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STORICO SARDO
VOLUME XXXIX
A CURA DI
MARIA LUISA PLAISANT
CAGLIARI - 1998
ARCHIVIO
STORICO SARDO
A CURA DELLA
DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LA SARDEGNA
VOLUME XL
CAGLIARI - 1999
© Cagliari - 2000
INDICE
SAGGI E MEMORIE
NOTIZIARIO
5
Indice
RECENSIONI
6
SAGGI E MEMORIE
Indice
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VALERIA SCHIRRU
(1) Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, Archivio di Stato di Firenze,
Roma 1981, vol. II, p. 32.
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Valeria Schirru
(2) Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, Archivio di Stato di Firenze
cit., vol. II, p. 149.
(3) In un registro cartaceo detto Stracciafoglio, conservato nello stesso Archivio
di Stato di Firenze (in appresso A.S.F.), si legge: «A dì 7 marzo 1811. Dalla Commissio-
ne deputata alla scelta dei Monumenti di Scienze, Lettere ed Arti ha ricevuto l’Imperiale
Archivio Diplomatico, le Cartapecore del Monastero di Camaldoli, in sessantaquattro cas-
sette […]. Camaldoli n. 4454 [...]». Cfr. E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, in Regesta
Chartarum Italiae dell’Istituto Storico Italiano, vol. IV, Roma 1928, p. XXIII. L’opera
completa è in quattro volumi: L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, in
Regesta Chartarum Italiae dell’Istituto Storico Italiano, vol. I, Roma 1907 e vol. II,
Roma 1909; E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, in Regesta Chartarum Italiae dell’Istituto
Storico Italiano, vol. III, Roma 1914 e vol. IV, Roma 1928.
(4) Si tratta del monastero ubicato nel territorio provinciale di Arezzo; questa
precisazione è d’obbligo in virtù del fatto che anche altri monasteri dell’Ordine era-
no denominati Camaldoli, come ad esempio quello che si trovava vicino a Firenze
dove sono stati redatti alcuni dei documenti editi nell’Appendice documentaria.
Cfr. i docc. XXI, XXII, XXIII, XXIV.
(5) Non tutte le chiese camaldolesi sarde dipendevano dal monastero di San
Salvatore. Ad esempio la chiesa di Santa Maria di Bonarcado con tutte le sue dipen-
denze era stata affiliata al monastero di San Zenone di Pisa che a sua volta dipendeva
dal monastero di San Michele in Borgo, sempre a Pisa.
(6) I volumi, il cui restauro è stato terminato recentemente si possono attual-
mente visionare in microfilm: A.S.F., Diplomatico, Spoglio Camaldoli nn. 52-53-54.
Riportano nel foglio di guardia rispettivamente le scritte: «Spoglio delle Cartapecore
del Monastero di S. Salvatore di Camaldoli. Dall’anno 780, 30 Aprile, al 1199, 20
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Le pergamene camaldolesi relative alla Sardegna nell’Archivio di Stato di Firenze
Novembre, con n. 9 Spogli del sec. XII d’incerta data»; «Spoglio delle Cartapecore del
Monastero di S. Salvatore di Camaldoli. Dall’anno 1200, Febbraio, all’anno 1300,
Agosto, con n. 34 Spogli del sec. XIII di data incerta»; «Spoglio delle Cartapecore del
Monastero di S. Salvatore di Camaldoli. Dall’anno 1304, 9 Febbraio, al 1680, 15
Maggio». Per l’epoca della realizzazione dello spoglio cfr. A.S.F., Stracciafoglio, cc.
81-84 e E. LASINIO, Regesto di Camaldoli cit., vol. IV, p. XXIV.
(7) Il manoscritto è conservato nello stesso Archivio di Stato di Firenze:
A.S.F., Corporazioni religiose soppresse, Camaldoli Appendice, Sommario di Istrumenti
n. 8 (in appresso Sommario). Si tratta di un volume pergamenaceo (mm. 450 x
300), rilegato in pelle, restaurato nel 1995, che pervenne all’Archivio di Stato di
Firenze nel 1893 quando, in seguito alla soppressione dei conventi, vennero incame-
rati dallo Stato i beni di questi ultimi. In un foglio incollato nella carta di guardia si
legge: «Miscellanea varia storica et patrimonialis-Cartularium. Questo bellissimo codice
in pergamena, di buona conservazione, e di buona scrittura, la maggior parte di caratte-
ri gotici o semigotici ha sulla costola il titolo errato o almeno incompleto “Summaria
instrumentorum et Privilegiorum SS. Pontificum Aretinorum Episcoporum et Imperato-
rum Digesta Domino Simone et Raynerio Monac. Camal. Ab anno 1001 ad annum
1269”. Sulla prima carta recto in fronte, comincia la tavola o l’indice della prima parte
del codice, che va fino a un quarto del retro della carta, con sotto alcune giunte di carat-
tere più moderno. Sul recto della carta seguente segnata n. II principia la deferizione dei
censi “Hic e(st) Census de Mogiona etc.” e termina verso la metà del recto della carta VI.
Sul verso di questa si leggono alcuni Lodi e Confutazioni che comprendono le due carte
successive, cioè fino alla VIII inclusa. Si vede chiaro che queste due carte, dopo le prime
della deferizione dei Censi, erano state lasciate in bianco per notarvi successivamente
altre partite, ma che poi furono riempite con quei documenti che avevano un’attinenza
alla materia del codice, perché relativi a combinazioni di beni e a balzelli imposti dalla
Rep. Fiorentina e atti consimili. In molte parti del codice esistono trascrizioni di tali
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documenti in carte o parti di carte che erano lasciate bianche. A carta VIIII comincia la
Deferizione dei Beni col titolo “Cart(..) de Fontebono etc.”. Questo cartolario o descri-
zione indica sommariamente le provenienze sia per compra, per locazione, o donazione,
o legato, intestando ciascuna nota col nome del disponente e quindi la descrizione som-
maria dei beni ai quali si riferisce la nota; poi la data dell’anno, mese e giorno, quindi il
nome del notaio. Il primo atto è dell’anno 1048 mese di maggio e poi seguono per ordine
cronologico. Fino a carta 171 proseguono le note relative ai beni del monastero ed Eremo
di Camaldoli (Fontebono). A carta 71 retro cominciano le note relative agli altri mona-
steri; cominciando da quello di Sancti Quirici de Pisis a cui tengono dietro altri cinque
titoli dei monasteri di Pisa, Lucca, Firenze, Volterra, della Sardegna, di Romagna, di
Perugia, Città di Castello e Chiusi, del Romano, Marca Trevisana e Anconitana, Vene-
zia e Alemagna. Seguono a carta 208 i Privilegi Pontifici, a carta 224 le Indulgenze
Pontificie, a carta 235 i Privilegi dei Vescovi di Arezzo, a carta 242 i Privilegi delli
Imperatori. Intercalati in quest’ultima parte, e anche nelle precedenti, non che in fine, si
leggono altri atti e documenti, come abbiamo notato di sopra e dei quali vi è in parte un
indice di caratteri più moderni, in appendice al vecchio indice o tavola».
(8) Il codice, conservato nella Biblioteca della Fraternità dei Laici ad Arezzo,
è intitolato «Memoria delle scripture della casa rivedute et insieme rassectate per me ser
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rispetto allo stile moderno, per cui si deve aggiungere un’unità, all’an-
no presente nel documento, nel periodo tra il 1° gennaio e il 24 mar-
zo. L’indizione è solitamente quella romana che iniziava il 25 dicem-
bre, in anticipo di sette giorni rispetto al 1° gennaio.
Sono da segnalare i casi di due bolle pontificie, datate 1118 e
1137 (32) in cui l’anno, con molta probabilità, segue lo stile dell’incarna-
zione secondo il computo pisano accompagnato dall’indizione bedana.
Secondo il calculus pisanus l’anno iniziava il 25 marzo precedente rispet-
to allo stile moderno, per cui si deve togliere un’unità, all’anno presente
nel documento, dal 25 marzo al 31 dicembre; l’indizione bedana inco-
minciava il 24 settembre, in anticipo di tre mesi e sette giorni rispetto a
quella romana, con la quale coincide dal 1° gennaio al 23 settembre,
mentre dal 24 di tale mese alla fine dell’anno ha un’unità in più. Il docu-
mento datato 1118 contiene infatti un privilegio solenne di papa Gela-
sio II, la cui elezione – avvenuta il 24 gennaio 1118 – venne contrastata
dall’antipapa Gregorio VIII, eletto l’8 marzo dello stesso anno. Il docu-
mento datato 1137 contiene anch’esso un privilegio, di papa Innocenzo
II, alla cui elezione seguì quella dell’antipapa Anacleto II. È probabile
che l’uso dei sistemi cronologici pisani, diversi da quelli solitamente usa-
ti nella cancelleria pontificia (incarnazione fiorentina e indizione roma-
na), sia da mettere in relazione con il momentaneo soggiorno dei ponte-
fici a Pisa e con la difficile situazione del periodo.
I due privilegi imperiali (33) sono datati secondo lo stile dell’incar-
nazione fiorentina accompagnato dall’indizione bedana, in uso presso la
cancelleria degli imperatori di Germania nei secoli X-XIV (34).
Nell’ambito dei documenti notarili si riscontra l’uso di diversi si-
stemi di datazione legati alla provenienza geografica dei notai e soprat-
tutto al luogo in cui gli atti vennero stilati. In particolare si possono in-
dividuare nove documenti (35), provenienti da Arezzo e da località vici-
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ne, o redatti da notai aretini, in cui è seguito lo stile della natività, che
faceva iniziare l’anno il 25 dicembre, sette giorni in anticipo rispetto allo
stile moderno, per cui si deve aggiungere un’unità, all’anno riportato nel
documento, solo nel periodo compreso tra il 25 e il 31 dicembre (36).
Per quanto riguarda i documenti prodotti in Sardegna affronta-
re un discorso generale si presenta molto più problematico. Alcuni atti
contengono indicazioni cronologiche parziali o ne sono completa-
mente privi, per questi è stato possibile fissare i termini ante quem e
post quem in base al loro contenuto e ai confronti con altri documenti
datati (37).
In due documenti, emanati entrambi dalla scrivania del giudice
di Torres Costantino I de Lacon, si riscontra l’uso del calcolo lunare,
che non sempre, anche con gli strumenti adatti, permette di risalire
esattamente al computo moderno, essendo necessaria l’indicazione
della data, del mese e del giorno della settimana che non sono riporta-
ti (38).
Quando la data è presente in forma completa si trova sia lo stile
dell’incarnazione fiorentina (39) che lo stile della natività (40), usati in-
distintamente nei documenti prodotti dagli scriptoria dei giudici di
Torres e in quelli emanati da autorità ecclesiastiche. Piuttosto si po-
trebbe ipotizzare, anche se il numero esiguo di documenti non per-
mette di affermarlo con certezza, che ci sia una differenza cronologica
nell’uso dei due sistemi di datazione. L’incarnazione fiorentina ricorre,
infatti, nei documenti del secolo XII, mentre lo stile della natività
compare in quelli del secolo XIII.
Un discorso a parte meritano i documenti notarili prodotti in
Sardegna, in cui distinguiamo tre documenti provenienti da Sassari (41),
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uno da Saccargia (42) e tre da Oristano (43) dove viene utilizzato lo stile
dell’incarnazione secondo il calculus pisanus. L’Arborea, territorio sog-
getto all’influenza di Pisa, mantenne, per lungo tempo, la consuetudi-
ne di datare i documenti secondo lo stile pisano (44) e la città di Sassari
rimase legata alle tradizioni cronologiche pisane fino ai primi decenni
del XVI secolo (45).
Alla luce dell’eterogeneità degli elementi cronologici, per ogni
documento si è cercato di individuare il computo seguito dandone in-
dicazione alla fine del commento.
4. Nuovi dati relativi alle cronologie dei giudici sardi – L’esame delle
pergamene del Diplomatico Camaldoli dell’Archivio di Stato di Firenze
e in particolare dei sommari, editi anch’essi in Appendice, ha rivelato
notizie interessanti, soprattutto per quanto riguarda i dati cronologici
di alcuni rappresentanti della famiglia dei Lacon.
Per datare l’atto originale di donazione (46) della chiesa di San
Pietro di Scano da parte di Costantino I de Lacon, giudice di Torres e
sua moglie Marcusa de Gunale, è stato indicato come termine ante
quem il 13 dicembre 1112, data del documento con cui Azo, arcive-
scovo di Torres, conferma la donazione della chiesa (47); conferma che
deve evidentemente presupporre già avvenuta la donazione. Sulla base
di questi elementi si può retrodatare sia la prima menzione di Costan-
tino I de Lacon in qualità di giudice di Torres sia la prima attestazione
di sua moglie Marcusa o Maria de Gunale che, precedentemente, risa-
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livano invece al 1113 (48), secondo Pasquale Tola, rettificato poi dal
Besta al 28 ottobre 1114 (49).
Successivamente lo stesso Costantino I de Lacon, con documento
datato 1° agosto (50), libera e assolve i servi della chiesa di San Paolo di
Cotroniano da ogni servizio e dovere verso il regno, il curatore, il maio-
re de scolca e i pupillares, a cui era sottoposta la chiesa, precedentemen-
te da lui donata all’eremo di San Salvatore di Camaldoli. Per la datazio-
ne del documento, in cui manca l’anno, è stato adottato come termine
post quem il 1125, data di un privilegio pontificio in cui viene nominata
per la prima volta la chiesa di San Paolo di Cotroniano tra i possessi
camaldolesi sardi (51). In particolare, con l’adozione di questo termine
post quem, il documento XI dell’Appendice documentaria permette di
postdatare l’ultima menzione dello stesso Costantino I de Lacon in qua-
lità di giudice, che fino ad oggi risaliva al 30 aprile 1124 (52).
Con una pergamena in latino, datata 1134 (53), Giovanni, ve-
scovo di Sorres, donò le quattro chiese di San Pietro di Arkennor, San-
ta Maria di Saganza, San Pietro di Monticleta e San Nicola di Trullas,
con tutte le loro pertinenze, all’eremo di San Salvatore di Camaldoli.
Le stesse quattro chiese compaiono anche in un’altra pergamena scrit-
ta in sardo, priva di data (54), il cui termine post quem è costituito dal
documento precedente. Il donatore è anche in questo caso Giovanni
Sargu, vescovo di Sorres. Il documento in sardo, privo di data, presen-
ta lo stesso contenuto del documento in latino, con la differenza che
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secuzioni vandaliche (64). Dalla fine del secolo VIII, a causa del-
l’espansione araba nel Mediterraneo e nella Penisola Iberica, la Sarde-
gna si trovò isolata e si ebbe un’interruzione di rapporti con la Chiesa
di Roma per quasi un secolo e mezzo. La storiografia fa risalire a que-
sto periodo la nascita dei rapporti tra la Sardegna e Bisanzio, a cui si
deve l’influenza della chiesa orientale su quella sarda: l’adozione di de-
terminate pratiche liturgiche, il culto di numerosi santi orientali, tut-
t’oggi venerati, e la diffusione dell’eremitismo ne sono una chiara te-
stimonianza (65).
In questa situazione la preoccupazione della Chiesa romana era
quella di riportare l’isola sotto la sua giurisdizione, sia spirituale che
temporale, sottomettendo il clero locale all’obbedienza del pontefice.
Altrettanto allarmante era la necessità di eliminare qualsiasi residuo di
influenze orientali e di riportare la chiesa sarda al rito latino allonta-
nandola da quello greco (66). Fu allora che il papato si mosse verso una
profonda azione di riforma volta a riportare l’isola sotto l’influenza
pontificia, esercitando, da una parte, forti pressioni spirituali e tempo-
rali sui governanti locali e, dall’altra, promuovendo un’azione di con-
trollo più capillare sull’autorità ecclesiastica isolana, con la creazione
di nuove chiese e con l’aumento del numero delle diocesi (67).
Ma il vero strumento della Chiesa romana per la conquista del-
l’isola furono gli ordini monastici benedettini. Questo exercitus Dei si
dimostrerà infatti la soluzione più adatta per una terra di difficile con-
quista come la Sardegna dove, soprattutto per la conformazione delle
(64) R. TURTAS, Note sul monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio di Ruspe e Gre-
gorio Magno, in «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», vol. XLI (1987), pp. 92-
110 e ID., Il monachesimo in Sardegna tra Fulgenzio di Ruspe e Gregorio Magno, in
Archeologia paleocristiana e altomedievale in Sardegna: studi e ricerche recenti, Semina-
rio di Studi, maggio 1986, pp. 56-58.
(65) F. CHERCHI PABA, La chiesa Greca in Sardegna. Cenni storici, culti, tradizio-
ni, Cagliari 1963.
(66) R. TURTAS, Gregorio VII e la Sardegna (1073-1085), in «Rivista di Storia
della Chiesa in Italia», vol. XLVI (1992), pp. 375-397.
(67) B. ANATRA, Santa Sede e Sardegna tra medioevo ed età moderna, in «Annali
della Facoltà di Magistero dell’Università di Cagliari», nuova serie, vol. IX (1985),
pp. 61-141.
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(68) A. SOLMI, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna, Cagliari 1917,
p. 202 ss.
(69) F. ARTIZZU, E. BARATIER, A. BOSCOLO, F.C. CASULA, P. LEO, C. MANCA, G.
SORGIA, Studi sui Vittorini in Sardegna, Padova 1963.
(70) F. ARTIZZU, L’Opera di Santa Maria di Pisa e la Sardegna, Padova 1974 e
B. ANATRA, Santa Sede e Sardegna tra medioevo ed età moderna cit., p. 83.
(71) Cfr. nell’Appendice documentaria il doc. I.
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6.1. San Pietro di Scano – La chiesa di San Pietro di Scano venne do-
nata, all’eremo di San Salvatore di Camaldoli, da Costantino I de La-
con giudice di Torres e sua moglie Marcusa de Gunale, diventando
così un priorato camaldolese.
Purtroppo nell’atto originale di donazione (89) non viene indi-
cato l’anno; questo fatto ha portato diversi studiosi a formulare ipote-
si contrastanti. Il Mittarelli (90) data il documento al 1112, mentre il
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Tola (91) al 1113. Il Besta (92) invece lo attribuisce prima al 1124, sulla
base dei calcoli lunari, ma poi rettifica al 1114 (93). Il Lutzu (94) lo
colloca invece nel 1105. Lo Schiaparelli (95) lo data al 1112, mettendo
in relazione quest’atto ad un altro, datato chiaramente 13 dicembre
1112, in cui Azo, arcivescovo turritano, conferma la donazione della
chiesa di San Pietro di Scano fatta dal giudice di Torres Costantino I
all’eremo di San Salvatore di Camaldoli (96), conferma che deve evi-
dentemente presupporre già avvenuta la donazione. Per questo moti-
vo crediamo di poter utilizzare come termine ante quem il 1112, non
potendo stabilire se la donazione principale sia avvenuta nello stesso
anno 1112 o precedentemente. Sulla base di questi elementi si può
retrodatare sia la prima menzione di Costantino I de Lacon, in quali-
tà di giudice di Torres, che la prima attestazione di sua moglie Marcu-
sa o Maria de Gunale, che precedentemente risalivano invece al 28
ottobre 1113, secondo Pasquale Tola (97), rettificato poi dal Besta al
1114 (98).
La chiesa di San Pietro di Scano è nominata anche in un altro
documento (99), che sembrerebbe un atto accessorio e posteriore alla
donazione vera e propria, in cui viene specificato il numero degli ani-
mali che appartenevano alla chiesa, mentre si parla genericamente di
servi e ancelle (100). Questo secondo documento, non presentando al-
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tori de Camalduli, ecclesiam Sancti Petri de Scano, cum rebus / omnibus quas habet, vel
pro tempore acquisitura erit. Sed nunc / ad presens inter hoc habet et nos ex nostro damus
sunt: mille / berbece et quingenti porci et XXX vacce et servi et / ancille, quanti invenientur
esse predicte ecclesie beati Petri. […]», cfr. nell’Appendice documentaria il doc. II.
(101) L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli cit., vol. II, n. 736,
p. 49.
(102) Cfr. nell’Appendice documentaria il doc. III.
(103) Cfr. nell’Appendice documentaria i docc. VII, X, XVI, XVIII, XX, XXI,
XXV, XXVII.
(104) P. SELLA, Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Sardinea, Città
del Vaticano 1945, pp. 34, 88, 171, 178.
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relli (139) che lo dice copiato «ex apographo misso ab episcopo Castrensi
anno 1626». Le chiese vengono poste sotto la giurisdizione del priore
generale dei Camaldolesi, che poteva nominare un rettore, il quale
avrebbe avuto però degli obblighi precisi verso lo stesso vescovo di Ca-
stro.
Delle tre chiese, ubicate tutte nei pressi del villaggio di Anela,
nella curatoria del Goceano, compresa nel giudicato di Torres, ora in
provincia di Sassari, non si trova alcuna menzione nei documenti con-
servati nell’Archivio di Stato di Firenze.
La chiesa di San Saturnino di Usolvisi (140), chiamata anche San
Saturnino Terme, piuttosto piccola e interamente costruita in trachite
rossa, si trova nel comune di Bultei, ma viene tradizionalmente conside-
rata pertinenza di Benettuti e dipende dalla parrocchia di questo centro.
La chiesa di Santa Maria di Anela (141), chiamata anche Nostra
Signora di Mesumundu o Madonna delle Rose, sorge a breve distanza
dal paese di Anela. Venne edificata probabilmente intorno al 1162,
prima di essere affiliata ai Camaldolesi. Durante i restauri del 1977,
dietro l’altare vennero rinvenuti, in un involucro in cera con sigillo di
Atone, un reliquiario d’argento, un denaro d’argento coniato a Geno-
va e la pergamena di consacrazione datata 13 maggio 1162, oggi con-
servata nell’Archivio Parrocchiale di Anela (142).
La chiesa di San Giorgio di Aneleto (143) è attualmente una picco-
la cappella, edificata di recente nella montagna che si trova sopra il pae-
se di Anela. Sorge accanto ai ruderi dell’omonima chiesa medioevale.
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che nei rapporti tra la Sardegna e la Santa Sede, possono trarsi anche da
alcuni documenti conservati nell’Archivio Segreto Vaticano (169).
Del titolo nominale di priore di Saccargia è tuttora insignito
l’arcivescovo di Sassari.
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(176) P. SELLA, Rationes Decimarum Italiae cit., pp. 100, 144, 159, 177, 181,
243, 247.
(177) P. SELLA, Rationes Decimarum Italiae cit., pp. 34, 88, 171,178.
(178) Cfr. carta 28, p. 132 e carta 68, p. 145 del Condaghe di Santa Maria di
Bonarcado edizione BESTA-SOLMI.
(179) R. CORONEO, Architettura romanica cit., scheda 24, p. 109.
(180) R. CORONEO, Architettura romanica cit., scheda 25, p. 110.
(181) R. CORONEO, Architettura romanica cit., schede 26-27, p. 111 ss.
(182) Cfr. carta 126, p. 165 e carta 174, p. 188 del Condaghe di Santa Maria
di Bonarcado edizione BESTA-SOLMI.
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colo XII. La chiesa di San Paolo di Milis (183) si trova nella curatoria
del Campidano di Milis e il suo titolo è documentato in diverse carte
del condaghe di Santa Maria di Bonarcado (184).
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gliendo una richiesta di frate Pietro e di altri sei frati che si trovavano
eremiti nella chiesa di Sant’Andrea nell’isola dell’Asinara, concede
loro il vestiarium per un anno e un’imbarcazione per recarsi in Sarde-
gna. Attualmente della chiesa rimangono solamente i ruderi.
La chiesa di Santa Maria de Iscalas, ora ridotta a rudere e appar-
tenente al comune di Osilo, si trovava nella curatoria di Romangia,
nel giudicato di Torres. Non tutti gli storici sono concordi nell’identi-
ficare questa chiesa con quella appartenuta al monastero di Monte
Cristo ma vi vedono un possesso dei monaci cassinesi della chiesa di
Santa Maria di Tergu (194). Fra l’altro esiste anche un’altra chiesa, nel
comune di Cossoine, sempre in provincia di Sassari, denominata San-
ta Maria Iscalas, risalente come costruzione al secolo XI e recentemen-
te restaurata (195). Negli elenchi delle decime dovute alla Chiesa di
Roma, per gli anni 1341-1342, 1346-1350 e 1357-1359, si parla di
un “priore de Scala” e di un “abbate Montis Christi pro prioratu de Sca-
la” nella diocesi di Ploaghe (196).
Per questo motivo, non avendo altre indicazioni nelle fonti do-
cumentarie, non è possibile darne l’esatta ubicazione, anche se l’esi-
stenza di un “vicarius prope monasterium Sancte Marie de Scalis Camal-
dulensis ordinis Turritane diocesis” che dipendeva dal “conventus mona-
sterii Sancti Mamiliani insule Montis Christi Massane diocesis” ci viene
supplicationem per vos fratrem Petrum heremitam in ecclesiae / beati Andree insule de Li-
nayra, vestro et sex aliorum vestrorum sociorum nomine propterea nobis factam in hono-
rem / Dei omnipotentis et in remedium anime nostre et illustris Elionoris regine Aragonum
consortis nostre […] / tenore presentis carte nostre concedimus et donamus vobis […] / ve-
stiarium anni unius et quandam barcham vobis idoneam ad meandum et navigandum de
ipsa insula de la / Linayra ad hanc Sardinie insulam a qua elemosinas habetis et dona nec
aliunde potestis habere ido/nee unde vitam vestram possitis facere vel ad sub portat vestris
[…] huius doni per elemosine. Mandantes nobili et dilecto nostro consiliario / et capitaneo
armatarum nostrarum generali Bernardo de Capraia ut vobis de dicta barca respondeat
eamque vobis tradat seu tradi faciat ad predicta idoneam inconstanter mandamus / etiam
subthesaurario nostro Petro de Margignibus ut de dicto vestitu vobis respondeat et satisfa-
ciat […]»; cfr. A. CASTELLACCIO, Il periodo medioevale, in Asinara. Storia, natura, mare e
tutela dell’ambiente, a cura di Manlio Brigaglia, Sassari 1993, p. 31.
(194) A. SABA, Montecassino e la Sardegna medioevale cit., doc. X, p. 149.
(195) S. PIRISINU (a cura di), Repertorio cit., p. 166.
(196) P. SELLA, Rationes Decimarum Italiae cit., pp. 82, 135, 198.
51
Valeria Schirru
(197) Archivio Segreto Vaticano, Instrum. Miscell. 6288. Cfr. D. SCANO, Codi-
ce Diplomatico cit., vol. I, n. DLXXXIV, pp. 439-440.
(198) Archivio Segreto Vaticano, Reg. Lat., vol. 476, f. 5v. Cfr. D. SCANO, Co-
dice Diplomatico cit., vol. II, n. CXC, p. 156.
(199) D. SCANO, Storia dell’arte in Sardegna cit., p. 226.
(200) Cfr. nell’Appendice documentaria i docc. X, XVI, XVIII, XX, XXI.
(201) A.L. ANGELELLI, L’abbazia e l’isola di Monte Cristo cit., pp. 11-12.
52
Le pergamene camaldolesi relative alla Sardegna nell’Archivio di Stato di Firenze
53
Valeria Schirru
Confine di giudicato
Confine di curatoria
54
APPENDICE DOCUMENTARIA
CRITERI DI EDIZIONE
55
BIBLIOGRAFIA CITATA
NELL’APPENDICE DOCUMENTARIA
B. BAUDI DI VESME, Guglielmo, giudice di Cagliari e l’Arborea, in «Archivio Storico Sardo», vol.
I (1905), pp. 21-61.
E. BESTA, Rettificazioni cronologiche al I volume del Codex Diplomaticus Sardiniae, in «Archivio
Storico Sardo», vol. I (1905), fasc. 4, pp. 240-249 e 293-301.
L.L. BROOK, F.C. CASULA, M.M. COSTA, A.M. OLIVA, R. PAVONI, M. TANGHERONI (a cura di ),
Genealogie medioevali di Sardegna, Cagliari-Sassari 1984.
A. CAPPELLI, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo, sesta edizione aggiornata, Milano
1988.
L. D’ARIENZO, Gli Statuti sassaresi e il problema della loro redazione, in «Archivio Storico Sar-
do», vol. XXXIV (1983), fasc. II, pp. 11-21.
L. D’ARIENZO, La «scribania» della curia podestarile di Sassari nel Basso Medioevo (Note
diplomatistiche), in Atti del 1° Convegno internazionale di studi geografico-storici, vol.
II Gli aspetti geografici, Sassari 1981, pp. 192-249.
E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, in Regesta Chartarum Italiae dell’Istituto Storico Italiano,
vol. III, Roma 1914 e vol. IV, Roma 1928.
P. LUTZU, Il Montiferro. Appunti storici con più ampie notizie sul comune di Scano, Oristano 1922.
B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses quibus plura interseruntur tum ceteras
Italicas Monasticas res, tum historiam ecclesiasticam remque diplomaticam illustrantia, 9
tomi, Venezia 1755-1773.
B.R. MOTZO, La passione dei santi Gavino, Proto e Gianuario, in Studi sui bizantini in Sardegna
e sull’agiografia sarda, Cagliari 1987, pp. 187-221.
A. SABA, Montecassino e la Sardegna medioevale. Note storiche e Codice Diplomatico sardo-
cassinese, Montecassino 1927.
D. SCANO, Codice Diplomatico delle relazioni fra la Santa Sede e la Sardegna, 2 vol., Cagliari
1940-1941.
L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, in Regesta Chartarum Italiae dell’Istituto
Storico Italiano, vol. I, Roma 1907 e vol. II, Roma 1909.
G. SPANO, Ortografia sarda nazionale ossia della lingua logudorese paragonata all’italiana, Ca-
gliari 1840.
P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, in Monumenta Historiae Patriae, 3 tomi, Torino 1861-
1868.
G. VEDOVATO, Camaldoli e la sua congregazione dalle origini al 1184. Storia e documentazione,
Cesena 1994.
G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, Cagliari 1974.
56
TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI
57
I
59
Valeria Schirru
SOMMARIO:
Constantinus rex de Laccon cum uxore sua Marcusa regina de Gunale dat / Sancti
Salvatori de Camalduli ecclesiam / Sancti Petri de Iscanu cum hominibus et
omnibus bonis suis. Furatus presbiter scripsit, / regnante Constantino rege et
Marcusa regina, in regno qui dicitur / Ardar, pridie kalendas mai, luna XII. Petrus
episcopus Bosane ecclesie confirmat et subscripsit./
Edizioni:
– B. M ITTARELLI -A. C OSTADONI , Annales Camaldulenses, tomo III,
n. CLXI, coll. 233-235 [con l’anno 1112].
– G. SPANO, Ortografia Sarda, vol. II, p. 86.
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XII, n. XIII, p. 186
[con l’anno 1113].
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 735,
p. 48.
60
Appendice documentaria
61
Valeria Schirru
II
(a)
Le parole per piscare sono scritte in interlinea.
62
Appendice documentaria
impropriamente tra le pergamene del secolo XI, ed è ritenuto dalla Zanetti una co-
pia del XIV secolo (G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. I, p. III), mentre lo
Schiaparelli non dà per certa l’originalità del documento (L. S CHIAPARELLI -F.
BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 736, p. 49).
SOMMARIO:
Constantinus Dei gratia imperator Turrensis regni una cum coniuge mea / Marcusa
offerimus et damus Deo et beato Salvatori de Camalduli ecclesiam / Sancti Petri de
Scano cum rebus omnibus quas habet vel pro tempore acquisitura erit. Sed nunc ad
presens inter hoc habet et nos ex nostro damus sunt / mille berbece et quingenti
porci et XXX vacce et servi et ancille, quanti invenientur esse predicte ecclesie beati
Petri. Hec dant et confirmant / pro animarum suarum remedio./
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. I, p. III.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 736,
p. 49.
Ego Constantinus Dei gratia, imperator Turrensis regni, una cum co-
niuge / mea Marcusa, offerimus et damus Deo et beato Salva/tori de
Camalduli, ecclesiam Sancti Petri de Scano, cum rebus / omnibus
quas habet, vel pro tempore acquisitura erit. Sed nunc / ad presens
inter hoc habet et nos ex nostro damus sunt: mille / berbece et
quingenti porci et XXX vacce et servi et / ancille, quanti invenientur
esse predicte ecclesie beati Petri. / Hec damus et confirmamus, pro
animarum nostrarum remedio / et pro remissione peccatorum
nostrorum, ut servi Dei supradicte / ecclesie sempiternaliter habeant
et possideant. Et si quis / hoc minuere aut auferre Dei ecclesie
presumpserit sit sepa/ratus a consortio servorum Dei omnium./
63
Valeria Schirru
III
SOMMARIO:
Azzo Turritanus archiepiscopus Vuidoni heremi Camaldulensis priori cunctisque eius
successoribus. Iuxta petitionem / Constantini Turrensis iudicatus regis et coniugis
ipsius Marcuse regine per huius sue decretalis pagine tenorem ecclesie Sancti Petri / in
villa Scano et in episcopatu Bosensi site que ab illis tradita est ecclesie Sancti Salvatoris
Camaldulensis heremi, huiusmodi privilegia sue / decreto auctoritatis indulget,
concedit atque firmat, statuens et cuncta que ibi oblata et tradita sunt et in posterum
offerentur atque tradentur, illibata et sine molestia atque aliqua inquietudine possi/
deantur; statuit ut nullius ibi persona ad regiminis constituatur officium nisi que a
Camaldulensis priore vel eius vicario constituta / fuerit, ut nullus exinde aliquam
abstrahat personam aut in alicuius regimine preficiat ecclesie, non in eos
excommunicationis intorqueatur iaculum necque ab officio suspen/dantur, ad
sinodum ire non cogantur. Concedit eis decimas et primitias omnium rerum
mobilium et immobilium, tam earum quas prefata ec/clesia. Nunc habet quam earum
64
Appendice documentaria
quas acquisitura est, nec non decimas et primitias mobilium et immobilium prefate
ville Scano per/tinentium. Liceat omnibus quibuscumque placuerit suas ibi oblationes
offerre, testamenta facere, corpora sepelliri. Statuit ut nullus presulum / missam aut
aliquod ecclesiasticum suprascripte ecclesie interdicat officium nisi cum voluntate et
consensu rectoris eius. Ex auctoritate beati Petri apostolorum principis et Paschalis /
pontificis et sua comminado precipit ne ulla persona ullo unquam tempore hoc atten-
tare presumat, ut iam dicta ecclesia tollatur de dominatione et / potestate prioris
Camaldulensis congregationis. Scriptum per manum Odonis Turrensis aecclesie
notarii. Marinus episcopus Bosane ecclesie / subscripsi. Petrus Plavacensis episcopus
subscripsi. Nicholaus Ampuriensis episcopus subscripsi. Petrus Gisarcensis episcopus
subscripsi. Data die XIII decembris, / anno MCXII, indictione V, in loco qui dicitur
Saccaria./
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. II, p. IV.
– G. VEDOVATO, Camaldoli e la sua congregazione, p. 260.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 743,
pp. 51-52.
65
Valeria Schirru
66
Appendice documentaria
IV
Il termine ante quem è costituito dal 16 dicembre 1112 data del documento in cui
viene ricordata la donazione della chiesa di Santa Trinità di Saccargia, da parte di
Costantino I, giudice di Torres e sua moglie Marcusa de Gunale (cfr. il doc. V della
presente Appendice documentaria).
67
Valeria Schirru
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 744,
p. 52.
(a)
Nel regesto Sancte Trinitatis viene ripetuto due volte.
(b)
In questo punto la segnatura archivistica è in parte sovrapposta al regesto del docu-
mento che si presenta di difficile lettura anche con l’ausilio della lampada di Wood.
68
Appendice documentaria
SOMMARIO:
Azo Turritanus archiepiscopus ecclesie Sanctae Tri(ni)tatis site in loco qui vocatur
Sacaria eiusque / rectoribus a Camaldulensis priore ibi promovendis. Iuxta
petitionem Constantini Turrensis iudicatus regis atque uxoris eius Mar/cuse regine
per huius decretalis pagine tenorem suprascripte ecclesie, que fundata et constructa
est in episcopatu Plavacensi in loco qui Sacaria dicitur, ubi Vitalis abbas preesse
dignoscitur, huiusmodi privilegia presentis / auctoritatis sue decreto indulget
concedit atque firmat, statuentes ut cuncta que oblata ibi sunt vel in futuro offerri
contigerit perhemni tem/pore illibata atque sine omni inquietudine possideantur.
Constituit ut obeunte abbate suprascripte ecclesie nullus alius ibi ordinetur nisi
quem prior Camaldulensis elegerit atque ordinandum / previderit. Decernit ut nullus
eorum qui eidem fuerit ecclesie abbas preordinatus ad episcopatus offitium sine
licentia prioris sit ausus acce[d]ere. / Archiepiscopum vel episcopum tollendi de
eodem loco monacum ad ecclesiasticum promovendum vel alia quacumque causa sine
predicti prioris con/sensu vel abbatem eiusdem loci habere licentiam prohibet. Statuit
licere eiusdem monasteri fratribus clericum cuiuscumque ordinis de quocumque
episcopatu fuerit susci/pere cum rebus suis ad conversandum et ad monachicum
habitum suscipiendum. Liceat eiusdem fratribus subiectos eorum monasterio
iudicare, tam monachos quam / laicos, liberos seu servos. Liceat eis ecclesiasticos
ordines et altarium consecrationes a quolibet catholico episcopo accipere et christia-
nismum in ecclesiis suis / agere per clericos suos. Nullusque presulum presumat in
iam dicto monasterio vel in ecclesiis sibi subiectis sacerdos abbatem aut monachos
excommunicare / aut ab offitio suspendere seu ad sinodum provocare. Concedit illis
decimas et primitias omnium rerum mobilium et immobilium, tam earum quas
pre/fata ecclesia vel monasterium nunc habet quam earum quas acquisitura est.
Liceat omnibus quibuscumque placuerit suas ibi oblationes offerre, testamenta face-
re, corpora sepelliri. Statuit / ut nullus antistitum in suprascripto monasterio missam
celebrare presumat nisi ab abbate eiusdem loci vel eius fratribus fuerit invitatus. Ex
auctoritate beati Petri apostolorum principis et / Pascalis apostolice sedis antistitis et
sua comminando precipit ut nullus unquam aliquo in tempore suprascriptam
ecclesiam a prefati prioris Camaldulensis regimine / subtrahere vel auferre conetur.
Scriptum per manus Odonis Turrensis ecclesie notarii. Azo archiepiscopus Turrita-
nus / subscripsi. Petrus Plavacensis episcopus subscripsi Petrus Gisarcensis episcopus
subscripsi. Nicolaus episcopus Ampuriensis subscripsi. Marinus / episcopus Bosane
ecclesie subscripsi. Vitalis arcipresbiter Turrensis subscripsi. Constantinus rex
subscripsi. Iacubus Sorranus episcopus subscripsi. Iohannes episcopus Othanensis
subscripsi. / Data die XVI decembris, anno MCXII, inditione V, in loco qui vocatur
Sacarie./
69
Valeria Schirru
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. III, p. VII.
– G. VEDOVATO, Camaldoli e la sua congregazione, p. 262.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 745,
pp. 52-53.
70
Appendice documentaria
71
Valeria Schirru
VI
72
Appendice documentaria
(B.D.) residua il cordoncino di seta di colore giallo ocra nella plica del margine infe-
riore della pergamena.
Inchiostro marrone scuro; stato di conservazione: buono.
Lo specchio di scrittura è delimitato con rigatura a secco. La scrittura corre parallela
al lato minore della pergamena.
Note dorsali: in alto è la segnatura archivistica “Camaldoli 29 Ott. 1113”. In basso a
destra è il regesto coevo al documento “Car(tam) qua(m) fecit Petrus de Athen de
ecc(lesia) S(anc)ti Nicholai de Trulla”.
SOMMARIO:
Petru de Athen et mulier sua Padulesa, Ithoccor de Athen et mulier Elene de Thori,
/ Mariane de Athen, Niscoli de Carbia et mulier Elene de Thori, Comita de Thori et
mulier Vera de Then, Gostantine de Athen et fratres sui Ithoccor et Petru et / soror
Iorgia, cum voluntate iudicis Gostantine de Laccon et regine Marcusa de Gunale et
cum voluntate et consilio de Petro episcopo de Cannetu et de / Iohanne presbiter
qui modo est rector de Sancto Petro de Sorra, et cum voluntate domni Elias
presbiter, qui modo est rector de archiepiscopatu Sancti Gavino, donant / Guidoni
73
Valeria Schirru
priori Camaldulensis ecclesiam Sancti Nicolai de Trullas cum omnibus suis rebus
mobilibus et immobilibus. Anno MCXIII. Furatus / presbiter de Castra scripsit in
regno qui dicitur Ardar, regnante Constantino rege de Laccon et / Marcusa regina
de Gunale, octobris, dies XXVIIII, luna XVII, IIII feria. Albertus episcopus Sorane
ecclesie confirmat et subscribit./
Edizioni:
– B. M ITTARELLI -A. C OSTADONI , Annales Camaldulenses, tomo III,
n. CLXVI, coll. 241-243, con dies XXVIII.
– G. SPANO, Ortografia sarda, vol. II, pp. 86-87.
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XII, n. XVII,
p. 189, con dies XXVIII, luna XVIII.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 752,
p. 57.
74
Appendice documentaria
75
Valeria Schirru
76
Appendice documentaria
VII
77
Valeria Schirru
SOMMARIO:
Paschalis papa Guidoni Camaldulensis priori eiusque successoribus. Precipit et
presentis decreti auctoritate sancit, ne cuiquam omnino persone clerico, monacho,
laico cuiuscumque ordinis aut dignitatis / presentibus aut futuris temporibus liceat
congregationes illas et loca illa, que Camaldulensis heremi sive cenobii disciplinam
et ordinem susceperunt queque hodie sub / illius regimine continetur, ab eius ullo
modo subiectione et unitate dividere. Que videlicet loca et congregationes
conservande unitatis gratia singularibus visa sunt vocabulis annotanda. In /
episcopatu Aretino: monasterium Sancti Salvatoris Berardingorum, Sancti Petri in
Rota, Sancte Marie in Anagnano, Sancti Quirici in Rosa, heremus / Fleri,
monasterium Sancti Viriani, Sancti Bartholomei in Anglare, iuxta Balneum
monasterium Sancte Marie in Trivio, in Galiata monasterium Sancte Marie / in
Insula, heremus Faioli; in episcopatu Bononiensi: monasterium Sancti Archangeli
iuxta castrum Britti, Sancti Felicis; in episcopatu Florentino: monasterium / Sancti
Petri in Luco, Sancti Salvatoris iuxta civitatem; in episcopatu Fesulano:
monasterium Sancte Marie in Po/plena; in episcopatu Vulterrano: monasterium
Sancti Petri in Fontiano, Sancte Marie in Puliciano, Sancti Petri in Cerreto, Sancti
Iusti prope civitatem, Sancte Marie in Mor/rona; in episcopatu Pisano:
monasterium Sancti Stephani in Cinctoria, Sancti Savini in Cerasolo; in ipsa
civitate: monasterium Sancti Michahelis, Sancti Fridiani; in episcopatu Lucano:
monasterium Sancti / Salvatoris in Catiniano, Sancti Petri in Puteolis; item in
Sardinia in archiepiscopatu Turritano: monasterium Sancte Trinitatis de Saccaria,
aecclesiam Sancti Petri de Scanno; item in Tuscia, in episcopatu Clu/sino: heremus
Vivi in Monte Amiato. Haec omnia cum omnibus ad ipsa monasteria pertinentibus
statuit et apostolice sedis auctoritate sancit tanquam corpus / unum sub uno capite,
idest sub priore Camaldulensis heremi, temporibus perpetuis permanere et in illius
disciplinae observatione persistere. Scriptum / per manus Grisogoni notarii sacri
palatii. Datum Anagnie per manum Iohannis Sancte Romane Ecclesie / diaconi
cardinalis ac bibliothecarii, II nonas novembris, indictione VII, anno MCXIIII,
pontificatus anno XV./
Edizioni:
– B. M ITTARELLI -A. C OSTADONI , Annales Camaldulenses, tomo III,
n. CLXVII, coll. 243-245, [anno 1113 II nonas novembris].
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XII, n. XVIII,
p. 190.
78
Appendice documentaria
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 574,
pp. 58-59. [datata Anagni, 4 Novembre 1113, ma nel documento
regestato si riporta MCXIIII].
79
Valeria Schirru
80
Appendice documentaria
VIII
Edizioni:
– B. M ITTARELLI -A. C OSTADONI , Annales Camaldulenses, tomo III,
n. CLXXXVII, coll. 274-275.
81
Valeria Schirru
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 803,
pp. 78-79.
82
Appendice documentaria
IX
Il termine ante quem è dato dal 7 marzo 1125 (cfr. il doc. X dell’Appendice docu-
mentaria) data del primo privilegio pontificio in cui si trova menzione della chiesa
83
Valeria Schirru
di San Paolo di Cotroniano. Il termine post quem è costituito dal 4 novembre 1114
(cfr. il doc. VII dell’Appendice documentaria) data del privilegio pontificio in cui
Pasquale II nomina tra i possessi camaldolesi sardi le chiese di San Pietro di Scano e
di Santa Trinità di Saccargia e non quella di San Paolo di Cotroniano.
In Maria de Gunale deve riconoscersi la stessa Marcusa de Gunale unica moglie di
Costantino I de Lacon, giudice di Torres (L.L. BROOK, F.C. CASULA, M.M. COSTA et
al., Genealogie medioevali di Sardegna, tav. V e pp. 191-192). La prima menzione
della consorte di Costantino I de Lacon è del 1112 (cfr. nell’Appendice documenta-
ria i docc. I, III, IV), mentre l’ultima menzione è del 1130-1134 (P. TOLA, C.D.S.,
tomo I, sec. XII, n. XXXVIII, p. 205, E. BESTA, Rettificazioni cronologiche, pp. 240-
241; A. SABA, Montecassino e la Sardegna medioevale, doc. XX, p. 173).
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 865,
p. 105.
84
Appendice documentaria
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI- F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 867,
pp. 106-107.
85
Valeria Schirru
86
Appendice documentaria
XI
Il termine post quem è costituito dal 7 marzo 1125, data di un privilegio pontificio
in cui viene nominata per la prima volta la chiesa di San Paolo di Cotroniano tra i
possessi camaldolesi sardi (cfr. doc. X dell’Appendice documentaria). In virtù di
questi elementi si può postdatare l’ultima menzione di Costantino I de Lacon, in
qualità di giudice, che fino ad oggi era del 30 aprile 1124 (L.L. BROOK, F.C. CASULA,
M.M. COSTA et al., Genealogie medioevali di Sardegna, tav. V e pp. 191-192).
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 876,
p. 110.
87
Valeria Schirru
XII
1134
SOMMARIO:
Anno CXXXIV, inditione XII. Iohannes Sorrensis episcopus ecclesie Sancti Petri site
/ in loco qui dicitur Sorra per hanc paginam dat, concedit atque tradit ecclesie
Sancti Salvatoris de he/remo Camaldulensis ecclesias IIIIor. Quarum prima, que
vocatur Santus Nicholaus, sita in / loco qui dicitur Trulla; secunda, que vovatur
Sancta Maria, sita in loco qui dicitur Sagantia; tertia, que vocatur Sanctus Petrus,
sita in loco qui dicitur Ar/chennor; quarta, que similiter vocatur Sanctus Petrus, sita
in loco qui dicitur Monticleta cum omnibus supradictarum ecclesiarum
pertinentiis; quatenus / prior Azo, qui ibi preesse dignoscitur, cum ceteris fratribus
88
Appendice documentaria
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. IV, p. XI.
Regesti.
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 941,
pp. 138-139.
89
Valeria Schirru
XIII
(a)
La parola archi è scritta in interlinea.
90
Appendice documentaria
SOMMARIO:
Ego Iohanne Sargu piscopu de Sanctum Petru de Sorra ki la fato custa carta cum
boluntate de Deus et de sanctu Petru / et dessu priore meu donnu Ithocor de Monte
et dessu archiprete meu Istephane Catha et de toctu sos clerico fratres mios et cum
boluntate / de iudiche Uarusone et dessa muchere donna Prethiosa regina de
Orruuum et dessu fiiu donnu Gosantine rege et dessu archipiscopu donnu Petru, a
Sanctu / Salvatore de Camalduli pro Deus et pro ssos homines bonos kivi sun in su
eremu et pro redemptione dessa peccata nostra, concedo et confirmo / custas bactor
ecclesias: Sanctu Nicola de Trulas et Sanctu Petru de Arkennor et Sanctu Petru de
Monticleta et Sancta Maria de Sagansa cum omnia pertenthia. Sunt / testes primus
Deus omnipotens, deinde ego iudiche Uarusone de Laccon et mukere mea Prethiosa
d’Orruuum regina et filiu meu Gosantine rege testes, donnichellu / Ithocor,
donnikellu Comita, donnikellu Dorueni, Comita de Gunale, Ithocor de Laccon,
91
Valeria Schirru
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1152,
p. 228.
92
Appendice documentaria
XIV
93
Valeria Schirru
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. V, p. XIII.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 951,
pp. 142-143.
94
Appendice documentaria
95
Valeria Schirru
XV
1139
96
Appendice documentaria
SOMMARIO:
Anno MCXXXIX, inditione II. Ugo ecclesie Sancti Iohannis episcopos site in loco
qui dicitur Ortilli per hanc / paginam dat, concedit atque tradit ecclesiam Sancti
Petri si/tam il loco qui dicitur Ollin cum omnibus pertinentiis, ecclesie Sancti
Salvatoris de eremo Camaldulensis, ubi Azo / prior preesse dignoscitur. Ugo
Ortellensis ecclesie episcopus subscripsi. Petrus Turritanus / archiepiscopus
subscripsi. Gualfredus Plavacensis episcopus subscripsi. Iohannes Sorrensis
episcopus subscripsi. Marianus Ardarensis / episcopus subscripsi. Balduinus Pisanus
archiepiscopus et Romanus legatus hanc cartam offersionis confirmat et subscripsit.
Azo Turrensis archiepiscopus hanc cartam / offersionis confirmat et subscripsit./
Edizioni:
– B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses, tomo III, doc.
CCXLVII, coll. 378-379. Ex autographo Fontis-boni. Donatio n. 303.
97
Valeria Schirru
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 975,
pp. 152-153.
98
Appendice documentaria
XVI
99
Valeria Schirru
Per la datatio chronica della copia è usato lo stile dell’incarnazione secondo il com-
puto fiorentino “secundum usum et cursum civitatis Florentie”; trattandosi del 17 set-
tembre non deve essere rettificato. L’anno 1322 è confermato dall’indizione quinta.
La copia è stata sottoscritta dai notai: Marsoppus domini Guidalotti Pintacci de Signa
notaio imperiale, Benedictus magistri Martini notaio imperiale, Dionisius Bindi de
Calenzano notaio apostolico e imperiale, Johannes olim Arrighetti de Pomino notaio
imperiale.
SOMMARIO:
Eugenius papa Azoni priori Camaldulensis eiusque fratribus. Predecessorum
suorum Honorii et Innocentii vestigiis inherens status et religionis / vigore consistat.
Quecunque bona, quascunque possessiones possidet aut in futurum poterit adipisci,
firma et illibata permaneant. in quibus hec propriis / duxit exprimenda vocabulis. In
episcopatu Aretino: ecclesiam Sancti Donati quae Fons Bonus dicitur cum hospitali
et omnibus suis bonis; in ipsa civitate monasterium Sancti Petri Piculi et ecclesiam
Sancti Michaelis; monasterium / Silve Munde; monasterium Sanctae Marie in
Agnano; monasterium Sancti Petri in Rota; monasterium Sancti Salvatori /
Berardingorum; monasterium Sancti Quirici in Rosa; Curtem Luponis cum
ecclesia; heremum Fleri; monasterium Sancti Viriani; / monasterium Sancti
Bartholomei in Anglari cum castro et pertinentiis suis; plebem Sanctae Marie de
Miciano cum capellis / et ceteris pertinentiis; castrum Montorii cum pertinentiis;
villam de Monthione, quam monasterium emit ab abbate Sanctae Flore, et ecclesiam
eiusdem ville; villam de Modiona quam monasterium emit ab Henrico pre/posito et
reliquis canonicis sicut in cartulis continetur et ecclesiam eiusdem ville cum decima-
tione; decimationes ville Agne; ecclesiam eiusdem ville et decimationes de Larniano.
In episcopatu Fesulano: monasterium Sanctae / Marie in Poplena. In episcopatu
Castellano: monasterium de Deciano; monasterium Sancti Sepulcri cum toto
burgo. In episcopatu / Florentino: monasterium Sancti Petri in Luco; monasterium
Sancti Salvatoris iuxta civitatem In episcopatu Lu/cano: monasterium Sancti Petri
in Puteolis cum capella burgi Porcarie et capella castri; monasterium Sancti
Salvatoris in Cantiniano; hospitale iuxta burgum Sancti Genesii. / In episcopatu
Vulterrano: monasterium Sancti Iusti prope civitatem; monasterium Sancti Petri in
Cerreto; monasterium Sanctae / Marie in Puliciano; monasterium Sancti Petri in
Fontiano. In episcopatu Pisano: monasterium Sancti Stephani in Cintoria;
monasterium Sancti Savini in Montione; in ipsa civitate monasterium Sancti
Michahelis; / monasterium Sancti Fridiani; monasterium Sancti Zenonis, salvo iure
Romanae Ecclesiae In episcopatu Clusino: monasterium / Sancti Petri in Vivo
Montis Amiati quemadmodum a papa Celestino diffinitum est. In Sardinie insula:
monasterium Sanctae Trinitatis in / Saccaria, ecclesiam Sanctae Eugenie in Samanar,
ecclesias Sancti Michahelis et Sancti Laurentii in Vanari, ecclesias Sanctae / Marie et
Sancti Iohannis in Altasar, ecclesiam Sanctae Marie in Contra, ecclesias Sancti
Iohannis et Sancti Symeonis in Salvenero, ecclesiam / Sancti Niccholai in Trulla,
ecclesiam Sancti Petri in Scano, ecclesiam Sancti Pauli in Cotroniano, ecclesiam
Sancti Petri / in Heolin. In marchia Camerina: monasterium Sancti Georgii,
100
Appendice documentaria
Edizioni:
– B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses, tomo III, doc.
CCLXXXIII, coll. 437-439 [Lo data al 1147 VIII id. februarii.]
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XII, n. LIV, p. 215
[riporta la data VIII id. febr.].
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI- F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1037,
pp. 179-180.
101
Valeria Schirru
102
Appendice documentaria
(a)
La parola Marie è scritta in interlinea.
103
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Appendice documentaria
105
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106
Appendice documentaria
XVII
107
Valeria Schirru
BROOK, F.C. CASULA, M.M. COSTA et al., Genealogie medioevali di Sardegna, tav. VI e
p. 199). Se si accetta la datazione del doc. XIII della presente Appendice documen-
taria, il termine post quem del 1153 può ulteriormente essere spostato al 1134 (cfr. il
doc. XIII).
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1244,
p. 269.
Ego iudice Barusone de Laccon chella fazu chesta carta ad Sancto Salva-
tore de Camalduli pro remedio anime mee / et parentum meorum cum
voluntate de Deus et de muchere mea Pretiosa regina, pro ca los vocos
ssos homines et sa casa chinchi / eat echomo et chinchi aet parare
advestara adsolvendo predictos ab omni opere et ab omni obedientia re-
gni sigilli et / curatoris et maioris ne a neunu opus, borche a sa ecclesia,
unde sum usque in finem / seculi. Amen. Amen. Fiat. Fiat./
XVIII
Nella datatio chronica l’anno 1154 espresso nel documento è stato ulteriormente de-
finito in base all’indicazione dell’anno di pontificato: Anastasio IV venne infatti
eletto il 9 luglio 1153 e consacrato il 12 dello stesso mese; il suo secondo anno di
pontificato è compreso quindi tra il 12 luglio 1154 e l’11 luglio 1155.
108
Appendice documentaria
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1106,
pp. 207-209.
109
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110
Appendice documentaria
XIX
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. VI, p. XVII.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1111,
p. 211.
111
Valeria Schirru
112
Appendice documentaria
vel clericos in iam dicto monasterio vel ecclesiis sibi subditis consti-
tutos excommunicatione aut interdictio/ne subicere aut qualibet occa-
sione suspendere nisi forte abbas vel prelatus qui pro tempore fuerit
delinquentes / defecerit. Preterea decimas vel primitias rerum vestro
monasterio pertinentium, et omnia que a fratre nostro Azone bone
memorie Turritano archiepiscopo eidem loco concessa sunt et scripti /
sui pagina confirmata aut ab eius successoribus in posterum
concedenda sunt, nos quoque vobis auctoritate apostolica confirma-
mus. L[…] que […] quibuscumque placuerit tam / in vita quam in
morte monasterio vestro suas oblationes offerre, testamente facere et
corpora in ibi sepelire. Statuimus insuper ut in eodem monasterio /
missa[s] audeat celebrare nisi forte [ab] abbate vel fratribus ipsius loci
fuerit invitatus. Ad hec firmiter interdicimus ut de […] quocumque
tempore prefactum monasterium / a regimine vel gubernatione
Camaldulensis prioris temptet subtrahere vel auferre eius / quoque ad
eius eiusdem monasterii pertinentes videlicet. Ecclesiam Sancti
Symeonis / et ecclesiam Sancti Iohannis in Contra, ecclesiam Sancte
Marie in Altasar, ecclesiam Sancte Marie in Ocaai, ecclesiam Sancti
Georgii de Ovio, ecclesiam […] […] de [Ban]ari, vice omnibus earum
pertinentiis, / nichilominus vobis auctoritate apostolica confirmamus.
Prohibemus etiam ut de rebus monasterii vestri quas per quadraginta
annos iuste et canonice possidetis nullus / umquam vobis iniuriam,
seu molestiam audeat irrogare. Decernimus ergo ut nulli imperatori,
seu regi, nulli episcoporum aut curatorum, nulli prorsus aliqua
dignitate predicto fas sit de monasterium, temere, / perturbare aut
eius possessiones auferre vel ablatas retinere, minuere seu quibuslibet
vexationibus fatigare. Sed omnia integre conservare, pro quorum
gubernatione et sustentatione / concessa sunt usibus pro futura. San-
cimus etiam ut ordo monasticus qui secundum normam fratrum
Camaldulensium in eodem monasterio nos ibidem perpetuis futuris
temporibus / firmiter observetur. Si qua igitur in futurum ecclesiastica
secularisve persona hanc nostre constitutionis paginam sciens contra
eam temere, [venire, temptaverit, secundo] tertiove commonita / si non
presumptionem suam congrua satisfact[ione] correxerit honoris et
dignitatis sue periculum patiatur et a sacratissimo corpore ac sanguine
domini redemptoris nostri Iesu / Christi aliena fiat, atque in extremo
examine / districte ultioni subiaceat. Cunctis autem sua iura servan-
113
Valeria Schirru
tibus sit pax domini nostri Iesu Christi quatenus et hic fructum bone
/ actionis percipiant et apud gratitudine premia eterne pacis
inveniant. Amen. Amen. Amen./
Ego Anastasius catholice Ecclesie episcopus subscripsi./
Ego Imarus […] episcopus subscripsi./
Ego Nicolaus Albanus episcopus subscripsi./
Ego Oddo diaconus cardinalis Sancti Nicolai in Carcere Tulliano
subscripsi./
Ego Guido diaconus cardinalis Sancte Marie in Porticu subscripsi./
Ego Iohannes diaconus cardinalis Sanctorum Sergii et Bacchii
subscripsi./
Ego Iulius presbiter cardinalis tituli Sancti Marcelli subscripsi./
Datum Laterani, per manum Rolandi Sancte Romane Ecclesie presbi-
teri cardinalis et cancellarii, XIII kalendas decembris, / indictione II,
incarnationis dominice anno Domini MCLIIII, pontificatus vero do-
mini Anastasii pape IIII / anno secundo./
XX
114
Appendice documentaria
Edizioni:
– B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses, tomo IV, doc. n.
XXXVII, col. 52.
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. VII, p. XXI.
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1197,
p. 248.
115
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116
Appendice documentaria
117
Valeria Schirru
118
Appendice documentaria
119
Valeria Schirru
XXI
Papa Urbano III conferma i privilegi emanati dai suoi predecessori in fa-
vore di tutta la Congregazione Camaldolese, elencando le chiese ad essa
affiliate, tra cui sono comprese anche quelle ubicate in Sardegna.
120
Appendice documentaria
SOMMARIO:
Urbanus papa Placido Camaldulensis priori eiusque fratribus. Predecessorum
suorum Pascalis, Eugenii, Anastasii, Adriani, Alexandri et Lucii Romanorum
pontificum vestigiis / inherens precipit. In episcopatu Aretino: monasterium Sancti
Salvatori Berardingorum, / monasterium Sancti Petri in Rota, Sancte Marie in
Agnano, Sancti Quirici in Rosa, heremum Fleri, monasterium Sancti Viriani, Sancti
Bartholomei in Anglari, Sancte Marie de Pratallia, monasterium Silvemunde, Sancti
Petri Minoris, / Sancti Michaelis de Burgo, ecclesiam de curte Luponis, Sancti
Andree de Castellione, Sancti Savini in Retino, monasterium Sancte Marie in
Trivio. In Galiata: monasterium de Insula, heremum Novum, monasterium / de
Ferrazzano. In episcopatu Montis Feretranensis: monasterium Montis Herculis. In
episcopatu Foropuliensi: hospitale Americi, monasterium Sancti Vigilii. In
episcopatu Pesauriensi: monasterium Sancti Decentii, heremum Saioli. / In
episcopatu Bononiensi: monasterium Sancti Archangeli, Sancti Felicis, Sancte
Christine, Sanctorum Cosme et Damiani, hospitalem Sancte Marie in Ragone. In
episcopatu Faventino: monasterium Sancti Ippoliti. In episcopatu Esinensi: mona/
sterium Sancti Georgii, heremum Rainaldi, monasterium de Accoli. In episcopatu
Camerinensi: monasterium Sancte Helene, monasterium de Pirella. In episcopatu
Spoletinensi: monasterium Sancti Silvestri. In / episcopatu Fuliginensi:
monasterium de Landum. In episcopatu Castellano: monasterium Sancti Sepulcri,
monasterium Sancte Marie de Deciano, Sancti Petri de Planetto. In episcopatu
Florentino: monasterium Sancti Pe/tri in Luco, Sancti Salvatoris iuxta civitatem. In
episcopatu Fesulano: monasterium Montismuri, ecclesiam Sancte Margarite,
monasterium de Prato Veteri. In episcopatu Vulterrano: monasterium Sancte Marie
121
Valeria Schirru
Regesti:
– L. SCHIAPARELLI-F. BALDASSERONI, Regesto di Camaldoli, vol. II, n. 1238,
p. 267.
122
Appendice documentaria
123
Valeria Schirru
124
Appendice documentaria
XXII
1205 luglio 10
Maria de Thori, con il consenso dei suoi figli Costantino, Mariano e Ba-
risone, del giudice di Torres Comita II de Lacon, di sua moglie donna
Specla e del loro figlio Mariano II de Lacon, di Preziosa de Orrù, madre
125
Valeria Schirru
dello stesso Comita, e con il consenso del vescovo di Ampurias, dona a don
Martino priore di Camaldoli le chiese di Santa Maria di Orrea Pichina e
di Santa Giusta di Orrea Pichina con tutte le loro pertinenze.
Nel documento la donazione viene fatta dietro consenso di una serie di personaggi
della famiglia de Lacon. Tra questi sono ricordati: oltre che i figli della stessa Maria
de Thori, Costantino, Mariano e Barisone; il giudice di Torres, Comita II de Lacon;
sua moglie donna Specla, in cui si deve probabilmente individuare Ispella de Lacon
Serra figlia di Barisone I giudice di Arborea; il loro figlio Mariano II de Lacon; la
madre dello stesso Comita Preziosa de Orrù. Il documento permette di postdatare
l’ultima menzione di Ispella de Lacon Serra, figlia di Barisone I giudice di Arborea e
vedova di Ugone-Poncio de Cervera visconte di Bas, che risale al 1204, quando ve-
niva indicata ancora come moglie di Comita ma in procinto di divorziare (D.
Scano, Codice Diplomatico, vol. I, n. XXII, p. 15). Ancora permette di postdatare
l’ultima menzione documentaria di Preziosa de Orrù, madre di Comita II de Lacon,
e moglie di Barisone II de Lacon che risaliva invece al 1178 (P. TOLA, C.D.S., tomo
I, doc. CVIII, p. 250).
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1430, p. 25.
(a)
Si legga chusta.
126
Appendice documentaria
XXIII
1205
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1434, p. 27.
127
Valeria Schirru
XXIV
Il termine post quem è costituito dalla data del doc. XXII dell’Appendice documen-
taria che contiene la donazione delle chiese di Santa Maria e di Santa Giusta di
Orrea Pichina. Comita II de Lacon salì al trono nel 1198 (P. TOLA, C.D.S., tomo I,
sec. XII, n. CXLVIII, p. 282), la sua ultima menzione come giudice è del 1216 (P.
TOLA, C.D.S., tomo I, sec. XIII, n. XXXI, p. 326). Sposò in seconde nozze Agnese,
figlia di Manfredo II, marchese di Saluzzo (L.L. BROOK, F.C. CASULA, M.M. COSTA et
al., Genealogie medioevali di Sardegna, tav. XVIII, lemma 6), la cui prima menzione
risaliva fino ad oggi al 1210 (P. TOLA, C.D.S., tomo I, sec. XIII, n. XX, p. 317). Già
era stato ipotizzato che il matrimonio tra Comita II de Lacon e donna Agnese fosse
avvenuto nel 1205, presumibilmente dopo l’annullamento del primo con Ispella de
Lacon Serra (B. BAUDI DI VESME, Guglielmo, giudice di Cagliari e l’Arborea, p. 29).
