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Capitolo 5

TEOREMA DI BETTI E LINEE


DI INFLUENZA (prof. Elio Sacco)

5.1 Teorema di Betti


Siano S1 = {b1 , p1 , û1 } ed S2 = {b2 , p2 , û2 } due differenti sistemi di sollecitazioni
agenti sul medesimo corpo Ω e siano s1 = {u1 , ε1 , σ 1 } ed s2 = {u2 , ε2 , σ 2 } i due stati
elastici soluzioni dei corrispondenti problemi dell’equilibrio elastico.
Betti1 dimostrò che:
Il lavoro L12 compiuto dal sistema di sollecitazione S1 per gli spostamenti u2 provo-
cati da un secondo sistema di sollecitazione S2 è uguale al lavoro L12 compiuto dal
sistema S2 per gli spostamenti u1 provocati dal sistema S1 .
In formula:
R 1 2 R R
b · u dv+ ∂f Ω p1 · u2 dA+ ∂u Ω σ 1 n · û2 dA
ΩR R R (5.1)
= Ω b2 · u1 dv+ ∂f Ω p2 · u1 dA+ ∂u Ω σ 2 n · û1 dA

Il teorema di Betti si dimostra ricorrendo al principio dei lavori virtuali. Infatti, si ha:
R R R
L12 = Ω b1 · u2 dv+ ∂f Ω p1 · u2 dA+ ∂u Ω σ 1 n · û2 dA
R R R R
= Ω σ 1 ·Rε2 dv = Ω CεR1 · ε2 dv = Ω CεR2 · ε1 dv= Ω σ 2 · ε1 dv (5.2)
= Ω b2 · u1 dv+ ∂f Ω p2 · u1 dA+ ∂u Ω σ 2 n · û1 dA

Si evidenzia che nella dimostrazione del teorema di Betti si è utilizzata la proprietà di


simmetria maggiore del tensore elastico C, ovvero il materiale deve essere iperelastico.
1
Enrico Betti (Pistoia 1823-Pisa 1892), matematico italiano. Professore dal 1867 all’Università di
Pisa, deputato (1862) e senatore (1884). Fondatore della scuola italiana di matematica, fu maestro
di U. Dini, L. Bianchi, V. Volterra. Studiò inizialmente problemi di algebra e la teoria delle funzioni
ellittiche, sviluppò e chiarì la teoria delle equazioni di E. Galois dando dimostrazioni per risultati che
vi erano solo enunciati. In seguito diede notevoli contributi anche alla fisica matematica, in particolare
alla teoria dell’elasticità.

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68CAPITOLO 5. TEOREMA DI BETTI E LINEE DI INFLUENZA (PROF. ELIO SACCO)

Il teorema di Betti si può dimostrare anche calcolando l’energia immagazzinata nel


corpo Ω. Infatti, si supponga che Ω sia soggetto a due storie di carico:
1. agisce solo la sollecitazione S1 e successivamente agisce anche S2 ,
2. agisce solo la sollecitazione S2 e successivamente agisce anche S1 .
Facendo ricorso al teorema di Clapeyron, l’energia elastica calcolata nei due casi
vale: hR R R i
E 0 = 12 Ω b1 · u1 dv+ ∂f Ω p1 · u1 dA+ ∂u Ω σ 1 n · û1 dA
R R R
+ Ω b1 · u2 dv + ∂f Ω p1 · u2 dA + ∂u Ω σ 1 n · û2 dA (5.3)
hR R R i
+ 12 Ω b2 · u2 dv+ ∂f Ω p2 · u2 dA+ ∂u Ω σ 2 n · û2 dA
hR R R i
E 00 = 12 Ω b2 · u2 dv+ ∂f Ω p2 · u2 dA+ ∂u Ω σ 2 n · û2 dA
R R R
+ Ω b2 · u1 dv + ∂f Ω p2 · u1 dA + ∂u Ω σ 2 n · û1 dA (5.4)
hR R R i
+ 12 Ω b1 · u1 dv+ ∂f Ω p1 · u1 dA + ∂u Ω σ 1 n · û1 dA
Poichè il materiale che compone il corpo è iperelastico, le due energie devono assumere
lo stesso valore, da cui si deduce l’equazione (5.1).
Allo scopo di rendere più evidente le espressioni (5.3) e (5.4), si considera una trave
soggetta a due forze F1 ed F2 , come illustrato in figura 5.1.

