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a.s.a. (area strategica d’affari): Se l’a.s.a.

si colloca nel primo quadrante fa


riferimento ad una formula competitiva di successo interamente coerente,
caratterizzata da un alto successo competitivo e reddituale. C’è coerenza interna, il
successo reddituale coincide con il successo competitivo e si alimentano a vicenda; se
l’a.s.a. è in questo quadrante bisogna sapere se l’impresa può rimanervi, con quale
strategia e con quale management. Se l’a.s.a. si colloca nel secondo quadrante si ha
un alto successo reddituale e un basso successo competitivo. Il successo economico
deriva da condizioni esterne di vantaggio, ma l’imprenditore non si cura dell’aspetto
competitivo; se l’a.s.a. è in questo quadrante bisogna valutare le condizioni esterne
favorevoli ed individuare la possibilità che tali condizioni durino ancora nel tempo e la
disponibilità del management a non essere speculatore. Se l’ a.s.a. si trova nel terzo
quadrante abbiamo una formula imprenditoriale incoerente, si è competitivi senza
guadagnare poiché vi è la qualità non corrispondente al prezzo, vi è una forte capacità
di innovare non accompagnata da capacità di sfruttare i prodotti, vi è una cultura dello
spreco; se l’a.s.a. è in questo quadrante bisogna analizzare il miglioramento reddituale
realizzabile senza cambiare la formula imprenditoriale o considerando i pro e i contro
in un cambio della formula imprenditoriale e la disponibilità di risorse per il
risanamento. Se l’ a.s.a. si trova nel quarto quadrante manca la ragion d’essere
essendo basso il successo competitivo e basso anche il successo reddituale; se l’a.s.a.
è in questo quadrante bisogna agire come per il terzo quadrante.
analisi degli scostamenti: L’analisi degli scostamenti è uno strumento che permette
di quantificare la differenza che c’è tra andamento atteso e l’andamento effettivo della
gestione, valutare il grado di raggiungimento degli obbiettivi programmati e procedere
ad eventuali interventi correttivi.
Le sue principali caratteristiche sono:
• scopo: permette la correzione tempestiva di eventuali disfunzioni gestionali;
• obbiettivo: mette in luce il manifestarsi di circostanze esterne che possono
richiedere un cambiamento degli obbiettivi di budget e permettere la correzione
tempestiva di disfunzioni gestionali;
• oggetto di analisi: confrontare i dati programmati e quelli effettivi;
• modalità di verifica: l’analisi deve essere condotta a livello di ciascun centro di
responsabilità.
Per individuare le cause degli scostamenti si deve fare una scomposizione degli
scostamenti globali in scostamenti elementari, ovvero analisi degli scostamenti dei
costi variabili, dei costi fissi e dei ricavi di vendita.
Esistono diversi tipi di scostamenti:
• scostamenti di realizzazione (implementation) riconducibili ad incapacità dei
responsabili;
• scostamenti di misurazione che sono errori di classificazione, di calcolo e di
rilevazione delle grandezze;
• scostamenti di modello decisionale che dipendono da una sbagliata individuazione
della funzione obbiettivo;
• scostamenti dovuti al caso, ricollegabili a circostanze accidentali.
analisi dei costi: studia la fase di trasformazione degli investimenti in realizzi. Per
costo s’intende la perdita di utilità necessaria all’ottenimento di un prodotto o servizio
per la realizzazione aziendale di un’attività. I costi diretti sono quelli per cui è possibile
stabilire un rapporto tra il loro sostenimento e l’oggetto di riferimento, i costi indiretti
sono quelli per cui è difficile individuare il rapporto diretto perché si riferiscono a più
oggetti. Su questa distinzione si fondano le diverse configurazioni di costo, secondo cui
si distinguono:
• costo primo costituito dalla somma dei costi diretti;
• costo complessivo costituito dalla somma dei costi diretti e indiretti;
• costo economico-tecnico costituito dalla somma del costo complessivo più i costi
virtuali (beni di proprietà dei soggetti privati a servizio dell’azienda) più la quota di
profitto spettante al soggetto aziendale;
• costi standard determinati dalla gestione in sede di programmazione;
• costi consuntivi che sono quelli effettivamente sostenuti.
Il limite dell’analisi dei costi sta nel fatto che la produzione aziendale si svolge in modo
unitario ed è difficile isolare e definire componenti di costo riferibili in maniera certa ad
un singolo prodotto; per questo occorre determinare le quote dei costi indiretti da
attribuire ai singoli oggetti di riferimento per la formazione del costo complessivo e per
farlo si ricorre a quattro metodologie:
• procedimento su base unica di azienda: si sommano tutti i costi indiretti e si
ripartiscono ai singoli oggetti di riferimento utilizzando un’unica base di ripartizione;
• procedimento su base multipla di azienda: si adottano diversi criteri d’imputazione;
• procedimento con criteri commerciali: si adotta il criterio della capacità contributiva
dei prodotti calcolando il margine di contribuzione di un oggetto attraverso la
differenza dei costi e dei ricavi relativi a quello stesso oggetto;
• procedimento con criteri di localizzazione dei costi: si ripartiscono i costi sulle aree in
cui è divisa l’azienda.
La prima fase in cui sia articola il procedimento prevede la suddivisione dell’azienda in
aree e l’imputazione secondo criteri causali dei costi diretti alle suddette aree;
distinguiamo centri di imputazione diretti che svolgono tutte le attività connesse alla
produzione e centri di imputazione indiretti che svolgono le attività di
amministrazione. Un’ulteriore tecnica è quella a.b.c. (activity based costing), si tratta
di una metodologia secondo la quale si procede a calcolare il costo pieno di un
prodotto passando attraverso la determinazione dei costi delle attività; vengono
dapprima calcolati i costi di ogni singola attività e poi assegnati ai prodotti e ai servizi
sulla base delle attività che sono state necessarie per produrli. Partendo dalla struttura
del costo di prodotto occorre distinguere i costi indiretti inerenti allo svolgimento delle
attività produttive (ammortamenti macchinari, energia elettrica) da quelli relativi ad
attività di supporto e ausiliarie (gestione scorte, approvvigionamento materiali). Con il
metodo a.b.c. i costi dei centri ausiliari vengono attribuiti direttamente alle attività che
li generano, tali attività sono le effettive determinanti dell'entità dei costi.
