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1
Abstract
This thesis is aimed to quantify the uncertainty in flutter analysis, due to the
airfoil thickness effects. Within the potential flow theory, an unsteady version of
Hess-Smith panel method is used to obtain aerodynamic loads. Harmonic oscil-
lations in pitch and plunge are imposed to simmetrical NACA airfoils of different
thickness (4%, 12%, 18%, 24%) at several frequences. The aerodynamic loads,
resulting from the calculation, are used to investigate the aeroelastic stability of
typical section models. The equation of motions are written for the two degree of
freedom typical section model. Then Flutter point is found solving the equations
of motion, written in frequency domain. By setting the flutter non-dimensional
parameters, for each imposed frequency k, the ratio of structural frequences (flex-
ural and torsional) and non-dimensional flutter velocities speed are obtained. Af-
terwards the non-dimensional flutter velocities, for NACA profiles, are compared
with flat plat results, for different values of the non-dimensional parameters.
2
Indice
1 Introduzione 1
6 Conclusioni 49
6.0.12 Limitazioni e sviluppi futuri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
3
INDICE
4
Elenco delle figure
5
Capitolo 1
Introduzione
L’ aeroelasticitá puó essere definita come quella scienza che studia la mutua in-
terazione tra le forze aerodinamiche e le forze elasto-meccaniche strutturali.[1] Le
analisi delle caratteristiche dinamiche, nell’ ambito delle strutture aeronautiche, so-
no al giorno d’oggi abbastanza sviluppate, come anche i metodi di calcolo numerico
e i metodi sperimentali. In campo aerodinamico, specialmente per quanto riguarda
l’aerodinamica instazionaria, si prosegue invece nella ricerca di modelli che sappia-
no coniugare una certa accuratezza nella previsione dei carichi aerodinamici con un
costo computazionale accettabile. Si puó quindi affermare che l’affidabilitá di un’
analsi aeroelastica dipende fortemente dall’accuratezza del modello aerodinamico.
In particolare la precisione nel calcolo dei carichi aerodinamici instazionari, si rivela
essere di grande importanza per la determinazione dei carichi dinamici strutturali
e per la stabilitá aeroelastica, nell’ambito degli aeromobili ad ala fissa e rotante,
delle turbomacchine e delle turbine eoliche. Un fenomeno in cui l’aerodinamica
instazionaria riveste particolare importanza, é quello del flutter, fenomeno di in-
stabilitá dinamica caratterizzato da oscillazioni autoeccitate, spesso catastrofiche,
sostenute dall’introduzione di energia nel sistema, dovuta all’accoppiamento tra il
sistema strutturale ed aerodinamico.
Per quanto riguarda l’aerodinamica non stazionaria, sono stati sviluppati e ap-
plicati modelli fisici piú o meno complessi, basati sia sull’ aerodinamica linearizzata,
sia sulla risoluzione numerica delle equazioni non lineari. Questi sono stati validati
tramite esperimenti e piú recentemente da simulazioni numeriche.
I modelli di riferimento per l’aerodinamica instazionaria sono stati sviluppati da
Wagner (1925), nel dominio del tempo, e da Theodorsen (1935) nel dominio della
frequenza. Contributi importanti in questo ambito sono stati forniti da Kussner
(1936) e Cicala (1936). Garrick (1938) ha poi dimostrato l’equivalenza tra la fun-
zione di Theodorsen nel dominio della frequenza e la funzone della risposta indiciale
sviluppata da Wagner, per la risposta transitoria all’avvio impulsivo di un profilo.
La maggior parte dei modelli matematici pone le sue fondamenta sull’ ipotesi di
piccole perturbazioni. Questa ipotesi é giustificata nell’ambito di problemi di sta-
bilitá, dove le ampiezze delle deformazioni elastiche sono indeterminate. É logico
quindi supporre piccoli spostamenti nel campo delle deformazioni elastiche e del-
l’aerodinamica, con una conseguente linearizzazione delle equazioni che governano
il fenomeno.
1
CAPITOLO 1. INTRODUZIONE
2
Capitolo 2
3
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
∇·u=0 (2.1)
In tutto il campo di moto la divergenza del vettore velocitá dev’essere nulla. L’i-
potesi di incomprimibilitá risulta limitante, in quanto la condizione di divergenza
nulla in tutto il campo comporta l’esclusione di qualunque considerazione termo-
dinamica dal quadro matematico adottato per descrivere il moto del fluido. [9]
Nonostante questo, il modello incomprimibile ha un notevole interesse pratico,
poiché risulta essere in grado di descrivere in modo sufficientemente accurato un
gran numero di fenomeni fluidodinamici, purché il numero di Mach della corrente
sia molto minore di 1.(tipicamente M < 0.3). D’altra parte con la correzione di
Prandtl-Glauert per i flussi comprimibili é possibile descrivere le correnti caratte-
rizzate da numeri di Mach fino a 0.7 [1], favorendo un’estensione a possibili appli-
cazioni in ambito elicotteristico, per quanto riguarda il volo stazionario (condizione
di hovering).