F1 F2

F1
agisce solo F1
v1S1

F1 F2
agisce F1 ed F2
v1S1 V2S2
v2S1

Figura 5.1: Teorema di Betti.


5.2. TEOREMA DI BETTI GENERALIZZATO 69

Per effetto della forza F1 la sezione S1 subisce uno spostamento v1S1 . L’energia
elastica immagazzinata dal sistema, per il teorema di Clapeyron, vale:
1
E10 = F1 v1S1 (5.5)
2
Quindi, successivamente agisce la forza F2 . La sezione S1 subisce un ulteriore sposta-
mento v2s1 , mentre la sezione S2 subisce lo spostamento v2s2 . L’energia elastica
immagazzinata dal sistema, per il teorema di Clapeyron, vale:
1
E20 = F1 v2S1 + F2 v2S2 (5.6)
2
L’energia totale si determina sommando le quantità calcolate tramite le (5.5) e (5.6):
1 1
E 0 = E10 + E20 = F1 v1S1 + F1 v2S1 + F2 v2S2 (5.7)
2 2
Analogamente applicando prima la forza F2 e poi la forza F1 , l’energia vale:
1 1
E 00 = F2 v2S2 + F2 v1S2 + F1 v1S1 (5.8)
2 2
Da cui il teorema di Betti:

E 0 = E 00 ⇒ F1 v2S1 = F2 v1S2 (5.9)

5.2 Teorema di Betti generalizzato


Il teorema di Betti viene generalizzato considerando nei due sistemi di sollecitazioni
S1 ed S2 agenti sul corpo Ω anche delle possibili distorsioni δ 1 e δ 2 , così che S1 =
{b1 , p1 , û1 , δ 1 } ed S 2 = {b2 , p2 , û2 , δ 2 }. Come nel caso precedente siano s 1 = {u1 , ε1 , σ 1 }
ed s 2 = {u2 , ε2 , σ 2 } i due stati elastici soluzioni dei corrispondenti problemi dell’equi-
librio elastico.
Il lavoro virtuale che le forze del sistema S1 compiono per gli spostamenti dello
stato elastico s2 , vale:
R R R
L12 = Ω b1 · u2 dv + ∂f Ω p1 · u2 dA + ∂u Ω σ 1 n · û2 dA
R R ¡ ¢ (5.10)
= Ω σ 1 · ε2 dv = Ω C ε1 − δ 1 · ε2 dv

essendo ε1 − δ 1 la deformazione elastica presente nello stato s1 .


Analogamente, il lavoro virtuale che le forze del sistema S2 compiono per gli
spostamenti dello stato elastico s1 , vale:
R R R
L21 = Ω b2 · u1 dv + ∂f Ω p2 · u1 dA + ∂u Ω σ 2 n · û1 dA
R R ¡ ¢ (5.11)
= Ω σ 2 · ε1 dv = Ω C ε2 − δ 2 · ε1 dv
70CAPITOLO 5. TEOREMA DI BETTI E LINEE DI INFLUENZA (PROF. ELIO SACCO)

Sottraendo membro a membro le (5.10) e (5.11) si ottiene:


R 1 2 R R
b · u dv + ∂f Ω p1 · u2 dA + ∂u Ω σ 1 n · û2 dA
R
Ω R R
− Ω b2 · u1 dv − ∂f Ω p2 · u1 dA − ∂u Ω σ 2 n · û1 dA (5.12)
R ¡ ¢ R ¡ ¢
= Ω C ε1 − δ 1 · ε2 dv − Ω C ε2 − δ 2 · ε1 dv
Sommando e sottraendo al secondo membro la stessa quantità si ha:
R ¡ 1 1
¢ 2 R ¡ 2 2
¢ 1
R

