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“strutture di acciaio”, concettualmente omologo (seppure quantitativamente molto più ridotto) al
codice di progettazione EN 1993, all’impiego del quale peraltro fa riferimento diretto.
Al di fuori di termini cogenti previsti dalla legge, tale codice è liberamente adottabile dalle parti
contrattuali interessate alla realizzazione di “structural steelworks” (appunto “strutture di acciaio”)
ovvero “structural manufactured components”, componenti in acciaio dotati di capacità portante.
Devono pertanto rispettare i requisiti tecnici di esecuzione individuati dalla norma EN 1090-2 tutti i
componenti in acciaio anche “non facenti parte del complesso strutturale, ma che svolgono funzione
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statica autonoma”, ovvero i componenti anche non strettamente rilevanti ai fini del soddisfacimento
del Requisito di Base 1 “Resistenza meccanica e stabilità” dell’opera di costruzione di cui
all’Allegato I del Reg. 305/2011, ma che risultino comunque dotati di capacità portante (cioè
svolgenti “funzione statica autonoma”).
Appare pertanto rilevante l’identificazione, propedeutica all’avvio del processo di esecuzione e
quindi nell’ambito del processo di progettazione, del gruppo dei componenti in acciaio “facenti parte
del complesso strutturale” (che indicheremo con “1”) e del gruppo dei componenti in acciaio
svolgenti “funzione statica autonoma” (che indicheremo con “2”), ciò in ragione delle motivazioni
seguenti.
➢ I componenti del gruppo 1 (fatto salvo il caso ricadano nel campo di applicazione di differente
norma armonizzata al Reg. 305/2011) ricadono nel campo di applicazione della norma
armonizzata EN 1090-1: devono pertanto essere fatti oggetto di accettazione da parte del Direttore
dei Lavori in accordo alla fattispecie A) di cui al par. 11. 1 delle NTC e devono quindi essere
immessi sul mercato (ovvero consegnati in cantiere per l’uso) corredati da Dichiarazione di
Prestazione in accordo all’art. 4 del Reg. 305/2011 e da relativa marcatura CE in accordo all’art.
8 del medesimo, emesse nella responsabilità di un “Fabbricante” a tale scopo autorizzato a
seguito di attivazione di idoneo Sistema di Controllo di Produzione di Fabbrica (“Factory
Production Control System”) oggetto di certificazione da parte di organismo notificato.
➢ I componenti del gruppo 2 (fatto salvo il caso ricadano nel campo di applicazione di differente
norma armonizzata al Reg. 305/2011) non ricadono nel campo di applicazione della norma
armonizzata EN 1090-1: devono pertanto essere fatti oggetto di accettazione da parte del Direttore
dei Lavori in accordo alla fattispecie B) di cui al par. 11. 1 delle NTC e devono quindi essere
oggetto di fabbricazione da parte di un “Centro di Trasformazione” a tale scopo autorizzato ai
sensi del par. 11.3.1.7 delle NTC, ovvero da un “Fabbricante” come sopra ma che non deve
procedere all’emissione di “DoP” e relativa marcatura CE.
Gli strumenti generali del controllo di impiego della norma tecnica EN 1090-2
Per l’esecuzione (ovvero per la prefabbricazione presso l’officina e la successiva installazione in
opera presso il cantiere) su territorio nazionale di opere in acciaio e dei relativi componenti strutturali
(ovvero dotati di capacità portante anche a prescindere dal loro eventuale concorso al soddisfacimento
del Requisito di Base 1 dell’opera di costruzione) occorre dunque che vengano rispettati i requisiti
individuati dalla norma tecnica EN 1090-2.
Il controllo del rispetto di tali requisiti, fortemente articolati su un insieme di riferimenti normativi
specialistici quantitativamente fra i più estesi in assoluto (si veda a riguardo il cap. 2 della norma),
richiede al Direttore dei Lavori il possesso di un particolare insieme di competenze, relative
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all’attuazione e controllo dei: a) processi di identificazione della qualità e rintracciabilità di impiego
dei prodotti costituenti, b) processi preparatori di taglio, formatura e foratura, c) processi di
connessione per saldatura, d) processi di protezione dalla corrosione, e) processi di connessione per
bullonatura, f) processi di installazione.
