, immeritevole
Cicc. Ubbriaco. V. Ciócch. per sè medesimo di predilezione.
Ciccà . . . . . Masticar tabacco. Cicciorà. Bisbigliare. Pispissare. Cinguet
Ciccià. Succiare. Trincare. Imbottare. tare pianamente all'orecchio onde non
Zuffolare. V. in Bév. esser uditi da altri. Il Ciociolejare
Cicciacch chiamano alcuni la Lagànna. V. de Napoletani, il Mussitare de Latini,
Cicciada. Tirata. Bevuta. Beveria, il Chuchoter de Francesi.
CIC (286) CIC
Cicciorà. Pigolare. fortuna Ammiriere. Fà el cicisbeo.
Cicciorà. Canticchiare. Canterellare. Bo Cicisbeare. Donneare.
ciacchiare, e noi lo diciamo special Cicolàtt. Cioccolata. Cioccolato. Ciocco
mente parlando del pispissar sotto late. Cioccolatte.
voce del merli e simili uccelli che Cicolatt a la santé. . . . Specie di
pur dicesi Cinguettare. Anche i Sicil. cioccolata senza vainiglia. Dal franc
dicono Ciuciuliari. Chocolat de sante.
Ciccioritt. Bucinio (Cini Des. e Sp. I, 1). Cicolàtt a mitaa.... Cioccolatte fatto
Bisbigli. Pissi pissi. Discorsi segreti. per metà con cacaos di Caracca e per
Cicciorlànda (Giugà a). Giocare alla metà con quello così detto di Lisbona.
cicirlanda (così ne Giuochi dell'In Cicolatt Caracca . . . . Cioccolatte
tron.) Specie di giuoco in cui si sce fatto con cacaos di Caracca.
glie uno degli astanti al quale si dà Cicolatt de vaniglia. Cioccolatte con
la facoltà di comandare, e questi, vainiglia. Il Chocolat vanille dei Fr
collocato in luogo eminente, chiama Cicolatt Lisbonna . . . Cioccolatte
quelli che stanno in giro dicendo fatto col cacaos così detto di Lisbo
cicirlanda, a cui venendo risposto da na, che riesce d'inferior qualità.
tutto il cerchio che domanda ? egli Fà el cicolatt. Cuocere la cioccolata.
ordina quello che intende che s'ab Sbatt el cicolatt. Frullare la cioc
bia a fare, e tutti sono tenuti ad ob colata.
bedire. Fra noi si usa anche in due Toeiù el cicolatt. Sorbire o Sorbec
soli, e di questi il comandatore dice chiare la cioccolata.
e l'obbedente risponde: Toeujel cicolatt o cafè? Vuole cioc
C. Cicciorlanda ! colata o caffè?
O. Chi dimanda ? Cicolatt (on) . . . . Una chicchera di
C. Quell brutt che lì o Quell'asen li. cioccolata.
O. Com'hal de vegni? Mezz cicolatt. V. Mezz-cicolàtt.
Dritt o stort? Cicolàtt. fig. Scempione. V. Badée.
C. Come el vaur li ; Cicolàtt. Rabbuffo. V. in Felipp fig.
e l'obbedente viene o al modo or Cicolattà. . . . . Voce scherzevole che
dinato o diverso a suo capriccio. vale Bere la cioccolata. Hal cicolat
Cicciòtt. Buon pastricciano. taa? Ha ella bevuta la cioccolata?
Cicciòtt. Cicolattàa. Ad. di Cafè. V.
Dolcione. V. Badée.
Cicciovàtt. Cicolattée. Cioccolattiere. Chi fabbrica e
Ciccolàtt, ecc. V. Cicolàtt, ecc. vende cioccolata esclusivamente. I la
Cicè (che anche dicesi Cecè e da Brian voranti dividonsi in Omen e Pestànt. V.
zuoli Pénta o Pentin). Codibignolo. Fà ona figura de cicolattee. V. in
Lanciabue. Cincia codona. Codilungo. Figùra.
Paglianculo (Savi Ornit.). L'uccello Cicolattée. fig. Baggiano. V. Badée.
detto Parus caudatus dagli ornitologi. Cicolattéra. Cioccolattiera. Così credo che
Cicero. T. di Stamp. Lettura. Sorta di ca possa dirsi la moglie del cioccolat
rattere che sta di mezzo tra la filo tiere. V. in Ziléra.
sofia e il testo. Dal francese Cicero. Cicolattéra. Cioccolattiera. Cioccolattiere.
Cicilardón. Ciccialardone. Ghiottone. Vaso in cui si bolle la cioccolata. Monti
Ciciminin Una licarina(*aret. Vocab. nella Proposta vorrebbe che si dicesse
Cicimininin º aret.). Un tantinetto. esclusivamente Cioccolatiera e che si
Cicin. Cecino. Ragazzo amabile. riservasse Cioccolatiere al fabbricatore
Cicin(e Cicc). Micolino. Cichino. Pochino. della cioccolata; ma forse cgli badò
Pocolino. Micino. più alla filosofia che all'uso della
Cicin. Mio caro. Mia cara. lingua; e anche filosoficamente par
Cicin. Voce bambin. per Pipì. Pollo. lando l'equivoco esisterebbe sempre
Cicinna. Pargoletta. Speranzina. al femminile per l'uscita re in ra.
Cicisbéo. Cicisbeo. Vagheggino. Dame Cicolatterinna . . . . . Picciol vaso da
rino. Il Salvini disse anche con poca bollirvi la cioccolata.
CIE (287) CIL
Cicolatterinna. . . . . Giovane moglie o Pioeuv a ciel rott. V. in Pioeüv.
figlia di cioccolattiere. Portà ai sett ciel. Lodare a cielo.
Cicolatterònna. . . . . Gran cogoma da Mettere in paradiso. Lodare eccessi
cioccolata. vamente.

Cicolattin. Pasticca o Pastiglia di cioc Sentenza d'asen no va in ciel. V.


colata. Propriamente pezzettino di in Asen.
cioccolata in figura di rotella piena Ciél. Cielo. La parte superiore di molte
che si mangia crudo. I Napoletani lo cose, come Ciel di forno, di corti
chiamano Pizzetta. naggio, di carrozza, di una came
Cicolattin con tresia o cont i be ra, ecc.
nisitt. . . . . Pasticche di cioccolata Ciél de la bocca. Palato,
imbrattate con treggea. Ciff. Monello. Truffatore.
Cicolattin m. b. Ano. V. Cùu. Ciff. Voce che si usa nella frase Andà
Cicolattin per Polsin. V. denter a ciff e ciaſf. Sfangare. Cam
Cicolattin. Panellino. Dalle rotelline di minar pel fango, pei pantani, e an
cioccolata che si fanno o per dolciume che Andare a guazzo. Guazzare, cioè
od anco medicate (Cicolattitt per i ver camminar per l'acqua.
men. Panellini da bachi) pei bambini Ciſſà. Truffare. Involare.
il volgo passò a denominare Cico Ciffon ecc. per Sciſſòn, ecc.
lattin qualunque panellino medicato, Ciffon. T. de Cappel. ... Il feltro rozzo
ancorchè senza mistione di cioccolata. non ancor conformato a cappello.
Cicolattinon. Acc. di Cicolattin. V. Ciffonéra. V. Sciffonéra.
Cicolattinon chiamò il Porta con quella Cilàn. Scioccone. Galeone. V. Badée. Forse
sua inimitabile felicità di regolata fan dal latino Calo calonis.
tasia i piastrelli di zendado nero onde Cilanàda. Baggianata. V. Cilappàda.
copronsi que panellini medicati che Cilanón. Fastellaccio. Fastellone. Galeo
in alcuni casi s'appongono alle tempie. naccio. Disutilaccio. Fuseragnolo.
« Coi sò duu bravi cicolattinon Cilàpp e Cilàn. Bacchillone. Bighellone.
» De taffrà negher sora di polsitt ». Citrullo. Matterullo. Dolcione. Goccio
(Rime tom. II, p. 21). lone. Dicesi d'uomo che si balocca,
Cicolatton. fig. Scempione. V. Badée. che ha molto del semplice, che fa
Ciél. Cielo. delle fanciullaggini. V. anche Badée.
Ciel faa a lanna, se no pioeuv incoeu Cilàppa e Cilàna. Baderla. Si dice per
pioeuv sta settimanna. V. in Lànna. ischerzo di femmina scempia e che
Ciel faa a pancott, se no pioeuv si balocchi. -

incoeu pioeuv sta nott. V. in Pancòtt. Cilappa dice qualche idiota per Scia
Ciel ross o vent o acqua (o anche làppa. V.
Niver ross o ch'el pioèuv o ch'el Cilappà. Chicchirillare. Buffare. Fare a
boſſa). Aria rossa o piove o soffia. te te. Scioccheggiare. Pargoleggiare.
(“tosc. Last. Prov. V, 26o). Bambineggiare. Vaneggiare. Far baje,
Ciel tutt a stell. Seren che smaglia. scherzare, trattenersi in cose di niuna
Crià vendetta in ciel. V. Vendètta. conchiusione.
Dì robb che no pò stà nè in ciel Cilappàda(che anche diciamo Cilanàda,
- nè in terra. Dire dei passerotti (Var Cinàda e Cialàda ). Scimunitaggine.
chi Ercol. 78). Dir cose fuori della Scempiataggine. Baggianata. Zannata.
messa (id.). Lanciare. Scagliare. Sbale Beriata.
strare. Strafalciare. Arrocchiare. Lan Cilappin. Matterullo. Scioccherello.
ciar cantoni o campanili in aria. Dir Cilappinna. Matterulla. Scioccherella.
cose che non le direbbe una bocca di Cilappón. Tempione. Scempione. Dolcione.
forno. Dir cose che non abbiano nè Cilappònna. Dondolona.
capo nè coda. Dire delle pazzie, dei Cilinder. Cilindro.
farfalloni, delle cipollate. Tirà a cilinder. . . . Lavorare chec
Guard'el ciel. Cessi Iddio. Cessi. chessia per forza di cilindri, come
Tolga Iddio. Iddio non voglia. assottigliar lamine metalliche e simili,
CIN (288) CIN
Cilinder dicono alcuni stampatori per Cinqu e cinqu des, ti la merda e
Rolò. Vedi questa voce nel secondo mi i scires. V. in Scirésa.
significato tipografico. Cinqu in vin. Anzi tutto. Per primo
Cilinder.. . . Strettojo da lisciare carte La prima cosa. L'è cinqu in vin. E
e simili con lastre roventi come si da imbottare, cioè è chiaro, è certo
farebbe co cilindri. Garoffol de cinqu foeuj. V. in Ga
Cilindrà . . . Lisciare per forza di ci ròſfol.
lindri o di strettojo. Il lat. Cilindro I cinqu e cinqu des. Toccamano.
calcare. - Palmata ?
Carton de cilindrà. V. in Cartón. Marcià sul cinqu e desdott. Vestire
Cilindradùra . . . Il lavorare o lisciare sfarzosamente.
per forza di cilindri. Semm chi al camp di cinqu per
Cilindrée. Cilindratore. Nome che si dà tegh. V. in Càmp.
nelle cartiere, stamperie, ecc. a chi Vess cinqu in vin. Esser quattro e
liscia col torchio a cilindri le carte quattro otto. Non ci essere nè spina
o bianche o stampate. nè osso(Fag. Rime III, 522). Essere da
Cimbalis. Voce che si usa nelle frasi imbottare. Esser cosa piana, certa,
Andà in cimbalis. Andare in cim chiara, da non ci dire contro.
berli? V. in Ciòcca. Vess lì per i cinqu cavij. V. in
Vess in cimbalis o Vess in cimba Cavèll.
lis bene sonantibus. Essere in cim Vess on cinqu quattrin de formaj.
berli? V. in Ciòcca. V. in Quattrin.
Cimént (in genere). Frangente. Mentre. Vorè cercà cinqu pee o cinqu gamb
S'imbatt che in quell ciment (Mag. al loff. Lo stesso che Cercà cinqu roeud
Cons. Men. 17o). Nasce in quel mentre. in don carr. V. in Roetida.
Cimént. Cimento. Tirà a ciment. Provocare. Cinquantà. Cincischiare. Baloccare. Ba
Cimentà. Provocare. Istigare. Cimentass loccarsi.
a fà ona cossa. Risicare. Avventurarsi. Cinquantà el prezzi. Stiracchiare il
Cimentàss. Venir a parole. prezzo.
Cinàda. Zannata. Frascherìa. Beriata. Cinquantà la rizza. Lellarla. Nin
Cinàda. Burla. Scherzo. Minchioneria. narla. V. in Rizza.
Dicesi anche nel senso di Cialàda. V. Stà minga li tant a cinquantà la
Cinàpro. Cinabro. Molti fra noi lo di rizza. Non la guardare in un filar
cono Mini sbagliando. d'embrici o di case. Non la guardar
Cinciàla. v. br. . . . Specie d'uccello. pel sottile. Avoir bientôt fait son mar
Cincinàa. Attillato. Azzimato. Civettino. che dicono i Francesi.
Cardato. Terso. Colto. Cinquantin . . . . Ad. di Biada, Legu
Cincinàss. Attillarsi. Azzimarsi. Raffaz me, ecc. che venga a maturanza in
zonarsi. Forse dal lat. Cincinni (riccio una cinquantina di giorni.
lini), chè l'attillatura incomincia per Cinquènna. Cinquina. Numero collettivo
solito da questi, e per molti finisce di cinque oggetti.
in essi. Anche i Sicil. dicono 'Ncincin
Cinquènna . . . Specie di forcone con
narisi e 'Ncincinnatu in questo senso cinque rebbi piatti e spuntati che
del latino Comptus, Concinnus, ccc. molti usano per ammostatojo; e sic
Cincinnàto. Cardato. Colto. Terso. come in ogni faccenda è lodato quello
Cinqu. Cinque. (trin. strumento che, servendo a più usi,
Avenn in cinqu quattrin. V. in Quat sparagna tempo e andirivieni, così
Bastà i sò cinqu sold. V. in Sòld. questa specie di forcone, che serve
Chi te cerca sti cinqu sold? Chi ti tanto ad ammostare quanto a maneg
dimanda di questi sette soldi? (Monig. giare e tramutarle vinacce, ha gran
Serva nob. I, 17). lode nelle tinaje del contado. Anche
Cinqu e cinqu des . . . Detto del i Napolitani hanno la Cincorenza.
prendersi mano a mano in segno d'a Cinqu-e vòtt . . . . Specie di moneta
micizia e unione. V. anche Cavalla. veneziana oggidi fuori di corso.
CIO ( 289 ) CIo
Cinqu-e-vott sbiavaa, met. Barón Cioccà. Lo stesso che Battaggia. V.
zolo. Paltoniere. Paltone. Pitocco. Cioccà. Crocchiare. Il risonar delle cose
Cinquinna. T. de'Fornac. . . . Una se fesse quando sono percosse.
rie di cinque mattoni crudi sovrap Cioccà. v. cont. br. Crocchiare. Essere
posti l'un l'altro a rasciugarsi all'ar crocchio, cioè malaticcio.
ria aperta con qualche intervallo in Cioccà. v. cont. br. Tentennare, e ſig.
larghezza fra ogni diecina. Rasciugati Balenare. V. Dondà.
che siano per cinquine, formano con Cioccà. . . . . Il vociare del merlo.
molte di queste la così detta Gambetta V. Cioccà . . . . Fischiare con quel fischio
Cinqu-quàrt. V. in Piànca e in Trà v. da merli che è detto il Ciòcch. V.
Cinta. Cinta o Cinto di mura. Ricinto. Cioccà disse il Porta per Fà cioccà. Di
Cintà. Cignere o Ricignere di mura. guazzare. Dimenare. -

Cintàa. Cinto o Ricinto di mura. Cioccattée. Ebriatore. V. Ciocchée.


Ciò. Gufo. Chiù. Uccello noto. V. Lorócch. Ciócch. Ubbriaco. Ubriaco. Briaco. Eb
Cioà. Manfanile. V. in Vérga. bro. Ebro. Ebbriaco. Ebriaco. Ebrio.
Ciòcca. Ubbriachezza. Ebrezza. Ebriachez Inebriato. Imbriacato, Avvinazzato. In
za. Ebbriachezza. Briachezza. Ebriezza. ciuscherato. Ciaschero. Cionco. Cioncato.
Ebrietà – Imbriacamento. Imbriacatura. Ciocch ciocchisc. v. cont. Cotto come
Ciappà la ciocca(che anche dicesi una monna. V. anche in Fàa.
Ciappà la balla o la stoppa o la poianna Vess ciocch del sogn. Essere ab
o sim.) fig. Pigliar la bertuccia, l'or barbagliato dal sonno (Gher. Voc.).
so, la monna. Perder l'erre. Inciu Vess semper ciocch. Esser cece di
scherarsi. Avvinazzarsi. Andare alla cucina(Lor. Med. Simp. c. 5). Diven
banda. Cuocersi. Ciurmarsi. Caricarsi tar zuppa in due parole (id. cap. 4.°).
di vino. Inebbriarsi. Imbriacarsi. Ciòcch. s. m. . . . Specie di fischio di
Fà ciappà la ciocca o la balla a latta che imita il fischiare de merli.
vun(che i Brianz. dicono anche Taccà Mett-giò on ciòcch. Nel Basso Mil.
la balla a vun). Ciurmare. Inciusche lo stesso che Rimbrottare. V, in Felipp.
rare alcuno. Ubbriacarlo. Ciocchée (coll'o stretto). Briacone. Ub
Vess in ciocca (che anche dicesi Vess briacaccio. Ebbrioso. Ebrioso. Imbria
in cimbalis o in cimbalis benesonan cone. Ebriatore. V, anche Sbagasción.
tibus o in balla). Aver toccato ben la Ciocchée (coll'o largo) (in alcune ville e
vetriuola(Monos. 424). Essere ubbriaco. sul lago di Como). Campanile. Dal ro
Ciòcca (ona). Un frullo. Un paracucchi manzo Cluckèr degli Svizzeri confinanti.
no. Un'inezia. Cica. Nulla. Ciocchembèrgh(Vess in). Lo stesso che
Avè ona robba per ona ciocca. Aver Vess in ciòcca o ciocch. V in Ciócch.
checchessia per un tozzo di pane. Ciocchètta (Ciappà ona). Divenir brillo.
Dà-via o Vend per ona ciocca. Ab Ciocchètta. Campanella. Campanuzza.
bacchiare(Zan. Diz. – Nes. Diz.). Ciocchettà. Cioncare. Imbriacarsi.
No vari ona ciocca. Non valer cica Ciocchettée. Beone. V. Ciocchée.
o una buccia o una fronda di porro. Ciocchin(de fraa) V. Baciocchin,
Ciòcca. v. a. Campana, e ant. Glogga. Ciocchin. . . . . Nome d'una persona
Ciòcca. Campanaccio. Sp. di campana incaricata altre volte di trasportare e
che mettesi al collo di quelle vacche sotterrare in campagna i cavalli, i
che sono deputate guida della man buoi, gli asini, i muli, ecc. morti in
dra. In alcune parti del Basso Mila città; del che si ha fede nella grida
mese la chiamano Bronza. Il Lastri 26 aprile 1781 del nostro Magistrato
(Op. II, 179) la dice il Campaino; e di sanità. Tale nome e tale ufficio ſe
così pure è chiamata nella commedia cero nascere i dettati seguenti:
rusticale intitol. L'Assetta I, 5; I, I 1. Dà la pell a Ciocchin. V. in Pèll.
Ciòcca(che alcuni dicono Ròlo) . . . Cam Fenì in man de Ciocchin. fig. Dare
panaccio tondo che mettesi alle be in secco. Dar nelle rene. Far mala fine.
stie da soma per accompagnare nel Podè dalla Ciocchin. Esser da rac
romorio la sonagliera del Branch, V. comandare in Sardigna (Alleg. 51).
Vol. I. - o7
CIO (29o) CIO
Ciocchisc. Briaco affatto. V. in Ciócch. Ciod de terzera. . . . Chiodo lungo
Ciòd. Chiodo. Chiavello. Chiovello. Aguto. dalle sei alle nove once milanesi, cioè
Chiovo, e con voci ant. Clavo e Chiavo. dai tre ai quattro decimetri e mezzo
Capella o Testa. Cappelletto. Cap Ciod de cantir. Aguto spannale(Sac
pello. Caperozzolo (a fungo, a fungo chetti Nov. 84 verso il fine e Nov. 195).
schiacciato, a cieca, a faccette, a Chiodo da incorrentare? (Targ. Viag.
gruccia, quadrato tondo, spianato) s
II, 154). Chiovo lungo dalle once
Gamba o Asta. Asta. Fusto (liscio, quattro alle once sei milanesi, cioè
tozzo, tagliente in punta, a barbone). dai due ai tre decimetri.
– La chiodagione, dice l'Alb. enc., si Ciod de cantirett . . . Chiodo lungo
distingue dai Toscani in quadra e pia dalle once tre alle quattro, cioè da
na. Fra la chiodagione quadra si com quindici centimetri a due decimetri.
prendono i tozzetti da navicello e da Ciod de quaranta longh.... Chiodo
muro, i diacciuoli e quelli da car lungo da once tre a tre e mezzo.
rozza e da carrette, maggiori e mi Ciod de quaranta bozz o incaster.
nori. La chiodagione piana si distin Tozzo. Chiodo lungo dalle once due
gue per numeri dal 1o al 14. I chiodi alle due e mezzo milanesi.
minori diconsi bullette. Ciod de cinquanta. ... Chiodo lun
Fra noi i chiodi si distinguono in go come l'antecedente ma piano.
Bozz. Quadri. Tozzi, Ciod voltantin o de vottantina, o
Fals. Smentati, cioè con cape Grondàa, o Vottantìn assolutamente.
rozzolo a gruccia – e Scapocchiati Ottantino(Strat.). Chiodo lungo due on
o Copiglie, cioè senza cappello. ce milanesi o sia un decimetro.
Svelt. Piani. Chiodi sottili, lun Ciod de vottanta nostran o No
ghi, ben aſfusati , - stranèll o Ciod de codeghett o de sofitt
e si denominano come siegue: o de tecc. Chiodo da incorrentare?
Ciod de barca con capella. Toz (Targ. Viag. II, 154). Chiodo lungo
zetto da navicello. un po' meno d'un decimetro.
Ciod de barca a rampin. Chiodo a Ciod venezian. . . . . Chiodo più
barbone(Strat.). Bordotto? Bordottino? svelto dell'ottantino, più sottile, e
Quello aumcinato la cui barbuccia si lungo un po' meno d'un decimetro.
ripiega nel legno. Ciod venezianell o bressanell,e assol.
Ciod de basellin. . . . Chiodo tozzo, Venezianèll o Bressanèll. . . . Chiodo
lungo un oncia, con caperozzolo a simile al suddetto, ma assai più sottile.
fungo schiacciato, usato nel predellini Ciod de cent longh. . . . . Chiodo
da carrozze. lungo circa un'oncia milanese.
Ciod de grappa o de roeuda, o Astón, Ciod de cent curt. . . . . . Chiodo
o Rodinna. Chiodo da carrozza o da lungo circa tre quarti d'oncia mil.
carretta? Chiodo da ruota (Diz. art.). Ciod de plafon. Lo stesso che Stac
Chiodo con cappello a fungo da conſic chettón. V.
car i cerchioni sui quarti delle ruote. Ciod de sarament. . . . . . Chiodo
Ciod de navascia. Cappellotto? Chio lungo circa un'oncia nostrale, ma
do con caperozzolo tondo schiacciato, più sottile dell'antecedente.
con otto o più puntinesaglienti all'in Ciod de numer. . . . Chiodo lungo
giro nella parte inferiore perchè si un'oncia e mezzo, così detto perchè
abbarbichi bene nel legno. si sa correrne un novanta per libbra.
Ciod de navascioeü. Chiodo aguazzo? Ciod de boeu. . . . . . Chiodo con
Simile al precedente ma più piccino. caperozzolo piccino, più tozzo e corto
– Poi discendendo dalle maggiori alle di quel da cavallo, e con asta schiac
minori dimensioni ciata, che si usa per ſerrare i buoi.
Ciod de cavriada.... Chiodo lungo Ve n'è una spezie a cappello penta
dalle dieci alle dodici once milanesi, gono che noi diciamo Franzesin.
cioè da cinque ai sei decimetri, da Ciod de cavall. . . . . . Chiodo da
conficcarle travi di comignolo nei tetti. ferrare cavalli. Ve ne sono di così
CIO (291 ) CIO
detti Diamantin. Chiodi con caperoz Taccà-su la messa a on ciod. . . .
zolo a faccette o Chiodo a punta di Fuggir messa, non sentire la messa
diamante. quando se ne ha obbligo.
Ciod de giazz. Rampone acciaiato Tutt a ciod. Bullettato,
(Montecuccoli nel Gr. Diz. mil.). Chio Ciòd. . . . Nome di quel ferro che i fab
di da ferrare le bestie da soma che bricatori del cacio lodigiano adopera
hanno a camminare sul ghiaccio. no per istrignere quella fune che lega
Ciod de mur. Tozzetto da muro. il cascino(la fassera) affinchè il cacio
Ciod de peso de lira.... Chiodetto. fresco s'accomodi nel medesimo a
Ciod piccaa dent del tutt. Chiodo dovere. Non è chiodo come suona il
accecato. suo nome, ma sì bene una specie
Ciod de ramm. Chiodo di rame. di spatola a scanalature dentate, se
Ciod roman. Dorone. Chiodo di ghettata, con manico a campanella,
rame o simile indorato. lunga 18 centimetri e larga 2. Se
Ciod senza capella. Chiodo scapoc ne vegga la figura nella tavola an
chiato (Gior. agr. VIII, 514). Chiodo nessa al Caseificio del Cattaneo.
smentato (Diz. art.). Copiglia. Ciòd. . . . . Dal mettere nella toppa (sa
Ciod todesch . . . . Specie di toz radura) un chiodo in luogo di bon
zetto senza cappello. cinello(bolzon) è venuto il dettato
Avegh la conscienza attacch a on Dà el ciod o Dà-sù el ciod. Met
ciod. Avere ingrossata la coscienza. tere la banda all'uscio(Lasca cena 5.”,
Essere inonesto, esoso, senza probità. nov. 1o, p. 5o2). Chiuder l'uscio.
Batt el ciod. Battere il noce(Menzini Ciòd. T. de Colt. Lo stesso che Bròcca. V.
Sat. 2.”, terz. 67) o il chiodo. Cercar Ciòd. gergo. . . . . Il sigaro. In quella
di persuadere alcuna cosa ad uno. bocca el gh'ha semper el ciod. . . .
Di robba de ciod. Dire cose fuor Ha sempre il sigaro in bocca.
della messa(Vasari, p. 799). Dir cose Ciòd e Ciodin. gergo... Lo spadino. In
da bastone(Fag. Rime I, 277). borsa e ciod. ... Con ispada e borsa.
El mangiarav anca i ciod. Mange Ciòd.ger. scherz. Fuso. Pugnale, coltello.
rebbe gli aghetti(Pan. Viag. Barb. I,56). Ciòd de la verga o de la batta. Capitino
Fissà o Pettà el ciod. Ficcar chio (“tosc.) Sp. di bottone che è in cima
do. Pigliare i cocci. Star fermo nelle dove il manfanile(manegh) si congiu
proprie deliberazioni. L'ha pettaa el gne alla vetta(voltura) nel coreggiato.
ciod. Ha fermo o fisso il chiodo. Ciodaria. Chiodami. Chiodame(Targ. Ving.
Lassà nanch i ciod in di mur. . . I, 224 e 545, II, 157). Chiodagione.
Disertare affatto una casa, darle il Chioderìa. Chiovagione. Assortimento
guasto, e per così dire scassinarla. di chiodi, quantità di chiodi.
Mangiass anca i ciod de la cà. Con Ciodéra.T. de'Fabbrifer. Chiovaja(“fior.).
sumar l'asta e il torchio. Far Fillide Chiodaja. Strumento che serve per
mia. Far del resto. Dar fondo a tutto far la capocchia ai chiodi.
l'avere: mangiarsi la paglia sotto. Ciodéra. T. de Fabbrifer. Soffice? Dado
Mett i ciod a scaletta o in musega.... di ferro con uno sfondo nel mezzo
Modo vizioso d' inchiovare i ferri al sul quale mettesi il ferro infocato per
piè de cavalli. forarlo colla spina che dà nello sfondo.
Mett on ciod de traditor.... Conficcar Ciodin. Agutello. Agutetto. Chiovello. Chio
un chiodo per la diagonale; inchio Ciodin. V. Fónsg. (detto.
dare a chiovo ficcato diagonalmente. Ciodin. gergo. V. Ciòd.
Quand la cavalla l'ha designaa de Ciodiroeü. V. Cioviroeu e Fónsg.
zoppass, se ghe va a mett el ciod Ciodiroeula. T. di Ferr. V. in Màster.
giust in sul pass. V. in Cavàlla. Ciodon. Chiodone.
Robba de ciod. Cose da chiodi (così Ciodón. T.di Stamp. Chiavarda. Ferro con
Guadag. Poes. II, 182). ispacco per aprire e serrare i galletti.
Secch come on ciod. Più arido che Ciòff o Sciòff . . . . . Voce imitante il
la pomice(Arid. prologo), romore d'un tonfo in acqua, vino, ccc.
CIO (292 ) CIR
Cióla. s. m. e. f. Lo stesso che Ciàll e Cipà, ecc. V Cippà, ecc.
Ciàlla. V. = I diz. hanno Ciullo e Ciulla Cipèll. Minchia. Scassa. Quella specie
per fanciullo o fors'anche per inesper d'incastro ch'è inchiodato sul fondo
to, ignorante - Ciola de massee. Scioc delle barche per inserirvi e fermarvi
conaccio. Bue di panno V. in Badée. il piede dell'albero (arbusèll). Non è
Ciolàda. V. Cialàda. da tacere che questa nostra scassa è
Ciolàtta. sost. riferibile ad ambi i generi fatta d'una suola unica all'inglese in
Scioccone. Babbione. – Dolciona. Bag cavata giusta il bisogno, e non di più
gea – V. in Badée. pezzi come la scassa delle navi d'altre
Ciolattàda. Scempiata. V. Cilappàda. nazioni che l'Alb. enc. chiama anche
Ciolattòn. Bufolone(Varchi Suoc. II, 2). con aperto errore Castello da basso.
Scioccone. V. Badée. Cipì. Pigolare, e fig. Sgallettare. V. Cippà
Ciolattònna. Baggea. Babbiona. Dolciona. Cipin. Bèrgolo. Frasca. V. Ciribìra.
Scempiona. Monna zucca al vento. Ciplòcch. Babbione. V. Badée.
Ciolattonon. Re degli sciocchi. Ciploccón. Babbaccione. V. Badée.
Ciolin. s. m. Chiappolino. Zugo melato. Cippà. Pigolare. Pipilare, e ant. Piare.
Ciolin. Ad. di Figh. V. Proprio delle passere e de pulcini.
Cióll. Ciullo(Monos. p. 12 che lo deriva Cippà e Cipì. Sgallettare. Sbizzarrire. Fare
dal greco aixXo;). V. Badée. il bello Far mostra di vivezza e di brio.
Ciòmma. Criniera. Crino. Crine. Chioma. Cippà. Risaltare. Brillare.
Noi usiamo la voce quasi solamente par Cippcìpp. Pissi pissi. Strepito di voci
lando di cavalli: parlandosi d'uomini che fanno molte passere unite insieme.
diciamo più volentieri Cavelera. V. Cippciripp . . . . Voce imitante il pi
Tajà la ciomma. Scrinare. pilar delle passere.
Cioncà e Cioncà-via. v. cont. Cioncare. Cippeli merli(idiotismo per Cippen i
Mozzare. Stroncare. Troncare. merli o secondo i Brianz. Pippen i
Cioncàda. Giuncata – Felciata. merli). Cocoja! Le zucche marine '
Ciorlinna. Vino da imbriacar civette (Mo Ohibò! Più su sta monna luna! Modo
nig. Serv. nob. II, 2). V. Fottiggia. di negare il detto o la domanda altrui.
Ciòs. Brolo? Ricinto? Campo e vigna chiu Cippètt. V. Parascioeüla.
sa. Chioso per Chiuso dissero gli ant. Avè el cippett in aria. Aver del
Ciòsa (Giugà a) . . . Giuoco che fanno ruzzo. Far galloria.
i contadini di varie parti del Milanese. Ciprèss(che in Brianza dicono comune
Tirano un danaro o sassolino a qual mente Arciprèss). Santolina. Santoli
che distanza in piana terra; poi fan no. Abrolano femmina. Erba odorosa
no d'avvicinarsegli con altro danaro notissima che i Francesi chiamano
o sassuolo che traggono a quel lecco, Petit cyprès o Cyprès de jardin, e i
e ciò in modo che fra i due esista l'in Tedeschi Cypressenkraut.
tervallo d'un dito mignolo trasver Ciprèss (che in Brianza dicono Pin).
so, nè più nè meno. Quando ciò sia Cipresso, e cont. Arcipresso. La pianta
gridano ciòsa (quasi dicessero è chiu detta Cupressus sempervirens dai bo
so l'intervallo), e han vinto il giuoco. tanici. I pin d'Inverigh, de Monta
Ciosètt. Dim. di Ciòs. V. veggia, de Meraa dicono i Brianzuoli
Ciòsp. Lo stesso che Mastrànsc. V. pei Viali di cipressi di casa Cagnola
Ciòss. V. anche Broeü. Pare derivato dal a Inverigo, di casa Archinti a Monta
l'antico Chioso per Chiuso. vecchia, di casa Belgiojoso a Merate.
Ciòss. Agghiaccio. Giaciglio. Prato o Cipressinna. Ad. d'Èrba. V.
campo dove i pecoraj rinchiudono il Circa. Circa. Incirca. All'incirca.
gregge con una rete che lo circonda. Circa. In proposito. Intorno. In quanto.
Cioviroeù. Chiodajuolo. Circa quest. In quanto a questo.
Cioviroeü. I in Fónsg. Circàss. . . . . Specie di stoffa di lana
Ciovitt. Chiodetti. V. Ciodin. Circassiènn . . . . Foggia d'abito don
Ciovitt. fig. Sonajòli(Gher. Voc.). Danari, nesco disusata; forse non sarebbe
e se d'oro Occhi di civetta. stato detto male Giubbetta alla circassa.
CIR (293) CIU
Circole Circol costituzional. T. repub... Cispa. Cacca. Merda. La Cispa dei diz.
Capannello, conventicola, adunanza vale quanto cacca d'occhi.
popolare in cui si parla delle cose Dottor de la cispa. V. in Dottor.
pubbliche, e si tengono pubbliche al Cisquitt. Cicisbeo. Civettino. Dileggino.
locuzioni da chiunque ama farle, senza Cisquittà. Cicisbeare. Donneare.
concorso aperto dell'autorità pubblica. Cisquittin. Dim. di Cisquitt. V.
Circolàr. s. f. Lettera circolare, L' epi Cisquitton. Accr di Cisquitt. V.
stola formale o enciclica dei Latini Cisto(ed anche Cisti e Cistiſani). E cri
che, esclusiva già tempo come dicono moli. Affè di crimoli. Affè di crimolio.
i diz. dei principi e dei prelati, è scesa Affè di crisse. Affè dell'anticrimoli
oggidì in quasi tutte le classi sociali, (*cont. fior.). Oh corde da liuto ! Cat
e specialmente nelle commerciali. terina o Crispicina(“aret. Voc. aret.)
Circolàndum. s. m. T. degli Uffizi . . . Interiezioni ammirative inventate per
Provvedimento, ordine o avviso che non dire Cristo e Anticristo.
si fa circolare per iscritto simplo tra Cità. Citare. Chiamar in giudizio - Citare.
i vari impiegati d'un uffizio a comun Allegarc. Addurre. Ricordare.
regola o notizia. È un succedaneo Citàa. Citato – Allegato. Addotto.
compendioso della lettera o dell'av Citàa, Citadin, ecc. V. Zitàa, Zitadin, ecc.
viso circolare manoscritto o stampato, Citazion. Citazione. Citatòria. Polizza con
così detto dalle parole che vi si ap cui si cita – Citazione. Allegazione.
pongono Ad circulandum. Citto ! Zitto. Silenzio. Sta. Taci. Chctati.
Circoncis(Parlà) dicesi scherz. per Par Fermati. Citto citto(iterato). Zitto zitto.
lar conciso. Andà-via citto citto. Andar cheto
Circonvalazion (Strada de. V. in Stràda. cheto o cheto e chinato.
Circospètt. Circospetto. Circonspetto. Citto che l'è chi. Ma sta che giunge.
Circospezion. Circospezione. Cittò là fenimmela. Zitto un po', finia
Circostànza. Circostanza. Circonstanza. mola una volta, finiamo questa musica.
Circuì. Aggirare. Attorniare. Assediare. No se sent on citto. Non si sente
Stare attorno ad uno con tante arti un zitto. Niun fiata o alita o respira.
fin che se ne ottenga un intento. E v'è un tacere o un silenzio profondo.
Circuire ne' significati di circondare e stà citto. Star zitto. Non fare zitto.
girare non è usato nel nostro dialetto. Ciùccio. Scioccone. Babbione. Ciuco.
Circuii. Aggirato. Assediato. Attorniato.
Circumcirca. A presso a poco. In quel
Ciucción.
Ciucciòtt. D
º V. Badée – Al fem. Ciuc
ciònna. Baggea.
torno. Di o In circa. A un bel circa. Ciumór(o Ciamór). Cimurro. Specie d'in
Circa. Incirca. A un dipresso. fermità ne cavalli. Il Commorbium dei
Ciribibì. . . . . Grido che si mette dai nostri Statuti milanesi al cap. 487.”
fanciulli giocando alla ruſſa raffa. sembra il Cimurro maligno o il Moc
« Ma per far esser ben lor voglia acuta cio contagioso, come il Morbium di
» Tien alto lor desio e nol nasconde »
poco più sotto il Moccio o sia la Morve
dice Dante nel Purgatorio XXIV, 57. de Fr. V. anche Morbo de foss in Mòrbo.
Del nostro è pure un parente lontano Ciurmàja. Ciurmaglia. Ciurma. Pleba
il Ciribibì del Cecchi Prov. p. 152. glia. Gentaglia. Gentaccia. Canaglia.
Ciribira. Cardelletto. Cardellino. Falim Ciùs dicono alcuni per Cùsa e Cusètta
bello. Saltanseccia. Girellajo. Fraschie (tonchio). V.
re. Saltamartino. Chiappola Fanfano – Ciùs. Chiuso. V. Saràa-sù.
Frittella. Farfalla. Cervello fatto a Ciùsa. Chiusa. Chiudimento. A la ciusa
tornio o da oriuoli. Mulin da vento. del teater. Al chiudersi del teatro.
Carrucola. Frasca. Fraschetta. Bande Ciùsa. Steccaja. Pescaja. Tura. Sostegno
ruola. Uomo o donna giovane leggieri che si fa ne fiumi per rivolgere il corso
e di poco giudizio, di poca levatura. dell'acque a mulini o simili edifizj.
Ciribirin. Fraschettuola. Chiappolino. Fa Ciùsa. Conchiusione. Chiusa. La ciusa l'è
limbelluzzo. Girandolino. Farfallino. questa che... E si vuol conchiudere che...
Ciribirinna. Fraschetta Fraschettuola. Ciusà. Chiudere ermeticamente.
CLA (294) COA
Ciusàa-giò per Saràa-giò. V. Clarinètt. Chiarina. Chiarino.
Ciusón. Gran pescaja. In capo al ma Ancia. Linguella. Linguetta. Lingzza
raviglioso nostro Naviglio della Mar = Bocchin. Imboccatura = Barilett. - - -
tesana sopra a Paderno vedesi uno di = Pompa. . . . . - Pezzett o Pezz de
questi Ciuson che si direbbe Pignone. mezz.. . . . . - Primm pezz. . . . . - -

Ciusón. T. de' Forn. Lastrone. V. S'cesù. Bottan o Tromba o Trombin o Cam


Civètt, Civettòn. V. Sciguètt, Sciguettón. panna. Padiglione = Ciav. Chiavi.
Civil. Civile. Cittadinesco. Clàss. Classe. De prima class. Mador
Fà d'on civil on criminal . . . . . nale. L' è on porch de prima class
Oltre al senso positivo di Ridurre al È un animalaccio. L' è on furbo de
foro criminale un'azion civile, ha prima class. E furbo in chermisi
quello fig. d'Imbottar sopra la feccia, Clàtt. V. Eclàtt. -

cioè d'un mal picciolo farne un grande. Clàudite. V. in Paréntesis.


Civiltàa per Creanza. V. Clàusola. Clausola. Clausula.
Civisocù . . . . Nome di rete a maglia Clausùria. Clausura. Gh'è-sù la clausu
stretta e con sugheri, di cui si fa ria . . . . È vietato toccare.
uso sul lago di Como per la pesca Clavazzìn. v. ant. Cimbalo. Cravicembalo.
del Cyprinus albor Scop. alternativa Clavicembalo. Clavicordio. Dal franc.
mente coll'altra rete detta Alboree. Clavecin. V. in Cémbol.
Clàcch. T. de Calz. Galosce. Clacche. Clientèlla. Clientela.
Soprascarpe che si portano sopra le Clò. T. de Giojell. . . . Anello di foggia
ordinarie per ripararsi dall'umido e oggidì disusata consistente in una o
dal fango. più gemme lavorate a caperozzol di
Clàcch. . . . Specie di cappello a due chiodo a fungo. Dal fr. Clou(chiodo).
pizzi, col perdersi della cui moda è Cló. T. de Calz. Clacche. Galosce. V.
andata in disuso anche la voce. Clàcch sig. 1.”
Clàra. Chiara. Clara. Nome che registro Clùbb. Club(Pan. Viag. Barb. I, 56).
per riportare la seguente canzoncina, Conventicola. Conventicolo. Combric
una di quelle che altre volte recitava cola. Voce originariamente inglese in
no i nostri bimbi nell'andare a letto: trodotta di recente fra noi dai Franc.
Santa Clara Cò. Voce che si usa nella frase Ce-o-co
Imprestemm la vostra scara per dir copertamente Babbeo. V.Badée.
De andà in paradis Cóa(che anche scrivesi Cova). Coda – Chi
A trovà san Dionis; ha coda è Coduto, chi l'ha assai lunga
San Dionis l'è mort, Codacciuto, chi l'ha mozza Codimozzo;
Gh'è nissun de fagh el corp; le cose pertinenti alla coda si dicono
I angioi che cantava, Codali o Coderine. -

La Madonna sospirava, A coa de rondena. V. in Róndena.


Sospirava rosa e fior A la coa. In coda. Alla coda. Das
L'è nassuu noster Signor; sezzo. Da sezzo. Nell'ultimo luogo.
L'è nassuu in Betelemm Avè el diavolin la coa. V. in Diàvol.
Senza fassa nè pattej Avegh la coabianca. fig. Avere la co
Per fassà quell Gesù bell, da taccata di mal pelo. Essere putta sco
Gesù bell, santa Maria, data – Avoir la queue verte dicono i Fr.
Oh che bella compagnia! Ce con la coa. V. in Ce.
Ogni volta che mi viene letto nel Te Coa de ratt. V. in Ràtt.
soro di Brunetto Latini essere opi Dà el didin sotta la coa. V. in Didin.
nione di molti savj che il primo giorno Dove nol po mett el coo el cascia
del primo secolo di questo mondo fu la coa. fig. Dove e non può mettervi il
ai 14 di marzo la mente mi corre a capo, ponwi la coda. Mette la coda
queste canzoni popolari, ed io mi vo dove non va il capo. Per ogni guisa
convincendo che popolo e dotti fanno fa d'ottenere il suo intento.
a gara tra loro nel ridurre l'astratto El diavol el voeur menagh dent la
a ConCreto. coa de per tutt. V. in Diavol.
COA (295) COB
Lassagh la coa. fig. Esser preso al Cóa e Cóa spessa. Codazza. Sp. di reti.
laccio. Rimanere alla schiaccia. Coàda. . . . . . Colpo di coda.
Menagh dent la coa. fig. Dar di Coalizzàa. scherz. Coduto.
naso o Ficcare il naso in checchessia. Coanèll. Codino. Codina. Codetta.
Menà la coa. Scodinzolare. Coanellin. Coderinzo(Caro Apol. p. 2oo).
Mett la coa in mezz ai gamb. fig. Picciola codetta.
Mettersi la coda fra le gambe. Non Coartàda. T. for. L'alibi – Coartata volg.
osare far motto. Zittire per timore. Coàscia. Codone. Codaccia. Codazza.
Pessin ligaa in la coa. V. in Pessin. Coàzz (o Covàzz o Quàzz) s. f. pl.....
Regolzà la coa. Arroncigliar la coda. Nome di quelle due trecce nelle quali
Schiscià la coa. met. Torcere il pe le contadine bipartiscono la loro ca
lo. Grattar la rogna o la tigna ad al pellatura deretana, e che poscia ven
cuno. Proeuva on poo a schisciagh gono arrotolando sull'occipite e fer
la coa! Guardati dal toccargli il naso! mando colla trecciera(speronada) o co
Sonett con la coa. V. Sonètt. gli spilloni(guggion)disposti a raggiera.
Tutt i can mennen la coa, e tutt « S'ha mò de vedè semper . . . .
i mincion vocuren dì la soa. V. in Càn. » St'usanza inscì baronna

Vess nassuu quand el diavol el se » De strappassi covazz nocura e madonna? »


peccenava la cova. V. in Diàvol. (Maggi Interm. II, 1o 8).
Vorè vedè dove el diavol el gh'ha Fà i coazz ... Acconciarsi il capo
la coa. V. in Dià vol. intrecciando i capegli come si è detto
Cóa. Coda. Strascico. Quella delle vesti. sopra, ciò che si suol concedere dalle
Fà coa. Strascicare. Andare strasci madri alle giovani contadine solo
cante. Fare strascico ? Dicesi delle ve quando esse hanno fatta la loro pri
sti donnesche o talari allorchè in al ma comunione eucaristica.
cuna parte del giro inferiore pendono Coàzza. s. f. sing. Nervo. I Bolognesi lo
per modo da andar strasciconi al pa dicono Bionda; noi Coazza forse per
Vimento. l'opinione invalsa tra le fanciulle che
Cóa. Coda. Chioma. Barba. Quella stri mangiata faccia loro crescere i capelli.
scia di luce che lasciano dietro di sè le Cóbbi. Il covile(Alleg. 156). La cuccia.
comete; i crini, le trecce delle comete. Andà al cobbi o a slofſen. V. in Andà.
Cóa. Codazza? Quel lunghissimo stra Còbbi (pesce lacustre). V. Encòbbi.
scico, le più volte composto di molte Cóbbia. Pariglia (di cavalli accoppiati).
anella di carta, che i fanciulli appic Mett in cobbia. Accoppiare. Appa
cano all'aquilone(a la cometta). jare in gen. Apparigliare(cavalli).
Cóa . . . . Nome delle linee curve di Cóbbia. T. di Caccia. Guinzaglio. Quel
scendenti nelle cifre arabiche. sovattolo a cui si raccomandano i cani
Fà i ses con la coa in giò. . . . Al per tenerseli accosto fino a che non
terare i conti per frodare altrui, come sia il punto di sguinzagliarli.
chi dovendo mettere in debito 6 scri Cóbbia. T. di Cart. Copia. Numero di
vesse 9, e ripresone facesse lo gnorri sette od otto fogli posti a rasciugare
dicendo averlo fatto per errore. unitamente sullo spanditojo(stendidor).
Cóa. T. de' Coltell. Codolo. Quella parte Cobbià. Apparigliare. Accoppiare. Ap
del coltello che s'inasta nel manico. pajare – Cobbià i besti. Accodare.
Cóa. T. de Coron. Naso (“pist.). Quella Cobbià. Dormire. V. in Cóbbi.
parte d'una corona da rosario a cui Cobbià. T. di Caccia. Agguinzagliare ?
s appicca la medaglia. Cobbiàa. Accoppiato. Appajato – Appari
Cóa o Coin di carr. Coda (Alb. enc. in Cobhiàa. Accodato. (gliato.
Carrozza). Stanga che unisce il carro Cobbiàa. Pari. Liscio. Ben accoppiato.
di dietro col carretto in vari carri ed Allorchè la bava che si sta traendo
anche in alcune carrozze. dai bozzoli si va avvolgendo sul naspo
Cóa del cadenazz d'ona saradura. Codetta. ben accoppiata e non incrocicchiata
Cda de l'oeucc. Coda dell'occhio. o aggrovigliata, i filatojaj dicono che
Coa de la vit. Puntone, cl fil el va-sù colbiaa.
COC (296 ) COC
Cobbiètta. Coppietta. Dim. di Coppia. o bottoncino superiore si faccia un
Cobbijn . . . . Fune a più cappi colla po' d'annodamento allorchè si gira e
quale i pizzicagnoli strascinano i majali si torce perchè non iscatti, tale an
dal carro al macello. modamento dicesi Cocca. I Piemontesi
Còbbis o Còbis(Giugà al). Fare alla serpe. chiamano Moscola la nostra Cocchi
Specie di giuoco del noccioli del quale roeula, i Fr. Pointe o Fer a fuseau,
veggasi Giugà ai gandoll in Gandolla. i Provenzali Nouselo o Mouselo.
Còbbis. fig. . . . Spilungone, la più alta Cocchitt diconsi in varie parti del con
fra molte persone ridotte in brigata. tado i Mollitt de formenton. V.
Cocàrda. T. milit. Nappa. Rosolaccio. Coccì cocci . . . . Voci scherz. che si
Rosa. Dal fr. Cocarde. usano per indicare copertamente che
Còcc. v. cont. Cotto. V. in Còtt e Coccì. un tal popone(melon) sia oggi mai
Andann el cocc e el crù. V. in Crù. còcc, vale a dire mezzo, scipito, cat
Còcc. fig. Imbarbugliato (Ingann.). Inta tivo o come dicono i Reggiani un
baccato. Innamorato. V. in Còtt. canònich (Vocab. regg.) e i Toscani
Coccaroeüla. V. Cocchiroeüla. una zucca, una poponella, un mellone.
Coccètta. Lettiera cucciola(Burch. Son. 9). Còccola. V. Madama.
Carriuòla. Picciol letto che in vece Coccòn (voce di quella parte del con
di piedi ha quattro girelle e tiensi tado che è prossima al Bergamasco).
sott'altri letti. Cocchiume. V. Bondon.
Coccètta. Fusto di sofà. Lettiera. La Cou Coccon de vassell. fig. Tonfacchiot
chette de Francesi. ta. Donna tozza, maccianghera; quella
Còcch. Cocco. Il nucleo della Cocos nu che i Lat. dicevano Doliaris femina.
cifera o sia del Cocco delle Maldive Cóccora. Còcca. Fus de coccora. V. in Fùs.
adoperato in lavori di tornio. Cóccora. Dente? Ugna? Quella parte
Avegh di cocch per el coo. Aver cilindrica d'una razza di ruota che
de capricci. Essere in zurro. si commette col quarto(gavell).
Dà el cocch. Dar la soja. V. Savón. Coccoritt . . . Nome di quella specie di
Dà el cocch. Dar l'esca. rigattieri che i Lat. chiamavano Cir
De cocch e de bigna. Tecomeco. culatores auctionum, i quali sogliono
Uom da bosco e da riviera. Uomo concorrere a tutti gl'incanti più pre
doppio, finto, cattivo. sto per buscarsi alcun premio del
Parì che gh'abbien daa el cocch ... non metter prezzo alle robe e tacersi
Sembrare ammaliato, affatturato, aſ lasciandole ad altri vogliosi, che per
fascinato. -

comperarne alla volta loro.


