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Docente Tutor:
Prof. Aldo Ursini
1 Introduzione 2
2 Prerequisiti 5
2.1 Logica Proposizionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2.2 Algebre di Boole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
3 Il teorema di Tychonoff 12
3.1 Cenni di topologia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
3.2 Il teorema di Tychonoff e l’assioma della scelta. . . . . . . . . 15
Bibliografia 63
1
1 Introduzione
Tutto il lavoro svolto nella tesina, ruota attorno al teorema della Compat-
tezza Proposizionale, il quale viene enunciato in questi termini:
Il nome di tale teorema é dovuto al fatto che è una conseguenza del teo-
rema di Tychonoff per il prodotto di spazi topologici compatti. Già ad una
prima analisi si riesce a vedere il punto di forza di questo teorema; quando
in Matematica si deve trattare con l’infinito, è sempre bene essre cauti con
le deduzioni che lo riguardano: questi è difficilmente controllabile, e molte
deduzioni e operazioni che sono consuete nel caso finito, nel caso infinito
possiedono magari tutt’altra forma e risultati, o addirittura non esistono, in
poche parole quando ci troviamo nel caso finito siamo su un terreno sicuro in
cui possiamo muoverci liberamente, mentre se ci troviamo nel caso infinito
dobbiamo fare molta attenzione ad ogni passo che effettuiamo, non conoscen-
do a fondo il terreno su cui ci muoviamo. Nel teorema della Compattezza
abbiamo a che fare con un qualsiasi insieme di formule, possibilmente anche
infinito; la forza della Compattezza sta nel fatto che possiamo ricondurre
una proprietà di tale tale insieme, nello specifico che una formula sia una
sua conseguenza logica, alla stessa proprità riferita ad un suo sottoinsieme
finito, in cui ci sappiamo muovere con maggiore sicurezza.
Una importante osservazione da fare é che i risultati trattati nella te-
sina riguardano unicamente la logica proposizionale. Il lavoro punta a due
obiettivi distinti:
2
2. tramite vari esempi, far vedere l’utilizzo concreto e la versatilitá della
Compattezza proposizionale.
3
Per come é stato organizzato il lavoro, pensiamo di aver dato una visione
abbastanza completa ed esauriente, di ció che é e di ció che comporta la
compattezza proposizionale.
4
2 Prerequisiti
Assioma 1 (della Scelta) Per ogni insieme A di insiemi non vuoti, esiste
una funzione F di dominio A tale che F (x) ∈ x per ogni x ∈ A.
5
Definizione 1 Sia S un insieme infinito, l’alfabeto del linguaggio della lo-
gica proposizionale L(S) consta di
2. Connettivi: ∧, ∨, ¬, →, ⊥
3. Simboli ausiliari: (, ).
2. operazioni binarie: ∧, ∨, →,
4. costante: ⊥.
6
Indicheremo con
SP ROP =< 2, 2, 2, 1, 0 >,
1. ∧(a, b) = 1 sse a = b = 1;
2. ∨(a, b) = 0 sse a = b = 0;
3. → (a, b) = 0 sse a = 1 e b = 0;
4. ¬(a) = 1 sse a = 0;
7
convenzionalmente, dato un sottoinsieme X di VARP, a questi corrisponde
una e una sola valutazione definita da
v(p) = 1 sse p ∈ X,
ove p ∈ V ARP .
Γ |= ϕ,
se per ogni valutazione v tale che v(Γ) ⊆ {1} (cioé v(γ) = 1 per ogni γ ∈ Γ)
allora v(ϕ) = 1.
8
Teorema 3 (Esistenza del modello) Sia dato un linguaggio proposizio-
nale con l’insieme delle variabili di cardinalitá qualunque, e sia PROP l’in-
sieme delle formule proposizionali. Sia Γ ⊆ P ROP , se Γ é consistente allora
Γ é soddisfacibile.
1. a ∧ a = a, a ∨ a = a,
2. a ∧ b = b ∧ a, a ∨ b = b ∨ a,
3. a ∧ (b ∧ c) = (a ∧ b) ∧ c, a ∨ (b ∨ c) = (a ∨ b) ∨ c,
4. a ∧ (a ∨ b) = a, a ∨ (a ∧ b) = a,
5. a ∧ (b ∨ c) = (a ∧ b) ∨ (a ∧ c), a ∨ (b ∧ c) = (a ∨ b) ∧ (a ∨ c),
6. a ∧ 1 = a, a ∨ 0 = a,
9
7. a ∨ a0 = 1, a ∧ a0 = 0.
x ∧ y ∈ U sse x ∈ U e y ∈ U.
1. U è un ultrafiltro;
10
2. U è massimale per l’inclusione tra i filtri di propri di B;
{B 0 |B 0 è sottalgebra di B, H ⊆ B 0 },
\
HS =
Dal lemma che abbiamo appena visto, e dal fatto che ogni algebra di
Boole finita è atomica, discende immediatamente il seguente
11
3 Il teorema di Tychonoff
1. ∅ ∈ τ , X ∈ τ
Tn
2. se X1 , . . . , Xn ∈ τ , allora i=1 Xi ∈τ
12
Definizione 11 Siano (X, τ1 ) e (Y, τ2 ) due spazi topologici. Una funzione
f : X → Y si dice continua su X se la retroimmagine di ogni insieme aperto
in Y è un insieme aperto di X.
13
definizione di topologia prodotto. Determiniamo gli elementi della sottobase,
che per definizione sono le retroimmagini di una proiezione di un aperto in
2; fissiamo U aperto in 2 e i ∈ ω, allora un elemento della sottobase è un
insieme
S(U,i) = {x ∈ 2ω |πi (x) ∈ U }.
che sarebbe l’insieme delle stringhe infinite di bit nelle quali al quinto posto
compare 1.
