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CARMINE IANNIELLO
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Fig. 2 – Forma schematica dei primi teatri Fig .4 – Pianta dei teatri romani antichi con
greci con la schené costruita l’orchestra semicircolare, la distribuzione
dietro l’orchestra1 semicircolare di sedili ed il logheion1
giunta una piattaforma elevata dietro teatro del periodo tardo ellenistico. Il
l’orchestra destinata nei primi tempi al logheion, sviluppato in profondità ed
montaggio di una tenda o di una barac- altezza, portò anche alla forma di pal-
ca (schené) temporanea, per il cambio coscenico adottata per i primi teatri
dei costumi, il riposo e la ricreazione Romani, come schematizzato nella pian-
degli attori. ta in Fig. 4.
Con il tempo la schené fu trasformata Salva qualche eccezione, il teatro
in una struttura edificata stabile: il Romano non era costruito in una cava
logheion (luogo per parlare). Nel peri- nel fianco di una collina ma in piano
odo ellenistico, a partire dal III secolo fuori dal centro abitato come unità in-
a.C., l’azione fu trasferita dall’orche- dipendente. L’auditorium (cavea) era
stra, via via più in alto, verso il prosche- costituito da una distribuzione semi-cir-
nion, un’area di palcoscenico tra l’or- colare di blocchi di sedili collegata di-
chestra e la schené. La ricostruzione in rettamente alla struttura del palcosceni-
Fig. 3 mostra come poteva apparire un co. L’orchestra fu ridotta ad un semi-
cerchio, o meno, integrato come parte
dell’auditorium. La schené divenne una
piattaforma ampia, ben elevata e confi-
nata da superfici riflettenti, dietro (b-b
nella Fig. 4) ed ai lati (a-a nella Fig. 4).
Queste pareti erano molto articolate e
con decori permanenti in rilievo di ogni
tipo. In esse erano realizzati grandi por-
tali, ad esempio due ai lati e tre nella
Fig. 3 – Ricostruzione della struttura tipica di parete posteriore. Il piano del palcosce-
un teatro greco del periodo tardoellenistico.
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nico elevato che, come oggi è noto, pre- Tenendo conto delle loro numerose
serva la visione e l’integrità del suono varianti queste forme architettoniche,
diretto (il suono diretto subisce seminate circa venticinque secoli fa’,
attenuazioni aggiuntive se si propaga in sono additate, non sempre a ragione, per
radenza alle teste degli ascoltatori), non- la loro perfezione acustica. Architetti
ché la diffusione a banda larga del suo- dell’età moderna si sono ispirati, e si
no rinviato dalla molteplicità delle ispirano ancora, a tali stili.
articolazioni delle superfici dure contri- Non da ora si cerca di dare una ri-
buivano all’acustica di questi luoghi po- sposta all’interrogativo se i costruttori
sitivamente. Come esempio, la Fig. 5 dell’antichità erano depositari di scien-
presenta una ricostruzione del teatro di za traducibile in progettazione inge-
Ostia come era nel 20 a.C.. Anche se gneristica e tecnologia in materia di acu-
differente in molti dettagli, questo tea- stica dei teatri. Sostanzialmente, nessu-
tro (il primo teatro permanente fu co- no scritto importante è pervenuto ai po-
struito a Roma nel 55 a.C.) denota la steri a riguardo salvo il “De Archi-
matrice del teatro ellenistico. Dietro l’or- tectura” in dieci libri dell’enciclopedi-
chestra semicircolare –riservata alle Au- co architetto romano Marco Vitruvio
torità e non più allo spettacolo– si nota Pollione2 (circa 70 a.C. – circa 25 a.C.).
