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Università di Napoli
Federico II
INTRODUZIONE
Questi appunti si propongono come supporto ad uno studio introduttivo delle
problematiche della trasmissione dell'energia come calore.
Come si è visto nella formulazione delle leggi della termodinamica, se tra due
sistemi sussiste una differenza di temperatura, dell'energia in modalità calore
verrà trasferita dal sistema a temperatura maggiore verso quello a temperatura
minore. Questo è un fenomeno fra i più generali del mondo fisico ed interessa i
vari settori della tecnica; lo studio della trasmissione del calore è finalizzata alla
determinazione dell'energia trasferita al netto tra i sistemi ed anche, in qualche
caso, alla valutazione del campo di temperatura presente nel sistema.
Due ipotesi molto frequenti nello studio della trasmissione del calore sono:
Regime stazionario
La condizione di regime stazionario fa riferimento ad una situazione in cui
tutte le grandezze in gioco restano immutate nel tempo. In molte circostanze
accade che le grandezze di interesse non variano significativamente di modo
che è possibile ritenere valida questa ipotesi.
Flusso monodimensionale
L’ipotesi di flusso monodimensionale si riferisce al caso in cui la potenza
termica presenta una componente lungo una sola direzione del sistema di assi
cartesiani; ciò comporta che la temperatura varia solo in questa direzione
mentre è uniforme su tutti i piani ad essa ortogonali. Questa ipotesi è ben
verificata se si considera una parete piana molto sottile, oppure un cilindro
molto lungo oppure una sfera, tutti costituiti da materiale omogeneo e
sottoposti ad una sollecitazione termica uniforme.
L’elevato valore della conducibilità termica dei solidi metallici può essere
interpretata vedendola come somma di due componenti: quella reticolare e
quella elettronica.
G
Qi
= A h (T − T )
Q c c s ∞
Q è la potenza termica [ W]
c
=Q
Q +Q
c i
= A h (T − T )
Q c c s ∞
= A (J − G )
Q i
Si può scrivere anche la potenza termica radiativa nella stessa forma di quella
convettiva, se si introduce una conduttanza termica radiativa:
= A h (T − T )
Q i i s ∞
Sommando si ha:
=Q
Q +Q = A (h + h ) (T − T ) = A h (T − T )
c i c i s ∞ s ∞
CONDUZIONE
E' possibile individuare nel corpo delle superfici ciascuna delle quali è il luogo dei
punti aventi la stessa temperatura: queste superfici non si intersecano mai e sono
dette superfici isoterme.
35°C
30°C 40°C
50°C
30°C 35°C 40°C
30°C 35°C
40°C 50°C
35°C
40°C 50°C
dT
.
q q = − k
dn
z G G G
q = h q x + i q y + j q z
∂T
y q x = −k
∂x
∂T
q y = −k
j
i ∂y
∂T
q z = −k
x ∂z
h
In tale circostanza, dalla legge di Fourier si ottiene che la potenza termica che
attraversa una qualunque superficie isoterma della parete è pari a:
= q A = − k A dT
Q
dx
dx = −k A dT
Q
ed integrando tale equazione differenziale con le seguenti condizioni al contorno
T1 = T(0) T2 = T (L)
si ottiene:
L T2
∫ Q dx = ∫ − k
0 T1
A dT
L = k A (T − T )
Q 1 2
= k A T1 − T2
Q
s
s
= T1 − T2
Q con R=
R k A
T1 R T2
.
Q
La relazione di Fourier per il calcolo della potenza termica è analoga alla legge di
Ohm che correla la corrente elettrica che attraversa una resistenza alla differenza di
potenziale elettrico esistente ai suoi capi. Si osservi che anche le relazioni per il
calcolo delle resistenze termica ed elettrica sono simili, con la sola differenza che
nell’espressione del calcolo della resistenza elettrica si parla più frequentemente di
resistività elettrica del materiale.
Va sottolineato che l’analogia tra il campo elettrico e quello termico è fisica e non
solo di tipo formale, difatti, in generale, se un materiale è un buon conduttore
elettrico è anche un buon conduttore termico.
= T1 − Ti
Q R1 =
s1
1
R1 k1 A
=Q
Q =Q
1 2
Si può concludere che i due strati costituenti la parete composta sono attraversati
dalla stessa potenza termica ed hanno, inoltre, le due facce adiacenti alla stessa
temperatura..
In base all’analogia termo-elettrica, lo schema elettrico equivalente alla parete
costituita dai due strati adiacenti di diverso materiale sarà costituito da due
resistenze termiche R1 ed R2 collegate in serie ai cui capi è applicata “la
differenza di tensione” costituita dal salto di temperatura totale tra le facce
estreme della parete.