I fini dello studio dei costi sono:
• determinazione dei valori di bilancio che si basa sulla determinazione dei costi
complessivi; per determinare il risultato d’esercizio questi si devono contrapporre ai
ricavi complessivi relativi;
• calcoli di convenienza economica nel breve periodo volti a verificare il volume
ottimale per prodotto in relazione alla metodologia produttiva adottata, nel lungo
periodo volti a verificare la convenienza dell’installazione di nuovi impianti o la
sostituzione di quelli utilizzati;
• controllo delle condizioni di efficienza del sistema di azienda cioè verificare la
quantità di fattori produttivi impiegati per l’ottenimento di una determinata
produzione e dell’influenza di questa sugli investimenti.
Esiste anche una distinzione dei costi relativa al loro andamento dinamico: costi
variabili variano al variare del volume di produzione, costi fissi o costanti non variano
al variare del volume di produzione.
Questa è una distinzione relativa, tuttavia permette di osservare che se si prende
come riferimento il volume di produzione, all’aumentare di questo aumentano anche i
costi variabili mentre restano invariati i costi fissi.
apprendimento imprenditoriale: vedi processo di app…
autofinanziamento: L’autofinanziamento esprime la capacità interna della gestione
a finanziarsi. Si definisce in base a due nozioni:
• fenomeno di natura finanziaria: la nozione di autofinanziamento in senso ampio
(autofinanziamento improprio) è data dalla somma di utili non distribuiti,
accantonamento per rischi, accantonamenti per costi futuri;
• fenomeno di natura economico-patrimoniale: la nozione di autofinanziamento in
senso stretto (autofinanziamento proprio) è costituita dagli utili non distribuiti.
Le componenti dell’autofinanziamento sono
• autofinanziamento da utili: temporaneo o durevole in base agli scopi ad esso
attribuiti in sede si redazione del bilancio;
• accantonamento per rischi e oneri futuri: effetto finanziario temporaneo relativo a
future uscite monetarie o effetto finanziario permanente relativo alle spese per le quali
è stato previsto che potrebbero essere inferiori a quanto preventivato;
• accantonamento per le quote di ammortamento: effetto temporaneo ossia possibilità
dell’azienda di poter disporre di queste risorse fino al momento in cui non si rendono
necessari i rinnovi dei fattori produttivi cui si riferiscono o effetti permanenti.
Il valore dell’autofinanziamento dell’azienda posta in liquidazione è costituito dagli utili
palesemente o occultamente accantonati nella fase di funzionamento.
Azienda secondo Giannessi: l’azienda dovrebbe intendersi “quale unità elementare
dell’ordine economico generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un
sistema di operazioni, promanate dalla combinazione di particolari fattori e dalla
composizione di forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della
distribuzione, e del consumo vengono predisposti per il conseguimento di un
determinato equilibrio economico, a valere nel tempo, suscettibile di offrire una
remunerazione adeguata ai fattori utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati
raggiunti, al soggetto economico per conto del quale l’attività si svolge. Giannessi
fonda la vita e la natura dell’azienda su tre criteri: combinatorio, sistematico e di
composizione quindi nega la dignità di azienda a quelle organizzazioni che non li
rispettano e a quelle organizzazioni dove prevalgono condizioni extra economiche.
Una definizione di azienda di portata più generale: l’azienda ha il ruolo fondamentale
di trasformare valori a valenza sociologica in valori a valenza economica.
Azienda secondo Masini: ordine economico di un istituto, e dunque la parte
dell’attività economica degli istituiti sociali, ossia quella comprendente i redditi, le
produzioni fisiche, i costi, i consumi, i risparmi, gli investimenti, i movimenti di
moneta, ecc.
Azienda secondo Zappa: istituto economico atto a perdurare che per il
soddisfacimento dei bisogni umani compone e svolge in continua coordinazione la
produzione o l’acquisizione ed il consumo della ricchezza
• Si caratterizza per
o durevolezza: l’azienda è destinata a vivere anche se cambiano i soggetti;
o dinamicità: riguarda i processi di acquisizione, produzione e consumo tenendo conto
delle condizioni interne ed esterne all’azienda che possono condizionare l’istituto e a
cui l’istituto deve adattarsi;
o ordinamento secondo proprie leggi: tutto l’insieme di regole e meccanismi che
servono a far funzionare l’istituto;
o tensione verso fini comuni: tendenza al soddisfacimento dei bisogni intesa anche
come ragion d’essere dell’azienda;
o relativa autonomia: ci si riferisce alle terze economie rispetto alle quali l’azienda
deve essere indipendente in quanto dotata di una propria autosufficienza economico-
patrimoniale.
Azienda Struttura: vedi struttura dell'azienda
Aziendalità: Coda individua i caratteri dell’aziendalità nella compresenza di tre
requisiti: la sistematicità intesa come ottica sistemica complessiva delle operazioni
aziendali, l’autonomia intesa come autonomia finanziaria da altri enti e la
responsabilità ovvero piena autonomia decisionale del management
Aziende - Classificazione: vedi classificazione delle aziende
bilancio: Uno strumento di rilevazione utile per rappresentare le fasi del ciclo
aziendale è il bilancio di esercizio, un documento contabile che permette di
determinare periodicamente il capitale ed il risultato di gestione di un'impresa e dal
quale è possibile ricavare informazioni circa la situazione patrimoniale, finanziaria ed
economica della stessa. Il bilancio si compone di tre parti: stato patrimoniale, conto
economico e nota integrativa.
Lo stato patrimoniale è il documento che definisce la situazione dell’azienda in un
determinato periodo e fornisce una visione istantanea della situazione del patrimonio;
graficamente si presenta come un prospetto dotato di due sezioni: la prima
comprende le attività ovvero gli investimenti attuati dall’azienda che possono
riguardare fattori generici di produzione e fattori specifici di produzione che possono
essere suddivisi anche in base all’intervallo di tempo necessario per il loro reintegro
finanziario, per cui abbiamo fattori a lungo ciclo di reintegro e a rapido ciclo di
reintegro. La seconda sezione comprende le passività ed il netto patrimoniale ovvero
la differenza tra attività e passività e se il suo valore è inferiore a zero si avrà un
deficit patrimoniale. I canali di finanziamento aziendale si distinguono in:
• capitale proprio: mezzi finanziari messi a disposizione dai proprietari aziendali e
soggetti al rischio generale d’impresa cioè il rischio di non essere più restituiti in
quanto persi nell’attività aziendale;
• debiti di finanziamento: mezzi finanziari dati in prestito da economie terze con
vincolo di restituzione;
• debiti di funzionamento: opportunità di rinviare il pagamento di somme relative ad
operazioni di compravendita.
