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SOLISTI E SOLISTE: GRETA ARDITI, ANTONIO BALSAMO, VINCENZA BRINI, FRANCESCO CARAMIA, SILVIA
CONTENTI, STEFANO DILAURO, NICOLAS ESPOSTO, MARTA GIAMPAOLINO, GIAMPIERO GIARRI, SIMONE
GIOVANNINI, FRANCESCA IANNÌ, FRANCESCO LAPPANO, GIANLUCA PILLA, ARIANNA PROIETTI, ANNAMARIA
RUSSO, ALESSANDRO SCHIESARO, YLENIA TOCCO
SCENOGRAFIE - PROGETTO ORIGINALE GIULIO COLTELLACCI
ADATTAMENTO SCENOGRAFICO GABRIELE MORESCHI
COSTUMI - DISEGNI ORIGINALI GIULIO COLTELLACCI
ADATTAMENTO FRANCESCA GROSSI
DISEGNO LUCI UMILE VAINIERI
DISEGNO FONICO EMANUELE CARLUCCI
DIRETTORE DI PRODUZIONE CARLO BUTTÒ
SUPERVISIONE ARTISTICA ALESSANDRO LONGOBARDI
Un successo planetario che non conosce età, in cui ogni ingrediente (copione, scenografia, costumi) è
riproposto con rispetto filologico della prima edizione con Johnny Dorelli, ma allo stesso tempo con
nuova vita e freschezza, accompagnati dall’orchestra dal vivo.
Gianluca Guidi cura la messa in scena di questo spettacolo, avvalendosi di un eccellente cast creativo
composto dal mitico coreografo Gino Landi, assistito da Cristina Arrò; dal direttore musicale Maurizio
Abeni, già assistente di Armando Trovajoli, che dirige l’orchestra dal vivo di 16 elementi, rinfrescando lo
spartito originale con alcune sfumature che il Maestro Trovajoli aveva studiato per l’edizione del West
End; dallo scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato il progetto originale di Giulio Coltellacci della
celebre e ingegnosa scenografia, con il doppio girevole concentrico (“per negare alla mente dello
spettatore la possibilità di una pausa”, scriveva Franco Quadri su Panorama) e la grande arca; dalla
costumista Francesca Grossi che ha adattato i disegni originali dei raffinati costumi dalle tinte pastello,
sempre di Coltellacci. Il disegno luci è di Umile Vainieri; il disegno fonico è di Emanuele Carlucci; la
realizzazione dei contributi video è di Claudio Cianfoni. La scena è stata realizzata dalla scenotecnica di
Mario Amodio, che fu il costruttore nella prima edizione e da Antonio Dari per la parte meccanica; i
costumi dalla Sartoria Brancaccio.
Gianluca Guidi, erede legittimo del padre Johnny Dorelli protagonista della prima edizione, torna anche
a vestire la tonaca del parroco Don Silvestro come nel 2009, alle prese con un’Arca da costruire e la sua
favola che parla d’amore e di accoglienza; Guidi, all’epoca della prima rappresentazione, era un bambino
di 7 anni e ricorda che alla prima al Sistina sedeva in platea osservando il padre sul palco: “… si aprì il
sipario la voce di Dio cominciò a parlare e dal palcoscenico arrivò un’ondata di profumi e note… e fu
subito magia…”; “la voce da lassù” sarà quella, inconfondibile, di Enzo Garinei, dopo ben 500 repliche
come Sindaco Crispino.
La commedia musicale è prodotta da Officine del Teatro Italiano in collaborazione con Viola Produzioni.
Dopo il successo ottenuto con Rapunzel il musical (2014), Sister Act il musical (2015), Peter Pan il musical
(2016), L’ultima strega (2016), E… se il tempo fosse un gambero? (2016), La Regina di Ghiaccio il musical
(2017), Alessandro Longobardi conferma la qualità e l’efficienza del polo produttivo coordinato da Carlo
Buttò.
LA TRAMA
La storia, liberamente ispirata a “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don
Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che riceve un giorno un’inaspettata telefonata: Dio in
persona lo incarica di costruire una nuova arca per salvare se stesso e tutto il suo paese dall’imminente
secondo diluvio universale. Il giovane parroco, aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa,
nonostante l’avido sindaco Crispino che tenterà di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione,
donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese, ma che si innamorerà di Toto e
accetterà di sposarlo.