Saltà o Vegni di cocch . . . Esser Cocinilia. Cocciniglia. Vermiglio. Pol
tocco dalla fregola di checchessia. vere che si trae dalla Coccinella ca
Còcch. Cocca. Mezza perla fatta colla ctiL. diseccata, e colla quale si fa
coccia perlina. lo scarlatto. Fra noi droghieri e tin
Còcch. Ad. di Fönsg. V. tori la specificano in Cocinilia morel
Cocchéra. v. brianz. per Coppéra. V. lonna e Cocinilia grisa.
Cocchètta . . . . Quel bozzolo di baco Coclicò . . . . Sorta di colore, cioè quello
da seta che tramenato suona come se del fiore del papavero selvatico. Dal
avesse in sè qualche osserello. francese Coquelicot.
Cocchètta . . . Parte del filatoio da seta. Cocò (con ambedue gli o stretti). Cucu
Cocchin. Dim. di Còcch. . . . Ovoletto. lo. Cuculio. Cucule. Cuccoveggia. Cuc
Cocchin. V. Cocchitt. -

co. Cuccuino. Quell'uccello che gli or


Cocchiroetila (e in cont. Coccarocàla). nit. chiamano Cuculus canorus, e i Fr.
Straccocca (Burch. Son. 222). Strumen Coucou, perchè cuculia o sia canta cucu.
to d'ottone o di ferro che s'appone El gh'ha piaa el cocò. frase cont.
alla cima del fuso per poter più age brianz. . . . . Non vuol lavorare nel
volmente filare. Pare che in Toscana podere. V, in Oss.
non sia in uso questo arnese. Quando Orelogg del cocò. V. in Orelògg.
però sul fuso stesso o alla di lui cocca lìoeusa del cocò. V. in Roeüsa.
COC (297) COC
Cocò (con ambi gli o stretti). Uom da Cocò . . . . Altra spezie di giuoco che
cuculiare. Babbeo. Lavaceci. V. Badée. si fa dai fanciulli con una pallottola
Cocò (con ambi gli o stretti).... Giuoco. di legno vota e avente un piccol
Giugà a cocó(cui è quasi simile l'altro foro da una parte, la quale, slanciata
Giugà al cucù). Fare al cucù'(fior.) o per mezzo di una cordicella avvolta
a stoppa (in qualche parte d'Italia). intorno a un perno che sta in fondo
Specie di giuoco che fra noi si fa co alla stessa palla, gira in terra come
munemente colle carte da tresette, e un paleo e fa un romore quasi simile
in più persone. In esso, data una al verso dell'allocco. Se non erro è
carta sola a ciascun giocatore, e que quella specie di trastullo che i Fran
sta con opportune leggi cambiata re cesi chiamano Ronflement du diable.
ciprocamente e in giro tra i gioca Cocò . . . Altra specie di giuoco la quale
tori stessi, viene a scoprirsi il giuoco fassi con piastrelle tonde di legno
da chi ha re che ferma la giocata figurate e distinte per numeri.
gridando Cocò, e resta perdente que Cocò. Cu cu. Quando noi vogliamo per
gli che si trova di avere in mano la modo d'interjez. negar checchessia e
carta di minor valore fra tutte le al ad un tempo cuculiare, appuntando il
tre de compagni, come sarebbe un asso polpastrello del pollice della man de
ch'è la peggio carta e che dicesi Cocó, stra alla punta del naso e sventolando
un due, ecc.; e si continua così fin per taglio il resto della mano diciamo
chè perduta tutta la posta dai gio Cocd, ed equivale a Noe, non ne farem
catori, rimane vincitore quel di loro nulla, Non ne sarà nulla, Le zucche
che unico alla fin del giuoco ha con marine, e simili – La voce è comune
servata o in tutto o in parte la pro anche ai Toscani nell'egual senso, ma
pria posta. Forse corrisponde a que con gesto differente, come rilevasi da
sto il giuoco così detto di Lumagre quei versi di un poeta pisano
dai Fiorentini, Nomagre dai Sanesi - I Nunni a scompartir perchè non vai?... .
(Gigli D. Pil. I, 9), Nonmagre dai Luc - Ch'io gli divida? Eh via! monta qui su !
chesi e Piacitella dagli Aretini (cioè » Ed alzò un pugno, e poi cantò Cu cu! -
a dire Non m'aggrada. . . Ti piac'el ed anche dalla sestina 5.º della Lin
la?) registrato dai dizionari – Questo gua d'una donna alla prova del Gua
giuoco si fa pure con carte speciali dagnoli, ove però sta scritto Cucù.
dette Cart de giugà a cocò le quali Cocò dicono vari contadini dell'Alto Mi
variano secondo paesi, fra noi consi lanese per Cuccurucùu de nos. V.
stono in diciannove carte binate, vale Cocò mi, cocò ti (Giugà a). . . . . . .
a dire quattro di nessun conto dette Specie di giuoco il quale si eseguisce
2 Matt, 2 Mascaron, 2 Segg, 2 Null; come siegue: Uno si mette a sedere
dieci numerate dall'1 al 1o; e cin a gambe larghe, e tien le mani in
que di conto dette 2 Ostarij, 2 Gnao, quel vano; un altro che gli sta ingi
2 Cavaj, 2 Bragon e 2 Cocó. In al nocchiato dinanzi, fa passare o finge
lora ha combinazioni alquanto più di far passare il suo capo nel vano
complicate, ma si governa a un di suddetto, e se il seduto può serrar
presso colle medesime leggi. Notisi glielo fra le mani, vince; se no, perde.
però che il Cocò figurato in queste Cocò(coll'ultimo o largo). Cucco. Cocco.
carte è il Chuchu de Francesi o l'Al Nome che i bambini danno all'uovo.
locco toscano che noi diremmo Lo Cococcia. s. f. Il Ceppicone(“fior. e Rime
rocch. Coucou dicono anche i Prov. e d'un poeta pis.). La Coccia. Cucuzza.
i Francesi, e Stop gl'Inglesi. Sono Zucca. Voci equivalenti a testa, capo.
termini di questo giuoco Vess a gotta, Coconètt. Cocconetto(*fior.). Giuoco da
Fermà, Stagnà, Corr, Andà inanz , veglia che si fa colle carte da tresette.
Vess andaa-sù o mort e Incocoràss. V. Cocoràda . . . . Una partita al giuoco
Cocò. . . . . Nome di quelle due carte detto Coco. -
del giuoco di cucù figurato nelle quali Fà cocorada. Lo stesso che Incoco
è pinto l'allocco o il cucù. rass. V.
AVol. I. 38
COD (298) COD
Cocùmer. Cetriuolo. Cedriuolo. Citriuolo. Cotenna anche la pelle tutta del corpo
Il Cocomero toscano vale quanto l'In umano; da noi Codega s'usa solo nel
guria nostra. Forse noi dal Cucumis significato esclusivo di cui sopra.
de Latini, o dal Coucombre dei Fran Códega. T. agr. Cotenna(Zanob. Diz.)
cesi, o dal Coucoumbre dei Provenzali. Cotica(Min. citando il Gagliardi). Pel
Trii cocumer e on peveron. V. in licce del terreno(Gior. agr. III, 641
Peverón. , -
e altrove – Giorn. Georg. –) Mag
Cocùmer. fig. Citrullo. Dolcione. V.Badée. giatica(Alleg. 81). Maggese? Ne prati
Cocumerin . . . Picciolo citriuolo. è quel tessuto che le radici dell'erbe
Cocumeritt in l'asee . . . Piccioli vanno formando e che ne collega e
citriuoli conci in aceto. assoda il terreno con erba minuta.
Cocumerón . . . Gran citriuolo. Codega veggia. T. agr. . . . Il prato
Cód. Cote. Pietra da affilar ferri da taglio. di vecchia data.
Cód. T. d'Oref. Frassinella. Códega . . . Quel campo che l'anno in
Codà. Affilare. Raffilare. nanzi fu seminato a grano e nell'anno
Codàda. s. f. Raffilata. andante rimane sodo. V. in Coltàra.
Codadinna. s. f ... Un po' di raffilata. Codega. Piòta. V. Tèppa.
Codàzz per Guidàzz. V. Códega. T. agr. Ciglione a pellicce.
Codàzza o Covàzza . . . Specie di cuf Códega.T. de'Falegn.Scidvero. V. in Tràv.
fia oggi mai disusata. (mare. Códega . . . Chi non è caciajo di pro
Codàzza. Madrina. Matrina. Santola. Co fessione chiama crosta la scorza esterna
Codàzza per Coazza. V. delle forme di cacio lodigiano per
Codé. ) . . . Quel bossolo che si met intiero, così quella delle facce come
Codée. I tono a cintola i contadini, quella della fascia ; chi è caciajo
entro a cui ripongono la cote. Forse chiama crosta la prima, e codega
non sarebbe detto male Portacote. Di quelle delle facce piane di dette forme.
cesi anche di quel vaso di legno che Refà i codegh cont el foeugh. V. Refà.
i falciatori portano seco, in cui ri Códega. s. m. Coticone. Cotennone. Zo
pongono acqua per bagnare la cote ticone. Uomo di dura cotica, rozzo.
quando vogliono affilare la falce, e Codegà (ona bestia) . . . Far fare un
questo dubito sia il Corno da bere po' miglior cotenna a un cavallo o
dei dizionari. I Piemontesi lo chia simile pascendolo di buon erba.
mano anch'essi Coe; i Fr. lo chia Codegàa. Infeltrato dalle radici dell'erbe
mano Coffin o Vase de la dalle o Etui (Micheline Viaggi Targ. Toz. VI, 296).
a pierre che anche noi potremmo Codeghètta. Palanca. Steccone. V. in
dire bene Astuccio da cote per falcia Tràv. Stiappa rifessa, lunga, stretta,
tori. Il Richelet lo chiama, se non piatta per più usi. Comunemente si
erro, Couvier, e gli Spagnuoli lo di dice di quelle che si posano sui tra
cono Colodra. vicelli de tetti perchè servano a sor
Codee de erba dicono i Brianz. il Co reggere le tegole; e in allora sono i
dee di cui sopra che portano alle reni. Correnti da tetto (V. Alb. enc. in Pia
Codee de la sonsgia. Bassolo della nella ), cioè quelle che i Fr. dicono
sugna(Diz. artig.). Lattes e gl'Inglesi Lathes. Se ne fanno
Codee de vit. v. br. . . . Bossolo anche gli orli dei cannicci pe'bachi
che i vignai si mettono in cintola per da seta, ecc.
davanti e in cui ripongono il potajuolo. Ciod de codeghett. V. in Ciòd.
Codée per Cozzòtt. V. Codeghètta. T. agr. Broncone. Nome di
Codega. Cotica. Cotenna. Propriamente que regoli con alcune traverse da
la cute del porco. capo sui quali in luogo di pali come
Luganeghin de codega. V. in Lu quasi a spalliera si manda la vite.
ganeghin, -
Codeghettàmm. Regolame(Gior. agr. I,
Toeü-giò la codega. Scotennare. 67). Quantità di regoli(codeghett).
Códega. Cuticagna. Cotenna o Cotica o Codeghettinna. Correntino.
Cute del capo. In italiano si direbbe | Codeghettòn. Correntone,
COE ( 299 ) C (EU
Codeghin. Lo stesso che Luganeghin de Il Diz. d'art. dice che altri la chia
codega. V. in Luganeghin. mano Sementella o Seminella o Traina.
Codegòtt. Lo stesso che Luganegòtt. V. Coètta. Lo stesso che Cordéra. V.
Codegùgn. Cuticugno. Specie di veste Coeùden. Ciòttolo. Ciotto. Sasso. Notisi
da camera. che nel Lucchese dicono Còtani i ciot
Codesèlla. Anguinaja. Agno. Bubbone. toloni, come da quel loro volgare
Codesèlla dicono alcuni dell'Alto Milanese Acqua cheta mena cotani.
come gli Annonesi per Carnèlla. V. Coeùden. Cappellaccio(Targ. Viag. IV,
Còdez. Codice. Oggidì libro contenente 517). Crostone(idem pass.). Cappello?
le leggi civili, criminali, economi È una specie di arenaria che trovasi
che, ecc. dello Stato – Codice. Ma le più volte a metà cava, durissima,
noscritto antico. male atta ad esser lavorata, e come
Codili o Codiglio. T. di Giuoco dell'Om tale posta da banda. Suol essere iso
bre. Codiglio. Dà codiglio. Vincer co lata ed a strati alti non più d'un me
diglio. tro. Spesso è disposta a stampiroeü. V.
Codigli e mochiglio. . . . . Voci Lett di coeuden. Tramezzuolo.
scherz. che diconsi allorchè uno dei
Coeüga. Cuoca. Cuciniera – Cucinaja nei
giocatori, appena vinto codiglio, rifà monasteri. (cinajo.
giuoco e rivince. Coeùgh. Cuoco. Cuciniere. Cucinatore. Cu
Codògn. Ad. di Pòmm. V. Coeugh franzes e cantinee todesch.
Codognàda. Cotognato; con voce pedant. V. in Cantinée.
Cidoniato; con voce lombarda (am El foeugh l'è l'ajutt del coeugh ...
messa dai diz. in grazia del Bembo A sbrigar presto le vivande vuol es
cui scappò della penna) Codognata. sere fuoco pronto e abbondante. Focu
Nome specifico di quella melata che libera cocu dicono anche i Siciliani.
si fa cocendo le mele cotogne con Coeiùr. Cuore. Còre, e con voce antica
mosto e miele o zucchero. Coraggio – Nel cuore si osservano la
Coddin. Tronco della coda ne' cavalli.
base, l'apice o la punta, le auricole,
(Crescenzi, III, 25). i ventricoli, le valvole, e le colonne
Codón. v. a. Lo stesso che Cozzòtt. V. o sia i lacerti. Esso è chiuso in una
Codón e Codonà dicono i don Piloni per borsa detta pericardio – Un'armadu
ischivare le voci Cojon, ecc. senza per ra da cuore si dice Cuoretto o Co
derne affatto il sapore. V. Mincionà. retto – Chi ammalia cori dicesi met.
Coèrta. V. Covèrta. Coricida – Le cose attinenti al cuore
Coètta. Codetta. Ce coetta. V. in Ce. diconsi Cardiache o Cordiache, e in
Coètta . . . . Ne prati marcito; è quel sig. morale Corali – Cordate diconsi
canaletto o rigagnolo che si sperde le cose foggiate a mo' di cuore.
senza metter capo in alcun altro rivo. A dì el coeur ciar. Per dirla schietta.
Coètta. Buccio. Pelle fina su cui si stri In verità di cuore. A dirla col cuore.
sciano i rasoj e sim. per asciugarli. Andà al coeur. Toccare o Commuo
Coètta. Ventolana(“pis.-Targ. Diz.). Coda vere o Compugnere o Aprire il cuore.
di volpe. Alopecuro pratense. Spezie Andà al coeur. Toccare il cuore o
d'erba arvense che è il Cynosurus l'ugola. Piacere fuor di modo.
echinatusL. Ampissima descrizione se Andà-giò el coeur. Morire o Strug
ne ha nelle belle Dissertazioni sopra gersi di voglia di checchessia. Ustolare.
una gramigna che in Lombardia in Andà-via del coeur. Uscir di mente
festa la segale. Milano, Marelli, 1772. o dell'animo. Dimenticarsi.
Coètta de praa. Ventolana altra. Erba Avè coeur a ona robba. Aver cura
arvense che è il Cynosurus cristatus. o riguardo di checchessia. Aver a
Coètta. Traccia. Quella striscia di pol cuore checchessia. Abbia coeur a la toa
vere che dal luogo donde si deve salut. Abbiti cura o riguardo.
appiccare il fuoco si stende fino alle Avè coeur de dì , de fà, ecc. Dire
armi o macchine che si vogliono sca o Dare il cuore, o Bastare o pare
ricare da lontano e senza pericolo, l'animo di dire, fare, ecc.
C(EU (3oo) COEU
Avè el coeur impegnaa. Avere il De coeur, Di cuore. Del cuore.
cuore ammaliato. Esser alma presa. De coeur, e per maggior forza Del
Avè in del coeur. Aver presagio. ver coeur. In grado sommo. Brutt de
Avè on coeur de milla lira. Avere coeur o del ver coeur. Bell de coeur.
un cuore come un lione(Cecchi As Brutto da maladetto senno. Bello dav
siuolo III, 5); Essere di cuore o di vero. Oltre ogni creder bello.
gran cuore o d'alto cuore, cioè Essere Dervì el sò coeur. Manifestare il
coraggiosissimo; ed anche Essere ma cuore. Aprirsi d' alcuna cosa con al
gnanimo, liberale, a quel modo che i cuno, e assol. Aprirsi con alcuno. Aprire
Fr. dicono Avoir un coeur de roi. l'animo suo ad alcuno.
Avegh el coeur content. Avere il Dì el sò coeur ciar. Manifestar il
cuore nello zucchero. cuore. Dar carte scoperte.
Cald de man fregg de coeur . . . Dolz de coeur. Tenero. Teneretto.
È un'idea delle nostre donne che chi Donna de bon coeur. fig. Femmina
ha calde le mani sia di picciolo cuo cascaticcia. Donna un poco tenera di
re, e cosi a rovescio. calcagna.
Cavà el coeur o l'anima. Strappare Donna de bon coeur, che la rid e
il cuore. Scorare. Spezzare o Passare la piang come la vocur. Donna infinta,
il cuore. Dar nel cuore. Accorare. simulatrice.
Strignere il cuore. El Signor el ved el mè coeur. Id
Cavà el coeur. Rubare o Cavare il diosa la mia intenzione (Salviati Gran
cuore, cioè costrignere ad amare. chio II, 2). Assicurazione di veracità.
Coeur content e strasc a l'aria. Fà on coeur de leon. Fare un cuor
Chi si contenta gode(Fag. l'Ast. bal. da Marte(Assetta II, 2). Far del cuor
III, 4). V. anche in Moeüd. rocca. Far cuore. Farsi cuore.

Coeur de lutter o de scimes(o Sangu Fà slargà el coeur. Far crescere il


de scimes). Cuor di bronzo, di ma cuore una spanna(Lasca Sibilla, III, 7).
cigno, di smalto, di diamante o d'ac Fregg de man cald de coeur. V.
ciajo(Voc. Alunno), vale incapace di più sopra Cald de man fregg de coeur.
tenerezza e compassione. In del sò coeur eh ! Chi gli vedesse
Confessi el mè coeur che . . . . In l'entragno eh !
verità di cuore, io . . . . In del sò coeur nol ghe cred ona
Cont el coeur in man. Col cuore in
sverza. Nell'entragno ei non ci crede
mano o sulle labbra. A grembo aperto. un pelo.
Cosse te dis el coeur? Che ti dice, Intra del mè coeur o In del mè
Che t'indica, Che ti pronostica il cuore? coeur. In cuor mio. Nel mio me. Fra
Cress el coeur. . . Si suol dire da Pote e pne.

chi singhiozza forte : Me cress el Lontan di ocucc lontan del coeur.


coeur. . . Notisi che anche i Marchi La lontananza ogni gran piaga salda.
giani chiamano Crescicuore il sin (Fag. I genitori corretti dai figliuoli I,
ghiozzo. Il cor mi crebbe allor più 8). Dilunge da occhio dilunge da cuore
d'una spanna disse Lorenzo de' Medici (Monos. 526). Lontan dagli occhi lon
nella Nencia da Barberino, st. 16, in tan dal core. Prov. di ch. significato.
senso affine a quello del modo nostrale. Qui est loin des yeux est loin du ca ur
Dà el coeur a vun. Dare o Donare dicono anche i Francesi.
il cuore o le viscere a uno.
Mett el sò coeur in pas. Levarsi chec
Dà el coeur in man a vun. Abban chessia dal cuore. Levare il cuore da
donarsi nelle mani d'alcuno. Mettere checchessia. Torsi giù da checchessia.
il capo in grembo ad alcuno. Scoprir Non applicar più a una cosa, staccarne
tutto l'animo suo ad uno.
il pensiero, non volerla più far suo
Dann el coeur o Dill el coeur. Il
pensiero, gettarsela dietro le spalle.
cuore me lo diceva, me lo presagiva. Mett in del coeur a vun ona robba.
V. Alb. bass. in Coeur. E dicesi dell'a Mettere checchessia in cuore ad alcu
ver avuto presentimento di una cosa. no. Cacciargliela in capo,
COU ( 3o 1 ) C (EU
Mettes in del coeur ona robba. Porsi Vess senza coeur. Essere ferigno.
o Mettersi in cuore checchessia, cioè Aver un cuor duro o di ferro o più
mettersi in animo, deliberare. duro d'un macigno. Esser crudele.
(Bucc no ved coeur no doeur. Se Vess strenc de coeur. Esser di pic
l'occhio non mira il cuor non sospira ciolo o povero cuore.
(Monos. 526). Quel che l'occhio non Vess tutt coeur. Esser di gran cuore.
vede il cuor non crede (ivi). Ciò che non Vess tutt coeur, ma senza fidegh ...
vediamo noi stessi non ci accora. Si suol dire di chi offre molto, ma
On coeur el me dis fall , e l'olter poscia o poco o nulla risponde coi
no. L'un cuore mi dice fallo, l'altro no. fatti alle parole, di chi è crestologo
Parlà cont el coeur in man. Dire come dicevano i Latini; e pigliasi in
col cuore o Venire col cuore in mano. senso così di censura come di com
Parlare sincerissimamente ; parler le passione, secondo che il difetto pro
caeur dans la main dicono i Francesi. cede dall'animo o dal potere.
Passà per el coeur. Andar per lo Coeur (car el mè). Cuor mio. Cuor del corpo
cuore. Passar per l'animo. Girar per mio. Anima mia dolce. Ben mio. Mia vita.
la mente. Andar per l'animo. Coeür. T. delle Arti. Cuore. Gli artigiani
Quattà el coeur. Occupare il cuore. chiamano così molti oggetti allorchè
(Ambra Furto, III, 4). Ghe s'è sono fatti in forma di cuore. Ne men
quattaa el coeur. Il cor le si richiuse toverò quì alcuni. -

e strinse. Quattass el coeur. Stringersi Coeür. T. d'Orolog. Alietta della pira


il cuore a uno(Vas. 2o8). mide. Pezzetto che serve ad arre
Sentiss a andà el coeur in ampi o starla quand'è finita di caricare.
a freguj. Sentirsi scoppiare o strug Coeür . . . . . Cuoricino di cuoio con
gere il cuore. Sentir dolore eccessivo. varie divisioncelle trapunte in cui si
Sentiss a rugà in del coeur. Sen ficcano i ferri da far calze. Legato
tirsi toccar il cuore, cioè commuovere. in cintura con un nastro è succeda
Sentiss a slargà el coeur. Sentirsi neo signorile al cannonetto, cioè alla
far tanto di cuore. Sentirsi allargare cannetta de fà calzett.
il cuore o sbarrar il cuore nel petto. Coeür.T. de'Confett.... Specie di dolce,
Sentiss a spezzà el coeur. Sentirsi spesso regalato di rosolio, così detto
scoppiare il cuore. dall'essere fatto in forma di cuore.
Sentiss a streng-sù el coeur. Sen Coeür. T. di Giuoc. Cuori. Uno de'quat
tirsi scemar il cuore(Monos. 4o). Es tro semi delle carte da tresette.
ser dolente a cuore. Sett de coeur. Lo stesso che Co
Stà sul coeur. Stare nel o sul o in modin. V.
sul cuore – Aver a cuore. Coeür. T. de Macei. Palla del cuore. Il
Toeù el coeur. Importunare. Infa cuore delle bestie bovine macellate.
stidire. Seccare. Nojare. Frastornare. Vessiga. Vescichetta? = Coronna.
Toeü minga el coeur. Lasciar tran Corona? - Fressacoeur. Corlaja?
quillo. Lasciar respirare. Coeür. Cuojo. Balla de coeur. Palla a lesina.
Vegnì in del coeur. Venire in cuo Coeüri. Voce cont. dell'A. Mil. per Co
re. Cader nell'animo. Venire ad animo. ràmm. V.
Correr nell'animo. Coeüs. Cuocere.
Vess cattiv de coeur. Aver mal cuore. Carta de coeus. V. in Càrta.
Vess de bon coeur. Esser liberale. Coeus el pastizz. T. de Parrucch.
Vess dolz de coeur. Esser di cuor Cuocere i capelli.
dolce, di buon cuore. Esser dolce co Coeus in bianch. V. in Biànch.
me lo zucchero. Coeus la colcinna. Calcinare.
Vess dur de coeur. Esser ferigno. Coeus l'or. Incuocer l'oro. -

Vess el coeur de vun. Esser il cuor Coeuses al foeugh. Crogiolarsi. V. in


suo. Te see el mè coeur. Non ho al Foeùgh.
tr'occhio in capo che te. Sei il cuor Fà coeus. Cuocere. Fét coeus la carna
mio. Sei il cuore del corpo mio, incoeu? Cuoci tu carne oggi o no?
COG (3o2 ) COL
Coeüs, e per lo più Coeùses. Rodersi. universale del Garzoni, e Cuccurrrez
ASentirsi rodere. Consumar dalla rabbia. togliendola al Diz. di Bologna. La pri
Sentiss a coeus. Cuocere altrui chec ma voce però è veneziana; la seconda
chessia. bolognese e romanesca, e sempre poi
Coeüs. Cuocere una fornace(Mach. Op. VII, in significato di quel Vase che noi
16o). Lo dicono i fornaciai del fare una diciamo propriamente Raminna, che
cotta di calce, mattoni, ecc. Quand ha forma ollare, coperchio copoluto,
el che te coeuset? Quando fai cotta? e manico ad ansa(Vedine la fig. nel
Coeüva. Manella. Covone. Quel fascetto l'Op. dello Scappi); mentre diciamo
di paglia legata che fanno i mietitori Cògoma il vaso simile alla cioccolat
nel mietere. Quella porzione di pa tiera, cilindrico, con coperchio piano
glia che rimane al di sotto della lega e manico orizzontale.
tura del covoni dicesi Culaccino (Gior. Cója. T. de'Macell. . . . Quella grascia
Georg. 1838, p. 52). che investe anca e culaccio.
April piocuva pioeuva che faremm Rampin de coja. V. in Rampin
gross la coeuva. Prov. agrario equiva Cojómber. V. Minción,
lente all'altro April n'ha trenta e se Cojón. . . . Voce bassa che le persone
piovess trentun farav dagn a nissun. civili sogliono schivare nei loro di
V. in April e in Pioeùv. scorsi usando altre frasi o parole sosti
Còfen . . . I panieraj brianz. chiamano tutive, e spesso ricorrendo anche per
così il corbello ellittico di fattura ciò a reticenze ridicole. V. Mincidn.
gentile e coperchiato a cerniera. Fà Cojon de gatt. V. Perseghittſconfetti).
on cofen per ona sposa . . . Farle la Cojonàggin. Scimunitaggine. Dabbenaggi
cestella da contenere le biancherie da ne. Balordaggine. Mellonaggine. Bona
raggiustare dopo il bucato, o simili. rietà.Semplicità.Castroneria.Coglioneria
Còſen . . . Specie particolare di cassa Cojonatòri. Minchionatorio.
da morti fatta come a culla. Il Cofano Cojonèlla (Trà in) Mettere in coglionella
dei diz. vale arca o corbello. (“tosc. e poem. pis. I, 25o).
Cris de cofen. Affè di crimoli! Escla Cojonscèll. Coglioncello. Castroncello. Sci
mazioni dell'infimo volgo. V. Cisto. munitello. Cristianello. Balordetto. Ta
Cofenfòr. Forziere. Dal fr. Coffre-fort. lora dicesi per ardenza a fanciullo
Coghètto. Dim. e vezz. di Coeigh, a che non sia tale, ma che non sia
Coghin. cui talvolta in mancanza pronto a obbedirci: Oh cojonscell tel
di meglio si potrebbe corrispondere daroo a dintend mi ve”. Oh cazzatello!
con quel Guatterino che dopo lo sti Oh ravanello venuto per l'asciutto,
dione uscì del fianco al cuoco pre Coin. V. Covin. (guai a te!
gnante nel Malmantile del Lippi. Coirin e per lo più al pl. Coiritt. Co
Cogitór. Coadjutore, e ant. Conjutore. jacci(Davanz. Colt. Ulivi dicembre
Cògnit. Conoscente. Esperto. Pratico. Co male interpretato dai diz.). Cuogliàt
gnit del mestee. Esperto nell'arte. Fra tori(“lucchi). Cuojazzoli(Trinci Agr. I,
noi Cognito non si usa nel senso ri 165). Ritagli di cuoi(Vettori Colt. Ulivi,
ferito dai dizionari italiani. p. 146). Limbellucci. Limbelli. Ritagli
Cognizión. Cognizione. Conoscenza. di cuoi usati per letame.
Avegh minga cognizion d'on mestee. Quell che vendi coiritt. Peducciajo?
Non aver conoscenza o perizia o pra Còl dicono in varie parti del contado
tica d'alcun'arte. Non si conoscere per Colaroeü. V.
d'alcun'arte. Vess el col del lacc dicono i Brian
Vegni in cognizion. Venire in no zuoli per quello che noi in città di
tizia. Venir a conoscere checchessia. ciamo Avè mangiaa el cuu de la gaijn
Cognizionètt. s. f. pl. Cognizioncelle. na. V. in Gaijnna.
Cognóss. V. Conòss. Colà. Colare. V. Fà passà in Passà.
Cògoma . . . . Il Diz. di Padova regi Colà el nas. V. in Nàs.
stra anche Cògoma togliendola al Ber Colàa. Colato.
gantini il quale la trasse della Piazza Vess or colaa. V. in Zecchin.
COL (3o3) COL
Colàda. s. f. Colatura. L'atto del colare. Coldéra. . . . . Arnese che serve per
Fà ona colada dicono i Fabbricatori pesare il sale nelle così dette Campàd.
d'amido il Fa passà. V. in Passà. Goldinèlla (Ala). v. cont. br. A solatìo.
Colàna. V. Collànna. -
A un caldino. In luogo meridionale.
Colànder. Coriandolo. Curiandolo. Co Coldiroeùla. Caldajuola. Caldaja di rame
riandro. Noi usiamo la voce solo in capace di circa due brente adoperata
significato del seme del Coriandrum - fra i caciaj e in vari usi d'economia
sativum perchè ne fanno uso i con Coldón. Caldaccio. (rurale.
fettieri e i gessajuoli. Colé. T. de'Callig. Corsivo. Quella specie
Colaroeü (che i privati dicono Cól o Co di carattere che ha la forma del corsi
lin). Colatoſo. Arnese usato nelle ca vo dei Fr. da quelle genti detto Coulé.
scine formali(cason) per colare il latte Coléga. V. Colléga.
appena munto onde passarlo netto Còlera. V. Còllera.
ai bacini. Consiste in un catino di Coléra. s. m. Colera. Colera morbus. No
legno o di rame, emisferico, alto me di malattia che, nota una volta
la metà della sua larghezza che è di ai soli medici, è diventata notissima
centimetri 5o, con un pertugio nel anche al volgo più minuto dopo la
fondo ricoperto di una teletta di crine campagna fatta dai Russi contro i Po
o lina o vero turato colla paglia. lacchi nel 1831.
Colarón, ecc. V. Collarón, ecc. Colèregh. Collerico.
Colcinàtt. . . . . . Fornaciajo di calce. Colerinna. s. f.... Malattia che simula il
Colcinètta. . . . . -. Sp. di borra che i colera con sintomi miti e non pericolosi.
Fr. chiamano Bourre blanche. Colerós. . . . . Ammalato di coléra.
Colcinna, ecc. Lo stesso che Calcinna, Coleziòn. Colezione o Colazione della
ecc. V. mattina. Asciolvere; e alla contadi
Còld. Caldo – Coldo e Colda usarono nesca Beruzzo – In italiano Colezione
gli antichi, come Francesco da Bar o Colazione da sè sole sono voci ge
berino ne' Doc. d'amore. neriche le quali comprendono sotto
Cold coldisc. Caldo caldo. di sè ogni parco mangiare che non
Cold come on pitton. V. in Pitton. sia desinare o cena, come Asciolvere,
Fà cold in d'on sit. Esservi del mal Merenda, Pusigno – Fra noi in vece
andare. Abbajarvi la volpe. V. anche Colezion è voce specifica come s'è in
Tirà aria cattiva o calda in Aria. dicato, è il vero Jentaculum dei Latini.
Nè el frecc nè el cold le mangia Colezion a la forscett. Ascioloere a
minga el loff. V. in Lòff. desco molle.
No fà nè frecc nè cold. Non importa Hin nanch assee de fà colezion.
re. Non calere. Esser cosa indifferente. Sono un asciolvere. Dicesi per rim
No patì nè frecc nè cold. V. in Frècc. proverare scarsità di danari che altri
Còld. ad. Che è in caldo. Can cold, vi dia in paga o premio o presto.
Cagna colda. Cane che è in caldo, Ca Segonda colezion. . . . . Quella leg
gna a cane. gier reſezione che s'interponga fra
Coldàr. V. Caldàr. l'asciolvere e il pranzo.
Coldéra. Caldaja. Vaso di rame notissimo. Colezionètta. Colazioncina.
Coldéra. Càccavo. Quella caldaja ove si Coli. T.de'Cuochi. Coli(Cuoco mac. pass.).
fa cagliare e cuocere il latte per farne Sugo spremuto (Alb. bass. in Coulis).
il cacio. È di forma speciale. Se ne Sugo di carni od altro colato per uso
vegga il tipo nella tavola annessa al d'imbagnarne zuppe o vivande. Il
Caseificio del Cattaneo. nostro Brodin, o sia quel sugo che
Coldéra. T. de Cappell. V. in Fattòr, posa sotto il grasso degli arrosti e
Fòlla e Tinta. degli stufati, fa spesso le veci del colì
Coldéra. Caldajata(Paoletti op. II, 78) nella cucina famigliare.
ed anche Caldaja. Quanto cape in Colin. Colatoio. V. Colaroeü.
una caldaja. Ona coldera d'acqua bu Colinna, ecc. V. Collinna, ecc.
jenta. Una caldaja d'acqua bollente. Còliz. Ad. idiot. di Dolór. V.
COL (3o4 ) COL
Còll. Collo – La parte deretana del collo Tocch de carna de coll. fig. Carne cat
fu detta il Cannone. , tiva. Cattivo pezzo di carne(Malm. nota
Andà con la corda al coll. V. in Còrda. ultima al cant. 5.”). Uomo perverso.
A rotta de coll. A fiaccacollo. A Trà i brasc al coll. Gittar le braccia
rompicollo. Precipitosamente. in collo. Stare in collo. Cignere altrui
Avegh al coll ona personna. fig. il collo colle braccia.
Esser chiamato in colpa del male av Trà in sul coll. Accollarsi(Caro). Re
venuto ad alcuno. carsi in collo. Tenere o Portare in collo.
Aveghela al coll. fig. Essere chia Vess dent o Vess dent a moeuj fina
mato in colpa di checchessia. al coll. Affogare in checchessia.
Ciappà per el coll. Aggavignare. Vess ona bonna pezza de coll. Es
Prendere alle gavigne o pel collare. sere una lieta spesa. Esser carne cattiva.
Cont el coll biott. Scollato. Vess pien de debit finna al coll
Dà di pugnin del coll. Battere con V. in Dèbit.
collate. Dar la collata. Còll. Collo. Canna. Bucciuolo. Quello
Danee e messizia romp el coll a la de'fiaschi e simili vasi.
giustizia. V. in Messizia. Strenc de coll. Che ha collo stroz
Dedree del coll (El). Cannone del zatojo.
collo. La collottola. Còll, T. merc. Collo. Dal lat. Colligo
Fazzolett del coll. V. in Fazzolètt. dice il Diz. ven.; ma forse viene dal
Gh è remedi a tutteoss via de l'oss latino Collum per ſig. – Il collo d'in
del coll. Dalla morte in fuori a ogni daco è detto Ciurlo.
cosa è riparo (Lasca Pinzoc. I, 6). Còll. T. de Frenaj. . . . . . Asticciuola
Giugagh l'oss del coll. V. in )ss. dello sperone in cui sta infitta la spro
Lassass vegnì conti pee in sul coll. naja (rosetta o ruzellin).
fig. Lasciarsi porre sul collo il cal Còll. T. de Macell. . . . . Quel taglio
cagno. Lasciarsi schiacciar le noci in che confina col teschio e colla coppa
capo. Lasciarsi correre la berretta. La e finisce nel Pollin o Scudellin cioè
sciarsi sopraffare, cedere vilmente. nello stremo dell'osso del collo nelle
Longh de coll. Collilungo. bestie bovine macellate.
Romp el coll a la robba. fig. Ab Còll. T. de Tessit. Passino. Tanta tela
bacchiare(Zanob. Diz. – Nesi Diz.). quanto è lungo l'orditoio.
Romp el coll a ona tosa. fig. Affogare Còll. T. de Sarti. Scollatura. La stremità
una fanciulla. Vale maritarla male. superiore del vestimento scollato.
Rompes el collo l'oss del coll. Fiac Còll. Solino da collo. Quella parte della
carsi il collo. Rompere il collo. camicia che ricinge il collo.
Senza coll. Sgolato, cioè con collo Còll. Vezzo. Filo. Collana scempia, mo
o gola corta. nile scempio di perle, coralli, e sim.
Slongà el coll. Allungare il collo. Còll de vit. V. in Vit.
Aspettare con ansietà il mangiare. Còll del pè. Collo del piede.
Slongà el coll (in gergo). Allungar Còll d'occa. V. in Occa.
la vita. Appiccare. Còlla. Colla – V. anche Collètta – Colla
Sott'al coll. Succollone(Dino di Tura di spicchi(Borgh. Rip. I, 166 – Vas. 7o)
Son. nelle Veglie del Manni II, 55). – Colla cervona – Colla di rosso d'uovo.
Sutt de coll. Scarico di collo. Di Colla a bocca. Gomma labiale(“fior.).
cesi de'cavalli che abbian collo sot Dal fr. Colle-d-bouche.
tile, svelto. Colla de carnuzz. Colla di limbel
Tirà el coll ai puj o sim. Tirare lucci o di cuoio.
il collo ai polli. Ammazzarli. Colla de formaggitt fatto Colla de
Tirà el coll a la vacanza o simili. legnamee. Màstrice di cacio. Màstica.
. . . . Prolungarla, procrastinarla. Màstice. Mastico.
Tiragh el colla vun, che anche dicesi Colla de pess. Colla di pesce, e
Dagh la corda. fig. Fare il collo. Metter dottr. Ittiocolla.
la cavezza. Tirar gli orecchi a uno. Colla todesca. Colla garavella.
COL (3o5 ) COL -

Còlla. T. di Cart. Colla. Quella soluzione distingue in mobile, persistente, fu


di colla di cuoio alluminata in cui gace, a ragnatelo, chiamando Cortina
s'immergono i fogli della carta per quell'anello che allo svilupparsi del
far che regga all'inchiostro da scritto. fungo si lacera, si stacca dal gambo
Carta con colla, Carta con mezza e aderisce all'orlo del cappello.
colla, Carta senza colla. V. in Càrta. Collarin. . . . Nome d'ogni lista che nei
Dà la colla. Incollare. Dar la colla vari oggetti abbia figura di collaretto.
alla carta. Biccer contel collarin. Bicchiero
Còlla. T. de Pellatt. Lonza. Coda ed con gorgiera. Quello in cui il liquore
estremità carnosa che dalla testa e non giunga all'orlo.
dalle gambe rimane attaccata alla Biccer senza el collarin. Bicchiero
pelle degli animali grossi macellati senza gorgiera. Quello pieno affatto
nello scorticarli. sì che stia lì lì per traboccare. La
Còlla. T. di G. di Bigl. usato nelle frasi frase italiana io l'ho tolta in pre
Batt ona colla. . . . . Mandar lungi stanza alla Novella 167" del Sacchetti.
dalla mattonella del bigliardo una Collarinée. Collarettajo. Collettajo.
biglia che vi sia attaccata. Collarinna. Cravatta. Crovatta. Corvatta.
Dà ona colla o Mett a colla. Met Croatta. Goletta.
tere a mattonella(così l'Alb. bass. in Collarinna de ferr. Camaglio.
Coller). Spingere o mettere una biglia Collarón. . . . . Gran collare; e fig. Lo
in modo che sia attaccata alla mat stesso che Andeghée. V. – Fra noi
tonella(sponda) del bigliardo. si applica specialmente ai laudesi della
Vess a colla. Essere attaccato("ſior.). dottrina cristiana nella cattedrale.
Collà, Collàa, Colladùra dicono spesso · Collég. Collegio. Noi usiamo oggidì la
nelle cartiere per Incollà, Incollàa, ecc. voce quasi esclusivamente nel senso
Collanètta. Collanino(Doni Zucca p. 2o5 di luogo destinato all'educazione della
verso). gioventù, a tempi addietro però si
Collànna. Collana. Monile. Collana per usava comunemente anche nel senso
al collo. -
magistrativo allorchè vantavamo i
Collànna. Collare(Biring. 247). Specie Collegi dei Giudici, dei Giureconsulti,
d'arcuccio di paglia, crine o borra de Notaj (de quali vedi il Giulini ),
fitti in una tela ricoperta di bazzana i Collegi dei nobili Dottori, Fisici,
che si adatta al collo delle bestie da Ingegneri, ecc. (de quali vedi Ga
tiro onde attaccarvi gli altri finimenti. briele e Pietro Verri), e ultimamente
. . . . Cappuccio - . . . . Corpi - i Collegi elettorali dei Possidenti, dei
. . . Imboccatura = Baston. Stec Dotti e dei Commercianti allorchè Mi
che = . . . . . Testa = . . . . Tira lano era capitale del Regno d'Italia.
tojo = . . . Ventre - . . . . Verga. Dottor de colleg. Dottore addetto
Collànna. Pagliolaja. V. Pettéra. ad alcuno dei collegi nominati sopra.
Collaràsc. Collaraccio. Collég.T. di Giuoco. Lo stesso che Còlla. V.
Collarin(che alcuni, e specialmente i cont., Colléga. s. m. Collega.
pronunciano Golarin). Collarino. Col Colléga. s. f. La brigata - Il collegio o La
laretto. collega degli scapigliati. Una criocca.
Collarin. Collare o Collarino da prete. Collegètt. . . . . Collegio picciolo, che
Trà-via el collarin. Lasciar san ha pochi collegiali. -

Pietro(Guadagn. Rime I, 14). Cavarsi Collegiaa. Collegiato?


l'abito? Fà toeü-via el collarin a vun. Dottor collegiaa. Dottor di collegio?
Cavar l'abito a uno(Mach. Op. IX, 585). Collegiada. Collegiata.
D'ecclesiastico farlo laico. Collegiàl. Appena uscito dal maestro(Dati
Collarin. Anello. Ghiera. Cerchiello mem Lep. 85) - On fà de collegial. V. in Fà.
branoso che vedesi intorno al gambo Collegiànt. Collegiale. Allievo o Convit
d'alcuni funghi poco sotto il cap tore di un collegio.
pello. Targ. Toz.(Ist. I, 454) lo chia Collegiantin. . . . . Collegiale assai gio
ma anche Collare e Collarino, e lo vanetto e piccino.
l'ol. I. o!)
COL (3o6) COL
Còller. Languori di stomaco – Incendito. Collinna. Collina.
Avè di coller sossenn (Maggi VI, Brasc de collinna. Branca di col
125). Patire molto ribollimento di sto lina(Targ. Viag. III, 355).
maco; patire d'incendito. Collinna che dà in foeura. Risalto
Romp i coller. Pigliare alquanto di di collina(Targ. Viag. III, 258). Sporto
refezione – Il Fastidium detergere di di collina(ivi 256 e passim).
Simmaco nella epistola 1.º ad Ausonio. Costa de la collinna. Declive di col
Còllera. Còllera. Còllora. Ira. Izza. Stiz lina(Targ. Viag. III, 265 ).
za. Sdegno – La collera momentanea I collinn. Colline. Giogana di col
dicesi propriamente Collera, Sdegno, line(Targ. Viag. III, 265). Colli con
Ardenza, e spesso è retaggio degli tinuati.
animi gentili, talora scoppia in Fu Infilera de collinn. Propaggine o
rore, ed è vera malattia; talora fa Diramazione o Propagazione di col
sacco o saccaja e diventa Rancore, line(Targ. Viag. III, 236, 259, 24o,
cioè collera tacita, perseverante, ter e passim).
ribile a sè e ad altrui. Pian in collinna. Ripiano di collina
A la larga quand l'è in collera ! (Targ. Viag. III, 256 e pass.).
Guardati dall' orso quando gli fuma Scimma o Sciumm de la collinna.
il naso. Ciglio di collina(Targ. Viag. III, 272).
Andaroo minga in collera vè. . . . . Coll-longh. Codone. Campigiana. Coda
Tu mi farai piacere, lo avrò a buono lancea. Anatra di coda lunga. German
anzi che a mal grado. marino (Savi Ornit. III, 158). Quell'a
Collera sora collera. Farsacco o sac natra salvatica che gli ornit, chiamano
caja. Accumular sdegno a sdegno. Anas acuta o longicauda. Un maschio
Fà andà in collera. Far entrare in da me veduto avea le timoniere lun
collcra. ghe due sommessi, penne sopra grigio
In att de collera. Nel colmo della cenere; e le penne sotto alari più cu
collera. Tratto o Trasportato dalla pe dello stesso colore, le penne co
collera. dali lunghe lanceolate; aveva il becco
L'andarà minga in collera. Non ci superiormente nero, dai lati aerino
sarà nulla di guasto fra me e lui. Non cupo; inoltre due linee longitudinali
s'ingrosseranno i sangui. bianche dal capo unentisi per di sotto
Lassà andà la collera. Deporre o al petto, e le penne alari miste di
Posare o Por giù l'ira. Cessar dall'ira. bianco e cenerognolo.
Prest la ghe salta, e prest la ghe Coll-róss. Moriglione. Specie d'anatra
passa (sottintendendo collera). V. in che è l'Anas ferina L.
Saltà. Coll-stòrt. V. Stortacòll.
Tegni collera. Portar collera. Far Coll-vérd chiamano alcuni quella specie
sacco. Tener ira. d'anatra che dicesi più comunemente
Collètt. Goletta. Il Collet d'habit dei Fr. Cazzuròtt o Palòtt. V.
Collètt. Collare. Striscia di cuoio od al Colmègna. Comignolo. Colmigno. Anche
tro che si mette intorno al collo dei gli Aretini dicono Colmegna (Vocab.
cani e simili. aret.). La spina, il filo, la parte più
Collètt. Collo picciolo mercantile. alta dei tetti.
Collètt de la cantinna. V. nell'Appendice. Copp de colmegna. V, in Cópp.
Collètta. T. degl'Indorat. Colla dolce. Ratt o Ratton de colmegna. Topo
Specie di colla leggiera che si ap tettajuolo(“fior.). V. in Ratt.
plica agli oggetti da dorarsi prima Trav de colmegna. V. in Tràv.
d'ingessarli. Colmègna. fig. Cucuzza. Zucca. Gnucca.
Collètta. Colletta. Raccolta di limosine. Cipolla. La testa, il capo.
Collin. Collicino. Picciol collo. Cologà. Collocare – Maritare.
Collinètt. Dim. di Collin. V. Cologda. Collocato – Allogato. Maritato.
Collinètta. Collinetta. Collinetto. Colletto. Cologament. Collocamento o Collocazione
Colliccllo. in matrimonio.
COL (3c7) COL
Cologàss. Collocarsi – Maritarsi; e cont. Puvion de colombera. V. in Puvion.
Allogarsi al mondo(Gior. agr. IX, 287). Colombéra. Paradiso. V. Lobbién.
Cològn (Acqua de. Acqua di Colonia. Sp. Colombètta (Rettor de la). V. in Rettòr.
d'acqua d'odore aromatica. Colombinna. Fungo verdone? Verdone.
Cològna. Colonna. Nella colonna si osser Fungo innocuo detto Agaricus virescens
vano Collarino, Sommo scapo, Imo dallo Scopoli. Il nome nostrale è usa
scapo, Cinta o Cembra, Ventre o En to verso il Lodigiano. -

tasi o Gonfiezza e Fusto o Fuso. Ha Colombinna rossa (fungo) per Rossin. P.


Base e Capitello, e si considera in essa Colombinna rossa e gialda. . . . . Voce
l'Asse o Centro del fuso e la Centina. Vi usata verso il Lodigiano per denotare
sono Colonne fusate, lisce, scanalate, quella specie di fungo che è detto
attorte o a chiocciola, a bozze, a tron 'dal Fries Agarico alutaceo. Vegeta
coni, ecc. rostrali, milliarie, ecc. verso l'autunno ne querceti e ne'ca
Mezzacolonna(Targ. Viag. I, 1 16). stagneti uggiosi.
Cològna. Calastra. In gergo per gamba. Colombinna verda smaggiada. Fungo ver
Cològna de vit. Colonna(Last. Op. II, 1o7). dacchino di bosco. Fungo verdacchio.
Colonna da viti. Quella piana che La voce si sente verso il Lodigiano.
regge una vite a broncone. Colombiroeu. Bastardo. Bastardello. Ter
Cològna. T. di Strument. Colonna. Quel zone. Nome de'colombi prodotti da
ritto d'un'arpa il quale ne collega piccione grosso accoppiato col ter
insieme il corpo e l'arco (mesola). rajuolo. V. in Puviòn.
Nell'arpe che non hanno pedali è tutto Colombiroeò. V. Pradiroeò.
sodo; in quelle che gli hanno è in Colombitt. Trovatelli. Nocentini. I fan
cavato per dare il passo alle vergucce ciulli esposti, a quali per l'addietro
che collegano i pedali stessi col mec s'imponeva nel nostro Spedale il nome
canismo organesco dello strumento. di Colombo – Anche i lettighieri dello
Colognètt. s. f. pl. Subbielli? Nome dei Spedal maggiore della nostra città
due ritti d'un telajo da tessere capegli erano detti altre volte Colombiti dalla
sui quali il parrucchiere tende i fili. Colomba, insegna di quello stabili
Colognètt o Assètt. s. f.pl. T. dei Tessit. mento che sorvola alla lettiga da essi
Crestelle del pettine da tessere. portata. Oggi di sono chiamati più co
Colognètta. Colonnetta. Colonnino. Co munemente col semplice nome di Por
lonnetto. Colonnello. Mezzacolonnetta tantin – Nelle nostre Gride milanesi
(Targ. Viag. I, 116). però i Colombitt sono propriamente
Colognett de scudaria. Colonne da i Portamorti.
stalla sfaccettate con palla in cima. Colór. Colore. V. anche Mezz-colór.
Colognettinna. . . . Picciola colonnetta. - Color caregh. Colore profondo
Colognònna.... Colonna grande, colossale. o cupo o pieno o carico di corpo o
Colomb favée. Voce di qualche parte del tinto di corpo o coperto.
contado. Colombaccio. Specie di co Color che sgariss. Color tagliente o
lombo salvatico che è il Palumbus ardente o vivissimo o acceso. Uno di
major torquatus. V. Tuón. que'colori che il Cellini avrebbe chia
Colómba. V. Puviònna. Noi usiamo la voce mato Inganna contadini. On ross che
solo nel senso di cui in Colombitt. V. sgariss. Un rosso accesissimo.
Colómba. Stoppino(V. la Crusca in Stoppi Color che va in bugada. Colore che
nare). Colombina. Specie di razzo da regge alla lisciva.
corda con cui si dà fuoco agli artifizi. Color ciar. Color aperto o chiaro.
Colombàn. Pippione. Merlotto. V. Badée. Color delicaa. Color morbido o de
Colombée. v. cont. br. per Colombéra. V. licato o grazioso. Colorino. Color leg
Colombéra. Colombaja. Colombajo. Co giero e macchioso.
lombara. Color ſals o matt o che smonta o
Canchen de colombera.... Specie che va-giò. Colore che non regge.
di gangheri lunghi da un decimetro Color fin. Color che regge.
e mezzo ai due. Color natural. Color naturale.
COL (3o8) COL
Color smort o smont o sbiavaa. Co Color castan scur. Color ferrugigno.
lor dilavato, appannato, abbagliato, Color celadon. Color verdemare. Dal
sbiadato, smorto, spunto, squallido. fr. Vert celadon.
Color sodo. Color modesto (Gigli Color celest. Color ceruleo, celeste,
Reg. 577). cilestro, cilestrino, celestino, cappa
Color viv. Colore lieto o aperto di cielo, celestrino, e ant. celesto
(Pandolf. Gov. Fam. 56). Color vivo. Color cicolatt. Color cioccolata(Savi
- Color amarant. Color amaranto Ornit. I, 42 intr.).
o amarantino o sciamito. Color cicolatt scur. Color scuro cioc
Color angelicch. Color colombino? colata (ivi).
Color argentin. Colore argentino o Color coclicò. . . . . . Del colore
argentato o inargentato o arzentino o de papaveri selvatici.
argenteo o d'argento. Color colconnar. . . . .
Color azur. V. Color bleu. Color cremes. Color chermisì o cher
Color bianch. Color bianco o albo. misino o cremisi o cremisino.
Color bianch fiorii. Candido. Can Color d'acqua del nido (idiotismo
didissimo. per del Nilo). . . . Color d'acqua torba.
Color bianch latt. Bianco lattato. Lat Color d'acqua demar. Color d'acqua
teo. Latteggiante. Latticinoso – Lattimo di mare(Targ. Viag. IV, 69) o d'acqua
(Neri Art Vetr. p. 128). (lato. marina. Color ceruleo. Color turchino
Color bianch perla. Color bianco per assai chiaro.
Color bianch sporch. Color d'avorio Color d'ari. Color aerino o aierino
vecchio(Targ. Viag. III, 7o e pass.) – O verdazzurro O verdeazzurro.
Color albino, subalbido, albiccio, bian Color d'aurora. Color roseo.
chiccio, bianchetto, biancolino, bian Color de carna. Color carnicino.
cuccio, biancastro, albeggiante. Bianco Color d'erba. Color d'erba (Dante
leggermente sudicio. Purg. XI, 59).
Color biond. Biondo, Fulvo. Lionato. Color de ferr. Color ferrigno.
Color bleu. Turchino. Azzurro. Blò. Color de gardinal. Color cardina
Color bleu ciar o bleu sièl. Mavì. lesco; scarlatto.
Azzurrino. Azzurrigno. Azzurriccio. Az Color de petitt d'imperator. Color
zurrògnolo. Celestognolo. di principe?(Magal.Let.scient. 9.”, I, 142).
Color bleu scur. Azzuolo. Turchino Color de pomm codogn. Colore co
bujo. Turchino bruno(SavjOrnit. I, xLiii). tognino. Colore di cotogno.
Color bronz. Color bronzino. Color de quadrell o Color de sci
Color brun. Color bruno o brunetto rossa. Colore di matton pesto (Neri
o brunazzo o brunozzo. Art. Vetr. 54). Color di mattone (Trinci
Color cafè. . . . . . Colore di caffè. Agr. 55). Rosso mattone(Savj Ornit. I,
Color canella. Color cannellato. Co XLII). Color di terra cotta.
lor di cannella. Carnicino grigiastro. Color de sangu. Color rosso sangui
Color cangiant. Colore scangio, can gno (Savj ivi) o sanguineo o di sangue.
gio o cangiante. Color de sangu de dragh. Color san
Color canin. Color citrino o zolfino. gue di dragone o di drago. Color perso.
Color carbon.... Color del carbone. Color biadetto scuro.
Color carmeli o carmelitt o car Color de seda cruda . . . . . Del
melitan. Color carmelitano o carmellito colore della seta quale è all'uscire
(Alb. enc.)? Color porporino o purpu delle caldaje di trattura.
reo o di porpora. Color de sloff. Coloraccio livido o
Color carotola. . . . . . Del colore cagnazzo o squallido o spunto.
della carota gialla(daucus carota). Color de terra. Color terreo, inter
Color castan. Color castagnino o riato, interrato.
capellino o castagno o castagnolo. Color de vin o Color vin. Colore
Color castan ciar. . . . . . Colore avvinato o vinato o vinetico. Colore
castagnino chiaro. del vin rosso,
COL (3o9 ) COL
Color de vin bianch. . . . . . Del Color Napoleon. V. Napoleon.
colore del vino bianco. Color naranz. Colore aranciato o
Color de zaffran. Color croceo o arancioso o rancio.
zafferanato. Rosso giallo di zafferano. Color negher. Color nero o ghezzo.
Color di pover mort. Colore inter Color negher bleu. Color nero la
riato. Colore d'uom tratto della tomba, vagna (Savi Ornit. I, xLIII).
Color d'Isabella. Color Isabella(“tosc. Color negher caregh. Color morato,
– Sav. Ornit. I, XLII – Targ. Ist. nero pieno.
III, pag. 551) Giallo lionato misto con Color negher galla. Color nero puro
carnicino – Parlando di cavalli Falbo? (Savj Ornit. I, XLIII ). Color cala
Color d'oliva. Color ulivigno o d'o brone. Color nero vellutato (Neri Art.
liva. Vetr. p. 126). Nero intenso che non dà
Color d'oliva marscia. Color d'oliva in altro colore.
fradicia(Mich. in Targ. Viag. VI, 441). Color niscioeula. Color di nocciò la
Color d'or. Color giallo d'oro(Neri (Savj Ornit. I, XLIII). Scuro rossiccio
Art. Vetr. p. 51). Colore aurino o dore chiaro; spadiceo.
o dorato o rancio. Color d'oro. Color olivaster. Color olivastro o
Color éndech. Color indaco. V. ulivastro.
Endech. Color oransg. Color rancio o ran
Color erbicocch. Color fulviccio ciato o aranciato o arancio o aran
(Savj Ornit. III, 157). Color d'albicocca. cioso. Dal francese Orange.
Color giald. Color giallo. Color oransg caregh. Color aran
Color gialdin. Color gialligno, gial cione(Savj Ornit. III, 159 e passim).
luccio, gialletto, gialliccio, giallino, Color pansé. Color di viola mam
giallogno, giallognolo, gialloso. mola? (Bart. Mis. p. 95).”
Color gris. Color grigio o sgrigiato Color panza de monega. Colore mo
o bigio. nachino?
Color gris ferr. Grigioferro o gris Color pavonazz. Color pavonazzo o
de ferro. pagonazzo o paonazzo.
Color grisin. Color bigerognolo o Color giazint. Color giacintino.
bigiccio. Color pel de ratt. Color topino o
Color latte vin. Color latte e sangue? soricigno.
Color levanda. Macì. Color dello Color perla. Color perlato (Targ.
spigo(lavendula officinalis). Viag. IV, 1 1 1). Colore di perla(Neri
Color lilà. Lilla? Dividesi in Lilla Art. Vetr. p. 157).
chiaro, Gridellino e Lilla cupo – Dal Color persegh. Color persichino.
francese Lilas. Color piomb. Color piombino livi
Color limon. Color limonato (Amer. do.Color cenerino piombato (Savj Ornit.
Vesp. Viag. p. 67). I, XLII). -

Color Maria Luisa. Color turchi Color pistacch. Color pistacchino o


(niccio? festichino.
Color maron. Color di marrone Color ponsò. Color ponsò o affuo
(Trinci Agr. 56). Color tabaccato, cioè cato o focato. -

di tabacco di Spagna. Tane violato Color pures. Color tane scuro. Del
scltro,
colore delle pulci.
Color merdoè per mordoré. V. sotto. Color rosa o Color de rosa. Color
Color mist. Mischio. Mistio. di rosa. Color roseo. Color rosaceo.
Color mognaga. . . . . Color del Color rosé. Imbalconato. Incarna
la meliaca(malus armeniaca). to. Incarnatino. Scarnato. Scarnatino.
Color montanar. V. Montanàr. Color ross. Color rosso o alla latina
Color mordoré. . . . . Color bruno rubro, e ant. roggio.
misto di rosso. Dal fr. Mordore. Color ross caregh. Infaonato. Rosso
Color morell. Color morello. volto o pieno. Rosso livido, tra rosso
Color morsellada. V. Morsellàda. e paonazzo.
COL (31o) COL
Color rossin. Colore rossetto, ros pitturà – Pei colori del pelame dei
siccio, rossigno. cavalli, vedasi la voce Mantèll.
Color rubin. Color di rubino. Ru - Andà-giò el color. Stignersi.
binoso. Scolorarsi.
Color rusgen. Color rugginoso, cioè Avè brutt o cattiv color. Avere
ocraceo, giallo fosco. cattivo colorito ?
Color sciresa. Color ciriegiuolo. Ciappà color. Incolorarsi. Prender
Color scisger. Color ceciato (Targ. colore.
Viag. I, 62 – Savj Ornit. I, XLIII). Dà el color ai polpett. Abbellire la
Bianco giallo. cosa(Doni Libr. 264). Colorare. Colo
Color scur. Color perso, cupo, bujo, rire. Simulare.
fosco o fusco, oscuro, scuro, e lat. atro. De duu color. Biscolore – par
Color sgresg. Color scialbo o pal lando di Pietre da intaglio Faldato –
lido o sfarinato. Brizzolato.

Color sgresgin. Color pallidiccio o De l'istess color o Tutt d'on co


suppallido. -
lor. Concolore.
Color tabacch. . . . . Color tané. De tanti color. Vario. Screziato.
Color tabacch de fraa. . . . Color Scriziato. A screzio. Divisato.
tané chiaro. Donna de color , cioè Donna che
Color testa de moro. Cappa di frate. lava i robb de color. V. in Dònna.
Color tortorella. Color berrettino. Fà bell color. Far buon sangue?
Color verd botteglia. Color verde Incolorarsi? Colorarsi? Prender colo
bruno. re? Far buon colorito? Far bell'aspetto,
Color verd ciar. Color prassino o bella cera. (lare.
jalino. Color del vetro. Fà ciappà el color ai pitanz. Roso
Color verd de mar. Color verde Mangià-via o Smangià el color. Sti
azzurro. Verdazzurro. Verde-mare(Savi gnere. Scolorare.
Ornit. I, XLIII). Masnà color. Macinare i colori, e fig.
Color verd de pomm. Color verde Rodere il freno. Pensare a vendetta.
chiaro. Mett in color. T. d'Oref. . . . Met
Color verd dragon. Color verde di tere l'oro ancor fulviccio nel crogiuo
pimpinella (Neri Art. Vetr. p. 78). lo colle misture che vuol l'arte per
Color verderba. Color verdegajo ridurlo di colore aurino cupo.
o verde aperto. Perd el color. Stignersi. Scolorarsi.
Color verd induggia. V. Indùggia. Senza color. Scolorito.
Color verd mirt. Color verdegiallo. Smangià el color. Stingere. Stignere.
Color verdolin. Color verderognolo Smarì el color. Scolorire. Smorire.
o verdiccio o verdigno o verdognolo Smontare. Smontar di colore.
o verde porro o porraceo. Color verde Trà del . . . Pendere in o Tirare a
smeraldino. un colore. Trà al bleu. Azzurreggiare.
Color verdon. Color verdone. Color Pendere in azzurro.
verde pieno. Vegni de tutti color. Diventar di
Color vin. Colore avvinato. mille colori. Mutar il viso mille colori
Color vioeula. Color violato, violaceo. in un punto. Dicesi di chi per paura
Color violett. Color violetto. o altro cangia il color del volto.
Color zedron. Colore citrino. Color - Color bianch. T. de Fabbri,
giallo citrino. -
Coltellin., ecc. Caldo bianco. Il mag
Color zenerin. Color cenerino, ci gior grado di calore che si dia al
nerino, cenerognolo, cinericcio, ber ferro senza ch'ei si fonda per po
rettino, cinerizio. terlo lavorare.
Color zenzuin. Color giuggiolino. Color dolz. T. di Tint. . . . . Co
- Pei colori naturali o artefatti lore che non ha in sè acido, e che
usati dai pittori veggansi le sedi re perciò si può manipolare senza danno
spettive, ed anche la voce Terr de anche nei pajuoli di rame non istagnati
COL (31 1 ) COL
Color ross. T. de'Fabbr., ecc. Caldo Coltàra bianca(Mett a). . . . Nelle no
rosso o rovente. Il grado mezzano di stre risaje dicesi così il tralasciare di
calore che si dà al ferro per lavorarlo. seminarle a riso per un qualche anno.
Colorsciresa.T. de'Fabbr., Coltell. ec. Colturà. Zappare (i gelsi, le viti, ecc.).
Caldo ciliegia. Quel primo grado di ca Còlz. v. cont. s. f. pl. Le calze.
lore che si da al ferro per lavorarlo. Colzà. Calzare.
Coloràsc. Coloraccio. Colzà avolt. ſig. Imporla tropp'alto.
Eolorin. Coloretto. Colorino. Colzàa. Calzato.
Colorista. Colorista. Bel coloritore. Andà a cà del diavol colzaa e ve
Coloràsc. Coloraccio. stii. V. in Andà.
Colòss. Gran fusto. Corpaccio. Cristiano Colzée. Calzettoni(Gior. Georg. X, 3oo).
ne. Persona di corporatura colossale, Calzerotti? Calzeroni? Quelle soprac
gigantesca, persona grande e grossa calze di lana pecorina e anche di vello
oltre il comune. Il fr. Colosse. Dicesi di capra che si vestono d'inverno
così a uomo come a donna, questa ulti dai pastori, da contadini, ecc.
ma tradurrebbesi anche Camarlingona. Colzée. Calzare. Stivalaccio assai largo.
Cólp. Colpo. V. anche Bòtt e Bòtta. Hin minga strivaj, hin colzee. . . .
Colp de grazia. Colpo di grazia Dicesi parlando di stivali assai larghi.
(Pacin. II, 48). Il colpo ultimo che Colzètta (o nelle bocche più civili Cal
dava il boja agli arrotati. zètta). Calza. Calzetta – Le nostre
Colp mortal. s. m. pl. ſig. I colpi donne dicono che nelle calze il lavoro
mortali(Cecchi Assiuolo V, 2). progredisce così che -

Dà la notizia tutt a on colp e cia Tanti pont fa ona guggia, ta).


vo. Mostrare il morto sulla bara(Salv. Dò gugg fa ona cannetta(nella staffet
Granch. III, 9). Dò gugg e on guggin fa on torno,
Fà colp. Far colla o colpo o breccia. Duu torni ſa on cannettin,
Fà on bell colp o on colp de maester. Quatter cannettin fa on segnin,
ſig. Fare un bel colpo. Cinqu cannettin fa on segn.
Tutt in d'on colp. A un tratto. Le calze poi sono:
Cólp. s. m. T. di Zecca . . . . L'im Col pè. Calze solate(Nov. aut. san.
pronto che fa il torchio sul piastrino I, 86). Calze con peduli. Calze intiere,
(tondin) che gli è sottoposto a monetare. cioè con gamba e pedule d'un pezzo.
Cólpa. Colpa. Mezz colzett. V. Mezzacalzètta.
No aveghen nè colpa nè peccaa. fig. Senza pè o Con soletta o Con scal
Averci poco peccato in alcuna cosa. fin. Calze a staffa o a staffetta. Calze
Esserne poco esperto. che terminano in una staffa, e alle
Colpètt. Colpetto. On para de colpitt. Due quali conviene poi appiccare i peduli
bottarelle( tosc. - Poem. d'un aut. pis.). per calzarsene. Nelle prime sono le
Colpettin. Colpettino. parti seguenti:
Cólter(che altri dicono Cortèll o Taja Comenzin. Cominci? = Cress. Cre
dór). Coltello (Gior. georg. pass.) Col sceri? = Calaa o Ristrett. Discresceri?
tro. Coltella da riscontri (per arare). = Pont-invers o Cusidur. Costure. Ro
Coltùra. Zappatura - Dà coltura. Zappare. vescini e Armandoletta. Mandorla e
Coltùra. Coltivazione? (Trinci Agr. 89 e Fior. Fiore – Staffa. Staffetta – Cal
pass.). Quel terreno in cui nell'anno cagn. Calcagnino? = Chignocu. Cogno
andante fu seminato il grano turco , = Pè. Pedule = Scimin. Cimetta? =
che perciò fu vangato a primavera, Interz o Interzaa . . . .
e lavorato a zappa due o tre volte Nelle seconde oltre alle suddette
fra l'anno, motivo per cui l'anno parti(ed esclusi il calcagn e il pè col
dopo siſſatto terreno ridiviene ottimo scimin, ecc.) esiste anche lo Staffon.
letto al grano, come dice l'assioma Staffa – Soletta o Scalfin. Pedule. Scap
volgare contadinesco El forment el pino. Calzetto. Soletta (V. in Solètta).
ven via pussee ben in la coltura che Vi sono poi le Contigie o Calze
in la codega, contigiate; le Calze a campanelle men
COL (312 ) COM
tovate dal Caro nel prologo degli Falla in di colzon. fig. Cacarsi sotto
Straccioni, forse una cosa medesima Empiersi i calzoni. Cascar le brache
colle Calze a campanile dei diz., ecc. o Farsela nelle brache o sotto o nei
Colzetta che va-giò per i gamb. calzoni. Perdersi d'animo, avvilirsi.
Calza a bracaloni o a cacajuola. In cà gh'è semper maa se la donna
Colzett faa a guggia. Calzette ad porta i colzon, l'omm el scossaa.
ago(Caro Lettere ined. II, 528 note Quella casa non ha pace dove gallina
del ch. cav. bib. Pezzana). canta e gallo tace.
Colzett faa a telar.... Calze a telajo. Lassà-giò i colzon. Sbracarsi. Calar
Colzett sforaa. . . . . Calze a trafori. le brache, e ſig. Farsela nelle brache.
Conscienza ſada a colzetta. Coscienza Calar le brache.
camoscina(Soldani Sat. 4.º verso il fine). Lassass mett i colzon. fig. Lasciarsi
– Avegh la conscienza ſada a col aggirare come un arcolajo.
zetta. Vagliar checchessia come le bia Mett-sù i colzon. Incalzonare.
de, con buchi larghi e stretti. Pissass in di colzon del rid. Scorn
Filà e fa colzett hin duu mestee pisciarsi dalle risa.
de mori de la famm. V. in Filà. Portà i colzon. met. Portare le calze
Faa a colzetta. ſig. . . . . . Volubile, chiuse(Doni Zucca p. 2o5 verso) o i
ed anche Ambiguo. V. in Bicòcca. calzoni o le brache. Padroneggiare.
Tirà-ſoeura i colzett. Scalzare. Quand tiraven-sù i colzon con la
Tirà i colzett. fig. Tirare le calze o ruzella. Quando tiravan sù le calze con
il calzino. V. in Cagaràtt. le carrucole(Cecchi Sciamiti III, 6 in
Trà-ſoºura i colzett. Scalzarsi. Prov. p. 1 1 S). In tempo che Berta filava.
Trà-foeura scarp e colzett. fig. Spo Scurtà i colzon o i colzonitt. Cadere
gliarsi in farsetto. Fare ogni sforzo. del capisteo (“Vocab. aret.). Si suol
Colzètta. Calza per polli. dire agli antegeniti allorchè nascono
Conoss o Toeiù-via a la colzetta. ſig. loro altri fratelli; alludendosi alle
Conoscer la rete dallo staggio; e per facoltà domestiche che scemano per
maggior forza Conoscere e sapere chi ciascuno quanto più crescono i con
sono i suoi polli anche senza calza. dividenti. -

Colzettàscia. Calzaccia. Pegg. di Calzetta. Trà-foeura i colzon. Sbracarsi.