Il patrimonio aziendale all’inizio coincide con il capitale proprio che successivamente
cambia in funzione dell’andamento economico-finanziario della gestione ed in funzione
delle variazioni del capitale proprio. I valori espressi nello stato patrimoniale non sono
valori certi, ma frutto di valutazioni, stime, previsioni ed ipotesi; un singolo stato
patrimoniale non fornisce nulla per ciò che riguarda i risultati conseguiti dalla gestione,
solo con la comparazione di due situazioni patrimoniali cronologicamente successivi si
può trarre una definizione del reddito inerente al periodo intercorso e questo perché il
reddito è l’incremento (utile) o decremento (perdita) del capitale netto per effetto
della gestione e subisce variazioni nel tempo.
Il conto economico è il documento del bilancio che contiene costi e ricavi dell’esercizio
amministrativo e illustra i risultati della gestione del periodo considerato. Si compone
di due sezioni: costi che indicano il valore dei nostri acquisti e ricavi che
rappresentano il valore della vendita dei servizi. Se C > r = perdita d’esercizio, se R >
c = utile.
Il momento in cui si contabilizzano costi e ricavi solitamente coincide con il momento
in cui è possibile misurare in moneta tale costo o ricavo e può però non coincidere con
il momento dell’effettivo sostenimento del costo o del conseguimento del ricavo per
cui si utilizza pertanto il principio della competenza economica per il quale si devono
attribuire al periodo amministrativo costi e ricavi che si riferiscono a operazioni che si
sono concluse nel periodo considerato. Inoltre al conto economico non si possono
attribuire costi e ricavi per i quali i relativi costi e ricavi non si sono manifestati, i costi
già sostenuti e i ricavi già conseguiti si rimandano all’esercizio successivo, costi e
ricavi non ancora manifestati vanno attribuiti all’esercizio corrente. Ne deriva che il
conto economico deve avere delle rettifiche e integrazioni, quindi le due sezioni
principali dei costi e dei ricavi vanno a loro volta divise in tre sezioni che
comprendono: operazioni iniziate nel passato ma che sono di competenza
dell’esercizio corrente e operazioni dell’esercizio passato ma di competenza di quello
corrente; operazioni contabilizzate nell’esercizio corrente; operazioni iniziate
nell’esercizio corrente o passato, ma di competenza di esercizi futuri e operazioni di
competenza dell’esercizio corrente ma di futura manifestazione. Il conto economico
non rappresenta quantità certe, ma è espressione di previsioni, stime, valutazioni e
supposizioni di chi lo dirige.
Tra lo stato patrimoniale e il conto economico esiste una correlazione poiché, lo stato
patrimoniale sintetizza l’incremento di capitale avvenuto durante l’esercizio (reddito)
attraverso gli incrementi e i decrementi avvenuti nel patrimonio aziendale dall’inizio
del periodo e da una rappresentazione istantanea dell’azienda, consentendo di
verificarne le potenzialità poiché è costituito in massima parte da previsioni scaturite
dal passato ma rivolte al futuro; mentre il conto economico analizza il reddito stesso
attraverso l’analisi dei movimenti finanziari.
capitale: Per capitale si intende un fondo astratto (perché un socio può conferire sia
capitale monetario che opere ossia il proprio lavoro) di valori esprimente la
potenzialità d’azione dell’azienda in un dato momento. In base alle potenzialità
operative possiamo distinguere tre nozioni:
• capitale di funzionamento: costituisce il valore dell’azienda in funzionamento. In
base alla corrispondenza o meno di queste valutazioni al principio di prudenza e di
competenza si avrà annacquamento del capitale ovvero si sopravvalutano le attività e
si sottovalutano le passività oppure costituzione di riserve occulte cioè si
sottovalutano le attività e si sopravvalutano le passività;
• capitale di liquidazione: costituisce il valore dell’azienda messa in liquidazione. In
questo caso il fondo dei valori costituenti il capitale conterrà la valutazione di singoli
elementi del patrimonio aziendale considerando il valore delle attività in relazione ai
possibili realizzi derivanti dalla loro allocazione sul mercato ed il valore delle passività
in relazione ai presunti esborsi necessari per rimborsare i finanziamenti: la loro
differenza costituisce il valore del capitale di liquidazione. Il capitale di liquidazione è
generalmente inferiore al capitale di funzionamento, se dovesse verificarsi il contrario
ci si potrebbe trovare in presenza di riserve occulte o rivalutazione di alcuni elementi
patrimoniali;
• capitale economico: costituisce il valore di scambio dell’azienda funzionante. Il
capitale economico consiste essenzialmente nella stima delle potenzialità che
l’impresa può offrire.
La differenza tra capitale di funzionamento e capitale economico esprime l’attitudine
stabile dell’azienda a generare redditi e a compensare il capitale investito. Se il
capitale economico è inferiore al capitale di funzionamento o al capitale di liquidazione
si ha avviamento negativo che esprime l’incapacità dell’azienda a compensare il
proprio capitale. La relazione quantitativa che lega le tre configurazioni di capitale in
una situazione normale è: cl < cf < ce serve come parametro per determinare la
correttezza del reddito d’esercizio, cui il capitale di funzionamento fa riferimento.
Classificazione delle aziende:
• Teleologica: si basa sullo scopo dell’azienda, soddisfare i bisogni umani
• Giuridica: ovvero aziende o ditte individuali, aziende collettive, aziende private e
aziende pubbliche.
• Dimensioni possiamo avere aziende piccole, medie e grandi e possono divedersi
dimensionalmente in base a capitale investito, al numero di dipendenti e al volume
delle vendite.