Questo documento permette così di retrodatare la comparsa di Agnese come moglie
di Comita II de Lacon al 1205.
128
Appendice documentaria
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1473, p. 49.
XXV
129
Valeria Schirru
Prima copia authentica ex anno 1322”. Al di sopra con mano moderna “1322 /
Privilegium Otonis IIII Imperatoris / 1209”.
La copia [B] è sottoscritta dai notai: Johannes olim Arrighetti de Pomino notaio impe-
riale, Benedictus magistri Martini notaio imperiale, Dionisius de Salençano notaio
apostolico e imperiale, Marsoppus olim Guidalotti Pintacci notaio imperiale.
130
Appendice documentaria
la romana. Non si può ipotizzare l’uso dello stile dell’incarnazione pisana perché Ot-
tone IV venne incoronato imperatore il 27 settembre 1209.
Nel 1209 Ottone IV si trovava in Italia, dopo l’esilio in Inghilterra, per ricevere la
corona imperiale a Roma.
Edizioni:
– B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses, tomo IV, doc.
CLXXX, coll. 283-290.
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XIII, n. XVIII,
p. 316.
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1466, pp. 43-45.
131
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Appendice documentaria
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Appendice documentaria
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Appendice documentaria
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XXVI
1210 luglio 1
SOMMARIO:
Anno MCCX. Ego Maria de Thori, ki la fatho custa carta cum boluntade de / Deus
et dessu donnu meu iudike Comita de Laccon et dessa muiere donna Agnesa regina
et dessu fiiu donnu Marine rege, et cum boluntate de fiios meos, las / do anbas sas
clesias meas Sancta Maria et Sancta Iusta de Orria Pithinna ad Sanctu / Salvatore
dessu heremu de Camaldula et oferio las in manu dessu priore maiore de
Camaldula, donnu Martine, custas clesias cum omnia pertinentia issoro, / cum
servos et cum ankillas et cum domos et cum saltos et cum vinias et cum terras de
fune et cum omnia battorpedia, canta est apus ecustas / clesias. Et do li sa domo
mea pecuiare de Tiugulbi, ki appo de parentes meos cum omnia pertinentia sua,
domos et saltos et servos et ankillas et binias / et terras de fune et cum omnia
138
Appendice documentaria
battorpedia, canta est appus ecusta domo, pro appat inde prode supriore de
Camaldula et issos heremitas, pro ssa anima mea et de maritu / meu et de fiios meos
et de tota sa domo mea. Et ego iudike Comita de Laccon ki fatho custa carta pro
precu, ki mi fekit donna Maria de Thori, / thia mea, et issos fiios et issu priore
donnu Rubertu, kivi fuit tando pro Camaldula in Sancta Maria. Et voio sos servos
de custas clesias ki / appant herga et ginithu da voie innanti, cale avean et tratavan
sutta donnu Petru de Maroniu et sutta sa muiere donna Maria de Thori usque in
sempiterna secula. / Amen. Et sunt testes primus Deus omnipotens, deinde Ithoccor
de Navithan, Comita de Serra, Mariane de Maroniu testes; Comita de Navithan,
Mariane de Laccon, Comita Pinna / testes; Gunnari de Maroniu, Gosantine
Dathen, Petru de Thori testes; dekita de maiores de Ianna, Iohanne Derthas e kita
sua testes. Petrus scriptor iudicis Comita. Iulii prima die./
Edizioni:
– B. MITTARELLI-A. COSTADONI, Annales Camaldulenses, tomo IV, doc.
CLXXXVI, coll. 305-306.
– P. TOLA, Codex Diplomaticus Sardiniae, tomo I, sec. XIII, n. XX, p. 317.
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1476, p. 51.
139
Valeria Schirru
XXVII
140
Appendice documentaria
141
Valeria Schirru
SOMMARIO:
Fridericus secundus Romanorum rex et rex Sicilie. Camaldulensis heremum cum
toto conventu / et cum universis locis et possessionibus et rebus atque pertinentiis in
specialem / sue maiestatis protectionem recipit. In episcopatu Aretino: monasterium
Fontis Boni cum hospitali et omnibus bonis suis, in ipsa civitate monasterium
Sancti Petri in Picculo, ecclesiam Sancti Michae/lis cum pertinentiis suis, ecclesiam
Sancti Laurenti prope civitatem Aretii, et omnia que ab episcopis Aretine civitatis
predicte concessa esse noscuntur, et ipsorum scripti / assertione firmata, ecclesiam
Sancti Martini, que est iuxta Letarcle, monasterium Silve Munde, monasterium de
Pratalia, monasterium Sancte Marie de Ag/nano, monasterium Sancti Petri de Rota,
monasterium Sancti Salvatoris Berardingarum cum omnibus eorum pertinentiis,
monasterium Sancti Savini in Chio, monasterium Sancti Andree de Castel/lione,
monasterium Sancti Quirici de Rosis, ecclesiam Sancti Nicolai de Curte Luponis,
heremum de Fleri cum monasterio suo, monasterium Sancti Viriani cum / omnibus
pertinentiis eorum, monasterium Sancti Bartholomei in Anglari cum toto castro
Anglari et cum ecclesiis et villis, castellis et omnibus pertinentiis suis, plebem Sancte
Marie de Micciano cum ecclesiis et pertinentiis suis, / ecclesiam Sancti Iohannis que
est in Anglari, ecclesiam de Monteaureo, que modo sita est in Castel/lione, et
castrum de Castellione, quod olim fuit in Monteaureo, cum omnibus suis
pertinentiis, et ipsum Montem Aureum, ecclesiam de Viario, castrum de Decciano
cum / ecclesia et suis pertinentiis, et ius quod habet in castro de Capresa, et in toto
eiusdem castri districtu, et omnia, que iam fuerunt Bernardini olim filii Si/donie, et
omnia, que Quintavallis et Astuldus dederunt sive concesserunt per instrumenta vel
alio modo prefate eremo, ecclesiam Sancte Marie, que est sita in Montione,
ecclesiam de Moiona, / et totum castrum cum suis omnibus pertnentiis, ecclesiam
de castello Laurentiano, et loca sive iura, que supradicta eremus habet in / castro
predicto, ecclesiam Sancti Vitalis prope ipsum castrum cum omnibus pertinentiis
suis, ecclesiam de Agna cum curia et hominibus, quos habet in predicto / loco, et
cum omnibus pertinentiis tam ecclesie, quam eiusdem curie, ecclesiam de Soci cum
toto castro, et eiusdem castri curia et cum omnibus suis pertinentiis, ecclesiam de
Condolese cum / omnibus suis pertinentiis, et homines, quos habet predicta eremus
in villa de Lonnano, et in villam de Tegiano, et in toto Casentino atque Mucello, et
partem sive eius, / quod habet predicta eremus in Partina, et in toto eiusdem
districtu, et homines, quos habet in castro Serravalle, et quidquid iuris habet in ca-
stro et eius curia, et venditionem / factam ab Henrico preposito Aretine canonice
Sancti Donati, et eius canonicis, sicut in privilegio domini pape Innocentii III / et
domini Henrici VI continetur, et omnes curtes, quas habet predicta eremus in
episcopatu / Aretino, et Castellano, vel Fesulano atque Florentino, et quicquid sepe
dicta heremus sive ab ecclesiis suis sive ab aliis quibusque hominibus per emptionem
vel alio modo adepta est in loco que dicitur / Broylo. In episcopatu Castellano:
monasterium Sancte Marie di Diciano, monasterium Sancti Sepulcri cum omnibus
ad ipsum pertinentibus, ecclesiam de Planetulo cum castello et omnibus suis
pertinentiis, / plebem Sancte Marie de Suara, ecclesiam de Vallialla cum parte et
toto iure, quod habet in ipso castro et eius curia. In episcopatu Fesulano:
monasterium Sancte Marie de / Poplena, et ecclesiam Sancti Michaelis iuxta ipsum
142
Appendice documentaria
143
Valeria Schirru
Regesti:
– E. LASINIO, Regesto di Camaldoli, vol. III, n. 1628, pp. 121-122.
144
Appendice documentaria
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Valeria Schirru
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Appendice documentaria
147
Valeria Schirru
148
Appendice documentaria
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Valeria Schirru
150
Appendice documentaria
XXVIII
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. VIII, p. XXVII.
151
Valeria Schirru
152
Appendice documentaria
XXIX
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. IX, p. XXIX.
153
Valeria Schirru
XXX
154
Appendice documentaria
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. X, p. XXX.
155
Valeria Schirru
XXXI
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XI, p. XXXI.
156
Appendice documentaria
157
Valeria Schirru
XXXII
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XII, p. XXXIII.
158
Appendice documentaria
XXXIII
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Valeria Schirru
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XIII, p. XXXV.
160
Appendice documentaria
XXXIV
Don Guido, abate della chiesa e del monastero camaldolese di Santa Tri-
nità di Saccargia, giura di osservare i precetti del priore generale dell’Or-
dine, del suo visitatore e di don Guido de Spina, vicario del priore genera-
le in Sardegna.
161
Valeria Schirru
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XXIII [con l’anno 1365],
p. LXXII.
162
Appendice documentaria
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XXXV
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XIV, p. XXXVI.
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Appendice documentaria
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Valeria Schirru
166
Appendice documentaria
XXXVI
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XV, p. XL.
167
Valeria Schirru
XXXVII
Don Taddeo, neo vicario della chiesa di Santa Maria di Orrea Pichina,
giura di conservare, mantenere, custodire e ben amministrare la chiesa af-
fidatagli e tutte le sue pertinenze.
168
Appendice documentaria
Per la datatio chronica, posta all’inizio del documento, subito dopo l’invocatio verba-
le, è usato lo stile della natività che faceva iniziare l’anno il 25 dicembre. L’anno
1272, confermato dall’indizione quindicesima, trattandosi del 15 settembre, non
deve perciò essere rettificato.
XXXVIII
169
Valeria Schirru
genti, gemme e biancheria, che erano stati depositati da don Stefano, suo
predecessore, presso lo speziale Bernardo.
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XVII, p. XLIII [con l’anno
1280].
170
Appendice documentaria
XXXIX
Inventario degli animali e dei beni della vicaria di San Nicola di Trullas
spettanti all’eremo di San Salvatore di Camaldoli, fatto da don Bartolo-
meo, monaco e vicario dello stesso monastero.
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XVIII, p. XLIV [con l’anno
1280].
171
Valeria Schirru
172
Appendice documentaria
XL
173
Valeria Schirru
Originale [A] redatto dal notaio Rodulfinus Ugutii, pergam., mm. 120 x 580.
Inchiostro marrone chiaro; stato di conservazione: buono.
Lo specchio di scrittura è delimitato con rigatura a secco. La scrittura corre parallela
al lato minore della pergamena.
Note dorsali: in alto è la segnatura archivistica “Camaldoli 10 Nov(embre) 1279”.
Per la datatio chronica è usato lo stile della natività che faceva iniziare l’anno il 25
dicembre. L’anno 1279, confermato dall’indizione settima, non deve essere rettifica-
to trattandosi del 10 novembre.
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XVI, p. XLII.
174
Appendice documentaria
175
Valeria Schirru
XLI
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XX, p. XLIX.
176
Appendice documentaria
177
Valeria Schirru
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(a)
La parola vocatis è scritta in interlinea.
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Valeria Schirru
nec contra ipsum de cetero inbrigare vel molestare seu per placitum
vel ullo alio modo fatigare vel imbriganti consentire sub ypotheca et
obligatione sui suorumque heredum et bonorum suorum omnium, et
ad penam librarum centum / denariorum alfonsinorum minutorum
stipulatione promissa. Qua pena semel et lure commissa et exacta et
non exacta vel generose remissa, semper libertas et carta in earum
firmitate perdurent. Renuntiando omni iure sibi contra predicta vel
aliquod predictorum / competenti vel competituro renuntiavit etiam
legi qua cavetur quod manumissus sive manumissa propter vitium
ingratitudinis in servitium redigitur. Actum Arestani, eodem die loco
et testibus memoratis./
In nomine sancte Crucis venerande amen. Universis per presens
publicum instrumentum fit notum et manifestum quod sapiens et
discretus vir dominus Phylippus Mameli, decretorum doctor cano-
nicus arborensis, cupiens Sardignam Ardu filiam Arozi Ardu / servi-
toris sui et ancillam ecclesie Sancti Gregorii de Bauladu, membrum mo-
nasterii de Bonarchato, quod quidem monasterium est membrum
monasterii Sancti Zenonis de Pisis, tradere libertati venerabili et reli-
gioso viro fratri silvestro abbati suprascripti monasterii Sancti Zenonis
/ humiliter supplicavit quod dignaretur dare licentiam venerabili et re-
ligioso viro dompno fratri Cipriano priori suprascripti monasterii de
Bonarchato quod ipse cum sua licentia predictam Sardignam Ardu
que est trium annorum et dimidii filia suprascripti Arozzi / ancillam
suprascripte ecclesie Sancti Gregorii extimatam librarum octo dena-
riorum alfonsinorum minutorum permutare valeat cum suprascripto
domino Phylippo ut eam tradat perpetue libertati, predictus autem
dominus frater Silvester abbas diligenter considerans grata et / accepta
servitia que idem dominus Phylippus exibuit actenus continue exibet
et exibere poterit in futurum predicto monasterio de Bonarchato, et
considerans dictum dominum Filippum dictorum servitiorum intuitu
maiori gratia fore dignum predicto / fratri Cipriano priori dedit et
concessit licentiam et liberam bailiam et protestatem permutandi
ipsam Sardignam Ardu, que est trium annorum et dimidii, filiam
suprascripti Arozzi Ardu, ancillam suprascripte ecclesie sancti Gregorii
propter maculam extimatam libras octo / denariorum alfonsinorum
minutorum cum suprascripto domino Phylippo, ita tamen quod
dominus Filippus predictus teneatur dictum monasterium de
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XLII
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XXI, p. LXIII.
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XLIII
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Appendice documentaria
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XXII, p. LXVII.
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XLIV
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Appendice documentaria
Edizioni:
– G. ZANETTI, I Camaldolesi in Sardegna, doc. XXIV, p. LXXV.
(a)
Nel documento la parola domini viene ripetuta.
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Valeria Schirru
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Appendice documentaria
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Indice
6
INDICE ONOMASTICO (*)
201
Valeria Schirru
Atone, vescovo di Castro: 27, 39, 40 Bartolomeo, figlio di Viviano di Pisa, notaio:
XL
Azo, arcivescovo di Torres: III, V, XII, XV, X, XIV,
XIX, 20, 26, 32, 33, 37, 44, 59, 64, 68,69, Bartolomeo, monaco dell’eremo di San
89, 97 Salvatore di Camaldoli e vicario del
Azo, marchese di Este, testimone: XXV monastero di San Nicola di Trullas: XXXVIII,
XXXIX, 169
Azo, priore dell’eremo di San Salvatore di
Camaldoli: XII, 88 Bartolomeo, pievano di Liburna e vicario
generale del Capitolo della Chiesa di
Azone, priore generale dell’Ordine Firenze: XVI, XX
Camaldolese: XV, XVI, 100
Bartolomeo, priore del monastero di San
Bartolomeo in Anglari: XL
B Bencivenne, arcidiacono di Fiesole: XVI, XX
Baldo, figlio del fu Crescie de Perusio, Benedetto de Miciano, testimone: XL
testimone: XLI, XLII, XLIII
Benedetto, abate del monastero di Santa
Baldovino Pisano, arcivescovo di Pisa e Trinità di Saccargia: XIV, 93
legato pontificio: XV, 39, 97
Benedetto, giudice imperiale e notaio di
Barisone Corda, casa di, in cui abitava
Firenze: XVI, XX, XXV, 100, 115, 130
l’abate di Santa Trinità di Saccargia:
XXXVIII Benedetto, monaco camaldolese e testimone:
XXX, XXXI, XXXII
Barisone de Setilo, testimone: I
Benedetto, monaco dell’eremo di San
Barisone de Ussan, testimone: VI
Salvatore di Camaldoli e nunzio del priore
Barisone I de Lacon-Serra, giudice di generale dell’Ordine Camaldolese: XXXVIII,
Arborea: 22, 41, 47 XXXIX, 169
202
Indice onomastico
Comita de Iravitha, testimone: XIII, 91 35, 36, 37, 43, 44, 45, 59, 60, 62, 63, 64,
67, 68, 69, 73, 74, 83, 84, 87
Comita de Lacon, donnicello e testimone: I
Costantino I de Lacon-Serra, giudice di
Comita de Lacon, testimone: VI Arborea: 47
Comita de Lacon, testimone: XIII Costantino II de Lacon, re e figlio di
Comita de Martis, testimone: VI Barisone II de Lacon giudice di Torres: XIII,
22, 37, 91
Comita de Navithan, testimone: XXVI, 139
Costantino Verrica, vescovo di Pravazi (?): IX
Comita de Serra, testimone: XXVI, 139
Costantino, figlio di Maria de Thori: XXII,
Comita de Thori, marito di Vera de Athen: 22, 41, 125, 126
VI, 73
Crisostomo, diacono cardinale di Santa
Comita II de Lacon, giudice di Torres: XXII, Maria in Portico: XIV
XXIV, XXVI, 22, 23, 27, 41, 42, 125, 126,
128, 138, 139 Crisostomo, diacono cardinale: VIII
Comita Pinna, testimone: XXVI, 139 Crisostomo, notaio: VII
203
Valeria Schirru
204
Indice onomastico
Giovanni Derthas, testimone: XXVI, 139 Giovanni, priore dell’eremo di San Salvatore
di Camaldoli e priore generale dell’Ordine
Giovanni Derthas, testimone: XXXIX Camaldolese: XLIV, 196
Giovanni Mudo, testimone: XXXIX Giovanni, priore dell’eremo di San Salvatore
Giovanni Sargu, vescovo di San Pietro di di Camaldoli: X, 84
Sorres: XII, XIII, 21, 27, 37, 73, 90, 91 Giovanni, priore della chiesa di San Nicola di
Giovanni Serdonis, presbitero: XXIII Trullas: XIII
Giovanni Teotonico, abate del monastero di Giovanni, priore generale dell’Ordine
Santa Trinità di Saccargia: XLIV, 196 Camaldolese: XXXV, 42, 164
Giovanni Villani, priore e giudice ordinario Giovanni, scrivano di Costantino I de Lacon
della città di Oristano: XLI giudice di Torres: XI
205
Valeria Schirru
Giovanni, subdiacono della Sacra Basilica: X Gregorio, diacono cardinale dei Santi Sergio
e Bacco: XIV
Giovanni, vescovo di Ottana: V, 69
Gregorio, priore del monastero di Santa
Giovanni, vescovo di Sorres: XII, XV, 21, 27,
Trinità di Saccargia: XIII
39, 88, 89, 97
Giuliano di Bartholo da Stia, cancelliere di Gualfredo, vescovo di Ploaghe: XV, 39, 97
San Salvatore di Camaldoli: 13 Gualtiero, figlio di Sigerio di Volterra: xxxiii
Giuliano Pisano, servo della chiesa di San Gualtiero, protonotaio: xxv
Martino di villa Birore, padre di Giusta:
XLII Guantino de Serra, testimone: xxxix
Giuliano, notaio imperiale e giudice Guglielmo Piu, figlio di Pietro Piu e servo di
ordinario: XXVIII Filippo Mameli: XLI
Giuliano, servo della chiesa di San Martino di Guglielmo, vescovo di Preneste: XIV
villa Birore, padre di Andrea: XLIII Guido de Spina, vicario del priore generale
Giulio, presbitero cardinale di San Marcello: dell’Ordine Camaldolese in Sardegna:
XIX XXXIV, 161
Giulio, presbitero cardinale di San Marcello: Guido, abate della chiesa e del monastero di
XVI Santa Trinità di Saccargia: XXXIV, 161
Giunta, figlio del fu Lutteringio, speziale e Guido, diacono cardinale dei Santi Cosma e
testimone: XXXVIII Damiano: XIV
Giunta, testimone: XXVIII Guido, diacono cardinale di Sant’Adriano:
XIV
Goffredo, diacono cardinale di Santa Maria
in Via Lata: XXI Guido, diacono cardinale di Santa Maria in
Gonnario Comita de Gunale: 47 Portico: XVI, XIX
206
Indice onomastico
159 37, 89
207
Valeria Schirru
208
Indice onomastico
Martino, priore maggiore di San Salvatore di Nistoli de Carbia, marito di Elena de Thori:
Camaldoli: XXVI VI, 73
209
Valeria Schirru
210
Indice onomastico
211
Valeria Schirru
Teobaldo, fratello di Pietro prefetto dell’Urbe, Ugo, presbitero cardinale di Santa Lucina: XVI
testimone: XXV
Ugo, vescovo di Orotelli: XV, 27, 39, 96, 97
Teobaldo, vescovo di San Vellerense: XXI Ugone de Condicula, frate e testimone: XXX
Teodovino, vescovo di Santa Rufina: XIV, XVI Ugone Poncio de Cervera, visconte di Bas e
Tocoele, moglie di Gonnario Comita de marito di Ispella de Lacon Serra: 22, 41, 126
Gunale: 47 Ulrico conte di Helfenstein, fratello di
Tomasino, figlio del fu Adamino, notaio Eberardo, testimone: XXVII, 144
imperiale: XXXIII, 159 Urbano III, papa: XXI, 120, 121, 122
Torbeno de Gunale, testimone: VI Urbano VI, papa: XLIV
Torbeno de Lacon: 67
Torbeno, cognato di Costantino I de Lacon: IV V
Torbeno, donnicello e testimone: XIII Vassallo, diacono cardinale di Sant’Eustac-
chio: XIV
Torchitorio de Bosabe, testimone: I
Vera de Athen, moglie di Comita de Thori: VI,
73
U Vitale, abate del monastero di Santa Trinità
Ubaldo Visconti: 45 di Saccargia: V
212
INDICE TOPONOMASTICO (*)
Aghitu, fontana di (Sardegna): XXIV, 23, 42, Arezzo: città di, XL, 12, 18, 31
128
Arkennor, rio di (Sardegna): 38
Agna, chiesa della villa di (diocesi di Arezzo):
XVIII, XXV, XXVII, 100, 142
Arno, fiume: XXV, XXVII
Agna, villa di (diocesi di Arezzo): XVI, XVIII, 142 Asinara, isola dell’ (Sardegna): 27, 50
213
Valeria Schirru
Bosa, fiume di (Sardegna): I Cesena (Cesenate), diocesi di: XXV, XXVII, 143
Broylo, (diocesi di Arezzo): XXVII, 142 Chiaramonti, (Sardegna): 41
Buldrone, eremo di (diocesi di Firenze): XXV, Chiusi (Clusino), diocesi di: VII, XVI, XVIII, XX,
XXVII, 142 XXI, XXV, XXVII, 78, 100, 122, 143
Buyano, pieve di (diocesi di Arezzo): XVIII Condolese, chiesa di (diocesi di Arezzo): XXV,
XXVII, XVIII, 142
Cargeghe, (Sardegna): 38
F
Casentino, (diocesi di Arezzo): XXV, XXVII, 142
Faenza (Faventina), diocesi di: XVI, XVIII, XXI,
Castellione in Monteaureo, castro di (diocesi XXV, XXVII, 101, 121, 143
di Arezzo): XVI, XXV, XXVII
Faiolo, eremo di (Galiata): VII, XVI, XVIII, XXV,
Castello, diocesi di: XVI, XVIII, XXI, XXV, XXVII, XXVII, 78, 101, 143
100, 121, 142
Ferrazzano, monastero di (diocesi di Arezzo):
Cava di Colle, (diocesi di Arezzo): XXVII, 143 XXI, 121
214
Indice toponomastico
Galiata: VII, XVI, XXI, XXV, XXVII, XVIII, XX, 78, Lonnano, villa di (diocesi di Fiesole): XXV,
Glaceto, pieve di (diocesi di Fiesole): XXV, Lucca, diocesi di: VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV,
XXVII, 143 XXVII, 78, 100, 122, 143
M
H
Madonna delle Rose, vedi Santa Maria di
Hagenowe: XXVII, 140, 144 Anela: 40
Heremite, chiesa di (Marchia Camerina): Madonna di Bonacattu, chiesa di (Sarde-
XVI, XVIII gna): 46
215
Valeria Schirru
Montali, eremo e monastero di (diocesi di Oristano: XLI, XLII, XLIII, 20, 176, 188, 192
Rimini): XXV, XXVII, 143 Orotelli, diocesi di (Sardegna): XV, 39
Monte Aureo di Castellione, chiesa di (dio- Orotelli, paese di (Sardegna): 39
cesi di Arezzo): XVIII, XXV, XXVII, 142
Osilo, comune di (Sardegna): 51
Monte Aureo, (diocesi di Arezzo): XXVII, 142
Osimo (Ausimano, Auximano), diocesi di:
Monte Cristo, isola di: 27, 31, 49, 50, 51, 52
XVIII, XXV, XXVII
Monte Ercole, monastero di (diocesi di
Ottana, diocesi di: V, 39
Montefeltro): XX, XXI, 121
Monte Muro, monastero di (diocesi di
Fiesole): XVIII, XXI, XXV, XXVII, 121, 142 P
Montecassino: 25 Partina, eremo di (diocesi di Arezzo): XXV,
XXVII, 142
Montefeltro (Monte Feretrano), diocesi di:
XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 121, 143 Paulati, villa di (Sardegna): XLI
Montione, villa di (diocesi di Perugia): XVI, Penisola Iberica: 24
XVIII, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 100
Pergentina, (diocesi di Arezzo): XVIII
Montori, castro di (diocesi di Arezzo): XVI, 100
Perugia, diocesi di: XXV, XXVII, 143, 144
Morrona, monastero di (diocesi di Arezzo):
XVI, 101 Pesaro (Pensauriense), diocesi di: XX, XXI, XXV,
XXVII, 121, 143
Mucello, (diocesi di Arezzo): XXV, XXVII, 142
Peterca di Moione, villa di (diocesi di Chiu-
si): XX
N
Pirella, monastero di (diocesi di Camerino):
Norbello, comune di (Sardegna): 48 XXI, 121
Nostra Signora di Bonacattu, vedi Madon- Pisa, città di: VIII, XIV, XX, XXV, XXVII, XXXI, XLI,
na di Bonacattu: 46, 47 XLIV, 12, 18, 20, 25, 81, 93, 143
216
Indice toponomastico
Pisa, diocesi di: VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, Samassi, paese di (Sardegna): 50
XXVII, 78, 100, 122, 143
San Bartolomeo di Castro Petroni, chiesa di
Planetulo, castello di (diocesi di Castello): XXV, (diocesi di Fiesole): XVIII, XXV, XXVII, 142
XXVII, 142
San Bartolomeo in Anglari, monastero di
Planetulo, chiesa di (diocesi di Castello): XXV, (diocesi di Arezzo): VII, XVI, XVIII, XX, XXI,
XXVII, 142 XXV, XXVII, XL, 78, 100, 121, 142
Quadrigaria, chiesa di (Marchia): XXV, XXVII, San Felice, monastero di (diocesi di Bologna):
143 VII, XX, XXI, 78, 121
217
Valeria Schirru
San Giorgio di Calcaria, chiesa di, affiliata al San Lorenzo in Banari, chiesa di (Sardegna):
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47 X, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV , XXVII, 26, 52,
100, 122, 144
San Giorgio, chiesa di (diocesi di Jesi): XVI,
XVIII, XXI, XXV, XXVII, 121 San Mamiliano di Monte Cristo, monastero
di (isola di Monte Cristo): VIII, 27, 31, 49,
San Giovanni di Prato Veteri, monastero di
51, 53, 81
(diocesi di Fiesole): XVIII, XXI, XXV, XXVII,
121, 142 San Mamiliano di Samassi, chiesa di (Sarde-
gna): 27, 50
San Giovanni in Altasar, chiesa di (Sarde-
gna): X, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 26, 52, San Marco di Oiastra, chiesa di, affiliata al
100, 122, 144 monastero di Santa Maria di Bonarcado: 48
San Giovanni in Anglari, chiesa di (diocesi di San Martino di Le Tarcle, chiesa di (diocesi
Arezzo): XVIII, XXV, XXVII, 142 di Arezzo): XVIII, XXV, XXVII, 142
San Giovanni in Contra, chiesa di, dipen- San Martino di villa Birore, chiesa di, affi-
dente da Santa Trinità di Saccargia: XIX liata al monastero di Santa Maria di
Bonarcado: XLII, XLIII, 188
San Giovanni in Ollin, chiesa di (Sardegna):
XV San Martino in Accole, monastero di (Mar-
chia Camerina): XVI, 101
San Giovanni in Salvennor, chiesa di (Sarde-
gna): X, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 26, 52, San Michele del monastero di Santa Maria
100, 122, 144 di Poplena, chiesa di (diocesi di Fiesole):
XVIII, XVIII, XXV, XXVII, 142
San Giusto di Volterra, monastero di (diocesi
di Volterra): VII, XVI, XXI, XXV, XXVII, XVIII, San Michele di Arezzo, chiesa di (diocesi di
78, 100, 122, 143 Arezzo): XVI
San Gregorio di Bauladu, chiesa di, affiliata San Michele in Banari, chiesa di (Sardegna):
al monastero di Santa Maria di Bonarcado: X, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 26, 100,
XLI 122, 144
San Gregorio di Paulati, chiesa di (Sarde- San Michele in Borgo di Pisa, monastero di
gna): XLI (diocesi di Pisa): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV,
XXVII, XXIX, 10, 50, 78, 100, 122, 143
San Gregorio di Solarussa, chiesa di, affiliata
al monastero di Santa Maria di Bonarcado: San Michele, chiesa e monastero di (diocesi di
48 Arezzo): XVI, XXV, XXVII, 100, 142
San Gregorio, chiesa di (Sardegna): VIII, 27, San Miniato di Lonnano, chiesa di (diocesi
50, 52, 81 di Fiesole): XVIII, XXV, XXVII, 143
San Ippolito di Faenza, monastero di (diocesi San Nicola di Curte Luponis, chiesa e mona-
di Faenza): XVI, XVIII, XXI, XXV, XXVII, 101, stero di (diocesi di Arezzo): XVIII, XXV, XXVII,
121, 143 121, 142
San Lorenzo di Arezzo, chiesa di (diocesi di San Nicola di Monte Mezano, chiesa di
Arezzo): XXV, XXVII, 142 (diocesi di Fiesole): XVIII, XXV, XXVII
218
Indice toponomastico
San Nicola di Trullas, chiesa e monastero di San Pietro in Cerreto, monastero di (diocesi
(Sardegna): VI, X, XII, XIII, XVI, XVIII, XX, di Volterra): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII,
XXI, XXV, XXVII, XXVIII, XXX, XXXI, XXXVIII, 78, 100, 122, 143
XXXIII, XXXIX, 21, 26, 34, 35, 37, 38, 42,
San Pietro in Fontiano, monastero di (dioce-
43, 52, 72, 73, 74, 88, 90, 91, 100, 122,
si di Fiesole): VII, XVI, XX, XXI, XXV, XXVII,
144, 151
XVIII, 78, 100, 122, 143
San Nicola di Trullas, vicaria di (Sardegna):
San Pietro in Luco, monastero di (diocesi di
XXVIII , XXXI , XXXII , XXXV , XL , 154, 156,
Firenze): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII,
158, 159, 164, 171
78, 100, 121, 142
San Paolo di Conca, chiesa di (Corsica): VIII
San Pietro in Ollin, chiesa di (Sardegna):
San Paolo di Cotroniano (Cotrinuanu, XVI, XX, XXI, XXV, XXVII, XVIII, 27, 39, 52,
Contraiano, Cotrinuanu), chiesa di (Sar- 96, 97, 100, 122, 144
degna): IX, X, XI, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII,
San Pietro in Picculo, monastero di (diocesi
21, 26, 35, 36, 37, 52, 83, 84, 87, 100,
di Arezzo): XVI, XVIII, XXV, XXVII, 100, 142
122, 144
San Pietro in Planeto, monastero di (diocesi
San Paolo di Lonlecio, monastero di (Corsi-
di Castello): XXI, 121
ca): VIII
San Pietro in Puteolis, monastero di (diocesi
San Paolo di Milis, chiesa di, affiliata al mo-
di Lucca): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII,
nastero di Santa Maria di Bonarcado: 49
78, 100, 122, 143
San Paterniano in Cava di Colle di Ferra-
San Pietro in Rota, monastero di (diocesi di
ciano, chiesa e monastero di (diocesi di For-
Arezzo): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII,
limpopoli): XVI, XVIII, XXV, XXVII, 101, 143
78, 100, 121, 142
San Pietro di Arkennor, chiesa di (Sarde-
San Pietro in Vivo di Monte Amiata, mo-
gna): XII, XIII, 21, 27, 37, 73, 88, 90, 91
nastero di (diocesi di Chiusi): XVI, XVIII,
San Pietro di Bidonì, chiesa di, affiliata al XXV, XXVII, 100, 143
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47
San Pietro Minore, monastero di (diocesi di
San Pietro di Milis Piccinnu, chiesa di, affi- Arezzo): XXI, 121
liata al monastero di Santa Maria di
San Quirico in Rosa, monastero di (diocesi di
Bonarcado: 47
Arezzo): VII, XVIII, XVI, XX, XXI, XXV, XXVII, 78,
San Pietro di Monticleta, chiesa di (Sarde- 100, 121, 142
gna): XII, XIII, 21, 27, 37, 73, 88, 90, 91
San Salvatore Berardingorum, monastero di
San Pietro di Scano, chiesa e priorato di (Sar- (diocesi di Arezzo): VII, XVI, XVIII, XX, XXI,
degna): I, III, VII, X, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXV, XXVII, 78, 100, 121, 142
XXVII, 20, 25, 26, 31, 32, 33, 34, 36, 52,
San Salvatore di Camaldoli presso Firenze,
59, 60, 62, 63, 64, 77, 78, 84, 100, 122,
monastero di (diocesi di Firenze): VII XVI,
144
XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, XXX, XXXI, XXXII,
San Pietro di Sorres, chiesa di (Sardegna): VI, XXIX, XLIV, 78, 100, 121, 142, 153, 154,
XII, 88 156, 158, 164, 196
219
Valeria Schirru
San Salvatore di Camaldoli, monastero e ere- San Vitale di Lorenziano, chiesa di (diocesi
mo di (diocesi di Arezzo): I, III, IV, VI, VII, X, IX, di Arezzo): XVIII, XXV, XXVII, 142
XII, XIII, XV, XVI, XVII, XVIII, XXII, XXIII, XXV, XXVI,
San Vito, monastero di (diocesi di Vicenza):
XXVII, XXVII, XXIX, XXXIV, XXXVI, XXXVII, XXXVIII,
XXV, XXVII, 144
XXXIX, XLIV, 10, 11, 13, 14, 15, 16, 17,21,
23, 26, 27, 31, 32, 35, 36, 37, 38, 39, 40, San Vittore di Marsiglia, monastero di: 25
44, 45, 52, 59, 60, 62, 63, 64, 67, 68, 72,
San Zenone di Pisa, monastero di (diocesi di
73, 83, 88, 90, 91, 96, 97, 129, 138
Pisa): XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, XLI,
San Salvatore di Cantiniano, monastero di XLII, XLIII, 10, 27, 31, 47, 100, 122, 143,
(diocesi di Lucca): VII, XVI, XX, XXI, XXV, 176, 188
XXVII, 78, 100, 122, 143
Sant’Agostino di Austis, chiesa di, affiliata
San Salvatore di Cantiniano, ospedale di, al monastero di Santa Maria di Bonarcado:
presso il borgo San Genesio (diocesi di 47
Lucca): XVIII
Sant’Andrea di Castellione, chiesa e mona-
San Saturnino di Usolvisi, chiesa di (Sarde- stero di (diocesi di Arezzo): XXI, XVIII, XXV,
gna): 27, 39, 40 XXVII, 121, 142
San Saturnino Terme, vedi San Saturnino di Sant’Andrea di Firenze, chiesa di (diocesi di
Usolvisi: 40 Firenze): XVI
San Sepolcro, borgo di (diocesi di Pisa): XLIV Sant’Andrea nell’isola dell’Asinara, chiesa
di (Sardegna): 27, 50, 51
San Sergio di Suei, chiesa di, affiliata al mo-
nastero di Santa Maria di Bonarcado: 47 Sant’Antonio, monastero di (diocesi di Todi):
XXVII, 143
San Silvestro di Monte Suavi (Monte Suba-
sio), monastero di (diocesi di Spoleto): XVIII, Sant’Apollinare in Classe, monastero di
XXI, XXV, XXVII, 121, 144 (diocesi di Ravenna): XVI, XVIII, XXV, XXVII,
101, 143
San Simeone di Vesala, chiesa di, affiliata al
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47 Sant’Arcangelo presso castro Britti, mona-
stero di (diocesi di Bologna): VII, XVIII, XX,
San Simone in Contra, chiesa di, dipendente
XXI, XXV, XXVII, 78, 121, 143
da Santa Trinità di Saccargia: XIX, 44
Sant’Egidio di Gaviferre, chiesa di (diocesi di
San Simone in Salvennor, chiesa di (Sarde-
Fiesole): XXV, XXVII, XVIII, 142
gna): X XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 26,
52, 100, 122, 144 Sant’Elena di Jesi, monastero di (diocesi di
Jesi): XXI, XXV, XXVII, 121, 143
San Vigilio in Siena, chiesa e monastero di
(diocesi di Siena): XVIII, XXI, XXV, XXVII, 143 Sant’Elia, chiesa di (Sardegna): VIII, 27, 50,
52, 81
San Vincenzo, monastero di (diocesi di Pesa-
ro): XX Sant’Eustacchio, monastero di (diocesi di
Imola): XXV, XXVII, 143
San Viriano, monastero di (diocesi di Arezzo):
VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 78, 100, Santa Barbara di Turre, chiesa di, affiliata al
121, 142 monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47
220
Indice toponomastico
Santa Corona di Rivia, chiesa di, affiliata al Santa Maria di Canovaria, monastero di
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47 (Corsica): VIII
Santa Cristina, monastero di (diocesi di Bolo- Santa Maria di Decciano, chiesa e monastero
gna): XVI, XVIII, XXI, XXV, XXVII, 101, 121, di (diocesi di Castello): XVI, XXV, XXVII, XVIII,
143 100, 121, 142
Santa Croce, villa di (diocesi di Perugia): XXV, Santa Maria di Decciano, monastero di (dio-
XXVII cesi di Arezzo): XXI, XXV, XXVII
Santa Eugenia in Samanar, chiesa di (Sarde- Santa Maria di Forlì (Foroliviensi), chiesa di
gna): X, XVI, XVIII, XX, XXV, XXVII, 26, 52, (diocesi di Forlì): XXV, XXVII, 143
100, 122, 144
Santa Maria di Micciano, chiesa di (diocesi
Santa Gioconda, monastero di (diocesi di di Arezzo): XVI, XVIII, XXVII, 100
Lucca): XXV, XXVII, 143
Santa Maria di Micciano, pieve di (diocesi di
Santa Giusta di Orrea Pichina, chiesa di Arezzo): XVIII, XXV, XXVII
(Sardegna): XXII, XXIII, XXV, XXVI, XXVII, 22,
Santa Maria di Morrona, monastero di (dioce-
23, 27, 40, 41, 125, 127, 138, 144
si di Pisa): XVIII, XX, XXI, XXV, XXVII, 122, 143
Santa Giusta, fontana di (Sardegna): XXIV,
Santa Maria di Norgillo, chiesa di, affiliata al
23, 42, 128
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 49
Santa Lucia, chiesa di (diocesi di Ancona):
Santa Maria di Orrea Pichina, chiesa e mona-
XXV, XXVII, 143
stero di (Sardegna): XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXVI,
Santa Margherita di Tosina, chiesa e canoni- XXVII, XXXIV, XXXVI, XXXVII, 22, 23, 27, 40,
ca di (diocesi di Fiesole): XX, XXI, XXV, XXVII, 41, 42, 43, 125, 127, 128, 138, 144, 168
121, 143
Santa Maria di Orrea Pichina, vicaria di
Santa Maria de Iscalas (Santa Maria de Sca- (Sardegna): XXXV
la, Santa Maria Iscalas), chiesa di (Sarde-
Santa Maria di Poplena, monastero di (dioce-
gna): VIII, 27, 50, 51, 81
si di Fiesole): XXV, XXVII
Santa Maria di Agnano, monastero di (dioce-
Santa Maria di Pratalia, monastero di (dioce-
si di Arezzo): VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV,
si di Arezzo): XXI, XLIV, 121
XXVII, 78, 100, 121, 142
Santa Maria di Ravone, ospedale di (diocesi
Santa Maria di Anela, chiesa di (Sardegna),
di Bologna): XXV, XXVII, 143
chiamata anche Nostra Signora di Mesu-
mundu o Madonna delle Rose: 27, 39, 40 Santa Maria di Saganza, chiesa di (Sarde-
gna): XII, XIII, 21, 27, 37, 73, 88, 90, 91
Santa Maria di Boele, chiesa di, affiliata al
monastero di Santa Maria di Bonarcado: 47 Santa Maria di Suara, pieve di (diocesi di Ca-
stello): XXV, XXVII, 142
Santa Maria di Bonarcado (Bonargato),
monastero di (Sardegna): XLIV, XLII, XLIII, 10, Santa Maria di Tergu, chiesa di (Sardegna): 51
27, 28, 31, 46, 47, 48, 49, 176, 188
Santa Maria di Urano iuxta Bretonorium,
Santa Maria di Camaldoli a Verona, mona- monastero di (diocesi di Forlimpopoli): XXV,
stero di (diocesi di Verona): XXV, XXVII, 143 XXVII, 143
221
Valeria Schirru
Santa Maria in Serra, monastero di (diocesi Santo Savino in Retino, chiesa di (diocesi di
di Osimo): XXV, XXVII, 143
Arezzo): XXI, 121
Santa Maria in Trivio iuxta Balneum, mo-
Santo Savino, monastero di (diocesi di Pisa):
nastero di (diocesi di Arezzo): VII, XVIII, XX,
XXI, 122
XXI, XXV, XXVII, 78, 121, 143
Santa Maria Maddalena di fiume Savo, Santo Sepolcro, borgo di (diocesi di Castello):
chiesa di (Sardegna): 50 XVIII
Santa Maria Maddalena, vedi Santa Maria Santo Sepolcro, monastero di (diocesi di Ca-
di Orrea Pichina: 40, 41 stello): XVI, XVIII, XXI, XXV, XXVII
Santa Trinità di Monte Ercole, monastero di Santo Stefano al ponte in Firenze, chiesa di
(diocesi di Montefeltro): XVIII, XXV, XXVII, 143 (diocesi di Firenze): XVI
222
Indice toponomastico
Sorres, diocesi di: V, VI, XII, XV, XXXIX, 38 Verona, diocesi di: XXV, XXVII, 144
Spoleto, diocesi di: XXI, XVIII, XXV, XXVII, 121, Viaio, villa di (diocesi di Arezzo): XXV, XXVII
144 Viario, chiesa di (diocesi di Arezzo): XVIII, XXV,
XXVII
Tegiano, villa di (diocesi di Arezzo): XXV , Vivi in Monte Amiato, eremo di (diocesi di
XXVII, 142 Chiusi): VII, XX, XXI, 78, 122
Tiugulbi, domus di (Sardegna): XXVI , 42, Volterra, diocesi di: VII, XVI, XVIII, XX, XXI, XXV,
138 XXVII, 78, 100, 143
223
ROBERTO CORONEO
SOMMARIO: 1. San Gavino di Porto Torres – 2. San Pietro di Galtellì – 3. San Pietro
di Bidonì – 4. San Giorgio di Decimoputzu – 5. San Pietro del Crocifisso (o
delle Immagini) a Bulzi – 6. Sant’Agata di Quartu Sant’Elena.
(1) R. CORONEO, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ’300 =
Storia dell’arte in Sardegna, vol. IV, Nuoro, 1993.
(2) A partire dalla sistemazione di D. SCANO (Storia dell’arte in Sardegna dal
XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, 1907), attraverso quella di R. DELOGU (L’architettu-
ra del Medioevo in Sardegna, Roma, 1953), per giungere alla rilettura operata da R.
SERRA (La Sardegna = Italia romanica, vol. X, Milano, 1989).
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Roberto Coroneo
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
(4) R. CORONEO, Architettura, cit., pp. 13-25, sch. 1, con bibliografia prece-
dente.
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Roberto Coroneo
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
tata dal crescente flusso devozionale alle reliquie dei protomartiri tur-
ritani: riservando all’abside e al corpo orientale le funzioni del culto
martiriale, si dotò l’aula di un’abside a conclusione di un corpo occi-
dentale, in cui potessero svolgersi le ordinarie funzioni presbiteriali.
L’adeguamento delle nuove strutture ovest alle preesistenti è rivelato
da alcune correzioni di allineamento dei setti divisori dell’aula, che in-
cludono una terza coppia di pilastri cruciformi oltre i quali, verso l’ab-
side, fu prevista una colonna destinata a reggere le volte di due campa-
telle contigue, cui presto si rinunciò (in corso d’opera, ma degli archi
d’innesto delle crociere resta la sagoma nei paramenti murari all’estre-
mità dei fianchi) per gettare grandi arcate fra i pilastri e le paraste della
testata occidentale, così da marcare una sorta di transetto sopraelevato
sulle navatelle sebbene non pronunciato all’esterno dei muri.
Nell’affrontare il problema tipologico e storico rappresentato
dall’icnografia ad absidi contrapposte, la Poli passa in rassegna la casi-
stica degli ambienti geografici e dei complessi architettonici in cui è
possibile riscontrare tale configurazione planivolumetrica, avvertendo
da un lato che nel S. Gavino essa è frutto di due distinte fasi edilizie,
dall’altro che non esiste la possibilità d’individuare una ragione comu-
ne per la scelta di edificare un’abside affrontata all’altra preesistente;
ogni monumento va chiarito con la logica del caso per caso, sulla base
di precise situazioni contingenti. È questa di fatto la conclusione cui
giunse Noël Duval nel suo studio delle chiese africane del V-VII seco-
lo à choeurs opposées (1973), come pure quella cui obbligano gli esem-
pi iberici del VI-VII (fino alle riprese in età mozarabica) e quelli deri-
vanti dalla genesi dell’organismo carolingio-ottoniano provvisto d’ab-
side orientale e Westwerk di elaborata articolazione strutturale. In que-
st’ultimo caso, entra in gioco la destinazione a tribuna imperiale per il
corpo occidentale, per inciso proposta anche come chiave di lettura
dell’adozione dell’impianto ad absidi affrontate nella basilica turrita-
na. È una tesi, questa, che la Poli tende a escludere, per la mancata
sopraelevazione di un fulcro absidale rispetto all’altro, senza però ne-
gare che modelli culturali di matrice ottoniana e latamente imperiale
possano aver giocato un ruolo nella decisione maturata nella seconda
fase costruttiva della chiesa.
Attraverso il rimando alla celebre pianta dell’abbazia di S. Gallo e
alla scomparsa Schola Francorum di Roma, l’attenzione si concentra su
231
Roberto Coroneo
quegli edifici italici dell’XI-XII secolo già più volte accostati al S. Gavi-
no di Porto Torres: anzitutto la basilica di S. Piero a Grado, con corpo
orientale triabsidato, impiantato alla fine del X e concluso da facciata
occidentale, crollata e sostituita da un’abside alla fine del XII secolo; poi
la pieve di S. Giorgio di Valpolicella, che vedrebbe la priorità dell’abside
occidentale, costruita dagli inizi dell’XI secolo, sul corpo orientale triab-
sidato, aggiunto in un momento più avanzato dello stesso secolo; quin-
di la chiesa di S. Pietro al Monte a Civate, con corpo orientale edificato
poco dopo la metà dell’XI secolo e abside occidentale risalente alla fine
dello stesso secolo; la rassegna si conclude con il richiamo ad altri mo-
numenti di minore rilevanza, che sembrano documentare in ambito ita-
lico una frequenza dello schema icnografico ad absidi contrapposte
maggiore di quella fin qui generalmente affermata.
Nel passare alla verifica delle “ragioni della forma” che indirizza-
rono a Porto Torres l’ampliamento della basilica secondo una conce-
zione spaziale e liturgica che di fatto duplicava l’abside e per giunta
dotava la chiesa di un corpo occidentale allorquando molte altre ad
absidi contrapposte venivano invece standardizzate con l’apertura di
un portale nello stesso, la Poli premette la constatazione empirica del-
la necessità, nella pratica del cantiere medioevale, di preservare quanto
più possibile l’esistente, nel nostro caso il corpo orientale della chiesa,
nel momento in cui si procedesse ad ampliamenti o trasformazioni
degli spazi liturgici. A questa si aggiunga l’esigenza di un’organica si-
stemazione degli ambienti dell’aula che consentisse l’espletamento
delle funzioni riservate all’arcivescovo turritano nel corpo occidentale
e di quelle invece deputate ai canonici in quello orientale, con la zona
martiriale occupata dall’altare collocato in medio. Nell’analisi del com-
plesso monumentale dell’area, che vede la basilica inserirsi fra due cor-
tili, il cosiddetto “atrio Metropoli” a meridione e l’“atrio Comita” a
settentrione, può leggersi ancora – nonostante le manomissioni anti-
che e recenti – una distribuzione dei corpi di fabbrica che riflette
l’ubicazione della domus canonicorum (a sud, oggi sacrestia) e della do-
mus episcopi (a nord, oggi casa di riposo per anziani); di quest’ultima si
conservano peraltro strutture murarie di fabbrica romanica.
«Resta pur sempre insoluto – rileva la Poli – il mistero delle ori-
gini delle absidi affrontate sotto il profilo della forma, perché non ci
sembra del tutto accettabile la tesi per cui solo ragioni di ordine prati-
232
Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
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Roberto Coroneo
234
Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
tura delle pareti interne non interessate da dipinti, fatto che impedisce
la piena verifica delle tecniche murarie; restano in vista soltanto due
monofore all’estremità est della navata meridionale e di quella centra-
le. Mentre la facciata è intonacata, le altre pareti esterne mostrano una
muratura non isodoma, in pietrame misto, difficilmente databile con
precisione; solo le cappelle sembrano derivare da aggiunte di fabbrica
seriore.
L’ipotesi di un’aula originariamente mononavata, caratterizzata
da una facciata con andamento diagonale rispetto all’asse longitudina-
le della chiesa, è ostacolata dall’identica tecnica costruttiva delle due
monofore, corte e non strombate, con mostra in pietra vulcanica, del-
le quali almeno la più interna coeva o preesistente alla decorazione a
fresco, in quanto organicamente inserita nel contesto iconografico:
sorgente di luce a manifestazione del divino, è sormontata dalla co-
lomba dello Spirito Santo presente all’atto della Creazione. Inoltre,
qualora la si pensi illuminata soltanto da questa monofora, l’aula do-
veva risultare insolitamente buia specie in rapporto alla necessità di
leggerne gli affreschi; altre luci potevano però aprirsi nella facciata cu-
spidata (che infatti conserva sopra il portale la sagoma d’una finestra
cruciforme) e nella parete orientale, probabilmente conclusa da abside
semicircolare. L’altra monofora potrebbe anche pensarsi in relazione a
un ambiente secondario, senza ulteriori indizi di una chiesa trinavata
fin dall’origine, che avrebbe comportato – per giungere all’attuale
conformazione – unicamente la modifica dei setti divisori con amplia-
mento e riduzione del numero degli intercolumni.
La “cattedrale incompiuta” fu condotta a partire dalle profonde
fondazioni in pietrame non squadrato (oggi in vista per buon tratto)
con muri di tecnica isodoma in cantoni di pietra locale (puddinga) di
grande e media pezzatura, perfettamente tagliati e messi in opera con
notevole accuratezza. Il fianco settentrionale si raccorda al braccio
nord del transetto poco sporgente, sul cui muro orientale rigonfia
l’abside; nelle testate si collocano due tombe privilegiate, ricavate nella
muratura e forse destinate entrambe a salme vescovili a giudicare dal
pastorale scolpito in quella di sinistra, cui corrisponde una croce in
quella destra. Il paramento murario si caratterizza per l’alto basamen-
to a scarpa leggermente concavo-convessa, per la presenza di un porta-
le nord con stipiti su basi modanate e per l’assenza di qualunque
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Roberto Coroneo
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
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Roberto Coroneo
mica del Giudicato di Gallura (e in specie della diocesi di Galtellì), che visse proprio
fra il 1200 e il 1324 il momento economico più florido; poiché, prima con la salita
al titolo giudicale dei Visconti e poi con la caduta in mano del Comune pisano, il
Giudicato si aprì totalmente verso Pisa e la penisola italiana sia dal punto di vista
commerciale che culturale».
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
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(20) Pubblicata da F. FOIS, Una nota su tre chiese vittorine del Cagliaritano, in
“Archivio Storico Sardo”, XXIX (1964), pp. 282-284. Gli ornati fotografati si di-
spongono su due facce, una scolpita con figura di quadrupede, l’altra con la sagoma
di una bifora. Lungo gli spigoli s’indovina uno sguscio e forse la faccia superiore era
incavata: potrebbe dunque trattarsi di un’acquasantiera del S. Giorgio, ascrivibile
anch’essa alla fine dell’XI-inizi XII secolo.
(21) A. PREMOLI, Un segno nel tempo, La chiesa di S. Pietro delle Immagini a
Bulzi, Nuoro, 1997. La “Presentazione” del volume (pp. 7-10) è di Faustino
Avagliano, archivista dell’abbazia di Montecassino.
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Appendice
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ecclesia sanctae Mariae de Sabucco, documentata dal 1122 fra i possedimenti cas-
sinesi in Sardegna ma priva, nell’aspetto attuale, di strutture riferibili all’impian-
to romanico); Ossi, Luoghi dell’archeologia, catalogo della mostra, a cura di P.M.
DERUDAS, Ozieri, 1998, pp. 45-46 (informa dell’esistenza dei ruderi di una chiesa
romanica – il S. Giovanni di Noale – che si aggiunge alle altre già segnalate nel
territorio di Ossi, correggendo in Nostra Signora di Sylvaro – o Sivvaru, dal nome
del villaggio medioevale – il titolo di quella nota come S. Silverio); G. SERRELI,
K. CONCAS, Nostra Signora d’Itria di Maracalagonis, Un raro esempio di architettu-
ra romanica arabeggiante nel Campidano di Cagliari, in “Quaderni bolotanesi”,
XXIV (1998), pp. 383-401, in particolare p. 398, nota 35, dove si precisa al
1280-1300 la cronologia della chiesa – già proposta alla seconda metà del XIII
secolo – senza però superare lo stadio riepilogativo dei dati già disponibili, rele-
gando in nota l’informazione potenzialmente più interessante, relativa al disegno
della demolita abside tardoromanica allegato a un progetto della fine dell’Otto-
cento nell’Archivio del Comune di Maracalagonis.
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Roberto Coroneo
Fig. 1 - Galtellì, testata absidale della “cattedrale incompiuta” di San Pietro (foto D. Tore).
Fig. 2 - Orotelli, testata absidale dell’ex cattedrale di San Giovanni (foto D. Tore).
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Architettura romanica in Sardegna: schede bibliografiche
249
Indice
6
BIANCA FADDA
(1) Sull’origine e l’evoluzione dei portolani e sul loro rapporto con le carte
nautiche si rimanda a: P.G. DALCHÈ, Carte marine et portulan au XII siecle. Le liber de
existencia rivierarum et forma mari nostri Meditarranei, Collection de l’Ecole Francai-
se de Rome, Roma, 1995; M. CASTELNOVI, I portolani del Mediterraneo tra XIII e XVII
secolo, in “Miscellanea di storia delle esplorazioni geografiche, XIX”, 1994; ALBERTO
CAPACCI, La toponomastica nella cartografia nautica di tipo medievale, Genova, 1994;
M. QUAINI, Immagini del Mediterraneo nella cartografia e nei portolani medievali, in
“Tra geografia e storia. Un itinerario nella geografia umana”, Bari, Cacucci, 1992;
G. FERRO, Carte nautiche dal Medioevo all’Età moderna, Genova, Edizioni Colombo,
1992; U. TUCCI, La pratica della navigazione, in “Storia di Venezia XII, Il mare” (a
cura di U. Tucci e A. Tenenti), Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1991; F.
MELIS, I trasporti e le comunicazioni nel Medioevo, Firenze, Le Monnier, 1985; C.
PALAGIANO-A. ASOLE-G. ARENA, Cartografia e territorio nei secoli, Roma, NIS, 1984;
W. BORGHESI, Il Mediterraneo tra due rivoluzioni nautiche (secc. XIV-XVII), Firenze,
La Nuova Italia, 1976; H. KAHANE-L. BREMMER, Glossario degli antichi portolani ita-
liani, Firenze, L. Olscki, 1967; G. GUARNIERI, Geografia e cartografia nautica nella
loro evoluzione storica e scientifica, Genova, 1956; ID., Il Mediterraneo nella storia del-
la cartografia nautica medievale, Livorno, 1933; K. KRETSCHMER, Die Italianischen
Portolane des Mittelalters, Berlino, 1909; C. DE SIMONI-L.T. BELGRANO, Atlante idro-
251
Bianca Fadda
grafico del Medioevo posseduto dal Prof. Tammar Luxoro, in “Atti della società ligure di
storia patria”, vol. VIII, 1867.
252
Il toponimi del Mediterraneo nel Compasso da Navigare
(2) Trattasi del già citato portolano pubblicato da B. R. MOTZO sotto il titolo:
Il Compasso da Navigare, opera italiana della metà del secolo XIII, in: “Annali della
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari” (vol. VIII), 1947. Tutte le
notizie qui riportate sono state tratte dall’opera sopraccitata.
(3) Si tratta di un’unità di misura non coincidente con quella omonima (mi-
glio romano) utilizzata dai romani negli “Itineraria Scripta”, e pari agli attuali 1480
metri, ma corrispondente a 5/6 (cinque sesti) di esso ossia 1230 metri, come ha sta-
bilito all’inizio di questo secolo H. WAGNER in Der Ursprung der “Kleinen Seemeile”
auf den mittelalterlichen Seekarten der Italiener, Gottingen, 1900.
(4) I dati di direzione da imprimere all’imbarcazione, sin dall’inizio di ogni rot-
ta, vengono sempre forniti in base al sistema della rosa dei venti con l’orizzonte scisso
in 128 direzioni. La necessità di ricorrere a tante direzioni era imposta dalle molteplici
sfaccettature che la provenienza dei venti può assumere nel regime barico discontinuo
e multiforme proprio del Mediterraneo. Le direzioni delle rotte vengono segnalate tra-
mite otto venti principali: tramontana, greco, levante, scirocco, mezzogiorno, libeccio,
253
Bianca Fadda
254
Il toponimi del Mediterraneo nel Compasso da Navigare
(5) Trattasi del già citato portolano pubblicato da A. Terrosu Asole, dal quale
sono tratte tutte le notizie qui riportate.
255
Bianca Fadda
(6) Il manoscritto, finora inedito, venne trascritto ad opera del Motzo il qua-
le ne fornì anche una sommaria descrizione nel volume sopraccitato, pp. XII-XIII
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Il toponimi del Mediterraneo nel Compasso da Navigare
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(11) G.F. PAGNINI, Della decima e di altre gravezze imposte dal Comune di Fi-
renze. Delle Decima e della Mercatura dei Fiorentini fino al sec. XVI, Lisbona-Lucca,
edit. Bouchard, 1765-1766. Dell’opera del Pagnini venne fatta una ristampa
anastatica, con lo stesso titolo, ad opera di L. DAL PANE nella Collana “Bibliografie e
Opere classiche di Economia Politica”, Bologna, Forni, 1967.
