Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
RADIAZIONI IONIZZANTI
Onde elettromagnetiche
Dualismo onda-particella
I fotoni
Struttura dell’atomo
2
ONDE ELETTROMAGNETICHE
Lunghezza
d’onda l
Frequenza n
Nel vuoto
l = c/n
I r , t E H
2 2 3
ONDE ELETTROMAGNETICHE
Onde radio, microonde, infrarossi, luce, raggi X e raggi gamma sono tutte onde
elettromagnetiche caratterizzate da frequenza diverse
4
Una grande varietà di fenomeni possono essere correttamente
interpretati ipotizzando che l’energia elettromagnetica (energia
associata ad un campo elettrico e magnetico variabili) si propaghi
nello spazio in forma di onde
Riflessione, rifrazione, fenomeni di interferenza, polarizzazione…
5
EFFETTO FOTOELETTRICO
Fenomeno che si manifesta con l'emissione di particelle
elettricamente cariche da parte di un corpo esposto a
onde luminose o a radiazioni elettromagnetiche di varia
frequenza
L’onda elettromagnetica colpisce gli elettroni del metallo
trasferendo ad essi energia
Se l’onda em incide sull’anodo di un circuito, gli elettroni
emessi per effetto fotoelettrico, e attratti dal catodo
determinano un passaggio di corrente nel circuito
L’energia posseduta dai fotoelettroni non dipendeva dall’intensità Gli elettroni vengono
di illuminazione, ma unicamente dalla frequenza della radiazione acquistano energia
incidente. sufficiente a lasciare
il metallo solo dopo
L’intensità della radiazione, al contrario, determinava l’intensità una certa soglia
della corrente, ovvero il numero di elettroni strappati alla superficie
metallica. 6
L’effetto fotoelettrico non è spiegabile ammettendo la sola natura
ondulatoria delle luce
DOPPIA NATURA
CORPUSCOLARE/ONDULATORIA DELLA LUCE
Albert Einstein spiegò l'effetto fotoelettrico con
l'ipotesi che i raggi luminosi trasportassero particelle,
chiamate fotoni, o quanti di luce; pacchetti di
energia, la cui energia è direttamente proporzionale
alla frequenza dell’onda corrispondente.
Secondo la teoria formulata da Einstein, incidendo
sulla superficie di un corpo metallico, i fotoni cedono
in un “urto” l’energia agli elettroni liberi del
conduttore, provocandone l'emissione.
In questa ipotesi, l'energia dell'elettrone liberato
dipende solo dall'energia del fotone mentre
l’intensità della radiazione è direttamente correlata al
numero di fotoni trasportati dall’onda
Un aumento dell’intensità della radiazione
determina un aumento degli elettroni emessi e
quindi della corrente che circola nel cicuito
E = hv = h(1/l 7
h = costante di Plank
I = N c hv
STRUTTURA ATOMO
Esperimenti di Rutherford (1911)
Materia è organizzata in atomi e il numero di atomi(o molecole in una mole di
sostanza è NA )
La carica è unitaria e non infinitamente divisibile
Il portatore di carica elementare (negativa) è l’elettrone
me = 9.11x10-31 kg (~1/1840 mH ) e = 1,60x 10-19 C
8
STRUTTURA ATOMO
Particelle alfa (nuclei di elio) Spessore lamina ~
10-6 m
particelle massive (x8000 massa
e-), cariche positivamente ed ad
alto potere penetrante
E1 – E2 = hv 13
14
RADIAZIONI IONIZZANTI
Vengono definite radiazioni ionizzanti quelle radiazioni in grado di
ionizzare (strappare e mettere in moto gli elettroni) degli atomi del
mezzo con cui interagiscono
Radiazioni
ionizzanti
Particelle
15
ENERGIA DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI
L’energia delle radiazioni ionizzanti è in genere misurata in elettronVolt
Tubi a raggi X
Raggi X con energie caratteristiche ~ 10/100 kV
Macchine acceleratrici
Raggi X con energie caratteristiche ~ 10 MV
Elettroni ~ 10 MeV
Particelle subatomiche/ioni pesanti < 10 MeV
17
ESEMPIO: TUBO A RAGGI X
elettroni
Fotoni –
raggi x
Un tubo a raggi X è costituito da un'ampolla di vetro, all'interno della quale viene fatto il
vuoto, posta dentro un involucro metallico rivestito di piombo. L'emissione dei raggi X
avviene solo da una piccola zona non schermata detta finestra
All'interno dell'ampolla vi sono anodo e catodo. Il catodo è costituito da un filamento,
tipicamente di tungsteno. Il filamento viene attraversato da una corrente intensa che
riscalda il catodo e determina la fuoriuscita degli elettroni di conduzione per emissione
termoionica. Tali elettroni vengono poi accelerati verso l'anodo grazie all'alta differenza di
potenziale che viene applicata tra il catodo e l'anodo.