• Localizzazione in base alla presenza di attività separate; possono esserci aziende
indivise che svolgono l’attività in un unico luogo, aziende divise che svolgono l’attività
in più luoghi, gruppi aziendali
competitività: vedi condizioni di successo…
condizioni di successo di un’azienda: Per perseguire il suo obbiettivo
fondamentale, cioè di soddisfare i bisogni umani, bisogna che l’azienda rispetti due
principi:
• principio di economicità: l’attitudine della gestione a remunerare attraverso i ricavi
tutti i costi dei fattori produttivi di cui abbisogna. Per il principio di economicità è
necessario che i ricavi (r) siano maggiori rispetto ai costi di investimento (i) ai costi dei
finanziamenti (i). Quindi R > i + i in cui la differenza prodotta può essere utilizzata per
accrescere gli investimenti in modo che l’azienda abbia una tendenza evolutiva. Si
analizzano altre due condizioni: R < i + i in cui l’azienda non produce ricchezza, ma ha
una tendenza involutiva e sarà destinata al fallimento e R = i + i in cui l’azienda si
trova in una situazione di stasi contraria al principio di progresso. È necessario che i
ricavi siano in grado di coprire anche l’inflazione ovvero il processo di costante
aumento dei prezzi che determina un persistente declino del potere d'acquisto della
moneta che si è prodotta tra il momento del sostenimento del costo ed il momento di
realizzo del ricavo. I fattori che incidono sulla condizione di economicità sono i prezzi
dei fattori produttivi e dei beni prodotti e il rendimento dei fattori produttivi.
• principio di solvibilità: la capacità dell’azienda di far fronte in ogni momento ai propri
impegni finanziari; tale principio richiede l’equilibrio tra le entrate e le uscite.
L’economicità nel lungo andare è influenzata dal rispetto della solvibilità nel breve
periodo, mentre la solvibilità nel breve periodo non sempre rispetta l’economicità
generale dell’azienda. Per analizzarle meglio utilizziamo la matrice redditività-
solvibilità che rappresenta quattro possibilità:
• alti redditi/elevata solvibilità: i prodotti di questa azienda sono in grado di
reintegrare tutti i costi di gestione con elevati livelli di redditività;
• bassi redditi/elevata solvibilità: impresa che gode di elevata fiducia dai finanziatore o
la cui solvibilità proviene da un periodo di elevata solvibilità precedente;
• alti redditi/bassa solvibilità: impresa impegnata finanziariamente nel lancio di nuovi
prodotti o nell’espansione dei prodotti già affermati;
• bassi redditi/bassa solvibilità: impresa che attraversa la fase di avviamento.
Il successo delle aziende dipende dalla loro capacità di avere una buona quantità di
prodotti affermati garantendone anche il riciclo nel tempo.
C’è poi la competitività, ossia la capacità dell’azienda di concorrere efficacemente sui
mercati, che si compone di due dimensioni: l’efficacia che indica il raggiungimento
degli obbiettivi e l’efficienza che indica la relazione tra mezzi-fini e che assume diversi
livelli di soddisfacimento.
L’azienda è in grado di soddisfare due categorie di bisogni, quelli legati alla funzione
d’uso dei prodotti o dei servizi che l’azienda produce e offre ai propri clienti e quelli
legati alle esigenze ed aspettative degli shareholders e stakeholders.
Si può affermare che le dimensioni del successo aziendale sono economicità,
competitività e soddisfazione dei partecipanti e per ottenere il successo l’azienda deve
procedere su tutti e tre i fronti.
diagramma di redditività: Il diagramma di redditività si basa sulla distinzione fra
costi variabili (che cambiano al cambiare del volume di produzione) e costi costanti
(che restano invariati al cambiare del volume di produzione).Il diagramma di
redditività è costruito ipotizzando che i ricavi varino proporzionalmente al variare del
volume produttivo così come i costi variabili incidono su quelli complessivi;
l’intersezione tra la retta dei ricavi e quella dei costi complessivi individua il punto di
pareggio (break even point o punto di fuga dell’imprenditore) in cui si ha l’uguaglianza
tra i costi e i ricavi; al di sotto di tale punto si è in area di perdita, al di sopra si è in
area di profitto. Il punto di pareggio indica a quale livello di produzione l’azienda
raggiunge l’equilibrio economico, in tale situazione il reddito è nullo in quanto
l’azienda non consegue utili né ha perdite; la determinazione del punto (Break Even
Analysis BEA) permette di individuare le variazioni del reddito in corrispondenza di
ciascuna variazione in relazione al volume di produzione, ai prezzi di vendita, ai costi
fissi e ai costi variabili. Per determinare il punto di pareggio e rappresentare il punto di
equilibrio ci si deve basare su delle realtà produttive per cui la produzione dell’azienda
è intesa come completamente venduta, si ipotizza che l’andamento dei costi e dei
ricavi sia lineare e ci deve essere una distinzione tra costi fissi e costi variabili. Il
diagramma di redditività è uno strumento di valutazione dei rischi aziendali utile per
tutti gli attori del sistema, ma ha dei limiti, poiché si riferisce:
• ad un esercizio normale o medio quindi ad una gestione ordinaria
• alla capacità produttiva pratico-massima ovvero quanto si può produrre al massimo;
• ad ipotesi generali con riferimento alla ragioneria, contabilità, economia aziendale;
• ad ipotesi formali con riferimento alla matematica;
• ad ipotesi specifiche relative al confronto tra costi e ricavi che permettono la
costruzione del diagramma:
• i costi variabili devono crescere in proporzione al crescere del volume produttivo;
• i costi fissi devono rimanere costanti al variare del volume produttivo;
• i ricavi unitari di prodotto devono essere costanti al variare dei volumi immessi sul
mercato;
• ci deve essere omogeneità nelle produzioni e costanza nella loro composizione
rispetto al variare del volume complessivo;
• i dati devono riferirsi ad un periodo corto.
