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VOCABOLARIO
MILANESE – ITALIANO
DI
FRANCESCO CHERUBINI.
VOLUME PRIMO.
A–C
MILANO
DALL'IMP. REGIA stAMPERIA
1839.
Il presente libro è posto sotto la tutela delle leggi.
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Tali cose, anche solo in parte adempiute, giova credere siano per
rendere vantaggioso agli studiosi questo libro, come s'hanno gene
ralmente per vantaggiosi i suoi consimili nelle altre province italiane
che quasi tutte se ne sono oggimai a gara provvedute. Non facendo
perciò altre parole intorno all'utile che si possa trarre da questo
Vocabolario, io verrò più tosto discorrendo con qualche larghezza i
modi tenuti nel compilarlo. -
che usai parimente per quelle voci del Varesino, del Lario, del
Verbano, e delle altre parti così dell'Alto come del Basso Milanese
che pei rispetti già indicati mandai nel libro a registro (3).
i È primo scopo di questo libro l'aiutar a voltare in nazionale l'idioma
nostro nel rispetto specialmente delle locuzioni famigliari e delle arti.
È vero che ubbidienti son le parole ove la merce abbonda; ma quelle
parole conviene o aversele appropriate da natura, o procacciarsele
tali dai libri, e specialmente dai vocabolari. Davi ed Eroi è gran
miracolo che ricorrano a queste fonti per ispacciare la merce loro;
non i primi perchè, stanziando quasi sempre in patria, si trovano
da natura in punta di lingua le voci opportune da ciò; non i secondi
perchè, soliti andare spesso a casa altrui, inducono quasi sempre i
visitati a strozzare nella lingua natia del visitante le proprie idee, a
fare quel medesimo che facciamo noi Milanesi allorchè capitandoci un
Toscano a veglia, quasi senz'avvedercene imitiamo quel suo dir na
turale, e fiocchino pure i marroni poco importa. Libri e vocabo
lari servono bensì a chi vuole rappresentar que Davi e quegli Eroi
non essendo nè l'uno nè l'altro, e a rappresentarli per modo che le
idee, o servili od eroiche, siano fatte esprimer loro con vocaboli e
modi spiranti ricchezza nazionale, non municipale strettezza; e come
utile erario di siffatta ricchezza stanno pronti a darne il possesso agli
usatori di essa nelle opere loro, e a chi voglia riconoscerne il va
lore allorchè ne fanno lettura, Valendo però i comuni Vocabolari a
spiegarci bensì le voci a noi già note, ma non già a suggerirci
quelle che ignoriamo, ed essendo le voci famigliari e delle arti in
ispecialità pronte a chiunque nel natio dialetto e non così nella lin
gua illustre nazionale, opportuni suggeritori ne tornano i Vocabolari
come questo mio, nei quali la voce vernacola conosciuta è guida al
ritrovamento dell'italiana ignota. – A voltare il dialetto nostro nella
lingua illustre nazionale primi consultai i Vocabolari di questa ultima,
e primissimo anzi tutti quello dell'Accademia della Crusca. Perchè
però di questa preferenza non mi sia fatto mal viso da chi ricusa
piegarsi a tale autorità solo per averla sentita convinta di fallibilità
da dottissime penne italiane, m'è d'uopo la prima cosa confessare
ai lettori in quale idea siasi fermata questa debole mia mente
altrettanto dotto cultore delle lettere mio buon amico, vale a dire del signor
D. Giuseppe Villa, Rettore dell'Almo Collegio Borromeo in Pavia, il quale,
amantissimo della patria sua e di ciò che le si riferisce, delle voci da me igno
rate o dimenticate va facendo sopraggiunta.
(5) Per le cose dette sopra è chiaro che nel rispetto delle voci agrarie e
tecniche questo vocabolario potrà giovare in buona parte anche a molti Coma
schi, Bergamaschi, Cremaschi, Lodigiani, Pavesi e Novaresi, come pure ai Bassi
Valtellinesi e a molti terrieri del Canton Ticino negli Svizzeri,
IN
come da quegli altri dotti italiani che, a tal uopo dee credersi,
chiamò talora nel suo seno. Alcune gare di parte, malattia ordi
naria dei corpi morali che la natura induce forse in essi per torli
alla sonnolenza e al torpore, fecero sì che vari Accademici, forse
troppo gelosi della natìa prerogativa, conculcassero oltre il dovere
le scritture di molti non Toscani i quali, agguagliandoli nel pregio
del sapere, riuscirono a sviluppare in alcuna parte quel germe più
rigoglioso che non concedesse talvolta la troppo severa legge dei
suoi educatori toscani. Conculcare e rimbalzo sono causa ed effetto;
e di qui la tendenza in molti Italiani a liberarsi da un'autorità che
essi per lo addietro spontaneamente riconoscevano, e a volere la
lingua illustre libero patrimonio di tutti, e da tutti a benepla
cito comune governata. Alle mani del volgo d'ogni specie non è
libertà la quale non degeneri facilmente in licenza. Perciò il volgo
degli scrittori, non osservato che l' agio suo, venne imbrattando le
scritture d'ogni generazion di vocaboli e modi tutti propri della
patria loro, non mai usciti di quel germe che tutti riconosciamo per
migliore, e ineducati affatto perchè cresciuti da mani inabili al
l'uopo; e perciò pure il volgo dei vocabolaristi, non avendo di
mira che l'utile proprio, ci venne anticipando a diluvio i Lessici
della media e infima Italianità. Non assentirono però mai a tanta li
cenza gli uomini colti ed i buoni scrittori d'Italia, chè anzi e col
l'esempio e colle dottrine sempre sostennero quel comune benepla
cito soggiacere a certe leggi il togliersi alle quali condurrebbe di
leggieri all'anarchia, nè la Repubblica delle lettere aver mai rinun
ziato perchè tale ad essere da mani opportune utilmente governata,
come in ogni altro riguardo, così anche in questo della lingua.
Perciò io mi dò a credere non lontana quella Repubblica dall'ac
cordare all'Accademia tutta quell'autorità che la ragione può con
sentirle pel buon governo della lingua, cioè un'autorità amabile a
tutti se moderata, utile a tutti se avveduta sedula imparziale, rico
nosciuta da tutti come tale se posata sui principi seguenti: Doversi
i vocaboli rappresentativi delle cose torre di preferenza alle bocche
toscane, e quelli fra i toscani preferibili, o fra gli altri d'Italia so
stituibili, ch'essa indicherà pe migliori dovere negli scritti perdurar
sempre quel medesimi, non già tramutarsi a capriccio in quelli
d'ogni minima terricciuola italiana (4); lo stesso doversi fare dei
-
proprio pensiero deva per le forme, per le frasi, pei modi idiomatici ricorrere
continuo alle fredde e per lo più tronche ed esclusive indicazioni del dizionario,
e non aversele già stampate nella mente reminiscenze dell'animata e piena e
diffusiva dipintura vedutane nei buoni libri. Nel riguardo di tali forme i dizio
nari sono guide, repertori, concordanze, rammentatori, aiuti, e non dèspoti, e
come tali devono insistere sì con fermezza nelle forme grammaticali propria
mente dette, ma limitarsi a mettere sulla via del ben scegliere nelle forme tras
latizie ed estetiche dirò così del pensiero, nè mai tendere a spegnerne ogni
nuova animosa manifestazione. Que' rammentoni ostinati che della voce già bene
alzata per raddurre alla sustanzialità non sanno fare alcun abbassamento allor
chè altri senza nuocer quella ricorre a modi diversi dai suggeriti per esprimerla,
e que comici che tutta la parte loro hanno a bere dai rammentoni, sono una
morte per chi sta ad ascoltarli, e così i dizionari argini ostinati ad ogni nuovo
allargar di pensiero, e gli scrittori meschini che squadrano ogni loro locuzione
con quelli, sono una morte per chi li viene leggendo. Nelle forme del linguaggio
impertanto sarà facile all'Accademia il mettere d'accordo il proprio Dizionario
col desiderio delle lettere italiane ove non dimentichi essere suo dovere per
questo riguardo il farlo ricchissimo repertorio delle frasi esistenti nei buoni scrit
tori, e guida, rigida sì nelle forme gramaticali e caratteristiche per le quali
si distingue ogni lingua dai vari suoi dialetti e dalle altre lingue, amabile però
e concessiva in quelle altre la cui moltiformità non può che tornar utile all'in
finita varietà del pensiero. – Non così facile invece sarà per riuscirle un simile
accordo nel rispetto dei vocaboli rappresentanti gli oggetti o naturali o tecnici
i quali alla fin fine sono per così dire la materia prima di quelle forme, e come
tali malamente volevansi altre volte escludere dai dizionari, tesori della lingua
scritta in ogni sua potenza. Pure di fermezza e unicità nella lingua scritta io
credo che sia necessità più in questa che in ogni altra parte di essa, poichè
dei modi viziati nell'etica della lingua avrà nocumento sola la condizion sua
letteraria propriamente detta; mentre la viziosa proteità dei vocaboli già nomi
nati riesce dannosa in sommo grado alle scienze ed alle arti, e per conseguenza
a tutta la società, perchè difficolta in sommo grado il comune comprendimento e
quindi anche la generale diffusione ed applicazione d'ogni lor ritrovato (*).
Recando anche alla esagerazione la corruttela che l'instabilità de'modi idioma
tici, e fin anco di quelli più strettamente grammaticali, potesse mai introdurre
nel linguaggio, ne nascerebbe in esso un deterioramento di forme è vero, ma
non tale da renderlo così incomprensibile come bastano a renderlo pochi
(*) Nel Giornale agrario toscano del 1833 (VII, 446) esiste una confessione la quale prova ad
evidenza il bisogno d'unicità in questa specie di vocaboli nella lingua scritta onde ovviare agli equi
voci facili incontrarsi per la moltiplicità loro nella parlata, moltiplicità anche nelle mere lettere
nociva. Di fatto se il Boccaccio nel dare in moglie a Messer Ricciardo di Chinzica una vaghis
sima giovinetta (Giorn. seconda Novella decima) per dipingerla ben diversa dalle pallidicce sue com
pagne avesse trovata a suoi di già stabilita quell'unicità di vocaboli positivi ch'io dico, non l'a
vrebbe detta ben diversa da una lucertola verminara, ma ben diversa da una tarantola o sia da
uno stellione ( lacerta stellio), e avrebbe così sparagnato ai savissimi suoi Annotatori (Ann. Dec.
Bocc. p. 5o) una confessione sempre spiacevole del loro ignorare il senso di quella sua voce napole
tanº sinonima di quell'altre due, fiorentina la prima, dottrinale la seconda.
XII
loro nel tesoro della lingua; non concedersi che siano reputati di
buon conio ogni modo e ogni voce ancorchè viziosi solo perchè
pace finchè il meschinello non fu vestito a Pollo dindo; Dindo che insieme col fran
zese Dindon sarà per avventura entrato nel parlar comune d'altre genti di Toscana
come una di loro se l'ha già da tempo, ma Dindo che gli scrittori adotte
ranno forse difficilmente sia perchè sgrammaticato per più versi, sia perchè,
solito com'è andare in branchi, scambiabile così vestito co quattrini de bimbi,
sia più di tutto perchè non ne veggono ombra nelle opere del maggiore orni
tologo italiano del nostri giorni il quale, pisano com'è, lo volta in Tacchino,
così come Tacchino lo dicono i Fiorentini forse per deferenza al Tuchein del
Bolognese onde verranno loro siffatti pollami, e come Tocco lo dicono altre
genti prossime al Serchio, e alla Tùrrita. Questo fatto mi fu prova recente es
servi da giurare nel secondo partito che per le gare e le opinioni infinite alle
quali darebbe luogo (del che ci è caparra l'esperienza del passato al minimo
rammentar Arno, Serchio ed Ombrone), la scelta terrebbe sospese le decisioni
di chi l'avesse a fare, per modo che noi ci troveremmo tramutato questo bello
e sonante nostro idioma in dio sa qual altro prima che gli sceglitori, niuno
de'quali sarebbe immortale, ci avesse pur una metà di quelle voci somministrata
al bisogno - Ogni ragione quindi pare che induca a quel terzo partito, cioè
al preferire uno dei dialetti toscani, e da quello trarre i vocaboli rappresentatori
degli oggetti. Le cose, o naturali o artifiziali che le siano, in maggior grado
esistono o sono a notizia in que paesi ne quali è maggiore l'attrito sociale, in
que paesi che per esser centro di ricchezze e di popolo fanno per così dire uffi
cio di cuore alle regioni, in quelle città grandi che, tanto nel ripopolarsi, come
sempre avvien loro, d'età in età cogli abitatori delle campagne e delle province con
finanti, quanto nel continuo promuovere a bene proprio ed altrui il traffico d'ogni
genere di cose, vengono in cognizione come di esse così de vocaboli opportuni
a rappresentarle con una facilità e larghezza negata alle città ed alle terre mi
nori. I Dizionari spiegano questa necessaria condizion delle cose a maraviglia,
giacchè aperti in un casolare non trovano chi gl'intenda, in un borgo o in
una cittaduzza appena per uno o due terzi di sè stessi riescono a farsi com
prendere, mentre in una capitale vengono nella totalità loro pienamente intesi.
Perciò non è da vedere irragionevole che il dialetto fiorentino, buon germe della
lingua scritta perchè favella graziosa, e favella d'un luogo che divanza in po
polo, arti, dottrine, e ricchezze tutti gli altri luoghi di Toscana isolatamente con
siderati, sia preferito all'uopo come quello che delle ricchezze locali relative ha
da natura dovizia di voci, e delle ivi inesistenti farà di corto suoi naturali quei
vocaboli che gli altri paesi di Toscana ricchi di quelli sapranno somministrargli,
E se le voci agrarie che ad esso contribuiranno (insieme cogli oggetti) i Pisto
jesi, i Pratesi, i Pisani, i Maremmani, se quelle minerarie che i Sanesi, se
quelle piscatorie e marinaresche che i Livornesi non basteranno al bisogno della
lingua scritta, ove l'Accademia si tenga solo amichevole sua promotrice, ella
saprà di leggieri rintracciare fra le altre genti italiane le voci necessarie, e quelle
somministrarle senza detrimento dell'idioma preferito, e preferito con quella non
ingiusta predilezione per cui tanti dotti Italiani si recano in Firenze e non al
trove a raccorre que vocaboli tecnici de quali è difetto nel vocabolari, fra i
quali dotti merita special menzione l'esimio caval. Carena che pel Vocabolario
tecnico onde siamo da lui speranzati raccolse pure le voci nella deliziosa Firenze,
xV
(6) Della condizione de semplici vocaboli suol essere minor gelosia che non
di quella delle forme della favella anche presso chi si studia di conservarla nella
nativa purezza. A veder però ben addentro, sembra che anche in questo riguardo
si vorrìa badare di non dar troppo nello sciolto, giacchè quei vocaboli alla fin
fine sono pur le molecole a così dire di questo corpo che nominiamo lingua,
come le forme ne sono per così dire la forza d'affinità compositrice e conser
vatrice, e se in quelle molecole si verrà, col trapassare di libertà in libertà, a
concedere eterogeneità eccessiva, di forza verrà ad alterarsi tutto il corpo della
favella per lo squilibrio che ne conseguiterà nella forza d'affinità relativa. La
storia della nostra lingua dica se io parli il vero accennando a chiunque più
o men vive in essa le forme della madre sua secondo che più o men vivo fu
in lei il tramutarsi dei vocaboli latini nei celtici, e l'introdursi con arti no
velle o straniere vocaboli stranieri o di conio novello. Io ho veduto ne mano
scritti di poeti degnissimi di tal nome certi rimarietti di nudi vocaboli segnati
al margine aver servito in quelle bozze talvolta ad esporre un'idea precon
cetta, e tal altra a tramutare questa medesima idea in alcuna affatto diversa, ed
ora a sviluppar nuove idee accessorie, ed ora a rivolgere l'idea dominante nel
soggetto per via tutta nuova e da que semplici vocaboli additata. Prova che con
reciproca azione come le idee sforzano la lingua, così la lingua risveglia e sforza
talora le idee, prova che i nudi vocaboli, e specialmente quelli di essi che rap
presentano cose, soli sono le molecole vere della favella, e insieme colle idee
effetto e causa. Questa natura costitutiva delle voci è quella che ci avvisa giusta
l'accusa di traviamento che molti fanno alla poesia italiana odierna perchè
trascende a vestir con vocaboli troppo umili le idee di sollevata natura quali
vogliono essere generalmente parlando le poetiche, e forse questa stessa mo
lecolarità può servire a spiegarci quel singolar fenomeno mentale per cui tanti
poeti degnissimi del nome se scrivono nel proprio dialetto diventano da men che
prosatori insulsi ove scrivano nella lingua illustre nazionale. Per questo riguardo
adunque di non dar troppo nello sciolto io ho posto massima in questo libro di
voltare i vocaboli milanesi in quelli italiani scritti già consagrati ne' vocabolari
migliori italiani, però onde agevolare a miei concittadini anche l'intelligenza di
quelle molte voci che in essi non sono, e che molti scrittori odierni usano nel
l'opere loro traendole dal parlar de' Toscani, alle rispondenze della lingua scritta
già consacrata io ho aggiunto spesse volte quanti sinonimi parlati toscani mi sono
venuti a cognizione. Nel quale proposito sembrerà anzi a qualcuno che io abbia
fin con troppo studio ricercato e nel parlar vivo, e ne molti scrittori famiglia
ri, comici, bernieschi, tecnologici di quella contrada, vocaboli dissimili nella
forma, abbenchè pari di significazione, da quelli registrati nella Crusca, e simi
glianti ai nostrali, e forse taluno m'accuserà di aver voluto con ciò corteggiare
2xIX
il primo con usarlo a volgere gli animi a quella filosofia che nel
ben comune ci fa trovare ogni nostro bene particolare, e ciò con
tutta quella schiettezza e pianezza di modi che fanno ritratto del
l'ottimo cuore; il secondo padroneggiandolo a modo suo e obbligan
dolo o a raddurre a quella medesima schiettezza che il Maggi con
naturali pianissimi racconti, o a dipignere con singolar pennello le
veneri della Musa erotica popolare, o con vena lucianesca a sferzare
ogni genere d'erba parasita sociale, e irridere le aberrazioni della
mente umana o le idee credute tali. Nelle scritture di tanti begl'in
gegni s'incontrano locuzioni uscite d'uso oggidì o allusive a fatti la
cui memoria va venendo meno fra noi. Nel registrare perciò in questo
libro tutti i vocaboli e i modi usati dai già detti scrittori ho altresì
posta particolar diligenza in quelli di essi che mi parvero facilmente
bisognosi d'interpretazione o per noi stessi opei futuri Milanesi, e
dichiarandoli meglio che seppi studiai, per quanto fu in me, di ren
dere piana anche alle età venture l'intelligenza di quelle tante bel
l'opere volte all'istruzione o al diletto de' miei compatriotti.
Innegabile testimonio dell'afflato divino nella mente umana è la
possanza sua di penetrare in parte fin nella intima costituzione degl'in
finiti esseri del Creato, e di rendere in gran parte agevolmente con
cepibili a ogni mente compagna tutti quei moti che in essa cagioni
o la vista di quegli esseri e il mirabil partito ch'ella ne sa trarre
a comun pro con mille infinite succreazioni, o la considerazione di
sè stessa e d'ogni minimo suo affetto. Della limitatezza però di quella -
(9) Nei libri assai cose voglionsi pur rimettere nella intelligenza dei lettori,
così come nei negozi varie se ne vogliono abbandonare alla fede di chi gli am
ministra; e se in questi riescono utili le prime, e nocive le seconde, terze, quarte
controllerie come le si soglion chiamare, anche in quelli tornano utili i segni
distintivi principali, e disutili gli accessori, moltiplici, intricati. Io ho cono
sciuto un chimico valente il quale, imparando la lingua greca per ben valutare
i neologismi della sua scienza, sentivasi venir meno al dare in quegli spiriti
ch'egli chiamava diavoli greci; ed io stesso, allorchè giovanetto imparacchiava
quattro vocaboli inglesi, cento volte m'incolloriva col Gambarelli per essergli
caduto in mente di tutte tutte accentuar le voci d'un Virgilio tradotto da Dryden
capitatomi alle mani dopo aver servito per istudio a quello sfortunato valentuomo.
Anche nei dizionari, che pur sono libri destinati a momentanea consulta, e non
a continuata lettura, l'eccesso dei segni distintivi ci viene a noia. Nel Vocabo
lario reggiano-italiano per es. le tante zete con accenti circonflessi volti all'insù
o all'ingiù per denotarle dolci o aspre sono davvero una morte, e se il Dizio
nario ortologico inglese del Waker, se quello universale italiano stampato dal
Tramater, se le Regie Parnassi potessero narrarci vivamente il fatto loro, certo
che ci direbbero esser loro toccati pochi ringraziamenti per l'aiuto dato con
que tanti lor segni agli studiosi, e assai più rimbrotti per quei medesimi segni
spesso errati per l'inevitabile fragilità delle stampe, e sempre tormentosi così
agli occhi per la confusione che arrecano nel disteso della stampa, come alle
menti pel continuo obbligarle a riportarsi agl'Indici esplicativi,
XXVI
(1o) a Nol besogna doncha impiastrà l'ab con noiu leter o tiret da met pa
n ghura al leciò m – a Basse 'l cò, schisce on aeugg, storscì la bocca. m Ecco
in due righe del Biffi e in una del Maggi una buona dozzina d'arcaismi orto
grafici dei quali non si vedrà ombra nel mio libro, giacchè la pronunzia mila
nese odierna, e per conseguenza anche l'ortografia vorrebbero scritte quelle righe
come siegue, conservando pure l'antica natura del parlare: a Nobesogna donca
impiastra l'ab con nauv letter o tirett de mett pagura, ecc. , a Bassee el coo,
schiscee on aeucc, storgii la bocca. » E così in que versi del Balestrieri che an
che nel 1795 si leggevano a Se ona donna l'è bella – La fa on gran catenaj,
La trà a taerra faer, fieugh ecc. m l'ortografia odierna rifiuta quegli ae di taerra
e di faer, e scrive terra e ferr, come lascia solo a qualche contadino i picchae,
ho cercae, ecc. de'versi susseguenti. Questi e simili arcaismi ortografici sono
esclusi dal mio libro non già perchè io ignori quale rispetto sia dovuto anche
per questo lato agli scritti degli antichi generalmente parlando, ma perchè trat
tandosi di opere vernacole, più che alla curiosità dei dotti, pei quali oltracciò
stanno ognora pronte le stampe antiche, si vuole nel mio caso badare alla
utilità generale dei lettori d'oggidì.
(11) Noi Milanesi nel pronunziare il più delle voci polisillabe sogliamo essere
avari di doppie consonanti nelle loro sillabe medie, ammettendole in vece assai
volte nelle iniziali e nelle finali del vocaboli così piani come tronchi. Per lo
che laddove i Toscani e altri popoli della Bassa Italia pronunziano Accordo,
xxVII
Anche l'o ci suona ora chiusa ed ora aperta. Segno la prima coll'accento
acuto, la seconda col grave – Non ignoro essersi praticato diversamente da
altri, e trovarsi anche in qualche stampa milanese così antica come moderna
segnato il primo suono col dittongo franzese ou, ed il secondo coll'accento acuto.
Io però non amai di seguire il primo uso perchè, oltre a cagionar confusione
anche a chi sa di franzese, induce chi non ne sa a profferire il nostro o chiuso
a quel modo che i Bolognesi profferiscono il loro Dotòur; e non il secondo perchè
dove si riſletta essere già uso non mai fin qui violato di segnare coll'accento
grave il suono aperto che ha l'o in varie desinenze del verbi italiani della prima
conjugazione (andò, potrò, può, ecc.), si troverà da chiunque ragionevole il con
formarsi anche nel resto a questo uso così generale – Dell o chiusa sentonsi
pure due altri suoni particolari fra noi: l'uno vibrato, e per lo più ne mono
sillabi, come in Sö (sole), l'altro stemperato come in Soo (io so). Accenno il pri
mo coll'accento circonflesso; il secondo colla doppia vocale. Di questo secondo
parve ad alcuni dare buona rappresentazione scrivendolo dittongato pure alla
franzese, ou. Ma s'e' riguardano al come profferiscono i Francesi la parola
Cou(collo) e a quello con cui noi profferiamo la voce Coo (testa), vedranno in
un subito come la loro maniera sia falsa e da non imitarsi. Altri lo scrissero C6,
ma senza porre mente al suono vibrato già da me detto sopra di S6 e simili, al
quale non si saprebbe poi con quale altro segno soccorrere. Nè si creda che
questo doppio o, trovato nel contesto del libro senza l'accento che gli si appone
nella sede alfabetica, possa essere letto con quello sdoppiamento di vocale che
sentesi nelle voci italiane Eoo, Coo, Coordinato, ecc., giacchè abituati come siamo
a trovare quella sdoppiatura italiana solo nell'o aperta, e a fare quel prolun
gamento di suono milanese soltanto nell' o chiusa, non è da credere così facil,
cosa l'equivocare, come nol può essere nel medesimo contesto il leggere non
accentuato l'o di qualunque suono colla debita pronunzia, giacchè anche nel
l'italiano siamo avvezzi a fare altrettanto.
L'U, ancorchè simile di figura all'u italiana, suona sempre tra noi alla fran
zese; talvolta però rimesso, tal altra vibrato, e tal altra stemperato. Nessun se
gno indica il primo, l'accento grave il secondo, il doppio u il terzo.
Noi abbiamo dovizia di suoni prolungati nelle sillabe finali delle voci - Alcuni
di questi suoni simigliano quelli che sentonsi in ogni bocca italiana allorchè legge
le esclamazioni Ah! Deh! Doh! Ih! Uh!, e questi io rappresento (insieme al più
dei nostri scrittori vernacoli) col raddoppiare la vocale, poichè l'h anche fra noi
è da riservarsi ad altri uffici. Perciò chi leggerà la voce Miscee (facile pagatore
degli altrui scotti, buon colombo da pelare) avrà a profferirla come s'ella fosse
scritta italianamente Misceh, non come s'intenderebbe italianamente Miscee per
bazzecole. Così per es. nel nostro Vorii (volete) i due i non suonano come quelli
delle voci italiane Restii o Varii, ma come sonerebbero in Vorih se così si
scrivesse. E così la voce Boda (granchio tenero) s'avrà a leggere non col suono
che avrebbe nell'italiano Boa(Boa constrictor L.), nè con quello che avria Boava
se dal latino si trasportasse alla pronunzia contadinesca toscana, ma con quello
che avrebbe italianamente scritto così Boah. Vi fu chi volle segnare questi pro
lungamenti di suoni coll'interporre una lineuzza fra le due vocali, scrivendo
p. e. Misce-e; ma oltrechè in molti casi e si cadrebbe in equivoci, l'esempio
non trovò imitatori, e venne riprovato dall'uso, tiranno se vuolsi, ma tiranno
onnipossente nella provincia ortografica - Altri di siffatti suoni prolungati so
migliano a quello che sentesi nell'italiano Ve, e questi, innascenti da vocali sus
seguite da consonanti, male si distinguerebbero col raddoppiamento della vocale
perchè ne nascerebbe troppa ambiguità. Dicendo noi Oh dèss profferiamo un
suono che scritto Oh des direbbe Oh dieci, scritto Oh de-ss spaccherebbe troppo
bruttamente la sillaba, scritto Oh deess leggerebbesi per Oh deesse cioè Oh dive,
scritto semplicemente Oh dess darebbe a quell'e il suono vibrato che ha nel
l'italiano Tèsso, suono che non è il vero nostrale. Ho quindi indicato questa
specie di suono col segno della dieresi - Altri di tali suoni per fine sono simili
a quelli che sentonsi nelle vocali italiane pronunziate aperte, ma con questo
che dove l'italiano batte il suono sulla vocale, il milanese lo stempera e ne
strascica picciola parte sulla successiva consonante a quel modo che il Toscano, se
io non erro, strascica talvolta l'i susseguente a vocale per formarne quel suono
che l'uso contraddistinse poi nelle stampe col tanto contrastato jota. Così Rana,
sèna, Mina, Suòna, Lina sono da noi profferite con quello stemperamento di
suono che sentesi nei nostri plurali Rann, Minn, Lunn, ecc.; e di qui è invalso
l'uso generale di segnare questo suono col raddoppiare anche nel numero del
meno le consonanti susseguenti a siffatte vocali. Anch'io pertanto scrivo Pappa,
Grecca, Scimma, Euròppa le voci Papa, Greca, Cima, Europa, e Campanna,
Cadenna, Berlinna, Corònna, Vianna le voci Campana, Catena, Berlina, Coro
na, Una, le quali s'hanno poi a pronunziare non già sdoppiando le consonanti
come farebbe l'Italiano, ma facendo sonar la vocale antecedente insieme con
esse a quel modo ch'ei farebbe se avesse a pronunziarne i plurali Campann,
Cadenn, Berlinn, Coronn scritti in questa guisa.
Il C anche fra noi ha i due suoni, dolce ed aspro, che ha in italiano, e per
essi io sieguo l'ortografia italiana, talchè in Càn, Cent, Che, Chi, Cilinder, Cova,
Curlà e simili il C s'ha a leggere a quello stesso modo che si legge in Cane,
d
xxx
Cento, Che, Chi, Cilindro, Covare, Currare. Nel nostro dialetto però il C ha questo
di particolare ch'ei si trova assai volte a contatto col nesso EU; e più spesso
ancora a finire le voci o semplice o addoppiato. Pel primo caso ritengasi senz'al
tri segni che fra noi il C se precede l' EU ha suono duro, e se lo siegue, dolce.
Pel secondo io denoto i C di suono dolce, semplici o doppi ch'ei siano in fin
di parola col lasciarli tali quali senza più, e denoto in essi il suono duro col
l'aggiunger loro un'H. Molti vi sono i quali usano del tutto a rovescio, e vogliono
che il C in fin di voce suoni duro, aggiungendovi apostrofe od altro segno ove
occorra indicarlo di suono dolce; e per avventura fanno questo o in omaggio
alla Latinità che nelle bocche odierne assegna il suono duro al C posto in punta
di voce, o per deferenza ai Franzesi che il proſferiscono cosiffatto. Se io però
non sieguo il loro avviso me ne scusi la dubbiezza in cui un pensiero dato al K
ci lascia sulla dolcezza o durezza che assegnassero i Latini al C in punta di
voce; me ne scusi la certezza del non fare al caso nostro l'esempio de' Franzesi,
come quelli che del C hanno un suono solo, e quello sempre duro, me ne scusi
il compitare e il sillabare di tutta Italia la quale nomina Ci o vero Ce questa
lettera anche in quelle voci nelle quali essa deve suonar dura (per lo che
Bianc e verd sillabato non sonerebbe mai Biank e verd come pare a que così
scriventi), e con sifatto battesimo la dichiara di suono dolce per natura e per
eccellenza, ancorchè combinata con certe lettere torni dura o muta o rotonda
che si voglia dire, me ne scusi finalmente l'uso della più parte delle nostre
stampe vernacole nelle quali Bòcc, Occ suonano bocce, occhi, e Bocch, Occh
bocche, oche, e non a rovescio come leggesi in altre le quali non si curarono
dell'urto che negli occhi dei lettori produce quella loro novità.
Il G è fratel gemello del C anche nel nostro linguaggio. A pari fattezze pari
matura; ciò che dissi di quello si consideri detto anche per questo. Accade però
nel nostro parlare ch ei capiti in punta di voce con un suono che mi pare voglia
a forza compagno l'U, come in Sangu (sangue) e simili. E siccome in questo caso
la voce suol essere contrazione di voce italiana, così in questo solo caso e in
un altro affatto identico l'U ha privilegio di quasi sonar fra noi alla toscana e
non alla franzese. Un nostro bell'ingegno tentò di levargli questo privilegio, ma
riflettendo io che il G finale, o duro o dolce che si voglia far sonare, non avrà
mai così soletto quel suono combinato di G, U, ed E muta che noi sentiamo in
Sangu, non mi soffrì il cuore di vedernelo privo, e scrissi Sangu per indicare
in esso quel suono che avrebbe nell'italiano Sangu alto se così lo scrivessimo.
Nè faccia paura l'equivoco che ne possa nascere colla desinenza gu pronunziata
alla franzese, perchè questa è sì rara fra noi che forse si limita alla sola voce
Ambigu la quale ora soltanto m'accorgo d'avere obbliata nel Vocabolario.
Dell'H si serve anche il nostro dialetto a quel modo che la lingua illustre
della nazione. Segna i suoni interjettivi, inaspra il suono del C e del G, e va
innanzi a quelle uscite del verbo Anda le quali vogliono essere distinte da altre
voci che la somigliano di forma.
XXXI
debbono rappresentare. Ora il nome di questi tre segni C, K, Q suona, s'io non
erro, Ci o vero Ce, Ca o Cappa, Cu in italiano, e Tse, Ca, Cou in franzese. E
que nomi (che pur è da credere siano stati imposti da uomini letterati e di
buon senno) coll'appoggiarsi a vocali tutte diverse, e accordanti specifico im
mutabile suono all'articolazione, non indicano essi di per sè che la natura delle
due lingue, non si contentando d'un segno per esprimere certi suoni o suoi o
accattati, sforzò gli scrittori a ricorrere a segni diversi per ben distinguere la
varietà di que suoni? Che se questo non fosse, e reale sussistesse l'assoluta me
desimezza del Q col C, per lo che un solo e medesimo suono profferissimo e noi
e i Franzesi leggendo Cujus e Qujus (il che non mi sembra), in allora parrebbe
naturale che al Q, più che a quel meschinello dello J, fosse stato intimato l'esilio
già da secoli a utile semplicità degli elementi della lingua – Checchè sia però
dei diritti reali o usurpati di questa lettera, ritengasi averla io scritta qu senza
più anche in punta di voce, appunto perchè non erri chi sa di franzese prof
ferendo pognam caso Cink come Cinq alla franzese, e non Cinqu all'italiana
come se fosse da leggersi in Cinqu'anni o nel Cinquantà la rizza che anche a
me pare d'aver fatto sinora nel parlare di questa benedetta lettera anatrina.
La S anche noi facciamo sentire ora sibilante ora no. Nei casi ambigui ho
accennata per disteso questa diversità a canto alla voce nel metterla per alfabeto –
Abbiamo altresì dovizia di S susseguite da c e G così in principio come in fine
di voce. Talora questa Sc o Sg suona dolce o molle, talora sibilante, talora
aspra. A distinguere questi diversi suoni ho adottato il partito di scrivere sem
plicemente Sc e Sg quando hanno a profferirsi molli, d'interporre un'apo
strofe fra quelle due consonanti (S'c, Sg) quando s'hanno a profferire sibilan
ti, e d'appiccarvi un H finale quando hanno a sonare aspri. Alcuni usarono
diversamente negli ultimi due casi scrivendo l'Sc e l'Sg sibilanti a questo modo
S-c, S-g- e lasciando l'Sc aspra così sola, ma nel primo caso il segno è
fonte d'ambiguità in parecchie occasioni; nel secondo le ragioni già da me dette
più sopra parlando del C danno il torto a così scriventi i quali non s'avvedono
che, seguendo quella loro falsa dottrina sul suono primitivo e naturale del C,
ci vendono gatti per mosche, licci per lische (mosc per mosch, lisc per lisch),
e altre simili gentilezze.
Anche della z, come già si è detto per la S, noi pure abbiamo i due suoni
aspro e dolce ai quali gli antichi avevano assegnati speciali caratteri nelle stampe
italiane (sz aspro, f 3 dolci) perchè comuni alla lingua illustre nazionale; ma
l'uso proscrisse que tipi, e si rise di chi volle rinnovarne il valore sott'altra
veste o intarsiando le identiche lettere di pari forma corsive nel tondo o
tonde nel corsivo; ed a quell'uso facendo io pur reverenza, nei soli casi on
ninamente equivoci accennai per disteso tale suono, lasciando le esse e le zite
lunghe alle tipografie dei secoli scorsi per amor di pace con quelle del secolo
corrente, e affidando in generale al buon giudizio de lettori la distinzione dei
suoni relativi che quasi sempre suole svegliarsi in essi al solo aspetto della voce.
xxxIV
Delle altre lettere non occorre specificare checchessia; esse hanno comuni le
regole colle loro consimili italiane. - Due cose però sono da avvertire. – La prima
che riguardo alle lettere affini, adoperate talora da alcuni promiscuamente ed anche
con improprietà per noi che tutti sappiamo o dobbiamo sapere la lingua italiana,
io ho usato sempre scrivere le voci con quelle lettere che le rappresentino come
sogliono essere anche in italiano, a meno che tutta la famiglia loro non esigesse
altrimenti. Quindi per es. Eav, Vend, Quànd, Viagg, Mostacciono da me scritti
così, ancorchè altri, per l'affinità del V, del T e del G coll'F, col D e col C,
usino talora scriverle (Rif, Vent, Quànt, Viàcc, Mostagg; e ciò perchè scritte a
quel primo modo si ravvicinano alla lingua illustre senza tradire la pronunzia
vernacola. Did invece scrivo io e non Dit come fanno altri, e questo perchè sti
pite di Didin, Didon, Didaa, Didèlla, ecc. che nessuno scriverebbe mai per T
fra di noi; Coeigh e non Coeilch, perchè n'escono Caeiga, Coghin, Coghètt, ecc.
Lo stesso dicasi di Gaeiubb, Ròbb, ecc. che male scrivesi da alcuni Gaeipp,
Ròpp, ecc. ecc. – La seconda che quantunque alcune lettere ed alcune com
binazioni sillabiche italiane sembrino voltarsi in lettere e in suoni diversi nelle
voci vernacole simili alle italiane (come C che voltiamo in Z dicendo Zèner la ce
nere, Gli che voltiamo in I o in J dicendo gli uomini I bmen e Marmàja la
marmaglia, ecc.), pure non succedendo in ogni caso una tale permutazione, è
mio avviso che torni cosa più semplice il riconoscere la diversità nella natura della
voce considerata come nostra indigena e quindi nota fra noi con quel suono, an
zichè il cercarla in quella delle lettere considerandole come cambiatecisi in bocca
nel ricever quelle voci come esotiche dallo italiano.
È noto che i nostri verbi milanesi hanno la proprietà di assumere molte
e svariate accezioni susseguiti che siano immediate dalle diverse preposizioni.
Così Mètt unito a Sà, Giò, Via, Faeira, ecc. muta la positiva accezione di Met
tere in quelle di Indossare, Deporre, Riporre, Esporre, ecc. Quella susseguenza
di preposizione al verbo (che le sole voci affermative Pròpri e Minga hanno
facoltà d'interrompere) mi parve necessario segnare con una lineuzza che unisse
le due voci, scrivendo sempre Mett-sù, Mett-giò, Tegni-sù, ecc.; e ciò per diffe
renziarla da quella in cui la preposizione si riferisca non al verbo ma ad altra
parte del discorso, come p. es. fra El me ten su la corda e Tegnem-sù quella corda.
E a questo spinajo sia fine una volta col riassumere le cose fin qui dette,
dalle quali risulta che
. . . . . . . . . suona rimesso. . . . . . . . . Sta, Ciama. Questa, chiama.
suona vibrato. . . . . . . . . Stà, Pd. Stare, padre
- - - - - - -
suona rimesso . . . . . . . . Me, De. Mi, di.
- - - - - - - -
segna e chiusa . . . . . . . . Asee, Stee. Aceto, stajo.
segna e aperta . . . . . . . . Mè, Tasè. Mio, tacere.
segna e aperta prolungata . Oh déss. Ohibò.
- - - suona rimesso . . . . . . . . Mi. A me.
--
suona vibrato . . . . . . . . . Mi, Sì, Dì. Io o Me, sì, di.
segna o aperto . . . . . . . . Còr, Or. Coro, oro.
- - - .- segna
o chiuso . . . . . . . . Doldr, Ondr Dolore, onore
segna o chiuso vibrato . . . Sd. Sole.
XXXV
(19) Anche a questi ultimi giorni, dopo stampata l'Appendice del presente
primo volume, mi si sono affacciate alla memoria le seguenti voci che troveranno
XLI
luogo nell'Appendice finale insieme con varie locuzioni italiane aggiugnibili alle
già registrate nel libro. Queste Appendici, che ho impresse in caratteri minuti
a maggiore economia, compiuta la stampa dell'opera si faranno scomparire nel
rilegarne i quattro volumi, e saranno lieve perdita di tre fogli tutt'al più,
compensata dal profitto che se ne potrà cavare pendente la stampa dell'intiero
Vocabolario.
Acquètta. Pioggetta. Pioggerella. in Càn ag. ove dice Avegh manca on can
in Alz ag. Rialzo(“fior.). che l' è on can in d'on besogn. Non
in Andà ag. Fà andà-sù a l'asta. Far aver alcuno che faccia per sè(Compar.
andare in paradiso. Mandare a prezzi Pelleg. I, 1).
stravaganti(Pr. fior. IV, 1, 62). Canettàda. Tocco di lapis. Tocco di
in Ann ag. Tutti ann en passa vun. matita.
Ogni anno vuol dir uno(Pros. fior. in Canocciàl ag. Parì on canoccial (parl.
III, II, 1o5). d'uomini) Parere un digiuno coman
Articol. Derrate. dato; (parl. di cavalli) Essere il ca
Articol. In verbo(Magliab. in Pros. ſior. val dell'Apocalisse.
IV, 1, 112). Articol sonitt l'è el sò. in Cantinna ag. Pinol de cusinna e de
In verbo sonetti è il suo forte. cott de cantinna. V. in Decòtt.
in Articolètt. ag. Articoletto (Gior. Agr. in Caraterin ag. Caratterino(Pr. fior. IV,
tosc. XIII, 1 oi). 1, 59).
Beàt diconsi dai pastori quelle bisciole in Càrlo ag. Del temp de Carlo U. –
o tenie epatiche le quali dai nostri Cose dal tempo antico quando si bal
agnella j sono chiamate Lumaghitt. V. lava coi guanti e col fazzoletto(Intr.
Bigattéra. Bacaja(Giorn. Georg. XVI, Pel. II, 6).
515). Donna che governa i bachi. Castèll de inguri. Midollone(Pros. ſior.
Boccon d'obbiaditt. V. in Obbiadin. III, II, 49). -
in Cadenàzz ag. Dà-giò o Tirà-giò el in Cercà ag. Cercà o Fà cercà ona tosa...
cadenazz. Dispestiare(Intr. Pel. V, 1). Richiedere o Far richiedere in mo
Dà-sù tanto de cadenazz. Mettere tanto glie una fanciulla. -
(2o) Così diceva ben a ragione il Crescenzi nella sua Agricoltura (III, 18)
parlando dei freni che trovava difficile di potere specificare per modo da non
lasciare ambiguità alcuna nei lettori.
XLIII
che lor ſanno corteggio. Ora, tutta questa codazzeria, tutta questa
musica del linguaggio non è dizionarista che la possa trasfondere nel
suo lavoro, chè appena appena ai sommi scrittori è dato di gettarne
alcun ombra nelle opere loro. Le voci che con quella musica e con
quel codazzo riescono oggi argentine, domani senza quelli tornano
scure o appannate; e questa iridescenza non si può dal dizionarista
rifondere nell'opera propria se vuole non tradire il suo nome e lasciare
alcun posto agli altri libri nelle biblioteche. – I Dizionari furono
detti dannosi o utili al vero sapere secondo che se ne faccia uso
esclusivo per acquistarlo o ausiliario per ricordarlo; ciò con tutta
ragione, perchè il dizionarista, notomizzando ogni idea, ogni corpo,
ogni arte, ogni scienza, e discomponendole in mille parti, e ana
lizzandole fin ne' minimi loro elementi, disperge in mille sedi dis
parate quelle parti e quegli elementi. E così come nel trinciare non
è cui non accada di cincischiare, così come nell'analizzare e nel di
spergere sempre v'ha del perduto, così anche nel mandare in tante
minime parti i complessi vari dello scibile umano non è dizionarista
il quale possa operare a capello per modo da concedere altrui di ri
comporre quel complessi con quelle parti senza alterazioni e mancanze.
Che se impresa gravissima fu detto esser quella del descriver
fondo all'universo esaminandolo vie via tal quale ci si presenta,
impresa oltre ogni forza d'uomo pare a me quella che osa il dizio
narista del descriverne ogni minimissima parte isolata, circoscriven
done tutti que punti pe'quali si rattacca a quel complesso. – A tutto
questo s'aggiunga per ultimo il dizionarista esser uomo; a qualunque
uomo esser impossibile padroneggiare tutte le cognizioni umane in
guisa da poterne informare altrui in brevissime parole con quella
certezza che pochi riescono a darcene con moltissime per ciascheduna
di esse cognizioni; nessuno essere tal signore della propria penna
da potere in ogni momento sporre con essa in carta certe idee come
la mente ce le pone chiarissime dinanzi; pochissimi uomini essere
talmente padroni della loro memoria in ogni tempo, che al nominar
oggi d'un vocabolo in una lingua si trovino pronto il corrispon
dente nell'altra, come che trovato un mese dopo quel corrispon
dente s'abbiano immediate la ricordanza di quel primo; pochi uo
mini trovarsi così imperturbati nell'intralcio delle cure sociali che
possano con mano sempre eguale reggere le fila infinite di quel
l'ordinamento che è principal fregio di questa specie di libri; po
chi avere tempo libero quanto basti per potere colla continuità del
lavoro rendere la mente alacre afferratrice d'ogni utile idea e d'ogni
felice espressione e vivida ricordatrice d'ogni sinonimia in ogni sede,
come anche per poter ricorrere prontamente alle fonti opportune
MLIV
intanto che sono ancora fresche le idee relative; pochi così padroni
di mezzi quanti ne occorrerebbero al dizionarista, più che ad altri,
a voler rendere non sull'altrui fede, ma sulla propria, sicura ragione
del suo dire; pochissimi finalmente quelli che, vantaggiati di tante
prerogative, vogliano, come diceva il Salvini, di maestri di bottega
farsi fattori, e metter amore saldo in opera ingloriosa sempre, e spesso
tanto meno lucrativa quanto più sudata. Tra questi pochi io non veggo
strada a noverarmi se pur non fosse per l'amore che io porto alle
opere di questa specie; e, ciò che è il più , immerso da venti
anni nelle cure pratiche dell'istruzione elementare (cure nelle quali
ogni furto di tempo e diligenza è danno sociale), appena pochi
dì feriati mi è dato consagrar di proposito ad altro; e questi di,
ricorrenti a interstizi come e sono, male si prestano a quella rego
larità di lavoro che in questo genere di scritture è condizion prima
a volere che riescano ordinate, concatenate, d'un getto. Si donino
adunque le mancanze, che pur molte saranno anche in questo Voca
bolario, come alla natura sua, così anche alla pertinacia colla quale
io l'ho condotto a tollerabile forma benchè sfavorito da più circo
stanze, e al qualche utile che saranno per ritrarne stiano contenti gli
studiosi e i discreti miei compatriotti.
IND IC E
D E GLI AUTORI
Ae. fr. Académie francaise (Diction in lingua milanese. Milano, per Gio.
naire de l'). Paris, 18o2, chez Mou Battista Bianchi, 1772 – Lagrime in
tardier et Leclere. morte di un Gatto. Milano, pel Ma
Adim. Sat. Satire del marchese Lodovico relli, 1741 – Rimm milanes in 4.”
Adimari, patrizio fiorentino, ecc. Milano, pel Ghisolfi, 1744 – Rime
Amsterdam, 1764. toscane e milanesi, 6 vol. in 8. Mi
Alb. bass. Alberti (di Villanova, abate lano, dal 1774 al 1779 – Rime mi
Francesco). Grande Dizionario italiano lanesi, in 8.º grande. Milano, 1795.
francese. Bassano, Remondini, 181 1. Bart. Mis. Cosimo Bartoli gentil huomo
Alb. enc. Alberti (di Villanova, abate et accademico fiorentino, Del modo
" Dizionario universale cri di misurare, ecc. Venezia, per Fran
tico enciclopedico della lingua italia cesco Franceschi, Sanese, 1564.
na. Lucca, presso Domenico Mare Bell. Ar. – Stud. Rim. Bellati (direttor
scandoli, il 1797 al 18o5. Francesco). El primm cant de l'Or
Alg. Op. Algarotti (conte Francesco). Ope land furios de l'Ariost tradott in len
re Cremona, per Lorenzo Manini, 1784. guace de buseccon, ecc. Milan, 1775 –
Alleg. Rime e Prose di Alessandro Al Studi per un Rimario milanese. MSS.
legri, ecc. Amsterdamo, 1754. Cito Bern. Rim. Rime di M. Bernia. Usecht,
la pagina. al Reno, 1771 – Per le altre sue opere
Ann. Decam. Annotationi et discorsi so mi sono servito dell'edizione milanese
pra alcuni luoghi del Decameron, ecc. de Classici ital., e dell'edizione vene
Fiorenza, Giunti, 1574. ziana 1855 per alcune lettere famigliari.
Ant. Diz. Antonini (abate). Dizionario Bir. D. Per Men. Sen. – Men. Capus.
italiano e francese. Venezia, 1745. Birago Girolamo (sotto al nome ana
Aret. Cort. – Ipocr. – Maresc. – Fil. – grammatico di Molarigo Barigo). Don
Talant. – Rim. (Aretino messer Pie na Perla. Milano, pel Nava, senza
tro). La Cortigiana – Il Filosofo – data – Meneghin a la Sena vra, mss.
Lo Ipocrito – Il Marescalco – La – Meneghin faa capuscin, mss.
Talanta (Per le prime tre cito l'ediz. Borgh. Am. fur. – Don. cost. – Rip.
del Teatro italiano antico di Londra, L'Amante furioso. Commedia di Rafael
Masi, 1788; per le altre l'edizione lo Borghini (fiorentino). Vinegia, Ses
milanese dei Classici italiani) – Rime. sa. 1597 - La Donna costante. Ivi,
Arid. Aridosio. Commedia del sig. Loren 1589 – Il Riposo (Cito l'edizione
zino de' Medici. Firenze, Giunti, 16o5. milanese de Classici italiani).
Art. Poet. – Avar. – Art. ered. L'Arte Borl. impas. La Borlanda impasticciata
poetica di Quinto Orazio Flacco espo (Credesi del clietro Verri) Milano, 1751.
sta in dialetto milanese dal dottor Bos. Raccolta di Bosinad esistente nel
Giovanni Raiberti. Milano, 1856 – l'Ambrosiana (Vedi la voce nel Voc.).
L'Avarizia Satira prima di Q. o. Flac Brand. Bad. Men. – Cang Bad. – Spass.
co, ecc. dello stesso. Milano, 1857 – – Men. Gamb. – Baltr. – Spos. Lug.
L'Arte d'ereditare, dello stesso. Mi – Men. Boltr. – Cam. Men. Brandaua
lano, 1859 (Poemetti ne quali più o sia Raccolta di tutti gli opuscoli dati
che in ogni altro dei tempi odierni in luce in occasione della disputa in
sono da riconoscere le molte muta sorta sui Dialoghi della lingua toscana
zioni nate nel nostro dialetto nel corso pubblicati dal barnabita P. Branda,
di questi primi anni del secolo 19.”). di cui si può vedere la storia diffusa
Baldi Congr. Baldi Cammillo. Congressi all'art. Branda della Biblioteca degli
civili. Firenze, Vangelisti, 1681. scrittori italiani del conte G. Maria
Bald. Lam. Francesco Baldovini. Il La Mazzucchelli – La Badia di Meneghitt
mento di Cecco da Varlungo, colle – El Cangeler de la Badia di Me
note del Marrini. Firenze, 1817. neghitt – Spassatemp del Tizziroeu
Balestr. Ger. – Gatt. – tim. Balestrieri e del Mennapaes. ecc. (tutti del Ba
Domenico. La Gerusalemme travestita lestrieri) – Meneghin Gambus del
XLVI
del Teatro comico fiorentino antico). Dat. Lep. – Lett. Lepidezze di spiriti
Cecchi Pell. – Diam. – Hiv. – Sciam. – bizzarri, e curiosi avvenimenti de
Mart. Cecchi Gio. Maria Le Pellegrine scritti da Carlo Roberto Dati (colle note
– Il Diamante – I Rivali – 1 Scia del Moreni). Milano, Sonzogno, 1829
miti – ll Martello (Pezzi di tali com – Lettere. Firenze, Magheri, 1825.
medie inseriti nel libro intit. Dei Pro Davanz. Itagn. Davanzati Bernardo. Del
verbj toscani. Milano, Silvestri, 1858). modo di piantar e custodire una ra
Cecchi Prov. Dichiarazione de Proverbi gnaja ecc. Firenze, Toſani, 179o.
di Gio. Maria Cecchi inserita nel libro Daz. Merc. Dati e Tasse diverse di quello
intitolato : Dei Proverbi toscani, ecc. si doverà pagare per le mercantie e
Milano, Silvestri, 1858. robbe sottoposte al pagamento del Da
Cell. Vit. Vita di Benvenuto Cellini, ecc. tio della Mercantia " Città di Mila
Milano, Bettoni, 182 1 – (Dell'Ore no, ecc. Milano, 1786.
ficeria cito l'edizione milanese dei Dict. prov. Dictionnaire provençal. Mar
Classici italiani). seille, 1785, chez Jean Mossy.
Ces. Cr. Cesari Antonio. Vocabolario della Diz. art. Dizionario d'artiglieria de'ca
Crusca ristampato in Verona nel 1896. pitani Carbone e Arno, Torino, 1855.
XLVII
Diz. bol. Dizionario della lingua italiana. Font. Diz. econ. Fontana (P. Glicerio).
Bologna 1819, fratelli Masi e C. Dizionario universale economico-rusti
Diz. mil. Dizionario militare italiano di co. Milano, per l'Agnelli, 1764.
G. Grassi. Torino, 2." edizione, 1855. Forc. Lev. Forcellini. Lexicon totius la
Diz. mus. Dizionario della Musica del tinitatis. Padova, 1826 al 1854.
dottore Pietro Lichtenthal. Milano, per Franc. Voc. Franciosini. Vocabulario e
Antonio Fontana, 1826. spannol-italiano Venezia, Barezzi, 1645.
Diz. nap. Vedi Voc. un. Fren. Espres. Frencia (prete Giuseppe).
Diz. parm. Dizionario parmigiano-italiano Espressioni naturali e famigliari cor
di Ilario Peschieri. 2.* edizione. Borgo " da altre metaforiche o figurate.
san Donnino pel Vecchi, 1856-58. Torino, Reycends e Soffietti, 1792.
Diz. ſi Dizionario domestico pavese Gagl. Voc. Vocabolario agronomico ital.”
italiano. Pavia, Bizzoni, 1829. di G. B. Gagliardo. Napoli, Trani, 1815.
Diz. sac. Magri Dom.° Notizia de vocaboli Gall. Pom. It. Pomona Italiana di Gior
ecclesiastici. Venezia, Baglioni, 1752. gio Gallesio. Pisa, Capurro, 1817-59.
Diz. sar. Dizionario sardo-italiano del Galliz. Ist. bot. Istituzioni botaniche di
sac. Vincenzo Porru. Cagliari, stam G. Gallizioli. Firenze, Daddi, 1812.
peria arcivescovile, 1852-54. Gar. Bat. – Tob. Garioni (P. F. Alessan
Diz. ven. Dizionario del dialetto vene dro). La Batracomiomachia d'Omero
ziano di Giuseppe Boerio. Venezia, parafrasata in ottave milanesi. Mila
per Andrea Santini, 1829. no, pel Motta, 1795 – Il Tobia,
Don. Zuc. – Com. Burch. – Libr. – Marm. l" in sesta rima milanese. Mi
Doni (Antonfrancesco, fiorentino). La ano, Pirotta e Maspero, 18o8.
Zucca. Venezia, Farri, 1592 – Rime Gel. Er. – Spor. Gelli L'Errore. – La Spor
del Burchiello comentate dal Doni. ta. Commedie. Firenze, Giunti, 16o2.
Vinegia, Marcolini, 1555 (libro che Gh. Enc. – Voc. Gherardini (dottor Gio
merita resurrezione) – La Libraria. vanni). Enciclopedia domestica, ecc.
Vinegia, Giolito de Ferrari, 1557 – traduzione dal francese. Milano, per
I Marmi, Venezia, Bertoni, 16og P. E. Giusti, 1826 (Cito la voce) –
(Nella Zucca, a p. 11o, il Doni si di Voci e Maniere di dire italiane ad
chiara quasi che libertino in fatto di ditate ai futuri vocabolaristi. Milano,
lingua, ma realmente egli non è tale per G. B. Bianchi, 1858 (Cito la voce).
che ben di rado, e non pare di ul Gigli Reg. – Don Pil. – Sorell. – Voc.
tima autorità nel rispetto di essa). cater. Gigli Girolamo. Regole per la
Duc. Gloss inf. lat. Ducange, Glossa toscana favella. Roma, de Rossi, 172 1
rium ad scriptores media et infimae – Il Don Pilone, Commedia – La
latinitatis. Venetiis, Coleti, 1756. Sorellina di Don Pilone, Commedia
Encycl. Encyclopédie francaise. Livour – Vocabolario cateriniano.
ne, 1772 (Ho fatto uso anche del Gior. agr. Giornale agrario toscano. Fi
l'edizioni di Berna e di Losanna). renze, Pezzati, 1827-8-9-5o-1-2-5 = e
Encycl. pop. Encyclopédie populaire ou Giorn. Georg. Continuazione degli atti
Les sciences, les arts et les métiers dell' I. e R. Accademia economico
mis à la portée de toutes les classes. agraria dei Georgofili di Firenze. Fir.
Paris, Audot éditeur. Piatti, 1818-9-25-25-27-28 - ivi, Pez
Fab. Par. Son. Fabio Varese. Sonetti MSS. zati, 185o-1-2-3-4 = ivi, tipog. Galile
Fac. Piov. Arl. Scelta di ſacetie, motti, jana, 1855-56-57-58-59 (Di questi due
burle et buffonerie del Piovano Ar giornali cito le sole scritture di To
lotto et altri, ecc. Piacenza, Baza scani, o le voci asseverate d'uso tosca
chi, 1594. no dagli scrittori che non sono tali).
Fag. Com. – Rim. Fagiuoli (G. Batti Giul. Mem. Giulini (conte Giorgio).
sta, fiorentino). Commedie. Venezia, Memorie spettanti alla storia, i
go
pel Geremia, 1755 – La Fagiuolaja verno ed alla descrizione della città
o Rime facete. Amsterdam, 1759. e della campagna di Milano ne secoli
Ferr. Orig. Octavii Ferrarii Origines bassi. Milano, pel Bianchi.
lingua italicae. Patavii, 1776. Goz. Op. Opere ai conte Gaspare Gozzi.
Fiacchi Lez. Dei Proverbi toscani. Le Cito pagina e volume dell'edizione
zione di Luigi Fiacchi, ccc. Milano, veneziana 1812 del Molinari.
Silvestri, 1858. -
Grisel. Diz. Grisellini Fr. Dizion. delle
Fir. Trin. – Luc. Firenzuola – La Tri arti e mestieri. Venezia, Fenzo, 1768.
nuzia – I Lucidi. Commedie. Firenze, Gros. Fug. – Piog. – Visc. – Rim. Grossi
Giunti 1552. Per le altre opere di (avv. Tommaso). La Fuggitiva – La
questo autore mi sono servito del Pioggia d'oro – Gio. Maria Visconti
l'ediz. pisana di Capurro del 1816. – Altre Rime milanesi o edite o mss.
2KLVIII
Guadag. Poes. Raccolta delle Poesie gio Merl. Coc. Poesie di Merlin Cocajo o
cose del dottor Antonio Guadagnoli Teofilo Folengo, Amsterdam, 1771.
d'Arezzo. Italia, 1855. Mich. Petri Antonii Micheli Nova planta
Guar. Idrop. La Idropica com. del cav. rum genera. Florentiae, Paperini, 1 729.
Battista Guarini. Firenze, Giunti. Min. Dizionario della lingua italiana.
Intr. Giuoch. – Pellegr. Bargagli Giro Padova, tipog della Minerva, 1827-5o.
lamo sanese (sotto il nome accad. di Mitterp. El. Mitterpacher. Elementi d'a
Materiale Intronato). Dialogo del giuo gricoltura. Milano, 1794.
chi che nelle vegghie sanesi si usano. Monig. Giovannandrea Moniglia. Poesie
Venezia, 1581 – La Pellegrina, Co drammatiche. Firenze,Vangelisti, 1698.
media. Siena, Bonetti, 1589. Cito scene, atti e titolo dei drammi.
John. Dic. Johnson. Dictionary of english Monos. Angeli Monosinii Floris italicae
language. London, 1755. linguae libri novem. Venetiis, apud Jo.
Lal. En. Lalli Gio. Battista. L'Eneide di Guerilium, 16o4 (Cito la pagina. Il
Virgilio travestita. Venezia, Zatta, 1796. Monosini era toscano, e i dettati che
Lanc. Voc. crem. Saggio di Vocabolario egli registra leggonsi per la più parte
cremonese, MSS. di Vincenzo Lancetti nei comici fiorentini ancorchè i dizio
gentilmente donatomi dal ch.. autore. marj italiani gli abbiano dimenticati).
Last. Op. Corso d'agricoltura pratica, ecc. Moroz. Cas. cont, Morozzi Ferdinando,
del Lastri. Firenze, pel Pagani, 179o. Delle case de contadini.
Lip. Malm. Lorenzo Lippi. Il Malmantile Mosc. Poesie mss. milanesi del curato
racquistato. Milano, Classici ital. 18o7. Mosca esistenti nell'Ambrosiana.
Lor. Med. Poes. – Canz. Poesie del M. Lorº Nel. Com. Nelli (dot. Jacopo Angelo, sane
de' Medici. Bergamo, Lancellotti, 1765. se). Commedie. Milano, Agnelli, 1762.
– Canzoni a ballo. Firenze, 1568. Neri Art. Vetr. L'Arte Vetraria distinta
Mag. Cons. Men. – Baron Birb. – Manc. in libri sette del R. P. Antonio Neri,
– Fal. fil. – Conc. Men. – Rim. Fiorentino, ecc. Venezia, Batti, 1665.
Maggi (Carlo Maria). I Consigli di Me Nesi Diz. Nesi (ab. Lorenzo). Dizionario
neghino, il Baron di Birbanza, il Man ortologico pratico della lingua italia
comale, il Falso Filosofo, il Concorso na. Pavia, Bizzoni, 1825.
de Meneghini, Rime. Milano, 17o1. Nov. aut. fior. Novelle di alcuni autori
agal. Oper. – Let dilet. – Let. ateis. fiorentini. Londra, Bancker, 1795.
Magalotti conte Lorenzo. Operette va Nov. aut. san. Novelle di autori sanesi.
rie. Milano, Silvestri, 1825 – Lettere Londra, Bancker, 1796-98. (Cito tomo
dilettevoli. Venezia, 1825 – Lettere e pag. – Ho però scelto da questi scrit
famigliari, ecc. Milano, Silvestri, 1825. tori le sole voci di buon conio e man
Magr. Diz. sac. V. Diz. sac. canti affatto di corrispondenza nei
Man. Vegl. Le Veglie piacevoli, ecc. di dizionari, omettendo sempre i sane
Dom. Maria Manni Venezia, Zatta, 1762. sismi non necessari, come salettiera
Mart. Lett. Il primo libro delle Lettere per saliera e simili, o i franzesismi in
di Nicolò Martelli. Firenze, 1546 – sanesati come soglioso per sucido, ecc.,
(Questo scrittore non fu annoverato o le frasi di mal conio, come Guidarla
fra i testi di lingua dagli Accademici torta e sim., o i dettati men che onesti).
forse, più che per altro, per quanto Ol. Uc. L'Uccelliera, ecc. di Pietro Olina.
disse a pag. 67, 72, 82, 85 e 9o di Milano, tip. Motta di M. Carrara, 1858.
questo suo libro. Egli però fu tra i Onom. rom. Onomasticum romanum del
fondatori dell'Accademia fiorentina Felici. Venezia, Baglioni, 17o5.
che l'ebbe a consolo più volte, ed usa Ors. Mon. Storia delle monete della Re
lingua piana e di buon conio. Anche pubblica Fiorentina data in luce da
la lettera ch'egli scrisse al Firenzuola Ignazio Orsini Accademico Fiorentino,
perseguitato, e che leggesi nell'opere Apatista, ecc. Firenze, Viviani, 176o.
di quest'ultimo a p. 275 e seg. del tomo Pac. Vita e avventure di Marco Paci
II, prova che egli era di merito gran ni, ecc. Milano, Stella, 183o-51 – Si
de, ma tale da non piacere ai più). cita per canti e sestine.
Martig. Met. Martignoni. Nuovo Metodo Pac. Arit. – Div. Prop. Summa de Ari
per la lingua italiana. Milano, 1745 thmetica Geometria Proportioni e Pro
(Quest'opera ignorò o mostrò d'igno portionalità, ecc. Venezia, 1494 –
rare l'Alberti nel promettere la sua Della divina proporzione. Venezia,
Tavola sistematica; e questa poco fe per Paganino dei Paganini, 15o9 (Che
licemente imitò il picciolo Dizionario queste opere siano di fra Luca Pa
sistematico stamp. in Brescia nel 181o). ciolo dal Borgo San Sepolcro, o che
Men. Orig. Menagio Egidio. Origini della da lui siano state involate al pittore
lingua italiana. Ginevra, 1685. Pietro della Francesca pure di quel
XLIXt
borgo, e pubblicate per sue come dice proverbial, ecc. par Philibert Joseph
il Vasari a pag. 56o e 565 delle sue Le Roux. Amsterdam, 175o.
Vite di pittori, e come a pag. 25 della Sacc. Rim. Saccenti (Gio. Santi, da Cer
Div. Prop. pare che questo frate con reto). Rime piacevoli. Roveredo, 1761.
fessi egli stesso, poco monta al mio Sans. Pall. La Villa di Palladio Rutilio
scopo. Esse in ogni modo sono di scrit Tauro Emiliano tradotta per Francesco
tore toscano, e ricche di molte voci Sansovino (fiorentino). Venezia, 156o.
della scienza mancanti nei dizionarj). Sar. Alb. Sartorelli. Degli alberi indigeni
Pan. Poet. – Viag. Barb. Il Poeta di ai boschi dell'Italia superiore. Milano,
Teatro, romanzo poetico di Filippo Baret, 1816.
Pananti da Mugello. Milano, Silvestri, Savj Orn. tosc. Savj (dottor Gaetano).
1817 (Col primo numero indico il Ornitologia toscana. Pisa, 1827 al 1851.
canto, col secondo la sestina) – Viag Scap. Op. Opera di M. Bartolomeo Scappi,
gi in Barberia. Milano, Stella, 1817. cuoco secreto di Papa Pio Quinto. Ve
Paol. Op. Opere agrarie del sac. Ferdi nezia, Vecchi, 16o5 (Dove sta Scap.
nando Paoletti. Firenze,Cambiagi, 1789. Op. fig. intendasi esistere la voce in
Passav. Spec. Pen. Lo Specchio di vera calce alle figure annesse a quell'opera).
penitenza di fra Jacopo Passavanti. Schrev. Ler. Schrevelii Lexicon graco
Venezia, Bortoli, 1741. latinum. Patavii, 1687.
Pauli. Sebastiano Pauli. Modi di dire Som. Men. Sommaruga. Il Meneghino criti
toscani ricercati nella loro origine. co. Almanacco contin. dal 1775 al 1789.
Venezia, per Simone Occhi, 164o. Spad. Pros. P. Placido " Pro
Pecor. Il Pecorone di ser Gio. Fiorenti sodia italiana. Bologna, 17o4.
no. Milano, Silvestri, 1815 (Col primo Stat. Statuta Mediolanensia, 1552.
num. indico il vol., col secondo la pag.). Stat. Par. Statuti dei Paratici (cioè delle
Pelliz. Poes. Poesie in dialetto milanese capitudini dell'arti) milanesi esistenti
di Carlalfonso Pellizzoni. Milano, 1855. nell'Ambrosiana.
Pertus. Rim. Rime milanesi del conte Strat. Dizionario di marina di S. Stra
Franc. Pertusati. Milano, Pirotta, 1817. tico. Milano, Stamp. Reale, 1815-16.
Poes. var. mil. Poesie varie milanesi, Tac. Dav. Ann. – Stor. – Vit. Agr. –
taccuini, commedie di anonimi, ecc. Caus. Perd. Eloq. – Post. Tacito vol
Pol. Ingan. – Diz. Adriano Politi Sanese. garizzato da Bernardo Davanzati, cioè
Gli Ingannati degl'Intronati (La cito per Annali – Storie – Vita d'Agricola –
atti e scene; l'edizione che io posseggo Delle Cause della perduta eloquenza
è senza paginatura e manca del primo – Postille. Venezia, Storti, 1658.
foglio A; mi pare del 1557, e aldina). Tan. Poes. Tanzi (Carl'Antonio). Alcune
Porta Rim. Carlo Porta. Rime milanesi. poesie milanesi ec.Milano,Agnelli, 1766.
Cito l'edizione mia del 1814 (tomo Tar.fir. Tariffa delle gabelle per Firenze.
XII della Collezione delle migliori In Firenze, Cambiagi, 1781.
opere scritte in dialetto milanese), Targ. Ist. – Diz. Targioni Tozzetti (dot
quella di Vincenzo Ferrario, Milano, tor Ottaviano). Istituzioni botaniche.
182 1, quella delle Poesie inedite, Ita Firenze, 1815. – Dizionario botanico
lia, 1826; e per ultimo le Poesie non italiano. Firenze, 18og. -
ABA A BE
a bagni di Pisa i bagnajuoli creavano Abet. Abito – Noi però usiamo la voce
un capo e lo chiamavano Abate(Editto Abet solo in sig. di quella veste od
toscano 12 giugno 1597). assisa con cappuccio che s'indossano,
I cl. I. l
A BO (2) ACE
i fratelli delle confraternite del San Abondanzids v. Bondanziòs.
tissimo o simili. In altro sig. diciamo Abondra. Per tempo. La mattina a buona
Vestii. V. ora o di buon'ora.
Vess scritt in l'abet. . . . . Essere A tutt'abonora. V. Abonorissima.
ascritto a una confraternita. Abonorissima. Per tempissimo (Boccac.
Abet de la Madonna. s. m.pl. Scapolare. Giorn. V, nov. 5.º in principio, e Sac
Abitino di devozione. Si chiamano così chetti II, 11o). Ad assai buon'ora.
due pezzetti di panno attaccati a due Abonoròtta. V. Ora.
nastri da portar appesi al collo in Abordà, ecc. V. Bordà, ecc.
onore della B. Vergine del Carmine. Aborri, ecc. V. Borri, ecc.
Vess scritt in di abet. Aver l'abitino Abòrt. Aborto. Sconciatura.
di devozione. -
Abortì. Abortire – Freggiare(“fior.) si usa
Abezedàri. Abbecedario. Abbiccì; e bass. parlando delle bestie.
