EDUARD PRENGA INTERPRETE DI BONAVENTURA E FRANCESCO
Tommaso Bertolasi
Il lavoro di Eduard Prenga, Il Crocifisso via alla Trinità1, è uno
dei volumi offerto dalla Collana di Teologia dell’editrice Città Nuo- va, venendo a costituire una tappa di un itinerario di pensiero che si propone di sondare la teologia trinitaria di importanti autori. L’esperienza di Francesco d’Assisi nella teologia di Bonaventura è il sottotitolo che, introducendo nell’intento di questo studio, stimola la curiosità del lettore a porsi ancora una volta all’ascolto del me- raviglioso, inesauribile messaggio che da Assisi – luogo natale del francescanesimo – a Parigi – dove esso, con Bonaventura, sale per la prima volta su una cattedra universitaria – si dirama in tutto il mondo, illuminando della luce del proprio spirito l’uomo di ogni tempo. La sensibilità francescana che affiora dalle pagine del libro coinvolge il lettore, anche non esperto, portandolo al cuore dell’esperienza spirituale di Francesco interpretata dal genio mistico e teologico di Bonaventura. Analizzando gli scritti dei due santi, Prenga conduce il lettore – con un profondo rispetto dei testi e attraverso un’ermeneutica sostenuta dai molti e autorevoli studi citati – alla riscoperta dell’amore trinitario che infiamma il cuore di
1 E. Prenga, Il Crocifisso via alla Trinità, Città Nuova, Roma 2009, 348 pp. 488 Tommaso Bertolasi
Francesco e irraggia, a partire da questa immersione nel Mistero,
l’intelligenza di Bonaventura. Le due figure sono presentate, in un primo momento, distinte, al fine di mantenere la specificità delle due personalità. Col proce- dere delle pagine, la luce di Francesco viene indagata nel suo riflet- tersi nella teologia di Bonaventura. Prenga è attento a sottolineare, di volta in volta, il ritmo trinitario dell’esperire e dello scrivere di ciascuno dei due santi. È la sequela del Crocifisso a emergere tra le righe del libro. È il Cristo sulla croce a divenire chiave ermeneutica del vivere e del pensare francescano che, radicato nel Vangelo, si presenta come evento trinitario. La Verna, culmine dell’esperienza mistica di Francesco, luce del pensare di Bonaventura, è anche la vetta alla quale si giunge al termine del libro di Prenga. È, questo, il luogo in cui l’intelligenza dell’esperienza francescana può pren- dere l’avvio per penetrare, a un tempo, nel Mistero di Dio-Trinità e nel dono carismatico che lo Spirito ha riversato in Francesco e – attraverso di lui – a tutta la famiglia francescana e alla Chiesa. Lo studio di Prenga introduce il tema presentando il contesto socio-culturale che fa da sfondo all’esperienza di Francesco. È un passo importante e necessario, soprattutto per il lettore meno av- vezzo alle vicende medievali, che aiuta a entrare nella ricchissima eredità culturale che l’alto Medioevo veicola al secolo delle Uni- versità. È equilibrata la posizione assunta da Prenga nei confronti delle variegate interpretazioni che fanno degli intellettuali del XIII secolo, nella fattispecie di Bonaventura, dei sostenitori o degli av- versari dell’aristotelismo. Francesco viene presentato intervallando fatti storici, scritti del santo e la prospettiva teologica concernente, in modo parti- colare, l’episodio fondante della conversione. Ne esce un quadro che mostra chiara la natura dell’esperienza spirituale di Francesco, sulla quale si innesta la fondazione e il novum dell’Ordine dei Fra- ti minori. Attraverso un itinerario storico, letto con la lente del teologo, cominciamo a veder sfumata l’esperienza del fondatore nella teologia del dottore. È la Scrittura a costituire il terreno dal Là, dove intelligenza e mistica si incontrano 489
quale trae alimento il rapporto tra Francesco e Dio e il terreno
sul quale poggia il proprio fondamento l’edificio del pensiero di Bonaventura. Scrittura penetrata da un vivace impeto d’amore, in un caso; Scrittura indagata da un’intelligenza di fede illuminata da un carisma, nell’altro caso. Comunque fonte del tutto privilegiata dalla quale attingere l’acqua necessaria per svolgere una prassi e un pensiero, imperniati sul rapporto di fede nel Dio-Trinità mostrato Amore dal Cristo crocifisso. Come colori che rimanendo distinti formano insieme il dise- gno, così la seconda parte de Il Crocifisso via alla Trinità, intreccia tra loro la mistica di Francesco e la teologia di Bonaventura. È La Verna a rappresentare il luogo teologico ed esistenziale dell’incon- tro con Dio che si mostra nelle vesti di Serafino crocifisso. Attra- verso l’analisi delle bellissime Lodi di Dio Altissimo, composte da Francesco subito dopo aver ricevuto le stigmate, Croce e Trinità diventano i poli entro i quali si inscrive, d’ora in poi, l’indagine di Prenga. Il parlare su Dio, da parte di Bonaventura, assume allora una sensibilità tutta piena dell’esperienza mistica di Francesco. A par- tire dalla comunione d’Amore in sé, Dio può riversare il suo amore traboccante anche fuori di sé. Da questo evento di dono infinito, l’Essere vince il nulla espandendosi, nella sua pienezza fontale, ol- tre sé. Il cosmo, riflesso dell’amore trinitario di Dio, non potrà non rifulgere dell’immagine del suo Fattore. Segno della creazione di- vina, la creatura raggiungerà la pienezza dell’esistenza quando sarà tutta fatta lode al Dio altissimo, onnipotente e buono. In questo pensiero dell’Essere come Trinità, fondamento di tutti gli esseri creati nella logica del dono, si colloca anche il rapporto tra Dio e l’uomo. Si delinea a partire da qui la via sulla quale ogni persona può incamminarsi per raggiungere, attraverso le creature e nella comunione con esse, la fonte dell’Essere, pienezza di ogni esisten- za. Ma questo è possibile solo nella logica di quello che potremmo chiamare “l’infinitamente piccolo”, nella logica evangelica seguita da Francesco. 490 Tommaso Bertolasi
Eccoci di nuovo a La Verna, giuntura tra il compimento della
conformazione a Cristo del Poverello di Assisi e il pensare di Bo- naventura. Dalla luce del Serafino, che imprimendo su Francesco i segni del Cristo crocifisso irraggia la gloria di Dio, parte una nuova comprensione del cammino dell’uomo verso la Trinità, messo in opera dal dottore francescano. Il Crocifisso via alla Trinità apre una pista di ricerca innova- tiva nel campo degli studi su Francesco e Bonaventura: qui vita e pensiero entrano in dialogo tra loro, delineando, in tal modo, un orizzonte d’indagine in cui non è più possibile prescindere, nello studio della teologia francescana, dalla pratica del Vangelo inse- gnata dal Poverello: è dalla cattedra della Croce che il Maestro insegna la via che conduce a Sé.