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Anxo XV. Liuglio-Agosto 1912. - 163-164, E ROMA BULLEVITNO DELLA SOCIETA ITALIANA PER LA DIFFUSIONE E L’INCORAGGIAMENTO DEGLI STUDI CLASSIOT Sede centrale: FIRENZE, Piazza S. Marco, 2 Direione del Bullettine Abvonsinio: annaste can aS rms = 2 uses 6 arco, | Un Teaviole apereo 1 = Viele Principe Eugenio 29, Firenze SOMMARIO io, La poesis latina di Glovanni Paseolt 20s | Reoeritont co La poesia latina di Giovanni Pascoli ’ Come si spiega che ai nostri giomni_ un pocta come il Pascoli abbia poetato anche in latino? Questa domanda si son fatti pi ni tempi. Non reechi, massime in questi u he nelle « immaneabili Am parlo di queitali ead poesie Iatine regolarmente prem dei sterdam > videro © effetti de cademic: ti palesi indizi de tilkeio nerazione Le ae lange. in eni, a sentire certuni, w ratamente col declinare degli anni infroll) il cantore delle Myricae, Qnesti tali senza dub- bio non lessero nessuna di quelle poesie, di che li senserebbe la. it& degli opuscoli non yenali fatti stampare dall’Accademia olan- dese, quando per altro P ignoranza li ayesse rattenuti dal gindicare; ne forse essi senti rono parlare, se non durante gli ultimi anni 2) La nostra Soviet, alla quale Glovayst Pascont appartenne sin dalla fondazione © ee d anni lo sunoyereva tr i soci onorari, nun pote, per ayioni di tempo, esprimere anche nel suo bollettino Janta parte prendesse al lutto della patria per Ia | seomparéa del mite & profonde © nobilissimo poeta. Baw conviens, ogg Ji sicordarne. in Ti, con questo axti- A. Gans a noi progato, ei invid con cortese solleci- th Imsiyui, nel wn ui Iasei® oxme indole e010 che i nostro solorte collaborators prot aighi tidine. (Ma D. Alene ¢ Roma, XV 163-164, iareiiat| del poeta, delle yittorie da Ini consegnite hella gare hoeufftiane, giacchd ad ammonirne la presunzione critiea sarebbe ba: 0 che avessero saputo che il primo ¢ ato dalla R. Ac & contempd alla Me pase ia Neerlan- na edizione opera pot liano pre die: delle Myrieae, © che con la sna neo pri tiea latina il Pascoli aecompagnd ininterrot- mente 1a sua opera poetiea italiana, fino alla morte. Ma, dicevo, di gindizi cos) grossi non & da parlare. Giova solo Vaceennarvi, per mostrare anvora una volta quanto male abbiano fatto quelli che pit autorevolmente | sottoposer » critieo Vopera poetia del | Paseoli, a trasearai ini Te | ché appunto tal traseuranza incoraggio a esin affatto i snoi agli seri ini a sentenziare di cid che non conoscono, nel mode che abbiam visto. Ma vi sono pure, sebben pochi per ora, quelli che ben conoscono e debitumente ummirano nel Pascoli il poeta latino le tra questi taluno si rivolse, enrioso e dabbioso, manda | curiosita, Ja do- No la fuori di Iuogo, ch® una risposta | con la quale ho comineiato, | certa ci aiuterebbe a penetrare pitt addentro i cavatteri della poesia latina pascolian iL dubh nza ragione, ne >, come si capisee innanzi tratto, & Come mai, si disse, un posta cost imbevuto del_ presente e ansioso delavvenire non pure | umano ma mondiale, ¢ e poetando di 164, 195 Anno XV. — fuvole 6 storie vetuate Ie infuse ¢ ¢olon della | hima nnova € tesa verso 1 ignoto; un ogni modernita ¢ nella sua poeta cost aperto forma italiana cos. risolutamente contrastante con la tradizione, che si travaglid a antici- di quella « emanazione poet egli vedeya la Fee pare qual tica della. seienza »') in cui conquista dei poeti faturi e, pe aso che « per la poesia vera e propria, a noi manca, wre, Ia lingua » *), volle © sembra mane: qnineiar Ini erearla o, meglio, a trovarla; come mai un tale poeta coneilid i snot con: vincimenti ¢ intendimenti letterari con Tuso @una lingua mortat Certo il Paseoli, ¢ nella | fanciullezza e