Giunto il momento di salire sull’arca, un cardinale inviato da Roma convince la gente del paese a non
seguire Don Silvestro, accusandolo di pazzia, cosicché sull'arca, sotto il diluvio, si ritrovano solo lui e
Clementina, la giovane figlia del sindaco da sempre perdutamente innamorata di lui.
Il giovane curato decide però di non abbandonare il suo paese e i suoi amici e Dio, vedendo fallire il suo
progetto, fa smettere il diluvio.
Per brindare al lieto fine Don Silvestro aggiunge un posto a tavola per… Lui!
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Sito ufficiale www.aggiungiunpostoatavola.com
/aggiungiunpostoatavola
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NOTE DI REGIA
Quando Alessandro Longobardi mi ha chiesto di tentare questa impresa, devo dire, l’entusiasmo è salito
subito alle stelle; poi (un po’ come Don Silvestro che col martello, guardando l’arca spalle al pubblico, dice “…
va bene farò da solo… da solo” per poi crollare su sé stesso) il senso della realtà ha avuto la meglio. Il Teatro
di Garinei & Giovannini non è mai stato facile da riproporre, paradossalmente, nemmeno per loro stessi. La
genesi di numerosi spettacoli concepiti dalla celeberrima coppia era sempre un perfetto mix di idee autoriali,
costruzione registica collaudata, team creativo d’eccellenza, e, non ultimo, l’apporto interpretativo di veri e
propri mostri sacri del palcoscenico, testimoni ultimi di una generazione attoriale e di una professione, ormai
in via d’estinzione.
Nel caso poi dello spettacolo in “oggetto”, stiamo parlando di un successo planetario, allestito in quasi ogni
parte del mondo, fatto salvo solo il mercato statunitense. Una Babele di linguaggi, attitudini attoriali, suoni,
costumi e luci… il tutto sotto le mure di un’arca pronta a rifondare il mondo.
Personalmente ricordo, ovviamente, le molteplici versioni paterne (chissà cosa sarebbe stato Don Silvestro
senza di lui), tra cui quella di Londra in cui lui si dimenticò per sei mesi di essere Johnny Dorelli, e divenne
uno straordinario attore anglosassone… non l’ho mai più visto così diverso da se stesso e così
straordinariamente bravo… ricordo ovviamente l’edizione del 2009/10 da me interpretata… e poi ricordo la
prima al Sistina nel 1974 in cui si aprì il sipario la voce di Dio cominciò a parlare e dal palcoscenico arrivò
un’ondata di profumi e note… e fu subito magia… che dura da quasi 45 anni. Come fare per non tradirla?
Intanto il dovere di un regista dovrebbe essere quello di non tradire gli autori… soprattutto (visto il vantaggio
che comporta) in casi ove la materia è consolidata e soprattutto di comprovato successo.
Aggiungi un Posto a Tavola è una favola che parla d’amore, di accoglienza, di vita nuova da inventare e,
possibilmente, migliorare, di esseri umani che hanno la possibilità di creare un mondo nuovo… e perché no?
Anche di fede… minuscola per la scrittura ma assolutamente maiuscola se intesa come fiducia in se stessi, nel
prossimo e nel futuro.
Devo ringraziare Alessandro Longobardi per molteplici ragioni.
La prima, sorprendente: ha saputo creare una “famiglia” teatrale, diretta dal sempre presente e disponibile
Carlo Buttò, che non ha pari nel mondo teatrale italiano se non nell’ambito di acclamati Teatri Pubblici. Il
livello di professionalità altissimo che ho trovato nel Teatro Brancaccio mi ha profondamente stupito e
lasciato incredulo.
La seconda: l’investimento profuso per questo spettacolo è gigantesco. Immagino difficile da sostenere non
fosse altro che psicologicamente.
Eppure a questa edizione di Aggiungi non manca nulla, anzi vi è più di quanto un comune mortale teatrante
come me potesse immaginare. E senza aver fatto richieste particolari: ho trovato tutto sul piatto servito e
apparecchiato come in un grande ristorante prelibato.
La terza: l’assoluta libertà di scelta di cast che mi ha lasciato, a volte chiedendo spiegazioni, a volte
chiedendomi se fossi sicuro delle scelte fatte, a volte dicendomi che non era profondamente d’accordo con
me… ma mai, e ripeto, MAI, una pressione nei miei confronti o ingerenze di qualsiasi natura.
Ad affiancarlo in questa grande “famiglia” ritrovo con piacere Gino Landi. Ultimo artista e creatore capace di
creare coreografie che raccontino la storia con gli autori. Un caro amico che mi ha conosciuto nel 1974. E
che, a tutti i costi, ho pregato di fare parte di questo nuovo viaggio dell’arca insieme alla sua preziosissima e
meravigliosa amica e assistente Cristina Arrò, anch’ella solista di una passata edizione dello spettacolo.
