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Debussy non abusa mai del forte. Egli usa di più il pianissímo ed il piano. In Jeux 557
battute su 709 sono scritte in gradazioni dolcisime. Si può allora dire che Debussy ha ristretto
la dinamica musicale. Nella Rapsodia per clarinetto, su 206 battute, ce ne saranno una
trentina in una gradazione forte.
Lo stile - Debussy ci dice: «Ho lasciato parlare la mia natura e il mio temperamento; ho,~
cercato soprattutto di essere francese. 1 francesi dimenticano troppo facilmente le qualità di
chiarezza e di eleganza che sono loro proprie, per lasciarsi influenzare dalle lungaggini e dalla
pesantezza tedesche. E tuttavia - dice -- avevamo una tradizione francese fatta di tenerezza
delicata e incantevole. In relazione alla profondità tedesca si può rimpiangere malgrado tutto
che la musica francese abbia seguito per troppo tempo strade, che l'allontanavano perfidamente
da questa chiarezza dell'espressione: questa precisione, questa concentrazione nella forma,
qualità particolari e significative del genio francese! Oggi quasi non osiamo più avere dello
spirito temendo di mancare di grandezza».
Aggiungo ancora quest'altro pensiero di Debussy: «Credere che le qualità proprie al
genio di una razza siano trasmettibili a un'altra senza danno è un errore che ha alterato spesso
la nostra musica. Sarebbe già cosa migliore confrontarle con le nostre, vedere ciò che ci manca
e cercare di ritrovarle senza cambiare nulla al ritmo del nostro pensiero»,
t giunto il momento di riflettere molto seriamente su queste righe... Affrontiamo ora la
storia, l'analisi e l'interpretazione della Prima Rapsodia per clarinetto.
Che cos'è una rapsodia? -- brani tratti dai poemi di Omero cantati dai rapsodi (nome
che i greci davano a coloro che andavano di città in città a recitare i canti dei poeti). La
rapsodia è un'opera fatta di pezzi, di brani, di parti disparate. t un discorso intermittente,
spasmodico, dall'andamento mutevole. Oscilla senza fine: talvolta indugia, talaltra s'imballa
freneticamente, arrivando fino all'esaltazione.
La Rapsodia per clarinetto di Debussy è seducente, capricciosa, poetica. 1 diversi registri
dello strumento sono sfruttati in tutte le risorse sonore ed espressive. Questo brano alterna
sogno e vivacità con una libertà e una poesia seducente. Quest'opera oltrepassa l'intenzione
occasionale del brano da concorso. Al contrario, occupa un posto importante nella sua intera
produzione, in un periodo decisivo della sua vita (Le Martyre de Saint Sébastien, 1911;
Khamma, 1912).
Della Rapsodia Debussy diceva: «Questo brano è sicuramente uno dei più amabili che
abbia scritto». Ancora oggi Pierre Boulez si stupisce di trovare in un brano da concorso tanta
grazia e poesia. Ma non bisogna ingannarsi: essa reclama, al di là di un'apparente semplicità
tecnica, una perfetta maestria strumentale.
Storia della Rapsodia - à la più bella opera per clarinetto del repertorio francese,
autentico caleidoscopio dalle mille sfaccettature sonore.
Nel 1909 Claude Debussy fu eletto membro del Consiglio superiore dei Conservatorio di
Parigi. In questa veste gli fu chiesto di scrivere due composizioni per la classe di clarinetto, in
vista dei concorsi della fine del 19 10. Questa fu l'origine dellaPrima Rapsodia e di un brano
per la lettura a prima vista (Morceau à dechiffrerpour le concours de clarinette de 1910,
edito da Durand nel 19 10 come Petite pièce - n.d.t.).
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Una battuta prima di "2" il Si ha un significato particolare. Il primo raggio di sole è appena
sorto, il movimento si anima, tutto si desta. Appare una dolce luminosità (secondo tema). Alla sesta
e all'ottava battuta di "2" glì arpeggi ascendenti illustrano lo scintìllìo della luce sull'acqua; il
discorso musicale si fa più incalzante, come una ghirlanda luminosa, correndo furtivamente sul le
onde. Questa improvvisa cadenza è un'autentica fuga in avanti, che si trova spesso nella musica di
Debussy. Molte articolazioni, notine, trilli. Tutto ciò con finezza ed eleganza. Il tempo è Le double
plus vite rispetto al Foco mosso che si suona circa a 72 la semiminima.
Le quattro battute prima di "Y ci permetteranno di tornare su questa serena e magnifica frase,
ma all'ottava superiore (primo tema), con quattro trilli abbastanza marcati accompagnati da accordi
paralleli (campane dì La cathédrale engloutie). La salita di biscrome si farà in uno stile di arpa,
come il dito di una fata che scivola sulle corde. Non ci sarà alcuna preparazione né cadenza, poiché
è il Do minima di "3- l'esito. Questa frase (primo tema) sarà ornata di magnifici arabeschi, simboli
sonori della linea curva.
Eccoci ora a Le doubleplus vite, cioè al doppio di Réveusement lent (semiminima = 100).
L'atmosfera diventa minacciosa - tutto è instabilità e agitazione. Più sopra ho parlato di
11caleidoscopio sonoro". Debussy espone questi temi per lo spazio di un istante - qui, 13 battute
-mentre le ultime quattro ci riportano già in clima più riposante, più flessibile (terzo tema). Le
articolazioni avranno una grande importanza. Bisogna rispettare rigorosamente le sfumature, i punti
(dello staccato - n.d.t.), i trattini (sulle note - n.d.t.), i trilli. Questo modèrément animé sì interpreta
battuta per battuta. Vi si ritrova l'antiwagnerismo di Debussy (lungagginì e pesantezza tedesche).
