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2.1 Introduzione
Tutti i sistemi fisici sono localizzati nello spazio tridimensionale e, al passare del tempo, si evolvono in esso
oppure non mostrano variazioni di rilievo; in questo ultimo caso si dice che si trovano in uno stato stazionario.
Per descrivere correttamente l’evoluzione di un sistema fisico è necessario conoscere, al variare del tempo,
la posizione delle sue parti nello spazio (1).
Rimandiamo al capitolo della cinematica la definizione di punto materiale e limitiamoci, per il momento a
descrivere la posizione nello spazio di semplici punti geometrici.
FIGURA 2-1
Consideriamo, allora, una retta ed un punto arbitrario O su di essa che la divide in due semirette (Figura 2-1).
Per rappresentare geometricamente i numeri reali definiamo un segmento di lunghezza arbitraria che
fungerà da unità di misura delle distanze dei punti della retta dal punto O.
In maniera del tutto arbitraria faremo corrispondere i numeri negativi ai punti appartenenti ad una delle due
semirette e i numeri positivi ai punti dell’altra semiretta. In seguito a questa scelta chiameremo semiretta
positiva e semiretta negativa, rispettivamente, le due semirette originate dal punto O che chiameremo
origine.
Il verso di percorrenza positivo sarà quello che va dalla semiretta negativa a quella positiva.
Converremo di far corrispondere lo zero al punto O.
Per localizzare un punto su un piano sono necessarie due rette numeriche mutuamente perpendicolari che
si incrociano nelle rispettive origini. In realtà la richiesta precedente non è stringente come pure non è
stringente la richiesta che il segmento unitario sia uguale per entrambe. Se le due rette sono perpendicolari
e su di loro è definita la stessa unità di misura diremo che le due rette formano un sistema monometrico
ortogonale.
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Per una trattazione completa dell’argomento consultare H. Margenau & G. M. Murphy: The mathematics of physics
and chemistry, vol. 1, cap. 5, Van Nostrand Reinolds.
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G. Grella - Appunti di Fisica - Meccanica
Le coordinate polari di un punto nel piano sono costituite da una coppia (r, ) di numeri reali definiti come
segue (Figura 2-3):
r x2 y 2
(2.3.2)
FIGURA 2-4 arctan y x
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In talune applicazioni è conveniente definire unità di misura differenti per ciascun asse; raramente si utilizza una coppia
di assi coordinati non ortogonali.
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G. Grella - Appunti di Fisica - Meccanica
Le relazioni (2.3.1) si ottengono dal solito teorema di trigonometria sui triangoli rettangoli applicato ai
triangoli PPxO e PPyO.
La prima delle (2.3.2) si ottiene sommando membro a membro i quadrati di entrambi i membri della (2.3.1)
ed estraendo, successivamente, la radice quadrata mentre la seconda delle (2.3.2) si ottiene dividendo la
seconda delle (2.3.1) per la prima delle (2.3.1)) ottenendo tan = y/x dalla quale si ricava la seconda delle
(2.3.2)
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G. Grella - Appunti di Fisica - Meccanica
x sin cos x2 y 2 z 2
y sin sin arccos z
z cos arctan y x
TABELLA 2-1
x cos x2 y 2
y sin arctan y x
z z
TABELLA 2-2
x2 y2 z2 R2
Dall’equazione precedente è evidente che le tre coordinate non possono essere fissate tutte e tre
indipendentemente poiché fissatene due la terza è vincolate a soddisfare l’equazione precedente.
In questo caso il numero di gradi di libertà è pari a 2.
Esempio #2. (Moto di un punto lungo una circonferenza)
Consideriamo un punto materiale vincolato a muoversi su una circonferenza di raggio R e centro nell’origine
del sistema di riferimento disposta nel piano xy. La condizione che il punto si muova sulla superficie della
circonferenza giacente nel piano xy si esprime dicendo che le sue coordinate devono soddisfare, istante per
istante, all’equazione della circonferenza di centro l’origine e raggio R:
x2 y2 R2
e che, istante per istante, deve essere: z = 0 (condizione che il punto si trovi nel piano xy)
Dall’equazione precedente è evidente che le tre coordinate non possono essere fissate tutte e tre
indipendentemente ma che la x e la y non sono indipendenti e che z è fissata una volta per tutte.
In questo caso il numero di gradi di libertà è pari a 1.
Si noti che il moto del punto può essere descritto completamente dalla coordinata x o dalla coordinata y.
Alternativamente si possono usare le coordinate polari con raggio R costante e variabile oppure - infine –
mediante l’arco s descritto dal punto a partire da un arbitrario punto O preso come origine sulla
circonferenza. Si noti che la descrizione mediante q o s sono equivalenti giacché vale la relazione:
s R
Esempio #3. (Moto di un punto lungo una retta)
Considereremo, in questo esempio, il moto di un punto vincolato a muoversi lungo una retta che sarà
identificata come l’asse delle ascisse (asse x) di un assegnato sistema di riferimento cartesiano nello spazio.
In questo caso, istante per istante, deve accadere che:
y 0; z 0 t
Anche in questo caso il numero di gradi di libertà è pari a 1.
Esempio #4. (Moto di un punto lungo piano inclinato)
Il moto rettilineo di un punto lungo un piano inclinato può essere studiato – come vedremo in seguito – come
il moto di un punto lungo una retta giacete ad esempio nel piano xz come mostrato nella figura seguente:
FIGURA 2-8
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G. Grella - Appunti di Fisica - Meccanica
Dalla Figura 2-7 si vede che il punto in questione percorre la retta passante per AB la cui equazione è:
y tan x h (2.5.1)
La (2.5.1) e la
y 0 t
Costituiscono le condizioni di vincolo per il sistema considerato.
Anche in questo caso il numero di gradi di libertà è pari a 1.
Dagli esempi precedenti appare chiaro che il numero delle coordinate necessarie ad individuare i punti si
riduce di una quantità pari al numero di equazioni vincolari.
Il tutto può essere riassunto come segue introducendo il concetto di gradi di libertà:
3 – (numero di equazioni alle quali devono soddisfare, istante per istante, le coordinate xy e z del punto)
Nel caso in cui il sistema è formato da N punti allora il numero dei gradi di libertà del sistema è pari
alla somma dei gradi di libertà di ciascun punto del sistema.
Quanto sopra espresso vale solo nel caso in cui i vincoli siano indeformabili e indipendenti dal tempo
Accanto ai vincoli di tipo geometrico possono essere presenti ulteriori vincoli che limitano le velocità
di ciascun punto. Tali vincoli sono detti cinematici (3).
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Una trattazione completa dei vincoli può essere trovata nel testo: H. Goldstein, C. Poole e J. Safko, Meccanica Classica,
Ed. Zanichelli, Bologna (2006)
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