T1 R1 Ti R2 T2
.
Q
R
T1 − Ti = Q R
Ti − T2 = Q
1 2
= T1 − T2
Q
R1 + R 2
In definitiva
= T1 − T2
Q R = R1 + R 2
R
Nel caso che gli strati siano più di due, si può comunque valutare la potenza
termica come rapporto tra la differenza di temperatura esistente tra le due facce
estreme ed una resistenza totale che sarà la somma delle resistenze dei singoli
strati:
= T1 − T2
Q R tot = ∑ R i
R tot
=Q
Q +Q
1 2
i due strati sono attraversati da potenze termiche diverse ma sono sottoposti alla
stessa differenza di temperatura, ovvero i due strati sono in parallelo.
.
Q1
R1
T1 T2
.
R2
Q
.
Q2
Sommando le espressioni delle potenze termiche ricavate per ciascuno strato si
ottiene:
=Q
Q +Q = (T − T ) ⎛⎜ 1 + 1 ⎞⎟
1 2 1 2 ⎜R ⎟
⎝ 1 R2 ⎠
1 = (T − T ) (U + U )
Q
U=
1 2 1 2
= U (T − T )
Q U tot = ∑ U i
tot 1 2
T2
r1 T1
r2 .
l Q
Nelle ipotesi suddette si avrà che le superfici isoterme saranno, a meno degli
effetti di bordo concentrati alle estremità superiore ed inferiore del cilindro cavo,
delle superfici cilindriche concentriche con l’asse coincidente con quello del
cilindro. Pertanto, la temperatura sarà indipendente dall’angolo azimutale e sarà
costante lungo una qualsiasi retta parallela all’asse del cilindro ma dipenderà
solo dalla direzione radiale r; il flusso termico avrà solo una direzione radiale e
non avrà alcuna componente nelle direzioni azimutale e lungo la lunghezza del
tubo. Essendo nulli pertanto i gradienti della temperatura nella direzione
azimutale e lungo direzioni parallele all’asse del cilindro, la potenza termica che
attraversa una qualunque superficie isoterma si scrive dalla legge di Fourier:
Q dr
= −dT
k 2π A r
r2
Q dr
T2
∫r k 2π A r = T∫ − dT
1 1
Da cui, ricordando che anche inquesto caso la potenza termica resta costante al
variare dell’ascissa r, segue:
⎛r ⎞
ln⎜⎜ 2 ⎟⎟ = (T1 − T2 )
Q
k 2π A ⎝ r1 ⎠
= (T1 − T2 )
ln(r2 r1 )
Q
k 2π A
ln (r2 r1 )
= T1 − T2
Q con R=
R 2 πk A
r
Q dr
T( r )
∫r k 2π A r = T∫ − dT
1 1
⎛r⎞
ln⎜⎜ ⎟⎟ = [T1 − T(r )]
Q
k 2π A ⎝ r1 ⎠
T1 − T2
ln(r2 r1 ) k 2π A ⎛r⎞
ln⎜⎜ ⎟⎟ = [T1 − T(r )]
k 2π A ⎝ r1 ⎠
T1 − T2
T(r ) = T1 − ln (r r1 )
ln (r2 r1 )
= T1 − T2
Q R tot = ∑ R i
R tot
T1 R T2
.
Q
= T1 − T2
Q R=
s
R k A
5,0 ⋅ 10 −3 K
R= = 1,0 ⋅ 10 − 2
1,0 1,0 ⋅ 0,50 W
= 24,5 − 24,0 = 50 W
Q
1,0 ⋅ 10 − 2
T1 R1 Ti R2 T2
= T1 − T2
Q
. R1 + R 2
Q
kalluminio = 236 W/m K kschiuma uretanica = 0,026 W/m K
s al 5,0 ⋅ 10 −3 K
R1 = = = 5,3 ⋅ 10 − 6
k al A 236 ⋅ 2,0 ⋅ 2,0 W
s su 10 ⋅ 10 −2 K
R2 = = = 9,6 ⋅ 10 −1
k su A 0,026 ⋅ 2,0 ⋅ 2,0 W
= 20 + 5
Q = 26 W
5,3 ⋅ 10 + 9,6 ⋅ 10 −1
−6
=6 Q
Q = 6 ⋅ 26 = 156 W
tot
R = −5 + 26 ⋅ 5,3 ⋅ 10 −5 = −5 °C
Ti = T1 + Q 1
Si osservi che la resistenza termica dello strato di alluminio poteva non essere
calcolata risultando certamente trascurabile rispetto a quella della schiuma
uretanica in quanto lo spessore del primo è un ventesimo del secondo ed inoltre,
la conducibilità termica dell’alluminio è 10.000 volte maggiore di quella della
schiuma uretanica. Per questo motivo la temperatura all’interfaccia alluminio-
schiuma uretanica è coincidente con la temperatura dell’ altra faccia
dell’alluminio.
