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Cinque questioni nelle RI

Introduzione
Le RI come teoria accademica si sono occupate di analizzare i rapporti tra gli Stati da diverse
impostazioni teoriche. In tale contesto lo Stato, inteso come Stato westfaliano, ha subito molteplici
cambiamenti tali da porre nuove questioni tra le quali hanno una maggior rilevanza quele relative ad:
ambiente, genere, sovranità e cambiamenti nella statualità che comportano nuove sfide sul terreno
della sicurezza.
Una nuova questione RI è importante in termini valoriali e teorici. I valori entrano in gioco perché la
decisione dipende da essi. La teoria entra in gioco perché dichiararsi interessati ad una nuova
questione deve scaturire da qualche idea teorica. La discussione delle "nuove questioni" inizierà con
il contenuto in termini empirici ad esempio, quali sono i problemi sollevati e perché se ne sostiene
l'importanza? Poi come questa nuova questioni influisce sugli studi tradizionali e infine la sfida
teorica. Può essere gestita dagli approcci tradizionali o nuovi approcci?
Che cosa dovremo studiare e perché? Conseguenze della questione per problemi chiave (guerra e
pace, conflittualità e cooperazione, ricchezza e povertà), approcci nuovi o tradizionali?

Il terrorismo internazionale
Esistono ben 160 definizioni di terrorismo, ma la più appropriata è quella del Professor Vittorfranco
Pisano1: “Il terrorismo è una forma di violenza criminale a fini politici, ideologici, religiosi, esercitata
attraverso strutture e modalità clandestine”;
dove intendiamo per :
- violenza criminale: differenzia il terrorismo dall’esercizio legittimo della forza praticato dagli organi
di polizia o forze armate, infatti i terroristi non rispettano le norme del diritto internazionale di guerra
(Ius in bello)
- Fine politico (economico), ideologico, religioso;
- Clandestinità: i terroristi agiscono clandestinamente per non essere rintracciati dalle autorità.
(mentre il comune criminale non ha estrema necessità di agire nell’oscurità)

L'uso illegittimo della violenza contro civili, per conseguire obiettivi politici, religiosi o di analoga
natura quello internazionale coinvolge i cittadini più paesi è sempre esistito ma gli eventi succssivi
all'11 settembre 2001 a New York (anche Washington, Ankara, Madrid e Londra) hanno riportato il
tema nell'agenda della politica internazionale. Riguarda le RI: sicurezza nazionale e internazionale .
La definizione esatta crea problemi, nell'Onu non c'è una definizione condivisa. Alcuni: ci sono forme
legittimi di violenza politica, non confondere la violenza rivoluzionaria col terrorismo. Altro punto di
disaccordo: il termine civili, è fuorviante. Perché anche personale militare non combattente
dovrebbero essere considerati atti di terrorismo.
È collegato alle lotte politiche all'interno di stati dove le istituzioni democratiche sono deboli o
inesistenti. Negli stati più deboli quali Africa subahariana, si inserisce in un contesto di guerra civile
permanente. Il terrorismo della Gran Bretagna e della Spagna è definito" nazionale", perché è
praticato da gruppi clandestini. Il traffico aereo e gli aeroporti privi di sicurezza, sono la nuova ondata
del terrorismo dagli anni 60. Dopo la fine della guerra fredda, il terrorismo internazionale è legato
soprattutto a matrice islamica.
Il "terrosism Act" 2000 - terrorismo significa compimento minaccia di atti che siano volte influire
sull'operato del governo, o a intimorire la popolazione per promuovere una causa politica, religiosa o
ideologica. Se grava su una persona, un danno ai beni, mette a repentaglio la vita di una persona,
grave rischio per la salute della popolazione, interferisce su un sistema elettronico. Atto, compiuto
anche fuori dal regno unito. La popolazione è quella mondiale, ogni tipo di governo, ovunque situato.

1
colonnello t.SG (Ris.) della Polizia Militare dell’Esercito degli Stati Uniti d’America, è specializzato in
istituzioni politiche comparate e sicurezza internazionale:
I gruppi terroristici secondo il Council on foreing relations: al Qaeda (Afghanistan islamico), Osama
Bin Laden, Hamas (palestinesi islamici), brigate dei martiri di Al Aqsa (sempre islamici palestinesi),
Hezbollah (libanesi), la jihad islamica egiziana , estremisti del Kashmir, mujaheddin (iraniani)
eccetera.
