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BETTINA BRENTANO VON ARMIN

Bettina Brentano fu un interprete molto attenta e sensibile del suo tempo ed una delle
prime, significative figure femminili del primo romanticismo tedesco. Incarnò pienamente lo
spirito romantico dando voce ad un pensiero e ad una visione poetica della realtà fondata
sulla fede e sull’amore. La vicinanza a se stessa, la sensibilità musicale e l’impegno
politico e sociale sono le caratteristiche più affascinanti del suo sentire romantico. Si
dedicò con dedizione all’impegno politico e sociale sfidando molte convenzioni del suo
tempo: fece di casa sua un asilo per stranieri e oppositori politici, chiese che gli ebrei del
ghetto di Francoforte sul Meno venissero riconosciuti come cittadini a pieno titolo e
anticipò con i suoi scritti politici gli ideali che animarono i moti del ’48.

La fervida passione per l’arte derivazione dell’ambiente culturalmente privilegiato in cui si


formò e dal cenacolo di artisti con i quali entrò in contatto le permise di esprimersi
creativamente e con libertà. Si dedicò alla scrittura, all’arte visiva come illustratrice, alla
composizione e al canto (fu la prima a musicare le liriche del poeta Holderlin).

Al grande pubblico divenne nota nel 1835 con la pubblicazione del “Carteggio di Goethe
con una bimba”, un romanzo epistolare che contiene alcune lettere indirizzate al
pensatore tedesco e alla madre riviste alla luce della finzione letteraria (a quel tempo le
lettere di fantasia diventavano gradualmente forme d’arte). Bettina Brentano era fedele
alla pratica epistolare, amava allacciare rapporti e corrispondenze con personalità in vista.

Il carteggio è caratterizzato da una scrittura femminile ricca di metafore e suggestioni che


dà voce al profondamente sentito. Il contenuto del suo pensiero originale è ancora una
volta orientato ad interpretare la musica come rivelazione superiore, come medium dello
spirito. Come nella precedente opera di Wackenroder emergono il profondo legame tra
musica e fede, la sua funzione salvifica e l’inadeguatezza della parola nel descriverla.
La musica si identifica con Dio e diventa il mezzo per concepire l’assoluto, l’infinito.
Vivendo in una dimensione puramente interiore produce commozioni e rigenera l’anima.
Dall’opera emerge quel fraintendimento che ha caratterizzato il romanticismo in musica nel
porgere l’attenzione al dato musicale tecnico, alla sua costruzione e ai suoi rapporti
specifici, e l’attenzione al mero aspetto filosofico. Bettina implora Goethe di non badare al
valore formale delle note e alle loro implicazioni ma a percepire la musica come un’unità
già implicita in noi fin dal concepimento, ma paragona la settima ad una vera e propria
guida divina che con la sua naturale risoluzione conduce le note al loro esistere,
innalzandole.

In Beethoven riconosce colui che con il suo autentico genio ha costruito con le sue opere
la base sensibile per una vita spirituale in musica ed un progresso morale. Per Bettina
religione è il rapporto uomo arte.

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