Mi manca l’espressione, durante le prove, di Armando Trovajoli. Il mondo conosce le sue musiche, le sue
colonne sonore, i suoi persistenti manuali di armonia in ogni misura musicale che ha scritto; io ho avuto la
fortuna, in passato, di poterne conoscere il senso dell’umorismo, l’eleganza persistente e profonda in ogni
singola nota che ha scritto. I suoi sguardi di approvazione o di rimprovero. Ci ha lasciati però nelle mani di un
ottimo musicista: Maurizio Abeni. Suo ultimo assistente… straordinario direttore musicale di questa edizione
con una meravigliosa orchestra dal vivo di sedici elementi; da lui diretta e arrangiata. Al suo fianco Marco
Bosco che, con passione e professionalità, dirige le parti corali dello spettacolo.
Jaja Fiastri, [scomparsa nel dicembre 2018, ndr] amica da molti anni. Una donna con un senso dell’umorismo
senza pari applicato alla vita. Sono felice di aver ricondiviso con lei questa avventura di sua intuizione.
Le scene di Giulio Coltellacci ricreate e ricostruite su un progetto pieno di tranelli e difficoltà in modo mirabile
da Lele Moreschi.
I costumi di Francesca Grossi sono filologicamente quelli delle edizioni precedenti, ma nuovi, freschi e pieni di
vita anche appesi alle stampelle.
Il mio amico Umile Vainieri, compagno di grandi battaglie teatrali, firma le luci e gli sono grato per il rispetto
che ogni volta dimostra nei miei confronti.
I nostri tecnici capitanati dal bravo Gerardo Nigro, deliziosi e capaci… alcuni di loro (come me) facenti parti
del “Sindacato Figli d’Arte…
Enzo Garinei (un grande amico), Emy Bergamo, Marco Simeoli, Camilla Nigro, Piero di Blasio e Francesca
Nunzi sono gli straordinari attori cantanti che danno vita ai personaggi.
Un grazie alla “mia” Manuela Scravaglieri, nel corpo di ballo della precedente edizione da me recitata,
diventata poi preziosa, insostituibile, assistente alla regia… unica a cui concedo la possibilità di riprendermi
sul lavoro… perché…io non lo so ma lei sì, ha sempre ragione…
Il mio lavoro lo giudicherà chi vedrà lo spettacolo. Ma sono fiero e orgoglioso di quello che sto facendo. Ai
posteri l’opinione su di esso.
Con Rispetto e Stima dedicata a Pietro e Sandro con i quali non ho mai avuto il piacere di lavorare.
Grazie
Gianluca Guidi
LA STORIA DI “AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA” raccontata da Alessandro Caria
ANNI SETTANTA
Nella stagione a seguire (1975-’76) la compagnia di Aggiungi un Posto a Tavola compie una lunga tournée
(otto mesi con spettacoli quasi giornalieri) attraverso le maggiori città italiane.
Il 19 novembre 1976 la commedia musicale di G&G debutta al Theatre an der Wien di Vienna con il titolo
Evviva Amico con repliche andate avanti per circa 9 mesi.
A seguire Aggiungi un Posto a Tavola arriva in Spagna, debutto al
Teatro Monumental di Madrid con il titolo El Diluvio que Viene l’11
marzo 1977 e si andrà avanti per oltre 3 anni (con due spettacoli al
giorno!) totalizzando 2.124 repliche. Negli anni a venire si avranno
due revival, uno nel 1995 (Madrid, Teatro Calderon) e uno nel 2004
(Valencia, Teatro Olympia).
Con il titolo di Himmel Arche und Wolkenbruch debutta a Lubecca il 9
giugno 1977 e tiene il cartellone per circa 6 mesi di repliche.
Aggiungi un Posto a Tavola torna così in Italia a grande richiesta il 6
dicembre 1977, sempre al Sistina e con lo stesso Cast della prima
edizione fatta eccezione di Jenny Tamburi come Clementina;
inizialmente erano in programma repliche per due mesi, ma si andò
avanti con successo fino a cinque mesi, sempre a teatro esaurito fino
al 23 aprile 1978. Lo spettacolo, a questa data, ha avuto in Italia 642
repliche ed è stato visto da circa un milione di spettatori!
