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205-206. ATENE s ROMA BULLETTINO DELLA SOCIETA ITALIANA PER LA DIFFUSIONE E L’INCORAGGIAMENTO DEGLI STUDI CLASSICI ‘Sede centrale: FIRENZE, Plazza S. Marco, 2 Direzione del Bullettino | Abbonamento annnale. . b. 8— Amministrazione , Plazza §. Marco | Un faseleolo soparato.. » 1 —| Viale Principe Bugento 29, Firenzo ORAZIO E LA FILOSOFIA POPOLARE (CoN UNA VERSIONE DELLA Satna 7? DEL Lino TI) Pochi antichi scrittori hanno per la storia del pensiero nmano Vimportanza di Orazio: non gid come fondatore o assertore di una determinata dottrina, ma come testimone del movimento spirituale e intellettuale che agitava il mondo greco-romano in quellora in cui si apprestava a rinnovarlo il Cristianesimo. Siccome alla religione — © per dir meglio, alla liturgia — ufliciale non corrispondeva una me- tafisica nd una morale determinata, pit o meno sentito, pitt o meno costante nei singoli, ma diffuso nelPuniversale, era il bisogno di care altrove un contenuto che potesse o sostituire 0 ravyvivare quel mondo di cose eterne e morte. E questo contenuto era chiesto o alle religioni orientali piene di fascino @ di mistero o all’astrologia cal- daica o alla filosofia greca, spesso a una miscela di due di loro o di tre 0 anche di pili di tre, facendosi un guazzabuglio di piit religioni € superstizioni ¢ filosofie. Le dottrine pit opposte incrociandosi, eoz- zando fra loro, smussavano i proprii angoli, rinunziavano a questa o a quella parte delle proprie ideologie, si sbiadivano nel contrasto. er + In questo fiuttnar di opinioni, fra questo tentennar di coscienze dove prendere la sua posizione, cereare la sua norma di vita anche Orazio. Si 2 parlato di una sua inelinazione verso il cinismo, vi & stato chi ha rintracciato nel poeta i segni dell’educazione accade- miea riceyuta in Atene, si @ favoleggiato di una sua conversione AalVepicureismo allo stoicismo. Queste va pensiero dipendono dal peso maggiore o minore che si @ dato a questi j@ interpretazioni del sno Atene ¢ Roma. 1 2 Vincenzo Ussani © a quelli elementi costitutivi del suo eclettismo. Ma il fondo di questo eclettismo va fuor di dubbio cereato nell’epicureismo, un epi- cureismo il quale nell’etd giovanile del poeta riconobbe pit larga parte all’¥Bov) 4 év mvfge. comune anche ai Cirenaici e nell’etd. pid matura fece pit larga parte alla ffovl) 4 xacascmpaned propria degli Epicurei. A determinare questa prevalenza poterono contribuire molte cir- costanze esteriori: Peducazione prima che Orazio ebbe dal padre, un figlio di liberti tiratosi su dalla sua povera condizione, parco ed e nomo, che gli inculed abitudini © precetti di prudenza e di rinunzias Vamara lezione di cose che si bused, quando studente in Atene aveva dimenticato quelle abitudini e quei precetti per seguire Je armi di Brnto e tornd in patria decisis humilis penis, confiseatogli come a ribelle quel poco che il padre gli aveva lasciato, siccht dove pensare a procaceiarsi un pane. B quel pane egli trovo nel far versi e i versi riebiamarono su Ini Pattenzione di un poeta giovine @ gid famoso, Vergilio, Ora Vergilio, il Vergilio dell’Beloga sesta, che si volgeva allora nelVorbita del pensiero epicureo ¢ riveriva come sno maestro ¢ suo autore epicure Lucrezio, presentd Orazio all’epicureo Mecenate e lo introdusse in quei circoli di giovani epienrei che sul golfo di Napoli facevano capo a Filodemo e alla famiglia dei Pisoni suoi pro- tettori. Anche oggi il Corpus poetico oraziano, dove splende come una stella il nome del divino Vergilio e sorprendiamo pitt un mur- mure della poesia Increziana, pit @uno