Le possibilità di effettivo governo (in termini di identificazione, pianificazione, attuazione e
registrazione d’esito delle attività di controllo) del processo generale di esecuzione trovano il proprio
fondamento proprio nella ricezione degli esiti del processo di progettazione strutturale, che deve
specificare tutte le informazioni necessarie alla corretta attuazione del processo successivo.
Osserviamo a riguardo il testo della Circolare esplicativa alle NTC proposta all’Assemblea generale
del C.S.LL.PP. il 27 luglio u.s. (peraltro ancora non adottato e pertanto passibile di modificazioni):
“Il richiamo alla norma europea EN 1090-2, riportato al secondo capoverso del §4.2 delle NTC, in
virtù dell’estensiva trattazione di tutto il processo realizzativo di un’opera in acciaio che essa
contiene, implica che già in sede di progetto si tenga conto di diversi aspetti riguardanti le fasi di
esecuzione e di installazione in cantiere delle strutture.
Tra le principali innovazioni che la norma europea contiene vi sono, in particolare:
- l’indicazione della classe di esecuzione del componente strutturale
- l’indicazione del grado di preparazione delle superfici all’esecuzione del trattamento superficiale
previsto di protezione dalla corrosione
- l’indicazione dei valori delle tolleranze geometriche, essenziali e funzionali
E’ pertanto compito del progettista individuare, definire e specificare i contenuti delle suddette
informazioni e riportarne i riferimenti nel documento specifico che la norma EN1090-2 definisce
“Specifica di esecuzione””.
Ovvero: il “testimone” documentale che il processo di progettazione strutturale deve poter consegnare
al processo di esecuzione ha un nome: “Specifica di Esecuzione” (rif. par. 4.1 della norma) ed il suo
impiego risulta cogente in forza del par. 4.2 delle NTC vigenti.
Risulta altresì cogente l’impiego degli ulteriori strumenti documentali di controllo:
• Piano di Controllo dell’Esecuzione (rif. par. 4.2.1)
• Piano di Saldatura (rif. par. 7.2.1)
• Piano di Installazione (rif. par. 9.3.2)
Alcune conclusioni
Sono individuabili alcune conclusioni di carattere generale.
A. Nell’ambito dell’aggiornamento 2018 delle NTC, il legislatore ha deciso di adottare il “codice di
esecuzione” EN 1090-2 per le strutture in acciaio da realizzarsi sul territorio nazionale, con
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riferimento sia ai componenti “facenti parte del complesso strutturale” che a quelli che non ne
fanno parte ma che “svolgono funzione statica autonoma”.
B. Il “codice di esecuzione” EN 1090-2 costituisce uno strumento normativo impiegabile soltanto a
condizione che il propedeutico processo di progettazione strutturale abbia individuato fra i propri
esiti la specificazione dell’insieme dei requisiti necessari all’applicazione del codice medesimo.
C. Il controllo del soddisfacimento dei requisiti di esecuzione individuati deve avvenire mediante
impiego di strumenti documentali di pianificazione univocamente determinati sulla base della
“Specifica di Esecuzione”, emessa cura del progettista strutturale.
D. Si conferma, qui con particolare riferimento al caso specifico delle strutture in acciaio, la criticità
(peraltro concettualmente indiscutibile) della fase di transizione fra il processo di progettazione
ed il processo di esecuzione, fase per la quale il “codice di esecuzione” EN 1090-2 prevede un
preciso strumento di transito (la “Specifica di Esecuzione”) che il Direttore dei Lavori,
preventivamente all’avvio del processo di proprio governo, dovrebbe porre ad oggetto di specifica
riunione congiunta con progettista ed appaltatore, per ottenere due precisi risultati:
• verifica della completezza, correttezza e ottenibilità dei requisiti di esecuzione determinati da
parte del progettista;
• verifica del livello di comprensione, elaborazione metodologica di attuazione e pianificazione
operativa di controllo dei medesimi requisiti da parte dell’appaltatore.
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