Gli attentati di al Qaeda hanno riportato la sicurezza nazionale ai primi posti nell'agenda politica.
Secondo alcuni però la minaccia islamica è poco significativo. Sostengono che le operazioni
terroristiche somigliano più che altro attività criminali. Il crimine è sempre esistito ed esisterà per
sempre, senza costituire una vera minaccia l'esistenza della società. D'altra parte però, il terrorismo
è organizzato, fino all'11 settembre gli americani uccisi dal terrorismo internazionale erano meno
numerosi di quelli uccisi dai fulmini. Quindi coloro che tentano di ridimensionare la minaccia
terroristica, dicono che al Qaeda non possa acquisire dimensioni tali da rappresentare un effettivo
pericolo. Questo tipo di terrorismo è connesso al fondamentalismo religioso, che è minoritaria
all'interno del mondo islamico. Infine i fautori della tesi "minimalista" pongono l'accento al
collegamento tra al Qaeda e i mujaheddin che unirono le loro forze contro l'occupazione sovietica
dell'Afghanistan. Sono gruppi non numerosi e che non hanno facile accesso ai paesi.
Altri invece ritengono la minaccia molto seria, prima di tutto perché le società sono più aperte e
quindi in possibilità di controllo sono limitate. Dopo gli attacchi a Londra nel 2005, è emerso che i
fondamentalisti reclutavano cittadini del regno unito un background normale quindi non ti
prendevano soltanto mujaheddin afghani, ma anche un numero imprecisato di popolazione
musulmana. In più la guerra in Iraq degli Stati Uniti alimentano terrorismo di ritorno. C'è il pericolo
che possono procurarsi armi di distruzione di massa, è chiaro che per un gruppo terrorista è una
prospettiva molto allettante che garantirebbe una posizione di maggior forza. Graham Allison:
sostiene che per gli Stati Uniti la probabilità di un attacco nucleare è maggiore negli ultimi 10 anni
con le dovute contromisure è prevenibile. Se no sarà inevitabile. Secondo altri commentatori però è
meno probabile, perché le barriere all'ingresso sono sufficientemente elevate. Il terrorismo non è una
minaccia all'esistenza stessa degli stati, però non deve essere sottovalutato. Può darsi che al Qaeda
sia destinata a trasformarsi in una serie di gruppi locali soggetta impulsi dispersivi, però rimane vitale
e un'organizzazione terroristica transnazionale, secondo l'International istitute of strategic studies
(IISS).
Per quanto riguarda la teoria, il terrorismo costituisce una minaccia alla sicurezza e quindi riveste un
ruolo cruciale l'approccio realista. Secondo i liberali e i gruppi terroristici sono un insieme di attori
che influiscono sull'agenda internazionale, secondo i teorici EPI invece importante l'economia
politica del fenomeno. Quindi le teorie RI possono analizzare la questione, ma non è così.
Infatti il realismo interessano le minacce alla sicurezza interstatuali, il terrorismo viene definito una
quisquilia, infatti difficilmente riusciranno ad incidere sul clima di sicurezza globale. La geopolitica,
non i transnazionalismi determina grandi flussi della storia. Esempio di realista è Condoleezza Rice,
che ha una visione statocentrica, i mezzi che privilegia sono quelli militari e traccia una linea di
demarcazione tra sfera internazionale estera interna, inoltre tendono a territorializzare il terrorismo.
Poiché la loro attenzione è focalizzato sui rapporti inter statuali, secondo questi realisti i gruppi
terroristici prosperano grazie al patrocinio degli stati. Quindi la minaccia terroristica una minaccia
portata da un altro stato e quindi va affrontata militarmente.
Per i liberali l'attenzione e sugli attori non-statuali. Sono incline a sottolineare che la cooperazione
internazionale è essenziale per fronteggiare la minaccia. Nye: la miglior risposta è la creazione di
una rete di organismi governativi.
Entrambi gli approcci forniscono importanti spunti di riflessione, sebbene tendano a configurare la
questione in modo da renderla compatibile con il proprio schema di ragionamento.

