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4. Quali sono gli elementi costitutivi ed essenziali del metus, canonicamente rilevanti?
- l’esistenza di una azione esterna oggettiva da parte dell’altro coniuge o di un terzo
(l´incutiens).
- che provoca una reazione soggettiva in uno dei contraenti (mentis trepidatio): uno stato di
agitazione, d’inquietudine, di timore;
- di conseguenza, il patiens sceglie in maniera forzata e non spontanea il matrimonio, perché
lo percepisce come il mezzo per liberarsi dal danno o la minaccia del danno.
Deve darsi un nesso di causalità tra i tre elementi: l’azione oggettiva, la reazione soggettiva
e la scelta matrimoniale; il necessario carattere antecedente e causale sia dell’azione
dell’incutiens che dello stato dell’animo del patiens rispetto del consenso
5. II metus è un impedimento canonico o un vizio del consenso? In questo secondo caso
potrebbe essere disciplinato dal can. 1057 CIC?
Il è un vizio del consenso, il legislatore cerca proteggere la libertà del consenso. Comprende
la libertà di scelta del coniuge, la libertà di scelta dell’unione matrimoniale come stato di
vita; non solo nel momento concreto di manifestazione del consenso, ma anche nel processo
biografico antecedente durante il quale si sviluppa, si consolida e persevera la scelta del
coniuge e dell’unione matrimoniale come stato di vita.
Il vincolo coniugale nasce da un unico e esclusivo atto proprio, sovrano e personale di ciascun
contraente nel processo di genesi, maturazione e perseveranza interna che precede il
momento della sua unione alla volontà dell’altro contraente, che si realizza nell’atto di
contrarre matrimonio.
Nessun’altra potestà umana ha questo potere di coniugare e perciò nessun’altra potestà e
volontà può supplire l’esclusiva sovranità della volontà dei contraenti né nel corso del
processo della formazione, né al momento della sua manifestazione. Una forma di
“supplenza”, particolarmente odiosa e opposta alla libertà e alla dignità della persona è la
coazione di un terzo sul consenso.
6. Come si articola, secondo la dottrina e la giurisprudenza, la prova processuale della
vis vel metus.
Dottrina e giurisprudenza concordano sul fatto che la prova del timore ha tre obiettivi: il fatto
esterno della coazione grave; il fatto interno del timore grave; e il rapporto di causalità fra la
coazione, il timore e la prestazione del consenso matrimoniale.
Per questo sono validi tutti i mezzi di prova leciti nel Diritto, specialmente la confessione
delle parti, la prova per mezzo di testi e documenti, e anche la prova peritale. In molti casi,
l’azione coattiva di chi incute timore può essere stata esercitata in forma talmente esterna,
manifesta ed evidente per terze persone, oltre che per il soggetto passivo, da consentirne la
prova diretta.
ANGEL RAFAEL RUSTRIAN LARA