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GUIDA PRATICA

ALL’UTILIZZO DI SAP 2000


Introduzione

La presente guida ha lo scopo di illustrare le principali funzioni del software SAP


2000, in modo che il lettore possa in breve tempo apprendere come modellare una
struttura, applicarne i carichi (vento, neve, sisma, ecc.) e leggere i risultati della
simulazione.

Particolare attenzione verrà data ai metodi per determinare i carichi variabili del
vento e della neve, con riferimento alle normative nazionali ed estere.
Logica del programma

Per effettuare un analisi strutturale in SAP 2000, si seguono degli steps precisi:

1) Modellare la struttura

2) Determinare i carichi ed applicarli alla struttura

3) Impostare le combinazioni di carico in accordo alla normativa di riferimento

4) Avviare la simulazione

5) Verificare la congruenza e la correttezza del modello attraverso opportuni

controlli mirati.

6) Identificare le criticità del sistema e determinare le possibili contromisure, che

verranno studiate tramite modifiche del modello e l’analisi dei nuovi risultati

della simulazione.
Modellazione
Quando apriamo un nuovo progetto in SAP 2000, abbiamo la possibilità di utilizzare
dei modelli già preimpostati per velocizzare la modellazione delle strutture più
comuni.

Selezioniamo la finestra “Grid Only”, ci viene chiesto di specificare io numero delle


suddivisioni, secondo i tre assi principali, lo spazio tra le divisioni e il punto di
riferimento di partenza per la griglia (lasciate 0, 0, 0).
Lasciamo i valori di default e diamo l’OK, modificheremo in seguito la griglia.
Il programma apre in automatico due finestre di visualizzazione, una vista dall’alto
(piano X-Y ad una quota Z di 1200 mm) e la vista 3d del modello.

Cliccando due volte sulla griglia otterremo un menu dove sarà facile modificarla, in
modo da renderla funzionale alle nostre esigenze. È infatti molto importante una
buona impostazione della griglia per poter modellare agevolmente, quindi prima di
partire a modellare una struttura è buona regola prendersi due minuti per riflettere
sull’impostazione della giusta griglia di riferimento, questi due minuti potranno farci
risparmiare in seguito molto tempo e mal di testa.

Particolare attenzione va posta alle unità di misura, di default dovremmo avere N,


mm e C (gradi) ma è bene verificarlo sempre (nell’immagine in alto al centro
possiamo vedere che ci sono le unità di misura di default, ovviamente siamo liberi di
cambiarle tramite un menu a tendina).

Esempio pratico
In questo esempio, modelleremo una tettoia, come quella nella figura seguente.

Per prima cosa, va impostata la griglia di riferimento opportuna, essendo la tettoia


inclinata è una buona idea individuare i 4 vertici con la griglia, che avrà pertanto due
valori per x e y e tre per z (inserite i valori espressi in mm che sono indicati
nell’immagine seguente).
La griglia di riferimento, avrà questo aspetto:
Dobbiamo adesso indicare il materiale di cui saranno composte le nostre travi e
colonne.

Scegliamo di utilizzare l’acciaio S235, dove la lettera S sta per steel (acciaio) e
mentre il numero 235 rappresenta la resistenza allo snervamento Fy per spessori t ≤
40 mm.

Selezioniamo dal menu a tendina “Define” – “Materials”.

Se il materiale compare tra quelli già preimpostati nel modello sarà sufficiente
selezionarlo dal menu, in caso contrario dovrà essere aggiunto tramite il comando
“Add New Material”.

Si aprirà un menu a tendina, dove sarà possibile selezionare in quale normativa di


riferimento si trova il materiale cercato.
Ora andremo a selezionare i profili che utilizzeremo in questo esempio:

HEA 140

HEA 120

L 60x6

La selezione dei profili delle aste si effettua, tramite il menu “Frame Section” a cui
possiamo accedere attraverso il menu a tendina “Define” – “Section Properties” come
illustrato in figura.

Se la sezione non compare tra i profili già precaricati allora dovrà essere importata da
un file contenete un database di profili corrispondenti alle varie normative di
riferimento.
Questo è possibile attraverso il comando “Import New Property” che aprirà il
seguente menu:
Scegliamo per gli HEA “I/Wide Flange” e per l’L “Angle”, selezioniamo per i tre
profili il database dell’eurocodice contenuto nel file EURO.PRO.