Abbiabbè. Libricciuolo col quale s'in Abòzz. V. Sbòzz.
segna l'alfabeto. Abrèj. V. Ebrèj.
Abezée. Abbiccì. L'alfabeto. Abresgé (in). Compendiosamente. Dal fr.
Abièzz. Abete, e antic. Abezzo. Il Pinus En abrege.
abies dei bot. – V. anche Pèscia. Abreviadùra. Abbreviatura – Titolo.
Abiglià. Abbigliare. -
Absénzi. . . . . Liquore assenziato, cioè
Abigliàa. Abbigliato. con infusovi l'assenzio, erba amaris
Abigliamént. Abbigliamento. sima, che è l'Artemisia pontica Linn.
Abilitàa. Abilità. Per es. El gh'ha di gran Abùs. Abuso, e ant. Abusione o Misuso. Mal
abilitàa. Egli ha di molte abilità, di uso – On gran brutt abus. Abusaccio.
molte doti. - -
Sgiaffa.
Abiss. Abisso. Precipizio. Acadèmia. V. Cadèmia.
Abitànt. Abitante. Abitatore – Abitatrice. Acàr. V. Car.
Aboccà. V. Boccà. -
Acasgiò. Acagiù(Targ. Ist. in Cassuoium
Aboccàa. Ad. di Vin. V. pomiferum). Legno bianco dell'ana
Aboè idiotismo per Oboè. V. cardio occidentale di cui si fanno
Abominà, ecc. V. Bominà, ecc. mobiglie. Comunemente però chiama
Abonà. Bonificare. Menar buono, far
no così anche il legno di maogani
buono, cioè mettere in conto i danari vecohio e perciò assai colorito. V.
pagati o il credito che si pretende. Mòghen – Altri confondono sotto que
Abonia. s. m. Appaltato(Zan. Diz.). Chi sto nome qualche altro legno di color
gode dell'appalto(abonament). rosso cupo.
Abonamént. Appalto. Convenzione di pa Accentà, Accèss, Accòrd, Accùsa, ecc.
gare in una sola volta o Pagamento ecc. V. Acentà, Acèss, Acòrd, Acùsa,
º così fatto d'una somma per godere a ecc. ecc.,
te; il che si fa, anche da persone non L'oeuli el sta dessoravia de l'ac
ecclesiastiche allorchè il bambino lasci qua. La verità sta sempre a galla.
temere della vita, o da chi ne ha il Mett acqua. fig. Metter bene tra al
diritto quando per altre cagioni se cuni. Rappacificare, contrario di Giu
n'abbia a protrarre a lungo il bat gnere o Metter legne al fuoco.
tesimo formale. Mojà in l'acqua. Tuffare. V. Mojà.
Dà l'acqua ai praa, a l'ortaja, ecc. Nol ten pù nè vin nè acqua. La
Inacquare. Adacquare. Irrigare. Dare camicia non gli tocca il culo. Non
acqua ai prati, all'orto, ecc. tocca terra. Non può star ne panni, e
El giugarav in l'acqua. Giocherebbe valgono, Egli è in estrema allegrezza.
sui pettini da lino. Egli ha l'asso nel Omm che bev domà acqua. Bevi
ventriglio. Dicesi di chi è appassio lacqua. Astemio.
natissimo pel giuoco. Omm che va sott'acqua. Palombaro.
El sangu l'è minga acqua (che an Perdes o Negà in d'on cugiaa d'ac
che dicesi El sangu el sporg). Il san qua. Affogarsi in un bicchier d'acqua
gue tira. Dicesi del risvegliarsi alcuna o ne' mocci o alla porticciuola. Rom
inclinazione da natural simpatia, so pere il collo in un fil di paglia. Aom
miglianza o congiunzione di sangue. brare o Inciampare ne'ragnateli. In
Fà acqua in barca. Fare acqua. En ciampar nelle cialde o ne' cialdoni.
trar l'acqua per una falla, cioè per Morir di fame in Altopascio o in un
qualche apertura, in barca. forno di schiacciatine o in una nave
Fà on boeucc in l'acqua. Fare un di biscotto o in una madia o in un
buco nell'acqua. Andare per acqua forno di schiacciate cotte.
cql vaglio, e bass. Fare una vescia. Pestà l'acqua in del mortee. Bat
Riuscir male nel proprio disegno. tere o Pestare o Diguazzar l'acqua nel
Fà vedè in che pè d'acqua s'è. V. Pè. mortajo. Fare cosa inutile.
Fà vegnì l'acqua ai dent. Far ve Pian barbee che l'acqua la scotta.
nire l'acquolina in bocca. Pian, barbier, che il ranno è caldo
Gioeugh d'acqua. V. Gioeügh. o il ranno cuoce.
L'acqua la fa marscì i fondament Scappà comè el diavol de l'acqua
o L'acqua l'è bonna de lavass i pee. santa. Fuggire come il diavolo la croce.
L'acqua rovina e rompe i ponti. L'ac Scriv in l'acqua. Seminar nell'arena.
qua fa marcire i pali. Così dicono i be Sincer comè l'acqua del Lamber.
vitori di vin pretto, come per dannar V. Làmber.
ACQ (5) ACQ
Stà dessoravia de l'acqua. Galleg Andà o Vess tutt in d'on'acqua. Tra
giare. Stare a galla. sudare. Esser tutto molle di sudore.
Stà lontan come el dianzen de l'ac Stillarsi dal caldo.
qua santa. V. sopra Scappà. S'cioppà l'acqua..... Nelle incinte
Tirà l'acqua al sò molin. V. Molin. prossimissime al parto dicesi dello
Trà foeura l'acqua de la barca o sgorgare l'acque dell'amnio, che è
di foss. Aggottare. una delle tuniche nelle cui acque
Trass a l'acqua. Scorrere la caval nuota il feto. Sgorgar le acque dice
lina. Darsi buon tempo. Ruggieri nel Diz. di chirurgia. Il Voc.
Vegni, a l'acqua ciara. Vedere in di Bologna registra l'Acqua dell'am
quant'acqua si peschi. Cavar la volpe nio e l'Acido amnico.
fuori della buca. Vegni foeura l'acqua d'ona vessi
Venna d'acqua. Rampollo. Vena. ghetta. Scoppiare una bollicina acqua
Vess dò gott d'acqua. V. Gótta. fuola.
Vorè rivà a l'acqua ciara. Voler Vegni giò l'acqua di ceucc. Uscir
vederne l'acqua chiara. acqua dagli occhi, cioè uscirne l'u
Acqua. Pioggia. Acqua piovana o di mor lagrimale.
pioggia. Piovana ass. Vegni l'acqua ai ceucc. Imbambolare.
Acqua de vilan che la passa el ga- | Acqua. Acqua in senso di acqua artifi
ban. Acquerugiola. L'acqua assuppa
ciata o liquore cavato da erbe, fiori,
viddani dei Siciliani.
ecc. per infusione, distillazione, ecc.
Ciel ross, o vent o acqua. V. Ciél. Acqua amara. . . . . Così chiamasi
El sol sui oliv, l'acqua sui ciapp. ogni acqua in cui siano infuse una o
V. Olìva. più erbe amaricanti, che si dà a bere
Gioven come l'acqua. V. Gióven. per rimedio. In Toscana usano Acqua
L'acqua dopo san Bartolomee l'è di vette così detta antonomasticamente,
bonna de lavà i pee. V. Bartolomée. e vale Acqua di vettarelle, cioè di
La prima acqua che ven l'è quella ramuscoli d'arancio.
che bagna. Ogni acqua (lo) immolla. Si Acqua caffettada . . . . Acqua con
dice di chi è in istato che ogni mi infusione di caffè.
nima cosa gli dia il tracollo. Acqua con l'asée. Acqua acetata.
La prima acqua d'agost la porta Bevanda d'acqua mista ad aceto.
via on sacch de pures e on sacch de Acqua cont el mel. Idromele. Acqua
mosch. V. Agost. melata.
Quand el só el se volta indree, Acqua d'acetosa. V. Acetosa.
la mattina l'acqua ai pee. V. Só. Acqua d'agher de zeder. P. Agher.
Quand l'acqua la fa sonaj, torna Acqua de Cològn. Acqua di Colonia.
indree, mett giò i strivaj. V. Sonàj. Acqua de fambròs. Acqua di lam
Stà-sù l'acqua. V. Stà. poni(Gher. Enc.).
Acqua. Acqua in sig. di Orina. Acqua de la barba. Ranno. Quel
cºvº l'acqua. Cavar l'orina. l'acqua calda con cui s'insapona la
Dà l'acqua ai oliv o Trà via on poo barba per raderla.
d'acqua. Far acqua. Orinare. Acqua de la reginna. Acqua della
Acqua. Acqua. Limpidezza nelle gioie – regina(Min., Voc. un.). Spirito di vino
Sto diamant el gh'ha ona bell'acqua. stillato con ramerino e fior d'arancio.
Questo diamante ha una bell'acqua. Acqua de limon. Limonea.
Acqua. Acqua. Umore del corpo dell'a Acqua de malba. Acqua malvata?
nimale; sudore, sierosità; ecc. Acqua de marenn . . . . . . Acqua
Andà in acqua. . . . . . Dicesi di con conserva di marasche.
una torta di latte che per aver dato Acqua de milafloeur. Acqua di mil
un bollore si dissolve in acqua sie lefiori (Magal. Od.).
rosa, e simili. Abbiamo nei diz. An Acqua de ròs. Acqua rosa o rosata.
dare in broda; forse potrebbesi per Acqua de sparti. V. Acquafòrta.
analogia dire Andare in acqua. Acqua dolza. Acqua acconcia.
ACQ (6) ACQ
Acqua d'orz. Orzata. Bevanda di Acquaroeü. V. Acquiroeü.
orzo cotto, -
coso di tre lire o Qualche tre lire. In agher de zeder. fig. V. Zéder.
Vegnì ben on afare. V. Vegni. Aghi (i). s. m. pl. . . . . . . . Nome che
Aſarètto. Affaruccio. Interessuccio. Fac si dà a quella rotella d'ottone in
cenduola. Affare poco importante. cui sono le varie puntine d'oro cor
Afaròn. Grande affare, cioè d'importan rispondenti ai vari gradi di bontà che
za o di lucro – Affaraccio è pegg. hanno ad avere le monete. Di questi
Aféda. Affè di Dio. Per verità. Affededieci. aghi, detti toucheaux dai Francesi,
Afettàa. Affettato. si servono i saggiatori di zecca per
Afin. Aveghen mai afin o aſfin. V. in Fin. saggiare le monete.
Afittànza. Affitto. Allogagione; e con v. Agitàa. Agitato.
for. Locazione. Fra noi dicesi de soli Agitazion. Agitazione.
poderi di campagna. Agn. v. cont. Anni. V. Ann.
Afond. Profondo. Agnàa. Agnato.
A forziòri. V. Forziòri. Agnavùn. v. cont. br. Ognuno.
Africa. Africa. Affrica. Agnèll. Agnello. V. Bè.
Animal de l'Africa. fig. Animalone. Ogni agnell gh'ha el sò prajell. V.
Animalaccio. in Cavagnoci.
Africànna. Ad. d'Uga. V. Agnellin. V. Berin.
Afrónt. Affronto. Adontamento, oltraggio. El signor el creja l'agnellin cont
Agata. Agata. Pietra preziosa nota. el sò pascolellin. V. in Cavagnocù.
Agént. Agente – Amministratore. Agnésa. Agnese. Nome proprio – Il Lasca
Agenzia. Attoria – Amministrazione. nella Gelosia scrive sempre Agnesa.
Agevolèzz(Usà di). V. Cortesia. A sant'Agnesa corr la luserta per
Aggio. T. comm. e monet. Ricrescimento la scesa. . . . . . Vale che di gennajo
(Orsini Mon. p. xv11), con voce mo incomincia talora a raddolcirsi la sta
derma Aggio; e corrottamente Agio. gione.
Avegh aggio. Ricrescere(Orsini ivi). Agnus o Agnùss o cont. Agnussìn. Bre
Aggio(Dà). Dare agio. Dar campo. ve. Brieve. Piccolo involto con entro
Aggiònt. Aggiunto. reliquie od orazioni che portasi al
Aggiustadór. V. Giustador. collo per divozione. Francesi e Pro
Aggresgià. v. a. Affrettare, e ant. Avac venzali dicono Agnus in questo senso.
Ctare. Il Coltellini, traducendo il Dizionario
Agher. s. m Agrifoglio. Alloro o Lauro dei culti religiosi dal francese, usò
spinoso. Pianta non rara nelle nostre Agnusdei, voce che leggesi anche nel
colline che è l'Ilex aquifolium de bot. Naso di Guadagn. sest. 6 e in alcune
In città la diciamo com. Lavor che Novelle di altri scrittori toscani.
spong; ma gl'impiallacciatori, i tor Agón. Agone. Pesce noto che è il Cypri
niaj, ecc. la dicono Agher; i contadini nus agone di Scopoli. Se non erro, è
la dicono Bruscon e Lavor salvadegh. detto Stacchetta appena nato, Antesin
Agher. s. m. Lo stesso che Acqua d'agher novellino, Agon adulto.
de zeder. V. Agher de zeder. Cott come on agon. V. Còtt.
Agher. ad Agro. Fà la mort di agon: V. Mòrt.
Pù agher di limon. V. Limón. Agonin. Agoncino.
Agher. Vetrino. Aggiunto di metallo cru Agord. Copioso. Buono. Grosso. Vantag
do, che è di frattura granulare. giato. Avvantaggiato. Esuberante. Ag
Agher bianch o de montagna. Acero giunto dimostrante grande, oltre il
fico o falso o bianco. Testucchio quer mediocre, maggiore dell'ordinario,
cino. Bell'albero che è l'Acer pseudo superiore alla giusta misura. Per es.:
platanus dc bot. Pes agord. Buon peso. Negozi agord.
Agher de zeder. Agro di cedro – Agro Negozione. Buon negozio – E da no
di limone acconcio e bollito con zuc tarsi che i diz. hanno il sostantivo
chero, ecc. On àgher o vero On'acqua Ingordezza e l'aggettivo Ingordo in
l'ol. I, 2.
AJ ( Io ) AJD
significato alquanto affine riferiti che Coronna d'aj. Resta d'aglio.
siano a prezzi, pesi, misure e simili Fà mangià aj. ſig. Far mordere o
quando sono troppo rigorosi ed ecce rodere il freno o le mani o i chiavi
dono il giusto e 'l convenevole. stelli. Muovere a collera, ad ira.
Agóst. Agosto – V. anche Faravost. Mangià aj. fig. Rodere o Mordere il
La prima acqua d'agost la porta freno o le mani o i chiavistelli. Rugu
via on sacch de pures e on sacch de mare. Stiacciare come un picchio. Vale
mosch . . . . . E vale che la pioggia aver grand'ira e non poterla sfogare.
agostina rinfresca in un subito l'aria. No se compra on coo d'aj con cent
Agostànna. V. Ostànna. cuntee. Un sacco di pensieri non paga
Agozzin. Aguzzino e idiot. Auzzino, Lauz mai un quattrin di debiti. Dicesi per
zino. Noi però conosciamo questi no modo di consolazione a chi si affligge,
mi, più che nei sensi positivi di guar o da chi non vuol prendersi fastidio
daciurma o guardaschiavi, in quello dei debiti.
traslato di chi abbia per costume il On cozzin d'aj. Un aglietto. L'aglio
percuotere malamente chiunque gli è che incomincia appena ad essere ca
soggetto – Il Zan. Diz. registra queste pitato e spicchiuto.
voci per Uomo crudele, tiranno. Tutt i coss vegnen a taj, finna i
Agra (che anche dicesi Majèstra). . . . . ong de perà l'aj. . . . Vale doversi te
Il siero rappreso che avanza alla ri ner conto d'ogni minima cosa perchè
cotta, e che posto in una tinozza si Ogni prun fa siepe. Ogni acqua immolla.
lascia inacidire e si serba specialmente Vatt a fa impieni el cuu d'aj. Va'
per fare i così detti mascherponi. in malora. Va al barone.
Agràff. Affibbiaglio. Fermaglio. Dal fr. Aj de lòſf. Cipollaccio. Cipolle canine
Agraffe. o di serpe o selvatiche(Matt. e Targ.).
Agramàn. Agrimani al pl. (Adimari Sat. II V. Ajoeù.
p. 57, e Tariffe fiorentine). Dicesi di Aj de loſ (altro). Latte di gallina. Pianta
una sp. di galloni traforati a merletto bulbosa, comune nei campi e negli
che usavano già le donne nelle loro orti, che fa il fiore candido interna
vesti e i ricchi in sulle tappezzerie. mente e verde al di fuori. È l'Orni
Agramàn. Cortesia. Piacere. Dal franc. thogalum umbellatum dei bot.
Agrement. Aj matt.... L'Allium angulosum dei bot.
Agravàa. Aggravato. Aj scialò. V. Scialò. -
di vimini che si mette nella cuna ai Arciduchessinna ... ... La figlia dell'ar
bambini per difenderli. Nelle culle di ciduca fin che è ragazza, e così
ferro è detto più com. Boffètt o Bof Arciduchin . . . . . Il figlio dell'arciduca.
fettin. V. Arciprét. Arciprete. -
circa cento crimi di cavallo, col quale Arcoi s. m.pl. Lo stesso che Falcor. V.
si suona la viola, il violino, il bas Arcón. T. de Fornaj. Arca. Quella specie
setto ed altri strumenti da arco. di gran madia in cui tiensi il pane
Sedol. Setole = Becch. Nasello. – cotto o la farina. V. Marnón.
Impugnadura. Bietta. Arcòva. Arcòa. Alcòva. Alcòvo; e talora
Archètt. T. d'Agric. Mergo. Così chia anche Camerella? -
masi quel tralcio di vite che, a modo Ardént. Ardente. Veemente. Violento. Fie
d'arco, mezzo si lascia sotto, e mezzo ramente commosso. -
Vol. I, 5
A RG (34 ) ARI
Arèlla. Graticcio. Canniccio. Dicesi da cialmente nelle cave di Viganò ove è
alcuni fra noi alle tavole da bachi detta anche Sass argentin e Cornetton
più com. chiamate Tavol per i cavalér. bianch – La Pietra serena dei Toscani
Arènna (e più com, fra gl idioti la Ren è affine a questa nostra arenaria che
na). Arena. Anfiteatro. Questa voce en è una vera Pietra cerulea plumbea o
tra anche a comporre il nome d'una plumbaria – V. anche Moléra.
contrada della nostra città, cioè Via Argentin. sost. m. T. de Coronaj. Sal
renna, così detta perchè antichissima taleone. Filo. Quello in cui s'infilano
mente ivi era un arena. le avemmarie, i paternostri, ecc. di
Arént (e cont. Aprocùv). Rasente. Presso. una corona. Alcuni fra noi lo chia
Appresso. Da presso. Vicino. Da vicino; mano anche Fil de Bologna.
e con v. a. dis. A randa. A randa a Argentin. ad. Argentino. Arzentino –
randa. Pare sincopato da Aderente. Vos argentinna. Son argentin. Voce
Ares. v. cont. Làrice. V. Làres. argentina. Suono argentino – Color
Arèst. Arresto. Presura. Cattura. argentin. Colore argentino.
Arestà. Arrestare. Staggire. Catturare. Argentviv. Argento vivo. Mercurio.
Arestàa. Arrestato. Staggito. Catturato. Avegh l'argentviv adoss. fig. Aver
Arètigh. Idiotismo per Erètegh. V. l'argento vivo addosso; e parl. di fan
Aretràa. s. m. pl. Arretrati. Frutti de ciulli anche Essere un nabisso, un
corsi e non pagati, i Reliqua latini. frugolo, cioè non istare mai fermo.
Aretràa (Vess in ). . . . Avere di molti Il Morelli nel suo Gentiluomo istruito
conti, di molti lavori o di molte scrit usò Essere mercuriale in questo sig.,
ture che aspettano spedizione; averle, e l'Alb. enc. notò la frase, ma essa
per così dire, buttate dietro le spalle. mi sembra poco felice.
Argàn o Argànt. Lume argan (*ſior.). Spe Arghen. Argano. Ve ne sono d'orizzon
cie di lume così detto, io credo, dal tali e di verticali, quello della prima
– nome del suo inventore. specie mi si assicura detto volg. in
Arganin o Argantin. Dim. d'Argàn. V. Toscana, e spec. a Lucca, Omo morto.
Argen. P. Argin. - Voreghi argin per fà quajcossa. fig.
Argenin. . . . . Il ciglione delle porche Volerci gli argani a far checchessia.
nelle risaje, e la ripa dc fossatelli dei (Fag. Mar. alla moda II, 1). Far chec
i prati marcito). chessia tirato coll'argano o a forza
Argént. Argento. d'argani. -
Aria! Sgombra! Esclamazione colla quale Ariètta. Aura. Auretta. Zefiro. Favonio -
ordiniamo altrui che ci esca d'attorno. Gh'è sù on'arietta fresca fresca. Brez
Aria met. Albagia. Superbia, Boria. Fa zeggia.
sto. Spòcchia. Soffioneria. Altura. Fava. Ariètta. T. mus. Arietta. Dim. d'Aria.
Fummo. Muffa. Vanagloria. Baccale Ariettinna. Zefiretto.
ria. Chiella. - Ariettinna. T. mus. Ariettina.
Avè de l'aria. Stare in sul mille. Arièzza. Lo stesso che Aria nel senso
Aver gran fava. Aver della chiella, metaforico. V.
cioè aver albagia, boria, fasto. a Merda ai vost ariezz,
Bassà o Mett giò i ari. Chinar le corna. » Marcanaggia pajasc de forestée,
Dass de l'aria. Imporla troppº alto. m Fénela sta reginna di ſinezz,
Fà dà giò o Fà calà o Fà balcà i ari. » Andénn foeura di pee. »
Cavare il ruzzo del capo. Cavare il ruz (Porta Rime.)
zo. Sbaldanzire. Far chinare le corna. Arion. T. mus. Arione. Aria accompagnata
Far abbassare il cimiero o la cresta. da piena orchestra e di grande effetto.
Vale fare star a segno e in cervello. Arios. Arioso. Stanza ariosa Stanza ariosa.
Vess sui ari. Imbaldanzire. Imbaldi Arios. Fummoso. Vanaglorioso. Superbo.
re – Esser baldo o in ruzzo. Borioso. Fastoso.
Aria. T. mus. Aria. Arios. Arioso (Grazzini nella Gelosia).
Aria de baull . . . . Aria prediletta Scialoso.
da un cantante ch'e vorrebbe intro Aristocràtegh. Aristocratico.
dotta in ogni spartito ancorchè im Aristòtel.Aristòtile. Nome di filosofo notis.
pertinente, l'aria per così dire inter El dis Aristòtel: se te poeil avè
calare di un cantante. Il Diz. di mu del ben, tòttel. Sciocco è chi non dà
sica la chiama Aria di baule – V. al pallon che balza (V. il testo del
anche Quaresimal. l'Allegri in Pallone). Fortuna dà e
Aria de bravura. Aria di bravura. toglie. Bisogna còrre la rosa per tempo.
Quella per la quale il cantante può E vale per modo consigliativo a non
dare saggio brillante della voce e del si lasciar scappare di mano ie occa
l'arte che possiede. sioni di buona sorte,
ARM (37) ARMI
Aritmètega. Arimmetica. Aritmetica. Port d'arma (cl) . . . . . La polizza
A rivà. V. Rivà. che dà licenza di portare le armi.
Chi tard ariva el malann le allog Renonzià i arma a san Giorg. Rinun
gia. V. Malánn. ziar l'armi a Giove (Lippi nel Malm.
Arizzón. Ricciaja. Certa acconciatura st. 54, cant. 1).
de” capegli, così detta forse dal volg. Arma. Stemma. Arma.
Herisson dei Francesi. Castell, aquila e leon l'è arma per
Arla o Ara. T. de'Manisc. Travaglio. tutt'i canton. V. Aquila.
Ordigno in cui mettonsi le bestie fa Fà arma visconta. Andare a spina
stidiose e intrattabili per medicarle pesce, a onda, a croscio, barcolloni,
o ferrarle. barcollone. Barcollare. Tracollare. Ba
Arlecchin e Arlecchin batòccio. Arlec lenare. Ondeggiare. Traballare. Ten
chino. Zanni. Trappolino. Mezzettino. tennare – Gaspare Gozzi disse Cam
Truffaldino. Nome d'una maschera no minare come si dipingono le saette.
tissima. – Lo stemma gentilizio dei nostri
Parì on arlecchin. Essere una figura Visconti, cioè la biscia a zigzag col
da cembali. Essere ridicolo. fanciullo ignudo, ha dato luogo al
Tappée a l'arlecchinna. V. Tappée. dettato milanese.
Vestii d'arlecchin. fig. . . . Abito Arma (che anche dicesi Armella o Ar
ridicolo o per varietà eccessiva di co metta e al plur. i Armi o i Armei).
lori o per troppi fronzoli o per es Seme. Granello. Nell'Alto Milanese,
sere disadatto o male indossato. e spec. in Brianza, si dicono Armi i
Arlecchin. Mascherina. Arlecchino(*ſior.). semi teneri delle cucurbitacee, i quali
Giardino(*rom.). Spezie di sorbetto nel Basso Milanese diconsi Gandollitt
che trae il nome dalla varietà del co (de zucca, de cocumer, de melon,
lori che vi si veggono per essere com d'inguria), a differenza degli ossi o
posto di due o più gelati diversi. nuclei delle frutta che in tutto il
Arlecchinàda. Scalata. Lazzo. Gesto da Milanese, e quindi anche in Brianza,
arlecchino. (frivola. diconsi Gandoll. V. Qualcuno, per
Arlecchinàda. Zannata. Cosa da zanni, quanto ne fui assicurato, fa distin
Arlecchinàda. . . . . Mascherata di ar zione fra Armèll e Armètt, assegnando
lecchini. il primo nome ai semi di popone,
Arlecchinna. Ad. di Erba. V. cetriuolo, ecc., e riservando il se
Arlia. Ubbia. Opinione superstiziosa. Su condo ai semi di zucca esclusivamente.
perstizione. Follia. Forse da Ariolo (v. Armà. Armare.
or. lat. IIariolus) che vale Indovino; Armà bulia. V. Bùlia.
e ognuno sa come chi fa professione Armass de santa pazienza. Armarsi
d'indovino non può lasciare d'esser di sofferenza o di pazienza.
spacciatore di follie e superstizioni. Armàa. Armato.
Avè domà di arlij. Essere ubbioso. Vess armaa come on can o come
Arma. Arme. Arma, e al pl. Arme e Armi. on sbirr o come on lader o come on
A l'arma a l'arma. All'arme. Il san Giorg. Esser armato di tutto punto»
grido che si fa per dare all'arme. e sch. Aver tutta Brescia addosso.
Arma bianca. Arma bianca. Armàa. Ad. di Trav. V.
Arma de fough. Arma da fuoco. Armàda. sost. f Esèrcito.
Arma de taj. Arma da taglio e Ar Armàda. Ad. di Cadréga. V.
ma da punta. -
Armàda (A man). Arnata mano.
Bassà i arma. Porre giù l'arme. Armadùra. Ponte. Bertesca. Palco su cui
Arrendersi. stanno i muratori a murare e i pit
Per onor di arma. Per onor di lettera. tori a dipingere. Se è volante, dicesi
Per apparenza, per riguardi sociali. Grillo – V. anche Pont.
Piazza d'arma. . . . . Noi diciamo Armadùra. Armatura. Armato. Fortezza
così al Campo da esercizi militari – d'un lavoro; sostegno di manufatture.
Piazza d'arme nei diz. vale Castello. Mett l'armadura. Armare.
ARM (38) A RN
Toeù via l'armadura. Disarmare. Armètt. V. Arma (seme). (lizio.
Armadùra. Armatura. Armadura. Centi- | Armètta. Armetta. Piccolo stemma genti
natura. Armètta. Nome che alcuni danno a quella
Armadùra. Cavallatura. V. Cavriàda. moneta francese che è detta più co
Armadùra di ret. Armadura. munemente Luis. V.
Armafodritt. Ermafrodito. Maschifemmina | Armi. V. Arma (seme).
Armàndola. Mandorlo. Albero che pro- | Armiroeù. Armajuolo. Fabbricatore o ven
duce le mandorle; l'Amygdalus com ditore di armi. Oggi noi diciamo com.
munis dei bot. Armiroeit; in passato dicevasi Armoree,
Armàndola. Mandorla. Mandola. Frutto e n'è fede il nome volgare odierno
del mandorlo. Ne sono di dolci e di di quella contrada che pure è scritto
amare; e di più specie, cioè Man degli Armorari, e nella quale erano in
dorle di santa Caterina o della Cate antico gli armajuoli propriam. detti.
rina o della Catera, M. gallette, M. Il Diz. d'artig. suddistingue l'arma
grosse nostrali, M. maggiori di tutte, juolo in varie classi secondo le varie
e M. premici o stiacciamani. operazioni che per la fabbricazione
Armandola la perlinna. Mandorle o riparazione delle armi vengono af
arrostite? Mandole confettate(*fior.). fidate a particolari artefici nelle fab
Mandorle tostate (dice poco ital, l'Alb. briche d'armi grandiose. Ed oltre al
bass. in Praline). Mandorla fatta ab Brunitore, al Gettatore, al Rassettatore,
brostire nello zucchero. al Trapanatore, al Torniajo, artefici
Armandola armellinna o d'armelin. di notoria denominazione e incum
Mandorla piccola amara. benza generica, annovera l'Arrota
Armandolètta. Mandòla. Sp. di liuto con canne (cioè colui che sgrossa e as
sedici minuge binate, più panciuto sottiglia alla ruota le canne), il Bac
del mandolino. V. Armandolin. chettiere (che fa le bacchette), il Ba
Armandolètta. T. de Past. Semolino. jonettiere (che fa le bajonette), il Di
Semoletta. Ghianderino. Sorta di pasta rizzatore (che dirizza le canne), il
ridotta in granellini piccolissimi, che Fabbro degli acciarini, quello delle
cotta si mangia in minestra. canne, quello dei fornimenti, l'Incas
Armandoletta bianca. . . . . . Il se satore (che fa le incassature per
molino di pasta schietta. l'armi da fuoco, e le monta in esse),
Armandoletta gialda ... Il semolino il Limator degli acciarini, lo Spadajo,
di pasta zafferanata o di pasta d'uova. e il Vitatore (che fa le viti alle canne).
Armandoletta (a). A mandorla. Dicesi di | Armistizi. Armistizio.
lavori, ricami, ecc. ammandorlati. Armònega. Armonica(Diz. mus.).
Armandolin. Mandolino. Sp. di mandòla Armònega a mantes ..... Strumen
che tra noi ha sei corde e suonasi tino da fiato, per lo più da fanciulli,
con pennuzza o taccone. fatto a forma di soffietto, che mosso
Roeusa. Fiore. Rosa – Captast. Cor come quello manda un suono pasto
diera. Ciglietto. Capotasto = Tastadura. rale alquanto melanconico.
Tastiera e Scagnell. Ponticello - Ca Armònega sempia ... Strumentino
dènn. Anima. da fanciulli, diverso nella forma e
Armaria. Armeria. Arsenale. simile nel suono al suddetto, il quale
Armelin. Armellina, ed anche Armellino si suona a bocca come la ribela (zan
o Ermellino. Pelliccia preziosa che si fòrgna).
trae dal quadrupede d'ugual nome, Armonia. Armonia – Più comunemente
cioè dalla Mustela herminea Lin. Col noi usiamo Armonia per Concordia:
nome solo d'Armelin i nostri pellic per es. Andà de bonna armonia. Es
ciaj intendono la pelliccia d'ermellino sere a un animo. Essere concordi.
bianco, e con quello di Armelin chines | Armorée. V. Armiroeu.
la listata di nero detta di Boronsky. | Arnés. Arnese.
Armelin. V. Armàndola. Avè semper i socu arnes a l'orden.
Armèll. V. Arma (seme, granello). Aver sempre ago e filo.
A RS ARZ
(39 )
Arnica. Arnica. L'Arnica montana L. detta Arsonà. T. de Cappell. Battere all'arco.
Arsùra. Arsura. Ardura.
anche da alcuni Tabacch de montagna.
Arpa. Arpa. Arpe, e al pl. Arpi. Stru Artefàa. Artefatto.
mento musicale noto di più specie, co Artesàn. Artiere. Artigiano. Artegiano.
me Arpe scempia, A. doppia, A. d Eolo, Artefice. No gh'è che artesàn. Non v'è
Arpanetta, Arpinella, Arpone, ecc. che gente artiera. Hin tutt tosann d'ar
Cologna. Colonna-Bordion di pedal. tesan. Sono tutte fanciulle artigiane.
Vergucce dei pedali = Corp. Corpo – Artètica. Ad. di Gotta. V.
Tavola armonega. Animella? e Sordin Articiòcch. Carciofo. Carciòfano. Boccia
na. Sordina = Mésola. Arco = Biroeü. edule del Cynara scolymus Lin. Anche
Pironi = Zappett o Zoccolitt. Semituoni i Francesi dicono Artichaut, e i Tede
= Captast. Capotasti = Bottonitt. Bot schi Artischocke – La pianta del car
toncini – Mecanismo. . . . . - Mastèll. ciofo ricoricata dicesi Gobbo – L'Ario
Piede?(Cuvette fr.) e Pedàl o Pedaler. sto, forse pel solo bisogno di rima
Pedali = Pè o Pescitt. Peducci ? sdrucciola, usò anche Carciòfola, vo
ce comune nella Bassa Italia.
Arpegà. Erpicare. Spianare coll'erpice.
Arpégg. Arpeggio. Articiòcch de scimma Carciofo vet
Arpeggià. Arpeggiare. tajuolo. Pedone(“rom.).
Arpia. fig. V. Avarón. Articiòcch fioron. Carciofo mador
nale? È il carciofo nostrale decuma
Arpin. V. Ghitàra a arpin.
Ars. Voce usata nelle seg. frasi: no, di foglie più consistenti, di calice
Ars de la sét. Assetato. Assetatissi più grosso e di picciuolo più edule.
mo. Assetito. Che pate l'arsione o Articiòcch. fig. Babbione. V. Badée.
l'asciugaggine della sete. Articiocchéra. Carciofaja. Carciofoleto.
Avè la bocca arsa. Aver l'asciugag Luogo piantato di carciofi.
gine in bocca. Aver la bocca asciutta Articiocchin. Carciofino. Dim. di Carciofo.
Articioccon. Accresc. di Articiòcch. V.
come una pomice.
L'ars el cria adree al brusaa. Lo Articol. Articolo.
sbandito corre dietro al condannato. Articol. . . . . Nelle gazzette e ne fogli
La padella dice al pajuolo: Fatti in letterari si chiama così ogni scrittura,
là, che tu mi tigni. Dicesi ad uno che breve o lunga che sia, la quale tratti
riprenda altri d'alcun vizio del quale di una sola materia.
sia macchiato egli stesso. Articol si usa anche da noi in questi
Arscionàa. T. de Barcaiuoli verbanensi. modi: Articol sonitt l'è el sò; Arti
Cerchj del copertino della barca (così col scriv stemm maa; Articol fianch
l'Alb. enc. e lo Strat. in Copertino). stemm bcn. In quanto a sonetti è nella
V. anche Scérsc e Scerscèll. sua beva; Per rispetto allo scrivere ei
Arsenàl. Arsenale. vale poco; A fianchi sta bene.
Avegh adoss l'arsenal o l'arsenal Articolètt. . . . . Scritturetta breve di
de Venezia.... Avere un monte di gazzetta o di foglio letterario.
roba indosso, e dicesi di vesti , ori Articolon. . . . Lunga, e talvolta anche
e simili che abbia intorno una donna - o pedantesca o magistrale scrittura
le quali cose diano nel troppo. di gazzetta o di foglio letterario.
Arsènegh. Arsenico. Artifizial. Ad. di Foeigh. V.
Arsgiàn. Danaro. Corr. dall'Argent dei Artigliaria. Artiglieria.
Francesi. Diciamo pure corrottamente Artista. Artista. Chi esercita le arti del
dal franc. Arsgian fa tò. Il danaro disegno. Così noi esclusivamente; tal
è il nervo d'ogni faccenda. volta lo estendiamo anche a coreo
Arsón(con s dura). T. de' Cappel. Arco. grafi, maestri di musica e virtuosi.
Quell' ordigno con cui si accordella Artista per Artesàn. V.
o sia sfioccasi il pelo da far cappelli. Arùsc. V. Rusc.
Non simiglia male a un archetto da Arvi. V. Dervi.
violino. La sua corda si dice canterel Arzàdegh. Arzagola. Arzàvola. Anatra
la. Dal fr. Argon, Argonner, Argonneur. marzajuola. Uccello di color bianco
ASA (4o) ASC
mischio ch'è della famiglia di quelle Asa. Bandella. Lastra di ferro, inchiodata
anatre che noi chiamiamo Garganèj, o invitata nelle imposte degli usci e
ed è l'Anas crecca degli ornitologi. delle finestre, la quale finisce in un
Arzèlla. Nicchione. Nella cupola interna anello che, impernato mobile sul gan
di varie chiese le figure dei quattro ghero, dà modo all'uscio di sosten
evangelisti sporgono spesso fuor di tarsi e girare.
quattro nicchioni (arzell). As o Asett e rampin. fig. Lo stesso
Arzèlla. Guscio. Nicchio. Conca. Conchi che Sciampa de gajnna. V. Sciampa.
glia, e dottrin. Valva. Quella cortec Mett as e rampin. fig. Menare il can
cia calcarea in cui vivono e dimorano per l'aja. Mettere in musica. Porre diffi
abitualmente que vermi che chiaman coltà o impedimenti: mandare in lungo.
si Testacci appunto da questa loro Asa. Laccetto (*fior.). Maglietta. Ganza
specie di casa che i Latini dicevano (“lucch.). Quel nastro che mettesi alla
Testa – Noi chiamiamo specialmente sinistra davanti del cappello a tre
Arzella ognuno dei due gusci ne quali pizzi, entro cui si pone la coccarda.
si divide il nicchio dei testacei bivalvi, Asa per Antènna. V. in Vèll.
ma per estensione intendiamo sotto Asàa. Ad. di Grópp. V.
quel nome anche ogni altra specie di Asca. Senza contare . . . . . Oltre. Giunta.
nicchio, e vedendo per es. sur un Di più. Per es. El gh ha mila lirasca
camminetto lepadi, telline, turbini, i provecc. IIa mille lire e i provecci
echini, murici ivi posti a galanteria giunta. Senza dir de provecci ha mille
diremmo Oh quanti bei arzell! Solo lire. Ha mille lire e oltracciò o per
dei gusci delle chiocciole e delle ostri di più i provecci – Dal latino Absque
che (unici testacei ben noti a noi come dice, non senza apparenza di ragio
mangerecci) non diremmo Arzèll, ma ne, il Var. mil.
Guss – I nostri fanciulli chiamano Ascadisc. Pigro. Poltrone.
anche specialmente Arzella la Tellina Ascàss. Avventurarsi. Osarsi. Ardirsi. Ar
cornea e il cosiddetto Nicchio dei pit rischiarsi. V. Volzà.
tori, ma non mai l'Arsella dei diz. Ascendént. Voce usata nella frase
ital. che è la Chama la vis d'Aldro Avè on gran ascendent sora vun.
vandi detta anche Jàttola. Aver ascendente sopra uno, cioè po
Arzèlla . . . . . Pastiglia medicinale così tere molto sul di lui animo, domi
detta dalla sua forma che si assomi narne la volontà, avere superiorità
glia a quella d'un nicchiolino. sul di lui spirito. Comic. Avere dato
Arzellinna, Nicchiolino. Dicesi di quelli la zampa della botta ad alcuno.
che si legano in anella; e fra noi an Fà on gran ascendent. Venire in
che di certi dolci foggiati a nicchio. istato. Crescere di posto, di dignità.
Arzellònna. Nicchione. Ascendònica. T. di St. Ascendònica. Ca
Arzij. v. br. Mugherino. Mi è sembrato rattere da stampa che sta di mezzo
il fiore del Lilium convallium de bot. fra il Testo e la Palestina. I Fr. lo
Arziprét. Arciprete. chiamano Petit-Parangon.
Fà l'arzipret. fig. Far lo gnorri. Ascètta. Matassina.
V. Indian. Ascia. Matassa. Certa quantità di filo,
Arziroeü. T. de Forn. Ardenti. Pezzuoli seta, lana, e simili che si avvolge sul
di legno accesi alla bocca del forno l'aspo o sul guindolo per dipanarli –
per servir di lume all' interiore. Molti Accia, secondo i dizionari, significa
dicono anche Lusirai – Il Facchiaro soltanto Termine collettivo dei filati
delle ferriere è in qualche modo un'al o de tigli da filarsi, cioè lino, stop
tra specie di Arziroeit. pa, ecc., a quel modo che Civaje
As.T. de Ferr. Anclli. Quei ferri nei quali comprende fagiuoli, fave, ecc. -
cntra il bastone d'un chiavistello. Il capo della matassa onde s inco
Asa. Cappio. Annodamento che tirato mincia a dipanarla, e che le serve di
dall un de' capi
si scioglie. legame, dicesi Dandolo. I . anche in
Fà gropp e asa. V. Gropp. Strigòzz.
A SE (41 ) A SE
Ascia ingarbiada.met. Matassa scom Mett i penser sul barl de l'asee.
pigliata o imbrogliata. Matassata. Vi Attaccare i pensieri alla campanella
luppo. dell'uscio. Non darsi pensiero, non
Cattagh l'ascia. Rinvergare la ma curarsi di cosa al mondo.
tassa. Trovare l'inchiovatura o la stiva Mett sul bari de l'asee. fig. Ad
o il filo. Trovar il bandolo della ma dormentare checchessia, cioè non ne
tassa. Trovar la via, il modo, il verso parlare altro; ed anche Far il pianto a
in checchessia d'intrigato; trovar il checchessia. Dar una cosa per perduta.
fondamento di una cosa. Negoziant d'asee. Acetaro? (“tosc.)
Compì l'ascia. fig. Dar compimento Chi traffica d'aceto. Il Vinaigrier dei Fr.
a checchessia; ed anche Colmare il Rend asee per vin. Rendere pan per
SolCCO. focaccia. Ricambiare.
Fà el bander in l'ascia. fig. Con Vassell che ha ciappaa l'asee. Botte
chiudere, ed anche Rinvergar la ma acetata, che ha preso odore d'aceto.
tassa. Ravviare il bandolo. Asen. Asino. Somaro. Somiere. Ciuco.
Fà-sù in ascia. Ammatassare. Ridurre Bricco. Miccio. Giumento; e scherz.
in matassa. Rusignuolo d'Arcadia o Chinea di Ba
In coo de l'ascia o In fin de l'ascia. laam. L'Equus asinus Lin. – L'asino
met. Alla fin del fatto. Al levar delle salvatico dicesi Onagro – Asino emis
tende. sario dicesi l'asino da razza – Asi
Ingarbiass l'ascia. Arruffarsi la ma najo è il condottiere degli asini.
tassa. A fregà i asen se deventa muj. V.
Vess in coo de l'ascia. met. Essere Mull. -
al far del gruppo. Esser alla callaja, Andà a fass dà l'asen. m. cont. V.
al termine, alla fine di qualche cosa. sotto in Ligà l'asen. -
Asètta. Cappietto. -
tassine(filzai). Forse è da dirsi Aspata
Asètta. Femminella. Maglietta in cui o Scagno coll'Alb. enc., ma con qualche
entra il gangherello(rampinett) posto diversità nel numero delle matasse.
ai vestiti per affibbiarli. Aspàrt. avv. Asparte. In disparte. Ap
Asett e rampin. V. Asa e Sciàmpa. partatamente. A parte.
Asevée. Fabbricator d'aceto – Venditor Aspèrges. Aspersorio. Spruzzetto. Stru
di aceto. I Francesi hanno in una pa mento ad uso di sparger l'acqua be
rola sola Vinaigrier, cioè il volgare nedetta. Anche i Provenzali dicono
toscano Acetaro. I Tedeschi Essig in questo senso Asperges. Il volgo fio
bauer – fabbricatore – ed Essighandler rentino, e con esso il Fag. Rim. VI,
– venditore d'aceto. 78, dice Asperge.
Asfor. V. Zaffranòn. Aspèrt. Esperto. Sagace. Scegliato.
Asiós e Asiott. v. cont. Agiato. V. Còmod. Aspètt. Aspetto.
Asma. Asma. Asima. Ambàscia. A prim aspett. Nel primo aspetto.
Asmàtegh. Asmàtico. Aspètt (Quart d'). T. mus. Pausa. Posa.
Asna. Asina. Miccia. Somara. Ciuca. Respiro. Dicesi di quel segno musicale
Asnàda. Asinaggine. Azione asinesca. Trat che fa arrestare il suono. Ve ne sono
to asinesco. di più specie: consistono però sem
Asnàda . . . . Fascio di paglia o strame pre in una linea o in una linea ed
portato su quel palo che i contadini un sette segnati variamente secondo
dell'Alto Milanese chiamano Asen. V. le varie pause.
Asnaria. Asineria. Asinità. Aspètta. Dim. d'Aspa. V.
Asnaroeü (voce antica che leggesi nelle Aspirà. Aspirare. Agognare. Ambire. Ab
nostre Gride del 166o). Asinajo. boccare. Per es. Ghe aspiri minga.
Asmin. Asinello. Asinetto. Asinino. Ciu Ciò non ambisco. Non agogno a ciò.
chino. Somarello. Bricchetto. Aspirànt. Aspirante.
L'è ona trottada d'asnin. met. Trotto Asquàs. Quasi.
d'asino poco dura. Ass. T. di Giuoc. Asso.
Asnin. ad. Asinino, e per isch, Somarino. I duu ass mennen a spass . . . . .
Toss asninna. Tosse coccolina. Tosse Dicesi nel giuoco di primiera per di
cavallina(*fior.). V. Tóss. - mostrare pericolosa la combinazione
Asninna. Asinella. di due carte di quella specie.
Asnón. pos. e fig. Asinone. Asinaccio. Sbris (o Sutt o Succ o Secch) co
Asmon porch del Monferraa (disse me l'ass de picch. Povero in canna.
per esagerazione il Porta). Asino della Tritone. Uomo sommamente povero.
Marca. Somaraccio. Asino colle costole Ass (l') de ferr. Ascia. Accia. Azza.
a quattro larghezze disse il Fag. nel Assa. Asse e al pl. le Assi. Tavola –
Sordo fatto sentir per forza II, 5. V. anche in Trav.
Asnonſin. Acc. di Asndin. Re degli asini? Ass de mercanzia . . . . . . Diconsi
Asón. Bandellaccia. V. Asa (bandella). quelle grosse dalla mezz'oncia fino
Asdn. s. m. pl. T. di Stamp. Ganozze ai tre quarti d'oncia del braccio mi
del timpano o del torchio (così l'Alb. lanese, cioè da 25 a 57 centimetri.
bass. in Couplets e Charnières). Ass de mezza mercanzia... Quelle
Asón. s. m.pl. Trecce. Manichi. Quelle grosse meno di mezz'oncia e più d'un
parti della campana che s'incassano quarto, cioè da 15 a 24 centimetri.
nel mozzo per tenerla sospesa. Ass de imballador. Scandorle (“san.,
Aspa. Naspo. Aspo. Strumento notissi Morozzi Delle case del contadini ).
mo per uso di annaspare. V. Bicòcca. Qurelle dal quarto d'oncia addietro,
Pè. Toppo - Pientànn. Ritti = Tra cioè grosse meno di 12 centimetri.
vers. Verghe e Cornucc. Bracciuoli. Ass de solee. Panconcelli. Assi sot
Aspa de filanda. Tavella. tili assai colle quali cuopronsi le
Aspàda .... Quantità di seta o simile impalcature.
posta sul naspo a dipanare, e composta Ass de stagn. Assi di faggio sode
di quattro matasse(asc) o quattro ma o sane o intatte.
Ass (44) ASS
Ass de sterla. Assi di faggio o di poterli comodamente stirare senza che
castagno fesse o screpolate o che danno s'increspino.
indizio d'avere a riuscir tali fra breve. Assa de stua, e com. al pl. Ass de stua.
Andà in su l'assa. fig. Morire. V. . . . . Quelle assi sulle quali i ciam
Cagaràtt e Colzètta. bellaj distendono i dolci.
A assa brutta. Erabrupto. Assa del telar . . . . . . Il sedere su cui
Casée de l'assa. V. Casée. si posa il tessitore quando sta lavo
Chi no resega no fa ass o Chi no rando al telajo.
- resega no rosega. fig. Chi non s'arri Assa di formaggitt...... Quel taglie
schia non acquista. rino su cui si posano i cascini (quac
Fà a assa brutta. Far sui due piedi. ciraeu) entro a quali sta il latte qua
Pianta d'ass o bonna de fà ass. gliato che ivi s'insala per conformarsi
Albero segaticcio. in caciuole(formaggitt), e ponsi in
Vegni a assa brutta. Venire a mezza clinato per dare modo al siero d'uscir
lama. Pigliar di filo. Strignere fra dai cascini e scolare. È affine al Sa
l'uscio e il muro. lador. V.
Vess a l'assa. Essere al verde o alla Vardà su l'assa di formaggitt. fig.
macina o in fondo. Essere all'estremo V. Formaggin. - -
lano le posi all'Aves da prima ra Avicc per Bisocù. V.; per Ava. V. Avi.
sciugato; in Brianza quando giugni al Avid. Avido.
Cepp, cioè al sasso, al macigno; in Aviditàa. Avidità.
Romagna quando giugni al Vergine, Avigg (o Avicc). V. Avi e Bisocù.
cioè, cred io, alla terra non mai toc Avilii. Avvilito. Sbigottito. Caduto o Per
ca – È un riscontro singolare quello duto d'animo.
dei mulini dell'Avesa e dell'Avesella Avilimént. Avvilimento. Abbiettezza. Ab
in Bologna, per amor dei quali forse biezione.
il Ferr. si calò a dire con poca for Aviliss. Avvilirsi. Sbigottirsi. Perdersi
tuna che la voce Aves proviene dal d'animo. Cader d'animo; ed esag.
latino Abyssus. Allibire. Costernarsi.
Alzass i aves. . . . . Crescere, al Avis. Avviso. Ragguaglio.
zarsi le acque sotterranee. Stà su l'avis. Stare sull'avviso o
I aves hin alto hin bass... Il livello sull'intesa. Stare avvertito o avvisato.
dell'acque sotterrance è alto o è basso. Avisador. T. teatr. Avvisatorc.
l ol. I.
7
AZI (5o) AZZ
Avocàtt. Avvocato. Azion. Tiro. Tratto. Trista o Mala azio
Avocatt di caus pers o del lella. ne. Mal tratto. Per es. El m ha faa
Dottor de'miei stivali. Dottor da nulla. on aziòn, o pure El m'ha faa ona gran
Dottorello. Dottoretto.Dottoruccio.Schic azion. Mi fece un tiro, un mal tratto.
cheratore. Stazzonalibri. Salamistro. Aziòn. T. commerc. Voce. Messa, e con
Scioperalibraj. Frugascannelli. Presun vocab. moderno Azione. Quella somma
tuosello. Saputello. Saccentino. Sciolo. che contribuisce ogni azionista per
Impiastrascartabelli. Schiccheracarte. un'impresa sociale – Dicesi Azion
Letteratuzzo. Saccente. Saccentuzzo. Ser anche il biglietto di credito per tale
S0In Irla.
Appuntino. Sacciutello.
Fà l'avocatt. Avvocare; e fig. lo Azion (in) . . . . . . Con questa voce
stesso che Avocattà. V. gl'idioti e i contadini denotano il
Avocattà. Salamistrare. Fare il saccente o soprapparto. Forse essi vogliono di
il ser saccente. Forse dall'it. Avvocare. re in nassion, cioè in nascimento,
Avocattìn. Dim. e vez. di Avocàtt. V. come altri lo dicono della semente
Avocattòn. Accr. semplice e più spesso de bachi da seta allorchè si sta svi
anche encomiastico di Avocàtt. V. luppando – La vacca l'è in azion.
Avocatùra. Avvocazione, e con v. a. Av La vacca è sopra parto. La vacca sta
vocherìa e Avvocaria. L'esercizio di partorendo.
patrocinare le cause altrui. Azionista. T. commerc. Azionista. Azio
Avòli. Avòrio – V. anche (Eùria. nario. Associato. Chi ha voce in una
Avòlt. Alto – V. anche Alt. impresa insieme con parecchi altri.
Avón. Pecchione, e con voce ambigua Azùr, Azzurro – Parlandosi di quella
anche Vespone. L'Apis violacca degli vernice azzurra che si dà ai vasi di
entomologi. -
terra direbbesi Invetriatura o Inver
Avóst. v. cont. per Agºst. V. nicatura, e Dà su l'azur Invetriare
Avril. v. cont, per April. V. o Invetrare o Invernicare,
Avùu. Avuto. – V. anche Biùu. Azzàa. " Il Diz. art. distingue
Chi n'ha avuu n ha avuu, V. in Avè. Azzal. l'acciaio in Acciajo naturale o
Azacà. v. a. Attaccare. di fucina o di Germania, Acciajo di
Azacà. Azzeccare. cementazione o Acciajo fuso, e Acciajo
Azàrd, ecc. V. Azzàrd, ecc. di Damasco.
Azèrb. Acerbo – Aspro o Crudo dicesi Azzal de cassetta. Acciajo sodo?
del sapore delle frutta acerbe; Agro Quello di cui si fa uso per inacciajare
di quello delle non maturissime; Afro il ferro.
di quello delle aspre come le pere Azzal de marmorin. Acciajo. . . . .
cotogne, Agresto o Forte di quello Acciaio più sottile di quello detto de
degli agrumi; Brusco di quello non ponta,
dispiacevole al gusto di certe frutte; Azzal de ponta. Acciajo in verga?
Acido di quello delle frutte mezze; (Tar tosc.). Quello in bastoncini ot
Acre di quello corrodente di esse frutte tangolari onde si fanno scalpelli da
mezze; Austero di quello delle frutte tagliapietre, ecc.
men dolci. Azzal de seghezz. Acciajo piano?
Azèrb, Ad. di Vin. Immaturo. Quello Azzal in borella. Acciajo sodo? Ac
che i Francesi dicono I ert. ciajo in pezzi grossi quanto la coscia
Azerbin. Acerbetto. d'un uomo, di cui si fa uso pei cion
Aziénda. Azienda. Zienda. Negozio. coni da distendino (i bocch di maj).
Aziòn. Azione. Atto. Toeù giò de l'azzàa. Dato nelle vec
Dà cunt di sò azion . . . . . . Non chie. La frase nostrale è brianzuola
rimanere con debiti, non oltrepassare e vivace, paragonandosi chi dà nelle
la propria facoltà nello spendere, vecchie a un coltello o simile che
soddisfare ai propri impegni; non ar per lungo uso e arrotio abbia perdu
ricchire ma non impoverire, starsi to la parte inacciajata della lama e
terra terra, ma onorato e senza debiti. siasi stremato al solo ferro,
AZZ (51 ) AZZ
Azzalà. Inacciajare. Rinacciajare. Dare Azzalin bressan. fig. . . . Fra molti
al ferro la tempra dell'acciaio per vale a un di presso come S'ciopp fig.
renderlo più forte, più tagliente, ecc. Azzalin. Acciajuolo. Focile. Battifuoco.
Azzalàa. Inacciajato. Anche Acciajato in Fucile. Acciarino. Ordigno d'acciaio
questo sign. si ode tuttodì in Toscana, con cui si batte la pietra focaja per
quantunque i diz. nol registrino in trarne faville di fuoco che accendano
certo modo che come termine medico l'esca.
corrispondente al dottrinale calibeato. Batt l'azzalin. fig. Batter l'acciarino
Azzalin. Piastra. Lastra che porta il cane (* tosc.). Arruffar le matasse. Andar
e lo scodellino a canto al focone della di portante. Portare i polli. Pettinarsi
canna delle armi da fuoco, sul quale all'insù. Fare il lenone.
scodellino si pone la polvere d'ine Batt l'azzalin. Battere il fuoco. Di
scatura – Il Gr. Diz. mil. e il Diz. cesi del percuotere la pietra focaja
art. vogliono che l'Azzalin si chiami pel fuoco, sebbene non si batta il
Acciarino, e che Piastra sia voce im fuoco ma la pietra; e così fra noi
propria. L'Acciarino dei diz. però dicesi Batt l'azzalin, quantunque non
vale quella foglia d'acciaio che stava il focile, ma la pietra con esso si batta.
sulla tavola della martellina degli ar Azzalin. Acciarino. Acciajuolo. Acciaino.
chibugi antichi. Cilindro di ferro con un po' di capoc
Cartella. Cartella – Bassinett e an chia di cui servonsi i pizzicagnoli, i
che ambiguamente Fogon. Scodellino – beccaj, i calzolaj, ecc. per aſſilare i col
Quart o Coverc. Fucile. Martellina = telli. I conciatori di pelle hanno essi pu
Molla del quart. Molla della martel re per questo uso il loro Azzalin ingles.
lina = Can. Cane – Stanghetta. Scatto Azzalin. T. de Fabbriferr. Piegatello. Ac
= Molla de la stanghetta. Molla dello ciarino. Nome generico di quei pezzi
scatto – Passarin o Scrocchin. Grillet di ferro ripiegato che si conficcano
to. Sottoscatto e Gioeugh o Nos. Noce - ne lavori per legatura, sostegno o
Braga o Staſſa de la nos. Castello della guida. Così chiamansi Azzalitt quei
noce = Vit. Viti ( Veggansi Cartèlla, Piegatelli che mettonsi a sostegno o
Fogón, Quàrt, Càn, Stanghètta, Pas guida in varie parti dei carri; Azza
sarin, N6s per le loro parti). litt quei due ferri ripiegati che veg
Azzalin a capsùll . . . . Piastra in gonsi infissi nella cassa del tritatojo
cui il cane, fatto per così dire a boc (triapaja) per tenere in riga il fal
ciuolo, porta in sè il polverino, e cione, ecc. Se l'acciarino ha due ri
scoccando lo manda acceso nel baci volte dicesi con particolar nome Esse.
netto, e dà fuoco al fucile. Col Manual Azzalin e com. al pl. Azzalitt . . . . . .
dell'Artificiere di Quaglia si avrebbe Specie di perline d'acciaio, d'ottone
a dire Piastra a cappellozzo, e secon o simili che s'interseriscono nelle
do altri Piastra a cane percotente. maglie dei borsellini fatti ad ago per
Azzalin bressan . . . . . Piastra in dar loro più vaghezza.
cui il mollone è collocato interna Azzàrd. Ilischio. Risico. Zara; e con vo
mente, ed in cui il cane, quando è ce mod. Azzardo.
armato affatto o come diciamo noi Azzardà. Arrischiare. Cimentare; e con
a tutta monta, ha minore facilità di voce mod. Azzardare.
scattare inavvertito perchè rattenuto Azzardass. Arrischiare.
in due tacche. Azzardòs. Zaroso. Pericoloso.
Azzalin roman . . . . Piastra in cui Azzardòs. Arrischiato; e in senso più
vedesi il mollone al di fuori, ed in esagerato Avventato. Inconsiderato,
cui il cane è più geloso e scattativo Precipitoso.
allorchè è al tutto punto. Azzidént. V. Acidént.
B
Balso. Bau bau. Verso che si fa ai Tapp o Ferol o Ferolòtt, cioè dalle
bambini per intimorirli. schegge piatte che si traggono dalle
Brutto babao. Figura da cimbali. mazze più grosse de castagnuoli, del
Mascheron da fogna. Ceffautto. Cef le betule, degli ontani, ecc.
fautte. Bertuccione. Demonio. Viso con Bacchètt de la bicocca. Còstole. Coste.
traffatto. Dal greco B2 3xtz;, dice il Bacchètt del pian del torc. T. di Stamp.
Varon de Milan. Lastrine del dado del pirrone (così
Babào. Bazza. Sorte. Fortuna. l'Alb. enc. in Dado ).
Babbi. Muso; e con v. a. e della sola Bacchètt del telar o de la tila o di coo.
poesia Labbia. T. dei Tessit. Compastoj. Canne o
Bell babbi. Viso ghiotto. Bel visino regoli che s'interpongono fra ordito
– Talora si usa iron. per Figura da e trama per tenerli sollevati e dare
cimbali. Bertuccione. V. Babào(Brutto). il passo alla spuola.
Ghe voeur olter babbi. Ci vuol altra Bacchètt di lisc (dette anche da altri
barba che la tua(*tosc.). Basgeritt o Lisciaroeü). T. dei Tessit.
Babbi ant. usavasi per Babbo come da Licciaròli. Lunghi regoli di legno che
Andà al babbi. Andar a babboriveg reggono le licciate.
goli. V. Andà al cagaratt in Cagaràtt. Bacchètta. Bacchetta. Verga. Scuriscio.
Bàbbi per Pàbbi(rospo). V. Sciàtt. Scudiscio.
Bàbbi. Minchione. Babbione. V. Badée. Comandà a bacchetta. V. Comandà.
Babilònia. s. f. Babilonia. Confusione. Fà passà per i bacchett. T. mil. Bac
Tumulto; e parlandosi di cicaleccio chettare. Punire un soldato facendolo
confuso si direbbe Passerajo. Chiuc andare tra due file di commilitoni che
chiurlaja. Moscajo. Pissi pissi. lo battono colle bacchette.
Baboin. Babbuino. La Simia sphyna Lin. Passà per i bacchett. T. mil. Essere
Baboin e Faccia o Figura de baboin. bacchettato. Passare per le bacchette?
Bertuccione. V. Babào(Brutto). Bacchètta. Gretola. Ognuno de vimini
Babuàs. Babbeo. Babbuasso. V. Badée. d'una gabbia da uccelli o d'una rocca.
Baccalà. Baccalà. Baccalare. Pesce basto Bacchètta. Camato. Vetta. Quella verga,
ne. Il Gadus morhuaLin. per lo più di corniolo, con cui i ma
Baccalà. Merluzzo. Nasello. Baccalà più terassaj battono la lana sul graticcio.
piccino detto Gadus merlucius da Lin. Bacchètta. Camato. Così dicesi quella
Savè de baccalà. Puzzar di baccalà. verga con cui si battono i panni.
Baccàn. Baccano – Se è per allegria Bacchètta. T. di Fin. Staza? Staglia?
dicesi anche Gazzarra o Gazzurro. Asta sottile e tonda di ferro che usano
Fà baccan o Fà del baccan. Lo i gabellieri per misurare i liquidi,
stesso che Baccanà. I . riconoscendo per essa l'altezza, la lun
Baccanà. Sbaccaneggiare. Far baccano o ghezza e la circonferenza delle botti.
baccanalia o baccanerìa. Bacchètta. Bacchetta. Verga tonda di
Baccanéri. Baccanerìa. Baccano. acciaio, legno od osso di balena che
Bacch. Bacco – Parì Bacch a cavall dcl serve a calcare la carica nelle canne
vassell. V. Vassèll. delle armi da fuoco portatili, ed an
Bacchètt. Marza. Sòrcolo. che a ripulire le canne stesse. Le sue
Bacchètt. s. m. sing. Fuscello. Ramuscel parti (secondo il Gr. e il Diz. art.)
lo. Frusco. Friscolo. sono Capocchia o Battipalle, Collo,
Maa del bacchett. V. Màa. Asta, e Punta, o terminata in Cava
Bacchètt. Spoletto. stracci, o vitata per innestarvi il ca
Bacchètt. s. m. pl. T. de'Panierai. Stec vastracci medesimo.
che. Vincigli. Vimini rotondi, intieri Bacchètta. Bacchetta (Alb. enc. in Arma
o dimezzati, che servono per fare re). Nome di ciascuno di que rego
ceste, cestoni, ecc. Sono diversi dai letti di ferro coi quali si sprangano
BAC (53 ) BAD
le invetriate in ognuno di que luoghi Bacchettòn per Beat. V.
ove sono le laminette di piombo nelle Bacchettònna. Mazza.
quali furono incassati i vetri. Bacchettònna per Beata. V.
Bacchètta de vesch. Panione. Vergone. Bacco baccon(Per bio). V. in Bio.
Verga inveschiata con cui si pigliano Baciàccia. I Cónca(acquajo).
gli uccelli, uccellando colla civetta. Baciàccol.s. m.pl. Bozzacchioni. Bariglioni
Bacchètta del morinell. T. di Stamp. cascanti. Si dice scherz. per Poppe
Pernio del torchio (Chamb. Enc.). Ver di donna ſlosce, vizze, cascanti.
ga di ferro che è l'anima del rullo Baciàccol. s. m. sing- Baggeo. V. Badée.
de torchi da stampa, detta dai Franc. Baciaccolà. Tattamellare. V. Bajaffa.
Broche du rouleau de la presse. Baciòcca. Ganza. V. Morósa.
Bacchètta del temp. T. degli Oriuol. Bacioccà. Sciaguattare.
Asta del tempo. Fusto con due palette Bacioccà. Tentennare.
Baciòcch. Bambòccio.
e due punte, una delle quali entra in
un foro fatto nella potenza, e l'altra La mia cara baciòcch. Cuor mio.
in quello del bracciuolo dell'orologio. Speranza mia.
Bacchètta del va-e-ven di molin de Baciòcch e Bon baciòcch. Bonaccio. Buon
seda . . . . . . Cilindretto che regge pastricciano – Per Ciàll. V.
il moto del valico da seta. Baciocchin. Bamboccino.
Bacchettà. Scurisciare. Scudisciare. Nei Baciocchin. Speranzina, e col Machiavelli
diz. Bacchettare è soltanto term. milit. nella Mandragora V, 2 Naccherino.
Bacchettà. T. di Fin. Stazare? Dicesi per vezzo a un bamboccino.
Bacchettàda. Bacchettata. Baciocchin de fraa. Aristolochia. Aristo
Bacchettadùra. T. di Fin. Stazatura. logia clematite. Stralloggi volg. di Tar.
Bacchettée. Bacchettone? (Minucci Nota Tozz. Sorta di pianta che è l'Aristo
al Malm. II, 1). Uomo armato di verga lochia clematitesLin.
che si va aggirando pei contorni della Baciocchinna e Bacioccocò. Speranzina.
chiesa nell'ora che vi s'insegna la Voci vezzeggiative.
dottrina cristiana, per impedire ai « Balborin speranza d'ora,
fanciulli od altri di fare chiasso, e per » Caramor, bell bacioccocò. - (Porta Rims.)
avviarli alla dottrina stessa; talora, Bacioccòn. Bamboccione.
fra borghigiani e i contadini ha pure Bacioccòtt. Bambocciotto. Bamboccione.
l'incarico di fare da Svegliarino con Bàcol o Bàcquel (che anche a maggior
chi dorme in chiesa. V. Bacchettéra. forza d'espressione diciamo Bacol de
Bacchettée. Ramarro. Secolare che fa da Saregn.) Baggiano. Baccellone. Baccel
regolatore delle processioni. Il Bac da vedove. V. Badée.
chitteri dei Siciliani. Bàcol. Membro; con voce dottr. Pene; e
Bacchettéra. . . . . . . Nelle chiese di con voce scherz. o pedant. Mentula.
campagna è detta così quella donna Bacolaria. Baggianata. Scempiaggine.
che ha incarico di risvegliare le com Bàcquel. V. Bàcol. -
Pol. I. 8
BAL (58 ) BAL
Batt i bajonett o Avè i bajonett ai Asta. Stilo. Fusto - Giudes o Pollez.
fianch. met. Essere scannato dalla Bilico. Bilancio. Ago. Lingua, e dottri
fame. V. Sérc. nalmente Raggio pesatore e Forcella
Mett bajonetta in canna. Armare la del giudes. Trutina = Squell o Squel
bajonetta. lott. Coppe. Gusci = Segn. Tacche.
Bajonettàda. Bajonettata(Zanob.Diz.). Col Mett in balanza. Porre in bilancia.
po o ferita di bajonetta. Bilanciare pos. e fig.
Bajra o Baira o Baj-ra. Pala. Pala bre Stà in balanza. Stare in bilancio; e
sciana. Pala di ferro. V. Bai. fig. Stare sulla gruccia, in ponte, fra
Bajràda. Palata. Quanto cape sur una le due acque, in forse, in pendente,
pala o sur un badile. in tra due, tra 'l sì e il no, cioè col
Bajràda. . . . . . Colpo di badile. Per l'animo sospeso, irresoluto, perplesso.
analogia s'avrebbe a poter dire Pa Tegni in balanza. Tenere in ponte
lata; ma nei diz. ital. non si trova. o in sulla corda o sulla gruccia, cioè
Bajrèssa. . . . . . Sp. di badile di pala coll'animo sospeso.
larga assai e riquadrata. Balànza. Bilancia. Rete quadra da pesca
Bajrètta . . . . . Specie di badile assai – Sferzina dicesi la corda che la regge.
più picciolo della pala(bajra) e del Balànza. T. de Carroz. Bilancia. Pezzo
badile(bai), del quale si servono i di legname fermato sopra il timone
nostri ortolani pei loro lavori d'orto. delle carrozze, sostenuto da due pun
Bajrón. Cucchiaja. Specie di pala di toncini di ferro, a cui sono racco
ferro ricurva, con orlo a cassetta da mandati i bilancini ai quali si attac
tre lati, e inastata in un manico di cano le tirelle.
legno un po' elastico e lungo oltre Balanzin. Bilancino. Bilancetta. Bilancina.
sei metri, di cui si fa uso per cavare I bilancini de saggiatori diconsi pro
sabbia nelle cave nostrali di sabbio priamente Saggio, Saggiuolo, Saggia
ne, e ne fiumi, e anche per cavar tore, Bilancette da saggi; quelli degli
fango, ecc. È detta Drague dai Fran aggiustatori (quii che mett de pesi
cesi e Antenèla dai Veneziani. tondin) diconsi Bilancette da aggiu
Bajron. . . . . . Così dicesi quel mano statore e dai Fr. Ajustoirs; quelli co
vale che scava sabbia colla cucchiaia muni che diciamo Balanzin de l'oro
(cont el bajrdn). Somèll, Bilancini e dai Fr. Trebuchets.
Bala. V. Balla. -
Balla.... Andare al mercato del burro. Taccà balla o Ciappà balin. Tenere
Balla. fig. Lo stesso che Ciòcca. V. il campanello (Cr. in Campanello S vini).
Balla.T. d'Or, Cavaoro, ec.... Quella pal Attaccar l'ampolletta(“tosc.). Entrare
lottola d'oro o d'argento ec. che si rica in un ragionamento e non lo finir
va dalle calie o dagli ori di cornice ma mai; ed anche Cavar fuori il limbello.
cinati e depurati per forza di mercurio. Appiccar ragionamento. Mettere il bec
Fà la balla. . . . . Aver compiuta co o la lingua in molle. Dar fuoco alla
la macinazione delle calie, ecc. e ve bombarda. Rompere lo scilinguagnolo.
nirne al ricavo. Taccà ona balla. V. Taccà.