.
Q
T1 Ris Ti Rest T∞
Kgomma = 0,15 W/m K
.
Q
= T∞ − T1
Q
R is + R est
1 1 K
R est = = = 2,0
2π r2 A h 2π ⋅ 0,008 ⋅ 1,0 ⋅ 10 W
1 1 K
R est = = = 1,2
2π r2 A h 2π ⋅ 0,013 ⋅ 1,0 ⋅ 10 W
= 20 + 5 = 8,9 W
Q
1,6 + 1,2
Rtot
Ris
Res
0,0
0,003
r2 r1
r2′
∂R tot ∂ ⎛ ln(r2 r1 ) 1 ⎞
= ⎜ + ⎟=0
∂r2 ∂r2⎜ 2π k A 2π r2 A h ⎟⎠
⎝
(r1 r2 ) 1
− =0
r2 2π k A 2π r2 2 A h
1 1
= 2
r2 k r2 h
k
r2′ =
h
Finora sono stati trattati problemi di conduzione del calore, per geometrie
semplici, in regime stazionario in cui la temperatura del sistema considerato è
indipendente dal tempo ma varia con la posizione all’interno del sistema stesso.
In generale però la temperatura di un corpo, oltre che con la posizione
all’interno del corpo, è funzione anche del tempo; si parla in tali situazioni di
regime transitorio o variabile. In tali situazioni l’individuazione dell’andamento
della tempertaura risulta via via più difficoltoso considerando i seguenti sistemi:
L’ipotesi di uniformità della temperatura all’interno del corpo può essere avanzata,
commettendo un errore minore del 5% (cioè le differenze tra le temperature dei vari
punti del corpo sono al massimo pari al 5% della differenza tra la temperatura di un
qualunque punto del corpo e la temperatura del fluido), quando il numero di Biot
risulta minore di 0,1.
h⋅V
Bi =
k⋅A
L
h⋅L k⋅A
Bi = =
k 1
h⋅A
Questa ipotesi si applica bene nel caso di corpi piccoli con conducibilità termica
elevata e, ancora meglio, quando sono immersi in un aeriforme in quiete, come l’aria.
Per ricavare la legge di variazione della temperatura del corpo nel tempo si consideri
il bilancio di energia scritto per il corpo tra gli istanti θ e θ+dθ.
dθ
dE = Q
T T∞
La variazione di energia del sistema, nell’intervallo di tempo dθ, può essere valutata
come variazione di energia interna ritenendo nulle le variazioni di energia cinetica e
potenziale del sistema; inoltre, trattandosi di un solido o un liquido per i quali vale
l’ipotesi di comportamento incomprimibile, si ha:
dE = ρ c V dT
= − h A [T(θ ) − T ].
Q ∞
Il segno “-“ in tale espressione si spiega tenendo presente che se T(θ)>T∞ la potenza
termica sarà in uscita dal sistema (ceduta dal sistema all’ambiente) e quindi negativa
in base alla convenzione adottata nella scrittura del bilancio di energia, nel caso
contrario sarà in ingresso al sistema e quindi positiva per la convenzione adottata.
ρ c V dT = − h A [T(θ ) − T∞ ] dθ
[
separando le variabili ed osservando che dT = d T(θ) − T∞ ] si può riscrivere
come:
d [T(θ ) − T∞ ] h A
=− dθ
[T(θ ) − T∞ ] ρc V
T(θ) − T∞ ⎛ h A ⎞
⎜−
= exp θ⎟
Ti − T∞ ⎜ ρ c V ⎟
⎝ ⎠
120
Ti
sfera metallica
100
C = 11,4 J/K
T [°C]
T∞
R = 0,05 W/K
80 sfera argilla
C = 5,7 J/K
R = 0,05 W/K
60
sfera metallica
C = 11,4 J/K
40 R = 0, 5 W/K
20
T∞
0
θ [s ]
0 100 200 300 400 500
T(θ) − T∞ ⎛ h A ⎞
⎜−
= exp θ⎟
Ti − T∞ ⎜ ρ c V ⎟
⎝ ⎠
T(θ ) − T∞ ρ c V
= 0,01 τ=
Ti − T∞ h A
aria stagnante
120
80
40
Ti
0
0 20 40 60 80 100 120 140 160
θ [s]