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Guida alla ventilazione.

“Ecco le 5 regole di base che DEVI seguire


per acquistare un ventilatore centrifugo in
grado di lavorare senza problemi per i
prossimi 15 anni.”

Ecco le 5 semplici regole per trovare il ventilatore perfetto per il tuo


impianto.

Con questa guida:

- NON dovrai cambiare ventilatore per almeno vent’anni.


- NON avrai mai più rotture improvvise della girante a causa di una tua
scelta sbagliata.
- NON rischierai di essere accusato di incidenti mortali a causa di
un’esplosione dell’impianto.
Premessa

Ti ringrazio per aver scaricato questa guida. Io sono Diego Perfettibile,


autore del blog Ventilazione Sicura e da diversi anni mi occupo di
ventilazione industriale di processo.

Dato che stai leggendo questo breve manuale, molto probabilmente hai
urgente bisogno di capire quali passi compiere per selezionare il ventilatore
centrifugo da installare nel tuo impianto.

Farò quindi uno strappo alle regole dell’educazione che credo apprezzerai.

Mi presenterò più avanti, solo dopo che avrai letto tutte le informazioni che
stai cercando e dopo essermi assicurato di averti fornito le giuste armi per
difenderti dagli errori più comuni e dai rischi che potresti correre.

Ora, se hai già provato ad acquistare un ventilatore selezionandolo da un


catalogo, leggendo questa guida scoprirai che – per ottenere REALMENTE
le prestazioni di cui hai bisogno ed evitare di mettere in pericolo la vita tua
o di altri – devi considerare molti più dati e conoscere concetti e formule
che non troverai scritte tra le pagine del catalogo.

Quello che infatti solitamente trovi indicato come metodo di selezione del
ventilatore è simile a quanto riportato nella figura a pagina seguente.

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Proseguendo nella lettura ti renderai però conto che – se ti limiti a
considerare solo la portata e la pressione – la probabilità di effettuare un
acquisto errato e quindi di sprecare soldi inutilmente è vicina al 100%.

In queste pagine ti svelerò – passo dopo passo – lo stesso metodo che


utilizzo ogni giorno quando un mio cliente mi chiede di fornire un ventilatore
centrifugo per alimentare il suo impianto.

In oltre 11 anni di lavoro in questo campo, ti posso assicurare che ho visto


funzionare le mie macchine nelle condizioni più estreme, inserite all’interno
di linee di produzione in quasi tutti i settori industriali.
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Chiaramente nei primi anni sono inciampato anche io in qualche errore. Il
più delle volte – fortunatamente - sono riuscito a risolverlo prima di
installare la macchina.

In qualche occasione però mi è capitato di passare un paio di settimane


sull’impianto cercando di capire cosa avevo sbagliato e come poter
rimediare.

Ed è proprio grazie all’esperienza che ho accumulato - risolvendo i casi più


complessi di ventilazione - che oggi posso condividere con te un metodo
preciso ed infallibile per proteggerti da errori fatali nella selezione di un
ventilatore.

Perché questa guida?

Mi capita molto spesso di ricevere delle telefonate dai miei clienti che
suonano più o meno tutte così:

“Perfettibile, ho acquistato un nuovo ventilatore per aumentare le


prestazioni del mio impianto. L’ho installato ma non riesco a raggiungere la
portata che mi serve. Il fornitore ha tirato fuori mille scuse e continua a
dirmi che non è altro che colpa mia. Le ho provate tutte. Non so davvero
che altro inventarmi per risolvere questo problema”

In alcuni casi poi mi ritrovo di fronte a situazioni ancora più critiche. Il


nuovo ventilatore – che il mio cliente ha scelto da un catalogo – si è rotto in
meno di una settimana di funzionamento.

Hai idea di cosa succede quando una di queste macchine si frantuma in


mille pezzi?

Un inferno.
Io l’ho visto con i miei occhi. Posso assicurartelo.

A questo proposito ti voglio raccontare la storia – non a lieto fine purtroppo


– di un mio cliente. O meglio, di un mio ex-cliente, visto che dopo quello
che è successo ha perso il lavoro. (e la voglia di cercarlo, per l’eccessivo
peso sulla coscienza)

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Sono certo che dopo che l’avrai letta ti sarà molto più chiaro quello
che rischi ogni volta che decidi di affidarti a quelle procedure
striminzite – ed incomplete come scoprirai tra poco - che trovi
riportate nei vari cataloghi.

“Ecco come un errore – banale ma catastrofico nelle


conseguenze – commesso durante la selezione di un
ventilatore ha rovinato per sempre la vita ad un
responsabile di manutenzione, lasciandolo senza un
lavoro e con un enorme peso che preme ancora oggi sulla
sua coscienza.”

Facciamo un salto indietro nel tempo a 3 anni fa.

Mario Rossi è responsabile della manutenzione dell’azienda Tubi Tondi


Snc (i nomi sono ovviamente inventati per proteggere la privacy del mio
cliente e della sua azienda)

Come spesso accade in aziende medio-grandi, ogni dipendente si trova a


dover svolgere compiti che a volte vanno oltre il suo ruolo.

Nel suo caso in particolare, Mario è la persona in azienda che si occupa


degli acquisti di macchinari da installare negli impianti di produzione. (ha
sempre avuto una gran passione per la meccanica. Da ragazzo era uno di
quelli che passava le domeniche a “truccare” il suo motorino)

Per questo motivo, quando è stato necessario sostituire il ventilatore –


ormai vecchio e malandato – di un forno di riscaldo dei tubi, nessuno ha
avuto dubbi nell’affidare il compito a Mario.

Quel forno lui lo conosce benissimo. L’ha visto arrivare su un TIR enorme.
È stato lui a seguire tutte le fasi dell’installazione.

Ha passato interi week-end dietro a quel ventilatore per ripararlo. Si è


sporcato le mani di grasso centinaia di volte per sostituire i cuscinetti.

Ed ora è il momento di cambiarlo. Di mandarlo in pensione.


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Questa è la prima volta che Mario deve acquistare un ventilatore, non sa
proprio come comportarsi.

Cosi pensa tra sé e sé: “Proviamo a cercare su internet il numero di


telefono del produttore”

Niente. Nessuna traccia. (in realtà è fallito pochi anni dopo che quel forno è
stato installato alla Tubi Tondi snc)

Già che ha la pagina di Google aperta sullo schermo, prova a cercare

“Ventilatore centrifugo per forni”

Dopo aver scartato qualche sito di robaccia cinese, trova la pagina di


un’azienda Italiana.

Si presentano molto bene

“Ventilatori centrifughi ed assiali per tutte le applicazioni. I nostri prodotti


sono ideali per la ventilazione, l’essicazione, negli impianti per forni,
fonderie, vetrerie, cementerie, plastifici e industrie chimiche.”

Hanno anche un catalogo che si può scaricare.

“Bingo!”

Scarica subito il documento. Legge velocissimo il paragrafo che spiega


come usarlo.

Dopo due o tre tentativi trova finalmente il ventilatore che – almeno sulla
carta – spinge la giusta portata di gas alla pressione che serve al forno.

“Fantastico, è stato un gioco da ragazzi”

Chiama subito il rappresentante di zona indicato nel catalogo per


formalizzare l’ordine.

Il ventilatore è pronto a magazzino, serve solo il tempo di imballarlo e


spedirlo.

“Accidenti che fortuna, potrò sistemare l’impianto più velocemente di


quanto il capo mi ha richiesto”

Appena il corriere consegna la merce, Mario non perde tempo. In meno di


4 ore la nuova ventola è installata sul forno.
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Accende l’impianto. Sembra tutto ok.

“Ci vorrà un po’ prima che il forno raggiunga la temperatura di lavoro,


meglio che nel frattempo torno a smaltire un po’ delle scartoffie accumulate
sulla scrivania”

Dopo qualche ora un enorme boato scuote le finestre dell’ufficio.

Sugli schermi della sala comandi centinaia di spie rosse si accendono. Dal
reparto di produzione la sirena strilla il suo allarme acuto.

Mario schizza dalla sua sedia. Si lancia rapido come un treno verso il
forno.

L’apocalisse.
Lamiere contorte. Frammenti di girante sparsi per l’intero capannone. I
macchinari circostanti ammaccati dalle sfere dei cuscinetti sparati come
proiettili da una mitragliatrice.

A pochi centimetri dai suoi piedi vede qualcosa di inquietante.

Un oggetto familiare è ricoperto di sangue. Lo riconosce. È una pala del


ventilatore.

Sposta lo sguardo più avanti. Un uomo è a terra. Immobile.

Lo vede in volto. È uno della sua squadra di manutenzione.

Gli si gela il sangue. Rimane immobile per qualche secondo. Tutto il


mondo intorno a lui svanisce.

Non vede altro che quell’uomo a terra – un suo collega - senza nessun
minimo movimento.

Nel panico più totale Mario prende il cellulare. Chiama il pronto intervento.

Arrivano ambulanze, vigili del fuoco e i carabinieri.

L’intero stabilimento è fermo, avvolto in un silenzio spettrale.

La storia si chiude con un finale non lieto, ma per fortuna meno tragico del
previsto.

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L’uomo ferito sopravvive all’incidente. Il pezzo di pala per fortuna l’aveva
colpito di striscio al volto senza causare danni gravi e permanenti.

Mario purtroppo sarà ritenuto responsabile dell’incidente. (e lui stesso da


quel giorno non fa altro che darsi la colpa)

Il fornitore del ventilatore infatti – accusato di aver procurato enormi danni


all’azienda – ha velocemente rimbalzato ogni colpa.

In modo serafico ha fatto notare che la macchina acquistata non era


idonea a funzionare in quelle condizioni di temperatura.

Quindi la responsabilità di quanto accaduto doveva ricadere su chi


aveva scelto ed ordinato quel ventilatore: Mario.

Forse ti starai domandando: “Ma com’è possibile? Da quando in qua è il


cliente a doversi prendere la responsabilità di una macchina che acquista?”

Hai ragione. Solitamente è chi vende un prodotto che “dovrebbe”


rispondere di eventuali incidenti o danni a cose e/o persone.