Utilizzando il diagramma di redditività si vuole individuare un’area di significatività con
un valore massimo ed un valore minimo di produzione intorno al punto di pareggio in
maniera che più sono vicini i valori al punto di pareggio più il diagramma rappresenta
una condizione vicina alla realtà:
Economia aziendale: alla luce del dibattito epistemologico
scienza empirica, pura e applicata, normativa e positiva, autonoma e definita, poiché
autonomo e definito è il suo oggetto di studio, nonché caratterizzata da un’armonica
associazione di metodi e da un correlato linguaggio sovente non univoco
Economia aziendale: studia la vita delle aziende e le condizioni di esistenza e
sviluppo delle stesse nella dinamica del sistema economico di cui sono unità
elementare
formula imprenditoriale: La formula imprenditoriale è basata su valori cardine che
realizzano una visione imprenditoriale unitaria e unificante che indirizzi tutti gli sforzi
verso il raggiungimento dell’eccellenza imprenditoriale. La struttura è uno dei cinque
elementi sui quali si fonda la formula imprenditoriale ed è nota anche come ossatura
dell’azienda; il sistema di prodotto riguarda le problematiche dell’offerta e le
caratteristiche del prodotto in rapporto con il mercato dove è inserito e con riferimento
alla domanda che proviene dal mercato, è connesso con il sistema competitivo che
porta ad analizzare le relazioni tra i vari competitors sul mercato; la formula
competitiva cerca di ottenere il successo per mezzo di strategie competitive, identifica
i fattori critici di successo che derivano dalle relazioni con i concorrenti e con il
mercato. La struttura si collega al sistema degli attori, alle loro aspettative nei
confronti dell’azienda e alle aspettative di questa nei loro confronti, l’insieme di questi
tre fattori prende il nome di formula imprenditoriale sovraordinata e porta l’azienda a
concepire una strategia sociale che incentivi gli attori li soddisfi.
L’analisi del grado di successo competitivo della formula imprenditoriale di un’impresa
deve essere condotta per ogni area strategica di affari (a.s.a.). Un’a.s.a. è formata da
una o più combinazioni prodotto/mercato/tecnologia che si configura come un’unità di
sintesi e responsabilità reddituale, con una sua struttura economica e con esigenze di
conduzione strategica differente che derivano dalle caratteristiche della sua arena
competitiva.
formula imprenditoriale: vedi valutazione della formula…
Gestione organizzazione e rilevazione dell’azienda: distinzione secondo Gino
Zappa
• Gestione - operazioni economiche tendenti direttamente al fine attribuito all’azienda
secondo processi ordinati
• Organizzazione – operazioni tendenti all’efficiente ordinamento dell’organismo
personale e del suo lavoro
• Rilevazione – operazioni che servono a rilevare l’essere e il divenire dei mezzi e
dell’organizzazione dell’azienda
altra distinzione
L’azienda è un sistema dinamico di accadimenti che avvengono all’interno e
all’esterno dell’azienda e di operazioni, azioni elementari legate da relazioni di
interdipendenza spaziale e temporale. Le operazioni possono essere classificate in tre
categorie: gestione, organizzazione, rilevazione.
• La gestione è l'insieme delle azioni volte al perseguimento degli obiettivi dell’azienda
e costituisce il nucleo centrale dell’amministrazione di un’azienda; vengono distinte fra
o operazioni di gestione esterna ovvero fenomeni di scambio tra azienda e altri enti
o operazione di gestione interna ovvero fenomeni produttivi interni all’azienda.
Le operazioni di gestione sono composte da schemi chiamati cicli tipici processuali
aziendali che si distinguono in fondamentali se le operazioni tendono direttamente al
raggiungimento dei fini aziendali, ausiliari se riguardano operazioni necessarie per lo
svolgimento dei cicli fondamentali.
Il ciclo fondamentale delle aziende di produzione si compone di tre fasi:
• finanziamenti ovvero la fornitura dei mezzi di pagamento per attuare investimenti,
• investimenti produttivi ovvero l’acquisto dei fattori produttivi necessari per la
produzione
• realizzi che derivano dalla vendita dei prodotti.
La gestione si osserva secondo due distinti aspetti, quello economico che osserva i
costi e i ricavi e si parla di ciclo di reintegro economico di un investimento che ha una
durata pari al tempo necessario alla ricostituzione del costo sostenuto per
l’investimento stesso attraverso il conseguimento dei relativi ricavi. La differenza tra
ricavi e costi dà il reddito, ossia la remunerazione del capitale aziendale apportato dai
proprietari; quello finanziario che osserva i flussi monetari delle entrate e delle uscite
e si parla di ciclo di reintegro finanziario di un investimento che ha una durata pari al
tempo necessario affinché le uscite monetarie relative all’investimento ritornino in
forma liquida attraverso il loro realizzo; la differenza tra le entrate e le uscite
monetarie costituisce il risultato finanziario, se è positivo, avanzo, consente il rimborso
dei debiti e la distribuzione del reddito prodotto dalla gestione, se è negativo,
disavanzo, risultato finanziario negativo. In presenza di uno stesso investimento, i due
diversi cicli di reintegro di esso possono essere sfasati sia temporalmente se il
sostenimento del costo e la relativa uscita finanziaria possono avvenire in momenti
differenti, così come il momento di ottenimento del ricavo e della relativa entrata, che
quantitativamente se succede che ad alcuni costi non corrisponda alcuna uscita
finanziaria così come ad alcuni ricavi non corrisponda alcuna entrata.
• L’organizzazione è il sistema delle azioni correlate dei soggetti che attuano le
operazioni gestione. In senso lato riguarda l’ordinamento degli organi operanti
nell’azienda e la determinazione e il coordinamento delle loro funzioni.
In senso stretto riguarda principalmente il lavoro umano e gli ordinamenti intesi a
favorirne l’esplicazione più efficiente per l’azienda
Le sue caratteristiche essenziali sono la suddivisione del lavoro, del potere e delle
responsabilità finalizzata al perseguimento degli scopi prefissati, la presenza di uno o
più centri di potere con funzione di controllo e direzione del lavoro per soddisfare
esigenze di efficienza e la sostituibilità del personale qualora questo si mostri
inadeguato o inefficiente. L’organizzazione studia le variabili di funzionamento del
sistema aziendale che possono essere
o individuali,
o sociali,
o tecniche,
o istituzionali,
o di trasformazione,
o di output e
o organizzative.