Nel marzo del 1978, ancora con il titolo El Diluvio que Viene lo
spettacolo attraversa l’Atlantico per approdare a Città del Messico,
dove rimane in cartellone per circa 1.800 repliche. In Messico si avranno altre due edizioni, sempre al Teatro
San Rafael (1993 e 2007).
Il 9 novembre 1978, con il titolo Beyond the Rainbow, arriva a Londra con il debutto nel prestigioso West End
all’Adelphi Theatre; questa edizione rimane in scena per ben 238 repliche, circa 8 mesi. Johnny Dorelli è
anche in questa edizione Don Silvestro. Le liriche dello spettacolo furono tradotte da Leslie Bricusse, vincitore
di due Oscar e un Grammy Award.
Il 19 aprile 1979, sempre come El Diluvio que Viene, arriva il debutto a Buenos Aires con repliche per oltre 3
anni (prima al Teatro Nacional poi al Teatro Cómico). Anche in Argentina si susseguono le riprese dello
spettacolo: la seconda debutta l'8 gennaio 1985 al Teatro Astral; nel settembre 1992 va in scena il terzo
revival al Teatro Lola Membrives; nel gennaio del 2011 debutta a Mar Del Plata la quarta edizione; nel
gennaio 2016 c’è una ennesima ripresa al Teatro Ópera Allianz di Buenos Aires.
L’edizione in lingua spagnola è stata messa in scena con grande successo anche in Perù, Cile e Venezuela.
ANNI OTTANTA
Il 5 giugno 1981 prende il via anche l’edizione brasiliana a San Paolo (Teatro Cardoso), in lingua portoghese,
con il titolo Aí Vem o Dilúvio, le repliche andranno avanti fino al 30 gennaio 1983, con una edizione a Rio de
Janeiro (Teatro Zacaro) nel 1982; nel luglio del 2000 andrà in scena la seconda edizione (San Paolo, Teatro
Ópera).
A settembre del 1981 il sipario si alza a Lisbona in Portogallo per la prima di Aí Vem o Dilúvio.
Nella seconda metà degli Anni Ottanta arrivano anche le edizioni dell’Est Europa con la produzione
ungherese che debutta a Budapest nel dicembre 1987 con il titolo Mennybol a Telefon e poi in
Cecoslovacchia, per giungere a quella in Russia, prima al Teatro Nazionale della città ucraina di Sverdlovsk nel
settembre 1988 e poi al Palazzo dei Congressi di Mosca il 10 aprile 1989 sempre con il titolo Konetz Svieta ("Il
finimondo") con arrangiamenti dalle sfumature rock.
ANNI NOVANTA
Pietro Garinei decide di riprendere Aggiungi un Posto a Tavola che torna al Sistina il 9 marzo 1990, ancora
con Johnny Dorelli che - nonostante avesse dichiarato di sentirsi un po' fuori parte a sedici anni dal debutto -
indossa di nuovo la tonaca e calza le scarpe da tennis per 75 serate da 'tutto esaurito', seguite l'anno
successivo dalle sole 11 repliche milanesi al Teatro Carcano. Accanto a Dorelli ci sono Tanja Piattella
(Clementina), Alida Chelli (Consolazione), Adriano Pappalardo (Toto), Carlo Croccolo (Crispino) e Christi
(Ortensia).
DUEMILA
Il 17 dicembre 2002 (Teatro Nazionale, Milano) ecco la quarta ripresa di Aggiungi un Posto a Tavola, l'ultima
edizione diretta da Garinei; questa volta ad indossare la tonaca di Don Silvestro è Giulio Scarpati; completano
il Cast la giovanissima Martina Stella (Clementina), Chiara Noschese (Consolazione), Max Giusti (Toto), Enzo
Garinei (Crispino) e Christi (Ortensia). Dopo aver collezionato 87.000 spettatori al Nazionale di Milano in due
mesi di repliche e 18 esauriti consecutivi all'Augusteo di Napoli, lo spettacolo trionfa al Sistina per altri due
mesi; visto il successo, Scarpati e compagni torneranno a Roma per un altro mese la stagione successiva, nel
mezzo di una lunga tournée che alla fine collezionerà circa 240 repliche in due anni.