∇×u=0 (2.2)
4
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
La frequenza k puó essere vista come il rapporto tra i tempi tipici del moto strut-
turale e dell’interazione fluido-profilo responsabile delle forze aerodinamiche. Con-
siderando un moto strutturale armonico, di frequenza ω, il tempo di un’oscillazione
completa della struttura é Tm = 2π ω
.
c
Il tempo con cui una particella di fluido interagisce con il profilo é invece: Ta = V∞
.
5
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
dove î é il versore diretto come l’asse x, considerato parallelo alla corrente indistur-
bata. La velocitá di perturbazione, data l’ipotesi di irrotazionalitá della corrente,
é esprimibile come gradiente di una funzione scalare ϕ(x, t), chiamata potenziale
di perturbazione: v(x, t) = ∇ϕ(x, t) Si assume che la velocitá di perturbazione sia
piccola rispetto alla velocitá della corrente indisturbata |v|/V∞ 1 Imponendo il
vincolo di incomprimibilitá si ottiene la nota equazione di Laplace
6
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
∇2 ϕ = 0 (2.8)
dove r é la distanza dal profilo. Le condizioni al contorno lungo la scia sono ottenute
imponendo la conservazione della massa e della quantitá di moto attraverso la
superficie di discontinuitá:
∂ϕ
∆ =0
∂n
∆ϕ(xW , t) = ∆ϕ(xT E , t − tc )
dove con ∆ si indica la differenza tra i due lati della scia e con xT E il vettore
delle coordinate del bordo d’uscita.
∂σ(s, t)
n(s, t) = − × k̂ = nst (s) + nds (s, t) (2.12)
∂s
7
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
∂σ ∂σ ∂σ ds
vb · n̂ = − · × k̂ '− · n̂ (2.13)
∂t ∂s ∂t
Sostituendo la 2.13 e la velocitá del fluido V espressa dalla 2.7 nella condizione
2.9, si ottiene
1 ∂ϕ 1 ∂σ ds
= −n̂ · î + · n̂ (2.14)
V∞ ∂n V∞ ∂t
Per un movimento di plunge e una rotazione (di un piccolo angolo) attorno a
x0 il vettore velocitá risulta:
(y)
∂σ ds 0 dh(t) −σ st dα(t)
= + (2.15)
∂t 1 dt x − x0 dt
Tenendo conto che le coordinate del ventre del profilo sono date da σ − = σ ca −
σ th + σ ds , la differenza della derivata normale del potenziale fra il dorso e il ventre
del profilo é
" #
(y) (y) (y)
1 ∂ϕ ∂σ th dh(t) dα(t) (y) ∂σ ca ∂σ th dα
∆ = V∞ +V∞ α(t)+ −(x−x0 ) +σ th +
2 ∂n ∂x dt dt ∂x ∂x dt
(2.19)
8
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
(y) (y)
1 ∂ϕ ∂σ dh(t) dα(t) (y) ∂σ th dα
∆ = V∞ th + V∞ α(t) + − (x − x0 ) + σ th (2.21)
2 ∂n ∂x dt dt ∂x dt
La presenza del termine instazionario, proporzionale allo spessore e alla sua deri-
vata, é indice del fatto che lo spessore possa fornire un contributo non indifferente
sui carichi aerodinamici, all’interno della teoria delle piccole perturbazioni.
Per un profilo con uno spessore finito si puó verificare che, in alcuni punti lungo
(y) (y)
la corda, il termine σ th ∂σ th /∂x diventi confrontabile con (x − x0 ) o persino mag-
giore.
Se il centro di rotazione x0 si trova nei pressi del punto di massimo spessore del
(y) (y)
profilo, i termini −(x − x0 ) e σ th ∂σ th /∂x hanno lo stesso segno. Si puó quin-
di dedurre che l’ultimo termine dell’eqz. 2.21 é responsabile in un aumento di
1
2
∆ (∂ϕ/∂n) rispetto al caso di lastra piana.
2.4 Theodorsen
Il problema di trovare i carichi aerodinamici su profili oscillanti fu preso ini-
zialmente in considerazione da Glauert(1929) ma risolto poi in modo completo da
Theodorsen.
Nel modello di Theodorsen il profilo e la scia sono rappresentati da uno strato
vorticoso, con la scia che si estende su una superficie piana dal bordo d’uscita fino
all’infinito a monte del profilo. La scia comprende la circolazione in senso inverso a
quella del profilo, che viene rilasciata al bordo d’uscita e viene trasportata a valle
dalla velocitá della corrente indisturbata. La soluzione é fornita da Theodorsen,
per un moto puramente armonico, nella forma di funzione di trasferimento tra la
forzante (angolo d’attacco) e la risposta aerodinamica (distribuzione di pressione,
portanza e momento aerodinamico).