Balla. T. di Bigl. Palla. V. anche Biglia. Vend di ball. Ficcar carote.
Ciappà la balla. Cogliere. Balla. . . . . . . . I lavoratori del cacio
Mettes con la balla. Achittarsi. Dar lodigiano chiamano così quel po' di
l'achitto. caglio appallottolato che tengono in
Aver la pro
Vess in balla. . . . . serbo (a quel modo che si fa del
pria palla parallela con quella del lievito pel pane) come norma della
l'avversario. dose da impiegarsene ogni volta che
Vess in balla. Essere in palla (così ne fabbricano una forma, però coi
per analogia col dett. fig. che la Crusca dovuti riguardi di svario che la quan
registra senza parlare del positivo del tità e la condizion del latte viene di
giuoco della palla da cui debbº essere volta in volta esigendo.
nato). Non fallir colpo, cogliere ad Perd la balla in gergo. . . . . Dicesi
ogni colpo, essere in buona disposi di quel burrajo (casee) che smarrisce
zione per giocare al bigliardo (così il buon ordine del fare il cacio.
esclusivamente franoi). Ballà. Ballare. Danzare. Carolare – P.
Balla. T. de Ramieri . . . . . Nome del Pass – Cessar dal ballo ſu detto dal
complesso di quelle ciotole gregge di Lippi per ischerzo Sballare.
rame che vengono dal maglio accar Ballà bell. . . . . Si dice per ischerzo
tocciate l'una sull'altra a mo' di ci di una danzatrice che balli poco bene,
polle, che poscia si svolgono per la ma sia applaudita per la sua avvenenza.
vorarne utensili di varie grandezze. Ballà la veggia. V. Vèggia.
Balla. T. delle Cave d'arenaria di Viganò. Ballà la vista. Abbagliare. Dicesi del
Arnione? Lo stesso che Bòggia. V. non reggere la vista al vedere distinta
Balla. fig. Panzana. Carota. Per esage mente le cose in leggendo o far altro,
razione diconsi anche Ball romann, Ballà su la corda. Ballar sulla fune.
Ball de ſà buj, Ball de dì sott a la Ghe pò ballà dent i ratt. V. liàtt.
cappa del camin. Frottole da dire a Quand che d'amor no ven ballà
vegghia. Carote tanto fatte. no se pò ben . . . . . . Dicesi per
Bassee el coo, lassee passà sta bal denotare che nelle cose fatte disamo
la. Ammanna ch'io lego. Detto ironico ratamente lo stentato dà in fuora;
per chi s'affolta a contar qualche chi non fa una cosa di buona gana
gran meraviglia con iperboli grandi. non può mai bastantemente velare il
Cascià ball. Far le paroline o le suo malumore; le cose fatte contrav
parolozze. Amoreggiare. voglia non hanno mai bella cera.
Dà d'intend di ball o Pettà o Cascià Quello che Seneca (de Tranquil. VI
ball. Piantare o Ficcare o Cacciare ca in fine) disse Malc respondent coacta
rote, bozze, panzane, baggiane. Ca ingenia – Reluctante natura irritus
rotare. Sballare. Imbubbolare. Dar labor est.
paroline o pasto. Lanciare. Via la gatta balla i ratt. V. Ratt.
Dà la balla. Sojare. Dar la soja. Ballà. Essere in campo, in mezzo, in
Di ball! Le zucche marine! ballo. Dicesi di persona, arnese, roba,
In temp de guerra ball come terra. argomento che sia sempre tirato a
V. Tèrra. così dire per i piedi. Per es. Già chi
BAL (62 ) BAL
balla l'è lu. Eccolo in iscena. Egli è rocchi in due, in tre, in quattro ed
in ballo. Eh lo sapete pure! egli è anche in sei.
quel che dà le mosse ai tremuoti. Balòcch. Balordo. Balocco. Sciocco. V.
Ballà. Dindolare. Tentennare. Ballare, Badée.
Scrollare. Dicesi di tavola, scranna, ec. Balòcch ... . Arenaria fragile che s'in
che crolli, e di ogni cosa che non istia contra nei massi di quella pietra che
forte o non combaci dove dovrebbe. si traggono dalle cave di Viganò, e
Ballà dent in di scarp. Guazzare. talora vi è commista colla così detta
Ballà dent in d'on vestii. Disaccolare. Marsciura. I pezzi da lavorarsi vo
Ballà i dent. Crollare i denti. gliono essere ripurgati da questi ba
Ballà. T. dei Giuoc. di calabrache, della lòcch; e chi ordina allo scarpellino
balocca, di tresette scoperto ecc.. . . . di ciò fare suole dirgli Taei-sù quell
Dicesi del pericolare alcuna carta. balòcch; e vale Togli via, scarpella via
Ballàbil. Ballabile. -
Funambolo. Andatore sul canapo. Gio Baloeüs. v. cont. dell'Alto Milanese. Sic
colatore sul canapo. - - ciole. Ballòtte V. Castègn a less.
Ballarinètta. Dim. e vezz. di Ballarinna. V. Balón. Pallone. Palla grande di cuoio
Ballarinna. Ballatrice. Ballerina. Danza di vario diametro, d'ordinario però
Ballarinna per Bovarinna. V. (trice. non maggiore di 4o centimetri, che
Ballàscia. Carotaccia. Favolaccia. gonfiata si manda in aria per giuoco.
Ballascià. Arciballare. Ballare a stracca. Giugà al balon. Fare al pallone.
Ballonzolare. Ballonzare. I hoo trovaa Giocare colla palla suddetta – Quelli
che ballasciaven. Li trovai in balleria. cui uffizio è di gonfiare questi pal
Ballavó. v. brianz. Ballatoio. - loni chiamansi Pallaj. Lo strumento
Balle! Zucche fritte! Esclamazione ch con cui si gonfia il pallone vien detto
dimostra non si dover prestare fede Gonfiatoio o Schizzatoio. Quella ma
o aver riguardo a ciò che altri dica. mica di legno dentata, della quale
Ballètt. Balletto. s'arma il braccio per giocare, si chia
Ballètt. T. di Teat. Balletto (Diz mus). ma Bracciale – Battere il pallone
Breve azione pantomimica con musica dicesi del primo che gli dà – Caccia
e danza di genere semplice, pastorale dicesi quel luogo dove finisce il pri
o comico. Tra noi è l'ultimo degli mo balzo del ballone – Dar di posta»
spettacoli teatrali che si avvicendano vale dare al pallone prima ch e toc
in una medesima sera. chi terra – Fallo dicesi il non cac
Ballètta. Palletta. Pallina. ciare oltre la linea mediana il pal
Ballètta. . . . . Ciascuna di quelle pallot lone o il cacciarlo fuor delle linee
toline numerate colle quali si giuoca laterali del giuoco, e simili – Ogni
allottino, alla rollina, al biribisso, ecc. fallo è mezza caccia per lº avversa
che i Francesi chiamano Olive. rio – Colui che manda il pallone a
Ballettin. Ballettuccio. chi primo dee batterlo dicesi Man
Ballettinna. Pallòttola. Pallottolina. datore (Alb. enc. in Pallottolajo) –
Ballin, Ballon, ecc. V. Balin, Balón, ecc. Chi segna le cacce è detto Segnato
Ballocùra per Ballarinna. V. re – Vada è l'invito – Oltre queste
Baloàr. T. de Cappel. Passacordone. È voci, tutte registrate dai dizionari, si
corrotto dall'Avaloir dei Francesi. trovano in alcuni trattatisti di questo
Specie di caffettiera.
Baloàrd . . . . . giuoco le voci seguenti che non paio
Balòcca. A sei tocchi? Sorta di giuoco no affatto da disprezzare, cioè: Batti
che si fa colle minchiate o sia coi ta tore che è quel primo che batte il pal
BAL (63) BAL
lone mossogli contro dal Mandatore; trovansi parecchi esempi fra i Pro
Postiere che è quello che dall'angolo venzali, come Balourdiso, Nettisi, Te
parallelo al Battitore sta per dar di stardisi, ecc. che noi pure diciamo
posta al pallone rimandato dalla squa Balordisia, Nettisia, Testardisia, ecc.
dra avversaria; Mezzo che è ciascuno Anche presso i Francesi vº hanno esem
di que” giocatori che stanno verso pj della stessa desinenza in ise.
la linea mediana del giuoco per ri Balordón. Capogiro. Giracapo. Capogirlo.
battere il pallone; Un di sopra che Vertigine. Scotomia. Le prime due
è il battere il pallone oltre la linea voci sono di tutti, la terza del popo
terminale delle squadre; Dama che lo; la quarta dei più colti, la quinta
è l'ultima partita del giuoco. dottrinale, e importa vertigine tene
Balon. T. di Zecch. Oref. ecc. Storta. brosa. - - -
Balón. Pallon volante; e con voce dot Balordón. Idatide. Vertigine. Specie di
trinale Areòstato. malattia nelle pecore. -
plebe usa vagare per città con questi Balòss. Barone. Furfante – Paltoniere.
lanternoni in cima all'aste, e li chia Balòss . . . . . Così chiamansi per anto
ma Rifigolone. . - nomasia nel Basso Milanese que va
Balón. Rottura. Ernia. Allentatura. Cre gabondi che si presentano sul far della
patura. - - - notte alle cascine chiedendo alloggio
Andà giò el balon. Sbonzolare. e vitto, certi d'ottenerlo pel timore
Che te vegna o Che te possa vegnì che incutono facilmente a cascinaj abi
el balon. Che ti venga la rabbia o la tanti in luoghi pericolosi perchè isolati
contina. Che tristo o dolente ti faccia Balòss. s. m. pl. Ossa. Ossi. - -
Iddio. -
Balòss. T. di Cucina. V. Balossitt.
El va ch'el par ch'el gh'abbia el Balossàda. Baronata. .
balon.E pare una piedica, cioè cam Balossadèlla. Tiro da bricconcello.
mina largo come i crepati. Balossàja. Canaglia. Ciurmaglia. Furfan
Balonin. Palloncino da giocare. terìa (vedi il primo testo addotto dai
Balonin. . . . . . Dim. di Balón in senso diz. in questa voce).
di Lanternone. Balòss de badila o de bajra o de bai.
Balonista. Aeronauta. Colui che regola Spalatore. Palajuolo. Così chiamasi in
un areostato e va in aria nella navi generale chi fa lavoro colla pala(bajra);
cella pendente dal medesimo. fra noi si dà tal nome anche più par
Balonista. sch. Allentato. Crepato. Ernioso. ticolarmente a chi lavora con essa
Balonista per Balée. V. - -
pala intorno alle strade o nel cavare
Baldird. s. m. Balordo. Sbadato. V. Badée. fosse da fondamenta.
Balórd. ad. Balordo. Sbalordito. Balossètt. Furfantello – Baroncio.
Pader sont balord. I Pader. Balossètta. Furfantella.
Trà balord. Fare o Dare per balordo. Balossitt. Ossetti. Ossicini. Osserelli.
Balordinna. gergo. Ora. Balossitt. T. di Cucina. Costereccio? Vi-,
Balordisia. Balordaggine – Di questa de vanda composta di ossicini di porco,
sinenza in isia, non molto tramutata, di vitello, ecc. Dicesi anche Baloss.
BAL (64 ) BAL
Balossòn. Furfantaccio. Furfantone. Ri arginetti di pietra, talvolta anche
baldone. Ribaldaccio, e col volg. tosc. ordinati a vari piani, i quali si ſer
d'un poeta pisano Tocco di briccone. mano attraverso all'alveo del fiume
Balossònna. Furfantona ? dove ne è maggiore la correntia per
Balòtt. Ballone(*tosc. e Tom. Sin. 54). chè v'incappino i pesci e vi riman
Balla di lana, di cenci o altra mer gano prigionieri.
canzia abballata in un canovaccio o Baltrèsca. Bicocca. Altana. Loggia aperta
simile in forma quasi rotonda. Sta di sul tetto di una casa o sopra un edifizio.
mezzo fra la Balla e la Balletta. Baltrescà. Lo stesso che Sabettà. V.
Balòtta. Voce usata nelle frasi - Baltreschin. Dim. di Baltrèsca. Forse non
Vecc balotta. Vecchio barbogio o ba sarebbe mal detto Altanetta.
rullo o cucco. Frannònnolo. Barbògio. Avè el sò sul baltreschin. V. Sò.
Veggia balotta. Vecchia barbogia, Baltreschin. T. di Stamp. . . . . . . Asse
e Barbògia assol. (tito. confitta nelle due cosce del torchio da
Balottà. Ballottare. Mandare a voti, a par stampa, che mette in mezzo e tiene
Balottà. fig. Pallare uno. Fare alla palla equilibrata la bussola, ch'è quel pezzo
d'uno. Buttarlo qua e là a guisa di di legno riquadrato e incavato entro
palla. Il Baloter o Turlupiner de Fr. cui scorre il fusto della vite che batte
Balottàa. Ballottato. sul dado del pirrone. Questa specie
Vess balottàa. fig. Essere vagliato di palchetto (che al pari della bus
o pallato. V. Balottà fig. sola non è più ammesso nei torchi
Balottazion. Ballottazione. Scrutinio. Squit di moderna fabbricazione) viene detta
tinio fatto colle pallottole colorate, Tablette dall'Enc. e Bricke dagli scrit
o noverate o denominate. tori di materie tipografiche tedeschi.
Balottéra. Bòssolo. Quello in cui si met Baltrescon e Baltrescònna. . . . . Ampia
tono le pallottole da scrutinio. altana.
Balottéra. gerg. Scròto. Baltrescon. Ciancione. Cicalone.
Balottin. Aggiratore. Fantino. Farabutto. Baltrescònna. Cicalona.
Truffatore. Imbroglione. Gabbamondo. Baltròcca. Zambracca. Baldracca.
Barattiere. Baro. Traforello. Traffu Marz fioeu d'ona baltrocca. V. Marz.
rello. Sottile ingannatore. Bindolo. Baltroccà. Lo stesso che Sabettà. V.
Balottinàda. Bindoleria. Abbindolatura. Baltroccà. Far la baldracca o la baldacca.
Abbindolamento. Meretricare.
molto grassa, d'una fantocciona badia » Sien tanc bardelech e tucc tapponn? »
Barchètta. Barchetta. (le. (Brand. Sp. Lug.).
Faa a barchetta. Ellittico. Bardòcch (Passà per). Frase usata dal
Giugà a la barchetta. E lo stesso che Var. mil., alla quale forse corrispon
Giugà al sett in barchett. V. Barchètt. de il Passar per bardotto dei diz. ital.
Barchètta... Sp. di carrozza. V. in Lègn. Barée. . . . . . . Condottiere di quella
Barchettin. Barchettino. specie di carrettone che ha il parti
Barchettinna. Barchettina. colar nome di bara. V.
Barchetton . . . . . Sp. di carrozza. V. Barèlla. Barella. Arnese composto di
in Lègn. due stanghe formanti quattro manichi,
Barchiroeü. Barcajuolo. Barcarolo. Na e di tre o quattro staggi o traverse in
vicellajo – Colui che tira la barca chiodatevi sopra formanti un piano,
coll'alzaja dicesi Bardotto. sul quale pongonsi i materiali o le robe
L'è tra barchiroeu e marinar. fig. La che si vogliono trasportare da luogo a
è tra barcajuolo e marinaro, tra corsa luogo. Questo arnese, portato a braccia
le e corsale, tra 'l rotto e lo stracciato. da due persone, è detto anche Scivera
Barcón. Barcone. Questa voce accresci nel nostro contado – Il portare con
tiva generica ha per noi un valore barella dicesi Barellare; una piccola ba
speciale, e denota quelle grandi bar rella Barelletta; una grande Barellone.
che senza coverta che hanno pala Barèsg. . . . . Stoffa di lana, o di lana e
invece di guarnacc, e che dai laghi seta, od anche di cotone, poco dissi
vengono pei canali in città cariche di mile dal crespone. Nel Giornal com
combustibili, materiali da fabbrica, ecc. merciale di Firenze è scritto Barrege
Con voce ambigua questi Barcon sono per quanto assevera il ch. Peschieri
anche detti Borcèj o Bruccèſ sui laghi. nella sua Appendice al Voc. parm.
Bardà. Bardamentare. - Barètta. Berretta.
Bardàa. Bardamentato. Baretta a la spagnocula. Montiera.
Bardadùra. Bardamento. Bardatura. Baretta a guss d'oeuv. Berretta ar
Bardagna, ec. Lo stesso che Bardassa, ec. V. rovesciata ?
Bardanon. Farfaraccio. Farferiigine. Far Baretta del pecc o col pecc. Berret
ferigio, e con nomi dottrinali Petasite ta a lucignoletti. Quella berretta a più
o Tossilaggine maggiore (Targ. Diz. colori che suol essere delizia de'con
bot.). Sorta d'erba arvense che è la tadini. (trata?
Tussilago petasites de botanici. Baretta a la marinara. Berretta fel
Bardàssa (che anche dicesi Bardàgna). Ra Baretta deindorador a foeugh. Buffa.
gazzaccio – Nei diz. Bardassa signi Baretta de viagg. Pappafico.
fica ragazzo di malaffare, e propria Giugà a foresetta baretta. È lo stes
mente il Bardache de Francesi. so che Giugà a foresetta. V. Foresètta.
Bardàssa. Mariuolo. Gognolino. Forchetta. Barètta. Digrumàle. Favo, e con voce
Talvolta si usa anche in senso vez dottrinale Rimine. I nostri beccaj e
zeggiativo, come p. e.: Che car bar il volgo chiamano Barètta, dalla sua
dassa. Che caro bimbo.
forma, questo primo stomaco degli
Bardassàda. Ragazzata. Fanciullezza. Il animali ruminanti, che è quello il
Cecchi ne Dissimili usa Giovanezza quale dopo avere alquanto ritenuto il
quasi nello stesso senso, ove fa dire cibo leggermente masticato, lo rimanda
a Filippo a E lo lasceresti per l'av alla bocca per essere rimasticato.
» venire far qualche giovanezza or Barètta. Dim. di Bara(carrettone) V.
» che l'età gnene comporta. » Barettàda . . . . . Quanto cape in una
Bardassaria e Bardassaria menudra. Ra berretta, una berretta di checchessia.
gazzaglia. Ragazzame. Fanciullaja. Barettàda . . . . . Colpo dato con una
Bardasson. Accr. di Bardassa. V. - berretta. -
Niffolo, Nifo per grifo, muso, ecc. Barlèffi. Viso. Mostaccio. Muso. I Tosca
Bari. Barile. Ha doghe, fondi e cerchj. ni dicono Sbarleffe, Sberleffo e Sber
Mett i penser sul barì de l'asee. leffe in senso di stregio sul viso, e
V. Asée. di certo atto o gesto che si fa per
Baricocchella. Controvèrsia. ischernire altrui.
BAR (75) BAR
Barlicch. Demonio. Diavolo. Farfarello. che sono da dirsi Gambuli, o vero col
Il Casti nel Re Teodoro disse Varchi Cosciali soppannati.
a Qual Berlicch, qual Asmodeo Omm di barolè. fig. Zazzerone. Uo
» Mi sa dir che diavol è ». mo che va all'antica.
Barlicch barlòcch..... I diz. ital. hanno Seccà i barolè. Lo stesso che Seccà
a Berlich berloch » voci di niun signi o Romp i ball. V. Rómp.
ſicato che si usano accoppiate col ver Baròmetro. Baròmetro.
bo fare, e valgono scambiar le carte. Baromètta. Merciadro. Merciajuolo.
Presso noi però significano più comu Barón. Barone.
nemente voci finte adattate per chia Baronàda. Baronata. Bricconeria.
mar i demonj, come in quel verso Baronàja. Baronia. Quantità di monelli,
- Pesg che i strion coi sò barlicch barlocch. » furfanti o baroni.
( Bal. Ger.).
Baronin. Baronetto. Dim. di Barone, gra
Barliffi e Brutto Barliſſi. Mascheron da do di nobiltà.
fogna. Babbuino. V. in Babào. Baroninna. . . . . La moglie del baronetto.
Barlòcch. V. Barlicch. Baronscèll. Gognolino. Forchetta.
Barloeüggia. V. Sbarloeüggia. Baronscellin. Dim. di Baronscèll. V.
Barloggià, ecc. V. Sbarloggià, ecc. Baròzza. Biroccio? Carro non tanto gran
Barloggiòn, ecc. V. Sbarloggiòn, ecc. de con due ruote sole, tirato da
Barlùmm. V. Berlumm. buoi. La voce Barozza è comune a
Barlùsch. Losco. Dal Greco Baxio; dice tutto l'Alto Mil., il Varesino, ecc.
il Var mil. assai infelicemente. Le sue parti sono:
Barlusént. Lucente. Splendente. Risplen Lecc. Letto - Timon. Forca = Piu
dente. Dilucciante. Lucciante. Micante. mascioeü. Traverse – Scalin. Cosce. Ri
Lampeggiante. doli = Passon. Sala = Roeud. Ruote. V.
Barlusi. Luccicare. Licere. Riliacere. Splen Roeuda Corlètt. Carro.
dere. Risplendere. Lampare. Lampeg L'omm de la barozza. Barocciajo?
giare. Barozzàda . . . . . Quanto cape in una
Barnabà. v. cont. Barnaba. Nome pro così detta barozza.
prio d'uomo. Barozzètta. Dim. di Baròzza. V.
A san Barnabà segra e mej in terra Barozzin. Biroccino?
va. . . . E vale che a mezzo il giugno Parozzin. Barocciajo? Il conduttore del
d'ordinario si mietono segale e migli. la così detta barozza.
Barnàsc. V. Bernazz. Barozzinna. Dim. di Baròzza. I .
Barnasciàda. V. Bernazzàda. Barriceti. v. a. Berrettino. Foggetta, e
Barnés. Cotto. Brillo. V. Ciócch. con voce antica e disusata Barriuola –
Baroccada. . . . . Nelle belle arti, e in Le voci milanesi antiche s'avvicinano
quanto ha relazione con esse vale assai alle toscane antiche, come ve
Oggetto che indica depravazione di diamo in questa voce barriceu, har
gusto, bizzarria eccessiva, fantasia sre riuola, e in bajlì, balire; barba, barba
golata, invenzione tracotante, scosta per zio; bega, bega per briga, im
mento da ogni regola consentita dal piccio; boffetton, buſfettone per guan
buon gusto comune. ciata : fancitt, fancelli per ſanciulli;
Baròcch. Barocco (Miliz.). Eccessivamente faeusgia, ſoggetta per cercine, ed
ridicolo, bizzarro in grado superla altre molte.
tivo dice lo stesso Milizia. Bartabèll o Bartavèll. V. Bertavèll.
Barocchismo. . . . Lo stato delle Bartavèlla. Bertovello? Cestella? Reticina
cose barocche; il gusto barocco; la di forma quadra, e anche più spesso
tendenza al barocco. triangolare, montata sur un telajo
Baroccon. Di là da barocco. adattato che i Fr. chiamano Rafie, e
Barolè. Barulè. Foggia antica consistente di cui si fa grand'uso fra noi per la
in un'avvoltatura fatta insieme del caccia dei passeri. È portata e ma
l'estremità delle calze e de calzoni, neggiata da un solo eacciatore, intanto
sotto o sopra il ginocchio. Fors an che altri spaventano e ſugano verso
BAS (76) BAS
di essa rete gli uccelli addormentati Basà. T. dell' arti. Combaciare. Dicesi
nelle siepi, nelle macchie o in sugli dell' esser ben congiunti legno con
alberi. legno, pietra con pietra, ecc. – Ga
Bartegojà. v. a. Lo stesso che Tapellà. V. spare Gozzi parlando di usci scrisse
Bartólla. Baggeo. V. Badée. Affrontarsi in questo senso.
Bartolamée. Bartolomeo. Nome proprio Basàa. Ad. di Pàn. V.
d'uomo. Basabicch. Lo stesso che Barbabicch. V.
Inanz indree Bartolamee. . . . Modo Basalisch. Basilisco. Basilischio.
di dire per denotare uno scioperarsi Basamàn. Baciamano.
in continue andate e tornate inutili e Basamùr. Santinfizza. V. Beat.
superflue, ed anche il dire ora una Basàss e Basass-sù. Baciarsi.
cosa e poi ridirsene, o il fare e dis Basàss. Fondarsi. Aver per base. Per es.
fare: è quel che il Caro nell'Apologia Mi me basava su quella ch'el fuss lu.
(p. 49) dice O venga la corriggiuola Io mi fondava in su questo ch'ei fos
che faremo un bel dentro e fuori – se quel desso. Io aveva per base, per
Vess semper inanz indree Bartolamee. fondamento che fossegli per appunto.
Essere un continuo andirivieni. Bascì. Bacino. Bacile.
L'acqua dopo san Bartolamee l'è Tegni el bascì a la barba. V. in Tegni.
bonna de lavà i pee. . . . . . . Dett. Basciamèll . . . . . . Sp. di salsa fatta
agrario di piana intelligenza. con farina, uova, prezzemolo ecc.
Bartolàscia. V. in Féver. Dal franc. Bechamel.
Barùffa. Baruffa. Zuffa. Bascira. V. Bazzila.
Taccà baruffa. Far baruffa. Mettersi Basegà (ed anche Basegà in del manegh).
in un baruffo. Acciuffarsi. Oscillare. Essere dubbioso.
Baruffà. Abbaruffarsi. Accapigliarsi. Az El baséga, ma el sta in pee. Quel
zuffarsi. Far baruffa. Accapellarsi. che ciondola non cade.
Barzegà (che anche dicesi Barzigà). Baz Basèll. Gradino. Grado. Scalino. Scaglio
zicare. Capitare alle volte o anche ne. Dal greco Bzot;, dice il Var. mil.;
sovente in alcun luogo. Per es. El ne e forse meglio dal greco Baryo (ascen
barzéga de spess per cà. Ci bazzica do) – Le sue parti sono:
sovente per casa. Pedanna o Pian. Pedata = Alzada.
Barzelètta. Barzelletta. Motto. Alzata.
Di sù di barzelètt. Motteggiare. Andà in-sù on basell. fig. . . . . .
Pien de barzelètt. Motteggevole. Mot Dare un passo innanzi; Essere pro
teggioso. Faceto. Scherzevole. Sollaz mosso d'un grado.
zevole. Tutto facezie. Fà cuntà i basij. . . . . Chi muore
Barzelettà. Barzellettare. Buffare. Mot in miseria suol esser dalle soffitte o
teggiare. Tratteggiare. Frottolare. Ber da piani più alti della casa, ove abi
golinare. Dire delle barzellette. tano siffatti poveri, recato a terreno
Barzigà. Bazzicare. V. Barzegà. involto in un lenzuolo, onde poi es
Bàsa(Dà la). V. Bàssa(Dà de). sere collocato nel cataletto comune che
Bàsa per Bàsgia(manipolo). V. ivi sta ad aspettarlo. Nello scender le
Basà. Baciare. scale si suppone che i becchini con
Basà la man. V. Man. poco riguardo lascino che al cadavere
Basà la stola. fig. Baciare il manipolo. penzoli il capo, e che questo dia su
Bàsemel. To' castrami questa. vari gradini. Da quest'uso, che è vero
El dovarav basà la terra dove el in pieno, ma che giova credere falso
mett i pee. . . . . . Dicesi parlando nell'ultima sua parte, il nostro po
di persona che abbia grandi obbli polo ha tratto il dettato Gh han faa
gazioni con un'altra, ed equivale al cuntà i basij quando vuol asserire
franc. Il devrait baiser tous les pas d'alcuno che morì povero, e per lo
par oi il marche (Roux Dict.). più galantuomo.
Et mai vist? basa quist. V. Quist. Fà el prim basell met. Fare il primo
Podè basà el did. V. Did, -
- passo. Iompere il guado o il ghiaccio.
BAS BAS
(77)
Fallà el prim basell (fig. che anche Bàsgier o Bàsgiaro Bàzzol. Bilico(“lucch.).
dicesi Fallà el prim botton). Dar male Sp. di bastone lungo poco più di un
i primi passi. Vale sbagliare alla pri metro e un quarto, più o meno arcuato
ma, fallare il primo passo, e corrispon a piacere, il quale nelle due testate
de al francese Avoir mal engrene. ha una tacca che serve a rattenere i
Sabbia de basell. V. Sàbbia. secchi o le corbe che vi si appen
Basellin. Scaglioncino. dono per portarli bilicati (e pieni
Basellin. T. de'Car. Predellino (così l'Alb. d'acqua, d'uva, di panni, ecc.) in
enc. in Contrappredellino, in Paletta, sulle spalle l'uno per davanti e l'altro
in Montare, in Montata, ecc.). dietro al portatore. I Fr. lo chiamano
Basellin a duu o trii pass o passad Palanche, i Piemontesi Subrì, i Ve
o staff. Predellino a due o tre montate neziani Bigòlo. L'Alb. bass. lo traduce
o battenti o palette. Spranga, e il Voc. pad. Arconcello;
Basellón. Scaglione. ambidue poco felicemente, se non erro.
Basèn. Basino. Stoffa di filo di cotone, Dal Bajulum dei Latini dice il Var. mil.
talora mista anche con filo canapino, Vess giò de basgier. ſig. Abbio
che ha qualche simiglianza col fru sciare. V. in Còrda.
stagno, ma n'è più fina e più forte Bàsgier. Baggiano. Baggeo. V. Badée.
di molto. I Fr. la chiamano Basin e Basgioeü. Bacino. Bacinella.
anche Bombasin. On basgioeu o On carr d'obbliga
Bàsger. V. Bàsgier. zion. V. Càrr.
Bàsgia. . . . . . . Rotellina di minuge Basgioeù. Stuolo. Drappello. Torma. Trup
d'agnello o simili preparate per in pa. Frotta.
saccarvi salsicce, salami, ecc. « La ve farà on basgioeu de ſancitt» (Gar. Tob.).
Bàsgia. Mazzo. Quel covone che si fa della Basgiòtt. Bazzòtto. Sommoscio. Umidotto.
canapa e del lino quando si segano. Basilegh. Basilico. Ozzimo. Bassilico. Er
Bàsgia. Manna? Manipolo? Gargiuolo? ba nota che è l'Ocymum basilicum Lin.
e nell'Urbinate Mannella. Il manipolo Basin. Bacio. Baciare; e con voci anti
di lino già scotolato e ammannito per che o idiotiche Bagio e Paggino.
la vendita. Dò basg de lin. Due man A basin. T. di G. . . . . Nel giuoco
nelle di lino = Verso il Pavese dicono delle bocce vale Accosto accosto, e
Basa, e riferiscono la voce anche alle dicesi di due o più pallottole che si
cipolline, all'insalata, ecc. combacino affatto affatto.
Bàsgia mi si assicura dicasi in alcuni Basin de Giuda.... Bacio o carezza
luoghi per Ròsc (penzolo d'uva). V. che ti fa chi vuole tradirti. Anche
Basgiàn. Baggiano. V. Badée. i Francesi dicono Un baiser de Judas.
Basgiànna. Fava vernina. Legume notis Basin de mort. . . . . Talora ci ac
simo. Dal lat. Bajana. Gli Aretini chia cade di trovarci in alcuna parte del
mano Bagiane le fave fresche sgusciate. corpo una specie di succio che prima
Basgiànna. . . . . Sp. di pelle di cui la turchiniccio va poscia ingiallendo fino
grande direbbesi Bazzana, la piccola a che scompare affatto, e ce lo tro
Bassetta o Pelle agnellina. viamo senza saperne la causa o aver
Basgianoeira. Fava minuta. La Vicia faba vi data occasione. Questo ristagnuzzo
minor dei botanici. di sangue, che cagionato da una per
Basgiaràda. . . . . Propriamente colpo cossa sentita diciamo Boll, trovato così
dato col così detto Bàsgier. V., e per per percosse inavvertite o per chec
estensione. Bastonata. Legnata. chessia altro è quello che noi diciamo
Basgiaràda . . . . Quanta roba o acqua Basin de mort, per le solite ubbie
o altro liquore si porta in una volta delle visite de morti ai vivi che ne la
nelle corbe o nei secchi appesi al così sciano loro memoria in siffatti lividi.
detto Bàsger. V. Basin s'ciasser o de massera. Ba
Basgiaradèlla. Dim. di Basgiaràda nel se ciozzo. Bacio che fa scoppio. Bacio
condo sig. specialmente. V. sodo ed appiccante.
Bàsgier per Bastón. V. Ball del basin. Ballo della pezzuola?
BAS (78) BAS
Fà on basin a la franzesa. Baciare Baslettàda . . . . Quanto cape sur una
alla franciosa o alla francese, cioè basletta, cioè sur una tafferia.
prendendo gentilmente colle dita ambe Baslettin . . . . Ragazzo che ha la bazza.
le gote di alcuno e appiccandogli così Baslettinna . . . . . Piccola bazza.
un paio di baciozzi. I Francesi dico Basletto è . . . . . Piccola bazza.
no Baiser d la rincelle. È il solito Basletto ura . . . . . Piccola bazza.
complimento che molti vi fanno fare Basletton . . . . Uomo che ha gran bazza.
da loro bambinelli con un monte di Baslettònna.... Donna che ha gran bazza.
smancerie e di deliziari bamboccevoli Baslin o Baslina. v. cont. Dim. di Bàsla
per giunta. in sig. di Vaso spaso di terra cotta.
Fass on basin de ſogn. Baciarsi Basloeü. Ciotolino. Ciotolina. Ciotoletta.
alla sfuggita. Baslòtt. Conca. Catino. Vaso di legno o
Fà on basin su la bocca. Baciare di terra cotta per servizio di cucina,
in bocca. ad uso di lavare le stoviglie, ecc.
Mangià vun in di basitt. Appiccare o De grossi salci si fanno assai catini.
Dare o Imprimere mille baci; ed an La nostra voce è corrotta dal Vas
che nello stil famigliare Mangiar uno luteum de Latini, dice il Var. mil.
da baci col Zan. Ritr. fig. I, 5. Baslòtt. Ciòtola. Ciotola da danaro. Quel
Tirà i basitt lontan cent mia. V. Mia. la coppa di legno in cui i banchieri l
Basin . . . . Dicesi di quell'ammacca e i mercanti tengono i danari.
tura che resta in un pane in quella Baslòtt e Baslottèll dicono i Brianzuoli
parte che ne ha toccato un altro, o alle castagne fallite che i nostri fan
il forno. I Francesi hanno Baisure in ciulli di città chiamano Cazzùu. V.
questo senso. Baslottéc. Voce dell'Alto Milanese. Cati
Basinoeü. Baciuzzo. Baciùcchio. najo. Fabbricatore di ciotole, conche,
Basinón. Baciozzo. Bacio che fa scoppio. catini, mestole, secchj, zangole, ecc.
Basinòtt. Baciozzo. In città questi arnesi sono fatti e ven
Bàsla. Catino. Ciòtola. Vaso grande e duti dai così detti Fuserocch. V.
spaso così di terra cotta come di le Baslottèll. Catinetto. Dell'edere arboree
gno. I contadini brianzuoli però in grosse fannosi ottimi catinetti.
tendono solo di terra cotta. Baslottèll. Ciotolino. Ciotolina. Ciotoletta.
Baslètta. Tafferia. Sorta di vaso di legno Dim. di Ciotola; coppettino o scodel
spaso e con orlo naturale, sul quale lino d'un pezzo per diversi usi, si
si mondano i legumi, il riso, ecc. che mile a quello che i marinai chiame
s' hanno a cuocere poi in zuppa, ecc. rebbero Gavetta. Ed anche Parte di
Verso il Novarese è detto Stafania. alcun lavoro in forma di ciotola; co
Salamm de basletta. . . . . . Ogni sicchè quel vano circolare che sporge
rifiuto di salame o di carne porcina fuori del parapetto del carruccio da
esposto in vendita nelle botteghe dei bambini (torna o serc del strenciroeu)
pizzicagnoli ammonticchiato alla rin che vien detto Baslottin o Baslottell del
fusa sopra una tafferia. I compratori strencirau, sarebbe da tradursi il Cio
dicono anche assolutamente Scià duu tolino del carruccio; e così pure quella
sold de basletta per richiedere tanto di pissidetta che sta in cima di quasi
que rifiuti quanti valgano due soldi. tutti i nostri arcolaj (da noi chiamata
Baslètta. Bazza. Mento allungato e un Baslottell de la bicocca) si potrebbe
po'arricciato. La maschera del Panta con proprio nome chiamare Ciotolino
lon veneziano ha la bazza esagerata. o Ciotoletta dell'arcolajo.
Baslètta. ger. . . . . . Tra noi chi la Basorgnà. V. Basottà.
vora e anche chi traffica di cacio Basorgnón. Baciatore.
chiamano così la forma di cacio lo Basottà. Baciucchiare. Baciuccare. Dare
digiano spiattellata, cioè assai larga piccoli e frequenti baci. Il fr. Baisotter.
e poco alta, per allusione alla taſſe Bass – No savenn mè in buss nè in
ria (che diciamo basletta) la quale è bass. V. Savè.
così fatta. Bàss. sost. m. T. music. Basso.
BAS (79 ) BAS
Bàss. sost. m. Lo stesso che Bass'ora. V. Bàssa (Dà de). Scavalcare. Cavallare, Da
Domande bass. Domani a ora bassa. re il gambetto. Quasi simile all'altro:
Bàss, ad. Basso. Trà de scagn. V. in Scàgn.
Avè di alt e bass. fig. Essere ba » Appenna se introdus ona usanza, che ven
lestrato dalla fortuna. Incontrare casi ona reforma a dagh de bassa. » (Bal. Rim.).
diversi di fortuna. Andar soggetto alle Dagh de bassa a vun (che altri
ingiurie e alle percosse della fortuna. disse Dà la basa a vun). Porre a se
Coo bass. V. Cdo. dere uno. Levar uno di posto.
De bass. Da basso. A basso. Bassà. Bascià.
Dormi a bass de coo. Tenere il capo Bassà. met. . . . . . . . . . Prepotente,
su guancial basso. despoto, che esige obbedienza cieca,
Fà alt e bass come se vocur. V. Alt. che non vuol sentire ragioni.
Fà pari bass o Fà restà bass. fig. Bassà. Abbassare. Chinare.
Smaccare. Avvilire. Svilire. Bassà el coo. Chinare il capo.
Gent bassa o Bassa gent. Bassa Bassà el coo. fig. V. Cóo.
gente, Gente di bassa mano, di vile na Bassàa. Participio di Bassà. V. Ghe s'è
zione, di basso affare, di basso stato. bassaa el cervell. Ha perduto il lume
Messa bassa. V. Mèssa. dell'intelletto.
Ör bass. Oro basso o di bassa lega. Bassacàssa. Cassettino delle lettere basse.
Paesi bassi. scherz. Parti da basso. Quella parte della cassa da stampa
Deretano. Preterito; ed anche Angui che contiene le lettere minuscole.
maglia. In quest'ultimo senso sono Bassass. Scendere a . . . . Degnarsi di
affini alle Basses marches dei Francesi. . . . . . Per es. El s'è bassaa a an
Prezzi bass. Prezzo basso, poco, vile. dagh. Si degnò andarvi. El cred de
Restà bass. Riuscire basso; e ſig. bassass. Crede avvilirsi.
Restare scaciato, smaccato, svergo Bassàss-giò. Chinarsi.
gnato. Rimanere al di sotto. Bassètt (Sto). frase cont. Verso sera. Sul
Tegnì bass vun. fig. Tener uno corto, far della sera. Intorno a vespro.
cheto, a segno, in soggezione. Non Bassètta. Bassetta.
lasciare che uno stenda o allarghi Giugà a la bassetta. Fare a chia
l'ale. Tener tarpate l'ali ad alcuno. mare e alzare. Fare alla bassetta. V.
Trattà d'alt in bass. V. Alt. Fara6n.
Vardà d'alt in bass. V. Alt. e agg. L' è on gioeugh de bassetta. fig.
Quello che i Fr. dicono Regarder par È un fungo di rischio. È cosa fortu
dessus l'epaule o de haut en bas. nevole, pericolosa, rischiosa, d'esito
Vess bass de tacch. V. Tàcch. assai incerto.
Vess bass de vista. V. Vista. Bassignàna (Cà). V. in Cà.
Vcss bass el vassell. Aver del basso. Bassinètt. V. Fogón.
Essere al basso. Dicesi del vino o si Bassinètt. T. d'Arm. Scodellino. Parte
mile quando sta per finire nella botte. della piastra o sia dell'acciarino di
Vess vegnuu al bass. Avere consu un'arme da fuoco ove mettesi il pol
mata l'asta e il torchio. Essere ridotto verino e che si copre colla martellina.
al basso; e parlandosi d'un siffatto Dal fr. Bassinet. Il Diz. artig. lo chia
uomo si dice anche Le acque son basse. ma anche Scudetto, e dice che è com
Bàss. Ad. di Pann, Tila, ecc. V. posto di Bacinetto (la parte incavata
Bass. Ad. di Carnevàa e di Pasqua, e ove si mette la polvere), Brachetta,
vale che durano o ricorrono poco Brachetta con foro per la vite della
innoltrati nell'anno. martellina, e Spondella dette in fr.
Bàssa. Fondura. Bassata. Noi diciamo Fraisure, Queue, Bride e Garde-feu.
La Bassa assolutamente per tutta la Bassiroeü . . . . . I colligiani dell'Alto
parte piana dello Stato; il Basso Mi Milanese, e specialmente della Brian
lanese, il Pavese, il Lodigiano sono za, danno questo nome a que loro
compresi sotto un tal nome. compatriotti che in certe stagioni
Vun dc la bassa. Pianigiano. dell anno abbandonano il paese per
BAS (8o) BAS
recarsi nella nostra pianura (a la Bastardèlla. . . . Sp. d'asse di pioppo.
bassa) a buscar guadagno nei lavori Bastardon. Bastardaccio. Pegg. di Ba
agraria quali non bastano i pianigiani. stardo.
Bass'6ra. Bassa ora. Ora bassa. Dì basso. Bastardón. . . . . Ramo di vite che ha
Voce contad. per denotare sul tardi, le gemme piatte.
sull'imbrunire. Bastardòtt... . Sp. di travicello. V. Tràv.
Bass'oràda. v. cont. Vesperata. Tutto il Bastée. Bastajo. Bastiere. Chi fa i basti.
di basso, tutta l'ora bassa quant'ella Bastévol. v. dell'Alto Milanese. Durevole.
dura. Bastevole. Bastabile. Dicesi di roba,
Bassrilév. Basso rilievo. specialmente mangiativa, che sia di
Bàst. Basto. Arnese che a guisa di sella durata e casereccia.
s'impone alle bestie da soma. Basti. Bastare. Fare. Serbarsi. Parlan
Fust o Scenten. Fusto = Arch o Ar dosi di carni, frutta o simili, vale
són o Urcion o Assètt. Arcioni - Pell Conservarsi, mantenersi, durar lun
o Quattadura. Cojame = Guarnizion. gamente.
Guarnizioni = Copp. Arco? = Sedée. Basti. T. d'Agric. Far piede. Dicesi delle
Sedere? = Ferradura. Ferri. piante quando ingrossano.
Avegh pocca paja in bast. fig. Es Bastin dicono i cont. br. per Bastinna. V.
sere sburrato, cioè snervato, debole. Avè di piagh sott al bastin. V. Piaga.
Guggia de bast. V. Gùggia. Bastinna. Bastina. Spezie di basto leg
Lassass andà el bast sott a la pan giere senza arcioni, senza coſame,
scia.fig. Cacarsi sotto. Perdersi d'animo. senza ferri.
Mangiass la paja ſoeura del bast. Portà la bastinna o el bast. fig.....
Mangiarsi l'erba e la paglia sotto Portare il peso, il carico di checches
(Alb. enc. in Erba). Consumare il sia. Quasi il Porter l'endosse dei Fr.
patrimonio o il guadagnato senza più Bastinna. Bardella. Sp. di sella quasi
oltre industriarsi, il che è sempre spianata di cui usano i mulattieri, i
male per chi non è ricco molto o di contadini, ecc.
quattrini o di apatia. Bastinna. . . . . Così chiamasi in varie
Mett el bast. Imbastare. parti del Milanese quella spezie di
Portà el bast. fig. V. in Bastinna. giaco da torcolatori e brentatori di
Toeù giò el hast. Sbastare. vino che le genti montanine e di
Bàst. met. . . . . Livrea, divisa, assisa. Brianza chiamano Zacch. V.
Bastà. Bastare. Essere assai. Essere a Bastion. Bastione. Da noi però la voce
bastanza. Esser sufficiente. Bastion indica ciò che toscanamente
Basta basta. Basta, ed anche Basta direbbesi Le mura. P. es. Ho ſaa el gir
basta. de tutt i bastion. Ho percorso tutte le
Bastard. Bastardo. Spurio. Illegittimo – E mura. I bastion de Milan e quij de
met. Bastardo. Degenere. Tralignante. Lucca se somèjen. Le mura di Lucca
Bastard. Ad. di Remolàzz. V.
sono quasi simili a quelle di Milano
Bastardàa. Bastardato. Tralignato. Imba – I nostri Bastion si dividono in Ba
stardito. Dischiattato. Imbastardito. stion. Cortina, e Valetta. Baloardo.
Bastardass. Tralignare. Dischiattare. Im Bastón. Bardellone. Basto grande,
bastardire. Degenerare. Baston. Bastone. Mazza.
Bastardèll. Ad. di Remolàzz. V. Andà cont el baston. Andare a
Bastardèlla. T. de Carr. . . . . . Sorta mazza, cioè appoggiato alla mazza.
di carrozza la quale, se non erro, è Bastón de cadrega. Cavigliuoli da
quella che i Fr. chiamano Dormeuse seggiole (“tosc. Tom. Sin.).
– Nei diz. Bastardella trovasi col Baston de cassia. Bocciuolo di cassia.
solo sign. seguente Baston de ciccolatt. Bastoncello?
Bastardèlla. T. di Cucina. Bastarda. Ba Bastoncino? Pezzuolo? Panetto? Rotella?
stardella. Vaso di rame stagnato chiuso Baston de collanna. V. Collanna.
per cuocervi entro carne, per pur Baston de pajee. V. Pajée.
gare zuccheri, ecc. Baston de la cros. Asta della croce.
BAS (81 ) BAS
Baston de la polenta chiamasi da Bastón de la festa. Maestro di sala –
vari contadini dell'Alto Mil. quella che Maschera del teatro( fior.). Nelle ve
noi diciamo Canella V., con questa di glie de privati è regolatore dei balli
versità però che dove la Canella è un quel primo, come n'è il secondo nei
vero cilindro liscio, il Baston è un vero veglioni pubblici. Come poi l'uomo
randelletto ricurvo nella testata di fon allegro per cccellenza, l'eccitatore
Baston del balducchin. Aste. (do. all'allegria siasi tramutato da noi in
Baston de l'ombrella. Bastone (così un Bastone è cosa singolare, ma non
l'Alb. enc. in Ombrello). difficile a intendersi. O egli fu detto
Baston de pastor. Vincastro. Pedo. così perchè mentre tutti sono in ballo,
Baston di pastore. egli solo sta fermo come perno dei
Baston de zirott. Maddaleone? Roc balli medesimi, o fu così chiamato per
chio di cerotto ? quella figura d'imperiosità che l'un
Baston di orbitt. Batocchio. Batac uomo volle mostrare all'altro nel ba
chio. Baston da ciechi. stone di qualsivoglia forma o figura.
Baston di soldaa. Giannetta. Bastonà e Bastonà-sù. Bastonare. Abba
Baston di tend . . . . Ai palchetti stonare. Sonar colpi col bastone.
(genèff) de nostri padri, ch'erano La prima se perdònna, la segonda
pesanti e incomodi, si sono sostituiti se bastònna. . . . . . Modo di dire
certi bastoni a capo de'quali inastansi col quale ci mostriamo scusatori di
frecce o mele o altrettali ornamenti una prima colpa, e negatori di per
dorati, e in questi bastoni si ficcano dono a una seconda. Allorchè noi
quelle bullettine che fanno officio di usiamo questo modo di dire a rim
rattenere i drappelloni che soprador provero di seconde nozze mal fortu
nano le cortine d'una finestra, ecc. nate si potrebbe sostituirgli il dett.
Baston tutta gropp. Bastone nodo ital. Chi ha o toglie una moglie me
so, noderoso, ronchioso, nocchieruto, - rita una corona di pazienza; chi due,
e anche pannocchiuto. Mazzero. una di pazzia.
Cont i asen ghe voeur el baston. Bastonàa. Bastonato.
V. Asen. (Lègn. El par che m'abbien bastonaa. Pajo
Fà corr on legn per on baston. I . bastonato. Sono abbacchiato. Dicesi da
Insegnà cont el baston. fig. Inse chi si sente spossato o abbattuto dopo
gnare a rodere i ceci. Mostrare l'er una febbre o altro male qualunque.
rore col castigo. Vess becch e bastonaa. Aver avuto
Bastón. T. di Giuoco. Bastoni. polazzo eccetera(Fag. Av. pun. III, 15).
Fà correl re de baston. fig. Cascare Bastonàda. Bastonata. Bacchiata. Batac
a bastoni (Fag. Cicisbeo sconsolato III, chiata. Iandellata.
8). Far passare sotto un ponte di legno Dà via bastonad de orb o de lira.
(Fag. Un vero amore non cura interes Dare mazzate o bastonate sudice, vec
se III, 5). Dar l'asso di bastoni(Fag. chie, strane, di cieco, da ciechi. Tam
Av. pun. III, 16). Sonare a catasta. burare. Zombare. Maculare. Dare co
Mandare a Legnaja. Far trionfare ba me in terra. Spianar le costure. Sonare
stoni. Bastonare. -
Battiroeü. Pestone. Così chiamasi quel ba cassa o in d'ona valis. fig. V. Valis.
stone con cui si dibatte il latte nella Baùll. gergo. Tafanario. V. Cùu.
zangola(penaggia) per fare il burro. Bauscént. Scombavato. Imbavato. Bavoso.
Battiroeu per Tirànt de resega. V. Baùscia. Bava. Noi però chiamiamo Bai
Battiroeü. Stella(“tosc. Diz. artig.). Ruota scia la sola bava umana la quale no
dentata di legno commessa all'asse miniamo Bava unicamente allorchè si
del burattello d'un frullone la quale riferisce a sintomo di stizza e di rab
nel farlo aggirare romoreggia. bia; quella delle bestie e ogni altra è
Battiroeul. P. Battiroeu(magliuolo). detta anche da noi Bava come in ita
Battiroeula, che anche dicesi Spiàttola. liano. Lo stesso s'intenda per le voci
T. di Cuc. . . . Specie di paletta di di respettiva derivazione. -
Becchée. Beccajo. Macellaio. Macellaro. Vecchioni del suo Diz. ec. rust., dice
Colui che macella gli animali bovini che sono chiamate Belegòtt perchè fra
per uso di mangiare. noi i venditori le gridano così, quasi
Becchée. met. Beccajo. Vago di sangue, volessero dire marroni begli e cotti.
che fa macello d'uomini. Acqua de belegòtt. V. Acqua.
Becchéra. Beccaja. La moglie del beccajo. Beleràtt . . . . . Venditore di balocchi
Beccherinna . . . . . Giovine beccaja. o ninnoli pei fanciulli.
Becchigno-ù. Beccuccio ? Belerin. Ciancetta. Ciancerella. Ciance
Becchin. Beccuccio. Dim. di Becco. rulla. Ciancolina. Bazzecola.
Becchin. Beccuccio. Canaletto adunco on Belerinèll. Ninnoletto.
d'esce l'acqua de vasi da stillare o sim. Beliètt. Biglietto. Viglietto. Letterino.
Becchin. Becchino. V. Sotterrò. Beliètt. Polizza. Cedola – Beliett de rilfa.
Becch-in-crós. Crociero. Crociere. Sorta Beneficiata. Beliett d'ingress al teater.
d'uccello che corrisponde al Bec-croise V. Bollettin.
dei Fr., ed alla Locia curvirostra Lin. Beliettin. Vigliettino.
È forse anche il Becco di forbice che Beliettin. Polizzino. Bollettino.
l'Alb. enc. in Becco ha notato con V. Ri Belin. v. a. Bambino.
gopsalia, voce che lasciò di registrare. Belitàa (Gros. Visc.). Abilità.
Beccofotrist. Becco coll'effe. Gran mo Belitàa. Temerità. Ardire. Imprudenza,
nello. Cavezza. Forca. Per es. L'ha avuu la belitaa de dim
Beccon. Beccone. Acc. di Becco in tutti i mel in faccia. Fu temerario a segno
Redòja. V. Bidòja. (suoi sig. di dirmelo sul viso.
Bèggia. s. f. T. de Vetraj . . . . Sp. di Belittràn o Belittrón. Baggeo. Babbione.
coltello d'osso col quale si pareggiano V. Badée. I Fr. hanno in questo senso
i piombi che incatenano i vetri delle Belitre. Dal lat. Balatrones dice il Var.
vetriate. Parmi che sia il Lustroir dei Bèll. ad. Bello. Aggettivo che si usa anche
Fr., e forse non sarebbe impropria da noi a quel modo che il Fagiuoli(Rime
mente detto Liscino. IV, 2o6 e 2o7) dice usarsi in Toscana:
Beghinaria. Bacchettoneria. Bacchettoni « L'epiteto di Bello è spesso unito
smo. Santocchierìa. » A una cosa non buona e di rifiuto:
Beghinna. V. Beata. » E di taluno dire io ho sentito,
Bèh! Poh ! Interiezione esprimente nau » Poh! colui egli è pure il bel minchione,
sea, disgusto, disprezzo. - Il bello sciocco, il bello scimunito.
e simili o anche vini dolci. Il Par. Avegh el sò bell de fa. Aver che
mil. poi trae Belee da 3h).o; (astro), fare più che a un pajo di nozze. Aver
facendo diventar gli astri tanti belee !! molto da fare.
Belee de stagn. Stagnini (così il Ballà bell. I . Ballà.
Caro nell'Apol. a pag. 52). Bej donn e Bej omen. V. Bej-donn
Belegòtt (e cont. Bescoeicc). Anseri. Vec e Bcj-òmen.
chioni. Castagne bislessate col guscio Bell in fassoeura, brutt in cami
e mezze secche. Il Fontana, alla parola soeura. P . Fassoeura.
BEL (89 ) BEL
l
Bella come el sol o come ona stella. Fann de bej o Fann vuna bella.
Un occhio di sole. Una bella. Una Farne di quelle coll'ulivo. Farne di
Venere. Una beltà che rapisce. marchiane o solenni o sonore.
Calà in sul pù bell. Cadere il pre Fassbell. Farsi onore. El voeur ſass
sente in sull'uscio. Cader la grandine bell de quell che no ghe partocca. Vuol
sul fare la ricolta. Precipitare o sviare farsi onore di cosa che non gli pertiene.
un affare appunto in sulla fine. Fass bella. Azzimarsi. Rinfronzirsi.
Cantà bell. V. Cantà. Allindirsi. Rassettarsi. Farsi bella. Li
Chi bella vocur parì gran dolor sciarsi. Strebbiarsi. -
Voregh quel che sta ben. Volerci del Benefizi. Benefizio. Beneficio.
Bén. Ebbene. E be”. Per es. Ghe n'è Benefizi. T. eccles. Benefizio – Prebenda.
cinquanta ? ben deghen cinquanta Benefizi sempliz metaf. . . . . . .
para. Sono in cinquanta? ebbene da Impiego di mero lucro e di nessun
tene loro cinquanta paja. incomodo e occupazione pochissima
Benbén. Assai. Molto. o nessuna. La metafora è tolta da
Béne. Voce usata nella frase Bene qui que benefizi ecclesiastici che l'isti
dem. l . Quidcm. tutore non gravò d'alcun obbligo.
BEO (92 ) BER
Benefiziàda. s. ſ. . . . . . . . I cantanti coi nomi semplici qui detti intendesi
ed altre genti di teatro chiamano così parlare della Betula alba Lin.
quella sera in cui tutto il danaro che Béola. Selce di Beola (l'aese posto sul
si ritrae dai concorrenti allo spetta Verbano). Pietra nota.
colo rimane di loro assoluta proprietà. Beolètta. Marmetta di selce di Beola.
Benfàa. Renfatto. Beolin (che anche dicesi Beolòtt o Al
Béni. s. m. pl. Averi. Poderi. Tenute. baròtt o Arbaròtt o Farinèll) . . . .
Possessioni. Nomi che si danno nell'Alto Milanese
Bcniamin. Cucco. V. Caroeü. a varie specie di betulla, come alla
Benis. Confetto. ovata, alla pelosa, alla nana, ecc.
Benis de gess. Coriandro - con dent Beolitt. V. Fónsg.
i anes o i anesitt. Anacino = con dent Beolòtt. Lo stesso che Beolin. V.
la cannella. Cannellino. Bèp bèp . . . . Voci imitanti il guaito
Benis de spos. V. in Spös. de cagnolini.
Pretend i benis d'on asen che ſaga Bequader. Biquadro. Bisquadro. Acciden
spos. V. Asen. te musicale notissimo.
Vestii de benis, e così Scarp de Bèra. v. cont. Pecora. Agnella.
benis, Fazzolett de benis, ecc. . . . . Berà (collº e aperta come in Bè). v. cont.
Così diconsi quegli abiti o quelle robe Belare. El bè el bèra. La pecora bela.
che, data la fidanza delle nozze, s'in Bergamasca (la). Est. Levante. Così chia
dossano dalla fidanzata ne' di solenni masi sul lago di Como e in Brianza
antecedenti a quello delle nozze mede il vento di mattina. V. Vént.
sime, nel quale dappoi ne indossa altri Bergamin . . . . Nome di que proprie
che diconsi de spos, cioè abiti nuziali. tari di mandre numerose di vacche i
Benis. Fiori (così il Melchiorri nel suo quali, dalla provincia di Bergamo spe
Diz. bresc. ital. in Colombine, senza cialmente, ed anche da altre parti
però che ne citi la fonte). Quelle gra submontane attigue al Milanese calano
nella del grano turco le quali messe nel Basso Milanese, nel Pavese, nel
nel fuoco scoppiano e mandano fuora Lodigiano a svernare le loro vacche
per la crepatura la farina bianchiccia. coll'erbe sempre vivide de prati mar
Benisitt. Confettuzzi. Treggea. citoj.
Benissem. Benissimo. Bergamin. . . . . Quel famiglio che ac
On poo per la gesa e on poo per cudisce alla mandra detta bergaminna.
el santissem se tira là benissem. V. Bergaminna. Mandra. Mandria. Gregge.
Gésa. Greggia. Armento. Mandra numerosa
Benissem. Bene sta. Bene. Sibbene. Così di vacche così in genere, come nello
sia. Ho inteso. Modo d'approvare il spec. sig. di Bergamin. V.
detto altrui. Bergamòtt. Ad. di Pér. V.
Bènna (che anche dicono Brènna). v. Bergamòtt. Bergamotto. Sorta di lumia
cont. . . . . . . La rastrelliera della (lima) fra i vari limoni odorosissima.
greppia, ai cancelli della quale si rac Bergellana. V. Uga.
comanda il fieno che le bestie ne van Bèrgna. v. cont. dell'Alto Milanese. Noc
no via via strappando per cibarsene. chio o Bernoccolo ne castagni.
Bennitt. v. cont. per Ridoj. V. Bèrgna. met. Capaccio.
Bendin. av. Benone. Arcibene. Benissimo. Bergnòtt. v. cont. dell'A. M. Cappellaccio.
Benonòn. Arcibenissimo. Bèrgom. Bergamo. Nome di città che vol
Bempientàa. V. Pientàa. tiamo in Birgom in alcuno dei det. seg.
Benservii. Benservito. Licenza che si dà Secondom Birgom. A punti di luna.
altrui per iscrittura, con attestazione A volte di cervello. Secondo che ci
del buon servigio ricevuto. va per la fantasia, secondo che ne
Bentivòglio (La cà del). V. Ca. tocca il capriccio.
Benvorè. Voler bene. Amare. Vess de Bergom. fig. Essere Barto
Béola o Biolla. Bètula. Betulla. Pianta lomeo da Bergamo. (Còmm.
nota di più specie. In generale però Vun a Bergom e l'oltr a Comm. V.
BER (93 ) BER
Bericchin. Monello. Ragazzo birbone, che non fra essa e il Varie linguare
discolo. Bericchin de piazza. V. Rabòtt. muratoriano.
lingòt, moneta già reale e poscia di Mett in berlinna vun. Mettere alla
venuta ideale e sinonima di lira. Una berlina; e fig. Battere la cassa ad
grida milanese del 16o2 la dice Bar dosso a uno, cioè sparlarne.
linga. Forse tra la famiglia del Ber Berlinna . . . . Sp. di carrozza a quattro
lingaccio e le Berlinghe è più affinità ruote che ha la cassa raccomandata
BER (94) BER
a due cignoni assai forti di cuoio e ce ne convince l'esempio portato dal
tesi per modo da levare ogni inco l'Alberti enc. alla voce Pergoletta. V. –
modo di scosse a chi v'è dentro. Dal L'Inferr. App. descrive il bersò quando
fr. Berline. dice: «Aveva oltr'a ciò in questo
Berlòcca(Battla)... . Batter la cassa per p
giardino per di molte parti viali
chiamare i soldati al rancio. » diritti e belli coperti da graticolati
Berlùmm. Barlume – Avèghen on ber » volti a botte, sopra i quali cammi
lumm.Averne una tintura. Avere super » navano diverse piante di verzura
ficiale notizia o perizia di checchessia. » e di viti. » V. Alb. enc. in Grati
Bernafùs. V. Barlafùs. colato e Cupola – Il Soderini lascia
Bernàrda. Voce di gergo che vale Notte. credere che possa dirsi anche Rosta;
Bernardón. Baggèo. V. Badée. e a nostri giorni pare che alcuni To
Miser Bernardon. . . . . . . Dicesi scani dicano volg. Cerchiata, chè ce
di chi sia pien di mali, d'un pove lo fanno presumere la ch. Milesi Mo
raccio tutto magagne, d'una Rozza jon nel suo Vocabolarietto da fanciulli
dell'Apocalisse direbbe il volgo tosc. annesso all'opera dell'Edgeworth, e
Bernardón. Catorzo(Gagl. Voc. agr.). Mes il Gagliardo nel Vocab. agronomico.
sa di vite più vigorosa la quale, ben Bersorin. Dim. di Bersò. V.
cresciuta sul tronco dell'anno prima, Bèrta. Cecca. Taccola. Putta. Mulacchia.
è allontanata dal filare e tesa da un Gàzzera. Uccello noto che è il Corvus
gabbiuolo all'altro, o raccomandata monedula Lin. Dalla loquacità di questo
pe suoi vari rami a pali forti e rami uccello siam passati a dire Berta a un
ficati a foggia d'alberi. Questa messa linguacciuto, e Berta la ciarla, ed
così disposta, se non riesce troppo anche la lingua stessa che dà in ciarle.
aduggiata, frutta di molta uva. Mctt la berta in sen. fig. Ammutolire.
Bernazz o Barnàsc. Paletta. Pala da fuoco. Fà mett la berta in sen. fig. Chiu
Ferro noto che s'adopera nel focolare. der la bocca. Far tacere e convincere.
Dal lat. Prunatium dice il Var. mil.; Bèrta. Vesciona. Svesciatrice. Vesciaja.
ma forse meglio dallo svizzero Ber Donna che ridice tutto quello che
nase o Bernaase. sente dire. Presso noi dicesi medesi
Bernazzàda o Barnasciàda . . . . Quella mamente Berta anche ad un uomo di
quantità di checchessia che si prende tal carattere. In questo significato pare
in una volta colla paletta da fuoco. usata la voce Ghiandajone dal Buo
Bernazzin. Palettina. narroti nella Fiera (IV, 4, vers. 2).
Bernazzìn de cuntéra. V. in Cuntéra e Pàla. Bèrta. Giarda. Natta. Beffa. Fà la berta.
Bernazzin per Spazzalimaja. P. Fare la giarda o la beffa. .
Bernazzon . . . . . Gran pala di ferro, Bèrta. Bertuccia. V. Scimbia.
con risalti alti un quarto di metro da Bèrta. gerg. Tasca. Sacca. Saccoccia.
tre lati, di cui il fornaciajo si serve Mett in berta. Intascare.
per estrarre le brage dalla bocca della Bèrta. Berta. Nome proprio.
fornace e buttarle a freddare nella L'è minga pù el temp che Berta
sciuga (foppa). filava. Non è più il tempo che Berta
Beròtt. Agnellotto. filava. Non è più il tempo di Barto
Beròtt. V. Ghindanna ed ilza. lomeo da Bergamo. E finita la vignuola
Berottèll. Agnelletto. o la cuccagna. Altri tempi altre cure.
Bersàj. Bersaglio. Berzaglio. Luogo dove E vale che i tempi sono mutati.
si va a colpire a segno colle armi Bertà. Sbertare. Svertare. Svesciare. Ridire
da fuoco per esercitarsi al tiro. quanto un sente dire.
Bersò. Pèrgola. Pèrgolo. Pergolato. Dal Bertagnin. Baccalà. Baccalare. Merluzzo.
fr. Berceau. Che Pergola si possa dire V. Merlùzz. -
rosari, chi recita del continuo corone. Bibliotecàri. Bibliotecario – Gli Animali
Biassònn. Nome proprio di paese che parlanti del Casti hanno resa comune
s'usa nella seguente frase: Andà a questa voce, e nel nostro dialetto
Biassonn (che anche diciamo Fà dent e ne volgari di quasi tutta Italia, nel
la tomma, o Mangià sora) Appiccar significato metaforico di Topo.
alle mani. Far agresto. Approvecciarsi. Bibliotècca. Biblioteca. Libreria pubblica.
Fare una vindemmia anticipata. Dicesi Bicc (che anche scrivesi Bigg). Ceppo.
di quell'avanzo illecito che fa taluno Pedale. Il tronco dell'albero dalla ra
nel fare i fatti altrui, o quando man dice alla forcatura, che i Brianz. di
dato a comprar roba, dice di avere cono Toeir, e i Verbanensi Bora.
speso più di quello che non ha realm.° Biccér. Bicchiere, e in gergo Bòssolo –
Biàva. Biada. Vena. Avena. Cereale noto, Chi fa bicchieri dicesi Bicchierajo –
cioè l'Avena sativa Lin., il cui grano I bicchieri di forma imitante altri
si dà a mangiare alle bestie da soma. arnesi sono detti Bicchieri a foggia;
Noi intendiamo per Biava la sola Vena tali sono i Malinelli, gli Spilli, i Bor
o in erba o in grano, e non estendia bottoni, i Buffoncini, i Zampilletti, ecc.
mo la voce, come i diz. ital., a ogni Rocca. Bocca - Cuu. Fondo = Orlo.
specie di cereali – Il campo semi Labbro = Panscia. Mascelle (Bino Rime).
nato a biada dicesi imbiadato. Biccera caliz. Bicchiero a ferrajuolo,
Biava seguenta . . . . Biada di bel Calice (V. Alb. enc. in Calice).
l'aspetto. Biccer col labro d'or. Bicchiere
La menestra l'è la biava de l'omm messo a Oro,
nota, che è la Beta rubra vulgaris Biga. Biga. La corsa di bigh. La corsa
de'bot. Il Targ. Tozz. la dice anche delle bighe. Col moderno Anfiteatro,
Ravastroni e Barba semplicemente. sorto in questo secolo nella nostra
Noi la diciamo Biedrava forse dal fr. città, il dialetto acquistò anche la
Betterave; i venditori la gridano anche voce Biga.
al pl. Biedrà, Biedrà cott. I contadini Bigàtt. Lo stesso che Cavalér. V.
idioti dell'Alto Milanese chiamano Ca Bigattée. . . . . . Colui che accudisce
ròtola la nostra Biedrava e Gniff la di professione ai bachi da seta. Mol
Caròtola, forse perchè originariamente tissimi Brianzuoli emigrano a ogni
non conobbero che la bietola gialla. aprile e vanno per tutta Lombardia
La specie ordinaria è la già detta: e anche altrove a fare il bigattée.
se ne conoscono però anche le seg. Bigattéra . . . . Luogo disposto esclu
Biedrava bianca. Barbabietola mo sivamente pel lavoro dei bachi da
scadella o bincaa (Targ. Toz. Ist.). La seta. Sono volgari nell'Alta Italia i
Beta pallide virens major del Bauhin. nomi di Bigattiere e Bigattiera.
Biedrava bislonga. Barbe de Cap Bigattéra . . . . . Donna che accudisce
puccini (Targ. Toz. Istit.). È la Beta di professione ai bachi da seta.
rubra radice rapae del Bauhin. Bigavò. Voce bergamasca usata in Brian
Biedrava gialda. Bietola caròta. Bie za per Cór (ceneracciolo). V.
tola gialla (Targ. detto). È la Beta lu Bigg. V. Bicc.
tea major del Baulin e del Tourneſort. Bighèzz. . . . . . . . Sp. di rete quasi
Bièlla. Tegame. Vaso di terra piatto con simile affatto al Riazzocu. V.
orlo alto, per uso di cuocere vivande. Bigia capellée. V. Migia capellée.
Forse dal Biellese donde per avven Bigià. Marinare. Inforcare. Fare forche.
tura ci vennero la prima volta. Bigià la messa, la scoeula, Marinare la
BIG ( I c4 ) BIG
messa, Inforcare la scuola. Il Caro gazioni ne' luoghi rispettivi. Al bi
nell'Apol. a pag. 22o dice Fuggire la gliardo si giuoca in vari modi, cioè:
scuola. Il Guadag. (Rime I, 24) ha A casin. A pallino ( fior). Questo
Salar la lezione. -
uno il suo discorso, o simili. Varda che te foo sett boeucc in del
Chi prega asen deventa boeu. V. in coo . . . Specie di minaccia scherzevole
Mùll, che si fa co'bimbi, a quali non basta
Mett el carr inanz ai boeu. fig. ancora la mente di capire che que sette
Mettere il carro innanzi a buoi. buchi se gli hanno già da natura. Ti
No è ben resegà i corna ai boeu. manderò scalzo a letto dicono per
Non convien destare o svegliare il can quasi consimile minaccia in Toscana.
che dorme. Non conviene stuzzicare il Ziſfol de sett boeucc. V. Ziſſol e Badée.
formicajo o il vespajo. Non ischerzar Boeucc. s. m. T. di Zecca . . . . Quel
con l'orso se non vogli esser morso. fondo in cui sta il torchio da coniare
E non è bene stuzzicare i calabroni. le monete, e nel quale sta seduto
Scappaa i boeu sarà la stalla. fig. Ser l'operajo che sottopone al torchio i
rar la stalla perduti i buoi o quando - piastrini (tondin) da coniarsi. Da Fran
son persi i buoi. Usare guardia e ri cesi è detto la Fosse.
medio dopo avuto il danno. Boeiùcc. Taverna. Bettola. Cànova.
Boeü. fig. Bue (Fag. Ciapo tutore I, 1 1. Boeùcc gergo per Oncia. On tant al
« Fu il primo e l'ultimo maestro, boeucc. Un tanto l'oncia.