C’è però – giustamente - un limite a questa responsabilità. Il produttore non


può rispondere di quello che succede se utilizzi in maniera errata o
inappropriata quello che hai acquistato.

Se prendi il coltello che hai in cucina – quello bello lungo ed affilatissimo –


e ti passi la lama su un braccio, non puoi certo accusare il produttore di
aver realizzato un oggetto con una lama affilata, non credi?

Lo stesso vale con un ventilatore a catalogo. Se lo utilizzi al di fuori delle


condizioni per cui è stato progettato, la COLPA di qualsiasi incidente possa
verificarsi è (purtroppo) unicamente tua.

Ma è questo il vero problema di cui nessuno è a conoscenza (ad eccezione


del produttore stesso)

La stragrande maggioranza dei cataloghi di ventilatori NON ti dice – in


maniera chiara ed esplicita – quali sono le condizioni di utilizzo per le quali
la macchina è stata progettata.

Vengono date per scontate e sei tu a doverti assicurare di non superare i


limiti massimi di impiego.

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Per questo motivo in caso di un guasto o di un incidente (anche
con danni a persone) sarai tu a dover prendere sulle tue spalle
la colpa di tutto.

Ecco il vero motivo che mi ha spinto a scrivere questa guida. Non posso far
finta di niente e aspettare che altri miei clienti si “scottino” prima di poterli
aiutare.

Detesto la superficialità – per non pensare male – di alcuni produttori di


ventilatori.

Certo se ti dicono la verità poi tu NON acquisteresti da loro.

Però è colpa loro se poi – pensando che sia un gioco da ragazzi – ordini un
ventilatore che hai scelto di testa tua da un catalogo per poi scoprire, una
volta installato, di aver commesso un errore madornale (mettendo a rischio
la vita dei tuoi colleghi come successo alla Tubi Tondi snc).

Storie come quella di Mario sono proprio la diretta conseguenza di questa


scarsa professionalità e mancanza di trasparenza.

“Ma quindi quali sono REALMENTE le informazioni che devo conoscere


prima di selezionare ed ordinare un ventilatore?”

Non temere. Rispondo subito a questa tua domanda.

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“Ecco le 5 regole che ti aiuteranno – già da subito – a
selezionare un ventilatore come un esperto con decenni di
esperienza alle spalle, evitandoti di acquistare una
macchina sottodimensionata per il tuo impianto (con tanto
di pessima figuraccia di fronte ai tuoi colleghi) e senza
correre il rischio di causare un’ESPLOSIONE solo per
aver trascurato un dettaglio minuscolo, ma al tempo
stesso fondamentale.”

Oltre alla portata ed alla pressione che sono richieste dal tuo impianto per
poter funzionare, queste sono le altre informazioni altrettanto importanti per
assicurarti di NON prendere una cantonata acquistando un ventilatore da
un catalogo:

1. Condizioni ambientali dell’installazione (temperatura min/max,


umidità, altitudine, agenti aggressivi, etc.)
2. Natura e temperatura di esercizio del fluido aspirato e sua
composizione chimica
3. Normative e leggi da seguire (es. ATEX,PED, API) e specifiche
applicabili
4. La pressione in aspirazione, la densità del fluido, la portata ed il salto
di pressione del ventilatore
5. Parametri del motore, come tensione, frequenza di alimentazione,
idoneità all’uso di un Inverter

La scelta di un ventilatore non è un’operazione banale come ti hanno


spacciato nel catalogo.
Ma non ti preoccupare. Seguimi mentre – punto dopo punto – ti mostro
tutto quello che devi sapere e come trovare (o calcolare) i dati che ti
serviranno per centrare in pieno – con la precisione di un cecchino - il
ventilatore perfetto per te.
Partiamo subito dal primo punto.

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Regola #1. Non sottovalutare MAI l’importanza delle
condizioni di installazione (e perché è la prima cosa
che devi considerare quando apri un catalogo)

Le caratteristiche del luogo di installazione possono avere un enorme


impatto nella scelta di un ventilatore.

Vuoi degli esempi?

Ok, ti accontento subito.

Il tuo impianto si trova in prossimità del mare?

Allora sappi che l’umidità, la salsedine e la sabbia normalmente presenti


nell’aria sono tra le cause principali di guasto per un ventilatore.

Il grasso nei cuscinetti infatti diventa vecchio ed esausto molto più


velocemente.

Quindi - a meno che non installi delle tenute speciali per proteggerli da
contaminazioni esterne – passerai il tuo tempo in piedi davanti al
ventilatore a pompare in continuazione del lubrificante fresco se vuoi
evitare di distruggere girante, albero e cuscinetti.

Per combattere gli effetti corrosivi della salsedine, devi richiedere al


fornitore una verniciatura speciale, diversa da quella che solitamente viene
proposta come standard nei cataloghi.

Più avanti poi vedremo anche come l’umidità presente nell’aria cambia
notevolmente le prestazioni fornite dal ventilatore.

Al mare tu preferisci la montagna?

Nessun problema.

I ventilatori sono capaci anche di scalare l’Everest. Ti basta solo prendere


alcune precauzioni.

Intanto - se devi installare la macchina all’esterno - NON puoi trascurare la


temperatura a cui sarà esposta nelle lunghe notti dei gelidi inverni.

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Tutti gli acciai hanno una temperatura minima sotto la quale diventano
fragili e possono frantumarsi come bicchieri di cristallo anche per un
impercettibile colpo.

La capacità di non rompersi in maniera fragile ad una certa temperatura è


chiamata Resilienza. Per ogni acciaio – a seconda della lega di cui è
composto – viene certificata mediante un test la resilienza a diverse
temperature.

Solitamente l’acciaio utilizzato per costruire i ventilatori – soprattutto nel


caso di macchine standard a catalogo – ha una resilienza certificata a
20°C.

Per questo motivo NON sono adatti a lavorare nel tuo impianto, dove
magari la temperatura minima raggiunge i -20 °C.

“Quindi come faccio se per forza di cose il mio ventilatore deve lavorare a
temperature più basse?”

Mi spiace per te, ma le soluzioni che trovi in qualsiasi catalogo non vanno
bene.

Hai bisogno di una macchina appositamente studiata per il tuo caso


particolare.

In queste situazioni infatti si utilizzano degli acciai in grado di rimanere


tenaci anche in condizioni estreme di freddo.

Io stesso per esempio, ho progettato e venduto decine di ventilatori per dei


clienti in Siberia - dove di sicuro il clima non è così tiepido – utilizzando
acciai speciali con una resilienza garantita a -60 °C.

Se vuoi andare sul sicuro e toglierti il rischio di sbagliare la scelta del


materiale più idoneo al tuo caso puoi chiedere il mio aiuto semplicemente
cliccando su questo link:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

Un ultimo dato ambientale che può compromettere le prestazioni del


ventilatore che devi acquistare è l’altitudine.

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Vedremo nel prossimo capitolo come calcolare l’effetto dell’installazione ad
una quota più alta del livello del mare e perché NON puoi ignorarlo se vuoi
evitare di acquistare un ventilatore che - invece di dare le prestazioni per
le quali l’hai scelto – esala un debole soffio di aria.

L’altitudine di installazione – come la Kriptonite con Superman -


può togliere potenza al motore elettrico, rendendolo incapace di
mettere in rotazione la girante.

Generalmente questo effetto è trascurabile. Inizia infatti a manifestarsi


quando si supera la quota di 1000 m dal livello del mare. Quindi si tratta di
situazioni abbastanza eccezionali.

Magari però è proprio il tuo caso.

Quindi ecco quello che devi sapere per dare al tuo ventilatore tutta la
potenza di cui ha bisogno.

Superata la soglia dei 1000 m s.l.m., i motori elettrici funzionano


comunque, solo che riescono ad erogare una potenza più bassa rispetto a
quella teorica.

I motoristi nel loro gergo parlano di questo di “declassamento”.

Esistono delle tabelle – come quella a pagina seguente - con dei


coefficienti di declassamento in funzione dell’altitudine e della temperatura
ambientale. (anche in un ambiente con aria sopra i 40 °C infatti si ha una
riduzione di potenza)

Vuoi però un consiglio?

Non stare lì a rischiare di commettere errori con calcoli e coefficienti vari.

Semplicemente – quando avrai determinato la potenza necessaria al


ventilatore – comunica a chi dovrà fornirti il motore le tue condizioni
particolari di installazione: temperatura ambiente massima ed altitudine.

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Altitudine [m] s.l.m. Temperatura Ambiente [°C]
≤ 40 45 50 55 60
1000 1,00 0,96 0,92 0,87 0,82
1500 0,97 0,93 0,89 0,84 0,79
2000 0,97 0,90 0,86 0,82 0,77
2500 0,90 0,86 0,83 0,78 0,74
3000 0,86 0,82 0,79 0,75 0,70
3500 0,82 0,79 0,75 0,71 0,67
4000 0,77 0,74 0,71 0,67 0,63

Sarà poi lui a doverle tenere in debita considerazione quando ti manderà il


suo preventivo. (liberandoti così di una responsabilità che non ha senso
che tu ti prenda sulle spalle)

Chiarite le condizioni ambientali del tuo impianto, puoi passare al livello


successivo ed incominciare a scartare tutte le scelte sbagliate.

Regola #2. Cerca la giusta girante capace di resistere


al tuo fluido di lavoro (ed evita così l’errore banale -
ma catastrofico - che ha rovinato per sempre la vita di
Mario)
Seguimi con attenzione perché quello che sto per dirti può davvero
scongiurare le peggiori conseguenze di una scelta errata di un ventilatore.

Mi fa letteralmente perdere le staffe sapere che molti cataloghi trattano con


estrema superficialità – se non addirittura trascurano completamente -
l’importanza della tipologia di gas che la ventola deve elaborare.

La verità è che proprio la natura e composizione dei gas, insieme alla loro
temperatura, ti permettono IMMEDIATAMENTE di individuare la tipologia
di girante migliore ed il giusto materiale per costruirla.