" # " #
ḧ α̇ α̈ ḣ 1 α̇
CL = πb + − ba 2 + 2πC(k) α + +b −a (2.22)
V∞2 V∞ V∞ V∞ 2 V∞
" #
1 ḣ 1 α̇
CM =π + a C(k) α + +b −a
2 V∞ 2 V∞
" # (2.23)
1 aḧ α̇ 1 b 1
+ πb − −a − + a2 α̈
2 V∞2 V∞ 2 2
V∞ 8
9
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
Per una posizione generica del centro aerodinamico il parametro a é invece de-
finito come:
1
a = x̄cr − x̄ac − (2.24)
2
00 0 00 0 1
− a α0
CL = π h̄ + α − aα + 2πC(k) α + h̄ + (2.25a)
2
1 1
CM = π + a C(k) α + h̄0 + − a α0
2 2
(2.25b)
1 0 0 1 1
+ π ah̄ − α −a − + a α00
2
2 2 8
10
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
0.15
0.1
0.05
0
CL
−0.05
−0.1
k=0
−0.15 k = 0.1
k = 0.3
k = 0.5
−0.2
−1 −0.5 0 0.5 1
alfa [deg.]
all’angolo di incidenza α per diversi valori della frequenza ridotta k. Si puó vedere
che all’aumentare di k, si sviluppano dei cicli di isteresi che si inclinano in modo
tale che l’ampiezza massima del coefficiente di portanza si riduce all’aumentare
della frequenza ridotta. Mentre per basse frequenze ridotte l’orientazione dei cicli
é antioraria, per alte frequenze é invece oraria. Questo effetto puó essere visto
piú chiaramente nel grafico dell’ampiezza e della fase del coefficiente di portanza
(figure 2.2 e 2.3).
Nel grafico 2.2 si vede che la massima ampiezza che corrisponde a 2π, (l’ampiezza
del coefficiente di portanza é stata normalizzata rispetto all’ampiezza dell’oscil-
lazione in ingresso). Nel caso di basse frequenze ridotte, prevale il contributo
circolatorio della portanza che subisce un ritardo nel raggiungere il Cl massimo,
testimoniato dalla fase negativa nel grafico 2.3. Per frequenze ridotte maggiori nel
grafico 2.3 si nota che la fase diventa postiva: si verifica infatti un’anticipo, dovuto
al prevalere del contributo non circolatorio della portanza. Il punto per cui la fase
si annulla prima di cambiare segno é detto punto di transizione di fase.
11
CAPITOLO 2. AERODINAMICA DEI PROFILI OSCILLANTI
6.4
6.2
5.8
5.6
|CL|
5.4
5.2
4.8
4.6
4.4
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 2.2: Ampiezza del coefficiente di portanza in funzione della frequenza ridotta,
per un movimento imposto di pitch
45
40
35
30
fase CL [deg.]
25
20
15
10
−5
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 2.3: Fase del coefficiente di portanza in funzione della frequenza ridotta, per un
movimento imposto di pitch
12
Capitolo 3
V =U+v (3.2)
13
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
14
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
(V n )i = 0 i = 1, 2, ..., N (3.7)
N
X N
X
n
(V )i = Anij qj + Bijn τ + V∞ sin(α − θi ) (3.8a)
j=1 j=1
N
X N
X
t
(V )i = Atij qj + Bijt τ + V∞ cos(α − θi ) (3.8b)
j=1 j=1
( h i
1 ri,j+1
sin(θi − θj )ln ri,j + cos(θi − θj )βij , i 6= j
Anij = 2π
(3.9a)
1
2
, i=j
( h i
1 r
sin(θi − θj )βij − cos(θi − θj )ln i,j+1 , i 6= j
Anij = 2π ri,j
(3.9b)
0, i=j
dove 1/2
ri,j+1 = (xmi − xj+1 )2 + (xmi − yj+1 2
1/2
ri,j = (xmi − xj )2 + (ymi − yi )2
1 1
xmi = (xi + xi+1 ), ymi = (yi + yi+1 )
2 2
−1 yi+1 − yi −1 yj+1 − yj
θi = tan , θj = tan
xi+1 − xi xj+1 − xj
15
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
−1 ymi − yj+1 −1 ymi − yj
βij = tan − tan
xmi − xj+1 xm i − xj
(V t )N = −(V t )1 (3.10)
Ax = b (3.11)
i = 1, 2, . . . , N
aij = Anij , (3.14a)
j = 1, 2, . . . , N
N
X
ai,N +1 = Bijn , i = 1, 2, . . . , N (3.14b)
j=1
16
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
N N
" N N
#
X X X X
At1j qj + t
B1j τ +V∞ cos(α−θ1 ) = − AtN j qj + t
BN j τ + V∞ cos(α − θN )
j=1 j=1 j=1 j=1
(3.15)
che equivale a
N
X N
X
t t t t
(A1j + AN j )qj + τ (B1j + BN j ) = −V∞ cos(α − θ1 ) − V∞ cos(α − θN ) (3.16)
j=1 j=1
da cui
aN +1,j = At1j + AtN j , j = 1, 2, . . . , N (3.17a)
N
X
t t
aN +1,N +1 = (B1j + BN j) (3.17b)
j=1
dall’eqz. (3.15),
bi = −V∞ sin(α − θi ), i = 1, . . . , N (3.18)
e dall’eqz (3.15),
bN +1 = −V∞ cos(α − θ1 ) − V∞ cos(α − θN ) (3.19)
Γk + ∆k (τw )k = Γk−1
17
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
Figura 3.2: Rappresentazione del metodo a pannelli per una corrente a potenziale
instazionaria al passo temporale tk
O anche come
∆k (τw )k = Γk−1 − Γk = l(τk−1 − τk ) (3.20)
Le restanti due relazioni possono essere desunte dalle assunzioni di Basu e Hancock
[11]:
(vw )k
tanΘk = (3.21a)
(uw )k
∆k = (tk − tk−1 )[(uw )2k + (vw )2k ]1/2 (3.21b)
dove (uw )k e (vw )k sono le componenti lungo x e y della velocitá della corrente, in
18
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
corrispondenza del punto medio del pannello di scia. Mentre la condizione di tan-
genza rimane la stessa che nel caso stazionario (eqz.(3.7)), la condizione di Kutta
include ora il termine non stazionario del potenziale. Secondo il teorema di Ber-
nulli non stazionario, la condizione di Kutta puó essere espressa come:
t 2 t 2 ∂(φN − φ1 ) ∂Γ
[(V )1 ]k − [(V )N ]k = 2 =2 (3.22)
∂t k ∂t k
Per il calcolo non stazionario devono inoltre essere calcolati ulteriori coefficienti di
influenza che coinvolgono il pannello di scia e i vortici concentrati a valle del profilo.