» perchè e lo licenzionno per non Boeüden. Giuoco forse sim. al Tànghen. V.
m aggravare il Comune; sicchene in « E vui olter cruschee, sguatter, staffer
n questo paese ora noi sarem buoi » Giughee a la mora, al boeudem, lanzinett. -
» per rispiarmo»). Sciocco, ignorante. Boeiùggia. Buca. (Brand. Men. Gamb.)
Avegh del boeu ch'el consola. Esser Boeüggia. T. de Fab. Sdffice. Quel can
un bue di panno. Aver del bue. Dar nel none o dado di ferro traforato che si
Boeùcc. Buco. (bue. mette sotto ad un pezzo di ferro in
Boeucc del copin. Collottola. focato che si vuol bucare.
Cadreghin de boeucc. V. Cadreghin. Boeügna. Bisogna. È d'uopo. Occorre,
De sto boeucc t'ee de passà. . . . . Boeugna fall. Bisogna farlo.
IIai a passare per questa gretola; a Boeüs. Ambrogio. Nome proprio.
questo passo devi a forza ridurti; qui Capì Betta per Boeus. Frantendere.
devi darmi nelle unghie, ed anche Intendere a rovescio. I Lucchesi di
Tu l'hai a cavalcare questa chinea cono volgar. Prender Betta per Nena.
(Salv. Spina II, 6), cioè devi farlo. Toſela Boeus (o Ziſfola Boeus che
D'on boeucc fà on scarpon o D'ona passa el dord come dicono i Br.). Le
brossola fà on bugnon. V. Bròssola. zucche marine. Zucche fritte.
Fà boeucc. Fare colpo. Vale conse Boeùsma. Bòzzima.
guire quello che si desidera, riuscire Cavà la boeusma. Sbozzimare.
in checchessia. Boeusmaroeü. v. a. Daz. Merc. Pennella
Fà boeucc e scarpon . . . . . . . . da imbozzimare?
Mandare a male a dirotta; mandare a Böff. Soffio. Soffiamento. Soffiare. L'Al
male gli affari, non ne fare una bene. berti enc. registra Buffo per soffio
Formagg senza boeucc e vin che non continuato e fatto ad un tratto.
solta ai oeucc. V. Formàgg. In d'on boſf. In un soffio. In un
Lassagh el boeucc del gatt. fig. La succio. In un attimo.
sciare una gretola. sto mond l'è on boſſ. V. Mónd.
L'è pussee grand l'oeucc ch' el Böff. Piscialletto. Capo di frate. Coccola
boeucc. . . Dicesi degli avidi a quali a pappo del Leontodon tararacum Lin.
pare sempre d'aver meno il bisogno. Böff. Cuſiotto. Sp di cullia oggidi disusata.
BOF ( 121 ) BOC.
B6ſf. T. del G. di Dama. Vatti ! Vocaboli Boffalòra. Nome di vari paesi del nostro
che si usano a mo' di esclamazione contado, uno dei quali entra nel det
per intimare all'avversario la perdita tato: Parì el barchett de Boffalora.
di una pedina o dama. V. Boffà. V. Barchètt.
Boff quella pedinna! Patti quella Boffanèlla (che altri dicono Zuccoria sal
pedina (Sacchetti Nov. 165). vadega). Dente di leone. Erba che è il
Bóff (Giugà al). Fare al soffio (Lasca Leontodon taraxacumLin. V. Zenzelión.
Strega, II, 1). Fare a soffino? Boffànt.Soffione. Gonfianugoli. VSgonfiòn.
Boffa. Soffiare. I Provenzali dicono Bu Boffantón. Pallonaccio. V. Sgonfiòn.
far all'azione di soffiar colla bocca. Boffètt. Soffietto. Arnese notissimo. Forse
Notisi che Buffare ne'diz. dicesi sol dal provenz. Bouffet – Quella pazza
tanto del soffiare nel giuoco dei noc specie di soffietto che usano in cam
cioli, del fare la spia e dello spetezzare. pagna, cioè una canna smessa d'ar
Boffà cont el mantes. Mantacare. chibugio, forata e bidentata da piede
Boſfà in la lumm. Spegnere la lucer dicesi Soffione o Trombone a bocca;
na, e met. Esalare il fiato. V. Cagaràtt. e Soffionetto se non tanto lunga.
Boffà in su la fava. V. Fàva. Ciapp. Anime. Palchi. – Pell. Pelle
Boffà paroll in l'oreggia. V. Orèggia. = Lenguetta. Animella – Canna. Can
Boffà sui did. Far pepe o pizzo. V. nella. Canna.
Pignocù. Fà la part del boffett. fig. Aizzare.
Boſſà via on stee de crusca. V. Stée. Rinfocolare. Intizzare. Metter male.
El pò boffamm dedree. Rincarimi Boffètt. met. La bronzina. Le artiglierie;
il fitto. Mi dia di naso in cupola o e fra noi in gen. le bocche da fuoco.
negli orecchi o in tasca. Detti plebei Boffètt. gergo. Cocchiume. Deretano. V.Cùu.
usati per mostrare ad uno la poca Boffètt. T. de Sart. Culatta. Pezzo trian
stima che altri fa dell'autorità sua, golare ch'è nella parte più alta del
della sua bravura, ecc. didietro de calzoni. -
che abbia due delle sue pallottole Boggià, e per mag. enfasi Boggià a stà
più vicine al grillo di quelle dell'av a segn. m. br. Bubbolare. Carotare.
versario vince due punti, e tal com Bugiare. Dar bubbole o pastocchie o
binazione dicesi fra noi Falla de dò; bozze. Cacciare o, Ficcar carote.
mandandone una sola vicina al grillo, Boggiàda. Pallottolata(Spadafora Prosod.).
vince un punto solo, e dice Falla Colpo di pallottola (boggia).
de vunna. Termini milanesi di questo Boggiadinna. Dim. e vezzeg. di Boggiàda.V.
giuoco sono pure Brusa-via la bog Boggiadór. . . . . . . Quel giocator di
gia, Boggià, Anda-sù, Bon gioeugh, bocce che ha molta abilità nel truc
De rigoron, e A basin. V. Brusà, ecc. ciare le pallottole.
– Si giuoca in partita, ed anche Boggiàtter. Bucone.
A fornera (e da alcuni A cascià l'asen) Boggin. Buchetto. Buchino. Bucolino.
Al paga l'oste(“lucch.). Giuoco affine Boggin (o Balin, e fra i contadini del
alla così detta Pdl del bigliardo, che l'Alto Milanese Bolin). T. di Giuoco. Lo
si fa colle pallottole come sopra, e stesso che Balin. V. Corrisponde preci
in cui ognuno dei giocatori, che pos samente al fr. Cochonnet, e all'ing. Jack,
sono essere in qualunque numero, ha Tegni el boggin o Avè in man bog
una pallottola sola, e tira più vicino gin. Lo stesso che Avè balin. V. Balin.
che può al grillo, chiamando dopo Bogginètt e Boggineò. Bucherello.
di sè il compagno, e l'ultimo di essi Boggion. Bucone.
gridando Fornera (e a Lucca Venga Boggiònna. Bucaccia.
l'oste), e chi non dà questo avviso Boggitt. s. m. pl. Pozzette. Quei buchi
perde un tanto a seconda di quanto si o avvallamenti che si fanno nelle gote
è da prima convenuto fra i giocatori. nel ridere, detti Fossettes dai Fran
Guzz come ona boggia. Capo qua cesi e Bachengribchen dai Tedeschi.
dro. Tondo di pelo. Mestola. Oca. De Boggitt (s. m., pl.). v. cont, Galle o Galloz
stro come una cassapanca, Il fr. Fin zole di quercia.
comme une dague deplomb; un grosſin. Bògh, Bove, Duove. Ceppi.
BOJ ( 123 ) BOL
Bógher. Barone. Briccone. Dal plebeo Bojaccàda. Intriso ? V. anche Boisàda.
volgare francese Bougre. Bojacchée. Lo stesso che Bois. V.
Bogherètt. Ragazzaccio. Bojàda. Abbajo. Abbajamento. Latrato.
Bogherètta. Ragazzaccia. Latramento. Abbafatura.
Bógol. gergo. . . . . . L'oriuolo. Bojadinna. Leggiere abbajo,
Bòja, Boja. Carnefice. Manigoldo. Giusti Bojént. V. Sbrojént.
ziere. Giustiziero. Bojmént. V. Bujmént.
Boja malprategh. fig. . . . . . Così Bojòcch (che anche dicesi dai contadini
diciamo per ischerzo un chirurgo im Bolgion o Bolgiòtt). Rapa lunga del
perito, un barbiere cattivo raditore, Mattiolo e di Targ. Toz. Specie di rapa
e qualunque adoperatore di ferri da fusiforme che è la Rapa sativa oblon
taglio il quale, non sapendo maneg ga o faemina o il Rapum oblongius
giarli a dovere, intacchi la pelle. de'bot. Gl'Inglesi la dicono Torneps
Fà el boja scuriee. Simile all'altro o Knolles. Da noi però assume il no
Fà el cavall del Ghinella. V. Cavàll. me di Bojòcch o Bolgiòtt soltanto al
Gioja de fà brillantà per man del lora che è stata cotta sia nell'acqua,
boja. V. in Màn. sia sotto la cenere, sia nel forno.
La miee del boja. Bojessa. Vess battezzaa con l'acqua di bo
L'è la miee del boja che lava i jocch. V. in Acqua.
pagn. fig. . . . . . . Si suol dire da Bojòcch. fig. Lo stesso che Borlòtt. V.
noi quando piove mentre fa il sole. Bois. Pasticciere. Vendarrosti. Barullo.
Mandà al boja.fig. Mandar al diavolo. Bois. Ciabattino. Chi fa le cose male.
Pagà el boja perchè el ne frusta. fig. Boisàda. Lo stesso che Sciavattinàda. V.
Pagare il boja che ci frusti. Pettinar Bòita. . . . . . Il ventre rigonfio degli
tigna. Ugnere il cavicciule che ci ha a uccelli nidiaci.
dinoccolare. Allevarsi la serpe in seno. Bòita. Seno? « Asca i zoi da mett al
Toccà de fà l'impiccaa, el boja e m coll, gh'en voreva anch per la
el garzon del boja. fig. Aver a fare m boita . . . . » (Bal. Rim.)
il podestà di Sinigaglia; cioè dover Bólch. Bifolco. Boaro. Precisamente quel
comandare e fare poi ogni cosa da sè. contadino a cui è affidata la cura dei
Va al boja. Va al boja, alle forche, buoi ne poderi del Basso Mil. Chi ha
al diavolo, alla malora, al bordello. molte paja di buoi suol avere anche
Bòja (al fem.). Bojessa. un primo boaro detto Capbolch, un
Bòja (per ingiuria), Boja. Forca. secondo detto Sotteapp, ed anche un
Bòja. T. dei Taglialegne. . . . . . Quel terzo detto Regacce, ed un quarto
ciocco o legno grosso che si posa detto ..... Tutti gli altri boari poi
traversoni per terra come una soglia, corrono sotto il nome generico di Bolch.
e sul quale si appoggia ognuno di Bolcògna. Bubulca? Bifolca?
que legni o tronconi che si vogliono Bolcognàda. Bubulcata. Il complesso di
tagliare o spaccare. più bubulche(bolcògn). La nostra voce
Bojà. Abbajare. Latrare. Bolcògna deriva da Bolch(bifolco).
Can che bojano mord. fig. V. Càn. Boldinèlla. V. Bondinèlla.
Fass bojà adree di can. Essere ab Bolètta,Bolettìn,ec. V.Bollètta,Bollettin,ec.
bajato da cani. Bolgègn. Lo stesso che Bolgènna. V.
Bojà. met. Abbajare. Mormorare. Bolgènna. Morchiajo. Sp. d'ulivo.
Bojàcca. Poltiglia. Brodiglia. Melma.Mota. Bolgènna. Coreggiuolo. Altra sp. d'ulivo.
Bojàcca. Intinto. Intriso. V. Moeüja. Bolgètt. Strafatti. Mezzi. Dicesi di frutti
Bojàcca. T. de'Murat. Rinzaffo. Il primo quasi presso a infracidare per ecces
getto di malta che si dà ai muri per ce. siva maturità.
mentarne bene bene l'ammattonatura. Bolgètta. Palla di neve. Da Boli jactus
Bojàcca..... Quel miscuglio di calce e dice il Var. mil.
matton pesto inumiditi con cui i pa Fà ai bolgett o Tirà bolg tt. Fare
vimentaj(solin) appiastrano i mattona alla neve - Fà-sù bolgett. Appallot
ti per ragguagliarne le commessure, tolar la neve.
BOL (124) BOL
Bolgettà. Fare alla neve. l'aria la bolgira! Dice che ingrassa
Bolgettàda. Pallata di neve. Il Lasca nella per cagion dell'aria. . . . . ma l'aria
Nov. p. 6o usa assolutamente Pallata. di vero ! (Gigli D. Pil. I, 2.) – L'è
Bòlgia. Bolgia. Ferriera. Bisaccia di pel sicur su la mia conscienza. . . . . Eh
le da tenervi chiodi, strumenti di conscienza la bolgira! È sicuro in
ferro, ecc. -
coscienza. . . . Eh coscienza m' in la
Gh'è da fà tant per la bolgia che (Fag. Avaro punito III, 9 e passim)
per el magnan. V. Magnàn. – Gh'hal polizia? Polizia la bolgira,
Bòlgia. Borsa. ghe voeur di soldi. Ha civiltà? Eh ci
Bòlgia. Fiore. Ornamento nella briglia. viltà mi piacque: voglion essere quat
Bolgin e Bolgiòn. V. Bolgiòtt fig. trini(Fag. Gen. corr. I, 1). Io per me
Bolgiòn e Bolgiòtt per Bojòcch (rapa). V. lo tenevo un fantoccio. . . . Un fan
Bolgiòtt. fig. Grizzolo. Danaro ammassa toccio? Mi piacque ! un fantoccio è
to a poco a poco – Postema. Borsa o chi gli crede (Salviati Granchio I, 2) –
gruppo di danari che si tenga nascosto. Comasch? ... Comasch la bolgira. Co
Avè i bolgiott o i bolgion o i ro masco?... Comasco appunto, cioè non
gnon gross fig. V. in Rognon. tale(Monig. Tac. ed Am. III, 11 e 21).
Fà bolgiott o bolgin o bolgion. Rag Mezza bolgira. Sin. di Carognètta. V.
granellare. Raggruzzolare. Accumular | Bölgira. Viluppo. Imbroglio. Guajo.
danaro. Oh la bolgira! o vero Oh che bella
Bölgir. Bordelletto. Cosetto. Cosellina. bolgira ! Oh cocoja! Vedi guajo !
Oggetto piccino. Ona quej bolgira gh'è sott. Gatta
Bólgir. Omiciattolo. V, in Omètt. ci cova. Qualche diavol c'è sotto, qui
Bólgira . . . . . Voce di significazione v'è mistero o inganno ascoso. V. in
assai vaga, ma però tale da indicar Cantinna.
sempre magagna, difetto, vizio. Di Vuj on poo stà a vedè dove la va
cesi anche Böltrega o Böltriga o Böz a feni sta bolgira. Vo' vedere che via
zera; e così pure è de molti suoi deri pigli quest'acqua (Machiav. Op. VII,
vati, dicendosi egualmente Boltrigado 571). Vo' vedere a che debba riuscire
e Bozzarado per Bolgirado, Boltrigà il giuoco, cioè come vada a terminare
e Bolgirà, ecc. per Bozzarà o Boz la faccenda della quale si parla.
zirà, ecc. ecc. Tutta questa famiglia | Bólgira. Ciammengola. Bazzicatura. Cian
però ci ha faccia scurrile e quasi che ciafruscola. Bazzecola. Cosa da nulla.
irreligiosa profferita che sia colle due | Bólgira. Anfania. Pappolata. Pastocchiata.
zz, e le persone ben costumate, alle Pippionata,
quali il dialetto fa pur forza di usar- | Bölgira. Bubbola. Fola. Favola. Bozza.
la, non dicono già Bozzaron, Boz Corbelleria. Baja. Inezia. Frascheria.
zarònna, ecc., ma più tosto Bolgiron, Alter che bolgir. Altro che giuggiole!
Bolgirònna, ecc. – I Fiorentini dicono cioè sono cose grandi.
anch'essi volg. Buggera, Buggerare, Avegh domà di bolgir per el coo.
Buggerone, e talvolta anche in gergo. Avere de farfallini o de grilli o delle
Avè nanca per la bolgira. Avere in farfalle. Girandolare.
non cale o a non calere o in non Di o Cuntà-sù di bolgir. Dire fan
calere. Stimare uno come il terzo pie faluche. Canzonare.
de. Non curare alcuno, non ne far Bölgira. Erroraccio. Marrone. Strafal
conto , non averne tema. -
cione. Scompiscione. Arrosto. Scerpel
Avegh olter per la bolgira. Non lone. Svarione – Vescia.
aver pelo che pensi a checchessia. Ave Avè ona bolgira grossa per el coo.
re altra fantasia, cioè avere il capo Avere un cocomero in corpo.
a cose di maggior importanza, avere Che bolgir te diset? Che pazzie
tutt'altro per il capo. parli tu? (Salviati Spina, II, 2).
La bolgira. . . . . Esclamazione di Dì bolgir de cavall. Dire passerotti,
negazione e disapprovazione; per es. farfalloni, cipollate, cioè cose spro
El dis che l'ingrassa per l'aria, ... . positate. V. in Cavàll.
BOL ( 125 ) BOL
Fà bolgir sora bolgir. Imbottare Dove set staa a fatt bolgirà fin adess?
sopra la feccia. . . . . . . . Dove fosti sinora? Dove
Fà ona bolgira o di bolgir. Darc in sei stato fitto sinora?
frittura, in ciampanelle, in ceci, in Vatt a fà bolgirà. Vatti con Dio! Si
cenci o in budella. Fare una corbel suol dire in via esclamativa allorchè
leria, una castroneria, un passerotto, ci scappa di mano alcuna cosa che cor
un passo falso, una minchioneria – re pericolo di rovinarsi nella caduta.
Hoo faa ona gran bolgira. Ho fatto un Vatt a fà bolgirà. Va alle forche,
grande arrosto, una gran corbelleria. in malora, al diavolo, al boja.
L'è minga poca bolgira. Non è una Bolgirà. Fare. Mestare. Trescare. Tra
buccia o una fronda di porro. Non è mestare. Rovistare. Rovigliare. Per es.
una baja o una favola. Cosse bolgiret (o Cosse te bözzeret o
L'è ona bolgira o ona bolgira grossa bozzàret o bozziret). Che fai tu? Che
questa. È cosa malfatta questa. È uno mesti? Che armeggi? Che annaspi ?
strafalcione solenne, uno scerpellone, Bolgiràa. Frodato. Bubbolato. Sbirbato.
uno sproposito madornale, un grosso O bolgiron o bolgiraa. V. Bolgirón.
arrosto, un errore da pigliar colle molli. Restà bolgiraa. Rimanerci. Rimaner
Questa sì che l'è ona bella bolgira! preso, gabbato, ingannato, frodato.
Questa ch'è una taccola o una tresca! Se vorii vess bolgiraa, andee di
Questa è di pezza o col manico o amis. . . . Con cui guadagnerò s'io nol
coll'ulivo o marchiana! Buon per Dio! focoll'amico? L'inimico non mi verrebbe
Buon per mia fe”: cioè questa è cosa mai alla bottega dice il Burch. Son. I 17.
strana, stravagante, curiosa. Bolgiràa. Rovinato.
Bólgira. Bizza. Stizza. Bizzarria. Broncio. Restà tutt bolgiraa. Rimanere ferito,
Collera. Fierezza. Voglia matta, ecc. rovinato, perduto della persona.
Avegh la bolgira. Aver le lune a ro Sia bolgiraa ! Gavòcciolo a . . . . !
vescio, il cimurro, il broncio, rabbia, Ti dia nel naso ! Esclamazione d'im
mattana.
pazienza, d'ira, di sdegno.
Cascià-via la bolgira. Cacciar le Bolgiràda. Cica. Acca. Straccio. Nulla.
passere. Passar mattana. No capì ona bolgirada. Non ne in
Cont el vin se cascia-via la bolgira. tendere straccio o bocciata o boccicata.
Vino spegne collera (Fag. Av, pun. II, 2). No indaghen ona bolgirada. Non
Fà vegnì la bolgira. Mettere a leva curarsene. Avere in non calere.
alcuno. Far entrare in valigia. Savenn ona bolgirada. Non ne sa
Vegnarav la bolgira a on sant. Sal per nulla o cica o straccio.
terebbe la bile a un marmo(Fag. Avaro Stimall ona bolgirada. Stimare uno
punito in versi III, 1o). come il terzo piede o come una foglia
Vegnì la bolgira. Montar in sulla di porro. -
Pol. I. 17
BON ( 13o) BON
Sul pù bon l'ha faa fiasch. V. Fiasch. dare mai una di vinta. Non gliene
Tegnì bon. Accordarsi con altri risparmiare una maledetta. Non gliene
in checchessia. Assentire. Approvare. passare una.
Dar mano – Vorè minga tegni bon. Faghi bonn a vun. Andare ai versi
Disconvenire. Quand l'è staa proget ad uno. Secondare. Condiscendere.
taa el Foro Bonapart, gh'è staa quij Faghi tutt bonn. Dargliele tutte
che ha minga voluu tegnì bon, e el vinte.
Foro l'è restaa in disegn. Del pro Tegnì bon vun. Confettare uno.
getto del Foro Bonaparte vi fu chi di Fargli cortesie, vezzi, carezze per
sconvenne, e il Foro si rimase disegno. averlo benevolo.
Vess al bon. Essere al punto. Toeiù coi bonn. Andar colle buone.
Voregh del bell e del bon. Volerci Far buon viso. Far vezzi.
del buono, e com. Esserci da ugnere, Tornà in bonna con vun. Tornare
cioè Occorrere molta opera o spesa in grazia ad alcuno. Ripigliare alcuno.
o fatica o tempo per fare checchessia. Vess in bonna con vun. Essere bene
Bón. Buono. Docile. Tranquillo. con uno. Essere d'accordo, in pace.
Sia bon! Sii buono o savio. Sta buono. Vess in bonna. Essere in buona,
Bón. Buono. Grande. Molto. Avvantaggiato. di buon animo, di buon umore, in
Vantaggiato. Largo. buona tempera, e perciò disposto a
A dighela in bon milanes. In buon compiacere,
linguaggio ella è così (Magalotti Let. Bón. Buono. Prospero. Favorevole.
scient. XIX, 1, 557). A parlarvi in El Signor ne le manda bonna. Dio
latino(Monig. Ser, nob. III, 5). Voglio ce la mandi buona (Cecchi Dote II, 5).
dire in buon linguaggio che ecc.(Mo No aveghen vunna de bonn. Aver
nig. la I ed. III, 1o). la maledizione addosso. Andare tutto
A faghela a bon mercaa. A farla a rovescio, aver tutte le cose che
a buon mercato. vadano male.
Bon gioeugh. V. Bongioeügh. Bón. Buono. Gustoso.
Daghi bonn. Dar delle buone, cioè Bon bonent. V. Bonént.
forti busse – Deghi bonn, tappellé El bon no l'è faa per i pover
ghi menuder. V. in Tappellà. omen. L'orzo non è per gli asini.
La soa bonna ciav. È lo stesso che El fà-bon. V. Fà.
La soa brava ciav. V. in Bràvo. Savè de bon che consola. Saper di
L'è on'ora bonna. È una buon'ora. mille odori. Dicesi di cose fragrantiss.
È un'ora e più. Bón. Buono. Bonario. Semplice. Dolcione.
Bón. Buono. Utile. Vantaggioso. Andee là che sii pur bon o che
Te gh' ee de bon ch'el te ved sii ben bon o che sii pur anch bon.
minga. Capitale che non ti vede. Buon Siete pur dolce di sale. Siete pur buono
per te che non ti vede. (Fag. Cav. par. I, 9). Siete dolce più
Bón. Buono. Piacevole. Giocondo, che lo zucchero (Monig. Ser. nob. III,
Con certa gent ghe voeur i bonn. 5). Siete pure il dolce intingolo (Mo
A dura incudine martello di piume. nig. la Ved. III, 28). Vous étes bon
Co cervelli ostinati voglion essere le de croire à gà dicono anche i Francesi,
buone per isgararli. Bon cojon o Bon dò vocult. Scioccone.
Cont i bonn se otten tutteoss. Alle Dolce di sale. Sdolcinato, V. Badée.
piacevoli parole non si può mancare. Bon, va ben, ma minga bon dò
(Ambra Cofanaria IV, 5). Il mele si voeult. Questi tanto buoni son tenuti
sfa leccare perchè è dolce. Le mosche poi sciocchi(Ambra Bernardi I, 5).
si prendono col mele. Il cane s al Bón. Buono. Semplice. Schietto,
letta colle carezze. Andà a la bonna o a la bonna de
Faghelabonna a vun. Menar buono Dio. Andare alla buona, alla carlona,
checchessia a uno. alla grossa, all'apostolica, alla ba
Faghen mai vunna bonna o vero No lorda, ed anche alla naturale (col
ſaghen vunna de bonn, Non gliene Bartoli). Andare sprezzato.
BON ( 131 ) BON
omma la bonna, Genta la bonna. ona gran bondanza vè. Sei pure la
Uomo alla buona. Gente alla buona, lieta spesa! cioè tu sei pur tristo.
cioè schietta, senza malizie, e anche Bondanzios. Abbondante. Abbondevole.
più frequentemente senza etichette, Copioso. Abbondoso.
alla piana, ecc. Bondiàna. . . . . . I macellai chiamano
Vestiss a la bonna. Andare sprez così quel budello delle bestie bovine
zato – Il vestir sodo, ma più su che che altri dicono Muletta?
sprezzato, dicesi Andare alla positiva. Bondinèlla. | Bandinella. I pannajuoli
Bón. ironic. , Buono. Bondinna. chiamano così la tela che
Avè a che fà coi bon. Non aver a invoglie le pezze di panno. I Dati
mangiar i cavoli coi ciechi. daz. merc. la dicono Boldinella, e la
Bon lavò. Buona-pelle(“tosc. e Guad. nominano come tela di Germania di
Rime I, 71 e passim). Lieta spesa. due specie, greggia e bianca.
L'è giust el bon. Appunto so dirti Bondioeüra. s. f. . . . . Specie di salame
ch'egli è il buono. noto che è detto Ossocolo a Venezia,
Taccass al bon, Appigliarsi al buono. ed è forse la Bonzora dei Lucchesi.
Bón in frase per Contento. Lieto. Bondón. Cocchiume. Foro della botte per
Fàtegnì debon. Fare che alcuno se ne cui s'imbotta. Dal francese Bondon o
tenga. Operare sì che altri speri bene di dal provenzale Boundoun di pari sig.
checchessia, o si rallegri di cosa in fieri. Boffà via la scuma del bondon. Sof
Tegniss de bon. Tenersene (Fag. fiare in bocca ad una botte(Dav. Colt.).
Avaro punito II, 15). Tegni a man de la spinna e lassà
Tegniss de bon. Sperare. Fondarsi. andà del bondon. Lo stesso che Tegni,
Ritener fatto. (solarsi. a man i guggiad e trà-via i remissej.
Tegniss de bon. Rallegrarsi. Con P. in Guggiàda. -
mente. Senza malizia. Nei diz. Bona Boné. Lo stesso che Bonètt. V. -
Sarà la povertà di tre o quattro mesi Bór (s. m.pl.) nelle barche. V. in Travètt.
ch'ei si tiene quel mio libro. Bóra. Pedale. Toppo. -
Bontavós. v. cont. brianz, per Ponàsc. Bòra. v. cont. dell'A. M. per Bòria. V.
V. È l'antico italiano Bontadioso ri Bóra. Borra. Stoppa o simile che si calca
masto, come altre voci antiche ita nelle bocche da fuoco per premere
liane, nelle nostre parti montanine. la carica. -
carro. Nelle pianure del Lodigiano Bornis. Cinigia. Cenere calda, cenere
viene anche detto Rigol. Corrisponde che conserva il calore, o che ha del
al Brisemotte o Rouleau dell'Enciclo fuoco. Il Fontana nel suo Diz. econ.
rust. ſa derivare la nostra voce dal
pedia e al Cassemotte dell'Alb. bass.
Nel Voc. agr. ital. del sig. Gagliardi latino Prunicium ch'egli asserisce di
è detto Ruzzo. pari significato.
Borlón. Rullo. Dicesi anche uno stru Drova la sciampa del gatt per tirà
mento simile al su descritto con cui foeura i castegn de la bornis. fig. Ca
si rompono le capsule dei legumi per vare il granchio dalla buca colla man
cavarne i semi. Quando è scanalato, d'altri. Ottenere il proprio intento
chiamasi Tribolo a detta del signor col pericolo altrui.
Gagliardi nel suo Vocab. agr. it. Fà i omitt in la bornis. V. Omètt.
Borlon (A). modo avv. Rotolone. Ruz Perdes per la bornis o in la pol
zoloni. Rotolando. ver. V. Pölver.
Borlon . . . . . Sp. di cercine fatto di Pocca bornis no fa levà el buj. fig.
cuojo imbottito, di cenci, o altro Al primo colpo o per un colpo non
simile, in cui s'intromette una delle cade o non va in terra l'albero o la
gambe di quel cavallo che pecchi di quercia. Chi vuol conseguire perseveri.
tagliarsi (d'intajadura). -
Bòro (o Bòr o Bòrr). gergo . . . . . .
Borlón. Burattello. Nel frullone (buratton) Soldo. Nol gh'ha on boro. Non ha un
è un corpo pentagono rivestito d'un che dica due(Fag. Cont. di Bucot. I, 9).
velo per cui si viene cribrando la Boroeùl. v. cont. dell'A. Mil. per Maron
farina. a rost. Bruciate.
List. Aste e Travers. Costole e Cros. Borolàda. v. dell'Alto Mil. . . . . Quantità
di bruciate arrostite in una volta,
Razze – Vell. Stamigna.
Borlón. . . . . . . Negli abiti donneschi Borolètta. v. dell'Alto Milanese. Brucia
è una specie di gonfietto continuato tella(*tosc. e Rime d'un poeta pisano).
che rigira da piede tutto l'abito e lo Boromée. . . . . Dicesi d'ogni lanaggio
aiuta a staccar meglio dal corpo. ordinario, come quasi fatto di borra.
Borlòn. Tombolo. Cuscino da ricamare. Boromètta. Lo stesso che Baromètta. V.
Borlón. . . . . . Sp. di capezzale cilin Borón. T. de Calzett.. . . . . Specie di
drico da letto o da sofà; se ne mette cavicchio di ferro che in grossezza
uno da capo e uno da piè. pareggia il vano della campanella
Borlón. . . . . . . . Grosso cilindro di dell'alzon e delle pendule del telajo
pietra fermato in una specie di telajo da far calze. -
con manico, di cui si fa uso per ap Bórr, Bórra, Borràs, Borrasin, Borro
pianare i pavimenti marmati (a sca mètta, ecc. ecc. I . Bòr, Bóra, Boràs,
joeula) o a mosaico. Borasin, Boromètta , ecc. ecc.
Borlon. s. m. pl. . . . . . Specie di ci Bórs(Avè). Avere scovato o levato la le
lindribinati, dentati e a riscontro, i pre. V. Bori.
Vol. I. 18
BOR ( 138 ) BOS
Bórsa. Borsa. Borsaria..... Nome collettivo di borse.
Andà a comprà con dò bors...... Lavorà de borsaria. Lavorar di borse.
Dicesi di chi afferma d'avere speso Borsèlla. T. de Gioel. ed Oref. Pinzetta.
in alcun oggetto meno di quel che Molletta. La nostra voce Borsella ha
non abbia realmente. È frase fami molto della lat. Volsella di pari sign.
gliare specialmente fra le donne. Borsètta. Borsetta. Borsello. Borsiglio.
Avegh la borsa de vun. Maneggiar Borsètta. T. de Confett. . . . . Confetto
la borsa d'uno. Poter disporre de'da imitante un borsiglio, e regalato le
nari di un tale. più volte di rosolio o di rhum.
Avegh la borsa fodrada de pell de Borsètta. Il ritroso. Nelle reti è quel
diavol. V. in Diàvol. raddoppiamento che hanno alla bocca
Bonna borsa o Borsa grossa. Buona ridotto a entratura strettissima, pel
borsa. Borsa sorda. quale entrati gli uccelli, non trovano
Chi fa o giuga de caprizzi paga più la via di tornare addietro.
de borsa. V. in Caprizzi. Borsgioà. Cittadino. Borghese. L'opposto
El bon mercaa el strascia la borsa di Militare. In borsgioà. Alla borghese.
(che anche dicesi El bon mercaa el Borsin. Borsellino. Borsellina. Borsetta.
manda l'omm a l'ospedaa). Le buone Borsiglio.
derrate vuotan la borsa, cioè il poco Borsin. Taschino. Quello che sta nel cal
prezzo alletta a comperare, e fa sciu zoni per allogarvi l'oriuolo.
pare i quattrini e impoverire. Borsinée. Borsajo – La nostra contrada
Fà domà ona borsa. Far borsa(Sac detta dei Borsinee trae il nome più che
chetti Nov. 98). Raccogliere più sorti, da borsaj dalle borse che i prigionieri
più capitali, più danari in uno; far mandavano fuor delle inferriate delle
borsa comune. -
gh'ha cavij in coo. L'ha tocco più Bòtta. v. cont. Uzzo. Bottaccio? L'entasi
picchiate che non ha peli addosso o il ventre della conocchia, cioè
(così il Voc. in Piattellata). quella parte di essa sulla quale si
Matarazz di bott. V. Mataràzz. avvolge il lucignolo (l'elza) della ma
Scorlì-giò i bott. Scuoter le busse. teria che si vuol filare.
V. in Scorlì. Bòtta. v. cont. Uzzo. Bottaccio? Il ventre
Toeiù-sù di hott. Toccarne. del fuso, la parte di mezzo ov'esso
Bòtta. Botta.
riesce corpacciuto.
Botta in terra. Cimbotto. Cimbòttolo. Bòtta (traslato dalla Botta di cui so
Tonfo – Stroscio o Stoscio dicesi il pra). Tronfiezza. Albagia.
colpo della caduta; Tonfare il romo Ciappà de la botta. Pigliar gambone,
reggiare di essa. ardire, baldanza, orgoglio.
Ciappà vun a botta salda. Pigliaruno Bòtta (Forma de ). V. Fòrma averta.
di filo. Stringere fra l'uscio e il muro. Bottà e Bottàgh dent. Abbacchiare. Fare
Dà la botta del sogn. Addormentare. un abbacchio(“tosc., Tom. Sin. p. 564).
Assopire. Stagliare. v. cont. Fare uno staglio,
Dà ona botta al serc e l'oltra al un taccio. P. es. Coss emm de bottagh
vassell. V. Vassèll. dent? In monte quanto si ha a spen
De botta salda. Di brocco. Di colpo. dere? Questa voce Bottà viene da Bòtt
Improvvisamente. Tutt'a un tratto. A (còccio, còcciolo). V. Noi diciamo in
gitto. città Fa on bòtt.
BOT ( 142 ) BOT
Bottaggin. Trippa. Ventre. Propriamente v” è una voce sola, come Pellicceria,
quello delle bestie bovine che cuci Libreria, Forno, Caffè, Calzoleria, Dro
mato dicesi da noi più comunemente gheria, ecc.; per altre no, come Bot
Busècca. V. – Per Potaggin. V. tega da rigattiere, di pescivendolo, ecc.
Bottàl. Bottale(*aret). Sp. di botte lunga. Bottega inviada. Bottega avviata.
Bottàn. Otro. Ventre. V. Bottàsc. Gioven de bottega. Ministro. Fat
Bottarànna. Girino. Cazzuola. Animaletto tore. Fattorino.
tondiccio con codetta stiacciata, di In bottega no ghe voeur scaldabanch.
color nerastro, che si vede natante La bottega non vuole alloggio, cioè
nelle acque palustri, il quale non è non vuole crocchioni, non vuole gen
altro che l'embrione nato dall'uovo te che vi si fermi a ciarlare.
della rana, involto in una mucilag Mett a bottega. Acconciare uno a
gine malamente denominata da farma bottega.
ceuti sperma di rane. In alcuni paesi Mett bottega. Aprir bottega.
del contado è detto Bottrisa con nome Patron de bottega. Padron di bot
equivoco; in altri Bòsa; in altri Co tega. Bottegajo.
màzz o Cozzon; e nell'A. M. Mazzacò. Sarà bottega. Lasciare la bottega
Bottàrda. Bottàrica. Buttarga, e mala o il negozio. Chiudere il negozio; e
mente Bottarga o Buttagra. Uova di ſig. Farla finita. Non ne far altro.
pesce salate e seccate al sole o al fumo. Sarà-sù la bottega. Chiudere la bot
Bottàrda . . . . . . Noi intendiamo per tega; e scherz. . . . . . . Rabbotto
questo nome anche gli uovicini fre nare la toppa (patta di colzon).
schi che trovansi in vari pesci, e Spazzà ona bottega. Schiavare una
specialmente nell'aringa femmina, in bottega con grimaldelli e con lime sorde.
volti in una sottilissima pellicola che Bottegàr. Bottegajo.
serve loro d'ovaja. Bottegàra. Bottegaja.
Bottàsc. Stefano. Otro. Ventre, e scherz. Botteghin. Botteghetta. Botteghina. Bot
Messer Gherardo Ventraja (Sacchetti teghino. Botteguccia.
Nov. 98). La pelle di questo ventre Fà on botteghin. fig. Far bottega o
è detta Ciappa dai nostri macellai. mercato sopra di una cosa. Trarne
Avè pien el bottasc o el bottan. utilità propria contro il dovere.
Aver pieno lo stefano o l'otro. Bottèglia. Bottiglia. Boccia. V. Peston.
Bottàsc. Pancione. I nostri ragazzi per Cuu. Fondo = Panscia. Ventre –
deridere quel loro compagno che sia Coll. Collo =Bocchell. Bucciuolo. Bocca.
panciuto, gli sogliono dire: Peder, Botteglia bianca. Bottiglia di vetro
Gamba de veder, Gamba de strasc, bianco. -
Bràga. T. de'Lib. Braca. Striscia di carta Lassà giò i bragh. fig. Calar le bra
che si salda sopra un foglio straccia che. Darsi per vinto, cedere.
to , così dicono i dizionari italiani; Bràgh. s. f. pl. Grappe. Quelle armadure
ma fra noi più comunemente nome che tengono in guida la mozzatura
di quelle liste di carta che s'appa delle campane.
stano su quel fogli isolati che non si Braghée. Brachiere.
potrebbero ridurre a quadernetti e Braghée. met. Bracalone. Brachierajo.
cucire a correggiuoli senza tale aiuto. Bracone. Pentolone. Bacheca. Bacheco.
Bràga. . . . . . . Nome proprio di una - Gran, dappoco.
specie di telajo per lo più quadrato Braghée.met. Faccenda. Affare. Bega. Bri
che serve a tener ferma la pevera ga. Impiccio. Intrigo. Impaccio. Fastidio.
º o sia l'imbottatojo nel cocchiume del Avegh milla braghee. Aver più fac
le botti affinchè si possa imbottare il cende che un mercato.
vino senza pericolo di spanderne. È Braghée dicono le donne volgari per
un vero Portapevera. I Mantovani lo Pànn(pezza). V.
chiamano Scanèll. Braghée. Traversi delle abetelle. Quelle
Bràga. Staffa. Spranga. Ferro che sostie fortezze con cui si concatenano e asso
ne o rinforza o tiene collegato chec dano le antenne de ponti da fabbriche.
chessia, ed è di forma le più volte Bragheràda. Bracheria. Stiticheria, no
quadra, ma talora anche curva. ja, seccatura.
Bràga. T. de' Valig. e Carroz. Braca. Im Bragherista. Brachierajo. Chi fa brachieri.
braca. Parte del finimento del cavalli Bragherón. Bracalone. V. Braghée met.
da tiro che pende sotto la groppiera Braghètta. Brachetta.
e investe le cosce. Peccaa de braghetta. V. in Peccàa.
Bràga. Geto. Coreggiuolo di cuoio onde Braghètta. T. de'Lib. . . . . Una braca
si fa legame a piè degli uccelli allet corta e stretta. V, in Bràga.
tajuoli, come della civetta, ecc. per Braghètta. Calza. Panno che si lega alle
attaccarvi poscia la lunga (la corda). gambe dei polli per contrassegnarli
Bràga. Scarpa da carrozze. o per impedir loro il volare.
Mett la braga . . . . . Mettere alle Braghètta. Geto. V. in Bràga.
carrozze la scarpa; l'Enrayer dei Fr. Bragià. V. Sbragià. Dal greco 3pxvx3o,
Bràga. T. de Vasaj. Cappellina. Vaso quasi dal gran gridare si diventi rau
di terra cotta, foggiato a imbuto, chi, dice il Var. mil.
che serve a raccorre in un medesimo Bragón. Braconi. Acc. di Brache.
doccione gli scoli di più altri in esso Brama. . . . . . . Malattia nella quale
inſluenti. incorrono le vacche allorchè hanno
Braga a gombed. Cappellina ricurva. pasciuto trifoglione in erba maturo,
Bràga per Braghètta. V. e perciò d'umori sommamente adden
Braga. Brachetta (Diz. art.). Quella parte sati. Ne è sintomo il vederle avida
dello scodellino dell'armi da fuoco mente appetire tutto ciò che in sè ha
che i Francesi chiamano Bride. salsuggine o nitro. Ne è rimedio il
Braga. Castello della noce. V. anche Staffa. pascerle così malate con foraggi secchi.
Braga per Tenaja a braga. V. in Tenàja. Bramà. v. cont. br. per Gremà. V.
Bragacùu. Budriere. Bodriere. Bramà-adree. voce cont. del Basso Mil.
Bragasción. Bracalone. Quegli a cui ca Gridare. Notisi che i Siciliani dicono
scano le brache sino alle ginocchia. Bramari, Abbramari, Brami e Bramitu
Bragh. s. f. pl. Brache, e nello stil ber il mugghiare delle bestie bovine.
I ol. I. 19
BRA ( 146 ) BRA
Braméra Voci del contado, come Brànch. s. m. . . . . . . Quella specie
Bramerón (i) º nel Vigentino, a Ope - d'alberetto di metallo con sonagliera
ra, ecc. . . . Quel gelicidio che vedesi che s'impianta per ornamento nella
sulle piante in tempo degli stridori collana delle bestie da soma.
invernali. I Brianzuoli lo dicono la Brancosìn. Ranuncolo. Erba arvense che
Ghiba. è il Ranunculus repens de botanici.
Brànca ed anche Stàffa. T. de Parruc Brandenàa o Brandinàa o Brandinàl.
chieri. . . . . . . Sp. di ferro di cui Alare. Capifuoco. Capitone. Arnese
fanno uso per tener fermi i capegli da - da cammino per lo più di ferro, e
tessere allorchè li stanno arricciando. con ornamenti di ottone, bronzo od
Brancà. Abbrancare. Brancare. Afferrare. altro metallo, ad uso di tener sospese
Agguantare. - - - le legne ed anche lo spiedo per l'ar
Brancà cont i sgriff. Ghermire. A rosto. Fra noi gli alari da camminetto
ghermire. Agghermigliare. Artigliare. sono più particolarmente detti Cunin.
Adunghiare. Il nostro Brandinaa deriva forse dal
Brancà cont i zanch. Grancire. Un provenz. Brandon che significa tizzone.
cicare. Aggrancire. Brandinalón. . . . . . Alare assai grande
Brancà per el coll. Aggavignare. con parecchi uncini atti a reggere più
Brancà per el corp, per i brasc, ecc. spiedi contemporaneamente. Il Contre
Avvinghiare. Avvinchiare. Avvincere. dtrier dei Francesi.
Brancà per i pagn. Aggrappare i Brandòria. Baldòria.
panni d'uno. Branzin. Nasello. Pesce che è una spe
Brancà (e Rancà). Dar di piglio a chec cie di labro detto Brancin anche dai
chessia. P. es. L'ha brancaa el s'ciopp Veneziani da quali facilmente ci venne
e el l'ha coppaa. Diè di pigio al e il pesce e il nome. Alcuni chiamano
fucile e lo uccise – L'ha brancaa el Branzin anche il Lupo (la Perca pun
sciabol e el l'ha ferii. Mise mano ctata degl'ittiologi), perchè talvolta
alla sciabola e lo ferì. ci viene anch'essa con siffatto nome
Brancà. Suggellare (Lasca Gelosia I, 5). da Venezia, ed altri anche il Ragno,
Abinare (Vocab. aret.). Combaciare, altro pesce di mare che è la Perca
addossarsi, investire appuntino. labrax degl'ittiologi.
Brancàa. Brancato. Abbrancato. Afferrato. Branzinètt. Dim. di Branzin, V.
Agguantato. Aggavignato. Avvinghiato. Bràsa. Bragia.
Avvinchiato. Avvinto. Ghermito. Aggher Ross come oma brasa de focugh. V.
mito. Agghermigliato. Artigliato. Adun in Róss. - - -
sò broeud. fig. Non cavare altri della Broncà. v. cont. dell'Alto Mil. Gridare.
sua beva. Lasciare che altri si cuocia Schiamazzare. Fare schiamazzio.
nel suo brodo. Broncà. Abbrancare. V. Brancà.
Negà in del broeud. V. Negà. Broncón. v. brianz. Gridatore. Schiamaz
Portaa per el broeud. Ghiotto del zatore. Schiamazzante.
brodo. Vago del brodo, e per ischerno Brontolà, Brontolamént, Brontolon, ecc.
Brodajo. Brodajuolo. Lo stesso che Barbottà, Barbottàda,
Pù spess del broeud di gnocch. Barbottón, ecc. V.
Grosso quanto l'acqua de maccheroni? Brónz. Bronzo.
Densissimo, che tien della poltiglia. Avè on temperament de bronz o
Tirà-sù el broeud. fig. Succiare. At de ferr. Essere un uomo di ferro,
trarre a sè il fiato allorchè si soffre cioè di tempera robustissima.
o dal freddo o da alcuna percossa. Memoria de bronz. V. in Memòria.
Vess in del sò broeud. Essere nella Vess on bronz. . . . . . Dicesi di
sua beva. Essere a nozze. Ciò che i cosa qualunque assai forte.
Francesi dicono C'est mon vrai fait, Brönz in qualche parte del contado per
c'est mon vrai balot, c'est en quoi je Caldàr. V. -
voci antiche Arsione e Ardura. Dolo Mettela brutta. Mettere nel pensa
re che è cagionato dalla scottatura. tojo alcuno. Cacciare un cocomero in
Brusór. Frizzo. Frizzore. Dolore in pelle corpo ad uno – Ridurre a mal partito.
che cagionano le materie corrosive. Vedella brutta. Trovarsi a mal par
Brusòr. Cocimento. Frizzamento. Dolo tito. Essere in cattivi termini.
retto cui dà origine il troppo grat Vedessela brutta. Vedere la mala
tarsi – Pizzicore n'è il grado mo parata. Prevedere d'aver a correre
derato. alcun grave pericolo.
Brusór de stomegh. Incendito. Acidume, Vegnì ai brutt. Venire alla peggio
I cont. br. dicono Brusècc. o alle peggiori del sacco, cioè al
Brusór d'orinna. Ardor d'orina. Frizzore. maggior segno di discordia o rottura.
Brusorént. Bruciante. Abbruciante. Cau Brùtt. Brutto. Bruttato. Sucido. Sporco.
stico, e anticamente Arsivo. Imbrattato. Insudiciato. Sozzo. Sozzato.
Brùsti. s. m. T. d'Oref. Setola. Spazzo I pagn brutt. V. in Pàgn.
lino di fili metallici che usano per Sta tapezzaria l'è pur anch bella;
ripulire i lavori d'oro, d'argento, ccc. peccaa che la sia inscì brutta. È pur
Brùstia. Brusca. Bussola. Spazzola da bella, è pur vistosa questa tappezzeria;
cavalli che anche i Provenzali chia peccato ch'ella sia cotanto imbrattata.
mano Brusti. In una Novella il Sacchetti parla di
Brùstia di pagn. V. Scovètta. lenzuola domandate bianche e date
Brustià. Bussolare(Gior. agr. VIII, 156). sucide che hanno affinità col nostro
Ripulir colla brusca i cavalli. Anche i ambiguo brutt per sucido. (che.
Prov. dicono in questo senso Brustiar. Brùtta (la) s. f. Minuta delle belle scolasti
Brustià. T. d'Oref. Setolare. Fà la brutta. Fare il disegno, la
Brustiàda. Colpo o Ripassata di brusca minuta, l'abbozzo.
o bussola. Fà el dover in brutta. Fare la mi
Brustiàda. met. . . . . . Malanno, cala nuta, l'abbozzo del còmpito di scuola.
mità, sinistro qualunque a cui alcuno L'è anmò in brutta affacc. È appena
vada soggetto. V. Boràsca. abbozzaticcia.
Brustin. Spazzolino. Bruttacòpia. Minuta. Bozza di scrittura
Brustolì. Abbrustolire. Brustolare. Abbru da mettersi poi in pulito.
stolare. Abbrostire. V. Tostà, Bru Vess brutta copia de vun. . . . . .
sattà, ecc. Scimmiare malamente alcuno.
Brustolidtira. Abbrostitura. Incòtto. Bruttebón. V. Pér.
Brustolii. Brustolato. Abbrustolito. Ab Bruttin. Bruttuccio (Mon la Ved. I, 9).
brustolato. Abbrostito. Arsicciato. Riar Bruttacchiòlo. Alquanto brutto.
so – e parl. di Terreno confetto. Bruttinèll. Bruttacchiòlo anzi che no.
Brùtt. Brutto. Deforme. Làido. Contr. di Bruttinna. Bruttacchiòla.
Bello – Divenir brutto dicesi Imbrut Bruttmàa. V. in Màa.
tire, Rimbruttire; lo stato è Bruttezza Bruttom. s. m. Bruttissimo uomo.
o Bruttura, e con voce ant. Bruttore. Brutton e Bruttònna (per improperio).
Avè el cuu brutt. fig. V. in Cùu. Sozzaccio. Laidaccio, e simili.
Brutt come el diavol o come el Bruttònna. Bruttissima donna. Beſanaccia.
peccaa mortal o Brutt de coeur o del Bruttura. Lo stesso che Bruttmàa. V. in Màa.
ver coeur. Più brutto che il peccato Fà vegnì la bruttura. Far svegliare
(Lasca Spirit. III, 2). i vermini(“tosc.). Incutere gravissima
Brutt maa. V. in Màa. paura. Un poeta pisano disse:
Brutta de per tutt. Bruttissima. Be « In così dir si torvo le rimira,
fana Befanaccia. Brutta per sei befane. » Che quasi a tutte i vermi si svegliaro. »
Vol. I. 2I
BUD ( 162 ) BU F
Bruttùra. . . . . . Malsania abituale a venutaci d'Inghilterra per la Francia,
cui vanno talora soggetti i bambini, propria già della sola zienda dello
per la quale ingrossa loro il ventre, Stato, e passata poi nello stil famiglia
ingialliscono, e indozzano malamente, re e scherz. anche alla zienda privata
restando come inerti e mal atti a Buèll. Budello; e in istil nobile o dot
muoversi e andare in volta. Nell'Alto trinale Intestino. Al plur. I buij. Le
Mil. i contadini la dicono Poltrògna, budelle. Le budella. Gl'intestini. Le
e scioccamente la credono stregatura, intestina, e anticamente Le intestine.
mentre altro non è che eſfetto di latte Dividonsi in crassi e tenui. Il retto,
malsano, o di troppi o cattivi cibi. il cieco, il colon sono de primi; il
Bruttura per Guàld(carbone dei grani). V. duodeno, il digiuno, l'ileo dei secon
Brutùss (A la) . . . . . Specie di moda di. Gli anatomici conoscono così gli
nella capellatura, e vale all'usanza intestini dell'uomo; tra noi chi non
di Bruto. Melch. Gioja nella Scienza è anatomico non conosce che il retto
del povero Diavolo, p. 1o5, usò Alla sotto il nome antonomastico di Buèll;
Brutus – Nel secolo scorso coda, beccaj, pizzicagnoli, ecc. li conoscono
borsa, parrucca in tutta Europa; nel tutti, ma sotto altri nomi, dei quali
secolo attuale gli abitanti di quasi vedi in Budèll e Busècca.
tutta l'Europa hanno confinati nella Vess el scisger di sceu buej. Essere
pettiniera tutti quegl'impacci, e com il cucco d'un tale, e recipr. Aver tenero
pariscono tosoni, o sia pettinati alla il budello per alcuno. V. in Caroeü.
Brutus, ora zucconati e bertoni, cioè Buèll (per antonomasia). Il retto. Intesti
rasi al vivo, ora colla fantasia, coi no retto, con voce scherzevole Budèl
ciuffi e coi cerfuglioni. culare (Burch. Son. 228); e con voce
Bùba. Biubbola. Uccello cappelluto, di antica Logaone. I contadini brianzuoli
color tanè, che è l'Upupa epops Lin. lo dicono la Busecca mastra.
Bucòlega. scherz. Buccòlica. Boccòlica. Andà giò el buell. Cascar le budella.
Il mangiare. Avè el buell invers. fig. Aver la
Budèll. Budelle. Budella parlandosi di luna a rovescio. Aver le paturnie.
quelle delle bestie da macello, le Indrizzass el buell e Indrittura de
quali budella si vendono fra noi a buell. V. Indrizzàss e Indrittùra.
misura di Spazz V.; i nomi che si Vess scisger e buell. fig. Esser co
danno loro sono: me pane e cacio, come passeri e co
Budell drizz o dritt o Salsizzon o lombi, come carne ed unghia.
(nelle vitelle) Budell gentil. Il Retto, Buellin. Budellino. Dicesi parlando di
e con v. a. Logaone bestioline piccine, come uccellini e
Culatta . . . . . . " simili. Quelle tenui delle pecore, dei
Bondiana o Muletta. Il cieco ( ". porci, ecc. diconsi Basgiett.
CraSSI,
Crespon. Il colon Bùff. s. m. Buffo. Personaggio che nelle
Budell stort o tòrt rappresentazioni sceniche fa il buffone.
Sottorespon? comune - - - Nelle commedie chiamasi volg. Servo
Scorzon ? duodeno intestini sciocco, nelle opere buffe Parte buffa,
Filzetta ? digiuno tenui.
Buffo, Primo Buffo, Secondo Buffo.
Basgietta ? ileo Fà el buff. . . . . . . In generale
V. anche Buèll e Busècch. dicesi di chi nel vestire, nel cammi
Budell de bè o Basgiett. Minugia. nare, nel gestire, nel ſavellare esce
Minugio; al pl. le Minuge. ad arte per qualche modo dal far
Budell del bomborin. V. Imbrazzàa. comune, e riesce sguajato, disadatto,
Budell gentil. Lampredotto. Così di svenevolone – Talora anche a colui
cesi l'intestino retto delle vitelle, che metta checchessia in canzona, e
quando è ridotto vivanda. ciò artatamente per ischermirsi dal
Ona motta de budej. Budellame. l'agire o rispondere da senno, dicia
Bùdget (o Budsgé). . . . . . . Conto di mo: Voi, fa minga el buff nén . Vedi
rendita e spesa presupposto. Voce sotto Buffon.
BUG ( 163 ) BU C.
Buffè. Buffetto? Credenza? Desco molle? Bugàda. Bucato. Venisse mai questa voce
Tavola su cui sono imbandite le vi dal Bugà (romoreggiar bollendo) affine
vande da servirsi a mensa; le più al detto dianzi? Le poco belle etimo
volte si dice delle imbandigioni di logie datene dal Tassoni e dal Ferrari
vivande fredde usate nelle veglie, lasciano ancor luogo a siffatto dubbio.
ne balli, ecc. Bagnà la bugada o Sbatt-foeura i
Buffon. Motteggiatore. Burlone. Burliero. pagn. Sciacquare il bucato. Dimoiare
Beffatore. Corbellatore. Berteggiatore. – I contadini, che sogliono avere
Beffeggiatore; e in gen. anche Buffone. i panni assai sporchi, dopo la sciac
Fà el buffon. Fare azioni buffone quatura usano far loro un po' di prima
sche, ridicole. Far lo scurra. Agir lisciva che dicono Fagh-sù la mojetta.
buffonescamente. Buffoneggiare. Destend i pagn de la bugada. Ten
Fà minga el buffon o el buff vè. Non dere il bucato. Stendere un bucato.
mi fare il buffone ve”, Bada a quel Fà bugada. fig. Far bucato o il bu
che fai, Non la mettere in burla, Non cato. Bollire un bucato ; e fig. Fare
pensare che questo sia uno scherzo ve”. il bucato. Imbucatarsi. Spazzar l'or
Buffon. Sguajato. to, cioè ripulirsi, lavarsi, nettarsi.
Buffonà. Buffoneggiare, e ant. Buffonare. Fà la bugada al lin. . . . . Ripur
Buffonàda. Buffonata – Sguajataggine. gare il lino dalle fecce bollendolo
Buffonaria. Lo stesso che Buffonàda. V. colla cenerata.
Buffonescamént. Buffonescamente. L'è fornida sta bugada. E fatto
Buffònna. Buffona – Sguajata. questo pateracchio! Sia ringraziato
Buffonòn. Burlonaccio.Più buffon d'una Iddio; questo affaraccio è finito.
bertuccia. Resentà i pagn (de la bugada). Ri
Buffondin. Sguajataccio. sciacquar il bucato.
Buffonscèll. Buffoncello – Sguajatuccio. Robba de bugada. Roba di bucato,
Bùfol. Bufalo. Bufolo. Il Bos bubalus L. non adoperata da che fu imbucatata.
che per noi Mil. è esotico; ne cono Sugà ona bugada. fig. Ripescar le
sciamo però le ossa lavorate in pet secchie. V. anche Peniténza.
tini – Bifola, Bufolata, Bufolaccio, Vess mai capitaa la pesg bugada
Bufolone v. di regola. Il giovane è a vun. . . . . . Non avere mai avuto
detto Bufalotto dal Last. Op. IV, 155, alle mani peggio affaraccio.
Bugà. v. brianz. . . . . . Il brontolare Bugada. Pampanata. Quella che si fa
di que temporali che minacciano gra alle botti per levar loro ogni sito.
gnuola: il rugghiar dei tuoni, e pre Bugadin. Bucatino.
cisamente quel rugghiare che è rug Bugadin. . . . . . Picciola pampanata.
ghio continuo senza scoppio, quello Bugadin(per antonomasia) . . . . . . La
che i Veneziani dicono Ruzar, e i Si lavanda del cadavere che precede il
ciliani Truniari cubbu cubbu. È non suo allogamento nella cassa mortuaria.
lo strangolarsi del tuono, come dice Bugadò o Bugavò o corrottamente Biga
il Voc. sic., ma il cupo o sordo ro vò dicono i contadini brianz. per Cór
moreggiare del tuono de'nostri poeti. (colatoio da bucato). V. Cór.
Forse non si direbbe male Baturlare Bùgn o Bùgna. Bugne(Vas. Vit. Pit). Boz
o Rubbolare; la prima delle quali za. Bozze – Delle bugne ne sono di
voci è aretina contadinesca, e la se più specie, cioè rozze o rustiche, a
conda, sanese per avventura, leggesi guancialetto, a punta di diamante,
nell'Alb. enc., ma forse debb'essere punzecchiate, incerte, piane, ecc.
letta per Bubbolare come sta nel Nelli Bugnàa. Bugnato. Muro a bozze.
III, 155 – La Gazzetta provinciale di Bugnón. Bubone. Bubbone. Ciccione. Fi
Como n.° 14 del 1858 vuole che questo gnolo. Ascesso. Furàncolo.
Bugà provenga dall'illirico buga (ro Fà d'ona brossola o brossera on
more); senza esser grecomano lo bugnon. V. in Bròssola.
crederei più volentieri figlio del gre Guarì el bugnon a reson de malba
co Biaray(procella) o Bvazve(buccina), o de butter. V. in Màlba,
BUI ( 164 ) BUJ
Tirass al cuu on bugnon. fig. Ta Buì. . . . . Quando l'erbe tagliate e sec
gliarsi addosso le legne. Cercare il cate già al sereno trovansi poi am
male come i medici. Vuj minga tiramm mucchiate e compresse al coperto nei
al cuu on bugnon. Non vo' aspettar fienili, per quel po' d'umidore che
di dreto questa pollezzola. tuttavia rimase in esse si vengono a
Bugnonscèll. V. Carbonscèll. riscaldare e fermentano. Allorchè le
Bui e Bùj. Bollire – Il romor del bollire sono in tale stato i nostri contadini
forte dicesi Croscio e Crosciare o Scro dicono ch'el fen el buj.
scio e Scrosciare – Quasi bollire dicesi Buì. T. di Zecca . . . . . . I saggiatori
Sboglientare – Il cominciar a bollire dicono che el pezzett d'assagg el bui
Grillare o Grillettare – Il bollire leg allorchè repentinamente si fa vedere
germ. Sobbollire – Lo scaturir bollente nella coppella luccicante, scintillante,
dell'acque termali Bulicare. Brulicare. ciò che i Fr. dicono Faire l'eclair.
Buì a la desperada. Bollire a scro Buì. T. d'Arg., Oref., ecc. Bianchire.
scio o a ricorsoio, nel maggior sommo. Buida. Bollitura. Bollimento.
Buì come on, calchera. V. Calchéra. Buida. Stufa(Crusca in Pampanata). Acqua
Buì el sangu. Bollir il sangue. bollente che mettesi nella botte per
Cossa vocutt savè ti cossa buj in la chè rinvenga. º
pignatta di olter ? o vero Nissun sa Buida. T. dell'Arti. Bollore. Dagh ona
polit cossa buj in la pignatta di olter. buida a on ferr per giontall. Dare un
V. in Pignàtta. bollore a un ferro per saldarlo.
Falla buj come se vour. fig. Farla Buidinna. Bollorino.
bollire e mal cuocere. Bùj. Bollore – Bulicame e Brulichio di
Luj la terra buj. V. in Lùj. cesi il ribollire dell'acque termali –
Ognidun sa cossa buj in de la soa Bollichio o Bollicamento è l'agitio
pignatta. fig. Ognuno sa dove la scarpa d'un fluido a mo' di bollore.
lo stringe. Ognuno sa i propri affari. Andass a fà trà on buj. Andare a
Savè cossa buj e Fà vedè a tucc farsi friggere. Andare a bioscio.
cossa buj in la pignatta. V. Pignàtta. Buj d'acqua che nass. Bulicame.
Buì. Giravoltare. Impazzare. V. in Bùi. Falla coeus in d'on buj. Non la per
Bui. Bollire. Far la luna. Vale esser in gran der per corta. Vale far presto, sol
collera. La ghe buj. E fa la luna. lecitarsi, non mettere tempo in mezzo.
Bui. Bollire. Dare un caldo o una bol Fà trà on buj. Far dare un bollo
litura. Massellare. Arroventare ferro re. Bislessare. Incuocere. Fermare. Ri
o acciaio per annestarne due pezzi. fare. Si dice del dare una prima cot
Buì. Bollire. Grillare. Dicesi del bollir tura alle carni, quando sono vicine
del vino nel tino e nella botte. a patire, perchè si conservino. La
Buì. Bollire. Aver gran caldo. frase milanese vale soltanto per le l
L'è on cold che se buj. Fa gran carni da lessare; per quelle da ar
caldo o caldana o calura. rostire dicesi Fa trasmortì. V.
Bul. Scottare(*fior.). Allorchè tu hai in In duu buj l'è cotta. fig. In un
potere alcuna roba mangiativa, e in bacchio baleno ella è fatta.
luogo di serbarla per cibartene a suo Pocca bornis no fa levà el buj. V.
tempo, la vai leccando, sbocconcel in Bornìs.
lando, mangiucchiando, noi diciamo Trà el buj. Spiccare il bollore(“lucc.).
che quel camangiare el te buj, e lo Levar il bollore. Cominciar a bollire.
diciamo specialmente coi fanciulli par Trà on buj. fig. Mangiare il cervel di
lando di dolciumi – Quell bombon gatto. Dar ne gerundi o nelle girelle.
el te buj; quella tavoletta de toron Uscir del seminato. Dare il cervello a
la te buj. Quel confetto, quel man rimpedulare. Dar la volta. Dar la volta
dorlato ti scottano eh ! – Talora lo al canto. Andare o Mandare il cer
diciamo anche d'altre cose, per es. vello a zonzo. Perder le staffe del
Quij danee te bujen eh ! In tasca i cervello. Avere spigionato il pian di
danari scottano(ſior., Salvad. 65). sopra. Aver fatto il latino pe gerundj.
BUL ( 165 ) BUR
Aver dato il cervello al cimatore. Im fior rosso, che si distingue poi in
pazzare. Avere il fodero in bucato. due specie dette Bullètta e Bullon. V.
Insanire. Infollire. Girare. Giravoltare. Bullètta. . . . . Così chiamano nell'Alto
- Trà on buj. Incerconire. Volgersi. Milanese il Trifoglio vegeto di pianta
Dicesi del vino che si guasta pel cal esile e ſoglioline assai picciole che
do od altro. nel primo anno produce di molto fieno.
Bujént. Bollente. V. anche Sbrojént. Bullón..... Nell'Alto Milanese è il Tri
Bujmént. T. d'Oref., Arg. Bianchimento. foglio assai più rigoglioso della Bul
V. anche Sbiànca. letta che vegeta in pien vigore nel
Bujmént (Dà el). T. di Zecca. . . . . . secondo anno.
Mettere i piastrini (tondin) nel catino Bullón. Loppa. Il guscio del riso.
ove è la mistura da bianchire e farli Bullór. Bollore. Scarmana.
in essa bollire per bianchirli. Donner In del bullor de la gioventù. Nel
le bouillitoire de Francesi. bollore della gioventù.
Bùla, Bulètta, ecc. V. Bùlla, Bullètta, ecc. Bùlo. Bravo. Bravaccio. Bravazzo. V.
Bulàda. Squartata. Spaventacchio. Brava Spaccòn.
ta. Tagliata. Spauracchio – Soprav Fà el bulo. Fare il bajardino o il
vento, Soperchieria e Superchieria sono fantino o il bravo o il bravaccio o il
bravate con oltraggio. bravazzo o il bravazzone o il Mangia
Bulardée. , Baccano. Chiasso. V. Bor o il Giorgio o il crudele o il viso
Bulardéri. deléri. dell'arme. Mangiarsi le lastre. Cagneg
Bularìa. Braverìa. Smargiasseria. giarla. Bravare. Smargiassare. Squar
Stà su la bularia. Fare il Mangia. tare. Braveggiare.
V. anche Bùlo. Bùlo. Bravo. Cagnotto. Lancia. Quell'uo
Bulàzz. Bravaccio. Bravazzone(*tosc., e mo che prezzolato serve di difesa al
Rime d'un poeta pisano). trui. Parlando di buli a parole, di
Bàlbera (che altri dicono Bùrba o Bùr Tagliaricotte come li chiamava il Tas
bora o Bùlghera o Bùlbora). Bürbera, soni(Secch. III, 55) si dice Can da
e corrottamente Bilghero. Strumento pagliajo abbaja e sta discosto. Alla
di legno con manichi di ferro im macchia ognun si ficca. Ei brava a
permati in un cilindro posto orizzon credenza. È bravo come un lampo o
talmente, intorno a cui s'avvolge un come una cimice. Quando la palla bal
canapo, per uso di tirar in alto pesi za ognun sa darle. Fa delle bravure
per le fabbriche, attigner acqua dai cogli scoppietti delle fave fresche. Pia
pozzi, ecc. no che non si levi polvere. Can ringhio
Bùlgher. Vacchetta. Specie di cuoio noto so e non forzoso guai alla sua pelle.
che il Voc. pad. tosc. chiama Cuojo Tegnì el capell a la bula. V. in
di Bulgheria. Il Bulghero dei diziona Capèll.
rj vale Burbera, specie d'argano. Una Bùra. Ad. di Tèrra. V. Terra magra in
specie di vacchetta è detta Morlacco. Tèrra.
Bùlghera. Birbera. Lo stesso che Bùl Buràtt. T. mer. Stamigna(Caro Apol. 171).
bera. V. Buratto. Sorta di drappo rado e tras
Bùlia. Chiella. Spoccia. Superbia. Bravura. parente – Oggi di specie di Saja – V'è
Armà bulia o Menà bulia. Menar anche il Burattino che equivale a Sajetta.
romore. Fare il bravo, ed anche sem Buràtt. Burattello. Quella parte del frul
plicemente Andar tronfio o superbo. lone, ricoperta di buratto o sia di
Bùlla. Pula. Loppa. Lolla. Guscio delle stamigna, in cui si mette la farina da
biade che rimane in terra nel bat abburattarsi.
terle – Pula dicesi anche quel tri Buràtt. Carpiccio. V. Burattòn.
tume che rimane in luogo dove sia Burattà. Abburattare. Burattare. Cernere
stato ammontato del fieno – Nettar la farina dalla crusca col frullone –
le biade dalla pula dicesi Spulare. Notisi che Abburattare è anche si
Bùlla nell'Alto Milanese equivale a Tri nonimo di Strapazzare, malmenare,
foglio, e specialmente a Trifoglio dal quasi nello stesso senso del nostro
BUR ( 166 ) BUS
Burattà-sù – Chi abburatta dicesi Ab Burètt (che altri dicono Gambiroeü). Bura.
burattatore e col volg. fior. l'Abbu Bure. Prop. quella parte dell' aratro
rattina – La stanza dove s'abburatta che gli serve da timone.
dicesi Buratteria. V. Scimaria. Burètta (Tèrra). V. Terra magra in Tèrra.
Burattà. fig. Rimugginare – Ventilare. Burinéri. V. Borinéri.
Burattàa. Abburattato – Ventilato. Bùrla. Burla. V. Baja, Rid, ecc.
Burattà-sù. Abburattare(Sacchet. Nov. 84). Burlà. Burlare.
Lo stesso che Stroggià. V. Soo ben ch'el burla. Ella si fa
Burattàda. pos. e fig. Abburattamento. giuoco di me. La vuol la baja.
Burattàda. fig. Scossa. Dimenamento. Agi Se la va la va, se de no burlava.
tamento. S e coglie colga: s'e' non vorrà, a
Burattinàda. Burattinata (*tosc., e Rime dargnene (Cecchi Servigiale I, 2). V.
d'un poeta pisano). anche in Anda.