Per quanto riguarda gli elementi della base dello spazio di Cantor, per
definizione questi sono intersezioni finite di elementi della sottobase; quindi
fissiamo I un insieme di indici finito, e per ogni indice i ∈ I fissiamo un
aperto Ui in 2 (Ui = {0} o Ui = {1}, i ∈ I), allora il rispettivo elemento
della base sarà l’insieme
πi−1 (Ui )
\
B((Ui )i∈I ,I) =
i∈I
cioè è l’insieme delle stringhe infinite di bit nelle quali al secondo posto
compare 1 e al settimo posto compare 0.
14
A questo punto possiamo vedere come è la struttura di un generico
aperto di 2ω , che per definizione è una unione di elementi della base, cioè
di intersezioni finite di elementi della sottobase, dello spazio di Cantor. Per
esempio, prendiamo due elementi della base di 2ω : fissiamo I = {2, 7} e
J = {3, 5} e rispettivamente U = {U2 , U7 }, con U2 = {1} e U7 = {1}, e
V = {V3 , V5 }, con V3 = {0} e V5 = {1}, ed avremo
allora il rispettivo aperto sarà unione dei due elementi della base, cioè
il quale é l’insieme di tutte le stringhe infinite di bit nelle quali ai posti pari
compare 1; tale insieme non è aperto; per dimostrare ciÃ2 sf ruttiamounanotacaratterizzazionedegli
15
gli insiemi Yi sono aperti, Y si chiama ricoprimento aperto. Un sottorico-
primento di Y è un sottoinsieme di Y che è ancora un ricoprimento di
X.
Dimostrazione
Sia {Xi }i∈I una famiglia di spazi topologici compatti. Poniamo X =
Xi , e sia (X, τ ) lo spazio topologico prodotto. Sia S la sottobase per
Q
i∈I
16
Λ = {Xi \{ (U |U ∈ Bi )}|i ∈ I}; allora per l’assioma della scelta esiste una
S
i ∈ I, esisterà un elemento x ∈
Q
i∈I Xi , il quale altri non è che la
funzione di scelta, costruito con con le i-me coordinate xi appena viste, che
non appartiene a nessun membro di A, ma allora A non è un ricoprimento
di X, dunque X è compatto.
AC ⇒ teorema di Tychonoff .
17
Definizione 15 Una famiglia A di insiemi ha la proprietà dell’intersezione
finita (f. i. p.) se e solo se l’intersezione dei membri di ogni sottofamiglia
finita di A è non vuota.
Dimostrazione
Sia A è una famiglia di sottoinsiemi di uno spazio topologico X, allora
in accordo con le leggi di De Morgan,
[ \
X\ {A|A ∈ A} = {X \ A|A ∈ A}.
Dimostrazione
Dimostreremo che il teorema 3 (versione debole del teorema di Tychonoff)
implica l’assioma 1 (equivalente ad AC). Sia {Xi |i ∈ I} un insieme di insiemi
non vuoti ed equipotenti. Sia a un elemento tale che a 6∈
S
i∈I Xi . Per
ogni indice i sia Yi = Xi ∪ {a}, e definiamo τi = {∅, {a}, Yi }, allora gli
elementi della famiglia {(Yi , τi )|i ∈ I} sono due a due omeomorfi; siccome gli
elementi della famiglia {Xi |i ∈ I} sono equipotenti, basterà estendere ad
omeomorfismo tale corrispondenza biunivoca, ad esempio un omeomorfismo
18
tra gli spazi (Yi , τi ) e (Yj , τj ) sarà definito da Xi a Xj come una qualsiasi
corrispondenza biunivoca (sono equipotenti), e all’elemento a ∈ Yi si associa
l’elemento a stesso in Yj : tale applicazione è continua con inversa continua.
Q
Sia W = i∈I Yi , allora lo spazio topologico prodotto (W, τ ), dove τ è
la topologia prodotto, è compatto per il teorema 7; definiamo ora Zi =
{f ∈ W |f (i) ∈ Xi }. La famiglia {Zi |i ∈ I} in W è una famiglia di chiusi,
infatti W \ Xi = {f ∈ W |f (i) = a} è un aperto di W per ogni indice i. La
famiglia di chiusi {Zi |i ∈ I} possiede inoltre la f. i. p., infatti
AC ⇔ teorema di Tychonoff .
19
4 Algebre di Boole, Ultrafiltri e l’Assioma della
Scelta
a ∼F b sse ¬a ∨ b ∈ F, o ¬b ∨ a ∈ F
¬(a/f ) = (¬a)/F ;
20
Dimostrazione
Sia U un ultrafiltro di B/F , definiamo
U0 = {a|a ∈ B, a/F ∈ U }.
1. a ∧ b ∈ U0 ,
2. (a ∧ b)/F ∈ U ,
3. (a/F ) ∧ (b/F ) ∈ U ,
4. a/F ∈ U e b/F ∈ U ,
5. a, b ∈ U0 ;
ed
1. a ∨ b ∈ U0 ,
2. (a ∨ b)/F ∈ U ,
3. (a/F ) ∨ (b/F ) ∈ U ,
4. a/F ∈ U o b/F ∈ U ,
5. a ∈ U0 o b ∈ U0 ;
21
Teorema 11 (UT1) Ogni filtro proprio in una algebra di Boole puÃ2 essereestesoadunultraf iltro.
Vediamo la loro equivalenza:
Teorema 12 UT ⇔ UT1.