Più avanti troverai una tabella riassuntiva che potrai usare come un
“setaccio” per far emergere la ventola più adatta alle tue esigenze.

Prima però devo darti una breve descrizione delle diverse tipologie di
giranti – o meglio dei diversi profili di pala - e dei vantaggi che ne
conseguono.

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Ecco quindi i più comuni tipi di pala per la girante di un ventilatore
centrifugo:

 Profilo alare: dette anche pale di tipo air-foil, hanno la forma dell’ala
di un aereo. Sono tra tutte le tipologie di pala quelle che hanno il
miglior rendimento (e quindi sono quelle che hanno i minori consumi.
Dato che sono vuote all’interno, sono da evitare in caso di gas
contenente polveri dure ed abrasive o in presenza di acidi (a meno di
non utilizzare materiali speciali)
 Pale rovesce: anche dette pale curve rovesce. Sono realizzate da
lamiera a spessore costante. Più economiche delle pale a profilo
alare, hanno un rendimento più basso di quest’ultime. Possono
trasportare modeste quantità di polveri.
 Pale radiali: anche chiamate pale dritte. Sono realizzare da lamiera
a spessore costante. Essendo disposte in direzione radiale – cioè
sono come i raggi di una bicicletta che vanno dal centro verso il
cerchione – sono la soluzione ideale quando nel gas sono presenti
concentrazioni elevate di polveri. Hanno un rendimento molto basso.
 Pale in avanti: sono realizzate con una lamiera curvata come un
cilindro tagliato a metà. Questa particolare configurazione permette di
ottenere – a parità di portata e pressione – le dimensioni più piccole
della girante (e quindi un minor costo). Hanno un rendimento
bassissimo. Secondo i limiti di consumi imposti dalla normativa ErP
(per la costruzione ecocompatibile dei ventilatori) questa tipologia di
girante non dovrebbe più essere venduta per applicazioni con una
temperatura dei gas inferiore a 100 °C

Purtroppo in alcuni cataloghi non viene indicato il tipo di pala per ognuna
delle sigle di ventilatori disponibili. Quindi o chiedi al costruttore maggiori
informazioni, oppure – soluzione che consiglio – vai a cercare un fornitore
più serio.

Adesso che abbiamo introdotto le diverse tipologie di pale, ecco una


tabella riassuntiva che puoi utilizzare per decidere – a seconda del
particolare tipo di fluido che devi trattare – quale sia la girante migliore ed
evitare spiacevoli incidenti in impianto.

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Tipo di fluido Giranti consigliate Note
Aria pulita aspirata da Profilo alare Le altre soluzioni, magari più
ambiente (con temperatura Pale rovesce economiche, hanno dei
tra 0°C e 40 °C) consumi – e quindi dei costi di
esercizio – molto più alti.

Fluido con polveri dure ed (Pale rovesce) Non scegliere macchine con
abrasive (cemento, ferro, Pale radiali alta velocità di rotazione.
ceneri, etc) Se possibile evitare la
soluzione con pale rovesce).
La girante va realizzata in
materiale speciale resistente
all’abrasione.

Fluido con polveri Pale radiali Le altre tipologie di pale


“impaccanti” (cioè che favoriscono l’accumulo delle
tendono ad incollarsi alle polveri, causando forti
superfici) vibrazioni e rotture dei
cuscinetti.

Gas di combustione con Profilo alare ATTENZIONE. La


modesto contenuto di polveri Pale rovesce temperatura dei gas può
e senza tracce di gas acidi richiedere materiali speciali,
non disponibili nel catalogo.

Aria pulita ad elevata Profilo alare ATTENZIONE. La


temperatura > 400 °C (per Pale rovesce temperatura dei gas richiede
applicazioni nei forni) Pale avanti materiali speciali, non
disponibili nel catalogo.

Gas di processo con tracce di (Profilo alare) Evitare il profilo alare a meno
sostanze acide ed elevata Pale rovesce di non utilizzare leghe speciali
umidità resistenti alla corrosione.
In ogni caso il materiale
standard previsto nei
cataloghi non è idoneo.

Gas di processo con alte Pale rovesce Chiedi la consulenza di un


concentrazioni di sostanze produttore su quale materiale
acide ed elevata umidità utilizzare.

Ora capisci perché divento una bestia quando leggo uno dei tanti cataloghi
in circolazione?

Chi li pubblica dà per scontato che tu conosca i ventilatori e tutte le


problematiche di queste macchine.

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Eppure basterebbe inserire in prima pagina la tabella che ti ho riportato
sopra per evitare esplosioni ed incidenti mortali in giro per il mondo.

Il valore di queste prime informazioni che stai leggendo è estremamente


elevato e potrebbe davvero evitare ad altre persone di vivere l’incubo in cui
Mario è piombato.

Per questo ti chiedo un piccolo favore.

Se vieni a sapere che qualche tuo amico, conoscente o collega deve


acquistare un nuovo ventilatore, puoi aiutarlo condividendo con lui questa
guida.

Te ne sarò grato io, ma soprattutto te ne sarà molto più grato lui.

Adesso andiamo avanti, ci sono altri passi da compiere per arrivare alla
scelta del ventilatore perfetto per il tuo impianto.

Regola #3. Scopri quali leggi e/o norme sono in vigore


nel tuo impianto e come puoi evitare di passare dalla
parte del fuorilegge braccato dalle guardie
Acquistare un macchinario che sia certificato in accordo a determinate
normative non è così semplice come sembra.

Prendi ad esempio il caso della presenza di atmosfere potenzialmente


esplosive. In queste situazioni si parla – in maniera troppo generica – di
certificazione ATEX.

Se fai una rapida ricerca su internet ti accorgi che quasi tutti i produttori di
macchinari dichiarano di disporre di prodotti certificati ATEX.

“Se lo dichiarano e mi danno anche un certificato io sono tranquillo, al


massimo saranno loro ad andare nei casini!”

Errato. Stai commettendo una leggerezza che ti può costare molto caro.

Intanto chiariamo una cosa.

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Dire che una macchina o un componente è certificato Atex NON vuol
dire assolutamente niente. Senza la giusta sigla, prevista dalla
normativa, la dichiarazione di conformità è solo un pezzo di carta
straccia.

Il certificato deve chiaramente indicare – mediante opportuni codici stabiliti


dalle normative di riferimento – per quale “zona”, tipo di fluido, categoria e
classe di temperatura è stata progettata la macchina, oltre ad indicare i
metodi utilizzati per prevenire un’esplosione.

Quindi se nel catalogo non è indicata chiaramente la sigla ATEX della


macchina, chiedi al fornitore di mandarti un esempio del certificato che
emetterà per il tuo caso.

In questo modo potrai verificare – magari con un consulente – se ci sono


eventuali incongruenze.

Cerca con la lente di ingrandimento se da qualche parte nel certificato


sono indicati “particolari condizioni di utilizzo”. (Se nella marcatura ATEX
trovi una “x” tra i vari codici, allora esistono delle particolari condizioni di
utilizzo)

Perché?

Perché in quelle condizioni speciali o particolari di uso può nascondersi la


fregatura.

In pratica il costruttore dichiara che il ventilatore è in accordo alla direttiva


2014/34/UE ma solo a condizione che venga utilizzato in un certo modo o
con determinate precauzioni.

E indovina un po’?

Quando nel tuo impianto ci sarà un’esplosione con fiammate e scoppi


come se fosse capodanno, salterà fuori che la colpa è tua in quanto non
hai utilizzato correttamente quel ventilatore.

Quindi se nel certificato che il fornitore ti manda trovi un “x” nel finale della
sigla ATEX, assicurati di essere a conoscenza di quali siano le particolari
condizioni di utilizzo previste dal produttore.

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Per finire ecco un ultimo trucchetto per stanare il fornitore
furbetto che vuole rifilarti gli scarti di magazzino ormai
scaduti.

No, non ti sto dicendo che i ventilatori possono ammuffire come mozzarelle
oltre la data di scadenza.

Quando però si parla di ATEX (così come per ogni altra normativa o legge)
DEVI accertarti di acquistare un macchinario aggiornato secondo le ultime
edizioni delle normative e direttive applicabili.

Ad esempio lo scorso 20 aprile 2016, la direttiva 2014/34/UE ha preso il


posto della vecchia 94/9/CE che quindi oggi non è più applicabile.

Ora, i produttori di ventilatori a catalogo non certificano ogni singola


macchina che producono. Dato che la loro è una produzione di serie, di
solito emettono un unico certificato per l’intera gamma di produzione una
volta per tutte.

Ma cosa succede se cambia la direttiva?

Cosa fanno con tutte le macchine già pronte a magazzino?

In teoria dovrebbero verificare se la nuova direttiva richiede delle modifiche


costruttive ai loro prodotti. In caso affermativo – prima di venderle –
dovrebbero mettere mano all’intero magazzino di ventilatori finiti per
rimetterli in regola.

Quindi per non rischiare ti consiglio di controllare sempre che la normativa


citata nel certificato corrisponda all’ultimo aggiornamento in vigore.

Quanto detto a proposito dell’ATEX ovviamente lo devi estendere anche a


tutte le altre direttive o normative che sono applicabili al tuo caso.

Non sottovalutare mai questi controlli.

Ricordati che è tua la responsabilità di acquistare componenti


certificati e a norma di legge per il tuo impianto.

Certo il produttore risponde delle sue dichiarazioni e dei suoi certificati.

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Ma se arrivi in tribunale a doverti difendere dalle accuse del fornitore, ormai
è troppo tardi.

Anche se riesci a dimostrare la tua buona fede ormai l’incidente si è già


verificato, e magari ci è scappato anche qualche morto.

In questi casi la prudenza non è mai troppa.

Chiudiamo questa parentesi sulle normative e leggi alle quali il ventilatore


deve rispondere.

Se sei una persona a cui piacciono i numeri e i grafici preparati perché


proseguendo in questa guida avrai di che divertirti.

Allaccia le cinture e tieni una calcolatrice a portata di mano.

Si parte.