Colzettée. V. Calzettée. Colzonitt. s. m. pl. Calzoncini.
Colzettinna. Calzino. Scurtà i colzonitt. V. in Colzón.
Colzon. Calzoni. Brache. Brachesse. Pan- ll Comàa. Mammana. Levatrice. Madrina.
nilini. Panni di gamba; con v. ped. Pe Bàlia. Ricoglitrice. Savia donna, e vol
rizoma; con v. ant. sch. Le Stràbule. garmente anche Comare.
Canestro; ambig. Calze – V. Pantalon. Comaa Sciampanna. Tregenda. Ver
Cavall. Fondo = Falzetta. Serra. siera. Biliorsa. La nostra è voce finta
Finta e Patta. Brachetta. Toppa = per ispaventare i fanciulli; e forse,
Contrapatta. Pistagnino - Boffett. Cu come dice il Balest., dall'essersi così
latta = Cuu. Culo - Lazziroeu. Uso chiamata certa Giovanna Zampanina,
lieri = Sacoccilt. Taschini = Zentu moglie di un Giovanni del Belee, la
rin. Cinturini - Zenturon. Codino – quale convien credere che fosse di
Chignou. Fondi e Fessa. Sparato. un aspetto da far paura ai bambini.
A la Vedra no ghe va che i col La comaa Ranzònna. La Secca(Za
zon de fustagn. V. in Fustàgn. non. Ritr. fig. p. 264), cioè la Morte.
Andà a cavalon de la cusidura di Mantegni el fioeü a cà de la comaa.
colzon. Spronar le scarpe. Viaggiar V. in Fioeü.
pedone. V. anche in Cavàll. Vess come ona comaa che se ferma
Andà a monega de san Benedett de per tutt. Fare come l'asino del
cont i colzon sul lett. V. in Benedètt. pentolajo. - -

Andà in fond di colzon. V. in Fönd. Comànd. Comando. Comandamento.


Cont giò i colzon. A brache calate. Debon comand. Da comodo (“tosc. e
Bracalone. A bracaloni, poet. pis, I, 227). Da strapazzo.
COM (313) COM

Fà i comand. Imporre. Ordinare. Comarà. Ciarlare. Fare un mercato, una


Sciora de bon comand. Cortigiana. pispilloria, un cicaleccio o cicalamento.
Comànd. T. dei Tessit. Comdndolo. Rian Comarinna. Comare. Comadre che l'Ario
nodo. Nome di que” fili d'ordito che sto disse anche Comatre. Donna che
il tessitore tiene pronti per supplire tiene il bambino d'altri a battesimo o
a fili che si rompono nel tessere. a cresima, ed anche la madre del
Comandà. Comandare. Ordinare. Impe battezzato per rispetto a chi tiene a
battesimo.
rare. Imporre.
A comandà hin bon tucc o san ſà Comarinna. Dim. e vezzeg. di Comàa. V.
tucc o meglio ghe pias a tucc. La Comàzz per Bottarànna. V.
prima scodella piace a ognuno(Monos. Combàll. . . . Specie di barca da carico,
559). A ognuno piace il comandare(ivi). ed è il barcone di maggior portata
Chi no sa fà no sa comandà. V. in Fà. sui nostri laghi, e specialm. su quel di
Comandà a bachetta. Comandare a Como – Per le parti V. in Barca.
bacchetta. Comballin. Dim. di Combàll. V.
Combinà. Concertare. Nei diz. Combinare
Comanda chi pò, ubbedissa chi
deve o chi tocca. Comandi chi può, e derivati hanno tutt'altro significato.
obbedisca chi deve(Pan. Viag. Barb. Combinàss. Appuntare. Convenire, e ta
I, 49). Dettato che talora è esortazione lora anche Accozzarsi. (dere.
a obbedienza cieca, e talora dimostra Combinàss. Darsi il caso. Accadere. Succe
Combinazion. Caso. S'è daa la combina
zione di esser pronto a obbedire; nel
primo caso è il precetto dell'apostolo zion. Si die il caso. Il caso portò.
Obedite praepositis vestris; nel secondo Combustion(In). In combustione. In gar
equivale a dire Sono a vostri comandi, buglio. In trambusto. A soqquadro.
a vostri cenni, alla vostra obbedienza. In iscompiglio. In confusione.
Comandà i fest. V. in Fèsta. Combùtt per Bòtt. V.
Fà a combutt. Fare o Mettere a com
Comandà on'armada. Capitanare. Ca
pitaneggiar un esercito – Capitananza. butta. Mettere in uno stesso tino la
Se te vocu comandà, comanda sul poca uva raccolta da più proprietari
tò o comanda a cà toa. A casa sua per farne una sola svinatura da ripar
si va chi vuol fare il padrone (Fag. tirsi poscia a tenor del dovere – I
così detti Lattiroeu del Basso Milanese
Am. non op. a caso I, 4).
Te podet comandà ai gatt. Tu puoi mettono a combutta il latte per ripar
comandare al fuocone(Fag. Am. non tirsi poi fra loro il cacio che ne ricavano.
Comè. Come. Siccome. Così come.
op. a caso I, 4).
Comandà . . . . Ordinare alcun lavoro Comè che cossº ... paragon mozzo.
a un artiere. Gh'è staa comandaa on Comè. Molto. Quanto mai. Assai. Di molto.
Di moltone. Di moltissimo.
ritratt de Fontanelli. Gli fu allogato un
ritratto di Fontanelli. Gh hoo coman L'è grand comè. Egli è assai grande.
daa on vestii. Gli ho ordinato un abito. Cóme. Come.
Comandà. T. di Merc. e Sensali . . . . E come ! E di che sorta ! Ed in
Determinare, definire il prezzo d'una qual modo! Per appunto! Così certa
merce, porre a una merce tal prezzo mente. Sp. d'esclamazione affermativa.
donde i contraenti non si possano Còmed, Comedàss. V. Còmod, Comodàss.
dipartire. L'ha comandaa lu el ma Comédia. Commedia - L'autor di comme
rossee vint zecchin. Egli il cozzone die dicesi Commediògrafo, e disprezz.
ha chiuso prezzo venti zecchini. Commediajo; lo scriverle Commediare.
Comandà . . . Alla taverna è il doman V. Burlètta, Farsa, ecc.
dare bevande e cibi per la brigata; Prenzipi. Entratura. Pròtasi = Att.
e il domandatore suol essere pagatore Atto = Scenna. Scena - Intrecc. In
giusta il nostro volg. Chi comanda paga. treccio. Viluppo. Intrigo – Fin. Ca
Comandà el coo. T. de Tessit. Accoman tastrofe. Scioglimento.
dolare. Rannodare o rimettere le fila Comedia a soggett. Suggetto (V. il
rotte dell' ordito. diz in Burletta). Commedia così detta
Vol. I. 4o
COM (314) COM
dell'arte, e per lo più con maschere, i Comenzàa. Cominciato. Comincio. Prin
nella quale, prefissi il piano della fa cipiato. Incominciato.
vola e la distribuzion sua in ogni | Comenzin. Comincio? Nome di quei pri
scena, è lasciato il dialogo all'arbitrio mi giri di punti co quali si dà inco
dei comici. minciamento a una calza, e che so
Comedia de carater. Commedia di gliono esser fatti per un verso diffe
carattere o d'intreccio. La così dettarente dai rimanenti, e spesso anche a
commedia erudita, tutta dialogizzata trafori, così per orlo e saldezza come
dal commediografo. per ornamento. I Parmigiani lo dicono
Se po minga fà de dò part in co la Prinzipiatga d'na calza.
media. Non si può cantare e portar | Cómer o Cómor (che alcuni dicono C6l
la croce. Va anche in Màrta. mer e Cùmol). Colmo.
Comédia. Celia. Burla. Giuoco. Baja. Lo | Comèss. Commesso. Nome generico il
stesso che Lòggia. V. quale importa l'idea di persona che
Comedià. Celiare. Far baje. V. Loggià. agisce per sostituzione, cambio, in
Comediant. Commediante. Comico; e dottr. carico d'alcun principale. È meno del
Istrione. Comissari. Commessario o Commessa
Comediànt. Bajone. Tutto scherzi. V. rio – Noi abbiamo
Loggiadór. Comess de negozi e assol. Comèss.
Comediètta. Commediò la. Commedina. Giovane di banco. Ministro. Il francese
Comediòn. Commedione. Commedia di Commis.
gran merito. Comess de polizia e ass. Comèss.
Comenzà. Cominciare. Incominciare. Prin Ispettor di pulizia(Dec. toscano leo
cipiare. Iniziare, e alla lat. Esordire. poldino 26 maggio 1777 sul buon
Dar principio o cominciamento – Acci governo). V. anche Respettòr.
gnersi – Pigliare o Imprendere o Pren Comess de vituaglia. Grascino. Mi
der a dire, fare, ecc. – Avviare – Gli nistro basso del Magistrato della gra
antichi scriss. quasi sempre Comenzare. scia (Giudes de vituaglia) che invigila
Comenzà a l'incontrari. Prendere o
perchè le grasce si vendano legittime
Mangiare il porro dalla coda. ed a misura e peso giusti.
Comenzà a rompes. Incrinare. Far | Comètt. T. de Funajoli. . . . . Attorcere
pelo. insieme legnuoli per farne le funi.
Comenzemm intant; mettemmes a Il francese Commettre.
dree. Cominciamo a dire A (Lasca | Comètta. Cometa.
Spirit. III, 3). - -
Coa. Chioma. Coda. Crini. Trecce.
º, - - - -

Comenzemm minga nè! Suona che io | Comètta. . . . . Specie di cuffia con ale
ballo dicesi ai fanciulli inquieti. piccole e rialzate, ch'era in moda
Che serva per comenzà. Comincia verso la metà del secolo scorso.
tivo. Iniziale. Comètta. Aquilone. Drago volante. Cervo
Chi comenza. Cominciatore – Co volante. Nome che i fanciulli danno
minciatrice – Cominciante.
a quel balocco ch'essi fanno con carta
El tutt el sta a comenzà. Il più stesa sovra cannucce o stecche, il
tristo o duro passo è quel della soglia. quale mandano in aria quando spira
Ghe voeur on sesin a comenzà e un po' di vento, allentando lo spago
on sold a fornì. V. in Sesin. cui è raccomandato, e che tengono
Hin nanch assee de comenzà. Sono in mano per riaverlo a piacimento
un asciolvere. Dicesi per lamentare Fra noi usano fargli certa coda con
scarsità specialmente di danari. anelli di carta o stoffa a similitudine
Mangià e mormorà basta domà co delle trecce che hanno dietro le co
menzà. V. in Mormorà. mete, donde forse venne il nome
No savè de che part comenzà. Non vernacolo di questo balocco.
saper da che lato farsi (Monos. 177). Comètta (Giugà a la). Fare alla cometa.
Tornà a comenzà. Ricominciare. Ri Sp. di giuoco di carte che usava in
pigliare. passato, e mal noto oggidi.
COM (315) COM
« E col nomm de cometta el gh'è Vun a Bergom e l'oltr'a Comm....
anch on gioeugh. » Suol dirsi quando due persone nel
(Bal. Rim.) loro operare o discorrere siano som
Comettàu. Commesso. Imposto. Coman mamente discordi.
dato. Còmm. Il Conne. La sigla c; la Cedille
Come-và. m. avv. Per lo modo. Di santa de Francesi. V. in Ètt.
ragione – A modo e a verso. El gh'ha Commission e deriv. V. Comission, ecc.
daa quatter gnocch come-va. Lo ba Còmod. s. m. Comodo. Agio. Agiatezza.
stonò di santa ragione – El gh'ha Comodità.
daa ona bajada come-va. Gli fece un Toeussela o Falla con comod. Pi
rabbuffo a modo e a verso. gliarsela consolata o Far checchessia
Còmica. s. f . . . . . Attitudine a sce consolato.
neggiare. El gh'ha de la gran comica. Còmod. s. m. Cesso. Comodità. V. Càmer.
Atteggia bene. Còmod. s. m. Calesso. Vettura. V. Caròccia.
Còmich. s. m. Comico. V. Comediànt. Còmod. s. m. T. di Giuoco. Matta. Carta
Còmich. ad. Comico. determinata la quale a certi giuochi,
L'è comica. L'è da ridere. È sin come a quello di bazzica, si fa con
golare. tare quanto un vuole, insino a dieci.
Comifò. A modo e a verso. A dovere. Fra noi è comunemente il sette di
Appuntino. Dal ſr. Comme il faut (co cuori, e in generale ella è un sette
me si dee). V. anche Come-và. o un sei di qualunque palo,
Comin per Chimm. V. Còmod (e cont. Asiós o Asiòtt) ad Agiato.
Comincià. V. Comenzà. Ch'el staga comod. Non si scomodi.
Comissàri. Commissario. Commessario. Vess de comod. Aver agio.
Chi è preposto a negozi del pubbli Vess de comod per andà a on sit.
co. Noi abbiamo Esser comodo a un luogo. -

Comissari de polizia. Commissario Còmoda. sost. f., ed anche Cadrega de


di pulizia (Decreto toscano leopoldino comoda. Seggetta. Predella. Sorta di
24 maggio 1777). Soprantendente al sedia per uso d'andar del corpo.
buon governo in alcun rione della Comodà. Calzare. Quadrare.
città. Comodà minga. Non andare a verso.
Comissari distrettual. . . . . Il com Comodàda. Ad. di Polénta. V. -

messario governativo per la zienda Comodamént. Largamente.


amministrativa d'un distretto di pro Comodàss. Accomodarsi. Sedersi. Ada
vincia. giarsi.
Comissaria. Commessaria? Commissa Ch'el se comoda. S'accomodi. Segga.
!
Comissariàa. ria? Commissariato? Com Giugà a comodass e gibilin. V. in
messariato? La stanza, la residenza del Trisètt. -

commessario governativo del distretto. Comodin (che anche dicesi Sur Comodin
Comission. Commessione. Commissione. o Pader di comoditaa). Santagio. Ser
Incumbenza; e ant. Commessa. Còmodo(Fag. Gl'Ingan. lod. I, 11).
De commission. In commessa. Per Don Agiato(Alleg. 62). Ser Accomoda
commessione. Lavorà de commission. (Alleg. 65 – In questo significato lo
Lavorare a posta. Fare un lavoro de spiega il Gh. Voc., ancorchè la voce
terminatamente per qualcuno. per sè medesima non si pieghi troppo
Comissionàri. T. merc. Commissionario. a tale significanza, e il passo citato
Comissionètta. Comandigiolo("pist. – Cini sia poco chiaro in proposito). Voce
Des. e Sp. III, 6). bassa che si dice a persona agiata e
Comittént. T. merc. Commettente. tarda nell'operare.
Còmm. Como. Nome di città che qui si Comodin (che anche dicesi Sett de coeur).
registra perchè dà luogo ai dettati Ripieno. La cassetta dei rifiuti(Fag.
Doppi come i scigoll de Comm. Uo Amor non op. a caso III, 6).
me fognato(Vas. 99o). Servì de eemedia e de sett de eeeur.
Savon de Comm. fig. V. in Savén. Servir per ripiene. Si dice fra nei di
COM ( 316 ) COM

persona che non è adoperata se non a biamo che pochissime voci indicanti
riempire il voto che rimanga acciden da sè sole la compagnia e il genere
talmente. È frase usata specialmente di essa, come Colega, Compatron ecc.;
nelle cose erotiche, dicendosi p. e. da gli altri s'esprimono sempre per Com
una donna al suo damo: a Te me voeu pagn de scacula, d'etaa e simili. In
fà servì de comodin , cioè ti rivolgi italiano in vece il Compagno nell'abita
a me nei momenti in cui non hai altra zione dicesi Coabitatore o Coabitante,
cui appigliarti. quello nell'ufficio Collega, quello di
Comodin. . . . . Così chiamasi ne teatri guerra Commilitone, nella eredità Coe
quel secondo sipario, collocato al rede, nel legato Collegatario, nella
quanto più addentro del primo nel successione Consuccessore, nel nego
palco scenico, il quale si cala duranti zio Consocio, nella scuola Condisce
gl'intermezzi della rappresentazione. polo, alla tavola Commensale, negli
Comoditàa. Comodità. utili Compartecipe, nella proprietà
Comodón... Agio grande, comodo grande. Comproprietario o Compadrone o Con
Comoeüv. Commuòvere. dòmino, di età Coetaneo o Coevo,
Cómor. Colmo. nella eternità Coeterno, nell'esistenza
Misurà comor. Misurare a misura Coesistente, nella colpa Complice o
colma. Far la misura al colmo. Correo, nel noviziato Connovizio, nella
Cómor (parl. di campi). Incolmato(Gior. donazione ricevuta Codonatario, nel
Georg. VII, 115). Addiet. di Campo debito Condebitore, nella sicurtà Con
in cui sia data alcun po' di colma fidejussore o Commallevadore o Corri
nel mezzo per lasciare scolare le fil sponsale, nella signoria Consignore,
trazioni; e Colmatura o Colmo (Gior. nella servitù Conservo, nel proteggere
Georg. V, 44) dicesi il declive che si altrui Comprotettore, nell'opera Coo
dà al campo nel vangare, e ciò ad peratore o Cooperario, nella estensione
effetto di sanarlo dall'umido. Coesteso, nell'esser allattato Collatta
Comorisc. Voce usata nella frase Comor neo, nel discorso Collocutore o Con
comorisc. Colmissimo (Min.). locutore, nel martirio Commartire, nel
Compàa. Compare. Compadre. Patrino. la patria Compatriota, nella nazione
Compaa bosard. . . . . . Così suol Connazionale, nella porpora Compor
dirsi per ischerzo a chi regge la mula, porato, nella presidenza Compresi
a chi aiuta il bugiardo nelle sue bugie. dente, nella profession monastica Com
Compaa de l'aj. L'amico. Quel tale. professo, di provincia Comprovinciale,
Compaa de l'anell. Pronubo. Testi di città Concittadino, di terra Conter
monio di nozze. raneo, nel genere Congenere, nel ti
Compaa. Compare alla romanesca tolo Contitolare, nella visita Convisi
(Cecchi Assiuolo V, 8). tatore, nell'obbligo Coobbligato, ecc.
Fass compaa. Incompararsi. Incon Fà on compagn. . . . . Incontrar
trar comparatico o comparaggio – Far conoscenza con alcuno.
comare. Diventar compare con una I compagn cattivtiren in perdizion.
donna col tenerne un figlio a battesimo. Le male compagnie conducono altrui
Invidass compaa con vun. . alle forche (Machiav. Opere IX, 2o).
Esibirsi altrui per compare. Pader compagn. V. in Pàder.
Restà compaa (in gergo). Restar Senza el pader compagn. V. De
compare(“fir. – Rime d'un poeta scompagnàa.
pisano). Farsi fratello alcuno(Sacch. Compàgn. ad. Compagno. Uguale. Simile.
Nov. 199), cioè rimaner tinto da al Consimile. Pariforme – Equivalente
cuno per debiti – Equipollente – Equidistante.
Voeutt restà compaa? . . . . Modo Aria compagna. Aria simbola.
basso per indicare altrui che si sta En ven pù de compagn. Natura il
per andare del corpo. fece e poi ruppe la stampa.
Compàgn. Compagno. Al dim. Compa Fà compagn. Imitare. Fa compagn
gnino. Nel dialetto nostro non ab de mi. Imitami.
COMI (317) COM
On omm che no gh'è el compagn. Vess de la compagnia assol. o vero
Uomo incomparabile. Vess de la compagnia de san Salva
Vess tutt compagn. Esser tutti di dor. fig. . . . . Essere un tritone, un
una buccia, d'un pelo, d'un pelame, bruco, un pitocco – Vale anche Dar
d'un sapore, d'una medesima panni nelle vecchie parlando d'abiti o simili
na. Esser d'una pece o Esser mac assai logori e malandati.
chiati d'una stessa pece. Vess entraa in la compagnia. fig. e
Compàgna. Compagna, e scherz. Com sch. Esser entrato nel numero degli
pagnessa. imbrogliati(Fag. Ing. lod. II, I 1).
Compàgna. s. f. T. di Giuoco. La rivinta. | Compagnia. T. eccl. Fraternita. Compa
Compagnà. Accompagnare. gnia.
Compagnà. Apparigliare. Appajare. Ac- | Compagnia. T. teatr. Compagnia.
compagnare. Compagnia. T. milit. Compagnia.
Compagnà i parpaj. Accoppiare. Ap- | Compagniètta. . . . . . Brigatella, pic
pajare le farfalle de bachi da seta. ciola compagnia.
El Signor je mett al mond, e lor | Compagnionna. . . . . . Compagnia di
se compagnen. V. in Signor. assai valore.
Tornà a compagnà. Raccompagnare. | Companàdegh. Companatico. Companatica
Riallogare. – Camangiare.
Compagnà-via. Agguagliare. Pareggiare. | Comparì. Comparire. Apparire.
Compagnà. T. di Mus. Accompagnare. Comparì. Far comparsa. Esser appari
Compagnàa. Accompagnato – Accoppiato. scente.

Appajato – Ammogliato – Adeguato. Compàrs. Comparso. Comparito.


Compagnada ben. . . . . . I caciaj | Compàrsa. Comparsa. Comparita. Com
chiamano così quella pasta del cacio parizione. Comparigione - Apparita.
lodigiano che fu ridotta a cacio con Apparizione. Apparimento – Compa
giusta misura di tempo, di caglio, riscenza. Appariscenza.
di temperatura. Compàrsa. T. di Teat. Comparsa.
L'è mej soll che mal compagnaa. Compàss. Compasso. Le seste.
E meglio assai lo star solo che male Gamb. Bracci. Piè. Aste. Gambe? =
accompagnato(Monig. Serv. nob. II, 15).. Botton o Brocca. Chiovola? Nocella.
Compagnadór. T. mus. Accompagnatore. Nodo? = Pont. Punte.
Compagnamént. Accompagnamento. Ac Compass a botton. Compasso a no
compagnatura – Codazzo – Corteo cella.
– Associazione – Scorta. Compass a muda. Compasso doppio.
Compagnamént. T. mus. Accompagna Ruzellin. Stelletta -Tiralini.Punta
mento. doppia o Tiralinee - Gamba ta
Compagnàss. Appajarsi. Accoppiarsi be jenta. Tagliacerchio = Stanghetta.
stie, ecc. Cursore.
Compagnia. Compagnia – Società – Compass a pont invers. Compasso
Crocchio. Conversazione – Compagna colle punte storte(Trinci Agric. I, 95).
tura – Ragione. Società – Commàndita. Un pajo di seste con le punte torte
Accomandita. -
all'indietro(Bart. Mis. 81).
Compagnia brusca. Scapigliatura. Compass a vit. Compasso a vite.
Criocca. Confrediglia. Combriccola. Compass de grossezza o a spessor
Compagnia de bordocch o morta o a vott, ed anche assolutamente el
del sogn. . . . . . Compagnia melan Vótt Compasso a imboccatura?
conica, trista, dissipida. Compass de verga. Compasso scor
Compagnia de lader. Brigata di ritojo. Compasso a verga.
ladri. Compass stort. Compasso torto da
On omm de compagnia, Compagnone. legnajuoli. Compasso curvo. Che ha le
Buon compagno. gambe ricurvate in dentro.
Per compagnia vun l'ha mangiaa | Compassà. Compassare. Sestare; e fig.
on bò. V. in Bò. Misurare i termini, le parole, ecc.
COM (318 ) coM
Compassàa. Compassato; e fig. Misurato. Compì. Rimunerare. Pagare. Compensare.
Ponderato; e talvolta anche Legato. Sciogliere il debito. La voce milanese
Affettato. P. es. Parlà, Rid compassaa. Compì appartiene al parlar nobile, se
Parlar colle seste. Rire, Parler, Faire così è lecito chiamarlo; giacchè anche
par compas dicono anche i Francesi. il dialetto milanese varia natura nelle
Compassàda. Voce usata nella frase Dagh bocche di quelli che lo parlano a
ona compassada. Misurare col compas seconda della più o meno elevata
so. Sestare. condizion loro.
Compassin. . . . . Picciol compasso. Compiàng. Compiangere. Compiagnere.
Compassión. Compassione. Commisera Compiasè. Compiacere.
zione. -

Compiètta. Compieta.
Avegh compassion de vun. Incre Compimént. Compimento. Perfezione.
scer d'uno. Compassionare uno. Avere Se pò minga avegh tutteoss in com
o Portar compassione a uno. Prendere piment. . . . . . Nelle cose conviene
o Sentir compassione d'uno, e ant. Sen star contenti al ben discreto , beati
tirsi preso in pietanza d'alcuno. tudine compiuta non è mercanzia di
Fà o Mett compassion. Muovere a quaggiù; sempre manca alcun che
compassione. - nelle cose terrene; tutto tutto non può
L'è mej fà invidia che nè compas essere appieno secondo i nostri voti.
sion o L'è mej vess invidia a che com Compinà. Compitare. Accozzar le lettere.
patii. Egli è meglio essere invidiato Leggere a compito. Rilevare e pronun
che invidiar altri(Ambra Furto II, 5). ciare lettera per lettera e sillaba per
Compassòn. Il sestone (Bart. Mis. 95). sillaba. – Talora per Leggicchiare.
Gran compasso. Compleamus. Anniversario.
Compatì. Compatire. Complèss. ad. Complesso. Membruto. In
Besogna propi pati per compatì. formato.
Corposatollo o pieno non crede al di Complèss (In). In monte. In pieno.
giuno o all'affamato. Prov. di ch. sig. Complession. Complessione. Tempera
Ch'el me scusa s'el compatissi. . . . mento. Temperatura.
Scherzo che si usa con alcun dolcione Completà. Interare. Far completo o com
a cui si voglia negar ragione. piuto. Dal lat. Complere.
Fass compati. Farsi compatire o Complètt. Compiuto. Completo. Pieno.
beffare. Compli. Complire(Fag. Rim. III, 7o –
Compatibil. Compatibile. Targ. Viag. VI, 18). Tornar conto.
Compatibilmént. Compatibilmente. Gh'è nissun che ghe complissa de fall.
Compatii. Compatito. Non è persona cui compla il farlo.
Compatimént. Compatimento. (rio. Complicàa. Complicato.
Compatrón. Compadrone. Comproprieta Complimént. Complimento.
Compéns. Compenso. Compensazione. Fà i socu compliment. Complire.
Compensagione. Stà sui compliment. Stare in sui
Compensà. Compensare. convenevoli.
Compensàa. Compensato. Complimenta. Complimentare. Complire.
Compesà. Fare a miccino. Sparagnare. Complimentàri. Complimentario. Quegli
Vale mangiar pane con proporzionata che ha il complimento in un negozio.
quantità d'altro cibo. Dal lat. Com Complimentàri. scherz. Complimentoso.
penso, dice il Varon de Milan e poco Complòtt. Cospirazione. Macchinazione.
bene parmi; forse volea dire dal lat. Trama. Cabala segreta. Combriccola,
Compendium e Compendifacere; o forse e ant. Postura. Dal francese Complot.
noi imitammo il venez. Companizar Unione di più persone che ha per
o il Coumpanegear de Provenzali. fine di nuocere altrui, e principal
Compètt. Competere. Spettare. mente a chi comanda.
Compi. Compiere. Complottà. Cospirare. Conspirare, e ant
Compì i ann. Fornirgli anni(Lasca Far postura. (Composizione.
Spir. IV, 1). Passar gli anni. Componimént. Componimente. Scrittura.
COMI (319) COM
Componimentin. Scritturetta. Composi si fanno posate, vasellami, canne da
zioncella. organi, ecq. I Tedeschi la dicono
Compònn. Comporre. Tessere. Distendere. Metall per antonomasia.
– Compilare e alla lat. Componere – Composizion. T. di Stamp. Composizione.
Parlando di cose meccaniche Costruire. L'accozzar nel compositoio le lettere
Construire – Il comporre poco o a per farne parole, linee, pagine da
stento dicesi Componicchiare. stampare, ed anche il Disteso delle
Compònn. T. di St. Comporre. Accozzare lettere così accozzate.
i caratteri corrispondenti al mano Composiziòn. T. di Fond. di caratt. . . .
scritto da stamparsi. L'accozzare sul compositore le lettere
Componn a la longa. T. di Stamp. di pari specie per ordinarle e pulirle.
. . . . Il comporre gran quantità di Composiziòn. T. scolast. V. Dovér.
righe per uno stampato senza impa Composizionètta. Composizioncella.
ginare, ciò che presso gli stampatori Compòsta. Composta. Confezione.
francesi viene detto Aller en galee o Compostera. Barattolo? Vaso da conserva.
en paquet. Il compositore che così Composterla.... Quantità di confezioni.
compone è quello nominato dai Fran Cómpra. Compera. Compra – Compe
cesi Paquetier. - ramento. Compramento.
Comportà. Comportare. Richiedere. Comprà e Crompà. Comperare. Comprare.
Comportà. Soffrire. Sopportare. Compor Comprà a bott o in combutt... ..
tare. Tollerare. Comperare a un colpo, senza ponde
Comportàss. Comportarsi. Diportarsi. rare partitamente il valore degli og
Compòsit. T. archit. Composito. Italico. getti che si vogliono acquistare.
Latino (ordine). Comprà a l'ingross. Comperare in
Compositor. T. di St. Compositore. Com di grosso.
ponitore. Colui che trae i caratteri Comprà al novell o in erba. Com
dalle cassette, e si gli acconcia che prare a novello o in erba.
vengano a formare il disteso dell'opera Comprà a mezza gamba. V, in Gàmba.
da stamparsi. Comprà a pronti. Comprare a con
Compositor. T. di St. Compositoio. Ar tanti o per contanti o a danaro con
nese di ferro, di cui si serve il com tante.

positore per comporre le linee ad una Comprà a strasciamercaa. Compe


ad una. Le sue parti sono rar a piacere.
Coo. Capo? ingl. Ead = Pian. Pia Comprà car. Comprare caro. Soprac
no? Corpo? ingl. Ledge = Ferr. Chioc comperare.
cioletta? Ferro? ingl. Sliders = Vit. Comprà con di danee imprumedaa.
Vite. Comprare a danari ripresi.
Compositor. T. di Fond. di caratt. Com Comprà de foeuravia. Comperare per
positore. Strumento simile al compo iscarriera. V. Foeuravia.
sitojo dello stampatore, ma talora Comprà gatta in sacch. Comperar
anche di legno, addetto al registro la gatta nel sacco. V. in Gàtta.
(copodr) pel pulimento delle lettere. Comprà on debit. Comperare una
Compositór. T. de Leg. di lib. . . . Sp. detta.
di compositoio diverso dai due già Comprà per revend. Barullare.
descritti e simile a un martello chiuso Comprass del maa, di fastidi, e sim.
da ambi i lati, con vite motrice e Guadagnarsi del male – Comperarle
con manico, del quale si fa uso per brighe a contanti.
mantenere ferme le iscrizioni che vo Comprà vun. Cattivarsi alcuno.
glionsi stampare sul dorso dei libri. Chi no te conoss no te compra o
Compositor de musega. Contrappuntista. crompa. Non ti conosco se non ti ma
Compositore, e con una voce tedesca neo(Sacch. Nov. 149). Chi ti comprasse
usata dal Doni Componista. - per lepre getterebbe via i danari o
Composizion. . . . . . . È un misto di perderebbe tre quarti dei danari o sim.
piombo e stagno fusi insieme onde Si dice a chi sia grandemente astuto.
COM (32o ) COM

Chi sprezza vocur comprà. V. in mai veritieri, ed ai quali ogni onesto


Sprezzà. - -
uomo deve sostituire (checchè sia per
El comprà insegna a vend. V. Vénd. accadergli) quelle sante parole che il
Te vuj comprà e poeü vend. V.Vénd. Metastasio fa dir ad Attilio Regolo (II, 1)
Vendela come la si è comprada. fig. « La patria è un tutto
Vendere l'ortolano e la carota; il lat. Di cui siam parti. Al cittadino è colpa
Relata referre. Considerar sè stesso

Vuj comprall des voeult. Sin. di Vuj Separato da lei. L'utile e il danno
daghen des a andà ai dodes. V. in Dés. Ch'ei conoscer dee solo è ciò che giova
O nuoce alla sua patria. »
Comprà. fig. Comprare. Informarsi sottec
chi di checchessia, o Cavare i calcetti El secrett del comun. Il segreto
altrui, o vero Star a sentire, non dire delle sette comari, cioè noto a tutti.
del suo, ma ascoltare dell'altrui. Omm de comun. Guardia comuni
Semper comprà e mai vend. Com tativa.
prate e non vendete. Va in piazza e Robba de comun robba de nissun
odi, torna a casa e godi. Nell'udire L'interesse privato da de calci al ben
son sempre mille buon tagli. Senti il pubblico(Dav. Tac. Ann. VI, 1 1). Quae
compagno e tu sta zitto(Fag. Amor non communiter administrantur communiter
vuole avar. I, 5). Dettati de galantuo negliguntur. V. sopra Chi fa ben, ecc.
mini borgognini soliti raccorre tutti Savell domà tre personn, el con
i bioccoli altrui e non ne lasciar mai sol, el comun e la comunitaa. V. in
cadere uno de loro, dettati de'quali Cónsol sig. 2.”
mi pare valgano meglio quelli che Comunàl. Comunale. Comunitativo. Pascol,
dicono: Vedè e tasè. Bocca chiusa e Bosch, Praa comunal. Paschi o Terre,
occhio aperto non ne fu mai ignun Boschi, Prati comunali, ed anche Comu
diserto(Salv. Granchio II, 4). Presto nanza in genere(Lastri Op. V, 17).
all'udire, ma a risponder tardo fa che Comunicà. Aver comunicazione. Comuni
tu sia(Machiav. Com. in versi V, 3). care – Partecipare. Comunicare –
Compràa. Comperato. Comprato. Compro. Comunicare. Amministrare il sagra
Compero. mento dell'eucaristia.
Comprés. Compreso. Computato. (rente. Comunion. Comunione. Fra noi si usa
Comprò. Compratore. Comperatore. Acqui quasi unicamente come sinonimo di
Compromèttes. Compromettersi. eucaristia. Fà la comunion. Fare o
Podè minga compromettes de vun. Ricevere la comunione.
Non poter fare a fidanza con alcuno. Vess vora de mettela a la comu
Compromiss. s. m. Compromesso. nion. gergo. Esser tale da darle il
Compromiss. partic. Compromesso. Cristiano. Fra gli antichi Romani le
Compù. Quanto più. Compà el bev e giovanette ricevevano il titolo di Do
compù el ghe fa maa. Quanto più bee mina solo all'età di pubertà, cioè al
tanto più si danneggia. loro anno 14. : nel nostro contado
Computà. Computare. esser ammesse alla comunione, mutar
Computàa. Computato. la coda fanciullesca nelle trecce gio
Comquibus. V. Conquibus. vanili, e mettersi in ischiera fra le
Comun. Comune. nubili sono una cosa sola; di qui
Chi ſa ben a comun fa ben a nis forse il volgo trasse il gergo su riferito.
sun o vero Chi serv a comun serva Comuniòrum (In). In comune. In buona
nissun o vero Lavorà per el comun, comunella.
l'è on fà ben a nissun. Chi serve al Comunitàa. Comunità. Comune.
comun non serve a nessun(Buoni Prov. Comunitaa religiosa. Comunità.
II, 7). Chi fa bene al comune non lo Savell domà tre personn, el consol,
fa a nessuno(Baldi Congressi civili, el comune la comunitaa. V. in Cónsol
pag. 39). Qui sert au commun ne sert sig. 2.”
a pas un dicono i Fr. Dettati poco Comunitt. Comunelli(Gior. Georg. I, 685).
onorifici per quei paesi ove fossero Comuni poco estesi, poco popolosi.
CON (321 ) CON
- Comunna. ad. Comune. Aritmctega co Incaster. Cateratta e talora Cateratta
munna. Aritmetica comune. a ventola – Scaregador, Rifiuto. Sfio
Comùnna. Ad. d'Erba. V. ralore. Diversivo.
Comùnna. s. f. . . . . Prigione comune Fà conca. Passare il sostegno. È
a molti carcerati. quel fermarsi che fanno le barche
Cón. V. Cónt. nello spazio che corre fra i sostegni
Con che. Con patto che. Purchè. A binati, per lasciar che l'acqua del
patti. A condizione che. canale venga a pareggiare come il
Con dì, Con disend, Con fasend, primo anche il secondo sostegno.
e simili. Con dicendo(Pecor, II, 5o4). Concéd. Concedere. Accordare.
E vale Dicendo, Con dire e simili. È Conceduu. Conceduto. Concesso.
modo usato dagli antichi scrittori ita Concentrà. Concentrare. Fra noi però è
liani rimasto tuttora al nostro volgo. termine forense o degli uffizj, e vale
Con pù. V. in Pù. -
Ridurre in uno. -

Con tant. Per quanto. Concentràa. Concentrato. Ridotto in uno.


Vess convun. Convenire con alcuno. Concentràa. Cupo. Assòrto.
Sont con lu. Sono con lui(Targ. Viag. Concentrazion. Concentramento. Fra noi
IV, 15), cioè sono del suo avviso. però è termine degli uffizj, e vale
Cònn. V. Còmm. Riduzione a una.
Cónca (che nelle osterie incominciano an Concepì. Concepire,
che a dire Baciàccia, voce provegnente Concepista (voce portataci dai Tedeschi
dal francese Bachat o Bachasson nota dopo il 1814). Minutante?
ai fabbricatori di carta). Acquafo. Pila Concèrt. Concerto. Concertato. - ,

grande per uso di lavar le stoviglie. Concèrt. Concerto – Gariglione. )


Andà a la conca a lavà i piatt.... Concertàa. T. mus, Concertato.
Andare a rigovernare le stoviglie. Concertàss. Concertarsi.
Ergo donca, trii conchin ſan ona Concertin. T. mus. ... Picciol concerto.
conca. V. in Dónca. Concerton. T. mus. . . . Gran concerto.
Parì d'avè d andà a la conca, e Concession. Concessione. Concedimento,
scherzevolmente d'andà a scriv o a Concètt (Alunno de. Alunno minutante?
scriv a la conca V. in Scriv. Iniziato a stendere le minute. -
Conca (Fà). Imbiecare. Imbarcare. Far Cónch o Cónt. v. contad. Chiòvolo. Go
barca. Dicesi de legnami quando pi gno(*ſior. – Gior. Georg. XII, 88).
gliano certa convessità. V. Gittàss. Quel ferro arcuato con due ripiegature
Fà conca (in generale). Esser con dai capi che tiene ferma al timone la
cavo, Avere concavità. catena o gombina(gionghera) del carro
Cónca. T. de Cioccolat. Vassoio (Lastri - da buoi. Il Vocab..siciliano dice che
Op. I, 149). Nome di quelle catinozze in Sicilia si chiama Cunseri.
di legno molto spase, altre delle quali Conchée. v. a. Vasajo. Vasella jo. Fab
servono per ripulire il cacao, ed altre bricator di vasi. - - - -

per contenere il cacao stesso ridotto Conchètt per Palott de barca. V.


pasta. Conchètta. Conchetta.
Cónca. T. idr. Sostegno. Congegno di cate Conchètta. T. idr. Picciolo sostegno.
ratte che si fa a traverso d'un canale Conchin. Còncola. Truògolo. Vaso di
o d'un fiume per tener in collo o sia legno di figura quadrangolare, che
sostenere l'acqua a certa altezza e fra noi si soppone specialmente alla
passarla gradatamente a comodo della parte anteriore della botte perchè
navigazione. Vi sono Sostegni semplici, nello spillare il vino non ne gocci in
Sostegni a porte raddoppiate, e Soste terra, ma si raduni in esso, e altri
gni di ripresa, cioè binati; e questi se ne possa servire. È detto dai Te
ultimi costituiscono propriamente la deschi II einstenderl; e forse direb
nostra Conca. besi anche Conchetta, Tinozzetta o
Fond. Camera. Vasca = Conca. Cal Bigonciuolo in italiano secondo i vari
lone. Conca = Anton. Porte. Portoni – altri usi a quali venisse servendo.
IVol. I. 4i
CON (322 ) CON
Ergo donca, trii conchin fan ona malefizio del Burch. Son. pag. 55, e
coll'Esservi tanto untume da condire
conca. V. in Dónca. -

Vin di conchitt. V. in Vin. il calderon d'Altopascio del Boccac.


Concistòr. Concistoro. Consistoro. Con Nov. di fra Cipolla.
sistorio. Noi lo diciamo comunemente Condii. Condito. (dito.
Condimént. Condimento. Conditura. Con
in senso di Combriccola o Conciliabolo,
e anche nel senso men tristo e scher Condiscénd. Condescendere. Condiscen
zevole di Parlamento o Crocchio, ma dere. Accondiscendere.
Condizion. Condizione. Patto.
sempre segreto come l'usa il Doni
Condizion. Lutto. Gramaglia. Bruno.
nella Zucca a p. 166.
Fà concistor. Parlamentare. Confa Condizion greva o intrega. . . . .
bulare. Tener concistoro. Lutto amaro, lutto grave. Fra noi con
Conclùd. Conchiudere. Concludere. Acca siste in avere tutto il vestiario este
riore di color nero e di lana.
pezzare. Terminare. Venire a capo.
Mett condizion. Prender l'abito di
Concludùu.
OllCluloitlll º Concluso. Conchiuso.
Conclùs. -
doglia(Cino Son. 78). Porre corruccio.
Conclusion. Conclusione. Conchiusione. Mezza condizion. . . . . Lutto leg
Conclusion di matt. Sconclusione giero. Fra noi consiste nell'aver in
(Min.).
dosso alcun segno di bruno, e nel
l'indossar le donne abito nero di seta.
Vegni a la conclusion. Venire a o
Mett ona robba de condizion. Portar
alla conclusione, al fatto, a ferri. Toc
car della fine. Venire al conchiudere. checchessia perduolo(Doni Zucca p.45).
Concór. Concorrere – Gareggiare. Portà condizion. Portar bruno(Doni
Cóncora. Bozzello. Quella specie di pu Zucca p. 45). Essere a bruno. Essere
leggia di cui ne sono molte nell'al in gramaglia.
beratura delle barche per issare e Vestii de condizion. Abito di doglia
o abbassare il pennone. -
(Cino Rime Son. 78). Il bruno. Abito
Concordanz. T. Gram. Le concordanze. da lutto o da corruccio.
Condiziona. Condizionare. Condire le
Concorént. Concorrente. Competitore.
Concors. part. Concorso. (Calca. vivande.
Concors. s. m. Concorso. Concorrimento. Condótt. V. in Dottor.
Concórs. s. m. Concorso. Esame fatto in Condótta.Condotta.Diporto. Diportamento.
Condotta. Condotta. Conduttura. Vettura.
concorrenza d'altri per ottenere ciò
che sia da conferirsi al più meritevole. Condótta. Condotta, e col Caro(Lett. fam.
Andà al concors. Andare a concorso. I, 5o4). Elezione. Condotta medica.
Andare a o in concorrenza. Condùtt. Condotto.
Casciass in don condutt. Ficcarsi in
Andà per concors. Darsi per con
corso. . -
un cesso. Andarsi a riporre. V.in Scénd.
Concoràu. V. Concórs. Conduttér. Condottiere.
Concreàss. v. cont. br. Concrearsi. Gem Conèss. Connesso.
ma dell'antico parlare italiano viva Confass. Confarsi. Acconfarsi. Acconve
tuttora nelle due estreme classi so nirsi. Affarsi. Attagliarsi.
ciali, fra i dotti e fra i contadini. Conferénza. Colloquio; e fra noi dall'ef
Condemànch. A meno. No se po' con fetto passò a denotar l'efliciente dicen
demanch. Non si può a meno. dosi Conferenza governativa il Corpo
Condanàa. Condannato. dei Conferenti o Colloquenti per le
Condanàa per Galebtt. V. cose di governo, così come accadde
Condemén. A meno. No l'ha poduu fà alle voci Consiglio, Consesso e sim.
i condemen. Non potè fare a meno. Conferi. Giovare. Far pro. Conferire.
Condi. Condire. -
L'aria la me conferiss minga. L'a
- Bon de condi i verz o la verzada. rld Vlora Will Sl Confal, -

. . . . Dicesi di robe od abiti sucidi Conferma. Confermare. Affermare.


; e bisunti ; ha aſlinità con il Condir Conf. ss. s. m. Confessione. Scritto. Scritta.
i di neri col cuffion del notar del Biglietto o scrittura in oui si con
CON (323) CON
fessa d'aver ricevuto qualche somma. | Conficiarìa. Concia. Luogo dove si con
Il Confesso dei diz. ital. vale quanto ciano le pelli.
confessato. Conficiò. Conciatore. Acconciatore. Coja
Confess de cassa (o Quitanza o Ri jo. Cojaro. Cuofajo; con voce forse
cevuda de cassa). Quietanza di cassa. bolognese Pelacane; e con voce antica,
Fà-foeura el confess. Confessare. Qui forse presa dai Venez. ed estesa nel
tare. Far quitanza. Far la confessione. significato, Galigajo. Dal lat. Confector.
Confessà. Confessare. Confidà. Confidare. Raffidare.
Confessàa. Confessato. Confesso. Besogna vardà ben con chi se se
Confessàss. Confessarsi da o a uno. confida. A chi dici il tuo segreto doni
Confession. Confessione. la libertà. Bada a cui t'affidi.
Avegh la confession. Avere autorità Confidass con vun. Confidarsi con
di udire le confessioni(Passav. Spec. alcuno. Fare confidenza.
Pen. p. 125). Confidént. Confidente.
Confession general. Confession ge- | Confidént. . . . Negli uffizj, e special
nerale (per estensione Passav. Spec, mente in quelli di buon governo(poli
Pen. p. 1 o4 e altri). Confessione in cui zia), vale Spia. Delatore. Denunziatore.
si richiamano e dichiarano e riconfes- | Confidénza. Confidenza. Confidanza. Fa
sano i peccati commessi in tutta la vita. migliarità.
Dill in confession. fig. Dir checchessia Dà confidenza. Famigliarizzarsi con
in confessione(Cecchi Dissimili IV, 9), uno – Parl. di fem. Fare a sicurtà.
cioè in grandissimo segreto. La troppa confidenza la fa perd la
Fà la soa confession general. Con riverenza. La troppa dimestichezza to
fessarsi generalmente(Pass. Spec. Pen. glie la reverenzia(Pand. Gov. fam. 92).
p. 14o). - Continuatio contemptibilitatem parit.
Levà la confession. . . . . Torre la Toeuss confidenza con vun. Pren
facoltà di confessare. (nario. dersi licenza con uno – Parlandosi
Confessionari. Confessionale. Confessio di femmina Fare degli atti biechi.
Grattiroeula. Graticcia - Scagn. Se Vestii de confidenza. Veste da ca
dere = Brellin. Predellina = Spall. Ritti | Confidenzial. Confidenziale. (mera.
= Schenal. Dossale = Antinna. Spor- | Confin. Confine, e ant. Confino. Le confine.
tello = Tendinna. Cortina. Gent de confin o lader o assassin.
Conſessór. Confessore; e con voci poco Gente di confini o ladri o assassini.
usate Confessoro e Confessatore. Confinà. Confinare a o con. Esser con
Al dottor e al confessor besogna tiguo.
minga scond nagott. Bisogna al medi- | Confinà. Crogiolare. Dicesi spec. delle
co scoprir tutto il suo male chi vuol vivande, e in particolare delle verzure
guarire (Ambra Cofan. I, 2). – La che si lascino per molto tempo al fuoco,
confessione ha da essere senza pieghe onde l'unto le possa penetrare tutte
(Passav. Spec. Pen. p. 155). Questi due bene e in ogni loro parte, ed è forse
dettati riuniti corrispondono al nostro. il Migeoter de Francesi.
Confessor de manega streccia o La nev desembrinna per trii mes
larga. V. in Mànega. la conſinna. V. in Név.
Confessor de pegor. V. in Pégora. | Confinàa. Confinato da alcun luogo(Manni
L'è mej marter che nè confessor. Vegl. IV, 5o).
Prima o Piuttosto martire che confes- | Confinàa. Ad. d'Ingràss. V.
sore, e scherzevol. Chi entra in pri- Confinàda. Ad. di Tèrra. V.
gione e non sa far san Pietro esce col | Confinànt. Confinante.
Cristo innanzi e il boja dietro(*fior. – | Confisca. Confisca. Confiscazione.
Fag time VI, note, p. 24). I . Reginna. | Confisca. Confiscare. Applicare al fisco.
Confettà. Confettare. Condire. Far con- | Confiteor. s. m. Il Confiteor (Alb. enc.
-fezione. - in Confessione). La Confessione. Quella
Conficià. T. de' Pell. Conciare. Dar la preghiera donde il sacerdote dà prin
concia alle pelli. Dal Conficere de Lat. cipio alla messa, così detta perchè
CON (324) CON
incomincia dalla parola latina Confi Congée. Congedo. Licenza d'abbandonar
teor. Son propri rivaa al Confiteor. la milizia. (portuniti.
Giunsi che per appunto il prete reci Congiontùra. Congiuntura. Occasione- Op
tava il Confiteor. Congregazion. Congregazione. Sp- di ma
Confitùra. Confettura. Confezione. Quan gistratura. Noi abbiamo Congregazione
tità di confetti. Noi abbiamo confetti di Stato o Centrale, Congregazioni
detti Armandol, Cacào, Canèlla, Ca provinciali e Congregazioni municipali.
nella rizza, Canellin(che sono i Canne Congregazion. Congregazione o Comunità
las dei Fr.), Cedraa, Parlant, Pistacch, religiosa. -

Rusmarin, Semm de melon, Vanilia Congregazion. Congregazione. Adunanza


solia, Vanilia rizza, ecc. V. a oggetto di porger Preci a ipio in
Confitura a l'uso . . . . . Confetti colmllne.

coperti di poco zucchero e assai farina; Congrèss. Congresso. Ritrovio.


confetti infimi o da contadini. Congress secrett. Ritrovio serrato.
Confitura camolada. Confettura tar Conili. Coniglio. V. Donisoeiù e Tovist.
lata o bacata. Confetti bacati. Conligà. Collegare. La voce Conliga non
Confitura finna. Confettura fine. mi venne sentita che in bocca dei
Confitura fiorada...Confettura a fiori. contadini brianz. e spec. de panierai.
Confitura mezzana . . . Confettura Conligàa. Connesso. Collegato.
di mezzana qualità. Connèss. Connesso.