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Il toponimi del Mediterraneo nel Compasso da Navigare
259
INDICE TOPONOMASTICO
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Bianca Fadda
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Indice toponomastico
Abu Ashafa, porto, Egitto; Fasallam (a) Adanu (g) vedi Pasalimani
p. 64; Fachalora (g) p. 70 Adanun (u) vedi Pasalimani
Abukir, torre, Egitto; Bocchiero (a) p. 63; Adde (g) vedi Agde
Bochiere/Bochieri (g) p. 69; Bochiere
Addi (p) vedi Agde
(p) c. 19; Bocchier/Bocion (u) cc. 179,
206 Ade (a) vedi Agde
Abyda, città, Turchia; Avedo (a) pp. 44, 46; Adena (p) c. 34; fiume non identificato, Tur-
Avio/Avu (g) pp. 47, 49; Avido (p) chia
c. 15; Aver (u) c. 172
Ador (g) vedi Dour
Acari (u) vedi Akko Affrega (a) vedi Ras-Mahdia
Acchari (u) vedi Akko Affrica (u) vedi Ras-Mahdia
Accri (a) vedi Akko Afia, punta, Algeria; Balafia (a) p. 75; Bala-
Accri (p) vedi Akko fia/Belafia (g) p. 81; Balafia (p) c. 22;
Balaffia (u) c. 183
Acde (u) vedi Agde
Afrega (a) vedi Ras-Mahdia
Achari (g) vedi Akko
Africa (p) vedi Ras-Mahdia
Achua freda (g) vedi Bagur
Africha (g) vedi Ras-Mahdia
Achua fredda (g) vedi Bagur
Africha (p) vedi Ras-Mahdia
Achua Morte (g) vedi Aigues Mortes
Africha (u) vedi Ras-Mahdia
Achuala (g) vedi Bec de l’Aigle Agagi (a) vedi Agay
Achuila (g) vedi Aguilas Agai (a) vedi Agay
Acinarra (u) vedi Asinara Agano (p) vedi Agay
Acqua (u), montagna non identificata, Tur- Agay, rada, Francia; Agagi/Agai/agazi (a)
chia p. 16; Ganu (g) p. 16; Agano/Gano (p)
Acqua frecda (a) vedi Bagur c. 5; Agazi/Agazo/Aguazi (u) c. 158
Acqua Morta (a) vedi Aigues Mortes Agazo (u) vedi Agay
Agde, capo, Francia; Ade (a) pp. 11, 96;
Acquamorte (a) vedi Aigues mortes
Adde (g) pp. 9, 123; Addi (p) c. 27;
Acque Morte (a) vedi Aigues Mortes Acde (u) c. 193
263
Bianca Fadda
Agel (a) p. 17; montagna nei pressi di Mona- Aguscino (p) vedi Ras-Abu Lahu
co, Monaco
Aguscizo (p) vedi Marsa Matruh
Aghustini (p) vedi Lagostini
Agusta (p) vedi Lagosta
Agipelago (g) vedi Aczo Pelago (a)
Aguzino (g) vedi Ras-Abu Lahu
Aglaza (a) vedi Ayas
Ahtopol, Bulgaria, Mar Nero; Gatopoli (a)
Agliaccio (p) vedi Ajaccio p. 130
Aglio (p) c. 35; località non individuata, Mar Aiaso (u) vedi Ayas
Nero Aiasso (a) vedi Ajaccio
Ago (p) vedi Kos Aiasso (p) vedi Ayas
Agosabgostin (u) vedi Ras-Abu Lahu Aiasso (u) vedi Ayas
Agosta (g) vedi Augusta, città Aiazo (g) vedi Ayas
Agostaira (u) vedi Augusta, città Aicque Fredde (p) vedi Bagur
Agostara (a) vedi Augusta, città Aigua Freda (u) vedi Bagur
Agostara (p) vedi Augusta, città Aigua Fredde (p) vedi Bagur
Agostaria (u) vedi Augusta, città Aigua morta (p) vedi Aigues Mortes
Agostine (a) vedi Lagostini Aigue Morte (a) vedi Aigues mortes
Agostini (g) vedi Lagostini Aigue morte (p) vedi Aigues Mortes
Agostis (u) vedi Lagostini Aigues Mortes, porto, Francia; Acqua Morta/
Agria Grambousa, porto, Creta, Grecia; Acquamorte/Acque Morte/Aigue Morte
Cambrosa (a) pp. 119, 126; Granbrosa (a) pp. 11, 12, 87, 88, 97, 103; Achua
(g) p. 115; Canbrosa/Canbrese (p) Morte (g) pp. 10, 94; Aigue morte/Ai-
c. 32; Cambrosa/Canbrosa/Cabrosa/ gua morta (p) cc. 3, 25, 26, 27, 29;
Canbranza (u) c. 203 Aqua Morta/Agua Morta (u) cc. 156,
188, 193, 194, 197
Agro Romano, spiaggia, Lazio, Italia; Placza
Romana (a) p. 21; Piagia Romana (g) Aio Pelago (a) vedi Aczo Pelago (a)
p. 23; Piage Romane/Piagie di Roma Aio Pelago (p) vedi Aczo Pelago (a)
(p) cc. 7, 8, 30; Piaggia Romana (u)
c. 161 Aique Fredde (p) vedi Bagur
264
Indice toponomastico
Akçakoka, fiume, Turchia, Mar Nero; Zagari Alboran, isola, Spagna; Arborame (a) pp. 6,
(a) p. 132 79; Arbora (g) p. 86
Akiò, isola, Grecia; Malatro (a) p. 41; Fino- Albre Cucis (u) c. 187; isola non individuata,
chi/Melastro (g) p. 43; Meni/Fenigolo Baleari, Spagna
(p) c. 13; Fenicholi/Lamina/Malico (u)
Albrueil (u) vedi El Burullus
c. 170
Alcandra (a) vedi Dalìas
Akko, golfo e città, Israele; Acri/Accri (a)
pp. 62, 63, 64, 121, 128, 129; Achari Alcandra (u) vedi Dalìas
(g) pp. 67, 68, 69, 110, 116, 117, 121;
Alchandra (g) vedi Dalìas
Acri/Accri (p) cc. 19, 32, 33; Acri/Aca-
ri/Achari (u) cc. 178, 179, 203, 204, Alcharoccho (p) vedi Carchuna
206
Alchi (g) vedi Alice
Akritas, capo, Grecia; Gallo (a) p. 35; Gallo
Alchudi (g) vedi Alicudi
(g) pp. 38, 39; Gallo (p) c. 11; Gal/Ro-
gal (u) c. 167 Aleria, porto, Corsica, Francia; Aliere/Alieri/
Liere (a) pp. 99, 102, 104, 105; Liera/
Akté, penisola, Grecia; Monte Sancto (a)
Lera (p) cc. 28, 29; Liers (u) cc. 195,
p. 44; Montte Santto (g) p. 46; Monte
196, 197
San Michele (p) c. 14; Monte Santo (u)
c. 171 Alesandra (g) vedi Alessandria
Alacantera (p) vedi Alicante Alesandra (p) vedi Alessandria
Alanya, porto, Turchia; Candelore (a) pp. 59, Alesandretta (p) vedi Alessandretta
127; Chandeloro (g) pp. 63, 120; Can-
Alessandra (p) vedi Alessandria
delloro (p) cc. 18, 33; Candellora/Can-
delloro/Chandellor (u) cc. 177, 206, Alessandretta (Iskenderun), città, Turchia;
207 Alexandrecta (a) p. 60; Lesandretta (g)
p. 64; Alesandretta (p) c. 18; Allessan-
Alaria (g) vedi S. Eulalia
dretta (u) c. 177
Albagnio (p) vedi Sainte Baume
Alessandria (El Iskandariya), città, Egitto;
Albatail (u) vedi El-Amouch Alexandria (a) pp. 63, 64, 67, 121,
128; Alesandra (g) pp. 69, 70, 117,
Albenga, città, Liguria, Italia; Albengana (a)
121; Alesandra/Alessandra (p) cc. 19,
p. 18; Albingena/albengena (g) p. 18;
20, 32, 33; Alessandria/Allessandria (u)
Albinghana/Arbinghana (p) c. 6; Ar-
cc. 178, 179, 203, 206
bengha/Arbingha (u) c. 159
Alessandria (u) vedi Alessandria
Albengana (a) vedi Albenga
Alessandria, porto, Egitto; Faro (a) p. 64;
Albengena (g) vedi Albenga
Faro (g) p. 69; Faro (p) c. 19; Far (u)
Albingena (g) vedi Albenga cc. 179, 180
Albinghana (p) vedi Albenga Alessandria, porto, Egitto; Porto Vellio (a)
p. 64; Portto Vecchio (g) p. 69; Porto
Albo (p) vedi Ieriki
Vecchio (p) c. 19; Porto Vecchio (u)
Albol Trento (u) vedi Elbo Trento (u) c. 179
265
Bianca Fadda
Algieger (u) vedi Algeri Almina, penisola, Marocco; Mina (a) p. 77;
Mina (g) p. 84; Mina (p) c. 23; Emina
Algiegier (u) vedi Algeri (u) c. 184
Algieser (u) vedi Algeri Almiro (u) vedi Volos
Alhucemas, isola, Marocco; Mussema (a) Almunecar, città, Spagna; Malette/Moleta
p. 77; Meserna/Miserna (g) p. 84; Me- (g) p. 4
sema/Mesina (p) c. 23
Altea, isola, Spagna; Antillola (a) p. 9; Alti-
Alicante, porto, Spagna; Cantara (a) pp. 8, 9, gliola (g) p. 7; Monte Colonbero (p)
82; Chantara/Chantera (g) pp. 6, 7, c. 2; Auterona (u) c. 155
88; Alacantera/ Cantera (p) cc. 2, 24;
Chantara/Chantera/Catera (u) cc. 155, Altigliola (g) vedi Altea
186 Amandolea, porto, Calabria, Italia; Mando-
Alice, punta, Calabria, Italia; Lechia (a) p. 25; lea/Mandoleia (g) pp. 26, 27
Alichi/Alchi (g) p. 28; Lieque (p) c. 8; Amanopuli (p) vedi Monopoli
Liquns/Linquns (u) c. 162
Amantea (a) vedi Amantea
Alichi (g) vedi Alice
Amantea (g) vedi Amantea
Alicosa (u) vedi Licosa
Amantea (p) vedi Amantea
Alicudi, isola, Italia, Isole Eolie; Arcudi (a)
Amantea, Calabria, Italia; Amantea (a) p. 23;
p. 110; Alchudi (g) pp. 109, 128; Ar-
Amantea (g) p. 25; Amantea (p) c. 8;
cudi (p) c. 31; Archus (u) c. 200
Mathea (u) c. 162
Aliere (a) vedi Aleria
Amasra, Turchia, Mar Nero; Samastro/Sa-
Alieri (a) vedi Aleria maestro (a) p. 132; Savasto (p) c. 35
266
Indice toponomastico
Amorgos, isola, Grecia, Isole Cicladi; Margo Ancona, porto, Marche, Italia; Ancona/
(a) pp. 53, 54, 55; Margo (g) pp. 55, Amcona (a) pp. 29, 30, 31; Anchona
56, 57; Margo (p) cc. 16, 17; Margo/ (g) pp. 32, 33; Ancona (p) cc. 9, 10;
Margho/Malgo (u) c. 174 Anchona (u) c. 164
Ampurias, golfo, Spagna; Anpuria (a) p. 10; Anctiochecta (a) vedi Antiochia ad Gragum
Anpurie (g) p. 8; Paria (p) c. 3; Anpuli Andolo (a) vedi Porto Collo
(u) c. 155
Andora, Liguria, Italia; Mela d’Andola (a)
Amsoros, Burun, promontorio, Turchia, pp. 17, 18; Media Andora/Meta Ando-
Mar Nero; Erminio/Arminio (a) p. 130 ra (g) p. 18; Mele d’Andriola/Andriola
Amza (a) vedi Anzio (p) c. 6; Mela d’Andriola (u) c. 159
Andra (a) vedi Andros
Anadolukavak, Turchia, Mar Nero; Giro (a)
pp. 131, 135; Giro (p) c. 36 Andra (g) vedi Andros
Anafa, città abbandonata, Marocco; Niffe/ Andra (u) vedi Andros
Niffo (a) p. 78; Nisfe/Nisse (g) p. 85;
Andra villa (p) vedi Andrabida
Nife (p) c. 23; Nife (u) c. 184
Andrabida, città, Grecia; Andreville (a) p. 33;
Anafe, isola, Grecia, Isole Cicladi; Nafin/Na-
Andrenola (g) p. 37; Andra villa (p)
fino/Nifin (a) pp. 50, 55; Nafi/Naffi
c. 11; Andrevola (u) c. 166
(g) pp. 52, 57; Naffi (p) cc. 15, 17;
Nafi/Nanfi (u) cc. 173, 174 Andrag/Angrag (u) c. 187; località non indi-
viduata, Baleari, Spagna
Anaia/ Ania (u) cc. 175, 176; località non in-
dividuata, Grecia Andre (p) vedi Andros
267
Bianca Fadda
Anguillette, capo, Francia; Manega (a) p. 14; Antillola (a) vedi Altea
Manicha (g) p. 14; Maneggia/Mangna Antimelos, isola, Grecia, Isole Cicladi; Er-
(u) c. 157 monmilo (a) pp. 49, 53, 55, 124, 126;
Ania (u) vedi Anaia (u) Ermomilo (g) p. 58; Lino (p) c. 16; Er-
moni/Remonil (u) cc. 173, 174
Annaba, città, Algeria; Bona (a) pp. 74, 86,
89, 96, 97; Buona (g) pp. 80, 93, 123, Antioceta (p) vedi Antiochia ad Gragum
124; Buona (p) cc. 22, 25, 26, 27;
Antiocheta (u) vedi Antiochia ad Gragum
Bona/Buona (u) cc. 182, 188, 189,
193, 194 Antiochetta (a) vedi Antiochia ad Gragum
Anpuli (u) vedi Ampurias Antiochia ad Gragum, rovine dell’antico abi-
Anpuria (a) vedi Ampurias tato, Turchia; Antiochetta/Anctiochecta
(a) p. 59; Atiocietta (g) p. 63; Antioceta
Anpurie (g) vedi Ampurias (p) c. 18; Antiocheta (u) c. 177
Ansa (p) vedi Anzio Antipoli (g) vedi Antibes
Ansa (u) vedi Anzio Anzio, capo, Lazio, Italia; Amza (a) p. 22;
Ansipo (u) vedi Nasipo (a) Anzo (g) p. 23; Ansa (p) c. 8; Ansa (u)
c. 161
Antalya, città, Turchia; Satalia (a) p. 59; Sat-
telia (g) p. 63; Settelia (p) cc. 18, 33; Anzo (g) vedi Anzio
Satalias (u) c. 177 Apicuare (p) vedi Cerbicales
Antegozo (a) vedi Gaudopoula Aqua Fredda (u) vedi Bagur
Antennicis (u) vedi Toukousch Aqua Morta (u) vedi Aigues Mortes
Antibes, città, Francia; Antiboli (a) p. 16;
Aquela (u) vedi Aguilas
Antipoli (g) p. 16; Antibuli (p) c. 5;
Antiboli (u) c. 159 Aquila (a) vedi Aguilas
Antiboli (a) vedi Antibes Aquila (a) vedi Bec de l’Aigle
268
Indice toponomastico
269
Bianca Fadda
270
Indice toponomastico
Arzeu (u) vedi Arzew Aspro, capo, Cipro; Blanco (a) pp. 127, 128;
Biancho (g) pp. 119, 121; Bianco (p)
Arzew, golfo, Algeria; Arzau (a) pp. 76, 79; c. 33; Biancho (u) c. 206
Arzau/Arziau (g) pp. 83, 86; Arzau/
Zaro (p) c. 23; Arzeu/Arzen (u) cc. 184, Aspromonte (g) vedi Aspromonte
186 Aspromonte, monti, Calabria, Italia; Aspro-
Arziau (g) vedi Arzew monte (g) p. 28
Arzufa/Arzuffo (a) p. 62; Arcuffo (g) p. 67; Asse (a) vedi Porion
Arcuffu (p) c. 19; Arsuf (u) cc. 178,
Assentri (u); isola non identificata, Grecia
179; località non individuata, Israele
Astalimene (u) vedi Anamur
Arzuffo (a) vedi Arzufa (a)
Aschia (u) vedi Ischia Astola (g) vedi Stora
Ashqelon, porto, Israele; Scalona (a) p. 63; Astor (p) vedi Astura
Scalona (g) p. 68 Astori (g) vedi Stora
Asi, fiume, Turchia; Soldino/Solino (a) Astura (a) vedi Astura
pp. 60, 129; Soldin/Solino (g) pp. 64,
122; Sod/Solino (p) cc. 18, 33; Soldin Astura, torre, Lazio, Italia; Astura (a) p. 22;
(u) cc. 177, 206 Asturi/Sturi (g) p. 23; Asturi/Astor (p)
c. 8; Sturi (u) c. 161
Asillo (a) vedi Pomorie
Asturi (g) vedi Astura
Asillo (u); località non individuata, Grecia
Asturi (p) vedi Astura
Asinaia (u) vedi Asinara
Asinara (g) vedi Asinara Atiocietta (g) vedi Antiochia ad Gragum
Asinara (p) vedi Asinara Atlit, porto, Israele; Castel Pelegrino (a) p. 60;
Chastello Pellegrino (g) p. 67; Castelo
Asinara, isola, Sardegna, Italia; Azenara (a) Pellegrino (p) c. 19; Castello Pelegrino
pp. 83, 86, 89, 90, 97, 103; Asinara (g) (u) c. 178
pp. 89, 93, 95, 96, 97, 101, 122;
Asmara/Asinara/Asinare (p) cc. 24, 25, Atrato (g) vedi Otranto
26, 27, 29; Asinarra/Acinarra/Asinaia Attairo (Atabyrion), monte, Grecia; Ladron
(u) cc. 186, 189, 190, 194, 196 (a) p. 51; Lidro (g) p. 53; Indi (u) c. 173
Asinare (p) vedi Asinara
Augusta, città, Sicilia, Italia; Agostara (a)
Asinarra (u) vedi Asinara pp. 105, 106, 108; Agosta (g) pp. 104,
271
Bianca Fadda
107; Agostara (p) cc. 29, 30; Agostaria/ Azemmour, città, Marocco; Zamore (a)
Agostaira (u) cc. 197, 198, 199 p. 78; Zamur (g) p. 85; Zamaris (p)
c. 23; Azamor (u) c. 184
Augusta, porto, Sicilia, Italia; Mare Morto
(a) pp. 106, 108; Mare Mortto (g) Azenara (a) vedi Asinara
p. 104; Marmorto (p) cc. 29, 30; Mar
Morto (u) c. 198
B
Aula (u) vedi Oro
Baba, capo, Turchia; S. Maria (a) pp. 45, 47,
Aurio (p) vedi Camarat
56; S. Maria (g) pp. 48, 60; S. Maria
Auterona (u) vedi Altea (p) cc. 14, 17; S. Maria (u) cc. 172,
175
Avedo (a) vedi Abyda
Bacticane (a) vedi Vaticano
Avedo (a) vedi Dardanelli
Bacticane (p) vedi Vaticano
Avellana (u) vedi Abellana (u)
Bactichane (p) vedi Vaticano
Aveo (p) vedi Dardanelli
Baffa (a) vedi Pafos
Aveo (u) vedi Dardanelli
Baffa (g) vedi Pafos
Aver (u) vedi Abyda
Baffa (p) vedi Pafos
Aver (u) vedi Dardanelli
Baffa (u) vedi Pafos
Avido (g) vedi Dardanelli
Bagascia (g) vedi Bagasse
Avido (p) vedi Abyda
Bagascia (p) vedi Bagasse
Avido (p) vedi Dardanelli
Bagassa (a) vedi Bagasse
Avio (g) vedi Abyda
Bagassa (u) vedi Bagasse
Avu (g) vedi Abyda
Bagasse (Lisan El Kahbe), punta, Turchia;
Ayancik (Istifan), Turchia, Mar Nero; Stefa-
Bagassa (a) p. 59; Bagascia (g) p. 63;
no (a) p. 133; Stefani (p) c. 35
Bagascia (p) cc. 18, 34; Bagassa/Ba-
Ayas, città, Turchia; Aglaza (a) p. 60; Aiazo guassa/Bagussa (u) cc. 177, 206
(g) p. 64; Aiasso (p) cc. 18, 33; Aiaso/
Bagnara (a) vedi Bagnara Calabra
Aiasso (u) c. 177
Bagnara Calabra, Calabria, Italia; Bagnara/
Ayia Marianì, isola, Grecia; Plana (a) p. 35;
Bangnara (a) p. 24; Bagniaria (g) p. 26;
Piana (g) pp. 38, 39
Bagniaria (p) c. 8; Bangnata (u) c. 162
Azamor (u) vedi Azemmour
Bagniaria (g) vedi Bagnara Calabra
Azeffoun, porto, Algeria; Iafon/Zaffon/Zaf-
Bagniaria (p) vedi Bagnara Calabra
fone (a) pp. 75, 83, 86, 89; Zafon/Za-
foni/Zaffoni (g) pp. 82, 86, 93; Zafone Baguassa (u) vedi Bagasse
(p) c. 22; Iafon/Iafona/Iofon (u)
Baguecto (a) p. 15; Laugucus (u) c. 158; isola
cc. 183, 185
non identificata, Francia
272
Indice toponomastico
Bagur, capo, Spagna; Acqua Frecda (a) pp. 10, Bantar (p) vedi El-Amouch
13, 87, 88, 96; Achua Fredda/Achua
Bar (u) vedi Bari
Freda (g) pp. 8, 9, 10, 11, 12, 123; Ai-
que Fredde/Aicque Fredde/Aigua Fred- Bara (p) vedi Cuevas de Vera
de (p) cc. 3, 4, 25, 26; Aqua Fredda/
Agua Fredda/Aigua Freda (u) cc. 155, Barca (a) vedi Barce
156, 157, 188, 189, 193 Barca (g) vedi Barce
Bagussa (u) vedi Bagasse Barce, monti, Libia; Barca (a) p. 66; Barca
Baia (a) vedi Baia (g) p. 72; Barche (p) c. 20
Balaklava, Ucraina, Mar Nero; Cembali (a) Barda (g) vedi Bardaa
pp. 136, 137 Barda (u) vedi Bardaa
Balgano (g) vedi Vulcano
Bardaa, isola, Libia; Barda (a) p. 66; Barda/
Balma (a) p. 14; Balma (p) c. 5; monte non Barde (g) p. 71; Barde (p) c. 20; Barda
identificato, Francia (u) c. 179
Balma (p) vedi Balma (a) Bardairas (u) vedi Vardiani
Balonisi (p) vedi Leona Bardanello (p) vedi Dardan
Bandol, porto, Francia; Bendormi/Bemdor- Bardara (a) vedi Vardiani
mi (a) pp. 13, 14, Bendorme/Benedor-
Bardara (g) vedi Vardiani
me (g) p. 13; Bendorme (p) c. 4; Ben-
dormi/Bemdorm (u) c. 157 Bardare (a ) vedi Vardiani
Bangnara (a) vedi Bagnara Calabra Bardare (p) vedi Vardiani
Bangnata (u) vedi Bagnara Calabra Barde (g) vedi Bardaa
Baniyas, porto, Siria; Valanea/Valania (a) Barde (p) vedi Bardaa
pp. 60, 129; Valenea/Valinea/Vallinea
(g) p. 65; Valenea (p) cc. 18, 33; Vala- Bardras (u) vedi Vardiani
nea/Vallanea (u) cc. 177, 206 Bari (a) vedi Bari
273
Bianca Fadda
274
Indice toponomastico
Bella Pola (u) vedi Beloupola Bera (g) vedi Cuevas de Vera
Bellinas (u) vedi Belat Berengeret (a) vedi Bengut
Belline (g) vedi Belat Berengiret (a) vedi Bengut
Beloardo (a) p. 63; Beliardo/Beleardo (g) Berenguairet (u) vedi Bengut
p. 68; Belardo (p) c. 19; castello a Sud
del fiume Rubin, Israele Berengueret (a) vedi Bengut
Belopoula, isola, Grecia, Isole Cicladi; Bella Berligherotto (p) vedi Bengut
Pola (a) p. 53; Bella Pola (g) pp. 54, 55; Berlingeretto (p) vedi Bengut
Bella Pella (p) c. 16; Bella Pola (u)
c. 173 Berra (u) vedi Cuevas de Vera
Belosarajskaja, Kosa, lido, Ucraina, Mar Bes Adalar, isola, Turchia; Siledonie (a)
Nero; Palastra (a) p. 136 pp. 58, 59, 121, 127; Silidonie/Silido-
ne/Scilidone (g) pp. 61, 62, 63, 120;
Bemdorm (u) vedi Bandol Scelidoni/Scilidoni (p) cc. 17, 18, 33,
Bemdormi (a) vedi Bandol 34; Siredomes/Siridomes/Sireidones/
Sirodome (u) cc. 176, 177, 206
Benar (p) vedi Benat
Besiel (u) vedi Bisceglie
Benare (g) vedi Benat
Bestia (p) vedi Vieste
Benat (u) vedi Benat
Bestia (u) vedi Vieste
Benat, capo, Francia; Bennato (a) p. 15; Be-
nare (g) p. 15; Benar (p) c. 5; Benat (u) Bestie (g) vedi Vieste
c. 158 Bestii (a) vedi Vieste
Bendorme (g) vedi Bandol Bestria (u) vedi Vieste
Bendorme (p) vedi Bandol Beto (a) vedi El-Beith
Bendormi (a) vedi Bandol Betto (g) vedi El-Beith
Bendormi (u) vedi Bandol Beyoglu, capo, Turchia; Porta Auria (a)
Benedorme (g) vedi Bandol p. 45; Pietra (g) p. 48; Capo di Pietra
(u) c. 171
Benetiko, isola, Grecia; S. Venedego (a)
pp. 35, 36; Veneticho (g) p. 38; Vaneti- Bezert (u) vedi Biserta
cho (p) c. 11; Ventico (u) c. 167
Bezert (u) vedi Biserta
Bengut, capo, Algeria; Berengiret/Berenge-
Bezerto (a) vedi Biserta
ret/Berengueret (a) pp. 75, 83; Belen
Gerectu/Belen Gerotto/Beligeretto (g) Biancha (g) vedi La Chianca
pp. 82, 89; Birligerotto/Berligherotto/
Biancho (g) vedi Ieriki
Berlingeretto (p) cc. 22, 24; Berenguai-
ret/Brenguiret (u) cc. 183, 186 Biancho (g) vedi Aspro
Bennato (a) vedi Benat Biancho (g) vedi El Baijada
Bera (a) vedi Cuevas de Vera Biancho (p) vedi El Baijada
275
Bianca Fadda
276
Indice toponomastico
Boillonegne (u) vedi Sierra Bullones Bonel (u) c. 177; località non individuata a
Sud di Alessandretta, Turchia
Boillonesue (u) vedi Sierra Bullones
Boni Homeni (a) vedi Levant
Bojane (Buene), fiume, Albania; Dolcengno
(a) p. 31; Dolcino (g) p. 34; Duginio Bonifacio (a) vedi Bonifacio
(p) c. 10; Dolciegno (u) c. 165
Bonifacio, porto, Corsica, Francia; Bonifacio
Bolcanino (a) vedi Vulcanello (a) pp. 89, 100, 102, 103; Buonifazio
(g) pp. 95, 101; Bonifazio (p) cc. 26, 28,
Bolcano (a) vedi Vulcano
29; Bonifazio (u) cc. 189, 191, 195, 196
Bolgami (u) vedi Vulcanello Bonifazio (p) vedi Bonifacio
Bolganello (g) vedi Vulcanello Bonifazio (u) vedi Bonifacio
Bolganello (p) vedi Vulcanello Bonile/Bonili (a) p. 12; Bonis (u) c. 156;
Bolgano (g) vedi Vulcano porto non individuato, Francia
Bolgano (p) vedi Vulcano Bonis (u) vedi Bonile (a)
Bolonnesi (a) vedi Sierra Bullones Borbolisse (p) c. 34; località non individuata,
Turchia
Bolzano (u) vedi Vulcano
Borbonello (p) vedi Porto Bonello (a)
Bon (u) vedi Bon
Bordj Castil, Tunisia; Gerbi cazale (a) p. 68;
Bon Nome (p) vedi Levant Gerbi cassar (g) pp. 73, 74; Gerbi aca-
Bon (Ras Addar), capo, Tunisia; Bono (a) sari (p) c. 20; Giergi casar (u) c. 180
pp. 71, 72, 98, 109, 110, 114; Buono Bort (u) vedi El-Beith
(g) pp. 76, 77, 78, 108, 125; Buono (p)
cc. 21, 30, 34; Bon/Buon (u) cc. 181, Borzano (g) vedi Bruzzano
199, 200, 201 Botas (u) vedi Bocte (a)
Bona (a) vedi Annaba Bote (a) vedi La Botte
Bona (u) vedi Annaba Botte (g) vedi La Botte
Bonaci (u) vedi Monaci Bottiera (u) vedi Butera
Bonadrea (p) vedi El-Hilal Bougaroun, capo, Algeria; Gibaramel/Gibare-
mel/Gibaramellis/Giberamel/Gibera-
Bonandrea (a) vedi El-Hilal
melle/Giberamellis (a) pp. 74, 75, 79,
Bonandrea (u) vedi El-Hilal 83, 86, 89, 96, 97; Gibarnabe/Gibar-
mua (g) pp. 81, 86, 89, 93, 123, 124;
Bonandria (u) vedi El-Hilal
Giberame/Gibarame/Gibartane (p)
Bondiniza (p) vedi Budonitza cc. 22, 23, 24, 25, 27; Gibaramel/Gi-
bramel/Gibarainel/Gibarmael/Gubara-
Bondonicza (a) vedi Maliakos
mel (u) cc. 183, 185, 188, 189, 193,
Bondoniza (a) vedi Budonitza 194
277
Bianca Fadda
Bougie (Bejaia), porto, Algeria; Mazachaldu- Brindisi, porto, Puglia, Italia; Brandiczo (a)
ne (g) p. 81; Marsacadun (u) c. 183 pp. 27, 28, 31, 32; Brandiza/Brandizia
(g) pp. 30, 31, 34; Brandizia (p) cc. 9,
Bour, porto, Francia; Bocco (a) p. 12; Bocho
10; Brandizio/Brandis (u) cc. 163, 165
(g) p. 11; Bor/Boc (u) c. 156
Bozea (a) vedi Bugia Bris (u) vedi Briesk
278
Indice toponomastico
Budelli, isola, Sardegna, Italia; Budello (a) Buonifazio (g) vedi Bonifacio
p. 103; Budello (p) c. 29; Budello (u)
Buono (g) vedi Bon
cc. 191, 196
Buono (p) vedi Bon
Budello (a) vedi Budelli
Buono Andrea (u) vedi El-Hilal
Budello (p) vedi Budelli
Buonomo (g) vedi Levant
Budello (u) vedi Budelli
Buosa (g) vedi Rossa
Budonitza, castello, Grecia; Bondoniza (a)
p. 43; Lanbordone (g) p. 45; Lanbon- Buosa (u) vedi Rossa
diniza/Bondiniza (p) c. 14; Labonda- Buoza (p) vedi Rossa
missa (u) c. 170
Burza (g) vedi Hurma
Bugea (g) vedi Bugia
Burzano (g) vedi Bruzzano
Bugea (p) vedi Bugia
Butera (g) vedi Butera
Buggiea (u) vedi Bugia
Butera (p) vedi Butera
Bugia (Bejaia), città, Algeria; Boczea/Bozea/
Bogia (a) pp. 74, 75, 89, 96; Bugea/ Butera, golfo, Sicilia, Italia; Butiera (a)
p. 106; Butera (g) p. 104; Butera (p)
Bugiea/Bugieia (g) pp. 81, 82, 123;
c. 30; Bottiera (u) c. 198
Bugea (p) cc. 22, 26, 27; Buggiea (u)
cc. 183, 185, 188, 189, 193 Butiera (a) vedi Butera
Bugiea (g) vedi Bugia Buyuk Cekmece, Turchia, Mar di Marmara;
Natura (a) p. 44; Natura (g) pp. 47, 48;
Bugieia (g) vedi Bugia
Natura (p) c. 14; Natro (u) c. 171
Bulcano (a) vedi Vulcano Buzenare (a) vedi Bozinare (a)
Bulonis (p) vedi Sierra Bullones
Bulonise (u) vedi Sierra Bullones C
Buon (u) vedi Bon Cabardi (a) vedi Tangarog
Buona (g) vedi Annaba Cabra (u) vedi Karvera
Buona (g) vedi La Garde Cabre (u) vedi Esagueta (a)
Buona (p) vedi Annaba Cabrera, isola, Spagna, Baleari; Graparola/
Buona (u) vedi Annaba Grapparola/Grappolara (a) pp. 83, 85,
86, 96; Chapranola/Chaprola/Cha-
Buona (u) vedi La Garde pruola (g) pp. 89, 92, 93; Graparola/
Cabriera/Chabriera (p) cc. 24, 25; Ca-
Buona Andrea (g) vedi El-Hilal
briera/Chabriera/Canbriera/Capraia
Buonadrea (g) vedi El-Hilal (u) cc. 186, 187, 188
Buonadrea (p) vedi El-Hilal Cabriera (p) vedi Cabrera
Buonandrea (g) vedi El-Hilal Cabriera (u) vedi Cabrera
279
Bianca Fadda
Cabrosa (u) vedi Agria Grambousa Cagliari, golfo, Sardegna, Italia; Callari (a)
p. 94; Callari (p) c. 27; Callari (u) c. 192
Cacavo (a) vedi Kekova
Cagnio (g) vedi Koufos
Cacavo (p) vedi Kekova
Caifa (Heifa), città, Israele; Caffa (a) p. 136;
Cacchavo (p) vedi Kekova
Chafas (g) p. 67; Giafa (p) c. 19; Caffas
Caccia, capo, Sardegna, Italia; Penne de San- (u) c. 178
t’Eramo (a) pp. 13, 83, 86, 89, 90, 97;
Cailas (u) vedi Kayio
Penne/Penne di Sant’Ermo/Penne di
Santto Ermo (g) pp. 7, 12, 89, 93, 96, Caillas (u) vedi Kayio
122; Penna Santi Iari/Penne Sant’Era-
mo/Penne Sant’Erami (p) cc. 4, 24, 25, Cala Gualtiere (a) p. 32; Chala Gualtieri (g)
26, 27; Penne di Santo Erminio/Penne p. 36; castello non individuato, Grecia,
di Santo Hermino/Pene di Santo Her- Isole Ionie
mino (u) cc. 157, 188, 189, 190, 194 Calabria, Italia; Calavria (a) pp. 24, 80, 81,
Cacio (p) vedi Kàsos 99, 110; Chalavra (g) pp. 26, 110; Ca-
lavria/Chalavria/Chalavra (p) cc. 24,
Cadaon (a) vedi Coudon 28, 30, 31; Calavria/Calauria/Chalau-
Cadaquès, porto, Spagna; Cadaquiero (a) ria (u) cc. 162, 180, 194, 199
p. 10; Chadachesi/Chadichessi (g) p. 9; Calamata (a) vedi Kalamata
Dacher/Dacer/Ducer (u) c. 155
Calamento (u) vedi Calolimno
Cadaquiero (a) vedi Cadaquès
Calami (a) vedi Kalamitskij, Zaliv
Caddaon (u) vedi Coudon
Calamio (p) vedi Calolimno
Cadeam (p) vedi Candia
Calauria (u) vedi Calabria
Cades (a) vedi Cadice
Calavria (a) vedi Calabria
Cadese (u) vedi Cadice
Calavria (p) vedi Calabria
Cadesse (a) vedi Cadice
Calavria (u) vedi Calabria
Cadice (Cadiz), città, Spagna; Cades/Cades-
se (a) pp. 3, 4; Chadise/Chadese (g) Calelimena (p) vedi Kaloi
pp. 2, 17; Candese/Chastacur (p) cc. 1, Calera (u) c. 194; località non individuata,
3; Cadese (u) c. 153 Grecia
Cadolar, punta, Spagna, Baleari; Mola (a) Caliacra (a) vedi Kaliakra, Nos
pp. 82, 83, 85; Mola (g) pp. 88, 89, 90;
Mola/Mora (p) cc. 24, 25; La Molla (u) Calillo (a) vedi Màkre
c. 186 Calillo (p) vedi Màkre
Cadora (p) vedi Cantor
Calimno (Kalimnos), isola, Grecia; Calimo/
Caffa (a) vedi Caifa Quilimo/Chilimo (a) pp. 49, 54, 123,
124; Chalamo (g) pp. 56, 57; Talamo/
Caffa (a) vedi Feodosija
Calion (p) c. 16; Calimo/Chalimo/
Caffas (u) vedi Caifa Callimo/ Calmo (u) cc. 174, 204
280
Indice toponomastico
Calisto (a) vedi Karystas Camaleira/Camelliera (a) pp. 70, 72; isoletta
non identificata, Tunisia
Calisto (p) vedi Karistos
Camarat, capo, Francia; Aroi (a) p. 15; Roi-
Calisto (u) vedi Karystas no/Aruino (g) p. 15; Aurio (p) c. 5;
Roin/Rois (u) c. 158
Calistro (u) vedi Kanastrion
Camarlese (a) vedi Castellum Palaia
Calla di Santo Bres (u) c. 190; porto nell’iso-
la dell’Asinara, Sardegna Camarlet (u) vedi Castellum Palaia
Callagutire (u) c. 166; località non indivi- Camaròn, capo, Spagna Atlantica; Elmendina
duata, Grecia (a) p. 3; Elmendina (g) p. 1; Elmendia
(p) c. 1; Elmendina/Elmandia (u) c. 153
Callari (a) vedi Cagliari
Cambriles, città, Spagna; Comino/Comin
Callari (a) vedi Castello di Cagliari (a) p. 6; Chomino (g) p. 4; Cimino (p)
Callari (p) vedi Cagliari c. 2; Chomino (u) c. 154
Callari (u) vedi Castello di Cagliari Cambrosa (u) vedi Agria Grambousa
Camel (u) vedi Kofinos
Callimo (u) vedi Calimno
Camelera (u) vedi Gamelora
Calmo (u) vedi Calimno
Cameliera (a) vedi Gamelora
Calolimena (p) vedi Kaloi
Camelliera (a) vedi Gamelora
Calolimno (Kalolimnos), isola, Turchia; Calo-
mino (a) pp. 44, 46; Chalonunu/Chelo- Camello (a) vedi Kofinos
mina (g) pp. 47, 50; Calamio (p) c. 15; Campanella, punta, Campania, Italia; Miner-
Colomina/Calamento (u) cc. 171, 172 ba/Menerba (a) p. 23; Manerba/Moner-
Calomino (a) vedi Calolimno ba (g) pp. 24, 25; Minerva (p) c. 8; Mi-
nerva/Minerba (u) c. 162
Calonimela (a) vedi Kaloi
Canada (u) c. 187; località non individuata,
Calorimena (u) vedi Kaloi Spagna
Calormena (u) vedi Kaloi Canailla (u) c. 157; monte non identificato
situato presso Marsiglia, Francia
Calseraigne, isole, Francia; Praciero/Pradello
(a) p. 12; Provenzello (g) p. 12; Pra- Canaille, monte, Francia; Canalla (a) p. 13;
meio (p) c. 4; Pradues/Padries/Pradries Chanaia (g) p. 13; Caragia (p) c. 4; Ra-
(u) cc. 157, 158 nailla (u) c. 157
281
Bianca Fadda
Cancie (u) vedi Cazza Canna (u) c. 165; località non individuata,
Costa Dalmata
Candea (a) vedi Candia
Canogrir (u) vedi Canoubier
Candea (p) vedi Candia
Canoiero (a) vedi Canoubier
Candellora (u) vedi Alanya
Canoubier, secche, Francia; Canoiero (a)
Candelloro (p) vedi Alanya
p. 12; Chanuell (g) p. 11; Canuer (p)
Candelloro (u) vedi Alanya c. 3; Canogrir/Chanogier/Sorderah (u)
c. 156
Candelore (a) vedi Alanya
Cant (u) vedi Màkre
Candese (p) vedi Cadice
Cantara (a) p. 3; Chantara (g) p. 1; Cantera
Candia (a) vedi Candia
(p) c. 1; Cantara (u) c. 153; secca non
Candia (g) vedi Candia identificata, Spagna Atlantica
Candia (p) vedi Candia Cantara (a) vedi Alicante
Candia (u) vedi Candia Cantara (u) vedi Cantara (a)
Candia (u) vedi Saros Cantera (p) vedi Alicante
Candia, città, Creta, Grecia; Candia/Candea Cantera (p) vedi Cantara (a)
(a) pp. 50, 52, 53, 118; Candia/Chan-
dia (g) pp. 52, 55, 107, 114; Candea/ Cantor, torre, Spagna; Codora/Oro (a) p. 6;
Cadeam/Candia (p) cc. 15, 16, 32; Chapo d’Oro (g) p. 4; Chadora/Cado-
Candia (u) cc. 171, 173, 174, 203 ra (p) c. 2; Codora/Codro (u) c. 154
Cane (a) p. 129; Chane (g) p. 122; Tano (u) Capaletti (p) vedi Capellecti/Capellecta (a)
c. 206; corso d’acqua nei pressi di Bei- Capellecti/Capellecta (a) p. 46; Chapellutti
rut, Libano (g) p. 50; Capaletti (p) c. 15; Capellet/
Canea/Cannea (u) c. 203; località non iden- Chapellet (u) c. 172; casale nei pressi
tificata nei pressi di Venezia, Italia della Baia di Eskel, Turchia
Cangna (u) vedi Koufos Capellet (u) vedi Capellecti/Capellecta (a)
Cangne (a) vedi Porcelli Capese (a) vedi Gabes
282
Indice toponomastico
Capis (u) vedi Gabes Capraia, isola, Toscana, Italia; Caprara (a)
pp. 20, 104; Chaprara (g) p. 22; Ca-
Capisi (p) vedi Gabes
praia/Chapraia (p) cc. 7, 29; Capraia
Capo (a) vedi Cope (u) cc. 160, 197
Capo (p) vedi Cope Caprara (a) vedi Capraia
Capo (u) vedi Cope Capre (p) vedi Gyaros
Capo Corto, Sicilia, Italia; Cortina (a) p. 107; Caprera, isola, Sardegna, Italia; Cravaira (a)
Chortino (g) p. 105 p. 91; Chavrara/Chavraria (g) pp. 97,
98; Caravalle (u) c. 191
Capo d’Estro (p) vedi Promontora
Capri (a) vedi Capri
Capo d’Orso, masso roccioso, Sardegna, Ita-
lia; Orsa (a) p. 91; Orsa/Ursa (g) pp. 97, Capri (p) vedi Capri
98; Orsa (u) c. 191 Capri (u) vedi Capri
Capo de Fer, isola, Algeria; Preta dell’Arabo Capri, isola, Campania, Italia; Capri (a)
(a) p. 89; Pietra de l’Arabo (g) pp. 80, pp. 23, 110; Chapri (g) pp. 24, 108,
81; Pietra de l’Arabo (p) cc. 22, 26; 126; Capri/Chapri (p) cc. 8, 30; Capri/
Pietra dell’Arebe/Pietra delle Erbbe (u) Grappi (u) cc. 162, 200
cc. 183, 189
Capro (u) vedi Rose
Capo de la Volpe (p) vedi Pezzo
Capudia (p) vedi Kapoudia
Capo di Pietra (u) vedi Beyoglu
Capudia (p) vedi Kerkennah
Capo Terra (p) vedi Capoterra
Capudia (u) vedi Kapoudia
Capoterra (a) vedi Capoterra
Capudia (u) vedi Kerkennah
Capoterra (u) vedi Capoterra
Capudia (u) vedi Khadidja
Capoterra, Sardegna, Italia; Capoterra (a) pp.
94, 95; Chapoterra (g) p. 100; Capo Capulia (a) vedi Kapoudia
Terra (p) c. 27; Capoterra (u) c. 192 Capulia (a) vedi Kerkennah
Cappisi (p) vedi Gabes Capulia (a) vedi Khadidja
Capra (a) vedi Gyaros Caquo (u) vedi Kekova
Capra (a) vedi Karvera Carabas (p) vedi Escampobariou
Capra (a) vedi Syros Carabassara (a) vedi Escampobariou
Capra (p) vedi Gyaros Carabi (p) vedi Kalamitskij, Zaliv
Capra (u) vedi Syros Caraca (p) vedi Karacali
Capraia (p) vedi Capraia Caragia (p) vedi Canaille
Capraia (u) vedi Cabrera Caramatta (p) vedi Kalamata
Capraia (u) vedi Capraia Caramella (a) vedi Iskenderun
283
Bianca Fadda
284
Indice toponomastico
Cartagine, rovine, Tunisia; Cartania (a) p. 72; Casargasel (u) vedi Gaphilese (a)
Chartania/Chartaina (g) p. 78; Carta- Casargaser (u) vedi Gaphilese (a)
nia (p) cc. 21, 22; Cartaiana (u) c. 182
Casarrum (p) vedi Maharès
Cartaiana (u) vedi Cartagine
Casarteli (p) vedi Gasr Tellil
Cartamia (p) vedi Cartagena
Casartelli (a) vedi Gasr Tellil
Cartania (a) vedi Cartagine
Cascio (p) vedi Kàsos
Cartania (p) vedi Cartagine
Caser Pignataro (a) p. 70; località non indivi-
Cartelli (u) c. 196; località non individuata,
duata, Tunisia
Corsica
Cassa (a) vedi Cazza
Carto (a) pp. 65, 121; Charco (g) pp. 70,
116; Carto/Arco (p) cc. 19, 32; Carto/ Cassaro (a) vedi El-Zeguer
Quarto/Charto (u) c. 179; località non
Cassaro (p) vedi El-Zeguer
individuata, Egitto
Cassidaigna, scogli, Francia; Carsidania (a)
Carto (a) vedi Cardak
p. 13; Charsedania (g) p. 13; Carsilane
Carto (p) vedi Carto (a) (p) c. 4; Charsidano (u) c. 157
285
Bianca Fadda
Castellamare, golfo, Campania, Italia; Castel- Castello Ruggio (p) vedi Kastellorizon
lo a Mare (a) p. 22; Chastello a Mare di Castellum Palaia, antica località, Turchia;
Voltorno (g) p. 24; Chastello a Mare (p) Camarlese (a) p. 59; Chamardacie (g)
c. 8; Castello a Mare (u) cc. 161, 162 p. 63; Carmalese (p) c. 18; Camarlet
Castelle (a) vedi Le Castella (u) c. 177
Castello a Mare (a) vedi Castellamare del Castrandriano (u) vedi Pyrgos
Golfo Castriso (g) vedi Castro (a)
Castello a Mare (p) vedi Castellamare del Castrixo (g) vedi Castro (a)
Golfo
Castro (a) pp. 40, 43, 44; Chasteso/Chasti-
Castello a Mare (u) vedi Castellamare so/Castriso/Castrixo (g) pp. 41, 42, 43;
Castello a Mare (u) vedi Castellamare del Castizo (p) c. 13; Castis (u) c. 169;
Golfo porto non individuato, Grecia
286
Indice toponomastico
Catalogna, Spagna; Catalogna (a) pp. 78, Cavalli (u) c. 190; isola nei pressi dell’Asina-
96, 106; Chatelognia (g) pp. 7, 101; ra, Sardegna, Italia
Chatalognia (p) c. 29; Chatalongna (u) Cavallinas (u) vedi Kavaliani
c. 197
Cavalline (a) vedi Kavaliani
Catania (a) vedi Catania
Cavalline (p) vedi Kavaliani
Catania, città, Sicilia, Italia; Catania/Catta-
nia (a) p. 105; Chatania (g) p. 104; Cavallo (a) vedi Torre Cavallo
Cattania (p) c. 29; Cattania (u) c. 197 Cavallo Morto (p) vedi Beigua
Catera (u) vedi Alicante Caveta (p) vedi Gata, Cipro
Catis (p) vedi Kantin Cavoli, isola, Sardegna, Italia; Coltellazo (a)
Catona, Calabria, Italia; Catuna/Cotona (a) p. 93; Choltellacio (g) p. 100; Coltelac-
p. 24; Gatona/Gattona (g) p. 26; Gatu- cio (p) c. 26; Choltellaccio (u) c. 192
na (p) c. 8; Ghatuna (u) c. 162 Cavrara (a) vedi Karvera
Cattania (a) vedi Catania Caxine, capo, Algeria; Cassine (a) p. 76;
Cattania (p) vedi Catania Chasina/Chasana (g) p. 82; Casar (p)
c. 23; Cassinas (u) c. 183
Cattania (u) vedi Catania
Caxo (a) vedi Kàsos
Catuna (a) vedi Catona
Cazalimberto (a) p. 62; Lanbertto (g) p. 67;
Cauda, Mys, capo, Ucraina, Mar Nero; Za- Unbort (u) c. 178; casale nei pressi di
vida (a) p. 136 Akko, Israele
Caus (u) vedi Cani Cazar (u) vedi El-Zeguer
Caval (u) vedi Chavalo (g) Cazer (u) vedi Mersa El-Raccam
287
Bianca Fadda
Cazza (Susac), isola, Costa Dalmata; Cassa Ceraso, capo, Sardegna, Italia; Selexora (a)
(a) p. 31; Chagia (g) p. 33; Chate/Cata p. 92; Ceresora (g) p. 98
(p) c. 10; Cancie (u) c. 164
Cerbicales, isole, Corsica, Francia; Peconara/
Cchirra (u) vedi Quirra Pecorare (a) pp. 102, 105; Pacaria/Pa-
carie/Pagaria (g) pp. 94, 95; Picuare/
Cea (a) vedi Kea Apicuare (p) c. 29; Pichonara (u) c. 196
Cea (g) vedi Kea Cerboli, isola, Toscana, Italia; Cervio (p) c. 7
Cecilia (a) vedi Sicilia Cercelli (a) vedi Cherchell
Cederigo (a) vedi Kìthera Cercelli (a) vedi Circeo
Cedi (p) vedi Liman Cercelli (a) vedi Siciè
Cedri (g) vedi Kìthera Cercelli (g) vedi Cherchell
Cedri (p) vedi Kìthera Cercelli (g) vedi Circeo
Cedrigo (a) vedi Kìthera Cercelli (p) vedi Cherchell
Cedro (g) vedi Kitros Cercelli (p) vedi Circeo
Cefalonia (Kefallinia), isola, Grecia, Isole Io- Cercello (g) vedi Siciè
nie; Cifalonia/Chifalonia (a) pp. 32,
33, 80, 81, 108, 113; Cifalonia/Silipa- Cerver (g) vedi Kìnaros
nie (g) pp. 35, 36, 107; Cifalonia/Cia- Cervi (a) vedi Elaphònesos
falonia (p) cc. 10, 11, 24, 30, 35; Cifalo-
nia/Ciafalonia/Cinafalonia (u) cc. 166, Cervi (g) vedi Elaphònesos
180, 199, 201 Cervi (p) vedi Elaphònesos
Cefalù, porto, Sicilia, Italia; Chifalone (a) Cervia (a) vedi Cervia
p. 107; Cifalue (g) p. 106; Cifalù (p)
c. 30; Ciefalù/Cifalù (u) c. 199 Cervia, Emilia Romagna, Italia; Cervia (a)
p. 29
Cembali (a) vedi Balaklava
Cervio (g) vedi Cerboli
Cener (a) vedi Kìnaros
Cervo (g) vedi Elaphònesos
Ceo (p) vedi Gemlik
Cervo (g) vedi Toro, isola, Baleari
Cepet, capo, Francia; Pozallo/Pocallo (a)
p. 14; Pozallo/Puzallo (g) pp. 13, 14; Cervo, capo, Liguria, Italia; Mela de lo Servo
Possallo/Possuolo/Possala (p) c. 4; Po- (a) pp. 17, 103; Cierma/Mele di Servu
sal (u) c. 157 (g) pp. 18, 102; Servo/Mela Servo (p)
cc. 6, 29; Mela del Ciervio/Mele del
Cepolu (g) vedi Kefalos Servo (u) cc. 159, 167
Cepri (a) vedi Cipro Cesar (g) vedi Zahara
Cepro (a) vedi Cipro Cesara (g) vedi Cesarea
Ceresora (g) vedi Ceraso Cesaram (p) vedi Cesarea
288
Indice toponomastico
289
Bianca Fadda
290
Indice toponomastico
Charmagiar (g) vedi Mazarròn Chastangna (u) c. 160; località non indivi-
duata, Liguria, Italia
Charmangiar (g) vedi Mazarròn
Chastella (g) vedi Le Castella
Charmargiar (g) vedi Mazarròn
Chastello (g) vedi Kastron
Charmino (g) vedi Carmelo
Chastello (g) vedi Krionero
Charnagie (p) vedi Carcine
Chastello (u) vedi Kastron
Charo (g) vedi Tino, isola, Italia
Chastello a Mare (g) vedi Castellamare del
Charpi (p) vedi Kerpe, Burun
Golfo
Chars (g) vedi Chersa
Chastello a Mare (p) vedi Castellamare
Charse (g) vedi Chersa
Chastello a Mare di Voltorno (g) vedi Castel-
Charse (g) vedi El-Taifa lamare
Charsedania (g) vedi Cassidaigna Chastello di Castri (u) vedi Castello di Ca-
gliari
Charsidano (u) vedi Cassidaigna
Chastello di Castro (g) vedi Castello di Ca-
Chartaenia (g) vedi Cartagena
gliari
Chartagienia (u) vedi Cartagena
Chastello Lobardo (g) vedi Kaleardi
Chartaina (g) vedi Cartagine
Chastello Lombardo (g) vedi Kaleardi
Chartainea (g) vedi Cartagena
Chastello Pellegrino (g) vedi Atlit
Chartania (g) vedi Cartagine
Chastello Rogio (g) vedi Kastellorizon
Chartenia (g) vedi Cartagena
Chasteso (g) vedi Castro (a)
Chartinea (g) vedi Cartagena
Chastiglione della Pescaia (u) vedi Castiglio-
Charto (u) vedi Carto (a) ne della Pescaia
Charubieri (g) vedi El Dab’a Chastiso (g) vedi Castro (a)
Chasale (g) vedi Maltepe Chastorino (g) vedi Portofino, promontorio
Chasale (g) vedi Mersa El-Raccam Chastorno (g) vedi Portofino, promontorio
Chasana (g) vedi Caxine Chastoro (p) vedi Portofino, promontorio
Chasar (u) vedi Maltepe Chastro (p) vedi Kanastrion
Chasaro (g) vedi El-Zeguer Chastro Andrea (g) vedi Pyrgos
Chasartelli (g) vedi Gasr Tellil Chatalognia (p) vedi Catalogna
Chascio (g) vedi Kàsos Chatalongna (u) vedi Catalogna
Chasina (g) vedi Caxine Chatania (g) vedi Catania
Chastacur (p) vedi Cadice Chate (p) vedi Cazza
291
Bianca Fadda
Chatelognia (g) vedi Catalogna 75; Gerbi/Cherchine (p) cc. 20, 21;
Gierbis (u) c. 180
Chatto (g) vedi Leucade
Chavalieri (p) c. 34; località non individuata, Cherinas (u) c. 206; castello non individua-
Turchia to, Cipro
Chavalina (g) vedi Kavaliani Chersa, scogli, Libia; Carse (a) pp. 65, 66;
Charse/Chars (g) p. 72; Carcie (u) c. 180
Chavaline (g) vedi Kavaliani
Chiappa (p) vedi Kelibia
Chavalline (g) vedi Kavaliani
Chiappa, punta, Liguria, Italia; Monte (a)
Chavalline (p) vedi Kavaliani pp, 18, 19; Chapo del Monte (g) p. 19;
Chavallo (g) vedi Torre Cavallo Co di Monte (p) c. 6; Chapo di Mon-
te/Co di Monte (u) c. 160
Chavallo Mortto (g) vedi Beigua
Chiaro (g) vedi Claro (a)
Chavalo (g) p. 30; Canale (p) c. 9; Caval (u)
c. 164; secca non identificata, Puglia, Chiarola (g) vedi Fuengirola
Italia
Chibia (g) vedi Kelibia
Chavabra (g) (vedi Caprera
Chifallo (p) vedi Kefalos
Chavraira (g) vedi Caprera
Chifalo (a) vedi Kefalos
Chazar (u) vedi El-Zeguer
Chifalo (u) vedi Kefalos
Chazara (p) vedi Curzola
Chifalone (a) vedi Cefalù
Chazaria (g) vedi Curzola
Chifalonia (a) vedi Cefalonia
Chea (u) vedi Kea
Chilbi (g) vedi Skerki
Cheiron, monte, Francia; Arcire (a) p. 17;
Archilui (g) p. 17; Arcelli (p) c. 5; Cha- Chilbi (p) vedi Skerki
podail (u) c. 159
Chilbo (a) vedi Skerki
Chelomina (g) vedi Calolimno
Chilbo (g) vedi Skerki
Chelorita (g) vedi Columbretes
Chilimo (a) vedi Calimno
Cheo (a) vedi Gemlik
Chilli (p) vedi Skerki
Cherche (a) vedi Chergui
Chio (p) vedi Kea
Cherchell, capo, Algeria; Cercelli (a) pp. 76,
98; Cercelli (g) p. 82; Cercelli/Giercelli Chioggia, Veneto, Italia; Crocza (a) p. 30
(p) cc. 23, 28; Serzelli/Salciel (u) Chios, canale tra l’isola e la terraferma, Gre-
cc. 183, 194 cia; Sio (a) p. 56; Sio (g) p. 60; Scio (u)
Cherchine (g) vedi Chergui c. 176
Cherchine (p) vedi Chergui Chios, isola, Grecia; Sio (a) p. 56; Sio (g)
p. 60; Scio (u) cc. 175, 176
Chergui, isole, Tunisia; Gerbi/Cherche (a)
pp. 68, 69; Gerbi/Cherchine (g) pp. 74, Chipia (a) vedi Kelibia
292
Indice toponomastico
293
Bianca Fadda
294
Indice toponomastico
Cirio (g) vedi Krio Clare (a) p. 124; Eclare (u); isola non identi-
ficata, Grecia
Cirio (p) c. 36; località non individuata, Mar
Nero Claro (a) p. 59; Chiaro (g) p. 63; Loclar (u)
c. 177, monte nell’isola di Gelidonya,
Cirra (u) vedi Quirra Turchia
Citadella (a) vedi Ciutadella Clea (u) vedi Eregli
Citadella (p) vedi Ciutadella Clesedi (u) vedi Liman
Citrelli (g) vedi Kìthera Co di Faro (p) vedi Faro
Cittadella (p) vedi Ciutadella Co di Monte (p) vedi Chiappa
Cittadella (u) vedi Ciutadella Co di Monte (u) vedi Chiappa
Ciutadella, città, Spagna, Baleari; Citadella/ Coda de la Volpe (p) vedi Pezzo
Cettadella (a) p. 87; Citadella/Cittadella
Coda de Volpe (a) vedi Pezzo
(p) cc. 25, 26; Cittadella (u) cc. 188,
189 Coda di Volpe (u) vedi Pezzo
Civeta Vellia (a) vedi Civitavecchia Codora (a) vedi Cantor
Civita di Fermo (p) vedi Fermo Codora (u) vedi Cantor
Civita Vechia (p) vedi Civitavecchia Collioure, capo, Francia; Olivero (a) p. 10;
Oliviere/Ulivieri (g) pp. 9, 124; Liurs
Civita Velia (a) vedi Civitavecchia (p) c. 3; Choliuri/Cholliuri (u) cc. 155,
156
Civita Vellia (a) vedi Civitavecchia
Colom, isola, Spagna, Baleari; Colombo/Co-
Civitanova, porto, Marche, Italia; Civeta lonbo (a) pp. 84, 185; Cholonbi/Cho-
Nova (a) p. 29; Civita Nuova (g) p. 32; lobi (g) p. 91; Moncolombrier (u) cc.
Civita Nuova (p) c. 9; Civita Nuova (u) 186, 188
c. 164
Colom, punta, Spagna; Colombo/Colonbo
Civitavecchia (p) vedi Civitavecchia (a) pp. 84, 85; Cholonbi/Cholobi (g)
Civitavecchia, porto, Lazio, Italia; Civeta Vel- p. 91; Colonbo (p) c. 25; Colomp/
lia/Civita Vellia/Civita Velia (a) pp. 21, Cholomp (u) c. 187
104; Civita Vechia (g) pp. 23, 103, 125, Colombi, isola, Algeria; Columbi (a) pp. 76,
127; Civitavecchia/Civita Vechia (p) 79; Palonbi/Palobia/Palombara (g)
cc. 7, 29; Civita Vecchia (u) cc. 161, pp. 83, 86; Colonbi (p) c. 23; Cholonis
197 (u) cc. 183, 185
295
Bianca Fadda
296
Indice toponomastico
Con (u) c. 153; località non individuata, Contil (u) vedi Kantin
Spagna Atlantica
Contiri (a) vedi Kantin
Conca (a) vedi Conques
Contro (u) vedi Crotone
Conca (p) vedi Conques
Contron (u) vedi Crotone
Concha (p) vedi Conques
Copa (a) pp. 135, 136; località non indivi-
Coneil (u) vedi Kantin duata, Turchia, Mar Nero
Conejera, isola, Spagna, Isole Pitiuse; Coni- Cope, punta, Spagna; Capo (a) p. 7; Chapo/
liera/Coneliera/Conelliere (a) p. 82; Chappo (g) p. 5; Capo (p) c. 2; Capo
Chonigera/Chonigere/Conigerie (g) (u) c. 154
p. 88; Conigliera (p) c. 24; Conillieras
(u) c. 186 Coran (u) c. 200; località non individuata,
Malta
Coneliera (a) vedi Conejera
Coranto (a) vedi Corinto, città
Conelliere (a) vedi Conejera
Coranto (a) vedi Corinto, golfo
Conerto (u) c. 156; località non individuata,
Spagna Corbo (p) vedi Corvo
Conestavele (a) vedi El Batrum Corbo (u) vedi Corvo
Conia (a) vedi Kuriate Corfo (a) vedi Corfù
Conie (a) vedi Kuriate Corfu (a) vedi Corfù (Kerkira)
Conigerie (g) vedi Conejera Corfu (a) vedi Corfù (Stenon Kerkyras)
Conigliera (p) vedi Conejera Corfù (Kèrkira), isola, Grecia, Isole Ionie;
Coniliera (a) vedi Conejera Corfu/Corfo/Curfo (a) pp. 32, 80, 81,
113; Grifo (g) p. 35; Gurfo/Ghurfo/
Conise (u) vedi Artemision Gorfo/Gurfu (p) cc. 10, 24, 33; Gurfo/
Conistabile (p) vedi El Batrum Gurffo/Golfo/Gholfo (u) cc. 165, 166
297
Bianca Fadda
Corinto (u) vedi Corinto, golfo Chorsso (g) pp. 22, 102; Corso/Corsi
(p) cc. 7, 26, 28, 29; Corso/Corsso (u)
Cornaggie (u) vedi Carcine
cc. 160, 196, 197
Cornagie (u) vedi Carcine
Corsso (u) vedi Corso
Cornalle (a) vedi Carcine
Cortezeto (a) vedi Sferracavallo
Corneto (a) vedi Corneto
Cortina (a) vedi Capo Corto
Corneto (p) vedi Corneto
Corvo (a) vedi Corvo
Corneto (u) vedi Corneto
Corvo (a) vedi Toro, isola, Baleari
Corneto, scalo, Lazio, Italia; Corneto (a)
pp. 21, 110; Chornetto (g) pp. 23, Corvo, punta, Liguria, Italia; Corvo (a) p. 19;
108, 127; Corneto (p) cc. 7, 30; Cor- Chorbo (g) p. 20; Corbo (p) c. 6; Cor-
neto (u) c. 161 bo (u) c. 160
Corno (p) vedi Toro, isola, Baleari Costa del Caval/Coza del Caval (u) c. 192; lo-
calità non individuata, Sardegna, Italia
Corona (u) vedi Sunio
Costantinopoli (a) vedi Istambul
Coronas (u) vedi Korònis
Costanza (a) vedi Costanza
Coronese (a) vedi Korònis
Costanza, Romania, Mar Nero; Costanza (a)
Coronose (a) vedi Korònis
p. 130
Corp (u) vedi Toro, isola, Baleari
Cotona (a) vedi Catona
Correnti (a) p. 106; Storrens (u) c. 198; isola
non identificata, Sicilia, Italia Cotrone (a) vedi Crotone
Corsi (p) vedi Corso Coudon, monte, Francia; Cadaon (a) p. 14;
Gudeio (g) p. 14; Gadori (p) c. 4; Cad-
Corsica (p) vedi Corsica daon (u) c. 158
Corsica, Francia; Corsega (a) pp. 99, 100, Coza del Caval (u) vedi Costa del Caval (u)
103, 104, 105; Chorsicha (g) pp. 87,
94, 95, 101, 128; Corsica/Corsicha (p) Crava (g) vedi Gyaros
cc. 28, 29; Corsicha/Curso (u) cc. 195, Cravaira (a) vedi Caprera
196, 197, 201
Crea (p) vedi Eregli
Corsicha (p) vedi Corsica
Crea (u) vedi Eregli
Corsicha (u) vedi Corsica
Creta (Krete), isola, Grecia; Creti (a) pp. 37,
Corso (a) vedi Corso
50, 52, 53, 108, 115, 116, 117, 118,
Corso (p) vedi Corso 120, 126; Cretti/Gretti/Greti (g) pp. 52,
54, 55, 87, 107, 110, 111, 112, 114,
Corso (u) vedi Corso
116; Creti/Greti (p) cc. 15, 16, 20, 24,
Corso, capo, Corsica, Francia; Corso/Colso 30, 31, 32; Creti (u) cc. 168, 172, 173,
(a) pp. 20, 88, 102, 103, 104; Chorso/ 201, 202, 203
298
Indice toponomastico
Creti (a) vedi Creta Crudon (u) c. 153; città distrutta nei pressi
di Cadice, Spagna
Creti (p) vedi Creta
Crutello (a) vedi Therasìa
Creti (u) vedi Creta
Cuaglie (p) vedi Kayio
Cretti (g) vedi Creta
Cuevas de Vera, Spagna; Bera (a) p. 7; Bera
Creus, capo, Spagna; Croce (a) pp. 10, 13;
(g) p. 5; Bara (p) c. 2; Berra (u) c. 154
Chrocie (g) pp. 9, 12; Crocie (p) cc. 3,
4; Crocie (u) cc. 155, 157 Cun (u) vedi Sigrion
Crio (a) vedi Krio Cunie (p) vedi Kuriate
Criovo (u) vedi Krio Curchedo (g) vedi Krikellos
Cristiana (a) vedi Christiane Curco (a) vedi Korgos
Cristiana (a) vedi Koufonesi, isola Curco (p) vedi Korgos
Cristiana (a) vedi Koufonesi, monti Curfo (a) vedi Corfù
Cristiana (p) vedi Christiane Curfo (u) vedi Corfù
Cristiana (p) vedi Cristiani Curso (u) vedi Corsica
Cristiana (p) vedi Koufonesi, isola Cursona (a) p. 137; località non identificata,
Turchia, Mar Nero
Cristiana (u) vedi Christiane
Curzola (Korcula) isola, Costa Dalmata;
Cristiana (u) vedi Koufonesi, isola
Cassola (a) p. 31; Chazaria (g) p. 33;
Cristiana (u) vedi Koufonesi, monti Chazara/Gazzara (p) c. 10; Carsaria (u)
c. 165
Cristoli (u) vedi Therasìa
Cristopoli (a) vedi Chrysopolis
D
Cristopoli (p) vedi Chrysopolis
Dacer (u) vedi Cadaquès
Cristoppoli (u) vedi Chrysopolis
Dacher (u) vedi Cadaquès
Croce (a) vedi Creus
Dactili (a) vedi Donousa
Crocie (p) vedi Creus
Dadena (p) vedi Enez
Crocie (u) vedi Creus
Daffa (u) vedi Yafo
Crocza (a) vedi Chioggia
Daghaso (p) vedi Leucade
Crotone, porto, Calabria, Italia; Cotrone (a)
pp. 24, 25, 81; Chotrone (g) p. 27; Co- Dalìas, llanos, Spagna; Alcandra (a) p. 6; Al-
trone (p) cc. 8, 24; Contron/Contro chandra/Archandra (g) p. 4; Candra
(u) cc. 162, 180 (p) c. 2; Alcandra (u) c. 154
Croze (a) vedi Tròodos Dama (u) vedi Sàmos
Cruce (p) vedi Tròodos Damiata (a) vedi Damietta
299
Bianca Fadda
Dardanello (a) vedi Dardan Destrai/Destrui (p) c. 35; località non indivi-
duata, Mar Nero
Dardanello (g) vedi Dardan
Deus (a) c. 48; isoletta nei pressi dell’isola di
Dardano (u) vedi Dardan Milo, Grecia
Datali (g) vedi Donousa Dia, isola, Creta, Grecia; Standea (a) pp. 50,
Dattal (u) vedi Donousa 118, 122, 126; Standea/Istandea
(g) pp. 114, 117; Standea/Scanda (p)
Delmo (u) vedi Nio cc. 15, 32; Standia/Estandia (u) cc.