spunto del pensiero filode- miano, si apre col nome di Mecenate, si chinde con Arte poetica ad Pisones. Era dunque un’atmosfera satura di epicureismo quella che il giovine poeta respird a pieni polmoni. Ma anche se queste circostanze esteriori non si fossero date, non % meno certo che nella scelta tra le due grandi correnti spirituali che prevalevano allora, quella del portico che aveva in sd assorbito il cinismo e quella dell’orto, il poeta sarebbe stato assistito da due fattori interiori i quali Yavrebbero ine- sorabilmente spinto verso la seconda: voglio dire il temperamento che egli ebbe finemente aristocratieo in opposizione con le origini plebee anzi servili, e il senso della misura, mentre gli Stoici, secondo Ja pa- rola di Lattanzio, affermavano et servis et mulieribus philosophandum esse © si compiacevano dell’atopia ¢ del paradosso, offendendo il senso comune 0, per dir meglio, quello della soeieté ben pensante di allora. Voffesa & chiara, chi ripensi pure a quei Paradowa ad M. Brutum Orazio ¢ la filoxojia popolare 3 con i quali Cicerone diyulgd ai contemporanei ¢ ai posteri i capisaldi della morale stoica. Ce ne sarebbe abbastanza ancor oggi pour épater le bourgeois! Ricordiamo qualeuna di quelle yeritd fondamentali: ‘La sola bellezza 2 la bonta? con che si negava Varte, recando offesa alla concezione, diremmo noi, ellenica della vita; ‘La virtii @ sufli- ciente alla felicita’ con che si nega la esistenza del dolore fisico morale; ‘Non e’& differenza di grado tra le colpe e non ce n’é tra le virtii’ con che si nega Vindulgenza e la carita; ‘Solo il filosofo ha la vera liberta e chi non @ filosofo & sehiavo’ con che si afferma Ja liberta spirituale ma si nega quella politica; ‘Solo il filosofo @ ricco? © cosi via, A Orazio questa roba dava ai nervi. ‘Solo il filosofo’ egli serive in una parte ‘ha la vera salute, S$}, meno quando ha il raffred- dore’ *), ‘11 filosofo ha la vera ricchezza, la vera bellezza, la vera potenza.... $1, ma intanto i monelli gli tirano Ia barba per strada e freqnenta i bagni popolari dove per prenderei il bagno si paga appena un quadrante’ *), E anche: ‘Avete un bel dire che tutte le colpe sono eguali; ma quale filosofo sarebbe capace di mettere in eroce il suo schiavo — uno schiayo rappresentava un certo valore — se gli ha dato Vordine di portare via il piatto e quello nel portarlo via si trangugia le spine di pesce rimaste nel piatto e la salsa? A queste dottrine, quando si viene sul terreno delle realta, repugnano il buon senso ¢ il costume? *). Repugnavano cio’, ripetiamolo, per il poeta e per i cireoli a cui egli apparteneva: grandi signori di ieri e arrivati, come era Orazio, di oggi, gente uscita allora dall’affannoso turbine della guerra civile, risoluta a non farsi trascinare in un turbine nuovo, vennta in pos- sesso di una pitt o meno disereta agiatezza e chiusa tutta nel suo godimento; tipo loro il bel eavaliere Tibullo, cui del resto tutti i beni della natura e della fortuna non riuscivano a liberare dalle melan- conie dello spleen. Essi erano naturalmente pit inclini all’idea di Epicuro, che non a tutti i popoli sia accessibile la saggezza *) [se- condo Clemente Alessandrino, la saggeaza era per Epicuro monopolio dei Greci ®)]. Dal concetto della virti, in contrapposizione con Putopia 1) Dpist. 1, 108. La tirata ironica dove aver fortuna, se Ia troviamo raccolta da Epitteto I 6, 80: Nal @A? af wea pop Aéov01, O era un bon mot di vecehia data contro gli Stoiei? 2) Sal. 8, 125 © sgg. 3) Sat. 8, 80 0 egg. 4) Laerzio Diogene X 117. 5) Gtr. Strom. T 15,

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