Regola #4. Sfrutta il potere della densità e queste


formule “magiche” – che non troverai in nessun
catalogo – per portarti a casa un ventilatore
VERAMENTE capace di dare le prestazioni di cui hai
bisogno.
Per poter utilizzare un catalogo hai bisogno di conoscere la portata e la
pressione che vuoi ottenere.

Il problema è che devi sapere come calcolare questi dati.

“Ma come? So benissimo di quali prestazioni ho bisogno, perché dovrei


calcolarle?”

Non metto in dubbio che tu le conosca, altrimenti non staresti cercando un


ventilatore.

Prima di poterli usare per trovare la macchina che fa al caso tuo, devi
“tradurre” questi numeri nel “linguaggio” del catalogo.

A questo punto devo presentarti una grandezza fondamentale quando si


parla di qualsiasi gas (aria compresa): il peso specifico.
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Nelle prestazioni di un ventilatore industriale il peso specifico,
comunemente chiamato densità ρ, del fluido di lavoro è il punto di partenza
fondamentale per la scelta della macchina più appropriata alle tue
esigenze.

Senza usare paroloni da scienziato pazzo, questa grandezza esprime


quanto pesa un volume pari ad un metro cubo di un determinato gas.

Il peso specifico dipende da una molteplicità di fattori:

 tipologia e composizione del fluido di lavoro


 temperatura di esercizio
 umidità relativa
 altitudine di installazione
 posizione del ventilatore nel circuito: si parla di ventilatori Forzati se
installati a monte dell’impianto (es. aria di combustione), Indotti se
installati a valle (es. aspirazione di fumi), Booster se all’interno del
circuito e quindi canalizzati sia all’aspirazione che alla mandata

“Ma nel catalogo che ho sottomano non si parla di questa densità. Perché
dovrebbe interessarmi?”

In realtà le cose non stanno proprio così.

Certo non trovi scritto come calcolarla (ma a questo ci penso io tra poco)
però ti assicuro che è presente in tutti grafici dei ventilatori che trovi nel
catalogo.

Se guardi bene infatti c’è una piccola nota vicino alle curve del ventilatore.
C’è scritto che i dati sono riferiti a certe condizioni di temperatura.

Probabilmente trovi scritto “Aria in condizioni standard”.

Ecco questo è il modo dei ventilatoristi per dire a quale densità hanno
“calcolato” i dati che trovi riportati nei grafici.

In particolare con “condizioni standard” si intende:

 installazione della macchina sul livello del mare


 pressione ambiente, pari a 101.325 [Pa]
 fluido di lavoro aria secca alla T = 20°C e con 0% di umidità relativa.

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Che sono ovviamente condizioni teoriche, pensate per creare un
riferimento comune – uno standard appunto – per poter “parlare la stessa
lingua”.

Purtroppo però la pressione, la potenza assorbita ed anche il rumore di un


ventilatore possono cambiare a seconda del peso specifico del gas
considerato.

Vediamo allora come si calcola la densità e come usarla per “leggere”


correttamente le prestazioni indicate nei cataloghi.

La formula che devi usare è questa:


𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎
𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑠𝑝𝑖𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
𝑒 𝑞𝑢𝑜𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑠𝑡𝑎𝑙𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
𝑠𝑢𝑙 𝑙𝑖𝑣𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒
273 ⏞
𝑃𝑏𝐻 + 𝑃𝑎𝑠𝑝
𝜌 = 𝜌0 ∙ ∙ − 𝑈𝑅
⏟ [𝑘𝑔/𝑚3 ]

273 + 𝑇 𝑃𝑎𝑡𝑚𝑠𝑡𝑑 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒
𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑒𝑟
𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑙′𝑢𝑚𝑖𝑑𝑖𝑡à
𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎

𝜌0 = densità del fluido nelle condizioni normali (T = 0°C, P = 1 atm). Nel caso il fluido di
lavoro sia aria si ha ρ0 = 1,293 [kg/m3] mentre in caso contrario, quando il fluido di
lavoro è formato da una miscela di più gas, la densità si ottiene dal peso molecolare
che si definisce come somma proporzionale dei pesi molecolari dei vari componenti.

𝑇 = temperatura del fluido in °C

𝑃𝑏𝐻 = pressione barometrica/atmosferica; dipende dalla quota di installazione H della


macchina e si calcola come:

𝐻 5,255
𝑃𝑏𝐻 = 𝑃𝑏0 ∙ (1 − 0,022567 ∙ ) [𝑃𝑎]
1000
Con:
𝑃𝑏0 = pressione barometrica standard per H = 0 mslm

𝑃𝑎𝑡𝑚𝑠𝑡𝑑 = pressione atmosferica standard = 101.325 [Pa] = 10.330 [mm c.a.]

𝑃𝑎𝑠𝑝 = pressione all’aspirazione della macchina. Per i ventilatori Forzati è uguale a 0,


perché si aspira direttamente dall’ambiente, oppure dipende dalle perdite che vogliamo

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vincere in aspirazione se è montato un filtro o un silenziatore. Anche per gli Indotti ed i
Booster 𝑃𝑎𝑠𝑝 dipende dalle perdite generate dal circuito di aspirazione.

𝑈𝑅 = termine che tiene conto dell’umidità relativa e che si ricava in base alla
temperatura e alla percentuale di umidità relativa.

Nota la temperatura, dalla Tabella 1 si ricava il corrispondente termine di riduzione


dell’aria satura Δ [kg/m3] (100% di umidità relativa).

Sembra un po’ complessa, lo ammetto.

Anche io la prima volta che ho visto scritta questa formula ho avuto questa
impressione.

Provo con due esempi a mostrarti come utilizzarla. Vedrai che poi ti
sembrerà molto più semplice.

Esempio 1
Immagina di dover calcolare il peso specifico dell’aria secca alla T=90°C,
con il ventilatore installato alla quota di H=2000 m s.l.m. e perdite nel
circuito di aspirazione di 400 [Pa].

Alla quota di 2000 m s.l.m. la pressione barometrica PbH è pari a 79.490 Pa


(devi usare la formuletta che ho messo sopra)

273 79.490 − 400


𝜌 = 1,293 ∙ ∙ = 0,759 [𝑘𝑔/𝑚3 ]
273 + 90 101.325
Lo stesso esempio, con le pressioni espresse in [mm c.a.] e non più in
[Pa]:

273 8.103 − 41
𝜌 = 1,293 ∙ ∙ = 0,668 [𝑘𝑔/𝑚3 ]
273 + 90 10.330

N.B. in questo esempio hai visto quanto è importante conoscere il valore


della pressione in aspirazione del ventilatore. Se ricordi è il 4 punto del
nostro Decalogo, e come vedrai più avanti trascurarlo ti porterà ad
acquistare un ventilatore con delle prestazioni scadenti.
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Esempio 2
Nel caso in cui nel fluido sia presente anche del vapore d’acqua, come fai?

Semplice. Il peso specifico lo trovi calcolando separatamente la densità


dell’aria secca e quella del vapore.

Immagina di che nel tuo impianto passi una miscela di aria e vapore con
questi dati:

 T = 86 [°C]
 pressione all’ingresso del ventilatore 𝑃𝑖𝑛 = 0,97 [𝑏𝑎𝑟]
 pressione all’uscita 𝑃𝑜𝑢𝑡 = 𝑎𝑡𝑚𝑜𝑠𝑓𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎
𝑘𝑔
 portata massica del vapore d’acqua 𝑚̇𝑣 = 157,501 [ ]

𝑘𝑔
 portata massica dell’aria 𝑚̇𝑎𝑟𝑖𝑎 = 118,501 [ ]

Nella Tabella 2 (è allegata alla fine di questa guida) trovi i volumi specifici e
le pressioni del vapore saturo.

Però sei sfortunato, perché non ci sono i dati per la temperatura del tuo
caso T= 86 °C.

Quindi?

Inizia a prendere nota dei valori nelle due condizioni più vicine al tuo caso:

 T = 85°C
 T = 90°C

m3
vv,85°C = 2,828 [ ] ; Pv,85°C = 0,5783 [bar]
kg

m3
vv,90°C = 2,361 [ ] ; Pv,90°C = 0,7014 [bar]
kg

Adesso calcola le differenze di pressione e volume specifico del vapore


saturo per le due temperature:

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∆T = 90 − 85 = 5 [°C]

∆P = Pv,90°C − Pv,85°C = 0,1231 [bar]

m3
∆vv = vv,90°C − vv,85°C = −0,467 [ ]
kg

Con due proporzioni la prima relativa alla pressione e la seconda al volume


specifico, puoi trovare di quanto cambiano queste grandezze per una
variazione della temperatura pari ad 1°C:

0,1231 ∶ 5 = ∆𝑃1°𝐶 ∶ 1 ⇒ ∆𝑃1°𝐶 = 0,02462 [bar]

m3
−0,467 ∶ 5 = ∆𝑣1°𝐶 ∶ 1 ⇒ ∆𝑣1°𝐶 = −0,0934 [ ]
kg

Pressione e volume specifico per T = 86°C di esercizio le ottieni


sommando le variazioni appena calcolate ai valori tabulati per T = 85°C:

Pv,86°C = Pv,85°C + ∆𝑃1°𝐶 = 0,5783 + 0,02462 = 0,603 [bar]

m3
vv,86°C = vv,85°C + ∆𝑣1°𝐶 = 2,828 − 0,0934 = 2,735 [ ]
kg

Adesso, sfruttando l’equazione di stato dei gas perfetti, puoi calcolare il


volume specifico per la pressione in ingresso, Pin = 0,97 bar:

0,603 m3
vv,86°C−0,97 bar = 2,735 ⋅ = 1,7 [ ]
0,97 kg

1 𝑘𝑔
ρv,86°C−0,97 bar = = 0,588 [ 3]
vv,86°C−0,97 bar 𝑚
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Se dividi le portate massiche di aria e vapore acqueo per le rispettive
densità ottieni le corrispondenti portate volumetriche, la cui somma è la
portata volumetrica complessiva elaborata dal ventilatore:
273 97.000 𝑘𝑔
𝜌𝑎𝑟𝑖𝑎,86°𝐶−0,97 𝑏𝑎𝑟 = 1,293 ∙ ∙ = 0,941 [ 3 ]
273 + 86 101.325 𝑚
157,501 118,501 𝑚3
𝑄 = 𝑄𝑣 + 𝑄𝑎𝑟𝑖𝑎 = + = 394 [ ]
0,588 0,941 ℎ

Ottimo, sei arrivato al traguardo. La densità del fluido di lavoro altro non è
che il rapporto tra la portata massica totale e la portata volumetrica totale:

276 [𝑘𝑔/ℎ] 𝑘𝑔
𝜌= = 0,7 [ ]
394 [𝑚3 /ℎ] 𝑚3

“Ok, grazie mille degli esempi molto utili. Adesso so come calcolare il peso
specifico del fluido che passa nel mio impianto. Ma cosa me ne faccio?”

