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Anxo XVII. Gennaio-Febbraio 1914. N. 181-182, ATENE sz ROMA BULLEPTINO DELLA SOOIBTA ITALTANA PER LA DIFFUSIONE E L'INCORAGGIAMENTO DEGLI STUDI oLasster Sede centrale: FIRENZE, Piazza S. Marco, 2 Direzione del Bulettino Abbonamento annual Lee ictus Firenze — 2, Piazza §. Marco | Un fascicalo separato mat | “Viele eae RR a eae ——== SOMMARIO —— G. Albin, Wote at estetiea Plantina Avvertanss| 2 Moat hasta htm ee P.-L, Ceri, Un ampetio della leggenda at Néxoae Aut ella Societs W, Gall, Taiulion!eitiohe a Cerone Rectologin NOTE DI ESTETICA PLAUTINA Captivi © Trinummns. itto dal Les- sing sommaria trat- tazione ¥) della vitae delle commedie di Planto (1750) ove di ogni commedia rendeva in poche parole, or pit or meno felici, il Un gindizio su i Captivi vent? anni, in quel carattere e il contenuto, ebbe la fortuna di propagarsi indimenticato, sicehé anche oggi lo citano i dotti storiei tedesehi della Let- teratura romana, e i commentatori anche non tedeschi di quella commedia raro é che non Io registrino, Ci dimostra un consen timento almeno parviale in quel gindizio, poiché, pur notandolo di esagerto, non lo citerebbero, se non lo riconoscessero si per mera Tuogo in corte opere bio il pi stato mppresentato», ser gui- dicalivo curiositd non ayrebbe - Questo & senza dub: mai eccellente dramma che si se il Lessin, impugnatagli subito questa sentenza da un contraditiore del quale non diseonobbe egli stesso Je ragioni, fini Ta sua vepliea dichia 2) ¢Abhandiung yon dem Leben und Werken des M.A. Poo. 8) Bd @ giudizio, in fondo, che consuona ad alii di altri: nua predilez ayuta git il Camerario. ne per quella commedia aveva Ateneo Roma, XVIT 181-182. randosi fermo a «la pit bell? opera dati credere che i Captivi si al teatro», solo, vosl senza parere, agginngeva una deter- mina riowe: «@ cid non per altro se non perché mira dritto all’ intento della comme- dia, e dell’ molta copia ». tre bellezze accessorie ha pure Né il Lessing tuttavia né i quali in fondo eivea Ia bel. lens di quella commedia eran d’ accordo & roltanto ne disentevano la perfetta conve- nienza, dei particolari, intesero a oppugnare € propugnare cid che in quel giudizio col pisce di pitt, la preferenza assegnata a quella su tulle Ie commedte: il sno eritice © diciam commedie solo per diserezione ; «das vortreftlichste, d: schinste Stick », la pidce la plus cacellente, la plus bello. Per me il giudi fm se non una maniera giovanilmente arri- jo del Les ng altro non schiata di significare che i Captivi ono whe commedia molto bella ¢ Wen fata, Bal Venuneiazione recisa, quasi enfatiea 0 apo- dittica, venue fors’ anche impulso da che il Lessing voleva, ¢ lo dichiara, presen. tare ai snoi lettori tradotta quella commedia per prima. *). Non so se di tutto questo met: tease pid fl conto di oceuparsi, tanto pitt apati eritie e di Plauto 10, che se sono oc 2) «Wir wollen von dem Inhalte dieses Stiickes nichts gedenken, weil es das erste sein soll welehes wir unsorn Lecorn tibersetst vorlegen wollen ». 181-182. Anno XVII. — WN. 181-182. 4 e del Lessing '): il quale di Platto meglio certamente meritd con altro che con quelle parole, Ma da che ripnllulmo sempre, mi giova riparlarne e yorrei insieme con esse richiamate quelle altre che si leggono nelle stesse pagine: « il Trinummus & Captivi, tw pid be Siccome non men Puna che V altra pud dirst ad pud medie rare ubi honi meliores fiunt, sarebbe dopo i commedia di Plauto ». 