Dimostrazione
Che U T 1 ⇒ U T è evidente. Dimostriamo che U T ⇒ U T 1; sia B una
algebra di Boole, ed F un filtro su B, e consideriamo B/F . Allora per U T
esiste un ultrafiltro in B/F , ma allora per il lemma 7 esiste un ultrafiltro che
estende F in B: vale U T 1.
Dimostrazione
Sia {Ui |i ∈ I} una catena di filtri in B rispetto a ⊆; sia F =
S
i∈I Ui ,
ovviamente F è non vuoto. Se x ∧ y ∈ F allora x ∧ y ∈ Ui per qualche
indice i ∈ I, dunque x, y ∈ Ui e quindi x, y ∈ F.
Viceversa, se x, y ∈ F, allora x ∈ Ui e y ∈ Uj per opportuni i, j; ma Ui
e Uj appartengono alla catena e dunque sarà Ui ⊆ Uj o Uj ⊆ Ui , ma allora
sarà x ∧ y ∈ Ui oppure x ∧ y ∈ Uj , e in entrambi i casi si ha che x ∧ y ∈ F;
Quindi F è un filtro. Naturalmente F è un filtro proprio sse tutti gli Ui
sono filtri propri.
Teorema 13 (UT1) Ogni filtro proprio in una algebra di Boole puÃ2 essereestesoadunultraf iltro.
22
Dimostrazione
Sia B una algebra di Boole ed H un filtro proprio di B. Sia F la famiglia
di tutti i filtri propri di B che contengono H, tale famiglia è non vuota
infatti H ∈ F. Consideriamo F parzialmente ordinato dall’inclusione.
Data una qualsiasi catena in F, l’unione di tale catena è un filtro pro-
prio, per il lemma 2, e contiene ovviamente H, dunque appartiene ad F; tale
osservazione vale per qualsiasi catena in F.
Siamo nelle condizioni di poter utilizzare il lemma di Zorn, il quale ci
assicura che esiste in F un elemento massimale; sia U tale elemento. Dunque
U è un filtro proprio e contiene H, ma è anche un ultrafiltro: se un
qualsiasi filtro proprio contiene U allora appartiene a F e quindi è uguale
a U.
Data l’equivalenza del lemma di Zorn con AC, risulta evidente dalla di-
mostrazione del teorema, il rapporto tra il teorema dell’Ultrafiltro e l’assioma
della scelta:
AC ⇒ UT.
AC 6⇐ UT
23
Un famoso risultato di Stone sulle algebre di Boole, è stato raggiunto
proprio grazie al teorema dell’Ultrafiltro: egli le caratterizzÃ2 mediantel0 insiemedeiloroultraf iltri; ved
Dimostrazione
Definiamo una applicazione f : B → P(X) in questo modo:
f (b) = {U ∈ X|b ∈ U },
f (b ∧ c) = f (b) ∩ f (c),
f (b ∨ c) = f (b) ∪ f (c),
f (b0 ) = X \ f (b).
UT ⇒ teorema di Stone.
24
Per capire a fondo il risultato di Stone, soffermiamoci ad analizzare meglio
le algebre insiemistice nella forma P(X), con X insieme qualunque, e sulle
loro proprietà . Anche per le strutture algebriche insiemistiche viene definito
il concetto di filtro ed ultrafiltro:
1. se A, B ∈ F , allora A ∩ B ∈ F ,
2. se A ∈ F e A ⊆ B ⊆ F , allora B ∈ F .
Dimostrazione
Poniamo U0 = U ∩S, questi è un ultrafiltro di S, infatti, siano A, B ⊆ X
e A, B ∈ S, allora si hanno le seguenti catene di implicazioni:
1. A, B ∈ U0 ,
2. A, B ∈ U , e per ipotesi A, B ∈ S,
3. A ∩ B ∈ U , ed A ∩ B ∈ S,
4. A ∩ B ∈ U0 ;
ed
25
1. A ∈ U0 , ed A ⊆ B,
2. A ∈ U e sempre A ⊆ B,
3. B ∈ U e per ipotesi B ∈ S
4. B ∈ U0 .
Per finire, se A ∈ S allora possiamo avere solo uno dei seguenti casi, o A ∈ U ,
e quindi A ∈ S ∩ U , o A 6∈ U e quindi X \ A ∈ U , ma X \ A ∈ S cioè
X \ A ∈ S ∩ U . U0 è effettivamente un ultrafiltro di S: vale la tesi.
Dimostrazione
Fissiamo un elemento a ∈ X, e definiamo l’insieme:
U = {Y |Y ⊆ X, e a ∈ Y };
1. A, B ∈ U ,
2. A, B ⊆ X, per ipotesi, e a ∈ A, a ∈ B,
3. A ∩ B ⊆ X, e a ∈ A ∩ B,
4. A ∩ B ∈ U ;
inoltre
1. A ∈ U , con A ⊆ B,
2. B ⊆ X forzatamente, e a ∈ B,
26
3. B ∈ U ;
Nelle algebre di Boole abbiamo visto che, oltre all’esistenza degli ul-
trafiltri, è possibile estendere un filtro ad un ultrafiltro; abbiamo anche
dimostrato che tali fatti sono equivalenti, e che discendono direttamente dal-
l’assioma della scelta. Per quanto riguarda i risultati sugli ultrafiltri delle
algebre insiemistiche, la dimostrazione dell’esistenza degli ultrafiltri in una
qualsiasi algebra insiemistica, è costruttiva: facciamo vedere concretamen-
te che esiste almeno un ultrafiltro; come si osserva dalla dimostrazione del
lemma, questi è indipendente dall’assioma della scelta.