De-Mala (a) pp. 38, 39; Mala/Malla (g) 173, 203, 204
p. 40; Malea/Mala (p) c. 12; Mala/Ma- Diamont, monte, Egitto; Manone (g) p. 69;
lia (u) c. 169; località non individuata, Marinon (u) c. 179
Grecia
Diapotamo/Diopotamo (a) p. 131; fiume
Demiryeri, porto, Turchia; Stamire/Stamirre non identificato, Turchia, Mar Nero
(a) pp. 59, 127; Smirre/Ismirre (g)
p. 62; Stalemure (p) c. 18; S. Nicolao Diasona (a) p. 134; località non identificata,
della Stamira (u) c. 177 Turchia, Mar Nero
Denia (a) vedi Denia Dimondras (u) vedi Dimonidras (u)
Denia (a) vedi Enez Dimonidras/Dimondras (u) c. 176; località
non individuata, Grecia
Denia (g) vedi Denia
Dino (g) vedi Dino
Denia (u) vedi Denia
Dino, isola, Calabria, Italia; Dino (g) p. 25
Denia, porto, Spagna; Denia (a) p. 9; Denia/
Lenia (g) p. 7; Denia (u) c. 155 Ditelisi (g) vedi Tedlés
300
Indice toponomastico
Divato (u) c. 175; località non individuata, Dorasso (u) vedi Durazzo
Grecia
Dour, roque, Francia; Odore (a) p. 12; Ador
Djebel, capo, Tunisia; Rassalgibel/Rassagi- (g) p. 11; Odor (p) c. 3; Odor (u)
bel/Rasagibele (a) pp. 72, 73, 96, 97, c. 156
98, 109, 110; Rasal Gibel/Rasegibel/
Raso al Gibello/Rasagibel/Rasagibell/ Dragades (u) vedi Tròodos
Raso il Gibel/Rasol Gibel (g) pp. 78, Draghonare (p) vedi Dragonesi
79, 108, 124; Rasalgibello (p) cc. 22,
27, 30; Rasagibel/Ransagibel/Sagibe Dragodosso (g) vedi Tròodos
(u) cc. 182, 193, 194, 199, 200 Dragonaia (u) vedi Dragonesi
Djerba, isola, Tunisia; Gerbi (a) pp. 68, 112, Dragonara (a) vedi Dragonesi
114; Gerbi (g) p. 74; Gerbi/Gierbi (p)
cc. 20, 21, 34, 35; Gierbi/Gierbis (u) Dragonara, isola, Spagna, Baleari; Dragonie-
cc. 180, 181 ra (a) p. 85; Gragonara (g) p. 92; Dra-
goniera (u) c. 187
Djidjelli, città, Algeria; Gigea (a) pp. 74, 75;
Gigari/Zizari/Zigiari (g) p. 81; Gigari Dragonare (a) vedi Dragonesi
(p) c. 22; Giggiari (u) c. 183
Dragonare (g) vedi Dragonesi
Dnepr, fiume, Ucraina; Ellexe (a) p. 131
Dragonare (p) vedi Dragonesi
Dolcengno (a) vedi Bojane
Dragonesi, isolotti, Grecia, Isole Ionie; Dra-
Dolcengno (a) vedi Dulcigno (Kruci) gonare/Dragonara (a) pp. 37, 122;
Dolcengno (a) vedi Dulcigno (Ulcinj) Dragonare (g) p. 118; Gragonare/Dra-
ghonare/Dragonare (p) cc. 12, 33;
Dolciegno (u) vedi Bojane Dragonaia/Ragonaia (u) c. 168
Dolciegno (u) vedi Dulcigno (Kruci) Dragoniera (a) vedi Dragonara
Dolciegno (u) vedi Dulcigno (Ulcinj) Dragoniera (u) vedi Dragonara
Dolcigne (u) vedi Dulcigno (Kruci) Drea (g) vedi S. Andrea
Dolcigne (u) vedi Dulcigno (Ulcinj) Drigo (g) vedi Ragusio
Dolcino (g) vedi Bojane Drigo (u) vedi Ragusio
Dolcino (g) vedi Dulcigno (Kruci) Du Frati (p) vedi Due Frati
Dolcino (g) vedi Dulcigno (Ulcinj) Ducat (u) vedi Leucade
Donna (u) vedi S. Giorgio Ducato (a) vedi Leucade
Donne (a) vedi S. Giorgio Ducer (u) vedi Cadaquès
Donne (g) vedi S. Giorgio Duchatto (g) vedi Leucade
Donne (p) vedi S. Giorgio
Due Frati (a) vedi Due Frati
Donousa, isola, Grecia, Isole Cicladi; Dactili
Due Frati (a) vedi Los Frailes
(a) p. 54; Datali (g) p. 56; Dattal (u)
c. 174 Due Frati (a) vedi Les Frères
301
Bianca Fadda
302
Indice toponomastico
(g) p. 82, 89; Batar/Bantar (p) cc. 23, Ellexe (a) vedi Ventilegne
24, 25 Albatail (u) cc. 183, 186, 188
Elleze (a) vedi Ventilegne
Elaphònesos, isola, Grecia; Cervi/Cervo (a)
Elmandia (u) vedi Camaròn
pp. 37, 52, 122; Cervi (g) pp. 54, 118;
Cervi/Ciervi (p) cc. 12, 16, 33; Servi/ Elmedina (p) vedi Medina Azzahira
Seni/Sieni/Sem (u) cc. 168, 173
Elmendia (p) vedi Camaròn
Elba (a) vedi Elba
Elmendina (a) vedi Camaròn
Elba (g) vedi Elba
Elmendina (g) vedi Camaròn
Elba (p) vedi Elba
Elmendina (g) vedi Medina Azzahira
Elba (u) vedi Elba
Elmendina (u) vedi Camaròn
Elba, isola, Toscana, Italia; Elba/Melba (a)
pp. 20, 21, 104; Elba/Elbba/Eba (g) Elmendina (u) vedi Medina Azzahira
pp. 21, 22, 102; Elba (p) cc. 7, 29; El-Taifa, scogli, Egitto; Carse (a) p. 65;
Elba (u) cc. 160, 197 Charse (g) p. 70; Tarfa/Carase/Charas-
Elbba (g) vedi Elba se (p) cc. 19, 20; Casar (u) c. 179
El-Beith, secche, Tunisia; Beto (a) pp. 68, El-Zeguer, alcazar, Marocco; Casar/Cassaro
69, 71, 114; Beito/Betto (g) pp. 74, (a) p. 77; Chasaro (g) p. 84; Cassaro
75, 76, 77; Beito (p) cc. 21, 34; Beit/ (p) c. 23; Cazar/Chazar (u) c. 184
Beis/Bort/Gitiges (u) cc. 181, 201 Embiez, isole, Francia; Lembiere/Lembieri
Elbo Trento/Albol Trento (u); località non (a) p. 14; Labello (g) p. 13; Label/Lan-
individuata, Grecia bel (p) c. 4; Sembiers (u) c. 157
Ele (u) c. 195; località non individuata, Cor- Embro (a) vedi Imbros
sica, Francia Emina (u) vedi Almina
Ele (u) vedi Lerici Enbro (g) vedi Imbros
Elefante (p) vedi Fate (a) Enez, porto, Turchia; Denio/Denia (a) p. 44;
Eleutheroupolis, città, Grecia; Stopoli (a) Stena/Istena (g) p. 47; Dadena (p) c. 14;
p. 44; Astopoli (g) p. 46; Astoppoli/ Arma/Arna (u) cc. 171, 180
Estoppoli (u) c. 171 Engoe (g) vedi Kos
Eleze (a) vedi Lerici Ennea (u) vedi Lébitha
El-Hilal, capo, Libia; Bonandrea (a) pp. 66, Entrecueis (a) vedi Toukousch
109, 121; Buonandrea/Buona Andrea/
Buonadrea (g) pp. 72, 107, 116; Bona- Envida (g) vedi Lébitha
drea/Buonadrea (p) cc. 20, 32; Bonan- Envidia (a) vedi Lébitha
drea/Bonandria/Buono Andrea (u)
cc. 180, 199, 203 Envinza (a) vedi Levanzo
Elleuze (u) vedi Ventilegne Enviza (g) vedi Ibiza
Ellexe (a) vedi Dnepr Enviza (g) vedi Levanzo
303
Bianca Fadda
Eou Mais (u) c. 168; località non individua- Escampobariou, capo, Francia; Carabassara
ta, Grecia (a) p. 14; Charbasara (g) p. 14; Carabas
(p) c. 5; Caravasana (u) c. 158
Episcopia (u) vedi Piskopè
Escrofa (u) vedi Scrofa
Era (u) vedi Hyeres
Espatire (a) vedi Spatire (a)
Eras (u) vedi Hyeres
Erbosa (u) vedi Saint Tropez, golfo Espigueta (a) vedi Espiguette
Eri (g) vedi Hyeres Esterel, capo, Francia; Espinello (a) p. 15;
Aspine/Spine (g) p. 15; Ospinello (p)
Eri (g) vedi Iera (a) c. 5; Sperel (u) c. 158
Eri (p) vedi Hyeres Estopona (a) vedi Estepona
Eri (p) vedi Iera (a) Estopona (g) vedi Estepona
Erici (p) vedi Lerici Estoppoli (u) vedi Eleutheroupolis
Erici (p) vedi Ventilegne Esturion (u) vedi Shibin
Eriovo (u) vedi Krio Etna, montagna, Sicilia, Italia; Mongibello
Ermendina (a) vedi Medina Azzahira (g) p. 28
Erminia (u) vedi Kumkale Euripos, forte, Grecia; Torrecta (a) pp. 41,
42; Toretta (g) p. 43; Turetta/Toretta
Erminio (a) vedi Amsoros, Burun
(p) c. 13; Torretta (u) c. 170
Ermomilo (g) vedi Antimelos
Evinza (a) vedi Ibiza
Ermoni (u) vedi Antimelos
Evinza (a) vedi Levanzo
Ermonmilo (a) vedi Antimelos
Evinza (g) vedi Ibiza
Esagueta (a) p. 11; Cabre (u) c. 156; località
Evisa (p) vedi Ibiza
non individuata, Francia
Evisa (p) vedi Levanzo
Escabolli (u) c. 206; centro situato nell’isola
di Cipro Eviza (g) vedi Ibiza
304
Indice toponomastico
Eviza (u) vedi Ibiza pp. 34, 35; Tano (p) cc. 10, 24; Tano
(u) cc. 165, 180
Examilia, porto, Grecia; Similia/Sinilia (a)
p. 39; Similia (g) p. 40; Schamilla/Sca- Fans (g) vedi Fate (a)
milla/Scilla (p) c. 12; Semilla/Semella
Faognana (a) vedi Favignana
(u) c. 169
Faqua (a) vedi Panagia
Faquia (a) vedi Panagia
F
Faquis (u) vedi Sfax
Fa.ru (u) vedi Frioul
Far (u) vedi Alessandria, porto
Fachalora (g) vedi Abu Ashafa
Far (u) vedi Raftis
Fachea (a) vedi Panagia
Far de Messina (a) vedi Messina, stretto
Fachia (p) vedi Panagia
Fara (g) vedi Fascia
Fachise (a) vedi Sfax
Farailons (u) vedi Kaballoi
Fachisse (a) vedi Sfax
Farconiera (u) vedi Falkonera
Fadala (u) vedi Sedala (a)
Fariglion (u) vedi Farillione (a)
Falchonare (g) vedi Falkonera
Fariglione (g) vedi Farillione (a)
Falchone (u) c. 184; località non identificata,
Algeria Fariglioni (g) vedi Kaballoi
Falconiera (u) vedi Falkonera Farillione (a) p. 52; Fariglione (g) p. 54; Fari-
glion (u) c. 173; isolotti presso Capo
Faliglioni (g) vedi Kaballoi Spada, Creta, Grecia
Falkonera, isola, Grecia, Isole Cicladi; Falco- Farillioni (a) vedi Kaballoi
nare (a) pp. 53, 125; Falchonare (g)
p. 54: Falconiera/Farconiera (u) cc. 173, Faris (p) vedi Palos
205 Farmakousa, isola, Turchia; Angnello (a)
Falogniana (g) vedi Favignana p. 56; Angelo (g) p. 60; Angello (p)
c. 17
Falogniana (p) vedi Favignana
Farmenea (p) vedi Thermia
Fana (g) vedi Fate (a)
Farmenter (g) vedi Formentera
Fanario (a) vedi Fanaro (a)
Farnetto (g) vedi Saint Tropez, golfo
Fanaro (p) c. 21; porto non identificato, Libia
Faro (a) vedi Alessandria, porto
Fanaro/Fanario (a) pp. 45, 129, 137; Faro (p)
Faro (a) vedi Faro, capo, Egitto
c. 35; capo non individuato, Turchia
Faro (a) vedi Faro, capo, Liguria, Italia
Fanos, isola, Grecia, Isole Ionie; Tano/Tino/
Teno (a) pp. 32, 80, 81; Chano (g) Faro (a) vedi Messina, stretto
305
Bianca Fadda
306
Indice toponomastico
Feodosija, Ucraina, Mar Nero; Caffa (a) Ferrato (a) vedi Ferrat
p. 136
Ferrato (p) vedi Ferrat
Ferara (g) vedi Porto Ferraio Ferrato (u) vedi Ferrat
Feraro (g) vedi Ferrato Ferrato, capo, Sardegna, Italia; Pali (a) p. 93;
Feratto (g) vedi Ferrat Par/Feraro (g) pp. 99, 100; Ferrara (p)
c. 26; Para (u) c. 192
Fermene (a) vedi Thermia
Fetelei (a) vedi Stavros
Fermenea (g) vedi Thermia
Fettelea (g) vedi Stavros
Fermenea (u) vedi Thermia
Fettelee (u) vedi Stavros
Fermense (a) vedi Thermia
Fia (p) vedi Raftis
Fermente (u) vedi Thermia
Ficareto (p) vedi Figareto (a)
Fermentera (g) vedi Formentera
Ficharetto (g) vedi Figareto (a)
Fermentiera (g) vedi Formentera
Fichari (g) vedi Figari
Ferminea (g) vedi Thermia
Ficho (u) vedi Figari
Ferminea (p) vedi Thermia
Fieno (p) vedi Feno
Fermo (a) vedi Fermo
Fieno (u) vedi Feno
Fermo (g) vedi Fermo
Figareto (a) p. 16; Ficharetto (g) p. 17; Fica-
Fermo (u) vedi Fermo reto (p) c. 6; capo a Est di Capo Ferrat,
Francia
Fermo, città, Marche, Italia; Fermo (a) p. 29;
Fermo (g) p. 31; Civita di Fermo (p) Figari, capo, Sardegna, Italia; Figarola (a)
c. 9; Fermo (u) c. 164 p. 92; Fichari (g) p. 98; Ficho (u) c. 191
Ferne (a) p. 53; Fernoe (u) c. 205; isola non Figarola (a) vedi Figari
individuata, Grecia Filea (a) vedi Karaburun
Fernoe (u) vedi Ferne (a) Filichutti (g) vedi Filicudi
Ferog (u) vedi Farruch Filicudi (a) vedi Filicudi
Ferraia (u) vedi Porto Ferraio Filicudi, isola, Italia, Isole, Eolie; Filicudi (a)
Ferraira (a) vedi Porto Ferraio p. 110; Filichutti (g) pp. 109, 128; Fili-
cuti (p) c. 31; Felicus (u) c. 200
Ferrara (a) vedi Porto Ferraio
Filicuti (p) vedi Filicudi
Ferrara (p) vedi Ferrato
Filoxia (a) vedi Kefken
Ferrara (p) vedi Porto Ferraio
Fim (u) c. 198; isola non identificata, Sicilia,
Ferraro (u) vedi Porto Ferraio Italia
Ferrat, capo, Francia; Ferrato (a) p. 17; Fe- Fìmaina, isola, Grecia, Isole Sporadi; Sezea
ratto/Firatto (g) p. 17; Ferrato (p) c. 5; (a) p. 54; Secca (g) p. 57; Seteia (p)
Ferrato (u) c. 159 c. 17; Setra (u) c. 174
307
Bianca Fadda
Finechiarola (g) vedi Fuengirola Forche de Saecto (a) p. 61; Forche di Saetto
(g) p. 66; Forche di Saecto (p) c. 18;
Finica (a) vedi Finike
Forca di Saetta (u) c. 178; monte alle
Finica (p) vedi Finike spalle di Sidone, Libano
Finicha (g) vedi Finike Forche di Saecto (p) vedi Forche de Saecto (a)
Finike, golfo, Turchia; Finica (a) p. 59; Fini- Forche di Saetto (g) vedi Forche de Saecto (a)
cha (g) p. 62; Finica (p) c. 18; Firica (u)
Forciello (u) vedi Fornelli
c. 177
Formagie/Formague (u) c. 176; isola non
Finochi (g) vedi Akiò
identificata, Grecia
Finogi (g) vedi Amer
Formague (u) vedi Formagie (u)
Finogliata (p) vedi Fuengirola
Formentera (a) vedi Formentera
Finogui (g) vedi Amer
Formentera, isola, Spagna; Formentera/For-
Firatto (g) vedi Ferrat mentiera (a) pp. 81, 82; Fermentiera/
Fermentera/Farmenter (g) pp. 87, 88,
Firica (u) vedi Finike
89; Formentiera (p) c. 24; Formentie-
Fiscardo (a) vedi Fiskàrdhon ra/Formentura (u) c. 186
Fiskàrdhon, porto, Grecia, Isole Ionie; Fiscar- Formentiera (a) vedi Formentera
do (a) p. 32; Guiscardo (g) pp. 35, 36;
Formentiera (p) vedi Formentera
Guiscardo (p) c. 10; Guiscart (u) c. 166
Formentiera (u) vedi Formentera
Florence, porto, Corsica, Francia; Forrense
(u) c. 196 Formentor (u) vedi Formentor
Foce di Roma (a) vedi Roma Formentor, capo, Spagna, Baleari; Premento-
re/Prementora (a) pp. 85, 87; Premen-
Focie di Roma (g) vedi Roma
toli/Prementuoli/Prementori/Premen-
Focie di Roma (p) vedi Roma tora/Promentoli/Mentorno (g) pp. 91,
92, 94; Prementorio/Mentorio/Permen-
Focie di Roma (u) vedi Roma
torio (p) c. 25; Formentor/Frementor
Fol, Turchia, Mar Nero; Viopoli (a) pp. 130, (u) cc. 187, 188
132
Formentura (u) vedi Formentera
Folea (u) c. 156; secca non identificata, Fran-
Formica (p) vedi Formicula
cia
Formica (u) vedi Formicula
Folegandros, isola, Grecia, Isole Cicladi; Po-
licandro (a) pp. 48, 50, 55, 126; Poli- Formica, isola, Sicilia, Italia; Formiguete (a)
chandro/Pulichandro (g) pp. 51,58; p. 107; Formiche (g) p. 105; Formiche
Pulicandro (p) cc. 15, 17; Policandro (p) c. 30; Formiche (u) c. 198
(u) cc. 172, 174, 205
Formicha (u) c. 166; secca situata nei pressi
Forca di Saetta (u) vedi Forche de Saecto (a) dell’isola di Corfù, Grecia
Forcelli (p) vedi Fornelli Formiche (g) vedi Formica
Forcello (g) vedi Fornelli Formiche (g) vedi Formiche di Grosseto
308
Indice toponomastico
Formiche da Castiglione (p) vedi Formiche Fournoi, isola, Grecia, Isole Sporadi; Fornelli
di Grosseto (a) p. 54; Fornoli (g) p. 57; Fornelli (p)
c. 17; Fornoli/Fornal (u) cc. 174, 175
Formiche di Grosseto, isole, Toscana, Italia;
Formigue (a) pp. 21, 104; Formiche (a) Frasca, capo, Sardegna, Italia; Napoli (a)
pp. 22, 102; Formiche da Castiglione/ pp. 89, 90; Napoli (g) pp. 95, 96; Na-
Formiche (p) cc. 7, 29; Formiche (u) puli (p) c. 26; Napol (u) cc. 188, 189
cc. 161, 197 Frascia (g) vedi Panagia
Formichule da la Sodona (p) c. 7; isolette Frasneo (p) vedi Saint Tropez, golfo
non identificate, Lazio, Italia
Frasneto (a) vedi Saint Tropez, golfo
Formicula (Formikoula), isola, Grecia, Isole
Ionie; Formiche (g) p. 35; Formica (p) Frasqua (u) vedi Panagia
c. 10; Formica (u) c. 166 Frate (u) vedi Los Frailes
Formicule (p) vedi Hormigas Frauschia (u) vedi Panagia
Formigue (a) vedi Formiche di Grosseto Freddo (g) vedi Frioul
Formigue (a) vedi Hormigas Fregiuolo (p) vedi Fréjus
Formiguete (a) vedi Formica Fregius (u) vedi Fréjus
Fornal (u) vedi Fournoi Fregua (u) c. 201; località non individuata,
Fornel (u) vedi Fornelli (a) Africa Settentrionale
309
Bianca Fadda
Frioul, porto, Francia; Frieo (a) p. 12; Fred- Gaderonis (p) vedi Gaidhouronisi
do (g) p. 11; Fa.ru (u) c. 156 Gaderosa (p) vedi Gaidoro
Frissols (u) vedi Frixol Gadori (p) vedi Coudon
Frixol (Sur-Kenis), isola, Tunisia; Frigoli/Fri- Gaeta (a) vedi Gaeta
zoli (a) pp. 69, 70; Fresole (g) pp. 75,
76; Fazoli (p) c. 21; Frissols (u) c. 181 Gaeta (p) vedi Gaeta
Fuengirola, punta, Spagna; Fenollarola (a) Gaeta, porto e capo, Lazio, Italia; Gaeta (a)
p. 5; Finechiarola/Chiarola (g) p. 3; Fi- pp. 22, 23, 99, 105, 110; Gaetta (g)
nogliata (p) c. 1; Fenoiarolia (u) c. 153 pp. 23, 24, 109, 127, 128; Ghaeta/Ga-
eta (p) cc. 8, 28, 30; Gaeta/Ghaeta/Sa-
Fugara (a) p. 29; località non individuata, eta (u) cc. 161, 162, 194, 197, 200
Italia
Gaetta (g) vedi Gaeta
Furns (p) vedi Genovès
Gagio (g) vedi Gaudos
Furs (p) vedi Palos
Gaibo (a) p. 60; Gabue (g) p. 64; Ghalbo/
Fussasiri (g) p. 101; località non individuata, Gabbo (p) cc. 18, 33; Gaibo/Garbo (u)
Francia c. 177; montagna nei pressi di Ayas,
Turchia
Gaibo (u) vedi Gaibo (a)
G
Gaidalonese (a) vedi Gàidoro
Gabbo (p) vedi Gaibo (a)
Gaidalonisa (g) vedi Gàidoro
Gabes, città, Tunisia; Capese (a) p. 68; Cha-
pisi (g) pp. 74, 75; Cappisi/Capisi (p) Gaidalonza (g) vedi Gàidoro
cc. 20, 21; Capis (u) cc. 180, 181 Gaidalonze (g) vedi Gàidoro
Gabue (g) vedi Gaibo (a) Gaidalosia (g) vedi Gàidoro
Gaczera (a) vedi Ghaza Gaidaronese (a) vedi Gàidoro
Gadalonese (a) vedi Gàidoro Gaiderone (p) vedi Gaidhouronisi
Gadaronese (a) p. 117; Gadelonesi/Gadero- Gaiderones (u) vedi Gàidoro
nesi (g) pp. 111, 113; Gaideronis (p)
Gaideronese (a) vedi Gaidhouronisi
c. 32; Gharderones (u) c. 202; monte
nell’isola di Creta, Grecia Gaideronese (a) vedi Gàidoro
310
Indice toponomastico
Gala Iudea (a) p. 112; località non identifica- Gallo (p) vedi Akritas
ta, Grecia Gallo (p) vedi Gallo
Galata (a) vedi Galata, Bulgaria Gallo, capo, Sicilia, Italia; Gallo/Gallore (a)
Galata (a) vedi Galata, Turchia pp. 99, 107; Gallo (g) pp. 105, 106,
126; Gallo (p) cc. 28, 30; Gual (u)
Galata (a) vedi La Galite c. 198
Galata (g) vedi La Galite Gallopa (a) vedi Garoupe
Galata (p) vedi La Galite Galloppa (g) vedi Garoupe
Galata, Bulgaria, Mar Nero; Galata/Gailata Galloppo (g) vedi Garoupe
(a) p. 130
Gallore (a) vedi Gallo
Galata, porto, Turchia; Galata/Gailata (a)
Galopa (g) vedi Garoupe
p. 45; Zalata (g) p. 48; Ghalata (p)
c. 14; Ghalletam (u) c. 171 Galopi (a) vedi Garoupe
Galeta (a) vedi La Galite Galoppa (p) vedi Garoupe
Galeta (g) vedi La Galite Galoppa (u) vedi Garoupe
Galipoli (g) vedi Gallipoli Gamba de Donna (a) vedi Catalano
311
Bianca Fadda
Gameliera (g) vedi Gamelora Garian (Gharyan), monte, Libia; Carena (a)
p. 67; Charena/Charene (g) p. 73; Ca-
Gamello (g) vedi Kofinos
rena (p) c. 20; Quarena (u) c. 180
Gamello (p) vedi Kofinos
Garoupe, capo, Francia; Gallopa/Galopi (a)
Gamelora, isola, Tunisia; Cameliera/Camel- pp. 16, 18; Galopa/Galloppa/Gallop-
liera (a) pp. 70, 72; Gameliera (g) po/Gallapola (g) pp. 16, 18; Galoppa/
p. 78; Gammelliera (p) c. 22; Camelera Ghaloppa (p) cc. 5, 6; Galoppa/Gha-
(u) c. 182 loppa (u) c. 159
Ganba di Donna (g) vedi Catalano Gasr Tellil, Libia; Casartelli (a) p. 67; Cha-
sartelli (g) p. 73; Casarteli (p) c. 20;
Ganba di Donna (p) vedi Catalano Carfael (u) c. 180
Ganba di Donna (u) vedi Catalano Gata (a) vedi Gata, Spagna
Gannuto (a) vedi Giannutri Gata (Dogsa), capo, Cipro; Gavata/Gavatta
Gano (p) vedi Agay (a) pp. 121, 126, 127, 128; Gaveta (g)
pp. 110, 116, 117, 118, 119, 120, 121;
Ganu (g) vedi Agay Caveta/Gavata (p) cc. 32, 33; Guava-
Ganu (p) vedi Greco (a) tam/Guavatan/Guavatar/Gualvatam
(u) cc. 203, 204, 205, 206, 207
Ganzir (p) vedi Porcelli
Gata, capo, Spagna; Gata/Gira (a) pp. 6, 8,
Gaphilese/Gaphilesi/Chapisale (a) p. 67; 79; Gatta (g) pp. 4, 5, 87; Gatta (p)
Chapellet/Chapelletto (g) p. 73; Casar- cc. 2, 23; Gatte/Ghatte/Guata (u)
chasolecche (p) c. 20; Casargaser/Ca- cc. 154, 155, 185
sargasel (u) c. 180; castello non indivi-
duato, Libia Gatona (g) vedi Catona
Garbo (a) p. 5; Garbo (g) p. 3; Gharbo (u) Gatta (g) vedi Gata, Spagna
c. 153; località non identificata, Spa- Gatta (p) vedi Gata, Spagna
gna Atlantica
Gatte (u) vedi Gata, Spagna
Garbo (g) vedi Garbo (a)
Gattona (g) vedi Catona
Garbo (u) vedi Gaibo (a)
Gatuna (p) vedi Catona
Garderones (u) vedi Gàidoro
Gaudopoula, isola, Creta, Grecia; Antegozo
Garderose (p) vedi Gaidoro (a) p. 120; Zigozo/Inazigozo/Nazigogo
Garfanoli (u) vedi Taifor (g) p. 116; Antigodio (p) c. 32; Anti-
gouzi (u) c. 202
Gargano (g) vedi Gargano
Gaudos, isola, Creta, Grecia; Gozo/Goczo/
Gargano, penisola, Puglia, Italia; Gargano Gozi de Creti (a) pp. 67, 80, 108, 113,
(g) p. 31 114, 119, 120, 121, 128; Gozo/Gagio/
312
Indice toponomastico
313
Bianca Fadda
314
Indice toponomastico
Giercelli (p) vedi Cherchell Gioia Tauro, porto, Calabria, Italia; Ioiam
(a) pp. 23, 24; Gioia (g) p. 26; Gioia
Giergenti (p) vedi Rossello (p) c. 8; Iocha (u) c. 162
Giergi casar (u) vedi Bordj Castil Giorgenti (p) vedi Rossello
Gierusalem (g) vedi Gerusalemme Giorgienti (u) vedi Rossello
Gierusalem (p) vedi Gerusalemme Gioura, isola, Grecia, Isole Sporadi; Rossa (a)
Gigari (g) vedi Djidjelli p. 51; Rossa (g) p. 52; Rossa (p) c. 16;
Rossa (u) c. 173
Gigari (p) vedi Djidjelli
Giovanazo (g) vedi Giovinazzo
Gigea (a) vedi Djidjelli
Giovinazzo, porto, Puglia, Italia; Iovenaczo
Gigera (a) vedi Algeri
(a) p. 28; Giovanazo (g) p. 31; Iovanas/
Giggiari (u) vedi Djidjelli Ionanas (u) c. 164
315
Bianca Fadda
Gira (a) vedi Gata, Spagna Goam (a) p. 19; Mongir (g) p. 20; Guan (u)
c. 160; monte non identificato, Ligu-
Giraci (g) vedi Gerace
ria, Italia
Giraglia, isola, Corsica, Francia; Zenara (a)
Goczo (a) vedi Gaudos
p. 102; Laraira (u) c. 196
Godi (p) vedi Gaudos
Giralante (u) vedi Girolata
Godio (p) vedi Gozo
Girapetra (a) vedi Seteìa, golfo
Godio di Creti (p) vedi Gaudos
Giresun, Turchia, Mar Nero; Ciresonda (a)
p. 134 Godio di Greti (p) vedi Gaudos
Girolata, golfo, Corsica, Francia; Girilato (a) Gomaros, baia, Grecia; Gimarra (a) p. 32;
p. 101; Groilata (p) c. 28; Giralante (u) Gimarra (g) p. 35; Lamantata (p) c. 10
c. 195 Gorfo (p) vedi Corfù
Giron (u) vedi Ischia, castello Gorgona (a) vedi Gorgona
Girone (g) vedi Ischia, castello Gorgona (g) vedi Gorgona
Girone (p) c. 8; isola non identificata, Cam- Gorgona (p) vedi Gorgona
pania, Italia
Gorgona (u) vedi Gorgona
Gisal (u) vedi Carnero
Gorgona, isola, Italia; Gorgona (a) pp. 20,
Gisar (p) vedi Zahara 104; Gorgona (g) pp, 21, 22, 102;
Gissar (u) vedi Zahara Ghorghona/Gorgona (p) cc. 7, 29;
Gorgona (u) cc. 160, 197
Gitiges (u) vedi El-Beith
Gorgozini (a) p. 134; località non individua-
Giunchi (u) vedi Gialova ta, Turchia, Mar Nero
Giuncho (u) vedi Gialova Goriate (p) vedi Ziarat
Gizalcandra (p) vedi Verde Gormera (u) c. 184; località non individuata,
Marocco
Gizalchandra (p) vedi Verde
Goro (a) vedi Goro
Gizera (a) vedi Algeri
Goro, Emilia Romagna, Italia; Goro (a) p. 30
Gloriata (a) vedi Ziarat
Gostantinopoli (g) vedi Istambul
Gloriata (u) vedi Ziarat
Gostantinopoli (p) vedi Istambul
Gniopuli (p) c. 35; località non individuata,
Mar Nero Gostantinopoli (u) vedi Istambul
316
Indice toponomastico
Gostin (u) vedi Marsa Matruh Granbrosa (g) vedi Agria Grambousa
Gouraia, monte, Algeria; Guardia (a) p. 73; Graparola (a) vedi Cabrera
Guardia (g) p. 81; Guardia di Bugea
Graparola (p) vedi Cabrera
(p) c. 22; Ghuardia (u) c. 183
Grapparola (a) vedi Cabrera
Gousi (u) vedi Gozo
Grappi (u) vedi Capri
Gousi di Creti (u) vedi Gaudos
Grappolara (a) vedi Cabrera
Gouzi (u) vedi Gaudos
Grasautin (u) vedi Tin
Gouzi (u) vedi Gozo
Grava (p) vedi Karvera
Gouzi di Creti (u) vedi Gaudos
Grea (g) vedi Eregli
Gouzi di Malta (u) vedi Gozo
Grea (p) vedi Eregli
Gouzi di Maluta (u) vedi Gozo
Greca (a) vedi Eregli
Gouzi di Mauta (u) vedi Gozo
Greca (a) vedi Helles
Gozi de Creti (a) vedi Gaudos
Greca (p) vedi Helles
Gozo (a) vedi Gaudos
Greche (u) vedi Helles
Gozo (a) vedi Gozo
Grecho (g) vedi Helles
Gozo (g) vedi Gaudos
Greco (a) p. 14; Ganu (p) c. 5; isoletta non
Gozo (g) vedi Gozo identificata, Francia
Gozo (Ghawdex), isola, Malta; Gozo/Gogo Greco (p) vedi Helles
de Malta (a) pp. 80, 106, 109, 11, 112,
113, 120; Gozo (g) p. 72; Godio/Godio Grega (a) vedi Eregli
di Malta (p) cc. 24, 30, 34, 35; Gouzi/ Grega (a) vedi Helles
Gousi/Gouzi di Malta/Gouzi di Mauta/
Gouzi di Maluta/Guzi di Malta/Mouzi Gregua (u) vedi Helles
di Mauta (u) cc. 181, 199, 200, 201 Greta (p) vedi Eregli
Gozo di Cretti (g) vedi Gaudos Greti (g) vedi Creta
Gozo di Gretti (g) vedi Gaudos Greti (p) vedi Creta
Graciola (g) vedi Therasìa Gretti (g) vedi Creta
Gragonara (g) vedi Dragonara Gricha (g) vedi Helles
Gragonare (p) vedi Dragonesi Grifo (g) vedi Corfù
Graliatta (g) vedi Ziarat Grifo (g) vedi Corfù
Gran Sirte, golfo, Libia; Tino (a) pp. 69, 79, Grinol (u) vedi Zembra
113; Tino/Tin (g) pp. 72, 73; Tino/
Groilata (p) vedi Girolata
Tim (p) cc. 24, 35; Tin (u) cc. 180,
199, 201 Groliatta (g) vedi Ziarat
317
Bianca Fadda
Grolietta (p) vedi Ziarat Guardia de Bizerto (a) vedi Ras El Albiadi
Groma (a) vedi Karaman Guardia di Bisarti (g) vedi Ras El Albiadi
Gros (u) vedi Port Cros Guardia di Bisarti (p) vedi Ras El Albiadi
Grosa, isola, Spagna; Pali (a) p. 8; Pali (g) Guardia (p) vedi Gouraia
p. 6; Pare (p) c. 2; Pali (u) c. 154
Guardia di Setta (g) p. 84; Guardia di Setti
Groser, capo con isola antistante, Spagna; (p) c. 23; collina alle spalle di Ceuta,
Palomiera/Palomiero/Palomera/Pamie- Marocco
ra (a) pp. 85, 86, 87; Palomiera/Palo-
mera (g) pp. 90, 92, 93, 94; Paromera/ Guardia di Setti (p) vedi Guardia di Setta (g)
Palomera (p) cc. 24, 25; Palomiera (u) Guata (u) vedi Gata, Spagna
cc. 186, 187, 188
Guavatam (u) vedi Gata, Cipro
Grosseto (u) vedi Grosseto
Guavatan (u) vedi Gata, Cipro
Grosseto, città, Toscana, Italia; Grosseto (u)
c. 161 Guavatar (u) vedi Gata, Cipro
Gualtieri (g) p. 36; castello non individuato, Gurfu (p) vedi Corfù
Grecia, Isole Ionie Gusegin (g) vedi Marsa Matruh
Gualvatam (u) vedi Gata, Cipro Guzi di Creti (u) vedi Gaudos
Guan (u) vedi Goam (a) Guzi di Malta (u) vedi Gozo
Guardia (a) vedi Gouraia Gyaros, isola, Grecia, Isole Cicladi; Capra (a)
Guardia (g) vedi Gouraia pp. 40, 55, 56; Crava/Chrava (g)
318
Indice toponomastico
pp. 41, 59; Capra/Capre (p) cc. 11, 17; Maomecta (p) cc. 34, 35; Maometta/
Orau/Oraua (u) c. 169 Maumetta (u) cc. 181, 201
Helles (Mehmetcik), capo, Turchia; Greca/
Grega (a) pp. 44, 45; Grecho/Gricha
H (g) pp. 47, 48; Greca/Greco (p) c. 14;
Hadjaj, porto, Algeria; Marza de Giga (a) Gregua/Greche (u) cc. 171, 205, 206
p. 75; Mazatigegi (g) p. 82; Marsa di Hirasonu, Turchia, Mar Nero; Tio (a) p. 132
Gege (p) c. 22; Marsa di Gigie/Marsa-
geter (u) c. 183 Honaine, baia, Algeria; Une (a) pp. 77, 79;
Unino/Uinino (g) pp. 83, 86, 87;
Hagios Andreas, capo, Cipro; S. Andrea (a) Umin (p) cc. 23, 24; Une (u) cc. 184,
pp. 126, 127, 129; S. Andrea (g) 185
pp. 118, 121, 122; S. Andrea (p) cc. 33,
34; S. Andrea (u) cc. 205, 206, 207 Hormigas, isole, Spagna; Formigue (a) p. 9;
Formiche (g) p. 8; Formicule (p) c. 3;
Hàgios Georgios, isola, Grecia; S. Georgio/ Formiche (u) c. 155
S. Georgio della Bara (a) pp. 40, 53,
56; S. Giorgio di Lambra (g) pp. 41, Hurma, foce del canale, Turchia; Bocza (a)
p. 59; Burza (g) p. 64; Vaza (p) c. 18;
42, 55, 59; S. Gorgo/S. Giorgio/S.
Biosa (u) c. 177
Gorgio de la Barca (p) cc. 13, 16, 17;
S. Giorgio (u) cc. 169, 170, 173, 174 Hyeres, isole, Francia; Iera (a) pp. 14, 15, 16,
18, 87, 88, 97, 103; Ere/Eri/Iri/Lere/
Hàgios Gheorghios, capo, Grecia; S. Georzo
Leri/Teri (g) pp. 14, 15, 16, 19, 101,
(a) p. 43; S. Giorgio (g) p. 45; S. Gorgo
122, 124; Eri/Ari/Erei (p) cc. 4, 5, 6,
(p) c. 14; S. Giorgio (u) c. 170
25, 26, 27, 29; Ieres/Iera/Eres/Eras/
Hàgios Ioànnes, capo, Creta, Grecia; S. Era/Iieres (u) cc. 157, 158, 159, 185,
Johanne (a) pp. 117, 118; S. Giovanni/ 188, 189, 193, 194, 197
S. Ianni (g) pp. 113, 114; S. Giovanni
(p) cc. 31, 31; S. Iohannis/S. Giovan-
ni/Iohan (u) cc. 175, 176, 202, 203 I
319
Bianca Fadda
320
Indice toponomastico
321
Bianca Fadda
Istrongolo (g) vedi Stromboli Kalamitskij, Zaliv, golfo, Ucraina, Mar Nero;
Calami (a) p. 133; Carabi (p) c. 35
Itaca (Ithàke), isola, Grecia, Isole Ionie; Val
de Compare (a) p. 32; Val di Chonpare Kaleardi, castello, Turchia; Castel Lombardo
(g) p. 36; Val di Compare (p) c. 10; Val (a) p. 59; Chastello Lombardo/Chastel-
di Compare (u) c. 166 lo Lobardo (g) p. 63; Castello Lonbardo
Iuda (p) vediS. Ianni (p) c. 18; Castello Lombart (u) c. 177
Iupo (a) vedi S. Pola, capo Kaliakra, Nos, capo, Bulgaria, Mar Nero;
Caliacra (a) p. 130
Iuppo (p) vedi S. Pola, capo
Kaloi (Kaloilimenes), porto, Creta, Grecia;
Iva (g) vedi S. Ianni Calonimela/Colonimera (a) pp. 114,
Ivissa (u) vedi Levanzo 120, 121; Chalolimena/Chololimena
(g) pp. 110, 111, 117; Calolimena/Ca-
Izalgadar (g) vedi Algeciras
lelimena (p) cc. 31, 32; Calorimena/
Izet (u) vedi If Calormena/Chalormena (u) c. 202
Izeto (a) vedi If Kamcija, Bulgaria, Mar Nero; Vecina (a)
pp. 130, 131
322
Indice toponomastico
Kapsul, capo, Turchia, Mar di Marmara; glie/Quaglie (p) cc. 11, 12; Cailas/
Braco (a) p. 46; Larocho/Marocho (g) Caillas/Chaillas (u) c. 168
p. 49; Larco (p) c. 15; Rocca (u) c. 172
Kea, isola, Grecia, Isole Cicladi; Cia/Cea (a)
Kara, Burun, capo, Turchia, Mar Nero; Filea pp. 40, 55, 56, 125; Cea/Ciea/Chae (g)
(a) p. 129 pp. 41, 42, 58, 59; Ciea/Chio (p)
cc. 13, 17; Chea/Sca/Sessa/Esta (u)
Karacali, porto, Turchia, Mar di Marmara;
cc. 169, 174, 175
Characha (g) p. 50; Caraca (p) c. 15;
Cartaga (u) c. 172 Kefalos, capo, Grecia, Isole Sporadi; Chifalo
(a) p. 54; Chafalo/Chapalo/Cepolu (g)
Karaman, Turchia, Mar Nero; Groma (a)
pp. 132, 133 pp. 56, 57; Chifallo (p) c. 16; Chifalo
(u) c. 174
Karistos, castello, Grecia; Caristo (a) p. 40;
Chalisto (g) p. 42; Calisto (p) c. 13; Kefken, isola, Turchia, Mar Nero; Filoxia/Fe-
Caristos (u) c. 169 noxia/Fenosia (a) p. 132; Fosia (p)
c. 35
Karvera (Skhiza), isola, Grecia; Capra/Ca-
vrara (a) pp. 34, 35; Chapra (g) p. 38; Kekova, porto, Turchia; Cacavo (a) pp. 58,
Grava (p) c. 13; Cabra (u) c. 167 59, 127; Chachavo/Chachano (g)
pp. 62, 120; Cacavo/Cacchavo (p)
Karystas, baia, Grecia; Calisto (a) p. 41; cc. 17, 18, 33, 34; Caquo (u) c. 176
Chalisto/Chalistro (g) p. 42; Caristo/
Calisto/Castico/ (u) cc. 169, 170 Kelibia (Qelibia), porto, Tunisia; Quipia/
Quippia/Chippia (a) p. 71; Chibia (g)
Kàsos, isola, Grecia, Isole Sporadi; Caxo (a) p. 77; Chiappa/Chipia (p) c. 21; Qui-
p. 121; Chascio (g) p. 117; Cacio/Ca- pia (u) c. 181
scio (p) c. 32
Kemer, baia, Turchia, Mar di Marmara; Pari
Kastellorizon, porto, Grecia; Castello Roso/ (a) pp. 44, 46; Pari (g) pp. 47, 49; Pari/
Castello Rosso (a) pp. 58, 128; Chastel- Paris (p) c. 15; Paris (u) c. 172
lo Rogio (g) pp. 62, 120; Castel Rugio/
Castello Ruggio (p) cc. 17, 34; Castel Kerc, Turchia, Mar Nero; Pondicopera (a)
Roggio/Castello Roggio (u) cc. 176, p. 136
206 Kerc, Ucraina, Mar Nero; Vospro (a) p. 136;
Kastron, capo, Grecia; Castello (a) p. 33; Vospio (p) c. 36
Chastello (g) p. 37; Castello (p) c. 11; Kerion, porto, Grecia; Nacta (a) p. 33; Natta
Chastello (u) c. 166 (g) pp. 36, 37; Nata/Nacte (p) c. 11;
Kavaliani, isola, Grecia; Cavalline (a) pp. 40, Natta/Nat (u) c. 166
41; Chavaline/Chavalline/Chavalina (g) Kerkennah, secche, Tunisia; S. Patriarca (a)
pp. 42, 43; Chalanine/Chavalline/Ca- pp. 69, 71, 114; Patriarcha (g) pp. 75,
valline (p) c. 13; Cavallinas (u) cc. 169, 76, 77; S. Patriarcha/S.Patriarca (p)
170, 176
cc. 21, 34; Patriarca (u) c. 181
Kavarna, Bulgaria, Mar Nero; Gavalar (p)
Kerkennah, secche, Tunisia; Capulia (a)
c. 36
pp. 68, 69, 70, 71; Chapudia (g) pp. 75,
Kayio, porto, Grecia; Qualle/Quallie (a) 76, 77; Chapudia/Capudia (p) cc. 21,
p. 36; Chuaglie (g) pp. 39, 40; Cua- 34; Capudia (u) cc. 181, 201
323
Bianca Fadda
Keros, isola, Grecia, Isole Cicladi; Quero (a) Kos, isola, Grecia, Isole Sporadi; Angho/Ango
p. 53; Guero (g) p. 55; Quero (p) c. 16; (a) pp. 51, 54; Ango/Angoe/Engoe (g)
Quae/Quo (u) c. 174 pp. 52, 56; Argon/Ago (p) cc. 15, 16;
Lango/Langho/Lungho/Nigho (u)
Kerpe, Burun, Turchia, Mar Nero; Carpi (a)
cc. 173, 174, 176
pp. 131, 132; Charpi (p) c. 35
Kosetabya, porto, Turchia; Pasequia/Pasechia
Khadidja, torre, Tunisia; Capulia (a) pp. 69, (a) p. 46; Paspecia/Paspacia (g) p. 49;
70; Chapudia (g) pp. 75, 76; Capudia Papescia (p) c. 15; Pasequia/Partenqua
(u) c. 181 (u) c. 172
Khanzur, capo, Turchia; Rassacangiro/Rassa- Koufonesi, isola, Grecia; Cristiana (a)
canziro (a) p. 60; Rasachangir /Raso pp. 115, 116, 121, 128; Christiana (g)
Changir/Raso Chanzire(g) p. 64; Ca- pp. 111, 112; Cristiana (p) cc. 31, 32;
salganziro/Rasaganzir (p) cc. 18, 33; Cristiana (u) cc. 202, 203, 204
Rasatanzir (u) c. 177
Koufonesi, monti, Grecia; Cristiana (a)
Kìnaros, isola, Grecia; Cener (a) p. 54; Cer- p. 112; Christiana (g) p. 112; Cristiana
ver (g) p. 56; Tene (u) c. 174 (u) c. 202
Kìthera, isola, Grecia, Isole Ionie; Cederigo/ Koufos, porto, Grecia; Cangno (a) p. 44; Ca-
Cedrigo/Cetrile/Setrile (a) pp. 37, 52, gnio/Chagnio (g) p. 46; Cangno/Can-
81, 122, 125; Cedri/Cetrelli/Cetreli/ gna (u) c. 171
Cietreli/Citrelli (g) pp. 54.117; Cedri/
Ciedri (p) cc. 12, 32, 33; Setril/Sentril/ Krikellos, capo, Grecia, Isole Sporadi; Cur-
Scitril (u) cc. 168, 173, 180, 204, 205 chedo (g) p. 56
Kiti, capo, Cipro; Chitto (g) p. 119 Krio, capo, Turchia; Crio (a) p. 56; Cirio (g)
p. 60; Zido (p) c. 17; Criovo/Eriovo
Kitros, capo, Grecia; Sidron (a) p. 43; Cedro (u) c. 176
(g) p. 46; Roza (p) c. 14; Sidro/Sidros/
Sido (u) c. 171 Krionero, capo, Grecia; Castello (a) p. 33;
Chastello (g) p. 36; Castello (u) c. 205
Kizil, fiume, Turchia, Mar Nero; Lalli (a)
Kumeli (Asiyan), capo, Turchia, Mar di Mar-
p. 134
mara; S. Angelo (a) p. 45; S. Angelo (g)
Kofinos (Asterousia), monte, Creta, Grecia; p. 48; S. Angiolo (p) c. 15; S. Angnolo
Camello (a) pp. 114, 115; Gamello (g) (u) c. 171
p. 111; Gamello (p) c. 31; Camel (u)
Kumkale, capo, Turchia; Armini (a) p. 44;
c. 202
Armini/Armino (g) pp. 47, 49, 50; Ar-
Korgos, porto, Turchia; Curco (a) p. 59; mini (p) cc. 14, 15, 17; Erminia (u) c.
Churdo (g) p. 64; Curco (p) cc. 18, 34; 172
Calt (u) c. 177
Kuriate, isola, Tunisia; Conia/Conie (a) p. 71;
Korifi Pirgos, Grecia; Nio (a) p. 53; Nio (g) Chunia/Chunie (g) p. 77; Cunie (p)
p. 55; Nio (p) c. 16 c. 21; Comas (u) c. 181
Korònis, castello, Grecia; Coronese/Corono- Kurucaçile, Turchia, Mar Nero; Tripisilli/
se (a) p. 35; Chorone (g) p. 39; Colo- Tripissi (a) p. 132; Tripisilli/Trixilli (p)
nese (p) c. 11; Coronas (u) c. 167 c. 35
324
Indice toponomastico
325
Bianca Fadda
326
Indice toponomastico
327
Bianca Fadda
Leucade (Leukas), isola, Grecia; Ducato/Lu- Licie (g) vedi S. Maria di Leuca
cata (a) pp. 32, 34, 80, 108, 113; Du-
Licosa (a) vedi Licosa
chatto/Chatto (g) pp. 35, 37; Dugati/
Daghaso (p) cc. 10, 11, 24, 30, 35; Licosa (p) vedi Licosa
Ducat (u) cc. 199, 201 Licosa, punta, Campania, Italia; Licosa/Li-
Leuze (u) vedi Ventilegne cusa (a) p. 23; Lichosa (g) p. 25; Licosa
(p) c. 8; Lichosa/Alicosa (u) c. 162
Levant, isola, Francia; Boni Homeni (a) p. 15;
Buonomo (g) p. 14; Bon Nome (p) c. 5; Licostoma (a) vedi Licostonzo
Sabros (u) c. 158 Licostonzo, Romania-Ucraina, Mar Nero;
Levanzo, isola, Italia, Isole Egadi; Enviza/ Licostoma (a) p. 131
Envinza (a) pp. 81, 82, 107, 109, 110; Licues (u) vedi S. Maria di Leuca
Evinza (g) p. 105; Evisa (p) c. 30; Ivissa
(u) cc. 198, 199, 200 Licusa (a) vedi Licosa
Li Echue (g) vedi S. Maria di Leuca Licza (a) vedi Lecce, città
Licha (u) vedi Lecce, spiaggia Liman, capo, Turchia, Mar di Marmara; Pa-
ralimene (a) p. 44; Locendo (g) p. 48;
Lichandro (g) vedi Sicandro Cedi (p) c. 14; Clesedi (u) c. 171
Lichata (p) vedi Licata Limassol (Lemesòs), porto, Cipro; Limesso
(a) p. 127; Limiso/Limisoe (g) p. 119;
Lichosa (g) vedi Licosa
Limiso (p) c. 33; Limisso lo Vecchio
Lichosa (u) vedi Licosa (u) c. 205
328
Indice toponomastico
Limenia (a) vedi Semenli Linosa, isola Sicilia, Italia; Limosa/Limoza (a)
pp. 70, 112, 113; Limosa (p) cc. 21, 34,
Limesso (a) vedi Limassol 35; Limosa/Limoza/Molsa (u) c. 201
Liminia (p) vedi Semenli Linquns (u) vedi Alice
Limiso (g) vedi Limassol Linteame (a) vedi Vela Bianca
Limiso (p) vedi Limassol Linteame (u) vedi Vela Bianca
Limisoe (g) vedi Limassol Lintra (u) vedi Vedra
Limisso (g) vedi Lithari Linzolo (a) vedi Lenzolo (a)
Limisso lo Vecchio (u) vedi Limassol Lione (p) vedi Leon
Limosa (a) vedi Linosa Liparello (p) vedi Liparino (a)
Limosa (p) vedi Linosa Lipari (a) vedi Lipari
Limosa (u) vedi Linosa Lipari (g) vedi Lipari
Limoza (a) vedi Linosa Lipari (p) vedi Lipari
Limoza (u) vedi Linosa Lipari, isola, Italia, Isole Eolie; Lipari (a)
p. 110; Lipari (g) p. 109; Lipari (p) c. 31
Lina (g) vedi Pallene
Liparino (a) p. 110; Liparello (p) c. 31; iso-
Linar (a) vedi Linaro letta non identificata, Italia, Isole Eolie
Linar (u) vedi Linaro Liquns (u) vedi Alice
Linara (u) vedi Linaro Lissa (Vis), isola, Costa Dalmata; Essa (a)
p. 31; Issa (g) p. 33; Ipisa (p) c. 10;
Linare (g) vedi Lithari
Ipan (u) c. 164
Linari (g) vedi Linaro
Litaa (p) vedi Likhàdes
Linari (p) vedi Linaro
Litar (a) vedi Likhàdes
Linari (u) vedi Linaro Litar (a) vedi Lithari
Linaro (a) vedi Linaro Litar (u) vedi Likhàdes
Linaro (g) vedi Linaro Litar (u) vedi Lithari
Linaro, capo, Lazio, Italia; Linaro/Linar (a) Litare (g) vedi Likhàdes
pp. 21, 22; Linaro/Linari (g) p. 23; Li-
nari (p) cc. 7, 8; Linara/Linar/Linari Lithari, capo, Grecia; Litar (a) p. 42; Limiso/
(u) cc. 161, 200 Linare (g) p. 44; Lima (p) c. 14; Litar
(u) c. 170
Lino (g) vedi Santorino
Litro (a) vedi Loutros
Lino (p) vedi Antimelos
Liurs (p) vedi Collioure
Lino (p) vedi Vivara
Livadhostra, baia, Grecia; Ostria (a) p. 34;
Linopoli (a) vedi Poti Chotri (g) p. 37; Ostia (u) c. 167
329
Bianca Fadda
Lizuolo (g) vedi Vela Bianca Loreo, Veneto, Italia; Laoreto (a) p. 30
Llamp, capo, Spagna, Baleari; Tarfalenpa (a) Loro (p) vedi Rousse
p. 85; Trafalenfa (g) p. 92; Tarfalenpa
Los Eschuels (u) vedi Brescou
(p) c. 25; Tarfalempa (u) c. 187
Los Escullos, baia, Spagna; Raiba (a) p. 7;
Llicata (u) vedi Licata
Rabia/Raba (g) p. 5; Raba (p) c. 2; Rai-
Lo Lipai (a) p. 44; Lo Ripali (g) p. 47; Lo ba (u) c. 154
Ripalli (p) c. 14; Lo Tapali (u) c. 171;
località non individuata, Turchia, Mar Los Frailes, porto, Spagna; Due Frati (a)
di Marmara p. 7; Due Fratti (g) p. 5; Frate (u) c. 154
Lo Pevere (a) p. 111; Lo Pebre (u) c. 200; Lotro (g) vedi Loutros
isoletta non identificata, Malta Lotrot (u) c. 162; località non individuata,
Lo Ripali (g) vedi Lo Lipai (a) Calabria, Italia
Lo Tapali (u) vedi Lo Lipai (a) Loutros, porto, Creta, Grecia; Litro (a)
pp. 119, 120; Lotro (g) p. 116; Lucro
Locendo (g) vedi Liman (p) c. 32; Lutro (u) c. 202
Lochata (g) vedi Licata Lucata (a) vedi Leucade
Loclar (u) vedi Claro (a) Lucch (u) vedi Marsa Lukk
Logobardo (g) vedi S. Leonardo Lucerna (g) vedi Istambul, sobborgo
Lomandre (p) vedi Maura Lucho (g) vedi Marsa Lukk
Lombria (u) vedi Silivri Luco (a) vedi Marsa Lukk
Londres (u) vedi Rousse Luco (p) vedi Marsa Lukk
Lone (u) vedi Gazikoy Lucro (p) vedi Loutros
Longa (a) vedi Gazikoy Luna (u) c. 190; località non individuata,
Longa (g) vedi Spinalònga Sardegna, Italia
Longone (g) vedi Gazikoy Lungha (p) vedi Gazikoy
Longone (g) vedi Porto Longone Lungho (u) vedi Kos
Longone Sardo (g) vedi S. Teresa di Gallura Lunghone (p) vedi Porto Longone
Longuanel (u) c. 198; porto situato nel capo Lutro (u) vedi Loutros
Murro di Porco, Sicilia, Italia
Lutto (g) vedi Marsa Lukk
Longum Sardo (a) vedi S. Teresa di Gallura
Longun Sardo (a) vedi S. Teresa di Gallura
330
Indice toponomastico
331
Bianca Fadda
Malatra, Burun, Turchia, Mar Nero; Malatra Maleia Mattapane (g) vedi Matapas
(a) p. 129 Malette (g) vedi Almunecar
Malatro (a) vedi Akiò Maleventre (a) vedi Mal di Ventre
Male in ventre (g) vedi Mal di Ventre Malfatano (a) vedi Malfatano
Malea (g) vedi Matapas Malfatano, capo, Sardegna, Italia; Malfeta-
no/Malfatano (a) p. 95; Malfetano (g)
Malea (p) vedi De-Mala (a)
p. 100; Malfetano (p) c. 27; Malfetan
Malea (p) vedi Matapas (u) c. 193
Malea Mactapane (a) vedi Matapas Malfecta (a) vedi Molfetta
Malea Matapam (u) vedi Matapas Malfetan (u) vedi Malfatano
Malea Matapan (u) vedi Matapas Malfetano (a) vedi Cavaliere
Malea Matapaz (u) vedi Matapas Malfetano (a) vedi Malfatano
Malea Mattapan (g) vedi Matapas Malfetano (g) vedi Malfatano
332
Indice toponomastico
Malia Mattapane (g) vedi Matapas Maltepe, Turchia, Mar di Marmara; Casale
(a) p. 47; Chasale (g) p. 50; Casar/Cha-
Maliakos, golfo, Grecia; Bondonicza (a) sar (u) c. 172
p. 43; Labordone (g) p. 45
Maltta (g) vedi Malta
Malicha (p) vedi Malaga
Maluentre (u) vedi Mal di Ventre
Malicha (u) vedi Malaga
Maluta (u) vedi Malta
Malico (u) vedi Maidos
Malvagia (a) pp. 38, 126; Marvafisi (p) c. 12;
Maliqua (u) vedi Malaga Malvazia (u) c. 168; località non indi-
Malito (p) vedi Maidos viduata, Grecia
Malitto (g) vedi Maidos Malvazia (u) vedi Malvagia (a)
Malla (g) vedi De-Mala (a) Malventre (p) vedi Mal di Ventre
Mallea de Sancto Angelo (a) vedi Maleas Mamora (a) vedi Marmaris, capo
Mallea Mactapane (a) vedi Matapas Mandolea (g) vedi Amandolea
Mallea Sancto Angelo (a) vedi Maleas Mandoleia (g) vedi Amandolea
Mallea Santo Angelo (a) vedi Maleas Mandra (g) vedi Maura
Mallea Santo Angnolo (u) vedi Maleas Mandralea (g) vedi Menderes
Malli (u) vedi Trypete Mandralea (u) vedi Menderes
Mallo (a) vedi Mallos Mandre (g) vedi Maura
Mallo (g) vedi Mallos Mandre (p) vedi Maura
Mallo (p) vedi Mallos Mandrea (a) vedi Menderes
Mallo (u) vedi Mallos Mandrea (u) vedi Maura
Mallos, città abbandonata, Turchia; Mallo (a) Mandree (a) vedi Maura
p. 59; Mallo (g) p. 64; Mallo (p) cc. 18,
33; Mallo (u) c. 177 Mandrelea (g) vedi Menderes
Maloma (p) vedi Maròneia Mandrolea (p) vedi Menderes
333
Bianca Fadda
334
Indice toponomastico
Mare Morto (a) vedi Augusta, porto Marguat (u) vedi Marqab
Mare Mortto (g) vedi Augusta, porto Marica (a) vedi Malaga
Maredava (a) vedi Molarotto Marignera (a) p. 7; isola non identificata,
Spagna
Maref (u) vedi Maire
Marinon (u) vedi Diamont
Maremma (a) vedi Marettimo
Maresma (u) vedi Marettimo Marivola (u) c. 191; capo presso l’isola Mor-
torio, Sardegna, Italia
Maretima (g) vedi Marettimo
Marmaris, capo, Turchia; Marmora/Mamora
Marettima (g) vedi Marettimo (a) p. 56; Marmola (g) p. 60; Marmora
Marettimo (g) vedi Marettimo (p) c. 17; Marmora/Marmorea (u)
c. 176
Marettimo (p) vedi Marettimo
Marmaris, castello, Turchia; Marmora (a)
Marettimo, isola, Italia, Isole Egadi; Marem- p. 57; Marmora (g) p. 60; Marmora (p)
ma (a) pp. 98, 99, 109, 110, 112; Mare- c. 17; Marmora (u) c. 176
tima/Marettima/Marettimo (g) pp. 108,
109, 124, 125, 126, 127; Marettimo Marmaris, porto, Turchia; Sisco/Sisoe (a)
(p) cc. 27, 28, 30, 35; Maresma/Marse- p. 57; Siscio/Scio (g) p. 61; Sischo (p)
ma (u) cc. 193, 194, 199, 200, 201 c. 17; Sisco (u) c. 176
Marga (g) vedi Margarito (a) Marmola (g) vedi Marmaris, capo
Margarito (u) vedi Margarito (a) Marmora (p) vedi Marmaris, capo
Margatto (g) vedi Margarito (a) Marmora (p) vedi Marmaris, castello
Margatto (g) vedi Marqab Marmora (p) vedi Marmora
Margatto (p) vedi Marqab Marmora (u) vedi Marmaris, capo
Margharito (p) vedi Margarito (a) Marmora (u) vedi Marmaris, castello
Margharito (u) vedi Margarito (a) Marmora (u) vedi Marmora
Margho (u) vedi Amorgos Marmora, isola, Turchia, Mar di Marmara;
Marmora (a) p. 46; Marmora (g) pp. 47,
Margo (a) vedi Amorgos
49; Marmora (p) cc. 14, 15; Marmora
Margo (g) vedi Amorgos (u) c. 171
Margo (p) vedi Amorgos Marmorea (u) vedi Marmaris, capo
Margo (u) vedi Amorgos Marmorto (p) vedi Augusta, porto
335
Bianca Fadda
336
Indice toponomastico
Marticarno (p) vedi Martincaravo (a) Mastegue/Masteghue (u) c. 175; località non
individuata, Grecia
Marticharno (p) vedi Martincaravo (a)
Matapas (Tainaron), capo, Grecia; Mallea
Martin (u) vedi Sant Martin
Mactapane/Malea Mactapane (a)
Martin Caravea (u) vedi Martincaravo (a) pp. 36, 37, 80, 81, 108, 113, 120, 122;
Malea/Malia/Malia Mattapane/Malea
Martin, capo, Francia; S. Martino (a) p. 17;
Mattapan/Maleia Mattapane (g) pp. 39,
S. Martin (g) p. 18; S. Martino (p) c. 6;
40, 107; Malia Matapane/Malia/Ma-
S. Martino (u) c. 159
lea/Malea Mattapane (p) cc. 11, 12,
Martina (a) vedi Sant Martin 24, 30, 35; Malea Matapan/Malea Ma-
tapam/Malea Matapaz/Malainatapan
Martina (g) vedi Sant Martin
(u) cc. 167, 168, 199, 201, 204
Martincaravo (a) p. 38; Marticarno/Marti-
Mathea (u) vedi Amantea
charno/Marticarlo (p) c. 12; Martino
Caravea (u) c. 168; località non indivi- Matifou, capo, Algeria; Mectisuso/Mectifuso
duata, Grecia (a) pp. 75, 89; Mette Fuso (g) p. 82;
Mette Fuso (p) cc. 22, 26; Metifus/Me-
Martino (a) vedi Sant Martin
tifors (u) cc. 183, 189
Martino (g) vedi Sant Martin
Matre (a) vedi Maire
Martino (p) vedi Sant Martin
Matrega (a) vedi Taman
Martino (u) vedi Sant Martin
Matrica (p) vedi Taman
Marvafisi (p) vedi Malvagia (a)
Matrica (p) vedi Taman
Marza de Giga (a) vedi Hadjadj
Mattea (p) vedi Manree (a)
Marza Mosecto (a) p. 112; porto non indivi-
Mattea (u) vedi Manree (a)
duato, Malta
Maumetta (u) vedi Hammamet
Marzamucza (a) vedi Marsamusa
Maura, isola, Grecia, Isole Sporadi; Mandree
Marzamuze (p) vedi Marsamusa
(a) p. 54; Mandra/Mandre (g) pp. 56,
Marzara (a) vedi Mazara del Vallo 57; Lomandre/Mandre (p) cc. 16, 17;
Mandrea (u) c. 174
Marzara (g) vedi Lilibeo
Maurachia (a) p. 135; località non individua-
Marzara (g) vedi Maharès
ta, Russia, Mar Nero
Masalmar (p) vedi El Mrega
Mauta (u) vedi Malta
Masalomar (u) vedi El Mrega
Mazachaldune (g) vedi Bougie
Masanar (g) vedi El Mrega
Mazagan (El Jadida), punta, Marocco; Me-
Masar (u) vedi Maharès zegan (a) p. 78; Musigano/Musagano/
Musiganu (g) p. 85; Mesegano/Mese-
Masolmar (p) vedi El Mrega
ghano (p) c. 23; Mazeguam/Meza-
Massanmar (g) vedi El Mrega guan/Mezaguari/Meguam (u) c. 184
337
Bianca Fadda
Mazara (a) vedi Mazara del Vallo Media Andora (g) vedi Andora
Mazara (g) vedi Mazara del Vallo Mediana (g) vedi Port Cros, isola
Mazara (p) vedi Mazara del Vallo Mediana (p) vedi Port Cros, isola
Mazara (u) vedi Mazara del Vallo Mediano (g) vedi Majean
Mazara del Vallo, punta, Sicilia, Italia; Maza- Mediano (p) vedi Majean
ra/Maczara/Marzara (a) pp. 106, 109,
112, 113; Mazara (g) pp. 104, 105; Medie (g) vedi Mede (a)
Mazara (p) cc. 30, 34, 35; Mazara (u) Medier (g) vedi Medas
cc. 198, 201
Medina (g) vedi Medina Azzahira
Mazarròn, porto, Spagna; Carmaniare/Car-