il palcoscenico per l’azione degli attori Egli esponeva i suoi principi sull’archi-
ed in alto un baldacchino a protezione tettura basati sulla proporzione [la re-
del palcoscenico e, forse, con funzione gola aurea: (1 + v5)/2, la stessa propor-
di riflettore acustico. Innovazioni ulte- zione che la natura aveva adottato come
riori furono le logge con le colonne che rapporto tra le parti del corpo umano],
coronavano la cavea e gli ingressi degli la simmetria, l’equilibrio e l’armonia,
spettatori attraverso i “vomitoria” col- requisiti necessari per la bellezza, la
legati a gallerie e passaggi nelle fonda- solidità e la sicurezza di una costruzio-
zioni indipendenti nei teatri Romani ri- ne. A proposito dei teatri, nel libro IV,
spetto a quelle naturali dei teatri Greci. cap.7 (1) riporta: “Nel teatro Greco al-
cune cose sono diverse. In primo luo-
go, nell’orchestra gli angoli di tre qua-
drati toccano la circonferenza mentre
nel teatro Romano abbiamo gli angoli
di quattro triangoli. Nel teatro Greco
la linea del proscenio è tracciata lungo
il lato del quadrato più vicino alla sce-
na dove interseca la circonferenza. Dal-
lo stesso lato è tracciata una linea pa-
Fig. 5 – Ricostruzione del teatro rallela che tocca l’esterno del cerchio
romano di Ostia e qui si marca il fronte della scena. Si
(D’Espouy, Fragments d’Architecture, 1901) traccia poi un’altra linea parallela pas-
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fini ristretti o da un’ostruzione che im- potenza acustica della voce degli attori
pedisce a queste onde di raggiungere nei teatri di dimensioni maggiori. Se-
la loro fine nell’assetto dovuto. Quan- condo Knudsen1 la parola “armonici“
do sono interrotte da ostruzioni, le pri- corrisponderebbe all’accezione della
me onde, fluendo all’indietro, rompono parola moderna risonanze. Citando an-
la formazione di quelle che seguono.”. che Aristosseno di Taranto (364-304
“Allo stesso modo la voce esegue i a.C.), allievo di Aristotele ed autore del
suoi movimenti in cerchi concentrici; più antico “Trattato dell’armonia” per-
ma mentre nel caso dell’acqua i cerchi venuto ai posteri in buono stato, riporta
si muovono orizzontalmente su una su- che queste risonanze erano ottenute di-
perficie piana, la voce non solo si muo- stribuendo con regolarità un grande nu-
ve orizzontalmente ma ascende vertical- mero di vasi di bronzo con la funzione
mente per stadi regolari […] così, se di risonatori acustici in tutto il teatro.
non esistono ostruzioni che interrompo- Nei teatri più grandi erano collocati in
no la prima onda, non si rompono la tre ranghi orizzontali, di 12 risonatori
seconda onda e le successive, ma tutte ciascuno, equispaziati lungo la direzio-
raggiungono gli orecchi degli spetta- ne verticale.
tori,sia quelli più in basso sia quelli più Essi erano accordati con cura per ri-
in alto, senza eco.” spondere a particolari note secondo i
“Pertanto, gli architetti dell’antichi- sistemi musicali. Pertanto, l’energia so-
tà, seguendo i gradini della natura, nora reirradiata in poche decine di
hanno perfezionato le file ascendenti dei millisecondi dopo l’istante di eccitazio-
sedili nei teatri sulla base delle loro ri- ne per via aerea poteva enfa-tizzare
cerche sulla voce ascendente e, tramite componenti spettrali particolari della
la teoria canonica dei matematici e voce e degli strumenti musicali. Un
quella dei musicisti, si sono sforzati a gruppo era accordato per l’enarmonico,
far giungere agli orecchi degli ascolta- un altro per il cromatico ed il terzo per
tori ogni voce emessa sul palcoscenico il sistema diatonico, le tre classi princi-
con maggiore chiarezza e dolcezza. Pro- pali di modi usati nella Grecia antica.
prio come gli strumenti musicali sono Vitruvio diede la descrizione seguente
portati alla perfezione della chiarezza dei tre modi.
del suono delle loro corde mediante la- “Il modo enarmonico corrisponde
stre di bronzo o svasature a corno, così ad una concezione artistica e, pertan-
gli antichi inventarono metodi per au- to, l’esecuzione in tale modo ha una di-
mentare la potenza della voce median- gnità severa speciale e distinzione. Il
te l’applicazione degli armonici.” cromatico con la sua delicata elusività
e con l’affollamento delle sue note, evo-
3. I vasi risonanti (Echeia) ca una forma di piacere più dolce. Nel
Secondo Vitruvio, i Greci dell’anti- diatonico è più facile capire la distanza
chità riconoscevano l’insufficienza della tra le note, perché è naturale.”