8 facta, ¢ di quelle com- dunque una specie di trionfo della virtt & dell’ orient Plauto pid tyambe, entrambe senz quando le dne commedie di cal igate (e cosi semplici en- donne) fosser day: vero i suoi capolayori. Ma, come accennavo acilmente si comprende, non v'@ proprio ragione d insistere in cid. Soltanto, il quel genere di pronunciati, si potrebbe ehie- e come chi secondasse un momento il Lessing in dere wn’ inversione di termini: il Zrinuwm mus pid sui che i Captivi, Enon potendo ogntmo lieenzia si a pronnnziare come wn patriarea della ¢ gitmgere in proposito qualeosa: sono sempre un bel? die, e si pud ancora fermarsi a, bisognerebbe sog- rgomento di studio quelle comme: disco senza che il discorso sia un vaniloquio, anzi, verne meno fino a un certo segno, un reriverbinm. L La semplicita dell? Ja gentile umaiiti del fatto son precipue cagioni dell’ attratti tano, Attrae in vero © ay padre (Hegio) che, rapitogli un de’ figlinoli Paltro zione e, pid ancora, a che i Captiri esore in nee quel buon mehe in fanciullezea, quando poi (Philopotemos) nell’ adolescenza fiorente gli & preso in battaglia, vien comprando prigio- di tro- nieri su prigionieri, nella sper varne uno tale che gli valga mediante un cambios viseattare il fighiuolo. Bgli, quanto °, sai per il resto riducendosi a stretto vive 1) Gf, nell’ edie, di Pap, Soubut, pracfat. XVI sgg., opore ¢ opinioni di Brix, Langen (Pluntinische ‘Studien, 1836), Ladewig, Cramer 0 altri. © con si alti nsi cirea Payere @ il guada- gno 4), in eid profonde le sne facolia, © gi tanti captiyi ha comprati che parte ne lia dovuti allogare in casa di suo fratello. Ora ecco il suo ultimo acquisto: due (Phitocra tes, Tyndarus) che in patria erano padrone @ servo, i quali lo secondano e lusingano nella sua tiducia di conseguire per me “tk loro il suo intento, e cid fanno non gid con jo, ma certo con mm altro proposito immediato © principale, eioe il padrone, torni Tihero in Quindi il mutar nome tra loro e& malauimo né per trad che Pn a? oss paty V intingersi cosi bene da illudere 1 veeehio il quale manda via il padrone eredendosi mandare il servo e gli fornisee esso i denari per il vinggio e Te carte, Se non che troppi schiavi egli ha compri dello stesso vaese, perché non sorga sitbito uno (Aristophontes) e vero de) captive ch’ et pegno prezioso di sa- lute: @ Lyndarus o schiavo; Philocrates il a rivelargli Tess trattenuto © signore era quell’ altro! mn mezzo cost oyvio @ alla mano di avverare Te cose, si pens che Hegio poteva risolversi prima di precipitare Pettetto, ma (non 6 duyyero i case di coi tentarsi a dire: ma allora, addio la com: media) nel deliberarsi egli segni il fervore del sentimento pid che la maturita del eon- siglio, © sbaglid: @ cost frequente nella vita tanto facile A un tale raffronto, aecorgersi dopo il fatto eh’ e non sbagliare! Ta devozione operosa del servo captivo, la naceiato & castigate *), 1 sua rassegnuzione quand’ & scoperto e mi sua fermezma con: solata nella coscienza del bene voluto € ot yy. Non ego ommino Iueram omne esse utile homini [oxistum Soio ogo, multosiam Jueram Iutulentos homines reddidit; ‘est etiam ubi profeeto damnum praestet fucere qnam, (luerum.] Odi ego aurum: mulia multis snepe suasit perperani. 