Qui tutto è nitido, corto, delicato, ricercato. Dopo una serie di trilli ascendenti, egli ripresenta il
secondo tema.
La seconda parte della Rapsodia ìnìzìa da "6": riesposizione dei terzo tema senza fioriture,
ma con vigore e baldanza. Sulla terza e quarta battuta di "6" Debussy approfitta per annuciare il
quarto tema (Scherzando). t un dialogo tra clarinetto e pianoforte. Essendo debole il terzo tempo di
queste battute, si farà senza attacco, impercettibilmente (comme un relais). Sulla settima battuta di
"6", nello spazio di due battute egli dispone un quinto terna, che ritroviamo nel finale a 12".
Lo Scherzando ("scherzoso e leggero'% se si rispetta il pensiero dell'autore, deve rimanere allo
stesso tempo, cioè Modèrèment animé(sernirninima a 72). Questa indicazione metronomica mi
sembra un po' lenta, ma credo tuttavia che oggi ci sia una tendenza a suonarlo troppo velocemente.
Con la semiminima a 104 sarebbe ragionevole e molto musicale, poiché questo tema dovrebbe
essere esitante, timoroso. D'altra parte, la seconda maggiore dei pianoforte che accompagna questo
punto è minacciosa, direi proprio beffarda. Questo tema si afferma poco alla volta, per essere ripreso
all'ottava superiore. Pensando certamente al brano da concorso che scriveva, Debussy introduce
inaspettatamente per due volte qualcosa di "abbastanza vizioso".
Per farsi perdonare ci concede una melodia piena di fascino e di tenerezza (richiamo dei
secondo tema), che delicatamente ci conduce verso il "dolce e penetrante" dell'esordio (primo tema)
con una luce diversa: dapprima scura, poi aprentesi a ventaglio con le sestine del pianoforte. Tutto è
illuminato dai richiami dei trilli in un tempo animato a " 10". Gli arabeschi agitano febbrilmente e
imballano il tempo. Essi creano un clima di ruga terrorizzata. Jankelevìtch ci ha detto: «E il vento
del panìco che soffia, l'uragano travolge tutto, tempo e tonalità, nella sua furia. Il tema dello
scherzo, cedendo alla nervosità di un accelerando vertiginoso, precipita con furia il suo ritmo di
galoppo. La tona"tessa cade nei crornatismi. La rnelodìosa Rapsodia dissuona affannata, stride e
termina interrotta»'
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1 manoscritti - Ho consultato i manoscritti della Rapsodia alla Biblioteca Nazionale
dì Parigi. Ce ne sono due: uno per clarinetto e pianoforte scritto tra la fine del dicembre
1909 e il gennaio 1910, e pubblicato nel 1910 (numero editoriale D e F 7636); l'altro per
clarinetto e orchestra, scritto e orchestrato dopo il concorso della fine dell'anno e
pubblicato nel 1911 (D e F 8280).
1 due manoscritti sono visìbilmente diversi. Ogni supposizione è lecita: 1)
concertazione tra Prosper Mimart e l'autore per problemi di tecnica strumentale? 2)
modifica voluta daIl'autore? 3) invece, ci sono alcuni punti di correzione difficilmente
spiegabili. La partitura Durand è pienamente conforme ai manoscritti. Eppure ... ! Mistero
della tradizione orale?
Passiamo ogni punto al vaglio ed analizziamolo.
Forse c'è stata concertazione tra Mimart e il compositore? Ciò sembra verosimile a causa
di difficoltà strumentali.
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Tredicisima battuta di -6-, "Scherzando `
Bisogna fare Dob o Dobeq.? Di solito i ciarinettisti fanno Dobeq. Invece i compositori che ne
fanno un'analisi propendono per il Dob. 1) La partitura Durand è conforme ai due manoscritti;
2) perché no una terza maggiore e poi una terza minore?; 3) più avanti stessa cosa all'ottava.
Su
questo punto non c'è uniformità; forse il tempo ce lo chiarirà! (,,) ~, ~ ? ~j
J
A "10" e sulla terza battuta di 1O
Ho avuto il piacere di registrare tre volte su disco questo brano meraviglioso, una
volta con l'Orchestra Nazionale di Francìa diretta da Jean Martinon. Questo direttore,
specialista della musica francese e in particolare di Debussy, si è sempre stupito e
sorpreso dì sentirmi suonare Rebeq.-Mib. Egli voleva Re#-Mibeq. Come clarinettista
rispettoso del testo e delle buone vecchie tradizioni dei nostri rispettabili maestrì,
insistevo a suonare Rebeq.-Mib: ma il dubbio c'è e resta.
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Appendice: alcuni errori nella partitura Durand.
Battuta undicesima di "T': il Sol è puntato; l'indicazione è 'Te double plus vite" - Scherzando
(Perrore sulla nota è nella partitura e nella parte; l'indicazione di "Scherzando" manca nella
parte - n.d.t.)
L'ultimo tempo prima di "5" è una sestina di semicrome (l'errore è nella parte - n.d.t.)
Otto battute prima di 'T' ecco il ritmo giusto (Perrore è nella parte - n.d.t.)
Non si dimentichi di legare le due ultime semicrome (Perrore è nella partitura e nella parte -
n.d.t.)
Alla quarta battuta di " 1 V il primo tempo in biscrome è crescendo e non decrescendo
(l'errore è nella parte - n.d.t.)