nella adolescenza, ebbe per sua ventura deg/insegnanti yalenti, ehe fin da ale Jora Jo addestrarono, comoggi non si pr nole, a quegli esereizi di nal, ai quali tanto Pefficacia we to della Ti conosveva fin negli ultimi suoi anni il poeta ® ‘Ma nessuna effi he quella che sull’ ingegnosissimo seolaro dovette eser- fea piit nelle nostre yersilicazione gua di Roma v Tapprendime ja i senola, neat citare datla cattedra bolognese la severa & di G. B. Gandino, vale a spiegarei le intime ragioni da cui prornppe saggia diseiplin: ln rigogliosa fioritura della poesia latina pa- seoliana. La bon liciti delle attitndini dello scolaro, poniamo pure lo, efietto Wabitudine 4, non ei potrebbero spiegare se non fv della seuola ela studio poi proseguito pe pres 1) era nuova, IX (G. Be Pensiert edixcorsi, ps 149 Th fanctulléno, NIL (Bens. ¢ aise, ys 49). | ¥. nol Covriere della tera del 26 giugno 1911 51 catloquin di FP, Cantoni col Pascoli_ © sopratlutte Pens. ¢ dive. p. 322, ‘Lea i muestri poi che il P. ebbe nel collegio a? Urbino © ricord) sempre con affettnosn gratitndine © dei ‘quali io toceni nel Marzoeeo del 21 aprile passsto, al padre Francesco Donati, il Ceoov chiand degli amict v rate del conacolo ches] Carduc pedanti, celebrate dal P. come « ito, ego elegante ¢ « eftioacis- sino mnaestro, © puro @ nervoso seritione » (Fior da euiungere il padre Geronte D. Gramantier anima © fers gentile » © come ‘fre, 1. 188), si deve ei, che persona antorevole, ‘gti rettore doll/universitA di Urbino, mi fa conoseere 51 prof. maestro amoroso infaticato delle prime classi del | susio © pronto versegaiatore in latino. | N. 163-164. 196 come il Pascoli ben presto ginngesse a con cinnare con bella facilita e esame- tri © versi lirici di sui modelli antichi, per suo diletto o per prova d’ ingegno: gramma- — cio’, badisi bene, di letterato — ranas cuiuslibet artes, avrebbe potuto dir exli, appunto in un suo poemetto fa che dica Ora che ay da giovane. Questo fecero, senza andare pitt in 1a tempi altri pooti della nostra letteratura: basti nominare il) Man: © il Tommaseo. Ma il Pascoli si fermd qui. Dovremo noi pensare che a tra- urezzs tie come rio parlando dei versi grec sevitti nei moderni zoni non scinarlo oltre dessero la spinta le oce che gli dam, con quelle gare delle quali bambino nel collegio avevs ‘ofivirono con le gare di Amster: sentito parlare, con amm zione non pitt dimenticata, dal _venerato pa dive Ginseppe Gi coletti, che in esse era stato molti uni innanzi premiato? Certo anche quelle oceasiont contarone per qulehe cosa nello svelgimento della poesia latina paseo: Tiana; ma ehi vorrd eredere che Ta rgione ta, prima di quella poesia non sin stata pit in pitt intima, pi, insomma, conso gione di tutta 1 non paia essere il fine di guadagnar disti zioni © onori? Non bisogna dimenticare ehe il Veinnius, con cui il Paseoli per Ja prima volta, nel sto trentacinquesimo anno di etd, sic mento nella gara hoeufitiana, ¢ contem- poraneo alla divalgazione delle Myrieae, con mamente egli si presenti al pubblico come poeta italiano. en pri Bid di per sé tale coin indizio che la poesia cosi latina come italiana del Pascoli devettero dalla stessa vena ideale © che non distinte dovettero le ragioni ultime dell? una delMaltra, venute sa Jentamente insieme nel lungo pel in ent per molti anni stette chiuso il poeta. ciden gorgare essere jodo di raccoglimento interioxe Conyerra dunque conchindere che questi s'il Inde: che dai versi seritti in una lingua spenta promettesse efficncia lettéraria simile a se sulla yitalit’ postuma del latino e si vi si di’ suoi_versi taliani? Cost appunto dovremn dere, se stessino a cid che ésso i serisse quando git al pubblico come poeta italiano ¢ sivbucinava