V 2 = (V t )2 + (V n )2 (3.27)
∂Φ
Utilizzando un’approssimazione alle differenze finite per il termine ∂t
, i coefficienti
19
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
Indicando con [(VΦt )f ]k la componente tangenziale della velocitá indotta sul punto
medio f di questi pannelli, il potenziale in corrispondenza del bordo d’attacco é
espresso come
z
X
(Φl.e. )k = [(VΦt )f ]k [(xf +1 − xf )2 + (yf +1 − yf )2 ]1/2 (3.29)
j=1
(Φl.e. )k + i−1
P t 2 2 1/2
j=il.e. [(VΦ )j ]k [(xj+1 − xj ) + (yj+1 − yj ) ]
il.e. ≤ i ≤ N
(Φnodo i )k = Pi−1 t 2 2 1/2
(Φl.e. )k + j=il.e. [(VΦ )j ]k [(xj+1 − xj ) + (yj+1 − yj ) ]
1 ≤ i ≤ il.e.
(3.30)
20
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
c ∂α
1. Moto di tipo rampa con velocitá di pitch costante A ≡ V∞ ∂t
(
a0 , t̄ ≤ 0
a(t) = t̄ (3.32)
a0 + (αf − α0 ) tf , 0 ≤ t̄ ≤ tf
2πtcycle
dove k é la frequenza ridotta, ¯t é il e tf = k
, in cui tcycle indica il numero
totale di cicli temporali
ux = ∆x k cos(k t̄ + Φ) (3.34a)
uy = ∆y k cos(k t̄) (3.34b)
21
CAPITOLO 3. METODO DI HESS E SMITH INSTAZIONARIO
22
Capitolo 4
23
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
7.5 Theodorsen
NACA0004
NACA0012
7 NACA0018
NACA0024
6.5
|Cl|
5.5
4.5
4
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.1: Ampiezza del coefficiente di portanza in funzione della frequenza ridotta,
per un movimento imposto di pitch
24
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
k = 0.1
0.15
0.1
0.05
0
CL
−0.05
−0.1
Theodorsen
NACA0004
NACA0012
−0.15
NACA0018
NACA0024
−0.2
−1 −0.5 0 0.5 1
alfa [deg.]
Figura 4.2: Curva d’isteresi del coefficiente di portanza al di sotto del punto di
inversione di fase (k = 0.1)
25
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
k = 0.5
0.08
0.06
0.04
0.02
CL
−0.02
−0.04 Theodorsen
NACA0004
NACA0012
−0.06 NACA0018
NACA0024
−0.08
−1 −0.5 0 0.5 1
alfa [deg.]
Figura 4.3: Curva d’isteresi del coefficiente di portanza al di sotto del punto di
inversione di fase (k = 0.5)
Il coefficiente di momento 4.2, per un puro movimento di pitch (h̄, h̄0 , h̄00 = 0),
si puó dunque scrivere come:
π 0 3 00
CM = − α + α (4.4)
2 8
26
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
50
40
30
fase Cl [deg.]
20
10
Theodorsen
0 NACA0004
NACA0012
NACA0018
NACA0024
−10
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.4: Fase del coefficiente di portanza in funzione della frequenza ridotta, per un
movimento imposto di pitch
Si puó notare infatti che nella figura 4.5, |CM | ha un valore nullo nell’origine e nella
figura 4.6, la fase di CM é di −90◦ in corrispondenza della frequenza nulla.
Per quanto riguarda i profili dotati di spessore, bisogna considerare che il cen-
tro aerodinamico risulta essere spostato.
Il parametro a risulta:
a = −x̄ac − 1 (4.7)
Il coefficiente di momento 4.2, per un puro movimento di pitch (h̄, h̄0 , h̄00 = 0),
si puó scrivere come:
27
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
1 3
CM =π − − x̄ac C(k) α + + x̄ac α0
2 2
(4.8)
1 0 3 1
+ π −α + x̄ac − + (1 + x̄ac ) α00
2
2 2 8
1 3
CM =π − − x̄ac C(k) α0 + + x̄ac jkα0
2 2
(4.9)
1 3 1 2 2
+ π − + x̄ac jkα0 + + (1 + x̄ac ) k α0
2 2 8
Nella figura 4.5 si nota che il valore stazionario di |CM | per i profili dotati di
spessore, non é nullo come nel caso di Theodorsen. In particolare per profili di
spessore crescente il valore stazionario di |CM | aumenta. Questo é dovuto al fatto
che per profili di spessore crescente, il centro aerodinamico é spostato sempre di piú
verso il bordo d’attacco: per profili piú spessi, il valore di x̄ac nella 4.10 é sempre
piú negativo.