C ε − δ · ε
R dv − Ω
C ε −
R δ · ε dv
= R Ω Cε · ε dv − R Ω Cε · δ dv + R Ω Cδ 2 · δ 1 dv
1 2 2 1
(5.13)
− RΩ Cε¡2 · ε1 dv +¢ Ω
Cε1 · Rδ 2 dv ¡− Ω Cδ¢1 · δ 2 dv
= Ω C ε1 − δ 1 · δ 2 dv − Ω C ε2 − δ 2 · δ 1 dv
Confrontando la (5.12) con la (5.13) si ottiene:
R 1 2 R R R ¡ ¢
b · u dv + ∂f Ω p1 · u2 dA + ∂u Ω σ 1 n · u2 dA − Ω C ε1 − δ 1 · δ 2 dv
R
Ω R R R ¡ ¢ (5.14)
= Ω b2 · u1 dv + ∂f Ω p2 · u1 dA + ∂u Ω σ 2 n · u1 dA − Ω C ε2 − δ 2 · δ 1 dv

che equivale a:
R 1 2 R 1 2
R 1 2
R 1 2
b · u dv + p · u dA + σ n · u dA − σ · δ dv
R 2 1
Ω ∂Rf Ω
2 1
∂Ru Ω
2 1
R 2 1

(5.15)
= Ω b · u dv + ∂f Ω p · u dA + ∂u Ω σ n · u dA − Ω σ · δ dv

5.3 Linee di influenza


Le linee di influenza sono una particolare applicazione del teorema di Betti generalizzato
al problema delle travature.
Si consideri il caso in cui le il sistema di sollecitazione S1 consista in una forza
applica F 1 ed una distorsione ∆1 , mentre il sistema S2 consista in una forza applica
F 2 ed una distorsione ∆2 ; si consideri inoltre per la trave solo il problema flessionale,
per cui per spostamento si intende l’inflessione v e per tensione il momento flettente
M. Il teorema di Betti generalizzato (5.15) prende la forma:
F 1 v 2 − M 1 ∆2 = F 2 v1 − M 2 ∆1 (5.16)
Per evidenziare l’utilità del teorema di Betti generalizzato, nella forma espressa dalla
(5.16), si consideri il problema di voler determinare lo spostamento v1 di una sezione
A della trave, per effetto della forza F 1 = 1 applicata nella sezione B. A tale scopo si
pone ∆1 =0. Inoltre, si pone F 2 = 1 applicata nella sezione A con ∆2 =0. La formula
(5.16) si semplifica in:
v2 = v1 (5.17)
In altri termini, spostamento v 1 della sezione A della trave per effetto della forza
unitaria F 1 = 1 in B è uguale allo spostamento v 2 provocato dalla forza unitaria F 2 =1
5.4. ESERCIZI SULLE LINEE DI INFLUENZA 71

applicata nella sezione A. Al variare della sezione B di applicazione della forza unitaria
F 1 , il valore dello spostamento in A varia ed assume il valore dello spostamento che
avviene nella sezione B dove è applicata la forza F 1 . In definitiva, il diagramma dello
spostamento in A provocato da una forza unitaria comunque posizionata lungo la linea
d’asse della trave è uguale al diagramma dello spostamento provocato da una forza
unitaria applicata nella sezione B. Tale diagramma viene comunemente indicato come
la linea di influenza dello spostamento in A dovuto ad una forza unitaria viaggiante.
Applicando tale procedura a differenti situazioni si possono determinare le linee di
influenza di varie grandezze, di notevole interesse applicativo.
In generale, si assume il sistema S 1 come sistema effettivo in cui l’ente sollecitante sia
mobile (ente viaggiante), ed il sistema S 2 come sistema ausiliario nel quale determinare
il diagramma equivalente.