tra Ia gente colta, euriosa © industre bravura, di quei snot poe quella che poteys ripromette: conehin= Pascoli i parecehi anni era noto me di prove dana sna metti premiati annualmente dall’Aceademia ‘olandese, di eni ben pochi riuscivano a sapere qualche cosa pitt che i titoli misteriosi e sug- gestivi: Velunius, Phidyle, Laureotus, My medon.... Infatti il Pascoli nel suo elogio del Vitrioli), dove immagina dinterrogare Va tore dello Xyphiay © di udive da Ini, per la comunione spivituale onde seni aeeostare alla sia mente, eid che gli risposto « cercando nell’equanimitd della sna placida veechiezza le ragioni della sun poe: sia >‘), esce a parlare di un grande aevenive tittavia dis universale®). « Se si computa be va di poter vrebbe iuso alla poesia latina, arte dice ancora il Paseoli per la bocca del?umanista " calabrese — devo eredere di esser per avere pitt intenditori, in tutto il mondo, det mio Jatino, che, nella sola Italia, del mio ite: Tiano » 4). Se nan che, ostante si aperta dMlichiarazione, & ben difficile credere che da “tali convineimenti sia nata la poesia Intina paseoliama. Non lo erede il Vitelli§), ne to eredo io, che pur in un mid articoletto sem “Tnai voler contraddire all’ illustre maestro. Forse il Pascoli, fresco dellammirazione ri- destatasi in lui al rileggere i carmi del Vi {rioli © in cospetto dei luoghi eelebrati nelle. “Ayphins e ancor pieni della presenza det v io poeta spentosi pochi giorni imnanzi, si ‘abbandond pitt che altro, nel suo immaginoso logio, all’incanto @una subita fantasia o, si yuole, (una generosa, ma consapevole 3) Un pocta di lingua movie (Pens. ¢ dise. ps 19% sxs.), fio a Messina nol 1898, Yanno in eni il Vitriol ace 2) P, 204. ‘VP. 202 4} Marzo%e0 del 14 uprite passato, 198 sione, Tant’& vero ch’egli stesso, prima ancora delle parole ché ho dianzi riportate, rieorda che, non ostante il grido levato dallo Xyphias, la fama del poeta regino era gid « quasi assopita > 4), quando Pannnnzio della sta morte ne aveva, come suole avvenire, syegliato fuggevolmente gli eehi. 11 Paseoli certo s’accorava di queloblio rapidamente | seguito, vivo ancora lo squisito artefice di | versi virgiliani, a tauta rinotianva, © volle, | commemorando Pestinto quasi snl Ingo, eon: solare quella toimbi, su ent tanto pitt presto doveva rieadere il silenzio appena interrotto dal chiacchierio distratto Wun’ giorno, Cosi, | non gid quasi superstite alla propria’ fama, | com’ egli lo supeva, ma « como di gloria > *), come lo avrebbe voluto, sognd ai vecchio umanista per risuscitarne la voce. Non ¢i sia dunque lecito ricereare doeumenti delle teor contrasto visitare il paseoliane in un soguo, i cui & significato con aperta, ta, contessione, B allora? Alora, se anche gli seritti tion ci laseiano i docu- | menti, la vita © i1 earattere stesso del posta | ci additano abbastanza come in Ini erebbe | i a poe: ol vero ei se pir dis on solo. its wu, ma an o vipeta corsa schiva che latina: Non oeeorre certo ch? come Ia vita del Pass i sia tray € appartata, pur quando In fama gli uf fici Io costrinsero nella | quella sna solitndine, come gid da tineiullo, € ce lo disse egli stesso”), aveva letto ¢ sti diato quanti libri gli venivano alle mani, senzi il minimo pensiero d’essere per es- sere un giorno aneh’ esso serittore, cost per vari ann a us Thee, In add alle carte Ie sue impres- sioni ¢ fantasic, i snoi Intti ed affetti, in ap punti s tuari frammentari incostanti, senza disegno, senza mira, come assillato dal bi sogno di trovare uno sfogo alla propria ir. esuberanza interlore e eontinna- mente arrestato © deviato da un subitaneo 1) Pens. ¢ dive. p. 201. +) P. 200. |) Sud tinitare, p. x11 se

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