manzare (a) p. 7; Charmagiar/Char- Medina Azzahira, città abbandonata, Spa-
mangiar/Charmargiar (g) p. 5; Car- gna; Ermendina (a) p. 3; Elmendina/
mangiare (p) c. 2; Carmaniar (u) c. 154 Medina (g) p. 1; Elmedina (p) c. 1; El-
mendina (u) c. 153
Mazatigegi (g) vedi Hadjadje
Megannome (a) vedi Meganom, Mys
Mazeguam (u) vedi Mazagan
Meganom, Mys, capo, Ucraina, Mar Nero;
Meccha (a) vedi Trypete
Megannome (a) p. 136
Mectifuso (a) vedi Matifou
Megara, porto, Grecia; Migra (a) p. 39; Me-
Mectisuso (a) vedi Matifou gra/Negra (g) p. 41; Nigro/Magra (p)
cc. 12, 13; Migra (u) c. 169
Meczana (a) vedi Port Cros, isola
Megra (g) vedi Megara
Meczano (a) vedi Majean
Meda (u) vedi Mede (a) Megri (Fethiye), golfo, Turchia; Macri (a)
p. 57; Machri (g) p. 61; Macri (p)
Medas, isole, Spagna; Mede (a) p. 10; Medier/ c. 17; Macri (u) c. 176
Media/Meder (g) p. 8; Mede (p) c. 3;
Mede (u) c. 155 Meguam (u) vedi Mazagan
Mede (a) p. 10; Medie (g) p. 8; Mede (p) c. 3; Meian (u) vedi Majean
Meda/Mede (u) c. 155; capo situato Meiana (u) vedi Port Cros, isola
nelle isole Medas, Spagna
Mela d’Andola (a) vedi Andora
Mede (a) vedi Medas
Mela d’Andriola (u) vedi Andora
Mede (p) vedi Medas
Mela de lo Servo (a) vedi Cervo
Mede (p) vedi Mede (a)
Mela del Ciervio (u) vedi Cervo
Mede (p) vedi Mesia
Mela Servo (p) vedi Cervo
Mede (u) vedi Mede (a)
Melaczo (a) vedi Milazzo
Mede (u) vedi Medas
Melada (Molar), isola, Costa Dalmata; Melo
Meder (g) vedi Medas
(a) p. 30; Melo (g) p. 33; Melio (p)
Media (g) vedi Medas c. 10; Merllo (u) c. 164
338
Indice toponomastico
Melleca (a) vedi Trypete Mersa El-Raccam, Egitto; Casale (a) p. 65;
Chasale (g) p. 70; Casale (p) c. 19; Ca-
Mellie (u) c. 200; porto situato nell’isola di sal/Casar/Cazer (u) c. 172
Malta
Mesa (g) vedi Mesa del Roldan
Melliora (a) vedi Meloria
Mesa del Roldan, porto, Spagna; Mensa (a)
Melo (a) vedi Melada p. 7; Mesa/Messa (g) p. 5; Mosso (p)
Melo (g) vedi Melada c. 2; Mensan (u) c. 154
339
Bianca Fadda
340
Indice toponomastico
Mikonos, isola, Grecia, Isole Cicladi; Micola Milo (p) vedi Milo
(a) p. 55; Michola (g) pp. 58, 59; Nic-
Mina (a) vedi Almina
cola (p) c. 17; Nicolas/Nicholasa (u)
c. 174 Mina (g) vedi Almina
Mil (u) vedi Milo Mina (p) vedi Almina
Mila (u) vedi Milo Minella (a) vedi Melilla
Milavio (a) p. 90; Meralto (p) c. 26; golfo Minella (p) vedi Melilla
non identificato, Sardegna, Italia
Minerba (a) vedi Campanella
Milazzo, porto, Sicilia, Italia; Melaczo (a)
Minerba (u) vedi Campanella
pp. 99, 104, 108, 110; Melazo (g)
pp. 103, 106, 109, 128; Melasso (p) Minerva (p) vedi Campanella
cc. 28, 29, 30, 31; Melasso/Melas (u)
Minerva (u) vedi Campanella
cc. 194, 197, 199, 200
Minorca (Menorca), isola, Spagna, Baleari;
Milera (g) vedi Melilla
Menorica/Menerica (a) pp. 11, 13, 87;
Miliana (a) vedi Port Cros, isola Minoricha/Menorica/Memoricha (g)
pp. 10, 12, 87, 93; Minoricha/Minorica
Miliano (p) c. 34; località non identificata,
(p) cc. 3, 4, 25; Minoricha (u) cc. 156,
Malta
157, 188, 193
Milio (p) vedi Milo
Minorica (p) vedi Minorca
Millemogge (a) pp. 41, 42; Millemogia (g)
Minoricha (g) vedi Minorca
p. 44; Millemoggie/Millemogia (p) c. 13;
Millemueg (u) c. 170; località non Minoricha (p) vedi Minorca
identificata, Grecia
Minoricha (u) vedi Minorca
Millemoggie (p) vedi Millemogge (a)
Miseno, capo, Campania, Italia; Mese/Me-
Millemogia (g) vedi Millemogge (a) sem (a) p. 22; Mezena (g) p. 24; Meze-
na/Rezena (p) c. 8; Mezin (u) c. 161
Millemogia (p) vedi Millemogge (a)
Miserna (g) vedi Alhucemas
Millemueg (u) vedi Millemogge (a)
Mitilene (Lésbos), isola, Grecia; Metellino
Milliaro (a) p. 111; Lo Mirador (u) c. 200;
(a) pp. 47, 56; Metelino (g) p. 60; Me-
punta non identificata, Malta
tellini (p) c. 17; Metellino (u) c. 175
Milo (a) vedi Milo
Mo (u) vedi Nio
Milo (g) vedi Milo
Modone (g) vedi Methone
Milo (Mélos), isola, Grecia, Isole Cicladi;
Moiza (g) vedi Vasilina
Milo (a) pp. 48, 50, 53, 55, 118, 119,
123, 125, 126; Melo/Milo (g) pp. 51, Mol (u) vedi Nio
55, 58, 114, 115; Milo/Milio (p) cc. 15,
Mola (a) vedi Cadolar
16, 17, 32; Mil/Mila/Mul (u) cc. 172,
173, 174, 203, 204, 205 Mola (g) vedi Cadolar
341
Bianca Fadda
Moline (a) vedi Torremolinos Monopoli, città, Puglia, Italia; Monopoli (a)
p. 28; Manopuli/Amanopuli (p) c. 9;
Moline (a) vedi Vasilina Menopoli (u) c. 164
Molino (g) vedi Torremolinos Monpeslieri (g) vedi Montpellier
Molona (g) vedi Maròneia Monpulliers (p) vedi Montpellier
Molonia (u) vedi Maròneia Monscolourer (u) vedi Columbretes
Molsa (u) vedi Linosa Monsen (g) vedi Monseny
Monacho (g) vedi Monaco, castello Monseno (a) vedi Monseny
Monacho (g) vedi Monaco, porto Monseny, monte, Spagna; Monseno (a) p. 10;
Monacho (u) vedi Monaco, castello Monsen (g) pp. 8, 9; Monsie (p) c. 3;
Monte Seno (u) c. 155
Monacho (u) vedi Monaco, porto
Monseratta (g) vedi Monserrat
Monaci (a) vedi Monaci
Monserrat, monte, Spagna; Monteserrato (a)
Monaci (p) vedi Monaci p. 10; Monseratta/Monteratta (g) pp. 8,
Monaci, isole, Corsica, Francia; Monaci (a) 9; Monte Serato (p) c. 3; Monserrato
p. 100; Monaci (p) c. 28; Bonaci (u) (u) c. 155
c. 195 Monserrato (u) vedi Monserrat
Monaco (a) vedi Monaco, castello Monsie (p) vedi Monseny
Monaco (a) vedi Monaco, porto Montalto (p) vedi Montalto di Castro
342
Indice toponomastico
Montalto di Castro, porto, Lazio, Italia; Monte Santu, capo, Sardegna, Italia; Sancto
Monte Alto (a) p. 21; Montte Altto (g) (a) pp. 93, 98, 99; Montesanto/Monte
p. 22; Montalto (p) c. 7; Monte Alto Santto/Montte Santo/Montte Santto
(u) c. 161 (g) pp. 99, 126, 127; Monte Santo (p)
cc. 26, 28; Monte Santo (u) cc. 192,
Montanao (a) p. 10; Monterragona (g) p. 9;
194
Aragon (u) c. 156; rilievo non identifi-
cato, Spagna Monte Seno (u) vedi Monseny
Monte (a) vedi Chiappa Monte Serato (p) vedi Monserrat
Monte Alto (a) vedi Montalto di Castro Montecristo (p) vedi Montecristo
Monte Alto (u) vedi Montalto di Castro Montecristo, isola, Toscana, Italia; Monte
Monte Christo (g) vedi Montecristo Cristo (a) pp. 21, 99, 104; Monte Chri-
sto/Montte Christo (g) pp. 22, 94, 102,
Monte Colonbero (p) vedi Altea 103, 126, 127, 128; Montecristo (p) cc. 7,
Monte Cristo (a) vedi Montecristo 28, 29; Monte Cristo (u) cc. 161, 197
Monte Gaibo (a) vedi Sansego Monteponi, isola, Italia, Isole Eolie; Monte-
poni (u) c. 200
Monte Gallo (g) vedi Sansego
Monteratta (g) vedi Monserrat
Monte Giabo (p) vedi Sansego
Monterragona (g) vedi Montanao (a)
Monte Nero (a) vedi Nero
Montesanto (g) vedi Monte Santu
Monte Nero (g) vedi Nero
Monteserrato (a) vedi Monserrat
Monte Nero (p) vedi Nero
Montpellier, canale, Francia; Lacte (a) p. 11;
Monte Nero (u) vedi Nero Monpeslieri (g) p. 10; Monpulliers (p)
Monte Pertusato (p) vedi Carbon c. 3; Maghalona (u) c. 156
Monte Pertusato (u) vedi Carbon Montte Altto (g) vedi Montalto di Castro
Monte Pertusatto (g) vedi Carbon Montte Christo (g) vedi Montecristo
Monte Pertuso (u) vedi Carbon Montte Santo (g) vedi Monte Santu
Monte Pertuzato (a) vedi Carbon Montte Santto (g) vedi Akté
Monte Saibo (u) vedi Sansego Montte Santto (g) vedi Monte Santu
Monte San Michele (p) vedi Akté Mora (p) vedi Cadolar
Monte Sancto (a) vedi Akté Moraira (u) vedi Molaria
Monte Santo (p) vedi Monte Santu Morala (a) vedi Molaria
Monte Santo (u) vedi Akté Moran (u) vedi Majean
Monte Santo (u) vedi Monte Santu Morana (u) vedi Molaria
Monte Santto (g) vedi Monte Santu Morara (a) vedi Molaria
343
Bianca Fadda
Morayra, capo, Spagna; Marsale (g) p. 7 Mosche (p) vedi Mosche (a)
Morea (a) vedi Morea Moscugni (a) p. 132; monte nei pressi di
Amasra, Turchia, Mar Nero
Morea (g) vedi Morea
Mosso (p) vedi Mesa del Roldan
Morea (Pelopònnesos), Grecia; Morea (a)
pp. 33, 34; Morea (g) p. 37; Morecchio/ Moteros (p) vedi Morea
Moteros (p) c. 11; Morea (u) c. 167
Motolla (u) c. 163; centro non identificato
Morea (u) vedi Morea presso Taranto, Puglia, Italia
Morecchio (p) vedi Morea Motona (a) vedi Methone
Morello (u) vedi Brusnik Motone (a) vedi Methone
Morfeta (u) vedi Molfetta Motone (g) vedi Methone
Moriczo (a) vedi Vasilina Motone (p) vedi Methone
Morissa (u) vedi Vasilina Mouzi di Mauta (u) vedi Gozo
Moriza (p) vedi Vasilina Moyenne Corniche, rilievi, Francia; Nicza (a)
p. 17; Niza (g) p. 17; Nisse (u) c. 159
Morizo (p) vedi Vasilina
Muero (u) vedi Makrònesos
Morozello (p) vedi Brusnik
Mugeru (a) vedi Muzzerone
Morozelo (p) vedi Brusnik
Mul (u) vedi Milo
Morsello (u) vedi Brusnik
Mul (u) vedi Muro
Morssa (u) vedi Vasilina
Muleca (a) vedi Malaga
Mortella (a) vedi Rasocolmo
Muleca (p) vedi Malaga
Mortella (g) vedi Rasocolmo
Muleca (u) vedi Malaga
Mortella (p) vedi Rasocolmo
Mulecha (p) vedi Malaga
Mortella (u) vedi Rasocolmo
Mulo (a) vedi Muro
Mortorio (g) vedi Mortoro
Mulo (p) vedi Muro
Mortoro, isola, Sardegna, Italia; Iscla Morto-
re (a) p. 92; Iscia Mortoro/Mortorio Mungor (u) vedi Muzzerone
(g) p. 98; Sella Morta (u) c. 191
Murcia (a) vedi Murcia
Mosa (g) vedi Vasilina
Murcia, Spagna; Murcia (a) p. 79
Mosca (u) vedi Mosche (a)
Muro, capo, Corsica, Francia; Mulo (a)
Mosce (g) vedi Mosche (a) p. 100; Mulo (p) c. 28; Mul (u) c. 195
Mosche (a) p. 72; Mosce (g) p. 67; Mosche Murro di Porco, capo, Sicilia, Italia; Rasacan-
(p) c. 19; Mosca (u) c. 178; minareto gir (a) p. 106; Rasachanziri (g) p. 104;
di una moschea nella città di Akko, Sarganzir/Rasaganzir (p) c. 29; Rassa
Israele Camzil (u) c. 198
344
Indice toponomastico
Nanzi (p) c. 35; località non individuata, Natta (u) vedi Kerion
Mar Nero Natura (a) vedi Buyuk Cekmece
Napol (u) vedi Frasca Natura (g) vedi Buyuk Cekmece
Napoli (a) vedi Frasca Natura (p) vedi Buyuk Cekmece
Napoli (a) vedi Napoli Naxipo (a) vedi Nasipo (a)
Napoli (g) vedi Frasca Naxos, isola, Grecia, Isole Cicladi; Nichesia/
Napoli (g) vedi Napoli Nichisia (a) p. 55; Michesia/Michisea
345
Bianca Fadda
(g) p. 58; Nighesia (p) c. 17; Nicosia Nezola (g) vedi S. Bainzo
(u) c. 174
Nibio (p) vedi Imbros
Nazogogo (g) vedi Gaudopoula
Nicalae (u) vedi Nisyros
Nebia (u) vedi S. Florance
Nicalea (a) vedi Ikarìa
Negra (g) vedi Megara
Nicalea (p) vedi Ikarìa
Negrelli (u) vedi Nerja
Nicalea (u) vedi Nisyros
Negrepo (a) vedi Chàlke, città,
Nicarea (a) vedi Ikarìa
Negrepo (a) vedi Negroponte
Niccola (p) vedi Mikonos
Negreponte (a) vedi Chàlke, città
Nichalia (u) vedi Ikarìa
Negreponte (a) vedi Negroponte
Nichara (g) vedi Ikarìa
Negropo (p) vedi Chàlke, città
Nicharea (g) vedi Ikarìa
Negropo (p) vedi Negroponte
Nichesia (a) vedi Naxos
Negroponte (Eùboia), isola, Grecia; Negre-
po/Negreponte (a) pp. 39, 40, 41, 45; Nichisia (a) vedi Naxos
Negroponte/Negropontte (g) pp. 41, Nicholasa (u) vedi Mikonos
42, 43, 44, 48, 59; Negropo (p) cc. 13,
16, 17; Negroponte (u) cc. 169, 170 Nichotena (g) vedi Nicotera
Nerbona (g) vedi Narbonne Nicotera, Calabria, Italia; Nicotena (a) p. 23;
Nichotena (g) p. 26; Nicotano (p) c. 8;
Nerbona (u) vedi Narbonne Nicotera (u) c. 162
Nerja, capo, Spagna; Nigrelli (a) p. 5; Ingret- Nicza (a) vedi Moyenne Corniche
ti (g) p. 4; Inegrelli (p) c. 1; Negrelli (u)
c. 154 Nicza (a) vedi Nizza
Nero, monte, Toscana, Italia; Monte Nero Nife (p) vedi Anafa
(a) p. 20; Monte Nero (g) p. 21; Monte Nife (u) vedi Anafa
Nero (p) c. 7; Monte Nero (u) c. 160
Niffe (a) vedi Anafa
Nesebur, Bulgaria, Mar Nero; Mezembre (a)
p. 130 Niffo (a) vedi Anafa
Neu (u) vedi Riou Nifin (u) vedi Anafe
346
Indice toponomastico
347
Bianca Fadda
348
Indice toponomastico
349
Bianca Fadda
350
Indice toponomastico
351
Bianca Fadda
Paros, isola, Grecia, Isole Cicladi; Pario (a) Passaro (g) vedi Passero
p. 55; Paris (g) p. 58; Pasii (p) c. 17; Passaro (p) vedi Passero
Paris (u) c. 174
Passcone (a) vedi Rouston
Partelli (u) vedi Spartel
Passer (u) vedi Passero
Partengo (a) p. 132; fiume non identificato,
Turchia, Mar Nero Passero, capo, Sicilia, Italia; Passaro/Pasaro
(a) pp. 80, 106, 108, 109, 112, 113,
Partenqua (u) vedi Kosetabya 120, 121; Passaro/Passara/Pasaro/Pasa-
Partevento (u) vedi Arkìtsa ra (g) pp. 104, 105, 107; Passaro/Passe-
ri (p) cc. 29, 30, 35; Passer (u) cc. 198,
Partevento (u) vedi Spartivento 199, 201
Partir (u) vedi Spatire (a) Passo (g) vedi Paxoi
Partivento (u) vedi Spartivento
Passone (a) vedi Rouston
Pasalimani, isola, Turchia, Mar di Marmara;
Patalanea (a) vedi Pantelleria
Adano (a) p. 46; Adanu (g) p. 49; Ada-
nun (u) c. 172 Pataline (a) vedi Petaliòn
Pasara (g) vedi Passero Patalline (a) vedi Petaliòn
352
Indice toponomastico
353
Bianca Fadda
354
Indice toponomastico
Petralla (g) vedi Pozzella pp. 22, 102; Pianosa (p) cc. 7, 29; Pia-
nosa (u) cc. 160, 197
Petri (g) vedi Petro
Piccharo (u) vedi Pichacho
Petro (g) vedi Petro
Petro (p) vedi Petro Pichacho (g) vedi Pichacho
Pexeria (a) p. 136; località non individuata, Pietra (g) vedi Pera
Mar Nero Pietra (p) vedi Pera
Pezonda (a) vedi Pitsunda
Pietra (u) vedi Pera
Pezonda (p) vedi Pitsunda
Pietra (u) vedi Seteìa, golfo
Pezzo, punta, Calabria, Italia; Coda de Volpe
Pietra de l’Arabo (g) vedi Capo de Fer
(a) pp. 24, 110; Choda di Volppe (g)
p. 26; Coda de la Volpe/Capo de la Pietra de l’Arabo (p) vedi Capo de Fer
Volpe (p) cc. 8, 31; Coda di Volpe (u)
cc. 162, 199, 200 Pietra dell’Arebe (u) vedi Capo de Fer
Pi, porto, Spagna, Baleari; Pino (a) p. 84; Pietra delle Erbbe (u) vedi Capo de Fer
Pino (g) p. 90; Pin (u) c. 186 Pietra Favara (p) vedi Perda Liada
Piage romane (p) vedi Agro Romano Pietra Favaria (u) vedi Perda Liada
Piaggia Romana (u) vedi Agro Romano Pietra Legatta (g) vedi Perda Liada
Piagia Romana (g) vedi Agro Romano Pigni (g) vedi Espiguette
Piagie di Roma (p) vedi Agro Romano Pigra (g) vedi Pigrano (a)
Piana (g) vedi Ayia Marianì Pigra (p) vedi Pigrano (a)
Piancha di Lecha (g) vedi Planea de Licza (a) Pigra (u) vedi Pigrano (a)
Pianeia (g) vedi Planier
Pigrano (a) pp. 46, 47; Pigra (g) p. 50; Pigra
Pianosa (g) vedi Pianosa (p) c. 15; Pigra/Spingna (u) c. 172; lo-
calità non individuata, Turchia, Mar di
Pianosa (p) vedi Pianosa
Marmara
Pianosa (u) vedi Pianosa
Pilau, isola, Tunisia; Rescalin (a) p. 72; Ra-
Pianosa, isola, Italia, Arcipelago Toscano; scelino (g) p. 78; Rascalino (p) c. 22;
Planosa (a) pp. 21, 104; Pianosa (g) Rascalin (u) c. 182
355
Bianca Fadda
Pisa (g) vedi Pisa, città Placza Romana (a) vedi Agro Romano
Pisa (u) vedi Pisa, città Plana (a) vedi Ayia Marianì
Pisa, città, Toscana, Italia; Piza (a) p. 20; Pisa Plana de Moon, isola, Spagna, Baleari; Mao-
(g) p. 21; Pisa (p) c. 7; Pisa (u) c. 160 ne (a) p. 87; Maone (g) p. 12; Maone
(p) c. 25
Pisa, porto, Toscana, Italia; Porto Pizan/Por-
Planea de Licza (a) p. 27; Piancha di Lecha
to Pizano (a) pp. 20, 104; Porto Pisa-
(g) p. 30; secca non identificata, Puglia,
no/Portto Pisano (g) pp. 20, 21, 102;
Italia
Porto Pisano (p) cc. 7, 29; Porto Pisano
(u) cc. 160, 197 Planeta (a) vedi Planier
356
Indice toponomastico
Planier, isola, Francia; Planeta (a) p. 12; Pia- Policoro, porto, Puglia, Italia; Policore/Peli-
neia (g) p. 12; Lapiana (p) c. 4; Palane- core (a) p. 25; Pollichore (g) p. 28; Pe-
sa (u) c. 156 richore/Pericuore (p) c. 9; Pelicor (u)
c. 162
Planosa (a) vedi Pianosa
Polino (a) pp. 49, 124; Pollimo (u) c. 204;
Plas (u) vedi Pali (a)
isola non identificata, Grecia
Platena (a) vedi Polathane
Poliocastro (p) vedi Palaikastron
Plementor (u) vedi Promontora
Poll (u) vedi Pollo
Plombino (a) vedi Ogliastra
Polla (p) vedi Pola
Plombino (a) vedi Piombino
Pollença, baia, Spagna, Baleari; Polenza (a)
Plonbino (a) vedi Ogliastra p. 85; Pulenza/Pulezza (g) p. 91; Pulen-
sa (p) c. 25; Poilensa (u) c. 187
Plonbino (a) vedi Piombino
Pollichore (g) vedi Policoro
Po di Primaro, foce del Reno, Emilia Roma-
gna, Italia; Primaro (a) p. 30 Pollimo (u) vedi Polino (a)
Po di Volano, Emilia Romagna, Italia; Vola- Pollo (g) vedi Porto Pollo
na (a) p. 30
Pollo, porto, Corsica, Francia; Poll (u) c. 195
Pocallo (a) vedi Cepet
Polona (p) vedi Panderma
Poilensa (u) vedi Poilença
Pomago (g) vedi Pomegues
Pola (a) vedi Pola
Pomago (p) vedi Pomegues
Pola (p) vedi Pola
Pomega (g) vedi Pomegues
Pola, Costa Dalmata; Pola (a) p. 30; Polla/
Pomego (a) vedi Pomegues
Pola (p) c. 10
Pomegues, isole, Francia; Pomego/Pomigo
Polathane (Akçaabat), Turchia, Mar Nero;
(a) p. 12; Pomago/Pomega (g) p. 11;
Platena (a) p. 135
Pomago (p) c. 4; Pomengne (u) c. 156
Polcino (a) vedi El Bassite
Pomengne (u) vedi Pomegues
Polenza (a) vedi Pollença
Pomigo (a) vedi Pomegues
Policandro (a) vedi Folegandros
Pomorie, capo, Bulgaria, Mar Nero; Asillo
Policandro (u) vedi Folegandros (a) p. 130
Policastro, golfo, Campania, Italia; Panoca- Pomsa (u) vedi Ponza
stro (a) p. 23; Panichastro (g) pp. 25,
Poncairollas (u) vedi Porquerolles
109; Panichastro (p) cc. 8, 30; Panica-
stro/Panicastre (u) cc. 162, 200 Pondiconese (a) vedi Artemision
Polichandro (g) vedi Folegandros Pondicopera (a) vedi Kerc, Turchia
Policore (a) vedi Policoro Ponsa (a) vedi Ponza
357
Bianca Fadda
Ponza, isola, Italia, Isole Pontine; Ponza/Pon- Porrassa (u) c. 187; isola non identificata,
sa (a) pp. 22, 100, 105; Ponzi/Ponzo/ Spagna
Proza (g) pp. 23, 95, 126, 128; Ponso Porrata (u) vedi Porrecta (a)
(p) cc. 8, 28; Ponsa/Pomsa (u) cc. 161,
195, 197 Porrecta (a) pp. 48, 49, 123, 124; Porrata (u)
c. 204; isola non identificata, Grecia
Ponzi (g) vedi Ponza
Port Cros, porto, Francia; Grosso (a) p. 15;
Ponzo (g) vedi Ponza Grosso (g) pp. 14, 15; Porto Grosso (p)
Por Ponella (g) vedi Porto Bonello (a) c. 5; Gros/Ros (u) c. 158
Porbonello (p) vedi Porto Bonello (a) Port Cros, isola, Francia; Meczana/Miliana
(a) p. 15; Mediana (g) p. 14; Mediana
Porcaira (a) vedi La Maddalena (p) c. 5; Meiana (u) c. 158
Porcara, torrente, Sicilia, Italia; Potencia/Po- Porta (a) vedi Portas
tenzia (a) pp. 105, 106; Ponticia (g)
Porta (u) vedi Portas
p. 104; Ponticia (p) c. 29; Potensia (u)
c. 197 Porta Auria (a) vedi Beyoglu
Porcarola (a) vedi Porquerolles Portas, punta, Spagna, Baleari; Porta (a)
pp. 81, 82; Porte (g) p. 87; Porta (u)
Porcella (a) vedi Syrna
c. 186
Porcelli (p) vedi Syrna
Porte (g) vedi Portas
Porcelli, scogli, Sicilia, Italia; Cangne (a)
Portman, porto, Spagna; Porto Magno (a)
p. 107; Chanziri (g) p. 105; Ganzir (p)
pp. 7, 8; Portto Manno (g) p. 6; Porto
c. 30; Lospodels (u) c. 198
Grande (p) c. 2; Porto Mangno (u)
Porcetti (g) vedi Syrna c. 154
Porcharia (g) vedi La Maddalena Porto Alfino (p) vedi Portofino, porto
Porchuarola (g) vedi Porquerolles Porto Alfino (u) vedi Portofino, porto
358
Indice toponomastico
Porto Bonello (a) p. 60; Porbonello/Borbonel- Porto Morigi (u) vedi Porto Maurizio
lo (p) cc. 18, 33; Por Ponella (g) p. 64;
località non individuata a Sud di Ales- Porto Petro (a) vedi Petro
sandretta, Turchia Porto Petro, castello, Spagna, Baleari; S. Ve-
Porto Cervo, Sardegna, Italia; Servo/Servio/ nio (a) pp. 18, 84; Ienu/Ieniu (g) p. 91;
Servi (u) c. 191 S. Veni (u) c. 187
Porto Collo, Algeria; Ancollo/Andolo (a) Porto Picol (u) c. 197; porto non identifica-
p. 74; Anchol/Angholle (g) p. 81; An- to, Sicilia, Italia
colli/Ancolle (p) c. 22; Ancolle (u) c. Porto Pisano (g) vedi Pisa, porto
183
Porto Pisano (p) vedi Pisa, porto
Porto Dalfino (a) vedi Portofino, porto
Porto Pisano (u) vedi Pisa, porto
Porto de Sancto Stefano (a) vedi Porto Santo
Stefano Porto Pizan (a) vedi Pisa, porto
Porto Erchuli (p) vedi Porto Ercole Porto Pizano (a) vedi Pisa, porto
Porto Ercole, Toscana, Italia; Porto Erculi (a) Porto Pollo, Sardegna, Italia; Pollo (g) p. 97
p. 21; Portto Erchule (g) p. 22; Porto
Erchuli (p) c. 7 Porto Santo Stefano, Toscana, Italia; Porto
de Sancto Stefano (a) p. 21; Santo Ste-
Porto Erculi (a) vedi Porto Ercole fano (p) c. 7
Porto Ferraio, Toscana, Italia; Ferrara/Ferrai- Porto Vecchio (p) vedi Alessandria, porto
ra (a) pp. 20, 104; Ferara (g) pp. 21,
102; Ferrara (p) cc. 7, 29; Ferraro/Fer- Porto Vecchio (p) vedi Portovecchio
raia (u) cc. 160, 197 Porto Vecchio (u) vedi Alessandria, porto
Porto Grande (p) vedi Portman Porto Vecchio (u) vedi Portovecchio
Porto Grosso (p) vedi Port Cros Porto Veccho (p) vedi Portovecchio
Porto Longone, Toscana, Italia; Longone (g)
Porto Vechio (p) vedi Portovecchio
p. 21; Lunghone (p) c. 7
Porto Vellio (a) vedi Alessandria, porto
Porto Magno (a) vedi Portman
Porto Vellio (a) vedi Portovecchio
Porto Mangno (u) vedi Portman
Porto Venari (g) vedi Portovenere
Porto Maurizio, Liguria, Italia; Porto Mori-
gi/Porto Morige (a) p. 17; Portto Mau- Porto Venari (p) vedi Portovenere
reci/Portto Moreci (g) p. 18; Porto
Moricio/Porto Moricie (p) c. 6; Porto Porto Venaro (a) vedi Portovenere
Morigi (u) c. 159 Porto Venere (a) vedi Vendres
Porto Moricie (p) vedi Porto Maurizio Porto Veneri (p) vedi Portovenere
Porto Moricio (p) vedi Porto Maurizio Porto Veneri (u) vedi Portovenere
Porto Morige (a) vedi Porto Maurizio Portofino, porto, Liguria, Italia; Porto Dalfi-
Porto Morigi (a) vedi Porto Maurizio no (a) p. 19; Portto Alfino/Portto D’Al-
359
Bianca Fadda
fino (g) p. 19; Porto Alfino (p) c. 6; Por- Poti, Georgia, Mar Nero; Linopoli (a) p. 134
to Alfino (u) c. 160
Pousin (u) vedi El Bassite
Portofino, promontorio, Liguria, Italia; Ca-
Pozallo (a) vedi Cepet
storno (a) p. 19; Chastorno/Chastorino
(g) p. 19; Castorno/Chastoro (p) c. 6; Pozallo (g) vedi Cepet
Ascuri (u) c. 160
Pozzella, torre, Puglia, Italia; Petrulla (a)
Portopalo, Sicilia, Italia; Pals (u) c. 198 p. 28; Petralla (g) p. 31; Petrolla (p) c. 9;
Perolla (u) c. 164
Portovecchio, Corsica, Francia; Porto Vellio
(a) p. 102; Portto Vechio (g) p. 94; Por- Ppadora (a) p. 127; Sapraradona (g) p. 120;
to Vechio/Porto Vecchio/Porto Veccho Sparadonna (p) c. 33, località non in-
(p) cc. 28, 29; Porto Vecchio (u) c. 196 dividuata, Turchia
Portovenere, Liguria, Italia; Porto Venaro (a) Praciero (a) vedi Calseraigne
pp. 19, 20, 104; Porto Venari (g) pp. 20,
Pradello (a) vedi Calseraigne
21; Porto Veneri/Porto Venari (p) cc. 6,
7, 29; Porto Veneri (u) cc. 160, 197 Pradries (u) vedi Calseraigne
Portti (g) vedi Prote Pradues (u) vedi Calseraigne
Portto Alfino (g) vedi Portofino, porto Prameio (p) vedi Calseraigne
Portto D’Alfino (g) vedi Portofino, porto Pramoza (p) vedi Pàtmos
Portto Erchule (g) vedi Porto Ercole Prementoli (g) vedi Formentor
Portto Manno (g) vedi Portman Prementor (u) vedi Promontora
Portto Maureci (g) vedi Porto Maurizio Prementor (u) vedi Styra
Portto Moreci (g) vedi Porto Maurizio Prementora (a) vedi Formentor
Portto Pisano (g) vedi Pisa, porto Prementora (g) vedi Formentor
Portto Vecchio (g) vedi Alessandria, porto Prementore (a) vedi Formentor
Portto Vechio (g) vedi Portovecchio Prementore (a) vedi Styra
Portto Venari (g) vedi Vendres Prementori (g) vedi Formentor
Posal (u) vedi Cepet Prementori (u) vedi Styra
Possala (p) vedi Cepet Prementorio (p) vedi Formentor
Possallo (p) vedi Cepet Prementorio (p) vedi Styra
Possuolo (p) vedi Cepet Prementuoli (g) vedi Formentor
Postelli (p) vedi Catal Ada Premettorno (p) vedi Styra
Potencia (a) vedi Porcara Premontora (a) vedi Promontora
Potensia (u) vedi Porcara Premontore (a) vedi Promontora
Potenzia (a) vedi Porcara Premontorio (p) vedi Promontora
360
Indice toponomastico
Prenses, isole, Turchia, Mar di Marmara; Pao- Proprian (u) vedi Propriano
narie (a) p. 47; Paonar (g) p. 50; Paonare
Propriano, golfo, Corsica, Francia; Proprian
(p) c. 15; Paonar (u) c. 172
(u) c. 195
Prenses, isole, Turchia, Mar di Marmara; Reo-
Prosida (a) vedi Procida
lin (a) p. 47; Roclin (g) p. 50; Roali (p)
c. 15; Rooli (u) c. 172 Prote, isola, Grecia, Isole Ionie; Proti (a)
Preta dell’Arabo (a) vedi Capo de Fer p. 35; Portti (g) p. 38; Prochi (p) c. 11;
Prochi (u) c. 167
Preta Legata (a) vedi Perda Liada
Proti (a) vedi Prote
Prima Metae (g) vedi Oneglia
Provener (u) vedi Vendres
Prima Miela (p) vedi Oneglia
Provenza (a) vedi Provenza
Primara Mela (a) vedi Oneglia
Provenza (g) vedi Provenza
Primaro (a) vedi Po di Primaro
Provenza (u) vedi Provenza
Primiera Villa (u) vedi Oneglia
Provenza, Francia; Provenza (a) pp. 15, 71,
Primitero (g) vedi Styra 72, 78, 90, 93, 96; Provenza (g) pp. 11,
Primitor (g) vedi Promontora 13, 25, 78, 96; Provincia (p) c. 5; Pro-
venza (u) c. 159
Primitor (g) vedi Styra
Provenzello (g) vedi Calseraigne
Primitoro (g) vedi Styra
Provincia (p) vedi Provenza
Prochi (p) vedi Prote
Proza (g) vedi Ponza
Prochi (u) vedi Prote
Prunentor (u) vedi Styra
Procida (g) vedi Procida
Pruvinciali (p) c. 34; località non identifica-
Procida (p) vedi Procida ta, Turchia
Procida (u) vedi Procida Puglia (g) vedi Puglia
Procida, isola, Italia, Isole Flegree; Prosida/ Puglia, Italia; Pullia (a) p. 78; Puglia (g)
Porci (a) p. 22; Procida (g) p. 24; Proci-
pp. 17, 29
da (p) c. 8; Procida (u) c. 161
Pujols, cala, Spagna, Isole Pitiuse; Salo/Sale-
Promentoli (g) vedi Formentor
me (a) pp. 82, 84, 87, 88; Salem/Salen
Promontora (Kamenjak), capo, Costa Dal- (g) pp. 87, 90, 93; Salo (u) cc. 186,
mata; Premontore/Premontora/Istria 188, 189
(a) p. 30; Primitor/Istria (g) pp. 32, 33;
Pulano (p) c. 18; monte non identificato,
Premontorio/Capo d’Estro (p) c. 10;
Turchia
Prementor/Plementor/Chapo d’Istria
(u) c. 164 Pulensa (p) vedi Pollença
Promuentorio (p) vedi Styra Pulenza (g) vedi Pollença
Pronichi (g) vedi Angisro Pulezza (g) vedi Pollença
361
Bianca Fadda
Pylos, isoletta, Grecia; Gucho (g) p. 38 Quiperico (p) c. 36; località non individuata,
Mar Nero
Pyrgos, punta, Grecia; Castro Andrea (a)
p. 43; Chastro Andrea (g) p. 46; Ca- Quipia (a) vedi Kelibia
strada (p) c. 14; Castrandriano (u) Quipia (u) vedi Kelibia
c. 170
Quippia (a) vedi Kelibia
Quira (a) vedi Quirra
Q
Quirra (o Murtas), isola, Sardegna, Italia;
Quae (u) vedi Keros
Quira (a) p. 93; Chirra (g) p. 99; Chir-
Quaglie (p) vedi Kayio ra (p) c. 26; Cchirra/Cirra (u) c. 192
Qualle (a) vedi Kayio Quitolli (p) vedi Ginolu
Quallie (a) vedi Kayio Quitori (a) vedi Ginolu
Quanquillosa (u) c. 156; località non indivi- Quo (u) vedi Keros
duata, Francia
Quvel (u) vedi Quep (u)
Quarena (u) vedi Garian
Quarentana (a) p. 34; golfo non identificato,
Grecia R
Quarto (u) vedi Carto (a) Rabia (g) vedi Los Escullos
Quelp (u) vedi Quep (u) Rabut/Robaut (u) c. 158; isola non identifi-
cata, Francia
Queo (u) vedi Gemlik
Rachgow, isola, Algeria; Alfabiba (u) c. 184
Quep/Quelp/Quvel (u) cc. 194, 199, 200;
secca non individuata, Africa Setten- Raftis, porto, Grecia; Fata (a) p. 40; Fatta (g)
trionale p. 42; Fia (p) c. 13; Far (u) c. 169
362
Indice toponomastico
Ragonaia (u) vedi Dragonesi Rap (u) c. 180; località non individuata
Ragosa (g) vedi Ragusa Rapallo (a) vedi Rapallo
Ragosa (p) vedi Ragusa Rapallo (g) vedi Rapallo
Ragosa Vecchia (p) vedi Ragusa Vecchia Rapallo (p) vedi Rapallo
Ragosa Vechia (g) vedi Ragusa Vecchia Rapallo (u) vedi Rapallo
Ragusa (a) vedi Ragusa Rapallo, golfo, Liguria, Italia; Rapallo (a)
p. 19; Rapallo (g) pp. 19, 20, 22; Ra-
Ragusa (Dubrovnik), città, Costa Dalmata;
pallo (p) cc. 6, 7; Rapallo (u) c. 160
Ragusa (a) p. 31; Ragosa (g) p. 34; Ra-
gosa (p) c. 10; Aragosa (u) c. 156 Rapam (p) vedi Rapano (a)
Ragusa Vecchia (Cavtat), porto, Costa Dal- Rapan (u) vedi Rapano (a)
mata; Ragusa Vellia (a) p. 31; Ragosa
Rapano (a) p. 36; Rapam (p) c. 12; Rapan
Vechia (g) p. 34; Ragosa Vecchia (p)
(u) c. 168; castello non identificato,
c. 10; Aragosa Vecchia (u) c. 165
Grecia
Ragusa Vellia (a) vedi Ragusa Vecchia
Ras El Albiadi, capo, Tunisia; Guardia de Bi-
Ragusio (antico Orichii), porto, Albania; zerto (a) p. 73; Guardia di Bisarti (g)
Rigo (a) p. 31; Drigo (g) p. 34; Righo/ pp. 79, 125; Guardia di Bisarti (p) cc.
Rigo (p) c. 10; Drigo (u) c. 165 22, 27; Ghuardia del Bezert (u) c. 182
Raiba (a) vedi Los Escullos Ras El Kasrun, capo, Egitto; Rasacasale/Ras-
sacasale (a) p. 63; Rasal Calsar (g) p. 68;
Raiba (u) vedi Los Escullos
Rasalcassaro (p) c. 19
Raiset (u) vedi Nilo di Rosetta
Rasa (g) vedi Kanayis, capo
Ramade (g) vedi Ramla el-Kebira
Rasa (p) vedi Kanayis, capo
Rameda (a) vedi Ramla el-Kebira
Rasa (u) vedi Kanayis, capo
Rameda (p) vedi Ramla el-Kebira
Rasa Alsen (g) vedi Hamamat
Rameda (u) vedi Ramla el-Kebira
Rasa Charame (g) vedi Scaramia
Ramenda (p) vedi Ramla el-Kebira
Rasa Malbese (g) vedi Makhbez
Ramkin, isola, Libano; Roncino (a) p. 60;
Rasa Maxi (p) vedi Serrat
Ronchino (g) p. 65; Ronchin (p) c. 18;
Ronquis (u) c. 177 Rasa Ucello (g) vedi Hamamat
Ramla el-Kebira, capo, Libia; Rameda/La- Rasabobes (g) vedi Makhbez
meda (a) p. 65; Ramade (g) p. 71; Ra-
Ras-Abu Lahu, capo, Egitto; Argonsi/Lar-
meda/Ramenda (p) cc. 19, 20; Rameda
gonsino (a) p. 65; Aguzino (g) p. 70;
(u) c. 179
Aguscino (p) c. 19; Agosabgostin/Sa-
Ranailla (u) vedi Canaille gostens (u) c. 179
Ransagibel (u) vedi Djebel Rasacangir (a) vedi Murro di Porco
363
Bianca Fadda
364
Indice toponomastico
Rasol Gibel (g) vedi Djebel Razam (p) vedi Kanayis, capo
Rasoli (g) vedi Kanayis, golfo Razari (p) vedi Kanayis, capo
Rasori (g) vedi Kanayis, golfo Razor (u) vedi Kanayis, golfo
Rasoro (g) vedi Kanayis, golfo Rebaldina (a) p. 14; Robandina (u) c. 158;
Rassa (a) vedi Kanayis, capo isola non identificata, Francia
365
Bianca Fadda
366
Indice toponomastico
Rois (u) vedi Camarat Rose, capo, Algeria; Rosso (a) p. 74; Rosa (g)
p. 80; Roza (p) c. 22; Capro (u) c. 182
Roissan (u) vedi Rossano
Rosetto (g) vedi Nilo di Rosetta
Rolland (a) vedi Salamina
Roso (p) vedi Rosas
Roma, foce del Tevere, Lazio, Italia; Foce de
Roma (a) pp. 21, 22, 99, 105; Focie di Roso (u) vedi Rosas
Roma (g) pp. 23, 103, 126, 128; Focie
Rossa (a) vedi Gioura
di Roma (p) cc. 8, 28, 29; Focie di
Roma (u) cc. 161, 2194, 197 Rossa (a) vedi Rossa, isola, Sardegna nord-
orientale
Romagna (a) vedi Penisola Balcanica
Rossa (a) vedi Rossa, isola, Sardegna sud-oc-
Romania (a) vedi Penisola Balcanica cidentale
Romania (a) vedi Penisola Balcanica Rossa (g) vedi Gioura
Romania (g) vedi Penisola Balcanica Rossa (g) vedi Rossa, isola, Sardegna nord-
Romania (g) vedi Penisola Balcanica orientale
Romania (p) vedi Penisola Balcanica Rossa (g) vedi Rossa, isola, Sardegna sud-oc-
cidentale
Romania (u) vedi Penisola Balcanica
Rossa (p) vedi Gioura
Romania (u) vedi Penisola Balcanica
Rossa (p) vedi Rossa, isola, Sardegna sud-oc-
Romquis (u) vedi Ramkin cidentale
Ronchin (p) vedi Ramkin Rossa (u) vedi Gioura
Ronchino (g) vedi Ramkin Rossa (u) vedi Rossa, isola, Sardegna nord-
Roncino (a) vedi Ramkin orientale
Rondina/Rondinara (u) c. 196; località non Rossa (u) vedi Rossa, isola, Sardegna sud-oc-
identificata, Corsica, Francia cidentale
Rondinara (u) vedi Rondina (u) Rossa, isola di Bosa, Sardegna, Italia; Boc-
zea/Bozea (a) p. 90; Buosa (g) p. 96;
Rooli (u) vedi Prenses Buoza (p) c. 26; Buosa (u) c. 190
Ros (u) vedi Port Cros Rossa, isola, Sardegna nord-orientale, Italia;
Rosa (g) vedi Rose Rossa (a) p. 92; Rossa (g) p. 99; Rossa
(u) c. 190
Rosa (p) vedi Rossano
Rossa, isola, Sardegna sud-occidentale, Ita-
Rosano (g) vedi Rossano lia; Rossa (a) p. 95; Rossa (g) p. 100;
Rosas, porto, Spagna; Rozo/Roze (a) pp. 10, Rossa (p) c. 27; Rossa (u) c. 193
103; Rose/Rosu (g) pp. 8, 9, 101; Rossano (a) vedi Rossano
Roso/Rosso/Rozum (p) cc. 3, 29; Ro-
Rossano, porto, Calabria, Italia; Rossano (a)
zas/Roso/Rosu (u) cc. 155.197
p. 25; Rosano (g) p. 28; Rosa (p) c. 8;
Rose (g) vedi Rosas Roissan (u) c. 162
367
Bianca Fadda
Rossello, capo, Sicilia, Italia; Gergente (a) S. Abraam (g) vedi S. Abraam (a)
pp. 106, 112; Gergentti (g) p. 104;
S. Abram (p) vedi S. Abraam (a)
Giorgenti/Giergenti (p) cc. 30, 35;
Giorgienti (u) cc. 198, 201 S. Abram (u) vedi S. Abraam (a)
Rouston, canale, Francia; Passone/Passcone S. Andrea (a) vedi S. Andrea (Svetai Andrya)
(a) pp. 11, 12; Pason (g) p. 11; Pazano S. Andrea (a) vedi S. Andrea, capo, Italia
(p) c. 3; Pason (u) c. 156
S. Andrea (a) vedi S. Andrea, isola, Italia
Roza (p) vedi Kitros
S. Andrea (g) vedi Hagios Andreas
Roza (p) vedi Rose
S. Andrea (g) vedi S. Andrea (Svetai An-
Rozas (u) vedi Rosas drya)
Roze (a) vedi Rosas S. Andrea (g) vedi S. Andrea, capo, Italia
Rozo (a) vedi Rosas S. Andrea (g) vedi S. Andrea, isola, Italia
Rozum (p) vedi Rosas S. Andrea (p) c. 35; località non individuata,
Mar Nero
S. Andrea (p) vedi Hàgios Andreas
S
S. Andrea (p) vedi S. Andrea (Svetai Andrya)
S. Abraam (a) p. 63; S. Abraam (g) p. 68; S.
S. Andrea (p) vedi S. Andrea, capo, Italia
Abram (p) c. 19; S. Abram (u) c. 178;
monte non identificato, Israele S. Andrea (p) vedi S. Andrea, isola, Italia
368
Indice toponomastico
S. Andrea (Svetai Andrya), isola, Costa Dal- S. Baffani (u) vedi Arnaoùtes
mata; S. Andrea (a) p. 31; S. Andrea (g)
S. Bainzo, isola, Corsica, Francia; Nezola (g)
p. 33; S. Andrea (p) c. 10; S. Andrea
p. 95
(u) c. 164
S. Befani (g) vedi Arnaoùtes
S. Andrea (u) vedi Hagios Andreas
S. Befani (u) vedi Arnaoùtes
S. Andrea (u) vedi S. Andrea (Svetai Andrya)
S. Beffani (u) vedi Arnaoùtes
S. Andrea (u) vedi S. Andrea, capo, Italia
S. Beffanio (g) vedi Arnaoùtes
S. Andrea (u) vedi S. Andrea, isola, Italia
S. Beffano (a) vedi Arnaoùtes
S. Andrea, capo, Isola d’Elba, Italia; S. An-
S. Bifani (p) vedi Arnaoùtes
drea (a) p. 104; S. Andrea/Drea (g)
pp. 102, 103; S. Andrea (p) cc. 7, 29; S. Bifano (p) vedi Arnaoùtes
S. Andrea (u) c. 197
S. Biffani (p) vedi Arnaoùtes
S. Andrea, isola, Puglia, Italia; S. Andrea (a)
S. Eli (u) vedi Santorino
pp. 27, 28; S. Andrea (g) p. 30; S. An-
drea (p) c. 9; S. Andrea (u) c. 163 S. Elia, capo, Sardegna, Italia; S. Elino (a)
pp. 94, 95; S. Alia/S. Lia (g) p. 100
S. Angelo (a) vedi Kumeli
S. Elim (a) vedi Santorino
S. Angelo (a) vedi S. Angelo
S. Elin (a) vedi Santorino
S. Angelo (g) vedi Kumeli
S. Elin (u) vedi Santorino
S. Angelo (g) vedi S. Angelo
S. Elini (a) vedi Santorino
S. Angelo, monte, Puglia, Italia; S. Angelo
S. Elini (p) vedi Santorino
(a) pp. 28, 29; S. Angelo/S. Agelo/
S.Aglio (g) p. 31; S. Agniolo (p) c. 9; S. S. Elino (a) vedi S. Elia
Angnolo (u) c. 164
S. Elino (a) vedi Santorino
S. Angiolo (p) vedi Kumeli S. Elino (g) vedi Santorino
S. Angnolo (u) c. 162, monte non identifica- S. Elino (p) vedi Santorino
to, Campania, Italia
S. Eni (g) vedi S. Eugenio
S. Angnolo (u) vedi Kumeli
S. Estephe, isola, Francia; S. Stefano (a) p. 12;
S. Angnolo (u) vedi S. Angelo S. Istefano (g) p. 11; S. Stefano (p) c. 4;
S. Antioco, isola, Sardegna, Italia; Solso (a) S. Stefano (u) c. 156
p. 95; Solcio (p) c. 27; Solcio/Sole (u) S. Eufemia, golfo, Calabria, Italia; S. Femia
cc. 189, 193 (a) p. 23; S. Fomia (g) p. 25; S. Fimia
(p) c. 8; Santo Famia (u) c. 162
S. Apello (p) vedi S. Ampeglio
S. Eugeni (u) vedi S. Eugenio
S. Apielli (a) vedi S. Ampeglio
S. Eugenio, isola, Liguria, Italia; S. Venio (a)
S. Aularia (u) vedi S. Eulalia
pp. 18, 84; S. Eni (g) p. 19; S. Eugeni
S. Baffam (u) vedi Arnaoùtes (u) c. 159
369
Bianca Fadda
S. Eulalia, isola, Spagna, Isole Pitiuse; S. Ala- S. Georgio (a) vedi S. George (a)
rio (a) p. 82; Alaria (g) p. 88; S. Aularia
S. Georgio della Bara (a) vedi Hàgios Geor-
(u) c. 186
gios
S. Evegenii/S. Evegenio (a) p. 135; località
non individuata, Georgia, Mar Nero S. Georzo (a) vedi Hàgios Gheorghios
S. Felice (a) vedi S. Feliu de Guixols S. Georzo (a) vedi S, George (a)
S. Felicie (p) vedi S. Feliu de Guixols S. Giachino (p) vedi S. Jachim (a)
S. Feliu de Guixols, porto, Spagna; S. Felice S. Giorgio (g) vedi Hàgios Gheorghios
(a) p. 9; S. Filici/S. Filigi (g) p. 8; S. S. Giorgio (g) vedi Pyla
Fulicie/S. Felicie (p) c. 2; S. Filicie (u)
c. 155 S. Giorgio (p) vedi Hàgios Georgios
S. Filici (g) vedi S. Feliu de Guixols S. Giorgio (u) vedi Hàgios Georgios
S. Filicie (u) vedi S. Feliu de Guixols S. Giorgio (u) vedi Hàgios Gheorghios
S. Filigi (g) vedi S. Feliu de Guixols S. Giorgio (u) vedi Pyla
S. Fimia (p) vedi S. Eufemia S. Giorgio (u) vedi S. George (a)
S. Florance, porto, Corsica, Francia; S. Flo- S. Giorgio di Lambra (g) vedi Hàgios Geor-
renzo (a) p. 102; Nebia (u) c. 196 gios
S. Florenzo (a) vedi S. Florance S. Giorgio, isola, Turchia; Donne (a) p. 57;
Donne (g) p. 61; Donne (p) c. 17;
S. Fomia (g) vedi S. Eufemia
Donna (u) c. 176
S. Frediano (u) c. 196; porto non identifica-
S. Giovanni (g) vedi Hàgios Ioànnes
to, Corsica, Francia
S. Giovanni (p) vedi Hàgios Ioànnes
S. Fulicie (p) vedi S. Feliu de Guixols
S. Gabriel (u) cc. 178, 179; montagna che so- S. Giovanni (u) vedi Hàgios Ioànnes
vrasta la città di Gerusalemme, Israele S. Gorgio (p) vedi S. George (a)
S. George/S. Georzo/S. Georgio/S.Georgi/S. S. Gorgio de la Barca (p) vedi Hàgios Geor-
Zorzo (a) pp. 48, 49, 50, 123, 124, gios
125; S. Gorgio (p) c. 15; S. Giorgio (u)
c. 204; porto situato nell’isola di Milos, S. Gorgo (p) vedi Hàgios Georgios
Grecia S. Gorgo (p) vedi Hàgios Gheorghios
S. Georgi (a) p. 136; località non individua- S. Honorat, isola, Francia; S. Onorato (a)
ta, Mar Nero p. 16; S. Inoratta (g) p. 16; S. Unnora-
S. Georgi (a) vedi Pyla to/S. Onorato (p) c. 5; S. Onorato (u)
c. 158
S. Georgi (a) vedi S. George (a)
S. Hospice, capo, Francia; S. Ospigi (a)
S. Georgi (a) vedi Sfintu Gheorghe p. 17; S. Ispizio (g) p. 17; S. Spizio (p)
S. Georgio (a) vedi Hàgios Georgios c. 5; S. Suspizi (u) c. 159
370
Indice toponomastico
S. Johanne (a) vedi Hàgios Ioànnes S. Maria (a) p. 26; capo non identificato, Pu-
glia, Italia
S. Leonardo, porto, Calabria, Italia; Logo-
bardo (g) p. 27 S. Maria (a) vedi Baba
S. Lia (g) vedi S. Elia S. Maria (a) vedi Vacca, penisola, Sardegna
S. Lino (p) vedi Santorino S. Maria (g) p. 31; S. Marie (p) c. 9; monta-
gna non identificata, Puglia, Italia
S. Lucido, porto, Calabria, Italia; S. Noceto
(a) p. 23; S. Noceto (g) p. 25; S. Noce- S. Maria (g) vedi Baba
to (p) c. 8; S. Nocietto (u) c. 162
S. Maria (g) vedi Vacca, penisola, Sardegna
S. Macario, isoletta, Sardegna, Italia; S. Mac-
S. Maria (p) vedi Baba
chari (u) c. 192
S. Maria (u) vedi Baba
S. Macchari (u) vedi S. Macario
S. Maria (u) vedi Panaya
S. Mafeio (g) vedi Paliros
S. Maria a Calvì (p) vedi Calvì
S. Maffeio (g) vedi Paliros
S. Maria de Calvì (a) vedi Calvì
S. Mansa (u) vedi S. Manza
S. Maria de Comino (a) vedi Comino
S. Manso (p) vedi S. Manza
S. Maria de Gozipal (u) c. 165; località non
S. Manza, golfo, Corsica, Francia; S. Aman-
individuata, Mar Adriatico
za (a) p. 102; S. Manso (p) c. 29; S.
Mansa (u) c. 196 S. Maria di Calvì (u) vedi Calvì
371
Bianca Fadda
S. Maria di Chalvì (g) vedi Calvì S. Nicola (a) vedi Hàgios Nikòlaos
S. Maria di Leuca, capo, Puglia, Italia; Le- S. Nicola Arcella, porto, Calabria, Italia; S.
chia/Leoche/Lequie (a) pp. 25, 26, 32, Nicholao (g) p. 25
81, 120; Lecia/Licie/Li Echue (g)
S. Nicola del Carco (u) vedi Chalke, isola
pp. 28, 29, 35; Lieque/Lelicque (p)
cc. 9, 10, 24; Lieucas/Liericas/Laquie/ S. Nicolao (a) vedi Hàgios Nikòlaos
Licas/Licues (u) cc. 163, 165, 180
S. Nicolao de Charcho (a) vedi Chalke, isola
S. Marie (p) vedi s. Maria (p)
S. Nicolao della Patera (u) c. 176; isola non
S. Martin (g) vedi Martin identificata, Grecia
S. Martino (a) vedi Martin S. Nicolao della Stamira (u) vedi Demiryeri
S. Martino (a) vedi S. Martino S. Nicolao di Carco (p) vedi Chalke, isola
S. Martino (g) vedi S. Martino S. Noceto (a) vedi S. Lucido
S. Martino (p) vedi Martin S. Noceto (g) vedi S. Lucido
S. Martino (p) vedi S. Martino S. Noceto (p) vedi S. Lucido
S. Nichola (g) vedi Hàgios Nikòlaos S. Paula (a) vedi S. Pola, isola
S. Nicholao (g) vedi S. Nicola Arcella S. Pauli (u) vedi S. Pola, isola
S. Nicholao (p) vedi Hàgios Nikòlaos S. Paulo (a) p. 38; S. Paulo (p) c. 12; S. Paulo
(u) c. 168; porto non identificato, Gre-
S. Nicholao (u) vedi Hàgios Nikòlaos cia
S. Nicholao di Charcho (g) vedi Chalke, isola S. Paulo (g) vedi S. Paolo
372
Indice toponomastico
S. Pola, isola nella baia omonima, Spagna; S. S. Stefano (a) vedi S. Estephe
Paula (a) p. 8; S. Pola (g) p. 6; S. Para S. Stefano (a) vedi S. Stefano
(p) c. 2; S. Pauli (u) c. 155
S. Stefano (a) vedi Yesilkoy
S. Polo (a) vedi S. Paolo
S. Stefano (p) vedi S. Estephe
S. Ponsa (a) vedi S. Ponsa
S. Stefano (u) vedi S. Estephe
S. Ponsa, porto, Spagna, Baleari; S. Ponsa (a)
p. 85; S. Ponza (g) p. 92 S. Stefano (u) vedi S. Stefano
S. Ponza (g) vedi S. Ponsa S. Stefano (u) vedi Yesilkoy
S. Rafaele (a) pp. 15, 16; porto situato nel S. Stefano, isola, Sardegna, Italia; S. Stefano
golfo di Frejùs, Francia (a) p. 91; S. Istefano (g) p. 97; S. Stefa-
S. Ranieri (g) vedi S. Ranieri no (u) c. 191
373
Bianca Fadda
S. Todero (a) p. 87; S. Tadari (p) c. 25; Santo p. 73; Tripuli Vechio/Sebrete (p) c. 20;
Dei (u) c. 189; località non individuata Tripoli lo Vechio (u) c. 180
situata nell’isola di Minorca, Spagna,
Sabros (u) vedi Levant
Baleari
Sacca (a) vedi Sciacca
S. Todero (a) vedi Aj Todor, Mys
Sachri (g) vedi Sagra
S. Unnorato (p) vedi S. Honorat
Sacra (u) vedi Sagra
S. Venedego (a) vedi Benetiko
Sacri (g) vedi Sagra
S. Veni (u) vedi Porto Petro
Saecto (a) vedi Saida
S. Venio (a) vedi Porto Petro
Saecto (p) vedi Saida
S. Venio (a) vedi S. Eugenio
Saeta (u) vedi Gaeta
S. Vicenzo (g) vedi S. Vincenzo
Saetta (p) vedi Saida
S. Vincenti (u) vedi S. Vincenzo
Saette (g) vedi Saida
S. Vincenzi (p) vedi S. Vincenzo
Saetto (a) vedi Saida
S. Vincenzo (a) p. 35; isola non identificata,
Grecia Saetto (g) vedi Saida
S. Vincenzo (a) vedi S. Vincenzo Safane (p) vedi Sérifos
S. Vincenzo, capo, Portogallo; S. Vincenzo Safarana (g) vedi Ghaza
(a) pp. 3, 4, 78; S. Vicenzo (g) pp. 1, 2,
Saffi (a) vedi Safi
86; S. Vincenzi (p) cc. 1, 23; S. Vin-
centi (u) cc. 153, 185 Saffi (u) vedi Safi
S. Vito (a) vedi S. Vito Safi (a) vedi Safi
S. Vito (p) vedi S. Vito Safi (g) vedi Safi
S. Vito (u) c. 163; località non individuata, Safi, città, Marocco; Safi/Saffi (a) p. 78; Safi/
Puglia, Italia Safie (g) pp. 85, 86; Zaffi (p) cc. 23,
24, 25; Saffi/Safin/Safia/Zafin/Zaffino
S. Vito (u) vedi S. Vito
(u) cc. 153, 184, 185
S. Vito, capo, Sicilia, Italia; S. Vito (a)
Safia (u) vedi Safi
p. 107; S. Vitto (g) p. 105; S. Vito (p)
c. 30; S. Vito (u) c. 198 Safie (g) vedi Safi
S. Vitto (g) vedi S. Vito Safin (u) vedi Safi
S. Zorzo (a) vedi S. George (a) Sagena (a) vedi Saseno
S.Maria de Calvi (a) vedi Calvì Sagibe (u) vedi Djebel
Sablettes, baia, Francia; Tolini (g) p. 13 Sagone, porto, Corsica, Francia; Santogon
(u) c. 195
Sabratha, città, Libia; Tripoli Vellio/Sobriero
(a) p. 67; Tripoli Vetatto/Sebrec (g) Sagostens (u) vedi Ras-Abu Lahu
374
Indice toponomastico
Salado, foce del fiume, Algeria; Sale/Serem Salerno (a) vedi Salerno
(a) pp. 77, 78; Serene (g) p. 83; Seram Salerno (g) vedi Salerno
(p) c. 23; Sale (u) c. 184
Salerno (p) vedi Salerno
Salamina (Kouloris o Salamis), isola, Grecia;
Rollando (a) p. 39; Colar (g) p. 40; Co- Salerno, città, Campania, Italia; Salerno (a)
pp. 23, 98; Salerno (g) pp. 25, 125; Sa-
lars (p) c. 12
lerno (p) cc. 8, 28; Salernno/Saler (u)
Salamon (u) vedi Sìderos cc. 162, 194
375
Bianca Fadda
Salinas, capo, Spagna, Baleari; Salina/Saline Salobrena, isola, Spagna; Salovingna (a) pp. 5,
(a) p. 84; Saline (g) p. 90; Saline (p) 6; Nige/Sala Vinge (g) p. 4; Salovignia
c. 25; Salina (u) c. 186 (p) cc. 1, 2; Salovigna/Salovingna (u)
c. 154
Saline (a) vedi Larnaka
Salombria (a) vedi Silivri
Saline (a) vedi Mannu
Salon (p) vedi Salum
Saline (a) vedi Salina
Salone (a) vedi Salum
Saline (a) vedi Salinas
Salone (g) vedi Salum
Saline (a) vedi Sasyk
Salonic (u) vedi Salonicco
Saline (g) vedi Larnaka
Salonicco (Thessalonìke), golfo, Grecia; Sa-
Saline (g) vedi Mannu lonichi (a) pp. 43, 53; Salonichi (g)
Saline (g) vedi Salina pp. 45, 46, 54; Salonichi (p) cc. 14, 16;
Salonic (u) cc. 171, 173
Saline (g) vedi Salinas
Salonichi (a) vedi Salonicco
Saline (g) vedi Sérifos
Salonichi (g) vedi Kassandra
Saline (p) vedi Larnaka
Salonichi (g) vedi Salonicco
Saline (p) vedi Mannu
Salonichi (p) vedi Salonicco
Saline (p) vedi Salinas
Salou, capo e porto, Spagna; Salo (a) pp. 9,
Saline de Quirsona (a) vedi Sasyk
84, 87, 88; Salo (g) pp. 7, 8, 94; Salo/
Salis (u) vedi Larnaka Sala (p) cc. 2, 24, 25, 26; Sallo (u)
c. 155
Salle (u) vedi Salè
Salovigna (u) vedi Salobrena
Sallo (u) vedi Salou
Salovignia (p) vedi Salobrena
Sallona (g) vedi Salum
Salovingna (a) vedi Salobrena
Sallone (a) vedi Salum
Salovingna (u) vedi Salobrena
Salma (u) vedi Salina
Salum, baia, Egitto; Salone/Sallone (a) p. 65;
Salmon (u) vedi Sìderos
Salone/Sallona (g) p. 71; Salon (p)
Salo (a) vedi Pujols c. 20; Salo (u) c. 179
376
Indice toponomastico
Salunbra (g) vedi Silivri Sanlucar, capo, Spagna; Sirocca (a) p. 3; Si-
rocco/Sigurea (g) p. 1; Sirocha (p) c. 1;
Saluobra (p) vedi Silivri
Siroccha (u) c. 153
Samaestro (a) vedi Amasra
Sanmandracie (p) vedi Samothrake
Samastro (a) vedi Amasra
Sannazari (u) vedi S. Nazaire
Sammandraki (a) vedi Samothrake
Sano (a) vedi Zannone
Sàmos, isola, Grecia; Xamo (a) p. 56; Scia-
mo/Siamo (g) p. 60; Sarna (p) c. 17; Sanom (a) vedi Zannone
Dama/Lama (u) c. 176 Sanone (g) vedi Zannone
Samothrake, isola, Grecia; Sammandraki (a) Sanone (p) vedi Zannone
p. 45; Sanmandracie (p) c. 14
Sanoni (u) vedi Zannone
Sampallea (u) vedi Stampalia
Sanremo, rione della città, Liguria, Italia; S.