Nota sui profilati

Nei profilati a doppi T ad ali larghe e parallele, le ali hanno larghezza pari all’altezza
sino a 300 mm e larghezza costante di 300 mm per altezze superiori. Queste sezioni
vengono impiegate principalmente come colonne atte a resistere ai carichi verticali
avendo un alto raggio minimo di inerzia per prevenire l’instabilità. Vengono prodotti
nella serie leggera (A), normale (B), pesante (M). Si indicano con il simbolo HE
seguito dalla serie e dall’altezza in mm, ad esempio HEA 140.

Di profilati ad L ne esistono di due tipi: a lati uguali (angolari) e a lati disuguali.


Sono usati per formare giunti, capriate e sezioni composte. Gli angolari sono
designati con il simbolo L seguito dalla lunghezza e spessore del lato in mm, ad
esempio L 60x6, mentre quelli a lati diseguali sono designati con il simbolo L seguito
dalla lunghezza dei due lati e lo spessore in mm, ad esempio L80x120x10.

A questo punto, possiamo iniziare a modellare la nostra struttura, nella barra dei
comandi che si trova a sinistra dello schermo, selezioniamo il pulsante “Draw
Frame/Cable”.

Si aprirà un menu dove andremo a selezionare il profilato che intendiamo usare, nel
nostro caso, per le colonne useremo l’HEA 140.
Adesso possiamo modellare le 4 colonne che sorreggeranno la struttura.

Le colonne poste più dietro sono più alte perché la tettoia è inclinata di 5°, per far
scorrere l’acqua piovana.

Selezioniamo adesso il profilo HEA 120 per le travi di sostegno della tettoia, e
modelliamo la struttura, come nella figura seguente:
Aggiungiamo altre due travi, partendo dai punti medi dei due lati, per farlo dobbiamo
selezionare l’opzione “Ends and midpoints”, che si trova in basso a sinistra dello
schermo.
Adesso dobbiamo modellare i controventi, purtroppo modellare in SAP 2000 non è
facile come con un programma di disegno CAD, quindi dovremo utilizzare qualche
“trucchetto”. La controventatura che vogliamo realizzare è quella illustrata nella
figura seguente:
Modifichiamo la griglia di riferimento in modo da ottenere la posizione dei 4 nodi
che ci servono, senza inserirli manualmente. Inserendo solo due valori su X (1569 e
4707) evitiamo di inserire 4 nodi di cui dovremmo specificare per ognuno le 3
coordinate cartesiane.

La nostra griglia apparirà cosi:


È facile a questo punto modellare i controventi, ci basterà selezionare dal solito menu
a tendina l’L60x6 e unire i vertici secondo lo schema, per facilitare il valoro è
possibile ruotare la vista 3D con il comando “Rotate 3D View” che si trova in alto e
centrale.

Per passare alle altre viste, oltre quella 3D è possibile selezionare una delle opzioni
presenti nella toolbar in alto nello schermo.
Se selezioniamo ad esempio la vista XY possiamo passare da un piano all’altro di Z
grazie alle “frecce” poste accanto ai comandi della selezione delle viste (visibili nella
figura precedente).

Se vogliamo avere una buona vista dall’alto della tettoia, non è sufficiente selezionare
la vista XY e il livello più elevato del piano Z, essendo la figura inclinata dobbiamo
estendere i margini di visualizzazione. Per farlo bisogna cliccare sul pulsante destro
del mouse e selezionare l’opzione “Edit Dimension Preferences”:

Si aprirà un menu dove andremo ad aumentare i limiti di visualizzazione del piano


della vista 2D.
È più che sufficiente settare un metro (1000 mm) in “2D View Cutting Plane +/-“,
otterremo così questa vista dall’alto:

Perfettamente congruente con la controventatura che volevamo ottenere.

Per simulare il peso della grecata che poggia sulla nostra struttura, utilizzeremo un
elemento shell privo di massa, sul quale applicheremo una pressione di 150 N/m^2
che andrà a simulare il peso della grecata, che considereremo di 15kg/m^2
(l’accelerazione di gravità g è per semplicità considerata 10 m/s^2).

Per realizzare un elemento shell è necessario selezionare l’opzione “Draw Poly Area”
dal menu a sinistra.

Scegliamo dal menu a tendina l’opzione “none” riferito alla sezione dello shell,
selezioniamo i 4 vertici della tettoia e premiamo invio.
Il rettangolo tratteggiato in rosso indica la presenza della shell.

Per non visualizzare la shell, che può dare fastidio quando andremo a mettere i
carichi sulle travi è possibile deselezionarne la visualizzazione dal menu “Set Display
Options” e selezionare Areas - “Not in View”.