Confitura rizza. Treggea? Confetti Conomia. Economia. V. Economia, ecc.


tutti punterelle che i Fr. chiamano Fà conomia. Parcheggiare.
Dragees perlees. Conòss o Cogniss. Conoscere.
Confitura sorafinna . . . Confettura Conoss a fond vum. Conoscere di
sopraffina, confetti squisiti. lunga mano. Conoscere o Sapere chi
Confitura sorafinissima . . . . Con sono i suoi polli. Sapere quanto corra
fettura squisitissima. il cavallo di alcuno.
Fabricator de conſitura. Confettie Conoss a la colzetta. V. in Colzètta.
re. Confettatore. Chi fa confetti. Conossa la faccia e assolut. Conoss.
Confluì. Giovare. Cooperare. Raffigurare. Per es. El conoss pù nis
Confond. Confondere. V. Sconfond. sun de quij che ghe sta intorna. Non
Confondiu. Confuso. raffigura più i circostanti.
Confórma o Conforme o Conforme la vén. Conoss a la nasta o al volo. Cono
Conforme a che. Secondochè. Secondo scere al fiuto o all'alito.
casi. Secondo occorrenze. Secondo cir Chi no te conoss no te compra.
costanze. Espressioni interjettive espri V. in Comprà.
menti volontà di regolarsi a norma Fass conoss per quell che s'è. Farsi
delle circostanze. scorgere un balordo; ed anche asso
Conformitàa. Conformità. Modo. Manie lutamente Farsi scorgere.
ra. In sta conformitaa la va minga. La gent se conossen ai azion. Gli
A questo modo la non corre. atti e i reggimenti di fuori mostrano
Confortadór. Confortatore. Confortante. quello che l'uomo è dentro(Passav.
Confortatòri. Lo stesso che Gésa sig. 2. V. Spcc. Pen. p. 154); e famigliarmente
Confortin dicono vari contadini brian Gli asini si conoscono a basti. A se
zuoli per Bombón. V. gnali si conoscon le balle.
Confrónt. Confronto. Paragone. L'amor e la toss hin dò robb che
Confrontà. Confrontare. Paragonare. se fa cognoss. V. in Tóss.
Confùs. Confuso. No conoss nè legg nè fed. V. in Féd.
Confusión. Confusione. Guazzabuglio. Me Prima de conoss polit la gent gh'en
scuglio. Viluppo – Pecoreccio – Buglio voeur inscì. Bisogna mangiare molte
ne – Parapiglia. Barabuffa. Subuglio. moggia di sale con uno prima che si
Congedà. Congedare o Licenziare dalla conosca. Molti moggi di sale si con
milizia. (lizia. vien manicare insieme anzi che il dono
Congedàa. Congedato o Sciolto dalla mi dell'amistade si comunichi altrui.
CON (325) CON
Se condissem, o vero L'è on pezz Consciacolzètt. Conciacalzette.
che se conossem. Conosco i miei polli. Consciadùra. Conciatura. Acconciatura.
Conossanza. v. cont. br. Conoscenza. En Racconcio. Racconciamento. Raccon
Conossént. Conoscente. (tratura. ciatura – Parl. di scritti letterari
Conossùu. Conosciuto. Noto. Cògnito. Conciero.
Pocch conossuu. Mal noto. Conscialavésg. Acconcialavezzi. Il Garzo
Quanto mai t'hoo conossuu. Oh non ni nella Piazza Univ. pag. 15 ha Con
t'avess io mai conosciuto l cialaveggi. Propriamente quell'artefice
Senza vess conossuu. Incognito. Sco che raccomoda i vasi detti laveggi;
nosciuto – e in m. avv. Sconosciuta e da che in città questi vasi sono quasi
mente. Occultamente. Nascostamente. scomparsi intendesi per estensione si
Conotàa(s. m. usato per lo più al pl.). nonimo di Magnan. V.
Segnali. Contrassegni. Descrizione del Consciaòss . . . Racconciatore d'ossa.
le parti fisiche visibili a prima fac Consciénza o Conscénza. Coscienza.
cia in una persona. Andà-giò o Scappà o Andà-giò finna
Conquibus. Il cum quibus(“fior. Marretti in terra la conscenza. Sentir suonare
Note al Cecco da Varlungo pag. 11o). la lunga. Aver gran fame.
Cioè i denari. Venire cum quibus. Ve Avè la conscienza attacch a on
nir coi danari(Monig. Am. e tac. III, 7). ciod. Aver ingrossata la coscienza, ed
Du quibus dicono anche i Francesi. anche Esser uomo di scarriera. Esser
Con qualmént. Qualmente che. Che. un bigio, un nero.
Cónsc. Ad. di Ris. V. Avegh quejcoss in su la conscenza.
Consc(Andà). Andar a rilento, adagio, Aver checchessia sopra coscienza(Sal
pianamente, piano. viati Spina, II, 2).
Conscénza. V. Consciénza. Aveghen paricc in su la conscenza o
Cónscia. Concime (Machiav. Op. IX, 215). su l'anima. Averne parecchie dozzine
Concia. Conciatura. Acconciatura. sullo stomaco(Cini Des. e Paz. IV, 7).
Cónscia. Conditura. Condimento, Esser micidiale di molti uomini(Passav.
Cónscia. Concia. Nome generico del go Spec. Pen. p. 155).
verno che si fa ai vini coll'infondervi Caregass la conscenza. Caricarsi la
checchessia. Secondo specie assume coscienza di checchessia.
nomi diversi, per es. Panaccia, ecc. Caregh de conscenza. Carico di co
Cónscia. Ad. di Polénta. V. SCuenzata

Conscià. Conciare. Acconciare. Raccon Conscenza de lader. V. in Làder.


ciare. Rassettare. Raggiustare. Conscienza ſada a colzetta. V. in
Avegh el coo a fà conscià. V. in Cóo. Colzètta.
Conscià de pettpolla o come va. In conscienza. In coscienza. In buona
V. in Pettpólla. coscienza. In fede mia. Per mia fè.
Conscià per i fest. V. in Fèsta. Coscienziosamente. In anima mia. Im
Consciass come on porch. Imbrat pegno l'anima mia. Dinanzi a Dio. Per
tarsi. Bruttarsi. Sozzarsi a mal modo. quanto mi cale dell'anima mia.
Conscià-sù a la mej. Rattoppare. Lassà queicoss su la conscienza a
Racconciare. Rassettare. Rappezzare. vun. Far coscienza di checchessia ad
Acconciare. Conciare. Riconciare. alcuno. Rimettere in alcuno checches
Speccià a conscià i tecc quand el sia, lasciarne. a lui il peso, la colpa.
pioeuv. V. in Tècc. Omm de conscenza. Coscienziato.
Conscià. Condire. Condizionare. Dare il Coscienzioso. -

debito condimento alle vivande. Trass de conscenza. Tornare a co


Conscià e Conscià-sù. Raggiustare. Raf scienza. Farsi coscienza. Ridursi la
fazzonare. Acconciare. mente al petto(Cecchi Dote I, 1 ).
Consciàa. Concio. Conciato. Racconciato. Consciénza. T. dell'Arti e degli Ombr.
Racconcio. Rassettato. Guardapetto. Arnese di legno, tal
Mal consciaa. Mal conciato. Mal volta armato di ferro, che si applica
concio. -
sul petto quando s'adopera il trapano.
CON, (326) CON
Consègna. Consegna. Consegnazione. Robba fada no ghe voeur consei,
Chi ricev in consegna. Consegnatario. o Cossa fada no voeur pu consej. I
Dà in consegna. Dare in serbo o consigli dopo il fatto sono fiato da
in guardia o in custodia. Consegnare. gonfiar otri, cioè inutili. Del senno
Connettere una cosa a guardia. -
di poi ne sono piene le fosse.
- Dà i pegor in consegna al loff. V. Lóſf. Consejà. Consigliare. Dar consiglio o pa
Consègna. T. d'Ingegneri. Consegna? Consejàa. Consigliato. (rere.
(Tassoni Secch. rap. I, 47). Legag Mal consejaa. Mal consigliato
gio. Inventario. Fattura. Nota. Il Ro Consejér. Consigliere. Consigliero, e an
mani(ne Sinonimi fasc. IV, pag. 572 che Consiglio.
voce Legaggio) dimostra con molta Conséns. Consenso. Consentimento
efficacia che nessuna delle ultime quat Conséns. Impalmamento sposereccio.
itro voci qui registrate equivale per Andà a toeü-sù el consens. Andare
appunto alla nostra Consegna, e desi al prete a impalmarsi o a fidanzarsi.
dera che questa voce sia accettata in Consénsia. Coscienza. V. Conscienza.
tal particolare significato nella lin Consentinn. Voce dell'Alto Mil. . . . .
gua generale della nazione. Vegga Giovarsene, approvecciarsene - ri
essa se il Tassoni che addussi possa sentirne utile.
essere padrin buono alla voce. Consèrva. Custodia. Arnese fatto per cit
Dà la consegna. Far la consegna stodir cose di pregio e facili a gua
(Tass. Secch. ivi). starsi. La voce Conserva ne diz. ita
Toeiù-sù la consegna. Notar la con liani ha tutt'altro significato.
segna(Tass. Secch. ivi). Conserva del capell. Cappelliera.
Consègna. T. milit. Consegna. Conserva di liber. Busta.
Consegnà. Consegnare. Rimettere. Dare Conserva di possad. Busta.
in mano – scherz. Appiccicare. Consèrva. Confezione da acque cedrate.
Consegnàa. Consegnato. Iiimesso. Dato. Conserva. Conservare.
Consegnàa. T. milit. . . . Arrestato in Savè fà a conservass. Sapersi riguar
quartiere, in campo, nel corpo di dare o aver riguardo. Stare in consi
guardia, ecc. derazione. Badare alla propria salute.
Conseguénza. Conseguenza. - Conservaa (Ben). Ben conservato.
Robba de conseguenza. Cosa o Af Conservator. Conservatore. Conservadore.
fare di conseguenza, di rilievo, d'im Conservatòri, Conservatorio.
portanza. Conservatori de musega. Conserva
Consèj (e civilmente Consili). Consiglio. torio. Grande scuola di musica vocale
Camera del consej. Camera del con . e istrumentale, eretta fra noi dal Go
siglio; e da qui il nostro Fà cama verno italiano nell'anno 18o7.
retta. V. -
Conservée. Bustajo. Stucciajo. Chi fab
Consej. Consiglio di stato, guerra, ec. brica buste o astucci.
Consej di noeuvcent. Il novecento? Considerà. Considerare.
Magistratura antica milanese così detta Considerazion. Considerazione. Riguar
dal numero dei membri che la com do. Stima. Rispetto.
ponevano. Ogni porta della città man Personna de considerazion. Persona
dava 15o cittadini ventenni e de'mi avuta in considerazione, in istima, ecc.
gliori a comporre siffatto consiglio. tenuta in conto.
Fà consej. Tener consiglio. Consist. Consistere. (ta?
Consèj. Consiglio. V. Parér. - - Cosse consist? Che importa? Che mon
Dà a trà ai consej. Dare orecchio El consist nagotta. Non monta punto.
o Tener dietro o Prestar fede o Ub Consistént. Consistente.
bidire o Piegarsi ai consigli. Prendere Consisténza. Consistenza.
o Seguitare o Ascoltare i consigli. Cónsol. Console. Consolo. Noi conosciamo
El toeü consej de mi. E si discrede e usiamo questa voce nel solo sig. di
meco (Monos. 44). Si consiglia meco. Consolo commerciale, e nel seguente
Omm de consej V. in Omm. Consol. Messo del comune.
CON (327 ) CON
Savell domaa tre personn, el con o del consultare che fanno più me
sol, el comun e la comunitaa. Essere dici fra loro sulla malattia d'un am
il segreto delle sette comari, cioè noto malato per dirgliene il parer loro.
a tutti. Fà consult. Collegiare. -

Consòl(Tàvol a). V. in Tàvol. Consùlta. s. f. Consulta.


Consolà. Consolare. Racconsolare. Dare Consultà. Consultare. - - -

o Fare consolazione. . . .. Consumà. Consumare. -

Avè del mincion ch'el consola. Aver Consumà come la nev al sò. V. in Név.
del minchione assai(Buon. Tancia IV,7). Consumagh adosso adree. Struggersi
Consolàa. Epa. Peccia. Buzzo. Ventre. per checchessia. Spasimare di chec
Tegni i man sul consolaa. Tener chessia. Avere grandissimo amore a
le mani cortese(Bibb. Caland. II, 9). checchessia. a º -

Starsi colle mani a cintola. Vezzeg El consumarav anca i ciod de la


giarsi la panzetta. Lo stesso che Menà cà. Darìa fondo a una nave di sughero
la gamba. V. in Gamba. (Fag. Am. non vuole avar. II, 5). Egli
Consolacòri. . . . Epiteto con cui i ven va alla consuma. -

ditori piazzaiuoli di sorbetti e angu Consumàa. Consumato. -

rie gridano lor merce. Consùmm. Consumo. Consumamento. Con


Consolazion. Consolazione. Consolamento, sumazione. Consuma – Calo. -

e anticamente Consolanza e Consòlo. Toeiù la zila a consumm. V. in Zila.


Consolidàa. T. mercant. Consolidato? Cónt. Con. Questa particella da noi si
Consolinnas. f. . . . . Acquafresca indol scrive contsoltanto quando la parola
cita con regolizia o mele infusevi anche a cui è preposta incomincia da vocale,
scorze di limoni e simili. È parente p. es. conton gatt, cont el coo; di
della Doucette dei distillatori francesi. versamente, si scrive semplicemente
Quell che vend la consolinna. Acqua con, come con ti, con lu, con mi. Nel
frescajo. Venditor d'acqua fresca in che imitiamo in certo modo gl'Inglesi
dolcita con regolizia o mele. i quali al loro articolo a, qualora sia
Vend consolinna. fig. Lasciare a succeduto da una parola che cominci
- bocca dolce, cioè consolato, soddis per vocale o per h muta, aggiungono
fatto; dar buone parole. una n; come an ounce, an hour.
Consònn (Tavol a). Idiotismo degli arti Cont. s. m. Conte. -

giani per Tavola consòl. V. in Tàvol. Cont de la bozzera o Cont che no


Consont. Consunto. conta. Tutto titoli disunti. Gonfianu
Consontiv. s. m. Rendiconto. goli. Fanfàno. V. anche in Contin.
Consonziòn. Consunzione. Anda in o per Cont. Chiòvolo del giogo(“Gior. Georg.
consonzion. Dare in consunzione. XII, 88). V. in Cónch.
Contàa. Contèa.
Consortiv. . . . . Che appartiene a con
sorteria. Strada consortiva. V. Stràda. « Olter che nè . . . el contaa.» (Bal. Rim.)
Consòrzi. Consorteria. I comproprietari Contàg. Contagio. Contagione. Voce ignota
di fondi rasenti strade, acque, ecc. in città e viva in Brianza per le cap
riuniti in società per provvedere alla pelline così dette dei Mort del contag
regolare conservazione d'ogni artefatto prossime ad ogni paese e rammemo
che le riguardi. Il Consorzio dei diz. ratrici della pestilenza del 185o.
vale semplicemente per conversazione. Contegniss. Governarsi. Dirigersi. Rego
Consòrzi dicono anche molti per Scoeula. larsi. Diportarsi. Nei diz. Contenersi
Fratèrnita. -

ha significato diverso.
Constata (neolog. forense). Chiarire. Ac Contempla. Contemplare.
certare. Comprovare. (tato. Contént. Contento – Pago.
Consuètt. Consueto. Abituale. Solito. Usi A sto mond gh'è nissun de con
De consuett. Per solito. -
tent. In questo mondo nessuno c'è
Consùlt. Consulto. Consultazione. Dicesi contento (Pecor. I, 5o9).
quasi esclusivamente del consiglio o Chi è content moeur, Nido fatto
parere che dà l'avvocato al cliente, gazzera morta,
CON (328) CON
Content come on gri o come la pa Continénza. T. de Pian. ed Eccl. I ree
squa. V. in Grì. rale. Velo che talvolta ha raggi o
Content lu content tucc. Contenta lei sfera dietro, e suol porsi sulle spalle
contenti tutti(Gior. agr. I, 519). del celebrante allorchè sta per dare
Content ti content mi. Sibbene, sia la benedizione.
come volete. - Cantonitt. Grembialini.
El Signor el voeur nissun de con Continètt. . . . . . . Giovin contino
tent. V. in Signor. Continov. Continuo.
Vess mai content. Non si tener mai Continuà. Continuare.
- contento nè appagato di cosa alcuna. Continuamént. Continuamente – Corati
º Non istar contento al dovere. Esser di nuatamente.

difficile contentatura, e proverbialmen Continuazion. Continuazione.


te Cercare miglior pane che di grano. Contórna. V. Contorno.
Vess on coeur o Vess de coeur con Contornà. Assediare.
tent. V. in Coedir. Contornà de dent (che anche dicono
Vcss o Restà content de vum. Te Sforà). T. d'Intagl. in legno. - - - -
nersi contento d'alcuno. Fare sbalzar via il legno dagli sfondi
Contentà. Contentare. Appagare. Soddis degl'intagli.
fare. Far contento. (pochi. Contornà de foeura.T. d'Intagl. in legno.
Con pocch el se contenta. E' tira a . . . Fare sbalzar via il legno inutile
Contentass de pocch. Essere di fa dall'esterno degli oggetti da intagliarsi.
cile contentatura. Stare a beccatelle. Contornàa. Contornato.
- In di robb besogna contentass. Chi Vess mal contornaa. . . . Aver cat
troppo tira la corda la strappa. A chi tivi ministri o perversi famigliari.
desidera molto manca molto. Il meglio Contornatòj. V. Trància.
è nemico del bene – Bisogna leccare e Contórno e Contòrna. Contorno. Dintorno.
non mordere – Loda il mare e tienti Contorno. T. di Zecca. Cordone. Cosi
alla terra – Chi ha buono in mano non chiamasi la circonferenza della moneta
rimescoli – Quando ei ti dice buono quando è ricinta come da un cordone.
e al paleo, non giocare alla trottola. Contorno a borlitt. Granitura. Cor
Se pò contentass. ... Non è il peg done granito. Il Grenetis de Fr. I tal
gio andare: ci si può star contento. leri vecchi hanno la granitura.
Se pò minga contentaj tutt già. Contorno a reseghetta. Cordone se
Non si può piacere a tutti(Monos. 86). ghettato? P. es. Quello della lira lom
Contentàa. Contentato. bardo-veneta 1857.
Contentèzza. Contentezza. Contento. Con Contorno de rilev. Cordone rilevato.
tentamento. P. es. quello del napoleone del 1 So2.
Contentin. Vantaggino(*ſior.). Ripicco Contorno incavaa. Cordone a incavo?
(così nei Voc. ven. e bres.). Giunta P. es. quello della lira italiana.
che si dà sopra una chicchera di caf Contórno. T. di Zecca. Bilanciere. Conio
fè, di cioccolata o simili, e che trat a vite.
tandosi d'altra roba si direbbe sem Contornista. . . . . Nelle nostre scuole
plicemente Giunta, Vantaggio, Sopras di belle arti braidensi è detto così
sello, Tarantello. chi disegna a semplici contorni.
Contentin. . . . . . L'ultima danza in Cóntra. Contro. Contra.
una festa da ballo, in una veglia. A la contra. Incontro. Andà o Vegni
Contentòn. Arcicontento. Contentissimo. a la contra. Andare o Venire incontro.
Contèssa. Contessa. A la contra o A-la-contra (Anda).
Contessinna. Contessina. Andare a riscontrare, e scherz. a rin
Contin. Contino. toppare uno(Fag. Ilime III, 13 in prin
E inscì sur contin de la bozzera? cipio e altrove).
ironic. E così padron mio galante? E Andà contra vum. T. legal. Aver
così smorfioso mio! Eccitamento o rim regresso sur uno. Ilivolgersi sur uno
brotto a chi sia tutto lezj o ritrosia. per diritti, crediti, debiti, ecc.
CON (329 ) CON
Dà contra. Dar contro(Fag. Mar. Contradànza. Contraddanza.
alla mod. I, 5). Far contro. Contradanza franzesa. Contraddanza
Per contra. Dirimpetto. Di rimpetto. francese(*volg. ital.).
Rimpetto. Addirimpetto. Dirincontro. Contradanza incadenada. La Catena
Di rincontro. All'incontra. All'incontro. (Fag. Conte di Bucotondo lII, 26).
Incontro. A rimpetto. Ballo della catena.
Cóntra. v. dell'Alto Mil. Presa. Ripiano Contradanza italiana. Contraddanza
(Targ. Viag. 21o e pass.). Tràmite. italiana(“volg. ital.).
Il piano di ciascuno degli scaglioni di Contradèlla. . . . . . Picciola contrada.
poggio coltivato a ripiani(ronch). È Contradì. Contraddire.
l'opposto del Siee. Contradli. Contraddetto. Part. pass. di
Contràa. Contrada. Strada. V. Contràda. Contraddire.
Contrabànd. Contrabbando. Contraddi Contradizion. Contraddizione. Contrad
vieto. Frodo. V, anche Sfròs. dicimento. Contraddetto. Contradici
Fà ona robba de contraband. Fare mento. -

checchessia alla macchia o di contrab Andà in contradizion. Cadere in


bando, cioè furtivamente. contraddizione. Contraddirsi. Contrad
Contrabànd. in gergo parl. di cose amo dire sè stesso.
rose. Contraddivieto?(Burch. Son. 87). Spiret de contradizion. Ritroso. Chio
Contrabandér. V. Sfrosadór. satore. Oppositore o contraddittore
Contrabàsta. T. de Sell. Arcione anterio per mal abito, persona invasa da spi
re. La Batte de devant dell'Encyclop. rito di contraddizione.
Contrabattùda. T. delle Arti. Battente. Contradotà o Fà la contradotta. Dar
Nome di quella parte d'uno stipite contraddote.
che viene battuta dal vero battente Contradòtta. Contraddote.
(battuda). Contrafaa. Contraffatto. Falsificato – Ciav
Contraboſſètt. T. de Carroz. Contram contrafaa. Contracchiavi.
mantice. Mantice di calesso o simile Contrafàss. Controfasce(Diz. mus). Negli
che serve a coprire il davanti della strumenti da arco sono le fortezze
cassa (scocca). delle così dette fasce.
Contracànna. T. de Magn. Guida. Sp. di Contrafond. T. dei Falegn. Contràsse.
canna che circonda l'ago della ser Asse che serve come di fodera inte
ratura in cui entra il fusto della chiave riore a certi piantati di lavoro, come
femmina. alla pianta della cassa (scocca) delle
Contràcc. Ingegno, e per lo più al pl. carrozze, e simili.
Gl'Ingegni. Pezzo di ferro comunemen Contraforma. T. degl'Intagl. in legno....
te di forma quadra, intaccato o trafo Pezzo di legno convesso che si adatta
rato, e appiccato alla chiave, il quale, a sorreggere quel tiglio o quell'acero
passando per altri ferri appiccati alla che s ha ad intagliare in forma arcua
serratura, detti anch'essi ingegni in ta e che perciò non si potrebbe ſer
toscano, e contracc fra noi, fa l'uffi mare sul bancaa che è piano.
cio d'aprire e serrare – Quella specie Contrafòrt. T. dell'Arti. Fortezza. Dagli
di T che è nella testata degli ingegni artisti s'intende tutto ciò che serve
dicesi Mulinella, e Denti o Tacche si a maggiormente stabilire alcuna cosa
dicono i loro risalti. acciò resista lungamente all'uso o agli
Contracción. Accr. di Contràcc. V. sforzi cui debb'essere sottoposta.
Contràda. Contrada. Contrafòrt. T. de Sarti. Fortezza. Qua
Andà in la contrada di matarazzee. lunque cosa con cui si soppanna o
fig. Andare a consigliarsi col piumac rinforza alcuna parte del vestito nel
cio. Andare in letto a dormire. l'interiore, ecc. Le Contraºffodere sono
No savè di gnanch la contraa d'ona una delle varie fortezze.
cossa o Savenn nanch la contrada. Contrafòrt.T. de Calz. Fortezza. Teluccia.
fig. Non ne sapere acca o boccicata. Tutto ciò che riveste l'interiore della
Averci poco peccato in checchessia, scarpa – Cappelletto. Pezzo di cuoio
Vol. I, 42
CON (33o) CON
grosso posto interiormente in fondo Contrapés. s. m.pl. Contrappesi. I piom
della scarpa per sostenere il tomajo. bi degli orologi da torre o cassetta.
Contrajoeiù. s. m. )v. dell'Alto Milanese. Contrapés. s. m. pl. met. I contrappesi
Contrajoeira. s. f . Tramitino. Presella (Fortig. Ricciard. XIV, 56). 7 estes.
(*tosc.). V. in Cóntra. Contrapesà. Contrappesare. Far contrap
Contr'al. Copertine della sella. Quelle peso.
due parti di cuoio men grandi delle Contrapònn . . . Registrare in proto
coperte (al) che in alcune selle rico collo le decisioni state apposte dalle
prono le coperte stesse, e sotto le magistrature agli atti d'uffizio.
quali sono fermati gli stafili (porta Contrapònt. T. mus. Contrappunto.
staff). Contraponzón. T. degl'Incisori di ca
Contràlt. T. mus. Contralto.
ratteri da stampa. Contrappunzone
Contraltàr. Contrammina. Sopravvento – (Alb. enc. che registra la voce sba
Contrascena – Talora anche in signi gliando però affatto la definizione).
ficato di Cavalletta. Bassetta. Sopram Nome di quei pezzetti d'acciaio sui
mano – I Romani dicono anch'essi
quali s' incidono le figure de vani
Contraltare.
interni delle lettere dell'alfabeto per
Fà de contraltar. Fare una pedina. potere, temperati che siano, batterli in
Fare il contrabbasso. Dicesi di chi fa
altri pezzuolini d'acciaio e farne ri
o dice cosa opposta a quello che fac saltare i punzoni. Il contrappunzone
cia o dica un altro.
presenta in rilievo il vano delle let
Contramostàcc. T. de Magn. Contrasser tere; il punzone la figura di esse in
ratura. Quella lastrina di ferro incas rilievo: la madre la figura medesima
sata nelle imposte o simili che serve 1Il lmca VO.
di battente al fronte (mostacc) della Contraponzonà. T. degl'Incisori di ca
toppa, e che ha in sè un foro nel rat. da stampa. Contrappunzonare(Alb.
quale entra quella parte di stanghetta enc. che registra la voce sbagliando
che serve a chiudere. affatto la definizione). Conficcare il
Contramùr. T. d'Arch. Mur. ecc. . . . .
contrappunzone in quel pezzuolo d'ac
Secondo muro; il fr. Contremur. ciajo che deve risultar punzone da
Contrantipòrt. . . . Quell'usciale, per caratteri da stampa.
lo più rivestito di bajetta, che si met Contrappèll. T. milit. . . . Le seconde
te d'inverno agli usci delle stanze a cerche, la seconda chiamata che si
maggior difesa dal vento in luogo di fa talora per certificarsi della verità
un secondo usciale o paravento. della prima.
Contrapàgina. . . . La pagina retta che Contràri. Contrario. V. anche Incontràri.
riesce a contatto della pagina verso , Contrarià. Contrariare. Ostare. Intraver
e secondo altri La pagina verso. sarsi. Far contro.
Contrapass. Ambio. Ambiadura. Portante Contrarietàa. Contrarietà. Ripugnanza,
– Trapasso. Andà de contrapass. Avversione. Antipatia.
Ambiare. Andar di portante – Andar Contraricevùda . . . . Fede che si dà
di trapasso – Il Contrappasso dei diz. altrui della ricevuta avutane.
ital. ha diverso significato. Contrarispòsta. Contrarrisposta. Fà la
Contrapatta.T. de Sarti. Pistagnino. Pezzi contrarisposta. Contrarrispondere.
laterali che finiscono la toppa(patta) Contraroeuda. Contraruota ?
intiera dei calzoni. Contrascrittura. Contrascritta.
Contrapél. Contrappelo. Dà el contrapel. Contrasègn. Contrassegno. Nota. Segnale.
Dare il contrappelo. Radere contrap Contraspaléra. Contraspalliera.
pelo. Dopo aver raso il pelo radere Contràst. Contrasto. Contrastamento.
a rovescio quel po' di residuo. Contrastà. Contrastare. Stare in contrasto,
Contrapés. Contrappeso. Fare o Aver contrasto. Batostare.
Contrapés. . . . . Sassaccio quadrato che Contrastà. Contrastare (parl. di oggetti
si sovrappone e ferma alla cicogna materiali).
da campana per equilibrarla. Contrastàa. Contrastato.
CON (331 ) CON
Contrastampà. Contrastampare. Dicesi dai anche in altri giuochi. Le Contre o la
librai e stampatori delle pagine a con Chouette de Francesi.
tatto che si macchiano per freschezza Contrórden. Contrordine. Contr'ordine.
di stampa. Contumàzia. Contumacia.
Contratelàr . . Ne telaj così detti a Contùsc . . . Foggia d'abito domnesco
scatola è quel telajo che si fa com ch'era di moda nel secolo scorso e
baciare col telajo maestro. V. Telàr. che oggidì è andata in disuso.
Contratémp. Contrattempo. Sconcerto. In » Domà ai mee di hoo vist andriè, contusc
e sottanin. » (Bal. Rim.)
tempestività. Inopportunità.
Contràtt. Contratto. - Contusion. Contusione.
Streng on contratt. Concludere o Contutor. Contutore.
Stabilire o Stipulare o Celebrare un Convalescént. Convalescente. -

contratto. Sottoscrivere una scrilta. Convalescénza. Convalescenza.


Contrarre. Contraere. Con tutt che. Tuttochè. Sebbene. Ezian
Contrattà. Contrattare. Tener mercato di dio che. Benchè. Contuttochè. Con tutto.
checchessia. Convegni. Convenire. Esser conveniente
Contratton. . . . Contratto assai lucroso. – Addirsi. Affarsi.
Contravéder (che anche dicono Veder Convegnùu. Convenuto. (nevole.
doppi). Contrinvetriata? Contrimpan Convenient. Conveniente. Dicevole. Conve
nata. Quelle invetriate che si met Convenienza. Convenienza. Convenevo
tono il verno alle finestre nel luogo lezza. Dicevolezza.
dove d'estate veggonsi le persiane; in Avegh i socu convenienz. scherz.
qualche modo la Controfenestro dei . . . . Aver petto e persona il dovere.
Provenzali, Trovagh dent la soa convenienza.
Contravegni. Contravvenire. Trovarci il suo conto.
Contravelén. Contravveleno. Antidoto pos, Convent. Convento. Abitazione de frati.
e ſig. Fraa Ciappa el sta in convent, fraa
Contraventór. Contravventore. Dà l'è foeura de cà. V. in Fràa.
Contravenzion. Contravvenzione. La regola la manten el convent.
Contrazentón. T. de Sell., Carroz. ecc. met. Chi si misura la dura.
Contracignone. Cignone di rinforzo. L' è quell che dà el convent. Que
Contrebuì. Contribuire. st è quel che fa Milano(Monos. 274);
Contrèrba disse il Maggi scherz.(Inter. cioè è quel che io posso dare, è quel
II, 279 ) per Contra;erva. che usa fra noi, ed anche E pan unto,
Contribuzion. Contribuzione. Contributo. vale a dire è cosa opportunissima –
Contrii. Contrito. Nell'Assiuolo del Cecchi(I, II) leggesi:
Contrizion. Contrizione. Podè fà l'att de « Di codesto desse il convento ! »
contrizion. Poter darsi morto. – Mangiarii de quell che dà el con
Controlà. Tener riscontro? – Censurare. vent. Avrete di quel che da la fami
Controlaria. Riscontro? – Censura. glia, e indica moderazione di stato
Contròll. Riscontro? ma schiettezza e cordialità d'offerta.
Controlocàr. Riscontro(Targ. Viaggi VII, Per on fraa ha minga de patì el
282). Registratore, e fig. Critico. Cen convent. V. in Fràa.
sore. Dal francese Controleur Conventin. Conventino. Conventuccio.
« In pas (el penser) l'è consejer, l'è controlocur Convèrs. Converso. Servigiale. Torzone.
» Ai cort di re . . . . » (Bal. Rim.)
-

Convèrsa. Gorna ? Compluvio ? Quella


Controlocùr. Siniscalco. Maggiordomo. parte esterna d'un tetto ove conſlui
Maestro di casa. Dicesi nelle case dei scono le acque di due pioventi; quella
principi di colui che vi fa le fun specie di convalle che vedesi da capo
zioni a presso a poco del maggior ai tetti d'un ala e del corpo di una
domo dei privati. casa. È la Cornière o il Noulet de Fr.
Contrómbra. T. di Giuoco. . . . . Quel Canalon de conversa. . . . . Gran
giocatore che sostiene il giuoco contro canale da gorna.
gli altri nell'ombre specialmente ed Copp de conversa. V. in Cópp.
COO -
(332 ) COO
Convèrsa. T. monast. Conversa. l'ingiù. Rimboccato. Capovolto. A capo
Conversazion. Veglia. Vegghia. Conver ingiù. Col capo ingiù o all'ingiù. A ca
sazione – Vegliatori e Vegliatrici di po chino. Caporovescio o Caporiverso.
consi i conversanti a veglia (Nov. Aut. Alzà el coo. Alzare il capo. Levare
san. II, 25o) – Sch. per Convulsión. V. la testa; e fig. Rimettersi a panca.
Conversazionètta. Vegliuccia. Vegliettino. Andà al coo. V. sotto Dà al coo.
Conversión. T. milit. Fà ona conversion. Andà foeura del coo. Uscir di men
Far la chiocciola. te o dell'animo.
Conversión, idiotismo per Convulsión. V. Avè di grì in del coo. V. in Gri.
Converti. Convertire. Volger dal male Avè el coo a cà. Avere il cervel
al bene. Ridurre sulla buona via. seco. Essere in cervello.
Convertii. Convertito. Ravveduto, Avè el coo a fà conscià. Aver dato
Convitòr. Convittore. il cervello a rimpedulare o al cima
Conviv. Convivere. Far vita comune. Vi tore. Vale esser pazzo, fuor di sè.
vere a convento o in comune. Avè el coo a fà conscià. Porre o
Convocàa. s. m. Convocato. Convocazione. piantar una vigna. Non attendere, non
Convocazion comunale. Convocamento badare a quel ch'altri dica.
comunale. Tegnì convocaa. Convocare. Avè el coo alari. Esser traviato o
Convocarìa. s. f. Convocazione. sviato – Scorrere la cavallina.
Convòj. Convoglio. -
Avegh de fà fin dessoravia del coo.
Convùls. Convulso. Preso da convulsione. Aver che fare fin sopra i capelli. Af
Convulsion. Convulsione. fogar nelle faccende. Aver faccende
Fass vegni i convulsion. Fingersi fino a gola. Aver più faccende che
convulso. (sioni. un mercato. Aver più che fare che a
Convulsionari . . . Chi pate di convul un pajo di nozze.
Convulsionètt. s. f. pl. Convulsioncelle. Avegh el coo come ona pasta . . .
Convulsiv. Convulsivo (efficiente e paz.). Avere il capo indolenzito.
Cónz e Conzà. V. Cónsc e Conscià. Avegh el coo ligaa ligaa o Avegh
Cóo. Testa. Capo; scherz. Cucuzza. Zucca. el coo come ona zucca. Essere acca
Gnucca. Cipolla; in gergo La forma pacciato. Aver la testa invasata o ot
del cappello(Allegri, pag. 245), e in tusa. Avere il capo grave o come un
brutto gergo cont. pist. Il palazzo dei cestone. Non saper uno dove ei s'ab
pidocchi(Cini Des. e Sp. I, 9) – Dante bia il capo s'ei non se lo tocca.
disse anche Cò come dicono tuttora Avegh el serc al coo. V. in Sérc.
i nostri contadini – Talvolta usiamo Aveghen fin dessoravia del coo.
anche noi Testa in luogo di Coo; si Esser (nell'acqua o simile) sopra il
vedrà sotto quella voce il quando – capo o a gola o a bocca.
Dicesi Zuccagna la cotenna anteriore Avegh ligaa-sù el coo. . . . Nel con
del capo; e Tirar la zuccagna vale tado le puerpere e le mestruate usano
Acciuffare uno per dinanzi in modo allacciarsi in capo un benduccio o
che si sollalzi un po' la pelle dall'osso. un fazzoletto finchè durano a esser
A coo a coo. Testa testa. A tu per tali; e perciò la frase equivale a di
tu. Testa per testa. pignerle in siffatto stato.
A coo a coo. A tocca e non tocca. Avegh o Avegh minga la cà in coo.
Tacca tacca. Rasente. V. in Cà.
A coo biott. A capo nudo. In zucca. Avegh olter per el coo. Avere il capo
A coo e pee(e in cont. A co-pee). a tutt'altro. Avere tutt'altra fantasia.
Capiculato? Capopiede. Paralleli col Avegh quejcossa per el coo. Avere
corpo, ma a teste opposte: l'A-cò il cimurro. Stare sopra fantasia.
cul de Mantovani – Dormi a coo e Avegh semper el coo sui liber. Avere
pee. Dormire capiculati? – Mett a coo fitto il capo nei libri.
e pee. . . . Il Bechevcter de Francesi. Avegh via el coo. Aver meno il ca
A coo in giò. A capo di sotto. A capo po; e fig. Esser senza capo, senza
fitto (Buonar, Tancia IV, 1). A capo al giudizio, senza cervello.
COO (333) COO
Avè i fioeu che ghe mazza i piogucc Coo de fà corr uss o Coo de legn
in coo. V. in Fioeü. o Coo de paramaj o Coo de perucch
Avè traa a l'ari el coo. Avere rotta o Coo de romp gandoll. Capo di sti
la scopa(Cecchi la Dote I, 1). pito(Monig. Con. di Cut. III, 4). Capo
Bassà el coo. pos. Chinare il capo. da sassate. Capassone. Capo duro, di
Bassà el coo o el gnucch. fig. Ar dura apprensione.
rendersi. Accondiscendere, ed anche Coo de matt. Testa di pazzo. Capo
Sottomettersi. Assoggettarsi. Umiliarsi; a cantoni. Caporotto. Cervel balzano.
e scherz. Baciare il manipolo. Costà i oeucc del coo. V. in (Eùcc.
Bassee el coo, lassee passà sta balla. Dà o Andà al coo. Dare al o nel
V. in Bàlla(panzana). capo. Offendere il capo, indurre gra
Batt o Dà el coo per i mur o in vezza di capo, rendere accapacciato
del mur. Dar del capo nelle muraglie. più presto che ebbro, e si dice del
Dar nelle girelle. Impazzare. l'effetto de vini potenti o sofisticati,
Cascià el coo sotta la dobbia. Met e specialmente del vin nuovo che
tere il capo sotto (V. il Vocab. in Sotto). anche i Francesi sogliono perciò tac
Casciass in del coo ona robba. V. in ciare di capiteur. -

Cascià. Dà el coo. Dar del capo o Dar di


Cercagh o Guardagh in coo. Frase capo. Capitare, arrivare, ed anche
contadinesca. Spidocchiare. Appigliarsi a qualche partito.
Che idea gh'è saltaa o sim. per el Dà el coo in di stemegn o in del
coo? V. in Idéa. mur. V. sopra Batt el coo in del mur.
Chi no gh'ha coo abbia gamb. fig. Dà-giò el coo. Tirar le calze. Mo
Chi non ha cervello abbia gambe. rire. V. in Cagaràtt.
Ciappà o Mettes el coo in man. fig. Dà ona lavada de coo. Risciacquare
Recarsi la barba al petto diceva il un bucato. V. in Felipp fig.
Caro nell'Apolog. p. 68. Dare le spese Del coo finna ai pee. Da imo a
al cervello, e vale Pensare a casi suoi, sommo. A imo a sommo. Da capo a
meditare profondamente su cose di piè. Dal capo ai piedi.
proprio interesse, rifletter bene a un Dolor de coo (pos. e met). V. Dolór.
partito, a una risoluzion da prendere. Dondà el coo. fig. Crollare o Girare
Cont el coo bass. A capo chino o il capo. Accennare col capo negativa o
basso. Frontichinato – Min. registra dispiacenza o dubitanza di checchessia.
anche in questo significato A capo Dormi alt de coo. . . . . . Giacere
chiuso senza citarne autorità. con molti origlieri sotto il capo o con
Cont el coo per ari. A capo all'insù. origliere assai sollevato.
Colla testa insù. Dormì bass de coo. . . . . Giacere
Coo bass. fig. Uom cheto. Acqua cheta. con nessuno origliere sotto o con ori
Uomo che va sotto coperta. Uom dop gliere basso e piano.
pio, simulato, finto; l'Homo tectus Dur de coo. Capassone. Capo duro.
de Latini – Besogna guardass ben di Duu coo stenten a andà d'accord.
coo bass o di acqunort. Guardati Quante teste tanti pareri – Talvolta
da queste acque chete (Gigli Don Pi equivale al dettato italiano Consiglio
lone I, 1). Guardati dall'uom cheto di due non fu mai buono. V. più sotto
(Franc. Barberino 254, 4). Tanti coo, ecc.
Coo bissoeu o Coo de cavij. Capo Fà andà-via el coo a vun. Dicervel
rotto. Cervel cattivo, malvagio, che lare. Discervellare. Torre il capo. Tor
mette in pensiero i buoni. re o Rompere la testa.
Coo bus. Testa busa(Aret. Talanta, Fà dori el coo. fig. Dare altrui dei
Prol.). Testa ripiena di pappa. Zucca. grattacapi. Tribolare alcuno.
Poponella, e a donna Monna zucca al Fà girà el coo. Dicervellare.
vento. V. in Badée. Fà girà el coo. metaf ... Esporre
Coo de brucc. Capo di bue. Capo un bambino alla ruota dello spedale
d'assiuolo. Scioccone. V. Badée. de' bastardelli,
COO (334 ) COO
Fà i robb cont el coo in del sacch. Perd el coo. fig. Perdere il capo
V. in Sàcch. Pesa pussee el coo che nè el cuu.
Fà vegnì tanto de coo. fig. Fare altrui V. in Cuiu.
il capo come un cestone o grosso come Pestà ona robba in del coo a vuln. fig.
un cestone. Torre o Rompere o Spez Ribadire checchessia in capo ad uno.
zare il capo o la testa. Rompere la Podè minga alzà el coo. fig. Dovere
fantasia. Intronare. Sbalordire. stare terra terra come la porcellana
Girà el coo. fig. Aver il capo alle Quand la montagna la gh'ha ligaa
girelle – Aver meno il capo. su el coo prest prest gh'emm l'acqua
Giugagh el coo. Rimetterci la testa. ai pec. Dettato brianz. Quando Mon
Lassass minga mangià i fasoeu in temorello ha il cappello mal villan
coo. ſig. Non portar basto. Non si la piglia il mantello(Lastri Prov.). È. pro
sciare metter sotto, cioè soverchiare. nostico tratto dall'annebbiamento del
Lavada de coo. fig. Lo stesso che le vette de monti comune anche ai
Felipp fig. V. Comaschi: Quand Bisbin el gh'ha el
Lavorà de coo. Cavarsi alcuna cosa capell taei-sù i strivaj mettel mantell
di capo. Inventare. Fingere. Scrivere Quand vun l'è desgraziaase borla
di sua testa.
giò on copp del tecc el ghe va in
L'è mej coo de gatt che coa de sul coo a lù. V in Cópp.
lion. fig. È meglio esser capo di gatta Scaldament de coo, Scaldass el coo,
che coda di leone. ecc. V. in Scaldamént, Scaldà, ecc.
Mangià cont el coo in del sacch. fig. S'ceppà el coo. ſig. Spezzar la testa.
Mangiare col capo nel sacco. Vivere Rompere il capo. Sbalordire.
spensierato. Scorli-adree el coo. . . . Disperare
Mangià in coo i ſasoeu. ſig. Mangiar della salute d'alcuno, ritenerlo sfidato.
la torta in capo. Soverchiare. Scorlì el coo. Girar il capo. Dir di no.
Mett el coo a cà o a partii, o Mett Se borla-giò on copp el me dà in
giò el coo. ſig. Mettere il cervello a sul coo. V. in Cópp.
bottega o il capo a partito. Senza coo. Senza capo. Dicapato.
Mettes dent cont el coo e cont i Scapato, e dottrinalmente Acefalo -
pee. fig. Prendere checchessia ascesa di Al ſig. Senza cervello.
testa. Mettercisi colle mani e coi piedi. Tajà-via el coo ai rann, ai inciod,
Mettercisi coll' arco o col midollo del ecc. Scapare le rane, le acciughe, ecc.
l'osso. Spogliarsi in camicia, in far Tanti coo tanti pensà. Tant'uomini
setto o in farsettino. Vale impegnarsi tant' animi (Monos. 158). Tante teste
con ogni forza, studio e diligenza tanti cervelli(ivi). Il latino Tot capita
per ottenere o fare qualche cosa. tot sententiae. I Francesi dicono Autant
Mett-giò el coo. Chinare il capo; de tetes autant d'opinions.
e ſig. Mettere il cervello a partito. Tegni el coo a cà. Stare in senno
Metti oeuccin del coo a vun. . . . . o in buon senno.
Avviarlo, dargli avviamento. Mettre le Tirà la pell in coo. fig. Fare il collo.
pain a la main de quelqu'un dicono Toeiù de coo per mett de pee. ſig.
i Francesi – Vale anche Illuminarlo. Cavar un chiodo e ficcar una cavicchia.
V. in (Eùcc. -
Scoprir un altare per coprirne un altro.
Mett ona robba in del coo a vun. Fare nuovi debiti per pagare i vecchi.
fig. Mettere checchessia nel capo a uno; Toeiù-focura del coo. Lavorar di ca
e famigliarmente Sufolar negli orecchi. po. Far di sua testa. Levarsi del cer
Mettere una pulce nell'orecchio. vello uno scritto, un discorso o sim.
No savè dove dà el coo. Non sapere Toeiù focura del coo ona robba a
dove darsi di capo. vun. Trarre o Torre del capo una cosa
No vari on coo de rengh. Non va ad uno; sincerarlo o dissuaderlo.
lere un frullo. V. in S'gialla, Toeuttel pur focura del coo. Leva
Ona porzion l'è el coo e ona por telo del capo, cioè deponime il pen
zion l'è el cuu. V in Cuu. siero, cavatene di speranza.
COO (335) COO
Trarev via on coo se ghe n'avess stema o simile che cominci a gene
duu. S io avessi un altro capo, io rar putredine o aprirsi.
batterei tanto per le mura questo che Cóo. Capo della matassa, il quale dicesi
si vedrebbon le cervella(Lasca Gelo Bandolo e anche Comandolo quando
sia V, 1o). è ancora attortigliato.
Trass in del coo. Ridursi alla me Cóo. Cerro. Frangia. Il vivagno della
moria o alla mente. tela – Coo del sibbi. V. in Sibbi.
Vess pien de debet finna al coo. Coo. Capo. Parl. di viti, zucche, ecc.
Aver più debiti che la lepre. Aver Coo de vin o de uga. Capo da frutto
debito il cuor del corpo. Il terenzia (Trinci Agr. 54). Quel capo che deve
no Animam debere. dar frutto nell'annata e che nelle viti
Vess robba de trà-via el coo. Es a vigna (a piaga) si ripiega e tende al
ser cosa da impazzirne, da dar nelle rincontro.

girelle, da battere il capo per le mura. Zucca de coo. V. in Zùcca.


Vess senza coo. Non aver capo, e Cóo. Capo di seta, filo, cotone, ecc.
fig. Aver dato il cervello al cimatore. Fà-giò i coo. T. de Setajuoli. Sbroc
Cóo. Intelletto. Intendimento. Giudizio. care la seta.
Intelligenza, e scherz. Comprendonio Fà-sù i coo. T. de Filatoiaj. . . . .
o Comprendonico. Intendacchio. Lo sbroccare e il ripulire da ogni
A mè pocch coo. A mio scarso giu lordura la seta in sul finir dell'aspata.
dizio. Lo judiciolo meo di Ammiano Ferr di coo. T. de Filatoiaj. V. in
Marcellino Hist. lib. 27, cap. 25, p. 651. Fèrr.
A sò coo. Di suo capo. Trà-sott i coo. T. de'Filatojaj. . . .
Avegh minga de coo. Essere senza Venir vie via rattaccando alle fila
capo. Non avere mitidio. Aver una già avviate sul naspo le nuove fila
testa ripiena di pappa. che si vanno traendo dai bozzoli gal
Bon coo. Buona testa, leggianti nella caldaja.
Omm, Donna de coo. V, in 6mm Cóo d'argent. Trecciera. V. Speronàda.
e in Dònna. Cóo de montura. T. de Parrucchieri.
Cóo. Capo. Principio. Coo de contrada. . . . . Ciocco di legno foggiato a capo
Capistrada(“tosc.e Rime d'un aut. pis). d'uomo, senza però alcuna forma di
Andà in coo. Terminare. Scadere. viso, sul quale i parrucchieri ven
Per es. A san Michee che ven voo gono costruendo le parrucche. È detto
in coo de l'investitura. Per san Mi dai Francesi Tete de bois o Tete di
chele venturo mi scade la investitura. perruque o Champignon a pied.
De coo del lecc. V. in Lècc. Cóo de perucch. fig. Capo di stipito.
Descorr a coo pu bell. Metter il V. Coo de fà corr uss in Cóo.
becco in molle. Dicesi di chi comincia Cóo de perucch. . . . . Ciocco simile a
a cicalare e non sa che si sia restare. quello detto Coo de montura V.; che
In coo. In capo, cioè in fine. però talvolta ha anche la forma del
In coo de l'ascia. V. in Ascia. viso, sul quale si posano le parruc
In coo del mond. In capo al mon che d'uso giornaliero per pettinarle.
do. In capo del mondo. Dicesi Téte a perruque dai Francesi.
Vegninn a coo. Venir a capo di Cóo de pettenà. T. de Parrucch. . . . .
checchessia. Far capo. Riuscirne. Ciocco foggiato a capo d'uomo, con
Vess in coo. Essere a termine. viso anche colorato, di cui i parruc
Camminar verso la fine. Avviarsi alla chieri si servono per montarvi ogni
fine. Esser per finire, specie di capellatura posticcia. È un
Cóo (parlandosi di mali, tumori, ecc.). Coo de perucch più gentile e quasi
Capo. Origine. simile per la forma al Coo de scuffi.
Coo di panaris. . . . . . Il punto V. I Francesi lo dicono Poupee.
donde ha origine il patereccio. Cóo de scuffi o de madamm. Testiera. Le
Vegni a coo. Venir a suppurazione. modiste e le crestaje chiamano così
Suppurare. Far capo. Dicesi di po quel bustetto di cartone sul cui capo
COP (336) COP
montano cuffie, cappellini e simili. Copialètter. Copialettere.
Ha viso di donna, e serve a siſatte Copiàscia. Malacopia.
artiere come i modellini di fabbriche Copiascià. . . . Essere un copistaccio,
e ornati servono agli architetti, scul un plagiario – Toccà domà de co
tori, ecc., cioè è saggio dell'opera; piascià. Esser dannato a copiare e
giudicano in sul finto come sarà ap ricopiare tutto il nato di.
pariscente al vero il loro lavoro. I Copin. V. Coppin.
Francesi lo dicono Poupee. Copiroeüla. V. Copparoeüla.
Cóo de roeuda. V. in Tèsta. Copista. Copista. Copiatore. Amanuense.
Coo-d'òr. Piviere dorato(Savj Ornit. I, Trascrittore; e scherz. Menante.
256). Uccello detto Charadrius pluvia Copistarìa. . . . . Quell'ufficio dove si
lis da Linneo. ricopiano gli spacci d'un ministero.
Cópa, ecc. V. Cóppa, ecc. Copoàr o Coupoir. T. de'Gitt. di carat.
Copai (Balsem del ). Balsamo del cop Registro. Strumento parte di legno e
palba o coppaiva o copaiba; e assol. parte di ferro che serve per fare il
Coppahà. Copai. Coppait. canale al piede delle lettere, e dar
Copàl. Ad. di Gòma e Vernis. V. loro il pulimento sopra e sotto del
Copé e Coppé. T. de Carrozz. Cuppè. quadro: Coupoir è pretto franzesismo.
Specie di carrozza o berlina dimezzata. Telar. Telajo - Giustificador. Tira
Copé. . . . . Specie d'oſſella. giustezza? = Compositor. Compositore
Copèlla. Coppella. = Sciocch. Ceppo = Pianin. Pialletto.
Argent de copella. Argento di cop Cópp. Pare che questa voce insieme
pella, cioè affinato, fine. colle sue corrispondenti de vari par
Copella de finà. T. di Zecca. Affi lari d'Italia abbia avuto speciale mis
natojo. Quella coppella in cui s'affi sione di mostrare dal brutto lato
nano gli argenti, la quale è detta Cas quelle opere di doppio viso pel sapere
se d'affinage dai Francesi. che nominiamo dizionarj. Sia nei vo
Mett in copella. Coppellare. cabolari della lingua illustre, sia in
Podè minga stagh a copella. ſig. Non quelli dei dialetti d'Italia è una con
esser atto a servir di fattorino ad fusione così mirabile di Coppi, Tegole
uno. Non esser atto a scalzar uno.
ed Embrici rimandati l'uno all'altro, e
Stà a copella. ſig. Star del pari. Stare mutati a vicenda di piani in concavi
a competenza. Stare o Reggere al pa e di concavi in piani, da far dispe.
ragone. Competere con uno. rare il più fermo vocabolarista che
Copellinna. T. di Zecca. Bottone. Bottone un voglia, e rendergli enigma ciò che
di fino. per l'infimo de manuali è chiaro più
Copelòn. v. a. V Coppön. Dal greco che la luce del sole. Una semplice
xòrro, dice il Varon de Milan. occhiata di confronto alle definizioni
Copelòtt e Coppelòtt. Scappellotto. delle voci Tegolo ed Embrice colle
Copenàghen. . . . . Specie di tabarrone derivanti da esse, ed ai testi onde sono
usato particolarmente dai cocchieri. confortate ne' dizionari italiani, una
Copèrta. T. de Pett. Torchio. La testa occhiata alla parola Copo nel Diziona
della panca (cavalett) da pettini. rio venez. ital. basterebbe a provare a
Copètta, Copettà, ecc. V. Coppètta, ecc. chiunque la verità della mia asserzio
Copètta. ſig. Spalmata. ne. Però a snebbiare la cosa mi venne
Còpia. Copia. La cosa trascritta. molto aiutando la bella Relazione sui
Brutta copia. V. Bruttacòpia. modelli di tegolo Minucci e Dami fatta
Segonda copia. Ricòpia. dal ch. sig. Municchi all'Accademia dei
Trà copia. Far copia. Georgofili, e reg. da pag. 219 a 229
Còpia e Copiadùra. Trascrizione. Copia. del vol. XI de suoi Atti 1855, quan
Copiatura(Min.). Il trascrivere. tunque anche in essa (colpa certo i
Copià. Copiare. Trascrivere. Ricopiare, vocabolaristi) siano incorse tre inesat
Tornà a copià. Ricopiare, tezze, cioè a dire le Tegulae hamate
Copiàa. Copiato. Trascritto, de Latini fatte Tegole piane, mentre
COP (337) COP
o erano tutt'altro o erano le concave, imbricata), perchè si addossano l'uno
le Tuiles creuses dei Francesi fatte Ca all'altro per una terza parte della
naletti, mentre in vece sono i così detti loro lunghezza, e sono pur quelli
Frati da stanze a tetto; e i canaletti che i Fr. chiamano Tuiles gironnées
descritti come fatti in semicartoccio o en gouttière o imbricees o concaves.
conico, mentre più chiaramente vo Coppon roman grand. Tegoli da
leano forse esser detti semiconi di doc forma grande. -

cione. A ogni modo ben ponderata Coppon roman mezzanej. Tegoli da


ogni cosa, spero essermi ingegnato forma piccina.
di dare notizia di queste voci non Copp a uso d'usej. Frati. Specie
più babelica come addietro, ed ec d'embrici forati e fatti a guisa di cap
cola: puccio per dar lume a quelle stanze
Cópp. Tégolo. Tegola. Nome generico a tetto delle case le quali non ne
di que lavori di terra cotta o piani possano avere per altro modo, quelli
o arcuati, lunghi poco più poco meno che i Fr. chiamano Tuiles creuses.
di mezzo metro, che si fabbricano Copp de torr. . . . . Tegoli trape
nelle tegolaje per uso di coprire le ziodei per le torricelle e altre coper
cavallature dei tetti alla romana o ture di tetti rotonde.
all'italiana che dicasi – [Il Diz. venez. Copp a ess. Tegoli fiamminghi(“Mu
vuole che la voce Copp provenga dal nicchi Mem. su cit.). Tegoli ad esse.
sassone Coppe (colmo). Io credo più Specie di tegoli che si posano per
volentieri che le voci latine Cupa, filari orizzontali a forma di esse gia
Cupula, Cupella siano state madri al cente o, aventi in un solo pezzo il con
nostro Coppl – In particolare però cavo per dar corso all'acqua, e il con
si suddistinguono in vesso per collegarsi col compagno.
Copp roman o Coppon roman. Te Copp de colmegna che alcuni di
golo. Tegola. Embrice. Specie di tegolo cono anche assolutamente Colmegnòn.
piano, detto anche dai Fr. Tuile plate, Colmegnòlo(*aret. – Vocab. aret., chè
con risalti dai lati per lo lungo, po gli Aretini dicono Colmegna come noi
chissimo usato fra noi, della cui specie il colmo de tetti). Quel tegolo che
io non ho visto ricoperto per intiero ricopre il colmo, la cresta, il comi
che il solo granajo della Villa Greppi gnolo del tetto, e che i Francesi
a Casate Vecchio in Brianza. In To dicono Faitière. -

scana in vece e nella Media Italia Copp de conversa o Coppon. . . .


sono base della copertura dei tetti. Specie di tegole grandi usate ne com
Copp (semplicemente detto). Tego pluvj de tetti; quelle che i Latini
lino(“tosc. e Monti Proposta III, II chiamavano Tegulae collicia o colli
pag. Lviii). Doccio. Canale(“tosc. Mem. ciares, e che i Venez. dicono Copicanal.
Municchi su citata). Canaletto (“lucch.). Coppon de conversa. . . . Embrici
Specie di tegolo arcuato fatto a mo' di assai grandi e a gocciolatoio che si
canale più largo da un capo che dal mettono sul colmo de tetti o nel goc
l'altro, di cui nella Media Italia si ciolatoio del piovente riunito di due
servono per ricoprire le commessure tetti. I Francesi li dicono Faitières 0

dei filari di tegoli o tegole o embrici Enfaiteaur.


piani propriamente detti, e che noi Copp de fornas. Comignoli da for
usiamo promiscuamente come tegoli e ndcl, -

come tegolini, posandoli noi per con Copp de gronda. Gronde. Gli ulti
vesso o per dorso a far l'utlizio dei mi embrici pioventi d'un tetto.
primi, e per concavo o pei lati a far Copp de cristall. Tegoli di cristallo.
quello dei secondi, cioè a ricoprire Si lavorano da poco in qua in una
le commessure dei filari di copertura fabbrica a Porto sul Lago Maggiore.
già formati co primi. E questi nostri Copp de ghisa. Tegoli di ferro fuso
Copp o Docci son quelli che i Latini (Gior. Georg. XI, 225).
chiamavano Tegole embriciate (Tegulae CoPP de marmor. Tegoli di marmo.
Vol. I. 43
COP (338) COP -