Burattòn. Buratto. Abburattatojo. Frul Burlètta. Burletta. Farsa, commedia tri
lone. Macchina di legno notissima con viale, l'antica Favola atellana.
cui si cerne la farina dalla crusca. Andà a la burletta. fig. Andare a
Il suo verso è detto il Torototò del Patrasso. Morire. V. in Cagaràtt.
buratto. Consta di Fann ona burletta. Prendersi tra
Buratton (propriamente detto). Cas stullo di checchessia. Far le risa grasse
sone = Buratt. Burattello e Borlon. d'alcuna cosa. Farne le maggiori risa
. . . . . - Battiroeu. . . . . . e Canal. del mondo. Mettere in canzona.
Canale (Diz. art.) = Bocca. Canaletto Vess la burletta d'ona conversazion,
(Alb. enc.) = Cassett. Cassetta. e sim. Essere la favola, il zimbello,
Parì un buratton. Essere una tabella. il giuoco, il trastullo, l'uccello.
Aver più parole che un leggio. Dar Burlètta per Irlètta. V.
parole a un leggio. Si dice di chi Burlettée. v. cont. br. Ciarlatano.
non rifinisce mai di cicalare. Burò. Scrittojo. Dal fr. Bureau. Lassà-giò
Burattòn. fig. Rivellino. Zombamento. el burò. Chiudere lo scrittojo.
Carpiccio. Rifrusto. Dirotta. Burò. Ufficio. Cancelleria. Burò(“tosc e
Dà-via o Toeiù-sù on buratton (o Poema d'un autor pisano).
on buratt o ona sgionsgiuda o el foj Burocràtegh(neologismo francese). Segre
de gatt). Dare o Toccare delle busse o tariesco. Cancelleresco. Aggettivo di
botte o percosse, un rivellino, un zom stile, ecc. usato negli uffici.
bamento, ecc. Zombare. Suonar le Burón. Voce cont. idiot. per Durdn. V.
nacchere. Dar le frutta di ser Alberigo. Burorin. Dim. di Burò (scrivania). V.
Burattòn. Albagio. Grosso pannolano. Bùs. Buco. Foro. Pertugio; con voci di
Burattòn. Cassone (Diz. art.). Propria dial. tosc. Bugio e Furo; e con un
mente quella parte del frullone che lombardismo usato dal Berni Buso.
ha chiuso in sè il burattello. Bus negher o Bus di erb. Forame.
Burattòn dicono in varie parti della cam Bossolo delle spezie. V. Cùu.
pagna milanese per Bazzolón. V. Cercà per tutt i bus. Cercare di
Burattonée. Fabbricatore e venditor di checchessia col fuscellino.
, frulloni. Dimm anca Bus negher. Dimmi la
Bùrber. Carpione (pesce). V. Càrpen. maggior villania che sai.
Bùrba e Bùrbora per Bùlbera. V. Fà bus. fig. Fare colpo.
Bùrc. . . . . . . Sui laghi d'Annone e Fà on bus in l'acqua. V in Acqua.
d'Isella chiamansi così le barche da Fà vedè per el bus de la gratti
vivajo, quelle che i Latini chiamavano roeula. V. in Grattiroeüla.
Vivaria naves, e i Veneziani dicono Forma de bus. V. Fórma (formaggia).
Buregozzi o Burchi. La voce Burc si Passà per el bus de la ciav o de
legge anche nella Grida milanese 4 la grattiroeula. V. in Grattiroeüla.
febbrajo 1662 e nei Daz. Merc. Reſà i bus. T. de Fabb. Ribucare.
Buré. Ad. di Pér. V. Toeiù o Medegà el bus del cuu per
Buréngh, ger. . . . . . Il cacio. ona piaga, V, in Piàga.
BUS ( 167) BUS
Trovà el bus de dove ven foeura el Bùs. Arido. Vuoto. Senz'anima. Dicesi
ratt. fig. Trovare l' inchiovatura o il de frutti con guscio inani.
bandolo della matassa. Trovare donde Nos busa. Noce vuota.
procede la cosa. -
Pianta busa. Pianta vota. V. Piànta.
Vardà dent d'on bus o per el bus Bùs. Ad di Gran o Formént. Intignato
de la ciav. Guardare per un fesso o (Sacchetti).
un pertugetto. Bùsa. Buca. V. Fòppa.
Vegni i ragner sul bus del cuu. Bùsa de la colcinna. Calcinajo (Caro
V. in Ragnéra. Apol. p. 225; vedi chi parla).
Vess tutt a bus. Esser bucherato, Bùsa. Taverna. Bettola.
bucheraticcio, bucherellato, forami Bùsa. Buca. Ognuna di quelle buche le
noso, foracchiato. quali veggonsi ai quattrº angoli e a
Bùs. Ripostiglio. Nascondiglio. Latibolo. mezzo le due mattonelle più lunghe
Bùs. Apertura. Opportunità. Occasione. d'un bigliardo – Fà busa. Far biglia.
No gh'è on bus. Non v'è vacazione. Cacciar la palla in una delle buche.
Bùs. T. pittor. . . . . . L'ultimo tocco Bùsca. Bruscolo. Brusco. Busco. Fuscello,
degli scuri. e ant. Busca.
può sera e mattina(Gelli Err. I, 2). Cà di pitt. Bossolo delle spezie.V. Cùu.
Avegh la cà in coo. Aver niente Cà di pover mort. Casipola. Casa
che sia al sole. Non poter dire come buja, tetra, disamena, malassetta.
il nibbio mio mio. Non aver che perdere. Cà di sett vent. Spazzavento. Casa
Avegh minga la cà in coo. Aver mal fornita di coperto e impostami
del suo al sole. Non esser un tritone. dove il vento può far di grandi prove.
Avegh a nomm torna a cà. . . . . Cà casca, cens cessa, teren ten. Chi
Aver ad essere restituito. Nel prestare ha casa e podere può tremar ma non
altrui checchessia taluno dice: Te”, ma cadere (Monos. 55o = Buoni Prov. II,
varda che l'ha a nomm Torna a cà; 169). A dimostrare la preminenza in
CA (174) CA
genere dei poderi, ed anche a signi Dà el foeugh a la cà. fig. Sbraciare.
ficare esser bene limitarsi nella casa al Sbraciare a uscita. Scialacquare.
bisogno e stendersi pei fondi fin dove Dà noeuva de cà. fig. Riscaldare gli
si può aggiugnere colla propria vi orecchi a uno. Lo stesso che Dà on
gilanza vale altresì un proverbio vol felipp. V. in Felipp.
gare toscano che dice Casa quanto Dà-via on usell per tirà a cà on
capi, terreno quanto vedi. I Sanesi in porscell. V. in Porscèll.
vece hanno un proverbio il quale dice Dinn ona cà. Votare il sacco. Scuo
che Il censo ha il vantaggio che non tere i pellicini del sacco. Dire altrui
vi piove sopra (Bandini Discorso ecc. tutto quel più che un sa.
sulla Maremma di Siena, p. 155, ediz. Donna de cà. Donna casalinga, buona
mil. Econ. ital.); proverbio compro massaja, masseriziosa, risparmiante.
vante l'avvilimento agrario in cui Dò nos in d'on sacch e dò donn
era in andato quella provincia. in d'ona cà fan on gran ciass. V.in Nós.
Cà faa e fond desfaa. Casa fatta e El ghe mettarav la cà in coo. Gli
terra sfatta (Lastri Prov. V, 269). Casa darebbe il cuore. Dicesi per dinotare li
fatta, possession disfatta (Monos. 582). beralità somma d'uno verso alcun altro.
Dettato con cui si vuol denotare l'av Fà andà in ca on teren, ona vi
vertenza da aversi nel comperare beni gna, ona possession. Fare a sua mano.
stabili, poichè le case fatte si danno Far lavorare a sua mano (Last. Op.
sempre per meno di quello che co II, 66). Metter le terre a mano o Col
starono in fabbricarle, e i poderi ro tivare a mano (Gior. Georg. XII, 187).
vinati si hanno per poco e da chi Far coltivare i poderi a opere gior
s'intende d'agricoltura sono ben pre naliere o annuali; non gli allogare a
sto fatti rifiorire e messi in grado di fitto o a mezzadria.
fruttare assai al loro compratore. Fà cà. Aprir casa. Reussì a fà cà
Cà fenida o pientada. . . . Casa ben lor de per lor. Ridursi a stare da sè.
fornita, che ha tutto il suo bisognevole. Esser liberi di sè (Lasca Spir. IV, 1).
Cà fittada. Casa appigionata o allo Fà el pan in cà. fig. V. in Pàn.
gata a pigione o data ad affitto. Fà i ſacc de cà. V. in Fàcc.
Cà minga mala. Una buona casotta Fà stà lì de cà. fig. Far stare al
o casoccia.
filatoio. Far filare. Tenere in cervello
Cà senza sò. Casa a bacio, all'ug o in tuono.
gia, al rezzo. Casa ove non batte sole Fava mej con quii danee a andà a
o che non vede sole. cà de l'offellee. V. in Offellée.
Cà soa e poeiù pù. Casa mia, casa Fitt de cà. Pigione, e met. V. in Fitt.
mia, per piccina che tu sia, tu sei Giacchè la cà la brusa, scoldem
sempre casa mia – ed estensivamente mes anca nun. Se Camaldoli va a sacco,
Scalda più il fumo della patria che il vo qualcosa anch'io (Fag. Ast. bal. I, 2).
fuoco altrui – Il pane altrui sa di S ei butta il suo, ne vo avere anch'io.
sale – e per affinità Tristo a quell'uc In cà soa ognidun è padron de
cello che nasce in cattiva valle. fà quell che el voeur. In casa stia
Cà voeuja o desaflittada. Casa spigio ognuno è padrone (Monos. 25o).
nata, vuota, disabitata. La cà granda. gergo... L'ospedale
Chi è mincion staga a cà soa. V. – Ed anche La casa dei ceppi(“fior.
in Minción. Salvad. p. 6o). Le carceri.
Chi è staa a cà del diavol, sa cossa La cà la brusa, demmegh el foeugh.
ghe fan. fig. Chi vien dalla fossa, sa fig. La rovina non vuol miserie. Siamo
che cosa è il morto. già carichi di debiti, non la guar
Chi no sa fà foeugh no sa fà cà. diamo a buttare sempre più.
V. in Foeügh. La va la va, la tira adree la cà.
Chi sbianca la cà, le vocur fittà.fig.Chi La si porta la casa appresso. Dicesi
imbianca la casa la vuol appigionare. della lumaca perchè si porta seco il
Chi si liscia e s'adorna vuol piacere. guscio in cui è chiusa.
CA ( 175 ) CA
La gaijnna che va per ca l'impiss Sant in gesa e diavol in cà. V. Diàvol.
el goss che nissun le sà. V. in Gaijnna. Scova nocuvascoa ben la cà. V.Scóva.
L'è la cà del Bentivoglio... È casa Stà de cà in ... Stare a casa in ...
in cui tutti sguazzano, in cui il pa Abitare. Stà de cà e de bottega in
drone fa continuo scialo, ove il matto l'istess sit. Stare a casa e bottega,
fa la festa e il savio la gode. Stà de cà finna a cà del diavol.
L'è la cà del Mancatutto de la Mi Abitare in Chiarenna o in Orinci o in
seria... È la casa del Bisogno, della Chieradadda, in luogo lontanissimo,
Penuria, ove è difetto d'ogni cosa. Stà de cà in di Tegnon. V. Tegnón.
L'è la cà del Signor. È la casa del Stà lì de cà. fig. Stare contento al
l'abbondanza (Gigli lag. 577). Ella è quia (Sacch. Nov. 161). Cagliare.
-
una dogana. E una casa come un mare. Strappà cà. Disfare la casa.
L'ingannel va a cà de l'ingannador. Tant gh'è de cà soa a cà mia, co
V. in Ingànn. me de cà mia a cà soa. fig. Tanto è
Mandà a cà de Steven. Freddare. l'erta alla fin quanto la china (Adimari
Uccidere. V. Fà frecc in Frècc. Son. fra i burchiell. 275). Alla fine
Mangiass anca i ciod de la cà. Sbra tanto è da casa tua a casa mia quanto
ciare a uscita. Dar fondo alle sostanze. da casa mia a casa tua. Dicesi per
Ridursi o Condursi in sul lastrico o sul indicare volontà di stare sulla sua,
mattonato. Consumare, scialacquare di esigere che altri ci mostri osse
tutto il proprio avere. quenza calandosi primo a noi, o per
Mett el coo a cà. Metter la testa mostrarsi (come dice il Varchi) da
a partito. Rinsavire. quanto gli avversari.
Mettegh-sù cà a vun. Allestir casa Tegnì lì de cà. met. Far cagliare.
ad uno. Tenere in cervello o in tuono.
Ne sa pussee on matt a cà soa che Tegnì el coo a cà. fig. Avere il cer
on savi a cà di olter. V. in Màtt. vel seco. Star a canna badata. Porsi o
No avè nè cà nè tecc. Non aver Star a casa e bottega. Badare a negozio.
casa nè tetto (Alb. enc. in Masseria). Tegnì i man a cà soa e la lengua
Non aver terra ferma. Non aver più dent di dent. V. in Léngua.
luogo nè fuoco. Essere rovinato inte Te see lontan de cà. fig. Più su sta
ramente: non aver luogo ove poter monna luna, cioè T'inganni, mal
dimorare; dover andar ramingo. t'apponi. V. anche in Montòn.
Oh de la cà de legn.... Dicesi nel Tirà a cà. T. di Giuoco. Riscattarsi.
bussare a un uscio diacciato, a una Rifarsi. Rivincere il perduto.
porta donde non ci venga risposta. Tirà nissun per ca. Non si mettere
Omm de cà. Massajo. Uomo casalin persona in casa.
go, risparmiante, masserizioso, buon Tirass a ca. . . . . . Ravvicinarsi
economo – Uom che bada alla casa. a casa, ed anche Attenersi al colom
Ona cà che cria foeugh. Casaccia. bajo. Mettersi al sicuro, o anche
Casalonaccio. Casa cadevole. Tornare al pentolino. Tornare a casa
Ona donna l'è la ruvinna e la for a queste stiacciate, cioè Tornar a go
tunna d'ona cà. La savia femmina dere i comodi della propria. casa.
rifà la casa, e la matta la disfà. Toeiù cà. Prender casa, cioè pren
Ona miseria d'ona cà o On tocchell derla a pigione per abitarvi.
de cà. Non so che poco di casuzza. Toeiù la cà a vun. Scasare uno. Ob
Patron de cà. Capo di casa – Pa bligarlo a lasciar casa sua.
dron della casa. Tornà a ca. fig. Tornare a casa.
Pè de cà. V, in Pè. (Firenz. nov. 1o.”). Tornare all'ergo.
Pientà cà. Far casa. Aprir casa. Tornare donde ci partimmo(Monos.75).
Quand vu andavev a scoeula mi Ritornare a bomba, all'argomento, a
vegneva giamò a cà. V. in Scocòla. proposito, in chiave, alla callaja,
losc de cà. Ceppo di case. Aggre Trà adree la cà e el tecc. Spendere
gato di molte case, il cuore e gli occhi in checchessia.
CA ( 176 ) CAB
Tremà la cà di pitt. Fare il cul seto(Cini Des. e Sp. V, 9). Esser chioc
lippe lappe. Avere una battisoffiòla o cato. Toccarne – Mandà in cà Busca.
una cusoffiola. Aver gran timore. Sonare a catasta. Chioccar uno. Man
Vaga la cà e el tecc. Pigliatevi il dare a Busseto.
sacco e le cipolle(Monig.Serv.nob.II,51). Cà o Casa Gambaranna (fig. da Gàm
Vess a cà. fig. Essere a cavallo. Di ber). Ròzza. Brenna. Cavallaccio. Bic
cesi di chi sia al disopra e con van ciùghera. Fà corr cà Gambaranna....
taggio – In giuoco vale Essersi rifatto. Farsi scarrozzare in vetture venali,
Vess de cà o tutt de cà. Essere di orarie, e tirate dal caval dell'Apocalisse
casa più che la granata. Cà Legnanna (fig. da Lègn). Messer
Vess foeura de cà. Esser fuori; e fig. Batacchio (Sac. Nov. 86). Il bastone –
Essere in due paesi. L'uno dire una Andà in cà Legnanna. Andare a Le
cosa, e l'altro rispondere a sproposito gnaja. Esser bastonato – Mandà in cà
o non apporsi – Esser fuori di strada. Legnanna. Dare il podere a Legnaia
Vess giò la cà e el tecc. fig. Essere (Tancia III, 1). Mandare a Legnaia.
alle peggiori del sacco. Bastonare – De cà Legnanna... di
Vess in cà balenna. V. in Ciòcca. consi quegli utensili che alcuno ab
Vessegh la cà del diavol. Fare un bia di legno mentre gli agiati sogliamo
parapiglia. Essere un trambustio, un averli di metallo.
rovistio, un rovinio, un bolli bolli. Cà Painna (fig. da Paja).... e di qui
Vun de cà. Un ch' è di casa. Una Andà a dormì in cà Painna. Andare a
bazzica. Un famigliare. dormire sulla paglia. V. anche Painàrd.
Cà. La Casa(“tosc. e Mor. Case cont.). Tra Cà Passiranna. fig. Fattura del Passi
i contadini dell'Alto Milanese e quelli gnano (Fag. Ast. bal. II, 8).
di Toscana queste voci significano la Cà Tegna o Cà Tegnos, e quindi Avè
Cucina; chè le altre stanze le dicono a che fà a Cà Tegna o a Cà Tegnos
Camere – Poderante, v'ho assegnato o a Tegnon o Stà de cà in di Tegnon.
una cucina e due stanze, direbbe in Esser tignamica, avaro. V. Tegnón fig.
Toscana il cittadino; e il contadino Ona bonna cà. V. in Casànna; e
risponderebbe Ritengo una casa e due fra noi anche in genere Casa ricca.
camere – L'è in cà là in la cà. È in Vess de bonna cà o d'ona cà bonna.
cucina. È in casa, eccolo in cucina. Esser di legnaggio gentile. Esser di
Cà. Casa di negozio o di commercio – buon casato, bennato.
Dervi cà. Aprire una ragione. Cà del maj. Cartiera (per anton.) Quella
Cà. Casa. Casato. Legnaggio. Lignaggio. stanza in cui sono i maglio mazzi da
Schiatta. Famiglia. Stirpe – Ca in que pestare gli stracci per farne carta.
sto significato noi applichiamo volen Cà di cord. T. de Fab. d'amido . . . .
tieri con preposizione semplice ai soli Stanza con tavole a funicelle ove asciu
casati illustri del paese, per es. L è gar l'amido fabbricato di recente.
de Cà Busca o simili. In contado in Cà di foll. T. delle Cartiere. . . . Quella
vece estendesi con preposizione arti stanza ove sono le pile. -
colata a ogni specie di casato, p. es. Cà di tinn. . . . Stanza ove sono i tini.
L'è de la ca del tal che voltano anche Cabaré o Gabaré. Vassoio. Guantiera.
in L'è vun di tal – Noi usiamo anche Nappo. Quella specie di baciletto su cui
spessissimo Cd in alcuni modi nei si posano le chicchere del caffè, della
quali non fu mai nè è alcuna tristizia cioccolata od altro. Dal fr. Cabaret.
d'allusioni, ma si bene una mera Cabaré de tavoletta. Vassoi da toelette
specie di bisticcio suggeritoci dalla (“tosc. e poema d'un aut. pis.).
simiglianza di alcuni vocaboli cogno Cabareràda. . . . . . Pieno un vassoio.
minali con altri comuni, e sono: Cabarerin. Vassoino. Picciol nappo.
Cà Bassignanna(De). fig. da Bass.... Càbbi. Cappio. Cabbi corò o corent.
Dicesi per ischerzo di chi è piccinaco. Cappio corsoio o scorsoio.
Cà Busca (fig. da Buscà). Andà in Cabbià. Accappiare. Fare il cappio.
r
cà Busca o a Buscaa. Anulare a Bus Cablòtt per Fonsg ferree. V. in Fonsg.
C AC ( 177 ) CAC
Cabriolé o Gabriolé. Cesta. Biroccio? Sp. Caccia del speggett. Caccia con lo
di calesso notissimo, ed è voce tratta specchietto(Savj Orn. tosc. II, 65).
di peso dal francese Cabriolet. Caccia riservada. Bandita. Caccia
Cabròssol (che altri dicono Cabròssen, bandita. Luogo ove è proibito il caccia
Cavròssen, Cavròscen, Cambròssen, re; e fig. Femmina tenuta alla bandita.
Crabòss e Cambròsten). Ligustro. Ligu Andà a caccia. Cacciare. Andare a
stico. Luistico. Levistico. Ruischio. Ru caccia. Far caccia.
vistico. Ruistico. Cambrossène. Il Li Dà la caccia. Dare caccia o Dare la
gustrum vulgare L., comune nei colli caccia. Metter in caccia. Far fuggire,
dell'Alto Milanese. È quell'arbusto che Fà la caccia a quei coss. Uccellara
i Latini dicevano Oleastellum, e che una cosa. Andar a caccia di checchessia.
i Padovani dicono Conostrèlla. Faa apposta per andagh dent a
C: cào. Cacao. Caccao. Caccaos. I nostri caccia. Copioso di caccia. Veramente
droghieri e cioccolattieri conoscono disposto a cacciagione.
il Cacao Lisbona, il Cacao Caracca, Vess matt per la caccia. Prendere
il Cacao del Maragnon, il Cacao Vaja grandissimo diletto nelle cacce.
chill (cioè Guayaquil) e il Cacao di Isol. | Caccia. Caccia. Cacciagione. Presa. La
Butter de cacao. Burro o Butirro di preda fatta a caccia.
caccaos. Fà bonna caccia. Far buona presa.
Cacào! Cacalocchio! Cacasego! Cacasevo! | Càccia. Caccia(Diz. Inus.). Pezzo di mu
Capperi! Corbezzoli! V. Càspita. sica esprimente ciò che indica il nome.
Càcc. Caglio. Gaglio. Coagulo. V. Càgg. | Càccia real (Giugà a la). . . . Imagina un
Càcc. Plur. di Caccia usato nella frase tavoliere a cassetta con cerchi rispon
Notà tucc i cacc. Raccorre i bioccoli. denti per di sotto a caselline di testata
Osservare fin le minime azioni di noverate dall'1 al 5, e con un campa
chicchessia. nellino nel cerchio di mezzo. Chi vi
Càcca. Cacca. Merda. giuoca scocca per un fuciletto di legno
Faccia de cacca. V. in Fàccia. ad arco una pallottola, e vince punti se
Pien de cacca. Merdoso. Merdellone. condo casellina in cui quella si muore.
Cacheroso? Che ha a schifo ogni cosa | Cacciadór. Cacciatore. Cacciante.
perchè sente troppº alto di sè. Cacciador de s'ciopp, de lazz, ecc.
Cacchin voci usate per vezzi coi V. in S'ciòpp, Lazz, ecc.
Cacchinna fanciullini. Cacca. Cacciaddr. Cacciatore. Soldato armato
Càccia (che i contad. dicono Càscia). alla leggiera, vélite.
Caccia. Per le varie specie di caccia, Cacciadór. Cacciatore(“tosc. e Guad. Poes.
oltre alle notate quì sotto V. Archètt, I, 1 14). Sp. di servitore che indossa
Bressanèlla, Làzz, Tés, Ròccol, ecc. un abito verde a trine d'oro e molto
Caccia a restell. Tela. Serraglio. Spe sfarzoso, con piume nel cappello a
cie di caccia che si fa attorniandosi tre punte, e con paloscio ad arma
da molti cacciatori un bosco, e re collo. I Tedeschi lo chiamano Kam
stringendo vie via il loro cerchio, onde merlakey, cioè Lacchè da camera.
obbligare il salvaggiume a dar nelle | Cacciadóra. Cacciatrice, e latin Venatrice.
reti che sono tese in un dato luogo | Cacciadóra (Ala). Alla cacciatora. Alla
o a passar sotto il tiro de'cacciatori; foggia de'cacciatori. -
Cagià, Cagiòtt, ecc. V. Caggià, Cag » Gh è duu cagnard con sott domà el pajasc.»
giòtt, ecc. . . . . (Bal. Rim.).
Càgna. Cagna – Cagna calda, Cagna a Cagnaria. Chiappola. Bagattella. Corbel
cane o in caldo. leria. Cosa da nulla – Cagionuzza.
Càgna. Cagna, e poet. Fera. Dicesi di Cagnazz. Cagnaccio. Canaccio.
Donna crudele, traditoraccia, ecc. Cagnètta. Cagnina. Cagnuola. Cagnolina.
Càgna. Trama. Fà la cagna. Far la trama. - Cagnetta calda. fig. Cagna a cane?
«Anzi el gh'è vun de qui ch'han faa la cagna.» Si usa anche in qualche altro senso
(Bal. Ger.) figurato. - -
mento che serve per adattare i cer Cagnettéra. Canile. Il covile de cani.
chioni alle ruote, cui l'Enc. dà il Cagninna. Ad. di Tóss. V.
nome di Diable o Baiton. - Cagnitàa. Crudezza leonina. Crudeltà.
Cagna. T. de Bott. Cane. Strumento per Cagnocù. Cagnuolo. Cagnolino.
imboccare i cerchi sulle botti. No avè nè fioeu nè cagnocu, V. Fioeiù.
Càgna. T. de Sell. . . . . . . Strumento Vess come san Rocch e el sò ca
di legno che ha due guance col quale gnoeu. V. in Rocch. -
CAI (184) CAL
Cagnoeü. Monachetto. Quel ferro in cui poeta questo Caijn dei cani d'ogni
entra il saliscendo (alzapè) e l'acca parte del mondo suonò aita aita!
valcia per serrar l'uscio. Caijn. Crudele. Cane.
Cagnoeü. Còstola. V. in Cagna (de barch). Caijn. Lo stesso che Rabbin. V.
Cagnocù. fig. Crudelotto. - - -
Faccia de Caijn. V. in Fàccia.
Cagnocù o Cagnolin.... Nelle Cave di Vi Cajroei (che nell'Alto Mil. dicono Cariocà).
ganò si chiamano con questo nome i Tarma. Tarlo. Dal latino Caries.
fessi trasversali naturali nell'arenaria, Andà a cajroeu. Intarlare. Tarlare.
purchè siano nell'altezza del filare. Polver del cajroeu. Tarlatura. Tarlo.
Cagnolitt. . . . . . . In campagna sono Cajroeü. Polvere del cacio (così il Bo
alcuni bivi o trivj o quadrivi di val nomi nella sua Memoria intorno ai
le o di bosco dove se voi avventu pellicelli della rogna nelle opere del
rate un passo di notte, vi danno Redi). Tarlatura del cacio, prodotta
tra piedi certi batufoletti, come chi da quel bacherozzolo che gli ento
dicesse pennecchi di stoppa, i quali mologi chiamano Acarus siro il quale
ora diventano piccini piccini ed ora si genera nella crosta del cacio e ro
si fanno grandi grandi e mandano dendolo lo riduce in polvere. Sudi
continui guaiti canini (bèp bèp). Guardi ciume, putrescenza, fermentazione
il cielo a toccarli! ne avreste graffia danno origine a tale difetto,
ture e morsi in mal dato: i cagnolitt Cajroeù. V. Formiga(Maa de la).
vanno rispettati. Ecco una delle tante Cajrolàa. Tarlato. Intarlato.
frottole che hanno spaccio tuttavia Caifass, sciocco scherzo per Caffè.
nel 1858 in que luoghi dove i furbi Cal (che pronunciamo come se fosse scritto
vogliono frodare i semplici. Càll). Calo. Scemamento, diminuzione.
Cagnón. Cagnaccio. Fà el cal o Calà. . . . . . Diconlo
Cagnón. Baco. V. anche in Gattinna. i fornaciaj quando veggono andarsi
Andà in cagnon. Bacare. abbassando nella fornace la massa
Ris in cagnon. V. Ris. de'materiali postivi a cuocere; il che
Cagnón (ed anche Camolòn).... Nell'Alto è segno di cottura condotta a termine.
Milanese si chiama così più partico Càl. Calo. Scarsità. Mancanza di valsente
larmente la larva di quello scarabeo o di peso in una moneta paragonata
rodivite che nominiamo Carugola. V. mente alla bontà legale. Dai Francesi
Cagnon (che anche dicesi Can e Cagnocù). dicesi Echarsete.
Tonchio. Gorgoglio. Gorgoglione. Calà. neut. Calare. Scemare. Mancare,
Cagnón. . . . . . Specie di malattia del Calà el pù. Mancar il verbo prin
gelso per l quale impiaga e rovina. cipale (Monos. 282) o il meglio.
Cagnon. Còstola. V. in Càgna(de barcon). Calà i ari. V. in Ari.
Cagnón. fig. Crudelaccio. Calà in man. V. in Màn.
Cagnònna. fig. Crudelaccia. Calà la terra sott ai pee. V. Tèrra.
Cagnorìn. Cagnolino. Calà on ett o pocch. Essere a un
Cagón. Merdellone, capello o a un filo. Mancar poco.
Cagón. Cacainbrache. Cacacciano. Vigliac Lassass calà magotta. Stare in sul
co. Pusillanime. Poltrone. Da poco. grasso. Far buona pasciona. Tener
Pauroso. Anche gli Spagnuoli dicono buona tavola. Non la guardare a spese
Cagon in pari significato. - per viver bene e agiatamente.
Cagònna. Vigliacca. Torna a calà. Ricalare.
Cagonscèll. Dim. di Cagón che si usa tra Calà. neut. Rinviliare. Scendere. Scemare
per vezzo e tra per rabbia coi bimbi. di prezzo, e anche assolutamente Sce
Cajenàl, Cajenin, Cajènna, ecc. dicono i mare e Calare. Per es. El vin el calla.
cont, dell'Alto Milanese per Cadenàl, vino scema o vero scema di prezzo.
Cadenin, Cadènna, ecc. L'è insci calaa el forment. Il grano
Caijn. Guajo. Guaito. Gagnolio. ha scemato di molto.
Fà caijn caijn. Guaire. Il gagnolar Calà. att. Tarare. Ridurre a meno o al
del cane. Alle orecchie d'un nostro giusto il prezzo che altri ci richiede
-
CAL ( 185 ) CAL
per alcuna cosa e che è o ci pare so Calabresèlla. Calabresella(Alb. enc. che
verchio. Per es. Cali pocch, trenta la dà per voce quasi romanesca). Sp.
lira. Tara lire trenta. di giuoco di tressetti che si fa in tre.
Calà pocch. . . . . . Ironicamente Calàda. . . . . . Il passo che si fa nella
se un mi chiede sei soldi di chec neve caduta di fresco. I Lucchesi, per
chessia e io dico Cali pocch, on sold, quanto mi si assicura,la dicono Spalata.
io coll'ambiguità di quel mio pocch Fà la calada. Fare la spalata(*lucch.).
lascio credere che diffalchi dal prezzo Spaiare la neve per farsi la via –
un soldo, mentre ne diffalco cinque Far la pesta nella neve, cioè Calcarla
ed offero uno. V” è un Poco meno appena caduta passandovi primi, co
nell'opera del Monig. intit. la Vedova sicchè assodata regga al passaggio
II, 2 1 che letto in fonte riesce, se d'altre persone.
non erro, il vero corrispondente del Fà la calada. fig. Fare il passo. Aprir
nostro Cali pocch. la via. Far la strada. Stradare. Quello
Calà (parlandosi di tele o di panni). Rien che i Fr. dicono Frayer le chemin.
trare. Per es. La tila in del sbiancalla - - - - - - - l'ha faa lù la calada
la calla; El pann a levagh el luster » Sul bon sentee, ma ti t'ee voltaa strada. -
el calla. La tela rientra alla cura; Il (Bal. Figl. prod.)
panno rientra se lo delustri. Calàda. Scalo. Via per giugnere al piano
Calà. V. Fà cl cal in Càl. dell'argine d'un fiume – Calata. Il
Calà (parlandosi di vento). Cessare. Cal pendio per arrivar all'acqua.
marsi. Sedarsi. Calàda(del sò). Il calar de'raggi del sole.
Calà (parl. del sole e della luna). Ca «Quando vede il pastor calare i raggi
lare. V. in Calàda. In del calà de la » Del gran pianeta. . . . . - (Petr.)
lunna. A luna scema. -
Càlam. T. de Droghieri. Erba cannella.
Calà. Scadere. Essere scarsa. Non avere Acoro vero. Càlamo aromatico o odo
la moneta il suo giusto peso. rato. Pianta esotica, detta Acorus ca
Calàa. Calato. Scemato. Mancato. lamus dai bot., che ha foglie e radice
Calaa. s. m. pl. . . . . . Quelle rastre di sapore aromatico.
mature di maglie che si fanno nelle Calamàndria. Durante. Nome di una sp. di
calze per adattarle convenientemente pannolano lustrato da una parte come
alla forma delle gambe. È il contrario il raso, detto Calmande anche dai Fr.
di Cressuu. In qualche libro ho letto Calamandria a brocchètt. Durante
i Cali in tale significato. broccato ? Durante a fiorellini.
Calabràgh. Calabrache(“tosc. e poet.pis.). Calamandria fiorada. Durante da
Giugà a calabragh. Giocare a cala mascato. Durante a fiorami.
brache. Specie di giuoco che si fa Calamandria giardinada. Durante a
colle carte da tressetti in più perso opera? Durante screziato.
ne. Messe in tavola quattro carte del Calambór. . . . Sp. d'enimma fatto con
mazzo, e distribuite le restanti ai due o più vocaboli. Dal fr. Calembourg.
giocatori, ciascuno piglia dal tavoli Calamità. Calamitare. Stropicciare un
no quelle carte a cui ne ha di simili, ferro sulla calamita per magnetizzar
come chi ha un sette piglia il sette lo, o Far passare la calamita sur un
se è in tavola, o un cinque e un corpo. Gli orefici per es. calamitano
due se vi siano, e in fin del giuoco la mondiglia o spazzatura che si dica
si contano le carte che ciascuno ha prima di darla ai mulini per estrarne
in mano, e chi più n'ha, quello rie l'oro, e ciò a fine di rinettarla dalle
sce vincitore. Questo giuoco è quello parti ferrigne onde per solito è piena.
che i Francesi dicono volgarmente Calamitàa. Calamitato. Part. da Calami
Jouer a cu-bas – Appartiene a questa tare.
Ostaria – Il Fagiuoli diede questo Quella che suona ogni dì alle tre ore
bel ricordo nelle sue Rime (I, 56o) di notte il verno, alle due l'estate,
“ Chi giudica e chi regna abbia due orecchi, per intimare a vinattieri, tavernie
» E non un solo, e quello lungo e duro, ri, ecc. la chiusa delle loro botteghe.
» Non creda a niuno e senta pur parecchi. » Se un dice Ela sonada la campanna?
CAMI ( 197 ) CAM
e non più, noi intendiamo di questa, un famigliare agrario a cui si affida
sorella in qualche modo della Cam no molte delle funzioni di fattore per
pana dell'armi dei diz., ma non essa minor prezzo e con minori diritti. In
per appunto. vigila sulle operazioni campestri, bada
Campànna di vintidò. V. in Vintidò. a conti giornali d'opere e mezzadri,
Campànna. Campana(da stillare). Ha Fon ha cura del palazzo e del giardino
do e Fornello. padronale come usa il fattore, ma
Campànna . . . . . . . Rete che usa in non la come esso così estesa ammi
quella specie d'uccellare che nominia nistrazione, e lavora anche in cam
mo particolarmente Bressanella. V. pagna, ciò che quello non suol ſare.
Campànna. T. de'Pastaj. Campana. Quella È un fattore economico, una specie
parte dell'argano, accampanata e di di Casant agrario mantovano.
bronzo, nella quale si pone la pasta da Campée..... In ischerzo, e per gergo
lavorarne vermicelli, cannoncini, ecc. vale Strönzolo. -
Fag. Rime I, 52o), e col volg. tosc. A la cà di can. Il più il più (Cec
Moffolino. Arlecchino. Mascherin da chi Assiuolo). Alla più fracida (Lasca
Bergamo. Il Moufflard de Francesi. Gelosia V, 2). Al peggior partito (Sal
Can bracch. Cane da penna (Savi viati Spina III, 2). Del mal del male
Ornit. II, 557). Bracco. V. Bràcch. (Buonar. Tanc. IV, 2). Almanco al
Can cors. Can corso(Fag. cit. dal manco (idem). Po' poi (Fag. Amor non
l'Alb. enc. in Cagnaccio). vuole avar. II, 1). Alla peggio de'peggi.
Can danes. . . . . Sp. di can tigrato; Al peggio de' peggi. Alla più trista.
il Cani pintulinu dei Sardi. Per es. Se te la tuſevetti, a la cà di
Can de borida. Cane da leva. Bracco can l'avarev poduda vedè quej voculta.
da leva. Il Canis earcitans de sistem. Se tu l'avessi avuta tu a sposare, del
Can de caccia. Cane da caccia, e mal del mal l'are' vista talvolta. A
per anton. Bracco. Can da seguito. la cà di can se vegnarà via quatter
Can de corsa? Can corridore. gnocch, soo dove metti. Due picchiate
Can de guardia. Can guardiano. ho dove porle se verran po' poi.
Can de loff o de pastor. Can ma A man a man come fa i can. To qua
stino o di pastore. Il Canis pecuarius. e dà qua. Pesa e paga (Monos. 295).
Can de pajee. Can da pagliajo. Guar Si dice in maniera proverbiale quando
dapagliaio. Il Canis villaticus de sist. si tratta con persone di poca fede.
Can de posta. Can da fermo, da Amis come can e gatt. Amico come il
punta, da impuntare. Bracco da ferma, can del bastone(Mou. p. 3). V, innanzi.
CAN ( 199 ) CAN
Andà adree come on can barbin gia mai carne di cane(“tosc. e poema
o come on bè. V. in Bè. Suivre quel d'un poeta pisano). Corvi con corvi
qu un comme un barbet dicono i Fr. non si cavan gli occhi. Lupo non man
Andà de can. Andare le cose a bioscio, gia lupo. Il lupo mangia ogni carne e
alla peggio – Sentirsi malissimo. lecca la sua. Tra furbo e furbo non
Andà-via come on can scottaa. V.Gàtt. Su Canall ſi a . - - -
gen. cor. dai loro fig. I, I 1). Chi at Stà-sù per i canton a vend, cantà e
tende a regolare i vini nella cànova. sim. Star su pe canti. Esser cantoniere.
Cantinon.
Cantinònna.
º l'oltone? Gran cantina.
Tirass in d'on
ciarsi.
canton. Iiincantuc
Cantir. Tondone (Gior. agr. tosc. I, 575). Tutt a canton. Angoloso; e con
Nome di quel ramo d'albero che per voci ant. Canteruto e Cantucciuto.
la sua grossezza tiene il mezzo fra il Vess in del canton di noeuv mes.
palone e il travetto, ed è denominato V. in Més.
così tanto rozzo all'uscir della pianta Cantón. Cocca(“tosc., Tom. Sin. p. 1o6).
quanto asciato per usarne nelle co L'angolo che fanno i panni ripiegati,
struzioni. V. in Tràv. l'estremità acuta delle vesti là dove
Cantir. Stile. Abetella. Legno lungo, ton il panno sia addoppiato, e dove suole
do, diritto per ponti da ſabbriche. V. accalcarsi la polvere e il rosume in
Autènna. terno della stolla,
CAN ( 212 ) CAP
Cantón. Cantone. Parte d'uno Stato. El Canzonà. V. Mincionà.
Canton Tesin. Il Canton Ticino nella Canzonà la fera. V. in Féra.
Svizzera – Cantone nella breve am Canzònet o fet l'amor? V. in Amòr.
ministrazione italiana de primordi del Canzonàscia. Canzonaccia.
secolo fu detto l'aggregato di vari Canzonètta. Canzonetta. Canzoncina. Can
comuni, e Cantonale ogni cosa che zoncino. Canzonina. Canzonuccia.
vi si riferiva. Càos. Càos, e al pl. Caòssi. Scompigliu
Cantón. s. m. pl. Cocche (“tosc.. Tom. me. Confusionaccia.
Sin. pag. 1o6). I quattrº angoli della Càpa.... Guida, duce, guidatrice, prin
pezzuola, o sia d'un fazzoletto – cipale, primaria, caporale. La capa
Ciappà per i quatter canton on faz de tutt i bolgironn disse il Porta per
zolett con dent de la robba. Accoccar Arciribalda (Aret. Talanta I, 13), Ar
la pezzuola(“tosc.). cibriccona.
Cantón (e Cantonin). Cantonata. Gli ar Capàlla o Capellinna. Bica. Massa di
tigiani chiamano per siffatti nomi covoni(caeuv).
quelle lastrucce di metallo onde ar Capàra. Caparra. Arra – Caparramento.
mano gli angoli acuti degli stipetti, Arrata l'atto del caparrare – S'usa
degli scrigni, delle cassette e simili no anche Arra e Caparra per Pegno,
onde abbiano maggiore saldezza. Sicurtà, Segnale in genere.
Cantón. Ad. di Pòmm. V. Cattiva capara. . . . . . Mal segno,
Cantonàda. Cantonata. mal indizio, mal segnale.
Cantonàl. Stracantone. Cantoniera(Zanob. Càpari! Lo stesso che Càspita. V.
Diz., fior.”). Specie d'armadio trian Caparón. Cappero grosso. V. Càper.
golare, talora d'un pezzo, talora bi Capascée in alcune parti del Basso Mil.
partito, che si alloga ne cantucci, per Spazzacà, Sorée. V.
negli angoli delle stanze. È quello Capàzz. Capace.
che i Siciliani chiamano Cantoni, i Restà capazz. Frase cont. br. Restar
Francesi Encoignure, e i Tedeschi capace. Restar capacitato. Rimanere
Eckkasten o Broffet Cornerkablet – persuaso. -
CAP (22o) C AP
Cappaebaùtta. Bautta. Bauta. Mantellino Capp-puvialin. V. in Puvialin.
di seta o velo o retino con picciol Cappsant. V. Capsànt.
cappuccio, di color nero ad uso di Capp-sepoltò. º ... Il capo de'becchini.
maschera. Già da molti anni ha quasi Capp-sotterrò.
del tutto ceduto il posto al Dòmino. V. Capptast. V. Captàst.
Cappamàgna. Cappa. Specie di mantello Capriòla. Capriola. Cavriuola. Cavriòla
con cappuccio(capin) e strascico(cova) – Tagliare o Trinciare o Far capriole.
che s'usa dai cardinali, dai vescovi Capriolare – Al dim. Caprioletta.
e dai canonici di varie cattedrali. Caprizzi. Capriccio. V. anche Nös fig.
Cappanéra. . . . . Specie di cameriere Caprizzi de matt. Capricciaccio. Cer
di alta portata. vellaggine. Ticchio. Arzigògolo.
Capplànda. Capobanda(Diz. mus). Il capo Chi giuga o fa de caprizzi paga de
o direttore d'una banda musicale, borsa. ... I puntigli e i capricci sono
quello che i Tedeschi chiamano Ka sempre dannosi, le cose fatte per
pellmeister, cioè maestro di cappella. capriccio tornano sempre a male. Parl.
Cappbólch. V. in Bólch. di donne malcapitanti per colpa di
Cappcàccia. Capocaccia. amore potrebbesi dire Povera inca
Cappcasón. . . . . Nome di chi è pro priccita lascia sempre la vita all'ospe
prietario d'una cascina formale (ca dale(Monig. Serva nob. I, 21).
son), e fabbrica il cacio lodigiano Faccia de caprizzi. V. in Fàccia.
così col latte che trae dalla propria On caprizzi l'è mai car. Una vo
mandra come anche con quello che glia non è mai cara.
gli viene venduto da que proprietari Romp i caprizzi. Scapricciare.
di vacche che non hanno cascina. Scoeudes o Toeuss o Cavass on ca
Cappciél. Sopraccielo? Nome particolare prizzi. Scapriccirsi.
di quella specie di baldacchino che, Capriziitt. s. m.pl. Capestrerie? Ostina
raccomandato con fune a una volta, zioncelle. Noi lo diciamo specialmente
si fa pendere, isolato da essa, a co parlando de'capricci dei fanciullini.
prire l'altar maggiore d'una chiesa, Capriziòs. Capriccioso. Cerebroso. Biz
e talvolta anche gli altari minori delle zarro. Fantastico – Ritroso.
varie cappelle di essa. Caprizios6n. Ritrosaccio. Tutto capric
Cappcòmich. Capocommediante e dottr. ciacci.
Archimimo. Il Choragus dei Latini. Capsànt (o Campsànt). Campo santo.
Cappcòr. Magiscòro. Te podet fall fabricà in Capsant. Bi
Cappcustòd. . . . Il capo de'carcerieri. sognerà dipignertene uno se questo non
Cappmàster. V. Capmàster. ti contenta(Varchi Suoc. II, 1). Dicesi
Cappàzza(Mag. tom. VI, 57). . . . . . . agl'indiscreti, e a chi non sa con
Gran cappa(abito). tentarsi del compagno quando gli è
Cappèll, Cappètta, Cappin, ecc. V. Ca capitato di buona natura. Noi alludia
pèll, Capètta, Capin, ecc. mo alle officine di scultura prossime
Capp-pajsàn. Capoprante(*tosc.). Nel al nostro Duomo nel luogo detto Cam
Basso Mil. è chiamato così il capo po santo.
squadra, il caporale del contadini. Capstorna. Capogiro. Capogirlo. Vertigine.
Corrisponde in qualche modo al Ca Capstórna. Pazzia stupida(Bonsi) – Paz
poral di risaja dei Mantovani. zìa. Nome di due malattie del cavallo.
Capp-partidor. . . . . . . Il capo degli Capsùll. s. m. . . . . Pillolina d'inesca
operaj di zecca detti partitori. tura fulminante.
Capp-pòst. . . . Ufficiale o sottufficiale A capsùll. A percussione o Percotente
che ha il comando d'un posto o d'una (Diz. art.). Dicesi de cani da fucile
posta che dicasi, cioè d'una compa montati per innescatura fulminante.
gnia o d'una squadra posta a guardia Captàst. Capotasto. Ciglietto. Listello
d'alcun luogo. Il Diz. ven. contrappo congegnato in capo al manico degli
ne Capoposto senz'autorità, voce che strumenti musicali da arco, ne cui
manca perfin nel Diz, mil. del Grassi. solchetti equidistanti riposano le corde
CAP (22 I ) CAR
senza toccarsi fra loro. Nei dizion. Càr. Carro. V. Càrr..
leggesi anche Cordiera in questo si Càr. Caro.
gnificato, ma per isbaglio; chè la Avè de car o Avenn a car o acàr
Cordiera è senza dubbio quell'asse o Savè de car. Aver caro. Aver a caro.
rello o listello da piè dei medesimi Me sa de car. Ho caro.
strumenti a cui come a caposaldo sono Cara carogna. V. in Carògna.
con un nodo raccomandate le corde. Oh cara (e anche superl. Cara ca
Fà captast. Far capotasto. Col pol rascia). O garbato. Detto a modo d'e
lice della mano sinistra far l'ufficio sclamazione, vale O così sta bene,
del vero capotasto in quella parte ed è termine che esprime il contento
della tastiera dove per trasposizione che si ha che una cosa succeda se
di ottave riesca così più facile l'e condo che si desidera.
secuzione d'alcun passo musicale. Quell che s'ha minga a car per
Captùra. Cattura, lor s'ha minga d'avè a car nanca
Vess semper o in preson o in cap per i olter. Non fare agli altri quel
tura (o capciura) . . . . Esser sem che non vuoi per te.
pre in guai giudiziali; e fig. Aver uova Vess la cossa pù cara che se gh'
o pulcini (Monos. 28, 29). Esser sem abbia. Non avere altro occhio in capo.
pre o incinta o coi bimbi alla poppa. Càr. Caro. Costoso – Car come el dia
Capùsc. Cappuccio – Bacucco – Cappe vol. Caro come il sangue(Gelli Sporta
ruccia. Capperuccio. Scapperuccio – IV, 4).
Cucullo – Capperone. Il Cappuccio Càr detto a persona vale Che fa pagar
degli antichi era staccato da mantelli, cara la sua mercanzia.
serviva come a dire di turbante, e Càra. s. f. Carezza. Vezzo. Forse dal gre
aveva Mazzocchio, Foggia, e Becchet co xxpx faccia.
to : se ne vede la forma nel ritratto Fà cara o Fà cara cara. Careggiare.
del Burchiello esistente nell'edizione Accarezzare. Vezzeggiare. Far muine.
del 1555 da me citata. Carabinàda. . . . . . Colpo di carabina.
Tirà-giò el capusc. Scappucciarsi. Carabinér. Carabiniere.
Tirà-sù el capusc. Incappucciarsi. Carabinna o Carubinna. Carabina. Sp.
Capusc de vicciurin o a la mari di fucile con canna corta.
nara. Capperone. Caràcco. Voce d'orig. spag usata nella
Capuscin e Fraa Capuscin. Cappuccino. frase No vari on caracco. Non valere
Vess capuscin. fig. . . . Non aver uno sputacchio (Alleg. 58). Non valer
danari in tasca, non ne aver uno per un frullo. Non valere un cece col
medicina, non ce ne cantar uno. buco (Monti Prop. III, II, 258).
Capuscinna. Cappuccina. Caràcco! escl. Cattera ! Cospetto! V.
Monega, capuscinna, toeü marì, Càspita.
stà cossì. V. Stà cossì in Stà. Caracò. . . . . . Sp. di giubba donnesca.
Capuscinna. Ponticello. Ne fucili è il Caracòll. Caracollo, con voce moderna
Guardagrilletto. Ha.... Curvatura- . . . Conversione?, e contad. Garagollo.
Nodo davanti = . . . Nodo di die Caracollà. Caracollare, e cont. Garagol
tro = . . . Pallina o Bottone o Dente. lare.
Capuscinna. . . . . Specie di corridoja Caradà. Caradà. Specie di tabacco.
fatta per disimpegnare varie stanze: Caradà fior. Caradà fiore.
è interna o esterna; e se esterna Caradà fojetta. Caradà foglietta.
tutta chiusa con assiti, ingraticciate, Caradòr, Caradùra. V. Carrador, Car
vetrate, ecc. radùra. -
Capùzzola (v. d'alcune parti del con Caràffa. Tazza. La Caraffa dei diz. ital.
tado come verso Soma e lì presso). vale quanto il nostro Fus (di vetro).
Allodola o Lodola cappelluta o cappel Caraffa. Sbombettare. Trincare: V. Sba
laccia ed anche secondo il Savi Orn. gascià.
II, 64 Gracchiellaccia. Cappellaccia. Caraffinna. Caraffino? Caraffina ?
Uccel noto che è l'Alauda cristata Lin. Caraſſònna, Caraffone? Guastada?
CAR' ( 222 ) CAR
a
Caragnà. Sbietolare. Specorare. Belare. Carater formaa. Carattere formatello.
Piagnucolare. Piangere a distesa. Carater menuder. Carattere minuto.
Caragnà per nagotta. Fare una quat Carater redond. Carattere polputo.
trinata di pianto. Caràter. Carattere. Le lettere da stampa.
Chi sprezza ama e chi catta-sù ca Per distinguere la grandezza dei
ragna. V. in Sprezzà. vari caratteri della forma comune si
Lassà ch'el cuu caragna. V. in Cùu. danno loro i seguenti nomi ascenden
Caragnàda. Piagnisteo. Piagnistero. Pian do dai minimi ai massimi :
Caragnént. Piangente. (to. Belo. Milaninna... (Eucc de mosca. Nom
Caragnòn (che anche met. diciamo Pan pariglia minore. Mompariglia. Nom
cold). Piagnistone. Pecorone. Belone. pariglia maggiore. Mignonna. Mignona
– Anticamente era in Milano una (così l'Alb. bass. in Mignonne). Testin.
festa così detta dei Caragnoni. Testino. Gagliarda o Garamonzin. Ga
Carambòla. . . . . . . Sp. di giuoco di ramoncino. Garamon. Garamone. Filo
cui vedasi in Bigliàrd. sofia. Filosofia, e ant. Anticomune. Ci
Carambolà. T. di Giuoco di Bigliar. . . . . cero o Lettura. Lettura e ant. Comune.
quella carta la quale o nelle dimen Carta de lira o Carta d'ona lira o
sioni o nel peso si diversifichi nota Carta per zuccher d'ona lira. . . . .
bilmente dalle specie su nominate Specie di carta di color blò cupo,
raffrontata che sia con quella qua così detta perchè i droghieri se ne
lunque di esse alla quale si possa servono per incartocciarvi lo zucche
per qualche verso riferire. ro, ritagliandola in mezzi fogli ognun
Tajadinna. Carta rastremata? Nome de quali ne contiene una libbra.
generico di quella carta che fu rita Carta de dò lira o Carta per zuc
gliata per essere difettosa negli orli, cher de dò lira . . . Carta simile alla
e così ridotta a minor dimensione che suddetta ma di maggior dimensione,
non fosse la sua originaria. cosicchè ogni suo mezzo foglio può
– La Carta pegora si suddistingue contenere due libbre di zucchero.
in Carta pecorina, cioè fatta di pelle Carta de fa-sù la seda. . . Specie
di pecora, e in Carta di capretto o di carta, che d'ordinario suol essere
caprina, cioè fatta di pelle di capretto. una carta imperiale di color cele
– La Carta suga si suddistingue stognolo e molto sottile, della quale
in azzurra, bianca, rossiccia. si fa uso per involtare le sete.
– La Carta de stemegn, che alcuni Carta de papigliott. Carta scura da
preparano talora colla resina e quindi ricci. Carta che, lavorata a perfezion
chiamano anche Carta resinada, si d'arte, si suol trarre dalle sfilarze
suddistingue nelle seguenti specie: delle reti logore trite, macerate, ecc.
Spéra. . . . Quella medesima carta come i cenci comuni da carta.
che fu nominata più addietro. De coeüs . . . Specie di carta, fatta
Stemègna. Carta da impannate o da con istracci grossolani, che si sud
finestre. distingue in De coeus spartii, e De
Stemègna doppia. . . . Così detta caeus con colla. La prima più rozza
perchè grossa più della prima. serve a incartocciare e involgere robe
– La Carta de lucidà dividesi in e grasce d'ogni specie, la seconda,
Carta de colla de pess. Foglio fatto più levigata e più soda s'usa per in
di colla di pesce unto con olio(Borgh. volger grasce e robe macchiose.
Riposo I, 166). Palpelàr. Carta nera. Nome ora quasi
Cartapegora oliada. Carta di capret disusato di carta nerastra da involti,
to unta con olio(Borgh. Rip. I, 165). altrevolte usata anche pei bachi da
Carta sedana oliada. Carta unta con seta, fabbricata con istracci di lana
olio. colorati. Forse dal francese Paperal.
– La Carta d'involt dividesi in Real per zila. Carta reale da invo
Argentin o Milanés. . . . . Sp. di glier le cere? Specie di carta molto
carta da incartocciare, di colore cele consistente, di color blò cupo, in cui
stognolo perchè ſabbricata con istrac droghieri e cerajuoli sogliono involtar
ci di pari colore. Si suddistingue in le cere.
Battuu, cioè passata al maglio e quindi Sacchetton. . . . Carta così detta
alcun po levigata, e in Minga battuti, dall'essere adoperata per fare sac
cioè non passata al maglio e perciò chetti da contenere seccumi, droghe,
rozza e floscia o dilegine che dicasi. erbe secche, ecc.
Brunèll o Brunèlla. Fioretto da in Stemegnón. Carta da linajuoli(Targ.
voltare(Targ. Tozz. Modo di far gli Tozz. Modo di far gli erbari Ist. bot.
erbari nelle Istit. bot. I, 54o). Carta I, 555). Specie di carta di color bi
bigerognola, quasi sempre o imperiale gio, rozza, bitorzoluta, sfilacciosa,
o reale di qualità scadente, di cui si che si fabbrica con istracci ordinari
fa uso per involtare le merci. e serve per involtare robe grossolane.
-
Carùgola chiamasi da alcuni contadini | Càs è anche usato scherz. come troncatura
idioti dell'Alto Milanese la Cantaride. del latino Inducas nel modo seguente:
Carùspi (che nell'Alto Milanese dicono Nol ghe n'ha nè in me nos nè in
anche Resi o Cavall). Torso. Ciò che duu cas. È un pezzo di carne con gli
rimane di pera, mela o simili dopo occhi (Monos. I 1o). Egli è un vie là
averne levata intorno intorno la polpa. vie loro. È quadro. È vano più che
Carùspi e Caruspiètt. met. Rozzetta. Lo una canna. E un capo quadro. Dicesi
stesso che Raspiùsc. V. d'uno scimunito, d'un dolcione, di
Càs. Caso. Successo. Accadimento. Avve uno che i Latini avrebbero accusato
nimento. Evento. d'aver in corpo un popone in luogo
A cas pensaa. A partito preso. Pre di cuore.
meditatamente. Appensatamente. A po- Càsa. Casa. Noi diciamo quasi sempre
sta fatta. Meditatamente. Studiatamente. Cà in vece di Casa; questa ultima
Al cas. A un bisogno. A un bel bi voce però usiamo talora o nel nomi
sogno. nare i casati illustri (Casa Busca, Casa
CAS ( 246 ) C AS,
Casciavit. T. dell'Arti. Cacciavite. Piccolo Casèll. V. Cassèll s. f. pl.
strumento da invitare o svitare viti. Casèlla. Casellina? Casellino? Spazio qua
Cascin, T. di Caccia. Paratore?(Savj Orn. dro. Partizione. Scompartimento.
II, 258). Bracchiero. Bracchiere. Colui Casèlla. Cella. Celletta. Cellina. Cèllula.
che guida i bracchi ad appostarla fiera. Così chiamansi i buchi de'fiali delle
Cascin (che altri dicono anche Battìn). pecchie. -
T. di Caccia. . . . Così chiamansi coloro Casèlla, e per lo più al pl. I casèll. ... .
cui ufficio è di circondare un bosco, Le sezioni della frasca da bachi da seta.
e battere fortemente tra le piante per Casèlla. . . . . . ll manipolo che si fa
così far levare le lepri o altre cac del lino al primo raccoglierlo.
ciagioni e farle andar nelle reti o alla Caséra (o Caséra del formaj o anche Ca
volta del cacciatore che sta in agguato són) . . . . Grandissima stanza fatta
ad aspettarle – Questo nostro Cascin a corridoia in cui per ordine rigo
corrisponde precisamente al volgare roso di età si vengono vie via collo
franc. Traqueur come sta registrato cando a convenienti distanze le forme
nel Supplimento dell'Alb. bass. con di cacio lodigiano provegnenti dalle
proprietà di linguaggio il Cascin è cascine formali (cason). Ivi i negozianti
Chi fa la scacciata, l'Alator dei La le tengono in serbo e fanno stagionare
tini, e serve per la pianura; il Battin per poscia venderle a chi ne dee far
è quello medesimo pel bosco. - consumo o traffico minuto. Corsico,
Cascioeü. v. cont. brianz. Tenerume. La paesetto lontano tre miglia da Milano,
vettarella de'polloncelli nelle piante. ha fama quasi europea per molti ma
Casciòtta. Caciuola. gazzini siffatti che vi esistono; ma
Casée. . . . . Quel contadino che accu gazzini i quali pare s'avessero a dir
disce alla fabbricazione del cacio lo Formaggiare col Diz. di Zanob., e For
digiano ed anche del butirro nelle maggerie col Gior. Georg. VII, 147
cascine (cason), e che ne governa le – ove sembra versione del fr. Fro
forme insino a che non sono conse magerie, ma dove è per appuntino
gnate ai negozianti di simile cacio. corrispondente al nostro vocabolo.
Come fabbricator del cacio direbbesi Caséra. . . . . . Quello stanzone della
Cascinajo (col Gior. agr. X, 512 e cascina formale(cason) in cui si con
coll'Alb. enc. in Caciaja); come fab serva il cacio lodigiano fabbricato di
bricator del butirro più propriamente fresco fino a che si leva di lì per
direbbesi Burrajo, quantunque l'uso consegnarlo alle formaggiare (caser)
generale di Toscana dica Burraj in dei negozianti.
generale. Caséra del latt. . . . . . Quella stanza
Casée de l'assa. . . . . . Colui che go d'una cascina formale(cason) in cui
verna il cacio lodigiano nel magazzini si ripone il latte all'estate.
di chi ne fa traffico, ne sa ricono Caséra del saa . . . . . . Quella stanza
scere la bontà dalle apparenze este d'una cascina formale (cason) in cui
riori, dal suono che mandano mar si insala il cacio. -
motteggiare: Te see pur anch on gran Podè ſass vedè in d'on casott. Pa
caso on gran casetto on casett mira rere una bertuccia in zoccoli. Essere
bel. Oh tu sei pur singolare o ridicolo. uno squasimodeo, un nuovo pesce, un
Oh tu sei pure il nuovo pesce o nibbio. nuovo nibbio, un uccellaccio.
Casètta. Abitazioncella. Casina. Casuccia. Casòtt. T. di Cacc. Capanno. Capanna
Magioncella. Casetta, Casella. Case fatta di frasche o di paglia dove si
rella – Casoccia – Casinina. Casuc nasconde l'uccellatore per pigliare
cina. Caserellina. gli uccelli al paretajo o alle reti
Casgnoeiù. V. in Fónsg. aperte. -
Casimir. Casimir. Specie di pannina finis Casòtt de Romanin. Lo stesso che Baràcca
sima di più qualità e di vari colori. de Romanin. V. in Baracca.
Casimir liscio, rigato, stampato, ecc. Casottèll. . . . . . Picciol casotto.
Casin. Casino. Casina. Picciola casa. Casottèll. T. di Cacc. Capannuccia.
Casin. Casino. Ritrovo. Ridotto – Ri Casottèll di puj. . . . . . Frascato mobile
trovio segreto. ove si radducono a un bisogno i pul
Casin. Casino di campagna. Villino. cini e il pollame vaganti nei campi.
Casin vojaborsin. . . . . . Dettato Caspetìnna. V. Caspitinna.
che avvisa i villini, e specialmente i Càspi. Lo stesso che Torciàdegh. P. –
villini suburbani che i Franc. dicono Forse la voce Caspi è corruzione
Videbouteilles, soler essere occasione dell'italiano Graspi.
di spesa più che di rendita. Càspi. Stretta? Tutta la stretta d'una
Casin. Chiasso. Bordello. Lupanare. Po volta. Per es. Jersira al mè torcett hoo
stribolo; e con voce nob. Meretricio. faa sett caspi. Jersera col mio picciol
Forse da Casa, voce di pari signifi torcolare diedi sette strette di vinaccia.
Talanta V, 19). Cassa da riporvi bian si trae il danaro pei suffragi ai defunti,
cherie, vesti, ecc. La cassa quadri e scherz. Cassa di pover mort. . . . .
lunga accosto al letto fu ed è ancora Cassa di poco valsente.
per moltissimi nostri contadini e per Liber de cassa. . . . . Quaderno di
vari poveri della città l'unico riposti cassa, cioè libro in cui si registra in
me delle loro vesti, biancherie, ecc. debito e credito quanto danaro entra
Andà sul cuu o sul fond de la cassa. in cassa e quanto n'esce.
fig. . . . . Metter fuora il suo meglio, Mett a cassa.... Registrare nel qua
come fa chi, tenendo le sue robe più derno di cassa riscossioni e pagamenti.
preziose nascoste per così dire sotto Nettà-sù la cassa. . . . Votar la cassa,
ogni altra roba in fondo al cassone che fare tanti pagamenti da non vi lasciar
gli serve per tutto stipo e canterano e più che pochi o nessuni danari.
armadio, non suole metterle fuora e Omm de cassa. . . . Facchino che
adornarsene che nei dì più solenni. sbriga i trasporti del danaro di cassa.
Càssa. Cassa. Custodia. Specie di coppa Partida de sassa. Partita della cassa
in cui si chiude tutto il meccanismo (Pac. Arit. 2o2 verso).
dell'oriuolo da tasca. Ha Provent o Incert o Util de cassa.
Cuu. Fondo. Culo – Battuda. Bat . . . . . Utili risultanti in cassa dal
tente = Borlin. Pallino = Molla. Molla l'attrito delle riscossioni e dei paga
= Sercett. Cerchio di sopra – Veder. menti fatti in ispecie diverse di mo
Cristallo. Vetro - Zainera. Cerniera nete e con aggi temporari diversi.
- Passett. Cannelle di cerniera. Tegni la cassa. Tener la cassa.
Càssa. Cassa; e alla latina Erario. Quella Viv su la cassa di pover mort.
cassa per lo più di ferro a vari serrami Campare a ufo. V. anche Mòrt.
in cui si custodiscono i danari o gli Càssa. Stagnata. Cassetta di latta nel cui
effetti equivalenti – Cassa diciamo an piano posa la cote da rasoj.
che il danaro che altri ha a sua dispo- | Càssa. Feretro. Cassa da morti.
sizione in cassa ; – e Cassa la stanza | Cassa. Sacca. Quella parte della rete in
in cui il cassiere riscuote e paga. cui affonda il pesce.
CAS (249 ) CAS
Càssa. Cassetta? L'intelaiatura o base Cassa de risparmi. Cassa di risparmio
del torcoletto da tondar carte e libri (Gior. agr. V, 192 e passim – Gior.
nel cui fondo cadono le tondature(re Georg. II, 568).
mondur); quella che i Francesi chia Càssa de tajà i cornis. T. d'Ebanisti....
mano Portepresse o Ane. -
Ordigno consistente in un legno con
Càssa. Cassa. Dicesi nei gravicembali l'os varie scanalature nelle quali si fer
satura contenente la tavola armonica, mano que regoletti che hanno a ſor
le minuge, ecc. – Custodia quella in mar cornici per farvi regolari le
cui s'imballano i gravicembali stessi. augnature (i angalett). -
coce, detta settembrina fra noi dal Castelètt. T. di Cart. Castelletto (V. Alb.
maturare in settembre. Una varietà enc. in fine di questa voce). Quel con
ve n'ha detta Castagna primaticcia gegno che tiene in guida le stanghe
rossa dal Targ. Diz. dei mazzi da pila. V. anche Tremèzz.
- Castegna speronna. Castagna from Castelètt. T. de Leg. di lib. . . . Quella
bola(Targ. Toz. Diz.). Fronzola(Lastri parte del torcoletto da ritondar la
Op.). Quella che il Mich. chiama Ca carta e pareggiare le carte dei libri
stanea vesca sativa seminibus obliquis che ha in sè il ferro e s'impugna
rostratis; almeno così mi è sembrata. dal legatore per eseguirla tondatura,
Castegna varisella. Castagna pasti quella che i Fr. chiamano Fit à rogner.
nese? (Targ. Toz. Diz.). Castagna giug Guid. Guide? = Vit. Vite? = Scioc
giolana?(“fior. e Gior. Georg. IV, 2 16). chitt? Cepperelli? = Cartella. Piastra?
Fra noi è tondetta, piccina e di gu = Ferr. Ferro.
scio sottilissimo. Castelètt. T. di Giuoco del lotto . . . .
Drovà la sciampa del gatt per tirà Metodo di registrazione di tutte le
foeura i castegn de la bornis. V. in Gàtt. giocate di qualche momento per mez
Castègna o Castegnocùra. T. dei Razz. zo del quale si viene a preconoscere
Salterello. Castagnola. Marrone arti quante di esse potrebbero uscir cumu
ficiato (Diz. art). Spezie di fuoco arti lativamente benefiziate pei giocatori ,
fiziato notissimo. - registro che, basato sulla tavola delle
Castegnàtt. v. cont. brianz. Succiolajo. combinazioni binarie, ternarie, qua
Castagnaio. Chi vende le succiole, dernarie possibili fra i 9o numeri del
cioè le castagne lesse. giuoco, serve di norma economica a
Castegno è. Ad. di Fönsg. V. chi tiene il banco.
Castegno ir. s. f. pl. ger. Ferri. Bove. Castelettà. T. di Giuoco del lotto . . .
Boghe. (stagna. Riconoscere i limiti delle eventualità
Castegnocùra. Castagnuzza. Picciola ca di benefiziate cumulative col registro
Castegno ura. Castagnetta. Sorta di stru detto Castelètt. V.
mento noto da suono. Castellettazion. T. di Giuoco del lotto...
Castegno ura. Salterello. V. Castègna. La ricognizione di cui in Castelettà. V.
Castegnocùra. Peretta. Pallottola di me Castelinna. Maragnuola. V. Maragnocù.
tallo fornita di varie punte che si Castèll. Castello.
mette sul dorso de'barberi per ec Castell, aquila e leon ghe n'è per
citarli al corso. tutt i canton. V. in Aquila.
Castegnoeira. V. Pradiroeü. Fà castij in aria. Far castelli o ca
Castegno tura è usata anche in stellucci in aria o su pc nugoli. Far di
Batt i castegnosur. Andando toccar segni vani, lavorar di fantasia.
CAS ( 253 ) CAT
Trà in castell. fig. Mettere in castello Castorin de Polonia. . . . . . Specie di
(Lippi Malmantile I, 9 – Zanon Rag. pelliccia che si trae dal pervizky
vana p. 126). Fare fianco. Alzare il fian (amstero turco).
co. Vale mangiar bene e bere meglio. Castrà. Castrare. Parlando d'uomini si
Castèll. Castelli(Gior. Geor. II, 5o 1). L'in dice anche Assettare. Aggiustare; par
telajatura della frasca de'bachi da seta. lando di porci, montoni, vitelli Sa
Castèll. Castello. Le due cartelle d'un nare. Conciare. Governare; parlando
oriuolo che fermate coi colonnini ne di polli Capponare.
contengono tutto il meccanismo. Castrà (i castegn). V. Scannà.
Castèll. . . . . . . Il midollo intimo dei Castrà. fig. Mutilare. Mozzare parl. di libri.
cocomeri (inguri) che si succhiella con Castrà. fig. Cimare. Spuntare. Pizzicare.
un tubo di latta detto Tolla del castèll Arrestare.
e si vende più caro della restante Castrà. fig. Castrare, Tarpare. Levar forza
polpa qual parte più ghiotta di tale altrui.
frutto. Questo medesimo midollo nelle Castràa. ad. Castrato. Menno. Scogliato;
e zucche dicesi da noi il Mollàsc. V. nob. Evirato; scherz. Smaschiato.
Castèll.Mozzatura. Il complesso delle parti Castràa. s. m. Castrato. Castrone. Agnello
componenti il mozzo delle campane. grande castrato.
Castèll. Palco. Ossatura delle rame(Trinci Castràa per Mùsegh. V.
Agric. I, 97). Negli alberi, e special Castràa. fig. Mutilo. Mozzo. Spurgato parl.
mente ne gelsi, è la ben ordinata di di libri. Il Castratus libellus de Latini.
ramazione di que tre o quattro rami Castradinna (Dà ona). Fare una castra
ne” quali si partisce il tronco alla sua tura. Castrare – e fig. Pelare. Tar
inforcatura per cui si forma quasi pare. Castrare – e parl. di libri Mu
paniera dell'albero. Ne gelsi alcuni tilare alquanto.
tra noi lo dicono Ròccol Cappellaccio Càsua idiotismo per Càusa. V.