L’insieme potenza di un qualsiasi insieme, è una algebra di Boole, dun-
que il teorema dell’Ultrafiltro dimostrato per le algebre di Boole, vale per le
algebre insiemistiche, cioè abbiamo:
Tale teorema è un corollario del risultato piÃ1 generalesugliultraf iltribooleani, eperci2 discendea
risultacheillemma10immediatoediscendedirettamentedagliassiomidiZF, mentreU T IosiottienedaA
Dopo queste brevi osservazioni sulle algebre insiemistiche e i loro ultrafil-
tri, possiamo approfondire ulteriormente il rapporto tra il teorema di Stone
e il teorema dell’Ultrafiltro booleano, scoprendo che essi sono equivalenti:
Dimostrazione
Grazie al teorema di Stone sappiamo che una qualsiasi algebra di Boo-
le è isomorfa a una sottalgebra dell’insieme potenza dell’insieme dei suoi
27
ultrafiltri. Ma grazie al lemma 10 sappiamo che qualsiasi algebra insiemi-
stica nella forma P(X) possiede un ultrafiltro, ed inoltre grazie al lemma 9
sappiamo che qualsiasi sottalgebra di P(X) possiede un ultrafiltro. Vale la
tesi.
AC
⇓
teorema di Stone ⇔ UT ⇒ UTI
28
5 La Compattezza del Calcolo Proposizionale
29
Dimostrazione
Supponiamo che valga il teorema della compattezza e per assurdo che Γ
sia finitamente soddisfacibile e insoddisfacibile; allora Γ |=⊥, e per il teorema
della compattezza F |=⊥ per qualche F ⊆ Γ finito, ma Γ Ã¨ finitamente
soddisfacibile, assurdo.
Per il viceversa, sia Γ ⊆ P ROP , supponiamo che Γ finitamente soddisfa-
cibile implichi Γ soddisfacibile, e che per ogni F ⊆ Γ finito sia F 6|= ϕ; allora
F ∪ {¬ϕ} sarebbe soddisfacibile e per ipotesi Γ ∪ {ϕ} sarebbe soddisfacibile,
ma allora Γ 6|= ϕ.
Teorema 18 Per ogni linguaggio proposizionale L(S), per ogni Γ ⊆ P ROP (S),
se Γ Ã¨ finitamente soddisfacibile, allora Γ Ã¨ soddisfacibile.
Dimostrazione
Poniamo sull’insieme 2 = {0, 1} la topologia discreta, costruendo lo spa-
zio topologico (2, P(2)). Tale spazio ha una topologia finita, e possiamo
verificare facilmente che è uno spazio topologico compatto.
Consideriamo lo spazio prodotto 2AT P , il quale identificando pn con n
risulta essere lo spazio 2k con k = Card(S), spazio studiato nell’esempio 1; i
punti dello spazio sono le assegnazioni proposizionali e gli aperti sono unione
di intersezioni finite di elementi della sottobase di 2AT P . Per il teorema di
Tychonoff, lo spazio 2AT P è compatto. Per ogni formula proposizionale
30
ϕ ∈ P ROP (S) definiamo:
a21 , . . . , a2n ∈ 2
..
.
am m
1 , . . . , an ∈ 2
v(p1 ) = am m
1 , . . . , v(pn ) = an .
31
intersezione non vuota, cioè A possiede la f. i. p., ma 2AT P come abbiamo
visto è compatto, allora, grazie alla caratterizzazione degli spazi compatti
del teorema 8, A ha intersezione non vuota, cioè esiste una valutazione v
tale che v(γ) = 1 per ogni γ ∈ Γ, cioè Γ Ã¨ soddisfacibile.
Lemma 12 Sia data una famiglia {vi }i∈I di valutazioni proposizionali. Per
ogni ϕ ∈ P ROP definiamo
32
Sia U un ultrafiltro su I, consideriamo la valutazione u cosìdef initau(pn ) =
1 se e solo se δ(pn ) ∈ U.Alloraperogniϕ ∈ P ROP si ha
Dimostrazione
Dimostreremo la tesi per induzione su ϕ. Per quanto riguarda il passo
base: se abbiamo una lettera proposizionale la tesi è la definizione, e risulta
banale il caso di ⊥.
Per quanto riguarda il passo induttivo, supponiamo che la tesi valga per
le formule ϕ, ψ; allora per la congiunzione avremo la seguente catena di
equivalenze:
1. u(ϕ ∧ ψ) = 1
2. u(ϕ) = 1 e u(ψ) = 1
5. δ(ϕ ∧ ψ) ∈ U.
I passi induttivi per gli altri connettivi si svolgono in maniera del tutto
analoga.
Teorema 19 Per ogni linguaggio proposizionale L(S), per ogni Γ ⊆ P ROP (S),
se Γ Ã¨ finitamente soddisfacibile, allora Γ Ã¨ soddisfacibile.
Dimostrazione
33
Γ Ã¨ finitamente soddisfacibile per ipotesi, allora per ogni F ⊆ Γ finito
esisterà una valutazione vF tale che vF (F ) ⊆ {1}. Sia I l’insieme dei
sottoinsiemi finiti di Γ.
Definiamo per ogni γ ∈ Γ l’insieme Tγ = {F |vF (γ) = 1}(⊆ I); sia
H = {Tγ |γ ∈ Γ}. Siccome Γ Ã¨ finitamente soddisfacibile, H come famiglia
di sottoinsiemi di I ha la f. i. p.; allora per il corollario 2, una delle forme del
teorema dell’Ultrafiltro, esiste U ultrafiltro di I che estende H. Consideriamo
la valutazione u, ottenuta dalla famiglia di valutazioni {vF }F ∈I , definita
come nel lemma 12; allora per ogni γ ∈ Γ si avrà che u(γ) = 1, in quanto
Tγ ∈ U per ogni γ ∈ Γ. Dunque Γ Ã¨ soddisfacibile.