Nella figura 4.6 si nota che il valore stazionario della fase non é pari a −90◦ come
per il caso di Theodorsen, ma si avvicina a −180◦ come secondo la formula 4.10.
Il valore della fase non arriva ad essere esattamente di −180◦ poiché le simulazioni
sono state fatte a partire dalla frequenza k = 0.0001.
28
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
0.9
0.8
0.7
0.6
|Cm|
0.5
0.4
0.3
0.2 Theodorsen
NACA0004
NACA0012
0.1 NACA0018
NACA0024
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.5: Ampiezza del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in
funzione della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch
|CM | = 0 (4.13)
inoltre ∀k
ϕ(CM ) = 0 (4.14)
Si puó notare infatti che nella figura 4.10, |CM | ha un valore nullo nell’origine e
nella figura 4.6, la fase di CM é nulla per tutte le frequenze k.
Per quanto riguarda i profili dotati di spessore, bisogna considerare anche in
questo caso, che il centro aerodinamico risulta essere spostato. Il parametro a ri-
sulta:
a = −x̄ac − 1 (4.15)
29
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
−60
−80
−100
fase Cm [deg.]
Theodorsen
−120 NACA0004
NACA0012
NACA0018
NACA0024
−140
−160
−180
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.6: Fase del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch
Il coefficiente di momento 4.2, per un puro movimento di plunge (α, α0 , α00 = 0), si
puó scrivere come:
1 1
CM = π − − x̄ac C(k)h̄0 + π(−1 − x̄ac )h̄00 (4.16)
2 2
Nella figura 4.10 si nota che il valore stazionario di |CM | per i profili dotati di
spessore é nullo come nel caso di Theodorsen.
Nella figura 4.6 si nota invece che il valore stazionario della fase non é pari a 0◦
come per il caso di Theodorsen, ma si avvicina a −90◦ come secondo la formula
4.18.
30
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
k = 0.2
0.8
0.6
0.4
0.2
Theodorsen
NACA0004
CL
0 NACA0012
NACA0018
NACA0024
−0.2
−0.4
−0.6
−0.8
−0.2 −0.1 0 0.1 0.2 0.3
h/c
Figura 4.7: Curva d’isteresi del coefficiente di portanza in funzione dello spostamento
di punge h/c
90
80
70
60
50
|Cl|
40
30
20
Theodorsen
NACA0004
NACA0012
10
NACA0018
NACA0024
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.8: Ampiezza del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di plunge
31
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
110
105
100
fase Cl [deg.]
95
90
85
Theodorsen
NACA0004
80
NACA0012
NACA0018
NACA0024
75
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.9: Fase del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di plunge
32
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
10
9
Theodorsen
NACA0004
8 NACA0012
NACA0018
NACA0024
7
6
|Cm|
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.10: Ampiezza del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in
funzione della frequenza ridotta, per un movimento imposto di plunge
33
CAPITOLO 4. CALCOLO DEI COEFFICIENTI AERODINAMICI
20
−20
fase Cm [deg.]
−40
Theodorsen
NACA0004
NACA0012
−60 NACA0018
NACA0024
−80
−100
−120
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura 4.11: Fase del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di plunge
34
Capitolo 5
Probabilmente uno dei piú pericolosi, anche se non dei piú frequenti tipi di
flutter caratteristici dell’aeronautica, é quello che risulta dall’accoppiamento flesso-
torsionale di un’ala di elevato allungamento alare. Riferendosi al modello della
sezione tipica, si possono ottenere molte informazioni riguardo all’influenza di vari
parametri del sistema, su questo tipo di flutter.
Xea é l’intersezione della sezione con l’asse elastico, che nel caso in figura coin-
cide con il centro aerodinamico. b é la semicorda del profilo, a é il parametro
definito dall’espressione 2.24nel capitolo 2. Xα é la distanza del baricentro da Xea ,
(considerata in modo che il baricentro si trovi dietro Xea ).
35
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
36
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
Iα α̈ + αKα = 0 (h ≡ 0) (5.9)
si ricava
Kα = Iα ωα2 (5.10)
V∞2 00 V∞2 00
m 2
h + S 2
α + mωh2 h = −L(t̄) (5.11a)
b b
V∞2 00 V∞2 00
S 2 h + Iα 2 α + Iα ωα2 α = M (t̄) (5.11b)
b b
37
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
Le ampiezze CLpitch , CLplunge ,CMpitch , CMplunge e le fasi ϕ(CLpitch ), ϕ(CLplunge ),
ϕ(CMpitch ), ϕ(CMplunge ) sono quelle riportate nel capitolo 4.