(Gior. agr. V, 2 15 e altrove). Catafalch. Catafalco. Arca dei funerali
Castellànz, Castellètt, Castellinna. V. – Fig. noi diciamo Catafalch anche
Castelànz, Castelètt, Castelinna. ogni cosa macchinosa oltre il giusto.
Castigà. Castigare. Gastigare. Punire. Catalànna. Ad. di Giustizia. V.
- Castigà in la gola, V. in Góla. Catalànna. Ad. di Brùgna. V.
Castigàa. Castigato. Punito. Catalètt. Cataletto. Bara, e per isch. Il
Restà castigaa. Rimanervi. cocchio a quattro uomini (Allegri 155).
Castigamàtt. Castigamatti(Lalli En.trav.). Cataloga. Scrivere o Porre o Mettere a
Conciateste. Colui che può mettere al catalogo. Besogna catalogaj tucc. Biso
trui il cervello a partito. gna scriverli tutti a catalogo. Di tutti
Castigh. Castigo. Gastigo. Punizione. Ga convien tessere catalogo.
stigazione. Gastigatura. Gastigamento. Catàlogh. Catalogo. Fà el catalogh. Tes
Gastigagione; e scherz. Gastigatoia ser catalogo.
e col Lasca (nov. 8, pag. 7o). Casti Mett a o in catalogh. V. Cataloga.
gatòria. Cataloghètt. . . . . . Breve catalogo.
Mett in castigh. . . . . . Assegnare Catàlpa. V. Bignògna.
alcuna punizione ai fanciulli. Catapùzza. Catapuzia. Specie di pianta
Vess in castigh. . . . . . . Essere ch'è l'Euphorbia latyrus de botanici.
in pena, sotto la sferza del gastigo. Cataràtta. Cateratta.
Castighètt. Punizioncella. Catastrin. Catasto. Libro in cui sono
Castitàa. Castità. descritti minutamente i fondi stabili
Castón. Castone. V. Càssa a pag. 249. del paese colla indicazione d'estimo,
Castòr. Castòro. Castòre. Bevero. Bivaro. confini, misura, valore, numero di
Il Castor fiber Lin. -
mappa e nome di chi li possiede.
Castòr marin. . . . . . Pelle di foca di Catastrìn. . . . . Dicesi anche di quello
cui si fanno pellicce. estratto del Catasto che ogni estimato
Castorada. Ad. di Sàja. V. ha diritto ad ottenere dalle autorità
Castorin. . . . . . Spccie di stoffa. per quella parte per cui vi è inscritto.
CAT (254) CAT
Catatómba. Catacomba, e ordinar. al pl. Fà el cativ. Caneggiare.
Le Catacombe. I cativ. s. pl. f. Le brusche. V. ira
Cà che la par ona catatonba. Casa Brùsch.
che pare una sepoltura de viventi. Casa Minga cativ. Non brutto. Bello anzi
sepolta, bassa, cupa, oscura, a bacio. che no. Belletto. Belluccio. Belloccio –
Catatòppia. V. Catòppia. Che trae al buono. Discreto. Minga
Càtedra. Cattedra. cattiva robba. Merce discreta. Minga
In catedra pestilenzie. V. Pestilénzia. cativa donna. Donna belloccia.
Legg in catedra. Poter leggere in I Cativàsc. Cattivaccio.
cattedra d'alcuna cosa, cioè esserne | Cativéria. Indocilità. La Cattiveria dei
informatissimo, spertissimo. diz. vale malvagità.
Montà in catedra. Salir in cattedra. Il Cativèll. Cattivello. Cattivuzzo.
Categàn (de la coa). . . . Borsettina o | Cativón. Cattivaccio.
spezie di cipolletta che si soleva fare | Catòppia e Catatòppia. v. br. Trabiccolo.
de'capelli della coda annodati con un Casolaraccio.
nastro. Anche i Provenzali la chiamano. Il Catramonàccia. Malumore. I Venez. usano
Categan; e Cadogan i Fr. È usanza questa nostra medesima voce (che pare
morta fra noi già da mezzo secolo. I d'origine greca Karadvvo;) in altro
Piemontesi invece per Catogan inten significato, cioè in quello di malia.
dono i Capelli ammazzolati a spire in Càtt. Oh catta(“tosc e Rime d'un poet.
sulla nuca e ivi legati per lo mezzo. pis. I, 2o5). Capperi! V. Càspita.
Caterinètt. Cateriniane. Monache di s.Cat.º Avegh manca temp de dì catt. Non
Caterinètt. ſig. Pappi. Quella lanuggine aver tempo di diri Mesci.
che si vede nella parte superiore del Senza manch di catt che tan pocch.
seme di alcune piante, la quale al Senza pur rifiatare – Non istare a
menomo soffio si spicca e va svolaz dire che ci è dato.
zando per l'aere e impelando i vicini. Càtta. T. degli Ortolani. Còlta. Ricolto.
Caterinètta. v. dell'Alto Mil. . . . . . . Insalatta de prima catta. Insalata di
Grama vacca da macello. prima colta? Dicesi di quell'erba da
Caterinin di costajoeur. La Secca(*ſior. insalate che come prima pullula così
Zan. Ritr. ſig. pag. 264); cioè la Morte. si coglie, voce di relazione per rispet
Caterinna. Caterina – Andà a S. Caterina to a quell'altra erba la quale si va
a la roeuda. V in Roeüda. cogliendo di mano in mano che va
Santa Caterinna la porta on sacch ripullulando.
de farinna, o vero A santa Caterinna | Cattà. Cogliere. Probabilmente dal lati
ven-giò i vacch a la cassinna, o vero no Captare. Nei diz. italiani Cattare
Per santa Caterinna se menna i vacch vale solo per procacciarsi checchessia.
a la cassinna. Per santa Caterina ma Cattà adoss. Cogliere.
nicotto e cassettina(ºlucch.). Per santa Cattà-foeura (ed anche semplicemente
Caterina la neve alla collina(*tosc. Cattà). Rinvenire. Trovare. Ritrovare.
Last. Prov. V, 259). Cattà-foeura. Scegliere.
Catìv. Cattivo. Delà de cativ. Cattivissimo, Cattà-foeura del mazz. V. in Màzz.
Cativ come la pesta. Tristo. Masca Cattà-foeura el bell e el bon. Rica
gno. Più tristo che un famiglio d'otto. pare. Sfiorare?
Noi però usiamo Cativ in senso di Cattà formenton. Spannocchiare.
Frugnolo. Nabisso. Demoniuzzo par Cattà galett. Sbozzolare. Sfrascare.
lando di fanciulli. Cattà-giò. Cogliere. Carpire. Cattà
Cativ finna in del venter de soa ma giò i figh. Corre i fichi.
der. Cattivo di nido. Cattivo insin nel Cattà-sù. Toccar delle busse. Toc
l'uovo o nel guscio. Tutto cattivanzuole. carne. Esser percosso o picchiato.
Deventà cativ. Incattivire-Rincattivire Cattà-sù. Ricogliere. Ricòrre. Catta
Fà el cativ. Buttarsi al cattivo (Fag. sù i castegn, i giand, i nos. Iiicorre
Il Pod. spil. I, 1). Fare l'ostinato, il le castagne, le ghiande, le noci.
renitente, lo scompiacente. Cattà vun sui ceuv. V. in (lùv.
CAT (255) CAU
Vattel a catta. Diavol trova(Aret. Ta Cattasù. Voce che si usa in questa frase:
lanta IV, 15). Indovinala grillo(“tosc. Dà-via di cattasù. Far come i pifferi
l'Italiano istruito stampato in Milano di montagna.Andar per dare e toccarne.
del 1766). Suole dirsi da chi non sa Càtter e Càttera d'ora. Oh cattera (Fag.
dar notizia o ragione di checchessia. Cavalier parigino III, 11 e altrove
Un bolli bolli. Babilonia. passim). Lo stesso che Caspita. V.
i"" Schiamazzo. Romore. Con Cattincùstra e simili. Me ne incaco.
"buj.
d
fusione, ed anche Cabala. Per es. Cattincustra a là, s'el voeur
Viluppo. Intrigo. minga vegnigh. Io ne lo incaco, s'ei
Cattàda. Còlta (Lastri Opere I, 298). non ci vuol venire. Specie d'esclama
Cattadinna. . . . . Dim. e vezz. di Cat zione cui corrisponderebbe anche l'ita
tàda. V. Dagh ona cattadinna de ma liana Oli m'intasca, secondo il testo
gioster. Fare un po' di colta di fra portato dall'Alb. enc. in Mammina.
gole. Coglier quattro fragole. Cattiv, Cattivèria, ecc. V. Cativ, ecc.
Cattadór. Coglitore. Cogliluva. Càtto e Catto mò. V. Càtt.
Cattafigh. Brocca. Strumento noto per Cattòlegal (Viva la). Accattare. Limosi
coglier fichi. V. anche Cattaroeü. Cattòlica ) nare. V. Cercà-sù in Cercà.
Cattafigh. sch. e fig... La borsa da capelli. Batt la cattolega. Andare all'accatto.
« Che fa inscì bell vede Càusa, che gli idioti dicono talora Càsua
» Con cipria, cattaſigh, spada e baston. » Cagione. Causa. Motivo.
(Bir. D. Per. ). Domà causa de fà, dì, ccc. In punto.
Cattafigh. scherz. e fig. ... I manichini. In appunto. In assetto – In procinto.
Cattafira (A) disse il Porta per A fusone. Per causa mia, toa, ecc. Per cagion
In chiocca. In quantità grande. mia, tua, ecc. A cagioni mie, tue, ecc.
Cattafira (In). In fila. Allato allato. Càusa (che il Maggi dice spesso Pia
Cattaſognà. . . . . Far imbrogli segreti. desc o Chaevesa). T. leg. Causa. Piàto.
Cattaloeüra o Cattaloeüra mia nocura. Lo Avocatt di caus pers. V. in Avocàtt.
stesso che Càspita. V. Oltre al senso ivi esposto, questa frase
Cattamejànna. . . . . Strumento agrario, ha pure fra noi quello d'indicare ogni
assai simigliante a quelle reti che persona la quale entri a discorrere
diconsi vangajuole (guada), col quale di cose frivole e inconcludenti o di
radendo la cima di quella specie di cose non pertinenti ad essa, o a
panico che è detto Panicum crus galli parlare di checchessia in modo in
(mejanna) se ne raccolgono i semi nel concludente, sciocco o inopportuno.
sacchetto conico pendente dall'asta A andà a cercà tanti caus persse
cerchiaja che impugna il contadino. fa pù nagott. Chi la guarda in ogni
Cattanàj. Divecchiamento. Ciarpa. Ciabat nuvolo non fa viaggio. Chi pensa a
ta. Rigaglia. Robe vecchie. V. Barlafùs. tutto quello che può intervenire non fa
Cattaroeü..... Specie di brocca (diver mai nulla (Varchi Suocera II, 1). Chi la
sa però dalla comune detta Cattafigli) guarda in ogni penna non rifà il letto.
della quale servonsi i contadini per Càusa pia. . . . . . Nome per così dire
cogliere pere, mele, pesche, e simili. forense e comunissimo fra noi per
È una paletta di legno, inastata sur indicare ogni fondazione pia, di be
una lunga pertica, nel cui piano è inſis neficenza, di carità. Ci venne dal
sa una specie di cestellino di vinchi o latino de bassi tempi Ad causas pias.
rotondo o ellittico, da cui orli escono Causèssa. . . . . . Causa o lite meschi
a guisa di denti vari sprocchi aguzzi na, di poca entità. Talora vale anche
tra quali rimane prigioniero il frutto per Causa spallata.
cadendo poscia nel cestello. Nel Voc. Càut. ad. Cauto. Cautelato.
reggiano esiste una Cavagnola o Burga Càut. s. m. Cauzione. Pegno.
gnola inesplicata che ai due nomi so Col caut in man. Col pegno in mano.
spetto equivalente al nostro Cattarau. Càut. V. Caved.
Pertega. Palo? = Paletta, Paletta? Cautà. Far cauto,
= Zestin. Cestellino = Dent. Sprocchi? Cautaa Cauto. Assicurato di non perdere.
CAV (256 ) CAV
Càv. Cavo. Scavo – Cava. l'estremo ha alcuni incavi per guida
Cav de sabbia. Cava di sabbione. del manico della cucchiaia(bajron) che
Càva. Miniera. Cava. si cala in acqua ad estrarre la rena
Cava del ferr. Ferriera-del marmor. Cavaſòrma. . . . . . . Ferro ricurvo e
Lapidicina = del zoffregh. Solfanaria fermo in un manico orizzontale del
Solfatara - de l'argent. Argentiera - quale si servono i calzolaj per levare
del ramm. Cava del rame = del lumm le forme dalle scarpe e dagli stivali.
de rocca. Allumiera. Lumiera. Cavàgn. s. m. Corbello. Paniere. Nei diz
Càva, e com. al pl. I cav.... Quelle con italiani Cavagno vale Cesta o Cestone.
cavità che ha il caval vecchio sopra V. anche Cavàgna.
le sopracciglia dette dai Provenz. les Fond o Cuu. Fondo ? Culo? = Cros
Salieros, e da veterinari ital.le Conche. del cuu.... = Cors del cuu ... = Pien
Càva. T. de Calz. Fiosso. Fiocco. La taa... = Cors... = Asta... = Orlo. . .
parte più stretta della scarpa e del = Manegh. Manico? = Stramezza. Tra
piede vicino al calcagno. mezza? = Asett. . . = Ferolotto Tapp
Càva per Moléra. V. . . . = Bacchett o Goritt. Gretole.
Càva. Incavo. Cava de la coa del cade Cavàgna. Cesta. Canestra. Paniera. Zana.
nazz di saradur. Incavo da stanghetta Fra Cavagn e Cavagna corre questa
di toppa. diversità che di regola il primo è più
Cavà. Cavare. Noi però adottiamo in piccino della seconda, non è mai
poche frasi la voce Cavà, e le sosti quadro come ne sono parecchie delle
tuiamo Tirà-foeura o Tirà-via; p. es. seconde, spesso è coperchiato, il
Tirà-ſoeura i strivaj, Tirà-via la ma che non suol essere nelle seconde.
schera, e sim. Cavarsi gli stivali, Ca Cavagna d'uga. Zana d'uva(Lastri).
varsi la maschera o Smascherarsi, e sim. Fà cavagna d'ona robba. fig. Goder
Cavà el capell. V. in Capèll. ne a guerra rotta. Farne scorpacciate.
Cavàghela. Trovarci l'utile, il conto. Fass toeü dove comenzen i cavagn.
Cavàghela a vun o Cavàghen. Spiccarne Far sì che altri ci abbia in cupola,
(Alleg. 58). Trarne vantaggio per sè. in tasca, in quel servizio.
Cavàssela. Sculettare. Cogliersela, L'ha faa on oeuv foeura de la ca
Cavàssela. Uscir di checchessia. Li vagna o del cavagnoeu. fig. . . . . .
berarsi da checchessia. Dicesi di chi fa una cosa fuor del
Cavà. V. Desbalà. -
suo costume o che non ha mai fatta
Cavà. T. de Setajuoli. Accavigliare. Tor in vita sua, e in tale caso si dice di
cere la seta sul cavigliatoio perchè lui che Ei vuol morire.
prenda maggior lucentezza, e farla Romp la cavagna. Lo stesso che
in trafusole(matell). Romp la torta. V. in Rómp.
Cavabusciòn. V. Tirabuscion. Vantet cavagna ch'el manegh l'è
Cavàda. Ricavo. Rendita. Frutto. rott. Che se ne predichi. Hai fatto
Mett on teren in o a cavada. Met assai, scrivi al paese. Si suol dire
tere a frutto o a rendita una terra? per derisione quando altri ha fatta
Cavadin. T. di Ferriera. Gavaino. Specie un'azione da lui stimata grande e
di tanaglia colla quale si tengono saldi bella, che in effetto non è poi tale,
i grossi ferri nel fabbricarli. Pei gros anzi è tutta il contrario – Lodatevi
sissimi s'usa a pari fine la Gavaìna. V. cesto, che avete bel manico. Lodati
Cavadinna. T. mus. Cavatina. Aria breve cesto che il manico hai bello. Dicesi
senza riprese e seconda parte. proverbialmente a chi loda sè stesso.
Cavadinna. Scappata? Scappatella. Scher Cavagnada. . . . . . Quanto cape in un
mo. Discorso con cui destramente un paniere o in una zana.
si schermisce da un'accusa o dal dire Cavagnàda. . . . . . Colpo dato in un
il vero, o dal rispondere a proposito. paniere o con una zana.
Cavadóra. . . . . . Quella tavola sulla Cavagnàsc. Canestraccio.
quale sta il renajuolo a cavar la ghiaja Cavagnée. Panierajo. Cestaruolo.
e la sabbia nelle cave di rena. Nel Cavagnéra. Cestarola?
CAV (257) CAV
Cavagnètta. Cestella. Panierina. Cavagnòtt. v. dell'Alto Mil. Cestotta?(Caro
Cavagnin. v. brianz. per Cavagnée. V. Mattacc. 8). Corbello. Cofino. Quello
Cavagninna per Cavagnéra. V. fatto a popone di cui si fa uso per
Cavagno-ù. Canestrello. Canestrino. Ca raccogliere la ſoglia dei gelsi. Nella
nestretto. Canestruccio. Canestruolo. nostra pianura usano per ciò le sac
Canestruzzo. Panieretto. Panierina. Pa ca: nelle nostre colline i cavagnott
nierino, Panerina. Panerino. Panieruz o i cavagnottei (corbelli, corbellini).
zo. Picciolo canestro. Cavagnottèll. Corbellino. -
in arbitrio il farsi alla volta sua ban Cavalér (e in qualche parte del contado
chiere come gli altri. La Cavagnoula Cavalée). Baco. s. m. usato quasi sem
ebbe la sorte d'essere descritta dal pre al plur. Bachi. Bachi da seta.
nostro Parini nella Notte verso il fine Filugelli. Bachi filugelli. Bigatti; con
(I, 22o edizione milanese del 18o 1). voce dottr. Bombici, e meglio Bom
Cavagnon e Cavagnònna. Cestone? bici del moro – Nello stato di larva
Cavagnorin. Canestrettino. Panierizzola. noi li diciamo Bigatt o Cavaler (bachi),
Panerùzzola. Paneriazzolo. Panieraz in quello di ninfa o crisalide Bordòcch
zolo. Panieroncino. Picciolo canestrino. o Gattòzz (bacacci, vermocchi), in
Vol. I. -
5
CAV (258 ) CAV
quello d'insetto perfetto Parpàj (far Cavaler terzolaa o terzoraa. . . . -
falle, farfallini). Per le malattie alle Bachi sguagliati, altri grossi, altri
quali vanno soggetti veggansi anche mezzani, altri piccini, quali vegnen
ai loro luoghi Maa del segn, Gialdon, ti, quali intristiti, perchè o proce
Calcinazz, ecc.; pel seme veggasi So denti da semi diversi, o non nati a
menza, ecc. I Provenzali chiamano un tempo, o nodriti variamente.
questo prezioso insetto Magnan, con Gattinn o Gattèll. . . . . Nomi di
nome così singolare per le nostre que'bachi da seta i quali, o per esser
orecchie, come è singolare la etimo usciti di mal seme, o per essere stati
logia di Magna nens o Magnus nens tenuti troppo affollati nella prima età,
(gran filatore) che qualche dotto pro si rimangono, quasi albini e cretini
venzale ne arreca in mezzo. della specie, piccini, tristi, e non
Cavaler bianch. Bachi bianchi. Bachi fanno bozzolo, o lo fanno di pessima
nostrali che fanno il bozzolo bianco, qualità, o muoiono tisici in sui primi
ma d'un bianco sudicio diverso da giorni del nascer loro, o si buttan via.
quello niveo de'bachi cinesi. Gialdón. Bachi gialli(“Gior. Georg.
Cavaler de la Chinna. Bachi della I, 277). Vacche. Bachi intristiti pel
China (Gior. agr. IV, 422). Bachi i così detto mal del giallo, V. in Maa
quali appena nati hanno intorno al del gialdón.
collo una collana di peli bianchi, e i Andà in gialdon o Ciappà el
piedini callosi deretani assai bianchi; gialdon. Invacchire (Gior. agr.
fanno un bozzolo del candor della neve. tosc. I, 542). Contrarre il male
Cavaler camozz o camozzin. Bachi così detto del giallo. V. in Màa.
pestellini (Gior. Georg. IV, 422). Bachi Lusiroeù. Chiarelle o Chiaretti(*fior.).
che fanno il bozzolo piccolo e strozzato Lùccioli (Gior. Georg. II, 428). Bachi
nel mezzo, vivono assai meno giorni idropici a quali riluce la pelle per
dei comuni, ma però fanno quattro un umor biancastro corrotto che la
mute, e danno bava assai gentile, distende. V'è chi non li vuole idro
Cavaler moscardin. Gessi o Calci pici e li reputa così conci per alte
nacci (*fior, e Targ. Mem. sulle ma razione nelle funzioni digestive.
lattie de bachi da seta negli Ann. Marsciòn. . . . . Bachi da seta an
d'Agr. XI, 7o). A Verona sono detti neriti e imputriditi per ribollimento,
Zuccarini; in Linguadoca Muscardins; mal governo, ecc.
in altre parti della Francia Dragees. Orbon. . . . . . Bachi da seta più
Cavaler quartin o indian. Bachi di grossi dei comuni, e privi di quelle
quattro volte? Bachi da seta che mu granella dure lucide e a corona che
tano quattro volte, i filugelli comuni, il volgo reputa occhi dei bachi,
Cavaler terzino terziroeu. Bachi di Resción o Resciòtt, Frati, Bachi in
tre volte? Il Gior. agr. tosc (tom. I, fratiti(Gior. agr. tosc. I, 544). Que'ba
pag. 195) li dice Bachi di tre mute, chi da seta che per troppa frescura
però a bocca di scrittore non toscano. di ambiente non lasciando scorrere
Que'bachi da seta i quali mutano molle quanto basta la lor seta si stec
solo tre volte, hanno vita più breve chiscono incrisalidando sulle stuoie,
de comuni, ne sono più piccioli, e non salgono alla frasca, e vanno a
fanno il bozzolo minore d'un terzo male. I dizionari coll'autorità del Bi
a paragon del comune. E forse per scioni definiscono la cosa non affatto
chè questi per meno tempo espon così; ma nel Gior. agr. tosc. I, 254
gonsi ai pericoli che accompagnano e nel Gior, Geor. II, 517 è rettificata
la bacatura, il Lastri (Opere I, 299) l'idea. Quest'ultimo li chiama anche
dice Bachi di tre volte quelli che si Riccioni tratto in inganno dal Dandolo
rimettono a seconda famiglia in estate, che toscanizzò così erratam. l'idiotico
rimessa che fu tentata una volta in nostro Rescion – Infratire è il con
picciolissima quantità a Monticello di trarre il male – Una specie dei nostri
Casirago in Brianza. Resciòtt sono anche i Bachi costoloni
CAV (259) CAV
(Gior. agr. tosc. I, 546), cioè quelli Cavalètt. T. de Sel. Arcione. La parte
che per aver ricevuto troppo cibo arcuata del fusto di una sella o d'un
negli ultimi giorni della loro quinta basto.
età riescono troppo pingui e stecchiti Cavalett de denanz, Cavalett de
non si votando facilmente, e mal ma dedree. Arcione anteriore, Arcione
turando o anche ammalandosi. posteriore.
S'cioppitt. Lustrini(*fior). Sono quel Cavalètt. . . . . Nelle barche del nostri
medesimo che le chiarelle (lusiraeiù) laghi è quella specie di forcella in
allorchè letti umidi e foglia umida o cui si fa punto di leva al timone
immatura fanno sì che l'idrope scop (guarnagg).
pii, e screpolata la pelle si muoiano. Cavalètt. Bietta. L'impugnatura dell'ar
Avegh i cavalerin sul bosch. Avere co col quale si cava il suono dagli
i bachi alla frasca(Buon. Tanc. I, 26). strumenti da arco.
El cavaler faa che l'abbia la ga Cavalètt. . . . Arnese alquanto diverso
letta, el deventa bordocch. Il baco dal cavalletto comune, consistente in
da seta abbozzolato ch'ei sia, è ba una specie di telajo concavo, portato
caccio, e di poi vermocchio. da quattro ritti, e destinato a reggere
Mandà-via i cavaler. Mandare alla alta da terra una botte di poca tenuta,
frasca i bachi. Cavalètt . . . . Specie di capra di cui
Pell che ha lassaa-giò el cavaler. fanno uso i venditori di legne al mi
Scoglia? Spoglia? nuto per pesarle.
Somenza de bigatt o de cavaler. Stanga. Stanga? = Travers. Tra
Seme di bachi. V. in Soménza. verse = Gambetta. . . . . . . - Ferr
Tegni i cavaler. Fare i bachi(Targ. de la stanga o Portastanga, . . . . -
Viag. VI, 65) – La bacatura(“tosc.). Cavicc. Piuoli.
Cavalér (barisell). Cavaliero. Cavalètt. T. de'Mattonaj. V. Cavàll.
Cavalér. Ad. di Pér. V. Cavalètt o Càvra. Fattore. Quello pei
Cavalerin. Bachino (Gior. Georg. XV, fabbri che è pei legnajuoli il Can
295). Picciol baco da seta. delliere.
Cavalètt. T. de Bott. Cavalletto(Diz. Gri Cavalètt o Càvra. T. de'Tint. . . . Nome
sell.). Panca cavalcioni alla quale il di quell'ordigno che sostiene i torni
bottajo rassottiglia e lavora col col (tornèj) de quali si fa uso per far
tello a due manichi le doghe ed altre ben intignere le pezze nelle caldaje.
assi da botti. È quello che i Francesi E nome di quegli altri ordigni sui
chiamano Selle di tailler. quali si mettono a prosciugare le robe
Cavalètt. Cavalletto. tinte o si posano le robe da tignere.
Gamb, Ritti = Travers. Traverse = Cavalètt.T. de'Conciat. Capra. Strumento
Sajett. Puntoni = Travett. Banchina? sul quale si ragguagliano le pelli, di
Canteo? verso da quello detto all'inglese, e
Cavalètt. Forcella. Forcina. che corrisponde, se non erro, al Che
S'ciopp a cavalett. V. in S'ciòpp. valet de bois dei Francesi.
Cavalètt. T. de' Pitt. Leggio. Strumento Cavalètt ingles. T. de'Conciat. Capra
di legno a triangolo verticale con una all'inglese.
delle sue gambe mobile, per mezzo Cavalètt. . . . . Ne” carrettini del baroc
della quale si può abbassare e solleva ciai detti Volantini è una specie di
re, di cui si servono i pittori per reg bilico fatto a V con da piede una
gere le tele o tavole che dipingono. rotella, posto sotto il letto presso
Cavalètt. T. de Mur. Capra. Arnese ad alle stanghe, il quale regge in bilico
uso di regger ponti o palchi posticci il carro ancorchè non sia attaccato il
per chi dipigne mura o fa altro la cavallo a reggere le stanghe. È di
voro intorno agli edifici. verso dal Servitor. V.
Cavalètt. T. de'Pettin. Panca. Arnese su Cavalètt a la romanna. T. dei Faleg. Pie
cui si lavorano i pettini. dica. Pietiche. Strumento di legname
Coperta. Torchio, simile a un par di seste spalancate»
CAV ( 26c) CAV
il quale serve a tener salde e sollal Fà el mestee del cavalier del dent.
zate le travi o i panconi mentre si Sciovernarsi quà e là.
segano, ed anco ad altri usi. Cavalierin. . . . . Giovane cavaliere.
Cavalètt a staffa. I Cavaletton. Cavaliermàn. Disinvoltamente. Dal franc.
Cavalètt de ferrà. . . . . Posapiede di Cavalièrement.
legno fatto come un treppiè con una Cavalin e Cavallin. Cavallino. Cavalletto.
delle gambe più lunga delle altre Poltracchio. Ronzino. Poledro. Puledro.
due, sul quale si fa posare il piede Giugà a pimpin cavallin. Fare a
al cavallo in tempo che gli si spiana sbricchi quanti. V. in Pimpin.
la ferratura. Cavalin. Voce del Basso Milanese, verso
Cavalètt di cav. T. de Faleg. . . . . . il Pavese Cavalletta. V. Saltamartin.
Quello da strignervi entro le assi in Cavalinètt. Puledrino. Puledruccio. Pole
cui s” hanno a fare gl'incavi. druccio. Poltruccio. Poltracchino. Pol
Cavalètt di pèner. T. de Faleg. . . . . tracchiello.
Quello messo a giacere in pianater Cavalinna. Ronzina.
ra, in cui si fermano le assi dove Cavalinna o Cavallinna. Ad. di Erba,
s' hanno a fare le pèncre. Tila, ecc. V.
Cavalètt (Giugà al). . . . . Quel giuoco Cavalitt pl. di Cavalètt. V.
che i Francesi chiamano Cheval fondu Cavàll. Cavallo, e con voce poet. ant.
e i Provenzali Chivalètto o vero Chi l'Afferrante (che forse era da dire Af
valoun chivalet, e consiste nel saltar ferante, cioè mangiafieno in erba, dal
che fanno più ſanciulli un dopo l'altro prov. Afferage di pari sig.). Al plur.
a cavalcioni sulla schiena d'un com Cavalli, Cavai, Cava – Le cose per
pagno il quale se ne sta incurvato tinenti per natura ai cavalli diconsi
come fosse cavallo ad aspettarli. Cavalline; quelle per arte Cavalle
Cavalètta. Ingambatura (Mach. Op. IX, recce o Cavalcheresche – I cavalli non
185). Cavalletta. Fà ona cavaletta. Fa mansi vivono in armenti o mandre cu
re altrui una cavalletta. Parlandosi di stoditi dai cavallari o giumentieri.
dame rubate altrui e sposate sul viso - Nel Cavallo si osservano tre
di chi le amoreggiava direbbesi la parti principali, cioè il
gambata. Denanz. La parte dinanzi.
Cavaletta (che secondo parti del conta Corp. Il corpo. La cinghiatura.
do è detta anche Staffètta e Cavall Dedree. La parte di dietro.
de coeuv). Cavalletta. Crocetta? Muc – Nella parte dinanzi veggonsi
chio di circa trenta o quaranta co Coo. Testa = Orecc. Orecchie - Zuff.
voni(coeuv) di grano accavallati l'un Ciuffo o Ciocca - Gnucca. Nuca =
l'altro a foggia di tenda campale, con El Front. La Fronte - . . . . Fron
molti dei quali mucchi poi si fanno tale = I Cav. Fossette. Conche – Pal
le barche o biche(med) allorchè s'ab per. Palpebre = Zij. Sopracciglia = . . .
barcano i grani. Zigoma. Giugale = (Eucc. Occhi –
Cavalètta. Vedi in Giromètta. Pols. Tempia = Ganass o Ganasson.
Cavaletton (che anche dicono Cavalètt a Ganasce – . . . . Stanghette. Barre –
staffa o Màchina de resegà). Piedica? Mascell. Guance - Nas. Naso = Naris.
Pietiche? Ordegno diverso dalla pie Canali del naso – Pell di naris. Le
dica de falegnami del quale si ser Froge o Frogi. Il Moccolo del naso.
vono i venditori di legne al minuto e Bocca. Bocca = Muson o Musel
per segare pedali, toppi, ecc. la. Il Musello. Muso - Lavor. Labbra
Cavaliér. Cavaliere. Cavaliero – Al fem - Barbozz. Mento = Baslètt. Barboz
minile Cavaliera e Cavaleressa – Ca ze = Lengua. Lingua - Dent. Denti
valierato dicesi la dignità del cavaliere. (Dent denanz. Incisivi – Scheion.
Cavalier del dent. Parasito. Scrocco Scaglioni o Piane – Ganassal. Ma
ne. Scroccatore. – Cavalier d'industria. scellari – Dentin. Il primo morso –
Cavalier servent. Cavalier servente. Dent de mezz. Denti di mezzo – Fa
Cavalier d'amore. Cav. d'alcuna donna. .
soci. Fagiuoli, V. anche in Dént). =
CAV (261) CAV
Coll. Collo (Incolladura. Filo del col pensarono meglio schivar briga e
lo. Cannone del collo. Crinile – sotto un Asinus equus riunire tutte le
Ciomma. Criniera. Chioma – Cana specie. I commercianti però distin
ruzz. Gola – Foppell. Fossetto o Ca guono le razze secondo paesi, e per
naletto) = Spall. Spalle e Cros. Il ciò noverano Cavalli arabi, tartari,
Garrese. La Croce e Stomegh. Petto turchi, barbareschi, normanni, gin
= Stomegh in foeura. Punta di petto netti o giannetti, gianettoni, villani,
= Gamb de denanz. Gambe dinanzi andaluzzi, inglesi, fregioni o frigio
(. . . . Braccio – . . . . Antibraccio ni, sardi, olandesi, prussiani, un
– el Ce. Falce? Gomito – Genoeucc. gheresi, ecc. ecc.
Ginocchio – Call. Callo. Ugnella – Cavall bass de quart. . . . . Cavallo
Schinca. Stinco o Cannone – Gion che ha piè largo e basso di muraglia.
tura. Nocca. Nodello – Gnerv. Ten Cavall bizarr. Cavallo tostano e
dine – Speron. Speroni o le Cornelle movente(Cresc. III, 25 e altrove).
– Fiocch. Fiocco. Barbetta – la Pa Cavall bon de dà a Ciocchin. Ca
stura. Pasturale – Coronna. Corona rogna. Cavallo incarognito. Cavallo da
– Pasturèll. . . . ) = Pè. Piede (. . . mandarsi alla Sardigna.
Punta – Quart. Quarti – . . . . Tal Cavall caroccee. V. sotto Cavall
lone. Calcagno – Corno. Muraglia. In0CC.
maneggio, cioè bello, nobile, ecc. Cavall sbriaa. fig. Sfrenato. Sbri
Cavall de stanga o Cavall de bara. gliato. Persona disordinata.
. . . . Quello che sta sotto le stanghe. Cavall senza cuu. Cavallo sgroppato
Cavall de tir. Cavallo da traino – Cavall senza fianch. Cavallo sfian
Cavallo da basto – Cavallo da soma cato.
o da carico. Cavall sutt de fianch. Cavallo sca
Cavall de truppa. Cavallo da guerra. rico di fianchi.
Cavallo deputato ad arme o milizia Cavall suttil decollo fin de gamba.
(Cresc. III, 19). Cavallo scarico di collo o di gamba.
Cavall de vicciura. Caval vetturino Cavall tiraa-sù in di fianch o senza
o da vettura o da nolo. fond. Cavallo scarico di ventre.
Cavall de vitta. Ronzone. Caval A cavall donaa no se ghe guarda
quartato, corpacciuto , membruto. in bocca. fig. A caval donato non si
Cavall dur de bocca. Bocchiduro. guarda in bocca. Il donativo s'ha a
Duro di bocca. Che sente difficilmente gradire, perfetto o no ch'ei sia nella
il morso. propria specie. A caval donato non
Cavallinsellaa. Cavallo sellato, cioè si guarda il dente o non si mira il
che ha la schiena che piega troppo pelo aggiunge il Diz. ven. senz'ad
verso la pancia. durne autorità.
Cavall intregh. Cavallo intero, non A ferr de cavall. V. in Fèrr.
castrato, che destinato alle razze di Andà a cavall. Cavalcare. Ghe pias
cesi Stallone. Emissario. Copritore. a andà a cavall. Gli piace cavalcare.
Guaragno. Cavallo da monta. Cavallo El va a cavall a schenna biotta. Ca
da coprire. Cavallo di guadagno. valca a bardosso o a bisdosso.
Cavall ligaa in di spall. Cavallo at Andà sul cavall de san Franzesch
trappato, cioè che non ha moto libero. o Andà a cavall de la cusidura di
Cavall matt. . . . . colzon. Andare sul cavallo di san Fran
Cavall mocc, e in passato Cavall ca cesco. Spronar le scarpe. Viaggiar pe
roccee. Codimozzo se ha mozza la doni. Essere scarpatore(“san. e Gior.
sola coda; Cortaldo se coda e orec agr. X, Io7), cioè pedone.
chie; Bertone se le sole orecchie. Avè de man on cavall. Menare a
Cavall morduu del loff. Cavallo al mano un cavallo.
lupato. Aveghen de fà lecc ai cavaj. Averne
Cavallombrios. Caval ombratico, om a barelle, a sacca, a bigonce, a balle,
broso, che ombra, o aombra o adombra. a carra, a ciocche, a fusone, a iosa,
CAV (263 ) CAV
a bussa o a busso, a stranianza, a di scherzo verso chi si vanti di sbri
sbacco, a bizzeffe, a cafisso, a biscia, gare checchessia prestamente senza
a micca, a bacchio o da far piazza. esserne da tanto.
Cioè aver grandissima quantità di L'oeucc del padron l'ingrassa el
checchessia. Ghe n'è de fà lecc ai cavall. L'occhio del signore o L'occhio
cavaj. Elle si battono pel capo. del padrone ingrassa il cavallo. A
Chi no pò batt el cavall batt la ben governare il fatto suo vuol essere
sella. Chi non può dar all'asino dà presenza di persona.
al basto. Proverbio di ch. significato. Maistrà i cavaj. Scorgere cavalli
Credes de vess a cavall e vess (Sacch. Nov. 155). Domar cavalli. Scoz
nanch a pè. fig. Creder d'essere su un zonare. Ammaestrare.
cavallo bardato e restare a piedi. Tro Matt comè on cavall. Matto da sette
varsi le mani piene di vento. cotte, o spacciato, o spolpato, o matto
Danee paga e cavall trotta. . . . . tredici mesi dell'anno. V. in Màtt.
Si usa fig. per indicare che chi ha Matt per i cavaj. Cavallajo.
danari ha modo a tutto, che pagati Mett la bria al cavall. Imbrigliare il
siamo al servigio altrui, che i quat cavallo – la sella. Insellare – el bast.
trini domandano il lavoro. Il franc. Imbastare – i forniment. Bardare.
Argent fait tout. Moccià on cavall. Scodare un cavallo.
Desmontà de cavall. Smontar del ca Montà a cavall. Montare a cavallo.
vallo o del ronzino. Smontare a piede. Montare in sella. Salire sul cavallo.
Scendere del cavallo. Dismontare del Salir sulla groppa del cavallo. Mon
destriere. Dismontar da cavallo, ed tare in groppa.
anche Scavalcare, il qual vocabolo N occorr ziſfolà s'el cavall nol voeur
però ha cera di verbo continuativo bev. V. in Ziſfolà.
in senso negativo come l'ha il suo No vess nè a pè nè a cavall. V. in Pè.
fratello Cavalcare in senso positivo, Ongia de cavall. V. in Ongia.
e, se non erro, vale Abbandonare il On rozz d' on cavall. Brenna. Al
cavallo per non breve fermata. fana. Cavalluccio. Buscalfana. Ròzza.
Di bolgir de cavall. Dir cose da Cavallaccio. Bicciùghera.
bastone(Fag. Rime I, 277), V, anche in Pari on cavall marin. Parer l'alfana?
Bölgira e Ciòd. Noi conosciamo solo un così detto Ca
Fa bolgir de cavall. V. sotto Spro val marino d'imaginazione che si con
posit de cavall. fonde coi lioncorni e coi cavalli fan
Fà el cavall de vicciura, fig. Essere tastici degli stemmi ne'quali talora se
caval vetturino. Esser l'asino. Durar ne scorge un pajo reggere gli scudi
molte fatiche. blasonici; e siccome di questi molti
Fà el cavall matt. Scorrere o Correre se ne vedevano sugli sportelli delle
la cavallina. Fare o cavarsi ogni suo carrozze, così il nostro popolo, che
piacere senza freno o ritegno, come novera moltissimi carrozzai e carroz
fanno i cavalli che non sono imbri zieri, ferito nella fantasia da quel
gliati. Faire le cheval echappe dice l'aria di collo e da quei crimili partico
Montaigne ne suoi Saggi al lib, 1. lari di un così da lui nominato caval
cap. 8.”, in fine. marino, passò ad applicare la simili
Fà stomegh de cavall. V. in Stòmegh. tudine specialmente alle donne fuse
Fever de cavall. V. in Févera. ragnole, di collo assai lungo, con
Girà el cavall. Volgere il freno, acconciatura di capo stravagante o a
Giudes del cavall. V, in Giùdes, gran piume e camminanti impalate
Giugà al cavall marsc, V. in Giugà. come ceri. Fors'anche la similitudine
Giuga a cavall e bria. V, in Bria. entrò nel dialetto per gli sfarzi caval
In mancanza de cavaj se ſa trottà chereschi di Tommaso Marino, come
di asen. V, in Asen, a dire Questa donna sembra uno dei
Intant che ona mosca la mangia on palafreni impiumati e altieri di Tom
cavall l'è ſada. . . . . . Si dice a mo' maso Marino,
-
CAV (264) CAV
Saltà-giò de cavall. Balzar da ca legno quadrato e biforcuto augnata
vallo. Salir giù del palafreno. mente, nella cui biforcatura si ſa
Sproposit de cavall. Spropositi o passare la canapa per divettarla col
Errori da cavallo. Spropositi che non mazzuolo e diliscarla prima di pas
li farebbe un cavallo, cioè solennis sarla alla maciulla(frantoja).
simi, bestiali. Cavàll. T. de'Carraj. Trespolo. Arnese
Tegnì in bria on cavall. Frenare. forato pel lungo e intelaiato su quattro
Affrenare. piedi per uso di collocarvi dentro le
Vegni a pè i cavaj. (idiot.).... Ve ruote onde sian ferme allorchè se ne
nire i cavalli sciolti, digiogati, non serrano i quarti(i gavij).
insellati nè aggiogati a cocchio. Cavàll o Cavalètt. T. delle fornaci di
Vess come el cavall del Gonella o mattoni. . . . . Specie di capra con
Ghinella. Esser l'asino. Vale esser sistente in una travetta sorretta da tre
aggravato di fatiche. gambe sottili in mezzo della quale è
Vess el cavall de Ciocchin. Avere un truogoletto (navell o marnin) e da
più mali che il caval della carretta. capo un piano inclinato(spianadora) su
Vess el sò cavall de battaglia. fig. cui il mattonajo spiana i mattoni.
- - - - - . Essere il suo maggiore, il Cavàll. T. di Giuoco. Cavallo. Negli
caval di rispetto, il suo forte. scacchi Cavallo e Cavaliere.
Vess servitor a pè e a cavall. V. in Pè. Cavàli. T. de Pastaj. . . . . . Reggetta
Ziffolà per fà bev i cavaj. Fare il di ferro la quale sorregge la forma
zufolino ai cavalli. delle paste nella campana.
Cavàll (A). m. avv. A cavalcioni. A ca Cavall. T. de Sart. Fondo. Quella parte
valiere. V. in Cavalön. de calzoni e simili che corrisponde
Cercà l'asen e vessegh a cavall. alla forcatura del corpo umano.
V. in Asen. Cavàll. T. di St. Cavallo(Doni Libr. p.6o).
Pont a cavall. Punto allacciato. Lo Cavalletto. Quel legno a cui il com
stesso che Pont-sora. V. in Pönt. positore accomoda lo scritto da com
Scala a cavall. V. in Scàla.
porsi e stampare per poter leggere
Stà a cavall al foss. fig. V. in Fòss. comodamente, ed è il Visorion de Fr.
Vess a cavall. fig. Esser a cavallo. Cavall, e con parola men bassa Pànn. V.
Lo stesso che Vess a cà. V. in Cà. Cavall. ſig. e sch.... Bastone, pedone.
Vess a cavall de la muletta. V. in Cavall e Cavall a cunna. Cavalluccio ?
Mulètta.
Trastullo da fanciulli per fare all'al
Vess semper a cavall al foeugh, V. in talena, alla chintana, ecc.
Foeügh e Canton. Cavall. . . . . . Quel piantato pirami
Cavàll. Forcatura. Inforcatura. Forcata. dale di tre paloni dal quale per una
Parte del corpo umano dove finisce fune pende verso il mezzo il vaglio
il busto e cominciano le cosce. o crivello in cui s ha a crivellare il
Cavàll. Catriosso. Arcale del petto. grano in sull'aja.
Cavàll. Cavallo. Castigo, detto atroce da Cavall chiamano in alcune parti del con
un poeta pisano e che meglio era da tado quello che in città nominiamo
dirsi inonesto e indecente, che altre Carùspi. V.
volte si usava nelle scuole facendo Cavàll. Ad. di Pér. V.
alzare a cavalluccio gli scolari da pu Cavall de coeuv. V. Cavalètta.
nirsi e percotendoli nel deretano a Cavàll de frisa. T. milit. Cavallo o Ca
sferzate. valiere di frisa o Frisia(Diz. mil.).
Toeiù-sù o Dà-via on cavall. Toccare Cavàll de la pesa. V. in Pésa.
o Dare una spogliazza o un cavallo. Cavàll de la nos (che altri dicono con
On cavall a cu u biott. Un cavallo voce svizzera Cros). Concamerazione o
a brache calate (Alleg. 255). Una spo Dissepimento della noce. Ciò che i
gliazza. Franc. chiamano Zeste e i Tedeschi
Cavall. T. d'Agr. . . . . Ciocco fitto su Nusssattel. Il Peschieri nel Diz. parm.
tre piedi, dal quale esce un grosso dice parergli che l'abate Colombo
CAV (265) CAV
poco più che si lascia tra le fosse Cavej de la coppa. Capelli della
minori e la fossa maggiore per darvi collottola = A tirà i cavij de la coppa
il passo a buoi, alle carra, ecc. fan dervì la bocca (dicono con rima
Cavéden dicono alcuni dell'Alto Milan. da pari loro le nostre donnicciuole).
per Cavezzàl. V. La collottola è gelosa; se ne snodi
Cavedin. v. brianz. Stoppa di filaticcio. un capello fai guaire.
Cavelèra. Capillatura. Capillizio. Capel Cavij drizz in pee. Capegli irti.
lizio. Capellatura. Capelliera. Capella Cavej fin. . . . . Capelli assai sottili.
mento. Chioma. Capigliara: al peggior. Cavej giò per i spall. Capegli spar
Capellieraccia(Lasca Nov. II, 6, p. 512). pagliati. Capelli sparsi; in senso spreg.
Cavèll; e al plurale Cavèj e bass. Ca Capellacci sparsi.
vij. Capello; e al plurale Capegli, Cavej gross. Capelli ruvidi, aspri.
Capelli, Cape, Capei, ed anche Cave Cavej ingarbiaa. Capelli scompigliati,
gli come scrissero anticamente Fran scarmigliati, rabbaruffati, avviluppati.
cesco Sacchetti, Cecco Angiolieri, il Cavej remiss. Capelli posticci o ap
Sicolo e Francesco da Barberino nei positicci.
Doc. d'Amore ecc. – La ciocca dei Cavij tiraa. Capelli distesi. Capelli
capegli cadente e negletta dicesi Cer pendenti. Chiome distese o passe; quelli
fuglio o Cernecchio, e Cerfuglione al che i Lat. chiamavano Cedentes crines.
pegg. – Chi ha tali ciocche dicesi Avè el sangu in di cavij. V. in Sàngu.
Incerfugliato – Chi ha molti capelli Avegh i cavej biond, castan, ecc.
dicesi Capelluto; chi non ne ha Calvo; Avere i capelli biondi, ecc. Essere di
chi pochi Presso che Calvo. La parte pelo biondo, ecc. È da notarsi questo
del capo coperta di capelli dicesi Ca capriccio nel nostro dialetto che men
pellata o Capillata o Capelluta – Il par tre diciamo indifferentemente El gh'ha
rucchiere che vuol adoperare capelli i cavej negher, ross, o pure L'è ne
per tesserne capellature posticce da gher de cavej, L'è ross de cavej, non
prima li fa bollire per disugnerli potremmo dire L'è castan de cavej,
(desgrassaj), poi li ragguaglia da ra L'è gris de cavej, ma si diciamo El
dice per riconoscerne la diversità di gh'ha i cavej castan o i cavej gris.
lunghezza(je tira per testa), indi li Ciappasso Tirass per i cavij o Dass
trasceglie e appaja secondo lunghezze ona caviada. Accapigliarsi. Accapel
(je tira per ponta), poi gli arriccia larsi. Fare a capelli. Pigliarsi a ca
col ferro (je rizza con staffa e roc pelli. Pettinarsi. Spellicciarsi. Rabbuf
chett); avvoltili sui rocchetti li ribolle farsi. Scarmigliarsi. Rabbaruffarsi.
CAV ( 268 ) CAV
Con giò i cavij. Con capellacci sparsi. Suttil o Fin come on cavell. Capil
Coo de cavij. V. in Cóo. lare.
Fà vegnì biond i cavij. Rimbiondi Tegni regolaa i cavej. Tener rav
re i capelli. viati i capelli.
Guardet ben de toccagh on cavell. Tirass i cavij foeura di ocucc, e ta
Guardati dallo snodargli pure un ca lora anche Tirass i cavij in di ceucc.
pello. Bada di non torcergli un capello. Mandar giù buffa. Abbassar visiera.
L'ha tolt-sù pussee bott che nol Agire alla libera, senza riguardi, sen
gh'ha cavij in coo. L'ha tocco più za timore. V. anche in Bagàtt.
picchiate che non ha peli addosso(V. Vegni-giò i cavij a mazz o a fil
il testo del Lasca addotto dal diz. in zoeu. Cascare i capegli a cespo a
Panata). cespo (Buonar. Tancia V, 2).
Lassà andà giò i cave per i spall Vess lì per i cinqu cavij o Calà
o Smollà i cavij. Lasciar svolazzare on cavell a fà ona cossa. Esser a un
soluti su per gli omeri i capelli. pelo di far checchessia. Vale esser
Mettes i man in di cavij. fig. Met vicinissimo, sul punto di far qualche
tersi le man ne capelli. Dicesi per cosa,
chiazzato di nero che trae mezzo al Cerottòn (che anche diciamo Ona cera
rospo e mezzo alla lucertola, il cui d'imperator). Ariona. Cera giovialona.
apparire è tenuto presagio di piog Cèrt. Certo,
gia. È la Lacerta salamandra L. che Lassà el cert per l'incert. Lasciare
in alcune parti del contado chiamano il proprio per l'appellativo; al quale
Taràntola, nel Varesino Bissaroeusa, proposito convien ricordarsi del pro
a Como Roeusa marinna, sul Lario verbio francese Qu'il ne faut jamais
Corizzola, verso il Piemonte Piova quitter le certain pour l'incertain.
na, ecc. Molti la credono velenosa ; Certificà. Certificare,
io ne ho maneggiate parecchie, e le Certificàa. Certificato.
ho sempre trovate innocue. Certosa. Certosa.
Cercòtt. Cercante. Cercatore. Certosin. Certosino. (tàda.
Fà el fraa cercott. V. in Fràa. Frittada a la Certosinna. V. in Frit
Cérega. Chierica. Che rica. Tonsura, Ra Cerùsegh. Chirurgo. Cerùsico.
sura, e sincop. Cherca – Chi ha la Cerusia. Chirurgia. Cerusia.
chierica dicesi Chiericato. Chericato. Cerusisca. Spianuccio (Last. Op. I, 12 1).
Tonsurato. Chiericuto. Chercuto. Quadrato da ammannire, cioè da spia
Avegh la cerega. fig. esch. Dar nella nare la terra dopo la costeggiatura.
pelatina. Dar nel calvo. V. Piàzza fig. Cervelàa, Cervelée, ecc. V. Cervellàa,
Fà la cerega a vun è lo stesso che Cervellée, ecc. -
con maniche attillate. Oggigiorno una Ghe voeur olter che ciaccer. I fatti
foggia quasi identica è quella del pa son maschi e le parole femmine. Il
strano detto Paltòss. voto senza l'opera non basta. Biso
Chirie. Chiriello. Al ſig. dicesi di cosa gna far di fatti. Vogliono esser fatti.
lunga e noiosa. Non voglion esser ciance, ma fatti,
Chiscioeüra. v. cont. per Brusàda. V. quattrini, o sim.
Chissessia. Chiunque. Qualunque. Qual Giò vin e sù ciaccer. Vin dentro,
sisia. Chicchessia. Chi che sia. senno fuori (Monos. 125). Buon vino
Chit chit.... Voce da chiamare i pulcini. favola lunga (idem 555).
Chittà (voce der, dal fr. Quitter). Ri I ciaccer hin ciaccer, e i danee
nunziare al servigio, all' impiego. hin danee. V. in Danée.
Chiver. . . . . Parte del corno inglese. Mi ai ciaccer ghe credi minga. Io
Chiviv. T. mil. Chi viva(Caro Eneide IX, non mi lascio prendere alle grida.
588 – Sacch. Nov. 152.º). Grido con Se la va a ciaccer! A grosseggiar
cui le sentinelle domandano il nome. con parole! . . . . Vale più con le
Stà sul chiviv. Stare all'erta, sul parole che coi fatti (Vas. 4o4).
l'avviso, in guardia. Ciàccera. Chiacchiera. Vescia.Baja. Chiap
Chizzocù dicono ne paesi del Milanese pola. Mormoramento. Chiacchierata.
finitimi al Bergamasco la Brusàda. V. Chiacchieramento. Voce sparsa, ma
Ci dicono i cont. brianz., spec. ne colli falsa, in proposito delle quali voci è
alti imitando i Friulani, per Chì. V. necessario aver sempre a memoria il
Cià dicesi talora per Scià. V. precetto antico Rebus rumorem demere.
Ciàccer. Dispute. Quistioni. Litigi. Piati. Ciàff e Ciàffeta . . . . . . Voce con cui
Fà di ciaccer. Quistionare. si vuol esprimere quel suono che fa
Ciàccer! Canzone! (Tac. Dav. Post. p.626). una cosa che percota nell'acqua.
Frottole! Esclamazione negativa. Ciſf ciaff. V. Ciſſ.
Ciàccera (La). La Chiacchiera (Gigl. Reg. Ciaſfolètt. Barbariccia. Barbanera. Far
incoeu pioeuv sta nott. V. in Pancòtt. Cilappa dice qualche idiota per Scia
Ciel ross o vent o acqua (o anche làppa. V.
Niver ross o ch'el pioèuv o ch'el Cilappà. Chicchirillare. Buffare. Fare a
boſſa). Aria rossa o piove o soffia. te te. Scioccheggiare. Pargoleggiare.
(“tosc. Last. Prov. V, 26o). Bambineggiare. Vaneggiare. Far baje,
Ciel tutt a stell. Seren che smaglia. scherzare, trattenersi in cose di niuna
Crià vendetta in ciel. V. Vendètta. conchiusione.
Dì robb che no pò stà nè in ciel Cilappàda(che anche diciamo Cilanàda,
- nè in terra. Dire dei passerotti (Var Cinàda e Cialàda ). Scimunitaggine.
chi Ercol. 78). Dir cose fuori della Scempiataggine. Baggianata. Zannata.
messa (id.). Lanciare. Scagliare. Sbale Beriata.
strare. Strafalciare. Arrocchiare. Lan Cilappin. Matterullo. Scioccherello.
ciar cantoni o campanili in aria. Dir Cilappinna. Matterulla. Scioccherella.
cose che non le direbbe una bocca di Cilappón. Tempione. Scempione. Dolcione.
forno. Dir cose che non abbiano nè Cilappònna. Dondolona.
capo nè coda. Dire delle pazzie, dei Cilinder. Cilindro.
farfalloni, delle cipollate. Tirà a cilinder. . . . Lavorare chec
Guard'el ciel. Cessi Iddio. Cessi. chessia per forza di cilindri, come
Tolga Iddio. Iddio non voglia. assottigliar lamine metalliche e simili,
CIN (288) CIN
Cilinder dicono alcuni stampatori per Cinqu e cinqu des, ti la merda e
Rolò. Vedi questa voce nel secondo mi i scires. V. in Scirésa.
significato tipografico. Cinqu in vin. Anzi tutto. Per primo
Cilinder.. . . Strettojo da lisciare carte La prima cosa. L'è cinqu in vin. E
e simili con lastre roventi come si da imbottare, cioè è chiaro, è certo
farebbe co cilindri. Garoffol de cinqu foeuj. V. in Ga
Cilindrà . . . Lisciare per forza di ci ròſfol.
lindri o di strettojo. Il lat. Cilindro I cinqu e cinqu des. Toccamano.
calcare. - Palmata ?
Carton de cilindrà. V. in Cartón. Marcià sul cinqu e desdott. Vestire
Cilindradùra . . . Il lavorare o lisciare sfarzosamente.
per forza di cilindri. Semm chi al camp di cinqu per
Cilindrée. Cilindratore. Nome che si dà tegh. V. in Càmp.
nelle cartiere, stamperie, ecc. a chi Vess cinqu in vin. Esser quattro e
liscia col torchio a cilindri le carte quattro otto. Non ci essere nè spina
o bianche o stampate. nè osso(Fag. Rime III, 522). Essere da
Cimbalis. Voce che si usa nelle frasi imbottare. Esser cosa piana, certa,
Andà in cimbalis. Andare in cim chiara, da non ci dire contro.
berli? V. in Ciòcca. Vess lì per i cinqu cavij. V. in
Vess in cimbalis o Vess in cimba Cavèll.
lis bene sonantibus. Essere in cim Vess on cinqu quattrin de formaj.
berli? V. in Ciòcca. V. in Quattrin.
Cimént (in genere). Frangente. Mentre. Vorè cercà cinqu pee o cinqu gamb
S'imbatt che in quell ciment (Mag. al loff. Lo stesso che Cercà cinqu roeud
Cons. Men. 17o). Nasce in quel mentre. in don carr. V. in Roetida.
Cimént. Cimento. Tirà a ciment. Provocare. Cinquantà. Cincischiare. Baloccare. Ba
Cimentà. Provocare. Istigare. Cimentass loccarsi.
a fà ona cossa. Risicare. Avventurarsi. Cinquantà el prezzi. Stiracchiare il
Cimentàss. Venir a parole. prezzo.
Cinàda. Zannata. Frascherìa. Beriata. Cinquantà la rizza. Lellarla. Nin
Cinàda. Burla. Scherzo. Minchioneria. narla. V. in Rizza.
Dicesi anche nel senso di Cialàda. V. Stà minga li tant a cinquantà la
Cinàpro. Cinabro. Molti fra noi lo di rizza. Non la guardare in un filar
cono Mini sbagliando. d'embrici o di case. Non la guardar
Cinciàla. v. br. . . . Specie d'uccello. pel sottile. Avoir bientôt fait son mar
Cincinàa. Attillato. Azzimato. Civettino. che dicono i Francesi.
Cardato. Terso. Colto. Cinquantin . . . . Ad. di Biada, Legu
Cincinàss. Attillarsi. Azzimarsi. Raffaz me, ecc. che venga a maturanza in
zonarsi. Forse dal lat. Cincinni (riccio una cinquantina di giorni.
lini), chè l'attillatura incomincia per Cinquènna. Cinquina. Numero collettivo
solito da questi, e per molti finisce di cinque oggetti.
in essi. Anche i Sicil. dicono 'Ncincin
Cinquènna . . . Specie di forcone con
narisi e 'Ncincinnatu in questo senso cinque rebbi piatti e spuntati che
del latino Comptus, Concinnus, ccc. molti usano per ammostatojo; e sic
Cincinnàto. Cardato. Colto. Terso. come in ogni faccenda è lodato quello
Cinqu. Cinque. (trin. strumento che, servendo a più usi,
Avenn in cinqu quattrin. V. in Quat sparagna tempo e andirivieni, così
Bastà i sò cinqu sold. V. in Sòld. questa specie di forcone, che serve
Chi te cerca sti cinqu sold? Chi ti tanto ad ammostare quanto a maneg
dimanda di questi sette soldi? (Monig. giare e tramutarle vinacce, ha gran
Serva nob. I, 17). lode nelle tinaje del contado. Anche
Cinqu e cinqu des . . . Detto del i Napolitani hanno la Cincorenza.
prendersi mano a mano in segno d'a Cinqu-e vòtt . . . . Specie di moneta
micizia e unione. V. anche Cavalla. veneziana oggidi fuori di corso.
CIO ( 289 ) CIo
Cinqu-e-vott sbiavaa, met. Barón Cioccà. Lo stesso che Battaggia. V.
zolo. Paltoniere. Paltone. Pitocco. Cioccà. Crocchiare. Il risonar delle cose
Cinquinna. T. de'Fornac. . . . Una se fesse quando sono percosse.
rie di cinque mattoni crudi sovrap Cioccà. v. cont. br. Crocchiare. Essere
posti l'un l'altro a rasciugarsi all'ar crocchio, cioè malaticcio.
ria aperta con qualche intervallo in Cioccà. v. cont. br. Tentennare, e ſig.
larghezza fra ogni diecina. Rasciugati Balenare. V. Dondà.
che siano per cinquine, formano con Cioccà. . . . . Il vociare del merlo.
molte di queste la così detta Gambetta V. Cioccà . . . . Fischiare con quel fischio
Cinqu-quàrt. V. in Piànca e in Trà v. da merli che è detto il Ciòcch. V.
Cinta. Cinta o Cinto di mura. Ricinto. Cioccà disse il Porta per Fà cioccà. Di
Cintà. Cignere o Ricignere di mura. guazzare. Dimenare. -
di tabacco di Spagna. Tane violato Color pures. Color tane scuro. Del
scltro,
colore delle pulci.
Color merdoè per mordoré. V. sotto. Color rosa o Color de rosa. Color
Color mist. Mischio. Mistio. di rosa. Color roseo. Color rosaceo.
Color mognaga. . . . . Color del Color rosé. Imbalconato. Incarna
la meliaca(malus armeniaca). to. Incarnatino. Scarnato. Scarnatino.
Color montanar. V. Montanàr. Color ross. Color rosso o alla latina
Color mordoré. . . . . Color bruno rubro, e ant. roggio.
misto di rosso. Dal fr. Mordore. Color ross caregh. Infaonato. Rosso
Color morell. Color morello. volto o pieno. Rosso livido, tra rosso
Color morsellada. V. Morsellàda. e paonazzo.
COL (31o) COL
Color rossin. Colore rossetto, ros pitturà – Pei colori del pelame dei
siccio, rossigno. cavalli, vedasi la voce Mantèll.
Color rubin. Color di rubino. Ru - Andà-giò el color. Stignersi.
binoso. Scolorarsi.
Color rusgen. Color rugginoso, cioè Avè brutt o cattiv color. Avere
ocraceo, giallo fosco. cattivo colorito ?
Color sciresa. Color ciriegiuolo. Ciappà color. Incolorarsi. Prender
Color scisger. Color ceciato (Targ. colore.
Viag. I, 62 – Savj Ornit. I, XLIII). Dà el color ai polpett. Abbellire la
Bianco giallo. cosa(Doni Libr. 264). Colorare. Colo
Color scur. Color perso, cupo, bujo, rire. Simulare.
fosco o fusco, oscuro, scuro, e lat. atro. De duu color. Biscolore – par
Color sgresg. Color scialbo o pal lando di Pietre da intaglio Faldato –
lido o sfarinato. Brizzolato.
Comenzemm minga nè! Suona che io | Comètta. . . . . Specie di cuffia con ale
ballo dicesi ai fanciulli inquieti. piccole e rialzate, ch'era in moda
Che serva per comenzà. Comincia verso la metà del secolo scorso.
tivo. Iniziale. Comètta. Aquilone. Drago volante. Cervo
Chi comenza. Cominciatore – Co volante. Nome che i fanciulli danno
minciatrice – Cominciante.
a quel balocco ch'essi fanno con carta
El tutt el sta a comenzà. Il più stesa sovra cannucce o stecche, il
tristo o duro passo è quel della soglia. quale mandano in aria quando spira
Ghe voeur on sesin a comenzà e un po' di vento, allentando lo spago
on sold a fornì. V. in Sesin. cui è raccomandato, e che tengono
Hin nanch assee de comenzà. Sono in mano per riaverlo a piacimento
un asciolvere. Dicesi per lamentare Fra noi usano fargli certa coda con
scarsità specialmente di danari. anelli di carta o stoffa a similitudine
Mangià e mormorà basta domà co delle trecce che hanno dietro le co
menzà. V. in Mormorà. mete, donde forse venne il nome
No savè de che part comenzà. Non vernacolo di questo balocco.
saper da che lato farsi (Monos. 177). Comètta (Giugà a la). Fare alla cometa.
Tornà a comenzà. Ricominciare. Ri Sp. di giuoco di carte che usava in
pigliare. passato, e mal noto oggidi.
COM (315) COM
« E col nomm de cometta el gh'è Vun a Bergom e l'oltr'a Comm....
anch on gioeugh. » Suol dirsi quando due persone nel
(Bal. Rim.) loro operare o discorrere siano som
Comettàu. Commesso. Imposto. Coman mamente discordi.
dato. Còmm. Il Conne. La sigla c; la Cedille
Come-và. m. avv. Per lo modo. Di santa de Francesi. V. in Ètt.
ragione – A modo e a verso. El gh'ha Commission e deriv. V. Comission, ecc.
daa quatter gnocch come-va. Lo ba Còmod. s. m. Comodo. Agio. Agiatezza.
stonò di santa ragione – El gh'ha Comodità.
daa ona bajada come-va. Gli fece un Toeussela o Falla con comod. Pi
rabbuffo a modo e a verso. gliarsela consolata o Far checchessia
Còmica. s. f . . . . . Attitudine a sce consolato.
neggiare. El gh'ha de la gran comica. Còmod. s. m. Cesso. Comodità. V. Càmer.
Atteggia bene. Còmod. s. m. Calesso. Vettura. V. Caròccia.
Còmich. s. m. Comico. V. Comediànt. Còmod. s. m. T. di Giuoco. Matta. Carta
Còmich. ad. Comico. determinata la quale a certi giuochi,
L'è comica. L'è da ridere. È sin come a quello di bazzica, si fa con
golare. tare quanto un vuole, insino a dieci.
Comifò. A modo e a verso. A dovere. Fra noi è comunemente il sette di
Appuntino. Dal ſr. Comme il faut (co cuori, e in generale ella è un sette
me si dee). V. anche Come-và. o un sei di qualunque palo,
Comin per Chimm. V. Còmod (e cont. Asiós o Asiòtt) ad Agiato.
Comincià. V. Comenzà. Ch'el staga comod. Non si scomodi.
Comissàri. Commissario. Commessario. Vess de comod. Aver agio.
Chi è preposto a negozi del pubbli Vess de comod per andà a on sit.
co. Noi abbiamo Esser comodo a un luogo. -
commessario governativo del distretto. Comodin (che anche dicesi Sur Comodin
Comission. Commessione. Commissione. o Pader di comoditaa). Santagio. Ser
Incumbenza; e ant. Commessa. Còmodo(Fag. Gl'Ingan. lod. I, 11).
De commission. In commessa. Per Don Agiato(Alleg. 62). Ser Accomoda
commessione. Lavorà de commission. (Alleg. 65 – In questo significato lo
Lavorare a posta. Fare un lavoro de spiega il Gh. Voc., ancorchè la voce
terminatamente per qualcuno. per sè medesima non si pieghi troppo
Comissionàri. T. merc. Commissionario. a tale significanza, e il passo citato
Comissionètta. Comandigiolo("pist. – Cini sia poco chiaro in proposito). Voce
Des. e Sp. III, 6). bassa che si dice a persona agiata e
Comittént. T. merc. Commettente. tarda nell'operare.
Còmm. Como. Nome di città che qui si Comodin (che anche dicesi Sett de coeur).
registra perchè dà luogo ai dettati Ripieno. La cassetta dei rifiuti(Fag.
Doppi come i scigoll de Comm. Uo Amor non op. a caso III, 6).
me fognato(Vas. 99o). Servì de eemedia e de sett de eeeur.
Savon de Comm. fig. V. in Savén. Servir per ripiene. Si dice fra nei di
COM ( 316 ) COM
persona che non è adoperata se non a biamo che pochissime voci indicanti
riempire il voto che rimanga acciden da sè sole la compagnia e il genere
talmente. È frase usata specialmente di essa, come Colega, Compatron ecc.;
nelle cose erotiche, dicendosi p. e. da gli altri s'esprimono sempre per Com
una donna al suo damo: a Te me voeu pagn de scacula, d'etaa e simili. In
fà servì de comodin , cioè ti rivolgi italiano in vece il Compagno nell'abita
a me nei momenti in cui non hai altra zione dicesi Coabitatore o Coabitante,
cui appigliarti. quello nell'ufficio Collega, quello di
Comodin. . . . . Così chiamasi ne teatri guerra Commilitone, nella eredità Coe
quel secondo sipario, collocato al rede, nel legato Collegatario, nella
quanto più addentro del primo nel successione Consuccessore, nel nego
palco scenico, il quale si cala duranti zio Consocio, nella scuola Condisce
gl'intermezzi della rappresentazione. polo, alla tavola Commensale, negli
Comoditàa. Comodità. utili Compartecipe, nella proprietà
Comodón... Agio grande, comodo grande. Comproprietario o Compadrone o Con
Comoeüv. Commuòvere. dòmino, di età Coetaneo o Coevo,
Cómor. Colmo. nella eternità Coeterno, nell'esistenza
Misurà comor. Misurare a misura Coesistente, nella colpa Complice o
colma. Far la misura al colmo. Correo, nel noviziato Connovizio, nella
Cómor (parl. di campi). Incolmato(Gior. donazione ricevuta Codonatario, nel
Georg. VII, 115). Addiet. di Campo debito Condebitore, nella sicurtà Con
in cui sia data alcun po' di colma fidejussore o Commallevadore o Corri
nel mezzo per lasciare scolare le fil sponsale, nella signoria Consignore,
trazioni; e Colmatura o Colmo (Gior. nella servitù Conservo, nel proteggere
Georg. V, 44) dicesi il declive che si altrui Comprotettore, nell'opera Coo
dà al campo nel vangare, e ciò ad peratore o Cooperario, nella estensione
effetto di sanarlo dall'umido. Coesteso, nell'esser allattato Collatta
Comorisc. Voce usata nella frase Comor neo, nel discorso Collocutore o Con
comorisc. Colmissimo (Min.). locutore, nel martirio Commartire, nel
Compàa. Compare. Compadre. Patrino. la patria Compatriota, nella nazione
Compaa bosard. . . . . . Così suol Connazionale, nella porpora Compor
dirsi per ischerzo a chi regge la mula, porato, nella presidenza Compresi
a chi aiuta il bugiardo nelle sue bugie. dente, nella profession monastica Com
Compaa de l'aj. L'amico. Quel tale. professo, di provincia Comprovinciale,
Compaa de l'anell. Pronubo. Testi di città Concittadino, di terra Conter
monio di nozze. raneo, nel genere Congenere, nel ti
Compaa. Compare alla romanesca tolo Contitolare, nella visita Convisi
(Cecchi Assiuolo V, 8). tatore, nell'obbligo Coobbligato, ecc.