UT ⇒ Compattezza Proposizionale.
Per i nostri fini conviene precisare meglio il rapporto tra il teorema del-
l’Ultrafiltro e la compattezza Proposizionale; per la dimostrazione di que-
st’ultimo, é stata utilizzata una versione particolare di UT, specializzata per
gli ultrafiltri insiemistici, che abbiamo giá visto:
U T I ⇒ Compattezza Proposizionale.
34
Il rapporto tra la compattezza Proposizionale e il teorema dell’Ultrafiltro
è piú stretto di quel che sembra, e come ci si poteva immaginare dai risultati
del teorema 19, essi sono infatti equivalenti.
Dimostrazione
Sia B una algebra di Boole; in relazione a tale algebra, costruiremo l’al-
fabeto proposizionale che utilizzeremo. Per ogni elemento a ∈ B, sia pa una
variabile proposizionale nel nostro linguaggio. Sia
1. v0 (pa∧b ) = 1,
2. a ∧ b ∈ U0 ,
3. a, b ∈ U0 ,
4. v0 (pa ) = 1, v0 (pb ) = 1,
5. v0 (pa ∧ pb ) = 1,
35
1. v0 (pa∨b ) = 1,
2. a ∨ b ∈ U0 ,
3. a ∈ U0 o b ∈ U0 ,
4. v0 (pa ) = 1 o v0 (pb ) = 1,
5. v0 (pa ∨ pb ) = 1,
U = {a ∈ B|w(pa ) = 1},
1. a ∧ b ∈ U ,
2. w(pa∧b ) = 1,
4. a, b ∈ U ;
ed:
1. a ∨ b ∈ U0 ,
2. w(pa∨b ) = 1,
4. a ∈ U o b ∈ U .
36
Vale il teorema dell’ultrafiltro.
UT ⇒ UTI
⇑ ⇓
Compattezza Proposizionale
Una ultima osservazione, come corollario dei risultati che abbiamo visto
sino ad ora, anche di quelli del paragrafo 4, possiamo enunciare il seguente
1. la Compattezza Proposizionale,
2. UT,
3. UTI,
4. il teorema di Stone.
37
Teorema 23 (Completezza Proposizionale) Sia dato un linguaggio pro-
posizionale con l’insieme delle variabili di cardinalitá qualunque, e sia PROP
l’insieme delle formule proposizionali. Sia Γ ⊆ P ROP e ϕ ∈ P ROP , se
Γ |= ϕ, allora Γ ` ϕ.
Dimostrazione
Sia Γ un qualunque insieme di formule proposizionali, e supponiamo che
sia finitamente soddisfacibile. Per il teorema di validitá si ha che per ogni
F ⊆ Γ, F é consistente, allora per il teorema di finitezza Γ é un insieme con-
sistente e dunque per la completezza proposizionale, o meglio per il teorema
di esistenza del modello, Γ é soddisfacibile: vale la tesi.
se |= ϕ allora ` ϕ;
38
Dimostrazione
Sia dato un linguaggio proposizionale qualunque, e sia PROP l’insieme
delle formule proposizionali. Siano Γ ⊆ P ROP e ϕ ∈ P ROP tali che Γ |= ϕ.
Allora per la compattezza deve esistere F ⊆ Γ finito tale che F |= ϕ, sia
F = {ϕ1 , . . . , ϕn }. {ϕ1 , . . . , ϕn } |= ϕ, é equivalente a |= (ϕ1 ∧ . . . ∧ ϕn ) → ϕ;
allora per la completezza debole si ha che ` (ϕ1 ∧ . . . ∧ ϕn ) → ϕ, questa,
per come sono definite le regole della deduzione naturale sulla congiunzione
e sull’implicazione, é equivalente a {ϕ1 , . . . , ϕn } ` ϕ, quindi Γ ` ϕ.
Dimostrazione
Utilizzeremo in questa dimostrazione l’equivalenza tra la Compattezza
proposizionale e il teorema dell’Ultrafiltro.
Dimostreremo la contronominale dell’enunciato:
se 6` ϕ, allora 6|= ϕ,
cioé dimostreremo che se 6` ϕ, allora esiste una valutazione v tale che v(ϕ) =
0.
Consideriamo l’algebra di Lindembaum-Tarski P = P ROP/ ∼, dove
ricordiamo che la congruenza ∼ é definita da α ∼ β sse ` α ↔ β, e che,
come noto, é una algebra di Boole.
Se 6` ϕ abbiamo che (ϕ/ ∼) 6= 1P , cioé (ϕ/ ∼)0 = (¬ϕ/ ∼) 6= 0P . Il
singoletto {(¬ϕ)/ ∼} possiede la f.i.p., quindi possiamo applicare il teorema
dell’Ultrafiltro: esiste allora un ultrafiltro U su P con {(¬ϕ)/ ∼} ∈ U .
39
Definiamo ora la valutazione v:
per induzione sulla lunghezza delle formule, si dimostra che per ogni formula
α si ha
v(α) = 1 sse (α/ ∼) ∈ U.
Il caso atomico é banale; per quanto riguarda il passo induttivo, sia α = β∧γ,
allora si ha la catena di equivalenze
1. v(α) = 1,
2. v(β) = v(γ) = 1,
4. (β ∧ γ)/ ∼∈ U .