San Tropè (a) vedi Saint Tropez, porto Remolo (a) p. 17; S. Romolo/S. Rome-
Sanani, isola, Libano; Palmiere (a) p. 60; Pal- ro (g) p. 18; S. Romulo (p) c. 6; S. Ro-
mier (g) p. 65 molo (u) c. 159
Sanardo (g) vedi Skinari Sanrto Dei (u) vedi S. Todero (a)
Sanbolla (u) c. 158; località non individuata, Sansego (Susak), isola, Costa Dalmata;
Francia Monte Gaibo (a) p. 30; Monte Gallo
(g) p. 33; Monte Giabo (p) c. 10; Mon-
Sancak, capo, Turchia; Sechilo (a) p. 59; Se-
te Saibo (u) c. 164
chino (g) p. 63; Sechino (p) c. 18; Si-
quin (u) c. 177 Sansum, Turchia, Mar Nero; Sipipidimma/
Sipidimma (a) p. 136
Sancta Patriarca (a) vedi Kerkennah
Sant Martin, capo, Spagna; Martino /Marti-
Sancto (a) vedi Monte Santu
na (a) pp. 9, 82, 86; Martino /Martina
Sancto Olpe (p) vedi Saint Tropez, porto (g) pp. 7, 88, 93; Martino (p) cc. 2, 24;
Martin/Martino (u) cc. 155, 186, 188
Sanghuinara (p) vedi Sanguinara
Sanguenara (a) vedi Sanguinara Santipon (u) vedi Scropote (a)
Sanguinara (g) vedi Sanguinara Santo Ermino dalla Colombaria (u) vedi Co-
lombiera (u)
Sanguinara (p) vedi Sanguinara
Santo Famia (u) vedi S. Eufemia
Sanguinara (p) vedi Sanguinara
Santo Giorgio (u) c. 199; porto di Palermo,
Sanguinara (u) vedi Sanguinara Sicilia, Italia
Sanguinara, isola, Corsica, Francia; Sangue- Santo Iovanni di Palmosa (u) vedi Pàtmos
nara/Saguenara (a) pp. 89, 195, 196;
Sanguinara (g) pp. 95, 101; Sanguina- Santo Stefano (p) vedi Porto Santo Stefano
ra/Sanghuinara (p) cc. 28, 29; Sangui- Santo Torpè (u) vedi Saint Tropez
nara (p) c. 26; Sanguinara (u) cc. 189,
195, 196 Santogon (u) vedi Sagone
377
Bianca Fadda
Sarafenta (a) vedi Sarafand Sasyk (Kunduk), lago, Ucraina, Mar Nero;
Saline/Saline de Quirsona (a) pp. 131,
Saragosa (a) vedi Siracusa 137
Saragosa (g) vedi Siracusa Satalia (a) vedi Antalya
Saragosa (p) vedi Siracusa Satalias (u) vedi Antalya
Saragosa (u) vedi Siracusa Satorino (a) vedi Santorino
Sarasenti (g) vedi Sarafand Sattelia (g) vedi Antalya
378
Indice toponomastico
Savasto (p) vedi Amasra sai Carai/Rasaucaram (u) cc. 198, 199,
201
Savastopoli (a) vedi Sukhumi
Scarapente (u) vedi Scarpanto
Savastopoli (p) vedi Sukhumi
Scaricatoio (p) vedi Archentrìas
Savecha (p) vedi Zarrùq
Scarichator (g) vedi Archentrìas
Savona, città, Liguria, Italia; Saona (a) pp. 18,
104; Saona (g) pp. 19, 102; Saona (p) Scarichatoro (g) vedi Archentrìas
cc. 6, 28; Saona (u) cc. 159, 197
Scarpanti (p) vedi Scarpanto
Sazena (a) vedi Saseno
Scarpanto (g) vedi Scarpanto
Sazina (p) vedi Saseno
Scarpanto (Kàrpanthos), isola, Grecia, Isole
Sca (u) vedi Kea Sporadi; Scarpento (a) pp. 51, 52, 122,
128; Scarpanto/Iscarpato (g) pp. 53,
Scala de Ricza (a) vedi Zarzis
117, 120; Scarpanto/Scarpanti (p)
Scala de Riso (p) vedi Zarzis cc. 16, 32, 33, 34; Scarpanto/Scarpari-
to/Scarapente/Scampente (u) cc. 173,
Scalea (a) vedi Scalea
204, 206
Scalea (g) vedi Scalea
Scarpanto (p) vedi Scarpanto
Scalea, capo, Calabria, Italia; Scalea (a)
Scarpanto (u) vedi Scarpanto
pp. 23, 99, 105; Scalea/Scaleia/Schale-
ia (g) pp. 25, 126, 127; Schalea (p) Scarparito (u) vedi Scarpanto
cc. 8, 28; Schalea/Ghalea (u) cc. 162,
Scarpento (a) vedi Scarpanto
197
Scelidoni (p) vedi Bes Adalar
Scaleia (g) vedi Scalea
Scenardo (u) vedi Skinari
Scalona (a) vedi Ashqelon
Schalea (p) vedi Scalea
Scalona (g) vedi Ashqelon
Schalea (u) vedi Scalea
Scamilla (p) vedi Examilia
Schaleia (g) vedi Scalea
Scampanaria (p) vedi Panaya
Schamilla (p) vedi Examilia
Scampente (u) vedi Scarpanto
Scharichatoio (p) vedi Archentrìas
Scanardo (a) vedi Skinari
Schenardo (p) vedi Skinari
Scanda (p) vedi Dia
Schiavonia (p) vedi Isclavonia
Scandia (u) vedi Iniah
Schiavonia (u) vedi Isclavonia
Scanfarias (u) vedi Stamphani
Schortezeu (u) vedi Sferracavallo
Scaramia, capo, Sicilia, Italia; Rassacarame/
Rasacarame/Rascarame (a) pp. 106, Sciacca, porto, Sicilia, Italia; Sacca (a)
109, 112, 113; Rasa Charame/Rasso pp. 106, 109, 112; Sciacha (g) p. 104;
Charame (g) pp. 104, 108; Rasacarame Sciaccha/Sciacca (p) cc. 30, 35; Sciac-
(p) cc. 29, 30, 34, 35; Rassa Carar/Ra- cha (u) c. 198
379
Bianca Fadda
Scilidone (g) vedi Bes Adalar Scrofa (Syrna), isola, Grecia; Scrofa (a) p. 51;
Scrofa (g) p. 52; Scorfa (p) c. 15;
Scilidoni (p) vedi Bes Adalar Escrofa (u) c. 173
Scilla (p) vedi Examilia Scrofa (a) vedi Scrofa
Scilli (g) vedi Squilli (a) Scrofa (g) vedi Scrofa
Scilli (p) vedi Antykithera Scropote (a) p. 38; Sette Possi (p) c. 12; San-
tipon (u) c. 168; isole non identificate,
Scillis (p) vedi Antykithera
Grecia
Scimia (p) vedi Sigrion
Scudari (a) vedi Scutari
Scimia (p) vedi Simi
Scuola (g) vedi Scuola
Scimie (g) vedi Simi
Scuola (p) vedi Scuola
Scimie (u) vedi Simi Scuola, punta, Liguria, Italia; Scola (a) p. 19;
Scio (g) vedi Marmaris, porto Scuola/Iscola (g) p. 20; Scuola/Squola
(p) c. 6; Colla/Collea (u) c. 160
Scio (u) vedi Chios, canale
Scutal (g) vedi Scutari
Scio (u) vedi Chios, isola
Scutale (g) vedi Scutari
Scir (g) vedi Sciro
Scutali (p) vedi Scutari
Sciro (Skyros), isola, Grecia, Isole Sporadi;
Squiro (a) p. 45; Scir (g) p. 48; Scis (p) Scutari (a) vedi Scutari
c. 14; Efiar (u) c. 171 Scutari (Uskudar), porto, Turchia; Scutari/
Scis (p) vedi Sciro Scudari (a) p. 47; Scutale/Scutal (g)
p. 50; Scutali (p) c. 15; Lestatar (u)
Scitril (u) vedi Kìthera c. 172
Sclavenia (a) vedi Isclavonia Sea (a) vedi Seteìa, castello
Scola (a) vedi Scuola Sebrec (g) vedi Sabratha
Scola (p) c. 34; isola non individuata, Italia Sebrete (p) vedi Sabratha
Scolis (p) vedi Antykithera Secca (g) vedi Fìmaina
Scompolea (p) vedi Stampalia Sechillo (p) vedi Antikythera
380
Indice toponomastico
381
Bianca Fadda
Serpa (Iphalos Sérpas), scogli, Grecia, Isole Seteìa, castello, Creta, Grecia; Sea (a) p. 117;
Ionie; Bissara (a) p. 32; Bize (g) p. 35; Settina (g) p. 113; Setta (p) c. 31; Set-
Bisciaro (p) c. 10; Biscia (u) c. 165 ta/Sietta (u) c. 202
Serpentaia (p) vedi Serpentara Seteìa, golfo, Creta, Grecia; Girapetra (a)
p. 117; Petra (g) p. 116; Uropetro (p)
Serpentaia (u) vedi Serpentara
c. 31; Petra/Pietra (u) cc. 202, 205
Serpentara (a) vedi Serpentara
Setra (u) vedi Fìmaina
Serpentara (g) vedi Serpentara
Setril (u) vedi Kìthera
Serpentara (u) vedi Serpentara
Setrile (a) vedi Kìthera
Serpentara, isola, Sardegna, Italia; Serpenta-
ra (a) pp. 93, 94; Serpentara (g) p. 100; Sett (u) vedi If
Serpentaia (p) c. 26;Serpentara/Ser- Setta (g) vedi Ceuta
pentaia (u) c. 192
Setta (g) vedi Sete
Serrat, capo, Tunisia; Rassamuzar/Rassamu-
zal (a) pp. 73, 74; Rasamusar (g) p. 80; Setta (p) vedi Seteìa, castello
Rasa Maxi (p) c. 22; Rassa Misar/Rassa Setta (u) vedi Ceuta
Missara (u) c. 182
Setta (u) vedi Seteìa, castello
Serttu (g) vedi If
Sette Possi (p) vedi Scropote (a)
Servi (u) vedi Elaphònesos
Settecapi (a) vedi Yedi Burunlar
Servi (u) vedi Porto Cervo
Settechappi (g) vedi Yedi Burunlar
Servio (u) vedi Porto Cervo
Settelia (p) vedi Antalya
Servo (p) vedi Cervo
Setti (p) vedi Ceuta
Servo (u) vedi Porto Cervo
Settina (g) vedi Seteìa, castello
Serzelli (u) vedi Cherchell
Setuere (u) vedi Senello (a)
Sesaria (u) vedi Cesarea
Sevari (a) vedi Messeniakòs
Sessa (u) vedi Kea
Sevarone (a) vedi Masseniakòs
Sestri Levante, Liguria, Italia; Siestro (a)
p. 104; Siestro (g) p. 102; Siestri (p) Sezea (a) vedi Fìmaina
c. 29; Siestri (u) cc. 160, 197
Sfachas (g) vedi Sfax
Set/Sett (u) c. 156; isola non identificata,
Sfachasi (g) vedi Sfax
Francia
Sfachisi (g) vedi Sfax
Seta (u) vedi Sete
Sfachisi (p) vedi Sfax
Sete dei Capi (p) vedi Yedi Burunlar
Sfax, città, Tunisia; Fachise/Fachisse (a)
Sete, capo, Francia; Septa (a) p. 11; Setta (g)
pp. 68, 69, 70; Sfachas/Sfachasi/Sfa-
p. 10; Seta (u) c. 156
chisi (g) pp. 74, 75; Sfachisi (p) cc. 20,
Seteia (p) vedi Fimaina 21; Faquis (u) cc. 180, 181
382
Indice toponomastico
383
Bianca Fadda
384
Indice toponomastico
Siviglia (Sevilla), città, Spagna; Sibilia (a) p. 3; Solcio, porto (u) vedi Palmas
Sobilia (g) p. 1; Sibilia (p) c. 1; Sibilia Soldania (a) vedi Sudak
(u) c. 153
Soldin (g) vedi Asi
Sivitante (u) c. 166; località non individuata,
Mar Adriatico Soldin (u) vedi Asi
Six Fours, castello, Francia; Seiforni (a) p. 14; Soldino (a) vedi Asi
Forni (g) p. 13; Seforni (p) c. 4; Vilfors
Sole (p) vedi Sile
(u) c. 157
Sole, isola (u) vedi S. Antioco
Sizequi/Sizenquia (p) c. 35; località non in-
dividuata, Mar Nero Soli (p) vedi Sile
Skerki, scogli, Tunisia; Chilbo/Quilbo (a) Solino (a) vedi Asi
pp. 73, 97, 98, 109, 110, 114; Chilbi/
Solino (g) vedi Asi
Chilbo (g) pp. 79, 108, 124, 125, 126;
Chilbi/Chilli (p) cc. 27, 28, 30; Ghilbi Solino (p) vedi Asi
(u) c. 199
Soller, porto, Spagna, Baleari; Solaro/Solari
Skinari, capo, Grecia, Isole Ionie; Scanardo (a) p. 85; Sogliari (g) p. 92; Soiaro (p)
(a) p. 33; Sanardo/Senardo (g) p. 36; c. 25; Sueiller (u) c. 187
385
Bianca Fadda
Solso (a) vedi Palmas 107, 116; Spada (p) cc. 12, 16, 30, 32;
Spaza/Paza/Passa/Passaor/Spator/Spa-
Solso (a) vedi S. Antioco
zor/Spatir (u) cc. 168, 173, 199, 203,
Somia (g) vedi Simi 204
Somma (u) c. 162; monte non identificato, Sparadonna (p) vedi Ppadora (a)
Campania, Italia Spargi (a) vedi Spargi
Sorderah (u) vedi Canoubier Spargi, isola, Sardegna, Italia; Spargi (a) p. 91;
Sorelle, scogli, Tunisia; Due Sorore (a) p. 73; Ispargi/Isparaggi (g) pp. 97, 98; Spada-
Due Sorori (g) p. 80; Due Suore (u) ra (p) c. 26
c. 182 Sparte Vento (g) vedi Spartivento
Sorofa (u) vedi Kafereùs Sparte Vetto (g) vedi Arkìtsa
Sorore (a) p. 117; isolette non identificate, Spartel (Sbartel), capo, Marocco; Sparteli (a)
Grecia p. 77; Ispartello/Isportello (g) pp. 84,
Sorrenti (u) vedi Zafferano 85; Spartelli (p) c. 23; Spertelli/Partelli
(u) c. 184
Sosente/Sozente (u) c. 175; località non indi-
viduata, Grecia Sparteli (a) vedi Spartel
Soùdas, porto, Creta, Grecia; Sua (a) p. 118; Spartelli (p) vedi Spartel
Suvara (g) p. 115; Sua (p) c. 32; Suda Spartevento (p) vedi Arkìtsa
(u) c. 203
Spartevento (p) vedi Spartivento
Sovera (p) vedi Suvero
Spartir (p) vedi Spatire (a)
Sozente (u) vedi Sosente (u)
Spartir (u) vedi Spatire (a)
Sozopol, Bulgaria, Mar Nero; Sisopoli (a)
p. 130; Sinopuli (p) c. 35 Spartivento (a) vedi Arkìtsa
386
Indice toponomastico
Spazor (u) vedi Spanta Squilli (a) p. 39; Scilli (g) p. 40; isola non in-
dividuata, Grecia
Sperdis (u) c. 176; isola non identificata,
Turchia Squillis (u) vedi Antikythera
Sperone del Grillo (u) vedi Sprono Squis (a) vedi La Spezia
387
Bianca Fadda
Stampallea (u) vedi Stampalia Stilo, punta, Calabria, Italia; Stillone (a) p. 24;
Stilo/Stile (g) p. 27; Stil (p) c. 8; Stil (u)
Stamphani, isola, Grecia, Isole Strofadi;
c. 162
Stanfare (a) p. 34; Stanfare/Istanfare
(g) p. 37; Stanfare (p) c. 11; Scanfarias Stimpalea (a) vedi Stampalia
(u) c. 167
Stinalonga (g) vedi Spinalònga
Standea (a) vedi Dia
Stindia (g) vedi Iniah
Standea (a) vedi Iniah
Stiralaggia (u) vedi Spinalònga
Standea (g) vedi Dia
Stiralonga (a) vedi Spinalònga
Standea (p) vedi Dia Stiralunga (p) vedi Spinalònga
Standia (p) vedi Iniah Stopoli (a) vedi Eleutheroupolis
Standia (u) vedi Dia Stopona (a) vedi Estepona
Stanfare (a) vedi Stamphani Stopona (g) vedi Estepona
Stanfare (g) vedi Stamphani Stopona (u) vedi Estepona
Stanfare (p) vedi Stamphani Stoponam (p) vedi Estepona
Stangnara (a) vedi Igneada Stora (a) vedi Stora
Stangol (u) vedi Stromboli Stora, porto, Algeria; Stora (a) p. 74; Sturi/
Stante (u) c. 175; località non individuata, Astola/Astori (g) p. 81; Sturi (p) c. 22;
Grecia Stuera/Tuera (u) c. 183
Stavros, capo, Grecia; Fetelei (a) p. 43; Fette- Storione (a) vedi Shibin
lea (g) p. 45; Fatelee (p) c. 14; Fatellea/ Storione (g) vedi Shibin
Fettelee (u) c. 170
Storione (p) vedi Shibin
Stefani (p) vedi Ayancik
Storrens (u) vedi Correnti (a)
Stefano (a) vedi Ayancik
Stranguli (p) vedi Stromboli
Stegua (u) vedi Ustica
Strogolo (g) vedi Strongoli
Steledonda (g) vedi Spinalònga
Stromboli, isola, Italia, Isole Eolie; Strongoli
Stempalea (a) vedi Stampalia (a) p. 110; Strongolo/Istrongolo (g) pp.
Stena (g) vedi Enez 109, 128; Stranguli (p) c. 31; Stangol
(u) c. 200
Stifane (u) vedi Sérifos
Strongoli (a) vedi Stromboli
Stil (p) vedi Stilo
Strongoli, punta, Calabria, Italia; Strogolo/
Stil (u) vedi Stilo Strongolo/Trongolo (g) pp. 27, 28
Stile (g) vedi Stilo Strongolo (g) vedi Stromboli
Stillone (a) vedi Stilo Strongolo (g) vedi Strongoli
Stilo (g) vedi Stilo Stuera (u) vedi Stora
388
Indice toponomastico
Suari (a) vedi Suvero Sur, città, Libano; Suri (a) pp. 61, 129; Suri
(g) pp. 66, 121; Suri (p) cc. 18, 33; Sur
Suasena (u) vedi Saseno (u) cc. 178, 206
Suasina (g) vedi Saseno Suri (a) vedi Sur
Sucha (p) vedi Zarrùq Suri (g) vedi Sur
Suchacho (g) vedi Ceuta Suri (p) vedi Sur
Suchalu (g) vedi Zarrùq Surmena (a) vedi Surmene
Sucqua (u) vedi Zarrùq Surmene, Turchia, Mar Nero; Surmena/
Suda (a) vedi Syra Summesso (a) pp. 134, 135; Simizo (p)
c. 35
Suda (g) vedi Syra
Susanna (a) p. 7; isola non identificata, Fran-
Suda (p) vedi Syra cia
Suda (u) vedi Soùdas Sussa (u) vedi Suza (p)
Sudak, Ucraina, Mar Nero; Sodania/Solda- Suvar (u) vedi Messeniakòs
nia (a) p. 136
Suvara (g) vedi Soùdas
Sueca (a) vedi Zarrùq
Suvaro (g) vedi Suvero
Sueca (u) vedi Zarrùq
Suvero, capo, Calabria, Italia; Suari (a) pp. 23,
Suecca (a) vedi Zarrùq 99; Suvaro (g) p. 25; Sovera (p) c. 28
Sueccha (a) vedi Zarrùq Suza (p) c. 21; Sussa (u) c. 181; località non
individuata, Tunisia
Sueccha (p) vedi Zarrùq
Suza (u) vedi Syra
Suecha (g) vedi Zarrùq
Syra, isola, Grecia, Isole Cicladi; Suda (a)
Sueiller (u) vedi Soller
p. 55; Suda (g) p. 59; Suda (p) c. 17;
Sueta (a) vedi Ceuta Suza (u) c. 174
389
Bianca Fadda
Syrna, isola, Grecia, Isole Sporadi; Porcella Taillada (u) vedi Taillat
(a) p. 51; Porcetti (g) p. 52; Porcelli (p)
Taillat, capo, Francia; Taillata (a) p. 15; Ta-
c. 15; Porciello (u) c. 173
gliatto (g) p. 15; Taglia (p) c. 5; Tailla-
Syros, isola, Grecia, Isole Cicladi; Capra (a) da (u) c. 158
pp. 40, 55, 56; Chrava (g) p. 59; Capra
Taillata (a) vedi Taillat
(u) c. 174
Taky, Mys, capo, Ucraina, Mar Nero; Cava-
lario/Cavalarij (a) p. 136
T
Talamo (p) vedi Calimno
Tabarca (a) vedi Tabarca
Talamone (g) vedi Talamone
Tabarca (p) vedi Tabarca
Talamone (p) vedi Talamone
Tabarca, isola, Tunisia; Tabarca (a) p. 74; Ta-
Talamone (u) vedi Talamone
barcha (g) p. 80; Tabarca (p) c. 22; Ta-
barcha (u) c. 182 Talamone, porto, Toscana, Italia; Talamone
(g) p. 22; Talamone (p) c. 7; Talamone
Tabarcha (g) vedi Tabarca
(u) c. 161
Tabarcha (u) vedi Tabarca
Talaria (g) vedi Tavolara
Tachosa (g) vedi Toukousch
Talfagar (a) vedi Trafalgar
Tagimagi (p) vedi Tagomago
Tallara (a) vedi Tavolara
Taglia (p) vedi Taillat
Taman, Russia, Mar Nero; Matrega (a) p. 136;
Tagliatto (g) vedi Taillat Matricha/Matrica (p) c. 36
Tago, chapo (u) c. 186; capo situato presso Tana (a) p. 136; località non individuata,
l’isola di Tagomago, Spagna Mar Nero
Tagomago (a) vedi Tagomago Tana (a) vedi Tanais
Tagomago (g) vedi Tagomago Tana (g) vedi Tanais
Tagomago (p) vedi Tagomago Tanais, antica città, Turchia; Tana (a) p. 136;
Tana (g) p. 51
Tagomago (u) vedi Tagomago
Tanese (g) vedi Ténès
Tagomago, isola, Spagna, Isole Pitiuse; Tago-
mago (a) pp. 82, 83, 84; Tagomago/ Tanga (g) vedi Tangeri
Togomago/Gomago (g) pp. 88, 89, 90;
Tangarog, Russia, Mar Nero; Cabardi (a)
Tagimagi/Tagomago (p) cc. 24, 25; Ta-
p. 136
gomago (u) c. 186
Tangeri, città, Marocco; Tania (a) p. 77; Tan-
Tagugia (p) vedi Toukousch
ga (g) p. 84; Tangie (p) c. 23; Tangha
Taifor, capo, Marocco; Tarfusnauli (a) p. 77; (u) c. 184
Tarfanoli (g) p. 84; Tarfanauli (p) c. 23;
Tangha (u) vedi Tangeri
Terstanoli/Garfanoli/Gharfanoli (u)
c. 184 Tangie (p) vedi Tangeri
390
Indice toponomastico
Taolara (a) vedi Tavolara Tarsus, fiume, Turchia; Terso (a) p. 59; Terzo
(g) p. 64; Terzo (p) c. 34
Taolato (a) vedi Teulada
Tauermena (g) vedi Taormina
Taormina, porto, Sicilia, Italia; Taurmena (a)
p. 105; Tauermena (g) pp. 103, 104; Tauermena (p) vedi Taormina
Tauermena (p) c. 29; Tauerna (u) c. 197 Tauerna (u) vedi Taormina
Taoro (a) vedi Toro, isola, Sardegna Taulara (a) vedi Tavolara
Taragona (a) vedi Terragona Taularia (g) vedi Tavolara
Tarante (u) vedi Taranto Taulato (a) vedi Teulada
Taranto (a) vedi Taranto Taulatra (g) vedi Tavolara
Taranto (p) vedi Taranto Taur (u) vedi Toro, isola, Sardegna
Taranto, golfo e porto, Puglia, Italia; Taranto Taurmena (a) vedi Taormina
(a) pp. 25, 26, 81; Tarato/Taratto (g)
pp. 27, 28, 29; Taranto (p) cc. 9, 24; Tavolara, isola, Sardegna, Italia; Taolara/
Torente/Tarante (u) cc. 162, 163, 180 Taulara/Tallara (a) pp. 92, 93, 98, 99;
Toraio/Talaria/Telaria/Teolara/Taula-
Tarato (g) vedi Taranto ria/Taulatra (g) pp. 98, 99, 127, 128;
Taratto (g) vedi Taranto Toraro (p) cc. 26, 28; Toraio (u) cc. 191,
192, 194
Tarfa (p) vedi El-Taifa
Tedel (u) vedi Tedlés
Tarfagar (u) vedi Trafalgar
Tedelis (u) vedi Tedlés
Tarfalempa (u) vedi Llamp
Tedelise (a) vedi Tedlés
Tarfalenpa (a) vedi Llamp
Tedlés, capo, Algeria; Tedelise (a) pp. 75, 86,
Tarfalenpa (p) vedi Llamp 96; Telesi/Ditelisi/Titelisi (g) pp. 82,
93, 123; Tintelepe/Titellisi (p) cc. 25,
Tarfanauli (p) vedi Taifor
27; Tedelis/Tedel/Thedalis (u) cc. 183,
Tarfanoli (g) vedi Taifor 188, 193
Tarfusnauli (a) vedi Taifor Tegolata (g) vedi Teulada
391
Bianca Fadda
392
Indice toponomastico
Teulada, capo, Sardegna, Italia; Taolato/Tau- Tineo (u) vedi Teneo (a)
lato (a) pp. 95, 97, 98; Tegolata/Tego- Tinetto, isola, Liguria, Italia; Tireto (a) p. 19;
latta (g) pp. 100, 124; Tegulata (p) Siretto (g) p. 20; Tirello (p) c. 6; Tieret
c. 27;Toraio/Troia (u) cc. 193, 194, (u) c. 160
195
Tini (p) vedi Tino, isola, Grecia
Thedalis (u) vedi Tedlés
Tino (a) vedi Fanos
Therasìa, isola, Grecia; Crutello (a) p. 53;
Graciola (g) p. 55; Grucello (p) c. 16; Tino (g) vedi Gran Sirte
Cristoli (u) c. 174 Tino (a) vedi Gran Sirte
Thermia (Kythnos), isola, Grecia, Isole Ci- Tino (a) vedi Tino, isola, Grecia
cladi; Fermene/Fermense (a) pp. 53,
55, 125; Fermenea/Ferminea (g) p. 58; Tino (p) vedi Gran Sirte
Farmenea/Ferminea (p) cc. 16, 17; Fer- Tino (p) vedi Tin
menea/Fermente (u) cc. 174, 205
Tino (Tenos), isola, Grecia, Isole Cicladi;
Tienone (g) vedi Marathonisi Tin/Tino/Tim (a) p. 55; Tin (g) p. 59;
Tier (u) vedi Tino, isola, Italia Tini (p) c. 17; Tin (u) c. 174
Tieret (u) vedi Tinetto Tino, isola, Liguria, Italia; Tiro (a) pp. 19,
22; Charo (g) p. 20; Tiro (p) c. 6; Tier
Tim (a) vedi Tino, isola, Grecia (u) c. 160
Tim (p) vedi Gran Sirte Tintelepe (p) vedi Tedlés
Timi Ama (a) vedi Timi Ama Tio (a) vedi Hirasonu
Timi Ama, scoglio, Sardegna, Italia; Timi Tirebolu, Turchia, Mar Nero; Tripoli (a)
Ama (a) p. 94; Teme e Ama (p) c. 26 p. 135
Tin (a) vedi Tino, isola, Grecia Tirello (p) vedi Tinetto
Tin (g) vedi Gran Sirte Tireto (a) vedi Tinetto
Tin (g) vedi Tino, isola, Grecia Tiro (a) vedi Tino, isola, Italia
Tin (u) vedi Gran Sirte Tiro (p) vedi Tino, isola, Italia
Tin (u) vedi Tino, isola, Grecia Tissam (u) c. 195; porto situato nel golfo di
Ventilegne, Corsica, Francia
Tin, capo, Libia; Resaltino/Rasautino/Re-
sautino (a) pp. 66, 67, 109, 121, 129; Titelisi (g) vedi Tedlés
393
Bianca Fadda
394
Indice toponomastico
Trabet (g) vedi Trabel (a) Trapani, porto, Sicilia, Italia; Trapana/Trape-
na (a) pp. 105, 107; Trapani (g) pp. 103,
Trabet (u) vedi Trabel (a) 105; Trapali (p) cc. 29, 30; Trapano (u)
Trabisaccia (p) vedi Trebisacce cc. 197, 198
395
Bianca Fadda
396
Indice toponomastico
Turco (a) p. 101; Turchio (p) c. 28; Turchio Uropetro (p) vedi Seteìa, golfo
(u) c. 195; località non individuata, Ursa (g) vedi Capo d’Orso
Corsica, Francia
Ustega (a) vedi Ustica
Turetta (p) vedi Euripos
Ustegua (u) vedi Ustica
Turpia (a) vedi Tropea
Ustica, isola, Italia; Ustega (a) pp. 99, 104,
Turpia (p) vedi Tropea 107, 110; Ustiga/Usticha/Anticha (g)
Turpia (u) vedi Tropea pp. 103, 106, 109, 126, 127, 128;
Ustegua/Stegua (u) cc. 194, 197, 199,
Tusimile (p) vedi Ued-Kuss 200
Tussi Mussi (g) vedi Ued-Kuss Usticha (g) vedi Ustica
Tussimussi (g) vedi Ued-Kuss Ustiga (g) vedi Ustica
397
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Varti (p) vedi Vati (a) Ventilegne, golfo, Corsica, Francia; Elleze/
Ellexe (a) p. 100; Erici (p) c. 28; Elleu-
Vasilina, capo, Grecia; Moline/Moriczo/Mo-
ze/Leuze (u) c. 195
liczo (a) p. 42; Mosa/Moiza/Imoiza (g)
pp. 44, 45; Moriza/Morizo (p) c. 14; Ventimiglia (p) vedi Ventimiglia
Morissa/Morssa (u) c. 170
Ventimiglia (u) vedi Ventimiglia
Vati (a) p. 135; Varti (p) c. 36; località non
individuata, Georgia, Mar Nero Ventimiglia, porto, Liguria, Italia; Vintimilia
(a) p. 17; Vittimiglia (g) p. 18; Venti
Vaticano, capo, Calabria, Italia; Bacticane (a) Miglia/Ventimiglia (p) c. 6; Ventimi-
p. 23; Batte Chane (g) p. 26; Bactica- glia (u) c. 159
ne/Bactichane (p) c. 8; Batincan/Batti-
cam (u) cc. 162, 194 Vento Tela (p) vedi Ventotene
Vatissa (p) vedi Fatsa Ventotene, isola, Italia, Isole Pontine; Ponta-
reta (a) p. 22; Ventto Tela (g) pp. 23, 24;
Vatiza (a) vedi Fatsa Vento Tela (p) c. 8; Batinto (u) c. 161
Vaza (p) vedi Hurma Ventto Tela (g) vedi Ventotene
Vecina (a) vedi Kamcija Ver (u) vedi Dardanelli
Vedra, isola, Spagna, Isole Pitiuse; Vetrano Verde, isola, Spagna; Isalcadera (a) p. 4; Sal-
(a) p. 82; Vetrano (g) p. 88; Vetrano (p) cadra (g) p. 2; Gizalcandra/Gizalchan-
c. 24; Vintra/Lintra (u) c. 186 dra (p) c. 1; Isalcadere/Salcadere/Sisal-
Vegia (g) vedi Vieilles cadere (u) c. 153
Vela Bianca, torre, Spagna; Linteame (a) p. Vetrano (a) vedi Vedra
6; Lizuolo (g) p. 4; Lenzuolo (p) c. 2; Vetrano (g) vedi Vedra
Linteame (u) c. 154
Vetrano (p) vedi Vedra
Vendres, porto, Francia; Porto Venere (a)
p. 10; Portto Venari (g) pp. 9, 102; Vibo Valenza, porto, Calabria, Italia; Bibona
Provener (u) c. 155 (a) p. 23; Bibona (g) p. 25; Bibona (p)
c. 8; Bibona (u) c. 162
Venegia (a) vedi Venezia
Vieilles, isole, Francia; Vela (a) p. 16; Vegia
Venegia (g) vedi Venezia
(g) p. 16; La Viellas (u) c. 158
Venesia (p) vedi Venezia
Vieste, porto, Puglia, Italia; Bestii (a) p. 29;
Veneticho (g) vedi Benetiko Bestie (g) p. 31; Bestia (p) c. 9; Bestia/
Bestria (u) c. 164
Venezia, golfo e città, Veneto, Italia; Venegia
(a) pp. 30, 32, 81; Venegia (g) p. 32; Vilfors (u) vedi Six Fours
Vinegia/Venesia (p) cc. 9, 10, 24; Vi-
Villa San Giovanni, Calabria, Italia; S. Ianni
negia (u) cc. 164, 180
della Luminaria (g) p. 26
Venti Miglia (p) vedi Ventimiglia
Villefranche, porto, Francia; Oliole/Olivoli
Ventico (u) vedi Benetiko (a) pp. 16, 17, 97; Olivoli/Olivolio (g)
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Bianca Fadda
p. 17; Olivoli (p) cc. 5, 27; Oliva/Oli- Vospro (a) vedi Kerc, Ucraina
vi/Ulivo (u) cc. 159, 194
Votri (p) vedi Voltri
Vinegia (p) vedi Venezia
Vulcanello, isola, Italia, Isole Eolie; Bolcani-
Vinegia (u) vedi Venezia no (a) p. 110; Bolganello/Belganello
(g) p. 109; Bolganello (p) c. 31; Bolga-
Vintimilia (a) vedi Ventimiglia
mi (u) c. 200
Vintra (u) vedi Vedra
Vulcano, isola, Italia, Isole Eolie; Bolcano/
Vinza (g) vedi Ibiza Bulcano (a) pp. 99, 110; Bolgano/Bal-
gano (g) pp. 109, 126, 127, 128; Bol-
Viopoli (a) vedi Fol
gano (p) cc. 28, 31; Bolgano/Bolzano
Vipro (p) vedi Imbros (u) cc. 194, 200
Vite (a) vedi Sardegna, punta
Vite (g) vedi Sardegna, punta X
Vite (u) vedi Sardegna, punta Xamo (a) vedi Sàmos
Vitello (u) c. 193; isoletta presso l’isola Vac- Xarchino (a) p. 78; Sarchino (p) p. 23; locali-
ca, Sardegna sudoccidentale, Italia tà non individuata, Marocco
Vittimiglia (g) vedi Ventimiglia Xyli, capo, Grecia; Le Squilli (a) p. 39; Li
Scillo (g) p. 40
Vituperio (a) vedi Nagar
Vitupervi (g) vedi Nagar
Y
Vivara, isola, Italia, Isole Flegree; Tito (a)
p. 22; Vivaro (g) p. 24; Lino (p) c. 8; Yafo (Tel Aviv), città, Israele; Iaffa/Zaffa (a)
Tani (u) c. 161 pp. 62, 63, 128; Giaffa (g) pp. 67, 68,
120; Giaffa/Gaiffa (p) cc. 19, 33; Iaffa/
Vivaro (g) vedi Vivara
Daffa (u) c. 178
Viza (g) vedi Ibiza
Yaire, isola, Francia; Garra (a) p. 12; Jara/
Volana (a) vedi Po di Volano Iara (g) p. 12; Iaras (u) c. 157
Volos, golfo, Grecia; Armiro (a) p. 43; Armi- Yedi Burunlar, capo, Turchia; Settecapi (a)
ro (g) p. 45; Amiro/Armiro (p) c. 14; p. 57; Settechappi (g) p. 61; Sete dei
Armiro/Almiro (u) c. 170 Capi (p) c. 17; Serecap (u) c. 176
Voltri (a) vedi Voltri Yerakas, capo, Grecia, Isole Ionie; Pelago (a)
p. 33; Pelago (g) p. 37; Pelago (p) c. 11;
Voltri, Liguria, Italia; Voltri (a) p. 18; Votri
Pelago (u) c. 166
(p) c. 6
Yesilkoy, capo, Turchia, Mar di Marmara; S.
Vona (a) pp. 134, 135; Vona (p) c. 36; locali-
Stefano (a) pp. 44, 45; S. Istefano (g)
tà non individuata, Mar Nero
p. 48; S. Stefano (u) c. 171
Vona (p) vedi Vona (a)
Vospio (p) vedi Kerc, Ucraina
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bienti del Palazzo Carrega-Cataldi di Genova e nel 1567 ad una loggia della villa
Grimaldi in Sampierdarena (cfr. O. GROSSO, Genova e la Riviera ligure, Roma 1951,
p. 88). Su Leonardo, scultore ed architetto attestato a Como nel 1569, e su Martino,
scultore in Milano nel 1541, non abbiamo certezze riguardo l’appartenenza alla mede-
sima stirpe. Sugli Aprile cfr. inoltre M. GUIDI, Dizionario degli artisti ticinesi, Roma
1932, pp. 21-23, 26, 79; le singole voci Aprile, inU. THIEME, F. BECKER, Allgemeines
Lexicon der Bildenden Künstler, II, 1908; Dizionario Biografico degli Italiani, III, Roma
1961 e in Allgemeines Künstler-Lexicon, III, Leipzig 1990.
(2) La lapide di Samassi reca un’iscrizione metrica in castigliano, cfr. Appendi-
ce, 13. Quella cagliaritana ne ospita invece una latina, anch’essa metrica, cfr. Appendi-
ce, 27. Su Scipione Aprile cfr. V. ANGIUS, voce Samassi, inG. CASALIS, Dizionario geogra-
fico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, XVIII, Torino
1849, p. 11; R. DI TUCCI, Artisti napoletani del Cinquecento in Sardegna, in “Archivio
Storico per le Province napoletane”, X, 1924, pp. 379-381; D. SCANO, Forma Karalis,
Cagliari 1934, pp. 77-78, docc. XI e 15 rispettivamente alle pp. 150, 181; R. DELOGU,
Primi studi sulla storia della scultura del Rinascimento in Sardegna, in “Archivio Storico
Sardo”, XXII, 1941, pp. 3-26; R. DI TUCCI, Documenti e notizie per la storia delle arti e
dell’industrie artistiche in Sardegna dal 1570 al 1620, in “Archivio Storico Sardo”,
XXIV, 1954, p. 163; C. MALTESE, Persistenza di motivi arcaici tra il XVI ed il XVII secolo
in Sardegna, in “Studi Sardi”, XVII, 1961, pp. 466-467; ID., Arte in Sardegna dal V al
XVIII, Roma 1962, p. 25, scheda 109 di R. SERRA, p. 230; A. BOVERO, voce Aprile, in
Grande Dizionario Enciclopedico, vol. II, 19673; C. MALTESE, R. SERRA, Episodi di una
civiltà anticlassica, in Sardegna, Milano-Venezia 1969, pp. 335-337; J. ARCE, España en
Cerdeña, Madrid 1960, consultato nell’edizione italiana tradotta da L. Spanu, La Spa-
gna in Sardegna, Cagliari 1982, pp. 114, 312-313, 341, 527-529; R. SERRA, Pittura e
scultura dal Medioevo all’Ottocento, in La Sardegna, I, sez. 3 (Arte e Letteratura), Ca-
gliari 1982, p. 91; M. CORDA, Arti e mestieri nella Sardegna spagnola, Cagliari 1987,
pp. 40, 43-44, 48, 97-98, 102, 119, 145; R. SERRA, Pittura e scultura dall’età romanica
alla fine del ’500, (collana “Storia dell’arte in Sardegna”), Nuoro 1990, p. 165, schede
34 e 75 di R. CORONEO, rispettivamente alle pp. 80, 168-169; W. MÜLLER, voce Aprile,
Scipione, inAllgemeines Künstler-Lexicon, III, cit.; M.G. SCANO, Pittura e scultura del
’600 e del ’700, (collana “Storia dell’arte in Sardegna”), Nuoro 1991, pp. 15, 58-59,
61, 86, 89; S. NAITZA, La scultura del Cinquecento, in La società sarda in età spagnola, a
cura di F. MANCONI, vol. I, Cagliari 1992, pp. 114-115; ID., La scultura del Seicento,
ibidem, vol. II, Cagliari 1993, p. 156.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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Aldo Pillittu
l’analogo caso di Scipione Noffre, scrivano del De Silva e più tardi no-
taio egli stesso, che si firma in qualche documento “Scipio”, in talaltro
“Serapio” (8). Dovremo fare l’ipotesi anche in questo caso, seguendo il
Delogu, di un’altra coppia di quasi omonimi Scipio e Serapio dalla vita
parallela, esercitanti la medesima attività, dei quali alla fine prevarrà
solamente Scipio, presumibilmente in virtù delle fortunate doti insite
nel nome, visto che anche fra gli Aprile fu così. Il caso acquista
rilevanza per il fatto che fu proprio il Noffre a stendere un buon nu-
mero di atti in cui si nomina lo scultore Serapio Aprile e mai vi figura
Scipione. A ciò si aggiunga che, a fronte di tanti riscontri biografici di
Scipione (moglie, figli, decesso), Serapio Aprile è una meteora che
sfugge alle registrazioni anagrafiche dei registri parrocchiali.
Una nutrita serie di prove porta dunque a concludere che sia
esistito un unico Aprile, Scipione, il cui nome venne talvolta storpiato
in Serapio, per qualche ragione non del tutto chiara. L’autentico e, per
così dire, riunificato Scipione Aprile dimorava in una casa di Lapola
nel carrer dit de ritrasto, nei pressi di un’abitazione su cui vantava dirit-
ti il cognato, il maestro d’ascia Hieroni Vidal (9). Sposò infatti una
Monserrata Vidal, da cui ebbe Angelica Llucya Bernardina (1581), Lu-
cia Francisca (1584), Maria Madalena Lusia (1587), Allena (cresimata
nel 1602), Joan Batista (1602) (10). Morì il 12 agosto 1604 (11).
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
Gerolamo Vidal, cfr. M. CORDA, Arti e mestieri, cit., pp. 45, 145. Non mi sembra
motivata l’asserzione del Di Tucci secondo il quale l’Aprile ebbe un figlio chiamato
Nicola (ma “De Apila”!), cfr. R. DI TUCCI, Documenti e notizie, cit., p. 163. Cfr. Ap-
pendice, 2, 11, 15, 17, 22, 23.
(11) A.A.C., Quinque Libri, Marina, vol. 5, f. 173 r., cfr. Appendice, 29.
Morì senza avere fatto testamento e fu sepolto nella parrocchiale.
(12) I relativi documenti, inediti o emendati, quando già editi, sono pubbli-
cati in Appendice, rispettivamente ai nn. 1, 3, 12, 14, 18, 19, 21, 24, 25 e 26.
(13) Sul monumento funebre di Emanuele Castelvì cfr. V. ANGIUS, Samassi,
cit., p. 11; R. DELOGU, Primi studi, cit., pp. 11-14, figg. 1-2; R. SALINAS, L’architettu-
ra del Rinascimento in Sardegna. I primi esempi, in “Studi Sardi”, XIV-XV, parte II,
1955-57, pp. 362-363; C. MALTESE, Persistenza di motivi arcaici, cit., pp. 466-467;
ID., Arte in Sardegna, cit., p. 25, scheda 109 di R. SERRA, p. 230; C. MALTESE,
R. SERRA, Episodi, cit., pp. 335-337; R. SERRA, Retabli pittorici in Sardegna nel Quat-
trocento e nel Cinquecento, Roma 1980, p. 8; J. ARCE, España, cit., pp. 114, 527-529;
V. MOSSA, Dal Gotico al Barocco in Sardegna, Sassari 1982, pp. 40-41; R. SERRA, Pit-
tura e scultura dal Medioevo, cit., p. 91; EAD., Pittura e scultura dall’età romanica, cit.,
p. 165, scheda 75 di R. CORONEO, pp. 168-169; S. NAITZA, La scultura del Cinque-
cento, cit., p. 115.
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Aldo Pillittu
(14) Discendente da una famiglia giunta in Sardegna nella seconda metà del
sec. XV, Emanuele nacque nel 1524 da Gerolamo. Furono suoi fratelli Artale, vi-
sconte di Sanluri, e Ludovico, cavaliere di Malta e governatore del Capo di Cagliari
dal 1561. Sposò Anna Cavaller, figlia di Mattia e di Teresia Castelvì, che gli portò in
dote i feudi, ereditati nel 1547, di Asuni e Nureci - già in possesso dei Castelvì dal
1479 al 1504 - e di Samassi e Serrenti. Il beneficio allodiale di Laconi, acquisito
dalla casata nel 1479, diede a lui il titolo comitale (1559) e, agli eredi, quello
marchionale (1605). Dal 1479 i Castelvì acquisirono il feudo di Sanluri e il relativo
titolo di visconte, rinnovato nel 1507. Dal matrimonio con Anna nacquero France-
sco, Angelo, Giovanni (che ereditò i feudi materni), Antonio.
Uomo di guerra, Emanuele ricoprì la carica di capitano delle marine di Ca-
gliari e fu insignito dell’Ordine di San Giacomo nel 1568. Era ancora in vita nel
1605, quando, nel timore di non poterne godere essendo oltre gli ottantotto anni di
età, sollecitò al Regio Consiglio Patrimoniale il pagamento delle spettanze di sua
competenza per il ruolo di trattatore in un parlamento non specificato, che è lecito
supporre fosse quello convocato nel 1602 da Filippo III durante il viceregno di Anto-
nio Coloma conte d’Elda, cfr. A.S.C., Antico Archivio Regio, vol. P 6, f. 138 r., 4 feb-
braio 1604; f. 243 r., 16 settembre 1605. Secondo altri morì nel 1604, cfr. D. SCANO,
Donna Francesca Zatrillas, marchesa di Laconi e di Sietefuentes, in “Archivio Storico
Sardo”, XXIII, (1940-41), 1942, p. 63; F. FLORIS, Feudi e feudatari in Sardegna, Ca-
gliari 1996, pp. 266-267, 298-299, 561-562, 567; F. FLORIS, S. SERRA, Storia della
nobiltà in Sardegna, Cagliari 1986, pp. 213-214.
Nell’Archivio di Stato di Cagliari esiste una raccolta delle concessioni feudali
dei Castelvì su una serie di ville abitate e spopolate del Logudoro, fatta stampare a
Mantova nel 1596 presso Ludovico Sanchez, su iniziativa del conte di Laconi don
Giacomo, a sostegno di una causa feudale; vi compare il blasone, cfr. A.S.C., Antico
Archivio Regio, Capibreviazioni, vol. L 3, f. 331.
(15) Sia nella scheda di R. SERRA in C. MALTESE, Arte in Sardegna, cit.,
n. 109, p. 230, sia in C. MALTESE, R. SERRA, Episodi, cit., pp. 335-337, si segue
l’opinione espressa dal Delogu nei Primi studi, cit., p. 12, circa i rimaneggiamenti,
mentre in R. SERRA, Pittura e scultura dall’età romanica, cit., p. 165, e alla scheda
75 di R. CORONEO, pp. 168-169, ricalcato in S. NAITZA, La scultura del Cinquecen-
to, cit., p. 115, è evidentemente una attenta e fiduciosa lettura dell’Angius a con-
durre alle medesime conclusioni del Delogu circa l’eventualità di uno spostamen-
to da altra chiesa.
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pur nelle ridotte dimensioni (22). I tipi sepolcrali in uso a Napoli nel
Quattrocento e nel Cinquecento sono invece senz’altro differenti dal
monumento sardo (23).
La cornice dell’iscrizione è anch’essa simile a tipi utilizzati fra la
seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento nella chiesa del-
la Nazione genovese di Palermo (24). Curioso, ed apparentemente fuo-
ri luogo in tale contesto, il mascherone sulla fronte dell’arca, in cui
non si fatica a riconoscere il volto di un satiro, per le sfrangiature della
lanugine del viso e il trattamento caricaturale dei lineamenti (le narici
divaricate ed aperte, gli zigomi carnosi e cascanti, le orecchie animale-
scamente accentuate, l’apertura innaturale della bocca), che richiama-
no analogo trattamento, di diversa mano, in un volto di satiro raffigu-
rato in una vasca della fine del sec. XVI nella Certosa di San Lorenzo a
Padula (25). In ciò si rivela l’autentica natura di Scipione Aprile, realiz-
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(26) M.G. SCANO, Pittura e scultura, cit., scheda 35, p. 59. L’iscrizione, pub-
blicata con numerose imprecisioni da G. SPANO, Guida della città e dei dintorni di
Cagliari, Cagliari 1861, p. 80 ed emendata da J. ARCE, España, cit., pp. 312-313,
con alcuni errori, recita: D.O.M. FOELICISSIME REGNANTE SERENISS(IMO) ET
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(32) Cfr. Appendice, 12. Sul dipinto del Pinna cfr. G. SPANO, Guida della cit-
tà, cit., p. 163; R. DELOGU, Cronaca dei ritrovamenti e dei restauri. R[egia] Soprinten-
denza ai Monumenti e Gallerie di Cagliari, in “Le Arti”, V, 1942, pp. 44-53; R. SER-
RA, Su taluni aspetti del Manierismo nell’Italia meridionale. Francesco Pinna, pittore
cagliaritano della maniera tarda, in “Annali della Facoltà di Lettere, Filosofia e Magi-
stero”, XXX, (1967), 1968, pp. 418-419, 425, 428, 435-439, 441, 446-447, 449,
figg. 11-13; R. SERRA, Retabli pittorici, cit., p. 38; J. ARCE, España, cit., p. 336;
D. PESCARMONA, voce Pinna, Francesco, in La Pittura in Italia. Il Cinquecento, II, Mi-
lano 19882, p. 805; R. SERRA, Pittura e scultura dall’età romanica, cit., pp. 255, 257,
261, scheda 32 di R. CORONEO, p. 257.
(33) R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 379.
(34) Il fatto che la medesima circostanza si verifichi quando il Di Tucci si oc-
cupa dello scultore Antonio Bonato, per lui genovese, induce la massima cautela sul-
la natura di queste affermazioni, cfr. A. PILLITTU, Antonio Bonato e la diffusione delle
forme rinascimentali in Sardegna, in “Studi Sardi”, XXXI, (1994-98), 1999, pp. 487-
488, 504.
(35) Cfr. Appendice, 9, 11, 14, 15, 16, forse il 19, 22, 23. Il solo Aprile in cui
mi sono imbattuto nei documenti cagliaritani del Cinquecento è Battista, mercante
di nazionalità genovese figlio degli alassini Serafino e Caterinetta Aurame, cfr.
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A.S.C., Atti notarili legati, M. De Silva, vol. 639, ff. 135 r., 250 r., 414 v., 505 v.,
(tutti del 1582); G. Tamarit, vol. 2065, f. 183 v. (1585), vol. 2066, f. 24 r., f. 100 r.,
248 r. (del 1587). Questo Battista Aprile non è certo uno sconosciuto per Scipione,
poiché nel 1587 sarà padrino di battesimo della figlia Maria Maddalena Lucia, cfr.
Appendice, 15. A proposito di Genovesi e scultura, ricordo che lo Spano segnalò
due pile battesimali, con iscrizione, in due chiese in Cagliari: quella (distrutta nel
1943) dei Santi Giorgio e Caterina dei Genovesi (“Battista Corona 1590”), e quella
del Santo Sepolcro (“Batista Corona me fecit 1595”). L’unico Battista Corona finora
attestato nei documenti coevi è un mercante, per di più residente proprio in Lapola,
ma vale la pena di riferire la notizia perché in Sicilia accade che tale cognome na-
sconda la provenienza da Carona; cfr. G. SPANO, Guida della città, cit., pp. 222, 242.
(36) Sull’attività dei Luganesi in Spagna, fra cui sono numerosi e importanti gli
Aprile, cfr. J. DE CONTRERAS DE LOZOYA, Escultura de Carrara en España, Madrid 1957,
pp. 13-24; E. GOMEZ-MORENO, Escultores de Lugano, cit., pp. 375-380; C. KLAPISCH-
ZUBER, Les maîtres du marbre. Carrare. 1300-1600, Paris 1969, note 36, 38 rispettiva-
mente alle pp. 159, 228; R. LOPEZ TORRIJOS, La scultura genovese in Spagna, in La
scultura a Genova, cit., pp. 366-381. Un episodio capitale è la realizzazione del mo-
numento Cisneros ad Alcalà de Henares, disegnato da Domenico Fancelli, ese-
guito a Carrara da Bartolomeo Ordoñez e, alla sua morte (1520), concluso dal
caronese Pietro Aprili con la collaborazione di Raffaello da Montelupo. È possibile
che siano luganesi i fratelli “de Corona” attestati a Napoli nel 1561, cfr. O. MORISANI,
Saggi sulla scultura napoletana, cit., p. 73.
(37) Su richiesta dei maestri Domenico di Marco di Carabio e Antonio Maria
di Aprile, sia Cristoforo Enrico di Pietro Antonio, scultore di pietre, sia Pietro Anto-
nio de Curto fu Giacomo, entrambi scultori originari di Carona, testimoniarono in
Genova il 21 agosto 1576 di essere a conoscenza della permanenza a Palermo dal-
l’aprile del 1574 di Antonio Maria e Antonio de Aprile di Iegino, il secondo ormai
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defunto, al servizio di Giacomo de Aprile di Iegino “a tutta la possanza della loro arte
di piccapietra o sia di scultori di pietre”, cfr. L. ALFONSO, Tomaso Orsolino, cit., pp. 44-
45 e p. 308 sull’appellativo “Iegino” o “Iogino”. Su alcuni Aprile da Carona scultori e
marmorari in Sicilia cfr. G. DI MARZO, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e
XVI, I, Palermo 1880, pp. 240, 241, 599-600, 637, 663, 822; su Scipione di
Carona, o Scipione Casella, figlio di Fedele marmoraro, stuccatore e argentiere e di
Giovannella Gagini, attestato anch’egli come marmoraro a Palermo fra 1533 e 1551
cfr. ID., Delle Belle Arti in Sicilia, IV, Palermo 1864, pp. 121, 134, 137-143, docc.
XLIII, p. 440, XXXVI, p. 428; ID., I Gagini, cit., I, pp. 239-243, 549-551, II,
p. 279, doc. CCXXVIII; M. GUIDI, Dizionario, cit., pp. 83-84. Su Giovanni Battista
Aprile e suo nipote Pietro Aprile marmorari cfr. G. DI MARZO, I Gagini, cit., I, nota
2, p. 240. Su Francesco Maria, alle dipendenze del suddetto Giacomo Aprile come
scultore, cfr. L. ALFONSO, Tomaso Orsolino, cit., p. 45. Sulla partecipazione di France-
sco Aprile ai lavori dell’Escorial cfr. G. DE ANDRÉS, Inventario de documentos sobre la
construccion y ornato del monasterio del Escorial existentes en el archivo de su real bi-
blioteca, (Istituto Diego Velazquez), Madrid s.d. Cfr. inoltre L. BRENTANI, Antichi
maestri d’arte e di scuola delle terre ticinesi, I, Como 1937.
(38) Sui Gagini in Sicilia cfr. G. DI MARZO, Delle belle arti in Sicilia, IV, Paler-
mo 1864, pp. 120, 134, 137, 138, 140-143.
(39) In un atto del 1613 il Mainas agisce quale procuratore della suocera
Monserrata Vidal Abril, che ho identificato nella moglie di Scipione Aprile; cfr.
M. CORDA, Arti e mestieri, cit., pp. 40-41.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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APPENDICE DOCUMENTARIA
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CRITERI DI EDIZIONE
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
A.S.C., Atti notarili legati, G. Orda’, vol. 1510, ff. 327 r. - 328 r.
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. VII, p. 22.
Cfr. R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 379, con numero errato di
volume.
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Aldo Pillittu
temps, promet restituir al dit señor don Joan de Castellvi tot lo que de
aquell haura rebut enco(n)tine(n)t passat dit mes de janer primer
vinent, es assaber dins lo present Castell de Caller, sens dilatio alguna
et.; ab restitutio de tots danys et.; sobre los quals et. E per que ne st[ig
?]a mes segur, ne dona per fermansa y principal obligat, iunctament
ab ell y sens ell per restituir lo que haura cobrat per dita fena, lo
honorable mestre Joanot Foxi fuster habitant de la Lapola predita, lo
qual acceptant lo carrech de dita fermansa per ell e per los seus, conve
y ab bona fe promet que iunctament ab dit son principal y sens ell sera
tingut a restituir y pagar tot lo que dit mestre Scipio haura rebut de
dit señor don Joan de Castellvi segons dit son principal dalt ho ha
promes. ÍÍ E dit señor don Joan de Castellvi promet que pagara lo
preu de dits personatjes a la dita raho com dit es. E totes dites coses les
dites parts vicissimdinariament prometen adimplir, es assaber (b) dins
lo present Castell de Caller, sens dilatio alguna et.; ab restitutio de tots
danys et.; sobre los quals et.; volen que la part fahent aquells sia
creguda et. E per attendre y adimplir les dites coses et., ne obligan
llurs persones y bens y de qualsevol de dites parts, in sol(idu)m,
mobles e immobles et.; ab totes les renuntiations opportunes et. y de
llur propri for et.; ab submissio del for del magnifich veguer real de
Caller y de altre qualsevol jutge, renuntiants quant ad aço a la ley si
convindrasse et. y dita fermansa renuntia a la ley die(n)t que primer
sia convingut lo principal et; y tanbe lo dit don Joan al privilegi mili-
tar y a la monicio hortatio de XXVI dies et. E tots renuntian a tot altre
dret et.; ab scriptura de ters y iurament largament. Testimonis son
mossen Bonito Fadda y mossen Joan Baptista Cerpi habitants de
Caller y mossen Hierony Cerpi scrivent que com ha substitut de mi
notari infrascrit ha rebut ditas fermas. (c)
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
A.S.C., Atti notarili legati, G. Valmagna, vol. 2182, ff. 448 v. - 449 r.
Edizioni:
– M. CORDA, Arti e mestieri, cit., doc. 8, pp. 97-98.
Cfr. R. DI TUCCI, Documenti e notizie, cit., p. 163.
Dicto die, Calari. Sobre les coses infrascrits entre lo magnifich mossen
Cristofol Portugues ciutada de Caller de una part y mestre Scipio
Aprile sculptor habitant de Caller de la part altra son stats fets los
capitols seguents. E primerament dit mestre Scipio promet que en la
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Aldo Pillittu
viñya de dit mossen Portugues, hont ell designara, li fara una ninxa eo
volta de stuco obrada de part de fora, y fara dos personatges grans
com lo dit Scipio y ben formats tot de stuco, lo hu dels quals sera una
nynfa y l.altre un satiro, çoes mig cabra y mig home; y entre mig dels
dos personajes fara un cap de animal a contento y com sera la voluntat
y factura de dit mossen Portugues; y fara que dits personages brol(l)en
aygua per les parts que dit mossen Portugues volra; y sota dits
personages fara una pica com sera necessaria per la factio de dits
personatges. Les quals coses ha de dar bones y acabades a contento de
dit mossen Portugues dins dos mesos del die present comptadors e
immediate seguents. Item lo dit mossen Portugues acceptant dita
promesa promet que dara al dit mestre Scipio tot lo guix, cagaferro,
smalt, fil de ferro, arena, las v(er)gas de ferro, lo plom per los cano(n)s
que seran mester per dita fena; y per la manifactura de aquella li dara
tambe vynt y sinch scuts a raho de sinquanta dos sous per scut, quals
promet pagar çoes: de present sis scuts y lo restant acabada la fena.
Item son de pacte que totes les altres coses que seran mester,
exceptades les demunt dites coses, que dit mestre Scipio les haia de
posar a ses despeses. Totes les quals coses dits mossen Portugues y
mestre Scipio vicissimdinariament prometen adimplir dins lo present
Castell de Caller, sens dilatyo alguna et ab restitutio de tots danys,
messions y despeses, et sobre los quals et per attendre y adimplir les
dites coses, dits parts ne obligan lo hu a l.altra vicissimdinariament
lurs persones y bens, mobles y immobles, et ab totes les renuntiations
opportunes y de son propri for etc; ab submissio del for del magnifich
veguer real de Caller y de altre qualsevol jutge etc; renuntian quant ad
aço a la ley si convindrasse etc; y a tot altre dret; ab scriptura de ters;
jurament largament. Testimonis son mestre Augusti Regesta y Bernat
Gavar scuder habitants de Caller y mossen Hieroni Serpi, que com ha
substitut de mi notari infrascrit ha rebut ditas fermas.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. I, p. 19.
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. II, p. 19.
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Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. III, p. 19.
428
Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. IV, p. 20.
Dicto die, Calari. Nanni Usala de la vila de Ballau de Gerrei, per temps
de set a(n)is contadors de vuy avant, aferma y posa a carta a son fill
nomenat *****, de edat de quinze a(n)is vel circa, ab mestre Serapio de
Aprile sculpidor per apendre lo offiti, ab promesa que fara quel serve-
sca en sa casa axi en lo offiti com altraments be y degudament, no li
furtara ni consentira en furt, ni dies abans del temps no sen anira y
anantsen fara que los restituesca com es costum. E lo dit mestre Sera-
pio present accepta al dit ***** y li promet ensenia(r) lo offiti y lo ten-
dra en sa casa malalt, vestit, calsat, governat y alimentat de menjar y
beure; y a la fi del temps li donara tota la ferramenta necessaria per dit
offiti y mes lo vestira de mescla de Barcelona. Y aço sens dilatio; ab
restitutio de totes despeses etc. E per ço attendre y complir ne obligan
ad invicem et vicissim personas y tots sos bens, mobles e immobles,
haguts y per haver etc.; renuntiants a llur propri for y tot dret etc.; ab
scriptura de ters etc.; jurant etc.; fiat large etc. Testes predicti (a).
(a) I testimoni, indicati negli atti precedenti, sono Scipio Noffre y Joan Pau Catala scriptors.
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Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. V, p. 20.
Cfr. R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 379, in cui è però assente
l’indicazione del volume.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
12
Edizioni:
– M. CORDA, Arti e mestieri, cit., doc. 12, pp. 102-103.
Cfr. R. DI TUCCI, Documenti e notizie, cit., p. 163, con indicazione erra-
ta del volume.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
Edizioni:
– V. ANGIUS in G. CASALIS, voce Samassi, cit., p. 11, con numerose impre-
cisioni;
– R. DELOGU, Primi studi, cit., p. 12; emendato da J. ARCE, España, cit., p.
529;
– R. CORONEO, scheda 75 in R. SERRA, Pittura e scultura dall’età romanica,
cit., p. 168.
14
A.S.C., Atti notarili legati, G. Tamarit, vol. 2066, ff. 172 r. - 173 r.
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. VI, p. 21.
Cfr. R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 380, in cui è assente l’indica-
zione del numero del volume.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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A.S.C., Atti notarili legati, G. Tamarit, vol. 2069, ff. 737 v. - 738 r.
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. VIII, p. 23.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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21
A.S.C., Atti notarili sciolti, D. Bonfant, vol. 63, ff. 242 v. - 243 v.
Edizioni:
– M. CORDA, Arti e mestieri, cit., doc.32, p. 119.
Cfr. R. DI TUCCI, Documenti e notizie, cit., p. 163, senza gli estremi del-
l’archivio, del notaio e del volume.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
22
1602. Cagliari.
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24
A.S.C., Antico Archivio Regio, vol. P 6, f. 12 v. (f. 3 v. della numerazione originale) (a).
Edizioni:
– D. SCANO, Forma Karalis, cit., doc. 15, p. 181;
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. IX, p. 24.
Dicto die. Haventse tractat sobre lo que se podia pagar a Scipio Aprile
sculptor per los servicis ha fet ala Regia Cort, axi en esculpir les armes
de sa Señoria Illustrissima ab son letrero sobra la pedra de mabre que
ha posat y dat lo dit Aprile, com per adobar y reedificar, o, a clarir les
armes reals posades eran per abans en altra pedra mabre en la porta del
Moll, fonch conclos que a dit Sipio Aprile se li donen, per la valor de
la pedra mabre ha posat y per sos traballs fets y sostenguts en dita
pedra fent en ella les sus dites armes y letrero, y per reformar les armes
reals estavan en altra pedra, cent lliures moneda del present Regne, per
les quals se despache m(anda)to en la forma deguda y acostumada;
qual conclusio y determinatio fonch presa y determinada en dit real
patrimonial consell en lo qual foren presents ab sa señoria illustrissima
los infrascrits nobles y magnifichs don Nofre Fabra p(ro)cur(ador)
real, Francesch de Ravaneda mestre rational, don Joan Naharro y de
Rueças regent la real g(e)n(er)al Thesor[e]ria, y lo doctor Jaume
Castañer advocat fiscal y patrimonial. ( b) Don Onovre Fabra y
Deyxer. Don Francisco de Ravaneda. Don Juan Nah(arr)o de Ruecas.
Lo doctor Jaime Castañer. Illustrissimus dominus l(ocumtenens)
g(eneralis) concludit cum omnibus. Joannes Franciscus Taray notarius
pro herede Serra scriba.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
(a) La rubricazione del secolo XVIII o XIX a f. 1 r. dice: Per la paga di uno scultore che aveva fatto le
armi del Vicerè, e rinovate quelle del Re, che erano sopra la porta del Molo. 3 a tergo. Tale nota
è ripetuta a margine del f. 12 v. con le modifiche un scultore anzichè uno scultore; avea fatto
anzichè aveva fatto.
(b) Seguono le firme.
25
A.S.C., Atti notarili legati, G. B. De Murtas, vol. 1454, ff. 96 r. - v.; per un errore di
legatura, il documento prosegue ai ff. 124 r. - v.
Edizioni:
– R. DELOGU, Primi studi, cit., doc. X, p. 25.
Cfr. R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 380, senza l’indicazione del
numero del volume.
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dit Sipio Aprile promet a dit Maynas darli per endaurar dit tabernacle
a ses despeses, com dalt se ha dit, quoranta lliures moneda callaresa y
una imagen de bulto de llenya sots invocatio de sanct Sebastià, la qual
imagen dit Maynas confessa haver rebuda a totes ses lliberes voluntats
y dittes quoranta lliures les hi dara y pagara dit Aprile a dit Maynas
encontinent (d) vingudes y trameses lis hatjan de [la vila de] Muravera
de Sarrabus. Totes les quals coses lo que a quiscuna de (e) dittes parts
ses guardan adimplir per les dittes parts attendran adimpliran y
observaran dins la present ciutat de Caller; sens dilacio alguna. E ab
salari de procurador dins Caller y sos appendicis de deu sous e fora de
vint sous ultra los quals e per les predittes coses attendre ne obbligan
invicem et vicissim llurs persones y tots llurs bens y de quiscu dells
respective mobles e immobles, ab totes les renuntiations opportunes y
de llur propri for sotsmetentse al for del veguer real de Caller o de
altre qualsevol jutge e ne ferman carta de ters; ab iurament llargament.
Testimonis son Sebastia Spada y Marti Spada habitants de Caller (f).
26
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
(1) Si tratta della minuta dell’atto steso nel documento precedente. Non è possibile sapere a quale
dei due si riferisse R. DI TUCCI, Artisti napoletani, cit., p. 380.
(a) La nota scultor habitant en lo appendici de la Llapola è aggiunta interlineare.
(b) La nota ab quatre angels y quatre pons è aggiunta interlineare.
27
1603. Cagliari.
Edizioni:
– G. SPANO, Guida, cit., p. 80, con errori.
– J. ARCE, España, cit., pp. 312-313, con emendamenti ma ancora con
imprecisioni.
Cfr. M.G. SCANO, Pittura e scultura, cit., fig. 35, p. 59.
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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Fig. 2 - Pisa, secondo chiostro della chiesa di San Francesco (ora al Museo Nazionale di San
Matteo): monumento sepolcrale Bandini, marmo, sec. XVI ((foto C. Carretta; Archivio del Dipar-
timento di Storia delle Arti, Università degli Studi di Pisa).
Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
Fig. 3 - Archivio di Stato di Genova: Galeazzo Alessi (attr.), disegno per il monumento
funebre di Giovanni Paolo Pinelli, 1557 (la riproduzione del documento è stata autoriz-
zata, con lett. Prot. 3051.V/9.99, n. 35, dall’Archivio di Stato di Genova).
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Fig. 4 - Cagliari, piazza Carlo Alberto: Scipione Aprile, lapide dedicatoria della fontana, 1603 (foto
Archivio Ilisso).
Fig. 5 - Cagliari, piazza Indipendenza: Scipione Aprile (attr.), lapide dedicatoria della fontana di Santa Lucia,
449
Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
1604 (conclusa da altro scultore) (foto Archivio Soprintendenza ai B.A.A.A.S. Cagliari e Oristano).
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Aggiornamenti, revisioni e aggiunte a Scipione Aprile
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Aldo Pillittu
Fig. 9 - Palermo, Museo Diocesano: frammento con Due Apostoli, marmo, prima metà
del sec. XVI (foto Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali della Sicilia).
452
I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
LUISA D’ARIENZO
(*) Questo saggio è stato presentato al “Convegno di Studi nel 60° anniversa-
rio della canonizzazione di San Salvatore da Horta”, svoltosi presso l’Università degli
Studi di Cagliari nei giorni 10-11 giugno 1998.
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I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
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I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
(6) E. PUTZULU, Per la storia delle Università sarde. Una sconosciuta iniziativa
di Filippo II di Spagna, in “Nuovo Bollettino Bibliografico Sardo”, I (1955), fasc. 4,
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I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
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I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
sfociare nello Studio Generale auspicato, sulla cui creazione erano sta-
te già avanzate proposte e si stava lavorando (11). L’esigenza di rifor-
mare i conventi francescani sardi, vista con la prospettiva di creare
uno Studio Generale nell’isola, fu ribadita nella stessa data dal reggen-
te Filippo agli amministratori di Cagliari e agli Stamenti del regno sar-
do, che peraltro avevano manifestato per primi questa esigenza (12).
Non abbiamo altri dati in merito alla possibile apertura di uno
Studium nel convento di Jesus. Il progetto non andò in porto; sappia-
mo però che nel 1565 fu inviata in Sardegna una delegazione di trenta
frati osservanti spagnoli, guidata da fra Vincenzo Ferri, con il compito
di tentare di sanare il dissenso e di controllare ciò che succedeva nella
provincia francescana sarda. La loro destinazione fu il convento caglia-
ritano di Jesus; tra questi vi era San Salvatore da Horta, la cui figura
carismatica poteva essere utile per ottenere dagli osservanti sardi il con-
senso per l’unione con le province iberiche. Altri venti frati furono in-
viati nell’isola pochi anni dopo, guidati da fra Giuseppe Anglés, che si
impegnò per raggiungere il suo obiettivo, tanto che la provincia sarda
degli osservanti, in occasione della congregazione generale tenuta a To-
ledo nel 1583, fu unita alla provincia di Valenza. I conventuali invece
riuscirono a sottrarsi ad ogni ingerenza spagnola e poterono continua-
re a mandare i loro migliori studenti nei collegi di Roma, Assisi, Bolo-
gna e Napoli (13).
Ebbe invece seguito l’iniziativa di attivare a Cagliari un collegio
gesuitico nel 1564, analogo a quello che era stato fondato a Sassari nel
1559, grazie ad un lascito testamentario che era stato fatto a tal fine da
Alessio Fontana, maestro razionale dell’isola di Sardegna (14). Le classi
del collegio erano di tre livelli: mayores, medianos, menores. Le discipli-
ne insegnate erano la filosofia, il greco, la retorica, la grammatica, il
(11) La richiesta del viceré si evince dalla risposta che gli diede il principe
Filippo, per cui vedi nota 8.
(12) Archivo General de Simancas, Estado, leg. 312, 514 v.; i due documenti
sono stati editi da R. TURTAS, La nascita dell’Università, cit., doc. 5 e 6, p. 120.
(13) P.C. DE VILLA, I frati minori conventuali in Sardegna, Sassari, Gallizzi,
1958, pp. 97-100.
(14) R. TURTAS, Scuola e Università in Sardegna tra ‘500 e ‘600, Sassari, Centro
interdisciplinare per la Storia dell’Università di Sassari, 1995, pp. 1-32.
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Luisa D’Arienzo
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I francescani, S. Salvatore da Horta e l’origine dell’Università di Cagliari
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nella tutela dei beni culturali della città eterna, che affidò al suo nipote
prediletto, Scipione Caffarelli Borghese. È il papa a cui dobbiamo uno
dei più famosi musei romani, la Galleria Borghese, di recente riaperta al
pubblico, che rivela, nell’importanza delle sue collezioni, la raffinatezza
culturale di colui che fu l’artefice di quell’iniziativa.
Grazie alla sensibilità di questo pontefice venne sancita, il 12
febbraio 1607, la fondazione canonica dell’Università di Cagliari, at-
traverso una splendida lettera solenne, detta anche bolla, emessa sotto
forma di fascicolo in pergamena, riccamente decorata a fogliami e ver-
gata in una elegante scrittura bollatica, retaggio delle antiche forme
gotiche di epoca medioevale (17). Al re di Spagna Filippo III, che pure
ebbe un ruolo determinante nel processo di canonizzazione di fra Sal-
vatore, dobbiamo invece il privilegio sovrano del 31 ottobre 1620, che
sancì la fondazione dello Studio Generale cagliaritano. Anche in que-
sto caso, il documento originale fu emesso sotto forma di fascicolo
pergamenaceo di pregevole fattura, e fu vergato in un’elegante scrittu-
ra umanistica (18). Gli originali di entrambi i documenti, dotati di
preziose legature in pelle con fregi in oro e stemmi acquarellati, sono
oggi conservati nell’Archivio Comunale di Cagliari. Di recente li ab-
biamo pubblicati in edizione diplomatistica, accompagnata da una
splendida riproduzione in fac-simile degli originali, che ricalca fin nei
minimi dettagli i documenti autentici (19).
Un sottile filo lega, dunque, San Salvatore da Horta, i francesca-
ni e l’Università di Cagliari. Insieme svolsero un ruolo significativo
nella vita politica, culturale e spirituale della Sardegna cinque-secente-
sca, e posero le basi di un costruttivo reciproco rapporto, capace anco-
ra oggi di produrre frutti benefici.
464
Francesco Cocco Ortu. Contributo ad una biografia
1. Premessa – Non si può dire che Francesco Cocco Ortu senior sia una
personalità da riscoprire: come ricordiamo in questo lavoro, sono molti
gli articoli e i saggi che gli sono stati dedicati, e la sua figura è stata pun-
tualmente richiamata nelle opere di carattere generale dedicate al primo
periodo unitario: opere nelle quali è stato messo in giusta evidenza il suo
impegno politico in campo nazionale. Non minore è stato il suo impe-
gno in campo amministrativo comunale e provinciale, dopo un periodo
di attività pubblicistica nel quale operò a stretto contatto con personali-
tà quali Giovanni Battista Tuveri, Gavino Fara e Antonio Ponsiglioni.
Manca tuttavia, di uno dei più importanti uomini politici sardi,
un’ampia biografia critica, nell’elaborazione della quale possono riuscire
di indubbia utilità le memorie compilate dal Cocco Ortu dopo il suo
ritiro dalla politica attiva e tuttora inedite, per quanto messe liberalmen-
te dalla Famiglia a disposizione di giovani e meno giovani studiosi. Ed è
alla compilazione di detta ampia biografia critica che il presente lavoro
intende dare un contributo, raccogliendo elementi più e meno noti e
465
Lorenzo Del Piano
(1) Cfr. Ricordo delle onoranze a Francesco Cocco Ortu nel suo 80° compleanno
19 ottobre 1842-1922, Cagliari, 1922. Cfr. altresì la voce dedicata da Giuseppe Serri
466
Francesco Cocco Ortu. Contributo ad una biografia
al Cocco Ortu nel 26° volume del Dizionario biografico degli Italiani. Cfr. anche la
voce del Dizionario biografico dei parlamentari sardi pubblicato da Tito Orrù nell’en-
ciclopedia La Sardegna, curata da Manlio Brigaglia, Antonello Mattone e Guido
Melis. Sempre utile il repertorio di M. MISSORI, Governi, alte curiche dello Stato, alti
magistrati e prefetti del regno d’Italia, Roma, 1973.
Un convegno di studio sulla legislazione speciale e sul Cocco Ortu è stato
tenuto a Cagliari il 26-27 novembre 1997, a cura dell’Archivio di Stato e del locale
Comitato dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Al convegno, presieduto da
Luigi Lotti, hanno presentato relazioni e comunicazioni Francesco Atzeni, Elio
D’Auria, Marinella Ferrai Cocco Ortu, Tito Orrù, Marco Pignotti, Laura Pisano,
Sandro Rogari, Marco Sagrestani e l’autore di queste note.
Come accennato, sono ancora inedite le memorie del Cocco Ortu, utilizzate
peraltro da Giovanni Curis nell’articolo Un grande parlamentare sardo: F.C.O., pub-
blicato ne “Il Ponte”, a VII, n. 9-10 del settembre-ottobre 1951, e da Marco Sagre-
stani per il saggio Un contributo per la ricostruzione dell’itinerario politico del leader
del liberalismo sardo. Note sul “Diario degli anni Venti” di F.C.O., pubblicato nel n. 20
del “Bollettino bibliografico della Sardegna”, diretto da Tito Orrù.
Nel fascicolo del “Ponte” citato interessa il nostro argomento anche l’articolo
di F. FANCELLO, Il fascismo in Sardegna. Sulla parte delle memorie che arriva fino al
1886 sono state condotte le tesi di laurea delle dott. G. PISANO (La vita e l’opera di
Francesco Cocco Ortu attraverso un suo diario inedito) e M.R. COCCO ORTU (Francesco
Cocco Ortu giovane 1842-1886. Contributo a una biografia), discusse alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari negli anni accademici 1951-1952 e 1972-
1973, relatori Luigi Bulferetti e l’autore di queste note, che, una volta per tutte, rinvia
al proprio volume su La Sardegna nell’Ottocento, Sassari, Chiarella, 1984, ed ai saggi La
lotta politica nell’età della Destra e Domenico Bardari prefetto a Cagliari, pubblicati en-
trambi nel volume Politici, prefetti e giornalisti fra Ottocento e Novecento in Sardegna,
(Cagliari, Della Torre, 1975) nonché al saggio Francesco Cocco Ortu senior, pubblicato
in Cagliaritani illustri, a cura di Antonio Romagnino (2 voll., Cagliari, C.I.S., 1993).
Oltre che dalle memorie inedite molte utili notizie potranno trarsi dai circa
3.000 documenti donati dalla Famiglia all’Archivio di Stato di Cagliari ed ordinati
dalla dott. Marinella Ferrai Cocco Ortu, della quale cfr. l’articolo L’Archivio privato
di Francesco Cocco Ortu, nel n. 9 del “Bollettino bibliografico della Sardegna”. Alla
stessa autrice si deve il saggio La prima esperienza parlamentare di Francesco Cocco
Ortu, pubblicato nel n. 14 della stessa rivista. Utile anche il saggio di E. LECIS (ora
LECIS COCCO ORTU), L’impegno politico di Francesco Cocco Ortu senior, in “Nuovi stu-
di politici”, a. VII, n. 1 del 1977.
Frequenti riferimenti al Cocco Ortu nell’opera postuma del compianto ami-
co P. DE MAGISTRIS, Cagliari dal grigio-verde alla camicia nera 4 novembre 1918-28
ottobre 1922 (Cagliari, Della Torre, 1998) che fa seguito all’altro volume dello stesso
autore, Cagliari nella prima guerra mondiale, Cagliari, Fossataro, 1976.
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(2) Cfr. G. CANDELORO, Storia dell’Italia moderna, vol. VIII, pag. 399 dell’ed.
Milano, Feltrinelli, 1987.
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che, eletto deputato per la prima volta nel 1876, dopo la caduta della
Destra storica, nel collegio di Lanusei, fu in seguito costantemente
rieletto per quattordici legislature nei collegi di Cagliari 1° e 2° ed in
quello di Isili, finché, aggiungiamo, nel 1924 fu superato dal collega
di lista Mario Berlinguer.
“Quando F. Cocco Ortu entrò nel Parlamento, quantum hodie ab
illo mutatus – prosegue il saggio – questo comprendeva quanto di me-
glio vantasse allora la Nazione nel campo morale e intellettuale: Min-
ghetti, Biancheri, Farini, Cairoli, Depretis, Crispi, Baccarini, Ferrero,
Ricotti, Taiani, Bonghi, Coppino, Spaventa, De Sanctis, Vigliani, Vi-
sconti Venosta, Finali, Zanardelli, Nicotera, Mancini, Brin, Saint Bon,
Di Rudinì, G. Baccelli, Maiorana, Villa, Conforti e tanti tanti altri che,
veramente, illustravano e servivano la Nazione e il Parlamento. Eppure,
in mezzo a tale e tanta fioritura di uomini celebri, F. Cocco Ortu seppe
porsi subito in evidenza. Gliene offrì l’occasione la poderosa relazione
da Lui compilata sulla marina mercantile, che Ruggero Bonghi, uomo
assai parco di elogi, giudicò il lavoro più serio di quella sessione parla-
mentare...
Fu allora che strinse amicizia con Giuseppe Zanardelli il quale,
apprezzandone l’alto e reale valore, gliela conservò sempre più salda e
sincera sino alla morte, e ne fece il suo più fido collaboratore e consi-
gliere. La sua autorità morale e politica doveva essere ben grande se a
lui era dato di contribuire alla pacificazione tra Cairoli, Baccarini e
Zanardelli, e se a tutte le crisi di Gabinetto della Sinistra prese parte
notevole ed importante”.
Contrario al trasformismo di Depretis, Cocco Ortu fu segreta-
rio generale, o sottosegretario, alla Giustizia nel primo (1887-1889) e
nel secondo (1889-1891) governo Crispi, quindi ministro dell’Agri-
coltura nel governo di Rudinì (1897-1898), ministro della Giustizia
nel governo Zanardelli (1901-1903) con Giolitti agli Interni, e di
nuovo ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio nel lungo
governo Giolitti (1906-1909).
A Cocco Ortu come deputato si dovette un notevole contributo
ai lavori parlamentari, come ministro molte leggi di grande importan-
za sociale. Fu lui il primo ad occuparsi della protezione degli operai
con la legge sull’assicurazione contro gli infortuni e l’invalidità e con
quella sul riposo settimanale. A lui si devono il primo ordinamento
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Francesco Cocco Ortu. Contributo ad una biografia
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alla viabilità, alle opere portuali e alla pubblica istruzione con relativi
stanziamenti di bilancio. Negli anni seguenti questa legge generale,
che in Italia rappresenta l’unico esempio di una perfetta legislazione
regionale, in cui, inoltre, si attuano i più sani ed evoluti princìpi di
economia sociale, fra i quali quello del bene di famiglia, princìpi che
più tardi furono copiati ed applicati per altre regioni, ad esempio per
la Basilicata, venne integrata da nuove ed utili provvidenze. Così si di-
sciplinarono col regolamento 20 dicembre 1908, n. 59, le amministra-
zioni dei Monti di Soccorso, col regolamento 20 dicembre 1908 n. 832,
la sistemazione idraulica. Infine la legge 9 luglio 1908, n. 434, conces-
se l’esenzione dalla imposta fondiaria per le case dei contadini sardi.
Volendo, poi, meglio assicurare e sollecitare l’esecuzione della legisla-
zione sarda, con decreto 9 dicembre 1909, n. 773, istituiva presso il
Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio un Ufficio speciale
della Sardegna, ed al suo fianco una Commissione centrale, di cui sono
membri di diritto i rappresentanti delle due provincie di Cagliari e di
Sassari, per la vigilanza e l’esecuzione delle leggi sulla Sardegna. In tale
epoca, avendo l’on. Cocco Ortu abbandonato il Governo, la legisla-
zione sarda subì una lunga stasi, che dura tutt’ora, appena interrotta
da pochi provvedimenti sporadici, inorganici e di poca entità.
Come si vede, l’on. Cocco Ortu, negli anni che stette al potere,
esplicò a favore della Sardegna un’intensa e poderosa opera legislativa,
che abbraccia l’Isola in ogni manifestazione della sua vita economica e
sociale, come nessun altro Ministro poté spiegare per la propria regio-
ne natìa”.
Cocco Ortu morì a Roma il 4 marzo 1929. Nel darne notizia, il
giorno successivo, in un articolo non firmato che occupava un’intera
colonna della prima pagina, l’“Unione Sarda”, diretta da Raffaele
Contu, ricordava l’attività in favore dell’isola svolta dallo scomparso, e
così concludeva:
“Francesco Cocco Ortu finì per diventare nella Camera italiana
una specie di istituzione ed il Re gli volle dare onorata cornice nomi-
nandolo Ministro di Stato.
Nei comizi elettorali del 1924, presentatosi nella lista democra-
tica, insieme con l’avv. Berlinguer, fu da questi soppiantato con la ma-
novra delle preferenze. Si ritirò così a vita privata, non tralasciando
mai però di frequentare Montecitorio e di interessarsi alla vita politica
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Francesco Cocco Ortu. Contributo ad una biografia
(3) Ampi accenni allo scritto giovanile del Cocco Ortu nel nostro La lotta
politica in Sardegna nell’età della Destra, in Politici, prefetti e giornalisti, cit.
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(4) Per un’utile sintesi degli avvenimenti nazionali cfr. G. CANDELORO, op. cit.,
vol. V, La costruzione dello Stato unitario (1868-1871), e VI, Lo sviluppo del capitali-
smo e del movimento operaio.
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(7) Sui giornali sardi del periodo cfr. il lavoro non privo di mende di P. MARICA,
Stampa e politica in Sardegna 1793-1944, Cagliari, La Zattera, 1968. Più accurato ed
attendibile il volume di L. PISANO, Stampa e società in Sardegna dell’Unità all’età
giolittiana, Parma, Guanda, 1977. Cfr. altresì R. CECARO-F. FENU-F. FRANCIONI, I gior-
nali sardi dell’Ottocento, con ampia introduzione di Federico Francioni, Cagliari,
1991. Un’ampia schedatura degli stessi giornali è stata fatta da Giuseppe Della Maria
nel “Nuovo Bollettino bibliografico sardo” da lui diretto.
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Francesco Cocco Ortu. Contributo ad una biografia
Dei giornali cattolici si è interessato Francesco Atzeni, del quale cfr. La prima
stampa cattolica a Cagliari (1856-1875), in “Studi sardi”, XXIII (1973-74) ed il sag-
gio pubblicato nel f. 3, 1989, del “Bollettino dell’Archivio per la storia del movi-
mento cattolico in Italia”. Deve essere considerato a sé “L’Eco della Sardegna”, diret-
to da Stefano Sampol Gandolfo, che si pubblicò a Torino nel 1852. Sul Sampol,
considerato non solo dai democratici “un ‘insulare vergogna”, cfr. L. ORTU, Problemi
del periodo cavouriano nel pensiero di un cattolico conservatore, Cagliari, Edisar, 1988,
nonché L’Eco della Sardegna, a cura di G. Marci e L. Ortu, Cagliari, Ed. universita-
rie, 1991. Al Sampol ha dedicato un’ampia voce A. Parisella nel vol. III/2 del Dizio-
nario storico del movimento cattolico in Italia, Casale M., Marietti, 1984.
(8) Il titolo esatto del dramma al quale si accenna nel testo è Cagliari, Sassari e
Tarros nel 1700 ovvero i coltivatori di cristallo. Cfr. in merito la “Gazzetta popolare”,
n. 170 del 1° agosto 1857. Nel n. 6 del 7 agosto 1857 del “Flagello” la cronaca del-
l’episodio offre (quasi certamente ad Eugenio Besson) il pretesto ad un violento attac-
co al Piemonte ed ai piemontesi. “Un popolo - scriveva il giornale - può a lungo sop-
portare un’esosa tirannide, può lasciarsi smungere, può lasciarsi rodere fino alle midol-
la, perché forse mille circostanze possono impedirgli di togliersi di dosso peso cotanto.
Ma quando alle mille catene di cui viene aggravato questo popolo infelice si aggiunge
la viltà dello scherno; quando dopo averlo martoriato, derubato, grassato, per soprag-
giunta lo si sputa in faccia, gli si dice sul viso: siete un popolo di codardi, siete un
branco di assassini, siete un’orda di ladroni, siete una moltitudine d’infingardi, allora
questo popolo sente risollevarsi nell’animo la prostrata dignità, allora l’indegnazione
per l’immeritata ingiuria gli mette agli occhi una benda fatale, e può aver luogo uno di
quei funesti episodi di cui occorrono esempi anche nella storia della Sardegna.
“Noi andiamo da qualche tempo notando l’attitudine provocatrice del Pie-
monte governativo e dei suoi bracchi a riguardo della Sardegna. Insulti e derisioni
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nella Camera, insulti nei giornali piemontesi, insulti nelle corrispondenze dalla Sar-
degna, insulti nei caffè, nelle piazze, insulti dappertutto. Di guisa che si direbbe che
sia partita dall’alto una parola d’ordine, che vi sia un disegno nascosto, un piano
concertato per provocare un atto illegale onde poi aver agio di comprimere, d’infie-
rire, secondo la umanissima frase del deputato Carlo Decandia, contro la Sardegna”.
Dopo aver accennato al soggetto del dramma, ed aver ricordato che orribili
delitti si commettevano anche in Piemonte, così continuava il giornale: “Ai continen-
tali che buffonescamente c’insultano rispondiamo che un giorno la barbara Sardegna,
stanca dei loro vituperj, senza torcer loro un capello, li accomodò in un bastimento e li
mandò ai fatti loro; che i nuovi vituperj possono provocare un nuovo consimile fatto,
il quale noi deploreremmo sotto ogni rapporto perché sarebbe inopportuno e impoli-
tico, ma che però verrebbe giustificato dalla loro intolleranda insolenza; che tali fatti
disonorano altamente la loro patria, perché noi potremmo a buon diritto impor loro il
silenzio quando si arrogano la missione di voler salvare l’Italia!... Salvare l’Italia!... Ma
per carità, se volete illudere ancora i milioni d’infelici che gemono sotto insopportabili
tirannidi, cambiate consiglio per riguardo alla Sardegna; che quelli infelici non odano
che voi ci trattate come un paese conquistato, che ci fate ad ogni momento oggetto
d’insulti e d’umiliazioni, che la vostra marmaglia può spiegare un’autorità dittatoria su
gente che è più civile di ciò che si creda; che non si dica che la Sardegna fertile, ricca e
fiorente per natura, agonizza per desolante miseria; le altre provincie italiane potrebbe-
ro argomentarne che tanto vale l’esser sotto ai croati, ai preti, ai lazzaroni, quanto l’es-
ser sotto gli italianissimi cavouriani; potrebbero argomentarne che ad esse è riservata la
stessa sorte; che appena cadrebbero sotto le unghie subalpine una turba di visir e di
pascià si verserebbe dalla Mecca sulle loro città a farla da padroni, e da screanzati pa-
droni; a divorare le loro sostanze, a ridurli al miserere mei, per poi poter far credere che
il Salvatore egemonico dà loro l’elemosina di parecchi milioni onde sostentarli. Oh! Si-
gnori padroni! Volgete l’animo a più savi consigli, l’esempio della Sardegna può essere
un terribile antidoto alle vostre decozioni narcotiche d’italianismo; badate bene che
questo mezzo milione di diseredati può mostrare le piaghe apertegli dal vostro capora-
lismo, e voi dovete sapere che la propaganda delle piaghe è una convincentissima pro-
paganda!”. Non deve essere risultato più gradito alle autorità di governo un articolo sul
“Credente”, il giornale democratico di Sassari, del quale viene riportato nel “Flagello”
un brano di aperta propaganda repubblicana.
Al nome di Eugenio Besson, morto giovanissimo, venne intitolato un opu-
scolo siglato C.S., nel quale si ricorda che in seguito all’ordine di lasciare i RR. Stati
partì da Cagliari il 27 novembre 1856. Rientrato dopo non molto riprese gli studi
interrotti. Nato l’11 dicembre 1836, morì il 26 marzo 1859, si disse a seguito della
malattia contratta a Tunisi durante l’esilio.
Nelle sue memorie Cocco Ortu scrive che la famiglia Sulliotti aveva lasciato
la Grecia, sua terra d’origine, e precisamente la città di Suli, dopo che questa era
stata occupata dal pascià Alì Telemeni. I due fratelli Sulliotti erano entrambi avvoca-
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ti. Giovanni, dopo aver partecipato alla spedizione garibaldina del 1860, ed avere
combattuto a Maddaloni, venne nominato avvocato fiscale militare, ma lasciò la ca-
rica per tornare al giornalismo. Anastasio si dedicò invece all’insegnamento. Ottenu-
to a Porto Maurizio il posto di professore di Economia e di preside del locale Istituto
tecnico non rientrò più in Sardegna.
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***
(9) La vicenda nel testo sommariamente accennata è stata rievocata per iniziati-
va del Rotary di Cagliari in una serie di conferenze e nell’opuscolo di E. MARCIALIS,
Una pagina di storia cagliaritana: la congiura di Palabanda, Cagliari, Sps, 1992, nel
quale, dopo un ampio inquadramento storico, si riportano parecchie utili notizie ed
il manifesto del 9 gennaio 1813.
Con questo manifesto si autorizzava chiunque ad arrestare i condannati lati-
tanti. A chi vi fosse riuscito erano concessi trecento scudi sardi di premio, ovvero l’im-
punità per qualunque delitto commesso da chi avesse effettuato l’arresto o da un suo
parente od affine in primo grado. Del premio o dell’impunità potevano godere anche
individui che avessero preso parte alla congiura, purché non si trattasse dei capi princi-
pali. Era inoltre proibito a chiunque, indipendentemente dal grado o condizione, di
ospitare o soccorrere in qualunque modo i ricercati. I contravventori sarebbero stati
colpiti dalla stessa pena comminata alla persona ricercata favorita o soccorsa.
L’opuscolo riferisce anche la voce, che non trova conferma nei giornali del
tempo, secondo la quale alle elezioni del 1857 gli amici cagliaritani avrebbero candi-
dato il Cadeddu nei quartieri di Villanova e della Marina. Sulla questione cfr., dello
scrivente, La Sardegna e la Rivoluzione francese, in “Annali della Facoltà di Economia
e Commercio dell’Università di Cagliari”, V, 1991, ed estr., Milano, Angeli, 1991.
Sempre ad iniziativa del Rotary veniva inaugurata all’Orto Botanico, anche
questo nella valletta di Palabanda, una lapide, della quale ecco il testo:
“Nell’anno 1812/ in questa località detta di Palabanda/ uomini di cultura e
popolani/ congiuravano contro il potere piemontese/ per una migliore giustizia/ e per
riguadagnare diritti perduti./ Delazioni e sfortuna fecero fallire/ la sommossa prepara-
ta per il 30 ottobre./ Morirono sulla forca:/ Salvatore Cadeddu,/ Raimondo Sorgia,
Giovanni Putzolo./ Condannati a morte in contumacia:/ Gaetano Cadeddu, Giuseppe
Zedda,/ Francesco Garau, Ignazio Fanni./ All’ergastolo:/ Giovanni Cadeddu, Antonio
Massa./ Al remo a vita:/ Giacomo Floris, Pasquale Fanni./ Banditi dall’isola o esiliati
all’interno/ gli altri imputati./ Onore e memoria eterna/ a questi concittadini che han-
no sacrificato/ la loro vita per difendere/ la dignità dei sardi./ Rotary per la città 1992”.
Cfr. altresì l’utile lavoro di M. PES, La rivolta tradita. La congiura di Palabanda
e i Savoia in Sardegna, introduzione di Giuseppe Serri, Cagliari, Cuec, 1994.
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(10) Le tre lettere del Cavour sono state ripubblicate dallo scrivente nel volu-
me I problemi della Sardegna da Cavour a Depretis (1849-1876), Cagliari, Fossataro,
1977. Nello stesso volume sono stati riprodotti altri testi di grande interesse, quali
gli scritti del Sanna Sanna sulla camarilla di Cagliari, l’articolo di G.B. TUVERI,
Initium sapientiae. Ma chi oserà attaccare i campanelli al gatto?, nonché il fondamen-
tale saggio di A. LEVI, Sardi del risorgimento.
(11) Il testo della poesia incriminata è il seguente: In paese da noi poco lontano/
la moglie partorì d’un ciarlatano/ e chiamata una balia immantinenti/ il bimbo addor-
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mentò con questi accenti:// Dormi bambin, non piangere, /dormi su’ miei ginocchi, /a te
dinnanzi è un tramite/ cosparso di bajocchi,/ la tua carriera è splendida/ come una nube
d’or,/ dove son ghiaie e ciottoli/ giace per te un tesor.// Dove son ponti ed argini,/ fossi,
pantani e spini/ innalzerai la fabbrica/ di scudi e marenghini./ Salve, o creato a vincere/
dei secoli il dolor/ e nella Banca a tergere/ il nobile sudor!// Tu crescerai delizia/ del
genitor preclaro;/ sebben citrullo e tisico/ Ministro od impresaro/ diventerai nel volgere/
al sesto lustro il pié:/ io scorgo già il bernoccolo/ del deputato in te.// Dormi, bambin,
non piangere,/ dormi su’ miei ginocchi,/ sopra il tuo capo stridere/ non oseran gli sciocchi/
né scopriran la trappola/ costrutta del papà./ Per te dai torchi un gemito/ dovunque sor-
gerà. // Dormi, bambin, conservati/ per la tua patria Anela;/ frammezzo a ghiaie e ciot-
toli/ nuovi tesor disvela;/ cresci, e al tuo fin precipita/ siccome alla stazion/ sui ferrati
binari/ precipita un vagon.// Così cantà la balia, e al fanciullino/ discese lemme lemme
un sonnellino;/ socchiuse gli occhi e un demone maligno/ sopra le labbra gli schizzò un
sogghigno.
(12) Sul Fulgheri cfr. dello scrivente il saggio Le persone e i luoghi di “Paese
d’ombre” di G. Dessì, in “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di
Cagliari”, VI, 1987, ora in Questione sarda e questione meridionale, Manduria-Bari-
Roma, Lacaita, 1997.
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(14) Cfr. L. DEL PIANO, Giacobini e massoni in Sardegna fra Settecento e Otto-
cento, Sassari, Chiarella, 1982, da integrarsi col saggio La storia della Massoneria in
alcuni recenti lavori, in “Archivio storico sardo”, XXXII. Sul Padre Giorgio Piga che,
come Cocco Ortu ricorda, divenne in seguito procuratore generale del suo Ordine,
cfr. L. PISANU, O.F.M., I frati minori della Sardegna dal 1858 al 1900, 2 voll., Caglia-
ri, Horta, 1992. Il p. Piga interessa la storia del movimento autonomistico per la sua
opera Primi passi della Sardegna, Cagliari, 1848, nella quale esprime il suo punto di
vista di federalista neoguelfo, contrario alla fusione incondizionata del Regnum
Sardiniae con i RR. Stati sabaudi di Terraferma.
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Costa ed infine Giorgio Asproni, per il quale Cocco Ortu non nasconde
un’indubbia simpatia: rappresentanza parlamentare uscente che uno dei
membri della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’isola presiedu-
ta da Agostino Depretis, del quale Cocco Ortu non fa il nome, aveva
definito “uno dei mali della Sardegna”. Sarebbe stata migliore la rappre-
sentanza che i sardi erano chiamati ad eleggere?
Cocco Ortu non mancava a questo punto di passare in rassegna
i candidati, tra i quali l’ex giornalista e professore universitario Giu-
seppe Todde; Giovanni Antonio Sanna, principale azionista della mi-
niera di Montevecchio, ed un altro professore universitario, Francesco
Sulis, che nel collegio di Ozieri rivaleggiava con Garibaldi.
Le elezioni, celebratesi il 20 e 27 novembre, portarono in Parla-
mento Giorgio Asproni, Efisio Cugia, Gavino Fara, Raffaele Garzia,
Francesco Murgia, Salvatore Parpaglia, Francesco Salaris, Pietro Denti
Sanna, Francesco Sulis e Pasquale Umana. Nelle elezioni suppletive,
che si tennero il 12 febbraio 1871 e 24 e27 marzo 1872 furono invece
eletti Francesco Cugia e Giovanni Serpi.
4. L’agitazione legale del 1875 – Fu nella prima metà degli anni Settan-
ta che Francesco Cocco Ortu si mise in luce oltre che come pubblici-
sta come amministratore locale e, sul piano regionale, come segretario
del comitato presieduto dal senatore Ignazio Aymerich, marchese di
Laconi, che promosse l’agitazione per il completamento della strada
ferrata a scartamento normale: agitazione alimentata anche dallo
scontento largamente diffuso nell’isola per quello che lo stesso Cocco
Ortu definisce il malgoverno della Destra (15).
Alla vicenda il Cocco Ortu dedica molte pagine delle sue me-
morie, nelle quali ricorda tra l’altro che dopo il completamento dei
tronchi Cagliari-Oristano e Porto Torres-Sassari-Ozieri, inaugurati
senza la partecipazione di autorità ministeriali, né la Compagnia reale
delle ferrovie sarde, né il governo sembravano aver intenzione di pro-
cedere alla costruzione delle linee ancora mancati, e cioè dei tronchi
Oristano-Ozieri ed Ozieri-Terranova (Olbia).
(15) Cfr., dello scrivente, La Compagnia reale delle ferrovie sarde, ora in Que-
stione sarda e questione meridionale, cit., e Benjamin Piercy, industriale e imprenditore
agricolo, in “Bollettino bibliografico della Sardegna”, n. 15.
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“Cittadini,
nel pensiero che vi date delle cose della patria Voi pure avrete notato
senza dubbio la nuova prova d’abbandono che ne giunge dal Governo
col voler esso porre in dimenticanza assieme alle intraprese ferrovie
sarde la legge che ne ordinò la costruzione.
Il fatto, a dir vero, è troppo rimarchevole ed ingiurioso per noi,
e vi sarete anche voi compiaciuti del risveglio che ha destato nei nostri
fratelli di Cagliari, i quali hanno voluto lodevolmente accordarsi – po-
sponendo qualsiasi differenza di colore politico – per spingere l’Isola a
rispondere all’oltraggio che intenderebbe farle il Governo.
Il grido cagliaritano ha già trovato eco in Iglesias, in Oristano ed
in Ozieri: non manca se non l’espressione del popolo di Sassari per
doversi dire ridesta l’Isola dall’uno all’altro Capo.
Or converrà a noi di chiuderci nella sonnolenza e nell’apatia?
Ciò non può essere, perché non possiamo isolarci dai fratelli, perché le
questioni supreme nella comune sventura devono stare a cuore di tut-
ti, perché ci andrebbe dell’onore della città”.
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v’erano i creditori, i quali, per quanto molesti appaiano, dal loro inte-
resse son sospinti a farsi protettori del debitore.
Incalzando, incalzando, incalzando, finalmente fu messo sulla
carta tutto quello che fino a quel momento aveva avuto soltanto im-
portanza orale. Depretis n’era gongolante, e ad ognuno diceva d’essere
stato lui ad esaudire i voti dell’Isola. I deputati che sapevano quanto
avevano sudato per toccare la meta, per cortesia arieggiavano l’entu-
siasmo pel salvatore. A’ primi di maggio non era più un mistero che la
nuova convenzione era stata sottoscritta. Erano occorsi non meno di
cinque mesi per giungere a questo punto”.
Con la firma della nuova convenzione si apriva un altro proble-
ma, in quanto la strada ferrata non avrebbe più percorso la valle del
Tirso ed il Goceano, ma da Oristano avrebbe puntato su Macomer. Si
sarebbero così risparmiati molti milioni, ma la linea non avrebbe più
toccato il circondario di Nuoro, ciò che poteva creare nuovi contrasti
nell’isola e fra i membri della deputazione sarda. Ad evitare i quali si
ritenne di designare al posto di Cocco Ortu un altro relatore della leg-
ge con la quale veniva approvata la convenzione: soluzione che il Coc-
co Ortu agevolò cedendo al collega che lo avrebbe sostituito la relazio-
ne da lui già predisposta. Per prevenire inoltre l’opposizione del depu-
tato nuorese Salvatore Pirisi Siotto, che era subentrato all’Asproni, de-
ceduto poco dopo la “rivoluzione parlamentare” del 18 marzo, Cocco
Ortu presentò un ordine del giorno inteso a rassicurare i nuoresi.
“Fin d’allora il giovine deputato – scrive De Francesco – posse-
deva l’arte di non forzare molto la pazienza delle assemblee e deciderle
a votare nel momento in cui è visibile l’inclinazione alla condiscen-
denza. Poche parole proferì. Importava che trionfasse la legge, e non la
vanità personale: “Rinunzio alla parola. Non credo di poter fare mi-
glior ragionamento di questo in favore del progetto, tanto più perché
mi auguro che l’ordine del giorno da noi proposto assicuri la ferrovia
al Goceano ed a Nuoro”.
Il suo ordine del giorno, approvato alla quasi unanimità, era
così concepito: “La Camera confida che a compimento delle ferrovie
Sarde, di cui nel presente progetto di legge, e quando le condizioni
finanziarie lo permettano, il Governo provvederà affinché sia costruita
la diramazione che rannodi alla rete principale l’altipiano del Tirso nel
Goceano e la città di Nuoro, e passa alla votazione della legge”.
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ne per gli amici di Serra di indire una sottoscrizione per far fare al neo
conte un ritratto ad olio a grandezza naturale.
Il comitato cagliaritano per l’agitazione legale era presieduto no-
minalmente come già accennato dal marchese di Laconi, ma poiché
questi non stava bene in salute era guidato dal vice presidente avvoca-
to Michele Carboni, già deputato di Isili nel 1865-67 e futuro deputa-
to di Cagliari. Altri comitati vennero costituiti in vari centri dell’isola.
L’iniziativa di maggior rilievo del comitato cagliaritano fu l’or-
ganizzazione di tre grandi comizi, il primo dei quali si svolse domeni-
ca 28 marzo alle ore 9, al teatro Cerruti, sotto la presidenza dell’avv.
Carboni, e con la partecipazione dell’avv. Luigi Dedoni in rappresen-
tanza della Camera di commercio e della Banca Agricola; di Pietro
Ghiani Mameli, direttore del Credito Fondiario; dell’avv. Giuseppe
Saggiante, direttore del Banco di Cagliari; di Nicolò Costa, direttore
del Credito Agricolo, presenti pure il cav. Satta Musio, il prof. Filippo
Vivanet, il marchese Delitala, il prof. Falconi, l’avv. Francesco Cocco
Ortu, il cav. Giovanni Agostino Varsi, l’avv. Gaetano Porru, Stefano
Rocca, i rappresentanti di diverse associazioni con le rispettive bandie-
re e di molti Comuni della provincia ed un folto pubblico.
“Il primo oratore – riferisce il “Corriere di Sardegna” – fu l’avv.
Michele Carboni, che con un discorso ben stringato, chiaro ed elegan-
te, inspirato a nobili e patriottici sentimenti, seppe conciliarsi l’atten-
zione di quel grande e scelto uditorio per cui fu meritatamente ap-
plaudito; il deputato Umana fu il secondo a prendere la parola: parlò
veramente senza passione, fu anch’egli applaudito: ei con molta fran-
chezza accentuò alcuni fatti, per cui forse fu scemato quell’effetto che
col suo bel dire avrebbe altrimenti ottenuto; seppe invece pienamente
conseguire il grandioso effetto della sua facile loquela il giornalista De
Francesco, che portò la questione in un terreno nel quale erano im-
mancabili i fragorosi applausi, le chiamate e le entusiastiche ovazioni.
Presero pure la parola il prof. G. Todde, il sig. avv. Floris, Gian Pietro
Chironi, l’avv. Carboni Boi, il sig. Luigi Solinas ed il giovine Luigi
Congiu i quali vennero pure tutti applauditi”.
Del comizio del 28 marzo dava notizia nell’“Economista” di Fi-
renze un G.T., nel quale è da identificare il prof. Giuseppe Todde, che
ricordava come l’isola chiedesse solo l’applicazione della legge 28 ago-
sto 1870, n. 5838, e quindi la costruzione delle linee Oristano – Ozie-
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rivestì le cariche più alte, dalla vice presidenza del Senato alla presi-
denza della Corte d’appello e del Consiglio provinciale: carica que-
st’ultima nella quale fu sostituito, dopo l’agitazione legale, dal mar-
chese di Laconi.
Entrato in urto col ministro Taiani, dovette dimettersi, per evi-
tare rappresaglie trasversali che avrebbero nuociuto alla carriera dei fi-
gli anch’essi magistrati. Fu questo il principio della fine: abbandonato
da quanti aveva favorito e beneficato ai tempi della sua onnipotenza,
conobbe prima di morire un periodo di isolamento, nel quale gli fu di
conforto l’amicizia del Cocco Ortu e della sua famiglia (18).
5. I primi studi per la sistemazione idraulica – Nel riferire nelle sue me-
morie gli avvenimenti del 1884 Cocco Ortu non manca di ricordare
che appunto in questo periodo il Consiglio comunale da lui convoca-
to doveva scegliere l’area sulla quale costruire il nuovo palazzo del mu-
nicipio, non apparendo più sufficiente l’edificio del Castello nel quale
l’Amministrazione comunale aveva stabilito la sua sede nel lontano
1503 (19).
(18) Un utile anche se sintetico profilo di Francesco Maria Serra è stato trac-
ciato da Italo Birocchi nel volume Per la storia della proprietà perfetta in Sardegna,
Milano, Giuffrè, 1982.
(19) La prima pietra del nuovo palazzo municipale di via Roma fu posata il
14 aprile 1899 dal re Umberto I. La somma necessaria alla costruzione di un edificio
di indubbio pregio architettonico fu reperita a seguito della vittoria riportata dal
Comune in una pluridecennale lite con lo Stato.
Ricorderemo a questo proposito che la città di Cagliari godeva di particolari
diritti doganali e d’altra natura, a cominciare dalla giurisdizione di prima istanza nei
confronti dei propri debitori, vendutale nel 1633 dal re Filippo IV di Spagna per
8.000 scudi.
A seguito delle riforme della prima metà dell’Ottocento la città era stata
espropriata di questi suoi antichi diritti, ed aveva perciò ottenuto dallo Stato un in-
dennizzo di 138.725 lire annue, ridotto a 78.805 lire dato che lo Stato aveva assunto
a suo carico le spese relative a diversi servizi che avrebbero dovuto gravare sulle fi-
nanze comunali. Diventati questi servizi di competenza statale, avrebbe dovuto esse-
re pagata al Comune l’intera indennità a suo tempo stabilita. Poiché ciò non era
avvenuto, nel 1858 il Comune aveva intentato causa allo Stato, affidando la tutela
dei propri interessi all’avvocato Francesco Ballero.
Nel 1877 il tribunale di Cagliari diede ragione al Comune, e la sentenza,
contro la quale il ministero delle Finanze aveva presentato ricorso, venne confermata
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dalla Corte d’appello. Le due sentenze cagliaritane vennero peraltro annullate a se-
guito di un secondo ricorso presentato alla Corte di cassazione, che rinviò la causa
alla Corte d’appello di Roma.
Mancava appena un mese alla scadenza di certi termini quando il Comune
di Cagliari, per iniziativa di Cocco Ortu, riprendeva la causa, affidandola allo studio
cagliaritano dell’avvocato Antonio Ballero ed a quello romano di Giuseppe
Zanardelli. Chiamato questi al governo, il suo posto fu preso dall’avvocato Bruno
Chimirri.
Nel 1891 la Corte d’appello di Roma dette ragione al Comune, stabilendo in
113.000 lire annue la cifra della quale lo Stato era debitore. Un ulteriore ricorso del
ministero delle Finanze venne respinto nel 1896. Il Comune venne così a disporre di
oltre tre milioni (una lira del 1896 corrisponde a 6174,7344 lire attuali, e quindi tre
milioni ad oltre 18 miliardi), che vennero riscossi dall’Amministrazione Bacaredda.
Secondo Cocco Ortu la somma avrebbe dovuto essere impiegata per estin-
guere i debiti a suo tempo contratti a condizioni particolarmente onerose, e solo
quando la situazione finanziaria fosse stata così risanata si sarebbero potute affronta-
re le grandi spese delle quali era evidente la necessità. Bacaredda preferì invece impe-
gnare l’intera somma per alcune spese di non grande entità, quali quelle per l’am-
pliamento del cimitero e della manifattura dei tabacchi e la costruzione di case po-
polari. Venne inoltre concesso un contributo per la costruzione del palazzo della do-
gana, demolito dopo la seconda guerra mondiale. Più impegnativi altri interventi,
quali quelli per la costruzione del nuovo municipio, della passeggiata coperta, di di-
verse scuole e della fognatura.
Oltre le memorie di Cocco Ortu cfr. il volume di G. SORGIA e G. TODDE,
Cagliari. Sei secoli di amministrazione cittadina, Cagliari, Lyons, 1981.
Su Bacaredda, eletto sindaco per la prima volta nel 1889, e confermato con
qualche intervallo fino al 1921, data della morte, cfr. il volume miscellaneo Ottone
Bacaredda, pubblicato dal Comune di Cagliari in occasione del cinquantenario della
morte, nel quale sono raccolti saggi di F. ALZIATOR, La Cagliari di Bacaredda, G. DEL-
LA MARIA, L’Uomo Bacaredda, P. DE MAGISTRIS, O.B. amministratore, L. SALIS, O.B.
giurista e N. VALLE, O.B. letterato. A Paolo De Magistris si deve anche il profilo pub-
blicato nel primo dei due volumi su I cagliaritani illustri, curati da Antonio
Romagnino, autore anche del saggio Ottone Bacaredda e l’età che fu sua, introduzio-
ne all’opera omnia in corso di pubblicazione a cura del Comune di Cagliari.
Notevole interesse presenta il volume Cagliari (Roma-Bari, Laterza, 1996)
curato da Aldo Accardo, che comprende un ampio saggio dello stesso Accardo sul
periodo che va Dal fallimento dei moti angioyani alla Repubblica, nonché i saggi di
F. MASALA, La formazione della società borghese; G. TORE, Èlites, progetti di sviluppo ed
egemonia urbana, e di M.L. DI FELICE, Vocazioni associative e realtà industriale a Ca-
gliari tra l’età giolittiana e gli anni Sessanta.
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(20) Cfr. Consorzio per l’irrigazione del Campidano di Cagliari. Schema di Sta-
tuto, Cagliari, 1884.
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(21) Cfr. N. BOZZINO, Relazione dello studio di massima d’un primo progetto
d’irrigazione in Sardegna nella pianura del Campidano di Cagliari, Cagliari, 1883.
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(23) Cfr. C. BACCO, Sul miglioramento agricolo ed igienico della Sardegna, Ca-
gliari, 1894. La grande alluvione del 1889, come già quella del 1882, venne ricorda-
ta nella poesia dialettale. Cfr. F. VACCA TIDU, Canzoni populari. Cumpendiu de su
disastru beniu a Casteddu e a su Campidanu, Cagliari, 1889.
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(24) Cfr. Atti dell’inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola, vol. XIV,
fasc. 1 – 2, Relazione del commissario comm. Francesco Salaris sulla dodicesima circo-
scrizione (province di Cagliari e Sassari), Roma, 1885.
(25) Sui limiti dell’inchiesta Salaris cfr. L. PISANO, Una fonte per lo studio dei
rapporti sociali nelle campagne nella seconda metà dell’Ottocento, in “Archivio sardo
del movimento operaio, contadino e autonomistico”, q. 4 – 5 del dicembre 1975.
Un profilo del Salaris è stato pubblicato da M.M. Pau nel n. 19 del 1995 del “Bol-
lettino bibliografico della Sardegna”.
(26) Cfr. L. DEL PIANO, Il processo della fame e il verdetto della paura. I fatti di
Sanluri dell’agosto 1881 e l’epilogo giudiziario del febbraio 1883, Cagliari, Esa, 1982.
(27) Cfr. S. GERLAT, Les répercussions de la rupture commerciale franco-italienne
du 1887-1888: la crise économique sarde, in “Cahiers d’histoire pubbliés par les
Universités de Clermont-Lyon-Grenoble”, t. 3, 1966, pp. 257 ss. ed estr. Ricchissi-
mo di dati il volume di L. CODA, La Sardegna di fine secolo. Aspetti dell’economia e
della socità sarda nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, Sassari, Dessì, 1977.
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(28) I memoriali dei deputati sardi del 1888 e del 1889, così come la lettera
dell’Avv. Abozzi di cui appresso, sono stati pubblicati in appendice alla relazione
Pais. V. nota 30.
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dal Cocco Ortu e dai suoi amici, come scriveva alla “Riforma” un anonimo corri-
spondente cagliaritano, al quale replicava un lungo articolo di fondo dell’ “Unione
sarda” siglato V. e da attribuirsi al direttore Marcello Vinelli, il quale confermava che
Cocco Ortu aveva giudicato non necessaria l’inchiesta, ed in via subordinata aveva
proposto che venisse affidata ad un deputato non sardo, e non a lui, come avevano
insinuato i suoi avverasi. Aggiungeva il giornale che era comunque un fatto che da
quando l’on. Pais aveva ricevuto l’incarico di svolgere l’inchiesta nessun nuovo prov-
vedimento era stato adottato in favore dell’isola, ed in effetti alle reiterate richieste
di interventi che certamente l’on. Pais gli aveva rivolto Crispi aveva sempre dato
risposte assolutamente negative od evasive “che non sapremmo se meglio chiamare
dilatorie o derisorie”.
(31) Cfr., oltre gli allegati all’inchiesta Pais, gli Atti della commissione nomina-
ta da S.E. il Presidente del Consiglio per esaminare la relazione dell’on, Pais sulle condi-
zioni della Sardenga e per avvisare sui provvediemnti da adottare in favore dell’isola,
Roma, 1896.
Sull’inchiesta Pais cfr. G. DE FRANCESCO, L’inchiesta sulla Sardegna e le prossi-
me elezioni, Cagliari, 1895; gli articoli pubblicati da Giuseppe Todde ne “L’Econo-
mista” di Firenze e quindi raccolti in volume col titolo La Sardegna considerata dal
lato economico, Firenze, 1895, e, dello stesso anno, il volume di M. VINELLI, Un lato
del problema economico sardo, seguito nel 1896 dal più ampio lavoro La Sardegna nel
problema economico.
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Mulas faceva presente che a Tortolì l’usura era tale che i prestiti si con-
cedevano al 100, 150 ed anche 200 per cento di interesse all’anno.
Il Consiglio approvava quindi le proposte di interventi fatte dal-
la Deputazione provinciale e debitamente integrate, tra le quali occu-
pava un posto di rilievo la soluzione del problema idraulico. Veniva
inoltre proposto che il contributo dello Stato venisse elevato a tre
quarti della spesa, rimanendo l’altro quarto a carico della Provincia,
dei Comuni e degli utenti.
Interessanti anche gli interventi dei consiglieri Bacaredda, Mu-
las Mameli e Carboni Boy, il quale rilevava che la raggiunta unanimità
chiudeva un periodo di dissapori e di contrasti, e ricordava che molti
anni prima, “quando il malvolere del governo negava all’isola il bene-
ficio delle strade ferrate, un gruppo di giovani, anzi di ragazzi, aveva
fatto appello alla concordia, ed era sorto il Comitato dell’agitazione le-
gale che aveva unito il monarchico senatore di Laconi ed il repubblica-
no Tuveri, il suo compianto genitore e l’onorevole Cocco Ortu”.
Da ricordare in questo quadro anche il congresso degli agricol-
tori e degli economisti sardi, che si svolse a Cagliari dal 1° al 5 maggio
1897, sotto la presidenza onoraria del ministro dell’Agricoltura conte
Francesco Guicciardini, vice presidenti onorari i presidenti delle due
deputazioni provinciali avv. Eugenio Boi per Cagliari ed avv. Michele
Abozzi per Sassari (32).
Il congresso venne organizzato da un comitato presieduto dallo
stesso avv. Boi, presidente anche del Comizio agrario, vice presidenti
il prof. Sante Cettolini e l’avv. Giuseppe Siotto, membri diverse perso-
nalità di primo piano nella vita dell’isola, dai presidenti delle Camere
di commercio Nicodemo Pellas di Cagliari e Stefano Cavanna di Sas-
sari ai presidenti dei Comizi agrari di Sassari Francesco Loriga Sanna,
di Iglesias, Ignazio Sanfilippo, e di Lanusei, Luigi Mameli.
Componevano altresì il comitato promotore i presidenti delle
due commissioni provinciali di viticoltura e di enologia Giuseppe
Missaghi e Antonio Martinez, il direttore della Scuola di Agricoltura
di Sassari Ferdinando Vallese, diversi possidenti ed esperti quali Enri-
co e Giuseppe Aymerich di Laconi, Gavino Asquer, Efisio Cugusi,
(32) Cfr. gli Atti del I congresso fra gli agricoltori e gli economisti sardi tenutosi a
Cagliari nel maggio1897, Cagliari, 1898
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7. Le leggi speciali del 1897 e del 1902 – Il progetto della prima delle
leggi speciali per la Sardegna venne presentato alle Camere con una
relazione firmata dal presidente del Consiglio dei ministri e ministro
dell’Interno Di Rudinì nella quale si ricordava, come già osservato
dalla commissione De Martino, che dal 1860 lo Stato aveva speso nel-
l’isola per strade, ferrovie e porti oltre 200 milioni. Quelle opere tutta-
via non potevano di per sé “dar vita e prosperità a terre spopolate per
la malaria, coperte da paludi, solcate da fiumi e torrenti, che racco-
gliendo le acque dei monti denudati, le riversano liberamente pei pia-
ni; né le strade, né i porti, né le ferrovie potevano far crescere la popo-
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(33) Sulla prima legge speciale cfr. oltre gli atti parlamentari l’estratto Legge 2
agosto – 11 settembre 1897 sui provvedimenti per la Sardegna coordinata alle disposi-
zioni di legge sul Commissariato civile per la Sicilia, Cagliari, 1897. L’opuscolo com-
prende anche la relazione Di Rudinì e le relazioni della Camera dei deputati (una di
carattere generale firmata Pantano e Gianolio ed una sulla sistemazione idraulica fir-
mata Romanin Jacur) e del Senato.
Un parallelo tra la situazione sarda e quella siciliana è stato tracciato dallo
scrivente in Regionalismo e autonomismo in Sardegna e in Sicilia (1848-1914), Ca-
gliari, Fondazione Sardinia, 1995 (opuscolo fuori commercio). Sulla legislazione
speciale cfr. tra l’altro L. PISANO, Orientamenti riformatori e politica delle leggi speciali.
Nota per una ricerca su Stato e Mezzogiorno dall’Unità al Fascismo, in Studi e ricerche
in onore di Girolamo Sotgiu, 2 voll., Cagliari, Cuec, 1992 e 1994.
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che, la permanenza sul posto dei coltivatori, tutte cose che non si sa-
rebbero potute avere nei quarant’anni di applicazione della legge.
C’era inoltre da osservare che i prodotti che si sarebbero ottenu-
ti nei Campidani dopo tante e tanto costose innovazioni si ottenevano
già “con una spesa minore nel centro dell’isola e nella parte montuosa,
ove il clima mite e l’altitudine maggiore consentivano un’apprezzabile
freschezza del suolo e più facili ed abbondanti erano le piogge”, men-
tre nei Campidani era “tormento frequente” la siccità.
Dopo aver espresso queste perplessità, Cettolini presentava le
sue proposte alternative, scrivendo: “La coltura naturale dei Campida-
ni è l’arborea o l’arbustiva; la vite e il mandorlo ne sono la vera ric-
chezza; minore importanza ha la coltura del frumento, che si alterna
con l’orzo vernino da foraggio e con le fave, come coltura di prepara-
zione. Nel centro e nel capo superiore il frumento ed il pascolo pren-
dono una preponderanza maggiore. Ora, sembra economicamente
conveniente ricorrere all’irrigazione delle coltivazioni sopra accennate?
Non certo per la vigna e le piante fruttifere; bensì il frumento e le altre
colture in rotazione se ne avvantaggierebbero dal lato colturale; ma è
ciò acconsentito dal prezzo di queste derrate? La concorrenza che i
prodotti risentiranno dai consimili che si potranno avere, senza sussi-
dio alcuno d’artificio colturale, dai paesi meglio favoriti dalla natura
renderà economico per un lungo periodo di anni questo ramo speciale
e nuovo dell’agricoltura dei Campidani?
È ben vero che si potranno iniziare altre coltivazioni che attual-
mente la Sardegna ignora od appena appena conosce per qualche ti-
mido tentativo fatto qua e là; ma è pur vero, che questa parte dei
provvedimenti a favore dell’isola, o per meglio dire a favore di una
parte della provincia di Cagliari, non si presenta alla mente dell’osser-
vatore come una concezione limpida e geniale, poiché lascia intravve-
dere molti e gravi dubbi che ne annebbiano la purezza, ne offuscano i
contorni e rendono troppo indeciso l’assieme.
Se poi si pensa che questa parte dei provvedimenti a favore del-
l’Isola assorbe in 40 anni ben 6.000.000 dei 14 assegnati al complesso
delle bonifiche, rimboschimenti, prosciugamenti, inalveamenti ecc., si
è tratti a supporre che nella Commissione governativa, la quale ha ela-
borata la legge, predominasse troppo l’elemento amministrativo-poli-
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(36) Cfr. la voce pubblicata nel Dizionario storico del movimento cattolico, cit.
Altre voci lo stesso autore ha dedicato ai due cugini di Edmondo Sanjust, l’avvocato
Enrico, conte di nomina pontificia ed esponente di primissimo piano del movimen-
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ria anche se solo per l’aumentata occupazione, dato che gran parte dei
lauti guadagni derivanti dall’attività estrattiva veniva esportata.
Molto ancora tuttavia restava da fare, ed a questo riguardo il
Sanjust ricordava che quando si stava studiando il progetto della pri-
ma legge speciale era personalmente riuscito a “far accettare l’idea dei
grandi bacini di ritenuta al doppio scopo di invasare una parte delle
piene che devastavano il piano e di ottenere l’irrigazione di una certa
estensione di terreno”.
“Ma – aggiungeva il Sanjust a conclusione del suo saggio – non
bisogna illudersi: il bacino del Tirso potrà irrigare 4.000 ettari, altret-
tanti al maximum ne potranno irrigare ciascuno dei bacini del Campi-
dano e del Mannu, saranno quindi in totale 12.000 ettari circa ossia
meno che un centesimo della superficie totale della provincia che mi-
sura 13.683 chilometri quadrati. E non può essere diversamente e così
avviene pure in Spagna ed in Algeria. Per la prima di queste lo Zoppi
ed il Torricelli dicono che se sopra una carta si segnassero i terreni irri-
gui con tinta diversa da quelli a secco ne risulterebbe come una tigra-
tura appena visibile.
Ciò nonostante, questa modesta estensione ridotta a coltura in-
tensiva può dare risultati insperati: e se a ciò si unisce la produzione del-
la forza motrice a buon mercato, può avvenire che ogni bacino di irriga-
zione formi come un centro di benessere ed un esempio per molte prati-
che razionali che si possono applicare anche nei terreni non irrigui.
Cagliari avrà alle sue porte uno di questi bacini, quello di Mara-
calagonis, il quale potrà contemporaneamente fornire la irrigazione al
Campidano e la forza motrice alla città.
La forza motrice in città vuol dire l’illuminazione elettrica, la tra-
zione elettrica e quindi l’avvicinamento e la fusione delle diverse parti
della città fra loro e coi dintorni; vuol dire il facile impianto di piccole
industrie locali; vuol dire la certezza di aver in porto mezzi rapidi ed
economici di scarico e carico, e quindi maggior facilità degli scambi.
Se a questo si aggiungono i risultati delle possibili future scoper-
te si apre un vastissimo orizzonte alle nostre congetture. Se l’aeronau-
tica diventerà praticamente applicabile ai trasporti cesserà l’isolamen-
to della Sardegna, che potrà considerarsi al paro delle provincie conti-
nentali in quanto riguarda lo scambio di passeggeri e di merci coi
grandi centri di produzione e di consumo.
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(38) Sarà interessante aggiungere che, come ricorda Umberto Zanotti Bianco
a p. 110, n. 2, della sua Storia di una regione meridionale: la Basilicata, in Meridione e
meridionalisti, Roma, Collezione meridionale editrice, 1964, Giustino Fortunato
non votò a favore della legge speciale sulla Basilicata, per quanto Zanardelli fosse
stato suo ospite a Rionero in Vulture.
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(40) Cfr. F. COCCO ORTU, Sui provvedimenti per la Sardegna. Discorsi tenuti
alla Camera dei deputati nelle tornate del 21, 22, 25 e 26 giugno 1907, Cagliari,
1907, e G. SOTGIU, L’Italia di Giolitti. Testi e documenti, Cagliari, Fossataro, 1972.
La politica delle leggi speciali ebbe la sua massima espressione nella legge 15
luglio 1906, n. 383, “portante provvedimenti per le provincie meridionali, per la
Sicilia e per la Sardegna”.
La legge, promulgata dal re Vittorio Emanuele III e firmata dal presidente
del Consiglio Giolitti e dai ministri A. Maiorana, Gianturco, Massimini, Gallo,
G. Fusinato e Cocco Ortu, comprende 84 articoli divisi in sei titoli, rispettivamente
dedicati alle disposizioni tributarie (5), al credito agrario (13), ai tributi locali (15),
alle disposizioni intese a favorire l’enfiteusi e la proprietà coltivatrice (11), alla viabi-
lità (14) e all’istruzione elementare e professionale (26).
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noscere nella lunga mia vita e parrebbe che noi avessimo riempito
l’Italia di vane doglianze, di clamori esagerati; o ci si accusa ingiusta-
mente di avere architettato una indegna mistificazione per far spende-
re i cinquanta e più milioni che oggi si domandano e si concedono,
come se tutto il problema dell’isola si potesse risolvere con metodi così
semplici come la costruzione di una strada in più o la sistemazione di
un porto.
Ma lasciamo le facezie e parliamo di cose serie, da uomini seri.
Questo disegno di legge, secondo fu ricordato, affronta la risoluzione
del problema sardo con concetti ed intenti che non sono nuovi; poi-
ché anzitutto si propone di perfezionare e rendere migliori le leggi del
1897 e del 1902. È noto che con esse si faceva un primo esperimento
di quelle leggi speciali, che servirono di modello alle altre, successiva-
mente promulgate per la Basilicata, per la Calabria e quella più larga
per le provincie meridionali del continente e delle isole.
La proposta odierna non si discosta dalle precedenti sia per il
metodo, sia per la natura varia dei provvedimenti. Neppure è mutata
la proporzione delle opere di bonifica, d’irrigazione, correzione dei
corsi d’acqua e rimboscamento dei bacini montani per le due provin-
cie sarde.
Solo vi figurano in più due bonifiche aggiunte nella provincia di
Sassari, nessuna in più in quella di Cagliari, nemmeno per la spiaggia
di Bonaria, la cui omissione provocò vivaci doglianze dell’onorevole
Campus-Serra.
A torto quindi – sosteneva Cocco Ortu – si parla di disparità di
trattamento, in una legge intesa principalmente a dare i mezzi per at-
tuare le leggi col fornire i maggiori mezzi necessari a compiere le ope-
re, a perfezionare ed eseguire quanto in quelle leggi era stabilito”.
Il Cocco Ortu osservava quindi che le speranze riposte nelle pri-
me due leggi speciali erano andate deluse a causa degli stanziamenti in-
sufficienti, diagnosi confermata dal fatto che i voti delle rappresentanze
locali e un memoriale dei deputati sardi chiedevano appunto che “quelle
leggi fossero rese attuabili, dando i mezzi ed i modi che occorressero a
tale scopo. Ricordo anzi – aggiungeva Cocco Ortu – che nessuno dis-
sentì dalla mia opinione allorché, discutendosi il disegno di legge sulla
Basilicata, io presentai un ordine del giorno col quale si facevano eccita-
menti al governo nello stesso senso e con identici scopi”.
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tà. Ogni epoca ha le sue, come pure ha le sue utopie. Il senso pratico
guida l’uomo di governo a distinguere l’utopia dalle idealità”.
Non meno interessanti la replica all’on. Pala, che aveva anch’egli
accennato alla situazione creatasi dopo l’abolizione del feudalesimo, e
le precisazioni fornite a proposito dei Monti frumentari, delle Casse
agrarie e dei Consorzi agrari. Più ampi i chiarimenti forniti a proposi-
to delle norme relative ai miglioramenti agrari ed ai centri di coloniz-
zazione, che davano agli interlocutori e particolarmente all’on. Panta-
no utili precisazioni.
Altri chiarimenti Cocco Ortu forniva a proposito dei bacini di
irrigazione e delle spese relative, confermando il suo proposito di favo-
rirne la costruzione, dato che a parere non solo suo il problema sardo,
come del resto il problema meridionale, era in gran parte un problema
di acqua, ed aggiungeva: “Fui io che ideai per primo e caldeggiai il
progetto di irrigazione del Campidano di Cagliari”.
Discussi gli altri articoli con la partecipazione di diversi deputati
e dei ministri interessati, il progetto di legge veniva approvato nel suo
complesso.
Nasceva così la terza legge speciale, data a Racconigi il 14 luglio
1907, n. 562, firmata dal re Vittorio Emanuele III, dai ministri Cocco
Ortu, Gianturco, Lacava, Carcano e Rava e dal guardasigilli Orlando.
La legge comprende 63 articoli, divisi in sette capi, rispettiva-
mente dedicati al Credito agrario (Cassa ademprivile; Monti frumen-
tari e nummari; Casse agrarie, Consorzi agrari); al miglioramento
agrario ed ai bacini di irrigazione; alla sistemazione idraulica; alla via-
bilità; alle opere portuali; all’istruzione pubblica ed alle disposizioni di
carattere generale.