Ancora non lo sai, ma in realtà hai tra le mani un immenso potere.

Grazie alla densità calcolata per il fluido nel tuo impianto,


potrai finalmente piegare i cataloghi al tuo volere,
obbligandoli a svelarti qual è l’unico ventilatore in grado di
spingere REALMENTE tutta la portata di cui hai bisogno.

Ok, lo ammetto. Il titolo è un attimo esagerato. Avevo bisogno di rianimare


la tua attenzione dopo l’ultima sfilza di formule.

Resta comunque una frase con un importante fondo di verità.

È infatti grazie alla densità del fluido che puoi “convertire” i valori di portata
e pressione di cui hai bisogno, in numeri che puoi utilizzare per selezionare
nel catalogo il giusto ventilatore.

Partiamo dal caso più facile.


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Vediamo subito come devi gestire la portata di gas. Prima però ho bisogno
di darti tre brevi definizioni, così da allinearci e parlare la stessa lingua.

Nel mondo della ventilazione esistono tre diversi tipologie di portate:

- Portata volumetrica: esprime quanti metri cubi di un gas passano in


un tempo di un secondo. La sua unità di misura è m³/s. Questa è
l’unica portata che si utilizza nella scelta dei ventilatori.
- Portata normale: esprime quanti metri cubi di gas in condizioni
normali passano in un tempo di un secondo. La sua unità di misura è
Nm³/s Un gas è detto in condizioni normali quando è sul livello del
mare, con una temperatura di 0°C e non è presente umidità.
- Portata massica: esprime quanti chilogrammi di gas passano in un
tempo di un secondo. Si misura in kg/s.

Le curve di prestazioni di qualsiasi ventilatore sono tracciate utilizzando la


prima delle tre, la portata volumetrica.

Quindi se per qualsiasi motivo tu hai a disposizione il valore espresso in


una delle altre due unità di misura, devi saperle trasformare prima di
poterle usare nel catalogo.

Ecco le due formule che devi utilizzare:

𝜌0 𝑚3
𝑄𝑣 = 𝑄𝑁 ⋅ [ ]
𝜌 𝑠

𝑚̇ 𝑚3
𝑄𝑣 = [ ]
𝜌 𝑠

ṁ = portata massica [kg/s]

Q N = portata normale [Nm3/s], riferita alle condizioni T=0°C, P=1 atm

ρ0 = densità normale [kg/Nm3], riferita alle condizioni T=0°C, P=1 atm

Molto bene. Hai sistemato la portata.

Andiamo avanti.

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Adesso dobbiamo trasformare il valore di pressione che serve al tuo
impianto, in un numero comprensibile dai cataloghi.

Perché?

Più avanti ti dimostrerò – grazie ad un esempio – come un ventilatore


scelto senza questa “trasformazione”, una volta installato, darà delle
prestazioni molto più basse di quelle necessarie all’impianto.

Prima però ho bisogno di trasferirti alcune definizioni.

Esistono infatti diversi tipi di pressione che DEVI conoscere per evitare di
commettere gravi errori di confusione.

Partiamo dalla più semplice.

La pressione statica è quella grandezza che esprime per un fluido


qualsiasi (gas o liquido) la sua energia. Senza annoiarti con una lunga e
pesante lezione di fisica, ti faccio un esempio che sicuramente ti renderà
più chiara questa definizione.

Immagina di tenere in mano un palloncino e di iniziare a soffiare per


gonfiarlo. Più spingi aria più diventa grande.

Questo succede perché con il tuo sforzo – che è sempre più grande man
mano che il palloncino si gonfia – l’aria dentro riesce a vincere la forza
elastica della gomma e la pressione atmosferica intorno.

Ecco che i tuoi polmoni hanno fatto il lavoro di un ventilatore: hanno


aumentato la pressione statica dell’aria.

Per ora però il fluido era immobile.

Cosa succede se una portata di aria si muove con una certa velocità?

Ecco che “magicamente” appare la pressione dinamica.

“Ahhh ancora con sta cosa dinamica?”

Ti do ragione. Anche io agli inizi della mia carriera ho avuto qualche


problema a capire cosa fosse.

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Soprattutto se trovi definizioni di questo tipo:

“Viene definita come la pressione corrispondente alla parte di energia


posseduta dall'unità di massa del fluido a causa della sua velocità (energia
cinetica)”

In realtà si può dire in maniera più semplice.

La pressione dinamica è dovuta alla velocità “V” del fluido e si azzera nel
momento in cui questo si ferma. Grazie a degli accorgimenti è possibile
trasformare in parte questa energia – che altrimenti andrebbe persa - in
pressione statica.

La formula per calcolarla è:


1
Pd = ⋅ ρ ⋅ V 2 [Pa]
2

Sommando queste due grandezze si ottiene la pressione totale

𝑃𝑡 = 𝑃𝑠 + 𝑃𝑑 [𝑃𝑎]

N.B. Quando selezioni un ventilatore da un catalogo, utilizza sempre e solo


la pressione statica. È questo infatti l’effetto utile che ti serve nell’impianto.
La pressione dinamica è solo un “effetto collaterale”, che anzi se troppo
alta in valore può trasformarsi in uno spreco di energia.

Come ben sai una ventola serve ad aumentare la pressione di una certa
portata di gas.

È infatti questo “salto” l’altro parametro – oltre alla portata – che utilizzi per
scegliere il ventilatore da un catalogo.

Nella pubblicazione AMCA 200 (la Bibbia per chi come me si occupa di
ventilazione) si chiama pressione statica del ventilatore PSF la differenza
tra la pressione statica in mandata PS2 e la pressione totale in aspirazione
PT1:

PsF = PS2 − PT1 [Pa]


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Ok, abbiamo finito con le definizioni.

Adesso vediamo – grazie ad un semplice esempio - in che modo la densità


influenza queste grandezze e perché è importante che tu sappia come
tenerne conto.

Esempio 3
Immagina che per il tuo impianto circoli aria satura (cioè con umidità al
100%) alla temperatura di 40°C. L’installazione è a 250 m s.l.m.

I dati che ti servono per il corretto funzionamento del processo sono i


seguenti:

- Portata massica: 𝑚̇ = 45.000 kg/h


- Pressione in aspirazione ventilatore: pT1 = - 600 Pa
- Pressione in mandata ventilatore: ps2 =300 Pa

Come puoi vedere dai grafici seguenti, le curve sono riferite ad una densità
=1,22 kg/m³.

Il peso specifico nel nostro esempio invece si calcola con la formula

kg/m³

250 5,255
𝑃𝑏𝐻 = 101.325 ∙ (1 − 0,022567 ∙ ) = 98.357 [𝑃𝑎]
1000

273 98.357 − 600


𝜌 = 1,293 ∙ ∙ − 0,0307 = 1,057 [𝑘𝑔/𝑚3 ]
273 + 40 101.325

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Dato che la densità del nostro caso è diversa da quella del catalogo, NON
puoi utilizzare i dati così come sono. Devi prima “tradurli”.

Per prima cosa calcola la portata volumetrica con la formula che ti ho


mostrato prima:

𝑚̇ 45.000 𝑚3
𝑄𝑣 = = = 42.573 [ ]
𝜌 1,057 ℎ

Adesso devi calcolare la pressione statica del ventilatore:

PsF = PS2 − PT1 = 300 − (−600) = 900 [Pa]

“Adesso posso finalmente prendere il catalogo ed usare questi numeri per


selezionare la macchina?”

No. Non ancora.

Ricordati infatti che quel valore di pressione è riferito alla densità


dell’esempio, non a quella delle curve.

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Prima devi convertirla al valore relativo a =1,22 kg/m³
1,22 1.22
PsF 1,22 = PsF ⋅ = 900 ∗ = 1.038 [Pa]
𝜌 1.057

Questo è il vero valore di pressione che devi usare per la scelta del
ventilatore. Se invece utilizzi quello iniziale (900 Pa) ti ritrovi con una
macchina che ti da meno aria di quella che realmente ti servirebbe.

“Aspetta un attimo. Sul grafico non c’è la pressione statica, c’è solo il
simbolo Ht”

Bravo. Hai una vista d’aquila.

Però non ti allarmare, quel simbolo Ht sta ad indicare la pressione totale


(La H indica il termine inglese Head, che in italiano sarebbe da tradurre
come “carico” ed è un altro modo di chiamare la pressione).

Se poi guardi più in basso vedrai anche Hd (che come avrai ormai intuito
indica la pressione dinamica.)

Come devi procedere?

Puoi cercare di estrapolare graficamente qual è la pressione dinamica che


corrisponde al tuo valore di portata. Però non è così facile vero?

Altrimenti puoi calcolarla con due semplici passaggi.

Prima devi ricavare la velocità. Il ventilatore di cui vedi la curva ha una


bocca sulla mandata con dimensioni 801x569 mm.

Quindi:
𝑄𝑣 42.573 𝑚
𝑉= = = 25,95 [ ]
𝐴 0,801 ∗ 0.569 ∗ 3600 𝑠
1 1
Pd = ⋅ ρ ⋅ V 2 = ∗ 1.22 ∗ 25,952 = 411 [Pa]
2 2

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Adesso, finalmente, puoi ricavare la pressione totale ed entrare nel grafico
per selezionare la macchina:

𝑃𝑡 = 𝑃𝑆𝐹 + 𝑃𝑑 = 1.038 + 411 = 1.449 [𝑃𝑎]

Quello che hai appena visto non è in realtà un esempio teorico.