1. v(α) = 1,
2. v(β) = 0,
4. (¬β/ ∼) ∈ U .
40
Grazie a tale diagramma, ed ai risultati visti in precedenza, possiamo chia-
rire in maniera definitiva i rapporti tra la Compattezza e la Completezza
proposizionale, messi in evidenza dalla seguente equivalenza:
UT ⇔ Compattezza ⇔ Completezza .
41
6 La Compattezza Proposizionale e l’Assioma della
Scelta
AC ⇔ Thyconoff
⇓ ⇓
Stone ⇔ UT ⇐ Compattezza ⇔ Completezza
UTI
42
viene utilizzato inconsapevolmente o con leggerezza; come è noto, esso è
indipendente dagli assiomi della teoria degli insiemi ZF, e in quanto molto
potente, va utilizzato con cautela: è preferibile utilizzare teoremi meno forti
dell’assioma della scelta, quando possibile, la Compattezza Proposizionale é
di questo genere.
3. teorema dell’Ultrafiltro,
(con i teoremi enunciati per ogni linguaggio) sono ancora equivalenti, quin-
di la Compattezza proposizionale é equivalente alla Compattezza al primo
ordine ed entrambi non implicano l’assioma della scelta.
Esiste anche una forma di Completezza forte per la logica del primo
ordine, che ingloba in parte il teorema di Löwenheim-Skolem:
43
7 Applicazioni della Compattezza proposizionale.
44
Ricordiamo inoltre che le relazioni transitive e irriflessive, dette ordini
stretti, sono in un forte rapporto con gli ordini parziali; dato un insieme A, si
puÃ2 f arcorrispondereadogniordineparzialesuA, unordinestrettosuA, eviceversa.Sipu2 stabilire, cio
Una importante osservazione da fare: se M è un insieme finito, allora
è totalmente ordinabile. Il risultato si dimostra per induzione sul numero
di elementi di M ; il caso in cui M = ∅, oppure è un singoletto, è banale.
Supponiamo che la tesi valga per insiemi di cardinalità n, e sia ora M = N ∪
{a}, con N insieme di cardinalità n, e a 6∈ N ; M ha quindi cardinalità n+1.
Per ipotesi induttiva su N possiamo definire un ordine totale, sia ≤; allora
definiamo la relazione ≤M come ≤, ed in piÃ1 talechex ≤M a per ogni x ∈ N .
Si vede facilmente che ≤M è un ordine totale su M .
A questo punto possiamo dimostrare, grazie alla compattezza che
¬paa ,
pab ∨ pba , (a 6= b)
pab ∨ pba , (a 6= b)
45
con a, b, c ∈ M1 . In quanto M1 è finito, grazie all’osservazione fatta prece-
dentemente, poniamo un ordine totale ≤M1 su M1 ; a questo punto definiamo
una valutazione v tale che
Interessiamoci ora del problema della colorabilità dei grafi; a tal proposito
ricordiamo alcune definizioni.
46
1. V = C1 ∪ . . . ∪ Ck ,
2. Ci 6= ∅, con i = 1, . . . , k,
3. Ci ∩ Cj = ∅ per i 6= j,
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47
Teorema 29 Sia (V, E) un qualsiasi grafo. Se ogni sottografo finito (V0 , E0 )
di (V, E) è k-colorabile, allora (V, E) è k-colorabile.
Dimostrazione
Costruiamo al solito il nostro linguaggio proposizionale, che consta delle
variabili pa,i per ogni a ∈ V e 1 ≤ i ≤ k. Consideriamo il seguente insieme
di formule X:
pa,1 ∨ . . . ∨ pa,k , per ogni a ∈ V,
Ci = {a ∈ V |v(pa,i = 1)},
V = C1 ∪ . . . ∪ Ck ,
Ci ∩ Cj = ∅, per i 6= j,
perchè v(¬(pa,i ∧pa,j )) = 1, cioè v((pa,i ∧pa,j )) = 0, dunque non puÃ2 esserev(pa,i ) =
1 e v(pa,j ) = 1, allora a 6∈ Ci ∩ Cj , questo per ogni a ∈ V e con i 6= j. Inoltre
48
in quanto v(¬(pa,i ∧ pb,i )) = 1 se {a, b} ∈ E, cioè v(pa,i ∧ pb,i ) = 0, dunque
non puÃ2 esserev(pa,i ) = 1 e v(pb,i ) = 1 per ogni i = 1, . . . , k, cioè se
{a, b} ∈ E allora non puÃ2 esistereitalechea, b ∈ Ci .
A questo punto entra in gioco la compattezza proposizionale: ci basta
dimostrare che X è finitamente soddisfacibile ed avremo che X è sod-
disfacibile e quindi la tesi; in questa parte della dimostrazione utilizzeremo
inoltre l’ipotesi che ogni sottografo finito di (V, E) è k-colorabile.
Sia X0 un sottoinsieme finito di X; consideriamo il sottografo finito
(V0 , E0 ) di (V, E), formato da tutti i vertici che hanno occorrenze come
indici nelle variabili di X0 , e sia X1 l’insieme di formule
w(pa,i ) = 1 sse a ∈ Ci ,
Un noto risultato sulla colorazione dei grafi planari é il teorema dei quattro
colori, il quale afferma che la colorazione di un qualsiasi grafo planare (anche
infinito), é possibile con 4 colori; la dimostrazione si basa sulla riduzione del
numero infinito di mappe possibili ad un numero finito di configurazioni, per
le quali la validità del teorema viene verificata caso per caso dal computer.