Integrano la legge le tabelle relative agli stanziamenti finanziari,
e precisamente la tabella A (miglioramento agrario; provvedimenti per
l’agricoltura e bacini di irrigazione; spese a carico del ministero
d’Agricoltura); la tabella B (stanziamenti da farsi nel bilancio della
spesa del ministero d’Agricoltura pei rimboschimenti della Sardegna);
tabella C (lavori forestali in Sardegna che richiedono maggiori stanzia-
menti); tabella D (stanziamenti per la sistemazione idraulica e per le
bonifiche della Sardegna) e tabella E (ripartizione fra le varie opere dei
15 milioni di spese da autorizzare per la sistemazione idraulica della
Sardegna).
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(41) Cfr. A. SCANO, Per l’avvenire della Sardegna, in “Nuova Antologia” del 1°
agosto 1908, ed estr., Roma, 1908. Cfr. altresì P. MARICA, La Sardegna e i sardi nella
“Nuova Antologia”, in “Nuovo Bollettino bibliografico sardo”, n. 85 del 1° bimestre
1975, nel quale l’A. riferisce oltre che sul saggio di A. Scano su quelli di C. DE
STEFANI, Le condizioni economiche e sociali della Sardegna (n. del 1° marzo 1896); M.
FERRARIS sui trasporti marittimi (nn. del 16 ottobre 1906 e 18 maggio 1907) e sulla
miniera di Monteponi (n. del 10 luglio 1907) con illustrazioni; M. RICCIO, Francesco
Crispi, la Sardegna e la Sicilia (n. del 16 giugno 1914) e G. SOLINAS COSSU, Pro
Sardinia (n. del 16 ottobre 1906).
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che “l’azione dello Stato potesse in ogni sua parte sostituirsi all’iniziati-
va privata”, o in altri termini, che “senza il buon volere e l’intrapren-
denza dei cittadini si potessero fare grandi passi nella via del migliora-
mento e del progresso”.
Precisava quindi lo Scano che il concetto seguito in tema di cre-
dito agrario era quello di “fondere in un solo istituto la Cassa provin-
ciale creata con la legge del 15 luglio 1906 pel Mezzogiorno e per le
isole con la Cassa ademprivile instituita con la legge portante provve-
dimenti per la Sardegna del 2 agosto 1897”.
Il nuovo organismo poteva contare, oltre che sulla metà dell’im-
posta erariale sui terreni, su un mutuo dello Stato di tre milioni, dei
quali 1.800.000 lire per la Cassa di Cagliari e 1.200.000 lire per la
Cassa di Sassari: questo capitale era aumentato dal ricavato dei terreni
di origine ademprivile liberi da servitù, condominio od altri oneri che
potevano essere venduti o ceduti in enfiteusi.
Le Casse ademprivili potevano fare anticipazioni in denaro o in
natura oltre che alle Casse ed ai Consorzi agrari ai Monti frumentari,
ricostituiti dove erano scomparsi e diventati autonomi.
Ai miglioramenti agrari avrebbero poi dato un importante con-
tributo le Cattedre ambulanti, i poderi sperimentali e le scuole agrarie
e d’arti e mestieri, nonché le esenzioni tributarie concesse per la co-
struzione di case coloniche e stalle razionali, e la formazione di poderi
nelle zone incolte o coltivate solo estensivamente.
Maggiore importanza lo Scano riconosceva alle disposizioni sul-
le bonifiche, con le quali e con i “conseguenti lavori di sistemazione
idraulica lo Stato adempiva ad un ufficio di conservazione sociale e di
pubblica difesa”. Ricordava quindi il quadro desolante delle condizio-
ni dell’isola che cinquant’anni prima aveva fatto Carlo Cattaneo, ed
aggiungeva che l’acqua, giudicata da Pindaro la migliore di tutte le
cose, era per la Sardegna “causa di mali infiniti”. Precisava infatti:
“Essa stagna e imputridisce nelle paludi, sgorga spesso inquinata nei
nostri villaggi assetati, e vagante senza regola ora mette in pericolo la
vita umana, ora distrugge in un momento il lavoro di tante braccia
con improvvisi straripamenti e inondazioni. Essa è il fomite principale
della malaria che, quando non uccide, infetta il sangue, sfibra e toglie
ogni fede e ogni ardimento; la razza, attaccata nel sangue, si svigorisce
e degenera”.
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roso sconcio che contrade attigue per difetto di vie di accesso restino in
uno stato di reciproco selvatico isolamento”.
L’on. Scano affrontava anche il tema dell’industrializzazione, ri-
cordando al riguardo le disposizioni della legge del 1906 e i primi be-
nefici effetti prodotti a Napoli e nel Mezzogiorno continentale.
“Anche da noi – aggiungeva – molto si può fare, e qualche se-
gno dimostra già la buona intenzione. La Sardegna è ricca delle mate-
rie prime necessarie a molte industrie manifattrici; noi però ci conten-
tiamo di vendere le materie prime e di acquistare poi dal di fuori i
manufatti di cui abbiamo bisogno. Questo errore economico, come è
stato rilevato, rende perennemente i Sardi tributari dell’estero e defi-
ciente sempre la circolazione dei capitali perché col denaro noi dob-
biamo saldare la differenza di prezzo fra le materie prime che si vendo-
no e i manufatti che si acquistano.
E quale immensa serie d’industrie si potrebbero attuare nell’iso-
la nostra! Quale fonte di ricchezza potremmo ritrarre dalle svariate e
infinite produzioni locali! Lo stesso mare che ci circonda pare che non
esista per noi che per darci la gioia di contemplarne l’incomparabile
bellezza: cosa questa molto poetica, ma poco produttiva, e se qualcosa
si ritrae da un parziale sfruttamento delle sue ricchezze, come pesca,
tonnare, coralli, tutto ciò è in mani d’altri e non nostre. Quando si
pensi a che cosa si riducono le nostre industrie marinaresche, e come
sia trascurabile la quantità e la portata dei legni che si dedicano al ca-
botaggio; quando si consideri che nessun piroscafo di armatori sardi fa
servizio di merci e passeggeri, e che questo è in mano esclusivamente
della Navigazione generale, si vedrà di leggeri quale immenso campo
di attività ci si aprirebbe dinanzi ove sapessimo sfruttarlo; quale fonte
di profitti rimuneratori potrebbe essere il mare, che è il veicolo più
sicuro e meno dispendioso per i commerci.
E quali e quante altre industrie potrebbero sorgere fra noi, che
varrebbero a dar lavoro a migliaia di operai, e allo stesso tempo a far
largamente fruttare i capitali impiegati! Basterà accennarne qualcuna:
lavorazione del marmo, del granito, del ferro, del cemento, della pie-
tra litografica, del legno, del sughero, del tabacco; cartiere, vetrerie,
oleifici, zuccherifici, cotonifici, conserve alimentari di qualsiasi gene-
re, e moltissime altre industrie di grande e di lieve importanza che
non è qui il caso di specificare.
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(42) Cfr. Atti del primo congresso regionale sardo tenuto in Castel Sant’Angelo dal
10 al 15 maggio 1914, Roma, 1914.
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a causa dell’abbandono nel quale l’isola era stata lasciata, dato che
l’Italia si ricordava di essa solo per “inviarvi gl’impiegati più negligen-
ti, i maestri ignoranti, i magistrati incapaci”. Questo stato di cose era
apparso ai sardi “come un oltraggio che si voleva far loro, mentre non
era che la conseguenza di un’incoscienza senza pari”: di qui il proposi-
to dei sardi di indire un congresso che avrebbe suggerito al governo “la
via da seguire per riparare una grave colpa commessa in danno del-
l’isola generosa”.
Il corrispondente romano dell’“Unione Sarda” peraltro non ritene-
va che dal congresso potessero uscire la rigenerazione ed il rifiorimento
dell’isola. “E la mia diffidenza – aggiungeva – trova riscontro nell’espe-
rienza lunga che ho dei congressi regionali e regionalisti che ordinaria-
mente lasciano il tempo che trovano, quando non concorrano a risveglia-
re sopite avversità, a riaccendere gelosie mal celate. Più che nel congresso
di Roma io fido nell’opera di propaganda che devesi svolgere nell’isola,
dove è necessario destare il sentimento nelle proprie forze, nelle energie
individuali e collettive, non per usarle a scopo di ribellione, ma per far
comprendere al governo centrale che la Sardegna non è soltanto
un’espressione geografica, ha è vero un’anima in cui vi hanno generosi
sentimenti su cui troppo s’è fatto sino ad oggi assegnamento, ma pur sen-
te la forza del suo diritto che, per la sua vita, non deve essere oltre calpestato”.
Il congresso venne organizzato come già accennato dall’Associa-
zione dei sardi residenti a Roma, e più precisamente da un comitato
presieduto dal comm. Felice Crespo, coadiuvato dai vice presidenti
avv. Antonio Casulli per la stampa, prof. avv. Orazio Sechi per i pro-
blemi organizzativi, capitano Vincenzo Simula per i festeggiamenti.
Segretari erano l’avv. Mario Azzena, l’avv. Battista Bardanzellu, il dott.
Enrico Lombardi, il dott. Pasquale Marica, l’avv. Giosuè Muzzu ed il
dott. Alfonso Serpi. Erano membri del comitato Pietro Albano, l’avv.
Antonio Bellieni, l’avv. Alberto Cannas, l’avv. Pietro Cavasola, l’avv.
Cesare Cichi, il rag. Giuseppe Coronas, l’avv. Gesuino Costa, Ernesto
Cubeddu, l’avv. Nino Dore, Giuseppe Delogu, Giuseppe Dellacà, il
tenente generale Giuseppe Fadda, il prof. Efisio Lay, Cesare Orrù, il
dott. Michele Poddine, Gavino Rau e il dott. Vincenzo Uras.
A sottolineare l’importanza della manifestazione veniva istituito
un comitato d’onore presieduto dal senatore Salvatore Parpaglia e
composto, coi senatori, deputati ed ex deputati dell’isola, da persona-
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prietario della terra non solo non concorre con la sua opera ad evitare
i piccoli impaludamenti che ancora possono formarsi sulle terre di re-
cente emerse, ma non si cura nemmeno di mantenere in buono stato i
canali e le altre opere d’arte costruite dallo Stato, perché questo com-
pito dispendioso non è necessario ai fini della sua industria che è la
pastorizia.
Questa industria è veramente una delle cause principali che
conservano la malaria tanto nei terreni bonificati idraulicamente
quanto in tanti altri che sarebbero per sé stessi sufficientemente
asciutti.
L’esercizio della pastorizia infatti, in quanto si limita a sfruttare
il pascolo spontaneo, non richiede alcun lavoro capace di modificare
la configurazione naturale della superficie del terreno, e neppure di li-
berarlo completamente e permanentemente né dalle acque stagnanti
che albergano le ninfe e le larve, né dagli arbusti che offrono comodo
asilo alle zanzare adulte. Poco dissimili sono i bisogni delle rudimenta-
li colture del frumento e dell’orzo, quali sono praticate ancora dalla
maggiore parte degli agricoltori sardi, poiché questi poco si curano di
prosciugare bene il terreno, livellandone la superficie, rompendolo
profondamente ed aprendo nuove vie allo scolo delle acque, ma spesso
non riconoscono neppure la necessità di procedere allo sradicamento
totale degli arbusti e delle erbacce che lo ingombrano ed all’asporta-
zione delle pietre.
L’adozione invece di sistemi di coltura più razionali potrebbe
completare la bonifica igienica od istituirla là dove non è stata già ese-
guita dallo Stato ed avrebbe per conseguenza certa la distruzione del-
l’ambiente malarigeno, perché non si possono eseguire buone coltiva-
zioni se non quando siasi ottenuto uno strato di terreno abbastanza
profondo nel quale al posto dell’acqua possa penetrare liberamente
l’aria, elemento indispensabile per ossidare le sostanze organiche e
renderle solubili. Resta con ciò dimostrato che il problema agricolo si
allaccia al problema sanitario e tutti e due influiscono sul problema
economico, perché la migliore coltura dei terreni mentre è l’unico
mezzo per redimere l’uomo dalla malaria, produce pure maggiore co-
pia di frutti vegetali ed animali. I due interessi sono indissolubili e si
completano a vicenda, come ci dimostra l’esempio dei benefizi in tal
guisa ottenuti in altre regioni d’Italia”.
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ne: “Il primo Congresso Sardo riunitosi a Roma nel maggio del 1914,
ritenendo che la questione idraulica sarda si connette intimamente al
problema agricolo, industriale ed economico dell’isola, fa voti perché:
a) siano intensificati i lavori di bonificazione e di correzione dei corsi
di acqua, estesi a tutte le loro ramificazioni, destinando alla loro
esecuzione mezzi finanziari ognora più larghi e rivedendo le dispo-
sizioni legislative vigenti in base all’esperienza già fatta coi lavori
finora intrapresi;
b) siano studiati, oltre il serbatoio del Tirso, quelli del Coghinas, del
Mannu e del Campidano di Cagliari, e gli altri possibili, avendo di
mira l’irrigazione, la distribuzione di acqua potabile, la possibile
difesa dai danni delle periodiche siccità e la produzione di forza
motrice nell’interesse dell’agricoltura, dell’industria e dell’econo-
mia isolana;
c) siano studiati gli opportuni provvedimenti legislativi per mettere in
pratica gli studi di cui al comma che precede”.
Nel terzo paragrafo l’ing. Sanjust affrontava il problema dei tra-
sporti, mentre il quarto era dedicato alla legge 2 agosto 1897, che rap-
presentava in Italia il primo esempio di legislazione speciale per una
determinata regione.
Ricordava l’ing. Sanjust: “La Commissione che studiò questo
primo progetto di legge era presieduta dall’allora sottosegretario di
Stato ai Lavori pubblici Giacomo De Martino (oggi Senatore del Re-
gno e Governatore del Benadir) ed aveva per componenti il Bedendo,
il De Nava, il Bondi, il Pasqui, il Rossi ed il Lonardi, mentre io ne fui
il segretario.
L’aver preso parte principale alla compilazione di questa legge,
l’aver proceduto alla sua applicazione nei primordi (il Bedendo andò
Prefetto ed io andai Capo del Genio civile di Cagliari, appunto a tal
fine) mi procurò l’onere e l’onore di esser inviato in Basilicata dallo
Zanardelli per preparar lo schema dell’analogo progetto di legge per
quella regione. E collo Zanardelli dapprima, e poi col Tedesco, presi
pure parte attivissima a questo lavoro. Questa mia collaborazione mo-
desta all’inizio delle legislazioni regionali speciali mi mette in grado di
chiarire il concetto loro informatore e mi spinge a chiedere la più am-
pia discussione sulle disposizioni sancite per provocarne una costante
ed utile revisione.
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(43) Un profilo del Cao Pinna è stato pubblicato da M.M. Lepori nel volume
1997 dell’“Almanacco di Cagliari”. Sullo scontro con il direttore dell’“Avvenire di
Sardegna” cfr. il nostro saggio pubblicato in Politici, prefetti e giornalisti, cit.
Un ampio repertorio delle leggi particolari relative alla Sardegna è stato pubbli-
cato da Pasquale Marica nei nn. 51-52 ss. del “Nuovo Bollettino bibliografico sardo”.
(44) Sull’applicazione della legge Cavasola cfr. le tre relazioni elencate nella
Bibliografia sarda del Ciasca, vol. III, nn. 15138, 15139 e 15140.
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(45) Cfr. L. DEL PIANO, Attilio Deffenu e la rivista “Sardegna”, Sassari, Gallizzi,
1963. Il saggio introduttivo è stato riprodotto in Questione sarda e questione meridio-
nale, cit. I quattro fascicoli della rivista sono stati integralmente riprodotti nel volu-
me “Sardegna”, la rivista di Attilio Deffenu, a cura di Manlio Birgaglia, con un saggio
introduttivo di Giovanni Maria Cerchi, Sassari, Gallizzi, 1970.
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che aspetta ogni giorno un miracolo che non viene mai, per annuncia-
re che nulla è ancora mutato nel suo destino e nulla potrà mutare?”.
In questo stesso fascicolo della rivista veniva riprodotto un breve
saggio di Francesco Saverio Nitti nel quale, col corredo di tutta una
serie di dati statistici, veniva documentato lo stato di depressione eco-
nomica e sociale dell’isola. Alla questione sarda era poi dedicato un
lungo articolo di S. Spina, seguito da una postilla nella quale Attilio
Deffenu esprimeva il suo pensiero sulla legittimità e la necessità della
lotta contro il protezionismo doganale, nell’interesse non solo del
Mezzogiorno e delle isole, ma anche “della massa dei consumatori, e
cioè della grande maggioranza del popolo italiano”.
“Per la Sardegna, in particolare – aggiungeva Deffenu – l’abolizio-
ne del protezionismo significherebbe l’avviamento alla fine di quella
politica folle di distruzione che ha fatto un deserto della nostra Isola,
che ha isterilito le nostre fonti produttive, negato ai prodotti del nostro
suolo ogni capacità di traffico e d’espansione, perpetuata quella fase del-
la nostra economia che non conosce la crudele strapotente ma divina
tirannia del capitale re della produzione, che crea forme e valori, che
moltiplica la ricchezza e con essa l’intensità e la molteplicità e la possibi-
lità d’appagamento dei bisogni umani, che alimenta le vene e i polsi del
corpo sociale della sua linfa impetuosa, fecondante, trasformatrice!
La Sardegna incomincerà a vivere capitalisticamente. Poiché ci
sembra chiaro che la cappa di piombo del sistema protettivo agisca nel
senso d’impedire o d’allontanare il sorgere della vaticinata era capitali-
stica nell’Isola, crederemmo di tradire gli interessi della Sardegna se in
quest’ora critica, alla vigilia della rinnovazione dei trattati di commer-
cio che legano l’Italia colle altre nazioni, non prendessimo risoluta-
mente, senza dubbiezze o tentennamenti, posizione di battaglia con-
tro il ciclonismo devastatore che ha nome protezionismo”.
Più ampio spazio era dedicato al congresso nel quarto ed ultimo
fascicolo della rivista, nel quale erano riprodotte le relazioni di A. Me-
reu e G. Dessì sulla cooperazione, la mutualità e il credito e di G. Lo-
riga sulla malaria.
Al congresso era pure dedicata una lunga Lettera romana di
Massimo Orano, mentre Nicolò Fancello, ricordata l’avversione in ge-
nerale dei sardi ad un lavoro in comune, rilevava con un certo com-
piacimento che “il congresso, bene o male, era stato un tentativo di
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(46) Su Giovanni Sanna cfr. P. SPRIANO, Storia del Partito comunista italiano - I
– Da Bordiga a Gramsci, Torino, Einaudi, 1967, passim.
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soltanto per l’uso personale dei pontefici o per il loro governo. Soltan-
to con la Rivoluzione francese sarebbe stato introdotto il principio che
l’archivio appartiene alla nazione e al popolo, non soltanto al sovrano.
I papi seguenti sostennero come poterono questo disegno, pres-
sati da problemi politici e religiosi gravi e urgenti, come ad esempio la
riforma e la lotta contro i turchi. Tra gli sforzi attuati dai papi per rea-
lizzare il progetto di Pio V, si può ricordare il divieto a Roma di riuti-
lizzare i documenti archivistici per usi impropri come materiale di le-
gatoria o più prosaicamente come involucro per incartare prodotti ali-
mentari o ancora per fabbricare strumenti musicali a percussione.
Clemente VIII (1592-1605) proseguì nella direzione di Sisto
IV, che aveva riunito il materiale a Castel Sant’Angelo, e incrementò
questo archivio nominandone responsabile il cardinale Bartolomeo
Cesi. Nacque così ufficialmente l’Archivum Arcis, che contiene il ma-
teriale documentario più importante come i diplomi, i privilegi, etc.
per un totale di 7-8.000 pezzi. L’Archivum Arcis prende il nome pro-
prio dalle mura Adriane di Castel Sant’Angelo.
Fu papa Paolo V Borghese (1605 1631) colui che cercò di dare
una soluzione definitiva a questo annoso problema dell’archivio cen-
trale della Santa Sede, spinto anche dal bisogno della ricerca storica.
Viene così a concretizzarsi il progetto di un archivio centrale della
Chiesa, accelerando il recupero delle carte disperse degli archivi ponti-
fici e dandogli spazio fisico all’interno del Vaticano, in tre stanze adia-
centi al salone Sistino, che prima erano la residenza dei cardinali bi-
bliotecari e che erano rimaste libere alla morte del cardinale Baroffio
nel 1607. In queste tre stanze venne trasferito il materiale costituente
il nucleo del nuovo archivio che, non ancora autonomo dalla bibliote-
ca vaticana, venne affidato ad un custode.
Solo Urbano VIII, nel 1630, renderà autonome e parallele le
due istituzioni, ciascuna con un prefetto che è l’autorità vera e pro-
pria, collegate nella persona del cardinale archivista e bibliotecario di
Santa Romana Chiesa, con prevalenti funzioni di rappresentanza.
Questa è la fase dell’istituzione del moderno archivio della San-
ta Sede, a cui naturalmente subentrò la fase dell’accrescimento e del-
l’incremento. Arrivarono in queste sale, tra gli altri, i registri della Se-
greteria dei Brevi, il carteggio diplomatico della Santa Sede, e piano
piano venne allargato lo spazio ai piani superiori.
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gli antipapi del periodo di Avignone; alcuni dei questi sono stati co-
piati su pergamena e poi inseriti nei Registri Vaticani.
Un’altra serie è costituita dai Registri Lateranensi, chiamati così
dal luogo in cui erano conservati, il Laterano: 2467 volumi in carta
che sono la continuazione dei registri avignonesi redatti a Roma. Que-
sti ultimi arrivano fino a Leone XIII, e costituiscono la serie che ha
subito le maggiori perdite a Parigi.
Ricordiamo ancora i Registri di Suppliche, cioè di lettere con le
richieste più disparate che arrivavano al papa: dalle dispense matrimo-
niali alle indulgenze, da un beneficio ad una nomina, che vennero re-
gistrate in 7.400 volumi che vanno dal 1250 circa fino al termine del
pontificato di Leone XIII cioè il 1900. In essi, miniera poco sfruttata
ancora, si può trovare veramente di tutto.
Ancora ci sono migliaia e migliaia di volumi contenenti altri
tipi di documentazione: ad esempio la raccolta delle minute (la minu-
ta è il documento che si redigeva in cancelleria prima di scrivere il
mundum che veniva spedito ed è importante perché permette di stu-
diare l’iter di formazione del documento), oppure copie di brevi (tipo
di documento pontificio in uso dal 1400 in poi), o ancora le epistole
ad principes (la documentazione inviata ai principi o alle personalità
europee), la produzione sterminata della Camera Apostolica (cioè il
Dicastero delle finanze pontificie dove sono state registrate tutte le
tasse che la Chiesa riscuoteva in l’Europa), etc.
I papi, soprattutto dopo il Concilio di Trento, per un migliore
funzionamento della Chiesa, crearono diverse congregazioni o dicaste-
ri. Così venne ristrutturata la Curia e tutti questi dicasteri o congrega-
zioni formarono nuovi archivi ciascuno secondo le proprie competen-
ze, che vengono in molti casi versati all’Archivio Segreto Vaticano.
Naturalmente poi, come in tutti gli archivi, c’è l’Archivio Diplomati-
co il cui nucleo più cospicuo è dato dall’archivio di Castel Sant’Ange-
lo (Archivum Arcis), che abbraccia un periodo cronologico di quasi
1000 anni di storia».
Dopo aver tracciato una sintesi storica dell’Archivio Segreto Va-
ticano, monsignor Martini ha illustrato, con la proiezione di numero-
se diapositive, alcuni temi di sigillografia.
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vero maestro degli studi storici. Voglio ricordare, tra i suoi più impor-
tanti collaboratori, la prof.ssa Luisa D’Arienzo, la quale, con rigore e
professionalità presiede la Deputazione di Storia Patria per la Sarde-
gna, e Francesco Cesare Casula.
Il volume che viene presentato deve essere considerato, a ragio-
ne e per molti motivi, un omaggio degno, per il suo alto livello, di
essere unito alla memoria di Giancarlo Sorgia. Gli studi storici svolti e
documentati nel libro da una serie importante e qualificata di saggi,
attestano che l’alto ricordo di Sorgia merita di essere confermato e col-
tivato come una delle voci più alte dell’Università e della città di Ca-
gliari.
Giancarlo Sorgia amava molto Cagliari, e per essa era disposto a
compiere grandi sacrifici, non solo nella ricerca, ma anche in quell’ap-
porto quotidiano e prezioso, che quelli che come lui amano veramen-
te questa città, si sforzano di dare, affinchè sia meglio conosciuta, ap-
prezzata, amata.
Ritengo che ci abbia lasciato un’importante eredità, sia come
studioso, sia come cittadino. Oggi siamo qui riuniti per testimoniare
che in nome di questa eredità ci impegniamo, per questa eredità con-
tinueremo a fare quanto è possibile affinchè sia valorizzata e conserva-
ta, ma soprattutto sia, come è stato per tutti Giancarlo Sorgia, un
esempio”.
Prende la parola la prof.ssa Luisa D’Arienzo, Presidente della
Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, che ringrazia l’assessore
Gianni Filippini, e approfittando della sua presenza, come rappresen-
tante dell’amministrazione cittadina, sottolinea la necessità di intitola-
re una strada ad Alberto Boscolo ed a Giancarlo Sorgia.
Chiamato in causa, l’assessore Gianni Filippini risponde:
“Riprendo la parola perché sono molto sensibile nei riguardi di
questo argomento. La legislazione comporta tempi lunghi, per quanto
riguarda Giancarlo Sorgia devono trascorrere dieci anni dalla morte
perché gli possa essere intitolata una strada. Intanto si può giustamen-
te pensare all’intestazione di una scuola, ritengo che possa essere un
omaggio più vicino allo spirito dei due grandi storici e più strettamen-
te legato al ricordo che vogliamo conservare di loro.
Io non faccio parte della commissione che si occupa della topo-
nomastica cittadina, ma talvolta hanno la bontà di ascoltarmi; se que-
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cerca scientifica, come anche, direi ancor più, sul piano della dimen-
sione umana, della qualità personale, della civiltà urbana, della pro-
pria capacità di apertura verso gli altri, nel senso di una schietta dispo-
nibilità, caratteristica, quest’ultima, comune ad entrambi. Vorrei sot-
tolineare proprio la volontà di Giancarlo e di Giannino di protendersi
verso gli altri per il mezzo del proprio lavoro scientifico, del proprio
mestiere di operatori culturali, sia come cifra di lavoro della cattedra,
sia come cifra della propria presenza nella vita quotidiana, nella civica
convivenza, una presenza che ha lasciato a noi e lascerà a chi verrà
dopo di noi una traccia indelebile”.
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RASSEGNE DI CONGRESSI E CONVEGNI
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Convegno Internazionale sul tema Gli Anni Santi nella storia (16-19 ot-
tobre 1999), Università degli Studi di Cagliari - Cittadella dei Musei,
Aula Verde, Piazza Arsenale, Cagliari.
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Rassegne di congressi e convegni
Vaticana si è resa disponibile per far uscire dallo Stato Pontificio mate-
riali di così grande pregio e in numero così rilevante, per ospitare i
quali il Comune ha messo a disposizione delle apposite vetrine.
Hanno poi preso la parola il dott. Giancarlo Alteri, direttore del
Medagliere Vaticano, e il dott. Giovanni Morello, direttore del Museo
Sacro della Biblioteca Apostolica Vaticana, che ricordando la prece-
dente e fruttuosa collaborazione con la Deputazione sarda, hanno ma-
nifestato il loro plauso all’importante iniziativa per la realizzazione
della quale è stato fondamentale il loro sostegno.
La prof.ssa Luisa D’Arienzo, Presidente della Deputazione di
Storia Patria per la Sardegna, dopo aver ringraziato quanti hanno col-
laborato con entusiasmo e partecipazione all’iniziativa, ha ricordato
gli scambi culturali che da oltre quindici anni la Deputazione ha atti-
vato con la Biblioteca Apostolica Vaticana e l’Archivio Segreto Vatica-
no, che hanno prodotto importanti risultati, quali la Mostra “La Sar-
degna in Vaticano” svoltasi nel vestibolo del Salone Sistino dal 19 no-
vembre 1991 al 31 gennaio 1992.
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si popolo, bensì ai soli ebrei che sono stati costretti a diventarlo per il
sopraggiungere della povertà.
Tutte le normative ebraiche presenti nel Levitico riecheggiano
quei provvedimenti legislativi miranti all’estinzione dei debiti contrat-
ti anteriormente, alla liberazione degli schiavi e all’annullamento delle
precedenti vendite dei terreni, ben attestati in Mesopotamia fin dal
terzo millennio e in Anatolia e in Siria nel secondo millennio, procla-
mati in genere per l’insediamento del nuovo re, il quale doveva dimo-
strare la propria clemenza e benevolenza nei confronti dei sudditi.
Nel testo biblico è Dio stesso che proclama l’anno giubilare,
progettato in forma ciclica, affinché la giustizia divina sia periodica-
mente ristabilita. Mediante l’attuazione dell’anno giubilare, la santità
di Dio può manifestarsi nell’esistenza concreta del popolo d’Israele,
attraverso il rispetto della terra e della persona che appartengono solo
al Signore.
La legislazione giubilare rappresenta di fatto la sintesi di valori
già presenti nell’Israele veterotestamentario. La terra, la famiglia e l’in-
dividuo vanno rispettati nella loro integrità in quanto appartenenti a
Dio, quindi in uno stato assoluto da tutte le altre potestà; neppure il
re d’Israele può contravvenire a questo principio. In realtà nell’Antico
Testamento non viene attestata la pratica dell’anno giubilare, ma la
sua continua violazione. Il legislatore sacerdotale, forse già consapevo-
le di questo scarto incolmabile tra la legge e la vita dell’uomo, si pro-
pone, mediante il Levitico 25, 8-55, di lanciare un messaggio di spe-
ranza per quanti non hanno più famiglia e terra e per coloro che non
credono neppure alla liberazione di se stessi. Il ritorno a equità patri-
moniale, da ristabilire ogni cinquant’anni secondo la legge del giubi-
leo, rappresenta un ideale per la vita dell’uomo attraverso il quale a
tutti viene offerta una possibilità di reintegrazione economica e socia-
le. Dietro l’insistenza sul ritorno alla dignità umana, alla famiglia, alla
terra, nel testo del Levitico si nasconde anche un manifesto nazionali-
stico che si esplicita con l’auspicato ritorno degli israeliti nella terra di
Canaan.
Il prof. Massimo Miglio dell’Università di Viterbo, ha incentra-
to il suo intervento su “Le Cronache degli Anni Santi”. Ha esordito con
l’analisi della relazione che il cardinale Iacopo Stefaneschi, personag-
gio eminente della Curia Pontificia e testimone oculare dell’avveni-
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prattutto antica. Il viaggio verso l’Urbe non può essere soltanto reli-
gioso. Lo stesso Sercambi racconta nelle sue Cronache di ben tre giubi-
lei: 1300, 1350, 1400. Bonifacio VIII è accusato di aver indetto l’An-
no Santo per raccogliere denaro e far tesoro (17.000 fiorini d’oro è la
cifra da lui raccolta, secondo il cronista). Più complesso è il discorso
del Sercambi relativamente al giubileo del 1400. Interessante il fatto
che faccia due scelte, in qualche modo, complementari tra loro: deci-
de di non raccontare il pellegrinaggio a Roma nel 1400, perché sareb-
be stato impossibile narrare tutto quanto, ma anche di porre termine
con l’anno secolare al primo libro delle sue Cronache.
“La Veronica: l’immagine dei pellegrini” è il titolo della relazione
del dott. Giovanni Morello, direttore del Museo Sacro della Biblioteca
Apostolica Vaticana. Il relatore ha iniziato la sua esposizione ricordan-
do ai presenti che, come risulta dalle cronache medievali, l’ostensione
della Veronica rappresenta il momento centrale della visita giubilare.
La presenza del velo sul quale Cristo avrebbe lasciata impressa,
in modo miracoloso, la sua sembianza umana è attestata nella basilica
di San Pietro dagli inizi dell’VIII secolo. In quegli anni papa Giovanni
VII, greco, fece costruire un prezioso ciborio arricchito di mosaici e
marmi per custodirvi la reliquia, distrutto poi in seguito al successivo
allargamento della chiesa, a opera del Maderno. Lo conosciamo grazie
a un disegno di Giacomo Grimaldi, notaio e canonico di San Pietro, il
quale, all’inizio del XVII secolo, aveva ricevuto l’incarico di rendere
conto di tutti i lavori di trasformazione dell’antica basilica medioevale
di San Pietro. L’eccezionale testimonianza è relativa al momento che
precede la definitiva distruzione del ciborio. Il 25 gennaio 1606 infat-
ti, con un solenne rito, la Veronica, insieme alle altre reliquie maggio-
ri: la Santa Lancia e la Testa di Sant’Andrea, venne sistemata provviso-
riamente nella sagrestia, per poi essere collocata nelle tribune secondo
la sistemazione definitiva del Bernini.
Il disegno del Grimaldi mostra il ciborio nella sua trasformazio-
ne rinascimentale; da esso risulta che, in alto, in una cassa protetta da
una grata di ferro era conservata la Veronica, ma il notaio, nonostante
si fosse occupato a più riprese della preziosa reliquia, redigendo anche
un opuscolo a lei dedicato, non ci ha però lasciato nessun disegno del-
la Veronica, né una sua compiuta descrizione, limitandosi alla narra-
zione dell’accadimento miracoloso.
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Una veloce descrizione del velo è invece contenuta nel Breve con
il quale Paolo V Borghese concedeva l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli
che, il 25 gennaio 1606, avessero partecipato alla traslazione delle reli-
quie. Dalla sommaria descrizione risulta che l’originale della Veronica
che, agli inizi del XVII secolo, veniva mostrato ai fedeli, presentava l’im-
magine di Cristo con il capo circondato di spine e gli occhi chiusi. Que-
sto tipo iconografico, affermatosi dopo il sacco di Roma, sconfisse quel-
lo più antico che rappresentava il Volto di Gesù secondo una tipologia
tipicamente bizantina: i capelli lunghi divisi a metà e la folta barba a
incorniciare il viso, così come risulta dai Mirabilia Urbis Romae, laddove
vediamo i pellegrini inginocchiati davanti alla Veronica; qui l’immagine
rappresentata sul velo, nonostante l’essenzialità del disegno, è chiara-
mente identificabile nella stessa tipologia di matrice orientale.
Secondo il dott. Morello era questa l’immagine del Volto Santo
che i pellegrini giubilari del 1300 devotamente veneravano nelle basi-
lica Vaticana. Tutte le testimonianze provenienti dalle insegne di pelle-
grinaggio concordano in questa direzione. Anche il pellegrino rappre-
sentato nell’affresco di Andrea di Bonaiuto, nella chiesa di Santa Ma-
ria Novella a Firenze, datato 1366-67, mostra sull’apice del cappello
l’immagine della Veronica nella tipologia orientale.
Si può quindi ipotizzare l’esistenza nel tempo di due diversi
esemplari della preziosa reliquia, così come suggerisce l’iconografia di-
vulgativa, che presenta due tipologie differenti. È difficile stabilire
quando si sia verificato il cambio. Il dott. Morello ipotizza che ciò sia
avvenuto dopo il sacco di Roma quando, secondo alcune cronache e
relazioni coeve, la venerata immagine avrebbe subito sacrilegio o addi-
rittura sarebbe stata bruciata in un’osteria da lanzichenecchi ubriachi
ma altri cronisti, tra i quali il Grimaldi, escludono categoricamente
tale ipotesi; resta il fatto che le copie circolanti nel XVII secolo mo-
strano un’immagine del Cristo con gli occhi chiusi, quindi dopo la
morte (immagine che potrebbe derivare dalla Sindone), mentre le te-
stimonianze medioevali concordano nel rappresentare il volto di Cri-
sto secondo la tipologia orientale. L’ipotesi che potesse trattarsi del
Mandilion di Edessa conservato nella chiesa di San Silvestro in Capite
non è, secondo Morello, da escludere del tutto.
Urbano VIII, rendendosi conto dell’incongruenza tra l’immagi-
ne che nel 1600 veniva mostrata ai pellegrini e la narrazione del mira-
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colo della Veronica che asciugava il volto di Gesù ancora vivo, proibì,
sotto pena di scomunica, di fare copia della reliquia custodita nella
basilica Vaticana. Anche Gianlorenzo Bernini non si sottrasse a questa
disposizione quando realizzò la statua della Veronica, collocata nella
tribuna intorno all’altare papale, fece infatti sfumare il volto rappre-
sentato sul velo tanto che risulta difficilmente identificabile.
A conclusione della prima sessione dei lavori la prof.ssa Renata
Serra dell’Università di Cagliari, ritornando su un discorso da lei af-
frontato in diverse pubblicazioni, ha voluto dare nuovi apporti e pre-
cisazioni su “Il tema della Veronica nella pittura dei secoli XV e XVI in
Sardegna”.
Come ha ricordato la relatrice, la Veronica giubilare è quella che
ripete il modello dell’immagine acheropita di Cristo relativa alla leg-
genda secondo cui il Signore, poggiando il volto su un telo, vi avrebbe
lasciato miracolosamente impresso il proprio ritratto, poi inviato in
dono al re Abgar di Edessa. Nell’accezione corrente la Veronica è inve-
ce quell’immagine che si sarebbe formata nel momento in cui Cristo,
sulla via del Calvario, fu asciugato dal sangue e dal sudore, che gli ri-
coprivano il volto, da una sua pia discepola, successivamente identifi-
cata dalla tradizione cristiana con il nome di santa Veronica.
Nelle Veroniche sarde si constata immediatamente come i vari ar-
tisti si siano ispirati a entrambe le tradizioni. La relatrice ha evidenziato
che per Veronica, in Sardegna, si intende una piccola tavola rettangolare
dipinta su entrambe le facce – su una il ritratto di Cristo, sull’altra quel-
lo della Madonna – incorniciata e originariamente munita di un’asta
per essere portata in processione. Come oggetto liturgico non trova
confronti in Italia ma deriva dalla tradizione spagnola.
La pittura in Sardegna annovera due dipinti che raffigurano
esemplarmente il tema iconografico della Veronica, secondo entrambe
le lezioni appena indicate. Il primo, che rappresenta Gesù con il volto
intatto e sereno, si trova sul dritto dello stendardo processionale quat-
trocentesco del duomo di Sassari, di eccezionale interesse, sia per la
qualità del testo pittorico, ma anche come più antico documento di
questa tipologia di stendardo, in cui il pittore evidentemente sembra
ispirarsi alla leggenda di Abgar di Edessa. Il secondo tipo iconografico
compare invece sulla Veronica della chiesa di Santa Maria del Regno
di Ardara, dove l’autore ha voluto raffigurare sul panno il volto patiens
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dieci anni più tardi alla voce del Nisseno si accordò quella di Girola-
mo, il quale, in più punti dell’epistola n. 58 del 395, mostra di cono-
scere le lettere di Gregorio. Nella sua lunga epistola Girolamo, ripren-
dendo in parte le argomentazioni del grande cappadoce, dimostra
l’inutilità del viaggio in Terra Santa per un monaco; ma il suo discorso
risente profondamente di suggestioni bibliche, inevitabile conseguen-
za della sua fatica di traduttore, soprattutto laddove sostiene di non
osare rinchiudere l’onnipotenza di Dio in un angusto territorio e coar-
tare in un piccolo punto della terra quello che neanche il cielo può
contenere.
La serata è proseguita con l’intervento del prof. Natalino Spac-
capelo, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, dal
titolo “Una testimonianza inedita del XVI secolo sui loca sancta in Egit-
to”. Il relatore ha incentrato il suo contributo sul singolare pellegri-
naggio compiuto, dietro diretto comando del re di Spagna Filippo II,
da Diego de Salazar (1539-1596), gesuita spagnolo del XVI secolo.
Dopo essersi distinto per alcuni incarichi di responsabilità nel-
l’Ordine dei Gesuiti, nel 1554, al gesuita giunse improvviso l’ordine
di recarsi a corte. Il re Filippo in persona voleva affidargli un’impor-
tante missione che lo avrebbe tenuto lontano da Alcalá dall’11 giugno
1587 fino ai primi di gennaio del 1593. Diego de Salazar, chiamato a
corte, fu nominato visitatore del re di Spagna e inviato come suo rap-
presentante nei santuari, con l’incarico di lasciarvi offerte e doni per il
bene spirituale e materiale di Filippo III.
Padre Diego, del suo pellegrinaggio comandato, scriverà per il re
un racconto preciso e dettagliato. Il viaggio viene concepito diviso in
tre parti: la prima riguarda i santuari di Spagna fino a Santiago di Ga-
lizia (2 giugno-17 settembre 1587), la seconda i santuari più celebri
d’Italia e alcuni della Germania fino a Napoli (21 maggio 1588-pri-
mavera del 1590) e la terza parte del viaggio iniziata con la partenza
da Venezia il 12 settembre 1590 e conclusa, dopo aver toccato Tripoli,
la Palestina e l’Egitto, il 16 gennaio del 1592, con il ritorno a Messina.
Prof. Spaccapelo ha sottolineato come, attraverso quest’itinera-
rio, è possibile condividere, insieme al protagonista, un tratto della
sua vita di pellegrino di mestiere che si è messo in viaggio al servizio e
al posto di una altro, mosso solo da puri motivi religiosi nel vero spiri-
to di pellegrinaggio, preghiera e penitenza. Padre Diego ci ha lasciato
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pubblicata nel 1948 e riedita nel 1992, a opera del governo di Navar-
ra, con una ricca appendice bibliografica relativa agli anni compresi
tra il 1948 e il 1992, rappresenta, sul piano europeo, l’opera più gran-
de e importante, ma la sua valenza è soprattutto spagnola. Il primo
volume tratta il pellegrinaggio jacopeo in senso generale, il secondo
contiene la descrizione delle strade che conducono a Santiago, ma de-
dica largo spazio alla descrizione delle tappe spagnole, trascurando le
vie francesi, infine il terzo volume è una raccolta di documenti. Sono
abbastanza numerose le opere collettive, generalmente atti di congres-
si scientifici o di buona divulgazione e cataloghi di mostre.
Il prof. Cherubini, dopo aver sottolineato l’impossibilità di dar
conto di tutto quanto è stato scritto, ha soffermato la sua attenzione
su alcune tematiche importanti affrontate dalla storiografia. Il proble-
ma del culto di San Giacomo, che comincia tardi; la scoperta, infatti,
dei tre corpi nella tomba a Compostella risalirebbe alla prima metà del
IX secolo e rimane locale molto a lungo. Solo a partire dall’XI, forse
XII secolo, diventa internazionale e di portata europea, anche se rela-
tivo alla sola cristianità latina; importante è anche il contesto politico-
religioso all’interno del quale si afferma il pellegrinaggio: il forte desi-
derio di avere un santo locale per contrastare la penetrazione dei mu-
sulmani, l’interesse della corte di Oviedo e della chiesa compostellana,
desiderosa di sottrarsi al controllo della chiesa di Braga. Tra gli altri
temi affrontati: l’ampiezza del richiamo del pellegrinaggio (il numero
dei pellegrini e la loro provenienza); le figure dei personaggi più im-
portanti; la viabilità; le tombe dei pellegrini; l’ospitalità (gli ospedali
istituzionalmente preposti all’accoglienza dei pellegrini, l’ospitalità
gratuita presso privati, gli alberghi e le taverne); le condizioni del pel-
legrino in viaggio (la tutela della legge, i pericoli, i mezzi di trasporto,
i tempi); le cerimonie di partenza e di ritorno; i costi; l’abbigliamento
e la sua simbologia; le ricadute del pellegrinaggio. In particolare, il re-
latore si è soffermato su quest’ultimo punto, sottolineando la presenza
di una ricchissima storiografia relativa agli effetti del pellegrinaggio,
immediati o a distanza, difficilmente padroneggiabile perché richiede
specifiche conoscenze di storia dell’arte e di storia tout court. La diffu-
sione del culto di San Giacomo è molto vasta e profonda, come atte-
stano le numerose confraternite, chiese, cappelle a lui intitolate, gli
ospedali, le navi (queste ultime soprattutto in Inghilterra), la diffusio-
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raugustanus. Alcuni anni dopo partì alla volta della Terra Santa il pre-
sbitero Avito, desideroso di approfondire e perfezionare la sua prepa-
razione religiosa e culturale, al fine di poter combattere le idee priscil-
liane che si diffondevano rapidamente in Galizia. Fu a Costantinopoli
negli anni 393-409. Quantunque la sua partenza per l’Oriente non
avesse né l’intenzione né il carattere di un vero e proprio pellegrinag-
gio, tuttavia è fuor di dubbio che, quando Avito risiedette a Gerusa-
lemme, non poté rimanere inerte di fronte al fatto che si trattava di
Luoghi Santi, visitati da numerosissimi pellegrini, provenienti dai più
lontani paesi dell’Orbe cristiano. In Palestina incontrò il suo conterra-
neo Paolo Orosio, il quale risiedeva nel monastero di Betlemme, pove-
ro e ignorato pellegrino, insieme al grande maestro delle Sacre Scrittu-
re, San Girolamo. Nella galleria degli occidentali che visitarono i Luo-
ghi Santi della Palestina vengono inclusi anche Idacio, vescovo di
Chaves e Pascasio.
Non ci sono notizie sull’afflusso di pellegrini portoghesi a Geru-
salemme durante il periodo dell’occupazione araba. Durante la prima
fase della Reconquista, fino alla fine del secolo XI, sono rari i pellegri-
ni diretti in Terra Santa e identificati da un nome, si tratta perlopiù di
figure celebri: il conte D. Henríque, genero dell’imperatore Alfonso
VI, che compì il pellegrinaggio nel 1103; il vescovo di Coimbra D.
Mauricio Burdino, nel 1104; il suo successore D. Gonçalo e, qualche
anno più tardi, il celebre Teotonio, il quale fu pellegrino in Palestina
per due volte: nel 1121 e, probabilmente, nel 1130, così come ci rife-
risce il suo biografo, un anonimo discepolo.
Nel XIII secolo compì il pellegrinaggio in Oriente il vescovo di
Braga, D. Martinho Geraldes, inviato dal pontefice nel 1263.
Nel XIV secolo andò a visitare il Santo Sepolcro il vescovo di
Porto, D. Alfonso; nel 1411 fu la volta di D. Joao Esteves de Azam-
buja e del Conte di Ourem. Nel XV secolo nacque a Evora una con-
fraternita, la Confraria de palmeiros, della quale facevano parte tutti
coloro che erano stati in pellegrinaggio a Gerusalemme.
Relativamente al pellegrinaggio a Roma da parte dei portoghesi,
mancano, per il periodo medioevale, dati documentali. Sono parec-
chie le notizie di viaggi verso l’Urbe soprattutto da parte di chierici e
per i più svariati motivi, ma non si possono assimilare, con assoluta
certezza, ai veri e propri pellegrinaggi. Nel XV secolo il numero dei
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vengono indicati dalle fonti sono quelli delle Alpi Centrali: il San
Gottardo e il Brennero, usati soprattutto dai pellegrini provenienti
dalla Germania e dall’Ungheria. La via Francigena non esauriva certa-
mente il quadro dei percorsi italiani; si devono considerare anche le
strade dell’Italia meridionale che ripercorrevano le antiche vie conso-
lari romane.
Il relatore ha poi concluso il suo intervento ricordando che, ac-
canto ai percorsi terrestri, esistevano anche degli itinerari marittimi,
utilizzati raramente, perché molto più costosi, soprattutto da francesi,
spagnoli e inglesi per giungere alle coste italiane.
Con l’ausilio delle diapositive Mauro Dadea ha analizzato
“L’epigrafe di consacrazione della cattedrale di Ardara e una possibile reli-
quia di Terrasanta nel giudicato di Torres”. L’epigrafe in oggetto si trova
attualmente murata sulla parete destra del presbiterio della chiesa,
mentre originariamente, come testimoniano gli autori ottocenteschi,
si trovava al centro del frontone della mensa dell’altare stesso, demoli-
to nel 1898. Il relatore ha evidenziato la contraddizione tra la data di-
chiarata dell’iscrizione e lo stile paleografico con la quale è stata realiz-
zata e il fatto che, pur essendo completo il supporto scrittorio, il testo
si presenti invece lacunoso. L’ipotesi da lui prospettata è che si tratti di
una copia di una iscrizione originaria del 1107, dipinta sulle pareti,
molto probabilmente deteriorata, poi ricopiata sulla lastra di calcare
nel XIII secolo. Mauro Dadea a sostegno della sua ipotesi porta due
elementi: alcuni particolari grafici della stessa iscrizione giudicati ana-
cronistici e la presenza di lacune non altrimenti giustificabili.
Nell’iscrizione vengono inoltre ricordate le reliquie collocate al-
l’interno dell’altare che, secondo lo studioso, dovevano essere fram-
menti di roccia del Santo Sepolcro, probabilmente giunti in Sardegna
o tramite i contatti tra la Curia romana e il giudicato di Torres oppure
tramite i pisani e i genovesi. Questi ultimi, in particolare, avevano in-
fatti fornito il naviglio per trasportare i crociati in Terra Santa.
La serata di lunedì 18 si è conclusa con l’intervento della
prof.ssa Cecilia Tasca dal titolo “Il sacco di Roma (1527) e la donazione
di Clemente VII alla cattedrale di Cagliari di alcune reliquie e di un tritti-
co fiammingo”. La relatrice ha fatto luce sulla provenienza della prege-
vole tavola fiamminga esposta nella mostra che ha affiancato il Conve-
gno, e di alcune reliquie custodite nella cattedrale di Cagliari.
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Maria e negli sportelli che servono per richiuderla, da una parte la beata
Anna che tiene in mano la Vergine figlia, e dall’altra la beata Margheri-
ta” in perpetuo alla chiesa metropolitana di Cagliari con l’ordine di
esporre le reliquie una volta all’anno, nei secondi vespri della festa del-
l’Assunzione della Beata Vergine Maria alla presenza del popolo, con-
cedendo l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, pentiti e confessati,
avessero presenziato all’esposizione delle predette reliquie e avessero
recitato devotamente in ginocchio sette volte l’orazione domenicale e
altrettante volte la salutazione angelica.
La mattinata di martedì 19, apertasi con i saluti del dott. Toni-
no Serra, assessore alla Pubblica Istruzione della provincia di Cagliari,
è stata presieduta dal prof. Francesco Artizzu dell’Università di Caglia-
ri. Sui “Segni e oggetti del pellegrinaggio medioevale in Sardegna” sono
intervenuti il dott. Paolo Benito Serra, per il periodo altomedioevale e
il dott. Roberto Coroneo per l’età giudicale.
Il dott. Paolo Benito Serra, dell’Università di Cagliari, ha prima
di tutto posto l’accento sulla scarsità di fonti, sia materiali che docu-
mentarie, che non permette di tracciare un quadro della presenza de-
vozionale dei pellegrini nei santuari dell’antichità cristiana della Sar-
degna. Santuari che, come è noto, sono stati eretti prevalentemente
sui luoghi dove i santi subirono il martirio. Le fonti per la conoscenza
degli stessi sono il Martirologio Costantiniano e soprattutto le passio-
nes, che vengono generalmente attribuite a scriptoria vittorini attivi in
Sardegna dalla fine del secolo XI. In talune passiones si ritrovano le
prove indirette del culto dei martiri venerati nelle rispettive basiliche.
Il relatore ha esposto in particolare i dati desumibili dalle passiones e
dalle leggende che riguardano i santi Saturnino e Gavino.
La più antica testimonianza di Saturno-Saturnino è di ordine
cultuale ed è costituita da una basilica edificata verosimilmente sulla
tomba del martire nel corso del V-VI secolo d. Cr. Sappiamo che il
santuario era già noto e celebre in ambito regionale dal secolo VI, gra-
zie alle informazioni giunteci, al riguardo, dal biografo di Fulgenzio
vescovo di Ruspe. Nella Passio Sancti Saturni vi sono già dei riferimen-
ti ai poteri taumaturgici e salvifici di san Saturno, al cui santuario
convergevano devotamente i pellegrini per ottenere il remedium salutis
o remedium animae, che può essere inteso come una forma di pre-in-
dulgenza. I poteri taumaturgici di Saturno sono altresì attestati nella
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RECENSIONI
Indice
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Pier Giorgio SPANU, La Sardegna della sua civiltà in Occidente nel-
bizantina tra VI e VII secolo, Ori- l’alto Medioevo”, in Centri e vie
stano, S’Alvure, 1998 di irradiazione della civiltà nell’al-
to Medioevo = atti della XI setti-
È nota la carenza di fonti sul- mana di studio del Centro Italiano
l’altomedioevo sardo e si è sottoli- di Studi sull’Alto Medioevo, Spole-
neato che, nel momento in cui se to, 1964, p. 110) quando, fra i
ne intraprende lo studio, è im- nodi critici troppo complessi per
mancabile trovarsi «in una situa- essere affrontati in una sintesi, tra-
zione che scacchisticamente po- lasciava «il problema della Sarde-
tremmo definire “di stallo”; oltre, gna bizantina», che «è questione
per le vie consuete, non sembra che andrebbe trattata di nuovo a
possibile andare, cosicché si fini- fondo».
sce in generale, quando se ne par- Se è vero che questa situazione
la, per ripetere vecchi schemi, tan- vale per la ricerca storica, sostan-
to più favorevolmente accolti in zialmente ferma ai risultati conse-
quanto bene si adattano a una guiti da Enrico Besta (La Sardegna
concezione della storia sarda come medioevale, vol. I, Palermo, 1908)
“lunghi secoli di isolamento”, del- e Arrigo Solmi (Studi storici sulle
la civiltà sarda come di una “civil- istituzioni della Sardegna nel medio
tà della resistenza” a partire dal- evo, Cagliari, 1917), con la debita
l’età cartaginese» (M. Tangheroni, sistemazione di Alberto Boscolo
“Archeologia e storia in Sardegna, (La Sardegna bizantina e alto-giu-
Topografia e tipologia, Alcune ri- dicale, Sassari, 1978) e, più di re-
flessioni”, in Atti del colloquio in- cente, le aperture in direzione del-
ternazionale di Archeologia medie- l’inquadramento della Sardegna
vale, Palermo, 1976, pp. 240- bizantina nel più vasto ambito
241). “Isolamento”, “povertà”, mediterraneo, procurate da André
“bizantinizzazione provinciale” Guillou (“La lunga età bizantina,
della Sardegna nei secoli prece- Politica ed economia”, “La diffu-
denti il Mille: in realtà si tratta di sione della cultura bizantina”, in
pregiudizi critici, accolti più come Storia dei Sardi e della Sardegna,
punti di partenza scontati che vol. I, Dalle origini alla fine del-
come conclusioni da verificare, e l’età bizantina, Milano, 1988,
ancor più motivata apparirebbe, pp. 329-423), bisogna però ri-
oggi, la decisione di Agostino marcare il consistente contributo
Pertusi (“Bisanzio e l’irradiazione giunto dal proporsi e dal consoli-
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dallo Spanu, pp. 31-32), che ha nato, della navata della chiesa; la
ritenuto l’epigrafe di San Longino notizia pertanto documenterebbe
apposta a protezione d’una delle non il fatto che l’edificio fosse agli
porte urbiche di Santa Igia, riten- inizi dell’VIII secolo in costruzio-
go più corretta la lettura interpre- ne o in ristrutturazione, come
tativa del primo editore, Leone vuole lo Spanu, bensì il semplice
Porru (“Una caserma intitolata a dato materiale della copertura in
S. Longino centurione nella Ca- legno, relativa a un probabile im-
gliari bizantina”, in Quaderni del- pianto ad aula longitudinale.
la Soprintendenza Archeologica per La problematica del martyrium
le province di Cagliari e Oristano, cagliaritano di S. Saturnino, che
n. 6, 1989, pp. 205-213), che la vede contrapposte le due tesi del-
riferiva a una caserma bizantina l’impianto cruciforme cupolato in
posta sotto la protezione del santo età tardoantica (da ultima R. Ser-
militare, giustamente sottolinean- ra, Italia romanica, vol. X, La Sar-
do il riferimento all’istituto giuri- degna, Milano, 1989, pp. 30-40) o
dico del metatum e la casualità in età bizantina (cfr. L. Pani Ermi-
dell’associazione con il sito di ni, “Ricerche nel complesso di S.
Santa Gilla, dove fu rinvenuta, Saturno a Cagliari”, in Rendiconti
ma in un luogo deputato a disca- della Pontificia Accademia Romana
rica recente di materiali d’incerta di Archeologia, LV-LVI, 1982-84,
e varia provenienza (cfr. M. Da- pp. 111-128), è risolta dallo Spa-
dea, “Due reperti epigrafici bizan- nu in favore di quest’ultima, sulla
tini dell’Antiquarium Arborense base della lettura archeologica del-
di Oristano”, in La ceramica rac- l’area circostante, dove si è indivi-
conta la storia = Atti del II conve- duata in corrispondenza del di-
gno: La ceramica nel Sinis dal neo- strutto braccio settentrionale una
litico ai giorni nostri, Oristano, preesistente aula di culto absidata
1998, pp. 418-419, nota 40). ascritta al V secolo, e dell’analisi
Quanto alla deduzione, pur inte- metrologica condotta da Giorgio
ressante, dello Spanu circa il fatto Cavallo (esposta al VI convegno
che l’«impalcatura» nella quale era sull’archeologia tardoromana e
stata nascosta dai cagliaritani in medievale in Sardegna, Cagliari-
fuga parte del tesoro fosse in real- Cuglieri 23-25 giugno 1989), che
tà un ponteggio, mi sembra più dimostrerebbe l’adozione, nell’or-
verosimile che si trattasse del tetto ganismo quadrifido, del piede bi-
ligneo, a capriate e forse cassetto- zantino e di un sistema proporzio-
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secolo, due con menzione degli matica relativa alla fase bizantina
arcivescovi Citonatus e Anastasius; di utilizzo delle terme denominate
fra quelli d’altre cancellerie, il si- “di re Barbaro”, sia quella relativa
gillo di un Giorgio cubicolario all’impianto, nell’area cimiteriale
imperiale nel VII secolo e quello del Monte Agellu, della chiesa in-
di un Pantaleone, mandatario titolata al martire locale Gavino,
imperiale nel VII-VIII secolo. Per in cui va identificata la sede catte-
i titolari di altri due, Salomone e drale della diocesi di Turris docu-
Sergio, si propone l’identificazio- mentata dal 484. Rispetto a que-
ne rispettivamente con il magister st’ultimo centro, sarebbe stata in-
militum di Giustiniano in Africa, teressante una verifica delle pro-
che sovrintese peraltro alla co- poste di lettura degli edifici cul-
struzione del castrum di Timgad, tuali messi in luce nel sito della
e con lo stratelates attestato nel VI cattedrale, sotto la basilica roma-
secolo. A documentare la primiti- nica di S. Gavino e, più di recen-
va appartenenza dei piombi al- te, nel cortile a nord dell’edificio,
l’archivio annesso alla chiesa di S. avanzate da Fernanda Poli in un
Giorgio e rimasto in efficienza volume (La basilica di San Gavino
dal VI all’XI secolo sta la bulla del a Porto Torres, La storia e le vicende
giudice arborense Zerchis, la più architettoniche, Sassari, 1997) la
antica finora conosciuta della serie cui importanza, sotto il profilo
di sigilli della cancelleria indigena, della storia degli studi, si pone su
che doveva utilizzare gli stessi un piano paritario rispetto a quel-
strumenti diplomatici di ascen- lo che qui si recensisce, in quanto
denza bizantina attestati presso i primi lavori monograficamente
primi giudici di Cagliari. condotti su temi e problemi del
La rassegna topografica dello medioevo sardo dei quali, finora,
Spanu annovera inoltre, fra i cen- si erano avuti solo interventi su
tri qui per brevità non considerati, aspetti specifici e parziali. La più
quadri di sintesi sulla situazione antica aula di culto, ascritta al V
della ricerca archeologica in corso secolo, viene restituita a impianto
nei complessi episcopali di Cornus longitudinale poco sviluppato in
– basilica cimiteriale e “cattedrale lunghezza, con tre navate divise da
doppia” con battistero, IV-VII se- pilastri e abside ad ovest; nella
colo – e Turris Libisonis, odierna zona adiacente al fianco setten-
Porto Torres, del quale viene pun- trionale della basilica romanica le
tualmente discussa sia la proble- si sovrappose un secondo edificio
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singoli casi e contesti territoriali alla luce della presenza, nello stes-
evidenzia in sintesi, anche per la so territorio, di pilastrini scultorei
Sardegna, il verificarsi della dina- recanti date precise ma dei secoli
mica attestata per altre aree del XVI e XVII, evidentemente molto
Mediterraneo e dell’Europa nei distanti dall’ambito altomedioeva-
primi secoli dell’altomedioevo, le cui li si è voluti ricondurre.
quando gli edifici pagani non an- Nel capitolo successivo, dedi-
darono incontro al totale abban- cato alle fortificazioni, si pone
dono o a deliberata distruzione, l’accento sul ruolo della Sardegna
piuttosto ad adattamenti struttu- quale avamposto dell’impero bi-
rali che ne resero possibile l’ade- zantino in Occidente, lungo quel
guamento alle esigenze del culto limes destinato via via a ritrarsi ma
cristiano in base alla necessità di ancora percepito come tale fino
mantenere quel flusso devoziona- alla conquista araba dell’Africa
le, già derivante dall’antichità del mediterranea. La politica militare
luogo sacro e ora dalla sua rifun- svolta da Bisanzio nell’isola viene
zionalizzazione nel vasto program- quindi individuata in relazione
ma di cristianizzazione delle zone alla necessità di contenere, nel
rurali. A processi di conversione corso del VI-VII secolo, la pressio-
cristiana viene pure assegnata ne esercitata dalle popolazioni del-
l’emergenza delle “pietre fitte” del- l’interno – le Civitates Barbariae –
la Trexenta, nelle quali Silvana Ca- sui centri di confine ai quali con-
sartelli Novelli ha voluto leggere la ducevano le vie commerciali irra-
“lunga durata” del betilo aniconi- dianti dai porti sulle coste. Di fat-
co sostituito dai “segni” della pe- to, è nell’ottica del controllo di
netrazione del cristianesimo: la tali postazioni che si chiarisce la
questione non è priva di risvolti presenza bizantina a Fordongia-
problematici, come già suggerito nus (Casteddu Ezzu), Samugheo
da altri e in altra sede (cfr. le diver- (castello di Medusa), Ales (castello
se posizioni riassunte in M. Da- di Barumele), Oschiri (fortezza di
dea, rassegna del “VII Convegno Castro), nonché i numerosi re-
sul tema: L’archeologia tardo-ro- perti di cultura materiale, princi-
mana e medievale in Sardegna, palmente fibbie bronzee da cin-
Cagliari-Cuglieri 28-30 settembre tura, provenienti da contesti fu-
1990", in Archivio Storico Sardo, nerari in siti anche interni del-
XXXVII, 1992, pp. 258-271), e l’isola. Tra le fortificazioni urbane
merita un riesame globale anche del limes costiero, viene opportu-
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tutto, omnis feret omnia tellus, non zare, sia favorendo l’immigrazione
si è avverata. Un poeta greco pote- in Sardegna di coloni provenienti
va ben dire, sette secoli prima di da altre regioni o Paesi: concetto al
Cristo, che la Calabria fosse il pae- quale si sarebbe ispirato ancora nel
se più felice del mondo: oggi que- secondo dopoguerra il disegno di
ste parole desterebbero il riso. legge dell’on. Pietro Fadda e più,
Ogni nazione d’Europa ha le sue che prevedeva l’immigrazione in
plaghe sterili, le sue terre aduste: Sardegna di un consistente nume-
nessuna, meno la Grecia e la Spa- ro di contadini veneti.
gna, in proporzioni maggiori della Contro questa linea di inter-
nostra. Mezza Italia, sacra a’ terre- vento si pronunciarono uomini
moti ed ai vulcani, quella appunto politici come l’on. Francesco Sala-
che la leggenda immagina sia tutta ris, che collaborò all’inchiesta
una mirabile esibizione di un agraria che ebbe nome da Stefano
Eden che non esiste, agronomica- Jacini, e l’ing. Augusto Brunelli, il
mente val presso che nulla”. Il quale, in un suo scritto del 1892
grande meridionalista confermava (pubblicato due anni dopo) osser-
così il suo determinismo geografi- vava giustamente che in America
co, che Benedetto Croce amiche- in un primo tempo non c’erano
volmente gli avrebbe rimprovera- né capitali né braccia sufficienti a
to nelle pagine conclusive della promuovere lo sviluppo economi-
sua Storia del regno di Napoli. co degli Stati Uniti: braccia e capi-
Alle diverse diagnosi sulla que- tali che non tardarono ad affluirvi
stione sarda hanno fatto riscontro da tutto il mondo quando ci si av-
diverse terapie, rivelatesi tutte ora vide che vi esistevano non imma-
più, ora meno deludenti, dalla for- ginarie possibilità di lavoro e di
zata accelerazione del processo di guadagno.
completa privatizzazione della La prova della validità delle
proprietà della terra (ed anche dei considerazioni dell’ing. Brunelli
terreni sfruttabili solo col bosco ed (collaboratore del quale, al genio
il pascolo brado) ai numerosi ten- civile di Cagliari, era un giovane
tativi di colonizzazione, ora coro- tecnico, destinato ad un brillante
nati dal successo, ora miseramente avvenire, l’ingegnere Edmondo
falliti, effettuati sia col trasferi- Sanjust di Teulada) non era del re-
mento di aliquote di sardi dai pae- sto necessario andare a cercarla
si fino ad allora abitati alle zone tanto lontano: nella stessa Sarde-
spopolate che si intendeva valoriz- gna, al tempo della “perfetta fusio-
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09121 CAGLIARI
presso lo stabilimento tipografico
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09045 QUARTU S. ELENA (CA)
nel mese di aprile 2000
ARCHIVIO
STORICO SARDO
VOLUME XXXIX
A CURA DI
MARIA LUISA PLAISANT
CAGLIARI - 1998