Si tratta anzi del caso di un mio cliente, Carlo, che qualche mese fa ha
chiesto il mio aiuto per risolvere una situazione imbarazzante.

Aveva appena acquistato un nuovo ventilatore per il suo impianto di


abbattimento polveri con un filtro ad umido.

La nuova macchina doveva permettere all’impianto di aumentare la portata


di aria aspirata dal filtro e consentire alla produzione di lavorare con una
produttività maggiore.

Carlo, come responsabile tecnico dell’impianto, non aveva molta


esperienza con filtri, ventilatori ed accessori vari. Aveva qualche
reminiscenza dall’università di parole come portata, pressione e perdite di
carico. Ma niente di più.

Aveva poco tempo a disposizione e non voleva spendere troppo. Per


questo motivo invece di rivolgersi a chi aveva fornito l’impianto di
filtrazione, ha deciso di arrangiarsi da solo.

Ha cercato su internet. Ha scaricato il primo catalogo di ventilatori che ha


trovato.

Seguendo le istruzioni che vi erano scritte è arrivato alla conclusione che la


macchina giusta era proprio quella di cui ti riportato le curve qua sopra.

Il problema è che Carlo ha commesso l’errore – banale forse


– di trascurare completamente la densità del suo fluido di
lavoro. Tratto in inganno dalle semplici istruzioni lette nel
catalogo, ha scelto un ventilatore sotto dimensionato per i
suoi bisogni.

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Sul valore di portata massica è stato fortunato. Non sapeva infatti come
trasformarla in portata volumetrica. Quindi ha cercato un po’ su internet ed
ha trovato la formula che ti ho svelato sopra.

Il suo errore è stato quello di scegliere il ventilatore per una pressione di


900 Pa – cioè quella che serviva nell’impianto – invece di utilizzare quella
corretta che tiene conto delle differenze di densità tra le curve e la realtà
nell’impianto.

Cosa cambia?

Lo vedi in questo grafico. Con la linea blu ti ho riportato il punto di lavoro


scelto correttamente con tutti i passaggi che ti ho mostrato prima.

In giallo invece puoi vedere la scelta fatta da Carlo. (la linea parte dal
valore di 1311 Pa perché nel grafico è indicata la pressione totale, somma
della statica e della dinamica)

“Ma per una differenza così piccola che problema ci sarà mai?”

Intanto ti faccio notare che stiamo parlando di quasi un 12 % in meno di


pressione. Non è proprio così poco.

Ma questa carenza di pressione ha anche un altro effetto negativo molto


importante.

Dato che il ventilatore non riesce a dare tutta la pressione necessaria a


vincere la resistenza dell’impianto, per trovare un punto di equilibrio si
sposterà a sinistra nel grafico, spingendo una portata minore.

Vedi che ho disegnato anche una linea obliqua sempre di colore blu?

Quella si chiama curva del circuito e rappresenta come varia la resistenza -


che l’impianto offre al passaggio dell’aria – al variare della portata.

Un ventilatore ed il circuito in cui è installato devono sempre trovare un


equilibrio: le resistenze – dette perdite di carico – create dall’impianto sono
vinte dalla pressione creata dalla girante.

Nel caso di Carlo quindi – avendo sbagliato la selezione – la coppia


ventilatore/circuito ha trovato il suo equilibrio ad una pressione e portata
inferiori, in corrispondenza dell’intersezione tra la linea gialla e quella blu
obliqua.
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Adesso sono certo che d’ora in poi non commetterai anche tu lo stesso
errore di Carlo e – grazie alle formule che ti ho spiegato prima – riuscirai a
trovare il giusto ventilatore da installare nel tuo impianto.

“Ma una volta che ho trovato sul grafico il punto di portata e pressione
giusti, come vado avanti?”

Non hai ancora finito. Però ho una buona notizia, ormai il più è fatto e sei
quasi arrivato alla fine.

Ti resta solo da scegliere il motore elettrico e poi puoi finalmente inviare


l’ordine al fornitore.

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Regola#5. Scopri come sprigionare tutta la potenza
per mandare al massimo dei giri il tuo ventilatore ed
evitare di “bruciare” il motore ad ogni tentativo
fallimentare di accenderlo.
Come ti dicevo sei molto vicino a tagliare il traguardo. Ma non abbassare la
guardia proprio adesso. L’errore è sempre dietro l’angolo e non vorrai
buttare via l’ottimo lavoro fatto fino ad ora, vero?

Adesso hai sotto mano le curve del ventilatore dove hai riportato i valori
“convertiti” di portata e pressione, che come abbiamo visto formano un
punto.

Riprendo per comodità l’esempio visto prima così da renderti più chiaro
quello che ti dirò.

Se guardi sulla destra puoi notare che sono indicati – in grigio – dei valori
di RPM. Rappresentano le diverse velocità di rotazione del ventilatore per
le quali sono state tracciate le curve in nero.

Nel caso che hai visto come esempio purtroppo il punto di lavoro non
capita su una di quelle curve in nero.

Cosa fai?

Purtroppo in questi casi non ci sono formule magiche che posso darti per
salvarti. Devi necessariamente chiedere al fornitore di comunicarti il valore
di numero di giri.

NON andare a spanne cercando di tirare fuori un numero per


interpolazione. Se sbagli la velocità di rotazione rischi di ottenere
delle prestazioni inferiori a quelle che ti servono.

Anche se non riesci a ricavare il valore esatto del numero di giri al minuto
(RPM) puoi comunque iniziare a definire se ti serve o meno una
trasmissione a cinghie.

A meno che non utilizzi un variatore di frequenza – chiamato solitamente


inverter – non puoi raggiungere qualsiasi velocità di rotazione con il motore
elettrico.

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Le velocità disponibili per questi componenti sono infatti: 3000/1’, 1500/1’,
1000/1’, 750/1’, 600/1’ e 500/1’.

Se nel tuo caso il ventilatore deve andare ad un diverso numero di giri non
ti restano che due scelte: usare una trasmissione con cinghie e pulegge,
oppure come detto prima installare un inverter che ti permette di impostare
qualsiasi velocità tu abbia bisogno di raggiungere.

Riguardo al numero di giri devi controllare anche di non superare i limiti


consentiti dal costruttore.

Se infatti il tuo ventilatore lavora ad alte temperature (>100 °C) devi


verificare – e sperare – che puoi ottenere i valori di pressione e portata
senza andare oltre alle massime velocità che il fornitore impone per quella
temperatura.

Ricordati che le curve che hai usato per scegliere la macchina sono riferite
ad aria ambiente a 20 °C e in queste condizioni puoi concederti il lusso di
spingere la girante ad altissimi giri.

“E se nel mio caso devo per forza superare quei limiti?”

Semplice. Butta nel cestino quel catalogo e clicca sul link seguente:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

Ti contatterò quanto prima per vedere come posso aiutarti a dare al tuo
impianto le prestazioni necessarie a farlo funzionare.

Adesso vediamo quale taglia di motore devi installare.

Dalle curve che abbiamo visto puoi ricavare la potenza assorbita dal
ventilatore.

Puoi farlo in due modi diversi.

Nel primo – più semplice e meno preciso – devi vedere tra le linee rosse
quale è più vicina al tuo punto che hai segnato sul grafico. Come vedi
ognuna di queste curve rosse termina sulla sinistra con un numero, seguito
dall’unità di misura della potenza kW.

Attenzione però a non cadere in un tranello.

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Quei numeri sono uguali alle taglie di potenza disponibili in un catalogo di
motori. Non pensare però che siano la stessa cosa.

“Perché?”

I valori indicati sulle curve sono riferite al ventilatore. Quindi anche le


potenze sono quelle assorbite dalla macchina e – per evitare difficoltà
durante l’accensione – il motore deve poter erogare una potenza maggiore.

Quindi non confondere queste due diverse grandezze.

Come ti dicevo hai anche un secondo modo – che personalmente ti


consiglio – per ricavare quanto assorbe il ventilatore.

Devi applicare l’inverso di questa formula:


PsF ∙ 𝑄𝑣
𝜂𝑠 = [𝑘𝑊]
𝑃𝑎

Dove 𝜂𝑠 è il rendimento statico del ventilatore. In parole povere è un


numero che ti dice quanto della potenza erogata dal motore si trasforma in
pressione statica. (è un numero sempre minore di 1)

Purtroppo nei cataloghi non viene quasi mai indicato questo parametro –
che ti dice quanto “ecologico” è il ventilatore che stai acquistando – ed al
suo posto ti riportano un numero molto simile, il rendimento totale 𝜂 𝑇 .
PT ∙ 𝑄𝑣
𝜂𝑇 = [𝑘𝑊]
𝑃𝑎

Come puoi vedere in questo secondo parametro si tiene conto della


pressione totale, che è la somma di quella statica – cioè di quello che
veramente ti serve in impianto – e di quella dinamica che invece non ti
porta nessun vantaggio.

Grazie a questo giochetto è facile vantarsi di produrre ventilatori con un


rendimento del 90%, anche se poi a te – che la bolletta la paghi per far
funzionare un impianto di produzione – ti rifilano una macchina che
trasforma solo metà della potenza elettrica in pressione statica.

Il resto viene sprecato in perdite varie e pressione dinamica.

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Purtroppo però se hai deciso di utilizzare acquistare un ventilatore a
catalogo queste sono le regole a cui devi sottostare.

Quindi vediamo come ricavare la potenza assorbita dal ventilatore.

Sul grafico vedi delle linee oblique di colore grigio chiaro con in cima
indicato un numero, che è appunto il rendimento totale. (moltiplicato per
100)

Nel caso visto come esempio il punto capitava a metà tra il valore di 57% e
70%. La media dei due numeri sarebbe 64,5%.

Per precauzione ti consiglio di arrotondare per difetto al numero più vicino,


63% in questo esempio.