Ambiente
sono sempre di più gli individui convinti che l'attività economica sociale si stia svolgendo in modo
che minaccia l'ambiente una popolazione in vertiginoso aumento costituisce una minaccia
potenziale. Esempio la produzione che ne alimentari, infatti il cibo è distribuita in modo disuguale, vi
è un'enorme surplus di paesi dell'Occidente e una grave carenza e nei paesi poveri. Nei paesi poveri
provoca fenomeni di deforestazione, e paesi ricchi l'uso di pesticidi crea problemi. Anche la
produzione industriale provoca l'esaurimento delle fonti di materie prime. L'Onu ha creato un
apposito organismo, la conferenza sull'ambiente umano, Stoccolma 1972 la grande conferenza
sull'ambiente sullo sviluppo, Rio de Janeiro 1992, è stato un summit globale sull'ambiente quanto il
grave problema del degrado ambientale? Non si sa, il dibattito è tra "modernisti" e "Ecoradicali".
I modernisti: lo sviluppo continuo accrescerà la capacità di proteggere l'ambiente, infatti si stanno
ritirando le emissioni di gas, si richiede una minore quantità di materie prime, e in più l'alimentazione
coltivata secondo criteri di sostenibilità ecologica.
Ecoradicale: l'eco sistema ha una limitata capacità di sopportazione. Le società umani viventi sulla
terra si stanno spingendo ai limiti della capacità di sopportazione del pianeta. Quindi sono
necessarie misure di controllo demografico e un cambiamento di mentalità, con uno stile di vita più
rispettoso dell'ambiente
quali sono quindi le conseguenze dell'ambiente e in quali modi possono accrescere la conflittualità
internazionale? Vedi controversia idrica nel Medioriente. Da lunghissimo tempo che sono stati
conflitti per l'acqua, oggi l'acqua era componente del conflitto arabo-israeliano. Il bacino del giordano
è condiviso da Siria, Libano, Israele e Giordania. La lega araba tentò di deviare il corso del fiume,
allontanandolo dagli israeliani che portò alla guerra nel 1967, Israele vinse. Quindi il conflitto
internazionale è un tema chiave nel campo delle RI. Alcuni studiosi osservano che i conflitti legati ai
problemi ambientali, scoppiano non tra stati, ma all'interno di stati. Che possono quindi logorare
governi fino a determinarne la caduta. I paesi travagliati da cronici conflitti interni cornice stress
ambientali possono diventare anche autoritari, e potrebbero essere tentati di sferrare attacchi contro
altri paesi per distogliere l'attenzione dai fattori interni. Ed è proprio questa connessione tra conflitti
internazionali conflitti interni l'attenzione degli studiosi RI ambientalisti. Alcuni sottolineano anche la
necessità di una cooperazione globale, per quanto riguarda la minaccia rivolta l'umanità nel suo
complesso, vedi gli oceani, i mari e il sistema climatico. Da qualche anno i problemi ambientali
incoraggiano la cooperazione internazionale. Il regime dell'ozono, contiene un accordo
internazionale che prevede la graduale riduzione della produzione di CFC fino alla sua completa
messa al bando. Quindi la questione ambientale può innescare conflitti internazionali Bevilacqua, ma
può anche stimolare la cooperazione internazionale per la tutela del "demanio globale".
Per quanto riguarda la sfida teorica, ci sono molti interrogativi. Per i realisti si tratta soltanto di
un'ennesima fonte spiegabile di conflittualità tra gli stati. Per i liberali è da inserire nell'agenda della
cooperazione internazionale. Per gli studiosi EPIm è un aspetto dell'economia globale.C'è un aspetto
che però non è facilmente collocabile cioè la conflittualità sociale e politica interna, infatti l'ambiente
è un tema trasversale rispetto a demarcazione tra politica interna e politica internazionale e quindi gli
approcci tradizionali si focalizzano sulle relazioni internazionali non servono molto bisogna superare
la tradizionale priorità agli stati, perché entrano in gioco le multinazionali, le ONG, eccetera La
posizione degli eco radicali, e dagli approcci tradizionali perché raccomandano cambiamenti radicali
dello stile di vita. Essi rilevano che una vera sostenibilità non può che consiste nell'abbandono della
produzione industriale in serie e il ritorno ad una società deindustrializzata. Ove natura hanno uguale
valore. L'uomo non ha nessun diritto di sfruttarla, anzi è il dovere di viverci in armonia. Sollecitano
cambiamenti profondi non solo nell'economia ma anche nell'organizzazione politica lo stato è parte
della società moderna, e la società moderna è la causa della crisi ambientale. Si riconosce la
necessità di un controllo politico globale, ma si sostiene che le piccole comunità locali siano le più
idonee a promuovere e si limitano consumistici. Se si adottasse questa teoria le relazioni
internazionali assumerebbero significato completamente nuovo. Se si adottasse il punto di vista
modernista le teorie tradizionali potrebbero essere conservate. Quindi la sfida dipende dalla
posizione che sia assume all'interno del dibattito sull'ambiente.