49
7.3 Il lemma di König.
Dimostrazione
Per ramo infinito intendiamo una sequenza (ai )i∈ω tale che a0 = c, e
con ai / ai+1 per ogni i ∈ ω. Per dimostrare il lemma di König definiamo
induttivamente:
S0 = {c},
50
con k ∈ ω. In breve, gli insiemi Sk+1 contengono unicamente i successori
degli elementi dell’insieme Sk . Per ipotesi ogni nodo possiede un numero
finito di successori, ma allora ogni insieme nella forma Sk è finito per ogni
k ∈ ω; inoltre siccome V possiede infiniti nodi, ogni nodo ha un numero
finito di successori, e per definizione c’é un unico ramo che collega la radice
ad un qualsiasi altro nodo, si ha che Sk é un insieme non vuoto per ogni
k ∈ ω.
Costruiamo ora il nostro alfabeto proposizionale con variabili proposizio-
nali pa per ogni a ∈ V , e consideriamo l’insieme di formule proposizionali
X:
_
pa , con k ∈ ω,
a∈Sk
¬(pa ∧ pb ), con a, b ∈ Sk , a 6= b, k ∈ ω,
pb → pa , con a, b ∈ V, a / b.
e perchè
v(pb → pa ) = 1, se a, b ∈ V e a / b,
51
A questo punto per dimostrare la tesi, dobbiamo mostrare che X è
soddisfacibile. In questo passaggio ci viene in aiuto la Compattezza proposi-
zionale: al solito ci basta far vedere che X è finitamente soddisfacibile. Sia
Sn
X0 ⊆ X finito; X0 conterrá variabili con indici contenuti al piú in i=0 Si ,
abbiamo che
_
v( pa ) = 1, con i = 0, . . . , n,
a∈Si
in quanto almeno un elemento di ogni insieme Si apparterrá al ramo che
abbiamo preso in considerazione, cioé per ogni indice i esisterá un elemento
a ∈ Si tale che a = di . Inoltre
v(¬(pa ∧ pb )) = 1, con a, b ∈ Si , i = 0, . . . , n, ed a 6= b,
in quanto non possono esistere due elementi dello stesso insieme Si ap-
partenenti al ramo considerato. Infine, se a /0 b, allora necessariamente si
ha
v(pb → pa ) = 1,
52
Dunque la valutazione v é tale che v(X1 ) ⊆ {1}, e quindi v(X0 ) ⊆ {1}:
cioé X é finitamente soddisfacibile.
Dimostrazione
Sia Σ ⊆ P ROP un insieme di formule finitamente soddisfacibile. Per
ogni n ∈ ω, consideriamo
v ≺ v 0 , se v = v|{p
0
0 ,...,pn−1 }
. Si vede facilmente che (T, ≺) é un albero di
radice {∅} a diramazioni finite.
Una osservazione fondamentaleda fare é che per ogni n ∈ ω, Tn 6= ∅.
Infatti, se n = 0 si ha che T0 = {∅} =
6 ∅; se Σn é vuoto, allora ovviamente
53
Tn = {v|v : Ln → {0, 1}} =
6 ∅. Per n > 1, se Σn é un insieme finito,
diverso da ∅, in quanto Σ é finitamente soddisfacibile, si ha che esiste una
valutazione v ∗ tale che v ∗ (Σn ) = 1, e v|{p
∗
0 ,...,pn−1 }
∈ Tn , cioé Tn 6= ∅. Infine,
supponiamo che Σn sia infinito: Σn = {S1 , S2 , . . .}. Per t ≥ 1, poniamo
Dt = {S1 , . . . , St }: ciascun Dt sará soddisfacibile, in quanto insiemi finiti di
formule di Σ, ossia esisterá per ogni t ≥ 1 esiste una valutazione vt∗ tale che
vt∗ (Dt ) ⊆ {1}; sia vt la restrizione di vt∗ a {p0 , . . . , pn−1 }. Di applicazioni
da Ln a {0, 1} ne esiste un numero finito, per cui deve esistere una ve :
Ln → {0, 1}, tale che per infiniti t ≥ 1 si abbia vt = ve. Allora abbiamo che
ve ∈ Tn , infatti, siccome per ogni i si ha Si ∈ Di , ed esisterá t ≥ i tale che
la restrizione a Ln di vt∗ é uguale a ve, allora Si ∈ Dt , ma Si ha solo lettere
proposizionali p0 , . . . , pn−1 , e pertanto vt∗ (Si ) = 1, ossia ve(Si ) = 1, dunque
Tn 6= ∅.
Quindi per ogni n ∈ ω, si ha che Tn 6= ∅; siamo nelle ipotesi del lemma
di König: (T, ≺) é un albero con diramazioni finite ed infiniti nodi, allora
esiste un ramo infinito in T , sia tale ramo ∅ ≺ v0 ≺ . . . ≺ vn ≺ . . ., dove ogni
S
vi+1 é una estensione di vi . Chiaramente ponendo v = n∈ω vn , si ha che v
é una assegnazione da {pi |i ∈ ω} a {0, 1}, e per come é stata costruita si ha
che v(Σ) ⊆ {1}, cioé Σ é soddisfacibile: vale la Compattezza proposizionale.
54
Poniamo inoltre delle restrizioni:
Il cosiddetto problema del matrimonio, consiste nel trovare per ogni nome
uno ed un solo significato (cioé senza che si verifichino eventi di omonimia),
in modo che non siano presenti sinonimi; detto in termini piú matematici,
occorre trovare una applicazione f : N → M iniettiva che associa ad ogni
nome in N uno dei suoi significati in M .