38
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
V∞2 2 V∞2 2
2 jkt̄ 1 2 jkt̄
m 2 k h0 + S 2 k α0 + mωh h0 e = − ρV∞ (2b) CLα α0 + CLh̄ h̄0 e
b b 2
(5.19a)
2 2
V∞ 2 V∞ 2 2 jkt̄ 1 2 2
jkt̄
S 2 k h0 + Iα 2 k α0 + Iα ωα α0 e = − ρV∞ (2b) CMα α0 + CMh̄ h̄0 e .
b b 2
(5.19b)
Questa scrittura é giustificata dalla linearitá delle equazioni di moto e dal fatto
che tutte le variabili dipendenti del problema, sono funzioni del tempo unicamente
attraverso il fattore ejkt̄ .
Dividendo la 5.19a per πρb3 ω 2 e la 5.19b per πρb4 ω 2 e tralasciando il fattore eikτ
si ottiene
CLα CLh̄
− µh̄0 − µxα α0 + µX1 X2 h̄0 = − 2
α0 − h̄0 (5.20a)
πk πk 2
CM CM
− xα µh̄0 − rα2 µα0 + µrα2 X2 α0 = 2 2α α0 + 2 2h̄ h̄0 (5.20b)
πk πk
e i parametri adimensionali
m
µ = rapporto di massa (5.22a)
πρb
S
xα = distanza del baricentro dall’asse elastico in semicorde (5.22b)
mb
r
Iα
rα = 2
raggio giratore in semicorde (5.22c)
rmb
Kh
ωh = (5.22d)
rm
Kα
ωα = (5.22e)
Iα
39
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
CLα CLh
− µh̄0 − µxα α0 + (1 + igh )µX1 X2 h̄0 = − 2
α0 − h̄0 (5.23a)
πk πk 2
CM CM
− xα µh̄0 − rα2 µα0 + (1 + igα )µrα2 X2 α0 = 2 2α α0 + 2 2h h̄0 (5.23b)
πk πk
Riordinando i termini:
h i h i
C Lh C Lα
−µ + (1 + igh )µX1 X2 + πk2
h̄0 + −µxα + πk2
α0 = 0
h i h i
CMh CMα
−xα µ − 2 πk2 h̄0 + −rα2 µ + (1 + igα )µrα2 X2 − 2 πk2
α0 = 0
(5.24)
dove:
CLh
A = −µ + (1 + igh )µX1 X2 +
πk 2
CLα
B = −µxα +
πk 2 (5.26)
CM
D = −xα µ − 2 2h
πk
CMα
E = −rα2 µ + (1 + igα )µrα2 X2 − 2
πk 2
Introducendo i termini:
CLh CLh
Ar = −µ + < Ai = =
πk 2 πk 2
CLα CL α
Br = −µxα + < Bi = =
πk 2 πk 2
CMh CMh
Dr = −µxα − < 2 2 Di = = 2 2 (5.27)
πk πk
2 CMα CMα
Er = −µrα − < 2 2 Ei = = 2 2
πk πk
40
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
∆ = AE − BD =
Ar Er + iAi Er + (1 + igh )µEr X1 X2 + iAr Ei − Ai Ei
(5.29)
+ iµEi X1 X2 − gh µEi X1 X2 + (1 + igα )µAr rα2 X2 + iµAi rα2 X2
− gα µAi rα2 X2 + (1 + igh )µ2 rα2 X1 X22 + igα µ2 rα2 X1 X22 − gh gα µ2 rα2 X1 X22
2
ωh Uf 1
= X1 = √ (5.31)
ωα bωα k X2
41
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
ar X1 X22 + br X1 X2 + cr X2 + dr = 0 (5.33a)
+ bi X 1 X 2 + c i X 2 + d i = 0 (5.33b)
con
5.0.11 Risultati
Trascurando lo smorzamento strutturale, la velocitá di flutter adimensionaliz-
zata Uf /bωα é stata calcolata per i profili di diverso spessore e per la lastra piana.
I calcoli sono stati svolti per valori diversi dei parametri adimensionali µ, a, xα ,
rα . I casi analizzati sono riportati in tabella.
Test µ a xα rα
1 3 -0.3 0.2 0.5
2 3 -0.3 0 0.5
3 10 -0.3 0.2 0.5
4 20 -0.2 0 0.5
5 20 -0.2 0.1 0.5
Dai risultati ottenuti si puó osservare che in molti casi le previsioni delle condizioni
di flutter, utilizzando il modello di Theodorsen si rivelano essere non conservative.
Si puó notare infatti che negli intervalli di frequenze per cui si ottiene una soluzio-
ne reale della velocitá di flutter per tutti i profili, le curve di Theodorsen indicano
42
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
Nel primo caso test (figura 5.2) si verifica ad esempio che, per un rapporto delle
frequenze strutturali ωh /ωα = 0.24, la differenza delle velocitá adimensionali di
flutter tra il profilo NACA0012 e il caso di lastra piana é di circa il 6%.
Per rapporti di massa maggiori (figura 5.4), la velocitá di Flutter aumenta e inoltre
la differenza tra il modello di lastra piana e i profili NACA si rivela essere meno
accentuata: per un rapporto delle frequenze strutturali ωh /ωα = 0.24 la differenza
di Uf /bωα del profilo NACA0012 rispetto al modello di Theodorsen é di circa il 2.3%
Nel secondo caso si puó notare che ci sono molte frequenze strutturali dove so-
lo alcuni profili mostrano una condizione di flutter a bassa velocitá. Si tenga peró
presente che in questo caso, poiché il valore di xα é nullo, a paritá degli altri para-
metri, le velocitá di flutter sono molto piú alte e il flutter potrebbe non verificarsi
(le velocitá stimate di flutter eccedono le velocitá stimate di divergenza torsionale).