18
Le macchine acceleratrici per radioterapia funzionano in modo simile; gli elettroni sono
però accelerati da un acceleratore lineare e non da una differenza di potenziale elettrico.
Si raggiungono energie 1000 volte maggiori
RADIOATTIVITÀ
Definiamo Radioattività la trasformazione Non tutti i
spontanea o artificiale (isotopi instabili prodotti per nuclei sono
mezzo di reazioni nucleari in lab.) di nuclei in altri stabili !!!
nuclei per mezzo di emissione di radiazione
Corpuscolare (particelle)
Elettromagnetica
Fenomeni riguardanti il
Esistono 3 tipi distinti di emissioni nucleo atomico
radioattive: alfa, beta e gamma
R=mv/qB
19
IL NUCLEO
In nucleo è composto da protoni e
neutroni
Il numero di protoni e neutroni
determina le proprietà fisiche
dell’atomo
protoni Z
mp = 1.67 • 10-27 kg
q = +e = 1.6 • 10-19 C
Rnucleo 10-15 m = 1 fm
neutroni N
mn = 1.67 • 10-27 kg Ratomo 10-10 m = 1 Å
q=0 il nucleo è 100000 volte più piccolo dell’atomo
TAVOLA PERIODICA
DI MENDELEEV
21
Un particolare elemento è definito da Z
Il numero di neutroni in un dato atomo di un elemento
è variabile
Si indica con A il numero dei nucleoni
A numero di massa
22
Un nuclide si indica con la dicitura
A
Z X
I nuclei contenenti lo stesso numero di protoni Z, ma differente numero di
neutroni sono detti ISOTOPI
Gli isotopi hanno stesse proprietà chimiche ma diversa massa
Gli isotopi possono essere naturali o sintetici, stabili o instabili
Gli isotopi per un certo elemento non si presentano con la stessa
abbondanza
11 12 13 14
6 C 6 C 6 C 6 C
1.1% 98.9% 23
Come fanno i protoni a rimanere “vicini” nei nuclei?
Nel nucleo ci sono Z protoni molto vicini tra loro (d 10-15 m).
Essi risentono delle forze di:
19 2
repulsione 1 q pq p 9 (1.6 10 )
FE 9 10 230 N
elettrostatica 4 0 r 2 (10 15 ) 2
5
2 He instabile
a + A
Z X N ZA42YN 2 24He2
Nuclei pesanti
X nucleo padre
Y nucleo figlio
Il decadimento a avviene per nuclei molto grandi dove la forza
nucleare forte a corto raggio non riesce a mantenere il nucleo
unito a fronte di una forza elettrostatica crescente
- + + Z A1YN 1 e n
A
Z XN
+ + + A
Z XN Z A1YN 1 e n
N(t) = N0 e-lt
t
0 T1/2 t 32
RADIAZIONI IONIZZANTI
INTERAZIONE CON IL MEZZO ATTRAVERSATO
35
FOTONI
Come vengono prodotti?
Radioattività gamma
Emissione di fotoni in seguito a diseccitamento dei nuclei
Raggi X
Radiazione di frenamento
Emissioni di fotoni per salti elettronici verso livelli energetici più interni
38
Quando le radiazioni ionizzanti attraversano un mezzo generico la dose dipende solo
dall’energia assorbita dal mezzo.
La dose è indipendente dal tipo di particella che rilascia l’energia nel mezzo
Nel tessuto biologico il passaggio della radiazione può danneggiare strutture vitali per
il corretto funzionamento cellulare quali le catene di DNA
39
Nel tessuto biologico l’entità del danno dipende dal tipo di radiazione considerata
LET (trasferimento lineare di energia)
Unità di misura della DENSITÀ DI IONIZZAZIONE indotta dall’energia radiante
(quantità di energia ceduta in keV)/ di percorso della radiazione.
Elettroni veloci
Basso LA DOSE, e quindi la semplice
Raggi energia ceduta al mezzo NON
LET 40
H = D (Gy) EBR
EBR
Per fini radioprotezionistici si tiene 20 Ioni pesanti
conto spesso anche della sensibilità
alle radiazioni dei diversi organi.
10
Si introduce quindi la dose efficace, E
Gonadi 0.20
Midollo osseo (rosso) 0.12
E = Σ wt H (Sv) Colon
Polmone (vie respiratorie)
0.12
0.12 1
Stomaco 0.12 Fotoni ed elettroni
Vescica 0.05
Mammelle 0.05
Esposizioni annue Fegato 0.05
0.1 1 10 100 1000
Esofago 0.05
popolazione comune Tiroide 0.05 LET 41
sono < mSv Pelle 0.01 Induzione di letalità: Relazione tra EBR
Superficie ossea 0.01
Rimanenti organi e tessuti 0.05 di una radiazione ed il suo LET