Per N di cardinalitá finita il problema si risolve per induzione sul numero
n di elementi di N . Se n = 1 la risoluzione é banale. Sia ora n > 1, e
supponiamo che la tesi valga per ogni insieme di nomi di k elementi con
k < n, supponiamo cioé che esista una funzione iniettiva da Nk ⊆ N , di
cardinalitá k < n, a M che associa ad ogni nome in Nk uno dei suoi significati
in M .
Si possono presentare due casi.
Caso 1. Per ogni k < n: k nomi in N hanno almeno k + 1 significati
distinti. Fissiamo arbitrariamente un nome ν ∈ N , e gli assegnamo uno dei
suoi significati, sia tale significato a ∈ M . Consideriamo N \ {ν}, allora presi
k qualsiasi nomi in N \ {ν}, questi avranno almeno k significati diversi da a,
ma allora per ipotesi induttiva esiste una applicazione f : N \ {ν} → M \ {a}
iniettiva, e definendo f (ν) = a si ha la tesi.
Caso 2. Esiste K ⊆ N di k elementi (0 < k < n) tale che l’insieme
dei significati degli elementi di K, Mk , possiede k elementi. Per ipotesi
induttiva esiste f : K → Mk iniettiva. In N \ K, ogni insieme di i elementi
(i ≤ n − k) possiedono i significati in M \ Mk , dunque per ipotesi induttiva
esiste f : N \ K → M \ Mk iniettiva. Unendo i due risultati si ha la tesi.
Dimostriamo ora la tesi per qualsiasi insieme N di nomi; in questa
caso, un ruolo fondamentale viene giocato dalla compattezza proposizio-
55
nale. Costruiamo il linguaggio proposizionale, assegnando ad ogni coppia
(ν, a) ∈ N × M una variabile pν,a , e consideriamo l’insieme X di formule
proposizionali nella forma:
56
Grazie alla compattezza proposizionale si ha quindi la soluzione al pro-
blema del matrimonio.
57
Dimostrazione
La dimostrazione si divide in due parti: nella prima costruiamo una
formula proposizionale che sia soddisfacibile se e solo se esiste una pavi-
mentazione corretta di una regione Rn finita, la seconda in cui tramite la
Compattezza proposizionale si dimostra la tesi. Per prima cosa costruiamo
l’alfabeto proposizionale. Consideriamo un alfabeto costituito dalle lettere
proposizionali pki,j con i, j ≤ n ed 1 ≤ k ≤ l. Per costruire la formula cercata
abbiamo bisogno che:
58
immediatamente a destra e sopra. Definiamo allora le seguenti formule
n−1 l
^ ^ _ 0
(pki,j → pki+1,j ), (2)
i,j=0 k=1 k0 :dk =ck0
n−1 l
^ ^ _ 0
(pki,j → pki+1,j ). (3)
i,j=0 k=1 k0 :ak =bk0
ove (1), (2), (3), sono le formule viste poco prima. Si ha che per ogni
valutazione v, v(An ) = 1 sse v(1) = v(2) = v(3) = 1, cioè se e solo se esiste
una pavimentazione corretta di Rn con l’insieme di piastrelle S.
59
Adesso siamo pronti per dimostrare il teorema. Sia φ = {A1 , A2 , A3 , . . .},
ove An sono le formule proposizionali, costruite come abbiamo visto, costrui-
te rispettivamente per le regioni R1 , R2 , R3 , . . . con S = {T1 , . . . , Tl } come
insieme di piastrelle. Supponiamo che per ogni n, l’insieme S possa essere
utilizzato per pavimentare il quadrato Rn . Per quanto abbiamo osservato
poco fa, per ogni n esisterá una valutazione vn che soddisfa An . Osserviamo
che se vn soddisfa An , necessariamente vn soddisfa anche {A1 , . . . , An−1 }.
Dunque ogni sottoinsieme finito di φ é soddisfacibile, allora per la com-
pattezza proposizionale φ é soddisfacibile; ma una qualsiasi valutazione che
soddisfa ogni formula in φ descrive una pavimentazione corretta per l’intero
quadrante destro superiore del piano.
60
Esiste anche una versione finita di tale teorema, il nostro scopo é ottenere
tale risultato dal teorma di Ramsey, che d’ora in poi chiameremo teorema di
Ramsey generale, utilizzando la compattezza proposizionale nel senso esposto
poco sopra.
Teorema 34 Per ogni n ≥ 1 esiste Rn ∈ ω tale che ogni grafo con Rn vertici
o possiede una clique con almeno n vertici, oppure possiede una anticlique
con almeno n vertici.
Dimostrazione
Creiamo, al solito, l’alfabeto proposizionale; fissiamo nell’alfabeto per
ogni i, j ∈ ω, i 6= j, una lettera proposizionale pi,j .
Sia Λ = {s|s ⊆ ω, tale che s é finito e Card(s) ≥ n}; per ogni s ∈ Λ,
consideriamo la formula
^ ^
As = ¬( pi,j ) ∧ ¬( ¬pi,j ), (4)
i,j∈s,i6=j i,j∈s,i6=j
61
elementi. Definiamo ora una valutazione, sia
Allora si ha che v(F ) ⊆ {1}; infatti per ogni indice x in {1, . . . , k} si ha che
se fosse v(Asx ) = 0, allora
^ ^
v(¬ pi,j ) = 0, oppure v(¬ ¬pi,j ) = 0,
i,j∈sx i,j∈sx
cioé
^ ^
v( pi,j ) = 1, oppure v( ¬pi,j ) = 1.
i,j∈sx i,j∈sx
62
Riferimenti bibliografici
[3] Herman Rubin e Jean E. Rubin, Equivalence of the Axiom of Choice, II,
North Holland, 1985.
63