L’intramontabile successo di Aggiungi un Posto a Tavola si conferma in Italia con la sua quinta ripresa
(debutto al Sistina il 2 dicembre 2009). Il quotidiano Il Messaggero celebra con un inserto speciale i 35 anni
della commedia musicale e il passaggio del testimone (o meglio, della tonaca) da Johnny Dorelli a suo figlio
Gianluca Guidi e con lui vanno in scena Valentina Cenni (Clementina), Marisa Laurito (Consolazione), Marco
Simeoli (Toto), ancora Enzo Garinei (Crispino) e Titta Graziano (Ortensia); lo spettacolo sbanca per l’ennesima
volta il botteghino, le prime 82 repliche furono viste da 112.600 spettatori! Questa edizione viene applaudita
da più di 300.000 spettatori in un totale di 239 repliche in tutta la penisola e il 14 febbraio 2010 al Teatro
Arcimboldi batte il record di spettatori in una sola sera per questo spettacolo: 2.253 biglietti staccati.
Il 19 aprile 2013 (Teatro Fenaroli, Lanciano) arriva la sesta edizione di Aggiungi un Posto a Tavola proposta
dalla Compagnia dell’Alba di Ortona, un’edizione fedele all’originale nella regia e nelle coreografie (riprodotte
da Fabrizio Angelini) ma ridimensionata nella costruzione scenica per permettere allo spettacolo di
raggiungere anche quei teatri di provincia che non potevano ospitare l'edizione 'kolossal'. Il Cast comprende
Gabriele De Guglielmo (Don Silvestro), Arianna e Carolina Ciampoli si alternano come Clementina, Jacqueline
Ferry (Consolazione), Gaetano Cespa (Toto), Tommaso Bernabeo (Crispino), Brunella Platania (Ortensia). La
compagnia abruzzese colleziona quasi 150 repliche e festeggia i 40 anni dello spettacolo all'Auditorium
Conciliazione di Roma.
Nel novembre 2015 la Bernstein School of Musical Theater di Bologna partecipa ad un progetto in
collaborazione con l’Università Normale di Chengdu in Cina che prevede la messa in scena di uno
spettacolo/workshop di Aggiungi un posto a tavola con un cast misto di allievi italiani e cinesi.
L’ARCA CONQUISTA MILANO di Alessandro Caria
«Affettuosa ed indimenticabile accoglienza». Così recitava il tamburino
fatto pubblicare sul Corriere della Sera domenica 11 gennaio 1976 da
Garinei e Giovannini per ringraziare il pubblico milanese dei lunghi
applausi e le ovazioni che aveva tributato alla prima edizione di Aggiungi
un Posto a Tavola. Ma per comprendere meglio l’entusiasmo (fanatismo?)
con il quale Milano accolse questa fortunata commedia musicale basta
leggere la cronaca di mercoledì 29 ottobre 1975 in un articolo di
Paolantonio Paganini pubblicato sul quotidiano La Notte: «Da qualche
giorno verso le sei del mattino davanti al Teatro Lirico in Via Larga, vi è un
gruppetto di persone che aspetta. Verso le otto sono già una fila
interminabile. Sono tutti in attesa di comprare un biglietto per Aggiungi
un Posto a Tavola. I botteghini del Lirico non registravano da tempo una
tale richiesta. Ieri mattina si sono avuti anche degli incidenti. La folla che
ancora a mezzogiorno aspettava di entrare, temendo di non ottenere i
biglietti, ha sfondato la porta a vetri dell’ingresso. Svenimenti, ragazze in
lacrime, cassiere terrorizzate, panico generale fino all’arrivo della polizia
che ha ristabilito la calma». Lo stesso Gianluca Guidi – che si appresta a
tornare a Milano con questa commedia musicale - tempo fa raccontò: «Da bambino vivevo a Milano e
ricordo che quando lo spettacolo fece tappa al Lirico, una mattina mio padre mi svegliò presto e mi disse
"Oggi non ti porto a scuola, andiamo da un’altra parte…"; prendemmo la macchina e ci fermammo di fronte
al teatro dove c’era una lunga fila di persone che non curanti del freddo aspettavano l’apertura del
botteghino. "Vedi? Queste persone sono qui per vedere papà!"».
Già, perché Milano ha sempre voluto bene a questa commedia musicale, a partire proprio dalla prima volta
in cui approdò al Teatro Lirico il 18 ottobre 1975, occupando tutte le 1.800 poltrone della sala di Via Larga per
ben tre mesi (92 repliche per oltre 160 mila spettatori e una media di incassi di 9 milioni di lire a sera – come
riportava il Corriere d’Informazione). Erano tempi, è bene ricordarlo, non facili: siamo nel cuore degli Anni ‘70
e si diffonde quel crescendo di incertezza strisciante; sono gli anni degli assassini politici in strada, delle
gambizzazioni e dei rapimenti firmati Brigate Rosse.