La rilevazione
metodica osservazione e determinazione (preventiva, concomitante o consuntiva)
riferita ai fenomeni interni dell’azienda e ai fenomeni esterni di mercato e di ambiente
aventi rilevanza per l’azienda
la rilevazione è il sistema di operazioni che sintetizzano l’essere e il divenire dei mezzi
e dell’organizzazione in un’azienda; sono di tipo quantitativo e le loro finalità sono
fornire informazioni alla direzione aziendale per indirizzare la gestione, risolvere
problemi di convenienza, determinare i processi più economici e controllare
l’andamento del lavoro in modo continuo e in ogni settore per consentire tempestivi
interventi. Esistono due categorie di rilevazioni: contabili che si fondano sul conto e
statistiche/extracontabili che seguono metodi diversi.
imprenditore: Per definire la figura dell’imprenditore occorre far riferimento alle sue
caratteristiche: assunzione del rischio, proprietà del capitale investito, combinazione
dei fattori produttivi. Secondo Bertini l’imprenditorialità rappresenta l’anima politica
dell’azienda mentre la managerialità l’anima tecnica dell’azienda e queste due figure
si raggruppano in un’unità che si può chiamare imprenditore. Per Sorci l’imprenditore
è colui che assolve le funzioni aziendali
Imprese: dette anche Aziende indirette - dall’antico termine Intrapresa (attività
intrapresa con consapevolezza del rischio). Centrale il concetto di Produzione. Sono
dette anche aziende di produzione
o sec Dimensione economico aziendale
o Impresa =
§ Azienda che produce per il mercato
§ Azienda che produce con orientamento al profitto
§ Azienda che produce in condizione di rischio
o Azienda =
§ Istituto, organizzazione dotati di
§ coordinazione sistemica
§ economicità
§ durabilità
§ autonomia
o decisionale
o finanziaria
o
o sec dimensione giuridica
o Azienda/Impresa
§ complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa (art.
2555 c.c.)
o Imprenditore
§ colui che esercita professionalmente un’attività al fine della produzione o dello
scambio di beni o servizi (art. 2082 c.c.)
indicatori di controllo: Gli indicatori di controllo sono degli strumenti di controllo di
gestione che realizzano il controllo delle condizioni di efficienza del sistema aziendale:
• indici di produttività: quantità impiagata di un fattore x 100 / produzione
ottenuta
• indici di rendimento: risultato ottenuto / risultato che si sarebbe dovuto
ottenere
• indici di ciclo: quantità di fattore entrato/o uscito al tempo t / quantità di
fattore presente in medio
pianificazione strategica: Per pianificazione strategica s’intende l’insieme delle
attività dirette a stabilire gli obbiettivi che l’azienda deve raggiungere in un
determinato arco di tempo, a individuarne le modalità di realizzazione e a predisporre i
mezzi necessari allo scopo.
principio di economicità: vedi condizioni di successo…
principio di solvibilità: vedi condizioni di successo…
processo di apprendimento imprenditoriale: Se l’a.s.a. si colloca nel primo
quadrante vorrà dire che si è seguito correttamente un processo di apprendimento
imprenditoriale attraverso il concepimento di una visione imprenditoriale e il suo
sviluppo, la sua realizzazione e il consolidamento. Il processo di apprendimento
imprenditoriale può essere analizzato usando una matrice che mette in relazione la
visione imprenditoriale (valida o non valida) con la realizzazione della stessa (coerente
o incoerente).
Se la visione imprenditoriale è valida e si realizza in modo coerente si verificherà il
mantenimento e il consolidamento della formula imprenditoriale; se la visione
imprenditoriale è valida, ma realizzata in modo incoerente occorrerà razionalizzare la
formula imprenditoriale per interpretarla in maniera corretta; se la visione
imprenditoriale non è valida anche se realizzata in modo coerente occorrerà un
orientamento della formula imprenditoriale per cercare di realizzare con coerenza una
visione imprenditoriale valida; se la visione imprenditoriale e la realizzazione sono
incoerenti si deve rifondare l’impresa.
Il miglioramento della situazione dell’impresa deve essere fatto senza interrompere il
funzionamento. Ogni ingresso dell’a.s.a. nel primo quadrante avviene per
risanamento, cioè: dal terzo al primo si passa razionalizzando la formula
imprenditoriale o cambiandola radicalmente; dal quarto primo si passa grazie ad un
percorso di risanamento problematico; i percorsi ibridi sono spostamenti dell’a.s.a
dovuti a tentativi non riusciti di realizzazione di percorsi di successo. I percorsi di crisi
sono: i passaggi dal primo al terzo quadrante e avvengono a causa dell’intensificarsi
delle pressioni concorrenziali, dell’adagiarsi dell’azienda sul proprio successo
reddituale, della strategia di sviluppo basata su errate previsioni di mercato o se
l’impresa è destinata a perdere sul piano della competitività e scivola quasi sempre al
quarto quadrante (percorso di crisi continuo); passaggi dal primo al quarto quadrante
che avvengono a causa di ritardi nell’acquisizione di nuove tecnologie o ritardi
nell’acquisizione di prodotti sostitutivi rispetto alla concorrenza; passaggi dal secondo
al quarto quadrante avvengono per mancanza di condizioni esterne favorevoli.
processo di pianificazione e di controllo: vedi unitario processo…
programmazione economica e che strumenti usa: La programmazione gestionale
è uno strumento di predeterminazione della futura attività aziendale ed anche
strumento di controllo dell’attività stessa. Strumento centrale della programmazione è
il budget, un programma coordinato delle attività aziendali a breve termine che fissa
gli obbiettivi da raggiungere, espone i costi per realizzare gli obbiettivi ed indica i
risultati economici che devono essere conseguiti. Il budget è un programma di
gestione riferito all’esercizio futuro che si conclude con la formulazione del bilancio
preventivo. Il bilancio preventivo oltre a svolgere un ruolo di predeterminazione svolge
anche una funzione di controllo sulla gestione aziendale mentre il bilancio prospettico
verifica le trasformazioni economico-finanziarie aziendali. Un bilancio prospettico
previsionale può essere redatto nell’ambito di una programmazione di breve periodo o
di una programmazione pluriennale. La programmazione di un lungo periodo sfocia nel
breve periodo alla stesura del budget che non è un programma qualsiasi ma ha delle
funzioni precise:
• guida l’azione dei management ai vari livelli;
• fornisce parametri economico-finanziari con i quali confrontare i risultati di gestione
effettivamente ottenuti;
• permette il coordinamento dei vari organi dell’azienda;
• consente di migliorare la programmazione;
• consente la comunicazione dei programmi;
• consente ai singoli manager la valutazione dei propri risultati;
Il processo di formazione del budget segue una serie di fasi:
• comunicazione, ai responsabili dell’elaborazione del budget dei singoli centri di
responsabilità, delle politiche, delle linee guida a cui il budget deve essere ispirato;
• individuazione dei fattori che vincolano il raggiungimento degli obbiettivi;
• preparazione del budget delle vendite;
• preparazione di altri budget seguendo un processo bottom-up, iniziando a
coinvolgere i livelli più bassi dell’organizzazione per poi passare ai livelli più alti;
• negoziazione dei budget iniziando dai livelli più bassi;
• coordinazione e consolidamento dei budget;
• revisione periodica del budget globale.