Genere
il punto di partenza sono le disuguaglianze uomo-donna e le loro conseguenze per la politica
mondiale. Le donne sono un gruppo svantaggiato a livello mondiale e si rappresentano meno del 5%
dei capi di Stato e dei ministri di governo. Costituiscono il 60% di analfabeti e l'80% di tutti i profughi.
Tali differenze sono riconducibili alla disuguaglianza di genere. Cioè genere-comportamenti e
aspettative acquisiti socialmente che operano una distinzione tra mascolinità e femminilità. Noi
viviamo in un mondo i cui valori associati alla mascolinità sono assegnati un valore superiore a quelli
associati alla femminilità. C'è quindi una gerarchia di genere. Peterson e Runyan le statistiche
nascondono la posizione svantaggiata delle donne e rivelano ben poco sulla loro condizione. Buona
parte del lavoro eseguito dalle donne è invisibile, bassi salari, turismo sessuale lavori domestici sono
esempi di come gli sviluppi in atto nell'economia internazionale tendono a far crescere lo
sfruttamento della donna. Il lavoro domestico e quello svolto della comunità non è retribuito. In tutti
paesi le donne lavorano più degli uomini, in Kenya il lavoro svolto dalle donne è superiore del 35% di
quello degli uomini I lavorano 69 ore la settimana. Secondo le studiosi delle RI l'approccio
convenzionale alla politica mondiale pensa in modo sessista. Ad esempio l'idea realista della
sicurezza si basa sulla forza militare, è un atteggiamento mentale maschilista. Infatti la protezione
dalla minaccia esterna è anche la posizione di una giurisdizione interna che garantisce la
subordinazione delle donne.
Come si riflettono le questioni di genere sulle problematiche nel campo delle RI? Le studiose che si
ispira al femminismo ritengono che guerra e pace siano tematiche affrontate dalle questioni di
genere. Le attività militari sono svolte da uomini ed è un universo dominato da valori maschili. Nancy
McGlen e Meredith Sarkess hanno studiato il piccolo gruppo di donne che lavora ai vertici dei
ministeri degli esteri e sono giunto alla conclusione che raramente ne fanno realmente parte.
Svolgono comunque ruoli cruciali molte attività connesse alla guerra. La guerra un'attività di genere
composizioni specifiche e spesso subordinate per le donne. Eppure l'ideologia dominante
concepisce uomini come guerrieri e donne come anime da proteggere. La disuguaglianza è di per sé
fonte di conflitto. Le donne povere analfabete si sposano prima e fanno più figli, quindi l'esplosione
demografica sarà una sfida, per fronteggiarla sarà necessario cambiamento nei ruoli di genere
perché il cambiamento dello status femminile e ridurrebbe la popolazione.
Per quanto riguarda le teorie, vi sono numerose teorie femministe ad esempio il femminismo liberale,
quello marxista e quello radicale.
Femminismo liberale: uguaglianza di diritti tra uomini e donne. Il punto principale del liberalismo è la
libertà e la felicità dei singoli esseri umani, secondo le femministe liberali questi diritti non sono
estesi in ugual misura le donne. Nel 1792 Mary Eollstonecraft afferma che dovrebbe avere lo stesso
opportunità economiche e distruzione, ai giorni nostri vorrebbero le donne più attive nel mondo della
politica. Secondo Keohane è importante, perché aiuterebbe esaminare le relazioni internazionali dal
basso, cioè da coloro che sono esclusi dal potere. Avrebbero quindi la visione che promuovere la
cooperazione tra entità organizzate, statuali e di altro tipo. Tutto ciò però preoccupare femministe,
che temono una subordinazione e che cerchi di plasmare le loro idee.