Da questo menu è possibile selezionare le varie opzioni di visualizzazione per nodi,


travi, ecc. Selezionando in basso a destra l’opzione Extruded possiamo visualizzare la
struttura 3D dei profili della travi.
Osservando la struttura, possiamo accorgerci che le colonne sono orientate male e che
vanno ruotate di 90°. Per far questo per prima cosa selezioniamo le 4 colonne
(conviene ritornare alla visualizzazione standard per effettuare questa operazione),
apriamo il menu a tendina Assign – Frame – Local Axes.

Impostiamo una rotazione di 90° e diamo l’OK.

Controlliamo passando nuovamente alla visualizzazione estrusa che le colonne ora


siano orientate in modo corretto.
A questo punto dobbiamo impostare i vincoli della struttura.

Per inserire i vincoli, dobbiamo selezionare i nodi e accedere al menu a tendina


“Assingn” – “Joint” – “Restraints”.
Selezioniamo l’immagine raffigurante un incastro, automaticamente verranno
impedite le traslazioni lungo i tre assi e le rotazioni introno gli stessi.

Le singole caselle possono anche essere spuntate a mano, i pulsanti di selezione


servono a velocizzare le operazioni ed ad evitare errori.

Le controventature dovranno essere svincolate rispetto al momento ed alla torsione,


dobbiamo quindi selezionare i controventi, accedere al menu a tendina “Assign” –
“Frame” – “Releases / Partial Fixity”.

Nel menu “Assign Frame Releases” dobbiamo spuntare i momenti riferiti all’inizio
ed alla fine delle aste e svincolare la torsione rispetto all’inizio o alla fine, è
indifferente, non vanno svincolate entrambe però o la nostra asta risulterebbe libera di
ruotare su se stessa, cosa che renderebbe errata la simulazione.

Se abbiamo eseguito bene l’operazione ed osserviamo dall’alto la struttura noteremo


che tutte le controventature risulteranno svincolate.

I controventi infatti resistono a forze assiali, questo dipende dallo schema di


montaggio effettivo, di solito effettuato tramite una piastra sagomata imbullonata al
controvento .
Si considera che vengano trasmesse al controvento, solo carichi assiali, SAP
ovviamente non riconosce in automatico questa configurazione, siamo noi a doverla
simulare tramite lo svincolo dei momenti e della torsione.

Quando utilizziamo una controventatura , in caso di sisma dobbiamo tenere in


considerazione che la trave sollecitata a compressione, secondo la normativa, non
contribuirà alla resistenza della struttura.

I nodi che non svincoliamo, verranno considerati dal programma come degli incastri
interni, cioè dotati di una rigidezza non infinita calcolata secondo le rigidezze delle
aste che convergono nel nodo, come avviene invece nel caso degli incastri esterni che
sono di rigidezza infinita.
I carichi
Le analisi dei carichi costituiscono il primo passo del processo di schematizzazione
matematica di un problema strutturale e consentono di definire i carichi agenti su una
struttura.

In generale distinguiamo vari carichi elementari che indicheremo con il nome di


condizioni di carico elementari e le loro combinazioni che chiameremo combinazioni
di carico per i vari stati limite che prenderemo in considerazione.

Sono carichi elementari:

 Il peso proprio
 I carichi variabili accidentali (vivi) come ad es. il passaggio di persone
 La neve
 Il vento
 Le distorsioni termiche
 Le accelerazioni sismiche

Tra questi carichi possono esservi delle incompatibilità, ad esempio l’attuale


normativa tecnica prescrive l’incompatibilità tra i carichi da vento e quelli da sisma.

Nelle combinazioni di carico per gli stati limite, andremo ad utilizzare dei coefficienti
che dipenderanno dalle normative di riferimento.

Stato limite è la condizione superata la quale l’opera non soddisfa più le esigenze per
le quali è stata progettata.
Per definire i carichi in SAP 2000, dobbiamo aprire il menu a tendina e selezionare
“Load Patterns”.

Si aprirà il menu di definizione dei carichi:


In questo menu possiamo aggiungere un nuovo carico, modificarlo, cancellarlo e
visualizzarne le eventuali note ad esso associato.

Con D1 indichiamo i carichi permanenti strutturali, che sono un carico di tipo DEAD
(permanente), il “Self Weight Multiplier” (coefficiente moltiplicativo del peso
proprio) è posto uguale ad 1,1 per considerare il peso aggiuntivo dei bulloni,
saldature, piastre, ecc.

Con D2 indichiamo i carichi permanenti non strutturali, nel nostro caso, il peso della
grecata. È importante ricordarsi di impostare 0 nella colonna del “Self Weight
Multiplier”, perché se cosi non fosse, andremmo a considerare più volte il peso della
struttura nelle combinazioni di carico.