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4. Le maschere
Gli attori del teatro greco antico do-
vevano essere molto versatili. La bra-
Fig. 9 – Maschere di attori del teatro greco
vura nella recitazione necessaria di fron- antico. E’ evidente l’esagerata
te a migliaia di spettatori imponeva che strombatura della bocca del personaggio in
pochi attori (al più tre al tempo di basso a destra1
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Sato, Sakai e Prodi8 nel 2002 hanno servato. Questo teatro è situato nel Sud
pubblicato i risultati di misure nei teatri dell’Anatolia in Turchia e presenta tut-
di Delfi (Grecia) e di Taormina (Italia) te le strutture integre. Fu costruito nel
che hanno dimensioni simili. Il primo 155 D.C. e può ospitare 7000 spettato-
manca dell’edificio del palcoscenico ri. Gli Autori riportano che il teatro è
mentre il secondo ne conserva una buo- caratterizzato da una riverberazione re-
na parte. Gli Autori hanno evidenziato lativamente lunga (T30 ˜ 1,7 s, alle fre-
la presenza della riflessione dal piano quenze medie). Il descrittore dell’inten-
dell’orchestra nelle risposte all’impul- sità percepita, G a 1 kHz, assume valori
so dei due teatri. L’effetto della presen- da 10 a circa – 10 dB all’aumentare della
za dell’edificio del palcoscenico si ri- distanza dalla sorgente, con andamento
vela con un tempo di riverberazione vicino a quello del campo libero. Il
medio nelle bande ottave a 0,5-1 kHz descrittore della chiarezza C80 a 1 kHz
di 0,9-1,0 s nel teatro di Taormina e di conserva valori alti da 8 a circa 0 dB
0,5-0,6 s nel teatro di Delfi. La ricchez- allontanandosi oltre i 45 m dalla sorgen-
za di riflessioni dovute all’edificio del te. Gade et al. concludono che i valori
palcoscenico ed alle gradinate è respon- di alcuni parametri misurati erano inat-
sabile anche di valori maggiori di un tesi per un teatro all’aperto e che certe
descrittore della “spazialità” nel teatro discrepanze tra i risultati della loro
di Taormina rispetto a quello nel teatro modellazione numerica e quelli delle
di Delfi. Vassilontonopoulos e Mourjo- misure potranno essere ridotte con un
poulos9 nel 2003 hanno pubblicato uno affinamento della taratura del modello.
studio di simulazione numerica piutto-
sto esteso sull’acustica di tre grandi te- 6. Conclusione
atri, due Greci ed uno Romano: Epi- Quanto rimane dei teatri greco-ro-
dauro, Dodoni e l’Odeion di Patrasso. mani e l’uso per rappresentazioni pub-
Allo stato, i primi due teatri sono privi bliche di quelli meglio conservati e
dell’edificio del palcoscenico. Gli Au- recuperati per spettacoli oggi, evi-
tori, pur tacendo in che modo hanno denziano che i problemi acustici degli
tarato il loro modello, hanno calcolato auditori non erano ignoti alle civiltà del
tempi di riverberazione più bassi di passato. Il livello di ingegneria, ovvero
quelli del teatro di Delfi (0,13-0,20 s) la quantità e la qualità delle conoscenze
ed una certa concordanza con le moda- a priori che hanno potuto indirizzare la
lità di propagazione del suono nello spa- realizzazione di queste opere, può esse-
zio libero. Hanno, altresì, auralizzato per re inferito solo dai reperti e, sostanzial-
l’ascolto in cuffia discorsi e musica mente, dagli scritti di Vitruvio che ha
anecoica per diverse condizioni. Gade documentato per i posteri uno stato del-
et al.10 hanno riportato misure e simula- l’arte dopo un’evoluzione di 3-4 secoli.
zioni al calcolatore per il teatro di È ragionevole, oggi, condividere
Aspendo, il teatro Romano meglio con- l’opinione di Barron che lo sviluppo del-
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l’acustica dei teatri Greci, e dei succes- basato su un lungo processo di “trial-
sivi Romani, è frutto di un empirismo and-error”.
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