Femminismo marxista: secondo loro l'inferiorità dipendono strettamente economico del sistema
capitalistico. L'origine della famiglia, della sfera privata e dello stato è stato scritto nel 1884 da
Engels. Egli nota come il capitalismo ha creato una divisione tra lavoro produttivo e retribuito e un
lavoro invisibile, tra le mura domestiche. Le femministe marxiste fanno notare che oggigiorno il
mercato del lavoro le donne svolgono mansioni qualificate e quindi bisogna battere il sistema
capitalista. Concentra quindi l'attenzione sui modi in cui il capitalismo e il patriarcato concorrono a
porre la donna in una condizione svantaggiata, si può ricollegare alla teoria EPI che si ispira al
marxismo.
Femminismo radicale: rifiuta qualsiasi operazione. il suo obiettivo è un'analisi più genuina capace di
evitare la subordinazione alle agende tradizionali. Vanno ridefiniti i concetti chiave come conflitto
violento, sicurezza, potere e sovranità. Infatti conflitto violento riguarda anche la violenza domestica
e contro le donne soprattutto quella strutturale cioè l'oppressione che le donne patiscono a causa di
strutture politiche che le relegano in posizioni svantaggiate. Occorreranno quindi nuove teorie che
pongano le donne al centro dell'analisi. E questo comporterà un declassamento della disciplina
autonoma delle RI.

Sovranità
la sovranità è un'istituzione internazionale, un insieme di regole a cui gli Stati devono attenersi.
Regolano l'indipendenza esterna e l'autorità interna, può quindi essere sorprendente includere
questa cosa tra le questioni nuove. L'istituzione della sovranità è soggetta processo di evoluzione e
di cambiamento, non previsti dagli approcci tradizionali. Quali sono i cambiamenti? Sovranità vuol
dire che uno Stato gode dell'indipendenza politica dagli altri stati, e il governo ha l'autorità di mettere
legge farle rispettare. Tutti gli stati sono giuridicamente uguali. Nessuno può interferire direttamente
o indirettamente negli affari interni di un altro stato. Sempre più numerosi però considerano obsoleta
questa definizione, le forze del mercato globale oltrepassa i confini nazionali influiscono senza
precedenti, problemi ambientali, terrorismo, traffico di droga scavalca i confini e mettere in
discussione i vecchi concetti di Stato sovrano. In più la protezione internazionale dei diritti umani, ma
sovranità perché contraddicono il principio della non ingerenza, alcuni segretari dell'Onu si sono
dichiarati a favore della revisione della norma della non ingerenza, Javier perez de Cuellar dichiarò
che tutte le nazioni devono attenersi alla carta dell'Onu in materia di diritti umani democrazie la, se
non lo rispettavano l'Onu poteva intervenire. Il tempo della sovranità assoluta è finito. Gli stati inoltre
non hanno più il controllo esclusivo sugli strumenti della violenza. Infatti negli Stati Uniti le forze
private hanno una spesa doppia di quelle vie. Quindi se sovranità significa che governi devono
tenere sotto controllo il proprio territorio, c'è motivo di dubitare dell'efficacia della loro sovranità.
La sovranità è un'istituzione basata sull'norme e raramente queste norme vengono messi in
discussione o trasgredite. Noi continuiamo a vivere in un mondo di stati sovrani, da quando
comparve per la ma molti in Europa, questo sovrano ha messo fuori combattimento una serie di
organizzazioni politiche rivali e la statualità sovrana è tuttora popolare. La crescente
internazionalizzazione dell'economia deve essere vista come l'accresciuta capacità di risposta degli
stati. La capacità di essi di controllare le proprie società non è diminuita, non mancano le sfide, ma
essa ha saputo reagire in modo adeguato. Quindi la tesi della fine della sovranità è fuorviante.
Sfide: mercato globale, questioni ambientali, comunicazioni globali, armi nucleari, terrorismo e
traffico di droga. Diritti umani. Monopolio dell'uso interno della forza.
Devono fare i conti con nuove limitazioni, però le loro capacità sono aumentate.