EX_UBC97 e EY_UBC97 sono i carichi in direzione X e Y che si hanno durante un


terremoto ( QUAKE), nell’ultima colonna del menu indichiamo la normativa di
riferimento, in questo caso la UBC97.

T+ e T- sono i carichi termici, in condizioni di temperatura minima e massima.

LL sta ad indicare i Live Load, ossia i carichi “accidentali” come il passaggio di


persone od ad esempio in un ponte il transito della macchine e dei camion.

I carichi Wx+,Wx-, ecc. sono i carichi da vento, anche in questo caso va specificata la
normativa di riferimento.

Inserimento dei carichi


Il carico D1 viene calcolato da SAP 2000, il carico D2 invece, avendo inserito una
shell priva di massa, dobbiamo inserirlo noi.

Assicuriamoci che la shell sia visibile e selezionabile, basta andare al menu “Set
display option” e deselezionare “Not in View”.

Una volta selezionata la shell (comparirà un rettangolo rosso tratteggia), apriamo il


menu a tendina “Assign” – “Area Load” – “Uniform to Frame”.
Nel menu “Area Uniform Load to Frame”, selezioniamo il carico D2, come unità di
misura N, m, C e impostiamo un carico di 150 (N/m^2).

In questo menu, possiamo settare il carico, rispetto ad un sistema di riferimento


globale (Global) o locale e la direzione.
Le opzioni sulla destra permettono di aggiungere un carico (se ad esempio voglio
aggiungere un secondo carico sempre su D2) “Add to Existing Loads”, sostituire i
carichi esistenti con uno nuovo “Replace Existing Loads”, cancellare i carichi
esistenti “Delete Existing Loads”. Di default il menu è settato su “Replace Existing
Loads” quindi bisogna prestare attenzione per non rischiare di cancellare carichi
inseriti in precedenza senza accorgercene.

Selezioniamo nuovamente la shell e apriamo il menu “Area Uniform Load to Frame”,


adesso inseriamo un carico di 500 N/m^2 per il caso di carico LL.

Adesso, inseriamo i carichi termici T+ e T- , apriamo il menu a tendina “Assign”-


“Area Load” – “Temperature”.
Si aprirà il seguente menu:

Impostiamo una temperatura di 30 gradi per il carico T+ e di -30 per il carico T-.

Adesso dobbiamo inserire i carichi da vento; torniamo al menu “Load patterns”,


selezioniamo Wx+ e apriamo il menu “Modify Lateral Load Pattern”.

Nel menu che si aprirà potremo modificare i parametri relativi alla norma ASCE 7-10
e la direzione del vento.
Qui possiamo inserire la velocità del vento (in miglia orarie), l’altezza di esposizione
(lasciamo quella calcolata in automatico dal programma).

Per il carico Wx+ l’angolo della direzione del vento è 0, ossia è concorde al verso
dell’asse x, per gli alti casi, va modificata:

Wx- = 180°

Wy+A = 90°

Wy+B = 90°

Wy-A = -90°

Wy-B = -90°

Possiamo visualizzare come sono applicati questi carichi, accedendo al menu a


tendina “Display”- “Frame/Cable/Tendon”.
Nel menu a tendina possiamo selezionare il carico che vogliamo visualizzare, in
questo caso Wx+.
Notiamo come il verso delle forze sia parallelo all’asse delle x, proprio come
volevamo.

Per passare dalla visualizzazione di un caso di carico all’altro basta cliccare sulle
frecce poste in basso a destra sullo schermo.

La norma ASCE prevede che sulla tettoia venga applicato un carico distinto ai bordi e
nella zona centrale della struttura.

Scopo di questa guida però non è analizzare il caso specifico, essendo il valore dei
carichi dipendente dalla guida di riferimento. Semplifichiamo quindi il modello ed
applichiamo sulle 3 travi in direzione x, dove andremo a caricare gli effetti del vento
della tettoia, dei carichi uniformi di ±1000 N/m per le travi di bordo e ±1400 N/m per
la trave centrale. I segni diversi stanno ad indicare che il vento agirà con verso
diverso a seconda se rappresenti una pressione o una depressione.

In parole più semplici, il segno positivo indica che il vento “preme” la tettoia verso il
suolo (caso A), il simbolo negativo che cerca di “strapparla” verso l’alto (caso B).

Nei casi Wy+(A e B) il verso del vento sarà nella direzione positiva di y , nei casi
Wy-(A e B) il verso sarà negativo.