Fass compaa. Incompararsi. Incon Fà on compagn. . . . . Incontrar
trar comparatico o comparaggio – Far conoscenza con alcuno.
comare. Diventar compare con una I compagn cattivtiren in perdizion.
donna col tenerne un figlio a battesimo. Le male compagnie conducono altrui
Invidass compaa con vun. . alle forche (Machiav. Opere IX, 2o).
Esibirsi altrui per compare. Pader compagn. V. in Pàder.
Restà compaa (in gergo). Restar Senza el pader compagn. V. De
compare(“fir. – Rime d'un poeta scompagnàa.
pisano). Farsi fratello alcuno(Sacch. Compàgn. ad. Compagno. Uguale. Simile.
Nov. 199), cioè rimaner tinto da al Consimile. Pariforme – Equivalente
cuno per debiti – Equipollente – Equidistante.
Voeutt restà compaa? . . . . Modo Aria compagna. Aria simbola.
basso per indicare altrui che si sta En ven pù de compagn. Natura il
per andare del corpo. fece e poi ruppe la stampa.
Compàgn. Compagno. Al dim. Compa Fà compagn. Imitare. Fa compagn
gnino. Nel dialetto nostro non ab de mi. Imitami.
COMI (317) COM
On omm che no gh'è el compagn. Vess de la compagnia assol. o vero
Uomo incomparabile. Vess de la compagnia de san Salva
Vess tutt compagn. Esser tutti di dor. fig. . . . . Essere un tritone, un
una buccia, d'un pelo, d'un pelame, bruco, un pitocco – Vale anche Dar
d'un sapore, d'una medesima panni nelle vecchie parlando d'abiti o simili
na. Esser d'una pece o Esser mac assai logori e malandati.
chiati d'una stessa pece. Vess entraa in la compagnia. fig. e
Compàgna. Compagna, e scherz. Com sch. Esser entrato nel numero degli
pagnessa. imbrogliati(Fag. Ing. lod. II, I 1).
Compàgna. s. f. T. di Giuoco. La rivinta. | Compagnia. T. eccl. Fraternita. Compa
Compagnà. Accompagnare. gnia.
Compagnà. Apparigliare. Appajare. Ac- | Compagnia. T. teatr. Compagnia.
compagnare. Compagnia. T. milit. Compagnia.
Compagnà i parpaj. Accoppiare. Ap- | Compagniètta. . . . . . Brigatella, pic
pajare le farfalle de bachi da seta. ciola compagnia.
El Signor je mett al mond, e lor | Compagnionna. . . . . . Compagnia di
se compagnen. V. in Signor. assai valore.
Tornà a compagnà. Raccompagnare. | Companàdegh. Companatico. Companatica
Riallogare. – Camangiare.
Compagnà-via. Agguagliare. Pareggiare. | Comparì. Comparire. Apparire.
Compagnà. T. di Mus. Accompagnare. Comparì. Far comparsa. Esser appari
Compagnàa. Accompagnato – Accoppiato. scente.
Compiètta. Compieta.
Avegh compassion de vun. Incre Compimént. Compimento. Perfezione.
scer d'uno. Compassionare uno. Avere Se pò minga avegh tutteoss in com
o Portar compassione a uno. Prendere piment. . . . . . Nelle cose conviene
o Sentir compassione d'uno, e ant. Sen star contenti al ben discreto , beati
tirsi preso in pietanza d'alcuno. tudine compiuta non è mercanzia di
Fà o Mett compassion. Muovere a quaggiù; sempre manca alcun che
compassione. - nelle cose terrene; tutto tutto non può
L'è mej fà invidia che nè compas essere appieno secondo i nostri voti.
sion o L'è mej vess invidia a che com Compinà. Compitare. Accozzar le lettere.
patii. Egli è meglio essere invidiato Leggere a compito. Rilevare e pronun
che invidiar altri(Ambra Furto II, 5). ciare lettera per lettera e sillaba per
Compassòn. Il sestone (Bart. Mis. 95). sillaba. – Talora per Leggicchiare.
Gran compasso. Compleamus. Anniversario.
Compatì. Compatire. Complèss. ad. Complesso. Membruto. In
Besogna propi pati per compatì. formato.
Corposatollo o pieno non crede al di Complèss (In). In monte. In pieno.
giuno o all'affamato. Prov. di ch. sig. Complession. Complessione. Tempera
Ch'el me scusa s'el compatissi. . . . mento. Temperatura.
Scherzo che si usa con alcun dolcione Completà. Interare. Far completo o com
a cui si voglia negar ragione. piuto. Dal lat. Complere.
Fass compati. Farsi compatire o Complètt. Compiuto. Completo. Pieno.
beffare. Compli. Complire(Fag. Rim. III, 7o –
Compatibil. Compatibile. Targ. Viag. VI, 18). Tornar conto.
Compatibilmént. Compatibilmente. Gh'è nissun che ghe complissa de fall.
Compatii. Compatito. Non è persona cui compla il farlo.
Compatimént. Compatimento. (rio. Complicàa. Complicato.
Compatrón. Compadrone. Comproprieta Complimént. Complimento.
Compéns. Compenso. Compensazione. Fà i socu compliment. Complire.
Compensagione. Stà sui compliment. Stare in sui
Compensà. Compensare. convenevoli.
Compensàa. Compensato. Complimenta. Complimentare. Complire.
Compesà. Fare a miccino. Sparagnare. Complimentàri. Complimentario. Quegli
Vale mangiar pane con proporzionata che ha il complimento in un negozio.
quantità d'altro cibo. Dal lat. Com Complimentàri. scherz. Complimentoso.
penso, dice il Varon de Milan e poco Complòtt. Cospirazione. Macchinazione.
bene parmi; forse volea dire dal lat. Trama. Cabala segreta. Combriccola,
Compendium e Compendifacere; o forse e ant. Postura. Dal francese Complot.
noi imitammo il venez. Companizar Unione di più persone che ha per
o il Coumpanegear de Provenzali. fine di nuocere altrui, e principal
Compètt. Competere. Spettare. mente a chi comanda.
Compi. Compiere. Complottà. Cospirare. Conspirare, e ant
Compì i ann. Fornirgli anni(Lasca Far postura. (Composizione.
Spir. IV, 1). Passar gli anni. Componimént. Componimente. Scrittura.
COMI (319) COM
Componimentin. Scritturetta. Composi si fanno posate, vasellami, canne da
zioncella. organi, ecq. I Tedeschi la dicono
Compònn. Comporre. Tessere. Distendere. Metall per antonomasia.
– Compilare e alla lat. Componere – Composizion. T. di Stamp. Composizione.
Parlando di cose meccaniche Costruire. L'accozzar nel compositoio le lettere
Construire – Il comporre poco o a per farne parole, linee, pagine da
stento dicesi Componicchiare. stampare, ed anche il Disteso delle
Compònn. T. di St. Comporre. Accozzare lettere così accozzate.
i caratteri corrispondenti al mano Composiziòn. T. di Fond. di caratt. . . .
scritto da stamparsi. L'accozzare sul compositore le lettere
Componn a la longa. T. di Stamp. di pari specie per ordinarle e pulirle.
. . . . Il comporre gran quantità di Composiziòn. T. scolast. V. Dovér.
righe per uno stampato senza impa Composizionètta. Composizioncella.
ginare, ciò che presso gli stampatori Compòsta. Composta. Confezione.
francesi viene detto Aller en galee o Compostera. Barattolo? Vaso da conserva.
en paquet. Il compositore che così Composterla.... Quantità di confezioni.
compone è quello nominato dai Fran Cómpra. Compera. Compra – Compe
cesi Paquetier. - ramento. Compramento.
Comportà. Comportare. Richiedere. Comprà e Crompà. Comperare. Comprare.
Comportà. Soffrire. Sopportare. Compor Comprà a bott o in combutt... ..
tare. Tollerare. Comperare a un colpo, senza ponde
Comportàss. Comportarsi. Diportarsi. rare partitamente il valore degli og
Compòsit. T. archit. Composito. Italico. getti che si vogliono acquistare.
Latino (ordine). Comprà a l'ingross. Comperare in
Compositor. T. di St. Compositore. Com di grosso.
ponitore. Colui che trae i caratteri Comprà al novell o in erba. Com
dalle cassette, e si gli acconcia che prare a novello o in erba.
vengano a formare il disteso dell'opera Comprà a mezza gamba. V, in Gàmba.
da stamparsi. Comprà a pronti. Comprare a con
Compositor. T. di St. Compositoio. Ar tanti o per contanti o a danaro con
nese di ferro, di cui si serve il com tante.
Vuj comprall des voeult. Sin. di Vuj Separato da lei. L'utile e il danno
daghen des a andà ai dodes. V. in Dés. Ch'ei conoscer dee solo è ciò che giova
O nuoce alla sua patria. »
Comprà. fig. Comprare. Informarsi sottec
chi di checchessia, o Cavare i calcetti El secrett del comun. Il segreto
altrui, o vero Star a sentire, non dire delle sette comari, cioè noto a tutti.
del suo, ma ascoltare dell'altrui. Omm de comun. Guardia comuni
Semper comprà e mai vend. Com tativa.
prate e non vendete. Va in piazza e Robba de comun robba de nissun
odi, torna a casa e godi. Nell'udire L'interesse privato da de calci al ben
son sempre mille buon tagli. Senti il pubblico(Dav. Tac. Ann. VI, 1 1). Quae
compagno e tu sta zitto(Fag. Amor non communiter administrantur communiter
vuole avar. I, 5). Dettati de galantuo negliguntur. V. sopra Chi fa ben, ecc.
mini borgognini soliti raccorre tutti Savell domà tre personn, el con
i bioccoli altrui e non ne lasciar mai sol, el comun e la comunitaa. V. in
cadere uno de loro, dettati de'quali Cónsol sig. 2.”
mi pare valgano meglio quelli che Comunàl. Comunale. Comunitativo. Pascol,
dicono: Vedè e tasè. Bocca chiusa e Bosch, Praa comunal. Paschi o Terre,
occhio aperto non ne fu mai ignun Boschi, Prati comunali, ed anche Comu
diserto(Salv. Granchio II, 4). Presto nanza in genere(Lastri Op. V, 17).
all'udire, ma a risponder tardo fa che Comunicà. Aver comunicazione. Comuni
tu sia(Machiav. Com. in versi V, 3). care – Partecipare. Comunicare –
Compràa. Comperato. Comprato. Compro. Comunicare. Amministrare il sagra
Compero. mento dell'eucaristia.
Comprés. Compreso. Computato. (rente. Comunion. Comunione. Fra noi si usa
Comprò. Compratore. Comperatore. Acqui quasi unicamente come sinonimo di
Compromèttes. Compromettersi. eucaristia. Fà la comunion. Fare o
Podè minga compromettes de vun. Ricevere la comunione.
Non poter fare a fidanza con alcuno. Vess vora de mettela a la comu
Compromiss. s. m. Compromesso. nion. gergo. Esser tale da darle il
Compromiss. partic. Compromesso. Cristiano. Fra gli antichi Romani le
Compù. Quanto più. Compà el bev e giovanette ricevevano il titolo di Do
compù el ghe fa maa. Quanto più bee mina solo all'età di pubertà, cioè al
tanto più si danneggia. loro anno 14. : nel nostro contado
Computà. Computare. esser ammesse alla comunione, mutar
Computàa. Computato. la coda fanciullesca nelle trecce gio
Comquibus. V. Conquibus. vanili, e mettersi in ischiera fra le
Comun. Comune. nubili sono una cosa sola; di qui
Chi ſa ben a comun fa ben a nis forse il volgo trasse il gergo su riferito.
sun o vero Chi serv a comun serva Comuniòrum (In). In comune. In buona
nissun o vero Lavorà per el comun, comunella.
l'è on fà ben a nissun. Chi serve al Comunitàa. Comunità. Comune.
comun non serve a nessun(Buoni Prov. Comunitaa religiosa. Comunità.
II, 7). Chi fa bene al comune non lo Savell domà tre personn, el consol,
fa a nessuno(Baldi Congressi civili, el comune la comunitaa. V. in Cónsol
pag. 39). Qui sert au commun ne sert sig. 2.”
a pas un dicono i Fr. Dettati poco Comunitt. Comunelli(Gior. Georg. I, 685).
onorifici per quei paesi ove fossero Comuni poco estesi, poco popolosi.
CON (321 ) CON
- Comunna. ad. Comune. Aritmctega co Incaster. Cateratta e talora Cateratta
munna. Aritmetica comune. a ventola – Scaregador, Rifiuto. Sfio
Comùnna. Ad. d'Erba. V. ralore. Diversivo.
Comùnna. s. f. . . . . Prigione comune Fà conca. Passare il sostegno. È
a molti carcerati. quel fermarsi che fanno le barche
Cón. V. Cónt. nello spazio che corre fra i sostegni
Con che. Con patto che. Purchè. A binati, per lasciar che l'acqua del
patti. A condizione che. canale venga a pareggiare come il
Con dì, Con disend, Con fasend, primo anche il secondo sostegno.
e simili. Con dicendo(Pecor, II, 5o4). Concéd. Concedere. Accordare.
E vale Dicendo, Con dire e simili. È Conceduu. Conceduto. Concesso.
modo usato dagli antichi scrittori ita Concentrà. Concentrare. Fra noi però è
liani rimasto tuttora al nostro volgo. termine forense o degli uffizj, e vale
Con pù. V. in Pù. -
Ridurre in uno. -
Avè del mincion ch'el consola. Aver Consumà come la nev al sò. V. in Név.
del minchione assai(Buon. Tancia IV,7). Consumagh adosso adree. Struggersi
Consolàa. Epa. Peccia. Buzzo. Ventre. per checchessia. Spasimare di chec
Tegni i man sul consolaa. Tener chessia. Avere grandissimo amore a
le mani cortese(Bibb. Caland. II, 9). checchessia. a º -
ha significato diverso.
Constata (neolog. forense). Chiarire. Ac Contempla. Contemplare.
certare. Comprovare. (tato. Contént. Contento – Pago.
Consuètt. Consueto. Abituale. Solito. Usi A sto mond gh'è nissun de con
De consuett. Per solito. -
tent. In questo mondo nessuno c'è
Consùlt. Consulto. Consultazione. Dicesi contento (Pecor. I, 5o9).
quasi esclusivamente del consiglio o Chi è content moeur, Nido fatto
parere che dà l'avvocato al cliente, gazzera morta,
CON (328) CON
Content come on gri o come la pa Continénza. T. de Pian. ed Eccl. I ree
squa. V. in Grì. rale. Velo che talvolta ha raggi o
Content lu content tucc. Contenta lei sfera dietro, e suol porsi sulle spalle
contenti tutti(Gior. agr. I, 519). del celebrante allorchè sta per dare
Content ti content mi. Sibbene, sia la benedizione.
come volete. - Cantonitt. Grembialini.
El Signor el voeur nissun de con Continètt. . . . . . . Giovin contino
tent. V. in Signor. Continov. Continuo.
Vess mai content. Non si tener mai Continuà. Continuare.
- contento nè appagato di cosa alcuna. Continuamént. Continuamente – Corati
º Non istar contento al dovere. Esser di nuatamente.
come tegolini, posandoli noi per con Copp de gronda. Gronde. Gli ulti
vesso o per dorso a far l'utlizio dei mi embrici pioventi d'un tetto.
primi, e per concavo o pei lati a far Copp de cristall. Tegoli di cristallo.
quello dei secondi, cioè a ricoprire Si lavorano da poco in qua in una
le commessure dei filari di copertura fabbrica a Porto sul Lago Maggiore.
già formati co primi. E questi nostri Copp de ghisa. Tegoli di ferro fuso
Copp o Docci son quelli che i Latini (Gior. Georg. XI, 225).
chiamavano Tegole embriciate (Tegulae CoPP de marmor. Tegoli di marmo.
Vol. I. 43
COP (338) COP -
Dare la corda nei diz. ital. ha altri sig. Cordaria. Corderia. Luogo dove fannosi
Tegnì su la corda. fig. Tenere sulla i cordaggi.
corda. Tener dubbio, sospeso. Cordàss. Accordarsi. Venire a patti.
Còrda. T. degli Strumentaj. Corda. « Che nome cordarev col Re de Spagna. »
(Dal. Rim.)
Cord d'azzal. Corde d'acciaio.
Cord de budell. Minuge. Corde di Cordée. Funajo. Funajòlo. Funajuòlo.
budello. Cordajo. Cordajuolo. Chi fabbrica la
COR (342 ) COIR
corda e Chi la vende – Chi fabbrica bovine macellate che rimangono tut
le corde di budella dicesi Minugiajo tavia attaccate alla pelle e sono pro
(Alb. enc. in Cordajo). veccio dei conciatori a quali vengono
Cordéra che comunemente si dice anche vendute le pelli. Fra noi denotano in
Coètta. T. degli Strum. Codetta(Grisel. vece ogni simile cojetto o quogliattoro
Diz.). Quel regoletto o sia quell'asse o limbelluccio di carne fresca onde
rella fermata sul coperchio di un vio i conciatori spogliano affatto affatto
lino in cui s'infilano ed assicurano le pelli vendendoli poi a chi per
dall'un capo le corde, detta Tirant meno spendere si accontenta di siſ
nell'Encycl. – Ne'diz. ital. la Cordiera fatti rosumi per tutta carne.
è quello che noi diciamo Capptàst. V. Còregh. Cestino. Arnese di vimini, a fog
Cordéra. . . . Donna che vende corde, gia di campana forata per di sopra, in
o Moglie di cordajo. cui si mettono i bambini perchè impa
Cordètta. Cordella. Cordellina. Cordicella. rino a reggersi in piedi e camminare.
Cordicina. Funicella. Funicina; e ant. Gli Aretini lo chiamano il Carriuolo,
Funicello; dottr. Funicolo – Le pri come dalla lettera di M. P. Aretino
me due voci però valgono più stretta fra quelle di Nic. Martelli p. 28 retro.
mente quello che noi diciamo Stringa Dicesi anche Cestella, Carruccio e
e Ternètta. V. – V. anche Spàgh. Cassetta. Questi ultimi due però sem
Cordettinna. . . . Picciolissima funicella. brano equivalenti per appunto a quella
Cordial. s. m. Cordiale. Bevanda cardiaca. particolar specie di Còregh che usiamo
Cordin. Cordoncino. V. Cordonin. in villa, fatta, non di vimini, ma di
Cordin (che anche dicesi Cordón). Guida. legno di noce o simili a cui diamo lo
Specie di redine con che si guidano i special nome di Strenciraei. V. I Sici
cavalli da tiro-Inforcatura della guida. liani chiamano Carruzzedda napulita
Fà cordin o cordon. . . . . Dicesi na il nostro Coregh di città (cestella,
tra postiglioni allorchè in luogo di cestino), e Cestella di picciriddi il no
montare come usa il bilancino (cavall stro Strenciroeu di villa(carruccio).
de balanzin) si seggono a cassetta e di Còregh. Guardinfante. Guardanfante. Fal
lì guidano i cavalli colle redini dette diglia. Specie di trabiccolo che altre
cordon o cordin(guide). volte usavano le donne per tener
Cordón. Cordone. -
Corògna, idiot. cont, per Cològna. V. Corònna. Bordo. Nelle campane è l'orlo
Corògna dicono in certe parti del con sul quale dà il battaglio.
tado per Cologna o Pienton di pergola. Corònna. Corona. È la parte superiore
Coronà. Coronare. Noi usiamo Corona solo dell'unghia nelle bestie da soma, la
nel dettato Coronà l'opera. V. Opera; quale confina co' peli delle gambe.
altrimenti diciamo Incoronà. V. Corònna o Coronin. Ghirlanda. Corona
Coronàtt. Coronajo. Facitor di corone. di fiori che mettevasi altre volte in
Coronattà. Scoronciare. V. in Paterà. capo, ed oggidì si posa al luogo che
Coronèll. T. milit. Colonnello. vi corrisponde sulla cassa de fanciul
Coronilia. Voce del contado verso il Lo letti morti non settenni nel portarli
digiano. Erba ginestrina. Pianta erba a seppellire. I Veneziani la dicono
cea, detta Coronilla varia dai botanici. Zogia da morto.
Coronin. Coroncino. Coroncina. Coro Corònna. Ad. d'Èrba. V.
nella. Coronella. Corònna d'aj. Resta d'aglio.
Coronin. Chiocciolino. Nome di paste Corònna de bescott. Resta di marroni ?
per lo più dolci fatte a coroncina; Quella che i Francesi dicono Chapelet
ne sono di lisce, d'intrecciate, ecc. de marrons.
Coronin. V. Corònna sig. nono. Corònna d'ingegnee de cuntà piant - - -
Corònna. Corona. Serto. Cerchio di pallottole di cui servonsi
Roeuda coronna. V. in Roeuda. gl'ingegneri per noverar le piante
Corònna. Corona. Rosario. ne fondi.
Avemarii. Avemmarie-Pater. Pater Corònna di radis. V. in Radis.
nostri e Gloria.... = Coa. Naso(“pist.). Coronón. Coroncione.
= Argentin o Fil de Bologna. Archime Coróss. Caporosso. Moriglione. Bibbio
(“pist.). Saltaleone. Filo – Recalchin. Sp. d'anatra che è l'Anas Penelope Lin.
. . . . - Maggetta. Maglietta? - Reli Corossolón. Codirosso maggiore. Codi
quia o Crosetta o Medaja. Medaglia rossolone. Codirossone(Savi Ornit. I
(Alb. enc. in Coroncione). 219). Specie di merlo che è il Tur
Dì adree la coronna di ratt. V. in Ràtt. dus saratilis di Temminck e il Merle
Divott de la coronna. Coronciajo. de roche dei Francesi.
Corònna. Lagrima di Giob o Giobbe. La Còrp. Corpo; poet. Terrena soma o spo
grima. Sorta d'erba nota delle cui glia o salma; sch. Terrestre cordovano.
coccole si fanno avemmarie e pater A corp voeuj. A corpo vuoto o di
nostri per corone. giuno. A stomaco digiuno.
Corònna (Fà o Lavorà per Santa) che Andà del corp. Andar del corpo.
anche dicesi Lavorà per i fraa o per Scaricarsi o Muoversi il ventre. Solle
la gesa de Vaver. Fare per l'amor varsi per di dietro. V. Cagà.
di Dio. Pescar pel proconsolo. Vale Avegh el corp ubedient. Avere il
far per altri e senza proprio utile. beneficio del corpo. Avere il corpo so
Il dettato nostro ha origine da un brio o il ventre lubrico.
pio stabilimento detto di Santa Co Corp-del-delitt. Corpo del delitto.
rona dal quale si dispensano gratui Lassà in corp. . . . Lasciare altrui
tamente ai poveri le medicine, e i cui checchessia ad aggravio.
medici e chirurghi prestano loro gra Mettegh tutt i sentiment del corp.
tuita assistenza. Far checchessia a tutto potere o col
Impolla de Santa Coronna. fig. Conca l'arco dell'osso. Fare tutte le sue lotte.
fessa. Persona di salute debolissima. Spogliarsi in farsettino o in camicia
Passà per Santa Coronna. fig. Passar o in capelli per far checchessia.
gratis. Passare a ufo. Moeuves el corp. Smuoversi il corpo
Corònna. T. de'Macell. . . . . . Quella (Ambra Furto V, 4).
po' di grascia che nelle bestie le quali Morì con la vocuja o con la volontaa
macellano veggono investire il cuore in corp. Morir col cocomero in corpo
alla base, così nominandola dalla sua (Alleg. 44). Sputar la voglia. Appiccare
figura. o Attaccar la voglia all'arpione.
COR (347) COR
Moviment de corp. Andata di cor Corp a la Stuarda. . . . . . Busto
po. Andata. Smossa. V, in Mòssa. tripartito o quadripartito, i cui petti
On corp senz'anima. Un pezzo di dinanzi vanno a finire in un trian
carne con gli occhi(Monosini p. 1 1o). golo a vertice acuto sul ventre.
Uno stupido. Un corps sans ame di Corp a tre fes. . . . . Busto il cui
cono pure i Francesi. V. anche in Càs. petto è tripartito o sia a tre gheroni.
Pettà in corp. Appiccarla. Attac Corp imbottii. . . . . Busto che per
carla. Accoccarla. adattarsi alle difettosità corporee di
Pettà in corp on bagaj. Appiccare alcuna donna è imbottito ove occorre,
il mal delle due milze. il Corps rembourré de Francesi.
Tegnissel in corp. Ingozzarla? Do Corp rizz. . . . . . Busto coi petti
ver tenere cosa che ci sia d'aggravio. raccrespati da cima.
Vess duu corp e on'anima sola. Corp rizz cont el carré. . . . Busto
V. in Anema. coi petti increspati da cima, le cui
Vorè saltà foeura l'anema del corp.... crespature sono rassodate da un li
Aver un grande battito al cuore, avere stone d' orlo detto il carre.
una palpitazione veemente, disordi Corp tiraa scalfaa. . . . . Imbusto
nata , estrema. liscio ma scollacciato.
Còrp. Corpo. Busto. Tronco. De corp Fagh dent el corp. ... Rifare l'im
l'è ben fada, ma l'è brutta de faccia. busto in un abito. Il fr. Rencourser.
Ha bel corpo e brutto viso. Còrp. Corpo. Complesso, totalità.
Còrp. T. de Sarti. Busto. Imbusto. Gl'im Fà tutt'on corp. Ridurre a un corpo.
busti. Quella parte d'abito che serve In corp. In pieno. Vend el negozi
a coprire il busto, cioè la schiena e in corp. Vendere un corpo di bottega.
il petto. Vend i fondi in corp, minga a mi
Corp a cinqu fes. . . . Busto quin sura..... Vendere i fondi per prezzo
quepartito nel petto. di corpo, non a prezzo di perticato.
Corp a coeur a piegh . . . . Busto Còrp (che il Balestr. disse malamente Sche
bipartito sul dinanzi, i cui petti rie nàl). T. de'Leg. di lib. Dorso. La parte
scono verso l'orlatura raccrespati o rilevata del libro. Culatta – Acculattare.
foggiati a varie pieghe. Còrp. Corpo(così nei testi addotti dal diz.
Corp a coeur rizz . . . . Busto bi per errore al paragrafo di Corpo per
partito sul dinanzi, i cui petti rie cadavero). Funerale. Mortorio. Esequie,
scono arroccettati. e idiot. Ossequio.
Corp a coeur tiraa. Imbusto accorel Andà a corp. Andare al corpo (Vite
lato? Busto i cui petti riescono lisci de Santi Padri) o al mortorio.
sul dinanzi. Corp intregh. v. a. Daz. merc. . . . .
Corp a coll. Imbusto accollato, cioè Funerale così detto di prima classe.
che copre il collo, che ha collaretto. Fà corp e settim. È lo stesso che
Corp a drapé. Busto panneggiato? o Fà duu corp in don carlee. V.Carlée.
addrappato? Busto con un po di scavo Mezz corp. . . . . Funerale così detto
(scalf) verso il collo, e a due petti, i di seconda classe.
quali per la metà loro verso il collo On corp con la cros de legn. fig.
riescono o a pieghe o arroccettati per . . . . Un affare spallato.
formare alcun po' di panneggiamento. Còrp. T. mil. Reggimento. Andà al corp.
Corp a ghen lazzaa dedree. . . . . Presentarsi al reggimento.
Busto con petto liscio e schiena liscia Còrp. Fittezza. Pienezza. Densità.
e ordinariamente allacciati e vegnenti Avè del corp. Aver buon corpo? Es
fino al collo. sere corputo. Parlandosi di vino vale
Corp a la bambinna.... Busto i cui aver forza, vigore. Anche i Francesi
petti sono uniti colla falda (pedagn), e dicono Avoir du corps – V. in Vin.
che nella scollatura tengono il mezzo Ciappà del corp . . . Prender for
fra i busti panneggiati(a drape) e quelli za, invigorire, quel che i Francesi
con collaretto(a coll). dicono Prendre du corps.
CO R (348) COR
Còrp.T. degli Strum. Corpo. Quella parte Corpusdòmen. Corpusdomini. La festa
dell'arpa corredata d'animella (tavola del Corpo di Cristo.
armonega) e sordina in cui sta la ri Corpiu. Corpulento. Corputo. Corpulente
sonanza dello strumento. È concava, e Córr o Cór. Correre.
forma per così dire il dorso dell'arpa. Corr in vece di el Cór(corre) dicono
Còrp. T. di Stamp. e Fond. di carat. meglio di noi i contadini brianzuoli
Corpo. L'aggregato di tutte le lettere A sant'Agnesa corr la luserta per
d'una specie di carattere da stampa. la scesa. V. in Agnésa.
Còrp. T. di Stamp. per Portàda. V. Corradree. Correr dietro a uno per
Corpàsc. Corpaccio. Corpone. cercarne, per pregarlo.
Corpasciùu. Corpacciuto. Corputo. Cor Corr adree a vun. Correr dietro
pulento. Corpulente, e al superlativo Rincorrere. Dar la caccia. Inseguire.
Corpacciutone. Corr-dent. Incorrere. Gh è cors
Corpasción. Gran corpaccio. dent on error. Vº è incorso un errore.
Corp-de-guàrdia. Corpo di guardia. Luogo Corr-giò. Scendere a furia.
dove i soldati stanno a guardia, e i Corr inanz. Precorrere.
i soldati stessi. Corr in ajutt. Accorrere. Venire in
Corpètt. Corpicino. Corpicciuolo. Corpi Corr-sù. Salire a furia. (ajuto.
cello. Diminutivo di Corpo. Il Cor El corr come on lecchee o come on
petto dei diz. ital. vale Vestina. livree o come ona legor. Ei corre
Corpètt. . . . . Funerale d'un ragazzo, che par unto, cioè velocissimamente.
o Funerale poco pomposo. El corr ch'el par che ghe corra
Corpettin. Picciolo corpicciuolo o corpi adree i lader. Corre a più potere o da
cello o corpicino. V. anche Vitin. disperato o a rompicollo. Corre che
Corpettin. Busticino. Picciol imbusto. par che s'abbia i birri dietro. Corre a
Corpettin . . . Funerale di pochissima furia, precipitosamente, senza ritegno.
pompa, o Funerale d'un bambino. El dis el sur dotor quell che no
Còrpo. Lo diciamo così nelle sole escla se pò tegnì de lassà corr. V. Dotór.
mazioni Corpo de bacco, Corpo de Fà corr a pomm o a ciarell. . . . .
bacco baccon bacchetta, Corpo de Suol dirsi per disprezzare altrui,
bio bion, Corpo de Dianna, Corpo quasi a forza di mele o di sputacchi
de l'uga, Corpo d'on biss. V. Bacco, si avesse a farlo correre e fuggire.
Bio, Dianna, Ùga, Biss, ecc. Fà corr la caroccia. Scarrozzare.
Corporàa. V. Incorporàa. (nervo. Fa corr la posta. Correr la posta.
Corporàa. T. de'Leg. di libri ... Che ha Fà corr vun a lottad (o a sassad, a
Corporadùra. Corporatura. bolgett, a pugn, ecc.). Rincorrere uno
Corporal. T. eccl. Corporale. . a forza di zollate(“tosc. e poema d'un
Corporazion. Comunità. Corpo intero di aut. pis).
persone che vivono a comune sotto Giugà a corres adree. Fare a rin
una regola, come sono i frati e sim. corrersi, ed anche. . . . . . Venirsi
Corp-sànt. Corpo santo. Reliquia. dietro l'un l'altro cercandosi reci
Quand se moeuv i corp-sant ven procamente senza mai raggiugnersi.
ſoeura el sò o simili. . . . . Si suol Lassà corr. fig. Sonar la tromba.
dire allorchè siamo visitati da persona Spetezzare,
che ci faccia carestia di sè, e che a Lassà corr. V. Sorpassà.
tale visita siano contemporanei o sole L'è lì el nodar ch'el corr. Appunto
o pioggia da molto tempo desiderati. io ho il notaio a cintola (Dav. Post. a
Corp-sànt. Ville o Terre o Borgate subur Tacito p. 654 per induzione).
bane o suburbicarie. Precisamente poi, L'è minga a corr, l'è arivà a temp.
se non erro, quelli che noi diciamo i Non val levare a buon ora, bisogna
Corp-sant de Milan, de Pavia, de Lod aver ventura(Monos. p. 1o9). Talvolta
diconsi Le Masse a Siena. Così nel Gior. Non è sempre lode l'essere i primi a
agr. tosc. X, 267 « Le Masse di Siena, sfare le faccende, ma lo è bensì il farle
cioè le comunità di quel suburbio. » | a tempo (Last. Op. II, 233).
COR (349 ) COR
Me fan corr a pomm. Mi son tratte Vestii a la correra. Abito da corriere.
le meluzze(Alleg. pag. 58). Corridor. Nella cava delle pietre da
Mettes a corr. Cacciarsi a correre. macina di Montorfano danno questo
No podè nè soltà nè corr. fig. Non nome a quella delle due macine d'un
poter andare nè pian nè ratto, cioè mulino che noi diciamo Covèrc. V.
non poter operare nè con maturità Corridora. s. f. Corridojo. Corridore.
nè con velocità, nè mal nè bene. Corritoio.
Sentissela a corr giò per i spall. Corridorètta. Corridoretto.
V. in Spàlla. Corrioeù o Corio lì. T. de Funaj. . . . .
Vess pussee de borlà che decorr.... Nome di quelle quattro o sei girel
Esser un tombolotto, un tonfacchiotto. lette che stanno infisse sur un'asse,
Corr. Correre. Scorrere. Trattandosi di in capo delle quali s'attacca il filo
cose lubriche, unte e agevoli a sdruc da torcere per farne spago o fune,
ciolare, andar oltre, spingersi oltre. e nel cui vano sta la cordella che
Fà corr on anell. Spingere o Mandar mossa dalla ruota aggira la girella e
oltre un anello. con essa il filo che si va attorcendo.
Córr o Corr-sóra. fig. Còr l'agresto. Far Ciavella. Chiavetta? = Gringhinell...
agresto. Far l'agresto. Fare una vin Assa di corriocu. . . . Asse in cui
demmia anticipata. Approvecciarsi. Fa stanno infitti i così detti corriau (vedi
re civanzi illeciti nell'amministrare i sopra) che è tenuta ritta sul terreno
fatti altrui. da un mozzo di palo detto Passonin e
Córra (Battla). ... Il correre delle mere da un bastoncello trasversale verso il
trici in istrada per invischiar uomini. mezzo detto Parett o Palett.
Corraria. . . . . . Il corpo de'corrieri, Corriv. Corrivo. Credulo.
ed anche l'uffizio loro. Corrùu o Cors. Corso. Part. da Correre,
Corrént. Corrente – Ad. di Cùnt. V. Córs. s. m. Corso. Progresso.
Stà in corrent. . . . Spedire i pro Cors di studi. Corso degli studi.
pri affari alla giornata; non si lasciar Fà el sò cors. Fare il suo corso.
sopraffare dalla piena. -
Cors. s. m. o Corsia. s. f. Corso. In gen. di
Vess in corrent. . . . . Non avere cesi così quella largura in città dove
conti, scritture, affari inespediti. per diporto si ſa continuo andirivieni
Corrént. ad. Scorsoio. Per es. Cabbi cor o a piè o in carrozza. In Milano ab
rent. Cappio o Nodo scorsoio, e vale biamo vari così detti Cors che rispon
che scorre agevolmente, e che quanto dono a ciascuna delle Porte principali
più si tira, più si serra. della città, e generalmente incomin
Corrént. s. m. . . . . Nelle scale è il nome ciano da quel punto ov'erano le mura
dei due stipiti sui quali posano gli sca antichissime e giungono fino al così
glioni, quelli che i Ven. dicono Erte. detto Naviglio. Alcune di queste lar
Corrénta per Monfrinna. V. gure o Corsi sono precedute da Corsie,
I
Corrénta. Ad. d'Acqua. V. cioè da contrade le quali, senza es
Corrénta. Cacajuola. V. Cagarèlla. sere largure diritte come i corsi, con
Corrénta. Calcosa. Voci di gergo che ccdono però buon passo ai cocchi e
equivalgono a Strada. mettono capo ne corsi medesimi. La
Corrénta. Ridda. Riddone. Caròla? Cor Corsia di Serv e el Cors de Porta Ren
rente? Specie di danza conosciuta. za; la Corsia del Giardin e el Cors
Fà la correnta. Riddare. de Porta Nauva. Per eccellenza però
Corrér o Corér. Corriere. Corriero. noi chiamiamo Cors quello di Porta
El correr de Lindò ch'el va e el Orientale, e ad esso corrispondono
ven quand el pò. V. in Lindò. in fatto la I ia Toledo di Napoli, il
Corrér. La posta. Il corriere. Corso di Roma, il Liston dei Vene
Fà el correr. T. de Negoz. . . . . ziani e simili – Cors diciamo anche
Scriverle lettere per lo spaccio. l'aggregato dei concorrenti sul corso.
Corréra (Ala). . . . Al modo de'corrieri. Córs. Mestruo. V. Régola.
Capella la correra. Montiera. Córs (Liscin) de sedes, ecc. V. Lisc.
COR (35o) COR
Córs, Strato. Filone. Vena. Traccia. Se fa la cort a la mader per la
A cors. Stratificato. Stratiforme. tosa. V. in Tósa.
Córs, o Cors de quadrej. Filone di mat Córt. Corteo. Codazzo di spose, batte
toni(Targ. Viag. I, 456). Filare. Fila simi, e simili – Corteare.
retto. Ognuna di quelle linee di mat Cortàscia. . . . Corte di brutto aspetto,
toni colle quali si va vie via ergendo cortilaccio.
un muro. Duu cors de quadrej. Due Cortelànna. V. Cortellànna.
filaretti di mattoni. V, anche Soeül. Cortèll. Coltello; al pl. i Coltelli, e ant
A córs. T. di Mur. Rettilineo. le Coltella – Il fodero del coltello
Córs. T. de'Panieraj. . . . . Ogni filare dicesi prop. Coltelliera o Coltellesca.
di gretole che ripetuto orizzontal Lamma. Lama (Vedi Lamma per le
mente secondo la grandezza necessa sue parti) = Vera. Viera. Ghiera =
ria viene costituendo una cesta, un Manegh. Manico = Cupola. Cocchiglia.
corbello, una gerla. Raperella o Bottone = Sbiess. Raila -
Córsa per Scorsa. V. . . . . T. = Stucch. Cimento.
Córsa. met. Rubacchiamento. Amor de fradell amor de cortell.
Fagh dent la corsa. ſig. Fare agresto. V. in Fradèll.
V. Córr o Córr-sù o Córregh o Andà Avegh el cortell per el manegh.
a Biassònn. Aver la vanga per il manico (Aret
Corsètt. Farsetto. Corpetto. Giustacore. Talanta, IV, 4). Avere la palla in
Giustacuore. Guardacuore. Dal franc. mano. Essere in buono stato di chec
Corset – contad. per Gipponin. V. chessia; ed anche Tener in mano per
Corsettin. Corsettino (Adim. Sat. II, p. 47). amor de'cani, e vale Avere in mano
Corpettino. Farsettino. dell'altrui per ogni evento.
Corsia. Corso. V. in Córs. Ciappà el cortell per el manegh.
Corsiv, che i calligrafi distinguono in Pigliare il panno pel verso. Vale pi
più specie e dicono anche Colé dal gliar il vero modo nel far checchessia.
francese Coulé. Corsivo. Cancelleresco. « Droeuva el tò spiret, fatt onor con quell,
Corsiv spedii. . . . Corsivo spedito. » Ma ciappa per el manegh el cortell. -
Corsivètt. . . . Carattere corsivo piccino. (Bal. Ger.)
Córt. Corte. Cortile. Cavedio. Cortell che taja quell ch'el ved o
C6rt. Corte. che taja come el ghe ved. Coltello
Córt. Palazzo regio. Reggia. Regia. Corte. che taglia come e' cuce. Un castrapor
Cavalier de cort. Cortigiano. ci. Un castraporcelli.
Chi viv a cort moeur a pajee. V. in Cortell de cusinna. Coltellaccio.
Pajée. (tigiana. Cortell de dervì i ostregh. Ostrichi
Dama de cort. Dama di corte. Cor na(Scappi Op. fig.). (lame.
Cort. Corte. Nel cessato Regno d'Italia Cortell de dò lamm. Coltello a due
voci comuni per Tribunale. Cortell de tavola. Coltello.
Córt. Corteggio. Corteggiamento. Codazzo. Cortell ferm in manegh. Coltello
Coda. inastato o in asta, che non si ripiega.
Fà la cort. Adulare. Piaggiare. Per Cortell mocch. Coltello di punta
ſa la cort polit besogna fa bonna tonda.
provista de savon. V. in Savon. Cortell saramanegh. Coltello da ta
Fà la cort a ona sciora. Galanteare. sca o che si ripiega – Coltello a molla.
Vagheggiare. Cicisbeare. Galantiare. Coltello da chiudere o serrare.
Far galanteo o cicisbeato. Esser cor Mangià pan e cortell. V. in Pàn.
teggiatore d'una dama. Ona costa de cortell. V. in Còsta.
Fà la cort a vum. Far la corte. Far Cortèll per Cólter. V.
corte. Corteggiare. Coltivare l'amicizia Cortèll. T. de Cioccol. . . . Strumento
o la benevolenza d'alcuno. tutto di ferro semplice, ma però non
Fass la cort. Adularsi. Lisciarsi. tagliente ancorchè foggiato a coltello
Piaggiarsi. Incensarsi; e scherz. Aver nella sua estremità superiore. Nel
cattivi vicini, -
in forza della costituzione o sia della Cotènna. Cotenna. Quella parte che gal
legge sociale d'uno Stato. leggia sul siero del sangue freddato.
Costitutt. Costituto. Constituto. L'esame Cotizzà. Tassare.
d'un imputato di colpa innanzi al Cotizzà vum in d'on porscellin de
giudice. lacc per ona scenna. Mettere un por
Costituziòn. Costituzione. Constituzione. cellino di latte a sovvallo.
Lo statuto d'uno Stato. Cotizzàa. Tassato.
Costituzion. Situazione. Stato. Partito. Cotón. Cotone.
Punto. Stretto. Costituzione? Me troeuvi Coton fatt. Cotone sodo o battuto?
in d'ona brutta costituzion. Mi trovo Cotone a mezza torcitura, poco torto.
a malpartito, a mal punto. Coton in fil. Cotone filato.
Costituzional. . . . . . Statutario. Coton tort. Coton torto.
Circol costituzional. V. in Circol. On cotón dicono i contadini per una
Costón. Costolone. Gran costola. Veste di cotone.
Costón de plafon o Gussón. Costolone ? Tila coton. V. in Tila.
Correntino da stuoſe. Cotonà. Accotonare. Lucignolare? Allu
Costór. Costoro. Cotestoro. Cotesti. Co cignolare? Aggrovigliar col pettine i
desti. capegli già prima avviati e spianati,
Costós. Dispendioso. Caro. Di caro prezzo. e ciò per amplificarne il volume. Il
Costréng. Costrignere. Constrignere. Co franc. Crèper.
stringere. Astringere. Cotonàa. Accotonato.
Costrètt. Costretto. Astretto. Sforzato. Cotonin. . . . . . Filo di cotone fine.
Costruziòn. T. gram. Costruzione. Cotoninna. . . . . . Specie di tela fatta
Costruziòn (Cattà la) o el costrutt. Ca di fil di cotone grosso, quella che i
var il costrutto. Trovar il verso, il Tedeschi dicono Kattun.
bandolo, la congiuntura, la via. Cotònna. Cotonina. Sorta di tela.
Costà. Costui. Cotestui. Cotesti. Codesto. Cotonscèll(on). v. cont... . . Un abitino
Costumaa. Costumato. Avvezzo. Usato. di cotone, uno straccio d'abito di
Assuefatto. cotone.
Costumm. Costume. Còtor. s. m. v. cont, brianz per Bagòt
Fed de bon costumm..... Polizza tera. V. On còtor. Una cocciuola.
di condotta. V. Fedinna. Cotórna. V. Coturno.
Cót. V. Cod. Còtt. s. m. Testaccio. Cotto.
Cót e Cótega. Cocciuola. Lo stesso che Mur de cott. V. in Mùr.
Fiàcca e Bagòttera. V. Còtt. ad. Cotto.
Cotelètta. Costolina. Braciuola. Dicesi Chi le vocur cotta e chi le vocur
della carne costereccia degli animali cruda. fig. . . . . Dicesi di cosa con
ridotta vivanda. Dal franc. Cotelette. troversa, o non gradita ugualmente
Coteletta a la gradella. Braciuola da tutti, tante teste, tanti cervelli.
cotta sulla graticola(Scappi Op. p. 21 Cott a less. Lessato. Allessato?
verso). Cott a rost. Arrostito. Arrosto.
Coteletta a la papiliott. Braciuola Cott cottisc. Cottissimo. Tracotto –
cotta incartata sulla graticola. Crogiolato. -
spolpato. Punto bene bene. Bacato. In Cottaria. Brigata. Vale compagnia, socie
tabaccato. Inghiottonito. Guasto. In tà – Comunelle, Simposj, Combibbie
gattito. Che va matto, che impazza, sono le occupazioni di queste che
che è nel fornuolo o nel frugnuolo. anche i Francesi chiamano Coteries.
L è cotta e bescotta. Costei sta co Cotteodèsch. Coccodò(*aret. – Voc. aret.).
me può (Bibb. Cal. II, 5). Ella ne ca Co co bè co co bè(Monig. Serva Nob.
sca(Monos. 28). Ella ne sta a pollo I, 1). Versi imitanti quello che mette
pesto(Cecchi Prov. p. 54). la gallina allorchè ha fatto l'uovo.
Vess cott come on agon. Aver il baco Fà cotteodesch. Chiocciare. Schia
o il verme. Essere bruciolato d'alcuno. mazzare. Propriamente il gridar delle
Gocciolare. Girare; contad. Sfanfanar galline quando hanno fatto l'uovo, e
d'amore; e poet. Avere il core consu dei polli e degli altri uccelli quando
mato dagli amorosi vermi. Esser in sono scacciati o presi o spauriti.
namorato fieramente. Cottéra dicono alcuni per Stiratora di
Vess cott per ona robba. Andar cotte da preti.
cotto o pazzo di checchessia. Cottinna. Dim. di Cotta nei significati 2.”
Còtt parlando di Terreni. Confetto. Con 5.° 4.° V.
fettato. Ben ricotto. Cottinna (On freguj o On pò de. fig. In
Còtt. Ad. di Vin. V. namoramentuzzo(Cecchi Dissimili I, 2).
Còtta. Cotta. Cottoja. Cocitura. Cottura. Avè ona cottinna pervunna. Essere
Bon de cotta. Cottojo. Cocitofo. Di un po' cotticcio d'una(Ambra Bern. I, 1).
buona cucina. Facile a cucinarsi. Cottisc. Tracotto. V. in Còtt.
Dur de cotta. Di mala cucina. Di Còttola. v. cont. brianz. Cocciuòla. V.
mala bozzima o bollitura crudele? Di Bròssola.
cattiva cottoja. Di difficile cottura. Còttolo. . . . . . Specie di stoffa.
COV (357) COV
Cottùra. Cottura. V. Còtta – fig. Il ca Covaggiòn. v. cont. Codone.
labron d'amore. Il brucior dell'amore. Covàzza. V. Coàzz e Coàzza.
Innamoramento. Innamorazzamento. Covazzin e Covazzoeüla. Trecciolina.
Toeù-sù ona cottura. fig. Intabac Ona pajoeula-ona covazzocula. V.
carsi. Ingattire. V. in Còtt met. in Pajoeüla.
Cottùra per Slottadùra. V. Covéra. . . . . . Convalescenza stentata.
Cotturà per Slottà. V. Covèrc. Coperchio. Coverchio. Parlando
Coturnis (voce che sentesi verso il Co di pentole, caldaj, ecc. noi specifichia
masco). Pernice rossa.Coturnice? L'uc mo il Coverc coi nomi di Test se è di
cello Tetrao rufa o coturnix degli or ferro, Coverc se di rame o di terra
nitologi. cotta, Spazzaci, se di legno. V. le voci.
Coturno (e per lo più al pl. Cotàrni). Toeù-giò el coverc. Scoverchiare.
Calzarini. Borzacchini. Usattini. Bolgic scoperchiare – Mett-sù el covere. Co
chini. Stivaletti che giungono appena perchiare. Incoverchiare. Coverchiare.
a mezza la gamba. El diavol el fa i pignatt, ma minga
Cotùrno. Coturnice. L'uccello detto Perdix i coverc. V. in Diàvol.
grarca dagli ornitologi. Covèrc (che alcuni dicono anche Corri
Cotturno. Pernice. È la Perdix rubra de dór). T. de'Mugn. Coperchio. La su
gli ornitologi. periore delle macine che si muove
Coturno. Starna. È la Perdic cinerea L. sopra l'altra che sta immobile, detta
Coupoir. V. Copoàr. Fondo.
Cóv. s. f. pl. Riprese(Alb. enc. in Cortina). Covèrc. T. d'Archib. Fucile. Martellino.
Drappelloni. Balze. Pendagli. Pendenti. Quel pezzo che sta sopra il focone
Cascate. Calate. Parte di cortinaggio dell'archibuso o della pistola, e nel
pendente per ornamento. quale picchia la pietra focaja.
Cóva. V. Côa. Covèrc. Portico. Porticato. Coperto? Co
Covà. Covare. (fuoco. verto? El coverc di Figin. Il portico
Covà el foeugh. Covar la cenere o il de' Figini. Così chiamasi un porticato
Covà el maa. Covare. Covare il male. che sta sulla piazza della metropoli
Essere o Stare a chioccio. Chiocciare. tana della nostra città.
Covà i oeuv. V. in (Eùv. Covèrc. T. degli Strumentaj. Coperchio.
Fà covà o Mett giò-a covà o Mett-sù (così l'Alb. enc. in Anima). Negli stru
i gaijnn o i pòll a covà. Por delle menti da arco è la tavola armonica
chioccie(Lasca Parent. I, 1). Metterle su cui stanno tese le corde.
a COVO. Covèrc. Antenitorio. Cappelletto dei vasi
Vess lì ch'el cova. Avere o Esserci da stillare. -
una cosa covata. Io l'ho costi covata. Covèrc... Fodera delle sponde da barche.
Ell è costi ammannita. È come dire Covèrc. Contrascannello(Diz. art.) nei
appunto la troverai tu a covo; ella carri. -
– Scoppiare – Spaccarsi.
Credùu. Creduto, e con voce ant. disu Crèpp per Sfoeùja. V. Sfeija e Forma
sata Creso. de bòtta. -
molo.
Vess mai crepp. Essere insatollabile
Crèmes. s. m. met. Coperchiclla. Raggiro. o insaziabile. Non si saziar mai.
CRE (361 ) CRE
Crèpp. Ad. di Biccer, Véder, e sim. In Invecchiare. La gradazione di questo
crinato. mutarsi di giovane in vecchio è de
Creppà. Screpacciare. Fendersi. Crepare. scritta con assai brio dal Zanon nella
Far crepatura. Crepolare. Screpolare, sc. 5.º atto 2.º della sua Ragazza civetta.
e ant. Crepacciare. Crèspa. Crespa. Grinza. Ruga – Incre
A caregall tropp se creppa el spatura – Increspamento – Corruga
s ciopp. V. in S ciòpp. zione – Accrespatura.
Creppa o S cioppa ! Ti caschi il Crèspa. Crespa. Nelle camice, nelle ve
fiato ! Canchero ti mangi ! Ti venga sti e simili è il nome delle pieghe di
il canchero. Schiatta ! qualche rilevanza. -
Creppà del rid. Crepar dalle risa. Fà i cresp. Lo stesso che Crespè. V.
Creppà de salut. Abbondare di sa Tirà-giò i cresp. . . . Appianare le
nità. Ciò che i Francesi direbbero crespe. (Rincrespare.
famigliarmente Regorger de sante. Crespà. Crespare. Accrespare. Increspare.
Se nol disi creppi. Se nol dico Ferr de crespa. V. in Fèrr.
schiatto. Crespàa. Rugoso. Cresposo. V. in Crèsp.
Creppà. Crepare. Morire. Creppà de la Crespadùra. Crespamento. L'atto del cre
paura e sim. Morire di spavento. spar cotte, ecc. (Mag. Interm. II, 529).
E fa e fa, e poeü se creppa. Mas Crèspera. V. Crèspola.
seria masseria, viene il diavolo e por Crespin. Ventaglio. Arnese notissimo –
tala via(Monos. 527). Nido fatto gaz Il Crespino dei dizionari significa
zera morta. certa specie d'arbusto.
O stolti il tanto faticar che giova! Cann. Stecche - Carta. Foglio =
Tutti torniamo alla gran madre antica, Canon. Stecconi?
E il nome nostro appena si ritrova(Petrarca). Crespin. T. de Carroz. Rosta. Lieva.
Se pò creppà d'on sold. E non da Riunione di quattro pezzettini di ferro
rebbe del proferito. attaccati insieme con vitoni o brac
Creppàa. Crepato – Morto. ciuoli fermati alla cassa(scocca), e
Creppàa. Screpolato – Incrinato. che formano il giuoco del mantice
Creppàda (Dagh ona bonna). Scop della carrozza.
Creppadinna) piare. V. in Cagaràtt. Crespin. Piè d'uccellino. Quelle grinze
Creppadùra. Screpolatura – Crinatura. che vengono negli angoli esterni degli
Creppadurinna. Pessolino. V. Creppin. occhi a chi va in là cogli anni.
Creppaſiàa (A). A crepa corpo. Crespin (Fà el). . . . . . Così dicono i
Bev a creppaſiaa. Bere a garganella. nostri cartolaj del Pigliar sù parecchi
V. anche in Bév. fogli di carta dalla risma abbrancandoli
Sgarì a creppafiaa. Gridare a gola. tutt'insieme pei loro angoletti estremi
Creppapànscia (A). A crepa pelle. A di destra e facendo sì che staccatisi
crepa pancia. A crepa corpo. l'un dall'altro per di sopra diano mo
Creppin. Crepacciuolo. Fessurina. Fes do a poterli comodamente dinoverare.
suretta. Fessolino. Picciol fesso. Crespinàda.... Colpo dato col ventaglio.
Creppön. . . . . . Gran crepatura. Crespinée. Ventagliajo. Ventagliaro. Fab
Crésma. Cresima. Crisma. Confermazio bricatore o venditore di ventagli.
ne, e anticamente la Cresma. Crespinètt. Ventaglino. Dim.di Ventaglio.
Tegnì a cresma. Tenere o Levare Crespinna. Crespolo. Rughetta.
alla cresima. Crespinon. . . . . Gran ventaglio.
Cresmà. Cresimare. Confermare. Crèspola o Crèspora o Crèspera. Amareg
Cresmà. fig. Schiaffeggiare. Colafizzare. giola. Amarella. Camamilla. Matricale.
Cresmàa. Cresimato – fig. Schiaffeggiato. Sorta di erba notissima che è la
Crèsp. s. f. pl. T. de Fabb. di carta. Matricaria Parthenium L.
Zazzere. V. in Carta. Crespon. T. de Pann. Crespone. Specie
Crèsp. ad. Crespo. Rugoso. Grinzoso. di stoffa. -
Vol. I, 46
CRE (362) CRI
Crespon. T. de'Pizzic. .. . Salame imbu Cressùu. Cresciuto. Accresciuto – Rac
dellato nel budello dello stesso nome. cresciuto – Rincarato.
Crèspora. V. Crèspola – Per Erba ama Cressùu (nelle calze). V. in Crèss.
ra o Erba sampeder. V. in Erba. Crèsta. V. Scièsta.
Crèss. Crescere. Accrescere. Aumentare, Crètta credenza voce che s'usa avv.
Cress a tutt cress. Raccrescere. co” verbi Vendere, Pigliare, e sim.,
Cress de la lunna. Il crescere della e vale vendere o comprare, ecc. senza
luna – A luna crescente. ricevere o dare il prezzo subito, ma
Cress el doppi. Crescere il doppio. per riceverlo o darlo in altro tem
Far due tanti. Geminare. Adduare. po, che perciò dicesi anche Vendere,
Cress el fitt. Rincarare il fitto. Comprare, ecc. pe tempi – Cretta,
Cress in man. Raffinare o Raffinire voce comunissima fra i bottegaj, è
tra le mani. Crescere in mano? Per pretta voce romanza dataci dagli Sviz
fezionarsi. zeri confinanti, e una delle moltissi
Cress el coeur. V. in Coeur. me voci nostrali che provano l'infinito
Crèss. Sovraccrescere. Parlando di carni ibridismo della nostra popolazione;
vale farsi un'escrescenza. ibridismo che nasce specialmente per
Crèss. Garzoneggiare. Farsi garzone. Cre mezzo delle genti montanine finitime
scere. L'ingrandir degli adolescenti. le quali concorrono in Milano per
Avè fornii de cress o Cress pù. Aver esercitarvi le arti del lattajo, del tor
messo il tetto (che il Magal. let. 8.” niajo, del muratore, dell'imbiancatore,
I, 12o usa anche in senso morale). del cioccolattiere, del lattivendolo, del
Aver posto il tetto. Aver fatto il grop l'oste, del vinattiere, ecc., e a seconda
po. Non crescere più della persona. o terza generazione sogliono porre
Carna che cress mangia de spess. sede stabile fra noi.
V. in Càrna. Dà o Fà a cretta. Dare o far cre
El cress domà a guardagh adoss. denza. Credere.
E cresce a giornate(Monos. 157). Rid a cretta. Ridere agli angioli.
Crèss. Crescere vegetando delle piante. Cioè ridere senza saper di che.
Crèss. assol. Rincarare. Ritoccare. Ascen Cria disse il Maggi per Crida. Grida.Bando.
dere. V. in Pàn. Crià. Gridare. Garrire.
Crèss. s. m. T. di Zecca. . . . . L'ecce Crià i busecch. Gorgogliare il corpo.
denza di peso che trovisi in una V. in Barbottà. (mere.
moneta oltre il prescritto dalla legge. Crià i legn sul foeugh. Cigolare. Ge
Forgage la dicono i Francesi. Crià vendetta e Crià vendetta in
Crèss. s. m. Crescere? Le donne chia ciel. V. in Vendètta.
mano con questo nome quelle più Perà la gaijnna senza falla cria. V.
maglie che vanno crescendo nelle in Gaijnna.
calze per farvi insensibilmente luogo Crià o Crià adree a vun. Sgridare uno.
al polpaccio. Alcune dicono anche i Gridare o Garrire uno. Garrire o Gri
Cressuu – L'è vora de cress, o de fa dare ad alcuno. Far romore in capo o
i cress, o de fa i cressuu. Siamo al in testa ad alcuno. Rampognare.
crescer le maglie? – È il contrario Avè criaa adree al lolf. V. in Lóſ.
di Calàa. Discrescere?
Criàda. Gridata. Sgrido. Sgridamento.
Cressént. Crescente. Criadìnna. . . . . Leggier rimbrotto.
Carna cressenta. Carnosità. Cre Criator. Creatore; e ant. Criatore.
scenza? e dottr. Sarcòma.
Cribbi. Vaglio. Crivello. Cribro.
Cressimént. Crescimento. Crescenza. Au
Serc. Cassino(“tosc.) = Pell. Pelle.
mento. Accrescimento. Raccrescimento.
Fà passà per i sett cribbi. fig. Spac
La crescente.
care il pelo in aria(Paciol. Div. Prop.
Cressinmàn (Giugà a). È a un di presso
p. 5 che scrive Spaccare el pelo in laire
colle carte qualunque quel giuoco me come proverbio tosc.). Riveder il pelo.
desimo che diciamo altrimenti Giugà Vale esaminar severissimamente.
a vestiss e desvestiss, V. in Desvesti. Oh cribbi, V. Cribbi-e-boſſitt.
CRI (363) CRI
Vess come on cribbi. fig. Essere Cricca. Cricchio. Ticchio.
come un vaglio(Monos. 226), cioè tutto Cricca. Scrocchetto? Specie di molletta
sforacchiato dalle ferite. -
che è nelle serrature a colpo.
Vess passaa per i sett cribbi o per Cricca. Gara. Contrasto. Briga. Picca.
i sett sedazz. Aver cotto il culo ne'ceci Criccà. Zirlare. Mandar fuori il virlo, voce
rossi. Aver pisciato in più d'una neve. acuta del tordo, del pincione, e sim.
Avere scopato più di un cero. Avere gli oc Criccadór. Zirlo. Tordo cantajuolo. Tor
chi nella collottola o il diavolo in testa. do che si tiene in gabbia per zirlare
Sapere a quanti dì è san Biagio o dove ed allettare gli altri tordi a calar
il diavolo tien la coda. Essere putta nelle reti – E in generale nello stesso
scodata o gazza con pelata la coda. Es senso Uccello cantajuolo.
sere bagnato e cimato. Essere astutis Criccadora. . . . Quel luogo dove stanno
simo, e non facile ad essere aggirato. gli uccelli cantajuoli in quella sp. di
Cribbi de ramm. T. de Confett. . frasconaje che noi diciamo Bressanèll.
È detta così una specie di bastardella Cricch. V. Cricchcracch.
col fondo bucherato per uso di la Fà cricch dicono alcuni per Moc
vorar le confetture. càlla. V. in Moccà.
Cribbi del forment. Colo(“fior. Galliz. Cricch. Crico(Zanob. Diz.). Martinello ?
Ist. bot. in Triticum p. 148). Specie di leva con asta di ferro di
Cribbi d'orghen. V. Crivèll. cui si fa uso per sollevar pesi gravi,
Cribbià. Crivellare. Vagliare. Cribrare. come per sorreggere carro e cesta
Cribbià. fig. Vagliar come grano. Esa d'una carrozza allorchè se ne vo
minare rigorosamente – Crivellare. gliano levare le ruote o vi si voglia
Censurare, criticar ſorte. lavorare di sotto in su, ecc. La voce
Cribbià. fig. Tribbiare(Paol. I, 526). Il ci fu data dai Francesi, Cric. È di
rovinio che fa la grandine nelle piante. varie specie, come Martinello a den
Cribbià. ſig. Crivellare parlandosi di fe tiera, Martinello a vite, ecc.
rite d'uomini, bestie, ecc. Cricchcràcch. Cri cri. Cricch. Cricche.
Cribbiàa. Crivellato – Tribbiato. Voci esprimenti il romore che ſanno
Cribbiaa di cortellad, di ball, ecc. il vetro e il ghiaccio nel fendersi, e
Crivellato di pugnalate, ecc. in generale Voce imitante il suono
Cribbiaa di varoeul. Butterato. di cosa che stritoli, che scoppietti o
Cribbiàda. Cribrazione. che si fenda.
Cribbiàda. fig. Stacciatura. Crico. Voce usata nella frase No gh'è
Cribbiadinna. ... Leggiere stacciatura; nè crico nè craco. Discorsi a monte.
e fig. .... Esame di qualche momento. Repliche a monte. Non c'è che ripetere.
Cribbiadùra. Vagliatura. Lo stesso che Crida. Grida. Bando.
Cribbiùsc. V. Criminàl (Fà on). Commettere un crimen
Cribbi-e-boffitt! (che anche dicesi sem lese o un criminale, cioè alcuna azione
plicemente Oh cribbi!) Poffar l'Antea. criminosa.
Per bacco. Esclamazione. Crisi. T. med. Crisi. Crise.
Cribbiée. Vagliajo. Facitor di vagli. Crisi. Vicenda, Sinistro. Soentura.
Cribbiée. Vagliatore. Chi vaglia. Crispo ! Crispici. Crispicina (*aret. Vo
Cribbiéra. Vagliaja. s. f. di Vagliajo. cab. aret.). V. Cisto.
Cribbiètt
Cribbijn
º. . . . . . Picciol crivello. Crist. Cristo. Il volgo usa questa voce
e le sue derivate in modi poco ade
Cribbiòtt.... Crivello che trae al tozzo. guati al rispetto che le si deve: io ne
Cribbiùsc e Cribbiadùra. Vagliatura. registro alcuni dei più comuni come
Mondiglia che si ricava in vagliando. vocabolarista; ma badi a schivarli
Cricca. T. di Stamp. Cricca. Quel pezzuol chiunque vuol darsi a conoscere mo
di legno, infitto nella coscia sinistra rigerato Cristiano.
del torchio da stampa, sul quale va a Andà in crist. V. in Dio.
posar la mazza dopo dato il colpo Fà crist. Scattare a voto. Fare crich.
al pirrone. (così nel Voc. ven.). Non levar fuoco
CRI (364) CRO
(così l'Alb. bass. in Rater o Prendre via nè verso da fare, dire, far ese
º un rat). Dicesi del fucile quando sba guire, e simili.
glia nel pigliar fuoco. I Sicil, dicono Cristiani! o Cristianin de legn! o Cri
Fari catinazzu. stianinna! Crispicina! Esclamazione.
No avè on crist. Non aver un becco Cristoforia. . . . . Ricorrenza del giorno
d'un quattrino. V. in Quattrin. settimo di gennaio che fu dimenticata
Pari on Crist. Lo stesso che Parì sinora da tutti i dizionari italiani.
on ecceomo. V. in Ecce)mo. La Cristoforia tutti ſestie menna-via
Stà in crist. Stare in cristi(“fior. o je porta-via V. in Fèsta.
Pan. Poet. II, v., 16). Stare a dove Cristón(e Antecrist e Crist). m. b. Furi
re. V. in Drizz. fante. Gogna. Carogna. Dicesi a mo d.
Crist per Cristón. V. (fissile. imprecazione a persona di cui siamo
Cristall. Cristallo. Cristallo artifiziale o malcontenti, e che operi alla peggio.
Cristall de rocca. Cristallo di monte Critega. Critica. Censura. Criticazione.
o di montagna. Cristallo gemma. Critegà. Criticare. Censurare.
Cristàll. Cristallo per lastrone da ve Critegàa. Criticato. Censurato.
triate, carrozze, e simili. Critegh. Stitico. Di difficile contentatu
Cristallàa. Ad. di Véder. V. ra. Talora anche Cardatore. Critica
Cristallée. Cristallaro(*rom.). Venditore stro. Critichetto.
di cristalli. Critegon. Criticastro. Gran cardatore.
Cristallinna! escl. Crispicina Critéri. Criterio,
Cristallón . . . Gran lastrone di cristallo. Crivèll. T. de Fab. d'org. Crivello (Zan.
Cristallizzàss. Cristallizzarsi. Ingemmarsi. Diz. mus. ). Quadrilungo di cartone
Cristée(Cantà el) . . . . In varie parti con orlatura di legno, lungo tanto
dell'Alto Mil. usano i ragazzi nella quanto è il somiere, nel quale sono
settimana santa andare di brigata ve tanti fori quanti corrispondono ai fori
stiti a festa ai casolari del contadini del somiere stesso, che in distanza da
con un palmizio in mano e cantare esso un terzo di braccio regge e tiene
diverse orazioni relative alla passione in sesto le canne tutte d'un organo.
di G. C., traendone da quella buona Croccà. Croccare? Scrosciare. È sinonimo
gente uova o seccumi o danari coi di Cantà. V.- Dal fr. Croquer, Croquant.
quali poter bene pasquare. Ciò dicesi Croccant. Croccante(Zanob. Diz.). No
Cantà el cristee. cellata. Cialda. Cialdone, ed anche
Cristiàn. Cristiano. Mandorlato. Pasta dolce notissima.
Bon Cristian. Buon cristianaccio, Croccànt. ad. Che scroscia o stride sotto
Uom facile, alla buona, corrente. ai denti, e dicesi di pane o simili.
Chi ama i besti ama i Cristian ... Cròccia. v. a. Bujose. Carceri. Forse
Chi è crudele colle bestie lo è facil questa nostra voce antica è traslata
mente anche cogli uomini (così a p. 62 da Croccia per ostrica.
dell'Abbecedario element. lombardo). « El pover Meneghin fratant l'è in croccia ».
L' è propri inscì de Cristian bat (Magg. Fals. Filos. )
tezzaa. Da Cristiano ella è così. Crocefiss. Crocifisso.
Oh car el mè Cristian. Buon uomo Crocefissin. . . . Un picciol crocifisso,
mio caro. Quel Cristiano di quel mio e noi lo diciamo per lo più di quelli
padrone(Varchi Ercol. I, 188). sculti in argento, avorio o simile da
On disnà de Cristian. Un desinare ornarne corone, collane o simili.
da Cristiani. Crocifer. Crocifero. Portacroce,
Parla de Cristian. Parlami Cristiano, Crodà. Cadere. Il vero Decidere de Lat.
(Monos. 74). Dicesi a chi parla in La nostra voce è d'origine romanzo
modo da non essere inteso per esor svizzera Curdar, iou crod, io cado.
tarlo a più chiaro favellare. Crodà del sogn. Acer una gran ca
Per bon cristian. V. in Pér. scaggine. Tracollare. Inchinare.
Vess minga Cristian de fà, di, ot Crodagh nagotta o No crodagh on
tegni, fa fa, e sim, . . . Non trovar nè pelo. Non dare altrui del proſjerito.
CRO (365) CRO
- Dove ghe n'è quajcoss croda-via. Cròj. V. Croeüj.
P. in Senti. Crompà. Comperare. Noi lo pronunziamo
El pomm quand l'è madur besogna volentieri come i Provenzali Croum
ch'el croda. Quando il pero è maturo par. V. Comprà.
convien che cada (Buoni Prov. II, 266). Crònega. Crònaca – Al dim. Cronichetta
Tutte le volpi alla fine si rivedono in o Cronachetta – Cronichista. Cronista
pellicceria. Tutti i gruppi si riducono chi la scrive.
al pettine. Simile al franzese Quand La cronega scandalosa. Cronicaccia?
la poire est mire elle tombe(Roux Dict.) Cronaca scorretta? Foglietti segreti.
Crodà. Scanicare. Dicesi delle muraglie Si dice fig. delle maldicenze, delle
quando si scrostano. male voci correnti in paese intorno
Crodàa. Caduto. a checchessia.
Crodada. Caduta. Crònega. fig. Mal abito. Pecca. Tacca.
A la crodada di frasch o di foeuj. Vizio invecchiato, inveterato.
V. in Fràsca. « Che se dura annò sta cronega
Crodadùra. . . . Specie di malattia del Trovaroo finna el pretest
riso(oryza sativa) la quale consiste De fà on quei sonett de monega -
nel caderne in terra le granella si Per ditt dree la nomm di fest. » (Bal. Rimm).
tosto ch'elle vengono maturando, e Crònegh. Crònico.
rimanersi la pianta colla spiga nuda Cròppa. Gròppa – Groppone.
e infruttifera. Portà in croppa. Portare in groppa,
Crodèll. s. f. pl. Lo stesso che Castegn e fig. Portar basto, cioè sopportare
crodell. V. in Castègna. ingiurie; e al rovescio Non portare
Crodèll. ad. Cascaticcio. Cascatojo. Che o Non tener groppa.
cade facilmente , alla latina Deciduo. Strivaj de croppa. Tromboni. V. in
Crodèll. Ad. di Castègna, Soménza, Strivàl. -
detto da me più sopra, di fatto nella Crositt. Crociferi. Que religiosi che han
Guida di Firenze 179o a pag. 15 leg no a divisa una lunga croce in petto.
gesi Vi sono stati posti de letti sì per Anticamente erano detti anche Cro
tutta la corsia che in altre stanze; e sachieri dai Fiorentini per quanto as
nella Statistica romana del Morichini sicura il Cinelli nella Scanzia 8.º alla
leggesi pure Corsia. Noi le dicemmo voce Aron. In Roma sono detti Padri
Croser perchè nello Spedal grande della Crocetta.
furono le prime corridoje incrocia Crosceù. Crogiuolo. Crociuolo; e per idio
te; di poi incrociate o no tali cor tismo Correggiuolo.
ridoje ritennero il nome. Crosoeiù. Frugnuolo. Fornuolo. Sp. di fa
Crosera di pellegrin. V. in Pellegrin. nale che s'alluma di notte, specialm.