1. Determinare la linea d’influenza dello spostamento v 1 di una sezione A della trave,


per effetto della forza viaggiante F 1 = 1. A tale scopo si pone ∆1 =0. Inoltre, si
pone F 2 = 0 applicata nella sezione A con ∆2 =0. La formula (5.16) si semplifica
in:

v2 = v1 (5.18)
La linea d’influenza dello spostamento v1 della sezione A della trave per effetto della
forza unitaria viaggiante è uguale all’inflessione v 2 provocato dalla forza unitaria F 2
applicata nella sezione A.

1. Determinare la linea d’influenza del momento flettente M 1 di una sezione A della


trave, per effetto della forza viaggiante F 1 = 1. A tale scopo si pone ∆1 =0.
Inoltre, si pone F 2 = 0 e ∆2 = ∆ϕ2 = 1 in A. La formula (5.16) si semplifica in:

v2 = M 1 (5.19)
La linea d’influenza del momento flettente M 1 della sezione A della trave per effetto
della forza unitaria viaggiante è uguale all’inflessione v 2 provocato dalla distorsione
∆2 = ∆ϕ2 = 1 applicata nella sezione A.

5.4 Esercizi sulle linee di influenza


5.4.1 Esercizio 1
Si intende determinare la linea d’influenza dello spostamento della sezione A della trave
riportata in figura 5.2, per effetto di una forza viaggiante.
72CAPITOLO 5. TEOREMA DI BETTI E LINEE DI INFLUENZA (PROF. ELIO SACCO)

F=1
A

L L/2 L/2

Figura 5.2: Linea d’influenza dello spostamento per la trave continua.

L L/2 L/2

Figura 5.3: Schema di calcolo della linea d’influenza.

Sulla base dell’equazione (5.18) il valore dello spostamento nella sezione A provocato
dalla forza unitaria F è uguale allo spostamento della sezione nella quale agisce la
forza F per effetto di una forza unitaria applicata in corrispondenza della sezione A.
Ne consegue che la linea d’influenza cercata è fornita dalla deformata ottenuta nello
schema riportato in figura 5.3.
In figura 5.4 è riportata la linea d’influenza desiderata ricavata sviluppando un
programma in MAPLE, dando i seguenti valori numerici ai dati geometrici della trave
oggetto di studio:

E = 30000 MPa I = 200ˆ4 mm4 L = 6000 mm

Nota: in figura 5.4 è stato cambiato il segno della funzione nel plottaggio dell’inf-
lessione.
Dalla soluzione derivata si deduce che per ottenere il massimo valore dello sposta-
mento in A, la forza viaggiante deve assumere la posizione z = 2L. Lo spostamento
minimo si ottiene ponendo la forza viaggiante all’ascissa che annulla la rotazione della
prima campata.
5.4. ESERCIZI SULLE LINEE DI INFLUENZA 73

Figura 5.4: Linea d’influenza dello spostamento di una trave contìnua per forza unitaria
viaggiante (esercizio 1).

5.4.2 Esercizio 2
Per la trave considerata nell’esercizio precedente si determini la linea d’inluenza del
momento flettente nella sezione A per effetto della forza unitaria viaggiante F = 1.
Per l’equazione (5.19), il valore del momento flettente nella sezione A provocato dalla
forza unitaria F è uguale allo spostamento della sezione nella quale agisce la forza F
per effetto di una distorsione angolare ∆ϕ = 1 applicata in corrispondenza della sezione
A.
In figura 5.5 è riportata la linea d’influenza desiderata ricavata sviluppando un pro-
gramma in MAPLE, dando gli valori numerici ai dati geometrici assegnati nell’esercizio
precedente.
Nota: in figura 5.5 è stato cambiato il segno della funzione nel plottaggio dell’inf-
lessione.
74CAPITOLO 5. TEOREMA DI BETTI E LINEE DI INFLUENZA (PROF. ELIO SACCO)

Figura 5.5: Linea d’influenza del momento flettente di una trave contìnua per forza
unitaria viaggiante (esercizio 2).

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