Iniziamo inserendo i carichi sulle travi di bordo, selezioniamole entrambe e apriamo


il menu a tendina “Assign” – “Frame Loads” – “Distributed”.

Si aprirà un menu che ci permetterà di inserire un carico uniforme o relativo soltanto


ad una parte dell’asta considerata.

Il carico va applicato rispetto al sistema di riferimento locale, selezionate 2 come


direzione e Wx+ come caso di carico, affinché la direzione del carico sia rivolta verso
il basso, il segno del carico dovrà essere negativo.
Nota

Il carico lo consideriamo positivo, il segno meno dipende solo da com’è orientato


l’asse locale.

Ripetiamo la procedura per gli altri carichi da vento e per la trave centrale:
Travi ai bordi (valore da inserire nella casella “Uniform Load”):

Wy+A = -1000

Wy+B = +1000

Wy-A = -1000

Wy-B = +1000

Trave al centro (valore da inserire nella casella “Uniform Load”):

Wy+A = -1400

Wy+B = +1400

Wy-A= -1400

Wy-B = +1400

Se avete inserito i dati correttamente per il caso Wy+A avrete questa configurazione
dei carichi:
È possibile verificare tutte le combinazioni di carico siano state inserite bene tramite
le frecce in basso a destra che ci consentono di passare velocemente da una
visualizzazione ad un'altra.

Adesso applichiamo alla shell un carico da vento in direzione positiva dell’asse x e


uno in direzione negativa.

Per farlo selezioniamo la shell e andiamo al menu “Assign” – “Area Load” –


“Uniform to Frame” e inseriamo un valore di 10 N/m^2 in direzione X rispetto al
riferimento globale nel caso di carico Wx+.

Ripetiamo l’operazione ma poniamo un valore di -10 N/m^2 in direzione X rispetto


al riferimento globale nel caso di carico Wx-.
Combinazioni di Carico
Adesso impostiamo delle combinazioni di carico, ovviamente i coefficienti
varieranno a seconda della norma.

Apriamo il menu a tendina “Display” –“Show Tables”:

Si aprirà un menu dove andremo a selezionare “Load Pattern Definitions”- “Response


Combinations”-“Table Combination Definitions”.

Poi andiamo al menu in alto a destra “Select Load Patterns” e selezioniamo tutti i
nostri casi di carico.
Nella finestra successiva, selezioniamo dal menu “File”-Export Current Table”-“To
Excel”.

Si aprirà un foglio Excel dove andremo ad applicare le nostre combinazioni di carico.


Il foglio Excel modificato verrà poi importato in SAP 2000, è conveniente usare dei
fogli Excel con delle macro o funzioni che permettano un inserimento più rapido
delle combinazioni di carico.

Nel file “esempio.sdb” sono già state impostate, quindi aprite il file, troverete la
struttura che abbiamo realizzato finora.

Possiamo a questo punto avviare la simulazione cliccando sul pulsante Run Analysis.

Si aprirà un menu dove possiamo decidere di selezionare solo alcune combinazioni di


carico da simulare, le selezioniamo tutte.

Clicchiamo su “Run Now” ed avviamo la simulazione.


Visualizzeremo la nostra struttura nella combinazione di carico D1, la prima
dell’elenco, la struttura risulterà molto deformata a prima vista, ma non
preoccupatevi, le deformazioni non sono in scala.

Per visualizzare il reale valore dello spostamento dobbiamo selezionare i singoli nodi.

Clicchiamo sull’icona in alto a destra “Start Steel Design/Check of Structure”, per


analizzare lo stato di sollecitazione delle travi.
Notiamo come le aste siano sollecitate al disotto della metà del carico che potrebbero
sopportare, questo vuol dire che la struttura resisterà a tutte le combinazioni di carico.

Possiamo visualizzare i diagrammi dello sforzo normale, taglio e momento, cliccando


su “Show Forces/Stresses” e selezioniamo “Frames/Cables/Tendons”.

Nel menu che si aprirà selezioniamo ad esempio il momento nel caso di carico D1.
Visualizzeremo l’andamento dei momenti sulle aste:

Cliccando sulla singola asta col tasto destro, visualizzeremo i diagrammi di sforzo
assiale, taglio, momento e la freccia relativi all’asta selezionata e nella condizione di
carico selezionata. Possiamo visualizzare l’andamento dei diagrammi anche per le
altre condizioni di carico, semplicemente selezionandoli nel menu a tendina in alto a
sinistra.

Muovendo il cursore sui diagrammi visualizzati e possibile leggere il valore di


momento, sforzo assiale, taglio e freccia al variare della posizione sull’asta.

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