Banch di copp.... Specie di tavola le cose sicure, e si dice a chi o da chi


su cui il tegolajo lavora i tegoli. È è, come sogliamo nominarlo, un sac
larga ed ha per lato un asse in isbieco co di disdetta.
donde si fanno scivolare i tegoli fatti Stanza sott i copp. Soffitta. Stanza
di fresco sulle assicelle (palettes fr.) a tetto. Il franzese Galetas.
colle quali si portano a seccare in Vess on copp de semperviv. V. E
aja. È diversa dal Cavalètt. I Francesi Semperviv.
dicono esclusivamente Banc a questo, Cópp.... Arnese che i cappuccini sonº
e Table al Cavalett e anche a questo. vano per chiamare a mensa. Sonare a
Ciappà quaj i copp. Sghembarsi? mensa con un tegolo(Giorn. agr. I, 9 -
V. in Quàja. L'ora del copp. V. in Ora
Dannaa come on copp. Arrovellato. Cópp. T. de Cioccolat. Braciere (cosi
Tutto stizzito. Pieno di stizza. l'Alb. enc. in Cioccolattiere ). Specie
Di copp in giò, Di copp in sù. di cassetta di ferro con manico pure
(met.). Dal tetto in sù, Dal tetto in di ferro che piena di brage s'alloga
giù. Cred minga di copp in sù. Non sotto la pietra per tenere calda e
credere dal tetto in sù, cioè non aver conseguentemente liquida la pasta da
credenza alle cose di fede. Bellissime cioccolata intanto che la si va lavo
osservazioni fa il Maggi per bocca di rando. Forse in origine dall'aver for
Baltraminna nell'Interm. fra l'atto 1.”
ma di canaletto (copp).
e 2.° del suo Falso filosofo su questa Cópp . . . . In alcune parti del Mila
Spartizion di copp come egli la chia nese, come nella Vallemadrera, è mi
ma, cioè su questo Pensare e operare sura di capacità dei solidi equivalente
mondanamente(di copp in giò) diverso alla Mitàa della città ed anche, se non
dal Pensare e operare religiosamente erro, alla Coppa degli Aretini.
(di copp in sù). Mezz-copp. V. Mezza-mitàa
Erba di copp. V. in Èrba. Cópp. Randello? I bastaj chiamano così
Fà i copp. Spianare i tegoli. Lavo quel pezzo di legno arcuato che per
rarli nella forma sulla tavola da ciò così dire è la serraglia degli arcioni
(banch di copp). del basto e fa canaletto per ben adal
Giugà a pizz o copp. V. in Pizz. tarsi al filo delle schiene della bestia
Intendesen come on speziee a fa da soma che l'ha a portare. Forse il
copp. Addestrarvisi come il cane al Courbet dei Francesi.
l'uva. Il latino Vulpes bovem agit. Cdpp. Coppe. Uno de'quattro semi delle
L'è mort sott ai mee, sott ai socu, carte da tarocchi, così detto perchè
i solt ai nost, ai vost copp. È morto sul rappresenta coppe o sia patere che
mio, sul loro, sul nostro, sul vostro noi fuor di giuoco diciamo tazz.
(Fag. Avaro punito I, 5), cioè morì Dà el duu de copp. fig. Dare lo
servitore o mezzadro o pigionale di sfratto, il cencio, il gambone, l'am
quello a cui si riferisce il discorso. bio. Dare o Porre il lembo o il lembuc
Mett i copp . . . . Levare i tegoli cio altrui. Licenziare, mandar via.
dal banco e allogarli sullo spazzo per El duu, El trii de copp. Le due,
ripulirli. -
Le tre coppe.
Per el gran vent l'è andaa-giò tutt'i Toeiù-sù el duu de copp. fig. Aver
copp. Dalla furia de venti il tetto ri preso il pendio(Fag. Aver cura di donne
mase distegolato. è pazzìa III, 11). Partirsi, levarla.
Portà-sù i copp. fig. Portarla colpa Cópp abusiv. per Coeur(in giuoco). V.
d'altrui – ed anche Ripescar le sec Cóppa. Coppa. Nuca. Collòttola. Cottula.
chic, cioè Racconciare con fatica gli Cuticagna.Occipizio. Memoria o Cervice.
altrui errori.
A tirà i cavij de la coppa fan dervi
Quand vun l'è desgraziaase borla la bocca. V. in Cavèll.
giò on copp del tecc el ghe va in Chi l'ha in bocca l'ha appos a la
sul coo a lù. Allo sgraziato tempesta coppa. Cosa mentovata per via va. V.
il pan nel forno, cioè pericolano anche in Stria,
COP (339) CO R
Fà coppa. Far collottola o coten Coppètta. V. Sciavattin (crostaceo).
na. Far buona collottola o buona co Coppin e Copin. Collòttola. Coppa. Còt
tenna. Far buona cera e ingrassare. tula. Cuticagna. V. Cóppa.
Coppa. Capocollo? Taglio di manzo che Coppin dicono in qualche parte dell'Alto
confina coll'aletta, colle costole dello Milanese, come in Vallemadrera, ecc.
spigolo (crosera) e col collo. quella misuruccia de solidi che in città
Coppa d' animal. Capocollo(così il diciamo Quartin. V.
Diz. ven. senza citarne autorità). V. Coppin per Mesurin. V.
Bondioeüra. Coppin. Coppettino. V. Culètt.
Cóppa (che i più dicono Tàzza o Vàs). Coppón. Scappellotto – Il Coppone dei
Coppa. Vasetto. La parte d'un calice diz. ital. vale quello che fra noi dicesi
che serve a contenere l'acqua e il vino. Scamon, o vero certa misura. V.
Coppa . . . . In alcune parti del con Coppon. Embricione(*tosc. e Rime d'un
tado è detta così una qualità di spia poeta pis.).
nuccio consistente in un rastrello Coppon de conversa o Coppon assol.
senza denti. per Copp de conversa. V. in Cópp.
Coppà. Accoppare. Ammazzare. Coppon roman. V. in Cópp.
Coppà de cortesia. V. in Cortesia. Copponà-sù. Dare scappellotti.
Coppass per nagotta. Fare la panata Còr. Coro – Banch del còr. Manganelle.
al diavolo. Anfanare a secco. Crepar Cór (che nell'Alto Mil. dicono Bugavò).
di fatica inutilmente; quel che i Fran T. de Lavand. Ceneraccio. Ceneric
cesi dicono Etre Cogne fetu qui se tue ciolo. Quel panno che soprapponsi agli
et ne fait rien. altri che sono nel bigoncio del bucato.
Vecc de coppà. V in Vècc. Cór. Correre. V. Córr.
Coppà. Stordire. Sbalordire. Córa córa o Cora corinna. Curre curre
Coppà i oeuv. Cuocer l'uova nel tegame. currine (Monig. Ser. nob. I, 1). Bille
Coppà-sù . . . Rastrellare con quello bille. Curra curra. Billi billi. Belle
spianuccio che è detto Coppa. belle. Versi da chiamar a sè le galline.
Coppàa. Accoppato. Coradèlla. Polmone – La Coratella dei
Coppàa. Ad. d'Giùv. V. dizionari ital. vale il nostro Ròsc. V.
Avè coppaa i oeuv. fig. Aver fritto. Al. Ale. Lobi = Alett. Alette. Lobetti
Aver fatto la zuppa nel paniere. Aver = Canaruzz. Canna. Canaletto.
fatto una frittata. Aver rovinato il Coradèlla. Pasto. Polmone degli animali
negozio, l'affare, la faccenda. macellatisi considerato come vivanda.
Coppacavàj . . . . Strapazzator di ca Busecca o Busecchinna de coradella.
valli; chi affatica i cavalli senza di P. in Busècca.
screzione. Frittura de coradella. Fritto di pa
Coppaoeùv º
e Copiroeüla. V. Coppéra. sto o di polmone.
Copparoula Coràgg. Coraggio. Cuore. Animo. Bravura.
Coppàscia. . . Tanta di collottola; col Ciappà o Fass coragg. Incoraggiare
lottola rilevata, lata, grassa. si. Far cuore. Pigliar coraggio.
Coppé (Maggi Int. II, 172). V. Copé. Con coragg. Coraggiosamente. Intre
Coppelòtt. Scappellotto. V. Copelòtt. pidamente. Animosamente. Virilmente,
Coppéra . . . Tegolo di legno con un Coragg de milla lira. Gran coraggio.
manichetto da capo, il quale serve Fermo coraggio. Intrepidezza.
al tegolajo per forma del vero tegolo Fà coragg. Far cuore. Incoraggiare.
di terra cotta. V. Moeüd. Inanimire. Far coraggio.
Coppéra (che alcuni dicono Cocchéra). Fà perd el coragg. Scoraggiare.
Tegamino da uova. Vaso per uso di Sbigottire. Sgomentare. Avvilire.
affrittellare l'uova, il quale è per lo Perd el coragg. Scoraggiarsi. Sbi
più di rame; lo Scappi lo chiama gottirsi. Sgomentarsi. Avvilirsi.
Padella per fare uova affrittellate. Tornà a fass coragg. Rinfrancarsi.
Coppètta. . . . . Collottoletta. Riconfortarsi. Riprender animo. Ras
Coppètta. V. Ventosa. sicurarsi. Iiincorarsi. Rifarsi coraggio.
COR (34o) COR
Coraggiòs. Coraggioso. Animoso. Bravo. Corall molaa. Corallo arrotato –
Intrepido. Ardito. affaccettato, sfaccettato.
Coràj. s. m.pl. Coralli(“fior). Così chia Corall negher. Corallo nero. Anti
mansi certe pallottoline rosse che pate. La Gorgonia antipathes di Pallas
hanno i polli d'India sotto ai bargigli Corall sgresg. Corallo greggio
e lungo il petto. I Francesi le chia Mazz de corall. Rappa di corallo.
mano Grenades o Gilets. Ramm de corall. Branca di corallº.
Rid che passa minga i coraj. Riso Scorza de corall. Corteccia di corallo.
sardonico, sforzato, dispettoso – Rire Corallin. Coralletto. Picciol corallo.
qui ne passe pas le naud de la gorge Corallin (che anche si dice Cornajolin).
dicono i Francesi. . . . . Specie d'erba arvense.
Coraitt. In alcuni luoghi dell'Alto Mi Corallinna. Corallina. La Corallina º
lanese danno questo nome ai fiori delle ficinalis de sistematici, buon vermi
bellidi. V. Margaritin(bellide). fugo pei fanciulli.
Coral. s. m. T. eccl. Cantorino. Libro Coramàsc. Cojaccio?
grande da coro. Libro corale. Coramèlla. T. de Barb. e Arrot. Buccio?
Corall. Corallo. La Madrepora rubeaL. o Pelle fine sulla quale si strisciano i
Isis nobilis di Blum. Il nostro popolo rasoj e simili per aſſilarli. Striscia
senz'esser zoofitologo distingue il Co registra pure il Vocab. veneziano
rall in mas'c e femmina; i fabbrica senza però addurne autorità.
tori ne distinguono varie specie. Targ. Coràmm. Cuojo. Cojame, e con voce pe
Toz. ne Viag. II, 162 dice che i Li dantesca Corio. Il Corame dei dizion.
vornesi ne sanno annoverare quat ital. vale quantità di pelli sottili.
tordici specie di rosso, e sono in Avegh el canaruzz fodraa de co
ordine di successiva bellezza 1. Schiu ramm. V. in Canaruzz.
ma di sangue, 2. Fior di sangue, 5. Coraria. V. Corraria.
Primo sangue, 4. Secondo sangue, 5. Coràsc. Cuoraccio(Fag. Ingan. lod. III, 1o).
Terzo sangue, 6. Stramoro, 7. Moro, Coraccio. Cuor cattivo, crudele.
8. Nero, 9. Strafine, 1o. Sopraffine, Coràsc. Buon cuore. Gran cuore. Citar
1 I. Carbonetto, 12. Paragone, 15. largo, liberale.
Estremo, 14. Passaestremo. Veggano Coravò. T. di Cartiera. Colatoja (V. Alb.
i periti se mai non vi sia errore – enc. in Colino). Arnese per cui si fa
I corallaj chiamano Filotto il filo di passare la colla prima di adoperarla
coralli di circa sei once di peso; per la carta. Forse il Couloir dei
Corpo più fili di corallo men grosso Francesi. -

del filato di cui si compongono i mazzi. Coravò. T. di Cartiera. Colino. Telajetto


– Chi pesca il corallo dicesi Cavatore di legno fatto a rete con funicelle sul
o Pescator di coralli; chi lo lavora quale si pone la colatoia. L'Arquet
Corallajo; i fondi fertili di corallo di dei Francesi.
eonsi coralliferi; la barca da pescar Corazzier. V. Bust-de-fèrr.
coralli Corallina; quantità di coralli Corbàtt, voce brianz. per Scorbàtt. V.
dicesi Corallume; ciò che è diramato Corbattèll, voce brianz. per Scorbattin. V.
come corallo Coralloide, e ciò che Corbèlla, voce ant. per Corbello, rima
è rosso com'esso Corallino. staci oggi solo nella frase prover
Corall bianch. Corallo bianco. La biale Mandà de vall in corbella. P.
Madrepora oculata di Blumenbach. in Vall.
Corall carbonett. Corallo carbonetto. Corbéra. Ad. d'Ùg. . V.
V. sopra. Corberinna Ad. d Uga. V.
Corall coo de fila. Corallo capofilo. Corberón. V. in Ùga.
Corall mezzania o smezzaa. Mezza Corbogliòn. Brodo ristretto. Dal francese
nìa. Il corallo minore di tutti che i Court-bouillon. D' ordinario la voce
Livornesi assortiscono per mazzi di Corboglion è da noi usata per espri
sei libbre composti di cinquantaquat mere quel brodo ristretto o quella
tro fila l'uno. gelatina che si fa nel lessare il pesce.
COR (341 ) COR
Còrda. Corda. La Fune, e poet. Il Fune. Cord de ferr. Corde di ferro (Diz.
– Noi lontani dal mare a mala pena mus.).
sappiamo che siano gomone e cavi, Cord de lottom. Corde d'ottone.
e non conosciamo nè ansiere, nè dra Cord de seda. Corde di seta (Diz.
glie, nè drizze, nè gherlini, nè ma mus.).
novre, nè cent'altri simili cordaggi di Cord ramaa. Corde fasciate – Cor
marineria; queste voci si ricerchino doni fasciati.
allo Stratico – Vedansi ciò non ostan Andà-giò de corda. Scordarsi, e fig.
te Gamir, Vént, ecc. Uscir di tempera.
Fil. Trefolo = Legnoeu. Legnuolo. Mett i corda la ghitara. Incordare
Cordone. o Mettere in corde la chitarra – Tor
Andà con la corda al coll. Venir naghi a mett. Rincordare(Buon. Tan
colla coreggia al collo o in collo a cia II, 7).
chiedere mercè. Andar supplice, in Toccà ona corda. fig. Toccare una
atto di umilissima rassegnazione. corda o un tasto. Parlare alla sfug
Andà su per scala e giò per corda. gita di checchessia.
fig. Fare un ballo in campo azzurro. Vess giò de corda. Lo stesso che
Essere appiccato. Vess giò de canchen. V. in Cànchen.
Ballarin de corda. V. in Ballarin. Vess giò de corda. fig. Non essere
Corda del mantes.Menatojo(Diz.art). in tempera al giuoco. Non essere in
Corda de Monscia. gergo. . . . . . buon giuoco.
La salsiccia (luganega), così detta da Vess in corda. fig. Essere in tempera,
noi perchè s'adduglia come le funi e in ordine, in assetto, in buon punto,
perchè i Monzesi portano il vanto a giuoco. E dicesi così del fisico come
nel farne di squisitissima. del morale. Se poi la metafora sia
Corda d'erba. Breino o Cavo d'erba nata fra noi dalla corda dell'arco da
fatto di falasco o pattume – Stramba saettare o da quella da cordeggiare
o Strambo dicesi la stessa corda non o da quella da sonare male saprei
torta ma solo intrecciata – Libano indovinarlo. -

chiamasi quella fatta di giunco. Còrda. T. mus. Corda(Diz. mus.). Esten


Cord di caregh. Suste. sion di voce.
Gir de corda. Duglia. La corda av Còrda. T. idr., e dicesi
voltata in cerchio per occupar meno Fiumm in corda.
spazio. Fà-sù la corda in gir.Addugliare. Fiumm giò de corda.
! V. in Fiùmm.

Lassass-giò contona corda. Collarsi. Cordà. Accordare. Fermare o Fare ac


Tegnì corda. ſig. Tener mano. Tener cordo.
il sacco. Fare spalla. Cordà a mes, a ann, ecc. Fermare
Còrda (per ant.). Corda. Quella dell'uscio per mesi, anni, ecc.
da via. Tirar la corda. Aprire altrui. Cordà la vicciura, o simili. Noleg
Còrda. Corda. Fune. Tortura; ant. Còlla; giare la vettura.
in gergo la Margherita. Cordàa. Accordato – Noleggiato.
Dà la corda. Dare la corda o la Cordàda. Ad. di Peina. V.
fune. Mettere alla tortura. Dare tratti Cordada. . . . . Colpo di fune.
di corda; e ant. Collare – fig. Angu Corda-màgna. Corda magna. Garretto.
stiare. Mettere in angustie, in cimento. Cordaria. Cordame. Sartiame. Funame.
Dà la corda a vun. fig. Fare il collo. Cordaggi – Gomone – Manovre –
Abusare del bisogno altrui. V. in Còll. Sarte. -

Dare la corda nei diz. ital. ha altri sig. Cordaria. Corderia. Luogo dove fannosi
Tegnì su la corda. fig. Tenere sulla i cordaggi.
corda. Tener dubbio, sospeso. Cordàss. Accordarsi. Venire a patti.
Còrda. T. degli Strumentaj. Corda. « Che nome cordarev col Re de Spagna. »
(Dal. Rim.)
Cord d'azzal. Corde d'acciaio.
Cord de budell. Minuge. Corde di Cordée. Funajo. Funajòlo. Funajuòlo.
budello. Cordajo. Cordajuolo. Chi fabbrica la
COR (342 ) COIR
corda e Chi la vende – Chi fabbrica bovine macellate che rimangono tut
le corde di budella dicesi Minugiajo tavia attaccate alla pelle e sono pro
(Alb. enc. in Cordajo). veccio dei conciatori a quali vengono
Cordéra che comunemente si dice anche vendute le pelli. Fra noi denotano in
Coètta. T. degli Strum. Codetta(Grisel. vece ogni simile cojetto o quogliattoro
Diz.). Quel regoletto o sia quell'asse o limbelluccio di carne fresca onde
rella fermata sul coperchio di un vio i conciatori spogliano affatto affatto
lino in cui s'infilano ed assicurano le pelli vendendoli poi a chi per
dall'un capo le corde, detta Tirant meno spendere si accontenta di siſ
nell'Encycl. – Ne'diz. ital. la Cordiera fatti rosumi per tutta carne.
è quello che noi diciamo Capptàst. V. Còregh. Cestino. Arnese di vimini, a fog
Cordéra. . . . Donna che vende corde, gia di campana forata per di sopra, in
o Moglie di cordajo. cui si mettono i bambini perchè impa
Cordètta. Cordella. Cordellina. Cordicella. rino a reggersi in piedi e camminare.
Cordicina. Funicella. Funicina; e ant. Gli Aretini lo chiamano il Carriuolo,
Funicello; dottr. Funicolo – Le pri come dalla lettera di M. P. Aretino
me due voci però valgono più stretta fra quelle di Nic. Martelli p. 28 retro.
mente quello che noi diciamo Stringa Dicesi anche Cestella, Carruccio e
e Ternètta. V. – V. anche Spàgh. Cassetta. Questi ultimi due però sem
Cordettinna. . . . Picciolissima funicella. brano equivalenti per appunto a quella
Cordial. s. m. Cordiale. Bevanda cardiaca. particolar specie di Còregh che usiamo
Cordin. Cordoncino. V. Cordonin. in villa, fatta, non di vimini, ma di
Cordin (che anche dicesi Cordón). Guida. legno di noce o simili a cui diamo lo
Specie di redine con che si guidano i special nome di Strenciraei. V. I Sici
cavalli da tiro-Inforcatura della guida. liani chiamano Carruzzedda napulita
Fà cordin o cordon. . . . . Dicesi na il nostro Coregh di città (cestella,
tra postiglioni allorchè in luogo di cestino), e Cestella di picciriddi il no
montare come usa il bilancino (cavall stro Strenciroeu di villa(carruccio).
de balanzin) si seggono a cassetta e di Còregh. Guardinfante. Guardanfante. Fal
lì guidano i cavalli colle redini dette diglia. Specie di trabiccolo che altre
cordon o cordin(guide). volte usavano le donne per tener
Cordón. Cordone. -

distanti dal corpo e ampiamente ac


Cordón. T. de Pettin. Costola. La parte campanate le gonnelle.
più grossa e rilevata del pettine. Còregh. Trabiccolo. Specie di mezza
Cordón per Cordin(guida). V. colonna di legno cupoluta e ingrati
Cordón. Cordone di peste. colata alla quale si soppone un bra
Cordon. T. de Lastric. Guida. Cordone. cierino di fuoco per mettervi sù pan
Cordón. Cordiglio de frati. ni a scaldare o rasciugare.
Cordón. Tondino. Bastoncino. Bottacci Còregh. Crino(“aret. – Vocab. aret.). Ce
no, e dottr. Astràgalo(modanatura). stino da pulcini. Cestello di vermene
Cordón. Bastone. Specie di pialla a se di castagno, di vimini o simili sotto
micerchio da scorniciare. del quale i contadini tengono i pul
Cordón. Tendine. - -

cini, i polli o le galline quando le


Cordón. s. m. pl. Corde del collo, cioè vogliono nei campi ma non vaganti
i due nervi del collo. per essi.
Cordoné. Cordellone? Accordellato. Ac Còregh. . . . . I panieraj chiamano così
cordellatino. Specie di sottigliume. quella parte arcuata della culla che
Cordonin. º Cordoncino. Cordoncello. le fa testiera.
Cordonzin. Cordellina. Coreghée. . . . . . Fabbricatore o Ven
Cordovàn. Cordovano. Pelle da scarpe ditore di guardinfanti.
che è una specie di sommacco. Coregón. Acc. di Coregh(guardinfante). V.
Cordovàn. Ceppatelli(*ſior. e Tomas. Sin. Corelativ (Anda). Accordarsi nel parlare.
p. 122). In Firenze sono propriamente Corengiatt per Antiquàri(zazzerone) e
quelle parti dell'orecchio delle bestie Tànghen (tanghero). V.
COR (343) COR
Corengioeülo Scorengioeül. s. f.pl. v. cont. Acuticornio – La qualità delle corna
br. . . . . Quelle setole che vengono dicesi Cornatura – V. Còrni e Còrno.
talora tra falange e falange interna Avè dur i corni. fig. Esser uomo di
delle dita dei piedi a chi lavora a piè nerbo o di ferro. V. anche in Dùr.
nudo la terra. Avè vun in sui corna. fig. Avere uno
Corénsgia. Coreggia. sulle corna, in odio, in urto, in di
Corensgin. Coreggiuolo. Coreggina. spetto, in uggia. Odiare chicchessia.
Fraa del corensgin. V. in Fràa. Corna de bò. Corna – A benefizio
Corensgión. Coreggione. di chi desse in fogli o in fatture mer
Corént, Corénta, Corér, ecc. V. Corrént, cantili fo avvertire che queste corna,
Corrénta, Corrér, ecc. che tutti noi conosciamo sotto questo
Corespond. V. Corispónd. nome comunis.”, a Genova e a Trieste
Coresponsion. Ricognizione. Ricompensa. sono mascherate in commercio sotto i
Soddisfacimento. Soddisfazione. Paga nomi di Aste di bue e Pastieri di bue.
mento. Cosse gh'è andaa a vegnì in di corni
Corezión (Cà de). V. in Cà. o per i corni? Che gli è mai caduto
Coridòra, ecc. V. Corridora, ecc. in mente? Quale fantasiaccia gli è
Corin. Coretto così al proprio come al fig. venuta nel pensiero? Oh vedi arzigo
Corin. Cuoricino. Dicesi di certo pez golo! Oh vedi fantasticheria!
zetto di tela fatto a forma di cuore Dà i corni in vun. Abbattersi, Im
che va cucito allo sparo delle camice. battersi, Avvenirsi, Incappare in alcuno,
Corinoeu. Picciol cuoricino. Dà on diavol sui corni. V. in Diàvol.
Corinna. V. in Córa. Di corni. Lo stesso che Di càzzi. V.
Corioeü. V. Corriocù. Faa a corno. Cornicolare. Cornico
Corispónd. Corrispondere. lato. Corniculato – Cornicularmente.
Corispónd. Rispondere. Le finestre ri Fà i corni. Corneggiare. Mettere le
spondono sopra la corte. corna alcuna bestia cornigera. Per es.
Corispondént. T. merc. Corrispondente. La fa apenna adess i corni. Appena
Corispondénza. Commercio di lettere. corneggia o mette le corna o le spun
Tend a la corispondenza. . . . . . tano le corna.
Accudire al commercio di lettere. Fà i corni o i cornitt o on piatt
Corista. Corista. de cornitt. fig. Far le corna o le
Coriv. Corrivo. Corribo. Facile. Credulo. fusa torte. Porre il cimiero o le corna.
Corléra o Scorléra. Il cadere o Lo scappar Mandare a Corneto. Far marito delle
d'una maglia. Certo mancamento che capre. Far becco. Fare i cannoni.
succede nelle maglie di una calza. Fà i corni. fig. Far le fiche o ca
Tirà-sù ona corlera. Scavalcare. Ri strafiche – e anche Voltar la punta ad
pigliare una maglia. V.Alb. enc. negli uno. Far dispiaceri, cavallette, ecc.
esempi citati alla voce Calzetta. Anche Mettes i corni in coo. fig. Avere le
il Fag. nel Sordo fatto sentir per forza corna in seno e mettersele in capo. Ap
(I, 1) ha: « Ripigliar una maglia scap palesare da noi stessi il fallo fattoci
pata.» E lo stesso il Tom. Sin. a p. 552. dal consorte o dall'amante, o qualun
Corlètt e Córlo. V. Curlètt e Curlo. que altro fatto o detto che ci possa
Còrna o Còrno, e al pl. I corni o I arrecare onta o vitupero.
corna. Corno, e al pl. Le corna ed No è ben resegà i corna ai boeu. fig.
anche I corni – L'animale che ha corna V. in Boeü.
dicesi Cornuto o Bicorne o Bicorno o On corno o On corno che t'inco
Bicornuto, nobil. Cornigero, e all'accr. ronna! Un fischio! Escl. di negativa e
scherz. Cornigerone – Cornato dicesi disdegno a un tempo. Per es. Ben on
chi abbia corna non da natura ma corno che t'incoronna! Bene un fischio
per caso – Il punto ove le corna sono (Guadag. Poes. I, 1o2). Coss el vocur
impiantate dicesi Il ceppo delle corna di quest? El voeur di on corno che
(Alleg. 55) – Chi ha mozze le corna t'incoronna. Che vuol dir questo? Vuol
dicesi Cornomozzo; chi le ha acute dir panico pesto(Sacch. Nov. 98).
COR (344 ) COR

Pestass o Rompes i corni. fig. Scio Cornàda. Cornata. Colpo di corno; e al


rinarsele sode. Darsi mazzate sudicie. dim. Cornatella.
Ragguagliarsi le costure. Battersi. Rom Cornàggia. Mulacchia, e poet. Cornice.
persi o Fiaccarsi le corna o Darsi Cornacchia bigia. Uccello noto che è
sulle corna. il Corvus cornir de naturalisti.
Scaldà i corni. V. in Scaldà. Cornàggia. Ghiacciuolo. Diacciuolo. Pez
Varì on corno. Non valere un corno. zetto di ghiaccio pendente dalle gronde
Vegnì i corni. fig. Venir la muffa de tetti, da canali e simili.
al naso. Saltar la mostarda al naso. Gelà i cornacc. Essere i maggiori
Vess corna e cros. Essere amici stridori o geloni. Esser un freddo che
come il can del bastone o come cani pela.
e gatti. Stare come capre e coltellacci. Maggia cornaggia. V, in Màggia.
Còrna. T. de Pettin. Corno. Cornaggitt(che altri dicono Verzitt o
De corna. Còrneo. Verzitt matt). v. dell'Alto Milanese.
I sant moderna hin come el cor Been bianco. Bubbolini. Pianta campia
na, dur, stort e bus. fig. V. in Sant. che è il Behen album L., le cui foglie
Petten del corno. V. in Pètten. tenerine mangiansi la primavera nelle
San come on corno. Sano come un zuppe dai contadini.
pesce o come una lasca. Verde come un Cornajoeüla. Gramigna(Targ. Diz, in Pani
aglio – S'usa anche parl. di oggetti ma cum dactylum). Sp. d'erba arvense.
teriali, ed allora equivale a Inlerissimo, Cornajoeüla . . . Canna da dargli aiuti
Saldissimo. Sto vassell l'è san come a cavalli.
on corno. Questa botte è interissima. Cornajoeüla. Corniola. Gemma nota.
Còrna. T. de Fabbriferraj . . . Arnese Cornajoeüla . . . Mastice veneziano.
di ferro inacciajato che si ferma o Cornajolin. V. Corallin.
nella morsa o ne fori dell'ancudine Cornàra. Voce che si usa nel det. Ara
per foggiarvi sopra que lavori di ferro belara de ses e cornara. V. in Ara.
gentili a quali male s'adatterebbero Cornaré. Nome di paese usato in
le corna delle ancudini troppo grosse. Andà a Cornaré. fig. Andar Podestà
Cornàa. Corniolo. Cornaro. Cornaro ma a Corneto(Raf. Borgh. Am..fur. V, 17).
schio. Albero che è il Cornus masculaL. Mandà a Cornaré. Mandar a Cor
Quand fioriss el cornaa la rocca la neto (Ariosto nel 28.º del Furioso). È
perd la bontaa. V. in Rócca. lo stesso che Fà i corni. V. in Còrna.
Cornàa. Corniola. Cornia. Corna. Cor Cornètt. V. in Cornetton e Moléra.
gnale. Frutto del corniolo. Cornètta. Cornetta.
Cornabò. . . . . Moneta probabilmente Somà la cornetta. fig. Sonar la trom
ferrarese, coll'impronto d'un alicorno, ba. Fare del cul trombetta. Spetezza
la quale correva anche fra noi, come re, scoreggiare.
dice il Doni nella Zucca a pag. 46, Cornetton (o Cornètt). Cote arenaria.
ne primordi del secolo 15. Era detta Pietra (molera) nella quale predomina
altresì Cornacchione, e spendevasi in il calcario, e che ha scarse e piccole
Bergamo la scempia soldi 12 e la dop parti micacee e sabbiose. V. in Moléra.
pia soldi 24 di quella moneta. Forse Cornett bianch . . . Nelle Cave di
essa diede il nome fra noi al seguente Viganò è nome dell'arenaria di co
insetto, se pur non l'ebbe da esso. lore fra l'argentino e il rossigno.
Cornabò, e nel contado Cornabobò. Ca Cornetton bianch. Pietra serena ?
labrone di san Giovanni('lucch.). Bu Cornetton ross (che dicono anche
capere. Mangiapere(*fior.)? Saltabecca. Venon ross). Pietra bigia.
Insetto notissimo che è il Lucanus Cornett salvadegh o bastard. . . . .
cervus o Scarabaeus cornutus, o Cervo Specie di sasso galestrino,
o Cerviattolo volante del naturalisti. Còrni. s. m. pl. Le cornella, e con Dante
Cornàcc o Cornucc. v. cont. br. . . . . (Inf.). Le corna. Voci colle quali chi
Cavicchj, e specialmente quelli del non è naturalista, e anche i natura
così detto in città Tornell del pozz. listi nel discorso famigliare sogliono
COR (345 ) COR
i denotare le antenne degl'insetti e i pal passando in esso. Credo che i Fran
pi o tentacoli dei vermi. Per es. Lu cesi lo chiamino Cornet o Boudinière.
rea. maga lumaga cascia-foeura i corni. Cornisin. Dim. di Cornis. V. – I diz.
Lumaca lumachella metti fuor le tue non registrano Cornicina e Cornicino
cornella (cioè i palpi, i tentacoli). Quell che in senso di piccole corna.
viorin el gh'ha pur anca longh i corni. Cornisòn. Cornicione.
Quel cerambice ciabattino ha lunghis Cornitt. s. m. pl. Fagioletti(*ſior. rom.
sime antenne direbbe il naturalista. pist. lucch. – Font. Diz.). Le silique
Còrni. s. m.pl. Corni. Cornate. Cornocchi de fagiuoli tenerine che i Tedeschi
(Targ. Viag. II, 275 e passim). Corna dicono Fisolen, i Francesi Haricots
di monti, punte estreme di monti. I verts, alcuni Fior. Fagiuoli in bacca.
. corni de Canz. I cornocchj di Canzo. Quando sono invecchiati noi li dicia
ri e Corniggià. Voce cont. br. V. Scorniggià. mo Cornon; in tale stato i cittadini
Cornin. Cornetto. Cornicello. Cornicino. li ricusano, ai contadini sono delizia,
li
Le cornicine. Le cornicina. spregiandoli essi novellini.
i
Lumaga lumaghin cascia focura i Fà i cornitt o on piatt de cornitt.
toeu cornin. V. in Lumàga. fig. V. in Còrna.
Cornin. Cantuccio. Cornetto(Alb. enc. in Cornitt. s. m.pl. cont... . Le due treccio
Gramola). Orliccio di pane. line che dal trecciuolo(bibin) vengono
Cornis. s. m. Cornice. Ornamento agget alla fronte. In città sono anche oggidì
tato che circonda uno specchio, un alla moda sotto nome di Trezzitt.
quadro o sim. Noi Milanesi facciamo Còrno. V. Còrna.
questa modanatura maschia dicendo Còrno. T. de Calzol. Calzatoja. Alcuni
el cornis; la lingua nazionale illustre tra noi lo chiamano anche Cornett e
la vuole femmina dicendo la cornice. Calzascarp. Zanobetti nel suo Diz ha
Cornis. s. m. . . . . Nelle picciole stalle un Cornettino che pare corrispon
dei poderanti(pisonant) si chiama per dente a questo nostro Corno anzichè
tal nome quel canaletto in cui racco all'oggetto ch'egli dice rappresentare.
gliesi il sugo del letame (el gius). Còrno. Muraglia. Parete. Quella parte
Cornisàmm. Corniciame. dell'unghia de'cavalli che ne circonda
Cornisèll. T. de Fab. d'org. . . . Cono il piede e gli dà forma.
vano d'ottone foggiato a imbuto di Còrno. Corno. Estremità dell'altare:
cui si fa uso per accordar le canne Còrno. Corno. Strumento musicale da
degli organi. Immesso per la punta fiato. Corno de caccia. Corno da caccia.
e dimenato allarga la luce delle can Corno ingles Corno inglese (volg. it.).
ne, immesso per la base porge modo Cornón. Gran corno. -

a venirle orlettando e strignendo, cc Lumagalumagon cascia-foeura i toeu


devolissime come sono perchè con cornon. V. in Lumàga.
sistenti in una sottil lastra di piom Cornon. V. in Cornitt.
bo. Forse è detto Cornisell da Cornìs, Cornicc v. cont. dell'Alto Mil. Còstole
perchè fa alle canne una cornice, o di naspo o tavella. V. anche Cornàcc.
sporta o rientrante, ogni volta che in Coróbbia. Rigovernatura. Broda. Lava
esse è adoperato. Ne sono di più tura. Dal. lat. Colluvies ?
ſitº grandezze per adattarsi alle canne Coróbbia. Pappolata (Lor. Med. Simp.
nelle quali s ha ad usare. cant. V). Beverone. Imbratto. Cibo
Cornisèll. T. de Pizzic. . . Specie d'im che si dà al porco nel truogolo – ed
gº buto di peltro col vase fatto sull'an anche Pastone o Mescolo che si dà
dar del padiglion delle trombe, e col alle vacche.
canaletto augnato a vomere di penna, Corobbiètta
. . . . . Quel po' di me
del quale i pizzicagnoli fanno uso per Corobbiin
imbudellare salsicce, sanguinacci, Corobbinna scolo(beverón) che si dà
a ciascuna vacca.
al salami, cervellata, ecc. infondendo Corobbioetà
ld nel vase la pasta che dal canaletto Corobbiònna. Fregona. Fantesca. V.
tº immesso nel budello va pianamente Sprèlla.
glº 1 ol. I. 44
COR (346 ) COR

Corògna, idiot. cont, per Cològna. V. Corònna. Bordo. Nelle campane è l'orlo
Corògna dicono in certe parti del con sul quale dà il battaglio.
tado per Cologna o Pienton di pergola. Corònna. Corona. È la parte superiore
Coronà. Coronare. Noi usiamo Corona solo dell'unghia nelle bestie da soma, la
nel dettato Coronà l'opera. V. Opera; quale confina co' peli delle gambe.
altrimenti diciamo Incoronà. V. Corònna o Coronin. Ghirlanda. Corona
Coronàtt. Coronajo. Facitor di corone. di fiori che mettevasi altre volte in
Coronattà. Scoronciare. V. in Paterà. capo, ed oggidì si posa al luogo che
Coronèll. T. milit. Colonnello. vi corrisponde sulla cassa de fanciul
Coronilia. Voce del contado verso il Lo letti morti non settenni nel portarli
digiano. Erba ginestrina. Pianta erba a seppellire. I Veneziani la dicono
cea, detta Coronilla varia dai botanici. Zogia da morto.
Coronin. Coroncino. Coroncina. Coro Corònna. Ad. d'Èrba. V.
nella. Coronella. Corònna d'aj. Resta d'aglio.
Coronin. Chiocciolino. Nome di paste Corònna de bescott. Resta di marroni ?
per lo più dolci fatte a coroncina; Quella che i Francesi dicono Chapelet
ne sono di lisce, d'intrecciate, ecc. de marrons.
Coronin. V. Corònna sig. nono. Corònna d'ingegnee de cuntà piant - - -
Corònna. Corona. Serto. Cerchio di pallottole di cui servonsi
Roeuda coronna. V. in Roeuda. gl'ingegneri per noverar le piante
Corònna. Corona. Rosario. ne fondi.
Avemarii. Avemmarie-Pater. Pater Corònna di radis. V. in Radis.
nostri e Gloria.... = Coa. Naso(“pist.). Coronón. Coroncione.
= Argentin o Fil de Bologna. Archime Coróss. Caporosso. Moriglione. Bibbio
(“pist.). Saltaleone. Filo – Recalchin. Sp. d'anatra che è l'Anas Penelope Lin.
. . . . - Maggetta. Maglietta? - Reli Corossolón. Codirosso maggiore. Codi
quia o Crosetta o Medaja. Medaglia rossolone. Codirossone(Savi Ornit. I
(Alb. enc. in Coroncione). 219). Specie di merlo che è il Tur
Dì adree la coronna di ratt. V. in Ràtt. dus saratilis di Temminck e il Merle
Divott de la coronna. Coronciajo. de roche dei Francesi.
Corònna. Lagrima di Giob o Giobbe. La Còrp. Corpo; poet. Terrena soma o spo
grima. Sorta d'erba nota delle cui glia o salma; sch. Terrestre cordovano.
coccole si fanno avemmarie e pater A corp voeuj. A corpo vuoto o di
nostri per corone. giuno. A stomaco digiuno.
Corònna (Fà o Lavorà per Santa) che Andà del corp. Andar del corpo.
anche dicesi Lavorà per i fraa o per Scaricarsi o Muoversi il ventre. Solle
la gesa de Vaver. Fare per l'amor varsi per di dietro. V. Cagà.
di Dio. Pescar pel proconsolo. Vale Avegh el corp ubedient. Avere il
far per altri e senza proprio utile. beneficio del corpo. Avere il corpo so
Il dettato nostro ha origine da un brio o il ventre lubrico.
pio stabilimento detto di Santa Co Corp-del-delitt. Corpo del delitto.
rona dal quale si dispensano gratui Lassà in corp. . . . Lasciare altrui
tamente ai poveri le medicine, e i cui checchessia ad aggravio.
medici e chirurghi prestano loro gra Mettegh tutt i sentiment del corp.
tuita assistenza. Far checchessia a tutto potere o col
Impolla de Santa Coronna. fig. Conca l'arco dell'osso. Fare tutte le sue lotte.
fessa. Persona di salute debolissima. Spogliarsi in farsettino o in camicia
Passà per Santa Coronna. fig. Passar o in capelli per far checchessia.
gratis. Passare a ufo. Moeuves el corp. Smuoversi il corpo
Corònna. T. de'Macell. . . . . . Quella (Ambra Furto V, 4).
po' di grascia che nelle bestie le quali Morì con la vocuja o con la volontaa
macellano veggono investire il cuore in corp. Morir col cocomero in corpo
alla base, così nominandola dalla sua (Alleg. 44). Sputar la voglia. Appiccare
figura. o Attaccar la voglia all'arpione.
COR (347) COR
Moviment de corp. Andata di cor Corp a la Stuarda. . . . . . Busto
po. Andata. Smossa. V, in Mòssa. tripartito o quadripartito, i cui petti
On corp senz'anima. Un pezzo di dinanzi vanno a finire in un trian
carne con gli occhi(Monosini p. 1 1o). golo a vertice acuto sul ventre.
Uno stupido. Un corps sans ame di Corp a tre fes. . . . . Busto il cui
cono pure i Francesi. V. anche in Càs. petto è tripartito o sia a tre gheroni.
Pettà in corp. Appiccarla. Attac Corp imbottii. . . . . Busto che per
carla. Accoccarla. adattarsi alle difettosità corporee di
Pettà in corp on bagaj. Appiccare alcuna donna è imbottito ove occorre,
il mal delle due milze. il Corps rembourré de Francesi.
Tegnissel in corp. Ingozzarla? Do Corp rizz. . . . . . Busto coi petti
ver tenere cosa che ci sia d'aggravio. raccrespati da cima.
Vess duu corp e on'anima sola. Corp rizz cont el carré. . . . Busto
V. in Anema. coi petti increspati da cima, le cui
Vorè saltà foeura l'anema del corp.... crespature sono rassodate da un li
Aver un grande battito al cuore, avere stone d' orlo detto il carre.
una palpitazione veemente, disordi Corp tiraa scalfaa. . . . . Imbusto
nata , estrema. liscio ma scollacciato.
Còrp. Corpo. Busto. Tronco. De corp Fagh dent el corp. ... Rifare l'im
l'è ben fada, ma l'è brutta de faccia. busto in un abito. Il fr. Rencourser.
Ha bel corpo e brutto viso. Còrp. Corpo. Complesso, totalità.
Còrp. T. de Sarti. Busto. Imbusto. Gl'im Fà tutt'on corp. Ridurre a un corpo.
busti. Quella parte d'abito che serve In corp. In pieno. Vend el negozi
a coprire il busto, cioè la schiena e in corp. Vendere un corpo di bottega.
il petto. Vend i fondi in corp, minga a mi
Corp a cinqu fes. . . . Busto quin sura..... Vendere i fondi per prezzo
quepartito nel petto. di corpo, non a prezzo di perticato.
Corp a coeur a piegh . . . . Busto Còrp (che il Balestr. disse malamente Sche
bipartito sul dinanzi, i cui petti rie nàl). T. de'Leg. di lib. Dorso. La parte
scono verso l'orlatura raccrespati o rilevata del libro. Culatta – Acculattare.
foggiati a varie pieghe. Còrp. Corpo(così nei testi addotti dal diz.
Corp a coeur rizz . . . . Busto bi per errore al paragrafo di Corpo per
partito sul dinanzi, i cui petti rie cadavero). Funerale. Mortorio. Esequie,
scono arroccettati. e idiot. Ossequio.
Corp a coeur tiraa. Imbusto accorel Andà a corp. Andare al corpo (Vite
lato? Busto i cui petti riescono lisci de Santi Padri) o al mortorio.
sul dinanzi. Corp intregh. v. a. Daz. merc. . . . .
Corp a coll. Imbusto accollato, cioè Funerale così detto di prima classe.
che copre il collo, che ha collaretto. Fà corp e settim. È lo stesso che
Corp a drapé. Busto panneggiato? o Fà duu corp in don carlee. V.Carlée.
addrappato? Busto con un po di scavo Mezz corp. . . . . Funerale così detto
(scalf) verso il collo, e a due petti, i di seconda classe.
quali per la metà loro verso il collo On corp con la cros de legn. fig.
riescono o a pieghe o arroccettati per . . . . Un affare spallato.
formare alcun po' di panneggiamento. Còrp. T. mil. Reggimento. Andà al corp.
Corp a ghen lazzaa dedree. . . . . Presentarsi al reggimento.
Busto con petto liscio e schiena liscia Còrp. Fittezza. Pienezza. Densità.
e ordinariamente allacciati e vegnenti Avè del corp. Aver buon corpo? Es
fino al collo. sere corputo. Parlandosi di vino vale
Corp a la bambinna.... Busto i cui aver forza, vigore. Anche i Francesi
petti sono uniti colla falda (pedagn), e dicono Avoir du corps – V. in Vin.
che nella scollatura tengono il mezzo Ciappà del corp . . . Prender for
fra i busti panneggiati(a drape) e quelli za, invigorire, quel che i Francesi
con collaretto(a coll). dicono Prendre du corps.
CO R (348) COR
Còrp.T. degli Strum. Corpo. Quella parte Corpusdòmen. Corpusdomini. La festa
dell'arpa corredata d'animella (tavola del Corpo di Cristo.
armonega) e sordina in cui sta la ri Corpiu. Corpulento. Corputo. Corpulente
sonanza dello strumento. È concava, e Córr o Cór. Correre.
forma per così dire il dorso dell'arpa. Corr in vece di el Cór(corre) dicono
Còrp. T. di Stamp. e Fond. di carat. meglio di noi i contadini brianzuoli
Corpo. L'aggregato di tutte le lettere A sant'Agnesa corr la luserta per
d'una specie di carattere da stampa. la scesa. V. in Agnésa.
Còrp. T. di Stamp. per Portàda. V. Corradree. Correr dietro a uno per
Corpàsc. Corpaccio. Corpone. cercarne, per pregarlo.
Corpasciùu. Corpacciuto. Corputo. Cor Corr adree a vun. Correr dietro
pulento. Corpulente, e al superlativo Rincorrere. Dar la caccia. Inseguire.
Corpacciutone. Corr-dent. Incorrere. Gh è cors
Corpasción. Gran corpaccio. dent on error. Vº è incorso un errore.
Corp-de-guàrdia. Corpo di guardia. Luogo Corr-giò. Scendere a furia.
dove i soldati stanno a guardia, e i Corr inanz. Precorrere.
i soldati stessi. Corr in ajutt. Accorrere. Venire in
Corpètt. Corpicino. Corpicciuolo. Corpi Corr-sù. Salire a furia. (ajuto.
cello. Diminutivo di Corpo. Il Cor El corr come on lecchee o come on
petto dei diz. ital. vale Vestina. livree o come ona legor. Ei corre
Corpètt. . . . . Funerale d'un ragazzo, che par unto, cioè velocissimamente.
o Funerale poco pomposo. El corr ch'el par che ghe corra
Corpettin. Picciolo corpicciuolo o corpi adree i lader. Corre a più potere o da
cello o corpicino. V. anche Vitin. disperato o a rompicollo. Corre che
Corpettin. Busticino. Picciol imbusto. par che s'abbia i birri dietro. Corre a
Corpettin . . . Funerale di pochissima furia, precipitosamente, senza ritegno.
pompa, o Funerale d'un bambino. El dis el sur dotor quell che no
Còrpo. Lo diciamo così nelle sole escla se pò tegnì de lassà corr. V. Dotór.
mazioni Corpo de bacco, Corpo de Fà corr a pomm o a ciarell. . . . .
bacco baccon bacchetta, Corpo de Suol dirsi per disprezzare altrui,
bio bion, Corpo de Dianna, Corpo quasi a forza di mele o di sputacchi
de l'uga, Corpo d'on biss. V. Bacco, si avesse a farlo correre e fuggire.
Bio, Dianna, Ùga, Biss, ecc. Fà corr la caroccia. Scarrozzare.
Corporàa. V. Incorporàa. (nervo. Fa corr la posta. Correr la posta.
Corporàa. T. de'Leg. di libri ... Che ha Fà corr vun a lottad (o a sassad, a
Corporadùra. Corporatura. bolgett, a pugn, ecc.). Rincorrere uno
Corporal. T. eccl. Corporale. . a forza di zollate(“tosc. e poema d'un
Corporazion. Comunità. Corpo intero di aut. pis).
persone che vivono a comune sotto Giugà a corres adree. Fare a rin
una regola, come sono i frati e sim. corrersi, ed anche. . . . . . Venirsi
Corp-sànt. Corpo santo. Reliquia. dietro l'un l'altro cercandosi reci
Quand se moeuv i corp-sant ven procamente senza mai raggiugnersi.
ſoeura el sò o simili. . . . . Si suol Lassà corr. fig. Sonar la tromba.
dire allorchè siamo visitati da persona Spetezzare,
che ci faccia carestia di sè, e che a Lassà corr. V. Sorpassà.
tale visita siano contemporanei o sole L'è lì el nodar ch'el corr. Appunto
o pioggia da molto tempo desiderati. io ho il notaio a cintola (Dav. Post. a
Corp-sànt. Ville o Terre o Borgate subur Tacito p. 654 per induzione).
bane o suburbicarie. Precisamente poi, L'è minga a corr, l'è arivà a temp.
se non erro, quelli che noi diciamo i Non val levare a buon ora, bisogna
Corp-sant de Milan, de Pavia, de Lod aver ventura(Monos. p. 1o9). Talvolta
diconsi Le Masse a Siena. Così nel Gior. Non è sempre lode l'essere i primi a
agr. tosc. X, 267 « Le Masse di Siena, sfare le faccende, ma lo è bensì il farle
cioè le comunità di quel suburbio. » | a tempo (Last. Op. II, 233).
COR (349 ) COR
Me fan corr a pomm. Mi son tratte Vestii a la correra. Abito da corriere.
le meluzze(Alleg. pag. 58). Corridor. Nella cava delle pietre da
Mettes a corr. Cacciarsi a correre. macina di Montorfano danno questo
No podè nè soltà nè corr. fig. Non nome a quella delle due macine d'un
poter andare nè pian nè ratto, cioè mulino che noi diciamo Covèrc. V.
non poter operare nè con maturità Corridora. s. f. Corridojo. Corridore.
nè con velocità, nè mal nè bene. Corritoio.
Sentissela a corr giò per i spall. Corridorètta. Corridoretto.
V. in Spàlla. Corrioeù o Corio lì. T. de Funaj. . . . .
Vess pussee de borlà che decorr.... Nome di quelle quattro o sei girel
Esser un tombolotto, un tonfacchiotto. lette che stanno infisse sur un'asse,
Corr. Correre. Scorrere. Trattandosi di in capo delle quali s'attacca il filo
cose lubriche, unte e agevoli a sdruc da torcere per farne spago o fune,
ciolare, andar oltre, spingersi oltre. e nel cui vano sta la cordella che
Fà corr on anell. Spingere o Mandar mossa dalla ruota aggira la girella e
oltre un anello. con essa il filo che si va attorcendo.
Córr o Corr-sóra. fig. Còr l'agresto. Far Ciavella. Chiavetta? = Gringhinell...
agresto. Far l'agresto. Fare una vin Assa di corriocu. . . . Asse in cui
demmia anticipata. Approvecciarsi. Fa stanno infitti i così detti corriau (vedi
re civanzi illeciti nell'amministrare i sopra) che è tenuta ritta sul terreno
fatti altrui. da un mozzo di palo detto Passonin e
Córra (Battla). ... Il correre delle mere da un bastoncello trasversale verso il
trici in istrada per invischiar uomini. mezzo detto Parett o Palett.
Corraria. . . . . . Il corpo de'corrieri, Corriv. Corrivo. Credulo.
ed anche l'uffizio loro. Corrùu o Cors. Corso. Part. da Correre,
Corrént. Corrente – Ad. di Cùnt. V. Córs. s. m. Corso. Progresso.
Stà in corrent. . . . Spedire i pro Cors di studi. Corso degli studi.
pri affari alla giornata; non si lasciar Fà el sò cors. Fare il suo corso.
sopraffare dalla piena. -
Cors. s. m. o Corsia. s. f. Corso. In gen. di
Vess in corrent. . . . . Non avere cesi così quella largura in città dove
conti, scritture, affari inespediti. per diporto si ſa continuo andirivieni
Corrént. ad. Scorsoio. Per es. Cabbi cor o a piè o in carrozza. In Milano ab
rent. Cappio o Nodo scorsoio, e vale biamo vari così detti Cors che rispon
che scorre agevolmente, e che quanto dono a ciascuna delle Porte principali
più si tira, più si serra. della città, e generalmente incomin
Corrént. s. m. . . . . Nelle scale è il nome ciano da quel punto ov'erano le mura
dei due stipiti sui quali posano gli sca antichissime e giungono fino al così
glioni, quelli che i Ven. dicono Erte. detto Naviglio. Alcune di queste lar
Corrénta per Monfrinna. V. gure o Corsi sono precedute da Corsie,
I
Corrénta. Ad. d'Acqua. V. cioè da contrade le quali, senza es
Corrénta. Cacajuola. V. Cagarèlla. sere largure diritte come i corsi, con
Corrénta. Calcosa. Voci di gergo che ccdono però buon passo ai cocchi e
equivalgono a Strada. mettono capo ne corsi medesimi. La
Corrénta. Ridda. Riddone. Caròla? Cor Corsia di Serv e el Cors de Porta Ren
rente? Specie di danza conosciuta. za; la Corsia del Giardin e el Cors
Fà la correnta. Riddare. de Porta Nauva. Per eccellenza però
Corrér o Corér. Corriere. Corriero. noi chiamiamo Cors quello di Porta
El correr de Lindò ch'el va e el Orientale, e ad esso corrispondono
ven quand el pò. V. in Lindò. in fatto la I ia Toledo di Napoli, il
Corrér. La posta. Il corriere. Corso di Roma, il Liston dei Vene
Fà el correr. T. de Negoz. . . . . ziani e simili – Cors diciamo anche
Scriverle lettere per lo spaccio. l'aggregato dei concorrenti sul corso.
Corréra (Ala). . . . Al modo de'corrieri. Córs. Mestruo. V. Régola.
Capella la correra. Montiera. Córs (Liscin) de sedes, ecc. V. Lisc.
COR (35o) COR
Córs, Strato. Filone. Vena. Traccia. Se fa la cort a la mader per la
A cors. Stratificato. Stratiforme. tosa. V. in Tósa.
Córs, o Cors de quadrej. Filone di mat Córt. Corteo. Codazzo di spose, batte
toni(Targ. Viag. I, 456). Filare. Fila simi, e simili – Corteare.
retto. Ognuna di quelle linee di mat Cortàscia. . . . Corte di brutto aspetto,
toni colle quali si va vie via ergendo cortilaccio.
un muro. Duu cors de quadrej. Due Cortelànna. V. Cortellànna.
filaretti di mattoni. V, anche Soeül. Cortèll. Coltello; al pl. i Coltelli, e ant
A córs. T. di Mur. Rettilineo. le Coltella – Il fodero del coltello
Córs. T. de'Panieraj. . . . . Ogni filare dicesi prop. Coltelliera o Coltellesca.
di gretole che ripetuto orizzontal Lamma. Lama (Vedi Lamma per le
mente secondo la grandezza necessa sue parti) = Vera. Viera. Ghiera =
ria viene costituendo una cesta, un Manegh. Manico = Cupola. Cocchiglia.
corbello, una gerla. Raperella o Bottone = Sbiess. Raila -
Córsa per Scorsa. V. . . . . T. = Stucch. Cimento.
Córsa. met. Rubacchiamento. Amor de fradell amor de cortell.
Fagh dent la corsa. ſig. Fare agresto. V. in Fradèll.
V. Córr o Córr-sù o Córregh o Andà Avegh el cortell per el manegh.
a Biassònn. Aver la vanga per il manico (Aret
Corsètt. Farsetto. Corpetto. Giustacore. Talanta, IV, 4). Avere la palla in
Giustacuore. Guardacuore. Dal franc. mano. Essere in buono stato di chec
Corset – contad. per Gipponin. V. chessia; ed anche Tener in mano per
Corsettin. Corsettino (Adim. Sat. II, p. 47). amor de'cani, e vale Avere in mano
Corpettino. Farsettino. dell'altrui per ogni evento.
Corsia. Corso. V. in Córs. Ciappà el cortell per el manegh.
Corsiv, che i calligrafi distinguono in Pigliare il panno pel verso. Vale pi
più specie e dicono anche Colé dal gliar il vero modo nel far checchessia.
francese Coulé. Corsivo. Cancelleresco. « Droeuva el tò spiret, fatt onor con quell,
Corsiv spedii. . . . Corsivo spedito. » Ma ciappa per el manegh el cortell. -
Corsivètt. . . . Carattere corsivo piccino. (Bal. Ger.)
Córt. Corte. Cortile. Cavedio. Cortell che taja quell ch'el ved o
C6rt. Corte. che taja come el ghe ved. Coltello
Córt. Palazzo regio. Reggia. Regia. Corte. che taglia come e' cuce. Un castrapor
Cavalier de cort. Cortigiano. ci. Un castraporcelli.
Chi viv a cort moeur a pajee. V. in Cortell de cusinna. Coltellaccio.
Pajée. (tigiana. Cortell de dervì i ostregh. Ostrichi
Dama de cort. Dama di corte. Cor na(Scappi Op. fig.). (lame.
Cort. Corte. Nel cessato Regno d'Italia Cortell de dò lamm. Coltello a due
voci comuni per Tribunale. Cortell de tavola. Coltello.
Córt. Corteggio. Corteggiamento. Codazzo. Cortell ferm in manegh. Coltello
Coda. inastato o in asta, che non si ripiega.
Fà la cort. Adulare. Piaggiare. Per Cortell mocch. Coltello di punta
ſa la cort polit besogna fa bonna tonda.
provista de savon. V. in Savon. Cortell saramanegh. Coltello da ta
Fà la cort a ona sciora. Galanteare. sca o che si ripiega – Coltello a molla.
Vagheggiare. Cicisbeare. Galantiare. Coltello da chiudere o serrare.
Far galanteo o cicisbeato. Esser cor Mangià pan e cortell. V. in Pàn.
teggiatore d'una dama. Ona costa de cortell. V. in Còsta.
Fà la cort a vum. Far la corte. Far Cortèll per Cólter. V.
corte. Corteggiare. Coltivare l'amicizia Cortèll. T. de Cioccol. . . . Strumento
o la benevolenza d'alcuno. tutto di ferro semplice, ma però non
Fass la cort. Adularsi. Lisciarsi. tagliente ancorchè foggiato a coltello
Piaggiarsi. Incensarsi; e scherz. Aver nella sua estremità superiore. Nel
cattivi vicini, -

corpo è fatto a guisa di spatola. L'u


COR (351 ) COR
sano per raccattare dalla pietra la Cortèll de insed. T. agr. Coltello da nesti
pasta di cioccolata che vi rimane qua (Alb. bass. in Greffoir).
e là dispersa. Cortèll de mezzenna. T. de'Macel. Squar
Cortèll. T. de Fornac. . . . . Stecca di tatojo. Specie di coltella colla quale si
legno colla quale foggiano e ritaglia tagliano e appezzano le parti tenere
no i mattoni gentili, ed anche quella delle bestie.
con cui rinettano la forma(el maeud). Cortèll de pastizzaria. . . . Sp. di col
Cortèll. T. de Manisc. Coltellaccio. Stro tello da credenzieri di cui veggasi la
mento che serve a cavar l'unghia figura a p. 122 dell'Opera dello Scappi.
sovra i ſerri e a ribadire i chiodi. Cortèll de sciumm. T. de'Panier. Spac
Cortèll de banch. T. de Bastaj. . . . . . chino. Spaccherello. Ferro di cui ser
Coltello che usano i bastaj, detto Cou vonsi i panieraj per ispaccare i vir
teau à surtailler dai Francesi. gulti e le mazze onde hanno a in
Cortèll de banch. T. de Conciat., Cal tessere corbelli, panieri, ecc. e per
zol., ecc. Mannaja a lunetta(*tosc. – ripulire i panieri e sim. dagli sprocchi
Diz. artig.). Coltello da banco. Coltello de vinchi. È il francese Epluchoir.
rotondo a foggia di disco, traforato Cortèll de scortegà o scodegà(che anche
nel mezzo, e tagliente in tutta la sua dicono Scorteghin). T. de Macell. ecc.
circonferenza, di cui fanno uso i Scortichino.
conciatori di pelle per ragguagliare Cortèll de scuriadee. . . Ferro da ba
e ripulire le pelli, i calzolaj, ecc. staj e frustaj che si rassomiglia in
per tagliarle e ricavarne i pezzi ne parte al potatojo de'contadini. Il Cou
cessari a farne scarpe, manopole, ecc. teau di picd de Francesi.
I Francesi lo chiamano Lunette. Cortèll dritt. . . . Quello con cui i cal
Cortèll de banch o Cortell de preparà zolaj ritagliano i tomaj da scarpe fuor
i forma. T. de Formaj . . . Coltello delle pelli vitelline.
impernato da un capo nel banco e Cortèll ingles. T. de Conciat. Coltello
con un manico dall'altro, di cui ser da scarnire. Coltellaccio col quale i
vesi il formajo per ripulire e lisciare conciatori vanno scemando la carne
il legno già digrossato per farne forme di su le pelli. Anche i Legatori di li
da scarpe o stivali. È il Coutre dei Fr. bri adoprano un simile Coltello per
Cortèll de beccaria. . . . . Il Couperet iscarnire le pelli che voglion mettere
de Francesi che lo Scappi Op. fig. in opera nelle legature dei libri.
chiama Smembratore. Cortèll senza fil. T. de Guantaj . . . .
Cortèll de brusoeula. T. de Macell. . . . Strumento d'acciajo col quale s'ap
Rassomiglia al così detto Cortell de pianano e rassottigliano(se sbòrda) le
mezzenna, ma ne è più picciolo delle pelli già ritagliate, per adattarle a
quattro volte le tre, arcato in punta, farne guanti. È quello che i Francesi
e di lama larga un decimetro. chiamano Couteau di doler.
Cortèll de calzolar. V. Trincètt. Cortèlla. Coltellaccio. Spezie di coltello
Cortèll de duu manegh. T. de Formaj. da cucina, da beccaj e simili. Si di
Coltello a due manichi o da pelare. stingue dal coltello per avere lama
Lama di ferro tagliente, e con due non solo spuntata ma riquadrata, ed
manichi di legno, colla quale il for anche per questo che ha il codolo
majo va rappianando le forme da sti fermato a bullette fra due lastrine
vali. È la Plane dei Francesi. d'osso che le fanno manico bipartito,
Cortèll de formaj. ... Coltello di lama laddove il coltello è quasi sempre
lunga, diritta e tagliente di sola punta inastato in un manico tutto d'un pez
a uso d'aprir le forme. zo. Vedine la fig. nello Scappi Op. che
Cortèll de formaj. . . . Coltello di lama lo chiama Coltella da torta.
corta, larga, augnata e tagliente da Cortèlla . . . Lamina d'acciaio lunga
un solo lato a uso di tagliare a spicchj. trenta centimetri e larga otto, taglien
Cortell de impelizzadur. . . . . Sp. di te, col filo arrovesciato da una banda
coltella che usano gl'impiallacciatori. per un millimetro circa, colla quale
COR (352 ) COS
si netta la forma del cacio lodigiano Cortesàn. Cortigiano, e fra noi Adulatore.
dopo l'insalatura. Cortèscia (voce di qualche parte del
Cortèlla. T. de Confettieri. Coltello da contado, come in Brianza). Rara un colo
appezzare?; il Découpoir de Francesi. bulboso dei bot. V. Botton d'or in Or.
Cortèlla del lard. Coltello da minuzzare. Cortesia. Cortesia.
Cortèlla de zilee. Coltello o Coltellaccio Fà cortesia. Far piacere. Usare age
da acculare. volezza nel prezzo.
Cortèlla di form(che altri dicono Sco Struppià o Coppà o Mazzà de cor
pèll). . . Lunga bietta di legno, o cu tesia. Confettare. Fare smisurate cor
neo che ficcasi a forza di colpi di tesie.
mazzuolo tra le due parti componenti Cortin. Cortiletto. Cortiluzzo. Corticino.
le forme dello strettoio da olio per Corticella. Picciolo cortile.
fare sì che combacino perfettamente. Corùzzola. Così chiamano i Lariensi quella
Cortèlla. Ad. d Erba. V. salamandra che nella parte alta del
Cortellà o Cortellà-sù. Accoltellare. Me nostro contado dicono Cercaria. P.
nare altrui del coltello. Corvée. Comandata(Targ. Viag. III, 156).
Cortellass-sù. Venire o Fare alle col Soprassello di lavorar pel comune(Doni
Cortellàda. Coltellata. (tella. Zucca, p. 1oo verso) Dal fr. Corvee.
Dà di cortellad a vun. Menargli Cósc (A la). Al covile. Alla cuccia.
del coltello. Dar delle coltella. Coscià. Cucciare. I canattieri, cacciato
Cortellàda. . . La serie di più mattoni ri, ecc. dicono così il giacere dei cani
disposti costolone l'un contro l'altro a dormire. Coscià-lì. Cuccia.
a base della cotta nella fornace. Coscritt. Descritto (Grassi Diz. mil.) Co
Cortellàda. Lastrico di mattoni per col scritto(“volg. ital. dal 18oo in qua).
tello. Lavoro di mattoni a cordone o Il giovane che viene scelto a reclu
per taglio. tare la milizia stabile del paese.
Cortelladàzza. . . . . Una ſiera coltellata. Coscriv. Descrivere(Grassi Diz. mil.) Met
Cortellànna. Lanciuola. Orecchio di lei tere in nota i giovani da scegliere per
pre. Arnoglossa. Petacciuola. Piantag la milizia stabile, che i Lat. dicevano
gine lunga. Erba nota che in varie Conscribere milites o ad militiam.
parti di Lombardia è detta anche Len Coscrizion. Coscrizione(*volg. ital.). De
gua de can, e che i botanici chiamano scrizione(Grassi Diz. mil.). Il lat. De
Plantago lanceolata. lectus militum. Andà dent in la coscri
Cortellàsc. ) Coltellaccio. Coltella. Col zion, Vess foeura de la coscrizion. Toc
Cortellàzz. y tellessa. care l'età voluta per essere coscritto,
Cortellée. v. a. Coltellinajo. Oggi di i Oltrepassare tale età.
Cortellee propriamente detti non si Cospettà. V. Cospettonà.
conoscono più a Milano; esistevano Cospètto e Cospetton. Per bacco. Corpo
però nel 16oo, e anche la Gran Comaa di dianora. V. Dinna.
Cortellera del Tanzi ce ne fa fede. Cospettonà ed anche Cospettà. Sagrare.
Una volta i coltelli si fabbricavano Bestemmiare. Fare il cospettonaccio.
quì; poi i forestieri la vinsero, e Còss. Coso.
cessati i nostri coltellinaj, sursero i Còssa. Cosa. V. Ròbba. Nel parlar comune
chincaglieri, oggidi si rifabbricano noi diciamo spesso Cosse in vece di
tra noi da chi lavora anche altri ſerri Cossa. Per es. Cosse fet, Cosse diset,
da taglio. e non già Cossa fet, Cossa diset, come
Cortelléra. Coltelliera. Astuccio da coltelli. parrebbe doversi dire grammatical
Cortelléra. Coltellinaja. mente, se pure questo nostro Cosse
Cortellin. Coltellino. Coltelletto – Pu non è contrazione di Che coss'è.
gnaletto. A cossa per cossa. A cosa a cosa.
Cortellinna. Ad. di Lima. V. A una cosa per volta.
Cortellón. Coltella? Coltellessa? Vedine Cossa cossetta . . . Modo usato da
la ſig. nell'Opera dello Scappi che lo chi vuole mostrare misteriosità nel
chiama Coltello mastro da battere. rispondere o accennar checchessia.
COS (353) COS
Fà i sò coss. . . Ricevere i sagra Cossin. T. eccl. Guanciale. Guancialetto.
menti allorchè s'è in pericolo di morte. Quello su cui, come su leggio, si pone
On poo de quella cossa . . . . Un il messale.
- po' di discrezione, un po' di prudenza. Cossìn. T. de Macell. Mela di culaccio?
Quand se dis i coss del mond. Vedi Le lacche posteriori delle bestie bo
casi mondani ! Quando si dicono i casi vine; taglio che confina col culaccio
(Guadag. Rime). e colla così detta ciav.
Quella cossa de vess ammalaa. Quel Cossin . . . I pizzicagnoli chiamano così
l' essere ammalato. l'anca del porco allorchè non è in
Savè ona cossa de sottvia. Sapere o salata e ridotta per anco a prosciutto
Intendere checchessia per cerebottana (giambon ).
o per istraforo, cioè estragiudizialm.° Cossin de cusì. Guancialetto(*fior. lucch.).
Sì Giovanin ripossa, abbia paura - Specie di cassettina con sopravi una
de nissuna cossa. V. in Giovanin. imbottitura, di cui servonsi le donne
Tre coss. T. di Giuoco. Bazzicone per appuntarvi i lavori quando stanno
(“fior.). Cricca. Bazzicotto. Tre figure cucendoli.
di carte, come dir tre fanti, tre re, Cossin de pizz. Tombolo. Guanciale.
tre assi, ecc. che uomo abbia in mano. Strumento sul quale si fanno lavori di
Cósse. V. in Còssa. trine o simili.
Cosse fét lì? Che musi tu? Cossin de ricamm. Lo stesso che Borlon. V.
Cosse l'è. Che cosa è questa? Che c'è? Cossin de scagn. Cuscino. Pulvino.
Cósse. Quanto. Cosse el var? Quanto Cossin de tirà-sù pizz.... Sp. di tombolo
vale? Coss'en vogutt? Quanto ne vuoi? grande ben tre volte l'ordinario, sul
Cossè ? Che cosa ? Che ? quale si rimontano i merletti usati.
Cossénzia. v. cont. per Conscénza. V. Cossin di gucc. V. Cossinètt sig. 5.”
Cossètta. Cosetta. Cosetto. Cosuccia. Co Cossinètt. Cuscinetto. Guancialino.
a suzza. V. anche Còssa e Robètta. Cossimètt. T. de Calz. Guardastinco. Piu
De quij coss cossett. V. in Còssa. macciuolo posto nell'interno degli sti
ala Cossètta. Vivanduzza. Vivandetta. vali per guardia dello stinco:
« Miserere mei Deus – E a disma Cossinètt o Cossin di gucc. Torsello.