Questo processo si traduce nel passaggio dagli obbiettivi generali del piano agli
obbiettivi generali del budget e in seguito alla stesura di vari budget che poi vengono
ancora scomposti fino ad arrivare al budget globale aziendale economico, finanziario e
patrimoniale. I budget rappresentano strumenti fondamentali dell’attività decisionale,
permettono alla direzione aziendale di controllare in modo costante lo svolgimento
della gestione, in quanto specificano in modo dettagliato le operazioni che devono
essere compiute per il raggiungimento degli obbiettivi prefissi e permettono di
attuare il controllo di gestione.
reddito - tipologie: vedi tipologie di reddito
ruoli e funzioni dell’azienda: Per ruolo intendiamo il comportamento che deve
essere tenuto in relazione alla posizione che si ha all'interno di un sistema sociale ed è
dato da un insieme di prescrizioni sociali ovvero diritti e doveri nei confronti
dell'aggregato d'appartenenza. La funzione è il contenuto di un ruolo, cioè attività
diretta ad un determinato fine. Possiamo quindi dire che il ruolo è il comportamento
sociale, le funzioni sono le attività concretamente svolte per attuare tale
comportamento. I tre ruoli fondamentali giocati dall'azienda all'interno del contesto
generale entro il quale essa svolge le sue funzioni sono:
• Il ruolo di organizzazione economica svolto attraverso il soddisfacimento dei bisogni
umani. si concretizza nell'utilizzo di risorse illimitate che si trovano in natura in misura
limitata.
• Il ruolo di sistema sociale è un punto d'incontro di vari interessi di gruppi diversi di
un sistema sociale di tipo aperto cioè che intrattiene continue relazioni con altri
sistemi esterni. Al ruolo di sistema sociale si lega la funzione del ruolo di
organizzazione economica, cioè del soddisfacimento dei bisogni come ragion d’essere
dell’azienda, ma si riferisce al soddisfacimento delle aspettative degli attori sociali in
ciascuno dei sistemi e sottosistemi che formano il sistema ambientale
(microambientale) in cui l’azienda opera. L’azienda deve tenere conto di queste
aspettative degli interlocutori sociali variabili e mutevoli, come variabile e mutevole è
il macroambiente che influenza sia le aspettative sia il comportamento dell’azienda
stessa ma non è da escludere che le scelte dell’azienda possano influenzare sia il
microambiente che il macroambiente.
• Il ruolo di struttura patrimoniale richiama le funzioni che riguardano Il capitale e la
capacità imprenditoriale che si possono riassumere in un’unica funzione di produzione
di reddito e si riferisce alla categoria delle aziende di produzione dunque alle imprese.
Struttura dell’Azienda: si basa su:
o soggetto economico - detiene il controllo della gestione ed è da intendersi come
unico anche se si tratta di più persone. I suoi compiti sono:
§ l’iniziativa della costituzione dell’azienda
§ il governo economico dell’azienda
§ il prendere decisioni riguardanti i cambiamenti o l’estinzione dell’azienda
o organismo personale - è definito dalle persone che compongono i vari organi
aziendali organi esecutivi e deliberativi, la sua costituzione influisce sui fini aziendali,
sui rapporti con l’esterno, sul sistema delle decisioni e sulle operazioni aziendali
o patrimonio - si ottiene dall’insieme di mezzi di cui si serve l’attività economica.
o combinazione dei processi aziendali indica l’insieme degli elementi aziendali inteso
nelle reciproche relazioni che tali elementi legano
successo di un’azienda: vedi condizioni di successo…
tipologie di reddito: Il reddito è il valore che qualifica economicamente la gestione e
per determinarlo occorre dividerlo in diversi aspetti:
• reddito d’esercizio: riferito a un singolo esercizio;
• reddito parziale: riferito a subsistemi relativamente autonomi di operazioni
omogenee;
• reddito netto: risultato di tutte le componenti positive e negative di competenza
della gestione;
• reddito lordo: composto solo da alcune componenti della gestione;
• reddito operativo: imputabile all’area operativa che deriva dalla somma algebrica dei
costi operativi coi ricavi operativi;
• reddito netto globale: risultato del reddito d’esercizio inteso come reddito netto
comprendendo tutte le operazioni di gestione riguardanti sia l’area operativa che le
aree extra-operative.
Per dire che la gestione è economica occorre che il valore positivo del reddito sia
fondato sul risultato del reddito operativo.
Il roi (return on investment) esprime il tasso di rendimento dell’investimento operativo
medio e quantifica la caratteristica attitudine insita nella redditività operativa. Le
condizioni che influiscono sulla variabilità del roi sono:
• condizioni di attività che esprimono la conveniente combinazione tra dimensione e
struttura dell’attività tipica dell’azienda e forniscono indicazioni sul cosa e quanto
produrre;
• condizioni di efficienza che riguardano l’attitudine dell’azienda a usare senza sprechi
le risorse e la competitività dell’azienda sui mercati e forniscono indicazioni sul come
realizzare l’attività aziendale;
• condizioni di elasticità che esprimono la combinazione tra la naturale rigidità insita
nella struttura aziendale e l’elasticità della gestione per adattarla alle condizioni del
mercato.
Il valore del reddito netto globale costituisce la fonte di remunerazione del capitale
proprio dell’azienda (capitale di rischio), se non viene tutto ridistribuito tra i proprietari
diventa extra-reddito (reddito risparmiato); le funzioni di questo reddito sono quella di
stabilizzare la capacità remunerativa dei ricavi di esercizio e contribuire al
consolidamento e all’autofinanziamento. La redditività globale trova espressione
anche nel roe (return of equity), il rapporto tra reddito netto globale e valore medio
del capitale proprio, che misura la remunerazione del capitale acquisito col vincolo del
pieno rischio.