Applica quindi la formula (invertita) che ti ho scritto qualche riga sopra:


PT ∙ 𝑄𝑣 42.573
𝑃𝑎 = = 1.489 ∗ = 27,95 [𝑘𝑊]
𝜂𝑇 3600 ∗ 0.63 ∗ 1000

Questa però è la potenza che il ventilatore assorbe con una densità  =


1,22 kg/m³.

Quindi ecco come scoprire qual è il suo valore nelle condizioni reali di
impianto:
𝜌 1.057
Pa 1,22 = PaF ⋅ = 27,95 ∗ = 24,21 𝑘𝑊
1,22 1,22
“Ok, ma quale devo usare per scegliere il motore?”

Dipende.

Ancora una volta a risponderti è la densità del fluido che devi muovere nel
tuo impianto.

Restando nell’esempio visto prima, potrebbe anche capitare che – durante


l’avviamento dell’impianto – la densità del fluido sia pari a 1,22 kg/m³.
(numero scelto solo per comodità).

In questo caso il valore massimo della potenza assorbita è di 27,95 kW. È


quindi questa devi utilizzare nella scelta del motore.

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Ma come già detto prima la devi maggiorare un po’ per scongiurare
problemi durante la fase di accensione del ventilatore.

Di solito io aumento di un 10-15% la massima potenza assorbita dal


ventilatore (ti basta moltiplicarla per 1,1 o 1,15) per tenere conto anche di
piccole perdite di energia dovuti alla trasmissione (sia a cinghie che con
giunto meccanico).

Fatto questo hai finalmente tutti i dati che ti servono per inviare l’ordine.

Complimenti! Ora sei in grado di scegliere –


schivando abilmente molte trappole dei cataloghi – un
ventilatore senza rischiare problemi di scarse
prestazioni e soprattutto assicurandoti di NON
causare un incidente o un’esplosione nell’impianto.

Certo non è tutto così semplice come ti era sembrato dopo aver letto quelle
poche righe di istruzioni nelle pagine del catalogo.

Quello che ho condiviso con te è però un vero e proprio metodo per


proteggerti dai rischi più grandi che un errore nella scelta del ventilatore
potrebbe comportare.

Posso tuttavia capire che adesso – dopo aver letto questa guida – forse ti
senti meno tranquillo nel dover svolgere questo compito tutto da solo.

È normale.

In fondo questo non è il tuo lavoro e se ci pensi bene non sei nemmeno
pagato per svolgere il compito che spetterebbe al tuo fornitore.

Anche seguendo passo dopo passo quello che ti ho detto, ti basterebbe


una piccola dimenticanza o una svista per trovarti in mezzo a seri guai con
un impianto fermo e – nei casi peggiori – con qualche danno a cose o
persone.

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Questa guida può proteggerti dai rischi più grandi. Purtroppo però
scegliendo da solo un ventilatore da un catalogo automaticamente ti accolli
tutte le responsabilità che ne conseguono.

Su questo punto le regole che ti ho presentato NON possono porre


rimedio. Sono del tutto inefficaci nel difenderti.

C’è però qualcosa che io posso offrirti per sollevarti da ogni responsabilità
e liberarti dal peso della paura di acquistare un ventilatore sbagliato.

Posso prendermi in carico il compito di selezionare – sulla base delle


condizioni di installazione e delle prestazioni di cui hai bisogno – un
ventilatore capace di resistere al lavoro richiesto dal tuo impianto che una
volta installato ti assicurerà la massima produzione e la totale sicurezza del
personale che dovrà lavorarci intorno.

Ti basta semplicemente cliccare sul seguente link per richiedere di essere


contattato quanto prima:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

“Chi sei per farmi una promessa simile?”

Hai ragione, ti avevo promesso che mi sarei presentato alla fine di questa
guida ed ora è giunto il momento di mantenere la mia parola.

Mi chiamo Diego Perfettibile e da oltre 11 sono alla guida della PBN snc,
azienda fondata da mio padre più di 40 anni fa.

In tutti questi decenni centinaia dei nostri ventilatori sono andati in ogni
regione d’Italia ed in molti paesi esteri con un unico scopo: lavorare senza
tregua 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per servire gli impianti industriali dei miei
clienti.

Nel corso della mia carriera ho avuto la fortuna di dover affrontare i casi più
complessi e difficili legati alla ventilazione.

Ventilatori per fumi alla temperatura di 900 °C, per impianti di abbattimento
gas acidi o per il trasporto di polveri dure ed estremamente abrasive sono
solo alcuni dei casi che quasi ogni giorno mi trovo a dover gestire.

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Uno dei più grandi insegnamenti che mio padre – quando era ancora in vita
– mi ha lasciato è stata la cura quasi maniacale della progettazione delle
macchine per renderle quanto più possibile affidabili.

“Dai un prodotto che NON crea mai problemi ed i clienti torneranno sempre
da te”

Queste erano le sue parole che sin da bambino mi ripeteva giorno dopo
giorno.

Negli ultimi anni però – complice l’ultima crisi finanziaria – ho visto nascere
una preoccupante tendenza.

Per quanto mi sforzassi di progettare e costruire i miei prodotti ricercando


la massima affidabilità, vedevo sempre più clienti arrancare tra mille
difficoltà legate alla gestione e conduzione degli impianti dove i miei
ventilatori venivano installati.

Tagli di personale esperto, mancanza di budget e una sempre più diffusa


tendenza a vivere alla giornata stavano trasformando il lavoro di chi deve
gestire gli stabilimenti di produzione in un incubo.

Alcuni produttori di ventilatori – approfittando della situazione –


viaggiavano a gonfie vele vendendo, come niente fosse, macchine non
adatte all’impiego cui erano destinate attirando in trappola i clienti con lo
specchietto del prezzo basso.

Ti confesso che stavo quasi per rinunciare a combattere quella che


sembrava una guerra persa in partenza.

Mi sembrava di essere l’unico interessato a produrre ventilatori in grado di


funzionare per decenni senza creare problemi.

Gli installatori di impianti erano poco sensibili al problema dell’affidabilità.


Per loro era sufficiente che la macchina non si rompesse prima della fine
del periodo di garanzia. Tutto il resto era superfluo se comportava un costo
maggiore.

Poi un giorno qualunque di qualche mese fa, le parole di un americano


esperto di business mi hanno messo di fronte agli occhi un possibile punto
di svolta.

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Mi trovavo seduto tra i banchi di uno dei più importanti eventi di formazione
per imprenditori in Italia. Sul palco – a parlare ad una platea di oltre 600
persone – c’era un uomo anziano ma ancora in gran forma.

Il suo nome è Jay Abraham ed è riconosciuto in tutto il mondo come il più


grande esperto di strategia per aziende e consulente delle più grandi
multinazionali.

Stava parlando da diverse ore, con quel suo modo pacato ed affabile,
condividendo con la platea tutta la sua storia ed il suo modo di vedere il
mondo degli affari.

Ad un certo punto pronuncia quelle parole che per me hanno rappresentato


un’epifania:

“Il segreto è rendere più facile per i vostri clienti l’utilizzo dei vostri prodotti.
Dovete pensare ai problemi che potrebbero dover affrontare e poi
raccontare loro come prevenirli. Non importa se non ne sono consapevoli,
è vostro dovere informarli ed aiutarli ad ottenere il massimo da quello che
producete”

Certo, suona come un consiglio banale. Ma nella realtà, quanti dei tuoi
fornitori si comportano realmente così?

Nei giorni successivi ho messo un po’ in moto le rotelle nel cervello. Mi


sono spremuto le meningi cercando un modo per applicare quel consiglio.

È così che è nato il blog Ventilazione Sicura.

E per lo stesso motivo ho deciso di scrivere questa guida che hai appena
letto.

Condividere con te queste semplici regole da seguire nella selezione di un


ventilatore è il modo più efficace per evitarti di cadere negli stessi errori
compiuti dai miei clienti di cui ti ho parlato.

La possibilità che tu possa vivere sulla tua pelle la storia di Carlo, o peggio
ancora quella di Mario, adesso – grazie a questa guida – è sicuramente più
bassa.

Certo, anche se segui per filo e per segno tutto quello che ti ho detto, resta
comunque il fatto che – decidendo di selezionare ed acquistare un

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ventilatore a catalogo – ti prendi in carico sulle tue spalle il pesante fardello
di tutte le responsabilità ed i rischi che derivano da una scelta errata.

Concordo poi con te che applicare tutto quello che ti ho mostrato NON è un
lavoro di 5 minuti, come ti era sembrato dopo aver letto le due formulette
semplici indicate nel catalogo.

Soprattutto se è la prima volta che ti ritrovi a svolgere questo compito,


potresti perdere qualche ora del tuo tempo prima di trovare il giusto
ventilatore per il le esigenze del tuo impianto.

E non è detto che – dopo diversi tentativi – tu riesca davvero a trovare in


quel catalogo la macchina di cui hai bisogno.

Purtroppo nessuna guida è in grado di eliminare questa possibilità. I


ventilatori prodotti di serie e venduti a catalogo non possono – per ovvie
ragioni di gestione dei magazzini – rispondere a tutte le esigenze possibili
di qualsiasi cliente.

Anzi, sarai tu a doverti adattare a quello che il produttore ha deciso di


metterti a disposizione.

Hai però una soluzione alternativa.

Hai la possibilità di non sprecare il tuo tempo – sottraendolo alle attività che
hanno più valore nel tuo ruolo – scarabocchiando grafici ed impazzendo
con mille calcoli e formule matematiche.