Conseguenze per i problemi chiave nel campo delle RI: la sovranità è diventata un'istituzione
sempre più diversificata. Da essa sono scaturite dalle forme di cooperazione mentre altri hanno
innescato conflittualità la cooperazione sarà stimolata dalla globalizzazione economica,
l'isolazionismo non è una soluzione d'isolamento non giova al benessere nazionale vedi Corea del
Nord. In più la globalizzazione obbliga a cooperare al reciproco vantaggio significa che ogni Stato
permette ad altri di partecipare alla regolamentazione di attività reciprocamente vantaggiose. Quindi
la sovranità è una barriera sempre meno territorialmente definita. Queste operazioni sono prassi
consolidata per i paesi dell'OCSE, ma l'unione europea ancora di più infatti ci sono autorità
autonome le cui decisioni incidono sulla sovranità degli Stati partecipanti. Sono definiti stati post
moderni perché la sovranità non è esclusiva dello Stato (conservano la libertà di scelta). Questa
cooperazione non è presente negli approcci neorealista e neoliberale, non c'è anarchia e soprattutto
l'unione europea si è spinto ancora più avanti dei legami previsti dal liberalismo. E se è un tipo
speciale di comunità sicurezza di benessere che non è un nuovo stato ma che molto di più delle
forme standard di cooperazione interstatale.
Schema: la sovranità cambia perché si intensifica la cooperazione, si influenzano l'uno sugli affari
interni degli altri. I paesi dell'unione europea sono andati ancora più avanti, ci sono norme vincolanti
per i paesi membri. C'è un alto livello di coesione, conflitti violenti sono fuori questione.
Per quanto riguarda il terzo mondo sono stati deboli, che hanno conseguito la sovranità per effetto
della decolonizzazione. Alle istituzioni fragili, e sono privi di unità nazionale, un'economia povera e
sottosviluppata cui le prese posizione tradizionali sulla sovranità non valgono, per essi il sistema
internazionale non è un sistema di anarchia com'è neo realisti è anzi un ordine politico che consente
loro di sopravvivere. Sono spesso obbligati dai paesi più ricchi e quindi sono semplici comparse. La
Somalia, Ruanda, e Sudan sono paesi definiti "stati falliti" indispensabili sono gli interventi umanitari
che quindi una dipendenza esterna e il disordine interno.
Si stanno verificando importanti alterazioni nella natura della statualità indipendente sia nei paesi
post-moderni del Nord sia negli stati deboli del sud. Qui l'analisi non richiede approcci nuovi, richiede
piuttosto ulteriore sviluppo degli approcci esistenti. La sovranità è una istituzione storica e destinata
ad evolversi.
Cambiamenti nella statualità e nuove sfide alla sicurezza
tutte le teorie convenzionali cioè realismo, liberalismo e SI giudicano lo stato un'istituzione preziosa,
ma essa si concentrano sulla dimensione internazionale, e non tanto sui loro sviluppi interni. Alcuni
studiosi ritengono che tutto ciò sia inadeguato al momento che lo Stato moderno si è evoluto. Com'è
cambiata la sovranità così è cambiata la sostanza dello stato. I cambiamenti intervenuti
rappresentano una questione nuova che riveste un'importanza sociale, mette in discussione il
ragionamento sulle relazioni internazionali tra gli stati.
Qual è la sostanza dello stato moderno? Bisogna ragionare in tre dimensioni differenti: governo,
nazione ed economia.Governo: un sistema centralizzato di governo democratico, basato su enti
amministrativi con un ordinamento giuridico, monopolio della forza e territorio definito. Nazione: una
popolazione residente nel territorio, dotata di un senso di comunità. La coesione che fonde insieme
nazione e stato. Economia: nazionale e autosufficiente. La maggior parte dell'attività economica al
luogo all'interno di paesi indipendenti.
Lo Stato moderno per le teorie convenzionali: i cittadini hanno un'esistenza piacevole, garantisce la
loro sicurezza. La difesa del territorio, la libertà attraverso istituzioni democratiche, diritti politici, civili
e sociali. Però gli stati sono istituzioni che sono soggetti a cambiamenti, questo Stato moderno
scaturita un processo che ebbe luogo nel 17º secolo e si concluse alla metà del 20º secolo. La
statualità continua ad evolvere, la globalizzazione economica sta modificando le fondamenta
economiche dello Stato. Le società multinazionali stanno sempre di più organizzato le loro catene
produttive su scala regionale e globale, questa produzione al di fuori dei rispettivi paesi supera il
volume globale degli scambi commerciali. Anche il settore finanziario tende alla globalizzazione.