Affinché si verifichino le condizioni oggettive di autosufficienza economica dell’impresa
nel lungo periodo la gestione deve essere equilibrata e tale da conferire all’impresa
redditività operativa e globale, nel medio-breve periodo la gestione deve conciliare gli
aumenti reddituali sia con la solidità economico-patrimoniale-finanziaria che con le
effettive possibilità di finanziamento dell’attività aziendale. Sulla base del rispetto di
queste condizioni si distinguono imprese economicamente autosufficienti che
rispettano entrambe le condizioni, imprese prive di vitalità economica destinate a
dissolversi per mancata autosufficienza e mancanza di possibili integrazioni da parte
di economie terze e imprese a vitalità economica riflessa sorrette da economie terze.
unitario processo di pianificazione e di controllo: Il processo comprende
pianificazione, programmazione e controllo e che partendo dall’ambiente porta alla
stesura di un piano pluriennale che trova traduzione annuale in un budget verificato
con scadenza regolare attraverso il meccanismi di controllo. Per facilitare il
raggiungimento del successo aziendale occorre mettere in moto un circuito virtuoso
tra le decisioni di governo e la creazione di un contesto lavorativo favorevole in cui si
condividono gli obbiettivi e le scelte aziendali, si acquistano consensi e si attraggono
risorse; il meccanismo operativo che permette il funzionamento del circuito è il
sistema di controllo che permette di svolgere le tre fasi fondamentali dell’attività di
direzione:
• definire le condizioni per realizzare e mantenere l’equilibrio economico-finanziario
nel medio lungo periodo (pianificazione);
• determinare gli obbiettivi di breve termine per orientare il comportamento di chi
detiene responsabilità direttive (programmazione);
• verificare il raggiungimento degli obbiettivi stabili e la loro validità rispetto alle
mutevoli situazioni di operatività generate dal dinamismo ambientale (controllo).
Il controllo di gestione è il processo attraverso il quale i responsabili ai vari livelli
assicurano che le risorse vengano acquisite ed impiegate in modo efficace ed
efficiente per il conseguimento degli obbiettivi d’impresa. Le sue fasi fondamentali
sono:
• definizione degli obbiettivi da raggiungere entro un certo periodo di tempo;
• elaborazione ed approvazione di un programma articolato e coordinato per il
raggiungimento di tali obbiettivi;
• rilevazione delle informazioni conclusive sull’andamento effettivo della gestione;
• confronto tra i risultati raggiunti e programmati;
• analisi delle cause di scostamento;
• adozione di adeguati provvedimenti correttivi.
valori aziendali: I valori aziendali o imprenditoriali permettono di realizzare la ragion
d’essere dell’azienda; sono delle idee guida che orientano gli attori d’impresa nei loro
comportamenti che costituiscono la cosiddetta cultura aziendale ovvero l’intreccio di
norme, convinzioni, valori, ed esperienze condivise in tutta l’organizzazione. Dei valori
aziendali si sono occupati diversi filoni di studio:
• Business ethics (etica d’impresa): basato sull’individuazione dei metalavori =
precondizioni per l’apprendimento dei valori d’impresa.
• Istituzionalista-aziendale: si collega al filone della strategia sociale.
• Filone dell’innovazione: si muove sulla scia del pensiero di Schumpeter che
identificava l'imprenditore per la sua capacità di cambiare rispetto ad altri concorrenti.
• Filone dell’eccellenza imprenditoriale: ispirato alla logica produttiva giapponese.
I valori aziendali permettono all'impresa di durare nel tempo per cui il successo
dell'impresa viene visto come una realizzazione di lungo periodo basata sul rapporto
tra economicità, competitività e soddisfacimento dei partecipanti che interagendo
generano crescita di lungo periodo. Alla base della ragion d'essere dell'azienda vi sono
quindi i seguenti valori: economicità, innovatività, servizio al cliente, valorizzazione e
sviluppo delle risorse.
valori imprenditoriali: L’azienda che vuole raggiungere e mantenere il successo
deve essere dotata di una propria cultura che è costituita da un’insieme di regole
condivise da tutti i suoi partecipanti; queste regole, ovvero valori aziendali o
imprenditoriali, possono classificarsi in meta cioè i valori aziendali costituiti dalle
precondizioni per l’apprendimento dei valori d’impresa che rispondono alle esigenze di
sviluppo durevole della azienda, i valori istituzionali riguardanti la definizione corretta
del ruolo dell’impresa nei confronti dei partecipanti e dei destinatari dei beni e servizi
prodotti e i valori organizzativi di business ossia valori di cultura organizzativa e di
business per il raggiungimento di prestazioni sempre più elevate. Per il successo
aziendale sono fondamentali il servizio al cliente, il rispetto e la valorizzazione di tutte
le risorse, l’economicità e l’innovatività.
valutazione della formula imprenditoriale a livello sociale: Nel primo quadrante
della matrice l’azienda si trova in una situazione in cui economicità della gestione e
soddisfazione dei partecipanti si alimentano a vicenda e si crea un circolo virtuoso in
cui l’economicità della gestione è legata ai livelli di soddisfazione dei detentori di
interessi. Nel secondo quadrante troviamo le imprese che hanno sottovalutato le
responsabilità sociali nei confronti dei detentori di interessi, per cui il successo
reddituale è inseguito sacrificando le attese dei lavoratori; le aziende sono indotte a
resistere alle richieste avanzate dagli attori sociali. Nel terzo quadrante troviamo le
imprese rette leaders che hanno massima coesione con i lavoratori e soddisfano le
loro pretese senza considerare il profitto; il successo aziendale sarà di breve durata.
Nel quarto quadrante si posizionano le imprese che sono all’interno di una crisi che
porterà alla liquidazione. Vi è diseconomicità della gestione e insoddisfazione dei
partecipanti che si alimentano a vicenda.
Ogni percorso verso il primo quadrante comporta un cambiamento culturale
all’interno dell’impresa: dal secondo al primo quadrante bisogna aprirsi alla socialità e
dare meno importanza al profitto; dal terzo primo quadrante bisogna introdurre il
valore della profittabilità come elemento per avere una crescita dell’impresa e
continuare a soddisfare le attese degli attori; dal quarto al primo quadrante bisogna
sganciarsi dalle logiche delle economie assistite per cercare di riscoprire i valori della
profittabilità creando un forte legame con gli attori sociali.
In definitiva: la formula imprenditoriale valida segue la triplice dimensione del
successo reddituale, successo competitivo e successo sociale attraverso circuiti
virtuosi che si autoalimentano.

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