I casi 4 e 5 (figure 5.5, 5.6) sono caratterizzati da rapporti di massa ancora maggio-
ri, piú tipici dei casi aeronautici. In accordo con quanto mostrato da Bisplinghoff
[1], le velocitá di flutter sono maggiori.
I due casi si differenziano per il valore del parametro xα : ovvero nel caso 5, il
baricentro é piú spostato verso il bordo d’uscita, a una distanza maggiore dall’asse
elastico. In quest’ultimo caso, rispetto al precedente si verifica che le velocitá di
flutter sono minori, in accordo col fatto che Uf /bωα diminuisca all’aumentare della
distanza del baricentro rispetto all’asse elastico, in direzione del bordo d’uscita
[1]. Inoltre nel caso 4 le differenze tra il modello di lastra piana e i profili NACA
sono piú marcate, soprattutto per basse frequenze strutturali. In particolare per
un rapporto delle frequenze strutturali ωh /ωα = 0.5 la differenza di Uf /bωα tra il
profilo NACA0024 e il caso di Theodorsen é di circa il 5.3% nel caso 4 e di circa
l’1.2% nel caso 5. Mentre per ωh /ωα = 0.25 la differenza di Uf /bωα é di circa il
2.4% nel caso 4, a fronte di un 1.2% del caso 5.
Per bassi rapporti di frequenze strutturali ‘e stato mostrato che, per valori fissati
dei parametri µ e rα , la velocitá di flutter dipende dai parametri xα e a nella com-
binazione (a + xα ), che esprime la distanza del baricentro dal centro aerodinamico.
[1]. Nel capitolo 4 si mostra che per i profili dotati di spessore, il centro aerodina-
mico é spostato rispetto al 25% della corda, verso il bordo d’attacco.
Si consideri a questo proposito, l’espressione del parametro a per una posizione
generica del centro aerodinamico, data dall’eqz. 2.24. Se il centro aerodinamico é
spostato rispetto al 25% della corda verso il bordo d’attacco, a risulta minore in va-
lore assoluto. Se xα = 0, nelle condizioni sopra descritte, lo spostamento del centro
aerodinamico ha un’influenza maggiore nel calcolo della velocitá adimensionalizzata
di flutter, in accordo con quanto mostrato dai casi 4 e 5.
43
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
1.24
1.22
Uf / b ωα
1.2
1.18
1.16
−2 −1 0
10 10 10
ωh / ωα
44
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
Theodorsen
NACA0004
NACA0012
NACA0018
NACA0024
Uf / b ωα
1
10
0
10
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45
ωh / ωα
45
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
1.85
Theodorsen
NACA0004
1.8 NACA0012
NACA0018
NACA0024
1.75
1.7
Uf / b ωα
1.65
1.6
1.55
1.5
1.45
1.4
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
ωh / ωα
46
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
2.7 Theodorsen
NACA0004
NACA0012
2.6 NACA0018
NACA0024
2.5
Uf / b ωα
2.4
2.3
2.2
2.1
2
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9
ωh / ωα
47
CAPITOLO 5. ANALISI DI STABILITÁ AEROELASTICA
2.4
2.3
Uf / b ωα
2.2
2.1
2 Theodorsen
NACA0004
NACA0012
NACA0018
NACA0024
1.9
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
ωh / ωα
48
Capitolo 6
Conclusioni
In questo lavoro di tesi sono stati indagati gli effetti dello spessore del profilo
alare, per quanto riguarda i carichi aerodinamici instazionari e l’analisi di stabilitá
aeroelastica. I valori dei coefficienti aerodinamici, ottenuti con il metodo di Hess e
Smith instazionario e portati nel dominio delle frequenze, sono stati paragonati ai
valori ottenuti per il caso di lastra piana. Sono state osservate differenze sostanziali
rispetto al caso di lastra piana, soprattutto per quanto riguarda il movimento di
pitch. In particolare, per quanto riguarda il coefficiente di portanza, si é visto che
per basse frequenze si ottengono coefficienti di portanza maggiori all’aumentare
dello spessore e viceversa per le frequenze maggiori. Rispetto invece alla fase del
coefficiente di portanza, é stato verificato che, all’aumentare dello spessore, il pun-
to di transizione di fase si sposta verso frequenze ridotte maggiori. Il coefficiente
di momento ha mostrato invece come nei profili dotati di spessore é necessario
prendere in considerazione il leggero spostamento del centro aerodinamico rispetto
al 25% della corda. Rispetto al movimento di plunge le differenze osservate sono
meno accentuate, soprattutto per quanto riguarda l’ampiezza del coefficiente di
portanza. Osservando invece la fase del coefficiente di portanza e del coefficiente
di momento si nota il permanere di un ritardo rispetto al caso di lastra piana.