;º » Secundum magnam – dò cossett o tre » Buzzo. Guancialino. Cuscinetto. Guan
(Porta. Miserere).
cialino di panno o drappo in cui le
giº Cossettinma. Cosettina. Cosellina.Coserella. donne conservano gli aghi e gli spil
I Cossì. Così, e alla fiorentina Cosie. V. Inscì. letti ficcandoveli dentro per la punta.
Cossì cossi. Così così. Mediocremen Cossinètt. Cuscinetto. Cuscinello. Pimac
a
te. Anche i Fr. hanno Couci couci e ciuolo. Piumacciuolo. V. Piumazzin.
i Provenzali Couci couca. Cossinètt d'odor. Polviglio. Coscinetto
Stà cossì. V. in Stà. d'odore. Guancialetto odoroso. Il fr.
Cossin. Cuscino in genere. Sachet. º

Cossin. Guanciale. Capezzale. Origliere. Cossinitt. s. m. pl. T. di Zecca. . . . . .


Piumaccio. Il cuscino da letto. Una per Quegli arnesetti di metallo sui quali
cossa di guanciale dicesi Guancialata. stanno incisi la leggenda o il segno
Foeudra. Fodera - Fodretta. Federa. qualunque che ha a venire coniato
Cossin. Bardella – Cuscinetto da sella. nel cordone delle monete.
Cossin. T. dell'Arti. Piumacciuolo? Cusci Cossinón. Accr. di Cossin. V.
no? Parte di un lavoro destinata a sce Cossin. T. de Carr. Cosciali. Que due

mare attrito o a far letto a checchessia. pezzi dello sterzo che mettono in
Cossin. T. dei Dorat. . . . . Specie di mezzo il timone. -

cuscinetto di legno ricoperto di pelle Còst. s. f. pl. Coste. V. in l.rb.


sopra il quale il doratore stende le Còst. s. f. pl. . . . . . . Quelle quattro
foglie d'oro o d'argento di mano in parti d'una matassa di seta che per
mano che le trae del libro, per indi essere state sulle costole della tavella
riprenderle colle pinzette e applicarle riuscirono indurate e croje, e che
agli oggetti che vuole dorare. dalla dipanatrice o dalla incannatrice
Vol. I. 45
COS (354) COS
voglionsi bagnare con scialiva o acqua Dagh in costa. T. di Giuoco. Battere
ealda per esser lavorate a dovere. di costa o di costato o per banda.
Còst de la cros. T. de Macell. . . . . . Largh ona costa o ona costinna de
Le costole del garrese, parte dello cortell. Lo spazio di una costola di
schienale che sta nella spalla tra cop coltello(Bart. Mod. mis. 95).
pa e lonza. Mett in costa. Metter per taglio(Rime
Còst-fals. T. de'Macell. . . . Parte dello d'un poeta pis.). Mettere in corbona.
schienale consistente nelle vere costo Mettere in serbo, o da parte danari.
le dalla così detta ciav alla lombata. V. in Pescuzzi.
Cóst. Costo. (munque. Ona costa de cortell. Una grossez
A cost de. Ancorchè. Se anche. Co za di una costa di coltello.
A costo de coppamm, o A qualun Còsta. Acquapendente. s. f. Quello che i
que cost o A tutti cost. A ogni costo. Fr. dicono Versant (Targ. Viag. II,
Dà al cost. Dare pel capitale. 159 il quale usa anche il verbo Acqua
Còsta. Còsta. Còstola – Nell'uomo sono pendere ivi II, 272; IV, 275; e pass.).
dodici: sette legittime o superiori, cin Lari d'un monte?
que spurie o mendose inferiori – L'ag Còsta (In). T. de' Murat. Per coltello.
gregato delle costole dicesi Costolatura Dicesi de mattoni quando posano in
o Costolame. Le cose attinenti alle co terra non col piano più largo, ma
stole diconsi Costali. Le doglie o lesioni col più stretto.
fra costa e costa diconsi Intercostali. Costà. Costare. Valere.
Ajutt de costa. V. in Ajùtt. Costà carna salada. V, in Càrna.
Avè vun semper in di cost. Aver uno Costà i oeucc del coo. V. in CRücc.
sempre dietro, e fam. Avere una mosca Costàa. Costato. Valuto. Part. di Costare.
culaja intorno. L'è semper in di cost. Costafalsa. T. de Macell. V. Cost-fals.
Sappicca come le mignatte. Gli è un ap Costajoeüla. Costerella. Piaggerella?
piccaticcio. I Francesi dicono Sembler Costajoeür. s. f. pl.'Costerecci. Costereccio.
qu'on ait toujours un sur ses epaules. Così diconsi per antonomasia le co
Dormì in costa. V. in Dormi. stoline del porco.
In di cost. Allato. A fianchi. Accanto. Costajoeüra. Costolina. Il Tanzi disse La
Da costa. Dallato. gran Caterinin di costajaeur per espri
Strenges in di cost. fig. . . . Sce mere la morte. V. in Caterinin.
mar l'avere, impoverire, decadere. Costanna. Spallacce? Guidalesco sulle
Vess de la costa, o Vess de la costa coste? nelle bestie da soma.
- d'Adamm. V. in Adàmm. Costànt. Costante. Fermo. Stabile.
Vessegh ai costo in di cost a vun. Costantement. Davvero. Da senno.
Essere o Stare ai crini o alle coste o Costànza. Costanza.
alle costole d'alcuno. Costanza e Costanzètta. Ad. di Tila. V.
Còsta. Erta. Costa. Piaggia. La Costa Costée. Costei. Questa. Cotestei. Cotesta.
d'Ajaa. La Costa d'Agliate. Ogni erta Costèll. s. f.pl.T. de'Macell... Carne, non
distinguesi in Prima Costa, Media Co costole, ch'è frammezzo a due arnioni.
sta, Alta Costa(“prat. – Gior, Georg. Costernazion. Costernazione.
VI, 242 e seguenti). Costinn. s. f. pl. . . Le costoline della
A mezza costa. A mezza costa(Vas. lombata nelle bestie macellate.
7o4 – Targ. Viag. III, 226). Costinna. Costolina.
In costa. A pendio(Lastri Op. V, 29). Costinna. Costerella. Piaggerella.
In costa. Costinna. T. de Tabacc. . . . . Tabacco
Còsta. Costa o Còstola per es. di coltello manipolato colle costoline o sia coi
(Bartoli Mod. mis. p. 95). Gli oggetti nerbolini della foglia della nicoziana.
fatti a costole diconsi Accostolati o Costipàa. Costipato.
Spicchiuti o A costole. -
Costipàss. Costiparsi.
Che me le strengia (o sim.) ona costa Costipazion. Costipazione. Costipamento.
de cortell. Me lo stringa una grossez Riserramento di petto – Nei cavalli
za di una costa di coltello, dicesi Morbo infestuto.
COT (355) COT
Toeù-sù ona costipazion. Pigliare Cotelètta, scherz. . . . Treccia di capegli
una infreddatura o una fredda o una posticci con cui si guernisce il capo
imbeccata. dai lati per riparare alla pochezza o
Costituì. Costituire. Constituire. cortezza de'capelli naturali. È quella
Costituii. Costituito. che i Francesi chiamano Coin.
Autoritaa costituii. . . . . . Le au Cotelettàscia. . . . . Gran braciuola.
torità o sia i magistrati creati e agenti Cotelettinna. Braciolina. -

in forza della costituzione o sia della Cotènna. Cotenna. Quella parte che gal
legge sociale d'uno Stato. leggia sul siero del sangue freddato.
Costitutt. Costituto. Constituto. L'esame Cotizzà. Tassare.
d'un imputato di colpa innanzi al Cotizzà vum in d'on porscellin de
giudice. lacc per ona scenna. Mettere un por
Costituziòn. Costituzione. Constituzione. cellino di latte a sovvallo.
Lo statuto d'uno Stato. Cotizzàa. Tassato.
Costituzion. Situazione. Stato. Partito. Cotón. Cotone.
Punto. Stretto. Costituzione? Me troeuvi Coton fatt. Cotone sodo o battuto?
in d'ona brutta costituzion. Mi trovo Cotone a mezza torcitura, poco torto.
a malpartito, a mal punto. Coton in fil. Cotone filato.
Costituzional. . . . . . Statutario. Coton tort. Coton torto.
Circol costituzional. V. in Circol. On cotón dicono i contadini per una
Costón. Costolone. Gran costola. Veste di cotone.
Costón de plafon o Gussón. Costolone ? Tila coton. V. in Tila.
Correntino da stuoſe. Cotonà. Accotonare. Lucignolare? Allu
Costór. Costoro. Cotestoro. Cotesti. Co cignolare? Aggrovigliar col pettine i
desti. capegli già prima avviati e spianati,
Costós. Dispendioso. Caro. Di caro prezzo. e ciò per amplificarne il volume. Il
Costréng. Costrignere. Constrignere. Co franc. Crèper.
stringere. Astringere. Cotonàa. Accotonato.
Costrètt. Costretto. Astretto. Sforzato. Cotonin. . . . . . Filo di cotone fine.
Costruziòn. T. gram. Costruzione. Cotoninna. . . . . . Specie di tela fatta
Costruziòn (Cattà la) o el costrutt. Ca di fil di cotone grosso, quella che i
var il costrutto. Trovar il verso, il Tedeschi dicono Kattun.
bandolo, la congiuntura, la via. Cotònna. Cotonina. Sorta di tela.
Costà. Costui. Cotestui. Cotesti. Codesto. Cotonscèll(on). v. cont... . . Un abitino
Costumaa. Costumato. Avvezzo. Usato. di cotone, uno straccio d'abito di
Assuefatto. cotone.
Costumm. Costume. Còtor. s. m. v. cont, brianz per Bagòt
Fed de bon costumm..... Polizza tera. V. On còtor. Una cocciuola.
di condotta. V. Fedinna. Cotórna. V. Coturno.
Cót. V. Cod. Còtt. s. m. Testaccio. Cotto.
Cót e Cótega. Cocciuola. Lo stesso che Mur de cott. V. in Mùr.
Fiàcca e Bagòttera. V. Còtt. ad. Cotto.
Cotelètta. Costolina. Braciuola. Dicesi Chi le vocur cotta e chi le vocur
della carne costereccia degli animali cruda. fig. . . . . Dicesi di cosa con
ridotta vivanda. Dal franc. Cotelette. troversa, o non gradita ugualmente
Coteletta a la gradella. Braciuola da tutti, tante teste, tanti cervelli.
cotta sulla graticola(Scappi Op. p. 21 Cott a less. Lessato. Allessato?
verso). Cott a rost. Arrostito. Arrosto.
Coteletta a la papiliott. Braciuola Cott cottisc. Cottissimo. Tracotto –
cotta incartata sulla graticola. Crogiolato. -

Coteletta fritta. Braciuola fritta. Cott ch'el se desfa o ch'el deslen


Coteletta in dolz e brusch. Braciuo gua in bocca, o Cott e bescott. Cotto
la in agro dolce. (salsa. spolpato. Tracotto. Stracotto.
Coteletta in salsa. Braciuola con Cott del sò. Abbronzato. Incollo.
COT ( 356 ) COT
Cott in bianch. Lessato – Parlan Dur de cotta. fig. Capaccio. Di
dosi di pesci Trotato. mala apprensione. Capo duro. Capas
Cott in padella. Affrittellato. Fritto. sone. Teschione.
Cott in pressa. Arrabbiato. Còtta. Fornata. I fornaj chiamano così
Cott in umid. V. Umed. ogni quantità di pane che cuocono
Cuntann de cott e de cruſ. fig. Dir in una sola e stessa volta in forno.
cose fuori della messa. Dire farfalloni. Còtta. . . . I cioccolattieri danno questo
- Ela cotta quella lavò? . . . Parole nome a tutta quella porzion di ciocco
scherzevoli colle quali si suole co latte che ogni lavorante può condurre
pertamente indicare che quel tale a a fine in una giornata, e che torna
cui si dirigono ha parrucca; quella alcune libbre più del così detto Rubbo.
lavo cioè gaijnna, chè così nominiamo Còtta. Cotta. Ne forni di calcina è tutta
per ischerzo la parrucca. quella quantità di calce che si cuoce
Fann de cott e de cruff. fig. Farne di in una sola e medesima volta.
quelle coll'ulivo. Farne di marchiane. Còtta. fig. Intabaccatura. Innamoramento.
Intendesen quand l'è cotta. fig. Non Toeiù-sù ona cotta. Cuocersi. V. in
ci aver peccato in checchessia. Non ne Còtt e Cottura nei signif metaf.
saper boccicata. Còtta. Còtta degli ecclesiastici.
L'è cotta. fig. Essi fatto del resto Spallitt. Spallette? = Guarnizion....
(Dav. Tac. Vit. Agr. 54). Addio fave. Cotta rizza.Cotta arroccettata(“tosc.).
Abbiam fritto. L'Actum est dei Latini. El gh'ha-sù la cotta eh? L'è in
Mandann-giò de cott e de cruff. ſig. cotta eh ? Buona sera, nonna(Monig.
Far gozzaja. Ingozzarne. Pod. di Colog. III, 9). Hai la cotta eh?
Mezz-cott. Guascotto. Verdemezzo. (“tosc. – poem. d'un aut. pis). Voci
Robba cotta. Il cotto. Vivanda cotta. d'accoglienza a chi è briaco.
Còtt. met. Bacato. Imbarcato. Imbardato. Tra capusc e cotta semper se bar
Imbertonato. Bruciolato. Imbertonito. botta. . . . . . Tra il clero regolare e
Cott o Cocc come on agon. Cotto. il secolare sempre v'è qualche po di
Innamorato cotto o fradicio. Cotto controversia,

spolpato. Punto bene bene. Bacato. In Cottaria. Brigata. Vale compagnia, socie
tabaccato. Inghiottonito. Guasto. In tà – Comunelle, Simposj, Combibbie
gattito. Che va matto, che impazza, sono le occupazioni di queste che
che è nel fornuolo o nel frugnuolo. anche i Francesi chiamano Coteries.
L è cotta e bescotta. Costei sta co Cotteodèsch. Coccodò(*aret. – Voc. aret.).
me può (Bibb. Cal. II, 5). Ella ne ca Co co bè co co bè(Monig. Serva Nob.
sca(Monos. 28). Ella ne sta a pollo I, 1). Versi imitanti quello che mette
pesto(Cecchi Prov. p. 54). la gallina allorchè ha fatto l'uovo.
Vess cott come on agon. Aver il baco Fà cotteodesch. Chiocciare. Schia
o il verme. Essere bruciolato d'alcuno. mazzare. Propriamente il gridar delle
Gocciolare. Girare; contad. Sfanfanar galline quando hanno fatto l'uovo, e
d'amore; e poet. Avere il core consu dei polli e degli altri uccelli quando
mato dagli amorosi vermi. Esser in sono scacciati o presi o spauriti.
namorato fieramente. Cottéra dicono alcuni per Stiratora di
Vess cott per ona robba. Andar cotte da preti.
cotto o pazzo di checchessia. Cottinna. Dim. di Cotta nei significati 2.”
Còtt parlando di Terreni. Confetto. Con 5.° 4.° V.
fettato. Ben ricotto. Cottinna (On freguj o On pò de. fig. In
Còtt. Ad. di Vin. V. namoramentuzzo(Cecchi Dissimili I, 2).
Còtta. Cotta. Cottoja. Cocitura. Cottura. Avè ona cottinna pervunna. Essere
Bon de cotta. Cottojo. Cocitofo. Di un po' cotticcio d'una(Ambra Bern. I, 1).
buona cucina. Facile a cucinarsi. Cottisc. Tracotto. V. in Còtt.
Dur de cotta. Di mala cucina. Di Còttola. v. cont. brianz. Cocciuòla. V.
mala bozzima o bollitura crudele? Di Bròssola.
cattiva cottoja. Di difficile cottura. Còttolo. . . . . . Specie di stoffa.
COV (357) COV
Cottùra. Cottura. V. Còtta – fig. Il ca Covaggiòn. v. cont. Codone.
labron d'amore. Il brucior dell'amore. Covàzza. V. Coàzz e Coàzza.
Innamoramento. Innamorazzamento. Covazzin e Covazzoeüla. Trecciolina.
Toeù-sù ona cottura. fig. Intabac Ona pajoeula-ona covazzocula. V.
carsi. Ingattire. V. in Còtt met. in Pajoeüla.
Cottùra per Slottadùra. V. Covéra. . . . . . Convalescenza stentata.
Cotturà per Slottà. V. Covèrc. Coperchio. Coverchio. Parlando
Coturnis (voce che sentesi verso il Co di pentole, caldaj, ecc. noi specifichia
masco). Pernice rossa.Coturnice? L'uc mo il Coverc coi nomi di Test se è di
cello Tetrao rufa o coturnix degli or ferro, Coverc se di rame o di terra
nitologi. cotta, Spazzaci, se di legno. V. le voci.
Coturno (e per lo più al pl. Cotàrni). Toeù-giò el coverc. Scoverchiare.
Calzarini. Borzacchini. Usattini. Bolgic scoperchiare – Mett-sù el covere. Co
chini. Stivaletti che giungono appena perchiare. Incoverchiare. Coverchiare.
a mezza la gamba. El diavol el fa i pignatt, ma minga
Cotùrno. Coturnice. L'uccello detto Perdix i coverc. V. in Diàvol.
grarca dagli ornitologi. Covèrc (che alcuni dicono anche Corri
Cotturno. Pernice. È la Perdix rubra de dór). T. de'Mugn. Coperchio. La su
gli ornitologi. periore delle macine che si muove
Coturno. Starna. È la Perdic cinerea L. sopra l'altra che sta immobile, detta
Coupoir. V. Copoàr. Fondo.
Cóv. s. f. pl. Riprese(Alb. enc. in Cortina). Covèrc. T. d'Archib. Fucile. Martellino.
Drappelloni. Balze. Pendagli. Pendenti. Quel pezzo che sta sopra il focone
Cascate. Calate. Parte di cortinaggio dell'archibuso o della pistola, e nel
pendente per ornamento. quale picchia la pietra focaja.
Cóva. V. Côa. Covèrc. Portico. Porticato. Coperto? Co
Covà. Covare. (fuoco. verto? El coverc di Figin. Il portico
Covà el foeugh. Covar la cenere o il de' Figini. Così chiamasi un porticato
Covà el maa. Covare. Covare il male. che sta sulla piazza della metropoli
Essere o Stare a chioccio. Chiocciare. tana della nostra città.
Covà i oeuv. V. in (Eùv. Covèrc. T. degli Strumentaj. Coperchio.
Fà covà o Mett giò-a covà o Mett-sù (così l'Alb. enc. in Anima). Negli stru
i gaijnn o i pòll a covà. Por delle menti da arco è la tavola armonica
chioccie(Lasca Parent. I, 1). Metterle su cui stanno tese le corde.
a COVO. Covèrc. Antenitorio. Cappelletto dei vasi
Vess lì ch'el cova. Avere o Esserci da stillare. -

una cosa covata. Io l'ho costi covata. Covèrc... Fodera delle sponde da barche.
Ell è costi ammannita. È come dire Covèrc. Contrascannello(Diz. art.) nei
appunto la troverai tu a covo; ella carri. -

se ne starà lì ad aspettar te; sei pur Covèrc. T. de Carroz. Boccaporto. Spor


dolce: maniera ironica di rispondere tello col quale si chiude l'apertura
a chi ricerca qualche cosa di cui si del bottino (magazin) delle carrozze.
manca; si dice anche Io ho la tal Covèrc. T. di Cart. Lo stesso che Càssa. V.
cosa bella, per dire io non l'ho. Covèrc per Làpida. V.
Covà. Nicchiare. Dicesi del rammarichio Covèrc del camer. Coverchio(Burch. Son.
delle donne prossime al parto. 172). V. Tajée.
Covà..... Dicesi del tempo allorchè va Covèrc de la comoda. Coverchio?
continuando a minacciare di rompersi. Covercèll. Coperchino. Dim. di Coperchio.
Covàda. V. Coàda. Covercèll. Pergamena. Quella carta o
Covàda. Covatura. Covazione. Cova ; e simile con cui si ferma e cuopre il
dottr. Incubazione. L'atto e la durata pennecchio sulla rocca.
del covare. On covercell d'on vestii. Abito fatto
Covàda. Covata. Nidiata. Tutte l'uova a miseria. Un saltamindosso. Vestic
covate a un tratto da un volatile. ciuola misera.
COV (358 ) COZ
Fà covercell. . . . . . . Dicesi del Covertán. Copertone. Quel panno col
l'unghie umane quando son lasciate quale si copre la cassetta del cocchiere
crescere oltre il dovere. Allorchè ciò nelle carrozze.
accade ad uno vedesi Covertón. Copertojo. Covertojo. Specie
«Che l'ugna prolungata gl'inartiglia di rete.
» La man che ad investirla preda ha in punto » Covertònna. Copertone.
dice il Sold. Sat. pag. 5o. Covètt (i). Lo stesso che Covètta(rete). P .
Covercin. Coperchino. Covètta. Codina. Codetta.
Coverción. . . . . . Gran coperchio. Covètta. . . . . . Specie di bertovello
Covèrt. s. m. Portico. V. in Covèrc. a maglia stretta per la pesca dei per
Covèrt. s. f.pl. T. de Sell. . . . . Quelle sciolini minuti.
parti di una sella su cui posano le cosce Covètta. Sanguinella. V. Sanguaninna
del cavaliere, dette dai Fr. Quartiers. Covettòn. T. di Cac. Bertovello. Spezie
Covèrta. Coperta. Coverta. di rete nota.
Andà a fass dà la coverta. ... Cer Ingann. . . . - Coa. . . . .
care un bambino da allattare ai Tro Covin. Coderinzo. Codetta.
vatelli. - Rost de covin. V. in Ròst.
Coverta de lanna cont el pel longh. Covin. Codino. Codetta. V. Coanèll.
Carpita. Boldrone. Covin. Frustino. Mozzone.

Coverta de lett. Coperta. Coverta. Covin. Dim. di Coeiva. Covoncello. Covon


Covèrta (fig., che anche dicesi Coverta Covin di carr. V. in Cova. (cino.
de breviari e Covertinna). Coperta. Covón. Codone. Gran coda.
Coverta. Ricoperta. Coperchiella. Man Covòtta. . . . . Coda grossa ma corta.
tello. Pretesto, scusa, apparenza, e Cozzà. Cozzare. Contraurtare.
in proposito di Covert de breviari o Cozzàda. Capata. La Cozzata dei diz. ital.
Covertinn è bene ricordarsi dell'avviso vale cozzo(trussada).
che dà il Lasca ne Parentadi, dicendo Dà-dent o Dà-giò ona cozzada. Dar
che In casa vicine, balie, comari e la capata.
- simili brigate si fanno le imboscate. Cozzàss. Tenzonare. Bisticciarsi. Stare a
Covèrta. T. de Barcar. Copertino. Quella tu per tu.
tela o stuoia che s'adatta sopra vari Cozzin. Capino. Capolino. Capitello. Ca
- cerchi a guisa d'arco, e che forma una puccio. Capetto. Testina. Testino. Te
specie di capanna nel navicello. sticciuola. Testuccia. Frontezzuolo.
Covèrta. Sopraccoperta. Coperta delle Cozzin. . . . . Buon ingegno, ingegno
lettere. sottile. -

Covertàscia. Copertaccia. Cozzin. V. Coo de romp gandoll in Cóo.


Covertinna. Copertina. Covertina. Dim. Cozzin (e per lo più al pl. I cozzitt) de
di Coperta. l'oeuv. Occhi dell'uovo. Ingallamen
Covertinna. Copertina. Covertina. Dicesi to? e dottr. Cicatricula. Vescichetta
di quella che si pone sul dorso delle bianchiccia che vedesi nella membra
bestie da cavalcare. - na che investe il tuorlo dell'uova, e
Covertinna. fig. V. in Covèrta fig. nella quale scorgonsi le prime tracce
Covertinna. T. de'Calzet. . . . Ferro an della formazione del pulcino.
nesso a quell'ordigno del telajo da far Cozzitt. s. m.pl. T. dei Tessit. Riannodi
calze che si chiama il baraman (barre da accomandolare. Que mozziconi di
d poignee de'Fr), e che serve a coprire filo che tengonsi pronti da un lato
la gamba della cosiddetta platina. del telajo per servirsene a rannodare
Covertinna. . . . . . Le dipanatore e le quelle fila che si rompono intanto
addoppiatrici di seta chiamano così che si viene tessendo la tela.
la matassa di seta allorchè per essere Cozzón e Crapón. dispreg. Teschione
sul finire ha poche fila e sembra per (Caro Apol. pag. 196). Capassone. Te
così dire un ragnatelo. staccia. Capone. Capoccia. Alza-sù
Covertiroeü. Mantellino. Mantelluccio. quell cozzon. Alza quel teschione.
Coltricella. Coperta da bambini. Cozzón. Testone. Talentaccio.
CRA (359) CRE
Cozzón. . . . Mascherone rappresentante litare, di cui le nostre donne, veden
un gran capone talora anche bifronte; do noi uomini tali da usurpar loro
il Galero de comici Latini. persin la fascetta, si sono date a far
Cozzón. Girino. Cazzuòla, e in sanese uso insieme con altre nostre robe
Pesce corpacciuto. V. Bottarànna. come sono a dire il tabarro, i cal
Cozzòtt. Capone. Capoccia. Testaccia. zoni e il cappello – Per estensione
Capo grosso. vale anche una particolare specie di
Cozzòtt. Capaccio. Testone. Vale uomo velo da collo.
ostinato, rozzo e di dura apprensione. Cravéra nelle parti finitime al Pavese
Cra crà. Crà crà. Crocro. Crài crai. Voci per Scarloeüggia. V.
imitanti il gracchiar de'corvi e simili. Créa – Terra créa dicono i Brianzuoli
Fà cracra. Gracchiare. Cornacchiare. per Terra crèja. V.
Gridar crd cra. Creà. Creare, e ant. Criare.
Crabòss per Cabròssol. V. Creàa. Creato.
Cràco. V. in Crico. Creànza. Creanza. Gentilezza. Civiltà.
Cràizer. Lo stesso che Carantàn. V. Creanza de vilan. V. in Vilàn.
Cràpa o Cràppa. Cranio. Teschio. Cràneo. Vess pien de creanza. Essere crean
Crappa de mort. Teschio. zato, ben creato , gentilissimo, tutto
Crappa-perada. Monnone. Bertone, garbatezza, morigerato, e sch. Crean
Dicesi d'uomo calvo e pelato a guisa zitto.
d'una scimmia. Vess senza creanza. Essere mal crea
Cràpa o Cràppa. Sgualdrina. Meretrice. to, screanzato, rozzo, incivile.
V. Sguànsgia. Creatòr. Creatore. Fra noi però la voce
Crapètta. V. Crapin. Creator si usa soltanto in una certa
Crapètta . . . Nome di quel fondelli o fola dell'Angiol pirottuu che qui non
bottoni sgambati d'osso, madreper occorre riferire, e nei dett. seg.
la, ecc. che hanno in sè quattro o Andà al Creator. Andare fra quei
cinque fori pci quali si cuciono e fer più. V. Andà al cagaratt in Cagaratt.
mano così nudi alle vesti. Si usano Mandà al Creator. Mandar a piè
specialmente perchè vi stiano più di Dio. Mandare tra que più.
fermi per gli occhielli gli straccali Creatùra. Creatura. Però il nostro po
(i bretell). Hanno qualche affinità colle polo lo dice solo della persona umana
Coppelle della Nov. 157.º del Sacchetti. specialmente appena nata, e crede
Crapin (o Crapètta). Testino. Zucchino. rebbe offendere la Divinità chiamando
Anche i Marchigiani dicono Crapino. per tal nome le altre sue creature.
Crapin. T. de'Macell. Ceppo delle cor Povera creatura. Poveraccio !
na. Quella parte della testa de'buoi, Creatùra. Creato. Creatura. Dipendente,
vitelli, ecc. in cui sono piantate le che i Latini dicevano Clientolo.
Corna, - Creaturinna. Creaturina. Creaturella. La
Crapón. Testone. Capone. Testaccia. nostra però è voce usata solo par
Crapon. v. cont. Teschione. V. Gnuccón. lando di bambinelli, o detta scherze
Crapón. Monnone. Zuccone. Bertone. Uom volmente per denotare una donnetta
calvo a guisa di monna o sia scimmia. che abbia del vago anzi che no.
Crapònna. Cantoniera. V. Sguànsgia. Créd. Credere. Porgere o Dare credito.
Crappa, ecc. V. Cràpa, ecc. Dare o Avere o Portar credenza.
Crascià. V. in Decorazion. Cred e no cred l'è inscì o vero Se
Cravatta. Corvatta. Cravatta. Croatta. te voeutt cred ben, se de notò dagn.
Prop. fra noi Specie di collaretto con Io non vi vo' dar la mancia perchè voi
fibbia che si mette intorno al collo la crediate(Fag. il Trad. fed. sc. 1.").
in luogo di fazzoletto, moda avuta Ella sta come dico. -

dai militari. Nol cred se nol ved. Non crede al


Cravattinna. . . . . Sp. di collaretto di santo se non fa miracoli.
nastro, raso, velo o simile, imitante Vess minga de cred. Non esser cre
in qualche modo la cravatta da mi dibile o credevole o creditoſo.
CRE (36o) CRE
Créd. Credere e Credersi. Darsi ad in Cremesi. Cremisino. V. Crèmes. -

tendere. Farsi a credere. Crèmm(Latt a la). V. in Cavollàtt e Làtt.


Credenzial. Credenziale. Lettera di cre Cremortàrter. Cremor di tartaro.
denza o credenziale. Crèn. Crèn(Alb. enc.). Rafano tedesco
Credenzòn (Bon). Corrivo. Credulo. Cre (Soder. Colt. vit. 2 o7). Ippolàpato. Bar
devole; e scherz. Che se la beve. Terra baforte. Lapazio acuto. Rafano rusti
da piantar carote. Che si lascia levare cano. Radice della Cochlearia armo
a cavallo. Che se ne va alle grida. Che racia L. che grattugiata e inforzata
se ne va preso alle grida. Che arci coll'aceto si mangia per salsa – Dal
crede. Min. registra anche Credenzo Krein dei Tedeschi.
ne. Persona che crede ogni cosa fa Crènna. Fessura. Fesso. Screpolo. Screpo
cilmente. latura. Sfesso. Forse dal greco Kpmuvi;
Crédit. Credito. Riputazione. Buon nome. (burrone), e forse dal latino Crena.
Buona fama. Estimazione, Credenza. Crènna. Canale.
Avè bon credit. Essere in credito. Crennà. Arrovellare. Schiacciare. Rugu
Aver credito. mare. Rodere il freno. Aver crepaggi
Avè bon credit de vum. Tenere al ne. Crepare di sdegno. Avere grand ira
cuno in buon credito. e non poterla sfogare a suo modo.
Avè cattiv credit de vun. Non aver Crennin. Fessolino. V. in Creppin.
in credito alcuno. Crepà, ecc. V. Creppà, ecc.
Chi paga debit perd el credit. Chi Crepascià del rid. Crepar dalle risa.
non ha debito non ha credito(Monos. Schiantarsi dalle risa.
175). Dettato che i galantuomini di Crepàzz. Rappe(Cresc. III, 25). Crepacci,
cono per ischerzo volendo significare ed anche Crepacce. Malore notissimo
il contrario, e i furfanti da senno ne cavalli.
illudendo sè medesimi e altrui. Crepé. T. d'Acquaced. Gragnolata. Gra
Perd el credit. Perdere la credenza molata. Specie di gelato.
o il credito – Avè pers el credit. Crepé. Ad. di Vèll. V.
Essere mal creduto. Crepón. Crepone. Stoffa di lana o seta
Crédit. Credito. Quel che s'ha ad avere alquanto crespa, simile al Vell crèpp,
da altrui; contr. di Debito. ma che n'è molto più fitta.
Mett a credit. Dare credito. Mettere Crèpp. add. Screpolato. Crepacciato. Cre
in credito. pato. Fesso. Sfesso.
Creditin, e al pl. Credititt... Piccioli cre Crèpp. Ad. di Vèll. V.
diti, crediti poco rilevanti, creditucci. Crèpp. sost. m. Screpolo. Screpolatura.
Crediton. Credito sommo. Gran fama. Un crepato. Crepatura, e antic. Cre
Creditor. Creditore. paccia o Crepaccio.
Creditora. Creditrice. Crèpp. s. m. Crepatura. Spaccatura. Cre
Crédo. Credo. Il Credo in Deo. Il Credo pato, e ant. Crepaccia o Crepaccio.
in Dio. Il Simbolo degli Apostoli. Sonà de crepp. Crocchiare le cose
In d'on credo. In manco d'un fesse.
asciolvere. In un credo. Nello spazio Sonà de crepp. fig. Starci a pigio
di un credo (di due o di tre credi). ne. Balenare, ed anche Essere spac
Metti resi in del credo. V, in Resia. ciato o spedito.
Creddin. Sinonimo forestiero di Terra Trà on crepp. Screpolare. Screpaz
forta per alcuni fornaciaj. I Terra zare – Fendersi – Pelare o Far pelo
ſorta in Tèrra. - -

– Scoppiare – Spaccarsi.
Credùu. Creduto, e con voce ant. disu Crèpp per Sfoeùja. V. Sfeija e Forma
sata Creso. de bòtta. -

Crèja. V. in Tèrra. Crèpp. s. m.T. degli Arch. e Mur. Pelo.


Crèmes. Chermisino. Cremisi. Chermisì. Crepatura.Screpolatura delle muraglie.
Cremosì. Cremisino. Chèrmisi. Colore Crèpp. Pieno pinzo. -

molo.
Vess mai crepp. Essere insatollabile
Crèmes. s. m. met. Coperchiclla. Raggiro. o insaziabile. Non si saziar mai.
CRE (361 ) CRE
Crèpp. Ad. di Biccer, Véder, e sim. In Invecchiare. La gradazione di questo
crinato. mutarsi di giovane in vecchio è de
Creppà. Screpacciare. Fendersi. Crepare. scritta con assai brio dal Zanon nella
Far crepatura. Crepolare. Screpolare, sc. 5.º atto 2.º della sua Ragazza civetta.
e ant. Crepacciare. Crèspa. Crespa. Grinza. Ruga – Incre
A caregall tropp se creppa el spatura – Increspamento – Corruga
s ciopp. V. in S ciòpp. zione – Accrespatura.
Creppa o S cioppa ! Ti caschi il Crèspa. Crespa. Nelle camice, nelle ve
fiato ! Canchero ti mangi ! Ti venga sti e simili è il nome delle pieghe di
il canchero. Schiatta ! qualche rilevanza. -

Creppà del rid. Crepar dalle risa. Fà i cresp. Lo stesso che Crespè. V.
Creppà de salut. Abbondare di sa Tirà-giò i cresp. . . . Appianare le
nità. Ciò che i Francesi direbbero crespe. (Rincrespare.
famigliarmente Regorger de sante. Crespà. Crespare. Accrespare. Increspare.
Se nol disi creppi. Se nol dico Ferr de crespa. V. in Fèrr.
schiatto. Crespàa. Rugoso. Cresposo. V. in Crèsp.
Creppà. Crepare. Morire. Creppà de la Crespadùra. Crespamento. L'atto del cre
paura e sim. Morire di spavento. spar cotte, ecc. (Mag. Interm. II, 529).
E fa e fa, e poeü se creppa. Mas Crèspera. V. Crèspola.
seria masseria, viene il diavolo e por Crespin. Ventaglio. Arnese notissimo –
tala via(Monos. 527). Nido fatto gaz Il Crespino dei dizionari significa
zera morta. certa specie d'arbusto.
O stolti il tanto faticar che giova! Cann. Stecche - Carta. Foglio =
Tutti torniamo alla gran madre antica, Canon. Stecconi?
E il nome nostro appena si ritrova(Petrarca). Crespin. T. de Carroz. Rosta. Lieva.
Se pò creppà d'on sold. E non da Riunione di quattro pezzettini di ferro
rebbe del proferito. attaccati insieme con vitoni o brac
Creppàa. Crepato – Morto. ciuoli fermati alla cassa(scocca), e
Creppàa. Screpolato – Incrinato. che formano il giuoco del mantice
Creppàda (Dagh ona bonna). Scop della carrozza.
Creppadinna) piare. V. in Cagaràtt. Crespin. Piè d'uccellino. Quelle grinze
Creppadùra. Screpolatura – Crinatura. che vengono negli angoli esterni degli
Creppadurinna. Pessolino. V. Creppin. occhi a chi va in là cogli anni.
Creppaſiàa (A). A crepa corpo. Crespin (Fà el). . . . . . Così dicono i
Bev a creppaſiaa. Bere a garganella. nostri cartolaj del Pigliar sù parecchi
V. anche in Bév. fogli di carta dalla risma abbrancandoli
Sgarì a creppafiaa. Gridare a gola. tutt'insieme pei loro angoletti estremi
Creppapànscia (A). A crepa pelle. A di destra e facendo sì che staccatisi
crepa pancia. A crepa corpo. l'un dall'altro per di sopra diano mo
Creppin. Crepacciuolo. Fessurina. Fes do a poterli comodamente dinoverare.
suretta. Fessolino. Picciol fesso. Crespinàda.... Colpo dato col ventaglio.
Creppön. . . . . . Gran crepatura. Crespinée. Ventagliajo. Ventagliaro. Fab
Crésma. Cresima. Crisma. Confermazio bricatore o venditore di ventagli.
ne, e anticamente la Cresma. Crespinètt. Ventaglino. Dim.di Ventaglio.
Tegnì a cresma. Tenere o Levare Crespinna. Crespolo. Rughetta.
alla cresima. Crespinon. . . . . Gran ventaglio.
Cresmà. Cresimare. Confermare. Crèspola o Crèspora o Crèspera. Amareg
Cresmà. fig. Schiaffeggiare. Colafizzare. giola. Amarella. Camamilla. Matricale.
Cresmàa. Cresimato – fig. Schiaffeggiato. Sorta di erba notissima che è la
Crèsp. s. f. pl. T. de Fabb. di carta. Matricaria Parthenium L.
Zazzere. V. in Carta. Crespon. T. de Pann. Crespone. Specie
Crèsp. ad. Crespo. Rugoso. Grinzoso. di stoffa. -

Raggrinzato. Aggrinzato. Cresposo. De Crespon. Il colon. Il più largo e il più


venta cresp. Far le rughe. Far crespe. grosso degl'intestini. - --

Vol. I, 46
CRE (362) CRI
Crespon. T. de'Pizzic. .. . Salame imbu Cressùu. Cresciuto. Accresciuto – Rac
dellato nel budello dello stesso nome. cresciuto – Rincarato.
Crèspora. V. Crèspola – Per Erba ama Cressùu (nelle calze). V. in Crèss.
ra o Erba sampeder. V. in Erba. Crèsta. V. Scièsta.
Crèss. Crescere. Accrescere. Aumentare, Crètta credenza voce che s'usa avv.
Cress a tutt cress. Raccrescere. co” verbi Vendere, Pigliare, e sim.,
Cress de la lunna. Il crescere della e vale vendere o comprare, ecc. senza
luna – A luna crescente. ricevere o dare il prezzo subito, ma
Cress el doppi. Crescere il doppio. per riceverlo o darlo in altro tem
Far due tanti. Geminare. Adduare. po, che perciò dicesi anche Vendere,
Cress el fitt. Rincarare il fitto. Comprare, ecc. pe tempi – Cretta,
Cress in man. Raffinare o Raffinire voce comunissima fra i bottegaj, è
tra le mani. Crescere in mano? Per pretta voce romanza dataci dagli Sviz
fezionarsi. zeri confinanti, e una delle moltissi
Cress el coeur. V. in Coeur. me voci nostrali che provano l'infinito
Crèss. Sovraccrescere. Parlando di carni ibridismo della nostra popolazione;
vale farsi un'escrescenza. ibridismo che nasce specialmente per
Crèss. Garzoneggiare. Farsi garzone. Cre mezzo delle genti montanine finitime
scere. L'ingrandir degli adolescenti. le quali concorrono in Milano per
Avè fornii de cress o Cress pù. Aver esercitarvi le arti del lattajo, del tor
messo il tetto (che il Magal. let. 8.” niajo, del muratore, dell'imbiancatore,
I, 12o usa anche in senso morale). del cioccolattiere, del lattivendolo, del
Aver posto il tetto. Aver fatto il grop l'oste, del vinattiere, ecc., e a seconda
po. Non crescere più della persona. o terza generazione sogliono porre
Carna che cress mangia de spess. sede stabile fra noi.
V. in Càrna. Dà o Fà a cretta. Dare o far cre
El cress domà a guardagh adoss. denza. Credere.
E cresce a giornate(Monos. 157). Rid a cretta. Ridere agli angioli.
Crèss. Crescere vegetando delle piante. Cioè ridere senza saper di che.
Crèss. assol. Rincarare. Ritoccare. Ascen Cria disse il Maggi per Crida. Grida.Bando.
dere. V. in Pàn. Crià. Gridare. Garrire.
Crèss. s. m. T. di Zecca. . . . . L'ecce Crià i busecch. Gorgogliare il corpo.
denza di peso che trovisi in una V. in Barbottà. (mere.
moneta oltre il prescritto dalla legge. Crià i legn sul foeugh. Cigolare. Ge
Forgage la dicono i Francesi. Crià vendetta e Crià vendetta in
Crèss. s. m. Crescere? Le donne chia ciel. V. in Vendètta.
mano con questo nome quelle più Perà la gaijnna senza falla cria. V.
maglie che vanno crescendo nelle in Gaijnna.
calze per farvi insensibilmente luogo Crià o Crià adree a vun. Sgridare uno.
al polpaccio. Alcune dicono anche i Gridare o Garrire uno. Garrire o Gri
Cressuu – L'è vora de cress, o de fa dare ad alcuno. Far romore in capo o
i cress, o de fa i cressuu. Siamo al in testa ad alcuno. Rampognare.
crescer le maglie? – È il contrario Avè criaa adree al lolf. V. in Lóſ.
di Calàa. Discrescere?
Criàda. Gridata. Sgrido. Sgridamento.
Cressént. Crescente. Criadìnna. . . . . Leggier rimbrotto.
Carna cressenta. Carnosità. Cre Criator. Creatore; e ant. Criatore.
scenza? e dottr. Sarcòma.
Cribbi. Vaglio. Crivello. Cribro.
Cressimént. Crescimento. Crescenza. Au
Serc. Cassino(“tosc.) = Pell. Pelle.
mento. Accrescimento. Raccrescimento.
Fà passà per i sett cribbi. fig. Spac
La crescente.
care il pelo in aria(Paciol. Div. Prop.
Cressinmàn (Giugà a). È a un di presso
p. 5 che scrive Spaccare el pelo in laire
colle carte qualunque quel giuoco me come proverbio tosc.). Riveder il pelo.
desimo che diciamo altrimenti Giugà Vale esaminar severissimamente.
a vestiss e desvestiss, V. in Desvesti. Oh cribbi, V. Cribbi-e-boſſitt.
CRI (363) CRI
Vess come on cribbi. fig. Essere Cricca. Cricchio. Ticchio.
come un vaglio(Monos. 226), cioè tutto Cricca. Scrocchetto? Specie di molletta
sforacchiato dalle ferite. -
che è nelle serrature a colpo.
Vess passaa per i sett cribbi o per Cricca. Gara. Contrasto. Briga. Picca.
i sett sedazz. Aver cotto il culo ne'ceci Criccà. Zirlare. Mandar fuori il virlo, voce
rossi. Aver pisciato in più d'una neve. acuta del tordo, del pincione, e sim.
Avere scopato più di un cero. Avere gli oc Criccadór. Zirlo. Tordo cantajuolo. Tor
chi nella collottola o il diavolo in testa. do che si tiene in gabbia per zirlare
Sapere a quanti dì è san Biagio o dove ed allettare gli altri tordi a calar
il diavolo tien la coda. Essere putta nelle reti – E in generale nello stesso
scodata o gazza con pelata la coda. Es senso Uccello cantajuolo.
sere bagnato e cimato. Essere astutis Criccadora. . . . Quel luogo dove stanno
simo, e non facile ad essere aggirato. gli uccelli cantajuoli in quella sp. di
Cribbi de ramm. T. de Confett. . frasconaje che noi diciamo Bressanèll.
È detta così una specie di bastardella Cricch. V. Cricchcracch.
col fondo bucherato per uso di la Fà cricch dicono alcuni per Moc
vorar le confetture. càlla. V. in Moccà.
Cribbi del forment. Colo(“fior. Galliz. Cricch. Crico(Zanob. Diz.). Martinello ?
Ist. bot. in Triticum p. 148). Specie di leva con asta di ferro di
Cribbi d'orghen. V. Crivèll. cui si fa uso per sollevar pesi gravi,
Cribbià. Crivellare. Vagliare. Cribrare. come per sorreggere carro e cesta
Cribbià. fig. Vagliar come grano. Esa d'una carrozza allorchè se ne vo
minare rigorosamente – Crivellare. gliano levare le ruote o vi si voglia
Censurare, criticar ſorte. lavorare di sotto in su, ecc. La voce
Cribbià. fig. Tribbiare(Paol. I, 526). Il ci fu data dai Francesi, Cric. È di
rovinio che fa la grandine nelle piante. varie specie, come Martinello a den
Cribbià. ſig. Crivellare parlandosi di fe tiera, Martinello a vite, ecc.
rite d'uomini, bestie, ecc. Cricchcràcch. Cri cri. Cricch. Cricche.
Cribbiàa. Crivellato – Tribbiato. Voci esprimenti il romore che ſanno
Cribbiaa di cortellad, di ball, ecc. il vetro e il ghiaccio nel fendersi, e
Crivellato di pugnalate, ecc. in generale Voce imitante il suono
Cribbiaa di varoeul. Butterato. di cosa che stritoli, che scoppietti o
Cribbiàda. Cribrazione. che si fenda.
Cribbiàda. fig. Stacciatura. Crico. Voce usata nella frase No gh'è
Cribbiadinna. ... Leggiere stacciatura; nè crico nè craco. Discorsi a monte.
e fig. .... Esame di qualche momento. Repliche a monte. Non c'è che ripetere.
Cribbiadùra. Vagliatura. Lo stesso che Crida. Grida. Bando.
Cribbiùsc. V. Criminàl (Fà on). Commettere un crimen
Cribbi-e-boffitt! (che anche dicesi sem lese o un criminale, cioè alcuna azione
plicemente Oh cribbi!) Poffar l'Antea. criminosa.
Per bacco. Esclamazione. Crisi. T. med. Crisi. Crise.
Cribbiée. Vagliajo. Facitor di vagli. Crisi. Vicenda, Sinistro. Soentura.
Cribbiée. Vagliatore. Chi vaglia. Crispo ! Crispici. Crispicina (*aret. Vo
Cribbiéra. Vagliaja. s. f. di Vagliajo. cab. aret.). V. Cisto.
Cribbiètt
Cribbijn
º. . . . . . Picciol crivello. Crist. Cristo. Il volgo usa questa voce
e le sue derivate in modi poco ade
Cribbiòtt.... Crivello che trae al tozzo. guati al rispetto che le si deve: io ne
Cribbiùsc e Cribbiadùra. Vagliatura. registro alcuni dei più comuni come
Mondiglia che si ricava in vagliando. vocabolarista; ma badi a schivarli
Cricca. T. di Stamp. Cricca. Quel pezzuol chiunque vuol darsi a conoscere mo
di legno, infitto nella coscia sinistra rigerato Cristiano.
del torchio da stampa, sul quale va a Andà in crist. V. in Dio.
posar la mazza dopo dato il colpo Fà crist. Scattare a voto. Fare crich.
al pirrone. (così nel Voc. ven.). Non levar fuoco
CRI (364) CRO
(così l'Alb. bass. in Rater o Prendre via nè verso da fare, dire, far ese
º un rat). Dicesi del fucile quando sba guire, e simili.
glia nel pigliar fuoco. I Sicil, dicono Cristiani! o Cristianin de legn! o Cri
Fari catinazzu. stianinna! Crispicina! Esclamazione.
No avè on crist. Non aver un becco Cristoforia. . . . . Ricorrenza del giorno
d'un quattrino. V. in Quattrin. settimo di gennaio che fu dimenticata
Pari on Crist. Lo stesso che Parì sinora da tutti i dizionari italiani.
on ecceomo. V. in Ecce)mo. La Cristoforia tutti ſestie menna-via
Stà in crist. Stare in cristi(“fior. o je porta-via V. in Fèsta.
Pan. Poet. II, v., 16). Stare a dove Cristón(e Antecrist e Crist). m. b. Furi
re. V. in Drizz. fante. Gogna. Carogna. Dicesi a mo d.
Crist per Cristón. V. (fissile. imprecazione a persona di cui siamo
Cristall. Cristallo. Cristallo artifiziale o malcontenti, e che operi alla peggio.
Cristall de rocca. Cristallo di monte Critega. Critica. Censura. Criticazione.
o di montagna. Cristallo gemma. Critegà. Criticare. Censurare.
Cristàll. Cristallo per lastrone da ve Critegàa. Criticato. Censurato.
triate, carrozze, e simili. Critegh. Stitico. Di difficile contentatu
Cristallàa. Ad. di Véder. V. ra. Talora anche Cardatore. Critica
Cristallée. Cristallaro(*rom.). Venditore stro. Critichetto.
di cristalli. Critegon. Criticastro. Gran cardatore.
Cristallinna! escl. Crispicina Critéri. Criterio,
Cristallón . . . Gran lastrone di cristallo. Crivèll. T. de Fab. d'org. Crivello (Zan.
Cristallizzàss. Cristallizzarsi. Ingemmarsi. Diz. mus. ). Quadrilungo di cartone
Cristée(Cantà el) . . . . In varie parti con orlatura di legno, lungo tanto
dell'Alto Mil. usano i ragazzi nella quanto è il somiere, nel quale sono
settimana santa andare di brigata ve tanti fori quanti corrispondono ai fori
stiti a festa ai casolari del contadini del somiere stesso, che in distanza da
con un palmizio in mano e cantare esso un terzo di braccio regge e tiene
diverse orazioni relative alla passione in sesto le canne tutte d'un organo.
di G. C., traendone da quella buona Croccà. Croccare? Scrosciare. È sinonimo
gente uova o seccumi o danari coi di Cantà. V.- Dal fr. Croquer, Croquant.
quali poter bene pasquare. Ciò dicesi Croccant. Croccante(Zanob. Diz.). No
Cantà el cristee. cellata. Cialda. Cialdone, ed anche
Cristiàn. Cristiano. Mandorlato. Pasta dolce notissima.
Bon Cristian. Buon cristianaccio, Croccànt. ad. Che scroscia o stride sotto
Uom facile, alla buona, corrente. ai denti, e dicesi di pane o simili.
Chi ama i besti ama i Cristian ... Cròccia. v. a. Bujose. Carceri. Forse
Chi è crudele colle bestie lo è facil questa nostra voce antica è traslata
mente anche cogli uomini (così a p. 62 da Croccia per ostrica.
dell'Abbecedario element. lombardo). « El pover Meneghin fratant l'è in croccia ».
L' è propri inscì de Cristian bat (Magg. Fals. Filos. )
tezzaa. Da Cristiano ella è così. Crocefiss. Crocifisso.
Oh car el mè Cristian. Buon uomo Crocefissin. . . . Un picciol crocifisso,
mio caro. Quel Cristiano di quel mio e noi lo diciamo per lo più di quelli
padrone(Varchi Ercol. I, 188). sculti in argento, avorio o simile da
On disnà de Cristian. Un desinare ornarne corone, collane o simili.
da Cristiani. Crocifer. Crocifero. Portacroce,
Parla de Cristian. Parlami Cristiano, Crodà. Cadere. Il vero Decidere de Lat.
(Monos. 74). Dicesi a chi parla in La nostra voce è d'origine romanzo
modo da non essere inteso per esor svizzera Curdar, iou crod, io cado.
tarlo a più chiaro favellare. Crodà del sogn. Acer una gran ca
Per bon cristian. V. in Pér. scaggine. Tracollare. Inchinare.
Vess minga Cristian de fà, di, ot Crodagh nagotta o No crodagh on
tegni, fa fa, e sim, . . . Non trovar nè pelo. Non dare altrui del proſjerito.
CRO (365) CRO
- Dove ghe n'è quajcoss croda-via. Cròj. V. Croeüj.
P. in Senti. Crompà. Comperare. Noi lo pronunziamo
El pomm quand l'è madur besogna volentieri come i Provenzali Croum
ch'el croda. Quando il pero è maturo par. V. Comprà.
convien che cada (Buoni Prov. II, 266). Crònega. Crònaca – Al dim. Cronichetta
Tutte le volpi alla fine si rivedono in o Cronachetta – Cronichista. Cronista
pellicceria. Tutti i gruppi si riducono chi la scrive.
al pettine. Simile al franzese Quand La cronega scandalosa. Cronicaccia?
la poire est mire elle tombe(Roux Dict.) Cronaca scorretta? Foglietti segreti.
Crodà. Scanicare. Dicesi delle muraglie Si dice fig. delle maldicenze, delle
quando si scrostano. male voci correnti in paese intorno
Crodàa. Caduto. a checchessia.
Crodada. Caduta. Crònega. fig. Mal abito. Pecca. Tacca.
A la crodada di frasch o di foeuj. Vizio invecchiato, inveterato.
V. in Fràsca. « Che se dura annò sta cronega
Crodadùra. . . . Specie di malattia del Trovaroo finna el pretest
riso(oryza sativa) la quale consiste De fà on quei sonett de monega -

nel caderne in terra le granella si Per ditt dree la nomm di fest. » (Bal. Rimm).
tosto ch'elle vengono maturando, e Crònegh. Crònico.
rimanersi la pianta colla spiga nuda Cròppa. Gròppa – Groppone.
e infruttifera. Portà in croppa. Portare in groppa,
Crodèll. s. f. pl. Lo stesso che Castegn e fig. Portar basto, cioè sopportare
crodell. V. in Castègna. ingiurie; e al rovescio Non portare
Crodèll. ad. Cascaticcio. Cascatojo. Che o Non tener groppa.
cade facilmente , alla latina Deciduo. Strivaj de croppa. Tromboni. V. in
Crodèll. Ad. di Castègna, Soménza, Strivàl. -

Vin , ecc. V. Toeuss in croppa. Prendere in groppa.