Puoi decidere di lasciar perdere i cataloghi e tutte le regole di cui ti ho


parlato e:

 Scaricare su di me tutta la responsabilità di analizzare il fabbisogno


del tuo impianto e quindi ricavare dai dati ottenuti un ventilatore che ti
garantisca al 100% di ottenere le prestazioni richieste
 Ottenere una macchina scelta, progettata e costruita appositamente
per il tuo impianto, completo di tutti gli accessori NECESSARI (e
nulla di più) per garantire la sicurezza del personale ed il corretto
funzionamento in tutte le condizioni previste, che potrai installare in
poche ore senza dover stravolgere le tubazioni presenti
 Evitare quello stato d’ansia dovuto alla responsabilità di dover
selezionare il corretto tipo di girante, valutare i materiali più adatti per

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le tue particolari condizioni di lavoro e assicurarti di rispettare tutte le
normative e leggi applicabili.
 Assicurarti il supporto di un tecnico specializzato che possa aiutare i
tuoi uomini durante la fase di installazione ed effettuare tutti i controlli
preliminari – previsti dal nostro manuale di uso e manutenzione - ed
un collaudo finale di funzionamento per verificare sin da subito che
non ci siano difetti di cui potresti non accorgerti e che potrebbero
crearti alla lunga costosi problemi di manutenzione.

Ti basta cliccare sul link seguente (o copiarlo nel tuo browser se stai
leggendo una copia cartacea di questa guida):

www.ventilazionesicura.it/aiutami

Comparirà una pagina dove ti chiederò di inserire pochi dati, necessari per
poterti contattare quanto prima.

Ti chiederò di rispondere ad alcune domande che mi saranno utili a farmi


un chiaro quadro dei tuoi bisogni e delle condizioni in cui dovrà lavorare il
ventilatore.

Da quel momento in poi tu NON dovrai più preoccuparti di nulla. Sarò io a


compiere il lavoro (che spetta a me, in quanto fornitore) e a fare tutti i
calcoli necessari per selezionare il giusto profilo di pale e la qualità di
acciaio più idonea al tuo fluido di lavoro.

Quindi se vuoi evitare di perdere inutilmente tempo a spulciare un intero


catalogo in cerca del ventilatore da installare nel tuo impianto, impazzendo
tra mille formule e continui calcoli, rischiando di commettere errori o piccole
imprecisioni che potrebbero creare un danno economico all’azienda (e
delle quali potresti pentirti amaramente come nel caso di Mario) clicca sul
link seguente e lascia i tuoi dati così che ti possa ricontattare:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

A presto

Diego Perfettibile

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P.S. Quando ho iniziato ad occuparmi di ventilazione – più di 11 anni fa –
mi hanno insegnato a selezionare i ventilatori eseguendo i calcoli a mano
per poi sfogliare, curva dopo curva, l’intera gamma di produzione fino a
trovare il ventilatore migliore. (in pratica quello che devi fare a tua volta -
seguendo questa guida – con il catalogo che del tuo fornitore)

Detestavo quella perdita di tempo e quello spreco di carta così tanto che
dopo un solo anno ho deciso di realizzare un software capace di svolgere -
in modo automatico – tutti quei noiosi e ripetitivi calcoli.

Oggi, grazie a questo programma di selezione, sono in grado di terminare


in meno di 15 minuti quello che a te richiederà qualche ora di tempo. (se
sei un appassionato di matematica e ti piace fare calcoli complessi alla
velocità della luce)

Se hai poco lavoro in ufficio, o se vuoi provare a seguire per diletto il


metodo che ti ho illustrato, allora nessun problema. Ma se per caso hai
URGENZA di liberarti dal compito di dover acquistare un nuovo ventilatore
– e hai sempre odiato le formule matematiche – allora ti basta inserire i tuoi
dati per essere contattato a questo link:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

E scaricare su di me questa patata bollente.

P.P.S. Probabilmente hai cercato su internet se potevi scaricare il catalogo


dei miei prodotti e non hai trovato nulla.

Vuoi sapere perché?

Banalmente questo è il mio modo di lavorare.

Io credo che tu hai già abbastanza cose da fare e responsabilità che


pendono sulla tua testa e NON è corretto scaricare su di te l’onere di
decidere quale – tra i miei ventilatori – faccia al caso tuo.

Ecco perché mi sono sempre rifiutato di dare il catalogo dei miei prodotti ai
miei clienti.

Piuttosto che darti un plico di carta in mano e dirti “Bene, adesso arrangiati”
penso di rendermi più utile mettendo la mia esperienza a tua disposizione
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ed assicurarmi che tu possa ottenere il massimo da un ventilatore installato
nel tuo impianto. (senza esporti al rischio di guasti improvvisi o gravi
incidenti al personale)

Compila il modulo che ti appare al link seguente e ti ricontatterò entro 24


ore per capire quali sono le prestazioni di cui hai bisogno per il tuo
impianto:

www.ventilazionesicura.it/aiutami

Come restare in contatto con me?


Se dopo aver letto questa guida ti è rimasto qualche dubbio e vorresti
pormi delle domande, oppure vuoi semplicemente entrare in contatto con
me ecco dove puoi trovarmi:

- Facebook: https://www.facebook.com/diego.perfettibile
- Linkedin: https://www.linkedin.com/in/diegoperfettibile

Puoi anche entrare nel gruppo di Ventilazione Sicura, un luogo virtuale che
ho creato per chi come te è in cerca di risposte e soluzioni ai problemi
legati alla manutenzione dei ventilatori.

Richiedi la tua iscrizione al gruppo Facebook di Ventilazione Sicura:

https://www.facebook.com/groups/ventilazionesicura/

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Tabelle

Vapore Aria Riduzione Vapore Aria Riduzione


acqueo secca aria satura acqueo secca aria satura

Press. Densità Densità Δ Temp. Press. Densità Densità Δ


Temp. Pa kg/m3 kg/m3 kg/m3 °C Pa kg/m3 kg/m3 kg/m3
°C

-10 279 0.0023 1.342 0.0014 20 2319 0.0170 1.205 0.0104

-9 303 0.0025 1.337 0.0015 21 2467 0.0180 1.201 0.0110

-8 328 0.0027 1.332 0.0016 22 2621 0.0192 1.197 0.0117

-7 355 0.0029 1.327 0.0018 23 2785 0.0203 1.193 0.0123

-6 384 0.0031 1.322 0.0019 24 2957 0.0218 1.189 0.0131

-5 415 0.0034 1.317 0.0020 25 3140 0.0228 1.185 0.0139

-4 449 0.0036 1.312 0.0022 26 3312 0.0241 1.181 0.0146

-3 485 0.0039 1.308 0.0024 27 3535 0.0255 1.177 0.0155

-2 525 0.0042 1.303 0.0025 28 3747 0.0270 1.173 0.0164

-1 568 0.0045 1.298 0.0027 29 3971 0.0285 1.169 0.0173

0 613 0.0049 1.293 0.0029 30 4207 0.0301 1.165 0.0183

1 653 0.0052 1.288 0.0031 32 4715 0.0335 1.157 0.0203

2 707 0.0056 1.284 0.0034 34 5276 0.0371 1.150 0.0226

3 759 0.0059 1.279 0.0036 36 5893 0.0413 1.142 0.0251

4 813 0.0064 1.275 0.0039 38 6573 0.0458 1.135 0.0278

5 871 0.0068 1.270 0.0041 40 7321 0.0508 1.128 0.0307

6 933 0.0073 1.265 0.0044 42 8141 0.0561 1.121 0.0339

7 999 0.0077 1.261 0.0047 44 9040 0.0619 1.114 0.0375

8 1069 0.0083 1.256 0.0050 46 10021 0.0682 1.107 0.0416

9 1143 0.0088 1.252 0.0053 48 11093 0.0751 1.100 0.0454

10 1223 0.0094 1.248 0.0057 50 12264 0.0826 1.093 0.0499

11 1301 0.0099 1.243 0.0060 55 15666 0.1040 1.076 0.0629

12 1395 0.0106 1.239 0.0064 60 19839 0.1302 1.060 0.0783

13 1488 0.0113 1.235 0.0068 65 24919 0.1616 1.044 0.0968

14 1588 0.0120 1.230 0.0073 70 25152 0.1991 1.029 0.1200

15 1693 0.0128 1.226 0.0077 75 38465 0.2435 1.014 0.1465

16 1805 0.0136 1.222 0.0082 80 47278 0.2960 1.000 0.1759

17 1923 0.0144 1.217 0.0087 85 57731 0.3574 0.980 0.2119

18 2048 0.0153 1.213 0.0093 90 70050 0.4240 0.973 0.2490

19 2180 0.0162 1.209 0.0098 100 101325 0.6000 0.947 0.3470

Tabella 1: densità del vapore acqueo, dell’aria secca e riduzione per l’aria satura

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Tabella 2: proprietà termodinamiche dell'acqua

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Orientamento della bocca di mandata
La posizione della bocca di mandata di un ventilatore centrifugo è
designata in base al senso di rotazione visto dal lato del comando della
macchina

 LG: antiorario
 RD: orario

seguito dall’angolo in gradi tra l’asse della bocca di mandata ed una


perpendicolare alla base di appoggio. L’angolo è misurato nello stesso
senso della rotazione, come mostrato in Figura 1:

45°

Figura 1: esempio di come si calcola l’angolo dell’orientamento

Con lo stesso criterio si definisce l’orientamento dei ventilatori a doppia


aspirazione e degli assiali.

Tabella 3: orientamenti della bocca di mandata di un ventilatore centrifugo

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AMCA 99- ISO 13349
Descrizione Schema
2404
Accoppiamento diretto –
4 4 girante a sbalzo – motore
sostenuto dalla base

Come esecuzione 4 ma
5 5 motore sostenuto dalla
chiocciola

Accoppiamento a giunto
7 7 – girante fra i supporti

Accoppiamento a giunto
– girante a sbalzo –
8 8 ventilatore e motore
sostenuti dal telaio di
funzionamento
Accoppiamento a cinghie
– girante a sbalzo col
9 9 motore sostenuto dalla
base
Accoppiamento a cinghie
o giunto – girante a
10 10 sbalzo – motore
sostenuto all’interno
della base
Accoppiamento a cinghie
– girante a sbalzo –
1 12 ventilatore e motore
sostenuti dal telaio di
funzionamento

Tabella 4: esecuzioni costruttive

Tabella 5: posizioni in pianta del motore che comanda un ventilatore centrifugo


per mezzo di un accoppiamento a cinghie
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