Le differenze riscontrate rispetto ai carichi aerodinamici, per i profili di diverso
spessore, si sono rivelate influenti nel calcolo della stabilitá aeroelastica. Dall’ana-
lisi del flutter flesso-torsionale, svolto per la sezione tipica a due gradi di libertá,
si sono ottenute velocitá di flutter diverse per i vari spessori. Dai risultati ottenuti
per diversi valori dei parametri adimensionali, si é visto che le previsioni delle con-
dizioni di flutter, secondo il modello di Theodorsen, si rivelano essere perlopiú non
conservative. Per valori maggiori del rapporto di massa µ, piú tipici dei casi aero-
nautici, le differenze legate agli effetti di spessore sono risultate meno accentuate.
Si puó quindi affermare che il modello di Theodorsen risulta essere comunque af-
fidabile in questi casi. Per alti rapporti di massa µ é stato inoltre osservato che,
aumentando il parametro xα , le velocitá di flutter adimensionali sono meno in-
fluenzate dagli effetti dello spessore.
In generale é stato mostrato come lo spessore del profilo alare abbia un’impatto sul-
l’analisi del flutter, piú o meno significativo al variare dei parametri adimensionali
caratteristici del flutter.
49
CAPITOLO 6. CONCLUSIONI
50
Appendice A
51
APPENDICE A. STUDIO PARAMETRICO DEI VALORI DI INPUT
Dai grafici (A.6, A.7, A.8, A.9) si possono osservare delle differenze un po’ piú
accentuate per quanto riguarda la fase dei cofficienti. Si nota inoltre che per 128
passi temporali compaiono delle oscillazioni; é stato scelto, di conseguenza, un
numero di passi temporali DTS = 64.
6.5
Theodorsen
np = 20
np = 50
np = 100
6
np = 300
np = 500
|Cl|
5.5
4.5
4
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.1: Ampiezza del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in fun-
zione della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per un
profilo NACA0012 schematizzato con diversi valori del numero di pannelli
52
APPENDICE A. STUDIO PARAMETRICO DEI VALORI DI INPUT
50
40
30
fase Cl [deg.]
20
10
Theodorsen
np = 20
np = 50
np = 100
0
np = 300
np = 500
−10
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.2: Fase del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per un profilo
NACA0012 schematizzato con diversi valori del numero di pannelli
0.9
0.8
0.7
0.6
|Cm|
0.5
0.4
0.3 Theodorsen
np = 20
np = 50
0.2 np = 100
np = 300
np = 500
0.1
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.3: Ampiezza del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in fun-
zione della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per un
profilo NACA0012 schematizzato con diversi valori del numero di pannelli
53
APPENDICE A. STUDIO PARAMETRICO DEI VALORI DI INPUT
−60
−80
−100
fase Cm [deg.]
−120
−140
Theodorsen
np = 20
np = 50
np = 100
−160
np = 300
np = 500
−180
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.4: Fase del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per un profilo
NACA0012 schematizzato con diversi valori del numero di pannelli
0
10
−1
10
−2
10
Errore
−3
10
−4
10
−5
10
0 5 10 15 20
tcycle
Figura A.5: Errore calcolato secondo l’espressione A.1in funzione del numero di cicli
temporali tcycle
54
APPENDICE A. STUDIO PARAMETRICO DEI VALORI DI INPUT
Pitch NACA0012
7
Theodorsen
16 passi temp. per ciclo
6.5 32 passi temp. per ciclo
64 passi temp. per ciclo
128 passi temp. per ciclo
6
|Cl|
5.5
4.5
4
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.6: Ampiezza del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in funzio-
ne della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per valori
diversi del numero di passi temporali per ciclo
Pitch NACA0012
45
40
35
30
fase Cl [deg.]
25
20
15
10
Theodorsen
5 16 passi temp. per ciclo
32 passi temp. per ciclo
0 64 passi temp. per ciclo
128 passi temp. per ciclo
−5
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.7: Fase del coefficiente di portanza attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per valori
diversi del numero di passi temporali per ciclo
55
APPENDICE A. STUDIO PARAMETRICO DEI VALORI DI INPUT
Pitch NACA0012
1
0.9
0.8
0.7
0.6
|Cm|
0.5
0.4
0.3
Theodorsen
0.2 16 passi temp. per ciclo
32 passi temp. per ciclo
0.1 64 passi temp. per ciclo
128 passi temp. per ciclo
0
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.8: Ampiezza del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in funzio-
ne della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per valori
diversi del numero di passi temporali per ciclo
Pitch NACA0012
−70
−80
−90
−100
fase Cm [deg.]
−110
−120
−130
−140
Theodorsen
−150 16 passi temp. per ciclo
32 passi temp. per ciclo
−160 64 passi temp. per ciclo
128 passi temp. per ciclo
−170
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7
frequenza ridotta k
Figura A.9: Fase del coefficiente di momento attorno al 25% della corda, in funzione
della frequenza ridotta, per un movimento imposto di pitch, per valori
diversi del numero di passi temporali per ciclo
56
Bibliografia
57
BIBLIOGRAFIA
[14] H. C. Nelson and J. H. Berman, “Calculations on the forces and moments for
an oscillating wing-aileron combination in two-dimensional potential flow at
sonic speed,” tech. rep., DTIC Document, 1952.
58