Quindi l'economia non possono essere descritte come economie nazionali, perché è sempre di più
difficilmente controllabile da un singolo Stato. Ci sono cambiamenti anche a livello politico, infatti c'è
un'intensa cooperazione tra paesi membri dell'unione europea, forme analoghe di cooperazione
emergono anche in altri contesti come il WTO. Gli unici attori non sono più soli governi, ma anche
organizzazioni non governative. C'è quindi la cooperazione di tipo convenzionale tra stati sovrani,
che tale processo proseguirà, la statualità moderna non potrà che esserne modificata. Secondo la
teoria della statualità evolutiva, ci sono cambiamenti anche all'interno della nazione. In passato i
diritti dei cittadini erano garantiti dallo Stato in Europa, la stretta collaborazione tra i vari paesi è dato
vita diritti comuni validi per tutti, il diritto al lavoro e alla residenza ad esempio. Anche il senso di
comunità si sta trasformando, verso una comune identità civica. La tendenza è la frammentazione
lungo "linee di faglia" di carattere tecnico che denotano una concezione della comunità più ristretta.
Questi cambiamenti indicano una trasformazione dello stato moderno. Quindi bisogna dotare la
definizione di "stato post moderno":
governo: è un'attività su più livelli in numerose aree sovrapposte, c'è un contesto di relazioni
sovrannazionali, internazionali, tra governative e transnazionali. Nazione: elementi sovrannazionali
riguardo al senso di comunità, le realtà collettive si proiettano in ambiti diversi da quello dello stato.
Economia che all'integrazione profonda e l'economia nazionale è meno autosufficiente in passato.
Tutto ciò mette alla prova le teorie RI perché i problemi come guerra e pace assumono fisionomie
diverse. Vedi il dilemma della sicurezza. Per gli stati moderni essa deve essere perseguita in
condizione di anarchia, cioè coesistono di stati in uno stato di natura internazionale, in uno stato post
moderno il dilemma della sicurezza viene meno. E si comperano tra di loro, l'anarchia viene
rimpiazzato dall'autorità internazionale.
Nuovi problemi degli stati post-moderni il primo riguarda la definizione del concetto di sicurezza,
infatti se nello Stato moderno essa significa la difesa della politica nazionale e della nazione, degli
stati post-moderni economia, politica e nazione sono molto più integrati e l'essenza dello Stato non è
circoscritta in un territorio. Gli obiettivi della sicurezza rimangono sospesi in uno spazio che non può
essere demarcate in termini territoriali un esempio significativo è l'attacco terroristico dell'11
settembre, come garantire la protezione sufficiente alle società aperte senza stravolgere la loro
caratteristica? Società aperta è una società con libertà di movimento, parola e di comportamento,
entro certi limiti. Protezione sufficiente significa attività segreta di intelligence, che controllano
comportamento e movimenti. Quindi il dilemma ha acquistato una rilevanza di Gallura maggiore.
Il terzo mondo, mette a dura prova le teorie, in quanto sono incapaci di fornire beni politici che
normalmente ci si aspetta dagli Stati: sicurezza, libertà, benessere, giustizia e ordine. Negli stati
deboli il problema della sicurezza si manifesta sotto forma di violenti conflitti interni. Il Ruanda c'è
stato il massacro di un intero gruppo etnico organizzato dallo stato
sia gli stati deboli che quelli post-moderni palesano dilemmi di sicurezza sostanziale diversi da quello
plastico. Bisogna guardare anche all'interno degli stati e a cambiamenti in atto nelle loro frontiere. In
che modo queste riflessioni mettono alla prova le teorie convenzionali? La teoria della statualità
evolutiva contesta la concezione neorealista della sicurezza come rafforzamento del "guscio duro". E
anche l'idea della separazione tra livello interno e livello internazionale infatti che dev'essere
un'integrazione tra le due. Le relazioni internazionali sono disinteressata la politica interna, ma gli
stati post-moderni e quelli deboli mettere in discussione questa visione, quindi la separazione tra
livelli interni livelli internazionali deve essere accantonata.

Conclusioni
queste impostazioni radicali affermano con forza la necessità di abbandonare approcci tradizionali.
Ciò riporta una riflessione del capitolo due, sui tre principali fattori che influenzano il pensiero RI:
primo-i cambiamenti nel mondo reale, che porta alla ribalta questioni nuove.
Secondo-dibattito tra studiosi all'interno di differenti filoni, sia tra di essi aiutano aggiungerà una
decisione in merito ai problemi.
Terzo-l'influenza di altre discipline.
Questi tre fattori portano a un pensiero in divenire. Non c'è un capolinea. La storia non si firma.
Alcuni progetti vengono abbandonati alti adottati, un libro di testo è un documentario su un viaggio
non concluso.

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