Croséra, ed anche sempl. Crós. T. di per pescare o uccellare. La lucerna che
Mascalcia, Croce, Garrese. Sommità v'è dentro chiamasi Testa o Bolla.
CRO - (368) CRO
« L'andava a cà sul tard col crosceu in man Crósta. Crostata o Crosta (de pasticci).
» Vun ch'el gh'aveva denter doma on poo Se l'è fada dedrizz, la pias anca
» De candiretta che l'è duraa poch ». la crosta del pastizz. V. in Pastizz.
(Bal. Rim.) Crósta o Crostinna. T. delle Cave d'are
Crosoeiù . . . I falegnami chiamano così naria di Viganò. Cappello. Nome di
per eccellenza quel pezzo di crogiuolo quelle falde di pietra mal compatta,
che sogliono adoperare in luogo di terrosa, e inutile a lavori, che rico
lapis o di gesso per segnare loro mi prono le cave e sono tramezza fra la
sure sulle tavole che stanno lavorando. terra vegetabile e le saldezze dell'are
Crosolin. . . . . Picciolo crogiuolo. naria. Corrispondono in qualche modo
Crosolón. Correggiolone(Targ. Viag. VI, al Galestro che ho veduto nelle cave
418). Gran crogiuolo. toscane. -
Vol. I. 47
CUG (37o) CUL
Cucàgna. ſig. Cuccagna. Felicità. Cugiaràda. Cucchiarata. Cucchiajata ed
Cùcca. Ad. d'Erba, Nós, Magiostra, anche Cucchiaio. Quella quantità di
Soménza, ecc. V. -
checchessia che sta in un cucchiaio.
Cuccà. Corbellare. Frodare. Truffare. Ac Cugiaréra. Cucchiajera. Busta dei cuc
coccarla. Attaccarla. Appiccarla. chiai. I diz. ital. registrano anche la
Cuccà minga. Non far cordovano. Forchettiera e la Coltelliera o Coltel
Te me cucchet minga vè. Tu non me lesca.
l'accocchi. Tu non mi giugni al canto. Cugiarin. Cucchiarino. Cucchiaino.
Cuccass. Guastarsi. Svanare. Riuscir eva Cugiarin. Cucchiajatina. On cugiarin d'oli.
nido. Una cucchiaiatina o Un cucchiaino
« Se hin tant sor de cuccass d'olio.
». Par sto petitt fogos Cugiarón. Cucchiajone – Nelle zecche
» Come ai sbrojon d'agost se cucca i nos. » usava già tempo un Cugiaron. Cuc
- (Mag. Rim.) chiaja bucata.
Cùcch. Cucco? Vecc come el cucch. Più Cùgn per Chignocù. V.
antico del brodetto. Pieno d'anni o d'età. Cugnàa. Cognato.
Cùcch. Vano. Evanido. Aj cucch, (Ruv Cugnàda. Cognata.
cucch, e sim. Aglio voto, Uovo evanido. Cugnadin. Cognatino.
Cùcch. Arrabbiato. V. in Formént. Cugnadinna. Cognatina.
Cùcch. Ad. d'Omm. Freddo. Impotente. Cugnocù per Chignocù. V.
V in Omm e in Vècc. Culàss o Culàzz. V. Foeughàrz.
Cucurucùu. Cucchiricue(*fior. – Son. di Culàtta. Natica. Chiappa.
Mess. Laz. Barbiere). Cuccherici (Mo Culàtta. Anca. Ancone.
nig. Pod. di Colog. II, 19). Cuccurucù. Culàtta. T. de'Macell. Culaccio. In genere
Chicchiricchi. Canto del gallo. la parte deretana delle bestie macel
Cucurucùu. Gheriglio. Gariglio. Polpa late separata dai tagli della coscia,
della noce, che nell'Alto Mil. dicono e in ispecie la Groppa di culaccio.
Cocò. Culàtta. . . . . . Gli spazzacammini chia
Cugiàa. Cucchiajo. mano così un cencio a più doppi di
Manegh. Codolo = Cuu. Palla. cui a guisa di culatta o batticulo si
Cugiaa sforaa. . . . . . . Specie di fanno difesa al sedere quando salgono
cucchiaio tutto sforacchiato col quale su per le gole de cammini a spazzarle.
si spande lo zucchero sulle fragole, Culàtta. Groppa. Groppone.
sui lamponi e simili, acconci che siano. Culatta.... Quel sacco in cui finisce l'in
Mangià l'or cont el cugiaa. V. in Or. testino retto (buell drizz o salsizzon).
Menestra freggia cugiaa tiraa. Tro Culatta. Il Retto. Specie di budello che
vare il diavol nel catino, cioè Arrivar lo Scappi dice Budel mastro.
tardi a mensa. Culàtta de canon, de s'ciopp, ecc. Cu
v Perdes in don cugiaa d'acqua. V. in latta del cannone, dell'archibuso, ecc.
Acqua. Culattin. Chiappòla (Boer. Diz. ven.).
Rivà a la levazion di cugiaa. Giun Culattìn. T. de Macell. ecc. Mela di cur
gere al dar dell'arme in tavola. Così laccio. La parte più tenera del culac
nel Voc. ven., e vale Arrivare in sul cio ne manzi e simili. Nelle bestie
principiare del pranzo. A questa nostra minori, come ne porci, negli agnelli,
Levazion di cugiaa sono affini quel pas ne capretti, s'intende semplicemente
- so del Ricciardetto(V, 67) che dice per Culaccio.
“ Ma sento scucchiarare le forcine, Culattin. V. Curattin.
” Segno che a cena il cucinier c'invita. - Culètt. Coppettino. Quella parte d'un ca
e quella terzina del Fagiuoli(Rime III, lice che ne abbraccia la coppa, parte
12o) che vuole che viene detta Faeuja quando è fog
« La commedia s'intitoli La Cena; giata a mo' di calice florale polifillo.
» Di forchette, coltei, piatti, cucchiai Culin. Culetto.
Soda la sinfonia più grata e piena. -
Culiséo scherz. Culiseo. Bel di Roma.
Cugida per Cugiaràda. V. V. Cùu.
CUN (371 ) CUN
Culitt. Arcioni. Nelle culle sono que”due | Cunètta. . . . Picciolo sfondo in una via.
come cavalletti che le sorreggono. Cunettìnna. Dim. di Cunètta. V.
Culitt (Giugà ai). . . . . Così chiamano | Cùni. Anseri. Vecchioni. Castagne cotte
in Brianza il giuoco detto comune in forno e spruzzate di vin bianco,
mente fra noi Saltaformàggia. V. serbatoie e dolcissime, forse all'uso
Cùll. Voce sinonima di Cùu, la quale originario di Cuneo.
pei soliti capricci di lingua si ha per Cunin. Culletta (Biring. Pirotec. p. 59
più scurrile e da schivarsi. V. verso). Picciola culla.
Culón. V. Curasción. Cunln. Alari. Capifuochi. Capitoni. Il
Culòtt. T. di Zecca e d'Orefic. Culatta. nostro Cunin in tanto è diverso dal
Quell'oro o quell'argento che resta in Brandinaa, in quanto che n'è più
fondo al crogiuolo bell'e fuso e netto basso e non ha il fusto alto dinanzi
di scoria; il culaccino del crogiuolo. come esso. Il Brandinaa corrisponde
Culòtt de crosoeu. T. di Zecca. . . . . . propriamente al Chenet, ed il Cunin
Così chiamano i fonditori di zecca alla Chevrette de Francesi (vedine la
quel cul di crogiuolo che sogliono figura a culla nell'Op. dello Scappi).
mettere tra il fuoco e il crogiuolo On cunin. Un alare(Vas. 686).
entro cui stanno fondendo oro od | Cunin per Cunétt. V.
argento, onde impedire che il fuoco | Cùnna. Cuna. Culla. Zana.
non agisca con troppa violenza sul Culitt o Pee. Arcioni = Còregh. Va
crogiuolo stesso. Altre volte usava per no? = Manescitt. Manichi? = Boffett o
tale scopo un piattello di terra cotta, Archett. Testiera? Arcuccio? = Spond.
e perciò l'Alb. bass. traduce il fran Sponde.
cese Culot per Piattello. Barattà el fioeu in la cunna. fig.
Cùlpa. Voce latina usata nelle frasi Scambiar le carte o i dadi in mano.
Dì mea culpa. Chiamarsi in colpa Cùnt. Conto.
di checchessia. A bon cunt. A buona cautela. A ben
Mea culpa. A rifar di mio. Sette mio. essere. Per buon rispetto. Per ogni
Cumèrlo. . . . . . Specie di malattia degli buon rispetto. Per abbondare in cau
uccelli che altri dicono Smorbioeü. V. tela, per non mancare in diligenza.
Cumò. Cassettone. Mobile noto. La no A cunt. A conto. A buon conto.
stra voce pare corrotta dal francese A cunt longh. A conto lungo(Paol.
Commode. Oper. I, 4o4).
Fond. Fondo? = Schenal. Schiena e A fà el cunt senza l'ost el se fa
Dorso. Dosso e Contraffond. Contraf dò voeult. fig. Chi fa il conto senza
fondo? = Register. Guide? = Cadenn. l'oste l'ha a far due volte.
. . . . . - Coverc. Coperto? - Spall. A fà i cunt giust. A fare i conti
Spalle? giusti(Trinci Agric. I, 99).
Cumorin. . . . . Picciol cassettone. Al streng di cunt. Al far dei conti.
Cumquibus. V. Conquibus. Al levar delle tende. Al ristretto. Da
Cunà. Cullare. Ninnare. ultimo. Al fin del fatto.
Cunà. v. a. Svignare. Sbiettare. Fuggire. A tutt i cunt. A marciaforza. In ogni
Cunètt (che altri dicono Cunin o Ar modo, assolutamente, risolutamente.
chètt). Cassetta? Arcuccio ? Arnese Avegh dent el sò cunt. Trovarci il
che si mette nel letto da chi vi tiene suo conto, il suo utile.
seco i bambini per impedire che ri Bravo de fà cunt. Bravo aritmetico
mangano soffocati. o ragioniere o abbachista.
Cunètta. V. Cunin sig. 1.” Buttà a bon cunt. Lo stesso che
Cunètta. Gorna. Colatojo. Nome di quelle Mett el coo a cà o a partii. V. in Cóo.
fossette acciottolate, ammattonate o Buttà a mal cunt.... Riuscir a male.
lastricate che si fanno tutto lungo i Cercà el cunt de menuder. Caratare.
due lati delle strade in vicinanza Vagliare. Cercare il pel nell'uovo.
delle banchine, e che servono come Cunt avert. Conto acceso o aperto.
scolatoi laterali delle acque. Cunt corent. Conto corrente.
- -
CUN (372 ) CUN
Cunt a tiron. Merito a capo d'alcun Fà i cunt sui did. V. in Did.
tempo(Cat. Prat. Matem. p. 54), e volg. Fà i sò cunt. Far conto. Disegna
Merito doppio. re. Pensarsi.
Cunt de figura. Conto morto. Fà maa i sò cunt . . . . Ponderar
Cunt liquid.Conto riconosciuto esatto. male i casi suoi, appigliarsi a poco
Cunt saldaa. Conto spento, saldato, savio o poco utile partito – od an
pareggiato. che Ingannarsi ne propri pronostici
Cunt sospes. Conto fermo. o nella opinione concetta intorno alla
Cunt de speziee. . . . . . . Conto riuscita di checchessia.
alterato, esagerato, che sa di ladro Giustà i cunt (che negli uffizi e nei
maja. Partie d'Apoticaire dicono an banchi dicono spesso Liquidà)- Pa
che i Francesi. reggiare i conti. Acconciar le partite.
Dà a cunt o in cunt. Dare a buon Contare con uno.
pensiero. Colui l'ho perda nulla; e fam. Cuntéra dicono alcuni per Marcadòra. V.
L'ho per le due coppe o in cupola. Cuntista. Abbachista. Abbachiere.
Cuntà su vum. Fondarsi in alcuno. Cupola. Cupola.
Cuntà e Cuntà-sù. Dire. Esporre. Rac Invòlt o Vòlt. Volta – Lanternin.
contare. Narrare. Contare. Lanterna. Pergamena - . . . . Palla.
Consolass de vessanmò lì a cuntalla. Mela - . . . Nodo = . . . Palo.
. . . . Consolarsi d'esser tuttora vivo. Cùpola. T. d'Archib. Coccia. Fornitura
Cuntalla fiacca. V. in Fiàcch. di ferro o altro metallo con cui si
Cuntà tutt i pett o tutt i minim riveste il calcio dell'archibugio o sim.
pett cagaa. V. in Pètt. Cùpola. T. de' Coltell. Cocchiglia. Spe
Gh'et di parent, vaghel a cunta... cie di bottone con che si guernisce
Tu dici le ragioni ai birri; io non da piede il manico dei coltelli.
ho orecchi per te; non m'importa Cupolin. Cupolino. Cupoletta,
di te; non mi curo del fatto tuo. Cupolònna. . . . . Gran cupola.
Podè cuntalla. . . . . Aver danari Cupolòtt. . . . . . Cupola tozza.
o salute da spendere. Cupèrta. v. verbanense. Copertino.
Cuntà. Pagare. Contare. Gh'ho cuntaa Cùra (la). Cura. Parrocchia – Ona cura
de foeura. Pieve. Piviere.
i sò danee e pace. Gli ho contati i
Cùra d'anim. Cura d'anime.
suoi danari e patta.
Cuntàa. Contato. Conto. Curà. Curare. Medicare.
Cùra. T. med. Cura. Curazione.
Cuntabàll. Contator di sogni.
El dottor de la cura. Il curante. Il
Cuntàbil. Computista. Ragioniere.
medico curante.
Cuntabilitàa. Computisteria.
Cuntàda. Contazione. Curà. Custodire. Guardare. Curà i mort,
Cuntadinna. . . . . Dagh ona cuntadinna. Curà la cà, Curà i fioeu. Custodire o
Fare un po' di novero. Noverare. Guardare i morti, la casa, i figli.
Cuntànt. Contanti. Curà. Aspettare. Badare. Abbadare. Cu
Cuntapàss. Contapasso(Zanob. Diz.). Con rà vun. Badar che passi uno.
tapassi(Min.); e dottr. Odòmetro o Per Curà vun. Appostare(Salv. Spina II, 6).
ambulatore, come lo nomina il Cri Badar uno(*tosc. e poet. pis. I, 65).
stiani(Mis. ant. e mod. p. 55, nota 74). Velettare uno(Macchiav. IX, 241). Stare
Macchinetta a mo' d'oriuolo che, ri alle velette, cioè alle vedette, per
spondendo per una funicella al piè cogliere uno.
d'un uomo o alla ruota d'una car Curascèll.
rozza, misura il cammino ch'e fanno. Curascin.
º Culetto? Culaccino?
da sedere.
Cuu faa a pomm... Cul tondo affatto.
Avegh el cuu su la faccia. Aver Cuu faa come on remissell... Culo
fatto buona cotenna. Quello che i tonderello che par una mela casolana.
Latini dicevano Facie geminum esse. Dà el cuu per terra. fig. Dare giù.
Avegh el foeugh al cuu. V, in Foeügh. Dare del ceffo in terra. Fallire.
Avegh grev el cuu (che anche di Dà el cuu su on spinasc. fig. Dar
cesi Avegh grevi strivaj) . . . Essere del culo in un cavicchio. Dar in male.
pesante, muoversi a stento, a cul pari. Desquattà el cuu. V. sotto Mostra
Avè in cull. Modo basso e da schi el cuu.
varsi. Aver nel puro mezzo del qua El cuu nol porta penna. . . . Det
derno(Alleg. 167). Aver dove si ficca tato di pedagogia famigliare col quale
la lucerna(Alleg. 148). Averuno donde si senza avvedercene consigliamo chi
soffiano le noci Doni Zucca p. 191 ver vuol pure usare le percosse co fan
so). Aver uno nell'anello o nelle code o ciulli a non dare che sculacciate co
in cupola o nel bel di Roma o nel sedere me le meno perigliose per la salute,
o in tasca o in quel servizio o in quel e quindi a limitarle ai soli bimbi (chè
l'ultimo servizio; Avere nella tacca dello coi grandicelli lo sculacciare sarebbe
zoccolo o nello zero; Avere uno dentro sconcezza) ai quali c'est ridicul parler
d'un sacchetto; Aver a carte quaranta raison dicono i Francesi – Talora si
otto; Aver nel mezzo del quaderno. dice anche per racconsolare chi tocchi
Avè tanti ann sul cuu. Aver parec una culata in terra o in checchessia.
chi anni addosso(Targ. Viag. V, 1). El prim ann a brazza brazz, el se
Aver molti anni in sul gallone o in gond pattei e fass, el terz ann a cuu
sulle chiappe o sul buratto (Zanon Rag. a cuu, el quart ann quant'e mai t'hoo
civ. III, 6). Essere attempato. cognossuu... Cenno scherzevole delle
Avegh tanto de cuu. Essere naticuto vicende a cui suole andar soggetta
parlandosi di persone. Essere arcirag l'affezion conjugale in chi si marita
giunto parlandosi di pollami. ricco di corpo e povero di cuore e
Avè mangiaa el cuu de la gaijnna. di mente. I contadini si limitano in
ſig. V. in Gaijnna. vece ad accennare la susseguenza dei
Avè on cuu grand comè ona cà. pesi conjugali all'allegria delle nozze
Avere un cul che pare un vicinato o col dire El primm ann stringh e bin
una badia. - -
taa el cuu mi. . . . . Dicesi da chi Podè grattass el cuu (d'ona o per
rivede uom fatto alcuno ch ebbe in ona robba). Potere sputar la voglia
sua cura da bimbo. di checchessia.
La camisa no la ghe tocca el cuu. Savè de cuu . . . Parl. di tabacco
fig. V. in Camisa. vale Sentir di chiuso, di stantio, aver
Lassà ch'el cuu caragna. . . . Far sito di chiuso.
delle crocette per isparagnare. Schiscem el cuu, lassem el coo, te
Lusì el cuu. fig. Rilucere il pelo. vedaree cossa te faroo . . . Si suol
Mangiass la paja sott al cuu. V. Paja. dire come in modo enimmatico per
Menà el cuu o el fetton. Culeggiare, e accennare le pulci.
ant. Culibare. Rimenarsi come una cu Scolda el cuu a vun. fig. Fare il
trettola (Fir. Op. II, 58 – Monig. Serv. culo rosso altrui. Sculacciare.
nob. III, 14), e fig. Faticare. VStronzonà. Senza cutu. Sgroppato. Magrissimo.
Mett el cuu al mur. ſig. Mettersi o Sont tant fortunaa che me bagna
Stare alla dura. Voler checchessia a rev el cuu anch che fuss settaa. Non
scesa di testa. feci mai bucato ch e non piovesse.
Mett el cuu sul pozzo Mostrà el Streng el cuu. V. in Stréng.
cuu o Dà el cuu per terra. Lo stesso Taccà ona brugna al cuu. V. in
che Scurattà la preja. V. in Scurattà. Brùgna.
Mett-giò el cuu in don sit. Appol Temp e cuu voeuren fà come voeu
lajarsi. Accularsi. ren lor o vero Temp e cuu el fa co
Mostrà el cuu. pos. e fig. Mostrare me el voeur lù. Nè di tempo nè di
il culo o il culattario; ed anche parl. signoria non ti dar malinconia.
di falliti Dar del culo in sul petrone Tira-indree el cuu de quajcossa. fig.
o in sul lastrone. Tirarsene indietro. Ritirarsi. Ritrarsi.
No avè camisa de quattass el cuu. Dicesi di chi si mostra dubbioso o
fig. V. in Camisa. malvolenteroso di fare checchessia.
No vorè nè per i pee nè per el Tirass al cuu on bugnon. V. in Bu
cuu. Non volere a niun patto, a niun, gnon. -
modo, a niun partito. Non voler al Trà in aria el cuu. Dare del culo
cuno nè cotto nè crudo. Non ne voler a leva. Dicesi per lo più de cavalli.
sapere più nulla. Il nostro dettato ha Tutteoss va al cuu salvo el ma
origine dalla nota versione che ſacca negh del cazzuu. . . . . Risposta co
lo sgraziato chierico dell'iscrizione mune in bocca delle donne popolari
Nec prope nec procul posta sull'archi allorchè vengano rimproverate di poca
trave d'un camminetto. nettezza nel cucinare, quasi volessero
Ogni pè in del cuu el manda inanz dire non essere così schizzinoso il
on pass. fig. Ogni prun fa siepe. ventre come il palato – Talora dicesi
Ona porzion l'è el coo e ona por per rincorare chi abbia per caso in
zion l'è el cuu. . . . . . Dettato che ghiottito noccioli o simili corpi duri.
Vol. I, 48
CUU (378) CUU
Usmà el cuu. scherz. Fiutar la spe Cùu. Falda. Nei cappelli è il fondo.
zieria(Cini Des. e Sp. II, 9). Cùu . . . . Quella parte della crostata
Vatt a fà impieni el cuu d'aj. Va d'un pasticcio che gli è base, la quale
al barone. Va in malora. Va in chiasso. i Francesi chiamano l'Abaisse.
Vegnì el cuu quader o Tirà mai Cùu d'articiocch. Girello.
sù el cuu del scagn. Starsi inciscran Cùu de cadrega. Sedere.
nato. Starsi tutto il dì inchiodato sur Cùu de la scuffia..... Fondo della cuffia.
una seggiola a leggere, scrivere, la Cùu de sacch. Via senza capo. Vicolo
vorare, ecc. Faire le cul de plomb senza riuscita (Crusca in Soprassedere).
dicono i Francesi. Cùu de la guggia. Cruna.
Vegnì i ragner sul bus del cuu. fig. Cùu. T. degli Strum. Fondo (così l'Alb.
Stare a crusca e cavoli. enc. in Anima). Quella tavola che alle
Vess come cuu e camisa. Lo stesso volte è anche divisa in due pezzi, e
che Vess scisger e buell. V. in Buèll. che forma la pancia per dir così d'un
Vess col cuuper terra. . . . Essere violino o simile.
tozzo, nano, sciatto, tombolotto. Cùu de Paris . . . . Culo posticcio.
Vess on gran cuu. . . . Fra i cor Cùu de salamm. Culatta. Noi intendia
rieri, i cavallerizzi e simili equivale mo per questa voce tutte le ultime
a una dichiarazione di valenteria nel fette sia da capo sia da piè de sala
mestiere, è come dire non esser se mi. Perciò ogni nostro salame ha due
condo a nessuno nel reggere in sella culatte, e quello che chiamiamo de
a lungo e continuo viaggiare. fidegh ne ha tre: due collegate, e la
Vess tra el cuu e la merda. fig. Essere terza ch'esce della sua ventricosità
tra Scilla e Cariddi, tra l'uscio e il deretana allorchè nell'affettarlo s ar
muro, tra l'incudine e il martello. riva ad essa.
Voltà cl cuu. Volgere le spalle. Dare Cùu. T. de Panieraj, Fondo. Culo? Il
delle calcagna. fondo dei panieri, delle corbe, delle
Cùu de botteglia, de biccer, de can ceste e sim., qual che ne sia la forma
dila, de cassa, de l'oeuv, e sim. Culo. Cros. Crociera - Cors . . . .
Il fondo. Cùu di caldar. Melame(“tosc. e poema
Andà-giò el cuu. Sfondarsi. Dicesi d'un autor pisano).
parlando d'orci, bicchieri, ceste, ecc. Bella come el cuu de la padella.
Andà sul cuu de la cassa. V. Càssa. V. in Padèlla.
Fà el cuu ai candil. T. de' Cera Cùu. Rovescio.
juoli. Accular le candele. Batt o Dagh de cuu. T. del Giuoco
Vedegh el cuu a ona botteglia. di Bigl. . . . . Spignere la palla non
Vedere il fondo a una bottiglia(così colla testa ma col piè dell'asticciuola.
il Guadag. Poes. II, 164). Vedere il Linia de cuu. V. in Linia,
fondo a un bicchiero o sim.(Alleg. 251). Cùu. met. . . . . Sorte, fortuna, detta.
Vess sul cuu. Star a fare all'amore P. Cavicc fig.
col fondo(Fag. Mar. alla moda II, 9). Cùu-bianch. Culbianco. Culo bianco. Mas
Dicesi delle casse o sim. allorchè le sajola. Uccello frequente ne prati ma
robe in esse contenute sono sul finire.
gri, nei campi gretosi e negli scopeti.
Voltà cont el cuu in su. Capovolgere. È la Motacilla Oenanthe Lin.
-v
GIUNTE E CORREZIONI AL VOLUME PRIMO.
A HI AM I
A dicono i cont. brianz. per Anch. Anche. Lavora Ahn. An(Cecchi Assiuolo I, 2).
a'i besti. Lavorano anche le bestie. = in Aj ag. Ai cucch. Aglio vano.
= in Abàa ag. Abaa de desimpegn. V. Desimpègn. Compaa de l'aj. V. Compàa nel Vocab.
Abào. V. Sovénda, Vöga, Tracciù nel Vocab. = in Ajrosa ag. Forse il Contentin d'l'aj dei
= in Accòrd. ag. Di bel patto(Lasca Pinzoc. Parmigiani.
III, 2). Di bella compagnia(Dav. Tac. Ann. III, = in Ala ag. Al de balenna. V. Balènna nel Voc.
p. 11o) in senso tristo. V. anche De bon e Al s. f. pl ... Nelle staffe da cavalcare sono
bon in Bön nel Vocab. i due ritti detti dai Francesi Montans.
= in Acqua ag e in gergo Chiarello. Albergator e Albèrgo. V. Obergista e Obèrsg.
Acqua cotta. Acquaborra? Album (l'). Albo(Giorn. georg. II, 15).
Acqua d'odor. Acqua da viso(Nov.san. II, 74). Aleanza. Fede? Specie d'anello; dal francese
Balcà l'acqua. Spiovere. Bague à l'alliance.
El ven l'acqua a la fin ma coi tempest. = in Alégher ag.
V. Tempesta nel Vocab. Alegher come on pess. V. Pèss nel Vocab.
N'hoo mai avuu manca on bever d'acqua. Andà-giò alegher. Caricar la mano.
Io non n'ebbi neppure un bicchier d'acqua Avegh de sta alegher. Poter di checchessia
(Monos. 289). fare assai larghe spese(Sacch. Nov. 145).
Tegni pù nè vin nè acqua. V. Vin nel Voc. Alegrèzza. Allegrezza – Abbiamo nei nostri uffi
– corr. Bartolomée in Bartolamée, e ag. V. Pè. ziuoli alcune Preghiere che diciamo I sett ale
Acqua. Acqua. Per fiume, rio, torrente e sim. grezz de la Madonna. t
I pont hin bon de passà i acqu. V. Pönt. Alètta. T. de Macell. Sfaldatura di polso. Taglio
Pari on pess focura de l'acqua. V. Pèss. del bue che fa parte del maggior taglio così
Quand dà-focura i acqu. In tempi d'escre detto Spalla, ed è conterminato dai tagli così
Acquada. Acquazzone. (scenza. detti Coppa, Coll, Riaa e Cost de la cros. V.
Acquaroeù. Colatojo ? Aggottatoio? Melle barche Alév. Allievo(Last. IV, 61, 63 e pass.). Rede. Redo.
è lo spazio senza sterno a uso d'aggottare. Parlandosi di bestie bovinc.
= in Acquasantin ag. (“fior. – Gigli Sorel. III, 6). Alpée. Uomo d'alpe (Sacch. Nov. 173).
Vaso da acqua benedetta(Testamento del Bocc.). = in Altàr ag. El robarav anca su l'altar. V.
Acquàscia. Acquàccia(Firenz. Op. VI, 196). Robà nel Vocab.
= in Adorà ag. Cosse stet lì a adorall? Che musi = in Alter ag. Alter! o Alter che. E come bene!
tu? Che stai musando su quell'oggetto? V. anche Che nel Vocab.
= in Adrée ag. Alzada. T. de Credenz. Trionfoccio da tavola?
Andà adree a la canella. Andar rasente ecc. = in Alzapè ag. De'saliscendi annovera più specie
Andà adree a vun. Andar dietro a uno(Vas. il Diz. Artigl., cioè Saliscendo a doccia, a pol
7o5). Morir quasi subito dopo lui. lice, a manubrio, a mazzacavallo, con testa a
Vess adree a fà, a di, ecc. Esser dietro a coda, ecc. e sono quelli detti dai Fr. Loquet
fare, dire ecc.(Salviati Spina II, 2). en gouttiere, a poucier, a vielle, ecc.
= in Aféda ag. Alla fe. A fe. A fe di Dio. Amabil. Ad. di Vin. V. Vin nel Vocab.
Alla fe buona. Se il ciel mi salvi. Così Dio = in Amalàa ag. Vess ammalada. Avere il mal delle
m'ajuti. due milze (Monos. p. 4o4). Esser sopra parto
= in Afezión ag. Prezzi d'afezion. V. Prèzzi. Amarètt. V. il Voc. e ag. Il Voc. piac. lo chiama
Africàn. . . . . Specie di confezione incrostata di Spumiglia amara, senza però addurne autorità.
cioccolatte. Ambrosin. . . . . Nome di quasi tutte le monete
Aghett (Tira i). Lo stesso che Andà al cagaratt. V. milanesi coniatesi fin verso la metà del secolo
= in Agord ag. Ardito(Gior. agr. IV, 432 e VIII, quattordicesimo, a cui dava origine l'effigie di
31 3). Sett lira e mezza agord. Libbre sette e sant'Ambrogio che vi stava sopra.
mezzo ardite – Ingordo (Burch. Son. a p. 2o3). = in Amid ag. Ve n'ha di più qualità, cioè A
Agrùm(ingl. Groom). V. Grùmm nel Vocab. uso Paris – Sorafin - Fior - Mezzan –
Ah! Non mai! Modo negativo. De ris o risinna.
AND (38o ) ANS
Amid camellaa. . . . L'amido non in pani, tegnill saraa-sù polit. Il cammino quando non
ma in cannelle come viene fatto (negl'imbutini arde va tenuto ben chiuso.
a cannelle detti sighignaul) da alcuni fabbri Andà in di vott ann e sim. Camminare sopra
catori. Le cannelle stesse poi vengono foggiate l'età di otto, nove, dieci anni e simili.
a spira, a frastagli, ecc. ecc. secondo capricci. Aneda d'India. V. India nel Vocab.
Fa perd l'amid. V. in Perd nel Vocab. = in Anell ag. Con l'anell in did (spos). Ina
= in Amis ag. nellato (Doni Zucca, p. 89).
I amis him quist (e s'accennano i quattrini). = in Anema ag.
P. il Voc. in Danée. Anema busserinna. V. Busserinna nel Vocab.
Amis de capell. Amici dallo starnuto dai Anima dannada. V. Dannàa nel Vocab.
quali non si cava altro di buono che un Dio Anima del Signor. V. Signor nel Vocab.
t'ajuti (Doni Zucca, pag. 6 verso). Amici da Anima freggia. V. Polla freggia nel Vocab.
buon tempo(Firenz. Opere II, 81). Avegh su l'anima di peccaa. V. in Peccaa.
L'è mej on amis, ecc. V. Parént nel Vocab. Cagà l'anema. Cacar le curatelle.
Semm amis ? . . . . . . . Modo di dire che si In cura d'anim. V. Cura nel Vocab.
usa come per chiamarci a parte con alcuno di Romp o Seccà o Toeiù l'anima. V. in Romp.
robe o beni ch'egli venga allora allora acqui Salta-foeura l'anema del corp. V. Corp nel Voc.
stando o rinvenendo, o di cibi che stia attual Te cavi l'anima. Tu ciberai le cervella
mente godendo. (Aret. Tal. V, 4). Espressione di braveria.
Servi d'amis. V. in Servi nel Vocab. Tend per l'anema toa. Escimi d'attorno.
Amisòn. Amicone(Mann. Vegl. piac. III, 37). Bada a te. Non mi frastornare o noiare.
= in Amór ag. El primm amor. Il primo amore Anema. Anima (Diz. mus.). Neglistrumenti da
(Pol. Ingann. I, 3). Il primo amore e quel arco è un bastoncino di legno posto per ritto
che puote più ch'altro(Mach. Com. in versi V, 3). nel corpo di essi strumenti, che risponde a quella
D'amor e accord. V. sopra Accòrd. parte del ponticello su cui posa il cantino.
Fà l'amor a ona robba. Far all'amore con = in Anes ag. Pianta e seme della Pimpinella
checchessia(Fag. Pod. spil. II, 15). Aspirare a anisum L. – Acqua anaciata.
possederla. Anes stellaa. Anice stellare o stellato. Fi
L'amor e i donn la san longa. V. in Dònna. n cchio della China. Pianta e seme dell'Ifi
L' amor el ven de l' amor. Proverbio Ama cuum anisatum o Badiana vulg. offic. dei bot.
chi t'ama è fatto antico. Chi vuol servigi biso Anes rizz. Anice riccio?
gna farne. Un piede aiuta l'altro(Monos. p. 1 o 1). Anesitt. . . . Biscottini con pizzicata d'anici sopra.
Per amor. Per l'amore. Per causa. I ha = in Angalett ag. N'è una specie la Abbottitura
minga fenii per amor de la mort. Non le fini (“Giorg. Georg. XI, 119) dei Mugellani, cioè
per l'amor della morte (Vas. 277). l'Aguzzatura a becco di flauto o l'Ugnare o
L'amor la fa deventa guzz anca i bocc. Tagliare a ugnatura.
V. Boggia nel Vocab. (reggiare. = in Angiol ag. Angiol custod. V. Custòd nel Voc.
= in Ampi ag. Avegh di ampi de vomit. Arco Angonia. V. Campanna di vintidò in Vintido. V.
Anca. T. de'Macell. Lacca ? Taglio che fa parte = in Ann pag. 27 colonna prima riga sestultima
del maggior taglio detto Culaccio. E conter dopo eterno ag., ed è parte del dettato. A chi
minato dai tagli così detti Culaccio, Cossin e vive in affanno un giorno par piu lungo d'aa
Ciav. E la parte intera del culaccio. anno (Monig. Serv. nob. II, 1).
Anchètt (Tirà i). Lo stesso che Anda al cagaratt. V. Avegh tanti anni sul cuu. V. Cùu nel Voe.
Anconnètta. Tabernacoletto. Tabernacolino.
Hin minga i ann che fa. E non bisogna guar
= in Andà ag. Camminare. V. anche in Caminà – dare al tempo (Monos. p. 38). L'abilità non si mi
Accosciare, Camminacchiare, Ciampicare, Stri sura dagli anni.
sciare, Culeggiare o Sculettare, Buzzicare sono L'amn che ven. L'anno che viene(Soder. Cole.
specie diverse di Andare. viti p. 1 o 1 – Vett. Colt. Ul. p. 155). -
Andagh dent. V. in Brazza nel Vocab. On ann con l'olter. Un anno per l'altro(Gior.
Anda-sù........ Al giuoco delle pallottole Georg. II, 2o7, 23o e passim.). Ad anno
(bocc) sig. Mandar pianamente la propria pal comune(ivi II, 21 o).
lottola al lecco.
Sti quattercent ann. V. Quattercént nel Voc.
Andà-sù a fà lista.... Fare o Farsi fare grossa Tutt i ann en passa vun. Ogni di ne va
e continuata credenza. un di, e si suol dire con relazione al progres
Fà andà. Friggere. Torna a fà andà. Rifriggere. sivo crescere o decrescere delle facoltà mentali
Se la va la va, se de no pazienza. Se coglie colga, e fisiche dell'uomo.
se non, avesti paura (Doni Zucca, prol. riga 1 1). Annon. . . . . . Fior d'annata, anno ubertoso.
Andà (parlandosi di neve). Sciogliersi. = in Ansa ag. Il Machiav. Op. VI, 1oo ha Torre
Andà (parlandosi di cammini). Ardere(Targ. Viag. ansa a uno di checchessia.
VI, 58). El camin quand cl va-no besogna Da ansa, Dare adito o attacco o presa, ccc
ARG (381 ) AV A
= in Anta ag. Essere agli anta. Passare gli anta Ari. Arri. Voci colle quali i mulattieri animano
(Pol. Ingann. I, 1) – Il Paoli, p. 3o5, cita al corso i muli.
anch'esso in un proverbio il Passar l'anta, ma = in Aria ag. Aria fissa. Aria fissa.
con estensione oltre il signif della nostra anta. El tira aria cattiva. Vuol esser aria colata
Antavegilia. Antivigilia. ohe mi faccia colare qualche flussion sulle rene
Antènna. Pennone. (Fag. Ast. bal. I, 4). E v'abbaja la volpe.
= in Antonin ag. Far di Marte un Martino Fil d'aria. V. Fil nel Vocab.
(Fag. Zing.). Far di botti barili(Mon. p. 5). Restà a mezz'aria. Rimanere in asso.
Apènna. Appena. (Crepare. Vedè i robb per aria. V. Vedè nel Vocab.
= in Apertura ag. Crepatura. Fassegh on'apertura: Vess on usell de l'aria. V. Usèll nel Vocab.
Apissin. V. Pontinna nel Vocab. Aria per Vano, Spazio – Dà aria a ona pagina.
= in Aprilag. Aprile dolce dormire(Monos. p. 376). Lo stesso che Mett del bianch in d'ona pagina.
April pioeuva pioeuva che faremm gross la V. sotto Bianch nel Vocab.
coeuva. V. in Pioeùv nel Vocab. Aria descompagna. T. mus. Aria dissimbola.
Aquilònna. Aquilone(Tass. Secch. II, 55). Ariètta sfacciada. Villana auretta(Monti Bassvil. 3).
Aratori. Aratorio? Agg. di Terreno solito ararsi. Arlecchin (Fà el feugh d'). V. in Foeügh nel Voc. -
Arbàs. v. a. Daz. Merc. per Burattòn (panno). V. Arma o Armètta. Borchia. V. in Mors nel Voc.
Arbasètt. v. a. Daz. Merc. Albagio? Nome antico di Armà. Mettere in campo. Arma di scus, di pretest
due stoffe, l'una di sola lana, l'altra di seta e lana. e simili. V. nel Vocab. Scùsa, Pretèst, ecc.
Arboràa. Arborato – Pomifero. Armada. Ad. di Cadréga. V. questa voce nel Vocab.
Arborinn. V. Erborinn nel Vocab. Armandola a cominciano a dir alcuni per Crocànt. V.
= in Archètt ag. Tirà o Sonà l'archett. Lo stesso = in Armandolin leva Cordiera. Scagnell. Ponti
che Andà al cagaratt. V. questa voce nel Vocab. cello e Anima, e ag. Tirant. Cordiera = Cadenn.
Archètt. Archetto. Armatura di ferro manicata onde Catena.
s'armano seghe o line da fabbriferraj. Arsón. Arcione da sella o basto.
Archettàda. Archettata(Doni Com. Burch. p. 25). Art da noi si usa ma solo in gen. mas.; p. es. L'è
Colpo d'arco da violino o sim. el mè art che importa inscì. L'arte mia vuol così.
Architt.... Nell'ordine composito e corintio quei = in Articiocch ag. Mazza ferrata. Specie di car
fregiuzzi in mezzo ai quali stanno i dentelli. ciofo senza spine e di boccia quasi tonda.
Arciprèss. v. cont. br. per Ciprèss(erba). Artifizi...... Tutto il congegno d'un mulino.
Ardént. Ad. di Mòrs, Imboccadùra, ecc. V. Ascia (Cattagh l'). Trovare l'agevol bordo.
Arèd (Fà). Far comparita o compariscenza. Il Foi = in Asée ag. El vin dolz el deventa di vocult
sonner de'Francesi. asee rabbiaa. V. in Vin nel Vocab.
Argaster. Ergastolo(“fior. – Guida di Firenze 179o, = in Asen ag.
p. 142). Casa di lavoro forzato. Avegh la bellezza de l'asen. V. Bellèzza in
Argént. T. cont...... Voce collettiva che indica quest'Appendice.
ogni ornato d'argento e anche d'oro che il Chi frega asen deventa boeu. V. Bocù nel Voc.
contadino doni alla sua fidanzata. In Toscana Pell d'asen. V. Pèll nel Vocab.
dicono Gli ori(Gior. agr. I, 99), il che mostra Asón. Ganozze(così l'Alb. bass. in Couplets). Quella
che spesso l'agiatezza del produttori è in ragione specie d'anelli coi quali per mezzo di chiavette
inversa della fertilità delle terre producenti. (ciavell) si congiugne il timpano col carro
A l'argent ghe pensi mi. Agli ori ci penso io. del torchio da stampa.
Argentin. V. in Carta nel Vocab. Aspada. . . . . Quattro matasse tratte a un tempo
Arghen ag. Le parti dell'argano orizzontale si sul medesimo naspo dalla trattora di seta.
dicono secondo il Diz. Artigl. Fianchi o Cosce Assa di corrieu. V. Corriocù nel Vocab. - -
= Traverse dei fianchi – Zeppe = Verri = in Assàa ag. E forse meglio Assile(Monos. 378).
cello = Fasciature dei fianchi – Fasciature Assètt del petten. V. Colognètt nel Vocab. -
del verricello = Piastra a orecchie – Caviglia Ast. s. f.pl. Aste. Le due parti laterali del morso.
alla romana con catenella e rampone - Quelle in alcuni morsi diritte, in altri più o meno ar
dell'argano verticale diconsi Sole = Traverse cuate, che sono per così dire i ritti del morso.
delle sole – Zeppe = Ritti = Calastrello del Asta. T. del Giuoco di Pallam. ... ... Quell'asta
perno dell'anima – Calastrello del collo = colla quale si levano e trucciano le palle.
Rotolo = Aspe = Sproni = Anima o Fuso Asta. V. in Ciod nel Vocab.
(con cappello, collo, corpo e perno) = Fascia Astón. V. in Ciòd nel Vocab.
ture per le teste de ritti e pel cappello dell'ani Atom. . . . . . . La dodicesima parte del punto li
ma = Collare dell' anima – Cannello (con neare nostrale corrispondente a un terzo di
fusto a vite e dado) = Caviglia (con chiavetta, millimetro.
catenella, rampone e dado) = Perno del col Attésa e Attenzion. Aspettazione. Aspetto.
lare (con dado e rosetta) = Braccialetti pei = in Avarizia ag. E muora l'avarizia (Monig.
Perni del rotolo, Tac ed An, II e pass.). V. Lussuria nel Voc.
48°
B AL (582 ) BAR
= in Aves ag. Strato di terra ghiajosa dove sono Balètta de s'cioppiroeu. Bocchio(“aret. -Voc. aret.).
le polle dell'acqua(Targ. Viag. II, 395). Corpo = in Balin(cattivo letto) ag. Canizzale(“Voc. aret.).
dell'acqua(Alb. enc.). Vena(Doni Zucca p. 159 = in Balla a pag. 6o dopo in alto ag. Questo ricadere
verso). Terra soda(Crescenzi III, 261) – I a perpendicolo in un punto determinato è quello
Provenzali dicono A ben avenat o vero Leis che nel parlar volgare toscano dicesi Cadere
sourcos soun avenados quello che noi diciamo a colombella (V. il Tomas. Sin. p. 134 nota 4).
I aves hin alt; il Diz. prov. vuole che quel Una palla che fa campanin, un corvo acchiap
l'Avenat derivi dal celtico Aven equivalente a pato nel cosiddetto busserott e che ricade in quel
fonte ricca d'acqua; veggano i dotti se mai medesimo luogo ove gli era stata posta l'insi
anche il nostro Aves provenisse di qui. dia cadono a colombella.
Trovà l'aves. Trovar l' acqua(Targ. Viag. I, Balla. T. d'Oref. Bottone? Ceneratoio?
e seg. 352) – « Neppure i panconi di rena = in Ballà ag. La balla li sui tre, tre e sun.
» ed agliaja(cioè ghiaja).... sui quali ordina Ella batte fra le tre lire, e le tre e un soldo,
» riamente si piantano i fondamenti sono gli parlando d'oscillare di prezzi – Vedè come la
» strati originari ecc..... al pari loro si trova balla. Vedere come ella si volga o come piegi.
»
l'acqua la quale impedisce le più profonde Quand, ecc. Non si puo cantar bene se dal
» escavazioni(id. II, 239). » cuor non viene(Monos. p. 369).
Avocàtt (Giugà a l). V. in Giugà ai sproposet. = in Balórd ag. Vorè trà balord. Voler fare balorde
Avocattìn. Dottoretto (Davanz. Post. a Tac. p. 64o). (Monos. pag. 2 o4).
Avocattón. Dottorone. Avvocato di nome o merito Balsem o Balsem de medegà i piagh. gerg. I se
o statura grande. najuoli. I danari – Balsem de l'Ebrei, Balsem
= in Auge ag. Vess in auge. Esser nel colmo della de sapienza. V. Ebrèj e Sapienza nel Vocab.
ruota(Sacch. Nov. 144 e 193). Bambanada. Novellata(Alleg. 159).
Azión. Azionaccia(Gior. Agr. I, 189). Banca per Bancaa(trasto). V. il Vocab.
Fioeu di sò azion. V. Fioeü nel Vocab. Bancaa o Bancal. T. degl'Intagl. in leg..... Quel
= in Azzal ag. Toeü-giò de l'azzaa. L'acciaio e l'asse piana su cui si fermano o s'incollano i
logorato(Davanz. Tac. Ann. IV, 35). lavori da intagliarsi. Talora in luogo di essa
Azzalaa. Acciarito(Targ. Viag. IV, 319). occorre la Contraforma. V. – Il bancale e as
sicurato al banco dalla vite o dai gamber.
Bancón. T. de'Macell. . . . . . Tavola mastiettata a
B
muro per un lato, la quale s'alza e si abbassa
Bà. T. de'Frenai, Carroz., ecc. Guardia. La parte a piacere e si tiene in piano con peducci mo
inferiore dell'asta del morso così detto da noi bili, dove i beccaj, allogatevi le trippe delle
alla francese o antico. Dal fr. Bas de la branche. bestie macellate, le ripuliscono dalla grascia.
Bacchètt... Il Fr. Bát a bourre o Batte a bourre. = in Bandéra ag.
Bacchètt de candir. . . . . . Ferri da far le candele. Vun che ha voltaa bandera. Un pesce d'uovo
Bacchètta..... Verghetta di ferro lunga quasi un rivolto. Una girouette franz.(Cecchi Prov. p. 5o).
metro con capocchietta da fondo e appiccagnolo Bara(Giugà a). Fare al tocca-ferro (Pac. I, 19).
in testa, la quale i beccaj ficcano e rificcano = in Baracchin ag. Baracchina(Scap. Op. 9 verso).
tra pelle e carne da mezzo ventre alla gola delle = in Barba ag. La barba ben ondeggiante dicesi
bestie macellate onde fare posto all'aria con cui Barba piumosa(Vas. 229); la colta e ben pet
s'enfiano per di poi tanburarle. tinata Barba curata.
Per biobacco baccon bacchetta. Corpo di bacco. La gh'ha tanto de barba. fig. Ell e vecchia
Baciccia(Porta Rimein. 139). Lo stesso che Badèe. V. (Monos. 1o 6). Dagli quelle calzacce (ivi). Ha
= in Badia ag. Le capitudini delle arti. la barba(Berni Let.).
iBagajaria. Lo stesso che Bardassaria. V. Barbelà v. viva in Brianza per Vacillar camminando.
= in Bagatt ag. Scartà Bagatt. V. in Scartà nel Voc. Barbiroeu. V. Dént nel Vocab.
- in Baila ag. De che l'ho daa a bajla l'hoo mai Barbis. T. de'Fren... Le due aste del briglione (bri
vist pù. Io non l'ho visto dappoi in qua che io l'ho don o fletton) nelle quali è ferma l'imboccatura.
dato a balia(Cecchi Mart. V, 2 in Prov. p. 132). Barbis in genere per On tenc. V. Ténc nel Voc.
Tocù-via de baila. Levare da balia(Vas. 231). = in Barbozz ag. Avegh duu barbozz. Avere un
Bailòtt. Balio (Ambra Cofan. V, 11). Il padre del mento sotto il mento(Lor. de'Med. Simpos. Il I, 7).
fanciullo che è a balia. = in Barbozzal ag. Barbozzal a maggia o mag
Bajlottella. Allevata(Monig. Vedov. II, 2). getta....... Barbazzale tutto a maglie di ferro.
Bah. Ah bah! Eh non mai! Escl. neg. d'orig. fr. Barbozzal a gropp quader. . . . . . Barbazzale
Balanza. T. de Carret. Bilancio. Equilibrio. Varda che in luogo di magliette ha tante campanelle
la balanza prima de andà. Osservare se il carro piatte incatenate l'una nell'altra.
sta in bilancio prima di partirsi. Barbozzal a gropp quader tajaa a ponta de
Balanzin. T. de'Confett.. ... Ferro che sostenta la diamant.... Barbazzale che in luogo di maglie
Padella da confetti(bazzila); la Chevrette dei Fr. ha campanelle piatte sì ma sfaccettate negli orli.
f AT (585) 1BER
Barbozzal a gropp tond..... Barbazzale che è far uscire il grano dalla paglia; Battere a
in luogo di maglie ha tante campanelle tonde banco è il battere con altro che col coreggiato
incatenate l'una nell'altra. (Gior. Georg. XV, 268).
Barbozzal a reseghetta...... Barbazzale che Batt. T. del G. di Bigl. Battere la palla.
nel mezzo ha una piastrina con orli seghettati. Batt.T. de'Macell. Tamburare. Tambussare. V. Pètt.
Barbozzal a reseghetta a ponta snodaa. . . . . Bàttes. Duellare. Combattere corpo a corpo, a solo a
Barbazzale a cilindretti mobili ingrananti l'un solo, a testa a testa. Venir a battaglia corporale.
nell'altro e con punte per orli. Battidór. Cercatore. V. Busserée e Battela nel Voc.
Barbozzal doppi... Barbaz. a doppie magliette. Battùda. T. del Giuoco di Bigl. Colpo?
Barbozzal o Bolgia a la napolitanna...... Bazzila. T. de'Confett. . . . Arnese da fare i con
Barbazzale che ha due anelli di fermo. fetti ; il francese Bassine.
= in Barca ag dopo Acquaroeu Aggottatojo? Co Be bebe. Be be be(Monig. Pod. di Colog. II, 24).
latojo? = Cipell. Minchia. Scassa – Borr o Il verso dell'agnello. -
Travitt. Madieri = Ponziroeu. Pagliuolo di = in Beat ag. Fa el beat o Cantà miseria. Fare
prua = Tenm. Pagliuolo di poppa = Scerscei. il piagnone.
Cerchi mobili di mazza = Sgorbi o Cagn o = in Bècch ag. Del becch ven l'oeuv. V. Eùv.
Cagnocu o Cagnon. Staminare. Beccaria (Fa). fig. Far rocchj.
La barca de Padova. Tout le cariage de Fr. Becchée. fig. . . . . Si applica a quel chirurgi che
La carestia la ven in barca. V. in Carestia. usino i ferri volentieri e con poco riguardo.
= in Barca (carrozzone) ag. Ha sedili d'ogni intorno, Beh ! che frecc! Bu bu che freddo!
e non rassomiglia male una canestra, nome che = in Bell ag. Bella come el cuu de la padella.
le danno anche i Siciliani dicendola Cannistra. V. Padèlla nel Vocab.
Barch. Mandria lo dice il Lastri Op. II, 149. A la bella mezza nocc. Di bella mezza notte
Barellinada....... Colma una barella. (Salv. Spina II, 4). Bell' e condott. Bello e
Barètta... ... Negl'innesti è quel po' di coperto condotto(Targ. Viag. II, 391). Hoo bell mi a
che si fa sulla pianta con cencio, borra o foglie. piccà. Ho agio io a picchiare(Salv. Spina V, 5).
Barettin de monscior. Berretta a croce (Nic. Mart. Bellandada (che altri dicono malam. Ballandàda).
Lett. pag. 89 retro). Benandata? Fra i contadini della Brianza ha
Baronscellin. Ribaldoncello(Gigli D. Pil. I, 1). idea speciale e diversa dalla voce italiana come
Barozza. Carro di poggio? (Gior. Georg. VI, 3o9). sta nei diz. Vale quella picciola mancia che il
Baroccio? Contiene di concime circa 66 staja di compratore d'una bestia bovina o pecorina dà
volume, o 32 in 33 corbelli da 2 staja l'uno. alla guida che l'ha condotta a mano al mer
Basabalauster. Baciapile. V. Beat nel Vocab. cato. Il contadino tocca il prezzo, il cozzone la
= in Basell ag. Anda insù on basell. Salire uno senseria, il contadinello o la contadinetta la
scaglione(Vettori nelle Op. di Mach. VII, 23). bemandata. -
= in Basellin ag. Ciod de basellin. V. Ciòd nel Voc. = in Bellèzza ag. Avegh la bellezza de l'asen....
Bascull. V. in S'ciopp nel Voc., Non aver altro fiore nella persona in fuori
Basgiètt. . . Gl'intestini tenui di pecore, porci, ecc. della giovinezza.
Baslett. s. f. pl. Le Barbozze nei cavalli. Bello. Il Damo(Monig. Pod. di Colog. I, 1o).
Baslottada. Catinata(Nov. aut. san. I, 76). = in Bèllora ag. Brunetto Latini nel Tesoro V, 3
= in Bast ag. Giugà al bast. V. Giugà nel Voc. la chiama Bellula con voce usata ancora oggidì
e in Bastà ag. Basta che. Serve che. Per es. Basta in alcune parti di Toscana e registr. anche dalla
ch'el ciappa in man on biccer, ch'el le romp. Crusca in Basalischio per bocca del Crescenzio.
Serve ch'e pigli un bicchiero che gli casca in Ben con bén. Dio con bene. Bene sta.
terra(Zanon. Rag. civ. III, 6). = in Benedett ag. Pientà a onor de san Benedett,
= in Bastard ag. e in gergo Fatto a straccio. se nol tegnara verd el tegnarà secch. V. Secch.
Bastarda. V. il Vocab. in Carta. Benefizi sempliz. Benefizio semplice(Tar.Viag.I,96).
= in Bastardella ag. Imita una cioccolattiera, ma = in Benis ag. Quand l'è che mangem sti be
ne è assai più tozzo e più largo. nis? . . . . . Quando si fanno le nozze ?
= in Bastón ag. Imbottire il giubberello coi Be-o-bò. Il Bi-u-bu(Pac. I, 42).
bastoni.
Bergamin. Cascinajo(Lastr. Op.). Buttero (Targ.
Bastón de collanna.... Archi di legno incastrati Viag. VI, 24). Bestiajo(detto VI, 52).
esteriormente nella collana delle bestie da soma. = in Bergaminna ag. Masseria (voce però equi
Baston di cann. ... Pialletto tondo da armajuoli. voca per noi) e meglio Vaccinato la direbbero
= in Battésen ag. Salvand el battesem l'è ona nella Maremma sanese. El gh ha i pù bei ber
bestia o sim. ... Con riverenza del battesimo gaminn del paes. Ha un de' migliori vaccinati
è una bestia o simili. che si conoscano in paese – Anche le Fide sono
= in Batt. T. agr. ag. Rompere la sterta è dar il contratti quasi simili a quelli che fanno i nostri
primo battere alle spighe; Cavare il pagliuolo bergamin coi nostri fittajuoli – V. Barch e
º far uscire il grano dai covoni sciolti; Tritare Stalla.
BIC (584) B OF
Bergaminna gergo....... Mandria di donne da Biccer panaa. Bicchier fatto a diaccio(id. 234).
bordello; tolta la metafora dall'armento vaccino. Pè del biccer. Piede(Tass. Secch. IV, 4o).,
Berin. Rede(Last. Op. II, 1 62). Biccerón. Bicchierone(Alleg. 79).
= in Berinée ag. Buzzonajo se venditore di in Biga ag. Molla la biga. V. in Mollà nel Vec.
agnel fatto(Bando tosc. Leopoldino del 1778). Bigattée. Bacajo(“tosc. – Gior. agr. I, 389, VIII,
Bernardin. Bernardino – A san Bernardin cascia 53, e passini).
la spiga el grande el penin. V. Spiga nel Voc. Bigattéra. Bigattaja(Giorn. Geor. I, 1c8).
Bernardón. Tralciaja(Giorn. agr. V, 333). Bigià. Far forca assol. (Monig. Serva nob- I, 8)
Bersò. Cerchiata(Targ Viag. I, 88 – Lastri Op. Bigliettari. T. teatr.... Chi paga il biglietto se -
II, 1 o 6 – IV, 1 1 2 e altrove). rale per entrare in teatro ; è voce di relazione
in Bèrta ag. Mettere in corbona. Imbisacciare. contrapposta ad Abonaa. V.
Insaccocciare. Bigolà el temp. V. Témp nel Vocab.
Bescott. V. in Còtt. Bigottèll. Bacchettoncello(Gigli Sor. lI, 9).
Bescottin secch.... Quello che ha la crostata di Bindellin. Nastretto(Firenz. Op. II, 6 o).
zucchero da noi detta giazza. Il Biscuit glacé in Biott ag. Fà trà biott vun. Fare spogliare
de Francesi. in nudo. Fare spogliar tutto in nudo.
El sarav on bescottin. fig. Sarebbe uno zuc Birbonscèlla. Ribaldella (Cant. Carn. I, 12) – e
chero(Razzi Balia I, 17). così al masch. Ribaldello.
Besej. T. de'Macell. Animellata. V. Léngua nel V. in Birlo ag. Vess foeura del birlo. Uscir di
in Bestèmma ag. Tra ona bestemma. Mandare stampa(Arid. II, 1).
una bestemmia(Fir. Trin. III, 6). in Biròcc ag. I Sicil. lo dicono Brocciu, voce
Bestemmiadorón. Bestemmiatoraccio (Fir. Trin. alla quale il Diz. sicil. contrappone Birba.
IlI, 6). Bislónga. V. il Vocab. in Carta.
= in Bév ag. E in gergo Zufolare. Bisocù. Bugnereccia(Last. Op. II, 196).
Bev-in-biànch. Beverone di farina o crusca o Bisocù. v. contad. Vespajo.
tritello (Last. Op. IV, 58 e 65). in Bissa ag. Andà in bissa. Torticchiare(Alleg.
Fà bev in bianch. Fare un beverone alla 81). Andare a biscia(detto 222).
bestia(Tass. Secch. rap. III, 3o e nota). Bissa. Donna serpentosa(Caro Stracc. II, 2). Draga
Beverón. Composta(Gior. agr. V, 327). Si legga il (Berni Orl. inn. LXV, 29).
luogo e si vedrà che questo sembra corrispon Bissin. Pidocchino(Doni Zucca p. 2o9 verso).
dere anco più che non l'Impagliata del Lastri Bivaccà. Essere a campo(Sacch. Nov. 225).
(Op. IV, 14, 55) o la sua Paglia de mescoli B6 b6. Bu bu(Doni Zucca p. 62 verso). L'abbaiar
(Op. I, 338). del cane.
Vegni-giò on beveron.... Frase cont. dell'A. = in Boaa ag. Granchi teneri o mutati(Scap. Op.).
Mil. che vale il Piovere e nevicare a un medesimo Bobba. Bigutta(Manni Veglie III, 92).
tempo, che noi diremmo Pastizz d'acqua e nev. in Bócca ag.
= in Bèzza ag. Forse la Bietta degli Aretini. A mezza bocca. Con locca piccina(Pecor.
Bezzón. Accr. di Bèzza. V. II, 153).
Bianchètt. Micio (Targ. Viag. II, 369 e pass.). A tirà i cavi de la coppa fan dervi la bocca.
Micio bianco e Micio rosso(detto VI, 3o 3). P. in Cavèll.
Bianchètt.. . . . . . Nel sasso da calce è quello che Fass de bonna bocca. Boneggiarsi o Farsi
risulta poco sodo e scegliticcio. bello o Farsi buono o Abbellirsi di checchessia
Biancostàa. T. de'Macell. Costato. Costereccio. Ta Bocchin. Imboccatura. Nelle chiarine(clarinett) è
glio della bestia bovina macellata che coni quel pezzo in cui s'infigge la linguella(ancia).
prende le costole del torso. Ha confinanti i in Boccon ag. I bon boccon costen car- Cio
tagli così detti panza, petto, lonza e spalla. che piace alla bocca sgusta la borsa; al che i
Biassà. T. de'Mugn......... Dicesi delle macine ghiottoni rispondono Che colpa n'ha la bocca se
troppo lisce che convien martellare per ren la roba e cara? – Boccon dedama. V. Dama
derle ingorde. in Bocà ag. Ciod de bocu. V. Ciòd nel Vocab.
in Biassònn ag. Andà a Biassonn. Fare il fat Boeucc. fig. per Bottega o stanza piccina; e dicesi
torino delle Stinche o il fanciullo delle Stinche anche On boeucc d'ona bottega o sim. V. Tanabùs.
(Cecchi Maschere IV, 11 - Cecchi Prov. p. 68). Boeücc del banch. . . . . . . Quel fesso per cui i
Ferrer la mule dicono i Francesi. bottegai o simili fanno scivolare nella cassetta
Bibón. Accr. di Biba. V. del banco i danari che delle loro merci ritrag
= in Biccér ag. E in ger. Il trasparente(Alleg. gono dagli avventori.
258). La vetriola. Bófi (gioeugh). V. Giugà nel Vocab.
Biccer a or. Bicchier spruzzato d'oro((Nic. Boffa (Giugà a). V. in Giuga nel Vocab.
Mart. Let. 58 retro). Boffett. scherz. . . . . . . L'armi da fuoco, e spe
Biccer a ponta de diamant. Bicchieri puliti cialmente i Cannoni. Anche i Provenzali chia
a diamanti(Doni Zucca p. 234). mano Souſiaires le pistole.
BOT (585) BU D
Boggin. ... Fig. per Bottega o Stanza assai piccina. Botta-veggia..... Dolor vecchio nelle spalle de'ca
rossini
Bogginin
º .... Fig. per Luogo di là da piccino. valli, diverso dalla Daeuja veggia. V. nel Voc.
Bottàsc. Bottaccio(Scap. Op. . . 16). Il sacco, ecc.
Boggitt in di ganass. Fosserelle nelle gote(Pecor. Bottègli negher. Bottiglie nere(Gior. Georg. I, 1 1 1).
II, 3o3). Bottiggia de l'asee. Lou vinaigrier de Provenzali.
Boiada. Bajata(Doni Zucca p. 6o verso). Bottàn...... Nella chiarina(clarinette) è il pezzo
Boiadinna (Dagh ona). Dar due boccate d'abbaja che altri dicono Trombin. V.
mento(Doni Zucca p. 6o verso). Bottón. Bottone(Cell. Vita I, . Nodo. Quella
= in Bolgètta ag. Fà i bolgett dur. Sodare la neve parte d'un calice che resta fra la pianta(el pe)
(Nencia da Barb. St. 31). e il coppettino(el culett o la fruja).
Tirass adree i bolgett. Fare alla neve(ivi 31). Bottón. Pallini? Nelle molle, ecc.
Bolgia. Borchia. V. in Mòrs. = in Botton d'or ag. V. anche in Or.
Bolgia a la napolitanna. V. Barbozzàl in Bovaroeu...... Contadinello che bada ai buoi.
quest'Appendice. E diverso dal Boaro e dal Boattiere e dal
= in Bölgira ag. I stell la bolgira. Stelle in là Bifolco dei dizionari italiani.
(Alleg. 149). Mader la bolgira! Madre mi A san March e san Grigoeu se dà l'ocuv ai
piacque! (Firenz. Trin. I, 1 e II 2). Pentiment bovaroeu. V. in Grigoeu nel Vocab.
la bolgira! Pentimento mi piacque ! (Nozze di Bovaroeula..... Contadinella che bada ai buoi.
Maca III, 1). = in Braghée ag. e più civilmente Allacciatura
Bolladór. ... Chi bolla merci, stadere, carte, ecc. Bragón. Bracone? Nome di quelle due carte nel
= in Bollètta ag. E dipinta dal Caro Com. p. 93 giuoco di cucù figurato nelle quali è dipinto
per una Pelliccia di camicia ricamata come di il lanzo.
zafferano che pende fuor dalla brachetta. = in Brandinaa ag. In generale fanno ufficio di
= in Bolognàa ag. Varda a no restà bolognaa! Spediera(Scappi Op. fig.).
Bada che in Bologna tu non sia Bologna(Fir. No avegh de voltà i brandenaa (Bal. Rime
Luc. II, 1). IV, 98). Non aver da scialarla rivolgendo
Bolzón. Voltoj. V. Mòrs nel Vocab. verso la stanza quella parte dei brandenaa che
= in Bombonin ag. Attillato come un fior di pesco suole stare verso la pietra, e rivolgersi solo
(Doni Zucca p. 133 verso). quando ha da sostenere lo spiedo.
Bongiocùgh. V. in Giorugh nel Vocab. Brascioeü (In d'on). All'imbracciata.
Bonnamesùra. Buona misura(All. 129). Brasciroeu. v. cont. brianz. . . . Giubberellino con
Bónza. Carrata(Tass. Secch. IV, 23 nota). isparato l'imbusto deretano, a uso dei bambini.
= in Bordà ag. Abbordare uno(Sacc. in Gher. Sp.). Brasiroeü. v. de barc. verbanensi. Scalmo.
Bordelléri che fa i carretta passà. scherz. La can = in Brazz corr. 1 12 in 12 e ag. V. anche Quadrètt.
tilena de'signori dal Caretto(Doni Zucca p. 159). Brazz d'assag. Equivale a metri quadrati 1,4158.
Bordiocù. Tarlo(Gior. agr. IV, 244). = in Brènta leggi l'ultima riga così: 96 boccali,
Boriètta. Borianella(Nozze di Maca III, 1). e corrisponde precisamente a o, 75552 ettolitri
Dor. V. nel Vocab. Travitt (de barca). o some nuove decimali.
Börla (Giugà a la). V. in Sparpajà nel Vocab. = in Bria dopo Sonagliera ag. Voltoj o Campa
= in Borlà ag. Borla-giò. Venir nelle voglie di uno. nelle da redini.
Borlà-lì in d'on sit. Dar di petto o di capo = in Bròssera ag. Fà d'ona brossera on bugnon.
a un luogo. Capitare. fig. D'un piedicello far una bollaccia(Assetta I, 1 o)
Tornà a borlà-giò, Tornagh a borlà dent. Brovadora. Cassa da stufare i bachi (Articolo d'un
Rimpaniare(Vasari 936). Toscano nell'Appendice alla Gazzetta privile
Bórsa. T. eccl. Guajna da corporale(Testamento giata di Milano del 19 giugno 1839).
del Boccaccio). = in Brùgna ag.
Borsàscia. Borsaccia(Tass. Secch. II, 4o). Brugna ranclò.... Se non erro è la prugna
Borsin..... Uno dei mali del cavallo. detta Reine claude dai Francesi.
Bors6n. Borsotto(Pandolf. Gov. Fam., pag. 27) Brugna scanarda. Susina spaccatoſa?
Arid. I, 1). = in Brusà ag. Oh questa mi pute!
= in Bosard ag. Compaa bosard, V. Compàa Bruschett e Bruschinett. Agretto. Bruschetto.
nel Vocab. Brunell. º
Carta bigia. V. il Vocab. in Carta.
Bosardón. Bugiardone(Fir. Trin. III, 2.) Brunellòtt.
= in Bosietta ag. Bugiuzza(Varc. Ercol. I, 128). Brùtt. Scuro. Di mala cera. L' è brutt ben. È
= in Bòtt ag. Ogni tre botti dò. Che ch'e, ecc. molto scuro(Nov. Aut. san. I, 31 7).
Bott. Coccio, ecc. (Pauli pag. 327). "Brutta (Fa la). Fare un poco d'imbrattatura di
= in Botta (Sta a .... de martell) ag. Reggere checchessia.
al crociuolo della prova. = in Budell drizz ag. Budel gentile(Scap. Op. pas.).
CAM (586) CAR
Bulo. Mangiacatenacci(Alleg. 245). Campanitt in del coo o in di orecc. Zufolamenti
Burattòn. Cassone(Monti Prop. I , 11, 97). nel cervello o nelle orecchie (V. i testi addotti
= in Busin ag. Foretto. dai dizionari in Zufolamento).
Busacù de l'acqua per Navell. V. nel Vocab. Campanna. Padiglione. Nelle chiarine(clarineti) è
Bussorin. V. in Insed nel Vocab. il pezzo estremo da piede, il Pied de Franc.
Buttaa-giò. Giaccioni(Sans. Pall.). = in Canajón ag. Malvagione.
= in Buttér (Nodà in del) ag. Figuratamente. = in Canaruzz ag. Canaluccio('rom. – Seap.
Nella pag. 176 bussetto leggasi sempre Busseto. Op. p. 18). Canaletto.
Buza de casciada... ... Nelle costiere del Lago = in Cànchen ag. Anche dei canchen ne sono di
Maggiore vale quella spinta che si dà ai pe. più misure detti Canchen de 5o, de 8c, ecc.
doni d'alberi dopo entrati nella tracciu onde sull'andar dei chiodi. V. in Ciod.
mandarli abbasso e al lago. Candirón. Corno(Scap. Op. p. 43). Quello de galli
d'India.
Color piva..... Colore rossigno taccato di intrinsichissimo d'alcuno. Essere tutto intrinse
= in Color smort ag. Sfarinato. (bianco. cato con uno. Avere grande intrinsichezza o
Comodàa. Ad. di Ris. V. il Vocab. famigliarità con alcuno.
= in Comodin ag. V. anche Polenton e Giovanin. = in Coeur ag. Coeur content el ciel le iutta.
= in Compass ag. V. in Ciél nel Vocab.
Compass fedel. V. Fedél nel Vocab. Copètta. v. a. degli Stat degli offellari mil....
= in Confidénza ag. Bonna cera a tucc e confi Specie di pasta dolce.
denza con nissun. V. in Céra nella presente Ap. = in Cuu ag. Savè de cuu... ... Alcuni lo di
= in Confortin ag. Voce che leggesi ripetuta cono parlando di tabacco per accennare ch ei
mente negli Statuti degli Oſtellari milanesi. sia in sul finire della scatola o del cartoccio
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