2) ¥, 682: Duin ne ob malefacta peream, parvi existumo. Anno AYU. tenuto, sono il rilievo e Ia bellezza di questa figura; intanto che una cert? aria, diremmo noi, tra il fatalista e Io scettico senza toglier ore dit colove e misnra all'eroismo, e certi ‘ito pratico, e d’ intima ama: yezna che tempra il rancore col desiderio motii di spi della vendetta, lo serbano ne’ confini ¢ nel vattere di una civiltd e di un tempo (ctr. p. es. v. TAS sg., poi 1019) Al profondo e al patético dela materia, non che all’ impress one di verita, conferi- sce molto Io svolgersi della persona del pa- ave. Fisso com’ é Ina pensiero e infervo: to, @ pretta natura ch’ egli si abbandoni tutto a cid che lo domina e se- in un propos duce fidue alla meta; poi, @ tranquillo e tenace nel ere- e singoli momenti. Prima, @ tutto no 1 di essere su la buona via e v dere @ assevel ‘are cid che gli hanno dato a intendere; in fine, disingannato, @ senza lui rie. (lira e infierisee modo nel comandare sevizie ch scono strane, Eyione si contro Tindaro (1 buono castiga il buono perché ha fatto il bene: quante volte in questo povero mondo !); ma in soma il suo 0 now nto @ furore dell’ essere stato ingan nato, quanto @ dolore del vedere frustrati i snoi sforzi e disperato il racquisto del fi- glio. Le parole tra que’ due uomini fini- scono in una maniera ch’ ® mirabile di ve- vita. Pindar , condannato alle eatene ¢ alle latomie, fa una sola preghiera a Hgione: Se’ Filocrate torna, lascia che io lo veda; ed Dgione grida at servi enon lo portate via subito! (vv. 747-49). B chiaro: Tindaro parla affettuoso @ verace: il veechio, che dopo 1’ inganno @ disposto a eredet sente-un’improntitudine ostinata a dargli vane © dannose parole. Ma, tratto e spinto duai, quai a voi, tutto tranne che Filocrate ritorni, a via il eaptivo, ecco prorompe su dal cuore causa vera dell’ irae dell’in- (y. BI), di Byione 1 solito inerudelire : Speravi miser ex servitnte mo exemisse filian oa spes olapsnst. Perdidi tina dilinm pueram quadrimam quem mihi servos surpuit, meque eum seryum unquam repperi neque ‘lium; niaior potitus hostiumst. Quod hoe’ est scelust quasi in orbitatem liberos produsorim, Che infamia & questa? Ho dunque avuto figliuoli solo per esserne privo? A questo grido dell’anima segue un’ altra parola amara e profonda: intimando ad Aristo fonte di ritornare in prigione né pure a Ini che gli ha svelato la trama, sogyiunge: senza rignardo + + + Neminis miserere certumst, quia mei miseret neminem. Quanti sono ch aver trovato pietd! Qui la bellezza dram: matica @ veram si fanno spietati per non ne sovrana. E con tutto cid i) vivace andare della com- media non si allenta nel sentimento, i colo- Chi disse, tolta la fi- asito, non rimanere se non we rito non s° infos gura del p: pieee larmoyante famigliare, s’ ingannd at- fatto: ¢ gid altri Pavvert *). Tn queste me: desime scene ove Tindaro, vedendosi a un neo, pre | sente 1o scoprimento dell’ artificio e Ia pro- pria ro campeggia Ja troyata comiea: costretto a sycophantari, egli tenta preoe- cupare V'animo di Egione, e gli di Aristo- fonte per un conoscinto e temuto maniaeo, ammonendo che non gli badi e che si guardi, fe mostrando i segni di un accesso. M1 qual motiyo, indubbiamente comico se anche, per 86 stesso ¢ per Ia situazione da cui seatu- risce, non intimamente allegro, ha uno svol- @ dal vero tratto eapitare innanzi un conte: gimento ampio ¢ tratti molto vi 5, G11). Ma certo alla vita delPazione, onde allac- (vy. 557 le suecessive vicende, ¢ ad arriechirne i contorni giova assai con Te sue chiacchieve @ con le sue corse il parasito (Brgasilis). Questi riesce specialmente co: cia e annunzii 2) Sondun 1. o

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