Crodèll o Crovèll per estensione dicesi Cròppa. T. de Cuojaj. Schiena. Un'in
ogni primo prodotto agrario ancorchè tiera pelle bovina lavorata a cuojo.
non ispontaneamente cascaticcio ma Il latino Clypeum.
procacciato dall'uomo. Per es. Gran Cròppa (che altri dicono Fescia devas
crovell. . . . . Il grano trebbiato per sell o Gripola). Tartaro. Taso da botte.
primo, a differenza del rebattuu; Ca Cròppa. Gromma. Gruma. Doccia ? Ca
stegn crovell. . . . . Le castagne ab tarzo? Lòja. Lordura, sudiciume ap
battute per le prime. pastato su checchessia.
Crodellà. Svinare. Trarre il crovello dal Croppètta. Lojetta.
tino o dalle botti dove bollì il mosto. Crós. Croce.
Crodellà... Governare il vino di stretta, Manegh. Albero. Asta. Fusto - Tra
o secondo o spremuto che vogliam vers. Traversa - In quelle da altare
dire, per modo che si faccia come si vedesi anche Pedestall. Piede - . . . .
mile al crovello, versandolo su que Vaso = . . . . Raggiera.
sto dopo ben posato. Alzà la cros. Inalberar la croce.
Crodelladùra. Svinatura. Cros de coll, ecc. Croce da collo.
Croelgg. Crocchio. P. Croeüsc. Croce pettorale.
Croeüj e Cròj. Crojo. Duro, crudo, che Cros d'onor. Cavaleratico? (Doni
non acconsente, simile al cuoio ba zucca pag. 162 verso). Croce. Ogni
gnato e poi risecco. divisa di merito cavalleresco ancorchè
Croeüsc o Croeügg, Crocchio. Brigata di non consistente in una vera croce.
crocchioni, conversazione di cicaloni, V. in Decorazion.
di perdigiorni, di pancaccieri. Fà cros e medaj. Lo stesso che Fà
Croeüsc Cricca. Brigata di persone una crosett e medaj. V. in Crosètta.
nimi in checchessia, e per lo più in Fà-sù la cros. Crociare. Fare la
mala parte. (juolo. croce. Fare il segno della croce. Sc
Vess del croeusc, Essere consetta gnare col segno della croce,
CRO (366) CRO
Fà-sù la cros. Fare un crocione su On taj in cros. Un taglio cruciale
checchessia(Menzini Sat. 2.º terz. 55°). dicono i chirurgi.
Lasciar checchessia segnato e bene Podè minga cantà e portà la cros
detto, cioè con disposizione di non V. in Màrta.
ne voler sapere altro – Dar delle Robb de fass segn de cros. Cose da
mani in sulla groppa a uno. farsene il segno della croce, cioè da
Fagh-sù la cros. Fare il pianto a restarne ammirati. On fait de grands
o di checchessia. Fare un crocione. signes de croir dicono i Francesi.
Dare la benedica. Mandar segnato e Tajà in cros. Tagliare in croce
benedetto. Appiccar la voglia all'arpio Tegnì in cros. Tenere in croce (Mo
ne. Aver perduta la speranza di chec nos. 2o5). Tribolare, far stentare,
chessia. tener a bada.
Fass benedì cont el manegh de la Vess corna e cros. V. in Còrna
cros. Farsi benedir colla granata. V. Vess minga bon de dì dò paroll in
in Scovin. cros. V. in Paròlla.
Giugà a cros e lettera. Giocare a gi. Crós, met. Croce. Traversia. Tribolazio
glio o santo(Borghini Della Mon fior. ne. La soa cros ghe l'han tucc. Ognuno
– Monos. 92) o a santi e cappelletto ha il suo impiccato all'uscio. L è ona
o a palle e santi. Giuoco da ragazzi, cros. Ella è una croce(Monos. 2 o5).
che i Fr. dicono Jouer a croix ou pile, Te see ona gran crosſ Tu se pur
il quale si fa gettando in alto una mo nojoso!
neta, e apponendosi a dire da qual Crós dicono alcuni con voce romanza
parte resterà voltata. Da noi si dice svizzera quello che più comun. dicia
Giugà a capellett quando, prima di mo Cavall de la nos. V.
gettar le monete in aria, si vanno Crós (o Binadóra). Croce (Atti Georg.
tramestando alquanto entro al fondo 1858, p. 55). Addoppiatoio. Tavella?
d'un cappello. Dicesi anche Giugà a (se pure l'Alb. enc. non erra come
trà in aria e Giugà a la brusa. dubito). Strumento simile ad una croce
Juttà ona cà la cros . . . Morire quadrata fitta in un piedestallo, ne'
altrui più membri della propria fa cui rami si conficcano alcune cavi
miglia e non ne sentire che sgravio; gliuole alle quali si raccomanda la
si dice solo dai genitori o capoccia matassa della seta che si vuol dipa
per rispetto a loro figli o ai parenti nare, addoppiare, ecc. Un nuovo ad
nodriti da essi. Per es. La cros la me doppiatoio fu inventato dall'ingegn
jutta. La croce m'ajuta(*ſior.Salvad.55). Gio. Crassi Marliani unito all'incan
Santa cros l'ha uttaa. Santa croce natojo. La macchina tutta è lunga otto
l'ha aiutato(Monos. p. 4o5). Per morte braccia, alta uno e mezzo, e larga tre.
di parecchi de' suoi si rimise a panca. Ne è fatta parola dal ch. Defendente
In cros. In croce. In forma di croce. Sacchi nelle Varietà 2 giugno 1858
Mett in cros. Crocifiggere. Confic della Gazzetta di Milano.
care in sulla croce. Mettere o Porre Crós. T. di Stamp. Gruccia. Arnese fatto
o Levare o Distendere in croce. Ap a T che serve a stendere i fogli nello
pendere alla croce; e ſig. Porre in spanditojo.
croce(Monos. 2o5). Serrare il basto Crós. T. di Stamp. Coda del torchio.
addosso. Sollecitare altrui importu Asta innalzata obbliquamente in fondo
namente a far checchessia. del torchio, su cui posano il timpano
Negà el Signor in su la cros. Ne e la fraschetta.
gare il pajuolo in capo. Dire che il Crós. T. degli Stamp. in rame. Stella
biscotto non ha crosta o che la neve (Alb. enc. in Manico, ove rimanda a
non è bianca. Negar cosa manifestis. Stella, senza poi registrare questa vo
No avè gnanch la cros d'on quat ce al suo luogo alfabetico). Spezie di
trin. V. in Quattrin. manubrio fatto a croce per cui mezzo
No capì nè cros nè lettera o nè si fa muovere il cilindro che preme
crosta nè moll. V. in Möll. sulla carta da stamparsi. La Croisee
CRO (367) CRO
dell'Encyc. Credo che non sarebbe delle spalle. Quella parte del corpo
mal detto Crociera o Crociata (si ve del cavallo che è al di sopra delle
da l'Alb. enc. in queste due voci). spalle posteriormente all'incollatura.
Direbbesi altresì Prese o Manichi del È quella che Vegezio dice Mercurius
torchio da stampar rami. e che i Fr. chiamano Garrot. Nel bue
Crós. Crociera. Crociata. Nelle arti si è detta Spigolo. V. in Mànz.
dice d'ogni attraversamento di legni, Croséra.... Reggicrivelli da fabbricatori
ferri o simili fatti in qualche modo d'amido quasi sim. al Crosin sig. 5. V.
a forma di croce. Croséra voce verbanese per Nàss(albero).V.
Crós. T. de'Panieraj. Crociata? Crociera? Croserìnna. Corsibla(“roman.-Morichini,
Quella prima incrociatura di gretole p. 6). Picciola corsia da spedali.
che forma centro al fondo d'una cor Croseròn. Accr. di Croséra. V.
ba, d'una cesta, ecc., e intorno alla Crosètta. Crocetta.
quale poi il panierajo va ravvolgendo Fà crosett (o cros) e medaj; o Cro
il così detto Cors del cuu d'on cavagn. sett e medaj, stacchett e coraj. Desi
Crós. T. di Masc. Lo stesso che Croséra. V. nare alla Crocetta(“fior. – Zan. Ilag.
Crós . . . Quel taglio in croce che il vana, p. 126). Far delle croci o delle
contadino non manca mai di fare crocette o de'crocioni. Far la cena
nella sua pulenda di gran turco men di Salvino. Apparecchiare alla Crocetta.
tre sta cocendola, onde si renda più Vale non aver da mangiare.
sòlla e agevole a staccarsi dalla caldaja. Crosettinna, Crocellina.
Crós. Crociata. Quella parte d'una chiesa Crosin. Crocetta.
ch'è fatta in forma di croce. Pont a crosin. Punto incrociato (Alb.
Cros de Malta. T. de Confett. . . . . . enc. in Incrociato). V. in Pönt.
Dolce così detto dalla sua forma, spesso Crosin. . . . . Crocicchio di due quer
regalato di rosolio. ciuoli che i nostri carbonaj sogliono
Crós de Malta. Scarlattea. Croce da ca fare nell'imo fondo della carbonaja.
valiere. Il fiore della Lychnis calcedo Crosin(che alcuni del contado dicono Fra
Crosàscia. Crocione? (niaL. schéra). Cernitoio. Cernecchio. Quel ba
Croscètt. Crocchietto. stone o quel telaretto di legno sopra
Crós-e-lettera. Palle e santi. Sorta di il quale si regge e si dimena lo staccio
giuoco di cui vedi in Crós. nella madia, intanto che si va stac
Crosér. s. f. pl. T. de'Pianet. Sale. Tra ciando la farina da fare il pane.
verse disposte a scala sulla pianeta. Crosin, e per lo più al pl. Crositt . . .
Croséra. Corsia(“fior.). Nome di quelle Nome che diamo per lo più solo a
stanze lunghe a mo' di corridoja negli que contadini che nel giorno 5 di
spedali in cui si mettono i letti de maggio, in cui ogni anno si celebra
gl'infermi. Corsia, dicono i diz., è lo l'Invenzione della S. Croce, si affollano
spazio voto o sia non impacciato nel in Milano e nella Metropolitana per
mezzo di teatri e simili luoghi; ma venerarvi il S. Chiodo che ivi si
l'uso consacra la voce anche nel senso ConSerVa.

detto da me più sopra, di fatto nella Crositt. Crociferi. Que religiosi che han
Guida di Firenze 179o a pag. 15 leg no a divisa una lunga croce in petto.
gesi Vi sono stati posti de letti sì per Anticamente erano detti anche Cro
tutta la corsia che in altre stanze; e sachieri dai Fiorentini per quanto as
nella Statistica romana del Morichini sicura il Cinelli nella Scanzia 8.º alla
leggesi pure Corsia. Noi le dicemmo voce Aron. In Roma sono detti Padri
Croser perchè nello Spedal grande della Crocetta.
furono le prime corridoje incrocia Crosceù. Crogiuolo. Crociuolo; e per idio
te; di poi incrociate o no tali cor tismo Correggiuolo.
ridoje ritennero il nome. Crosoeiù. Frugnuolo. Fornuolo. Sp. di fa
Crosera di pellegrin. V. in Pellegrin. nale che s'alluma di notte, specialm.
Croséra, ed anche sempl. Crós. T. di per pescare o uccellare. La lucerna che
Mascalcia, Croce, Garrese. Sommità v'è dentro chiamasi Testa o Bolla.
CRO - (368) CRO
« L'andava a cà sul tard col crosceu in man Crósta. Crostata o Crosta (de pasticci).
» Vun ch'el gh'aveva denter doma on poo Se l'è fada dedrizz, la pias anca
» De candiretta che l'è duraa poch ». la crosta del pastizz. V. in Pastizz.
(Bal. Rim.) Crósta o Crostinna. T. delle Cave d'are
Crosoeiù . . . I falegnami chiamano così naria di Viganò. Cappello. Nome di
per eccellenza quel pezzo di crogiuolo quelle falde di pietra mal compatta,
che sogliono adoperare in luogo di terrosa, e inutile a lavori, che rico
lapis o di gesso per segnare loro mi prono le cave e sono tramezza fra la
sure sulle tavole che stanno lavorando. terra vegetabile e le saldezze dell'are
Crosolin. . . . . Picciolo crogiuolo. naria. Corrispondono in qualche modo
Crosolón. Correggiolone(Targ. Viag. VI, al Galestro che ho veduto nelle cave
418). Gran crogiuolo. toscane. -

Cros6n. Crocione. Gran croce. Toeù-via i crost o i crostinn. Sga


Cros6n. Tallero. Crosazzo. Moneta che lestrare? Levare il cappello alla cava
oggidì vale fra noi lire sei e cente Crósta. Corteccia. Quella degli alberi.
simi settanta, ed è così detta dalla V. Scòrza. -

croce che ha in una delle sue facce. Crósta. V. in Tràv.


Cróst. s. f. pl. fig. Quattro zolle. Crostin. . . . . . . Picciola crosta, cro
Avegh quatter crost also. Essere si sterella risecca sulla pelle.
gnor di quattro zolle(Buon. Tancia I, 3 Crostin. Orliccio.
; cantata). Possedere certe poche zolle Crostin. Cortecciuolo(*san.-Noz. Maca I,
(Targ. Viag. Ili, 152 – idem V, 24). 4). Crostino. Fettolin di pane da in
P. anche Crostinàtt. zuppar nel vino. Quello che i Fr.
Cróst. s. f. pl. T. de Manisc. Giarde. dicono Trempette o Zeste de Limousin.
Giardoni. -

Crostinà. Sgranocchiare – Rosicchiare.


Crósta. Crosta. Schianza. Stianza, e dottr. Rosecchiare – Bocconcellare. Sboccon
Escara – Chiazza – Piastra. Crosta. cellare. Mangiucchiare.
Andà tutt a crost. . . . . . Divenir Crostinàtt. Signor di quattro zolle(Buon.
tutto crostuto, tutto pien di croste. Tancia I, 5 cantata). Una Padronella.
Avè in sui crost vun. fig. Avere uno Voce di spregio che usano i contadini
in uggia o sulle corna o nelle code toscani verso i piccioli proprietari o
o a carte quarantotto. Odiarlo. quelli a cui essi hanno mal animo
Dà in sui crost. ſig. Dar sulle nocca. (Gior. agr. V, 11o). Poggiajuolo(*san.
Dare il mattone. Pregiudicare, nuocere. e Gior. Georg. III, 288) se ne poggi.
Fà-sù la crosta. Fare la crosta. Far Possidentuccio(Gior. agr. V, 25o in ge
crosta. Diventare incrostato e ant. in Crostinètt. Orlicciuzzo. (nere.
crosticato.
Pien de crost. Crostoso. Crostuto -
crostinettinº Orlicciuzzino.
Crostinin.
Rosolato. Crostinna. T. delle Cave. Lo stesso che
Romp i crost o Pestà i crost o Dà Crósta. V. (pelle.
sui crost. Battere. Percuotere. Croston. Crostone? Gran crosta sulla
Crósta. Crosta. Corteccia. Quella del Croston. T. delle Cave. Crostone. Dicesi
pane, e simili. della parte superiore dei tufi, delle
Fà fà la crosta a la polenta. . . . . arenarie, de macigni, ecc.
Dare tal fuoco alla pulenda ch'ella Cròtt. Grotton da vino(Segn. Quares. Pred.
abbia a fare la crostata. XXV, 5). Grotta. Cantina nel masso.
El pan del servì el gh'ha sett crost. Cròtt. Crocchio. Malaticcio. Malsaniccio.
V. in Pan. Fà el crott. Portare i frasconi. Es
Mangià pan, crosta e moll. Man ser crocchio. Crocchiare. Si dice al
giar pane e coltello. Dicesi scherz. per proprio degli uccelli quando sono
denotare ch e non s'abbia compana ammalati, ed al ſig. anche degli uo
tico, che tocchi mangiare pane scusso. mini quando si trovano in cattivo
No capì ne crosta nè mollo nè cros stato di salute – Vale anche Acco
nè lettera, V. in Moll. vacciarsi. Accovacciare,
CRU (369 ) CUC
Cròtt o Cagaròtt. . . . . L'ultimo nato, Boſſà-via on stee de crusca. V. Stée.
lo scacanidio come dicono i Siciliani. La farinna del diavol la va tutta
Cròtt. Un frascone(Salviati Granchio I,2). in crusca. V. in Diavol.
Cròtta. Ad. di Polénta. V. Stà-lì a fà la crusca ai gaijnn. V.
Crottin. Grotticino. -
in Gaijnna.
Crottin. . . . . Un povero crocchietto, Tutt pien de crusca. Cruscoso. Se
un ragazzino malaticcio. moloso.
Crovàtt. Croato. Di Croazia – Fra noi an Trà crusca in di oeucc. V. in (Eùcc.
mi sono equivalse anche a Miliziòtt. V. Cruscàda. Semolata(Gior. georg. II, 224).
Negher come on Crovatt. V. in Specie di beverone, cioè seccume e
Cl'llSCa.
Négher.
Crovèll. Cascaticcio. V. Crodèll. Cruscàtt. v. dell'Alto Mil. Cruscajo. Chi
Crovèll, Crovellà, Crovelladùra, ecc. V. compera crusca per rivenderla.
Crodèll, Crodellà, Crodelladùra, ecc. Cruschée o Terz. Abburattatore. Cerni
Crù. v. contad. Crudo. V. in Crùd e Crùff. tore – e fior. l'Abburattina. Abbu
Crùd (che il volgo dice Crùſi e il contad. rattaja. Così chiamasi nella bottega
Crù o Crùv). Crudo. Contr. di Cotto. del fornaio quel garzone che ordina
Andann el cott e el crù (dettato le paste.
contad. brianz.). Andarne l'asta e il Cruschell (Giugà a). Giocare a crusche
torchio, il mosto e l'acquerello, la rella o a semolino. Giuoco da fan
roba e le carni. Lasciare in checches ciulli consistente in ricercare dei da
sia le polpe e l'ossa. Spendere il cuore nari nascosi in alcuni monticelli di
o gli occhi. Colare ogni cosa. crusca eletti a sorte.
Crud crudisc (che altri dicono Cru Cruschètta. Cruscherello.
cruisc o Cruff cruvisc). Crudissimo. Cruscén. Cruscone. La crusca assai grossa.
Nud e crud. V. in Nùd. Crùzzi. Cruccio. Toeuss cruzzi. Crucciarsi.
O crud o brusaa. Come i grilli, sal Crùzzi. Impiccio. Briga. Impaccio.
tare o stare fermo(“ſior. – Pan. Poet. Crùzzi. scherz. per Craizer (kreutzer).
XXVIII, 1). O asso o sei. Dicesi per V. in Carantàn. -

denotare il Dare sempre negli estremi. Cruzzià. Crucciare.


Crùd. Ad. di Làtt, Metàll, ecc. V. Cruzziàss. Crucciarsi.
Crùda. Ad. di Séda. V. Cruzzidis. Cruccioso. Cruccevole. Inclinato
Crudelonna. Cagnaccia(Alleg. 152). Cru a cruccio.
daccia. Crudelaccia. - -
Cù. Q. La duodecima consonante del
Crudeltàa crudeltà. Crudezza. l'alfabeto italiano. Il Q.
Crudisc. V. in Crùd. Cù. V, Cùu.
Crùff. Crudo. V. anche Crùd. Cuàrz. V, Foeughàrz.
Cuntann de cott e de cruff. Dir Cùbbi. T. de Bott. Fondo di dietro della
cose che non le direbbe una bocca botte.
di forno. Vale dir cose che non pos Cubiànch. V. Cuubiànch.
sono stare, bugie o falsità manifeste. Cucagna. . . . . Noi diciamo così quella
V. anche in Ciél. festa in cui si fa la gara alla pianta
Famn de cott e de cruff. Farne di di cuccagna.
quelle coll' ulivo, cioè grosse, mar Fà cucagna. Sguazzare.
chiane. V. anche in Sòtt. Pianta de la cucagna. . . . . Altis
Mandann-giò de cott e de cruſf. simo albero tutto liscio od anche insa
Tenere in collo. Portar basto. Tenere ponato alla cui vetta s'appiccano pol
in groppa. Comportare. Soffrire. Avere lami od altre cibarie, come pure al
gran sofferenza. cun oriuolo o borsello con danari a
Crùsca. Semola. Crusca. Notisi bene che piacere, tutta roba esposta alla gara
fra noi Sèmola vale fior di farina, e di chi voglia avventurarsi alle tom
fra i Toscani e nei diz. ital. crusca – bolate di quella lisciatura, e a premio
La Crusca si suddivide secondo gros di chi sa giugner primo alla vetta e
sezza in Crusca, Cruschello e Cruscone. agguantarla. -

Vol. I. 47
CUG (37o) CUL
Cucàgna. ſig. Cuccagna. Felicità. Cugiaràda. Cucchiarata. Cucchiajata ed
Cùcca. Ad. d'Erba, Nós, Magiostra, anche Cucchiaio. Quella quantità di
Soménza, ecc. V. -
checchessia che sta in un cucchiaio.
Cuccà. Corbellare. Frodare. Truffare. Ac Cugiaréra. Cucchiajera. Busta dei cuc
coccarla. Attaccarla. Appiccarla. chiai. I diz. ital. registrano anche la
Cuccà minga. Non far cordovano. Forchettiera e la Coltelliera o Coltel
Te me cucchet minga vè. Tu non me lesca.
l'accocchi. Tu non mi giugni al canto. Cugiarin. Cucchiarino. Cucchiaino.
Cuccass. Guastarsi. Svanare. Riuscir eva Cugiarin. Cucchiajatina. On cugiarin d'oli.
nido. Una cucchiaiatina o Un cucchiaino
« Se hin tant sor de cuccass d'olio.
». Par sto petitt fogos Cugiarón. Cucchiajone – Nelle zecche
» Come ai sbrojon d'agost se cucca i nos. » usava già tempo un Cugiaron. Cuc
- (Mag. Rim.) chiaja bucata.
Cùcch. Cucco? Vecc come el cucch. Più Cùgn per Chignocù. V.
antico del brodetto. Pieno d'anni o d'età. Cugnàa. Cognato.
Cùcch. Vano. Evanido. Aj cucch, (Ruv Cugnàda. Cognata.
cucch, e sim. Aglio voto, Uovo evanido. Cugnadin. Cognatino.
Cùcch. Arrabbiato. V. in Formént. Cugnadinna. Cognatina.
Cùcch. Ad. d'Omm. Freddo. Impotente. Cugnocù per Chignocù. V.
V in Omm e in Vècc. Culàss o Culàzz. V. Foeughàrz.
Cucurucùu. Cucchiricue(*fior. – Son. di Culàtta. Natica. Chiappa.
Mess. Laz. Barbiere). Cuccherici (Mo Culàtta. Anca. Ancone.
nig. Pod. di Colog. II, 19). Cuccurucù. Culàtta. T. de'Macell. Culaccio. In genere
Chicchiricchi. Canto del gallo. la parte deretana delle bestie macel
Cucurucùu. Gheriglio. Gariglio. Polpa late separata dai tagli della coscia,
della noce, che nell'Alto Mil. dicono e in ispecie la Groppa di culaccio.
Cocò. Culàtta. . . . . . Gli spazzacammini chia
Cugiàa. Cucchiajo. mano così un cencio a più doppi di
Manegh. Codolo = Cuu. Palla. cui a guisa di culatta o batticulo si
Cugiaa sforaa. . . . . . . Specie di fanno difesa al sedere quando salgono
cucchiaio tutto sforacchiato col quale su per le gole de cammini a spazzarle.
si spande lo zucchero sulle fragole, Culàtta. Groppa. Groppone.
sui lamponi e simili, acconci che siano. Culatta.... Quel sacco in cui finisce l'in
Mangià l'or cont el cugiaa. V. in Or. testino retto (buell drizz o salsizzon).
Menestra freggia cugiaa tiraa. Tro Culatta. Il Retto. Specie di budello che
vare il diavol nel catino, cioè Arrivar lo Scappi dice Budel mastro.
tardi a mensa. Culàtta de canon, de s'ciopp, ecc. Cu
v Perdes in don cugiaa d'acqua. V. in latta del cannone, dell'archibuso, ecc.
Acqua. Culattin. Chiappòla (Boer. Diz. ven.).
Rivà a la levazion di cugiaa. Giun Culattìn. T. de Macell. ecc. Mela di cur
gere al dar dell'arme in tavola. Così laccio. La parte più tenera del culac
nel Voc. ven., e vale Arrivare in sul cio ne manzi e simili. Nelle bestie
principiare del pranzo. A questa nostra minori, come ne porci, negli agnelli,
Levazion di cugiaa sono affini quel pas ne capretti, s'intende semplicemente
- so del Ricciardetto(V, 67) che dice per Culaccio.
“ Ma sento scucchiarare le forcine, Culattin. V. Curattin.
” Segno che a cena il cucinier c'invita. - Culètt. Coppettino. Quella parte d'un ca
e quella terzina del Fagiuoli(Rime III, lice che ne abbraccia la coppa, parte
12o) che vuole che viene detta Faeuja quando è fog
« La commedia s'intitoli La Cena; giata a mo' di calice florale polifillo.
» Di forchette, coltei, piatti, cucchiai Culin. Culetto.
Soda la sinfonia più grata e piena. -
Culiséo scherz. Culiseo. Bel di Roma.
Cugida per Cugiaràda. V. V. Cùu.
CUN (371 ) CUN
Culitt. Arcioni. Nelle culle sono que”due | Cunètta. . . . Picciolo sfondo in una via.
come cavalletti che le sorreggono. Cunettìnna. Dim. di Cunètta. V.
Culitt (Giugà ai). . . . . Così chiamano | Cùni. Anseri. Vecchioni. Castagne cotte
in Brianza il giuoco detto comune in forno e spruzzate di vin bianco,
mente fra noi Saltaformàggia. V. serbatoie e dolcissime, forse all'uso
Cùll. Voce sinonima di Cùu, la quale originario di Cuneo.
pei soliti capricci di lingua si ha per Cunin. Culletta (Biring. Pirotec. p. 59
più scurrile e da schivarsi. V. verso). Picciola culla.
Culón. V. Curasción. Cunln. Alari. Capifuochi. Capitoni. Il
Culòtt. T. di Zecca e d'Orefic. Culatta. nostro Cunin in tanto è diverso dal
Quell'oro o quell'argento che resta in Brandinaa, in quanto che n'è più
fondo al crogiuolo bell'e fuso e netto basso e non ha il fusto alto dinanzi
di scoria; il culaccino del crogiuolo. come esso. Il Brandinaa corrisponde
Culòtt de crosoeu. T. di Zecca. . . . . . propriamente al Chenet, ed il Cunin
Così chiamano i fonditori di zecca alla Chevrette de Francesi (vedine la
quel cul di crogiuolo che sogliono figura a culla nell'Op. dello Scappi).
mettere tra il fuoco e il crogiuolo On cunin. Un alare(Vas. 686).
entro cui stanno fondendo oro od | Cunin per Cunétt. V.
argento, onde impedire che il fuoco | Cùnna. Cuna. Culla. Zana.
non agisca con troppa violenza sul Culitt o Pee. Arcioni = Còregh. Va
crogiuolo stesso. Altre volte usava per no? = Manescitt. Manichi? = Boffett o
tale scopo un piattello di terra cotta, Archett. Testiera? Arcuccio? = Spond.
e perciò l'Alb. bass. traduce il fran Sponde.
cese Culot per Piattello. Barattà el fioeu in la cunna. fig.
Cùlpa. Voce latina usata nelle frasi Scambiar le carte o i dadi in mano.
Dì mea culpa. Chiamarsi in colpa Cùnt. Conto.
di checchessia. A bon cunt. A buona cautela. A ben
Mea culpa. A rifar di mio. Sette mio. essere. Per buon rispetto. Per ogni
Cumèrlo. . . . . . Specie di malattia degli buon rispetto. Per abbondare in cau
uccelli che altri dicono Smorbioeü. V. tela, per non mancare in diligenza.
Cumò. Cassettone. Mobile noto. La no A cunt. A conto. A buon conto.
stra voce pare corrotta dal francese A cunt longh. A conto lungo(Paol.
Commode. Oper. I, 4o4).
Fond. Fondo? = Schenal. Schiena e A fà el cunt senza l'ost el se fa
Dorso. Dosso e Contraffond. Contraf dò voeult. fig. Chi fa il conto senza
fondo? = Register. Guide? = Cadenn. l'oste l'ha a far due volte.
. . . . . - Coverc. Coperto? - Spall. A fà i cunt giust. A fare i conti
Spalle? giusti(Trinci Agric. I, 99).
Cumorin. . . . . Picciol cassettone. Al streng di cunt. Al far dei conti.
Cumquibus. V. Conquibus. Al levar delle tende. Al ristretto. Da
Cunà. Cullare. Ninnare. ultimo. Al fin del fatto.
Cunà. v. a. Svignare. Sbiettare. Fuggire. A tutt i cunt. A marciaforza. In ogni
Cunètt (che altri dicono Cunin o Ar modo, assolutamente, risolutamente.
chètt). Cassetta? Arcuccio ? Arnese Avegh dent el sò cunt. Trovarci il
che si mette nel letto da chi vi tiene suo conto, il suo utile.
seco i bambini per impedire che ri Bravo de fà cunt. Bravo aritmetico
mangano soffocati. o ragioniere o abbachista.
Cunètta. V. Cunin sig. 1.” Buttà a bon cunt. Lo stesso che
Cunètta. Gorna. Colatojo. Nome di quelle Mett el coo a cà o a partii. V. in Cóo.
fossette acciottolate, ammattonate o Buttà a mal cunt.... Riuscir a male.
lastricate che si fanno tutto lungo i Cercà el cunt de menuder. Caratare.
due lati delle strade in vicinanza Vagliare. Cercare il pel nell'uovo.
delle banchine, e che servono come Cunt avert. Conto acceso o aperto.
scolatoi laterali delle acque. Cunt corent. Conto corrente.

- -
CUN (372 ) CUN
Cunt a tiron. Merito a capo d'alcun Fà i cunt sui did. V. in Did.
tempo(Cat. Prat. Matem. p. 54), e volg. Fà i sò cunt. Far conto. Disegna
Merito doppio. re. Pensarsi.
Cunt de figura. Conto morto. Fà maa i sò cunt . . . . Ponderar
Cunt liquid.Conto riconosciuto esatto. male i casi suoi, appigliarsi a poco
Cunt saldaa. Conto spento, saldato, savio o poco utile partito – od an
pareggiato. che Ingannarsi ne propri pronostici
Cunt sospes. Conto fermo. o nella opinione concetta intorno alla
Cunt de speziee. . . . . . . Conto riuscita di checchessia.
alterato, esagerato, che sa di ladro Giustà i cunt (che negli uffizi e nei
maja. Partie d'Apoticaire dicono an banchi dicono spesso Liquidà)- Pa
che i Francesi. reggiare i conti. Acconciar le partite.
Dà a cunt o in cunt. Dare a buon Contare con uno.

conto, cioè in isconto di debito. Mett a cunt. Tornar conto. Metter


Dà cunt di socu azion. V. in Aziòn. conto. Valer la pena.
El cunt l'è ciar. Due e due hanno Mett a cunt d'util. Mettere a avanzi.
a far quattro. L'è cosa chiara, evi È il contr. di Mettere a disavanzo.
dente, incontrastabile. Per ogni bon cunt. A ben essere
Fà andà per sò cunt o Lavorà per (Fag. I Gen. cor. I, 9). V. sopra.
sò cunt. Fare sopra di sè. Podè fà cunt d'avej pers. Poter
Fà buttà a bon cunt. Far frullare. porre al libro dell'uscita alcuna somma.
Spingere violentemente alcuno ad Rend cunt de settimanna. V. in Set
operare. timànna.
Fà cunt adoss a vun o a ona robba. Saldà el cunt. Saldare il conto o
Far disegno sopra alcuno o sopra al le partite.
cuna cosa. – V. più sotto. Sarà-sù i cunt. Strignere i conti.
Fa el tò cunt. Fa conto. Fa tuo Savè el sò cunt. Aver l'arco lungo.
conto. Fa ragione. Ti figura. Imagi Saper fare il suo conto. Sapersele.
nati. Poni caso. Per es. Fa el tò cunt Tegni cunt. Tener conto, memoria,
che la sia giust inscì. Fa il conto tu ricordo di speso.
(Buon. Tancia IV, 1). Fa ragione che Tegnì de cunt. Riguardare chee
sia per appunto così. El sarà grand, chessia. Tener conto di checchessia.
fa el tò cunt, come ti. Appunto e ti Tegni i cunt a vun. Tener le par
pareggerà di statura. tite ad alcuno. Servirlo di computi.
Fà i cunt. Contare. Conteggiare. Tegniss de cunt come on scior.
Fà i cunt adoss a ona robba. Far Governarsi come un paperottolo(Fag.
conto. Mettere a conto. Fare assegna L'Ast bal. III, 7).
mento sopra checchessia. Vale Spe Tirà-foeura i cunt. Levare i conti.
rarne pronto conseguimento, fondarsi Tirà-sù i cunt. Raccorre o Levare
sul capitale di cosa sperata. il conto. Sommare.
Fà i cunt adoss a vum. Caratare. Toei-sù a cunt. Pigliare a conto.
Criticare. Tagliare i panni addosso a Comperare a danari ripresi; e fig....
uno. L'Alb. enc. per ispiegare un Aver delle percosse in anticipazione.
testo del Varchi sulla parola Carata Tornà cunt. Tornar conto. Metter
re usa anche la frase Fare i conti ad conto. Tornar bene. Tornar utile.
dosso – Fare i suoi conti sopra d'al Trà ſoeura on cunt. . . . Dar debito.
cuno usò pure in questo senso il Berni Trovagh el cunt. Raccapezzare chec
nelle sue Lettere (tom. V). chessia. Trovarci la via, il verso, il
Fà i cunt adoss a vun per eredi bandolo. Rinvergare checchessia.
tà. Fare assegnamento sull'eredità Trovagh minga el cunt. Non ci tro
di alcuno. E a chi solea farlo i Latini 9'ulre Ite 9'lal no perso.

usavano dire Vultur est, cadavere e Và-là a mè cunt. A rifar di mio?


spectat. Fallo per mia fede. Je prends cela sur
Fà i cunt senza l'ost. V, in Ost. moi dicono i Francesi,
CUN (373 ) CUR
Vegnì giust el cunt. Tornare il No se compra on coo d'aj con
conto. El cunt el ven giust. Il conto cent cuntee, V. in Aj.
torna, cioè non avvi errore. Vess in don cuntee. Essere in forse,
Cuntà. Noverare. Contare. Numerare. in impiccio, in imbarazzo,
Fà cuntà i basij. V. in Basèll, e Cuntéra. . . . . Banco? Telonio? Sp. di
agg. Forse ha affinità col nostro det banco altetto, sodo e con orli rilevati
tato il volg. ital. Battere la capata. sul quale si contano i danari dai ban
Cuntà. Importare. Valere. chieri, trafficanti e simili. È in certa
Cuntà on acca. Non montare un ago, guisa il Comptoir de Francesi o il
un frullo, un bagattino. Countadou dei Provenzali.
El cunta nagotta. Non importa. Non Bernazz de cuntera. Mestola? (Diz.
mi dà noia. . . -
art. Main fr.). Cucchiaja? Mestoletta
Cuntà. neut. Potere. Avere autorità, cre di rame con un cartoccio per impu
dito, ecc. Essere in conto. gnatura, della quale si fa uso per rac
Cuntà. att. Tenere in conto – Per quell corre i danari dal banco e versarli
là el cunti nanch. Di colui non mi dò ne sacchi. -

pensiero. Colui l'ho perda nulla; e fam. Cuntéra dicono alcuni per Marcadòra. V.
L'ho per le due coppe o in cupola. Cuntista. Abbachista. Abbachiere.
Cuntà su vum. Fondarsi in alcuno. Cupola. Cupola.
Cuntà e Cuntà-sù. Dire. Esporre. Rac Invòlt o Vòlt. Volta – Lanternin.
contare. Narrare. Contare. Lanterna. Pergamena - . . . . Palla.
Consolass de vessanmò lì a cuntalla. Mela - . . . Nodo = . . . Palo.
. . . . Consolarsi d'esser tuttora vivo. Cùpola. T. d'Archib. Coccia. Fornitura
Cuntalla fiacca. V. in Fiàcch. di ferro o altro metallo con cui si
Cuntà tutt i pett o tutt i minim riveste il calcio dell'archibugio o sim.
pett cagaa. V. in Pètt. Cùpola. T. de' Coltell. Cocchiglia. Spe
Gh'et di parent, vaghel a cunta... cie di bottone con che si guernisce
Tu dici le ragioni ai birri; io non da piede il manico dei coltelli.
ho orecchi per te; non m'importa Cupolin. Cupolino. Cupoletta,
di te; non mi curo del fatto tuo. Cupolònna. . . . . Gran cupola.
Podè cuntalla. . . . . Aver danari Cupolòtt. . . . . . Cupola tozza.
o salute da spendere. Cupèrta. v. verbanense. Copertino.
Cuntà. Pagare. Contare. Gh'ho cuntaa Cùra (la). Cura. Parrocchia – Ona cura
de foeura. Pieve. Piviere.
i sò danee e pace. Gli ho contati i
Cùra d'anim. Cura d'anime.
suoi danari e patta.
Cuntàa. Contato. Conto. Curà. Curare. Medicare.
Cùra. T. med. Cura. Curazione.
Cuntabàll. Contator di sogni.
El dottor de la cura. Il curante. Il
Cuntàbil. Computista. Ragioniere.
medico curante.
Cuntabilitàa. Computisteria.
Cuntàda. Contazione. Curà. Custodire. Guardare. Curà i mort,
Cuntadinna. . . . . Dagh ona cuntadinna. Curà la cà, Curà i fioeu. Custodire o
Fare un po' di novero. Noverare. Guardare i morti, la casa, i figli.
Cuntànt. Contanti. Curà. Aspettare. Badare. Abbadare. Cu
Cuntapàss. Contapasso(Zanob. Diz.). Con rà vun. Badar che passi uno.
tapassi(Min.); e dottr. Odòmetro o Per Curà vun. Appostare(Salv. Spina II, 6).
ambulatore, come lo nomina il Cri Badar uno(*tosc. e poet. pis. I, 65).
stiani(Mis. ant. e mod. p. 55, nota 74). Velettare uno(Macchiav. IX, 241). Stare
Macchinetta a mo' d'oriuolo che, ri alle velette, cioè alle vedette, per
spondendo per una funicella al piè cogliere uno.
d'un uomo o alla ruota d'una car Curascèll.
rozza, misura il cammino ch'e fanno. Curascin.
º Culetto? Culaccino?

Cuntarèll. Conticino. Curasción. Culaccio.


Cuntarellin. . . . . . Picciol conticino. Curasciònna. Naticuta.
Cuntée. Briga. Impaccio. Bega. Impiccio. Curass. V. Incurà.
CUR (374) CUS
Curàss. Badarsi(Fag. Cav. par. I, 5). carro siano strette a dovere, nel
Aversi cura alla salute. qual punto i piuoli fermati agli ul
Curàt. Curato. Parroco – Pievano. Piova timi fori nol lasciano più ravvoltarsi
no – e con voce ambigua Parrocchiano. e tengono ferme le cariche. In città
Curat de l'ea. Piovanello. . diciamo volentieri Presell o Persèll in
El curat de Gambolò. V. in Gambolò. Brianza più comunemente Curlett.
El curat de Zilavegna. Vain Zilavègna. Curlètt . . . Nelle nostre cascine for
Giugà de curat. V. in Giugà. mali (cason) è quella Specie di curro
Vess foeura i colzon del curat. . . . che s'inasta nei ritti del così detto
Si dice per isch. allorchè veggiamo Borliroei(V) per zangolare comoda
sulla porta d'una chiesa due semplici mente il burro.
strisce di panno nero collegate dalla Curlètt. T. di Ferr. . . Quel deschetto
cartella d'iscrizione dare indizio d'al sul quale si lavora il ferro nel disten
cun mortorio di classe inferiore. dino dal mastro di suttiladora e dai
Curatàsc. . . . . . Piovanaccio. suoi lavoranti.
Curatèlla. T. for. Tutela. Cura. Cureria. Cùrlo. Curro – Trasportare per via di
Curatìn. Dim. vez. di Curàt. . . . curri dicesi Currare.
Curatòn. . . . . . Piovano assai grande. Cùrlo o Cùrla. . . . I beccaj chiamano
Curattin o Culattin. T. de Sell. Posolino? così il complesso di quella specie d'ar
Striscia di cuoio che serve a soste gano col quale sollevano in alto i buoi
nere la imbraca o braca di un fini ammazzati per isquartarli.
mento. Si potrebbe con proprio nome Cùrpen. . . . . Sp. di terra da colorire
chiamare anche Portabraca. di cui fanno uso gli ebanisti, i fale
Curètta. Piccola parrocchia – Picciola gnami, e simili artefici.
pieve. Piviere da piovanello. Cursôr. Cursore.
Curètta. Scoiattolo. Animaletto noto. Cùrt. s. m. T. di G. di Bigl. La Corta
Curètta. T. med. Curiciattola. (“fior.). Così chiamasi quell'asticciuola
Curiós. Curioso – Curios come el dolor più corta di due terzi o della metà
de venter. Curiosissimo. V. Curioson. delle ordinarie, di cui si fa uso quando
Per i curios gh'è ona preson noeu per la posizione del bigliardo coll'a
va. V. in Preson. -
sticciuole ordinarie si verrebbe a dar
Curiosà. Spiare. Braccare? origliare? nelle pareti, e a fallire il colpo.
Andar investigando i segreti altrui. Cùrt. ad. Corto. Breve.
Curiosèll. Curiosetto. A la pù curta. Al più corto (Mach
Curiositàa. Curiosità. Op. VI, 45o).
Toeuss ona curiositaa. Appagare o Curt de memoria. Di poca memoria.
Contentare la propria curiosità. Appa Curt d'ingegn. Scarso d'ingegno.
gare una sua curiositatuccia. L'è la pù curta. . . . . È il mezzo
Curios6n (che anche dicesi Curios comè più spiccio per uscir di briga. C'est
el dolor de venter). Curiosaccio. Fiu le plus court et le meilleur. C'est votre
tafatti. Fiottone. Curiosissimo. plus court dicono i Francesi.
Cùrla. s. m. V. Cùrlo. Per la pù curta. Per la più corta (sot
Curlà. Currare. tintendendosi via). Ambra Furto II, 8.
Curlà . . . Aggirare e stringere il ver Tegnì curt vun. fig. Tenere alcuno
ricello (curlètt) dei carri. corto. Legar corto. Tenere a stecchetto.
Curlètt dicono in varie parti dell'A. Mil. Vegnì ai curt o a la curta. Venir
così al posit. come al fig. quello che noi alle corte o a mezza lama.
in città chiamiamo Tornell del pozz. V. Vess curt de vista. Aver corta vista.
Curlètt o Persell de carr. Verricello(Alb. Veder corto. Esser bircio.
enc. in Carretta). Quella sp. di curro Vess ligaa curt. fig. Essere legato
forato che sta dietro ai carri ne cui corto. Essere stretto nelle sostanze.
fori entrano certi piuoli che il ſanno Cùrt. ad. fig. . . . Di poco ingegno.
aggirare sinchè le funi ad esso rac Curtin. Brevoccio. -

comandate e ricingenti quanto sta sul Cùsa per Cusètta(tonchio). V.


CUS (375) CUU
Cusà (che anche dicesi Accusà). Accusare. Cusin. Cugino.
Termine di giuoco, che vale dichia Cusin del mal prategh. Guastalarte.
rare le sue carte o verzicole(napol) Guastamestieri.

per ritrarne qualche vantaggio, a Primm cusin. Cugino fratello. Cu


tenor delle regole del giuoco. gino germano.
Cusà. Dare accusa. Accusare. Antica Segond cusin. Biscugino. Cugino in
mente usavasi il verbo Cusare. secondo grado.
Cusàss foeura. . . . . . Al positivo vale Cusinà. Cuocere. Cocere. Cucinare.
Dichiarare d'aver vinta la partita; al Cusinàa. Cotto.
fig. è Lo stesso che Vess gentilomm. Cusinée. Cucinajo. Cucinatore. Cuciniere.
V. in Gentilòmm. V. Coeügh.
Cusètta, ed anche Cùsa o Ciùs. Tonchio. Cusinéra. Cuciniera. Cucinaja. V. Coeüga.
Punteruolo del grano. Insetto grosso Cusinin. s. m. Cucinetta. Cucinuzza.
quanto una pulce il quale fora nel Cusinna. Cucina.
punto di stacco il granello del fru La cusinna e la tavola hin ona lima
mento e lo vota della parte farinacea, sorda. Quando gode il corpo, tribola
è quello che gli entomologi chiamano la scarsella(Lasca Pinzocchera II, 1).
Curculio granarius. A grassa cucina povertà è vicina.
Cusètta. Scoiattolo. Animaletto noto che Pinol de cusinna e decott de can
è il Sciurus glis Lin. tinna. V. in Decòtt.
Cusi. Cucire – L'uomo che cuce dicesi Cusinna. Cugina.
Cucitore; la donna Cucitrice. Cusinón. Acc. di Cusìnna. V. in Piaserón.
Cusì de fin. . . . Cucire finemente. Custión. Quistione.
Cusì de gross. . . . . . Cucire alla Custionà. Questionare. Quistionare. Con
grossa. tendere. Rissare. Bisticciare. Batostarsi.
Cusì in biancheria. . . . . . Il Coudre
Custionamént. Questionamento. Contesa.
en linge de Francesi – Donna che Custòd. Custode – Il custode della casa
cusiss in biancaria. Cucitrice. dicesi Casiere; quel dei pedaggi Pe
Mi cusissi no. Io non cucio. daggiere; quello delle carceri Carce
Cusì. Risprangare. Riunire con fil di riere; de cani Canattiere; de'can brac
ferro i vasi rotti. chi Bracchiere o Bracchiero; de ca
Cusidùra. Cucitura (grossa, fitta, ecc.). valli barberi Imbarberescatore o Barbe
Cusidùra. Costura. resco – Vedi anche Casermée, ecc. –
Andà a cavall de la cusidura di Al fem. Custode e Custoditrice – Ca
colzon. Spronar le scarpe. Pedonare. siera, ecc.
Andare sul cavallo di san Francesco. I angiol custod. fig. Gli angioli, cioè
Andare a piedi. i birri(Salv. Spina II, 5).
Rebatt i cusidur o Soppressà el Custodi. Custodire. Tenere in custodia.
gallon sui cusidur. V. in Gallon. Custòdia. Custodia. Guardia. Cura.
Senza cusidur. Inconsutile. Senza Custòdia. T. eccl. Reconditòrio.
cucitura.
Custòdia per Ostensòri o Cibòri. V.
Cusidùra. Il cucito.
Custòdia del capell. Cappelliera.
Cusidùra o Pontinvèrs. Costura. Quella Custòdia di liber. V. Bùsta.
lista di maglie a rovescio che è nella Custòpp. T. di St. Vedi Q stopp.
parte deretana delle calze. Cùu (che anche dicesi in alcune frasi
Cusidurètta. T. de'Calzol. Spighetta. Spi Cùll). Culo; con voci più civili Sc
ghetta bianca. Linea di punti bianchi dere. Deretano o Diretano o Deretano.
intorno al tacco. Ano. Podice. Sesso; con voci scher
Cusidurinna. Un po' di cucitura. zevoli Forame. Anello. Bel di Roma.
Cusii. Cucito.
Centopelo. Civile. Cocchiume. Culiseo.
Cusii. met. Cucito ai fianchi. Dicesi Cupola. Meleto. Posteriore. Postione.
delle mosche culaje, degl'importuni. Preterito. Belvedere. Tafanario. Cuc
Cusii. Ristretto.
chiajo. Culattario. Utriusque; in gergo
Cusii-sù. Affollato. Bossolo delle spezie. Il buratto('fior).
CUU (376) CUU
Bus. Ano = Oggiou. Anello, e dottr. Al cul l'arai – Dicesi anche Cucuru
Sſintére. cuu basem el cuu per modo d'in
A cuu a cuu..... Culo contro culo. precazione scherz. contro ai galli al
A cuu indree. A culo indietro(*tosc. lorchè vanno chicchiriando.
e poema d'aut. pis). Rinculoni. Indie Cascem el nas in del cuu. Mi dia di
treggiando senza volger faccia. naso in tasca. Troverai culo a tuo naso.
Avè el cuu che fa pomm pomm. Cascià el nas in del cuu a on can.
Fare il cul lappe lappe. Aver paura. V. in Nàs,
Avè el cuu in del butter (frase Chi gh'ha danee fa danee, e chi
brianz.). V. in Buttér. -

no gh'ha danee el po fà scusà el cuu


Avegh brutt el cuu. Aver sporco per on candiree. V. in Candirée.
il culo. Chi volta el cuu a Milan le volta
Avegh brutt el cuu. fig. Essere in al pan. V. in Milan.
colpa o in difetto. Avere la coscienza Cosse te credet! te m'ee minga faa
macchiata o calterita – Non esser cont el cuu vè ! Se tu m'avessi ancor
leale o netta farina o farina da cialde. fatto co' piedi!(Assetta II, 1).
Avegh el cuu impesaa in sul scagn. Cuu faa come on per... - Culo ob
Essere inciscrannato. Non si alzar mai lungo. -

da sedere.
Cuu faa a pomm... Cul tondo affatto.
Avegh el cuu su la faccia. Aver Cuu faa come on remissell... Culo
fatto buona cotenna. Quello che i tonderello che par una mela casolana.
Latini dicevano Facie geminum esse. Dà el cuu per terra. fig. Dare giù.
Avegh el foeugh al cuu. V, in Foeügh. Dare del ceffo in terra. Fallire.
Avegh grev el cuu (che anche di Dà el cuu su on spinasc. fig. Dar
cesi Avegh grevi strivaj) . . . Essere del culo in un cavicchio. Dar in male.
pesante, muoversi a stento, a cul pari. Desquattà el cuu. V. sotto Mostra
Avè in cull. Modo basso e da schi el cuu.
varsi. Aver nel puro mezzo del qua El cuu nol porta penna. . . . Det
derno(Alleg. 167). Aver dove si ficca tato di pedagogia famigliare col quale
la lucerna(Alleg. 148). Averuno donde si senza avvedercene consigliamo chi
soffiano le noci Doni Zucca p. 191 ver vuol pure usare le percosse co fan
so). Aver uno nell'anello o nelle code o ciulli a non dare che sculacciate co
in cupola o nel bel di Roma o nel sedere me le meno perigliose per la salute,
o in tasca o in quel servizio o in quel e quindi a limitarle ai soli bimbi (chè
l'ultimo servizio; Avere nella tacca dello coi grandicelli lo sculacciare sarebbe
zoccolo o nello zero; Avere uno dentro sconcezza) ai quali c'est ridicul parler
d'un sacchetto; Aver a carte quaranta raison dicono i Francesi – Talora si
otto; Aver nel mezzo del quaderno. dice anche per racconsolare chi tocchi
Avè tanti ann sul cuu. Aver parec una culata in terra o in checchessia.
chi anni addosso(Targ. Viag. V, 1). El prim ann a brazza brazz, el se
Aver molti anni in sul gallone o in gond pattei e fass, el terz ann a cuu
sulle chiappe o sul buratto (Zanon Rag. a cuu, el quart ann quant'e mai t'hoo
civ. III, 6). Essere attempato. cognossuu... Cenno scherzevole delle
Avegh tanto de cuu. Essere naticuto vicende a cui suole andar soggetta
parlandosi di persone. Essere arcirag l'affezion conjugale in chi si marita
giunto parlandosi di pollami. ricco di corpo e povero di cuore e
Avè mangiaa el cuu de la gaijnna. di mente. I contadini si limitano in
ſig. V. in Gaijnna. vece ad accennare la susseguenza dei
Avè on cuu grand comè ona cà. pesi conjugali all'allegria delle nozze
Avere un cul che pare un vicinato o col dire El primm ann stringh e bin
una badia. - -

dej, el segond fass e pattei.


Basà el cuu a la veggia. V. in Vèggia. Fà el cuu de gaijnna. Far la bocca
Basem el cuu o sempl. Basemel. d'ucchiello(Fag. Ingan. lod. II, 5).
Tºho in cupola. Damini di naso – I Fr. pure dicono Faire le cul de poule.
CUU (377) CUU s
Fà i robb cont el cuu. Far checchessia indica al ſig. Ogni cosa avere il suo
cacatamente o colle gomita, cioè male. peso; ed altresì Richiedersi non solo
Fass dà el carr per el cuu. Farsi testa ma anco buona sorte per ben
avere in cupola o in quel servizio. Farsi riuscire nelle faccende.
mal volere; ed anche Farsi spingere Pari staa sott al cuu di can.... Esser
forzatamente a fare o dir checchessia. gualcito, stazzonato, mal concio.
Fass leccà el cuu dal Rabozz. An Pè in del cuu. V. in Pè.
dare a casa calda, cioè all'inferno. Pesa pussee el coo che nè el cuu....
Fass toeü in cuu o cull. Farsi avere Dettato che usiamo frequentemente
in quel servizio o in cupola. coi bimbi allorchè li vediamo porgersi
Franch de cuu. V. in Frànch. col capo in fuori d'alcuna altura, per
Fregà o Leccà el cuu a vun. fig. avvisarli del pericolo di trabalzarne.
Adulare. Piaggiare. Lisciare. Pettà el cuu in caroccia. Incarroz
Inscì grand come l'è, gh'hoo net zarsi. Entrare in carrozza. -

taa el cuu mi. . . . . Dicesi da chi Podè grattass el cuu (d'ona o per
rivede uom fatto alcuno ch ebbe in ona robba). Potere sputar la voglia
sua cura da bimbo. di checchessia.
La camisa no la ghe tocca el cuu. Savè de cuu . . . Parl. di tabacco
fig. V. in Camisa. vale Sentir di chiuso, di stantio, aver
Lassà ch'el cuu caragna. . . . Far sito di chiuso.
delle crocette per isparagnare. Schiscem el cuu, lassem el coo, te
Lusì el cuu. fig. Rilucere il pelo. vedaree cossa te faroo . . . Si suol
Mangiass la paja sott al cuu. V. Paja. dire come in modo enimmatico per
Menà el cuu o el fetton. Culeggiare, e accennare le pulci.
ant. Culibare. Rimenarsi come una cu Scolda el cuu a vun. fig. Fare il
trettola (Fir. Op. II, 58 – Monig. Serv. culo rosso altrui. Sculacciare.
nob. III, 14), e fig. Faticare. VStronzonà. Senza cutu. Sgroppato. Magrissimo.
Mett el cuu al mur. ſig. Mettersi o Sont tant fortunaa che me bagna
Stare alla dura. Voler checchessia a rev el cuu anch che fuss settaa. Non
scesa di testa. feci mai bucato ch e non piovesse.
Mett el cuu sul pozzo Mostrà el Streng el cuu. V. in Stréng.
cuu o Dà el cuu per terra. Lo stesso Taccà ona brugna al cuu. V. in
che Scurattà la preja. V. in Scurattà. Brùgna.
Mett-giò el cuu in don sit. Appol Temp e cuu voeuren fà come voeu
lajarsi. Accularsi. ren lor o vero Temp e cuu el fa co
Mostrà el cuu. pos. e fig. Mostrare me el voeur lù. Nè di tempo nè di
il culo o il culattario; ed anche parl. signoria non ti dar malinconia.
di falliti Dar del culo in sul petrone Tira-indree el cuu de quajcossa. fig.
o in sul lastrone. Tirarsene indietro. Ritirarsi. Ritrarsi.
No avè camisa de quattass el cuu. Dicesi di chi si mostra dubbioso o
fig. V. in Camisa. malvolenteroso di fare checchessia.
No vorè nè per i pee nè per el Tirass al cuu on bugnon. V. in Bu
cuu. Non volere a niun patto, a niun, gnon. -

modo, a niun partito. Non voler al Trà in aria el cuu. Dare del culo
cuno nè cotto nè crudo. Non ne voler a leva. Dicesi per lo più de cavalli.
sapere più nulla. Il nostro dettato ha Tutteoss va al cuu salvo el ma
origine dalla nota versione che ſacca negh del cazzuu. . . . . Risposta co
lo sgraziato chierico dell'iscrizione mune in bocca delle donne popolari
Nec prope nec procul posta sull'archi allorchè vengano rimproverate di poca
trave d'un camminetto. nettezza nel cucinare, quasi volessero
Ogni pè in del cuu el manda inanz dire non essere così schizzinoso il
on pass. fig. Ogni prun fa siepe. ventre come il palato – Talora dicesi
Ona porzion l'è el coo e ona por per rincorare chi abbia per caso in
zion l'è el cuu. . . . . . Dettato che ghiottito noccioli o simili corpi duri.
Vol. I, 48
CUU (378) CUU
Usmà el cuu. scherz. Fiutar la spe Cùu. Falda. Nei cappelli è il fondo.
zieria(Cini Des. e Sp. II, 9). Cùu . . . . Quella parte della crostata
Vatt a fà impieni el cuu d'aj. Va d'un pasticcio che gli è base, la quale
al barone. Va in malora. Va in chiasso. i Francesi chiamano l'Abaisse.
Vegnì el cuu quader o Tirà mai Cùu d'articiocch. Girello.
sù el cuu del scagn. Starsi inciscran Cùu de cadrega. Sedere.
nato. Starsi tutto il dì inchiodato sur Cùu de la scuffia..... Fondo della cuffia.
una seggiola a leggere, scrivere, la Cùu de sacch. Via senza capo. Vicolo
vorare, ecc. Faire le cul de plomb senza riuscita (Crusca in Soprassedere).
dicono i Francesi. Cùu de la guggia. Cruna.
Vegnì i ragner sul bus del cuu. fig. Cùu. T. degli Strum. Fondo (così l'Alb.
Stare a crusca e cavoli. enc. in Anima). Quella tavola che alle
Vess come cuu e camisa. Lo stesso volte è anche divisa in due pezzi, e
che Vess scisger e buell. V. in Buèll. che forma la pancia per dir così d'un
Vess col cuuper terra. . . . Essere violino o simile.
tozzo, nano, sciatto, tombolotto. Cùu de Paris . . . . Culo posticcio.
Vess on gran cuu. . . . Fra i cor Cùu de salamm. Culatta. Noi intendia
rieri, i cavallerizzi e simili equivale mo per questa voce tutte le ultime
a una dichiarazione di valenteria nel fette sia da capo sia da piè de sala
mestiere, è come dire non esser se mi. Perciò ogni nostro salame ha due
condo a nessuno nel reggere in sella culatte, e quello che chiamiamo de
a lungo e continuo viaggiare. fidegh ne ha tre: due collegate, e la
Vess tra el cuu e la merda. fig. Essere terza ch'esce della sua ventricosità
tra Scilla e Cariddi, tra l'uscio e il deretana allorchè nell'affettarlo s ar
muro, tra l'incudine e il martello. riva ad essa.
Voltà cl cuu. Volgere le spalle. Dare Cùu. T. de Panieraj, Fondo. Culo? Il
delle calcagna. fondo dei panieri, delle corbe, delle
Cùu de botteglia, de biccer, de can ceste e sim., qual che ne sia la forma
dila, de cassa, de l'oeuv, e sim. Culo. Cros. Crociera - Cors . . . .
Il fondo. Cùu di caldar. Melame(“tosc. e poema
Andà-giò el cuu. Sfondarsi. Dicesi d'un autor pisano).
parlando d'orci, bicchieri, ceste, ecc. Bella come el cuu de la padella.
Andà sul cuu de la cassa. V. Càssa. V. in Padèlla.
Fà el cuu ai candil. T. de' Cera Cùu. Rovescio.
juoli. Accular le candele. Batt o Dagh de cuu. T. del Giuoco
Vedegh el cuu a ona botteglia. di Bigl. . . . . Spignere la palla non
Vedere il fondo a una bottiglia(così colla testa ma col piè dell'asticciuola.
il Guadag. Poes. II, 164). Vedere il Linia de cuu. V. in Linia,
fondo a un bicchiero o sim.(Alleg. 251). Cùu. met. . . . . Sorte, fortuna, detta.
Vess sul cuu. Star a fare all'amore P. Cavicc fig.
col fondo(Fag. Mar. alla moda II, 9). Cùu-bianch. Culbianco. Culo bianco. Mas
Dicesi delle casse o sim. allorchè le sajola. Uccello frequente ne prati ma
robe in esse contenute sono sul finire.
gri, nei campi gretosi e negli scopeti.
Voltà cont el cuu in su. Capovolgere. È la Motacilla Oenanthe Lin.

-v
GIUNTE E CORREZIONI AL VOLUME PRIMO.

Tecum cogita quam multa de his


non reperisses si ipse qua sisses.
Auson. Epist. ante Edyll. XI.

A HI AM I

A dicono i cont. brianz. per Anch. Anche. Lavora Ahn. An(Cecchi Assiuolo I, 2).
a'i besti. Lavorano anche le bestie. = in Aj ag. Ai cucch. Aglio vano.
= in Abàa ag. Abaa de desimpegn. V. Desimpègn. Compaa de l'aj. V. Compàa nel Vocab.
Abào. V. Sovénda, Vöga, Tracciù nel Vocab. = in Ajrosa ag. Forse il Contentin d'l'aj dei
= in Accòrd. ag. Di bel patto(Lasca Pinzoc. Parmigiani.
III, 2). Di bella compagnia(Dav. Tac. Ann. III, = in Ala ag. Al de balenna. V. Balènna nel Voc.
p. 11o) in senso tristo. V. anche De bon e Al s. f. pl ... Nelle staffe da cavalcare sono
bon in Bön nel Vocab. i due ritti detti dai Francesi Montans.
= in Acqua ag e in gergo Chiarello. Albergator e Albèrgo. V. Obergista e Obèrsg.
Acqua cotta. Acquaborra? Album (l'). Albo(Giorn. georg. II, 15).
Acqua d'odor. Acqua da viso(Nov.san. II, 74). Aleanza. Fede? Specie d'anello; dal francese
Balcà l'acqua. Spiovere. Bague à l'alliance.
El ven l'acqua a la fin ma coi tempest. = in Alégher ag.
V. Tempesta nel Vocab. Alegher come on pess. V. Pèss nel Vocab.
N'hoo mai avuu manca on bever d'acqua. Andà-giò alegher. Caricar la mano.
Io non n'ebbi neppure un bicchier d'acqua Avegh de sta alegher. Poter di checchessia
(Monos. 289). fare assai larghe spese(Sacch. Nov. 145).
Tegni pù nè vin nè acqua. V. Vin nel Voc. Alegrèzza. Allegrezza – Abbiamo nei nostri uffi
– corr. Bartolomée in Bartolamée, e ag. V. Pè. ziuoli alcune Preghiere che diciamo I sett ale
Acqua. Acqua. Per fiume, rio, torrente e sim. grezz de la Madonna. t

I pont hin bon de passà i acqu. V. Pönt. Alètta. T. de Macell. Sfaldatura di polso. Taglio
Pari on pess focura de l'acqua. V. Pèss. del bue che fa parte del maggior taglio così
Quand dà-focura i acqu. In tempi d'escre detto Spalla, ed è conterminato dai tagli così
Acquada. Acquazzone. (scenza. detti Coppa, Coll, Riaa e Cost de la cros. V.
Acquaroeù. Colatojo ? Aggottatoio? Melle barche Alév. Allievo(Last. IV, 61, 63 e pass.). Rede. Redo.
è lo spazio senza sterno a uso d'aggottare. Parlandosi di bestie bovinc.
= in Acquasantin ag. (“fior. – Gigli Sorel. III, 6). Alpée. Uomo d'alpe (Sacch. Nov. 173).
Vaso da acqua benedetta(Testamento del Bocc.). = in Altàr ag. El robarav anca su l'altar. V.
Acquàscia. Acquàccia(Firenz. Op. VI, 196). Robà nel Vocab.
= in Adorà ag. Cosse stet lì a adorall? Che musi = in Alter ag. Alter! o Alter che. E come bene!
tu? Che stai musando su quell'oggetto? V. anche Che nel Vocab.
= in Adrée ag. Alzada. T. de Credenz. Trionfoccio da tavola?
Andà adree a la canella. Andar rasente ecc. = in Alzapè ag. De'saliscendi annovera più specie
Andà adree a vun. Andar dietro a uno(Vas. il Diz. Artigl., cioè Saliscendo a doccia, a pol
7o5). Morir quasi subito dopo lui. lice, a manubrio, a mazzacavallo, con testa a
Vess adree a fà, a di, ecc. Esser dietro a coda, ecc. e sono quelli detti dai Fr. Loquet
fare, dire ecc.(Salviati Spina II, 2). en gouttiere, a poucier, a vielle, ecc.
= in Aféda ag. Alla fe. A fe. A fe di Dio. Amabil. Ad. di Vin. V. Vin nel Vocab.
Alla fe buona. Se il ciel mi salvi. Così Dio = in Amalàa ag. Vess ammalada. Avere il mal delle
m'ajuti. due milze (Monos. p. 4o4). Esser sopra parto
= in Afezión ag. Prezzi d'afezion. V. Prèzzi. Amarètt. V. il Voc. e ag. Il Voc. piac. lo chiama
Africàn. . . . . Specie di confezione incrostata di Spumiglia amara, senza però addurne autorità.
cioccolatte. Ambrosin. . . . . Nome di quasi tutte le monete
Aghett (Tira i). Lo stesso che Andà al cagaratt. V. milanesi coniatesi fin verso la metà del secolo

= in Agord ag. Ardito(Gior. agr. IV, 432 e VIII, quattordicesimo, a cui dava origine l'effigie di
31 3). Sett lira e mezza agord. Libbre sette e sant'Ambrogio che vi stava sopra.
mezzo ardite – Ingordo (Burch. Son. a p. 2o3). = in Amid ag. Ve n'ha di più qualità, cioè A
Agrùm(ingl. Groom). V. Grùmm nel Vocab. uso Paris – Sorafin - Fior - Mezzan –
Ah! Non mai! Modo negativo. De ris o risinna.
AND (38o ) ANS
Amid camellaa. . . . L'amido non in pani, tegnill saraa-sù polit. Il cammino quando non
ma in cannelle come viene fatto (negl'imbutini arde va tenuto ben chiuso.
a cannelle detti sighignaul) da alcuni fabbri Andà in di vott ann e sim. Camminare sopra
catori. Le cannelle stesse poi vengono foggiate l'età di otto, nove, dieci anni e simili.
a spira, a frastagli, ecc. ecc. secondo capricci. Aneda d'India. V. India nel Vocab.
Fa perd l'amid. V. in Perd nel Vocab. = in Anell ag. Con l'anell in did (spos). Ina
= in Amis ag. nellato (Doni Zucca, p. 89).
I amis him quist (e s'accennano i quattrini). = in Anema ag.
P. il Voc. in Danée. Anema busserinna. V. Busserinna nel Vocab.
Amis de capell. Amici dallo starnuto dai Anima dannada. V. Dannàa nel Vocab.
quali non si cava altro di buono che un Dio Anima del Signor. V. Signor nel Vocab.
t'ajuti (Doni Zucca, pag. 6 verso). Amici da Anima freggia. V. Polla freggia nel Vocab.
buon tempo(Firenz. Opere II, 81). Avegh su l'anima di peccaa. V. in Peccaa.
L'è mej on amis, ecc. V. Parént nel Vocab. Cagà l'anema. Cacar le curatelle.
Semm amis ? . . . . . . . Modo di dire che si In cura d'anim. V. Cura nel Vocab.
usa come per chiamarci a parte con alcuno di Romp o Seccà o Toeiù l'anima. V. in Romp.
robe o beni ch'egli venga allora allora acqui Salta-foeura l'anema del corp. V. Corp nel Voc.
stando o rinvenendo, o di cibi che stia attual Te cavi l'anima. Tu ciberai le cervella
mente godendo. (Aret. Tal. V, 4). Espressione di braveria.
Servi d'amis. V. in Servi nel Vocab. Tend per l'anema toa. Escimi d'attorno.
Amisòn. Amicone(Mann. Vegl. piac. III, 37). Bada a te. Non mi frastornare o noiare.
= in Amór ag. El primm amor. Il primo amore Anema. Anima (Diz. mus.). Neglistrumenti da
(Pol. Ingann. I, 3). Il primo amore e quel arco è un bastoncino di legno posto per ritto
che puote più ch'altro(Mach. Com. in versi V, 3). nel corpo di essi strumenti, che risponde a quella
D'amor e accord. V. sopra Accòrd. parte del ponticello su cui posa il cantino.
Fà l'amor a ona robba. Far all'amore con = in Anes ag. Pianta e seme della Pimpinella
checchessia(Fag. Pod. spil. II, 15). Aspirare a anisum L. – Acqua anaciata.
possederla. Anes stellaa. Anice stellare o stellato. Fi
L'amor e i donn la san longa. V. in Dònna. n cchio della China. Pianta e seme dell'Ifi
L' amor el ven de l' amor. Proverbio Ama cuum anisatum o Badiana vulg. offic. dei bot.
chi t'ama è fatto antico. Chi vuol servigi biso Anes rizz. Anice riccio?
gna farne. Un piede aiuta l'altro(Monos. p. 1 o 1). Anesitt. . . . Biscottini con pizzicata d'anici sopra.
Per amor. Per l'amore. Per causa. I ha = in Angalett ag. N'è una specie la Abbottitura
minga fenii per amor de la mort. Non le fini (“Giorg. Georg. XI, 119) dei Mugellani, cioè
per l'amor della morte (Vas. 277). l'Aguzzatura a becco di flauto o l'Ugnare o
L'amor la fa deventa guzz anca i bocc. Tagliare a ugnatura.
V. Boggia nel Vocab. (reggiare. = in Angiol ag. Angiol custod. V. Custòd nel Voc.
= in Ampi ag. Avegh di ampi de vomit. Arco Angonia. V. Campanna di vintidò in Vintido. V.
Anca. T. de'Macell. Lacca ? Taglio che fa parte = in Ann pag. 27 colonna prima riga sestultima
del maggior taglio detto Culaccio. E conter dopo eterno ag., ed è parte del dettato. A chi
minato dai tagli così detti Culaccio, Cossin e vive in affanno un giorno par piu lungo d'aa
Ciav. E la parte intera del culaccio. anno (Monig. Serv. nob. II, 1).
Anchètt (Tirà i). Lo stesso che Anda al cagaratt. V. Avegh tanti anni sul cuu. V. Cùu nel Voe.
Anconnètta. Tabernacoletto. Tabernacolino.
Hin minga i ann che fa. E non bisogna guar
= in Andà ag. Camminare. V. anche in Caminà – dare al tempo (Monos. p. 38). L'abilità non si mi
Accosciare, Camminacchiare, Ciampicare, Stri sura dagli anni.
sciare, Culeggiare o Sculettare, Buzzicare sono L'amn che ven. L'anno che viene(Soder. Cole.
specie diverse di Andare. viti p. 1 o 1 – Vett. Colt. Ul. p. 155). -

Andagh dent. V. in Brazza nel Vocab. On ann con l'olter. Un anno per l'altro(Gior.
Anda-sù........ Al giuoco delle pallottole Georg. II, 2o7, 23o e passim.). Ad anno
(bocc) sig. Mandar pianamente la propria pal comune(ivi II, 21 o).
lottola al lecco.
Sti quattercent ann. V. Quattercént nel Voc.
Andà-sù a fà lista.... Fare o Farsi fare grossa Tutt i ann en passa vun. Ogni di ne va
e continuata credenza. un di, e si suol dire con relazione al progres
Fà andà. Friggere. Torna a fà andà. Rifriggere. sivo crescere o decrescere delle facoltà mentali
Se la va la va, se de no pazienza. Se coglie colga, e fisiche dell'uomo.
se non, avesti paura (Doni Zucca, prol. riga 1 1). Annon. . . . . . Fior d'annata, anno ubertoso.
Andà (parlandosi di neve). Sciogliersi. = in Ansa ag. Il Machiav. Op. VI, 1oo ha Torre
Andà (parlandosi di cammini). Ardere(Targ. Viag. ansa a uno di checchessia.
VI, 58). El camin quand cl va-no besogna Da ansa, Dare adito o attacco o presa, ccc
ARG (381 ) AV A
= in Anta ag. Essere agli anta. Passare gli anta Ari. Arri. Voci colle quali i mulattieri animano
(Pol. Ingann. I, 1) – Il Paoli, p. 3o5, cita al corso i muli.
anch'esso in un proverbio il Passar l'anta, ma = in Aria ag. Aria fissa. Aria fissa.
con estensione oltre il signif della nostra anta. El tira aria cattiva. Vuol esser aria colata
Antavegilia. Antivigilia. ohe mi faccia colare qualche flussion sulle rene
Antènna. Pennone. (Fag. Ast. bal. I, 4). E v'abbaja la volpe.
= in Antonin ag. Far di Marte un Martino Fil d'aria. V. Fil nel Vocab.
(Fag. Zing.). Far di botti barili(Mon. p. 5). Restà a mezz'aria. Rimanere in asso.
Apènna. Appena. (Crepare. Vedè i robb per aria. V. Vedè nel Vocab.
= in Apertura ag. Crepatura. Fassegh on'apertura: Vess on usell de l'aria. V. Usèll nel Vocab.
Apissin. V. Pontinna nel Vocab. Aria per Vano, Spazio – Dà aria a ona pagina.
= in Aprilag. Aprile dolce dormire(Monos. p. 376). Lo stesso che Mett del bianch in d'ona pagina.
April pioeuva pioeuva che faremm gross la V. sotto Bianch nel Vocab.
coeuva. V. in Pioeùv nel Vocab. Aria descompagna. T. mus. Aria dissimbola.
Aquilònna. Aquilone(Tass. Secch. II, 55). Ariètta sfacciada. Villana auretta(Monti Bassvil. 3).
Aratori. Aratorio? Agg. di Terreno solito ararsi. Arlecchin (Fà el feugh d'). V. in Foeügh nel Voc. -

Arbàs. v. a. Daz. Merc. per Burattòn (panno). V. Arma o Armètta. Borchia. V. in Mors nel Voc.
Arbasètt. v. a. Daz. Merc. Albagio? Nome antico di Armà. Mettere in campo. Arma di scus, di pretest
due stoffe, l'una di sola lana, l'altra di seta e lana. e simili. V. nel Vocab. Scùsa, Pretèst, ecc.
Arboràa. Arborato – Pomifero. Armada. Ad. di Cadréga. V. questa voce nel Vocab.
Arborinn. V. Erborinn nel Vocab. Armandola a cominciano a dir alcuni per Crocànt. V.
= in Archètt ag. Tirà o Sonà l'archett. Lo stesso = in Armandolin leva Cordiera. Scagnell. Ponti
che Andà al cagaratt. V. questa voce nel Vocab. cello e Anima, e ag. Tirant. Cordiera = Cadenn.
Archètt. Archetto. Armatura di ferro manicata onde Catena.
s'armano seghe o line da fabbriferraj. Arsón. Arcione da sella o basto.
Archettàda. Archettata(Doni Com. Burch. p. 25). Art da noi si usa ma solo in gen. mas.; p. es. L'è
Colpo d'arco da violino o sim. el mè art che importa inscì. L'arte mia vuol così.
Architt.... Nell'ordine composito e corintio quei = in Articiocch ag. Mazza ferrata. Specie di car
fregiuzzi in mezzo ai quali stanno i dentelli. ciofo senza spine e di boccia quasi tonda.
Arciprèss. v. cont. br. per Ciprèss(erba). Artifizi...... Tutto il congegno d'un mulino.
Ardént. Ad. di Mòrs, Imboccadùra, ecc. V. Ascia (Cattagh l'). Trovare l'agevol bordo.
Arèd (Fà). Far comparita o compariscenza. Il Foi = in Asée ag. El vin dolz el deventa di vocult
sonner de'Francesi. asee rabbiaa. V. in Vin nel Vocab.
Argaster. Ergastolo(“fior. – Guida di Firenze 179o, = in Asen ag.
p. 142). Casa di lavoro forzato. Avegh la bellezza de l'asen. V. Bellèzza in
Argént. T. cont...... Voce collettiva che indica quest'Appendice.
ogni ornato d'argento e anche d'oro che il Chi frega asen deventa boeu. V. Bocù nel Voc.
contadino doni alla sua fidanzata. In Toscana Pell d'asen. V. Pèll nel Vocab.
dicono Gli ori(Gior. agr. I, 99), il che mostra Asón. Ganozze(così l'Alb. bass. in Couplets). Quella
che spesso l'agiatezza del produttori è in ragione specie d'anelli coi quali per mezzo di chiavette
inversa della fertilità delle terre producenti. (ciavell) si congiugne il timpano col carro
A l'argent ghe pensi mi. Agli ori ci penso io. del torchio da stampa.
Argentin. V. in Carta nel Vocab. Aspada. . . . . Quattro matasse tratte a un tempo
Arghen ag. Le parti dell'argano orizzontale si sul medesimo naspo dalla trattora di seta.
dicono secondo il Diz. Artigl. Fianchi o Cosce Assa di corrieu. V. Corriocù nel Vocab. - -

= Traverse dei fianchi – Zeppe = Verri = in Assàa ag. E forse meglio Assile(Monos. 378).
cello = Fasciature dei fianchi – Fasciature Assètt del petten. V. Colognètt nel Vocab. -
del verricello = Piastra a orecchie – Caviglia Ast. s. f.pl. Aste. Le due parti laterali del morso.
alla romana con catenella e rampone - Quelle in alcuni morsi diritte, in altri più o meno ar
dell'argano verticale diconsi Sole = Traverse cuate, che sono per così dire i ritti del morso.
delle sole – Zeppe = Ritti = Calastrello del Asta. T. del Giuoco di Pallam. ... ... Quell'asta
perno dell'anima – Calastrello del collo = colla quale si levano e trucciano le palle.
Rotolo = Aspe = Sproni = Anima o Fuso Asta. V. in Ciod nel Vocab.
(con cappello, collo, corpo e perno) = Fascia Astón. V. in Ciòd nel Vocab.
ture per le teste de ritti e pel cappello dell'ani Atom. . . . . . . La dodicesima parte del punto li
ma = Collare dell' anima – Cannello (con neare nostrale corrispondente a un terzo di
fusto a vite e dado) = Caviglia (con chiavetta, millimetro.
catenella, rampone e dado) = Perno del col Attésa e Attenzion. Aspettazione. Aspetto.
lare (con dado e rosetta) = Braccialetti pei = in Avarizia ag. E muora l'avarizia (Monig.
Perni del rotolo, Tac ed An, II e pass.). V. Lussuria nel Voc.
48°
B AL (582 ) BAR
= in Aves ag. Strato di terra ghiajosa dove sono Balètta de s'cioppiroeu. Bocchio(“aret. -Voc. aret.).
le polle dell'acqua(Targ. Viag. II, 395). Corpo = in Balin(cattivo letto) ag. Canizzale(“Voc. aret.).
dell'acqua(Alb. enc.). Vena(Doni Zucca p. 159 = in Balla a pag. 6o dopo in alto ag. Questo ricadere
verso). Terra soda(Crescenzi III, 261) – I a perpendicolo in un punto determinato è quello
Provenzali dicono A ben avenat o vero Leis che nel parlar volgare toscano dicesi Cadere
sourcos soun avenados quello che noi diciamo a colombella (V. il Tomas. Sin. p. 134 nota 4).
I aves hin alt; il Diz. prov. vuole che quel Una palla che fa campanin, un corvo acchiap
l'Avenat derivi dal celtico Aven equivalente a pato nel cosiddetto busserott e che ricade in quel
fonte ricca d'acqua; veggano i dotti se mai medesimo luogo ove gli era stata posta l'insi
anche il nostro Aves provenisse di qui. dia cadono a colombella.

Trovà l'aves. Trovar l' acqua(Targ. Viag. I, Balla. T. d'Oref. Bottone? Ceneratoio?
e seg. 352) – « Neppure i panconi di rena = in Ballà ag. La balla li sui tre, tre e sun.
» ed agliaja(cioè ghiaja).... sui quali ordina Ella batte fra le tre lire, e le tre e un soldo,
» riamente si piantano i fondamenti sono gli parlando d'oscillare di prezzi – Vedè come la
» strati originari ecc..... al pari loro si trova balla. Vedere come ella si volga o come piegi.
»
l'acqua la quale impedisce le più profonde Quand, ecc. Non si puo cantar bene se dal
» escavazioni(id. II, 239). » cuor non viene(Monos. p. 369).
Avocàtt (Giugà a l). V. in Giugà ai sproposet. = in Balórd ag. Vorè trà balord. Voler fare balorde
Avocattìn. Dottoretto (Davanz. Post. a Tac. p. 64o). (Monos. pag. 2 o4).
Avocattón. Dottorone. Avvocato di nome o merito Balsem o Balsem de medegà i piagh. gerg. I se
o statura grande. najuoli. I danari – Balsem de l'Ebrei, Balsem
= in Auge ag. Vess in auge. Esser nel colmo della de sapienza. V. Ebrèj e Sapienza nel Vocab.
ruota(Sacch. Nov. 144 e 193). Bambanada. Novellata(Alleg. 159).
Azión. Azionaccia(Gior. Agr. I, 189). Banca per Bancaa(trasto). V. il Vocab.
Fioeu di sò azion. V. Fioeü nel Vocab. Bancaa o Bancal. T. degl'Intagl. in leg..... Quel
= in Azzal ag. Toeü-giò de l'azzaa. L'acciaio e l'asse piana su cui si fermano o s'incollano i
logorato(Davanz. Tac. Ann. IV, 35). lavori da intagliarsi. Talora in luogo di essa
Azzalaa. Acciarito(Targ. Viag. IV, 319). occorre la Contraforma. V. – Il bancale e as
sicurato al banco dalla vite o dai gamber.
Bancón. T. de'Macell. . . . . . Tavola mastiettata a
B
muro per un lato, la quale s'alza e si abbassa
Bà. T. de'Frenai, Carroz., ecc. Guardia. La parte a piacere e si tiene in piano con peducci mo
inferiore dell'asta del morso così detto da noi bili, dove i beccaj, allogatevi le trippe delle
alla francese o antico. Dal fr. Bas de la branche. bestie macellate, le ripuliscono dalla grascia.
Bacchètt... Il Fr. Bát a bourre o Batte a bourre. = in Bandéra ag.
Bacchètt de candir. . . . . . Ferri da far le candele. Vun che ha voltaa bandera. Un pesce d'uovo
Bacchètta..... Verghetta di ferro lunga quasi un rivolto. Una girouette franz.(Cecchi Prov. p. 5o).
metro con capocchietta da fondo e appiccagnolo Bara(Giugà a). Fare al tocca-ferro (Pac. I, 19).
in testa, la quale i beccaj ficcano e rificcano = in Baracchin ag. Baracchina(Scap. Op. 9 verso).
tra pelle e carne da mezzo ventre alla gola delle = in Barba ag. La barba ben ondeggiante dicesi
bestie macellate onde fare posto all'aria con cui Barba piumosa(Vas. 229); la colta e ben pet
s'enfiano per di poi tanburarle. tinata Barba curata.
Per biobacco baccon bacchetta. Corpo di bacco. La gh'ha tanto de barba. fig. Ell e vecchia
Baciccia(Porta Rimein. 139). Lo stesso che Badèe. V. (Monos. 1o 6). Dagli quelle calzacce (ivi). Ha
= in Badia ag. Le capitudini delle arti. la barba(Berni Let.).
iBagajaria. Lo stesso che Bardassaria. V. Barbelà v. viva in Brianza per Vacillar camminando.
= in Bagatt ag. Scartà Bagatt. V. in Scartà nel Voc. Barbiroeu. V. Dént nel Vocab.
- in Baila ag. De che l'ho daa a bajla l'hoo mai Barbis. T. de'Fren... Le due aste del briglione (bri
vist pù. Io non l'ho visto dappoi in qua che io l'ho don o fletton) nelle quali è ferma l'imboccatura.
dato a balia(Cecchi Mart. V, 2 in Prov. p. 132). Barbis in genere per On tenc. V. Ténc nel Voc.
Tocù-via de baila. Levare da balia(Vas. 231). = in Barbozz ag. Avegh duu barbozz. Avere un
Bailòtt. Balio (Ambra Cofan. V, 11). Il padre del mento sotto il mento(Lor. de'Med. Simpos. Il I, 7).
fanciullo che è a balia. = in Barbozzal ag. Barbozzal a maggia o mag
Bajlottella. Allevata(Monig. Vedov. II, 2). getta....... Barbazzale tutto a maglie di ferro.
Bah. Ah bah! Eh non mai! Escl. neg. d'orig. fr. Barbozzal a gropp quader. . . . . . Barbazzale
Balanza. T. de Carret. Bilancio. Equilibrio. Varda che in luogo di magliette ha tante campanelle
la balanza prima de andà. Osservare se il carro piatte incatenate l'una nell'altra.
sta in bilancio prima di partirsi. Barbozzal a gropp quader tajaa a ponta de
Balanzin. T. de'Confett.. ... Ferro che sostenta la diamant.... Barbazzale che in luogo di maglie
Padella da confetti(bazzila); la Chevrette dei Fr. ha campanelle piatte sì ma sfaccettate negli orli.
f AT (585) 1BER
Barbozzal a gropp tond..... Barbazzale che è far uscire il grano dalla paglia; Battere a
in luogo di maglie ha tante campanelle tonde banco è il battere con altro che col coreggiato
incatenate l'una nell'altra. (Gior. Georg. XV, 268).
Barbozzal a reseghetta...... Barbazzale che Batt. T. del G. di Bigl. Battere la palla.
nel mezzo ha una piastrina con orli seghettati. Batt.T. de'Macell. Tamburare. Tambussare. V. Pètt.
Barbozzal a reseghetta a ponta snodaa. . . . . Bàttes. Duellare. Combattere corpo a corpo, a solo a
Barbazzale a cilindretti mobili ingrananti l'un solo, a testa a testa. Venir a battaglia corporale.
nell'altro e con punte per orli. Battidór. Cercatore. V. Busserée e Battela nel Voc.
Barbozzal doppi... Barbaz. a doppie magliette. Battùda. T. del Giuoco di Bigl. Colpo?
Barbozzal o Bolgia a la napolitanna...... Bazzila. T. de'Confett. . . . Arnese da fare i con
Barbazzale che ha due anelli di fermo. fetti ; il francese Bassine.
= in Barca ag dopo Acquaroeu Aggottatojo? Co Be bebe. Be be be(Monig. Pod. di Colog. II, 24).
latojo? = Cipell. Minchia. Scassa – Borr o Il verso dell'agnello. -

Travitt. Madieri = Ponziroeu. Pagliuolo di = in Beat ag. Fa el beat o Cantà miseria. Fare
prua = Tenm. Pagliuolo di poppa = Scerscei. il piagnone.
Cerchi mobili di mazza = Sgorbi o Cagn o = in Bècch ag. Del becch ven l'oeuv. V. Eùv.
Cagnocu o Cagnon. Staminare. Beccaria (Fa). fig. Far rocchj.
La barca de Padova. Tout le cariage de Fr. Becchée. fig. . . . . Si applica a quel chirurgi che
La carestia la ven in barca. V. in Carestia. usino i ferri volentieri e con poco riguardo.
= in Barca (carrozzone) ag. Ha sedili d'ogni intorno, Beh ! che frecc! Bu bu che freddo!
e non rassomiglia male una canestra, nome che = in Bell ag. Bella come el cuu de la padella.
le danno anche i Siciliani dicendola Cannistra. V. Padèlla nel Vocab.
Barch. Mandria lo dice il Lastri Op. II, 149. A la bella mezza nocc. Di bella mezza notte
Barellinada....... Colma una barella. (Salv. Spina II, 4). Bell' e condott. Bello e
Barètta... ... Negl'innesti è quel po' di coperto condotto(Targ. Viag. II, 391). Hoo bell mi a
che si fa sulla pianta con cencio, borra o foglie. piccà. Ho agio io a picchiare(Salv. Spina V, 5).
Barettin de monscior. Berretta a croce (Nic. Mart. Bellandada (che altri dicono malam. Ballandàda).
Lett. pag. 89 retro). Benandata? Fra i contadini della Brianza ha
Baronscellin. Ribaldoncello(Gigli D. Pil. I, 1). idea speciale e diversa dalla voce italiana come
Barozza. Carro di poggio? (Gior. Georg. VI, 3o9). sta nei diz. Vale quella picciola mancia che il
Baroccio? Contiene di concime circa 66 staja di compratore d'una bestia bovina o pecorina dà
volume, o 32 in 33 corbelli da 2 staja l'uno. alla guida che l'ha condotta a mano al mer
Basabalauster. Baciapile. V. Beat nel Vocab. cato. Il contadino tocca il prezzo, il cozzone la
= in Basell ag. Anda insù on basell. Salire uno senseria, il contadinello o la contadinetta la
scaglione(Vettori nelle Op. di Mach. VII, 23). bemandata. -

= in Basellin ag. Ciod de basellin. V. Ciòd nel Voc. = in Bellèzza ag. Avegh la bellezza de l'asen....
Bascull. V. in S'ciopp nel Voc., Non aver altro fiore nella persona in fuori
Basgiètt. . . Gl'intestini tenui di pecore, porci, ecc. della giovinezza.
Baslett. s. f. pl. Le Barbozze nei cavalli. Bello. Il Damo(Monig. Pod. di Colog. I, 1o).
Baslottada. Catinata(Nov. aut. san. I, 76). = in Bèllora ag. Brunetto Latini nel Tesoro V, 3
= in Bast ag. Giugà al bast. V. Giugà nel Voc. la chiama Bellula con voce usata ancora oggidì
e in Bastà ag. Basta che. Serve che. Per es. Basta in alcune parti di Toscana e registr. anche dalla
ch'el ciappa in man on biccer, ch'el le romp. Crusca in Basalischio per bocca del Crescenzio.
Serve ch'e pigli un bicchiero che gli casca in Ben con bén. Dio con bene. Bene sta.
terra(Zanon. Rag. civ. III, 6). = in Benedett ag. Pientà a onor de san Benedett,
= in Bastard ag. e in gergo Fatto a straccio. se nol tegnara verd el tegnarà secch. V. Secch.
Bastarda. V. il Vocab. in Carta. Benefizi sempliz. Benefizio semplice(Tar.Viag.I,96).
= in Bastardella ag. Imita una cioccolattiera, ma = in Benis ag. Quand l'è che mangem sti be
ne è assai più tozzo e più largo. nis? . . . . . Quando si fanno le nozze ?
= in Bastón ag. Imbottire il giubberello coi Be-o-bò. Il Bi-u-bu(Pac. I, 42).
bastoni.
Bergamin. Cascinajo(Lastr. Op.). Buttero (Targ.
Bastón de collanna.... Archi di legno incastrati Viag. VI, 24). Bestiajo(detto VI, 52).
esteriormente nella collana delle bestie da soma. = in Bergaminna ag. Masseria (voce però equi
Baston di cann. ... Pialletto tondo da armajuoli. voca per noi) e meglio Vaccinato la direbbero
= in Battésen ag. Salvand el battesem l'è ona nella Maremma sanese. El gh ha i pù bei ber
bestia o sim. ... Con riverenza del battesimo gaminn del paes. Ha un de' migliori vaccinati
è una bestia o simili. che si conoscano in paese – Anche le Fide sono
= in Batt. T. agr. ag. Rompere la sterta è dar il contratti quasi simili a quelli che fanno i nostri
primo battere alle spighe; Cavare il pagliuolo bergamin coi nostri fittajuoli – V. Barch e
º far uscire il grano dai covoni sciolti; Tritare Stalla.
BIC (584) B OF
Bergaminna gergo....... Mandria di donne da Biccer panaa. Bicchier fatto a diaccio(id. 234).
bordello; tolta la metafora dall'armento vaccino. Pè del biccer. Piede(Tass. Secch. IV, 4o).,
Berin. Rede(Last. Op. II, 1 62). Biccerón. Bicchierone(Alleg. 79).
= in Berinée ag. Buzzonajo se venditore di in Biga ag. Molla la biga. V. in Mollà nel Vec.
agnel fatto(Bando tosc. Leopoldino del 1778). Bigattée. Bacajo(“tosc. – Gior. agr. I, 389, VIII,
Bernardin. Bernardino – A san Bernardin cascia 53, e passini).
la spiga el grande el penin. V. Spiga nel Voc. Bigattéra. Bigattaja(Giorn. Geor. I, 1c8).
Bernardón. Tralciaja(Giorn. agr. V, 333). Bigià. Far forca assol. (Monig. Serva nob- I, 8)
Bersò. Cerchiata(Targ Viag. I, 88 – Lastri Op. Bigliettari. T. teatr.... Chi paga il biglietto se -
II, 1 o 6 – IV, 1 1 2 e altrove). rale per entrare in teatro ; è voce di relazione
in Bèrta ag. Mettere in corbona. Imbisacciare. contrapposta ad Abonaa. V.
Insaccocciare. Bigolà el temp. V. Témp nel Vocab.
Bescott. V. in Còtt. Bigottèll. Bacchettoncello(Gigli Sor. lI, 9).
Bescottin secch.... Quello che ha la crostata di Bindellin. Nastretto(Firenz. Op. II, 6 o).
zucchero da noi detta giazza. Il Biscuit glacé in Biott ag. Fà trà biott vun. Fare spogliare
de Francesi. in nudo. Fare spogliar tutto in nudo.
El sarav on bescottin. fig. Sarebbe uno zuc Birbonscèlla. Ribaldella (Cant. Carn. I, 12) – e
chero(Razzi Balia I, 17). così al masch. Ribaldello.
Besej. T. de'Macell. Animellata. V. Léngua nel V. in Birlo ag. Vess foeura del birlo. Uscir di
in Bestèmma ag. Tra ona bestemma. Mandare stampa(Arid. II, 1).
una bestemmia(Fir. Trin. III, 6). in Biròcc ag. I Sicil. lo dicono Brocciu, voce
Bestemmiadorón. Bestemmiatoraccio (Fir. Trin. alla quale il Diz. sicil. contrappone Birba.
IlI, 6). Bislónga. V. il Vocab. in Carta.
= in Bév ag. E in gergo Zufolare. Bisocù. Bugnereccia(Last. Op. II, 196).
Bev-in-biànch. Beverone di farina o crusca o Bisocù. v. contad. Vespajo.
tritello (Last. Op. IV, 58 e 65). in Bissa ag. Andà in bissa. Torticchiare(Alleg.
Fà bev in bianch. Fare un beverone alla 81). Andare a biscia(detto 222).
bestia(Tass. Secch. rap. III, 3o e nota). Bissa. Donna serpentosa(Caro Stracc. II, 2). Draga
Beverón. Composta(Gior. agr. V, 327). Si legga il (Berni Orl. inn. LXV, 29).
luogo e si vedrà che questo sembra corrispon Bissin. Pidocchino(Doni Zucca p. 2o9 verso).
dere anco più che non l'Impagliata del Lastri Bivaccà. Essere a campo(Sacch. Nov. 225).
(Op. IV, 14, 55) o la sua Paglia de mescoli B6 b6. Bu bu(Doni Zucca p. 62 verso). L'abbaiar
(Op. I, 338). del cane.

Vegni-giò on beveron.... Frase cont. dell'A. = in Boaa ag. Granchi teneri o mutati(Scap. Op.).
Mil. che vale il Piovere e nevicare a un medesimo Bobba. Bigutta(Manni Veglie III, 92).
tempo, che noi diremmo Pastizz d'acqua e nev. in Bócca ag.
= in Bèzza ag. Forse la Bietta degli Aretini. A mezza bocca. Con locca piccina(Pecor.
Bezzón. Accr. di Bèzza. V. II, 153).
Bianchètt. Micio (Targ. Viag. II, 369 e pass.). A tirà i cavi de la coppa fan dervi la bocca.
Micio bianco e Micio rosso(detto VI, 3o 3). P. in Cavèll.
Bianchètt.. . . . . . Nel sasso da calce è quello che Fass de bonna bocca. Boneggiarsi o Farsi
risulta poco sodo e scegliticcio. bello o Farsi buono o Abbellirsi di checchessia
Biancostàa. T. de'Macell. Costato. Costereccio. Ta Bocchin. Imboccatura. Nelle chiarine(clarinett) è
glio della bestia bovina macellata che coni quel pezzo in cui s'infigge la linguella(ancia).
prende le costole del torso. Ha confinanti i in Boccon ag. I bon boccon costen car- Cio
tagli così detti panza, petto, lonza e spalla. che piace alla bocca sgusta la borsa; al che i
Biassà. T. de'Mugn......... Dicesi delle macine ghiottoni rispondono Che colpa n'ha la bocca se
troppo lisce che convien martellare per ren la roba e cara? – Boccon dedama. V. Dama
derle ingorde. in Bocà ag. Ciod de bocu. V. Ciòd nel Vocab.
in Biassònn ag. Andà a Biassonn. Fare il fat Boeucc. fig. per Bottega o stanza piccina; e dicesi
torino delle Stinche o il fanciullo delle Stinche anche On boeucc d'ona bottega o sim. V. Tanabùs.
(Cecchi Maschere IV, 11 - Cecchi Prov. p. 68). Boeücc del banch. . . . . . . Quel fesso per cui i
Ferrer la mule dicono i Francesi. bottegai o simili fanno scivolare nella cassetta
Bibón. Accr. di Biba. V. del banco i danari che delle loro merci ritrag
= in Biccér ag. E in ger. Il trasparente(Alleg. gono dagli avventori.
258). La vetriola. Bófi (gioeugh). V. Giugà nel Vocab.
Biccer a or. Bicchier spruzzato d'oro((Nic. Boffa (Giugà a). V. in Giuga nel Vocab.
Mart. Let. 58 retro). Boffett. scherz. . . . . . . L'armi da fuoco, e spe
Biccer a ponta de diamant. Bicchieri puliti cialmente i Cannoni. Anche i Provenzali chia
a diamanti(Doni Zucca p. 234). mano Souſiaires le pistole.
BOT (585) BU D
Boggin. ... Fig. per Bottega o Stanza assai piccina. Botta-veggia..... Dolor vecchio nelle spalle de'ca
rossini
Bogginin
º .... Fig. per Luogo di là da piccino. valli, diverso dalla Daeuja veggia. V. nel Voc.
Bottàsc. Bottaccio(Scap. Op. . . 16). Il sacco, ecc.
Boggitt in di ganass. Fosserelle nelle gote(Pecor. Bottègli negher. Bottiglie nere(Gior. Georg. I, 1 1 1).
II, 3o3). Bottiggia de l'asee. Lou vinaigrier de Provenzali.
Boiada. Bajata(Doni Zucca p. 6o verso). Bottàn...... Nella chiarina(clarinette) è il pezzo
Boiadinna (Dagh ona). Dar due boccate d'abbaja che altri dicono Trombin. V.
mento(Doni Zucca p. 6o verso). Bottón. Bottone(Cell. Vita I, . Nodo. Quella
= in Bolgètta ag. Fà i bolgett dur. Sodare la neve parte d'un calice che resta fra la pianta(el pe)
(Nencia da Barb. St. 31). e il coppettino(el culett o la fruja).
Tirass adree i bolgett. Fare alla neve(ivi 31). Bottón. Pallini? Nelle molle, ecc.
Bolgia. Borchia. V. in Mòrs. = in Botton d'or ag. V. anche in Or.
Bolgia a la napolitanna. V. Barbozzàl in Bovaroeu...... Contadinello che bada ai buoi.
quest'Appendice. E diverso dal Boaro e dal Boattiere e dal
= in Bölgira ag. I stell la bolgira. Stelle in là Bifolco dei dizionari italiani.
(Alleg. 149). Mader la bolgira! Madre mi A san March e san Grigoeu se dà l'ocuv ai
piacque! (Firenz. Trin. I, 1 e II 2). Pentiment bovaroeu. V. in Grigoeu nel Vocab.
la bolgira! Pentimento mi piacque ! (Nozze di Bovaroeula..... Contadinella che bada ai buoi.
Maca III, 1). = in Braghée ag. e più civilmente Allacciatura
Bolladór. ... Chi bolla merci, stadere, carte, ecc. Bragón. Bracone? Nome di quelle due carte nel
= in Bollètta ag. E dipinta dal Caro Com. p. 93 giuoco di cucù figurato nelle quali è dipinto
per una Pelliccia di camicia ricamata come di il lanzo.
zafferano che pende fuor dalla brachetta. = in Brandinaa ag. In generale fanno ufficio di
= in Bolognàa ag. Varda a no restà bolognaa! Spediera(Scappi Op. fig.).
Bada che in Bologna tu non sia Bologna(Fir. No avegh de voltà i brandenaa (Bal. Rime
Luc. II, 1). IV, 98). Non aver da scialarla rivolgendo
Bolzón. Voltoj. V. Mòrs nel Vocab. verso la stanza quella parte dei brandenaa che
= in Bombonin ag. Attillato come un fior di pesco suole stare verso la pietra, e rivolgersi solo
(Doni Zucca p. 133 verso). quando ha da sostenere lo spiedo.
Bongiocùgh. V. in Giorugh nel Vocab. Brascioeü (In d'on). All'imbracciata.
Bonnamesùra. Buona misura(All. 129). Brasciroeu. v. cont. brianz. . . . Giubberellino con
Bónza. Carrata(Tass. Secch. IV, 23 nota). isparato l'imbusto deretano, a uso dei bambini.
= in Bordà ag. Abbordare uno(Sacc. in Gher. Sp.). Brasiroeü. v. de barc. verbanensi. Scalmo.
Bordelléri che fa i carretta passà. scherz. La can = in Brazz corr. 1 12 in 12 e ag. V. anche Quadrètt.
tilena de'signori dal Caretto(Doni Zucca p. 159). Brazz d'assag. Equivale a metri quadrati 1,4158.
Bordiocù. Tarlo(Gior. agr. IV, 244). = in Brènta leggi l'ultima riga così: 96 boccali,
Boriètta. Borianella(Nozze di Maca III, 1). e corrisponde precisamente a o, 75552 ettolitri
Dor. V. nel Vocab. Travitt (de barca). o some nuove decimali.

Börla (Giugà a la). V. in Sparpajà nel Vocab. = in Bria dopo Sonagliera ag. Voltoj o Campa
= in Borlà ag. Borla-giò. Venir nelle voglie di uno. nelle da redini.

Cedere – El mincion el borla-giò. Il nibbio cala. Bricòla. Mazzacavallo. Altaleno.


Borlà-là. Stramazzare. Cadere. Bridón. V. Filettòn.

Borlà-lì in d'on sit. Dar di petto o di capo = in Bròssera ag. Fà d'ona brossera on bugnon.
a un luogo. Capitare. fig. D'un piedicello far una bollaccia(Assetta I, 1 o)
Tornà a borlà-giò, Tornagh a borlà dent. Brovadora. Cassa da stufare i bachi (Articolo d'un
Rimpaniare(Vasari 936). Toscano nell'Appendice alla Gazzetta privile
Bórsa. T. eccl. Guajna da corporale(Testamento giata di Milano del 19 giugno 1839).
del Boccaccio). = in Brùgna ag.
Borsàscia. Borsaccia(Tass. Secch. II, 4o). Brugna ranclò.... Se non erro è la prugna
Borsin..... Uno dei mali del cavallo. detta Reine claude dai Francesi.

Bors6n. Borsotto(Pandolf. Gov. Fam., pag. 27) Brugna scanarda. Susina spaccatoſa?
Arid. I, 1). = in Brusà ag. Oh questa mi pute!
= in Bosard ag. Compaa bosard, V. Compàa Bruschett e Bruschinett. Agretto. Bruschetto.
nel Vocab. Brunell. º
Carta bigia. V. il Vocab. in Carta.
Bosardón. Bugiardone(Fir. Trin. III, 2.) Brunellòtt.
= in Bosietta ag. Bugiuzza(Varc. Ercol. I, 128). Brùtt. Scuro. Di mala cera. L' è brutt ben. È
= in Bòtt ag. Ogni tre botti dò. Che ch'e, ecc. molto scuro(Nov. Aut. san. I, 31 7).
Bott. Coccio, ecc. (Pauli pag. 327). "Brutta (Fa la). Fare un poco d'imbrattatura di
= in Botta (Sta a .... de martell) ag. Reggere checchessia.
al crociuolo della prova. = in Budell drizz ag. Budel gentile(Scap. Op. pas.).
CAM (586) CAR
Bulo. Mangiacatenacci(Alleg. 245). Campanitt in del coo o in di orecc. Zufolamenti
Burattòn. Cassone(Monti Prop. I , 11, 97). nel cervello o nelle orecchie (V. i testi addotti
= in Busin ag. Foretto. dai dizionari in Zufolamento).
Busacù de l'acqua per Navell. V. nel Vocab. Campanna. Padiglione. Nelle chiarine(clarineti) è
Bussorin. V. in Insed nel Vocab. il pezzo estremo da piede, il Pied de Franc.
Buttaa-giò. Giaccioni(Sans. Pall.). = in Canajón ag. Malvagione.
= in Buttér (Nodà in del) ag. Figuratamente. = in Canaruzz ag. Canaluccio('rom. – Seap.
Nella pag. 176 bussetto leggasi sempre Busseto. Op. p. 18). Canaletto.
Buza de casciada... ... Nelle costiere del Lago = in Cànchen ag. Anche dei canchen ne sono di
Maggiore vale quella spinta che si dà ai pe. più misure detti Canchen de 5o, de 8c, ecc.
doni d'alberi dopo entrati nella tracciu onde sull'andar dei chiodi. V. in Ciod.
mandarli abbasso e al lago. Candirón. Corno(Scap. Op. p. 43). Quello de galli
d'India.

C Canestrell. v. degli Statuti degli Offellari milanesi.


. . . . . Sp. di dolce.
= in Cà e Ciòd. ag. Strappa anca i ciod de la Canètta. T. di Lotto. V. Lista nel Vocab
cà. Far ambassi in fondo. Fare del ben bel = in Canna d'orghen ag. Cann de legn. Carne
lezza. Sciupare tutto il suo avere. di legno d'organi(Cell. Vita I, 8).
= in Cà ag. Tegni a cà i cucc , i man, ecc. Canón e Canonzin. V. Imboccadùra nel Vocab.
V. in GEùcc, Màn, ecc. nel Vocab. = in Cantà ag. A cantand. Mi par giuoco(Dante
Cà granda.... in gergo Ai trovatelli. Purg. II, 22).
Cà Litta. fig..... S'applica a persone o = in Cantaranna ag. Putir come un cesso(Cr.
a case le quali usino larghezza e magnificenza. in Piastrello).
Hai oggi copia oltre il consueto di vivande in Cantàzio. V. Pagàzio e Danée nel Vocab.
tavola ? ti viene tosto detto Voi Ca Litta ch ! = in Cantinèlla dove dice s'appiccano alle scene
Vedi accesi troppi più lumi che non porti il leggi s'appiccano dietro alle scene.
bisogno o l'uso del luogo, dici tosto: Voi, l' e Cantinin. Canovino(Doni Zucca, pag. 176).
minga Ca Litta ve, smorza quij ciar. Cantir. Corrente da tetto. Nome, ecc.
Cà Litta in Borgh. ... S'applica a chi sia Cantonitt.... Nome di quel triangoluzzi di pelle
il rovescio del detto più sopra, cioè ai mise o di pergamena che si mettono per fortezza
ri, agli spiantati, agli avari fastosi e simili. negli angoli delle coperture dei libri legati
Cà senza numer.... S'intende, preso assolu in pelle o simili.
tamente, per la casa del boja. = in Capèll ag. Sbassass el capell. Andar giù la
Cà o Casa Pezzana. . . . . . . Si dice scherze vinaccia(Cecchi Riv. III, 2 in Prov. p. 1o2).
volmente per accennare abiti rappezzati. Càpia. T. de' Frenaj. V. in Paletta nel Vocab.
= in Cadenin ag. Ricamm a cadenin. V. Ricànm. Capitt..... Sp. di stole o collaretti crociati che
Cadregòtt. Seggiolone. sovrappongonsi dai celebranti di rito romano
Cagnònna. Cagnaccia(Alleg. 132). Donna crudele. agli altri loro paramenti.
Caiinètt. Crudeletto. Capp-bànch. Capobanco? Termine scolastico, e
= in Calà on ett ag. Restar poco(Ariosto Orl. sig. Quell'alunno che abbada a condiscepoli
ur. XVII, 125 e XX, 13o). che ha nel suo medesimo banco, e n'è come capo
l
in Caldànna ag. V. anche Terrazz. = in Capp-post ag. Nel decreto toscano leopol
= in Calénd ag. V. anche Carén. dino 26 maggio 1777 sul buon governo leggesi
Call. Callo. Ugnello ne cavalli. Capo Posto così scritto e Capoposto.
Calvàri (Mostrà el). V. Piazza fig. nel Vocab. Capp-quartér. Capoquartiere? Termine scolastico,
Calzadura. Calzatura. Calzamento. e vale Quell'alunno di merito che bada a tutti
= in Camarada dopo Paraninfo ag. o sia Auspice. i condiscepoli del proprio quartiere o riparto
= in Camera ag. In camera caritatis. A quat di scuola.
tr'occhi, ed anche Per bene. Tel disi in camera Capp-scocùla. Caposcuola? L'alunno più meritevole
caritatis. Sia detto fra noi e per bene. d'una scuola che è come capo di tutta la sco
= in Camminéra ag. Quello che i Francesi dicono laresca.
Lustre sur le manteau d'une cheminee. = in Capùsc ag. Tra capusc e cotta semper se
Caminon. Camminaccio(Poem. aut. cort. V, 49). barbotta. V. in Còtta nel Vocab.
Camisètta per Scenisetta. V. Caraa o Carato. Carato. Peso nostrale da gio
Campanella. T. d'Intagl. in legno, ecc. Campa iellieri che si divide in quattro grana.
nella ? Spezie di gocciola che si pone nei Caraffa. Sbombettare. V. Sbagascià nel Vocab.
fregi, ecc. o in altri lavori d'intaglio. = in Carater ag. Vess in carater. Serbare il deco
Campanin.... Nome capriccioso dato dagli alunni ro, ecc. Essere così fatto, e fam. Essere di
dell'Accademia di Brera alla lezione prima di quella cottoja. Essere di tale cornatura.
ornato a mano libera del Corso Albertolli. Caraterista. . . . Chi sostiene le parti bufie in teatro
CAV (587) COL
ia Carbonin ag. Fossa del carbone(Passav. Cavall. . . . . . . È anche nome di quelle due carte
Spec. Penit.). nel giuoco di cucù figurato nelle quali è di
in = Carén ag. In Toscana la pensano a rovescio, pinto il cavallo con sopra il detto Salta.
se pure è tuttora vivo il prov. Secondo i calendi Cavall del seggion. V. Seggián nel Voc.
a quello attendi reg. dal Monos. a p. 38o. in Cavall. T. di Giuoco ag. Chi no ciappa on
Carimàa perpetov.... Sp. di calamaio nel quale cavall merita on cavall.... E vale che i cavalli
l'inchiostro non viene mai meno. alle minchiate sono anche essi carte di conto.
= in Caritàa ag. Per caritaa.inter. depr. Deh! Doh! in Cavèzz ag. Comunemente ogni cavezz suol
In camera caritatis. V. in Camera piu sopra. tirare fra noi quattro passini (segn), cd ogni
= in Carpògn ag. Fungoso(Sansovino Pall. p. 62 passino cinque braccia milanesi.
verso). Caviggiocù. Rebbj. Denti. I cavigliuoli confitti nella
Carr (de legna)..... Misura nostrale delle legne traversa(gassa) del così detto restell da funaiuoli.
corrispondente a metri cubici 3,3692. E sedici in Cavriada dopo Travers de gronda ag. o
braccia nostrali cubiche, cioè un prisma lungo Grondaa.
e largo quattro braccia, ed alto uno. Ciod de cavriada. V. Ciòd nel Vocab.
Avegh on carr de reson. V. Reson nel Voc. in Cazzùu ag. Tutteoss va al cuu, via del
Tirà el carr. fig. Tirar la carretta. Vore o no manegb del cazzuu. V. Cuu nel Vocab. .
vorè me tocca de tirà el carr. Mi conviene per Celénza. V. Ecelénza nel Vocab.
dispetto tirare questa carretta(Doni Zucca p. 58). = in Cémbol ag. Accordo. Arpicordo.
in Carrell de fa-gio ag. V. anche Firell e Mo = in Cént ag. Credere a novantotto per cento(Min.).
rinell. Centpée scherz. per Centésim. V.
= in Carsenzin ag. Covaccino. = in Céra ag. Bonna cera a tucc, e confidenza con
Carta (A la). Incartato (Scappi Op. p. 127 e pass. nissun.... Buon viso a tutti, famigliarità con
nessuno,
Una sola volta a pag. 173 verso dice In la carta).
in Carta destrasc ecc. ag. Carta della bambagia Cercà. Volere. Chi l'è che me cerca? Chi mi vuole?
(Crescenzi III, 58). in Cérega ag. Corona.
Cartèlla.. ... Cartolare in cui i ragazzi ripongono in Ciaccera dopo Frottole ag. Frasche. Viole.
le carte e i libri che portano alla scuola. V. anche Lapp.
Cartellin. . . . . Titolo dei libri che s'appicca loro Vess bon doma de ciaccer. Non esser altro
sul dorso. che di parole(Nov. aut. san. I, 99).
in Casa dove dice loro declinato leggi loro, Ciacheta. Ciacche. Voci imitanti il suono che fan
talvolta anche declinato. no certi oggetti nell'acciaccarsi o rompersi o
= in Cascià ag. El sò el cascia. schiacciarsi.
Casella (Avegh)..... Essere appaltato alle poste Ciamàda. T. de'Frenaj. Lo stesso che Zanforgnitt. V.
delle lettere; avere casellino a se. in Ciapp pag. 281 ag. Uova dure spaccate
in Casètt ag. Oh tu sei pur casoso! (Scappi Op. p. 2 o7).
Casón. Gran casa, e fig. Grancasato. Ciappa. . . . . . . Nome di que ferri, o per meglio
in Cassa ag. Cassa. Quel canaletto della vanga dire pezzi di ferro, onde si ferrano talora i buoi
in cui entra il vangile. che s'aggiogano a carri.
Cassa de tajà i cornis. Ceppo da ugnare a = in Ciappa dopo Greppo ag. Ghiova. Testa.
cassetta. Ciappaciàppa. Ciaffero. Azzuffino. V. Sbirr nel Voc.
Confesso e cassa. V. Conféss nel Vocab. Ciar-fals. Contrallume. Quello ecc.
Gir de cassa. Conto morto a cassa. Ciaritt per Lusiracù (cavaler). V.
Cassa. Stipo. Scarabattola. Ciav. Chiavi. Negli strumenti da fiato sono quelle
Cassa d'orelogg del cocò. Cassa. linguette di metallo che ne aprono o turano
= in Castègn pestag. Castagne monde e secche? i fori.
Catechismin. . . . . . Breve catechismo. Ciavèlla...... Quella caviglia di ferro che assi
Catechismo. Catechismo. cura la girelletta (corriau) da torcere i fili da
Catechista. Catechista. spago o fune all'asse da cio.
Catechética. Catechesi. (maestro. Cicolattin. Panellino. Girella, e dottr Trocisco.
in Catedra (Legg in) ag. Poterne discorrere da = in Cicolattinon cambia inimitabile in rara.
in Catta. Vattel a catta ag. Vallo cerca(Aretino Cimentà. Affilare. Mettere a ſilo.
Frontispizio dei due primi canti d'Orlandino). Cinqu e mezz. s. m. . . . . . . . Moneta erosa uscita
Cavaball. V. Tiraball nel Vocab. di corso già da qualche tempo, e così detta
= in Cavalér ag. Cavaler fioron. V. Fioron nel Voc. dal suo valore di soldi milanesi cinque e mezzo
in Cavalett dopo Cantéo ag.... Piedi – . . . . – Fig. Lenone.
Crociata del piede. Ciocca de red. Maestra?
= un Cavall (locu-sù on) ag. Toccare una mula. = in Ciodaria ag. Agutame(Gh. Voc).
Cavalett (Giuga al. Sp. di giuoco diversa dalla Coccon. . . . . Uovolo o fungo cocco assai grande,
gia registrata. V, nel Vocab. Colett de la cantinna. Colatoſo.
CON (388 ) COP
= in Cologna dopo Imoscapo ag. Ratta da piedi, = in Considerà ag. Andà a considera! Che oc
e dopo Fuso ag o Scapo. corre? Che monta? A qual pro?
= in Color ag. Color de merda de pover. fr. = in Contramur ag. E talora vale per Ripresa
d'un muro.
cont. Colore sfarinato, dilavato, squallido.
Color de vin carich. Bruschino. = in Confidénza ag.
Color formentin. . Colore bianchiccio sparuto. Vess in gran confidenza con vun. Essere

Color piva..... Colore rossigno taccato di intrinsichissimo d'alcuno. Essere tutto intrinse
= in Color smort ag. Sfarinato. (bianco. cato con uno. Avere grande intrinsichezza o
Comodàa. Ad. di Ris. V. il Vocab. famigliarità con alcuno.
= in Comodin ag. V. anche Polenton e Giovanin. = in Coeur ag. Coeur content el ciel le iutta.
= in Compass ag. V. in Ciél nel Vocab.
Compass fedel. V. Fedél nel Vocab. Copètta. v. a. degli Stat degli offellari mil....
= in Confidénza ag. Bonna cera a tucc e confi Specie di pasta dolce.
denza con nissun. V. in Céra nella presente Ap. = in Cuu ag. Savè de cuu... ... Alcuni lo di
= in Confortin ag. Voce che leggesi ripetuta cono parlando di tabacco per accennare ch ei
mente negli Statuti degli Oſtellari milanesi. sia in sul finire della scatola o del cartoccio
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